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Seduta del consiglio regionale del 22/02/2022 n. 50
Martedì, 22 febbraio 2022
SOMMARIO
- APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
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- COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
- INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
- RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
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- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 103 del 23 marzo 2021 presentata dai consiglieri Bigon, Camani e Zanoni relativa a "L'ELICOTTERO DEL 118 DELL'AEROPORTO CIVILE DI PADOVA SARÀ FINALMENTE DOTATO DEL NECESSARIO VERRICELLO?"
- PRESIDENTE
- Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 124 del 20 aprile 2021 presentata dai consiglieri Camani, Bigon, Zottis e Zanoni relativa a "QUALI SONO LE INTENZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE IN MERITO ALL'OSPEDALE DI SCHIAVONIA (PD)?"
- E
- Interrogazione a risposta immediata n. 219 del 10 dicembre 2021 presentata dalle consigliere Camani e Ostanel relativa a "QUALI SONO LE INTENZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE IN MERITO ALL'OSPEDALE DI SCHIAVONIA (PD)?"
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- Interrogazione a risposta immediata n. 221 del 21 dicembre 2021 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "COMUNITÀ PER MINORI: NON SCARICARE L'INEFFICIENZA DELLA REGIONE SUI SOGGETTI PIÙ FRAGILI IMPEDENDO LORO LA VISITA ALLE FAMIGLIE DURANTE LE FESTIVITÀ"
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 225 del 13 gennaio 2022 presentata dai consiglieri Venturini e Bozza relativa a "QUALI AZIONI SONO PREVISTE DALLA REGIONE VENETO PER L'ATTUAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 9/2004 SULL'AUTISTA SOCCORRITORE?"
- PRESIDENTE
- Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 227 del 14 gennaio 2022 presentata dal consigliere Finco relativa a "UNITÀ DI CHIRURGIA SENOLOGICA DELL'OSPEDALE DI SAN BASSIANO: QUALI SONO LE RAGIONI DELLA SUA SOPPRESSIONE E COME VERRANNO GARANTITI I MEDESIMI SERVIZI AI PAZIENTI?"
- PRESIDENTE
- Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "ISTITUZIONE DEL SISTEMA INFORMATIVO LAVORO E SOCIALE (SILS)". (PROGETTO DI LEGGE N. 102) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 5/2022)
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- PRESIDENTE
- Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- PROGRAMMA TRIENNALE DELLA CULTURA 2022-2024. ARTICOLO 7, COMMA 3, LEGGE REGIONALE 17/2019. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 30) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 17/2022)
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- PRESIDENTE
- Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Ass.re Cristiano CORAZZARI
- PRESIDENTE
- Ass.re Cristiano CORAZZARI
- PRESIDENTE
- Ass.re Cristiano CORAZZARI
- PRESIDENTE
- Ass.re Cristiano CORAZZARI
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Ass.re Cristiano CORAZZARI
- PRESIDENTE
- Ass.re Cristiano CORAZZARI
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- PROGRAMMA TRIENNALE 2022-2024 ED ELENCO ANNUALE 2022 DEI LAVORI PUBBLICI DELL'AMMINISTRAZIONE REGIONE DEL VENETO. LEGGE REGIONALE 7 NOVEMBRE 2003, n. 27 E D.M. MIT 16 GENNAIO 2018, N. 14. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 38) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 20/2022)
-
- PRESIDENTE
- Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.re Francesco CALZAVARA
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello, Giacomo Possamai e Camani relativo a "La Giunta regionale si attivi per la realizzazione della pista ciclabile lungo il Naviglio del Brenta Stra-Fusina" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma triennale 2022-2024 ed Elenco annuale 2022 dei Lavori Pubblici dell'amministrazione Regione del Veneto. Legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 e D.M. MIT 16 gennaio 2018, n. 14.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 38) APPROVATO (Deliberazione n. 18/2022)
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ordine del giorno presentato dal consigliere Montanariello relativo a "La Giunta regionale si attivi per la realizzazione della pista ciclabile sul Ponte della Romea che attraversa il fiume Brenta" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma triennale 2022-2024 ed Elenco annuale 2022 dei Lavori Pubblici dell'amministrazione Regione del Veneto. Legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 e D.M. MIT 16 gennaio 2018, n. 14.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 38) APPROVATO (Deliberazione n. 19/2022)
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello, Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Zanoni, Zottis, Ostanel e Lorenzoni relativo a "Prevedere una rendicontazione semestrale al Consiglio regionale sullo stato di attuazione del Programma annuale e triennale dei lavori pubblici della Regione Veneto, sui lavori pubblici a gestione commissariale o gestiti da aziende sanitarie regionali, enti strumentali, società partecipate." RESPINTO
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ordine del giorno presentato dal consigliere Montanariello relativo a "Il Programma triennale dei lavori pubblici 2022-2024 non prevede interventi sulla rete stradale, ma Chioggia attende da decenni una mobilità sicura e sostenibile per il rilancio dei settori turistico, portuale e commerciale. La Giunta regionale si attivi per il raddoppio della SP 9 "Arzeron"." RITIRATO
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 14.14
PRESIDENTE
Colleghi, accedete a Concilium. Quando raggiungo il numero legale, inizio la seduta.
La Seduta è sospesa alle ore 14.14
La Seduta riprende alle ore 14.16
PRESIDENTE
Diamo inizio alla 50
a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 0002463 del 17 febbraio 2022.
PUNTO
1 |
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APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 49
a seduta pubblica di martedì 15 febbraio 2022.
PUNTO
2 |
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COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Luca ZAIA
Silvia CESTARO
I congedi sono concessi.
PUNTO
3 |
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INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4 |
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RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
PRESIDENTE
Iniziamo con le interrogazioni e le interpellanze.
Interrogazione a risposta immediata n. 103 del 23 marzo 2021 presentata dai consiglieri Bigon, Camani e Zanoni relativa a "L'ELICOTTERO DEL 118 DELL'AEROPORTO CIVILE DI PADOVA SARÀ FINALMENTE DOTATO DEL NECESSARIO VERRICELLO?"
PRESIDENTE
Partiamo dalla IRI n. 103 della collega Bigon: "L'elicottero del 118 dell'aeroporto civile di Padova sarà finalmente dotato del necessario verricello?".
Collega Bigon, prego.
Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
È un'interrogazione fatta a marzo 2021 insieme alla collega Camani e al collega Zanoni. Da diversi mesi i Sindaci del territorio padovano sollecitavano alla Regione e alla Direzione generale dell'AULSS 6 una soluzione urgente per l'inadeguatezza dell'elicottero di soccorso a distanza presso il locale aeroporto padovano "Allegri". Questo velivolo non è dotato del verricello, necessario qualora gli operatori sanitari debbano soccorrere persone in siti difficili, tanto che questi chiamano il servizio del 118 di Verona, Treviso e Belluno.
Rilevato che, secondo quanto è riportato dalla stampa locale, la Conferenza dei Sindaci sempre dell'AULSS 6, ha recentemente presentato formale richiesta al Direttore generale della medesima Azienda sanitaria di dotare sempre questo velivolo del necessario verricello e che il bando di gara per la nuova assegnazione del servizio di elisoccorso regionale prevede che tutte le basi del territorio devono avere le stesse capacità operative per garantire la massima efficienza negli interventi di soccorso, con questa interrogazione chiediamo alla Giunta se intende intervenire con l'apposizione di questo verricello.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie.
Prego, assessore Lanzarin, per la risposta.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Interpellate le strutture regionali competenti in merito al quesito posto nell'interrogazione, si forniscono le seguenti precisazioni.
Il servizio di elisoccorso è attivo da molti anni nella Regione del Veneto e, a partire dal 2017, le procedure centralizzate di gara per l'acquisto delle forniture dei servizi, tra cui anche l'elisoccorso, sono state trasferite alla competenza di Azienda Zero. Infatti, nell'anno 2019 l'Azienda sanitaria ha avviato la procedura per l'aggiudicazione del servizio di elisoccorso sanitario per la Regione del Veneto in qualità di centrale di committenza regionale, nominando un apposito gruppo... (audio incomprensibile)
Tra le varie caratteristiche tecniche obbligatorie per partecipare alla gara è stata chiesta anche la presenza di verricello per gli elicotteri di tutte le basi. Al termine delle procedure, stipulato il nuovo contratto per il servizio di elisoccorso, il verricello è stato installato anche sul veicolo avente base operativa a Padova, in data 12 luglio 2021.
La formazione di tutto il personale sanitario per il suo impiego è terminata il 4 novembre 2021 e da quella data l'elicottero ha potuto utilizzare il verricello nelle missioni di soccorso. Infatti, dal 4 novembre 2021 al 4 febbraio 2022 il servizio ha utilizzato il verricello già in due interventi.
PRESIDENTE
Grazie. Per la replica, collega Bigon.
Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Nessuna replica.
Ringrazio e chiedo la copia della risposta.
PRESIDENTE
Grazie.
Interrogazione a risposta immediata n. 124 del 20 aprile 2021 presentata dai consiglieri Camani, Bigon, Zottis e Zanoni relativa a "QUALI SONO LE INTENZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE IN MERITO ALL'OSPEDALE DI SCHIAVONIA (PD)?"
E
Interrogazione a risposta immediata n. 219 del 10 dicembre 2021 presentata dalle consigliere Camani e Ostanel relativa a "QUALI SONO LE INTENZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE IN MERITO ALL'OSPEDALE DI SCHIAVONIA (PD)?"
PRESIDENTE
Passiamo alla IRI n. 124, che va unificata alla IRI n. 219, perché trattano lo stesso argomento. Tra l'altro, la prima firmataria è sempre la collega Camani: "Quali sono le intenzioni della Giunta regionale in merito all'ospedale di Schiavonia?".
Prego, Camani.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Ha ragione, sono due interrogazioni che, a distanza di otto mesi l'una dall'altra, interrogano la Giunta esattamente sul medesimo problema, perché in quegli otto mesi – e devo dire anche nei quattro successivi – rispetto a quel quesito non c'è stata risposta.
Assessore, io la ringrazio che oggi, finalmente, dopo quasi un anno, si degna di venire a informare il Consiglio su quali sono le intenzioni della Giunta rispetto all'ospedale di Schiavonia. Oggi capirà che così è facile: noi le chiediamo di rispondere alle interrogazioni quando i cittadini e gli amministratori locali hanno bisogno di risposte.
Entrambe le interrogazioni vertono sul fatto che c'è un ospedale in Provincia di Padova che è stato inserito nella pianificazione regionale come il luogo che avrebbe dovuto essere destinato al ricovero e alla cura dei pazienti Covid.
Questo fatto si è sostanzialmente prolungato per due anni e ha prodotto dei risultati e dei danni incalcolabili rispetto alla possibilità che i cittadini di quei territori – stiamo parlando della Bassa Padovana – potessero accedere in maniera ordinata e ordinaria alle cure necessarie.
Le interrogazioni, dunque, erano appunto finalizzate a sapere quali fossero le intenzioni della Giunta in riferimento alla necessità di offrire anche alla Bassa Padovana, che è per definizione un territorio poco al centro dell'attenzione di questa Amministrazione regionale, non soltanto per le prestazioni e i servizi socio-sanitari erogati, ma anche ad esempio per l'attenzione al territorio, per la qualità dell'aria e dell'acqua, in quel territorio, insomma, già martoriato dalla disattenzione di questa Amministrazione regionale, in questi due anni si è aggiunta anche, di fatto, l'impossibilità di accedere ai servizi sanitari.
Già diversi mesi fa, a dicembre, i Sindaci avevano chiamato a raccolta le organizzazioni, le associazioni del territorio e le rappresentanze dei cittadini per chiedere risposte alla Regione. Lo hanno fatto, fatalità, anche pochi giorni fa in una grande manifestazione, che ovviamente, però, Assessore, non verte più sulle domande di un anno fa, cioè quali sono le intenzioni della Giunta in riferimento alla perdurante chiusura dell'ospedale di Schiavonia alle cure ordinarie, ma l'obiettivo che ci si è posti con la manifestazione di sabato è di chiedere alla Giunta esplicitamente di prendersi un impegno per cancellare la previsione che l'ospedale di Schiavonia continui ad essere l'unico Covid Hospital della Provincia di Padova.
Eviterei, e vado a chiudere – lo dico all'assessore Lanzarin, ma per interposta persona, così – di leggere la manifestazione che si è svolta sabato con una lente di natura politica o partitica. Lo dico perché lo ha fatto per lei il suo Direttore generale dalle pagine dei giornali. Il dottor Flor, anziché spiegare ai cittadini di Padova perché l'ospedale più importante, l'unico ospedale, della Bassa Padovana sia stato chiuso per due anni, si è azzardato a dare dei giudizi politici sugli amministratori locali, sui cittadini e sulle associazioni che davanti a quell'ospedale si sono trovati sabato mattina.
Quindi, l'interrogazione, che chiedeva quali sono le intenzioni della Giunta in merito all'ospedale di Schiavonia, vuole diventare l'occasione per chiederle, assessore Lanzarin, se è disposta ad assumersi l'impegno che quei cittadini hanno rivolto a lei e al presidente Zaia sabato mattina, cioè di cancellare la previsione che l'ospedale di Schiavonia possa continuare ad essere Covid Hospital, dando risposte di natura tecnica, quelle che il suo Direttore generale non ha voluto dare dalle pagine dei giornali.
PRESIDENTE
Per la risposta l'assessore Lanzarin. Prego.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Con delibera della Giunta regionale del 14 maggio 2019 sono state approvate le schede di dotazione delle strutture ospedaliere e delle strutture sanitarie di cure intermedie in attuazione del Piano socio-sanitario 2019-2023.
Nell'anno successivo, a seguito della dichiarazione di stato d'emergenza SARS-CoV-2, le Aziende sanitarie hanno dovuto rimodulare la propria offerta e riorganizzare l'attività dei presìdi convertiti in Covid Hospital con delibera del 5 maggio 2020, tra i quali è stato annoverato anche l'ospedale di Schiavonia in quanto strutturalmente più idoneo.
Come purtroppo è noto, la curva dei contagi ha subìto varie flessioni nell'anno 2021 e nel corso della stagione autunnale è risalita, fino a vedere necessaria la sospensione dell'attività programmata per concentrare le risorse umane nella campagna vaccinale per i malati di Covid-19.
Per tale motivo, la Regione ha invitato ciascuna Azienda sanitaria a rimodulare il Piano emergenziale ospedaliero, prevedendo cinque fasi e conseguenti risposte per contrastare gli eventi epidemici.
Per quanto riguarda l'ospedale di Schiavonia, pur avendo riconvertito un elevato numero di posti letto a favore di reparti di terapia intensiva, malattie infettive e pneumologia, ha sempre mantenuto la piena operatività per l'area materna-infantile, oncologica, dialisi e psichiatria. Inoltre, pur riducendo l'attività ambulatoriale erogata in ambito ospedaliero, sono state assicurate le prestazioni aventi priorità U e B, ossia 24 ore e 10 giorni.
Va ricordato, infine, che, come da indicazioni regionali, l'AULSS 6 ha definito un progetto per garantire la coesistenza nell'attività ordinaria con quella di ricovero dei pazienti Covid presso l'ospedale di Schiavonia, in quanto l'infezione SARS-CoV-2 sta assumendo natura endemica, con recrudescenze periodiche.
Secondo quanto comunicato dal Direttore generale dell'Azienda sanitaria, l'adozione di alcuni interventi strutturali e l'acquisizione di ulteriore personale consentirà, da un lato, di pensare le cure ai pazienti Covid positivi durante l'incremento dei contagi e di dedicare le medesime risorse al recupero delle liste d'attesa quando l'andamento epidemico sarà più contenuto.
Mi permetta, Consigliera, dire "lei si degna di venire in Aula a rispondere", così ha esordito, penso che sia un'uscita alquanto infelice. E lo dico in maniera molto serena, perché la sottoscritta è venuta in quest'Aula o nelle Commissioni preposte tutte le volte che è stata chiamata a relazionare e a spiegare cosa stava succedendo, anche con i tecnici della mia struttura, e a declinare le varie fasi. Poi, se vogliamo metterla così, la mettiamo così.
Voi avete tutto il diritto di chiedere, di continuare a chiedere e fare interrogazioni. Noi abbiamo l'obbligo di rispondervi, anche in tempi contenuti, però non dimentichiamoci che siamo da due anni sotto assedio e le strutture sanitarie, se mi permettete, devono rispondere per primi, e hanno dovuto rispondere, e lo rifaranno se sarà ancora necessario, ai bisogni contingenti e impellenti che un'emergenza di questo tipo ha dettato.
Questo solo per fare chiarezza rispetto al fatto che mi sono degnata oggi di rispondere su questa interrogazione, secondo voi, quindi, rimandando e perdendo tempo, quando il colloquio con i territori e con i Sindaci è sempre stato aperto. Ho partecipato, io stessa, a tantissimi incontri tra le Conferenze dei Sindaci e l'Azienda sanitaria ULSS 6 Euganea spiegando motivazioni e quant'altro e concordando anche con loro le varie fasi.
Chiudo dicendo che sicuramente saremo tutti felici e contenti se questa pandemia non ci sarà più, se non avremo più bisogno di Piani di sanità pubblica di un certo tipo e vi assicuro che dover chiudere alcuni ospedali.... Non c'è solo Schiavonia, perché sennò allora parliamo di Santorso, Vittorio Veneto, Villafranca, parliamo anche di Belluno, parliamo di Trecenta, parliamo di tutti gli ospedali che sono stati individuati. Non c'è solo Schiavonia.
Capisco e comprendo le problematiche di quel territorio, le esigenze dei cittadini di quel territorio, ma, ripeto, si tratta di un evento eccezionale che ci auguriamo che non accada e non si ripeta più.
Tutti liberi di manifestare, siamo un Paese democratico, però, ripeto, non c'è stato in questo Piano sanitario, in questo Piano d'azione, in questo Piano strategico solo Schiavonia, ma anche altri presìdi che hanno sofferto altrettanto.
Si è cercato, soprattutto nell'ultima fase, quindi in questa quarta ondata, di non concentrare volutamente nei Covid Hospital individuati, ma di dividere tra tutti gli altri ospedali. Ne è una testimonianza che l'ospedale di Cittadella, ospedale che fa parte dell'AULSS 6, ci sono stati momenti in cui ha avuto anche più pressione rispetto all'ospedale di Schiavonia. Non si poteva usare l'ospedale di Camposampiero perché erano in corso i lavori di ristrutturazione e di nuova esecuzione delle terapie intensive.
PRESIDENTE
Confermo che l'assessore Lanzarin si è resa disponibile dal 24 febbraio 2020, quando chiamata, a relazionare sempre al Consiglio.
Camani, per la risposta.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Assessore. Grazie, Presidente, che ci informa di quanto sia disponibile l'Assessore. Non lo metto in dubbio.
Il punto è che se io presento un'interrogazione a risposta immediata non è che lei si può esimere entro 60 giorni dal venire a rispondere a questa interrogazione. Se lei mi dice che non ha potuto in questo anno intero trovare cinque minuti per rispondere a queste due interrogazioni perché è stata sotto assedio, le comunico che anche i cittadini della Bassa Padovana in quest'ultimo anno sono stati sotto assedio. Eppure, quando è stato il momento di essere presenti sui territori, ci sono stati. Questo di merito. Non è una facoltà data agli Assessori rispondere alle interrogazioni: 60 giorni. Sono passati quasi 12 mesi. Di metodo.
Di merito, invece. Assessore, abbiamo visto le schede di zona del 2019, abbiamo anche compreso l'emergenza della delibera di Giunta del 2020, che ha dovuto imporre dei sacrifici ad alcuni e meno ad altri nell'emergenza. Ecco perché dico che le interrogazioni sono, come dire, attardate. Quella situazione, però, è il passato. Abbiamo già avuto modo di confrontarci più volte o noi offrire un punto di vista diverso e lei, anche per le responsabilità che ha, trovare le soluzioni che riteneva migliori.
Il punto è che se lei oggi mi dice che ai cittadini della Bassa Padovana, malgrado tutto, in quest'ultimo anno sono state garantite le prestazioni urgenti e necessarie, sa anche lei che non è andata così e glielo dico perché delle volte parlare con i cittadini è un po' diverso dal leggere i report dei Direttori generali. Se andiamo a vedere quante sono le visite di prevenzione che sono saltate, quante volte i cittadini chiamati ad andare a fare una visita a 80 chilometri di distanza hanno rinunciato alla visita, lei lo sa meglio di me, quanto abbiano impattato le scelte di politiche sanitarie sui territori.
Oggi promettere un recupero delle liste d'attesa, ripeto, per un territorio fatto da 180.000 persone che per due anni, nei fatti, non hanno potuto accedere alle prestazioni sanitarie in maniera ordinaria non è sufficiente. Sa perché Schiavonia è critico? Certamente ci saranno altre situazioni complicate. Io le rappresento quella del mio territorio, cioè del padovano. Schiavonia è critico perché c'erano altri presìdi ospedalieri nella Bassa Padovana fino a pochi anni fa, che voi avete chiuso perché avete promesso un grande centro nuovo ospedaliero all'avanguardia che doveva offrire ai cittadini della Bassa Padovana, quindi di un'area molto estesa, servizi di eccellenza.
Il risultato è stato che quei cittadini si sono trovati per due anni ad avere gli ospedali di comunità più vicini, più comodi, chiusi e l'ospedale dell'eccellenza inutilizzabile. Di questo bisogna rendersi conto e faremo i conti in futuro rispetto a quanto conterà e impatterà nella salute dei cittadini di quel territorio.
Ecco perché – e vado a concludere – non sono soddisfatta della risposta, non perché non comprenda le difficoltà che avete dovuto gestire, ma perché oggi, per le cose che abbiamo cercato brevemente di dirle con questa interrogazione io, la collega Ostanel che l'ha sottoscritta, gli altri colleghi del Gruppo del Partito Democratico, è che oggi quello che è stato è stato.
Nessun cittadino della Bassa Padovana rinnega l'importanza di essersi fatto carico di quel pezzettino di sacrificio che è stato veder chiuso l'ospedale per due anni, ma oggi quei cittadini alla Regione chiedono un impegno a cancellare la previsione per l'ospedale di Schiavonia come destinazione di Covid Hospital, e su questo impegno, che è quello che chiedono oggi i Sindaci e i cittadini della Bassa Padovana, non abbiamo avuto risposta oggi in Aula.
Interrogazione a risposta immediata n. 221 del 21 dicembre 2021 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "COMUNITÀ PER MINORI: NON SCARICARE L'INEFFICIENZA DELLA REGIONE SUI SOGGETTI PIÙ FRAGILI IMPEDENDO LORO LA VISITA ALLE FAMIGLIE DURANTE LE FESTIVITÀ"
PRESIDENTE
Passiamo alla IRI n. 221 della collega Ostanel: "Comunità per minori: non scaricare l'inefficienza della Regione sui soggetti più fragili impedendo loro la visita alle famiglie durante le festività".
Collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Ne approfitto per chiedere l'invio anche a me della risposta dell'interrogazione a cui ha risposto adesso l'assessore Lanzarin via e-mail, visto che l'avevo sottoscritta.
Rispetto a questa interrogazione, che è stata presentata il 10 dicembre, chiedevo una cosa molto semplice. Anche qui eravamo nel mezzo dell'emergenza, lo sappiamo benissimo, ma il tema di questa interrogazione era chiedere alla Giunta regionale quale fosse l'intenzione o se ci fosse l'intenzione all'epoca – stiamo parlando, appunto, di parecchi mesi fa, di dicembre – di rivalutare immediatamente una prescrizione che imponeva ai minori all'interno delle comunità residenziali di non poter tornare a casa liberamente durante le festività per incontrare i propri genitori. Anzi, oltre a cercare di non farli ritornare a casa durante le festività, veniva prescritto il tampone al rientro.
Sappiamo benissimo che eravamo in una situazione di emergenza e sappiamo benissimo che sarebbe stato, ovviamente, utile magari prescrivere il tampone in entrata per ritornare in comunità, ma il tema di questa interrogazione, che veniva segnalato da tantissimi gestori delle comunità in quel momento, era: perché discriminare – questo è stato – i bambini, i minori all'interno delle comunità quando in quella ondata, cioè nella seconda, dove avevamo già un alto tasso di vaccinazione, i minori, invece, di tutte le famiglie, che magari non sono in comunità, durante le vacanze potevano ritornare a casa e vedere i propri genitori? Non solo, perché questa delibera faceva sì che i minori non potessero nemmeno andare, ad esempio, a fare attività scolastiche o a fare attività extrascolastiche durante il momento di permanenza nelle residenze all'interno di quel momento di pandemia.
Qui c'è un tema, che avevo segnalato anche personalmente all'assessore Lanzarin all'epoca, di provare a capire se questo era il metodo giusto, perché moltissimi gestori e operatori delle comunità dicevano che questo sistema in quel momento discriminava in realtà dei bambini, tra l'altro quelli più fragili, che sono quelli che stanno nelle comunità, che in un periodo importante come quello non potevano ritornare nelle loro famiglie e nemmeno utilizzare le attività extrascolastiche.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Prego, assessore Lanzarin, per la risposta.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Premetto che il rientro in famiglia dei minori in condizioni di fragilità ospitati in comunità di tipo familiare dipende sempre dalla valutazione del responsabile della struttura che, d'intesa con i servizi sociali invianti, segue il minore del progetto educativo personalizzato.
Le misure di prevenzione introdotte con l'ordinanza del Presidente della Giunta regionale del 17 dicembre 2021, la cui efficacia si è espletata fino al 16 gennaio 2022, specificavano: "Le uscite devono essere limitate ai soggetti asintomatici in regola con il ciclo vaccinale, inclusa la somministrazione della dose booster secondo i tempi previsti dal calendario vaccinale, prevedendo al rientro in struttura un periodo di quarantena della durata di sette giorni con l'effettuazione di un test al rientro ed uno al settimo giorno".
Stante quanto premesso, le visite ai familiari potevano pertanto essere consentite solo laddove non pregiudizievolmente per la condizione del minore. L'ordinanza in argomento non ha inciso, quindi, sulle modalità di presa in carico, protezione e cura dei minori in difficoltà, avendo obiettivi di prevenzione sanitaria. Si evidenzia, peraltro, che la competente Direzione interpellata durante le festività da responsabili di strutture per minori o familiari ha fornito con tempestività le seguenti delucidazioni: poiché la possibilità di vaccinazione è stata prevista per i minori di 12 anni a partire dal 16 dicembre 2021, la Direzione della struttura per minori avrebbe dovuto tenerne conto. La previsione della misura del periodo di quarantena da effettuarsi al rientro nella struttura poteva essere applicata solo compatibilmente al grado di autonomia e comunque considerando le specifiche condizioni cliniche del soggetto.
Nel caso, infatti, fosse stato sconsigliato un periodo di quarantena, si raccomandava di prevedere al rientro in struttura una sorveglianza con (inc.) indicativamente al rientro, al quarto giorno e al settimo giorno se vaccinato o al decimo giorno se soggetto non vaccinato.
Si è raccomandato, infine, al responsabile delle comunità il rispetto alle misure di prevenzione specifiche per il contesto e un attento monitoraggio delle condizioni cliniche per tutto il periodo di sorveglianza.
PRESIDENTE
Grazie. Per la replica, collega Ostanel.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Ci sono alcuni gestori di comunità che, in realtà, in quel momento non avevano avuto tempestivamente l'informazione che oggi lei riporta, Assessore, nella risposta all'interrogazione. Quindi, prima di tutto entro in una questione di metodo. Nel momento in cui il 17 dicembre viene emanata un'ordinanza e una Consigliera di minoranza viene chiamata da più gestori di strutture dicendo che quell'ordinanza risulta essere impraticabile, perché ricordiamo che in tantissime comunità non c'è lo spazio per garantire il distanziamento nel momento del rientro, c'erano strutture, appunto, non gestite tutte dal pubblico che faticavano a fare dei tamponi in loco, magari per poter permettere il rientro, abbiamo avuto una questione di metodo che non ha permesso ad alcune strutture di gestire quel momento in maniera ottimale.
Lei, adesso, se ho capito bene, ma mi riservo di leggere la risposta, dice che c'era stata un'integrazione, un chiarimento. Questo chiarimento enuncia il fatto che questa ordinanza probabilmente non era così giusta, come avevo anche provato a segnalarle personalmente, perché ci sono delle questioni importanti. La prima riguarda il fatto che si dice in un'ordinanza, soprattutto in quelle comunità, la frase "sono sospesi i rientri in famiglia degli ospiti delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali residenziali", che è una norma che era stata applicata l'anno precedente per le persone anziane. L'anno precedente io lo capivo, non avevamo i vaccini, stavamo parlando di persone anziane, qui stiamo parlando di una fase diversa e stiamo parlando di minori, quando i minori che non sono in comunità, invece, in quel momento potevano rientrare, ovviamente, a casa dove risiedono.
C'era un principio veramente sbagliato, io credo, all'interno di quella ordinanza. Rileggerò e ascolterò quello che lei ha detto oggi rispetto al chiarimento che enuncia il fatto che questa ordinanza era sbagliata. Quindi, traggo da questa risposta che questa interrogazione andava bene, era corretta, era corretto segnalare che c'era un errore nel definire un'ordinanza di questo tipo. Mi riservo di rileggere quello che lei ha detto, ma il tema del metodo rimane.
Probabilmente la comunicazione capillare e tempestiva alle comunità di un eventuale ravvedimento su una delibera sbagliata doveva essere fatta prima.
PRESIDENTE
Grazie.
Interrogazione a risposta immediata n. 225 del 13 gennaio 2022 presentata dai consiglieri Venturini e Bozza relativa a "QUALI AZIONI SONO PREVISTE DALLA REGIONE VENETO PER L'ATTUAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 9/2004 SULL'AUTISTA SOCCORRITORE?"
PRESIDENTE
Passiamo alla IRI n. 225 della collega Venturini: "Quali azioni sono previste dalla Regione Veneto per l'attuazione della legge regionale 9/2004 sull'autista soccorritore?".
Prego, collega Venturini.
Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Grazie, Presidente.
Con
legge regionale n. 9/2004 è stata istituita la figura professionale dell'autista soccorritore. Rileviamo che presso alcune ULSS e Aziende ospedaliere del Veneto viene impiegato del personale infermieristico per la guida delle automediche. Siccome non rientra tra le mansioni della figura dell'infermiere quella dell'autista soccorritore, chiediamo alla Giunta se intende dare piena attuazione alla
legge regionale n. 9/2004 e se intende attivare dei corsi di formazione per la figura, appunto, dell'autista soccorritore.
PRESIDENTE
Per la risposta, la parola all'assessore Lanzarin.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Con la
legge regionale 9 aprile 2004, n. 9 , è stata istituita la figura professionale dell'autista soccorritore e ne sono state individuate le competenze, prevedendo la partecipazione ad un corso di formazione, la cui organizzazione è stata demandata a un provvedimento giuntale.
In ossequio a tale disposizione legislativa, con delibera di Giunta del 2005 e del 2006 sono stati avviati specifici corsi di formazione per autisti soccorritori e con delibera del 2015 è stato introdotto l'obbligo per tutti i soggetti pubblici e privati accreditati di utilizzare, per la guida dei mezzi di soccorso, esclusivamente personale che abbia seguito un apposito percorso formativo.
Solo per completezza, si ricorda, invece, che il profilo professionale dell'autista soccorritore rientra nell'esclusiva competenza statale e ad oggi non risulta ancora previsto. Ciononostante, la Regione del Veneto si è attivata per garantire la formazione di tutti coloro che si trovavano a dover guidare i mezzi di soccorso. Infatti, il personale assunto con la qualifica di autista di ambulanza viene formato con un corso guida sicura e un aggiornamento professionale per l'attività di soccorritore. Anche gli operatori socio-sanitari che vengono adibiti alla guida delle ambulanze vengono sottoposti al medesimo percorso formativo.
Per quanto riguarda, invece, i veicoli di soccorso avanzato, le automediche, si richiamano le disposizioni del decreto 5 novembre 1996, che, oltre a stabilire le caratteristiche tecniche per l'omologazione, definisce gli autoveicoli destinati al trasporto delle attrezzature necessarie al primo soccorso con personale medico ed infermieristico a bordo. L'articolo 2 li classifica nella categoria M1 di cui all'articolo 47 del nuovo Codice della strada, per cui possono essere condotti con la sola patente B, senza che siano necessari ulteriori requisiti, principio ribadito anche nelle linee guida della Conferenza Stato-Regioni del sistema di emergenza-urgenza del 17 maggio 1996.
Va ricordato, infine, che il servizio di automedica condotto dal medico o dall'infermiere è attivo da trent'anni nella Regione del Veneto, in particolare a Treviso, Conegliano, Padova, Venezia, Vicenza, Verona, Rovigo, e che tutto il personale sanitario addetto alla guida dei veicoli di soccorso avanzato segue un corso di formazione per la guida operativa, con contenuti analoghi a quello previsto per gli autosoccorritori addetti alla guida delle ambulanze, come espressamente previsto dalla delibera di Giunta del 2015.
PRESIDENTE
Grazie. Collega Venturini, per la replica.
Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Ringrazio per la risposta l'Assessore.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Interrogazione a risposta immediata n. 227 del 14 gennaio 2022 presentata dal consigliere Finco relativa a "UNITÀ DI CHIRURGIA SENOLOGICA DELL'OSPEDALE DI SAN BASSIANO: QUALI SONO LE RAGIONI DELLA SUA SOPPRESSIONE E COME VERRANNO GARANTITI I MEDESIMI SERVIZI AI PAZIENTI?"
PRESIDENTE
Passiamo alla IRI n. 227 del collega Finco: "Unità di chirurgia senologica dell'ospedale di San Bassiano: quali sono le ragioni della sua soppressione e come verranno garantiti i medesimi servizi ai pazienti?".
Se il collega Finco mi chiede la parola, prego.
Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Ho presentato questa interrogazione il 14 gennaio perché sono venuto a sapere che, a fine del 2021, se non sbaglio il 31 dicembre, il Direttore generale dell'ULSS 7, Carlo Bramezza, ha deciso di sopprimere l'unità semplice dipartimentale di senologia dell'ospedale di Bassano del Grappa.
Siccome questa è una struttura che è stata voluta dal Consiglio regionale, in particolar modo durante il 2019, quando abbiamo fatto le nuove schede ospedaliere, mi ricordo che su richiesta dei Sindaci del territorio, delle associazioni oncologiche e delle realtà presenti sul territorio bassanese e non solo, abbiamo deciso come Quinta Commissione e come maggioranza di inserire questa importante Unità senologica.
Dalla sera alla mattina, con un atto aziendale, il Direttore generale ha cancellato una struttura prevista dalla programmazione regionale. Siccome hanno insegnato al sottoscritto negli ultimi anni che la programmazione la fa il Consiglio regionale e questa è una legge che ha previsto il Consiglio, che poi questo documento è stato anche approvato e validato dalla Giunta regionale, mi chiedo come possa un Direttore generale cancellare così la programmazione fatta dal Consiglio regionale, ma soprattutto vorrei capire come la Giunta regionale abbia intenzione di intervenire in merito a quanto accaduto e quali garanzie verranno date alle donne che oggi sono in cura presso questa struttura e, in particolar modo, faccio riferimento alle donne dell'area bassanese del Distretto 1.
PRESIDENTE
Assessore Lanzarin per la risposta, prego.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Considerato che il carcinoma alla mammella costituisce la patologia neoplastica più frequente nella popolazione femminile, con delibera 8 luglio 2014 la Giunta regionale ha istituito la rete dei centri di senologia, Breast Unit, ispirandosi al modello hub and spoke, individuando strutture specializzate su tutto il territorio regionale con funzioni differenziate in ragione dei diversi livelli di cura e di assistenza.
Nei centri hub sono state concentrate le altre specializzazioni e la gestione della casistica più complessa, mentre nei centri spoke sono state riservate le patologie a media e bassa complessità, in quanto costituiscono le strutture di riferimento territoriale più vicine ai pazienti e sono comunque collegate a una rete all'hub provinciale.
Proprio nell'ambito del processo di riorganizzazione del settore ospedaliero e per garantire l'attuazione del territorio regionale dei programmi di screening oncologici, con delibera del 2017, 24 ottobre 2017, è stato approvato il modello organizzativo integrato per la prevenzione, diagnosi precoce, trattamento del carcinoma della mammella ed è stata aggiornata la composizione della rete senologica, attualmente composta da 16 centri spoke di primo livello, cinque centri hub di secondo livello e un centro di coordinamento regionale istituito presso l'Istituto oncologico come di seguito individuato. C'è l'elenco, quindi non lo leggo, con tutte le Province e quindi l'elenco in base alla delibera del 2017.
Per quanto riguarda l'Azienda sanitaria Pedemontana, le schede di dotazione ospedaliera approvate con DGR del 14 maggio 2019, hanno previsto un'unità operativa complessa di chirurgia senologica e una Breast Unit con unità semplice di chirurgia plastica ricostruttiva presso l'ospedale di Santorso di Vicenza ed una unità semplice a valenza dipartimentale presso l'Ospedale San Bassiano. Tuttavia gli ultimi dati raccolti dalle attività svolte da tali strutture nell'anno 2021 hanno evidenziato una forte crescita per l'ospedale di Santorso e una netta diminuzione per il presidio di Bassano, motivo per cui l'Azienda ULSS 7 ha proposto di centralizzare gli interventi chirurgici presso la sede della Breast Unit, così da garantire la risposta più appropriata alle pazienti sia per l'elevata professionalità del team sanitario che per l'utilizzo delle tecnologie più innovative disponibili presso l'ospedale di Santorso.
La nuova organizzazione, già adottata dal primo semestre 2021 e conforme alle linee guida internazionali, ha permesso la creazione di un'unica équipe, integrata e multidisciplinare, composta da: chirurgo senologo, oncologo, radiologo, anatomopatologo, radioterapista, chirurgo plastico, dietista infermiera dedicata e psicologo.
Tutta l'attività ambulatoriale diagnostica è stata mantenuta sia presso l'ospedale di Santorso che presso l'ospedale di Bassano per assicurare una presa in carico complessiva e più vicina alla residenza dei pazienti, mentre gli interventi sono stati concentrati presso l'ospedale di Santorso in quanto nell'ambito estremamente specialistico della chirurgia senologica. La casistica rappresenta un fattore determinante per la qualità dell'attività chirurgica e delle cure: più numerosa è la casistica, maggiore risulta l'esperienza dell'équipe.
Da giugno 2021 il numero delle sedute operatorie a favore della senologia è aumentato ed è stata attivata un'ulteriore sala operatoria con il chirurgo plastico per completare al meglio il percorso di cura delle pazienti. Tale riorganizzazione ha permesso all'ospedale di Bassano di riutilizzare le sale operatorie per incrementare l'attività chirurgica di altre specialità, contribuendo al recupero anche delle liste d'attesa.
Va ricordato ancora che, dopo l'intervento chirurgico all'ospedale di Santorso, la paziente viene seguita per i controlli periodici nella struttura più vicina a casa, pur rimanendo in contatto con l'équipe unica senologica. Quest'ultima infatti effettua riunioni settimanali, nelle quali esamina i singoli casi per decidere come procedere. Tale modello organizzativo, oltre a rendere più efficace ed efficiente la presa in carico e la cura delle pazienti, riduce le inefficienze del sistema, centralizzando le prestazioni di alta complessità nei centri hub e di eccellenza, come previsto dal Piano socio-sanitario.
Aggiungo questo. Oggi gli atti aziendali, mi sembra, di quattro o cinque Aziende sono stati depositati presso la Direzione Sanità e Sociale; la Direzione Sanità e Sociale sta analizzando i singoli atti aziendali per vedere se sono congrui rispetto a quella che è la programmazione e poi, quindi, darne il via libera oppure chiedere modifiche e osservazioni.
PRESIDENTE
Per la replica, prego, collega Finco.
Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Ringrazio l'Assessore per la risposta.
È ovvio, però, che c'è un problema di fondo: dal momento che la programmazione la fa il Consiglio io gradirei, ma forse dovrei fare un altro tipo di interrogazione, che chi da un punto di vista tecnico fa delle scelte si confronti minimamente con la politica. D'altronde non è che chi oggi siede in Consiglio regionale sia una nullità e non meriti un minimo di attenzione. Un Direttore generale quando fa delle scelte che riguardano il territorio, quando fa delle scelte che riguardano la programmazione fatta dal Consiglio regionale, deve avere la decenza di convocare la parte politica, di spiegargli determinate situazioni e dopo, di conseguenza, adottare determinate strategie.
A me, ovviamente, quello che interessa è che le persone possano trovare dei servizi di prossimità, dei servizi di qualità e che le persone vengano curate nel miglior modo possibile, però mi ricordo che quella volta, quando abbiamo deciso di fare, oltre al primariato a Santorso, l'unità semplice dipartimentale di senologia a Bassano del Grappa era perché c'era anche un'idea di avere un'équipe che poteva operare determinati giorni a Santorso e determinati giorni a Bassano del Grappa. Oggi la Direzione ha fatto altre scelte, possono essere legittime, non sta a me decidere quali devono essere le scelte tecniche all'interno di una ULSS, però quello che ripeto è che, mentre un tempo i Direttori generali avevano una certa attenzione e coinvolgevano la parte politica in determinate scelte, oggi qualcuno mi sembra un po' un despota che decide al di là della politica. Per me la politica ha ancora un valore, la politica decide e programma, i tecnici fanno l'attuazione delle scelte della politica. La parte contraria, invece, a me non piace assolutamente.
PRESIDENTE
Abbiamo terminato con le interrogazioni iscritte all'ordine del giorno.
Prego, collega Guarda, sull'ordine dei lavori.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie. Per un richiamo al Regolamento, Presidente.
PRESIDENTE
Prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie.
Rispetto all'articolo 111 e seguenti del Regolamento, vorrei precisare due osservazioni. Riguardo all'ultima interrogazione discussa, vorrei far osservare che questa, in realtà, dovrebbe essere inquadrata come interrogazione a risposta scritta, perché appunto contiene di per sé all'interno del testo due domande, così come è accaduto in un precedente di un'interrogazione di Fratelli d'Italia. Siccome in diverse occasioni ci è stato osservato anche a noi di minoranza che dovevamo correggere il testo sia per poche parole superiori al numero consentito che anche per la questione domande...
PRESIDENTE
Collega Guarda, deve ripetere e un po' più piano perché non si è capito sinceramente.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Okay, ripeto con calma.
Vorrei precisare, rispetto all'ultima interrogazione, nel rispetto degli articoli 111 e seguenti del Regolamento, che risultano esservi due domande all'interno dell'interrogazione n. 227. Questo per osservare che, siccome c'è già un precedente di un'interrogazione di Fratelli d'Italia che aveva la stessa problematica, vorrei far presente questa cosa affinché, sia per la minoranza che per la maggioranza, il rispetto delle regole in merito alle interrogazioni venga garantito.
Il secondo punto che vorrei osservare, sempre per richiamo al Regolamento, è che vorrei che venisse trascritto agli atti che le ultime due interrogazioni di maggioranza hanno ricevuto risposte in tempi sicuramente molto molto più brevi rispetto alle precedenti, che invece sono presentate dalla minoranza, per cui chiederei la stessa sollecitudine nel rispondere anche alle interrogazioni presentate dalla minoranza.
Detto questo, mi permetto anche di osservare che sono d'accordo con le osservazioni poste anche dal consigliere Finco riguardo al valore politico della pianificazione sanitaria...
PRESIDENTE
Se è sul Regolamento...
Cristina GUARDA (Europa Verde)
...non soltanto su Bassano, ma anche su altre questioni. Grazie.
PRESIDENTE
Collega Guarda, va bene. Sul Regolamento adesso verificheremo.
Sulla tempestività delle risposte è anche in base al numero di interrogazioni fatte e alla mole di lavoro da fare per rispondere. Non penso che ci siano preferenze da parte della Giunta di rispondere prima a uno e dopo all'altro, ma in base sempre al tipo di interrogazione che viene fatta.
Andiamo avanti con l'ordine del giorno.
PUNTO
6 |
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DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "ISTITUZIONE DEL SISTEMA INFORMATIVO LAVORO E SOCIALE (SILS)". (PROGETTO DI LEGGE N. 102) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 5/2022)
Relazione della Sesta commissione consiliare XI legislatura.
Relatrice: Consigliera Francesca Scatto
Correlatrice: Consigliera Vanessa Camani
PRESIDENTE
Siamo al punto n. 6: "Disegno di legge relativo a: Istituzione del Sistema informativo lavoro e sociale (SILS)." PDL n. 102.
Collega Scatto, relatrice, prego.
Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Questo PDL istituisce il Sistema informativo lavoro e sociale come estensione del Sistema informativo lavoro già operativo presso Veneto Lavoro per effetto dell'articolo 28 della legge regionale 3 marzo del 2009, introdotto peraltro dalla legge regionale n. 36 del 2018.
Qual è l'obiettivo di questo PDL? È quello di rafforzare il rapporto tra le politiche sociali e le politiche occupazionali e supportare i servizi territoriali. Il testo della proposta di legge è costituito da un solo articolo "Sistema informativo lavoro e sociale (SILS)", oltre che dall'articolo 2 che riguarda la norma finanziaria.
Il Sistema informativo è una piattaforma informatica che deriva dall'estensione del Sistema informativo lavoro (SILV) ed è gestita dall'ente strumentale Veneto Lavoro. Il SILS, invece, consentirà, in collaborazione con gli Ambiti territoriali sociali, la conoscenza di quelli che sono i bisogni sociali presenti e delle prestazioni erogabili dal sistema integrato degli interventi dei servizi sociali e del lavoro, soprattutto delle misure regionali per il contrasto alla povertà e di promozione dell'inclusione sociale.
Praticamente gli obiettivi e le finalità del SILS si possono riassumere in tre concetti: uno, l'attività di coordinamento e monitoraggio delle misure regionali a partire da quelle per il contrasto alla povertà e di promozione dell'inclusione sociale; il secondo, nelle procedure gestionali e di rendicontazione relativamente ai finanziamenti di iniziative regionali in tema di lotta alla povertà; infine, la cooperazione fra servizi sociali dei Comuni soggetti associativi, enti capofila di Ambito e i centri per l'impiego gestiti da Veneto Lavoro nella programmazione ed erogazione di servizi ai cittadini in difficoltà.
Veneto Lavoro, per conto della Regione, assicurerà la funzionalità del SILS e l'assistenza tecnica necessaria a garantirne il funzionamento, così come specificato nell'articolo 1 al comma quarto.
Questa proposta legislativa non attribuisce con ciò a Veneto Lavoro la gestione di un'attività di servizio sociale a rilevanza economica, ma conferisce all'Ente regionale l'esercizio di un compito inerente la sola funzione amministrativa regionale e di organizzazione di servizi sociali del Veneto. L'istituzione del SILS consente di costruire un percorso di interoperabilità con altri sistemi informativi a livello locale e nazionale, in particolare con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e gestito dall'INPS. A tal riguardo bisogna citare il comma 3 dell'articolo 24 del decreto legislativo n. 147 del 2017.
Il menzionato articolo 24 di questo decreto legislativo dispone infatti che i dati e le informazioni sono trasmessi all'INPS dai Comuni e dagli Ambiti territoriali anche per il tramite delle Regioni e Province autonome. Il SILS costituisce pertanto la cornice in cui operano i servizi sociali nel contesto delle progettualità regionali e nazionali di promozione dell'inclusione sociale e in particolare delle misure di contrasto alla povertà. La sua istituzione è un'iniziativa fondamentale assunta in attuazione del Piano regionale per il contrasto alla povertà. Il Piano regionale fu, sottolineo, concepito su impulso del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, a seguito dell'emanazione del decreto legislativo n. 147/2017 che ha introdotto il reddito di inclusione, poi trasformato in reddito di cittadinanza.
Lo strumento pianificatorio ha rappresentato l'opportunità straordinaria di creare il sistema delle misure regionali per il contrasto alla povertà e di promozione dell'inclusione sociale, inserendole nella nuova cornice degli Ambiti territoriali sociali, in stretto dialogo con la Regione per la programmazione dei servizi ed interventi in campo sociale. In particolare, con riferimento all'Amministrazione regionale, di strategica importanza si è rivelata la collaborazione sviluppatasi fra l'Area del sociale, l'Area capitale umano, formazione e lavoro e l'ente strumentale Veneto Lavoro che gestisce i Centri per l'impiego. Con quest'ultimo è stato avviato un percorso in esito all'accordo di collaborazione, DGR n. 2027/2017, seguita da DGR n. 673/2020.
Infine, per poter adempiere al compito oggetto dell'accordo di collaborazione che per effetto dell'odierna proposta legislativa gli viene istituzionalmente conferito, Veneto Lavoro, come già disposto dalla citata DGR, stipulerà con gli Enti locali coinvolti dal SILS la convenzione, ai sensi dell'articolo 28, comma 6, della
legge regionale n. 3/2009 , che regolamenti l'attività di monitoraggio, rendicontazione e valutazione degli interventi.
Gli operatori abilitati alimenteranno il SILS con i dati dei beneficiari sia a livello di anagrafica che a livello di prestazione e presa in carico. Allo stesso tempo saranno rese disponibili le informazioni presenti nel SILV riguardo alla situazione occupazionale e alla fruizione di misure di politica attiva del lavoro.
PRESIDENTE
Grazie.
La parola alla correlatrice, collega Camani. Prego.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Non entrerò nel merito di come in teoria dovrebbe funzionare questo SILS perché l'ha già fatto bene la relatrice, la presidente Scatto. Sostanzialmente discutiamo di una proposta per l'istituzione di un sistema informatico, quindi una piattaforma digitale, che, da un lato, ci consenta di monitorare le prestazioni sociali erogate sul territorio regionale e, dall'altro, implementi i dati che ci possono aiutare nella costruzione di un quadro rispetto ai bisogni che dallo stesso territorio arrivano.
A me sembra un'iniziativa utile, sia perché percorre quella strada, quella linea di indirizzo strategica che a livello anche europeo viene assegnata alle Amministrazioni pubbliche e cioè di costruire strumenti che vadano in una direzione finalizzata alla digitalizzazione dei rapporti tra Enti e tra Istituzioni e cittadini. E poi perché affrontiamo un tema cruciale, che oggi dobbiamo presidiare forse con maggiore attenzione di prima: il tema appunto del disagio e della fragilità, di come riusciamo come decisore pubblico a rispondere a delle necessità del territorio.
Questa idea, però, non ci viene esclusivamente in maniera autonoma; nasce, come diceva la correlatrice Scatto, su iniziativa, su spunto, su richiesta dello Stato, del Ministro del lavoro, che nel 2017, dentro un intervento normativo finalizzato a rafforzare il coordinamento delle politiche sociali territoriali, ha costruito questo sistema informativo unitario, gestito appunto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dall'INPS, che rappresentasse una banca dati utile a livello nazionale per gestire i fondi importanti che il Governo, che lo Stato stanzia per i diritti sociali e contemporaneamente anche ai fini statistici per avere un quadro, una lettura aggiornata del contesto.
In realtà quel decreto era anche stimolato dall'introduzione che nel 2017 il Governo del Partito Democratico fece in riferimento al reddito di inclusione: per la prima volta venne istituito in questo Paese un presidio sociale che noi avevamo pensato allora come un meccanismo di supporto economico, totalmente gestito dagli Enti locali, perché il presupposto era che fossero i servizi sociali dell'Ente locale l'unità principale che si può occupare delle persone in disagio, costruendo non un sistema assistenziale, ma un sistema ad hoc, tagliato su misura per le necessità di quella persona, che certo comprendesse anche l'erogazione di una prestazione economica, ma che, appunto, insieme al territorio e, quindi, agli Enti locali, consentisse di far uscire quella persona che in quel momento si trovava in una situazione di disagio per offrire delle opportunità di riscatto. Ecco perché nel decreto del 2017 questo strumento, che coinvolge anche le Regioni, era in realtà finalizzato principalmente al dialogo tra Governo e Comuni o ATS, cioè i soggetti che, per come avevamo costruito il reddito di inclusione, erano gli interlocutori prioritari per questo tipo di politiche. Quindi si parte da quell'idea di sostegno al reddito e di aiuto alle fragilità e alle difficoltà.
Oggi il quadro è cambiato, il reddito di inclusione non c'è più ed è stato sostituito dal reddito di cittadinanza, votato invece dal Governo della Lega, però mi pare intelligente l'idea della Regione di utilizzare comunque questa necessità e di trasformarla in un'opportunità: quindi non utilizzare o non immaginare questa piattaforma soltanto come scambio di informazione per controllare ipotetici furbetti del reddito di cittadinanza, ma anche cogliere l'occasione per costruire una banca dati e poter esercitare azioni di monitoraggio su scala prettamente regionale, coinvolgendo tutti i soggetti che, a diverso titolo, istituzionali o dell'associazionismo, intervengono o possono intervenire nella costruzione delle politiche sociali.
