ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 04/11/2019 n. 228

Resoconto n. 228 - 10^ legislatura
Resoconto 228a Seduta pubblica
Lunedì, 04 novembre 2019
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 14.40

PRESIDENTE

Signori, buongiorno, iniziamo con la Seduta odierna.
Diamo inizio alla 228a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15494 del 30 ottobre 2019.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALE DELLA SEDUTA PRECEDENTE

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 227a seduta pubblica di martedì 15 ottobre 2019.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO


Ha comunicato congedo

Luca ZAIA

Il congedo è concesso.

PRESIDENTE

Invece, il collega Bassi ci comunica che è assente oggi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Interrogazione a risposta immediata n. 776 del 31 maggio 2019 presentata dai Consiglieri Zanoni, Bartelle e Guarda relativa a "EMERGENZA GALLO CEDRONE: TROPPI CURIOSI A CACCIA DI FOTOGRAFIE NELLE ZONE DI RIPRODUZIONE ED UN ESEMPLARE SPENNATO VIVO. QUALI MISURE PER RAFFORZARE LA TUTELA E LA SORVEGLIANZA GARANTENDO LA CONSERVAZIONE DI QUESTA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- nei giorni scorsi è tornato alla ribalta il problema legato alla tutela del gallo cedrone sul territorio veneto. La stampa locale (si veda Il Gazzettino del 29 maggio scorso nell'articolo firmato da Federica Fant ed intitolato "Il gallo cedrone minacciato dalle fotografie") ha dato infatti conto di una situazione allarmante denunciata direttamente dall'Amministrazione provinciale di Belluno e scaturita dal ritrovamento di un esemplare maschio vivo cui erano state strappate alcune penne dalla coda;
- nel suddetto articolo si riportano inoltre le dichiarazioni preoccupate dell'esperto Bepi Tormen, che sottolineando il fatto che "il gallo cedrone è a rischio estinzione", fa riferimento alla "presenza di fotografi professionisti o amatoriali che si presentano in mezzo all'arena di canto e impediscono alle femmine di avvicinarsi al maschio. In questo modo si perde la covata dell'anno. Non possiamo permettercelo". Da parte sua, il responsabile dell'Ufficio faunistico della Provincia di Belluno, conferma che, complice il tam tam sui social networks, "sono arrivate persone dall'Umbria, da Roma, dalla Toscana, per fotografare i cedroni".
Considerato che:
- lo scrivente, a seguito di un altro grave episodio, ha già presentato sulla questione della tutela del gallo cedrone l'interrogazione a risposta immediata n. 596 del 18 giugno 2018 "Malga Domador (BL): raro esemplare di gallo cedrone investito e ucciso. Quali misure per rafforzare la tutela e garantire la conservazione delle specie in via di estinzione appartenenti alla tipica fauna alpina in Veneto?";
- nella suddetta interrogazione si elencano le misure di legge europee e regionali per la tutela della fauna, compresa quella alpina cui il gallo cedrone appartiene. In particolare l'art. 5 della Direttiva Uccelli 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici prevede (alla lettera d) "il divieto di disturbare gli uccelli deliberatamente in particolare durante il periodo di riproduzione e di dipendenza quando ciò abbia conseguenze significative in considerazione degli obiettivi della presente direttiva";
- alla sopra citata interrogazione l'assessore competente ha risposto in Aula consiliare in data 27.09.2018 affermando che "la Regione i propri adempimenti li ha compiuti, occorrerà avere controlli più stringenti in loco".
Tutto ciò premesso, i sottoscritti consiglieri regionali
chiedono al Presidente della Giunta regionale
Ha intenzione di tutelare, anche attraverso un rafforzamento dei controlli, il Gallo Cedrone in territorio veneto?"

PRESIDENTE

Se ci accomodiamo tutti quanti dò la parola al collega Zanoni. Collega Ferrari. Grazie.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti i colleghi e all'Ufficio di Presidenza.
Questa interrogazione l'abbiamo presentata assieme alle colleghe Guarda e Bartelle, perché si parla di una specie in via di estinzione appartenente al patrimonio indisponibile dello Stato e presente nella nostra Regione in poche decine di coppie, è in continua diminuzione.
È oggetto frequente di disturbo e anche maltrattamenti, come ha evidenziato in una denuncia l'Amministrazione provinciale di Belluno che ha scoperto che uno di questi esemplari maschi nel periodo degli amori è stato anche oggetto di esportazioni delle penne che vengono utilizzate come trofeo, questo perché è una specie che quando è in fase di riproduzione si fa avvicinare anche dagli esseri umani e, addirittura, si fa anche toccare e accarezzare, proprio perché difendono il proprio territorio.
Non è la prima volta che accade che questi ultimi esemplari che abbiamo nella nostra Regione vengono addirittura anche uccisi, avevamo presentato un'interrogazione dove portavamo un altro episodio di un'uccisione, considerato anche che come Regione Veneto abbiamo dei grossi deficit per quanto riguarda la tutela della biodiversità, come è stato accertato anche dal rapporto Veneto Sostenibile per quanto riguarda l'obiettivo tutela della natura, della terra, della biodiversità, noi chiediamo alla Giunta regionale un impegno affinché venga rispettata la norma che li tutela soprattutto la direttiva europea la Direttiva Uccelli e che visto che la Regione ha competenze in materia si adoperi per tutelare questa specie.

PRESIDENTE

Grazie. Per la risposta l'Assessore Corazzari.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con Deliberazione n. 786 del 27 maggio 2016 e successive modifiche, la Giunta Regionale ha approvato le Misure di Conservazione per le Zone Speciali di Conservazione (ZSC) sia per l'Ambito Biogeografico Alpino, sia per l'Ambito Biogeografico Continentale.
Per l'Ambito Biogeografico Alpino sono state individuate anche delle specifiche misure di conservazione dedicate alla specie Gallo Cedrone (Tetrao urogallus) considerando le principali minacce e pressioni alle quali la stessa è sottoposta.
In seguito all'elaborazione di tali misure di conservazione è emersa comunque la necessità di una maggiore conoscenza delle esigenze di gestione delle specie, prevedendo anche l'adozione di Misure di Conservazione dedicate alle specie elencate nell'allegato I della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli".
Con Deliberazione della Giunta regionale n. 29 del 15 gennaio 2019 è stata dunque individuata la procedura di adozione ed approvazione delle misure speciali di conservazione per le Zone di Protezione Speciale, come previsto all'art. 4 commi 1 e 2 della predetta Direttiva. Tali misure recepiscono ed integrano il DM 184 del 17 ottobre 2007 e hanno l'obiettivo di costituire una rete coerente che tiene conto anche delle misure già approvate dalla Regione del Veneto per i Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) con DGR 786 del 27 maggio 2016 e s.m.i.
L'individuazione di tali misure speciali di conservazione per le Zone di Protezione Speciale permetterà di analizzare le ulteriori minacce e pressioni per le specie, tra le quali il disturbo provocato da erronei comportamenti esercitati da fotografi e turisti, prevedendo specifici divieti ed obblighi.
Si evidenza inoltre che con Deliberazione della Giunta regionale n. 663 del 21 maggio 2019 è stato approvato un Accordo di collaborazione tra la Regione del Veneto e l'Università degli Studi di Padova, Dipartimento Territorio e Sistemi Agro Forestali (TESAF) per attività di ricerca relative alle esigenze ecologiche delle specie e degli habitat di interesse comunitario del Veneto nell'ambito di Rete Natura 2000. Una delle attività previste in tale Accordo è l'elaborazione di modelli di distribuzione delle specie, al fine di perimetrare ambiti di conservazione di gruppi animali prioritari che permettano l'applicazione delle misure di conservazione, con riferimento minimo ai tetraonidi forestali di interesse comunitario, tra i quali il Tetrao urogallus. La definizione degli ambiti di conservazione consentirà sia la precisa e puntuale applicazione delle misure di conservazione, sia l'individuazione puntuale di particolari ambiti sui quali effettuare una sorveglianza più stringente, da parte degli organi competenti nel delicato periodo di riproduzione della specie".

Ass. re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Con deliberazione n. 786 del 27 maggio 2016, la Giunta regionale ha approvato le misure di conservazione per le zone speciali di conservazione sia per l'ambito biogeografico alpino sia per l'ambito biogeografico continentale. Per l'ambito biogeografica alpino sono state individuate anche delle specifiche misure di conservazione dedicate alle specie di gallo cedrone considerando le principali minacce e pressioni alle quali la stessa è sottoposta.
In seguito all'elaborazione di tali misure di conservazione è emersa dunque la necessità di una maggiore conoscenza delle esigenze di gestione della specie, prevedendo anche l'adozione di misure di conservazione dedicate alle specie indicate nell'allegato 1 della Direttiva 147/2009 uccelli.
Con la deliberazione della Giunta regionale 29 del 15 gennaio 2019 è stata individuata la procedura di adozione ed approvazione delle misure speciali di conservazione per le zone di protezione speciale, come previsto dall'articolo 4, commi 1 e 2 della predetta Direttiva Uccelli; tale misure recepiscono ed integrano il DM 184 del 2007 e hanno l'obiettivo di costituire una rete coerente, che tiene conto anche delle misure già approvate dalla Regione Veneto nei siti di importanza comunitaria. L'individuazione di tali misure speciali di conservazione nelle zone di protezione speciale permetterà di analizzare le ulteriori minacce e pressioni per le specie tra le quali il disturbo provocato da erronei comportamenti esercitati da fotografi e turisti, prevedendo specifici divieti ed obblighi.
Si evidenzia, inoltre, che con la deliberazione della Giunta regionale 66/2019 è stato approvato un accordo di collaborazione tra la Regione e l'Università degli Studi di Padova, Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali, per attività di ricerche relative alle esigenze ecologiche delle specie e degli habitat di interesse comunitario del Veneto nell'ambito di Rete Natura 2000. Una delle attività previste in tale accordo è l'elaborazione di modelli di distribuzione delle specie, al fine di perimetrare ambiti di conservazione di gruppi animali prioritari che permettano l'applicazione delle misure di conservazione, con riferimento minimo ai tetranoidi forestali di interesse comunitario, tra i quali il tetrao urugallus, cioè gallo cedrone.
La definizione degli ambiti di conservazione consentirà la precisa e puntuale applicazione delle misure di conservazione, sia l'individuazione puntuale di particolari ambiti sui quali effettuare una sorveglianza più stringente da parte degli organi competenti nel delicato periodo di riproduzione del gallo cedrone.

PRESIDENTE

Zanoni per la replica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Ho ascoltato la risposta, poi magari mi faccio dare anche la parte scritta.
Bene che sia stata fatta questa disamina di tutte le norme che prevedono la tutela di questa specie. Nella risposta ho sentito appunto che ci sono in corso determinate valutazioni su Rete Natura 2000, sugli habitat di queste specie, poi che ci sono anche gli accordi con l'Università degli Studi di Padova per monitorarla, per definire i gradi di protezione, poi che sono in corso di valutazione dei modelli di valutazione sulle esigenze e le problematiche di questa specie, ecco, io credo che sicuramente sono tutte attività utili, però in realtà mi aspettavo una risposta dall'Assessorato alla caccia, visto che qui in realtà si tratta di aumentare i controlli, perché questo è che chiede anche l'Amministrazione provinciale di Belluno, qui abbiamo bisogno di maggiori controlli, perché già si conoscono dove sono, insistono le cosiddette arene di canto, dove ci sono questi ultimi esemplari veneti di questa specie, che ricordo tra l'altro è protetta, non è cacciabile.
E quindi io penso che l'azione più efficace nelle more dell'attesa di questi studi, di questa valutazione, sia quella di incentivare i controlli, naturalmente in collaborazione con le Amministrazioni provinciali di Treviso e Belluno in particolare, dove c'è questo fenomeno, perché rischiamo che in attesa di questi controlli questi ultimi residui dell'epoca glaciale, perché questo è il gallo cedrone in Italia, spariscano per sempre con una perdita di biodiversità immane, che tra l'altro ci porterebbe nelle condizioni di vedere quegli indici dell'ONU dell'Agenda 2020/2030 ancora in diminuzione alla nostra Regione.

Interrogazione a risposta immediata n. 821 dell'11 settembre 2019 presentata dai Consiglieri Zanoni, Baldin, Bartelle, Berti, Bigon, Brusco, Fracasso, Guarda, Pigozzo, Ruzzante e Scarabel relativa a "INCIDENTI VENATORI E ATTI DI BRACCONAGGIO IN VENETO DURANTE LA STAGIONE VENATORIA 2018/2019: ALLA VIGILIA DELLA NUOVA STAGIONE DI CACCIA LA GIUNTA REGIONALE INTENDE GARANTIRE LA SICUREZZA DEI CITTADINI E LA TUTELA DELLA FAUNA SELVATICA RISPETTANDO E APPLICANDO LE LEGGI REGIONALI, NAZIONALI E COMUNITARIE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- sono sempre più numerosi i cittadini che denunciano il mancato rispetto delle norme di sicurezza, in particolare la violazione delle disposizioni di cui alle lettere e) ed f) del comma 1 dell'articolo 21 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio" che vietano il divieto di caccia in determinate aree di rispetto da case, strade e luoghi di lavoro;
- durante la stagione venatoria 2018/2019, si sono puntualmente verificati numerosi incidenti ed abusi, nonché diversi atti di bracconaggio, molti dei quali sono stati riportati anche dalla stampa locale. In particolare si segnalano gli articoli nell'elenco allegato (ALLEGATO 1).
Rilevato che:
- in materia di abbattimenti illegali di uccelli selvatici l'Italia è stata oggetto di un procedimento di "pre-infrazione" EU-Pilot, il n.5283/13/ENVI per violazioni alla Direttiva Uccelli 147/2009/UE;
- dalle analisi e dai dati contenuti nel "Piano nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici", approvato dalla Conferenza Stato-Regioni in data 30 marzo 2017, emerge che le Prealpi lombardo-venete e il Delta del Po rientrano tra le aree in cui il bracconaggio è particolarmente intenso: perciò in Veneto sono state rilevate ben 2 delle 8 situazioni calde, cosiddette black-spot;
- inoltre nell'Allegato 1, a pagina 19, del suddetto Piano sono descritte chiaramente le diverse tipologie, in particolare quelle riguardanti il bracconaggio. Nella relativa tabella è inserito l'utilizzo di mezzi vietati quali sep, vischio, schiacce, archetti, reti, lacci, e richiami acustici nell'area delle Prealpi, ovvero nella pedemontana; abbattimento con armi da fuoco sempre nelle Prealpi di migratori protetti; utilizzo di mezzi di caccia non consentiti e superamento dei limiti di carniere per gli uccelli acquatici e per i passeriformi protetti;
- l'Italia rischia una procedura di infrazione e una successiva condanna con sanzioni economiche a causa della violazione della Direttiva "Uccelli", la 147/2009/UE.
Tenuto conto che:
- la vigilanza venatoria rientra tra le funzioni in materia di caccia e pesca della Regione;
- l'attività di vigilanza venatoria in Veneto ha subito un ridimensionamento a causa della diminuzione del numero di addetti;
- dagli incidenti e atti di bracconaggio verificatisi nel territorio regionale elencati nell'allegato 1 pare evidente che le azioni della Giunta, annunciate a precedenti interrogazioni degli scriventi sul medesimo tema, non abbiano sortito alcun effetto.
Tutto ciò premesso i sottoscritti consiglieri regionali
chiedono al Presidente della Giunta regionale
quali azioni e iniziative vengono svolte attualmente per prevenire i rischi connessi all'uso di armi da caccia nell'esercizio venatorio e gli atti di bracconaggio, al fine di garantire la sicurezza e l'incolumità dei cittadini del Veneto e dei turisti e al fine di tutelare la fauna selvatica rispettando e applicando le vigenti normative regionali, statali e comunitarie".
ALLEGATO 1

Data
Testata
Titolo
1
16/09/2018
Il Mattino di Padova
Bracconaggio senza limiti. Le guardie dell'ENPA non possono più vigilare
2
19/09/2018
La Tribuna
Spari dei cacciatori a due passi da casa "paura per le bimbe"
3
19/09/2018
Il Gazzettino ed. Rovigo
Apre la stagione venatoria. Cortili di casa invasi dai cacciatori
4
20/09/2018
Il Gazzettino ed. Padova
Cacciatori di frodo sui colli. Protestano gli agricoltori
5
21/09/2018
La Tribuna
Due fucilate vicino a una casa. L'Arma ferma i cacciatori
6
26/09/2018
Il Gazzettino ed. Nazionale
Il primo lupo ammazzato in Veneto
7
02/10/2018
La Tribuna
Spari a pochi passi dai bambini, paura sulla Treviso Ostiglia
8
04/10/2018
Il Gazzettino ed. Treviso
Minacciati dai cacciatori.
9
05/10/2018
Il Giornale ed. Vicenza
Cacciatori assaltano guardie provinciali. Accusati di bracconaggio aggrediscono le guardie
10
11/10/2018
Il Gazzettino ed. Treviso
Basta cacciatori sotto casa
11
15/10/2018
Il Gazzettino ed. Belluno
A caccia con il nipote: cade nel dirupo e muore
12
15/10/2018
La Tribuna
Passeggia col cane, orafo impallinato. Il cacciatore non lo soccorre e scappa
13
15/10/2018
Il Gazzettino ed. Treviso
Cacciatore spara: centrato all'occhio. Passeggia con il cane, colpito all'occhio dai pallini di una fucilata. Spara, lo centra in un occhio e scappa
14
16/10/2018
Il Gazzettino ed. Treviso
Ferito dal cacciatore, operato all'occhio
15
16/10/2018
La Tribuna
Rabbia e proteste "Adesso fate il nome di quel cacciatore
16
17/10/2018
Il Gazzettino ed. Treviso
Dimesso dopo l'operazione all'occhio l'artigiano ferito da un cacciatore
17
18/10/2018
La Tribuna
Orafo ferito. I Carabinieri cercano la doppietta pirata
18
18/10/2018
La Tribuna
Villetta crivellata di proiettili "I cacciatori ci terrorizzano"
19
19/10/2018
La Tribuna
Doppietta "pirata" Continuano le indagini
20
01/11/2018
Il Gazzettino ed. Padova
I cacciatori sparano vicino alle case. La denuncia di alcuni residenti nell'area verde inserita nel Parco del Tergola
21
08/11/2018
Il Giornale di Vicenza
Fa strage di uccelli protetti. Cacciatore finisce nei guai. Il vicentino fermato a Rivera nell'Agrigentini
22
16/11/2018
Il Giornale di Vicenza
Fucile modificato e trappole. Denunciato un bracconiere
23
24/11/2018
La Tribuna
Trappole, richiami e vischio. Bracconiere denunciato
24
26/11/2018
Il Gazzettino
Spara per abbattere un fagiano, centra un cacciatore nell'occhio
25
27/11/2018
Il Gazzettino ed. Treviso
Cacciatore ferito: "Qui la gente ha paura"
26
27/11/2018
La Tribuna
Sparò all'amico, via il fucile e la licenza.
27
27/11/2018
La Tribuna
Quasi 200 segnalazioni per cacciatori vicini alle case e bracconieri in azione - dati provinciali
28
04/12/2018
Il Giornale di Vicenza
Uccise capriolo. licenza di caccia negata
29
11/12/2018
Il Giornale di Vicenza
Cartucce nel mio cortile, ho paura
30
12/12/2018
La Tribuna.gelocal
Bracconiere di Oderzo fermato dalla polizia provinciale: in gabbia 40 uccelli protetti
31
17/12/2018
Il Mattino di Padova
Spari vicino alle citazioni con i fucili puntati verso la casa
32
20/12/2018
Il Giornale di Vicenza
Cacciatore viola la legge. Revocate tutte le licenze
33
21/12/2018
Il Gazzettino ed. Treviso
Residenti contro le doppiette "Spari vicino ai tubi del gas"
34
28/12/2018
La Tribuna
Sparano vicino a case e tubi del gas. Accuse ai cacciatori
35
03/01/2019
La Tribuna
Lacci per uccidere animali Bracconiere preso nel bosco
36
03/01/2019
Il Gazzettino ed. Treviso
Cavi di acciaio per cacciare: preso
37
11/01/2019
Il Gazzettino ed. Treviso
Spara al cane: è caccia al cecchino
38
13/01/2019
Il Giornale di Vicenza
Colpito da 50 pallini rischia l'occhio
39
15/01/2019
Il Giornale di Vicenza
Impallinato nel suo giardino Una perizia sulla dinamica
40
25/01/2019
La Tribuna
Ucciso il figlio di Bianchina. Collalbrigo contro i cacciatori
41
03/02/2019
Il Gazzettino ed. Venezia
Blitz coi droni: scovati bracconieri e armi irregolari
42
05/02/2019
Il Gazzettino ed. Treviso
Bracconaggio e furti: due arresti
43
05/02/2019
La Tribuna
Uccelli da richiamo due arresti in Trentino
44
12/03/2019
La Tribuna
Caprioli ammazzati e scuoiati "C'è un bracconiere a Fontigo"

PRESIDENTE

Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Qui parliamo di un tema molto sentito dai cittadini del Veneto, che si può suddividere in due tematiche: la prima, il bracconaggio nei confronti della fauna selvatica, quindi la perdita di biodiversità nella nostra Regione, fauna sempre più in difficoltà a causa, in particolare, dei cambiamenti climatici e del consumo di suolo; l'altro è il pericolo che costituiscono determinati comportamenti di chi va a caccia, in particolare per il mancato rispetto delle fasce di sicurezza dalle abitazioni e dalle strade.
Ricordo che questa è una interrogazione che è stata firmata da una decina di Consiglieri di più Gruppi.
Qui si fa un elenco di alcune attività che sono balzate alla cronaca della stampa, perché c'è un allegato con 44 episodi che sono capitati in giro per la Regione, ad esempio: "Spari dei cacciatori a due passi da casa, paura per le bimbe"; poi un altro: "Due fucilate vicino a una casa, l'arma ferma ai cacciatori. Spari ai pochi passi dai bambini: paura sulla Treviso-Ostiglia". "Minacciati dai cacciatori - ancora - cacciatori assaltano Guardie Provinciali accusati di bracconaggio aggrediscono le guardie"; "Passeggia col cane orafo impallinato, il cacciatore non lo soccorre e scappa"; "Il cacciatore spara: centrato all'occhio"; "Villetta crivellata di proiettile, i cacciatori ci terrorizzano"; "Spara per abbattere un fagiano, centra un cacciatore nell'occhio, sparano vicino alle case e tubi del gas" e così via.
Siccome la Regione ha anche impegnato parecchi soldi negli ultimi due bilanci (600.000 euro in totale) per le associazioni venatorie che dovevano combattere il bracconaggio, volevo capire come mai, nonostante questo investimento, ci sono queste attività e quali azioni intendono fare i competenti Assessorati per reprimere questo fenomeno.

PRESIDENTE

Grazie. La risposta Assessore Pan, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Il controllo in ordine a possibili episodi di bracconaggio e la prevenzione degli incidenti connessi all'uso di armi da caccia durante lo svolgimento dell'esercizio venatorio rappresenta, da sempre, una delle questioni prioritarie affrontate dalla Giunta regionale.
A tal riguardo, si sottolinea, come l'attività venatoria si debba svolgere nel pieno rispetto delle leggi vigenti avendo quale obiettivo prioritario la tutela e la salvaguardia dei contingenti faunistici del Veneto obiettivo questo attuabile anche attraverso un prelievo sostenibile.
Ciò detto, funzionali alla riduzione degli incidenti che possono verificarsi nel corso di una stagione venatoria e all'aumento della sicurezza dei cittadini, risultano essere non solo il rafforzamento delle attività di vigilanza venatoria, ma anche l'aumento della preparazione dei praticanti la caccia anche attraverso percorsi formativi in capo ai neo-cacciatori agendo, a tal proposito, sui programmi d'esame propedeutici al conseguimento dell'abilitazione all'esercizio venatorio.
Da ultimo, per quanto concerne il contrasto al fenomeno del bracconaggio sul territorio regionale, si ricorda che l'Amministrazione regionale è stata tra le prime regioni a sottoscrivere, senza riserve, il Piano d'azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici predisposto dall'ISPRA fornendo pieno appoggio alle azioni e agli obiettivi in esso contenuti".

Ass.re Giuseppe PAN

Buongiorno a tutti. Il controllo in ordine a possibili episodi di bracconaggio e la prevenzione degli incidenti connessi all'uso di armi da caccia durante lo svolgimento dell'esercizio venatorio rappresenta da sempre una delle questioni prioritarie affrontate dalla Giunta regionale.
A tal riguardo si sottolinea come l'attività venatoria si debba svolgere nel pieno rispetto delle leggi vigenti, avendo quale obiettivo prioritario la tutela e la salvaguardia dei contingenti faunistici del Veneto, obiettivo questo attuabile anche attraverso un prelievo sostenibile.
Ciò detto, funzionali alla riduzione degli incidenti che possono verificarsi nel corso di una stagione venatoria e l'aumento della sicurezza dei cittadini risultano essere non solo il rafforzamento dell'attività di vigilanza venatoria che sono state fatte ma anche l'aumento della preparazione dei praticanti la caccia anche attraverso percorsi formativi in capo ai neo cacciatori agendo, a tal proposito, sui programmi d'esame propedeutici al conseguimento dell'abilitazione all'esercizio venatorio.
Da quest'ultimo, per quanto concerne il contrasto al fenomeno del bracconaggio sul territorio regionale, si ricorda che l'Amministrazione regionale è stata tra le prime Regioni a sottoscrivere senza riserve il Piano d'azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici e predisposto da ISPRA, fornendo pieno appoggio alle azioni e agli obiettivi in esso contenuti.
Concludo dicendo che comunque i finanziamenti dati alle associazioni venatorie vanno anche a incrementare quei corsi che sono fatti costantemente nel territorio a favore della sicurezza dei cittadini e naturalmente al contrasto di questi episodi. Ricordo, solo per fare un esempio, che comunque c'è un Codice della Strada per tutti gli utenti e spesso e volentieri questo Codice della Strada viene violato da qualche percentuale quindi ci sono gli incidenti stradali; a volte su 42.000 cacciatori del Veneto qualcuno viola, ma i contrasti che sono stati messi in atto soprattutto nell'ultimo periodo hanno fatto sì che comunque anche recentemente siano stati scoperti diversi casi di bracconaggio e siano stati denunciati e ritirate diverse licenze in Regione Veneto.

PRESIDENTE

Zanoni per la replica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Qualcosa sulla questione del citato prelievo sostenibile da parte dell'attività venatoria in Veneto ci sarebbe da dire, visto che il calendario venatorio di quest'anno è stato approvato, nonostante su molti punti ci fosse stato il parere negativo dell'Istituto superiore per la prevenzione dell'Ambiente, ricordo che si va a caccia del muraglione, si va a casa della pavoncella che sono specie che la Commissione Europea aveva chiesto di tutelare quest'anno. E' stata aperta la caccia al colombaccio Assessore in pre-apertura con rilievo di chi di competenza dei numerosi casi di abbattimento di colombaccio che avevano i piccoli a nido; questa è una cosa che tra l'altro era stata chiesta l'apertura posticipata, non addirittura in preapertura addirittura da alcune associazioni venatorie l'avevano chiesta, non mi vada a dire che l'attività venatoria in Veneto è praticata in modo sostenibile.
Per quanto riguarda la questione rafforzamento dell'attività di vigilanza venatoria e lo leggerò la sua risposta con attenzione pare, dagli episodi che si stanno registrando in giro, che effettivamente non sia così perché continuano atti di bracconaggio, ma soprattutto continuano molti episodi di violazione delle distanze da case e da strade. Io che sono stato coinvolto da molti di questi cittadini devo dire che per quanto riguarda la vigilanza effettivamente non ci siamo, perché chiedono che arrivi qualcuno in realtà molto spesso la vigilanza è ridotta al minimo termine, dopo la riforma delle Province purtroppo c'è stato un numero con meno guardie provinciali.
La vera risposta che poteva darci era quella sui numeri, quante erano le guardie venatorie prima, quante adesso e sui numeri si conta l'efficacia della vigilanza e dalla risposta che abbiamo avuto non c'è soddisfazione, non c'è neanche una presa in carico per il futuro e attività.

Interrogazione a risposta immediata n. 830 del 24 settembre 2019 presentata dai Consiglieri Zanoni e Bigon relativa a "VOLPAGO DEL MONTELLO (TV): CON LA NUOVA CARTOGRAFIA SI INTENDE MANTENERE SOTTO VINCOLO IL POLIGONO A QUERCETO?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che con IRS n. 478 del 9 agosto 2017 lo scrivente evidenziava che "il 25 luglio 2017 l'associazione Amici Bosco Montello ha inviato un esposto al Comando dei Carabinieri di Treviso, ai Servizi Forestali e alla Sezione Parchi e diversità della Regione Veneto e al sottoscritto per denunciare l'avvenuta distruzione di un'area del Montello, sita nel Comune di Volpago del Montello, definita Poligono Habitat 91L0 "Querceto di roveri illirici" nella cartografia Rete Natura 2000. Nella suddetta area tutelata sono stati rasi al suolo circa una ventina di alberi di pregio, come querce, faggi e carpini bianchi. L'abbattimento è stato disposto per ragioni di sicurezza".
Considerato che:
- con la nuova mappatura, autorizzata dalla Regione Veneto, dei Vincoli del Montello pare che il suddetto Poligono a querceto sparirà;
- è necessario, come l'associazione Amici Bosco Montello ha fatto rilevare alla Regione Veneto attraverso una missiva del 1° settembre scorso, che durante la stesura della nuova cartografia si tenga conto del fatto che malgrado gli abbattimenti "le cippaie rimaste mantengono vive le essenze che caratterizzano il poligono, per il quale si attende il naturale rimboschimento e se ne auspica pertanto il mantenimento in cartografia".
Tutto ciò premesso i sottoscritti consiglieri regionali
chiedono al Presidente della Giunta regionale
se intende mantenere l'area del querceto tagliata ancora vincolata, così come auspicato dall'associazione Amici Bosco Montello".

PRESIDENTE

Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione sottoscritta anche dalla collega Bigon e riguarda un'area protetta della rete Natura 2000, cioè il Montello una collina conosciuta da molti cittadini trevigiani ma anche da fuori provincia.
L'attenzione su quello che accade in questa collina l'avevo già promossa il 9 agosto 2017 con un'interrogazione dove si faceva presente che era stato tagliato un querceto, è un Poligono Habitat 91L0, cioè un habitat particolarmente protetto di rete Natura 2000 e si faceva presente che erano stati rasi al suolo circa una ventina di alberi di pregio, come querce, faggi, carpini bianchi. Faccio presente che chi conosce il Montello, per chi non lo conosce, che c'è soprattutto robinia quindi boschi con queste specie ce ne sono veramente pochissime.
Adesso cosa succede? Che c'è in corso la nuova mappatura che viene autorizzata dalla Regione Veneto, vengono rivisti anche i vincoli del Montello. Pare da colloqui che l'Associazione Bosco Montello ha avuto in maniera preliminare con dei tecnici che questo concetto sparirà, è stato fatto presente alla Regione Veneto, attraverso una lettera, che durante la stesura la nuova cartografia deve essere tenuto conto del fatto che - malgrado gli abbattimenti - le ceppaie rimaste mantengono vive le essenze che caratterizzano il poligono per il quale si attende naturale rimboschimento e se ne auspica, pertanto, il mantenimento in cartografia. Come sapete molte piante se tagliate alla base rigettano i polloni e poi riprendono la fase vegetativa.
Quindi la domanda era semplice: se intende mantenere l'area del querceto tagliata e ancora vincolata, così come auspicato dall'associazione Amici bosco del Montello.

