ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 10/10/2023 n. 111

Resoconto n. 111 - 11^ legislatura
Resoconto 111 a Seduta pubblica
Martedì, 10 ottobre 2023
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 14.09

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 111a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 13796 del 5 ottobre 2023.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 110a Seduta pubblica di martedì 26 settembre 2023.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Partiamo con l'interrogazione n. 345.

Interrogazione a risposta immediata n. 345 del 1° febbraio 2023 presentata dai consiglieri Bigon e Zanoni relativa a "PFAS: SONO STATI ESEGUITI GLI STUDI DI COORTE PIÙ ANALITICI SUGGERITI DAL DOTTOR [...]?"

Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Da circa dieci anni il Veneto si trova coinvolto in uno dei peggiori disastri ambientali della storia italiana; un disastro di cui è accusata l'ex azienda chimica Miteni di Trissino, i cui vertici sono ora sotto processo per la contaminazione da PFAS del territorio che si trova tra le province di Vicenza, Verona e Padova, con un'estensione di 180 chilometri quadrati.
Il 28 gennaio 2023 sulle pagine de L'Arena viene reso noto che all'interno dell'azienda chimica Miteni sono state scoperte vasche piene di liquidi di cui non si conosceva l'esistenza. A rivelarlo, nel corso dell'udienza di giovedì in Tribunale a Vicenza, è stato l'avvocato della Provincia di Vicenza.
Il 26 gennaio 2023, al processo PFAS dinanzi alla Corte d'Assise del Tribunale di Vicenza, ha deposto una docente universitaria responsabile del registro nascite del Veneto. Le conclusioni di questa professoressa indicherebbero chiaramente un eccesso di quattro patologie: diabete materno, feto piccolo per età gestazionale e malformazioni del sistema nervoso, nelle aree dove sono state riscontrate maggiore concentrazione di PFAS.
Considerato che nella medesima udienza è stato ascoltato anche un medico che ha diretto il sistema regionale epidemiologico, il quale ha riferito in maniera dettagliata di aver svolto degli studi sulla popolazione della zona rossa e in particolare di aver preso a riferimento le patologie che lo studio americano aveva correlato ai PFAS, si interroga l'Assessore regionale della sanità per sapere se questi studi hanno suggerito alla Regione Veneto di effettuare degli studi effettivi e quali siano i risultati.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Al posto dell'assessore Lanzarin, risponde la vicepresidente De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Con riferimento al quesito, si precisa che, in seguito alla relazione prodotta dal responsabile tecnico-scientifico del sistema epidemiologico regionale, n. 78 del 2016, avente ad oggetto "Analisi esplorativa di livello comunale sulle orchiectomie per tumore del testicolo", il Registro tumori del Veneto ha effettuato un approfondimento sull'incidenza di tumori maligni diagnosticati nella popolazione residente nei ventuno Comuni del Veneto, all'epoca identificati come area di massima esposizione sanitaria a PFAS, area rossa.
I risultati di tale approfondimento sono stati trasmessi alla Regione del Veneto in data 15 novembre 2016, con protocollo n. 119. L'analisi effettuata sull'anno 2013 per la generalità delle patologie neoplastiche, ampliata al quadriennio 2010-2014 per i tumori del rene e del testicolo che risultano associati ad esposizione a PFAS nella letteratura scientifica, non ha evidenziato alcun eccesso di incidenza di neoplasie nell'area rossa rispetto alla media regionale.
Con nota del 23 dicembre 2022, acquisita con protocollo regionale n. 59641, il Registro tumori del Veneto ha trasmesso un aggiornamento sull'incidenza dei tumori nelle popolazioni esposte a PFAS basato sugli anni 2013-2019 per la generalità delle tipologie neoplastiche e sugli anni 2010-2019 per il tumore al testicolo e al rene.
La nuova analisi ha confermato i risultati ottenuti in precedenza. In particolare, non è stato rilevato alcuno scostamento significativo del tasso di incidenza a carico delle sedi tumorali che in letteratura sono state poste in relazione all'esposizione a PFAS, rene e testicolo.

PRESIDENTE

Collega Bigon, per la replica, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'assessora De Berti per la risposta.
Noi siamo stati a un convegno a Roma proprio la settimana scorsa sugli effetti e le conseguenze dei PFAS. Effettivamente, pare che, da tanti studi, questi abbiano degli effetti veramente negativi e incidano anche sul numero dei tumori presenti.
Prendiamo atto che questo tipo di tumore dal Registro della Regione Veneto non ha un numero elevato o maggiore rispetto agli altri.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo alla IRI n. 386.

Interrogazione a risposta immediata n. 386 del 12 aprile 2023 presentata dai consiglieri Zanoni e Camani relativa a "TREVIGNANO (TV): ENNESIMO CASO DI ABBANDONO DI RIFIUTI LUNGO IL TRACCIATO DELLA SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA! QUALI NUOVE E PIÙ INCISIVE MISURE HA MESSO IN ATTO LA GIUNTA REGIONALE PER FAR CESSARE QUESTI GRAVI ILLECITI?"

Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Questa interrogazione è stata depositata il 12 aprile ed è stata sottoscritta anche dalla collega Camani.
Il 9 aprile 2023 alcuni giornali hanno riportato il ritrovamento, a Trevignano, di un grosso cumulo di rifiuti nell'area in cui la Superstrada Pedemontana Veneta incrocia in galleria la Strada Provinciale n. 68.
Si apprende che, dopo aver riscontrato attività anomali in quel luogo, in particolare un andirivieni di camion e pale in azione, in orari, tra l'altro, notturni, i residenti hanno allertato i volontari di Legambiente.
Questo deposito di rifiuti si sarebbe formato in soli tre giorni. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri, in attesa di ulteriori notizie, soprattutto sul livello di sicurezza, perché questi materiali hanno destato particolari preoccupazioni nei residenti attorno al cantiere.
Durante le varie fasi di realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta si sono verificati diversi episodi come questi, tant'è vero che alcuni di questi sono stati riportati anche in altre interrogazioni. È successo ad Altivole, è successo a Montecchio Maggiore. Qui riportiamo le interrogazioni.
Nella risposta c'era scritto che, purtroppo, casi di abbandono di rifiuti in cantiere scaricati nottetempo si sono già verificati in tutto il tracciato della Pedemontana. Nel registro dei rifiuti del cantiere se ne contano ben 76.
Dato il numero allarmante, e qui vengo alla richiesta, e vado in conclusione, e il continuo ripetersi di episodi di abbandono e interramento illecito di rifiuti lungo il tracciato della Superstrada Pedemontana Veneta, chiediamo quali ulteriori e più incisive misure abbia posto in essere la Giunta regionale rispetto a quelle rendicontate con la risposta del 26 gennaio 2021, dove si diceva che fossero ben 76 i casi di smaltimento illegale di rifiuti nel cantiere della Pedemontana.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore De Berti.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Il caso specifico del rinvenimento di Trevignano è noto da maggio 2015. È previsto uno specifico Piano operativo per la gestione dei materiali antropici rinvenuti durante gli scavi nel suolo, redatto dal concessionario e approvato dal Commissario straordinario con decreto n. 66 del 6 aprile 2016.
In ragione dell'elevata eterogeneità del materiale, evidenziatasi con l'avvio del Piano e dei conseguenti approfondimenti analitici condotti anche da ARPAV, il concessionario ha formulato, in fasi successive, ipotesi operative per la gestione dei cumuli di rifiuti rinvenuti e stoccati presso l'area di cantiere in argomento. Tali ipotesi operative sono state valutate da parte delle competenti strutture regionali.
Con riferimento all'effettivo stato del sito, il materiale antropico precedentemente stoccato in big bags, in ragione dei summenzionati approfondimenti analitici, è stato totalmente rimosso dal sito e conferito a idonei impianti di trattamento.
La fase di ripristino del sito prevede: la rimozione dello stato di ghiaia superficiale, che, dopo opportune analisi e richieste dei vari soggetti competenti in materia ambientale, può essere utilizzato nell'ambito del cantiere SPV; la rimozione dello strato di impermeabilizzazione, costituito da teli in HDPE, che vengono gestiti come rifiuti; l'effettuazione delle analisi di fondo scavo, eseguite in data 21 aprile 2023 in contraddittorio con ARPAV, e il riporto del materiale di scotico originario.
A seguito della pubblicazione dell'articolo citato nell'interrogazione da parte di alcune testate giornalistiche locali, la Regione Veneto ha prontamente richiesto chiarimenti al concessionario, il quale ha riscontrato, segnalando che dopo la rimozione delle big bags ha provveduto a rimuovere la ghiaia e il sottostante telo in HDPE posti a protezione del terreno naturale prima del deposito dei rifiuti. La ghiaia è stata rimossa e trasportata a reimpiego il 28 marzo 2023 e il 12 aprile 2023. In questo lasso di tempo, contestualmente alla rimozione della ghiaia, è stato rimosso anche il sottostante telo in HDPE, temporaneamente depositato nell'area in oggetto, in attesa del conferimento a impianto autorizzato, avvenuto in parte in data 5 aprile 2023 e in parte in data 13 aprile 2023. Il concessionario ha altresì precisato che il grosso accumulo di materiale, a occhio materiale bituminoso (guaine, probabilmente) citato nell'articolo, rappresenta, in realtà, i residui del telo in HDPE rimossi e tempestivamente gestiti secondo la normativa vigente in materia di rifiuti.
Riguardo alle ulteriori misure da mettere in atto per evitare il ripetersi di abbandoni di materiali su aree nella disponibilità del concessionario, si intende rafforzare la sorveglianza da parte dello stesso e sensibilizzare anche le Amministrazioni comunali per prevenire tali fenomeni.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zanoni, per la replica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Grazie, Assessore, per la risposta. Noto dalla risposta che parte di questi rifiuti in HDPE sono stati rimossi il 13 aprile, ovvero il giorno dopo il deposito dell'interrogazione. Diciamo che questa interrogazione, in questo caso, ha portato bene, visto che alla fine sono stati smaltiti. Soprattutto, cosa che rincuora e che comunicheremo ai vari segnalanti, sono stati rimossi e smaltiti a norma di legge.
Mi sarebbe piaciuto avere qualche informazione in più in merito alla questione del rafforzare la sorveglianza da parte del concessionario. Diversi rifiuti, come abbiamo testimoniato più volte, anche per iscritto, sono stati scaricati alla luce del sole e solo grazie a segnalazioni di cittadini e associazioni sono stati portati all'opinione pubblica e, conseguentemente, sono stati smaltiti. Anche se devo ricordare, per completezza di informazione, che effettivamente, essendo 76 i casi, vuol dire che nella maggior parte dei casi si è arrangiato il concessionario a provvedere alla rimozione e al conferimento in siti idonei per lo smaltimento di questi rifiuti.
Quindi, l'unico punto che resta da chiarire, anzi da approfondire, più che da chiarire, è che cosa significa rafforzare questa vigilanza, dato il numero elevato dei 76 ritrovamenti.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Passiamo alla IRI n. 388.

Interrogazione a risposta immediata n. 388 del 14 aprile 2023 presentata dal consigliere Zanoni relativa a "NELL'AREA DELL'EX DISCARICA DI VIA ORSENIGO A TREVISO È IN CORSO L'ABBATTIMENTO DI CENTINAIA DI ALBERI, CON CONSEGUENTE DISTRUZIONE DI NIDI E UOVA E UCCISIONE DI PULLI E PULCINI. LA REGIONE BLOCCHI QUESTO SCEMPIO!"

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Si tratta di un episodio balzato alle cronache grazie all'intervento di molti residenti e di alcune associazioni di tutela dell'ambiente in seguito all'apertura del cantiere di Via Orsenigo, ai confini tra il Comune di Treviso e il Comune di Paese, in Provincia di Treviso. C'è questo progetto che prevede il rimodellamento superficiale e la bonifica dell'ex discarica di Via Orsenigo, 96.000 metri quadri, che ha ottenuto un finanziamento nell'ambito del progetto di bonifica dei siti inquinati.
Il problema è che in questi trent'anni in quest'area era cresciuto un bosco; quindi, era diventata un'oasi per la fauna selvatica. Il cantiere, purtroppo, è partito in aprile. Aprile ‒ ce lo insegnano dalle elementari ‒ è il periodo in cui la fauna selvatica e gli uccelli selvatici si riproducono. Quindi, in quel sito c'era un pullulare di attività di questi animali selvatici che si stavano riproducendo. Poco prima, esattamente un anno prima, noi Consiglieri avevamo votato il Piano faunistico-venatorio regionale, che prevedeva quell'area come un'area tutelata, ai sensi dell'articolo 10, commi 4 e 8, lettera b), della legge n. 157/1992, per consentire la sosta della fauna, la riproduzione e la cura della prole.
Quindi, il Consiglio regionale istituisce un'area protetta e il Comune di Treviso e altre società intervengono in quest'area disboscando il tutto.
Vado alla domanda. Si chiede di intervenire con urgenza per bloccare questi lavori, cosa che non è stata fatta.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde, al posto dell'assessore Bottacin, il suo collega Corazzari. Prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Con deliberazione n. 951/2021, pubblicata nel BUR a luglio 2021, la Giunta ha provveduto ad approvare il bando per la concessione dei contributi ai Comuni veneti a sostegno di bonifiche ambientali di siti inquinati. Nello specifico, con detto provvedimento sono state individuate per le annualità 2022 e 2023 le modalità di assegnazione ai Comuni veneti delle risorse di cui all'articolo 1, a sostegno delle bonifiche ambientali, per la messa in sicurezza e l'operatività permanente di questi siti inquinati.
Con un successivo decreto del febbraio 2022 è stata approvata la graduatoria delle istanze riconosciute ammissibili a finanziamento, nonché il prospetto delle istanze che non sono state ritenute ammissibili. Tra le istanze ritenute ammissibili al finanziamento è rientrata anche quella presentata dal Comune di Treviso in ordine all'intervento di progettazione e realizzazione dell'intervento di messa in sicurezza permanente della discarica di Via Orsenigo.
Con un altro decreto del Direttore della Direzione Ambiente del 2022, poi pubblicato sul BUR, è stato adottato il relativo impegno di spesa. Dalla lettura dell'Allegato A emerge che l'Amministrazione comunale di Treviso risulta, quindi, beneficiaria di un importo complessivo di 4.270.856,05 euro. Si evidenzia, pertanto, che il relativo contributo sarà erogato a seguito della rendicontazione della spesa effettivamente sostenuta per la realizzazione degli interventi descritti, secondo le indicazioni dei preposti uffici regionali, da presentarsi, questa, entro il termine – a suo tempo, naturalmente – del 31.12.2022 per le somme impegnate nell'annualità 2022 ed entro il 31.12.2023, cioè quest'anno, per le somme impegnate nell'annualità 2023. Questo sempre previa consegna di una dettagliata relazione illustrativa degli interventi realizzati.
Il suddetto decreto prescrive, altresì, il puntuale rispetto da parte delle Amministrazioni beneficiarie di quanto stabilito dal comma 134 e seguenti della legge n. 145/2018, ivi compresa l'attività di monitoraggio sulle opere pubbliche.
Si informa, infine, che la Regione, pur non essendo stata direttamente interessata dalla vicenda in conseguenza del contributo derivante dall'interrogazione in argomento, ha comunque monitorato l'evolversi della situazione determinatasi a valle dell'esposto presentato al Comando dei Carabinieri Forestali di Treviso. Le verifiche effettuate da detto Comando non hanno evidenziato le problematiche espresse nel corpo dell'interrogazione. Risulta, altresì, che i lavori che hanno interessato l'area in questione sono stati debitamente autorizzati.
Da ultimo, si è a conoscenza che il citato Comando ha informato la competente Autorità giudiziaria in ordine alla vicenda oggetto di questo zelante esposto.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore, per la risposta.
Per la replica, prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta. Ho visto che ha fatto anche delle modifiche in corso al testo. Ma va bene. Ci sta.
Volevo chiarire una cosa. Alla fine di questa risposta viene detto che le verifiche effettuate dal Comando dei Carabinieri Forestali non hanno evidenziato le problematiche espresse nel corpo dell'interrogazione. Questo è effettivamente vero, perché nel momento in cui sono usciti i Carabinieri Forestali era già stato tagliato il bosco e avevano già portato via tutto il materiale.
La cosa che ritengo degna di sottolineatura è che il Direttore della Direzione Ambiente e Transizione ecologica con decreto approva la graduatoria e dà l'okay a questo progetto. La graduatoria viene pubblicata sul BUR 72 del 17 giugno 2022. Ma poco prima, esattamente il 28 gennaio 2022, veniva pubblicata la legge regionale n. 2 "Piano faunistico-venatorio regionale", che, ai sensi dell'articolo 10, commi 4 e 8, lettera b), della legge n. 157, prevedeva come area tutelata l'area che, poi, è stata disboscata. Area tutelata e definita utile dal Piano faunistico-venatorio per la sosta della fauna, la riproduzione e la cura della prole.
Quello che si vuole evidenziare dalla risposta è che non è stata data alcuna spiegazione in merito al fatto che, da una parte, facciamo una legge, come Consiglio regionale, che tutela quell'area, tra l'altro anche tabellata come oasi di protezione e, dall'altra parte, si dà l'okay a un progetto che prevede il disboscamento. Per carità, ci sono i fondi, c'era la graduatoria, però bisognerebbe riuscire a capire come mai la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra.
Dopo, naturalmente, hanno voluto fare il disboscamento proprio in primavera, magari anche a ragion di telecamere, perché c'erano le elezioni amministrative e bisognava...

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla IRI n. 400 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 400 del 18 maggio 2023 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "SITI ORFANI: QUALI SISTEMI DI TUTELA PER EVITARE L'INQUINAMENTO DI CORSI D'ACQUA E FALDE ACQUIFERE?"

Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
È il mio pallino la conservazione della qualità dell'acqua, che evidentemente serve per produrre bene e per fornirci acqua pulita e sicura. A maggio di quest'anno ho letto la comunicazione della Regione del Veneto, che aveva individuato, dopo una ricognizione dei siti inquinati presenti sul territorio regionale, Provincia per Provincia, uno strumento specifico e oggettivo, grazie alla collaborazione con l'Università di Padova, che avrebbe consentito, tra i siti inquinati, di individuare quelli sottoposti a maggior rischio ambientale, pertanto prioritari ai fini degli interventi di bonifica. Un intervento molto buono, che individua circa 130 siti inquinati nei quali risulta impossibile individuare i soggetti responsabili della contaminazione. Pertanto, sono gli Enti pubblici, generalmente i Comuni, a dover provvedere alla bonifica, in generale utilizzando risorse nazionali o regionali. I cosiddetti "siti orfani".
Appreso che il Presidente della Giunta regionale, in data 17 maggio 2023, ha decretato lo stato di emergenza in relazione alle eccezionali avversità atmosferiche che hanno interessato e colpito anche il territorio regionale.
Rilevato che tra i siti oggetto della mappatura di cui in premessa ve ne sono molti in grado di compromettere la qualità delle acque e anche dei suoli, quindi con un rischio elevato.
Considerato che l'attuale contesto, caratterizzato da eccezionali avversità atmosferiche, preoccupa il grado di interazione con i siti orfani, in particolar modo, un esempio, quello del Comune di Sarcedo, che, peraltro, rilevato anche da Legambiente, è in potenziale e specifica interazione con la falda acquifera che serve il Comune di Padova, quindi a rischio di una ulteriore e gravissima compromissione di un territorio già contaminato dalle sostanze perfluoroalchiliche.
Alla luce di questo, interrogavo l'Assessore regionale all'ambiente per sapere quali specifici sistemi di sorveglianza e di intervento avesse previsto.

PRESIDENTE

Grazie.
Al posto dell'assessore Bottacin, risponde ancora l'assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Vi dovete accontentare di me, ma cercherò di supplire degnamente alla figura del mio collega.
L'aggiornamento al Piano per la bonifica delle aree inquinate, contenuto nell'Elaborato E dell'Allegato A della DCR n. 30/2015, di cui alla DGR n. 988/2022, nel proprio Allegato 4 contiene un elenco aggiornato ad autunno 2022 dei siti contaminati o potenzialmente contaminati presenti in Regione del Veneto, divisi per Provincia.
I siti riportati nel citato elenco sono definiti "siti di interesse pubblico", ovvero aree in cui la pubblica amministrazione è individuata come soggetto tenuto ad intervenire in quanto responsabile dell'inquinamento o proprietario dell'area interessata dall'inquinamento, oppure perché è necessario un intervento in sostituzione e in danno del soggetto responsabile inadempiente o non rintracciabile, o di eventuali proprietari incolpevoli, soggetti interessati, che non provvedano agli interventi nell'attuazione delle procedure previste per la bonifica, messa in sicurezza e ripristino, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 250 del decreto legislativo n. 152/2006. Tra questi risulta individuata una sottocategoria di interventi identificati, in base alle definizioni fornite dal DM n. 269/2020, come "siti orfani". Il DM n. 222/2021, come modificato dal DM n. 32/2022, individua per la Regione del Veneto ventisette siti rispondenti a tale definizione.
È una materia piuttosto complessa, ma potete anche capire come io ne abbia padronanza.
Va, peraltro, specificato che non possano risultare presenti in elenco tutti gli interventi in cui il soggetto tenuto ad intervenire è identificato in un soggetto privato. Questo fintantoché una sua eventuale inerzia o esplicita inadempienza non porti all'avvio di procedure volte alla realizzazione di detti interventi in via sostitutiva da parte della pubblica amministrazione o delle pubbliche amministrazioni sopradescritte.
Si osserva, inoltre, che l'elenco contenuto nel Piano regionale per la bonifica delle aree inquinate (PRBAI) è frutto di un confronto tra banche dati e in esso sono stati inseriti i siti presenti nella precedente versione dell'Elaborato E del Piano di cui alla DCR n. 30/2015 – parliamo di circa 200 siti – nelle banche dati gestite dai dipartimenti ARPAV, su incarico della Regione e gli elenchi predisposti per l'assegnazione dei recenti finanziamenti disposti dalla Regione del Veneto. Da questo confronto ne è derivato l'elenco comprendente i 134 siti sopracitati.

PRESIDENTE

Assessore, la risposta è ancora molto lunga?

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Avremo altri otto minuti da stare insieme.

PRESIDENTE

No, non posso permetterglielo.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Posso farcela anche in quattro minuti, se vado più veloce.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Mi riservo di leggere la risposta.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Va bene, gliela faccio leggere.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda. Quindi, non replica.
Passiamo alla IRI n. 422 presentata dalla collega Camani.

Interrogazione a risposta immediata n. 422 del 31 luglio 2023 presentata dai consiglieri Camani, Zanoni e Zottis relativa a "PARCO COLLI EUGANEI ANCORA SENZA PRESIDENTE. COSA INTENDE FARE LA GIUNTA?"

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, poiché l'argomento dell'interrogazione è superato, per non togliere tempo anche ai colleghi, visto che ci sono diverse interrogazioni, rinuncio alla risposta in Aula. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. La risposta, quindi, le sarà inviata a domicilio via mail.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni a risposta scritta.
IRS n. 278 presentata dal collega Zanoni ed altri.

Interrogazione a risposta scritta n. 278 del 27 dicembre 2022 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda, Lorenzoni e Baldin relativa a "LA PROVINCIA DI PADOVA ANNUNCIA UN PATI PER IL PARCO REGIONALE COLLI EUGANEI, CHE DARÀ SPAZIO A STRUTTURE TURISTICO-RICETTIVE RISPONDENTI ALLE RICHIESTE DI MERCATO. LA GIUNTA REGIONALE COME INTENDE VIGILARE A TUTELA DELL'AMBIENTE NATURALE DI QUEST'AREA, COSÌ PREZIOSA E UNICA?"