Questo mi sembra utile soprattutto oggi nel momento in cui la pandemia ha accresciuto le diseguaglianze e ne ha anche determinate di nuove e quindi il presidio e il monitoraggio di ciò che accade a livello sociale è fondamentale e soprattutto che a farlo siano le Istituzioni, recuperando un protagonismo di chi prova a comprendere e dunque a governare i cambiamenti che sono in corso, cercando di orientarli appunto verso una crescita inclusiva. Per questo io credo che la conoscenza dei bisogni reali sia fondamentale.
Il ricorso a strumenti digitali ci consente anche di garantire una tempestività nella lettura della realtà e ci può consentire, se costruiamo bene la piattaforma e la raccolta dati e gli indicatori di analisi, anche la possibilità di intercettare tutte le difficoltà e dunque non solo quelle di natura economica e quindi del soggetto che si rivolge a un'Istituzione perché non ha i soldi per arrivare a fine mese, ma penso alla dispersione scolastica, alla povertà scolastica, al disagio abitativo. Se questa piattaforma funzionerà come è nelle intenzioni dovremmo riuscire a pianificare un'azione più complessiva delle politiche sociali.
A me convince, almeno per questo impianto, per questo approccio, che anche al tema del lavoro sia dato un ruolo cruciale in questa fase. Mi dispiace che non ci sia l'Assessore che ha la delega al lavoro. Vedo che c'è l'Assessore alle politiche sociali, magari avrebbe avuto qualcosa da dire anche l'Assessore al lavoro, perché il lavoro è un elemento cruciale per pensare alla povertà non come uno stato cronico, incontrovertibile, ma come un momento contingente della fase della vita di una persona che può essere superata e il lavoro, da questo punto di vista, è indubbiamente il fattore principale per attivare questi processi di emancipazione personale. Diciamo tutto bene, è una roba che ci è utile. Fino a un certo punto per due ordini di questioni: una di natura più politica e una di natura più tecnica.
Questione di natura politica. Io ho cercato di spiegare perché mi convince l'impianto di digitalizzare delle banche dati per intervenire con prontezza con le politiche pubbliche, però la banca dati e la piattaforma sono strumenti che devono aiutare il decisore politico ad assumere delle decisioni, ma la piattaforma non decide al posto nostro.
Se io volessi davvero che questi dati fossero in grado di fare le cose che io penso dovrebbero fare, cioè aiutarci a intercettare le difficoltà e i disagi, anche quelli nuovi, costruire strumenti per contrastarli, dovremmo poter disporre di strumenti di pianificazione regionale a monte della raccolta dati, che poi possono essere implementati in base a quale fotografia questi dati ci restituiscono, ma dovrei avere degli strumenti, dei piani che mi consentano di calibrare e di leggere quei dati.
Invece il Piano regionale per la lotta alla povertà è scaduto, perché può scadere, il 31/12/2020. I Piani di zona, le schede socio-sanitarie attendono ormai da mesi, quasi anni, una loro revisione e la disciplina sugli ATS è ferma al palo da anni. Cito non a caso gli ATS perché il decreto nazionale del 2017 parla esattamente degli ATS come ente istituzionale che, dal punto di vista anche organizzativo, dovrebbe essere esattamente il luogo in cui maturano e vengono concordate e co-progettate le politiche sociali tra diversi livelli istituzionali e in particolar modo i Comuni. Noi rischiamo ancora una volta di avere tutto quello che ci serve per poter fare le cose, ma non avere una lettura organica, politica e sociale dei Piani regionali, appunto, lotta alla povertà, Piano socio-sanitario, organizzazione istituzionale degli ATS, che ci consentano poi di essere realmente efficaci nel rispondere alla fotografia che la piattaforma ci farà delle nuove difficoltà, delle nuove povertà, delle necessità delle cittadine e dei cittadini di questa Regione.
Questa è la prima considerazione di natura politica che mi sento di fare chiedendo dunque un impegno diverso alla Regione proprio sugli atti di pianificazione generale.
Ci sono, poi, alcune questioni davvero rilevanti di natura tecnica che non mi consentono di capire di cosa stiamo parlando. La teoria l'ho capita. È la pratica, Assessore, che non ho capito come funziona, nel senso che il SILS esiste già. Noi abbiamo detto che vogliamo fare una cosa fighissima, ma in realtà il SILS esiste già, è un percorso che inizia esattamente nel 2017, subito dopo che il Governo aveva chiesto alle Regioni di attivarsi in questa direzione. E a quel punto la Regione del Veneto cosa fa? Deve decidere come organizzare questa piattaforma digitale e decide, per una serie di valutazioni, che posso anche condividere e ho anche spiegato perché le condivido, di affidare la realizzazione di questa piattaforma a Veneto Lavoro. Ma siccome ci sono delle leggi che regolano le modalità con cui le Regioni possono assegnare dei lavori a soggetti terzi, ci si accorge che non si può assegnare così questo incarico a Veneto Lavoro, perché per farlo, attraverso un'assegnazione in house, Veneto Lavoro dovrebbe essere iscritto all'elenco degli enti accreditati ai quali le Regioni possono assegnare direttamente, in house appunto, alcuni servizi.
Dal 2017 arriviamo a oggi, nel 2022, a fare la legge regionale perché abbiamo dovuto aspettare che Veneto Lavoro si iscrivesse a quell'albo per poterglielo assegnare direttamente. Ma siccome non potevamo aspettare, nel frattempo abbiamo fatto un accordo di collaborazione.
Non so se è chiaro: la legge non ci consentiva di dare questa roba a Veneto Lavoro, ci siamo inventati un modo per poterla fare lo stesso, in attesa di potergliela assegnare ufficialmente e di fare, dunque, la legge.
In diversi, a partire dall'Ufficio Legislativo del Consiglio regionale, rispetto a questo tema hanno segnalato una criticità. Veneto Lavoro si è iscritto all'elenco degli enti accreditati. Quattro anni ci abbiamo perso, ma va bene. Gliel'avete assegnato per ragioni di natura strategica, per valutazioni di natura strategica, per le competenze che Veneto Lavoro ha, per le capacità anche organizzative che Veneto Lavoro ha. Perfetto. C'è un problema: le assegnazioni ad Enti in house possono essere fatte direttamente, quindi senza andare in bando di gara, solo se dimostrate anche l'economicità di questa operazione. Voi mi dovete spiegare, dovreste spiegare a me, alla Corte dei conti, a chi controllerà, perché per fare questa assegnazione a Veneto Lavoro avete deciso di non rivolgervi al libero mercato. Voi dite: "Ma Veneto Lavoro ce la fa gratis, tant'è che la norma finanziaria di questo progetto di legge è praticamente gratis". Dopo torno su quant'è. È praticamente gratis.
Questo lo dico perché sono cose che emergono dalle relazioni. Non è scritto da nessuna parte negli atti ufficiali, però un po' di soldini la Regione del Veneto per fare questo SILS li ha spesi, in realtà. E ne ha spesi parecchi. Con la prima DGR, quella del 2017, quella con la quale abbiamo fatto l'accordo di collaborazione, perché non potevamo assegnare direttamente a Veneto Lavoro la funzione, in cui si dice "iniziamo la progettazione di questa piattaforma", voi stanziate 500.000 euro: 100.000 per il personale, per l'analisi funzionale, progettazione, monitoraggio e valutazione, 390.000 per lo sviluppo del software e 10.000 per spese di missione, per ‒ se non ricordo male ‒ un paio d'anni di convenzione.
Questo accordo di collaborazione scade. Viene prorogato un paio di volte direttamente dall'atto del dirigente. Dopodiché, fate un'altra delibera di Giunta con cui prorogate ulteriormente l'accordo di programma, sempre in attesa che questo Veneto Lavoro si accreditasse all'elenco degli Enti, altrimenti non potevamo fare la legge, e stanziate ‒ se non ricordo male ‒ altri 290.000 euro, per implementare la progettazione della piattaforma, per i costi di gestione, mi pare ci fosse anche scritto.
Quindi, voi arrivate in Aula con una legge dove di fatto ci dite che questa piattaforma non costa niente e, almeno in teoria, guardando solo le due delibere di Giunta che ho trovato, vedo che almeno quasi 800.000 euro (500.000 prima e 290.000 dopo) li avete spesi per fare questa piattaforma fighissima, che, certo, serve a fornire i dati al Ministero, ma serve per fare quel monitoraggio di cui parlavamo prima. È sbagliato? No. Ce lo potete dire, gentilmente? Sarebbe doveroso. Sarebbe doveroso che nella relazione, almeno, del progetto di legge ci fosse scritto che per fare questa cosa fighissima intanto abbiamo già speso 800.000 euro. 800.000 euro del Fondo nazionale delle politiche sociali. Non sono 800.000 euro tirati fuori dalla Regione del Veneto. Sono 800.000 euro che la Regione del Veneto, surrettiziamente, senza essere autorizzata dal Consiglio, senza averlo comunicato al Consiglio, ha utilizzato per implementare la piattaforma. Soldi che lo Stato dà alla Regione per erogare prestazioni sociali. È legittimo. Ce lo dovete dire, però, perché non è scritto nella relazione. Anziché essere erogati per prestazioni sociali, sono erogati per fare questa piattaforma fighissima.
La cosa che a me sembra... Per cui, davvero vi consiglio di fare una valutazione approfondita. Come ho già detto, la farà sicuramente la Corte dei conti. Se per cinque anni abbiamo speso o abbiamo impegnato... Perché, poi, la cosa curiosa è che Veneto Lavoro non ha i bilanci pubblici. Amministrazione trasparente. L'unico bilancio che esiste pubblicato sul sito di Veneto Lavoro è quello del 2020. Quelli precedenti non sono pubblicati. Amministrazione trasparente.
Se questi 800.000 euro sono serviti in...
Buongiorno, assessora. Mi fa piacere che sia venuta. Parlavamo anche di lei.
Il collega Speranzon è sempre attento. Mi fa piacere che ci sia.
Dicevo, se io ho speso 800.000 euro per costruire la piattaforma e, se non ricordo male, nelle delibere di Giunta si parla di circa 100.000 euro l'anno per i costi di gestione, come è fisiologico che sia, come possiamo pensare ‒ e lo dice l'articolo 2 della legge ‒ che da qua in futuro questa piattaforma, come costi di gestione ordinaria, non ci costi niente? Anzi, ci costa 10.000 euro. Questo avete messo, perché gli uffici della Prima Commissione Bilancio si sono impuntati e hanno detto: "Guardate, a costo zero non ci crede nessuno, neanche la Corte dei conti". 10.000 euro serviranno soltanto a pagare le trasferte del personale di Veneto Lavoro che andrà a spiegare ai Comuni e agli ATS, quando mai ci saranno, come funziona la piattaforma. Ecco perché, anche quando si condivide una scelta, un impianto, un'idea, un progetto, una scommessa, come quella di cui stiamo parlando, le cose si possono fare bene o si possono fare meno bene, diciamo così, in maniera più trasparente o in maniera meno trasparente.
Quindi, e vado a concludere, vorrei capire ‒ perché è la mia funzione che me lo chiede ‒ quanto costa, quanto è costata, quanto ci costerà la gestione e da dove prenderemo le risorse. Dai capitoli di Veneto Lavoro, che è già oberato di attività? Continueremo a prenderle dal Fondo nazionale per le politiche sociali, in quella percentuale inferiore all'1%, che può essere dedicata ai costi di gestione? Dal Fondo spese straordinarie, come fate in questa legge?
Penso ‒ e vado a concludere ‒ che un principio positivo possa essere, ripeto, declinato in diversi modi. Dispiace che abbiate già deciso tutto.
Vado a concludere, Presidente.
Sul sito di Veneto Lavoro e della Regione del Veneto, a maggio 2019, avete annunciato l'apertura del SILS. Arrivate in Aula avendo già deciso tutto, solo perché la legge vi impone l'obbligo di fare una legge che vi autorizzi a fare questa operazione, e non ci dite niente. È impensabile che per una legge fatta da due articoli ci sia questa carenza di informazioni.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
La parola alla collega Ostanel, in discussione generale. Prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Approfitto di questa discussione generale perché anch'io ho bisogno di chiarimenti su questo progetto di legge, che abbiamo sicuramente visto in Commissione. Alcune domande lì le avevo fatte. La collega Camani ha detto bene: ci sono comunque ulteriori chiarimenti necessari in questo progetto di legge, che appare molto semplice, ma che dietro ha delle questioni. Io non mi soffermerò tanto sulle questioni legate a Veneto Lavoro, quanto sulle questioni sociosanitarie o, meglio, di difficoltà da parte dei Comuni a partecipare a questo progetto di legge.
Magari potremmo dire che siamo d'accordo sull'impianto, ma la domanda, il chiarimento è questo. Se i Comuni dovranno essere quelli che partecipano anche alla raccolta di dati e di cose che all'interno di questa piattaforma dovranno posizionarsi, siamo sicuri – questo, ovviamente, è stato sollevato da alcuni Comuni; è una domanda retorica – che non ci sia un aggravio di lavoro, che, magari, noi non riusciremo a fare, visto che non è chiarito e non è così chiaro come questa piattaforma verrà implementata nella gestione, di richiedere ulteriori dati, che appesantiscono le strutture comunali, che oggi sono già in difficoltà? Questa è la prima domanda di chiarimento.
Uso questo intervento non tanto per entrare sui contenuti, che la collega Camani ha già raccontato bene, quanto per avere chiarimenti in discussione generale.
Passo alla seconda. Stiamo parlando – e la legge li cita, ha già detto anche questo la collega, ma è un tema veramente rilevante – di Ambiti territoriali sociali. Dove sono finiti? Cosa stiamo facendo per dare avvio agli Ambiti territoriali sociali? Ad oggi sono una scatola vuota. Questo non lo dico io, ma lo dicono i territori. Esistono sulla carta, ma non esistono nella pratica. Manca una legge che dia a questi ambiti sostanza. Almeno dai territori con cui interloquisco io, ma magari sono i territori sbagliati o della Provincia sbagliata, pare non ci sia ancora un confronto con gli attori sociali e soprattutto con i Comuni per capire come questi ambiti saranno definiti e, soprattutto, come gli Enti locali interverranno all'interno di questi ambiti, se saranno dotati di un'autonomia statutaria oppure no. Questioni che, in qualche modo, se parliamo di autonomia, a voi tanto cara... Quando parliamo di autonomia pensiamo anche ad un livello di decentramento, a dare un potere verso le Amministrazioni locali, che non tutto sia prodotto e perfetto dal punto di vista anche normativo all'interno della Regione del Veneto. Quello che noi scriviamo, poi, si deve applicare sui territori.
Come lavoriamo su queste due questioni che rimangono ancora aperte? Stiamo definendo un progetto di legge che riguarda, ovviamente, un ambito diverso, ma che ha a che fare con gli Ambiti territoriali sociali, ma ancora non abbiamo chiarezza. Due: i Comuni saranno appesantiti dall'approvazione di questo progetto di legge o abbiamo ormai chiare tutte le questioni o tutte le modalità con cui i Comuni, invece, non saranno appesantiti dal dover aggiornare una nuova piattaforma e, come abbiamo già detto, ed è stato detto ampiamente nella relazione, ha delle cose positive, ma effettivamente non abbiamo tutte le informazioni per capire quali saranno, invece, gli impatti eventualmente negativi? Grazie.
PRESIDENTE
C'è qualche altro intervento? Collega Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente. Grazie, colleghi, per l'illustrazione del provvedimento.
Vorrei avere una rassicurazione dall'Assessore in merito a un aspetto tecnico, ma che ritengo importante: la compatibilità informatica dello strumento messo in piedi con gli strumenti adottati a livello ministeriale.
Purtroppo, abbiamo visto più volte come ci siano delle discrepanze nell'invio dei dati. Vorrei capire se questo aspetto sia stato gestito in maniera soddisfacente e se ci siano le garanzie che la piattaforma che si va a realizzare non abbia, poi, delle incompatibilità, delle incongruenze con a valle gli Enti locali, come sottolineava la collega Ostanel, e a monte gli strumenti ministeriali.
PRESIDENTE
Qualche altro intervento in discussione generale?
Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
Avevo chiesto la parola.
PRESIDENTE
Collega Scatto, semmai interviene in chiusura.
Collega Brescacin, prego.
Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente. Avevo piacere di intervenire su un progetto di legge che, essendo passato anche con un parere in Commissione Quinta e riguardando la materia del sociale, sicuramente ha una grande importanza.
Parto dagli ultimi interventi, pensando alla ricostruzione normativa. Non ricordo, adesso, le leggi, i numeri delle leggi in particolare, ma le possiamo ritrovare benissimo nelle relazioni. Le leggi statali oggi prevedono una serie di piattaforme, una serie di strumenti attraverso i quali raccogliere le informazioni relative a varie azioni in termini di sussidi, in termini di contributi, in termini di reddito di inclusione attiva, di reddito di cittadinanza e di tanti altri interventi di carattere sociale che vengono previsti per i nostri cittadini.
Per quelle stesse leggi, il tema non è se i Comuni sono aggravati da questi adempimenti. Il tema è che quelle leggi prevedono che i Comuni sono tenuti ad adempiere al completamento, nei tempi corretti, delle delibere, delle assunzioni che loro adottano sul tema del sociale, in quanto ne deriva comunque una responsabilità in capo ai funzionari che sono delegati a seguire quei procedimenti. Questo per mettere chiarezza su un piccolo punto di uno degli interventi che mi hanno preceduto.
Penso che, come legislatori, come Consiglio regionale, dovremmo soffermarci sull'obiettivo principale, soprattutto in questi anni in cui il tema del sociale ha assunto una rinnovata importanza, e tutti noi siamo sempre molto sensibili a questi aspetti, in un momento di grande difficoltà da parte dei cittadini, da parte delle famiglie, in un momento di difficoltà anche da parte delle Istituzioni, in cui non si opera all'interno di una programmazione di grandi disponibilità di risorse e dove da sempre tutti quanti ci siamo detti che l'importante è che i soldi pubblici vengano usati nel migliore dei modi, anche mettendo fine a quelle distorsioni che, purtroppo, anche con diverse azioni, anche con il reddito di cittadinanza, abbiamo visto e che, purtroppo, abbiamo capito cosa comportano.
Penso che le piattaforme che permetteranno ai Comuni e, quindi, anche alla Regione di governare le linee di finanziamento dei sussidi pubblici e delle iniziative di carattere sociale siano assolutamente importanti, perché è un modo per dare concretezza alla volontà, espressa a parole, di utilizzare le risorse in modo equo, ma equo significa che devono essere rivolte a coloro che davvero ne hanno bisogno e ne hanno diritto, mettendo anche le Istituzioni pubbliche nella condizione di poter lavorare in modo efficiente e, quindi, di poter avere un quadro chiaro sin da prima rispetto al nucleo familiare, rispetto alle persone verso cui rivolgono le azioni di carattere sociale, un quadro che, attraverso le due piattaforme, quella gestita dall'INPS e quella gestita dalla Regione, consentirà sicuramente una gestione migliore di quella messa in atto fino ad ora. Del resto, penso che un passaggio importante da sottolineare in questa discussione generale e nella relazione di questo progetto di legge sia quello di creare una interoperabilità tra le banche dati, quindi banche dati che si parlano, quindi banche dati rispetto alle quali Comuni, ATS e servizi sociali caricano i dati un'unica volta in una sola piattaforma, rendendoli disponibili in tempo reale anche nell'altra piattaforma, evitando così anche un aggravio di adempimenti.
Se davvero vogliamo andare verso un tema di riduzione delle disuguaglianze, che tutti quanti a voce reclamiamo, io penso che questo sia un ottimo modo. Il legislatore regionale, che deve dare gli indirizzi alla politica della Direzione e della Giunta, questo dovrebbe fare. Penso che questo provvedimento darà sicuramente una buona risposta e buoni strumenti. I Comuni, quelli che io conosco, soprattutto quelli della mia provincia, hanno già fatto un grande lavoro su questo tema attraverso una serie di incontri con l'INPS provinciale, con le Conferenze dei Sindaci e con l'ANCI proprio per andare verso una uniformità di comportamento e di formazione da parte di tutti gli uffici e di tutti gli operatori che operano in questo senso, per dare equità e per ridurre le disuguaglianze.
PRESIDENTE
Collega Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente. Ringrazio anche la Presidente Brescacin, perché credo che tutti noi condividiamo – la correlatrice l'ha detto in modo molto chiaro – la volontà di sostenere il territorio, di rafforzarlo e di dotarlo di tutti quegli strumenti che gli permettano, da una parte, di agire in modo flessibile e, dall'altra, di stare vicini ai cittadini, soprattutto in un momento in cui – è evidente a tutti, ce lo dicono i dati – la povertà assoluta e il disagio delle persone iniziano ad aumentare a causa della pandemia e, alle volte, anche a causa, purtroppo, di un territorio che tarda su alcune risposte.
Ciò che noi stiamo chiedendo e ciò che hanno chiesto le colleghe, che spero poi ci verrà illustrato anche dall'assessore Lanzarin, sono esattamente i tempi in cui noi mettiamo nelle condizioni anche i territori di reagire, di rispondere e di utilizzare al meglio gli strumenti informatici. D'altronde, lo sappiamo benissimo, lo abbiamo visto anche per altri aspetti, penso a quello che è successo con la questione dei farmaci per il diabete e del nuovo sistema informatico: noi possiamo annunciare per anni l'informatizzazione, però se l'informatizzazione non deriva da un processo di partecipazione e di chiarezza, questa può diventare quasi un ostacolo burocratico, più che un elemento di valorizzazione. Quindi, ciò che in questo momento stiamo chiedendo è comprendere i tempi con cui andremo a legiferare per quanto riguarda gli ATS e il percorso di accompagnamento all'uso di questo strumento.
Queste sono due domande su cui aspettiamo una risposta, ma ci aspettiamo anche un dialogo e un confronto all'interno della Commissione competente, al di là del provvedimento stesso, che ha sicuramente degli obiettivi positivi, ben espressi anche da chi è intervenuto precedentemente, ma gli obiettivi alle volte non bastano.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Bigon, prego.
Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
La povertà delle famiglie è aumentata del 10% in questi ultimi due anni, ragion per cui a maggior ragione dobbiamo assolutamente intervenire, però, come si diceva, bisogna intervenire con formazione e con tempi anche abbastanza rapidi, perché i Comuni non riescono assolutamente a gestire. Abbiamo un problema di ambiti, di territorialità, che deve assolutamente essere preso in mano. Pertanto, credo che l'intervento debba essere immediato, ma anche conciso e, ovviamente, formativo. Dopodiché, occorre tenere in considerazione anche i costi, come diceva prima la correlatrice, la collega Camani, quelli già sostenuti e quelli che si sosterranno. Ovviamente, devono andare a beneficio dei Comuni, ma con la debita formazione e in tempi certi.
Grazie.
PRESIDENTE
Non vedo altre richieste di intervento.
Passo, quindi, la parola all'assessore Lanzarin per la replica. Prego.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Grazie, Presidente. Ringrazio anche la Commissione Sesta e la Commissione Quinta per il lavoro fatto per questo provvedimento.
Dagli interventi che ho sentito mi pare di capire che siamo tutti d'accordo sull'opportunità di avere una piattaforma unica, sull'uniformità delle pratiche su tutto il territorio regionale e anche sulla necessità dell'interoperabilità tra i vari sistemi, che sono sistemi legati sicuramente alle modalità adottate da INPS e Veneto Lavoro, quindi legate a prestazioni di un certo tipo, con le prestazioni, invece, più prettamente sociali (le chiamiamo così) che in alcuni casi si vanno a sovrapporre, ma non c'è quella interoperabilità e quel dialogo anche rispetto – cito questo esempio visto che era una domanda posta da un Consigliere – ai sistemi nazionali, il SIUSS, che è l'ultimo sistema, come voi sapete, per quanto riguarda i servizi sociali presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, gestito dall'INPS.
Credo che questa sia una grande possibilità per noi, perché ci permette di avere una piattaforma unica, di avere questa interoperabilità tra i vari sistemi, di avere un linguaggio unico, ma soprattutto di avere una banca dati unica, che non si sovrappone e che soprattutto riesce a individuare – questo è l'obiettivo – gli utenti finali, riesce a garantire quell'equità sociale di cui spesso parliamo e che tutti noi in questo Consiglio vogliamo perseguire e riesce anche a far sì che non ci sia un soggetto – penso che questo sia l'obiettivo più nobile – assegnatario di più interventi e ci siano, invece, dei soggetti che vengono lasciati indietro perché non conosciuti all'interno del sistema. Quindi, rappresenta sicuramente una grande opportunità, un'opportunità che permette, io credo, di seguire i processi, di monitorare i processi e di raggiungere quelle valutazioni rispetto alle prestazioni che vengono erogate. Quindi, sicuramente va in questa direzione.
È chiaro che questa è la parte operativa, come è stato detto, ma la parte operativa deve essere accompagnata dalla parte di programmazione, che è la programmazione regionale, che però voi sapete bene è una programmazione che oggi è veramente in itinere. Questo indipendentemente dal fatto che la Regione Veneto, secondo quello che avete detto e che avete ripetuto, è indietro rispetto ad alcune programmazioni. Comunque, posso dirvi che non è così, e vi spiego perché. Se parliamo del Piano povertà, piano che è stato varato nel 2017, che è stato uno dei piani a livello nazionale, quello della Regione Veneto, che ha avuto un seguito maggiore e che ha rappresentato la base per la presentazione di altri piani in altre Regioni e in altri contesti, voi sapete che le nuove linee guida per il nuovo piano sono state approvate dalla Conferenza Stato-Regioni a dicembre 2021, quindi noi stiamo lavorando ora per il nuovo piano dopo che è passato in Conferenza Stato-Regioni a dicembre 2021.
Se parliamo dei Piani di zona, è verissimo che sui Piani di zona c'è stata prima un'apertura, poi una chiusura, infine un rimando, rimando dettato – è inutile che ce lo nascondiamo, penso che siamo tutti consapevoli e tutti d'accordo – da questi due anni di emergenza, che non avrebbero potuto permetterci di pianificare con la mente sgombra e soprattutto con la mente che doveva tener conto e che oggi può tener conto dell'esperienza vissuta in questi due anni di emergenza pandemica, rispetto alla programmazione dei futuri Piani di zona, ma si tratta pur sempre di una programmazione che era stata attivata con i tavoli preposti, che era stata conclusa, ma che dopo ha dovuto pensare a un Piano di zona ponte emergenziale. Oggi, invece, ha tutte le notizie, ha tutte le caratteristiche, ha tutti gli input per pensare a una programmazione che tenga conto anche di quello che è successo.
È subentrato nel mentre, come sapete, il Piano dei servizi sociali nazionale, che ha una dimensione nuova rispetto al Piano della non autosufficienza, al Fondo sociale nazionale e quant'altro, tant'è che abbiamo fatto un incontro, anche ieri, con i ventuno Ambiti su PNRR e Missione 5, e oggi è subentrato questo indirizzo molto forte dell'Ente nazionale che vede negli Ambiti territoriali sociali, appunto gli ATS, i soggetti attuatori prìncipi. Chiaramente, ma questo è corretto e giusto, era già in itinere, come ho detto anche ieri nell'incontro che ho fatto con i ventuno Ambiti, con il Presidente della Conferenza dei Sindaci, con i Presidenti dei Comitati dei Sindaci e con le Direzioni socio-sanitarie delle nove Aziende sanitarie del Veneto, adesso il passaggio successivo, una volta uscito il bando per quanto riguarda la Missione 5 "Inclusione sociale", che è uscito venerdì, con le indicazioni che abbiamo dato, è quello di cercare di seguire e coordinare gli Ambiti territoriali, per quanto possibile, considerato che, come sapete, le Regioni da questa partita sono state estromesse per quanto riguarda la parte sociale, ma anche per altre partite, lasciando in capo agli Ambiti la responsabilità, ma anche tutta la filiera di attuazione. Quindi, abbiamo cercato, anche con l'incontro di ieri e con gli incontri che si faranno nelle settimane prossime, di portare avanti un'opera di accompagnamento rispetto alla stesura di quelle che sono, oggi, le progettualità delle sette linee di intervento.
È chiaro che, alla luce di tutta questa carrellata che vi ho fatto, un sistema di questo tipo diventa un sistema importante e utile, ma diventa anche importante e utile che tutta questa programmazione abbia un filo conduttore e tenga conto, oggi, per forza di cose, dei due anni di pandemia che ci sono stati, dei risvolti che si sono determinati e dell'evoluzione sociale e demografica che si è generata, cercando di dare un'attenta lettura dei bisogni.
Questo per dire la programmazione.
Indubbiamente la riforma o la legge sugli ATS è una delle nostre priorità. Questo l'ho già detto anche in altri contesti. Anche ieri, durante l'incontro con i ventuno Ambiti, abbiamo intrattenuto un dialogo non solo rispetto al bando uscito per la Missione 5, ma anche relativamente allo sviluppo degli ATS, tenendo conto di quelle che sono, oggi, le peculiarità di alcuni territori rispetto ad altri e dello stato più avanzato di alcuni territori rispetto ad altri. È chiaro che non possiamo non tener conto di questo in quella che sarà una procedura che vedrà un provvedimento e che vedrà le Commissioni preposte, ma soprattutto l'Aula poi in una definizione che cerchi di andare incontro a queste esigenze.
Del resto, noi arriviamo – voi lo sapete – da un sistema particolare di forte integrazione con le nostre unità socio-sanitarie, quindi con la "doppia S", con una serie di deleghe, ma anche di mansioni che oggi sono in capo alle Aziende sanitarie, su cui c'è un intervento diretto anche da parte dei Comuni, che dovranno anche essere valutate rispetto al ruolo che avranno gli ATS, se sarà solo un ruolo meramente attuativo oppure un ruolo di altro tipo, proprio per non creare, come in questo caso, quei doppioni che non farebbero bene a nessuno e che disperderebbero energie e risorse inutili.
Credo che su questo noi dovremo fare un lavoro importante. Ripeto, è la priorità oggi rispetto all'emanazione del bando. Voi sapete che il bando è uscito il 15 ed entro il 31 marzo deve vedere i soggetti attuatori, in questo caso i ventuno Ambiti, presentare i progetti a livello nazionale.
Per quanto riguarda il discorso delle risorse e della trasparenza, che ho sentito da parte della consigliera Camani (audio incomprensibile) la Corte dei conti, e tutti i nostri provvedimenti vanno alla Corte dei conti. Quindi, se la Corte dei conti avrà da eccepire qualcosa non abbiamo nessun problema da questo punto di vista.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Ripeto, e chiudo. Credo che questa sia una grande opportunità proprio nella direzione di avere una visione unica, ma soprattutto un linguaggio unico tra le politiche sociali e le politiche del lavoro, che ritengo, anch'io, siano altrettanto importanti quando parliamo di politiche sociali, di dignità della persona e soprattutto di percorsi di reinserimento sociale.
PRESIDENTE
Grazie. La relatrice per la chiusura finale, prego.
Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Mi è parso dai vari interventi di capire che forse non si è capito il valore e la portata di questo PDL. Ho sentito parlare di povertà. Non è così. Ho sentito parlare di mancanza di coinvolgimento. Magari su queste cose si può sempre lavorare. Però, quello che mi preme dire riguarda l'osservazione della consigliera Camani sul perché Veneto Lavoro.
È chiaro che non è un affidamento di gestione di servizi sociali di rilevanza economica quello che è stato affidato a Veneto Lavoro, ma Veneto Lavoro esercita semplicemente l'attività amministrativa regionale, checché se ne voglia dire. Ci tengo a precisarlo perché da un punto di vista giuridico lo ritengo fondamentale.
Poi, sul perché sia stato istituito il SILS faccio presente che questa proposta di legge risponde all'articolo 24 del decreto legislativo n. 147 in base al quale la trasmissione da parte delle Regioni al Sistema informativo unico dei servizi sociali dei dati e delle informazioni relative alle prestazioni sociali per conto dei Comuni e degli ambiti territoriali sociali è subordinata a corrispondente previsione normativa regionale. Questa norma andava fatta. La ritengo di importanza strategica direi. Per quanto riguarda tutto il resto, mi pare che l'assessore Lanzarin abbia chiarito perfettamente.
Grazie.
PRESIDENTE
Correlatrice, intervento di replica finale.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Prima di entrare nel merito di alcune valutazioni più generali, dovrei precisare alcune cose. Assessore Lanzarin, io non ho messo in discussione che ciò che avete fatto sia legittimo. Metto in discussione il fatto che se io spendo 800.000 euro (per quelli che so io, non so se ce ne siano altri) per realizzare una roba su cui chiedo al Consiglio regionale di legiferare, per me è normale non dire, come è scritto in relazione, come è scritto nel testo, che questa roba viene realizzata a costo zero, ma dire "guardate che abbiamo già speso, già investito per la realizzazione della piattaforma questa cifra, erogata su questo fondo a beneficio di tale soggetto, che oggi trasformiamo, ufficializziamo, con un intervento normativo". Cosa che non è avvenuta. Se lei legge la relazione che accompagna il progetto di legge, non è fatta menzione di queste cifre e di questo investimento. Non è che sono soldi spesi per altro, perché le delibere di Giunta parlano chiaro: personale e per l'analisi funzionale, progettazione, monitoraggio e valutazione, 100.000 euro; sviluppo software 390.000 euro. Quindi, noi abbiamo trasferito a Veneto Lavoro 500.000 euro prima e 289.000 euro poi, esattamente per fare il SILS.
Se poi la legge mi dice che, invece, non costa niente, c'è qualcosa che non va nella comunicazione che rivolgete al soggetto che deve autorizzare questa operazione, perché so benissimo che se dentro l'articolo 24 di quel decreto non ci fosse stato scritto che le Regioni, se vogliono trasferire i dati direttamente al sito dell'INPS, devono avere copertura normativa, noi di questa cosa in Consiglio manco ne avremmo parlato e manco avremmo saputo di questi 800.000 euro, per fare l'esempio di come in politica la trasparenza nelle comunicazioni è sostanza.
Presidente Scatto, lei ha ragione: Veneto Lavoro non svolgerà una funzione di gestione delle politiche sociali. Veneto Lavoro fornirà assistenza tecnica alle strutture regionali. Mi chiedo, a maggior ragione, qual è la ragione tecnica per cui, anziché andare in bando di gara semplicemente per l'assistenza tecnica, vi siete rivolti a Veneto Lavoro. E lo dice, non a caso, l'integrazione alla scheda SIN che raramente arriva e che stavolta è arrivata (scheda SIN della Giunta).
Con il mancato ricorso al mercato, avete evitato il bando di gara, hanno evitato il bando di gara. Il mancato ricorso al mercato è giustificato dal fatto che Veneto Lavoro tra le sue funzioni istituzionali ha quella "di fornire assistenza tecnica alle strutture regionali competenti in materia di formazione, istruzione e lavoro", ma magari nel libero mercato un altro soggetto in grado di fornire assistenza tecnica lo trovavamo o magari no. Infatti, io vi chiedo: perché non ci dimostrate che l'offerta economica di Veneto Lavoro è la migliore che si poteva trovare sul mercato?
Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
Ma perché non deve esserci un'offerta economica da parte di Veneto Lavoro, mi scusi.
PRESIDENTE
Collega Scatto, non può interrompere.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Collega, allora si deve studiare la normativa sul Codice degli appalti, perché le Regioni non possono assegnare, neanche agli enti strumentali, in assegnazione diretta, se non dimostrano che c'è una convenienza economica: i soldi non ce li hai tu in tasca e li dai a chi vuoi, ma ci sono delle regole di trasparenza.
Chiudo a proposito di Corte dei conti: la funzione di questo Consiglio regionale. Io, a differenza di lei, assessore Lanzarin, e di altri colleghi, sono qui da poco e devo confessare, anche forse per esperienze precedenti, che pensavo fosse chiara e condivisa qual è la funzione del Consiglio regionale. Noi qui dovremmo indicare all'organismo esecutivo, e anche a lei, Assessore, quali sono le finalità della sua iniziativa politica. Collegialmente – poi, ovviamente, la dialettica tra maggioranza e minoranza è un'altra cosa – dovremmo indicare all'organo esecutivo quali strumenti utilizzare per perseguire quelle finalità. Noi dovremmo esercitare una funzione di vigilanza e controllo su come perseguite le finalità che noi vi diciamo di perseguire e come applicate gli strumenti che noi vi diciamo di applicare.
Di fronte ad una legge come questa, c'è la negazione di questa funzione del Consiglio regionale, che viene privato di informazione e della possibilità di discutere. Se la riforma degli ATS è davvero una priorità, non ci si mette niente a fare una risoluzione, venire in Consiglio e discutere in questo Consiglio – faccio l'esempio, perché ne ha parlato lei – su come poi possono essere organizzati gli ATS. Su questo e su tutto il resto.
Non ho niente contro il SILS, grandissima operazione, come ho anche detto nel mio intervento di discussione generale, perché può essere uno strumento utile. Nell'accordo vedo che Veneto Lavoro relaziona alla Giunta su come procede l'applicazione di questo strumento, magari lo venga a raccontare, se le capita, anche a questo Consiglio regionale. Quindi, non è una contrarietà allo strumento, ma al metodo sì, perché non è la prima volta ed è una modalità con cui, a mio giudizio, questa Giunta si relaziona con questo Consiglio. I Consiglieri di minoranza, ma anche quelli di maggioranza, sono qua a schiacciare i bottoni senza sapere davvero come stanno le cose.
Per queste ragioni, purtroppo, non potremo votare a favore di questo progetto di legge, perché vogliamo lanciare un segnale alla discussione dentro questo Consiglio. È una legge di due articoli. Farla meglio sarebbe stato possibile. Costruire un'occasione per ragionare su quali sono gli strumenti per affrontare al meglio le sfide che abbiamo davanti sarebbe stata una necessità di questa Regione.
Grazie.
PRESIDENTE
Non vedo altri interventi.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all'articolato.
Articolo 1.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'articolo
1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Se qualcuno del settore informatico va dalla collega Ostanel per capire. Un attimo, vedo parecchi che non votano. Ancora qualche secondo, colleghi. Se qualcuno ha problemi, si faccia supportare dal settore informatico.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo
2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo al voto finale.
Ci sono dichiarazioni di voto, colleghi? Non ne vedo.
Metto in votazione il
PDLR n.
102 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7 |
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PROGRAMMA TRIENNALE DELLA CULTURA 2022-2024. ARTICOLO 7, COMMA 3, LEGGE REGIONALE 17/2019. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 30) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 17/2022)
Relazione della Sesta commissione consiliare XI legislatura.
Relatrice: Consigliera Francesca Scatto.
PRESIDENTE
Passiamo al punto n. 7: "Programma triennale della cultura 2022-2024" PDA n. 30.
Relatrice la collega Scatto, prego. Se chiede la parola, collega Scatto.
Francesca SCATTO (Zaia Presidente)
Mi viene da dire: finalmente. Finalmente l'Aula si potrà esprimere sul Piano triennale della cultura. Tutto ovviamente ha fondamento sulla legge n. 17 del 2019 che si compone di ben 41 articoli e che sostanzialmente può far affermare alla nostra Regione di avere finalmente un sistema della cultura: c'è un sistema della cultura del Veneto.
Infatti, questa legge innova nella disciplina regionale vigente anche perché sono cambiate le esigenze culturali del Veneto e in questa particolare materia c'era un bisogno di omogeneità: bisognava porre dei criteri cardine per i diversi settori interessati rispetto ai quali l'intervento regionale opererà con la programmazione. Ecco quindi il Programma triennale della cultura e il piano annuale attuativo del Programma triennale.
Mi piace sottolineare che la legge n. 17 del 2019 è una legge quadro in quanto non entra nella regolazione dei singoli comparti, ma ne enuncia i principi e le finalità che saranno propri dell'azione regionale, tratteggiando quelli che costituiranno i riferimenti della Regione nella valorizzazione dei beni culturali, dei servizi culturali, delle azioni e delle iniziative culturali realizzate dalla Regione e dai soggetti che operano nel settore cultura: le attività di studio e di ricerca, quelle di spettacolo e teatrali, quelle musicali, quelle coreutiche, quelle cinematografiche, editoriali ed audiovisive. Dunque il Programma triennale è in pratica un documento unico per ogni materia in ambito culturale; i suoi contenuti trovano attuazione nel piano annuale, con ciò attuando anche una verifica delle azioni intraprese.
All'articolo 7 della legge si definisce il Programma triennale della cultura come strumento per la programmazione degli interventi della Regione in materia di beni culturali, di patrimonio culturale, di sistema regionale degli istituti della cultura, delle attività culturali e dello spettacolo. Il Programma triennale 2022-2024 pone anche l'accento sul significato che vogliamo dare alla cultura, alla cultura come diritto, come risorsa fondamentale per la crescita umana, per lo sviluppo sociale della comunità, per il dialogo tra persone e la qualità di vita.
Per la pianificazione degli interventi in materia di beni, di patrimonio culturale e di spettacolo, ruolo fondamentale nella stesura del programma poi è la Consulta per la cultura. Non è un caso se poi la documentazione di riferimento per la programmazione comprende, come primo fra tutti, il programma di governo 2020-2025 della nostra Regione, che ha evidenziato come la cultura costituisca un asse imprenditoriale insieme al turismo. C'è un'economia della cultura con enormi potenzialità di sviluppo per l'Italia e per il Veneto, che prevede anche la collaborazione pubblico- privato.
Ecco, quindi, un concetto di cultura, di nuova cultura, una cultura d'impresa. Ovviamente non si può prescindere dal PNRR, dal DEFR 2021-2023 che è lo strumento di programmazione economico-finanziario della Regione, in cui resta fondamentale per la cultura l'individuazione di strategie che si confrontino con le sfide sociali, tecnologiche, economiche, valorizzando le peculiarità territoriali, imprenditoriali e identitarie del Veneto.
Non tralasciamo naturalmente il POR, il FESR 2021-2027 a sostegno del turismo e del patrimonio culturale: cultura e turismo vanno quasi sempre insieme. Ecco che, quindi, il ruolo della cultura viene rafforzato anche tramite lo sviluppo economico, nell'inclusione e nell'innovazione sociale.
Io credo che dobbiamo fare tesoro di quanto è emerso durante la pandemia perché questo programma si focalizza sul coinvolgimento della comunità e di tutti gli attori del territorio.
Mi sento di spendere una parola in più su questo e su tutti gli attori del territorio, perché non potrà esserci una struttura, una partecipata che fa più cultura, che rappresenta più cultura rispetto a certe realtà che risultano essere più piccole e che assolutamente non devono patire della loro minore importanza sul territorio: non è in realtà una minore importanza, perché quando si parla di cultura, non c'è un minore o maggiore. Con questa relazione vorrei anche fare proprio un appello affinché la nostra attenzione di legislatori sia rivolta proprio al mondo culturale a 360 gradi: non deve esserci chi la fa da padrone quando si parla di cultura.
Questo programma detta le linee di indirizzo e le priorità, fissa gli obiettivi e le modalità di realizzazione degli interventi, individua le modalità di finanziamento degli interventi: c'è un raccordo tra le politiche culturali. Gli ambiti di intervento sono quelli stabiliti nell'articolo 4 della legge n. 17: beni culturali, patrimonio culturale, servizi culturali forniti da musei, archivi e biblioteche, azioni ed iniziative realizzate dalla Regione, enti, strutture di gestione, associazioni senza fine di lucro, attività di studio, di ricerca e diffusione del patrimonio, le tradizioni e le eccellenze storiche ed artistiche del Veneto, le attività teatrali, musicali, coreutiche, cinematografiche, editoriali ed audiovisive ed anche – e lo sottolineo – la sperimentazione di operazioni innovative.
Questo è il Programma triennale della cultura.
Come penso abbiamo dimostrato in Sesta Commissione, deve esserci un lavoro di squadra affinché questi obiettivi possano essere raggiunti perché non abbiamo altro tempo: questo è il tempo.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire l'assessore Corazzari. Prego.
Ass.re Cristiano CORAZZARI
Grazie, Presidente.
Vorrei integrare la relazione di apertura fatta dalla presidente Scatto sottolineando, per conto della Giunta, come il Programma triennale costituisca un primo strumento di pianificazione degli interventi regionali in materia di beni e patrimonio culturale, di sistema regionale degli istituti della cultura, di attività culturali e di spettacolo di cui la Regione viene a dotarsi, in piena attuazione della legge n. 17/2019, la nostra legge quadro, che introduce il criterio della programmazione e che lungamente è stata attesa da questa Regione. Ricordiamo il lavoro veramente encomiabile che è stato fatto nella scorsa legislatura da parte del Consiglio regionale, che ha dato la stura ad un percorso che era iniziato, però, decenni prima e che ha visto la razionalizzazione di un impianto normativo estremamente articolato e datato e, con la votazione della legge quadro, l'abrogazione di una trentina di leggi specifiche nell'ambito del settore culturale. È un percorso di razionalizzazione e di introduzione di un criterio di programmazione che è stato ampiamente condiviso da quest'Aula. Mi pare ci fosse stata quasi l'unanimità.
Questo documento consente di dare attuazione a quel percorso tracciato e di fornire una risposta adeguata, risoluta negli intendimenti, energica e dinamica a istanze e fabbisogni del nostro territorio, anche tenuto conto della grave crisi generata dalla contingente pandemia, contingente ma ormai duratura perché si parla di due anni.
Questo documento si focalizza sul coinvolgimento permanente della comunità e di tutti gli attori del territorio, promuovendo opportunità di apprendimento, partecipazione attiva e benessere dei cittadini, declinando appunto il concetto della cultura e il valore della cultura quale elemento imprescindibile per la vita e la qualità della vita dei nostri cittadini e delle nostre comunità.
Muovendo dagli ambiti dell'intervento regionale, ovvero dai beni culturali, servizi culturali e attività culturali, attività di studio e ricerca, attività musicali, coreutiche, cinematografiche, editoriali, audiovisive, di formazione, educazione e partecipazione del pubblico e da importanti documenti guida che sono stati citati dalla presidente Scatto, questo documento stabilisce quindi precisi contenuti che sono stati puntualmente elencati nella relazione.
Ma vorrei soffermarmi in particolare su quelle che sono le linee di indirizzo strategiche per le politiche culturali che qualificano l'azione regionale e rappresentano gli indirizzi di sviluppo del settore. Esse si traducono nel sostegno alla ripresa e al rilancio del settore dopo la pandemia, nella rigenerazione a base culturale del territorio (e su questo molto dicono anche gli obiettivi del PNRR) allo scopo di attivare processi virtuosi in ambito creativo e sociale, con l'apporto di tutte le componenti della comunità locale nell'interazione fra settori diversi per la costruzione di progettualità condivise, nella promozione della partnership pubblico-privata e nella formazione e sviluppo di competenze anche digitali per gli operatori del settore.
Vi è quindi un significativo cambio di prospettiva in cui le politiche regionali del settore acquisiscono un respiro triennale e dialogano attivamente con gli attori del territorio, anche in fase di costruzione delle politiche stesse, attraverso quello che è uno strumento fondamentale, ovvero la Consulta della cultura.
Vi è quindi un significativo cambio di prospettiva, si diceva, e si avvia anche un percorso di semplificazione per gli operatori della cultura, omogeneizzando le azioni e le procedure. Grazie alle azioni di integrazione tra settori con altri settori esterni, si superano quelle barriere caratteristiche della precedente legislazione e si aprono spazi per nuovi approcci, per capire come la cultura rappresenti sempre di più un veicolo interdisciplinare di crescita e di opportunità.
Il documento, infatti, prevede azioni prioritarie trasversali, comuni a tutti i settori, quali le attività, i progetti integrati, la formazione e audience development, le azioni prioritarie per beni e servizi, arte, attività culturali volte alla valorizzazione del patrimonio culturale anche attraverso attività culturali collegate direttamente con i luoghi culturali, realizzate all'interno degli istituti o in collaborazione con gli stessi, per una promozione reciproca, per lo sviluppo e la sinergia dei progetti, azioni prioritarie per lo spettacolo, la creatività e le imprese culturali volte a promuovere e sostenere la cultura cinematografica e audiovisiva per l'esercizio cinematografico e lo spettacolo dal vivo, le imprese culturali e creative.
Attraverso le linee di indirizzo strategiche e le azioni prioritarie, il programma intende così raggiungere importanti obiettivi: prima di tutto accrescere il livello qualitativo e quantitativo dell'offerta culturale nel suo complesso e nei singoli ambiti e affermare un nuovo modello di valorizzazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, incentrato sullo sviluppo di contenuti di qualità che consentano di assicurare una fruizione più ampia del patrimonio e una gestione sostenibile nel medio e lungo periodo.
Altro obiettivo è quello di esportare la conoscenza del patrimonio e delle eccellenze culturali venete, a cui si aggiunge la ferma volontà di rendere più stretta e attiva la partecipazione della comunità degli interlocutori culturali. Non si può dimenticare poi l'obiettivo di raggiungere e motivare i fruitori, ovvero il pubblico a cui noi ci rivolgiamo, nostri cittadini e non solo, rendendoli partecipi e creando capacità di attrazione verso nuove destinazioni, per ampliare e coinvolgere pubblici più ampi e diversi possibili, includendo le fasce deboli e diversificando il pubblico che accede e fruisce dei beni e del patrimonio culturale, dei servizi culturali e dell'offerta di spettacolo dal vivo.
Questo con la consapevolezza che anche le modalità di fruizione culturale sono profondamente cambiate e ce lo insegna la pandemia, colmando quindi...
PRESIDENTE
Assessore, oltre a guardare il suo foglio, la invito a guardare anche il... Prego.
Ass.re Cristiano CORAZZARI
Ragazzi, non è che intervengo sempre in quest'Aula. Però, si parla della mia materia...
PRESIDENTE
Sì, però i tempi sono uguali per tutti.
Ass.re Cristiano CORAZZARI
Ho ancora quattro righe e ho ancora 1 minuto e 34 secondi. Se non va bene...
PRESIDENTE
Prego, Assessore. Sintetizzi, grazie.
Ass.re Cristiano CORAZZARI
Mi avete fatto anche perdere il segno. Non sono più quel giaguaro di una volta, devo stringere gli occhi per leggere.
Altri obiettivi sono quelli di potenziare, attraverso la cultura, l'inclusione sociale e il benessere del singolo e della comunità, favorire la transizione digitale nel settore culturale e creativo, preservare e valorizzare il patrimonio e l'identità del territorio, accrescere l'occupazione nel settore, accrescere le competenze manageriali e digitali degli operatori del settore, esaltare l'attrattività e la vocazione turistico-culturale del territorio, favorire un'equa distribuzione capillare nelle aree e nei territori dell'offerta.
Da ultimo, ma non ultimo, in questo caso ultimo, questo primo triennio sarà caratterizzato dall'avvio del sistema informativo della cultura, che consentirà di avere a disposizione quei dati necessari per verificare l'impatto delle nostre politiche e quegli strumenti per porre in essere i correttivi opportuni: obiettivo, quest'ultimo, vi assicuro non secondario, perché è di primaria importanza per noi avere un Osservatorio della cultura che funzioni e che ci dia anche gli elementi per poter assumere quelle scelte di cui vi è forte domanda e che si aspetta la nostra Regione.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Parto anch'io con le stesse parole della presidente Scatto dicendo che era ora, perché siamo in ritardo di tanto nel Piano triennale che oggi qui discutiamo. Aggiungo anche che non solo era ora, ma dobbiamo velocizzare su tutto quello che manca.
Io capisco le parole trionfali dell'assessore Corazzari, che ha quasi scandito, come fosse una predica, il suo discorso, ma se questo discorso lo avessero sentito gli operatori culturali fuori di qui io credo si sarebbero sentiti presi in giro. Gli operatori culturali che organizzano i festival e che da due anni non riescono a organizzare un evento, chi gestisce una sala concerti o un teatro e deve pagare mensilmente un affitto che per le grandi strutture del Veneto – e credetemi che non sono tante, stiamo parlando di 10-15 operatori – si attesta attorno a 5.000, 10.000 o anche 12.000 euro al mese, che hanno dovuto pagare con uno stop quasi di 24 mesi. Stiamo parlando di tutti quei piccoli operatori del teatro che, grazie al lavoro fatto con la Commissione consiliare e la presidente Scatto, siamo riusciti in questi anni, credo, anche a portare all'attenzione di questo Consiglio e della Giunta, facendoli anche parlare e audire nelle continue audizioni che abbiamo fatto, dove abbiamo sentito il grido di allarme di tutti quegli operatori che dicevano non solo che non ce la facevano più ma che stavano già iniziando a delocalizzare la sede legale e anche operativa – e questa è peggio – delle loro attività perché dal Veneto non stavano ricevendo risposte adeguate, non solo durante la pandemia, ma anche prima della pandemia.
Scusate se rovino il tono trionfale dell'intervento dell'assessore Corazzari, ma io credo che sia giusto dire quello che è vero, che questo Piano va bene – vedete, non c'è nemmeno la correlazione, perché abbiamo votato favorevolmente a questo piano in Commissione – ma credo sia giusto in discussione generale porre l'attenzione su tutte le cose che mancano, perché, ripeto, se questo discorso fosse stato sentito da chi vive quotidianamente la vita dell'operatore culturale fuori da qua io credo si sarebbe sentito preso in giro.
Faccio gli appunti su quello che manca e l'Assessore io credo anche in maniera forse interessata non ha citato, ad esempio, il punto 5 dell'articolo 7, dove si dice che il Programma triennale è attuato dai piani di cui all'articolo 8, che sono i piani annuali. La vera domanda in discussione generale è: quando arriveremo ai piani annuali che portano questa legge ad essere attuata e finanziata? Perché guardi, il Piano è bello, io lo voterò, non mi importa nemmeno di pensare di dare un segnale politico fuori da qui perché, come ha detto lei, è stato fatto bene. È stato fatto anche – ringrazio, ne approfitto – dal supporto delle strutture tecniche della Commissione, ma anche della Direzione, e voglio citare anche la dottoressa Bressani, che in questo lavoro è stata fondamentale.
Il Piano va bene, quindi, ma qui dentro dobbiamo dirci tutte le cose che ancora non vanno bene e darci tempi certi se vogliamo lavorare con il mondo della cultura in maniera seria agli operatori che sono fuori di qui per fare quel riordino organizzativo di cui l'Assessore oggi ha parlato. Ben venga che ci sia e che sia in questo Piano, ma manca ancora tanto per arrivare all'ultimo miglio che sono quegli operatori che devono essere sostenuti adeguatamente, finalmente, nel lavoro che fanno, con una strutturazione normativa organica che gli permetta di vedere dei bandi trasparenti, dedicati ad ogni settore culturale, cosa che in questa Regione non c'è mai stata.
Questo è il tema di cui dobbiamo discutere qui oggi se vogliamo, oltre ad approvare un piano fondamentale ed importantissimo, avere qui fuori da noi e fuori da questo Consiglio delle persone che dicono che non solo abbiamo un piano triennale bello, ma stiamo andando verso un'attuazione che arriverà in tal data, dei piani annuali che approveremo entro tale data e un finanziamento certo, quindi i soldi che oggi abbiamo in quelle famose leggi e leggine che speriamo che abrogheremo presto all'entrata in vigore di questa legge, quando quei fondi verranno finalmente transitati nella legge sulla cultura che, ricordo, è stata approvata all'unanimità nel 2019.
Stiamo parlando di diversi anni fa e mi scuso di nuovo anche con l'Assessore se aggiungo una cosa: la pandemia non può essere un momento o una giustificazione per dire che il Piano triennale arriva solo oggi. Sapete perché? Perché io penso che l'assessore Lanzarin possa forse dire questo in qualche intervento, ma io credo, invece, che la cultura, proprio in questo momento, aveva bisogno di un'accelerazione più forte per approvare il Piano triennale prima e per avere quei fondi certi, organici, messi a posto, ragionati grazie a questo Piano e pubblici in quel sito regionale dove un operatore entra e vede il bando a sostegno delle piccole compagnie teatrali, piuttosto che il bando per il supporto alla cinematografia, piuttosto che il bando per gli operatori musicali.
I cinema, per fare un esempio – credo che abbiate letto gli articoli – stanno chiudendo; le sale cinematografiche, soprattutto quelle più piccole, rischiamo che, quando questa legge sarà attuata, non ci saranno più; gli operatori che hanno delocalizzato, gli operatori che non riescono più a pagare quell'affitto da 5-6.000 euro al mese non ci saranno più.
Io sono contenta del Piano, ma chiedo – e poi approfitto della presenza dell'Assessore – che, in chiusura della discussione generale, ripeta i tempi certi di attuazione di questa legge con i piani annuali e finalmente con la strutturazione davvero di un indirizzo chiaro al settore culturale di questa Regione.
Chiedo e dico le ultime due cose: c'è una tabella in questo piano triennale che ho molto apprezzato perché è una tabella anche che racconta la verità, quindi si poteva anche non metterla. Io penso che sia stato invece giusto inserirla e qui invece ringrazio perché c'è un'opera di trasparenza che però indica quello che manca.
Se la vedete a pagina 1 del Piano, noi abbiamo i dati al 2017 e i dati previsionali del 2020. Vediamo che la Regione Veneto metteva 32 milioni nel 2017 e vediamo che nel 2020 ne mette 17. Io so che l'assessore Corazzari dice che questo dipende da un mancato finanziamento – l'ha detto in Aula all'approvazione del Bilancio – da parte dello Stato, però, credetemi, lo Stato non finanzia la cultura in maniera diretta. Andando a vedere bene, se noi andiamo a vedere quello che la Regione ha messo, che è l'unica cosa di cui noi possiamo disporre e avere dati certi, è in diminuzione e mi dispiace anche qui in Aula ridirlo, ma in questi anni dal 2017 al 2020 abbiamo disinvestito in cultura. Quando avrò i dati, tabelle alla mano diverse, smetterò di dire questa affermazione.
Questa tabella è positiva perché ci fa vedere un indirizzo, un indirizzo di cambiamento che noi dobbiamo, grazie all'attuazione di questa legge, inserire. Spero negli anni successivi – 2021, 2022, 2023, 2024 e 2025, quando magari ancora sarò qui, ma anche quando non sarò più qui e potrò vedere la tabella dei Piani triennali che avanzano – di vedere che la Regione del Veneto avrà posto l'asticella verso l'alto. Non si tratta solo di fare un bel Piano triennale, ripeto, lo è: si tratta di fare dei buoni Piani annuali e non avrò dubbi che sarà così con il lavoro che è stato fatto anche sul triennale. Bisogna fare presto perché il grido di allarme che arriva da fuori è forte e bisogna farlo con i fondi adeguati.
La domanda è: vogliamo che tutte le cose che sono state contenute nel discorso dell'Assessore siano realizzate in questa Regione? Se la risposta è sì – e io credo sia "sì", perché c'è stata unanimità spesso su questi temi dentro il Consiglio regionale – vuol dire che dall'anno prossimo al prossimo Bilancio noi dovremmo vedere un aumento sostanziale dei fondi che dedichiamo a questo settore.
PRESIDENTE
Se il collega Formaggio può ridere in silenzio...
Prego, Ostanel.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Chiudo prendendo un minuto.
Quando parlo di grido di allarme – e penso che ognuno di noi abbia un amico, un'amica, un familiare, ossia una persona che fruisce di cultura – sto parlando di una cosa reale e seria e fuori da qua a dicembre, quando stavamo lavorando sul Bilancio, ci sono stati degli operatori che hanno lanciato una petizione che in pochissime settimane ha raggiunto più di 7.000 firme, che chiedeva, tra le altre cose, un aumento dei fondi – cosa che non siamo riusciti a fare, ma abbiamo recuperato il taglio – e chiedevano l'attuazione della legge cultura, cioè l'approvazione del Piano triennale, ma la sua attuazione.
Io voglio e vorrei che guardandoci negli occhi e anche dentro decidessimo che è bene un Piano triennale, è scritto bene e spero verrà votato all'unanimità, ma che dobbiamo dare conto di quelle firme che sono il grido di allarme di cui qui parlo. Un grido di allarme che significa perdere in ogni Comune, in ogni territorio, soprattutto quelli più piccoli, dove tendenzialmente facciamo fatica ad arrivare, l'opportunità di avere e fruire di servizi culturali.
Ne approfitto per anche illustrare brevemente l'unico emendamento proposto perché credo anche qui sia importante dire il perché è stato inserito, perché c'è un tema rispetto alla programmazione. Se noi programmiamo giustamente di abrogare tutte le leggi o le leggi che sono previste dall'abrogazione, e quindi di attuare finalmente la legge sulla cultura, ci sarà un tema, io credo, importante, che è quello di coniugare – ed è una richiesta che è arrivata da più parti nelle audizioni sia dalle partecipate della Regione del Veneto ma anche dagli operatori culturali – di coordinare un lavoro stretto di collaborazione tra chi è un ente partecipato e chi è un operatore del territorio per fare in modo che le partecipate della nostra Regione non vadano in una direzione unica e tra l'altro, permettetemi di dirlo, alcune volte senza una direzione chiara o controllo da parte della Regione sull'operato, ma dall'altro invece favorire che nei territori si faccia un'alleanza tra quegli operatori che sono gli operatori FUS e gli operatori extra FUS e le strutture delle partecipate.
Quando noi diamo dei fondi alle nostre strutture partecipate, che è un bene e non va nulla tagliato, come decide questa partecipata di investire quei fondi potrebbe essere fatto proprio coinvolgendo quegli operatori FUS ed extra FUS che sono quelli che tendenzialmente fanno anche più fatica a resistere di fronte a una pandemia perché hanno meno flusso di denaro che gli arriva in maniera costante. Un Teatro stabile ha fatto fatica, ma non ha fatto fatica come un operatore che doveva pagare l'affitto, doveva pagare i dipendenti e non poteva avere la cassa integrazione. Sono due pesi e due misure che credo una Regione dovrebbe saper gestire in maniera intelligente, creando quella filiera culturale che più volte è stata chiesta nelle audizioni e non l'hanno chiesta solo gli operatori piccoli, lo chiedono anche le strutture partecipate, perché anche per loro il vivaio, la vita che sta fuori, le persone che producono e fanno cultura sono esattamente quelle che le fanno vivere. Vogliamo lavorare davvero in questa unione? Vogliamo mettere nel Piano triennale che una direzione di lavoro sarà questa? Io credo che sia un'opportunità. Non stravolge nulla del piano, non è un emendamento politico, non è nemmeno un emendamento di protesta, ma è un emendamento di contenuto che dice che ci siamo accorti, anche dopo il percorso di questo piano dentro la Consulta, che una richiesta del territorio viene e veniva e che si può meglio specificare dentro un Piano.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Collega Possamai, prego.
Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)
Non vorrei iniziare anch'io con "finalmente", ma il concetto è quello. Ha detto tante cose la capogruppo Ostanel per cui non ritorno su alcuni punti, ma mi limito a dire questo. Il Programma triennale, così come la legge sulla cultura, è un ottimo provvedimento. Quella è una legge, questa è una proposta di deliberazione amministrativa. Ma è un po' come se assembliamo una Ferrari: per farla andare bisogna metterci dentro la benzina e anche tanta, Capogruppo, lei che conosce come funzionano i motori.
Da questo punto di vista c'è un elemento importante, che è questo: finalmente arriva questo Piano, che è organico, che affronta in maniera trasversale i tanti temi che incrociano i mondi culturali, adesso però siamo arrivati alla prova del nove. La dico così: uno dei motivi forse potenziali per cui questo Piano arriva un po' dopo, oltre al Covid, oltre a tutto quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni, è anche che, una volta che l'hai messo nero su bianco e che poi devi fare i piani annuali, bisogna anche fare le cose. Su questo, esattamente come è accaduto nell'ultimo autunno, nell'ultima discussione di bilancio – è tornato l'assessore Calzavara –, il tema è dare gambe alle tante ottime cose inserite qui dentro.
Attenzione, "gambe" vuol dire certamente lo spettacolo dal vivo, vuol dire il finanziamento a quello di cui parliamo molto più spesso, ma vuol dire anche gambe, per esempio, alle reti bibliotecarie del nostro territorio. Se uno guarda, prendo una Regione a caso che non è a Statuto speciale, quanto mette il Piemonte sulla rete bibliotecaria territoriale, Assessore, e quanto mette il Veneto fa impressione.
Dico "Assessore", ma in realtà non è un tema dell'assessore Corazzari, è un tema della Giunta, è un tema di chi guida questa Regione e dell'individuazione delle priorità. Noi sicuramente votiamo a favore di questo Piano triennale, l'abbiamo discusso lungamente in Commissione e c'è tanto se non tutto quello che serve a mettere il territorio e a mettere tutti gli attori, come dicevo prima, che sono molto vari, del mondo culturale nelle condizioni di lavorare bene. Votando a favore però chiediamo un impegno, nel senso che questo voto a favore poi porta al fatto che questo Piano venga applicato.
Sapete benissimo che per applicarlo non bastano le risorse che sono state messe a bilancio in questi anni, non bastano nel modo più assoluto. Non basta l'impostazione e l'attenzione scarsa che si è avuta sul fronte della cultura in questi anni. Esattamente perché votiamo a favore saremo anche vigili guardiani del fatto che questo Piano... Probabilmente il consigliere Formaggio non sarà un vigile guardiano, ma noi invece saremo vigili guardiani del fatto che questo Piano triennale non solo veda la luce in quanto approvato in quest'Aula, ma veda la luce anche perché applicato concretamente sul territorio. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Grazie a lei. Collega Venturini, prego.
Consigliere Formaggio, se vuole intervenire basta premere il microfono.
Collega Venturini, prego.
Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Lasciate parlare la collega Venturini, per favore. Prego, collega.
Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Il programma di cultura è sempre figlio del tempo storico in cui viene prodotto, della temperie culturale. Anche in questo caso questo Programma triennale risente, come ha fatto notare anche l'Assessore poc'anzi, dell'evolversi dell'emergenza sanitaria e della conseguente crisi sociale ed economica. Ne risente e ne risentirà perché sempre quando ci sono degli eventi funesti che colpiscono l'umanità poi ci sono delle crisi sociali e delle crisi economiche che segnano profondamente.
Io penso che per la ripresa del comparto della cultura questo programma possa essere uno strumento imprescindibile, uno strumento che permetta a questa Regione di aspirare ad eccellere, come vuole fare, con le sue azioni. In che maniera? Guardando al territorio, perché questo territorio custodisce un patrimonio materiale e immateriale, che forse è un po' azzardato dirlo, ma io ritengo che sia incommensurabile per la vastità. Però è anche un programma che guarda all'innovazione culturale e che guarda quindi all'applicazione delle tecnologie digitali.
Tra le varie missioni, noi riteniamo che sia fondamentale, attraverso questo Piano, promuovere assolutamente la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo professionistico, perché questa filiera è stata letteralmente massacrata dalle misure restrittive richieste dall'emergenza sanitaria e quindi è necessario accrescere l'occupazione ed è necessario accrescere anche l'offerta culturale diversificata.
Altro ambito fondamentale è sicuramente quello dello spettacolo amatoriale, perché questo rappresenta e garantisce una funzione e un ruolo sociale: io sto pensando alle bande, sto pensando ai cori, sto pensando alle compagnie teatrali, anche le più piccole, che vivificano il tessuto sociale e queste vanno sostenute.
Questo programma, per i suoi contenuti, se questi sono i presupposti, ritengo che possa essere un volano e va assolutamente sostenuto.
Ringrazio l'assessore Corazzari, ringrazio la presidente Scatto, ringrazio la Struttura e tutte le persone che hanno collaborato perché la Regione Veneto ha bisogno anche di questo.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
PRESIDENTE
Grazie, collega Venturini.
Non ci sono altre richieste di intervento, quindi dichiaro chiusa la discussione generale.
C'è un emendamento. Facciamo un minuto di sospensione perché la Commissione possa esprimere un parere.
La Seduta è sospesa alle ore 16.42
La Seduta riprende alle ore 16.48
PRESIDENTE
Possiamo riprendere i lavori del Consiglio.
Emendamento n.
A0001, presentato dai consiglieri Ostanel e Giacomo Possamai, allegato A, pagina 14, riga 15, che prevede:
A p. 14, alla riga 15 della pagina, dopo le parole "L'Istituto regionale Ville Venete è invece l'unico ente strumentale della Regione nel settore.", aggiungere le parole "Gli Enti partecipati concorrono a pieno titolo alla realizzazione e all'attuazione della programmazione delle attività culturali secondo gli obiettivi e le modalità di realizzazione degli interventi indicati al Paragrafo 5. In relazione alla loro dimensione, struttura e storicità, essi costituiscono uno degli assi portanti per la declinazione e l'articolazione degli interventi previsti dal presente programma triennale. Saranno definiti percorsi di collaborazione tra gli enti partecipati e i soggetti culturali del territorio, per creare una filiera culturale coordinata di impatto sui territori."
Lo vuole illustrare, collega? Prego, collega Ostanel.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
L'emendamento l'ho brevemente illustrato prima, ma lo riprendo. Esso aveva semplicemente l'obiettivo di mettere nel Piano triennale una cosa di cui avevamo già discusso con la presidente Scatto, ma anche, ricordo, con l'assessore Corazzari: l'idea che in un piano sia indicata una direzione, appunto, di pianificazione, che è quella di dire che le strutture partecipate vengono coinvolte e vengono contenute all'interno di questo Piano e si favorisce l'opportunità di avere un sistema di collaborazione tra le partecipate della Regione del Veneto e gli operatori FUS ed extra FUS che stanno sul territorio ad operare.
Ho già spiegato il perché durante l'intervento. So che non c'è un parere favorevole da parte dell'Assessore, quindi attendo di capire il perché e magari, se posso, replicherò.
PRESIDENTE
Grazie, collega Ostanel.
Assessore Corazzari, prego.
Ass.re Cristiano CORAZZARI
Grazie.
Il tema che è stato posto è sicuramente meritevole di attenzione, ma l'emendamento così com'è formulato costituisce un appesantimento del nostro impianto programmatorio.
Vorrei ricordare che la Regione è già parte integrante, in qualità di socio, dei soggetti partecipati, quindi ne co-pianifica e co-realizza la programmazione e l'attività artistica, ma ricordo che la titolarità della programmazione è strettamente regionale e, nell'essere strettamente regionale, la Regione si rapporta con questi enti con quelle che sono le modalità proprie introdotte dalla legge e da questo Piano.
Non a caso, abbiamo istituito una Consulta della cultura che è il luogo deputato per condividere con tutti i soggetti che vi sono rappresentati, compresa la maggioranza e la minoranza di questo Consiglio, l'AGIS, che è il soggetto rappresentativo del mondo culturale e che può rappresentare tutti gli enti partecipati, e che è il luogo ove viene condiviso il programma del Piano triennale e i Piani annuali che da esso sono declinati e dove sono già rappresentati tutti questi enti.
Ciò detto, nel dare quindi un parere negativo a questo emendamento, voglio sottolineare, invece, che le ragioni che hanno motivato la presentazione di questo emendamento sono ragioni meritevoli di attenzione e di sensibilità da parte della Regione, e rispetto ad esse possiamo sicuramente prendere un impegno affinché non esistano delle discrasie di trattamento che non siano fonte di scelte fatte nell'interesse del sistema culturale veneto e della comunità veneta. Quindi, un'attenzione anche nei confronti di tutti quei soggetti – di quel mondo di soggetti, di quella pluralità articolata e diffusa – che non sono rappresentati all'interno degli enti partecipati dalla Regione, ma che devono essere valorizzati comunque nel loro ruolo nell'ambito del sistema culturale veneto. Questa è la motivazione.
Siccome non interverrò più successivamente, vorrei approfittare di questo breve intervento per sottolineare come negli interventi fatti in precedenza è stato evidenziato un calo delle risorse del bilancio regionale per la cultura. Non sto a sottolineare le motivazioni per cui il bilancio regionale della Regione del Veneto – qui c'è anche l'Assessore al bilancio – in tutte le sue materie ha dei numeri diversi rispetto a quelli di altre Regioni a Statuto ordinario (siamo l'unica Regione che non ha l'addizionale IRPEF regionale), ma voglio sottolineare come quei dati che sono stati ripresi da quella tabella e l'affermazione di un calo delle risorse regionali non sono assolutamente rispondenti al vero. Se scorporiamo – e su questo sono pronto a fornire i dati alla consigliera Ostanel – i dati di quella tabella dalla componente statale, ovvero individuiamo solo le risorse da bilancio regionale, noi abbiamo un trend di crescita, seppur naturalmente limitato a quelle che sono le nostre disponibilità, dal 2012 ad oggi, ovvero c'è la chiara rappresentazione di uno sforzo che fa questa Regione, pur essendo una Regione tax free, pur essendo in una contingenza complessa, nella direzione di una attenzione, con le risorse regionali, al mondo culturale.
A questo si aggiunga la prossima programmazione POR-FESR, che vede l'individuazione di risorse per il mondo della cultura – imprese culturali creative, settore cinematografico, digitalizzazione, siti UNESCO – che vanno dai 20 milioni della programmazione precedente agli oltre 50 milioni dell'attuale programmazione. Ne abbiamo discusso recentemente in quest'Aula.
Ecco, penso che questa Regione non debba non fare ulteriori sforzi per ridare ulteriori risorse, ma non si possa nemmeno dire che questa Regione si è girata dall'altra parte.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Ass.re Cristiano CORAZZARI
Chiudo dicendo che è stato fatto un grande lavoro. Prima non ho fatto questo passaggio, però è veramente doveroso da parte mia. È vero che tutti dicono "finalmente è arrivato", ma è stato un lavoro immane, perché arrivava una nuova legge realizzata dopo decenni di attesa, con un sistema nuovo da applicare. Quindi, uno sforzo enorme anche da parte delle strutture della Giunta regionale, che devo ringraziare, come sono già state ringraziate. Veramente è stato profuso un impegno importante dalla dottoressa Bressani, da tutta la Direzione Cultura, dalla struttura del Consiglio e della Commissione. E ringrazio anche per il lavoro che è stato fatto dall'Aula.
Sicuramente oggi si pone un avvio, si pone un metodo nuovo, e sicuramente quel concetto della tempistica che nel passato non ha dato tempi celeri, potrà avere, nel futuro, dei tempi assolutamente più immediati, più brevi.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Non ci sono altre richieste di intervento sull'emendamento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n.
A0001, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Ci sono dichiarazioni di voto sul provvedimento? Consigliera Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Intervengo per dire che voterò ovviamente a favore, ma per rispondere di nuovo all'assessore Corazzari (non è presente, ma glielo dirò anche dopo) su due questioni. Va bene avere la tabella dei dati, così mettiamo fine una volta per tutte a questa diatriba sui dati del finanziamento alla cultura della Regione del Veneto, che voglio analizzare. E va anche bene visto che prendo l'opportunità per dire che aspetto anche quella della mappatura sul patrimonio sfitto. Scusi se non è il momento, ma lo ricordo.
Intervengo anche per dire un'altra cosa rispetto al parere sull'emendamento. Prendo con favore il fatto che ci si è presi un impegno a monitorare...
PRESIDENTE
Colleghi, per cortesia, sta intervenendo la collega.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
...a monitorare, anche nel lavoro della Consulta, che l'impegno di creare una filiera tra questi due mondi, partecipato e non, sia stato recepito dall'Assessore, ma credo anche dalla presidente Scatto, che prima nel suo intervento lo ha ribadito, quindi ringrazio anche lei per l'intervento. È anche vero, però, che non mi è stata data risposta rispetto ai tempi dell'attuazione.
Adesso non voglio che l'Aula sia in qualche modo presa in ostaggio su questo tema, ma credo che le persone che guardano e sono fuori di qua debbano davvero sapere se questo Piano rimarrà ancora su carta per un anno, un anno e mezzo, oppure se inizieremo davvero a rendere questo Piano attuato e finanziato, come io spero, entro l'estate. Se non riusciamo a fare un lavoro di attuazione di questa legge entro l'estate, noi faremo una legge che si chiama "legge Cultura" e dopo tre anni di pandemia non avremo più un settore culturale da normare.
Davvero lo dico e lo ripeto in quest'Aula, perché dobbiamo prendere sul serio il fatto che le categorie culturali sono un settore economico, e quindi, quando qui dentro parliamo di commercio, di botteghe storiche, di operatori edilizi, e allora troviamo tutti i modi per lavorare sul tema dei sostegni, sul tema dei ristori eccetera, anche il mondo culturale è un sistema economico di questa Regione, collegato al turismo, come diceva prima la presidente Scatto, ed è un motore che in questa Regione crea un PIL paragonabile a settori economici che qui dentro riteniamo avere più dignità.
Quindi, o ci mettiamo a pensare che sia una priorità e che attuare la legge presto – prima dell'estate – sia il minimo che possiamo fare per chi è fuori da questo Consiglio regionale, oppure questo Piano, bello, che io oggi voterò, continuerà a rimanere su carta.
PRESIDENTE
Grazie, collega. Non ci sono altre richieste di intervento in dichiarazione di voto.
Mettiamo in votazione il Programma triennale della cultura 2022-2024,
PDA
n. 30.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
8 |
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PROGRAMMA TRIENNALE 2022-2024 ED ELENCO ANNUALE 2022 DEI LAVORI PUBBLICI DELL'AMMINISTRAZIONE REGIONE DEL VENETO. LEGGE REGIONALE 7 NOVEMBRE 2003, n. 27 E D.M. MIT 16 GENNAIO 2018, N. 14. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 38) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 20/2022)
Relazione della Seconda commissione consiliare XI legislatura.
Relatrice: Consigliera Alessandra Sponda.
Correlatore: Consigliere Jonatan Montanariello.
PRESIDENTE
Passiamo al punto successivo, n. 8: "Adozione del Programma triennale 2022-2024 ed elenco annuale 2022 dei lavori pubblici dell'Amministrazione Regione del Veneto. Proposta di deliberazione amministrativa n. 38".
Relatore la consigliera Sponda. Prego, collega.
Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Colleghi Consiglieri, con questa PDA andiamo, di fatto, a dare il via al Programma triennale 2022-2024 e all'elenco 2022 dei lavori pubblici del Veneto.
La programmazione dei lavori, dei servizi e delle forniture oggetto del Codice dei contratti pubblici (decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50) assume un ruolo strategico nel vigente assetto normativo, con particolare riferimento all'attuazione dei princìpi di buon andamento, economicità ed efficienza dell'azione amministrativa nella materia della contrattualistica pubblica.
In specie, ai sensi dell'articolo 21, rubricato "Programma degli acquisti e programmazione dei lavori pubblici", le singole Amministrazioni aggiudicatrici adottano il Programma triennale dei lavori pubblici e i relativi aggiornamenti annuali, per i lavori il cui valore stimato sia pari o superiore a 100.000 euro. Documenti che devono essere approvati nel rispetto della documentazione programmatoria e in coerenza con il bilancio. Il citato articolo 21 detta, tra l'altro, la disciplina e le regole per la redazione, l'approvazione, l'aggiornamento e la modifica del Programma triennale dei lavori pubblici e del relativo elenco annuale.
Il Programma è redatto ogni anno scorrendo l'annualità pregressa e aggiornando i programmi precedentemente approvati. Si evince che l'inserimento di un'opera nell'elenco annuale dei lavori pubblici costituisce condizione necessaria per l'approvazione della procedura.
Per quanto riguarda la procedura programmatoria di competenza regionale, la
legge regionale n. 27/2003 , articolo 4, comma 2, dispone che il Programma triennale e i suoi aggiornamenti annuali e l'elenco annuale dei lavori siano adottati dalla Giunta regionale e approvati dal Consiglio e successivamente pubblicati, secondo le modalità e nei termini disciplinati con Regolamento della Giunta regionale, nel rispetto dei princìpi stabiliti dalla normativa statale in materia di contratti pubblici dei lavori.
L'inserimento delle proposte di intervento nel Programma triennale dei lavori pubblici è avvenuto mediante la compilazione da parte delle strutture regionali relativamente al fabbisogno degli schemi-tipo, di cui al decreto ministeriale n. 14 del 16 gennaio 2018, attraverso la funzionalità dell'apposito applicativo informatico.
Successivamente all'approvazione e alla pubblicazione del bilancio di previsione 2022-2024, dette proposte sono state convalidate e trasmesse dai direttori delle medesime strutture regionali, sempre tramite l'applicativo informatico, al referente unico per la redazione della programmazione, il quale ha, poi, provveduto a collazionare il relativo Programma triennale 2022-2024 dei lavori pubblici e l'elenco annuale 2022.
Con delibera n. 36 del 25 gennaio 2022, la Giunta regionale ha, quindi, adottato lo schema di Programma triennale e l'elenco annuale 2022 dei lavori pubblici di competenza regionale. La delibera è stata contestualmente inoltrata al Consiglio regionale per l'approvazione. Lo schema del Programma triennale 2022-2024 e l'elenco annuale 2022 dei lavori pubblici di competenza regionale sono stati pubblicati sul profilo del committente nella sezione "Amministrazione trasparente" della Regione.
Nel corso dell'istruttoria espletata nella Seconda Commissione consiliare, svoltasi nella seduta del 17 febbraio 2022, la Commissione, con l'ausilio della struttura regionale competente, ha esaminato il programma, che si compone delle seguenti schede, di cui adesso cercherò di fare una sintesi.
La prima scheda, la scheda A, riguarda il quadro delle risorse necessarie alla realizzazione del programma. Si tratta di oltre 173 milioni di euro per l'intero triennio, 51 dei quali solo per la prima annualità.
La scheda B, la seconda scheda in elenco, riguarda l'elenco delle opere incompiute, che risulta vuoto.
La scheda C, invece, riguarda l'elenco degli immobili disponibili. Anch'esso risulta vuoto.
La scheda D riguarda l'elenco degli interventi del Programma triennale. Nella scheda, tra le altre voci, viene indicato anche il livello di priorità di ciascun intervento, con tre gradi di importanza: urgenza massima, media e minima. Si tratta di un totale di 106 interventi ‒ da notare il numero degli interventi relativi alla difesa del suolo, complessivamente 68 ‒ con un importo totale, per le tre annualità, di oltre 759 milioni di euro.
La scheda E riguarda gli interventi ricompresi nell'elenco annuale. Nell'elenco annuale 2022 si trovano tutti gli interventi per i quali si prevede di dare avvio alla procedura di affidamento nell'anno in corso.
In sostanza, con questo provvedimento la Giunta certifica che per gli interventi inseriti nel Programma annuale 2022, conformemente alla normativa vigente, risulta prevista la copertura finanziaria in bilancio. Si tratta di 45 interventi per una spesa prevista di 51 milioni di euro per il 2022 e un importo complessivo, considerando anche le annualità successive, di oltre 135 milioni di euro.
La scheda F riguarda gli interventi presenti nell'elenco annuale del precedente Programma triennale, non ricompresi e non avviati.
Alcune considerazioni finali si possono trarre andando a confrontare l'elenco annuale 2022 con gli elenchi annuali delle due annualità precedenti, 2020 e 2021. Se da un lato il numero degli interventi è diminuito (si passa dai 108 interventi del 2020 ai 45 di quest'anno), dall'altro va assolutamente evidenziato che gli importi complessivi di tali interventi sono aumentati. Meno interventi, dunque, ma più consistenti. Nel 2022 i 45 interventi inseriti nell'elenco annuale hanno un importo medio di oltre 3 milioni di euro.
Altre considerazioni importanti riguardano gli interventi in programma, nello specifico nella Provincia di Verona, relativi al settore "difesa del suolo". Tutti gli interventi inseriti nel Programma triennale sono molto attesi dai cittadini e dal territorio stesso. Da notare l'intervento di sistemazione e regimazione idraulica del torrente Illasi, nell'est veronese, per un importo complessivo di 3.500.000 euro, per cui si prevede un avvio della procedura di affidamento nel 2023.
Per quanto concerne l'elenco annuale 2022, segnalo gli interventi ciclabili che insistono in toto o in quota parte nella Provincia di Verona, da oltre 10 milioni di euro nella sola annualità 2022 e oltre 13 considerando anche le annualità successive.
Ci sono vari altri interventi di difesa del suolo nella Provincia di Verona, dell'importo complessivo di oltre 3 milioni di euro per la sola annualità 2022, i più importanti dei quali, anche dal punto di vista finanziario, riguardano i Comuni di Soave e San Bonifacio e il comprensorio idraulico di Verona. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei, collega Sponda.
Do la parola al correlatore, il consigliere Montanariello. Prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Non entro nel merito di alcuni interventi tecnici e di come è strutturato il Piano. Lo ha fatto benissimo la collega Sponda nella sua relazione. La ringrazio per la dettagliata relazione su questo provvedimento così importante.
Credo che dovremmo analizzare anche alcuni aspetti di questo Piano. È un Piano di 106 interventi. Un'ipotesi, è meglio dire. Infatti, il vincolo noi lo abbiamo solo per i 45 che partono nel primo anno, con un importo di 51 milioni per la spesa del 2022, per poi arrivare al completamento delle opere, a 136 milioni. Gli altri 61, colleghi, non ci vedono in alcun modo vincolati. Noi oggi approviamo, quindi, una certezza di 136 milioni su 823 milioni previsti, quindi 45 interventi.
I 106 interventi, sostanzialmente, meritano un focus su come sono suddivisi: 7 nella voce "trasporti multimodali e altre modalità di trasporto"; 68 sulla difesa del suolo; 2 su protezione, valorizzazione e fruizione dell'ambiente; 10 sui beni culturali; 18 direzionali e amministrativi; 1 su altre funzioni sociali. Dopo, magari, li vedremo meglio.
Balza all'occhio, però, colleghi, che sui trasporti multimodali e altre modalità di trasporto ci sono solamente 7 interventi, per un totale di 16.300.000 euro. Sono tutte piste ciclabili, fortunatamente, presenti non solo nella scheda D, ma anche in quella E, quindi nel Piano annuale, che vedono una spesa di 12,5 milioni per il 2022 e di 3,8 milioni per il 2023.
Ci sono, però, altre modalità di finanziamento per il turismo lento e la ciclabilità. Ad esempio, penso alla legge n. 39/1991 che, all'articolo 9, fa un po' la sintesi di quello che era una volta contenuto nell'articolo 14, nei bandi sui percorsi ciclabili. Notiamo che nel PRRR, per il progetto 57, chiediamo 400 milioni per le cinque piste passanti per la nostra regione, facenti parte delle dieci d'interesse del MIT.
Magari le interessa, Presidente. Grazie.
Delle dieci di interesse del MIT, dicevo, opere che, se non ricordo male, vedono già uno stanziamento di 15 milioni per la progettazione, adducendo nelle richieste della Regione queste motivazioni proprio al progetto 57 del PRRR: la realizzazione di itinerari cicloturistici è finalizzata ad attrarre più visitatori e a fornire ai cittadini metropolitani luoghi e occasioni per il tempo libero; un incremento di estensione delle piste e degli itinerari ciclabili in sicurezza consentirà di promuovere il territorio e l'occupazione ecosostenibile; il valore potenziale del cicloturismo in Italia è di 3,2 miliardi l'anno e una fonte di occupazione, prima ancora che di economia, rivolta principalmente alle piccole aziende agricole, ricettive e commerciali, alle piccole realtà artigianali e al grande straordinario mondo del cibo, della ricettività. Questo, quando dobbiamo chiedere i soldi, è quello che diciamo sul cicloturismo. Mentre quando siamo noi a decidere di realizzarle, sono poco più del 7% del Piano degli interventi che faremo o, perlomeno, che predisponiamo di fare per il prossimo triennio.
Quindi, colleghi, quando dobbiamo chiedere diamo importanza ad alcuni segmenti turistici o economici. Quando siamo noi a dover realizzare, facciamo solamente il 7%. Nel Piano delle opere pubbliche... Ho capito che ci sono altri filoni di finanziamento, però nel provvedimento di oggi vedo che è solo il 7%.
Così come alla voce "Beni culturali" vediamo solo dieci interventi, per un totale di 3,7 milioni circa. Anche qui, cari colleghi, balza all'occhio come nove su dieci di questi interventi siano opere di restauro, ristrutturazione, ammodernamento e manutenzione dei Palazzi regionali: Palazzo Molin, Palazzo Sceriman, Palazzo Balbi e Palazzo ex ESAV. Solo 300.000 euro vanno alla Rocca di Monselice. 3,4 milioni, quindi, su 3,7 previsti, restano in seno all'Ente, quando – consentitemi – parlando di beni culturali si potrebbe pensare, invece di intervenire su qualcosa che impatti nel settore e che magari dia maggiore visibilità all'azione... Soprattutto in una regione che – lo ricordo – ha due finaliste nella Capitale della Cultura 2024. Quindi, magari, sulla voce "Beni culturali" dovremmo pensare che, oltre alle nostre sedi, esiste anche qualcos'altro, anche per dare un minimo di impatto.
Vedendo questo elenco ci accorgiamo che la priorità è essenzialmente quella della difesa del suolo: 68 interventi, 132 milioni su 173 del triennale, per andare a 760 milioni su 823 a completamento, quando finiranno le opere. Interventi, quindi, che ormai erano considerati assolutamente prioritari. Mi pare di aver capito che c'è un elenco di pericolosità, di necessità di intervento che dà le priorità. Questa graduatoria viene un po' fuori da lì.
Bene questi interventi, Presidente. A noi piacciono. Credo, però, che dovremmo fare un ragionamento un po' più ampio. C'erano anni in cui il triennale era una enciclopedia Treccani: praticamente conteneva il libro dei sogni delle opere pubbliche del Veneto, con fabbisogni finanziari incredibili, che puntualmente venivano disattesi. Per fortuna quell'epoca è finita. Adesso siamo a dei Piani triennali forse un po' troppo striminziti e, soprattutto, evasivi, non perché il contenuto di questo Piano sia cosa di poco conto (anzi, soprattutto nella parte della difesa del suolo, siamo di fronte a interventi anche di notevole sostanza, sia come cifra che come complessità di lavori), ma perché, rispetto allo spirito della legge dei lavori pubblici, la n. 27/2003, che nacque con l'intenzione di dare al Consiglio regionale la piena contezza dell'insieme dei lavori pubblici promossi dalla Regione, oggi qualcosa è cambiato. Oggi non è più così. Oggi avviene l'opposto di quello per cui è nata la legge.
Con il tempo parte della viabilità si è trasferita, colleghi, su Veneto Strade, parte della sanità sulle USL piuttosto che su Azienda Zero e parte degli interventi della residenzialità sugli stessi ATER. Infatti, nel Piano sono due le tipologie di interventi che non visualizziamo. I primi sono quelli con soggetti terzi come stazione appaltante, tipo Azienda Zero, ATER, Veneto Acque, Veneto Strade. E poi quelli con la gestione commissariale. Ogniqualvolta c'è una gestione commissariale, gli interventi non entrano nel Piano triennale.
Tanto per citare un altro tema rilevante a gestione commissariale, c'è l'emergenza PFAS e la messa in sicurezza delle falde contaminate, che a volte è a carico di Veneto Acque e altre volte a gestione commissariale, che però vede nel soggetto attuatore Veneto Acque. Oppure gli interventi del VAIA o il programma D'Alpaos. L'altro giorno abbiamo scoperto che c'è anche un'altra gestione commissariale, quella dell'insettino che mangia... Che fa danni alla natura. Il bostrico. Tutti quegli interventi noi non li vediamo. Anzi, li vediamo solamente dopo, nella voce "altra tipologia", nella scheda A, all'allegato A del Piano.
Le risorse, quando sono a gestione commissariale, e finita la stessa, arrivano alla Regione. Motivo in più, cari colleghi, per vederle prima. Come, ad esempio, il caso della Pedemontana. Ci sono, quindi, almeno tre quarti, se non di più, di lavori pubblici promossi e messi in campo da questa Regione che sfuggono nel senso formale a un esame, a un'approvazione del Consiglio o della Commissione.
Infatti, sarebbe utile avere un monitoraggio degli interventi con un rapporto periodico da parte della Giunta, in modo tale che si possa capire sia l'avanzamento delle opere che la motivazione per cui alcuni interventi della scheda D vengono, magari, depennati o altri ancora vengono trascinati da fin troppi anni.
Riteniamo che si debba dare un'interpretazione più ampia ai contenuti del Piano triennale, anche se è vero che si dice al comma 1-bis dell'articolo 4 della legge del 2003 che, per quanto riguarda i soggetti, che non sono la Regione in prima persona, quindi le USL piuttosto che gli Enti dipendenti dalla Regione, c'è la mera – per modo di dire – presa d'atto della Giunta del Piano.
Noi pensiamo che non possa esserci la semplice presa d'atto, ma che questo vada a costituire l'insieme del Piano triennale e che, quindi, noi dovremmo andare all'esame non solo della parte direttamente gestita dalle strutture della Giunta, come la difesa del suolo, ma anche di quelle parti che, come ho già ricordato, viabilità in primis, non sono gestite direttamente dalla struttura della Giunta.
Sul piano della viabilità si intersecano le partite di Veneto Strade, della riclassificazione con ANAS, il riparto degli utili della CAV, di cui in quest'Aula da più di un anno non abbiamo mai parlato. Il riparto degli utili della CAV. In più di un anno non ne abbiamo mai parlato. Eppure credo che questa cifra meriti un minimo di discussione. Anche perché, cari colleghi, quando passa dalla Giunta solamente, passa sopra le teste di tutti noi. Lo leggete sul giornale come lo leggiamo noi di minoranza. Non è che qualcuno vi viene ad avvisare prima.
Insomma, un insieme di elementi che, dal punto di vista finanziario, sono diverse centinaia di milioni. Qui noi ci attendiamo che, oltre agli interventi sulla difesa del suolo e sul patrimonio, si possa quanto prima avere anche l'esame di quest'altra parte dei lavori pubblici. Ci siamo astenuti in Commissione per questo motivo, colleghi, non perché siamo contrari rispetto agli interventi che sono in elenco. Oggi torniamo a chiedere che comunque gli elenchi di presa d'atto della Giunta dei lavori, che non sono di diretta competenza delle strutture di Giunta, vengano quantomeno trasmessi alla Commissione.
In ragione di ciò, diventa importante aprire un dibattito più ampio, un confronto con i Consiglieri, affinché possano portare le proprie istanze e la voce dei territori che rappresentano. Cari colleghi, se non apriamo il dibattito sugli interventi che fanno le ASL, sugli interventi che fa Veneto Strade, sugli interventi che fa Veneto Acque, sugli interventi che fanno gli ATER, consentitemi di dirlo, è un po' riduttiva la nostra figura all'interno di quest'Aula. No?
Così come dovremmo discutere del perché facciamo certi interventi piuttosto che altri. E poi capire se, quando discutiamo del Documento di programmazione e finanza, che abbiamo già discusso e che ci appresteremo a ridiscutere tra un po', ha senso quella discussione quando, poi, arriviamo agli atti implementativi e non c'è un minimo di interlocuzione nel capire perché. Anche per decidere se è meglio fare un intervento piuttosto che un altro, quali sono le priorità, portare in maniera democratica, educata e semplice quelle che sono le segnalazioni, quelli che sono i vulnus di alcuni territori che, magari, Assessore, i nostri Sindaci ci segnalano, piuttosto che i nostri amministratori. Anche per decidere se è meglio fare un intervento piuttosto che un altro e in quale senso andare in un'ottica complessiva.
Non è un fatto, semplicemente, che deve tracciare un dirigente nel confrontarsi con la Giunta. Credo che questo sia un errore. Se noi oggi proponessimo delle questioni, delle varianti, delle modifiche, per esempio, in che misura potremmo essere ascoltati? In nulla. È già tutto tracciato. Ci sono i piani, ci sono i costi.
Da questo punto di vista, voglio sollecitare la Giunta affinché, rispetto a questi atti, si mantenga perlomeno la forma. Discutiamo almeno con gli Assessori competenti di queste materie. Da dire ce ne sono di cose. È chiaro che su una nave, nell'equipaggio, c'è chi la rotta la dà e chi pungola, però la formalità di discutere certi interventi ci può aiutare anche a conoscere meglio alcune cose che hanno da venire o che sono già avvenute.
Così come, Assessore, e la ringrazio per essere in Aula oggi, aprire un dibattito vero, se serve ancora investire sulle sedi attuali o pensare con lungimiranza ed ottica di economia ad altre sedi. Leggendo i vecchi verbali emerge che una volta si parlava della vendita del Balbi. In qualche vecchio verbale c'è. Investire ancora per interventi sugli immobili regionali quando ci vantavamo di voler vendere Palazzo Balbi, perché era inutile che la Regione avesse un palazzo di rappresentanza così costoso, è ancora un'idea o abbiamo cambiato idea?
Assessore, senza polemica, mi permetto di riportare alcuni passaggi della sua correlazione quando era Presidente della Commissione, se non erro, la scorsa legislatura. Credo che eravamo a luglio 2019. Assessore Calzavara, lei, da Presidente di Commissione, diceva: "Non vi nascondo che anche a noi della maggioranza qualche dubbio sugli interventi legati agli uffici dell'Amministrazione regionale è venuto. Credo che sarebbe interessante, da questo punto di vista, provare a ragionare su un edificio che magari raggruppi una gran parte delle attività della Regione del Veneto, quelli che sono gli uffici operativi, in una zona più facilmente raggiungibile, che non è Venezia; non possa essere quantomeno l'inizio di un percorso di riflessione per far sì che si vadano a ottimizzare quelle che sono le risorse umane e quelle che sono anche le esigenze dal punto di vista tecnologico che una città come Venezia sicuramente non mette a disposizione; iniziare anche un percorso di condivisione.
Credo, se tutto il Consiglio regionale dovesse esprimere la sua volontà di pensare a qualcosa di diverso rispetto alle molteplici sedi, che oggi la Regione del Veneto, soprattutto dal punto di vista degli uffici, e non magari quelli di rappresentanza, sia qualcosa che deve essere manifestato dalla Giunta, all'assessore De Berti, per iniziare una riflessione che possa magari pensare che fra qualche anno non occorra saltare da un ufficio all'altro della Regione, ma si possa andare in un unico luogo dove trovare tutte le risposte necessarie a una moderna Pubblica amministrazione".
Adesso, Assessore, siamo nel 2022. Perché do peso alle sue parole? Non perché in qualche modo voglia dire "lo ha detto lei", ma perché oggi lei ha un ruolo fondamentale: è Assessore al Bilancio e al Patrimonio. Quindi, queste parole pronunciate da chi oggi è Assessore al Bilancio e al Patrimonio credo che, in qualche modo, abbiano un peso. Anche perché da luglio 2019 a oggi, 2022, sono passati circa 800 giorni. Dopo circa 800 giorni dalle sue affermazioni, Assessore, la pensa ancora in questo modo? Sarebbe interessante capirlo.
Io, ad esempio, da veneziano sarei felicissimo se fosse stata abbandonata questa idea, perché, per quanto utile sia, piuttosto che vedere alberghi, anche qui, preferisco una sede istituzionale, che oltretutto è un presidio nella città, piuttosto che qualche albergo.
Però, siccome stiamo approvando un Piano triennale, io mi domando: siamo certi di spendere nei prossimi tre anni 30-40 milioni di euro sugli immobili regionali (perché sono quelli preventivati oggi tra la voce "beni culturali" e direzionale; se metto insieme le cifre del direzionale e dei beni culturali nella scheda D ho un totale, per i beni culturali, di 3,688 milioni, meno i 300.000 della Rocca, e per quanto riguarda direzionali e amministrativi di 42 milioni; quindi, siamo all'incirca, non saranno tutti della Regione, a 30-40 milioni), invece di pensare se questi soldi, se l'idea è quella di abbandonare queste sedi, possano essere spesi su qualche strada, su qualche ponte o su qualche altra situazione infrastrutturale che oggi urla vendetta nella nostra regione?
Ripeto, Assessore, è un problema di visione e di priorità. Serve a tutti capire cosa si vuol fare, coordinando le azioni al fine di utilizzare meglio le risorse a disposizione. Non vorremmo mai impegnare 40 milioni, se non di più, senza avere la certezza che sui dislocamenti delle sedi di rappresentanza non abbiamo cambiato idea. Ripeto: io mi auguro che abbiamo cambiato idea. Lo dico come rafforzativo, non per essere ripetitivo: piuttosto che vedere un albergo, meglio una sede della Regione, per quanto utile sia un'altra location.
Concludendo, chiedo al relatore del provvedimento, alla consigliera Sponda, che è qui e che è stata così attenta nella riflessione, se può farsi carico, al di là di questo provvedimento di oggi, su cui c'è bisogno di valutare e capire bene di quei milioni di euro per immobili cosa si intende veramente fare e che priorità hanno rispetto a queste risorse che mettiamo in campo e a quelle poche che abbiamo, di aprire un ragionamento in Commissione più dettagliato, per capire se ci sono soldi messi lì a trascinamento di vecchie opere, che ci ritroviamo ogni anno, perché ce le ritroviamo ogni anno, perché vengono avanti, se ci sono fondi bloccati su quelli.
Allo stesso modo, dovremmo capire, se ci sono opere a trascinamento, se quelle risorse in qualche modo le spenderemo mai, così come l'avanzamento delle opere che vanno avanti, oltre che iniziare a discutere nella Commissione competente di quel tipo di interventi che, come dicevamo prima, ci passano sulla testa come Consiglio regionale. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei, collega Montanariello.
Ci sono altre richieste di intervento? Assessore Calzavara, prego.
Ass.re Francesco CALZAVARA
Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti.
Ci credevo nel 2019 e ci credo anche adesso. Magari sono l'unico che crede a questa cosa. Per dare coerenza a quel pensiero, una volta insediato come Assessore al Patrimonio, oltre che al Bilancio, perché hanno ricadute da questo punto di vista, ho cercato di utilizzare al meglio il patrimonio che la Regione ha e creato le condizioni di una sostenibilità finanziaria che deve essere vista da qui ai prossimi 20-30 anni.
Se iniziamo a fare alcuni ragionamenti, che credo nel corso dei prossimi mesi affronteremo, la proiezione non è quella della fine di questa legislatura. Nel momento in cui la Regione pensa di iniziare un percorso di realizzazione di un edificio che possa accentrare tutta una serie di funzioni, non solo di rappresentanza... Lei faceva riferimento alla rappresentanza. Sinceramente, la riflessione, dopo aver conosciuto un po' di più la macchina amministrativa complessa della Regione, molto probabilmente sarebbe proprio sul fatto di mantenere la rappresentanza a Venezia. Credo che una Regione come il Veneto non possa abbandonare la sua capitale, per il simbolo che Venezia rappresenta nel mondo e che il Veneto ha, come città simbolo, della propria forza, della propria conoscenza, di essere conosciuta, come dicevo, in tutto il mondo.
Quindi, molto probabilmente l'idea del Balbi e del Ferro Fini potrebbe essere pensata in una fase successiva. La riflessione vera da fare è su tutto il resto del patrimonio, quindi Linetti, ex ESAV, Palazzo Sceriman, l'edificio in via Torino, gli edifici di Treponti, il Dal Molin. Una serie di sedi che abbiamo nella città di Venezia che disperdono, tra una pluralità di immobili, tutta una serie di funzioni che molto probabilmente creerebbero sicuramente una maggiore efficienza dal punto di vista amministrativo e facilità di relazioni sia tra gli uffici stessi sia tra i cittadini e la Regione, se riuscissimo ad accentrare alcune di queste funzioni in un edificio che dovrebbe trovare, poi, una sua collocazione da qualche parte in giro per il Veneto.
Abbiamo visto che già con Grandi Stazioni una parte di queste risposte l'abbiamo avuta. Inevitabilmente, se tu riesci ad aggregare tutta una serie di funzioni in un unico edificio, si crea una maggiore capacità di risposta amministrativa.
Quello che dobbiamo capire – e stiamo lavorando su questo; è vero che ci sono stati questi due anni di pandemia, quindi la priorità era sicuramente un'altra, ma nel frattempo un po' di lavoro è stato fatto – è come spostare 1.500 persone da Venezia, che ricadute avrebbe nell'economia di Venezia lo spostamento di queste 1.500 persone, che non è una cosa banale, e iniziare concretamente a lavorare con l'Amministrazione comunale di Venezia e, qualora si pensasse di vendere alcuni degli edifici a cui facevo riferimento prima, che destinazione urbanistica dare a questi volumi. Non necessariamente devono essere trasformati tutti quanti in albergo. Potrebbero essere delle vocazioni che hanno un legame con quello che la città di Venezia sta pensando di diventare, quindi una città universitaria, e potrebbe trovare una risposta dal punto di vista delle residenze, ad esempio, per tutta una serie di funzioni legate alle università, cui alcuni di questi edifici potrebbero rispondere.
Oggi è un lavorare assieme per creare le condizioni di pensare che si possa realizzare un progetto che, almeno dai primi conti che abbiamo fatto, dal punto di vista della realizzazione vera e propria, tra la vendita del patrimonio, tra il risparmio delle manutenzioni che dovremmo fare in edifici, su Venezia, che sono estremamente complessi e costosi, e tra il risparmio energetico che andremo a fare nella costruzione di un nuovo edificio, che deve essere proiettato in una realtà di neutral carbon e probabilmente di emissioni zero, ma anche di consumo zero (quindi dovrebbe essere un edificio con una capacità di consumare assolutamente nulla), possa autofinanziarsi.
Queste dovrebbero essere le condizioni affinché si possa pensare... perché non è che si possa dire "vendo gli edifici e faccio strade". E le persone che erano dentro quegli edifici dove le si mette, sul casello autostradale? Bisogna pensare che, nel momento in cui si spostano queste persone, queste sono persone che stanno lavorando, non stanno giocando in giro per i campi di Venezia. Quindi, bisogna creare capacità di rispondere a nuove esigenze, che sono diverse.
Il dimensionamento è tra i 50.000 e i 60.000 metri quadri, perché c'è una contrazione anche degli spazi lavorativi, che dobbiamo ripensare sulla logica dello smart-working e del co-working. Quindi, non è detto che occorrano tutte le scrivanie come le abbiamo adesso, molto probabilmente potrebbero essere anche meno, quindi con uno spazio minore da utilizzare, ma bisogna cercare di centralizzarlo affinché le funzioni possano essere di facile accesso per i cittadini e per gli imprenditori che devono relazionarsi con la Regione e si possa naturalmente prevedere una forte interrelazione tra le varie funzioni che ci sono all'interno di una Regione. Non facciamo assolutamente niente di nuovo, è quello che stanno facendo quasi tutte le Regioni d'Italia: cercare di centralizzare il più possibile gli uffici al fine di generare efficienza.
Per far questo ci stiamo lavorando, stiamo cercando di capire anche dove. Non è banale il "dove", perché deve essere tale che dia la possibilità di arrivare facilmente dal punto di vista della viabilità e del trasporto pubblico locale, quindi devono arrivarci bus e treni e devono arrivarci 1.500 persone ogni mattina per lavorare.
Ci sono una serie di cose sulle quali stiamo lavorando e magari tra qualche mese arriviamo anche con una proposta. Questo poi sarà oggetto in primis di una valutazione da parte della Giunta, primo fra tutti il Presidente. Attenzione, a dire che occorre efficienza e che occorre fare queste cose siamo capaci tutti, ma poi si parte con la realizzazione di un progetto importante – stiamo parlando di qualche decina di milioni di euro – e si parte con il comitato del "no", con il comitato "il Presidente – qualunque sia il Presidente – si sta facendo il mausoleo". Quindi, si entra in una polemica di carattere politico e non si guarda, invece, l'oggetto che si va a realizzare per cercare di dare una prospettiva amministrativa alla Regione del Veneto.
Spero che, se riusciremo a proporvi qualcosa di interessante, la discussione che inizieremo sarà scevra da questi condizionamenti e si andrà invece a vedere quello che potrebbe essere un oggetto che, se lo decidiamo oggi, nella migliore delle ipotesi lo si vedrà non in questa legislatura ma alla fine della prossima. Realizzare in Italia un edificio di 50-60.000 metri quadri, tra progetti, valutazioni VAS, VINCA e chi più ne ha più ne metta, vuol dire un progetto di medio respiro, ma che darebbe l'idea di un Veneto che guarda avanti e che non si ferma ancorandosi a quella che oggi è la realtà veneziana, che naturalmente è di estremo pregio, ma che rischia, in alcuni momenti, di non essere così puntuale nella capacità di creare efficienza, e in questo momento anche di essere causa di dispersione energetica, visto che questi edifici non sono il massimo dal punto di vista dell'efficientamento.
PRESIDENTE
Grazie, assessore Calzavara.
Non ci sono altre richieste di intervento, quindi chiudiamo la discussione generale.
Ci sono due ordini del giorno.
Prego, collega Montanariello.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Assessore.
Sono contento, Assessore, quando lei dice che dobbiamo mantenere la sede veneziana perché è la nostra città capoluogo. Le ripeto, questo mi rincuora molto, oltretutto l'avevo premesso all'inizio. Però guardi, Assessore, che non ero mica io che governavo il Veneto quando veniva fuori che avevamo messo in vendita Palazzo Balbi per 122 milioni! Se mi dite che oggi è diverso, che le condizioni – lo dico senza polemica – sono cambiate, io sono d'accordo. Io sono qui per dire che sono d'accordo con voi, non sono mica qui per dire cosa è successo.
Nel mio intervento, Assessore, ovviamente dandole ragione, mi riferivo non solo alle sedi istituzionali, ma anche a quelle degli uffici. È una vicenda, Assessore, su cui non voglio far polemica, ma sto solamente cercando di mettere le cose in fila perché, purtroppo, vedo le carte che mi arrivano. Non ho il piacere o l'onore di sedere in Giunta o di parlare con gli Assessori e capire qual è la pianificazione futura; io sono un umile Consigliere di minoranza e, con quelle poche carte che mi arrivano, detto alla ortolana, "devo fare l'insalata".
Leggo che con una mano mettiamo in vendita un palazzo e con l'altra mano diciamo che faremo i restauri. Allora, detto proprio alla veneziana, delle due l'una, sapendo che io la penso come lei, cioè non va abbandonata la sede di Venezia. Ecco perché quando dicevo "di rappresentanza e non", era per una serie di motivi. Comunque, guardi, in una città indirizzata allo spopolamento, in una città dove tutto è più complesso, in una città che, soprattutto dopo la pandemia, è sotto assedio degli investitori stranieri, mantenere delle sedi istituzionali credo che, per la città e per noi, oltre al privilegio di lavorare in questa bellissima città, sia una cosa giusta, sia un orgoglio, sia un onore, sia un punto importante che la Regione Veneto traccia sulla città di Venezia.
Su questo, Assessore, se cerca un alleato io ci sono, lo sappia. Però, Assessore, quando parliamo anche delle altre sedi... Lo dico da persona che ignora quello che avviene nella stanza dei bottoni, che discute chi ha in mano il timone di questa importantissima nave, però se vedo gli interventi, vedo che ce ne sono a Palazzo Molin, Sceriman, Balbi ed ex ESAV, palazzi in cui noi abbiamo gli uffici.
Allora, ho capito che bisogna pianificare, che il Pirellone della Regione Veneto non lo faremo in due giorni. Ma si può immaginare che dopo 15 anni di Amministrazione pubblica io credo ancora alle favole? Credo che le cose neanche quando hai i soldi e i progetti a volte riesci a farle, perché c'è sempre qualcuno che interviene e diventa una variante esogena che va a influire, e neanche te lo aspetti. Tuttavia, siccome qui siamo sui 40 milioni, io dico, da umile servo del mio popolo veneto: se per fare un palazzo che serviranno forse vent'anni per realizzare e occorreranno forse 100, 200, 300 milioni (facciamo come fa qualcuno in Parlamento, spariamo i numeri a occhio, tanto in opposizione si può fare tutto), se nei piani triennali abbiamo ogni volta 30 o 40 milioni, se io vado a leggere le correlazioni degli ultimi 10 anni ogni volta si torna su 20-30-40, 20-30-40...Allora, nel totale della programmazione ventennale, è un po' come fa una giovane coppia che dice: se non vado a casa in affitto, riesco a mettere via più soldini per avere l'80% di mutuo dalla banca. Quindi, continuare a mettere bene alcune sedi, efficientarle, è giusto, Assessore. Lei parla con un sindacalista, si figuri se io non vorrei efficientare le sedi! Io metterei il ventilatore privato su ogni scrivania di ogni impiegato, privato e pubblico, si figuri!
Dico, però, che se l'ottica è quella di pensare al futuro, dicendo che forse le sedi non istituzionali possono avere un'altra location, tra l'altro facendo un piacere a più di qualcuno che deve fare il giro dell'oca per venire a lavorare... Per carità, io la penso in un modo, io sono per restare a Venezia; ma uno che per venire fa due ore di viaggio può dire "Consigliere, tu arrivi in barchetta e io devo prendere l'autobus, il vaporetto, l'urbano, l'extraurbano e (inc.)". Quindi, capisco tutti, però prima di capire tutti voglio capire anch'io. È per questo che mi permettevo di tirare fuori questo elemento di discussione che credo sia cruciale, perché parliamo, su un piano di 176 milioni, di una previsione di 40 milioni. Magari non verranno mai fatti, finiscono i soldi, il prossimo anno li togliamo dalla scheda D e non li vediamo neanche, non ce li troviamo neanche riportati in quella F, perché non erano in quella E... ma si figuri! Però oggi io mi baso su quello che ho. Sarebbe grave dire "tanto, chissà se li facciamo", perché andremmo a smentire la natura di questo provvedimento.
Siccome credo in quello che la mia Giunta fa, anche se ho idee politicamente spesso diverse, ho il dovere morale e istituzionale di pensare che questo Piano sarà fatto, altrimenti è inutile che vengo qui a parlare. Quindi, io mi baso su questo e la domanda era proprio quella: altri 40 milioni su un'idea che forse ci vedrà trasmigrare altrove.
Ripeto, polemica zero, Assessore, è proprio perché sono voglioso di capire. Questi sono temi importanti e, vedendo qualche correlazione, lei li considerava prima di me temi non importanti, ma importantissimi. È per questo che mi permetto di discutere con lei di questo, perché so che parlo a chi sa quello che dico.
Così come, Assessore, non possiamo chiedere 400 milioni nel Progetto 57 per le piste ciclabili nel PRRR e dopo, su 106 interventi, sono solamente 7 le piste ciclabili, per un valore economico estremamente residuale. Do un voto positivo perché sono tutti nella Scheda E, quindi non possono essere tolti, salvo imprevisti. Quindi, do un voto "più" su questo. Ma, Assessore, sono il 7%! Capisco che dopo c'è l'altra legge, l'articolo 9, e che le finanziamo, però io che faccio politica dico: perché quando dobbiamo chiedere agli altri di pagarci le ciclabili gli mettiamo in mezzo quella pappardella che leggevo prima, arriviamo fino a 3,2 miliardi di indotto, mentre quando le dobbiamo fare noi, in qualche modo...
Così come, Assessore, in buona fede, vorrei capire un po' quello che accade nella mia Regione, perché sarebbe imbarazzante per me andare da uno che sa che sono un Consigliere regionale e mostrare di non sapere quello che accade. Glielo dico perché, Assessore, lei ha fatto Amministrazione locale come me e sa come la gente la ferma per strada e le chiede.
Io discuto un Piano triennale delle opere pubbliche e le gestioni commissariali non sono dentro, e non sono poche. C'è il Vaia, c'è una parte del PFAS (che dopo fa bene, ma quella è gestione commissariale e via dicendo), c'è il bostrico, ci può essere il programma d'Alpaos, non so se rientra anche quello, e dall'altra parte vedo che tutta quanta la parte delle strade è in capo a Veneto Strade, tutti quanti gli interventi per quanto riguarda il socio-sanitario o la doppia "S", in parte li fanno le ULSS, in parte Azienda Zero, e va bene, tutto ciò che riguarda l'ERP rientra all'interno degli ATER, e va bene, tutto ciò che riguarda altre robe dei PFAS lo fa Veneto Acque, e va bene. Allora, io dico: noi non vogliamo il potere di veto, non lo vogliamo, è giusto che lo faccia la Giunta. Io sono per oneri e onori di chi vince. Però, se noi che sediamo in Commissione lo vediamo, è un aiuto anche per voi, perché io magari vedo che quell'intervento lo stanno facendo, evito di andare dall'Assessore e fargli l'interrogazione: "Assessore, quando faremo quell'opera?", dopo lei mi risponderà che è già nel piano oppure bisognerà trovarla nel... Assessore, si hanno notizie su questa opera? Se, invece, abbiamo conoscenza di quello che accade, che perlomeno vengano trasmessi e, una volta ogni sei mesi dal Presidente della Commissione vengono trasmesse le robe, secondo me, che, ripeto, sono l'ultima ruota di questo lungo, importante e onorabile carro, serve a tutti. Sa quante interrogazioni di meno arrivano se uno sa che quella strada, forse, in qualche modo verrà fatta? Io mi sono attivato – le dico la mia esperienza personale –, ho lavorato un mese per capire su una rotonda cosa stava succedendo. Ho lavorato un mese, mi sono scontrato con due Sindaci. Trovo, attraverso gli uffici che hanno lavorato, chi la stava seguendo, vado in Veneto Strade a piedi – mi avevano rotto il vetro della macchina e, per non perdere l'appuntamento, l'ho lasciata a Carglass e sono corso a piedi –, arrivo tutto sudato e mi dicono: "No, parte fra sei mesi perché è già prevista all'interno del nostro piano, ha una priorità, faremo 11 opere, questa è settima o ottava, quindi rientra".
Avrei prodotto di più per i miei cittadini, anziché andare a correre per capire la rotatoria com'era messa. È un esempio sciocco ma, moltiplicato per 50, credo che in qualche modo possa darci un segnale che, in quella Regione eccellente e competitiva che noi vogliamo, possa aiutare anche i suoi rappresentanti a essere un po' più edotti di quello che accade. Tutto qui.
Per carità, Assessore, voi governate, noi facciamo opposizione. Voi potete dire "è giusto così, mi fai la tua interpellanza e corri con la valigetta a Veneto Strade per capire la rotatoria", ben venga, per carità...
PRESIDENTE
Collega, il tempo.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, concludo.
Mi permetto di segnalare questa discrepanza, nell'ottica assolutamente propositiva e costruttiva e nell'interesse dell'intero emiciclo.
PRESIDENTE
Grazie, collega Montanariello.
Non ci sono altre richieste di intervento, quindi passiamo agli ordini del giorno.
Partiamo dall'ordine del giorno n. C0001.
ODG n. C0001
Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello, Giacomo Possamai e Camani relativo a "La Giunta regionale si attivi per la realizzazione della pista ciclabile lungo il Naviglio del Brenta Stra-Fusina" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma triennale 2022-2024 ed Elenco annuale 2022 dei Lavori Pubblici dell'amministrazione Regione del Veneto. Legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 e D.M. MIT 16 gennaio 2018, n. 14.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 38) APPROVATO (Deliberazione n. 18/2022)
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
nella PDA 38 "Adozione del programma triennale 2022- 2023 ed elenco annuale 2022 dei lavori pubblici" sono elencate una serie di interventi individuati dalle diverse strutture della Regione Veneto. Tra gli interventi previsti vi è anche quello relativo al completamento della ciclovia denominata "Treviso- Ostiglia".
Considerato che:
nell'ambito delle opere pubbliche di interesse regionale risulta fondamentale anche la realizzazione del percorso ciclopedonale lungo il Naviglio del Brenta che attraversa i Comuni e località di Stra, Fiesso d'Artico, Dolo, Mira, Oriago, Malcontenta e Fusina-Venezia. Si tratta di un tratto di grande rilevanza paesaggistica e culturale anche per la presenza di numerose Ville Venete come il museo nazionale di Villa Pisani, Villa Widmann, e la Palladiana Foscari Malcontenta (solo per citarne alcune). Inoltre esso fa parte del percorso internazionale Bolzano-Verona-Venezia.
Rilevato che i cittadini e gli operatori turistici ed economici dei territori interessati attendono da lungo tempo la realizzazione della suddetta ciclovia per una mobilità sicura e sostenibile e per un rilancio turistico di un'importante area del Veneto.
Tenuto conto che gli interventi di ampliamento e miglioramento delle reti ciclabili devono essere realizzati sia per contrastare i problemi del traffico urbano e conseguentemente quelli relativi all'inquinamento dell'aria sia per incentivare il turismo sostenibile e interconnesso.
impegna la Giunta regionale
a intraprendere ogni utile azione affinché sia avviata la progettazione e la realizzazione della pista ciclopedonale lungo il Naviglio del Brenta Stra-Fusina."
Collega, lo vuole illustrare? Si prenoti. Prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Non lo leggo per evitare di ripetere quello che abbiamo detto.
Sostanzialmente, Presidente, con questo ordine del giorno, citando un po' tutti i motivi che in qualche modo portano al fatto che alcuni interventi non passano all'interno del Piano triennale, chiedo (leggo gli ultimi tre capoversi): "Ritenuto che sia comunque necessario prevedere un aggiornamento costante e dettagliato sullo stato di attuazione degli interventi del Piano annuale e triennale dei lavori pubblici di competenza regionale e sugli interventi non riproposti e non avviati". Questo è quello che dicevamo prima: se c'è qualche intervento non riproposto, non avviato.
"Ritenuto inoltre che sia altresì opportuno che il Consiglio regionale sia informato costantemente sui lavori pubblici gestiti da aziende del sistema sanitario regionale, enti strumentali, società partecipate e sui lavori a gestione commissariale". Questo è quello che dicevamo prima: i lavori che fanno gli altri enti della Regione a gestione commissariale.
In conclusione, quindi, Assessore, chiediamo solamente che la Giunta regionale si impegni a prevedere, anche attraverso una proposta di integrazione della legge regionale. n. 27/2003...
PRESIDENTE
Collega Montanariello, mi scusi, lei sta leggendo l'ordine del giorno n. 3, noi siamo all'ordine del giorno n. 1.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Vuole che inverto, visto che l'ho già letto?
PRESIDENTE
Lei non può invertire.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, lei mi dice e io faccio.
PRESIDENTE
Vada tranquillo.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Allora mi dica il titolo, perché io non li ho numerati.
PRESIDENTE
L'ordine del giorno n. 1 è il seguente: "La Giunta regionale si attivi per la realizzazione della pista ciclabile lungo il Naviglio del Brenta Stra-Fusina".
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Questo è bellissimo. Questo lo leggo.
"Premesso che nell'adozione del Programma triennale 2022-2023 ed elenco annuale 2022 dei lavori pubblici sono elencati una serie di interventi individuati dalle diverse strutture della Regione Veneto. Tra gli interventi previsti vi è anche quello relativo al completamento della ciclovia denominata 'Treviso-Ostiglia'.
Considerato che nell'ambito delle opere pubbliche di interesse regionale risulta fondamentale anche la progettazione e la realizzazione di una pista ciclabile sul ponte della Romea...".
No, questo è l'ordine del giorno sul Fiume Brenta. Presidente, aspetti, non me li hanno dati numerati.
PRESIDENTE
Collega Montanariello, però si deve chiarire le idee. Quando interviene, o sa dove siamo e qual è l'ordine del giorno, oppure è inutile che intervenga a caso.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
No, Presidente, a caso è lei che interviene, non io.
PRESIDENTE
È lei che sta intervenendo su...
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Ma non da adesso, è da dieci anni che lei interviene a caso.
PRESIDENTE
È lei che sta intervenendo su un ordine del giorno che non è quello all'oggetto della discussione. Impari a leggere i numeri degli ordini del giorno.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Vada a letto che la vedo stanco, Presidente.
PRESIDENTE
No, vada a letto lei, forse.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Vada a dormire che la vedo un po' stanco, ascolti me. Posso, Presidente? Comunque, non la vedo tanto riposato, ironia a parte. Si riposi un po'.
"Premesso che nell'adozione del Programma triennale 2022-2023 dei lavori pubblici sono elencati una serie di interventi individuati dalle diverse strutture della Regione Veneto. Tra gli interventi previsti vi è anche quello relativo al completamento della ciclovia denominata 'Treviso-Ostiglia'.
Considerato che nell'ambito delle opere pubbliche di interesse regionale risulta fondamentale anche la realizzazione del percorso ciclopedonale lungo il Naviglio del Brenta che attraversa i Comuni e località di Stra, Fiesso d'Artico, Dolo, Mira, Oriago, Malcontenta e Fusina-Venezia. Si tratta di un tratto di grande rilevanza paesaggistica e culturale anche per la presenza di numerose Ville Venete, come il Museo nazionale di Villa Pisani, Villa Widmann, e la Palladiana Foscari Malcontenta (solo per citarne alcune). Inoltre, esso fa parte del percorso internazionale Bolzano-Verona-Venezia.
Rilevato che i cittadini e gli operatori turistici ed economici dei territori interessati attendono da lungo tempo la realizzazione della suddetta ciclovia per una mobilità sicura e sostenibile e per un rilancio turistico di un'importantissima – è scritto 'importante', ma io dico importantissima, Presidente, uso un rafforzativo – area del Veneto.
Tenuto conto che gli interventi di ampliamento e miglioramento delle reti ciclabili devono essere realizzati sia per contrastare i problemi del traffico urbano e, conseguentemente, quelli relativi all'inquinamento dell'aria, sia per incentivare il turismo sostenibile e interconnesso". Questo è quello famoso che dicevamo, per cui chiediamo 400 milioni di euro e che ha un indotto a livello nazionale di 3,2 miliardi di euro.
Con questo ordine del giorno, quindi, chiediamo di impegnare la Giunta a "intraprendere ogni utile azione affinché sia avviata la progettazione e la realizzazione della pista ciclopedonale lungo il Naviglio del Brenta Stra-Fusina".
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Metto in votazione l'ordine del giorno n.
C0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. C0002
Ordine del giorno presentato dal consigliere Montanariello relativo a "La Giunta regionale si attivi per la realizzazione della pista ciclabile sul Ponte della Romea che attraversa il fiume Brenta" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma triennale 2022-2024 ed Elenco annuale 2022 dei Lavori Pubblici dell'amministrazione Regione del Veneto. Legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 e D.M. MIT 16 gennaio 2018, n. 14.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 38) APPROVATO (Deliberazione n. 19/2022)
(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
nella PDA 38 "Adozione del programma triennale 2022-2023 ed elenco annuale 2022 dei lavori pubblici" sono elencate una serie di interventi individuati dalle diverse strutture della Regione Veneto. Tra gli interventi previsti vi è anche quello relativo al completamento della ciclovia denominata "Treviso-Ostiglia".
Considerato che:
nell'ambito delle opere pubbliche di interesse regionale risulta fondamentale anche la progettazione e realizzazione di una pista ciclabile sul ponte della Romea che, oltre ad essere l'unico varco esistente, rappresenta un importante snodo di collegamento per i territori clodiensi;
da tempo è stata ipotizzata la realizzazione di una ciclovia a margine del suddetto ponte nel lato di levante, per collegare Sottomarina ad Isola Verde e garantire l'attraversamento del fiume in completa sicurezza ai pedoni e ciclisti; la suddetta infrastruttura si coniugherebbe pienamente con alcuni punti cardine del Piano Trasporti: mobilità sostenibile da un lato, accrescimento di funzionalità e sicurezza delle infrastrutture dall'altro.
Tenuto conto che gli interventi di ampliamento e miglioramento delle reti ciclabili devono essere realizzati sia per contrastare i problemi del traffico urbano e conseguentemente quelli relativi all'inquinamento dell'aria sia per incentivare il turismo sostenibile e interconnesso.
impegna la Giunta regionale
a intraprendere ogni utile azione affinché sia avviata la progettazione e la realizzazione della pista ciclopedonale sul ponte della Romea che attraversa il Brenta."
La parola al collega Montanariello per l'illustrazione dell'ordine del giorno. Prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, farò in maniera molto veloce per evitare di perdere tempo. Procedo a salti e passo all'ultimo capoverso.
"Considerato che nell'ambito delle opere pubbliche di interesse regionale risulta fondamentale anche la realizzazione di una pista ciclabile sul ponte della Romea che, oltre ad essere l'unico varco esistente, rappresenta un importante snodo di collegamento per i territori clodiensi". Questo rientra tra gli interventi, come dicevamo prima, della Treviso-Ostiglia.
"Da tempo è stata ipotizzata la realizzazione di una ciclovia a margine del suddetto ponte nel lato di levante, per collegare Sottomarina ad Isola Verde e garantire l'attraversamento del fiume in completa sicurezza ai pedoni e ciclisti; la suddetta infrastruttura si congiungerebbe pienamente con alcuni punti cardine del Piano Trasporti: mobilità sostenibile da un lato, accrescimento di funzionalità e sicurezza delle infrastrutture dall'altro.
Tenuto conto che gli interventi di ampliamento e miglioramento delle reti ciclabili devono essere realizzati sia per contrastare i problemi del traffico urbano e conseguentemente quelli relativi all'inquinamento dell'aria sia per incentivare il turismo sostenibile e interconnesso.
Chiediamo di impegnare la Giunta a intraprendere ogni utile azione affinché sia avviata la progettazione e la realizzazione della pista ciclopedonale sul ponte della Romea che attraversa il Brenta".
Rubo trenta secondi per dire ai colleghi una cosa scandalosa che è successa. Chioggia, ponte della Romea, Isola Verde, che è un'importante frazione turistica. Oltretutto, tutto il mondo del ciclismo passa sopra quel ponte perché vanno verso Rosolina, nei boschi. Parlo di migliaia di biciclette. Ci sono associazioni sportive e fanno gare. C'era questo famoso ponte che aveva in parte un piccolo passaggio, giusto o sbagliato che potesse essere, e i residenti che con la bicicletta andavano a casa, perché lì abita qualche migliaio di persone, facevano quel passaggio, in parte protetti dalle macchine, per poter tornare a casa. Poi, hanno fatto il ponte nuovo, ANAS ha eliminato quel passaggio, per cui se oggi un cittadino deve ritornare a casa deve fare la Romea a piedi. Hanno eliminato quel passaggio pedonale che c'era dal guarderei alla protezione del ponte e voi immaginate che un cittadino che vive in una città come Chioggia, sesto comune del Veneto, per andare a casa deve fare la Romea a piedi. Non è colpa della Regione, perché il ponte non lo ha fatto la Regione, però urla vendetta una lontananza tale di alcuni enti dalle problematiche della nostra regione.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Metto in votazione l'ordine del giorno n.
C0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. C0003
Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello, Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Zanoni, Zottis, Ostanel e Lorenzoni relativo a "Prevedere una rendicontazione semestrale al Consiglio regionale sullo stato di attuazione del Programma annuale e triennale dei lavori pubblici della Regione Veneto, sui lavori pubblici a gestione commissariale o gestiti da aziende sanitarie regionali, enti strumentali, società partecipate." RESPINTO
(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
l'art. 2, comma 2, lettera a), numero 1) della legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 "Disposizioni generali in materia di lavori pubblici di interesse regionale e per le costruzioni in zone classificate sismiche", individua i lavori di competenza regionale la cui programmazione, approvazione ed affidamento spetta alla Regione, attraverso le strutture regionali specificamente interessate;
l'articolo 21 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 rubricato "Programma degli acquisti e programmazione dei lavori pubblici" dispone che le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori adottino il programma biennale degli acquisti di beni e servizi e il programma triennale dei lavori pubblici, nonché i relativi aggiornamenti annuali e che tali programmi siano approvati nel rispetto dei documenti programmatori e in coerenza con il bilancio;
il decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 14 del 16 gennaio 2018 "Regolamento recante procedure e schemi-tipo per la redazione e la pubblicazione del programma triennale dei lavori pubblici, del programma biennale per l'acquisizione di forniture e servizi e dei relativi elenchi annuali e aggiornamenti annuali", detta la disciplina e le regole per la redazione, l'approvazione, l'aggiornamento e la modifica del Programma triennale dei lavori pubblici e del relativo elenco annuale. Il Programma è redatto ogni anno, scorrendo l'annualità pregressa e aggiornando i programmi precedentemente approvati. L'inserimento di un'opera nell'elenco annuale dei lavori pubblici costituisce condizione necessaria per l'avvio della procedura;
il comma 11 dell'articolo 5 del suddetto Regolamento stabilisce che un intervento non inserito nell'elenco annuale può essere realizzato solo "quando sia reso necessario da eventi imprevedibili o calamitosi o da sopravvenute disposizioni di legge o regolamentari" o "sulla base di un autonomo piano finanziario che non utilizzi risorse già previste tra i mezzi finanziari dell'amministrazione al momento della formazione dell'elenco, avviando le procedure di aggiornamento della programmazione".
Rilevato che:
nel Programma triennale 2022-2024, in conformità a quanto previsto dalla normativa, non sono inseriti gli interventi presenti nell'elenco annuale 2021 regolarmente avviati, gli interventi presenti nell'elenco annuale del precedente Programma triennale non riproposti e non avviati, e gli interventi presenti nel Programma triennale 2021-2023, ma non nell'elenco annuale 2021, per i quali era stato previsto l'avvio in un'annualità successiva al 2021 ma che la Regione ha deciso di tralasciare.
Tenuto conto che
l'articolo 56, comma 1, lett. i) della l.r. n. 27/2003 prevede, tra i compiti dell'Osservatorio regionale appalti, la predisposizione di una Relazione annuale per la Giunta regionale nella quale viene monitorato, mediante grafici e tabelle, l'andamento degli appalti pubblici in ambito regionale. Le Commissioni consiliari Seconda e Quarta esprimono un parere alla Giunta regionale in merito alla suddetta rendicontazione.
Ritenuto che
sia comunque necessario prevedere un aggiornamento costante e dettagliato sullo stato di attuazione degli interventi del Piano annuale e triennale dei lavori pubblici di competenza regionale, sugli interventi non riproposti e non avviati.
Ritenuto inoltre che
sia altresì opportuno che il Consiglio regionale sia informato costantemente sui lavori pubblici gestiti da aziende del sistema sanitario regionale, enti strumentali, società partecipate e sui lavori a gestione commissariale.
impegna la Giunta regionale
a prevedere, anche attraverso una proposta di integrazione della legge regionale. n. 27 del 2003, una rendicontazione semestrale al Consiglio regionale in merito a tutti i lavori pubblici e le fattispecie di cui in premessa."
Collega Montanariello, prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, sarò molto breve, non lo leggo neanche. Credo che prima abbiamo già detto tutto ciò che è contenuto in questo ordine del giorno. Si chiede solamente di rivedere il sistema che oggi abbiamo in discussione del Piano triennale perché, come dicevamo prima, non riusciamo, una volta votato il Piano, a vedere l'avanzamento delle opere qual è, quali vengono fatte e quali non, e non riusciamo neanche a vedere le opere che vengono fatte dalla Regione attraverso enti terzi o gestione commissariale.
Si chiede, pertanto, di impegnare la Giunta a prevedere che, attraverso una proposta di integrazione della legge regionale. n. 27/2003, ci sia una rendicontazione semestrale al Consiglio regionale o alla Commissione, se volete, in merito a tutti i lavori pubblici e le fattispecie di cui in premessa, e cioè quelli per gestione commissariale e quelli per gestione enti terzi.
Non entro nel merito, non voglio far perdere tempo, in quanto abbiamo abbondantemente discusso prima sulla bontà di questa richiesta.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Prego, collega Rizzotto.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Voglio solo ricordare al collega Montanariello che, in sede di Seconda Commissione, avevo fatto una proposta relativamente all'opportunità di avere una rendicontazione annuale per quanto riguarda il Programma lavori pubblici triennale e annuale della Regione, proprio per cercare di avere anche un monitoraggio, perché da noi passa questo programma e poi abbiamo annualmente, come lei ha citato anche nel suo ordine del giorno, la rendicontazione dell'Osservatorio regionale dei lavori pubblici, che è onnicomprensiva di tutti i lavori pubblici in ambito regionale dei vari enti. Quindi, l'idea era quella, per quanto attiene ai lavori pubblici della Regione del Veneto, di inserire una modifica normativa all'interno dell'ordinamentale riguardante la Seconda Commissione.
È evidente che non può essere una rendicontazione semestrale. Fosse una rendicontazione così com'è indicata da richiesta penso che bloccherebbe tutti gli uffici regionali per poterla predisporre. Penso che già un passo in avanti possa essere quello di avere una rendicontazione annuale sui lavori pubblici regionali e faremo una modifica normativa qua in Consiglio, che proporremo noi come Commissione.
Io sarei un po' contraria a questo ordine del giorno, ma con questo impegno che le ho detto e che avevo già anticipato in Commissione.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, collega Rizzotto.
Collega Montanariello, lei è già intervenuto sull'ordine del giorno. Non può intervenire nuovamente. Certo, per dichiarazione di voto. Prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
È vero, consigliera Rizzotto. Tuttavia, se volete, piuttosto che bocciarlo, che magari potrebbe apparire come andare contro questa volontà, scriviamo "rendicontazione annuale" e togliamo "semestrale" per quelle che sono le opere, dopodiché con l'ordinamentale lo portiamo come Commissione.
PRESIDENTE
Metto in votazione l'ordine del giorno n.
C0003.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. C0004
Ordine del giorno presentato dal consigliere Montanariello relativo a "Il Programma triennale dei lavori pubblici 2022-2024 non prevede interventi sulla rete stradale, ma Chioggia attende da decenni una mobilità sicura e sostenibile per il rilancio dei settori turistico, portuale e commerciale. La Giunta regionale si attivi per il raddoppio della SP 9 "Arzeron"." RITIRATO
(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
il Programma triennale 2022-2024 ed elenco annuale 2022 dei lavori pubblici dell'Amministrazione Regione del Veneto non include la rete stradale.
Rilevato che:
in Veneto vi sono alcune infrastrutture viarie che da tempo attendono di essere completate per decongestionare i centri abitati dal traffico automobilistico e pesante, che contribuisce in maniera significativa ad aumentare l'inquinamento ed è fonte di pericolo e disagio per i cittadini;
in particolare la Città di Chioggia soffre di un sistema di collegamenti stradali e ferroviari inadeguati. Questa situazione infrastrutturale sta impedendo alla realtà clodiense di sviluppare il suo sistema insediativo, produttivo, turistico, commerciale e portuale: basti pensare all'unico sistema di collegamento ferroviario con Adria, ormai vetusto e inadeguato, o alle gravi problematiche collegate alla strada Romea, soprattutto in termini di sicurezza, e allo stato angusto della strada provinciale "Arzeron", che costituisce l'unica alternativa viaria alla strada statale Romea, collegando la città di Chioggia alla zona di Padova. Il "raddoppio" dell'Arzeron è un'opera da tanto tempo attesa, poiché permetterebbe un flusso automobilistico finalmente scorrevole, diversamente da quanto avviene ora, soprattutto in periodo estivo e nei fine settimana, quando il traffico fatica a defluire e si formano pesanti ingorghi che congestionano fortemente queste zone;
l'intervento in questione rientra nel "terzo stralcio" dei lavori sulla SP 9 Arzeron e, pur essendo stato inserito ancora tra le "opere in priorità" del Piano Triennale Regionale Integrativo di adeguamento della rete viaria 2009-2011, non è ancora stato realizzato.
Tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi con urgenza affinché si giunga in tempi rapidi alla realizzazione dell'auspicato "raddoppio" della SP n. 9 "Arzeron" che la città di Chioggia attende da decenni."
Prego, collega Montanariello.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Come vi avevo promesso, l'Arzeron diventerà il tormentone di questa legislatura. Ogni volta che si parlerà di qualcosa, io parlerò dell'Arzeron.
Guardate, su questo ordine del giorno mi può andare bene la spiegazione tecnica che ci ha dato il dottor Giachetti, e cioè che in qualche modo non rientra. Dottore, me la faccio andare bene, anche se io da buon statalista direi che guardo la legge nazionale e dico che questo lo potevamo infilare dentro, al netto di tutto. Tuttavia, colgo l'occasione, cari colleghi, per accendere i riflettori su una cosa molto seria, che dovrebbe riguardarci, perché il terzo stralcio di quella strada, che non è fatto, viene dopo i primi due, che abbiamo pagato noi come Regione. In altre parole, quella è una incompiuta della Regione Veneto.
Questo non è un problema di Chioggia, dal momento che quella strada è una valvola di sfogo dalla parte polesana e veneziana, fino a collegarsi con il padovano, e la fanno più padovani che chioggiotti. Consigliere Pan, conferma? Bene. Quindi, non sto parlando di un problema di Chioggia. E lo ribadisco perché ogni volta che si parla dell'Arzeron pare si stia parlando della festa del paese. Mi permetto di ribadirlo all'interno di quest'Aula perché, quando guardiamo il programma televisivo Striscia la Notizia che mostre le opere incompiute, dobbiamo ricordarci che quella è una incompiuta della Regione Veneto. Allora, là ci sono due Province di competenza, Venezia e Padova, però la Regione Veneto, con i lavori che si sono fatti per gli argini, ha allargato la strada e adesso quella strada è in qualche modo l'unica vera alternativa che esiste alla Romea. Peccato che, arrivati a un certo punto, dalle due larghe corsie – vedo il consigliere Pan che fa segno con le mani, perché la conosce bene – diventa a una corsia, per cui, se si incrocia un furgone con una macchina, ti devi fermare perché non si passa in due. Da lì passano migliaia di persone che fanno la zona del Polesine veneziana e padovana, in città che sono meta turistica importante, come Chioggia e Rosolina.
Cosa succede? Abbiamo fatto i primi due stralci. Bene, non abbiamo più soldi per farla, capisco anche questo, Assessore, sono uomo di mondo, però qui abbiamo la Città metropolitana che è tutto tranne che povera, glielo posso garantire, abbiamo la Provincia di Padova che è competente del pezzo, facciamo almeno un accordo di programma con queste due Province per vedere di chiuderla. Non vogliamo fare un accordo di programma? Troviamo qualcosa. Abbiamo fatto accordi di programma su tutto, persino sullo sbarco dei molluschi. Consigliere Pan, quando lei era Assessore, facevamo accordi di programma su tutto: i molluschi, lo sbarco, intervenivamo su tanti problemi.
Oggi quella è un'incompiuta della Regione Veneto, non è un'incompiuta che non ci riguarda. Mettiamoci mano, interveniamo. Capisco di dover fare una strada per intero, che la vogliono tutti e soldi non ce ne sono, ma si tratta di completarla, vivaddio, si tratta di chiudere. Prendiamo le due Province, sediamoci intorno a un tavolino – manca il terzo di tre stralci – e troviamo la formula. Io non sono Assessore, non capisco tutti questi passaggi. Io sono un Consigliere della piccola pesca, come si dice a Chioggia, non ci arrivo a tante cose, per cui chiedo aiuto a voi che siete più bravi e più esperti di me. Troviamo uno strumento per finire questa strada.
Ripeto, e concludo: è una macchia sull'efficienza della Regione Veneto, perché è la nostra incompiuta, è l'incompiuta della Regione, fatta in un contesto che è l'unica vera alternativa alla Romea. Quella è l'unica alternativa alla Romea. Punto. Riguarda tre Province, è uno sfogo per tre Province per le nostre maggiori località balneari della parte sud. Assessore, non mi guardi male. È una città che, a livello di popolazione, è al sesto posto tra i Comuni del Veneto. Troviamo una formula. Siccome io sono una persona seria e responsabile, non faccio né casino, né la forzatura di dire che lo dobbiamo discutere per forza, mi fido del buon consiglio del dottor Giachetti, che dice che per il punto o la virgola, non può rientrare.
Lo ritiro, però vi chiedo, per piacere, a livello di sensibilizzazione, di renderci conto che nell'orgoglio della Regione Veneto non ci può essere un'incompiuta. Non siamo da Striscia la Notizia, siamo il Veneto. Siamo il Veneto eccellente, bravo. Facciamo una pista di bob, ben venga e non finiamo il terzo stralcio di una strada? Mettiamoci una mano sul cuore, sulla coscienza, non da amministratori, da cittadini.
Grazie, Presidente. La vedo più riposato.
PRESIDENTE
Grazie del suo pensiero. Bene, l'ordine giorno n. C0004 è ritirato.
Non ci sono altri ordini del giorno.
Passiamo alla votazione della proposta di deliberazione amministrativa n. 38. C'è qualcuno che vuole fare una dichiarazione di voto? L'ordine del giorno è ritirato, quindi non ci sono richieste.
Mettiamo in votazione la
PDA n. 38.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Sospendiamo qui i lavori del Consiglio e ci vediamo domani mattina alle ore 10.30 per proseguire con l'ordine del giorno.
Buona serata a tutti.
La Seduta termina alle ore 18.08
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN
|
Il Presidente
Nicola Ignazio Finco
|
Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85
Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 50
SEDUTA PUBBLICA N. 50
MARTEDì 22 FEBBRAIO 2022
PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO
PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
INDICE
Processo verbale della 50a seduta pubblica – martedì 22 febbraio 2022
Processo verbale della 50a seduta pubblica – martedì 22 febbraio 2022
- Approvazione verbale della seduta precedente
- Comunicazioni della Presidenza del Consiglio
- Interrogazioni e interpellanze
- Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze
- Disegno di legge relativo a "Istituzione del Sistema informativo lavoro e sociale (SILS)". (Progetto di legge n. 102) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 5/2022)
- Programma triennale della Cultura 2022-2024. Articolo 7, comma 3, legge regionale 17/2019. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 30) APPROVATA (Deliberazione n. 17/2022)
- Programma triennale 2022-2024 ed Elenco annuale 2022 dei Lavori Pubblici dell'amministrazione Regione del Veneto. Legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 e D.M. MIT 16 gennaio 2018, n. 14. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 38) APPROVATA (Deliberazione n. 20/2022)
- Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello, Giacomo Possamai e Camani relativo a "La Giunta regionale si attivi per la realizzazione della pista ciclabile lungo il Naviglio del Brenta Stra-Fusina" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma triennale 2022-2024 ed Elenco annuale 2022 dei Lavori Pubblici dell'amministrazione Regione del Veneto. Legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 e D.M. MIT 16 gennaio 2018, n. 14.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 38) APPROVATO (Deliberazione n. 18/2022)
- Ordine del giorno presentato dal consigliere Montanariello relativo a "La Giunta regionale si attivi per la realizzazione della pista ciclabile sul ponte della Romea che attraversa il fiume Brenta" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma triennale 2022-2024 ed Elenco annuale 2022 dei Lavori Pubblici dell'amministrazione Regione del Veneto. Legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 e D.M. MIT 16 gennaio 2018, n. 14.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 38) APPROVATO (Deliberazione n. 19/2022)
- Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello, Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Zanoni, Zottis, Ostanel e Lorenzoni relativo a "Prevedere una rendicontazione semestrale al Consiglio regionale sullo stato di attuazione del programma annuale e triennale dei lavori pubblici della Regione Veneto, sui lavori pubblici a gestione commissariale o gestiti da aziende sanitarie regionali, enti strumentali, società partecipate." RESPINTO
- Ordine del giorno presentato dal consigliere Montanariello relativo a "Il programma triennale dei lavori pubblici 2022-2024 non prevede interventi sulla rete stradale, ma Chioggia attende da decenni una mobilità sicura e sostenibile per il rilancio dei settori turistico, portuale e commerciale. La Giunta regionale si attivi per il raddoppio della SP 9 "Arzeron"." RITIRATO
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 106 del 23 novembre 2021.
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 2463 del 17 febbraio 2022.
Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 14.14 e rinvia i lavori.
La seduta è sospesa alle ore 14.14.
La seduta riprende alle ore 14.16.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 2463 del 17 febbraio 2022.
Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 14.14 e rinvia i lavori.
La seduta è sospesa alle ore 14.14.
La seduta riprende alle ore 14.16.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
Approvazione verbale della seduta precedente
Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 49a seduta pubblica di martedì 15 febbraio 2022.
Punto n. 2) all'ordine del giorno
Comunicazioni della Presidenza del Consiglio [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e la consigliera Cestaro.
Punto n. 3) all'ordine del giorno
Punto n. 3) all'ordine del giorno
Interrogazioni e interpellanze [RESOCONTO]
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla convocazione, è dato per letto.
Punto n. 4) all'ordine del giorno
Punto n. 4) all'ordine del giorno
Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze [RESOCONTO]
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
n. 103 del 23.03.2021
presentata dai consiglieri Bigon, Camani e Zanoni
"L'elicottero del 118 dell'aeroporto civile di Padova sarà finalmente dotato del necessario verricello?"
Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
n. 124 del 20.04.2021
presentata dai consiglieri Camani, Bigon, Zottis e Zanoni
"Quali sono le intenzioni della Giunta regionale in merito all'ospedale di Schiavonia (PD)?"
E
n. 219 del 10.12.2021
presentata dalle consigliere Camani e Ostanel
"Quali sono le intenzioni della Giunta regionale in merito all'ospedale di Schiavonia (PD)?"
Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra congiuntamente le IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
n. 221 del 21.12.2021
presentata dalla consigliera Ostanel
"Comunità per minori: non scaricare l'inefficienza della Regione sui soggetti più fragili impedendo loro la visita alle famiglie durante le festività"
Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.
n. 225 del 13.01.2022
presentata dai consiglieri Venturini e Bozza
"Quali azioni sono previste dalla Regione Veneto per l'attuazione della legge regionale 9/2004 sull'autista soccorritore?"
Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) in sede di replica.
n. 227 del 14.01.2022
presentata dal consigliere Finco
"Unità di chirurgia senologica dell'ospedale di San Bassiano: quali sono le ragioni della sua soppressione e come verranno garantiti i medesimi servizi ai pazienti?
Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica.
Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) per richiamo al Regolamento.
Punto n. 6) all'ordine del giorno
n. 103 del 23.03.2021
presentata dai consiglieri Bigon, Camani e Zanoni
"L'elicottero del 118 dell'aeroporto civile di Padova sarà finalmente dotato del necessario verricello?"
Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
n. 124 del 20.04.2021
presentata dai consiglieri Camani, Bigon, Zottis e Zanoni
"Quali sono le intenzioni della Giunta regionale in merito all'ospedale di Schiavonia (PD)?"
E
n. 219 del 10.12.2021
presentata dalle consigliere Camani e Ostanel
"Quali sono le intenzioni della Giunta regionale in merito all'ospedale di Schiavonia (PD)?"
Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra congiuntamente le IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
n. 221 del 21.12.2021
presentata dalla consigliera Ostanel
"Comunità per minori: non scaricare l'inefficienza della Regione sui soggetti più fragili impedendo loro la visita alle famiglie durante le festività"
Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.
n. 225 del 13.01.2022
presentata dai consiglieri Venturini e Bozza
"Quali azioni sono previste dalla Regione Veneto per l'attuazione della legge regionale 9/2004 sull'autista soccorritore?"
Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) in sede di replica.
n. 227 del 14.01.2022
presentata dal consigliere Finco
"Unità di chirurgia senologica dell'ospedale di San Bassiano: quali sono le ragioni della sua soppressione e come verranno garantiti i medesimi servizi ai pazienti?
Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica.
Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) per richiamo al Regolamento.
Punto n. 6) all'ordine del giorno
Disegno di legge relativo a "Istituzione del Sistema informativo lavoro e sociale (SILS)". (Progetto di legge n. 102) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 5/2022) [RESOCONTO]
Intervengono le consigliere, Scatto (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Sesta Commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Sesta Commissione consiliare.
In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Lorenzoni (Gruppo Misto), Brescacin (Zaia Presidente), Zottis (Partito Democratico Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto), e in sede di replica l'assessora Lanzarin, la relatrice Scatto (Zaia Presidente) e la correlatrice Camani (Partito Democratico Veneto).
Si passa all'esame dell'articolato.
I due articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato
Hanno votato no:
nessuno
Astenuti:
Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis
Non votanti:
nessuno
Punto n. 7) all'ordine del giorno
Programma triennale della Cultura 2022-2024. Articolo 7, comma 3, legge regionale 17/2019. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 30) APPROVATA (Deliberazione n. 17/2022) [RESOCONTO]
Interviene la consigliera Scatto (Zaia Presidente) che svolge la relazione illustrativa per conto della Sesta Commissione consiliare.
In discussione generale intervengono l'assessore Corazzari, i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) e Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto).
Durante l'intervento della consigliera Venturini assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.
Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale, comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento n. A1 scade in 1 minuto e sospende la seduta per consentire alla Sesta commissione di esprimere il parere sull'emendamento.
La seduta è sospesa alle ore 16.42.
La seduta riprende alle ore 16.48.
Si passa all'esame dell'emendamento.
Sull'emendamento n. A1 intervengono la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra e l'assessore Corazzari.
L'emendamento n. A1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
In dichiarazione di voto finale sulla proposta di deliberazione amministrativa interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto nel suo complesso.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli consiglieri.
Hanno votato sì:
Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis
Hanno votato no:
nessuno
Astenuti:
nessuno
Non votanti:
nessuno
Punto n. 8) all'ordine del giorno
Programma triennale 2022-2024 ed Elenco annuale 2022 dei Lavori Pubblici dell'amministrazione Regione del Veneto. Legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 e D.M. MIT 16 gennaio 2018, n. 14. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 38) APPROVATA (Deliberazione n. 20/2022) [RESOCONTO]
Intervengono i consiglieri, Sponda (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda Commissione consiliare, e Montanariello (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda Commissione consiliare.
Intervengono, in discussione generale, l'assessore Calzavara e, in sede di replica, il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).
Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati alla proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.
ODG n. C1
Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello, Giacomo Possamai e Camani relativo a "La Giunta regionale si attivi per la realizzazione della pista ciclabile lungo il Naviglio del Brenta Stra-Fusina" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma triennale 2022-2024 ed Elenco annuale 2022 dei Lavori Pubblici dell'amministrazione Regione del Veneto. Legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 e D.M. MIT 16 gennaio 2018, n. 14.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 38) APPROVATO (Deliberazione n. 18/2022) [RESOCONTO]
Sull'ordine del giorno in oggetto interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che lo illustra.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis
Hanno votato no:
nessuno
Astenuti:
nessuno
Non votanti:
nessuno
ODG n. C2
Ordine del giorno presentato dal consigliere Montanariello relativo a "La Giunta regionale si attivi per la realizzazione della pista ciclabile sul ponte della Romea che attraversa il fiume Brenta" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma triennale 2022-2024 ed Elenco annuale 2022 dei Lavori Pubblici dell'amministrazione Regione del Veneto. Legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 e D.M. MIT 16 gennaio 2018, n. 14.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 38) APPROVATO (Deliberazione n. 19/2022) [RESOCONTO]
Sull'ordine del giorno in oggetto interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che lo illustra.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis
Hanno votato no:
nessuno
Astenuti:
nessuno
Non votanti:
nessuno
ODG n. C3
Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello, Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Zanoni, Zottis, Ostanel e Lorenzoni relativo a "Prevedere una rendicontazione semestrale al Consiglio regionale sullo stato di attuazione del programma annuale e triennale dei lavori pubblici della Regione Veneto, sui lavori pubblici a gestione commissariale o gestiti da aziende sanitarie regionali, enti strumentali, società partecipate." RESPINTO [RESOCONTO]
Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), che lo illustra e Rizzotto (Zaia Presidente).
In dichiarazione di voto interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.
Il Consiglio non approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Baldin, Bigon, Camani, Montanariello, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis
Hanno votato no:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato
Astenuti:
Ostanel
Non votanti:
nessuno
ODG n. C4
Ordine del giorno presentato dal consigliere Montanariello relativo a "Il programma triennale dei lavori pubblici 2022-2024 non prevede interventi sulla rete stradale, ma Chioggia attende da decenni una mobilità sicura e sostenibile per il rilancio dei settori turistico, portuale e commerciale. La Giunta regionale si attivi per il raddoppio della SP 9 "Arzeron"." RITIRATO [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra e ritira l'ordine del giorno in oggetto.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto nel suo complesso.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli consiglieri.
Hanno votato sì:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato
Hanno votato no:
nessuno
Astenuti:
Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis
Non votanti:
nessuno
Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.
Il Consiglio regionale è convocato per la prosecuzione dei lavori domani mercoledì 23 febbraio.
La seduta termina alle ore 18.08.
Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
|
MICHIELETTO Gabriele
|
BALDIN Erika
|
MONTANARIELLO Jonatan
|
BARBISAN Fabiano
|
OSTANEL Elena
|
BET Roberto
|
PAN Giuseppe
|
BIGON Anna Maria
|
PICCININI Tomas
|
BISAGLIA Simona
|
POLATO Daniele
|
BORON Fabrizio
|
POSSAMAI Giacomo
|
BOZZA Alberto
|
POSSAMAI Gianpiero
|
BRESCACIN Sonia
|
PUPPATO Giovanni
|
CAMANI Vanessa
|
RAZZOLINI Tommaso
|
CAVINATO Elisa
|
RIGO Filippo
|
CECCHETTO Milena
|
RIZZOTTO Silvia
|
CENTENARO Giulio
|
SANDONA' Luciano
|
CESTARI Laura
|
SCATTO Francesca
|
CIAMBETTI Roberto
|
SORANZO Enoch
|
CORSI Enrico
|
SPERANZON Raffaele
|
DOLFIN Marco
|
SPONDA Alessandra
|
FAVERO Marzio
|
VALDEGAMBERI Stefano
|
FINCO Nicola Ignazio
|
VENTURINI Elisa
|
FORMAGGIO Joe
|
VIANELLO Roberta
|
GEROLIMETTO Nazzareno
|
VILLANOVA Alberto
|
GIACOMIN Stefano
|
ZANONI Andrea
|
GUARDA Cristina
|
ZECCHINATO Marco
|
LORENZONI Arturo
|
ZOTTIS Francesca
|
MAINO Silvia
|
|
LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Erika BALDIN |
|
IL PRESIDENTE
f.to Nicola Ignazio FINCO |
|
N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.
PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo