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Centenaro (Lega-LV): “Contrario allo Ius Scholae: no all’ulteriore facilitazione del procedimento per ottenere la cittadinanza”
21 agosto 2024
(Arv) Venezia 21 ago. 2024 - “Sono assolutamente contrario allo Ius Scholae e allo Ius Soli, nella convinzione che vada fatta una netta distinzione tra l’accogliere persone in difficoltà, cioè aiutare coloro che fuggono da guerre e carestie, e chi invece si trova in una condizione completamente diversa. La cittadinanza italiana non può essere ottenuta con tanta facilità, né essere svenduta per ottenere voti, come la sinistra o qualcuno di Forza Italia auspica per evidenti scopi propagandistici”. Sono le parole del consigliere regionale dell’Intergruppo Lega - Liga Veneta Giulio Centenaro che aggiunge: “La cittadinanza non è solo una condizione giuridica: essa determina un fattore distintivo di un popolo. Non per niente, all’estero, non è così semplice ottenerla. La cittadinanza può e deve essere ottenuta, l’Italia è indubbiamente “generosa” in tal senso, basta vedere i dati nazionali, ma facilitare ulteriormente il procedimento per l'acquisto della cittadinanza significherebbe, nel giro di qualche decennio, veder cancellato un popolo, quello italiano, che si riconosce nella stessa cultura, lingua e storia e da un sentimento di comune radice nazionale. Essere italiani, come essere Veneti o cittadini di altre regioni, è e deve essere motivo di orgoglio, ma anche qualcosa da custodire e tutelare, un sinonimo di appartenenza e cultura, tradizioni, non un insignificante appellativo. Perché mai uno straniero dovrebbe ottenere la cittadinanza solo per aver studiato qualche anno in Italia? Io sono favorevole allo Ius Sanguinis (o «diritto del sangue»), che indica la trasmissione ai figli della cittadinanza del genitore, sulla base però della discendenza e non di un semplice luogo di nascita o di studio. Una legge già esiste e non vi è alcun motivo per modificarla, e aldilà delle strumentalizzazioni e delle sparate preelettorali, delle posizioni e ideologie personali, bisogna prendere atto che le priorità e i problemi degli italiani, oggi, sono ben altri”.