ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 18/04/2023 n. 95

Resoconto n. 95 - 11^ legislatura
Resoconto 95 a Seduta pubblica
Martedì, 18 aprile 2023
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.32, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.01

PRESIDENTE

Colleghi, buongiorno.
Diamo inizio alla 95a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 5768 del 13 aprile 2023.
Se potete, registratevi su Concilium. Grazie.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 94a Seduta pubblica del 12 aprile 2023.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Stefano GIACOMIN
Cristina GUARDA
Daniele POLATO
I congedi sono concessi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTI
4 e 5



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

E

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Iniziamo con la IRI n. 335 presentata dalla collega Bigon.

Interrogazione a risposta immediata n. 335 del 16 gennaio 2023 presentata dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativa a "LA REGIONE INTENDE ATTIVARSI AFFINCHÈ IN ITALIA E IN VENETO IL "BILANCIO ANDROLOGICO" DIVENGA PARTE INTEGRANTE DEL "BILANCIO DI SALUTE" AL FINE DI PREVENIRE LE PATOLOGIE PEDIATRICHE E ADOLESCENZIALI CHE CAUSANO L'INFERTILITÀ?"

Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è stata depositata a gennaio 2023 a seguito di un articolo pubblicato su una ricerca effettuata da alcuni scienziati, i quali sostengono che potremmo intervenire nell'età preadolescenziale sulla fertilità. In questo articolo il dottor Sulpasso spiega che siamo di fronte a un vero e proprio inverno demografico, certificato anche dai dati Istat, che non è dovuto solamente a cause socioeconomiche, bensì soprattutto all'aumento dell'infertilità maschile e femminile, derivante anche da patologie contratte in età pediatrica o adolescenziale.
Oggi in Italia le patologie andrologiche si manifestano quasi tutte in età pediatrica, per tale ragione il dottor Sulpasso promuove l'adozione a livello nazionale della cosiddetta "scheda andrologica", che i pediatri di libera scelta sarebbero chiamati a compilare a integrazione del bilancio di salute dei bambini. Il cosiddetto "bilancio andrologico" non è ancora stato reso obbligatorio nel nostro Paese e si è in attesa della sua ufficializzazione da parte del Ministero della salute.
Ritenuto che il bilancio andrologico possa costituire un fondamentale mezzo di prevenzione sia di diverse patologie che si manifestano in età prepuberale e puberale iniziale, sia dell'infertilità maschile e femminile, e che, se adottato a livello regionale e nazionale, potrà avere un ruolo basilare nell'invertire la progressiva tendenza alla denatalità, chiediamo all'Assessore e alla Giunta se intendano attivarsi per costituire il cosiddetto "bilancio andrologico".
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Assessore Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Tra le funzioni e i compiti del pediatra di libera scelta previsti dall'articolo 41 dell'ACN per la pediatria di libera scelta del 28.04.2022, allegato 10, rientra la partecipazione al progetto salute infanzia, che rappresenta un piano di interventi preventivo, costituito da un piano base che prevede almeno sei bilanci di salute pianificati in età che possano permettere adeguati interventi di educazione sanitaria e profilassi delle malattie infettive, in coerenza con il Piano per la salute e con il Piano nazionale di prevenzione vaccinale, che in particolare ha l'obiettivo di: rilevamento epidemiologico sulla popolazione infantile delle patologie invalidanti e delle patologie emergenti; rilevamento dei fattori di rischio sociale, neuro-evolutivo, sensoriale e di sviluppo per effettuare una precoce diagnosi e presa in carico delle patologie croniche; effettuazione di adeguati interventi di educazione sanitaria; promozione e controllo della profilassi delle malattie infettive tramite informazioni sulle vaccinazioni, calendari, vantaggi ed effetti collaterali.
L'accordo integrativo regionale di cui alla DGR del 07.08.2006, in attuazione dell'ACN del 2005 è in linea con il nuovo ACN 2022. Ha integrato la materia prevedendo un piano base di applicazione uniforme presso tutte le Aziende e un piano di intervento implementare scelto dalle Aziende USL nell'ambito della trattativa aziendale. A completamento, il piano base è composto da dieci bilanci di salute finalizzati al raggiungimento di obiettivi, come ad esempio: individuazione precoce delle condizioni patologiche durante lo sviluppo del minore; prevenzione della SIDS; prevenzione degli incidenti domestici e stradali; promozione dei programmi vaccinali. Ogni bilancio di salute prevede interventi pianificatori in età specifiche, obiettivi di promozione della salute, azione e tesi di ausilio clinico.
Premesso ciò, nel piano base di cui all'allegato non è previsto il bilancio andrologico. Un aggiornamento dei contenuti di detto piano potrà essere oggetto di attenzione in sede di contrattazione del nuovo accordo integrativo regionale, anche ai fini di un interessamento in sede di trattativa nazionale presso la Struttura interregionale sanitari convenzionati (SISAC).

PRESIDENTE

Prego, collega Bigon, per la replica.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore. Credo sia importante inserire nella contrattazione prossima anche questo bilancio, in modo tale da prevenire eventuali malformazioni.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Andiamo alla IRI n. 300 presentata dal collega Lorenzoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 300 del 4 ottobre 2022 presentata dal consigliere Lorenzoni relativa a "PUÒ L'ULSS 1 DOLOMITI EVITARE DI TRASFERIRE I PAZIENTI DALL'OSPEDALE DI LAMON?"

Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione abbiamo raccolto il grido d'allarme lanciato dalla popolazione locale, che sappiamo è un territorio che ha un'accessibilità limitata, e la condizione che si è venuta a creare con la notizia della chiusura di questo reparto ha messo in allarme tutta la popolazione locale.
Ebbene, vorrei capire meglio quali sono i programmi e se si può evitare di andare a impoverire ulteriormente un territorio che vive uno spopolamento che è legato alla mancanza dei servizi. Quindi, vorrei comprendere meglio quali sono i programmi.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Assessore, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

L'ospedale di Lamon afferente all'ULSS 1 Dolomiti è oggetto di numerosi interventi di ristrutturazione relativi a: miglioramento strutturale; adeguamento funzionale e impiantistico delle aree per degenza, con attivazione di ventidue nuovi posti letto; adeguamento antincendio dell'intera struttura ospedaliera; riorganizzazione funzionale e impiantistica del piano terra, dove saranno collocati i servizi di supporto all'attività di reparto di recupero e riabilitazione funzionale, quale piscina terapeutica, box per attività fisioterapiche, palestra, servizio radiologia, servizi sanitari territoriali; riorganizzazione funzionale dell'impiantistica del terzo piano, dove saranno collocati gli ambulatori, gli studi medici, i laboratori specialistici e gli spogliatoi del personale; riorganizzazione funzionale di impiantistica del quarto piano, dove sarà previsto di collocare delle degenze per strutture intermedie per un numero di sette posti letto; riorganizzazione della viabilità attraverso il collegamento della parte anteriore alla parte posteriore del fabbricato; rivisitazione dei prospetti per la sostituzione delle tre cabine e relativa impiantistica dei due ascensori a servizio degli utenti esterni.
Durante l'esecuzione dei lavori sono emerse le criticità dal punto di vista sanitario, in quanto gli interventi con particolare riferimento alle opere di miglioramento sismico e di demolizione non permettevano lo svolgimento delle attività sanitarie in continuità e in sicurezza, come risultava dai sopralluoghi effettuati. Pertanto, la Direzione aziendale, sentito anche il Sindaco di Lamon, ha ritenuto opportuno e necessario trasferire temporaneamente tutte le attività di degenza presso l'ospedale di Feltre, mantenendo in sede solo le attività distrettuali, punto prelievi, MMG e PLS.
Infatti, l'obiettivo dello spostamento temporaneo delle attività ospedaliere è l'eliminazione di ogni rischio di incidente da interferenza tra attività di cantiere e attività sanitaria, rischio che non può essere totalmente annullato, sebbene un rigoroso e costante controllo. Inoltre, lo spostamento ha evitato i disagi indiretti previsti in ciascuna fase di lavori, a titolo semplificativo rumore e movimento di personale sanitario e degenti.
Infine, il trasferimento garantisce un'accelerazione all'esecuzione dei lavori, poiché la ditta ha la disponibilità di tutti i locali, senza interferenze, per cui è stato garantito che l'ultimazione dei lavori avverrà entro agosto 2023, rispetto all'ultimazione stimata a febbraio 2024.
È stata una scelta ponderata, concordata tra la Direzione, la struttura e il Sindaco, proprio perché in questo modo non solo non creiamo disagi a chi oggi è all'interno della struttura come degente, ma soprattutto acceleriamo e, quindi, andiamo a chiudere prima i lavori.
Penso che gli investimenti e il tipo di intervento mettano in evidenza come quella sia una struttura sanitaria che verrà riqualificata e diventerà un polo di eccellenza per quanto riguarda la parte riabilitativa.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego, per la replica.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta, che in qualche modo interpreto come incoraggiante, nel senso che, se c'è la volontà di andare a potenziare, il disagio nell'arco di questo anno è sopportabile. Io chiedo proprio particolare attenzione al rispetto dei tempi. Qui ci ha indicato agosto 2023 e, alla peggio, febbraio 2024, ma se si riuscisse ad anticipare sicuramente la popolazione ne trarrebbe un beneficio.
Grazie, Assessore.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla IRI n. 191 presentata dalla collega Venturini.

Interrogazione a risposta immediata n. 191 del 7 settembre 2021 presentata dalla consigliera Venturini relativa a "LA REGIONE VENETO INTENDE INTERVENIRE NEI CONFRONTI DELL'AUTORITÀ DI BACINO DISTRETTUALE DELLE ALPI ORIENTALI AL FINE DI SALVAGUARDARE L'EDILIZIA CONSOLIDATA ESISTENTE E GLI ACCORDI GIÀ SOTTOSCRITTI DAI COMUNI VENETI?"

Prego, collega Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa IRI è stata depositata nel settembre 2021 a seguito della consultazione pubblica sui contenuti dell'aggiornamento del Piano gestione del rischio alluvioni e delle conseguenze sui Comuni aventi aree a pericolosità idraulica media ed elevata per le ricadute per quanto riguarda la pianificazione urbanistica e lo sviluppo edilizio.
Mi preme sottolineare che il Piano gestione rischio alluvioni ha valore cogente, il che significa che gli strumenti di pianificazione urbanistica e i piani di assetto si devono conformare ai contenuti di detto Piano. I Comuni, allarmati, hanno presentato osservazioni, questo soprattutto con riferimento alle previsioni di sviluppo futuro e agli accordi già sottoscritti.
Abbiamo, per questo, presentato l'interrogazione, per capire se ci fosse stato da parte della Giunta l'interesse a intervenire nei confronti dell'Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali per mitigare quelle che sono le conseguenze con riferimento alle previsioni che hanno uno sviluppo urbanistico futuro e per quanto riguarda gli accordi già sottoscritti.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Per la risposta, la parola all'assessore Bottacin. Prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
In data 29 dicembre 2020 la Conferenza istituzionale permanente dell'Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, con delibera n. 2, ha adottato il progetto "Piano di gestione del rischio alluvioni - II Ciclo", ai sensi degli articoli 65 e 66 del decreto legislativo n. 152/2006. Nel periodo compreso tra il 5 marzo 2021 e il 30 settembre 2021 il progetto di piano è stato sottoposto a consultazione pubblica al fine di garantire la partecipazione attiva di tutti i soggetti interessati.
L'Amministrazione regionale, con DGR n. 1167 del 24 agosto 2021, ha formulato le proprie osservazioni al progetto di piano proponendo una variante alle NTA. A seguito delle problematiche rappresentate dagli Enti locali e da altri portatori di interessi, segnalate con la citata delibera di Giunta regionale n. 1167/2021, la Regione del Veneto ha, pertanto, chiesto all'Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali l'avvio di un percorso di collaborazione volto a migliorare il progetto di piano adottato.
È stato condiviso di aggiornare il piano in relazione agli interventi realizzati o in fase di realizzazione da parte degli uffici regionali del Genio civile, dei Consorzi di bonifica e dei Comuni. Si è, a tal fine, formalizzata la costituzione di un gruppo di lavoro per l'individuazione di elementi condivisi, su cui definire, a partire dal progetto di piano e dalle osservazioni pervenute, un testo definitivo del PGRA più aderente alla realtà del territorio e in grado di contemperare punti di vista e necessità dei diversi attori istituzionali. Il gruppo di lavoro si è avvalso dei contributi dell'Autorità di bacino distrettuale, dell'Avvocatura dello Stato, del Ministero della cultura, della Regione Friuli Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, oltre che naturalmente della Regione del Veneto.
L'apporto della Regione del Veneto all'analisi della documentazione e alle proposte di modifica ha riguardato la verifica delle norme di piano al fine di migliorare e adeguare l'apparato regolatorio complessivo. In particolare, all'esito del lavoro di approfondimento svolto, è stato possibile: modificare e integrare l'apparato normativo in modo da rendere possibili, solo qualora siano garantite condizioni di assoluta sicurezza idraulica, interventi edilizi e urbanistici in avanzato stato di iter amministrativo o che abbiano già prodotto aspettative, come ad esempio per le aree oggetto di accordo pubblico-privato che hanno già visto il pagamento in tutto o in parte del contributo straordinario e/o la realizzazione di opere pubbliche a fronte di capacità edificatorie concessa da variante urbanistica e, inoltre, lo sblocco delle aree soggette a intervento diretto; introdurre la previsione di escludere i riguardanti ampliamenti edilizi di modesta entità nelle diverse zone di pericolosità, senza necessità di indagine di compatibilità idraulica, con minore aggravio di costi per i cittadini, che in sede di Conferenza operativa si sono concretizzate nella possibilità di ampliamenti pari al 15% in zona P2; disciplinare in modo più chiaro le modalità di aggiornamento del piano, così da renderlo uno strumento dinamico e in grado di recepire le variazioni rilevate.
La normativa licenziata dal gruppo di lavoro ha individuato criteri per la trasformazione condizionata alla verifica delle problematiche idrauliche anche con l'intento di indurre una crescita culturale in tutti gli operatori pubblici e privati relativamente al concetto di sicurezza e resilienza del territorio.
Si è passati da un piano di vincoli, che trasferisce sul territorio elementi vincolistici rigidi e sostanzialmente non superabili, con l'effetto di inibire sostanzialmente su ampia parte del territorio regionale ogni possibilità di intervento urbanistico ed edilizio, dunque di sviluppo socio-economico, a un piano di condizioni abilitanti, fondato sulla conoscenza del contesto idrologico e territoriale e sulla definizione delle condizioni di ammissibilità di interventi prioritariamente orientati al miglioramento.
Inoltre, attraverso gli approfondimenti svolti dal medesimo gruppo di lavoro, è stato possibile modificare la classificazione di pericolosità per alcune aree, segnalando opere idrauliche già realizzate e collaudate dall'Amministrazione regionale in relazione al bacino Colombaretta e a una serie di interventi sul fiume Bacchiglione e sul bacino di Caldogno. Ciò ha consentito, in sede di Conferenza operativa, di esaminare nuove mappature con riduzione del rischio moderato P2 in zona Monteforte d'Alpone, Abano Montegrotto e Vicenza. Le risultanze del gruppo di lavoro sono state recepite dal punto di vista tecnico dalla Conferenza operativa dell'Autorità di bacino distrettuale il giorno 15 dicembre 2021. Il Piano è stato adottato dalla Conferenza istituzionale permanente il 21 dicembre 2021.
Si ricorda, inoltre, che le norme tecniche del PGRA prevedono, all'articolo 6, la possibilità di introdurre degli aggiornamenti finalizzati al perfezionamento del Piano in relazione a diverse tipologie di modifica, quali correzioni di errori materiali, interventi di mitigazione, nuove conoscenze a seguito di studi o indagini di dettaglio, nuove situazioni di dissesto.
In considerazione della complessità tecnica della materia, della rilevanza del PGRA e della sua incidenza rispetto alla programmazione e all'attuazione delle iniziative urbanistiche ed edilizie sul territorio, si è ravvisata l'opportunità di attivare un tavolo tecnico di confronto nel quale rafforzare, in via continuativa, la partecipazione di soggetti istituzionali interessati.
Con DGR n. 890 del 19 luglio 2022 è stato costituito un Osservatorio tecnico per l'attuazione del PGRA tra l'Autorità di bacino e la Regione e approvato lo schema di apposito protocollo d'intesa. Compito specifico dell'Osservatorio è quello di monitorare l'attuazione del PGRA al fine di valutarne le maggiori criticità e di condividere gli eventuali spazi di intervento per l'emanazione di direttive o atti di indirizzo funzionali ad agevolare gli adempimenti richiesti nel settore urbanistico.

PRESIDENTE

Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Con riferimento proprio all'Osservatorio tecnico per l'attuazione del PGRA, noi chiediamo, manifestiamo l'auspicio che venga convocato quanto prima per poter affrontare e dirimere le questioni che stanno sollevando i Comuni.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Alterniamo gli Assessori e passiamo alla IRI n. 339 del collega Lorenzoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 339 del 23 gennaio 2023 presentata dai consiglieri Lorenzoni, Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Montanariello, Ostanel, Giacomo Possamai, Zanoni e Zottis relativa a "LA REGIONE VENETO HA IN PROGRAMMA DI REINSERIRE L'ESENZIONE DENOMINATA X22 PER I PROFUGHI UCRAINI PRESENTI IN REGIONE?"

Prego, collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che abbiamo presentato all'inizio dell'anno, quando era stata tolta questa categoria di esenzione per i malati cronici, che era stata data a coloro che scappavano dalla guerra e che erano venuti nel nostro Paese. Si era creata una situazione veramente di emergenza, perché sono farmaci spesso molto costosi. Queste persone, ovviamente, non avevano la disponibilità di reddito per far fronte a questi farmaci salvavita. Per cui, allora si era sollecitata l'Amministrazione, la Giunta per sapere se c'era l'intenzione di reintrodurre quell'esenzione, in modo da poter dare la possibilità di disporre di farmaci indispensabili.

PRESIDENTE

Prego, assessore Lanzarin, per la risposta.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Con deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2022 è stato dichiarato fino al 31 dicembre 2022 lo stato di emergenza in relazione all'esigenza di assicurare soccorso e assistenza alle popolazioni ucraine su territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto.
La successiva ordinanza del Capo della Protezione civile ha previsto fino al 31 dicembre 2022 per i soggetti sanitari provenienti dall'Ucraina destinatari delle misure di protezione temporanea l'accesso all'assistenza sanitaria in regime di esenzione alla partecipazione alla spesa sanitaria, previa dichiarazione di non svolgimento di attività lavorativa da parte degli interessati a decorrere dalla presentazione della domanda di permesso di soggiorno.
Il Ministero della salute, con nota del 27 maggio 2022, nel trasmettere alle Regioni l'ordinanza di cui sopra, ha comunicato alle stesse il codice di esenzione nazionale individuato in "X22", valido per tutte le prestazioni erogabili dal sistema sanitario nazionale italiano dal momento dell'iscrizione presso l'Azienda USL competente e fino alla scadenza dello stato di emergenza sopraccitato.
La legge 29 dicembre 2022 ha stabilito la proroga dello stato di emergenza fino al 3 marzo 2023, sempre in virtù del perdurare della grave crisi internazionale in atto. La Regione del Veneto, in data 1° febbraio 2023, ha prorogato fino al 3 marzo 2023 tutte le disposizioni impartite nel corso dell'anno 2022 in materia di assistenza sanitaria a favore degli stranieri provenienti dall'Ucraina richiedenti protezione temporanea, compreso il codice "X22", in attesa del provvedimento relativo a ulteriori disposizioni in materia di assistenza sanitaria, adottato con ordinanza del Capo della Protezione civile.
L'intervenuto decreto del 2 marzo 2023 recante "Disposizioni urgenti di protezione temporanea per le persone provenienti dall'Ucraina", entrato in vigore il 3 marzo 2023, ha stabilito: "I permessi di soggiorno in scadenza il 4 marzo 2023 rilasciati ai beneficiari di protezione temporanea conservano la validità fino al 31 dicembre 2023. Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano garantiscono l'assistenza sanitaria sul territorio nazionale fino al 31 dicembre 2023" quindi per tutto l'anno "a parità di trattamento rispetto ai cittadini italiani nell'ambito del fabbisogno sanitario standard per l'anno 2023".
Considerato il suddetto decreto normativo, il Ministero della salute il 6 marzo 2023 ha confermato l'utilizzo del codice "X22" per tutte le prestazioni erogabili dal sistema sanitario nazionale fino al 31 dicembre 2023. La Regione Veneto ha dato seguito all'entrata in vigore del decreto e delle indicazioni ministeriali pervenute, in data 10 marzo, e ha prontamente recepito le disposizioni di entrata in vigore con nota regionale, estendendo l'utilizzo del codice "X22" fino al 31 dicembre 2023.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, per la replica.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la specificazione. Quello che mi preme sottolineare è questo regime di continua incertezza. Ora abbiamo un orizzonte al 31 dicembre, che indubbiamente dà respiro a queste persone, però rendiamoci conto che sono farmaci senza i quali molti di loro mettono veramente a rischio la propria vita. Per cui, se la nostra Regione può fare pressione a livello nazionale perché si trovi una soluzione che vada oltre l'emergenza, oltre la protezione temporanea, con provvedimenti del Capo della Protezione civile, credo che renderemmo concreta quella volontà di essere vicini a una popolazione che sta soffrendo per la guerra.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRI n. 327, del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 327 del 11 gennaio 2023 presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon relativa a "SVERSAMENTI DI ACQUE CONTAMINATE DA LIQUAMI NEL GARDA. COSA STA FACENDO LA GIUNTA REGIONALE A TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA E DELL'ECOSISTEMA DEL LAGO?"

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Questa è un'interrogazione depositata l'11 gennaio, firmata anche dalla collega Bigon.
Premesso che il 31 dicembre 2022 il quotidiano "L'Arena", in un articolo intitolato "Sversamenti nel Garda. Chiesta una Commissione d'indagine", pubblicava la notizia di un accordo tra Comuni trentini, l'azienda Gardesana Servizi e la Comunità del Garda per l'urgente costituzione di una Commissione intercomunale d'inchiesta relativa alla denuncia di sversamenti di liquami nel lago di Garda.
Secondo quanto riportato nell'interrogazione di un Consigliere provinciale trentino, soprattutto in concomitanza con precipitazioni atmosferiche, nelle acque del fiume Sarca, che è il principale immissario del lago di Garda, si immetterebbero liquami fognari derivanti da sversamenti che il depuratore di Linfano ‒ una frazione di Arco, in Provincia di Trento ‒ non sarebbe in grado di trattare a causa di malfunzionamenti.
Nell'articolo citato si fa riferimento a un Piano provinciale di risanamento e potenziamento dell'impianto di depurazione di durata triennale, che, però, non sarebbe mai stato attuato.
Il suddetto articolo di giornale riporta che negli ultimi vent'anni, a causa del sovraccarico idraulico determinato da acque bianche, l'impianto di Linfano ha causato scolmi di liquami per 28.702 metri cubi.
Rilevato che si tratta di un grave problema di inquinamento ambientale. Si ricorda, infatti, che, oltre alla possibile compromissione dell'ecosistema del Garda, le acque del lago vengono regolarmente utilizzate anche a scopi potabili e domestici dagli abitanti di diversi Comuni limitrofi.
Considerato che il problema non riguarda soltanto il Trentino-Alto Adige, ma anche la Lombardia e soprattutto il Veneto, in cui ricade tutta la parte orientale del cosiddetto "Basso Garda" e una parte della sponda orientale del cosiddetto "Alto Garda". I cittadini veneti di queste zone vanno tutelati e rassicurati rispetto alla grave problematica su esposta.
Evidenziato che per la nostra regione il lago di Garda è fonte di significativi introiti derivanti dal turismo e che la compromissione ambientale delle sue acque potrebbe avere ricadute pesanti su questo settore, che è trainante per l'economia veneta.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri chiedono all'Assessorato regionale all'Ambiente quali urgenti azioni la Giunta regionale stia mettendo in atto per risolvere definitivamente il problema dello sversamento nel lago di Garda di acque contaminate da liquami fognari provenienti dal fiume Sarca.

PRESIDENTE

Per la risposta, la parola all'assessore Bottacin. Prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Riguardo al contenuto dell'interrogazione che ci occupa, si rammenta che il fiume Sarca e il relativo depuratore di Linfano che vi afferisce sono di competenza della Provincia autonoma di Trento. Sulla base di quanto riportato nella seconda revisione del Piano di gestione delle acque del distretto idrografico del fiume Po, le Amministrazioni competenti hanno definito tra gli impatti significativi la presenza di sfiori fognari e di pressioni antropiche sconosciute. La classificazione finale del corpo idrico lungo tutto il suo corso, riportata nel citato Piano di gestione, risulta essere in stato chimico buono e in stato potenziale ecologico buono.
In merito al corretto funzionamento del depuratore suddetto, ARPAV non risulta territorialmente competente e non dispone, pertanto, di analisi in merito. ARPAV, comunque, mantiene costante l'attività di monitoraggio della qualità delle acque del lago di Garda, che allo stato attuale non ha restituito particolari indicazioni di allarme per le acque lacustri in territorio veneto.
Si segnala, inoltre, che il Consiglio di bacino veronese, ossia l'Ente di regolazione del servizio idrico integrato nel territorio veronese, ha competenza nel territorio della Provincia di Verona, escluso il Comune di Castagnaro. In particolare, per la sub-area del Garda esso ha competenza da Valeggio sul Mincio fino a Malcesine. È esclusa, quindi, la foce del fiume Sarca, che si trova in Trentino. Il Consiglio di bacino veronese ha dichiarato, comunque, di rimanere a disposizione per cooperare con gli ambiti territoriali confinanti.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Zanoni, per la replica. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore. Grazie, Presidente.
Devo dire che non sono per niente soddisfatto di questa risposta. Pensavo che si potesse avere, in seguito alla nostra interrogazione, qualche informazione in più per quanto riguarda gli interventi in atto, per scongiurare un fenomeno che viene confermato anche dalla stessa risposta, perché si parla, appunto, di sfiori fognari.
Ricordo, inoltre, che è un problema che, sì, territorialmente si svolge all'interno del territorio di competenza della Provincia autonoma di Trento, ma che ha ripercussioni su un lago in buona parte facente parte del territorio della regione Veneto.
Volevo ricordare che, successivamente a questa interrogazione, ne abbiamo fatta un'altra per la questione dei monitoraggi sulle anguille, che ha portato alla luce che i contenuti di diossina e di altri inquinanti pericolosi trovati nei campioni che sono stati prelevati in percentuale sono maggiori di quelli dell'ultimo monitoraggio fatto. Quindi, abbiamo anche una conferma che l'inquinamento in atto nel Garda sta peggiorando con il passare degli anni.
Quello che arriva è un depuratore che, come sappiamo, per quanto possa essere civile, raccoglie di tutto e di più. Abbiamo la consapevolezza che ci sono questi sfiori. L'auspicio, quindi, è che venga considerata una questione che riguarda il territorio del Veneto e che, come tale, venga affrontata.
L'unico spiraglio che vedo è, alla fine, quando si dice che il Consiglio di bacino veronese ha dichiarato, comunque, di rimanere a disposizione per cooperare con gli ambiti territoriali confinanti. Questo è un auspicio. Spero che venga effettivamente fatto per scongiurare questo inquinamento e per trovare tutte le soluzioni utili al cessare di questi apporti inquinanti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla IRI n. 348, sempre del consigliere Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 348 del 6 febbraio 2023 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Lorenzoni e Guarda relativa a "QUALI AZIONI PER CONTRASTARE IL FENOMENO DEL BRACCONAGGIO E L'USO DI MEZZI VIETATI DALLA LEGGE?"