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in oggetto è stata depositata il 27 dicembre 2022 ed è stata firmata anche dai colleghi Bigon, Guarda, Lorenzoni e Baldin.
Premesso che: un articolo del quotidiano "Il Mattino di Padova" del 13 dicembre 2022 ha reso noto che, su iniziativa della Provincia di Padova, è stato avviato l'iter di approvazione di un Piano di assetto del territorio intercomunale (PATI) che coinvolgerà tutti i Comuni ricompresi nell'area del Parco regionale dei Colli Euganei; il Vicepresidente della Provincia di Padova, con delega all'urbanistica, intervistato sull'argomento ha affermato che: "Il territorio del Parco Colli era l'unico finora che non aveva un PATI; (...) andiamo in questo modo a definire delle linee guida che valgono per tutti e che diventano fondamentali nelle scelte che adotteranno le varie amministrazioni. Non sarà toccato l'aspetto della residenzialità; (...) il PATI stabilirà delle linee guida sulla ricettività turistica, la sostenibilità ambientale, le città green, l'assetto idrogeologico e geologico (...)"; nel citato articolo viene anche spiegato che sono previste: "Strutture ricettive moderne, come campeggi o tende nel bosco, che si trovano, per esempio nelle Colline del Prosecco, nel Trevigiano. Siamo convinti che queste strutture moderne, che il mercato richiede, daranno slancio al territorio"; il Presidente dell'Ente regionale Parco Colli Euganei, Riccardo Masin, nonché Sindaco di Galzignano, nello stesso articolo del 13 dicembre si domanda: "Sono tutti convinti nell'andare verso questa direzione o si vuole ancora tenere ingessato il territorio attorno a logiche ormai vecchie, che tengono fermo lo sviluppo del territorio del Parco?".
Considerato che il Vicepresidente della Provincia di Padova ha, inoltre, aggiunto che: "Sarà definito contemporaneamente con la Regione anche un aggiornamento del Piano regionale ambientale. Erano moltissimi anni che non veniva toccato, dal 1996. È, quindi, importante, come già definito con l'Assessore regionale al territorio, Cristiano Corazzari, viaggiare di pari passo tra Regione e Provincia".
Evidenziato che il Parco regionale dei Colli Euganei è caratterizzato da un prezioso insieme di habitat naturali, unici e peculiari; infatti, il suo isolamento dagli altri gruppi collinari e montuosi e le alterne vicende climatiche hanno fatto sì che qui si sia sviluppata una notevole diversificazione della flora, con varietà d'ambiente caldo arido (termofile) e altre a carattere montano (microtermiche) o submontano; la natura è rigogliosa e sono presenti moltissime specie di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci e invertebrati. Si tratta evidentemente di un'area naturale tanto preziosa quanto delicata; parte di essa è, infatti, ricompresa fra le Zone di Protezione Speciale della Regione del Veneto ed è classificata all'interno di Rete Natura 2000 con un determinato codice identificativo, citato come "Colli Euganei-Monte Lozzo-Monte Ricco". Va, inoltre, rammentato che sul territorio dei Colli Euganei sono presenti arcaiche testimonianze degli Antichi Veneti, siti archeologici importanti e unici per la nostra storia, che vanno protetti e tutelati.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri chiedono all'Assessore regionale all'ambiente e all'Assessore regionale con delega al territorio: a) se siano al corrente dell'iniziativa della Provincia di Padova volta all'approvazione di un PATI del Parco regionale dei Colli Euganei che, come affermato nell'articolo citato in premessa, darebbe spazio a varie iniziative turistiche e alla realizzazione di strutture ricettive di varia tipologia (sono quelle che vi ho letto prima, che richiamano quelle realizzate nel complesso delle Colline del Prosecco, in Provincia di Treviso); b) in merito al suddetto PATI, come la Giunta regionale intenda vigilare a tutela e protezione del delicato equilibrio ambientale che rende così prezioso e unico il Parco regionale dei Colli Euganei.
Voglio sottolineare che, mentre le Colline del Prosecco hanno sicuramente diversi vincoli, alcune sono dentro Rete Natura 2000, vigono tutele previste dai vari vincoli introdotti dalle varie norme, i Colli Euganei, oltre ad avere tutti questi vincoli, sono tutelati quanto Parco naturale regionale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Risponde l'assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
La Provincia di Padova, così come evidenziato dalla nota della Direzione Pianificazione territoriale del 5 giugno 2023, in risposta alla richiesta di un contributo della Direzione Turismo del 31 maggio 2023, ha manifestato l'intenzione di attivare la predisposizione di un PAT Intercomunale (PATI) tematico riferito al territorio dei Comuni del Parco regionale dei Colli Euganei. Lo strumento pianificatorio intercomunale, come indicato dalla Provincia, sarà finalizzato all'approfondimento dei seguenti temi: nuove forme di ricettività turistica e sostenibile; azioni di mitigazione per la lotta ai cambiamenti climatici; sfruttamento energetico della risorsa termale; sostenibilità ambientale delle trasformazioni nel rispetto del principio DNSH (do no significant harm, ovvero non arrecare danno significativo all'ambiente) previsto nel Regolamento UE 2021/241.
Come confermato anche dell'Ente Parco dei Colli Euganei con una propria nota ancora del luglio 2023, in risposta alla richiesta di relazione sul tema da parte della Direzione Turismo, l'Amministrazione provinciale ha preliminarmente coinvolto, oltre al Parco Colli Euganei, le Amministrazioni dei Comuni il cui territorio è ricompreso o parzialmente ricompreso nell'ambito del Parco. Nel corso degli incontri tra gli Enti interessati è stata valutata la disponibilità ad avviare le verifiche preliminari sulla fattibilità tecnico-economica della nuova pianificazione intercomunale, che potrebbe fornire adeguate risposte alle nuove esigenze di tutela e sviluppo sostenibile nel territorio del Parco, questo nel rispetto delle caratteristiche naturalistiche e ambientali del Parco stesso.
Allo stato attuale, risulta in fase di predisposizione un protocollo d'intesa tra Provincia di Padova e Comuni dell'Ente Parco, che dovrà definire le tematiche e gli obiettivi oggetto della pianificazione intercomunale, nonché l'iter pianificatorio, che darà ampio spazio partecipativo a tutti i portatori di interesse.
La Regione del Veneto, pur non avendo attualmente competenze in ordine all'approvazione dei PATI – sapete che sono in capo alla Provincia –, potrà fornire, attraverso le strutture regionali competenti, una fattiva collaborazione tesa a favorire il processo pianificatorio attento alle nuove esigenze di sviluppo sostenibile del territorio e caratterizzato da importanti valenze naturalistiche, paesaggistiche, storiche e culturali.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Per la replica, la parola al collega Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Abbiamo parziali conferme rispetto a quanto avevamo letto sui giornali.
Vedo che questa risposta è datata 19 settembre 2023. Ebbene, rispetto alla nostra interrogazione sono passati quasi dieci mesi e nella risposta viene detto: "Allo stato attuale, risulta in fase di predisposizione un protocollo d'intesa tra Provincia di Padova e Comuni dell'Ente Parco, che dovrà definire le tematiche e gli obiettivi oggetto della pianificazione intercomunale, nonché l'iter pianificatorio, che darà ampio spazio partecipativo a tutti i portatori di interesse". Vedo che per adesso ci sono delle proposte, dei desiderata, ma siamo ancora in una fase in cui si sta predisponendo questo protocollo d'intesa. Quindi, in sostanza mi pare di capire che siamo ancora alle fasi iniziali, al nulla di fatto.
Vedendo, inoltre, che l'Ente Parco regionale ha anche risposto alla Direzione Turismo dell'Amministrazione provinciale, appare evidente che ci sono delle interlocuzioni tra gli Enti, ma siamo ancora in una fase in cui non sono state prese decisioni. Mi aspettavo, rispetto a tutte le dichiarazioni che sono state fatte da parte della Provincia di Padova, da parte del Presidente dei Colli, del Vicepresidente della Provincia di Padova, che effettivamente ci fosse stato qualcosa di più concreto.
Presidente, oggi ho illustrato quattro interrogazioni e c'è stata la risposta ‒ e ringrazio per le risposte ‒ da parte degli Assessori. Volevo solo dire una parola su quello che sta accadendo oggi nel mondo, quello che sta accadendo oggi in Israele e in Palestina. Forse sarebbe il caso di fare una breve riflessione e considerazione anche da parte del nostro Consiglio. I numeri che arrivano sono veramente drammatici.

PRESIDENTE

Collega, siamo in ambito di interrogazioni.
Passiamo alla IRS n. 375 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta scritta n. 375 del 3 luglio 2023 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "SOPPRESSIONE DELLA FERMATA DI LONIGO PER ALCUNI TRENI REGIONALI: QUALI LE RAGIONI DI FONDO?"

Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione nel luglio di quest'anno rilevavo come dal 1° luglio 2023 fosse cancellata la fermata della stazione ferroviaria di Lonigo per i seguenti treni del trasporto regionale da Venezia a Verona: delle 13.04, delle 15.04 e delle 21.34.
Rilevato che la notizia della soppressione della fermata di Lonigo per i suddetti treni è stata resa nel contesto dell'avviso riguardante la conclusione dei lavori di potenziamento infrastrutturale della stazione di Montebello e il ripristino di tale stazione.
Considerato che, però, il tempo di sosta presso la stazione di San Bonifacio dei treni sopraindicati è pari a 26 minuti, fatto salvo il treno regionale 17244.
Tenuto conto che difficilmente le stazioni ferroviarie limitrofe, quella di Montebello e di San Bonifacio, potranno essere in grado, stante la carenza di infrastrutture idonee, quali i parcheggi, di assorbire il numero di pendolari prima servito dalla stazione ferroviaria di Lonigo, e tutto ciò a spese e sulle spalle dei pendolari, che ‒ ribadisco ‒ utilizzano questi treni specialmente per impegni lavorativi, specialmente per connessioni lavorative.
Interrogavo l'Assessore regionale ai trasporti e alle infrastrutture per conoscere le ragioni della cancellazione a decorrere dal 1° luglio per i treni regionali sopraindicati della fermata presso la stazione ferroviaria di Lonigo.

PRESIDENTE

La parola alla vicepresidente De Berti per la risposta.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
In merito all'oggetto della presente interrogazione, la Regione del Veneto, con nota protocollo 378175 del 13 luglio 2023, ha interpellato la società Infrastrutture Venete delegata, ai sensi della legge regionale n. 40/2018 , alla gestione, tra l'altro, dei contratti di servizio con le imprese ferroviarie e dei servizi di interesse regionale.
In data 19 luglio 2023 Infrastrutture Venete, sentita Trenitalia, ha trasmesso gli elementi conoscitivi, che si vanno di seguito ad esporre. Dal 1° agosto 2022, con carattere permanente a causa dell'eliminazione del binario 4 della località di Altavilla Vicentina, nel contesto dei lavori dell'Alta Velocità e Alta Capacità ferroviaria sulla linea Brescia-Padova, il gestore infrastruttura RFI ha modificato la programmazione delle precedenze tra i treni regionali e i treni a mercato e ha richiesto la soppressione della fermata di Lonigo per i seguenti treni: regionale Venezia Santa Lucia 13.04 e Verona Porta Nuova 15.26, con circolazione tutti i giorni, e regionale Venezia Santa Lucia 15.04 e Verona Porta Nuova 17.26, con circolazione sabato e festivi.
Per garantire la mobilità dell'utenza afferente alla stazione di Lonigo, Trenitalia ha conseguentemente istituito due servizi bus con circolazione nei giorni festivi tra Vicenza e Verona Porta Nuova aventi fermate in tutte le località intermedie.
Nei giorni feriali, dal lunedì al sabato, essendo stati mantenuti il treno dell'ora precedente e quello dell'ora successiva, per entrambi i treni interessati dalla soppressione della fermata, considerate anche le frequentazioni dei viaggiatori in salita e discesa a Lonigo, Trenitalia ha ritenuto di non effettuare l'auto-sostituzione, tenuto presente che i tempi di percorrenza dei bus sarebbero più dilatati rispetto a quelli del treno, sia per effetto della lunghezza del percorso sia per il traffico stradale a cui i mezzi su gomma sono soggetti.
Per quanto riguarda il treno regionale 17244 Venezia Santa Lucia delle 21.34 e Verona Porta Nuova delle 23.34, la fermata a Lonigo era stata istituita quale fermata straordinaria durante i lavori nella stazione di Montebello per l'Alta Velocità nel periodo dal 3 aprile al 30 giugno. Al termine di quella tranche di lavori, la fermata straordinaria non è più stata rinnovata. Il treno ha ripreso la precedente programmazione, che non prevede la fermata a Lonigo.
Infine, la sosta prolungata (26 minuti) di alcuni treni presso la stazione di San Bonifacio è dovuta a precedenti dinamiche del programma di esercizio della circolazione ferroviaria conseguente alle lavorazioni previste dall'Alta Velocità.

PRESIDENTE

Collega Guarda, per la replica, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta, che tecnicamente riporta la situazione e le motivazioni di questa sospensione o soppressione di fermata.
Vorrei fare, però, con lei, Assessore, un ragionamento da un punto di vista politico, visto che ho avuto modo di condividerlo anche in passato. Sebbene sia sicuramente interesse di Trenitalia riuscire a mettere in connessione i diversi sistemi di trasporto su ferro e sebbene sia indicazione di Trenitalia quella di andare a ridurre determinate fermate in relazione a esigenze organizzative interne, l'obiettivo primario che abbiamo in questo Consiglio regionale è quello di garantire la qualità di un trasporto ferroviario regionale.
In questo caso, in una stazione minore, considerata minore, da Trenitalia in particolar modo, in realtà partono qualche centinaio di cittadini ogni giorno, che si muovono e scelgono il trasporto regionale, in questo caso lento, per muoversi verso Vicenza o Padova o verso Verona. Non è possibile che una persona che sceglie il trasporto su ferro, proprio per metterci meno tempo, inquinare di meno e anche, magari, risparmiare le somme necessarie per riuscire a muoversi, invece, in auto, impieghi per arrivare a Verona 56 minuti, per fare 30 chilometri, anzi meno di 30 chilometri, 56 minuti, soprattutto con una sosta a San Bonifacio tra i 15 e i 26 minuti.
Questo è un aspetto che diventa politico, perché se ci si aggiunge, dopo, la soppressione della fermata, che magari è proprio il treno di ritorno dal lavoro; quindi, impedisce anche la scelta in andata del trasporto pubblico, quindi incentiva l'utilizzo dell'auto, ci interroga. Di conseguenza, l'idea, la sollecitazione con quest'interrogazione è quella di dirci, uno, che non è perché in passato si è accettato politicamente che Trenitalia sopprimesse determinate fermate, perché c'era già quella di Montebello... Che, ribadisco, non è comoda per chi abita non soltanto a Lonigo, ma in tutta l'Area Berica piuttosto che nella zona della Val d'Alpone, che utilizza quella fermata per rivolgersi verso il vicentino o, per esempio, verso il padovano. Non è possibile pensare che oggi politicamente sia accettabile ignorare questa segnalazione, come fatto in passato.
Dobbiamo difendere questa stazione, non soltanto perché proponiamo la Zona Berica e la zona della Val d'Alpone come nuove opportunità da un punto di vista di connessioni anche turistiche, eccetera, ma soprattutto perché – ribadisco – i cittadini in questi mesi hanno manifestato a Trenitalia e anche alla Regione l'urgenza di dire che questa stazione vale, così come le altre stazioni minori. Non possiamo lasciare Trenitalia scegliere quello che è un servizio di qualità che, invece, i cittadini ci richiedono.
Per cui, se c'è una fermata che è stata sospesa per alcuni dei treni presenti durante la giornata, bisogna valutare se eventualmente si riesce a gestire il traffico in modo tale che quei 5 minuti di sosta possano essere tolti ai 26 minuti di attesa del trasporto di Alta Velocità nella stazione di San Bonifacio, per cui si sospende, si interrompe e si aumenta il tempo di percorrenza di un treno regionale per far passare il treno ad Alta Velocità, quindi si crea un disservizio a chi sceglie di utilizzare un trasporto pubblico senza dover spendere grandi quantità di soldi, potendosi connettere dalla zona rurale alla zona di città. Bisogna cominciare, dal mio punto di vista, dal punto di vista di questi cittadini, a fare un pochino la voce grossa. Se si attendono 26 minuti a San Bonifacio, allora si può richiedere a Trenitalia di riorganizzare il proprio sistema di gestione, in modo tale che il trasporto regionale non venga mai dopo le priorità imprenditoriali di Trenitalia.
C'è necessità di ristabilire un equilibrio, perché il trasporto regionale non deve essere secondo a quello dell'Alta Velocità e non può essere secondo soprattutto perché la Regione del Veneto ha stabilito un contratto e stabilisce degli obiettivi da raggiungere, obiettivi che non includevano l'aumento, per esempio, delle tratte di ben 26 minuti o mezz'ora addirittura per fare quello che in passato si faceva in un quarto d'ora o 20 minuti. Oggi si impiegano 46 minuti.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Abbiamo terminato il tempo a disposizione per le risposte alle interrogazioni.

Cordoglio per le vittime dell'incidente avvenuto il 3 ottobre 2023 sul viadotto di Mestre

PRESIDENTE

Vi chiederei un attimo di attenzione, se è possibile, colleghi.
Una settimana fa sul viadotto di Mestre è accaduta una tragedia di proporzioni veramente pesanti, con una modalità ancora da chiarire, ma che lascia tutti esterrefatti e con una composizione – permettetemi il termine non appropriato – dei trasportati che ha colpito praticamente tutta Europa.
Io ero a Bruxelles due giorni dopo e ho ricevuto la vicinanza veramente di colleghi di tutta Europa. Per farvi capire l'impatto che questa cosa ha avuto anche ben fuori i confini italiani.
Arriviamo da tre giorni di lutto dichiarati dalla Regione Veneto proprio per il tipo di tragedia, il numero di vittime, 21 persone morte e altre che stanno lottando per la propria vita in tutti gli ospedali del Veneto. È una delle tragedie, penso, più incisive che questa terra ha subìto negli ultimi tempi.
Permettetemi un ringraziamento al servizio di pronto soccorso di emergenza-urgenza della Regione Veneto, che ha agito con professionalità, con abnegazione, numero di mezzi per intervenire nell'immediato, e tutte le persone che negli ospedali stanno seguendo e hanno seguito chi era ferito. Abbiamo già visto chi sta uscendo dall'ospedale i ringraziamenti che sta rivolgendo al nostro personale sanitario per la professionalità, l'umanità e la vicinanza a chi sta soffrendo in questo momento.
Per tutto quello che vi ho detto in questa introduzione, vi chiedo un minuto di silenzio per quanto accaduto una settimana fa a Mestre.
(L'Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)

PRESIDENTE

Grazie, colleghi.
Per quanto riguarda la sua richiesta, collega Zanoni, le assicuro che anch'io sono molto scosso e provato da quello che sta avvenendo tra Israele e la Striscia di Gaza, però è un argomento che, se aperto, penso comporterebbe discussioni molto complesse e approfondite, che non possono essere fatte – mi permetta di dirlo – in maniera superficiale.
Dopo, in Capigruppo, ne parlerò con i colleghi Capigruppo. Però, in questo momento non è, secondo me, il caso di interrompere il Consiglio per – ripeto – parlare di una cosa che, a mio avviso, avrà sviluppi pesantissimi anche per noi nel prossimo futuro.
Proseguirei, quindi, con l'ordine dei lavori che ci siamo dati.
PUNTO
6



PROGRAMMA TRIENNALE 2023-2025 DEGLI INTERVENTI PER LA REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ PREVISTE DALLA LEGGE REGIONALE 4 NOVEMBRE 2022, n. 25 "LA GRANDE GUERRA INFINITA: COLLABORAZIONE ISTITUZIONALE COL MEVE, ATTIVAZIONE DELLA RETE DELLE OGD E DEL CLUB DI PRODOTTO DEI LUOGHI DEL PRIMO E DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE". (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 68) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 101/2023)