PRESIDENTE

Assessore Corazzari, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con decreto del Responsabile della Struttura di Progetto Strategia regionale della Biodiversità e dei Parchi n. 34 del 03 agosto 2018 è stata aggiudicata al Raggruppamento Temporaneo di Imprese costituito da: Bioprogramm Soc. Coop (mandatario), Nexteco S.r.l., Studiosilva S.r.l. e Dottori Forestali associati Cassol e Scariot (mandanti) la gara d'appalto a procedura negoziata per l'affidamento del servizio finalizzato alla revisione della cartografia degli habitat e degli habitat di specie, all'aggiornamento della scheda formulario standard del sito SIC IT3240004 "Montello" della Rete Natura 2000 e allo sviluppo di una banca dati basata su piattaforme "open source" finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2014-2020. Il contratto di affidamento del predetto servizio è stato perfezionato in data 14 febbraio 2019.
I rilievi per l'individuazione e la definizione degli habitat sono eseguiti, come indicato dal capitolato di gara, secondo un protocollo metodologico di tipo fitosociologico con successiva elaborazione, anche statistica, dei dati raccolti. Tale metodo è citato nell'"Interpretation Manual of European Union Habitats – EUR 28" come riferimento di base per tutta l'Europa, e ripreso nel "Manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CE" redatto a cura dell'ISPRA.
I sopralluoghi da parte dei tecnici incaricati sono iniziati tempestivamente nella primavera 2019 e sono ancora in corso. Si è dovuto, infatti, tenere conto della fenologia delle varie specie vegetali da analizzare, dando la precedenza ai rilievi nelle aree prative per poi proseguire con la componente forestale.
Per quanto attiene all'area alla quale fa riferimento l'interrogazione in oggetto, come già comunicato all'Associazione Amici Bosco Montello con nota n. 428275 del 4 ottobre 2019, sarà senz'altro tenuto in considerazione quanto richiesto evidenziando che, per quanto riguarda l'attribuzione all'habitat 91L0 di suddetta area, si è in attesa delle risultanze dei rilievi fitosociologici ancora in corso".


Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Con Decreto del responsabile della struttura di progetto strategia regionale della biodiversità dei parchi, n. 34 del 3 agosto 2018, è stata aggiudicata al raggruppamento temporaneo di imprese costituito da BIO Program Società Cooperativa Next Teco S.r.l., Studio Silva S.r.l., e Dottori Forestali Associati Cassol e Scariot la gara d'appalto a procedura negoziata per l'affidamento del servizio finalizzato alla revisione della cartografia degli habitat di specie dell'agglomerato della scheda formulario standard del sito SIC IT3240004 Montello della Rete Natura 2000, e allo sviluppo di una banca dati basata su piattaforme open source, finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2014/2020.
Il contratto di affidamento del predetto servizio è stato perfezionato il 14 febbraio 2019. I rilievi per l'individuazione e la definizione degli habitat sono eseguiti, come indicato nel capitolo di gara, secondo un protocollo metodologico di tipo fitosociologico, con successiva elaborazione anche statistica dei dati raccolti. Tale metodo è citato nel manuale di interpretazione degli habitat europei - l'ho tradotto questo, perché me l'hanno messa in inglese, ragazzi, ma è uno scioglilingua questo, non vorrei fare le figure di Renzi nelle pronunce – euro 28 come riferimento di base su tutta l'Europa e sarà ripreso nel manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 9243 CE redatto a cura dell'ISPRA.
I sopralluoghi da parte dei tecnici incaricati sono iniziati tempestivamente nella primavera 2019 e sono ancora in corso, si è dovuto infatti tenere conto della fenologia delle varie specie vegetali da analizzare, dando precedenza ai rilievi nelle aree prative per poi proseguire con la componente forestale.
Per quanto attiene all'area alla quale fa riferimento l'interrogazione in oggetto, come già comunicato all'associazione Amici Bosco Montello con nota 428275 del 4 ottobre 2019, sarà senz'altro tenuto in considerazione quanto richiesto, evidenziando che per quanto riguarda l'attribuzione dell'habitat 91L0 di suddetta area, si è in attesa delle risultanze, dei rilievi fitosociologici ancora in corso.

PRESIDENTE

Per la replica Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Grazie all'Assessore, adesso mi farò dare la risposta scritta. In realtà, non c'è la risposta alla domanda, perché la domanda era semplice: manteniamo o meno quest'area vincolata a quel ceto? Siamo in attesa e vediamo cosa verrà deciso.
Io mi auspico, auspichiamo tutti, speriamo che una delle piccole aree, poche aree considerate poligono a quel ceto che ci sono oggi residui che ci sono a Montello venga mantenuta, questo è un auspicio che faccio in attesa appunto di vedere quello che è stato annunciato, ovvero il resoconto dei tecnici che stanno facendo il sopralluogo dalla primavera di quest'anno. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata n. 812 del 3 settembre 2019 presentata dal Consigliere Ruzzante relativa a "DIRETTORE DELL'ATER DI VICENZA: UN ALTRO DIRIGENTE SENZA IL DIPLOMA DI LAUREA?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- il curriculum vitae dell'attuale Direttore Ater di Vicenza riporta quale unico titolo di studio dello stesso il diploma di maturità classica;
- dalla documentazione rinvenuta sul sito web del predetto ente si evince che nel 2005 il dipendente di cui dianzi è stato nominato, senza concorso, Dirigente dell'Area Amministrativa, ed ha svolto, a far data dal 2011 (delibera del Consiglio di Amministrazione n. 8169/5 del 22 luglio 2011) e continuando nel 2015 durante il periodo di commissariamento delle Ater venete, l'incarico di Direttore ATER, che attualmente svolge giusta deliberazione n. 27 del 3.12.2018 del Consiglio di Amministrazione: tutto ciò senza il possesso del diploma di laurea.
Richiamato quanto argomentato con l'interrogazione a riposta scritta n. 785 del 5 agosto 2019, nella parte in cui è rilevato che "l'attribuzione dell'incarico dirigenziale in assenza del diploma di laurea parrebbe essere conseguenza della criticità di sistema segnalata dal Procuratore regionale presso la Corte dei Conti in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2016, nella parte in cui lo stesso ebbe a rilevare, peraltro traendo spunto dagli incarichi dirigenziali presso le ATER per effetto dell'applicazione normativa di settore vigente al tempo (v. art. 18 della l.r. 10/1995; nonché art. 26 dello Statuto dell'ATER della Provincia di Padova)".
Considerato che l'art. 12 della legge regionale n. 39/2017  , come oggetto di applicazione da parte dalla menzionata ATER, reitera la criticità di sistema già segnalata dal procuratore regionale presso la Corte dei Conti, ponendosi in sostanziale antinomia i principi fondamentali in materia.
Il sottoscritto consigliere
interroga la Giunta regionale
per sapere se ritenga corretta o meno l'attuale attribuzione dell'incarico di Direttore dell'Ater di Vicenza a dipendente privo del diploma di laurea".

PRESIDENTE

Prego, Ruzzante.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali)

Grazie, Presidente.
Non è la prima volta che sollevo questo ordine di problemi, mi era già capitato per una pratica relativa all'ATER di Padova, qui siamo all'ATER di Vicenza: siamo di fronte a un dirigente, Direttore dell'ATER di Vicenza che ha come titolo di studio il diploma di maturità classica.
Esisteva una vecchia norma, che però è stata superata abbondantemente dalle norme nazionali, che prevedeva la possibilità con il diploma di geometri di poter assumere l'incarico di Direttore dell'ATER, ma riguardava il diploma di geometri, non certo il diploma di maturità classica, questione tra l'altro posta dal Procuratore regionale della Corte dei Conti che in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2016 ha posto proprio questo tema, quello delle ATER, come elemento per aggirare una norma di carattere nazionale, fra l'altro norma che viene in qualche modo ripresa oggi anche dalla legge regionale veneta, cioè la necessità del diploma di laurea per poter assumere queste cariche dirigenziali.
Mi domando - l'ho già domandato per la questione dell'ATER di Padova - se e quale sia l'opinione della Giunta circa questo ruolo, questo incarico di dirigente dell'ATER di Vicenza privo del diploma di laurea e quale sia la posizione per risolvere queste situazioni che ho la sensazione siano presenti all'interno di questa Regione.
Chiediamo che vengano, in qualche modo, corrette.

PRESIDENTE

Grazie. Risponde l'Assessore Lanzarin. Prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con l'interrogazione in oggetto si chiede alla Giunta Regionale se ritenga corretta o meno l'attribuzione dell'incarico di Direttore dell'Ater di Vicenza a dipendente privo del diploma di laurea.
Si osserva preliminarmente che le Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale in quanto "Enti pubblici economici" non rientrano nell'elenco di cui al D.Lgs n. 165/2001 (art. 1 – comma 2) e che alle stesse non viene applicato il CCNL Enti Locali, bensì il CCNL Utilitalia (già Federambiente) il quale prevede che la progressione di carriera possa avvenire attraverso il riconoscimento documentato dello svolgimento di mansioni superiori.
Da informazioni acquisite dall'Ater di Vicenza emerge come la questione oggetto dell'interrogazione sia già stata presentata al Difensore Civico Regionale nel 2011, su istanza di un dipendente della medesima Azienda, al fine di verificare la correttezza della nomina.
L'esame degli atti deliberativi assunti dall'Azienda ha portato ad una valutazione di regolarità della procedura.
Inoltre nel 2014, a seguito di ulteriore segnalazione, la Procura Regionale della Corte dei Conti ha avviato analoga indagine istruttoria sui predetti atti deliberativi e verificato il percorso lavorativo del dipendente dall'assunzione alla nomina a Direttore.
A tal proposito l'Azienda riferisce che sono trascorsi ormai cinque anni dall'avvio della citata indagine e che, a seguito della documentazione prodotta, all'Azienda medesima non sono pervenute richieste integrative o rilievi, ritenendo pertanto che l'istruttoria sia stata definita con esito favorevole.
Le delibere di nomina del Direttore risultano assunte all'unanimità dai Consigli di Amministrazione e tale nomina è stata altresì confermata dai Commissari Straordinari nominati dalla Giunta regionale negli anni 2005-2010-2015.
Da ultimo si precisa che la Legge Regionale 9 marzo 1995, n. 10 , all'art. 11 e la più recente Legge Regionale 3 novembre 2017, n. 39 , all'art. 12, non indicano quali requisiti per la nomina di Direttore delle Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale (ATER) il possesso di un diploma di laurea, bensì l'aver svolto attività professionale a livello dirigenziale per almeno cinque anni in enti o aziende pubbliche o private".

Ass.re Manuela LANZARIN (Zaia Presidente)

Si osserva, preliminarmente, che le aziende territoriali per l'Edilizia residenziale in quanto Enti pubblici economici non rientrano nell'elenco di cui al disegno di legge 165 del 2001, articolo 1, comma 2, e che alle stesse non viene applicato il contratto Enti locali bensì il contratto utilità, già Federambiente, il quale prevede che la progressione in carriera possa avvenire attraverso il riconoscimento documentato dello svolgimento di mansioni superiori.
Da informazioni acquisite dall'ATER di Vicenza emerge come la questione oggetto dell'interrogazione sia già stata presentata al Difensore civico regionale nel 2011, su istanza di un dipendente della medesima azienda al fine di verificare la correttezza della nomina.
L'esame degli atti deliberativi assunti dall'azienda ha portato ad una valutazione di regolarità della procedura. Inoltre nel 2014, a seguito di ulteriore segnalazione, alla Procura regionale della Corte dei Conti ha avviato analoga indagine istruttoria sui predetti atti deliberativi e verificato il percorso lavorativo del dipendente dall'assunzione alla nomina a Direttore. A tale proposito l'azienda riferisce che sono trascorsi ormai cinque anni dall'avvio della citata indagine e che a seguito della documentazione prodotta all'azienda medesima non sono pervenute richieste integrative o rilievi ritenendo pertanto che l'istruttoria sia stata definita con esito favorevole.
La delibera di nomina del Direttore risultano assunte all'unanimità dal Consiglio di Amministrazione e tale nomina è stata altresì confermata dai commissari straordinari nominati dalla Giunta regionale negli anni 2005, 2010, 2015.
Da ultimo si precisa che la legge regionale 9 marzo 1995, n. 10 , articolo 11 e la più recente legge regionale 3 novembre 2017, n. 39 , articolo 12, non indicano quale requisito per la nomina di Direttore delle Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale un possesso di un diploma di laurea, bensì l'avere svolto attività professionale a livello dirigenziale per almeno cinque anni in Enti o aziende pubbliche o private.

PRESIDENTE

Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali)

Io continuo a dichiararmi profondamente insoddisfatto di questa come della precedente risposta, perché - ed è proprio quello che è stato rilevato da parte del Procuratore della Corte dei Conti nell'inaugurazione dell'anno giudiziario - è un meccanismo attraverso il quale si aggira la norma generale e la norma nazionale, è esattamente questo il problema perché uno acquisisce attraverso il non possesso del diploma di laurea i cinque anni, attraverso i cinque anni di esperienza presso le ATER acquisisce la possibilità di diventare Direttore Amministrativo delle ATER, abbiamo avuto un caso anche di un transito tra Regione e ATER, quello di Padova, è un modo attraverso il quale non si ottempera alla normativa nazionale che prevede che tutti i Dirigenti, di tutte le strutture regionali, debbano essere in possesso del diploma di laurea.
È un modo che ritengo sia sbagliato e voi continuate a percorrerlo, lo difendete nelle risposte alle interrogazioni e, secondo me, è un errore grave.
Io mi auguro che vada a compimento poi questa indagine che è stata aperta dalla Corte dei Conti, che possa sancire il principio fondamentale che è quello, appunto, che i Dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni e le ATER mi risultano essere un pezzo della Pubblica Amministrazione di questa Regione del Veneto debbano essere in possesso del diploma di laurea, come qualsiasi altro lavoratore pubblico.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Bruno PIGOZZO

Interrogazione a risposta immediata n. 822 del 16 settembre 2019 presentata dai Consiglieri Ruzzante, Bartelle e Guarda relativa a "ECOLAB CHIUDE LO STABILIMENTO DI ROVIGO, 43 OPERAI A RISCHIO LICENZIAMENTO: QUALI INTERVENTI DELLA REGIONE PER PORRE ARGINE ALLO STRAPOTERE DELLE MULTINAZIONALI ALL'INTERNO DEL TERRITORIO REGIONALE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- secondo quanto riportato dalla stampa locale, la multinazionale americana Ecolab avrebbe deciso di chiudere la sede produttiva di Rovigo, la ex Esoform, fondata nel 1921 e rilevata nel 2011 tramite una fusione con incorporazione;
- nella giornata di mercoledì 11 settembre i 43 dipendenti ricevuto l'annuncio dell'avvio delle procedure per il licenziamento;
- le organizzazioni sindacali hanno richiesto la convocazione di un incontro urgente al Prefetto di Rovigo;
- il Consiglio comunale di Rovigo è convocato nella giornata di oggi con il seguente ordine del giorno: "approvazione ordine del giorno a sostegno dei lavoratori in stato di crisi - azienda Ecolab production srl sito di Rovigo".
Considerato che:
- le motivazioni della chiusura non sarebbero riconducibili a crisi ma ad una presunta bassa competitività sui mercati internazionali dovuta a costi di produzione e di trasporto più elevati rispetto ad altri siti;
- la multinazionale americana sembrerebbe determinata ad abbandonare il sito produttivo di Rovigo, che pure risulterebbe in utile, per trasferire la produzione in Francia con conseguente chiusura e licenziamento collettivo dei lavoratori, senza aver considerato l'ipotesi di riorganizzazione o di attesa ai fini di un'eventuale cessione di azienda, così garantendo la conservazione del sito produttivo ed il mantenimento dei livelli occupazionali.
Rilevato che le organizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro urgente all'assessore regionale al Lavoro.
Sottolineato che Rovigo ed il Polesine da ormai molti anni riscontrano una progressiva erosione del tessuto produttivo con la chiusura di strutture importanti per l'economia del territorio e la conseguente drammatica riduzione del numero di occupati e della qualità del lavoro disponibile.
I sottoscritti consiglieri
interrogano la Giunta regionale
per conoscere quali interventi intenda porre in essere rispetto a quanto sopra rappresentato, con particolare riferimento alla promozione di un tavolo di confronto regionale."

PRESIDENTE

Prego, Ruzzante.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali)

È la solita ennesima storia: un'azienda nata nel nostro territorio nel lontano 1921 che nel 2011 viene incorporata attraverso una multinazionale americana, la Ecolab ex Esoform diventata oggi questa sede produttiva di Rovigo Ecolab, un'azienda veneta fondata nel 1921 attraverso processi di acquisizione e attraverso fusioni per incorporazione acquisita nel 2011 dopo neanche 6/7 anni va in crisi, ma non in crisi produttiva, ci tengo a sottolinearlo 12 volte, non è una crisi produttiva, perché fosse una crisi produttiva ci mettiamo a discutere del perché c'è questa crisi, come possiamo dare una mano, non c'è una crisi produttiva, semplicemente per una riorganizzazione da parte di queste grandi multinazionali che se ne fregano di chiudere le aziende nel Veneto, cosa volete che gliene freghi di 43 lavoratori 43 famiglie della provincia di Rovigo che vengono lasciate a casa, devono aprire dove gli conviene e quindi vanno in Francia, qua chiudono dalla mattina alla sera un'azienda che è aperta dal 1921, un'azienda in utile, che ha un utile, che produce un utile, che quindi è in grado di proseguire questa attività produttiva.
Questa è la cosa assurda che avviene nel Veneto, avviene quotidianamente, io le sollevo tutte quelle che mi capitano a tiro queste vicende, perché danno la sensazione che noi siamo semplicemente un terreno di conquista, finché gli conviene restano qui, quando non gli conviene più semplicemente perché è più conveniente qualche altra parte del pianeta mollano tutto e lasciano 43 famiglie nella disperazione.

PRESIDENTE

Grazie. La parola all'Assessore Donazzan per la risposta.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Ecolab Production Italy S.r.l. è un'azienda che si occupa di fabbricazione di prodotti chimici, saponi, detergenti, prodotti di profumeria e prodotti similari. La Società, parte del Gruppo multinazionale Ecolab attivo nei settori dell'energia, del trattamento acqua e dell'igiene, ha la sede legale a Milano e stabilimenti produttivi a Rozzano (Mi), ove sono presenti 62 dipendenti, e a Rovigo, ove sono presenti 43 dipendenti.
Con comunicazione del 13 settembre 2019 la Società ha formalizzato la propria decisione di cessare la propria attività produttiva nel sito di Rovigo, con conseguente licenziamento di tutto l'organico, e ciò al fine di mantenere e preservare sostenibili livelli di competitività attraverso una maggiore efficienza operativa e una razionalizzazione dei costi.
A fronte di tale comunicazione, le Organizzazioni Sindacali hanno immediatamente richiesto un incontro all'Assessore all'Istruzione, alla Formazione, Lavoro e Pari Opportunità, che si è tenuto in data 02/10/2019 alla presenza dell'Azienda, dei sindacati, oltre ai funzionari dell'Unità di Crisi di Veneto Lavoro e della Direzione Lavoro.
L'esito di tale riunione è stato positivo: i rappresentanti aziendali hanno dichiarato la propria disponibilità al ritiro della procedura di licenziamento collettivo avviata il 13/09/2019, contestualmente all'avvio della Cassa Integrazione straordinaria per 12 mesi, strumento utile per poter individuare possibili acquirenti del sito di Rovigo, cercando così di tutelare la prosecuzione dell'attività produttiva in tale sito e, conseguentemente, l'occupazione e le professionalità presenti.
L'Assessorato al Lavoro - tramite l'Unità di Crisi e la Direzione Lavoro - seguirà gli sviluppi della vicenda Ecolab, tramite un apposito tavolo di monitoraggio con l'Azienda e le Organizzazioni sindacali, e ciò anche per seguire le varie opportunità di acquisizione che emergeranno, con i conseguenti riflessi sull'occupazione".

Ass.re Elena DONAZZAN (Più Italia! Amo il Veneto)

Grazie, Presidente.
Ecolab Production Italy è un'azienda che si occupa di fabbricazione di prodotti chimici, saponi, detergenti, prodotti di profumeria, processi similari; la società fa parte del Gruppo multinazionale Ecolab attivo nei settori dell'energia, del trattamento dell'acqua e dell'igiene ha la sede legale a Milano e stabilimenti produttivi a Rozzano, dove sono presenti 62 dipendenti e Rovigo dove sono presenti 43 dipendenti.
Con comunicazione del 13 di settembre la società ha formalizzato la propria decisione di cessare la propria attività produttiva nel sito di Rovigo, con conseguente licenziamento di tutto l'organico, ciò al fine di mantenere preservare sostenibili livelli di competitività attraverso una maggiore efficienza operativa e una razionalizzazione dei costi; a fronte di tale comunicazione le organizzazioni sindacali hanno immediatamente chiesto un incontro all'Assessore - alla sottoscritta - che si è tenuto in data 2 ottobre 2019 alla presenza dell'azienda, dei sindacati, oltre ai funzionari dell'unità di crisi di Veneto Lavoro e della Direzione Lavoro.
L'esito di tale riunione è stato positivo e i rappresentanti aziendali hanno dichiarato la propria disponibilità al ritiro della procedura di licenziamento collettivo, ovviamente su mia richiesta avviata il 13 settembre, contestualmente all'avvio della cassaintegrazione straordinaria per dodici mesi, strumento utile per poter individuare possibili acquirenti del sito di Rovigo, cercando così di tutelare la prosecuzione dell'attività produttiva di tale sito e conseguentemente l'occupazione e le professionalità presenti.
L'Assessorato tramite l'unità di crisi e la Direzione Lavoro segue gli sviluppi della vicenda, tramite un apposito tavolo di monitoraggio con l'azienda le organizzazioni sindacali e ciò anche per seguire le varie opportunità di acquisizione che emergeranno con i conseguenti riflessi sull'occupazione.
Questo è quello che ho portato in discussione in Giunta, mi permetto di aggiungere, visto che è un aggiornamento di queste ore, che l'iniziale autorizzazione della cassa integrazione pare avere avuto qualche problema nell'ultimo periodo non in termini di autorizzazione ma di copertura finanziaria, il Governo si sarebbe detto disponibile a coprire evidentemente quanto vi era stato autorizzato e siamo in attesa di questo, anche perché è del tutto evidente che diventa significativo per il mantenimento del legame tra i lavoratori e l'azienda stessa e quindi di interesse per possibili acquirenti che noi stiamo ovviamente cercando di favorire.

PRESIDENTE

Grazie. La parola a Ruzzante per la replica.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali)

Non ho ombra di dubbio che verrà concessa la cassaintegrazione e non ho ombra di dubbio che questa sia utile per la ricerca di un nuovo acquirente. Resta il fatto che un'azienda che è subentrata 7 anni fa adesso se ne va ed è delibera con un fringuello di andarsene dove vuole, lasciandoci a noi il problema, questo è il problema del Veneto, e non è il solo e unico caso di azienda che... Io so che anche a livello nazionale in qualche modo si è posto questo tema di come farci almeno restituire quello che gli abbiamo dato o garantito a queste grandi imprese, che vengono qui a creare il lavoro. Creano solo i loro interessi e quando i loro interessi vengono meno, o semplicemente c'è qualche interesse in più da qualche altra parte, il capitale umano va sotto i tacchi, non conta nulla, perché l'unica cosa che conta è risparmiare lo 0,0001% in tanta altra parte del mondo e lasciare nella disperazione le famiglie del nostro territorio, questo è il problema; questo riguarda il futuro, riguarda come noi ci poniamo nei confronti di queste imprese, che garanzie chiediamo a queste grandi imprese che vengono a fare gli investimenti nel nostro Veneto, come se fossero al supermarket, al discount vengono nel Veneto, al discount: usano, utilizzano, spremono e poi lasciano i problemi al nostro territorio e il risultato è esattamente questo.
Io mi auguro si trovi una soluzione e sa che se c'è da dare una mano la do, la diamo, la danno le organizzazioni sindacali, però il risultato è esattamente questo: lo smantellamento di tessuti produttivi del nostro territorio, un'azienda nata nel 1921 e che è in attivo, questo è il dato che lascia veramente sconvolti.

Interpellanza n. 14 dell'11 settembre 2019 presentata dai Consiglieri Ruzzante, Bartelle e Guarda relativa a "RISORSE CARENTI PER GLI ASILI NIDO: QUALI INTERVENTI DELLA GIUNTA REGIONALE PER INVERTIRE LA ROTTA DI UN NEMMENO TROPPO SILENZIOSO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO PUBBLICO A DANNO DELLE FAMIGLIE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interpellanza)
"Premesso che gli asili nido gestiti dai comuni costituiscono un c.d. servizio a domanda individuale; si tratta, cioè, di un servizio ricompreso fra le categorie elencate nel DM 31 dicembre 1983, il quale individua come tali tutte quelle attività gestite direttamente dall'ente che siano poste in essere non per obbligo istituzionale, che vengano utilizzate a richiesta dell'utente, per l'esercizio delle quali le amministrazioni sono tenute a chiedere la contribuzione degli utenti nella misura ritenuta idonea a coprire almeno per una certa percentuale il costo di tutti i servizi erogati dal comune ( cfr. TAR Veneto Sez. II, 08/03/1989, n. 395); il servizio di asilo nido è espressamente contemplato tra i servizi pubblici locali a domanda individuale dal DM 31 dicembre 1983 e, pertanto, non è ipotizzabile alcuna esclusione, ad opera del Comune, dalla disciplina prevista per i predetti servizi (cfr. Corte dei Conti Sicilia Sez. contr. Delib., 10/01/2014, n. 7).
Rilevato che:
- una recente indagine condotta dalla FP-CGIL su dati Istat restituisce l'immagine di una regione dove l'offerta del servizio in questione è a dir poco deficitaria: infatti, si calcola che a fronte del dato 2016 relativo alla numerosità di bambini di età compresa tra 0 d 3 anni (totale 120.947, così suddivisi tra: 38.734 0-1 anno; 40.550 1-2 anni; 41.663 2-3 anni), i posti a disposizione negli asili nido della nostra regione, sempre nello stesso anno, risultano 30.008, a significare che solo il 25% dei destinatari può usufruire di questo tipo di servizio. A questi vanno ad aggiungersi 2.516 posti nei servizi integrativi per la prima infanzia (spazio gioco, servizio in contesto domiciliare, centro bambini genitori) che comunque mantengono insufficiente l'offerta complessiva;
- inoltre, esaminando lo storico (periodo 2012-2016) dei dati analizzati nella richiamata indagine FP-CGIL, emerge come i Comuni spendono sempre meno per i nidi comunali (-20%) mentre aumenta la percentuale di spesa pagata dagli utenti (+4%) ed a fronte di una diminuzione degli utenti in queste strutture del 13% il Veneto è la regione con la percentuale di compartecipazione più alta richiesta agli utenti (pari al 28%) +8% sulla media nazionale, mentre la spesa media per utente richiesta alle famiglie è di 2.235. In sostanza, i comuni spendono sempre meno per il servizio asilo nido, crescendo, di contro, del 10% circa la spesa dei Comuni verso i nidi privati.
Considerato che dai dati sopra riportati emerge un chiara linea di tendenza verso lo smantellamento del servizio pubblico di asilo nido comunale, ed è pertanto auspicabile e necessario un incremento di risorse, correnti e in conto capitale, incrementando i trasferimenti agli enti locali; non può infatti non rilevarsi come le problematicità rappresentate in punto di adeguata offerta servizio di asilo nido costituiscano un fatto sociale totale, in grado, cioè, di coinvolgere e determinare le dinamiche della comunità sociale di riferimento, basti pensare, in tal senso, al tema della conciliazione dei tempi lavoro-famiglia, così come peraltro ben evidenziato, e confermato, nel Rapporto Statistico 2019 della Regione del Veneto: "Per il terzo ambito, quello relativo ai servizi per l'infanzia che spesso è tra i problemi più denunciati dai genitori occupati, si fa riferimento principalmente all'efficacia nella presa in carico di asili nido e servizi integrativi. In questo dominio il Veneto parte già in leggero svantaggio con un valore di 98,5 nel 2004 che peggiora nel 2017 in 92,6. È un peggioramento in linea con quanto avvenuto a livello nazionale (92,4), dovuto all'insufficienza di posti disponibili ed economicamente sostenibili negli asili nido e servizi per la prima infanzia, che pone la regione in 13° posizione. In Veneto il numero di posti disponibili copre al massimo il 21,2% degli utenti potenziali. C'è ancora un divario rispetto agli obiettivi fissati dalla UE che fissano una copertura dei servizi per la prima infanzia almeno del 33% ed è ingente la quota di spesa di cui si fanno carico le famiglie per contribuire ai costi del servizio: è il 26,2% della spesa complessiva (il 19,4% in Italia)".
I sottoscritti Consiglieri
interpellano la Giunta regionale
per sapere come intende intervenire rispetto alla questione qui sopra segnalata al fine di incrementare l'offerta pubblica dei servizi di asilo nido ".

PRESIDENTE

Prego, Ruzzante, per l'illustrazione.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali)

Grazie, Presidente.
Ma ho presentato un'interpellanza in questo caso perché merita l'interpellanza il contenuto che ora sottoporrò all'attenzione dell'Aula e della Giunta, è il tema degli asili nido pubblici ed è un tema che è stato fortemente sollevato da un sindacato, dalla funzione pubblica della Cgil che ha presentato dei dati dei quali io stesso sono rimasto sorpreso, sia per la qualità dei dati, sia per i contenuti di questi dati, perché non avevo dubbi sul fatto che l'offerta di asili nido comunali pubblici all'interno del nostro territorio è sicuramente più carente rispetto ad altre parti del nord, in particolar modo penso all'Emilia Romagna ma anche alla stessa Lombardia.
I risultati che sono emersi da questa indagine sono veramente significativi, perché a fronte di 120.947 bambini in età tra gli 0 e i 3 anni noi offriamo 30.000 posti negli asili nido comunali, vuol dire che un bambino su 4, certo, non tutti lo chiedono l'asilo nido comunale, c'è qualcuno che lo ritiene un surplus, o trova altre soluzioni, o semplicemente resta nell'abitazione, in casa, qualcun altro provvede ad accudire a questi bambini. Per quelli della mia cultura, della mia storia, lo ritengono invece l'asilo nido uno dei servizi fondamentali.
Mi son sempre battuto perché non fosse un servizio a domanda individuale ma fosse un servizio sociale a tutti gli effetti, perché ritengo - e lo ritengono anche i migliori pedagogisti del mondo - che proprio in quei primi mesi di vita e proprio nelle attività che si svolgono nell'arco dell'età che va da tra gli 0 e i 3 anni sono fondamentali per la formazione della persona che si sta realizzando e in questi studi si determina l'asilo nido come il luogo ideale, non è una questione solo di bisogno o di aiuto di sostegno alle famiglie, ma l'asilo nido viene ritenuto il luogo ideale dove un bambino può crescere, può evolvere, può in qualche modo maturare nei primi mesi della sua vita.
Questo dato qua ci fa capire che 90.000 bambini non possono accedere agli asili nido. A fianco a questo emerge che i Comuni spendono sempre meno per i nidi comunali (meno 20%), spendono di più per i nidi privati (più 10% della spesa dei Comuni) e a fronte di questa diminuzione di risorse dei Comuni gli utenti devono spendere di più. Mi ha molto sorpreso questo dato ma è interlocutoria questa interrogazione/interpellanza, serve anche a chiarirci, che la compartecipazione richiesta dal Veneto è superiore a quella dell'8% rispetto alla media nazionale, qui è richiesta una compartecipazione pari al 28%, 8% in più rispetto al dato nazionale; la spesa media per utente è di 2.335 euro.
Volevo capire come mai c'è una carenza di posti per gli asili nido per i bambini 0-3 anni, visto che parlate spesso di famiglia, io ho un concetto di famiglia forse un po' diverso rispetto al vostro, però di bambini stiamo parlando, dai 0 ai 3 anni, dare un servizio dare un servizio ai bambini credo che sia assolutamente essenziale. Ci sono 90.000 bambini che non vanno negli asili nido, non possono andare negli asili nido perché non ci sono i posti ne avete fatti solo per 30.000.
Quindi la questione della compartecipazione, se è vero, se è reale questo dato, e l'efficienza dei posti. Il Veneto risulterebbe essere in tredicesima posizione come Regione per i servizi per la prima infanzia.
Questi sono gli elementi sui quali ho posto questa interpellanza. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. La parola all'Assessore Lanzarin, per la risposta.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"La Regione del Veneto disciplina e sostiene i servizi per la prima infanzia dal 1990, con la Legge Regionale n. 32 del 23 aprile 1990.
Ai sensi della suddetta legge, vengono assegnate risorse finanziarie a tutti i servizi alla prima infanzia, autorizzati, accreditati e riconosciuti in base alla suddetta Legge Regionale.
Fino al 2010 è stato possibile riconoscere finanziamenti in conto investimento al fine di ristrutturare, mettere a norma e/o costruire nuovi nidi, sia pubblici che privati.
Annualmente la Giunta Regionale individua stanziamenti nei bilanci destinati ai servizi per la prima infanzia, cioè servizi che accolgono i bambini dai 3 mesi ai tre anni.
Sul nostro territorio c'è una presenza massiccia di nidi a conduzione privata (n. 503, dati del 2018) rispetto ai nidi con titolarità pubblica (n. 261, dati del 2018).
È da sottolineare che sempre più Comuni affidano in gestione i servizi al privato (cooperative, enti del terzo settore).
C'è da segnalare nel contempo un'importante riforma nel settore con l'approvazione del Decreto Legislativo n.. 65 del 13 aprile 2017 "Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera e), della legge 13 luglio 2015, n. 107."
Nel suddetto D.Lgs. n. 65/2017, all'art. 12 viene istituito il Fondo nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione e all'art. 9 vengono date indicazioni per la partecipazione economica delle famiglie ai servizi educativi per l'infanzia, prevedendo al comma 2 che "gli Enti locali possono prevedere agevolazioni tariffarie sulla base dell'indicatore della situazione economica equivalente (...) nonché l'esenzione totale per le famiglie con un particolare disagio economico o sociale rilevato dai servizi territoriali."
A fronte di ciò è in atto "il Piano di azione nazionale pluriennale per la promozione del Sistema integrato dei servizi di educazione e istruzione per le bambine e i bambini dalla nascita sino ai sei anni" che riconosce finanziamenti ai Comuni, tramite le Regioni, per il triennio 2017/2018/2019.
Con le risorse nazionali vengono finanziate le seguenti tipologie di interventi, attuati o da attuare nel suddetto triennio:
a. Interventi di nuove costruzioni, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo, riqualificazione funzionale ed estetica, messa in sicurezza meccanica e in caso di incendio, risparmio energetico e fruibilità di stabili di proprietà delle Amministrazioni pubbliche;
b. Il finanziamento di spese di gestione, in quota parte, dei servizi educativi per l'infanzia e delle scuole dell'infanzia, in considerazione dei loro costi e della loro qualificazione;
c. Interventi di formazione continua in servizio del personale educativo e docente, in coerenza con quanto previsto dal Piano nazionale di formazione di cui alla Legge n. 107 del 2015, e la promozione di coordinamenti pedagogici territoriali.
Infine, con DGR n. 1435 dello scorso 1° ottobre, recante "Fondo Nazionale per gli Asili Nido – Interventi ex art. 70 della L. 28/12/2001, n. 448 in stabili di proprietà dei Comuni che offrono servizi alla prima infanzia nell'età da 0 a 36 mesi. Avviso pubblico per la selezione degli interventi. (L. 13/07/2015, n. 107, art. 1, commi 180 e 181; D.Lgs. 13/04/2017, n. 65, art. 2, comma 3)", utilizzando residui di annualità pregresse pari a complessivi € 5.072.777,36, è stato approvato l'avviso pubblico per la realizzazione di interventi edilizi relativi all'unità d'offerta "asili nido" (bambini e bambine dai 3 ai 36 mesi) di proprietà di enti pubblici che riguardano le seguenti linee: 1) interventi di adeguamento sismico, ossia demolizione e ricostruzione, quando non sia possibile l'adeguamento o non sia conveniente, oppure interventi di miglioramento sismico nel caso di beni soggetti a vincoli culturali. 2) interventi di eliminazione dei rischi, compreso l'adeguamento alla disciplina antincendio. 3) interventi di ampliamento quando questi si presentino necessari per una migliore fruibilità degli spazi e dell'immobile. 4) altri interventi diversi dai precedenti allorché l'immobile sia già rispondente e certificato alle norme antisismiche ed antincendio. 5) nuove costruzioni".

Ass.re Manuela LANZARIN (Zaia Presidente)

La Regione del Veneto disciplina e sostiene i servizi per la prima infanzia dal 1990 con la legge regionale n. 32, del 23 aprile 1990; ai sensi della suddetta legge vengono assegnate risorse finanziarie a tutti i servizi della prima infanzia autorizzati e accreditati, riconosciuti in base alla suddetta legge regionale.
Fino al 2010 è stato possibile riconoscere finanziamenti in conto investimenti al fine di ristrutturare, mettere a norma o costruire nuovi nidi, sia pubblici che privati.
Annualmente la Giunta regionale individua stanziamenti nei bilanci destinati ai servizi per la prima infanzia, cioè servizi che accolgono i bambini da 3 mesi a 3 anni.
Sul nostro territorio c'è una presenza massiccia di nidi a conduzione privata: n. 503 (dati del 2018), rispetto ai nidi con titolarità pubblica, 261 (sempre dati 2018).
È da sottolineare che sempre più Comuni affidano in gestione il servizio al privato: cooperative, Enti del terzo settore.
C'è da segnalare, nel contempo, un'importante riforma del settore con l'approvazione del Decreto legislativo 65 del 2017: Istituzione del sistema integrato di educazione ed istruzione dalla nascita fino ai 6 anni, a norma dell'articolo 1, comma 180 e 181.
Nel suddetto disegno di legge all'articolo 12 viene istituito il Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione ed istruzione e all'articolo 9 vengono date indicazioni per la partecipazione economica delle famiglie ai servizi educativi per l'infanzia, prevedendo al comma 2 che gli Enti locali possono prevedere agevolazioni tariffarie sulla base dell'indicatore della situazione economica equivalente, nonché l'esenzione totale per le famiglie con particolare disagio economico sociale rilevato dai servizi territoriali.
A fronte di ciò è in atto il Piano di azione nazionale pluriennale per la promozione del sistema integrato dei servizi di educazione iscrizione per le bambine e bambini dalla nascita fino ai sei anni, che riconosce finanziamenti ai Comuni tramite la Regione per il triennio 2017/2018/2019.
Noi abbiamo già dato il 2017 al 2018 in accordo con Fism tutti i soggetti per cui ne abbiamo dati quasi tutti in conto gestione, solo il primo anno abbiamo dato una parte in conto capitale, quindi 5 milioni e se vi ricordate per la registrazione di un po' di nidi, sul 2019 non ancora perché stiamo ancora attendendo dalla parte del Governo il via libera per poi assegnare i fondi.
Con le risorse nazionali vengono finanziate le seguenti tipologie di interventi da attuare nel suddetto triennio: interventi di nuove costruzioni, ristrutturazione edilizia restauro e risanamento conservativo, qualificazione funzionale ed estetica, messa in sicurezza meccanica, in caso di incendio e risparmio energetico fruibilità di stabili da parte delle Amministrazioni pubbliche, il finanziamento di spese di gestione, la quota parte dei servizi educativi per l'infanzia delle scuole dell'infanzia, in considerazione del loro corso e la loro quantificazione, interventi di formazione continua in servizio del personale educativo docente in coerenza con quanto previsto dal piano nazionale di formazione.
Infine, con DGR 1435 del primo ottobre recante Fondo nazionale per asili nidi, intervento ex articolo 70 della legge del 28/12/2001 n. 448, in stabili di proprietà dei Comuni che offrono servizi alla prima infanzia dall'età 0-36 e avviso pubblico per la selezione di interventi per un totale di 5 milioni e 72, è stato approvato l'avviso pubblico per la realizzazione di interventi edilizi relativi all'unità d'offerta asili nido, interventi di adeguamento sismico, sia demolizione ricostruzione, quanto più possibile adeguamento a una più conveniente oppure interventi di miglioramento sismico nel caso di beni soggetti a vincoli culturali, interventi di eliminazione dei rischi compreso l'adeguamento alla disciplina antincendio. Altri interventi diversi dai precedenti, allorché immobili sia già rispondere a certificati le norme antisismiche antincendio.
Riassumo: dal 2010 non ci sono più finanziamenti in conto investimenti, nel frattempo è arrivato il fondo nazionale 0-6, anni abbiamo dato le prime due annualità, nella prima annualità abbiamo messo 20 milioni circa che arrivano al Veneto, 5 milioni per realizzazione di nuovi nidi, il resto in conto gestione, quindi per la gestione, li abbiamo suddivisi con le stesse caratteristiche con cui suddividiamo i 34 milioni che invece diamo ogni anno come parte corrente alla gestione del 0-6, quindi la stessa modalità; 2018 abbiamo dato quasi tutte le risorse per conto gestione in accordo sempre con Fism e quant'altro; 2019 non li abbiamo ancora assegnati, perché non abbiamo ancora avuto il via libera, ma nel frattempo abbiamo recuperato i 5 milioni di euro di cui abbiamo parlato all'interno di Consigli regionali, in cui è stato redatto un bando, il bando dovrebbe essere in scadenza in questi giorni mi sembra perché aveva 30 giorni di scadenza, in cui abbiamo immesso 5 milioni per costruzione, oppure per adeguamento antisismico e quant'altro.
Queste oggi sono gli interventi che sono in itinere in campo per quanto riguarda il settore 0-6.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica, collega Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali)

Leggerò, ovviamente, visto che è abbastanza complessa la materia, la risposta in maniera più approfondita e verificherò i dati che sono stati qui riportati.
Colgo in termini positivi il fatto che finalmente questo Governo ha investito sia sulle risorse per le famiglie, per gli asili nido, sia risorse sono state messe - se non ricordo male - nel bilancio nazionale anche per la realizzazione di asili nido; credo sia la prima volta dopo tanto tempo, lei lo ricordava, dal 2010 che questi capitoli erano vuoti, ovviamente vedremo gli effetti nel corso del 2020, finalmente c'è un intervento a favore delle famiglie, perché fino ad oggi sembrava che non esistessero questa quota di bambini.
Io non parlo di quelli dai 3 ai 5 anni, conosco benissimo, vivo in questa Regione so qual è l'offerta che viene garantita tra i 3 e i 5 anni, è diversa anche dal punto di vista economico è diverso il costo per le famiglie, il problema è 0-3 anni, sia dal punto di vista del costo per le famiglie.
Io ricordo ero molto più giovane di oggi, quando il mio primo figlio ha compiuto i 3 anni abbiamo festeggiato, abbiamo stappato una bottiglia perché con mia moglie non dovevamo più pagare, quasi incideva per un quarto del mio stipendio, un terzo del mio stipendio il costo solo dell'asilo nido a quell'epoca, tanti anni son passati, però per dire come questa questione qui riguarda migliaia di famiglie venete. Poi ci lamentiamo che non nascono bambini. Probabilmente una delle concause è anche questa minore attenzione nell'età 0-3 anni, dopo la si ritrova dai 6 anni in poi, nel percorso dello studio almeno fino ai 14 anni.
Però questa età tra gli 0 e i 3 anni, guardate, lo avete scritto anche voi nel rapporto statistico della Regione Veneto, io ho tratto un pezzo della mia interpellanza dal vostro rapporto statistico: si fa un calcolo nella Regione del Veneto relativo all'efficacia nella presa in carico di asili nido, era il 98,5, sono dei parametri, nel 2004, nel 2017 è diventato, è peggiorato al 92,6, cioè abbiamo perso 6 punti rispetto al 2004, e nel 2004 nascevano il 40% di bambini in più, quindi vuol dire che allora eravamo in grado di prendere in carico un numero maggiore di bambini rispetto a quelli di oggi, che sono il 40% in meno rispetto al 2004, perché di questo sono diminuite le nascite nel Veneto, e quindi dice che la Regione Veneto, l'avete scritto voi, è in tredicesima posizione, è una citazione vostra a livello regionale di confronto con le altre regioni per numero di posti disponibili e copre al massimo il 21,2% degli utenti potenziali.
Io mi auguro che una parte delle cose che sono state qui dette, stando attenti anche alle scuole pubbliche, alle scuole comunali, perché insomma anche su questo è fondamentale, almeno nella fascia degli asili nido, tenere in vita un'offerta che è importante, anche qualitativamente importante.
Io adesso non voglio star qui a fare elementi di polemica, ma le ho fatto già un'interrogazione, lei se lo ricorda, relativamente agli standard qualitativi che in alcune di queste strutture private vengono garantite, nelle quali ai lavoratori viene chiesto una cosa enorme, si tratta di bambini tra i 0 e i 3 anni, chiunque ha avuto un figlio sa di che cosa parliamo, già averne uno è impegnativo, figuriamoci assisterne 6 cosa significa, il risultato è che qualche volta nelle strutture private gli aspetti qualitativi non sempre sono garantiti e la presenza di asili nido comunali è anche un elemento importante di stimolo nei confronti delle strutture private di garanzia di quegli standard qualitativi.
Ecco, io mi auguro che su questo riusciremo a produrre dei risultati concreti a vantaggio dei bambini e delle loro famiglie.

Interpellanza n. 16 del 20 settembre 2019 presentata dai Consiglieri Ruzzante, Bartelle e Guarda relativa a "DAL RAPPORTO SNPA 2019 DATI SCONFORTANTI SUL CONSUMO DI SUOLO IN VENETO: QUALI PROVVEDIMENTI DELLA GIUNTA REGIONALE PER INVERTIRE LA ROTTA?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interpellanza)
"Premesso che:
- dal recente rapporto "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici" del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA), edizione del 2019, emergono dati e prospettive estremamente sconfortanti circa il consumo di suolo a livello regionale;
- infatti, il Veneto risulta seconda nella classifica delle15 regioni nella quali il suolo annuo consumato ha superato la percentuale del 5% (e cioè dal 12, 35% del 2017 al 12, 40% del 2018);
- non solo, il Veneto riesce a fare addirittura "meglio" di altre regioni del Nord per quel che concerne gli incrementi di consumo di suolo netto in ettari dell'ultimo anno, attestandosi, con 923 ettari in più, addirittura prima tra le regioni e superando la già pur apprezzabile e notevole perfomance della Lombardia (+633 ettari).
Precisato che fermo restando quanto sopra, i dati che però si prestano a destare maggiore e ulteriore sconforto sono quelli relativi agli indicatori consumo di suolo marginale e Ratio of land consumption rate to population growth rate: nel primo caso, l'indicatore evidenzia che in un periodo storico di decrescita della popolazione regioni con valori alti di consumo di suolo e decrescita demografica restituiscono i valori (negativi) relativi alla minore sostenibilità: in tal senso il Veneto registra valori negativi oltre i -1.000 m2/ab, sintomo di consumi di suolo elevati a fronte di decrescite della popolazione; il secondo indicatore indica situazioni di significativo sbilanciamento tra consumo e popolazione e il valore negativo minimo pari a -8 è in Veneto, con una diminuzione della popolazione residente di oltre 2.000 abitanti e un incremento del suolo consumato di più di 9 km2.
Considerato che a fronte dei dati sopra menzionati è del tutto evidente che la recente legge regionale n. 14 del 2017 (Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo e modifiche della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11  "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio") che, anche in prospettiva, non è in grado di produrre gli effetti sperati e ciò non solo per difetti originari, ampiamente dibattuto e contrastati in sede consiliare, ma anche in virtù di leggi successive che tale portata, già minima alla prova dei fatti, erodono, si pensi alle recente legge regionale n. 14 del 2019 "Veneto 2050: politiche per la riqualificazione urbana e la rinaturalizzazione del territorio e modifiche alla legge regionale 23 aprile 2004, n. 11  "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio"".
I sottoscritti Consiglieri
interpellano la Giunta regionale
per sapere se intende intervenire o meno, e con quali provvedimenti, rispetto alla situazione del consumo di suolo in Veneto così come evidenziata nel rapporto "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici" del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA), edizione del 2019."

PRESIDENTE

Prego, Ruzzante.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali)

Questa è l'ultima, SNPA è il Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente, sostanzialmente è quello connesso all'ISPRA e che calcola il consumo di suolo negli ecosistemi e per la seconda volta consecutiva, anzi terza volta consecutiva, il Veneto risulta essere la regione italiana che ha consumato più suolo e nella classifica generale risulta essere seconda solo alla Lombardia.
Il suolo hanno consumato, ha superato la percentuale del 5%, cioè abbiamo consumato il 5% del suolo consumato, quindi siamo passati dal 12,35% al 12,40% del 2018, questo ci pone al primo posto nelle classifiche nazionali e siamo secondi solo alla Lombardia per consumo complessivo. Tanto che a me ha sorpreso perché a volte ne discutiamo anche in Seconda Commissione di questa questione e qualcuno mette in dubbio i dati dell'ISPRA o questi dati presentati dal SNPA, ma in realtà proprio la Giunta regionale la settimana scorsa ha presentato la necessità di dare vita a un simposio, a un momento di confronto, alla firma addirittura di un protocollo d'intesa con le associazioni sociali, ambientali e territoriali e ha presentato i 17 gol, diciamo così, europei e tra i 17 gol c'è un bollino rosso, rosso, rosso, cioè negativo, negativo, negativo, ed è quello del consumo di suolo rapporto con la terra, è l'elemento più negativo di tutti i 17 rapporti presentati.
Noi siamo a un consumo che è assolutamente enorme anche nel corso di quest'anno e questo determina poi tutta una serie di problemi aggiuntivi e connessi a quelli del consumo di suolo, cioè la non permeabilità del terreno, i problemi legati e connessi alla sicurezza idraulica, i problemi dell'inquinamento generale e complessivo perché molto spesso queste permeabilizzazioni vengono effettuate attraverso la realizzazione di strade e quindi connesse in qualche modo ai problemi di presenza di C02 e quant'altro.
Quindi la questione fondamentale non basta approvare una legge per consumo zero suolo nel 2050 perché da qui al 2050 continueremo a consumare suolo e lo stiamo consumando in percentuale, superiore rispetto a quella di tutte le altre Regioni d'Italia.
Abbiamo raddoppiato il dato di consumo di suolo della Lombardia quest'anno, cioè la seconda Regione, dopo il Veneto, è la Lombardia che ha consumato meno di metà di quello che ha consumato il Veneto.
Questo dà l'indicazione del problema che abbiamo di fronte e di come se vogliamo veramente raggiungere quei 17 gol, questo è il gol più importante quello segnato al 94esimo magari su un rigore dubbio o inesistente che consente di vincere però la partita, funziona così, questo è il gol più importante perché fare un gol all'inizio della partita non è detto che sia quello decisivo, questo è il gol più importante perché se noi non invertiamo il consumo di suolo, resteremo una Regione con problemi ambientali evidenti e importanti. Questo è il tema fondamentale e mi auguro che la Giunta voglia - a partire dal protocollo d'intesa che discuteremo - invertire questa rotta; mi auguro che ci siano scelte che vadano in questa direzione.

PRESIDENTE

Per la risposta, l'Assessore Corazzari, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con riferimento a quanto rappresentato con l'interpellanza in oggetto, si evidenzia che, al fine di poter avere una coerente "lettura" tra le informazioni del Rapporto "Consumo di suolo dinamiche territoriali e servizi ecosistemici" edizione 2019, elaborato da ISPRA e prodotto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA), ed i risultati delle disposizioni della legge regionale n. 14/2017 , appare opportuno, preliminarmente, specificare quali sono le procedure e le metodologie utilizzate nel Rapporto per il monitoraggio del territorio e la redazione delle cartografie tematiche e delle banche dati correlate.
Nel Rapporto, che fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e le conseguenti valutazioni di impatto sui servizi ecosistemici, per assicurare l'omogeneità in tutto il territorio nazionale, sono stati utilizzati dati, aggiornati al 2018, derivati dall'elaborazione delle immagini dei satelliti di osservazione della Terra del programma europeo "Copernicus".
Il processo di elaborazione dei dati, che hanno uno specifico grado di risoluzione di dettaglio, avviene attraverso la fotointerpretazione e la produzione di una cartografia, a scala nazionale, della copertura consumo di suolo che prevede le fasi di acquisizione, processamento, classificazione semiautomatica ed elaborazione finale dei dati secondo definite risoluzioni geometriche e accuratezze, in tutto il territorio nazionale.
Il sistema della classificazione, utilizzato da ISPRA, prevede che il consumo di suolo sia suddiviso in due distinte categorie: "Consumo di suolo Permanente" e "Consumo di suolo Reversibile"; tali categorie contengono "Classi di copertura del suolo", diverse anche secondo le finalità, tra le quali si registrano strade, cantieri, aree estrattive non rinaturalizzate, cave etc...
Il computo del consumo di suolo rappresentato nel Rapporto conteggia, pertanto, indistintamente, i valori di queste "Classi" e, per così dire, "fotografano" il territorio ad una specifica data, nella fattispecie l'anno 2018.
La Regione del Veneto ha emanato la legge regionale n. 14 del 6 giugno 2017 "Disposizioni per contenimento del consumo di suolo", assumendo tra i propri principi informatori la "programmazione dell'uso e del consumo di suolo e la riduzione progressiva e controllata della sua copertura artificiale (...)", in coerenza con l'obiettivo comunitario di azzerarlo entro l'anno 2050, prevedendo l'acquisizione e l'elaborazione dei dati anche in considerazione delle informazioni prodotte dall'ARPAV e da ISPRA.
In particolare, la legge regionale n. 14/2017 prevede, all'articolo 4, che il contenimento del consumo di suolo sia "gradualmente ridotto nel corso del tempo" e sia "soggetto a programmazione regionale e comunale". Con DGR 668/2018, preso atto delle valutazioni che possono garantire comunque una stima del fabbisogno di superfici, sulla base del trend del consumo di suolo avvenuto negli anni e documentata dalle banche dati della Carta di copertura del suolo del Veneto, è stata quindi determinata la quantità massima di consumo di suolo elaborata sulla base delle informazioni e dei dati trasmessi dai Comuni, relativamente alle capacità edificatorie previste dagli strumenti urbanistici vigenti.
Ciò chiarito, ferme restando altre analisi e valutazioni che hanno determinato la definizione della quantità massima di consumo di suolo entro l'anno 2050, è significativo far presente quanto segue:
• la DGR n. 668/2018 prevede la riduzione del consumo del suolo naturale e/o seminaturale, pari al 40%, del territorio non compreso negli Ambiti di Urbanizzazione Consolidata, come definiti dall'articolo 2, comma 1, lett. e) della legge regionale n. 14/2017 .
• l'articolo 12 della legge regionale n. 14/2017 prevede che siano "sempre consentiti" gli interventi previsti dagli strumenti urbanistici ricadenti negli Ambiti di Urbanizzazione Consolidata; i lavori e le opere pubbliche o di interesse pubblico (strade, superstrade...); gli interventi di cui al Capo I della legge regionale n. 55/2012 (SUAP); gli interventi di cui all'articolo 44 della legge regionale n. 11/2004 ; l'attività di cava; gli interventi attuativi delle previsioni contenute nel PTRC: questi interventi, pertanto, non rientrano nel "conteggio" del consumo di suolo, che invece ISPRA computa annualmente nel proprio Rapporto.
• l'articolo 13, comma 5 della legge regionale n. 14/2017 , fa "salvi i procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge."; conseguentemente molti interventi rappresentati nel Rapporto come consumo di suolo, fanno riferimento a progetti iniziati e programmati prima del 2017 ed attualmente in fase di ultimazione e/o completamento. Infatti lo stesso Rapporto nel documentare il "Caso di consumo di suolo in Veneto" specifica che "del territorio consumato nell'arco dell'anno la maggior parte, 570 ettari, è dovuta a cantieri (...)" come ad esempio le opere infrastrutturali della Superstrada Pedemontana veneta.
Ciò considerato, appare evidente il diverso sistema di "lettura" delle trasformazioni del territorio utilizzato da ISPRA rispetto a quello della Regione del Veneto; si tratta di letture non commisurabili, proprio per il sistema di classificazione delle informazioni, considerato che la legge regionale n. 14/2017 non prevede il conteggio del consumo di suolo per tutti gli elementi e gli interventi previsti nelle Categorie "Consumo di suolo Permanente" e "Consumo di suolo Reversibile" come invece computati nel Rapporto come elaborato da ISPRA.
Infine appare opportuno far presente che la recente legge regionale. n. 14/2019 "Veneto 2050", non ha in alcun modo eroso la portata della legge regionale n. 14/2017 , ma, in continuità con la stessa, ne ha confermato il percorso già avviato promuovendo una strategia costituita da strumenti e azioni, concrete e significative mirate al razionale uso del suolo. Invero, nell'elencare le finalità di "Veneto 2050", l'articolo 1 della legge regionale n. 14/2019 , in assoluta coerenza con la legge regionale n. 14/2017 , cita, al comma 1 il "contenimento del consumo di suolo" e la "rigenerazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare"".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Circa il gol, dubbio inesistente, dovremmo fare come l'Inter al 96esimo, però era l'Inter.
Venendo invece agli argomenti più seri e con riferimento a quanto rappresentato con l'interpellanza in oggetto si evidenzia che al fine di poter avere una coerente lettura tra le informazioni del rapporto consumo del suolo e dinamiche territoriali e servizi ecosistemici edizione 2019 elaborato da ISPRA e prodotto dal sistema nazionale per la protezione dell'ambiente ed i risultati delle disposizioni, invece, della nostra legge regionale sul contenimento del consumo di suolo 14/2007 appare opportuno preliminarmente specificare quali sono le procedure e le metodologie utilizzate nel rapporto per il monitoraggio del territorio e la redazione delle cartografie tematiche delle banche correlate.
Nel rapporto che fornisce un quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e delle conseguenti valutazioni di impatto sui servizi ecosistemici, per assicurare l'omogeneità in tutto il territorio nazionale sono stati utilizzati dati aggiornati al 2018 derivanti dall'elaborazione delle immagini dei satelliti di osservazione della terra del programma europeo Copernicus; il processo di elaborazione dei dati che hanno uno specifico grado di risoluzione di dettaglio avviene attraverso la foto interpretazione e la produzione di una cartografia a scala nazionale, della copertura del consumo di suolo, che preveda le fasi di acquisizione, processamento, classificazione semiautomatica ed elaborazione finale dei dati secondo definite risoluzioni geometriche e accuratezze in tutto il territorio nazionale.
Il sistema di classificazione utilizzato da ISPRA prevede che il consumo del suolo sia suddivisibile in due distinte categorie, consumo di suolo permanente e consumo di suolo reversibile; tali categorie contengono classi di copertura di suolo diverse a seconda finalità per le quali si registrano strade, cantieri aree estrattive non autorizzate, cave, eccetera; il computo del consumo del suolo rappresentato dal rapporto conteggia pertanto indistintamente i valori di queste classi e, per così dire, fotografa un territorio in una specifica data nella fattispecie nell'anno 2018.
La Regione del Veneto ha emanato con la Legge regionale 14/2017 in coerenza con quello che invece era l'obiettivo comunitario di azzerare con il consumo del suolo entro l'anno 2050, prevedendo l'acquisizione e l'elaborazione di dati anche in considerazione delle informazioni prodotte da ARPAV e ISPRA.
In particolare la legge 14 prevede all'articolo 4 che il contenimento del consumo di suolo sia gradualmente ridotto nel corso del tempo e sia soggetto a programmazione regionale e comunale.
Con la DGR 668/2018 preso atto delle valutazioni che possono garantire comunque una stima del fabbisogno di superfici sulla base di trend di consumo di suolo, avvenuto negli anni e documentata dalle banche dati della carta di copertura del suolo del Veneto, è stata quindi determinata la quantità massima di suolo consumabile elaborata sulla base delle informazioni dei dati trasmessi dai Comuni relativamente alle capacità edificatorie previste negli strumenti urbanistici vigenti nei singoli Comuni.
Ciò chiarito e ferme restando altre analisi e valutazioni che hanno determinato la definizione della quantità massima di suolo consumabile entro l'anno 2050, è significativo far presente quanto segue: che la DGR 668/2018 prevede la riduzione del consumo di suolo naturale e seminaturale pari al 40% del territorio non compreso negli ambiti di urbanizzazione consolidata, come definiti dall'articolo 2 comma 1 lettera e) della legge regionale, che l'articolo 12 della predetta legge prevede che siano sempre consentiti gli interventi previsti dagli strumenti urbanistici ricadenti negli ambiti di urbanizzazione consolidata, i lavori e le opere pubbliche di interesse pubblico - per esempio le strade, le superstrade e qui per esempio abbiamo la Pedemontana, che è ricompresa - gli interventi di cui al Capo I della legge regionale 55/2012 ovvero quelli sottoposti al SUAP, interventi di cui all'articolo 44 della legge regionale 11/2004, cioè le attività di cava gli interventi attuativi delle previsioni contenute nel PTRC; questi interventi pertanto non rientrano nel conteggio di consumo di suolo che invece ISPRA computa annualmente nel proprio rapporto.
L'articolo 13 comma 5 della legge 14, fa salvi i procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge e conseguentemente molti interventi rappresentati dal rapporto come il consumo del suolo fanno riferimento a progetti iniziati e programmati prima del 2017, ed attualmente in fase di ultimazione o completamento.
Infatti, lo stesso rapporto nel documentare il caso del consumo del suolo in Veneto specifica che del territorio consumato nell'arco dell'anno la maggior parte 570 ettari è dovuta a cantieri, come ad esempio le opere infrastrutturali della superstrada Pedemontana Veneta.
Ciò considerato appare evidente il diverso sistema di lettura delle trasformazioni del territorio utilizzato da ISPRA rispetto a quelle della Regione del Veneto, si tratta di letture non commensurabili proprio per il sistema di classificazione delle informazioni considerato che, la legge 14/2007 non prevede il conteggio del consumo del suolo per tutti gli elementi intervenuti nelle categorie consumo del suolo permanente e consumo di suolo reversibile, come invece computati dal rapporto elaborato da ISPRA.
Infine, appare opportuno far presente che la recente legge regionale 14, Veneto 2050, 14/2019 in questo caso, non ha in alcun modo eroso la portata della legge regionale 14/2017, ma in continuità con la stessa ne ha confermato il percorso già avviato, promuovendo una strategia costituita da strumenti e azioni concrete e significative mirate al razionale uso del suolo, invero nell'elencare le finalità di Veneto 2050, l'articolo 1 della legge regionale 14/19, in assoluta coerenza con la 14/2017, cita al comma I il contenimento del consumo del suolo e la rigenerazione e riqualificazione del patrimonio mobiliare, tant'è che abbiamo anche introdotto la previsione dei crediti edilizi da rinaturalizzazione di suolo consumato.

PRESIDENTE

Per la replica il collega Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali)

Sarò breve, perché sarà argomento di discussione anche nel DEFR questa materia, perché io la ritengo uno dei punti nodali.
Non condivido ovviamente il ragionamento fatto dall'Assessore, cioè io credo che proprio quella Legge 14 del 2017 e la Legge 14 del 2019 abbiano rappresentato due ordini di problemi, nel senso che noi continuiamo ad aumentare il consumo di suolo in una fase in cui c'è una diminuzione della popolazione del Veneto, questo è il dato che ha dell'incredibile, cioè siamo dentro a un periodo, non è solo un anno. Un anno può essere più, segno più, l'anno segno meno, quello che conta è guardare la tendenza, e la tendenza che voi ci scrivete nel vostro DEFR è che nei prossimi 50 anni il Veneto diventerà una regione di 4.300.000 persone se va bene, sennò, addirittura siamo sotto i 4 milioni. Allora dentro a questa tendenza qua dobbiamo riprogrammare, ripensare, avere una nuova idea, un nuovo modello di sviluppo, questa è la sfida che avete davanti, che dovrebbe avere avanti questo Consiglio regionale e soprattutto i prossimi.
Se non accetta questa sfida e continua ad andare avanti in maniera inerziale, con piani e progetti antichi, sbaglia, ma sbaglia di grosso, cioè stiamo andando a consumare suolo, costruire case che nessuno occuperà, a meno che non abbiate intenzione di accogliere decine, centinaia di migliaia di persone che arrivano da altre parti del mondo, cosa ammissibile ma non mi sembra in linea con i vostri progetti e programmi.
Quindi state costruendo cemento, state buttando cemento nel Veneto per nulla, facendo un danno ambientale e senza produrre nulla, perché oggi ci sono già 500.000 case sfitte nel Veneto, pensate a riutilizzare quelle 500.000 case sfitte insomma, 500.000 case sfitte, questi sono dati che ho chiesto più volte alla Regione, finalmente mi son stati dati, 500.000 case sfitte nell'ultimo censimento.
Di questo dovremmo parlare, purtroppo sento anche dalla risposta dell'Assessore che continuiamo a proseguire nella stessa identica strada, secondo me è un errore, ma un errore grave che pagheranno i nostri figli e i nostri nipoti.

PRESIDENTE

Non ci sono risposte rispetto al punto 5).
PUNTO
6



RICHIESTA DI REFERENDUM ABROGATIVO, AI SENSI DELL'ARTICOLO 75 DELLA COSTITUZIONE E DELL'ARTICOLO 29 DELLA LEGGE 352/1970 "NORME SUI REFERENDUM PREVISTI DALLA COSTITUZIONE E SULL'INIZIATIVA POPOLARE", DI ARTICOLI DEL TESTO UNICO PER L'ELEZIONE DELLA CAMERA (DPR 361/1957), DEL TESTO UNICO PER L'ELEZIONE DEL SENATO (D.LGS. 533/1993), DELLA LEGGE 51/2019 "DISPOSIZIONI PER ASSICURARE L'APPLICABILITÀ DELLE LEGGI ELETTORALI INDIPENDENTEMENTE DAL NUMERO DEI PARLAMENTARI", DI DISPOSIZIONI DI DELEGA CONTENUTE NELL'ARTICOLO 3 DELLA LEGGE 165/2017 "MODIFICHE AL SISTEMA DI ELEZIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E DEL SENATO DELLA REPUBBLICA. DELEGA AL GOVERNO PER LA DETERMINAZIONE DEI COLLEGI ELETTORALI UNINOMINALI E PLURINOMINALI" DI CUI ALLA DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE N. 85 E N. 86 DEL 25 SETTEMBRE 2019: CONFORMAZIONE DEL QUESITO REFERENDARIO ALLA ORDINANZA DELLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE, UFFICIO CENTRALE PER IL REFERENDUM DEL 16 OTTOBRE 2019. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 111) RESPINTA

Relazione della Prima Commissione consiliare.
Relatore in Aula il Consigliere Alessandro Montagnoli; Correlatore il Consigliere Orietta Salemi.
(N.d.r. – Si trasmette il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi Consiglieri,
con deliberazione del Consiglio regionale n. 85, comprensiva di "Breve illustrazione della proposta referendaria" e n. 86, entrambe del 25 settembre 2019 ed assunte a maggioranza dei consiglieri assegnati, si disponeva, rispettivamente, di promuovere referendum abrogativo, ai sensi dell'articolo 75 della Costituzione e dell'articolo 29 della legge 352/1970 "Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sull'iniziativa popolare", di articoli del Testo Unico per l'elezione della Camera (DPR 361/1957), del Testo Unico per l'elezione del Senato (D.Lgs. 533/1993), della legge 51/2019 "Disposizioni per assicurare l'applicabilità delle leggi elettorali indipendentemente dal numero dei parlamentari", di disposizioni di delega contenute nell'art. 3 della legge 165/2017 "Modifiche al sistema di elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei Collegi elettorali uninominali e plurinominali" avente ad oggetto: "Abrogazione delle disposizioni sull'attribuzione dei seggi con metodo proporzionale in collegi plurinominali nelle elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica", riportando il relativo quesito e si designavano il Presidente Roberto Ciambetti, quale delegato effettivo e il consigliere Alessandro Montagnoli, quale delegato supplente del Consiglio regionale del Veneto, ai fini del deposito della richiesta di referendum e dei conseguenti adempimenti.
Alla deliberazione del Consiglio regionale del Veneto hanno fatto seguito le conformi deliberazioni dei Consiglieri regionali del Piemonte, della Lombardia, del Friuli-Venezia Giulia, della Sardegna, dell'Abruzzo, della Basilicata e della Liguria; quanto sopra al fine di concorrere a determinare le condizioni di cui all'articolo 75 della Costituzione, ove si prevede che cinque Consigli regionali possano richiedere l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge e dalla disciplina attuativa, come delineata dalla legge 25 maggio 1970, n. 352, "Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa di referendum legislativa del popolo".
Come da conforme verbale di deposito di richiesta di referendum previsto dall'articolo 75 della Costituzione, redatto dalla Corte suprema di Cassazione in data 30 settembre, risulta depositata alla Corte medesima da parte dei Consigli regionali succitati e per il tramite dei rispettivi delegati effettivo e supplente, la richiesta di referendum abrogativo sul quesito come riportato nelle deliberazioni consiliari e nel verbale medesimo, ed eletto domicilio.
La Corte suprema di Cassazione, Ufficio centrale per il referendum, con ordinanza del 16 ottobre 2019, notificata ai delegati degli otto Consigli regionali promotori ed acquisita agli atti del Consiglio regionale del Veneto in data 21 ottobre 2019, conformemente a quanto previsto dall'articolo 27, terzo comma della legge n. 352 del 1970 e ritenendo che "non risulta appieno rispettata la prescrizione", in quanto "in particolare, non risulta integralmente trascritto il testo letterale di tutte le disposizioni di legge delle quali sia proposta la abrogazione", ha invitato i "promotori" "ad integrare la formulazione del quesito con integrale trascrizione dei testi delle disposizioni di cui si chiede l'abrogazione" ed ha altresì proposto "al fine di identificare l'oggetto del referendum, la seguente denominazione: "abolizione del metodo proporzionale nell'attribuzione dei seggi in collegi plurinominali nel sistema elettorale della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica".
Contestualmente è stato assegnato il termine dell'8 dicembre 2019 ai promotori per far pervenire "l'integrazione del quesito referendario con idonea trascrizione dei testi delle disposizioni di cui si chiede l'abrogazione ed eventuali osservazioni scritte in merito alla denominazione della richiesta di referendum" di cui all'ordinanza predetta.
Si ritiene di provvedere in merito, integrando, con atto meramente ricognitivo, il quesito nei termini oggetto della ordinanza e, con l'occasione, accogliendo e approvando, al fine di identificare l'oggetto del referendum, la denominazione proposta, nonché dare mandato ai propri delegati effettivo, Consigliere Ciambetti Roberto e supplente, Consigliere Montagnoli Alessandro, di far pervenire entro l'8 novembre 2019 la presente deliberazione integrativa del quesito, mediante deposito presso la cancelleria dell'Ufficio centrale per il Referendum presso la Corte Suprema di Cassazione.
Nella seduta n. 187 del 30 dicembre 2019 la Prima Commissione ha licenziato il provvedimento a maggioranza con il voto favorevole dei rappresentanti dei Gruppi consiliari Liga Veneta-Lega Nord e Zaia Presidente; hanno espresso voto contrario i rappresentanti del Gruppo consiliare Partito Democratico e la componente politica "Veneto 2020 – Italia in Comune" del Gruppo Misto; si sono astenuti i rappresentanti dei Gruppi consiliari Movimento 5 Stelle e Civica per il Veneto".

PRESIDENTE

Sono pervenute da parte della Cassazione dei consigli, delle raccomandazioni che abbiamo recepito.
Prego, collega Montagnoli, relatore.

Alessandro MONTAGNOLI (Liga Veneta – Lega Nord)

Presidente, colleghi, il Consiglio con delibera 85 e 86 aveva approvato la proposta di referendum insieme ad altre regioni, 8 regioni, che abbiamo depositato alla Corte di Cassazione.
Come ha appena detto il Presidente, con ordinanza del 16 ottobre la Corte ha scritto a tutti gli 8 Consigli regionali, chiedendo che fosse specificato le parole della legge che si vanno ad abrogare, infatti nel testo vedete in corsivo, nella proposta da noi approvata c'era scritto: "L'abrogazione di testi di legge", adesso lo mettiamo in dettaglio, in più ci è stato chiesto anche di aggiungere che si identifichi l'oggetto del referendum, che è l'abolizione della quota proporzionale, mere rettifiche tecniche, non si cambia nulla. Entro l'8 dovevamo depositarlo presso la Corte, già altre Regioni hanno già deliberato, per cui non c'è nulla di particolare, c'è scritto - in base alla legge 352/70 - in maniera chiara le norme che si vanno a cancellare, più l'abolizione della quota, sappiamo che la proposta è quella di andare a maggioritario puro.
(N.d.r. – Si trasmette il testo scritto della relazione di minoranza)
"Sul merito della proposta di deliberazione ci siamo già espressi nella seduta del mese scorso.
Oggi arriva in aula un testo modificato per effetto di un'ordinanza della Corte di Cassazione che ha legittimamente eccepito alcune omissioni dell'articolato della delibera: omissioni non irrilevanti, (vedi, per esempio, interi articoli e commi che sono stati esplicitati nella nuova versione del testo ....). Uno per tutti il correttivo della Corte sulla denominazione del quesito referendario che addirittura non identificava l'oggetto del referendum: cioè l'abrogazione del metodo proporzionale. In sostanza cosa ha fatto la Cassazione? È intervenuta a tutela del popolo sovrano – come direbbe la Lega – per garantire la corretta informazione e comprensione sui passaggi abrogativi della proposta referendaria. La Cassazione interviene persino per rendere consapevole il cittadino su quanto è chiamato a decidere nel seggio, costringendo a chiarire che dietro la lenzuolata di "taglia e cuci" legislativo c'è l'abrogazione del metodo proporzionale. Cioè un cambio di sistema elettorale!
Basta questo per avere la conferma che bisognava fermarsi per approfondire, confrontarsi. Invece no, una iniziativa legislativa frettolosa, discussioni lampo e votazioni altrettanto forzate nei consigli delle otto regioni che hanno risposto "signor sì" al diktat del Capitan Salvini. È bastato il passaggio in Cassazione per far emergere le prime falle e fragilità di tutta l'operazione.
Perché una modifica legislativa non può ridursi a cancellare una parola qui, un comma là, per espungere dall'attuale legge elettorale in vigore quello che momentaneamente non va bene, o meglio, non conviene a qualcuno. Si vuole passare da un sistema a prevalenza proporzionale a un sistema totalmente maggioritario? Legittimo farlo, ma lavorando con i tempi ragionevolmente prevedibili per un'azione legislativa. E invece ecco le marce forzate che provocano l'effetto distorsivo di uno strumento di democrazia come il referendum e rivelano un modo quanto meno stravagante di concepire le istituzioni da parte della Lega.
Il referendum è istituito di democrazia diretta, ma come molti costituzionalisti raccomandano, va maneggiato con cura. L'eccesso o l'uso distorto rischia di trasformare uno strumento di democrazia in un'arma di manipolazione di massa, come l'ostracismo di antica memoria.
Ecco perché la Cassazione è intervenuta, per evitare che i cittadini facessero "la classica firma su assegno in bianco". Con l'inevitabile risultato, però, che davanti a un lenzuolo a due piazze, com'è il testo da somministrare, ogni elettore si sentirà smarrito, se non preso in giro ... Perché se arriverà nelle urne sfido qualunque cittadino a dichiarare di aver letto e compreso per esteso tutta la richiesta, a seguito della quale andrà ad apporre con consapevolezza la propria croce.
Insomma l'intervento della Cassazione ci conferma che questa iniziativa della Lega, più che una consultazione referendaria, è un'operazione di propaganda, frettolosa e per questo anche malriuscita. Per questo noi confermiamo il nostro voto contrario."

PRESIDENTE

Grazie. Collega Salemi, Correlatrice.

Orietta SALEMI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Noi ci eravamo già espressi nel merito quando era stato portato in sia in Commissione che in Aula mi pare il mese scorso e ribadiamo ovviamente la nostra contrarietà.
Innanzitutto precisiamo che oggi arriva il testo perché la Cassazione ha eccepito alcune omissioni di interi - a parte di articoli - anche di interi commi, una per tutte l'omissione più grave era quella relativa all'oggetto della richiesta referendaria, non irrilevante, perché di fatto la Cassazione interviene e chiede che il cittadino sia reso consapevole di quello che poi va a segnare nell'urna, e cioè in sostanza l'abrogazione del metodo proporzionale perché di questo si tratta, quindi non una cosa irrilevante nell'oggetto del referendum, il cambio di un sistema elettorale.
Io credo che l'operazione taglia e cuci, un po' frettolosa, diciamolo pure, tant'è che la Cassazione è dovuta intervenire, non ci convince, perché se è legittimo pensare che si possa passare da un sistema elettorale a un altro, in questo caso da un sistema sostanzialmente proporzionale, preferibilmente proporzionale, ad un sistema totalmente maggioritario, è legittimo farlo ed è legittimo farlo con le procedure e i tempi necessari per l'approfondimento e per il confronto, come dicevamo, e questo non è avvenuto, abbiamo fatto – lo diciamo in italiano – marce forzate su questo, infestis itineribus perché tutte le otto Regioni che sono state chiamate in qualche modo a rispondere a un diktat, che è la nuova legge elettorale di Salvini, hanno affrettato i tempi, hanno condensato se non addirittura operato una corsa a chi votava per prima la legge in Aula, con il risultato che la prima eccezione è arrivata dalla Corte di Cassazione. Dico la prima perché poi vedremo che cosa succede con la Corte Costituzionale, perché il tema della legittimità... Esatto, se volete chiamare i vostri amici potete verificare.
Anche perché poi se noi guardiamo la storia dei referendum in Italia non abbiamo certo dimostrazione che questo appello, diciamo così, al popolo sovrano abbia sortito degli effetti interessanti, quantomeno diciamo che 1, 2 referendum.
La questione è questa, collega Barbisan, che mi provoca, la questione è questa: c'è un tema che riguarda l'uso distorsivo di uno strumento di democrazia diretta, questo è il tema.
Cosa succedeva molti anni fa? Che uno degli strumenti osannati della democrazia diretta nell'antica Grecia era l'ostracismo. Cosa succede? Che l'ostracismo, da strumento di democrazia, diventa un abuso e quando diventa un abuso si perde la democrazia. Allora se noi pensiamo di poter adattare lo strumento in base alle esigenze di quello che più ci conviene la riprova è questa.
Voi pensate che nell'operazione taglia e cuci, questo è quello che è successo rispetto a quello che chiede la Cassazione, si era detto: beh, omettiamo un comma qua, tagliuzziamo un articolo là e dopodiché il cittadino fa un atto di fede, solo che invece che avere un lenzuolino a una piazza, adesso ce ne abbiamo a due piazze, perché io sfido qualunque cittadino ad entrare nell'urna a spiegare il foglio, a leggere per esteso tutti i dettagli degli articoli dei commi e poi a votare con scienza e coscienza.
L'intervento della Cassazione - non voglio farla lunga, guardate, perché poi vedo che ci sono anche altri colleghi e poi c'è tutta la maratona del DEFR, per cui non serve - però diciamo che l'intervento della Cassazione dimostra ancora una volta che questa non è una iniziativa di consultazione referendaria, ma è un'iniziativa di propaganda politica, ed è questa la ragione per la quale noi confermiamo la nostra contrarietà.

PRESIDENTE

Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali)

Grazie, Presidente.
Anch'io sarò breve e sintetico. La prima considerazione, l'avevo detto, andate a risentirvi la discussione della legge, avevo detto: l'avete fatta talmente in fretta e furia senza riflettere adeguatamente, rispetto al contenuto, sarete costretti a modificarla. Pensavo e speravo che questo avrebbe portato fuori dal limite di tempo, vedo e noto che vi è stata consentita una finestra per poter modificare questa legge. Forse ha agito correttamente la Cassazione, io adesso non voglio qui entrare in un aspetto tecnico.
Fatto sta che bisognava presentarla entro il 30 ottobre, siamo andati al all'8 di novembre come scadenza per modificare i termini che avevate sbagliato nella vecchia presentazione della richiesta di referendum, quindi è stata consentita una finestra. Probabilmente ha agito correttamente la Cassazione. Vi avevo detto che quella fretta sarebbe stata cattiva consigliera e siamo qui a rifare in fretta e furia per la seconda volta un'altra legge, lo stesso staranno facendo le altre otto Regioni.
Seconda considerazione: una volta di fronte ai diktat romani avreste risposto picche, "no stiamo fermi sul nostro testo e stiamo fermi sulla certezza delle nostre posizioni". Ha ragione il collega Guadagnini, ormai vi siete rammolliti in questo. Qui, invece, quello che la Cassazione ha detto avete preso, non è che avete resistito potevate anche resistere dire no abbiamo ragione noi è giusta la posizione che abbiamo vagliato attentamente in otto Consigli regionali, il territorio decide, non decide Roma, aggiungevate sempre anche qualcos'altro dopo, però invece questa volta ciò che la Cassazione ha detto è imperativo nel Consiglio regionale del Veneto, e cioè: non abbiamo deciso nulla sul referendum maggioritario, perché non mi pare che sia partito né dal Presidente Zaia, né da nessun collega di quest'Aula, ma è partita fuori da quest'Aula e fuori dal Veneto la decisione di fare un referendum maggioritario, quando la Regione Veneto ha votato non abbiamo resistito, perché ciascuna Regione è titolare, noi potevamo decidere di mantenere la posizione precedente, perché l'abbiamo attentamente vagliata in questo Consiglio regionale, si chiamano Autonomie - questo vi informo colleghi - e invece Cassazione si chiama Cassazione ed è una cosa nazionale.
Il livello nazionale impone a livello autonomo una revisione della norma, ed è quello esattamente che voi state facendo. Ha ragione il collega Guadagnini, proprio non c'è più nessuna volontà di contrapporsi o di tentare di far capire che ci sono punti di vista diversi.
I referendum in materia costituzionale, ma guardate che nessuno posso sbagliarmi ma referendum costituzionali che hanno avuto il vaglio del popolo e sono stati approvati sono stati due: uno fatto subito dopo la liberazione, nel quale il popolo italiano è stato chiamato a decidere tra Repubblica e Monarchia, vinse la Repubblica, molte forze politiche che sono qui rappresentate in quest'Aula, la storia di quelle forze politiche, votarono allora per la monarchia e vinse la Repubblica; c'è un secondo referendum costituzionale che è stato sottoposto al vaglio degli elettori italiani, l'unico che ha vinto, l'unico che ha vinto perché tutti gli altri hanno perso, quello del 2006 voluto dal Governo Berlusconi e quello del Governo Renzi entrambi sono stati bocciati e anche abbastanza sonoramente dagli italiani.
Ce n'è uno solo che ha vinto: la riforma, ero parlamentare lo sapete, del Titolo V, quella riforma non voluta da voi, votato contrario, avete votato contrario in Parlamento e poi anche nel referendum avete votato contro. Se era per voi della Lega a quest'ora non esisteva il Titolo V e non esisteva la possibilità di richiedere l'autonomia, né per quello che avete fatto in Parlamento, né per quello che avete fatto come elettori, cioè il Presidente Zaia ha votato contro nel referendum del 2001 per la realizzazione dell'autonomia, per fortuna la maggioranza degli italiani ha votato a favore e oggi quel Titolo V c'è nella Costituzione perché qualcuno l'ha votato in Parlamento, non la Lega, e qualcuno l'ha votato tra il popolo, non i leghisti che votarono tutti, tutti voi, tutti quelli che sono in quest'Aula, hanno votato contro.
Se non era per quel referendum, l'unico approvato, l'unica riforma costituzionale approvata dal popolo italiano, perché la Repubblica ha generato la Costituzione della Repubblica italiana ma era un referendum consultivo, cioè nel quale si chiedeva se si voleva essere repubblica o monarchia, il vero referendum di riforma costituzionale approvato dal popolo e unico referendum approvato dal popolo è stato nel 2001, e questo è stato approvato contro il vostro parere, contro il parere della Lega, ma credo di tutto il Centrodestra. Giusto per fare un po' di storia.
Ultima considerazione: insieme ad altri colleghi nel primo passaggio io non ho partecipato alla votazione, perché ritengo che questa norma abbia un profilo di incostituzionalità, cioè questa norma, così come approvata sulla carta, però le leggi elettorali si giudicano anche sulla carta, sull'ipotesi quasi impossibile da realizzarsi, in linea teorica potrebbe restituire un Parlamento costituito da una sola forza politica, al 100%, zero rappresentanti dell'opposizione. Vi ho fatto anche un esempio: elezioni del 1996, la Lega con il 9% o 10% che prese non sarebbe entrata in Parlamento, zero rappresentanti tra Camera e Senato, perché o vinceva il Polo delle Libertà o come si chiamava, o vinceva l'Ulivo, risultato è che una forza con il 10% dei voti portava zero Parlamentari in Parlamento.
Qui, in linea teorica, la vostra proposta è ancora peggio, perché ipotizza addirittura il 100% di Parlamentari di un'unica forza politica che potrebbe anche, aggiungo, non avere il 50% dei voti. Cioè in linea teorica con tre raggruppamenti una forza intorno al 40%, però preso ovunque e prima in tutti i collegi, risulterebbe rappresentante del 100% dei seggi elettorali dell'Italia, con il 60% degli italiani che hanno votato qualcos'altro.
Io mi domando, ma vi domando, perché siete persone con le quali ci confrontiamo quotidianamente, vi chiedo: vi sembra possibile, vi sembra giusta una roba del genere? É la proposta di legge che state votando. Ma pensate che le cose possono cambiare, no? Pensate se è corretto che una forza, come è successo nel 1996, che aveva il 10% non viene rappresentata in Parlamento? É quello che state proponendo con questa riforma costituzionale, allora io mi auguro che con questa riforma costituzionale.
Io mi auguro che la Corte Costituzionale possa esprimere un giudizio molto chiaro e molto netto su questa legge e, quindi, mi rimando a ciò che ho già dichiarato nel primo passaggio sul mio giudizio e pregiudizio nei confronti di questa legge, e quindi rimane quella volontà politica.
La mia non partecipazione al voto, la prima, la considero esaustiva della mia volontà di ricorrere alla Corte Costituzionale, la quale mi auguro possa esprimersi in maniera definitiva rispetto a questa ipotesi di legge, pur non avendo io nessun parere così contrario nei confronti del sistema maggioritario, nei Comuni ha funzionato perfettamente, benissimo, ma nei Comuni non hai il 100%, hai esattamente l'esatto contrario cioè hai un blocco oltre il quale una maggioranza non può andare voi non l'avete previsto, ma vi rendete conto?
Secondo voi, le minoranze possono non essere rappresentate in Parlamento ma io veramente mi domando se siamo ancora dentro al sole ferragostano o se stiamo veramente facendo una cosa ragionevole dentro a questa proposta di legge, perché, ripeto, si può andare verso un sistema più maggioritario ma non così.
Quindi mantengo il giudizio già espresso. Siccome qui voi state votando un'altra cosa, state votando sulla richiesta della Cassazione, mi limiterò a votare in maniera contraria a questa legge e, quindi, anche con la collega Bartelle e con la collega Guarda voteremo contro, perché questo, di fatto, è solo il parere e la richiesta della Cassazione; parlo per questi tre, ognuno parla per chi vuole.
La ringrazio, Presidente, credo di essere stato molto chiaro rispetto ai miei punti di avversione rispetto a questa legge.

PRESIDENTE

Chiarissimo. Però, sul 96 chi ha preso il 10% era rappresentante in Parlamento, c'era qualcuno.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali)

C'era questa legge, non veniva rappresentato in Parlamento, questo sto dicendo.

PRESIDENTE

Nei Collegi uninominali la Lega elesse molti parlamentari, glielo assicuro.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali)

Non lo so, andrò a controllare, Presidente.

PRESIDENTE

Controlli. Prego, Zorzato.

Marino ZORZATO (Forza Italia – Berlusconi Presidente – Area popolare Veneto)

Grazie, Presidente.
A dir la verità, questo intervento sul merito non ho un trasporto particolare, Presidente, anche perché ho la convinzione che chi ha fatto questa proposta di legge non avesse nessuna intenzione che la legge andasse a buon fine, credo lo abbia fatto perché è una provocazione politica, dando per scontato che tra poco ci sarà una modifica elettorale nazionale che annulla il referendum che era fatto, quindi è politica, come si dice.
Però la cosa che mi ha fatto intervenire, il motivo è un altro, c'è stata una polemica qualche giorno fa sul diritto di voto agli anziani... Il collega di solito si infastidisce quando gli rompono le scatole quando parla, ma vedo che invece quando non tocca a lui... Dico, c'è questa polemica su: li facciamo votare o no gli anziani? E nella polemica che ha visto molti pareri c'è un argomento che collego a questa provocazione alla giornata di oggi: l'anziano - se sta bene, di massima sì - ha memoria e si ricorda i comportamenti. Oggi io credo che mi sto rendendo conto che chi come me ha esperienza politica è ora che vada a casa, ma lo dico convintamente, ma vi dico perché - e fatevi una domanda - perché io ho memoria ancora e rispetto al tema di oggi fate schifo, perché chi lo vota per vent'anni è stato proporzionalista convinto. In ogni tavolo del PdL la Lega voleva proporzionale puro e nel Rosatellum si è battuta per la quota proporzionale, non per la quota maggioritaria, e il Pd da Veltroni in poi, invece, era per il maggioritario; oggi è un brodo, un minestrone e io mi domando ma cosa state a votare che votate contro la vostra storia, contro i vostri voti nel passato? Da sempre, ognuno di voi vota contro se stesso. Ma siccome siete giovani non avendo memoria storica, eh no è il vostro nuovo credo, cioè la Sinistra è proporzionalista, la Lega è maggioritaria, la nuova Lega, la nuova Sinistra.
Chi come me ha un po' di storia dice: francamente non vi riconosco più, siete diversi da quello che eravate. Però siccome questa legge andrà sul cestino, era un po' è un po' come sempre, ma d'altra parte mi astengo per coerenza con la mia storia mi astengo.
Signori, la domanda vera è: la politica usa queste aule, ma quando parliamo di sprechi di soldi pubblici questo è il classico provvedimento politico, che ha valore politico, che ha un costo del quale i cittadini non avranno nessun beneficio.

PRESIDENTE

Grazie, Fracasso Prego.

Stefano FRACASSO (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
L'intervento del collega Zorzato che ha dispensato a Destra e a Sinistra ma si è tolto dal suo ruolo. Forza Italia era proporzionalista, era maggioritaria era un po' uno e un po' l'altro o nessuno dei due? Era maggioritaria, era. Anche perché, collega Zorzato, la legge che uscirebbe da questo referendum non è una legge maggioritaria, questo è il punto, è un super maggioritario, è un fantamaggioritario, un turbo maggioritario, ancora più in là. Nel senso che un maggioritario che si rispetti non preveda che un'unica forza politica possa avere il 100% di seggi, non esiste al mondo un maggioritario così. Infatti io avevo detto che c'era un Paese dove questo sistema vigeva, ed era la Bulgaria prima della caduta del regime, tanto è vero che si usa "maggioranza bulgara", perché bulgara? Perché in Bulgaria un partito prendeva il 100% dei seggi. Questa è la sostanza della legge che deriverebbe da questo referendum che ripeto non è un maggioritario, è un turbo maggioritario e fa riferimento al modello bulgaro ante caduta del muro.
Con questo le altre considerazioni che abbiamo fatto, già in sede di discussione della proposta di referendum, valgono anche oggi, il nostro voto sarà contrario.

PRESIDENTE

Grazie, Azzalin prego.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Io sono ovviamente contrario a questa deliberazione, debbo dire che probabilmente chi si è apprestato a studiare questo referendum non ha tenuto conto di tutti gli aspetti, perché in realtà io un po' c'ho pensato mi sono anche preoccupato di quello che è l'esercizio del voto che va comunque garantito, e allora ho provato a pensare: ma come si potrà esercitare questo diritto di voto? Di solito di campagna elettorale ne abbiamo fatte tante, ne avete fatte tante anche voi, quindi una delle cose essenziali è il facsimile di scheda che bisogna avere e poi diffondere per spiegare alla gente quello che deve fare e quindi motivare le ragioni. Ora questo è un problema perché io ho trovato il facsimile di scheda, il facsimile di scheda è questo, colleghi, questo è il facsimile di scheda...

PRESIDENTE

Seduta sospesa.
La seduta è sospesa alle ore 16.16.
La seduta riprende alle ore 16.17

PRESIDENTE

Riprendiamo la Seduta. Collega Guadagnini, prego.

Antonio GUADAGNINI (Siamo Veneto)

Io queste cose le ho già dette, sulla procedura adottata per arrivare ad approvare questa legge ho già detto che sono profondamente contrario, anche per le cose che ha appena detto Azzalin, ma sul fatto che esca una buona legge da questa roba qua è fuori discussione, perché esce una legge maggioritaria come quella che c'è in Inghilterra, no in Turchia. L'Inghilterra è la patria della democrazia, il fatto che una legge maggioritaria consenta nei luoghi ampia rappresentanza, se non totale rappresentanza, ai partiti che sono maggiormente presenti, secondo me non è per niente scandaloso, voglio dire, è un mattarellum senza quota proporzionale, secondo me è una legge perfetta.
Poi è diverso il discorso sulla procedura, per carità, lasciamo perdere, difatti io non voto, ma sul fatto che la legge elettorale che ne uscirebbe è migliore di quella che c'è adesso, e forse la migliore che ci sia mai stata in Italia è fuori discussione. Cioè non possiamo dire che esce una legge bulgara quando è una legge che consente di votare gli eletti su collegi uninominali maggioritari, è appunto la legge che c'è oggi vigente in Gran Bretagna, non mi pare che sia una democrazia di serie B, anzi, magari averne di quelle. É la democrazia che consente agli scozzesi di votare sull'indipendenza, mentre da noi vengono presi, da noi o nei paesi limitrofi, vengono presi a manganellate. Se c'è un'espressione vera di democrazia in Europa è proprio quella inglese e quella legge elettorale, secondo me, non ha niente di male. Ripeto, la procedura era meglio che fosse più articolata e meglio concepita.

PRESIDENTE

Bene, grazie. Non vedo altri interventi, passerei alla votazione della PDA n. 111. C'è un'unica votazione, ricordiamo poi coordinamento tecnico da parte degli uffici, se non vedo dichiarazioni di voto passiamo alla votazione.
Pongo in votazione la PDA n. 111.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
PUNTO
7



BILANCIO DI PREVISIONE FINANZIARIO 2020-2021-2022 DEL CONSIGLIO REGIONALE (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 108) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 106/2019)

Relatore in Aula il Consigliere Bruno Pigozzo.
(N.d.r. – Si trasmette il testo scritto della relazione illustrativa per conto dell'Ufficio di Presidenza.)
" Colleghi Consiglieri,
Il nuovo Statuto del Veneto conferma il principio di autonomia contabile, di bilancio e di gestione del Consiglio regionale. La legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 "Autonomia del Consiglio regionale" ha dato attuazione a tali principi disciplinando il processo di programmazione e controllo nell'ambito del quale si colloca il processo di formazione del bilancio di previsione. Compete all'Ufficio di Presidenza una funzione di indirizzo che esplica mediante l'adozione delle linee guida programmatiche valide per la durata del mandato dell'Ufficio di Presidenza medesimo che, come è noto, è fissato dallo Statuto del 2012 in trenta mesi. Le linee guida programmatiche sono tradotto dall'Ufficio di Presidenza in obiettivi operativi finalizzati ad orientare gli strumenti di programmazione finanziaria e gestionale (bilancio di previsione e programmazione operativa). L'autonomia del bilancio consiliare è riconosciuta dalla normativa nazionale ad opera del decreto legislativo n. 118 del 2011 che ha introdotto l'armonizzazione dei bilanci pubblici e, con particolare riferimento ai bilanci consiliari, ha sostituito nelle fonti la legge n. 853 del 1973 con decorrenza dal 1° gennaio 2015 e all'articolo 67 stabilisce che l'autonomia contabile del Consiglio regionale deve essere assicurata dalle Regioni, sulla base delle disposizioni statutarie.
Se da un lato la riforma conferma espressamente l'autonomia contabile e di bilancio dei consigli regionali dall'altro impone l'adozione di determinati schemi di bilancio e il rispetto di specifici principi e l'omogeneizzazione dei sistemi contabili. In particolare, ai sensi del comma 2 del succitato articolo 67, il Consiglio adotta il medesimo sistema contabile e gli schemi di bilancio e rendiconto della Regione, adeguandosi ai principi generali e applicati allegati al decreto legislativo n. 118 del 2011.
Tale disciplina prevede un unico bilancio di previsione finanziario, in sostituzione del bilancio di previsione annuale e del bilancio pluriennale, e la rappresentazione delle autonomie di entrata e di spesa rispettivamente per titoli (secondo la fonte di provenienza) e tipologia (in base alla natura e per missioni (funzioni principali e obiettivi strategici perseguiti dall'ente), programmi (aggregati di attività volti a perseguire gli obiettivi definiti nell'ambito delle missioni) e titoli (spese correnti e capitale).
In attuazione dell'articolo 10 della lr 53/2012, l'Ufficio del presidente del Consiglio regionale del Veneto con la propria deliberazione n. 48 del 31 luglio 2019, ha approvato rispettivamente, l'aggiornamento delle "Linee guida programmatiche" (approvate con deliberazione n. 37 dell'8 maggio 2018) e le "Direttive per la gestione", sulla base delle quali i centri di responsabilità hanno formulato le proposte di programma operativo e le conseguenti previsioni di bilancio.
Nel complesso il fabbisogno finanziario del Consiglio regionale e degli organismi di garanzia per l'anno 2020 ammontano ad euro 49.998.233,00 (escluse le risorse trasferite dallo Stato alla Regione – ai sensi della legge 249/1997 per l'esercizio delle funzioni delegate del Corecom e della legge 28/2000 per i rimborsi alle emittenti locali in materia di MAG – e della Regione al CRV che sono previste in euro 303.531,00 per il 2020, per il 2021 e per 2022), a cui si aggiungono euro 100.000,00 per il pagamento delle competenze dei componenti del Collegio dei revisori dei conti della Regione del Veneto.
Nel complesso i fondi regionali che saranno destinati al fabbisogno finanziario per il funzionamento del Consiglio regionale e degli organismi di garanzia rimane invariato rispetto al 2019 e costante per gli anni successivi 2021 e 2022 pari a euro 49.998.230,00.
Nella Nota integrativa allegata al bilancio sono contenute informazioni di dettaglio sulle previsioni di spesa allocate nei singoli programmi. In sintesi le previsioni sono formulate sulla base delle linee guida programmatiche aggiornate all'Ufficio di Presidenza con la deliberazione n. 48 del 31 luglio 2019, riportate nel testo integrale nella Nota integrativa, che assegnano una posizione centrale al rinnovamento della capacità:
1) di ascolto e conoscenza della società veneta;
2) di esercizio della rappresentanza generale della comunità regionale al fine di garantire una compiuta espressione dei diversi valori, dei bisogni e degli interessi in essa presenti;
3) di comunicazione del proprio ruolo di organo legislativo dell'istituzione regionale e come tale di luogo di ascolto e incontro, centro di equilibrio del complessivo sistema delle autonomie amministrative, funzionali e sociali;
4) di controllo e di indirizzo dell'esecutivo, nonché di verifica dell'attuazione e dell'efficacia delle leggi che si devono fondare su una completa conoscenza e un'attenta analisi dei dati di settore;
5) dell'istituzione regionale e della sua organizzazione di generare valore, ovvero di ottenere il maggior progresso possibile per il raggiungimento dei risultati prefissati, soddisfacendo le esigenze degli utenti interni ed esterni, con il minor impiego possibile di risorse".

PRESIDENTE

Pigozzo, prego.

Bruno PIGOZZO (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
L'approvazione del bilancio di previsione finanziario 2020, 2021 e 2022 del Consiglio precede in termini temporali l'approvazione del bilancio della Regione, che sarà oggetto dei prossimi punti all'ordine del giorno.
Il bilancio di previsione è stato costruito in base appunto alle regole del 118 con una formula analoga a quella del bilancio generale della Regione, e quindi con la suddivisione in titoli, missioni, programmi, e risponde a quella che è stata l'impostazione delle linee guida programmatiche approvate dall'Ufficio di Presidenza e delle direttive per la gestione, in base alle quali i vari ambiti dell'attività del Consiglio regionale hanno predisposto lo schema di bilancio.
Sostanzialmente, in maniera molto sintetica, i numeri del bilancio del prossimo anno e dei prossimi due anni del triennale sono in perfetta stabilità rispetto a quello dell'anno corrente 2019, e quindi la somma del fabbisogno finanziario del Consiglio ammonta a 49.998.230 euro, a queste poi vanno aggiunte le 100.000 euro per i compensi al Collegio dei Revisori e la quota che verrà erogata per le funzioni delegate del Co.Re.Com. e il rimborso in materia di messaggi autogestiti.
Gli obiettivi dati dall'Ufficio di Presidenza, in base alle linee programmatiche e alle direttive della gestione riguardano appunto l'attività di ascolto e conoscenza della società della nostra Regione da parte del Consiglio, la rappresentanza generale della comunità regionale, il ruolo legislativo e il centro di confluenza degli interessi complessivi del sistema delle autonomie locali, delle funzioni e delle realtà sociali della nostra Regione, il controllo dell'attività di indirizzo che il Consiglio dà tramite il bilancio all'esecutivo cioè alla Giunta.
Attraverso l'approvazione di questo bilancio noi quindi chiediamo alla Giunta la somma di 49.998.000 per il funzionamento dell'attività del Consiglio e per gli organismi di garanzia per l'anno 2020, i 100.000 per il Collegio dei Revisori e le somme poi introitate a titolo di trasferimenti per il funzionamento del Co.Re.Com (Comitato Regionale per la Comunicazione).
Rinvio alla Nota integrativa i dettagli di questa presentazione del bilancio e abbiamo anche - ce l'avete in documentazione - il parere positivo del Collegio dei Revisori che attesta la regolarità delle poste a bilancio e il rispetto dei limiti di spesa dei parametri previsti per le varie tipologie di spesa per gli organismi di rappresentanza, le spese di formazione, di missione, incarichi di consulenza e mezzi di trasporto.
Con questo chiedo quindi al Consiglio la disponibilità ad approvare il bilancio di previsione 2020, 2021, 2022 del Consiglio.

PRESIDENTE

Grazie. Fracasso, prego.

Stefano FRACASSO (Partito Democratico)

Presidente, grazie.
Siamo all'ultimo bilancio del Consiglio di questa Legislatura e va sottolineato come in questi anni l'obiettivo di riduzione del costo complessivo del funzionamento di questa Assemblea sia stato centrato; va anche a merito di tutto l'Ufficio di Presidenza che ha fatto, anno per anno, un monitoraggio costante di tutte le attività e ha, anno per anno, generato un risparmio che è stato poi girato al bilancio generale della Regione e che è entrato più nella disponibilità della Giunta anche per un indirizzo proprio di quest'Aula, soprattutto negli anni più duri della crisi economica e sociale, quindi sul finire della precedente Legislatura, rispetto a quelli che potrebbero essere oggi nuovi indirizzi di utilizzo di quei risparmi.
Lo dico perché anche quest'anno poi in Commissione abbiamo sollevato motivi di perplessità su come quell'indirizzo per il quale i risparmi del Consiglio andavano e vanno a tutt'oggi secondo gli impegni destinati al sociale poi siano stati spalmati su diversi capitoli del bilancio e trattandosi di qualche milione (5 milioni, se non ricordo male) non era per nulla indifferente capire se quell'indirizzo veniva rispettato e in quale misura.
Io credo che sia opportuno che l'assemblea riesamini quella decisione, che viene dalla precedente legislatura, possa considerare una destinazione di quei risparmi per finanziare le leggi del Consiglio. E' stato un tema già toccato, mi ricordo anche dal collega Finco, la possibilità che ci siano dei capitoli che coprono il finanziamento delle nuove leggi che molto spesso hanno un iter anche rapido, o comunque ragionevolmente rapido, penso alle leggi sul consumo del suolo, piuttosto che a Veneto 2050, per dirne due che hanno interessato la Commissione di cui faccio parte, la Seconda, ma ce ne sono oppure altre, c'è in discussione ormai nella parte conclusiva la nuova legge sulla Protezione Civile, per fare un altro esempio, c'è una revisione della legge sugli Enti locali, le fusioni, le unioni, i servizi associati tutti i provvedimenti che possono acquistare una loro efficacia nella misura in cui sono scritti bene, la norma è fatta bene, nella misura in cui hanno una disponibilità finanziaria che permetta di tradurre quelle norme in opportunità per i Comuni, per le categorie, per le associazioni, pensiamo a tutte le associazioni di Protezione Civile piuttosto che al tema delle unioni, fusioni, aggregazioni di Comuni che si è visto nella precedente finanziaria nazionale ridurre i contributi che oggi, invece, andrebbero ripristinati.
Il senso di questo mio intervento mi aspetto che si inizi a riconsiderare l'indirizzo che era stato dato ancora sul finire della precedente legislatura.

PRESIDENTE

Azzalin, prego.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Su questo bilancio io credo che occorra fare delle riflessioni. Spesso ci sono tanti argomenti che mi dividono dal Presidente Ciambetti, debbo dire che sulla conduzione della Presidenza ho avuto modo di apprezzare il suo essere anche parsimonioso e anche trovare - assieme ai colleghi - delle indicazioni per una buona gestione dell'attività del Consiglio che ha permesso a quest'Aula e a questa Regione di conseguire dei risultati e delle economie non indifferenti, non togliendo nulla a quelli che sono i servizi essenziali cui deve far fronte.
È bene fare una riflessione anche di carattere politico, perché ovviamente risolvere dei problemi della Regione e la Regione va intesa in senso ampio, perché poi se io realizzo delle economie come è già in previsione per esempio che avrò 4/5 milioni, forse di più, di economie, su questi conti non li deve fare solo la Giunta, io credo che noi dobbiamo come Consiglio fare una riflessione su questo, e quindi come Consiglio intendo maggioranza e opposizione e non solo come opposizione.
I 2 milioni che vengono riservati alle leggi che approva il Consiglio ovviamente sono poca cosa, spesso servono solo per, diciamo, in qualche modo, così, salvarci l'anima in alcuni provvedimenti abbiamo degli stanziamenti che gridano di per sé allo scandalo, perché alcune leggi per essere implementate ed avere efficacia abbisognano anche di determinati stanziamenti, ma non perché tutto dipende dai soldi, dalla natura anche dei provvedimenti che andiamo ad attuare, e allora sarebbe bene che noi accompagnassimo, Presidente facente funzioni ma anche Presidente in carica, ma io mi rivolgo anche ai Capigruppo ma vedo che non è di molto interesse questo argomento, fa più interesse probabilmente la votazione precedente, ma anche su questo dovremmo votare.
Guardate, ci vorrebbe un minimo di pressione istituzionale, ovvero noi come Consiglio regionale dovremmo rivendicare anche da questo punto di vista una maggior attenzione da parte della Giunta e proporre una maggior quota che rimane in capo al Consiglio per le leggi che vengono approvate. Perché io capisco che sulla legge per una bandiera per i nuovi nati già 50.000 euro uno scandalo, ma abbiamo leggi ben più importanti che meriterebbero di essere finanziate, no? Perché penso, per esempio, alla legge sul consumo di suolo, la riqualificazione urbana, ricordo abbiamo stanziato 200.000 euro per recuperare... cosa incide una legge di quel tipo lì anche nelle più buone delle intenzioni, me lo può confermare il Presidente o l'Assessore, cosa possiamo incidere?
Cosa diversa sarebbe se noi avessimo messo un milione per esempio, magari un qualcosa avremmo ottenuto, oppure anche su altri provvedimenti, abbiamo l'imbarazzo della scelta colleghi. Allora io credo che su questo bisogna fare una riflessione di carattere istituzionale: il Consiglio sta operando in maniera parsimoniosa, si pone il problema di un contenimento dei servizi del Consiglio senza ridurli, tagliarli, in capo ai Consiglieri, in capo a quello che è la sua attività istituzionale, perché ci possiamo permettere di tutto, voglio dire, non è che è ridotta, o che so, tagliamo le trasferte dell'Ufficio di Presidenza, potrebbe essere un'economia, per esempio, non lo facciamo e va bene così, però che noi non chiediamo una maggiore attenzione, ma non in maniera col cappello in mano, poniamo in maniera ferma che una parte delle economie che questo Consiglio realizza rimangono in capo all'utilizzo del Consiglio per finanziare le leggi che vengono approvate, questa è la motivazione che io chiedo di accompagnare al voto positivo rispetto al bilancio che è stato illustrato testé dal Vicepresidente Pigozzo, perché se noi non rivendichiamo mai nulla, tanto Zaia qui non viene mai, sappiamo qual è l'opinione del Consiglio, e come minimo adesso vi rimprovera anche del voto che non avete espresso sul sostegno del referendum, voglio dire, perché mica la colpa ce l'ha lui che è assente, la colpa ce l'avrà Fratelli d'Italia, qualche collega della Lega che magari ha avuto un impedimento, è arrivato in ritardo al Consiglio, però senza... Salvini ha già fatto il comunicato, niente autonomia al Veneto, benissimo, già questa è la consacrazione... Ecco, su questo io l'ho posto seriamente, a parte le digressioni sull'attualità del voto d'Aula, come Consiglio regionale non possiamo pensare di non porre con fermezza quello che dobbiamo avere: una parte dei finanziamenti per le leggi che approviamo.
Ovviamente, siccome le leggi, cari colleghi, sono in maggioranza le leggi della maggioranza, che magari qualche volta noi partecipiamo anche a produrre, qualche volta a recepite anche delle istanze che vengono dall'opposizione seppure in piccola parte, però mi pongo il senso istituzionale anche di leggi importanti, che però voi stessi vanificate perché non hanno, voglio dire, non so, l'ultima legge che abbiamo approvato sulla canapa industriale, per esempio, laddove vogliamo finanziare gli impianti di trasformazione, abbiamo messo 200.000 euro, cioè voi capite che finanziare un impianto di trasformazione sulla canapa industriale... Esatto, voglio dire, è poca cosa. Quindi un minimo di sforzo andrebbe veramente in coerenza con quello che su quella legge c'è scritto, si fanno delle scelte, eccetera. Anche perché i soldi che avremmo a disposizione sono soldi che il Consiglio stesso realizza in economia della propria attività.
Ecco, su questo vedo molta disattenzione e molte lamentele, però poi quando si tratta di approvare le leggi e non c'è un euro. Forse questa è l'occasione non per mettere delle contrapposizioni tra Consiglio e Giunta, anzi, se c'è qualcuno che si dovrebbe in qualche modo, non dico offendere, ma in qualche modo... E' sbagliato che la Giunta, per esempio, formuli propri programmi e impegni di spesa su quelli che sono ipotetiche economie del Consiglio, ma sappiamo che succede così, questo non è corretto e allora facciamo che, come minimo, una quota un po' più alta della metà rimane al Consiglio e probabilmente allora ci sarebbe un minimo di rispetto istituzionale, perché Forcolin è bravo nel far quadrare i conti, poi dopo quando gli manca qualcosa sa che si avvale anche di queste risorse. Probabilmente se agiremo in maniera diversa magari il Consiglio avrebbe più senso a volte nell'approvare in maniera più coerente alcuni provvedimenti.
Io l'ho posta in questi termini, so che non verrà ascoltato questo suggerimento, noi però subordiniamo, diciamo il nostro parere, che sarà comunque positivo a quello che è l'attività del Consiglio che è stata esposta, il bilancio che è stato esposto, però è evidente che in termini politici vincoliamo questo voto a quello che dovrebbe essere uno stanziamento diverso a favore del Consiglio.
Su questo quindi chiedo un minimo di riflessione da parte dei colleghi di maggioranza, prima ancora che della Giunta, perché la Giunta non gli può, voglio dire, è solo che contenta, visto che il Consiglio è buono e tranquillo utilizza i soldi che potremmo utilizzare, quindi qua un minimo di equilibrio istituzionale non sarebbe sbagliato. Mi rivolgo, ripeto, anzitutto ai colleghi di maggioranza che passata la buriana sul voto della legge elettorale magari un po' di riflessione sarebbe opportuno fare. Grazie.

PRESIDENTE

Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo già anticipato che voteremo a favore di questo bilancio, però vorremmo anche un impegno da parte di quest'Aula su una questione che riguarda sempre il funzionamento del Consiglio regionale, Consiglio regionale che con i propri componenti svolge una determinata attività con costanza, che va anche al di là dell'attività istituzionale all'interno delle sei Commissioni o all'interno dell'Aula, con interventi relativi ad atti ispettivi, e quindi con un'importante necessità di comunicazione all'esterno per quanto riguarda tutta questa serie di attività che vengono svolte.
Abbiamo presentato un ordine del giorno nel quale noi chiediamo che il Consiglio regionale, al pari della Giunta regionale, possa avvalersi di un servizio di ufficio stampa anche nel weekend, nei sabati e nelle domeniche, perché la politica di sabato e di domenica non si ferma, questo lo si vede e lo si registra anche dall'intensa attività che tutti qui dentro fanno ma anche dall'attività comunicativa della Giunta regionale, dove spesso ci ritroviamo con anche dei comunicati della Giunta che intervengono in merito a posizioni espresse da componenti di quest'Aula, cioè dai Consiglieri regionali, quindi in una situazione, in pratica, di disparità dove, appunto, c'è chi può permettersi di utilizzare i sistemi istituzionali per comunicare le proprie posizioni e attività e chi non lo può fare, tant'è vero che nei weekend addirittura assistiamo molto spesso a prese di posizioni di, ad esempio, Assessori regionali che vanno a riprendere, a contrastare, a condannare le attività e le posizioni dei singoli Consiglieri regionali.
Quindi credo che per par condicio ma anche per l'efficienza e l'efficacia che deve avere la nostra attività all'interno delle Istituzioni, di rappresentanti dei cittadini del Veneto sia corretto prevedere che anche per il Consiglio regionale, naturalmente previe le misure necessarie da adottarsi, come sono state adottate anche per quanto riguarda la Giunta regionale, venga istituito questo servizio molto importante.
Oggigiorno sappiamo che tutto si svolge nell'arco anche di qualche ora e sembra inverosimile che nel 2019 un'Assemblea legislativa come la nostra debba considerarsi a riposo per due giorni. Noi, invece, vogliamo essere presenti e lavorare anche di sabato e anche di domenica.

PRESIDENTE

Se non ci sono interventi chiudiamo la discussione generale.
Una sola precisazione; noi abbiamo dei tetti e dei limiti di spesa che ci vengono imposti rispetto alle annualità precedenti, anche sul personale e sui vari settori.
Prego, Pigozzo.

Bruno PIGOZZO (Partito Democratico)

Volevo chiarire bene questo punto, lo diceva adesso il Presidente, ci sono dei parametri e quindi non è così semplice dall'oggi al domani andare a modificare sia i contratti, sia le quote di spesa per i limiti imposti dalla normativa, mentre sull'altro aspetto - citato sia da Fracasso, sia da Azzalin - cioè la possibilità da parte del Consiglio di avere più margini operativi di spesa per quanto riguarda anche le nuove leggi che sono in via di discussione che verranno approvate.
E' chiaro che è una questione di volontà politica e di scelta politica che si esprime non tanto nell'approvazione del bilancio del Consiglio, ma nel bilancio generale della Regione. Se il Consiglio ritiene che per esempio sulla Protezione Civile o sulla legge della famiglia che è in discussione adesso in Quinta Commissione, ci siano delle priorità da sviluppare e una scelta di riservare delle risorse maggiori per quel tipo di obiettivo, è evidente che nel momento in cui approva il bilancio decide di finanziare quella legge o quella proposta che diventerà legge, o con una variazione di bilancio successiva, per dare gambe a quegli obiettivi.
Ma non si può tecnicamente costituire dentro al bilancio del Consiglio una riserva da usare per finanziare leggi tecnicamente non si può, quello che avviene e non compare adesso ma lo vedremo con il consuntivo a primavera 2020, con il consuntivo del bilancio del Consiglio, ci sarà una quota libera, cosiddetta, da restituire alla Giunta quella che ogni anno restituiamo alla Giunta, evidentemente quello potrebbe essere il margine ma non è che possiamo deciderlo adesso approvando il bilancio del Consiglio, è una scelta del bilancio generale della Regione, e quindi ne parleremo la settimana prossima, quando nella proposta di bilancio ci sarà discussione su quali sono gli obiettivi e su quali leggi noi intenderemmo, come Aula, come Consiglio, dare priorità; era giusto per chiarire il meccanismo.
Quindi la quota libera comunque tecnicamente va restituita alla Giunta, si può dare un indirizzo politico mi raccomando le spese sociali, come abbiamo fatto anche finora, però – ripeto – è una manovra del bilancio della Regione non di quella del Consiglio.
Poi è chiaro che se il Consiglio, anno dopo anno, avanza una quota fissa del proprio bilancio probabilmente bisognerà ragionare su quanto serviva averla già in prenotazione, però questo è un altro ragionamento, mi pare di aver chiarito il meccanismo che è alla base di questo avanzo di risparmio del Consiglio.
Sull'altro tema appunto del collega Zanoni evidentemente è un auspicio che tutti noi abbiamo di poter avere un supporto, ci sono dei limiti oggettivi da valutare eventualmente modificare ma con dei parametri fissi che non si possono superare.

PRESIDENTE

Bene, non vedo altri interventi, quindi dichiaro chiusa la discussione generale. Passiamo alle votazioni.
C'è un ordine del giorno, che è appena stato distribuito, che Zanoni aveva illustrato nel suo intervento.

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zanoni, Pigozzo, Fracasso, Azzalin, Bigon, Salemi, Sinigaglia e Zottis relativo a "Garantire l'operatività dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale anche nei giorni festivi, come già avviene per l'analogo Ufficio della Giunta regionale" RESPINTO

Ordine del giorno n. A001
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno)
"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- i servizi forniti dagli uffici stampa di Giunta e Consiglio regionale sono di centrale importanza. Essi infatti, oltre a tenere costantemente informati i rappresentanti istituzionali, garantiscono un flusso informativo verso l'esterno, diretto ai cittadini ed alle testate giornalistiche, sulle attività svolte dall'Ente regionale.
Ritenuto che:
- il costante miglioramento dei suddetti servizi dovrebbe costituire una priorità pere Giunta e Consiglio.
Considerati che:
- allo stato attuale i servizi di redazione ed invio alle testate di comunicati stampa sono garantiti anche nei giorni festivi solo dall'Ufficio stampa della Giunta regionale. Per quanto riguarda invece il Consiglio, l'Ufficio stampa è operativo esclusivamente nel corso dei giorni feriali;
- la sopracitata diversità operativa penalizza i consiglieri regionali, in primo luogo quelli che svolgono legittimamente e democraticamente il loro ruolo di opposizione. Accade non di rado, ad esempio, che proprio in virtù di questa diversità di trattamento, l'assessore di turno risulti l'unico a veicolare attraverso i canali istituzionali il proprio punto di vista;
- appare indispensabile porre rimedio all'asimmetria informativa sopra descritta, che costituisce un evidente e poco democratico privilegio per l'organo esecutivo regionale.
Impegna l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale
a utilizzare parte delle risorse destinate al funzionamento del Consiglio regionale per garantire l'operatività dell'Ufficio stampa anche nei giorni festivi".
Adesso andiamo a votare l'odg n. A0001. Intende illustrarlo, collega? Bene, l'ha già illustrato.
Non vedo interventi. Metto in votazione l'odg n. A0001.
E' Aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' Chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla votazione della PDA n. 108.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
8



ADOZIONE DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE (DEFR) 2020-2022. ARTICOLO 36, COMMA 3, E ALLEGATO 4/1, PUNTI 4.1 E 6, DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 118/2011 E SS.MM.II.; ARTICOLO 7 E SEZIONE III DELLA LEGGE REGIONALE n. 35/2001 . (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 101) INIZIO
e
ADOZIONE DELLA NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE (DEFR) 2020-2022. ARTICOLO 36, COMMA 3 E ALLEGATO 4/1, PUNTI 4.1 E 6 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 118/2011 E SS.MM.II.; ARTICOLO 7 E SEZIONE III DELLA LEGGE REGIONALE n. 35/2001 (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 107) INIZIO

Relazione della Prima Commissione consiliare.
Relatore in aula il consigliere Montagnoli.
(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza su entrambe i provvedimenti)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
il Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) rappresenta il principale strumento della programmazione regionale previsto dal decreto legislativo n. 118/2011 in materia di armonizzazione contabile.
Esso prevede (articolo 36, comma 3) che le Regioni ispirino la propria gestione al principio della programmazione, adottando a tal fine il bilancio di previsione finanziario, riferito ad un arco temporale almeno triennale, elaborato sulla base delle linee strategiche e delle politiche contenute nel DEFR.
In ordine ai tempi di adozione, l'aIIegato 4/1 ("Principio contabile applicato concernente la programmazione di bilancio"; paragrafo 4.1) del citato d.lgs. prevede debba essere adottato dalla Giunta regionale e trasmesso al Consiglio entro il 30 giugno dell'anno antecedente a quello cui il documento si riferisce.
Con deliberazione n. 64/CR del 19 giugno 2019, la Giunta ha dunque adottato il DEFR per il triennio 2020-2022 e lo ha trasmesso in data 26 giugno al Consiglio - dove ha assunto il n. 101 tra le proposte di deliberazione amministrativa depositate nel corso della Legislatura - per la successiva approvazione mediante atto deliberativo.
Il richiamato Allegato 4/1 (paragrafo 6) prevede inoltre che, per garantire la necessaria coerenza con gli aggiornamenti della finanza pubblica nazionale, la Giunta presenti al Consiglio la Nota di aggiornamento del DEFR entro 30 giorni dalla presentazione della Nota di aggiornamento del DEF nazionale, e comunque non oltre la data di presentazione del disegno di legge di bilancio.
Tale Nota è stata adottata dal Consiglio dei Ministri il 30 settembre 2019.
Nel rispetto del suddetto termine, la Giunta ha adottato la Nota di aggiornamento del DEFR 2020-2022 (di seguito abbrev. Nota) in data 8 ottobre con delibera n. 107/CR e l'ha prontamente trasmessa al Consiglio dove ha assunto il n. 107 tra le proposte di deliberazione amministrativa.
Essa costituisce parte integrante e sostanziale del DEFR e si caratterizza per i seguenti aspetti:
- le schede obiettivo attuative delle linee strategiche individuate nel DEFR, ognuna delle quali contiene, oltre alla descrizione, i soggetti concorrenti, i destinatari, gli strumenti di attuazione, quelli di concertazione, gli indicatori ed i target, le strutture responsabili, la caratterizzazione nell'ambito della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile;
- uno stretto collegamento delle linee strategiche con le 8 priorità di legislatura {un Veneto efficiente ed autonomo; un Veneto perii lavoro; un Veneto peri giovani; una sanità eccellente e a misura di persona; il valore della famiglia; un Veneto veloce e attrattivo; un Veneto per le imprese; un territorio migliore e più sicuro);
- un'attenzione particolare all'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile - secondo un approccio comprendente gli aspetti ambientale, sociale ed economico - adottata dall'Assemblea Generale della Nazioni Unite nel settembre 2015 con apposita Risoluzione, nonché alla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile; al riguardo, l'amministrazione regionale è impegnata nella redazione della Strategia regionale per lo Sviluppo Sostenibile;
- l'individuazione di precisi obiettivi alle società controllate ed agli enti regionali.
Nell'ambito di un sempre maggior coordinamento tra gli strumenti regionali di programmazione e controllo, la Nota costituisce punto di riferimento per il Piano della Performance (che viene aggiornato e adottato annualmente, in base alle disposizioni del D.Lgs. n. 150/2009) e per il Piano triennale per la prevenzione della corruzione.
Costituisce inoltre presupposto alla manovra di bilancio per il triennio 2020-2022, costituita da tre progetti di legge oggetto di successivo esame da parte di quest'Assemblea.
Tutti i provvedimenti in questione, pertanto, debbono essere intesi e letti in maniera integrata. In particolare, a quello relativo al bilancio di previsione 2020-2022 (pdl 466) ci si deve riferire per quanto concerne le previsioni di entrata e di spesa, queste ultime articolate - come nella Nota - in Missioni e Programmi.
Al fine di verificare che la gestione si svolga in condizioni di efficienza ed efficacia, tali da permettere il raggiungimento delle finalità istituzionali, l'Amministrazione continuerà a monitorare e controllare, attraverso l'applicativo informatico SFERe, l'andamento delle attività programmate per poter, eventualmente, procedere con gli opportuni interventi correttivi in caso di scostamento rispetto alle previsioni.
A conclusione di questa relazione unificata sulle proposte di deliberazione amministrativa n. 101 e n. 107, riprendo sinteticamente i passaggi intercorsi nel 2019:
- il 1° luglio la pda n. 101 è stata assegnata alla Prima Commissione consiliare, nonché alle Commissioni Seconda, Terza, Quinta e Sesta per l'espressione del parere sugli aspetti di competenza, ai sensi dell'articolo 61 del Regolamento;
- il 4 settembre è stata illustrata ai consiglieri regionali;
- il 1° ottobre la Prima Commissione ha effettuato le consultazioni sul provvedimento con una platea qualificata di soggetti portatori d'interesse, valutando le osservazioni che i medesimi hanno formulato nel corso della seduta o depositato in forma scritta;
- l'8 ottobre la pda n. 107 è stata assegnata alla Prima Commissione consiliare, nonché alle Commissioni Seconda, Terza, Quinta e Sesta per l'espressione del parere per quanto di competenza;
- il 15 ottobre è stata illustrata ai consiglieri regionali;
- nelle sedute del 10 settembre e del 16 e 17 ottobre le citate Commissioni hanno espresso i rispettivi pareri sui provvedimenti, per le parti di competenza;
- nella seduta n. 186 del 24 ottobre la Prima Commissione, approvate alcune modifiche al testo della pda n. 107 relative alle Missioni 3, 5, 6, 7 e 12 proposte dalla Quinta e dalla Sesta Commissione, nonché altre modifiche afferenti alle Missioni 1, 6, 9, 11, 12, 13 e 16 proposte sia da consiglieri regionali che dalla Giunta, ha licenziato i provvedimenti a maggioranza con i voti favorevoli dei rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta - Lega Nord, Zaia Presidente, Veneti Uniti, Più Italia! - Amo il Veneto e Centro destra Veneto - Autonomia e libertà. Esprimono voto contrario i rappresentanti dei gruppi consiliari Partito Democratico, Movimento 5 stelle e la componente politica "Veneto 2020 - Italia in Comune" del Gruppo Misto. Si astiene il rappresentante politico del gruppo consiliare "Civica per il Veneto"."

PRESIDENTE

La parola al collega Montagnoli, relatore. Prego.

Alessandro MONTAGNOLI (Liga Veneta – Lega Nord)

Faccio un intervento unico sulla PDA n. 101 e la relativa Nota di aggiornamento che è la n. 107, DEFR che rappresenta il principale strumento della programmazione regionale previsti dal 118 in materia di armonizzazione contabile, dalla cui approvazione ha seguito poi la manovra di bilancio, il collegato, la stabilità e il bilancio.
Sappiamo che il 118 prevede che le regioni ispirino una propria gestione il principio della programmazione nell'arco almeno triennale, ed è il punto di riferimento sia del Piano della performance che anche del Piano triennale per la prevenzione della corruzione.
Gli elementi che caratterizzano il DEFR, aggiornato secondo la nota, sono le schede obiettivo attuativi delle linee strategiche individuate nel DEFR, uno stretto collegamento delle linee strategiche con le 8 priorità di legislatura: Veneto efficiente e soprattutto autonomo, un Veneto per il lavoro, un Veneto per i giovani, una sanità eccellente e a misura di persona, il valore della famiglia, un Veneto veloce e attrattivo, un Veneto per le imprese e un territorio migliore e più sicuro, un'attenzione particolare all'Agenzia 2030 per lo sviluppo sostenibile, il collegamento con la programmazione comunitaria 2021/27 con i 5 obiettivi: un'Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale, più vicina ai cittadini e l'individuazione di precisi obiettivi alle società controllate e agli Enti regionali.
Le novità che caratterizzano il DEFR aggiornato con la nota sono: l'introduzione della programmazione comunitaria, i riferimenti alla strategia nazionale di sviluppo sostenibile a livello di programma, gli obiettivi alla società controllate e partecipate e agli Enti strumentali collegati.
Nel DEFR aggiornato abbiamo in premessa la relazione del Presidente Luca Zaia, l'elencazione delle priorità di legislatura, nella parte prima l'analisi di contesto con la situazione macroeconomica e il quadro congiunturale internazionale e l'economia del Veneto, nella parte seconda gli ambiti della programmazione della Regione del Veneto, gli obiettivi regionali, la parte terza le missioni, le linee strategiche e i programmi regionali, e nell'allegato 1 la presentazione e l'assegnazione degli obiettivi 2020-2022 con indirizzi delle società controllate agli Enti strumentali, altri Enti e società collegati.
É stato fatto il passaggio in tutte le Commissioni, sono arrivati depositati 141 emendamenti. Resto a disposizione del Consiglio per la nota di aggiornamento. Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Massimo GIORGETTI

PRESIDENTE

Prego, collega Sinigaglia, può intervenire.

Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Montagnoli ha citato durante la sua relazione che nella premessa del DEFR aggiornato, ma anche quello di giugno, il testo base di giugno, c'è la cosiddetta lettera del Presidente, la premessa del Presidente, che è particolarmente incentrata sull'autonomia: "Affermiamo la necessità di attuare al più presto l'autonomia differenziata per porre fine a sprechi e a irresponsabilità, per investire sulle comunità e sulla loro legittima aspirazione di gestire in modo più efficiente i propri territori. Ritengo offensivo nei confronti degli italiani definire l'autonomia, come hanno fatto taluni politici e commentatori, la secessione dei ricchi" e così di seguito.
É talmente preso Zaia dall'enfasi dell'autonomia che si dimentica nella lettera e nella premessa del DEFR di sottolineare uno degli obiettivi principali che sono stati raggiunti e che sono presenti nel DEFR, cioè quello delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi invernali del 2026, non c'è traccia. Mi ricordo che qualcuno si è scandalizzato quando è stata ottenuta l'Olimpiade invernale del 2026, perché le opposizioni non avevano lavorato in sintonia, quando avevamo presentato un progetto di legge, con tanto di finanziamento, proprio per sostenere la candidatura alle Olimpiadi. Dopo mesi abbiamo capito che la spesa non era di 2 milioni, come avevamo messo nella nostra legge, ma era bensì molto più elevata arrivando a 200 milioni.
Però è paradossale che nella lettera di premessa del DEFR del 2020, 2021, 2022 Zaia si dimentichi - l'ho letta più volte perché mi sembrava impossibile - si dimentichi di sottolineare uno degli obiettivi più importanti che sono stati raggiunti, cioè la candidatura ottenuta.
Devo dire che nell'aggiornamento, per fortuna, è intervenuto il buon Gidoni a modificare alcune frasi delle Olimpiadi, perché era ancora scritto "il possibile ottenimento, grazie alla candidatura...", quindi anche l'aggiornamento non era stato aggiornato ma Gidoni è intervenuto e anch'io ho fatto qualche emendamento in proposto.
Però volevo sottolineare come Zaia nel percorso di richiesta dell'autonomia abbia fatto dei percorsi non proprio lineari; vi ricordate nel febbraio 2018 come definì la firma della pre-intesa con l'allora Ministro Bressa? Di fronte anche al fatto che Salvini non stava citando l'autonomia nel programma delle elezioni, che ormai erano prossime, e Zaia diceva: "Non preoccupatevi perché Salvini sull'autonomia c'è". In realtà poi vedremo che non è proprio così, però Zaia definisce oggi la firma della pre-intesa, non è solo una giornata storica, ma è stra-storica, stra-storica l'ha definita. Vi ricordate le cinque materie oggetto di autonomia? E su quelle aveva firmato, su quello è stato costruito un percorso, un processo che sembrava un processo virtuoso, di ottenimento e poi però è arrivato il nuovo Governo e Zaia dice: "Il nuovo Governo ha posizioni decisamente più aperte sui temi dell'autonomismo regionale - siamo attorno a settembre 2018 - con il nuovo Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, la veneta Erika Stefani, abbiamo lavorato molto e bene e non siamo lontani dalla firma finale; le carte adesso sono a posto. La proposta del Veneto è dettagliata su tutte le 23 possibili materie sulla base della Costituzione e sui finanziamenti necessari. I restanti mesi dell'anno 2018 - siamo a settembre - saranno decisivi".
In realtà, se non ricordo male, in onore a quanto ha detto Zorzato prima, che la memoria di una certa età è fondamentale, non sono stati decisivi i mesi successivi dell'anno 2018, caro Corazzari, ma neppure i mesi successivi del governo pentastellato, tanto che non è solo un accenno di seconda mano che dice: "Il Salvini si è dimesso per due motivi: il primo per non affrontare la finanziaria lacrime e sangue e il secondo motivo proprio per non dar corso all'autonomia" quindi nonostante le dichiarazioni di Zaia facciamo presto, facciamo in fretta, Zaia ultimamente sta facendo delle dichiarazioni che non sono proprio tutte in linea - se magari il Presidente richiama se stesso al silenzio non sarebbe male grazie, visto che l'Aula è silente, c'è il Presidente che chiacchiera - visto che, appunto, sul tema dell'autonomia ci sono delle capriole di Zaia che ultimamente sta uscendo anche con termini molto molto salviniani, ricordiamo sulla sicurezza ci vuole il manganello, ma anche sulla rivoluzione in piazza, quindi ultimamente Zaia sta diventando Jekyll e Mr. Hyde, è conosciuto per la sua pacatezza però sta uscendo in maniera molto più determinata in alcune affermazioni di tipo salviniano. E sì che Salvini doveva eleggerlo in Commissione europea tanto che stava anche studiando l'inglese e poi ha preferito dimettersi, Zaia stava studiando l'inglese, ha preferito dimettersi Salvini e mandare tutto quanto all'aria. Ripeto, si dimette Salvini - e lo sappiamo tutti perfettamente - per due motivi: per non perdere 6 milioni di voti al sud, però sull'autonomia, questo è chiaro.
E quindi la premessa firmata da Zaia dovrebbe essere completamente riscritta, dovrebbe essere una serie di affermazioni nella quale si dicono chiaramente i motivi per cui non si è raggiunta l'autonomia, cioè una serie di pretese... Perché si è innervosito Marcato? Sull'autonomia abbiamo i nervi scoperti, Marcato, dai. Faccio miei anche i tuoi, siamo assieme qua.
Quindi bisognerebbe riscriverla almeno questa lettera, però ho chiesto in Commissione e non è possibile scriverla, quindi mi auguro che appunto ritorni magari Zaia, magari entri in Aula, e nella conclusione della DEFR riveda un attimo le pagine sull'autonomia.
Tra le altre cose sempre sull'autonomia, visto che Marcato magari non ho letto bene il DEFR, a pagina 134 sul Programma 0101 "Organi istituzionali" si parla dell'autonomia e si chiede, cosa che noi chiediamo invece di stralciare, che "per garantire una presenza costante e incisiva ai tavoli tecnici nazionali al fine di rappresentare e salvaguardare gli interessi regionali nell'ambito dei lavori preparatori delle Conferenze, si prevede di incrementare le attività delegate alla sede di Roma". Quindi nel DEFR c'è scritto: bisogna incrementare l'attività nella sede di Roma, in accordo con la direzione delle relazioni con la Conferenza istituzionale e CIPE. Cosa vuol dire questo "rafforzare la sede di Roma"? Che investiamo in maniera tale da avere più personale e più pressioni a Roma? C'è una ricaduta poi in termini anche di finanziamento di questo potenziamento della sede di Roma, per raggiungere l'obiettivo dell'autonomia? Noi chiediamo di far chiarezza su questo passaggio che è sfuggito ai più, che però mi sembra un passaggio non banale se vogliamo potenziare la sede di Roma.
Come poi c'è scritto, sempre nel Programma 0101, che c'è stato tutto un lavoro con gli stakeholders. In realtà io mi ricordo un incontro con gli stakeholders sui temi dell'autonomia, le 23 materie e tutto il resto, ma non mi sembra che sia stata un'incisività tale per cui gli stakeholders sono stati coinvolti, tanto che il mondo scolastico non è assolutamente in linea con le richieste di autonomia che sta facendo Zaia, non solo il mondo scolastico delle principali scuole superiori legate all'Ufficio regionale scolastico, anche il mondo universitario è molto contrario a quanto c'è scritto nella proposta che abbiamo approvato in Consiglio regionale.
Sembra incredibile per il mondo universitario che ci sia scritto che la ricerca e la ricerca applicata viene approvata dal Consiglio regionale, e quindi l'Università deve avere l'approvazione da parte del Consiglio regionale della ricerca e della ricerca applicata; le Università non sono assolutamente d'accordo su questo.
Io propongo con un emendamento, spero che Montagnoli lo approvi, lo sostenga, che il rapporto con gli stakeholders sull'autonomia, proprio per approfondire quelle materie fondamentali sui quali richiedere l'autonomia, sia appannaggio del Consiglio regionale, ovvero della Prima Commissione che deve rapportarsi con gli stakeholders in modo tale da capire che percorso facciamo sull'autonomia, quali sono i veri contenuti dell'autonomia, perché continuando a dire 23 materie non vuol dire niente, vuol dire non portare a casa nulla, continuando a dire il residuo fiscale sappiamo benissimo che il residuo fiscale non tornerà, il superamento della spesa storica sappiamo benissimo che è stato fatto nel precedente Governo un passaggio per cui dopo tre anni il superamento della spesa storica diventava la spesa media tra tutte le Regioni ed è stato per questo che Boccia viene con le osservazioni da parte dei Ministri per dire: "Guardate che sono i vostri Ministri, il Ministro Busetti...", quello che adesso è un po' indagato perché ha fatto dei viaggi che non sembra siano proprio di tipo istituzionale, ma Busetti presenta delle critiche alla proposta del Veneto, lo dice chiaramente e non è un Ministro di questo Governo, è il Ministro della Lega nel precedente Governo, e di fronte alle proposte di Zaia sull'autonomia Boccia si presenta con le critiche del Governo precedente e da quelle bisogna ripartire: la definizione dei livelli essenziali di prestazione per uniformare a livello nazionale le prestazioni e l'erogazione dei servizi fondamentali e dopo l'autonomia differenziata.
Scusate, ci sono delle materie che sono tipiche del Veneto e sulle quali dobbiamo insistere per ottenere l'autonomia differenziata, dopo ritornerò. La storia degli asili nido, la storia delle scuole private, convenzionate o paritarie, è una specificità del Veneto, chiudiamo subito su alcune partite invece di trascinarsi questa storia, per cui sappiamo benissimo che non verremo a capo di nulla.
Passo agli altri temi. C'è qualcosa di positivo nel DEFR? Sì, innanzitutto dall'inserimento dell'Agenda 2020-2030, gli obiettivi dell'Agenda 2020-2030, abbiamo ascoltato anche il resoconto di come il Veneto sia più avanti rispetto all'Italia sugli obiettivi dell'Agenda 2020-2030, l'Assemblea generale dell'ONU ha stabilito questi 17 obiettivi, 17 gol che devono essere in qualche maniera raggiunti per il 2030, il Veneto in gran parte è più avanti rispetto all'Italia che si colloca al ventinovesimo posto e in una posizione mediana rispetto agli altri paesi.
Volevo sottolineare in partenza uno dei temi che manca nel DEFR. Mi dispiace non ci sia l'Assessore di riferimento, la Lanzarin, non so se è andata via o se ci ascolta in qualche altra parte. Uno dei temi che manca è la modifica della legge 39 del 2017, e cioè la legge che modifica l'assegnazione degli alloggi di edilizia popolare e soprattutto modifica la quantificazione degli affitti, dei canoni. Rispetto al 2010 abbiamo 3.000 alloggi popolari, di edilizia popolare in meno, abbiamo 4.500 alloggi sfitti, abbiamo 32.000 alloggi occupati, il canone è aumentato in maniera consistente per circa l'80% delle famiglie, 21 milioni in più rispetto ai 50 che si prendevano prima, segnale che la legge vuole soprattutto fare la manutenzione con il canone degli inquilini.
Però l'Assessore - mi dispiace appunto non ci sia - aveva garantito in Commissione e durante l'assemblea con i sindacati degli inquilini, che alla data del 15 ottobre i tavoli tecnici avrebbero finito il lavoro di modifica della legge 39 e alla data del 15 ottobre avremmo avuto il testo in Commissione, per poi portarlo in Consiglio regionale, perché le modifiche anche del canone di permanenza, che mi dicono, l'Assessore ha detto pubblicamente sui giornali che verrà portato a 30.000 euro, cosa che abbiamo richiesto, "Il canone di permanenza cercate di portarlo avanti in modo tale che ci sia la possibilità degli inquilini di avere oltre che al 20.000 di accesso anche i 30.000 di permanenza" va benissimo questo, ma non basta questo.
Allora c'è un ritardo, se il 15 ottobre avessimo avuto le proposte di legge e l'avessimo affrontato per esempio oggi, gli inquilini, tanti inquilini, non andrebbero in morosità perché succede questo: la nuova legge definisce che un inquilino va in morosità se ci sono 4 mesi di morosità, la nuova legge è stata approvata a giugno, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre e siamo già al quinto mese, novembre siamo al sesto mese, molti inquilini hanno scelto di pagare non con gli aumenti, perché da 150 a 400-450 euro per chi prende una pensione di 1.000 euro non è proprio facile pagarli, e quindi dicono "mi attesto su quello che pagavamo prima, nella speranza che arrivino le modifiche", ma non sanno che dopo 4 mesi di morosità vanno in decadenza e ci sarà un contenzioso legale con l'ATER su questo che sarà enorme.
Allora mi chiedo, visto che i tavoli tecnici hanno fatto la loro parte, perché non si arriva a definire queste modifiche, non si portano in Aula il più presto possibile? Noi chiediamo ci sia una valutazione diversa del TFR, perché il TFR va nel conto corrente e, quindi, poi nella misurazione del canone e anche della decadenza, ci sono 4.283 decadenze già con la lettera che è arrivata, quindi che hanno superato i 20.000 euro di ISEE.
Poi c'è l'indennità di accompagnamento, cioè una persona disabile - pensate a quanto distorta sia questa legge - che prende 500 euro di indennità di accompagnamento al mese non deve dichiararle nel 730, nella dichiarazione dei redditi quello che farà, perché sono esenti, ma vanno a finire nel conto corrente e questi contribuiscono ad alzare il canone di locazione, ma vi sembra un'idea giusta questa? Oppure l'assicurazione: uno fa un incidente, si rompe il braccio, una gamba, ottiene un risarcimento, 7.000, 10.000, 15.000 euro, quello che è, e gli aumenta il canone perché ha fatto un incidente, mezzo morto e deve pagare le spese sanitarie di assistenza familiare e, guardate, noi la battaglia la facciamo solo per chi é in pensione e per chi ha più di 65 anni perché questa è la categoria fragile e particolarmente danneggiata dagli interventi della legge.
I furbetti potevate già prenderli prima, perché avete governato voi mi sembra prima, quindi potevate prenderli prima. La legge in questione non c'entra assolutamente nulla.
Quindi ci sono delle distorsioni, vi dico l'ultima, perché stiamo girando per i vari plessi dell'edilizia popolare, c'è una famiglia che ha fatto un fondo di accantonamento: 50 euro al mese per trent'anni, ha versato per 25 anni, bene, questo gli viene conteggiato per il canone, ma lui potrà disporre solo fra cinque anni del fondo di accantonamento, quindi adesso che ha accantonato questo gli viene misurato per decidere quanto affitto deve pagare. Ripeto, siamo in una situazione assurda. Anziani che hanno ottant'anni, che hanno una pensione da 1.000-1.200 euro, un canone da 400-500 euro dicono: e vado in banca a chiedere un mutuo, c'ho anche provato ma quando arrivo in banca a ottant'anni il mutuo non glielo danno neanche per idea.
C'è una distorsione sulla quale bisogna intervenire al più presto possibile per quell'effetto che dicevo prima della morosità.
Altro tema che non trovo nel DEFR: la situazione di Veneto Sviluppo. Nel collegato incameriamo, non mi ricordo più, se 50 o 60 milioni. Mi ricordo che durante le audizioni i rappresentanti della Camera di Commercio e delle categorie imprenditoriali davano per assodato che Veneto Sviluppo fosse chiuso cioè gli abbiamo portato via tutte le risorse, non c'è una parola su Veneto Sviluppo da questo punto di vista. Mi sembra invece che, sì, c'è la campagna elettorale e quindi bisogna dire che la Veneto Sviluppo avrà lunga vita, ma in realtà con questa operazione si vuole chiudere Veneto Sviluppo, spiegatemi come fa a stare in piedi senza tutti i soldi collegati ai fondi di rotazione che sono stati erogati finora, transitano in Regione ma è la chiusura di Veneto Sviluppo.
Altro tema sulla Pedemontana: la Pedemontana doveva essere chiusa a fine 2020, non lo sarà, forse andremo al 2021, forse 2022, ma, mi chiedo, una delle principali distorsioni sulla Pedemontana è che adesso il pedaggio viene trattenuto dalla Regione e la Regione si è impegnato con un canone di disponibilità da dare alla ditta che dovrebbe aver costruito con i tuoi soldi, ma che ha ricevuto 914 milioni di fondi tra statali e regionali, 300 regionali e gli altri statali; la tratta che è stata aperta Schio-Marostica, Breganza, sì, Schio tiene fino a Marostica, i conti come sono? Cioè la Regione il pedaggio che ha ricevuto gli serve per pagare il canone di disponibilità oppure il canone di disponibilità è superiore rispetto al pedaggio che stiamo raccogliendo?
Mi piacerebbe avere i dati, magari con l'Assessore De Berti potremmo fare un ragionamento di questo tipo, cioè avere i dati per quello che riguarda il costo della Pedemontana che è stata costruita, visto che il resto verrà alla luce 2021/2022.
Altro tema che ci è caro è il tema della famiglia. Come può essere che c'è un PdL che si sta affrontando in Quinta Commissione sulla famiglia e il DEFR non cita assolutamente nulla sulla famiglia? Io ho fatto un emendamento per inserirlo con determinati obiettivi: è fondamentale che famiglia e natalità abbiano una risposta a partire dalla programmazione del DEFR, non c'è invece uno dei temi più importanti che stiamo affrontando a livello legislativo.
Ancora, manca una definizione corretta di quello che si vuole costruire a Padova per quello che riguarda il nuovo polo sanitario, Zaia assieme al Sindaco di Padova Sergio Giordani, ha firmato nel dicembre del 2017 un accordo di programma, per cui la Regione e il Comune di Padova si impegnano a realizzare il nuovo polo di Padova Est, ma anche la riqualificazione del Giustinianeo, bene nel Piano socio sanitario non c'è la riqualificazione Giustinianeo come nuovo polo cittadino e neppure se nel DEFR, l'ho inserito in modo tale che ci siano anche i finanziamenti per il nuovo polo Giustinianeo, perché l'accordo è questo.
Legato a questo accordo c'è anche il trasferimento al Sant'Antonio, ma se non c'è il nuovo polo Giustinianeo, la riqualificazione Giustinianeo perché si fa il trasferimento all'azienda Università del Sant'Antonio? Lo faremo quando sarà completato il nuovo ospedale cittadino presente nel polo Giustinianeo, quando sarà realizzato il polo di Padova Est e la riqualificazione Giustinianea.
La fretta di trasferire il Sant'Antonio all'azienda Università è una fretta ingiustificata, nella programmazione assolutamente sbagliata, è stata una scelta dettata dall'Università ed è giusto che l'Università faccia il suo gioco, nel senso che se l'Università spinge per avere il Sant'Antonio per allargare l'ambito delle prestazioni, l'ambito della ricerca, della didattica e dell'assistenza ma non a scapito dell'ULSS 6. E non ditemi che Padova è uguale a Verona, Padova non ha Negrar, non ha il Pederzoli, che sono ospedali di Verona. Cosa stiamo dicendo? L'ospedale di Piove di Sacco 200 posti letto, quanti posti letto ha Pederzoli? Quanti posti letto ha il Negrar? Ha Medicina nucleare. Sono due ospedali veri. Piove di Sacco 200 posti letto, l'unico che poi ha visto la chiusura del punto nascita. A Portogruaro ha aperto, si fanno anche i brand con gli ombrelloni 15 giorni ma i parti sono circa 120, a Piove di Sacco circa 350 è stato chiuso perché non raggiunge la quota 500. Ogni ULSS ha le sue storie ma mi sembra non storie proprio omogenee e storie di discriminazione, piuttosto che storie lungimiranti.
Passo via veloce su temi che ho già affrontato l'anno scorso, quello sulla digitalizzazione della banda ultralarga, non mi sembra siano fatti passi in avanti, anche perché la Regione non sta investendo in questa direzione, non parliamo a livello ministeriale, si è persa tutta la partita non si capisce bene cosa stia succedendo.
Sulla bretella ferroviaria che unisce invece il resto della Regione con l'aeroporto Marco Polo qui potremmo spingere veramente ad una soluzione. Adesso l'aeroporto vuole che ci sia una rotatoria in modo tale che i treni arrivino e anche ritornino, sia un arrivo e un percorso inverso con una sola linea, vuole più linee, però è anni che stiamo discutendo questa cosa, possibile che il Consiglio regionale non si attrezzi per fare un'operazione forte in questa direzione? È una delle grandi infrastrutture che mancano al Veneto, penso sia una delle fondamentali strutture che mancano al Veneto.
Vado avanti: polo fieristico, possibile non coordinare i poli fieristici del Veneto, magari creando anche un coordinamento oppure una holding tra i poli fieristici? Mi piacerebbe ci fosse questo obiettivo nel DEFR, l'abbiamo inserito come emendamento, so che è un tema difficile da affrontare, c'è molta specializzazione di alcune fiere, ma c'è anche molta richiesta di autonomia da parte delle fiere, però il prodotto fieristico va coordinato, non possiamo solo limitarci a dire "questa fiera riconosciuta e quindi gli diamo il patrocinio perché è fiera riconosciuta", bisogna fare un'operazione di questo tipo coordinare e fare una holding tra tutte le fiere pretendere la Regione Veneto; altrimenti la potenza della Fiera di Bologna e la potenza di altre fiere in Lombardia sta distruggendo l'esposizione fieristica, a Padova ci saranno anche eventi ed esposizioni fieristiche, ma quelle che contano sono tre, a Verona sta succedendo lo stesso.
Vado avanti, altre riflessione sulla riforma delle IPAB: è solo 18 anni che aspettiamo la riforma delle IPAB. Non mi allargo, perché sapete qual è il tema? Quest'anno invece di scrivere sul DEFR "Riforma delle IPAB" è stato scritto qualcosa di diverso, la rimodulazione dei direttori, eccetera... però mi sembra di capire che la riforma delle IPAB non arriva neppure quest'anno e neppure per la chiusura della legislatura, ci saranno degli aggiustamenti, per carità meglio gli aggiustamenti che niente, però chiediamo sia fatta la riforma delle IPAB. Ancora, Parco Colli...

PRESIDENTE

Collega, un momento solo, abbiamo distribuito due emendamenti, alle ore 17.30 fine per i subemendamenti.

Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)

Parco Colli, è stata decretata patrimonio mondiale dell'UNESCO l'area di Valdobbiadene, l'area della Pedemontana, l'area del Prosecco, ma l'area di Valpolicella assieme all'area dei Parco dei Colli perché non deve avere nessuna attenzione particolare da parte di questa Regione? I prodotti vinicoli, i prodotti agricoli, i prodotti dell'area termale di Abano e Montegrotto e del resto dell'area Parco Colli, il Consorzio dei vini, la Strada dei vini del Parco Colli e dell'area Parco Colli, perché non devono essere adeguatamente valorizzate? Sembra che nella Regione Veneto esista solo il Prosecco. Ho capito che è l'area di pertinenza di Zaia, ma non è così. Valpolicella, il Parco Colli, dal Moscato, al Serprino, al Chardonnay eccetera, dell'area Parco Colli, sono vini pregiati, perché non vengono mai presi in considerazione? Perché tutta l'area non viene valorizzata? Perché il Parco Colli è stato commissariato per 3 anni? Adesso forse faticosamente parte, sì ma il Consiglio di Amministrazione è tutto di genere maschile e forse non c'è neppure la legittimata dei Consigli di Amministrazione, perché tutto maschile, forse andremo di nuovo per aria nella gestione del Parco Colli, ma sono temi fondamentali che stiamo assolutamente trattando come residuali, perché tutto si è fermato sulla definizione dell'UNESCO, patrimonio dell'UNESCO del Valdobbiadene, della zona Pedemontana e soprattutto del Prosecco. Chiaramente le altre zone stanno soffrendo questa super esposizione di un prodotto, che poi sta diventando il prodotto che si sta impiantando dal punto di vista vinicolo o viticolo, non so quale sia il termine giusto in questo momento, nelle altre parti del... vitivinicolo ecco, così abbiamo sistemato le due cose, in altre parti della regione, ma questo a scapito della produzione locale. Pensiamoci, perché in una promozione della posizione del Parco Colli, ho fatto un emendamento sul Parco Colli, non so se Montagnoli vuole fare sul Valpolicella, ho visto che prima c'era poi è stata ritirata, probabilmente è intervenuto Zaia.
Altra cosa: la mission 13 sulla sanità, se uno legge il DEFR sulla Sanità il problema della carenza di medici nel Veneto non esiste, allora noi abbiamo 12 miliardi e mezzo di bilancio della Regione Veneto, 9 miliardi e 3 sono sulla Sanità, e nella missione del DEFR sulla sanità ci sono due paginette, sugli obiettivi strategici, tre obiettivi proprio che bisogna mettere. La massima attenzione dovrebbe essere sulla programmazione sanitaria, cosa vuoi fare l'anno prossimo, allora negli investimenti vogliamo fare qualcosa e arrivano in Consiglio regionale gli investimenti sulla sanità sì o no? La tessera sanitaria elettronica, cioè tutta una serie di partite, l'assistenza domiciliare che avevamo chiesto nel Piano Socio Sanitario, vengono sviluppate queste partite oppure no? No, non vengono sviluppate.
Addirittura il DEFR viene vissuto come una specie di "dobbiamo fare anche questo". Ed è la sanità che sta facendo questo, perché tutti gli altri settori invece lo stanno prendendo seriamente. Lo dico perché veramente manca una linea fondamentale nel Documento di Programmazione, che è quella sulla sanità, ma non manca una parte residuale del bilancio, manca la parte che conta l'83-85% del bilancio ed è assurdo che il DEFR non abbia gli obiettivi e la programmazione sanitaria.
Vado verso la chiusura. Uno dei temi fondamentali che la Regione Veneto non sta affrontando da alcuni anni a questa parte è la prevenzione e il contrasto alle sostanze stupefacenti. Non ditemi che ogni tanto c'è il richiamo della Donazzan o di Giorgetti, giustamente, facciamo il kit antidroga, oppure mandiamo i cani nelle scuole, non si fa prevenzione in questo modo.
L'ultimo piano di prevenzione e contrasto di questa Regione Veneto lo sapete quando è stato fatto? 2006-2008 l'ultimo Piano di prevenzione e contrasto alle sostanze stupefacenti. Il Piano sulle ludopatie è collegato a stanziamenti del Ministero: 4 milioni del Ministero di due anni fa per il triennio 18/19/20, esauriti quelli non avremo più neanche il progetto gioco contro le ludopatie.
Mi chiedo: è possibile non avere un Piano triennale che coinvolga il Ser.T., l'ULSS, le scuole, il privato sociale, i Comuni, le Forze dell'Ordine, un Piano che sia un Piano come si deve? Guardate quello che si faceva nel 2006-2008, c'era il coinvolgimento di tutto il territorio, dalla formazione degli animatori, degli allenatori delle società sportive, degli insegnanti, si era costruita una rete, andata tutta a ramengo dal 2008, non si è fatto più nulla e i risultati si vedono.
In tanti capoluoghi ci sono intere aree di degrado ma perché non si interviene sui giovani, giovanissimi che adesso passano subito all'eroina; ci sono casi di eroina a tredici anni, una volta c'era il passaggio: stavi lì cinque anni, sei anni cannabis, adesso no, i minori sono particolarmente tartassati. Una volta c'era il passaggio dalla sigaretta, a cannabis, eccetera, a sostanze più pesanti, non per tutti, era una modalità; adesso invece si passa direttamente all'eroina e questo non solo è più grave è molto molto più grave.
Io sono contrario anche all'assunzione di cannabis, non mi attira per nulla la legalizzazione della cannabis, proprio perché lo Stato deve fare lo Stato, come mette sulle sigarette questo: "Nuoce alla salute e ti porta alla morte"; io penso che sarebbe imbarazzante per lo Stato coltivare la cannabis e distribuirla per piacere o per altre cose. Viene distribuita per altri scopi in questo momento, lo facciamo anche noi a livello regionale per alcune patologie ed è giusto sia così. Quindi trova la contrarietà da parte mia da questo punto di vista.
Quindi facciamo il Piano triennale dipendenze, è necessario, è fondamentale, ci stanno diverse azioni ma bisogna coordinarle con i soggetti che sono presenti nel territorio.
Poi manca il Piano Infanzia Adolescenza Famiglia, lo cito solo. Vorrei soffermarmi sul tema degli asili nido, perché noi abbiamo posti di asilo nido, asili nido integrato e asili nido familiari per circa il 21%. L'obiettivo europeo è 33%, a livello nazionale si è parlato del 30%, siamo lontani, perché non c'è un investimento? Gli investimenti che diceva prima la Lanzarin - mi dispiace non ci sia il collega Ruzzante - sono legati a un finanziamento 0-6 anni ancora del Ministro Gentiloni che ha previsto nel 2017, 2018, 2020 per la Regione Veneto 18 milioni in parte anche con la possibilità di attivarli per gli investimenti, ma per le scuole paritarie che sono la nostra specificità perché non facciamo un investimento forte?
Noi abbiamo chiesto 10 milioni, lo metteremo nel collegato, per aumentare il numero dei posti degli asili nido, ma sapete che abbiamo meno nati rispetto al numero degli ottantenni? I nati sono 35.000 e gli ottantenni sono 38.000; questa differenza tra natalità e persone anziane nella nostra Regione è veramente molto molto elevata. E allora o si punta sulla natalità... Anche il progetto famiglia i titoli di entrambi i proponenti, sia la Giunta, sia l'opposizione, PD, parlano di famiglia e natalità perché o si interviene con servizi oppure è difficile dire alle famiglie "fate figli che il sistema istituzionale comunitario vi assiste e vi dà una mano".
Ci sono alcune ditte che con il welfare aziendale riescono a ottenere risultati soddisfacenti, ma la Regione è completamente assente, dal punto di vista degli investimenti ma anche dei contributi. Stanno chiudendo le scuole FISM, attivate gli asili nido integrato, non chiudete, non licenziate, attivate gli asili nido integrate, date 600-400.000 euro, 300.000 euro, costruiscano lo spazio, 200.000 forse anche bastano, in modo tale che ci sia un aumento dei posti negli asili nido.
La specificità degli asili nido e delle scuole materne sono le scuole materne paritarie, sono comunali e privato sociale sono anche quelle comunali quindi non è giusto dire che le comunali sono pubbliche sono paritarie anche le comunali, facciamo degli investimenti specifici, ma è chiaro che se tu dici non ho i soldi per fare gli investimenti e non promuovi nessuna azione per avere un attimino i soldi per avere gli investimenti rimarremo sempre al palo, ci sono tante cose che la Regione non fa, poi chiaramente Zaia nella premessa nella lettera dice che "l'obiettivo è quello di non gravare di tasse il popolo veneto", però il popolo veneto paga 5-600 euro in più per andare in casa di riposo, paga 500 euro per gli alloggi popolari, paga la mancanza di asili nido, se non si fa interventi è bello tanto pagano di più i cittadini veneti, soprattutto per quelli che hanno difficoltà non mandano i ragazzi agli asili nido o lo trovano in qualche Comune dove le tariffe sono particolarmente basse, ma nelle scuole paritarie siccome abbiamo diminuito i contributi da 42 milioni a 31, 34 a fine dell'anno, c'è il licenziamento, non ci sono più soldi e così questi sono i risultati.
Io direi di intervenire in maniera molto, molto incisiva su questa parte, perché è una parte che veramente grida vendetta rispetto alle necessità del Veneto. Se la denatalità è la nota demografica più importante del Veneto, ma mi do da fare ogni giorno per raggiungere un obiettivo in modo tale da dare servizi a chi vuole partorire, a chi vuole mettere al mondo un bambino, scusate. Invece, la Regione Veneto non sta facendo nulla non dal 2010 anche da prima su questo versante, era stato cresciuto nella legislatura precedente contributo per scuole paritarie di 42 milioni, questa Giunta invece ha deciso di portare al 31.
Ultima cosa, parlo della sicurezza del posto di lavoro. E' stato promesso di attivare 30 operatori Spisal in più, questi 30 operatori Spisal in più non consentono neppure di arrivare al numero sufficiente per fare le visite nei posti di lavoro, per attivare la sicurezza nei posti di lavoro, sono 69 i morti da gennaio a settembre, se non mi sbaglio, abbiamo presentato oggi una slide su questo, che ci pone in grossa difficoltà rispetto alle altre Regioni ma anche di fronte a un esito drammatico di morti sul posto di lavoro, bisogna incentivare la presenza di personale ma anche dar loro modo di intervenire, perché molto spesso non riescono a intervenire nei luoghi di lavoro per una serie di cause che in questo momento non sto qui a spiegare, però è una anche questa delle priorità che dobbiamo porci; troppi morti, troppe morti inspiegabili.
E dopo c'è un'altra cosa che io non riesco a spiegarmi: come con le sanzioni siamo riusciti a pagare l'assunzione dei 30 posti a tempo indeterminato. Cioè le sanzioni sono un'entrata variabile, come è possibile con le sanzioni pagare i 30 assunti con lo Spisal questo è uno dei misteri della Giunta forse un giorno spiegherà, però è uno dei misteri e devono essere regolamentati opportunamente, ripeto i 30 assunti non bastano assolutamente tanto che c'è stato lo sciopero recentemente dello Spisal proprio per dire non riusciamo a lavorare, non riusciamo a garantire la sicurezza nei posti di lavoro, invece questo è uno degli obiettivi prioritari della nostra Regione, grazie.

PRESIDENTE

Bene, apriamo adesso sulla discussione generale. Vedo Azzalin, a cui dò volentieri la parola.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Mi scuso, ho capito che chiudevate la discussione e probabilmente si rinviava a domani, però debbo dire che oggi insomma la novità del voto sul referendum ci ha un po' distratto e quindi la discussione sul DEFR - ahinoi - è passata un po' in secondo piano. Credo che domani avremo modo comunque di rifarci e di entrare nel merito delle questioni.
Probabilmente la discussione generale è finita o finirebbe per passare come un qualcosa di noioso, eccetera, invece io credo che mai come in questa occasione sarebbe stato opportuno un confronto ampio da parte del Consiglio regionale, delle forze che lo compongono su questo Documento di programmazione, che è vero che arriva al termine della legislatura pone le basi per la prossima, è anche un po' il consuntivo se vogliamo di un'attività politica e dice molto chiaramente come si intende proseguire.
Ebbene, guardate, io voglio fare solo due brevissime considerazioni, perché, lo dico subito, tralasceremo anche come gruppo gli interventi nella discussione generale, però interverremo punto per punto durante gli emendamenti che sono stati presentati, perché daremo modo e cercheremo di illustrare quella che è un'altra idea di Veneto, un altro Veneto è secondo noi possibile, un Veneto più sostenibile, un Veneto che punta più alle cose concrete e meno a una politica che spesso sconfina con la faziosità e gli interessi di parte partitica intendo, ecco, da questo punto di vista noi entreremo nel merito in tutte quelle che sono le questioni.
Ma come ci si arriva, dicevo le due considerazioni che faccio, come ci si arriva a questo ultimo bilancio di questa Legislatura? Se volgiamo un po' lo sguardo all'indietro vediamo come questa Legislatura sia stata un po' il perno fondamentale, sia stato agganciato un po' il referendum dell'autonomia a tutto quello che ne è conseguito poi, ma anche in tutto quello che è stata la fase di preparazione prima del 22 ottobre, cioè una Legislatura che si è caratterizzata su questo, non solo sul piano dell'iniziativa politica ma anche su quello che è stato l'ancoraggio di un'attività amministrativa, che si è vista in qualche modo agganciare a un qualcosa di ipotetico, di futuribile, di non determinato nel tempo, molto aleatorio anche nei contenuti e nelle risorse e che ha caratterizzato di fatto questa Amministrazione, che è stata abile nel sviare in qualche modo l'attenzione e il dibattito da quelle che erano le vere responsabilità e carenze programmatiche della Regione, da impostarle invece su un piano più ampio, su questo futuro indefinito, su questa autonomia che dovrebbe in qualche modo arricchire tutti, perché era impossibile promettere o pensare a un qualcosa di più di quello che è stato detto.
Io ogni tanto ripercorro questo libretto, che non ho buttato, che era il libretto sulle 100 domande dei veneti Luca Zaia, dove si poteva fare di tutto, di tutto con l'autonomia, cioè abbiamo rasentato il ridicolo istituzionale e politico, tant'è che poi se ne sono talmente resi conto che lo hanno nascosto, perché era evidente che le cose scritte qua non corrispondevano, se non in piccolissima parte, alle cose concrete, questo è stato diciamo il grande bluff.
L'altra grande questione su cui avremo modo di discutere è la questione delle tasse, su questa balla del Veneto tax free, sul suo significato vero, sul fatto che comunque si tutelano gli interessi popolari, sì, ma dei più ricchi, cari colleghi della Lega, questa è stata, perché lo dite voi nel vostro DEFR che ci avete presentato, dove andate a spiegare quelle che sono le risorse mancanti a questa Regione rispetto alla media delle regioni, perché non avete applicato nessuna addizionale di vostra facoltà. E cosa ha provocato questo? Ma allora andiamo a smascherare le questioni, andiamo a smascherarle, usciamo dai luoghi comuni. Cosa vuol dire "Io non applico le tasse"? Quando queste significano... Avrà modo domani di replicare collega, anche adesso, tanto ha 3 ore di tempo per replicare.
Cosa significa non applicare le tasse a chi ha un determinato reddito? E cosa significa non avere delle risorse per il Veneto, per garantire dei servizi, per far fronte a delle emergenze, per intervenire su questioni straordinarie, cosa vuol dire questo? Perché questo è il grande bluff che ad arte Zaia ha confezionato in questi anni, ma come c'è per lui una campagna elettorale ci sarà anche per qualcun altro, e quindi la fretta di anticipare il bilancio e di avviare anzitempo una campagna elettorale, magari intasando il Consiglio di provvedimenti che si infrangeranno sul giudizio della Corte, e su questo avremo modo di ritornare già sin da domani, è una cosa che grida allo scandalo voglio capire se questo ha una sostenibilità istituzionale, se ha senso, se è permesso una roba del genere, questo è il punto.
Voi potete anche fuggire e non presenziare ai dibattiti in Aula, ma siccome dovrete votare gli emendamenti queste cose ve le ripeteremo e le spiegheremo nei particolari, spiegando punto per punto le cose alternative che si inseriscono in questo ragionamento, e cioè andremo a smascherare quello che è il vero volto sociale della Lega, questione affitti su tutto, ma ce ne sono anche tante altre di questioni, il vero volto ambientale della Lega dai PFAS alle altre questioni, checché ne dica Bottacin, il vero volto economico della Lega. Perché se c'è un Paese che va a diverse velocità c'è anche in Veneto territori che vanno a diverse velocità e di questo voi non ve ne siete solamente accorti. Boccia è un altro discorso, lasciamolo lì. Il vero volto sulla gestione del territorio, parleremo di rischio idraulico, di rischio alluvioni, di rischio sismico, parleremo del Piano delle foreste, della legge forestale che è chiusa nel cassetto da dieci anni e che è una legge datata da venti; parleremo di tutte queste cose. Magari interloquirò anche, mi auguro, con il collega Gidoni molto esperto perché tra l'altro vi abita ed ha anche sicuramente più competenza del sottoscritto, dal quale mi aspetto anche una spiegazione politica perché non viene affrontata una nuova legge forestale da questa maggioranza, per esempio. Pensa, o si pensa, non lui, ma pensiamo, la maggioranza pensa che noi risolveremo il problema della montagna dal punto di vista strutturale con le Olimpiadi? Vogliamo credere a questa favola?
Nel 1956 ci sono state le Olimpiadi e da allora è stato un continuo esodo dei cittadini dalla montagna, un continuo spopolamento. Perché le Olimpiadi rimarranno un episodio bellissimo di cui tutti ci facciamo carico, non è un vanto o una cosa solo di Zaia, ma dovreste avere l'onestà politica di ammettere che quella è una cosa importante che grazie a Sala abbiamo, non tanto grazie Zaia, vi sono riusciti più ad ottenere, perché il "Grazie Zaia" poi magari lo sfrutteremo diversamente, ma entreremo poi nel merito.
Poi andremo a vedere anche qual è il vero volto federalista della Lega, accentratrice e poltronara, e faremo l'elenco di tutti i posti dove avete commissariato e l'elenco delle persone che avete messo anche negli Enti e da vedere anche i criteri un esempio su tutti i parchi. Io purtroppo non ho nulla da dire sul mio agnostico Assessore del territorio, so benissimo che su questo non ha battuto un pugno ma non ha battuto neanche ciglio, e quindi non ho di che lamentarmi con lui, non posso, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, ma un aborto più grande dei Consigli Direttivi dei parchi sul piano politico e istituzionale me lo dovete ancora dimostrare.
L'altra questione è l'efficienza, che andremo anche a smascherare, quella che è l'efficienza di questa Amministrazione di cui decanta tanto le qualità.
Guardate, io potrei fare tantissimi esempi e li farò in questi giorni di dibattito sul DEFR ma anche sul bilancio. Cito l'ultimo in ordine di tempo e qui chiudo. Nei giorni scorsi ho letto un comunicato dell'Assessore Pan sul fatto che venivano impegnati 200.000 euro per le piantumazioni in questa Regione e si vantava di questo, bene, al che a me ha fatto piacere. Mi sarei almeno aspettato che in quel comunicato, come vi chiederemo Assessore Vicepresidente Forcolin, perché in bilancio poi arrivano, quando si implementano i provvedimenti del Consiglio, se questi sono frutto anche di una condivisione con la minoranza, si abbia la cortesia di dire, condivisi, com'è stato quell'emendamento in collegato che noi abbiamo proposto e che la maggioranza ha fatto suo, il che mi ha visto costretto a precisare come è nato quell'emendamento.
Ma non è tanto questo perché lascia il tempo che trova anche questa rivendicazione, quello che mi ha fatto specie è che un provvedimento del 2017 ha dovuto attendere metà del 2018 per una modifica di legge, arriviamo al 2019 quasi, a fine 2019, per implementare per impegnare 200.000 euro. Se qualcuno mi spiega che questa è un'efficienza regionale che per spendere 200.000 euro ci impiega quasi due anni, qualcuno si può legittimamente domandare perché è convinto che avendo 23 materie e decidendo tutto, amministrando tutto in luogo dello Stato, lo farebbe meglio dello Stato, dovete spiegarlo, perché gli esempi dicono esattamente il contrario, non tutti per la verità, tant'è che noi diciamo che bisognerebbe entrare nel merito, perché ci sono alcune cose che meriterebbero di essere gestite a livello regionale, altre che non lo meriterebbero, ma bisognerebbe avere anche l'onestà amministrativa e politica di dire quali sono le difficoltà della Regione per poter amministrare una mole così alta e così complessa sul piano amministrativo, perché non lo è in grado questa Regione, nonostante le numerose competenze e professionalità presenti nell'organico, non lo è in grado sul piano strutturale, per come è organizzata, per la carenza di organico, per tante competenze che non ci sono più, per una politica del personale che non è andata avanti in questa direzione, per tante cose che si sono delegate agli Enti strumentali, pensando di risolvere tramite un controllo commissariale la politica di quell'Ente e non pensando di intervenire, invece, sull'efficacia di una politica che non è andata avanti, sono cose diverse, sono cose molto diverse.
Io mi fermo su questa questione, ho solo enucleato i punti, su cui mi dispiace colleghi ma vi terremo qui tutto il tempo possibile che avremo a disposizione, per spiegare non tanto a voi e solo a voi quella che è una nostra visione che legittimamente intendiamo avanzare a questa Regione, grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Negli interventi precedenti è stato citato il lavoro ONU dei 17 obiettivi di Agenda 2030, questi obiettivi vengono citati anche dal Documento che andiamo a votare che è il DEFR, il Documento di Economia e Finanza Regionale, vengono previste anche delle tabelle e dei grafici che ci mostrano in realtà come non sia così positiva la situazione della nostra Regione per quanto riguarda questi obiettivi che sono molto importanti, perché riguardano praticamente l'ambiente e la vita quotidiana di tutti i cittadini.
Tanto è vero che a pagina 79 del DEFR vengono annoverati, tra gli obiettivi che hanno visto dal 2010 al 2017 dei peggioramenti ben 5 dei 17. Mi riferisco, ad esempio, all'obiettivo numero 2 che dice: "sconfiggere la fame, porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione, promuovere un'agricoltura sostenibile". E allora se uno poi va a vedersi come mai siamo peggiorati, si vanno a vedere i singoli indici scopriamo che per quanto riguarda le produzioni biologiche destiniamo in Regione Veneto solo il 2,3% della superficie agricola coltivata, contro una media italiana del 12,3%.
Dopodiché siamo in peggioramento per quanto riguarda l'obiettivo 6: "Acqua pulita e servizi igienico sanitari, garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico sanitarie", e qui mi pare ovvio che siamo arretrati, siamo addirittura peggiorati a causa in particolare dell'apocalittico inquinamento delle falde acquifere, e non solo, da sostanze perfluoroalchiliche, anche se non è l'unico caso, perché ce ne sono molti altri.
Poi siamo peggiorati anche per quanto riguarda l'obiettivo n. 8: "Lavoro dignitoso e crescita economica, incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti".
Abbiamo peggiorato poi anche nel 15, 15 è l'obiettivo relativo a: "vita sulla terra, proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno e fermare la perdita di biodiversità".
In questo specifico gol, viene chiamato così, cioè obiettivo, noi siamo una delle Cenerentole d'Italia ed è dove, assieme alla Lombardia per quanto riguarda il nord, registriamo il peggiore dei punteggi, cioè non solo peggioriamo, ma abbiamo una valutazione veramente molto negativa, e qui ci dobbiamo porre veramente alcuni quesiti sul perché siamo annoverati per quanto riguarda questo obiettivo con una casellina rossa, che vuol dire punto peggiore, ritardo nella sostenibilità. Questo è un invito che farei direttamente anche all'Assessore Bottacin. E' chiaro, ne parleremo appunto con gli emendamenti che abbiamo presentato, in una regione con inquinamenti diffusi, inquinamento dell'aria, ad esempio per quanto riguarda l'inquinamento dell'aria c'è un indice molto interessante che è quello relativo alle centraline che registrano oltre 35 giorni di sforamento annui dei limiti di inquinamento da PM10, le polveri sottili, in Veneto sono pari a 90,5%, contro la media italiana del 34%.
Ma oltre a questo tema che sicuramente andremo a sviluppare, perché ci sono margini di miglioramento veramente molto importanti, che a nostro avviso però non vengono considerati in questo DEFR e nemmeno nella manovra di bilancio, c'è un altro indice che ci ha visto peggiorare, che è quello previsto dall'obiettivo sempre dell'ONU dell'Agenda 2020-2030, "Pace, giustizia e istituzioni forti, promuovere società pacifiche e più inclusive per lo sviluppo sostenibile, offrire l'accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficienti, responsabili e inclusivi a tutti i livelli". Anche in questo caso abbiamo peggiorato, c'è stato un peggioramento. Dobbiamo fare tesoro di questi indici e cominciare soprattutto da dove abbiamo la pagella col voto peggiore.
Però non ci siamo, non ci siamo perché se andiamo a vedere tra l'altro la questione cambiamenti climatici, vediamo che gli interventi proposti sono pressoché quasi uguale a zero, dove spesso vengono venduti come interventi positivi per il clima interventi che invece sono utili sì a qualcos'altro, ma ad esempio alla riduzione degli inquinanti in atmosfera.
Ci riserviamo naturalmente di approfondire tutto con i nostri emendamenti.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Bruno PIGOZZO

PRESIDENTE

Grazie. La parola al collega Giorgetti, prego.

Massimo GIORGETTI (Più Italia! – Amo il Veneto)

Grazie, Presidente.
Per molto velocemente illustrare quelle che sono state le linee che abbiamo inteso seguire con una serie di emendamenti, alcuni già accolti in Commissione altri che verranno in discussione domani, alcuni già approvati e ringrazio sia i colleghi della maggioranza che dell'opposizione in Commissione, altri come dicevo rimangono aperti.
Molto velocemente, il primo si ricollega - e questo riguarda una sfida che noi lanciamo a chi oggi è al Governo e chi oggi qui rappresenta il Governo - proprio sul tema dell'autonomia perché se da una parte è corretto, è giusto il percorso che sta facendo il Presidente Zaia, per come sono abituato io, poi si gioca a chi fa meglio, non a chi sabota l'avversario a seconda dell'occasione, quindi abbiamo ritenuto di inserire nel capitolo nella missione che riguarda appunto il tema dell'autonomia 2-3 paroline magiche, e cioè: di richiedere nelle more dell'approvazione delle varie normative, delle varie competenze richieste anche il fatto di trovare degli accordi puntuali economici.
Cosa significa? Significa che se voi credete all'autonomia e io sono convinto che probabilmente ci vorrà qualche settimana in più, perché chi ha vissuto la Bassanini sa cosa vuol dire immaginare trasferimenti di competenza, ma questo non vieta che ci sia la dimostrazione di come anche voi ci credete mettendo a disposizione alcune risorse straordinarie nelle more dell'approvazione per il Veneto. Quindi il nostro emendamento sostanzialmente inserisce anche questa parte all'interno del DEFR che già dice: "si prosegua sul percorso della trattativa dell'autonomia" e noi diciamo anche: e nelle more di questa individuare con il Governo delle specificazioni economiche e finanziarie".
Il secondo punto che abbiamo inteso affrontare è stato quello del tema del contrasto alla droga, con un emendamento che è già stato approvato in Commissione che riguardava l'utilizzo, la fornitura, il supporto alla Polizia locale per quanto riguarda i controlli e quindi l'utilizzo di cani antidroga; l'altro tema, che è ancora in sospeso, ma ne parleremo avendo noi comunque presentato l'emendamento che è quello che riguarda invece i kit per i test antidroga all'interno delle scuole.
Un altro dei temi che abbiamo voluto porre è quello che riguarda l'incentivazione, il riconoscimento esattamente come è stato fatto per il centenario della prima guerra mondiale anche di quelli che sono i siti storici, le infrastrutture, anche molti dei musei presenti che riguardano la seconda guerra mondiale e la guerra che non c'è stata, la guerra fredda.
Noi crediamo che un percorso della memoria anche su questa parte di storia del secolo scorso sia anche doverosa visto gli anni che sono trascorsi che credo ci permetta a tutti con maggior serenità di fare alcuni ragionamenti su queste cose che tra l'altro rappresentano esattamente, come è successo con la prima guerra mondiale, anche delle occasioni di sviluppo e di turismo sia culturale che di visita, ovviamente da veronese ma credo che su questo troverò l'appoggio di tutti i Consiglieri veronesi, di quello che è il simbolo unico in Europa della guerra fredda, che è il West Star, il comando, il bunker, il comando delle Forze del sud Europa era nato in caso di guerra nucleare, attivo fino a qualche anno fa e trasferito oggi al Comune.
Abbiamo ritenuto di segnalare sul tema rifiuti in maniera molto concreta alcuni aspetti. Collega Zanoni, sa che su alcune io la seguo e le condivido in alcuni casi, ma io credo che al di là delle puntualizzazioni settoriali nel DEFR vada detta una cosa, che è quella che noi abbiamo detto: rivediamo il Piano e la legge. E' inutile che continuiamo a inserire Consigli o piccole cose affrontiamo e scriviamo nel DEFR che rivediamo la legge Piano, perché poi qui all'interno di questo verificheremo una serie di tematiche, dalla chiusura del ciclo rifiuti, alla verifica dell'effettivo riutilizzo dei materiali da riciclo, che credo sia un tema molto interessante, se non affrontiamo questo non esiste neanche la raccolta differenziata. Cioè se quello che raccogliamo lo riusiamo veramente, bene, sennò corriamo il rischio solo di aggravare i costi ai cittadini.
Sempre sul tema ambientale nel DEFR si parlava di contratti di fiume, contratti di mare, come accordi volontari tra le Amministrazioni coinvolte per promuovere la salvaguardia dei corpi idrici, abbiamo inserito abbiamo chiesto di inserire anche il contratto di lago, perché alcuni bacini - a partire dal Garda, ma non solo - che insistono sulla nostra Regione sono delle vere e proprie risorse dal punto di vista ambientale.
Concludo con ultimi due punti a cui teniamo particolarmente, uno riguarda la viabilità e la mobilità, abbiamo fatto due proposte una che riguarda il Lago di Garda, più in generale anche altre tematiche laddove dove ci sono infrastrutture penso alla Gardesana, sempre per fare un esempio ma è così anche in altre parti del Veneto, che non sono migliorabili dove andiamo, ma esaminare le opzioni di eventuali bretelle, di eventuali parcheggi scambiatori, di eventuali altri tipi di infrastrutture, che riguardano anche altre zone del Veneto, in cui noi o fermiamo le macchine prima, altrimenti i problemi non li risolveremo mai.
Un altro tema che abbiamo voluto inserire riguarda le infrastrutture della sanità, in cui ci siamo limitati a sottolineare come, oltre ai nostri ospedali di eccellenza, in molti casi questi devono essere anche raggiungibili, quindi un ragionamento sui parcheggi e trasporti pubblici finalizzati ai poli sanitari crediamo che siano temi assolutamente da affrontare.
Direi che altre piccole cose tipo Protezione Civile, tipo puntualizzazioni, più che altro perché poi l'Assessore Bottacin è stato assolutamente disponibile già in Commissione, abbiamo ritenuto utile sottolinearle.
Un'altra cosa che abbiamo ritenuto opportuno sottolineare riguarda lo sport, perché se da una parte è vero che c'è stato un risultato straordinario, grazie al lavoro del Presidente, della Giunta e anche di tutto il Consiglio, per quanto riguarda le Olimpiadi, non vorrei che tutte le risorse a disposizione fossero indirizzate esclusivamente sul progetto olimpico e ci dimenticassimo che se non ci fosse un grande movimento sportivo di base, come il nostro Veneto, che possa avere delle infrastrutture, dei piccoli impianti, in cui poter sviluppare i talenti sportivi che rendono la nostra Regione la Regione che ha il maggior numero di medaglie olimpiche, nelle ultime Olimpiadi, che è proprio il Veneto. Importantissime le Olimpiadi, non dimentichiamoci, anche in termini economici e finanziari, lo sport di base che è propedeutico poi ai grandi obiettivi che abbiamo raggiunto.
Dicevo, e ringrazio già per questo le Commissioni e la Giunta per aver già accolto una serie di questi emendamenti, di queste indicazioni, gli altri li discuteremo domani e nei prossimi giorni in Aula, grazie.

PRESIDENTE

Grazie. La parola a Cristina Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Civica per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Allora colleghi, io voglio iniziare con una nota positiva perché nell'affrontare questo Documento di economia e finanza, che è essenzialmente il vademecum, la lista dei desiderata, degli obiettivi che la Regione vuole porsi, non posso che osservare come vi sia stata più di qualche proposta di integrazione o approfondimento avanzata in questi anni, proprio dai banchi della minoranza, che sono state finalmente recepite senza bisogno di ulteriori forme di emendamento, e questo a qualche mese dalla fine di questa Legislatura. Per cui, vorrei lanciare appunto questo messaggio positivo, ringraziare di questa attenzione e dire, sì, ai miei colleghi di minoranza, siamo stati precursori, perché quello che per noi era emergenza in questi anni è diventato finalmente un obiettivo e una priorità anche per la maggioranza e questo sicuramente è un buon segno, un segno che ci consente di ragionare nel futuro della realizzazione di politiche per i giovani, per la loro autonomia e il loro orientamento, per la sicurezza dei nostri Comuni, la lotta alla criminalità organizzata, il diritto allo studio, consorzi di bonifica, riciclo, sono tutti temi che abbiamo affrontato insieme con i colleghi di minoranza e che finalmente hanno una maggiore evidenza all'interno degli obiettivi anche della maggioranza, che propone questo Documento di economia e finanza.
Però un Documento di economia e finanza, il bilancio, questa è un'epoca anche di bilanci, di cosa? Del lavoro di questi ultimi 4 anni e mezzo. Vedete, poi ognuno farà le sue valutazioni, ma personalmente mi sento di rilevare come questi ultimi 5 anni sono stati evidentemente una sostanziale continuazione di quello che era un trend, un asse Galan-Zaia, che si è realizzato con delle politiche di continuazione di consumo di suolo, di continuazione di privatizzazione del sistema socio sanitario e di conseguenza in quello che è un impoverimento della popolazione di quello che è il valore aggiunto anche del nostro territorio, e questo è da rilevare. É da rilevare perché? Perché tante sono ancora le proposte che andremo ad avanzare e continueremo ad avanzare, in risposta a una tensione propositiva che abbiamo come minoranza e come Gruppi consiliari rivolta a un miglioramento delle condizioni e della serenità di vita dei cittadini del Veneto, che non è vero che vivono nella totale spensieratezza, anzi, problemi enormi ci sono e sono relativi alla conduzione politica di questa Regione.
E' per questo che in questi giorni andremo ad affrontare diverse proposte, proposte che per quanto riguarda me e alcuni colleghi, come appunto la collega Bartelle, il collega Ruzzante del Coordinamento 2020 abbiamo voluto scrivere, con degli obiettivi ben chiari, per un Veneto più verde, un Veneto più a misura di bambino, donna e uomo, un Veneto più giusto e più sicuro anche nel lavoro e un Veneto di tutti i colori, per il contrasto alla violenza, il contrasto alla discriminazione e per la promozione della cultura della pace, di cui il Veneto si deve fare ancora più portatore con forza, all'interno non soltanto delle scuole ma di tutta la comunità visto il clima che stiamo vivendo.
Per cui, parleremo dell'aggiornamento del Piano regionale delle bonifiche e dell'inserimento nel registro dei siti inquinati, anche di siti come quello di Miteni, che è esigente, manca ed è notevolmente urgente farlo ed inserirlo, parleremo di acqua bene comune, di piani di interventi per la riduzione degli sprechi e tutela dell'inquinamento, di dichiarazione di emergenza climatica, di boschi urbani, parleremo di asili nido gratis o con incentivi, parleremo di una piattaforma rivolta ai giovani per guidarli a un processo di autonomia, parleremo dell'abolizione del super ticket in Sanità, di interventi a sostegno delle IPAB, parleremo anche di misure per la sicurezza sul lavoro per la creazione del registro dei quasi infortuni e l'aumento delle risorse destinate agli SPISAL, perché eroici sono quei lavoratori che riescono in qualche maniera a cercare di prevenire il rischio sul lavoro, ma dobbiamo far sì che il lavoro delle risorse regionali che sono create appositamente per proteggere preventivamente i lavoratori, siano messi in grado di svolgere il proprio compito in maniera preventiva e non a emergenza o a incidente già fatto.
Parleremo anche di tutta la questione dell'azzeramento delle differenze sociali rivolte in particolar modo a quelle popolazioni che sono maggiormente sottoposte a pressioni e perché persone magari con delle fragilità.
E' su questo ultimo punto che mi va di approfondire con qualche minuto in più di discussione tre argomenti che mi stanno e ci stanno particolarmente a cuore, che rileviamo essere ancora un po' carenti non tanto negli impegni definiti all'interno di questo documento programmatorio, quanto nella realizzazione perché è inutile creare un bellissimo contenitore se poi, dopodiché, l'attuazione è carente; parlo anzitutto di un tema che riguarda i giovani e la natalità. Vedete, rispetto ad altre Regioni anche a noi vicine, come l'Emilia Romagna o la Lombardia, il Veneto è una Regione che ha un saldo negativo per presenza di giovani, insomma da qui ne emigrano di più, infatti c'è un meno 2,6 per mille, mentre nelle Regioni vicine, come la Lombardia e l'Emilia Romagna, si aggira intorno alla media del più 15 per mille.
Questo non lo dice Cristina Guarda, lo dice uno studio dell'Università di Padova, chi ci spiega come tutto questo non sia causato esclusivamente dalla possibilità o meno di trovare un lavoro adeguato, argomento e tema per cui, sì, l'emigrazione giovanile è evidentemente stimolata, ma anche per la organizzazione del territorio e l'offerta culturale che viene data all'interno di una Regione, di un territorio, di una città o di un'area rurale.
Infatti, viene riferito che i giovani preferiscono stanziarsi in territori che sono anzitutto ben interconnessi, con sistemi di trasporto pubblico integrato, ruota, ferro efficienti; dall'altra parte richiedono e vanno a stanziarsi dove magari c'è un'offerta culturale e di interazione sociale molto più evidente e strutturata, ed è questo che ci insegna come sia necessario dare dignità non soltanto alle città ma anche alle nostre aree rurali con questo tipo di servizi e ci insegna come l'investimento pubblico e le politiche della nostra Regione sono essenziali per garantire l'attrattività del nostro territorio, e lo sono perché dobbiamo guardare non soltanto all'ottica del lavoro, della creazione di possibilità imprenditoriali, quanto a 360 gradi nell'offerta che il Veneto può dare alle nuove generazioni.
L'età interessata da questa emigrazione di quei giovani under 35 che nel territorio scelgono poi magari distanziarsi in quello in cui sono immigrati e anche magari creando una famiglia, ed è per questo, proprio perché noi vogliamo dei futuri veneti che siano presenti attivi e assolutamente realizzati all'interno del nostro territorio dobbiamo prenderci cura di queste generazioni perché sennò avremo sempre delle uscite e ci lamenteremo sempre del calo della natalità per cui è necessario intervenire su questo tema con maggiore energia e con politiche che siano ben coordinate fra loro, fra le diverse parti di Assessorato.
Vi sto chiedendo di considerare il giovane uomo e la giovane donna nella loro interezza, in tutti i suoi interessi, non soltanto nella realizzazione lavorativa. Scopriremo, guardando così, un mondo giovanile che è di gran lunga distante da quella che più volte ci avete descritto come generazione maldestra forse, pigra, che magari avete interpretato l'esigenza di realizzazione esclusivamente con un percorso in una realtà di esercito militare, eccetera; in realtà ricordo che era proprio in quest'aula che si difendeva questa tesi.
Mi fa piacere che questo vi interessi, perché è giustissimo, benissimo, sono molto felice, ma tutto questo, invece andare a conoscere nello specifico questi interessi e le motivazioni che spingono un giovane a rimanere o ad andarsene, al di là del lavoro, ci può spingere a farci guardare con altri occhi la nostra generazione e farvela vedere sotto un'altra luce perché la nostra vita non si ferma soltanto alla realizzazione lavorativa ma ci sono giovani, uomini e donne, che hanno bisogno di sentirsi integrati in un territorio capace di valorizzare la loro spinta, a dedicarsi anima e corpo nella realizzazione propria e della propria comunità, ciò se non è calcolato in un'ottica di visione politica mortifica i giovani, li mortifica allontanandoli dal territorio stesso.
L'altro passaggio che vorrei fare è sulla questione povertà e fragilità, in Veneto l'indice di disuguaglianza in tutti questi anni è sempre peggiorato, ci sta dicendo che le famiglie più povere hanno maggiore distanza rispetto alle famiglie più ricche, questa è una condizione di criticità enorme.
In questo DEFR vengono viene anno dopo anno identificata la criticità della condizione di vita di giovani ed anziani, bambini a rischio povertà, specialmente i nuovi nuclei familiari, sono riconosciute queste problematiche in questo DEFR e portano a pensare al reale rischio di far rimanere però queste attenzioni esclusivamente come delle buone intenzioni scritte su carta, ma non realizzate; questo perché? Perché se continuiamo a ribadire ma non interveniamo in un'ottica di politica a servizio di queste categorie fragili ci perdiamo un po' la faccia, e la perdiamo la faccia perché? Perché questa Regione si è fatta promotrice attraverso questa maggioranza di provvedimenti che sono dannosi per queste categorie, con l'aumento dei canoni delle case popolari, anzi il dilagante disagio vissuto dalle famiglie con dei familiari non autosufficienti, che si ritrovano a dover pagare più di 3.000 euro di rata mensile per la gestione in casa di riposo del proprio familiare perché non vengono stanziati sufficienti fondi per garantire quello che è un livello essenziale di assistenza, oppure parlo delle persone che si trovano a un conflitto nella gestione del servizi sanitari e sociali, per l'eccessiva presenza del privato proprio a causa delle scelte di questa maggioranza, o l'abbandono, l'abbandono vissuto dalle famiglie con disabili o con familiari con malattie rare, si ritrovano senza un'assistenza post emergenza, con molta confusione nei servizi e pochi riferimenti sul territorio se non a pagamento.
In tutto questo argomento aggiungo anche l'attenzione relativa sia alla questione sanitaria, legata alla tematica ambiente, perché vedete un aspetto che voglio dedicare a questa riflessione, a questa discussione, è anche ciò che abbiamo proposto nel Piano sociosanitario e che è stato rigettato, è stato rimandato al mittente. Il tema di PFAS ci ha insegnato come vi siano reali aumenti di patologie legati ad un territorio che coincide con una contaminazione e questo insegna un'attività di prevenzione sanitaria e ambientale che deve essere maggiormente sviluppata e coordinata, per questo ribadisco la necessità che nella logica di un Veneto che vuole essere primo a tutti i costi si faccia si ricerca in questo primo posto nella verifica con un'indagine epidemiologica connessa alle verifiche ambientali immediata, che venga creato un Piano pluriennale per andare ad analizzare le condizioni di salute dei cittadini e verificarle con quelli che possono essere dei rischi ambientali dovuti a dei siti di pressione.
In questa maniera potremmo rilevare delle anomalie sanitarie che possono essere utili a identificare anche dei processi di protezione ambientale, questo è un aspetto - quello della prevenzione ambientale sanitaria connessa fra di loro - a cui aggiungo la necessità di andare a lavorare in maniera più determinata e coerente, senza false promesse, sulla sicurezza sul lavoro perché gli Spisal devono essere supportati nella loro attività, devono essere supportati non a parole ma nei fatti le promesse quella di 30 posti in più devono essere mantenute.
Le stesse intenzioni che devono essere tradotte nella realtà nella gestione dei siti contaminati del 90,5% di sforamento di emissioni di PM10 nell'aria, la gestione delle emissioni industriali in maniera più concertata col territorio e attenta al territorio alle sollecitazioni che partono dal territorio, per non parlare del consumo di suolo con 923 ettari in più di suolo consumato nel 2018, che equivalgono praticamente a 2000 campi da calcio e gli appassionati qui comprendono il peso oppure la presenza come diceva prima il Consigliere Ruzzante di 500.000 case sfitte, un calo demografico e delle politiche che acconsentono ad ulteriori costruzioni senza valorizzare l'esistente.
Ecco, tutto questo è un metodo da superare e i 5 anni di bilancio che affronteremo in questi giorni devono stimolare un cambio di rotta, anche nel metodo. Perché se c'è una cosa che mi sento di rilevare, anche come metodo politico da utilizzare nei confronti dei cittadini attivi che sono sul nostro territorio è quello che prende spunto dalle esperienze di quei nostri concittadini che hanno vissuto l'esperienza di SESA, della cava SEB, dei PFAS, delle cave in generale, dell'inquinamento dell'aria, delle emissioni odorigene di idrogeno solforato, delle emissioni industriali, della Pedemontana e della Val Lugana e che hanno denunciato il consumo di suolo, una lista molto sommaria di esperienze però di cittadini che hanno vissuto un clima di mortificazione.
Ci sono centinaia e centinaia di veneti che si sono mossi su questi temi, hanno rilevato delle evidenti problematiche e delle criticità per il Veneto, ma si sono sentiti trattati da questa maggioranza con poco rispetto, magari sono stati tacciati da allarmisti e creduloni, e tutto questo però non ha consentito un intervento immediato in protezione di questi cittadini e delle loro comunità. I mulini a vento in quei casi erano reali e, purtroppo, stanno condannando il Veneto ad affrontare di qui ai prossimi anni enormi spese per la gestione sanitaria, la tutela anche ambientale, eccetera, piantumazioni, bonifiche, piani di abbattimento e ricicli di acqua e via discorrendo.
Con questo discorso e con questo confronto con voi vorrei stimolare anche un cambio di direzione, perché non è possibile mortificare dei cittadini attivi che si sono impegnati su questi temi e magari hanno sofferto delle condizioni di conflitto con la politica, che invece di creare conflitto dovrebbe andare a creare unità, dovrebbe andare a riempire e a ricucire quelle ferite che ci sono con i cittadini del nostro territorio.
E' un una spassionata richiesta che faccio a tutti voi e a tutti noi, perché la cittadinanza attiva su questi particolari temi ha portato a degli svolgimenti che ci hanno insegnato, come mai prima d'ora, la condivisione fra politica e cittadinanza attiva è preziosa, e questo, ribadisco, questo deve essere la base di ragionamento del futuro del lavoro politico della nostra Regione, lo auspico io e spero che lo condividiate anche voi.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie. Collega Bartelle, prego.

Patrizia BARTELLE (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Italia in Comune)

Grazie, Presidente.
Spero di non essere l'ultima che conclude questo dibattito. Non mi è mai appassionato tanto intervenire in Aula in questi anni per quanto riguarda il DEFR, perché ne abbiamo discusso in maniera molto, come possiamo dire, molto aperta e in maniera esaustiva all'interno delle Commissioni, in cui ho già espresso le mie perplessità e le mie criticità.
La collega Guarda ha ben sottolineato il lavoro emendativo che abbiamo preparato, che sicuramente, ho già dato un'occhiata agli emendamenti, andava nella stessa direzione degli altri compagni che siedono qua nell'opposizione, è evidente che abbiamo un punto di vista che confluisce nelle criticità che noi abbiamo sempre evidenziato in questo documento, ma non è che evidenziamo le criticità di questo documento, sono le criticità che abbiamo esposto durante tutto l'anno e in merito a tante azioni che avete fatto voi come Consiglio regionale, che abbiamo fatto noi come Consiglio regionale nell'approvare certe leggi e la Giunta con le proprie delibere.
Per parlare così, io dico sempre che è un libro dei sogni ed è una meraviglia, è una cosa che possiamo dare all'Università, farla studiare agli studenti e fargli fare anche gli esami, perché è un qualcosa di talmente ben calibrato e studiato che è meraviglioso, ti fa sentire orgoglioso di appartenere a questa Regione che è in grado di scrivere questo libro, ripeto, dei sogni meraviglioso.
A caso ho aperto e a pagina 188 "Trasporto e diritto alla mobilità". Vorrei tornare su quanto già detto dalla collega Guarda, che parla di giovani, che parla di insediamento delle nuove famiglie, di giovani famiglie all'interno delle comunità in cui trovano i servizi; tu prendi casa in un luogo in cui puoi coscientemente, in maniera serena, dire "vado al lavoro in treno non mi serve l'auto e ho una serie di servizi per la famiglia per i figli e - ripeto - per la mobilità per il lavoro in cui io mi ritengo soddisfatto". Stamattina c'era un articolo in cui portava gli indici di spopolamento delle varie Province venete, la peggiore come al solito, abbiamo sempre questa maglietta nera che ci corre dietro, è il Polesine che nel giro di pochi anni ha perso più di 18.000 persone residenti, tra morti e persone che se ne sono andate, cosa che invece non è successo nelle altre Province perché sono riusciti ad attrarre persone adulte che hanno scelto quelle Province.
Questo qua mi ricorda che in Polesine abbiamo dei grossi problemi legati alla mobilità. Altroché qua 2, 3, 4, 5 pagine di paragrafi del DEFR che mi parlano di trasporto ferroviario, che mi parlano di trasporto pubblico locale, che mi parlano di trasporto per vie d'acqua, nulla di tutto questo è ipotizzato per la Provincia di Rovigo.
Poi noi ci chiediamo come mai certe azioni importanti come la ZAES che sta andando per la maggiore in questi giorni e per cui stanno organizzando un'altra trasferta per mercoledì dei Sindaci interessati del territorio polesano a Roma da parte di Confindustria, cioè ci chiediamo il perché certe situazioni non vadano a concretizzarsi nei territori.
In provincia di Rovigo avremo la possibilità di emendare tutte queste situazioni, abbiamo - come descritto nel DEFR - la possibilità di interagire con le vie d'acqua, trasporto per le vie d'acqua, abbiamo un'idrovia, la più importante della Regione Veneto che dal Mare Adriatico arriva a Mantova, però ha un problema, povera lei, è una idrovia di classe IV e ormai le navi che sono in uso sono di classe V; non c'è un accenno da nessuna parte, nemmeno nel prossimo Piano regionale dei trasporti, di un adeguamento di questa via che potrebbe veramente cambiare l'aspetto economico del Polesine, perché ricordiamo che togliere i mezzi dalle strade e utilizzare le navi, magari di nuova generazione non inquinanti, potrebbe essere una soluzione anche per il futuro che vogliamo per l'aspetto ecologico di cui ci stiamo ammantando ma che di fatto non stiamo facendo niente, sottolineo il niente. Perché parlare di trasporti in una zona come Adria, Venezia, Chioggia in cui utilizziamo dei treni a propulsore diesel ma vecchi di 30-40 anni e che non c'è nessuna previsione per un cambiamento di questo tipo di trasporto, di cosa stiamo parlando? Non stiamo dando possibilità di sviluppo a un territorio.
Parliamo di tutela del territorio, tutela della salute ma se non andiamo ad incidere su questo con dei progetti dettagliati e che siano quantomeno messi nella fase di studio non stiamo facendo niente. Inquinamento e tutela della salute: parte dal cambiamento proprio mentale e di pensiero per il territorio che vogliamo.
La tutela delle acque è un altro bellissimo paragrafo che avete qua nella sostenibilità del territorio e tutela delle acque. Ricordo un semplice passaggio che ho già evidenziato in Commissione: si parla - e non è stato smentito da nessuno - di abbandonare le acque del Po per dissetare tutta la popolazione che in questo momento attinge acqua con i propri acquedotti, si parla di abbandonarla per agganciare gli acquedotti al sistema MOSAV, quindi parliamo di portare le acque della Pedemontana in Polesine, a Porto Tolle, a Adria, a Corbola, a tutte le parti terminali di questa situazione. Sappiamo che le acque sono sempre meno, sappiamo che i ghiacciai stanno diminuendo, perciò sappiamo già noi che abitiamo alla fine dell'impero che quando ci sarà qualsiasi problema di carenza idrica noi saremo i primi a cui non arriverà, perché verrà in qualche maniera contingentata e, come si sa, gli ultimi della filiera sono gli ultimi, e non beati i primi - come si dice - se avran creanza.
Perciò io invito questa Regione a rivedere a ritornare sui suoi passi, per quanto riguarda la decisione già presa, di abbandonare l'utilizzo delle acque del Po, di investire seriamente in maniera massiccia su disinquinamento su quello che serve, guardo anche il mio Assessore Bottacin. L'ha smentita. Però il direttore Dall'Acqua ripete questa situazione e non smentisce queste cose, che avverrà abbandonata l'acqua del Po per motivi di potabilizzazione.
Per non dover sostenere i costi del filtraggio, visto che stiamo pagando anche per l'alto vicentino, io ritengo che questa sia una risposta, Assessore, sbagliatissima, perché stiamo sostenendo soldi, pagamenti per tutto e per tutti stiamo sostenendo un MOSE, stiamo sostenendo una Pedemontana, non vogliamo sostenere un territorio se si abbandona questa riserva idrica abbandoniamo tutto un territorio, lasciandolo là a morire un po' alla volta e adesso parliamo di area in via di spopolamento, poi non so che termine utilizzeremo. Buon lavoro a tutti noi.

PRESIDENTE

Grazie. Mi date cinque minuti per una Capigruppo volante, per favore?
Sospendiamo fino alle ore 18.35. Grazie.
La seduta è sospesa alle ore 18.28
La seduta riprende alle ore 18.38


PRESIDENTE

Signori, un attimo di attenzione.
Grazie, è terminata la discussione generale chiudiamo qui la discussione sul DEFR, domani riprendiamo sugli emendamenti come ho comunicato in Capigruppo.
La Regione Veneto andrà a depositare l'esito della votazione per quanto riguarda la raccomandazione chiesta dalla Corte di Cassazione, spostiamo il punto "emendamenti" da giovedì a venerdì perché il dottor Giachetti accompagnerà i delegati che andranno a depositare l'esito della votazione in Cassazione.
Interrompiamo qui la seduta, riprendiamo domani penso alle 11 tecnicamente, perché la Commissione si riunirà alle ore 10.30 per il parere sugli emendamenti.
Ci arrivano in questo momento un po' di emendamenti dal correlatore che distribuiremo domani mattina, che comunque la Commissione inizierà già a valutare. Grazie.
La Seduta termina alle ore 18.41
Il Consigliere segretario
f.to Simone Scarabel

Il Presidente
f.to Roberto Ciambetti
Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.
Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Elisabetta Fabris
Verbale n. 228 - 10^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 228
LUNEDÌ 4 NOVEMBRE 2019


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTI MASSIMO GIORGETTI E BRUNO PIGOZZO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 228a seduta pubblica – lunedì 4 novembre 2019
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15494 del 30 ottobre 2019.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 14.40.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbale della seduta precedente  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 227a seduta pubblica di martedì 15 ottobre 2019.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che il Presidente della Giunta regionale Zaia è in congedo.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 776 del 31.05.2019
presentata dai consiglieri Zanoni, Guarda e Bartelle
"Emergenza gallo cedrone: troppi curiosi a caccia di fotografie nelle zone di riproduzione ed un esemplare spennato vivo. Quali misure per rafforzare la tutela e la sorveglianza garantendo la conservazione di questa specie in via di estinzione?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico) in sede di replica.

n. 821 dell'11.09.2019
presentata dai consiglieri Zanoni, Fracasso, Pigozzo, Bigon, Guarda, Bartelle, Ruzzante, Baldin, Brusco, Scarabel e Berti
"Incidenti venatori e atti di bracconaggio in Veneto durante la stagione venatoria 2018/2019: alla vigilia della nuova stagione di caccia la Giunta regionale intende garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela della fauna selvatica rispettando e applicando le leggi regionali, nazionali e comunitarie?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Pan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico) in sede di replica.

n. 830 del 24.09.2019
presentata dai consiglieri Zanoni, e Bigon
"Volpago del Montello (TV): con la nuova cartografia si intende mantenere sotto vincolo il poligono a Querceto?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico) in sede di replica.

n. 812 del 03.09.2019
presentata dal consigliere Ruzzante
"Direttore dell'ATER di Vicenza: un altro dirigente senza il diploma di laurea?"

Interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin (Zaia Presidente) che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali) in sede di replica.

Assume la Presidenza il Vicepresidente Bruno Pigozzo.

n. 822 del 16.09.2019
presentata dai consiglieri Ruzzante, Bartelle e Guarda
"Ecolab chiude lo stabilimento di Rovigo, 43 operai a rischio licenziamento: quali interventi della Regione per porre argine allo strapotere delle multinazionali all'interno del territorio regionale?"

Interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan (Più Italia! – Amo il Veneto) che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali) in sede di replica.
INTERPELLANZE

n. 14 dell'11.09.2019
presentata dai consiglieri Ruzzante, Bartelle e Guarda
"Risorse carenti per gli asili nido: quali interventi della Giunta regionale per invertire la rotta di un nemmeno troppo silenzioso smantellamento del servizio pubblico a danno delle famiglie?"

Interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali) che illustra l'interpellanza in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin (Zaia Presidente) che risponde per conto della Giunta regionale.

Durante l'intervento dell'assessora Lanzarin assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali) in sede di replica.

n. 16 del 20.09.2019
presentata dai consiglieri Ruzzante, Bartelle e Guarda
"Dal rapporto SNPA 2019 dati sconfortanti sul consumo di suolo in Veneto: quali provvedimenti della Giunta regionale per invertire la rotta?"

Interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali) che illustra l'interpellanza in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali) in sede di replica.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell'articolo 75 della Costituzione e dell'articolo 29 della legge 352/1970 "Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sull'iniziativa popolare", di articoli del testo unico per l'elezione della Camera (Dpr 361/1957), del testo unico per l'elezione del Senato (D.lgs. 533/1993), della legge 51/2019 "Disposizioni per assicurare l'applicabilità delle leggi elettorali indipendentemente dal numero dei parlamentari", di disposizioni di delega contenute nell'articolo 3 della legge 165/2017 "Modifiche al sistema di elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali" di cui alla deliberazione del Consiglio regionale n. 85 e n. 86 del 25 settembre 2019: conformazione del quesito referendario alla Ordinanza della Corte Suprema di Cassazione, Ufficio Centrale per il Referendum del 16 ottobre 2019. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 111) RESPINTA  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Montagnoli (Liga Veneta – Lega Nord) che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare e Salemi (Partito Democratico) che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ruzzante (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Liberi E Uguali), Zorzato (Forza Italia – Berlusconi Presidente – Area Popolare Veneto), Fracasso (Partito Democratico) e Azzalin (Partito Democratico).

La seduta è sospesa alle ore 16.16.

La seduta riprende alle ore 16.17.

In discussione generale interviene il consigliere Guadagnini (Siamo Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione a maggioranza dei consiglieri regionali assegnati col sistema elettronico la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan Fabiano, Casali, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Colman, Corsi, Finco, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Valdegamberi, Negro, Barison, Dalla Libera, Boron, Bottacin, Calzavara, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Guarda, Berti, Brusco, Scarabel, Bartelle, Ruzzante, Azzalin, Bigon, Fracasso, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis

Astenuti:

Ferrari, Zorzato

Non votanti:

Guadagnini

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Bilancio di previsione finanziario 2020-2021-2022 del Consiglio regionale (Proposta di deliberazione amministrativa n. 108) APPROVATA (Deliberazione n. 106/2019)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Pigozzo (Partito Democratico) che svolge la relazione illustrativa per conto dell'Ufficio di Presidenza.

In discussione generale intervengono i consiglieri Fracasso (Partito Democratico), Azzalin (Partito Democratico) e Zanoni (Partito Democratico) che illustra l'ordine del giorno n. A1.

Chiusa la discussione generale interviene il relatore consigliere Pigozzo (Partito Democratico) in sede di replica.

Si passa all'esame dell'ordine del giorno collegato alla proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Ordine del giorno n. A1.

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zanoni, Pigozzo, Fracasso, Azzalin, Bigon, Salemi, Sinigaglia, e Zottis relativo a "Garantire l'operatività dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale anche nei giorni festivi, come già avviene per l'analogo Ufficio della Giunta regionale" RESPINTO  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Guarda, Baldin, Berti, Brusco, Scarabel, Bartelle, Ruzzante, Azzalin, Bigon, Fracasso, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Barbisan Fabiano, Casali, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Colman, Corsi, Finco, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Valdegamberi, Donazzan, Giorgetti, Negro, Barison, Dalla Libera, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Astenuti:

Ferrari, Zorzato, Conte

Non votanti:

nessuno
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan Fabiano, Casali, Ferrari, Guarda, Zorzato, Conte, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Colman, Corsi, Finco, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Baldin, Berti, Brusco, Scarabel, Bartelle, Ruzzante, Valdegamberi, Azzalin, Bigon, Fracasso, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Donazzan, Giorgetti, Guadagnini, Negro, Barison, Dalla Libera, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Adozione del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2020-2022. Articolo 36, comma 3, e Allegato 4/1, punti 4.1 e 6, del decreto legislativo n. 118/2011 e ss.mm.ii.; articolo 7 e Sezione III della legge regionale n. 35/2001 . (Proposta di deliberazione amministrativa n. 101) INIZIO  [RESOCONTO]


e

Adozione della nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2020-2022. Articolo 36, comma 3 e Allegato 4/1, punti 4.1 e 6 del decreto legislativo n. 118/2011 e ss.mm.ii.; articolo 7 e Sezione III della legge regionale n. 35/2001 (Proposta di deliberazione amministrativa n. 107) INIZIO  [RESOCONTO]



Interviene il consigliere Montagnoli (Liga Veneta – Lega Nord) che svolge la relazione di maggioranza su entrambi i provvedimenti per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Montagnoli assume la Presidenza il Vicepresidente Massimo Giorgetti.

Interviene il consigliere Sinigaglia (Partito Democratico) che svolge la relazione di minoranza su entrambi i provvedimenti per conto della Prima Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE comunica che alle ore 17.30 scade il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti nn. A142 e A143.

In discussione generale su entrambi i provvedimenti intervengono i consiglieri Azzalin (Partito Democratico), Zanoni (Partito Democratico).

Durante l'intervento del consigliere Zanoni assume la Presidenza il Vicepresidente Bruno Pigozzo.

In discussione generale su entrambi i provvedimenti intervengono i consiglieri Giorgetti (Più Italia! – Amo il Veneto), Guarda (Civica per il Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Guarda assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale su entrambi i provvedimenti interviene la consigliera Bartelle (Gruppo Misto – Veneto 2020 – Italia in Comune).

La seduta è sospesa alle ore 18.28.

La seduta riprende alle ore 18.38.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Il PRESIDENTE dichiara che si provvederà al deposito presso la Suprema Corte di Cassazione dell'esito della votazione della proposta di deliberazione amministrativa n. 111.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta e comunica che il Consiglio regionale è convocato domani martedì 5 novembre alle ore 11.00 per consentire all'Ufficio di presidenza della Prima Commissione consiliare di dare parere sugli emendamenti presentati.

La seduta termina alle ore 18.41.

Consiglieri presenti:
AZZALIN Graziano
GIORGETTI Massimo
BALDIN Erika
GUADAGNINI Antonio
BARBISAN Fabiano
GUARDA Cristina
BARBISAN Riccardo
LANZARIN Manuela
BARISON Massimiliano
MARCATO Roberto
BARTELLE Patrizia
MICHIELETTO Gabriele
BERLATO Sergio Antonio
MONTAGNOLI Alessandro
BERTI Jacopo
NEGRO Giovanna
BIGON Anna Maria
PIGOZZO Bruno
BORON Fabrizio
POSSAMAI Gianpiero
BOTTACIN Gianpaolo Enrico
RIZZOTTO Silvia
BRESCACIN Sonia
RUZZANTE Piero
BRUSCO Manuel
SALEMI Orietta
CALZAVARA Francesco
SANDONÀ Luciano
CASALI Stefano
SCARABEL Simone
CIAMBETTI Roberto
SEMENZATO Alberto
COLMAN Maurizio
SINIGAGLIA Claudio
CONTE Maurizio
VALDEGAMBERI Stefano
CORSI Enrico
VILLANOVA Alberto
DALLA LIBERA Pietro
ZANONI Andrea
DONAZZAN Elena
ZORZATO Marino
FERRARI Franco
ZOTTIS Francesca
FINCO Nicola Ignazio

FORCOLIN Gianluca

FRACASSO Stefano

GIDONI Franco







IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Simone SCARABEL






IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI







N.B. Gli emendamenti indicati nel processo verbale sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin, Paola Lombardo.