ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 18/07/2017 n. 128

Resoconto n. 128 - 10^ legislatura
Resoconto 128a Seduta pubblica
Martedì, 18 luglio 2017
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.40

PRESIDENTE

Signori, iniziamo la seduta.
Diamo inizio alla 128a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 13628 dell'8 giugno 2017 ed integrazione prot. n. 15767 del 5 luglio 2017.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO


Ha comunicato congedo il Consigliere:

Alessandro MONTAGNOLI

Il congedo è concesso.

Interrogazioni

Sono state presentate alla Presidenza del Consiglio le seguenti interrogazioni:

a risposta immediata

N. 400 del 17 luglio 2017
Presentata dalla consigliera Bartelle
"CORSI DI FORMAZIONE PER GESTIONE PRENOTAZIONI PER IL PERSONALE INFERMIERISTICO NELLA AULSS 5: ORA GLI INFERMIERI DEVONO FARE ANCHE GLI AMMINISTRATIVI?"
Come concordato nella Capigruppo e come comunicato nell'ordine del giorno che vi è stato integrato, continuiamo con dei provvedimenti che hanno carattere economico.
PUNTO
25.1
bis



RENDICONTO DELLA GESTIONE PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 2016 DEL CONSIGLIO REGIONALE (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 50) (DELIBERAZIONE N. 87/2017)

"Signori Consiglieri,
Il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, come modificato ed integrato con decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 prevede a decorrere dal 10 gennaio 2015 l'obbligo per le Regioni di conformare la propria gestione ai principi contabili generali e applicati stabiliti dal decreto, nonché di adottare a partire dal 1° gennaio 2016 specifici schemi di bilancio e rendiconto. Prevede che cessino di avere efficacia con decorrenza 1° gennaio 2015 le disposizioni regionali incompatibili con le norme contenute nel decreto legislativo in parola.
L'articolo 3, comma 1, del decreto prevede che: Art. 3 - Principi contabili generali e applicati Le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 2, conformano la propria gestione ai principi contabili generali contenuti nell'allegato 1 ed ai seguenti principi contabili applicati, che costituiscono parte integrante al presente decreto:
- della programmazione (allegato n. 4/1);
- della contabilità finanziaria (allegato n. 4/2);
- della contabilità economico-patrimoniale (allegato n. 4/3);
- del bilancio consolidato (allegato n. 4/4). 2-17. [...] omissis.
Nello specifico, con riferimento al rendiconto della gestione, i commi 13 e 14 dell'articolo 11 del decreto prevedono che:
Art. 11 — Schemi di bilancio 13.
(...) Al primo rendiconto di affiancamento della contabilità economico patrimoniale alla contabilità finanziaria previsto dall'art. 2, commi 1 e 2, è allegato anche lo stato patrimoniale iniziale.
14. A decorrere dal 2016 gli enti di cui all'art. 2 adottano gli schemi di bilancio previsti dal comma 1 che assumono valore a tutti gli effetti giuridici, anche con riguardo alla funzione autorizzatoria.
L'articolo 63 del decreto stabilisce che:
Art. 63 Rendiconto generale
1. I risultati della gestione sono dimostrati nel rendiconto generale annuale della regione.
2. Il rendiconto generale, composto dal conto del bilancio relativo alla gestione finanziaria, dai relativi riepiloghi, dai prospetti riguardanti il quadro generale riassuntivo e la verifica degli equilibri, dal conto economico e dallo stato patrimoniale, è predisposto secondo lo schema di cui all'allegato n. 10 al presente decreto.
3. Contestualmente al rendiconto, la regione approva il rendiconto consolidato, comprensivo dei risultati del consiglio regionale e degli eventuali organismi strumentali secondo le modalità previste dall'art. 11, commi 8 e 9.
4. Al rendiconto della gestione sono allegati i documenti previsti dall'art. 11, comma 4, l'elenco delle delibere di prelievo dal fondo di riserva per spese impreviste di cui all' art. 48, comma 1, lettera b), con l'indicazione dei motivi per i quali si è proceduto ai prelevamenti e il prospetto relativo alla gestione del perimetro sanitario di cui all'art. 20, comma 1.
5. Il conto del bilancio dimostra i risultati finali della gestione rispetto alle autorizzazioni contenute nel primo esercizio considerato nel bilancio di previsione.
Per ciascuna tipologia di entrata e per ciascun programma della spesa, il conto del bilancio comprende, distintamente per residui e competenza: a) per l'entrata le somme accertate, con distinzione della parte riscossa e di quella ancora da riscuotere;
b) per la spesa le somme impegnate, con distinzione della parte pagata, di quella ancora da pagare e di quella impegnata con imputazione agli esercizi successivi, che costituisce il fondo pluriennale vincolato.
6. Il conto economico evidenzia i componenti positivi e negativi della gestione di competenza economica dell'esercizio considerato, rilevati dalla contabilità economico-patrimoniale, nel rispetto del principio contabile generale n. 17 di cui all'allegato n. 1 e dei principi applicati della contabilità economico-patrimoniale di cui all'allegato n. 413.
7. Lo stato patrimoniale rappresenta la consistenza del patrimonio al termine dell'esercizio. Il patrimonio delle regioni è costituito dal complesso dei beni e dei rapporti giuridici, attivi e passivi, di pertinenza della regione, ed attraverso la cui rappresentazione contabile è determinata la consistenza netta della dotazione patrimoniale comprensiva del risultato economico dell'esercizio.
Le regioni includono nel conto del patrimonio anche:
a) i beni del demanio, con specifica distinzione, ferme restando le caratteristiche proprie, in relazione alle disposizioni del codice civile. Le regioni valutano i beni del demanio e del patrimonio, comprensivi delle relative manutenzioni straordinarie, secondo le modalità previste dal principio applicato della contabilità economico-patrimoniale di cui all' allegato n. 413;
b) i crediti inesigibili, stralciati dal conto del bilancio, sino al compimento dei termini di prescrizione. Al rendiconto della gestione è allegato l'elenco di tali crediti distintamente rispetto a quello dei residui attivi.
