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Energia: Lorenzoni (portavoce opposizioni) e Baldin (M5S), "no a nucleare e a maggiori estrazioni di gas naturale, altre le soluzioni per ridurre le emissioni climalteranti entro il 2030"
18 febbraio 2022
(Arv) Venezia 18 feb. 2022 - “La proposta della Commissione UE di inserire il nucleare e il gas nella tassonomia verde, cioè di concedere l’accesso ai finanziamenti connessi col Recovery fund a queste due fonti e tecnologie energetiche, non è un modo corretto per centrare l’obiettivo di una transizione energetica realmente virtuosa”. Il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, e la capogruppo del M5s, Erika Baldin, hanno presentato una mozione che impegna la Giunta regionale a “favorire le politiche sulle fonti che consentono economicità, sostenibilità e coinvolgimento di lavoro e finanza locali”. “La transizione ecologica richiede decisioni chiare – spiegano Lorenzoni e Baldin - È indispensabile adeguare i piani energetici nazionali e regionali al Fit for 55 europeo, che prevede una riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030. La Germania è una buona pratica da imitare in tal senso poiché si è posta degli obiettivi ambiziosi da qui ai prossimi otto anni: riduzione dei gas climalteranti del 65%, anticipo dal 2038 al 2030 della fuoriuscita dal carbone, 200 GW di solare". Da qui l’istanza che fa sintesi dei contenuti dell'atto di indirizzo: “La Giunta regionale si attivi affinché gli obiettivi Energia e Clima al 2030 del Piano nazionale energia e clima, vengano al più presto rivisti e adeguati a quelli europei. Queste stesse finalità siano ben definite, anche in termini numerici, in un attendibile rapporto con quelle che si è dato il Governo tedesco”. Serve, inoltre - scrivono i due consiglieri regionali - “scoraggiare con forza ogni nuovo investimento relativo all’aumento dell’estrazione del gas naturale nazionale”. Vanno inoltre ridotti i sussidi ambientalmente dannosi (Sad), che vengono versati nella misura di circa 20 miliardi all’anno all’Industria nazionale – grande, media e piccola – vincolandoli a piani di breve termine e a iniziative concrete per l’efficienza energetica e per l’utilizzo delle fonti rinnovabili. La Giunta, poi - prosegue il documento - assuma una “linea di minima azione climatica” attraverso la realizzazione del 40% degli obiettivi energia/clima entro il 2025, come raccomandato dal Next Generation EU. E, puntualizzano Lorenzoni e Baldin, “spinga per la rinuncia a nuovi investimenti sugli idrocarburi, a partire dal CCS di Ravenna. Non solo. Porti infine il campione nazionale degli idrocarburi ENI a correggere significativamente verso l’alto i suoi obiettivi di riduzione dei gas climalteranti e di produzione di energie rinnovabili, indipendentemente da quanto consentito nel PITESAI nel febbraio 2022”. Per quanto riguarda il nucleare, “le nuove centrali non sarebbero operative prima di un decennio, abbondantemente oltre il termine per raggiungere gli obiettivi del Fit for 55 europeo – aggiungono – È inattuale da un punto di vista economico, come sostenuto perfino dall’amministratore delegato di Enel, e porta con sé un irrisolto rischio ambientale e radioattivo. In ogni caso, concludono, i cittadini si sono già espressi contro il nucleare con ben due referendum, nel 1987 e nel 2011”.