ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 27/11/2020 n. 4

Resoconto n. 4 - 11^ legislatura
Resoconto 4a Seduta pubblica
Venerdì, 27 novembre 2020
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.09

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 4a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15691 del 24 novembre 2020 come integrato con nota prot. n. 15780 del 25 novembre 2020 . Signori, buongiorno. Alcune note tecniche della giornata di oggi: intanto per votare utilizzeremo sempre il sistema Concilium, che avete già usato la scorsa settimana, quindi dovete accedere all'App, premere il pulsante in basso a sinistra, il "più", e poi "invia presenza", così segnalate la vostra presenza, appunto, al Consiglio di oggi.
Inizieremo, dopo le interrogazioni, con un paio di votazioni con scheda, quindi i colleghi che sono in quarantena non potranno partecipare: mi dispiace, però appunto sono due votazioni che dobbiamo comunque fare per ottemperare al Regolamento e che vanno fatte oggi, però appunto chi non è presente in Aula non potrà partecipare al voto.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 3a seduta pubblica di venerdì 13 novembre 2020.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
I congedi sono concessi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Partiamo con l'interrogazione n. 1 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 1 del 16 ottobre 2020 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "APP IMMUNI RESA INUTILE IN TERRITORIO VENETO: IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE CHIARISCA"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che si apprende da notizia diffusa a mezzo stampa1 e altresì da nota diramata dalla CGIL del mancato funzionamento in territorio veneto di Immuni App; infatti, nella ricostruzione giornalistica si legge che la procedura di inserimento dei codici casuali per segnalare il riscontro della positività a Immuni App non sarebbe mai stata perfezionata dalle competenti strutture della sanità veneta.
Rilevato che tale sistema di segnalazione si basa appunto su un sistema di contact tracing il cui snodo fondamentale è costituito appunto dall'inserimento nel database dei codici casuali condivisi di chi è risultato positivo al virus.
Considerato che si tratta di una notizia sconcertante che pone in concreto dubbio l'esistenza di un effettivo e reale coordinamento tra Regione e Stato nella prevenzione al diffondersi al Sars-CoV-2; rischia altresì di alimentare le fila dei cosiddetti negazionisti i quali si pasceranno nel sentimento di sfiducia verso le istituzioni pubbliche che tale mancanza contribuirà di certo a generare; adombra il dubbio che il livello regionale di governo non abbia mai creduto effettivamente all'efficacia della predetta app, tanto più che lo stesso Presidente della Giunta regionale ebbe a dichiarare che "APP IMMUNI? PER COM'È FATTA CI CREA SOLO PROBLEMI "IMPOSSIBILE GESTIRE FLUSSI, COSA ACCADE A CHI RICEVE MESSAGGIO?""2.
Tutto ciò premesso,
la sottoscritta Consigliera
interroga il Presidente della Giunta regionale
per conoscere, al fine di chiarire le responsabilità del caso, quali impedimenti hanno condotto al mancato e completo funzionamento di Immuni App nel territorio regionale".

PRESIDENTE

Intende illustrarla, collega Guarda? Benissimo.
Assessora Lanzarin per la risposta, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con riguardo alla richiesta su quali impedimenti hanno condotto al mancato e completo funzionamento della APP Immuni nel territorio regionale va precisato che essa non fornisce informazioni relative al soggetto positivo con cui si è venuti a contatto, al luogo del contatto o alle caratteristiche del contatto (contatto protetto, utilizzo di mascherine, presenza di una barriera protettiva tra i due soggetti, luogo all'aperto o al chiuso, etc.). Inoltre, in considerazione delle attuali norme di prevenzione vigenti e diffuse in tutto il contesto comunitario ed in particolare con riferimento all'obbligo di utilizzo della mascherina in tutti i luoghi all'aperto e al chiuso, l'eventuale contatto registrato dall'App Immuni non si configura in senso assoluto come contatto stretto.
Pertanto, non essendo possibile per l'operatore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica valutare il livello di rischio di tale contatto, già nel mese di giugno, con nota della Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria nel ruolo di Coordinamento Interregionale Area Prevenzione e Sanità Pubblica era stato proposto al Ministero della Salute un possibile protocollo applicativo per uniformare le procedure di tutte le Regioni.
Per tali ragioni, al fine di evitare di sottoporre a quarantena preventiva un soggetto individuato dall'App Immuni, senza possibile valutazione del profilo di rischio è stato avviato un confronto con le altre Regioni e con il Ministero della Salute per definire un protocollo operativo condiviso relativo alla gestione di un soggetto identificato come possibile contatto dall'App Immuni. Allo stato attuale molte Regioni tra cui il Veneto, pronte per l'attivazione che comunque avverrà nel più breve tempo possibile, stanno attendendo la definizione del citato protocollo.
Si precisa comunque che, pur potendo costituire uno strumento aggiuntivo per i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica nell'identificazione di eventuali contatti, l'App Immuni non può in alcun modo sostituire le attività di rintraccio dei contatti e di valutazione del rischio puntualmente garantite fin dall'inizio dell'epidemia.
Le attività puntuali e tempestive di contact-tracing avviate in seguito all'identificazione di ogni soggetto risultato positivo a SARS-CoV-2 costituiscono un elemento cardine della strategia di sanità pubblica messa in atto dalla Regione del Veneto per contrastare la diffusione virale fin dalle prime fasi dell'epidemia.
Tali attività, garantite dagli operatori sanitari del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica consentono di individuare ed intercettare tutti i possibili contatti, valutando per ognuno di essi il livello di rischio e definendo le più opportune strategie di contenimento da attuare (test di screening, quarantena, sorveglianza sanitaria, etc.).
Ad ogni buon conto con nota del 15 ottobre 2020, prot. n. 438789, la Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria ha dato indicazione ai servizi competenti delle Aziende Ulss di comunicare ai Sistemi Informatici di Azienda Zero i riferimenti relativi alle segnalazioni dell'App Immuni, in attesa che possa essere messa compiutamente in funzione.".

Ass.ra Manuela LANZARIN

Con riguardo alla richiesta su quali impedimenti hanno condotto al mancato completo funzionamento dell'App Immuni nel territorio regionale, va precisato che essa non fornisce informazioni relative al soggetto positivo con cui si è venuto a contatto, al luogo del contatto, alle caratteristiche del contatto (contatto protetto, utilizzo di mascherine, presenza di una barriera protettiva tra i due soggetti in luogo all'aperto o chiuso).
Inoltre, in considerazione delle attuali norme di prevenzione vigenti e diffuse in tutto il contesto comunitario ed in particolare con riferimento all'obbligo di utilizzo della mascherina in tutti i luoghi all'aperto e al chiuso, l'eventuale contatto registrato dall'App Immuni non si configura in senso assoluto come contatto stretto. Pertanto, non essendo possibile per l'operatore del servizio di igiene e sanità pubblica valutare il livello di rischio di tale contatto, già nel mese di giugno, con nota della Direzione Prevenzione e Sicurezza Alimentare veterinaria, nel ruolo del Coordinamento interregionale Area Prevenzione, era stato proposto al Ministero della Salute un possibile protocollo applicativo per uniformare le procedure di tutte le Regioni.
Per tali ragioni, al fine di evitare di sottoporre a quarantena preventiva un soggetto individuato dall'App Immuni, senza possibile valutazione del profilo di rischio, è stato avviato un confronto con le altre Regioni e con il Ministero, per definire un protocollo operativo condiviso relativo alla gestione di un soggetto identificato come possibile contatto dell'App Immuni. Allo stato attuale molte Regioni, tra cui il Veneto, pronte per l'attivazione, che comunque avverrà nel più breve tempo possibile, stanno attendendo la definizione del citato protocollo.
Si precisa, comunque, che, pur potendo costituire uno strumento aggiuntivo per i servizi di igiene e sanità pubblica e l'identificazione di eventuali contatti, l'App Immuni non può in alcun modo sostituire le attività di rintraccio dei contatti e di valutazione del rischio puntualmente garantite all'inizio dell'epidemia. Le attività puntuali e tempestive di contact tracing, avviate in seguito all'identificazione di ogni soggetto risultato positivo al SARS-COV-2, costituiscono elemento cardine nella strategia di sanità pubblica messa in atto alla Regione Veneto per contrastare la diffusione virale fin dalle prime fasi dell'epidemia. Tali attività, garantite dagli operatori sanitari del servizio di igiene e sanità pubblica, consentano di individuare e intercettare tutti i possibili contatti, valutando per ognuno di essi il livello di rischio e definendo le opportune strategie di contenimento da attuare.
Ad ogni buon conto, con nota del 15 ottobre 2020, la Direzione Prevenzione ha dato indicazione ai servizi competenti delle aziende USL di comunicare ai sistemi informatici di Azienda Zero i riferimenti relativi alla segnalazione dell'App Immuni, in attesa che possa essere messa compiutamente in funzione.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Guarda, se prende la parola con l'App, grazie infinite.
Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta, anche se purtroppo non ritengo di potermi ritenere soddisfatta rispetto a questo per un semplice motivo: proprio qualche settimana fa la domanda fu posta in Commissione rispetto all'implementazione dell'app Immuni e all'epoca la risposta fu che era stata implementata al 100%.
Evidentemente, da successive verifiche, anche insieme con la cittadinanza, abbiamo rilevato come questa applicazione non avesse dato segnali di vita ai cittadini veneti e, di conseguenza, deve anche essere chiaro e dovrà essere chiaro, nel momento in cui questa entrerà in funzione, che si dovrà dare comunicazione chiara al cittadino, in maniera tale da ricucire quella fiducia che si è venuta a sfaldare nel momento in cui si è venuti a conoscenza della mancata attivazione del servizio nei mesi passati.
Questo perché la difficoltà che il sistema di tracciamento sta testimoniando anche nel nostro territorio è un problema con cui si scontrano moltissimi cittadini in questo periodo, continuano a scontrarsi e continuano ad avere la preoccupazione di dover fare autonomamente questo passaggio nei confronti delle persone che sono state in contatto con loro ed è il motivo per cui questa applicazione doveva essere attivata nell'immediato ed è il motivo che avrebbe aiutato anche coloro che lavorano all'interno del sistema, appunto, di tracciamento in una gestione che, invece, in questo momento si è venuta proprio ad accavallare e ha messo in difficoltà, anche da un punto di vista operativo e professionale, coloro che sono in prima linea. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.

Interrogazione a risposta immediata n. 2 del 20 ottobre 2020 presentata dai consiglieri Zanoni, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zottis, Ostanel e Lorenzoni relativa a "APP IMMUNI: PERCHE' LE ULSS DEL VENETO NON HANNO ANCORA CARICATO SULLA PIATTAFORMA INFORMATICA I DATI DEI POSITIVI AL COVID-19?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- l'articolo del "Corriere del Veneto" dal titolo "Caso Immuni, mai caricati dalle Ulss i dati dei positivi" pubblicato il 14 ottobre scorso, riporta la notizia di un cittadino positivo al Covid-19 che in merito alle procedure da seguire per comunicare il codice Immuni ha ricevuto dall'Ufficio Igiene di Padova la seguente risposta: "Mi dispiace: non siamo in grado di inserire il suo codice nel database. L'app Immuni non è attiva al momento in Veneto". Non si tratterebbe di un caso isolato. Lo stesso autore dell'articolo riferisce di aver chiesto delucidazioni al medesimo ufficio ricevendo analoga risposta;
- secondo i dati del Ministero della Salute, tra il primo giugno e il 30 settembre oltre 534mila cittadini residenti in Veneto hanno scaricato l'applicazione Immuni (il 12,55% della popolazione sopra i 14 anni) e fino al 30 settembre i casi di positività registrati nell'applicazione in tutto il territorio nazionale erano 323, di cui 1 solo nel Veneto.
Considerato che:
- l'applicazione Immuni è un valido mezzo per sostenere la lotta contro l'epidemia da Covid-19 che facilita il tracciamento dei positivi e di conseguenza può contenere il numero di contagi. A livello nazionale si stanno investendo ingenti risorse in campagne di comunicazione per invitare i cittadini a utilizzare questo importante strumento di prevenzione;
- nelle ultime settimane il numero dei cittadini che hanno scaricato la suddetta applicazione è notevolmente aumentato.
Rilevato che:
sulla mancata attivazione dell'app Immuni da parte delle Ulss del Veneto il Presidente della Regione Luca Zaia ha affermato che: "Tutto quello che è previsto come incombenza da parte dell'ente pubblico per la gestione di Immuni noi, nel rispetto delle competenze, lo facciamo. Diamo corso a quello che è previsto per coloro che si scaricano Immuni, non è che restano isolati in Veneto, ci mancherebbe". Per parte sua, la dottoressa Francesca Russo, capo della Direzione Prevenzione della Regione Veneto, ha assicurato "spedirò una lettera alle Ulss comunicando ciò che gli Uffici Sisp (Uffici di Igiene) devono fare. Dalla prossima settimana la piattaforma sarà operativa.".
Tutto ciò premesso i sottoscritti consiglieri
chiedono al Presidente della Giunta regionale
per quali ragioni dopo oltre quattro mesi dalla messa a disposizione sul territorio nazionale dell'applicazione Immuni, in Veneto la relativa piattaforma non è ancora stata attivata.".

PRESIDENTE

Io mi scuso con il collega Zanoni, ma era la medesima interrogazione, quindi l'Assessore avrebbe già risposto, ma se lei vuole replicare, chieda la parola sempre con l'app. Grazie infinite. In basso a destra "Richiesta parola", eccetera, eccetera. Deve ancora segnare la presenza?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

No, ero già dentro la seduta.

PRESIDENTE

Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sto schiacciando "Richiesta di parola", ma non me la...

PRESIDENTE

Allora devi riuscire e rientrare. Adesso ci sei.
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì, grazie, Presidente.
Questa interrogazione è stata sottoscritta anche dai colleghi Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zottis, Ostanel e Lorenzoni e aveva un oggetto leggermente diverso da quello della collega, nel senso che qui più che riferirci all'App anche della Regione Veneto ci si concentrava sull'App, appunto, che è risultata non essere attivata in Veneto per quanto riguarda il caricamento dei dati. E siccome erano ormai quattro mesi all'epoca dell'interrogazione che risale a un mese e dieci giorni fa, avevamo chiesto come mai dopo quattro mesi io vedo quest'App non funzionasse io so che anche molti di noi l'avevano scaricata e quindi era utile che questa funzionasse per garantire appunto la segnalazione di eventuali contatti indesiderati e, di conseguenza, a prendere i dovuti provvedimenti.
Anche secondo me la risposta non è soddisfacente, perché a mio avviso si doveva attuare tutta la procedura utile a far sì che quell'App funzionasse e visto che proprio in quei giorni in cui noi abbiamo saputo che non funzionava, il Governo aveva attuato una importante campagna di comunicazione investendo anche dei fondi pubblici per invitare i nostri cittadini a inserire i dati in quest'App che poi alla fine abbiamo scoperto non era nutrita dei dati e quindi non poteva in alcun modo funzionare.

PRESIDENTE

Grazie, collega.

Interrogazione a risposta immediata n. 15 del 9 novembre 2020 presentata dal consigliere Finco relativa a "L'AZIENDA ABB CHIUDE LO STABILIMENTO DI MAROSTICA, GRAVI CONSEGUENZE PER IL TERRITORIO"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- ABB è una multinazionale svizzero-svedese con sede a Zurigo e operante nella robotica, nell'energia e nell'automazione in oltre 100 paesi;
- a fine ottobre, a mezzo stampa, è iniziata a circolare la notizia che l'azienda sarebbe prossima alla chiusura della struttura di Marostica, cosa confermata anche al Sindaco della città la settimana successiva.
Considerato che:
- la soprarichiamata azienda non versa in condizioni di crisi di mercato avendo fatturato oltre 25 miliardi di dollari nel 2019;
- l'attuale difficile congiuntura socioeconomica ci impone di trattare con la massima attenzione ogni caso di chiusura delle sedi aziendali del nostro territorio;
- la chiusura dello stabilimento comporta il licenziamento di almeno 60 lavoratori entro la fine del 2021;
- il licenziamento di un così elevato numero di dipendenti metterebbe in seria crisi un ugual numero di famiglie, aggravando la situazione socioeconomica del territorio bassanese, già provata a causa della crisi dovuta all'emergenza Covid-19.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga la Giunta regionale
per sapere quali siano le misure che la Giunta regionale intende intraprendere per scongiurare la chiusura dello stabilimento ABB di Marostica, affinché vengano mantenuti i posti di lavoro e quindi garantire il benessere delle famiglie dei lavoratori interessati.".

PRESIDENTE

Il collega Finco la dà per letta.
Risponde l'assessora Donazzan, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"ABB, multinazionale elettrotecnica svizzero-svedese con sede a Zurigo e operante nella robotica, nell'energia e nell'automazione in oltre cento paesi del mondo, ha una sede a Marostica (VI) ove sono presenti circa 60 dipendenti, sito all'avanguardia nella produzione di reti elettriche, prodotti per l'elettrificazione, automazione industriale, robotica e controllo di movimento, al servizio dei clienti nelle utility, nell'industria, nei trasporti e nelle infrastrutture a livello globale.
A fronte di una ristrutturazione complessiva, nei giorni scorsi la multinazionale ha comunicato che il sito vicentino non è più considerato strategico, in quanto non competitivo, e che quindi procederà alla sua chiusura entro i primi mesi del 2022.
A seguito di tale formalizzazione, l'Assessore all'Istruzione, alla Formazione, al Lavoro e alle Pari opportunità, insieme all'Unità di Crisi di Veneto Lavoro, il giorno 9 novembre scorso ha incontrato l'Azienda, Confindustria Vicenza e le Organizzazioni Sindacali. Al termine di tale incontro, dopo un'approfondita analisi dell'attuale situazione, l'Assessore ha chiesto all'Azienda di valutare percorsi alternativi alla chiusura del sito al fine di tutelare l'occupazione e le professionalità presenti. Le Parti si incontreranno nuovamente entro la fine di novembre per un aggiornamento della situazione. Nel frattempo l'Unità di Crisi monitorerà costantemente la vicenda, mantenendo contatti costanti con tutti i soggetti coinvolti.".

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Scusate ancora il ritardo, ma ero in videoconferenza con il Ministro del lavoro e toccava a me intervenire, procedo alla lettura.
ABB multinazionale elettrotecnica svizzero-svedese con sede a Zurigo e operante nella robotica di energia e nell'automazione in oltre che 100 Paesi del mondo ha una sede a Marostica, ove sono presenti circa 60 dipendenti sito all'avanguardia nella produzione di reti elettriche, prodotti per l'elettrificazione, automazione industriale, robotica e controllo di movimento al servizio dei clienti nelle utility, nell'industria, nei trasporti, nelle infrastrutture a livello globale.
A fronte di una ristrutturazione complessiva nei giorni scorsi la Multinazionale ha comunicato che il vicentino non è più considerato strategico, in quanto non competitivo e che quindi procederà alla sua chiusura entro i primi mesi del 2022.
A seguito di tale formalizzazione, l'Assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro e Pari Opportunità, insieme all'unità di crisi di Veneto Lavoro, il giorno 9 novembre scorso ha incontrato l'azienda, Confindustria Vicenza e le organizzazioni sindacali.
Al termine di tale incontro di analisi dell'attuale situazione, l'Assessore ha chiesto all'azienda di valutare percorsi alternativi alla chiusura del sito, al fine di tutelare l'occupazione e le professionalità presenti. Le parti si incontreranno nuovamente entro la fine di novembre con un aggiornamento della situazione e, nel frattempo, l'unità di crisi monitorerà costantemente la vicenda, mantenendo contatti costanti con tutti i soggetti coinvolti.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola a Nicola Finco per la replica.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salini Premier)

Grazie, Assessore. Mi ritengo soddisfatto della risposta.
Abbiamo di fronte l'ennesima azienda che decide di chiudere, non per problemi ovviamente di mercato del lavoro piuttosto che per motivi economici, ma perché sicuramente, alla base della scelta, penso ci sia un po' alla volta quello di portare al di fuori dell'Italia la produzione di questo importante settore.
Ovviamente 60 famiglie sono in bilico e lei, Assessore, conosce benissimo il territorio, conosce anche l'azienda e ho avuto modo anche di mettermi in contatto con l'unità di crisi di Veneto Lavoro e li ringrazio, quindi ringrazio lei, ma ringrazio anche l'unità di crisi per il lavoro che sta facendo e anche per il percorso che ha in mente di portare avanti nelle prossime settimane per garantire ovviamente il mantenimento, se possibile, dello stabilimento di Marostica, ma soprattutto per dare una garanzia ai tanti lavoratori che in questo momento sono seriamente preoccupati. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Abbiamo terminato con le interrogazioni e interpellanze.
PUNTO
5



ELEZIONE DELLA GIUNTA PER IL REGOLAMENTO. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 105/2020)

PRESIDENTE

Ci sono proposte? Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Come Gruppo Lega, Zaia Presidente e Veneta Autonomia, indichiamo i consiglieri Rizzotto, Sandonà e Brescacin.

PRESIDENTE

Grazie. Come dicevo prima ai colleghi che sono negli uffici a Palazzo Ferro-Fini, se iniziano a scendere per ritirare la scheda nell'anti Consiglio.
Possamai, prego .

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

A nome dei Gruppi Partito Democratico Arturo Lorenzoni, Europa Verde e Il Veneto che Vogliamo, proponiamo i nomi dei tre Consiglieri: Andrea Zanoni, Vanessa Camani e Cristina Guarda. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Distribuiamo le schede. Le schede non vanno date gli Assessori, gli Assessori non votano. Adesso arriveranno dei colleghi in anti-aula.
Colleghi, un attimo di attenzione, sempre per evitare di far passare attraverso troppe mani i nostri biglietti, quando venite chiamati andate a depositare la scheda nell'urna in mezzo all'aula. Okay?
Prego, consigliere segretario Alessandra Sponda.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

ANDREOLI – Ha votato
BALDIN
BARBISAN – Ha votato
BET – Ha votato
BIGON – Ha votato
BISAGLIA – Ha votato
BORON
BOZZA – Ha votato
BRESCACIN – Ha votato
CAMANI – Ha votato
CAVINATO – Non vota
CECCHETTO – Ha votato
CENTENARO
CESTARI – Ha votato
CESTARO – Ha votato
CIAMBETTI – Ha votato
CORSI – Ha votato
DOLFIN – Ha votato
FAVERO – Ha votato
FINCO – Ha votato
FORMAGGIO – Ha votato
GEROLIMETTO – Ha votato
GIACOMIN – Ha votato
GUARDA – Ha votato
LORENZONI – Ha votato
MAINO – Ha votato
MICHIELETTO
MONTANARIELLO – Ha votato
OSTANEL – Ha votato
PAN – Ha votato
PICCININI – Ha votato
POLATO – Ha votato
POSSAMAI Giacomo – Ha votato
POSSAMAI Gianpiero – Ha votato
PUPPATO – Ha votato
RAZZOLINI – Non vota
RIGO – Ha votato
RIZZOTTO – Ha votato
SANDONÀ – Ha votato
SCATTO – Ha votato
SORANZO – Ha votato
SPERANZON – Ha votato
SPONDA – Ha votato
VALDEGAMBERI – Ha votato
VENTURINI – Ha votato
VIANELLO – Ha votato
VILLANOVA – Ha votato
ZAIA
ZANONI – Ha votato
ZECCHINATO – Ha votato
ZOTTIS – Non vota
Procedo con la seconda chiamata.
BALDIN – Ha votato
BORON – Ha votato
MICHIELETTO – Ha votato
Bene, tutti i presenti hanno votato.

PRESIDENTE

Grazie Alessandra.
Adesso procediamo con lo scrutinio.
(N.d.r. – Risultato della votazione pag. 21)
PUNTO
6



DESIGNAZIONE DI DUE CONSIGLIERI REGIONALI COMPONENTI DEL CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI AI SENSI DELL'ARTICOLO 2, COMMA 7 DELLA LEGGE REGIONALE n. 31/2017 . APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 106/2020)

PRESIDENTE

Siamo in grado di votare intanto il punto n. 6? Bene, finché è in corso lo scrutinio dell'elezione componenti della Giunta per il Regolamento, procediamo al punto n. 6, che riguarda la designazione di due Consiglieri regionali nel Consiglio delle Autonomie locali.
Ci sono proposte?
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Indichiamo la collega Silvia Cestaro.

PRESIDENTE

Grazie.
Altre proposte?
Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Per il Gruppo del Partito Democratico, per la componente del Misto Arturo Lorenzoni, per Il Veneto che Vogliamo e per Europa Verde, proponiamo la consigliera Anna Maria Bigon. Grazie.

PRESIDENTE

Va bene, Silvia Cestaro e Anna Maria Bigon sono le proposte arrivate dall'Aula.
Adesso io vorrei tranquillità nell'appello. Colleghi, l'ordine alfabetico più o meno l'avete in mente, preparatevi, quando il collega avanti a voi è stato chiamato.
Segretaria Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 stelle)

ANDREOLI Marco – Ha votato
BALDIN Erika – Ha votato
BARBISAN Fabiano – Ha votato
BET Roberto – Ha votato
BIGON Anna Maria – Ha votato
BISAGLIA Simona – Ha votato
BORON Fabrizio – Ha votato
BOZZA Alberto – Ha votato
BRESCACIN Sonia – Ha votato
CAMANI Vanessa – Ha votato
CAVINATO Elisa
CECCHETTO Milena – Ha votato
CENTENARO Giulio

Giulio CENTENARO (Zaia Presidente)

Non posso votare perché sono in remoto.

Erika BALDIN (Movimento 5 stelle)

CESTARI Laura – Ha votato
CESTARO Silvia – Ha votato
CIAMBETTI Roberto – Ha votato
CORSI Enrico – Ha votato
DOLFIN Marco – Ha votato
FAVERO Marzio – Ha votato
FINCO Nicola Ignazio – Ha votato
FORMAGGIO Joe – Ha votato
GEROLIMETTO Nazzareno – Ha votato
GIACOMIN Stefano – Ha votato
GUARDA Cristina – Ha votato
LORENZONI Arturo – Ha votato
MAINO Silvia – Ha votato
MICHIELETTO Gabriele – Ha votato
MONTANARIELLO Jonatan – Ha votato
OSTANEL Elena – Ha votato
PAN Giuseppe – Ha votato
PICCININI Tomas – Ha votato
POLATO Daniele – Ha votato
POSSAMAI Giacomo – Ha votato
POSSAMAI Gianpiero – Ha votato
PUPPATO Giovanni – Ha votato
RAZZOLINI Tommaso – è in remoto
RIGO Filippo – Ha votato
RIZZOTTO Silvia – Ha votato
SANDONA' Luciano – Ha votato
SCATTO Francesca – Ha votato
SORANZO Enoch – Ha votato
SPERANZON Raffaele – Ha votato
SPONDA Alessandra – Ha votato
VALDEGAMBERI Stefano – Ha votato
VENTURINI Elisa – Ha votato
VIANELLO Roberta – Ha votato
VILLANOVA Alberto – Ha votato
ZAIA Luca – Assente
ZANONI Andrea – Ha votato
ZECCHINATO Marco – Ha votato
ZOTTIS Francesca – Non può

PRESIDENTE

Bene, chiusa la votazione per il punto n. 6) per la designazione di due consiglieri regionali nel Consiglio delle autonomie locali.
Procediamo allo scrutinio.
(N.d.r. – Risultato della votazione pag. 35)
Intanto vi do i risultati dell'elezione precedente, punto n. 5), "Elezione dei componenti della Giunta per il Regolamento:
votanti 46, schede nulle 1, Rizzotto 14, Sandonà 11, Brescacin 11, Zanoni 3, Camani 3, Guarda 3.
Risultano eletti: Rizzotto, Sandonà, Brescacin, Zanoni, Camani e Guarda.
Grazie.
.
PUNTO
7



DISEGNO DI LEGGE D'INIZIATIVA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVO A "ISTITUZIONE DEL NUOVO COMUNE DENOMINATO "BORGO VERONESE" MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI ISOLA RIZZA E SAN PIETRO DI MORUBIO DELLA PROVINCIA DI VERONA". NON PASSAGGIO AGLI ARTICOLI. (PROGETTO DI LEGGE N. 1) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 107/2020)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore in Aula il c onsigliere Enrico Corsi.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Ai sensi degli articoli 117 e 133 della Costituzione, le Regioni possono modificare le circoscrizioni territoriali dei Comuni, sentite le popolazioni interessate, nelle forme previste dalla legge regionale. Salvo i casi di fusione tra più Comuni, non possono essere istituiti nuovi Comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti o la cui costituzione comporti, come conseguenza, che altri Comuni scendano sotto tale limite.
La legge regionale 24 dicembre 1992, n. 25 "Norme in materia di variazioni provinciali e comunali", come da ultimo modificata con la legge regionale 30 gennaio 2020, n. 3 "Modifiche alla legge regionale 24 dicembre 1992, n. 25 "Norme in materia di variazioni provinciali e comunali" e disposizioni correlate di modifica della legge regionale 2 7 aprile 2012, n. 18 "Disciplina dell'esercizio associato di funzioni e servizi comunali", disciplina, per quanto di competenza regionale, le variazioni delle circoscrizioni dei Comuni e delle Province, nonché il mutamento della denominazione dei Comuni.
Le variazioni delle circoscrizioni comunali possono consistere anche nella fusione di due o più Comuni in uno nuovo. Tali variazioni possono essere conseguenti al processo istituzionale avviato mediante l'Unione di Comuni.
Ai sensi dell'articolo 4, comma 3, della suddetta legge regionale, quando uno o più Comuni, anche nel loro insieme, non acquisiscono titolo all'esercizio del potere di iniziativa legislativa per le variazioni delle circoscrizioni comunali, previsto dall'articolo 20 dello Statuto regionale, i relativi Consigli possono presentare le loro richieste di variazione alla Giunta regionale, che, entro 60 giorni, trasmette al Consiglio regionale il corrispondente disegno di legge o respinge la richiesta, dandone comunicazione motivata alla competente commissione consiliare.
Alla luce della normativa sopraindicata, i Sindaci dei Comuni di Isola Rizza e San Pietro di Morubio in Provincia di Verona, rispettivamente con pec prot. n. 529945 del 9/12/2019 e pec prot. n. 529951 di pari data, hanno chiesto alla Giunta regionale di rendersi promotrice di un disegno di legge di fusione dei suddetti Comuni ed istituzione di un nuovo Comune denominato "Borgo Veronese", trasmettendo le seguenti deliberazioni:
- quanto al Consiglio Comunale di Isola Rizza, la n. 26 del 13/11/2019 ad oggetto: "Approvazione dello studio di fattibilità e richiesta alla Regione Veneto di variazione delle circoscrizioni comunali per fusione dei Comuni di Isola Rizza e San Pietro di Morubio e costituzione di un nuovo Comune";
- quanto al Consiglio Comunale di San Pietro di Morubio, la n. 32 del 13/11/2019 ad oggetto: "Approvazione dello studio di fattibilità e richiesta alla Regione Veneto di variazione delle circoscrizioni comunali per fusione dei Comuni di Isola Rizza e San Pietro di Morubio e costituzione di un nuovo Comune".
Deliberazioni che sono state pubblicate all'albo pretorio on line dei rispettivi Comuni per quindici giorni consecutivi e sono divenute esecutive ai sensi 2 di legge, così come attestato dai certificati di esecutività trasmessi. Nel periodo di pubblicazione all'Albo pretorio non sono pervenute osservazioni/opposizioni.
I due Consigli comunali, valutate le ragioni storiche, geografiche, politiche ed economiche, hanno deciso di avviare tutte le procedure burocratiche ed amministrative per ottenere la fusione in un unico Ente.
Inoltre, al fine di rafforzare tale decisione, hanno fatto redigere uno studio di fattibilità per la fusione, chiedendo nel contempo alla Regione del Veneto di dare avvio all'iter previsto dalla menzionata l.r. 25/1992 e successive modifiche ed integrazioni, dopo aver sentito il parere delle popolazioni tramite referendum, per poter pervenire alla fusione.
In merito, i Consigli comunali hanno concordato quanto segue:
1) il nuovo Comune si chiamerà "Borgo Veronese";
2) la sede legale comunale sarà stabilita nello Statuto del nuovo Comune. Sino a quando lo Statuto non sarà vigente, in quella attuale del Comune di Isola Rizza;
3) si provvederà ad una riorganizzazione degli uffici e dei servizi al fine di giungere a soluzioni operative che valorizzino al meglio le professionalità presenti all'interno dei due Comuni;
4) si riportano di seguito alcuni dati statistici riportati nello studio di fattibilità:
ENTE
SUPERFICIE
Kmq
POPOLAZIONE
RESIDENTE AL
31/12/2018
DENSITA'
Ab/kmq
ISOLA RIZZA
16,68
3.242
194,4
SAN PIETRO DI MORUBIO
16,12
2.975
184,6
Nel complesso si tratta di due piccoli Comuni territorialmente contigui appartenenti ad un tessuto socio-economico, culturale ed infrastrutturale omogeneo. Il nuovo Ente che potrebbe nascere dalla fusione avrebbe 6.217 abitanti.
Dal 2001 fanno parte dell'Unione dei Comuni "Destra Adige" che a partire dal 1° gennaio 2016 gestisce tutte le funzioni fondamentali e tutto il personale trasferiti dai Comuni alla suddetta Unione.
Trova pertanto applicazione l'art. 5, comma 1, lett. b) della legge regionale 24 dicembre 1992, n. 25 (nel testo modificato dalla recente e già citata legge regionale 30 gennaio 2020, n. 3 ) secondo cui "La Giunta regionale, previo parere della competetene commissione consiliare, che si pronuncia entro il termine di trenta giorni dal ricevimento della richiesta decorsi i quali si prescinde; individua le popolazioni interessate ai sensi dell'articolo 6, delibera il referendum consultivo delle popolazioni e il relativo quesito, qualora il progetto di legge presentato al Consiglio regionale sia conforme al programma regionale oppure nell'ipotesi in cui, ricorrendo una delle condizioni di cui alle lettere a), b) e c) del presente comma, il progetto di legge, di iniziativa legislativa degli enti locali, riguardi l'iniziativa di fusione tra: (omissis) b) comuni che sono parte della stessa Unione di comuni da almeno tre anni (omissis)".
I Comuni di Isola Rizza e San Pietro di Morubio hanno affidato un ''progetto di studio di fattibilità per la fusione" nell'ambito del quale vengono esaminati:
- le caratteristiche demografiche e socio-economiche dei territori interessati dal processo di fusione;
- le realtà organizzative ed economico-contabili delle singole Amministrazioni comunali interessate alla fusione, anche con riferimento alla qualità e quantità dei servizi erogati;
- la nuova struttura organizzativa del Comune unico;
- i dati finanziari;
- i benefici economici e non economici che la fusione dei due Comuni può generare.
Da tale studio emergono solide ragioni per procedere con il processo di fusione, il quale agevolerebbe lo sviluppo del territorio, costituendo una struttura organizzativa e politica in grado di superare il problema del sottodimensionamento, con importanti economie di scala nei costi amministrativi, di gestione e di promozione della semplificazione istituzionale.
RAGIONI TOPONOMASTICHE, STORICHE, CULTURALI E ARTISTICHE
I territori relativi ai due Comuni hanno condiviso traiettorie storico - culturali comuni sin dalle epoche più remote.
La stessa toponomastica dei luoghi presenta nell'elemento dell'acqua punti di contatto se è vero che Isola Rizza, anticamente "Insula Porcaritia", era così detta in quanto zona dedita all'allevamento del maiale e sorgente su una zona circondata di paludi e San Pietro di Morubio deve il suffisso "San Pietro" ad un corso d'acqua confinante con la zona, conosciuto come "Fossa Sancti Petri".
Nel 1184 Federico Barbarossa, in cerca di alleati dopo la sconfitta subita dai Comuni a Legnago, riconferma al vescovo Ognibene la giurisdizione sulle ville del contado, compresa Insula. Nel medesimo anno San Pietro di Morubio compare negli scritti di Gisalberto, notaio di Federico Barbarossa, come una delle ville che 'ex antiquo distinguebantur', ovvero una località di una certa rilevanza strategica.
L'intera zona fu dominata da diverse signorie, dai Dal Verme ai visconti per passare agli Scaligeri ed infine alla Repubblica di Venezia.
Sotto gli Scaligeri è verosimile ipotizzare che Isola Rizza e San Pietro di Morubio furono oggetto di un riordino che le sottrasse al fisco cittadino, andando a costituire la "Fattoria".
Nel 1387 Galeazzo Visconti sottrasse il territorio agli Scaligeri dividendolo in Vicariati; anche in questo caso i due territori hanno avuto destino comune, tant'è che, dopo la morte di Galeazzo Visconti, la moglie Caterina restituì al Comune di Verona diciannove vicariati tra cui Insula Porcaritia e Ruperclaria Sancti Petri (ovvero Roverchiara e San Pietro di Morubio).
Con l'avvento della Serenissima (1405-1797) si intensificarono i lavori di bonifica, aumentò la popolazione rurale e migliorarono gli scambi commerciali in tutta la zona. I due Comuni, poi, hanno condiviso le medesime sorti durante sia l'invasione napoleonica che il dominio asburgico.
Durante la campagna italiana condotta dalla Francia rivoluzionaria, la Repubblica di Venezia venne invasa dalle truppe francesi di Napoleone Bonaparte (1797), il quale passò da Isola Rizza, proveniente da Legnago. Con il trattato di Campoformio del 1797 la Francia assegnò Venezia ed i suoi territori all'Arciducato d'Austria, decretando in tal modo la fine della Repubblica di Venezia, mentre con il Congresso di Vienna del 1814 i territori della Repubblica di Venezia furono uniti 4 a quelli del ducato di Milano, nel neoistituito regno lombardo-veneto, assoggettato all'impero austriaco.
Dopo l'Unità d'Italia i territori dei due Comuni condivisero il fenomeno dell'emigrazione specie in Sudamerica, Australia, Canada ed Europa (Germania, Francia, Svizzera).
Nel secondo dopoguerra sorsero piccole e medie aziende industriali ed artigianali nei due territori facenti parte di filiere comuni (il legno ad Isola Rizza e il mobile a San Pietro di Morubio, ad esempio), attività di allevamento e conseguentemente casearie, il ferro battuto e i mezzi agricoli.
Sotto il profilo architettonico, sono le architetture religiose e le Ville ad accomunare i due territori. In particolare, ad Isola Rizza si ricordano la chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo e la chiesa di Santa Maria della Piazza, eretta su di una pieve appartenente ad un ordine religioso devoto ai Santi Pietro e Paolo, il culto dei quali è evidente nelle Chiese di entrambi i Comuni.
REALTÀ ORGANIZZATIVE DELLE DUE AMMINISTRAZIONI COMUNALI CONFLUITE NELL'UNIONE DESTRA ADIGE ED EFFETTI DELLA FUSIONE
Con riferimento alle risorse umane presenti, l'Unione Destra Adige si trova in una situazione di evidente sottodimensionamento in quanto si rileva una carenza di personale pari al 40,6%. Al fine di colmare questo gap, è necessario progettare la struttura organizzativa del nuovo Ente allo scopo di valorizzare al meglio le risorse attualmente esistenti e recuperare efficienza. Una struttura più efficiente ed orientata al contenimento dei costi del personale prevede la riduzione delle attuali Aree da sette a tre.
Risulta in particolare necessario ampliare l'organico sfruttando le possibilità di assunzioni o il recupero di risorse da esternalizzazione di servizi.
I VANTAGGI ECONOMICI DELLA FUSIONEꞏ
La fusione dei Comuni è vista con particolare favore sia dal legislatore nazionale sia dalla Regione Veneto che stanziano contributi a sostegno di questa forma di riordino territoriale. Più precisamente, i contributi economici straordinari per i processi di fusione sono di due tipi:
- contributi statali straordinari: il primo luglio 2019 il Ministero dell'Interno ha pubblicato il Decreto del 25 giugno 2019 che fissa le modalità ed i termini da applicare a decorrere dal 2018 per l'attribuzione dei contributi statali straordinari alle fusioni di Comuni realizzate dal 2012 in poi. Ai nuovi Comuni istituiti attraverso la procedura della fusione è destinato un contributo straordinario pari al 60% dei trasferimenti erariali per l'anno 2010 ai Comuni facenti parte della fusione, nei limiti degli stanziamenti finanziari previsti per legge e in misura non superiore a 2 milioni di euro per ciascuna fusione. Tale contributo è erogabile in dieci anni a partire dalla costituzione del nuovo Comune.
Sulla base di queste indicazioni, nel caso di Isola Rizza e San Pietro di Morubio, è possibile, quindi, stabilire che il contributo straordinario statale annuo sarà pari ad euro 811.708 e, di conseguenza, nei dieci anni, sarà pari ad euro 8.117.088.
- contributi regionali straordinari: l'art. 10, comma 1 bis della legge regionale 27 aprile 2012, n. 18 "Disciplina dell'esercizio associato di funzioni e servizi comunali" , come modificato dalla recente legge regionale 24 gennaio 2020, 5 n. 2 "Disposizioni in materia di enti locali" stabilisce che la Giunta regionale disciplina con appositi provvedimenti l'assegnazione di contributi straordinari a partire dall'esercizio di decorrenza della istituzione del nuovo comune, a sostegno degli oneri di riorganizzazione strutturale per il primo avvio dei nuovi comuni risultanti dalla fusione.
I nuovi criteri e le modalità di erogazione dei contributi regionali sono al momento in fase di definizione.
Con il Comunicato del 26 giugno 2019, il Ministero dell'Interno ha reso nota la ripartizione delle risorse messe a disposizione dei Comuni che sono oggetto di fusione e/o fusione per incorporazione. Con il Comunicato n. 2 del 27 giugno 2019, la Direzione centrale della Finanza Locale ha pubblicato sul proprio sito istituzionale la tabella contenente le voci di riparto del contributo erariale per l'anno 2019 agli Enti costituiti a seguito di fusioni e incorporazioni. A seguito dell'aumento dei Comuni beneficiari, l'ammontare dei contributi per singolo Comune è stato decurtato, per la maggior parte di questi, del 28,6%.
SONDAGGI ED ALTRE FORME DI COINVOLGIMENTO DELLA POPOLAZIONE INTERESSATA
Nella fase di stesura dello Studio sono stati effettuati due incontri con gli stakeholders invitando i presidenti di tutte le associazioni (imprenditoriali, culturali, sportive, etc.) operanti sul territorio dei due Comuni interessati. È stato loro illustrato il progetto di Studio di fattibilità.
Successivamente sono stati organizzati quattro incontri con la popolazione, di cui uno dedicato prioritariamente ai giovani.
Sono stati anche condotti alcuni sondaggi che hanno riguardato, da un lato, un campione di popolazione e, dall'altro, i dipendenti comunali.
Il sondaggio si articolava in più domande e, tra queste, vi era anche una domanda finale diretta a capire l'esistenza di eventuali dubbi o perplessità sulla fusione.
CONCLUSIONI
Il percorso di fusione tra i Comuni di Isola Rizza e San Pietro di Morubio risulta essere una soluzione ottimale per risolvere le problematiche economiche dei piccoli comuni, oltre ad essere il termine naturale del processo avviato dagli stessi da anni per la gestione associata delle funzioni e dei servizi comunali.
Entrambi i Comuni hanno deliberato di condividere un percorso di fusione, previa adeguata e preventiva informazione e consultazione delle forze associative, economiche e sociali presenti sul territorio.
Si prende atto pertanto che è stato svolto un percorso di informazione e consultazione della popolazione e delle forze associative, economiche e sociali presenti sul territorio sull'iter normativo, finalizzato a portare a termine il processo di fusione tra i due Enti, che rappresenta, quindi, la logica conseguenza della presa d'atto di una situazione di perfetta integrazione tra popolazioni che già si trovano a vivere in armonica simbiosi.
Il disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale consta della presente relazione con la quale vengono illustrate le ragioni per le quali i due Comuni hanno chiesto di fondersi in un nuovo Comune e di cinque articoli. 6
Con l'articolo 1 si istituisce, in particolare, il nuovo Comune denominato "Borgo Veronese" mediante la fusione dei Comuni di Isola Rizza e San Pietro di Morubio, della Provincia di Verona.
Con l'articolo 2 si dà atto dei risultati del referendum tra le popolazioni interessate che sarà indetto ai sensi delle leggi regionali 12 gennaio 1973 n. 1 e 24 dicembre1992, n. 25.
L'articolo 3 contiene delle disposizioni finali transitorie indispensabili per assicurare la continuità amministrativa ed il governo del territorio dei Comuni originari nonché un corretto e graduale avvio del processo di organizzazione del nuovo Comune.
L'articolo 4 riguarda la clausola di neutralità finanziaria.
L'articolo 5, infine, riguarda la dichiarazione d'urgenza ai sensi dell'articolo 24 dello Statuto e la sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.
La Prima commissione consiliare, nella seduta del 22 aprile, ha esaminato il progetto di legge n. 499, conseguente ad iniziativa di fusione da parte di comuni facenti parte della stessa Unione da almeno tre anni.
Ricorrendo tale condizione - fissata dall'articolo 5, comma 1, lettera b), della legge regionale 24 dicembre 1992, n. 25 , come sostituito dalla legge regionale 30 gennaio 2020, n. 3 – la commissione ha espresso, a maggioranza, parere favorevole alla Giunta regionale al proseguimento dell'iter previsto dal suddetto articolo.
Il referendum consultivo è stato conseguentemente indetto, con deliberazione della Giunta regionale n. 1070 del 6 agosto 2020, per domenica 25 ottobre 2020.
Con nota prot. 12234 del 2 novembre 2020, il Presidente del Consiglio regionale ha disposto il proseguimento dell'iter dell'iniziativa a scavalco di legislatura, ovvero senza incorrere nella decadenza del progetto di legge alla fine della decima legislatura – che ha assunto dunque il n. 1 tra i progetti di legge dell'undicesima – atteso quanto previsto dall'articolo 11 della richiamata legge regionale n. 3 del 2020.
Successivamente, in data 6 novembre 2020, il Consiglio regionale ha ricevuto il verbale delle operazioni dell'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte d'Appello di Venezia, riportante il seguente risultato della votazione:
- Comune di Isola Rizza: n. 318 risposte affermative; n. 1068 risposte negative;
- Comune di San Pietro di Morubio: n. 703 risposte affermative; n. 267 risposte negative.
Il totale generale dei voti validi ammonta dunque a 1021 relativamente alle risposte affermative e a 1335 quanto alle risposte negative.
Alla luce di quanto previsto dal novellato articolo 6 della richiamata l.r. 25/1992, in particolare dal comma 5 bis, e appreso quanto evidenziato nel suddetto verbale, risulta che:
- nel Comune di Isola Rizza è stato conseguito il quorum di partecipazione per il valido svolgimento del referendum, ovvero almeno il 40% degli aventi diritto al voto, atteso che il comune ha iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) superiori al 10% degli aventi diritto al voto;
- nel Comune di San Pietro di Morubio tale quorum non è stato conseguito, atteso che in tale comune, per il quale non rileva la quota di iscritti all'AIRE, non è stato conseguito il quorum di partecipazione, fissato al 50%, né è stata conseguita una 7 partecipazione non inferiore di più del 5% in meno rispetto al quorum del 50%, ovvero pari almeno al 45%.
Conseguentemente, ritenendo non sussistere le condizioni per sottoporre ad ulteriore corso e valutazione del legislatore l'esame del progetto di legge n. 1, nella seduta del 18 novembre 2020 la Prima Commissione ha deciso all'unanimità di proporne il non passaggio agli articoli.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente, Lista Veneta Autonomia, Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni, Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto e Partito Democratico Veneto.".

PRESIDENTE

La proposta è il non passaggio agli articoli, visto l'esito del referendum.
Relatore è il collega Corsi.
Prego, collega Corsi, chieda la parola attraverso Concilium. Per la presenza l'ha già fatto. Mi sembrano risolti tutti i problemi della presenza che qualcuno aveva segnalato.

Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Buongiorno a tutti. Allora, in merito a questa proposta di legge, ai sensi degli articoli 117 e 133 della Costituzione, le Regioni possono modificare le circoscrizioni territoriali dei Comuni, sentita la popolazione interessata.
Alla luce della normativa sopraindicata, i Sindaci dei Comuni di Isola Rizza e di San Pietro di Morubio, in provincia di Verona, rispettivamente con protocollo n. 529945 del 19.12.2019 e 529951, hanno chiesto alla Giunta regionale di rendersi promotrice di un disegno di legge di fusione dei suddetti Comuni e di istituzione di un nuovo Comune denominato Borgo Veronese, trasmettendo le seguenti deliberazioni, che poi sono state allegate.
Nel periodo di pubblicazione all'albo pretorio non sono pervenute osservazioni o opposizioni.
I Consigli comunali di Isola della Rizza e di San Pietro di Morubio, valutate le ragioni storiche, geografiche, politiche ed economiche, hanno deciso di avviare tutte le procedure burocratiche ed amministrative per ottenere la fusione in un unico ente.
Faccio presente che il Comune di Isola Rizza ha 3.242 abitanti e il Comune di San Pietro di Morubio 2.975; il nuovo Comune che si sarebbe venuto a costituire avrebbe avuto un numero di abitanti pari a 6.217.
Visto il disegno di legge relativo all'istituzione del nuovo Comune denominato Borgo Veronese, mediante fusione dei Comuni di Isola della Rizza e San Pietro di Morubio, nella provincia di Verona, in relazione alla Giunta regionale PDL del 10 marzo 2020; visto, altresì, quanto previsto dal novellato articolo 6 richiamato del 20.5.1992, il referendum è validamente svolto per i soli Comuni nei quali ha partecipato almeno il 50% degli aventi diritto ed è stata raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi, dispone poi che la percentuale di partecipazione è ridefinita nella misura del 40% ove gli iscritti all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE) superino il 10% degli aventi diritto al voto, del 35% dove superano il 15% e del 30% dove superano il 20%.
Visto il parere favorevole al proseguimento dell'iter previsto richiamato all'articolo 5, espresso in Prima Commissione nella seduta del 22 aprile 2020; considerato che in data 25 ottobre 2020 si è svolto il referendum regionale consultivo sul progetto di legge n. 499; considerato che con nota protocollo 12234, del 2 novembre 2020, il Presidente del Consiglio regionale ha disposto il proseguimento dell'iter, iniziativa a scavalco della legislatura, ovvero senza incorrere nella decadenza del progetto; preso atto del verbale delle operazioni dell'Ufficio Centrale per il Referendum presso la Corte d'Appello di Venezia, pervenuto in Consiglio regionale in data 6 novembre; preso atto che la votazione ha dato il seguente risultato: Comune Isola della Rizza, voti attribuiti alla risposta affermativa "sì" 318, alla risposta negativa "no" 1068; Comune di San Pietro di Morubio, voti attribuiti alla risposta affermativa "sì" 703, alla risposta negativa "no" 267. Il totale generale dei voti validi ammonta, dunque, a 1021 relativamente alla risposta affermativa ed a 1335 per quanto riguarda la risposta negativa.
Preso atto, altresì, di quanto disposto al citato verbale, nel Comune di Isola Rizza è stato conseguito il quorum di partecipazione per il valido svolgimento del referendum, ovvero almeno il 40% degli aventi diritto al voto, atteso che nel Comune gli iscritti all'AIRE superano il 10% degli aventi diritto al voto. Nel Comune di San Pietro di Morubio tale quorum non è stato conseguito, atteso che tale Comune, per il quale non rileva la quota di iscritti all'AIRE, non è stato conseguito il quorum di partecipazione fissato al 50%, né è stata conseguita una partecipazione non inferiore a più del 5% in meno rispetto al quorum del 50%, ovvero pari almeno al 45%.
Ritenuto conseguentemente che non sussistono le condizioni per sottoporre all'ulteriore proseguimento di questa proposta di legge, si chiede di deliberare di non passare alla votazione dei singoli articoli dei disegni di legge in oggetto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Corsi.
Il non passaggio agli articoli serve appunto per chiudere il progetto di legge visto, come ha appena descritto bene il collega Corsi, l'esito negativo del referendum.
Io non vedo chi chiede la parola, qualcuno l'ha chiesta? Per favore fatelo attraverso Concilum.
Venturini Elisa, prego.
No, Possamai, non ti vedo.

Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

In merito a questo punto all'ordine del giorno, noi affrontiamo una questione puramente procedurale, quindi ci inseriamo in una procedura, prendiamo atto della carenza di presupposti per poter arrivare a definire un processo di fusione. In realtà, dietro a questo aspetto procedurale c'è molta sostanza e allora io penso, presidente Ciambetti, mi rivolgo a lei, che forse è opportuno iniziare a livello regionale ad avviare un dibattito in merito allo stato dell'arte delle fusioni e delle aggregazioni dei Comuni, perché Borgo Veronese è solo l'ultimo dei casi che si stanno verificando, cioè noi stiamo assistendo ad uno stillicidio per quanto riguarda i processi di fusione in atto nella Regione.
Vi posso portare una serie di esempi che abbiamo seguito anche come ANCI, come associazione di Comuni, in questi anni nel padovano, nel rodigino, nel trevigiano, dove non si è arrivati alla conclusione dei processi di fusione perché c'era il Sindaco che non ci credeva, perché il comitato del No è riuscito in qualche maniera a sostenere, a convincere, a sensibilizzare in quel senso la popolazione. Questo è l'ultimo - Borgo Veronese - caso, ma per carità ci sono anche degli esempi positivi di fusione e noi lo vediamo dove? Nelle aree montane dove ci sono delle peculiarità, dove c'è una tradizione in termini anche di comunità, le comunità montane, dove i Comuni hanno un numero ridotto anche di abitanti, quindi diventa magari anche più facile condividere e arrivare ad un processo di fusione.
Ma non solo le fusioni in questo momento non godono di grande salute, anche i processi aggregativi, le funzioni associate non risultano particolarmente appetibili da parte dei nostri amministratori: noi siamo arrivati all'apice nel 2012 con 29 Unioni nella Regione. Oggi siamo quasi alla metà. In questi anni qualcosa ha reso poco favorevole ai nostri amministratori locali il ricorso alle Unioni, molto spesso percepite, io penso, in maniera negativa per l'aggravio in termini burocratici a cui devono sottostare i nostri amministratori. Solo magari nelle grandi Unioni si riesce ad avere un'economia di scala: io sto pensando a una federazione del Camposampierese, al Meranese, ma anche al caso del mio Comune, dove abbiamo avviato un'unione importante che arriva a 40.000 abitanti, però, vi ripeto, non abbiamo in corso dei processi aggregativi evidenti.
Ora, stante questa situazione, o la Regione a questo punto prende atto che una stagione è finita, è finita la stagione delle aggregazioni e delle fusioni, non sono più considerate prioritarie e importanti per la nostra attività ed è lecito e legittimo, nel senso che possiamo valutare anche degli altri modelli istituzionali con una Provincia forte, alla quale vengono riconosciute delle funzioni (penso, non so, a stazione appaltante) e poi tanti piccoli Comuni, oppure si possono valutare altre organizzazioni in termini istituzionali.
Questa è una linea. Altra linea è dire: noi rimaniamo fedeli al nostro Statuto, alla nostra vocazione, all'articolo 12, dove diciamo che, per favorire il contenimento delle spese, per migliorare la programmazione, la qualità, l'efficacia e le dinamiche di sviluppo armonico, le leggi regionali disciplinano e promuovono le forme aggregative incentivando prioritariamente le fusioni.
Ecco, secondo me noi, a questo punto, ci troviamo di fronte... Borgo Veronese è il caso che oggi, secondo me, rappresenta un po' il punto di partenza, ci dobbiamo chiedere a livello regionale che tipo di approccio avere in merito a questa organizzazione istituzionale.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Mi permetto un breve commento essendo stato l'estensore, a suo tempo, della legge 18/2012. Ricordo che in quegli anni c'era l'obbligo a livello nazionale per i Comuni sotto una certa soglia di aggregarsi, di fare Unioni, di tentare fusioni. Dal 2012 sicuramente il mondo è cambiato: già nella scorsa Legislatura all'interno della Prima Commissione si è sviluppato un ampio dibattito sul tema e penso che il collega Sandonà abbia l'esperienza e la sensibilità giusta, anche sapendo dove abita, per intraprendere altrettanta approfondita discussione.
Prego, Giacomo Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
In parte mi ha anticipato la collega Venturini su quello che diceva lei adesso: è vero, probabilmente si è rallentata anche una spinta nazionale, ma visto che questa Regione, giustamente, secondo me, rivendica autonomia, su questo fronte essere i primi della classe e provare a sviluppare un ragionamento territoriale forte potrebbe avere un senso. Provo a spiegarmi. La bocciatura è ovviamente per me e per noi una brutta notizia, posto che evidentemente i cittadini sono sovrani e quindi decidono loro. Si era speso in prima persona anche la vicepresidente De Berti che era stata Sindaco di uno di quei due Comuni, per cui è un dispiacere nel senso che oggi vediamo quali sono le difficoltà e le sofferenze dei piccoli Comuni. Presidente posso chiederle la cortesia, scusa Joe, ma ci tenevo alla tua concentrazione.
Grazie. Grazie. Mi preoccupa un po' ma...

PRESIDENTE

È molto preoccupante questa affermazione, cioè finché... collega Formaggio, se vuole intervenire lo fa a microfono, non con le battute fuori onda. Grazie.
Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Dicevo: le sofferenze dei piccoli Comuni sono forse maggiori ancora rispetto al 2012 di cui parlava il Presidente Ciambetti prima e il punto è alla fine se crediamo o non crediamo, lo diceva prima giustamente, secondo me, la consigliera Venturini, alle aggregazioni, siano esse fusioni, siano aggregazioni di funzione. Ma soprattutto se crediamo o non crediamo anche nel ruolo della Regione, cioè della Regione come Istituzione che disegna anche un territorio e, insomma, per me perlomeno la Regione non può abdicare a quel ruolo, è evidente che le fusioni come strumento sono in difficoltà. Negli ultimi due anni abbiamo visto che sostanzialmente non ne è andata in porto quasi nessuna e quindi una riflessione va fatta.
Per seguire il ragionamento di prima, per quanto mi riguarda, il tracciato è ancora il secondo di cui parlava la consigliera Venturini, cioè credere in maniera più forte a quello strumento, magari ragionando anche a livello regionale su quali possono essere gli strumenti per incentivare le fusioni tra Comuni. Io la dico così, perché conoscendo tanti Sindaci, avendo anche fatto l'amministratore locale, non è più pensabile un modello in cui il geometra comunale alla mattina fa il Piano regolatore e al pomeriggio guida il pulmino per riportare gli studenti a casa quando hanno finito scuola. È una cosa che oggi nei fatti non mette nelle condizioni i Comuni di essere all'altezza delle sfide, della complessità crescente e burocratica che hanno davanti. Per cui se le fusioni non devono più essere, allora bisogna capire come le aggreghiamo quelle funzioni.
Su questo fronte secondo me in questa Legislatura (il Presidente Ciambetti prima diceva che in quella passata si è incominciato a tracciare vie diverse) penso che l'urgenza di questi temi ci imponga di fare delle scelte. Ripeto: per noi la scelta è ancora quella di incentivare economicamente, legislativamente, rendendo il più semplice possibile il progetto di fusione ma, se così non deve essere perché qui non ci dovesse essere un accordo su questo, ragionare comunque sull'aggregazione delle funzioni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla collega Rizzotto.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Su questo tema delle fusioni ne abbiamo discusso moltissimo nella precedente Legislatura, tanto è vero che abbiamo approvato una legge di modifica della precedente normativa proprio a gennaio dell'anno scorso, proprio consapevoli del fatto che spesso molti Comuni hanno presentato progetti di fusione senza avere il coinvolgimento dei cittadini, del territorio e poi l'esito referendario sappiamo come è andato. Dopo lunghe discussioni e confronto siamo arrivati quindi a questa revisione della legge precedente, che ha introdotto alcuni elementi di novità tra cui quello di una reintroduzione del quorum che però tenga anche conto delle peculiarità che hanno diversi Comuni, in particolare i Comuni di alcune zone: mi riferisco alcune in particolare del bellunese o anche alcuni piccoli Comuni, abbiamo visto anche noi nel trevigiano, dove magari c'è una percentuale di AIRE molto elevata che quindi di fatto va un po' anche a inficiare il risultato perché se tu hai un AIRE, quindi Residenti all'Anagrafe Estera, anche del 30 o 40% è evidente che un quorum non riuscirai mai a raggiungere già ripartenza. Abbiamo cercato di calibrare anche su questo.
Abbiamo inserito anche maggiore responsabilità da parte dell'Ente locale con i passaggi obbligatori per questo progetto di fusione col coinvolgimento dei cittadini, perché abbiamo visto in passato diverse proposte che in realtà erano anche un po' superficiali. Si vedeva già anche subito a guardarle che forse neanche loro ci credevano "Ma intanto provo". "Intanto provo" non è andato a buon fine tanto è vero che sono stati bocciati dai cittadini.
Abbiamo inserito anche la compartecipazione alle spese della consultazione referendaria da parte dei Comuni proponenti perché prima era tutto a carico completamente della Regione: "Tanto paga la Regione provo a fare un referendum". Eh no. Se fai un percorso serio e avvii questo tipo di iter non è giusto che paga tutta la comunità per una cosa che magari è basata su, così, un'idea che poi si è visto come è andata.
Una riflessione seria su questo argomento l'abbiamo già fatta anche in passato; una modifica della normativa sulle fusioni dei Comuni l'abbiamo proprio fatta l'anno scorso, la legge 30 gennaio del 2020. Penso che l'argomento all'ordine del giorno di oggi era ancora antecedente, quindi è andato con la legge precedente, non quella attuale nuova che abbiamo approvato. Era un percorso avviato prima.
Credo che comunque, come ogni legge che facciamo, dopo un po' di tempo necessiti comunque di una revisione, di ulteriori valutazioni e di vedere anche come si può ulteriormente migliorarla. Già degli input nuovi li abbiamo dati e penso che nel tempo si possano darne ulteriori e quindi è vero che i piccoli Comuni vanno portati di più a essere aiutati a fare questo percorso perché non possono più sopravvivere ormai.
I nuovi input possiamo anche darli e penso che delle proposte positive possano essere valutate magari in Prima Commissione. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Finco, prego.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Brevemente, Presidente.
Come hanno detto alcuni miei colleghi, questo è un argomento che abbiamo più volte approfondito nel corso dell'ultima Legislatura che, dobbiamo anche essere onesti, in alcuni casi ha portato dei risultati importanti e parlo soprattutto di alcune Province come il Vicentino, ma anche il Bellunese, dove abbiamo potuto verificare alcuni territori che per tempo hanno costruito un percorso di fusione, che è nato magari nel corso di dieci anni, mettendo assieme quelle che sono l'organizzazione delle scuole, della Protezione civile, piuttosto che dei servizi, delle unioni sportive e quant'altro. Quindi è un percorso che è durato anche dieci anni, che alla fine ha fatto sentire alla comunità l'importanza di un processo di fusione e i risultati li abbiamo visti: casi ce ne sono parecchi, dalla Val Brenta e penso al Comune di Col Ceresa dove abito da un anno a questa parte, piuttosto che a realtà del Bellunese.
Al di là delle normative che la Regione può fare, perché le abbiamo fatte e le abbiamo modificate, il problema è che spesso e volentieri abbiamo visto forzature nel chiedere la fusione dei Comuni, spesso per calcoli politici perché c'era qualche Sindaco che magari era alla fine di due mandati e quindi si è messo d'accordo con il Sindaco del Comune di fianco: "Magari ci mettiamo d'accordo, azzeriamo tutto e al prossimo giro mi ricandido io". Quindi qualcuno l'ha fatto con la prospettiva politica. Qualcun altro, invece, lo ha fatto con la prospettiva di dire: "Facciamo un tentativo, ci mettiamo assieme, sai lo Stato ci garantisce tot risorse, la Regione tot risorse e magari in questa maniera possiamo ingrandire e fare una serie di opere per il nostro Comune in una situazione ovviamente di carenza di risorse". Oggi la fusione non può essere vista: decido di fondermi con il Comune affianco perché tanto poi mi arriveranno i soldi per dieci anni da parte del Governo piuttosto che della Regione, perché non può essere solamente una questione di soldi e di finanze ma deve esserci una logica nella fusione di questi territori. L'abbiamo visto anche in questo caso: forse c'è stata un po' una forzatura, perché quando vediamo determinati risultati... perché se si perde di poco, va beh, la cosa è andata male, ma quando magari non si raggiunge il quorum o ci sono determinate difficoltà è perché forse non si è costruita la base e la base deve essere fatta grazie alla collaborazione e all'aiuto dei cittadini del territorio. Anche in futuro noi potremmo modificare, potremmo fare tantissime iniziative anche a livello legislativo, ma alla fine è un qualcosa che deve nascere dal basso.
Io me li son girati tutti, anche assieme al collega Ciambetti, i Comuni che hanno promosso i processi di fusione, uno perché ci crediamo e sono d'accordo con lei, collega Venturini, che le fusioni rappresentano il futuro, ma soprattutto perché non vorrei mai che qualcuno un domani si svegliasse, magari a livello centrale, a livello romano e imponesse, sulla base di determinati criteri, la fusione dei nostri territori, perché è ovvio che noi oggi viviamo su delle realtà che hanno mille difficoltà e sappiamo benissimo che un Comune da 500, 600, 1.000 abitanti non può garantire le stesse funzionalità, gli stessi servizi, la stessa celerità nelle risposte rispetto magari a un Comune che inizia ad avere 30, 40, 50.000 abitanti. Oggi, visto che viviamo in una società dove ormai ci muoviamo per studiare, ci muoviamo per curarci, tutti i servizi di assistenza medica, i servizi di Polizia, i servizi di Protezione civile, ormai viviamo in un mondo globalizzato, pensare di affrontare le sfide future nei nostri Comuni dicendo: "Piccolo è bello", per carità, ognuno di noi è legato al proprio territorio, alla propria frazione, ma in una logica di efficientamento della Pubblica Amministrazione oggi le fusioni sono un qualcosa di dovuto a mio parere. Quindi o si costruisce un percorso per tempo, condiviso con i territori e gli si fa capire alla popolazione l'importanza di mettersi assieme oppure prima o dopo arriverà qualche burocrate a livello statale che, sulla base di determinati criteri, inserirà una normativa magari in qualche Finanziaria e poi ci troveremo sì con la confusione sul territorio perché magari verranno messe assieme realtà completamente diverse.
Su questo un ruolo sicuramente ce lo potrà avere la Regione con l'assetto a livello territoriale, quindi con una pianificazione che già era iniziata col dottor Gasparini anche in una logica di autonomia e quindi anche di rivisitazione del ruolo delle Province, quindi magari potenziando determinati servizi, ma se noi dobbiamo pensare a un Veneto e a un territorio e quindi la gestione dei Comuni futura, sicuramente questa è una partita che dovremo affrontare nuovamente in questa Legislatura e mi auguro che con il collega Sandonà e anche con l'aiuto di ANCI e della CAL si possa veramente fare un lavoro serio ma soprattutto far capire, soprattutto nelle piccole realtà, l'importanza di mettersi assieme perché altrimenti questa è una sfida che se noi non riusciremo ad indirizzarla e a farla capire ai nostri cittadini poi ci penserà qualcun altro.

PRESIDENTE

Grazie, collega Finco.
Chiusa la discussione generale.
Per dichiarazione di voto Possamai Giacomo.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Ovviamente non tanto sul voto che sarà scontato, ma il consigliere Finco ha detto cose importanti e su alcune volevo riprendere il discorso. Sono d'accordo, non può essere soltanto un tema economico, in parte lo è, sarebbe ipocrita dire il contrario, cioè tanti Sindaci l'hanno scelto anche per questo, ma è proprio qui il punto, cioè il punto è il disegno del territorio e se ci si crede o non ci si crede. Per noi è fondamentale che la Regione ci creda, per cui fare un lavoro profondo, una campagna di sensibilizzazione vera verso gli amministratori locali, entrare nei Consigli comunali e ragionare con gli amministratori su questo, perché è evidente in tanti casi parliamo magari di Sindaci di piccolissimi Comuni o addirittura di Consiglieri comunali che non conoscono neanche come funziona il progetto di fusione. Noi su questo ci siamo, ci siamo fino in fondo e ci piacerebbe ragionarci insieme, perché le riforme istituzionali vanno fatte insieme. Per esempio io non sono d'accordo con alcune delle cose che diceva prima la consigliera Rizzotto: per me il quorum rischia di essere un ostacolo al processo più che una spinta, ma su questo è legittimo avere opinioni diverse: ci sono opinioni diverse sui referendum a livello nazionale, figurarsi su referendum che hanno, in questo caso, un valore locale.
Il punto è proprio questo: il fatto di non rinunciare all'idea che la Regione abbia la possibilità di disegnare le funzioni del territorio, perché alla fine, che lo vogliamo o che non lo vogliamo, quei nodi arrivano e stanno arrivando al pettine e ci sono Comuni che hanno l'Anagrafe aperta due ore alla settimana. Come fa un cittadino a cui raccontiamo: "L'Anagrafe ce l'hai a 500 metri, ma due ore alla settimana". Sarà meglio avere l'Anagrafe che sta aperta tre giorni alla settimana a un chilometro e mezzo, a due chilometri da casa. Su questa cosa, certo che poi alla fine la scelta starà in capo ai cittadini, ma avremo un po' di ambizione nel provare a disegnare le dimensioni territoriali, i Comuni, l'idea di come questo territorio sta insieme? È una cosa che, secondo noi, non ha un colore politico, però è un ragionamento che va fatto insieme e su cui proveremo e vogliamo incalzare anche la maggioranza nei prossimi anni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione il non passaggio agli articoli, quindi votando favorevolmente mandiamo il progetto di legge in oggetto a chiudersi.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Do anche l'esito della votazione del punto n. 6) all'ordine del giorno. I due consiglieri nel Consiglio delle autonomie locali.
46 voti, 46 votanti.
Cestaro 36 voti, Bigon 9 voti, Camani 1 voto, Cestari 1 voto.
Eletti: Cestaro e Bigon.
Buon lavoro, colleghi.

PUNTO
8



BILANCIO CONSOLIDATO 2019 (ARTICOLO 68, DECRETO LEGISLATIVO 118/2011). (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 2) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 108/2020)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore in Aula il consigliere Sandonà, correlatrice la consigliera Camani.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri, al Consiglio regionale spetta quest'oggi l'adozione del bilancio consolidato 2019.
Si tratta di un importante adempimento contabile imposto dagli articoli 11-bis e 68 del decreto legislativo n. 118/2011; quest'ultimo, in particolare, prevede che la Regione lo rediga con i propri enti ed organismi strumentali, aziende, società controllate e partecipate, secondo determinate modalità e criteri.
Al bilancio consolidato del "Gruppo Regione del Veneto" vanno allegate la relazione sulla gestione (comprendente la nota integrativa) e la relazione del Collegio dei revisori dei conti.
Ai sensi dell'articolo 18 (poi ribadito dal citato art. 68) del medesimo decreto.
Il Consiglio regionale deve poi approvarlo entro il 30 settembre; termine prorogato al 30 novembre dall'art. 110, comma 1, del D.L. 19 maggio 2020, n. 34 (convertito, con modificazioni, dalla L. 17 luglio 2020, n. 77) in ragione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Come noto, le regole contabili introdotte nell'ordinamento dal decreto in questione mirano principalmente ad armonizzare i bilanci delle regioni – come pure di enti locali, enti del Servizio Sanitario Nazionale, enti ed organismi strumentali – rendendoli tra loro confrontabili.
Esso intende inoltre garantire il consolidamento e la trasparenza dei conti pubblici secondo le direttive dell'Unione Europea, al fine di raggiungere, anche con riferimento al settore pubblico allargato:
- l'efficienza nella gestione e nell'utilizzo delle risorse pubbliche;
- la trasparenza delle informazioni nel processo di allocazione delle risorse;
- la confrontabilità dei dati di bilancio. Ora, tra gli adempimenti contabili previsti dal d.lgs. 118/2011, oltre all'adozione della contabilità economico/patrimoniale, è appunto previsto l'obbligo di redazione del bilancio consolidato. Peraltro, anche lo Statuto regionale (L.R. 1/2012) stabilisce (art. 56, comma 6) che "la Regione adotta un bilancio consolidato che tiene conto dei bilanci degli enti e degli organismi dipendenti e partecipati".
Ai fini della redazione di tale documento, sulla base di quanto previsto dal d.lgs. 118/2011 e dal principio contabile applicato 4/4 concernente il bilancio consolidato, l'amministrazione è dunque tenuta alla verifica periodica della composizione del gruppo amministrazione pubblica.
Con L.R. 30/2020, l'Assemblea regionale ha approvato il Rendiconto Generale della Regione per l'esercizio finanziario 2019 ed il rendiconto consolidato comprendente i risultati della gestione del Consiglio per il medesimo esercizio: le risultanze economicopatrimoniali del consolidamento di Giunta e consiglio hanno quindi costituito il bilancio economico della capogruppo Regione del Veneto, che confluisce ora nel bilancio consolidato dell'intero Gruppo Regione, insieme ai bilanci degli enti e delle società individuati dalla DGR 1715/2019; tale delibera ha provveduto ad aggiornare l'elenco dei soggetti componenti Il Gruppo, individuando contestualmente nel medesimo i soggetti il cui bilancio deve essere consolidato con quello regionale (cosiddetto "Perimetro di Consolidamento").
I contenuti della delibera in questione sono stati poi oggetto di aggiornamento e revisione, avvenuta con un'ulteriore delibera approvata nella seduta del 26/10/2010, quando è stata parimenti adottata la deliberazione n. 107/CR "Approvazione del bilancio consolidato 2019", che ha assunto il n. 2 tra le proposte di deliberazione amministrativa della corrente legislatura.
Rispetto alla composizione del 2018 sono uscite a vario titolo dal perimetro di consolidamento regionale le partecipazioni indirette in Sacca Cooperativa arl, Corte Benedettina srl in liquidazione, Nuova Pramaggiore srl in liquidazione, Nord est Logistica srl, V.I.Holding srl in liquidazione. La società infrastrutture Venete srl, acquisita dalla Regione il 28 maggio 2019, è ora consolidata direttamente dall'Amministrazione regionale.
Le società consolidate sono quindi 8 - Immobiliare Marco Polo srl, Veneto Acque Spa, Veneto Innovazione SpA, Sistemi territoriali SpA, Infrastrutture Venete srl (tutte controllate al 100%); Veneto Strade SpA (controllata al 76,42%); Veneto Sviluppo SpA (controllata al 51%); Cav SpA (partecipata al 50%) - mentre per quanto riguarda gli enti ed agenzie consolidati nel 2019, il loro numero rimane di 19, come nei due anni precedenti (per il dettaglio si rinvia al provvedimento allegato).
Sulla base dei dati di bilancio pervenuti dai 27 soggetti di cui sopra e in applicazione dei principi contabili di cui all'Allegato 4/4 al D.Lgs. 118/2011, nonchè del principio contabile privatistico n. 17 ("Bilancio consolidato e metodo del patrimonio netto") emanato dall'Organismo Italiano di Contabilità, si è pervenuti alla redazione dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico del gruppo per l'esercizio 2019, che presenta le seguenti risultanze complessive:
• Risultato economico consolidato: 213,6 milioni di euro (rispetto ai 346,4 del 2018);
• Totale Patrimonio Netto consolidato: 3.283,9 milioni di euro (rispetto ai 3.029,7 del 2018). Sintetizzando, il provvedimento oggi all'attenzione di quest'Assemblea rappresenta la situazione economica, finanziaria e patrimoniale dei soggetti compresi nel suddetto perimetro, integrando le informazioni desumibili singolarmente ed in modo disgiunto dai bilanci forniti dai singoli componenti del gruppo, al fine di consentire una visione d'insieme delle attività svolte dall'ente attraverso tale gruppo ed una valutazione complessiva delle consistenze patrimoniali e finanziarie, così come del risultato economico, del medesimo.
Il consolidamento dei conti è infatti lo strumento che consente di rilevare le partite infragruppo ed i rapporti finanziari reciproci, per esaminare la situazione contabile, gestionale ed organizzativa nonché per rispondere all'esigenza di individuare forme di governance adeguate.
Al tempo stesso, costituisce uno degli strumenti attraverso cui la Regione del Veneto intende perfezionare la sua attività di controllo sugli organismi partecipati, anche alla luce dell'evoluzione normativa in materia di rapporto società/enti partecipati dagli enti locali, ridefinita e organicamente disciplinata dal d.lgs 175/2016 (Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica).
Riassumendo brevemente i passaggi intercorsi, ricordo che la Giunta regionale ha approvato tale provvedimento (n. 107/CR) in data 26 ottobre 2020 e lo ha trasmesso al Consiglio regionale il 27 ottobre. Il 29 ottobre è stato assegnato in sede referente alla Prima Commissione e, per il parere sugli aspetti di competenza, alle Commissioni Seconda, Terza, Quinta e Sesta.
In data 3 novembre il Collegio dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole in ordine alla sua approvazione.
Il 10 novembre 2020 il provvedimento è stato illustrato in Prima commissione dall'assessore al bilancio.
Successivamente, il 17 novembre, il Consiglio delle Autonomie Locali ha espresso parere favorevole sul medesimo. Infine, nella seduta n. 4 del 23 novembre 2020, acquisiti i pareri favorevoli delle altre commissioni per gli aspetti di competenza, la Prima Commissione ha concluso i propri lavori sull'argomento, licenziando a maggioranza il provvedimento e proponendo al Consiglio regionale la sua approvazione.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente, Lista Veneta Autonomia, Forza Italia BerlusconiAutonomia per il Veneto, Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni Si sono astenuti i rappresentanti del gruppo consiliare Partito Democratico Veneto".

PRESIDENTE

Passiamo al punto 8: "Approvazione del bilancio consolidato 2019". Relazione Prima Commissione. Collega Sandonà, prego, ha la parola, però deve chiederla. Grazie. Prego, Sandonà.

Luciano SANDONA' (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Signor Presidente e colleghi Consiglieri, al Consiglio regionale spetta quest'oggi l'adozione del bilancio consolidato dell'anno 2019. Si tratta di un importante adempimento contabile imposto agli articoli 11 bis e 68 del decreto legislativo n. 118/2011. Quest'ultimo, in particolare, prevede che la Regione lo rediga con i propri enti ed organismi strumentali (aziende e società controllate e partecipate) secondo determinate modalità e criteri.
Tra gli adempimenti contabili previsti dal succitato decreto legislativo 118/2011, oltre all'adozione della contabilità economico-patrimoniale, è appunto previsto l'obbligo di redazione del bilancio consolidato. Peraltro anche lo Statuto regionale, che è stato adottato con Legge regionale 1/2012, stabilisce all'articolo 56 comma 6, che: "La Regione adotta un bilancio consolidato che tiene conto nei bilanci degli Enti e degli organismi dipendenti e partecipati".
Rispetto alla composizione del 2018, quindi allo scorso bilancio consolidato, sono uscite a vario titolo dal perimetro di consolidamento regionale, le partecipazioni indirette in SACA Cooperativa A.R.L., Corte Benedettina S.r.l. in liquidazione, Nuova Pramaggiore S.r.l. in liquidazione, Nordest Logistica S.r.l., V.I. Holding S.r.l. in liquidazione, la Società Infrastrutture Venete S.r.l. acquisita dalla Regione il 28 maggio 2019 è ora consolidata direttamente dall'Amministrazione regionale.
Le società consolidate sono quindi otto: Immobiliare Marco Polo S.r.l., Veneto Acque S.p.A., Veneto Innovazione S.p.A., Sistemi Territoriali S.p.A., Infrastrutture Venete S.r.l. (tutte controllate al 100%), Veneto Strade S.p.A. controllata al 76,42%, Veneto Sviluppo S.p.A. controllata al 51%, CAV S.p.A. partecipata al 50%.
Mentre per quanto riguarda gli Enti e le agenzie consolidate nel 2019 il loro numero rimane di 19 come nei due anni precedenti. Per il dettaglio si rinvia al documento che è allegato alla presente delibera.
Sulla base dei dati di bilancio pervenuti ai 27 soggetti di cui sopra e in applicazione di principi contabili, nonché del principio contabile privatistico n. 17 emanato dall'Organismo italiano di contabilità, si è pervenuti alla redazione dello stato patrimoniale, del conto economico del gruppo per l'esercizio 2019 che presenta le seguenti risultanze complessive. Risultato economico consolidato: 213,6 milioni di euro, rispetto ai 346,4 del 2018. Totale patrimonio netto consolidato: 3.283,9 milioni di euro, rispetto ai 3.029,7 milioni di euro del 2018. Sintetizzando, il provvedimento oggi all'attenzione di questa Assemblea rappresenta la situazione economica, finanziaria e patrimoniale dei soggetti compresi nel suddetto perimetro, integrando le informazioni desumibili singolarmente ed in modo disgiunto dai bilanci forniti dai singoli componenti del gruppo al fine di consentire una visione d'insieme delle attività svolte dall'Ente attraverso tale gruppo ed una valutazione complessiva delle consistenze patrimoniali e finanziarie così come del risultato economico del medesimo.
Il consolidamento dei conti è infatti lo strumento che consente di rilevare le partite infragruppo e i rapporti finanziari reciproci per esaminare la situazione contabile, gestionale, ed organizzativa, nonché per rispondere all'esigenza di individuare forme di governance adeguata. Al tempo stesso costituisce uno degli strumenti attraverso cui la Regione Veneto intende perfezionare la sua attività di controllo sugli organismi partecipati anche alla luce dell'evoluzione normativa in materia di rapporto società, Enti partecipati dagli Enti locali ridefinita e organicamente disciplinata dal decreto legislativo 175/2016. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Correlatrice Camani, se chiede la parola, gliela do volentieri. Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Gentili colleghi, l'atto che ci apprestiamo ad esaminare, il bilancio consolidato relativo al 2019, è un atto importante che espone la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico di una pluralità di società e di Enti visti come un'unica azienda.
Con questo strumento, dunque, si supera il limite rappresentato dalle distinte personalità giuridiche dei diversi soggetti e le singole società vengono assimilate ad un'unica grande azienda. Consente quindi di ottenere una visione complessiva dell'attività svolta e diviene lo strumento informativo primario del gruppo, sia verso i terzi che ai fini di controllo. Il passaggio dunque è certamente di natura tecnica, proponendo la discussione attorno a singoli atti contabili (i bilanci degli Enti e delle partecipate), peraltro già validamente approvati dai rispettivi organismi dirigenti, ma rappresenta anche, proprio per la capacità che ha di offrire una visione organica dell'attività del gruppo, un interessante strumento di gestione e di valutazione.
Non ripeterò molte delle informazioni tecniche che già ha puntualmente fornito il presidente Sandonà, ma cercherò di inquadrare in questa correlazione alcuni elementi che spero siano utili per la discussione dell'Aula, nel senso che, al netto delle risultanze formali che recepiamo con questa proposta di deliberazione amministrativa, credo che la discussione che dobbiamo affrontare oggi debba concentrarsi sulle implicazioni di natura amministrativa - e quindi politica - di questo provvedimento. Il bilancio consolidato è un documento contabile a carattere consuntivo che rappresenta il risultato economico, patrimoniale e finanziario del gruppo Regione del Veneto. Dal 2017, a conferma dell'importanza dello strumento, la sua redazione è divenuta un obbligo normativo proprio perché l'esigenza del consolidamento dei bilanci tra Regione e gestioni esternalizzate diviene fondamentale sia per ragioni di natura gestionale che informativa.
In primo luogo questo strumento è funzionale al rispetto, in termini di effettività, dei vincoli della finanza pubblica. Da questo punto di vista, la definizione precisa e puntuale del perimetro di consolidamento diviene elemento sostanziale nella valutazione. Su questo il tavolo tecnico ha indubbiamente operato negli anni un progressivo ampliamento, che giudichiamo positivamente e che ci consente oggi di poter ragionare attorno alle risultanze di bilancio consolidato riferito ad un insieme di soggetti correttamente valutati a nostro giudizio.
Entrano nel gruppo Amministrazione Pubblica la capogruppo Regione del Veneto, il cui bilancio è costituito dal consolidamento di Giunta e Consiglio, 18 enti strumentali controllati al 100%, 11 enti strumentali partecipati, 18 società a partecipazione diretta ed indiretta. Rispetto a questa composizione è stata individuata una soglia di rilevanza che ha portato ad escludere dall'effettivo perimetro di consolidamento 10 enti strumentali, una società a partecipazione diretta e 4 società a partecipazione indiretta.
In conclusione di questo processo, dunque, il numero di soggetti consolidati, compresa la Regione, è di ben 28, di cui 8 società a partecipazione diretta, 5 controllate al 100%, 19 enti strumentali, 18 dei quali controllati integralmente dalla Regione.
Il risultato economico del gruppo è positivo e deriva principalmente dall'insieme delle attività tipiche svolte dalla Regione e dalle società. La Regione apporta oltre l'80% dei ricavi provenienti dalla gestione tributaria, mentre sul versante dei costi la parte maggioritaria è rappresentata dai trasferimenti della Regione verso terzi, in particolare il sistema sanitario regionale. La maggioranza dei soggetti presenta risultati di esercizio positivi, in particolare Veneto Lavoro, grazie ai contributi straordinari dello Stato, per 30 milioni legati alla riorganizzazione dei centri per l'impiego e l'incidenza dei rapporti con la capogruppo è sempre significativa.
La seconda ragione per la quale questo strumento è fondamentale nella gestione amministrativa riguarda la verifica di bilanci di enti e società ai quali è affidata la gestione di importanti servizi pubblici per cittadini e imprese.

PRESIDENTE

Scusate, colleghi, se c'è tanto da parlare, vi accomodate fuori e poi parlate. Prego, Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Ci sono alcune funzioni strategiche principalmente affidate all'esterno e in particolare la mobilità e i trasporti (CAV, Veneto Strade, Infrastrutture Venete e Sistemi territoriali) e le funzioni collegate allo sviluppo, al sostegno, all'innovazione del sistema produttivo veneto con Veneto Acque, Veneto Innovazione, Veneto Sviluppo e Avepa.
Si tratta di società costituite interamente partecipate dalla Regione, costituite per lo svolgimento di attività e servizi inerenti lo sviluppo economico e sociale che per natura non possono essere delegate ad Enti locali ed espletate avvalendosi degli uffici regionali.
La scelta di affidarsi a società a partecipazione pubblica per questo tipo di funzione è strettamente correlata all'idea dello Stato imprenditore: idea alla base anche della riforma sanitaria cosiddetta Azienda Zero che si è tradotta nell'esternalizzazione delle attività tipiche degli apparati amministrativi. Questo fenomeno è avvenuto e avviene progressivamente in questa Regione e riguarda diverse società del gruppo: penso, per fare un paio di esempi, a Veneto Acque, società in house controllata a partecipazione diretta, di cui la Regione del Veneto detiene il 100% delle azioni, a cui è delegata principalmente la pianificazione regionale in maniera di infrastrutture acquedottistiche e che dal 2020, attraverso una modifica dello Statuto, ha integrato con interventi in campo ambientale e di difesa del suolo la sua missione aziendale. Penso anche a Veneto Innovazione, anch'essa società in house controllata a partecipazione diretta, che ha progressivamente ampliato la sfera di competenza anche alla promozione del sistema economico veneto, includendo anche quella prettamente turistica, contribuendo addirittura alla realizzazione del Piano turistico annuale del 2019.
Il ricorso allo schema societario dunque soddisfa certamente l'esigenza di alleggerire il bilancio pubblico in senso stretto e la scelta di attivare società a totale partecipazione pubblica deriva dalla convinzione di poter conseguire migliori risultati in termini di efficienza ed economicità attraverso l'utilizzo di una forma organizzativa che si fonda sul fine di lucro, sebbene ovviamente inquadrata dentro obblighi statutari coerenti con gli obiettivi di politica regionale e che per di più non rappresenta le rigidità tipiche delle Amministrazioni Pubbliche.
Naturalmente questo schema comporta la necessità di conciliare le modalità organizzative tipiche della società con l'interesse pubblico da realizzare. In questo senso è fondamentale che l'attività delle società a partecipazione pubblica sia analizzata in termini funzionali rispetto ai reali interessi perseguiti e che siano definiti criteri di valutazione molto stringenti. Da questo punto di vista è chiaro che il bilancio consolidato, come è stato proposto in questa sede e, quindi a consuntivo e all'inizio di una nuova legislatura, rappresento uno strumento limitato in termini proattivi e l'analisi può semplicemente limitarsi ad una sorta di presa d'atto essendo a nostro giudizio assolutamente insufficiente l'analisi prodotta in relazione alla programmazione del DEFR ed essendo decisamente inadeguati gli indicatori presentati.
Ridurre il giudizio di coerenza tra programmazione regionale e attività svolta ad un indice percentuale discrezionale crediamo sia un indicatore troppo limitato per svolgere questo tipo di analisi qualitativa sull'efficacia delle politiche pubbliche realizzate attraverso soggetti esterni alla Regione del Veneto.
Le valutazioni che potremmo al contrario effettuare in corso d'opera saranno certamente più utili e mi riferisco - giusto per fare un esempio - alla gestione degli ATER che sarà necessario monitorare, soprattutto alla luce del recente intervento normativo, con l'obiettivo di verificare l'effettiva capacità di corrispondere al rilevante interesse pubblico correlato alle politiche della casa e alla lotta alle disuguaglianze.
Infine, il bilancio consolidato, rappresentando la Regione del Veneto come una sorta di entità operativa, economica e patrimoniale unica, consente di poter ragionare attorno ad una visione d'insieme delle attività svolte dall'Ente, seppure attraverso il gruppo e di valutare l'adeguatezza delle forme di governance attivate e la capacità di costruire un sistema semplificato e funzionale. Su questo versante si deve segnalare il perfezionamento nel 2020 dell'operazione iniziata nel 2018 sul sistema ferroviario: la Regione ha infatti ricevuto a metà 2019 da Sistemi Territoriali Spa l'intera parte di partecipazione di Infrastrutture Venete (stiamo parlando di società e di capitali interamente partecipate dalla Regione) e in un secondo momento, a seguito di scissione parziale di Sistemi Territoriali, sono state trasferite a Infrastrutture Venete, tra le altre cose, la gestione dell'infrastruttura ferroviaria della tratta Adria-Mestre e il parco rotabile di Sistemi Territoriali che mantiene invece, tramite proroga e in attesa di gara, il contratto di servizio per il trasporto passeggeri.
Da gennaio 2020, a completamento dell'operazione, Infrastrutture Venete è subentrata alla Regione anche nella realizzazione degli obiettivi della politica di trasporto ferroviario ad ulteriore conferma della tendenza all'esternalizzazione di quanto dicevo precedentemente.
Un ultimo aspetto da evidenziare riguarda la vicenda Veneto Sviluppo S.p.A.: la società partecipata per il 51% dalla Regione del Veneto e per il 49 da soci privati facenti parte del gruppo bancario. Come sapete la società opera in due diverse aree: da un lato un'attività più prettamente finanziaria e dall'altro un'attività di gestione degli strumenti finanziari agevolativi in coordinamento stretto con la Regione. Oltre alla costituzione negli anni scorsi del fondo veneto mini bond e della gestione parte di partecipazione societaria, la società ha continuato fino al 2019 a svolgere il proprio ruolo di soggetto attuatore delle politiche regionali in campo economico impegnando oltre 50 milioni di risorse regionali utilizzando i fondi regionali di garanzia.
Come tutti sappiamo, però, la normativa europea sugli affidamenti dei servizi di gestione delle risorse pubbliche ha previsto tassativamente che, per l'individuazione del gestore dei fondi regionali, si ricorra a procedure di evidenza pubblica. Sebbene dunque la società confermi nel 2019 i risultati positivi della gestione per poco più di 800.000 euro, mi pare evidente che il problema della definizione di una strategia complessiva regionale rispetto alla gestione delle risorse pubbliche e dei fondi di rotazione non sia più rinviabile.
La tattica di voler progressivamente svuotare la società prima dell'inevitabile gara pubblica non mi pare sufficientemente lungimirante e certamente non risolutiva del problema. Abbiamo visto la proroga di maggio fino a fine 2021 della convenzione con Veneto Sviluppo, motivata dalla necessaria velocità di azione in riferimento alle emergenze economiche legate alla pandemia, ma sappiamo da quasi 48 mesi che questo momento sarebbe arrivato e farsi trovare impreparati è, a nostro giudizio, abbastanza grave. Trasferire subito le risorse finanziarie disponibili di Veneto Sviluppo relative ai fondi di rotazione regionale (pari a circa 60 milioni) e programmare già dal 2022 la restituzione degli altri fondi regionali rappresenta una soluzione operativa di basso respiro e nulla dice sul futuro della società e delle politiche regionali.
Inoltre, la manovra tentata a luglio su Avepa nelle more delle varie scadenze non solo non ha affrontato e risolto la questione, ma ha ulteriormente accresciuto le preoccupazioni degli operatori. Questo perché, a nostro giudizio, vale esattamente quello che si diceva prima e cioè che la definizione di un gruppo societario per lo svolgimento delle attività di competenza regionale funziona ed è utile solo se, parallelamente alle scelte di natura tecnica, si costruiscono e definiscono sistemi di governance in grado di garantire efficienza, efficacia e accountability.
Il tentativo di delegare ad Avepa, organismo pagatore che gestisce aiuti, contributi, premi, fondi, aiuti in materia di agricoltura e di sviluppo rurale, anche funzioni amministrative in materia di gestione finanziaria tipicamente appunto in capo a Veneto Sviluppo, non è una proposta adeguata alle sfide impegnative che abbiamo davanti: non lo è per Veneto Sviluppo, che offre comunque professionalità e competenze che non andrebbero disperse e non lo è per il settore primario, che ha potuto contare in questi anni di una società efficiente, totalmente ad esso dedicata. Non lo è in generale per le imprese e i cittadini del Veneto.
Ecco perché pensiamo che, anche partendo da questo bilancio consolidato e per evitare ulteriori ritardi che oggi davvero sarebbero inspiegabili oltre che imperdonabili, si apra subito una riflessione seria su come definire una governance rinnovata e coerente per questo settore strategico dell'economia veneta e che sulla base di questa riflessione si possa quanto prima definire una riorganizzazione del lavoro e della struttura delle partecipate, coerenti con gli obiettivi e adeguate alla necessità che questo tempo ci consegna.
Questi in sintesi gli elementi che è utile, a mio giudizio, avere a fuoco per affrontare la discussione di oggi. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
È aperta la discussione generale. Se non ci sono interventi la chiuderei anche subito.
Chiudo la discussione... no, Venturini, adesso ti ho vista. Prego, collega Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Io provengo dall'esperienza comunale dove, quando si va ad approvare il consolidato, è un momento, anche qui procedurale, vissuto come un aggravio amministrativo perché di solito le partecipazioni dei Comuni, parlo per il mio, è dello 0 virgola alle varie società e Enti. In questo caso la Regione Veneto ha una partecipazione importante perché è del 100%, quindi capisco che è un atto complesso, importante, che ci dà un quadro della situazione.
Io mi domandavo questo: noi abbiamo degli Enti, come l'ESU di Padova, l'ESU di Verona e l'Istituto Regionale per le Ville Venete, che chiudono l'esercizio del 2019 con un risultato negativo. Io volevo sapere: la Regione Veneto come si pone nei confronti di questi Enti? Perché nel caso di Comuni che hanno partecipazioni dello 0 virgola l'azione dei Comuni è abbastanza marginale: partecipa alle assemblee e vota, però non ha una grande possibilità di incidere. Mi domandavo invece la Regione Veneto, vista la partecipazione, che approccio, che comportamento ha nei confronti di questi Enti che presentano dei risultati negativi.