Relazione della SESTA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Favero

PRESIDENTE

Chiedo al collega Marzio Favero di illustrare la PDA n. 68, punto n. 6 dell'ordine del giorno.
Collega Favero, prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Un saluto a tutti i Consiglieri.
Questa PDA fa seguito alla legge regionale n. 25/2022 . Se vi ricordate, prevedeva l'istituzione di una cabina di regia, all'articolo 3, comma 3, che valutasse un progetto che fosse in grado di tradurre in termini operativi il tema della Grande Guerra Infinita.
La cabina di regia si è insediata il 26 giugno e ha esaminato la proposta che è stata inviata dal MEVE, il memoriale Veneto della Grande Guerra, il 25.07 del corrente anno, dopo che la Giunta regionale aveva siglato un'intesa con il Comune di Montebelluna.
Il programma triennale che è sottoposto alla vostra attenzione è stato corretto in alcuni punti dalla cabina di regia ed è stato alla fine approvato all'unanimità dalla Sesta Commissione, la Commissione Cultura.
Vi ricordo qual è l'obiettivo della legge e quindi del programma triennale: quello di tesaurizzare il percorso compiuto dalla Regione dal 2010 al 2018 per la valorizzazione dei luoghi della memoria bellica del primo conflitto mondiale, introducendo però un elemento di novità, ovverosia l'idea che la Grande Guerra non possa essere concepita come un evento incapsulato in un certo periodo storico, ma che sia la matrice che ci ha portato alla Seconda Guerra Mondiale e poi a quella rete di guerre che ci conducono purtroppo fino al presente.
Due le dimensioni che sono investite dal programma triennale, fra di loro evidentemente correlate: la prima è la dimensione della cultura. Abbiamo individuato nel memoriale Veneto con la legge il motore per la programmazione culturale: il memoriale dovrebbe diventare il luogo di ricontestualizzazione di tutte le ricerche storiche che in questo momento sono in corso sul tema della Grande Guerra e delle guerre che sono conseguite alla Prima Guerra Mondiale per ricomporre tutte queste ricerche in una trama unitaria. In questo momento non c'è un soggetto che si occupi di fare sintesi: la nostra speranza è che in qualche modo il memoriale possa riproporre in Italia l'esperienza dell'Historial de Peronne, quell'istituzione, quel museo che è stato inaugurato nel 1998 in Francia, che è diventato una specie di Cenacolo di storici europei che si ritrovano a leggere le vicende della Grande Guerra non dalla prospettiva delle singole nazioni, ma dalla prospettiva di quella grande nazione che vorremmo costruire assieme e che chiamiamo Europa.
L'obiettivo funzionale che viene attribuito al MEVE è quello di dar vita a una rete di reti, che in parte esistono, una rete fra le Università, gli istituti storici (attenzione, istituti nei quali trovano spazio studiosi che non possono essere asserviti dal nostro mondo accademico purtroppo, lo dico), i musei, gli archivi e le associazioni. Nelle associazioni si trovano altri studiosi informali che fanno un lavoro sul campo preziosissimo, che va a integrare quello condotto, invece, dagli studiosi ufficiali.
I temi che trovate individuati nel Piano triennale, che io mi limito qui ad elencarvi senza entrare nei sottotemi, giusto perché abbiate un'idea complessiva degli obiettivi che ci siamo dati, sono i seguenti:
- la Grande Guerra e i conflitti del '900, ma credo che dovremmo andare oltre ai conflitti del '900 ed arrivare purtroppo ai conflitti che sono attualmente in atto;
- il rapporto fra mobilitazione e globalizzazione. Può sembrare una cosa lontana nel tempo, in realtà, se pensiamo alla guerra in Ucraina, la guerra in Ucraina ha comportato una mobilitazione degli apparati militari ed economici di tutte le potenze occidentali, ma non solo;
- il rapporto fra democrazie e autoritarismi. Anche questo è un tema, ahimè, attualissimo;
- il problema della formazione delle coscienze nazionali e di come le coscienze nazionali possono essere fatte degenerare all'interno di visioni che della nazione hanno una visione competitiva sul piano della storia di tipo darwiniano;
- il tema, tutto da sviluppare ancora, della costituzione di una vera Unione europea. Se c'è una cosa che abbiamo imparato negli ultimi mesi è che questa Europa così com'è non va, che la teoria dei piccoli passi di Jean Monnet, uno dei padri fondatori, si è rivelata sbagliata e forse aveva ragione il nostro Spinelli a dire che bisognava avere il coraggio di aprire una fase costituente vera;
- la tutela dei luoghi della memoria e il problema di una rilettura, che non sia solo in chiave intellettualistica, della memoria bellica, ma che passi anche attraverso le risorse dell'arte, del teatro, della letteratura.
Per quanto riguarda il turismo, la sfida si fa altrettanto complessa, perché in Veneto abbiamo l'abitudine di lavorare ognuno per conto proprio. Siamo tutti self-made man, a tal punto che non abbiamo nemmeno un padre o una madre, siamo venuti al mondo da soli.
Mettere insieme Province diverse che hanno tematismi in comune non è un'impresa facile. Però, uno degli obiettivi che si pone il Piano triennale è proprio quello di costituire una rete di OGD affinché questa rete di OGD faccia collaborare fra di loro le fondazioni che si occupano di promozione turistica, ma non solo, dia vita a un club di prodotto, cioè a una rete di operatori privati consapevolizzati, capaci di preoccuparsi di questo tema.
Guardate che questo tema in Francia produce milioni di visitatori, da noi no, ma per un motivo che si spiega in maniera abbastanza semplice. Siccome abbiamo già dei magneti di attrazione molto forti, pensate a Venezia dove si va a introdurre una tassa d'entrata in città, forse ci siamo dimenticati che vi sono altri temi che meriterebbero di essere coltivati. Questi temi richiedono una cura che non è necessaria per altre tipologie di offerte: una spiaggia si può accontentare di una proposta di tipo commerciale. Un itinerario eco-museale che si sviluppa all'interno di un territorio richiede un'organizzazione che coinvolge tutta una serie di attori, pubblici e privati, che devono imparare a condividere uno stesso linguaggio e uno stesso approccio. Di qui l'esigenza, sottolineata nel Piano, di curare la formazione degli operatori; tema sul quale abbiamo discusso soprattutto col Dipartimento Turismo della Regione, per avere una logica nell'informazione, nell'accoglienza che sia adeguata alla sfida.
Io mi limito a sottolineare, fra i temi del turismo, uno che mi pare particolarmente interessante perché è anche uno dei temi che è stato oggetto di particolare attenzione in Francia e in Belgio, che è quello della tutela dei paesaggi non statica, non legata alla semplice lettura del paesaggio come un palinsesto che reca anche le tracce della Grande Guerra, insieme a molte altre sovrastrutture, ma come un momento di un processo che ha attraversato spazialmente il territorio, ma che arriva fino a noi, anche alla nostra organizzazione spaziale e agli spazi che viviamo e frequentiamo senza riuscire a leggere e interpretare.
Io mi ricordo quando Zorzato mi chiese, quando andai a proporgli di istituire il Comitato del centenario: perché mai dovrebbe interessare a me la Grande Guerra, visto che sono un ingegnere civile? Gli risposi: perché la Grande Guerra è stato il più grande cantiere che abbia interessato il Veneto. Pensa alle strade che sono state realizzate, alle ferrovie che sono state costruite, alle case e ai palazzi che sono stati distrutti e poi ricostruiti in fase successiva. Un cantiere straordinario che ha lasciato una sedimentazione anche di stili architettonici dell'epoca che meriterebbe salvaguardare. Zorzato, persona intelligente, ha apprezzato molto, e assieme poi abbiamo avuto modo di lavorare sul tema, credo con buoni risultati, ma sono risultati che vanno tesaurizzati, ripeto, perché altrimenti corriamo il rischio di aver speso 30.000.000 di euro negli anni che ci hanno portato al centenario senza riuscire a portare a casa un'organizzazione capace poi di fare vivere i territori che all'epoca sono stati segnati da una guerra terribile; ahimè, terribile e che assomiglia tristemente a quelle che vediamo in atto adesso.
Quando il progetto è iniziato noi pensavamo che avesse un suo livello di attualità. Era iniziato prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Adesso che è scoppiata la guerra in Ucraina e che, come ha ricordato poc'anzi il Presidente del Consiglio, se ne sta aprendo un'altra in Medio Oriente, ci rendiamo conto che gli schemi che hanno caratterizzato la Grande Guerra tornano al nostro presente.
Permettetemi di fare cenno ai nazionalismi, al tema della Realpolitik. Ci risiamo. Abbiamo ancora i fanatici che coltivano il mito della nazione, che pensano al problema degli spazi vitali e che ci inducono a pensare che i conflitti esistono e sono conflitti tra civiltà. A dire il vero, io non penso che le civiltà abbiano bisogno dei conflitti. Di solito si scontrano le reciproche inciviltà. Spinelli nel 1985 ammoniva tutti dicendo: guardate che non è che si comportano come predatori solo gli Stati che sono governati da dittatori; anche le democrazie tendono a comportarsi come potenze predatrici.
Abbiamo il problema della logica che attraversa la retorica e, ahimè, sta interessando anche i meccanismi di formazione dell'opinione pubblica nel nostro Paese. Pensate al tema della costruzione del nemico, tema a cui ha dedicato grande attenzione Umberto Eco qualche anno fa. È quella logica che porta a disumanizzare l'avversario: l'avversario è cattivo, è incivile, è una bestia, mentre noi siamo buoni, noi stiamo sempre e comunque dalla parte del giusto.
Credo che abbia fatto bene il Presidente del Consiglio a invitare il collega Zanoni a posticipare la discussione in questo Consiglio su quanto sta accadendo nel Medio Oriente, perché nelle ultime ore si va semplificando la discussione in maniera atroce, dimenticandosi che violenza chiama violenza. Il tema delle stragi degli innocenti, che vediamo ripetersi; la fabbrica universale della morte della Prima e della Seconda guerra mondiale, che vediamo in chiave nuova, ma sempre con la stessa logica schifosa; la sfida che avevamo prima e che diventa ancora più ardua adesso, che è quella di costruire una casa comune europea.
Chiudo dicendo che se prima questo progetto mi sembrava opportuno adesso mi sembra, invece, assolutamente necessario ed è rivolto con particolare attenzione alle nuove generazioni. Anche perché le vecchie generazioni hanno questa bruttissima abitudine: quella di creare casini che scaricano alle nuove.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la capogruppo Ostanel.
Prego, Capogruppo.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché, con il collega Favero, su questo progetto di legge, abbiamo lavorato come delegati della maggioranza e della minoranza e quindi ci tenevo a intervenire prima di tutto per ringraziare per il lavoro fatto il collega, perché è un progetto questo – e il Piano che stiamo andando oggi ad approvare – che cerca di mettere a sistema tutte quelle realtà e azioni che prima andavano un po' per proprio conto sul tema della Grande Guerra e che probabilmente, se si riuscisse davvero, come l'intervento mira a portare, a fare in modo che lavorino in rete, ognuno valorizzando le proprie peculiarità, si potrebbe creare effettivamente un sistema che porta e potrebbe portare ad avere non solo delle ricadute turistiche ma anche, come ci hanno detto i colleghi che partecipano al tavolo, che hanno portato alla creazione dell'idea che andrà poi anche nei Piani annuali, legate ai temi della cultura.
Rimane il fatto però, vista la discussione di oggi e anche quello che lei ha appena citato, che stiamo parlando comunque di un progetto di legge che, trattando della Grande Guerra, tratta di un tema delicato, cioè il tema del conflitto e delle guerre che hanno interessato ovviamente il nostro territorio, soprattutto le nostre montagne, soprattutto alcuni dei territori che poi questo Piano andrà a toccare negli interventi che sono previsti, ma viviamo in un periodo storico dove anche il messaggio che noi diamo rispetto a questo tema è delicato. E lo vediamo non solo con la guerra in Ucraina che lei ha citato, lo vediamo anche sul conflitto israelo-palestinese tornato oggi a una forte recrudescenza, ma anche ai tanti conflitti di cui oggi non stiamo parlando in quest'Aula, ma che continuano ad esistere in tutto il territorio mondiale.
Siccome stiamo parlando di guerra, forse è il caso oggi di dire, come abbiamo fatto anche parlando con gli attori locali all'interno del tavolo, che quello che noi stiamo provando a fare con questa PDA è di portare a discutere soprattutto le nuove generazioni del fatto che non sia più necessario intervenire attraverso quella forma di intervento e, forse, conoscere meglio cosa succede durante una guerra, come è successo nella Grande Guerra, porterà, speriamo, le nuove generazioni a comprendere che invece serve la pace. è vero che il titolo della PDA ricorda la Grande Guerra, ma è vero che il lavoro che si sta facendo è quello invece di cercare di lavorare anche su un vocabolario diverso.
La cosa interessante, penso, di questa PDA, che abbiamo discusso spesso con il collega Favero, è che è vero che i due Assessori che verranno inclusi nel tavolo tecnico sono quello al Turismo e quello alla Cultura, è vero che il turismo può beneficiare sicuramente di itinerari così costruiti e quindi messi in rete. È anche vero, come ho spesso detto al tavolo tecnico, che gli operatori della cultura sono i primi in realtà in questa Regione ad aver fatto opere di diverso tipo, da opere teatrali di cui abbiamo discusso a opere scritte, a opere dove viene utilizzato il linguaggio del fumetto, a interventi che vengono fatti all'interno delle università di divulgazione scientifica, che portano ad avere l'interesse di dire: okay, quello che c'è dentro questa PDA potrebbe davvero beneficiare magari la creazione di una serie di spettacoli, una serie di interventi culturali nuovi che permettano magari a delle compagnie di circuitare in questi luoghi della Grande Guerra e provare a promuovere quello che loro fanno e soprattutto il messaggio che noi vogliamo veicolare con questa PDA.
E chiudo semplicemente, insomma, riportando un po' l'attenzione all'interno di questa PDA, al Piano che stiamo approvando e a quelli annuali che poi seguiranno: dobbiamo cercare di essere inclusivi nel momento in cui eventualmente anche nel tavolo tecnico servirà sentire la voce, ad esempio, delle giovani generazioni.
Lei le ha citate nell'intervento precedente. In queste settimane, guardando al tavolo tecnico, guardavo l'età media di noi partecipanti che non siamo più giovani – siamo diversamente giovani – e forse sarebbe il caso di capire nel prosieguo di questo intervento se non sia il caso di aprire invece a delle rappresentanze o a delle idee anche in fase di progettazione di un mondo di cui spesso noi parliamo, ma che non viene seduto al tavolo: forse non solo le università, ma anche ad esempio le associazioni studentesche potrebbero dire qualcosa su come la Grande Guerra possa essere oggi un messaggio da veicolare alle giovani generazioni per fare in modo che quello che i vecchi padri hanno fatto non accada più.
Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la capogruppo Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Mi rivolgo a Marzio Favero e a tutti coloro che hanno collaborato ringraziandoli perché questa proposta di Programma triennale 2023-2025 di interventi per realizzare le attività previste dalla legge regionale n. 25 del 2022, incentrata sulla Grande Guerra, è sicuramente una buona proposta. è ricca di iniziative che permettono la conservazione, la valorizzazione e la promozione del nostro patrimonio storico e sicuramente ci sono anche dei risvolti da un punto di vista economico e turistico, perché noi vediamo che attraverso l'attivazione di servizi e la realizzazione di percorsi di accoglienza e di promozione turistica si può sviluppare un'economia legata alla Grande Guerra per creare un indotto ed è una cosa buona e giusta. Sicuramente positiva. Il fine ultimo, però, di questa legge e di questo programma è quello, sicuramente, di costruire una coscienza civica e di dare anche una consapevolezza politica su quelli che sono i valori storico-culturali, l'educazione anche alla memoria, l'educazione alla cittadinanza attiva.
Dico questo e specifico questa finalità che ha la legge e il programma, perché noi abbiamo bisogno di acquisire strumenti e conoscenze che ci permettano di affrontare e di leggere la realtà. Sto facendo delle letture interessanti e ci sono analisti che mettono in evidenza come l'Europa, che nasce dalle due guerre, è un'Europa che sta incominciando a scricchiolare, che sta presentando delle difficoltà. Nulla toglie, quindi, che possa nascere qualcosa di nuovo.
Quel mix di eventi (la pandemia, l'invasione russa dell'Ucraina, le pressioni che vengono generate dall'insicurezza economica, l'inflazione, le ondate migratorie che provengono da sud, le tensioni nazionalistiche di cui si parlava anche prima) possono veramente rappresentare un mix che fa intravedere anche delle riconfigurazioni politiche nuove, perché il modello di democrazia che è nato dalle due guerre è un modello che fa riferimento a quel periodo storico. È figlio di quella mentalità, di quelle classi sociali, di quei fondamenti ideologici che sono tipici del Novecento e che adesso stanno cambiando.
Potrebbe quindi esserci una transizione verso un modello democratico diverso, con caratteristiche diverse, dove la componente digitale - non ci dobbiamo dimenticare - influenzerà sempre di più la nostra vita, anche in termini di velocità. Poiché nei cambiamenti, però, non vi è nulla di fondamentale che non si sia già visto nel passato, ecco che diventa giocoforza avere la conoscenza di quello che è già successo, avere memoria di quello che è accaduto nel passato ed è questa l'importanza di questo programma e di questa iniziativa.
Bene ha fatto la Regione Veneto ad investire importanti risorse economiche. Lo faccia anche per il futuro perché questo rappresenta il nostro patrimonio e diventa fondamentale.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Mettiamo in votazione la PDA n. 68.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 18 FEBBRAIO 2016, n. 4 "DISPOSIZIONI IN MATERIA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE E DI COMPETENZE IN MATERIA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE" IN RELAZIONE AGLI IMPIANTI DI PIANO INDIVIDUATI DAL PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI, NONCHÈ ALLO SMALTIMENTO O RICICLAGGIO DI CARCASSE O RESIDUI ANIMALI, E RELATIVE DISPOSIZIONI TRANSITORIE". (PROGETTO DI LEGGE N. 218) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 27/2023)

Relazione della SECONDA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Zecchinato
Correlatore: Consigliere Lorenzoni

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7.
Il relatore è il consigliere Zecchinato. Prego, Consigliere.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Nell'aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti si è evidenziato che risulta necessario adottare una strategia che permetta di uniformare le performance dei diversi territori, da una parte spingendo le aree meno virtuose verso risultati più ambiziosi e dall'altra contenendo la produzione di rifiuto urbano residuo.
Per raggiungere tale obiettivo, un'azione di Piano che si prevede di mettere in atto sul territorio è la realizzazione di una regia unica regionale sui flussi della frazione non recuperabile dei rifiuti urbani, individuando appositi spazi di collocamento del RUR e degli scarti di trattamento e recupero delle raccolte differenziate per ogni singolo bacino territoriale sulla base del proprio fabbisogno, che viene stimato in progressivo calo per i prossimi anni, per effetto della riduzione indotta dalle azioni di miglioramento delle raccolte.
Qui mi soffermo un attimo per dare alcuni dati di Piano che risultano importanti, in quanto stiamo parlando di un rifiuto smaltito in discarica di 125.000 tonnellate per il 2022, in diminuzione del 5,3% rispetto all'anno precedente. Diciamo quindi un conferimento in discarica virtuoso in quanto molto molto contenuto. Questo a frutto chiaramente di una raccolta differenziata importante. Il Veneto conta circa 2.207 tonnellate di rifiuti urbani, con una produzione totale in diminuzione del 2,9% rispetto al 2021, quindi anche qui una forte contrazione, e anche con la contrazione della produzione pro capite dei rifiuti, che passa a 453 chili per abitante, con una diminuzione del 2,4% rispetto al 2021. Questo fa confermare la Regione Veneto tra le più basse come produzione pro capite a livello nazionale.
Lo stesso in diminuzione è la produzione di rifiuti raccolti in modo differenziato, quindi del 2,9%; in diminuzione anche la produzione di rifiuto urbano residuo; in aumento la raccolta differenziata al 76,3% che la fa diventare un'eccellenza nazionale, ma anche europea.
Inoltre, un'elevata diffusione dei sistemi di raccolta secco-umido e anche, appunto, di sistemi di gestione di recupero della materia sicuramente con alte performance.
Uno strumento di miglioramento di questa performance è appunto il Piano, che esiste, che è stato approvato e c'è. Un altro strumento che agisce in maniera sinergica con la regia regionale complessiva sui flussi fa parte invece della strategia del contenimento, come dicevamo, del rifiuto urbano residuo e dell'aggiornamento di Piano, che è costituito anche dall'applicazione di una tariffa di smaltimento unica regionale che consenta il contenimento dei costi per i cittadini veneti oltre che un uguale trattamento economico per i diversi territori che convogliano i propri rifiuti verso gli impianti di Piano. Questo in linea chiaramente con le indicazioni di ARERA, che è l'autorità di regolazione per l'energia reti e ambiente.
Per il 2023, al fine dell'attuazione della succitata legge regionale sui flussi, con DGR 1691 del 2022, si è provveduto a individuare il destino dei flussi di rifiuto urbano residuo e degli scarti della raccolta differenziata da parte dei Consigli di bacino della Regione del Veneto, individuando in allegato 1 l'aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali, e questi impianti comprendono sette discariche destinate al trattamento rifiuti urbani, due termovalorizzatori, il polo integrato di Fusina. Allo stato attuale quindi, rispetto a questi impianti, le autorità competenti per le procedure di VIA, Valutazione di Impatto Ambientale, di assoggettabilità a VIA e per le procedure di autorizzazione integrata ambientale per questi impianti, che insistono appunto ai sensi della legge n. 4 del 2016, sono le seguenti:
- la Provincia di Belluno ha in capo la discarica di Cortina d'Ampezzo;
- la Provincia di Padova ha in capo la discarica di Este;
- la Città Metropolitana di Venezia ha in capo la discarica di Jesolo;
- la Provincia di Vicenza ha in capo la discarica di Grumolo delle Abbadesse;
- la Provincia di Rovigo ha in capo la discarica di Villadose.
Mentre la Regione Veneto ha in capo le altre discariche, quella di Sant'Urbano, Torretta di Legnago, il termovalorizzatore di Schio, il termovalorizzatore di Padova, il Polo integrato di Fusina. Questo per effetto dell'autorizzazione integrata ambientale che è di competenza appunto regionale e anche l'autorizzazione integrata ambientale porta con sé poi anche il fatto di poter determinarne la tariffa.
Si ricorda inoltre che l'articolo 36 della legge regionale n. 3 del 2000 prevede che l'ente appunto che approva il progetto relativamente agli impianti di trattamento rifiuti ne approva anche, come dicevo, la tariffa di conferimento. Pertanto, le autorità competenti che abbiamo elencato, quindi Provincia e Regione, approvano anche per i rispettivi impianti le tariffe d'accesso, venendosi in tal modo a diversificare le modalità in cui è definito l'aspetto tariffario che si vuole invece in prospettiva unificare nella tariffa unica regionale, secondo quanto previsto dal Piano regionale di gestione rifiuti urbani e speciali.
Ai fini della semplificazione amministrativa e dell'efficacia della regia regionale complessiva sui flussi si ritiene opportuno assegnare alla Regione le competenze sia autorizzative che tariffarie su tutti gli impianti di Piano, impianti che potranno mutare poi nelle successive revisioni di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali. Si propone pertanto di modificare la legge n. 4 del 2016 prevedendo che la competenza per il rilascio dei titoli ambientali, procedura di VIA, di assoggettabilità a VIA e AIA agli impianti di Piano sia attribuita alla Regione mediante l'integrazione dell'articolo 4, comma 2. Tale modifica comporterà che la Regione Veneto diventi autorità competente per le procedure di VIA, di assoggettabilità a VIA e di AIA anche relativamente ai cinque impianti di Piano che fino ad oggi erano di competenza delle Province o della Città Metropolitana di Venezia.
La suddivisione delle competenze, riportata appunto negli allegati A e B della legge 4 del 2016, deve essere necessariamente riletta anche alla luce delle nuove competenze regionali introdotte dalla proposta di legge. Anche gli allegati che attribuiscono la competenza alla Provincia piuttosto che alla Regione chiaramente vengono aggiornati con queste previsioni.
Si segnala, infine, che tutti gli impianti di Piano, individuati nell'allegato 1 dell'aggiornamento al Piano, sono da intendersi impianti di chiusura del ciclo dei minimi. Il soggetto competente, di cui al punto 7.2 della delibera di ARERA, è stato individuato nella Direzione regionale competente in materia di rifiuti, con il supporto della Segreteria tecnica, istituita con DGR 1495 del 29 novembre 2022. Alla competente Struttura regionale, pertanto, sono demandate le attività di coordinamento necessarie per la definizione delle procedure amministrative ai fini della validazione delle tariffe, secondo la metodologia MTR2, cioè il metodo tariffario rifiuti.
Con la finalità di razionalizzare, si propone altresì un'altra modifica all'allegato B: la ripartizione delle competenze tra Regione e Province in materia di autorizzazione integrata ambientale (AIA), della citata sempre legge n. 4/2016, in relazione alla competenza attribuita alla Regione Veneto per il rilascio dell'AIA per attività individuata al codice IPPC 6.5 relativo allo smaltimento e riciclo di carcasse o di residui animali, con una capacità di trattamento di oltre 10 mega grammi giorno, portando tale competenza in capo alle Province.
Sostanzialmente, nella prima parte si prevede di portare in capo alla Regione alcune competenze. Con questa seconda parte, altre competenze in capo alle Province.
In ragione di tale modifica si segnala che per la medesima attività, ricompresa alle lettere A2.4, lettera f): macelli, aventi una capacità di produzione di carcasse superiori a 50 tonnellate/giorno e per impianti per l'eliminazione e recupero di carcasse o residui animali con una capacità di trattamento di oltre 10 tonnellate/giorno, dell'allegato A "Ripartizione delle competenze tra Province e Regioni in materia di verifica VIA alla medesima legge 4/2016", la competenza di verifica alla CIA è già stabilita in capo alle Province.
Si evidenzia, quindi, che le due attività (macelli e trattamento carcasse) sono talvolta esercitate all'interno della medesima installazione. Anche le attività di macello sono assoggettate ad AIA, individuate con il codice 6.4: funzionamento macelli aventi una capacità di produzione di carcasse oltre i 50 mega grammi/giorno. La legge regionale n. 4/2016 pone la competenza in capo alle Province.
Ne discende quindi un quadro complesso, in cui una installazione che effettua le attività stabilite dal punto 6.5, quindi soggette ad AIA, previa verifica che sarebbe, appunto, di competenza regionale, però previa una verifica VIA provinciale; quindi, abbiamo sostanzialmente un misto di competenze per lo stesso aspetto. Anche una installazione che effettua entrambe le attività, se le effettua tutte e due, quelle citate in precedenza al 6.4 e al 6.5, sarebbe soggetta a una verifica VIA provinciale e poi a due AIA, una provinciale e una regionale.
Appare evidente che questa suddivisione determina un immotivato aggravio di procedimenti.
Nell'ottica di una maggiore semplificazione, in continuità con le competenze già individuate come provinciali per gli impianti affini, risulta opportuno ‒ come detto ‒ individuare nelle Province e nella Città Metropolitana di Venezia le Autorità competenti per il rilascio delle AIA afferenti alle attività identificate con il codice IPPC 6.5, provvedendo alla modifica del punto 6.5, allegato B, della legge regionale n. 4/2016 .
Attualmente, riguardo a questa nuova competenza che assumerebbero le Province... chiaramente ricordiamo che, per quanto riguarda le altre competenze legate agli impianti citati prima, quindi alle discariche, la competenza passa in capo alla Regione con una diminuzione del carico sulle Province. Questa nuova competenza alle Province significa dare la competenza sui nuovi impianti a livello regionale, su 900 impianti esistenti. Tra l'altro su attività per le quali le Province sono già attive, perché già lo fanno per alcune fattispecie.
Con l'articolo 3 recante "Disposizioni transitorie" si propone, al fine di assicurare il buon andamento dell'attività amministrativa, che quanto disposto con il presente provvedimento non venga applicato ai procedimenti amministrativi in corso alla data di entrata in vigore della legge e fino alla loro conclusione.
Infine, c'è l'articolo 4, che è la clausola di neutralità finanziaria, e l'articolo 5, che è l'entrata in vigore.
Mi prendo qualche altro minuto, qualche altro spazio per dire anche che, riguardo alla prima modifica, cioè il passaggio di competenze alla Regione riguardo agli impianti di smaltimento rifiuti, si tratta di una competenza che, a livello nazionale, hanno già la maggior parte delle Regioni in capo a sé. Poche Regioni hanno in capo alla Provincia questa competenza. Ce l'hanno ancora, per citarne alcune: la Regione Campania, la Liguria, il Piemonte, la Sardegna. Il Veneto ha un sistema misto. Un sistema misto ce l'ha anche la Lombardia. A livello anche nazionale quindi la linea preferenziale è questa.
Per quanto riguarda, invece, gli impianti di smaltimento, di macellazione e trattamento carcasse animali, anche in questo caso, sull'analisi fatta su alcune Regioni, la maggioranza delega dove ci sono le Province. Caso a sé lo fa in entrambi i casi l'Emilia-Romagna, perché ha delegato tutto all'ARPA e per cui è un caso un po' a sé, comunque è sempre di emanazione regionale.
Passando velocissimamente all'articolato, si propone quindi all'articolo 1 di modificare l'articolo 4 della legge regionale 18 febbraio 2016, n. 4 "Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale" nel seguente modo. Al comma 1, dopo la lettera a) del comma 2 dell'articolo 4 della legge regionale 18 febbraio 2016, n. 4 , è inserita la seguente: a bis) "Per le procedure di VIA di assoggettabilità a VIA e di AIA, nonché per le procedure finalizzate al rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale ai sensi dell'articolo 27 bis del decreto legislativo - qui si intende il 152 del 2006 - relativa agli impianti di piano individuati dal Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali", che appunto attribuisce alla Regione la competenza.
All'articolo 2 si propone in sostanza, sintetizzando, di sostituire la parola "Regione" con la parola "Province", appunto in seguito a quanto ho detto prima per il trasferimento delle competenze.
L'articolo 3 di fatto l'ho già citato prima, sono le disposizioni transitorie.
L'articolo 4 è la clausola di neutralità finanziaria.
L'articolo 5 è l'entrata in vigore e prevede che la legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul BUR Veneto.
Basta, io avrei concluso. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Sull'ordine dei lavori, la capogruppo Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Stiamo discutendo un progetto di legge d'iniziativa della Giunta in assenza della Giunta. Chiederei di sospendere la discussione almeno finché uno a caso della Giunta viene in Aula. Va bene che ci facciamo organizzare in maniera abbastanza flessibile l'ordine dei lavori del Consiglio, però almeno la presenza della Giunta, quando discutiamo un progetto di legge di sua iniziativa, mi sembra doverosa.