Prego, collega.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è stata depositata il 6 febbraio e sottoscritta anche dai colleghi Bigon, Lorenzoni e Guarda.
Premesso che gli scriventi Consiglieri, dopo aver letto sulla stampa le affermazioni dell'Assessore regionale con delega alla caccia, secondo le quali la Regione sarebbe stata in procinto di approvare una delibera finalizzata alla riapertura della caccia a due specie di uccelli migratori acquatici, il 26 gennaio 2023 avevano scritto un'accorata nota al Presidente della Giunta regionale e a tutti gli Assessori regionali.
La delibera annunciata, infatti, sarebbe stata inosservante delle disposizioni dettate dalla sentenza n. 97 del 21 gennaio 2023 della Prima Sezione del TAR Veneto, che prevedeva, invece, una chiusura anticipata di tale attività venatoria per tutelare l'avifauna in un periodo molto delicato del suo ciclo di vita, la cosiddetta "fase pre-nuziale".
Nella nota si lamentava, infatti, che la sopracitata sentenza del TAR del Veneto applicava le direttive impartite dall'ISPRA sul calendario venatorio, fondamentali per evitare danni irreparabili al prezioso patrimonio faunistico transnazionale. Si ricordava, inoltre, che, in caso di violazione, la Regione avrebbe potuto incorrere in condanne da parte della Corte dei conti per gli illegittimi abbattimenti di esemplari di fauna selvatica, nonché nelle pene previste per la violazione all'articolo 650 del Codice penale per le inosservanze dei provvedimenti dell'autorità. Con la missiva in oggetto si chiedeva, pertanto, al Presidente della Giunta regionale e a tutti gli Assessori di rispettare i contenuti della citata sentenza n. 97, mantenendo perciò la chiusura della caccia anticipata al 20 gennaio 2023 alle specie di uccelli migratori e acquatici.
Preso atto che, nonostante la sopracitata missiva, che si univa agli appelli di cittadini e associazioni, la Giunta regionale ha emanato questa delibera riaprendo la caccia e che il Piano nazionale per la lotta agli eccidi contro gli uccelli selvatici considera il Delta del Po uno dei cosiddetti "black spot" e che i volontari della Lega per l'abolizione della caccia presenti in data 28 gennaio 2023 nell'area del Delta del Po, in particolare presso Lido Boccasette, hanno raccolto documentazione fotografica e filmata che testimonia l'utilizzo illecito a scopi venatori di richiami elettroacustici, che costituiscono un reato.
Chiedono all'Assessore regionale con delega alla caccia quali urgenti azioni intenda mettere in atto per contrastare il fenomeno del bracconaggio e l'utilizzo illegale e deplorevole di dispositivi vietati dalla legge quali, ad esempio, i richiami elettroacustici.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Lanzarin, al posto del collega Corazzari. Prego, Assessore.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Il tema della prevenzione e del contrasto ai fenomeni di bracconaggio è da sempre oggetto di particolare attenzione da parte della Giunta regionale. Si evidenzia, altresì, che la Giunta regionale ha autorizzato un significativo numero di corsi di preparazione e aggiornamento delle guardie venatorie volontarie, ai sensi dell'articolo 34, comma 2, della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 "Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio". Trattasi di attività di particolare rilievo, in quanto le guardie venatorie volontarie vengono coordinate sul territorio dai Corpi provinciali di polizia ittico-venatoria, fornendo un contributo importante al presidio del territorio, al contrasto del fenomeno del bracconaggio, nonché alla verifica del possesso di dispositivi vietati dalla legge, quali ad esempio i richiami elettroacustici.
Si comunica altresì che, al fine di garantire un efficace controllo del territorio agrosilvopastorale del Veneto, la Giunta regionale, in data 15 marzo 2023, ha adottato la delibera avente ad oggetto "Approvazione dell'accordo integrativo alla convenzione stipulata dalla Regione del Veneto, le Province venete e la Città metropolitana di Venezia relativa agli obiettivi assunzionali del nuovo personale del Corpo provinciale della polizia ittico-venatoria per il triennio 2023-2025", con cui intende potenziare i Corpi provinciali della polizia ittico-venatoria attraverso l'assunzione di nuovi agenti, che nel triennio 2023-2025 passeranno complessivamente dagli attuali 90 a 138, al termine di detto periodo.
Da ultimo, in aggiunta alle azioni sopra richiamate, si sottolinea come sarà cura dell'Amministrazione regionale operare con iniziative di sensibilizzazione del mondo venatorio, promuovendo nelle diverse sedi incontri specifici, interventi nell'ambito dei convegni, brochure dedicate all'etica venatoria, che costituisce la condizione necessaria al rispetto delle norme regolamentari.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego, per la replica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Grazie anche all'Assessore, che legge ‒ immagino ‒ una risposta del collega assessore Corazzari, oggi assente. La risposta è del tutto insoddisfacente. Voglio spiegare anche perché.
Questo è un fenomeno che viene formalmente portato all'Aula del Consiglio regionale periodicamente, anche con altre interrogazioni. Nel periodo di attività venatoria, nel Delta del Po, in queste particolari zone che vi ho citato, continuano, senza interruzione, questi atti di bracconaggio. Atti di bracconaggio che è quasi impossibile bloccare se non c'è una precisa volontà da parte della vigilanza provinciale di utilizzare, tra l'altro, i mezzi necessari. Si tratta di appostamenti di caccia in mezzo al mare nelle cosiddette "botti", quindi molto difficili da affrontare. Se c'è questa difficoltà, va superata.
Pertanto, capisco che si faranno le brochure dedicate per il rispetto della norma, per l'etica venatoria e quant'altro, ma qua si parla dell'abbiccì. Si tratta di atti di bracconaggio che costituiscono reato.
Invito l'Assessore (magari se voi colleghi glielo potete dire) a venire nel periodo indicato di attività venatoria con il sottoscritto e con gli attivisti che sono appassionati di ornitologia e che conoscono dove succedono queste cose, a vedere e a constatare con le sue orecchie l'utilizzo di richiami elettroacustici in periodo di caccia aperta. È un utilizzo ormai diventato consuetudine. Non è possibile che in una regione come la nostra dei reati siano tollerati e vengano commessi alla luce del sole, senza essere contrastati dalle Autorità. È un fenomeno, ripeto, che continua da tanti anni e nessuno ha mai voluto bloccare, a parte qualche piccolo episodio, quando sono intervenuti i SOARDA dei Carabinieri forestali.
è una cosa da affrontare. Se potete farlo sapere all'Assessore, perché io lo invito veramente di cuore.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Rimaniamo sempre con il collega Zanoni. Anzi, le diamo un po' di respiro e cambiamo.
Passiamo alla IRI n. 370 del collega Montanariello.

Interrogazione a risposta immediata n. 370 del 3 marzo 2023 presentata dal consigliere Montanariello relativa a "IN VENETO, POSTE ITALIANE CONTINUA A PUNTARE SU PRECARIATO E PENDOLARISMO DEI PROPRI DIPENDENTI. LA REGIONE INTENDE INTERCEDERE A TUTELA DI QUESTI LAVORATORI, CHE NON SONO PACCHI DA SPEDIRE, MA PERSONE CHE HANNO DIRITTO A UNA FAMIGLIA E UNA VITA PRIVATA?" 

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il 4 febbraio 2023, davanti alla sede di Poste Italiane di Mestre, in via Torino, si è svolto un sit-in di protesta dei lavoratori dell'azienda e dei loro rappresentanti sindacali. Intervistato dai media locali, il portavoce della SLC-CGIL ha spiegato che Poste Italiane, anche per i più innovativi progetti che comportano una notevole riorganizzazione delle principali sedi su tutto il territorio regionale, continua con la propria politica decennale di utilizzo di un cospicuo numero di lavoratori assunti con contratti a tempo determinato e con l'altrettanto ormai storica prassi del pendolarismo.
Quotidianamente centinaia di dipendenti di Poste Italiane percorrono molti chilometri per raggiungere il luogo di lavoro. Sono persone che da molti anni aspettano di essere trasferiti tramite mobilità interna presso la sede più vicina di residenza, ma ciò avviene molto di rado.
Considerando che il pendolarismo ha costi economici ingenti, una pianificazione logistica più sensata, oltre a produrre un risparmio economico, consentirebbe all'azienda di poter contare su un personale più motivato. Il pendolarismo, inoltre, ha delle ricadute pesanti sull'ambiente in una regione come il Veneto, che è al primo posto in Europa per l'inquinamento atmosferico da PM10 e da PM2,5. Di questo Poste Italiane, una delle più importanti aziende a livello nazionale, dovrebbe tener conto, anche per tutela della propria immagine, oltre che della salute dei veneti.
Evidenziato che i dipendenti di Poste Italiane non sono pacchi da spedire, ma sono persone che hanno famiglie da mantenere e che dovrebbero avere anche il tempo di poter vivere una vita dignitosa, tutto ciò premesso, si chiede alla Giunta regionale se intende intercedere attraverso Poste Italiane affinché metta finalmente in atto politiche organizzative di mobilità interna e politiche contrattuali più stabili a tutela dei diritti, del benessere e della salute dei suoi dipendenti e delle loro famiglie.
Chiudo, visto che sono stato perfettamente nel tempo, dicendole, Assessore, che abbiamo anche avuto un incontro dove il presidente Ciambetti si è fatto carico di ascoltare a nome del Consiglio le loro problematiche e la situazione non è solo questa, ma ce ne sono tante altre. Sembra che il tema di Poste Italiane non ci riguardi; invece, ci riguarda molto più di quello che pensiamo sia in termini di servizi che di qualità occupazionale dei cittadini veneti.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde l'assessore Donazzan.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Poste Italiane costituisce la più grande rete di distribuzione di servizi in Italia, attiva nei settori della logistica, nella consegna di corrispondenza pacchi, nei servizi finanziari e assicurativi, nei sistemi di pagamento e nella telefonia.
La società è presente sul territorio nazionale con più di 12.800 uffici postali e oltre 1.500 centri di recapito. Poste Italiane conta attualmente oltre 121.000 dipendenti e oltre 25.000 portalettere sul territorio nazionale. Poste Italiane cerca periodicamente, inoltre, postini e altre figure, tra cui sportellisti e impiegati da inserire negli uffici postali e in sede, oltre agli addetti alla logistica e ai servizi di corriere espresso.
Secondo la sigla sindacale CGIL, che sta seguendo la vicenda, le assunzioni, molto spesso a tempo determinato o con contratti precari, avvengono anche in sedi lontane alla residenza dei lavoratori, creando così un pesante pendolarismo considerata la successiva difficoltà per i lavoratori ad ottenere la mobilità tra le sedi.
Nello specifico, in Veneto, il sindacato evidenzia che circa una ventina di lavoratori già occupati nella sede di Mestre e poi trasferiti nel sito di smistamento di Padova chiederebbero oggi di essere nuovamente adibiti alla sede veneziana, vicino alla propria residenza. E ciò considerato il fatto che tale sede si trova oggi sottorganico prima che i posti disponibili vengano assegnati ai lavoratori assunti con nuovi contratti, magari precari.
Premettendo che la materia non rientra tra le competenze della Regione, è stata comunque manifestata all'organizzazione sindacale contattata la disponibilità a incontrare, in sede regionale, azienda e sindacato, qualora fosse ritenuto utile dalle parti un intervento di mediazione al fine di trovare una soluzione alla situazione di disagio evidenziata.
In sintesi, devono fare richiesta di incontro a noi.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, per la replica.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessora.
Non si può essere né soddisfatti né non soddisfatti, nel senso che sicuramente è apprezzabile il fatto che diamo un'apertura su questo problema. Sicuramente è vero che noi non siamo il mezzo, l'interlocutore primario, però, Assessore, io ho molta fiducia nella politica messa in campo dall'Istituzione Regione Veneto che, indipendentemente da dove ha una competenza diretta, si fa carico delle esigenze del territorio.
Se dovessimo pensare alle problematiche di competenza diretta della Regione Veneto non parleremmo di pesca, non parleremmo di strade statali, non parleremmo di portualità. Diremo che facciano richiesta, però ci tengo a usare questo minuto e diciassette secondi, prezioso, visto che ho la possibilità di interloquire con lei, per dire che loro sicuramente faranno richiesta, però, Assessore, io credo che con l'autorevolezza che la contraddistingue sia arrivato il momento di aprire un focus su questo tema delle Poste, perché l'incontro che abbiamo fatto l'altro giorno ci dà la fotografia di un Veneto maltrattato sotto l'aspetto dei servizi e sotto l'aspetto del ripristino del turnover. Si parlava di oltre 2.000 addetti che mancano, di uffici periferici che vengono a mancare e non è, da quello che ci dicevano in maniera documentata, una politica aziendale, è una politica aziendale nel Veneto, non nelle altre parti d'Italia. Pare che in alcune parti d'Italia addirittura si assuma un giorno in più lo stagionale, così, in base ai giorni lavorati, lo stesso va davanti a quello che ha lavorato un giorno in meno. Molto spesso, magari, a volte, nostro concittadino.
Queste rivendicazioni sono tutte messe in fila. Io credo che, come Regione Veneto, l'altro giorno, abbiamo fatto una cosa molto importante. Il Consiglio ha ascoltato quello che sta accadendo, perché siamo stati tutti amministratori locali e penso che quando vengono eradicati certi servizi sul territorio e se per andare a ritirare una raccomandata, che hai anche il pensiero che sia una multa o no, hai una volta o due volte a settimana la possibilità di farlo, non è cosa degna di una Regione come la nostra.
Gli faremo fare domanda e chiudo dicendo, Assessore, che abbiamo bisogno di tutta l'autorevolezza dell'ente Regione Veneto per dire a Poste che noi non vogliamo essere il fanalino di coda nella trattazione di argomenti così delicati.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Andiamo alla IRI n. 367 del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 367 del 28 febbraio 2023 presentata dal consigliere Zanoni relativa a "CANSIGLIO: LA CONCESSIONE A UN CANONE IRRISORIO DEL CHIOSCO ADIACENTE AL RIFUGIO SANT'OSVALDO (ALPAGO), POTREBBE CONFIGURARE COME DANNO ERARIALE? LA REGIONE INTENDE DISPORRE DELLE VERIFICHE?"

Preannuncio che risponderà l'assessore Calzavara in supplenza al collega Caner.
Prego, consigliere Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Depositata il 28 febbraio 2023. Premesso che il 12 agosto 2021 Veneto Agricoltura, che ai sensi della legge regionale n. 37 del 28/11/2014 è il gestore della Foresta regionale del Cansiglio, aveva pubblicato sul proprio sito internet un avviso per una "Manifestazione d'interesse per la concessione di un chiosco in legno adiacente al Rifugio di Sant'Osvaldo nella Foresta regionale del Cansiglio in Comune di Alpago (Belluno)". L'avviso pubblicato in pieno periodo ferragostano stabiliva una data di scadenza ravvicinata rispetto alla sua pubblicazione, 23 agosto 2021. La concessione avrebbe avuto durata di tre mesi per la stagione 2021, quattro per la stagione 2022 e un totale di sette mesi eventualmente prorogabili nella stagione 2023 qualora il Rifugio Sant'Osvaldo rimanesse chiuso e inutilizzato.
Inoltre, il canone a base d'asta di concessione era stato stabilito in 300 euro per tre mesi, quindi 700 euro per due stagioni.
Evidenziato che il chiosco in questione è di competenza di Veneto Agricoltura, azienda controllata dalla Regione Veneto; la struttura collocata in un'area strategica centrale dell'altopiano del Cansiglio è frequentatissima ed è dunque verosimile che i guadagni relativi all'attività di vendita dei prodotti agroalimentari ivi effettuata siano piuttosto elevati.
Nel sopra citato avviso di manifestazione di interesse non si accennava a canoni per l'eventuale proroga relativa alla stagione 2023, che pare essere stata concessa dato il perdurare della chiusura dell'adiacente Rifugio Sant'Osvaldo.
Valutato che da un articolo de "La Tribuna di Treviso" del 23 febbraio 2023 – "Quel canone è troppo basso. Esposto alla Corte dei conti" – si apprende che un Consigliere comunale del Comune di Fregona ha presentato un esposto alla Corte dei conti per verificare se il canone richiesto da Veneto Agricoltura sia consono o se, invece, non si configuri come un danno erariale data la grande affluenza turistica verso questa struttura e i presumibili importanti guadagni che essa può portare a chi la gestisce.
Chiedo all'Assessore regionale con delega alle foreste e all'Assessore regionale all'agricoltura con delega al turismo se la Giunta regionale e la controllata regionale Veneto Agricoltura intendano disporre delle verifiche sulla concessione della gestione del chiosco in oggetto per fugare ogni dubbio in merito all'ipotesi di danno erariale.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde, come dicevo, l'assessore Calzavara, in luogo del collega Caner.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
In riferimento alle questioni poste dall'interrogante si premette che uno degli obiettivi fondamentali della Giunta regionale correlati allo sviluppo dei territori montani e delle loro comunità è quello di favorire il permanere della popolazione in aree montane incentivando e valorizzando le attività produttive del turismo.
La Foresta del Cansiglio è bene demaniale e regionale, ad oggi gestito dall'Agenzia veneta per l'innovazione nel settore primario, per effetto dell'articolo 2, lettera c), della legge regionale n. 37/2014 . Tra i compiti assegnati all'Agenzia, le linee di indirizzo e le direttive di cui all'allegato A della DGR n. 141/2022 prevedono che spetta all'Agenzia la valorizzazione dei beni della Regione al fine di promuovere la gestione delle foreste con funzione protettiva e produttiva dei boschi e il rilancio turistico-ricettivo dell'area demaniale.
In particolare, la zona del Cansiglio è caratterizzata dalla mancanza di adeguate strutture ricettive e servizi alla persona, con inevitabili ricadute anche su altre attività presenti nel territorio, sportive, agrituristiche e museali, che rendono antieconomica la gestione delle aziende agricole dislocate in questi luoghi. A fronte della domanda, sia da parte dei fruitori estivi del Cansiglio concentrati nei weekend, come pure degli attuali gestori di servizi commerciali e di aziende, di avere un punto di ristoro in più e soprattutto di un servizio di bagni pubblici, l'Agenzia, mediante avviso pubblico, in data 12 agosto 2021, ha aperto una manifestazione di interesse per la gestione di un chiosco in legno amovibile che, nelle more delle attività di recupero del Rifugio Sant'Osvaldo, chiuso già dal 2017, fosse in grado di soddisfare anche in modo parziale tali richieste. Il bando stabiliva che l'affidamento della gestione del chiosco in legno amovibile, ad un piano, con superficie coperta di metri quadri 14,58, subordinato all'ottenimento delle autorizzazioni temporanee all'esercizio di attività di bar, sarebbe avvenuto con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
La valutazione del canone da porre a base di gara, condizionata dalla mancanza di dati ed informazioni in un mercato dove sono disponibili pochi elementi per tipologie simili, è stata stabilita sulla base delle attività collaterali esistenti in loco in 700 euro complessivi per le due stagioni 2021 e 2022, per la durata di tre mesi per la stagione 2021 e quattro mesi per la stagione 2022, eventualmente prorogabili per il 2023 qualora il Rifugio Sant'Osvaldo risultasse ancora chiuso e inutilizzabile.
Una delle attività simili di riferimento per la valutazione del canone è riferita alla gestione del Rifugio Sant'Osvaldo ubicato nel Comune di Alpago (Belluno) con una superficie coperta di circa 243 metri quadri. Il canone base di gara è pari a euro 9.000 annui. Si pone in evidenza, tra l'altro, che alla scadenza del bando (27 febbraio 2023) non è pervenuta alcuna offerta per la gestione del Rifugio Sant'Osvaldo, a sottolineare la poca appetibilità delle attività commerciali nell'area del Cansiglio. Entro la scadenza prevista dall'avviso per la gestione del chiosco avevano manifestato interesse due operatori economici.
L'agenzia ha valutato ‒ come da verbali ‒ come migliore offerta quella presentata dall'azienda agrituristica Al Cavaliere di Mareno di Piave, che ha ottenuto punti 79.5, offrendo, rispetto al canone base di gara di euro 700, il canone in rialzo pari a euro 1.600 per complessivi sette mesi. Il concessionario ha garantito, come previsto dal bando, l'apertura gratuita, la custodia e la pulizia giornaliera dei bagni e dell'adiacente Rifugio Sant'Osvaldo durante l'orario di apertura del chiosco anche ai non clienti dello stesso.
L'agenzia, nel definire il canone complessivo della gestione del chiosco, ha dunque condotto una valutazione economica legata alla situazione socioeconomica dell'area del Cansiglio orientata a favorire lo sviluppo turistico ricettivo della zona, incentivando gli imprenditori a presentare domanda per la gestione del chiosco, che ha comunque ricevuto solo due offerte.
Ultimo capoverso. Quanto sopra ben testimonia l'impegno dell'Agenzia veneta per l'innovazione nel settore primario per conto della Regione del Veneto di sostenere lo sviluppo della Foresta del Cansiglio, che è meta di numerosi escursionisti, scolaresche e varie attività sportive, quali mountain bike, passeggiate a cavallo, sci alpino e nordico, ma che, nonostante ciò, soffre della cronica mancanza di adeguate strutture ricettive e servizi alla persona, con inevitabili ricadute anche in altre attività presenti nel territorio agroforestali, agrituristiche, sportive e museali. Tutto ciò rende antieconomica la gestione delle aziende agricole dislocate in luoghi disagiati e mette a repentaglio in primis la manutenzione e la tutela del territorio.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Naturalmente, mi riservo di leggere con attenzione i contenuti della risposta. La novità, rispetto a quanto era a mia conoscenza, è relativa a questo nuovo bando di gara e al fatto che c'è stato un rialzo da 700 euro a 1.600 euro complessivi per i sette mesi. Sicuramente, quindi, rispetto alla situazione iniziale, c'è da registrare questo miglioramento anche sul piano dei conti in essere per questa attività.
Ringrazio l'Assessore. Approfondirò naturalmente la cosa.

PRESIDENTE

Adesso c'è l'IRI n. 374 della collega Camani, che è stata abbinata, come risposta, alla n. 316 della Baldin.
Avremo due presentazioni delle interrogazioni e una risposta unica, data dall'assessore Donazzan.
Partiamo con la n. 374, quella all'ordine del giorno, Camani ed altri.

Interrogazione a risposta immediata n. 374 del 16 marzo 2023 presentata dai consiglieri Camani, Montanariello, Zottis, Zanoni e Ostanel relativa a "IMPIANTO GEODIS/AMAZON: COSA INTENDE FARE LA GIUNTA REGIONALE?"

E

Interrogazione a risposta scritta n. 316 del 16 marzo 2023 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "LA REGIONE INTERVENGA PER SALVAGUARDARE I 130 LAVORATORI DELLA LOGISTICA GEODIS DI VILLAMARZANA"

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione, che abbiamo presentato a nome del Gruppo del Partito Democratico, chiediamo di sapere quali sono le intenzioni della Giunta per scongiurare la chiusura dell'impianto logistico gestito da una società inglese che opera in oltre 120 Paesi su mono committenza Amazon, in cui oggi prestano servizio circa 130 lavoratori e lavoratrici. Vogliamo sapere quali sono le azioni che la Giunta intende mettere in campo per, ovviamente, provare a garantire la continuità produttiva del sito e per tutelare il posto di lavoro di queste 130 lavoratrici e di questi 130 lavoratori.
Come dicevo in premessa, la società Geodis è una società che opera nel settore della logistica, peraltro sostanzialmente sempre tramite contratti di subappalto con altre società, che a loro volta impiegano questi lavoratori in diversi stabilimenti in Italia. Uno, appunto, è anche a Villamarzana, dove attualmente sono impiegati 130 dipendenti, che hanno saputo del rischio chiusura del loro stabilimento, prevista per il 13 luglio, in maniera assolutamente inaspettata.
Sappiamo perfettamente come nelle decisioni di Geodis incida anche la sentenza del Tribunale di Milano che ha certificato come tutti i bandi di gara vinti da questa società multinazionale francese siano stati vinti sulla base di un sottodimensionamento del costo del lavoro e di come il Tribunale di Milano abbia obbligato Geodis a rivedere al rialzo tutti i contratti, proprio per riconoscere ai lavoratori il minimo indispensabile previsto contrattualmente. Un annuncio, quello della chiusura, che avviene peraltro dopo anni in cui i lavoratori, quelli di Arquà Polesine ma non solo, sono stati utilizzati con contratti di lavoro totalmente precari, part-time obbligatori, flessibilità massima, somministrazione tramite subappalto. Dopo, insomma, anni di sfruttamento del lavoro, oggi che i lavoratori hanno un contratto di dipendenza rischiano di essere lasciati a casa.
Chiediamo, ovviamente, quali sono le intenzioni della Giunta.

PRESIDENTE

Grazie.
La collega Baldin, se vuole, può presentare la n. 316.
Baldin la dà per letta.
Risponde l'assessore Donazzan. Prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Geodis S.p.a. è un'azienda internazionale leader nel settore dei trasporti e logistica, attiva in tutti i continenti, con una presenza diretta in sessanta Paesi e una rete globale che copre 168 nazioni e occupa oltre 46.000 dipendenti.
Presso il sito di Villamarzana Geodis opera in regime di mono committenza per Amazon per il tramite dell'appalto alla società Face Work Srl. In tale polo operano attualmente circa dieci dipendenti diretti di Geodis e 130 dipendenti di Face Work.
Con sei mesi di preavviso, Amazon Italia Logistica ha comunicato a Geodis la disdetta del contratto di appalto con decorrenza dal prossimo 31 luglio 2023; decisione che mette a rischio tutti e 140 i lavoratori occupati in tale sito.
A fronte di ciò, su istanza dell'organizzazione sindacale, la sottoscritta, assistita dall'unità di crisi, ha incontrato Geodis e Face Work, mentre Amazon Italia Logistica ha declinato l'invito. L'incontro si è concluso con l'impegno da parte di Geodis di ricercare una soluzione produttiva che scongiuri la chiusura del sito logistico del Polesine.
La sottoscritta e le organizzazioni sindacali hanno poi richiesto un impegno congiunto delle società presenti nel sostenere tutti i lavoratori che operano nel sito, anche attraverso l'attivazione degli idonei ammortizzatori sociali. Al fine di verificare e monitorare le azioni e le iniziative intraprese dalle aziende in considerazione degli impegni presi, le parti si incontreranno nuovamente il prossimo 12 aprile. Ovviamente, questa, colleghe, era un'interrogazione portata in Giunta precedentemente all'incontro di venerdì, per cui poi, al di là di ciò che è stato presentato in Giunta, vi do un aggiornamento. Per un aggiornamento della situazione, nel frattempo, le strutture tecniche regionali manterranno continui e costanti, eccetera.
In merito alla posizione di Amazon, la Regione si è impegnata a intraprendere ogni azione idonea e di confronto in sede istituzionale affinché la stessa sia responsabilizzata rispetto alla situazione di crisi generata dalle proprie scelte aziendali.
Chiedo, quindi, al Presidente di poter anche aggiungere alcune considerazioni, che sono gli aggiornamenti. Ovvero, venerdì c'è stato un ulteriore incontro e si è condivisa la necessità/urgenza di fare richiesta presso il Ministero del Lavoro degli ammortizzatori sociali per mettere in protezione i lavoratori. Gli ammortizzatori sociali e le richieste non sono atti scontati o dovuti, ma devono prevedere idonea e rispettosa procedura della normativa. E quindi da oggi gli ammortizzatori sociali sono stati autorizzati.
La seconda questione è quella per la quale venerdì si è chiesta una responsabilizzazione da parte di Geodis affinché possa trovare un altro cliente che sostituisca la mono committenza di Amazon. Oggi pomeriggio, alle 14.00, ci sarà un ulteriore incontro.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, collega Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Mi pare una buona notizia quella che ci dà l'assessore Donazzan, e cioè che il Ministro ha firmato il decreto per la concessione degli ammortizzatori sociali di questo stabilimento, che però prevedono un elemento fondamentale per poter essere erogati e cioè la continuità produttiva del sito. Cioè noi dobbiamo mettere in sicurezza non soltanto dal punto di vista reddituale 130 lavoratori, ma dobbiamo costruire le condizioni perché lì si continui a lavorare e quei lavoratori continuino a lavorare.
Assessore, glielo dico pur sapendo l'impegno che l'unità di crisi della nostra Regione sempre mette sulle crisi aziendali, appunto. Quello di Villamarzana, quello che riguarda il regime di appalti in esclusiva che Amazon concede ad alcune aziende che, a loro volta, in subappalto concedono commesse a loro volta ad altre società, determina, definisce un problema che va oltre Villamarzana, Castelguglielmo, Vigonza, San Bellino e tutti gli altri stabilimenti che lavorano in mono committenza Amazon. Un problema di sistema rispetto al quale la Regione del Veneto dovrebbe cominciare ad attivarsi prima di trovarsi inevitabilmente in queste situazioni, sapendo perfettamente che l'attività di logistica di Amazon si fonda esattamente su questo principio: utilizzare lo sfruttamento del lavoro per poter avere dei prezzi competitivi dell'e-commerce rispetto al commercio al dettaglio. Fatalità questo avviene sempre in territori svantaggiati. Penso al Polesine, ma non solo al Polesine.
Se noi vogliamo continuare ad intervenire quando il bubbone è già esploso, attraverso la legittima attivazione degli strumenti di ammortizzazione sociale, attraverso la ricollocazione e la formazione dei lavoratori, va benissimo. Noi però dovremmo cominciare ad agire prima, ad analizzare cosa non funziona nel sistema della logistica anche in questa regione e offrire delle soluzioni, perché il fatto che il Geodis sia una multinazionale, che, come certificato dal Tribunale di Milano, ha stipulato contratti sulla base di un costo del lavoro non corretto, non equo, che vuol dire precarietà e sfruttamento, è problema che sappiamo si sarebbe verificato e lo conoscevamo già prima.
Il fatto che Amazon collabori – vado a chiudere, Presidente – e costruisca contratti in esclusiva su capannoni non di sua proprietà, con società in appalto o subappalto, ci fa capire come il potere contrattuale di Amazon, che infatti neanche viene alle riunioni che la Regione convoca, sia totalmente sproporzionato rispetto al potere che le lavoratrici e i lavoratori hanno di poter far valere i propri diritti.

PRESIDENTE

Grazie, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Chiudo con un riferimento all'Assessore. Esiste un protocollo sulla logistica che questa Regione ha sottoscritto due anni fa. Andrebbe applicato, però, Assessore. Bisognerebbe verificare che quel protocollo venga applicato, perché se io faccio il protocollo e poi non verifico che sia applicato posso dire che va bene, ma potrebbe andare meglio.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Prego, collega Baldin, per la replica.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Ringrazio anch'io l'Assessore per l'impegno che sta mettendo in questa vicenda. Buone le notizie che ci porta oggi. Però, rimane forte la preoccupazione del fatto che, come diceva la collega Camani, che mi ha preceduta, oggi si tratta di queste 140 persone a rischio, e speriamo comunque di trovare una soluzione prontamente, domani la questione potrebbe riguardare altre centinaia di persone. È una questione molto seria ed è assolutamente preoccupante che multinazionali del calibro di Amazon rifiutino ogni incontro e non siano soggette a nessuna regola.
Tra l'altro, collegata a questo c'è anche tutta la partita relativa al salario minimo, che sicuramente sarebbe a vantaggio di questi lavoratori in molte circostanze, in tante occasioni, pure in questa di Geodis. Quindi, anche da questo punto di vista una ulteriore azione e attenzione da parte del Governo sarebbe auspicabile. Si dovrebbe tentare di obbligare queste multinazionali a sedersi a un tavolo per venire a patti con le Istituzioni. Si dovrebbero trovare delle modalità, e sarà, appunto, il Governo e la Regione a trovare quelle più opportune.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La IRI n. 372 della collega Guarda, su sua richiesta, viene rinviata al prossimo Consiglio.
Abbiamo terminato il tempo a disposizione per le interrogazioni, per cui passiamo agli altri punti all'ordine del giorno.
PUNTO
6



RELAZIONE SULL'ATTIVITÀ DEL GARANTE REGIONALE DEI DIRITTI DELLA PERSONA NELL'ANNO 2022. (RENDICONTAZIONE N. 145) APPROVATA (DELIBERAZIONE N.42 /2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Favero

PRESIDENTE

Siamo al punto n. 6: "Relazione sull'attività del Garante regionale dei diritti della persona anno 2022".
Relatore è il collega Marzio Favero. Prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

La relazione sulle attività del Garante è prevista dall'articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 37 del 24 dicembre 2013, che peraltro ha unito in un'unica figura tre funzioni, quella del Difensore civico, del Garante per l'infanzia e l'adolescenza e del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. Si tratta di un accorpamento che è stato effettuato, per il momento, solo da altre tre Regioni: Marche, Molise e Valle d'Aosta. Il nostro avvocato è Mario Caramel, che ha sviluppato una relazione corposa. Io cercherò di compendiarla concentrando l'attenzione su alcuni punti che mi paiono importanti.
Per quanto riguarda le funzioni conferite al Difensore civico dalle leggi nazionali, riguardano soprattutto tre funzioni. La prima è quella del riesame in tema di diritti di accesso agli atti. Sono state 138 le richieste prodotte al Difensore civico nel 2022. Quante di queste hanno avuto un esito favorevole? il 7%, nove istanze. Esito negativo? Il 22%. Adempimento spontaneo da parte della Pubblica amministrazione il 3%, incompetenza l'11%, inammissibilità il 57%. Questo la dice abbastanza lunga sul fatto che, in realtà, i nostri Enti locali o Enti pubblici, comunque, tendono a essere piuttosto rigorosi nel rispetto delle procedure.
Tra le funzioni che spettano al Difensore civico vi è anche quella della nomina di Commissari ad acta. Non vi è stata alcuna richiesta nel 2022. Terza funzione: designazione dei Presidenti di Commissioni miste conciliative presso le ULSS. Ne sono stati nominati diversi nel corso del 2022 presso l'ULSS n. 4 Veneto Orientale, l'ULSS n. 5 Polesana, l'Azienda ospedaliera di Padova e l'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, l'ULSS 6 Euganea, l'ULSS 7 Pedemontana e l'ULSS 9 Scaligera.
Non vi sono stati casi, invece, di costituzione come parte civile per particolari reati contro portatori di handicap, per il semplice motivo che il Coordinamento nazionale dei Difensori civici delle Regioni e delle Province autonome italiane sta ancora discutendo sulla effettiva possibilità di applicazione di questa norma.
Non dimentichiamoci di una cosa. Il Difensore civico, o il Garante, ha funzioni legate all'auctoritas, ma non alla potestas. Quindi, ha una funzione di persuasione morale, di coordinamento, di comunicazione, di sollecitazione, ma non ha un potere diretto di intervento.
Per quanto riguarda le funzioni di Difesa civica in senso stretto, relative, cioè, a asserite situazioni di disfunzioni o abusi da parte delle Pubbliche amministrazioni oppure di gestori di servizi pubblici, le segnalazioni sono state 319. Quali le principali? Servizi alle persone il 10%, sanzioni amministrative il 20%, sanità il 16%. Per quanto riguarda la sanità, si tratta soprattutto di lamentele sui tempi di attesa. In merito alle sanzioni amministrative, ciò che i cittadini lamentano è la scarsa chiarezza in ordine alle ragioni per cui vengono multati.
La risposta da parte delle Amministrazioni rispetto alle sollecitazioni del garante sono state estremamente rapide e alla fine anche i cittadini che hanno prodotto le istanze per lo più si sono dichiarati soddisfatti delle risposte ottenute.
Il Garante ha funzioni importanti in termini di attività di promozione, protezione e tutela dei minori. È opportuno segnalare che il Veneto si segnala come Regione perché, già prima dell'entrata in vigore della legge n. 47 del 2017, che ha dato l'incarico all'Autorità del Garante regionale di mettere a disposizione del Tribunale per i minori un elenco di volontari disponibili ad assumere la tutela dei minori stranieri non accompagnati, la Regione Veneto era già attrezzata.
Al 31 dicembre 2022 si registrano 639 tutori attivi, 125 hanno chiesto la sospensione temporanea, 475 hanno dato disponibilità a seguire i minori stranieri non accompagnati. La maggioranza sono peraltro femmine, il 78%.
Percorsi formativi per gli aspiranti tutori. Anche nel 2022 sono proseguite le attività di formazione. Al corso si sono iscritte 196 persone e hanno concluso il corso in 147. La maggioranza degli aspiranti tutori provengono dalle province di Padova, Verona e Venezia, che sono province ove la pressione è anche maggiore. Si sono portate avanti anche le attività di formazione continua dei tutori, in modo particolare nelle province di Venezia, Treviso e Verona.
Dati relativi alle richieste e ai minori coinvolti. È bene precisare che le richieste sono state 727 nel corso del 2022 per l'indicazione di un volontario in funzione di accompagnatore; 702 provengono dal Tribunale per i minorenni e 25 dai tribunali ordinari. È da sottolineare che la disciplina in materia si sta trasformando grazie alla legge Cartabia e a breve ci dovrebbe essere un unico tribunale per la tutela dei diritti delle persone.
L'aumento esponenziale nel 2022 delle richieste rispetto agli anni passati, 270 richieste in più, è dovuto sostanzialmente all'arrivo dei minorenni ucraini in fuga dalla guerra. È opportuno precisare che l'Ufficio del Garante viene coinvolto per quei minorenni non accompagnati che non hanno parenti entro il quarto grado. Tutti quelli che hanno un parente almeno entro il quarto grado di solito si trovano a vedere identificati come tutori i parenti medesimi.
Il numero complessivo ve l'ho detto. Sottolineo quali sono i Paesi da cui provengono i minori stranieri non accompagnati. Abbiamo detto che, a causa della guerra, oggi il numero più importante è quello che proviene dall'Ucraina, 220 persone, però sono da segnalare i 124 casi di minori provenienti dall'Albania e i 90 provenienti dal Kosovo. Tutte le altre etnie sono molto, molto distanti da questo numero. La Provincia che ne accoglie di più è Padova con il 41%, Venezia con il 19.
A fine del 2021, giusto per conoscere il dato complessivo, i minori stranieri non accompagnati censiti in Italia erano 12.284, a fronte di una distribuzione che vede la Lombardia accoglierne il 14,3%, la Calabria il 10,3, l'Emilia-Romagna il 9. Queste le Regioni più esposte. Il Veneto ha censito il 4,1% nel 2022. Attenzione, c'è un 23% delle istanze che non si concludono con l'abbinamento. Quali sono le cause? La principale è la difficoltà da parte delle cancellerie dei tribunali di rispettare i tempi. Poiché la maggior parte dei minori non accompagnati ha un'età che va dai 15 ai 18 anni, in molti casi fanno in tempo a diventare maggiorenni e a divenire irreperibili. È un problema che va messo a fuoco per quanto riguarda la dotazione di personale anche delle cancellerie dei tribunali.
Il Garante ha provveduto anche alle attività ordinarie di ascolto istituzionale, mediazione e orientamento per i minori in difficoltà. Sono state 158 le istanze nel 2022, in calo rispetto alle 436 del 2011. Il 29% di questi casi è costituito da adolescenti, il 54% sono di nazionalità italiana. Chi sono i segnalatori? Di solito i servizi sociali del Comune (32% dei casi), i genitori (il 20), ma c'è anche un 24%, numero significativo, di istanze che provengono da parte di privati cittadini o di comitati. Altre richieste, l'11%, provengono dai servizi di tutela minori e dai consultori familiari incardinati nelle ULSS.
Dal report inoltrato all'Ufficio della Direzione dei Servizi Sociali della Regione Veneto emerge che sono 1.250 i minori inseriti in comunità residenziali al 31.12.2021, con un aumento rispetto al 2020, quando erano 1.047. Gli inserimenti sono prevalentemente in comunità educative (638), in comunità familiari (334) e in comunità mamma-bambino (222). Aumentano di poco gli inserimenti in comunità educative diurne (276). è da evidenziare che 204 minori accolti in struttura hanno problemi di disabilità.
Fra le tematiche che il Garante mette in luce vi è il fatto che i Comuni segnalano alcune difficoltà in termini di competenza in merito agli oneri economici per gli interventi a tutela dei minori, per l'aumento dei preadolescenti e adolescenti che si segnalano per fragilità psichica e la contestuale difficoltà a reperire comunità che siano in grado di accoglierli e, in terzo luogo, per il problema legato alle separazioni conflittuali. Vi sono alle volte attribuzioni ai servizi sociali di decisioni straordinarie in assenza di sospensione o decadenza della responsabilità genitoriale. è un tema, questo, che dovrebbe essere meglio sviluppato con l'autorità giudiziaria.
Il Garante si è preoccupato anche di intervenire presso gli istituti scolastici per alcuni casi particolari: per esempio i ritardi nell'assegnazione degli insegnanti di sostegno agli alunni certificati o l'interlocuzione con l'INPS per quanto riguarda l'erogazione dell'assegno unico universale, entrato in vigore nel 2022.
Terza dimensione dell'impegno del Garante dei diritti delle persone è quella a favore delle persone sottoposte a misure restrittive. Qui arriviamo a toccare forse il tasto più dolente della relazione dell'avvocato Caramel, perché dalla relazione emerge chiaramente che, terminata l'emergenza Covid, ritornati alle attività ordinarie anche dal punto di vista penale, il nostro sistema risente della carenza di organici del sistema penitenziario.
Vi do solo alcuni numeri: il totale organico previsto per le nostre case circondariali sarebbe di 1.787 persone, compresi direttori, comandanti, agenti ed educatori; il totale organico amministrato è di 1.629 persone; la forza operativa effettivamente presente è di 1.551 persone. In altre parole, mancano 236 unità. A questo si può cercare di sopperire senz'altro con collaborazioni di rete, che sono state promosse anche dal Garante dei diritti della persona, cercando di favorire quelle formule che possano portare a misure alternative all'espiazione della pena in carcere. Di che cosa si tratta? Dell'affidamento in prova al servizio sociale di cui all'articolo 47 dell'ordinamento penale, della detenzione domiciliare disciplinata dall'articolo 47-ter dell'ordinamento penale, della semilibertà sancita dall'articolo 48 dell'ordinamento penale e della liberazione anticipata di cui all'articolo 54 dell'ordinamento penale. Però, nonostante questo sforzo di cercare il reinserimento, rimane elevato il numero dei detenuti che resta in carcere.
È interessante un'analisi comparata, quella che fa l'avvocato Caramel, fra il contesto regionale e quello nazionale: in Italia vi sono 40.262 detenuti, italiani e stranieri, con almeno una condanna definitiva, il Veneto ne ha 1.893, metà stranieri. C'è un numero che è inferiore a quello di molte altre Regioni, e segnalo che il Veneto è al nono posto, seguito dalle Regioni con meno abitanti: i detenuti totali in Italia sono 56.196, il che significa che vi sono 15.900 persone circa in attesa di un giudizio definitivo; in Veneto i detenuti totali, cioè compresi quelli che ancora non hanno una sentenza definitiva, sono 2.487, 648 in attesa della sentenza definitiva. Quindi, il Veneto, pur non primeggiando per numero di detenuti, primeggia purtroppo per il tasso di occupazione. Se nel biennio 2020-2021 l'occupazione media in Italia era del 106% e il Veneto si attestava sul 120%, nel 2022 l'occupazione media in Italia era del 109%, mentre il Veneto è salito al 127,5%. In altri termini, il Veneto è al terzo posto a livello nazionale per affollamento, dopo la Puglia e la Lombardia.
Questo è un dato che deve far riflettere. Perché? Perché l'articolo 27 della nostra Costituzione prevede che le pene non siano disumane e prevede una funzione di recupero dei condannati. Certo, se uno guarda in scala storica, dal 2010 al 2022 c'è stato un bel calo nel numero dei detenuti, perché siamo passati da 3.255 a 2.487. Però, il calo è dovuto in parte alla sentenza della Corte europea dei diritti umani contro il sovraffollamento delle carceri in Italia e in parte alla pandemia, che ha visto il ritorno a casa di diversi stranieri. Su questo tema, il Consiglio farebbe bene a muovere qualche mozione per chiedere che a livello statale si intervenga, perché il problema delle carceri è annoso.
Oggi vi sono i fondi del PNRR, ragion per cui mi permetto di dire sommessamente che, vista la notevole difficoltà a spendere quelle risorse, se una parte di tali fondi fosse destinata anche agli ultimi degli ultimi, cioè a coloro che sono privati della libertà personale, la cosa potrebbe essere utile anche per la nuova visione che si sta cercando di affermare in Italia della giustizia, vale a dire la giustizia come fatto comunitario, come possibilità di recupero delle persone.
È bene notare che il Garante, a questo proposito, si è mosso anche ascoltando i carcerati, andando a visitarli, compiendo ispezioni, annunciate e non annunciate, portando avanti funzioni di monitoraggio. Ha aperto 59 fascicoli nel 2022.
Vi sono alcuni progetti speciali che vale la pena di citare, che sono portati avanti dalle autorità giudiziarie, in modo particolare dal Provveditorato regionale alle attività penitenziarie, che vedono anche l'attenzione da parte del nostro Garante. Una è la Cassa delle Ammende, un ente con personalità giuridica che attua l'obiettivo strategico del reinserimento socio-lavorativo delle persone sottoposte a misure personali, o restrittive, o limitative della libertà personale, però con attenzione alla tutela delle vittime di reato, per evitarne la reiterazione. Vi è attenzione all'uso delle nuove tecnologie per favorire i processi gestionali e anche i rapporti con la Magistratura di sorveglianza, nonché una migliore attenzione alla cura delle relazioni familiari.
Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, con circolare del 26 settembre 2022, ha mantenuto attivo il servizio di videochiamata, che consente ai carcerati di parlare con i propri familiari. È un modo per abbassare la tensione, per consentire a mogli, o mariti, o figli di parlare con il loro congiunto che è privato della libertà.
A sostegno della genitorialità e dei diritti dell'infanzia è arrivata anche la sottoscrizione di protocolli d'intesa con le associazioni Telefono Azzurro e Bambinisenzasbarre. Il Garante regionale segnala che, in data 12 dicembre, è intervenuta l'inaugurazione degli spazi che sono stati allestiti da un gruppo di volontariato del Telefono Azzurro a Padova, all'interno delle due carceri cittadine, per consentire l'incontro fra padri e figli in un ambiente accogliente e a misura di bambini. Attenzione simile il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria sta ponendo nei confronti dei minori che seguono le mamme durante la detenzione negli Istituti a custodia attenuata per detenute madri (ICAM), uno dei quali è attivo a Venezia.
Chiudo con una nota, che si lega, anch'essa, al tema dell'atteggiamento che dovremmo tenere come comunità nei confronti delle persone ristrette in istituti di pena: la prevenzione dei suicidi. Nel 2022 in Italia si sono tolti la vita 84 detenuti, 3 in Veneto. Il Garante sottolinea di aver cercato di monitorare e controllare l'attuazione dei protocolli locali che hanno il compito di tradurre in attività operativa il Piano nazionale di prevenzione delle condotte suicidarie, anche attraverso la collaborazione in rete con le Aziende sanitarie, per garantire l'assistenza di personale dell'area psichiatrica.
Torno, quindi, sul tema che ho sollevato in precedenza, come Consiglio, approfittando della relazione che ci ha fornito il Garante, potremmo e dovremmo porre all'attenzione del Governo la necessità di utilizzare fondi del PNRR per le persone che stanno in carcere. Se qualcheduno dovesse avere posizioni troppo giustizialiste e dire che, in fin dei conti, queste persone se la sono cercata, io vorrei non dimenticare che noi rappresentiamo anche quella tradizione cristiana che si fonda sull'idea che il Cristo lo trovi anche in prigione.
Spero, quindi, che noi si sappia far tesoro del buon lavoro condotto dal nostro Garante regionale, avvocato Mario Caramel, che mi permetto di ringraziare e che è stato ringraziato anche dalla Prima Commissione, che ha approvato all'unanimità la sua relazione.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Grazie anche per le "suggestioni" e le proposte di mozione che potrebbero interessare i lavori di quest'Aula. Se mi posso permettere, anche per quanto riguarda i bambini che accompagnano le mamme detenute, sapete che, come Consiglieri, possiamo accedere agli istituti penitenziari del Veneto. L'esperienza del carcere delle Zitelle vi consiglierei di andare a vederla.
Ha chiesto di intervenire il collega Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con molta attenzione la relazione del collega Favero in merito all'attività del Garante e mi vorrei soffermare in particolare sull'ultimo aspetto, che ha tra l'altro approfondito, relativo alla questione che anche lei, Presidente, ha appena sollevato, ovverosia quella della detenzione nelle carceri della nostra Regione, un tema che abbiamo affrontato anche in Quarta Commissione andando a sentire in audizione i responsabili delle carceri e i rappresentanti dei lavoratori (mi riferisco agli agenti di Polizia penitenziaria) che operano nelle carceri del Veneto. È un tema sicuramente importante da affrontare, ma normalmente sottaciuto, dimenticato, non affrontato purtroppo con i dovuti approfondimenti e con il dovuto impegno. Ci sono situazioni veramente esplosive nella nostra Regione, ma non solo nella nostra Regione. Siamo stati oggetto anche di richiamo da parte della Commissione europea per la situazione carceraria in Italia, e il Veneto purtroppo non si discosta da tale situazione.
Ci sono problemi molto importanti che vivono quotidianamente gli agenti di Polizia penitenziaria e che vivono i detenuti, legati a due questioni. La prima è la carenza di organico. Non sempre l'organico è sufficiente. La seconda è il sovraffollamento carcerario. Potete tutti immaginare cosa significa la vita nelle carceri e nelle case circondariali, figuratevi quando ci sono turni molto pesanti, dovuti alla carenza di personale, e situazioni di sovraffollamento di detenuti, con carichi ben superiori a quelli previsti.
Personalmente ho avuto modo di visitare il carcere di Treviso, il carcere di Montorio di Verona, il carcere minorile di Treviso, e devo dirvi che sono esperienze che, a differenza di tante altre che facciamo magari quotidianamente in giro per i nostri territori, è molto difficile dimenticare. È davvero molto difficile dimenticare. Fino a quando non si respira l'aria di un carcere, è difficile parlare veramente con cognizione di causa. E pensate che in queste visite, che ho fatto anche insieme ad altri colleghi, io sono stato soltanto qualche ora. A me è capitato di uscire con il mal di stomaco dopo queste visite, perché respiri veramente una situazione molto pesante.
Credo, pertanto, che i rilievi mossi dal Garante, che oggi sono stati ben illustrati dal collega Marzio Favero, siano veramente importanti e necessitino di una valutazione approfondita da parte di quest'Aula, in modo tale che questa situazione non venga liquidata con una relazione, ma diventi un impegno da parte di tutti noi affinché tutti gli enti interessati e tutte le autorità competenti in materia svolgano il proprio ruolo e il proprio dovere al fine di risolvere una situazione che, come dicevo in premessa, è arrivata anche all'attenzione della Commissione europea.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Condivido pienamente il pensiero del collega Favero quando afferma che gli investimenti a favore delle carceri devono assolutamente essere effettuati, anche investendo i fondi del PNRR, perché credo che a ragione, se è vero che la pena dovrebbe riabilitare, dobbiamo investire ancora di più per raggiungere tale obiettivo.
Come condivido il fatto che deve essere fatta un'attenta analisi della pianta organica presente nelle carceri, considerato che sono sotto organico. Non possiamo permettere che ci sia una mancanza di personale pari a circa il 20% di quello che dovrebbe esserci. Badate, non mi riferisco solo all'aspetto giudiziario, quindi alla questione della guardia in sé stessa, ma anche al problema sanitario, perché di fatto a volte si lamenta la carenza di tempestività da parte dei medici in caso di necessità all'interno delle carceri. Per non parlare degli aspetti psichiatrici all'interno delle carceri. Non dimentichiamo che non vi sono appositi spazi autonomi in detto senso e soprattutto non vi è una terapia anche particolare, perché di fatto si detiene il detenuto in sé stesso come detenuto, come persona che ha violato la normativa, ma non sotto l'aspetto sanitario, quindi all'interno e insieme a tutti gli altri, causando a volte anche difficoltà molto pesanti.
Per quanto riguarda l'accenno che è stato fatto alle liste d'attesa, credo che questo sia uno dei problemi principali dell'aspetto sanitario in questo momento, perché abbiamo tantissime persone che non raggiungono e non riescono ad accedere ai servizi sanitari, servizi sanitari che sappiamo dovrebbero rientrare all'interno dei LEA soprattutto per quanto riguarda, ovviamente, le cure già iniziate, ma anche per quanto riguarda la prima visita, laddove all'interno di una sanità pubblica si vede questa come uno screening o, quantomeno, una prevenzione che dovrebbe essere necessariamente fatta nei termini previsti dal medico, cosa che puntualmente in Veneto non viene rispettata, nonostante – lo sappiamo perfettamente – una legge del 1998 che lo prevede e il decreto legislativo n. 124 e nonostante i più e vari recepimenti fatti con delibera dalla Regione Veneto.
È una violazione chiara ed evidente di quelle che sono le tutele sanitarie di una Regione ricca, che potrebbe avere anche le capacità economiche. Sappiamo che all'interno di queste delibere c'è l'obbligatorietà da parte delle ULSS di far fronte a quelli che sono i termini delle visite, delle prime visite, perché non c'è sanità pubblica dove non c'è prevenzione, e anche la possibilità, recepita sempre dalla Regione Veneto, di incaricare all'interno degli ospedali, quindi in libera professione intramuraria, gli operatori per fare le visite, con costi a carico, appunto, del servizio sanitario, in questo caso dell'ULSS e della Regione.
Abbiamo visto anche la problematica relativa ai minori non accompagnati, che vedono nel Veneto 1.250 tra bimbi e ragazzi inseriti in comunità residenziali. Non è possibile che non vengano fatti gli abbinamenti per il tempo che scorre o per la lungaggine della burocrazia e dei vari passaggi. In due o tre anni questi ragazzi diventano maggiorenni e, come è stato indicato dal Garante, poi diventano irreperibili.
Noi dobbiamo semplificare la procedura, abbinare alle famiglie che lo richiedono, perché abbiamo una risorsa incredibile in Veneto, laddove tantissimi privati non solo segnalano, ma sono anche disponibili ad accogliere questi ragazzi. Non possiamo permetterci di mettere, da una parte, a rischio questi che diventano, appunto, irreperibili nel momento in cui raggiungono la maggiore età e, dall'altra parte, non dare riscontro a quelle famiglie che si mettono economicamente e volontariamente a disposizione per accoglierli. Diventa un argomento che dovrebbe veramente essere oggetto anche di qualche mozione di Consiglio, che mi adopererò a fare, ovviamente.
Per quanto riguarda gli Enti locali, gli Enti locali manifestano un abbandono e anche una mancata formazione sempre sui minori non accompagnati, perché sono preoccupati, ovviamente, dal peso economico, perché non sanno a chi verrà posto in carico. Dall'altro punto di vista, conoscono perfettamente la situazione di fragilità psicologica di questi ragazzi. Per i trascorsi, è evidente che è così. Da una parte bisogna sostenerli, anche economicamente, dall'altra bisogna informarli e formarli, perché gli amministratori hanno bisogno anche di conoscere.
Credo, quindi, che una procedura fondamentale sarebbe quella di mettere a disposizione un ufficio, un servizio, che non può essere quello del Garante, ovviamente anche con del personale affiancato a questo ufficio, in modo tale da rendere edotti gli amministratori di quelli che sono i loro diritti e i loro doveri nel momento in cui arrivano dei minori non accompagnati, ma soprattutto un sostegno, anche economico in questo caso, perché sappiamo quanto costano. Costano, però, nel momento in cui – torniamo a quello che abbiamo detto – non riusciamo ad abbinarli alle famiglie. Diventano veramente un costo e un peso, non per la società, ma per coloro che avrebbero fatto richiesta, che si metterebbero a disposizione, ma che per quella lungaggine burocratica che anche il Veneto sconta non riescono a farlo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'avvocato Caramel per questa relazione molto approfondita e intensa e anche il collega Favero per la sua relazione, dove ha messo molto del suo, e di questo lo ringrazio.
Detto questo, al netto di quello che hanno già detto i colleghi, anch'io volevo mettere sotto i riflettori due o tre situazioni del quadro assolutamente preoccupante, tragico in alcuni casi, che è stato dipinto in questa relazione dal Garante dei diritti della persona per l'anno 2023, Garante regionale naturalmente.
Abbiamo detto un po' tutti che emerge un quadro di carenza gravissima di personale. Il numero degli educatori, ad esempio, all'interno delle carceri, è di un educatore per 70 detenuti. Questo educatore dovrebbe anche predisporre dei piani individuali per ciascuno, ma è evidente che con 70 persone non si riesce a fare quello che si dovrebbe fare in modo ottimale.
Emerge anche un tasso di occupazione medio delle carceri del 127% e rotti, terzo posto nazionale dietro Puglia e Lombardia, con picchi del 156% e del 157% nelle case circondariali di Treviso e Verona e del 144% nella casa di reclusione di Padova. Quindi, in media, in Veneto dovrebbero esserci al massimo dieci detenuti e ne troviamo almeno tredici, con picchi di sedici.
Tutte queste situazioni naturalmente vanno a sfociare in tensioni e anche rivolte, persino rivolte, e quello che è avvenuto nell'istituto penale minorile di Treviso ne è la prova lampante. È stato chiuso, infatti, ad aprile 2022 per danni provocati da una rivolta di detenuti. Si parla di una ricollocazione a Rovigo molto teorica, perché dovrebbe aprire questa struttura nel 2023. Il condizionale è d'obbligo.
In questo modo, ovvero proprio per la mancanza di un istituto penale minorile nel nostro Veneto, è evidente che viene meno anche il principio della territorialità e quindi i genitori, nell'eventualità che volessero andare a trovare o semplicemente parlare con il loro figlio o la loro figlia devono farsi chilometri e chilometri, e credo che questo sia profondamente ingiusto e non faccia merito al nostro sistema.
Quindi, magari mi adopererò con degli atti concreti proprio per impegnare la Giunta nei confronti del Governo a fare in modo che si trovino assolutamente delle strutture adatte per rafforzare anche il personale e fare in modo che questi fatti, come quelli che sono avvenuti, appunto, a Treviso, non si verifichino nuovamente.
L'altra questione era quella legata al controllo effettivo nelle case di riposo. Sappiamo che la funzione di controllo delle strutture per anziani e persone con disabilità è in capo al Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, meccanismo nazionale indipendente.
La mia intenzione era quella di presentare qualcosa che facesse in modo che vi fosse un'adeguata collaborazione tra il Garante nazionale e quello regionale, perché è evidente, alla luce dei fatti che sono avvenuti, ad esempio, cito il caso, quello più emblematico, di San Donà, è necessario vi siano delle collaborazioni tra il Garante regionale e il Garante nazionale.
Il Garante regionale ha sicuramente più sotto controllo la situazione e innanzitutto dovrebbe esservi la possibilità, come tra l'altro già previsto in base a una legge regionale, di avere un comitato dei familiari degli ospiti che possa accedere liberamente presso queste strutture per un adeguato controllo. Questo si potrebbe fare con un regolamento da parte nostra, in modo tale che questo controllo all'interno delle case di riposo sia reso effettivo alla luce delle problematiche che sono emerse in queste ultime settimane e in questi ultimi anni, purtroppo.
Questi sono dei punti su cui volevo porre l'attenzione. Mi riservo di presentare ulteriori atti in seguito. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Baldin.
Ci sono altri colleghi che vogliono intervenire?
Se non ci sono altre richieste, possiamo passare alla presa d'atto, quindi alla votazione della rendicontazione n. 145 (Relazione sull'attività del Garante regionale dei diritti della persona anno 2022).
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI MICHIELETTO, BARBISAN, BORON, CECCHETTO, CORSI, PICCININI E VIANELLO RELATIVA A "MODIFICA DELL'ARTICOLO 84 DELLA LEGGE REGIONALE 13 APRILE 2001, n. 11 "CONFERIMENTO DI FUNZIONI E COMPITI AMMINISTRATIVI ALLE AUTONOMIE LOCALI IN ATTUAZIONE DEL DECRETO LEGISLATIVO 31 MARZO 1998, N. 112" IN MATERIA DI GESTIONE DELLE ACQUE METEORICHE E DI INTERVENTI ATTI A MITIGARE GLI EFFETTI DI SICCITÀ E PRECIPITAZIONI INTENSE". (PROGETTO DI LEGGE N. 163) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 6/2023)

Relazione della SECONDA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Michieletto
Correlatore: Consigliere Lorenzoni

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7 all'ordine del giorno, la proposta di legge di iniziativa dei consiglieri Michieletto, Vianello ed altri "Disciplina acque meteoriche: gestione e interventi atti a mitigare gli effetti di siccità e precipitazioni intense". Progetto di legge n. 163.
Relatore è il collega Michieletto.
Prego, collega. Se cortesemente si iscrive, così le do la parola. Prego.

Gabriele MICHIELETTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Buongiorno, colleghi e signor Segretario.
Nostro malgrado siamo costretti ad affrontare dei temi che una volta si affrontavano solo in emergenza e che stanno diventando normalità; normalità dato il ciclico cambiamento degli agenti atmosferici e delle precipitazioni. In questo caso parliamo di piogge che, nel tempo, si sono mutate e sono passate da frequenti e leggere, come le ricordiamo tutti da ragazzi, ma fino a qualche anno fa in realtà...
Ricordo nella mia vita, ed abito in una zona a forte rischio idrogeologico, pochissime inondazioni fino alla matura età, fino a dopo gli anni Novanta. Dagli anni Novanta in poi mi sono trovato a fronteggiare più volte, addirittura con sgombero di zone abitate, il problema delle inondazioni da precipitazioni intense. Quindi, non c'è stata una grossa variazione nelle quantità di acqua nelle precipitazioni, c'è stata una grande variazione nella tipologia delle precipitazioni. Siamo arrivati ad avere pochissime precipitazioni, numericamente parlando, ma di intensità temporalesche spesso estremamente importanti, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Abbiamo danni nei periodi brevissimi delle precipitazioni e abbiamo danni ad attività, alle opere fluviali, sponde, eccetera, alle abitazioni private e tra una precipitazione intensa e l'altra abbiamo dei lunghi periodi spesso di siccità, come fino a qualche giorno fa, con i danni che ne conseguono parimenti, quindi, grossi danni, in particolar modo alle attività di agricoltura.
Cosa si rende necessario? Voglio premettere che la Regione, i nostri uffici, i nostri tecnici abbiano sempre fronteggiato con solerzia questo tipo di eventi. Si rende necessario, contrariamente a quanto si faceva una volta, trattenere il più possibile l'acqua nel territorio in cui cade. Una volta si pensava che quando la pioggia cadeva era necessario velocizzarla il più possibile e quindi fossati, canalizzazioni, veloce accesso al fiume, e il fiume veloce accesso alle lagune o al mare. Adesso si è capito che con queste precipitazioni così intense questo modus operandi non va più bene, è necessario modificarlo e quindi c'è bisogno di creare più alvei possibili, più bacini possibili per ospitare l'acqua di prima pioggia, cosiddetta, per le prime precipitazioni, perché quest'acqua non vada a far danni in giro per il territorio.
Abbiamo tutti i fiumi, tutti i canali con le sponde sporgenti dal piano campagna, quello possono tenere. Tutta l'acqua che arriva in più per forza di cose se ne va a spasso per il territorio e, normalmente, per quanto poco crea disagi, molto spesso crea danni ingenti. L'acqua, invece, va trattenuta il più possibile nel territorio, creando per esempio delle golenature, degli allargamenti delle sponde e dei canali; quindi, canali al centro e sponde allargate di qualche decina o centinaio di metri, in modo che lo spazio dedicato ad accogliere l'acqua piovana sia moltiplicato per due, per cinque o per dieci in base alle possibilità di ogni località in cui ci si trovi.
È necessario, inoltre, creare degli alvei in montagna e in collina, perché è dagli anni Sessanta, è dal 1963 che in Veneto non si costruisce una diga. E sappiamo tutti perché, anche se il problema in quel caso non fu la diga, ma fu il luogo geologicamente inadatto per ospitare una struttura di quel tipo, che però è ancora lì, ed è sana e al suo posto. Ma le dighe per irrigazione possono essere molto più basse e molto più larghe. Non c'è bisogno di salto d'acqua, che invece è necessario per la produzione di energia elettrica. Quindi, si tratta solo di creare dei bacini, dei catini, delle bacinelle, dei laghetti, sostanzialmente, perché all'occhio questo risulta, che servano per trattenere l'acqua e non farla andare in giro a far malanni, e trattenendola poterla utilizzare nel momento in cui siano scarichi i fiumi, i canali e tutto l'apparato che serve per l'irrigazione all'agricoltura.
Quindi, fatto salvo che si è sempre fatto quanto possibile, oggi questo, a mio avviso, non basta più. È necessario mettere l'accento su questo problema, è necessario creare in ogni ambiente possibile degli alvei (dire vasche è sbagliato perché ricorda qualcosa di molto artificiale), degli spazi, delle valli chiuse per poter ospitare l'acqua in caso di precipitazioni. In altre parti del mondo si fa normalmente; da noi non si è fatto per tanti anni perché non c'era il problema. L'acquazzone intenso e pericoloso era una cosa saltuaria, occasionale, a cui si metteva rimedio dopo. Sta diventando, invece, una cosa sistematica. Non è passato un anno, negli ultimi 10-12 anni, durante il quale in Veneto non si sia verificata qualche precipitazione talmente intensa e violenta da creare danni molto importanti.
Parlavo l'altro giorno con un signore che abita nell'Agordino e mi diceva che il problema è tanto più sentito dopo l'evento Vaia. Dopo l'evento Vaia abbiamo una grande quantità di alberi che sono stati spazzati via; il sottobosco, in sostanza, oggi non è più sottobosco, ma è ex sottobosco, sottoposto alla luce del sole, quindi arido, composto da muschi secchi, foglie, pigne. Tutto pronto – mi ha detto il signore con cui ho parlato – ad essere innescato, a prendere fuoco e creare un rogo enorme. In quel caso, mi diceva, gli elicotteri dovrebbero andare a cercare acqua dove acqua oggi non c'è; quindi, arrivare probabilmente fino a Santa Croce, con dei tempi di percorrenza molto lunghi, durante i quali gli incendi farebbero ulteriori danni, molto più grossi di quelli che, se fossimo già attrezzati, potremmo invece limitare.
Dice ancora – parlo di un signore, un montanaro qualsiasi – che se lungo il Cordevole, che è un grosso viale di sassi largo 200, 300 o 400 metri e lungo chilometri, si facessero degli invasi, delle buche ogni 2-3 chilometri, avremmo dell'acqua in più che non dà fastidio a nessuno, anzi, e avremmo un posto dove gli elicotteri di emergenza potrebbero attingere – cosa che non possono fare adesso in un torrente – in caso di incendi o di altre necessità repentine di acqua.
Con questo progetto di legge si chiede, in sostanza, che l'acqua sia messa assolutamente all'attenzione del programma dei lavori dei prossimi anni, perché va scongiurato il pericolo di inondazioni, con tutto quello che ne consegue, e va mitigato l'effetto della siccità dato dalle carenze di piogge ‒ numericamente parlando ‒ degli ultimi anni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Do la parola al correlatore Lorenzoni.
Prego, consigliere. Si prenoti, per cortesia.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Ringrazio anche il collega Michieletto per aver fatto la relazione.
Il taglio della mia correlazione è un po' diverso, perché condivido l'emergenza a parlarne, ma la mia visione su quello che è stato fatto è un po' diversa.
La situazione di criticità della disponibilità di acqua è ben descritta da pochi numeri significativi relativi agli invasi montani, che sono stati riportati nel Bollettino di ANBI riferito a marzo 2023. Al 31 marzo di quest'anno gli invasi del bacino dell'Adige erano al 34%, 132 milioni di metri cubi su 393 in totale; quello del bacino del Brenta, che è solo il lago del Corlo, era pieno al 56%; quelli del bacino del Piave erano pieni al 62%. Sono dei valori drammatici per la stagione primaverile che stiamo vivendo e quest'anno non c'è neppure il volume nevoso che possa contribuire a migliorare il livello degli invasi nei prossimi mesi.
È chiaro che il regime di scarsità si protrarrà a lungo. Possiamo anche invocare la cattiva sorte per l'emergenza idrica in atto, ma passeremmo per ridicoli, secondo me, se lo facessimo. Ci basta guardare dei dati e le tendenze di lungo periodo. I dati mostrano gli effetti del cambiamento in atto in modo chiaro. ARPAV riporta che dal 1993 al 2020 in Veneto le temperature medie sono cresciute di 0,55 gradi centigradi ogni decennio, con un incremento superiore a quanto riscontrato a livello globale.
L'effetto è stato un aumento dei fenomeni alluvionali, mareggiate, vento intenso, ma anche ondate di calore più intense e durature e fenomeni di siccità che stiamo sperimentando. Non bastano i due giorni di pioggia degli scorsi giorni, purtroppo.
In Veneto sono cresciute le notti tropicali, più 5,2 giorni per decennio, mentre sono diminuiti i giorni con temperatura minima inferiore a 0 gradi, meno 9,6 giorni per decennio. Questo è un cambiamento veramente forte.
Non è un fenomeno improvviso né atteso, dunque, eppure le misure di difesa, di contrasto e di adattamento al cambiamento climatico sono poche, poco incisive e sicuramente in ritardo. Quindi, non basta un piccolo aggiustamento ad una legge del 2001 per dare risposte efficaci alle minacce che subisce la nostra regione; aggiustamento peraltro condivisibile nella sostanza, ma troppo esile di fronte a questi bisogni, quasi a sembrare una foglia di fico per coprire la mancanza di azione.
Dobbiamo essere consapevoli che la siccità sta diventando sempre più frequente e intensa nella regione, causando gravi danni alle colture, alla fauna, alla flora e all'ambiente in generale, e che comporta un aumento dei costi per le aziende agricole e per le attività turistiche che rappresentano importanti motori dell'economia della nostra regione.
In questo contesto, ci sarebbe spazio per un intervento legislativo su fronti concreti: ad esempio, l'introduzione di un sistema di monitoraggio e di allerta precoce per identificare rapidamente le zone a rischio di siccità e adottare provvedimenti preventivi; la promozione di pratiche agricole più sostenibili e di sistemi di irrigazione più efficienti per ridurre lo spreco d'acqua; l'incremento dei finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie volte a contrastare gli effetti della siccità; l'adozione di norme per la gestione sostenibile delle risorse idriche, compreso l'utilizzo di fonti alternative come l'acqua piovana o il riciclo delle acque reflue.
In realtà, la legge 13 aprile 2001 n. 11 che andiamo a modificare assegna una lunga serie di competenze alla Giunta, che non sta adeguatamente utilizzando, a discapito della ripetuta richiesta di autonomia. In particolare, la Giunta si dovrebbe attivare per definire nuovi criteri di gestione delle dighe e dei bacini idroelettrici, che, con il modificato regime di precipitazioni, incidono sulla disponibilità di acqua per l'irrigazione delle colture, causando problemi di accesso e di distribuzione tra i vari fruitori. Le modalità di utilizzo dell'acqua sono state definite a metà del secolo scorso, quando il regime idraulico era profondamente diverso. Si deve limitare l'impatto negativo sulla produzione agricola e sul reddito dei coltivatori. Inoltre, una gestione non ottimizzata può avere conseguenze ambientali negative, come il degrado dell'habitat fluviale, la riduzione della biodiversità e il cambiamento della qualità dell'acqua. Per mitigare questi impatti e questi conflitti è importante che la Giunta promuova una gestione integrata delle risorse idriche, che tenga conto delle esigenze di tutti gli utenti e dell'equilibrio tra sviluppo economico e tutela dell'ambiente. Questa gestione deve essere basata su una condivisione delle informazioni e sulla partecipazione attiva e consapevole delle comunità locali, dei gestori degli impianti e dei rappresentanti della filiera agricola.
In questo quadro generale, la costruzione di bacini di laminazione può aiutare a mitigare questi rischi, in quanto possono essere utilizzati per rallentare il flusso delle acque durante gli eventi di pioggia intensa e quindi ridurre la quantità d'acqua che si riversa nei fiumi o nei canali e non viene trattenuta. Tuttavia, i bacini di laminazione devono essere progettati per contribuire a preservare l'ecosistema locale, raccogliendo i sedimenti e il materiale solido che, altrimenti, potrebbero finire nei corsi d'acqua vicini. Sono opere che devono essere progettate e pensate con le comunità locali. Non deve essere, quindi, una delega in bianco alla Giunta per imporre scelte onerose per la comunità locale e per l'ambiente.
In secondo luogo, è urgentissimo procedere con degli accordi interregionali per individuare criteri di gestione delle risorse idriche condivisi, basati su un uso ottimale dell'acqua sempre più scarsa. Serve una pianificazione sovraregionale perché il prelievo d'acqua a monte venga ridotto, siano promosse colture a basso impatto idrico e modalità di irrigazione più efficienti.
Guardiamo il bacino del Po. L'Autorità di distretto a febbraio 2022 ha informato tutte le Regioni a monte, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, che il prelievo d'acqua avrebbe dovuto ridursi nei mesi estivi del 20% per evitare che l'acqua del mare entrasse nel delta del fiume Po, ma nella realtà è stato prelevato il 10% in più secondo i dati di Dataroom del Corriere della Sera, perché non c'era autorità nazionale che imponesse diritti di prelievo alle varie Regioni o che in agricoltura non permettesse colture idroesigenti in periodi di siccità. E così chi sta a valle, e il Veneto, soprattutto la zona del delta, sta a valle, con il cuneo salino che sale soffre.
Servono, dunque, degli accordi politici chiari e tempestivi per evitare le calamità siccitose alimentate da prelievi eccessivi d'acqua nelle Regioni a monte del fiume Po. Questa è l'azione politica di cui c'è bisogno. La strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, approvata da questo Consiglio il 20 luglio 2020, che frutti ha dato in ormai tre anni? Praticamente nessuno.
Guardiamo ai bilanci che abbiamo approvato nel 2021 e nel 2022. C'è una continuità con il passato che non coglie minimamente l'urgenza di un'azione per difenderci dal clima che cambia. Dobbiamo agire, non c'è più tempo per aspettare. Eppure, ci sono delle proposte di legge depositate in Consiglio che vanno nella direzione di dare risposte efficaci alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. Sosteniamole, lavoriamo per realizzare prima possibile le azioni che sappiamo avere effetti positivi sul ciclo dell'acqua. La limitazione del consumo di suolo, l'aumento della superficie arborea in pianura, le modifiche ai regolamenti edilizi, per fare degli esempi, sono tutte misure che possono dare risposte adeguate in tempi rapidi e senza investimenti colossali. Altro che cattiva sorte!
Poi ci sono anche gli investimenti in infrastrutture ed è eloquente quanto sostenuto dal Direttore generale di ANBI, che ha detto di recente: "è necessario dare il via ad interventi per aumentare le riserve d'acqua, dall'efficientamento delle opere esistenti alla realizzazione di nuovi bacini polifunzionali, come previsto nel Piano Laghetti che ha proposto proprio ANBI con Coldiretti".
Ricordiamo che l'Italia trattiene solo il 10% dell'acqua piovana, contro il 50% della Spagna. Se l'acqua non si accumula in inverno, non si potrà prevenire la siccità nei nostri fiumi sempre più frequente in estate.
Ci è stata presentata di recente in Terza Commissione una tecnica per la ricarica della falda, sperimentata in Veneto, che ha costi contenuti e una grande capacità di stoccaggio d'acqua. Cosa aspettiamo ad avviare un programma su larga scala? Badiamo bene, la stima di Coldiretti è che l'agricoltura italiana solo nel 2022, a causa degli eventi siccitosi, abbia perso ben 6 miliardi di euro.
Dal 2014 esiste un piano strategico nazionale per l'adattamento ai mutamenti climatici, pubblicato sul sito del Ministero dell'Ambiente, con indicate le tappe per mitigare i danni della siccità: costruire invasi per trattenere l'acqua piovana, riprogettare i canali di irrigazione ‒ e qui bene l'inaugurazione del LEB, un'azione importante ma sporadica ‒, investimenti tecnologici in sistemi di irrigazione intelligente, riprogrammazione delle coltivazioni in base alle risorse idriche disponibili.
In Veneto la delibera di Giunta 1643 dell'11 ottobre 2011, all'articolo 1, comma 3, lettera g) riportava il piano delle azioni e degli interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico, la presa d'atto del cosiddetto Piano Casarin d'Alpaos, che individuava i bacini di laminazione per la mitigazione del rischio idraulico nel territorio Veneto. Dunque, 22 anni fa. Eppure, stiamo ancora parlando di quel documento realizzato solo in parte e quindi siamo ancora esposti ai rischi.
Veniamo dunque al contenuto del progetto di legge di oggi, che riconosce nella presentazione che il contesto socioeconomico del territorio regionale nel corso degli ultimi anni è stato modificato dalle variazioni climatiche e, in particolare, dalle precipitazioni atmosferiche, che sono passate da frequenti e leggere a rade ed intense, spesso violente, secondo le parole riportate nell'introduzione del progetto di legge.
Afferma poi che si rende necessario prevenire gli effetti della siccità e mitigare i danni causati da precipitazioni intense e violente che colpiscono i nostri territori. L'iniziativa propone, dunque, di intervenire con una apposita modifica dell'articolo 84 della legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 , aggiungendo una specifica previsione alle funzioni attribuite alla Giunta, riguardante la possibilità di realizzare, per i motivi di cui sopra, opere e interventi finalizzati al risparmio idrico e al contenimento dei flussi nella rete idrografica.
Erano menzionati, nella versione che è stata presentata inizialmente in Commissione, anche casse e bacini di espansione che poi non sono più stati menzionati esplicitamente. L'obiettivo è, dunque, aumentare le funzioni attribuite alla Giunta regionale riguardanti la possibilità di realizzare opere e interventi finalizzati al risparmio idrico e al contenimento dei flussi nella rete idrografica.
Quindi, nella presentazione del testo di legge si dice: "Con tale specificazione si attualizza, rafforza ed esemplifica quanto previsto alla lettera c) della legge medesima". Richiamo le parole "attualizza", "rafforza", "esemplifica": nulla di nuovo, nessuno strumento in più dato alla Giunta per gestire l'emergenza idrica.
È un modo curioso di utilizzare la tanto ambita autonomia. Di fronte a una simile minaccia sappiamo fare solo questo, con l'ampio potere assegnato alla Regione dal decreto legislativo n. 112 del 1998 e la successiva riforma del Titolo V della Costituzione, con la legge costituzionale n. 3 del 2001? Questo è un ambito dove la Regione ha autonomia e noi sappiamo solo attualizzare, rafforzare ed esemplificare. Ebbene, facciamo attenzione a chiedere funzioni se fatichiamo ad espletare quelle che già abbiamo. E penso all'ordinanza n. 20 del 14 marzo 2023 del Presidente della Giunta: una pia raccomandazione, null'altro, di fronte alla peggiore crisi idrica che si ricordi.
Alcuni agricoltori quest'anno sono arrivati a non seminare e la Giunta intende sensibilizzare con un atto formale i cittadini e tutte le istituzioni sulla necessità di non sprecare acqua in nessun modo. Davvero il confronto tra i bisogni emersi negli ultimi due decenni e le risposte date dalla Giunta sul tema della gestione del patrimonio idrogeologico è sconfortante. Non ci siamo. In questo senso, il microaggiustamento che discutiamo oggi va nella giusta direzione, certo, ma non può essere in alcun modo sufficiente per dare risposte al nostro territorio, minacciato dal cambiamento climatico. La latitanza della Giunta su questo fronte viene amplificata, non superata da questo progetto di legge.
Colleghi Consiglieri, lavoriamo insieme per dare concretezza agli interventi per soddisfare il bisogno di sicurezza idraulica e di disponibilità irrigua. Non possiamo più maledire la cattiva sorte. Abbiamo delle responsabilità precise. Facciamoci fronte.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Sospendiamo i lavori. La ripresa è prevista alle ore 14.40.
I Capigruppo alle ore 14.30 si trovino in Sala del Leone.
La Seduta è sospesa alle ore 13.04
La Seduta riprende alle ore 14.47
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Se entriamo in Aula, colleghi, riprendiamo i lavori.
Il relatore è in Aula e la Giunta è rappresentata dall'assessore Marcato.
Ha chiesto di intervenire il collega Andrea Zanoni. Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti.
Intervengo sul progetto di legge in discussione "Disciplina acque meteoriche: gestione e interventi atti a mitigare gli effetti di siccità e precipitazioni intense"...

PRESIDENTE

Invito il collega Corsi ad abbassare il volume. Collega Corsi, per favore.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

...che è un progetto di legge che va a modificare la legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112". Quindi, stiamo parlando di una norma che tratta di funzioni e compiti amministrativi. Il titolo del progetto di legge che andiamo a discutere, dunque, potrebbe farci pensare a contenuti più stringenti, mentre in realtà andiamo a dare in più come funzioni alla Giunta regionale il coordinamento e la programmazione di interventi finalizzati al risparmio idrico, ovvero all'invaso anti-piena e all'accumulo della risorsa idrica per fronteggiare i periodi di crisi. Di questo si è molto parlato nell'ultimo periodo, ma negli ultimi anni si è fatto poco.
Il Governo, in data 1° marzo 2023, ha convocato una cabina di regia e ha annunciato la nomina di commissari, non ancora incaricati, ma non ha indicato strategie particolari. In data 14 marzo 2023 il ministro Lollobrigida ha espresso favore all'ipotesi di potabilizzare l'acqua marina, che consentirebbe nei prossimi vent'anni di recuperare un miliardo di metri cubi d'acqua. Alcuni impianti sono già installati sulla foce del Po. Il costo di questo tipo di trattamento, però, è elevato: si parla di 3 euro al metro cubo. In data 6 aprile 2023 il Governo ha emanato il cosiddetto "Decreto Siccità", viene istituita una cabina di regia per la crisi idrica e viene nominato un Commissario straordinario. Si preannunciano misure di semplificazione delle procedure di progettazione e realizzazione delle infrastrutture idriche e di impianti di desalinizzazione, l'aumento di volumi utili agli invasi, la possibilità di realizzare liberamente vasche di raccolta di acque meteoriche per uso agricolo entro un volume massimo stabilito e il riutilizzo delle acque reflue depurate per l'impiego irriguo.
Il decreto contiene alcuni spunti che vanno nella giusta direzione, ma non appare in grado di dare risposte né immediate né di prospettiva al problema. Le norme previste intervengono solo su infrastrutture e sino a fine anno, al massimo con una proroga al 2024. Manca soprattutto un intervento sulla governance della filiera dell'acqua, così come una programmazione dei consumi a monte per capire quali sono i settori che richiedono più acqua e dove conviene intervenire se in agricoltura sui consumi idropotabili, dell'idroelettrico o dell'industria.
Per quanto riguarda la Regione Veneto, invece, in data 9 marzo 2023 il Presidente ha annunciato un piano di micro-invasi e un'ordinanza antisprechi, con razionamento idrico se entro quarantacinque giorni non piove. Va ricordato che il Presidente è Commissario per la siccità sin da luglio 2021, nominato con provvedimento del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 906 del 21 luglio 2022, ma fino ad oggi non risultano adottati particolari provvedimenti o decisioni di rilievo. Il Presidente ha emanato l'ordinanza n. 20 del 14 marzo, che appare del tutto insufficiente e contiene soltanto enunciazioni di principio, una serie di buoni propositi, qualche consiglio di buone pratiche, nessuna progettazione avviata, nessun impegno di spesa assunto, nessun divieto cogente adottato. L'ordinanza dispone di incaricare i Sindaci dei Comuni del Veneto, sentite le aziende di gestione del servizio idrico integrato, ad attivare con urgenza campagne di informazione per raccomandare l'uso accorto della risorsa idrica rivolte alla cittadinanza, per limitarne gli utilizzi agli usi potabili e domestici, promuovendo una serie di buone pratiche e comportamenti da adottare per evitare lo spreco dell'acqua, quali, a titolo esemplificativo, usare gli elettrodomestici a pieno carico, fare la doccia al posto del bagno, chiudere il rubinetto nell'azione di lavarsi i denti, utilizzare l'acqua di lavaggio degli alimenti freschi per annaffiare le piante, e altre iniziative similari di contenimento per la tutela della risorsa idrica.
Essa dispone, inoltre, di demandare alla Difesa del suolo e della costa, sentita la Direzione Uffici territoriale per il dissesto idrogeologico e la Direzione Ambiente e Transizione ecologica, di porre in essere ogni sforzo per garantire una sufficiente vivificazione nei canali, al fine di evitare problematiche di natura igienico-sanitarie. Ancora, di adottare, senza che sia indicato chi lo dovrebbe fare, misure di contenimento dei prelievi da acque sotterranee per gli usi non prioritari, verifica campionaria delle portate emunte in base alla lettura dei misuratori, ordinanze sindacali di divieto d'uso, stabilendo prioritariamente che i pozzi a salienza naturale destinati all'utilizzo ornamentale, senza specifico impiego (fontane a getto continuo), debbano restare chiusi. Inoltre, di promuovere campagne di informazione per l'uso accorto della risorsa idrica, rivolto in particolare ai soggetti titolari di concessione, per autoapprovvigionamento o per usi non prioritari.
L'attività di sensibilizzazione sarà anche finalizzata a rendere gli operatori agricoli consapevoli del possibile rischio di aggravamento dei problemi di carenza idrica nei periodi di più intensa attività irrigua, nel caso in cui, a fronte del graduale esaurirsi delle risorse accumulate nei serbatoi dell'area montana, non si verificassero significative precipitazioni meteoriche.

PRESIDENTE

Collega Rizzotto, per favore.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sempre detta ordinanza dispone, infine, di promuovere, nella prospettiva dell'inizio della stagione irrigua il 15 marzo in Veneto l'utilizzo del Consiglio irriguo, funzionale a razionalizzare l'uso delle risorse idriche, superficiali e sotterranee, di predisporre, ove non già disponibili, i piani di emergenza per l'approvvigionamento potabile, interconnessione della rete, approvvigionamento mediante autobotti, interventi di riduzione delle perdite, di verificare la possibilità di orientare la gestione degli invasi promuovendo l'accumulo, comunque nel rispetto degli obblighi in tema di deflusso minimo vitale e deflusso ecologico, di programmare, da parte del Consorzio del Delta del Po, l'attività di predisposizione della barriera alla risalita del cuneo salino sul fiume Adige, parte mobile, in previsione dell'inizio della campagna irrigua a metà marzo, di introdurre l'obbligo di periodiche analisi qualitative della risorsa idrica emunta dai pozzi domestici, allo scopo di verificare che, anche a fronte dell'attuale condizione di carenza idrica, siano garantiti i requisiti di potabilità connessi al consumo umano.
Queste, colleghi e Presidente, sono tutte azioni generiche oppure di programmazione, misure che dovevano già essere state avviate e completate nel tempo, perché è da tempo, come ricordava prima il collega Lorenzoni, che il Veneto e il nord Italia sono sottoposti alla questione della siccità, della mancanza di precipitazioni, come avveniva in passato.
Va anche ricordato che esiste la legge regionale n. 17/2012 "Disposizioni in materia di risorse idriche", che all'articolo 10 prevede che presso la Giunta regionale sia attivata la banca dati delle risorse idriche, sulla base di dati regolarmente inviati dal Consiglio di bacino e dai gestori del servizio idrico integrato. Ebbene, con una istanza abbiamo chiesto i dati delle risorse idriche contenuti in questa banca, ma purtroppo questi dati non sono disponibili perché la Giunta non avrebbe adempiuto agli obblighi di legge.
Ci sono numerose iniziative che possono essere messe in atto. Desalinizzare, che è la proposta avanzata dal ministro Lollobrigida, purtroppo pare che anche autorevoli istituti non siano convinti che sia risolutivo. Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI, ha detto che l'analisi delle situazioni di crisi idrica del Paese dimostra come i tanto citati dissalatori possano essere una soluzione per emergenze localizzate, non certo risolutivi per un fattore esteso quale la siccità penalizzante l'agricoltura e l'ambiente in un territorio come quello italiano. Quindi, serve desalinizzare, ma per produrre acqua potabile a scopo umano, dunque piccole quantità, ma non certo per risolvere il problema dell'agricoltura.
Vengo ai micro-invasi. Sicuramente sulla questione dei micro-invasi il piano è condivisibile, però va accelerato. Stiamo parlando molto di micro-invasi, però quello che è stato fatto non è sufficiente. Si dovrebbe proporre una corsia preferenziale per la realizzazione di questi interventi, una sorta di legge obiettivo. Anche l'ANBI parla di 10.000 invasi. Il piano esiste già e prevede la realizzazione di 10.000 invasi entro il 2030.
Abbiamo sentito, poi, in Terza Commissione un'altra tecnica di risparmio e accumulo naturale di acqua tramite dei piccoli appezzamenti dove l'acqua viene trattenuta, non va quindi dispersa, e viene diretta alle falle, in modo da essere utilizzata successivamente.
Certamente i ritardi e le lentezze sono causati anche dal fatto che, per una questione anche storica, c'è una importante divisione, questo anche a livello statale, tra i vari Ministeri, quindi il Ministero dell'ambiente, il Ministero delle politiche agricole, ma anche il Ministero dell'economia. Anche questo non giova.
Ciò che bisognerebbe fare è affrontare la questione della pulizia degli invasi. È una misura che appare efficace, in quanto consentirebbe di aumentare la capacità di invaso di bacini percorribili rapidamente e anche rispettosa dell'equilibrio ambientale.
Bisogna promuovere azioni di sensibilizzazione per la riduzione dei consumi idrici. Probabilmente una delle misure più semplici da promuovere è diffondere una cultura della tutela del risparmio della risorsa idrica. Lo si dovrebbe ricordare più spesso quando si ha occasione anche di parlare ai giornali e alle televisioni.
Naturalmente, serve efficientare l'irrigazione in agricoltura e incentivare il riutilizzo dell'acqua nei cicli industriali. Ci sono già progetti che prevedono la graduale eliminazione dell'irrigazione a scorrimento e sostituzione con l'irrigazione a pioggia e a goccia, con il trasferimento dell'acqua in pressione. Attualmente ci sono moltissime aree dove, invece, c'è una canalizzazione, che peraltro spesso ha perdite, che porta l'acqua nei campi da irrigare tramite lo scorrimento, con un immane spreco di acqua. Quindi, sicuramente per l'agricoltura questo sarebbe uno dei punti più importanti.
Sull'agricoltura dovrebbero essere sicuramente fatti, questo più da parte dell'Assessore all'agricoltura, un esame e una programmazione per quanto riguarda le coltivazioni da proporre e da finanziare con la PAC che hanno bisogno di un minor quantitativo d'acqua rispetto a determinate coltivazioni che, invece, hanno bisogno di ingenti quantitativi d'acqua.
È auspicabile l'applicazione della normativa vigente e la redazione di un vero bilancio idrico di competenza delle autorità di bacino distrettuale. Il Ministero, in merito a questo, ha finanziato con cento milioni di euro questa misura, ma pare che nessuno sappia come procedere a redigere questo documento. Anche la legge regionale n. 17/2012 , che va nella medesima direzione, non risulta abbia avuto ad oggi applicazione.
Per quanto riguarda l'acqua potabile, va sicuramente efficientato e manutenuto tutto il complesso reticolo delle reti idriche, al fine di ridurre al minimo dispersione e sprechi d'acqua. D'altronde, anche se la nostra Regione su questo è messa sicuramente molto, molto meglio di tante altre Regioni, continua in certe situazioni, dove abbiamo reti ‒ mi vengono in mente alcuni esempi ‒ risalenti a cinquanta, sessanta o settanta anni fa, a registrare perdite da non poco conto.
Vi è, poi, la questione del controllo e della chiusura dei pozzi abusivi, che sono ancora molti, purtroppo, realizzati negli anni passati, e infine la questione della programmazione e della ricerca di nuove fonti idriche, nonché di nuove tecnologie, come quella di cui vi parlavo prima, che è stata illustrata in occasione di alcune audizioni in Terza Commissione.
Io credo ci sia bisogno veramente di uno sforzo importante. È giusto dare maggiori competenze alla Regione, ma bisogna anche che le competenze che già ci sono siano utilizzate al meglio. Ci siamo persi, a mio avviso, per strada, perché mi ricordo che anche nella scorsa legislatura, dovrebbe essere stato il 2017, ci fu una siccità veramente immane, molto, molto pesante. Di campanelli di allarme ne avevamo avuti, ne avevamo avuti molti e ne avevamo avuti a sufficienza.
Io credo che le cabine di regia funzionino se chi fa parte delle cabine di regia si impegna per risolvere il problema, magari pensando un po' meno ai giornali e alle telecamere, ma pensando a risolvere tutte quelle questioni aperte di conflitti che ci sono nel territorio tra le diverse autorità, perché ci sono tantissime autorità, come dicevo prima, che a volte non facilitano le cose, proprio per una serie di questioni di competenze.
Oltre a dare le funzioni alla Regione serve sburocratizzare tutte le procedure. Serve mettere in queste cabine di regia tutti gli attori e cercare di trovare la quadra. Non è facile. Credo invece che non sia molto utile fare ordinanze che in realtà non cambiano la situazione, perché se non metti con un'ordinanza dei fondi al seguito, se non prevedi una sanzione specifica in quell'ordinanza, se fai un'ordinanza che demanda agli altri tutto, poi alla fin fine non cambia niente. Cambia poco.
Un'ordinanza, a mio avviso, dovrebbe prevedere dei comportamenti un po' come le ordinanze che erano state fatte sulla questione della pandemia del Covid. C'erano ordinanze ben precise: devi portare la mascherina, dentro qua devi portare la mascherina, devi andare a fare il vaccino; una serie di prescrizioni che prevedevano anche le sanzioni, se vi ricordate.
Mi verrebbe, con l'ordinanza che è stata fatta a marzo, di porre una domanda. Poniamocela tutti. Da quando è stata fatta quella ordinanza, quanti litri di acqua sono stati effettivamente risparmiati? Io ho paura che, se dovessimo fare i conti e avessimo la fortuna di poter avere una risposta immediata su questo, la risposta sia zero, perché effettivamente erano tutte misure che davano dei buoni consigli, parlavano agli altri enti di adottare queste misure.
Io credo che questo sia un primo passo, sicuramente. Io avrei previsto funzioni anche magari maggiori, ma oltre alle funzioni, poi, ci vogliono i provvedimenti. I provvedimenti che devono essere immediatamente esecutivi e, se non li esegui, devi pagare anche una sanzione, perché sennò purtroppo coi buoni consigli abbiamo visto che non si va da nessuna parte. Anche se sono convinto, comunque, che sia sicuramente importante, perlomeno per uno di quei punti dell'ordinanza, di fare la cultura e la sensibilizzazione dei cittadini su questo problema, perché altrimenti va a finire che qualche cittadino, magari tra qualche anno, che si ritrova col Comune senza acqua, avrà addirittura il coraggio di dire: "Ma perché non ce l'avevate detto prima?". Bisogna sicuramente seguire anche il filone dell'informazione, della formazione e della cultura del risparmio dell'acqua.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente solo perché il contributo che è stato dato dai colleghi è già un contributo importante, ma ci tenevo a esprimermi rispetto a questo progetto di legge su una questione che io credo importante. Lo diceva prima il consigliere Zanoni: ci sono tanti attori che poi parteciperanno alla gestione di questa nuova funzione che questo progetto di legge dà e concede nell'ambito della sussidiarietà e credo che sia importante.
Il tema vero è capire come far partecipare a queste decisioni tutti gli attori coinvolti. Penso ad esempio agli agricoltori. Sappiamo che in Veneto abbiamo diverse tipologie: abbiamo le grandi aziende agricole, abbiamo le piccole aziende agricole. Quando noi parliamo di questioni legate al tema della siccità l'impatto è uguale, ma magari la partecipazione alla gestione di mitigazioni come quelle che lei propone potrebbe essere diversa, nel senso che le aziende più grandi potrebbero essere rappresentate anche da delle associazioni di categoria che fanno il loro lavoro e le rappresentano, mentre gli agricoltori più piccoli, che sono quelli che partecipano ad alcune associazioni di categoria, ma non hanno lo stesso potere proprio perché hanno magari bisogno di meno acqua, ma non per questo non è vitale per loro.
Non ho fatto emendamenti, non ho proposto ordini del giorno, però ritengo che si debba mettere all'attenzione o anche valutare la possibilità del proponente di aggiungere qualcosa in questo senso nel momento in cui la legge verrà attuata: l'idea che ci sia la possibilità di avere all'interno dei tavoli esistenti la partecipazione condivisa del mondo agricolo sia di quelli più grandi e già rappresentati, ma anche magari di quelli più piccoli, che fanno anche un po' più fatica ad accedere ad alcune forme di rappresentanza.
Avevano già fatto, ad esempio, per il Garda, un tavolo interregionale tra Lombardia, Veneto e Trentino sui temi di cui si occupa questo progetto di legge. In questa norma, in questo progetto di legge che lei ha proposto, non c'è un punto specifico sui tavoli interistituzionali. Però forse un punto di questo tipo sarebbe stato utile aggiungerlo, per dire alla Regione del Veneto che è importante che, se si demanda anche questa funzione al principio di sussidiarietà e quindi alle Autonomie locali, serve che le Autonomie locali poi concertino davvero questi interventi con chi poi necessita dell'acqua, che questo progetto di legge vuole preservare e raccogliere.
Spero che questo appunto molto tecnico e di contenuto possa in qualche modo essere ripreso perché credo che questo, nell'attuazione della legge, sarà molto importante.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Possiamo chiudere la discussione generale e passare all'articolato.
Siamo sull'articolo 1.
Ci sono interventi? Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 2.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Abbiamo un ordine del giorno.
ODG n. B0001

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Baldin, Montanariello, Camani, Bigon, Zanoni, Lorenzoni e Ostanel relativo a "CUNEO SALINO, IL TRATTENIMENTO DELLE ACQUE METEORICHE GARANTISCA IL CONTRASTO ALLA RISALITA DEL CUNEO SALINO" in occasione dell'esame del progetto di legge relativo a "Disciplina acque meteoriche: gestione e interventi atti a mitigare gli effetti di siccità e precipitazioni intense". (Progetto di legge n. 163) APPROVATO (Deliberazione n. 43/2023)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- la siccità è un fenomeno che sta mettendo in ginocchio l'economia della Pianura Padana, un recente articolo de L'Essenziale evidenzia come, con riferimento al Fiume Po, dal febbraio del 2021 sia cominciato un progressivo calo delle portate che sono rimaste quasi sempre, salvo sporadiche eccezioni, sotto la media climatologica. E 'dal 2022 la discesa è diventata cronica, il fiume è andato in rosso e da lì non si è più mosso, neanche a fronte delle precipitazioni di maggio dell'anno scorso che hanno provocato solo modeste e brevi risalite. Il 24 luglio 2022 la portata misurata a Pontelagoscuro ha raggiunto il valore minimo mai riscontrato in un secolo di rilevazioni, pari a 104 metri cubi al secondo (avrebbe dovuto essere intorno ai 900 metri cubi secondo)'. Questo in un contesto in cui 'sul Po si produce il 40 per cento del prodotto interno lordo nazionale grazie anche alla stabilità della sua portata dalla quale dipendono molti settori, primo tra tutti l'agricoltura';
- uno dei più pericolosi effetti della siccità è il calo della portata d'acqua dei fiumi che, a sua volta, determina l'aggravarsi del fenomeno c.d. 'cuneo salino' ossia la risalita di acqua salata verso l'entroterra, attraverso l'alveo dei fiumi, la cui portata non è in grado di bilanciare la spinta dell'acqua che arriva dal mare;
- nel corso dell'estate 2022, nell'area del Polesine, e nella zona di Chioggia, l'acqua salata è risalita nell'entroterra per circa quaranta chilometri provocando gravi danni al comparto agricolo dato che l'acqua salata non è utilizzabile per l'irrigazione delle colture. Ma non solo, infatti, l'acqua salata che permea nei terreni li trasforma irrimediabilmente rendendoli non adatti alla coltivazione;
- gli interventi volti a mitigare gli effetti di siccità e precipitazioni intense devono tener presente il fenomeno del cuneo salino e, se da un lato, il recupero dell'acqua piovana è senza dubbio un importante asse di progresso per il futuro, per altro verso, non si potrà non tenere conto delle necessità idriche delle aree interessate dalla risalita del cuneo salino.
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
a tenere conto, nel necessario contingentamento dell'acqua dolce dovuto alla siccità, delle esigenze idriche delle aree soggette a cuneo salino e, in particolare, del Polesine e dell'area di Chioggia.
Il collega Montanariello non c'è, quindi apriamo la votazione sull'ordine del giorno n. B0001. Scusate, non avevo visto la richiesta di intervento sull'ordine del giorno della collega Baldin. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

L'ho fatta prima.
Con questo ordine del giorno si chiede in particolar modo, proprio per lo spirito che ha questa legge del collega, che questi interventi volti a mitigare gli effetti della siccità e delle precipitazioni intense tengano presente il fenomeno del cuneo salino.
Se da un lato il recupero dell'acqua piovana è senza dubbio un importante asse di progresso per il futuro, per un altro verso non si potrà non tener conto delle necessità idriche delle aree interessate dalla risalita. In particolar modo, faccio presente le aree del Polesine e l'area di Chioggia, dove appunto c'è un problema molto grosso di questo tipo.
Ringrazio i colleghi delle opposizioni per la sottoscrizione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE

Collega Michieletto, prego.

Gabriele MICHIELETTO (Zaia Presidente)

Solo due parole.
Per quanto riguarda questo PdL, di fatto sarebbe anche superato dalla legge precedente. Nel senso che nel momento in cui si vadano a realizzare dei serbatoi d'acqua, degli invasi a monte, controllati ovviamente, ci sarà comunque sempre garantito un minimo vitale di flusso d'acqua verso le foci. Questo va a scongiurare la risalita del cuneo salino.
Dato che comunque non va in contrasto con niente, rispetto al progetto di legge precedente, lo consideriamo un rafforzativo e, per quanto mi riguarda, il parere è favorevole.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Per chiedere la sottoscrizione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE

Va bene. Altri interventi?
Metto in votazione l' ordine del giorno n. B0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
Ci sono dichiarazioni?
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io voterò favorevolmente a questo progetto di legge ma ci tenevo a lasciare al verbale le due questioni che prima ponevo: il tema della rete tra gli attori locali e anche, ma lo hanno già detto gli interventi precedenti, che un conto è dire che stiamo dando una possibilità in più alla gestione del tema della siccità alle Autonomie locali, ma non è questo un intervento risolutivo sul tema della siccità.
Credo che sia importante che, anche per comunicare fuori questo progetto di legge domani, il proponente e la maggioranza non indichino questo come un intervento risolutivo.
Ci sono ben altre questioni che portano la siccità in Veneto oggi ad essere quella che è, non solo in Veneto ma anche in Italia e nel mondo.
C'è la necessità di tantissimi altri interventi, questo fa un pezzo, fa un passo. Di sicuro non è risolutivo ed è importante tenerlo a verbale, per quanto mi riguarda, ma sarà importante anche vedere domani come la comunicazione di un progetto di legge del genere andrà fuori, perché io credo che sia importante non dare anche false aspettative rispetto alla gestione di un problema così complesso, che non si risolve solo così.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Per annunciare il voto favorevole al progetto di legge, ma per dire che è sicuramente un piccolo passo in avanti per affrontare la questione della siccità, ma assolutamente non sufficiente, non significativo.
Con la situazione che abbiamo oggi serve una terapia d'urto, serve una terapia da elefante. Qui invece facciamo il solletico al problema. Quindi, pur votando naturalmente a favore, perché comunque costituisce un passo che dà ulteriori funzioni alla Giunta regionale per affrontare questo tema, va sottolineato quanto sarebbe stato più opportuno portare in Aula un progetto di legge che andava a toccare le norme che ho citato anche prima in tema di siccità, in tema di risparmio dell'acqua, in tema di distribuzione dell'acqua, irrigazione, distribuzione delle reti dei Consorzi e quant'altro.
Questo era, a mio avviso, il compito di quest'Aula oggi.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Anch'io per annunciare il mio voto favorevole in coerenza con i colleghi della minoranza e dell'opposizione, condividendo però la perplessità su questo provvedimento, perché non può essere questa l'azione del Governo della Regione nei confronti di un problema che sta diventando gigantesco.
Richiamo i 6 miliardi di euro persi dall'agricoltura nazionale nel 2022 per la siccità, le difficoltà che anche quest'anno il mondo agricolo e il mondo del turismo si trovano ad avere a fronte di un regime idrologico che è cambiato e che non è cambiato improvvisamente. È cambiato nel tempo e quindi sarà modificato anche negli anni a venire. Io credo che noi dobbiamo agire, dobbiamo dare delle risposte. Gli accordi interregionali sono uno degli strumenti, ma anche la discussione con le comunità locali per realizzare i bacini.
Ci sono delle situazioni di tensione nella nostra Regione che vanno affrontate e quindi io penso che la fatica dell'Amministrazione debba essere messa in campo in questo ambito. L'auspicio è che appunto questo provvedimento non serva a dire "ci siamo mossi su questo fronte", perché non ci muoviamo con questo provvedimento che attualizza, rafforza ed esemplifica i compiti della Giunta, ma non aggiunge nulla di nuovo nell'azione.
Purtroppo, con i dati che ho presentato nella mia correlazione abbiamo visto che negli ultimi vent'anni sono cambiati gli elementi di riferimento climatologici della nostra Regione. Dobbiamo dare delle risposte concrete.
Per cui l'auspicio è che questo sia, d'accordo, un segnale, ma che seguano delle azioni concrete.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Per esprimere il mio voto favorevole per la componente del Gruppo che rappresento, ma soprattutto anche per evidenziare due aspetti. Il primo è che trattenere l'acqua a monte quando l'acqua abbonda e magari rischia di fare danni è certamente una buona pratica, è un qualcosa che va sviluppato a 360 gradi anche creando dei piccoli bacini, invasi, anche in montagna. Ne sono stati creati anche per l'antincendio, eccetera. Anche nelle colline veronesi. Bisogna farne molti, piccoli e diffusi, in modo tale da poter avere delle piccole riserve d'acqua sia per scopo irriguo, ma anche per trattenere l'acqua quando magari scende a valle e crea dei problemi.
Ma al di là di questo, vorrei evidenziare un altro aspetto che abbiamo spesso trascurato. L'ho già fatto in quest'Aula tempo fa: è l'applicazione di direttive comunitarie sul deflusso ecologico dei corsi d'acqua. Sono state prorogate dall'Italia per l'applicazione del prossimo anno, però va rimessa mano alla legge nazionale, perché se noi applichiamo quelle direttive lì, noi dovremmo buttare nei fiumi più acqua di quella che attualmente immettiamo quando magari l'acqua c'è per poi trovarci senza acqua dopo. Fino adesso penso che i fiumi siano sempre stati vitali, anche i corsi d'acqua.
Applicheremmo una normativa che riduce la possibilità di produzione energetica idroelettrica del 30%, che è l'energia più conveniente, più pulita, più sana che noi abbiamo e quindi mettiamo in difficoltà anche i vari piani, perché per soppiantare l'idroelettrico con un 30% in meno, rimpiazzandolo con il fotovoltaico, dobbiamo riempire parecchie superfici di pannelli. Ma mettiamo in difficoltà con questa normativa anche l'agricoltura perché avrà molti vincoli per il prelievo dei corsi d'acqua che oggi non abbiamo e ci saranno ancora più problemi per la siccità, per l'uso agricolo di questa sostanza. E una normativa dove si vuole fare l'eccesso ideologico di ambientalismo crea poi problemi indotti all'ambiente stesso e in primis anche alle produzioni agricole, oltre che alla produzione di energia idroelettrica.
Io faccio appello perché la Giunta si faccia promotrice presso ciascuno di noi, presso anche i nostri rappresentanti del Parlamento, per rivedere assolutamente quella legge di recepimento di una direttiva già di per sé restrittiva, che l'Italia ha reso ancora più restrittiva, come di solito fa con le direttive comunitarie.
Perché questa legge metterà ancora più in difficoltà, farà emergere ancor di più i problemi legati alla carenza idrica, ripeto, sia nell'ambito agricolo che nell'ambito della produzione di energia idroelettrica, come hanno ben evidenziato anche nelle Commissioni alcuni documenti provenienti dall'ENEL stessa.
Il Veneto è una delle Regioni che produce energia idroelettrica più di altre, ma nello stesso Veneto viene stimata una riduzione pari al 30% dell'attuale produzione.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Non posso fare a meno di sottolineare le osservazioni del collega Lorenzoni, ovvero questa legge va bene, però chiaramente non basta per trovare una soluzione a un problema che è enorme, quello della siccità, e il problema del reperimento dell'acqua che va appunto a dare beneficio sia a noi stessi, che all'agricoltura.
È molto preoccupante questa situazione, perché mai come quest'anno si sono registrati dei fenomeni molto preoccupanti.
Quello che abbiamo fatto negli ultimi anni forse è decisamente troppo poco, perché sono anni che sento parlare di sbarramenti contro il cuneo salino, ma arriviamo ad oggi e siamo a una fase di sola progettazione senza poi avere cantierato l'opera. Se ne parla da tanto. Arriviamo a un punto in cui non ci sono soldi, o quei soldi che erano stati messi a disposizione non bastano più, tutto è aumentato e quindi di conseguenza i lavori rischiano di slittare a data da destinarsi.
Non dovevamo arrivare a questo, dovevamo pensarci molto prima. Non è con le raccomandazioni e le buone azioni che si risolvono i problemi, ma sicuramente con opere e soldi. Questo bisognava fare, purtroppo non è stato fatto e, per adesso, non lo è ancora.

PRESIDENTE

Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Volevo ringraziare il collega Michieletto per aver presentato questo disegno di legge, che è un disegno di legge importante, che va verso quella che noi pensiamo sia la direzione giusta, quella di cominciare comunque tutta una serie di opere, ma anche di comportamenti da parte dei cittadini e di tutti per risparmiare l'acqua in un periodo in cui abbiamo visto anche i dati che sono stati presentati in Terza Commissione dal presidente Andreoli e dai Consorzi di bonifica a Cologna Veneta, per quanto riguarda l'agricoltura in particolare e la parte della bassa e media pianura veneta, ma non solo: negli ultimi anni, ma anche decenni, una diminuzione della piovosità da una parte e un aumento della siccità dall'altra.
Questi comportamenti e queste opere quindi sono fondamentali per me che ho seguito per molto tempo la questione della bonifica, ma anche di tutti quegli aspetti di investimento in agricoltura che sono stati già da anni portati avanti nei Piani di sviluppo rurale per il risparmio della risorsa per quanto riguarda l'agricoltura di precisione e per tutti i sistemi di risparmio dell'acqua, che sono tutte opere e comportamenti che – ripeto ‒ vanno nella direzione giusta, quindi sicuramente quella è la via da percorrere.
Da un altro lato, però, devo dire che purtroppo qui è stato anche accennato ai grandi invasi che danno acqua ai nostri fiumi, perché la Piave, la Brenta, la Livenza (io li chiamo al femminile perché i fiumi veneti erano femminili in gran parte) sono per gran parte dell'anno a sistema torrentizio. Sistema torrentizio significa che spesso sono in secca o con poca acqua nei periodi estivi, perché ricordo che la stagione irrigua generalmente, per quanto riguarda i Consorzi di bonifica, dura una quarantina di giorni, cioè tutto luglio e fino a metà agosto, perché quello è il periodo che l'agricoltura classicamente richiedeva. Purtroppo, con questa siccità gli agricoltori sono a dare acqua anche dopo le semine o durante il periodo invernale, perché in questi ultimi anni la siccità ha colpito anche nei mesi autunnali e invernali.
Torno però ai grandi invasi che sono stati citati. Qualcuno diceva la pulizia dei grandi invasi e dei grandi laghi, e parlo per esempio del lago del Corlo e di quello di Arsiè, per chi conosce l'acqua che arriva sulla Brenta: sono per tre quarti o metà pieni di detriti. Prima qualche collega ambientalista diceva bene perché così c'è l'aspetto ecologico. Sì, ma attenzione perché quando sono stati qualche volta ripuliti quegli invasi c'è stata tutta una serie di comitati di questo o quell'altro, perché erano considerati, quei rifiuti e quei fanghi, tossico-nocivi. Quindi, da una parte puliamo gli invasi, Zanoni, d'altra parte, dove mettiamo tutto questo materiale?
Sì, ma anche tutta una serie di comitati montani che sono sorti e solite cose.
Pulire gli invasi è essenziale. È essenziale pulirli e determinare un luogo dove mettere questi detriti senza far pagare ai Consorzi di bonifica o ai gestori di questi invasi somme esorbitanti per il loro trasporto, per il loro smaltimento, eccetera. Dall'altra parte, bisogna fare i grandi invasi. Bisogna fare le grandi opere in montagna, dove le si può fare, perché il futuro, se andiamo in giro per il mondo, è lì. Dove l'acqua cade, dove la neve ancora c'è, va trattenuta lì.
Ad esempio, col Consorzio di bonifica Brenta, c'era anche il presidente Ciambetti, è stato presentato un emendamento, ma abbiamo un progetto già in corso per la costruzione della diga nella Valle del Vanoi, che è in Trentino. Quindi, c'è anche la collaborazione con il presidente Fugatti, che sa di quest'opera, ma comunque con la Provincia autonoma, perché è fondamentale tenere i serbatoi grandi in montagna pieni per i momenti di crisi.
Vanno benissimo i laghetti, vanno benissimo i piccoli serbatoi delle aziende agricole di collina, di montagna, eccetera, ma un serbatoio come quello che si stima di 50 milioni di metri cubi; quindi, anche qui in Veneto risolverebbe tutto il bacino del Brenta, per sempre, anche per tutta la nostra Provincia, soprattutto quella vicentina e padovana e tutta l'agricoltura nostra fino a Chioggia. Altro che cuneo salino, lì avremmo l'acqua veramente per risolvere anche quel problema.
Questo deve essere fatto. Noi abbiamo avuto un finanziamento del PNRR per il progetto. Il progetto sta andando avanti e io spero che poi chi di dovere porti avanti anche il finanziamento di questa importante opera strategica, che servirebbe metà e il centro del Veneto. Con questo auspicio io spero che si porti avanti questa grande operazione, insieme alla Provincia autonoma di Trento e al Governo.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Molto velocemente, per ringraziare il collega proponente di questo progetto di legge a nome del Gruppo di Fratelli d'Italia e anche per dichiarare il nostro voto favorevole, con grande attenzione.
Abbiamo ascoltato gli interventi dei colleghi, però è anche giusto ricordare alcuni dati e alcuni lavori svolti e alcuni impegni e alcuni lavori istituzionali tra Regione Veneto e Governo, o meglio Governo Meloni, che sono già stati attivati. Si è in procinto di procedere su quelli che sono gli impegni assunti e al massimo delle possibilità. Ricordiamo che negli ultimi due anni col PNRR, è stato detto, sono stati finanziati 12 importanti progetti per la realizzazione di infrastrutture irrigue per circa 165 milioni di euro; sono stati poi attivati nella programmazione 2014-2022 tre bandi importanti per mille progetti sulla rete aziendale e a sostegno delle aziende agricole; quindi, già in linea con una strategia attivata; e c'è un quarto bando di 15 milioni in arrivo.
Cosa vogliamo dire? Vogliamo dire che poi, proprio all'alba dell'approvazione del Documento strategico della Giunta regionale, che è avvenuta il 24 febbraio di quest'anno, il giorno precedente c'è stato questo vertice regionale tra i Consorzi di bonifica, gli Assessori, se ricordo bene, Caner e Bottacin, i quali si sono confrontati in una call con il ministro Francesco Lollobrigida, il quale ha assicurato che ci sono già delle risorse disponibili per quanto riguarda gli interventi anche sulla barriera sull'Adige e per il problema del cuneo salino, e comunque per la gestione dell'efficientamento degli impianti irrigui e anche la realizzazione di nuovi bacini.
È chiaro ed evidente che uno come il sottoscritto, come qualcun altro in quest'Aula, ha vissuto il problema dell'alluvione non più tardi del 2010, dove tutto è cambiato in poco tempo. È chiaro ed evidente che la strategia deve essere cambiata, che c'è bisogno di verificare e rivedere la strategia in tal senso, però bisogna ricordare che il Veneto, come le Regioni del Nord, non ha mai avuto questo problema. Molte risorse sono andate nel corso dell'ultimo trentennio nel resto delle Regioni del centro e centro-sud d'Italia e queste risorse oggi invece devono ritrovare destinazione anche nelle nostre Regioni. Un problema che noi non avevamo, una modalità di gestione delle acque di cui non avremmo assolutamente mai pensato di aver bisogno, ma che adesso necessita.
Quindi, ben venga questo progetto di legge. Grazie al proponente, grazie ai lavori della Commissione, del Presidente e grazie per l'opportunità di poterlo votare.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Bozza, prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo per ringraziare i colleghi.
Come Gruppo Forza Italia siamo assolutamente d'accordo sui principi che condividono questa proposta di legge. È evidente che tutto quello che noi dobbiamo fare oggi, in un momento di crisi come quello che ormai non è più straordinario, ma è ordinario, quello della siccità, ahimè, deve indurci a adottare tutti gli strumenti possibili e immaginabili per fare in modo che dalla più piccola alla più grande economia di scala, nell'ambito del recupero del risparmio delle risorse idriche, vada finalizzata e ottemperata.
Tutti devono fare chiaramente la loro parte, dal più piccolo Comune al più grande Ente di questo Paese. Quindi, in questo caso le iniziative del Governo, ma ovviamente anche il quadro legislativo di ogni singola Regione deve intervenire in questa direzione.
È evidente che la nostra è una Regione che dà tanta acqua alle altre Regioni, pensiamo solo che il bacino idrico del Garda e quello dell'Adige sono i bacini idrici più importanti che abbiamo a livello italiano e buona parte di quest'acqua viene poi data, ovviamente, per le altre Regioni, perché possano ottemperare alle necessità idriche nell'ambito dell'agricoltura e non solo.
Quindi, è importante che anche nell'ambito della nostra Regione facciamo degli interventi che vadano a trattenere più acqua possibile perché, ovviamente, sappiamo che lo spreco d'acqua, purtroppo, oggi è una delle principali cause per cui nei momenti di siccità, nei momenti di difficoltà e quindi nei momenti di crisi, ne faremmo davvero gran tesoro, ma purtroppo oggi le condizioni che abbiamo e che stiamo affrontando, anche grazie forse a una politica da una parte attenta, ma non sufficientemente attenta a fronteggiare delle situazioni straordinarie di crisi come quelle che abbiamo, purtroppo, vissuto negli altri anni.
Proprio nella prospettiva di quello che dicevo prima, cioè di una situazione che non è più straordinaria ma, ahimè, il clima è cambiato e sta diventando ordinaria, è quanto mai fondamentale introdurre nella propria economia di casa tutti quegli accorgimenti necessari per trattenere e razionalizzare al meglio l'acqua.
Questo provvedimento va in questa direzione, per cui spero e mi auguro che possano esserci altri confronti che vadano a portare in quest'Aula iniziative pragmatiche e di sostanza come questa, al fine di contribuire tutti a quel risparmio dell'acqua e a quella ottimizzazione di un bene che è quanto mai necessario e non è della singola Regione, come qualcuno magari delle Regioni vicine si assurge quale proprietario di determinate bacini d'acqua. L'acqua è un bene di tutti, è un bene prezioso, per cui dobbiamo farne tesoro.
Noi saremo e siamo sempre assolutamente disponibili. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Michieletto, prego.

Gabriele MICHIELETTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Due parole, quantomeno per ringraziare l'Aula e tutti i colleghi che si sono espressi. Sono usciti anche degli spunti interessanti e ringrazio in particolare la collega Ostanel, ma non solo. Poi, alcune cose. Si confonde a volte la questione acqua piovana con acqua potabile. È vero che sono due fattori che spesso si intersecano e il buon utilizzo dell'uno va a favorire l'ottimo utilizzo dell'altro, però sono due argomenti diversi.
A tal proposito, i membri, per esempio, della Seconda Commissione sanno che c'è un ulteriore progetto di legge che va poi a trattare specificatamente la questione dell'acqua potabile; questione dell'acqua potabile a cui si riferiva nella maggior parte del suo discorso il consigliere Zanoni. Allora lì, sì, parleremo di utilizzo intelligente, di insegnare ai bambini. Anzi, i bambini sono di solito il vettore fondamentale per insegnare agli adulti come si fanno le cose. Lo abbiamo visto nella gestione dei rifiuti, per esempio, l'abbiamo visto durante il Covid, il bambino che riprende il genitore perché bisogna chiudere il rubinetto, perché nel blister va separata la plastica dal cartoncino eccetera. Quindi, quello è un argomento diverso.
Lì ci sono già tutta una serie di iniziative e di idee da proporre, nel progetto di legge n. 161, che credo sia in Seconda in questo momento. Allora parleremo di acqua potabile, perché in questa zona del Paese, che ha sempre avuto abbondanza, sovrabbondanza di acqua, si utilizza purtroppo l'acqua potabile in un modo che in altre parti del mondo sarebbe sacrilego.
Ogni mattina in Veneto, ma non solo, migliaia e migliaia di automezzi fanno la scorta di acqua e vanno a lavare le strade e si riforniscono con l'acqua dell'acquedotto, con l'acqua potabile, con l'acqua del Sindaco, con l'acqua per la quale un terzo del mondo fa fatica a sopravvivere, perché non ne ha. Noi la usiamo per lavare le strade. Gli autolavaggi utilizzano spesso acqua potabile. All'interno delle nostre abitazioni spesso, al giardino, all'orto si dà acqua potabile. Non acqua, ma acqua potabile. Si lava la macchina con l'acqua potabile, con la gomma che va lì dal mattino alla sera perché, quando si comincia il giorno dei lavaggi, si lava la macchina, la moto, il rasaerba, le grondaie, si fa tutto e si usano, non dico sperperano, ma si usano in modo improprio ettolitri del prodotto che è la base di qualsiasi forma di vita, per il quale andrebbe benissimo l'acqua delle grondaie raccolta in un contenitore, l'acqua piovana. Per innaffiare probabilmente è più adatta l'acqua piovana che non l'acqua dell'acquedotto.
Quindi, con il secondo progetto di legge dedicato esattamente all'acqua del Sindaco, all'acqua da bere, all'acqua di rete, andremo a trattare argomenti anche di questo tipo. Questa volta si parlava esclusivamente o prevalentemente di acqua piovana.
Invasi. Gli invasi di che tipo devono essere? Va benissimo il grande invaso di cui parlava il collega Pan. Qualora ci fossero le condizioni in qualche valle, in qualche zona delle nostre montagne di creare un maxi-invaso, benissimo perché salverebbe un numero enorme di agricoltori, di famiglie, di aziende, di industrie.
Un'altra cosa curiosa. In questo Paese, quando si fa un'azienda, si è costretti a realizzare una vasca per l'antincendio e si è costretti ad applicare a quella vasca un contatore d'acqua con un tubo che arrivi dalla rete idrica. Se uno dice "faccio un pozzetto artesiano e prelevo acqua non potabile oppure aspetto quella piovana" gli si risponde "no, ti attacchi a quella potabile". Quindi è proprio una questione di cultura della sovrabbondanza. Ne abbiamo talmente tanta che ci permettiamo di sprecarla.
Bisogna cominciare a ragionare al contrario. Il fatto di avere acqua non giustifica lo spreco dell'acqua. Quindi, invasi grandi o piccoli, va bene tutto. Va benissimo il grande invaso, come possono andar bene in certe parti del mondo i grandi impianti di fotovoltaico, ma, a mio modo di vedere, se ogni casa avesse un piccolo impianto, un metro cubo di raccolta di acqua piovana, sarebbe utile lo stesso, perché parleremmo di milioni di metri cubi di acqua piovana raccolta e utile a risparmiare quella potabile. Sensibilizzazione, quindi, dei bambini perché poi insegnino ai grandi.
È un progetto di legge risolutivo? No, è evidente. I colleghi dell'opposizione hanno colto nel segno. Non può essere risolutivo, ma bisogna fare il primo passo per andare dove vogliamo andare. Spero che questo possa essere un primo passo e possa essere un qualcosa che stuzzichi la fantasia di ognuno e che ognuno proponga del suo in eventuali Commissioni, in eventuali tavoli di lavoro, come proponeva la collega Ostanel, o in eventuali discussioni tra persone civili che hanno in mente il bene del proprio territorio.
Grazie a tutti.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione il progetto di legge n. 163.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
PUNTO
8



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI FINCO, BALDIN, BARBISAN, BIGON, BORON, BRESCACIN, CAVINATO, CECCHETTO, CENTENARO, CESTARO, CORSI, DOLFIN, FORMAGGIO, MAINO, MICHIELETTO, PAN, PAVANETTO, PICCININI, POLATO, RAZZOLINI, RIGO, RIZZOTTO, SORANZO, SANDONÀ, VALDEGAMBERI, VENTURINI, VILLANOVA, ZECCHINATO E ZOTTIS RELATIVA A "DISPOSIZIONI PER LA PROMOZIONE DELLA DIFFUSIONE E DELL'IMPIEGO DEI DEFIBRILLATORI SEMIAUTOMATICI E AUTOMATICI ESTERNI". (PROGETTO DI LEGGE N. 98) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 7/2023)

Relazione della QUINTA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Finco

PRESIDENTE

Bene, colleghi, proseguiamo con il punto n. 8, PDL n. 98: "Disposizioni per la promozione della diffusione e dell'impiego dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni".
Relatore è il collega Finco. Prego.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Ogni anno le vittime di arresto cardiaco sono più di 60.000, una ogni 8 minuti e 45 secondi. Tra queste, il 7% ha meno di 30 anni e il 3,5% meno di 8 anni, il che significa che ogni anno muoiono 4.200 giovani e ben 2.100 bambini. Le vittime per arresto cardiaco rappresentano ormai il killer n.1 nel mondo occidentale.
Secondo i dati del Servizio Epidemiologico Regionale, solo in Veneto nel corso del 2019 sono decedute più di 4.400 persone a causa di malattie ischemiche al cuore. Uno dei motivi per cui le vittime sono così numerose si può ricondurre alla scarsa presenza di defibrillatori semiautomatici e automatici sul nostro territorio regionale.
Come è noto, i defibrillatori sono obbligatori nelle strutture sanitarie e sociosanitarie, nelle ambulanze, negli ambulatori pubblici e privati e, dopo l'entrata in vigore del cosiddetto decreto Balduzzi, anche per le società e associazioni sportive vi è l'obbligo di avere un dispositivo DAE.
Con la legge 4 agosto 2021 n. 116, "Disposizioni in materia di defibrillatori semiautomatici e automatici", il legislatore nazionale è intervenuto per favorire la progressiva diffusione e l'utilizzazione di defibrillatori semiautomatici e automatici esterni, in particolare – per quanto qui interessa – presso le sedi delle pubbliche amministrazioni, di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, in cui siano impiegati più di quindici dipendenti e che abbiano servizi aperti al pubblico.
Il presente progetto di legge si propone di intervenire a sostegno delle Amministrazioni pubbliche che, pur presentando il requisito dei servizi aperti al pubblico, abbiano meno di quindici dipendenti, quindi moltissimi dei Comuni del nostro Veneto, e quindi siano escluse dai contributi previsti dalla legge n. 116 del 2021.
Peraltro, si evidenzia che l'articolo 2 della legge n. 116/2021 fa salva la possibilità per gli Enti territoriali di adottare provvedimenti normativi per disciplinare l'installazione di DAE sul proprio territorio, nelle more dell'adozione del decreto ministeriale previsto dall'articolo 1, comma 3, della legge 4 agosto 2021, n. 116.
La Regione Veneto, attraverso un contributo economico, sostiene l'acquisto di defibrillatori semiautomatici e automatici e ne regolamenta l'installazione a cura degli enti territoriali. La Regione Veneto disciplina la formazione per l'impiego dei defibrillatori, curandone anche la promozione e la sensibilizzazione.
Il provvedimento, dopo un attento esame da parte della Commissione, è stato approvato all'unanimità. Rispetto al testo originario sono state fatte alcune semplici modifiche suggerite dalla struttura del dottor Rosi, che riguardano principalmente la formazione, che sarà in capo alla Scuola di sanità pubblica.
È un progetto di legge molto semplice, però penso che senza investire grandi somme di denaro possiamo dare una risposta importante su quei piccoli territori del nostro Veneto che magari non hanno ancora degli spazi dove è presente un defibrillatore, ma soprattutto andremo a creare una sensibilizzazione tra la popolazione attraverso, ovviamente, un insegnamento all'uso del defibrillatore, sia all'interno dei comuni, in quelle zone dove verranno installati, ma anche, ovviamente, sempre più una preparazione all'utilizzo anche da parte della popolazione.
Non so se è un caso, ma nell'ultimo anno o anno e mezzo, almeno io vedo sui quotidiani, non passa giorno che non c'è una notizia di un giovane o di un anziano o di una persona di media età che perde la vita in maniera improvvisa.
Ultimamente, i numeri dicono – vedremo il prossimo anno, anche sulla base dei dati che ci verranno forniti – che c'è un aumento, purtroppo, anche di questi casi, nel mondo sportivo, ma anche a tutte le età. Penso che essere capaci di utilizzare un dispositivo come questo può permettere non sempre, ma in molti casi sicuramente di salvare delle vite.
Ringrazio il Presidente di Commissione, ma anche tutti i colleghi che hanno sottoscritto e condiviso questo progetto di legge. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Finco.
Ci sono interventi sul PDL n. 98?
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Credo sia un progetto di legge che va a supporto delle iniziative già svolte anche a livello locale per quanto riguarda l'utilizzo, la predisposizione di spazi appositi dove inserire i defibrillatori e va benissimo. Tanti sono i numeri, sono stati detti, per cui assolutamente dobbiamo intervenire.
Noi presenteremo durante la discussione o comunque durante l'analisi di questo PDL un ordine del giorno – ho visto che verrà anche finanziato – a supporto degli Enti locali laddove devono verificare anche il funzionamento. è successo in alcuni casi che il defibrillatore non funzionasse. Per cui, bisogna anche seguirlo nella manutenzione e nei controlli.
Un altro elemento importante a supporto proprio di questo progetto riguarda l'informazione. In ogni Paese, in ogni Ente locale, piccolo o grande che sia, ci deve essere una mappatura di dove sono inseriti i defibrillatori, in modo tale che, qualora succeda, si sappia dove reperirlo.
Noi siamo sicuramente a favore di questo progetto di legge. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Consigliere Tommaso Razzolini, prego.

Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Solo per intervenire a favore di questo progetto di legge. I defibrillatori sono molto importanti e puntano alla prevenzione delle persone, degli sportivi, ma non solo: anche di chi durante il giorno passeggia per le città e svolge un'attività quotidiana.
Sappiamo bene che queste macchine possono salvare la vita con un pronto intervento da parte dei cittadini. Per questo, da un certo punto di vista è bene dotare anche i Comuni medio-piccoli, che non hanno la capacità di questa macchina, di questo strumento e, al tempo stesso, fare formazione, perché effettivamente bisogna anche saper praticare le mosse corrette per metterlo in funzione e per far sì che possa trovare un giusto utilizzo per salvare la vita.
Su questo anche la legge nazionale si pone in maniera propositiva, per tutelare quelle persone che cercano di salvare il prossimo in queste situazioni. è una cosa molto importante. Quando ero Assessore allo sport nel mio Comune, ho fatto una formazione con il SUEM, grazie anche al coordinamento del dottor Rosi del SUEM di Treviso, a 130 persone. Quindi, anche io sono ben consapevole che effettivamente questo strumento è importante, oltre a essere necessario per chi fa attività sportiva, quindi nelle strutture tipo palestre e campi sportivi, dove c'è anche l'obbligo.
Questo progetto di legge va in questa direzione e per noi è veramente importante. Ringraziamo. Daremo pieno sostegno a questo PDL.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Consigliere Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Solo per confermare il totale sostegno a questo progetto di legge del collega Finco.
Come diceva bene il proponente, le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte storicamente nel nostro Paese, e non solo: direi in tutto l'Occidente. Il fatto di avere una distribuzione capillare dei dispositivi di primo soccorso, di pronto soccorso, che riescono nella maggior parte dei casi a dare una risposta e a riavviare l'attività cardiaca, sicuramente dovrebbe essere una missione per un Paese civile. Il fatto di poter dotare anche i Comuni di piccole dimensioni di questi dispositivi penso sia un qualcosa assolutamente da incentivare.
Ricordiamoci che vanno distribuiti nei Comuni, ma vanno anche messi in evidenza. Bisogna fare in modo che la gente sappia dove sono e che siano previste tabellature, una cartellonistica, in modo che nel momento del bisogno questi siano facilmente reperibili. È inutile averli chiusi in qualche sgabuzzino, in qualche stanza o in qualche negozio, quando molto spesso questi eventi capitano lungo la strada o, comunque, in luoghi pubblici. Che siano di facile accesso, quindi, che siano reperibili. Anche perché nella maggior parte dei casi questi dispositivi possono essere usati anche da persone che non hanno alcun tipo di formazione, soprattutto per quanto riguarda i dispositivi automatici. Sono quasi sempre dotati di schemi di funzionamento molto facili, ma ancora più spesso sono dotati di una voce guida che aiuta nell'utilizzo, per fare in modo che siano utilizzabili anche da persone senza formazione specifica e senza aver fatto un corso di BLSD.
Il fatto che siano sempre più spesso presenti nel nostro territorio ne dimostra l'utilità. Anche recentemente abbiamo visto ‒ la scorsa settimana ‒ che una persona è stata salvata grazie a un intervento molto rapido con un defibrillatore.
Quindi, non posso che confermare l'importanza di questo progetto di legge, che fa il paio con un progetto di legge che ho presentato, partendo da un'iniziativa del presidente Ciambetti, in una precedente legislatura, per fare in modo che ci sia una formazione sulle manovre base di BLSD, con defibrillazione alla fine, che intervenga su più persone possibili. Insegnando con un corso di poche ore delle facili manovre che possono essere fatte da tutti si possono salvare tantissime vite. Molto spesso il mancato intervento con delle manovre molto semplici porta alla morte di persone che potrebbero essere salvate. Penso, quindi, sia compito nostro, di questo Consiglio regionale, fare in modo che ci siano gli strumenti e anche la formazione per il maggior numero di persone possibili.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Dichiaro chiusa la discussione generale sul PDL n. 98.
Passiamo all'articolato.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 2.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo sull'articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 5.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 6 (Norma finanziaria).
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. C0001

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello e Zanoni relativo a "LA GIUNTA PROMUOVA L'INFORMAZIONE AI CITTADINI E VIGILI SULLA PERIODICA MANUTENZIONE DEI DEFIBRILLATORI SEMIAUTOMATICI E AUTOMATICI ESTERNI" in occasione dell'esame del progetto di legge relativo a "Disposizioni per la promozione della diffusione e dell'impiego dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni". (Progetto di legge n. 98) APPROVATO (Deliberazione n. 44/2023)

(N.d.r. ‒ Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
la presente proposta di legge è volta a favorire la promozione della diffusione e dell'impiego dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni (DAE) e di personale formato secondo le disposizioni nazionali vigenti in materia, presso le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 che abbiano meno di quindici dipendenti, con servizi aperti al pubblico;
Tenuto conto che:
recentemente la stampa ha dato risalto al caso di un cinquantenne colto da un malore dopo aver accompagnato la figlia a scuola a Villafranca di Verona, salvato dalle manovre di rianimazione manuale effettuate da un medico che fortunatamente era nei paraggi, dopo che il defibrillatore della scuola che i primi soccorritori avevano recuperato risultava non funzionare;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a promuovere la massima informazione ai cittadini sull'ubicazione dei defibrillatori affinché tutti possano sapere qual è il più vicino al luogo dell'emergenza e a vigilare affinché vengano fatti periodici controlli sul funzionamento dei macchinari.
L'ordine del giorno è stato presentato prima, nel suo intervento, dalla collega Bigon. Non può essere illustrato perché presentato durante la discussione del provvedimento.
Collega Finco, prego.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno lo accogliamo, però ci tengo a fare una precisazione, visto anche l'intervento che ha fatto prima la collega Bigon. L'articolo 3 è abbastanza chiaro. Noi daremo mandato alla Giunta entro 90 giorni di redigere un Regolamento, al quale ovviamente si dovranno attenere gli Enti locali, proprio per l'installazione dei defibrillatori. I defibrillatori dovranno essere registrati all'interno del sistema delle emergenze a livello regionale. L'Ente pubblico dovrà informare tutti gli utenti dell'installazione del DAE e dovrà anche individuare una persona che curerà la funzionalità dello strumento stesso. Dovrà essere posizionato in un luogo pubblico accessibile 24 ore su 24.
Sostanzialmente, quindi, quello che lei chiede all'interno dell'ordine del giorno è già previsto all'interno dell'articolo 3, però va bene precisarlo anche attraverso l'ordine del giorno da lei presentato.

PRESIDENTE

Metto in votazione l' ODG n. C0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo alla votazione finale del PDL n. 98. Ci sono dichiarazioni di voto? Non vedo dichiarazioni di voto.
Metto in votazione il PDL n. 98 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva all'unanimità.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
PUNTO
9



RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CIAMBETTI, VILLANOVA, VALDEGAMBERI, BARBISAN, BET, BORON, BRESCACIN, CECCHETTO, FAVERO, FINCO, MICHIELETTO, PAN, SANDONÀ, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "SOSTEGNO AL SISTEMA DEL CREDITO COOPERATIVO DEL VENETO". (RISOLUZIONE N. 82) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 45/2023)

PRESIDENTE

Passiamo a qualche risoluzione. Vorrei smaltire un po' di punti all'ordine del giorno.
Passiamo alla risoluzione n. 82 presentata dai colleghi Ciambetti, Barbisan, Bet e altri.
Prego, collega Ciambetti.

Roberto CIAMBETTI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Colleghi, buongiorno.
Il sistema delle banche di credito cooperativo in Italia, ma soprattutto nel Veneto, fa parte fondamentale del sistema bancario e, in particolare, specialmente in Veneto, dopo che due banche territoriali, purtroppo, negli ultimi anni sono state cancellate dalla presenza sul territorio. A cosa, però, devono ottemperare le banche di credito cooperativo? Devono fare e passare tutte le verifiche e i controlli come se fossero una grande banca, come fossero una banca, magari, a livello non solo nazionale, ma internazionale.
In questo momento è in atto una revisione degli accordi dell'Unione bancaria definiti "Basilea Plus". Con questa risoluzione, vorremmo sollecitare il Governo a fare il possibile affinché ci sia una modifica e un inserimento della proporzionalità degli oneri a cui devono ottemperare tutte le banche sul panorama nazionale ed europeo, ma in particolare guardare quelle che hanno una funzione e una natura mutualistica, come le banche di credito cooperativo presenti sul nostro territorio, tra l'altro citate anche nell'articolo 45 della nostra Costituzione.
Avremmo l'occasione, quindi, in questo momento di revisione degli accordi finali di Basilea Plus, di far sì che ci sia una proporzionalità di oneri e di adempimenti che le banche di credito cooperativo devono fare.
Con questa risoluzione l'idea è di sollecitare, nei confronti del Parlamento europeo, un intervento del Comitato europeo delle Regioni, per far presente questa caratteristica che riguarda l'Italia, ma anche altri Paesi europei.
Grazie, colleghi.

PRESIDENTE

Grazie.
Se nessuno vuole intervenire, apriamo la votazione sulla risoluzione n. 82.
Metto in votazione la risoluzione n. 82.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
PUNTO
10



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI ZOTTIS, MONTANARIELLO, GIACOMO POSSAMAI, CAMANI, BIGON, ZANONI, OSTANEL, BALDIN, GUARDA E LORENZONI RELATIVA A "REALIZZARE SUBITO LA TERZA CORSIA DELL'A4 IN VENETO.". (MOZIONE N. 358) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 46/2023)

PRESIDENTE

Andiamo al punto n. 10, mozione n. 358, presentata dalla consigliera Zottis ed altri.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

La mozione è leggermente datata, essendo stata presentata a ottobre 2022, quindi sono anche intercorse novità positive per quanto riguarda la possibilità di andare avanti con la realizzazione della terza corsia dell'A4. Tuttavia, a febbraio avevo concordato alcune modifiche con l'Assessore, quindi resta viva la necessità di vigilare sulla realizzazione della terza corsia, che da troppi anni aspettiamo, soprattutto se consideriamo il numero di incidenti ai quali, anche nelle ultime settimane, abbiamo assistito. Pertanto, ne propongo uno stralcio: lascerei nel titolo "Realizzare subito la terza corsia dell'A4 in Veneto", stralcerei la parte che riguarda il Commissario ad acta e nell'impegno stralcerei la parte dopo "realizzazione celere della terza corsia dell'A4", quindi da "e" a "Portogruaro", lasciando tutto il resto.
Siamo comunque consapevoli che dovremmo riuscire a svolgere la nostra funzione fino in fondo, ma anche fare in modo che il Governo mantenga i tempi, visto che la BEI ha dato, qualche mese fa, 750 milioni di euro alla NewCo Società Autostrade Alto Adriatico per l'ammodernamento delle tratte in concessione.
La proposta, quindi, è di effettuare queste due modifiche e di andare al voto della mozione.

PRESIDENTE

La dottoressa Combi ha raccolto tutte le modifiche e l'adattamento al 18 aprile 2023 di una mozione che riguarda un tema molto sentito in tutto il Veneto, specialmente nel Veneto orientale.
Se non ci sono interventi, procedo con la votazione.
Metto in votazione la mozione n. 358, così come modificata dalla presentatrice.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
11



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI ZOTTIS, MONTANARIELLO, GIACOMO POSSAMAI, CAMANI, BIGON, ZANONI, BALDIN, LORENZONI E OSTANEL RELATIVA A "LA REGIONE VENETO PROMUOVA LA REALIZZAZIONE DI UN PIANO OPERATIVO STRATEGICO E INNOVATIVO PER LA GESTIONE DEI FLUSSI TURISTICI DELLA CITTÀ DI VENEZIA IN COLLABORAZIONE CON IL COMUNE E LA CITTÀ METROPOLITANA". (MOZIONE N. 362) RESPINTA

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione n. 362, presentata sempre dalla collega Zottis.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un tema che abbiamo discusso più volte, anche all'interno di quest'Aula, anche alla luce di quello che vediamo accadere giornalmente, purtroppo, a Venezia, quindi una non gestione dei flussi, ma dell'importanza di questa città, anche come città in qualche modo prototipo, dal momento che il problema dei flussi turistici esiste in modo più pesante a Venezia per come essa è conformata, anche se è un problema che abbiamo ormai in tutte le città d'arte, in tutte le città storiche, da quelle più piccole, penso alle città presenti lungo il Lago di Garda, a quelle più grosse, come possono essere Venezia o Verona.
Anche su questa mozione propongo una modifica, perché anche questa era stata presentata a ottobre 2022, quindi i dati chiaramente non sono più aggiornati: chiederei di togliere il pezzo che viene nelle premesse dopo "i livelli di pre-pandemia" da "secondo" fino a "+ 3,4%", perché si tratta di dati non aggiornati, e lascerei gli impegni, che dovrebbero vedere protagonista la Regione all'interno del Piano del turismo. Del resto, se è vero che la Regione non ha alcune competenze, è altrettanto vero che all'interno di un Piano del turismo come quello della Regione del Veneto un'attenzione particolare ad alcuni temi e anche la presa di responsabilità di provare a contribuire a risolvere in modo fattivo o, comunque, a dare un indirizzo politico in modo fattivo alla gestione dei flussi delle città turistiche e delle città d'arte penso sia assolutamente prioritario.
Gli impegni che si richiedono alla Giunta sono i seguenti: promuovere, in stretta collaborazione con il Comune di Venezia e la Città metropolitana, la realizzazione di un Piano operativo strategico innovativo, fondato sulle più recenti e accreditate ricerche e sperimentazioni relative alla gestione dei flussi turistici; definire un incontro congiunto delle Commissioni regionali, Città metropolitana di Venezia e Comune di Venezia; avviare un dibattito strutturato e partecipato con tutte le componenti economiche e sociali presenti nella città storica di Venezia, affinché le progettualità contenute nel Piano operativo strategico soprarichiamato siano complementari alla pianificazione residenziale, con l'obiettivo di contrastare il fenomeno dello spopolamento e di rilanciare elementi decisivi di attrattività imprenditoriale ed occupazionale.
Questi, tra l'altro, sono impegni che vanno di pari passo con alcune attività che finalmente il Comune di Venezia ha cominciato ad attivare, che non può fermarsi, chiaramente, a quella che era la proposta del blocco delle entrate o del conteggio del numero dei turisti, cosa che avevamo già condiviso in quest'Aula, che è estremamente limitativa, se non ai limiti della legittimità per alcuni aspetti, ma avere una visione più ampia rispetto a quello che abbiamo discusso fino ad oggi e mettersi in primo piano su uno dei problemi più sentiti, che possono anche fare la differenza sulla qualità del turismo dell'intera Regione.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zottis.
Ci sono interventi? Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Insieme alla collega abbiamo fatto questa mozione perché crediamo fermamente che la soluzione per una città complessa e delicata sia dal punto di vista infrastrutturale che dal punto di vista morfologico, così com'è Venezia, non possa essere il blocco dei turisti o una tassa piuttosto che un'altra. Non può essere questa la soluzione per disincentivare gli avventori anche a stretto giro limitati, piuttosto che turisti giornalieri, quelli che vanno per il weekend o altri.
Una città come Venezia, diceva bene la collega prima, non si può pensare che non abbia una gestione dei flussi turistici che non sia a scala metropolitana, ma parta da una scala metropolitana per arrivare anche ad una scala regionale. La contingentazione, piuttosto che pensare a come gestire i flussi di una città come Venezia, non può essere estranea da quella che deve essere una pianificazione regionale.
Io, Presidente, faccio fatica a pensare che una Regione come la nostra nel suo brand – lo dico sempre – "The Land of Venice – Le Terre di Venezia" non abbia già in preventivo che gran parte delle forme turistiche che approdano nella nostra Regione non vede un passaggio più o meno lungo da Venezia. È per questo che il Comune di Venezia – non me ne voglia – non può essere lasciato a ricette fai da te quando si parla di un tema così importante e delicato anche sotto l'aspetto economico.
Guardate, quando si parla di intraprendere un ragionamento insieme ad alcune categorie economiche, come diceva la collega, vuol dire che noi dobbiamo anche pensare che alcune scelte possano penalizzare o agevolare dei soggetti economici, ed è quello che la politica dovrebbe evitare di fare in alcuni casi. Come? Tentando di mettere in campo tutti quegli anticorpi che partono da studi, piani e dati scientifici che ti portano a evitare queste situazioni.
Nella mozione, inoltre, è citato il tema dello spopolamento. Guardate che, se qualcuno vuol far passare il messaggio che il problema dello spopolamento di Venezia è legato solamente al forte affollamento turistico, ci sta dicendo una bugia. È vero che l'affollamento turistico, Presidente, può rappresentare, per una città delicata nella sua modalità infrastrutturale, un elemento discriminante nella qualità della vita di chi ci vive e, quindi, può essere elemento discriminante di chi sceglie di andarci a vivere. Ma non è che la gente non vive più a Venezia solo perché ci sono le orde di turisti che invadono le calli. La gente smette di vivere a Venezia perché c'è una mancanza di servizi. La gente smette di vivere a Venezia perché dove oggi c'è l'ex ospedale Giustinian vogliamo fare la sede dell'Anticorruzione. La gente smette di vivere a Venezia perché chi ha una scuola alla Giudecca oggi si trova a dover portare il figlio al San Zaccaria. Sapete cosa vuol dire in una giornata d'inverno muoversi quaranta minuti prima per portare il figlio al di là del Canale ed essere soggetti agli orari del trasporto pubblico? La gente non viene più a vivere a Venezia perché c'è una scomodità e una mancanza di offerta di servizi.
È per questo che noi dovremmo cominciare a ragionare, sì, sulla qualità del turismo che arriva a Venezia, ma dire anche che questo lo si può fare portando avanti piani veri e oggettivi, non ricette fai da te del sindaco Brugnaro, che decide chi entra e chi esce in base alla delibera che meglio si sente di fare la mattina. Tra l'altro, abbiamo viste le sue ricette dove hanno portato. A me viene in mente sempre la ricetta per il servizio pubblico locale, applicata in maniera unilaterale dal sindaco Brugnaro, che dopo due anni dice che i problemi sono sempre gli stessi. Questo vuol dire che al malato ha dato una medicina che non serviva. Questo lo dico semplicemente per spiegare le ricette del sindaco Brugnaro a cosa portano. Speriamo che si limiti al servizio pubblico locale e non lo faccia per il resto.
È chiaro che nella partita dello spopolamento di Venezia sarebbe una follia pensare che gestendo il flusso dei turisti alla gente ritorni la voglia di vivere a Venezia. Non è così. È un tema che interessa in maniera simile – guardo gli amici che vengono dalle zone montane – le aree di montagna: la carenza di servizi è il primo elemento discriminante che tu hai quando un cittadino decide di andare a vivere altrove.
Chiudo, Presidente, facendo un esempio molto semplice. Se uno si alza la mattina per andare a lavorare e deve aspettare più di quanto si aspetta in un'altra città in quanto non si può viaggiare con mezzi propri, ha il dottore più lontano degli altri, ha il servizio più lontano degli altri, ha la scuola che, con l'accorpamento, non si trova un isolato dopo, ma su un'altra isola, capite bene che un ragionamento reale su Venezia va fatto, con la regia regionale, perché non si può lasciare Venezia al fai da te, non nell'interesse singolo di Venezia, ma dei cittadini veneziani e metropolitani di Venezia.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono altri interventi? Non ne vedo.
Metto in votazione la mozione n. 362, così come modificata dalla proponente.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, sull'onda dell'entusiasmo per l'approvazione del PDL n. 98 di iniziativa del collega Finco, ho già avuto da alcuni di voi la richiesta di fare corsi di disostruzione e utilizzo corretto del defibrillatore e ho già trovato il formatore certificato, per cui con i Capigruppo concorderemo un momento di formazione per tutti i Consiglieri sulle manovre di disostruzione e sull'utilizzo corretto del defibrillatore.
Me lo hanno chiesto i consiglieri Villanova, Dolfin ed altri. Comunque, non si sa mai, potrebbe tornare utile fare qualcosa di questo tipo. Grazie.
PUNTO
12



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BALDIN, GUARDA, OSTANEL, LORENZONI E ZANONI RELATIVA A "IL GOVERNO VUOLE AUMENTARE LE TRIVELLAZIONI IN ADRIATICO, LA GIUNTA TUTELI IL VENETO E DICA "NO"". (MOZIONE N. 374) RESPINTA

PRESIDENTE

Andiamo alla mozione n. 374, presentata dalla collega Baldin.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questo è un tema di cui quest'Aula si è già occupata e su cui in parte si è già anche espressa...

PRESIDENTE

Sospendiamo una mezz'oretta e riprendiamo, colleghi?

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Posso ricominciare?

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Dicevo, questo è un tema di cui quest'Aula si è già occupata e su cui in parte si è già anche espressa, ma spero che abbia cambiato idea, perché riguarda una questione estremamente importante e delicata per il nostro territorio.
Do atto che nel frattempo le cose sono cambiate a livello normativo, perché la mozione è del 7 novembre 2022, e il decreto-legge n. 144 è stato convertito in legge; quindi, la mozione risulta da aggiornare in questo senso.
Emerge, quindi, che con il decreto convertito in legge si dà una deroga all'attuale blocco delle trivellazioni in Alto Adriatico: ciò al fine di offrire fino a 2 miliardi di metri cubi di gas di produzione nazionale alle aziende gasivore a prezzi calmierati.
L'area interessata sarebbe quella al largo delle coste, tra l'altro anche della nostra regione, fronte Polesine e fronte mia città, Chioggia. Anche recentemente il Consiglio regionale del Veneto e la Regione del Veneto hanno più volte ribadito la contrarietà alle trivellazioni in mare. Do atto delle parole del presidente della Giunta regionale Luca Zaia, che ha espressamente dichiarato: "Dare legittimazione alle trivelle in mare è pura follia".
La nostra Regione si è sempre dichiarata contraria. A inizio anno abbiamo impugnato davanti alla Corte costituzionale alcune disposizioni del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, il cosiddetto "Sblocca Italia", in particolare proprio le norme che legittimavano le trivelle in Alto Adriatico.
Sappiamo tutti del problema gravissimo che riguarda la zona del Polesine, relativo alla subsidenza del territorio e quello anche del cuneo salino, come abbiamo avuto modo oggi di citare più volte, che nel corso dell'estate del 2022 è risalito per circa 40 chilometri, provocando ingenti danni al mondo dell'agricoltura.
Considerato che le nostre risorse di gas non sono così enormi, anzi non possono garantire un approvvigionamento tale da essere esenti da approvvigionamento di gas all'estero e non sarebbe sicuramente una soluzione all'attuale emergenza climatica - e anche qui si potrebbe aprire un paragrafo sulla questione dell'emergenza energetica - dobbiamo puntare assolutamente a fonti che non siano fossili, ma di energia pulita, in modo tale da essere autosufficienti e indipendenti soprattutto da Stati esteri, ovviamente, senza dubbio, preservando il nostro territorio da tutti i rischi e anche la nostra economia, perché fondiamo la nostra economia delle coste soprattutto sul turismo.
Per tutte queste ragioni, il problema relativo alla subsidenza, il problema per il turismo, il problema per le nostre coste, e dato che questo non risolverà la situazione dell'approvvigionamento energetico e a livello economico del nostro Paese, con questa mozione si impegna la Giunta regionale a farsi portavoce presso il Governo italiano della contrarietà della Regione Veneto all'aumento delle trivellazioni in Alto Adriatico e ad intraprendere ogni azione legittima, al fine di scongiurare quanto sopra prospettato.
Spero che il nuovo Governo, il nuovo corso non abbia comportato anche nuovi orizzonti, nuove interpretazioni da parte della maggioranza perché già nel referendum del 2016 ricordo che alla prospettiva di rinnovo delle concessioni entro le 12 miglia dalla costa, partiti tra cui Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, invitarono a votare sì.
Per questo motivo, per un principio di precauzione, spero che ci sia la volontà da parte di questo Consiglio e di questa Giunta di andare al Governo e manifestare tutta la contrarietà di questa Regione alla possibilità di trivellare in Alto Adriatico.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Solo per sostenere questa richiesta della collega Baldin perché, al di là delle motivazioni di tipo ambientale che sono importanti, secondo me ci sono degli elementi economici che fanno sì che questa scelta di riattivare queste trivellazioni abbia poco senso. Per cui mi auguro che ci sia davvero la volontà di portare avanti questa posizione, che è una posizione razionale dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista economico per la nostra Regione, per il nostro Paese. Pertanto, con tutta la mia capacità e possibilità, sostengo questa mozione della collega.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Solo per ribadire, Presidente, su sollecitazione di questa sua mozione, che tutti noi siamo attentissimi a questo tema. Quest'Aula ne ha già anche dibattuto, si è anche confrontata e, per evitare che qualcuno possa domani mattina magari far passare un messaggio sbagliato ai veneti, sappiamo bene che c'è una posizione molto chiara del presidente Zaia, di questo Governo regionale, di questa maggioranza e dello stesso Governo Meloni.
Questo è un tema delicato, ma ci sono state rassicurazioni. Sta procedendo presso i Ministeri l'accordo formulato per cui sarà sicuramente sviluppata quella Commissione di esperti che debba di fatto da un lato stabilire con certezza se con queste nuove tecnologie dove si andrà a procedere potrà essere una risorsa, un'opportunità per tutto il Paese oppure, dall'altro lato, dovesse pregiudicare o riattivare processi che hanno fatto male al Veneto. Solo per rassicurare che sicuramente la linea del Governo è stata chiarita. è stato chiarito anche il processo che si seguirà per la parte che riguarda il Veneto in questo tema, sperando che questo sia ancora una volta più chiaro e non ci si debba trovare a confrontarsi con affermazioni o con un messaggio fuorviante verso i veneti come qualche volta abbiamo visto in questi mesi.
Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione la mozione n. 374.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
PUNTO
13



MOZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE BOZZA RELATIVA A "LA REGIONE VENETO INTERVENGA PER ASSICURARE UNA CORRETTA GESTIONE DEI LIVELLI DEL LAGO DI GARDA A TUTELA DEL COMPARTO TURISTICO E GASTRONOMICO E PER ASSICURARE LA NAVIGABILITÀ IN SICUREZZA E L'ATTIVITÀ DI PESCA". (MOZIONE N. 410) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 47/2023)

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione n. 410 del collega Bozza.
Prego, Consigliere.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che è stata presentata lo scorso febbraio a seguito della situazione già allora preoccupante che destavano i livelli del Lago di Garda e in riferimento alla situazione climatica che stava e che sta purtroppo ancora creando grosse difficoltà al bacino idrico di riferimento, in considerazione della sempre più preoccupante discesa dei livelli del lago, causata dalla scarsa affluenza d'acqua derivante dai fiumi, derivante dalla montagna e derivante ovviamente anche dalla poca neve che nei mesi scorsi era venuta. È una mozione in previsione di quello che poi sarà anche il fabbisogno della necessità di un bacino straordinario oggi dal punto di vista turistico, ma anche dell'importanza del comparto della pesca, che già sta facendo ovviamente fatica in questa zona e anche con riferimento all'aspetto agricolo, che sappiamo essere fondamentale, soprattutto nella parte sud del Lago di Garda.
A fronte di tutto questo, questa mozione poi è stata aggiornata anche a seguito di quelli che sono stati gli sviluppi che il Governo stesso ha intrapreso nelle scorse settimane con l'istituzione di un tavolo di concertazione tra i Ministri competenti, con un decreto che prevede l'istituzione della figura di un Commissario nel caso in cui sia da intervenire a supporto del lavoro di questo tavolo di concertazione fatto dai Ministri competenti.
Nonostante questo, nonostante i passi importanti che il Governo ha fatto e sta facendo in questa direzione, sussistono oggi livelli di preoccupazione su questa zona geografica che, come avevo occasione di intervenire prima nella proposta del collega Michieletto, è di fatto il bacino idrico più importante d'Italia, a fianco dell'altro bacino idrico strategico che è quello dell'Adige.
Oggi questi due bacini non comunicano, non sono complementari in quella che è la necessità di interferire anche di fronte a periodi di crisi e di siccità come quelli che stiamo affrontando, quindi è assolutamente necessario che a questo tavolo ministeriale di concertazione e all'iniziativa di questo Commissario supplente il Governo aggiunga la possibilità e l'opportunità di istituire delle figure ad hoc che possano essere soggetti attuatori o Commissari ad hoc per quello che riteniamo essere – ripeto ancora una volta – il bacino più strategico dal punto di vista idrico.
È necessario da questo punto di vista un Commissario o una figura attuatrice, perché il quadro normativo legislativo è estremamente complesso, è antiquato, riguarda più Regioni coinvolte, perché abbiamo il Trentino-Alto Adige, abbiamo il Veneto e abbiamo l'Emilia-Romagna, oltre che la Lombardia, e sappiamo che ogni Regione ha un quadro normativo differente.
Tra l'altro, il principio di solidarietà, che è previsto ancora dall'articolo n. 144, che riguarda il Codice dell'ambiente sulla tutela ed uso delle risorse idriche, implica il fatto che, a fronte di questo principio, ci possano essere anche dei danni nei confronti di alcuni comparti ritenuti strategici.
Il Lago di Garda e la sua zona decenni fa avevano l'80% del tessuto sviluppato in ambito agricolo; oggi si è capovolta questa percentuale e abbiamo l'80% a destinazione alberghiero- turistica e il 20% agricola. Ci sono interessi contrapposti ed è evidente che è necessaria una figura super partes che vada a sviluppare quello che è un programma di intervento e di investimento e che vada ad attuarlo, ovviamente, anche in deroga a quello che è il quadro legislativo regionale di ogni distinta Regione.
È un interesse nazionale, è quanto mai fondamentale. Ne ho parlato non solo con l'Assessore, ma anche con il presidente Zaia. Da questo punto di vista c'è la disponibilità e la consapevolezza che è quanto mai fondamentale oggi addivenire a una scelta di questo genere.
È una mozione che presenta due emendamenti, Presidente, che ho già illustrato. Sono un'attualizzazione della mozione rispetto a quelli che sono i passi successivi che il Governo nel frattempo ha compiuto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Gli emendamenti sono caricati su Concilium. Li potete vedere.
Non vedo altri interventi. Non la vedo, collega Zanoni. Prema con delicatezza. Adesso è apparso.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

In linea generale, la proposta del collega è una proposta utile e sensata, considerato quello che vuol dire il comparto del turismo per quei Comuni rivieraschi del Lago di Garda.
Volevo ricordare, però, che ci sono questioni che, a mio avviso, andrebbero contestualmente valutate e affrontate. Non più tardi del 21 febbraio 2023, con la collega Bigon abbiamo presentato un'interrogazione che ha come oggetto "Recenti analisi disposte dal Ministero della Salute sulle anguille del Lago di Garda attestano un considerevole aumento della contaminazione da diossine e bifenili policlorurati. La Giunta quali azioni ha intrapreso in seguito a queste analisi?". Dopodiché, il collega Bozza si ricorderà che questa mattina c'è stata la risposta a un'interrogazione che aveva come oggetto "Sversamenti di acque contaminate da liquami nel Garda. Cosa sta facendo la Giunta regionale a tutela della salute pubblica e dell'ecosistema del Lago?". Questo in riferimento a questi sversamenti, queste tracimazioni che ci sono nel depuratore poco lontano che scarica sul fiume che, poi, si immette nel Lago di Garda.
Quello che volevo dire è che, oltre a quello che ha detto prima il collega Bozza, cioè il problema della mancanza di precipitazioni, il problema della mancanza di apporto di acque a causa della siccità, abbiamo anche questo importante problema che è quello dell'inquinamento, ma è un problema che ci viene certificato purtroppo – devo dire purtroppo – dallo Stato, da queste ricerche che ha fatto il Ministero. Quello dell'apporto di acque inquinate è un dato di fatto. Poi magari nella risposta di questa mattina l'Assessore aveva anche detto che il corso d'acqua del Sarca è considerato in stato buono, però di fatto tutti i dati che noi abbiamo in mano certificano che c'è un problema di apporto di sostanze inquinanti.
Questo inquinamento, che il Ministero per quanto riguarda il monitoraggio sulle carcasse di anguilla ha detto che si sta aggravando nel tempo, si aggraverà sempre di più proprio per le questioni che ha citato prima il collega. Perché meno acqua vuol dire meno diluizione, meno diluizione vuol dire che le concentrazioni degli inquinanti aumentano e tutte le norme che noi abbiamo in materia di tutela delle acque fanno riferimento a dei limiti non in valore assoluto ma in percentuale. Queste percentuali sono destinate a crescere e quindi anche la qualità delle acque del Lago di Garda è destinata a peggiorare.
Io volevo porre l'attenzione del collega e di tutta l'Aula sul fatto che dobbiamo garantire la salubrità delle acque, che poi vengono utilizzate anche dai bagnanti, dai turisti e sono importantissime anche per tutto quel settore e vanno salvaguardate facendo prevenzione e tenendo ben presente che la questione siccità sarà una questione che questi fenomeni andrà ad aggravare nel tempo.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi, quindi passiamo alla votazione, prima degli emendamenti e poi della mozione nel suo complesso così come modificata.
Emendamento n. A0001 presentato dal consigliere Bozza, premessa X, pagina 2, riga 44-45, modificativo, che prevede:
La frase "di concerto con il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, istituisca un commissario per ogni distretto idrografico (non per ogni regione...)" è sostituita dalla seguente: "in sinergia con gli altri ministeri competenti, istituisca un commissario unico o un soggetto attuatore delegato".
Gli emendamenti sono caricati su Concilium, potete accedere. Da sempre, se vengono depositati per tempo. È una cosa che abbiamo già fatto in altre occasioni.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
è chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0002 presentato dal consigliere Bozza, dispositivo X, pagina 3, riga 27, modificativo, che prevede:
Al punto 4) dopo la frase "di concerto con il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste" il periodo "l'istituzione di un commissario per ogni distretto idrografico (non per ogni regione...) per realizzare una serie di opere, preventivamente già comprese nei piani dei distretti idraulici." è eliminato e sostituito dal seguente: "e con il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, l'istituzione di un commissario unico o di un soggetto attuatore delegato che possa affrontare la situazione idraulica complessiva relativa alla zona del lago di Garda".
Metto in votazione l'emendamento n. A0002.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione la mozione n. 410 nel suo complesso, così come modificata.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
14



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI FINCO, BORON, CAVINATO, CECCHETTO, DOLFIN, FAVERO, SANDONÀ, SPONDA E ZECCHINATO RELATIVA A "DISPOSITIVI DI ASSISTENZA PROTESICA: LA GIUNTA INTERVENGA PRESSO IL GOVERNO AFFINCHÉ SIA SEMPLIFICATA LA PROCEDURA DI RINNOVO PREVISTA DAL DECRETO MINISTERIALE 27 AGOSTO 1999, N. 332". (MOZIONE N. 314) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 48/2023)

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione n. 314 del collega Finco ed altri.
Consigliere Finco, prego.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Molto brevemente per presentare questa mozione che ho depositato circa un anno fa. È un po' il calvario che hanno moltissime persone che hanno qualche disgrazia personale e sono costrette a utilizzare dei dispositivi protesici. Spesso e volentieri ogni anno, quando devono acquistare un banale paio di scarpe, devono ripetere tutto l'iter ogni volta per avere l'autorizzazione, attraverso il contributo da parte del sistema sanitario nazionale, per poter accedere a questo tipo di protesi.
La normativa è una normativa vecchia, risale al 1978, poi nel 1999 è stato pubblicato un regolamento che ne disciplina le modalità di erogazione, che consiste in quattro specifiche fasi. La prima riguarda la prescrizione dei dispositivi protesici redatta da un medico specialista del sistema sanitario nazionale. La seconda fase riguarda l'autorizzazione alla fornitura rilasciata dall'ULSS competente per territorio sulla base della documentazione fornita dal medico e della relativa prescrizione. La terza fase riguarda la fornitura del dispositivo da parte dei centri convenzionati. La quarta fase riguarda il collaudo ad opera dello specialista prescrittore, senza considerare che spesso e volentieri, prima di avere l'autorizzazione, l'ULSS magari richiede anche più preventivi per essere autorizzati all'acquisto.
Capisco se è la prima volta che uno fa richiesta del dispositivo, ma ci sono persone che hanno una disabilità permanente e che ogni anno devono fare lo stesso iter, che poi consiste solamente in un passaggio di carte e di timbri, perché non è che fanno chissà quali verifiche. Chiedo alla Giunta regionale di impegnarsi verso il Governo, visto che è una normativa nazionale, nel semplificare questa procedura, perché ‒ ripeto ‒ un conto è se è una prima richiesta e quindi vanno fatti i giusti accertamenti, ma se poi è sicuro che la singola persona ha bisogno degli stessi strumenti protesici di anno in anno, è inutile far perdere tempo sia al singolo che anche agli uffici pubblici per dare delle semplici autorizzazioni.
Chiedo quindi di fare il possibile, visto che la tematica mi è stata fatta presente da numerose persone. Penso sia qualcosa che vada a semplificare la vita di chi di problemi ne ha già abbastanza.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione la mozione n. 314.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
15



MOZIONE PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA OSTANEL RELATIVA A "ASSUMERE INIZIATIVE DI CONTRASTO AL CONSUMO DI SUOLO, IN COERENZA CON GLI OBIETTIVI NAZIONALI DI CONSUMO ZERO AL FINE DI EVITARE INTERVENTI QUALI L'ESPANSIONE DEL POLO LOGISTICO DI ALÌ S.P.A. A PADOVA". (MOZIONE N. 357) RESPINTA

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione n. 357 della collega Ostanel.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che presentavo il 6 ottobre 2022, perché poche settimane prima era stato presentato allo sportello SUAP di Padova un progetto che prevedeva l'ampliamento di un polo logistico di Alì Spa collocato in zona industriale, ma che determinava il consumo di suolo e quindi la cementificazione di 100.000 metri quadri di suolo agricolo, non conteggiabile come consumo di suolo, perché sappiamo che nella nostra norma regionale, nonostante si chiami "verso il consumo di suolo zero al 2050", norma del 2017, questa è una delle deroghe previste dall'articolo 12, dove il consumo di suolo fatto attraverso SUAP non conta nel consumo di suolo di quella legge.
Speravo di dover ritirare questa mozione perché, tra l'altro, nel frattempo era stato licenziato all'unanimità un progetto di legge in Commissione Seconda, la cui proponente era la consigliera Rizzotto, che proponeva proprio di ridurre, anche se non in maniera perfetta come l'avrei fatto io, quella deroga: ne avevamo discusso parecchio, avevamo detto che dovremmo cercare di mettere un freno a questo consumo di suolo ed era stata fatta una proposta che era stata licenziata addirittura all'unanimità.
Invece oggi mi trovo a dover presentare questa mozione, perché non so bene per quale motivo il progetto di legge è ancora fermo, non è arrivato in Consiglio regionale. Tra l'altro, questo non è solo il caso di Padova. Credo che i Consiglieri che hanno a che vedere anche con altri territori sappiano che ci sono tantissimi altri casi che si stanno svolgendo in questa maniera, tra l'altro prevedendo l'apertura di poli logistici senza alcun controllo dal punto di vista della Regione.
Ricordo, tra l'altro, una discussione che abbiamo avuto ormai un anno fa, dove avevo presentato una mozione sul tema dei poli logistici e dove anche l'assessore Donazzan era intervenuta dicendo che la Regione avrebbe dovuto, invece, avere potere di dire qualcosa rispetto all'ampliamento di poli logistici su cui tante volte né i Sindaci né la Regione hanno la possibilità di intervenire, perché ‒ e l'ho ridetto di nuovo in Aula ‒ soprattutto quando fanno questo attraverso una procedura SUAP loro possono farlo mettendo una destinazione commerciale quando, in realtà, lì dentro viene fatto un lavoro diverso, che è il lavoro della logistica, ancora non normato non solo in questa Regione, ma in generale in Italia. Noi ‒ credo ‒ dovremmo, invece, prendere carico di una questione che passa sopra le teste di Sindaci, Regione e che arriva semplicemente sui nostri territori.
Oltre ad Alì Padova, abbiamo a Verona il caso del polo logistico di Zevio, a Campagnola, che tra l'altro consuma una quantità di suolo incredibile, più grande di quella che ho appena citato per il caso di Padova, dove c'è stata una sentenza del TAR che ha sospeso i lavori in via cautelativa per chiedere alcuni chiarimenti al Comune di Zevio. Ma abbiamo anche il polo logistico di Roncade, su cui so che c'è stato un grande dibattito. Abbiamo un polo logistico a Bassano, San Lazzaro, sempre attraverso questa pratica. Abbiamo un nuovo polo logistico a Casale sul Sile, che non rientra nelle pratiche SUAP, ma comunque arriva a consumare 500.000 metri quadri di suolo agricolo, che non conta, per un'altra deroga della nostra legge urbanistica, sul consumo di suolo di questa Regione.
Il tema non è solo urbanistico. Il tema è anche di potere dei Comuni, di potere della Regione, di intervenire con dei grandi player che – magari non nel caso di Alì Padova, perché è un player locale – sono player che arrivano anche da fuori e con cui si fa fatica a prendere addirittura un appuntamento. Quando si parla di Amazon è spesso così. Sono, tra l'altro, dei poli logistici che non sempre garantiscono una tutela del lavoro all'interno di quei centri. Credo che i Sindaci e la Regione, invece, dovrebbero avere potere in parola.
Questa mozione chiede semplicemente, al di là dei casi specifici, perché la competenza è regionale... Se noi avessimo una norma diversa i Sindaci non si troverebbero in questa situazione, potrebbero scegliere se farlo o non farlo, e questo è, credo, il potere delle autonomie locali. Ma se la Regione non fa il suo lavoro, i Sindaci spesso invece si trovano queste progettualità anche senza effettivamente volerle fino in fondo.
Chiedo di impegnare la Giunta regionale ad adeguare i propri strumenti normativi in coerenza con quanto definito dal Piano per la transizione ecologica, quindi, intervenendo anche sulle deroghe SUAP che ho appena descritto, per avvenire, arrivare ad uno strumento di governo del territorio in linea con l'obiettivo di un reale consumo di suolo zero al 2030.

PRESIDENTE

Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Io non entro nella questione SUAP, non SUAP, però conosco quest'azienda padovana della grande distribuzione, l'azienda governata dal presidente Canella, con provenienza da Limena, quindi è della zona. è una delle famiglie imprenditoriali più importanti della nostra provincia con 111 tra supermercati e punti di distribuzione in tante Regioni del Nord Italia, con diversi magazzini logistici che sono in via Svezia, che sono vicini al MAAP, vicini alla zona industriale, dentro alla grande zona industriale di Padova. Ne parlo conoscendo anche questa parte della logistica. La zona industriale di Padova, per chi non è di Padova, ma qui ci sono tanti colleghi che lo possono confermare, è servita dall'autostrada con il casello Padova Est e c'è la tangenziale. All'interno di questa logistica ci sono tanti dipendenti e tante famiglie della nostra provincia che lavorano. Io sinceramente non vedo dove sia il problema. Dove si devono fare questi ampliamenti se non all'interno delle zone industriali vicino alle tangenziali, vicino ai caselli autostradali?
Io sono d'accordo con lei, collega, se queste aree ex novo sono in mezzo alla campagna e ne conosco purtroppo alcune in mezzo ai paesi, dove centinaia di bilici vanno avanti e indietro per le stradine. Ne abbiamo uno, tra l'altro, nei Comuni intorno a dove abito io (non faccio nomi) che crea anche tante situazioni di disagio. Bene che siano invece costruiti lì, che siano attaccati a un grande magazzino di distribuzione automatica fra i più moderni in Europa, che ha anche sistemi ambientali innovativi che, altrimenti, in altre parti perderebbero di importanza.
Per carità, tutti noi siamo contro il consumo del suolo. Il Comune di Padova penso sia informato del fatto e abbia la sua autonomia in questo senso, però dove fare queste cose se non lì?

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io vorrei riportare la discussione attorno all'oggetto della mozione che ha presentato la consigliera Ostanel, che meriterebbe un po' di attenzione, perché pone un tema che impatta direttamente sulle nostre comunità e che prova a dimostrare come possiamo anche fare le migliori leggi di questo mondo, ma, se poi costruiamo un sistema di deroghe di un certo tipo, rischiamo che anche le buone intenzioni che noi ci poniamo quando facciamo le leggi regionali si scontrino contro la realtà.
Il tema non è né il polo logistico Alì di Padova, né le altre esperienze di cui sopra, ma la Consigliera spiega bene come il tema del consumo di suolo, cioè il fatto che, attraverso interventi di urbanizzazione, noi sostanzialmente rendiamo impermeabile il terreno e abbiamo quindi degli effetti diretti sulla capacità che i nostri territori hanno di reagire ad esempio ad eventi atmosferici straordinari, impatta sulla qualità della vita delle persone.
Il fatto che la Regione del Veneto si sia dotata di una legge contro il consumo di suolo, essendo peraltro la Regione del Veneto una delle Regioni in Italia che ha una quantità di suolo regionale maggiormente già occupata, porta a dire che stiamo già parlando di un territorio gravemente compromesso da questo punto di vista. Noi ci dotiamo di questa legge che non vieta la nuova edificazione, ma consegna nelle mani dei Sindaci il potere e il dovere di valutare quale suolo vale la pena che sia ancora consumato e quale, invece, vale la pena che sia preservato. Se noi dentro una legge che dice "non consumiamo il suolo" poi mettiamo la deroga a questa previsione per tutte le richieste di ampliamento fatte tramite SUAP, non ci mettiamo nelle condizioni, o meglio non mettiamo i Sindaci nelle condizioni di poter decidere se il polo logistico Alì vada fatto lì oppure no.
Con questa mozione, infatti, la Consigliera (io la sottoscrivo e la sostengo) chiede esattamente questo. Siccome interventi come quelli descritti, per esempio, di Alì, che impattano per 100.000 metri quadri su un terreno che oggi è agricolo e dovrebbe diventare urbanizzato, siccome sono interventi rilevanti dal punto di vista ambientale, che hanno una connotazione anche rispetto allo sviluppo sostenibile che vogliamo dare alle nostre comunità, siccome la programmazione urbanistica è un'arma strategica che le Amministrazioni comunali hanno per definire il tipo e l'indirizzo di sviluppo dei propri territori, noi riteniamo che i Sindaci debbano essere messi pienamente nelle condizioni di poter esercitare questo indirizzo strategico e che quindi non possa essere sufficiente una mail inviata al SUAP per poter urbanizzare 100.000 metri quadri gratis.
Siccome il tema riguarda certo il consumo di suolo e abbiamo spiegato il perché, riguarda l'impronta carbonica e sappiamo perché, ma riguarda anche l'impatto del traffico, riguarda anche l'impatto sull'economia locale, ha un impatto sulla dimensione sociale e sappiamo perfettamente come i poli logistici abbiano una modalità di incrociare la qualità del lavoro particolare offrendo lavoro a bassa qualifica e dunque anche a bassa retribuzione, credo sia necessario, se vogliamo assumerci la responsabilità di svolgere la funzione di legislatore regionale, chiederci se urbanizzare 100.000 metri quadri, che oggi sono di suolo agricolo, per farne un polo logistico che verosimilmente attrarrà lavoro di bassa qualifica e bassa retribuzione possa essere un'operazione che noi facciamo a costo zero o a guadagno zero per la comunità.
Credo che sia necessario che facciamo questa riflessione, che andiamo a verificare se vale la pena regalare questo tipo di opportunità anche ad un'azienda del territorio, ma anche non fosse del territorio. Mi pare che il libero mercato presupporrebbe che la padovanità non conceda punti in più nel libero mercato. Dovrebbe essere opportuno fare questo tipo di valutazione, proprio perché quello che dovrebbe avere in mente l'Amministratore pubblico non è fare il favore all'imprenditore di Padova quanto piuttosto occuparsi del benessere della comunità che siamo chiamati a rappresentare, che certamente è formata dalle imprese – e chiudo, Presidente – indubbiamente, ma anche dalle comunità locali che accolgono.
Ovviamente, annuncio il voto a favore di questa mozione e mi auguro anche che il progetto di legge della collega Rizzotto possa procedere più speditamente.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Pensavo di non intervenire oggi, ma ho sentito dire "assumere iniziative di contrasto". Già "contrasto" è una parola molto brutta, soprattutto in economia. "Al consumo di suolo in coerenza con gli obiettivi nazionali", quindi penso che dobbiamo anche cambiare gli obiettivi nazionali, se vogliamo sopravvivere in un futuro globalizzato. "Di consumo zero al fine di evitare interventi quali..." e qua ci sono le cose positive, signori, come l'espansione. Io non ho studiato molto, però "espansione" vuol dire che c'è un po' di progresso, c'è un po' di, parliamo in Veneto, PIL che resta in Veneto, del polo logistico. Se adesso anche polo logistico è una brutta cosa da dire, vuol dire che noi e anche tanti prima di noi hanno sbagliato mestiere, perché penso che non sia l'unico polo logistico che c'è in Veneto, che c'è in Italia, che c'è in Europa, che c'è nel mondo.
Quello che mi lascia un po' pensieroso, perché è da quando c'era Fidel Castro a Cuba che non scriviamo il nome di un'azienda in una mozione nel Consiglio regionale, è l'indicazione di "Alì Spa". Io non conosco Canella, vado a far la spesa in qualche suo supermercato come un normale cittadino. Insomma, un Veneto che ha fatto crescere il PIL del Veneto, ha fatto la sua fortuna. Benissimo, siamo qua per cercare di fare la fortuna dei veneti perché più veneti ricchi e fortunati abbiamo nella nostra Regione e più stiamo meglio tutti. Proprio non capisco, e sono un po' tardo, e me ne scuso, cosa voglia dire "assumere iniziative di contrasto verso l'espansione del polo logistico di Alì Spa a Padova". Ripeto, collega, io sono il più tardo che è presente in Consiglio regionale, però veramente mi auguro che non passi, non parlo per la minoranza, per carità, nessuno me ne voglia, però mi auguro che non sia passato per la testa di nessuno della maggioranza di questa Assemblea... Bisognerebbe anche andar via dall'Aula su una roba del genere. Mi vergogno a votare contrario a questa mozione dove c'è il nome e il cognome di un'azienda veneta che vuole soltanto ampliarsi, creare posti di lavoro, creare PIL per il nostro Veneto.
Noi siamo qua a discutere se votarla o meno. Non dovrebbe neanche essere arrivata in questo Consiglio. Grazie. Scusate l'interruzione.

PRESIDENTE

Collega Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per dare alcuni spunti di riflessione, anche perché negli interventi che mi hanno preceduto, indipendentemente dal fatto che si possa essere a favore o meno di una revisione della normativa e, come è stato detto, la Commissione ha comunque esaminato una proposta di revisione, al di là di tutto questo, va detto che lo sportello unico, che viene spesso citato come procedura per cui nei Comuni vengono fatte delle aree per logistica o aree produttive, senza poi che i Comuni possono dire nulla e a costo zero, non è assolutamente vero.
La legge sullo sportello unico prevede, infatti, che si possano fare questi sportelli in variante urbanistica e la variante urbanistica – siccome è il Comune l'ente che approva la variante urbanistica – si approva in Consiglio comunale. Per cui, non è affatto vero che i Sindaci siano sguarniti del potere di dire di no. Anzi, sulle varianti urbanistiche hanno più potere della Regione, perché è in Consiglio comunale che si decide il destino delle aree nel territorio comunale, nell'ambito delle aree che sono espandibili se è una variante ordinaria, oppure al di là del consumo di suolo.
Aggiungerei un'altra cosa. Anche laddove vengono applicati gli sportelli unici in variante, non è vero che sono a costo zero, ci sono interventi di mitigazione, ci sono perequazioni, ci sono oneri, c'è di tutto. Dico questo perché è giusto considerare con il piglio della critica le cose per quello che sono, perché altrimenti andiamo fuori strada e rischiamo di considerare anche interventi che portano benefici in alcuni casi, perché se pensiamo alla riqualificazione del territorio, spesso è necessario intervenire anche velocemente in alcune aree per dare una risposta al territorio.
Aggiungo un'altra cosa. Rivedere questi obiettivi al 2030 (se ne può anche discutere, per carità) vorrebbe dire mettere in discussione la legge del 2017, la n. 14, che prevede che al 2050 si vada al consumo di suolo zero, quindi non al 2030. Al 2030 ci sono altri obiettivi europei che vanno raggiunti, come quelli di non degradare ulteriore capitale naturale, ma non il consumo di suolo. Per cui, dal mio punto di vista, sono temi sicuramente importanti, che però meritano un approfondimento con un attimo di calma, come stiamo facendo.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio la collega Ostanel perché solleva un tema, però per me è importante riportare la discussione nel binario giusto. Il dispositivo, l'impegno che chiede alla Giunta non ha nulla a che fare con il caso specifico che ha, diciamo così, ispirato la mozione.
Tutti siamo d'accordo che un'azienda, che è l'azienda che fattura di più nella provincia di Padova, è un'azienda importante e nessuno vuole che questa azienda abbia delle limitazioni o che, peggio ancora, delocalizzi altrove. Il tema è che le Amministrazioni locali non hanno gli strumenti per interagire in modo costruttivo senza andare a ferire il territorio. Credo che questo sia il tema.
Collega Zecchinato, certo, dobbiamo mettere mano alla legge n. 14 del 2017, che ha tanti aspetti lacunosi. Lo dico avendo amministrato l'Urbanistica in un Comune del Veneto. È difficile con quella legge riuscire a innescare processi virtuosi. È molto, molto complicato. Quindi, tutte le deroghe a cui faceva riferimento la collega Ostanel ci sono e non ci aiutano, non aiutano l'Amministrazione anche nell'interazione con i soggetti.
Per cui, nel caso specifico io penso che si debba pensare a come bilanciare un utilizzo del suolo con la rinaturalizzazione di altre aree. È una cosa faticosa, ma è una cosa indispensabile. Il tema non è – sono d'accordo con il consigliere Formaggio – più veneti ricchi e fortunati abbiamo e più siamo tutti contenti. Certo, è un obiettivo di tutti quello di creare prosperità, però ci dobbiamo rendere conto che il territorio oggi è parte della prosperità dei veneti. Non possiamo far finta di nulla e continuare a vivere su queste deroghe perché non facciamo il bene dei veneti.
Ben venga, quindi, il creare dei canali con cui poter interloquire con imprese del tipo di quella che ha ispirato questa mozione, però rimaniamo sul tema della mozione, che è proprio la richiesta di adeguare gli strumenti normativi in coerenza con quanto definito dal Piano per la transizione ecologica.
Il 2050 è lontano, ma se non attiviamo adesso i processi virtuosi, collega Zecchinato, non arriveremo mai e oggi non abbiamo gli strumenti per modificare i comportamenti a livello amministrativo.
Credo, quindi, che questa sia una mozione molto equilibrata, molto puntuale, che impegna la Giunta a ripensare alcuni degli aspetti di quella legge n. 14 del 2017, che non è adeguata agli obiettivi che si pone. Per cui, non andiamo a mischiare una richiesta condivisibile sulla gestione del suolo con la prosperità di un'azienda, che nessuno vuole mettere in discussione. Aiutiamo, però, l'Amministrazione, in questo caso del Comune di Padova, a interloquire in modo fruttuoso perché l'azienda possa continuare la sua attività, ma tenendo conto anche delle necessità di un territorio e della minaccia che sta vivendo questo territorio, che viene, di fatto, depauperato dal consumo di suolo.

PRESIDENTE

Consigliera Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Troppo spesso, anche all'interno di quest'Aula, si cerca di dividere tra chi vuole fare le grandi opere e chi non vuole. Noi non stiamo mettendo in discussione ‒ lo ha appena detto il collega Lorenzoni ‒ l'iniziativa richiesta da una delle più grandi aziende che contribuiscono fortemente allo sviluppo economico.
Semplicemente chiediamo alcune cose, richieste che, tra l'altro, mi pare siano state fatte anche da parte della maggioranza. Una è che questi 100 metri cubi vengano conteggiati all'interno del contatore del consumo di suolo. L'altra è, alla fine, un adeguamento, anche richiesto da una proposta di modifica di legge regionale del 6 giugno ("Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo e modifiche alla legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 'Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio'"), proposta dalla presidente della Seconda Commissione Rizzotto, quando all'articolo 1 dice: "La lettera d) del comma 1 dell'articolo 12 della legge regionale 6 giugno 2017, n. 14 è sostituita dalla seguente: 'Gli interventi di cui agli articoli 2 e 3 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 55 'Procedure urbanistiche semplificate di sportello unico per le attività produttive e disposizioni in materia urbanistica, di edilizia residenziale pubblica, di mobilità, di noleggio con conducente e di commercio itinerante' nonché quelli all'articolo 4 della medesima legge regionale avente ad oggetto l'ampliamento fino a 10.000 metri cubi di superficie fondiaria'". È molto più articolata la proposta. Chiaramente, non voglio limitarla a questo.
Stiamo cercando semplicemente una coerenza con gli obiettivi del 2050, che non sono così lontani. Vediamo quello che sta succedendo anche con alcune direttive europee. Parlo del Piano delle alluvioni. Dal 2007 c'era una direttiva e nel 2010 un decreto legislativo nazionale. Noi ci ritroviamo oggi con il sedere per terra perché non siamo stati in grado di programmare per tempo delle modifiche, anche di leggi regionali che ‒ non si adattassero ‒ andassero nella direzione di garantire la prosperità e anche gli insediamenti e anche la produttività e anche il futuro delle aziende e, nello stesso tempo, una pianificazione territoriale che, però, fosse coerente con i problemi di tenuta climatica, di tenuta idraulica, di tenuta idrica.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Consigliere Enoch Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Zecchinato. Dopo l'intervento della collega Camani, con tutto il rispetto, sono rimasto abbastanza colpito. Scusi, Camani.

PRESIDENTE

Non litigate.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Ricomincio. L'intervento della collega Camani mi aveva lasciato un po' perplesso. Lo ringrazio, dicevo. O cominciamo a darci una regola per cui, se si deposita una mozione dove si cita un'azienda, una società per azioni e poi si dice, per raddrizzare la discussione, che non è indirizzata a questa, ma è solo un caso... Allora non citatela. Non è onesto nei confronti di chi ci sta ascoltando, quando si deposita una mozione, citare l'azienda e, poi, nella fase di discussione, quando qualcuno interviene, come il collega Zecchinato, per rendere noto a chi ci ascolta che c'è una legge per cui non è assolutamente vero ‒ e qui vorrei intervenire ‒ che i Sindaci non hanno la possibilità, i Consigli comunali non hanno la possibilità di intervenire, quando questo è proprio il caso specifico... Questo strumento, che viene utilizzato, che è stato normato e che può essere esercitato, dà esattamente ‒ ed è quello a cui pensiamo ‒ l'esercizio ai Sindaci di fare pianificazione.
Ma non solo, aggiungo. Chiedo conferma al collega che è stato, come me, Sindaco e che lo ha sicuramente provato sul campo. Il progetto viene depositato in ogni sua parte, in ogni suo allegato. Il dirigente convoca la Conferenza dei servizi. In Conferenza dei servizi porta tutti gli Enti coinvolti a fare una valutazione, compresa quella di sostenibilità ambientale. Tutti gli Enti devono formulare le loro prescrizioni e valutazioni, comprese, collega Zottis, quelle di carattere idraulico, idrogeologico, di mitigazione.
Anzi, questa è una delle occasioni, per le Amministrazioni comunali, anzi per il Consiglio comunale, tenendo un attimo da parte che esistono i tempi (dieci giorni più venti) per le osservazioni, per chiedere tutti gli interventi di mitigazione, anche aggiuntivi, necessari, magari, a sanare lacune di altre lottizzazioni venute dal passato in assenza di una normativa come questa.
Io sto parlando di quello che voi avete recitato in quest'Aula.
Solo per esplicitare che molte sono le occasioni per cui, con questo strumento, e gli investimenti di chi oggi sta facendo investimenti... Molti Sindaci stanno intervenendo chiedendo di più oggi a qualcuno per sanare i difetti di investimenti e programmazioni fatte da altri nei decenni passati. Questo caso che voi state citando forse ‒ dico "forse" ‒ è un caso, visto quello che viene scritto sulla cronaca, vista la discussione sui giornali del Consiglio comunale e delle parti dei Consigli comunali di Padova.
O crediamo che dare strumenti agli Enti locali, cioè le Amministrazioni comunali, nonché il Consiglio comunale, sia corretto, che abbiano, quindi, gli strumenti per chiedere di più, se necessario, per sanare anche i vizi passati, chiedere tutto ciò che è necessario dal punto di vista della mitigazione, soprattutto ambientale, della qualità ambientale, di verde... Adesso non ho contezza dell'investimento che potrebbe rivenire dal punto di vista ambientale di questo ampliamento. Dietro questo ampliamento, questo investimento, c'è lo sviluppo di tanta occupazione.
Nella cecità, dobbiamo farci una domanda. Non potete pensare a un'altra mozione tra qualche tempo ‒ ne abbiamo sentita una quest'oggi, qualche ora fa ‒ con cui si va a chiedere all'assessore Donazzan di intervenire perché, magari, ci sono difficoltà di occupazione o perché c'è qualcun altro che va a investire in qualche altra regione o in qualche altro paese. No. È questo il tema. Nel momento in cui un interlocutore non trova la possibilità di sviluppare la propria azienda, è chiaro che pensa ad altro. Qui vorrei sottolineare la differenza per cui noi siamo attentissimi al suolo, attentissimi all'ambiente, attentissimi al territorio, ma in un equilibrio di sviluppo. Anzi, crediamo che ci sia bisogno di una normativa che possa chiedere di più per recuperare gli errori che probabilmente non abbiamo fatto noi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
È chiusa la discussione generale.
In replica la proponente, consigliera Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Vorrei far tornare la discussione all'impegno della mozione, perché credo sia questo l'aspetto importante della discussione di oggi. Lo ripeto: è quello di impegnare la Giunta ad adeguare i propri strumenti normativi, in coerenza con quanto definito, al Piano per la transizione ecologica, anche intervenendo sulle deroghe SUAP, per addivenire a uno strumento del governo del territorio in linea con l'obiettivo del consumo di suolo reale al 2030.
Questo dispositivo è totalmente in linea, ad esempio, anche se io l'avrei scritta diversamente, con una proposta di legge a firma della maggioranza, che giace in Commissione Seconda da aprile 2022 ‒ già licenziata; non è stata portata qui in Consiglio regionale, da aprile 2022; lo dico al consigliere Zecchinato, che conosce molto bene queste tematiche ‒ che se noi avessimo approvato, avrebbe fatto una cosa. Lo dico anche al consigliere Formaggio. Non avrebbe impedito l'ampliamento di Alì Padova. Avrebbe dato lo strumento, come c'è già, di passare in variante urbanistica. Cosa avrebbe fatto? Avrebbe detto che per 10.000 metri quadri, per come oggi è stata presentata dalla consigliera Rizzotto, sarebbe entrato nel consumo di suolo.
Qual è il tema? Lo so che è tecnico, ma dobbiamo essere seri quando parliamo qui dentro. Oggi questi ampliamenti ‒ non so se riuscite a capire quanti sono 100.000 metri quadri; parliamo di più di venti campi da calcio ‒ vengono fatti senza che quell'ampliamento si calcoli nel consumo di suolo né nella dotazione che ha un Comune né nella riserva che ha la Regione. Cosa significa? Significa che, sostanzialmente, si può fare quello che si vuole senza poter indicare effettivamente che quello è un consumo di suolo.
Questa mozione non dice a un Sindaco o a una Alì Padova: "Tu non puoi aprire". Questa mozione semplicemente riprende quello che voi avete proposto, cioè: riusciamo a normare una deroga della legge sul consumo di suolo, che al punto d) non prevede nessuna limitazione di metri quadri sull'ampliamento dei poli SUAP, che diventano, poi, poli logistici? Il mondo è cambiato rispetto a tanti anni fa. La logistica magari non c'era dieci anni fa, quando abbiamo pensato a quella norma. In secondo luogo, dice: facciamo rientrare questi metri quadri dentro la riserva del consumo di suolo, perché così un Comune, un Sindaco, quando immaginerà lo sviluppo della sua città, dirà: "Se io consumo 10.000 metri per fare questo polo, poi non potrò fare altre cose". Pianifica, pensa. Oggi, invece, questi consumi di suolo, che sono enormi in tutto il Veneto, non contano. È vero che un Comune ha il potere di decidere. È ovvio. Oggi è così. Non ce l'ha sui centri commerciali piccoli, sotto i 1.500 metri. Altro progetto di legge licenziato dalla Commissione, questa volta a mia firma, che è fermo.
Dobbiamo avere il coraggio di prendere in carico un tema. Questo è diverso da quello che citavo prima. Non è che non dà potere ai Comuni. Oggi questo consumo di suolo non rientra nella riserva dei Comuni. L'effetto è che un Sindaco non ha bisogno di pianificare, perché tanto quello è suolo che pensa di poter consumare così. In realtà, sta facendo una cosa che non rientra in una pianificazione. Ed è per questo, credo, che la consigliera Rizzotto ha proposto quel progetto di legge, per dire, in maniera graduale, come spesso discutiamo all'interno della nostra Commissione... Io l'avrei fatta meno graduale, perché apparteniamo a due posizionamenti diversi. Lei l'ha fatta più graduale. Sto parlando di una mozione che ha a che vedere ‒ e l'ho citato nel mio intervento, consigliere Formaggio ‒ con almeno sei casi in tutto il Veneto dove questo consumo di suolo non rientra in nessun calcolo, né comunale né regionale.
Se a lei pare normale che una norma sul consumo di suolo dica questo, a me no e probabilmente neanche alla collega che è seduta dietro di lei, sennò non avrebbe messo un limite almeno a 10.000 metri quadri. Qui stiamo parlando di 100.000 metri quadri che non rientrano in alcuna normativa, in alcun controllo dal punto di vista della Regione.
Sembrerà molto tecnico? Sì, ma è esattamente quello che servirebbe oggi ai nostri Comuni per pianificare anche le aperture dei poli logistici. Significa non mettere in una norma che non si possono aprire. Figuriamoci. Si mette in una norma che per aprirli ci sono non solo una serie di passaggi burocratici, come le autorizzazioni previste, ma anche un calcolo del consumo di suolo, perché il suolo è un bene prezioso. Ad oggi non è così. Credo che, invece, noi dovremmo davvero portare quel progetto di legge, che magari posso poi migliorare in Aula... Magari non saremo d'accordo sui 10.000. Lo metterò a 5.000. Ma dobbiamo fare qualcosa. È urgente.

PRESIDENTE

Dichiarazioni di voto.
Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io tornerei al merito della mozione, cercando di evitare le facili strumentalizzazioni. So che le bandierine è bello sventolarle.
La legge sul consumo di suolo non l'ha fatta la consigliera Ostanel. L'ha fatta il Consiglio Regionale del Veneto, consigliere Formaggio, ed è una legge nella quale il Consiglio regionale del Veneto ha detto "dobbiamo mettere un limite all'utilizzo di suolo in una regione che è già fortemente compromessa da questo punto di vista".
La mozione dice: tutte le volte che, per loro competenza, i Comuni autorizzano consumo di suolo, quel consumo in qualche modo deve rientrare nel contatore. Questo vuol dire che i Sindaci non possono autorizzare quegli insediamenti? No. Vuol dire che, però, quando pianificano lo sviluppo dell'urbanistica del loro territorio, devono sapere che o concedono una cosa o concedono l'altra.
Questo non significa che i Sindaci e le Amministrazioni locali non abbiano margini di manovra quando vanno a fare le varianti al Piano, quando serve. Se andiamo a vedere gli interventi sui centri commerciali di piccola distribuzione, dove non c'è bisogno di variante al Piano, che compensazione andiamo a fare? Che valutazione d'impatto ambientale andiamo a fare? La valutazione è generale, se i Sindaci oggi sono in grado di amministrare urbanisticamente il loro territorio in maniera piena.
Sulla questione di non avere strumenti, lei aveva in mente il polo logistico Alì. Io avevo in mente qualsiasi altro intervento che può impattare sullo sviluppo urbanistico di una comunità rispetto al quale i Sindaci hanno le mani legate.
Allora, siccome in questo caso la deroga al consumo di suolo è autorizzata e si tratta – faccio l'esempio di Alì Padova – di 100.000 metri quadri, ma i poli logistici non sono mai piccoli, la mozione chiede semplicemente: cara Regione, nel ribadire l'importanza di porre un freno, su regia regionale, al consumo di suolo, modifica la norma per cui quella regola valga per tutte gli insediamenti (e non che valga per casa mia, ma non per il polo logistico di Alì o degli altri che ha citato la consigliera Ostanel), nella piena libertà del Sindaco e dell'Amministrazione di Padova, qualora lo ritenessero, di trovare tutte le opere compensative o di non trovarne. O di non trovarne. Perché stiamo parlando dell'Amministrazione di Padova e sono abbastanza tranquilla, ma quante sono le Amministrazioni che hanno concesso questo tipo di autorizzazioni senza avere un'adeguata compensazione di interesse pubblico? A quel punto è tutto delegato ai Sindaci. Intervenendo, invece, con la legge sul consumo di suolo si metterebbe un vincolo, un obbligo in più.
Poi, certo, c'è un tema generale che riguarda la logistica e l'e-commerce.

PRESIDENTE

Grazie, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Chiudo. Devo ancora arrivare a zero e già ... Chiudo.

PRESIDENTE

Sentivo lo slancio puntato ai cinque minuti.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

All'assessore Donazzan non chiedo niente se non di fare il suo mestiere. Che rimanga agli atti.

PRESIDENTE

Grazie.
Per dichiarazione di voto, consigliera Rizzotto.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Chiaramente questo è un tema particolarmente interessante e sensibile, che ci ha coinvolto molto in questi anni, tanto è vero che la Regione del Veneto è stata una delle prime a fare una legge sul contenimento del consumo del suolo. Tuttavia, quando abbiamo fatto la legge n. 14 del 2017, la nostra volontà era proprio che fosse attuata in maniera graduale e che non si mettessero in difficoltà le varie realtà produttive presenti nel territorio. L''impegno era – ed è ancora manifesto e lo porto avanti – che via via negli anni avremmo adeguato quella norma cercando pian piano anche di ridurre queste deroghe, in modo da non compromettere anche il tessuto produttivo del Veneto.
Condivido pienamente quello che ha detto il collega Zecchinato nel suo intervento, e anche il collega Pan, anche rispetto al fatto che comunque c'è un'autonomia chiara nei Sindaci, che noi vogliamo mantenere. Il SUAP non va sopra le teste dei Comuni, l'hanno detto anche alcuni di voi; il SUAP resta comunque uno strumento previsto dalla legge di carattere straordinario. Che poi vi siano alcuni che l'abbiano usato in modo improprio, su questo ognuno si assume le proprie responsabilità, però anche la DGR che è prevista dalla Regione con le linee guida per l'applicazione del SUAP prevede chiaramente che debba avere determinati requisiti. E se viene rilasciato, vuol dire che questi requisiti li ha.
Sul concetto del consumo di suolo chiaramente mi trovate d'accordo, e ho presentato un progetto di legge in questo senso, però sempre con l'intento che sia graduale. Penso che negli anni – e lo faremo anche su altre cose – si vada avanti verso una riduzione, un conteggio sempre maggiore del consumo di suolo nei vari interventi, ma mantenendo comunque un'autonomia del nostro tessuto produttivo vivo, soprattutto per le realtà medio-piccole.
In questo senso, il voto del Gruppo Lega-Lista Zaia è contrario a questa mozione.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zottis, in dichiarazione di voto ha già parlato la collega Camani.
Consigliere Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Solo per riferire che il voto sarà contrario.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 357.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Chiudiamo qui la seduta.
La Seduta termina alle ore 17.21
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 95 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 95
MARTEDì 18 APRILE 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 95a seduta pubblica – martedì 18 aprile 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 64 del 25 ottobre 2022 e dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 16 del 28 marzo 2023.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 5768 del 13 aprile 2023.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.32, comunica il rinvio dell'inizio dei lavori alle ore 10.50.

La seduta inizia alle ore 11.01.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della seduta pubblica n. 94 di martedì 12 aprile 2023.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo i consiglieri Giacomin, Guarda e Polato.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punti n. 4) e n. 5) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze
e
Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento



INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 335 del 16.01.2023
presentata dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni
"La Regione intende attivarsi affinché in Italia e in Veneto il "bilancio andrologico" divenga parte integrante del "bilancio di salute" al fine di prevenire le patologie pediatriche e adolescenziali che causano l'infertilità?"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 300 del 04.10.2022
presentata dal consigliere Lorenzoni
"Può l'Ulss 1 Dolomiti evitare di trasferire i pazienti dall'ospedale di Lamon?"

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) in sede di replica.

n. 191 del 07.09.2021
presentata dalla consigliera Venturini
"La Regione Veneto intende intervenire nei confronti dell'Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali al fine di salvaguardare l'edilizia consolidata esistente e gli accordi già sottoscritti dai Comuni veneti?"

Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) in sede di replica.

n. 339 del 23.01.2023
presentata dai consiglieri Lorenzoni, Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Montanariello, Ostanel, Giacomo Possamai, Zanoni e Zottis
"La Regione Veneto ha in programma di reinserire l'esenzione denominata X22 per i profughi ucraini presenti in regione?"

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) in sede di replica.

n. 327 del 11.01.2023
presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon
"Sversamenti di acque contaminate da liquami nel Garda. Cosa sta facendo la Giunta regionale a tutela della salute pubblica e dell'ecosistema del Lago?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 348 del 06.02.2023
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Lorenzoni e Guarda
Quali azioni per contrastare il fenomeno del bracconaggio e l'uso di mezzi vietati dalla legge?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde, in supplenza all'assessore Corazzari, per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 370 del 03.03.2023
presentata dal consigliere Montanariello
"In Veneto, Poste Italiane continua a puntare su precariato e pendolarismo dei propri dipendenti. La Regione intende intercedere a tutela di questi lavoratori, che non sono pacchi da spedire, ma persone che hanno diritto a una famiglia e una vita privata?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 367 del 28.02.2023
presentata dal consigliere Zanoni
"Cansiglio: la concessione a un canone irrisorio del chiosco adiacente al rifugio Sant'Osvaldo (Alpago), potrebbe configurare come danno erariale? La Regione intende disporre delle verifiche?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde, in supplenza all'assessore Caner, per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 374 del 16.03.2023
presentata dai consiglieri Camani, Montanariello, Zottis, Zanoni e Ostanel
"Impianto Geodis/Amazon: cosa intende fare la Giunta regionale?"

e

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

n. 316 del 16.03.2023
presentata dalla consigliera Baldin
"La Regione intervenga per salvaguardare i 130 lavoratori della logistica Geodis di Villamarzana"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI n. 374.

La consigliera Baldin dà per letta l'IRS n. 316.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde congiuntamente, per conto della Giunta regionale, alle due Interrogazioni in oggetto.

Intervengono le consigliere Camani (Partito Democratico Veneto) e Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

Il PRESIDENTE comunica che la trattazione dell'IRI n. 372 della consigliera Guarda viene rinviata alla prossima seduta di Consiglio.

Punto 6) all'ordine del giorno

Relazione sull'attività del Garante regionale dei diritti della persona nell'anno 2022. (Rendicontazione n. 145) APPROVATA (Deliberazione n.42 /2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Favero (Liga Veneta per Salvini Premier) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.

In discussione generale interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento del consigliere Zanoni assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco .

In discussione generale intervengono le consigliere Bigon (Partito Democratico Veneto) e Baldin (Movimento 5 Stelle).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la rendicontazione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Pavanetto, Piccinini, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Michieletto, Barbisan, Boron, Cecchetto, Corsi, Piccinini e Vianello relativa a "Modifica dell'articolo 84 della legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112" in materia di gestione delle acque meteoriche e di interventi atti a mitigare gli effetti di siccità e precipitazioni intense". (Progetto di legge n. 163) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 6/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Michieletto (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda Commissione consiliare, e Lorenzoni (Gruppo Misto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda Commissione consiliare.

La seduta è sospesa alle ore 13.04.

La seduta riprende alle ore 14.47.

Assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale sul progetto di legge n. 163 intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Durante l'intervento del consigliere Zanoni assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Gli articoli 1, 2 e 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Si passa all'esame dell' ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. B1

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Baldin, Montanariello, Camani, Bigon, Zanoni, Lorenzoni e Ostanel relativo a "Cuneo salino, il trattenimento delle acque meteoriche garantisca il contrasto alla risalita del cuneo salino" in occasione dell'esame del progetto di legge relativo a "Disciplina acque meteoriche: gestione e interventi atti a mitigare gli effetti di siccità e precipitazioni intense". (Progetto di legge n. 163) APPROVATO (Deliberazione n. 43/2023)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che lo illustra.

In discussione generale intervengono i consiglieri Michieletto (Zaia Presidente) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Valdegamberi (Gruppo Misto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) e Michieletto (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Punto 8) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Finco, Baldin, Barbisan, Bigon, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestaro, Corsi, Dolfin, Formaggio, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Soranzo, Sandonà, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zecchinato e Zottis relativa a "Disposizioni per la promozione della diffusione e dell'impiego dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni". (Progetto di legge n. 98) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 7/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) che svolge la relazione illustrativa per conto della Quinta Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto), Razzolini (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Villanova (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Gli articoli 1, 2, 3, 4, 5 e 6, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Si passa all'esame dell' ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. C1

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativo a "La Giunta promuova l'informazione ai cittadini e vigili sulla periodica manutenzione dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni" in occasione dell'esame del progetto di legge relativo a "Disposizioni per la promozione della diffusione e dell'impiego dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni". (Progetto di legge n. 98) APPROVATO (Deliberazione n. 44/2023)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto, illustrato dalla consigliera Bigon durante la discussione del provvedimento, interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Lorenzoni, Maino, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva all'unanimità

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Lorenzoni, Maino, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Punto 9) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dai consiglieri Ciambetti, Villanova, Valdegamberi, Barbisan, Bet, Boron, Brescacin, Cecchetto, Favero, Finco, Michieletto, Pan, Sandonà, Vianello e Zecchinato relativa a "Sostegno al sistema del credito cooperativo del Veneto". (Risoluzione n. 82) APPROVATA (Deliberazione n. 45/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Ciambetti (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la risoluzione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Lorenzoni, Maino, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Punto n. 10) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Zottis, Montanariello, Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Zanoni, Ostanel, Baldin, Guarda e Lorenzoni relativa a "Realizzare subito la terza corsia dell'A4 in Veneto.". (Mozione n. 358) APPROVATA (Deliberazione n. 46/2023)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che illustra la mozione in oggetto e propone delle modifiche.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Lorenzoni, Maino, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 11) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Zottis, Montanariello, Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Zanoni, Baldin, Lorenzoni e Ostanel relativa a "La Regione Veneto promuova la realizzazione di un piano operativo strategico e innovativo per la gestione dei flussi turistici della città di Venezia in collaborazione con il Comune e la Città Metropolitana". (Mozione n. 362) RESPINTA  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che illustra la mozione in oggetto e propone delle modifiche.

In discussione generale interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come modificata dalla proponente.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Valdegamberi, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Bet, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Formaggio, Maino, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 12) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Baldin, Guarda, Ostanel, Lorenzoni e Zanoni relativa a "Il Governo vuole aumentare le trivellazioni in Adriatico, la Giunta tuteli il Veneto e dica "no"". (Mozione n. 374) RESPINTA  [RESOCONTO]

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto) e Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 13) all'ordine del giorno

Mozione presentata dal consigliere Bozza relativa a "La Regione Veneto intervenga per assicurare una corretta gestione dei livelli del Lago di Garda a tutela del comparto turistico e gastronomico e per assicurare la navigabilità in sicurezza e l'attività di pesca". (Mozione n. 410) APPROVATA (Deliberazione n. 47/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) che illustra la mozione in oggetto e gli emendamenti nn. A1 e A2.

In discussione generale interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto).

Gli emendamenti nn. A1 e A2 alla mozione in oggetto, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come emendata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 14) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Finco, Boron, Cavinato, Cecchetto, Dolfin, Favero, Sandonà, Sponda e Zecchinato relativa a "Dispositivi di assistenza protesica: la Giunta intervenga presso il Governo affinché sia semplificata la procedura di rinnovo prevista dal decreto ministeriale 27 agosto 1999, n. 332". (Mozione n. 314) APPROVATA (Deliberazione n. 48/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la mozione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Lorenzoni, Michieletto, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 15) all'ordine del giorno

Mozione presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "Assumere iniziative di contrasto al consumo di suolo, in coerenza con gli obiettivi nazionali di consumo zero al fine di evitare interventi quali l'espansione del polo logistico di ALÌ S.P.A. a Padova". (Mozione n. 357) RESPINTA  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Camani (Partito Democratico Veneto), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Zecchinato (Zaia Presidente), Lorenzoni (Gruppo Misto), Zottis (Partito Democratico Veneto) e Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Rizzotto (Zaia Presidente) e Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Bet, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Formaggio, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato martedì 2 maggio 2023 alle ore 10.30.

La seduta termina alle ore 17.21.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MICHIELETTO Gabriele
BALDIN Erika
MONTANARIELLO Jonatan
BARBISAN Fabiano
OSTANEL Elena
BET Roberto
PAN Giuseppe
BIGON Anna Maria
PAVANETTO Lucas
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POSSAMAI Giacomo
BOZZA Alberto
POSSAMAI Gianpiero
BRESCACIN Sonia
PUPPATO Giovanni
CAMANI Vanessa
RAZZOLINI Tommaso
CAVINATO Elisa
RIGO Filippo
CECCHETTO Milena
RIZZOTTO Silvia
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPONDA Alessandra
CORSI Enrico
VALDEGAMBERI Stefano
DOLFIN Marco
VENTURINI Elisa
FAVERO Marzio
VIANELLO Roberta
FINCO Nicola Ignazio
VILLANOVA Alberto
FORMAGGIO Joe
ZANONI Andrea
GEROLIMETTO Nazzareno
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca
MAINO Silvia







LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Alessandra SPONDA




IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI








N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Alessandro Vian e Gabriella Gamba