PRESIDENTE

Non ho capito se l'assessore Calzavara vuole intervenire. Ho visto un messaggio arrivato... Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, buongiorno a tutti. Prendiamo atto della relazione esaustiva della collega Camani che traccia una geografia delle partecipazioni della Regione del Veneto nel corso di questi anni, che è stata via via costruita. Anche durante le illustrazioni che abbiamo fatto più volte si è cercato di far comprendere come questo sia un processo in costruzione e che dal 2016 a oggi ha visto via via la Regione sempre più capace di collegare i vari bilanci e le varie società partecipate e controllate per iniziare ad avere concretamente una valorizzazione del patrimonio economico-finanziario della Regione così come imposto dal decreto 118 e dall'articolo 68.
Proprio l'altro giorno è stata presentata un'ulteriore accelerazione verso questa idea di avere sempre più uno stretto contatto con le proprie società e abbiamo presentato un portale di asseverazione di crediti e debiti che serve a migliorare la qualità del rapporto soprattutto in termini di asseverazione e quindi di controllo poi di quelli che sono i dati che vengono forniti dalla Regione tra l'Ente madre, che è la Regione e poi tutta una serie di figure che stanno via via aumentando anche la qualità del dato che viene percepito e trasmesso dalla Regione.
All'inizio di legislatura, credo che sia stato anche evidenziato dal presidente Zaia, c'è comunque la necessità anche di una riorganizzazione e di un riassetto di alcune partecipazioni societarie: lo vedremo ad esempio in una piccola cosa nel collegato alla legge di stabilità dove parleremo proprio di una razionalizzazione con l'Interporto di Rovigo. Questo dimostra l'attenzione costante che c'è da parte della Regione di ottimizzare quelle che possono essere le funzioni e, anche in alcuni casi, le sovrapposizioni. Così come alcune scelte devono essere fatte: ricordo che nella precedente legislatura si è chiusa una società come Veneto Promozione, se non ricordo male, che poi ha trovato in qualche modo una sua sostituzione in Veneto Innovazione con alcune funzioni. È comunque una Regione attenta a quelle che sono le modifiche e i tempi che stiamo vivendo e quindi ha la capacità anche di reagire a funzioni o richieste diverse.
Molto probabilmente una riflessione complessiva su Veneto Sviluppo credo che sia necessaria: in particolar modo da parte degli Assessorati che più ne hanno l'uso, penso al collega Marcato, ma credo che da questo punto di vista ci sia anche la consapevolezza che bisogna essere sufficientemente forti dei risultati che presentiamo. Se è vero che tutto è migliorabile, se è vero che bisogna avere una costante attenzione verso questo tipo di società, che sono dei veri e proprie braccia operative e quindi danno delle risposte in alcuni casi puntuali ai bisogni dei veneti, cerchiamo anche di essere un po' più convinti della bontà dei nostri soci, delle nostre società, di chi quotidianamente si confronta con il cittadino.
Raccogliendo alcune delle osservazioni che credo siano doverose da parte della dottoressa Camani, io direi che questo è un bilancio consolidato che conferma ancora una Regione del Veneto sana, che continua a crescere dal punto di vista del patrimonio netto, che, come credo sia stato evidenziato in relazione, mette in evidenza che 24 soggetti su 28 sono positivi, quindi una sostanziale bontà dell'economia di queste società.
Per quanto riguarda l'ESU, credo che da questo punto di vista non abbiamo una particolare presenza nella gestione dell'ESU. Si cerca, da questo punto di vista, di creare le condizioni di un rientro: so che c'è anche tutta una discussione legata agli avanzi degli ESU che è in essere e che speriamo che, nel corso delle prossime settimane, possa avere anche una risposta.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore, per i chiarimenti. Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Io approfitterei, visto che abbiamo l'assessore Calzavara collegato, per chiedere alcuni chiarimenti in merito al consolidato e alla proiezione poi al 2020.
C'è un dato che ha sollevato la mia curiosità e il mio interesse, relativo ai contributi agli investimenti (la voce 3C del conto economico), che vede una riduzione significativa tra il '18 e il '19 da 224 a 178 milioni di euro, cioè 46 milioni in meno di contributi agli investimenti. Ma la cosa che soprattutto, secondo me, balza agli occhi è che i contributi agli investimenti della Pubblica Amministrazione scendono da 243 a 215, mentre i contributi agli investimenti di altri soggetti salgono da 144 a 214, cioè, a fronte di una minore contribuzione da parte della Regione verso gli investimenti, c'è uno sbilanciamento tra i contributi verso la pubblica Amministrazione e i contributi verso altri soggetti. Ovviamente in forma aggregata, questo è di difficile lettura.
Io chiederei all'Assessore se può dare qualche delucidazione in merito a questa posta, che è una delle poste importanti del consolidato e se ha la possibilità di chiarire se questa tendenza sia stata mantenuta nel 2020 o se viceversa, come io auspico, nel 2020 abbia visto un'inversione di tendenza visto il periodo di forte crisi che stiamo attraversando e della necessità di contribuire in maniera concreta a quella che è l'operatività sia della Pubblica Amministrazione sia dei vari Enti collegati. Grazie.

PRESIDENTE

Assessore è un tema molto specifico, forse più da Commissione che da Aula, ma ha una... prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Io mi scuso perché poi tra l'altro son collegato da casa senza tutta la documentazione, quindi non sono in questo momento in grado di darle una risposta. Mi impegno, visto che avremo nel corso delle prossime settimane altri temi legati al bilancio, di arrivare anche con questo dato e di poterla informare.

PRESIDENTE

Magari portiamo in Commissione un tema su questa richiesta di chiarimento del collega Lorenzoni.
Io non vedo altri interventi, quindi chiuderei la discussione generale. Grazie. Passerei alle dichiarazioni di voto, se ci sono, sulla PDA n. 2.
Non vedo... Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. A conclusione delle questioni che sono state sollevate, ribadisco due principi che giustificheranno le dichiarazioni di voto che sto per fare e però ribadisco anche tre problemi che continuano a permanere. Confermo quello che diceva l'Assessore, cioè che il perimetro di consolidamento è individuato in una misura che ci sembra soddisfacente e confermo che anche a nostro giudizio i dati economici, finanziari e patrimoniali del bilancio consolidato siano positivi e quindi il sistema funziona, però chi si occupa di amministrazione e deve garantire dei servizi pubblici non si può limitare a vedere se le società sono in utile o no, perché altrimenti anziché essere rappresentanti istituzionali faremmo gli imprenditori e apriremmo tutte delle società di capitali.
Ci sono alcuni temi che anche con il perimetro ben definito e anche le società che non presentano deficit di bilancio dobbiamo tenere presente: il primo è la questione di orientare sempre alla semplificazione l'organizzazione del gruppo Regione del Veneto e quindi, questa tendenza a stratificare con partecipate delle partecipate delle partecipate sicuramente è molto utile per moltiplicare i Consigli di Amministrazione ma non è detto che sia funzionale all'obiettivo che non è quello di fare utile, ma è quello di erogare servizi essenziali ai cittadini.
Il secondo problema: è ovvio che nel momento in cui io delego alcune funzioni anziché alla Istituzione a delle società pubbliche o partecipate al 100% dalla Regione devo costruire dei meccanismi che consentano alla Capogruppo, cioè la Regione, di poter controllare ciò che accade e come quei servizi vengono erogati. Anche su questo è necessario costruire un sistema efficiente.
Infine - e chiudo - c'è il tema della governance, cioè di come noi costruiamo un meccanismo che consenta non solo il monitoraggio ex post ma anche la capacità di incidere, attraverso le decisioni politiche della Capogruppo, nelle azioni operative delle società che controlliamo o partecipiamo.
Con questi tre inviti e con la volontà e la richiesta rinnovata che esprimiamo a questo Consiglio di intervenire quanto prima in maniera seria sulla questione Veneto Sviluppo e Avepa, come Gruppo del Partito Democratico, arrivando a questo punto della discussione con le premesse che ho fatto, abbiamo la volontà di astenerci sull'espressione del voto di questo provvedimento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altre dichiarazioni di voto. Vedo movimento a nord est. Prego, Sandonà.

Luciano SANDONA' (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Volevo brevemente replicare in aggiunta a quello che era stato detto dall'assessore Calzavara, dagli appunti che sono stati fatti dai colleghi in sede di discussione, ricordando che una volta all'anno c'è un passaggio in Commissione di un documento che è un documento di monitoraggio di tutte le nostre aziende partecipate e controllate, dove sarà possibile fare anche una discussione più approfondita relativamente alle nostre aziende della Regione Veneto, ricordando anche che nel corso degli anni e anche nel corso dell'ultima legislatura c'è stata un'opera di razionalizzazione e c'erano anche degli Enti che sono stati giudicati non più funzionali e quindi quest'opera è stata fatta in maniera anche molto pesante nella scorsa legislatura.
Volevo anche ricordare alla consigliera Camani che i nostri due enti, Veneto Sviluppo e Avepa, sono due enti che funzionano molto bene: Veneto Sviluppo è una finanziaria che ha un attivo importante, che negli ultimi anni è stata gestita in maniera brillante e ha visto delle operazioni di salvataggio e di rilancio di aziende regionali, che sono state portate ad esempio anche in campo nazionale.
Avepa ricordo ancora che è il primo ente pagatore a livello nazionale per quel che riguarda l'agricoltura e, vista l'opera che è stata fatta specie negli ultimi anni, è stata incaricata, con una legge regionale che abbiamo approvato nella scorsa legislatura, di diventare ente pagatore generale per quel che riguarda la Regione Veneto.
Credo che questi siano dei risultati importanti, che sono stati ottenuti anche nel corso dell'ultima legislatura e che fanno del Veneto un esempio a livello nazionale: sfido a trovare qualche altra Regione che, a livello nazionale, abbia 19 enti partecipati o controllati con tutte le funzioni pubbliche che vengono svolte da parte della Regione Veneto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altri interventi, passo alla votazione della proposta di deliberazione amministrativa n. 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Colleghi, votate. Corsi, non c'è?
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

PUNTO
9



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "ASSESTAMENTO DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2020-2022". (PROGETTO DI LEGGE N. 11) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 37/2020)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore in Aula il consigliere Sandonà; correlatore la consigliera Camani.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
ai sensi dell'articolo 21 della legge regionale 29 novembre 2001, n. 39 (legge di contabilità regionale) e dell'articolo 50 del decreto legislativo n. 118/2011 ogni anno con legge viene approvato l'assestamento del bilancio di previsione, sulla base delle definitive risultanze contabili relative all'esercizio precedente.
Esso si sostanzia in una variazione al bilancio sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi, del fondo pluriennale vincolato e del fondo crediti di dubbia esigibilità, accertati in sede di rendiconto dall'esercizio scaduto il 31 dicembre precedente, fermi restando i vincoli di cui all'art. 40 ("Equilibrio di bilanci") del citato d.lgs. 118/2011.
L'attuale fase emergenziale conseguente al rischio sanitario per COVID19, le conseguenti pesanti ricadute socio-economiche ed il (breve) periodo di rallentamento dell'attività normativa conseguente alle elezioni amministrative regionali non hanno consentito di rispettare il termine normativo (ordinatorio) del 30 giugno per la presentazione e l'approvazione dell'assestamento stesso.
La manovra di assestamento al bilancio di previsione 2020-2022 è stata predisposta in un contesto caratterizzato da un'incertezza estrema in considerazione della grave crisi economico-sociale conseguente alla pandemia da Coronavirus che ha colpito duramente la Regione del Veneto, sotto il profilo sanitario e socio-economico.
Come previsto dal d.lgs. n. 118/2011, la Giunta regionale ha fatto precedere l'adozione dell'assestamento dall'assunzione dei seguenti provvedimenti:
- la deliberazione n. 508 del 28/4/2020, ad oggetto "Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2019";
- la deliberazione n. 509 in pari data, ad oggetto "Variazioni del bilancio 2020- 2022 conseguenti al riaccertamento ordinario dei residui 2019 e relativi adempimenti", con la quale sono state apportate le variazioni di bilancio conseguenti al suddetto riaccertamento, mediante adeguamento del Fondo Pluriennale Vincolato e degli stanziamenti del bilancio 2020/2022;
- il disegno di legge (delib. n. 11/DDL del 19/5/2020) sul "Rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2019", presentato al Consiglio regionale il 21 maggio, in merito al quale il Collegio dei Revisori dei conti, con parere del 17 giugno, si è espresso favorevolmente circa la sua approvazione, attestandone la corrispondenza alle risultanze della gestione finanziaria; la Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti lo ha parificato il 10 luglio; il Consiglio regionale lo ha infine approvato il 20 luglio e la legge regionale n. 30 del 24/7/2020 è stata pubblicata sul BURV n.112 in pari data.
Alla luce delle chiusure contabili dell'esercizio finanziario 2019, si evidenziano i seguenti risultati: i residui attivi ammontano a 4.427,2 milioni di euro, quelli passivi a 4.429,7 milioni ed il fondo cassa a 1.349,7 milioni.
Il disavanzo finanziario alla stessa data, considerando le quote accantonate e quelle vincolate, è accertato nella somma di 1.944,5 milioni, di cui:
- 1.412,4 milioni rappresenta l'ammontare residuo da rimborsare al Fondo anticipazioni di liquidità di cui all'articolo 1, commi 692-700, della legge statale di stabilità 2016 (l. 208/2015);
- 532 milioni è l'ammontare del debito autorizzato e non contratto (DANC).
Il rinnovo dell'autorizzazione a contrarre prestiti nella forma di mutui, prestiti obbligazionari o altre forme di indebitamento consentite dalla legislazione vigente, di cui all'articolo 3, comma 1, della legge regionale n. 46/2019 "Bilancio di previsione 2020-2022" (a copertura del DANC), è dunque ridotto di 224,9 milioni rispetto a quanto inizialmente previsto (756,9 milioni).
Va detto che la riduzione del DANC è costante, dal 31/12/2014 (quando ammontava a 2.039,3 milioni) al 31/12/2019 (532 milioni, come detto): a rimarcare l'impegno dell'Amministrazione regionale per ridurre sensibilmente tale disavanzo che – va detto – corrisponde ad investimenti effettuati negli esercizi precedenti al 2015 la cui copertura era garantita con ricorso al debito, mai effettivamente contratto in quanto la liquidità regionale e le norme allora vigenti permettevano comunque di sostenerli.
In occasione dell'assestamento al bilancio di previsione si è provveduto a contabilizzare la quota corrispondente ai primi 3 trimestri del contributo, di complessivi 500 milioni, assegnato alle Regioni con decreto del MEF del 3/8/2020, volto ad assicurare le risorse necessarie per l'espletamento delle funzioni regionali per l'anno 2020 in conseguenza della perdita di entrate connessa all'emergenza pandemica e a sterilizzare per pari importo le rispettive minori entrate.
Con la revisione di alcune stime di entrata si è reso inoltre necessario rivedere gli accantonamenti al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) anche in conseguenza dell'andamento della riscossione delle voci coinvolte. L'impatto della pandemia sui processi e valori iscritti a Bilancio 2020 ha infatti generato riflessi anche nei processi di calcolo degli importi da assoggettare al Fondo, con conseguente rilevante contrazione delle somme che complessivamente vengono accantonate con l'operazione di assestamento.
Sul fronte dell'entrata, le previsioni sono state aggiornate in relazione all'andamento degli accertamenti e delle riscossioni, nonché all'evoluzione delle grandezze economiche rilevanti ai fini della quantificazione delle entrate regionali.
Si evidenzia che alla luce della DGR n.1410 del 16/9/2020 ("Misure urgenti a sostegno dei cittadini, famiglie ed imprese del Veneto. Direttive alle Direzioni regionali in materia di recupero di tributi, accise, addizionali, canoni ed altre forme di credito della Regione per l'annualità pregresse"), nonché per le disposizioni di sospensione delle notifiche degli atti di controllo disposte dalla normativa statale di quest'ultimo periodo per il contenimento degli effetti economici della pandemia, si è proceduto a ridurre le iniziali previsioni di entrata riferite all'IRAP (attività di accertamento e riscossione coattiva) per complessivi 12 milioni; all'addizionale regionale all'IRPEF (attività di accertamento) per 2 3 milioni; alla tassa automobilistica regionale (gettito, attività di accertamento e riscossione coattiva), per complessivi 255 milioni; all'addizionale regionale all'accisa sul gas (gettito), per 5 milioni.
Ai sensi dell'art. 111 del D.L. 34/2020, dell'Intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Prov. autonome del 20/07/2020 e dell'art. 41 D.L. 104/2020 il pdl di assestamento del bilancio 2020-2022 istituisce il "Fondo per l'esercizio delle funzioni a ristoro della perdita di gettito connessa all'emergenza epidemiologica COVID-19" con una dotazione di risorse pari a 135 milioni: importo trasferito dallo Stato al fine di concorrere ad assicurare alla Regione le risorse necessarie, in conseguenza della possibile perdita delle entrate di cui sopra, connesse all'emergenza COVID-19.
Sono state inoltre aggiornate le previsioni di entrata riferite:
- ai proventi da operazioni di valorizzazione e/o alienazione del patrimonio immobiliare (art. 16, L.R. 18/03/2011, n..7)"; lo stanziamento previsto sul pertinente capitolo di entrata viene aumentato da 4,5 a 6,6 milioni, adeguando così la competenza agli importi accertati;
- ai trasferimenti correnti da Infrastrutture Venete S.r.l. per l'utilizzo di materiale rotabile di cui alla DGR n.1981/2019 (L.r. 30/12/2016, n.32)"; si rende infatti necessario provvedere all'iscrizione nel vigente bilancio di nuove entrate per 2,29 milioni, in relazione al versamento annuo che tale società dovrà effettuare a favore della Regione, in conseguenza dell'utilizzo di materiale rotabile da parte di Trenitalia S.p.A.;
- ad altri capitoli di entrata che hanno subìto un adeguamento dello stanziamento poiché assoggettati a FCDE.
Ricapitolando, il saldo finanziario positivo fra le minori entrate tributarie (-274 milioni complessivi), la corrispondente riduzione in spesa dell'accantonamento al FCDE relativo alle entrate ad esso assoggettate e oggetto di riduzione (-163 milioni) ed il contributo statale (+135 milioni) hanno portato alla creazione di un primo margine pari a circa 24 milioni. Questo margine, sommato alle suddette maggiori previsioni di entrata – valorizzazione e/o alienazione del patrimonio immobiliare (+2,13 milioni) e trasferimenti correnti da Infrastrutture Venete S.r.l. (+2,29 milioni) – e alle riduzioni degli oneri sui mutui a seguito della rinegoziazione di alcune linee di credito (+ 8 milioni), consente di destinare alle politiche di spesa regionali 36,4 milioni.
Con riferimento alle previsioni di uscita, alcune autorizzazioni di leggi di spesa sono state rimodulate per recepire le esigenze emerse nel corso dei primi mesi di gestione, destinando le risorse alle spese per l'attuazione delle scelte fondamentali del programma di mandato della legislatura regionale.
Detto precedentemente che è stata rideterminata (-224,9 milioni) l'autorizzazione alla contrazione di debito per coprire il DANC, si è proceduto al conseguente adeguamento degli oneri dell'indebitamento per gli anni 2021 e 2022 del bilancio di previsione. Il minor onere è quantificato in 10 milioni per ciascuno degli esercizi citati.
I maggiori movimenti per l'esercizio 2020 apportati per aggregati di spesa oggetto dell'approvazione per unità di voto (ovvero per Missioni e Programmi) sono i seguenti:
- Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" - Programma 06 "Ufficio Tecnico": incremento di 600.000 euro destinato a lavori di 4 manutenzione straordinaria, ristrutturazione e recupero su beni immobili demaniali nonché su locali e uffici di sedi regionali;
- Missione 04 "Istruzione e Diritto allo Studio" - Programma 04 "Istruzione Universitaria": viene aumentato di 530.000 euro lo stanziamento, destinando le risorse - come emerso e chiarito nel dibattito durante i lavori di commissione - al finanziamento di borse di studio universitarie in luogo del finanziamento di progetti di ampliamento dell'offerta formativa negli Istituti scolastici statali e paritari di ogni ordine e grado e nelle Scuole di formazione professionale del Veneto; contestualmente viene ridotto di pari importo il Programma 07 "Diritto allo Studio";
- Missione 05 "Tutela e Valorizzazione dei Beni e delle Attività Culturali" - Programma 02 "Attività Culturali e Interventi diversi nel Settore Culturale": vengono destinati 250.000 euro a favore delle attività di cui alle LL.RR. 52/1984 e 25/2009;
- Missione 06 "Politiche giovanili, sport e tempo libero" - Programma 01 "Sport e tempo libero": vengono riallocati 980.000 euro per le azioni destinate ai Giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026 e grandi eventi;
- Missione 07 "Turismo" - Programma 01 "Sviluppo e Valorizzazione del Turismo": 1 milione è destinato al finanziamento della promozione turistica per le necessarie azioni di sostegno al settore turistico per contrastare le ricadute negative conseguenti all'attuale fase di emergenza pandemica;
- Missione 09 "Sviluppo sostenibile e Tutela del territorio e dell'ambiente" - Programma 05 "Aree protette, Parchi naturali, Protezione naturalistica e Forestazione": complessivi 240.000 euro vengono destinati al finanziamento degli enti di gestione di parchi naturali e per gli interventi di prevenzione degli incendi boschivi;
- Missione 09 "Sviluppo sostenibile e Tutela del territorio e dell'ambiente" - Programma 08 "Qualità dell'aria e riduzione dell'inquinamento": 6,6 milioni sono destinati al finanziamento degli interventi previsti dalla L.R. 3/2000 (bonifica e ripristino di siti inquinati);
- Missione 10 "Trasporti e Diritto alla Mobilità" – Programma 01" Trasporto ferroviario": l'incremento di 2,8 milioni consentirà di proseguire gli interventi per l'eliminazione di passaggi a livello e per l'adeguamento di sottopassi ferroviari;
- Missione 10 "Trasporti e Diritto alla Mobilità" – Programma 05 "Viabilità e infrastrutture stradali": l'importo complessivo di 7,8 milioni permetterà la manutenzione e il mantenimento in efficienza della rete viaria regionale e ad alcune azioni, dei quali 120.000 euro destinati alle attività di supporto al RUP per la realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta;
- Missione 11 "Soccorso civile" – Programma 01 "Sistema di protezione civile": l'importo di 465.000 euro è destinato alle spese per il funzionamento del centro funzionale multirischi;
- Missione 12 "Diritti Sociali, politiche Sociali e Famiglia" - Programma 01 "Interventi per l'infanzia e i minori e per asili nido": l'incremento di 3 milioni viene destinato al "Fondo regionale per le politiche sociali - sostegno di iniziative a tutela dei minori";
- Missione 13 "Tutela della salute" – Programma 01 "Servizio sanitario regionale-finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA": l'importo di 7,5 milioni è destinato al ristoro sul fondo sanitario regionale delle risorse 5 finalizzate all'assistenza socio-sanitaria residenziale delle persone con disturbi mentali.
Il progetto di legge n. 11 "Assestamento del bilancio di previsione 2020- 2022" è composto da sette articoli, relativi alle modifiche e alle variazioni da introdurre agli stati di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio di previsione 2020-2022 e alle correlate tabelle allegate, oltre all'articolo relativo all'entrata in vigore.
È stato assegnato alla Prima Commissione il 2 novembre 2020; in pari data è stato acquisito il parere del Collegio dei Revisori dei Conti, che si è pronunciato favorevolmente sul provvedimento.
Nella seduta del 10 novembre è stato illustrato ai componenti della commissione, con invito esteso a tutti i consiglieri.
In data 17 novembre il Consiglio delle Autonomie Locali ha espresso, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, della l.r. 31/2017, parere favorevole.
Tra il 17 ed il 19 novembre le commissioni Seconda, Terza; Quinta, Sesta hanno espresso, come previsto dall'articolo 69 del Regolamento, il rispettivo parere alla Prima, per le parti di competenza.
Nella seduta del 23 novembre, infine, la Prima Commissione l'ha approvato a maggioranza per l'Aula.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente, Lista Veneta Autonomia, Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni, Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto. Si sono astenuti i rappresentanti del gruppo consiliare Partito Democratico Veneto.".

PRESIDENTE

Collega Sandonà, relatore, prego.

Luciano SANDONA' (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Signori colleghi, ai sensi dell'articolo 21 della legge regionale 29 novembre 2001, n. 39 e dell'articolo 50 del decreto legislativo n. 118/2011, ogni anno con legge viene approvato l'assestamento del bilancio di previsione sulla base delle risultanze definitive contabili relative all'esercizio precedente. Esso si sostanzia in una variazione di bilancio sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi, del Fondo pluriennale vincolato e del Fondo crediti di dubbia esigibilità, accertati in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto il 31 dicembre precedente. Fermi restando i vincoli di cui all'articolo 40, equilibri di bilancio, del citato decreto legislativo 118/2011.
La manovra di assestamento al bilancio 2020/2022 è stata predisposta in un contesto caratterizzato - lo ricordiamo - da un'incertezza estrema in considerazione della grave crisi economico-sociale conseguente alla pandemia da Coronavirus che ha colpito duramente la Regione Veneto sotto il profilo sanitario e socio-economico.
Alla luce delle chiusure contabili dell'esercizio 2019 si evidenziano i seguenti risultati: residui attivi ammontano a 4.427,2 milioni di euro, quelli passivi a 4.429,7 milioni ed il fondo cassa a 1.349,7 milioni.
Il disavanzo finanziario alla stessa data, considerando le quote accantonate e quelle vincolate, è accertato nella somma di 1.944,5 milioni, di cui 1.412,4 milioni rappresenta l'ammontare del residuo da rimborsare al fondo anticipazione liquidità di cui all'articolo 1, commi 692 e 700 della legge statale di stabilità 2016 e 532 milioni è l'ammontare del debito autorizzato e non contratto (il cosiddetto DANC). Il rinnovo dell'autorizzazione a contrarre prestiti nella forma di mutui, prestiti obbligazionari o altre forme di indebitamento consentite dalla legislazione vigente, di cui all'articolo 3 comma 1 della legge regionale 46/2019, che è quella relativa al bilancio di previsione 2020/2022, a copertura del DANC è dunque ridotto di 224,9 milioni rispetto a quanto inizialmente previsto pari a 756,9 milioni.
Va detto che la riduzione del debito autorizzato e non contratto è costante dal 31/12/2014, quando ammontava a 2.039,3 milioni; al 31/12/2019 noi siamo arrivati appunto a 532 milioni. Questo a rimarcare l'impegno dell'Amministrazione regionale per ridurre sensibilmente tale disavanzo che corrisponde ad investimenti effettuati negli anni precedenti al 2015 la cui copertura era garantita con ricorso al debito mai effettivamente contratto in quanto la liquidità regionale - e le norme allora vigenti - permettevano comunque di sostenerli.
In occasione dell'assestamento di bilancio di previsione si è provveduto a contabilizzare la quota corrispondente ai primi tre trimestri di contributo di complessivi 500 milioni assegnato alle Regioni con decreto del MEF del 3 agosto 2020, volto ad assicurare le risorse necessarie per l'espletamento delle funzioni regionali per l'anno 2020 in conseguenza alla perdita di entrate connesse all'emergenza pandemica e a sterilizzare per pari importo le rispettive minori entrate. Con la revisione di alcune stime di entrate si è reso inoltre necessario rivedere gli accantonamenti al fondo crediti di dubbia esigibilità anche in conseguenza dell'andamento della discussione delle voci coinvolte.
L'impatto della pandemia sui processi e i valori iscritti a bilancio 2020 e il fatto generato, riflessi anche nei processi di calcolo degli importi da assoggettare al fondo, con conseguente rilevante contrazione delle somme che complessivamente vengono accantonate come operazione di assestamento.
Si evidenzia che alla luce del decreto di Giunta regionale n. 1410 del 16/9/2020, nonché per le disposizioni di sospensione delle notifiche degli atti di controllo disposti dalla normativa statale di quest'ultimo periodo per il contenimento degli effetti economici della pandemia, si è proceduto a ridurre le iniziali previsioni di entrate riferite all'IRAP per complessivi 12 milioni, all'addizionale regionale IRPEF per 2 milioni, alla tassa automobilistica regionale per complessivi 255 milioni, all'addizionale regionale all'accisa sul gas per 5 milioni.
Ai sensi dell'articolo 111 del decreto legge 34 del 2020, il PdL di assestamento del bilancio 2020/2022 istituisce il Fondo per l'esercizio delle funzioni ristoro della perdita di gettito connessa all'emergenza epidemiologica Covid-19 con una dotazione di risorse pari a 155 milioni (che è la prima tranche è appunto di 500 milioni) importo trasferito allo Stato al fine di assicurare alla Regione le risorse necessarie connesse all'emergenza Covid-19.
Sono state inoltre aggiornate le previsioni di entrata, così riferite, poi ci sono altre previsioni degli assestamenti in entrata per quel che riguarda il bilancio; alla fine, ricapitolando, il saldo finanziario positivo fra le minori entrate tributarie (meno 274 milioni complessivi), la corrispondente riduzione in spesa dell'accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità relativo alle entrate ad esso assoggettate oggetto di riduzione (meno 163 milioni) e il contributo statale (più 135 milioni) hanno portato alla creazione di un primo margine pari a circa 24 milioni. Questo margine, sommato alle suddette maggiori previsioni di entrata, valorizzazione e alienazione del patrimonio immobiliare (più 2,13 milioni), trasferimenti correnti ed infrastrutture Venete S.r.l. (più 2,29) e alle riduzioni degli oneri sui mutui a seguito della rinegoziazione di alcune linee di credito (più 8 milioni), consente di destinare alle politiche di spesa regionale il complessivo della manovra che è pari a 36,4 milioni di euro.
Con riferimento, invece, alle previsioni di uscita, alcune autorizzazioni di leggi di spesa sono state rimodulate per recepire le esigenze emerse nel corso dei primi mesi di gestione destinando risorse alle spese per l'attuazione delle scelte fondamentali del programma di mandato della legislatura regionale.
Detto precedentemente della rimodulazione meno 224,9 milioni dell'autorizzazione alla contrazione del debito per coprire il DANC e i maggiori movimenti per l'anno 2020, apportati per aggregati di spesa, sono riferiti alla Missione 01 Servizi istituzionali generali di gestione, con incremento di 600.000 euro destinati a lavori di manutenzione straordinaria, ristrutturazione e recupero su immobili demaniali nonché su locali uffici di sedi regionali.
Missione 04 "Istruzione e diritto allo studio": aumentata di 530.000 euro, prevede lo stanziamento destinando le risorse, come emerso e chiarito durante il dibattito in Commissione, al finanziamento di borse di studio universitarie in luogo del finanziamento di progetti di ampliamento dell'offerta formativa degli istituti scolastici statali e paritari di ogni ordine e grado e nelle scuole di formazione professionale del Veneto. Questa nota è stata modificata a margine della Commissione.
Missione 05 "Tutela e valorizzazione di beni ed attività culturali": vengono destinati ulteriori 250.000 euro a favore delle attività relative ai beni alle attività culturali.
Missione 06 "Politiche Giovanili, Sport e Tempo libero": un aumento di 980.000 euro per le azioni destinate ai Giochi olimpici invernali di Milano e Cortina 2026, per i grandi eventi.
Missione 07 "Turismo": aumento di un milione di euro, destinato al finanziamento per la promozione turistica e le necessarie azioni di sostegno al settore turistico per contrastare le ricadute negative conseguenti all'attuale fase di emergenza pandemica.
Missione 09 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente": complessivi 240.000 euro, aree protette e parchi, destinati a finanziamento degli enti di gestione dei parchi naturali e per gli interventi di prevenzione degli incendi boschivi.
Missione 09 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente": complessivi 6,6 milioni destinati al finanziamento degli interventi previsti dalla legge regionale 3 del 2000 Bonifica e ripristino di siti inquinati.
Missione 10 "Trasporti e diritto alla mobilità": incremento di 2,8 milioni che consentirà di proseguire gli interventi per l'eliminazione di passaggi a livello e per l'adeguamento dei sottopassi ferroviari.
Missione 10: "Trasporti e diritto alla mobilità", Programma 05 "Viabilità e infrastrutture", per l'importo complessivo di 7,8 milioni che permetterà le manutenzioni e il mantenimento in efficienza della rete viaria regionale ed alcune azioni, fra i quali 120.000 euro destinati ad attività di supporto al RUP per la realizzazione della Superstrada Pedemontana veneta.
Missione 11 "Soccorso civile": per il sistema della Protezione civile, 465.000 euro.
Missione 12: "Diritti sociali, politiche famiglia": incremento di 3 milioni destinati al Fondo regionale per le politiche sociali, sostegno di iniziative a tutela dei minori.
Missione 13: "Tutela della salute", programma 01 "Servizio sanitario regionale", finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA; l'importo di 7.5 milioni è destinato al ristoro sul fondo sanitario regionale e le risorse finalizzate all'assistenza sociosanitaria residenziale delle persone con disturbi mentali. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Correlatrice Camani, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
l'assestamento del bilancio dell'esercizio in corso, e dei due esercizi successivi, rappresenta l'ultimo atto economico-finanziario del 2020 della Regione del Veneto.
Le condizioni di incertezza generale e, più nello specifico, la proroga a ottobre della scadenza della legislatura precedente, non hanno consentito di rispettare il termine normativo per l'approvazione di questo atto e, dunque, ci troviamo ad affrontare questo importante passaggio nel momento in cui manca poco più di un mese alla fine dell'anno e sostanzialmente in contemporanea alla sessione di bilancio di previsione.
Questi elementi avrebbero dovuto essere tenuti in considerazione nella redazione del progetto di assestamento; invece, e cercherò di spiegare perché, a nostro giudizio per l'assestamento 20/22 questo non è avvenuto.
Naturalmente il documento è in linea con i principi contabili e la normativa vigente, assicura l'equilibrio finanziario, apporta le necessarie variazioni sulla base della consistenza dei dati consuntivi 2019.
Per quanto riguarda i punti principali sotto il profilo economico-finanziario, mi limiterò a citare quelli più significativi.
Debito autorizzato e non contratto.
Continua la progressiva riduzione del disavanzo relativo ad investimenti effettuati dal 2002 al 2015 la cui copertura era garantita con il ricorso al debito mai effettivamente contratto. Nel 2014 ammontava a quasi 2,4 miliardi e rappresenta spese in conto capitale che finanziamo non con il ricorso al debito ma impegnando liquidità per ripagarle un po' per volta. Lo dico perché se certamente è positivo l'impegno costante alla sua riduzione, è meno positivo il meccanismo di rientro dal debito previsto, quanto meno per la difficoltà connessa alla possibilità di programmare nel lungo periodo l'attività di rientro.
In particolare, in questo esercizio, e con questo assestamento, riduciamo il DANC di ulteriori 225 milioni, a cui corrisponde, ovviamente, la uguale riduzione di ricorso al debito. Questa operazione, di natura prettamente finanziaria, si riflette in un effetto positivo sui bilanci 2021 e 2022 in termini di oneri dell'indebitamento per circa 10 milioni di euro per annualità.
Ma l'elemento più rilevante sotto il profilo economico di questa manovra è contenuto nel D.L. 34 del maggio 2020.
All'articolo 111 si prevede, infatti, che al fine di concorrere ad assicurare alle Regioni le risorse necessarie per l'espletamento delle proprie funzioni, in conseguenza della possibile perdita di entrate connessa all'emergenza Covid, in particolare in relazione alla sospensione dei pagamenti di atti di accertamento fiscale e tributario, inclusi quelli di competenza regionale, sia istituito un fondo di 1,5 miliardi a favore delle Regioni, con l'impegno di verificare a consuntivo congruità dello stanziamento ed eventuali necessarie integrazioni. In conseguenza a questa determinazione statale, viene recepito nel bilancio regionale il primo stanziamento relativo a questo fondo nazionale. Questo fatto produce tre eventi rilevanti ai fini dell'assestamento: in primo luogo viene registrata una riduzione delle entrate correnti, correlata alle disposizioni nazionali e regionali che sospendono le notifiche degli atti di controllo e di accertamento, in riferimento, in particolare, alla tassa automobilistica regionale; in secondo luogo si registra l'aumento delle entrate correnti per trasferimenti statali, e, infine, posta più significativa, si riduce sensibilmente il Fondo crediti dubbia esigibilità, che passa da 177 milioni a 15 milioni.
Sono sostanzialmente queste tre operazioni, a cui si aggiungono alcune risorse provenienti da alienazioni e da Infrastrutture Venete, a costituire le disponibilità economiche, pari a circa 29 milioni, dell'assestamento del bilancio del 2020.
Lo preciso perché, nello sfogliare le tre slides preparate dalla Giunta per illustrare questo provvedimento, si fa riferimento ad una cifra maggiore (36,4 milioni), senza però specificare che oltre 8 milioni di questi 36,4 si riferiscono agli esercizi 2021 e 2022.
Credo sia importante avere in mente questa cifra (29 milioni) nell'analizzare la manovra di bilancio.
Allora partiamo da qui.
Naturalmente tutti gli interventi proposti sono, sulla carta, condivisibili: manutenzioni straordinarie, borse di studio, aiuti alla cultura, la promozione turistica, interventi infrastrutturali e bonifiche, sostegni alle politiche sanitarie e sociali.
O meglio, qualcuno di più, altri meno, fosse anche solo perché sono stati forniti meno elementi di merito specifici per poterci convincere, e su questo tornerò dopo, ma in generale è evidente che la possibilità di poter disporre di risorse nuove è sempre una occasione importante.
Cercherò, dunque, di entrare nel merito di quegli interventi che generano qualche perplessità in più e cercherò di spiegare le ragioni di tale perplessità.
Primo. Gli interventi per la cultura. Sono stanziati 250.000 per la Missione 5.
200 mila euro sono interventi per il sistema del cinema. Ci avete parlato, nello specifico, di sostegni alle sale cinematografiche. Ora, sul punto si aprono diversi problemi. Il primo più tecnico: non mi risulta che la legge 25 del 2009 preveda la possibilità di erogare contributi diretti a fondo perduto. Il secondo legato alla quantificazione, perché la quantità di sale è tale da far apparire lo stanziamento realmente sottodimensionato, qualora l'obiettivo sia offrire un sostegno reale agli operatori. E infine l'aspetto che riguarda questa posta ma anche altre, su cui tornerò, e cioè il tema della tempistica, perché è difficile immaginare un intervento serio, a prescindere dalla quantificazione, senza avere, e ad oggi non mi risulta (perché lo avete detto voi in commissione) ci sia una definizione dei criteri per le assegnazioni e il mese che abbiamo di fronte ci sembra davvero poco per poter definire un progetto utile.
Secondo. Il tema delle Olimpiadi.
Non ci sfugge l'importanza dell'appuntamento e neppure le difficoltà che incontreremo nell'organizzazione dell'evento in conseguenza della pandemia, ma l'impressione che si ha, leggendo in combinato questo assestamento e la manovra di bilancio di previsione in arrivo, è che si siano appostate in questo capitolo risorse che "avanzano" perché tanto sappiamo che ce ne sarà bisogno senza un pensiero di progetto.
Terzo. Il turismo.
Anche in questo caso, siamo di fronte ad uno stanziamento importante, 1 milione di euro. E anche in questo caso, sebbene non ci sfugga l'importanza del comparto e la gravità della crisi che sta attraversando, ci sembra che la destinazione indicata non sia assolutamente adatta per questo tipo di contesto. Inserzioni sui giornali, pubblicità su radio e tv, sponsorizzazioni social con influencer, sono utili, forse, ma se programmati per tempo e se costruiti attorno ad un messaggio chiaro rispetto all'offerta turistica, cosa che mi pare complicata da realizzare in un momento in cui non sappiamo se e come partirà la stagione invernale. Peraltro, questo tipo di attività dovrebbe, per definizione, essere costruita avendo davanti il tempo per pianificare e al 27 novembre mi sembra difficile poterlo fare con serietà. Allora, se le considerazioni fin qui fatte hanno un certo fondamento, anche in questo caso sembra che si vada a "riempire" un contenitore facilmente "elastico", trasferendo probabilmente le risorse a soggetti esterni che hanno la funzione di occuparsi di promozione turistica e, nel caso in cui i tempi non consentano l'impiego rapido, avere comunque fondi per il futuro. Non mi scandalizzerebbe questa modalità se non fosse che questo provvedimento, appunto, arriva a fine anno e con il bilancio di previsione già in canna.
E infine, ci sono tutti gli interventi "di rito" di fine anno: per la parte corrente, da un lato, con la gestione dei parchi (240 mila), le manutenzioni delle reti viarie ordinarie con Veneto Strade (9 milioni), le risorse per la Protezione Civile (465 mila), le scuole paritarie (3 milioni), la sanità e i LEA (7,5 milioni), e le spese in conto capitale dall'altra, con manutenzioni straordinarie di beni demaniali (600 mila), il finanziamento delle bonifiche (6,6 milioni), gli interventi di Infrastrutture Venete (2,8 milioni) e di Veneto Strade (4,2 milioni).
Cose talmente "di rito", appunto, che sostanzialmente ripercorrono gli interventi finanziati con l'assestamento 2019. Cose talmente ordinarie e a pioggia che appaiono assolutamente non in sincrono rispetto alla fase che stiamo vivendo.
A maggior ragione di fronte ad una manovra che reperisce risorse, come ho evidenziato prima, esclusivamente attraverso interventi finanziari legati all'emergenza Covid; perché, forse, il paradosso di questa manovra sta tutto qui: nel fatto cioè che è proprio dalle conseguenze dirette della pandemia sui conti regionali, nella rideterminazione del FCDE di questo assestamento, che troviamo le risorse per agire oggi. I contributi statali e l'intervento sul FCDE, in combinato, ci offrono spazi finanziari per agire. Ma questa "risorsa", che appare neutra quando non addirittura conveniente per le economie regionali, corrisponde ad una voragine per cittadini ed imprese.
E io penso che, proprio nel momento di massima tensione per l'impatto della pandemia sulla salute economica di cittadini ed imprese, l'adeguatezza e la tempestività delle risposte può e deve fare la differenza.
E dunque questo assestamento, in questo novembre inoltrato, non è un assestamento qualsiasi.
Oggi e ora noi non possiamo permetterci la solita lista della spesa, divisa tra assessorati, per quote e pesi, divisa per consuetudine, divisa per normale routine.
E allora, con questi 29 milioni, dobbiamo partire da cosa serve ai cittadini e non da cosa serve alla politica.
E chiediamoci allora, seriamente, di cosa hanno bisogno i cittadini veneti in questo finale di anno funesto?
Prima di tutto: sanità. E persone. Malgrado gli sforzi organizzativi e logistici di questi anni, la pandemia ci riconsegna un panorama di difficoltà che non pensavamo probabilmente di avere, a partire dalla medicina territoriale di base, e dalla sua capacità di reazione, fino alla disponibilità di personale sanitario.
E poi il lavoro. Anzi, i lavori. L'emergenza coronavirus ha amplificato le diseguaglianze già esistenti, accentuando il solco tra chi è più e meno protetto. Le diseguaglianze tra chi ha un contratto stabile e chi no, tra i lavoratori pubblici e i lavoratori privati, tra le donne e gli uomini, tra lavoro dipendente e lavoro autonomo (partite iva, professionisti, piccoli imprenditori).
Questa manovra non avviene nell'ordinario, ma si colloca dentro un quadro di crisi, di persistente, preoccupante e crescente emergenza sanitaria che ha evidenti e pesanti risvolti sulla vita economica e sociale delle persone. C'è dunque la necessità di una risposta sanitaria, ma c'è anche un'urgenza di risposte anche sul piano economico e sociale, affinché ad una pandemia non se ne affianchi un'altra.
Occorrono interventi di sostegno alle categorie economiche più danneggiate dalla crisi e interventi di sostegno alle categorie sociali più fragili.
Allora, se è senz'altro legittimo avere opinioni differenti circa le misure più idonee da assumere, non è concepibile ignorare la portata dell'emergenza, e delle necessità.
Soprattutto in una fase in cui è decisivo non solo il quanto ma anche il tempo che impiegano le risorse ad arrivare, perché mai come oggi il fattore tempo conta esattamente come il valore economico.
La Regione non può limitarsi ad indicare i problemi al Governo, deve agire e deve farlo subito.
Partendo da questo assestamento di bilancio. Ci saremmo aspettati questo tipo di manovra di fine anno. Una manovra in grado di destinare le risorse libere alle vere emergenze, quelle che non hanno più tempo, quelle che si fondano su preoccupazioni e angosce, quelle che servono.
Invece, purtroppo, non è così. Non ci sono ristori straordinari per le imprese, non ci sono contributi per commercianti e terziario, non ci sono sovvenzioni per operatori turistici, non ci sono sostegni per i lavoratori.
Ecco, questo è il tema vero. In questo assestamento di bilancio ci sono gli assessori, ma non ci sono i veneti.".

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
L'assestamento del bilancio dell'esercizio in corso e dei due esercizi successivi rappresenta l'ultimo atto economico e finanziario del 2020 della Regione del Veneto. Le condizioni di incertezza generale e, più nello specifico, la proroga a ottobre della scadenza della legislatura precedente non hanno consentito di rispettare il termine normativo per l'approvazione di questo atto e dunque ci ritroviamo ad affrontare questo importante passaggio nel momento in cui manca poco più di un mese alla fine dell'anno e sostanzialmente in contemporanea alla sessione di bilancio di previsione. Questi elementi, a nostro giudizio, avrebbero dovuto essere tenuti in considerazione nella redazione del progetto di assestamento. Invece - e cercherò di spiegare il perché - a nostro giudizio per l'assestamento '20/'22 questo non è avvenuto.
Naturalmente, il documento è in linea con i principi contabili, la normativa vigente, assicura l'equilibrio finanziario, apporta le necessarie variazioni sulla base della consistenza dei dati dei consuntivi del 2019, come ben ha illustrato il presidente Sandonà.
Per quanto, invece, riguarda i punti principali sotto il profilo economico e finanziario, mi limiterò a citare quelli a nostro giudizio più significativi. Il primo è la questione del debito autorizzato e non contratto: è vero, continua la progressiva riduzione del disavanzo relativo ad investimenti effettuati dal 2002 al 2015, la cui copertura era garantita con il ricorso al debito mai effettivamente contratto; nel 2014 ammontava a quasi 2 miliardi e oggi è arrivato a qualche centinaio di migliaia di euro. È certamente positivo, lo voglio sottolineare, il fatto che l'indicatore del DANC scenda progressivamente e quindi l'impegno costante nella sua riduzione va riconosciuto; è meno positivo il meccanismo di rientro dal debito previsto, quantomeno per la difficoltà connessa alla possibilità di programmare nel lungo periodo l'attività di rientro: noi stiamo pagando, con della liquidità che potremmo avere a disposizione, un debito che risale ad anni precedenti.
Con questo assestamento riduciamo il DANC di 225 milioni a cui ovviamente corrisponde la riduzione del ricorso al debito, ma al netto di queste considerazioni generali io credo che l'elemento più rilevante sotto il profilo economico di questo intervento derivi dall'iniziativa del Governo contenuta nel decreto legge 34 del maggio 2020 e delle conseguenti e coerenti deliberazioni di Giunta.
All'articolo 11, infatti, del decreto del Governo si prevede che: "Al fine di concorrere ad assicurare alle Regioni le risorse necessarie per l'espletamento delle proprie funzioni in conseguenza della possibile perdita di entrate connesse all'emergenza Covid, in particolare in relazione alla sospensione dei pagamenti atti di accertamento fiscale e tributario, è istituito un fondo di 1,5 miliardi a favore delle Regioni con l'impegno peraltro di verificare a consuntivo la congruità di questo stanziamento ed eventuali necessarie integrazioni.
In conseguenza a questa determinazione statale dunque viene recepito nel bilancio regionale il primo stanziamento relativo a questo fondo regionale, che a sua volta era collegato alla decisione nazionale di sospendere le attività di notifica e di accertamento ai contribuenti italiani. Questi due fatti insieme producono i tre eventi rilevanti ai fini dell'assestamento. In primo luogo viene registrata una riduzione delle entrate correnti correlata alle disposizioni nazionali e regionali che sospendono le notifiche degli atti di controllo e di accertamento in riferimento in particolare alla tassa automobilistica regionale; la seconda cosa è che si registra ovviamente l'aumento delle entrate correnti per i trasferimenti statali e infine, la posta più significativa, si riduce sensibilmente il fondo crediti di dubbia esigibilità, che passa da 177 milioni a 15 milioni.
Sono sostanzialmente queste tre le operazioni a cui si aggiungono alcune risorse, provenienti da alienazioni e da Infrastrutture Venete, a costruire le disponibilità economiche pari a circa 29 milioni dell'assestamento del 2020. Lo preciso perché, nello sfogliare le tre slide preparate dalla Giunta per illustrare questo provvedimento, si fa riferimento ad una cifra maggiore (36,4 milioni), senza però specificare che oltre 8 milioni di questi 36,4 si riferiscono al 2021 e al 2022. Volendo provare a stare con ragionamento su ciò che accade in quest'ultimo mese e mezzo dobbiamo, a mio giudizio, avere in mente questa cifra, cioè i 29 milioni e non i 36,4.
Partiamo da questi 29 milioni. Naturalmente tutti gli interventi proposti sono sulla carta condivisibili: manutenzione straordinaria, borse di studio, aiuti alla cultura, la promozione turistica, interventi infrastrutturale, bonifiche, politiche sanitarie e sociali. Come si fa a dire di no? Naturalmente qualche intervento è più convincente e altri meno. Sul punto poi torno forse anche perché ci sono stati forniti meno elementi durante le Commissioni, ma in generale è evidente che la possibilità di poter disporre di risorse nuove è sempre un'occasione importante.
Cercherò dunque di entrare nel merito solo di quegli interventi che generano qualche perplessità in più e cercherò di spiegare le ragioni di questa perplessità. Primo: gli interventi sulla cultura. Sono stanziati 250.000 euro per la Missione 5; 200.000 euro sono interventi per il sistema del cinema ci avete detto: nello specifico ci avete riportato di sostegni alle sale cinematografiche. Sul punto si aprono diversi problemi. Il primo è più tecnico: non mi risulta che la legge 25 del 2009, quella che avete richiamato come fonte per il finanziamento, preveda la possibilità di erogare contributi diretti a fondo perduto. Il secondo legato alla quantificazione, perché la quantità di sale è tale da far apparire lo stanziamento realmente sottodimensionato qualora l'obiettivo sia fornire un contributo economico serio ad ogni sala cinematografica. Infine, l'aspetto che riguarda questa posta ma anche altre e cioè il tema della tempistica, perché è difficile immaginare un intervento serio, a prescindere dalla quantificazione, senza avere ad oggi, perché non mi risulta che l'abbiate, almeno questo ci avete detto in Commissione, un'idea sui criteri per l'assegnazione di questi contributi e il mese che abbiamo di fronte, o poco più, ci sembra davvero poco per inventarsi qualcosa.
Secondo: il tema delle Olimpiadi. Non ci sfugge l'importanza dell'appuntamento e neppure le difficoltà che incontreremo nell'organizzare questo evento in conseguenza della pandemia, ma l'impressione che si ha leggendo in combinato questo assestamento e la manovra di bilancio di previsione in arrivo è che siano appostate in questo capitolo tutte le risorse che avanzano perché tanto sappiamo che ce ne sarà bisogno, senza concentrarsi su spendere le risorse dove oggi serve.
Terzo punto: il turismo. Anche in questo caso siamo di fronte ad uno stanziamento importante, un milione di euro e anche in questo caso, sebbene non ci sfugga l'importanza del comparto e la gravità della crisi che sta attraversando, ci sembra che la destinazione indicata non sia assolutamente adatta per questo tipo di contesto: inserzioni sui giornali, pubblicità su radio e tv, sponsorizzazioni social con l'influencer, sono utili forse, ma se programmati per tempo e costruiti attorno ad un messaggio chiaro rispetto all'offerta turistica. Cosa che mi pare complicato realizzare non solo in un mese ma anche in un momento in cui non sappiamo se la stagione sciistica invernale partirà. Quindi che messaggio promozionale vogliamo dare rispetto alla stagione turistica invernale? Questo milione di euro lo usiamo per dire: "Venite a sciare che gli impianti sono aperti" o no, se non lo sappiamo?
Peraltro questo tipo di attività dovrebbe essere costruita avendo davanti il tempo per pianificare: al 27 novembre mi sembra difficile farlo con serietà.
Anche qui mi sembra di avere di fronte un contenitore elastico da riempire, trasferendo poi magari le risorse a soggetti esterni e torniamo al punto del consolidato di prima: il milione per la promozione lo giro a Veneto Sviluppo e poi chissà veramente come e quando viene utilizzato.
Infine, ci sono tutti gli interventi di rito di fine anno per la parte corrente, con la gestione dei parchi, le manutenzioni della rete viaria ordinaria con Veneto Strade, le risorse per la Protezione civile, le scuole paritarie, la sanità, i LEA e poi le spese in conto capitale, le manutenzioni straordinarie delle strade, le bonifiche. Cose talmente di rito, appunto, che sostanzialmente – sono andata per curiosità a guardare – ripercorrono gli interventi finanziari che avete finanziato con l'assestamento del 2019: cose ordinarie, legittime, necessarie, ordinarie, un po' a pioggia che, a mio giudizio, appaiono assolutamente fuori sincrono rispetto alla fase che stiamo vivendo, a maggior ragione di fronte ad una manovra – ho cercato di spiegarlo all'inizio – che recepisce risorse esclusivamente attraverso interventi economici e finanziari legati all'emergenza Covid, perché se non ci fosse stata la riduzione del fondo crediti di dubbia esigibilità, che è una riduzione finanziaria, noi non saremmo in grado oggi di avere le risorse per fare questo assestamento.
Io penso, invece, al contrario, che, proprio nel momento di massima tensione per l'impatto della pandemia sulla salute e sull'economia per i cittadini e per le imprese, l'adeguatezza e la tempestività delle risposte può e deve fare la differenza e dunque questa manovra di assestamento, in questo novembre inoltrato, in piena pandemia, non è un assestamento qualunque e non può essere costruita con i criteri, i metodi e le abitudini con cui normalmente vengono costruite le manovre di assestamento.
Oggi e ora non possiamo permetterci la solita lista della spesa, divisa per Assessorati, per quote, per pesi, divisa per consuetudine, divisa per routine. Con questi 29 milioni dobbiamo partire non da come li dividiamo tra i vari Assessorati, ma da cosa serve ai cittadini Veneto in questo finale di anno drammatico. Questa è la domanda a cui avremmo dovuto poter rispondere con questa manovra di assestamento. Prima di tutto: sanità e io aggiungo persone, perché malgrado gli sforzi organizzativi e logistici di questi anni la pandemia ci riconsegna un panorama di difficoltà che non pensavamo neanche probabilmente di avere a partire dalla medicina territoriale di base, la sua capacità di reazione, il personale sanitario un sistema che funzionava è messo in crisi in questo momento. Poi, mi verrebbe da dire, il secondo grande tema è il lavoro, anzi i lavori: l'emergenza ha amplificato le diseguaglianze esistenti nel mondo del lavoro, scavando, accentuando il solco tra chi è più e chi è meno protetto, le diseguaglianze tra chi ha un contratto stabile e no, tra i lavoratori pubblici e i lavoratori privati, fra i lavoratori maschi e le lavoratrici femmine, tra chi ha un contratto di lavoro dipendente e chi un lavoro autonomo.
Dunque, secondo me, questa manovra non avviene nell'ordinaria, ma si colloca dentro una crisi di persistente, preoccupante e crescente emergenza sanitaria che ha evidenti e pesanti risvolti sulla vita economica e sociale delle persone e, quindi, c'è la necessità di una risposta sanitaria - e su questo stiamo lavorando - ma c'è anche un'urgenza di risposte sul piano economico e sociale affinché ad una pandemia, quella della salute dei cittadini, non si sommi un'altra pandemia, quella delle diseguaglianze e della povertà.
Noi pensiamo che questa manovra avrebbe dovuto essere disegnata in maniera completamente diversa: occorrono interventi di sostegno alle categorie economiche più danneggiate dalla crisi e interventi di sostegno alle categorie sociali più danneggiate nella loro fragilità. Se anche è legittimo forse avere opinioni differenti circa le misure più idonee da assumere, non è concepibile ignorare la portata dell'emergenza e delle necessità che abbiamo davanti, soprattutto in una fase in cui è decisivo non solo il quanto e il come ma anche il tempo che impiegano le risorse ad arrivare perché mai come oggi il fattore tempo conta esattamente tanto quanto il valore economico.
Io penso che la fase in cui la Regione si limiti ed indicare i problemi al Governo e a sperare che il Governo ci dia la soluzione è una fase che deve finire: abbiamo 30 milioni di euro, abbiamo un mese di tempo davanti. A nostro giudizio avrebbero dovuto essere impiegati con questo tipo di finalità. Questo tipo di manovra ci saremmo aspettati in questo fine d'anno, una manovra in grado davvero di destinare le risorse libere alle vere emergenze, quelle che non hanno più tempo, quelle che si fondano sulle preoccupazioni e sulle angosce, quelle che servono semplicemente davvero ai veneti e invece purtroppo non è così: non ci sono ristori straordinari per le imprese, non ci sono contributi per commercianti e terziario, non ci sono sovvenzioni per gli operatori turistici, non ci sono i sostegni aggiuntivi per i lavoratori.
Vado a concludere. Presidente vede, io credo che questo sia il tema vero: un assestamento di bilancio in cui ci sono gli Assessori e le loro quote ma non ci sono i veneti; un assestamento di bilancio in cui ci sono gli equilibri finanziari ma non ci sono, a nostro giudizio, le preoccupazioni vere delle persone. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Io direi che interrompiamo qua per la pausa e riprendiamo alle 14.30.
La Prima Commissione si deve riunire per il parere all'emendamento e l'Ufficio di Presidenza invece si riunisce immediatamente.
Grazie. Arrivederci alle 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 13.23
La Seduta riprende alle ore 14.39

PRESIDENTE

Colleghi, se ci accomodiamo, riprendiamo i lavori.
Io avrei una richiesta dell'assessore Calzavara, che vuole integrare...
Se il collega Formaggio, che mi pare non difetti di scarsità toracica, parla più piano, potrebbe anche non causare... È aperto il microfono e si sente tutto quello che lei dice, quindi a verbale ai posteri rimarrà.
Bene. Calzavara voleva integrare alcuni punti della presentazione dell'assestamento.
Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente.
Volevo precisare alcuni passaggi legati alla correlazione della collega Camani per confermare – lo avevo già fatto anche in Commissione – che la cifra a disposizione complessiva è effettivamente quella che è scritta nel documento, quindi 36.399.578,41. Credo che, per opportunità di sintesi, all'interno della scheda finanziaria siano state riportate le cifre più significative, ma vi assicuro che gli ulteriori soldi che mancano da quella somma dell'elenco che è stato fatto anche dal collega Sandonà a 36 milioni, sono tutti adeguatamente impegnati all'interno delle varie Missioni che contraddistinguono il documento di assestamento.
Detto questo, io credo che sia necessario fare anche un piccolo passaggio legato a questo documento e a come questo documento deve essere letto nella sua contiguità rispetto ad alcune iniziative che nella Decima Legislatura la Giunta regionale e il Consiglio regionale hanno fatto e quello che faranno nel corso delle prossime settimane con l'approvazione del bilancio 2021, perché se non si legge con un filo che unisce tutta una serie di iniziative messe in campo nel corso del 2020, si rischia di dare una lettura di questo documento in maniera singola e potrebbe sorgere il dubbio che ha evidenziato la collega Camani, che non ci sia una particolare attenzione da parte della Giunta regionale e della sua maggioranza, della gravità del momento e quindi, per certi versi, l'insensibilità verso alcuni temi, dedicando delle cifre importanti su iniziative che, secondo le sensibilità di ognuno di noi, possono essere spostate da una parte e dall'altra.
Inevitabilmente, quando si fanno delle scelte, sono delle scelte e quindi si cerca di, da questo punto di vista, essere coerenti rispetto a un percorso e credo che questo assestamento testimoni la volontà da parte della Regione del Veneto di continuare a dare risposte assolute in termini di assistenza alle imprese e assistenza ai cittadini, vicinanza al tema della pandemia e quindi credo che questo documento debba essere letto inevitabilmente con quello che poi è stato fatto nel corso del, ad esempio, maggio 2020, dove il Consiglio regionale ha stanziato 12.594.000 euro, frutto della disponibilità della pulizia dei capitoli, come tecnicamente qualche volta si dice, degli Assessori della Giunta regionale e grazie alla messa a disposizione dell'avanzo 2019 del Consiglio regionale, quindi 4,7 milioni dai vari Assessorati e 7,8 milioni dall'avanzo del Consiglio regionale. Ha messo a disposizione cifre importanti che sono state dedicate, ad esempio, al sostegno a iniziative a tutela dei minori per 4,5 milioni, 1,5 milioni per la scuola paritaria, 1,5 milioni a sostegno delle abitazioni in locazione, un ulteriore 1,5 milioni per il Fondo regionale per il sostegno al reddito e all'occupazione, 3 milioni per il sostegno delle rette delle case di riposo. A questo provvedimento, qualche settimana dopo, si è aggiunto un altro provvedimento che ha riguardato i fondi di Veneto Sviluppo che erano di un percorso di trasferimento verso Avepa e si è invece voluto mantenere questa disponibilità in Veneto sviluppo proprio per dare supporto alla liquidità delle aziende.
Ecco che allora questo percorso che si costruisce e che poi è anche all'interno di questo bilancio, di questo assestamento, vede una cifra importante dedicata all'assistenza perché dei 36 milioni di cui facevo riferimento prima 7.568.000 andranno all'assistenza socio-sanitaria ai residenziali per i disturbi mentali e ulteriori 3 milioni per la tutela dei minori con fondi ai soggetti pubblici e privati. A testimonianza di un'attenzione verso quelle che sono le categorie più a rischio, quelle più fragili e che trovano in questo assestamento un'ulteriore risposta, risposta che sarà ulteriormente compresa, credo e capita, nell'approvazione fra qualche settimana del bilancio 2021: anche in quel passaggio daremo segnali di attenzione verso la comprensione del momento che il Veneto sta vivendo, che i veneti stanno vivendo, che trovano una Regione credo capace di dare risposte in maniera tempestiva, perché anche la reattività che abbiamo dimostrato nel corso di maggio e giugno dell'anno scorso era una dimostrazione di forza e velocità e quindi di dare delle risposte che siano concrete nell'attesa che magari la stessa concretezza possa arrivare anche dal Governo, dove sul tema dei ristori credo che ci siano ancora tante e tante perplessità.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola alla collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Volevo in questo intervento di discussione generale sull'assestamento di bilancio cercare di portare a quest'Aula un ragionamento rispetto al fatto che nella mia analisi e nell'analisi del Gruppo Veneto che Vogliamo questo assestamento di bilancio risulti essere non sufficiente, non tanto per la dotazione economica finanziaria che ci è stato spiegato il motivo per cui appunto è di questo importo, ma quanto per l'impianto generale e il ragionamento che ci sta dietro.
Prima di arrivare in quest'Aula, ancora durante la piena pandemia, guardavo questo Consiglio regionale da fuori, ho cercato spesso di guardare a tutti gli aiuti concreti che sarebbero arrivati direttamente ai cittadini e alle cittadine venete: mi ricordo ancora a marzo o ad aprile quando guardavo sul sito di Veneto Sviluppo per poter veicolare anche delle informazioni alle persone che più sono vicine a me, come credo a tutti voi, i lavoratori, i lavoratori della cultura, partite IVA, piccole imprese e commercianti e il ritardo con cui questi fondi erano stati erogati mi portava spesso a non avere le informazioni da veicolare. La richiesta da fuori a questo Consiglio era: quando arriveranno i ristori da questa Regione? Ammesso che dal Governo vari tentativi e anche azioni sono state fatte, alcuni potranno giudicarle insufficienti alcune, come me, le giudicano invece sufficienti almeno per alcuni comparti, anche da questa Regione all'epoca mi aspettavo una presa in carico maggiore. Quando sono arrivata in quest'Aula, ho visto per la mia prima volta una variazione di bilancio che mi portavo per prima ad analizzare, ho iniziato a leggere le premesse e nelle premesse infatti noi vediamo scritto che questo scostamento di bilancio viene fatto a partire dall'analisi dell'emergenza Covid e di tutto quel comparto che viene più colpito da questa emergenza. Io avevo grandi aspettative: ho letto i documenti, leggo l'introduzione, ho grandi aspettative, ma poi vado all'interno delle varie Missioni e vedo che queste aspettative, per quanto mi riguarda e per quanto riguarda il Gruppo Il Veneto che Vogliamo, non avevano in qualche modo risposte e proverò a spiegare perché con un po' di ordine.
Prima di tutto il tema del lavoro: è stato citato in qualche intervento prima di me. Credo - e tutti noi sappiamo - che siamo in un'emergenza epocale; tra l'altro i dati, dati dalla stessa Regione in un comunicato stampa recente, fanno vedere che, entro il 2020, noi avremo 180.000 disoccupati solo all'interno della Regione Veneto e quindi sono in costante aumento; perderemo 60.000 contratti di lavoro a tempo determinato e 10.000 contratti a tempo indeterminato. Le categorie più colpite sono i lavoratori stagionali, i lavoratori del commercio, gli operatori dei servizi, gli operatori della logistica e gli operatori della cultura, che spesso sono quelli più invisibili anche nelle statistiche perché facciamo fatica a contare quanti di loro effettivamente lavorano in questo settore, e anche le donne. L'ho citato anche in un intervento fatto qualche settimana fa: già abbiamo un tasso di occupazione femminile del 48,4% e alla fine del 2020 arriveremo ad avere un -2% all'interno di questa percentuale già molto bassa. Ricordiamo che il tasso di occupazione, invece, degli uomini in questa Regione è quasi il 70%. Abbiamo uno scostamento enorme.
A partire da questo, guardando le Missioni, io, appunto, cercando anche di comprendere la ratio che stava dietro a questa proposta, vedo che per quanto riguarda questo comparto e soprattutto il tema del lavoro c'è troppo poco. Parto dai lavoratori della cultura, immagino che abbiate capito che è un tema che mi sta a cuore: i lavoratori della cultura, se non fossero in Regione Veneto, ma magari in Regione Piemonte, già avrebbero beneficiato di un fondo di solidarietà di emergenza di 7 milioni di euro. In questa variazione di bilancio noi vediamo, appunto, 200.000 euro, che vengono dedicati alle sale cinematografiche. In Commissione ci è stato spiegato che sono mappate che 130 sale a cui questo contributo viene destinato, ma non abbiamo ancora compreso come verrà destinato e, in ogni caso, anche solo dividendolo, ammesso che si possa fare, per 130, abbiamo un importo che è veramente troppo, troppo basso.
Non ci sono solo le sale cinematografiche, ma abbiamo i teatri e soprattutto i teatri indipendenti: da poco è stata creata una rete di teatri indipendenti che si chiama RES, che mappa 25 teatri in Veneto che, oltre a Teatro Stabile e oltre ad Arteven, fanno una produzione culturale che è proprio quella produzione culturale che nei nostri piccoli Comuni e territori fanno quello che serve alle persone, alle persone normali del Veneto, donne e uomini che vogliono andare a vedere uno spettacolo di teatro magari anche non all'interno del circuito Stabile, del circuito per cui di solito ci si abbona. Ovviamente dovremmo promuovere anche quello, ma penso che soprattutto quei piccoli teatri rischiano di chiudere.
Pensiamo anche alla musica, alla musica dal vivo: anche questo comparto è un comparto strategico per la nostra Regione. L'associazione e la realtà Assomusica in Veneto tiene dentro tutta una serie di operatori che oggi faticano a pagare gli affitti di club e locali che sono chiusi da febbraio, che rimarranno chiusi probabilmente fino ad aprile e i ristori che il Governo ha dato in parte sono utili, ma la Regione Veneto, in un'ottica di collaborazione, per come la vedo io, dovrebbe e avrebbe il compito di mettere delle risorse aggiuntive che permettano a questi operatori di esistere ancora l'anno prossimo. Tantissimi operatori culturali, che conosco personalmente, stanno oggi scegliendo un altro lavoro perché non riescono più ad arrivare a fine del mese, quindi stanno andando a fare un altro tipo di lavoro e rischiamo di perdere un intero comparto che è strategico per questa Regione, produce più del 10-15% del nostro PIL e dobbiamo pensare che finalmente questo comparto sia un comparto produttivo, lavorativo, al pari di tutti gli altri che stiamo sostenendo.
Quando ho visto che in questa manovra, appunto, di variazione di bilancio, tra l'altro arrivata a fine anno, in un momento caldo per tutti questi operatori, essendomi aspettata molto di più e avendo visto solo questi 200.000 euro, il mio rammarico è stato forte.
Passiamo in realtà dalla cultura ad altre Missioni che qui dentro sono contenute. Quello che è stato, appunto, detto rispetto al sostegno degli operatori turistici: 1 milione. Vedere che questo milione, che è una dotazione che poteva anche essere ritenuta adeguata in parte, viene data a Veneto Innovazione per una promozione che, come in Commissione ci è stato spiegato, avviene tramite advertisement su giornali, tv locali, radio e una parte, il 15%, sul social media marketing, mi permette di dire che questi fondi sarebbero stati usati in maniera più puntuale nel caso in cui fossero stati dati ai diretti interessati, cioè agli operatori e alle imprese del settore turistico. Io penso che l'errore di fondo che io vedo in questa manovra è il fatto che dei quasi 30 milioni che vengono dati appunto in questa manovra, troppo pochi arrivano direttamente, come io penso invece dovrebbe avvenire in un momento di crisi come questo, nelle tasche degli operatori che oggi sono quelli più colpiti dalla crisi pandemica. Crisi che appunto, come ho detto prima, colpisce e colpirà soprattutto il lavoro di alcune categorie.
In più c'è stato detto in Commissione che questo milione di euro soprattutto viene investito e impegnato sulla stagione invernale e soprattutto sui Mondiali di sci e quindi, come è stato detto anche in precedenza da un intervento, come possiamo pensare che in questo momento noi investiamo nella promozione di qualcosa che probabilmente non potrà avere quelle persone che noi avremmo dovuto attrarre?
Rispetto ai Giochi Olimpici: 980.000 euro, che ci è stato spiegato in Commissione vengono destinati agli Enti di gestione dei Giochi Olimpici. Guardando e cercando di mettere insieme questa variazione di bilancio con il lavoro che stiamo facendo rispetto al bilancio di previsione, vediamo che lì abbiamo 3 milioni di euro che vengono dedicati ai Giochi Olimpici e c'è stato spiegato che è un modo che la Regione Veneto ha per andare incontro a un mancato introito, che viene stimato attorno ai 4 milioni e mezzo, della Fondazione che si occupa della gestione dei Giochi Olimpici, allora siccome lì e nel bilancio di previsione su cui poi lavoreremo abbiamo già un intervento di 3 milioni di euro, mi chiedo perché oggi non abbiamo destinato questi 980.000 euro invece proprio a quegli operatori del turismo, della cultura o ai lavoratori di cui parlavo prima che in questo momento – e la tempestività in una crisi pandemica è tutto - hanno un estremo bisogno di quei soldi. Lì avrei fatto una scelta nettamente diversa.
Rispetto alle borse di studio su cui tanto abbiamo dibattuto in Commissione, perché appunto sembrava che non fossero destinati alle borse di studio questi 530.000 euro e invece lo sono, in Commissione pochi giorni fa abbiamo visto che destineremo nel bilancio di previsione dei soldi alle borse di studio, ma che il fabbisogno in Veneto è di 14 milioni di euro. Noi probabilmente destineremo 5 milioni e mezzo con il bilancio di previsione: mi chiedo, questo scostamento tra i 14 milioni che sono i soldi che servono alle famiglie, agli studenti per poter avere un diritto allo studio garantito, questo gap di sicuro non viene risolto con soli 530.000 euro.
Anche qui dobbiamo fare un ragionamento: se vogliamo essere una Regione che garantisce il diritto allo studio a tutti e a tutte i ragazzi di questa Regione, l'investimento che noi dobbiamo fare in forma progressiva nei prossimi cinque anni è per arrivare a questo fabbisogno di 14 milioni; altrimenti io credo che non avremmo raggiunto il risultato che spero tutti ci poniamo.
La salute mentale, l'abbiamo citata anche prima, è un tema importantissimo: la crisi pandemica fa sì che molte più persone accedano a quei servizi. In qualche intervento precedente in Aula ho portato qui il caso di alcuni lavoratori che in alcune IPAB, che si occupano proprio del tema della salute mentale, chi sta pagando di più sono i lavoratori, ma in realtà, notizie di queste settimane, fanno vedere come in queste strutture stanno pagando anche i servizi. È stato segnalato, ad esempio, come nell'ex ospedale psichiatrico a Montecchio Precalcino le strutture, che prima prendevano e davano servizio a giovani e meno giovani con malattie psichiche, i servizi, quelli più importanti, che non sono solo quelli di prendere delle persone e farle stare dentro le strutture, che ci ricordano un'epoca pre-basagliana, se vogliamo davvero essere in un'epoca che è quella post-basagliana, i servizi a supporto di queste persone sono quelli più importanti, che vanno sostenuti e finanziati.
Anche questo è un tema che è presente in questa variazione di bilancio, ma la cui dotazione non è stata ancora definita e soprattutto, vedendo quante sono le strutture che oggi accolgono e pensando che la malattia psichica aumenterà, ahimè, nei prossimi mesi e anni, anche su questo l'investimento che noi come Regione dobbiamo fare è molto molto più importante.
Poi le scuole paritarie nei servizi 0-6, ma vorrei focalizzarmi soprattutto sui servizi 0-3: siamo la Regione che ha bisogno di un intervento forte per garantire che le rette degli asili nido siano più basse per le famiglie. Le famiglie pagano troppo. L'ho già detto sempre in quest'Aula, scusate se mi ripeto ma sono alcuni temi su cui vorrei lavorare in questi anni. Questa dotazione di bilancio che viene inserita in questa variazione dovrebbe essere appunto dedicata in particolare... anche qui con l'ottica che io vorrei portare in quest'Aula, quella di dire questi fondi devono arrivare all'utente finale, al destinatario, ai cittadini e alle cittadine, che oggi fanno fatica ad arrivare a fine mese, perché questo è il momento in cui stiamo.
Credo che, guardando anche all'ultimo rapporto Censis, giustificare il fatto che, ad esempio – e lo l'ho visto anche nei giornali in queste settimane - la Regione non abbia abbastanza dotazioni per fare manovre aggiuntive, come è stato detto anche oggi in una dichiarazione del presidente Luca Zaia, che se avessimo l'addizionale IRPEF alcuni servizi potrebbero essere garantiti di più. Io qui non voglio aprire un dibattito se sia giusto o non giusto averla, ma la dichiarazione del rapporto Censis per cui tra le classi più agiate di questo Paese, il 75% di loro sarebbero disponibili a mettere un contributo di solidarietà per l'emergenza Covid, io credo che vada accolta, cioè dovremmo iniziare a ragionare sul fatto che anche noi seduti qui in quest'Aula, che apparteniamo a quella classe, possiamo e dobbiamo prendere in carico la necessità per cui, in un momento di crisi, il contributo di tutti è essenziale.
Chiudo, così faccio un unico intervento, cercando di dirvi l'ordine del giorno che vi è stato distribuito, che ho sottoscritto assieme ad alcuni Consiglieri di minoranza, per cui all'interno di un impianto generale che io reputo insoddisfacente di questa variazione di bilancio, il tentativo che ho provato a porre l'avrei potuto fare per ogni Missione, ma fare un ordine del giorno per ogni Missione non mi pareva il caso oggi, ma l'ho provato a fare sul tema a cui tengo di più, quello degli operatori della cultura. Quel milione di euro di cui prima parlavo, che viene destinato a Veneto Innovazione per fare azioni di promozione, in un momento in cui non sappiamo cosa stiamo promuovendo e soprattutto non sappiamo l'efficacia dell'uso di quei fondi - e per me un Ente pubblico deve valutare sempre l'efficacia dell'uso dei fondi - perché non destinarli invece o destinarne una parte a pensare che questa promozione possa essere fatta in una maniera più sostenibile per il momento in cui siamo?
Quindi invece di avere grandi promozioni fatte attraverso l'influencing online, fatte attraverso l'articolo di giornale che si riferisce al pubblico internazionale, pensare di prendere degli esempi virtuosi che in questa Regione abbiamo, come Dolomiti Contemporanee oppure come Suoni di Malga, che a Vicenza prende 12 o 13 Comuni e fa degli operatori culturali degli attori attivi di promozione turistica assieme alle aziende degli operatori del turismo, così forse noi potremmo avere la possibilità di usare in maniera più efficace 1 milione di euro, o parte di questi, per garantire che nei luoghi, soprattutto quelli più periferici di questa Regione, il turismo lento e il turismo di vicinanza, che sarà quello probabilmente che avremo anche tutta almeno la primavera prossima e forse anche l'estate, sia quello su cui noi indirizziamo gli sforzi di questa manovra di bilancio.
Chiudo dicendo e portando all'attenzione di quest'Aula: la necessità, per quanto mi riguarda, di utilizzare anche un metodo diverso nella fase di costruzione delle proposte, cioè in questo momento come Veneto che Vogliamo non abbiamo avuto l'opportunità di discutere come allocare o come provare a costruire una manovra di variazione di bilancio. È arrivata la proposta, in Commissione l'abbiamo vista, prendo atto che il metodo, probabilmente anche per i tempi in cui siamo, veloci è stato questo e, quindi, non abbiamo avuto l'opportunità di contribuire. Sul metodo invece credo che l'obiettivo sia quello, soprattutto in emergenza, maggioranza e minoranza, di lavorare insieme con delle proposte fattive.
Non avendolo potuto fare propongo questo ordine del giorno sul tema che a me sta più a cuore, quello della cultura, che vi chiedo appunto di analizzare e vedere se trova il vostro consenso, di vari di voi e di tutta l'Aula, perché davvero il segnale, secondo me, che dovremmo dare politico è che alla cultura, che verrà destinato credo, da quello che ho potuto vedere dalle carte, una dotazione finanziaria per me insufficiente anche nel bilancio di previsione - pensiamo che altre Regioni vicino a noi mettono anche il quadruplo di quello che noi stiamo per mettere - pensare che strategicamente altri capitoli di bilancio possano coinvolgere gli operatori culturali come attori attivi, sia quando fanno promozione turistica attraverso le loro performance e attraverso i loro contributi artistici, sia ad esempio quando fanno formazione.
Abbiamo in questa Regione già delle esperienze dove la formazione professionale coinvolge gli operatori culturali. Pensiamo, cerchiamo di capire insieme se aumentare i fondi alla cultura dedicati a questa Regione e si possano fare non solo prendendo la dotazione economica che esiste - e questo sto parlando già di quello di previsione di bilancio, non dello scostamento - non solo pensando che i fondi sono quei pochi che sono stati destinati alla cultura ma pensando che gli operatori della cultura sono dei lavoratori che possono essere a servizio di altri temi e di altri capitoli di bilancio che andremo ad analizzare e vi ringrazio.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Il momento è particolarmente difficile dal punto di vista economico-finanziario, quindi la Regione, nel riuscire a recuperare anche risorse per poter andare ad intervenire in determinati settori, fa già un grande sforzo riuscendo a dare delle risposte in settori, in ambiti e sto pensando a quello del sociale sanitario, sto pensando alle risposte che si dà ad esempio alla FISM, quindi alle famiglie, alla fascia dell'infanzia, sto pensando alle persone con disturbi mentali, quindi categorie di persone fragili che riescono ad avere in questo momento le risposte.
Sto pensando, ad esempio, anche alle risorse che sono state destinate all'ambiente, quindi in una prospettiva anche di rigenerazione, di bonifica, di risanamento, quindi in un'ottica di Veneto sostenibile. Sto pensando – e proseguo con il ragionamento delle colleghe Camani e Ostanel – a questo milione di euro che è stato destinato alla comunicazione. In questi giorni, se vedete ad esempio il Sud Tirolo, l'Alto Adige, ci sono i servizi in occasione del telegiornale che fanno vedere le persone che vanno a farsi i tamponi presso i palazzetti dello sport di Bolzano perché è un'area rossa, quindi sta ad indicare una Regione che ha delle problematiche in termini sanitari. Da lì a cinque minuti parte lo spot pubblicitario dove ti fanno vedere le mele, le vigne, il legno, la cameriera ammiccante e ti dice quanto è bello andare in Alto Adige.
In questo momento spendere delle risorse per la comunicazione diventa fondamentale perché sicuramente il virus non andrà ad intaccare il bello e il buono del Veneto, che continueremo ad avere e ritorneranno le persone, però rischiamo comunque di perdere delle fette di mercato rispetto anche agli Stati confinanti. Questa azione di tenere alta l'attenzione per cui con la stampa, con i giornali, con le televisioni, con tutto quello che può servire per tenere alta l'attenzione sul nostro territorio serve in una logica di prospettiva, perché quando ripartirà, ci dobbiamo essere.
Ecco l'azione. Ad esempio, anche con azioni di co-marketing, con le compagnie aeree, come fanno in altri Stati. La logica è quella di una comunicazione che tende a dare attenzione al nostro territorio in vista della prospettiva futura.
L'impegno della Regione Veneto, da questo punto di vista, con questa manovra di assestamento sta proprio ad indicare che, nonostante questo momento di grande difficoltà, con una contrazione delle entrate, con uno Stato che ci promette 135 milioni, però andremo a vedere a consuntivo se effettivamente questi soldi ci saranno, nonostante tutto questo, si sono ritrovate delle risorse per pensare anche al dopo, a quello che succederà, avendo – e chiudo – anche un occhio di attenzione, ad esempio, nell'ambito turistico alle agenzie di viaggio con il bando che è stato pubblicato di recente. Questa è stata una categoria che ha sofferto tantissimo perché da febbraio, soprattutto quelle agenzie di viaggio che lavoravano ad esempio con le scuole, non hanno visto un quattrino, avendo soldi impegnati che poi non sono riusciti neanche a recuperare. Ecco, un'attenzione anche nei confronti delle agenzie di viaggio quindi c'è stata e queste categorie economiche, che soffrono e sono in difficoltà, ricordo che lo Stato centrale, attraverso i famosi ristori - adesso avremo il quarto provvedimento - spero che veramente considerino quello che sta succedendo sul territorio anche se siamo zona gialla.

PRESIDENTE

Grazie.
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io vorrei ringraziare l'assessore Calzavara e i colleghi per le precisazioni: mi fa anche piacere che la mia correlazione sia sempre argomento di discussione. Io vede, Assessore, non metto assolutamente in discussione quanto fatto fino a qui dalla Regione del Veneto, sebbene si possa fare, o meglio, si sarebbe potuto fare di più come per esempio altre Regioni hanno fatto. Ma dico che rispetto a ciò che è stato fatto ci si poteva aspettare qualcos'altro. Le faccio un esempio molto concreto: avete costruito un bando per i contributi a supporto delle piccole e piccolissime imprese per il commercio e per i servizi. Un meccanismo che ha funzionato benissimo, in coordinamento con le Camere di Commercio, un meccanismo che ha funzionato benissimo, che è andato a coprire un settore che la normativa statale aveva lasciato scoperto, ci avete messo anche un po' di risorse: peccato che delle domande giunte e autorizzate sono state liquidate soltanto il 50%.
Avete già lo strumento, avete già il meccanismo con cui erogare queste risorse, sapete che ha funzionato, avete individuato dove non erano arrivate mai le risorse e lo lasciate lì con il 50% delle piccole e piccolissime imprese che avevano diritto al contributo e che non l'hanno ottenuto perché erano finite le risorse. Ho fatto un esempio, ma potrei farne a decine di settori e di interventi che avremmo potuto rifinanziare con questa manovra di assestamento che invece abbiamo deciso di lasciare lì.
C'è il tema - lo dico all'assessore Calzavara ma a tutta la Giunta - che serve un po' di coerenza tra ciò che si chiede al Governo e ciò che poi finalmente si fa quando ci sono le condizioni per farlo, perché al netto delle capacità, delle efficienze e delle correttezza degli interventi, il Governo ha fatto il "Cura Italia", il "Decreto Rilancio", il "Decreto Ristori", il "Decreto Agosto", il "Decreto Ristori" e il "Decreto Ristori bis" e non è che poi il Governo si è messo a dire: "Guarda tutto quello che abbiamo fatto quest'anno, adesso basta". Perché voi giustamente e tanti altri avete chiesto al Governo ancora, perché se c'è bisogno si fa e quindi via con il "Ristori ter" e anche il "Ristori quater", perché finché i cittadini hanno bisogno, se ci sono i soldi per farlo si fa. Questa è la nostra posizione.
Faccio un altro esempio: il trasporto pubblico locale. Potete lamentarvi finché volete che non avete avuto abbastanza soldi da Roma per le corse aggiuntive del trasporto pubblico locale. Dopodiché però, siccome siete legislatori regionali, finite di lamentarvi, mettete le mani nel portafoglio e se davvero il problema è solo di risorse, le mettete voi e garantite alle studentesse e gli studenti veneti di poter tornare a scuola in sicurezza. Non serve l'autonomia, servono i soldi. Siccome servono i soldi e questa volta i soldi ci sono, bisognava decidere come spenderli.
Aggiungo che questi 29 milioni non sono il risultato di uno sforzo di risparmio che questa Amministrazione ha messo in campo, non è che arriviamo a questo assestamento perché abbiamo evitato gli sprechi o costruito le condizioni per concentrare le risorse e averne a disposizione. Abbiamo questi 29 milioni per il 2020 grazie a un'operazione prettamente finanziaria che ci ha consentito di svincolare delle risorse che erano bloccate in un fondo in una sorta di riserva. Se è un'operazione meramente finanziaria, se arrivano questi soldi senza quasi che ci sia stato uno sforzo per ottenerli, mi chiedo cosa sarebbe accaduto senza la manovra che consentiva di liberare 161 milioni del fondo crediti di dubbia esigibilità. Non è che ce ne sarebbero avanzati 30, ce ne sarebbero mancati 130, quindi sarebbe interessante approfondire anche questo. Con questi 30 milioni noi avevamo due strade davanti, entrambe legittime: una è quella che ci proponete voi, una è quella che avremmo realizzato noi se fossimo stati al vostro posto.
La prima... purtroppo per i veneti, in questo momento è così. Ha ragione, la prima è quella di costruire una manovra ordinaria riprendendo, copiando ed incollando gli interventi che c'erano nel bilancio di assestamento del 2019, identici, milione più, milione meno. Oppure quello che chiedevamo noi: costruire un'operazione strategica di supporto per le imprese e i cittadini veneti che dentro questa pandemia, a differenza di qualcun altro, il costo e il conto lo stanno pagando e lo stanno pagando duramente e magari fare questa operazione strategica individuando due-tre interventi su cui concentrare le poche risorse libere che ci sono (trasporti, sanità, lavoro, imprese, famiglie). Ne potevate scegliere uno qualsiasi, andava bene. Invece avete scelto le Olimpiadi, avete scelto la promozione turistica e avete scelto cose importanti, ma che in questo momento non sono esistenziali per i cittadini.
Infine – e chiudo – c'è il tema del fattore tempo, perché me lo potete dire che aspetteremo di vedere cosa c'è nel bilancio di previsione, ma l'iter del bilancio di previsione è appena iniziato e la disponibilità di quelle risorse non ce le avrete prima del mese di gennaio. In questo mese e mezzo le imprese che sono chiuse, i commercianti che non vendono, gli operatori turistici che non lavorano, aspettano la sessione di bilancio della Regione del Veneto? Guardate, io ve lo dico con tutta la sincerità del caso e sarebbe bello che anche qui, come avviene in altri livelli istituzionali, le forze politiche trovassero un terreno di confronto, non tanto su cosa fare, ma sull'argomento condiviso e cioè il sostegno ai cittadini. Io ve lo dico: a nostro giudizio, una manovra economica come quella che ci proponete oggi, non dico che sia dannosa, ma è inutile: non dà nessun supporto alle vere emergenze che noi vediamo e che negli interventi abbiamo cercato di raccontarvi. Ripeto, un conto è non essere nelle condizioni di fare, ma quando si decide di non fare, c'è una responsabilità di cui è giusto assumersi il peso. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Io mi sento di riprendere un po' le considerazioni che ha già fatto la collega Camani perché devo manifestare un po' di delusione e di sorpresa di fronte al documento che ci proponete nel senso che le premesse sono condivisibili: viviamo un momento che purtroppo non ha precedenti nella storia recente del nostro Paese e su questo credo siamo tutti d'accordo, ma il documento che ci proponete ha precedenti nella storia del nostro Paese, nella storia della nostra Regione, nell'Amministrazione. Direi che è in continuità con quello che è accaduto nel passato.
Il primo punto del documento che ci è stato presentato mette come finalità: assicurare l'equilibrio finanziario. È questa la priorità oggi di un'Amministrazione: assicurare l'equilibrio finanziario? Tutti siamo pronti a criticare il Governo nazionale perché non dà abbastanza, avendo fatto un debito che fa tremare i polsi a chiunque, perché abbiamo caricato la prossima generazione di un debito enorme che già va sulle spalle di un altro debito molto grande che il nostro Paese aveva e a livello locale diamo la priorità all'equilibrio finanziario. Per cui mi sento assolutamente di condividere quanto già detto dalla collega Camani: è sbagliato nella concezione questo assestamento. Questi 160 milioni di euro svincolati non sono andati nella direzione di dare delle risposte.
Non possiamo chiedere da un lato e non dare dall'altro, perché sennò non siamo credibili. Come spieghiamo ai nostri cittadini che di questo assestamento, che viene a valle della pandemia, non si hanno praticamente modificato le modalità contabili con cui si era gestito il bilancio inizialmente? Io credo che tutti i cittadini veneti, quando messi di fronte a queste scelte, possano condividere la delusione.
Non possiamo che essere contrari a questa impostazione, a questo aver dato priorità all'equilibrio finanziario quando siamo di fronte a delle condizioni che nulla hanno di ordinario e chiedevano un intervento coraggioso in uno dei settori, ma che andassero incontro ai bisogni veri dei cittadini.
Fare confronti con altre Regioni è ingeneroso, non lo faccio, ma basta guardarsi poco lontano da qui e si vede come la risposta sia stata diversa da parte di altre Amministrazioni regionali, per cui la Regione Veneto poteva agire diversamente, doveva agire diversamente ed è un'occasione perduta per alleviare quella sofferenza che ciascuno di noi vede intorno a noi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Alberto Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io credo sia palpabile l'amarezza che ancora pervade alcuni colleghi di opposizione per aver perso le elezioni e che si ritrovano sui banchi dell'opposizione e non possono comandare in questa Regione. Io mi metto nei panni di una persona che dovesse arrivare dall'estero o da un altro pianeta e avesse ascoltato alcuni interventi nella giornata di oggi: probabilmente penserebbe di essere arrivato nella Regione peggio amministrata della storia, una Regione dove non funziona nulla, dove tutto va male, dove l'economia va a rotoli, dove nessuno viene aiutato e se questo alieno avesse ascoltato uno degli ultimi interventi avrebbe pensato di trovarsi in uno Stato dove arrivano aiuti, dove il Governo fa arrivare gli aiuti a tutti, dove arrivano ristori. In realtà non credo sia così.
Le faccio alcuni esempi perché abbiamo sentito parlare dei "Decreti Ristori" del Governo: se fosse andato tutto bene in questi mesi qualcuno mi dovrebbe spiegare come mai nei "Decreti Ristori" ci sono degli articoli per impiegare quelli che erano gli aiuti economici destinati ai commercianti, agli esercenti, agli imprenditori, che non sono stati utilizzati perché la gente non poteva aderire a questo tipo di ristori e sono stati reinseriti a copertura di quelli che sono i "Decreti Ristori" di oggi. Qualcuno mi dovrebbe spiegare come mai ci sono ancora lavoratori che aspettano la cassa integrazione in questo Paese. Qualcuno mi dovrebbe spiegare come mai ci sono imprenditori che dovrebbero avere le garanzie bancarie da parte dello Stato al 100% e in realtà non riescono ad avere queste garanzie bancarie, nonostante la potenza di fuoco inimmaginabile da 750 miliardi che era stata promessa dal Governo; oppure qualcuno mi dovrebbe spiegare come mai si sono spesi 120 milioni per i monopattini. Queste sono delle questioni a cui questo alieno vorrebbe delle risposte.
Io pongo anche un'altra questione: tutti quanti noi vorremmo dare risposte alle centinaia di domande che ci vengono fatte o richieste di aiuto che ci vengono fatte in questo periodo. Altre Regioni magari lo fanno o lo fanno parzialmente, altre Regioni però hanno l'addizionale IRPEF e quello che voi state chiedendo in questo momento è di andare a mettere le mani nelle tasche di quelle categorie che in questo periodo stanno soffrendo più di tutti, perché io mi ricordo nella passata legislatura, quando il vostro Partito ha fatto la richiesta di istituire l'IRPEF e dichiarava in quest'Aula che chi ha un imponibile di 70.000 euro viene definito ricco. 70.000 euro di imponibile, quando 70.000 euro di imponibile probabilmente sono le fasce che sono maggiormente colpite proprio in questi giorni, in questo periodo, da quella che è la crisi; questo è quello che state chiedono di fare voi: tassa e spendi. Questa è la politica del tassa e spendi e mi dispiace. Questa non è l'Amministrazione che va a mettere le mani nelle tasche dei veneti per poter pagare e andare a distribuire magari soldi, come viene fatto in altre Regioni, a piacim/ento. Qui si è deciso di dare una mano non tassando i veneti e lo sapete bene e quando si dice che il Governo invece fa di più ricordiamoci che il Governo ha delle possibilità dal punto di vista fiscale e di aiuto da parte dell'Europa che qui noi non abbiamo.
A proposito di Europa, qualcuno mi spiega questo Recovery Fund, che doveva arrivare a giugno, dove è finito? Qualcuno mi dice questo anticipo di 10 miliardi che doveva arrivare dov'è finito? Dov'è il piano del Governo sul Recovery Fund che doveva essere presentato e i cui fondi dovrebbero arrivare anche alle Regioni? Questi fondi dove sono? Ve lo chiediamo oggi qui noi. Dove sono? Mandate un messaggio ai vostri amici del Governo per dirci quando arriva il piano per usare i fondi del Recovery Fund. Questa è la vera domanda che facciamo noi oggi, perché noi qui oggi siamo a chiudere un assestamento in un periodo difficile e lo sappiamo tutti, però questa è una Regione che resiste, è una Regione che resiste a testa alta e, se non ve ne siete accorti, i veneti l'hanno capito più di voi.

PRESIDENTE

Grazie.
Giacomo Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Volevo intervenire soltanto in dichiarazioni di voto ma il capogruppo Villanova mi ha offerto un paio di spunti importanti.
Sul Recovery Fund, secondo me, la cosa più semplice è che lei faccia una chiamata al suo Segretario nazionale, che ha ottimi rapporti con il Presidente dell'Ungheria e chieda al Presidente dell'Ungheria perché in queste settimane sta passando le sue giornate a tenere ferma la discussione sullo stato di diritto, che è quella che sta inchiodando la possibilità di procedere con l'erogazione dei fondi ai Paesi membri. È la via più semplice, altrimenti speriamo che il Governo se la cavi da solo, ma se Salvini vuole dare una mano, ne saremmo entusiasti.
L'altro aspetto è questo - leggo un'agenzia di qualche ora fa -: "Presidente Zaia: "Non applicare nostra IRPEF forse è stato errore, adesso forse avremmo fondi da erogare come ristori. Forse abbiamo fatto il più grande errore della storia. Noi è da dieci anni che non mettiamo tasse in Regione Veneto", così il Presidente della Regione Veneto, eccetera eccetera, riflette sulla mancata di applicazione dell'addizionale IRPEF regionale, rispondendo alle domande della stampa in merito alla possibilità di prevedere anche una quota regionale di ristoro, eccetera eccetera".
Forse era ironico, non lo so, non c'ero, non c'ero io e non c'era lei, Consigliere.
Presidente.

PRESIDENTE

Signori!

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Dicevo: forse era ironico. Dopodiché dico questo: io sono d'accordo con lei, sulla definizione di ricchi si possono avere opinioni profondamente diverse, ma resta il fatto che chi oggi guadagna più di 75.000 euro e li guadagna quest'anno, visto che ormai si parlerebbe dell'anno prossimo, evidentemente ha sofferto meno di tanti altri i colpi della crisi e i colpi di una crisi che sta battendo in maniera fortissima anche su chi magari un anno, due anni o tre anni fa stava benissimo. Per cui ragionare seriamente sull'applicazione di un'addizionale IRPEF che sia di fatto una tassa di scopo in un momento di straordinaria difficoltà per la nostra Regione è invece una questione serissima perché se altre Regioni oggi possono fare interventi come quelli è perché effettivamente in questi anni hanno fatto una scelta. È evidente che politicamente, dal punto di vista del consenso, è molto più semplice dire: Veneto tax free. Poi, alla resa dei conti, quando quei soldi ti servono davvero perché devi aiutare anche tu evidentemente i commercianti, i cittadini più in difficoltà, quei soldi non ce li hai.
Per cui visto che non certo oggi, non certo in assestamento di bilancio, ma fra qualche settimana avremo un bilancio preventivo da discutere, lì forse su questo c'è lo spazio per una riflessione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Jonatan Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Presidente, sicuramente il bilancio al netto del dato tecnico va sempre a certificare quelle che sono le volontà politiche di chi amministra e che effettivamente vengono messe nero su bianco nel bilancio perché esse abbiano gambe, però guardate ancora una volta, nelle legittime opinioni di idee diverse e di cosa di diverso si sarebbe potuto fare e di cosa di diverso si sarebbe potuto fare non con la gara di chi avrebbe fatto meglio, ma anche nel lancio di elementi di dibattito e di spunto su come lavorare meglio per il futuro, assistiamo ancora una volta a quel tipo di politica che sa guardare la pagliuzza negli occhi degli altri ma non guarda la trave all'interno dei suoi occhi.
Io sto sconcertato quando si parla di fondi di trasporto come diceva prima la consigliera Camani e qualcuno invoca l'autonomia, perché vi posso garantire che ci sono Regioni che pur non avendo l'autonomia, come la Lombardia governata da un Governatore della Lega o come l'Emilia Romagna, mettono storicamente 100-200 milioni di fondi aggiuntivi sul trasporto, cosa che la Regione Veneto non fa, ma non hanno l'autonomia, hanno semplicemente, colleghi, un'idea diversa di trasporto e bisogna smetterla ogni volta con questa manfrina del monopattino e del tre ruote, perché il dato vero e reale è un altro: se non si capisce all'interno della Regione Veneto se il trasporto è per voi solamente asfalto e ferro, esiste anche la gomma e l'acqua, o se ancora una volta, come vediamo anche negli assestamenti di bilancio, il trasporto per questa Regione storicamente, non da oggi ma da sempre, è asfalto ed è ferro. Perché dico questo? Perché noi da una parte facciamo la promozione turistica, da una parte diciamo che bisogna promuovere i nostri territori, da una parte diciamo che dobbiamo diventare attrattori sul mercato turistico e dall'altra però ci dimentichiamo che c'è un piccolo tassello che è quello che una volta che arrivano i turisti in Veneto dobbiamo pensare che ci sia anche un sistema solido che regga e che li porti da una parte all'altra.
Guardate, l'esempio lo abbiamo avuto proprio col Covid dove ci volevano corse aggiuntive, il Governo ha messo soldi. Bene, va riconosciuto a questa Regione e all'Assessore che ha messo anche risorse, 8 milioni, per le corse aggiuntive e le ha lasciate anche laddove dopo non sono andati usati per quello, però noi ci troviamo di fronte a un assestamento di bilancio che avrebbero dovuto - cari colleghi - guardare anche altre cose, non andare a dire: "Perché non vengono messi i soldi sul trasporto", perché ci sono già i soldi che il Governo mette sul trasporto. Piuttosto chiediamoci, Consigliere, perché anche senza autonomia, quella che invocate ogni volta che qualcuno vi chiede di fare la vostra parte, ci sono Regioni del vostro stesso colore politico che la fanno anche in maniera puntuale. Guardate, l'autonomia non può essere quel palliativo per nascondersi ogni volta dietro le cose che non vengono fatte, l'autonomia o l'idea del 77% che avete preso, bene io sono uno di quelli che dice che gli elettori hanno ragione, vi hanno votato, bene, non metto in discussione il risultato, però posso mettere in discussione se all'interno di certi meccanismi di bilancio è giusto e doveroso dire che qualcosa andava guardato diversamente e magari lo diamo come elemento di spunto anche per un dibattito futuro?
Torno sul trasporto perché è uno dei nodi cruciali che ogni volta che ci siano trasmissioni televisive o dibattiti in Aula si tenta sempre di dare la colpa al di là del fiume, senza mai guardare le azioni messe all'interno del proprio e che si potevano fare perché le altre Regioni lo hanno fatto.
Qui la grande domanda è una: c'è la volontà anche di finanziare le aziende che trasportano le persone quando vanno in crisi o no? C'è la volontà anche di finanziare le aziende pubbliche che spesso sono sane, che spesso sono solide, che spesso diventano un importante sviluppo per i posti di lavoro, per le economie locali, che portano Consigliere le persone su e giù? C'è la volontà di finanziare anche queste aziende oppure bisogna finanziare solamente le identità private e non pensare che le realtà pubbliche, laddove non sono sane, vanno riviste ma lì dove sono sane vanno valorizzate? Questa è una sfida che noi dobbiamo porci, Consigliere.
Le faccio un piccolo esempio: se noi ci affacciamo qui davanti abbiamo una realtà di trasporto che in questi anni, sotto alcuni aspetti, è stata penalizzata in alcune forme di ridistribuzione perché tanto c'era il turismo e la manteneva. Benissimo per il turismo, perché immettere altri soldi se comunque arrivano? Oggi che non c'è più il turismo, cosa rispondiamo a queste aziende? Cosa risponderemo al popolo veneto, ai cittadini dei nostri territori quando magari queste aziende non reggeranno l'impatto dell'assenza di turismo e si troveranno di fronte a un bivio se cominciare a licenziare, se cominciare a tagliare servizi, servizi ai cittadini veneti, non servizi a chi non ha votato quel 77%, servizi ai vostri e ai nostri elettori, ma più vostri visto che avete avuto il 77%. Cosa gli rispondiamo a quei cittadini? Gli rispondiamo di andare dal Governo?
Qualcun altro invece a differenza vostra, consigliere Pan, che dice sempre sì, apprezzo che mi dà ragione, vedo che ha capito quello che volevo dire, gli rispondiamo che ci sono Governatori anche del vostro colore politico che hanno fatto scelte diverse, più efficienti e più puntuali?
Il tema è uno: si vuol pensare una volta per tutte che... ho sentito dire prima: "Non è una Regione tassa e spendi, dove si danno soldi a piacimento". Guardate colleghi che qui nessuno chiede soldi a piacimento, qui si pone un tema: facciamo la promozione bene, ma la promozione a chi che la gente non si può muovere da casa? Invece di fare la promozione vogliamo pensare a quelle realtà che rischiano di andare in crisi? Vogliamo pensare a quelle persone che non mettono insieme il pranzo con la cena? Vogliamo pensare che una realtà, anche se pubblica, merita aiuto oppure vi sta nelle scatole perché non è privata? Spiegatemi questa logica. Non preoccuparti, intanto spiegamela tu, dopo me la spiega Conte. Qui si parla di dare una mano, ma a chi diamo una mano? Diamo una mano agli equilibri che ci devono essere all'interno di un bilancio, dove in base ai referati vengono ripartiti i capitoli perché non si devono creare incidenti di equilibrio politico oppure vogliamo dare una mano con scelte coraggiose a chi ha davvero bisogno, anche rimettendo in discussione un sistema che finora reggeva e ora non può reggere più? Oppure cercando di capire che questa maledetta pandemia ha rimescolato tutte le carte e dobbiamo avere il coraggio anche noi di rimescolare le nostre carte?

PRESIDENTE

Se il collega Polato non ci fa ascoltare la sua telefonata, saremmo più contenti. Grazie.
Prego, Jonatan.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Guarda, se vuoi, chiedi a chi hai attorno, ma quando parli forte si sente ed è una tua telefonata, non è una nostra telefonata.
Montanariello, prego.
Se questo gruppo mi dà motivo di richiamare, richiamo eccome.
Jonatan, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto

Grazie, Presidente.
Mi avvio alla conclusione perché non voglio essere lungo e noioso più del solito. In un momento in cui questa pandemia maledetta ha evidenziato che anche i sistemi più virtuosi come il nostro, non sistemi che vanno criticati colleghi, sistemi virtuosi come il nostro, in alcuni momenti vanno in crisi e quando chiediamo agli altri di fare la loro parte e di rimescolare le proprie carte siamo in grado anche noi, in un momento difficile, di fare scelte coraggiose e di mescolare le nostre carte? O possiamo pensare che si va avanti come quando la pandemia non c'era? O possiamo pensare che gli assestamenti di bilancio sono frutto di mediazione politica e non di mediazione reale delle esigenze delle persone, delle imprese, di quei veneti, ripeto, verso i quali voi avete una grossa responsabilità perché vi hanno votato al 77%?
Quando ci troveremo ad aprire, visto che parliamo di trasporto e visto che chiediamo sempre i soldi al Governo senza fare la nostra parte, cosa gli diremo quando ci troveremo di fronte a un bivio se salvare aziende sane, che hanno dato utili anche, hanno prodotto, hanno dato posti di lavoro, hanno dato servizi ai cittadini veneti, hanno portato eccellenze nel territorio veneto, dovranno scegliere se essere salvate e continuare o dovranno scegliere se chiudere baracca e burattini con la differenza che quando sarà finita la pandemia e si riapriranno di nuovo le finestre per fare entrare l'aria del turismo forse saremo impreparati, forse non saremo pronti e forse andremo ancora una volta a dire che la colpa è del Governo perché ormai mi sembra di vedere che il tormentone più assiduo è sempre cercare di dare la colpa a qualcuno e enfatizzare quello che si fa. Invece io sono di un'altra idea: bene quello che facciamo noi, bene, gli ultimi provvedimenti sulla sanità li abbiamo votati anche noi, bene, bravi, però ci sono delle cose che se dall'altra parte le fanno dobbiamo cercare di fare anche noi la nostra parte.
Allora, cari colleghi, io credo che, in un momento di crisi importante vero e reale come questo, si debba avere il coraggio, soprattutto chi ha una forza politica di un consenso come il vostro, di tentare di rimescolare le carte e pensare che un altro tipo di realtà per questo momento di crisi debba esistere, perché se continuiamo a ragionare nei bilanci come era tutto quando la pandemia non c'era, adesso corriamo con l'intervento tampone, dove arriviamo siamo bravi, dove non facciamo un'applicazione ne facciamo un'altra perché magari abbiamo più visibilità, dove non fanno qualcosa è colpa del Governo e dove si fa qualcosa è merito nostro, è sbagliato: non è l'approccio giusto che una Regione importante come la nostra merita.

PRESIDENTE

Grazie.
Io non vedo altri interventi, quindi dichiaro chiusa la discussione generale.
Ci sono interventi di replica di Relatore e Assessore?
Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente.
Credo che durante la discussione siano giunti spunti interessanti che, in alcuni casi, possono trovare anche una pronta risposta nel prossimo bilancio, perché alcune cose potremmo eventualmente recuperarle anche negli stanziamenti del bilancio che vedremo tra qualche settimana, ma ripeto che è un bilancio che va letto in continuità rispetto a questo provvedimento.
Gran parte degli interventi hanno parlato di risorse ed è chiaro che più soldi hai a disposizione e più cose puoi fare, ma vorrei darvi solo alcuni dati di benchmark perché magari qualcuno non sa quali sono i numeri delle Regioni a noi vicine, che hanno fatto magari iniziative importanti, che hanno fatto scelte diverse, come quella di tassare i propri cittadini e di non lasciare nelle loro tasche gli euro che ha lasciato la Regione del Veneto nel corso degli ultimi dieci anni. Ricordo che la capacità impositiva tributaria della Regione è pari a 1 miliardo e 200 milioni all'anno, che probabilmente diventeranno 11 e quindi si parla di circa 12 miliardi di euro lasciati nelle tasche dei veneti.
Il Piemonte, a cui qualcuno prima faceva riferimento in termini di capacità di ristoro, ha un gettito IRPEF 2018 di 520 milioni; l'Emilia Romagna, che è una Regione molto simile alla nostra dal punto di vista dei cittadini residenti e dell'economia che sviluppa, ha 301 milioni il gettito IRPEF; la Lombardia, che dimensionalmente è sicuramente più grande e poi avrà altre capacità impositive, ha dall'IRPEF 358 milioni.
Questo per dirvi che non stiamo parlando di qualche milione di euro, ma di centinaia di milioni di euro e inevitabilmente poi sarebbe interessante capire la performance di risposta che le Regioni danno nell'utilizzo di queste risorse. Qui è stata fatta una scelta diversa nel corso degli ultimi anni, quella di continuare a razionalizzare e a essere molto attenti all'utilizzo delle risorse, cercando di essere puntuali anche nella riallocazione dei capitoli e credo che questo assestamento sia un'ulteriore dimostrazione e l'approvazione di oggi permetterà di dare delle risposte a partire già dall'anno 2020.
La speranza naturalmente qual è? È quella che si possa tornare, con provvedimenti come questi, in condizioni normali – questo è un anno molto particolare, come abbiamo detto, sia per la situazione pandemica che stiamo vivendo, sia per i tempi legati alla pausa elettorale – e quindi io confido che venga approvato questo provvedimento importante, che mi dispiace venga letto in maniera parziale, perché non si riconosce l'attenzione su alcuni temi che sono stati oggetto di grosse discussioni all'interno del Consiglio regionale.
Non rendere onore all'investimento che si fa sul tema ambientale con 6,6 milioni legati alle bonifiche ambientali, così come non dare il giusto riconoscimento ai 2,8 milioni per i passaggi ferroviari o alla messa in sicurezza con 7,8 dei viadotti, rischia di svilire una lettura che, secondo me, non è corretta, perché si danno delle risposte a un Veneto che continua a lavorare tutte le mattine, che si alza, che va a lavorare, che ha la necessità di mantenere le capacità che ha avuto nel corso di questi mesi di resistere, forse meglio di altri dal punto di vista produttivo, nella guerra alla pandemia. Sicuramente sta vivendo momenti difficili sul turismo e non è solo la montagna quello che mi preoccupa sinceramente, ma le città d'arte, perché la montagna arriva da quella che è credo la migliore stagione estiva degli ultimi anni, chiaramente sono preoccupati per quello che sarà l'andamento del periodo natalizio, ma rispetto a quello che sta succedendo sulle nostre città d'arte, è una situazione sicuramente migliore.
Quindi credo che, da questo punto di vista, bisogna cercare di utilizzare quelle risorse per dare l'immagine di un Veneto complessivo che, nei suoi sette tematismi turistici, continua ad essere presente, continua ad essere pronto non appena ci siano le condizioni migliori per ripartire, per continuare ad essere prima Regione in Italia per presenze turistiche e prima industria turistica del Veneto.
In questa prospettiva io credo che debba essere letto questo documento e approvato. Ringrazio la Prima Commissione e tutto il Consiglio per la discussione che c'è stata nel corso di queste settimane, che sicuramente ci permetterà, da un punto di vista prettamente operativo, di dare risposte immediate nei capitoli e nelle missioni che sono stati inseriti, dall'altra una prima riflessione che naturalmente porteremo con maggiore attenzione all'esame del bilancio 2021-'23. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non vedo altri interventi, quindi passerei all'articolato.
Articolo 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 5.
Su cui c'è l'emendamento della Giunta visto in Commissione.
Emendamento n. A0001, presentato dalla Giunta, modificativo, che prevede:
"Gli allegati 2 e 3 dell'articolo 5 sono così modificati:
Entrata Variazione proposta
Tipologia
Competenza 2020
Competenza 2021
Competenza 2022
Titolo 1 – Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa
Tipologia 01.04 – Compartecipazione di tributi
D.L. 2012,n. 95, art. 16 bis – Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario.
-365.387,38
-365.387,38
( -365.387,38)
0,00
0,00
(0,00)
0,00
0,00
(0,00)
Totale entrata
-365.387,38
0,00
0,00
Per l'anno 2020 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza
Spesa Variazione proposta
Missione Programma Titolo
Competenza 2020
Competenza 2021
Competenza 2022
Missione 01 – Servizio istituzionali, generali e di gestione
Programma 06 – Ufficio tecnico
Spese correnti
Legge regionale 1980 n. 6 – Disciplina dei servizi di approvvigionamento, manutenzione e conservazione dei beni regionali
-100.000,00
-100.000,00
(-100.000,00)
(-100.000,00)
0,00
0,00
(0,00)
(0,00)
0,00
0,00
(0,00))
(0,00)
Missione 09 . Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente
Programma 04 – Servizio idrico integrato
Spese correnti
D.Lgs. 1998, 112 - Art. 86 – Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del capo 1 della legge 15 marzo 1997, n. 59
+100.000,00
+100.000,00
+100.000,00
(+100.000,00)
0,00
0,00
(0,00)
(0,00)
0,00
0,00
(0,00)
(0,00)
Missione 10 – Trasporti e Diritto alla Mobilità
Programma 01 – Trasporto ferroviario
Spese correnti
L.R. 1998. N. 25 - Art. 11- Disciplina ed organizzazione del trasporto pubblico locale
L.R. 2013, n. 3 – Art. 37 – Disposizioni in materia di trasporto pubblico locale
Programma 02 – Trasporto pubblico locale
Spese correnti
L.R. 2013 n. 3 – Art. 37 - Disciplina ed organizzazione del trasporto pubblico locale
L.R. 2018, n. 40 – Art. 4 – Società regionale "Infrastrutture Venete S.r.l." per la gestione delle infrastrutture ferroviarie e di navigazione interna.
Programma 03 – Trasporto per vie d'acqua
Spese correnti
L.R. 2018, n. 40 – Art. 3 – Società regionale "Infrastrutture Venete S.r.l." per la gestione delle infrastrutture ferroviarie e di navigazione interna
Spese in conto capitale
L.R. 2001, n. 11 – Art. 100 – Conferimento di funzione e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112
-365.387,38
-1.148.557,44
(-1.148.557,44)
(+216.829,94)
(-1.365.387,38)
+317.170,06
(+317.170,06)
(+1.000.000,00)
(-682.829,94)
+466.000,00
(+256.000,00)
(+256.000,00)
(+210.000,00)
(+210.000,00)
0,00
0,00
(0,00)
(0,00)
(0,00)
0,00
(0,00)
(0,00)
(0,00)
0,00
(0,00)
(0,00)
(0,00)
(0,00)
0,00
0,00
(0,00)
(0,00)
(0,00)
0,00
(0,00)
(0,00)
(0,00)
0,00
(0,00)
(0,00)
(0,00)
(0,00)
Totale spesa
-365.387,38
0,00
0,00
Per l'anno 2020 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza"
Il parere del relatore è favorevole. Non vedo interventi, per cui lo metto in votazione.
È aperta la votazione sull'emendamento n. A0001.
È chiusa la votazione.
(Votazione elettronica)
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 5 così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 6.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo agli ordini del giorno. Ci sono tre ordini del giorno.
ODG n. A2

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Possamai Giacomo e Lorenzoni relativo a "Impegnare una parte della somma di euro 1.000.000,00, stanziata a titolo di finanziamento delle azioni di promozione turistica necessarie per il sostegno al settore turistico per contrastare le ricadute negative conseguenti all'attuale fase di emergenza pandemica, coinvolgendo gli operatori dello spettacolo con sede in veneto e operanti nella medesima regione". RESPINTO

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO:
- come riferito nell'art. 4 (nota integrativa all'assestamento) "relativamente alla variazione delle autorizzazioni di spesa [...]si riportano i maggiori movimenti per l'esercizio 2020 [...] Missione 07 "Turismo - Programma 01 "Sviluppo e valorizzazione del Turismo: l'importo di € 1.000.000,00 è destinato al finanziamento della promozione turistica per le necessarie azioni di sostegno al settore turistico per contrastare le ricadute negative conseguenti all'attuale fase di emergenza pandemica";
- che la L.R. 11-2013, nel definire l'attività di promozione turistica, fa riferimento, all'art. 2 co. 1 lett. o), alle "attività e le iniziative destinate ad accrescere nei turisti la conoscenza e la notorietà dei prodotti e delle destinazioni turistiche" e all'art. 4 co. 3 evidenzia come turismo e cultura siano strettamente connessi "la promozione e la comunicazione [...] delle risorse turistiche e culturali del Veneto hanno come obiettivo la valorizzazione unitaria del prodotto turistico, della gamma dei prodotti e delle connesse destinazioni;
- non si rinvengono, nella predetta norma, condizioni ostative per cui la promozione turistica non possa essere affidata agli operatori della cultura e dello spettacolo;
CONSIDERATO:
- come in effetti appaia quantomai opportuno, in particolare alla luce della difficilissima situazione socio-economica conseguenza all'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, che la promozione turistica di cui sopra sia effettuata da operatori della cultura, ed in particolare dello spettacolo, con sede in Veneto ed operanti nella medesima regione;
- che in questo modo si realizzerebbe una promozione turistica non indistinta e di massa, poco utile in questa difficile fase, ma ci si potrebbe concentrare su azioni locali mirate, specie per i territori più in sofferenza, finanziando al contempo il mondo degli operatori della cultura e dello spettacolo veneti, particolarmente colpito dall'emergenza sanitaria, e ottenendo inoltre il risultato di puntare ad un turismo più sostenibile e di qualità, come anche da Programma di Governo 2020- 2025 presentato dal Presidente Zaia;
- che azioni simili sono già state utilizzate con successo come, per fare qualche esempio, in Veneto con "Dolomiti contemporanee" e con "Suoni tra le malghe – Voci delle Buganze" in Trentino con i noti "Suoni delle Dolomiti";
tutto quanto sopra premesso;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
Impegnare una parte della somma di euro 1.000.000,00, stanziata a titolo di finanziamento della promozione turistica per le necessarie azioni di sostegno al settore turistico per contrastare le ricadute negative conseguenti all'attuale fase di emergenza pandemica, coinvolgendo gli operatori dello spettacolo con sede in Veneto e operanti nella medesima regione.".
Intende illustrarlo?

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Lo do per illustrato con l'intervento precedente.

PRESIDENTE

Benissimo. Grazie.
Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Su questo ordine del giorno, pur condividendo quello che è l'impianto, ho chiesto alcune modifiche alla proponente per vedere il nostro parere positivo. La proponente ha detto di non accettare e quindi purtroppo siamo contrari, pur condividendo alcune forme che sono previste all'interno, però ci sono dei passaggi che rendono inapplicabile quella che è la richiesta di questo ordine del giorno, quindi ci vede contrari come Gruppo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A3

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Possamai Giacomo, Zanoni e Camani relativo a "Garantire le necessarie risorse per i pazienti psichiatrici minorenni e i pazienti adulti affetti dal disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività (ADHD)". RESPINTO

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
il decreto n. 287/2015 del direttore generale dell'Area Sanità e Sociale della Regione Veneto relativo a: "Primo aggiornamento, ai sensi della DGR n. 754 del 14 maggio 2015, dei Centri Regionali autorizzati alla prescrizione di farmaci per il trattamento dell'ADHD nel paziente adulto ed individuazione dei Centri regionali autorizzati alla prescrizione del farmaco Ossidrossido sucroferrico" ha individuato i Centri autorizzati alla prescrizione dei medicinali Atomoxetina (Strattera) e Metifenildato (Rita/in) per il trattamento del Disturbo da Deficit dell'Attenzione e Iperattività (ADHD) nel paziente adulto i cui sintomi erano preesistenti in età infantile, e ha esteso tale possibilità anche ai Centri di riferimento per l'ADHD individuati nella DGR n. 754/2015 fino alla completa presa in carico del paziente maggiorenne da parte dei Dipartimenti di salute mentale indicati nell'Allegato A del suddetto decreto n. 287/2015;
nonostante le suddette disposizioni molte famiglie con pazienti adulti affetti da ADHD non riescono ad ottenere la presa in carico e le terapie appropriate presso le strutture sanitarie venete e pertanto sono costrette a rivolgersi a centri fuori regione. Inoltre le loro difficoltà sono aumentate anche a causa dell'emergenza Covid-19;
le suddette difficoltà riguardano anche i pazienti psichiatrici minorenni che non possono essere accolti nei reparti di neuropsichiatria infantile e necessitano pertanto di servizi a domicilio o nei centri diurni territoriali.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a destinare le risorse stanziate per la salute mentale nell'assestamento del bilancio 2020-2022 per:
1. garantire gli interventi di presa in carico e le cure appropriate per i pazienti adulti affetti da ADHD;
2. l'apertura di reparti ospedalieri dedicati a pazienti psichiatrici minorenni che non possono essere accolti nei reparti di neuropsichiatria infantile;
3. il potenziamento di servizi territoriali domiciliari, presso comunità e centri diurni dedicati ai pazienti psichiatrici minorenni, nonché potenziamento di tirocini e inserimenti lavorativi con educatori qualificati.".
Intende illustrarlo?
Prego, Anna Maria Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Ma semplicemente era per destinare le risorse o anche parte delle risorse relative alla salute mentale e alle malattie mentali per alcune patologie e per alcuni servizi sul territorio. Allora, noi sappiamo, ad esempio, che con il decreto 287 del Direttore Generale, veniva incaricato per il trattamento del disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività nei pazienti adulti, i cui sintomi erano preesistenti in età infantile, che aveva esteso tale possibilità anche ai centri di riferimento per l'ADHD, individuati appunto nella delibera di Giunta regionale, fino alla completa presa in carico del paziente maggiorenne da parte dei Dipartimenti di Salute mentale. Nonostante questo, ad oggi abbiamo molte difficoltà per quanto riguarda la terapia e la patologia e quindi quanto meno l'assunzione in carico da parte dei medici.
Inoltre chiedevamo appunto la possibilità di destinare una parte delle somme per garantire gli interventi di presa in carico e le cure appropriate per i pazienti adulti affetti da ADHD, l'apertura di reparti ospedalieri o parte di reparti ospedalieri dedicati a pazienti psichiatrici minorenni, che non possono essere accolti nei reparti di neuropsichiatria infantile, in modo tale che non vengano ricoverati nei reparti per adulti. E poi chiedevamo il potenziamento dei servizi territoriali domiciliari con l'assunzione di psicologi e supporto alle comunità e centri diurni dedicati ai pazienti psichiatrici, minorenni e non, nonché potenziando tirocini e inserimenti lavorativi con educatori qualificati. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Assessore Lanzarin, prego.

Ass.re Manuela LANZARIN

Il consigliere dovrebbe conoscere molto bene il perché di questa partita in bilancio, visto che è un consigliere che era presente anche alla scorsa legislatura. Il Consiglio aveva fatto una norma legislativa, che prevedeva una stabilizzazione di somme extra LEA da dare alla salute mentale, legate al supporto alle famiglie su quel famoso parametro 60/40%, perché noi sappiamo che, a livello nazionale, il parametro sarebbe 50 e 50, quindi 50 a carico del sistema sanitario e 50 a carico delle famiglie.
Era stata fatta una norma che prevedeva la continuità degli 8 milioni per il triennio e poi sarebbe stata rimpinguata gli anni successivi, invece ci è stato chiesto lo stralcio e quindi la norma è stata impugnata a livello nazionale, perché secondo livello nazionale noi non li possiamo comunque utilizzare per extra LEA e loro ritengono questi extra LEA, ma non sono extra LEA perché stiamo parlando di malati psichiatrici, quindi di socio sanitario puro, che sono all'interno delle strutture per questioni di questo tipo.
Quindi è stata stralciata e abbiamo trovato un'altra copertura, per cui, proprio perché nella convinzione e anche credo nella condivisione che queste somme servano per andare incontro ai familiari nel pagamento delle rette, è impossibile pensare che queste somme possano servire anche per altre questioni.
Poi ci sono una serie di elencazioni che comunque sono riconducibili ad altri ambiti, come quelli appunto dei posti ospedalieri, che fanno parte della programmazione sanitaria e quindi sono contemplati anche con altri fondi.
Quindi l'ordine del giorno è ricevibile, ma non è possibile sicuramente che venga accolto.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non vedo altri interventi Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie mille e grazie per la risposta anche da parte dell'Assessore.
Sappiamo perfettamente cosa richiede la normativa e cosa è stato fatto e certo è che questi sono servizi fondamentali per la persona, siamo in fase di predisposizione anche del bilancio e io credo che sia fondamentale tenerne conto.
Sappiamo anche che esistono delle delibere quantomeno per l'attuazione di questi servizi e io credo che la Regione se ne debba assolutamente far carico, indipendentemente dal fatto che possono essere destinate queste somme direttamente o altre o parte di queste. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. A0003.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A4

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Guarda, Possamai Giacomo, Zanoni, Ostanel, Bigon, Lorenzoni, Baldini e Camani relativo a "Recovery fund e veto di Ungheria e Polonia rispetto alla condizionalità dello stato di diritto". RESPINTO

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
- è attualmente in fase di discussione il Bilancio pluriennale 2021-2027 dell'Unione Europea, nel cui alveo è previsto il Recovery fund, e cioè quel pacchetto di misure economiche, per un totale di 1.800 miliardi di Euro, destinate a sollevare l'Europa dai devastanti effetti economico e sociali dovuti alla pandemia da sars-cov-2;
- in questo contesto, Ungheria e Polonia hanno recentemente espresso dubbi sulla clausola di condizionalità dello stato di diritto, ovverosia sulla proposta avanzata dalla Commissione Ue e Parlamento europeo di legare l'amministrazione dei fondi per il periodo 2021-2027 al rispetto dello stato di diritto da parte dei paesi membri;
Rilevato che il regolamento sulla condizionalità in argomento prevede che a fronte di violazioni dello stato di diritto, quali indipendenza del sistema giudiziario, inefficienza nel prevenire e sanzionare decisioni arbitrarie o illegittime della pubblica autorità con riferimento allo sviamento di risorse pubbliche, limitazioni dei rimedi legali a tutela dei diritti, l'Unione Europea, con decisione del Consiglio a maggioranza qualificata su proposta della Commissione europea, possa sospendere l'erogazione dei fondi europei;
Ricordato che l'art. 2 del Trattato sull'Unione Europea sancisce che: "L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini."
Considerato che l'attuale fase di stallo produce l'effetto diretto di ritardare l'approvazione del Bilancio pluriennale dell'Unione Europa e del connesso pacchetto di aiuti agli Stati membri colpiti dalla pandemia sars-cov-2, con inevitabili effetti negativi a cascata anche sul bilancio della regione del Veneto;
Rilevato che:
- con Deliberazione n. 1232 del 01 settembre 2020, la Regione del Veneto ha deliberato di attivare di attivare le procedure atte a predisporre una proposta di parco progetti della Regione del Veneto, coerente con le finalità del redigendo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR, da utilizzare in fase di interlocuzione con il Governo ai fini del finanziamento con il "Recovery Fund";
- il suddetto atto di Giunta, a relazione del Presidente della Giunta regionale, si apre con la seguente premessa che delinea l'esatto perimetro del tema in argomento: "Per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19, l'Unione Europea sta mettendo in atto un importante pacchetto di iniziative che associa il futuro quadro finanziario pluriennale (QFP) (quantificato in 1.074,3 miliardi di euro) con uno specifico impegno per la ripresa nell'ambito dello strumento Next Generation EU (quantificato in 750 miliardi di euro). Entrambi gli strumenti contribuiranno a trasformare l'Unione europea secondo le principali strategie già individuate, in particolare il Green Deal europeo, la rivoluzione digitale e la resilienza.";
Tutto quanto sopra premesso
Esprime
forti perplessità e preoccupazione circa la posizione di chiusura espressa da Polonia e Ungheria con riferimento alla meccanismo di condizionalità ai fini della regolazione delle misure del Recovery Fund
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi presso ogni sede per giungere in tempi rapidi al superamento della fase di stallo e in funzione della prossima approvazione del Bilancio pluriennale 2021-2027 dell'Unione europea.".
Intende illustrarlo, collega? Perfetto, ha la parola.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
In realtà questo ordine del giorno è riuscito a predire la domanda che ha fatto il capogruppo Villanova prima, per cui richiede un impegno anche da parte della Giunta regionale per prendere le distanze da un atteggiamento che sta rallentando proprio l'arrivo dei fondi del recovery fund, ed è il seguente: nel corso della discussione del bilancio pluriennale '21/'27 dell'Unione Europea, nel cui alveo è previsto il recovery fund, cioè quel pacchetto di misure economiche che faranno destinare anche all'Italia e anche al Veneto quelle risorse per poter riprendere la nostra economia, riprendere una vita nuova dopo l'emergenza Covid e gestire l'emergenza nel contempo, in questo contesto l'Ungheria e la Polonia hanno espresso dubbi sulla clausola di condizionalità dello stato di diritto. Quindi essenzialmente dicono di noi alla proposta avanzata dalla Commissione UE e dal Parlamento Europeo di legare l'amministrazione dei fondi per il periodo '21/'27 al rispetto dello stato di diritto da parte dei Paesi membri e quindi della tutela dei diritti e delle libertà dell'uomo all'interno dei Paesi che ricevono questi fondi.
Questo evidentemente dovrebbe entrare in contrasto anche con le priorità politiche e valoriali che questo Consiglio esprime e, alla luce di questo – io vi lascio alla lettura dell'ordine del giorno completo – siccome sono forti le perplessità circa la posizione di chiusura di questi due Paesi, Polonia e Ungheria, con riferimento al meccanismo di condizionalità e siccome qui è anche a rischio un concetto su cui si basano di per sé i principi politici (chiedo soltanto di coprirsi la bocca e il naso, chiedo scusa, giusto perché siamo tutti qua impegnati a parlare anche con la mascherina, giusto per rispetto nei confronti degli altri), si chiede a questa Giunta di attivarsi presso ogni sede per giungere in tempi rapidi al superamento di questa fase di stallo e al superamento di questa posizione politica di contrasto, in funzione della prossima approvazione del bilancio pluriennale 21/27 dell'Unione Europea.
Dato che la posizione politica di vicinanza a determinate espressioni politiche e partitiche dell'est Europa si esprime in collaborazioni anche internazionali con il partito di cui alcuni di voi fanno parte, ritengo necessario che la collaborazione di tipo progettuale abbia un seguito su dei binari, ma la condivisione da un punto di vista valoriale deve essere ferma sulla difesa dello stato di diritto e sulla difesa del fatto che chi lo viola non è degno di ricevere i fondi necessari per riuscire a costruire un'Europa che sia misura davvero di quello che anche noi ci aspettiamo. Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie.
Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Questa è la classica dimostrazione di quello che dicevamo noi della Lega, cioè che l'Europa non funziona e comunque, nella fase di costituzione di questa Europa che ci siamo tutti sbracciati e stracciati le vesti per definirla come la panacea di tutti i mali, guarda caso, questa Europa non funziona e le regole che fanno funzionare questa Europa noi le volevamo cambiare illo tempore. Ma purtroppo vedete che in Europa, che non è l'Europa dei popoli bensì l'Europa monetaria, adesso saltano fuori i popoli, saltano fuori le nazioni che pongono naturalmente le loro questioni.
Cosa diciamo? Dobbiamo probabilmente riformare questa Europa, che non deve solo pensare a iniziative di mero sostegno monetario, ma deve essere un'Europa che comunque deve avere regole differenti, che passano anche attraverso degli accordi che la Giunta regionale del Veneto magari potrà fare quando avrà il Ministero degli Esteri, quando saremo Regione autonoma, visto quello che potrebbe succedere e potrebbe essere un auspicio anche in questo senso da parte della Consigliera che ha presentato questo ordine del giorno.
Noi siamo sempre stati favorevoli a questi fondi del recovery fund, naturalmente voi avete il vostro Commissario europeo all'Economia, quindi sarebbe bene che magari questo ordine del giorno lo girasse a Gentiloni, che è lì presente e magari può anche battere un colpo ogni tanto su questo tema.
Ma io dico anche che noi siamo non favorevoli al MES, ma vedendo i dati economici durante questo periodo in cui gli italiani stanno mettendo sui conti correnti molti soldi, perché c'è una propensione al risparmio che mi dicono sia quasi di 1 miliardo al giorno nei conti correnti, perché il Governo Conte non pensa a questi, invece di andare in cerca di questi fondi? Anche perché poi bisogna presentare un piano a Bruxelles che non è ancora arrivato, poi questo piano deve essere approvato da Bruxelles, poi deve tornare indietro a Roma, poi devono essere dati i soldi alle Regioni, poi le Regioni devono fare dei piani strategici o dei progetti strategici e quindi avviare i progetti, avviare gli appalti, eccetera, eccetera, eccetera. Voi pensate che questi soldi arrivino domani mattina? Questi soldi forse li vedremo fra due-re anni sui territori.
Perché non possiamo magari emettere dei buoni del tesoro a lungo percorso, visto che ci sono tutti questi risparmi, magari con dei tassi interessi anche odierni, in cui i cittadini italiani possono investire? Abbiamo un grande risparmio che potrebbe essere adoperato in questa fase di criticità per la sanità, per tante opere e questi fondi potrebbero essere subito a disposizione.
E se aspettiamo ancora mesi e anni per vedere questi fondi, cari signori, vedendo l'esperienza anche delle Regioni, io mi sono occupato del piano sviluppo rurale in cui il Veneto è la prima Regione d'Italia per spesa, in cui il Veneto è la seconda Regione d'Europa per avanzamento di spesa dei fondi europei, ma guardando con preoccupazione alcune Regioni, soprattutto del sud del nostro Paese, in cui restituiscono, come la Puglia, 500 milioni sui piani di sviluppo rurale e altre centinaia di milioni di gli altri fondi europei, immaginiamo se arrivano in queste Regioni 4-5 miliardi del recovery fund dopo due-tre anni, finché li mettiamo in moto dovremmo aspettare forse un decennio, quindi dobbiamo trovare delle forme di investimento diverse.
I fondi ci sono, le forme ci sono, i risparmi degli italiani ci sono, facciamoli mettere in circolo e creiamo economia e benessere in questo Paese. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Jonatan Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Consigliera per aver portato questo ordine del giorno perché dà anche un attimo la possibilità di discutere di certi temi importanti, che credo debbano passare anche attraverso quest'Aula.
Guardate, non tarda ad arrivare quest'ordine del giorno anche in risposta a quel sottofondo legittimo che avviene di battute e battutine, quando si diceva prima: ma dove sono i soldi del recovery? Però, guardate, il grande tema da porsi è uno, cioè autonomia e coerenza. Perché dico autonomia e coerenza? Guardate, io sono d'accordo che ci può essere un'altra idea di Europa, non è mica detto che l'idea che ha uno di Europa debba essere quella scritta nelle tavole sacre e da lì non ci si smuove, ma per avere un'altra idea di Europa, bisogna che ci si lavori come politica, che ci si lavori in Europa per tentare di portare proposte diverse, proposte propositive, idee diverse da quelle che ci sono.
Però credo che, se da una parte sentiamo dire, a livello nazionale, da alcune forze politiche che c'è un'altra idea di Europa e poi l'unica idea d'Europa a cui assistiamo è quella, il più delle volte, dell'assenteismo in Aula, io credo che lì non c'è un'altra idea di Europa, ma c'è un'altra idea opportunistica di essere in Europa, ma di non voler fare quello che è il mandato che i cittadini hanno dato.
Noi oggi siamo in quest'Aula anche a volte a scontrarci con la maggioranza, ma proponiamo con umiltà un'idea, una visione diversa, non contemplata, per carità, siamo stati eletti apposta, altrimenti saremmo stati tutti un'unica lista, ma non è così; però se si ha un'altra idea di Europa e questa idea di Europa non viene messa nero su bianco con gambe e si dà cammino con un lavoro serio, anche dei rappresentanti stessi dei vostri Partiti in Europa, io credo che una nuova idea di Europa diventi uno spot propagandistico, che spesso serve a solleticare la pancia del malcontento della gente, ma non è una vera proposta alternativa.
Perché dico autonomia? Dico autonomia perché, se il Veneto ha l'idea e l'ambizione di diventare Regione autonoma, deve avere anche un'autonomia intellettuale, deve avere anche un'autonomia nel riconoscere alcune cose, ovvero se noi stiamo dicendo qui che quei fondi sono importanti, come diceva prima la maggioranza, dove sono quei fondi? Se ci diciamo qui in ogni discussione che magari arrivassero quei fondi. Nel primo Consiglio che abbiamo fatto, nei progetti di legge di Zaia, più volte si è parlato, quando ha presentato gli otto o nove progetti, di quei fondi, vuol dire che sono fondi che sono soggetti anche a un nostro attenzionamento, vuol dire che sono fondi che a questa Regione servirebbero.
E allora c'è l'autonomia di dire che i vostri stessi rappresentanti politici, nella loro idea di Europa, nella loro idea di andare a braccetto con chi oggi blocca questi fondi, nella loro idea di andare a omaggiare quel tipo di politica europea sovranista, che poi all'interno dell'Aula europea blocca quei fondi, quegli stessi fondi che il primo Consiglio regionale Zaia diceva: "Speriamo che arrivino subito"? C'è una contraddizione in questo? Io credo di sì, perché il leader nazionale va a braccetto con Orban e Orban blocca i soldi che qui servono.
A questo punto io dico: c'è un'onestà anche e un'autonomia politica di questo Consiglio di riconoscere che forse qualcosa non va? Questa è una sfida e, ripeto, chi vuole l'autonomia, deve dimostrare prima di avere un'autonomia intellettuale, riconoscendo che, se qualcosa non fa bene alla propria Regione, anche se viene proposta dai propri leader nazionali, va condannata, come, ad esempio, votare questo ordine del giorno. È un segnale, per carità, che non cambierà il mondo, domani sarà tutto come oggi, però un segnale lo abbiamo dato perché guardate che, se si continua a stare a livello nazionale ed europeo dalla parte di chi blocca i soldi che in quest'Aula continuiamo a chiedere, credo che una riflessione profonda vada fatta.

PRESIDENTE

Grazie.
Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Sarò breve.
Questo è un importante ordine del giorno, a mio avviso, perché stiamo parlando di una situazione di estrema emergenza, molti continuano a dire che usciremo presto – si spera – dall'emergenza Covid, ma ci ritroveremo nell'emergenza economica dei danni causati dal Covid. Qui si parla del recovery fund, si parla di 1.800 miliardi di euro, che sono somme importantissime, e si tratta di una misura europea che, come sappiamo tutti, purtroppo è in stallo a causa di questi due Stati membri, la Polonia e l'Ungheria.
Fra l'altro – e questo lo posso confermare anche perché ho visto dal di dentro la macchina istituzionale dell'Unione Europea – questi sono due Stati membri che ricevono montagne di fondi dei cittadini europei, ricevono molti più soldi di quelli che versano; la Polonia in particolare ha l'industria più vecchia in assoluto, ha ancora l'industria del carbone, inquinantissima, ha ricevuto montagne di fondi per riconvertire la loro industria e addirittura tra i 1.000 miliardi del green new deal, l'anticipo dei 7 miliardi è stato distribuito naturalmente tra tutti i 27 Stati membri, ma la maggior parte, la parte più cospicua è stata data alla Polonia.
Dico che, siccome gli Stati e le Istituzioni sono fatti da uomini, da persone e siccome sappiamo che sia voi della Lega, ma anche di Fratelli d'Italia avete dei leader che sono in amicizia con i leader di questi due Stati dell'Unione europea, penso che sia importantissimo un vostro impegno su questo fronte. Tra l'altro non mi pare che nell'ordine del giorno ci siano posizioni ideologiche, mi pare di buonsenso, quindi, consigliere Pan, veramente la invito a rivedere questa posizione mi pare di contrarietà nei confronti di questi ordini del giorno, perché io penso che ogni azione torni utile a far sì che l'obiettivo che questi due Stati membri finalmente sblocchino il recovery fund, arrivi in porto.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.
Sommessamente, visto che lei ha frequentato il Parlamento europeo e sa quanto è importante l'appartenenza ai Gruppi parlamentari in Europa, ricordo che Orban fa parte del PPE.
Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Mi pare di aver sentito alcuni interventi francamente un po' surreali e non mi pare di aver compreso bene per quali ragioni, visto quello che è stato l'intervento del consigliere Zanoni, sottolineava quante risorse hanno incamerato la Polonia e l'Ungheria dalla Comunità Europea, sfugge la ragione per la quale queste mettano il veto nei confronti di quelle che sono risorse importanti in primis per i loro cittadini, perché quelle risorse servono anche a loro per poter contrastare il Covid.
Se uno non entra nel merito di quali sono le ragioni, fa una polemica che è del tutto strumentale e non ha nessun tipo di valore, né dal punto di vista politico, né tantomeno amministrativo. Noi sappiamo che a luglio è stato firmato un accordo che di fatto è stato riletto in modo tale che questi di Polonia e Ungheria, per poter ricevere le risorse utili a contrastare il Covid per i loro cittadini, dovrebbero sottostare ad alcune scelte fatte sopra la loro testa da Stati che sono distanti migliaia di chilometri e milioni di interessi rispetto ai popoli che loro amministrano, come chi governa oggi l'Europa, e che pretendono di decidere, ad esempio, quali debbano essere le regole sull'immigrazione che devono avere in Ungheria ed in Polonia.
Adesso, secondo voi, chi ha combattuto a mani nude contro i carri armati sovietici ha paura di quelli che sono i ricatti che vengono fatti da alcune forze politiche di sinistra o da alcuni piccoli Stati d'Europa rispetto alla libertà che rivendicano di poter scegliere quali politiche adottare nel loro Stato? La ragione è tutta lì.
Se noi vogliamo sbloccare quelle risorse, sblocchiamole, come no, ma non attaccando la Polonia e l'Ungheria, attaccando chi pretende di ricattare i popoli d'Europa ad assecondare politiche, ad esempio, sull'immigrazione che non sono accettate dai popoli dell'Europa e quindi bene fanno Polonia e Ungheria a rigettare queste ingerenze rispetto alla loro sovranità. E se noi vogliamo chiedere la possibilità di sbloccare quei fondi, lo facciamo attraverso la richiesta alla Comunità Europea di non ingerire sulle politiche che legittimamente gli Stati d'Europa decidono di adottare all'interno dei propri confini.

PRESIDENTE

Possamai Giacomo, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Molto rapidamente, Presidente, ma il capogruppo Speranzon mi ha ispirato su una questione di stretta attualità: nel momento in cui si vive dentro una comunità internazionale, sia essa intergovernativa, siano gli Stati Uniti d'America, comunque in una realtà in cui si devono condividere alcune tesi di fondo, alcuni valori e alcune idee, il punto è che, se ci sono dei Paesi che quelle idee dimostrano di non condividerle più – penso alle leggi letteralmente liberticide che non c'entrano niente con l'immigrazione, Capogruppo, di Ungheria e Polonia sulla libertà di stampa, sulla magistratura, sui diritti civili – io penso che Unione europea abbia sbagliato a non essere più dura in questi anni su quel fronte, in termini di erogazioni di fondi, in tema di tenuta dei valori etici e ideali, che sono alla base della nascita dell'Unione europea.
Quindi penso, per esempio, per rispondere al presidente Ciambetti, che il PPE abbia fatto un errore gravissimo a non espellere Orban in primis quando doveva farlo già anni fa, ma perché i numeri di Orban in Parlamento europeo facevano comodo, per essere proprio espliciti. Quindi penso che tanto più nel momento in cui si discute di risorse straordinarie dell'Unione, riaffermare che quelle risorse straordinarie vanno a chi condivide i valori e le basi fondanti dell'impegno europeo, sia fondamentale, per cui, se c'è un errore fatto in questi anni, è stato il contrario, cioè dimenticare che quell'Europa – parlo anche col consigliere Pan, che un po' la contraddiceva – partivi da valori e da tesi che dovevano essere condivisi; il fatto che siano persi negli anni è uno dei grandi problemi che oggi ha l'Unione europea nei confronti dei cittadini, perché viene vista distante anche per questo perché non si capisce più che cos'è.
Io credo che questa sia anche l'occasione per riaffermarlo e ricordarlo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Senza parlare di massimi sistemi, io penso che l'Italia potrebbe approfittare di questo periodo per presentare le progettualità che ci permettono di attingere a questi benedetti fondi europei, perché siamo molto in ritardo e magari se quelle progettualità il Governo italiano le volesse anche un minimo condividere, sarebbe bene, così capiamo anche che tipo di linee ci sono, in modo tale che anche i nostri territori in qualche maniera possano dire la loro in termini di progettualità.
Perché il rischio qual è? Che noi non presentiamo niente, gli altri Stati europei presentano le loro progettualità, facendo naturalmente debito comune perché, quindi, anche gli italiani pagheranno per le progettualità degli altri e noi rimarremo fuori.
Al di là di tutte le riflessioni che noi possiamo fare, se il nostro Stato italiano si desse un po' una mossa in termini di progettualità per accedere ai fondi europei, approfittando di questo periodo, sarebbe meglio.