PRESIDENTE

Come è già successo due Consigli fa, mi pare, sospendiamo i lavori e sollecitiamo, intanto, l'arrivo dell'Assessore.
La Seduta è sospesa alle ore 15.43
La Seduta riprende alle ore 15.44

PRESIDENTE

È ritornata l'assessora e vicepresidente De Berti, per cui possiamo riprendere i lavori.
La parola al correlatore, consigliere Lorenzoni. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi che hanno introdotto questo progetto di legge, che, a dispetto della sua semplicità e brevità, rappresenta un passaggio importante, rivelatore della capacità di questa Amministrazione regionale di dare seguito agli enunciati, condivisibili, di uno dei suoi Piani più significativi per la gestione dei servizi ai cittadini del Veneto, il Piano regionale per la gestione dei rifiuti.
Ringrazio il collega Zecchinato, puntuale nella sua esposizione, ma, a mio modo di vedere, troppo benevolo nei confronti dell'attività di questa Giunta e di questo Consiglio. Infatti, io ritengo che questo progetto di legge stia alla politica regionale dei rifiuti un po' come un cerotto in un arto fratturato su cui vi sia un graffio. Il cerotto non fa male, al contrario, ma non si prende in carico la parte realmente dolente. A breve cercherò di illustrare perché ritengo che sia così.
Inizio, però, osservando che questo passaggio è decisamente coerente con l'aggiornamento del Piano regionale che è stato approvato con la delibera di Giunta n. 988/2022, nel senso che opera alcune scelte che possono essere in linea con quanto previsto, vale a dire una regia regionale per il raggiungimento degli obiettivi che la Regione si è data, in coerenza con la normativa nazionale e con la normativa europea. In questo senso gli impianti di Piano sono dieci (li ha già ricordati il collega Zecchinato): sette discariche per il trattamento dei rifiuti; due inceneritori (Schio e Padova); polo integrato di Fusina in particolare per la produzione del combustibile solido secondario e relativo incenerimento.
Oggi le autorità competenti per le procedure di valutazione di impatto ambientale e di assoggettabilità a VIA e per le procedure di autorizzazione integrata ambientale sono le Province per cinque discariche e la Regione per due, mentre la Regione è già incaricata delle procedure ambientali per i tre poli di incenerimento.
Ha ricordato bene il collega Zecchinato che chi autorizza approva anche la tariffa di conferimento, per cui oggi non c'è omogeneità su scala regionale, e con la modifica introdotta all'articolo 1 la Regione diventa autorità competente per le procedure di VIA e di assoggettabilità a VIA e AIA anche per i cinque impianti di Piano che fino ad oggi facevano riferimento alle rispettive Province. È un passaggio logico nella prospettiva di una regia regionale forte, per raggiungere gli obiettivi del Piano regionale della gestione dei rifiuti, e di una tariffa unica di conferimento in tutta la Regione. Pertanto, da un certo punto di vista è bene uniformare i criteri passando alla Regione le competenze per il rilascio dei titoli ambientali e gli impianti di Piano.
All'articolo 2, quasi ci fosse uno scambio "ti tolgo una cosa, te ne do un'altra", si stabilisce che lo smaltimento o il riciclaggio di carcasse e residui di animali con una capacità di trattamento superiore a una tonnellata al giorno sia spostato in capo alle Province. È ragionevole, come ha ben ricordato il collega Zecchinato, visto che le Province già hanno competenza sui macelli oltre le cinquanta tonnellate al giorno. Ricordiamo che il tema dello smaltimento delle carcasse è un tema rilevante, a cui occorre dare risposte tempestive in presenza di minacce, quali la peste suina, l'influenza aviaria, che sempre più mettono sottopressione il nostro sistema di gestione dei servizi (solo per fare due esempi di recente illustrati in Terza Commissione).
C'è un punto delicato, però, che è previsto dal Piano regionale, genitore della norma che discutiamo oggi, ed è l'applicazione sul territorio regionale di un'unica tariffa di smaltimento per i rifiuti urbani che consenta – dice il Piano – il contenimento dei costi per i cittadini veneti. Questa è la ragione per assegnare una regia regionale alle autorizzazioni e, quindi, un unico soggetto alle tariffe di conferimento. Ecco, personalmente dubito che la tariffa unica su scala regionale aiuti a contenere i costi e a ridurre il quantitativo di rifiuto urbano residuo sotto i cento chilogrammi per abitante all'anno, che è il target che si è dato il Piano.
Il segnale di prezzo, con un forte disincentivo a non differenziare, deve arrivare al cittadino degli ambiti meno virtuosi. Dunque, l'idea di alzare il costo di conferimento in discarica negli ambiti con prestazioni peggiori, per alimentare un fondo che finanzi gli investimenti su recupero e riuso, in una logica circolare virtuosa, è da tenere in considerazione. In altre parole, non dobbiamo uniformarci a chi è meno virtuoso, ma dobbiamo cercare di spingere e di dare segnali di prezzo al cittadino. Se il mio ambito non è un ambito virtuoso, io devo esserne consapevole. Allora, vogliamo tenere la tariffa unica? Benissimo. Se paghiamo tutti uguali. Ma qualcuno paga non il servizio direttamente, bensì un fondo destinato ad "accelerare" l'organizzazione della filiera del riciclo e del riuso.
È auspicabile, quindi, che vi sia una penalizzazione economica reale per l'interramento del rifiuto non trattato, come d'altra parte è indicato nelle linee di Piano. Se vi deve essere una tariffa unica, questa deve penalizzare, comunque, lo smaltimento del rifiuto non trattato e deve essere istituito, appunto, il fondo.
Questa sarebbe la cura della frattura in un arto, non il cerotto sul graffio.
D'altra parte, bisogna essere onesti: occorre ricordare che la gestione dei rifiuti in Veneto è tutt'altro che cattiva. Questo grazie alle imprese qualificate e attente al servizio, legate agli Enti locali. I dati di prestazione, a confronto con altre Regioni italiane, mostrano indicatori buoni, talvolta rilevanti, ma anche dei limiti palesi, ed è quelli di cui soprattutto parlerò.
Sul fronte dei costi il Veneto ha prestazioni di qualità. Il costo totale di gestione dei rifiuti urbani è pari a 160 euro per abitante, contro i 174 della media del nord Italia e i 194 della media dell'Italia intera. Il costo per chilogrammo di rifiuto trattato è molto simile: 32,9 centesimi di euro per chilogrammo, che è vicino ai 33,8 della media del nord Italia e un po' inferiore ai 38,3 della media italiana. Anche sul fronte dei volumi quanto ai rifiuti urbani, nel 2021 il Veneto ha avuto una produzione pari a 488 chilogrammi per abitante anno, contro un valore di 517 del nord Italia e di 502 per l'intero Paese. Una buona prestazione, in considerazione anche del fatto che con il 76% di raccolta differenziata la nostra è la Regione che ha le prestazioni migliori, con Treviso che è la Provincia che in assoluto è la prima in Italia con l'88%.
Ciò che balza agli occhi, però, è un altro dato, che voglio richiamare alla vostra attenzione. Abbiamo solo il 10,2% dei rifiuti prodotti che sono mandati ad inceneritore. Sono 260.000 tonnellate. È la Regione del nord Italia con penetrazione in assoluto minore nell'incenerimento. La media del nord Italia è il 29%, il massimo è in Lombardia con il 40%. Qui non è che io voglia sostenere gli inceneritori, però questo dato va letto insieme a un altro dato, che è quello relativo ai rifiuti che vanno in discarica. Il Veneto registra il 16% dei rifiuti che vanno a discarica, contro una media del nord Italia del 10% e una media nazionale del 19%. In altri termini, performiamo male da questo punto di vista rispetto al resto del nord Italia. Anche perché c'è un altro dato, che è quello che, secondo me, è più preoccupante e che mi spinge a una lettura critica di questo progetto di legge, ed è il fatto che il Veneto ha la percentuale più alta tra le Regioni maggiori, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Basilicata a parte, di rifiuti conferiti a discarica senza alcun trattamento. Quasi il 40% di quel 16% dei rifiuti totali che va a discarica non ha alcun trattamento. Questo non è un elemento di qualità nel processo di gestione. Troppi rifiuti finiscono in Veneto in discarica tal quali.
Non è sufficiente, quindi, ridurre il rifiuto residuo, come riconosciuto prioritario negli obiettivi della strategia regionale sui rifiuti e nella delibera di Giunta n. 1691 del 30 dicembre 2022, che di fatto riprendono gli obiettivi di Piano, ovverosia spingere sulla riduzione del rifiuto urbano residuo, aumentare i rifiuti raccolti in maniera differenziata nel rispetto della gerarchia dei rifiuti, permettere l'avvio prioritario al recupero di energia saturando la capacità impiantistica degli inceneritori prima dello smaltimento in discarica, minimizzare l'avvio a smaltimento a quote residuali di rifiuti urbani e stabilire una regia sui flussi del rifiuto urbano residuo, anche al fine di conseguire l'autosufficienza nello smaltimento a livello regionale. Queste sono linee condivisibili, in linea di massima.
Vengo, adesso, agli obiettivi del Piano e alle misure che, secondo me, dovremmo discutere oggi, prima ancora di dare la potestà autorizzativa alla Regione, invece delle Province. Il decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 121, in attuazione della direttiva UE 2018/850, il cosiddetto "pacchetto economia circolare", stabilisce che a partire dal 2030 sia vietato lo smaltimento in discarica di tutti i rifiuti idonei al riciclo o al recupero di altro tipo, in particolare i rifiuti urbani.
Questa è una bella sfida, è una sfida che dobbiamo cogliere. E tale divieto di conferire in discarica i rifiuti recuperabili deve essere opportunamente coordinato con il necessario adeguamento impiantistico sul territorio originale.
Ciò significa ripensare ora, nel 2023, i processi di raccolta e di lavorazione dei materiali di scarto, costruendo ex novo delle filiere legate al riuso dei materiali, penso al car-fluff, che interessa la Provincia di Verona, ma anche al vetro, ai metalli, ai rifiuti elettronici, agli ingombranti, per costruire un'economia realmente intorno alle materie prime e seconde. Andando a lavorare a portare sulla Regione la potestà autorizzativa sulle discariche e sul potenziale incremento della capacità conferibile, non si va in quella direzione. Si apre alla Regione una possibilità, senza interpellare gli Enti locali, che in qualche maniera si presenta come un'alternativa alla costruzione di una vera filiera dell'economia circolare. Leggendo i dati, questo è abbastanza evidente. Il Piano approvato nel 2015 ipotizzava una riduzione del rifiuto totale pro capite a 420 chilogrammi per abitante, corrispondente, con una differenziata del 76%, ad un rifiuto residuo pro capite di circa 100 chilogrammi per abitante nel 2020. Tale obiettivo non è stato raggiunto a livello regionale, con valori di rifiuto urbano residuo pari a circa 120 chilogrammi per abitante.
D'altra parte, l'obiettivo di produzione di 100 chilogrammi per abitante all'anno di rifiuto residuo è stato raggiunto in 400 Comuni della nostra Regione. Ciò significa che non è un obiettivo fuori portata, impossibile. È un obiettivo possibile, ma solo con politiche mirate. Questo si traduce nel fatto che, nel 2019, nelle discariche di Piano dedicate ai rifiuti urbani è stata conferita complessivamente una quantità di 697.000 tonnellate. Anche senza conteggiare i 285.000 tonnellate di rifiuti da bonifica, per i quali sono stati approvati dei volumi appositi, sono comunque 412.000 tonnellate, che sono molte più delle 260.000 previste nello scenario delle migliori pratiche.
Guardando la delibera di Giunta regionale n. 988/2022 – cito testualmente – leggo che "risulta fondamentale adottare delle misure correttive per ridurre il rifiuto residuo che agiscano in maniera sinergica con diversi strumenti, secondo una strategia complessiva a livello regionale". Ecco, spero che questa omogeneizzazione dei criteri autorizzativi sia solo il primo passo per conseguire quella strategia a livello regionale annunciata dalla Giunta. Ma qui si palesa il rischio di una politica sfuocata. Infatti, l'indicazione fornita dalla delibera n. 988 per gestire tale criticità, vale a dire l'obiettivo di minimizzare il ricorso alla discarica può essere perseguito solo riducendo il rifiuto residuo e massimizzando il ricorso ai termovalorizzatori già esistenti, non è pienamente condivisibile, perché va nella direzione di gestire il rifiuto tal quale, senza lavorare sulle filiere del riciclo e del riuso.
Quindi, lavorare al riuso e al riciclo è ben diverso da incenerire, anche considerando che l'orizzonte temporale a cui sono autorizzate le discariche di Piano arriva al massimo al 2028 per Sant'Urbano e Jesolo, ben prima per tutte le altre, il cui orizzonte temporale è compreso tra il 2023 e il 2026. E qui sta l'aspetto cruciale della norma che approviamo oggi. Finisce tutta sulle spalle della Regione la regia per autorizzare o meno l'attività di tali discariche. Quando sarà chiamata ad autorizzare o meno ulteriori estensioni della capacità delle discariche, la Regione dovrà considerare il target di 260.000 tonnellate dello scenario delle migliori pratiche, che è ampiamente coperto dalla potenzialità attuale di 459.000 tonnellate, e non accettare conferimenti ulteriori in discarica, che andrebbero in sofferenza, appunto, a partire dal 2027, se non si lavora sulla filiera dell'economia circolare.
La capacità di messa a discarica deve essere progressivamente ridotta, sennò non partirà mai la costruzione della filiera dell'economia circolare. Dobbiamo essere consapevoli che tale traguardo si costruisce ora, nel 2023, non dobbiamo rimandarlo a quando le discariche saranno esaurite ed infatti il Piano prevede degli obiettivi intermedi importanti sulla raccolta differenziata: 84% di target, tasso di riciclo pari al 70% e rifiuto urbano residuo ridotto a 80 chilogrammi per abitante. Non devono essere degli auspici di buone pratiche, ma dei target irrinunciabili fin da ora. Questo, secondo me, è il curare la frattura e non mettere il cerotto.
Va prioritariamente attuato quanto riportato dalla DGR 988: con l'adozione di alcune incisive azioni, dice la delibera, il Piano può prevedere la non necessità di ulteriori volumetrie dedicate ai rifiuti urbani al 2030, fermo restando che dal 2025 sugli esiti del monitoraggio intermedio del Piano potranno essere necessari nuovi volumi per l'arco temporale successivo. Dice la Giunta: con l'adozione di alcune incisive azioni. Questo dovremmo fare oggi, non spostare la capacità autorizzativa. Dove sono queste incisive azioni? Io non le vedo sinceramente.
Abbiamo discusso un progetto di legge sull'economia circolare, ma non c'è nessuna azione concreta, non stiamo costruendo le filiere, non stiamo accompagnando le imprese a gestire un'attività che, attenzione, dal punto di vista economico, può essere estremamente remunerativa. Affidiamo semplicemente la regia autorizzativa alla Regione e mi auguro che sia per mettere in atto delle politiche virtuose, non per tenersi il potere di autorizzare ampliamenti delle discariche senza passare per le Province. Però consentitemi: il dubbio a leggere il testo viene ed è forte questo dubbio e non lo posso negare. Va bene una regia regionale nei procedimenti autorizzativi delle discariche, ma non per incrementarne il volume a scapito dei processi di recupero e riuso protagonisti dell'economia circolare, che deve essere la sfida che cogliamo oggi. Non possiamo continuare a conferire il rifiuto tal quale in discarica, peggiore tra le Regioni più grandi del nostro Paese, con il 40% di quello che va a discarica conferito tal quale. Sarebbe veramente un fallimento totale autorizzare nuovi volumi in discarica prima del 2030, sarebbe il naufragio della politica di gestione del ciclo dei rifiuti e della transizione verso un'economia circolare tanto enunciata quanto ancora poco concreta.
Lasciatemi dire un'ultima cosa. Non guardiamo quello che accade nelle altre Regioni, nel senso che ogni situazione è diversa, qualcuno fa bene da una parte, qualcuno fa bene dall'altra. Decidiamo in che campionato vogliamo giocare. Io non credo che noi vogliamo giocare nel campionato rionale, vogliamo giocare la Champions e quindi agiamo in questa direzione. La mia sollecitazione ai colleghi della maggioranza è di adoperarci per mettere in atto quello che è il Piano, che nelle sue linee di sviluppo è assolutamente condivisibile, ma non lo è l'attuazione del Piano.
Qui io mi rivolgo ai colleghi di Giunta. Siate fermi nell'agire nella direzione di mettere in atto quello che è scritto. Quegli 80 kg/abitante/anno, quell'80% di raccolta differenziata richiedono degli investimenti, richiedono un coordinamento regionale nella definizione della costruzione di impianti nuovi di trattamento, ma lo dobbiamo fare ora perché sennò saremo sempre più in difficoltà e ci troveremo con l'acqua alla gola nella necessità di autorizzare degli ampliamenti e gli Enti locali non avranno parola perché oggi stiamo togliendo loro la possibilità di esprimersi dandola alla Regione.
Io sono d'accordo che tanto più è critica una decisione dal punto di vista ambientale tanto più deve essere lontana. Noi le cose importanti le facciamo con le direttive europee dove si può dire: dai, ce lo dice l'Europa. So che questa è la modalità, ma non credo che togliere potenzialità autorizzativa alle Province sia il modo per far crescere il nostro territorio. Poi possiamo anche discutere e dire: ma le Province non hanno le risorse, i tecnici della Regione sono più preparati. Tutto questo è vero e tutto questo può giustificare in parte il provvedimento di oggi, ma se non andiamo a mettere in atto le altre azioni sulla costruzione della filiera tutto quello che stiamo facendo oggi può diventare un boomerang verso la politica regionale dei rifiuti, ma soprattutto verso i cittadini del Veneto.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie.
La parola al collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un progetto di legge che va, come è stato ricordato dal relatore e dal correlatore, a modificare le attuali competenze per quanto riguarda le autorizzazioni VIA e AIA.
Per quanto riguarda da una parte la questione degli impianti di trattamento dei rifiuti abbiamo questi impianti, in particolare la discarica di Cortina d'Ampezzo, la discarica di Este, la discarica di Jesolo, la discarica di Grumolo delle Abbadesse e la discarica di Villadose, che attualmente sono gestite da autorizzazioni previste, appunto, in capo alle Province di Belluno, Padova, Città Metropolitana di Venezia, Vicenza e Rovigo. Con questa norma andranno a essere in capo alla Regione Veneto dando, quindi, anche attuazione al Piano regionale dei rifiuti che prevede una strategia unica e anche un sistema autorizzativo in capo, appunto, a questa.
Da ricordare che la strategia prevede di uniformare le performance dei diversi territori. Abbiamo adesso delle discrete differenze per quanto riguarda gli obiettivi, le performance tra Provincia e Provincia. Abbiamo alcuni Comuni capoluogo che hanno ancora veramente molta strada da fare per portarsi nella media e, quindi, bisogna spingere le aree meno virtuose verso risultati più ambiziosi e, dall'altra, bisogna contenere la produzione dei rifiuti urbani residui attraverso dei mezzi di disincentivazione. Andiamo verso la realizzazione di una regia regionale unica sui flussi della frazione non recuperabile dei rifiuti urbani e, dall'altra, andiamo ad applicare, con questa norma, sul territorio regionale un'unica tariffa di smaltimento per i rifiuti urbani che consenta – è scritto nella relazione della legge - il contenimento dei costi per i cittadini veneti. In realtà, su questo ci sarebbe qualcosina da dire perché è da vedere e da capire bene se, effettivamente, quella strategia che vuole uniformare le performance non contrasti, invece, con l'applicazione di questa tariffa unica; una tariffa unica è il vero strumento per aumentare gli standard per quanto riguarda il recupero dei rifiuti, la minor produzione di rifiuti?
Questo, sicuramente, è il vero tema. Dall'altra parte abbiamo uno scambio di competenze perché si parla, appunto, anche dei centri di recupero di carcasse e dei residui animali, le cui autorizzazioni andrebbero, viceversa rispetto a prima, portate dalla Regione alle Province. Va sicuramente evidenziato che sembra, ed è anche, un passaggio logico quello relativo agli impianti di trattamento, sia discariche che inceneritori, appunto in capo alla Regione. è evidente che in Regione abbiamo anche professionalità, probabilmente competenze anche più importanti.
Credo comunque che, in seguito a questa modifica di legge, vada comunque considerata da parte della Regione anche la voce delle Province, visto che si tratta di siti, si tratta di insediamenti che gravano su determinate Province. E quindi io credo che sia importante coinvolgere le autorità locali e le comunità locali per qualsiasi decisione futura in merito. Sono state accennate prima anche dal collega Lorenzoni, si tratta appunto di riconoscere ai territori determinati ruoli. è importante sicuramente la gestione regionale, il Piano dei rifiuti in qualche modo lo anticipava e quindi è un passaggio logico.
Tra l'altro, viene modificata la legge regionale sulla valutazione di impatto ambientale, ma in realtà, come avete capito, colleghi, dalla discussione, qui stiamo parlando di discariche, stiamo parlando di inceneritori, stiamo parlando di questi centri necessari oggi per smaltire i rifiuti prodotti.
Credo che, al di là degli aspetti tecnici di questa norma, che prevede in sostanza dei passaggi di competenze, la strada da fare per la diminuzione dei rifiuti sia ancora molto lunga e anch'io, come diceva prima il collega Lorenzoni, auspico un maggior interesse, un maggiore approfondimento, un maggiore impegno affinché le norme del Piano e gli obiettivi strategici del Piano vengano raggiunti in tempi consoni, perché sappiamo tutti quanto importante sia ridurre anche la produzione di questi rifiuti. Le politiche di disincentivazione nell'acquisto prodotti che dopo generano rifiuti sono una delle vie e dei mezzi per evitare che nei territori si debbano ampliare le discariche, ampliare le linee degli inceneritori con tutti gli impatti che questi impianti possono avere e anche con tutte le opposizioni che a livello locale ci possono essere. L'impegno di tutti i cittadini sotto la regia della Regione Veneto deve essere massimo proprio per poi evitare di gravare su situazioni puntiformi nella nostra Regione. Credo che la via sia proprio questa, quella di incentivare la minor produzione di rifiuti, poi anche incentivare e ampliare i centri che abbiamo di recupero dei rifiuti perché è materia prima, è materia utile. Abbiamo visto quanto importante sia il riciclo, il riuso. Tra l'altro ciò risponde alla roadmap dell'Unione europea sull'economia circolare. Non possiamo più permetterci di buttare via i rifiuti, di incenerirli, di sotterrarli. Questi rifiuti devono ritornare nel ciclo del loro riutilizzo, naturalmente dopo i trattamenti necessari. L'altro aspetto è potenziare i centri di recupero - ce ne sono, sono stati citati prima - perché è sicuramente la via principale per arrivare nei territori a diminuire poi l'esigenza e la necessità di discariche e di inceneritori che da sempre poi, lo sappiamo, vengono osteggiati perché lo sappiamo tutti che, quando si tratta di vedere arrivare progetti in VIA regionale di ampliamento di discariche, di nuove discariche, ampliamento di inceneritori o nuovi inceneritori o termovalorizzatori, come qualcuno li vuole chiamare, nascono appunto queste forti opposizioni dei territori. La strategia deve essere quella.
Bene la regia regionale, ma deve essere finalizzata a questi obiettivi che sono previsti dal Piano, che sono previsti dalle normative europee, anche perché le ripercussioni poi sono positive anche per quanto riguarda le bollette dei cittadini, ma anche per quanto riguarda la tutela ambientale: minor inquinamento e naturalmente anche una minor produzione di CO2 in atmosfera, che sappiamo sta portando delle gravi ripercussioni sul clima con fenomeni che hanno coinvolto anche la nostra Regione. È una Regione che sta sempre più subendo queste manifestazioni estreme di cambiamenti climatici. Credo che da una parte abbiamo sicuramente degli interventi in questa norma positivi, dall'altra, soprattutto sulla questione delle tariffe, ci sono delle perplessità perché forse una tariffa unica non è il metodo migliore per premiare i territori virtuosi e disincentivare in qualche modo i territori meno virtuosi alla produzione di rifiuti.

PRESIDENTE

Grazie.
Siamo in discussione generale. Ci sono altri interventi?
Se non ci sono altri interventi, do la parola al relatore per le repliche, dopo la discussione generale.
Collega Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, mi ha fatto piacere sentire, da un lato, che appunto è riconosciuta la valenza del Piano di gestione rifiuti, come anche questo disegno di legge, riconosciuto coerente con il Piano regionale, ed è approvata la scelta della regia regionale, come diceva il consigliere Lorenzoni.
Sul resto, però, non mi trovo d'accordo e vorrei anche spiegare le motivazioni. Innanzitutto, su alcuni dati: lei ha dato dei dati sul conferimento in discarica che sono diversi dai dati che abbiamo dalle rendicontazioni che abbiamo fatto in Commissione e i documenti che abbiamo, che attestano il conferimento al 6%. Magari dopo ci possiamo anche confrontare, però questi sono i dati che ci sono.
Poi volevo rassicurarlo sotto un altro punto di vista: quando un procedimento, una competenza passa, come nel caso degli impianti di smaltimento, dalla Provincia alla Regione è per un motivo molto preciso. In questo caso, l'arrivo a una tariffa unica regionale, che è una previsione del Piano che è stato approvato, è stato deciso e ha quell'indirizzo tra gli indirizzi principali che consente - quindi, di portare anche agli obiettivi del Piano - di portare le competenze della Regione per arrivare, appunto, alla tariffa unica. Ma nel momento in cui si fa un procedimento di valutazione di impatto ambientale, un procedimento di assoggettabilità a VIA, un procedimento di AIA ci sono le cosiddette Conferenze di Servizi dove partecipano gli Enti e partecipa anche la Provincia.
Ciò avviene non solo per quanto riguarda gli aspetti legati alla viabilità, ma anche per tutte le altre competenze che ha la Provincia, in emissione in atmosfera e quant'altro.
Per cui queste paure penso che possano venir meno solo dallo svolgimento normale di prassi previsto dalla 241 e dagli altri provvedimenti nazionali e regionali sullo svolgimento delle Conferenze dei Servizi e in questi procedimenti. Peraltro, sono procedimenti che generalmente sono procedimenti unici. Ad esempio, cito l'articolo 27 bis del decreto legislativo n. 152/2006, dove il procedimento unico autorizzatorio porta con sé tutto, dall'autorizzazione urbanistica (se c'è), all'autorizzazione ambientale, a tutte le altre autorizzazioni ambientali che ci sono e per questo tutti gli Enti sono invitati. Da questo punto di vista quindi non cambia niente.
La cosa poi che ha riferito riguardo al guardare le altre Regioni: non è che si guardano le altre Regioni perché si vuole fare uguale alle altre Regioni. Si guardano le altre Regioni per capire come si comportano rispetto ad alcuni temi: spesso vengono citate anche da voi alcune Regioni, il più delle volte l'Emilia o la Toscana, che ho citato anch'io nello schema appunto fatto riguardo alle competenze regionali in altre parti d'Italia, per capire cosa succede anche in altre Regioni.
Credo che, dagli interventi del consigliere Lorenzoni ma anche Zanoni, non sia stato colto lo spirito proprio del provvedimento in sé, nel senso che abbiamo parlato più di Piano gestioni rifiuti regionale, che ha delle performance oserei dire tra le migliori, se non le migliori, d'Italia e probabilmente anche europee. I dati che abbiamo dato: magari a lei non risulta così, però, insomma, era presente con me alle rendicontazioni in Seconda Commissione e mi pare che questo sia stato detto sia dai nostri dirigenti, ma anche poi sia emerso nella discussione. Prova ne sia che c'è una differenziata, come ho citato prima, al 76,3%, che è altissima. C'è un'elevata diffusione, l'ho citato all'inizio, della raccolta secco-umido. Abbiamo tutti i dati che sono in diminuzione, come previsto dal Piano, oppure in aumento, dove è previsto, per esempio anche sulla differenziata e su altre cose.
Per cui il Piano che ha proposto la Giunta, il Piano rifiuti, che esiste da un pezzo, oggi non discutiamo di questo, sta dando risultati molto molto positivi. Oggi si propone solo una procedura che consenta alla Regione di avere la regia e consente alla Regione di arrivare alla tariffa unica regionale. Questo chiaramente, come è stato detto, anche nelle fasi di rendicontazione, avendo delle compensazioni. è chiaro che i territori lavorano in maniera diversa e si deve tendere ai più virtuosi, ma è proprio questo che cerca di fare il Piano ed è questo che si cerca di fare anche con la tariffa unica. Peraltro, ricordo che anche i Piani, come è stato detto prima, sono considerati come impianti minimi ai sensi di ARERA e questo consente anche di avere sostanzialmente un istituto regolativo che consente di andare sul mercato con certe garanzie.
Come secondo punto riguardo alle competenze date alle Province. Su questo vorrei focalizzare il punto che si tratta quasi di un'anomalia quella che c'è attualmente in Regione, nel senso che già nel caso di macelli presenti ci sono delle autorizzazioni provinciali. Il problema scatta quando si va in AIA e quindi devono fare un doppio procedimento, un procedimento in Provincia e un procedimento in Regione: in questo caso lo fanno solo in Provincia. Questi sono i due aspetti messi sul piatto da questa normativa.
Poi su altre questioni che attengono al Piano, ripeto, i dati che almeno ricordo io sono dati tutti positivi, anche riguardo poi a certi recuperi, recupero rifiuti che sta andando sempre meglio di anno in anno, però anche lì ci sono delle competenze talvolta nazionali anche legate alle certificazioni del rifiuto. Diventano importanti i tavoli di concertazione e diventa importante anche la normativa nazionale che poi viene introdotta a livello regionale.
Quello che mi sento è di difendere il Piano regionale dei rifiuti perché la tendenza è andare allo zero in discarica in futuro e di valorizzare tutti i prodotti della filiera. Grazie.

PRESIDENTE

Bene. Ci sono altri interventi, colleghi? Il correlatore intende intervenire? Perché ha chiesto la parola lei? Collega Ostanel, non può intervenire. Ho dichiarato chiusa la discussione generale prima dell'intervento del relatore. Può intervenire il correlatore e poi passiamo all'articolato.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Grazie al relatore Zecchinato.
I dati che io ho citato sono tutti dati ufficiali ISPRA. Il 16% del rifiuto a discarica del Veneto è un dato ufficiale ISPRA del Piano rifiuti 2022, che è l'ultimo disponibile di fonte ministeriale. Credo che, insomma, abbiano il crisma dell'ufficialità del Governo.
Io ho riconosciuto che il Piano è ben strutturato e va nella direzione di coerenza con la normativa nazionale ed europea e questo lo ribadisco. Ribadisco anche però che questo fatto che siamo la Regione con la più alta frazione di tal quale messo a discarica è un elemento che non può essere visto come un elemento di qualità. Certo, bravissimi sulla differenziata. Bravissimi sui kg/abitante. Sono tutti elementi positivi, però abbiamo questo tallone d'Achille, che è il fatto che mettiamo troppo a discarica di tal quale. Questo significa che non abbiamo gli strumenti per gestire il ciclo con trattamenti alternativi. L'auspicio che abbiamo fatto è proprio quello, che sia questo un primo passo per una gestione più attenta, più coerente con la direttiva europea sull'economia circolare che consente, veramente, di fare un passo in avanti e di guardare a un modo nuovo di gestire la filiera dei rifiuti.
La lettura dei dati che io ho fatto è una lettura che individua delle criticità e credo che metterle in evidenza sia importante proprio per cercare di aiutare a superarle e a lavorare per il loro superamento.

PRESIDENTE

Grazie.
Partiamo con l'articolato e iniziamo a votare.
Articolo 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 5.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo al voto finale del PDL n. 218.
Dichiarazioni di voto.
Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Noi del Gruppo di Fratelli d'Italia annunciamo ovviamente il voto favorevole, come abbiamo votato l'articolato. Siamo favorevoli e abbiamo appoggiato anche il processo di questo progetto di legge, di questa proposta, perché tutto ciò che va nella direzione di armonizzare, uniformare, omogeneizzare con chiarezza, e quindi aiuta la semplificazione dei procedimenti delle autorizzazioni, sicuramente ci vedrà sempre partecipi e protagonisti nel sostenere, se non promuovere, ogni provvedimento.
Però abbiamo voluto lasciare a questo Consiglio regionale una riflessione che ci viene anche alla luce dell'esperienza nella dichiarazione di voto. Io ringrazio il relatore, il collega Zecchinato. è vero che i procedimenti, che le Province e gli Enti locali, che partecipano alla Conferenza dei Servizi, ai sensi della normativa vigente, li vedono coinvolti. Però è anche vero, collega Zecchinato, che per onore della chiarezza e anche della normativa in Conferenza dei Servizi, ogni soggetto che interviene, interviene per la propria competenza, non su tutto il procedimento.
La stessa riflessione va fatta nell'ordine dell'esperienza che vede questo tipo, questo procedimento, questa armonizzazione, sicuramente nell'andare nella tariffazione unica. Sicuramente sono importanti i buoni risultati che il Piano regionale della gestione e smaltimento dei rifiuti sta comunicando. Però non può non lasciare un segno una riflessione che ha visto negli interventi del collega Zanoni, nel collega Lorenzoni, anche nostri di maggioranza, il fatto che ci sia un punto su cui si deve riflettere. Sta cambiando la società, sta cambiando il modello economico, il modello produttivo, sta cambiando il modello quotidiano di vita. Il Piano regionale sicuramente ha bisogno di essere costantemente monitorato e aggiornato.
è anche vero che negli obiettivi da raggiungere l'usare la tariffazione unica e quindi la leva della tariffa per omogeneizzare e trattare dei veneti, almeno per la frazione del residuo di cui stiamo parlando oggi – non stiamo parlando dell'intero Piano – può essere una leva per armonizzare la tariffazione e i costi per i veneti e quindi poi la tariffa finale della gestione e smaltimento rifiuti. Però dobbiamo essere sinceri con i veneti. Quando è iniziato il percorso della differenziata, dell'economia circolare, dello smaltimento con l'economia circolare si diceva ai cittadini, negli anni 2000, 2001, 2003, comunque dal 1999 al 2001, che di fatto la differenziata doveva non far costare più lo smaltimento dei rifiuti ai cittadini, si doveva auto-ripagare nel concetto iniziale di questo modello. Il modello è fallito, perché, di fatto, ha visto una crescita costante dei costi a carico di imprese e famiglie per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti.
La votazione del Gruppo di Fratelli d'Italia sicuramente va nella direzione di avere fiducia nel lavoro che sta facendo molto bene la Giunta regionale, l'Assessore, ma non possiamo non pensare che non abbiamo mai visto una diminuzione di una tariffa, seppur per una parte residuale del rifiuto in questi anni.
Da Presidente della Provincia io ho bloccato a Padova la richiesta di aumento della tariffa. Per due o tre anni l'abbiamo bloccata perché ritenevamo che fosse possibile lo stesso procedere nella direzione degli obiettivi non aumentando i costi, perché aumentare i costi dello smaltimento vuol dire poi far riflettere il costo finale sui cittadini, sulle imprese e sui soggetti che pagano la bolletta. Questo costo oggi sempre di più sta diventando insostenibile, sta in qualche modo pregiudicando i buoni risultati del sistema della raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, sta aumentando l'abbandono del rifiuto da parte di cittadini, perché molto spesso non si hanno le risorse per pagare la bolletta.
Questa è una riflessione che noi lasciamo a quest'Aula, la lasciamo a noi stessi, la lasciamo alla Giunta regionale. Come si diceva anche con il collega, poc'anzi, non abbiamo mai visto una tariffa unica che ha diminuito il costo, ma l'ha visto sempre aumentare.
Bene che ci sia la tariffa unica, bene l'armonizzazione, bene la semplificazione, bene che ci sia chiarezza per l'utenza e per i cittadini di chi decide e qual è la responsabilità di chi ha deciso, ma si lavori per continuare a raggiungere quegli obiettivi e una volta tanto anche per renderli sostenibili dal punto di vista economico, perché non è inesauribile la capacità delle imprese e dei cittadini, non è inesauribile neanche poi la capacità di regia di chi ha competenza.
In questo caso, però, salutiamo con assoluta felicità il fatto che la Regione Veneto ha deciso di ritornare nella cabina di regia assumendosi le proprie responsabilità, non lasciandole magari agli Enti locali o ad altri soggetti, come è accaduto in passato.
Speriamo che si possa poi trovare una rivisitazione della normativa del sistema di gestione, raccolta e smaltimento rifiuti, che noi riteniamo assolutamente necessario soprattutto alla luce delle nuove evoluzioni degli Enti locali e delle comunicazioni che gli stessi Enti locali rivolgono a cittadini e imprese quotidianamente.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Per annunciare il voto favorevole del Gruppo Lega Zaia Presidente a questa PDA. È un momento importante per la nostra Regione e per il futuro della gestione dei rifiuti nel nostro Veneto.
Ringrazio anche la presidente Rizzotto per il lavoro svolto nella Seconda Commissione e tutti i colleghi.
È chiaro che c'è stata una grande evoluzione sui rifiuti nella nostra Regione. Io ricordo gli anni Novanta in cui si cominciavano a fare le prime raccolte differenziate nei nostri paesi. Non fu un momento facile per chi, come me, ha fatto l'amministratore all'epoca. Quando abbiamo eliminato i cassonetti lungo le strade, lungo gli scarrabili, lungo i piazzali, dove notte tempo arrivava di tutto e di più, c'è stata quasi una sollevazione popolare. Ricordo con piacere che mi portavano i rifiuti davanti l'uscio di casa, da allora Assessore all'ambiente.
Sicuramente c'è stata un'evoluzione, soprattutto culturale, insistendo, allora, con le promozioni, con le divulgazioni, con l'insegnamento anche nelle scuole, con l'avvicinamento a questo mondo. Esisteva solo la discarica a suo tempo, quindi tutto andava lì e buonanotte al secchio.
Invece, grazie anche alla lungimiranza degli amministratori di questa Regione, in particolare i Sindaci e gli Assessori comunali – bisogna ricordare il grande lavoro negli ambiti territoriali, in cui si sono costruiti da zero impianti di riciclaggio di tutti i tipi di rifiuti, dal riciclaggio dell'umido, dal riciclaggio della carta, della plastica – si sono create delle filiere importanti che, naturalmente, hanno dimostrato anche il loro valore, non solo per quanto riguarda la diminuzione dei rifiuti in discarica, ma anche un valore economico.
Negli anni si sono evoluti, ma, chiaramente, vedendo anche l'esempio delle altre Nazioni europee, si è vista l'impossibilità di riciclare totalmente il rifiuto. Una parte di questo rifiuto inevitabilmente non può essere riciclato. Lo dicono tutti, anche i dati tecnico-economici. Quindi, una parte di questo rifiuto deve essere eliminato o in una discarica per rifiuti indifferenziati o nell'inceneritore. Io sono sempre stato fautore degli inceneritori, penso sia il modello più importante. Mettere questo rifiuto sottoterra è come mettere la polvere sotto il tappeto. Bruciandolo, con i nuovi sistemi moderni, significa riciclare anche l'energia, l'acqua, fare il teleriscaldamento e tutti quei processi che nelle parti più civilizzate del nostro mondo europeo esistono già da tempo. Ci sono esempi anche qui vicino a noi. Se passate per Brescia, se vi fermate all'inceneritore di Brescia, vedete cosa vuol dire.
Detto questo, ahimè, per quanto riguarda invece la tariffa, parlando con il collega Soranzo, non abbiamo mai visto una tariffa diminuire per l'inflazione, per i costi di energia, per i costi del trasporto, del personale, eccetera. Anche qui è chiaro, e bisogna dirsi la verità, che la raccolta differenziata in questa Regione, ma anche a livello nazionale, il grosso del costo della raccolta differenziata cade sulle imprese. Una parte di questo costo – naturalmente ci sono i Consorzi di riciclo, il Corepla, eccetera eccetera – va a incidere sulle imprese, ma gran parte di questo costo sociale, chiamiamolo così, in parte molto grande, soprattutto nei Comuni, va a essere comunque gestito e portato nelle tariffe delle imprese.
Questo, è chiaro, bisogna dircelo. Bisogna dire che, comunque, in un momento anche difficile per l'impresa, dobbiamo stare attenti a questo, a non caricare troppo il costo delle tariffe sulle imprese. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che creano lavoro e creano benessere in questa Regione.
Con questo auspicio, ringrazio del lavoro svolto e ribadisco il voto favorevole del nostro Gruppo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Da un punto di vista tecnico si possono capire le motivazioni che spingono a cercare di far ritornare il tema all'interno della gestione regionale, consentendo e magari aprendo a nuove discussioni relativamente alla questione della tariffazione unica, eccetera.
Detto questo, però, dobbiamo guardarci negli occhi e dirci come politicamente in questi anni si è gestita la relazione con i territori che ospitano discariche di questo tipo, discariche regionali, ma non soltanto, alla luce anche delle esperienze vissute con i Sindaci dei Comuni dell'area del basso padovano, che sono venuti qui in diverse occasioni lamentando l'assenza di ascolto e di condivisione, e lo stesso vale per i Sindaci del basso veronese, che si sono visti totalmente abbandonati con una discarica, quella di Torretta, che ha delle evidenti problematiche ed è fatta e autorizzata pure all'interno di un ex greto di un fiume ai confini con un parco.
I cittadini e il Sindaco del luogo si sono attivati molte volte per richiedere ed esigere una condivisione con la Regione rispetto alla gestione di questo sito, che ha rilevato delle problematiche. Poi, penso anche ad altre esperienze magari più vicine nel tempo, come il percorso autorizzativo di una discarica di rifiuti speciali, non riguarda, quindi, quelle che stiamo trattando oggi, ma il tema è proprio come è stata affrontata ad esempio l'approvazione di una discarica per rifiuti speciali come quella di Sorgà del car fluff con la totale assenza di ascolto e di condivisione politica, anche in riferimento alle problematiche tecniche portate dai cittadini e dai Comuni locali.
Di conseguenza, visto che non c'è ascolto, si è dimostrato di non avere ascolto né da un punto di vista politico, né da un punto di vista di rilevazioni tecniche e problematiche di tipo viabilistico, di sicurezza delle acque, eccetera, è evidente che io non mi sento di approvare e di votare favorevolmente questo progetto di legge, poiché ritengo che, probabilmente, ci siano state delle mancanze o perlomeno delle testimonianze politiche di mancanza di attenzione in riferimento all'ascolto di quei territori che ritengo che in un passaggio di questo tipo potrebbero essere di rilevanza, allontanando ancora di più, purtroppo, quello che può essere lo spirito decisionale dalle necessità del territorio.
Lo so, fa ridere alcuni, però, oggettivamente parlando, la serietà politica sta anche nell'ascoltare l'altro senza per forza... Perfetto, ottimo. Sono convinta che non fosse per me. Grazie, capogruppo Pan.
Detto questo, il mio ragionamento è proprio in relazione alla garanzia e alla tutela del rapporto con i territori che in questo caso la Regione del Veneto ha dimostrato di non saper tenere.

PRESIDENTE

Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Se noi guardiamo la situazione di Padova, il focus della Provincia di Padova, vediamo che, in realtà, questo progetto di legge non va a cambiare il carico di lavoro, nel senso che si perde la competenza sull'unica discarica gestita, che è di Este, e si acquisisce la competenza sull'unico macello gestito, che si trova a Galliera. Sicuramente, però, questo progetto di legge è finalizzato ad una semplificazione e ad un'armonizzazione. Quindi, non possiamo che essere favorevoli, come siamo favorevoli alla tariffazione unica e si spera che si proceda rapidamente in questo senso.
Dopodiché, condivido anche con i colleghi una riflessione, magari cambiando punto di vista. È vero che la tariffa sui rifiuti in questi anni non è cambiata, ma io mi pongo la questione, se non fosse stata introdotta la raccolta differenziata, magari i costi sarebbero aumentati, visti i costi di smaltimento in discarica. Quindi, guardiamo anche i punti di vista e facciamo delle riflessioni e delle proiezioni tenendo conto delle varie modalità di smaltimento.

PRESIDENTE

Bene. Grazie.
Collega Zecchinato, per dichiarazione di voto, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Velocissimamente, Presidente.
Volevo solo ringraziare i colleghi per il dibattito che c'è stato e che ha messo anche in luce il fatto che si tratta di un provvedimento che è fondamentale per attuare il Piano di gestione rifiuti, che è il Piano che consente di attivare quelle politiche che sono state evidenziate, quindi della maggior raccolta differenziata, recupero del rifiuto, riciclo.
Tutte le attività che sono state elencate come positive il Piano sta cercando di portarle avanti. Con questo passaggio, si deve fare uno step ulteriore, chiaro, che è in capo poi all'organo esecutivo riuscire a tradurlo in effetti positivi sul territorio.
Chiedo a tutti un voto positivo, anche da parte dell'opposizione, sperando di averli convinti.
Grazie.

PRESIDENTE

Ho visto sguardi non proprio convinti.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Per i motivi ampiamente illustrati nell'intervento in discussione generale, annuncio il voto di astensione da parte del Partito Democratico.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste per dichiarazioni di voto.
Metto in votazione il PDL n. 218 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Sospendiamo la seduta per cinque minuti per fare una Capigruppo veloce, per organizzare i lavori di lunedì prossimo.
Ci vediamo con la Capigruppo in Sala del Leone.
Ripeto, cinque minuti e poi ripartiamo con l'ordine del giorno.
Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 16.44
La Seduta riprende alle ore 17.03

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
PUNTI
8 e 9



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CAMANI E ZANONI RELATIVA A "TRASCRIZIONI NEI REGISTRI COMUNALI DELL'ANAGRAFE DEI FIGLI DI COPPIE OMOSESSUALI: LA REGIONE SOSTENGA I SINDACI VENETI NELL'AFFERMARE I DIRITTI DEI BAMBINI". (MOZIONE N. 422) RESPINTA

e

RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI OSTANEL, LORENZONI, BALDIN E GUARDA RELATIVA A "SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE OMOGENITORIALI, LA POLITICA INTERVENGA". (RISOLUZIONE N. 94) RESPINTA

PRESIDENTE

Siamo sulla mozione n. 422, punto n. 8 all'ordine del giorno, presentata dalla collega Camani e altri.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che, insieme al collega Zanoni, abbiamo presentato a marzo di quest'anno, ma che purtroppo è ancora attuale, nel senso che il tema che poniamo al centro di questa mozione non è stato ancora affrontato a livello nazionale. Credo che noi dovremmo parlare di questa questione pensando alla vita concreta delle persone e non al fatto di rendere queste stesse persone vittime di una posizione ideologica piuttosto che agevolate nella loro vita reale quotidiana.
I fatti sono noti. Sappiamo che il 19 gennaio il ministro dell'interno del Governo Meloni, il ministro Piantedosi, ha inviato una circolare ai Prefetti sollecitandoli a comunicare ai Sindaci di interrompere la registrazione dei genitori non biologici nei certificati di nascita di bambini nati all'estero attraverso gestazione per altri o procreazione assistita. Sappiamo anche che qualche mese più tardi la Commissione Politiche europee del Senato ha approvato una risoluzione all'interno della quale si esprimeva contrarietà all'obbligo di riconoscimento e, dunque, di trascrizione di una decisione giudiziaria o di un atto pubblico emesso da uno Stato membro che attesti l'affiliazione.
Di fatto, ci siamo trovati, dopo la lettera del Ministro del Governo Meloni e dopo la decisione della Commissione Esteri del Senato, a negare un diritto che, in realtà, i Sindaci avevano in qualche modo lasciato che venisse acquisito, trascrivendo nelle anagrafi dei Comuni, nei certificati di nascita di questi bambini sia il nome del genitore biologico sia il nome del genitore affettivo, definiamolo così.
Questa discussione deve partire da due premesse. La prima è che in Italia la pratica delle gestazioni, peraltro intrapresa da coppie sia eterosessuali sia omosessuali, è e rimane considerata un reato. Nulla di questa discussione inficia quella che è una previsione di legge che era vigente e che è ancora vigente. Due: in generale, in questo Stato vige ancora una prescrizione molto stringente in riferimento alla fecondazione eterologa, che è consentita in questo Paese per via della legge n. 40, approvata sempre durante i Governi di destra, che consente il ricorso alla fecondazione eterologa soltanto per coppie eterosessuali legalmente sposate.
Questi dati di fatto, a meno che non intervenga il legislatore a cambiarli, rimangono tali.
Ciò che, invece, è cambiato perché la realtà, la quotidianità, la vita delle persone lo ha prodotto è il fatto che ci sono delle coppie omosessuali che, non potendolo fare in Italia, ricorrono all'estero alla pratica della gestazione per altri, in un caso, o della fecondazione eterologa tra coppie omosessuali, e tornano in questo Paese con dei bambini, i quali bambini avrebbero il diritto di avere il riconoscimento, dal punto di vista anagrafico, dei genitori che li hanno voluti, desiderati e che con loro costruiscono un progetto di vita. In Italia, invece, oggi non esiste alcuna tutela giuridica per questi bambini, se non quella che alcuni Sindaci avevano intrapreso, scrivendo nei registri delle anagrafi dei Comuni entrambi i genitori. In assenza di una normativa precisa, la pratica, la decisione dei Sindaci di trascrivere all'anagrafe i genitori di questi bambini è stata recentemente impugnata da diverse Procure della Repubblica, proprio in virtù di quella indicazione partita dal ministro Piantedosi del Governo Meloni.
Il dato di fatto, piaccia o non piaccia, è che noi oggi ci troviamo a negare tutele essenziali a dei minori che non hanno scelto né i genitori da cui essere messi al mondo né il modo in cui essere messi al mondo.
Chiediamo, con questa mozione, in via semplice, semplificata, di sostenere la battaglia dei tanti Sindaci veneti, a prescindere dal colore politico, perché lo ha fatto tanto il sindaco di Padova Sergio Giordani quanto il sindaco di Treviso Mario Conte, di riconoscere a questi bambini il loro status di figli di genitori naturali o intenzionali e, dall'altro lato, di sollecitare il Parlamento ad assumere una decisione.
Concludo, Presidente. Ciò che aggrava la situazione di oggi è che noi stiamo ragionando in assenza di norma, attraverso, cioè, pratiche surrettizie, che vengono attivate da una lettera di un Ministro o da un Procuratore della Repubblica. Pensiamo che la Regione del Veneto debba stare al fianco dei Sindaci, che con coraggio hanno scelto non di girarsi dall'altra parte, ma di provare a risolvere una questione oggettiva che già riempie le nostre città.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Avevamo abbinato in discussione unica, perché i temi sono gli stessi, anche la risoluzione n. 94 della collega Ostanel. Si svolgerà una discussione unica con due dispositivi e due voti diversi.
Lascio la parola alla collega Ostanel per la presentazione della risoluzione n. 94.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
La collega Camani ha già detto tantissime cose, che condivido; quindi, cercherò di fare un intervento che non si sovrapponga, ma che provi ad aggiungere alcune questioni forse più emotive rispetto a quelle tecniche.
Vi cito una dichiarazione che è stata recentemente rilasciata durante il Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. La presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra dice queste parole: "La Corte recentemente, a proposito dei figli nati da coppie dello stesso sesso, si è soffermata a valutare la tutela dei diritti di questi soggetti, cioè dei bambini, che sono nati" l'espressione non è usata, ovviamente, a caso "nel nostro territorio nazionale e aspirano a vedere garantita la loro vita come figli, a ricevere affetto e sostegno. La Corte di Strasburgo e anche la Corte costituzionale usano il principio di identità. Il figlio cerca identità negli affetti familiari e la famiglia è quella che la Costituzione tutela ed è anche la famiglia della formazione sociale".
A me pare che queste parole, molto equilibrate, raccontino quello che raccontano alcuni Sindaci. La collega Camani ne ha già citato alcuni. Vorrei citare il sindaco Giordani, il sindaco Conte, il sindaco Possamai, il sindaco Tommasi, che hanno in maniera diversa, da posizionamenti diversi, detto più o meno la stessa cosa. Ci troviamo, come amministratori, di fronte a un paradosso, a un vuoto normativo, che ci porta e ci impone di prendere delle scelte. Cito Sergio Giordani, anche qui, per entrare forse in un discorso più emotivo. Potremmo anche dire di avere posizionamenti politici diversi. Sergio Giordani dice: "Agisco e continuerò ad agire in coscienza, sempre in attesa, con decine e decine di colleghi Sindaci, che il Parlamento affronti la questione senza girarsi dall'altra parte e colmi un gravissimo vuoto normativo che porta discriminazioni le cui vittime incolpevoli sono i più piccoli".
A me piacerebbe porre l'attenzione, in questo intervento, su quello che accade ai figli. La Presidente della Corte costituzionale ha detto, credo, bene. Tecnicamente, quello che accade è che, a causa di una sentenza, ci sono, ad esempio, a Padova trentatré famiglie, figli di coppie di due madri che fino al giorno prima venivano accompagnati a scuola e una delle due madri poteva andare a prendere le bambine senza avere un permesso; oggi una delle due deve avere il permesso dell'altra madre per andare a prendere suo figlio a scuola. Il tema, in fin dei conti, è questo, cioè di vita quotidiana all'interno di un vuoto normativo. Fino al giorno prima è stata garantita a queste famiglie la possibilità di avere dei genitori. Da un certo punto in poi, le stesse famiglie si trovano a non avere più questo diritto.
La risoluzione, a partire da questo contesto, chiede due cose. La prima: esortare il Governo e il Parlamento italiano a intervenire quanto prima affinché la vita e l'affettività delle persone, in particolare dei minori, non siano travolte dall'attuale vuoto normativo e ricevano piuttosto adeguata regolamentazione attraverso interventi normativi che tengano in debito conto il riconoscimento di pieni diritti a tutte quelle famiglie in cui ci sono affetto e responsabilità come elementi prevalenti. Inoltre, dispone la trasmissione della presente risoluzione al Parlamento e al Governo.
Il tema è quello di dire: all'interno di un vuoto normativo e dopo una sentenza della Procura di Padova che ha impugnato l'atto di nascita di trentatré bambini, che fino al giorno prima avevano un certo riconoscimento, è ora che questo Consiglio regionale dica al Parlamento italiano di intervenire quanto prima per colmare un vuoto normativo che, indipendentemente da come la si pensi, pone ai figli, cioè ai nati, un problema grave. Nel momento in cui il vuoto normativo agisce sulle vite di questi bambini, porta questi bambini ad avere una crisi di identità: fino al giorno prima erano figli di qualcuno, un momento dopo non lo sono più.

PRESIDENTE

Grazie.
Partiamo con la discussione.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Le colleghe Camani e Ostanel hanno illustrato la mozione e la risoluzione con un approccio, mi pare, molto pratico, non ideologico. Abbiamo delle situazioni, di fatto, nel nostro territorio, anche in Veneto, è stato ricordato, dove quella decisione di Piantedosi di interrompere la registrazione dei genitori non biologici nei certificati di nascita dei bambini nati all'estero attraverso gestazione per altri o per procreazione assistita ha comportato risvolti sicuramente poco piacevoli e ha portato addirittura a dei contenziosi a livello di magistratura. Ci sono persone che erano genitori e che il giorno dopo non lo erano più.
Al di là della questione della procreazione assistita all'estero, siamo di fronte a dei bambini che hanno dei genitori, con tutti i bisogni che sappiamo di questi bambini. Qui si tratta, in realtà, di una situazione in cui dei bambini, che avevano due genitori, si sono ritrovati senza uno dei due genitori per una questione di carte bollate, dovuta all'interpretazione di questa circolare ministeriale.
Adesso abbiamo la magistratura che interviene e, a seconda dei casi, decide una cosa o ne decide un'altra. Abbiamo delle difficoltà oggettive. Penso sia capitato a tutti di leggere le interviste o di vedere qualche intervista in televisione di questi genitori. Ci sono problemi proprio oggettivi, di vita quotidiana. Questi genitori non possono più portare all'asilo il bambino o andarlo a prendere e portarlo a scuola, accompagnarlo alle gite, perché non risulta alcun legame di parentela. Anche dal pediatra, in ospedale spesso chiedono, quando c'è un minore: "Lei è il genitore?"; "No, non sono il genitore".
Ci sono implicazioni, anche pratiche, che poi si ripercuotono sui bambini. Credo che l'interesse dei minori venga prima di ogni battaglia ideologica. Quindi, la richiesta di fare chiarezza e di dare una interpretazione chiara, a mio avviso, è importantissima, anche perché non possiamo, tra l'altro, nemmeno lasciare da soli i Sindaci che si trovano ad affrontare una questione sicuramente più grande di loro, perché in molti Stati la cosa è chiara, è risolta. Da noi, invece, abbiamo questi grossi problemi.
Per non creare problemi a questi genitori, non creare problemi ai bambini, non creare problemi ai nostri Sindaci – abbiamo visto che sono Sindaci appartenenti ai diversi partiti politici, sia di maggioranza che di minoranza – credo sarebbe giusto chiedere un chiarimento, anche normativo, affinché non ci sia più questa situazione veramente paradossale, che abbiamo registrato anche nel nostro territorio.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Scatto, prego.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione difficile. È difficile perché molte volte ci sono delle prese di posizione che, secondo me, travalicano anche il peso, il significato e la portata. Non vorrei che le considerazioni che sto per fare fossero di casacca politica, ma sto cercando di fare una disamina.
Leggendo la mozione si parla del fatto che la mancata registrazione all'anagrafe di uno dei due genitori comporta una compressione dei diritti dell'adulto, che non può esercitare alcuna funzione genitoriale. Per definizione, la funzione genitoriale è la capacità genitoriale, appunto, di percepire, leggere e rispondere in modo adeguato alle necessità psicoaffettive del figlio.
C'è una creatura che, ci piaccia o non ci piaccia, ha o due mamme o due papà o una mamma o un papà. Io sono d'accordissimo sul fatto che il bimbo, il figlio non debba fare le spese di un vuoto legislativo, ma non si tratta di assenza di norme. Le norme ci sono e ci dicono che solo il genitore che ha legame biologico può essere menzionato nell'atto di trascrizione.
Siccome voi converrete con me che un genitore biologico c'è, perché altrimenti non ci sarebbe stata la nascita, cioè un parto c'è stato, chi ha partorito è il genitore biologico e chi ha partorito può trascrivere l'atto di nascita. Pertanto, il minore non verrebbe privato di nulla.
La considerazione che, secondo me, va fatta è semmai quella di prevedere una precisa forma di responsabilità per i genitori che vengono definiti genitori intenzionali, che vogliono diventare genitori, però ci troviamo anche di fronte a un altro problema. Così facendo, cioè tutelando anche la surrogazione di maternità, ci troviamo a dover conciliare l'interesse del minore non solo con altri valori coinvolti, e mi riferisco alla dignità della donna. Qui mi chiedo anche le femministe dove sono finite, perché si tocca il tema dell'utero in affitto.
È questo il vero problema perché, ripeto, un figlio nasce da un genitore. Quindi, il problema, ritorno, è quello di conciliare l'interesse del minore non solo con gli altri valori coinvolti, come quello della dignità della donna, ma con quello della certezza del diritto, che è principio fondamentale in uno Stato di diritto che include il rispetto delle procedure e la procedura (quindi non è un'assenza di normativa) c'è, perché, ripeto, il genitore che ha il legame biologico può far trascrivere l'atto. Quindi, per il bambino, la bambina, il cittadino, la cittadina non c'è sottrazione di alcun diritto.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Il tema delle trascrizioni nei registri comunali dell'anagrafe dei figli di coppie omosessuali, come diceva anche la collega Scatto, è un argomento delicato e complesso, perché non si tratta semplicemente di redigere un atto amministrativo, ma si vanno a toccare degli aspetti che sono più profondi, legati alla persona. Si viene, quindi, anche ad incidere sulle coscienze della persona.
Quindi, io direi che trattare con una mozione, visti i tempi di una mozione e le modalità di una mozione, una questione così complessa è limitativo, dà adito anche a strumentalizzazioni oppure a semplificazioni che possono essere anche fuorvianti.
Inoltre, quanto viene chiesto con le due mozioni, con i dispositivi, è trasbordate rispetto a quello che, effettivamente, la Regione è chiamata a chiedere o a fare. Per cui, io direi che, per quanto riguarda il nostro Gruppo, impostata così la mozione, per quanto ho appena detto, non è da votare.
Faccio, però, ulteriori riflessioni. C'è nel nostro ordinamento un obiettivo chiaro, un fine, che è quello di tutelare l'interesse del più debole. Io mi domando se sottrarre ad una madre un bambino che ha portato nel grembo per nove mesi, con il quale crea un legame profondo e che affonda nell'inconscio delle persone, perché è il legame più forte che esista, quello tra la madre e il figlio, mi domando se sottrarre il bambino ad una madre o il fatto di andare scientemente a portare avanti una gravidanza con il fine poi di dare ad una coppia di estranei un bambino, possa essere in qualche modo tutelare l'interesse del minore.
Io mi pongo questa questione. A quel bambino che è stato privato della madre, che è stato privato di quel legame profondo, si dà un fardello che si porterà a vita ed è un fardello di natura psicologica. Poi, quel bambino crescerà, sarà un adulto, magari sarà anche sereno, però sicuramente gli si dà un fardello.
In Italia la gestazione per altri non è ammessa. In altri Paesi succede, per cui è un dato di realtà con il quale noi ci dobbiamo confrontare. Qui si pone il problema. Quello che chiediamo, e l'ho fatto anche come Vicepresidente di ANCI Veneto, è che il Parlamento intervenga sulla questione, per prima cosa perché la magistratura non intervenga e non disorienti, perché prende un orientamento piuttosto che un altro su una materia così delicata e, in secondo luogo, perché evitiamo ai Sindaci di rimanere con il cerino in mano, perché si trovano compressi tra le pressioni fortissime che ricevono da un punto di vista sociale ai fini del riconoscimento e le circolari del Ministero che arrivano ai Prefetti.
Inoltre, vorremmo anche capire come il nostro Parlamento poi intende riconoscere, nell'ambito dell'ordinamento, il ruolo del genitore intenzionale. Penso che il Parlamento sia la sede più adeguata dove mettere sul tavolo tutte le questioni, perché ci sono implicazioni etiche, biologiche, sociali, legali, magari coinvolgendo anche le menti più illuminate del nostro Paese, perché è una questione complessa che non va trattata in maniera superficiale, in base magari a delle convinzioni personali, ma che merita dei grandi approfondimenti e soprattutto delle competenze.

PRESIDENTE

Giuseppe Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie.
È un problema etico che sicuramente scuote le coscienze di tutti. Ho visto questi bambini. Sono andato a vedere le manifestazioni e mi sembra che i bambini comunque siano felici e tranquilli; quindi, non dobbiamo preoccuparci se non possiamo andarli a prenderli all'asilo. A me succedeva, quando andavo a prendere all'asilo i miei figli, magari c'erano delle coppie divorziate, delle persone separate, che la mamma dava il permesso al papà, al nonno. Non è che adesso creiamo delle disfunzioni psicoaffettive o comunque educazionali perché c'è un permesso scritto di un genitore rispetto all'altro. Ai bambini non cambia niente, penso.
Invece, vengo a una cosa che a me dà fastidio di tutta questa vicenda. È stato anche sollevato, e la ringrazio, nell'intervento più tecnico della collega Scatto, che è molto più preparata di me in questo settore legislativo, anche per mestiere. Io mi reputo sempre un agricoltore contadino, con la mia visione delle cose un po' naturale.
Per natura, di solito, i bambini si facevano, fino a poco tempo fa, tra un marito e una moglie, un maschio e una femmina. Adesso sembra che tutto sia cambiato. I tempi sono cambiati. Andiamo verso una società che ha sdoganato di tutto e di più, dal LGBT+QRSTUVZ fino alle pratiche delle cosiddette manifestazioni dei Gay Pride. Sono cose molto simpatiche al collega Joe Formaggio.
Effettivamente, visto che abbiamo sdoganato un po' tutto questo, io mi chiedo sei sia naturale, se sia normale. Se due maschi stanno assieme e stanno a casa loro, vanno in vacanza ai Caraibi, fanno delle crociere, adesso ci sono anche le crociere a tema, vanno dove vogliono andare, oppure due signore si mettono insieme, a me va bene. Io ne conosco tanti, ho anche amici, facciamo questa discussione spesso e volentieri. Tanti di loro mi dicono che forse su qualcosa ho anche ragione. Ma vi sembra normale e naturale?
Prendiamo il caso di due signore che in qualche maniera sono più fortunate dal punto di vista della gestazione perché hanno l'apparato giusto per fare anche i figli, quindi possono fare l'inseminazione artificiale, possono fare tante cose. Questo è permesso. Se vanno all'estero, è permesso. Però, io trovo immorale, molto immorale – lo trovo anche fuori da ogni mia concezione personale, ma penso che anche il mio partito lo abbia espresso in più di qualche occasione, così come il nostro segretario Matteo Salvini – che due maschi omosessuali vadano in Thailandia, paghino una povera disgraziata, una ragazzina, perché lì sono ragazzine dai 18 anni in su, e mettiamo anche le minorenni, per farsi fare un figlio da portare qui in Italia, cercando in tutte le maniere di giustificare quel gesto. Questa la trovo una cosa aberrante Mi riferisco a questo loro amore verso la genitorialità. Sinceramente mi fa anche un po' schifo, devo dirvi. Mi fa schifo. Pagare una donna, pagare una donna in certi parti del mondo anche poco, per farsi fare un figlio e portarlo qui, penso sia veramente una cosa aberrante, e mi fermo qui.
A me dispiace, ma penso che, comunque, al di là dei Sindaci, ognuno ha la sua coscienza, ognuno fa le sue cose, ognuno approva quello che vuole, siamo uno Stato di diritto, ci sono delle sentenze della Cassazione, come quella del 30 dicembre del 2022, in cui ci sono determinate situazioni e poi, naturalmente, c'è il Senato di questa Repubblica che ha bocciato a marzo la possibilità di questo Regolamento dell'Unione europea che prevedeva la legislazione delle coppie gay. Quindi, noi, essendo uno Stato di diritto, essendo uno Stato che, comunque, si è già espresso in questa maniera, siamo e sempre perché ci siano genitori naturali, maschio e femmina. Questi bambini ormai li abbiamo e li terremo nelle nostre strutture.
Comunque, cerchiamo di risolvere queste cose in tutt'altra maniera.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Potremmo discutere qui per delle ore. È evidente che la pensiamo in maniera opposta su questi temi. Innanzitutto, chiedo alla collega la sottoscrizione della mozione. La risoluzione l'avevo già sottoscritta. Chiaramente, mi trovano d'accordo.
Noi sottovalutiamo un aspetto, che è quello principale, quello più importante: abbiamo a che fare con dei bambini che, al di là della loro volontà, come è stato detto prima, si ritrovano in questa situazione e hanno, penso, il diritto e da parte nostra ci dovrebbe essere il dovere di tutelarli, proprio perché l'ordinamento italiano prevede il prevalente interesse del minore. Questo dice la legge. Quindi, è nostro dovere fare il possibile per tutelare chi oggi è qui e risiede in questo Stato. Io non capisco perché solo in Italia non si possano fare le trascrizioni o avere a cuore la sorte di questi bambini. In altri Stati lo si fa tranquillamente. Ripeto: è una questione di sicurezza e di tutela proprio dei minori.
Altra questione che ha sollevato la presidente Scatto riguardo le trascrizioni. Credo che anche chi non è genitore biologico possa essere trascritto e possa chiedere la trascrizione. Chi ha adottato un bambino, chiaramente, non è il genitore biologico, ma questo conta poco ai fini della trascrizione. Anche un uomo può chiedere la trascrizione, sinceramente. Quindi, non è questo il caso citato.
Noi dobbiamo pensare – ripeto – prima di tutto a chi oggi si trova in Italia da minore proveniente da una famiglia che voi non riconoscete e non riconoscerete mai, probabilmente. Però esistono queste realtà e, a mio giudizio, vanno tutelate come qualsiasi altra. Non esistono cittadini di serie B e cittadini di serie A.

PRESIDENTE

Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Attendevamo questo momento per poterci confrontare in modo chiaro. Credo che la posizione di Fratelli d'Italia e della presidente Giorgia Meloni sull'utero in affitto sia conosciuta e nota a tutti. È stata citata. Di fatto, è chiaro che c'è un riferimento. Le due mozioni, però, non sono, a nostro avviso, corrette. Non sono corrette neanche quelle forzature che abbiamo visto nel momento in cui c'è stata la sentenza della Cassazione e poi il lavoro del Senato della Repubblica. Da ex Sindaco, da ex amministratore locale, ritengo personalmente ‒ come tutti quelli che sono qua dentro ‒ che sia sbagliato far passare il messaggio che, se ci sono leggi e normative, qualcuno le possa in qualche modo infrangere o travalicare o, addirittura, estenderle in modo da renderle tali. Un Sindaco è chiamato ad applicare le leggi vigenti. Non ha potere legislativo, ma ha un dovere prima di tutto come Sindaco, come pubblico ufficiale e per il ruolo che la norma gli riconosce e al quale lo obbliga. Lo deve fare anche dal punto di vista morale, come esempio.
è vero, ci sono dei bambini che si trovano in una situazione difficile, che stanno soffrendo e non ne hanno colpa, ma la colpa di qualcuno c'è. Quella è una responsabilità. Se si è sbagliato non si deve ripetere l'errore. Non si può pensare di tirare in campo il Governo. Abbiamo visto polemiche e richieste di Sindaci che protestavano, di diversi colori. Non ce l'avevano, però, con il Governo Meloni, cari colleghi. Protestavano ed erano arrabbiati, eventualmente, con la Cassazione Sezioni Unite. Non lo ha detto il Governo Meloni. Lo ha detto la Cassazione Sezioni Unite.
Ora, però, entriamo nel merito. è stato commesso un errore da parte di questi Sindaci. Entrare nel merito significa che, a nostro avviso, in modo chiaro, senza girarci attorno, noi riteniamo che l'automatismo del riconoscimento del rapporto di filiazione del genitore di intenzione (perché questa è la definizione, genitore di intenzione), sulla base di un contratto, non sia assolutamente funzionale all'interesse del minore. Dipende da dove partiamo a ragionare e a guardare il processo legislativo che si deve affrontare e l'obiettivo che vogliamo raggiungere. Se è vero che il primo obiettivo è l'interesse del minore, non è certamente funzionale. Non è possibile che l'interesse del minore sia legato a quello che è un automatismo di un contratto o normativo. Il riconoscimento della genitorialità non può essere, quindi, affidato a questo strumento automatico, ma deve essere assolutamente chiaro che non si coniuga l'interesse dello stesso con un automatismo, se non in una valutazione concreta.
Qualche collega precedentemente ricordava che esistono delle normative per cui un genitore che non è biologico può diventare genitore. E lo citate anche nelle vostre mozioni. Voi citate nella mozione che l'adozione esiste come strumento normativo per raggiungere lo stesso obiettivo che voi state cercando di portare in quest'Aula, dicendo che, però, è troppo lungo, è troppo laborioso, e per questo motivo, essendo troppo lungo e troppo faticoso, si vuole scrivere in qualche modo una norma con cui si faccia un automatismo perché, al di là della valutazione concreta dell'interesse del minore, un genitore possa diventare... Solo perché ha l'aspirazione di diventare genitore e non pensa, magari, al primo obiettivo che normalmente e naturalmente ha chi di fatto è genitore e chi di fatto magari anche partorisce, che è quello di mettere il minore prima di tutto, anche della stessa propria vita. Voi citate nel "ritenuto" che bisogna guardare all'interesse del figlio. Nel "ritenuto che" lo citate, nella mozione. Lo citate da una parte e dall'altra dite che l'adozione è un processo troppo laborioso e faticoso, per cui si vorrebbe in qualche modo trovare uno stratagemma.
Bene. Noi crediamo che, a questo punto, non si possa assolutamente fare finta di niente. Ci deve essere chiarezza in merito al fatto che non si possono estendere le normative e che le normative vanno rispettate. Questo non lo ha detto il Governo Meloni. Lo ha detto la Cassazione Sezioni Unite, quella Cassazione che tante volte voi stessi, Partito Democratico, tutta la sinistra, quando avete voluto, avete utilizzato come uno strumento di cui bisogna assolutamente tenere conto. Questa volta bisogna tenerne conto ancora di più, perché l'interesse dei nostri figli viene prima di tutto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo a seguito degli interventi dei colleghi che sono stati fatti in quest'Aula a seguito della presentazione della mozione e della risoluzione. Tutti argomenti infondati, perché, di fatto, si vanno a toccare elementi che non c'entrano nulla con questa mozione e con questa risoluzione, ma sono solo strumentali a non votarla e tirare in ballo cose che qua non c'entrano assolutamente nulla. Se io non entro nel merito del fatto... E non ci entro perché sicuramente lo Stato potrà regolamentare anche nella velocizzazione dell'adozione. Ci mancherebbe. Certo è, però, che c'è un vuoto legislativo. Siccome buona parte di noi sono stati Sindaci per anni, sappiamo che nel momento in cui un cittadino o due cittadini ci chiedono uno strumento o fanno una richiesta dobbiamo rispondere non "non c'è, non lo fai". Lo Stato, difatti, lo deve fare. Il Comune, il Sindaco non è competente.
Con questa mozione e con questa risoluzione si chiede che lo Stato intervenga, che il Parlamento intervenga. Si tratta di una normativa nazionale, non sicuramente regionale, non sicuramente comunale e tantomeno provinciale, che non hanno potere legislativo, come sanno bene i colleghi, ma è una materia di ordine statale-nazionale. Il Parlamento deve intervenire per porre rimedio a queste situazioni che, abbiamo visto, ci sono. Cosa deve fare un Sindaco nel momento in cui i suoi cittadini... L'unica cosa è cercare di fare in modo che lo Stato intervenga e che il Parlamento... Tra l'altro, avete un Parlamento che è tutto vostro. La maggioranza è comunque di centrodestra. Che cosa temete? Il riconoscimento di che cosa? Dopo le parole che abbiamo sentito dal collega Pan, che fanno schifo certe situazioni. A parte che questo non è il luogo per dare giudizi. Nessuno è tenuto a dare giudizi. Noi siamo tenuti a porre in essere delle normative e a regolamentare fatti che ad oggi non sono regolamentati. Oppure a modificarli.
Qui c'è un vuoto legislativo. Per cui, questa mozione e questa risoluzione, indipendentemente da come verrà colmato questo vuoto... Avete un vostro Governo. Dovrà essere fatto un atto, ovviamente, normativo.
Credo che la tutela del minore venga prima. Lo sappiamo perfettamente. Lo dice la legge, lo diciamo noi tutti, anche come genitori. Dopodiché, credo che tutto il resto sia strumentale a non voler votare una situazione che, di fatto, sapete perfettamente che esiste, che dobbiamo prendere in carico e in cura.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Oggi, con queste mozioni cerchiamo di creare confusione. Prima si creano dei pasticci, volutamente, violando delle leggi, e poi si chiede che la legge risolva i pasticci, salvaguardando anche i pasticcioni che hanno fatto i pasticci.
Voglio ricordare che ogni bambino, prima di tutto, ha il diritto naturale di un papà e di una mamma, ha il diritto di sapere chi è suo padre, da dove viene, e chi è sua madre. Con questi fatti noi neghiamo di fatto un diritto al bambino. Visto che parliamo spesso di centralità dell'interesse del bambino, mi chiedo dove stava la centralità dell'interesse primario del bambino quando due adulti, due maschi o due femmine, hanno deciso di far produrre un bambino a una terza persona, magari sfruttandola in una situazione di bisogno dall'altra parte del pianeta, con l'utero in affitto o in altri modi, per poi dire "questo è mio figlio". Quello non è il loro figlio, ma il figlio di quella persona che hanno sfruttato.
Quindi, se tu crei un reato nei confronti del bambino, tu devi essere perseguito per questo reato. Se c'è un vuoto normativo in questo Paese è il fatto di non avere norme che puniscano questi comportamenti. Lì, sì, c'è un vuoto. Non ho visto finora nessuno di questi punito dalla legge. Chi sfrutta e partecipa allo sfruttamento di queste ragazze che danno l'utero in affitto a pagamento nel mondo, oppure portano via bambini dal resto del mondo in maniera illegittima o, meglio, violando il legittimo diritto naturale del bambino ad avere un papà e una mamma, sono questi che commettono dei reati, ed è lì che c'è il vuoto normativo, perché dovremmo punire chi commette questo genere di reato.
Ripeto: il bene primario del bambino è avere un papà e una mamma. Chi nasce in una famiglia come quella si chiede: "Perché non ho avuto una mamma, non ho avuto un papà?". Chi ha avuto questo potere di togliere, per un suo egoismo personale, come fosse un bene di proprietà, questo diritto naturale che abbiamo avuto la fortuna tutti noi di avere? Perché noi, che abbiamo avuto questa fortuna, non possiamo garantire questo bene anche agli altri bambini? Questa è la prima violazione.
Non c'è, ripeto, un diritto ad avere un figlio. Non esiste alcun diritto, tantomeno da coppie omosessuali. Non esiste il diritto al figlio. Esiste il diritto del figlio ad avere un papà e una mamma. Quello è l'unico diritto che esiste. Tutto il resto si chiama "egoismo", si chiama in altro modo. Il bimbo non è un prodotto da comperare o da far produrre a terzi a pagamento per portarlo qui. Questo è un atto di egoismo. È in funzione di me, non in funzione di un figlio. Se fossi io in funzione del bene del figlio, dovrei garantire al figlio il diritto ad avere un papà e una mamma perché un domani non sia discriminato dagli altri bambini. Questa è la prima cosa.
Abbiamo sentito parole fuorvianti, di centralità del bambino, di diritti e non diritti. Qui stiamo giocando sulle parole, prima creando il problema e poi dicendo che è uno stato di fatto e dobbiamo prenderne atto. No. Dobbiamo punire chi si comporta in quel modo. Dobbiamo fermare questo sfruttamento che c'è di altre donne in giro per il mondo o questa mercificazione della persona umana. Ogni bambino – lo ripeto per la terza o la quarta volta – ha il diritto di avere un papà e una mamma. Nessuno di noi adulti può togliere al bambino questo diritto per il proprio tornaconto. Tanto per essere chiari.
Quindi, oggi noi stiamo assistendo a questo paradosso. Abbiamo visto le cronache di questi giorni. Tiziano Ferro, che ha fatto notizia, sta piangendo perché deve separarsi dal suo Victor, con il quale si era sposato in America. Non vanno più d'accordo. Finiscono anche le coppie omosessuali. Finiscono tutte le coppie, per carità. Ma questi bambini che colpa hanno per trovarsi con due maschi, con due femmine, quando i loro amici, i loro compagni di classe hanno un papà e una mamma? Perché questo atto di egoismo ha tolto loro questo diritto? Chi li ha messi in questa confusione, in questo stato?
Voi state giustificando uno status in virtù di un qualcosa, di un problema che sta a monte, di cui voi stessi siete promotori. Dite che è una famiglia come le altre. Parlate di rispetto dei minori. Ma quale rispetto, se non posso nemmeno avere un papà, sapere chi è il mio papà, da dove vengo, chi sono, chi sono i miei genitori, perché mi trovo con due uomini o con due donne, invece di avere un papà e una mamma come gli altri? Vi rendete conto di quanto è abominevole la vostra posizione? E pensate di essere all'avanguardia, pensate di essere al passo con i tempi. Quando si crea una società che nega i diritti ai più deboli... Non è una decisione di quel bambino.
Quel bambino, e finisco...

PRESIDENTE

Il collega Valdegamberi ha finito. Grazie.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Non lo ha deciso Il bambino. Glielo hanno imposto gli altri. Se l'avesse voluto lui sarebbe stata un'altra cosa, ma è una cosa imposta.

PRESIDENTE

Collega Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Di abominevole qua c'è soltanto pretendere di sapere tutto e di entrare nella situazione di vita delle famiglie. Visto che ha usato questo termine, Consigliere. La situazione di vita delle famiglie che ci circondano è diversa e diversificata. Quello che lei ha sostenuto essere un diritto, cioè il diritto di sapere suo padre chi è, da dove viene, da dove viene sua madre... Ad esempio, i bambini adottati questo diritto non ce l'hanno. Si trovano a vivere una situazione diversa.
Questa mozione non parla di gestazione per altri. Non è messo in discussione ciò che decide il nostro ordinamento. Questa mozione chiede – e qui sono d'accordo con la collega Venturini – che sia il Parlamento a occuparsene. Ma lo chiede e lo chiediamo come Regione, in particolar modo, perché ci sono una serie di Sindaci – come diceva la collega Bigon – che si trovano a dover dare risposte che non possono dare a famiglie. Che a lei piaccia o non piaccia, le famiglie sono di tanti tipi, di diverso tipo. Ci sono famiglie con un solo genitore. Ci sono famiglie con genitori adottivi. Ci sono famiglie omogenitoriali. Sono famiglie...

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, lasci parlare chi le ha permesso di fare il suo intervento senza disturbarla.
Collega Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Rispetto a quello che diceva il collega Soranzo, non si può estendere una normativa nazionale, a parte che noi ci troveremo, credo a breve, ad affrontare altri temi su cui la Regione è chiamata ad esprimersi, penso al fine vita, su cui mancano pezzi di normativa nazionale, ma di cui dovremo prenderci la responsabilità di assumere una posizione, così dice il Presidente della Regione, quantomeno, al netto di questo, sì, c'è l'adozione. Però qui non si tratta di un percorso troppo lungo o troppo faticoso, ma di un diritto che le coppie omogenitoriali non hanno: quello dell'adozione, appunto. Quindi, stiamo parlando di una possibilità che non c'è per un certo tipo di famiglie.
Capisco che la posizione ideologica, nel momento in cui emerge, quella è e quella resta, ma se vogliamo fare un ragionamento serio sulla mozione, sui contenuti della mozione, ci stiamo dicendo che questa mozione chiede al Parlamento di assumersi una responsabilità, cioè di colmare quel vuoto normativo che costringe dei Sindaci a intervenire autonomamente, per propria volontà e per buonsenso.
Sta a noi dire se vogliamo spingere questa richiesta al Parlamento oppure dire che ci va bene così e che lasciamo che le 33 famiglie citate prima e molte altre in giro per la nostra regione siano considerate di serie B.

PRESIDENTE

Collega Camani, in discussione generale, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
In parte ha ragione la collega Venturini quando dice che è un argomento complesso. Se è un argomento complesso, andrebbe affrontato con serietà, senza posizioni ideologiche. Francamente, sulla GPA (gravidanza per altri) ho sentito cose irripetibili, che raccontano di come ci si senta autorizzati a parlare della vita delle persone senza conoscerla.
Io invito tutti a pensare che stiamo parlando della vita delle persone, sulle cui scelte possiamo esprimere un giudizio, ma che non possono essere condizionate nell'effettività dei diritti dalle nostre convinzioni personali.
Mi fermo ai fatti. Quindi, eviterò di essere trascinata in una discussione sulla gravidanza per altri.
Leggo l'impegno per la collega Venturini, che forse non lo ha letto con la dovuta attenzione. L'impegno che noi chiediamo alla Giunta va esattamente nella direzione che lei ha sollecitato: sostenere i Sindaci, i vostri Sindaci, che hanno fatto gli atti di trascrizione e che hanno dichiarato sui giornali che non lo fanno perché giudicano, da un punto di vista morale, il comportamento dei genitori, ma perché devono organizzare in maniera serena la vita delle famiglie dei loro Comuni, e chiediamo al Parlamento di intervenire di fronte a un tema che oggettivamente presenta una lacuna legislativa.
Vede, consigliere Valdegamberi, per questo Governo di destra la gravidanza per altri è già un reato universale. Avete votato un ordine del giorno in Parlamento. Non avete ritenuto reato universale un atto di tortura fatto all'estero. Non ritenete reato universale la riduzione in schiavitù fatta all'estero. Non ritenete reato universale lo sfruttamento di lavoro minorile all'estero. Ma ritenete reato universale la pratica della gravidanza per altri fatta in Paesi dove è normata e lecita. Per questo ritengo che in questa discussione ci sia un atteggiamento assolutamente ideologico nei confronti di ciò che voi non riuscite a comprendere, che è, banalmente, l'omosessualità. Vi do una notizia: esiste. Anche se a voi non piace, esiste. Mi rendo conto di scuotere le coscienze di molti. La riduzione in schiavitù la accettate. La gravidanza per altri, nei Paesi dove è legittima, è un reato universale. Va bene. Vi lascio nella vostra posizione ideologica. Ma è per questa posizione ideologica, capogruppo Soranzo, che il Governo lo tiriamo per la giacchetta eccome.
Dalla discussione di oggi è emerso che Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia ritengono che questi bambini non abbiano il diritto di vedersi riconosciuto il genitore intenzionale omosessuale. Perché io sfido, capogruppo Soranzo, a concedere un atto di adozione ad una coppia omosessuale? Io le chiedo quando mai le è capitato di vedere questo atto. Allora mettete mano alla legge sulle adozioni, fate quella che noi avevamo provato a fare, che si chiama "stepchild adoption", e autorizzate le adozioni anche in coppie omosessuali. Su questo, allora, la sfido, capogruppo Soranzo. Il Governo deve dire da che parte sta. L'interesse del minore...
Fatelo, perché al momento noi abbiamo una circolare del...

PRESIDENTE

Lasciamo parlare la collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io non so se l'interesse del minore coincida con il riconoscimento del genitore intenzionale. Come molto spesso non so se l'interesse del minore coincida con il riconoscimento dei genitori biologici, perché non è detto che essere genitore biologico sia sinonimo di essere buon genitore. Ce l'ha spiegato bene la presidente Scatto quando ha spiegato come si esercita il diritto genitoriale.
Peraltro, che il tema del riconoscimento del diritto dei bambini ad avere il genitore biologico, il genitore intenzionale, sia un diritto importante non lo dico io. Lo dice il presidente Zaia. Oggi il Consiglio regionale, votando contro questa mozione, vota contro ciò che ha dichiarato il vostro Presidente, cioè "non entro nel merito della liceità della gravidanza per altri o della fecondazione eterologa fatta da coppie omosessuali, ma dico che le trascrizioni nei registri delle anagrafi dei Comuni di coppie omosessuali va autorizzata". Lo dice il presidente Zaia, non lo dice la consigliera Camani. Quindi, votate contro quello che dice il vostro Presidente, non quello che dico io.
Chiudo davvero.
Guardi, collega Scatto, non credo che invocare il divieto alla gravidanza per altri o alla procreazione assistita possa portarci a negare le tutele essenziali alle esigenze dei minori, che non sono soltanto di natura affettiva. Sono di natura legale. Ridurre la necessità di avere un riconoscimento all'anagrafe con l'autorizzazione ad andare a prendere il bambino a scuola è davvero la banalizzazione di un problema molto più complesso.
Per tutte queste ragioni, chiedo di rivalutare l'espressione di voto di questa mozione.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Vorrei chiedervi una cosa, in particolar modo al capogruppo Pan, che, nel momento in cui ha piacere di parlare del benessere dei bambini e del diritto dei bambini, lo deve fare all'interno di quest'Aula e all'interno di questa Istituzione con un atteggiamento che sia rispettoso nei confronti degli altri cittadini, anche di quelli che non la pensano come lui.
Dire – cito – che "è aberrante questo amore verso la genitorialità, mi fa schifo", e questa è soltanto una parte del suo discorso, non è degno né di questa Istituzione né della volontà rappresentativa che le è stata data dagli altri cittadini, che si aspettano che in un'Istituzione una persona si esprima in maniera corretta, si esprima in maniera rispettosa e abbia un atteggiamento adeguato all'Istituzione. Questo atteggiamento adeguato richiede, per esempio, che venga riconosciuto che l'altro può avere una vita che non corrisponde alle aspettative del capogruppo Pan, così come degli altri. Evidenzia e richiede che, per esempio, quando si parla di maternità surrogata, non si parli in maniera dispregiativa esclusivamente in relazione all'omosessualità, ma anche, allora, alle coppie eterosessuali, che sono le prime che ne fanno utilizzo. Richiede, quindi, un'onestà intellettuale che cerca di stare un attimino sopra le parti e non buttare in bagarre, non buttare nella banalizzazione massima una discussione come se si fosse all'interno di un bar.
Chiedo questo perché stiamo parlando, evidentemente, del diritto dei bambini di essere riconosciuti e di vivere – attenzione – in un ambiente sereno, in cui venga garantita loro una famiglia stabile e affetti sicuri. Questo è quello che viene chiesto alle famiglie quando si prendono cura di un figlio nato biologicamente oppure adottato. Questo viene chiesto alle famiglie. E questo nel 2014 ce lo ha insegnato e spiegato anche l'Associazione italiana degli psicologi, che ha dichiarato che il benessere dei bambini e delle bambine non dipende in modo significativo dal fatto che in famiglia i genitori siano sposati o eterosessuali, che siano separati, single, sposati o dello stesso sesso. A garantirlo, invece, è la qualità della relazione familiare. Questo è il discorso, il ragionamento scientifico basato sullo studio di casi nazionali e internazionali portato dall'Associazione italiana degli psicologi, ed è su questo che l'Italia, la politica italiana deve lavorare.
Quindi, io richiedo, cortesemente, di tornare a essere rappresentanti capaci di discutere di questo tema senza per forza sorridere, senza per forza additare, senza accusare, come è stato fatto prima, di essere sfruttatori di bambini, che è una cosa molto grave. È molto grave quello che è stato detto. Noi non siamo sfruttatori di bambini semplicemente perché riteniamo di difendere...

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi!

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Non li rubiamo.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, la richiamo per la prima volta.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Benissimo.
Metto agli atti che il consigliere Valdegamberi ha dichiarato che rubiamo i bambini.

PRESIDENTE

La richiamo per la seconda volta.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Io non ho figli.
Il percorso verso la genitorialità è dignitoso, a prescindere che il figlio sia proprio o non proprio. E lo dico da donna che non ha ancora figli. È un'esperienza personale, dolorosa, che molte persone fanno, che siano eterosessuali o che siano omosessuali. Questa sofferenza...
Sì, la butto sul personale perché lei l'ha buttata sul personale dichiarando...

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, silenzio!
È sospesa la seduta.
La Seduta è sospesa alle ore 18.02
La Seduta riprende alle ore 18.03

PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Non ruberò questi ultimi secondi.
Semplicemente ribadisco l'esperienza che tutti noi dovremmo fare e tenere bene a mente quando si parla di questioni così delicate e quando si parla di difendere i bambini dal giudizio degli altri bambini oppure da una genitorialità forzata che fa schifo. Non è questo il modo con cui affrontare il tema di garantire la stabilità familiare e il tema di garantire affetti sicuri che è l'unica struttura, l'unico contesto in cui un bambino può sentirsi accettato e capace di poter crescere realizzando la propria identità, realizzando il proprio percorso di vita.
Questo è ciò di cui noi ci dobbiamo preoccupare, non di giudicare gli altri o lo stile di vita o le preferenze o la sessualità degli altri.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ribadisco quello che ha in qualche modo anche detto la capogruppo Camani. Noi qui non stiamo parlando di GPA, non c'è questo tipo di discussione. È una discussione complessa. Francamente, ho sempre molta difficoltà quando affronto questi temi etici e soprattutto ho difficoltà quando mi trovo ad affrontarli con la brutalità con cui alle volte si arriva anche all'interno di quest'Aula.
Non c'è, penso, da parte dei Sindaci che hanno firmato un giudizio. Non credo che il sindaco Conte piuttosto che il sindaco Giordani abbiano un giudizio, una posizione ideologica vicina a quella del Partito Democratico nel momento in cui hanno fatto quell'atto. Hanno assunto una responsabilità che da Sindaci alle volte ci si trova ad assumere. Ci si trova anche ad assumere e firmare atti che non sono magari propri alla propria ideologia, ma bisogna farlo perché si è lì e bisogna tenere un certo ordine nella comunità. Quello che si chiede è che quella responsabilità che si sono assunti i Sindaci se la assuma il Governo. Vuole prendere una certa posizione? La prenda. Vuole prenderne un'altra? La prenda.
È evidente, però, che la discussione di oggi è deviata. Io ho ascoltato con rispetto alcuni interventi, con altri non sono riuscita ad ascoltarli. Non sono riuscita ad ascoltarli perché una cosa è che si dica che su una parte dell'impegno finale non si è d'accordo, perché non si è d'accordo sulla questione dell'omosessualità, benissimo. Altro è dire che non possiamo dire che il Governo si impegni a fare una legge. Noi lo dobbiamo dire, lo abbiamo detto su qualsiasi cosa, tanto più credo che sia giusto dirlo su una cosa del genere, che riguarda la vita delle persone.
Sentire giudizi così pesanti su situazioni così particolari e così personali io non capisco come si faccia, al netto di quelle che possono essere delle sensibilità etiche di ognuno di noi. Se ci mettiamo a discuterne, probabilmente, alcuni di noi sono più vicini ad alcuni di voi e il contrario, ma non stiamo discutendo di questo.
La razionalità della discussione – e anche un po', secondo me, più di linearità – voleva dire: sì, è vero, serve un quadro normativo nazionale, ma noi non siamo d'accordo sulla questione dell'omosessualità. Punto.
Credo che questo sarebbe stato molto più chiaro e anche molto più rispettoso di quelle vite che non sempre sono fortunate, perché stiamo parlando di un mondo intero all'interno di questa mozione, e non tutti sono fortunati come alcuni di noi.
La consigliera Guarda non ha personalizzato, ci ha portato uno specchio di quella che è la realtà e ascoltare le vite di quelle donne e di quegli uomini credo che ad ognuno di noi farebbe assolutamente bene, non per cambiare radicalmente idea su quella che è un'impostazione valoriale personale, ma per capire un po' di più, quando scriviamo le leggi, quando parliamo, che bisogna avere una delicatezza maggiore.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo forse più a livello personale, che a livello di capogruppo, perché questo è un tema su cui io credo di avere molti più dubbi che certezze. Ho sentito interventi dove si danno per certe delle cose che, secondo me, sono ancora da chiarire e dove nessuno di noi può essere certo. Possono esserci dichiarazioni di Ordine degli psicologi, quello che volete, però, penso che alla fine si vada a ricondurre a quella che è l'esperienza del singolo individuo nella crescita e anche di come interpreta la genitorialità.
Personalmente, essere padre è la cosa più sacra che ci sia. Quindi, penso che questo tema vada affrontato in punta di piedi. È un tema molto delicato. Molto delicato.
Non volevo intervenire proprio per evitare polemiche, ma non posso star zitto quando sento alcune accuse che ci vengono rivolte, per l'ennesima volta. Perché, purtroppo, capita spesso, su vari temi, di sentirsi puntare il dito. Sentirsi dire frasi come "voi non accettate l'omosessualità" è un qualcosa che sinceramente non è assolutamente accettabile.
Se qualcuno l'ha detto, questo riguarda la persona che ha detto questa frase. Io non accetto le generalizzazioni della vostra Capogruppo che punta il dito contro di noi e dice: "voi non accettate l'omosessualità". Non lo accetto. Mi dispiace. Non accetto frasi del tipo: "voi tollerate la schiavitù, ma non tollerate la GPA". Io adoro quando ci sono questi acronimi che vanno a mascherare l'essenza di quello di cui stiamo parlando.
Io non voglio pensare che, siccome in alcuni Paesi è legale, allora questa debba diventare la normalità per tutti noi, perché, lo ridico, su altri temi, sull'adozione, ho tanti, tanti dubbi, non ho nessuna certezza, ma una cosa su cui sono sicuramente certo è sul fatto che pagare una donna per portare avanti una gestazione per prendere il figlio una volta nato è qualcosa di Medioevale. Nemmeno nel Medioevo pensavano delle cose del genere. Ma soprattutto pensare che ci siano dei cataloghi, come succede in giro per il mondo, dove si può scegliere la madre, dove si possono scegliere le caratteristiche e, attenzione, dove si può rinunciare al bambino in caso abbia qualche problema – e vi sfido a dirmi che queste cose che sto dicendo non siano vere – dire che questo va tollerato, secondo me è qualcosa che va contro il diritto sacrosanto della persona, ma non contro la legge, contro il diritto sacrosanto della persona.
Non può esistere che un bambino venga sottratto alla madre perché la madre lo ha venduto. Di questo stiamo parlando. Ancora di più, non possiamo pensare che questo avvenga in territori dove magari le madri sono costrette dallo stato di necessità, come sta succedendo in Ucraina o in altri Stati dove le persone fanno la fame e sono costrette a vendere i bambini per vivere.
Credo che questo non sia assolutamente tollerabile, non a livello di uno Stato, ma a livello di tutto il mondo non dovrebbe essere tollerata una roba del genere, soprattutto dietro pagamento. Se questo vuol dire essere contro a questa pratica, vuol dire, come ho sentito prima, che non accettiamo l'omosessualità e tutti questi giudizi che continuate a darci, sinceramente state veramente sbagliando il tiro.
È vero, bisogna avere rispetto di un tema così delicato, ma quando si tratta di bambini bisogna avere rispetto prima di tutto sul serio dei bambini, non solo quando fa comodo o quando servono per scavalcare le norme del nostro Paese.
Sono stati citati temi come la stepchild adoption. Attenzione, non stiamo parlando di adozione tout-court dei bambini da parte di coppie omosessuali. "Stepchild" vuol dire figlio del coniuge, non adozioni di coppie omosessuali. Lì si parla di tutt'altra cosa, del riconoscimento, quando c'è un legame, ma del coniuge. Stiamo parlando di altre cose. Siccome l'ha citata prima, parlando di adozioni tra coppie omosessuali, lì stiamo parlando di un'altra fattispecie per piacere.
Permettetemi di dire un'altra cosa, dopo vado a chiudere. Siccome le vostre mozioni le ho lette, ho notato certe forzature, tipo quella, nella mozione della collega Ostanel, di invertire la "e", anche dal punto di vista di come sono scritte, quando si parla di bambini, invece di mettere "bambini" con la "e" rovesciata alla fine. Per piacere, non prendiamoci in giro. Ripeto, per piacere, non prendiamoci in giro. A cosa serve mettere la "e" rovesciata?
Credo che quando parliamo di rispetto, il rispetto passi anche attraverso queste piccole cose.

PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La proponente della mozione n. 422 replica alla fine del dibattito generale.
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Approfitto della replica per precisare due cose. Io non ho detto che sopportate altre cose e condannate la GPA. Ho detto che è stata approvata una legge dal Parlamento italiano, la legge Varchi, che ha... Se l'ho spiegato male, lo spiego meglio, che rimanga agli atti.
Il Parlamento italiano, grazie al voto della maggioranza che sostiene il Governo Meloni, ha approvato una legge, che si chiama legge Varchi, che ha definito la "gravidanza per altri" reato universale e ha bocciato gli emendamenti proposti che chiedevano di riconoscere come reato universale il reato di tortura, il reato di riduzione in schiavitù, il reato di lavoro minorile.
Questi sono i fatti.

PRESIDENTE

Collega Villanova, per favore, lasci parlare la collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Quindi, questo Governo e questo Parlamento di destra ritiene che la gravidanza per altri sia un reato universale, mentre altri reati, a mio giudizio ben più gravi, non siano reati universali. Primo dato di fatto.
Secondo dato di fatto. La gravidanza per altri in Italia è un reato tuttora e viene punito. Poi, dai racconti che vengono fatti su come avviene la gravidanza per altri nei Paesi dove è legittima e normata, non è esattamente da catalogo, ma, se vuole, chiediamo a Elon Musk, l'amico della presidente Meloni, come ha fatto lui, che ha ricorso alla gravidanza per altri con la moglie per capire come avviene questa cosa. Io non lo so. Elon Musk lo potrebbe sapere. Siccome Elon Musk è bianco ed eterosessuale, ci va bene.
La mozione chiede una cosa molto semplice: volete o non volete – è scritto nella mozione, nell'impegno – riconoscere per legge la genitorialità anche per i nuclei omoparentali? Secondo voi, coppie omosessuali, che siano due maschi o due femmine, so che sulle due femmine, collega Pan, siamo più tolleranti, perché l'omofobia... Secondo voi, una coppia omosessuale ha o meno il diritto di vedersi riconosciuta la genitorialità? Questa è la domanda che vi stiamo rivolgendo con questa mozione: impegnare il Parlamento affinché si riconosca questo diritto, che, anche se non ci piace, è una richiesta che il Paese reale, che fortunatamente non è composto dalle persone che disegnate voi, chiede al Parlamento, perché è giusto che non siano i Sindaci ad assumersi questa responsabilità. È giusto che lo faccia il Parlamento italiano. Dalle risposte che io ho sentito oggi in quest'Aula, la maggioranza della Regione del Veneto, che coincide con la maggioranza del Governo italiano, non vuole riconoscere alle coppie omosessuali il diritto alla genitorialità. Lo dobbiamo dire chiaro e votando contro questa mozione lo state dicendo chiaramente.
Informiamo il presidente Zaia che il suo Consiglio regionale non la pensa esattamente... Dovete spiegarlo voi al vostro Presidente. So che l'unica cosa che vi dà fastidio è dare noia al Presidente, ma...

PRESIDENTE

Lasciamo terminare la proponente, per favore.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Sia chiaro che, al netto delle polemiche, dei racconti sulla GPA, dei giudizi etici che ho sentito in quest'Aula, la mozione chiede di riconoscere per legge, e non lasciare soli i Sindaci in questa battaglia, il diritto ai genitori omosessuali di essere tali, rispetto a bambini che esistono. Non è che se voi rendete la GPA reato universale, questi bambini spariscono. Non è che se voi pensate di non riconoscere questo diritto, le trentatré mamme padovane spariscono. Quei bambini rimangono. A voi che siete il legislatore, a noi che siamo il legislatore, il compito di dire se quei bambini hanno pari diritti ai bambini nati in coppie eterosessuali.
Questo è quello che noi possiamo fare. Vi piaccia o non vi piaccia, non siete voi a decidere l'orientamento sessuale delle persone. Non siete voi a decidere il bisogno di genitorialità delle persone. Non siete voi a determinare i percorsi di vita delle persone.
Io parlo per la mia provincia. Ci sono trentatré famiglie che hanno necessità di una legge. Gliela volete concedere o no? Ce lo direte votando la mozione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La proponente della risoluzione n. 294, al termine della discussione generale, fa l'intervento.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo per riprendere alcune parole del capogruppo Villanova, il quale ha esordito nel suo intervento dicendo che interveniva a nome personale, immagino perché non condivida alcune delle frasi becere che sono state espresse da alcuni membri della maggioranza. Quindi, siccome questa mozione è fatta per cercare di metterci "nei panni di", peraltro anche la "schwa", che io solitamente non uso nelle mozioni, qui l'ho usata perché cerco di mettermi "nei panni di", faccio una proposta, un autoemendamento: tolgo tutte le "schwa" e metto "bambini e bambine". Chiedo, dunque, al capogruppo Villanova di esprimersi sul dispositivo, che è molto chiaro. Glielo rileggo: "Ad intervenire quanto prima affinché la vita e l'affettività delle persone, in particolare i minori – si chiede al Parlamento, non si chiede alla Regione, è una risoluzione, tutti hanno citato la mozione, questa è una risoluzione –, non siano travolte dall'attuale vuoto normativo e ricevano, piuttosto, adeguata regolamentazione attraverso interventi normativi che tengano in debito conto il riconoscimento di pieni diritti a tutte quelle famiglie in cui ci sono affetto e responsabilità come elementi prevalenti".
Gliela rileggo perché io immagino, citando un sindaco che è vostro, il sindaco Conte... Sì, loro... Mi sembra che questa risposta denoti... Sinceramente io credo...

PRESIDENTE

Lasciamo parlare la collega Ostanel. Grazie.
Se volete, ci fermiamo una mezz'oretta.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Mi spiace citarlo come caso. Potrebbe essere Giordani. Però, davvero, glielo dico col cuore. Io provo a mettermi nei panni di quel Sindaco, che evidentemente fa parte di una maggioranza che non ha le stesse idee su questa questione e si trova ad avere di fronte alla porta delle famiglie che vivono in quella città che hanno bisogno di un riconoscimento. Io davvero mi chiedo cosa avrebbe fatto lei, capogruppo Villanova. Sinceramente credo che lei si sarebbe comportato come lui, anche ascoltando il suo intervento. Penso, invece, che il suo collega Pan non si sarebbe comportato come il sindaco Conte, da quello che ho sentito dire.
Lei, collega Villanova, è il Capogruppo di un Gruppo diverso, per cui le chiedo: in questo momento riusciamo a dire che questa risoluzione vuole semplicemente esortare Governo e Parlamento italiano a prendere in mano una questione su cui i Sindaci si sono trovati in difficoltà, indipendentemente dal loro colore politico? Del resto, non penso che nemmeno a Giordani piaccia l'idea che da novembre inizierà un processo. E credo sia importante andare a vedere cosa accadrà in quelle aule, dove trentatré famiglie si trovano a doversi giustificare per una cosa che fino a prima era normata diversamente. Allora, io mi chiedo: al di là di come la pensiamo su alcuni temi, riusciamo a dire semplicemente che con una risoluzione noi proviamo a dire al nostro Parlamento di prendere in carico una questione su cui i Sindaci, indipendentemente dal loro colore politico, faticano a trovare una soluzione? Tolgo la Shoah, se è la cosa che le dà fastidio. Tolgo qualsiasi altra cosa lei ritenga di essere una questione di principio.
Questa risoluzione l'ho scritta perché sinceramente, vedendo quello che accade sui nostri territori e vedendo che ci sono Sindaci che, quando amministrano, fanno fatica a reagire, perché da un giorno all'altro si vedono trasformate le modalità con cui si governa, in base ad una sentenza della Procura che è arrivata da un giorno all'altro, penso che dire semplicemente che questo Consiglio regionale invita il Governo a prendere in carico una situazione problematica sia il minimo da fare.
Tolgo tutto quello che lei ritiene che in questa mozione non possa essere accettato perché lede le sensibilità di qualcuno. Il problema è che qui non stiamo parlando di sensibilità mie o sue, stiamo parlando di chi è fuori di qui e non viene riconosciuto. Io non so se riesco a spiegarmi: fino a ieri una bambina veniva presa a scuola dalla mamma, una delle due, il giorno dopo quella bambina viene portata a casa solo se c'è un'autorizzazione scritta. Questa... Con suo figlio? Certo, immagino.

PRESIDENTE

Lasciamo parlare la collega Ostanel. Grazie.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Mi sembra assolutamente sbagliato che fino a prima questa cosa succedesse in maniera diversa e che il giorno dopo succeda in un'altra maniera.
Se vogliamo iniziare a prendere in carico questa questione così, io ci sto. Diversamente, se vogliamo continuare a dire, come hanno fatto colleghi seduti qui vicino, frasi aberranti in quest'Aula, sinceramente facciamo a meno di portare questi temi, perché le discussioni non alzano mai il livello.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Siamo alle dichiarazioni di voto sulla mozione n. 422 e sulla risoluzione n. 94.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Graie, Presidente. Sarò molto rapida.
Facendo riferimento a quanto diceva la consigliera Camani, desidero solo far presente che la mozione l'ho letta molto bene e che, proprio perché l'ho letta, ho deciso di non partecipare al voto, perché chiediamo di colmare un vuoto normativo, ma non è detto che debba essere fatto pedissequamente in base a quello che ha scritto lei. Quello che si chiede è un intervento del Parlamento perché si prendano in considerazione tutte le implicazioni sociali, biologiche, legali ed etiche, e venga fatto con le migliori menti che noi abbiamo in questo Paese. Proprio perché la materia è particolarmente delicata, penso che non possa essere trattata e buttata in gazzarra, come è successo oggi in questo Consiglio regionale.
Inoltre, come avevo già anticipato, non partecipo alla votazione perché sapevo che la mozione sarebbe diventata oggetto di strumentalizzazioni. Non posso tollerare il fatto che viene detto che Forza Italia è contro l'omosessualità. Mi dispiace, perché non è così. È una sua semplificazione, strumentalizzazione assolutamente non vera. Pertanto, io non posso partecipare a questo tipo di votazione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ci sono altre richieste di intervento? Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Ci tenevo a intervenire anche per rispondere alla collega Ostanel.
Come dicevo prima, ho letto la sua risoluzione, però, siccome questo è un Ente e poiché penso che quello che esce da questo Ente, da questo Consiglio abbia un certo valore, mi deve spiegare una frase come quella presente nella sua risoluzione che dice "che tengano in debito conto riconoscimenti di pieni diritti a tutte quelle famiglie in cui sono affetto e responsabilità gli elementi prevalenti". Vorrei che mi spiegasse come si misurano, per piacere. Personalmente non credo ci siano dei modi per misurare affetto e responsabilità in maniera obiettiva. Non nelle famiglie omogenitoriali, in tutte le famiglie.
Inoltre, quando dicevo che intervenivo a livello personale, non lo dicevo per prendere le distanze, come ha interpretato lei, lo dicevo perché per me questo è un tema molto delicato; quindi, qualche mio collega potrebbe non pensarla come me.
Ad ogni modo, nel momento in cui questo Consiglio esce con una risoluzione o approva una risoluzione, credo che questa debba voler dire qualcosa. Non deve essere solo un'idea o qualcosa di ideologico. Sinceramente credo che questa sua risoluzione non porti niente in più e non risolva assolutamente il problema di questi minori. Piuttosto, andrei a intervenire affinché queste situazioni non si ripetano più e non ci siano altri minori che si debbano trovare in questa situazione, perché magari c'è qualche adulto che fa cose che non dovrebbe fare o compra bambini all'estero. Questo, sinceramente, andrebbe evitato. Quindi, andrei a intervenire affinché questo tipo di compravendita, anche se all'estero è possibile, non sia più praticabile e, anzi, effettivamente diventi un reato universale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Prego, collega Camani, per dichiarazione di voto.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Molto brevemente, perché credo sia evidente, avendola scritta, quale sarà l'espressione di voto mia e del Gruppo Partito Democratico.
Solo due cose, giusto perché ogni volta che si toccano questi temi la discussione in quest'Aula si estende anche rispetto alle volontà di chi ha presentato la mozione. Noi chiedevamo semplicemente di sostenere i Sindaci veneti, di destra e di sinistra, anche di Fratelli d'Italia, magari qualcuno ce n'è, che si trovano a dover affrontare un problema, che è oggettivo e che merita una risposta.
Io credo che le vie di fuga tra "non partecipo al voto, così non dico esattamente come la penso" e "le leggi ci sono già, e va bene così" siano vie di fuga che possono risolvere il problema del Consigliere regionale di turno, ma non risolvono il problema delle famiglie, che ci sono, che esistono e che hanno bisogno di sapere con una certa certezza – scusate il gioco di parole – cosa sarà di loro. D'altronde, ci troviamo in una condizione assurda per cui tutte queste famiglie, ai cui figli sono stati impugnati dalla magistratura i certificati di nascita, sono soggette alla valutazione discrezionale del magistrato. È già capitato che alcuni tribunali hanno riconosciuto la legittimità dell'iscrizione e altri tribunali non lo hanno fatto, proprio perché la decisione è rimessa alla discrezionalità di un magistrato, di un giudice. Ebbene, io penso che, al netto di come ciascuno di noi la può pensare, questo elemento, cioè, delegare la decisione alla discrezionalità di un giudice, non sia un principio di equità e di certezza del diritto.
Volete dire che non volete che le persone omosessuali siano anche genitori? Ditelo. Scrivetelo in una legge. Così queste persone sapranno e decideranno in autonomia cosa fare, avendo chiaro il diritto. Oggi questa cosa non è possibile, perché non esiste una legge che lo dice, ma esiste soltanto un giudice che dice "tu sì, tu no". A me questa sembra una grandissima operazione di falsità politica, una volontà di nascondersi, consigliere Venturini, per non dire da che parte si sta. Noi l'abbiamo detto chiaramente: per noi le famiglie genitoriali hanno diritto a vedersi riconosciuta questa possibilità.
Aggiungo un'ultima considerazione, giusto nei trenta secondi che mi rimangono. Molto spesso la gravidanza per conto di altri non è neppure fatta in cambio di denaro. Insomma, sono fenomeni sociali che si possono discutere, ma che non si possono contrastare. Io credo che la volontà di prevenire o sanzionare condotte che qualcuno ritiene legittimamente sbagliate punendo i bambini sia un atteggiamento sbagliato, che non risolve il problema e non consente a questo Paese di avanzare sul piano dei diritti civili.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Prego, collega Ostanel, per dichiarazione di voto.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Solo per rispondere nuovamente al capogruppo Villanova.
Esiste esattamente quello che veniva prima citato dalla collega Scatto, che adesso cerco di riprendere – l'ho scritto per questo motivo –, ed è la sentenza n. 129/2012 del Codice civile, che inserisce il concetto di responsabilità, quando si parla di responsabilità genitoriale. Ebbene, nello spirito di mettersi "nei panni di" auto-emendo ulteriormente la mia risoluzione togliendo la parola "affetto" che, secondo lei, non è misurabile, e lasciando solo il concetto di responsabilità.
Lo sto facendo perché, nel momento in cui in maniera pretestuosa vengono prese delle singole parole di una risoluzione perché si deve cercare di riuscire a giustificare che quello che è scritto è troppo oltre... No, non credo che sia un fatto personale. Collega, non lo sto dicendo a lei. Sto semplicemente dicendo che credo sia assolutamente utile poter togliere alcune parole per vedere se dall'altra parte, a partire da queste modifiche, si riesce ad arrivare ad una votazione condivisa.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Presidente, mi scusi, vorrei intervenire per fatto personale.

PRESIDENTE

Prego, collega Villanova. Vediamo se è per fatto personale.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Visto che viene messa in dubbio la mia valutazione, vorrei spiegare perché l'interpretazione della consigliera Ostanel non era corretta.
Lei qui parla di "elementi prevalenti", quindi vuol dire che devono essere misurati rispetto agli altri elementi presenti all'interno della famiglia. Ebbene, quello che le chiedevo era capire come si può misurare l'elemento prevalente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Villanova. Mi scusi, ma questo non è un intervento per fatto personale.
Metto in votazione la mozione n. 422.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione la risoluzione n. 94.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Interrompiamo qui la seduta.
Ricordo a tutti i colleghi che il Consiglio è convocato, in seduta straordinaria, lunedì 16 ottobre, alle ore 15.00, presso il Comune di Longarone. Alle ore 14.00 consiglio la visita al cimitero e al Museo di Fortogna.
Ci vediamo lunedì 16. Grazie.
La seduta è tolta.
La Seduta termina alle ore 18.33
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 111 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 111
MARTEDì 10 OTTOBRE 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 111ª seduta pubblica – martedì 10 ottobre 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri che partecipano da remoto come da deliberazioni dell'Ufficio di presidenza n. 48 del 1° agosto 2023 e n. 49 del 29 agosto 2023.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 13796 del 5 ottobre 2023.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 14.09.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 110ª seduta pubblica di martedì 26 settembre 2023.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia; inoltre, le consigliere Alessandra Sponda ed Elisa Cavinato seguono la seduta da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 345 del 01.02.2023
presentata dai consiglieri Bigon e Zanoni
"PFAS: sono stati eseguiti gli studi di coorte più analitici suggeriti dal dottor [...]?"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che, in supplenza all'assessora Lanzarin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 386 del 12.04.2023
presentata dai consiglieri Zanoni e Camani
"Trevignano (TV): ennesimo caso di abbandono di rifiuti lungo il tracciato della Superstrada Pedemontana veneta! Quali nuove e più incisive misure ha messo in atto la Giunta regionale per far cessare questi gravi illeciti?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 388 del 14.04.2023
presentata dal consigliere Zanoni
"Nell'area dell'ex discarica di via Orsenigo a Treviso è in corso l'abbattimento di centinaia di alberi, con conseguente distruzione di nidi e uova e uccisione di pulli e pulcini. La Regione blocchi questo scempio!"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che, in supplenza all'assessore Bottacin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 400 del 18.05.2023
presentata dalla consigliera Guarda
"Siti orfani: quali sistemi di tutela per evitare l'inquinamento di corsi d'acqua e falde acquifere?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che, in supplenza all'assessore Bottacin, risponde per conto della Giunta regionale.

n. 422 del 31.07.2023
presentata dai consiglieri Camani, Zanoni e Zottis
"Parco Colli Euganei ancora senza Presidente. Cosa intende fare la Giunta?"

Su richiesta della consigliera Camani Il PRESIDENTE comunica che la risposta della Giunta all'Interrogazione n. 422 le sarà inviata a domicilio.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


n. 278 del 27.12.2022
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda, Lorenzoni e Baldin
"La Provincia di Padova annuncia un PATI per il Parco regionale Colli Euganei, che darà spazio a strutture turistico-ricettive rispondenti alle richieste di mercato. La Giunta regionale come intende vigilare a tutela dell'ambiente naturale di quest'area, così preziosa e unica?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra la IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 375 del 03.07.2023
presentata dalla consigliera Guarda
"Soppressione della fermata di Lonigo per alcuni treni regionali: quali le ragioni di fondo?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra la IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

Il PRESIDENTE ricorda le vittime della tragedia avvenuta il 3 ottobre sul viadotto di Mestre ed invita l'Assemblea ad un minuto di silenzio.

L'Aula osserva un minuto di silenzio.

Punto 6) all'ordine del giorno

Programma triennale 2023-2025 degli interventi per la realizzazione delle attività previste dalla legge regionale 4 novembre 2022, n. 25 "La Grande Guerra infinita: collaborazione istituzionale col MEVE, attivazione della rete delle OGD e del club di prodotto dei luoghi del primo e del secondo conflitto mondiale". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 68) APPROVATA (Deliberazione n. 101/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Favero (Liga Veneta per Salvini Premier) che svolge la relazione illustrativa per conto della Sesta Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Favero assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto).

Chiusa la discussione generale, il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Montanariello, Ostanel, Pavanetto, Piccinini, Possamai, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 7) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Modifiche alla legge regionale 18 febbraio 2016, n. 4 "Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale" in relazione agli impianti di piano individuati dal piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali, nonchè allo smaltimento o riciclaggio di carcasse o residui animali, e relative disposizioni transitorie". (Progetto di legge n. 218) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 27/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Zecchinato (Zaia Presidente) che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda Commissione consiliare.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

La seduta è sospesa alle ore 15.43.

La seduta riprende alle ore 15.44.

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Lorenzoni assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto).

Chiusa la discussione generale, intervengono i consiglieri Zecchinato (Zaia Presidente) e Lorenzoni (Gruppo Misto) in sede di replica.

Si passa all'esame dell'articolato.

I cinque articoli che compongono il progetto di legge , posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto intervengono i consiglieri Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Guarda (Europa Verde), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Zecchinato (Zaia Presidente) e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Ostanel, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

La seduta è sospesa alle ore 16.44.

La seduta riprende alle ore 17.03.

Punti 8) e 9) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Camani e Zanoni relativa a "Trascrizioni nei registri comunali dell'anagrafe dei figli di coppie omosessuali: la Regione sostenga i sindaci veneti nell'affermare i diritti dei bambini". (Mozione n. 422) RESPINTA  [RESOCONTO]


e

Risoluzione presentata dai consiglieri Ostanel, Lorenzoni, Baldin e Guarda relativa a "Sostegno alle famiglie omogenitoriali, la politica intervenga". (Risoluzione n. 94) RESPINTA  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra la mozione n. 422.

Il PRESIDENTE, a fronte dell'argomento analogo, e con il consenso dei Capigruppo, dispone la trattazione congiunta con l'illustrazione da parte della consigliera Ostanel della risoluzione n. 94 e successiva discussione generale unica per i due provvedimenti, con due votazioni separate.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra la risoluzione n. 94.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Scatto (Zaia Presidente), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Baldin (Movimento 5 Stelle) che chiede la sottoscrizione della mozione n. 422, Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Bigon (Partito Democratico Veneto), Valdegamberi (Gruppo Misto), Luisetto (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde).

La seduta è sospesa alle ore 18.02.

La seduta riprende alle ore 18.03.

In discussione generale intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), che riprende il suo intervento, Zottis (Partito Democratico Veneto) e Villanova (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

In sede di replica intervengono le consigliere Camani (Partito Democratico Veneto) sulla mozione n. 422 e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) sulla risoluzione n. 94.

In dichiarazione di voto congiunta intervengono i consiglieri Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Villanova (Zaia Presidente), Camani (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il consigliere Villanova (Zaia Presidente) chiede di intervenire per fatto personale; il PRESIDENTE non acconsente all'intervento data la mancanza di requisiti.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione n. 422.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Bozza, Venturini

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione n. 94.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Bozza, Venturini

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato, in seduta straordinaria, lunedì 16 ottobre, alle ore 15.00, presso il Comune di Longarone. Alle ore 14.00 ci sarà la visita al cimitero e al Museo di Fortogna.

La seduta termina alle ore 18.33.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
LUISETTO Chiara
BALDIN Erika
MAINO Silvia
BARBISAN Fabiano
MICHIELETTO Gabriele
BET Roberto
MONTANARIELLO Jonatan
BIGON Anna Maria
OSTANEL Elena
BISAGLIA Simona
PAN Giuseppe
BORON Fabrizio
PAVANETTO Lucas
BOZZA Alberto
PICCININI Tomas
BRESCACIN Sonia
POLATO Daniele
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHETTO Milena
RAZZOLINI Tommaso
CENTENARO Giulio
RIGO Filippo
CESTARI Laura
RIZZOTTO Silvia
CESTARO Silvia
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca




IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI







N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Gabriella Gamba
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian