ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 28/06/2022 n. 63

Resoconto 63 a Seduta pubblica
Martedì, 28 giugno 2022
SOMMARIO
 
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
 
La Seduta inizia alle ore 10.43

PRESIDENTE

Colleghi, vi chiedo di accedere a Concilium e registrarvi. Indossate la mascherina, per favore.
Colleghi, buongiorno. Diamo inizio alla 63a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 10184 del 23 giugno 2022.
PUNTO
1
 
   

APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 62a Seduta pubblica di martedì 14 giugno 2022.
PUNTO
2
 
   

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

PRESIDENTE

Non ho nessuna richiesta di congedo o di assenza.
Comunico che tre colleghi sono sottoposti a misure di quarantena e seguiranno il Consiglio da remoto. Vi chiedo, quindi, di prestare attenzione alle misure di sicurezza che ci siamo dati da tempo.
PUNTO
3
 
   

INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4
 
   

RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Non ho alcuna risposta ad interrogazioni e interpellanze.

PUNTO
5
 
   

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.

PRESIDENTE

Non ho alcuna risposta ad interrogazioni a risposta scritta.
PUNTO
6
 
   

PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI FINCO, RIZZOTTO, CECCHETTO, CESTARO, CORSI, DOLFIN, FAVERO, MAINO, RIGO, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "MODIFICHE E INTEGRAZIONI ALLA LEGGE REGIONALE 21 NOVEMBRE 2008, n. 21 "DISCIPLINA DEGLI IMPIANTI A FUNE ADIBITI A SERVIZIO PUBBLICO DI TRASPORTO, DELLE PISTE E DEI SISTEMI DI INNEVAMENTO PROGRAMMATO E DELLA SICUREZZA NELLA PRATICA DEGLI SPORT SULLA NEVE"". (PROGETTO DI LEGGE N. 122) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 14/2022)

Relazione della SECONDA commissione consiliare.
Relatore: Consigliere Finco
Correlatore: Consigliere Zanoni

PRESIDENTE

Passiamo subito al punto n. 6) all'ordine del giorno.
Relatore è il collega Finco, prego.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Con la proposta di legge in oggetto si dispone di intervenire sulla materia del rinnovo della concessione degli impianti a fune – come è noto, soggetti a concessione pubblica rilasciata per una durata pari alla vita tecnica dell'impianto, più raramente di durata pari alla revisione generale dell'impianto stesso o con scadenze ancora diverse – e sulla disciplina del procedimento amministrativo di rinnovo sotto il profilo della documentazione richiesta.
Quanto sopra anche in esito all'entrata in vigore dell'articolo 31bis della legge n. 164 del 2014 e dei successivi criteri definiti con decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del 01/12/2015, n. 203, con i quali è stato superato il concetto di vita tecnica dell'impianto (concetto peraltro non previsto dalla normativa di rango europeo), prevedendo in sostanza che se l'impianto è positivo alle verifiche effettuate dai competenti uffici ministeriali la vita tecnica è spostata di 10 anni, e questo può essere ripetuto più volte.
Le richieste di rinnovo, come intese dalla legge regionale n. 21 del 2008, risultano documentalmente complesse, in quanto si ritiene che implichino comunque un progetto di rifacimento dell'impianto e sono dunque soggette alla ripresentazione della documentazione tecnica. Il presente progetto di legge si propone di recepire nell'ordinamento regionale il nuovo quadro normativo, introducendo nella legge di settore una disciplina degli adempimenti di rinnovo in termini semplificati, ove ricorrano le condizioni per le quali la documentazione richiesta dall'attuale quadro normativo sarebbe la medesima già agli atti della Pubblica amministrazione depositata al momento della richiesta della concessione.
Con la modifica del comma 1 dell'articolo 29, a fronte del rinnovo per la concessione per un impianto esistente, in regime di proroga della vita tecnica dell'impianto, ove non sussistano modifiche sostanziali all'impianto stesso, si prevede quindi che non necessiti la ripresentazione della documentazione prevista e già esibita agli atti, e si prevede invece un mero aggiornamento della documentazione prevista dall'articolo 20, comma 1, della legge n. 21 del 2008 solo qualora siano intervenute modifiche.
Solo in relazione ad eventuali modifiche sostanziali dell'impianto sarà necessario produrre la documentazione inerente tali modifiche, nel rispetto della procedura di cui agli articoli dal 18 al 22 della legge regionale.
Questa è una modifica tecnica di questa legge molto semplice, però necessaria. È un progetto di legge che era già nato, nella passata legislatura, dal collega Franco Gidoni. Poi, all'inizio di questa legislatura, abbiamo fatto alcuni aggiustamenti tecnici con il legislativo e penso che questa modifica, seppur semplice, vada a semplificare l'iter per richiedere il rinnovo di una concessione.
Parlando con alcune società che hanno queste necessità, abbiamo appreso che dovevano di volta in volta ripresentare alle Province tutta la documentazione, documentazione di cui già le Province erano in possesso. Quindi, era una procedura ripetitiva e si andava oltretutto a inondare la Pubblica amministrazione di carte di cui già la stessa Pubblica amministrazione era in possesso.
So che il progetto di legge è stato ben accolto, ovviamente, dalle parti interessate. Ringrazio la Presidente della Seconda Commissione Rizzotto che l'ha messo, nel giro di qualche settimana, all'ordine del giorno, ed è stato discusso e approvato. C'è stato sia il dibattito in Commissione, sia il confronto con i tecnici della Giunta, ma non sono state riscontrate difficoltà o problematiche su questo progetto di legge, quindi penso che facciamo un buon servizio a chi opera e lavora nelle nostre montagne, ma soprattutto andiamo anche ad alleggerire il peso della Pubblica amministrazione.

PRESIDENTE

Grazie al relatore.
Correlatore è il collega Andrea Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti i colleghi.
È un progetto di legge che interviene, come abbiamo sentito anche dal relatore, sulle procedure, ovvero sulla parte documentale relativa agli impianti a fune, adibiti a servizio pubblico di trasporto delle piste e dei sistemi di innevamento programmato.
Si tratta, quindi, di una modifica che va a recepire delle norme superiori e va a semplificare le procedure, qualora si presentino modifiche non sostanziali. In particolare, all'articolo 29, a fronte del rinnovo per la concessione per un impianto esistente in regime di proroga della vita tecnica dell'impianto, ove non sussistano modifiche sostanziali all'impianto stesso, si prevede che non necessiti la ripresentazione della documentazione prevista e già esibita agli atti. Si prevede, invece, un aggiornamento della documentazione prevista dall'articolo 20 della legge regionale n. 21/2008 solo qualora siano intervenute modifiche. Quindi, solo in relazione a eventuali modifiche sostanziali dell'impianto, sarà necessario produrre la documentazione inerente tali modifiche, nel rispetto della procedura della legge citata.
Questo, quindi, è un progetto di legge che ha nel suo scopo, nel suo obiettivo, semplificare la procedura, ma non comporta nessun abbassamento di guardia per quanto riguarda il controllo e il funzionamento di questi impianti. Abbiamo anche recentemente vissuto tragedie nazionali a causa di violazioni gravissime della legge relativamente alle manutenzioni di questi impianti, quindi su questo fronte bisogna porre assolutamente la massima attenzione.
In questo caso, come ho detto prima, si tratta solo di semplificazioni qualora esistano già queste documentazioni e vanno ripresentate solo in caso di modifiche non sostanziali di questi impianti; impianti che, purtroppo, come riportano le cronache, periodicamente sono oggetto dell'attenzione a causa di gravi incidenti.
Dico questo per ricordare che non si va a creare scorciatoie sulla sicurezza e sui controlli, ma si va solamente a prevedere una via più semplice per quanto riguarda la documentazione e solo in determinati casi minori.

PRESIDENTE

Grazie al collega Zanoni. Quindi è un intervento necessario, ma anche abbastanza tecnico.
Ci sono interventi in discussione generale? Non ne vedo, quindi dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all'articolato.
Colleghi, accedete a Concilium. Date supporto ai colleghi in Aula.
Indossate correttamente la mascherina e anche – lo chiedo alla componente maschile – la giacca.
Perfetto, quelli che vedo in Aula li vedo registrati.
Passiamo all'articolato.
Articolo 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, metto in votazione il PDL n. 122 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7
 
   

PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI VILLANOVA, DOLFIN, CESTARO, CENTENARO, SCATTO, PAN, MICHIELETTO, SANDONÀ, PUPPATO, BET, ZECCHINATO, RIGO, BORON, CECCHETTO, VIANELLO, BRESCACIN, VENTURINI E BOZZA RELATIVA A "PROMOZIONE DEL GELATO TRADIZIONALE DI QUALITÀ IN VENETO". (PROGETTO DI LEGGE N. 130) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 15/2022)

Relazione della TERZA commissione consiliare.
Relatore: Consigliere Villanova
Correlatrice: Consigliera Guarda

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7), progetto di legge n. 130.
Il collega Villanova è il relatore. Prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Credo che si sia tutti d'accordo in quest'Aula quando si definisce il gelato tradizionale veneto un ambasciatore del nostro territorio. Questa è una tradizione che è basata sul lavoro e sul sacrificio – due parole molto care a noi veneti – di una generazione di gelatai partiti dalle valli del Cadore, del Bellunese e poi anche dal resto della nostra Regione, che sono andati in giro per l'Italia, per l'Europa e anche per il mondo a esportare quella che è una tradizione gastronomica del nostro territorio e soprattutto quella che è una tradizione legata appunto alle nostre comunità.
Questo è un progetto di legge che mira a garantire una produzione di qualità del gelato tradizionale veneto, mettendo al centro il consumatore, che non sempre è messo nelle condizioni di percepire la differenza tra il gelato tradizionale e artigianale e quello che è un gelato in parte preconfezionato. Infatti, esistono delle grandi differenze tra questi due prodotti in termini di tempistica di lavorazione e in termini di qualità dei materiali e dei prodotti utilizzati appunto nella preparazione di questo alimento.
Questo progetto di legge vuole riconoscere i metodi tradizionali, che devono essere tutelati e differenziati nell'ambito di questo settore – un settore che, tra l'altro, ha anche delle ricadute di una certa importanza dal punto di vista economico e commerciale – e riconoscere e valorizzare il gelato, proprio a tutela dei consumatori, quale prodotto di qualità, la cui realizzazione è effettuata in maniera artigianale, attraverso prodotti le cui caratteristiche sono anche – direi, forse, soprattutto – legate al nostro territorio veneto.
Gli scopi di questo progetto di legge sono quelli di promuovere la filiera corta di produzione e lavorazione, quindi anche con prodotti a chilometro zero; riconoscere le specificità e le tradizioni delle comunità locali che vengono incarnate proprio nel nostro gelato tradizionale veneto, nonché salvaguardare i valori storici del gelato.
Questa proposta normativa stabilisce un insieme di criteri che fungono da indicazione per l'adozione di linee guida che, oltre ad assicurare la qualità del prodotto, come dicevo prima, possono garantire la trasparenza della filiera, la salvaguardia dei valori storici, nonché le migliori pratiche di sostenibilità anche dal punto di vista ambientale in ogni fase della filiera. Si prevede la costituzione di un tavolo tecnico da parte della Giunta, di approfondimento e confronto con le associazioni di categoria, che ha lo scopo di supportare la Giunta nell'adozione delle suddette linee guida.
Inoltre, incentivare le gelaterie e i laboratori a porre in essere ogni azione utile a garantire l'immagine e la conoscenza dei prodotti; promuovere la formazione e l'aggiornamento dei gelatieri per le finalità di tutela del consumatore, nonché realizzare protocolli con le associazioni di categoria, in collaborazione con gli organi preposti ai controlli, a sostegno delle azioni per la tutela del sistema di qualità contro il fenomeno dell'abusivismo e della concorrenza sleale.
Alla fine di questo progetto di legge si prevede un sostegno finanziario per le diverse e molteplici iniziative svolte nel territorio veneto, in particolare per quelli che sono gli eventi a carattere internazionale nel settore del gelato.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla correlatrice, collega Guarda. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Gentili colleghi Consiglieri, mi sia concesso aprire questa relazione di minoranza e questo mio intervento con una battuta. Preso atto dell'enorme consenso che ha avuto nella Commissione competente questo progetto di legge oggi all'esame in Aula, non posso trattenermi dal citare, in questo contesto, nel rispetto del Consesso in cui ci troviamo, la cantilena intonata da Roberto Benigni, Tom Waits e John Lurie nel film Daunbailò di Jim Jarmusch: "I scream, you scream, we all scream for ice cream".
La mia controrelazione su questo progetto di legge non nasce da una specifica preclusione nel merito, fatte salve alcune questioni di fondo che, fintanto che esiste la politica, inevitabilmente segnano il confine tra un'idea e l'altra, tra un campo e l'altro. Non nutro, infatti, dei pregiudizi di sorta, ma c'è la necessità di intervenire su questo progetto di legge. Per essere più precisi, in sede di illustrazione di questo progetto in Commissione Terza da parte del primo firmatario, chiesi al Legislativo di verificare l'ipotesi di sussistenza o meno di determinate preclusioni in punto di competenza legislativa, attribuibili al sistema di regole derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, in particolar modo ai limiti che vanno fatti risalire agli articoli da 34 a 36 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
Sono articoli che riguardano la regolamentazione del mercato interno, che consente ai prodotti di circolare liberamente nel territorio EU ed in particolare ne definiscono l'ambito di applicazione. Questi articoli riguardano le importazioni e le esportazioni interne all'UE e vietano in entrambi i casi restrizioni quantitative, nonché qualsiasi misura di effetto equivalente fra gli Stati membri.
Questo intervento non è fatto per ostacolare l'azione di questa maggioranza, che liberamente sceglie di fare un progetto di legge che evidentemente risponde a delle esigenze di tipo politico e di consenso – questo è evidente – ma è fatto in modo tale da consentire a questo progetto di legge di poter sopravvivere dopo la sua approvazione. La mia preoccupazione era ed è dettata dal fatto che, in particolare, in riferimento all'articolo 2 del progetto di legge in discussione, le cosiddette linee guida per la produzione del gelato tradizionale in Veneto, possono entrare in contrasto diretto con norme riguardanti la concorrenza e il libero mercato, riducendo di fatto questa legge ad un interessante esperimento comunicativo, pronto però a schiantarsi non appena promulgata, con rammarico di molti in quest'Aula.
Con la tempestività e la precisione che caratterizza l'Ufficio legislativo, abbiamo avuto risposta in questo Consiglio regionale ed è stata messa a disposizione di tutti i Consiglieri una dettagliata scheda di inquadramento normativo. Nel documento istruttorio appena citato, anche partendo dai dubbi sollevati in Commissione proprio da noi minoranze, sono state suggerite limitate e circoscritte correzioni al testo del progetto di legge, al fine di evitare che le disposizioni del progetto di legge producano indirettamente o in potenza gli effetti restrittivi sulla libera circolazione delle merci, per il riferimento al luogo di produzione e in relazione alle modalità di produzione del prodotto. Ciò in considerazione del fatto che i regimi di qualità dei prodotti non possono essere legati alla localizzazione nel territorio nazionale del processo di produzione dei prodotti, ma possono unicamente dipendere dal possesso di caratteristiche obiettive intrinseche che danno ai prodotti la qualità richiesta dalla legge.
Pertanto, dato che in Commissione Terza non si è ritenuto, come invece proposto da me e da altri, di integrare il progetto di legge con tali osservazioni, ho ritenuto di dover proporre all'Aula degli emendamenti che in larghissima parte raccolgono i suggerimenti del Legislativo.
L'accoglimento o meno di questi emendamenti mi suggerirà la misura di quanto questo Consiglio abbia o meno a cuore il destino di questo progetto di legge, tenuto conto che gli uffici hanno comunque specificato che le novità della disciplina stabilita dal progetto di legge, vista anche la giurisprudenza della Corte di Giustizia e quanto illustrato nella comunicazione 2001C100(03) della Commissione UE di guida agli articoli da 34 a 36 del Trattato sulle misure di effetto equivalente alle vietate restrizioni quantitative, non escludono il rischio di impugnativa da parte del Governo per la violazione di quanto stabilito nei suddetti articoli.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola alla consigliera Vanessa Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io penso che una legge regionale che promuova un alimento così importante come il gelato sia fondamentale. Non a caso, una Regione a noi vicina, il Friuli Venezia Giulia, ne ha appena approvata una simile. Quindi, credo sia un'iniziativa interessante, però mettendo in chiaro alcuni elementi di contesto.
È chiaro che il gelato non lo hanno inventato i veneti. È chiaro che probabilmente i veneti lo hanno esportato e fatto conoscere nel mondo del nord Europa, essendo un popolo di migranti. In particolar modo i gelatai bellunesi, del Cadorino, non trovando lavoro in questo territorio, fin dall'inizio del Novecento hanno scelto di emigrare e cercare fortuna in altri Paesi attraverso anche la diffusione di questo mestiere artigiano.
Un progetto di legge che deduco nasca in relazione all'attività di Fondazione Cortina, delle Olimpiadi, delle montagne bellunesi, può essere un elemento che caratterizza e arricchisce la già ricca tradizione enogastronomica di questi territori. Quindi, tutto bene.
Il problema – e dovrebbe essere il mestiere che noi siamo chiamati a fare – è tradurre un'idea e un'intenzione in una legge che abbia una finalità chiara, degli obiettivi definiti e delle procedure chiare. Ora, il problema è che, a mio giudizio, questo progetto di legge parte dai migliori propositi ma si tradurrà in una legge che, in realtà, non contribuirà per nulla all'ottenimento e al perseguimento delle finalità dichiarate, cioè la promozione del gelato artigianale nella nostra Regione, ma avrà una finalità ben diversa, che è quella prevista dall'articolo 4, su cui poi torno.
Cerco di spiegare meglio a cosa mi riferisco. La finalità principale indicata dalla legge all'articolo 1 è sostanzialmente una finalità collegata al tema della sostenibilità. In particolare, si fa riferimento alla salute, all'ambiente, alla filiera corta, alla bassa emissione di sostanze inquinanti: tutti concetti assolutamente condivisibili, che non solo dovrebbero essere propri delle produzioni artigianali tradizionali, ma essere un obiettivo di tutto l'impianto produttivo di questo territorio. Ma è una finalità che è molto diversa da quella dichiarata dal relatore nella relazione, perché, ovviamente, la sostenibilità non è l'unica o la principale finalità che noi dovremmo porci nel momento in cui vogliamo valorizzare un prodotto come questo.
Difatti, la poca chiarezza rispetto al concetto di gelato artigianale si evince nel momento in cui la legge prova a definirlo all'articolo 1, comma 3. Definire il gelato tradizionale come una preparazione inizialmente liquida va esattamente nella direzione opposta a quella dichiarata dal relatore, cioè di voler distinguere, giustamente, tra il gelato industriale e il gelato artigianale, laddove il prodotto semilavorato che, a detta del relatore, dovrebbe essere lo spartiacque tra il gelato artigianale e il gelato industriale, è invece, nella premessa e nella definizione di gelato artigianale, acquisito come elemento di fatto. L'unica distinzione che viene posta tra gelato artigianale e gelato industriale, nell'articolo 1, che detta appunto l'oggetto e la finalità, e nella definizione del gelato artigianale, è la metodologia di produzione, in particolar modo in riferimento alla quantità di aria inserita nel processo di mantecazione.
La legge dice che vuole tutelare il gelato artigianale inteso come il gelato fatto in base all'antica tradizione, con materie prime controllate, senza l'utilizzo di semilavorati, possibilmente investendo sulla filiera corta e sulla sostenibilità, ma poi definisce il gelato artigianale soltanto sulla base delle modalità di preparazione del prodotto. Questa io credo sia una contraddizione che deriva dal fatto che forse non c'è chiarezza rispetto agli obiettivi e che la finalità della legge non è tanto investire su un prodotto tipico del nostro territorio, quanto elargire alcuni finanziamenti. Tanto che l'unico contenuto di natura ordinamentale che questa legge prova a proporre sono queste fantomatiche linee guida per la produzione di gelato tradizionale, che però non dicono nulla, non indicano alcun criterio, non consentono in legge di mettere a fuoco quale può essere dunque il discrimine, appunto, tra la produzione che si vuole tutelare e tutto il resto, facendo riferimento peraltro ad alcuni elementi e ad alcuni contenuti che, a detta del proponente, queste linee guida dovrebbero contenere, discutibili anche dal punto di vista tecnico. Infatti, il criterio di classificazione delle gelaterie e laboratori che producono il gelato tradizionale non è nella disponibilità del legislatore regionale, nel senso che, ovviamente, i laboratori si distinguono in artigianali e industriali, e questa distinzione la definisce la Camera di commercio attraverso alcuni parametri che valgono a livello nazionale. Dunque, non so quale possa essere la classificazione introdotta. Le metodologie, i processi di produzione e gli ingredienti vietati sono stabiliti dalla legge, c'è una normativa molto rigida in ambito sanitario che consente l'utilizzo di alcuni prodotti e vieta l'utilizzo di altri.
Infine – e vado a chiudere – c'è la parte finanziaria, che è quella più rilevante. Le linee guida dovrebbero essere redatte dalla Giunta in collaborazione con un tavolo tecnico costituito dalle associazioni di categoria, cioè le associazioni di categoria dei gelatieri scrivono le linee guida che devono essere finalizzate a distinguere chi è un bravo gelatiere, che fa gelato artigianale, e chi non lo è. Diciamo che, in generale, è sempre meglio evitare che controllore e controllato, chi detta le regole e chi le regole le deve applicare si sovrappongano.
Ma, al netto di tutto questo, facendo finta e ipotizzando che le associazioni di categoria... Anche su questo, relatore, mi permetto, sarebbe utile specificare le associazioni "artigiane" di categoria, perché anche Confindustria ha una sottocategoria che si occupa del comparto della pasticceria e della gelateria, quindi è chiaro che se ci mettiamo anche quelle nel tavolo tecnico il risultato e l'obiettivo è ancora più difficile da raggiungere. Ma ipotizzando anche che le associazioni artigiane di categoria, insieme alla Giunta, possano correggere quelle che, a mio giudizio, sono delle sfocature rispetto al tema principale, cioè la definizione del gelato artigianale, e costruire delle linee guida attendibili, uno si aspetta che il finanziamento consistente... Sì, 100.000 euro sono moltissimi, e vedremo tra pochi minuti che per leggi molto più rilevanti e impattanti sul punto della sostenibilità vengono stanziate medesime risorse. Quindi, questi 100.000 euro, che sono tantissimi, dovrebbero essere utilizzati e finalizzati esattamente con l'obiettivo di promuovere il gelato artigianale, di costruire le condizioni per cui il consumatore sia messo di più e meglio nelle condizioni di distinguere la qualità di un prodotto artigiano dalla qualità di un prodotto industriale. Invece no, questi 100.000 euro saranno principalmente finalizzati alla promozione e alla realizzazione di manifestazioni di carattere internazionale nel settore del gelato.
Ora, se vogliamo dare 100.000 euro alla Fiera internazionale del gelato di Longarone ci sono anche altri modi per farlo. Non c'è bisogno di un progetto di legge regionale, iniziativa peraltro che sarebbe legittima. Stiamo parlando di una delle fiere più importanti a livello mondiale in un comparto economicamente strategico. Se io, però, voglio investire sul gelato artigianale tutti questi soldi li devo finalizzare a chi il gelato lo produce.
L'iniziativa di finanziare manifestazioni internazionali nel settore del gelato, come se il piccolo artigiano locale del Cadorino avesse qualsiasi tipo di interesse alla Fiera Internazionale del comparto del gelato; se io davvero voglio valorizzare la tradizione gelatiera di questa Regione non mi servono le fiere internazionali, mi servirebbero altri strumenti, possibilmente – lo diceva la correlatrice Guarda – in coordinamento e nel rispetto della normativa europea.
Vado a chiudere davvero. Ripeto, non abbiamo nulla in contrario, anzi siamo convinti che le produzioni enogastronomiche di questa Regione, a partire da quella del gelato artigianale, debbano essere di più e meglio valorizzate per ciò che hanno rappresentato nella storia di alcuni territori di questa Regione. Starebbe, però, a noi la capacità di costruire delle leggi regionali che sappiano tradurre realmente questa ambizione in fatto concreto.
Mi pare che per l'articolato che ci è stato presentato siamo molto lontani da questo obiettivo.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
 

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bet. Prego.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto faccio i complimenti al collega Villanova per aver portato questo progetto di legge e aver messo il Consiglio regionale in questa possibilità e ha dato l'opportunità finalmente in Veneto di avere una legge sul gelato tradizionale.
Credo che questo sia uno dei riconoscimenti che meritavano di essere fatti alle tantissime famiglie che grazie al gelato e all'attività artigianale hanno creato ricchezza, hanno permesso di sviluppare un'economia che, altrimenti, non ci sarebbe stata; hanno diffuso, queste famiglie di gelatai, di maestri gelatai del Cadore, della Val di Zoldo, ma non solo loro, in tutto il mondo una conoscenza e una tradizione che sono uniche, tant'è che il nome "Gelateria Veneta", "Gelateria Veneziana" viene ripreso in tantissimi ice cafè o gelaterie che ci sono in tutto il mondo. Questo è un motivo di orgoglio, permettetemi di un orgoglio anche personale, essendo anch'io figlio di un gelataio. Credo che meriti, veramente, questa legge, di essere approvata. Credo che la definizione di gelato tradizionale colga perfettamente il senso della promozione, perché, è vero quanto detto in alcune considerazioni che ho sentito fino adesso sul tema del riconoscimento del gelato artigianale, ma il gelato tradizionale è la definizione che permette di superare tutti quei dubbi che ho appena sentito dichiarare fino adesso dalle colleghe.
Anzi, complimenti per il testo legislativo, che va veramente a cogliere nel segno. Una storia, quella del gelato tradizionale, che ha permesso, ripeto, a migliaia di persone di aprire gelaterie. In Germania si dice ce ne siano state almeno 4.000 negli anni buoni, con oltre 20.000 addetti, quindi un giro d'affari incredibile. Credo che questo nasca da una grande volontà dei nostri maestri gelatai di investire, di rischiare, di andare avanti nonostante le difficoltà; difficoltà che stiamo vivendo tuttora nel mondo del gelato, perché con i prezzi delle materie prime, con il latte il cui prezzo sta continuando ad aumentare, è necessario fare politiche per promuovere anche questo tipo di prodotto tradizionale. Io mi sono permesso di fare alcuni emendamenti, alcuni aggiustamenti rispetto al testo di alcuni articoli.
Per esempio, anticipo alcuni emendamenti che ho presentato sulla definizione di gelato. È vero che è un processo produttivo, e quindi la tradizione consiste proprio nel saper mettere insieme gli ingredienti con un processo che parte dalla miscelazione, alla mantecazione e anche alla modalità con cui la mantecazione del gelato viene fatta, ma una delle caratteristiche principali del nostro gelato tradizionale riguarda soprattutto le materie prime, quindi la qualità dei prodotti, la scelta del prodotto con cui vengono combinati gli elementi per produrre questo alimento che, considerata la ricerca e l'attenzione che hanno i maestri gelatai tradizionali nell'individuare la qualità e le caratteristiche di questi ingredienti, possiamo considerare il gelato un pasto completo, quindi un pasto che fornisce tutti i nutrienti necessari alla persona. Quindi, anche qui un merito dei nostri gelatai è quello di aver ricercato e di essere in continua attività in questo senso di ricerca e di individuazione dei migliori prodotti per produrre e vendere il proprio gelato.
Il gelato tradizionale è anche la storia del gelato e quindi tutta la tradizione veneta del gelato di cui dicevo prima, ma è anche la modalità di somministrazione del gelato. La nostra tradizione dei gelatieri veneti è quella dei gelatieri che andavano in giro con il carrettino, che andavano a Vienna, che andavano nelle grandi città. Con il carrettino e con una modalità un po' primordiale di congelamento attraverso la salamoia e dei sistemi particolari, riuscivano a garantire la temperatura e a vendere questo gelato in luoghi dove altrimenti non sarebbe stato venduto.
Quando a Vienna o in Germania gli ambulanti, i produttori di dolciumi hanno visto la concorrenza dei cadorini e dei valzoldani hanno vietato di vendere con i carrettini, con le modalità ambulante, i gelati, i nostri gelatieri, cosa si sono inventati? Si sono inventati gli ice cafè e hanno, invece, prodotto e venduto il gelato direttamente nelle città, comprandosi i famosi chioschi che vediamo in tantissime città della Mitteleuropa.
La modalità di somministrazione del gelato è un'altra caratteristica tipicamente veneta. Io ricordo che il cono gelato è stato inventato da Italo Marchioni, un cadorino, che è poi emigrato negli Stati Uniti e ha brevettato il cono. Il cono nasce perché la somministrazione del gelato avveniva con dei bicchieri di vetro, che poi dovevano essere puliti, gestiti. Diventava problematico e costoso gestire questa modalità di vendita del gelato e si è inventato un wafer dentro il quale ha messo il gelato e da lì è nato il cono gelato, il cono da passeggio che conosciamo tutti quanti.
La tradizione veneta del gelato, poi, ha un riconoscimento europeo, perché grazie alla Fiera di Longarone e ai parlamentari dell'epoca, del 2012-2011, ricordo Giancarlo Scottà piuttosto che Antonio Cancian, ma tutta la squadra della Fiera internazionale del gelato di Longarone, con l'allora direttore Paolo Garna, sono riusciti a far riconoscere in Europa la Giornata europea del gelato artigianale. Il 24 marzo di ogni anno si festeggia questo prodotto a livello europeo. Credo che questo sia il messaggio che l'Europa ci sta dando per dire che il gelato artigianale e il gelato tradizionale – il gelato artigianale è una parte del gelato tradizionale – vanno assolutamente promossi, valorizzati, raccontati. Quindi, questa legge, secondo me, è assolutamente in linea con i principi europei, con i principi della nostra Costituzione e soprattutto è un riconoscimento e un dare onore a tantissime famiglie che, grazie alla maestria dei gelatieri, hanno diffuso il nome del gelato e il nome del Veneto in tutto il mondo.
Dopo presenterò singolarmente i singoli emendamenti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione il relatore, il correlatore e gli altri colleghi che sono intervenuti su questo progetto di legge.
Va detto che il gelato è sicuramente una delle tante buone cose che abbiamo in Veneto. Abbiamo dei bravissimi gelatai, il gelato artigianale è qualcosa che entra nelle nostre case, è un momento anche di comunità. Andiamo a mangiare il gelato, prendiamo la bici, facciamo una passeggiata, si va in gelateria. In ognuno dei nostri paesi c'è un gelataio o più gelatai. Il gelato è un alimento completo molto buono e ce ne sono di tanti tipi. Adesso fanno anche quello per i vegani, senza prodotti derivati dal latte. C'è stata anche una bella evoluzione, c'è una fantasia, ci sono sempre più gusti che riguardano i nostri gelati.
Questa legge interviene in un settore che già è motivo, è stato detto prima, di orgoglio. È un vanto il fatto che abbiamo molti artigiani nostrani veneti che fanno fortuna anche all'estero grazie a questo prodotto. Mi stavo chiedendo se questa legge, in qualche modo, interverrà o avrà delle influenze anche sul gusto. Io spero proprio di no, insomma. Spero che tutto resti com'è per quanto riguarda la bontà del nostro gelato, perché, come è stato ricordato anche da altri colleghi, qui si parla di protocolli, di linee guida...

PRESIDENTE

Colleghi, invito tutti a mantenere la mascherina indossata correttamente. Grazie.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Questi protocolli, queste linee guida come incideranno sui nostri artigiani? Mi stavo chiedendo se tutto ciò andrà a burocratizzare anche il gelato in Veneto, speriamo di no. Ci sono dei custodi di ricette innovative o anche tradizionali, che vengono tenute anche segrete, insomma. Mi stavo chiedendo come si può dopo declinare questa legge nella realtà. Spero che i gelati, dopo questa legge, restino buoni come sono adesso. Sicuramente è giusto tutelare i nostri gelatai dalla concorrenza sleale.
Vengo alla formazione dei gelatai. Dai risultati che abbiamo visto finora, la formazione se la sono fatta nelle gelaterie e abbiamo visto che la cosa funziona. Si può sempre giustamente migliorare. Mi stavo chiedendo se, effettivamente, sarà una legge a migliorare il nostro gelato. Quello che magari serve probabilmente a questa categoria sono i sostegni, sono i fondi che abbiamo capito che questa legge effettivamente non prevede in maniera importante, ma, lo sappiamo, la coperta è corta, siamo in un periodo di grande crisi.
L'augurio, quindi, è che questo prodotto tipico, nostro, ma un po' di tutto il mondo, prodotto qui in Veneto in maniera molto eccellente, perché fanno in giro per i nostri paesi dei gelati buonissimi, utilizzando anche delle combinazioni e delle fantasie che ci invidiano ovunque, l'augurio è che non si vada in qualche modo a burocratizzare anche il processo del gelato.
L'augurio è che il gusto del gelato non cambi con questa legge.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il capogruppo Villanova. Prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Tralascio l'ultimo intervento, soprattutto per quanto riguarda gli ingredienti e le ricette segrete, perché sappiamo benissimo che qualsiasi prodotto messo in vendita non può avere ricette segrete, ma questo penso sia l'abbiccì.
Voglio intervenire ringraziando, ovviamente, tutti i colleghi che hanno preso parola durante la discussione generale. Parto dalla consigliera Guarda, dalla correlazione. Quando lei dice che se non si accolgono i suoi emendamenti non si ha a cuore il progetto di legge, no, collega Guarda, se non si accolgono gli emendamenti è perché non siamo d'accordo con i suoi emendamenti. È questione ben diversa, soprattutto nel momento in cui lei va a togliere la parola "Veneto" da tutto il progetto di legge. Va a togliere, con i suoi emendamenti, la possibilità di dire che c'è un gelato tradizionale di qualità in Veneto. Noi vogliamo tutelare proprio quel prodotto, il prodotto che nasce in Veneto, che ha una tradizione in Veneto, che parte dalle nostre comunità. Quindi, noi abbiamo assolutamente a cuore questo progetto di legge con le finalità che ci sono al proprio interno, ma non vogliamo togliere quello che è il richiamo al nostro territorio e alla nostra Regione. Se il gelato è diventato un prodotto conosciuto nel mondo lo dobbiamo proprio all'attività, al sacrificio e al lavoro di tanti veneti che sono andati in giro per l'Europa o per il mondo ad esportare questo prodotto.
Altro piccolo passaggio: valorizzare questa tradizione non vuol dire mettere dei freni o restrizioni alla libera circolazione dei prodotti. Altro tema che non è assolutamente vero, quindi mi sento di tranquillizzarla.
Passo, poi, all'intervento della consigliera Camani, che ringrazio, perché vuole sempre accompagnarci prendendoci per mano nella stesura dei progetti di legge e sommessamente tutti noi le siamo molto grati per questo. Voglio solo ricordare che questo progetto di legge è stato scritto insieme ai maggiori esperti regionali e nazionali proprio che lavorano nel gelato tradizionale. Non ci siamo improvvisati. Poi, capisco che ci siano Consiglieri che si occupano di tutto e conoscono tutto. Non è il mio caso, quindi ci siamo affidati a degli esperti del settore.
Penso sia abbastanza irrispettoso quello che lei ha detto, che questo progetto di legge serve solo ad elargire finanziamenti. Noi vogliamo tutelare una tradizione, un prodotto, come più volte detto, e soprattutto tramandare il lavoro di chi questo prodotto lo ha inventato nella formulazione che noi stiamo portando avanti e che lo ha esportato appunto grazie al sacrificio.
Quando dice che lei è sicura che la legge non produrrà risultati per la promozione di questo prodotto posso dirle che, come è successo per tanti altri progetti di legge, inizierei a preoccuparmi nel momento in cui lei dovesse essere d'accordo con quello che proponiamo. Credo che questo sia un progetto di legge che arriverà all'obiettivo, concordato con le associazioni di categoria, ripeto, e gli esperti del settore. Credo che nel momento la Giunta elaborerà le linee guida e il tavolo tecnico sicuramente riusciremo a tutelare questa tradizione molto importante per tutta la nostra Regione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Guarda, prego, in replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Solo a completamento della relazione, giusto per ripetere magari ciò che è sfuggito durante la discussione, il termine "tradizionale" all'interno di un contesto, la Regione del Veneto, così come modifico all'articolo 1, automaticamente, collega a una matrice che è quella della Regione del Veneto, del territorio regionale del Veneto.
Ribadisco che questi emendamenti non sono un capriccio di un Consigliere di minoranza quanto – siccome fin dal principio avevo sollevato il desiderio di fare in modo che questa legge potesse avere lunga vita – un adeguamento tecnico che è stato proposto dal nostro Legislativo, quello a cui anche voi vi affidate per la redazione di progetti di legge capaci di supportare e di essere supportati adeguatamente nel confronto con il rispetto dell'articolo 117 della nostra Costituzione.
Alla luce di questo, il principio è accogliere questi emendamenti che potevano tranquillamente essere proposti da lei, consigliere Villanova, in ambito di Commissione nel momento in cui ha letto la scheda SIN. Questi emendamenti, che sono di natura tecnica e non politica e in aiuto al suo progetto di legge, al vostro progetto di legge dato che è stato poi sottoscritto anche da altri, questi emendamenti vogliono aiutare questo progetto di legge a poter avere lunga vita senza nessun dubbio.
Il lavoro è stato fatto dal Legislativo del Consiglio regionale del Veneto che, ribadisco, ha il compito poi di difendere questo tipo di progetti di legge nel momento in cui vengono messi in discussione. Se abbiamo la possibilità di correggerlo a monte e di fare in modo che il testo sia rispettato nelle sue intenzioni e valorizzato senza dubbi, senza incidenti o senza ostacoli, allora queste proposte le si potevano approvare, così come avevo chiesto di fare, all'interno della Commissione. Le ho proposte qui perché mi è stato detto di proporle in Consiglio.
Io avrei fatto volentieri a meno di essere una relatrice di minoranza e avrei volentieri esclusivamente sostenuto la legge e di fianco portato avanti un voto positivo senza problemi. Questi contributi, miei o di altri, come la consigliera Camani che mi è stato detto del settore si intende, probabilmente potrebbero essere utili proprio a una realizzazione positiva di questo progetto che, ribadisco, è una legge interessante, come quelle che abbiamo approvato negli anni passati in altri settori, in altri ambiti, dalla questione della produzione della birra artigianale fino alla valorizzazione delle confraternite enogastronomiche, abbiamo in corso di discussione un progetto sull'enogastronomia veneta. Benissimo.
Se vogliamo includere questo all'interno di una valorizzazione con uno stanziamento di risorse importanti per questo scopo, facciamolo uscire senza ombra di dubbio in modo inattaccabile. Questa è un'osservazione di natura tecnica-legislativa e non di certo politica.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Camani, lei è già intervenuta in discussione generale.
Chiudiamo la discussione generale. Siccome ci sono degli emendamenti, sospendiamo dieci minuti per dare tempo alla Commissione di esprimere il parere.
Riprendiamo i lavori alle ore 11.43.
La Seduta è sospesa alle ore 11.33
La Seduta riprende alle ore 11.53

PRESIDENTE

Colleghi, vi invito a prendere posto, così possiamo riprendere i lavori d'Aula.
Siamo sugli emendamenti.
Emendamento n. A0001 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, comma 1, sostitutivo, che prevede:
Il comma 1 dell'articolo 1 è così sostituito:
"1. La Regione del Veneto disciplina la produzione del gelato tradizionale di qualità al fine di promuovere il prodotto nelle sue caratteristiche legate alla salute e all'ambiente nonché valorizzare la filiera corta di produzione e lavorazione e le tradizioni delle comunità locali."
Se lo vuole illustrare, si prenoti. Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intervengo per questo emendamento per spiegare una modifica che ricorrerà in altri emendamenti successivi, senza ripetermi.
In questo caso, c'è la sostituzione definita dal soggetto che va a disciplinare la produzione: non è "la presente legge", ma in questo caso esplicito "la Regione del Veneto", proprio per valorizzare il termine territoriale. Proprio nella misura di difendere questo progetto di legge da eventuali impugnative, propongo di togliere il riferimento al Veneto, non per un capriccio di opposizione, ma perché è un'osservazione tecnica presentata dal Legislativo atta a difendere questa legge da eventuali ostilità rispetto al fatto che il termine "tradizionale" non va riferito a un ambito territoriale quanto al metodo di produzione. Questo difenderebbe il progetto di legge da qualsiasi ostacolo in grado di mettere in dubbio il rispetto della normativa, del Trattato e, in particolar modo, degli articoli dal 34 al 36.
Questo per me è essenziale per trasmettere e condividere con voi un percorso, in modo tale da evitare qualsivoglia impugnazione della legge, proprio per consentire a questa legge di non essere interrotta e di poter essere attuata senza problemi.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Rispondo rapidamente alla collega Guarda, ovviamente per questo emendamento, ma anche per tutti gli altri, che sono abbastanza simili.
È comprensibile la preoccupazione della collega, però penso sia altrettanto comprensibile la nostra volontà, con questo progetto di legge, di legare un prodotto tipico al nostro territorio.
Ringrazio, quindi, la collega per questi emendamenti tecnici, però noi intendiamo andare avanti con la formulazione iniziale del progetto di legge, mantenendo la connotazione territoriale di un prodotto che è nato in Veneto e che dal Veneto è partito.
Grazie, ma il nostro parere a questi emendamenti è contrario.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0002 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, comma 2, modificativo, che prevede:
Al comma 2 dell'articolo 1 le parole "valorizzando i processi storici del gelato veneto" sono sostituite con le seguenti: "valorizzando i processi storici di produzione del gelato tradizionale di qualità".
La collega Guarda lo dà per letto.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
In riferimento anche alla discussione che si è sviluppata prima, prendo atto che quando un Consigliere regionale esprime dei dubbi rispetto a come è costruito un progetto di legge, anziché rispondere nel merito, di fronte ad alcune legittime contestazioni (lo dico al capogruppo Villanova; è il nostro mestiere attivare questo tipo di discussione), vengono utilizzate tecniche retoriche che non entrano nello specifico, ma sono finalizzate alla schermaglia politica.
Prendo anche atto che l'obiettivo del presentatore Villanova è fare leggi che non vadano bene a me. Mi sembra un obiettivo un po' sottotono per chi dovrebbe rappresentare un gruppo di oltre 30 Consiglieri.
Giusto per spiegare nel merito a cosa mi riferivo quando dicevo che questa è una legge che avrebbe dovuto essere scritta con più cura. Non metto in discussione, ovviamente, né le finalità né le capacità dei grandi gelatai del Veneto di fare il gelato. Poi c'è chi dovrebbe tradurre quelle ambizioni e quelle finalità in un progetto legislativo. Ognuno dovrebbe fare il suo mestiere. Le leggi, quindi, i progetti di legge dovrebbero scriverli i legislatori.
Approfitto di questo emendamento della consigliera Guarda. Parlare di processi storici del gelato veneto non vuol dire niente. Il processo storico del gelato? No. Semmai sarà il processo storico di produzione, di modalità di produzione del gelato in Veneto, se vogliamo mantenere il richiamo territoriale a cui fa riferimento il capogruppo Villanova, anche in risposta alle considerazioni della collega Guarda.
La finalità della legge dovrebbe essere valorizzare i processi storici di produzione del gelato artigianale secondo la tradizione veneta. Se vogliamo dire la cosa che lei, capogruppo Villanova, dichiara di voler dire, che è anche condivisibile, non è quello che è scritto nella legge. Nella legge valorizziamo i processi storici del gelato veneto, che è un'altra cosa. Mi fa una mostra sulle antiche tecniche di produzione del gelato in Veneto? Va bene, allora è scritto in modo giusto. Se, invece, come lei ha dichiarato, e io penso debba essere la finalità della legge, vogliamo valorizzare i processi di produzione del gelato che in questa Regione... Lei dovrebbe saperlo. Spero che gliel'abbiano spiegato gli esperti del settore che hanno scritto la legge. In questa Regione le modalità di produzione collegate principalmente alle condizioni climatiche del Cadore erano leggermente diverse da quelle messe in campo in altre Regioni d'Italia, pure molto famose per il gelato, ad esempio la Sicilia.
Se lei mi dice "con questa legge voglio mettere in evidenza come gli antichi gelatai facevano il gelato e valorizzare" allora dovrebbe provare a valutare con maggiore attenzione l'emendamento della collega, che, infatti, al posto di scrivere "valorizzare i processi storici del gelato veneto", che non vuol dire niente, propone di scrivere "valorizzando i processi storici di produzione del gelato tradizionale di qualità". Lo riformuliamo e ci mettiamo "in Veneto" o "del gelato veneto tradizionale di qualità".
Questo lo dico perché troppe volte, anche in questo Consiglio regionale, ci lamentiamo che a Roma fanno leggi che non si capiscono. Se l'iniziativa è positiva, se la volontà è positiva, costruiamo una legge scritta semplicemente bene. Siccome, poi, si dicono frasi tipo "dovevate dirlo in Commissione, ma venite in Aula", preciso che in Commissione io queste cose le ho dette quando è passata nella Commissione di merito, di Bilancio, solo che lei non c'era. Evidentemente, quindi, alcune considerazioni che noi abbiamo svolto in una lunga discussione all'interno di quella Commissione non hanno potuto essere recepite prima dell'Aula. Non ho neppure prodotto un'attività emendativa, proprio perché non c'è la volontà di stravolgere. C'è, però, la volontà di costruire una legge che abbia un significato letterale, che possa concretamente tradurre gli obiettivi, che sono condivisibili e che lei dichiara nella sua relazione, nei testi collegati alla legge.
Quindi, accogliendo questo emendamento, si potrebbe, riformulandolo, sia recuperare l'idea – e vado a chiudere, Presidente – della tradizione veneta, perché, io sono d'accordo con lei, ci sono alcune specificità su cui noi possiamo fare investimento, ma scrivendo meglio cosa vogliamo valorizzare.
Propongo, quindi, al relatore di recuperare l'emendamento scrivendo: "valorizzando i processi storici di produzione del gelato tradizionale veneto di qualità". Credo che, in questa maniera, chiariamo esattamente la finalità, manteniamo il riferimento al territorio e spieghiamo meglio ‒ penso ‒ gli obiettivi della legge.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Capogruppo Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Voglio solo precisare un piccolo passaggio. Visto che la nostra consigliera Camani è un'esperta di Regolamento, un'esperta dell'attività consiliare, delle Commissioni e tende a far passare la mia assenza in Commissione Bilancio, dove si va a porre l'attenzione solo su un articolo di questa legge, sulla norma finanziaria, vorrei ricordare alla consigliera Camani che in Terza Commissione, dove abbiamo affrontato due volte, se non sbaglio, questo tema e dove abbiamo anche parlato di possibili emendamenti con la consigliera Guarda e con il consigliere Bet, dove ho risposto punto su punto alle osservazioni, l'assente non ero io, ma lei. Neanch'io sono un componente della Terza Commissione. Mancava lei. E lì c'era tutto il tempo di poter discutere, di poter apportare le modifiche.
Sinceramente, prima di puntualizzare le assenze degli altri, forse farebbe bene a guardare cosa ha fatto lei e le partecipazioni che ha avuto lei nelle Commissioni dove si è entrato nello specifico dei vari articoli.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0007 presentato dal consigliere Bet, articolo 1, comma 3, modificativo, che prevede:
Al comma 3 dell'articolo 1 dopo le parole: "Per gelato tradizionale si intende una preparazione alimentare" sono inserite le seguenti: "costituita da una miscela di materie prime genuine, naturali, preferibilmente fresche e di ingredienti alimentari di qualità,".
Se lo vuole illustrare, si prenoti, collega, per cortesia. Grazie.
Prego, collega Bet.

Roberto BET (Zaia Presidente)

È quello sull'articolo 1, giusto?

PRESIDENTE

Sì, esatto.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Che io, però, ho numerato A0007.

PRESIDENTE

Siamo a pagina 3, modifica del comma 3 dell'articolo 1.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Perfetto.
Qui abbiamo introdotto, nella definizione di gelato tradizionale, oltre alla questione del processo produttivo, anche l'aspetto degli ingredienti e delle materie utilizzate per produrre il gelato. Credo sia un aspetto particolare, che appartiene alla capacità dei maestri gelatieri veneti, andare alla ricerca dei prodotti di qualità anche fuori regione, andando a individuare le materie prime di qualità che possono dare, poi, un prodotto finito ‒ il gelato ‒ davvero eccellente.
Chiedo, quindi, di introdurre nella definizione di gelato tradizionale: "si intende una preparazione alimentare" e qui c'è l'emendamento "costituita da una miscela di materie prime genuine, naturali, preferibilmente fresche e di ingredienti alimentari di qualità,".
Qui non si vanno a identificare prodotti in maniera territoriale, quindi si evitano tutte le questioni che ho sentito eccepire fino adesso, ma semplicemente si riconosce in maniera migliore o, comunque, con una identificazione anche sulla qualità degli ingredienti il processo e il gelato tradizionale che stiamo valorizzando con questa legge.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intanto per annunciare il voto favorevole a questo emendamento, che va esattamente nella direzione di cui parlavamo negli interventi precedenti, cioè della necessità di rivedere questa definizione di gelato tradizionale, da un lato. La qualità o meno, l'artigianalità o meno del gelato si fonda a partire dalla qualità degli ingredienti e solo secondariamente dalle modalità di produzione. Anche perché, e il collega Bet lo sa meglio di me, se dovessimo parlare di modalità di produzione tradizionale, dovremmo parlare di un tipo di macchinario che oggi è praticamente scomparso dalla tradizione gelataia e soprattutto è totalmente meccanizzato. L'oggetto, quindi, la qualità che può essere individuata passa necessariamente non dalla modalità di preparazione, ma ‒ io penso ‒ dalla qualità delle materie prime.
Così come concordo, nell'impianto dell'emendamento, di evitare la territorializzazione. Certo, è importante valorizzare la filiera corta per le materie prime o gli alimenti che possono essere recuperati nel territorio, è chiaro che alcune materie prime non possono essere recuperate neanche nella nostra splendida Regione (il cacao, le nocciole, i pistacchi). Parliamo, ovviamente, di materie prime che devono essere recuperate altrove. Il concetto di "filiera corta" in questo caso non coinciderebbe con il tema della qualità e dell'artigianalità.
Mi sembra, quindi, che l'emendamento vada nella direzione giusta, cioè quella di rendere più precisa la definizione di "gelato tradizionale", che può essere anche funzionale a offrire un po' di criteri più seri rispetto alle famose linee guida che dovranno essere definite in seguito.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0007. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 1.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 1, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0003 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 2, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'articolo 2 le parole "in Veneto" sono sostituite con le seguenti: "di qualità.".
La consigliera Camani lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0003. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0008 presentato dal consigliere Bet, articolo 2, comma 2, lettera d bis, modificativo, che prevede:
Dopo la lettera d) del comma 2 dell'articolo 2 è inserita la seguente:
"d bis) promuovere l'utilizzo di strumenti, macchinari, e metodi di produzione del gelato legati alla tradizione.".
Lo vuole illustrare? Prego.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Nell'elenco degli obiettivi che avrà la Giunta regionale viene aggiunta, dopo la lettera d), che valorizza i sistemi di innovazione anche tecnologica e i macchinari, anche la promozione della storia degli strumenti e dei metodi di produzione del gelato legati alla tradizione.
Questo emendamento ha lo scopo di valorizzare quelle strumentazioni che, magari, sono ancora presenti nei nostri laboratori di gelateria artigianale. Faccio l'esempio del mantecatore verticale, dove per estrarre il gelato bisogna avere una pala particolare e anche una tecnica per poterlo fare, che appartiene, appunto, alla tradizione dei nostri gelatai, alla tradizione veneta, quindi va ancora di più a valorizzare il gelato tradizionale.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Approfitto di questo emendamento, che cerca di porre rimedio ad alcuni princìpi assenti in questa legge, per sostanziare ulteriormente alcune considerazioni.
Le linee guida di cui stiamo parlando all'articolo 2 sono, di fatto, il cuore di questa legge. L'impegno che noi ci prendiamo con questa legge, definite le finalità, è quello di costruire delle linee guida specifiche che possano valorizzare il gelato artigianale di qualità in questa Regione.
Credo che l'elenco dei criteri indicati sia profondamente insufficiente a dare a chi, poi, dovrà stilare materialmente le linee guida le indicazioni necessarie. Chiaramente, per esempio, prevedere tutte le informazioni in relazione ai prodotti utilizzati è un principio già previsto dalla legge. Tutti i produttori di gelato ‒ ma non solo; di qualsiasi genere alimentare ‒ sono obbligati ad esporre al pubblico in maniera visibile l'elenco degli ingredienti. Semmai, se proprio si voleva mettere un criterio che avesse come obiettivo quello di fornire agli utenti più informazioni rispetto a quelle già previste dalla legge, il criterio avrebbe dovuto valorizzare, ad esempio, l'aspetto dei valori nutrizionali, la fonte di produzione delle materie prime, il luogo di produzione delle materie prime, il tema della filiera corta.
Limitarsi a dare come criterio ‒ faccio giusto un esempio ‒ le informazioni in relazione ai prodotti utilizzati è un'affermazione pleonastica rispetto agli obblighi di legge che già esistono. Così come gli altri criteri di classificazione, a mio giudizio, sono estremamente vaghi, eccessivamente fumosi, per non consentire a chi, poi, dovrà materialmente scrivere le linee guida di avere obiettivi e criteri ben definiti.
È vero che, da quello che ci dice il capogruppo Villanova, chi ha scritto la legge farà anche le linee guida, visto che gli esperti del settore faranno parte di questo tavolo tecnico, però diciamo che avremmo potuto scrivere in legge qualche criterio in più che avrebbe consentito non solo a chi, poi, fa le linee guida, ma anche di avere un testo normativo e legislativo più preciso rispetto a questi criteri.
Guardi, non lo dico io. La stessa problematica è emersa, seppur in maniera minore, perché la legge era più specifica, la simile legge approvata, in Friuli Venezia Giulia. Tutte le associazioni di categoria dei gelatieri friulani hanno detto che va bene la legge, ma per i criteri siamo ancora lontani da una definizione e la necessità di aspettare linee guida, cioè un ulteriore atto giuntale, non consente alla legge di avere la concretezza necessaria.
Quindi, anche in questo caso, credo che uno sforzo in più ‒ rispetto al quale credo che l'emendamento Bet vada nella giusta direzione per cominciare già tra noi e scrivere in una legge cosa intendiamo e vorremmo che fosse il gelato artigianale di qualità in questa Regione ‒ avrebbe dovuto essere percorso.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0008. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0004 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 2, comma 3, modificativo, che prevede:
Al comma 3 dell'articolo 2 le parole "di cui al comma 2" sono sostituite con le seguenti: "di cui al comma 1".
La consigliera Guarda lo dà per letto.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0004. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0009 presentato dal consigliere Bet, articolo 2, comma 3, lettera A, modificativo, che prevede:
Alla lettera a) del comma 3 dell'articolo 2 dopo le parole: "i criteri di classificazione delle gelaterie e laboratori" sono inserite le seguenti: ", anche inseriti nelle aziende agricole,".
Prego, collega.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Qui inseriamo nei criteri di classificazione delle gelaterie e laboratori artigianali che producono il gelato tradizionale anche una particolare indicazione rispetto alle cosiddette "agrigelaterie", ossia quei laboratori di produzione del gelato che stanno nascendo nelle nostre aziende agricole. Grazie al fatto di avere, magari, il latte fresco o i prodotti dell'agricoltura a portata di mano, danno un'opportunità di reddito agli agricoltori. È un'attività che mi dicono in crescita, che si sta diffondendo anche nel nostro territorio.
Per cui, nella legge sul gelato tradizionale ritengo opportuno anche questo richiamo a questa particolare tipologia di laboratori artigianali di gelato. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Anche in questo caso, in realtà, io non ho capito ‒ ma sarà un mio limite sicuramente ‒ esattamente che tipo di criterio di classificazione delle gelaterie e dei laboratori che producono il gelato tradizionale possa essere introdotto dalla Regione del Veneto. Se sono già gelaterie e laboratori che producono il gelato tradizionale e la qualifica di "artigiano" ‒ ripeto ‒ viene fornita sulla base di normative nazionali che riguardano sia la composizione sociale che societaria, quale classificazione possiamo introdurre diversa da quella già stabilita dalla legge?
Credo che l'emendamento Bet, in qualche modo, provi a sostanziare questo principio, che però credo avrebbe potuto essere rafforzato ulteriormente, costituendo ‒ qui sì ‒ una caratteristica, magari, principale e innovativa di questa legge, finalizzata alla costituzione di queste aziende agricole che si occupano della produzione del gelato, che è una modalità di produzione artigianale, a filiera corta, con prodotti freschi, materie prime selezionate e certificate, che sta prendendo piede anche in altre Regioni. Questo, sì, avrebbe potuto essere un argomento attorno a cui indirizzare, mettere a terra le azioni necessarie per la valorizzazione del gelato artigianale e tradizionale.
È chiaro che all'interno di un'azienda agricola ‒ che deve sottostare anch'essa ad alcune rigide norme di natura sanitaria e produttiva ‒ la certificazione della qualità del prodotto, della genuinità, della freschezza, che il collega Bet richiamava anche nel suo emendamento all'articolo 1, potrebbero essere, da questo punto di vista, un elemento attorno al quale riusciamo in qualche modo a fondere il richiamo alla tradizione con le novità, le innovazioni che la sostenibilità, la sfida alla sostenibilità ci pone davanti.
Ecco perché, ovviamente, voteremo a favore dell'emendamento. Proprio perché l'argomento è interessante, con un po' più di approfondimento e di attenzione si sarebbe potuto fare qualcosa non soltanto di utile, ma verosimilmente anche di innovativo rispetto a un comparto che certamente vive della grandissima tradizione di cui abbiamo sentito parlare spesso oggi in quest'Aula, ma che ha necessità di costruire delle condizioni per proiettare quella tradizione nel futuro. Non a caso il comparto della produzione del gelato è uno dei pochi comparti economici in crescita anche negli anni di crisi.
Credo che avremmo potuto, anche in questo caso, provare a fare di più e meglio.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0009. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo ora sull'articolo 2.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, apriamo la votazione.
Metto in votazione l'articolo 2, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0010 presentato dal consigliere Bet, articolo 3, comma 1, lettere d bis e d ter, modificativo, che prevede:
Dopo la lettera d) del comma 1 dell'articolo 3 sono inserite le seguenti:
"d bis) promuove la divulgazione della storia del gelato tradizionale di qualità in Veneto e delle sue modalità di vendita e di somministrazione;
d ter) promuove nell'ambito della giornata europea del gelato artigianale, proclamata dal Parlamento europeo con dichiarazione del 5 luglio 2012 e che si celebra il 24 marzo di ogni anno, il gelato tradizionale, quale eccellenza in termini di qualità e sicurezza alimentare.".
Prego, collega.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Questo è l'ultimo emendamento, che tra gli obiettivi della Giunta regionale prevede di promuovere la divulgazione della storia del gelato tradizionale di qualità in Veneto e delle sue modalità di vendita e di somministrazione. Faccio riferimento alla storia del gelato e anche alle modalità con cui questo prodotto è stato distribuito, somministrato, quindi al tema, per esempio, del cono gelato, di cui parlavo in premessa, ma anche alla modalità di vendita del gelato con i famosi carrettini, gli ambulanti, che sono tipici e caratteristici anche dei nostri maestri gelatai, che poi, una volta prodotto il gelato, andavano a venderlo nelle piazze e per le case con questa modalità.
Permettetemi di dedicare questo emendamento alla memoria di mio padre, che ha sempre fatto il gelataio ambulante. Quindi, è un'occasione che colgo con un pizzico di emozione. (Applausi)
Alla fine, la lettera d) si pone come obiettivo quello di promuovere, nell'ambito della Giornata europea del gelato, che appunto dal 2012 siamo riusciti a far riconoscere dal Parlamento europeo, che nell'occasione del 24 marzo di ogni anno si celebri anche il gelato tradizionale quale eccellenza in termini di qualità e sicurezza alimentare. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anche in questo caso per annunciare il voto favorevole all'emendamento proposto dal consigliere Bet, che appunto prova a fare esattamente quello che dicevamo: tenere insieme la tradizione, ma costruire le condizioni per cui attorno alla professionalità dei produttori di gelato si crei anche una spinta verso il futuro.
Io l'ho già detto in discussione, lo vorrei ripetere perché è specifico di questo emendamento. Io non so se servisse una legge per istituire un tavolo di confronto con le associazioni di categoria, visto che l'avete già fatto, vi siete parlati, vi siete pure fatti scrivere il progetto di legge, quindi non lo so, io forse, anche in questo caso, proprio per lo spirito dell'attenzione rispetto alla quale andrebbero composti i testi legislativi, avrei fatto una riflessione sulla definizione di associazione di categoria ripresa sia al comma 1, lettera a), sia al comma 1, lettera b), perché è chiaro che le associazioni di categoria genericamente intese per come sono definite può voler dire tutto e può voler dire niente. Scritto così in una legge significa che qualsiasi associazione di categoria... Quale categoria? La categoria dei gelatai? La categoria degli artigiani? È complicato. Scritto così dentro un testo legislativo può essere anche strumentalizzato: cioè qualsiasi associazione di categoria che in qualche modo pensa di avere qualcosa da dire può pretendere di essere convocata, audita in maniera permanente dalla Giunta e anche determinare la discussione attorno a questo fenomeno. I commercianti? L'Ascom? Confesercenti? Quali associazioni di categoria? Le grandi industrie che producono gelato? Ce ne sono moltissime.
A proposito della tradizione gelatiera del Veneto, ci sono moltissime industrie che hanno rilevanza nazionale, se non internazionale, che hanno sede in questo territorio, in questa Regione. La Sammontana può venire a questi tavoli di confronto o no? Perché forse è un elemento non irrilevante per capire come si può sviluppare la discussione attorno al gelato.
Io credo che anche in questo caso scrivere in legge un'affermazione così generica possa produrre effetti distorsivi rispetto alle finalità.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consiglieri, vi invito sempre a indossare la mascherina correttamente in Aula. Grazie.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0010, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo adesso all'articolo 3.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 3, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, siamo all'articolo 4. Ci sono dichiarazioni di voto?
Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Questo è l'oggetto della discussione che abbiamo svolto in Prima Commissione in assenza del relatore. Cioè abbiamo costruito la legge. Abbiamo detto che vogliamo promuovere il gelato artigianale. Abbiamo detto che vogliamo recuperare la tradizione di produzione tipica del Veneto del gelato artigianale, ci mettiamo un sacco di soldi, 100.000 euro. Forse il Capogruppo portavoce della maggioranza è abituato a poter disporre di 100.000 euro per finanziare le sue leggi: le assicuro che dai banchi della minoranza è difficilissimo e raro vedere... Infatti ho detto che è raro. Poi, quando una legge è particolarmente ben fatta, merita il finanziamento.
Detto questo, sono tantissimi soldi 100.000 euro per un bilancio stringato. Ma sarebbero, ovviamente, a mio giudizio, ben spesi se fossero finalizzati alle iniziative, finalità e obiettivi che la legge si pone, tutti da definire in attesa delle linee guida per capire la classificazione, i criteri, la discussione con le associazioni di categoria. Però almeno potevano essere risorse finalizzate a incentivare sia la fase dei controlli, perché ovviamente la concorrenza leale è strumento fondamentale, direi in generale, per tutto il mondo dell'artigianato, sia per sostenere quelle imprese artigiane che decidono, anziché trovare la scorciatoia delle modalità di produzione meno genuine e forse anche più convenienti dal punto di vista economico, per sostenere quel tipo di attività, per promuoverla, per far sapere all'utente-cittadino-consumatore la differenza tra il gelato artigianale e il gelato industriale, che non significa ovviamente dire che l'industriale è insalubre, ma far capire la differenza di lavoro, di storia e di capacità che ci sta dietro il gelato artigianale e dunque rendere il consumatore più consapevole.
Invece questi 100.000 euro sono destinati a concedere contributi per il sostegno delle azioni di cui alla presente legge e per promuovere la realizzazione di manifestazioni di carattere internazionale nel settore del gelato. Io penso – è la mia opinione personale naturalmente – che la realizzazione di manifestazioni di carattere internazionale del settore del gelato, ovviamente non ce ne sono centinaia e centinaia, anzi, in questa Regione c'è una delle manifestazioni internazionali nel settore del gelato più importante, a me viene in mente quella. Sono certa, quando andremo a vedere dove andranno questi finanziamenti, che finanzierete anche altre manifestazioni internazionali nel settore del gelato.
Ho come l'impressione però che indirizzare queste risorse ingenti al finanziamento delle manifestazioni internazionali fieristiche non sia coerente con le finalità che questa legge si è voluta dare. Anche perché è una manifestazione importante, molto rivolta però agli operatori del settore. Io invece avevo inteso e avevo capito che la legge doveva essere finalizzata a valorizzare un prodotto artigianale nell'ottica dell'utente finale, quindi dell'accrescimento della consapevolezza del consumatore, che deve scegliere e deve saperlo fare avendo gli elementi per poterlo fare. Invece se io finanzio le manifestazioni internazionali degli operatori del settore capirete bene che è legittimo, ma è una finalità, a mio giudizio, diversa da quella che sarebbe stata necessaria in questa fase.
Ecco perché io penso che, dopo tutte le considerazioni fatte rispetto all'impianto normativo generale e rispetto, a mio giudizio, alla carenza di capacità di andare all'obiettivo anche con le iniziative oggetto di finanziamento, dal mio punto di vista, confermiamo il fatto che questo è un progetto di legge che rischia di non essere efficace, di non arrivare all'obiettivo, così come invece probabilmente le associazioni di categoria dei gelatieri artigiani avrebbero voluto e avrebbero anche bisogno.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Non ci sono altri interventi.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0005 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 4bis, comma aggiuntivo, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 4 è aggiunto il seguente articolo:
"Art. 4 bis – Notifica alla Commissione europea.
1. Gli effetti della presente legge decorrono dalla conclusione positiva della procedura d'informazione della Commissione europea ai sensi della direttiva (UE) 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 settembre 2015 che prevede una procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione."
Lo vuole illustrare? Prego, si prenoti.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento aggiunge un articolo e chiede che, alla luce delle osservazioni portate in precedenza rispetto alla sua relazione, a quanto emerge in connessione appunto con gli articoli dal 34 al 36 del Trattato del funzionamento dell'Unione europea, questa legge abbia realizzazione esclusivamente dopo aver comunicato quanto previsto dalla procedura di informazione della Commissione europea ai sensi appunto della direttiva 1535 del 2015 e del Consiglio del 9 settembre 2015. Questi sono atti che prevedono una procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione e tutto questo proprio per prevenire il rischio di cui dicevamo poco prima, cioè quello per cui questa norma, così anche come è scritta e così come non modificata purtroppo, vada in realtà a mettere in difficoltà la propria realizzazione proprio semplicemente per una carenza, un'assenza di attenzione o, perlomeno, anzi, un coraggio si può dire politico che gli Amministratori proponenti hanno voluto portare avanti, ma che dall'altra parte mette a rischio la sua realizzazione.
Per quanto mi riguarda, l'obiettivo è quello, attraverso questo articolo, di dare la garanzia ulteriore di poter realizzare e mettere in atto questa norma avendo la stessa tutti i crismi necessari per poter essere applicata e l'okay da parte della Commissione europea. Proprio questo è un aspetto per me sostanziale onde evitare che gli interventi che verranno realizzati vengano messi in dubbio e che lo sforzo che politicamente si vuole fare per venire incontro ad un settore e promuoverlo, così come si fa in altri ambiti del mondo dell'enogastronomia, venga depotenziato da una difficoltà oggettiva di inserire questa norma nel rispetto non soltanto dell'articolo 117 della Costituzione, ma degli articoli dal 34 al 36 del Trattato.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0005, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo ora all'articolo 5.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 6.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0006 presentato dalla consigliera Guarda, titolo X, modificativo, che prevede:
Il titolo del progetto di legge è così modificato:
"PROMOZIONE DA PARTE DELLA REGIONE DEL VENETO DEL GELATO TRADIZIONALE DI QUALITÀ".
Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Questo è un ultimo tentativo per cercare di testimoniare un messaggio, davvero. Il titolo è la presentazione della legge nel momento in cui viene presentata agli organi che poi dovranno decidere anche del suo futuro. Per cui, alla luce di questo, togliere il riferimento al Veneto non è un atto di sovversione quanto, in realtà, un desiderio di fare in modo che questa legge non abbia, anche nella sua presentazione, un rilievo che possa far alzare le antenne e mettere in discussione l'intero progetto di legge nel momento in cui, dopo, verrà votato e promulgato.
Alla luce di questo, il mio consiglio spassionato è questo, proprio per evitare di dare ulteriori carte o ulteriori vantaggi a chiunque voglia mettere in discussione l'impianto della legge alla luce delle osservazioni delle sentenze passate della Corte rispetto a temi simili o uguali.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0006, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sul progetto di legge.
Non ci sono dichiarazioni... Un attimo, collega, non vedo la schermata.
Prego, consigliera Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
In conclusione a questa discussione che ci ha visto cercare di collaborare proattivamente per la garanzia di questa nuova legge, purtroppo pur condividendo e non avendo pregiudizi rispetto al tema posto da questo progetto di legge, per noi l'obbligo è quello di astensione, perché dopo avervi condiviso le preoccupazioni e le evidenti criticità che non sono esposte dalla minoranza, quanto dagli Uffici legislativi di questo Consiglio, che sono coloro che poi dovranno difendere il progetto di legge di fronte alla Corte dopo un'eventuale impugnazione, alla luce di questo, noi non possiamo dirvi che va tutto bene, nonostante appunto il dispiacere che ci avrebbe potuto vedere assolutamente concordi e votare all'unanimità un progetto di legge, se fatto a garanzia, appunto, della stessa sua realizzazione.
Bastava poco. Bastava introdurre alcune accortezze, senza svalorizzare assolutamente il percorso di valorizzazione storica del gelato, perché gli emendamenti del consigliere Bet hanno, sicuramente, impreziosito quello che era l'impianto originale.
Alla luce di questo, per noi è d'obbligo questa astensione, ma col desiderio, le prossime volte, di poter avere un dialogo fin dalla Commissione per fare in modo che le leggi non debbano ulteriormente mettere in difficoltà gli uffici a dover difendere questioni che sono anche facilmente risolvibili, senza appunto scardinare quello che, in realtà, è il desiderio, cioè finanziare e sostenere tutta l'attività di promozione di un prodotto tradizionale.
La tradizione, da questo punto di vista – la Corte, anche con le sue sentenze, ce l'ha confermato – è intesa da un punto di vista di metodologia e non di origine e bastava davvero poco, visto che la Regione del Veneto si impegna a promuoverla. Proprio per questo il principio territoriale era già contenuto all'interno della volontà dell'Istituzione Regione del Veneto: preservare questo progetto di legge e magari evitare un ulteriore sovraccarico anche delle numerose procedure di contestazione in merito al rispetto dell'articolo 117 della Costituzione da parte della Regione del Veneto, sarebbe assolutamente e oggettivamente intelligente e positivo.
Per questo motivo noi ci asterremo con grande dispiacere da questo punto di vista, perché personalmente ritengo che piccole modifiche, non politiche ma tecniche, avrebbero consentito di avere un progetto di legge assolutamente indistruttibile e inoppugnabile.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono altre dichiarazioni di voto? Non ci sono.
Metto in votazione il progetto di legge n. 130 nel suo complesso, così come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, sospendiamo la seduta del Consiglio.
Riprenderemo alle ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 12.42
La Seduta riprende alle ore 14.44

PRESIDENTE

Colleghi, prendete posto così iniziamo il Consiglio.
Invito tutti ad indossare la mascherina correttamente e anche la giacca.
PUNTO
8
 
   

RELAZIONE SULL'ATTIVITÀ DEL GARANTE REGIONALE DEI DIRITTI DELLA PERSONA NELL'ANNO 2021. (RENDICONTAZIONE N. 82) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 94/2022)

Relazione della PRIMA commissione consiliare.
Relatrice: Consigliera Cestari
Correlatore: Consigliere Giacomo Possamai

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 8).
Relatrice è la consigliera Cestari. Prego, collega.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Intanto un ringraziamento va sicuramente all'avvocato Mario Caramel, che si è insediato poco tempo fa, il 28 luglio del 2021, e sta già agendo in profonda continuità e in condivisione con quello che era il Garante precedente, quindi non ci sono stati gap o distacchi rispetto all'azione precedente.
Ricordiamo quali sono le tre macroaree di cui si occupa: difesa civica, protezione e tutela dei minori e tutela delle persone che sono sotto le misure restrittive della libertà personale, quindi i detenuti.
Do un po' di dati perché di questo tratta la relazione.
Per quanto riguarda la prima macroarea, quindi la difesa civica, sono pervenute al Garante dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021 336 richieste di cui 143 riguardano il diritto di accesso.
Sulla tutela dei minori fortunatamente le richieste sono diminuite: sono state rivolte all'ufficio 457 richieste di indicazione di nominativi di persone disponibili ad essere tutore e sono state fornite 45 consulenze alle tutele in atto.
Il lavoro più importante, non perché meriti di più rispetto alle altre categorie ma proprio soltanto per dare un dato reale, riguarda i detenuti. Dopo il suo insediamento, il Garante, quindi non proprio da luglio ma il mese dopo, da agosto, ha visitato tutti gli istituti penitenziari del Veneto incontrando tutti gli operatori, quindi i direttori, i comandanti. In alcuni casi, dove si ravvisavano alcune difficoltà in più, anche i Direttori generali delle varie ULSS di riferimento. I fascicoli aperti sono stati 66 in totale, 11 relativi alla Casa circondariale di Treviso, sempre 11 per Vicenza, 10 su Padova, 10 sulla Casa di reclusione di Venezia, 4 sulla Casa circondariale di Padova, 3 sulla Casa circondariale di Venezia, 2 su quella di Belluno, 2 sulla Casa di reclusione di Verona e 13 fascicoli relativi a persone in misure alternative, quindi non proprio riguardanti la misura detentiva carceraria.
Nell'anno 2021 sono state trattate 8 segnalazioni che erano state aperte nell'anno precedente e non ancora concluse, 3 su Padova, una sulla Casa circondariale di Treviso, 1 all'Istituto minorile penitenziario di Treviso, 2 alla Casa circondariale di Vicenza e 1 relativa a un'altra misura alternativa alla detenzione.
Nel 2021 c'è un elemento in più: sono stati nominati i vari Garanti dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale nei Comuni di Padova e di Venezia a far data da aprile per Padova e giugno per Venezia. Sono figure che hanno dato un supporto direi fondamentale al lavoro del Garante regionale, sia per quanto riguarda gli incontri con i detenuti reclusi nelle quattro carceri che insistono su questi territori, sia anche effettuando colloqui fisici quando espressamente richiesto.
I dati sono numerosi, la relazione è molto completa. Ribadisco il ringraziamento che va fatto all'avvocato Caramel perché risulta veramente presente sul territorio e accoglie le richieste più disparate e si è dimostrato sin da subito molto disponibile.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Do la parola al correlatore Giacomo Possamai. Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La relatrice Cestari ha fatto una relazione puntuale sulle varie questioni aperte, quindi io mi soffermo soltanto su alcuni singoli aspetti. Mi sia permesso di ringraziare non soltanto l'attuale Garante, avvocato Caramel, ma anche la precedente, che era la dottoressa Gallinaro, perché questa relazione fa capo all'anno 2021: per metà dell'anno, oltre metà dell'anno il lavoro è stato portato avanti dalla precedente Garante. Oggi c'è il nuovo Garante che sta proseguendo in maniera meritoria quel lavoro, ma era giusto ricordarlo.
Pongo velocemente – nel senso che la relatrice ha fatto un'analisi puntuale – tre questioni secondo me importanti e utili che emergono dalla relazione. Uno è il tema delle istanze in merito al diritto di accesso, nel senso che c'è un dato che mi sembra abbastanza rilevante, cioè che di 143 istanze ricevute, 65 (che sono quindi quasi la metà) sono stati i ricorsi giudicati inammissibili per mancanza di requisiti. Dico che, visto che è una relazione puntuale sull'attività del Garante e che le attività del Garante sono nel complesso assolutamente meritorie, questo dato è da guardare con attenzione per un motivo banale: il fatto che quasi la metà degli accessi vengano considerati inammissibili significa che tendenzialmente c'è una conoscenza scarsa, dato ovviamente per acquisito che il rigetto in questo caso sia giusto, di che cosa al Garante possa realmente fare e dove possa intervenire.
Questo ci pone un tema serio di conoscenza del ruolo, di conoscenza di che cosa davvero il Garante può o non può fare, perché altrimenti la figura tende ad essere meno utile di quello che può essere, perché chiaramente svolge una serie di attività che tutti consideriamo molto importanti.
C'è un secondo aspetto, che ha incrociato anche la collega Cestari nella sua relazione, che è di fatto la competenza in materia agli oneri economici per la tutela minori, che sappiamo essere una questione delicatissima in particolare per i piccoli Comuni. Pensiamo al tema delle rette. Qui ci sono ex amministratori locali o amministratori locali che su questo fronte sanno bene quanto complicato sia trovare le risorse. Da questo punto di vista, la relazione del Garante dice in maniera chiara alcune cose, cioè come in più occasioni sia stato riproposto all'Ufficio il quesito relativo alla competenza economica sulla tutela minori, "richieste che spesso sottendono un costante conflitto tra le diverse Istituzioni coinvolte, non a caso più volte è emerso che per il medesimo minore siano entrambi i Comuni coinvolti a richiedere, in istanze diverse, il parere del Garante, evidenziando così dinamiche conflittuali che sicuramente non garantiscono il superiore interesse del minore". La relazione va avanti, ovviamente, e analizza nel dettaglio la questione.
Questo solo per dire che è chiaro che non sta al Garante la conduzione politica di questo percorso, sta alle Istituzioni più ampiamente intese, quindi anche alla Regione e su questo fronte sia sul tema delle risorse, ma anche sul tema del dirimere bene, una volta per tutte, come viene organizzato l'aspetto della tutela minori, che evidentemente oggi non è sostenibile per tantissimi piccoli Comuni, è una questione che noi consideriamo importante ed è anche importante che l'abbia riportata in questo modo il Garante, perché è un'ulteriore testimonianza nero su bianco su questo fronte.
Un ultimo aspetto che ci teniamo a sottolineare e che, invece, è un tema più culturale è quello sui detenuti. Questo lo dice, devo dire molto chiaramente e molto coraggiosamente, il Garante all'interno della relazione. È un tema culturale in che senso? Nel senso che, se noi diamo per buono quello che c'è scritto in questa relazione e l'attività del Garante, noi dobbiamo avere bene in testa che è cruciale l'attività di rieducazione, ex articolo 27, che sta in capo appunto al mantenimento in carcere, in custodia delle persone. Questo è un problema culturale perché evidentemente se l'approccio è che buttiamo la chiave è un approccio che non si sposa con quello che c'è scritto in queste pagine, che ci dicono chiaramente come dobbiamo credere alla possibilità che il tempo passato in detenzione sia un tempo di recupero, un tempo in cui le persone possano poi uscire dal tempo passato in carcere avendo fatto un percorso e quindi l'attività che pone in atto il Garante in questo senso è meritoria.
C'è un altro aspetto importante che è quello della sanità all'interno delle carceri: dove in tante occasioni si pensa che siccome le carceri siano un luogo di serie B lì si possono mandare chi da altre parti non ci può o non ci vuole stare. Faccio un esempio su tutti, penso agli aspetti legati alla psichiatria, dove evidentemente in carcere le situazioni in alcuni casi sono particolarmente delicate. L'idea che siano gli specializzandi, bravissimi medici, ne abbiamo parlato tante volte, che si trovano a trattare casi particolarmente complicati, dovendolo fare chiaramente all'interno delle carceri, noi riteniamo che non sia l'approccio migliore.
Ci sono delle criticità che emergono in maniera chiara da questa relazione. L'impianto della relazione, ma l'ho detto all'inizio, ci convince; questo lavoro fatto insieme dalla precedente Garante e dal Garante attuale, è un lavoro sicuramente convincente.
Per quanto ci riguarda l'attività del Garante va, se possibile, ulteriormente potenziata. Deve avere fondi, deve avere più fondi – c'è qui l'assessore Calzavara – perché per esempio tutte le attività culturali legate alle carceri non si possono fare soltanto con la buona volontà ma hanno bisogno di risorse.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa relazione, come ha detto chi mi ha preceduto, è una relazione che riguarda soprattutto l'attività della precedente Garante a cui poi si è susseguito il nuovo Garante nominato che, come dice la relazione, ha lavorato in continuità.
Ci sono – sarò breve – tre questioni che penso meritino di essere attenzionate dall'Aula. Una l'ha già detta il collega Possamai: il tema dei minori. Nella relazione è scritto che è cresciuta esponenzialmente anche nel 2021, complice anche la pandemia Covid, la situazione di fragilità degli adolescenti. Questa non è una novità, ma la costante criticità evidenziata è stata in particolar modo quella della gestione di fasi di patologia psichiatrica e la contestuale difficoltà a reperire comunità disponibili all'accoglienza.
Il tema che una relazione come questa indichi una criticità che comunque più volte abbiamo – almeno io – cercato di portare in quest'Aula rispetto al fatto che le comunità di accoglienza debbano essere garantite a tutti, soprattutto in questo momento in cui gli adolescenti hanno delle gravi conseguenze rispetto alla salute mentale dopo la pandemia, credo sia un tema che non è compito del Garante di per sé, ma il Garante in questa relazione lo fa vedere meglio. Io penso che qui noi dovremmo, anche in vista dell'approvazione del prossimo bilancio, pensare davvero a come dobbiamo (e abbiamo sicuramente il compito) fare in modo che i minori della nostra Regione possano contare su comunità d'accoglienza che siano davvero accessibili per tutti.
L'altro tema, che è stato già citato da entrambi i colleghi che mi hanno preceduto, è il tema delle carceri. Anche qui, guardando i dati, si fa vedere che in Veneto vi è un problema di sovraffollamento nelle carceri leggermente più elevato del sovraffollamento medio nazionale e anche questo, al di là dell'attività del Garante, poiché non è il suo compito quello di lavorare sul sovraffollamento, è un dato che dalla relazione fa emergere che anche qui c'è un tema su cui c'è da lavorare. Un tema che sicuramente non è solo regionale, ma nazionale, come dicevo prima, ma forse impone anche a noi di investire di più sul ruolo del Garante che deve fare più lavoro proprio perché la condizione delle carceri è una condizione di non vivibilità.
Infatti, in realtà sono stata colpita positivamente anche dal fatto che ci siano stati vari sopralluoghi, com'è giusto che un Garante faccia, negli istituti carcerari. È anche vero che pensare di ascoltare direttamente anche la situazione dei detenuti, oltre a quella ovviamente dei dirigenti, è un tema importante su cui io credo si possa lavorare di più nei prossimi anni e soprattutto – lo diceva il collega Possamai – la relazione fa emergere una criticità rispetto alla condizione sanitaria nelle carceri. Qui c'è un tema che la relazione fa emergere e che credo sia, anche qui, da attenzionare: il fatto che si plaude al fatto che alcuni Comuni abbiano istituito il Garante a livello comunale (Padova, Venezia). Ebbene, ci sono città che hanno fatto un lavoro interessante da questo punto di vista, perché il lavoro di fare da garante, anche se esiste ovviamente il Garante regionale, non lo può fare da solo, soprattutto con il lavoro e con il poco sostegno anche economico che gli viene dato. Pensare che ci sia una struttura, invece, a rete che Comune per Comune, soprattutto per come è fatto il Veneto, dove i Comuni sono tanti e sono anche piccoli, quindi forse decentrare il lavoro della garanzia di certe persone sia la cosa giusta, ecco lavorare affinché anche le figure dei Garanti comunali siano sostenute è un altro passo che questa relazione porta proprio in termini, cioè ci fa vedere cosa probabilmente il legislatore regionale dovrebbe fare per supportare davvero il ruolo del Garante regionale, con più fondi, con la possibilità, ad esempio, di lavorare anche in stretta collaborazione con i Garanti comunali e fare in modo che ogni Comune del Veneto istituisca una figura che è davvero fondamentale per lavorare su questi temi come si dovrebbe.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione la Rendicontazione n. 82.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
La votazione è chiusa.
Il Consiglio approva.
PUNTO
9
 
   

PROGETTO DI LEGGE RELATIVO A "PROMOZIONE DELL'ISTITUZIONE DELLE COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI E DI AUTOCONSUMATORI DI ENERGIA RINNOVABILE CHE AGISCONO COLLETTIVAMENTE SUL TERRITORIO REGIONALE". (PROGETTI DI LEGGE N. 61, 66 E 82) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 16/2022)

Relazione della TERZA commissione consiliare.
Relatore: Consigliere Andreoli
Correlatore: Consigliere Lorenzoni

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 9).
Relatore è il consigliere Andreoli. Prego, collega.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Grazie, colleghi.
Come noto, il potere di legiferare in materia di produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia nell'attuale ordinamento costituzionale è ripartito fra Stato e Regioni.
L'articolo 117 della Costituzione dispone che le Regioni possano legiferare in tale materia nei limiti dei princìpi fondamentali stabiliti dalla legge statale e a condizione che le norme di dettaglio regionali e quelle statali non siano in contrasto con le norme e con i vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.
La presente proposta di legge ha come principale obiettivo quello di favorire la promozione della figura giuridica delle Comunità Energetiche Rinnovabili, che di seguito chiamerò CER, e dei gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, che di seguito chiamerò AERAC, quali strumenti per superare l'utilizzo delle fonti fossili e di favorire la produzione e lo scambio di energie prodotte principalmente da fonti rinnovabili, nonché di sperimentare e promuovere nuove forme di efficientamento e di riduzione dei consumi energetici.
Lo scopo è quello di favorire la creazione di gruppi costituiti da soggetti pubblici e privati, che si associano per la produzione, l'accumulo e il consumo di energia in forma aggregata conformemente alla Direttiva 2001/2008/UE della Comunità europea e della Direttiva (UE) 2019/944 relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica.
I clienti finali, consumatori di energia elettrica, possono infatti oggi associarsi per produrre localmente, tramite fonti rinnovabili, l'energia elettrica necessaria al proprio fabbisogno, "condividendola", appunto.
L'energia elettrica "condivisa" ad oggi beneficia di un contributo economico riconosciuto dal GSE a seguito dell'accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione.
L'autoconsumatore di energia rinnovabile è ad oggi un cliente finale che, operando in propri siti ubicati entro confini definiti, produce energia elettrica rinnovabile per il proprio consumo e può immagazzinare o vendere energia elettrica rinnovabile autoprodotta purché, per un autoconsumatore di energia rinnovabile diverso dai nuclei familiari, tali attività non costituiscano l'attività commerciale o professionale principale. L'impianto di produzione dell'autoconsumatore di energia rinnovabile può essere di proprietà di un soggetto terzo e/o gestito da un soggetto terzo, purché il soggetto terzo resti soggetto alle istruzioni dell'autoconsumatore di energia rinnovabile.
La CER è un soggetto giuridico, quindi, che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria, è autonomo ed è effettivamente controllato da azionisti o membri che sono situati nelle vicinanze, di fatto, degli impianti di produzione detenuti dalla comunità energetica rinnovabile stessa, i cui azionisti o membri sono persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, comprese le Amministrazioni comunali, a condizioni che per le imprese private la partecipazione alla CER non costituisca l'attività commerciale e/o industriale principale, il cui obiettivo principale è fornire benefìci ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari.
L'autoproduzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili è oggi competitiva e rappresenta una opportunità di sviluppo locale in chiave di sostenibilità ed economia circolare. Infatti, se da una parte c'è la necessità di aumentare la capacità di produzione energetica da fonti rinnovabili, dall'altra è importante massimizzare l'efficienza energetica. Le CER rappresentano, quindi, un modello innovativo di approvvigionamento, distribuzione e consumo di energia, con l'obiettivo di agevolare la produzione e lo scambio di energie generate principalmente da fonti rinnovabili, l'efficientamento e la riduzione dei consumi energetici. Il tema dell'autoproduzione è oggi al centro dell'interesse generale per le opportunità che si stanno aprendo con l'innovazione della gestione energetica, anche con notevoli possibilità di risparmio.
Il diffondersi di gruppi di CER e l'istituzione degli AERAC, attraverso la produzione e lo scambio di energie generate da fonti rinnovabili, abbattono i costi energetici per cittadini e imprese, superando l'utilizzo delle fonti inquinanti. In particolare, le CER hanno l'obiettivo di gestire un sistema energetico locale senza finalità di lucro, a cui potrebbero aderire su base volontaria soggetti pubblici o privati.
Le CER potranno stipulare convenzioni con l'ARERA per ottimizzare la gestione e l'utilizzo delle reti di energia. Esperienze del genere possono rappresentare uno strumento normativo in più per la promozione di comunità responsabili, per ridurre la situazione di povertà energetica nell'ottica di incentivare il ricorso, anche per l'autoproduzione, ad energie rinnovabili.
I progetti di legge che sono stati presentati alla Presidenza del Consiglio sono tre e hanno assunto i numeri 61, 66 e 82. I progetti di legge in questione sono, ovviamente, stati illustrati in Commissione e sono stati abbinati, come di consueto, e il PDL n. 82 è stato scelto come testo base ed è quello che, in seguito alle modifiche che sono state fatte con i colleghi della Terza Commissione, voteremo quest'oggi.
Riassumendo, l'articolo 1 indica le finalità della legge, volte a promuovere la diffusione nel territorio regionale delle CER e dei gruppi di AERAC, in attuazione degli obiettivi europei di sostenibilità ambientale, di produzione e di consumo di energia da fonti rinnovabili, nel rispetto della normativa nazionale e regionale in materia.
L'articolo 2 definisce le CER e i gruppi di AERAC, individua il valore dell'energia prodotta come obiettivo centrale delle CER, non il profitto che ne realizza. L'obiettivo è, quindi, l'autoconsumo dell'energia rinnovabile prodotta dai membri delle comunità e dagli AERAC, al fine di aumentare l'efficienza energetica e combattere la povertà energetica mediante la riduzione dei consumi. Al comma 3 prevede che alle CER e ai gruppi di AERAC possano partecipare soggetti pubblici e privati e che la partecipazione sia libera e volontaria. Infine, al comma 4, stabilisce che le CER acquisiscono e mantengono la qualifica di soggetti produttori di energia se annualmente la quota dell'energia prodotta destinata all'autoconsumo da parte dei membri non è inferiore al 60% del totale.
L'articolo 3 prevede le modalità in cui la Regione eserciterà la promozione e il sostegno verso le comunità energetiche e i gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile.
L'articolo 4 definisce che tutti gli atti emanati dalle presenti norme che prevedono l'attivazione di aiuti di Stato siano soggetti agli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il cosiddetto regime dei de minimis.
L'articolo 5 stabilisce che la Giunta regionale istituisce, con apposito provvedimento, un tavolo tecnico per la riduzione dei consumi energetici, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale, a cui parteciperanno i vari portatori di interesse del settore, tra cui i distributori di energia, le associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello regionale, l'Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI), le associazioni di protezione ambientale al fine di facilitare la diffusione delle CER e dei gruppi di AERAC sul territorio e garantirne lo sviluppo coordinato sul territorio in linea a quanto previsto nella pianificazione regionale del settore, anche attraverso attività di formazione e sensibilizzazione della popolazione. Il tavolo tecnico, inoltre, monitora le attività e i fabbisogni delle CER e dei gruppi di AERAC e diffonde l'attività e le buone pratiche sviluppate sul territorio regionale, evidenziando i dati sulla quota di energia autoconsumata, sulla quota di utilizzo di energie rinnovabili e sulla riduzione dei consumi energetici. Tra le finalità del tavolo, inoltre, si annovera l'individuazione delle modalità per una gestione più efficiente delle reti energetiche anche attraverso la consultazione di ARERA, GSE Spa (Gestore dei Servizi Energetici) ed ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) e la formulazione di proposte da sottoporre ai soggetti istituzionali e regolatori, oltre che alle comunità energetiche.
L'articolo 6 prevede che la Giunta regionale, a cadenza biennale, presenti alla competente Commissione consiliare una relazione che dia conto, con riferimento alle CER e agli AERAC sul territorio regionale, in particolare dei dati sulla diffusione delle CER e delle AREAC sul territorio, compresi i dati del Registro delle CER di cui all'articolo 4 e delle attività svolte dal Tavolo tecnico di cui all'articolo 5. La Giunta regionale, inoltre, nel rispetto della normativa sulla riservatezza dei dati personali, rende pubblici e accessibili, in una sezione dedicata del proprio sito web, i dati e le informazioni principali sulle comunità e sui gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile del territorio.
L'articolo 7 indica le risorse destinate per l'esercizio 2023 in 250.000 euro e nell'esercizio 2024 di altrettanti 250.000 euro.
L'articolo 8 individua nell'ambito delle risorse allocate nella Missione 17 "Energia e diversificazione delle fonti energetiche", Programma 01 "Fonti energetiche", Titolo 2 "Spese in conto capitale" la copertura finanziaria.
L'articolo 9, come di consueto, stabilisce l'entrata in vigore della legge il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.
È stato, ovviamente, su questo progetto di legge acquisito il parere favorevole del CAL e della Prima Commissione, che chiaramente ringrazio a nome di tutta la Commissione Terza.
Grazie a tutti.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Do la parola al correlatore Lorenzoni. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Grazie anche al relatore Andreoli per aver introdotto e illustrato nei particolari questo documento.
Ci tengo a richiamare da subito che questo progetto di legge è la sintesi di tre progetti presentati. In maniera trasversale da parte della maggioranza e da parte della minoranza approva che si tratta di un tema di attualità e di grande priorità nella definizione delle scelte industriali legate al nostro territorio.
Mi piace sottolineare da subito che il progetto di legge, nella forma licenziata dalla Terza Commissione, esordisce al comma 1 dell'articolo 1 con le parole: "La Regione del Veneto persegue la transizione energetica del sistema socioeconomico regionale". Queste sono parole importanti, credo, assolutamente condivisibili, che in qualche modo segnano e indirizzano tutte le scelte successive di questa Amministrazione regionale nel campo dell'energia e nel campo della sostenibilità ambientale. Non è un'affermazione specifica, come quella che ha messo in un progetto di legge analogo la Regione Lombardia, che afferma che l'obiettivo della politica regionale è la neutralità carbonica al 2050. L'avevamo chiesto in sede di Commissione, ma non è passato. Però, comunque dà un indirizzo forte. Ebbene, io credo che questo sia utile per indirizzare le scelte, per dare un'indicazione chiara di investimento agli operatori industriali della nostra Regione e anche per attrarre investimenti da parte di altri operatori.
Questo riconoscimento fonda la scelta di sostenere le comunità energetiche e io credo che questo riconosca anche che la transizione energetica non è un qualcosa futuro a cui tendere, ma è qualcosa che è in atto, che si concretizza nelle scelte che dobbiamo fare non nei prossimi anni, ma nelle prossime settimane (mi verrebbe da dire, se non vogliamo usare i mesi). Infatti, il quadro generale di azione per far fronte al cambiamento climatico appare chiaro, con numerose iniziative internazionali, che ormai sono patrimonio di tutti. Penso alla Conferenza delle Parti, dalla COP21 di Parigi, fino alla COP26 di Glasgow del 2021, ma anche alle pubblicazioni autorevoli del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici, che ormai sono riconosciute da tutta la comunità scientifica a livello mondiale e che danno segnali chiari di necessità di investimento differente rispetto a quello del passato.
Se a livello globale queste necessità di nuovi indirizzi sono chiari, a livello locale declinare questa nuova modalità non è semplice. Però, questo progetto di legge va proprio nella direzione della declinazione intelligente, in ambito locale, di quelle che sono le scelte che sta facendo l'Unione europea, che sta facendo il nostro Paese. Ricordo che è della settimana scorsa il Piano per la transizione energetica licenziato dal Ministero della transizione ecologica. Allora, non ha più significato, oggi, parlare di grandi progetti energetici, perché non ci sono più gli elementi di base, che sono le economie di scala. Le grandi centrali per la produzione di energia non le facciamo più in Italia, ma non le fa più praticamente nessuno, se escludiamo le grandi economie in crescita, penso alla Cina e all'India, che hanno necessità di far fronte a una crescita della domanda di energia dell'ordine del 10% l'anno. Ma se andiamo a vedere le economie mature, in cui la domanda di energia ormai è più di un decennio che è piatta, quando non è in riduzione, si orientano gli investimenti, che sono di molta più piccola dimensione e di molta più capacità di integrarsi nelle economie locali.
Questo vuol dire usare una finanza diversa, vuol dire usare manodopera e intelligenze diverse, locali, questo vuol dire coinvolgere le comunità locali nelle scelte d'impresa e di produzione di energia. Questo tipo di nuovo modello ormai è senza concorrenti perché, se è valido dal punto di vista ambientale, se è valido dal punto di vista sociale, oggi è valido anche dal punto di vista economico, perché questa energia costa meno rispetto a quella dei grandi impianti. Ecco che, allora, dobbiamo creare le condizioni, dal punto di vista di quella che io chiamo "ingegneria sociale", perché questi investimenti si realizzino. Il progetto di legge che stiamo presentando va proprio nella direzione di creare quelle condizioni dal punto di vista dell'ingegneria sociale per favorire questo tipo di investimenti.
I piccoli impianti alimentati a fonti rinnovabili convengono, oltre ad avere minori costi esterni, dal punto di vista ambientale. Le comunità di energia rinnovabile sono una risposta efficace e consona alle caratteristiche di un territorio come il Veneto, che ha la capacità di intraprendere, che ha la reattività. L'abbiamo visto con il programma europeo "Conto Energia" per il solare nel lontano ormai 2006-2007, laddove una delle Regioni che ha risposto meglio è stata sicuramente il Veneto.
Siamo sicuramente all'inizio di un percorso. Oggi ce n'è una di comunità energetica nel Veneto, quindi siamo proprio agli albori di questo nuovo modello organizzativo, però rappresenta a tutti gli effetti quella che è la nuova modalità con cui poter realizzare questi impianti distribuiti sul territorio, coinvolgendo i cittadini, coinvolgendo le Amministrazioni locali, rendendoli protagonisti di questa trasformazione.
Io ricordo che il primo documento che ha introdotto e che ha legittimato le comunità energetiche di fonti rinnovabili è la Direttiva europea 2018/2001, che per la prima volta riesce a superare quella forte barriera costituita dai distributori di energia, che hanno sempre ostacolato questo nuovo modello perché vedevano minacciato il proprio monopolio locale nell'attività di distribuzione. Quando è diventato troppo grande il vantaggio derivante dall'integrare le produzioni con il consumo, grazie alle nuove tecnologie digitali che rendono possibile bilanciare un portafoglio di produzione e consumo su scala non fisica, ma su scala virtuale, con produzioni e consumi non nello stesso posto fisico, ecco che è diventato impossibile fare barriera nei confronti di questa nuova innovazione. Ebbene, con il decreto-legge n. 162/2019, che introduce per la prima volta questa possibilità, ma soprattutto con il decreto ministeriale del 16 settembre 2020, che recepisce la direttiva, si riconosce nell'ordinamento nazionale la possibilità di organizzare la fornitura di energia tramite le comunità di energia rinnovabile.
Sono documenti importanti, sono passaggi importanti, che non chiudono, però, il quadro di riferimento normativo necessario per l'operatività delle comunità. Infatti, mancano ancora i decreti attuativi, che stiamo aspettando. Però, già introducono tutta una serie di elementi, le rendono possibili, e questo ci ha consentito di operare a livello regionale per dare concretezza a questa possibilità.
Mi piace ricordare alcuni punti del provvedimento perché, secondo me, sono quelli qualificanti. Il comma 3 dell'articolo 1 riconosce le comunità di energia rinnovabile come uno strumento chiave per i nuovi modelli organizzativi del settore energetico. Le parole che usa sono: "pilastri di un sistema energetico resiliente e mutualistico, nuovo nucleo di sostenibilità energetica locale". Sono parole importanti, che riconoscono questo ruolo fondamentale. Mi sembra di riconoscere quello che negli anni Cinquanta era stato fatto con i grandi gruppi termoelettrici, che hanno portato energia per l'industrializzazione del Paese, e oggi quella stessa energia viene da un modello organizzativo completamente diverso.
Per procedere con la decarbonizzazione in modo intelligente, che sia un'occasione dal punto di vista economico e non una penalizzazione, è indispensabile coinvolgere e rendere protagonisti i consumatori. Non si può pensare che la scelta di cambiare le modalità di alimentazione della rete elettrica e di organizzare l'intera filiera possa essere fatta senza che i cittadini siano consapevoli dei cambiamenti e si sentano chiamati in prima persona a contribuirvi. Ecco, le comunità sono in grado di interpretare il nuovo ruolo dei consumatori come soggetti attivi nel mercato dell'energia.
Credo molto in questo nuovo ruolo dei consumatori come protagonisti, come attori attivi della produzione e di quella politica dell'efficienza di cui ha parlato anche il relatore Andreoli e che è la fonte di energia a minimo costo che abbiamo oggi e che dobbiamo in tutti i modi cercare di inseguire.
Ricordo che le comunità di energia rinnovabile sono anche l'occasione per creare impresa anche nelle aree più periferiche della nostra Regione. Penso ai territori montani, penso a tutte le aree interne: è possibile fare impresa, è possibile dare risposte ad una domanda locale di energia creando nuove imprese anche dove oggi è difficile fare impresa. Dobbiamo tener conto di questo. Dobbiamo tener conto della necessità di creare reddito su tutti i nostri territori. Questa è una modalità che è fortemente valida dal punto di vista sociale, dal punto vista ambientale e dal punto di vista economico, grazie anche agli strumenti che lo Stato mette a disposizione.
L'articolo 3, al comma 2, introduce anche lo stanziamento di fondi. Io credo che per l'affermazione delle comunità e degli autoconsumi collettivi non siano centrali i contributi finanziari. Certo, aiutano, ma non sono determinanti. Quindi, bene che il provvedimento che stiamo discutendo preveda l'allocazione di 250.000 euro l'anno nel 2023 e altrettanti nel 2024, ma non è la condizione determinante. Bene che ci siano dei fondi che sono previsti per l'informazione, grazie alla consigliera Guarda che ha scovato ulteriori risorse per poter sostenere l'attività di formazione legata a questo progetto, però oggi con i prezzi attualmente vigenti per il mercato di tutela per i consumatori domestici il tempo di ritorno dell'investimento di una comunità energetica è inferiore ai tre anni, che è una cosa incredibile. Voi mi direte: ci auguriamo di non dover sostenere prezzi dell'energia così alti ancora a lungo. Tutti lo speriamo. È chiaro che per il 2022 sarà difficile riuscire ad avere prezzi inferiori per il meccanismo con cui il prezzo di tutela viene definito, però – per darvi l'idea – oggi c'è una fortissima convenienza economica, anche a prescindere da quel contributo di 100 e 110 euro a megawattora che è previsto, da parte del GSE, per l'energia prodotta e autoconsumata dalle comunità di energia rinnovabile.
Sempre lo stesso articolo prevede anche che questa assegnazione dei fondi sia prevista a favore dei Comuni e dei gestori dell'edilizia residenziale pubblica. Questo è un elemento, secondo me, molto qualificante del progetto di legge, perché rende protagonisti i Comuni, fa sì che i Comuni possano essere il lievito che alimenta le comunità e fa sì che le ATER delle nostre province possano essere protagoniste attive di questi investimenti mettendo l'energia prodotta a disposizione delle famiglie ospitate negli alloggi ATER. Questo è un altro elemento forte che io trovo in questo progetto di legge, perché consente di affrontare il tema della povertà energetica in modo intelligente, in modo rapido e in modo stabile nel tempo. Non è un contributo che diamo oggi e l'anno prossimo vedremo, ma è uno strumento con cui consentiamo agli inquilini di questi edifici di ridurre il costo di alimentazione elettrica delle loro abitazioni.
Questa è la ragione per cui io penso che le comunità di energia rinnovabile si diffonderanno rapidamente, ma sta a noi, come rappresentanti dei nostri territori, farci attori perché con celerità queste comunità prendano piede nella nostra Regione.
All'articolo 3, comma 3, è previsto che la Giunta, entro novanta giorni, individui i criteri per il sostegno alle comunità di energie rinnovabili. È un passaggio essenziale, che deve assicurare che siano preparati in modo adeguato i bandi per il Piano regionale 2021-2027, che già prevede una somma importante a favore di questo tipo di realizzazioni. Mi fa piacere che sia in Aula l'assessore Marcato, perché a lui chiedo di farsi parte diligente per la definizione di questi bandi. Questo è l'elemento cruciale nel dare concretezza al progetto di legge. So che c'è una disponibilità da parte dell'Assessore, e lo ringrazio, e qui saremo vigili per accompagnare le scelte della Giunta. Io spero che la locuzione "entro 90 giorni" significhi entro l'estate, quindi il più presto possibile, per dare gambe a questo provvedimento.
Nello stesso comma 3, in cui sono indicati i fattori di priorità per i bandi, è richiamato proprio il tema della povertà energetica: questo è un altro elemento qualificante, che tiene conto della sintesi dei tre progetti di legge. La risposta alla povertà energetica deve essere una delle idee guida dei bandi che saranno fatti nei prossimi mesi.
Io vedo, quindi, le comunità energetiche come uno strumento principe per assicurare alle famiglie, ma anche alle imprese – Confartigianato Vicenza sta facendo un programma interessantissimo per diffondere le comunità energetiche presso i propri associati, quindi con l'impresa che diventa il catalizzatore dell'iniziativa della comunità energetica – energia a prezzo conosciuto e fisso per quindici o vent'anni, a seconda delle modalità contrattuali che vengono scelte.
Usiamo, allora, questa leva per ridurre i prezzi dell'energia per le famiglie, ma anche per ridurre i prezzi dell'energia per gli ospedali. Ho già richiamato in quest'Aula l'auspicabilità degli investimenti sui parcheggi degli ospedali, così come di tutte le strutture pubbliche, per realizzare gli impianti fotovoltaici e mettere a disposizione l'energia a prezzi assolutamente convenienti oggi.
All'articolo 3, comma 4, sono previsti protocolli di intesa e collaborazione con i gestori di rete, il GSE, il Ministero della cultura e l'ANCI, questo per facilitare l'interlocuzione dei promotori delle comunità con i referenti istituzionali. Questo è un elemento importantissimo: oggi c'è una asimmetria informativa, una asimmetria di peso tra questi interlocutori e i proponenti delle comunità, che spesso diventano un ostacolo insormontabile. Se noi, come decisori pubblici, ci facciamo parte diligente e aiutiamo questa interlocuzione con degli accordi con Enel, con gli altri gestori di rete, con il GSE, con il Ministero della cultura, perché non si frappongano ostacoli inutili a questi investimenti, credo che avremmo fatto un grande servizio alla nostra comunità.
L'articolo 5, infine, prevede la creazione di un Tavolo tecnico, piuttosto ampio nella rappresentanza. È essenziale che questo Tavolo abbia obiettivi chiari e concreti e tenga una linea di azione agile ed operativa, sennò rischiamo di avviare l'ennesima iniziativa che appesantisce il lavoro di tutti. I compiti del Tavolo sono molti, con attenzione all'informazione – aspetto importantissimo – per promuovere nuovi modelli organizzativi nella fornitura di energia.
Nel testo si è evitato un ruolo diretto della Regione come promotore attivo delle Comunità di energia rinnovabile, ruolo invece scelto dalla Lombardia che ha costituito le Comunità di energia rinnovabile lombarde (CERL), una società che si propone di essere partner nell'investimento. Una scelta che non è stata fatta dal Veneto, e ritengo a ragion veduta, perché il nostro ruolo è quello di stimolare l'iniziativa imprenditoriale, non di diventare attori diretti. Io penso che invece il ruolo lo possiamo giocare molto meglio come promotori di un ruolo attivo delle ATER, come coordinatori delle iniziative dei Comuni e come interlocutori con i soggetti istituzionali che sono chiamati ad approvare il percorso autorizzativo.
Confido che questo provvedimento sia il primo di una serie in cui la Regione Veneto possa mettere in atto scelte chiare di indirizzo della politica energetica con una visione lucida. In questa prospettiva accelerare la diffusione delle Comunità di energia rinnovabile è molto più efficace che riattivare i pozzi di gas in Adriatico, così come creare percorsi facilitati per la costruzione di impianti a fonti rinnovabili sul territorio con altri inquadramenti contrattuali. Facciamo attenzione a non inseguire modelli industriali ormai vecchi e obsoleti. Spingiamo le nuove opportunità dal punto di vista industriale perché questo chiede il nostro territorio.
Voglio infine ringraziare tutti coloro che si sono spesi per portare in Aula questo provvedimento: la Giunta con il suo progetto di legge, i colleghi Guarda, Ostanel, Valdegamberi, Zanoni che hanno firmato gli altri due progetti di legge che sono stati presentati e che sono confluiti in quello che discutiamo, e tutto lo staff della Giunta che ha lavorato in modo intelligente per portare in Aula il provvedimento. Devo dire che c'è una certa soddisfazione nel vedere che questo provvedimento ha un sostegno da entrambe le parti dell'Aula e io penso che sia un buon auspicio per la prosecuzione di una politica energetica ed ambientale intelligente da parte di questa Regione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È una legge sicuramente attesa, molto importante, nuova e, come abbiamo visto, anche una legge che trova il sostegno praticamente di tutta l'Assemblea legislativa, di tutto il Consiglio regionale.
Abbiamo degli obiettivi importantissimi da raggiungere. Per quanto riguarda la neutralità climatica dobbiamo arrivare alle emissioni zero entro il 2050 e produrre energia da fonti rinnovabili è essenziale. L'Unione europea, con la direttiva 2018/2001, ha messo le basi sulle comunità energetiche rinnovabili. È una direttiva che rientra nel percorso del Green Deal europeo, l'impegno dell'Unione europea verso la neutralità climatica entro il 2050, ma deve anche essere giusta ed equa. In questa logica si delinea questa direttiva molto importante, che parla di promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili e che definisce – una novità – i concetti di comunità di energia rinnovabile e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente.
Dal punto di vista dei contenuti questa direttiva, che poi è stata declinata a livello statale e ora a livello regionale, dice appunto che la comunità energetica rinnovabile è un soggetto giuridico che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria, è autonomo, è controllato da azionisti o membri che sono situati nelle vicinanze degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili che appartengono a questo soggetto. I membri sono persone fisiche, piccole e medie industrie, autorità locali, comprese le Amministrazioni comunali. L'obiettivo principale è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità, ai suoi membri o alle aree locali in cui opera piuttosto che profitti finanziari.
La neutralità climatica deve essere, come dice questa direttiva, socialmente giusta ed equa. Le comunità di energie rinnovabili sono no profit e si orientano non solo all'interesse economico dei membri, ma anche a un più ampio beneficio ambientale e sociale. Le comunità energetiche rinnovabili permettono un elevato grado di decentramento della produzione di energia, dando ai consumatori l'opportunità di produrre, usare e condividere l'energia e alle comunità locali di incoraggiare gli investimenti locali nelle energie rinnovabili, con ricadute importanti in termini occupazionali.
È anche una risposta molto importante allo stato attuale di carenza globale di energia, di fonti di energia; carenza che si è aggravata con la guerra in Ucraina, che ha portato a tutti quei provvedimenti, a quelle sanzioni e contromisure dell'altra parte, che ci hanno portato a una situazione veramente drammatica anche per molti dei nostri cittadini che si sono visti raddoppiare le bollette. Gli autoconsumatori di energia rinnovabile sono un gruppo di almeno due autoconsumatori di energia rinnovabile, che agiscono per produrre energia elettrica rinnovabile per il proprio consumo e possono immagazzinare o vendere energia elettrica rinnovabile autoprodotta e si trovano nello stesso edificio o condominio senza che tale attività costituisca l'attività commerciale o professionale principale. Con questa legge mettiamo anche delle percentuali di energia che deve essere naturalmente autoconsumata, quindi un passo sicuramente avanti per rendere diffusa questa nuova realtà, che sono appunto le Comunità energetiche rinnovabili anche nella nostra Regione. Una Regione che, tra l'altro, si presta moltissimo a questa fonte rinnovabile perché, parlando di solare, abbiamo un clima veramente ideale per produrre questa energia elettrica rinnovabile.
Questa legge, come è stato ricordato anche da alcuni colleghi, è importante perché istituisce un tavolo tecnico consultivo, un tavolo dove ci sono molte organizzazioni, dove ci sono dei compiti importanti, c'è il monitoraggio e quant'altro. Vengono promosse anche delle intese e delle collaborazioni con i distributori locali di energia elettrica. Vengono previste anche delle intese con il Ministero.
È importante la semplificazione dell'ottenimento dei pareri e delle autorizzazioni per la costituzione delle Comunità energetiche rinnovabili o, appunto, lo sviluppo di impianti per l'autoconsumo collettivo. Naturalmente poi servono anche i fondi per sostenere la nascita di queste Comunità energetiche rinnovabili, perché spesso queste possono anche andare a contrastare la povertà energetica, povertà energetica in certi Comuni e povertà energetica di molti nostri concittadini. Naturalmente l'autorità deve accompagnare la nascita di queste Comunità energetiche rinnovabili.
Poi servono e vengono previsti dei fondi per chi gestisce l'edilizia popolare, perché, laddove esistono appunto questi edifici popolari, che sappiamo spesso sono abitati da persone meno abbienti e con bassi redditi, sappiamo quanto sia importante, proprio in quello specifico contesto, creare queste Comunità energetiche rinnovabili.
È una risposta all'esigenza di energia a costi contenuti. A questo punto potremmo dire che potrebbe essere anche un'esigenza di energia a costi che avevamo fino a qualche mese fa, visto quello che è successo da qualche mese a questa parte, e quindi è un aiuto che la Regione può dare con questo coordinamento a quei cittadini che non riescono a pagare la bolletta. È tutto da vedere naturalmente perché ci sono degli ostacoli da superare e il fattore organizzazione sarà molto importante.
È una legge che potrebbe veramente anche incrementare e stimolare una certa economia della tecnologia delle rinnovabili, del fotovoltaico, creando un indotto importante anche per quanto riguarda i tanti nostri artigiani, i tanti nostri installatori. È un modo per creare reddito laddove il reddito spesso manca. È un modo anche per tutelare l'ambiente perché si tratta di fonti rinnovabili che non hanno impatti importanti sul gas climalterante. È una vera risposta perché parlare oggi di nucleare, parlare oggi di estrazione di metano nel nostro Adriatico, come abbiamo visto ha degli effetti collaterali, ha delle controindicazioni ambientali, ma anche territoriali ed economiche, che non possiamo sopportare.
È una norma che alla fine migliora la situazione sotto il punto di vista sociale, ambientale ed economico e quindi sicuramente è una norma positiva, ma per la quale noi esprimeremo, lo dico già in relazione, un voto favorevole. Vedremo adesso come andranno anche le votazioni degli emendamenti.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Sono molto felice di essere qui oggi a discutere con voi dell'ultima parte di questo progetto di legge che è un testo unificato, perché ci ha visti promotori come Europa Verde di un primo progetto di legge a cui sono seguiti quello di Arturo Lorenzoni e di Elena Ostanel e quello poi della Giunta regionale ed è un trend di attenzione essenziale che parte da ben prima della crisi energetica che in questi mesi del 2022 abbiamo sperimentato e toccato profondamente.