PRESIDENTE

Collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Giusto per dichiarare naturalmente il voto favorevole da parte di Europa Verde e ringraziando i colleghi che hanno voluto sostenere questo ordine del giorno, vorrei chiarire un aspetto. Questo ordine del giorno non sta discutendo dei massimi sistemi del recovery fund, ma vorrebbe fare in modo che da questo Consiglio uscisse unita una voce, che è quella per cui non si mette in discussione lo stato di diritto e non si mette in discussione la difesa dei diritti e delle libertà degli uomini e delle donne che abitano il territorio europeo.
Siccome Ungheria e Polonia rallentano e danno delle conseguenze sì a noi, ma rallentano su questo tema e questo, come si ricordava prima, non è riferito soltanto a come vengono applicate le politiche nei confronti dell'immigrazione, cosa assai grave, ma accanto ci sono delle violazioni gravissime a carico dei cittadini che abitano quei territori, di limitazione della libertà, dell'accesso ai servizi, anche per le donne. Quindi noi stiamo qui di fronte a una scelta e vorrei ricordare anche al capogruppo Pan che l'Europa dei popoli è l'Europa che riesce a votare questo tipo di impegni, l'Europa dei popoli non è quella che blocca l'approvazione del recovery fund per opporsi ai diritti, alla garanzia dei diritti e delle libertà degli uomini e delle donne.
Ribadisco che io, all'interno di questo ordine del giorno, ho voluto proprio richiamare la delibera del 2020, firmata e votata dalla vostra Giunta e firmata dal presidente Zaia, che apre, con la seguente premessa, questo impegno a progettare l'utilizzo dei fondi dei recovery fund dicendo che questi fondi rispondono alla crisi pandemica provocata dal Covid-19, che l'Unione Europea sta mettendo in atto un importante pacchetto di iniziative che associa il futuro quadro finanziario pluriennale con uno specifico impegno per la ripresa nell'ambito degli strumenti Next Generation EU. Entrambi gli strumenti contribuiranno a trasformare l'Unione europea secondo le principali strategie già individuate, in particolar modo il green new deal, la rivoluzione digitale e la resilienza.
Questa è la posizione politica di questa Regione a cui affianco chiedo di ribadire con forza che, a prescindere dall'appartenenza politica e a prescindere dalle alleanze internazionali che si vorranno mai attivare, noi non mettiamo in dubbio la garanzia dello Stato di diritto e io credo che, di fronte a questo, un voto negativo purtroppo non faccia bella figura. Ve lo chiedo di cuore, da un punto di vista valoriale: siccome ognuno ha un proprio trascorso personale, una propria educazione, una propria storia familiare personale, ecco, alla luce di quella storia familiare e personale, noi ci siamo avvantaggiati della garanzia di questi diritti di queste libertà e oggi possiamo essere qui in Consiglio regionale a testimoniarle. Facciamo in modo che non vengano assolutamente messe in discussione, che qualsivoglia appartenenza politica, alleanze, amicizia, politica o altro mette in dubbio queste priorità: questa è la richiesta di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE

Bene, non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0004.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Bene, siamo al voto finale del PDL n. 11.
Ci sono dichiarazioni di voto?
Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Sarò rapido, Presidente, nel senso che molte cose le abbiamo dette prima.
Come preannunciato, voteremo contro a questo assestamento di bilancio per una motivazione tecnica e di distribuzione delle risorse, ma l'abbiamo detto prima e a lungo, nel senso che in questi 29 milioni non si intravede quale sia il disegno e i ragionamenti in un momento di straordinaria difficoltà. Un esempio per tutti si è già fatto prima, sul tema del turismo, nel senso che 1 milione a disposizione sarà investito in promozione, consapevoli ormai che sarà sostanzialmente impossibile portare le persone a fare attività turistica, visto che non ci si potrà muovere probabilmente per i prossimi mesi. Ma anche per una motivazione politica, visto quello che è successo ieri in Parlamento e che vale la pena di sottolineare: ieri in Parlamento lo scostamento di bilancio è stato votato da tutte le forze politiche, non solo perché Berlusconi di fatto ha portato tutte le minoranze a votarlo, ma anche perché, da parte del Governo, c'è stato un tentativo reale di ragionare con le opposizioni su quali erano gli interventi di emergenza, gli interventi più urgenti.
Noi abbiamo detto già nella discussione che abbiamo avuto sul fronte della sanità che c'è la nostra disponibilità a ragionare insieme sugli interventi da fare. È evidente che, se arriva un pacchetto precostituito su cui non c'è ovviamente la possibilità di ragionare e discutere, perché in assestamento di bilancio, se sposti una cosa, la togli da una posta già individuata, per noi diventa non possibile votare a favore.
Io questo invito però lo rinnovo, nel senso che in un tempo d'emergenza assoluto come quello che stiamo vivendo, il fatto di poter discutere insieme sulle cose, sui provvedimenti, di poterci ragionare fino in fondo e anche di poter cogliere da parte della maggioranza le posizioni, le tesi che arrivano dai banchi dell'opposizione, che sono Consiglieri eletti esattamente come voi, dopodiché, come dicevamo prima, nessuno mette in discussione il risultato elettorale globale, ma rappresentiamo anche noi i cittadini che ci hanno votato e ci hanno votato con le preferenze. Penso che sarebbe fondamentale, tanto più adesso che ci avviamo verso il bilancio preventivo, quindi il bilancio dell'anno prossimo, che sarà fondamentale per dare le risposte ai veneti e a chi in questo momento sta soffrendo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Arturo Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
La dichiarazioni di voto in merito a questo progetto di legge ricalca un po' le considerazioni che ha già fatto il consigliere Giacomo Possamai; io ho apprezzato quanto ha detto l'assessore Calzavara di valutare, per il bilancio di previsione '21, le proposte che sono state portate oggi; è un'apertura che sinceramente apprezzo sul piano politico e mi auguro che possa portare nei prossimi giorni a una discussione fruttuosa, però rimane il voto contrario verso questo provvedimento che, come mi pare sia stato detto già nell'Aula, è troppo poco ambizioso in un periodo che è veramente fuori dall'ordinario e non possiamo rispondere con strumenti ordinari a periodi straordinari.
Pertanto il voto è fortemente negativo, deluso, e l'auspicio è che, come è stato appunto mostrato in termini di apertura, nei prossimi giorni si possa discutere in maniera serena su un bilancio per i prossimi anni, che deve essere di discontinuità rispetto al passato. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione il PDL 11 nel suo complesso come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
A microfono, a verbale: Gianpiero Possamai favorevole e Tomas Piccinini favorevole.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
10



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI ZAIA, FINCO, RIZZOTTO, CAVINATO, SANDONÀ, BRESCACIN, MICHIELETTO, VILLANOVA, DOLFIN, ZECCHINATO, VIANELLO E BET RELATIVA A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 29 GIUGNO 2012, n. 23 "NORME IN MATERIA DI PROGRAMMAZIONE SOCIO SANITARIA E APPROVAZIONE DEL PIANO SOCIO-SANITARIO REGIONALE 2012-2016" ED ULTERIORI DISPOSIZIONI". (PROGETTO DI LEGGE N. 10) APPROVATA (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 38/2020)

Relazione della Quinta commissione consiliare
Relatore in Aula la consigliera Brescacin; correlatore la consigliera Bigon.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
con la presente proposta di legge si intende introdurre un limite massimo di età anagrafica, di sessantacinque anni, per la nomina a Direttore generale dell'Area Sanità e Sociale, analogamente a quanto previsto, per i Direttori generali delle ULSS, dall'articolo 13, comma 8 bis, della legge regionale 14 settembre 1994, n. 56 "Norme e principi per il riordino del servizio sanitario regionale in attuazione del decreto legislativo 30 dicembre 1992,n. 502 "Riordino della disciplina in materia sanitaria", così come modificato dal decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517", viene inoltre ribadito che il trattamento economico complessivo del Direttore generale dell'area Sanità e Sociale non può essere superiore a quello previsto per le figure apicali della dirigenza pubblica, come già previsto dall'articolo 11, comma 2, della legge regionale 25 ottobre 2016, n. 19 "Istituzione dell'ente di governance della sanità regionale veneta denominato "Azienda per il governo della sanità della Regione del Veneto – Azienda Zero", Disposizioni per la individuazione dei nuovi ambiti territoriali delle Aziende ULSS", stabilendo che, in ragione delle funzioni e dei compiti affidati a detta figura dirigenziale, il trattamento economico non può comunque essere inferiore a quello massimo riconosciuto ai Direttori generali di aziende ed enti del servizio sanitario nazionale.
Con l'articolo 2 della presente proposta di legge, si prevede poi l'abrogazione del comma 5 dell'articolo 31 della legge regionale 54 del 2012, n. 54 "Legge regionale per l'ordinamento e le attribuzioni delle strutture della Giunta regionale in attuazione della legge regionale statutaria 17 aprile 2012, n. 1 "Statuto del Veneto", in considerazione del fatto che la figura del Direttore generale dell'area Sanità e Sociale è oggetto di una specifica disciplina ad opera della legge regionale 29 giugno 2012, n. 23 "Norme in materia di programmazione socio sanitaria e approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2016" e della legge regionale 25 ottobre 2016,n . 19 "Istituzione dell'ente di governance della sanità regionale Veneta denominato "Azienda per il governo della sanità della Regione Veneto - Azienda Zero", Disposizioni per la individuazione dei nuovi ambiti territoriali delle Aziende ULSS",
L'articolo 3 prevede la clausola di neutralità finanziaria, atteso che la proposta di legge non comporta nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale.
Infine l'articolo 4 prevede che la legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
La scheda di analisi economico-finanziaria, redatta dalla competente struttura di Giunta regionale, è stata trasmessa il 19 novembre 2020.
La scheda di inquadramento normativo predisposta dal Servizio Affari giuridici e legislativi è pervenuta il 9 novembre 2020.
La Prima Commissione consiliare ha espresso parere favorevole nella seduta del 18 novembre, allegando le note di lettura e ricognizione degli impatti economico-finanziari redatta dal Servizio attività e rapporti istituzionali.
La Quinta Commissione consiliare nella seduta del 24 novembre 2020 ha licenziato a maggioranza il presente progetto di legge.
Hanno espresso voto favorevole: il presidente Brescacin e i consiglieri Bisaglia, Cestaro, Giacomin, Maino, Michieletto, Vianello, Zecchinato (Zaia Presidente), Cecchetto (con delega del consigliere Pan) (Liga Veneta per Salvini Premier), Formaggio, Razzolini, Speranzon (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni), Venturini (Forza Italia Berlusconi – Autonomia per il Veneto), Barbisan (Gruppo Misto).
Hanno espresso voto di astensione i consiglieri Bigon 8con delega del consigliere Zottis) (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Guarda (Europa Verde).
Viene designato relatore in aula il consigliere Sonia Brescacin.
Viene designato correlatore in aula il consigliere Anna Maria Bigon.".

PRESIDENTE

Iniziamo con la relazione della collega Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Colleghi Consiglieri, il progetto di legge in esame si prefigge, nella sostanza, l'obiettivo di allineare la figura del Direttore dell'area Sanità e sociale a quanto previsto per i Direttori generali, in particolar modo sotto alcuni aspetti: il primo introducendo un limite massimo di età anagrafica di 65 anni per la nomina a Direttore generale dell'area sanità e sociale, analogamente a quanto previsto per i Direttori generali delle ULSS secondo la normativa vigente. L'altro ribadendo che il trattamento economico complessivo del Direttore generale dell'area Sanità e sociale non può essere superiore a quello previsto per le figure apicali della dirigenza pubblica, secondo quanto previsto dalla normativa regionale e nazionale e stabilendo che, in ragione delle funzioni e dei compiti affidati a detta figura dirigenziale, il trattamento economico non può comunque essere inferiore a quello massimo riconosciuto ai Direttori generali di aziende ed enti del Servizio Sanitario Nazionale.
Con l'articolo 2 della presente proposta di legge, si prevede poi l'abrogazione del comma 5 dell'articolo 31 della legge regionale 54 del 2012, lo Statuto del Veneto, in considerazione del fatto, appunto, che la figura del Direttore generale dell'area Sanità e sociale è oggetto di una specifica disciplina ad opera della legge regionale n. 23 del 2012 e n. 19 del 2016.
L'articolo 3 prevede la clausola di neutralità finanziaria, atteso che la proposta di legge non comporta nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale.
Infine l'articolo 4 prevede che la legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
La scheda di analisi economico-finanziaria, redatta dalla competente struttura di Giunta regionale, è stata trasmessa il 19 novembre 2020; la scheda di inquadramento normativo predisposta dal Servizio Affari giuridici e legislativi è pervenuta il 9 novembre 2020.
La Prima Commissione consiliare ha espresso parere favorevole nella seduta del 18 novembre, allegando le note di lettura e ricognizione degli impatti economico-finanziari redatta dal Servizio attività e rapporti istituzionali.
La Quinta Commissione consiliare nella seduta del 24 novembre 2020 ha licenziato a maggioranza il presente progetto di legge. Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Sono stati depositati due emendamenti, quindi diamo dieci minuti di tempo per i sub.
Ci sono interventi? Prego, collega Bigon.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
sul progetto di legge n. 10 la posizione del Gruppo Partito Democratico Veneto, come anche degli altri Gruppi di opposizione, vuole essere chiara fin dall'inizio.
La fine della X^ legislatura e l'inizio dell'XI^ sono contrassegnate dalla necessaria attenzione del Consiglio regionale alla pandemia che sta caratterizzando questo periodo storico.
La necessità, quindi, di avere la piena comprensione del testo e delle sue fonti, nonché quella di approfondire l'intervento proposto è stato il senso della nostra astensione tecnica sul provvedimento in commissione.
La proposta del legislatore regionale del Veneto si armonizza con la volontà politica, espressa dal Governo nazionale, di riconoscere trattamenti economici nel rispetto del limite massimo stabilito dalla legge nazionale, ma ciò non ci esime da una valutazione della odierna situazione pandemica che sta coinvolgendo la nazione, l'Europa, il mondo e la nostra regione.
E allora l'attenzione alle prestazioni e qualità organizzative e gestionali dei nostri sistemi sanitari nel fronteggiare l'aggressione pandemica costituiscono un impegno che necessita di competenza specialistica ad alto livello.
L'arrivo del Covid 19 ci ha trovati impreparati e il Veneto, che ha espresso un buon grado di resilienza in un contesto nazionale desolante, deve essere consapevole che i suoi punti di forza e debolezza derivano da un sistema creato in virtù di una dotazione infrastrutturale e di capitale umano che nasce da una storia importante, nel quale hanno inciso la tradizione culturale della sussidiarietà e un modello dell'integrazione che può e deve migliorare.
Veneto che ha visto, nell'ultimo decennio, diminuire i posti letto per 1000 abitanti al di sotto delle indicazioni nazionali; che non ha fatto una vera riforma delle Ipab e che ora dovrà, oltre a ciò, fare i conti con il necessario aumento del numero di personale sanitario, ma anche del suo benessere economico. Il personale medico, infermieristico e sanitario tutto che sta affrontando questa grave crisi sanitaria ha ottenuto un incentivo da noi condiviso, a seguito e per questa pandemia, ma che non ha ottenuto, ad oggi, un adeguamento economico tale da renderlo soddisfatto nel lavorare per e all'interno del sistema sanitario pubblico.
Personale tutto che subisce, inoltre, trattamenti economici diversi a seconda dell'ULSS in cui opera e che, si precisa ancora, percepisce una retribuzione insufficiente e non adeguata, tanto che, in varie occasioni, assistiamo a fughe verso il privato, verso altre regioni e verso altri stati.
Il provvedimento oggi in esame è, invero, limitato ad una persona, il dirigente dell'Area socio sanitaria.
L'istruttoria del provvedimento ha avuto tempi brevissimi. Ciò nonostante, anche sulla base degli elementi acquisiti e degli altri elementi che siamo riusciti a reperire, abbiamo predisposto emendamenti e un odg che si propongono con la principale finalità di corrispondere un trattamento economico migliore a quanti operano a vario titolo nell'ambito del Servizio Sanitario Regionale e veda il trattamento economico del dirigente dell'Area Sanità e Sociale inferiore al Segretario generale della Regione Veneto.
Ci siamo chiesti, quindi – da un lato - perché non si sia deciso di adeguare i trattamenti economici per tutta la sanità Veneta e, dall'altro, perché non si sia previsto di eliminare la disparità di trattamento dei sanitari che operano in Ulss diverse.
Non è chiaro, inoltre, quale sarà il rapporto tra il trattamento economico del Direttore dell'Area Sanità e Sociale e il trattamento del Segretario generale della Regione Veneto.
Gli emendamenti proposti vogliono essere un contributo costruttivo per migliorare il provvedimento.";

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Su questo progetto di legge n. 10 la posizione del Gruppo del Partito Democratico del Veneto, come anche degli altri Gruppi di opposizione, vuole essere chiara sin dall'inizio. La fine della decima legislatura e l'inizio dell'undicesima sono contrassegnate dalla necessaria attenzione del Consiglio regionale alla pandemia che sta caratterizzando questo periodo storico; la necessità, quindi, di avere la piena comprensione del testo e delle sue fonti, nonché quella di approfondire l'intervento proposto, è stato anche il senso della nostra astensione tecnica sul provvedimento in Commissione.
La proposta del legislatore regionale del Veneto si armonizza con la volontà politica, espressa dal Governo nazionale, di riconoscere trattamenti economici nel rispetto del limite massimo previsto dalla norma nazionale.
Ma ciò non ci esime da una valutazione dell'odierna situazione pandemica, che sta coinvolgendo la nazione, l'Europa, il mondo e la nostra Regione e allora l'attenzione alla prestazione e alla qualità organizzativa e gestionale dei nostri sistemi sanitari nel fronteggiare l'aggressione pandemica costituiscono un impegno che necessita di competenza specialistica ad alto livello. L'arrivo del Covid-19 ci ha trovato impreparati ed il Veneto, anche se ha espresso un buon grado di resistenza in un contesto nazionale desolante, deve essere consapevole che i suoi punti di forza e debolezza derivano da un sistema creato in virtù di una dotazione infrastrutturale e di un capitale umano che nasce da una storia importante, nella quale hanno inciso la tradizione culturale della sussidiarietà e un modello dell'integrazione che può e deve migliorare.
Il Veneto, che ha visto nell'ultimo decennio diminuire i posti letto per mille abitanti al di sotto delle indicazioni nazionali, che non ha fatto ancora una riforma dell'IPAB, ora dovrà, oltre a ciò, fare conti con un necessario aumento del numero di personale sanitario, ma anche del suo benessere economico: il personale medico infermieristico e sanitario tutto che sta affrontando questa grave crisi sanitaria ha ottenuto un incentivo da noi condiviso, a seguito di questa pandemia, ma non ha ottenuto ad oggi un adeguamento economico tale da renderlo soddisfatto nel lavorare per e all'interno di un sistema sanitario pubblico.
Il personale tutto subisce, inoltre, trattamenti economici diversi a seconda dell'USL in cui opera e che – si precisa ancora – percepisce una retribuzione insufficiente e non adeguata, tanto che in varie occasioni assistiamo a fughe verso il privato, verso altre Regioni, verso altri Stati e il provvedimento oggi in esame è invero limitato ad una persona: il Dirigente dell'area Socio sanitaria.
L'istruttoria del provvedimento ha avuto tempi brevissimi, ciononostante, anche sulla base degli elementi acquisiti e degli altri elementi che siamo riusciti a reperire, abbiamo predisposto emendamenti e un ordine del giorno che si propongono la principale finalità di corrispondere un trattamento economico migliore a quanti operano a vario titolo nell'ambito del Servizio Sanitario regionale e vede il trattamento economico del Dirigente dell'area sanità e sociale e sanitario inferiore Segretario Generale della Regione Veneto.
Ci siamo chiesti, quindi, da un lato perché non si sia deciso di adeguare i trattamenti economici per tutta la sanità veneta e, dall'altro, perché non sia stato previsto di eliminare la disparità di trattamento dei sanitari che operano in ULSS diverse.
Non è chiaro, inoltre, quale sarà il rapporto tra il trattamento economico del Direttore dell'area Sanità e sociale e il trattamento del Segretario Generale della Regione Veneto e gli emendamenti proposti vogliono essere sicuramente un contributo costruttivo per migliorare il provvedimento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono altri interventi? Collega Valdegamberi, la mascherina.
Assessore, vuole intervenire? Prego.

Ass.re Manuela LANZARIN

Solo per chiarire un passaggio rispetto a quanto detto dal consigliere Bigon.
C'è una notevole differenza tra quello che noi prevediamo con questo PdL, ossia il trattamento economico del Direttore dell'area Sanità e sociale, nei limiti e nelle previsioni del legislatore nazionale, e quindi nulla di più di quello che prevede il legislatore nazionale comunque entro questi limiti e invece il riferimento che lei faceva agli operatori del sistema sanitario.
La contrattazione non è in capo alla Regione, come sapete, ma è una contrattazione nazionale, è una contrattazione che non decide la Regione Veneto, è una contrattazione che è figlia, anche se parliamo dei fondi integrativi, del tempo, è una contrattazione che, se vi ricordate, avevamo tentato nello specifico, per quanto riguarda i fondi integrativi delle due aziende ospedaliere, in particolare dell'azienda di Padova, di andare a rimediare, ma la norma ci è stata impugnata dal legislatore nazionale, perché bisogna ricordare questa cosa.
È una contrattazione che noi, nelle proposte per l'autonomia e quindi nel pacchetto che noi abbiamo mandato e con cui abbiamo aperto la strada sull'autonomia e nelle proposte che sono inserite nel Patto per la salute, abbiamo chiesto la possibilità che le Regioni vadano ad integrare i propri fondi integrativi fino al 3% ( questo avevamo chiesto: ci eravamo spinti fino al 3%), proprio per andare a colmare le differenze tra USL, soprattutto quelle legate alle due aziende ospedaliere di Padova e di Verona, che sono quelle che hanno stipendi minori perché arrivano storicamente da fondi integrativi minori.
Questa cosa, come sapete, si è arenata, non è passata, quello che abbiamo inserito nella proposta per l'autonomia idem, oggi non c'è nessuna concretezza rispetto a questo, né tanto meno quanto avevamo previsto nel Piano socio sanitario 2018, in cui abbiamo previsto anche degli incentivi specifici, se vi ricordate, per i medici che prestano servizio in aree svantaggiate, proprio per cercare di rendere ancora maggiore e più attrattivo il presidio di rete di montagna oppure di un'area disagiata.
Quindi ci muoviamo all'interno di questo quadro istituzionale, però io mi auguro che, con l'apporto e la collaborazione di tutti, riusciamo, anche rispetto alle cose che ho citato, ad arrivare a una conclusione, perché credo che sia giusto e corretto che i nostri sanitari vengano pagati in maniera adeguata.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Lanzarin.
Altri interventi?
Allora, chiudo la discussione generale e diamo dieci minuti di tempo alla Commissione per dare il parere sugli emendamenti, quindi la seduta riprende alle 16.55.
La Seduta è sospesa alle ore 16.43
La seduta riprende alle ore 17.04

PRESIDENTE

Bene, iniziamo.
Emendamento n. B0003 presentato dal consigliere Bigon, modificativo, che prevede:
"All'articolo 4bis della legge regionale 29 giugno 2012, n. 23 , così come inserito al comma 1 dell'articolo 1, sostituire le parole: "il trattamento economico complessivo non può superare quello massimo previsto per figure apicali della dirigenza pubblica né essere inferiore a quello massimo riconosciuto al direttore generale di aziende o enti del servizio sanitario nazionale" con le seguenti parole: "il trattamento economico complessivo è inferiore a quello previsto per il segretario generale della programmazione.".
Consigliera Bigon, vuole illustrare l'emendamento? Prego, consigliera Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie. Chiediamo di sostituire all'articolo 1 le parole "trattamento economico complessivo non può superare quello massimo previsto per figure apicali della dirigenza pubblica né essere inferiore a quello massimo riconosciuto al Direttore generale di aziende o Enti del Servizio sanitario nazionale" con le seguenti parole "il trattamento economico complessivo è inferiore a quello previsto per il Segretario generale della programmazione e non inferiore al trattamento medio previsto per i Direttori generali di aziende ULSS". Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono interventi? Siamo sull'emendamento n. B0003. Se non ci sono interventi, possiamo metterlo al voto.
Mettiamo al voto l'emendamento n. B0003 con il parere contrario della relatrice.
È aperta la votazione.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, scusi, sull'ordine dei lavori (devo ancora votare): non ci sono stati consegnati, come tradizionalmente, gli emendamenti, quindi li dobbiamo leggere, perché sennò sapere cosa votare con i numeri non è possibile. Non ci sono stati consegnati.
È solo per sapere esattamente. Tutti sono on line di solito e ci arrivano anche via posta, però anche pochi minuti fa, sugli altri provvedimenti, ce li avete consegnati anche cartacei. Quindi sono quelli che troviamo online, ma dove sono? Chiederei che almeno vengano letti per capire cosa votiamo. È solo una questione organizzativa.

PRESIDENTE

Gli uffici ci dicono che alle 16.35 sono stati inviati via mail a tutti gli emendamenti distribuiti. Se li volete anche cartacei, li distribuiremo anche cartacei.
Speranzon e poi c'è lei.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Anche io non sono stato in grado di cambiare il voto.

PRESIDENTE

Annulliamo la votazione precedente e la rifacciamo.
Perfetto. Rifacciamo la votazione sull'emendamento n. B0003 illustrato dalla collega Bigon, con parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0004, presentato dal consigliere Bigon, modificativo, che prevede:
"All'articolo 4 bis della legge regionale 29 giugno 2012, n. 23 così come inserito al comma 1 dell'articolo 1 sostituire le parole: "il trattamento economico complessivo non può superare a quello massimo previsto per figure apicali della dirigenza pubblica, né essere inferiore a quello massimo riconosciuto al direttore generale di aziende o enti del servizio sanitario nazionale" con le seguenti parole: "il trattamento economico complessivo è inferiore a quello previsto per il segretario generale alla programmazione e non inferiore al trattamento medio previsto per il direttore generale di aziende ULSS".".

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
All'articolo 4 bis della legge regionale 29 giugno 2012, n. 23 così come inserito al comma 1 dell'articolo 1 sostituire le parole: "il trattamento economico complessivo non può superare a quello massimo previsto per figure apicali della dirigenza pubblica, né essere inferiore a quello massimo riconosciuto al direttore generale di aziende o enti del servizio sanitario nazionale" con le seguenti parole: "il trattamento economico complessivo è inferiore a quello previsto per il segretario generale alla programmazione e non inferiore al trattamento medio previsto per il direttore generale di aziende ULSS". Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono interventi? Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Approfitto di questo emendamento per provare a fare alcune considerazioni rapide sulla proposta che ci sottoponete oggi.
Non vi è dubbio alcuno che ci siano alcune questioni di natura ordinamentale da dover sistemare e regolare perché in questi anni si sono succedute diverse modifiche normative e anche interventi che hanno introdotto nuove figure (pensiamo, appunto, a quella del Direttore dell'area Socio sanitaria, piuttosto che i direttori dell'ASL e di Aziende Zero, come costruiti nella riforma sanitaria) e quindi, a nostro giudizio, poteva anche essere opportuno provare a mettere in ordine il contesto che era oggettivamente mutato.
Però ci sembra che qualcosa non funzioni o funzioni male nella proposta che ci sottoponete oggi e cito due aspetti, che poi sono quelli che la consigliera Bigon, che ringrazio, ha tentato di riassumere nel nell'emendamento di cui stiamo discutendo in parte anche in quello precedente.
Primo punto: io capisco la necessità di porre un limite minimo al compenso per il direttore dell'area Socio sanitaria, così come posso anche comprendere l'utilità di stabilire che il direttore d'area abbia una retribuzione superiore a quella del direttore che gestisce un'azienda sanitaria semplice; è anche vero che, però, per come è costruita la norma, rischia di essere un eccesso al rialzo rispetto al tetto minimo e quindi nell'emendamento noi proponiamo, anziché, come è previsto nella proposta, il riferimento per il minimo per il trattamento dei direttori di ASL, porre una quantità media, anche perché sappiamo che i direttori delle diverse aziende sanitarie hanno retribuzioni diverse.
Allora, che non sia inferiore a quella più alta tiene molto su il limite minimo. Peraltro, da questo punto di vista – ma sul punto tornerò anche alla fine – proprio perché ci stiamo occupando di questo tema, avrebbe potuto e, a nostro giudizio, anche dovuto essere l'occasione per discutere, per esempio, delle retribuzioni del direttore di Azienda Zero, cioè nel momento in cui noi, in ambito socio sanitario, stiamo provando a gerarchizzare l'importanza delle figure in ordine alla retribuzione, una riflessione avremmo potuto farla anche sulla figura del dirigente di Azienda Zero, che ha ovviamente delle responsabilità importanti, perché dirige e organizza la macchina sanitaria, ma è anche vero che, a differenza dei direttori di strutture ASL, non ha una responsabilità diretta sulla cura dei pazienti.
Quindi, se l'intento di questa legge è anche quello di organizzare in maniera più consona, anche dal punto di vista delle prestazioni economiche, la dirigenza regionale in ambito sanitario, valeva la pena anche affrontare quell'argomento.
Il secondo aspetto che tocca l'emendamento è non meno importante del primo: anche su questo diciamo, con questa proposta di legge, che il direttore dell'area Socio sanitaria, in termini di retribuzione massima, può arrivare a prendere quello che prendono le figure apicali massime della dirigenza pubblica. È stabilito da una legge regionale, ma anche da una legge nazionale, quindi siccome i due limiti coincidono, paradossalmente, se c'è già la norma nazionale, è quasi pleonastico doverlo necessariamente riprendere anche in una normativa regionale, ma se sono coerenti non c'è alcun problema.
Ora, però, se l'intento è quello di costruire una gerarchia delle figure apicali delle direzioni della Regione del Veneto, in riferimento alla crucialità del settore, all'importanza del ruolo e alla quantità di responsabilità, a me pare poco giustificabile voler assimilare la figura del direttore dell'area Socio sanitaria, per esempio, alla figura del Segretario generale, che ha le stesse responsabilità del Direttore dell'Area Socio sanitaria, più quelle di gestire tutte le altre aree della programmazione del Veneto o del Segretario della Giunta o del Direttore generale. Un conto sono figure che non hanno una responsabilità settoriale, ma la massima responsabilità su tutto ciò che accade in Regione e un conto è il direttore di un'area, certo importante, ma che, dal punto di vista della responsabilità, ha un incarico assolutamente e infinitamente minore rispetto alle figure che io, per esempio, ho citato.
Ultimo elemento che davvero a me convince poco di questa nuova gerarchia retributiva che ci proponete è l'idea che il Direttore generale dell'area Socio sanitaria possa prendere di più dei Direttori di qualsiasi altra area, tipo quella della programmazione economica o del bilancio. Quindi capiamo il senso e la volontà, ma non ci convince come ci proponete la cosa soprattutto perché sappiamo che lo fate non perché volete organizzare meglio, anche da questo punto di vista, ma perché dovete rinominare un nuovo direttore.

PRESIDENTE

Collega deve chiudere, per cortesia. Grazie, collega Camani.
Ci sono interventi da parte dei consiglieri?
Prego, collega Brescacin.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Per annunciare il voto contrario all'emendamento e per sottolineare come questo progetto di legge abbia una finalità molto semplice, che è quella di andare in continuità con le ultime riforme che abbiamo approvato nell'ambito, in particolare, dello scorso mandato: mi riferisco in particolare alla legge regionale 19 del 2016, che è la legge di istituzione dell'Azienda Zero e di riforma delle aziende ULS, ma anche del Piano Socio sanitario che è stato approvato a dicembre del 2018, in cui va dato atto che esiste una disciplina specifica per quanto riguarda la figura del direttore generale dell'area Sanità e sociale. Quindi l'abbiamo allineata a quella che è la normativa prevista per i direttori generali delle ULS, in particolare tenendo conto, certo, dei limiti al trattamento economico previsti anche dalla legge nazionale e dalla nostra legge regionale per il trattamento massimo previsto per le figure apicali della dirigenza pubblica, ma anche prevedendo.
E, soprattutto nel periodo che stiamo vivendo, che è il periodo di emergenza Covid, ci siamo resi conto molto dell'importanza dell'organizzazione sanitaria regionale e dell'attività che viene fatta nel territorio tutti i giorni da tantissimo tempo e dell'importanza di una figura che gestisce l'85% del bilancio regionale, che ha tutta una serie di attribuzioni assolutamente rilevanti ed importanti; rispetto a questo l'Amministrazione regionale vuole mettersi nella condizione di poter proseguire nella gestione del sistema sanitario regionale nel miglior modo possibile, quindi prevedendo semplicemente che il direttore dell'area Sanità e sociale non possa percepire un compenso inferiore a quello che percepisce un di un direttore generale delle nostre ULS.

PRESIDENTE

Grazie, collega Brescacin.
Non ci sono altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0004 con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Chi non è riuscito a votare? Il collega Bozza vota contrario. Ci sono altri voti non espressi? La collega Brescacin esprime parere contrario e il collega Possamai Giacomo esprime parere favorevole.
Bene, passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0001 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
"Al comma 1 dell'articolo 1, dopo la parola "superare" le parole "quello massimo previsto" sono sostituite con le seguenti: "la media dei trattamenti economici previsti".
Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento vi chiedo esclusivamente che vengano sostituite le parole "quello massimo previsto" con "la media dei trattamenti economici previsti", proprio per utilizzare al meglio anche le risorse, in modo tale da equipararli poi con quelle che solitamente vengono utilizzate nell'ambito della retribuzione di queste figure.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo al voto l'emendamento n. B0001 con parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0002 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
"Al comma 1 dell'articolo 1 sono soppresse le seguenti parole: "né essere inferiore a quello massimo riconosciuto al direttore generale di aziende o enti del servizio sanitario nazionale".
Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
In questo caso propongo di togliere il riferimento al limite inferiore, nel senso che il trattamento economico può eventualmente essere inferiore a quello previsto per quello massimo riconosciuto al direttore generale di azienda o di enti del servizio sanitario nazionale, anche perché qua voi fate riferimento a un trattamento economico destinato a dirigenti che si occupano di una più ampia superficie di servizi che vengono proposti alla popolazione, quindi non regionale, ma nazionale, prevista per enti che sono ben diversi da quello di cui trattiamo oggi, che è Azienda Zero.
In questo caso vorrei ricordare che, all'interno di questi Enti, ci sono strutture, come per esempio AgeNaS, di cui è rappresentante il direttore generale storico, Mantoan, che ci ha accompagnato anche negli anni scorsi nella discussione del Piano Socio sanitario, eccetera. Pertanto capisco che magari ci sia l'intenzione di voler mantenere anche lo stesso status di trattamento economico dell'uno e dell'altro, dato che c'è stato questo cambio e questo passaggio di consegne, però evidentemente, se parliamo di un Ente regionale, atteniamoci, se volete dare un limite inferiore ben definito, a quello che è di competenza regionale.
Questa è una riflessione che volevo portare anche quest'oggi, anche se capisco che poi non faccia la differenza nella prospettiva del vostro approccio rispetto a questa funzione.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.
Consigliere Gerolimetto la mascherina, grazie.
Ha chiesto la parola la collega Camani Vanessa, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo a sostenere l'emendamento presentato dalla collega Guarda anche perché, pur con una soluzione diversa, ma riprende il tema che avevamo sottoposto alla sua attenzione e a quella del Consiglio anche noi con l'emendamento precedente, così provo anche a finire il ragionamento.
A parte che mi fa anche piacere che una delle argomentazioni che ho sentito portare dalla maggioranza a sostegno della necessità di questo provvedimento sia proprio l'emergenza Covid, cioè l'emergenza della pandemia è la ragione per cui noi dobbiamo modificare le norme che definiscono la retribuzione del Direttore dell'area Socio sanitaria, ma non è una motivazione sufficiente per dare i giusti ristori alle imprese e ai cittadini (curiosa questa cosa).
Ma il tema politico che a me preme sottolineare è un altro: per essere efficienti anche dal punto di vista della gestione delle risorse pubbliche, riuscendo però anche ad essere competitivi nell'attrattività di professionalità in una settore così delicato come la sanità, ci vuole programmazione e avremmo dovuto essere in grado di fare un quadro chiaro di quali sono i limiti massimi e minimi retributivi delle figure apicali di cui stiamo parlando e, in una logica di uguaglianza e giusto peso di responsabilità e incarichi, costruire anche un sistema di retribuzioni coerente. Invece non lo stiamo facendo in questo caso e stiamo intervenendo su un singolo dirigente, su una singola figura dirigenziale, non tutti i Direttori d'area, non tutti i Direttori sanitari, non tutti i dirigenti regionali, solo il Direttore dell'area socio-sanitaria. Perché c'è questa necessità?
Allora, Consigliera, la necessità non è il Covid o non è dettata dall'emergenza Covid, ma la necessità deriva dal fatto che quello che fino a prima era il Direttore di quell'area va via e, se noi dobbiamo trovare qualcun altro, dobbiamo sapere quanto lo possiamo pagare, che è una necessità che non meriterebbe, a mio giudizio, il tempo di questo Consiglio regionale, ma è comprensibile.
Diciamola così: Mantoan va a fare altro e noi dobbiamo fare un bando e vogliamo poter pagare tot quella persona – chissà chi sarà – e quindi impegniamo il tempo del Consiglio per questo e finché c'era Mantoan, il problema non ce lo ponevamo. Allora diciamola così: ci risparmiamo la fatica di studiare i provvedimenti, la fatica di ragionare o avanzare proposte su una riorganizzazione delle retribuzioni delle figure apicali della Regione e non ci raccontiamo una storia che è diversa da quella che è.
Per queste ragioni, ringrazio la consigliera Bigon e la consigliera Guarda, che hanno provato ad astrarre dalla necessità ad personam che vi porta oggi in quest'Aula con questo progetto di legge e a trovare dei meccanismi che possano andare bene per il dottor Mantoan e per qualsiasi altro direttore dell'area Socio sanitaria.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Ci sono interventi?
Collega Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Solo per annunciare anche in questo caso il voto contrario e sottolineare una cosa molto semplice: io prima ho detto che la norma va in continuità con quanto avevamo già approvato nel mandato scorso; ho citato due riforme importanti: quella dell'istituzione di Azienda Zero e della riforma delle aziende socio sanitarie anche del Piano Socio sanitario che abbiamo approvato a dicembre 2018, quindi una sorta di approccio normativo, avviato a in particolare nel mandato scorso, che sta continuando.
Ho semplicemente detto che, anche in particolare nel momento che stiamo vivendo, la tematica sanitaria ci porta ad avere un'attenzione particolare, ma sempre in continuità con quanto fatto nelle riforme già approvate nel mandato precedente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Brescacin.
Se non ci sono altri interventi metto al voto l'emendamento n. B0002 con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'articolato.
Articolo 1.
Se non ci sono interventi, mettiamo in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Se non ci sono interventi apriamo la votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Se non ci sono interventi, apro la votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. B5

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zanoni, Giacomo Possamai e Camani relativo a "Adeguare il trattamento economico del personale del servizio sanitario regionale". RESPINTO

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO che il pdl n. 10 "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2012, n. 23 "Norme in materia di programmazione socio sanitaria e approvazione del Piano socio sanitario regionale 2012-2016" ed ulteriori disposizioni" prevede l'aumento del trattamento economico complessivo del vertice burocratico della sanità del Veneto;
CONSIDERATO che la Regione ha doverosamente riconosciuto ai protagonisti nella lotta contro il virus SARS-COV-2 un'indennità aggiuntiva straordinaria. Nel Veneto tuttavia la retribuzione ordinaria del personale della sanità pubblica deve essere incrementato per quanto riguarda posizione, risultato e disagio al fine di contrastare la fuga di personale verso strutture sanitarie private o di altre Regioni;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a valutare l'opportunità di rivedere in aumento il trattamento economico del personale operante nelle aziende del Servizio sanitario regionale per mantenere livelli quantitativi adeguati nella sanità pubblica.".
Prego, consigliera.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Va in supporto a quello che si è detto nella relazione introduttiva. Noi stiamo facendo oggi una legge per una persona specifica, in un momento di pandemia che ha visto non solo i cittadini in difficoltà, ma ha visto tanti medici, infermieri e operatori sanitari in difficoltà nel salvare le vite, sotto organico, spesso con turni che non lasciano spazio alcuno e soprattutto con personale che spesso non ritiene il Veneto attrattivo, tanto che vediamo la fuga dei nostri medici, dei nostri infermieri presso strutture private, presso altre Regioni, presso altri Stati.
Quindi noi dobbiamo assolutamente intervenire se vogliamo salvare il servizio pubblico e lo possiamo fare rendendo dignitoso quel lavoro che loro stanno svolgendo, non solo in questo momento dove è stata riconosciuta anche un'indennità e dove noi abbiamo partecipato, votando, anzi facendoci anche promotori in alcuni casi, di indennità per loro per questo periodo specifico, ma per dare una stabilità loro specifica, perché non è possibile che stiamo trattando ora di una persona, di un dirigente, portando uno stipendio comunque già di livello alto a un livello ancor più alto, quando in realtà abbiamo medici, abbiamo infermieri che si ritengono e sono insufficientemente retribuiti.
Noi chiediamo, quindi, con questo emendamento che la Regione intervenga o che si impegni a intervenire, per quanto riguarda di competenza della Regione, non sicuramente per quanto riguarda la retribuzione base, che è di competenza nazionale, ma anche forse intervenire interno delle Conferenze Stato-Regioni, in modo tale da comunque ottenere ancora di più per queste nostre persone, per questo nostro personale che, non solo in questo periodo, cerca di salvaguardare quello che è il settore pubblico. E in questo momento io credo che tutti noi dobbiamo assolutamente e con onestà ammettere che il servizio pubblico è quello fondamentale che ci garantisce tutti, indipendentemente dal reddito e che ci deve curare tutti indipendentemente dalla disponibilità economica ed è per questo che noi chiediamo alla Regione di intervenire, perché sappiamo perfettamente che c'è una possibilità per quanto riguarda la posizione, il disagio e il risultato.
Noi con questo chiediamo proprio un impegno da parte della Giunta, in questo senso. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Bigon.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lorenzoni; prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ritengo di dover intervenire a supporto di questo ordine del giorno perché credo sia veramente importante, nel senso che se oggi noi qui in Aula approviamo una remunerazione importante per il direttore generale e neghiamo la possibilità di adeguare al rialzo la remunerazione di coloro che sono impegnati direttamente nella lotta alla pandemia, veramente facciamo un atto difficile da giustificare all'esterno: veramente sarei in imbarazzo io nel motivare una presa di posizione di questo tipo.
Pertanto veramente chiedo a tutti i colleghi Consiglieri di ragionare liberamente su questa cosa e di affrontarla con la responsabilità che dobbiamo avere nei confronti di tutti i nostri cittadini, per cui ringrazio la consigliera Bigon per aver presentato questo ordine del giorno e sollecito tutti e ciascuno dei Consiglieri a valutare veramente di dare l'adesione a questo ordine del giorno, perché penso che la gratitudine, che a parole tutti esprimiamo verso coloro che quotidianamente spendono molte ore a contatto con chi contrae il virus – e ne sono testimone diretto – debba esprimersi concretamente. Quindi, veramente mi rivolgo a ciascuno di voi: ragioniamoci con libertà.

PRESIDENTE

Grazie, collega Lorenzoni.
Ci sono altri interventi?
Collega Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Per annunciare il voto contrario all'ordine del giorno perché innanzitutto è un tema di competenza e va subito rilevato che la materia del trattamento economico non è di competenza regionale, ma è una materia di competenza statale, quindi la contrattazione, tutti i limiti alle spese di personale e quant'altro vengono applicate dalle Regioni, ma sono stabilite dallo Stato, quindi dalla competenza statale.
Ma, per andare anche oltre questo ragionamento di mancanza di competenza della Regione rispetto all'ordine del giorno presentato, dobbiamo anche ricordare quanto fatto da questo Consiglio regionale nel mandato scorso, in particolare con diverse azioni, di cui ricordo due in particolare: una era relativa, ad esempio, alla possibilità di incrementare i fondi per l'azienda ospedaliera di Padova, che è stata impugnata dal Governo e che non è stata accolta la proposta avanzata dalla Regione Veneto che andava proprio nel senso di valorizzare le realtà sanitarie della nostra Regione. E poi, da un punto di vista generale, l'abbiamo introdotto in due strumenti, di cui uno è il Piano Socio sanitario, che è stato approvato a dicembre del 2018, dove abbiamo proprio previsto e introdotto la possibilità – ovviamente nell'ambito dell'autorizzazione da parte dello Stato – di andare a valorizzare le varie realtà e valorizzare quindi i vari trattamenti economici.
Da ultimo, per noi molto importante, in materia di autonomia una delle richieste che è stata proprio fatta nell'ambito della richiesta di autonomia che è stata inviata al Governo, è proprio quella di poter avere maggior competenza sui trattamenti economici, sul trattamento accessorio. Non avremmo fatto questa richiesta se ne avessimo già avuto la competenza e quindi torno all'inizio del mio intervento dicendo che questo emendamento manca della competenza da parte regionale e quindi non può essere accolto.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Non vedo altri interventi.
Metto al voto l'ordine del giorno n. B0005.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo adesso alle dichiarazioni di voto.
Ci sono dichiarazioni? Nessuna dichiarazione di voto sul progetto di legge? Coloro che intendono intervenire si devono prenotare.
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Rapidamente perché molto è stato già detto in precedenza dalle colleghe Camani e Bigon. Devo dire che c'è un raro tempismo nel portare un progetto di legge che innalza stipendi di dirigenti in questa fase. Noi oggi abbiamo provato a proporre emendamenti di buonsenso, nel senso che nessuno ha negato che fosse un tema che c'era, dopodiché Mantoan, per dieci anni, ha fatto quel mestiere con lo stipendio che conoscete e quindi aveva il cuore buono probabilmente, l'ha fatto per carità.
Però oggi arriviamo a discutere di questo progetto di legge e noi abbiamo fatto emendamenti di buon senso in che senso? Perché abbiamo detto semplicemente: proviamo a mettere dei vincoli anche regionali, cioè dimostriamo qual è il ragionamento che sta alla base di questa scelta. Oggi si mette, come unico tetto, quello per legge, che è quello nazionale, per cui scriverlo forse non aveva neanche senso.
Noi avevamo detto di assumere un criterio e, per esempio, in uno degli emendamenti, è evidente che il direttore di un'area, per quanto importante, non può guadagnare più del segretario generale della programmazione, perché sarebbe come se al MEF un dirigente prendesse più del ragioniere capo: dentro una struttura, un'Istituzione c'è un ordine, c'è un senso, per cui non si capisce perché si debba fare questa cosa senza mettere un tetto che abbia un senso a livello regionale, se non per il ragionamento che si faceva prima, che faceva la consigliera Camani, cioè che c'è un bando, evidentemente si è provato a capire in giro per l'Italia chi veniva e tanti hanno risposto che quello è uno stipendio che non sono disposti ad accogliere, sebbene parliamo di uno stipendio che sta tra i 150 e i 200.000 euro, quindi non è esattamente una cosa da ridere.
Da questo punto di vista devo dire che manca, secondo me, l'idea di voler dare, a livello regionale, un ordine a quella che è l'Istituzione Regione ed è il motivo per cui voteremo contro, perché noi abbiamo provato a migliorare questo progetto di legge, a dare un senso e ci è stato detto di no da tutti i punti di vista.
Ne approfitto, però, per fare un altro riferimento che è questo: prima si ragionava sul tema della programmazione, del ragionamento più generale, quindi oltre alla questione del maxi dirigente, per esempio, c'è tutto il grande tema dei dirigenti delle ULSS.
Ora, siccome abbiamo qui il Direttore generale delle ULSS, siccome abbiamo qui l'assessore Lanzarin, si avvicina un momento importante, che è il 31.12, in cui scadono i direttori generali delle ULSS e su questo, visto che siamo nel pieno di una pandemia, c'è bisogno di una parola chiara (si vuole prorogare, verranno sostituiti in mezzo alla pandemia) penso che sarebbe il tempo di dirla perché anche a livello territoriale darebbe un messaggio chiaro su qual è l'intendimento della Regione. Questo anche perché, insieme a questo – ci sono qui tanti consiglieri uscenti che lo sanno bene – arriva la fine della sperimentazione, per cui, per esempio, sarà anche il tempo di valutare questa sperimentazione su tanti fronti che effetti e che funzionamento ha avuto e su questo ovviamente, nelle sedute del bilancio, quindi fra un mese, un mese e mezzo, vi chiederemo di relazionare, di dirci quali sono state le rese delle scelte prese tre anni fa.
Questo è profondamente collegato al discorso di prima, cioè sta tutto dentro ad un ragionamento perché se si è detto che non si può pagare il direttore dell'area Socio sanitaria meno dei direttori generali ULSS, l'altro punto è: sulle ULSS quali sono le idee, quali sono i progetti e quali sono i disegni che ha questa maggioranza e che ha la Giunta regionale? Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Possamai.
Ha chiesto la parola la collega Ostanel; prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie. Sarò veloce, solo per dire che gli emendamenti prima presentati trovano il mio accordo e quindi il tentativo di migliorare questo provvedimento, che era negli emendamenti dei colleghi, era anche un po' l'intendimento di Veneto che Vogliamo. Quindi, appunto, la dichiarazione di voto rispetto a questo provvedimento nostro è contrario.
Ci tenevo a intervenire solo per dire che l'ordine del giorno che è stato descritto prima dalla collega Bigon ha al suo interno, secondo me, un punto importante e ne aggiungerei uno, solo perché così la porto all'attenzione dell'Aula, cioè quello che abbiamo votato all'ultimo Consiglio rispetto agli specializzandi: rinnovo l'interesse e anche la voglia di metterci a lavorare affinché quello che è stato dato ai colleghi del quarto e quinto anno, venga dato anche alle altre annualità e quest'Aula si è impegnata a cercare appunto delle soluzioni per farlo presto.
Un'altra cosa su questo: mi interessa portare sempre l'attenzione in questa dichiarazione di voto sul fatto che gli stessi specializzandi – ma lo sa anche l'Assessore perché so che nei giornali è apparso – non accedono alle mense, né viene data loro la divisa, come a tutti gli altri medici, quindi davvero l'attenzione anche a questo, secondo me, è un punto importante perché sono in corsia oggi, sono in corsia domani e noi dobbiamo essere veloci a riconoscere quel bonus che qui abbiamo votato. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Ostanel.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione il PDL 10 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il collega Rigo ha votato a favore.
Il Consiglio approva.
PUNTO
11



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "RIDETERMINAZIONE DEL TERMINE DI VALIDITÀ DEL PIANO FAUNISTICO-VENATORIO REGIONALE APPROVATO CON LEGGE REGIONALE 5 GENNAIO 2007, n. 1 ". (PROGETTO DI LEGGE N. 12) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 39/2020)

Relazione della Terza commissione consiliare.
Relatore in Aula il consigliere Pan; correlatore la consigliera Guarda.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
Il termine di validità del Piano faunistico-venatorio regionale (PFVR) 2007-2012, approvato con legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 , è stato prorogato da ultimo, con legge regionale 8 febbraio 2019, n. 8 , al 31 dicembre 2020.
In ragione della necessità di garantire un integrale ed efficace svolgimento della prossima stagione venatoria 2020/2021 si rende necessario provvedere ad una rideterminazione del termine di validità in parola sino alla conclusione della medesima stagione venatoria.
Si propone pertanto la rideterminazione del termine di validità del Piano faunistico venatorio vigente al 10 febbraio 2021.
La Terza Commissione consiliare, acquisito il parere della Prima Commissione consiliare ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento consiliare, in data 24 novembre 2020 ha approvato a maggioranza e senza modifiche il progetto di legge regionale n. 12 che viene ora sottoposto all'esame dell'Assemblea consiliare.
Hanno votato a favore i rappresentanti dei gruppi: Liga Veneta per Salvini Premier (Andreoli, Cecchetto, Dolfin, Finco, Pan, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo); Zaia Presidente (Bet, Bisaglia, Cavinato, Centenaro, Gerolimetto, Giacomin, Sponda); Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni (Formaggio, Razzolini); Forza Italia Berlusconi-Autonomia per il Veneto (Bozza); Misto (Barbisan).
Contrari i rappresentanti dei gruppi: Europa Verde (Guarda); Partito Democratico Veneto (Montanariello con delega Zottis); Misto (Lorenzoni).
Nessun astenuto.
Incaricato a relazionare in Aula il consigliere Giuseppe Pan, correlatrice la consigliera Cristina Guarda.".

PRESIDENTE

Relatore è il collega Giuseppe Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Spesso e volentieri in quest'Aula, soprattutto nella passata legislatura, si sono affrontati temi legati a questo mondo, al mondo della caccia, al mondo di questa grande passione che naturalmente è controllata e normata da due leggi fondamentali: una nazionale, che la legge 157 del '92, e una legge regionale, che naturalmente anche questa norma in particolare tutte le azioni, cioè la legge 50 del 9 dicembre '93.
Spesso e volentieri, come ricordavo, abbiamo avuto lunghe discussioni e accese prese di posizione: sembrava di essere in un noto talk show televisivo, che forse ricordate e che ogni tanto fanno vedere, che è "Ciao Darwin", in cui ci sono da una parte i pro-caccia, dall'altra parte i pro-animali, gli ambientalisti, come li definiva qualcuno in quest'Aula fino a poco tempo fa.
Ma io penso che sia venuto il momento comunque di accedere ad una discussione seria e definitiva su questo tema, su qual è il ruolo che vogliamo dare a questa parte dei nostri cittadini, che comunque pagano le tasse, fanno la licenza di caccia, sono controllati dalla Questura, perché naturalmente posseggono un'arma e quindi hanno una fedina penale intonsa.
Chiaramente qui bisognerebbe aprire una riflessione, ma magari, vista l'ora e la discussione che si è protratta, la rinvieremo a quando arriverà il Piano faunistico, quando sarà la sua ora.
Naturalmente, come dicevo, da una parte c'è la parte del centrodestra, della Lega, di Fratelli d'Italia, di questa parte della maggioranza, che magari spesso e volentieri, come ho sentito dire, sono sovranisti da una parte e di là magari sono antisovranisti, da una parte siamo più cattivi, da una parte siamo più buoni, da una parte siamo più rispettosi dell'ambiente, dall'altra parte meno. Questo non è vero perché io penso che naturalmente questi ruoli che noi abbiamo, debbono comunque...

PRESIDENTE

Scusi, collega Pan, vorrei ricordare ai colleghi Gerolimetto e Valdegamberi di indossare bene la mascherina. Grazie.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Naturalmente sono prese di posizione politica diverse e magari noi siamo qui per un'immigrazione che sia controllata e, tra l'altro, volevo prendere l'occasione anche per portare la mia solidarietà personale e la mia condanna all'episodio di ieri a Marghera, in cui un immigrato, libanese o palestinese che fosse, ha martellato la statua di una Madonna. Comunque questo magari noi lo diciamo, altri magari dall'altra parte, visto che siamo in un talk show, dicono che magari questo aveva i suoi problemi sociali, arrivava dalla guerra, eccetera eccetera eccetera.
Ma torniamo un attimo all'argomento di oggi, che è quello appunto della caccia, del ruolo dei cacciatori che io ritengo sia comunque un ruolo importante, un ruolo che deve essere riconosciuto, un ruolo indispensabile anche per la nostra società in quanto in questi anni ci sono cambiamenti climatici in atto e comunque la fauna selvatica è in forte aumento, come abbiamo visto tutti; potrei farvi degli esempi: abbiamo i cinghiali, come sappiamo tutti perché ne abbiamo discusso spesso e volentieri, che sono ormai arrivati in centro città, a Roma, ma abbiamo il problema sempre anche della pullulazione di questi animali sui Colli Euganei, sulle nostre montagne; insieme a loro naturalmente io metterei anche i cormorani, che stanno devastando i nostri fiumi, e noi spendiamo migliaia di euro ogni anno per i ripopolamenti e facciamo le zone no kill, ma poi lasciamo indisturbati questi uccelli, che non facevano neanche parte della nostra fauna autoctona, devastare i nostri fiumi fino alle sorgenti magari delle alte montagne.
Abbiamo anche i colombi – quante volte lo abbiamo detto – nelle nostre città, che provocano danni al nostro patrimonio artistico, architettonico anche e sappiamo benissimo, da studi, che possono anche trasmettere delle malattie all'uomo. Abbiamo gli storni, abbiamo le oche e qualcuno che si occupa di agricoltura in questa Aula sa benissimo che a volte le semine dei cereali vengono completamente devastate dai colombi, dai corvidi, dalle oche, eccetera, eccetera. Abbiamo le nutrie che, vi ricordo, hanno devastato i nostri canali, i nostri argini e spendiamo con i Consorzi di bonifica milioni all'anno per risistemare il dissesto idrogeologico provocato da questi animali.
Quindi qual è il ruolo del cacciatore nella nostra società? Non è solo la passione che accomuna i 35.000 calciatori del nostro Veneto, per andare magari a passeggiare alla domenica, per essere tutori dell'ambiente per cui c'è anche un controllo del territorio, per essere, comunque, parte integrante anche della salvaguardia di questo ambiente con il controllo sul bracconaggio, le guardie volontarie, i ripopolamenti, il mantenere alto il controllo delle oasi e delle fasce di ripopolamento, eccetera. Ma è anche un ruolo sociale che dobbiamo riconoscere a questo mondo perché, se non ci fossero i cacciatori, probabilmente, ci troveremmo i cinghiali dietro le nostre case (vedete quanti morti hanno provocato anche nelle tangenziali e nelle autostrade) e ci troveremo probabilmente a dover aumentare anche quelli che sono gli indennizzi per quanto riguarda i danni all'agricoltura della fauna selvatica.
Quindi in tempi in cui non ci sono più gli equilibri naturali, per cui magari c'era il grande carnivoro, adesso magari non parliamo di lupi, di orsi perché altrimenti stiamo qui fino a domani mattina e quindi tralascio un po' questo, ma in tempi in cui l'equilibrio non c'è, solo l'uomo può mantenere l'equilibrio di certe popolazioni, che non significa essere integralisti in tutti i sensi e quindi non avere rispetto dell'ambiente, ma significa che le popolazioni di certi animali vanno controllate. E l'unica maniera per controllare è avere dei piani di gestione, che passano attraverso delle azioni politiche amministrative.
Quando ero Assessore all'Agricoltura e alla Caccia abbiamo chiesto fortemente, insieme ai colleghi di allora di tutte le Regioni d'Italia e di tutti i colori politici, quindi anche delle Regioni rosse, dell'Emilia, della Toscana, della Puglia, di cambiare in maniera importante la legge 157 del '92 per permettere dei piani di gestione della fauna selvatica, che significa poter controllare questa fauna, che significa ridurne il numero, che significa, nella riduzione di questo numero, mantenere un equilibrio ambientale che va anche nel rispetto delle altre specie autoctone.
Vi ricordo che i corvidi, che i cormorani e tanti altri animali che abbiamo importato da altri Paesi naturalmente distruggono quella fauna specifica e autoctona presente nel nostro territorio, nel nostro Paese, che è quella veramente in crisi. Quindi dobbiamo porci questi temi, naturalmente, insieme alle associazioni venatorie, dobbiamo istruire – e lo stiamo facendo – i nostri cacciatori, nel senso che comunque diventino collaboratori degli enti e delle Istituzioni. Quanti selecontrollori abbiamo formato per andare a cacciare il cinghiale? Infatti sapere che la caccia al cinghiale, ad esempio, è particolare, una caccia anche pericolosa, che si fa di notte, che si fa alle prime ore dell'alba, che comunque deve essere fatta da persone che abbiano fatto dei corsi particolari, perché si spara con cartucce da guerra al cinghiale e quindi non può un cittadino normale fare la caccia al cinghiale, perché è un animale estremamente pericoloso, quindi è necessaria la formazione di questi cittadini che hanno questa passione e danno una mano alle Istituzioni.
Poi volevo ricordare naturalmente anche...

PRESIDENTE

Collega Pan, ha ancora un minuto a disposizione.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Allora taglio.
Cosa c'è all'interno del nuovo Piano faunistico regionale? Ci sono gli schemi degli ambiti, la disposizione per le modalità della costituzione degli ATC, l'indice di densità venatoria, eccetera eccetera, ma taglio per essere breve.
Comunque qui siamo arrivati con un Piano faunistico venatorio che è stato approvato dalla Giunta il 21 dicembre del 2018, una proposta che è andata poi, insieme al regolamento di attuazione, e naturalmente poi alla cartografia alla VAS e nella Valutazione Ambientale Strategica ci sono stati i 90 giorni di osservazione. Naturalmente sono stati aperti questi periodi in cui tutti i cittadini e le associazioni ambientaliste potevano fare le osservazioni e adesso siamo arrivati, dopo le elezioni, ad avere praticamente quasi licenziato dalla VAS il Piano faunistico venatorio, che io penso che l'assessore Corazzari porterà a breve in quest'Aula, naturalmente dopo aver consultato le associazioni per l'ultima volta, dopo aver naturalmente fatto le correzioni finali che la VAS ci chiede, naturalmente per essere poi licenziato qui.
Quindi questa proroga, che io penso sarà l'ultima, è necessaria, colleghi, per arrivare a una discussione che porteremo in Aula subito dopo il periodo primaverile e quindi finalmente daremo a questo mondo un piano atteso da tanti anni, ma che soprattutto è moderno e va in questa direzione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Do ora parola alla correlatrice Guarda Cristina, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
quando daremo al Veneto il nuovo Piano faunistico? Perché è eterna l'odissea del Piano faunistico venatorio che oggi, per l'ennesima volta, presentate per l'approvazione del Consiglio regionale: approvato sulla scorta di dati raccolti del 2002, approvato nel 2007 e ad oggi è all'ottava proroga.
A tutti gli effetti uno scandaloso disservizio perché, al di là dei desiderata dei cacciatori, e nonostante questi, il piano dovrebbe occuparsi della gestione anzitutto della fauna, non intesa soltanto in un'ottica di contenimento, ma anche di valorizzazione e di gestione propositiva. Per questo ricordiamoci che la funzione di questo Piano non è rispondere alla sola esplicazione dell'attività venatoria, ma è funzionale a garantire la biodiversità naturale all'interno del nostro territorio e la biodiversità naturale include anche la fauna.
Non possiamo di certo dichiarare soddisfazione rispetto al fatto che oggi discutiamo la validità o meno di una promessa, e cioè che entro agosto del 2021, secondo l'emendamento di Giunta che sposta ulteriormente in avanti la proroga già prevista per il febbraio 2021, avremo il nuovo Piano faunistico venatorio. Non possiamo dichiarare soddisfazione per l'ulteriore proroga che ci viene proposta, perché questo stato di cose provoca un danno anzitutto di natura sociale proprio perché viene meno alla necessità di tutelare la biodiversità naturale; perché priva di reali tutele coloro i quali stanno subendo le conseguenze dell'immissione di cinghiali a scopo venatorio, del continuo foraggiamento. Le conseguenze della mancata approvazione di un nuovo Piano Faunistico Venatorio ricadono sul cittadino la cui proprietà e il connesso diritto di escludere i cacciatori è continuamente calpestato e superato dai rappresentanti del mondo della caccia; eppure questi cittadini sono agricoltori, sono proprietari, sono conduttori, sono persone che ogni anno subiscono i danni legati alla caccia perché magari si spara e si rovina l'impianto di irrigazione, si spara e si rovina la coltivazione, si aprono, come è successo pochi giorni fa a Campo Fontana, i recinti e scappano gli asinelli.
Di fronte a questa inefficienza, nel momento in cui per tutti questi anni si è privata la cittadinanza di un proprio diritto, allora noi proponiamo, oltre all'importante emendamento proposto dal collega Zanoni - che ho voluto sottoscrivere - anche un ordine del giorno, un ordine del giorno che vuole ricordare un'odissea che in realtà possiamo superare, riconoscendo quello che è previsto per legge. A tal proposito, ricordo che già nel 2011 la Regione del Veneto era stata sommersa da centinaia di richieste da parte di agricoltori, conduttori, proprietari di terreni, che richiedevano il rimborso per la servitù venatoria e in tal senso, nel 2014, l'Assessore stanziò 560.000 euro per cominciare a rimborsare quei proprietari agricoltori che avevano rivendicato il diritto a ricevere il contributo previsto dalla legge nazionale e dalla legge regionale. Inoltre, se si rimanda il Piano faunistico per ben otto volte, vecchio di tredici anni, impedendo ai proprietari dei terreni di chiedere l'esclusione dei propri fondi dal libero passaggio del mondo venatorio, spesso sregolato, state privando i cittadini di un loro diritto.
Al di là di questo, dopo 13 anni, è evidente che una risposta a questo mondo, sia per consentire l'esclusione dei terreni sia per la liquidazione dei contributi dovuti è oggi più che necessaria e va presa, perché allo scandalo di un Piano che non è più al passo con i tempi vanno aggiunti i chilometri e chilometri di consumo di suolo, chilometri e chilometri di nuove infrastrutture, e l'insostenibile danno che causiamo agli ecosistemi e alla fauna selvatica
Il fatto di posporre ulteriormente ad agosto è una cosa che ci ha preoccupato e ci preoccupa e speriamo vivamente che questa sia l'ultima volta che ci troviamo ancora a ripetere il nostro disappunto per questa mancanza e questo gravissimo ritardo.".

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Lo daremo al Veneto, non al mondo intero, capogruppo Pan, questo Piano faunistico nuovo e lo daremo quando? Perché è eterna l'odissea di questo Piano faunistico venatorio approvato, con dati basati appunto sulle raccolte del 2002, approvato nel 2007 e ad oggi all'ottava proroga.
Questo è segno davvero di uno scandaloso disservizio rispetto a un Piano che, nonostante l'intervento del Relatore si concentri in una valorizzazione del mondo venatorio, si occupa della gestione anzitutto della fauna, non intesa soltanto in un'ottica di contenimento, ma anche di valorizzazione e di gestione propositiva, dove, invece, ce ne è bisogno, dove non ci sono sovraffollamenti, per cui ricordiamoci che la funzione di questo Piano non è funzionale alla sola esplicazione dell'attività venatoria, ma a garantire la biodiversità naturale all'interno del nostro territorio e la biodiversità naturale sta anche alla fauna.
Per questo motivo noi non possiamo arrivare qui in Consiglio regionale dicendoci soddisfatti del fatto che ci avete promesso che entro agosto del 2021, a quanto appunto modificato poi durante i lavori della Commissione, avremo il Piano in mano perché è evidente che ce l'avete proposto e ce l'avete promesso l'anno scorso per quest'anno, l'altro anno per l'anno successivo ancora e, quindi, di anno in anno, noi non ci possiamo più fidare di quella garanzia che voi volete ancora una volta condividere. E questo lo diciamo per un semplice motivo, perché in questi anni questo ritardo e questa ulteriore proroga provoca un danno che è di natura sociale, proprio perché non ha consentito anzitutto la difesa, non soltanto della biodiversità naturale, ma anche dei cittadini, che sono quelli che stanno subendo le conseguenze dell'immissione e del continuo foraggiamento dei cinghiali nel nostro territorio, perché ricordiamoci che i cinghiali in questi numeri, con queste caratteristiche non sono qui per caso, ma sono qui perché sono stati immessi per scopi venatori.
E questa immissione, questo continuo foraggiamento, tra l'altro, dovrebbe essere poi anche gestito e regolato con delle indicazioni chiare all'interno del Piano faunistico venatorio che non abbiamo, con l'indicazione delle aree che sono da proteggere proprio per la specificità, la qualità, la biodiversità e le necessità anche di natura agronomica. I cinghiali sono stati gestiti in questi anni con un'ottica fallimentare, proprio in coordinato con le associazioni ben difese prima dal già assessore Pan, una gestione fallimentare dentro ai parchi e fuori dai parchi e lo dico da cittadina dell'area berica, che ha più di 500 cacciatori impegnati nel contenimento del cinghiale e che subisce, insieme agli altri colleghi imprenditori agricoli, dei danni che sono evidentemente insuperabili, a meno che non si cambi rotta.
È inutile citare anche quella che è stata la difficoltà nella gestione delle nutrie perché non è il Piano faunistico venatorio, ma è il piano che abbiamo approvato con la legge di qualche anno fa che, evidentemente, indica che la strada della Regione del Veneto rispetto alla gestione di questo animale alloctono, evidentemente non è vincente e non è vincente perché non ragiona nell'ottica della gestione coerente e corretta della fauna.
Insomma, non si può parlare del Piano faunistico esclusivamente ricordando la funzione del mondo della caccia che, attenzione, se siamo tutore dell'ambiente, bisogna anche ricordarci di percorsi che devono comunque fare nel contrasto all'inquinamento da piombo di cui anche il nostro territorio è colpito ed è sofferente. Insomma, un piano di gestione della fauna che non parla esclusivamente di caccia, che non vediamo ancora una volta, che è stato rallentato dal Covid, dicono, come se l'emergenza sanitaria fosse una scusa per non affrontare nei tempi dovuti quello che è un atto che si aspetta da 13 anni, però nel frattempo chi ne paga le conseguenze? Ne paga le conseguenze il cittadino che si vede, in questo periodo in particolar modo, praticamente quasi ogni giorno il proprio terreno calpestato e superato dai rappresentanti del mondo della caccia perché non ha avuto in questi anni la possibilità di escludere il proprio terreno da quelle a superficie dedicata all'attività venatoria: sono agricoltori, sono proprietari, sono conduttori, persone che magari ogni anno subiscono i danni legati alla caccia, perché magari si spara e si rovina l'impianto di irrigazione, si spara e si rovina la coltivazione, si aprono, come è successo pochi giorni fa a Campofontana, i recinti e scappano gli asinelli.
Di fronte a questo, nel momento in cui per tutti questi anni si è privata la cittadinanza di un diritto fondamentale, allora noi proponiamo anche, oltre all'importante emendamento proposto dal collega Zanoni, che ho voluto sottoscrivere dopo le numerose ripetizioni degli anni scorsi dovute appunto alla continua proroga, un ordine del giorno, che vuole ricordare un'odissea che in realtà possiamo superare, riconoscendo quello che è previsto per legge.
Infatti nel 2011 – non so se vi ricordate – la Giunta regionale era stata sommersa da centinaia di richieste da parte di agricoltori, conduttori, proprietari di terreni, che richiedevano il rimborso per la servitù venatoria e nel 2014 l'Assessore alla Caccia dell'epoca si trovò costretto a stanziare, insieme alla Giunta Zaia, 560.000 euro per cominciare a rimborsare quei proprietari agricoltori che avevano rivendicato il diritto di essere indennizzati dal libero passaggio dei cacciatori sui propri terreni, spesso causa di danni a colture, impianti e rischi non indifferenti. L'azione era naturalmente coordinata da associazioni importanti che su questo tema stanno facendo quel controllo che manca sul territorio, proprio per la gestione della caccia (parlo di CPV) e aveva raggiunto l'obiettivo, ma tutto questo purtroppo è caduto nel dimenticatoio e voi stessi, nonostante vogliate anche erigervi a difensori di una categoria imprenditoriale di cui anche io faccio parte, vi dimenticate di andare a difendere un diritto che per legge è definito e che per legge è responsabilità della Regione del Veneto.
Allora, se si rimanda il Piano faunistico per ben otto volte, vecchio di tredici anni, impedendo ai proprietari dei terreni di chiedere l'esclusione dei propri fondi dal libero passaggio del mondo venatorio, spesso sregolato, figuriamoci se da ora in poi andrete a rispettare quella legge che vi obbliga a riconoscere un pagamento per la servitù venatoria. Lo prevede la legge del '93 "Norme per la protezione della fauna selvatica" il prelievo venatorio, giusto per correttezza di informazioni (trovate tutte le informazioni all'interno dell'ordine del giorno che vi verrà consegnato) e la legge attribuisce alla Giunta regionale, non più alle Province, l'erogazione di questi ristori ai proprietari dei terreni.
Aggiunge, inoltre, la facoltà prevista dal proprietario o del conduttore di sottrarre il suo terreno all'esercizio venatorio ed è di questo tema che oggi vogliamo parlare un'altra volta perché, attenzione, capisco che le chiacchiere poi a mascherina abbassata siano magari anche comode, però vi chiedo davvero rispetto per gli altri: tutti abbiamo anche magari degli anziani a casa che dobbiamo assistere, giusto per correttezza reciproca.
Al di là di questo, dopo 13 anni, è evidente che una risposta a questo mondo va data, sia per consentire l'esclusione dei terreni, che per andare a rimborsare ciò che per legge è dovuto agli agricoltori e ai proprietari dei terreni del Veneto, e un'azione forte su questo la dovrete prendere, perché sennò allo scandalo di un Piano che non è più al passo con i tempi, con i chilometri e chilometri di consumo di suolo, con i chilometri e chilometri di nuove infrastrutture, con la pressione anche che causiamo alla fauna selvatica, che serve comunque al mondo venatorio per poter continuare la propria attività, con la presenza di nuovi componenti, nuovi agenti esterni che premono sulla sopravvivenza anche delle diverse specie per cui con la fauna selvatica i grandi carnivori che vanno a modificare l'assetto della presenza della fauna all'interno dei nostri altopiani, delle nostre montagne e non soltanto, ecco che c'è bisogno di un aggiornamento. E bisogna capire che questo aggiornamento ormai ha il semaforo rosso e deve essere discusso in questa Aula, deve essere approvato.
Il fatto di posporre ulteriormente ad agosto è una cosa che ci ha preoccupato e ci preoccupa e speriamo vivamente che questa sia l'ultima volta che ci troviamo ancora a ripetere il nostro disappunto per questa mancanza e questo gravissimo ritardo.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.
Ha chiesto la parola il collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Allora, siamo all'ottava proroga, ottava proroga di un Piano che doveva durare cinque anni, perché la legge prevede che il Piano faunistico venatorio duri cinque anni; è stato approvato nel 2007 ed è scaduto nel 2012, ma da allora è stato prorogato otto volte. Quindi è un Piano illegittimo, si può dire illegale, perché la legge parla di un piano che dura cinque anni e noi lo abbiamo prorogato, tra l'altro con una facilità estrema, ma arrivare a otto proroghe non ha nessuna giustificazione.
Tra l'altro, durante questi anni di scadenza del Piano, c'è sempre stata la vostra maggioranza, ci sono sempre state le coalizioni che sono arrivate fino ad oggi, per cui avevate tutto il tempo per approvarlo, ma non lo avete fatto e questa è una dimostrazione di totale incapacità di gestire una materia così importante e che è oggetto di interesse di una grande fascia della popolazione da un lato e anche dall'altro.
Questo Piano, pensate, è nato grazie all'assemblaggio di piani faunistico-venatori provinciali, che hanno fotografato una realtà degli anni 2004 e 2005, ma siamo nel 2020, colleghi, e pensate a quanto territorio è stato consumato dalla cementificazione in questi quindici anni, pensate che in questo piano viene considerata cacciabile tutta l'area che ha portato via la Valdastico Sud, in questo piano che volete riesumare viene considerata area dove sosta la fauna selvatica, si riproduce e dove viene esercitata la caccia, tutti gli 850 ettari sottratti dalla superstrada Pedemontana veneta.
Nel frattempo, però, ci sono stati nuovi fenomeni ambientali importantissimi, che hanno avuto delle ripercussioni importantissime anche sull'oggetto della caccia, cioè la fauna selvatica, ovvero i cambiamenti climatici con periodi di siccità, uragani, malattie varie alla vegetazione, parassiti dovuti appunto ai cambiamenti climatici (faccio un esempio: la cimice asiatica), quindi c'è stato uno sconvolgimento. Voi, però, andrete a riproporre per l'ottava volta un piano del genere, un piano che non contempla anche le novità in tema di fauna selvatica, come quella dell'orso, del lupo e in qualche caso anche della lince o anche della nutria, tutte specie di fauna selvatica che nel 2004 non apparivano nel Piano faunistico venatorio di allora.
Nel contempo, però, moltissime altre specie hanno subito delle riduzioni importantissime e abbiamo addirittura popolazioni cacciabili, che sono considerate da proteggere dalla Commissione Europea, dall'ISPRA, dal Ministero dell'Ambiente, perché hanno subito un forte calo nelle loro popolazioni, naturalmente a livello europeo perché sto parlando di uccelli migratori come il moriglione, la moretta, la pavoncella, il combattente, e poi abbiamo altre specie cacciabili in fortissimo declino, come sa benissimo chi si occupa di tutela di animali selvatici e di caccia, e anche specie come l'allodola, un tempo comuni e che adesso sono in forte declino e in numero veramente molto basso. Poi ci sono anche specie non cacciabili, che sono quasi scomparse dai nostri Paesi, dalle nostre città, come i passeri e le rondini.
Quindi andate a riesumare un qualche cosa che ha fotografato e che gestisce una situazione che fa parte del passato; d'altronde, ci sono state otto proroghe, pensate che il piano è scaduto nel 2012, quindi vuol dire che ci siamo già giocati con queste proroghe un piano, perché avreste dovuto, approvare il piano nel 2012 che sarebbe scaduto nel 2017 e adesso dovremmo averne un altro, quindi ci siamo già giocati un piano con tutte queste proroghe. Non mi sembra un modo di gestire correttamente un patrimonio così importante come quello della fauna selvatica e quindi ci ritroviamo, ad esempio, attualmente con aree che vengono considerate utili alla fauna selvatica alla caccia che invece sono zone industriali, centri abitati e addirittura c'è un aeroporto militare e poi ci sono degli obbrobri dove viene considerata area protetta, ad esempio la laguna viva, dove sappiamo che la fauna selvatica non può riprodursi, come invece prevede la legge per le aree protette.
Nel contempo, con queste proroghe, però, si è sempre garantito il diritto di esercitare la caccia ai cacciatori, mente non si è garantito un altro diritto importantissimo dei proprietari dei terreni che, vi ricordo, cari colleghi, sono quelli che hanno il bene sul quale si esercita la caccia, perché l'Italia è l'unico Paese dell'Unione Europea che prevede un'eccezione alla proprietà privata, ovvero l'articolo 842 del codice civile, di derivazione fascista, prevede che un cacciatore possa entrare nel territorio altrui senza chiedere il permesso.
Ecco che, per riparare a questo obbrobrio giuridico, che ci siamo riportati fino ai giorni nostri, la legge nazionale sulla caccia all'articolo 15, comma 3, la nostra legge regionale all'articolo 8, comma 7, il vecchio Piano faunistico all'articolo 21, comma 1, prevedono per i privati la possibilità di chiedere il divieto di caccia nel proprio terreno. Questa possibilità – che non è detto che venga esaudita perché la Regione può anche dire di no – viene consentita solamente in un piccolo periodo, in una finestra temporale di 30 giorni, che si apre quando si approva il nuovo Piano faunistico venatorio.
Siccome qui il Piano faunistico venatorio non si attua dal 2007, voi capite che sono tredici anni che i cittadini aspettano questa facoltà, quindi i diritti dei cacciatori vengono garantiti, mentre ai proprietari dei terreni, sui quali si caccia, indipendentemente dalla loro volontà, perché non possono opporsi a causa di quell'articolo 842 del codice civile, non viene garantita questa facoltà.
Qui anticipo il contenuto di un emendamento che ha citato prima la collega, che prevede di aprire quella finestra temporale anche nel caso di proroga per far valere e riconoscere un diritto anche agli altri cittadini, perché qui, vedete, al di là delle posizioni ideologiche che ognuno di noi può avere sulla caccia (chi è a favore, chi è contro: io sono tra i secondi), qui si tratta solo di applicare la legge, è una questione di legalità, non di posizione nei confronti di un tema, in questo caso della caccia, ma è una questione di legalità.
E allora ci sarà questo emendamento.
Tra l'altro, come vi dicevo, questo divieto di caccia viene assecondato solo se ci sono casi ben specifici e sarebbe il caso di evitare per l'ennesima volta – io mi rivolgo anche all'assessore Corazzari, che è il nuovo Assessore alla Caccia – di avere una situazione, grazie a una legge del genere, dove creare cittadini di serie A e cittadini di serie B: i primi con i diritti garantiti e i secondi a cui i diritti non vengono più garantiti almeno da tredici anni.
Ricordo che il consigliere Pan, in veste di Assessore, nella precedente legislatura, ad ogni presentazione di questo emendamento ci diceva che sarebbe stata l'ultima proroga e poi ci sarebbe stato il piano: ci ha sempre detto così, consigliere Pan. Lo abbiamo visto! Abbiamo visto come sono andate le cose. Tra l'altro, nella scorsa legislatura abbiamo fatto il Piano Casa, il Piano Energia, il Piano Area, il Piano territoriale di coordinamento, il Piano Cave, ma non siamo riusciti a fare questo Piano.
Mi aspettavo che un emendamento del genere lo avesse presentato il collega Gerolimetto o il collega Barbisan – non so se c'è qualcun altro che si occupa di agricoltura – perché sono molti gli agricoltori che mal sopportano questa invasione, soprattutto in caso di coltivazioni particolari, quelle che la legge prevedrebbe utili per attivare questo meccanismo. Dovreste rappresentare, a mio avviso, meglio il mondo agricolo, dopodiché un Piano che arriva in Aula per essere prorogato fino al 10 febbraio viene, per volontà vostra, con la presentazione di un emendamento, prorogato addirittura fino ad agosto, aumentando quindi il periodo di vigenza di un piano che, come vi ho spiegato, prevede dei contenuti non più veritieri, quindi siamo in una situazione dove questa illegittimità la vogliamo trasportare ancora più in là nel tempo.
Poi, consigliere Pan, mi scusi ma su questo devo replicare, perché immagino ci siano molti Consiglieri che non se ne intendono di fauna selvatica e nemmeno di caccia, quindi non è giusto dire delle cose che alla fine non appartengono alla realtà. Lei ha detto che, se non ci fossero i cacciatori, ci troveremo i cinghiali fra le case, ma io le posso garantire, caro consigliere Pan, che se non ci fossero i cacciatori in Veneto noi saremmo senza cinghiali, perché chi ha ripopolato il Veneto di cinghiali sono stati i cacciatori, le associazioni venatorie. Si informi e chieda ai cacciatori che andavano a caccia fino a 40-50-60 anni fa se mai avevano sentito parlare di cinghiali in Veneto, se mai avevano sentito o visto un cinghiale in Veneto. Poi dice che sono pericolosi i cinghiali.
Sono state presentate diverse interrogazioni nella scorsa legislatura, elencando una serie di episodi di violazione delle norme sulla caccia e, ad esempio, io ricordo il caso di spari nei giardini di casa, dove sono stati impallinate le piscine gonfiabili dei bambini, cani uccisi nei giardini, pollame ucciso dai cani da caccia, gatti impallinati, pallettoni sul portoncino di casa e poi persone che hanno perso anche un occhio grazie ai pallini, una ciclista professionista ferita nel vicentino mentre faceva una gara, cavalli impallinati. Io nel tempo ho avuto diversi proprietari di cavalli che si sono trovati con i pallettoni conficcati nelle varie parti del corpo.
Assessore, diciamola tutta, anzi Consigliere, diciamola tutta, non cerchiamo di dare una visione quasi poetica e di salvatori, perché in realtà questo ruolo non ce l'hanno assolutamente. Andiamo a vedere e monitorare, cosa che doveva essere fatta col nuovo piano, ripeto, tutte quelle specie che invece stanno calando e alcune delle quali sono anche oggetto di caccia, alcune delle quali sono state contenute nel calendario venatorio che lei ha approvato e che grazie a dei ricorsi sono state poi salvate proprio perché erano state previste come cacciabili in maniera non legittima.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Dopo la lezione sull'utilità della caccia e l'illustrazione del nuovo Piano faunistico venatorio da parte del Relatore, scopriamo che invece stiamo discutendo ancora la proroga di quello prima: a sentire il Relatore sembrava quasi che avessimo già il nuovo Piano faunistico venatorio e invece, dopo un ritorno alla realtà, ci dice che non lo troveremo neanche sotto l'albero per Natale ma discutiamo l'ennesima proroga. Io credo che il tono usato dal Relatore non possa essere, Consigliere se mi consenta, il tono per il quale oggi stiamo qui ad adempiere a un semplice passaggio burocratico, perché il rinvio per l'ottava, anche la nona volta, visto l'emendamento che viene portato ad agosto, non è semplicemente un fatto burocratico o una presa d'atto. Qui mi sono segnato un po' le proroghe: viene fatto dal 2012, viene rinviato al 2013... praticamente siamo alla ottava/nona proroga di questo piano. La domanda che sorge spontanea in questo è: c'è davvero la volontà di fare il nuovo Piano faunistico venatorio o c'è la volontà di continuare ad annunciarlo come è successo quasi per l'ultimo decennio? Si vuole andare avanti ancora con questo piano o non c'è il coraggio di cambiarlo? Perché siamo giunti fin qui? Cosa non ha funzionato? In questi dieci anni di questo grande impegno su questo importante tema dovevamo tutelare gli interessi dei salvatori dell'equilibrio naturale, cosa non ha funzionato che siamo ancora fermi qui?
A questo punto mi chiedo se sia ancora una priorità questo, perché come è emerso in Commissione, ci sono anche delle questioni e degli aspetti importanti, ovvero la ridefinizione degli ambiti di caccia sia per una questione fisiologica, che vanno sicuramente portati a nuova rielezione, a nuova nomina, ma c'è anche un aspetto che bisogna ridefinire: i rapporti con i proprietari, i fondi sottratti ambientali nelle modifiche che sono intervenute nel tempo, i nuovi sviluppi che ci sono stati aziendali, le nuove modifiche al tessuto produttivo. Ci sono una serie di modifiche che in questi vent'anni sul nostro territorio sono intervenute e che sicuramente ci dicono che siamo fortemente in ritardo e questa è l'ennesima proroga. Non va bene.
Se noi pensiamo alle realtà viticole del Veneto, sicuramente 10-12 anni fa, quando sono stati fatti i primi studi per questo piano, erano molto più ridotte in confronto a quelle che ci sono oggi. Se noi pensiamo, Assessore, lei che viene dal Polesine, allo sviluppo delle risaie che c'è stato nel Polesine, non mi dirà mica che non è un tema che va affrontato nel nuovo Piano faunistico venatorio anche con la ridefinizione di alcuni confini dello stesso?
Credo questo non sia un mero atto burocratico, ma sia la certificazione di un rinvio che non fa bene neanche a quella caccia che dite, nei vostri interventi, di avere tanto a cuore. Dopo, se io prendo il provvedimento, dove c'è la rideterminazione del termine di validità, leggo "...in ragione della necessità di garantire un'integrale ed efficace svolgimento della prossima stagione venatoria 2020-2021, si rende necessario prevedere una rideterminazione..."
Guardate, avete annunciato che questa non sarà solamente l'ennesima proroga, ma ci stupite con effetti speciali: venite all'ottava proroga con un emendamento che proroga la proroga, chapeau. Avete portato un emendamento che proroga l'ottava proroga ad agosto. Tra l'altro, consentitemi, su questo abbiamo anche presentato un emendamento, perché come ama dire il nostro Governatore quando fa le battute, la dico in italiano: "Andate a mettere una toppa peggio del buco che andate a coprire", quindi andate a fare un emendamento per rideterminare il tempo dell'ennesima proroga, dove andate a portare ad agosto il nuovo termine, sapendo che i calendari venatori vengono fatti a giugno. A questo punto, guardate, qua non si tratta di caccia sì, caccia no, consigliere Pan: qua si tratta che io credo che dopo che avete fatto 8/9 proroghe, a questo punto credo che ci voglia anche un atto di coscienza nel farvi carico del fatto che l'emendamento che portate oggi è l'ennesimo tentativo maldestro di questa maggioranza di guadagnare tempo su una partita dove ormai è fortemente in ritardo, una partita dove si continua ad avere un Piano faunistico venatorio che non tiene conto delle nuove strade, del Passante, degli sviluppi del tanto caro mondo vinicolo che ci circonda nella nostra Regione e, quindi, insomma potremmo parlare fino a domani, gli insediamenti produttivi sono cambiati, gli sviluppi industriali sono cambiati e voi venite a dirci che su questa proroga c'è un'altra proroga. Io mi sarei aspettato un dibattito su questo, non un dibattito sull'importanza dell'orso, della cimice, della lince oppure quale premio Nobel dare a questi salvatori dell'equilibrio naturale che sono i cacciatori, però la cosa, ripeto, ancora più sconcertante è questo rattoppo che mettete peggio del buco. Io mi chiedo se davvero voi riuscireste a portarlo ad agosto, Assessore, con tutto il rispetto, Assessore, per lei che è appena insediato con questi referati, ma ho i miei forti dubbi che lo porterete ad agosto, ma se lo porterete ad agosto, come ci si pone con il calendario venatorio che viene fatto a giugno? Almeno fate un atto di coraggio, dite: proroga per proroga lo portiamo a febbraio dell'anno dopo, almeno evitiamo di portarlo dopo dieci anni, se ci riuscirete, in una contraddizione normativa che andrà a mettere sicuramente i bastoni tra le ruote a chi ha fatto il calendario venatorio. Perché, guardate, ci sono una serie di elementi che - dopo ho presentato un ordine del giorno su questo - ci sono proprio cenni normativi che creano un problema se viene fatto a giugno il calendario venatorio e ad agosto il nuovo Piano faunistico.
Assessore, io confido in due cose: o che sicuri delle vostre capacità, siete sicuri di non farlo neanche ad agosto e allora tornerete con una proroga a febbraio oppure vuol dire che questo mondo della caccia così ben visto da voi al punto di volerlo tutelare, in realtà non volete tutelarlo per niente perché al netto di essere pro-caccia o contro la caccia, io rientro tra i secondi, non sono pro-caccia però sono pro norme giuste, pro norme chiare, pro leggi che non vadano a mettere in difficoltà quel famoso mondo di cui lei parlava prima.
Cari signori, qui non ci sono da fare le elezioni sull'importanza di una specie o di un'altra, qui ci sono da fare le lezioni e porsi delle domande vere sul perché siamo arrivati fin qui. Cosa si è interrotto nel passaggio tra le Province e la Regione, nel passaggio di competenze? Non vorrei mica pensare che una Regione che inneggia al federalismo ha una competenza in più e ci vogliono quindici anni per cominciare a prendere dimestichezza con la stessa? Non vorrei mai pensare questo, però a oggi purtroppo, i fatti senza voler essere assolutamente polemici, ci dicono che in quest'Aula dovremmo derubricare tutte quante le buone lezioni modello Quark che abbiamo avuto e dovremmo fare una presa di coscienza vera su come siamo sull'ennesimo maldestro ritardo. È grave che venite con un emendamento dove volete fare la proroga della proroga. È ridicolo, consentitemi questa affermazione! Alla nona proroga arriviamo con un emendamento su un'altra proroga! Guardate, se andiamo a dire a qualcuno che in Veneto accade questo, non l'alieno di prima, ma anche un confinante della Regione, dice: "Siete ben messi". Anche qui chiediamo chiarezza: perché l'emendamento lo sposta ad agosto? Perché siete sicuri di non farcela nemmeno fino a agosto e quindi siete sereni, siete tranquilli, vivete sonni tranquilli? E se davvero lo porterete ad agosto, come vi ponete con il calendario venatorio che è stato fatto a giugno? Farete una norma transitoria? Sapete già che farete una norma che andrà ad arzigogolare quella che già c'è e quindi farete una norma.
Al netto di caccia sì o caccia no, io credo questo sia l'ennesimo pasticcio amministrativo che si porta avanti questa maggioranza, quella che c'era prima che vede gli stessi attori bene o male, quella che c'era prima ancora: possiamo tranquillamente dire che più di dieci anni, insomma perché è vero che è scaduto nel 2012 ma i dati erano del 2003, che in più di dieci anni di Governo di una forza politica che mette il tappeto rosso ai cacciatori, l'unica cosa che è stata fatta finora è stata quella di non dotarli di uno strumento legislativo che gli dà maggiore agibilità, che gli dà maggiore serenità, che dà più chiarezza e addirittura oggi, cosa che nessuno si sarebbe aspettato, ripeto, ci avete stupito con effetti speciali, con la proroga della proroga. Bravi. Prendo atto. Grazie, scusi Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Collega Zanoni, che il Codice civile sia fascista, è vero che è del 1942, però dai, negli anni è cambiato. Infatti ho visto il ciglio del Consigliere che si alzava, per quello.
Come ho fatto presente in Commissione, ci sono delle situazioni di anomalia sul territorio legate a commissariamenti di ambiti che ormai durano da lustri e allora è il caso di porre attenzione e non vorrei che la proroga andasse in qualche maniera a togliere questa possibilità di restare l'esame e l'attenzione appunto ai commissariamenti che, in qualche maniera, andando così a protrarsi nel tempo, vengono a inficiare comunque delle situazioni o comunque dei diritti legati alla rappresentanza di mondi (il mondo agricolo, il mondo venatorio, il mondo ambientale).
Già l'Assessore aveva dato disponibilità in sede di Commissione di prendere in esame e per questo lo ringrazio.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi... collega Formaggio, però si prenoti. Qua non risulta.
Prego, collega Formaggio, intervenga.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Sarò molto breve e vorrei soltanto portare una visione meno disfattista di quella che ho sentito finora che ho sentito parlare di apocalisse. Prima di tutto nei pochi mesi che ho fatto nella scorsa legislatura, ho avuto il piacere di lavorare con l'allora assessore Pan e il Piano è finito, non è che dobbiamo fare tantissime altre cose.
Mi auguro anch'io, cara collega Guarda, che sia l'ultima proroga. Ho parlato in Commissione ma ho sentito anche tutte le associazioni venatorie che, come avevano massima fiducia nell'assessore Pan, riportano massima fiducia nell'assessore Corazzari e in questo Consiglio, quindi invito anch'io che questa, Assessore, sia l'ultimissima proroga, però non accetto neanche che noi cacciatori veniamo indicati come i delinquenti perché ricordo che i cacciatori, collega Zanoni, hanno la fedina penale pulitissima e quando sento: sparato a una ciclista, sparato all'asino, ammazzato il cane, il gatto e tutti gli animali del mondo, quelli non sono cacciatori, caro Presidente, bensì sono dei delinquenti che vanno affidati alla giustizia, meriteranno carcere, ergastoli vari, però non li chiamiamo cacciatori perché ricordo che i cacciatori fino allo stremo sono cittadini che hanno la fedina penale pulita.
È la stessa cosa che io dicessi che tutti gli ambientalisti di questo pianeta sono dei delinquenti perché abbiamo tanti ambientalisti che non hanno la fedina penale pulita. Io ho la fedina penale pulita, sono un cacciatore, merito il rispetto che esigono certi ambientalisti anche seduti in quest'Aula che hanno la fedina penale pulita. Perché mi devo vergognare se sono un cacciatore e se rappresento i cacciatori in quest'Aula? Rimando tutte le risposte a quando cominceremo il dibattito sul Piano faunistico e invito la maggioranza a essere molto quickly nel rispondere al mondo venatorio. Grazie, colleghi.

PRESIDENTE

Grazie, collega Formaggio.
Non vedo altri interventi, quindi chiudo la discussione e do cinque minuti alla Terza Commissione per dare un parere sugli emendamenti. Invito tutti a rimanere in Aula. Grazie.
Riprendiamo alle 18.45.
La seduta è sospesa alle ore 18.40
La Seduta riprende alle ore 18.49

PRESIDENTE

Bene, iniziamo con l'analisi degli emendamenti in merito all'articolato.
Emendamento n. C0002 presentato dai consiglieri Montanariello e Zottis, articolo 1, comma 1, aggiuntivo, che prevede:
"Al comma 1 dell'articolo 1 sostituire le parole: "10 febbraio 2021" con le parole "10 febbraio 2022"".
Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Lo motivo. Considerato che la legislazione vigente prevede all'articolo 16 della legge regionale 50 del '93 che il calendario venatorio sia approvato dalla Giunta regionale entro il 15 giugno di ciascun anno, risulterebbe quanto mai inopportuno predisporre uno strumento gestionale come il calendario venatorio in presenza di uno strumento di pianificazione, il Piano faunistico venatorio, in ravvicinata se non immediata scadenza. Il nuovo piano comporterebbe tempi non brevi per la messa a regime di tutti gli strumenti di pianificazione, comitati direttivi, ATC/CA, ZRC, AFV, AATV, fondi chiusi, fondi sottratti alla caccia, a confini ATC/CA, che andrebbero a sovrapporsi con i tempi di cui la gestione venatoria è aperta.
Per cui, con il presente emendamento, io e la collega Zottis, che non è in Aula, chiediamo progetto di legge n. 12 "Rideterminazione del termine di validità del Piano faunistico venatorio regionale" approvato con legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 , al comma 1 dell'articolo 1, sostituire le parole "10 febbraio 2021" con le parole "10 febbraio 2022".

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Volevo chiedere al collega Montanariello, siccome tutti gli interventi dei componenti dell'opposizione sono stati unanimi nel dire che le proroghe previste, ma anche lei stesso collega, vanno a ripristinare una situazione che non c'è più, di non legalità insomma, con questo emendamento andiamo... lei giustamente prima diceva che è stato proposto un progetto di legge con una proroga e su questa proroga ci hanno presentato l'emendamento di ulteriore proroga. Esatto, la toppa peggio del buco, però con questo emendamento andiamo oltre e andiamo al 10 febbraio 2022. Volevo chiedere al collega se può ritirare l'emendamento.

PRESIDENTE

Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io vorrei ricordare all'Aula che, siccome molto spesso, alcune volte anche giustamente, quando affrontiamo la discussione ci lamentiamo di come la burocrazia o i livelli istituzionali più alti non siano in grado di produrre ciò che serve alle persone, in premessa vorrei ricordare che siamo di fronte ad un tema che è di competenza esclusiva delle Regioni.
Questo lo dico perché stavolta dare la colpa a qualcun altro è un po' complicato. Mai stato uno del PD in questa Regione per ora.
Secondo tema. Vorrei informare anche, approfittando dell'emendamento del collega Montanariello, che non stiamo parlando di un Piano caccia. Lo dico al consigliere Pan: come l'orientamento giurisprudenziale prevalente ci insegna, la materia caccia è non a caso collegata strutturalmente e sostanzialmente al tema della tutela dell'ambiente. Ecco perché questo è un piano, quello di cui stiamo chiedendo una proroga, è un piano che diventa uno strumento fondamentale non solo per organizzare l'attività dei cacciatori onesti, ma per costruire un equilibrio degli interessi in campo che sono quelli naturalistici, quelli ambientali, quelli agricoli e anche quelli venatori, un equilibrio coerente con la pianificazione politica che le Amministrazioni regionali si vogliono dare. Io ringrazio davvero il consigliere Pan che ci ha spiegato l'importanza che questo piano ha in questa direzione. Però è talmente importante, consigliere Pan, che noi oggi non stiamo discutendo del piano, ma stiamo discutendo della proroga e allora - ecco perché intervengo sull'emendamento del collega Montanariello - è davvero ai limiti dell'accettabile che dentro una discussione così costruita noi oggi sappiamo già che a questa proroga ne aggiungeremo un'altra. È talmente pronto il piano, consigliere Pan, che nel momento in cui ci dite che avete bisogno proprio di una proroga minima giusto per arrivare all'Aula, in realtà è già pronto un emendamento della maggioranza che chiede un'ulteriore proroga.
Per provare a fare una sintesi di quello che hanno detto il consigliere Montanariello e il consigliere Zanoni, su cui avete fatto della facile ironia non comprendendo invece il senso dell'operazione, vi diciamo: a questo punto, siccome le impegni che assumete, in riferimento alla scadenza reale di un impegno che vi prendete con gli ambientalisti, con i cacciatori, con chi ha delle attività agricole e quant'altro, non sono impegni attendibili, a questo punto proroghiamo più avanti perché tanto sappiamo già come andrà a finire. Di fronte ad una legge che impegna questa discussione e che proroga di qualche mese e di fronte a un emendamento già depositato della Giunta che proroga ulteriormente, la provocazione di dire: proroghiamo a caso... il consigliere Montanariello ha detto febbraio 2021, ma anche aprile, tanto cosa cambia?
Chiudo esprimendo un rammarico però sulla discussione che ho ascoltato in quest'Aula oggi, perché mi hanno raccontato che nella passata legislatura questo spesso avveniva e avrei auspicato che non si replicasse in questa: parlare del Piano faunistico venatorio significa affrontare o tentare di farlo in maniera seria il Piano ambientale, il Piano naturalistico, il Piano venatorio, il Piano agricolo. Vi chiedo, Consiglieri e Consigliere, di evitare che anche nella Undicesima Legislatura questa discussione si riduca a un derby tra cacciatori e ambientalisti. Non è decoroso per quest'Aula, non è decoroso per le ambizioni che ci poniamo con questo Piano e non è neanche decoroso per la funzione che noi svolgiamo qui dentro.
Con l'auspicio di vedere quanto prima il piano arrivare in quest'Aula, per tutte le ragioni che la consigliera Guarda, il consigliere Zanoni e il consigliere Montanariello hanno anticipato, vi chiedo davvero di finire la stagione delle proroghe, perché dopo tanti anni è ciò che serve e di cominciare a fare ciò che è il vostro dovere.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Collega Montanariello non può. Se lo deve ritirare, prego. Solamente se lo deve ritirare, però, collega. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Quello che devo dire è propedeutico.

PRESIDENTE

Se deve giustificare il ritiro, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

È propedeutico al ritiro. Chiedo di averne facoltà. Lo ritiro e ho presentato l'ordine del giorno a seguito e per riportare la serenità in Aula e dimostrare la poca credibilità sui vostri tempi, questa è una provocazione che mette in luce la pochezza della lungimiranza in materia di questa Amministrazione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. C0003 presentato dalla Giunta (assessore Corazzari), modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'articolo 1 del Progetto di Legge regionale n. 12 di iniziativa della Giunta regionale "Rideterminazione del termine di validità del piano faunistico-venatorio regionale approvato con legge regionale 5 gennaio 2007, n. 22 le parole "10 febbraio 2021" sono sostituite con le parole "31 agosto 2021".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Questo emendamento modifica la data della proroga prevista dal progetto di legge portandola dal 10 febbraio 2021 al 31 agosto 2021, ovvero questa proposta è stata valutata dopo un confronto tecnico, per, prima di tutto permettere il regolare svolgimento della stagione venatoria in corso che diversamente, se non avessimo portato questo disegno di legge, non avrebbe potuto essere ultimata, perché la scadenza originaria era al 31/12. Il fatto di portarla al 31 di agosto si rende necessario anche per dare una piena attuazione a tutti quegli adempimenti procedurali che saranno finalizzati all'avvio della nuova stagione venatoria 2021/2022, a dare la piena attuazione e consentire l'approvazione del nuovo Piano faunistico venatorio. Su questo ho sentito molta diffidenza da parte di una parte dell'Aula circa l'effettiva volontà della Giunta e dell'Amministrazione di arrivare all'approvazione del nuovo Piano faunistico venatorio. Io vorrei sgombrare il campo prendendo un impegno come Giunta ovvero di fare ogni azione nelle mie potenzialità e nelle mie possibilità per portare questo Piano faunistico venatorio all'esame della Commissione e quindi del Consiglio nei tempi più brevi possibili.
Quello che vi posso dire, come già sapete, è che il lavoro fatto nella precedente legislatura dall'assessore Pan è approdato all'esame della Commissione VAS e che l'istruttoria è sostanzialmente arrivata ad uno stato di avanzamento molto corposo insomma, che praticamente è nella fase conclusiva.
L'auspicio quindi è quello di riuscire nella prima parte dell'anno a trasmettere il nuovo Piano faunistico venatorio alla Commissione in modo che poi lì si possa svolgere tutto quel dibattito molto costruttivo che avete avviato in quest'Aula consiliare e molto interessante.
In questa sede io mi limito a dire che è stato usato un linguaggio piuttosto fuorviante, è stata data una rappresentazione anche un po' fuorviante di quella che è la tecnica legislativa utilizzata ovvero si è parlato di proroga su proroga, di doppia proroga, ma in realtà la proroga è una - mi conforti il Legislativo e l'avvocato Giachetti - la proroga è una, è stato solo modificato il termine di quella proroga, perché si può prorogare un termine esistente, effettivo ed efficace, non si può prorogare ciò che ancora non è stato determinato da provvedimento legislativo.
È stata solo una modifica del termine, non una doppia proroga e quindi non date anche una rappresentazione sbagliata e fuorviante di quello che è il lavoro che stiamo facendo. Stiamo cercando di fare un lavoro per dare continuità alla stagione venatoria e, d'altro canto, già in prospettiva, per permettere che gli adempimenti conseguenti anche all'adozione del nuovo Piano faunistico venatorio siano tali da avere quei tempi tecnici per poter permettere l'avvio della futura stagione venatoria '21/'22 e quindi dare una continuità e una regolarità, così come il presidente Ciambetti auspica molto spesso. Va bene?

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola il collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ho sentito un "di nuovo" e purtroppo sì, colleghi.
Guardi, Assessore, ho i miei dubbi che con questo emendamento si possa garantire un regolare svolgimento, credo che si potesse garantire più con il nostro, che vede un atto di coraggio politico nel chiamare le cose per nome e non in politichese, però siccome siamo sotto Natale e siamo buoni, se volete vi regaliamo il nostro: risparmiamo un pacco sotto l'albero e vi regaliamo il nostro. Guardi, noi non siamo diffidenti, Assessore, noi ci siamo presi i verbali delle scorse sedute di Consiglio e queste sono promesse che ormai tra un po' saranno scolpite nella pietra insieme al nome del primo Governatore, perché dopo dodici anni queste promesse hanno fatto più storia di Zaia che legifera da Presidente da più di dieci anni, ha capito? Queste promesse ci sono da prima ancora di Zaia, se andiamo avanti così. Quindi non siamo noi i diffidenti ma sono le carte che ci dicono che politicamente c'è poco da fidarsi su questo argomento.
Guardi, io accolgo con piacere che abbiamo trovato la chiave politichese per dire che l'emendamento non è una proroga della proroga e mi fa piacere, ancora una volta, l'atto politichese supera l'atto pratico e andiamo a dire che, spostando il termine in un provvedimento dove già viene spostato il termine, non è una proroga della proroga ma è un passaggio burocratico. A questo punto, guardi, polemica per polemica, siccome siamo chiamati qui non per dire se vogliamo la caccia o non vogliamo la caccia, se vogliamo il lupo o non vogliamo il lupo, ma per prorogare una norma, Assessore, proprio partendo dalle finalità che voi ci proponete ovvero il regolare svolgimento, io credo, per i motivi che prima ho illustrato e dopo metterò su un ordine del giorno, che con questo emendamento che voi fate ci sarà tutto tranne che un regolare svolgimento, a meno che non andiate a fare una norma transitoria.
Allora, Assessore, vuol dire che lei – mi consenta di dirle "lei" perché è l'Assessore in questione, oneri e onori – o voi venite con una proroga dove alla proroga che ci aggiungete, state già pensando che per essere a posto, dal punto di vista legislativo, dovete fare anche una norma transitoria. Dopo, Assessore, guardi non dica, non dica che noi siamo diffidenti, piuttosto diciamo che in questi ultimi 10-12 anni, quello che doveva essere fatto non è stato fatto, facciamo un atto di umiltà tutti dicendo che la colpa non è dell'assessore Corazzari, perché è appena arrivato sulle deleghe, non è neanche dell'Assessore prima, ma negli ultimi dodici anni ha governato il centrodestra. Quindi dividetevi, come i bussolotti alla tombola, a chi tocca e a chi non tocca, la colpa l'avete sempre in casa voi, non è una questione di attacco politico, però è una questione di chiarezza: noi siamo chiamati qui per legiferare e io credo che non ci sia cosa più brutta.
L'argomento è talmente serio che andiamo in cerca di qualcosa per sdrammatizzare il peso che abbiamo oggi in Aula, per sdrammatizzare il fatto che c'è una rincorsa al linguaggio politico per nascondere le inefficienze legislative di questi anni. Guardate, qui non c'è una diffidenza e prima diceva la consigliera Camani che è brutto che il dibattito si riduca a caccia sì o caccia no, ma c'è una cosa ancora più brutta e che urla vendetta ed è quello, caro Presidente – e lei credo che questo dovrebbe anche impedirlo con un atto di responsabilità a cui dovrebbe richiamarci – di andare a votare un emendamento alla norma, che sappiamo già che porterà una confusione legislativa nella norma stessa.
Allora, io dico: ma noi siamo qui per fare le leggi? Siamo qui per fare le leggi chiare? Siamo qui per aiutare i cittadini e i cacciatori onesti dalla fedina penale pulita del popolo veneto o siamo qui per andare a ingarbugliare loro la vita perché, in fondo in fondo, facciamo come i ladri di Pisa che di giorno ci parliamo insieme e la notte ci facciamo gli sgambetti: secondo me questo è uno sgambetto alla caccia e quindi Assessore, ripeto, non ce l'ho con lei, però l'ultimo decennio purtroppo...

PRESIDENTE

Collega, il tempo.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

...a governare e quindi le responsabilità le avete in casa vostra.
Concludo, Assessore, implorandovi ad un atto di responsabilità e a fare le leggi fatte bene: visto che dobbiamo fare solo quelle, cerchiamo almeno di non creare ancora ingarbugliamenti legislativo e metterci una mano sulla coscienza.

PRESIDENTE

Grazie, ha chiesto la parola la collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io, ad essere sincera, ho ascoltato le ragioni per le quali l'Assessore ci ha giustificato le ragioni di questa modifica dei termini di proroga. Ha parlato di adempimenti procedurali e ora io mi chiedo per quale ragione, nel momento in cui avete predisposto questo progetto di legge, non abbiate tenuto conto di queste necessità procedurali, perché non sono nate ora, cioè da quando avete presentato questa proposta di legge ad oggi vi siete accorti che ci sono degli adempimenti procedurali che prima non conoscevate, perché se la giustificazione che lei dà, Assessore, è coerente e seria, mi dovete spiegare qual è il meccanismo per cui ve ne siete accorti da quando avete depositato la richiesta di proroga ad oggi: o c'è un fattore di novità, oppure ciò che arriva a noi che leggiamo le carte è solo un indice di inefficienza e una valutazione sbagliata delle richieste che fate a questo Consiglio.
Possiamo, Assessore, trovare tutti i tecnicismi che vuole per non parlare di doppia proroga, ma di una modifica in sede emendativa del termine di proroga indicata nel progetto di legge.
Il fatto è che voi ci avete presentato solo poche settimane fa una richiesta per prorogare di qualche mese che, a nostro giudizio, era già inaccettabile e oggi venite in quest'Aula a stigmatizzare l'emendamento del consigliere Montanariello che addirittura prorogava di un anno, chiedendoci un'ulteriore proroga e la giustificazione che ci date sono gli adempimenti procedurali? Io auspico che da quando è stato proposto e approvato questo Piano, cioè decenni fa, ad oggi, almeno gli adempimenti procedurali li abbiate chiari.
Vede, Assessore, la diffidenza di questo Consiglio e delle minoranze non è una differenza ideologica, ma è una diffidenza che noi costruiamo sulla base di questa cosa: 31 gennaio 2013, 30 settembre 2013, 10 febbraio 2016, 10 febbraio 2017, 10 febbraio 2018, 10 febbraio 2019, 31 dicembre 2020, febbraio 2020 e agosto 2021. La nostra diffidenza sta qua e saremo i primi a dire che va bene quando il Piano faunistico arriverà nell'Aula, se arriverà, ma ad oggi noi non possiamo far altro che basarci sui dati di fatto e i dati di fatto sono che questa è l'ennesima proroga della proroga e sono decenni che aspettiamo.
Ripeto, non c'è maggior elemento di disattenzioni alle necessità dei cacciatori e degli ambientalisti nel proporre un'altra proroga. Siccome – e vado a chiudere – ci i spiegate ogni volta dell'eccellenza del Veneto, su questo tema, signori colleghi e signore colleghe, dobbiamo ammettere che l'eccellenza del Veneto non c'è e non si ritrova.
Allora noi, ovviamente, come voteremo contrario alla proposta di legge, a maggior ragione voteremo contrario a questa modifica dei termini della proroga e speriamo che per una volta gli impegni che prendete in quest'Aula vedano presto atti conseguenti. Ve lo dico già: per essere pronti con la nuova stagione venatoria, Assessore, la proposta di legge dovrà essere approvata molto prima di agosto e allora prendiamoci l'impegno che l'asticella temporale che noi ci prendiamo oggi non è agosto 2021, ma è che quest'Aula licenzi il nuovo Piano venatorio e faunistico, al massimo entro marzo/aprile 2021 e siccome in tanti sappiamo che questo sarà complicato, ecco perché pensiamo che o sarete costretti ad un'altra proroga, oppure dovrete ammettere la necessità di norme transitorie.
Quindi vi invitiamo – e chiudo – ancora una volta a procedere rapidamente e a riferire a quest'Aula quanto prima per evitare di trovarci ancora in questa condizione che, nelle more della scadenza, ci obbligate alla proroga. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di intervenire perché vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula sul fatto che questo è il Piano faunistico venatorio e il fatto che sia stato questo continuo rimandare – ricordo che è l'ottava proroga, per cui la credibilità di questa richiesta è abbastanza scarsa non è a costo zero.
Io voglio richiamare quello che ha detto il relatore Giuseppe Pan: abbiamo i cinghiali, abbiamo i lupi, abbiamo una trasformazione della fauna nell'ultimo decennio, che è importante per il territorio, cioè c'è una necessità di intervenire sul piano faunistico per gestire questa evoluzione, che è per certi versi imprevista, perché non ci aspettavamo di dover rincorrere gli orsi come stiamo facendo, non ci aspettavamo di trovare i cinghiali in città, eppure l'evoluzione degli ultimi anni ci ha portato in questa direzione. Il fatto che si chiedano queste proroghe ripetutamente è solo legato all'aspetto venatorio, mentre tutto l'aspetto faunistico non è stato gestito in questa Regione e questo io lo voglio richiamare.
Pertanto l'urgenza di intervenire non è solo legata a tenere o non tenere aperta la stagione venatoria, cosa che appassiona alcuni, ma non tutti noi, ma è venuto a mancare un necessario intervento di gestione del territorio, per cui veramente concedere la proroga vuol dire allentare la pressione sull'intervento nel territorio e io credo che questo non ce lo possiamo permettere perché i costi che la nostra società sta subendo dalla mancanza di un adeguamento del Piano faunistico (mi limito alla prima parte) sono evidenti a tutti.
Ecco, io penso che non possiamo accettare una proroga ulteriore perché già il termine del febbraio del '21 era un termine tardivo rispetto ai bisogni del nostro territorio.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. C0003 della Giunta regionale con parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione
(Votazione elettronica)
Valdegamberi favorevole.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

No, scusi, Presidente, non riusciamo a votare. Ovviamente noi stiamo votando contrari.

PRESIDENTE

Noi vediamo che lei ha votato contrario.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Scusi, perché io guardo l'immagine, ovviamente non ho il vostro monitor. Naturalmente mi sembra difficile vedere tutti i voti verdi.

PRESIDENTE

Ve lo dico io: hanno votato contrario Zottis, Baldin, Possamai, Camani, Bigon, Montanariello, Zanoni, Guarda, Ostanel e Lorenzoni.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. C0001, presentato dai consiglieri Zanoni, Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zottis, Guarda, Lorenzoni e Ostanel, articolo 1, comma 2bis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il comma 2 dell'articolo 1 è inserito il seguente comma:
"2bis. Il termine di trenta giorni, di cui al comma 1 dell'articolo 21 dell'Allegato A "Regolamento di attuazione del Piano faunistico venatorio regionale (2007-2012)" approvato con la legge regionale n. 1 del 2007, si applica anche a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge.".
Prego, collega.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Molto sintetico nel senso che è l'emendamento che vi avevo illustrato nella discussione generale, che prevede la riapertura dei trenta giorni utili anche in caso di proroga per i cittadini che hanno un terreno per poter chiedere il divieto di caccia nei propri terreni.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo interventi.
Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Molto brevemente, Presidente, non voglio far perdere tempo all'Aula, però la proposta di emendamento e la richiesta del consigliere Zanoni non mi sembrano così fuori luogo, cioè dice che siamo in una condizione complicata, il Piano è stato prorogato e vi abbiamo già detto come la pensiamo, c'è comunque una possibilità che possiamo dare ai proprietari dei fondi di fare richiesta perché poi anche la procedura di ottenere il via libera a questa richiesta è molto complicata, è molto articolata, stiamo prorogando tutto, apriamo una finestra che consenta ai proprietari dei fondi, dei terreni di chiedere, ripeto, con una procedura complessa e con l'esito tutt'altro che scontato, di poter esentare la propria proprietà dall'esercizio della caccia.
È una richiesta, a mio giudizio, di buonsenso, che non invalida né il percorso di costruzione del piano sul quale dite che state procedendo, ma, nelle more di questa proroga infinita, dà un minimo di disponibilità soprattutto alla luce del fatto che sono passati tanti anni dall'ultimo piano e comunque, anche nell'assetto proprietario dei fondi dei terreni coinvolti, possono esserci state situazioni che hanno maturato valutazioni diverse.
Ora, al netto della diversità delle posizioni che abbiamo credo ampiamente e sufficientemente espresso stasera, vorrei capire dal relatore e dalla Giunta quali sono le ragioni per le quali c'è un parere contrario su un emendamento che nulla toglie al percorso che avete annunciato oggi, ma che semplicemente aggiunge una tutela, perché davvero, a meno che non sia un no ideologico, io non ritrovo la ragione di buonsenso che ci porti a contrastare e a dare parere contrario a questo emendamento.
Quindi nell'annunciare ovviamente il sostegno al consigliere Zanoni e ribadendo la legittimità di questa proposta, vorrei anche capire il perché c'è il parere contrario su questa proposta di emendamento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, quando sento "ancora", credo che sia un invito, perché piace quello che dico e allora mi stimolo; quindi, se mi dite "ancora", io capisco che devo intervenire.
Io do per scontato, cari colleghi, che questo emendamento vada a buon fine, sono molto fiducioso, a differenza della collega che mi ha preceduto, perché credo, che con questo emendamento, noi diamo anche un assist a questa Giunta, a questa maggioranza, di andare a ripianare un po' alcune buche che ci sono, se vogliamo fare una metafora, su questo provvedimento.
Prendendo spunti dalla discussione che c'è stata nell'ultima approvazione prima di questa, da alcuni pezzi del verbale, vorrei fare un passaggio: ci sono tante questioni che vanno ridefinite con un nuovo Piano faunistico venatorio, quali i rapporti con i proprietari, i fondi sottratti e le aree di rispetto; occorre tener conto, in una parola, di quelle che sono le modificazioni ambientali intervenute nel tempo sotto il profilo aziendale, produttivo e che hanno modificato la nostra Regione.
Cari signori, nell'ultima proroga prima di questa – se si può ironicamente dire l'ultima proroga – è stato proprio delineato che la necessità di un nuovo Piano faunistico venatorio rientra anche per andare a porre un nuovo rapporto anche con i privati perché ci sono delle nuove riperimetrazioni, delle nuove attività, delle nuove realtà private, abitative, dei nuovi insediamenti produttivi e quindi io credo che, proprio perché voi oggi venite con una nuova proroga, sicuramente nel nuovo Piano faunistico venatorio questi problemi non ci saranno perché siamo sicuri che farete un lavoro centellinato che vi porterà ad evitare tutti questi problemi – di questo siamo sicuri già da adesso – però io credo che riconoscere un diritto alla proprietà privata, in attesa che il nuovo Piano faunistico lo riconosca andando a fare una nuova riparametrazione di quelle che sono le aree, sia anche un modo per andare a dare un atto di generosità nei confronti di una norma molto claudicante, certamente non per colpa dei privati, che però merita sicuramente un minimo di risposta.
Quindi io credo che proprio perché venite con una nuova proroga, sia giusto e doveroso, in questo momento, votare questo emendamento per cominciare a portarci avanti con quello che sarà il nuovo lavoro che ci sarà nel Piano faunistico venatorio, che a breve sicuramente vedremo in quest'Aula.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire Giuseppe Pan; prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sì, molto velocemente, giusto per dire due cose su questo emendamento.
Questo emendamento è irricevibile perché la legge è molto chiara, la legge che cito, la 157 del '92, all'articolo 15, recita: "Il proprietario conduttore dei fondi, che voglia e intenda vietare sullo stesso l'esercizio dell'attività venatoria, deve inoltrare entro trenta giorni dalla pubblicazione del Piano faunistico venatorio al Presidente della Giunta regionale richiesta motivata che, ai sensi dell'articolo 2, della legge 7 agosto '90, n. 241, sarà esaminata entro sessanta giorni". Ciò significa che, una volta che sarà approvato il Piano solo dopo scatteranno i trenta giorni, non si può fare in questo momento e quindi è irricevibile e noi diamo il parere contrario a questo emendamento.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire Guarda Cristina.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Sa, capogruppo Pan, quante persone nell'arco di questi tredici anni si sono ritrovate appunto a gestire nuovi terreni, a ereditare terra, a iniziare una nuova attività agricola, io per prima, e non poter avere questo privilegio?

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. C0001, parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Sono finiti gli emendamenti.
Passiamo ora all'articolato.
Articolo 1.
Se non ci sono interventi, metto in votazione l'articolo 1 come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Aarticolo 2.
Se non ci sono interventi, apriamo la votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Se non ci sono interventi, dichiaro aperta la votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora agli ordini del giorno.
ODG n. C4.

Ordine del giorno presentato dal consigliere Montanariello relativo a "Garantire certezze per lo svolgimento della stagione venatoria 2021-2022". RESPINTO

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO che prima dell'approvazione della proroga stabilita dal PDLR n. 12/2020 , il Piano faunistico venatorio regionale (PFVR) 2007-2012 è già stato prorogato sette volte, e precisamente: fino al 31 gennaio 2013, fino al 30 settembre 2013, fino al 10 febbraio 2019, fino al 31 dicembre 2020. Una ulteriore proroga al 31 agosto 2020 potrebbe preludere all'approvazione del nuovo PFVR a ridosso dell'inizio della stagione venatoria 2021-2022.
Considerato che la legislazione vigente prevede (art. 16 della L.R. n. 50/1993 ) che il calendario venatorio sia approvato dalla Giunta regionale entro il 15 giugno di ciascun anno, risulterebbe quanto mai inopportuno predisporre uno strumento gestionale come il calendario venatorio in presenza di uno strumento di pianificazione (il PFVR) in ravvicinata, se non immediata, scadenza. Il nuovo Piano comporterebbe tempi non brevi per la messa a regime di tutti gli strumenti di pianificazione (Comitati Direttivi ATC/CA, ZRC, AFV, AATV, Fondi Chiusi, Fondi sottratti alla caccia, confini ATC/CA) che andrebbero a sovrapporsi ai tempi in cui la stagione venatoria è aperta, con conseguenti difficoltà operative e di gestione. È pertanto ragionevole che, qualora il nuovo PFVR venga approvato tra maggio ed agosto 2021, l'efficacia e l'operatività dello stesso sia posticipata alla conclusione della stagione venatoria (febbraio 2022), proprio per consentire di effettuare le dovute istruttorie, assumere le conseguenti decisioni ed infine attuare i necessari provvedimenti nel periodo in cui l'attività venatoria è sospesa.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a predisporre una norma transitoria di proroga fino al 28 febbraio 2022 del Piano Faunistico Venatorio Regionale 2007-2012, qualora i tempi necessari agli adempimenti connessi all'attuazione del nuovo PFVR venissero a sovrapporsi al calendario venatorio 2021-2022.".
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, non so se lo avevo già anticipato prima, comunque avevo preparato un ordine del giorno che chiede di garantire la certezza per lo svolgimento della stagione venatoria '21-'22.
Evito la premessa.
"Il Consiglio regionale del Veneto, premesso che prima della proroga stabilita dal Pd LR. n. 12/2020 , il Piano faunistico venatorio regionale 2007-2012 è già stato prorogato sette volte e precisamente fino al 31 gennaio 2013, fino al 30 settembre 2013, fino al 10 febbraio 2016, fino al 10 febbraio 2017, fino al 10 febbraio 2018, fino al 10 febbraio 2019 e fino al 31 dicembre 2020 (ci vorrebbe un emendamento all'emendamento per aggiungere agosto, ma va bene), un'ulteriore proroga al 31 agosto 2020 potrebbe preludere all'approvazione del nuovo piano faunistico venatorio a ridosso dell'inizio della stagione venatoria 2021-2022.
Considerato che la legislazione vigente prevede, all'articolo 16 della legge regionale 50 del '93, che il calendario venatorio sia approvato dalla Giunta regionale entro il 15 giugno di ciascun anno, risulterebbe quanto mai inopportuno predisporre uno strumento gestionale come il calendario venatorio, in presenza di uno strumento di pianificazione in ravvicinata, se non immediata scadenza, il nuovo piano comporterebbe tempi non brevi per la messa a regime di tutti gli strumenti di pianificazione comitati direttivi ATCCA, ZRC, AFR, AATV fondi chiusi, fondi sottratti alla caccia confini ATC CA che andrebbero a sovrapporsi con i tempi in cui la stagione venatoria è aperta con conseguenti difficoltà operative di gestione.
È pertanto ragionevole che qualora il nuovo piano faunistico venga approvato tra maggio ed agosto 2021 l'efficacia e l'operatività dello stesso sia posticipata alla conclusione della stagione venatoria a febbraio 2022, proprio per consentire di effettuare le dovute istruttorie, assumere le conseguenti decisioni ed infine attuare i necessari provvedimenti nel periodo in cui l'attività venatoria è sospesa.
Impegnata la Giunta regionale a predisporre una norma transitoria di proroga fino al 28 febbraio 2022 del Piano faunistico venatorio regionale 2007/2012, qualora i tempi previsti agli adempimenti connessi dell'attuazione del nuovo piano faunistico venissero sovrapposti al calendario venatorio 2021/2022".
Presidente, concludo dicendo che credo che questo ordine del giorno, da quanto ho capito, verrà bocciato, però siamo lo stesso orgogliosi di essere stati qui oggi a darvi uno spunto, un nostro assist che sicuramente vi aiuterà a capire che bisogna fare una norma transitoria per evitare questi ingarbugliamenti amministrativi. Al netto, Presidente, di quello che sarà il risultato di questo ordine del giorno, credo che il nostro compito che sia quello di fare chiarezza e darvi gli spunti e, laddove non riuscite a fare chiarezza nel buio della notte di questo ultimo decennio, facciamo la nostra parte dicendovi che ci raccomandiamo che, anche se boccerete il nostro ordine del giorno, di farvi carico di una norma transitoria: fatela a nome vostro, portatevi a casa la medaglietta di averla fatta, però fatela, perché ne necessita proprio quella caccia a cui dite di volere bene.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. C0004.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Con il voto contrario anche del collega Valdegamberi e del collega Bet.
ODG n. C5

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Guarda, Possamai, Zanoni, Ostanel, Bigon, Baldin e Lorenzoni relativo a "Garantire i contributi ai titolari dei fondi inclusi nel piano faunistico venatorio e valutare misure di semplificazione procedimentale delle istanze di sottrazione dei fondi dal perimetro del piano." RESPINTO

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO:
- la legge 11 febbraio 1992 n. 157 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio", all'articolo 15, commi 1 e 2, stabilisce che: " 1. Per l'utilizzazione dei fondi inclusi nel piano faunistico-venatorio regionale ai fini della gestione programmata della caccia, è dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura della Amministrazione regionale in relazione alla estensione, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente. 2. All'onere derivante dalla erogazione del contributo di cui al comma 1, si provvede con il gettito derivante dalla istituzione delle tasse di concessione regionale di cui all'articolo 23.";
- la legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 "Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio", all'articolo 8, comma 5, lett. f), attribuisce al regolamento di attuazione del Piano faunistico venatorio regionale la definizione dei "[...] criteri per l'assegnazione di contributi di cui al comma 1 dell'articolo 15 della legge n. 157/1992, ai proprietari o conduttori di fondi rustici ai fini dell'utilizzo degli stessi nella gestione programmata della caccia."; l'art. 27, comma 1, della legge regionale in argomento, come modificato da ultimo con legge regionale 7 agosto 2018, n. 30 , attribuisce alla Giunta regionale, e non più alla Provincia per delega, l'erogazione del contributo ai proprietari o conduttori dei fondi rustici inclusi nel piano faunistico venatorio regionale ai fini della gestione programmata della caccia";
RILEVATO CHE:
- il predetto contributo assolve alla funzione di indennizzare i proprietari dei fondi sottoposti alla pianificazione pubblica in materia, tal per cui esso va inteso come ristoro dovuto per l'effetto dell'esercizio della pubblica potestà e sulla scorta del presupposto dell'inclusione del fondo all'interno del piano faunistico-venatorio;
- alla dovuta erogazione di tale contributo sulla scorta del presupposto di legge, si aggiunge la facoltà prevista del proprietario o del conduttore di sottrarre il fondo all'esercizio dell'attività venatoria, inoltrando, entro trenta giorni dalla pubblicazione del piano faunistico-venatorio, al Presidente della Giunta regionale richiesta motivata che, ai sensi dell'art. 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241 e, nel caso della Regione del Veneto, come disciplinata all'art. 21 del regolamento di attuazione di cui all'Allegato A del vigente Piano faunistico-venatorio regionale;
CONSIDERATO CHE:
- con riferimento ai contributi di cui agli artt.15 l. 11 febbraio 1992 n. 157 e 8 l.r. 9 dicembre 1993, n. 50 , stante la natura giuridica come sopra tratteggiata, è necessario che la Giunta regionale garantisca, sin d'ora, congrue risorse finanziarie certe ai fini della tempestiva corresponsione anche dei contributi dovuti ed ad oggi eventualmente non ancora erogati;
- per quel che concerne la procedura tesa alla sottrazione dei fondi è necessario che si provveda a rivedere la procedura così come attualmente contrassegnata dal regolamento attuativo, adottando, nell'autonomia organizzativa e amministrativa regionale e nella prospettiva di un nuovo piano-faunistico venatorio in tempi celeri, un approccio di semplificazione dell'afferente procedimento amministrativo, dando per assodato e presupposto l'interesse ambientale ai fini della sottrazione dei fondi, e valutando sia l'aumento da 30 a 60 a decorrere dall'entrata in vigore del piano faunistico-venatorio ai fini della ricezione delle istanze sia la dimidiazione del termine di conclusione del procedimento;
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
a dotarsi, giù dal corrente anno, di congrue risorse finanziarie per garantire la tempestiva corresponsione dei contributi a favore dei titolari dei fondi inclusi nel Piano faunistico-venatorio regionale, anche con riferimento ai contributi dovuti ed eventualmente non ancora erogati;
a prevedere, nel prossimo Piano Faunistico-Venatorio, adeguati strumenti di semplificazione per l'esame delle istanze di sottrazione dei fondi dai perimetri del piano.".
Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio i colleghi Zanoni, Ostanel, Bigon, Baldin e Lorenzoni per aver sottoscritto questo ordine del giorno.
Chiariamo che parliamo della legge 157 del '92, che all'articolo 15, commi 1 e 2, stabilisce che, per l'utilizzazione dei fondi inclusi nel Piano faunistico venatorio regionale, ai fini della gestione programmata della caccia, è dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura dell'Amministrazione regionale in relazione all'estensione, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente. Nero su bianco.
Si provvede con il gettito derivante dall'istituzione delle tasse di concessione regionale di cui all'articolo 23 per il pagamento delle stesse.
È talmente legge che nel 2014 era l'assessore della Giunta Zaia che dichiarava: "A seguito dei recenti solleciti di indennizzi, sicuramente dovuti, ci siamo attivati. Fino ad ora nessuno li aveva mai richiesti, ma dopo le più di 800 richieste pervenute alla Giunta regionale, sui 5 milioni di euro di tassa regionale pagata dai cacciatori, abbiamo girato alle Province 4 milioni. Di questi 562.000 sono destinati alla servitù venatoria". Ne mancavano all'appello in realtà, per le servitù passate, ben più di questi 562.000, per gli ultimi cinque anni Stival prevedeva di andare a stanziare ben 5 milioni di euro per questo importo dovuto ai proprietari e conduttori dei terreni agricoli.
Pertanto questa è la richiesta, cioè di osservare la legge, punto n. 1, e, punto n. 2, di andare a prevedere all'interno del Piano faunistico venatorio una procedura semplificata per fare in modo che già dal prossimo Piano faunistico venatorio chi ha atteso 13 anni, finalmente veda riconosciuto il diritto che gli spetta, cioè di far escludere il proprio terreno nel caso in cui abbia desiderio di escluderlo dal passaggio del mondo venatorio.
È un diritto e questo diritto deve essere osservato e rispettato perché sennò, ogni cinque anni, ci ritroveremo qui magari a discutere un'ulteriore proroga, ma spero che, oltre a noi, ci saranno in realtà ben altri rappresentanti della nostra Regione, nuovi rappresentanti della nostra Regione lungimiranti, capaci di non prorogare per altre otto volte il Piano faunistico venatorio e non far vedere non corrisposto un diritto che è sancito dalla legge.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Prego, collega Ostanel.


Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Mi sono accorta che prima ho votato a favore dell'articolo 2 del PDL 10, quindi, volevo chiedere invece di votare contro.

PRESIDENTE

Troppo tardi, mi spiace. Lo lasciamo a verbale. Resta a verbale.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. C0005.
È aperta la votazione aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo adesso alle dichiarazioni di voto.
Ci sono dichiarazioni?
Colleghi, vi chiedo cortesemente di prenotatevi per tempo.
Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Rapidissimamente, solo per motivare il voto negativo: è stato chiarito molto bene precedentemente dai colleghi perché è una proroga che non è tecnica, ma è politica, visto che è l'ennesima, è di fatto una scelta. L'auspicio da parte nostra è davvero che si tratti dell'ultima: abbiamo sentito promesse su questo fronte oggi molto impegnative in quest'Aula, quindi speriamo davvero che sia l'ultima volta che ci troviamo a votare una proroga su questo tema. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Possiamo mettere al voto il PDL n. 12 nel suo complesso come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Vi saluto tutti e vi ringrazio. Verrete convocati a domicilio.
Dichiaro chiusa la seduta.
La Seduta termina alle ore 19.40
Il Consigliere segretario
f.to Erica BALDIN

Il Presidente
f.to Nicola Ignazio FINCO


Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Paola Lombardo

Verbale n. 4 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 4
VENERDì 27 NOVEMBRE 2020


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 4a seduta pubblica – venerdì 27 novembre 2020
La seduta si svolge con modalità telematica mista, secondo quanto previsto nella deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 105 del 13 novembre 2020.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15691 del 24 novembre 2020 come integrato con nota prot. n. 15780 del 25 novembre 2020.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 11.09.

Il PRESIDENTE comunica all'Aula che la seduta odierna si svolgerà in modalità telematica mista e con unico sistema di votazione telematico.

Punto n. 1) all'ordine del giorno


Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che s'intende approvato il processo verbale della 3a seduta pubblica di venerdì 13 novembre 2020.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 1 del 16.10.2020
presentata dalla consigliera Guarda
"App Immuni resa inutile in territorio veneto: il Presidente della Giunta regionale chiarisca"

e

n. 2 del 20.10.2020
presentata dai consiglieri Zanoni, Giacomo Possami, Bigon, Camani, Montanariello, Zottis, Ostanel, Lorenzoni
"App Immuni: perché le Ulss del Veneto non hanno ancora caricato sulla piattaforma informatica i dati dei positivi al Covid-19?"

Interviene l'assessora Lanzarin che, per conto della Giunta regionale, risponde congiuntamente alle Interrogazioni a risposta immediata in oggetto (IRI).

Intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), in sede di replica sull'IRI n. 1, e Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica sull'IRI n. 2.

n. 15 del 09.11.2020
presentata dal consigliere Finco
"L'azienda ABB chiude lo stabilimento di Marostica, gravi conseguenze per il territorio"

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno


Elezione della Giunta per il regolamento. APPROVATA (Deliberazione n. 105/2020)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente) il quale, a nome della maggioranza, propone la candidatura dei consiglieri regionali Rizzotto, Sandonà e Brescacin e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) il quale, a nome dei gruppi Partito Democratico, la componente del gruppo Misto Arturo Lorenzoni, Europa Verde e il Veneto che Vogliamo, propone la candidatura dei consiglieri regionali Zanoni, Camani e Guarda.

La consigliera segretaria Sponda (Zaia Presidente), su invito del Presidente, procede all'appello nominale della votazione, a scrutinio segreto, dell'elezione in oggetto.

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione:

Assegnati n. 51
Presenti n. 46
Votanti n. 46
Astenuti n. 0
Schede bianche n. 0
Schede nulle n. 1

Hanno ottenuto voti

Per la maggioranza:

Rizzotto Silvia n. 14
Sandonà Luciano n. 11
Brescacin Sonia n. 11

Per la minoranza:

Camani Vanessa n. 3
Guarda Cristina n. 3
Zanoni Andrea n. 3

Risultano eletti componenti:

Rizzotto Silvia
Sandonà Luciano
Brescacin Sonia
Zanoni Andrea
Camani Vanessa
Guarda Cristina

Punto n. 6) all'ordine del giorno


Designazione di due consiglieri regionali componenti del Consiglio delle autonomie locali ai sensi dell'articolo 2, comma 7 della legge regionale n. 31/2017 . APPROVATA (Deliberazione n. 106/2020)  [RESOCONTO]


Intervengono il consigliere Villanova (Zaia Presidente) il quale, a nome della maggioranza, propone la candidatura della consigliera regionale Cestaro e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) il quale, a nome dei gruppi Partito Democratico, la componente del gruppo Misto Arturo Lorenzoni, Europa Verde e il Veneto che Vogliamo, propone la candidatura della consigliera regionale Bigon.

La consigliera segretaria Baldin (Movimento 5 Stelle), su invito del Presidente, procede all'appello nominale della votazione, a scrutinio segreto, della designazione in oggetto.

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione:

Assegnati n. 51
Presenti n. 46
Votanti n. 46
Astenuti n. 0
Schede bianche n. 1
Schede nulle n. 0

Hanno ottenuto voti

Per la maggioranza:

Cestaro Silvia n. 36
Cestari Laura n. 1

Per la minoranza:

Bigon Anna Maria n. 9
Camani Vanessa n. 1

Risultano designate:

Cestaro Silvia

Bigon Anna Maria

Punto n. 7) all'ordine del giorno


Disegno di legge d'iniziativa della Giunta regionale relativo a "Istituzione del nuovo comune denominato "Borgo Veronese" mediante fusione dei comuni di Isola Rizza e San Pietro di Morubio della provincia di Verona".
NON PASSAGGIO AGLI ARTICOLI. (Progetto di legge n. 1) APPROVATO (Deliberazione n. 107/2020)  [RESOCONTO]

Interviene il consigliere Corsi (Liga Veneta per Salvini Premier) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Ciambetti (Liga Veneta per Salvini Premier), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Rizzotto (Zaia Presidente) e Finco (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

In dichiarazione di voto finale interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il non passaggio agli articoli del progetto di legge in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 8) all'ordine del giorno


Bilancio consolidato 2019 (Articolo 68, decreto legislativo 118/2011). (Proposta di deliberazione amministrativa n. 2) APPROVATO (Deliberazione n. 108/2020)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

In discussione generale intervengono la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), l'assessore Calzavara, il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) e nuovamente l'assessore Calzavara .

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) e Sandonà (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punto n. 9) all'ordine del giorno


Disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2020-2022". (Progetto di legge n. 11) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 37/2020)  [RESOCONTO]


Intervengono il consigliere Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 13.23 per consentire all'Ufficio di Presidenza della Prima commissione consiliare di esprimere il parere sull'emendamento presentato.

La seduta riprende alle ore 14.39.

In discussione generale intervengono l'assessore Calzavara, i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Villanova (Zaia Presidente), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Interviene l'assessore Calzavara in sede di replica.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Gli articoli 1, 2, 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla commissione consiliare competente.

L'emendamento n. A1 all'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 5 ,posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 6, 7 e 8, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla commissione consiliare competente.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A2

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Possamai Giacomo e Lorenzoni relativo a "Impegnare una parte della somma di euro 1.000.000,00, stanziata a titolo di finanziamento delle azioni di promozione turistica necessarie per il sostegno al settore turistico per contrastare le ricadute negative conseguenti all'attuale fase di emergenza pandemica, coinvolgendo gli operatori dello spettacolo con sede in Veneto e operanti nella medesima regione". RESPINTO  [RESOCONTO]

In dichiarazione di voto interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Dolfin, Formaggio, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Polato, Possamai Giacomo, Soranzo, Speranzon, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A3

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Possamai Giacomo, Zanoni e Camani relativo a "Garantire le necessarie risorse per i pazienti psichiatrici minorenni e i pazienti adulti affetti dal disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività (ADHD)". RESPINTO  [RESOCONTO]


Intervengono la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'ordine del giorno in oggetto, e in dichiarazione di voto l'assessora Lanzarin e la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A4

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Guarda, Possamai Giacomo, Zanoni, Ostanel, Bigon, Baldin, Lorenzoni e Camani relativo a "Recovery Fund e veto di Ungheria e Polonia rispetto alla condizionalità dello stato di diritto". RESPINTO


Intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde) che illustra l'ordine del giorno in oggetto, Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) e Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) e Lorenzoni (Gruppo Misto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Presidente prende atto che il consigliere Possamai Gianpiero esprime voto favorevole e che il consigliere Piccinini rettifica il voto contrario espresso in modalità telematica in voto favorevole.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:
nessuno

Punto n. 10) all'ordine del giorno


Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Zaia, Finco, Rizzotto, Cavinato, Sandonà, Brescacin, Michieletto, Villanova, Dolfin, Zecchinato, Vianello e Bet relativa a "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2012, n. 23 "Norme in materia di programmazione socio sanitaria e approvazione del Piano socio-sanitario regionale 2012-2016" ed ulteriori disposizioni". (Progetto di legge n. 10) APPROVATA (Deliberazione legislativa n. 38/2020)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere Brescacin (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Quinta commissione consiliare, e Bigon (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Quinta commissione consiliare.

Durante l'intervento della consigliera Brescacin assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti nn. B3 e B4 scade in 10 minuti.

In discussione generale interviene l'assessora Lanzarin.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

La seduta è sospesa alle ore 16.43.

La seduta riprende alle ore 17.04.

Si passa all'esame degli articoli e relativi emendamenti.

Sull'emendamento n. B3 all'articolo 1 interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e propone una modifica.

Il PRESIDENTE mette in votazione l'emendamento n. B3.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

Il PRESIDENTE annulla la votazione sull'emendamento n. B3.

L'emendamento n. B3 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento B4 all'articolo 1 intervengono le consigliere Bigon (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Camani (Partito Democratico Veneto) e Brescacin (Zaia Presidente).

L'emendamento n. B4 all'articolo 1 viene posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica.

Il Presidente prende atto che i consiglieri Bozza e Brescacin hanno espresso voto contrario e che il consigliere Possamai Giacomo ha espresso voto favorevole.

L'emendamento n. B4 all'articolo 1 è respinto.

L'emendamento n. B1 all'articolo 1, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento B2 all'articolo 1 intervengono le consigliere Guarda (Europa Verde) che lo illustra e propone una modifica, Camani (Partito Democratico Veneto) e Brescacin (Zaia Presidente).

L'emendamento n. B2 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli articoli 1, 2, 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla commissione consiliare competente.

Si passa all'esame dell' ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. B5

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zanoni, Camani e Possamai Giacomo relativo a "Adeguare il trattamento economico del personale del servizio sanitario regionale". RESPINTO


Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto) e Brescacin (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Presidente prende atto che il consigliere Rigo rettifica il voto contrario espresso in modalità telematica in voto favorevole.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 11) all'ordine del giorno


Disegno di legge relativo a "Rideterminazione del termine di validità del piano faunistico-venatorio regionale approvato con legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 ". (Progetto di legge n. 12) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 39/2020)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza commissione consiliare, e Guarda (Europa Verde), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) e Formaggio (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 18.40 per consentire all'Ufficio di Presidenza della Terza commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta riprende alle ore 18.49.

Si passa all'esame degli articoli e relativi emendamenti.

Sull'emendamento C2 all'articolo 1 intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto) e Montanariello (Partito Democratico Veneto) che ritira l'emendamento.

Sull'emendamento C3 all'articolo 1 intervengono l'assessore Corazzari, i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto) e Lorenzoni (Gruppo Misto).

L'emendamento n. C3 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento C1 all'articolo 1 intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Guarda (Europa Verde).

L'emendamento n. C1 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 2 e 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla commissione consiliare competente.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati al progetto di legge in oggetto.

ODG n. C4

Ordine del giorno presentato dal consigliere Montanariello relativo a "Garantire certezze per lo svolgimento della stagione venatoria 2021-2022". RESPINTO  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Presidente prende atto che i consiglieri Valdegamberi e Bet dichiarano voto contrario.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Lorenzoni, Camani, Montanariello, Possamai Giacomo, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

Bigon, Guarda, Ostanel, Zanoni

Non votanti:

nessuno

ODG n. C5

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Guarda, Possamai Giacomo, Zanoni, Ostanel, Bigon, Baldin e Lorenzoni relativo a "Garantire i contributi ai titolari dei fondi inclusi nel piano faunistico-venatorio e valutare misure di semplificazione procedimentale delle istanze di sottrazione dei fondi dal perimetro del piano". RESPINTO


Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

Montanariello

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 19.40.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca




IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
Nicola Ignazio FINCO







N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba