Lorenzoni (Gm): “Fotovoltaico a terra, una legge che si preoccupa di frenare, non di accelerare sugli investimenti in fonti rinnovabili”

12 luglio 2022

 

                                                 

(Arv) Venezia 12 lug. 2022 -       “Il Pdl 97 approvato oggi in Consiglio regionale porta con sé un messaggio contrario rispetto a quello che un’amministrazione responsabile dovrebbe dare”. Così il Portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale del Veneto Arturo Lorenzoni che aggiunge: “Avremmo dovuto lavorare per individuare le aree idonee dove stimolare gli investimenti, come ci chiede la Commissione Europea con il Piano Repower EU del maggio scorso. E invece abbiamo dedicato tempo, e pure molto, ad allargare le zone ritenute non consone. Nessuna visione, dunque. Per raggiungere gli obiettivi al 2030 e al 2050 (nello specifico, dai 200 MW installati in Veneto nel 2021 a oltre 1.000 MW necessari per ciascuno dei prossimi anni) dovremmo almeno quintuplicare gli investimenti nel fotovoltaico, e lo affermo anche come docente di Economia dell’Energia all’Università di Padova. E ciò senza compromettere la nostra agricoltura, ci mancherebbe, ma questo non è nemmeno in discussione. Peraltro, in Veneto, tra il 2000 e il 2016, la superficie agricola totale si è ridotta di 150mila ettari. Ne basterebbero meno per centrare il risultato, anche collocando tutti i pannelli a terra, cosa che peraltro nessuno auspica e nemmeno immagina. In altri termini, non esiste nemmeno in teoria un pericolo di interferenza con il comparto del primario”.

“Nel corso della seduta - prosegue il Consigliere - ho chiesto che ora si dedichino le risorse del Consiglio per promuovere norme in grado di creare opportunità di investimento nel campo delle fonti rinnovabili, sia nel fotovoltaico che nelle altre filiere con un buon potenziale in Regione”.

“In ultima istanza - conclude Lorenzoni - questo provvedimento è orientato a mettere ulteriori paletti rispetto alla normativa nazionale, con la motivazione della tutela del paesaggio. Un compito condivisibile, ma che pone un rischio per l’ambiente inteso come l’ecosistema che tutti conosciamo”.