Le Comunità energetiche le abbiamo proposte come Europa Verde ed erano all'interno del nostro programma, delle nostre priorità e, quindi, le abbiamo presentate come nostro primo progetto di legge (anzi, secondo, chiedo scusa), proprio perché per noi era essenziale andare a ragionare su tre obiettivi principali, perché le Comunità energetiche sono una fonte di guadagno. Sono una fonte di guadagno in termini sì economici, perché evidentemente aiutano l'indipendenza delle imprese energivore, aiutano l'indipendenza delle famiglie, abbassano quindi i costi di gestione dell'energia all'interno di imprese, famiglie e Istituzioni, ma soprattutto perché produrre energia a chilometro zero, autoprodurla e autoconsumarla, accumulandola... Ed è il lavoro che, come Europa Verde, stiamo facendo a livello europeo proprio per fare in modo che l'accumulo sia una strategia non diseducativa, ma educativa e utile per le Comunità energetiche. Dicevo, soprattutto perché le comunità energetiche hanno due funzioni straordinarie di guadagno, in materia ambientale e in materia sociale. Se c'è un risparmio è ovvio che ne beneficia la famiglia e l'impresa, ma se c'è una gestione accurata della propria energia e una produzione locale questo ha un vantaggio evidente da un punto di vista ambientale e ci aiuta a raggiungere quell'indipendenza energetica e anche la consapevolezza sul metodo di gestione del proprio fabbisogno energetico, tale da consentirci di raggiungere prima obiettivi che ci sono dati dal Protocollo di Kyoto e, parallelamente, anche per andare a tutelarci dalla perdita costante di energia nel trasferimento di energia attraverso la rete e quindi dalla dipendenza dalle fonti fossili, che, insieme all'importazione di energia prodotta, attraverso altri sistemi non sostenibili, ci creano danni e costi che, invece, con le rinnovabili riusciremmo a gestire.
È ovvio, questa legge ha un unico scopo fondamentale, quello di canalizzare, attraverso l'Istituzione Regione, delle risorse ad hoc per aiutare la loro realizzazione. Questo significa non soltanto andare a contribuire con spese di investimento e, quindi, contribuendo alla realizzazione fisica degli impianti, quanto e prevalentemente aiutando i Comuni e i diversi stakeholder, a livello territoriale, a investire nella comunicazione, nella promozione, nell'educazione del cittadino e a investire in un'organizzazione di messa in rete dei propri edifici pubblici e privati, per raggiungere questo obiettivo di risparmio e guadagno per tutti quanti.
È ovvio, è molto complesso il percorso di realizzazione della comunità energetica, perché c'è una piccola prioritaria parte di organizzazione e di messa in rete dei soggetti che è di enorme importanza e difficoltà. C'è, ovviamente, il percorso giuridico per la fondazione e la realizzazione del soggetto giuridico; la definizione, poi, del progetto degli impianti e infine, appunto, la gestione del rapporto con GSE e gli altri enti, per quanto riguarda la gestione della produzione e la ricezione dell'incentivo previsto, grazie alla normativa comunitaria, dai decreti nazionali.
Attenzione, però, c'è un problema. Noi abbiamo presentato dei progetti di legge che sono sicuramente qualitativi, ma hanno necessitato di una variazione durante questo percorso lo scorso anno. Questo perché, nonostante il voto negativo della maggioranza di questo Consiglio e la mia richiesta di intervenire presso lo Stato lo scorso anno e presso il Governo per fare in modo che la direttiva europea venisse recepita in maniera completa in Italia, dato che all'epoca si poteva parlare solo di impianti fino a 200 kilowatt, uno schiaffo nei confronti dell'impresa che, invece, poteva già essere pronta ad investire in questa direzione, ecco, nonostante il voto negativo della maggioranza rappresentata in questo Consiglio, la modifica a livello governativo c'è stata. Si riesce ad arrivare a 1 megawatt per impianto. C'è stato un recepimento importante, anche se non definitivo, perché in Francia si arriva a 3 megawatt per le comunità energetiche. A livello nazionale, attenzione, siamo tutti responsabili nel far evolvere questo percorso di adeguamento alle vere opportunità che sono date anche alle grandi imprese, non soltanto ai singoli cittadini, che si mettono in rete in pochi.
Ecco che questo passaggio è stato fondamentale per avere una legge aggiornata, con un buon lavoro fatto nella Commissione Terza, per cui ringrazio non soltanto chi ci ha seguito tecnicamente del Legislativo e della Commissione, ma anche tutti i Consiglieri che si sono messi all'opera per studiare e comprendere al meglio questo processo. Nel frattempo ci ritroviamo, oggi, a dover decidere come aiutare maggiormente, perché creare il tavolo per pianificare la riduzione del fabbisogno energetico è necessario, è un bellissimo passaggio presente all'interno della nostra legge, è importante, ma questa legge ha un obiettivo prioritario, cioè stanziare dei fondi per aiutare la realizzazione delle Comunità energetiche.
Da un punto di vista di investimento, a causa dei ritardi gravissimi già accumulati nella definizione dei decreti ministeriali applicativi della direttiva, a causa del ritardo annunciato di ARERA, che addirittura dichiara che i propri provvedimenti li emetterà probabilmente entro la fine del 2023, cosa gravissima, per cui ci dobbiamo unitamente alzare e a livello nazionale intervenire per fare in modo che questi aspetti non vengano rimandati ulteriormente, è chiaro che quest'anno non sarà possibile fare grandi investimenti ed è chiaro quindi che le risorse le dovremo trovare adeguatamente nel prossimo bilancio per aiutare la parte di investimento o magari per aiutare i Comuni non tanto ad investire quanto a mettere in rete i diversi soggetti, affrontare le spese legali, pianificare studi di fattibilità tecnico-economica. Tutte queste risorse le dovremo pianificare per il 2023 in poi.
Oggi, però, abbiamo un compito. A causa di questi ritardi noi abbiamo la priorità di far entrare nella testa dei nostri cittadini, dei nostri veneti e non soltanto, magari anche aprendoci in collaborazione con altre Regioni nelle aree di confine, dato che le Comunità energetiche si fanno secondo linea primaria e quindi non è detto che siano all'interno degli stessi confini regionali, l'importanza di lavorare enormemente per la promozione.
Ed è per questo motivo che io ho presentato alcuni emendamenti che possono impreziosire la legge in alcuni passaggi, ma soprattutto un emendamento che è quello che stanzia non 10.000 euro, ma 100.000 euro per l'attività di promozione oggi, nel 2022. I Comuni cominciano ad attivarsi perché capiscono che questo è necessario. Le associazioni del mondo dell'impresa si stanno muovendo per mettersi in rete. Addirittura il mondo delle parrocchie, delle chiese e anche delle diverse comunità religiose si sta muovendo per mettersi in rete e mettere a disposizione le proprie superfici. È necessario dare loro l'occasione e anche gli strumenti economici per fare in modo che la diffusione delle possibilità date dalle Comunità energetiche siano apprese da tutti e mettano in rete i cittadini per far comprendere che la Comunità energetica può essere fatta da due o più, almeno da due persone. Bastano due vicini per mettersi in rete e avere realmente questa opportunità. E poi, successivamente, anche realizzarne di più ampie, di più grandi, rispondendo alle necessità positive che vengono lanciate dal mondo energivoro, in particolar modo.
In questo ambito sicuramente potranno essere d'aiuto i fondi che l'assessore Marcato ci ha preannunciato potranno essere spesi per il mondo dell'impresa, i fondi europei che fanno parte della programmazione della Regione del Veneto presentata a livello europeo e che spero possa essere, come dire, accolta così com'è, ma allo stesso tempo ribadisco: questo tempo è prezioso per passare la comunicazione e far arrivare in casa del cittadino che ha la casa nell'ultima contrada dell'ultimo paesino di confine la sua possibilità e opportunità. Nessuno deve essere escluso da questa conoscenza perché è un beneficio che vale per tutti per le motivazioni che vi dicevo all'inizio: l'obiettivo di natura ovviamente economica, ma anche la relazione di creazioni sociali attraverso la Comunità energetica, perché dalla Comunità energetica, specie nelle aree rurali, può nascere anche un'opportunità di servizi, di condivisione di opportunità attraverso la realizzazione di servizi accessori, ma anche quelle opportunità di venire incontro all'emergenza e l'urgenza prioritaria di oggi, che è quella della tutela ambientale e dell'utilizzo parsimonioso delle risorse.
Queste sono le motivazioni che ci hanno spinto a presentare una manovra emendativa che spiegheremo e che spiegherò nello specifico affrontando emendamento per emendamento (sono pochi), ma anzitutto per il bene di questa legge, che non sia soltanto una legge di immagine che aspetta il 2023, forse, per realizzarsi con fondi adeguati, cominciamo oggi un'attività di promozione assecondando le iniziative che nel territorio stanno nascendo, anche attraverso appunto i nostri Comuni e facciamolo con risorse adeguate. Infatti, 10.000 euro sono uno sforzo che purtroppo non è all'altezza, per questo motivo vi propongo un aumento delle risorse con l'utilizzo dei fondi accantonati.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Anch'io, come la collega Guarda, sono contenta che oggi arrivi in Aula questo progetto di legge a cui abbiamo lavorato con il collega Lorenzoni fin da subito e gli altri Consiglieri firmatari, anche a partire dal lavoro che la collega Guarda aveva fatto con un altro progetto di legge. L'abbiamo fatto perché – e ovviamente lo sapevamo già un anno e mezzo fa prima che se ne parlasse così attivamente oggi – non solo la crisi climatica ma anche quella energetica c'era da tempo e si stava vedendo che c'era un qualcosa che bisognava prendere in carico. Il progetto di legge che appunto la Giunta, quindi l'assessore Marcato oggi presenta (abbiamo fatto un lavoro in Commissione molto lungo, ma anche coinvolgente) ha dentro molti degli aspetti utili che io credo i due testi che avevamo presentato all'inizio hanno a favore appunto della diffusione delle Comunità energetiche e di autoconsumatori che agiscono collettivamente.
Non entro nel merito perché chi mi ha preceduta ha raccontato molto bene che cosa sono le Comunità energetiche e non credo di dovermi dilungare, ma vorrei invece dilungarmi su come abbiamo fatto con il collega Lorenzoni proprio il primo testo che avevamo presentato al Consiglio. L'avevamo fatto ascoltando e sentendo gli operatori che in Veneto lavorano da tempo su questo tema, gli esperti del settore non solo veneti, ma anche a livello nazionale, per capire meglio che cosa servisse per fare in modo che una Comunità energetica o un gruppo appunto che agisce collettivamente sul tema dell'energia potesse essere facilitato. Siamo partiti dal fatto che moltissimi operatori chiedevano una cosa molto chiara. Poiché un Ente regionale spesso ha delle norme che imbrigliano l'azione più che regolamentarla, avevano bisogno di essere sostenuti, cioè di essere facilitati in un lavoro che alcuni già in Veneto fanno. Ci sono già degli esempi di questo tipo, ma non venivano appunto facilitati ed era fondamentale, e infatti oggi, seppure un po' diverso in questo testo definitivo lo abbiamo, che ci fosse una struttura, un tavolo che agisse da epicentro proprio per generare nuove Comunità energetiche. L'avevamo proposto un po' in maniera diversa con il collega Lorenzoni, ma in questo testo vediamo, almeno io vedo che quell'obiettivo c'è, cioè l'idea che attraverso il tavolo tecnico la Regione si faccia facilitatrice di una serie di procedure, anche burocratiche, che spesso bloccano l'attivazione di questa tipologia di azione.
Dopodiché mi sembra anche interessante (c'era anche nei testi sia nostro sia anche della consigliera Guarda) che il ruolo della Regione potesse essere quello anche di promuovere dei protocolli, ad esempio con i distributori, con il Ministero dei Beni Culturali – ricordo che l'aveva proposto il collega Lorenzoni – per evitare i rallentamenti delle Sovrintendenze. Sono cose molto utili che in questo testo oggi abbiamo e credo che con il lavoro che abbiamo fatto, grazie anche all'esperienza di alcuni Consiglieri, oggi nella proposta troviamo proprio il fatto che si possa lavorare in questo tavolo tecnico affinché non ci siano quelle lungaggini burocratiche, che spesso bloccano questo tipo di attività, proprio all'interno di quel tavolo tecnico.
Però c'è un punto, e la collega Guarda l'ha già detto, di tensione anche in questo PDL. Perché? Perché ci sono Regioni che hanno messo molti più soldi. In Commissione ci è stato detto che il POR avrà vari fondi che potranno essere dedicati al tema delle Comunità energetiche, se non erro circa 10 milioni di euro era stato detto in Commissione. La cosa interessante però – e questo non è tema solo di oggi, ma è un tema forse più dell'assessore Calzavara – è il fatto che una Regione accanto a noi, tipo la Lombardia, abbia messo appunto 10.000.000 di euro per le Comunità energetiche tra il 2023 e il 2024 e che l'Abruzzo, che ha un quarto della nostra popolazione, solo per il 2021 ne abbia messi 40.000. È vero che ci è stato detto che abbiamo i soldi del POR. Il POR, per fortuna, supporterà le Comunità energetiche. È vero anche, lo dico più all'assessore Calzavara, che ogni volta che parliamo di temi importantissimi per questa Regione, il tema del bilancio, il tema di avere più risorse è il tema che in qualche modo mi tocca e devo sempre riportare in quest'Aula.
Poi, ci sono due temi su cui ho presentato due ordini del giorno, perché ne avevamo discusso in Commissione a lungo e io credo si possa fare un lavoro, non modificando il testo, che va bene, ma lavorando all'interno, invece, dei tavoli che il testo propone. Un ordine del giorno è sul tema della formazione, la formazione sia dei tecnici delle Amministrazioni comunali che avranno bisogno di avere un aggiornamento rispetto non solo a cosa sono le Comunità energetiche, ma anche a come fare per supportarle (questo è già nel testo), ma quello che chiede l'ordine del giorno (lo presento già, così poi non reinterverrò) è, prendendo spunto dal progetto di legge appena approvato in Emilia-Romagna, che il tavolo tecnico sia anche quel tavolo che riesce a coinvolgere degli operatori formativi che, senza costi per la Regione, perché magari esistono già delle strutture che lo fanno, possano facilitare e mettersi a disposizione. Penso anche agli Enti universitari.
L'altro ordine del giorno, invece, è per me ancora più importante. Abbiamo discusso molto nel PDL 97 di dove mettere la produzione di energia rinnovabile. Abbiamo citato, ricordo, anche su mia proposta, in quel progetto di legge, il tema delle Comunità energetiche. In questo progetto di legge, l'idea di mappare dentro il tavolo tecnico i tetti degli edifici pubblici, gli edifici pubblici e le aree di pertinenza pubblica, dove la Regione può farsi facilitatrice della produzione di Comunità energetiche rinnovabili sarebbe, io credo, un impegno da produrre proprio all'interno di quel tavolo tecnico affinché si possa, anche qui, virare la definizione di produzione di energia rinnovabile in luoghi che siano quelli di edifici pubblici, che tendenzialmente possono avere nei tetti o in aree di pertinenza delle Comunità energetiche e, quindi, va nell'ottica di produrre energia rinnovabile senza consumare, ad esempio, terreni agricoli.
Questo è un altro ordine del giorno che mi sembrava importante mettere come impegno, perché noi sappiamo che poi il tavolo tecnico tante cose le potrà fare, ma dare un impegno in quest'Aula affinché si arrivi a questo obiettivo io credo sia importante.
Ultimo tema. Ci sarà tempo di monitorare, ovviamente, l'andamento di questa legge. Come è stato richiesto anche da alcuni emendamenti, l'idea che si possa subito pensare che la promozione... Sono molto d'accordo con l'emendamento che è stato presentato dalla consigliera Guarda. In questo momento in cui si deve partire, nel 2022, il fatto che ci sia una dose di sostegno economico per i Comuni che devono promuovere questo tipo di iniziative credo sia importante, perché così l'anno prossimo noi potremo davvero avere delle comunità energetiche che si attivano, perché, come sempre, un conto è un progetto di legge ben scritto che rimane un po' però nelle mani solo della struttura regionale, un conto è un buon progetto di legge che poi arriva ai Comuni e i Comuni si mettono effettivamente a fare il lavoro che devono fare.
Per farlo c'è bisogno di un sostegno e io credo che l'emendamento vada proprio in questa direzione. Sono molto contenta e spero che l'Assessore possa recepirlo per dare subito un inizio potente, nel 2022, ad un progetto di legge su cui abbiamo tanto lavorato e credo che sia bene, insomma, dargli una bella spinta.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Consigliera Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È evidente, da quello che abbiamo sentito dal relatore, dal correlatore, dai colleghi che hanno fatto gli interventi successivamente che si tratta di uno dei progetti di legge più importanti che questo Consiglio regionale si accinge ad approvare.
Va ringraziato anche l'Assessore, il Presidente, perché sicuramente ha avuto un iter lungo, un iter partecipato e un iter che ha comunque in parte anche preso spunto da quelle che erano poi le proposte portate dai colleghi che avevano presentato i progetti di legge paralleli.
È altrettanto evidente che è così fondamentale perché la sfida energetica è la sfida del futuro, non solo, purtroppo, per quelli che sono i fatti, gli eventi che ci stanno attorno, come quello che è stato citato prima dal collega Zanoni, quindi la guerra in Ucraina, i cambiamenti climatici, ma perché è da anni che la natura ci dice "attenzione, siete in ritardo rispetto a questo tipo di investimenti". È altrettanto evidente che noi stiamo comunque aspettando i decreti e quindi questo anticipa e va bene, è fondamentale, quelli che poi saranno gli investimenti veri che ci troveremo a vedere, ci auguriamo all'interno del territorio.
Durante la discussione ci è stato ricordato che non c'è ancora una comunità energetica vera e propria all'interno del nostro territorio per le ragioni che ho appena detto, però per fare questo è anche fondamentale l'attività di formazione e di promozione di cui parlavano prima le colleghe, perché sono due gli elementi che vanno considerati, secondo me. Uno è di natura "tecnica", cioè di fronte a queste sfide spesso si affacciano anche persone che non sono propriamente trasparenti e quindi quando uno va ad approcciarsi all'aspetto energetico, agli investimenti energetici deve sapere cosa sta facendo, deve sapere qual è l'investimento. Il cittadino stesso deve essere consapevole, perché l'abbiamo visto con altri tipi di investimenti, dal fotovoltaico, ai bonus, quanto purtroppo ci sia l'aspetto speculativo e questo richiede un livello di vigilanza altissimo.
L'altro è che le comunità energetiche, che sono un investimento di democrazia altissimo, da una parte spalmano un vantaggio anche economico sulla comunità e dall'altra richiedono una grossissima responsabilità da un punto di vista anche morale di chi effettua l'investimento, scientifica e formativa. Quello che viene richiesto è di dire: cominciamo già, attraverso la cabina di regia, oltre che a mappare gli investimenti che la Regione stessa potrebbe promuovere e facilitare, anche a promuovere, attraverso gli Enti locali, dei momenti di consapevolezza dei vantaggi e delle complessità della comunità energetica stessa, per facilitare, nel momento in cui saremo nelle condizioni piene di farlo, di avviare gli investimenti e di ottenere quei vantaggi che sono indispensabili ora per la crisi che viviamo, ma sono un atto anche di consapevolezza morale di una Regione come il Veneto che sicuramente vuole rendersi promotrice di uno sviluppo imprenditoriale. Finalmente, forse, su questo magari il grande sogno è quello di finirla in qualche modo, anche come nazione, di non puntare su investimenti di tipo industriale, su piani industriali veri e propri. Di non essere più coloro che vanno in qualche modo a traino anche dell'Europa stessa o delle grandi potenze industriali nell'Europa stessa, ma di essere gli attori principali di una sfida che ci troviamo ad affrontare, forse con ritardo, ma che potrebbe portarci molto più in là da un punto di vista ambientale, da un punto di vista economico e da un punto di vista sociale di quello che anche ad oggi noi crediamo o riusciamo a vedere perché l'energia stessa di per ha dietro di sé comunque anche degli investimenti, ripeto, di natura imprenditoriale, fortissimi, che potrebbero ridare quello slancio dopo questa battuta di arresto che il Covid ci ha imposto, che un cambiamento ci ha imposto perché anche l'aspetto economico è un ciclo.
A un certo punto, quando si chiude un ciclo da qualche parte dobbiamo ricominciare. Dobbiamo ricominciare a investire, dobbiamo ricominciare a creare, dobbiamo ricominciare a vedere quali sono gli elementi su cui vale la pena ricominciare a investire e vale la pena ricominciare a ricostruire una comunità che ha bisogno di sognare, che ha bisogno di credere e che ha bisogno anche di rimanere unita su questi aspetti.
Mi auguro chiaramente che gli ordini del giorno proposti vengano accettati, perché, è vero, forse l'unico elemento di scontro è l'aspetto economico-finanziario. Comprendiamo quello che ci è stato detto in Commissione sul fatto che non c'è una comunità energetica, ma nello stesso tempo per farle nascere le comunità energetiche, per i motivi già detti, che non ripeto, c'è bisogno di un grossissimo investimento in formazione, in promozione e in consapevolezza.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo progetto di legge, che ha come finalità la costituzione delle comunità energetiche rinnovabili e la costituzione dei gruppi di autoconsumo di energie rinnovabili in forma collettiva, si inserisce a pieno titolo in quel processo di transizione energetica che è in atto nel nostro Paese e che vede in questo caso la Regione Veneto, gli Enti locali, le Istituzioni, ma anche le imprese e i cittadini coinvolti in questa attività finalizzata anche a individuare delle forme di efficientamento nuove, finalizzate ad una riduzione dei consumi energetici con un incentivo alle energie rinnovabili a scapito delle energie prodotte da fonti fossili.
L'elemento sicuramente interessante su cui fa leva questo processo, queste nuove politiche energetiche è rappresentato dalla dimensione comunitaria. La transizione in atto, la sostenibilità energetica fonda sulla dimensione, sul concetto di comunità e di collettività.
Le nuove prassi, la nuova mentalità che incomincia a prendere piede e che pone al centro le energie rinnovabili vede il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati che liberamente e in maniera volontaria cooperano e cooperano non per un profitto, ma per la produzione e per lo scambio di energia, cioè per l'autoconsumo. È questa la novità. Ciò può comportare un bilanciamento migliore in termini di produzione e di consumo di energia, ma anche una riduzione dei costi per il consumatore finale.
La Regione come interviene? La Regione interviene attraverso lo stanziamento di fondi, che servono anche per realizzare delle infrastrutture, materiali e immateriali. Un intervento della Regione avviene anche in termini di collaborazione con altri soggetti. Sto pensando all'ANCI, all'Associazione dei Comuni, come i Ministeri, oppure il GSE, cioè il gestore dei servizi energetici, per andare a definire dei processi e delle procedure che siano semplificate, perché in questo Paese abbiamo bisogno anche di avere dei procedimenti che, da un punto di vista delle autorizzazioni, siano sicuramente più semplici.
Noi attendiamo che la Giunta vada a definire, prossimamente, i termini per la costituzione e il funzionamento delle comunità energetiche e vediamo, naturalmente, con favore questa attività che vede i cittadini e le imprese coinvolti. Non una centralizzazione degli impianti, ma una distribuzione e una diffusione sul territorio.
Come Gruppo di Forza Italia sosteniamo questo progetto di legge, anche in linea con la posizione del nostro partito che, a livello nazionale, va a dare il proprio contributo, proprio perché si possano formare sempre di più le comunità energetiche. Un ringraziamento va all'Assessore, al Presidente della Commissione, a tutti i colleghi che si sono adoperati per la stesura di questo progetto di legge che, sicuramente, dà un contributo molto positivo alle politiche energetiche della nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Il tema di oggi è un tema che mi ha sempre interessato, già 20 anni fa, 25 anni fa.
Devo dire che, quando con il collega di Gruppo, Lorenzoni, mi è stato proposto di sottoscrivere questa iniziativa legislativa l'ho sottoscritta con grande convinzione. Poi ho visto che è partita l'iniziativa della Giunta che ha fatto una sintesi tra tre iniziative diverse.
È un tema di grande attualità oggi, ma che era anche una idea che avevo quando ero Sindaco, che avrei voluto attuare, ma mancavano gli strumenti allora, normativi, per farlo. Il mio sogno era quello di creare una comunità locale sfruttando tutte le fonti energetiche rinnovabili sul territorio, dall'acqua, alle piccole cadute d'acqua, all'energia eolica, a quella solare, a tutte le fonti e alle biomasse che c'erano nel territorio, perché il sogno – quando si è più giovani si è anche più sognatori, poi si diventa più realisti con l'età – era quello di creare l'autosufficienza energetica, usando ciò che la natura mette a disposizione nel proprio territorio.
In questi anni avevamo iniziato promuovendo il fotovoltaico, che era all'inizio, parliamo di 25 anni fa. Mi ricordo che per il primo contratto di fotovoltaico andavamo giù a fare a mano i conteggi, i conguagli all'Enel di Verona, e fu fatto nel mio paese. Poi avevamo fatto impianti di biomasse, che alimentano le scuole, gli edifici scolastici, una micro filiera locale, usando non quelle importate dall'estero, ma quelle prodotte nel territorio con un'azienda che è stata creata, privata, che ci forniva tutto.
Abbiamo fatto delle centraline di piccolo idroelettrico che sfruttavano la prevalenza, la caduta dell'acqua che veniva dalla montagna, scendeva lungo la valle e quella delle condotte dell'acqua potabile. Abbiamo fatto impianti di solare termico e soprattutto abbiamo fatto il primo impianto eolico del Veneto, impianto da un megawatt, 1,250 di potenza.
Eravamo stati un po' pionieri su questo. Mi fa piacere che, a distanza di anni, ormai questa cultura del cercare di sfruttare al massimo le fonti del territorio sia diventata anche una legge. Allora non avevamo questa possibilità della comunità energetica. Se ci fosse stata questa, la prima cosa che avrei fatto sarebbe stata, per tutti questi investimenti, invece di consegnare l'energia all'Enel, nella rete, l'avrei condivisa. La mia idea di allora era quella di chiedere la partecipazione dei cittadini, ma non c'era lo strumento per farlo cioè mettere insieme la comunità e dire: "cari cittadini, care imprese, eccetera, facciamo una comunità insieme, realizziamo degli impianti, il pubblico vi dà una mano e insieme poi voi diventate i fruitori, i clienti e anche i destinatari di questa energia che viene autoprodotta sul territorio".
Credo che arrivare oggi, a distanza di tanto tempo, con degli strumenti normativi adeguati per raggiungere quell'obiettivo, sia un punto importante. C'è stata una maturazione culturale, c'è stata una maturazione anche legislativa, che ha portato a dare questi strumenti sui quali io credo molto. Ci credo molto, soprattutto in un momento come questo, dove sappiamo qual è la nostra dipendenza da idrocarburi, la dipendenza dall'estero, quindi autosufficienza energetica significa libertà in tutti i sensi. Si è liberi quando si hanno le energie, quando si hanno le materie prime.
Come amministratori pubblici, abbiamo il compito di promuovere, di coordinare. Mi è piaciuto il fatto che non dobbiamo, come Regione, intervenire per fare il solito baraccone che vuole andare ed entrare dappertutto. La Regione ha il compito di dare delle norme, promuoverle, condurle, sburocratizzare, creare le forme, le iniziative, perché si associno le imprese e i cittadini tra loro. Ecco, dobbiamo creare tutte le condizioni perché il privato possa lavorare nel migliore dei modi senza sostituirsi ad esso per non fare aggravare ulteriori costi.
Ora ci rimane, dopo aver approvato questa legge, il compito sia da parte dell'esecutivo, come Giunta, di dare quanto prima degli indirizzi operativi, ma anche, da parte di ogni singolo Consigliere nei territori, di fare un'azione promozionale di questi strumenti e soprattutto di coinvolgimento dal basso delle varie comunità, perché queste potrebbero rappresentare un obiettivo importante per il nostro territorio, per l'autosufficienza energetica del nostro territorio. Quantomeno è un contributo importante, non esaustivo perché il tema dell'autosufficienza energetica e delle fonti rinnovabili è un tema di lungo periodo, quindi non è che oggi non servano le altre fonti energetiche.
Volevo concludere l'intervento ricordando un altro aspetto, forse dimenticato, di cui il Veneto è particolarmente ricco: la geotermia. Noi abbiamo la fortuna di avere sotto terra, in tutto il Veneto, dal veronese fino al trevigiano, una risorsa; abbiamo il petrolio sotto terra, che è costituito dall'acqua calda, e a profondità non tanto grandi, come invece in altre zone. Anche questo, secondo me, è un tema che andrebbe guardato con le dovute cautele, però credo che avere questa risorsa, che si rigenera grazie al calore emesso all'interno della terra e si genera di continuo, e cercare di utilizzarla di più, sia una frontiera aperta. Non dico solo per usi termali, ma anche per riscaldare altra acqua, quindi per usi energetici.
Credo che sia un tema che dovrebbe essere approfondito, perché abbiamo questa grande fortuna che proprio nel Veneto – non tutte le Regioni ce l'hanno – abbiamo questa risorsa disponibile a profondità più accessibili e anche in quantità rilevante, con una grande potenzialità.
Quindi, ben vengano leggi come queste e soprattutto ben venga un'attività amministrativa che seguirà dalla Giunta per promuovere queste nuove fonti, in modo tale, come dicevo all'inizio, da migliorare l'autosufficienza e quindi la libertà di tutti noi, affinché non dipendano sempre dalle questioni internazionali le vicende della nostra economia.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io per fare dei doverosi ringraziamenti, prima di tutto all'assessore Marcato, che ha preso a cuore questo tema, e anche ai colleghi che hanno deciso di sottoscrivere delle proposte di legge, in primis Arturo Lorenzoni, che è relatore della proposta ed è fautore di una proposta a parte, che è stata molto apprezzata e che ho deciso di sottoscrivere.
È una legge molto importante per il nostro territorio, che si va ad inserire in un solco già tracciato da altre Regioni, quindi è bene che anche il Veneto faccia la propria parte su questo tema.
Come rappresentante di un movimento che fa da anni campagna su queste tematiche, dico che è molto importante che oggi si voti una proposta sulle Comunità energetiche. Sapete che il Movimento da quando è nato si occupa – anzi se ne occupava da prima che nascesse – di questi temi. Le energie rinnovabili erano e sono ancora una bandiera del Movimento, l'economia circolare, l'autoproduzione di energia. Ricordo benissimo quando parlavamo di abitazioni, di singole abitazioni che potessero autoprodurre energia e autosostentarsi. Questo era uno dei nostri pilastri ed è un sogno, come diceva il consigliere Valdegamberi. È un sogno, sicuramente, ma bisogna crederci e cercare di realizzarlo, perché il futuro va in questa direzione.
Penso ai gruppi di acquisto solidale e ricordo benissimo tantissime iniziative in questo senso, proprio per favorire gli acquisti multipli, in modo tale da abbattere le spese per tutti i cittadini, ed era un aiuto grandissimo per tutte le famiglie.
A distanza di dieci anni dalla nascita del Movimento si è capito che queste intuizioni, queste idee erano assolutamente originali, erano buone e sono lungimiranti, lo sono diventate, e finalmente si è capito che è meglio investire e incentivare piccoli impianti piuttosto che grandi impianti di produzione di energia, che sono anche molto impattanti sul territorio.
E bisogna collocare tutto questo in tempi di guerra, come quelli che stiamo vivendo. Una guerra che ha prosciugato e sta prosciugando le nostre risorse economiche; una guerra che ci ha fatto scoprire anche il lato brutto, ovvero oggi si sta parlando di carbone, quindi di ritorno alle centrali inquinanti del passato. È la forma più inquinante di energia che possiamo ricavare, quella dal carbone.
Questo delle Comunità energetiche può essere un aiuto vero e proprio alle famiglie, anche se è una goccia nel deserto, ma capite bene che può essere un piccolo grande aiuto, in tempi in cui si sta tornando in parte al fossile. Quindi, puntare sulle energie rinnovabili è sempre più economico e sostenibile. Considerati i tempi in cui viviamo, vedremo anche quest'inverno i costi dell'energia schizzare alle stelle; non possiamo più continuare a incentivare gas e fonti fossili e, soprattutto, non possiamo più permettercelo come Paese Italia.
Ritengo anche che si debba fare un piccolo passo in più e dobbiamo far conoscere meglio questa opportunità ai cittadini. Finché se ne parla nelle aule del Parlamento o in quest'Aula, riusciamo a fare poco, in termini soprattutto di conoscenza.
Ho presentato un ordine del giorno, che dopo ovviamente descriverò più nel dettaglio e che chiedo all'Assessore di esaminare, quindi di darmi una risposta. Credo che serva a creare un fondo ad hoc per la promozione dei gruppi di autoconsumo collettivo. Vedete, all'interno della proposta di legge è stanziata una somma che è, a dir poco, una bazzecola: 10.000 euro. Penso, Assessore, che questa cifra non sia utile a fare granché. Bisogna fare assolutamente di più, quindi ho chiesto che venga creato un apposito fondo con risorse adeguate, creando uno spazio all'interno del bilancio regionale e cercando delle somme proprio per favorire la produzione di queste comunità e di questi gruppi.
Ringrazio cordialmente e spero che la proposta sia accettata da tutti. Ovviamente, il mio voto sarà favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Zanoni, lei è già intervenuto.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sul Regolamento, Presidente.

PRESIDENTE

Sul Regolamento, va bene.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Come avranno notato anche altri, ho notato una presenza aliena, politicamente parlando, in Aula, nei banchi dell'opposizione. Quindi, mi stavo chiedendo se fosse uno degli effetti collaterali di quello che è successo a Verona, visto che il collega è veronese oppure...

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.
È stato depositato l'emendamento n. 7 da parte del correlatore, quindi do tre minuti per eventuali subemendamenti.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Marcato.
Prego, Assessore.

Ass.re Roberto MARCATO

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Volevo solo approfittare della vostra attenzione per ringraziare quelli che hanno lavorato a questo provvedimento, in particolar modo il presidente Andreoli della Terza Commissione e i Consiglieri con cui ho avuto modo di relazionarmi in questi mesi, Arturo Lorenzoni, Elena Ostanel e Cristina Guarda. Li cito non a caso, anche perché loro sono stati i promotori di altri progetti di legge sempre sulle comunità energetiche.
Devo esprimere una grande soddisfazione, perché credo che sia questo uno dei rari momenti in cui c'è una condivisione assoluta del Consiglio su un provvedimento strategico, così importante e così contingente come quello che stiamo per votare.
Condivido le preoccupazioni di qualche Consigliere che ha fatto notare l'esigua somma di bilancio destinata alla promozione. Le condivido e ricordo che è stato presentato un emendamento da parte della consigliera Ostanel per rimpinguare quel capitolo, che mi sembra assolutamente condivisibile – consigliera Guarda, non Ostanel, scusi, ma prima avevo risposto alla Ostanel dicendo che avevo paura che mi chiedesse altri soldi – e la ringrazio per questo.
Devo anche dire che nella nuova programmazione comunitaria ho messo comunque 10 milioni di euro destinati esclusivamente alle comunità energetiche. Queste saranno anche, ovviamente, uno degli elementi di centralità del nuovo Piano energetico a cui stiamo lavorando. È ovvio che sarà cura da parte del sottoscritto – con la benedizione assoluta di sua maestà il collega Calzavara, Assessore al bilancio, se mi darà il suo benestare – di trovare ulteriori risorse per queste iniziative, sia per la promozione che per la costituzione delle comunità energetiche, perché credo che questa sia una priorità assoluta. Non serve che ve lo dica io, questo è il tema dell'agenda politica non solo locale, ma nazionale ed europea, e vorrei dire mondiale. Credo, quindi, che sia giusto dare una copertura adeguata al riguardo.
Volevo solo esprimere la mia soddisfazione e ringraziarvi tutti per questo grande esempio di responsabilità amministrativa e politica. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Direi di chiudere la discussione generale. Ci sono degli emendamenti, quindi sospendiamo la seduta dieci minuti per dare alla Commissione il tempo di dare un parere sugli emendamenti.
Riprenderemo alle ore 16.36.
La Seduta è sospesa alle ore 16.26
La Seduta riprende alle ore 16.43

PRESIDENTE

Colleghi, vi invito a prendere posto, così iniziamo.
Siamo sugli emendamenti.
Emendamento n. B0001 presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
Alla fine del comma 1 dell'Articolo 1 dopo la parola: "(PNIEC)" aggiungere le parole: "e nel Piano per la Transizione Ecologica approvato con Delibera del Comitato interministeriale per la transizione ecologica 1/2022 pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 138 del 15 giugno 2022".
Il collega lo dà per letto.
Ci sono dichiarazioni di voto?
Il parere è favorevole.
Metto in votazione l'emendamento n. B0001. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0002 presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 1, comma 2, modificativo, che prevede:
Al comma 2 dell'Articolo 1 dopo le parole: "al fine di superare l'utilizzo di" sono soppresse le parole "energie prodotte da".
Il collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. B0002. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 1. Ci sono dichiarazioni di voto?
Metto in votazione l'articolo 1, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0003 presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 3, comma 3, lettera a), modificativo, che prevede:
Alla lettera a) del comma 3 dell'Articolo 3, dopo la parola: "AERAC" aggiungere le seguenti parole: "oggetto di contributi da parte dell'amministrazione regionale".
Lo vuole presentare? Il collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. B0003. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0004 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 3, rubrica Promozione e sostegno della costituzione delle CER e degli AERAC, comma 3, lettera A), modificativo, che prevede:
Alla lettera a) del comma 3 dell'articolo 3, dopo la parola "AERAC" sono inserite le seguenti parole: ", attribuendo priorità ai comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, nonché disciplinando il finanziamento integrale degli oneri di costituzione e di avvio.".
Lo vuole illustrare? Si prenoti, per cortesia.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Già fatto da tempo. Grazie mille. Per una volta sono stata precisa.
Colgo l'occasione di questo emendamento, che so essere bocciato, per spiegarvi perché l'ho presentato, affinché magari possa essere d'aiuto per la definizione, con il nuovo anno, di come andare a investire le risorse non soltanto per investimenti, ma anche le spese correnti per aiutare in particolar modo i Comuni nella realizzazione, nella definizione di progetti di Comunità energetiche.
In questo caso, c'è un evidente riferimento a una misura che in questo momento è importante, che è quella del PNRR. Al momento, l'aiuto si limita ai Comuni fino a 5.000 abitanti, cosa positiva, ma comunque impegnativa e onerosa per loro. Magari ci sono dei Comuni che hanno più strumenti, anche da un punto di vista operativo, per coordinare la partenza di una CER, che sono esclusi da questo sistema di finanziamento. Di conseguenza, consiglio alla Regione, come è stato fatto durante la Commissione, di investire dove, a livello nazionale, non si arriva. Questo è il punto n. 1.
Il punto n. 2 è quello di inserire nei propri obiettivi di aiuto, di sostegno del territorio anche il sostegno di quelle che possono essere le spese di avviamento, gli oneri di costituzione, le spese legali, gli studi di fattibilità tecnico-economica. Questo per un motivo molto semplice. In questa logica, è evidente che, con le risorse che al momento stanziamo (per quest'anno, il prossimo e l'anno successivo), l'importante non è garantire il sostegno economico e finanziario di tutto l'intervento di realizzazione dell'impianto fotovoltaico, a supporto, poi, dopo, di una singola CER (250.000 euro all'anno, evidentemente, non ti consentono questo), quanto, magari, aiutare nelle spese iniziali, di progettazione piuttosto che nelle spese legali, eccetera, in modo tale che il Comune non debba affrontarle e, magari, riesca ad attivare un percorso virtuoso, utile anche a fare in modo che rispetto ai costi di realizzazione dell'impianto, che per il Comune sono onerosissimi (l'IVA è un costo; i tabellari provinciali sono sicuramente limitanti e determinano costi più onerosi rispetto al mondo dell'impresa, eccetera), vengano aiutati a indirizzarsi verso un sistema di messa in rete, facilitando la compartecipazione all'interno della CER di altre strutture, dalle utilities, citate anche all'interno di questa norma, piuttosto che fondi, piuttosto che privati che contribuiscono, anche da un punto di vista economico, e fare in modo che il Comune, invece, attraverso uno studio, anche da un punto di vista giuridico, normativo, tecnico, riesca a compartecipare, mettendo a disposizione le proprie superfici, senza, quindi, magari essere direttamente responsabile dell'investimento nella totalità dell'impianto.
Questa può essere una scelta utile per alcuni Comuni che, magari, non hanno le risorse disponibili dei grandi Comuni, quindi per i piccoli Comuni che hanno, invece, superfici utili a mettere in rete la produzione di energia, ma non hanno la disponibilità economica e la serenità di affrontare mutui importanti, debiti importanti per realizzare l'impianto.
Volevo condividere questo approccio per fare in modo che, magari, nel prossimo futuro, nel momento in cui verranno definiti i modi con cui aiutare le realtà locali, si prenda in considerazione un metodo di approccio che non veda per forza il pubblico essere il finanziatore dell'opera, ma compartecipante, quindi alleggerito da responsabilità che, evidentemente, in questo caso, richiedono investimenti notevoli. Non è che la Regione, ovviamente, con le risorse sicuramente messe in campo adesso, ma anche se dovesse, in futuro, metterne di più, riuscirà a dare respiro a tutti i Comuni sopra i 5.000 abitanti del Veneto. Questo è l'intento, in modo tale da fare in modo che le risorse vengano spese bene e non soltanto per pochi.

PRESIDENTE

Grazie.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0004. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0005 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 3, rubrica Promozione e sostegno della costituzione delle CER e degli AERAC, comma 4, lettera A), modificativo, che prevede:
Alla lettera a) del comma 4 dell'articolo 3 dopo le parole "collaborazione con" sono inserite le seguenti parole: "gli operatori nonché".
Lo vuole illustrare? La collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. B0005. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0006 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 3, rubrica Promozione e sostegno della costituzione delle CER e degli AERAC, comma 4 bis (aggiuntivo), aggiuntivo, che prevede:
Dopo il comma 4 dell'articolo 3, è aggiunto il seguente comma:
"4 bis Gli schemi dei protocolli di cui al comma 4 sono adottati sentita la competente commissione consiliare.".
La collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. B0006. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo, ora, sull'articolo 3.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 3, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 4.
Dichiarazioni di voto? Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 5.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 6.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 7.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0007 presentato dal consigliere Lorenzoni, articolo 8, comma 2, sostitutivo, che prevede:
Il comma 2 dell'articolo 8 è così sostituito:
"2. Agli oneri derivanti dall'applicazione dell'articolo 3, comma 2, relativamente alle attività correlate alla promozione, facilitazione, costituzione e diffusione delle CER e dei gruppi AERAC, quantificati in euro 100.000,00 per l'esercizio 2022 si fa fronte con le risorse allocate nella Missione 17 "Energia e diversificazione delle fonti energetiche", Programmazione 01 "Fonti Energetiche", Titolo 1 "Spese correnti" del bilancio di previsione 2022-2024 la cui dotazione viene aumentata riducendo contestualmente di euro 100.000,00 per l'esercizio 2022 il fondo di cui all'articolo 7, comma 1, della legge regionale 20 dicembre 2021, n. 36 , allocato nella Missione 20 "Fondi e accantonamenti", Programma 03 "Altri fondi", Titolo 1 "Spese correnti" del bilancio di previsione 2022-2024.".
Scheda finanziaria:
MISSIONE
PROGRAMMA
Legge regionale di spesa
2022
Variazione proposta
2023
Variazione proposta
2024
Variazione proposta
Missione 17
Programma 17.01
Articoli 3, comma 2, e 8, comma 2, pdlr n. 82
+100.000,00
   
Missione 20 FONDI E ACCANTONAMENTI
Programma 2003 ALTRI FONDI
L.R. 20 dicembre 2021 36 ART. 7, comma 1
-100.000,00
   
Per l'anno 2022 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza
     
Lo vuole illustrare? Il collega lo dà per letto.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Presidente, chiedo alla consigliera Guarda di illustrarlo.

PRESIDENTE

Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Non so perché le mie richieste non le arrivino. Nessun problema. Mi dispiace del misunderstanding.
Questo è un emendamento con cui abbiamo cercato di venire incontro al reciproco desiderio di trovare più risorse immediate per quest'anno. Questo nella parte operativa, che è quella che ci consente immediatamente di fare l'operazione di promozione di educazione alle Comunità energetiche, di cui vi parlavo all'inizio. È necessaria perché ‒ come vi dicevo ‒ è gravissima la situazione di ritardo, non soltanto dei decreti del Ministero competente, ma anche di ARERA, che ‒ ribadisco ‒ annuncia di provvedere alla parte di indirizzo di sua competenza entro il 2023. Era già scaduto il termine, consigliere Pan, magari anche lei potrà intervenire a livello nazionale per fare in modo che questo possa essere superato. Proprio perché questo ritardo ci impedisce di intervenire oggi con progetti immediati di realizzazione e rallenta la realizzazione pratica delle CER, oggi è necessario intervenire con la promozione.
Per questo, verificando all'interno del report e con gli uffici competenti la possibilità di stanziare risorse ulteriori in spesa corrente, vi propongo 100 milioni di euro... Mi dà alla testa l'energia! 100 milioni di euro li potremmo investire per ben altre cose! Detto questo, 100.000 euro, invece, li possiamo stanziare per fare attività di promozione in aggiunta ai 10.000 previsti dal testo arrivato oggi in Aula.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. B0007, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo ora sull'articolo 8.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 8, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'ultimo articolo, il 9.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Metto in votazione l'articolo 9.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora agli ordini del giorno.
ODG n. B0008

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "La Regione del Veneto preveda nel prossimo bilancio un fondo per l'autoconsumo collettivo di energia rinnovabile" in occasione dell'esame del progetto di legge relativo a "Promozione dell'istituzione delle comunità energetiche rinnovabili e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sul territorio regionale". (Progetti di legge n. 61, 66 e 82) APPROVATO (Deliberazione n. 95/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- come si legge nella relazione accompagnatoria del progetto di legge in discussione: "l'autoconsumatore di energia rinnovabile è ad oggi un cliente finale che, operando in propri siti ubicati entro confini definiti, produce energia elettrica rinnovabile per il proprio consumo e può immagazzinare o vendere energia elettrica rinnovabile autoprodotta purché, per un autoconsumatore di energia rinnovabile diverso dai nuclei familiari, tali attività non costituiscano l'attività commerciale o professionale principale. L'impianto di produzione dell'autoconsumatore di energia rinnovabile può essere di proprietà di un soggetto terzo e/o gestito da un soggetto terzo, purché il soggetto terzo resti soggetto alle istruzioni dell'autoconsumatore di energia rinnovabile.";
- la diffusione dell'autoconsumo in forma collettiva, come gruppo di almeno due autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente e si trovano nello stesso edificio o condominio, viene promossa, sostenuta e favorita dalla Regione: entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge oggi in discussione la Giunta regionale individuerà i criteri e le modalità di attuazione delle misure di sostegno.
CONSIDERATO CHE:
- l'autoproduzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili rappresenta una forte opportunità di sviluppo locale in chiave di sostenibilità ed economia circolare e il diffondersi dei gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, attraverso la produzione e lo scambio di energia generate da fonti rinnovabili, contribuirà ad abbattere i costi energetici per i cittadini, oramai sempre più alti e insostenibili, diminuendo contemporaneamente l'utilizzo delle fonti più inquinanti.
Tutto ciò premesso e considerato,
impegna la Giunta regionale
a prevedere nel prossimo bilancio regionale, fra le misure di cui all'articolo 3 "Promozione e sostegno della costituzione delle CER e degli AERAC", un fondo specificatamente diretto a promuovere i gruppi di autoconsumo collettivo, che sia adeguato, da un punto di vista finanziario, per raggiungere gli scopi di promozione e sostegno di questo importante strumento, collettivo e mutualistico, di produzione e distribuzione di energia".
La collega Baldin lo dà per letto.
Metto in votazione l'ODG n. B0008, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. B0009

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Guarda, Zottis, Camani, Bigon, Lorenzoni e Montanariello relativo a "Promuovere la formazione sulle CER sia verso il personale degli enti locali che verso tutte le professionalità coinvolte nella filiera" in occasione dell'esame del progetto di legge relativo a "Promozione dell'istituzione delle comunità energetiche rinnovabili e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sul territorio regionale". (Progetti di legge n. 61, 66 e 82) APPROVATO (Deliberazione n. 96/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- il testo di legge unificato relativo alla "Promozione dell'istituzione delle comunità energetiche e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sul territorio regionale" vuole essere uno strumento che aiuta la diffusione di tali strumenti nel territorio regionale;
- secondo molti esperti che seguono queste tematiche, risulta di fondamentale importanza avere nei comuni del personale con una formazione specifica, che possa aiutare a far nascere efficacemente le CER e le AERAC;
CONSIDERATO CHE:
- la recente Legge Regionale 27 maggio 2022, n. 5 della Regione Emilia Romagna "Promozione e sostegno delle Comunità Energetiche Rinnovabili e degli Autoconsumatori di Energia Rinnovabile che Agiscono Collettivamente", al comma 2 dell'art. 3 prevede che "La Regione promuove e incentiva, anche attraverso le programmazioni regionali, iniziative per la formazione e il rafforzamento delle competenze degli enti locali e delle professionalità coinvolte nelle procedure di avvio, costituzione, gestione ed animazione delle comunità energetiche rinnovabili anche in collaborazione con le Università e i Laboratori della rete alta tecnologia".
- La lettera c) del comma 4 dell'art. 3 del testo di legge in discussione prevede la "promozione di protocolli di intesa con i Comuni o le associazioni di Comuni per semplificare e uniformare i procedimenti autorizzatori";
impegna la Giunta regionale
A fare in modo che tali protocolli prevedano anche azioni che concretizzino attività di formazione dedicate sia al personale degli enti locali che a tutte le professionalità del territorio coinvolte nelle procedure di avvio, costituzione, gestione ed animazione delle comunità energetiche rinnovabili, anche in collaborazione con le Università che altri Enti dotati di adeguata competenza".
Diamo per letto l'ODG.
Metto in votazione l'ODG n. B0009, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. B0010

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Ostanel relativo a "Mappare tetti di edifici pubblici e aree pubbliche che possono essere messi a disposizione per l'installazione di impianti a servizio delle comunità energetiche rinnovabili" in occasione dell'esame del progetto di legge relativo a "Promozione dell'istituzione delle comunità energetiche rinnovabili e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sul territorio regionale". (Progetti di legge n. 61, 66 e 82) APPROVATO (Deliberazione n. 97/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- il testo di legge unificato relativo alla "Promozione dell'istituzione delle comunità energetiche e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sul territorio regionale" vuole essere uno strumento che aiuta la diffusione di tali strumenti nel territorio regionale;
- risulta di fondamentale importanza il ruolo dei vari soggetti pubblici, che possono, tra le altre cose, mettere a disposizioni superfici coperte e aree pubbliche per l'installazione degli impianti a servizio delle comunità energetiche rinnovabili;
CONSIDERATO CHE:
- la recente Legge Regionale 27 maggio 2022, n. 5 della Regione Emilia Romagna "Promozione e sostegno delle Comunità Energetiche Rinnovabili e degli Autoconsumatori di Energia Rinnovabile che Agiscono Collettivamente", al comma 5 dell'art. 3 prevede che "al fine di promuovere la produzione e l'uso di energia rinnovabile, la Regione e gli enti locali individuano, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, i tetti degli edifici pubblici e le aree pubbliche in disponibilità dei suddetti enti da mettere a disposizione anche di terzi per l'installazione degli impianti a servizio delle comunità energetiche rinnovabili".
- La lettera c) del comma 4 dell'art. 3 del testo di legge in discussione prevede la "promozione di protocolli di intesa con i Comuni o le associazioni di Comuni per semplificare e uniformare i procedimenti autorizzatori";
impegna la Giunta regionale
A fare in modo che tali protocolli d'intesa con i Comuni, e con eventuali altri soggetti pubblici, prevedano anche la mappatura dei tetti e delle aree pubbliche in disponibilità degli enti locali da mettere a disposizione anche di terzi per l'installazione degli impianti a servizio delle comunità energetiche rinnovabili".
Lo vuole illustrare? Lo diamo per letto.
Metto in votazione l'ODG n. B0010 con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto sul provvedimento?
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Solo per ribadire il voto favorevole nei confronti di questo progetto di legge, che ha trovato, veramente, un appoggio ampio all'interno dell'Aula. Di questo sono riconoscente all'assessore Marcato perché è stato molto laico nell'accettare i contenuti del progetto di legge, che abbiamo presentato insieme alla collega Ostanel, al collega Zanoni e al collega Valdegamberi e anche nei confronti delle proposte della collega Guarda. Credo che questo sia un segno di operatività.
Concordo con quanto è stato detto nella discussione generale da parte dei colleghi circa il fatto che questo progetto di legge rappresenti una linea operativa per le future scelte di investimento in questa Regione, chiara e molto importante. Per cui, ecco, mi auguro che si trovi l'unanimità nel voto di oggi.
Il sostegno da parte mia, ma mi pare da parte di tutti i colleghi di opposizione, è forte. Mi piace ricordare che questo provvedimento a livello nazionale nasce da un'idea di un veneto, il senatore Girotto, a cui va la riconoscenza di essere stato il primo ad aver sostenuto questo tipo di organizzazione nella fornitura dei servizi energetici e di aver visto lungo, a suo tempo, e della Presidente della Commissione Energia e Industria del Senato, sui nuovi modelli organizzativi del settore.
Oggi mettiamo un altro tassello nel passaggio verso un nuovo sistema energetico. Io mi auguro che veramente la struttura che ha lavorato a questo progetto si trovi nei prossimi mesi oberata dalle richieste di nuovi operatori che vogliono mettere in atto delle comunità energetiche. Sono convinto che sia la risposta più efficace al momento di fortissima crisi. I prezzi che stiamo pagando sono veramente fuori da qualsiasi scenario prevedibile solo un anno fa.
Mi auguro che riusciamo a dare delle risposte efficaci mettendo a disposizione tutta la nostra capacità di decisori pubblici nel sostenere le iniziative che i privati vorranno avviare.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Consigliera Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Il voto di Europa Verde sarà un voto favorevole a questo progetto di legge. È un progetto di legge che è stato costruito con estrema condivisione e con un buon iter, nonostante il primo stop dello scorso anno che ci ha ovviamente obbligati a rimodellare la legge alla luce dell'aggiornamento del decreto. Non era scontato, però, per quanto mi riguarda, il voto favorevole, perché creare un buon contenitore senza adoperarlo subito e adeguatamente non avrebbe consentito di rendere onore agli intenti che ci siamo dati in maniera comune presentando i tre progetti di legge in Commissione Terza.
Apprezzo molto il fatto che si sia dato l'okay all'emendamento con l'aumento di risorse per l'attività di promozione, proprio perché ci consente oggi di essere operativi. E poi un appello, come fatto in Commissione sia all'assessore Marcato, ma anche all'assessore Calzavara, di cominciare a pensare, anzi sicuramente avrete già iniziato a pensare al prossimo bilancio in modo tale da dare gambe a questa legge. Il timore che non abbia sufficiente spinta e rimanga un contenitore incapace di arrivare a destinazione c'è per quanto mi riguarda e l'ho visto in altri progetti di legge che anche nella scorsa legislatura ho affrontato e abbiamo votato all'unanimità in questo Consiglio, riferiti ad altri strumenti, ovviamente. Però, qui c'è una spinta e un'emergenza da un punto di vista energetico-ambientale che davvero ci deve responsabilizzare nel fare in modo che l'autonomia energetica ci sia e parta a livello locale attraverso questi strumenti, anche alla luce del fatto che il 2024 è una data sostanzialmente definitiva per l'interruzione della metodologia dello scambio sul posto. Per cui, chiunque abbia un impianto oggi in essere, attivato magari nella fine del primo decennio degli anni Duemila, con tutta l'innovazione della creazione di energia, della compravendita di energia dai soggetti produttori autonomi e anche autoconsumatori, se entro il 2024 noi questi impianti non li avremo messi in rete, ci sarà un evidente svantaggio per chi li ha realizzati in passato e quindi noi siamo responsabili di questa attività di promozione e di facilitazione di realizzazione.
Grazie, quindi, di questo okay. Ci rivediamo nel bilancio per una discussione rispetto alle risorse che dal 2023 in poi si potranno stanziare per questo importantissimo obiettivo.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come già preannunciato dal collega Zanoni in fase di discussione, il nostro voto sarà favorevole. L'ho già detto prima: è una discussione che è stata lunga. Ricordo che tutto sommato era iniziata anche nel precedente mandato in cui l'assessore Marcato, durante la discussione del Documento di economia e finanza, aveva detto: "Aspettiamo a proporre ulteriori mozioni, ordini del giorno, perché stiamo elaborando una nuova legge per il Veneto" ed è stato di parola.
Sicuramente è stato un percorso fatto in modo obiettivo e anche seguito dalle indicazioni di livello europeo e di livello nazionale, che in alcuni momenti non ci hanno permesso probabilmente di andare alla velocità con cui saremmo dovuti andare rispetto alle necessità che emergono.
Il nostro sarà un voto favorevole perché comunque la legge è completa e considera quello che dicevo in fase iniziale: la necessità di ricominciare a investire su assi strategici come quello dell'energia. È favorevole perché sono state accolte comunque le indicazioni dei colleghi, che ringrazio, dalla collega Ostanel, al collega Lorenzoni, alla collega Guarda, che sono stati i presentatori di progetti di legge paralleli, per il fatto di prendersi un impegno in quello che è il collegamento con la comunità veneta, perché è evidente che il ruolo della Regione è un ruolo di facilitazione, non è un ruolo di investimento vero e proprio. È un ruolo di promozione, è un ruolo di consapevolezza e quindi questo sarà un po' poi il giudizio nel bilancio del prossimo anno per capire se ci crediamo veramente o non ci crediamo.
È un voto di fiducia perché fino ad oggi possiamo dire che comunque sono stati mantenuti alcuni paletti dati, ma è anche un voto di speranza per la comunità veneta. Come Partito Democratico lo avevamo dimostrato anche portando degli apporti proprio sul campo energetico, con emendamenti precisi, ma anche con studi precisi in campo di energia. Ci crediamo e crediamo possa essere una svolta, lo ripeto, di natura anche industriale rispetto a quel motore che ha bisogno di riprendersi e che ha bisogno di restituire questo sogno e questa speranza anche alle nuove generazioni.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Andreoli, prego.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Lasciatemi esprimere la soddisfazione personale per questo progetto di legge che vede la luce e che arriva, a mio avviso, in un momento più che opportuno per gli ovvi motivi e le congiunture geopolitiche che stiamo attraversando. È una risposta, la comunità energetica, alle nuove povertà. L'abbiamo detto, l'ha detto chi mi ha preceduto.
In Occidente, nei Paesi ricchi (come siamo noi) non è la fame magari l'emergenza o la povertà quanto più la disponibilità di corrente elettrica, la possibilità di farsi una doccia calda, di riuscire a pagare le bollette per mantenere questi bisogni, queste esigenze primarie. Anche l'acqua in questo momento è una criticità e la sua mancanza è una povertà che si sta facendo sempre più spazio, ahimè. Ci auguriamo tutti che queste comunità si sviluppino e aumentino di numero in maniera esponenziale nei prossimi mesi, nei prossimi anni.
A me vengono in mente alcuni esempi di quanto potrebbero funzionare bene questi strumenti. E penso soprattutto alle scuole. Le scuole sono queste strutture che spesso hanno le coperture piane non utilizzate tante volte per alloggiare impianti fotovoltaici che produrrebbero energia, soprattutto nei mesi estivi, giustamente, giugno, luglio, agosto e settembre, quando le scuole sono di fatto chiuse e quell'energia non la consumerebbero. Potrebbero, quindi, condividerla e avere un tornaconto economico, questa incentivazione di cui abbiamo parlato, e avere quindi un tesoretto poi per rendersi più moderne, adeguare le proprie strutture e magari comprare i computer nuovi ai ragazzi e fare un lavoro migliore, un servizio migliore.
Poi, c'è tutto il mondo dei condomini, perché anche questi hanno tante volte un impianto centralizzato che produce di giorno quando il più delle volte ovviamente i residenti sono al lavoro, non sono in casa e quindi magari non lo utilizzano. Anche quell'energia, se ceduta, potrebbe creare un tesoretto e permettere di avere un'entrata sul conto corrente condominiale che andrebbe ad abbattere, di fatto, le rate e alleggerire la pressione sulle famiglie, sui cittadini in questo periodo difficile.
Ovviamente, questa energia ceduta da chi non la utilizza magari in quel momento è a sua volta un sollievo per le attività produttive che, per rimanere competitive, hanno bisogno di pagare meno l'energia necessaria alla propria attività.
Quindi, c'è da ripetere il concetto che pochi cittadini ancora conoscono questo strumento. Qui dobbiamo essere incisivi nella promozione e nella ridondanza del messaggio, perché deve arrivare a tutti. È una questione di democrazia, è stato detto, democrazia energetica. Quindi, tutti devono saperlo e tutti devono accedervi.
Le autorizzazioni sono tante volte in Italia un problema, quindi c'è una burocrazia da snellire. Questo è il senso anche della legge, l'abbiamo detto, quindi protocolli con distributori di energia, con i Comuni, gli Enti locali, le Sovrintendenze. Sappiamo che quasi sempre le comunità energetiche riguardano il fotovoltaico, quindi c'è anche un impatto paesaggistico, architettonico, a volte non trascurabile.
Sul tavolo tecnico regionale, molto bene, perché si concentrerà anche sulla riduzione degli sprechi, quindi dei consumi, che non sono meno importanti della produzione dell'energia, è bene sempre ribadirlo.
Queste isole energetiche che tendono all'autosufficienza energetica noi le immaginiamo, magari, come aggregate e compatte. In realtà, come sappiamo, basta che siano collegate dalle cabine di media e bassa tensione. Quindi, possiamo veramente lavorare molto di fantasia per mettere in rete le persone, per mettere in rete le attività, per mettere in rete la macchina pubblica.
Dico questo anche per richiamare un aspetto che, magari, non è stato sollevato, ma ci tengo a farlo io. L'alleggerimento delle reti per il trasporto dell'energia dell'alta tensione comporta un beneficio, anche perché queste reti necessitano di manutenzioni e adeguamenti, perché la nostra società, come sappiamo, è sempre più energivora, quindi trasportare per lunghe distanze questa energia ha anche un costo. Un costo perché i conduttori si usurano, per quello che in elettrotecnica si chiama "effetto pelle", che è la tendenza che ha la corrente alternata a viaggiare lungo la superficie del conduttore, anziché al suo interno. Questo comporta un'usura dei materiali, anche dei rivestimenti, quindi certe reti, se sovraccaricate, necessitano di adeguamenti dimensionali, manutentivi, che sono un costo, e non tanto per chi esegue questa manutenzione, ma un costo per i cittadini. Ovviamente, infatti, questi costi manutentivi sono scaricati sulle bollette di tutti nella famosa voce "spese di trasporto e distribuzione".
Anche questo beneficio indiretto è importante, dunque, perché di fatto va incontro alle necessità e alle difficoltà delle famiglie in questo periodo.
Detto questo, nell'annunciare chiaramente il voto positivo da parte dell'Intergruppo Lega-Liga Veneta, ci tengo a ringraziare particolarmente l'assessore Marcato, in primis, per tutto il suo impegno su questo progetto di legge, da tempo, come è stato sottolineato. Insieme a lui ringrazio i tecnici della Giunta, la dottoressa Steffanutto e il dottor Alberti, nonché l'Ufficio legislativo del Consiglio che, come sempre, rende possibile ogni cosa.
Ringrazio tutti i colleghi della Commissione Terza che sono intervenuti e, ovviamente, anche l'opposizione, perché questa del voto unanime è una bellissima cosa. Quindi, vi ringrazio tutti personalmente e in particolare ringrazio la vicepresidente Guarda e il correlatore Lorenzoni, perché magari più di altri hanno dimostrato fin dall'inizio quanto tenessero a questo provvedimento, avendone presentati di omologhi e avendo portato avanti proposte fino all'ultimo giorno.
Lo ripeto, sono molto contento. Permettetemi di rivolgere un appello finale ai cittadini. Mi auguro personalmente che anche loro si innamorino di questo strumento, come ci siamo innamorati noi, perché c'è un grande lavoro che dobbiamo fare dal punto di vista energetico in Veneto, e non solo in Veneto, ma dobbiamo per forza farlo insieme. Grazie a tutti.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre dichiarazioni di voto.
Metto in votazione il Progetto di legge nel suo complesso, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Chiudiamo qui la sessione odierna del Consiglio. Ci raduniamo con i Capigruppo nella Sala del Leone per il prossimo ordine del giorno. I Consiglieri, ovviamente, saranno convocati a domicilio.
Saluti.
La Seduta termina alle ore 17.16
 
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN
 
 
Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 63
MARTEDì 28 GIUGNO 2022


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTI NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
 
INDICE
Processo verbale della 63a seduta pubblica – martedì 28 giugno 2022
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 35 del 24 maggio 2022.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 10184 del 23 giugno 2022.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.43

Assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 62a seduta pubblica di martedì 14 giugno 2022.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che tre consiglieri partecipano alla seduta da remoto.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Finco, Rizzotto, Cecchetto, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Maino, Rigo, Vianello e Zecchinato relativa a "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 21 novembre 2008, n. 21 "Disciplina degli impianti a fune adibiti a servizio pubblico di trasporto, delle piste e dei sistemi di innevamento programmato e della sicurezza nella pratica degli sport sulla neve"". (Progetto di legge n. 122) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 14/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Finco (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda commissione consiliare, e Zanoni (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda commissione consiliare.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Si passa all'esame dell'articolato.

I due articoli, collegati al progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Bet, Bigon, Bisaglia, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Villanova, Dolfin, Cestaro, Centenaro, Scatto, Pan, Michieletto, Sandonà, Puppato, Bet, Zecchinato, Rigo, Boron, Cecchetto, Vianello, Brescacin, Venturini e Bozza relativa a "Promozione del gelato tradizionale di qualità in Veneto". (Progetto di legge n. 130) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 15/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza commissione consiliare, e Guarda (Europa Verde), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza commissione consiliare.

In discussione generale interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Camani assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Bet (Zaia Presidente), che preannuncia la presentazione di alcuni emendamenti, e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

In sede di replica intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente) e Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Terza commissione, integrata dal relatore e dal correlatore, di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 11.33.

La seduta riprende alle ore 11.53.

Si passa all'esame degli emendamenti e degli articoli collegati al progetto di legge in oggetto.

Sull'emendamento n. A1 intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), che lo illustra, e Villanova (Zaia Presidente).

L'emendamento n. A1 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A2 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) e Villanova (Zaia Presidente).

L'emendamento n. A2 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A7 intervengono i consiglieri Bet (Zaia Presidente), che lo illustra, e Camani (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A7 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. A3 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A8 intervengono i consiglieri Bet (Zaia Presidente), che lo illustra, e Camani (Partito Democratico Veneto).

Gli emendamenti nn. A8 e A4 all'articolo 2, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

Sull'emendamento n. A9 intervengono i consiglieri Bet (Zaia Presidente), che lo illustra, e Camani (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A9 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Sull'emendamento n. A10 intervengono i consiglieri Bet (Zaia Presidente), che lo illustra, e Camani (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A10 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Sull'articolo 4 interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

L'articolo 4 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Sull'emendamento n. A5 interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che lo illustra.

L'emendamento n. A5, aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli articoli 5 e 6, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Sull'emendamento n. A6 interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che lo illustra.

L'emendamento n. A6, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 12.42.

La seduta riprende alle ore 14.44.

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Relazione sull'attività del Garante regionale dei diritti della persona nell'anno 2021. (Rendicontazione n. 82) APPROVATA (Deliberazione n. 94/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

In discussione generale interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la rendicontazione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 9) all'ordine del giorno

Progetto di legge relativo a "Promozione dell'istituzione delle comunità energetiche rinnovabili e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sul territorio regionale". (Progetti di legge n. 61, 66 e 82) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 16/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza commissione consiliare, e Lorenzoni (Gruppo Misto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che illustra gli ordini del giorno n. B9 e n. B10, di cui è firmataria, Zottis (Partito Democratico Veneto), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Valdegamberi (Gruppo Misto) e Baldin (Movimento 5 Stelle), che illustra l'ordine del giorno n. B8 di cui è firmataria.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) sul Regolamento.

PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. B7 scade in tre minuti.

In discussione generale interviene l'assessore Marcato.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Terza commissione, integrata dal relatore e dal correlatore, di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 16.26.

La seduta riprende alle ore 16.43.

Si passa all'esame degli emendamenti e degli articoli collegati al progetto di legge in oggetto.

Gli emendamenti nn. B1 e B2 all'articolo 1, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

L'emendamento n. B3 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. B4 interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che lo illustra.

Gli emendamenti nn. B4, B5 e B6 all'articolo 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 4, 5, 6 e 7 posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Sull'emendamento n. B7 interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che lo illustra.

L'emendamento n. B7 all'articolo 8, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'articolo 9 posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati al progetto di legge in oggetto.

ODG n. B8

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "La Regione del Veneto preveda nel prossimo bilancio un fondo per l'autoconsumo collettivo di energia rinnovabile" in occasione dell'esame del progetto di legge relativo a "Promozione dell'istituzione delle comunità energetiche rinnovabili e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sul territorio regionale". (Progetti di legge n. 61, 66 e 82) APPROVATO (Deliberazione n. 95/2022)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. B8.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. B9

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Guarda, Zottis, Camani, Bigon, Lorenzoni e Montanariello relativo a "Promuovere la formazione sulle CER sia verso il personale degli enti locali che verso tutte le professionalità coinvolte nella filiera" in occasione dell'esame del progetto di legge relativo a "Promozione dell'istituzione delle comunità energetiche rinnovabili e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sul territorio regionale". (Progetti di legge n. 61, 66 e 82) APPROVATO (Deliberazione n. 96/2022)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. B9.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. B10

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Ostanel relativo a "Mappare tetti di edifici pubblici e aree pubbliche che possono essere messi a disposizione per l'installazione di impianti a servizio delle comunità energetiche rinnovabili" in occasione dell'esame del progetto di legge relativo a "Promozione dell'istituzione delle comunità energetiche rinnovabili e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sul territorio regionale". (Progetti di legge n. 61, 66 e 82) APPROVATO (Deliberazione n. 97/2022)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. B10.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Guarda (Europa Verde), Zottis (Partito Democratico Veneto) e Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 17.16.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca
   
   
   
LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Erika BALDIN
 
   
   
   
 
IL PRESIDENTE
f.to Nicola Ignazio FINCO
   
   
   
   
   

N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin, Alessandro Vian e Gabriella Gamba