8. In attuazione del principio contabile generale della competenza finanziaria allegato al presente decreto, le regioni, prima di inserire i residui attivi e passivi nel rendiconto della gestione, provvedono al riaccertamento degli stessi, consistente nella revisione delle ragioni del mantenimento in tutto o in parte dei residui.
9. Possono essere conservate tra i residui attivi le entrate accertate esigibili nell'esercizio di riferimento, ma non incassate. Possono essere conservate tra i residui passivi le spese impegnate, liquidate o liquidabili nel corso di tale esercizio, ma non pagate. Le entrate e le spese accertate e impegnate non esigibili nell'esercizio considerato, sono immediatamente reimputate all'esercizio in cui sono esigibili. Le variazioni agli stanziamenti del fondo pluriennale vincolato dell'esercizio in corso e dell'esercizio precedente necessarie alla reimputazione delle entrate e delle spese riaccertate sono effettuate con provvedimento amministrativo della giunta entro i termini previsti per l'approvazione del rendiconto dell'esercizio precedente.
10. I residui attivi possono essere ridotti od eliminati soltanto dopo che siano stati esperiti tutti gli atti per ottenerne la riscossione, a meno che il costo per tale esperimento superi l'importo da recuperare.
11. Le variazioni dei residui attivi e passivi e la loro reimputazione ad altri esercizi in considerazione del principio generale della competenza finanziaria di cui all'allegato n. 413, formano oggetto di apposito decreto del responsabile del procedimento, previa attestazione dell'inesigibilità dei crediti o il venir meno delle obbligazioni giuridicamente vincolanti posta in essere dalla struttura regionale competente in materia, sentito il Collegio dei revisori dei conti, che in proposito manifesta il proprio parere. Dette variazioni trovano evidenza nel conto economico e nel risultato di amministrazione, tenuto conto dell'accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità.
L'articolo 67 del medesimo decreto stabilisce che:
Art. 67 - Autonomia contabile del consiglio regionale
1. Le regioni, sulla base delle norme dei rispettivi statuti, assicurano autonomia contabile del consiglio regionale, nel rispetto di quanto previsto dal decreto legge 10 ottobre 2012, ii. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, e dai princìpi contabili stabiliti dal presente decreto riguardanti gli organismi strumentali.
2. Il Consiglio regionale adotta il medesimo sistema contabile e gli schemi di bilancio e di rendiconto della regione adeguandosi ai principi contabili generali e applicati allegati al presente decreto.
3. La presidenza del consiglio regionale sottopone all'assemblea consiliare, secondo le norme previste nel regolamento interno di questa, il rendiconto del Consiglio regionale. Le relative risultanze finali confluiscono nel rendiconto consolidato di cui all'articolo 63, comma 3. Al fine di consentire il predetto consolidato, l'assemblea consiliare approva il proprio rendiconto entro il 30 giugno dell'anno successivo.
L'autonomia di bilancio e contabile del Consiglio regionale è disciplinata nell'ambito delle disposizioni contenute al Titolo Il (art. 5-8) della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 .
L'articolo 8 della Ir 5312012 prevede che: Art. 8 - Autonomia contabile e gestionale 1. II bilancio annuale, il bilancio pluriennale del Consiglio regionale ed il rendiconto sono redatti nell'osservanza della disciplina stabilita dal regolamento interno di amministrazione e organizzazione. 2. 11 regolamento interno di amministrazione e organizzazione disciplina i controlli interni sugli atti e sulla gestione.
Il Regolamento del Consiglio regionale (Regolamento regionale 14 aprile 2015, n. stabilisce quanto segue:
Art. 17 - Funzioni dell'Ufficio di presidenza 1. L'Ufficio di presidenza, oltre a quanto disposto dall'articolo 41 dello Statuto, esercita le seguenti funzioni: a) delibera la proposta di bilancio preventivo e di conto consuntivo del Consiglio regionale, da sottoporre all'approvazione del Consiglio e demanda alla Giunta regionale di iscrivere nel bilancio della Regione necessario stanziamento;
LA PROPOSTA DI RENDICONTO DELLA GESTIONE
Ciò posto, per l'anno 2016, nel rispetto dei nuovi principi e regole contabili e nell'ambito dell'autonomia di cui all'articolo 67 del decreto, il Consiglio regionale approva il rendiconto della gestione sulla base della proposta di rendiconto approvata di presidenza, secondo lo schema previsto dall'allegato n. 10, che ai sensi dell'art. 11, comma 1 lett. b) del decreto, comprende il conto del bilancio, i relativi riepiloghi, i prospetti riguardanti il quadro generale riassuntivo e la verifica degli equilibri, lo stato patrimoniale e il conto economico.
Nel rendiconto della gestione trova specifica evidenza il riaccertamento ordinario dei residui.
Al rendiconto della gestione sono allegati i prospetti, le tabelle, gli elenchi di cui all'articolo 11, comma 4 del decreto, nonché la relazione sulla gestione redatta secondo le modalità previste dall'articolo 11, comma 6 del decreto medesimo.
Al rendiconto della gestione 2016, primo esercizio di adozione della contabilità economico-patrimoniale, è allegato anche lo stato patrimoniale iniziale, di cui all'articolo 11, comma 13 del decreto, riferito contabilmente al 10 gennaio 2016, predisposto nel rispetto delle modalità di cui al punto 9.2 dell'allegato 413 del decreto concernente il principio applicato della contabilità economico-patrimoniale.
La composizione dello stato patrimoniale di apertura e del patrimonio netto costituisce oggetto di una specifica approvazione da parte del Consiglio regionale.
Al rendiconto della gestione del Consiglio regionale è allegata la relazione del Collegio dei revisori dei conti di cui all'articolo 11, comma 4 del decreto.
Le relative risultanze finali confluiscono nel rendiconto consolidato di cui all'articolo 63, comma 3 del decreto.
IL RIACCERTAMENTO ORDINARIO DEI RESIDUI
Con proprio provvedimento n. 39 del 15 maggio 2017 è stato approvato il riaccertamento ordinario dei residui ai sensi dell'articolo 3, comma 4 del d. lgs. 118/2011.
La Tavola A "Quadro riassuntivo dei residui accertati" presenta, in riepilogo, le risultanze contabili al 31 dicembre 2016 dei residui attivi e passivi, provenienti dalla gestione esercizi precedenti e dalla gestione di competenza (2016).
Quadro riepilogativo residui accertati
Gestione residui Gestione competenza Residui accertati
esercizi precedenti esercizio 2016 al 31/12/2016
Residui attivi 99.238,60 1.459.665,45 1.558.904,05
Residui passivi 801.330,31 17.362.455,82 18.163.786,13
I residui attivi accertati alla chiusura dell'esercizio finanziario 2016 risultano complessivamente pari a euro 1.558.904,05.
I residui passivi accertati alla chiusura dell'esercizio finanziario 2016 risultano complessivamente pari a euro 18.163.786,13.
Con il riaccertamento ordinario dei residui sono state apportate le conseguenti variazioni al fondo pluriennale vincolato, al fine di consentire la re-imputazione degli impegni che risultano non più esigibili nell'esercizio 2016 cui il rendiconto si riferisce.
L'elenco degli impegni imputati all' esercizio 2017 finanziati dal fondo pluriennale vincolato al 31 dicembre 2016 pari a euro 1.888.186,93 è riportato in allegato al rendiconto della gestione secondo quanto previsto al punto 5.4 dell'allegato 412 al decreto concernente il principio contabile applicato della contabilità finanziaria.
IL CONTO DEL BILANCIO
Il conto del bilancio,
contenuto nell'Allegato A, dà dimostrazione delle risultanze contabili finali della gestione finanziaria 2016 rispetto alle autorizzazioni contenute nel primo esercizio considerato nel bilancio di previsione 2016-2017-2018 approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 112 del 29 dicembre 2015.
LA GESTIONE DI COMPETENZA FINANZIARIA
Le previsioni iniziali di entrata e di spesa di competenza del bilancio di previsione per esercizio finanziario 2016 pareggiavano nell'importo di euro 65.552.388,90, di cui euro 14.850.000,00 per servizi per conto terzi e partite di giro.
Nel corso dell'anno 2016 sono state apportate le variazioni di bilancio approvate di presidenza (DUPCR n. 8 del 18 febbraio 2016, 26 del 5 aprile 2016, n. 29 del 28 aprile 2016, n. 34 del 25 maggio 2016, n. 40 del 23 giugno 2016, n. 41 del 30 giugno 2016, n. 43 del 6 luglio 2016, n. 59 e 60 del 15 settembre 2016, n. 71 del 14 novembre 2016 e n. 75 del 22 novembre 2016) e dal Dirigente della struttura competente in materia di ragioneria (DCR SABS n. 64 del 4 marzo 2016 e n. 109 del 15 aprile 2016).
L'elenco delle deliberazioni di prelievo dal fondo di riserva per spese impreviste di cui all'articolo 48, comma 1, lettera b), con l'indicazione dei motivi per i quali si è proceduto ai prelevamenti, è riportato in allegato al rendiconto della gestione, ai sensi dell'articolo 63, comma 4 del decreto.
Le variazioni agli stanziamenti previsionali di competenza hanno reso definitive le previsioni finali di entrata e di spesa pari ad euro 80.912.463,23, la cui differenza di euro 15.360.074,33 si riferisce:
a) alla variazione del fondo pluriennale vincolato in entrata di euro 4.792.752,64 (cap. O — Entrata) conseguente all'adeguamento degli stanziamenti di spesa agli importi dei residui passivi re-imputati (Missione 1 — Spesa), in sede di riaccertamento ordinario dei residui 2015 ai sensi dell'articolo 3, comma 4 del d.lgs. 11812011 (DUPCR n. 34 del 25/05/2016);
b) all'iscrizione in bilancio della quota libera del risultato di amministrazione 2015 di euro 10.402.321,69 (cap. 1 — Entrata) e del conseguente stanziamento per trasferimento alla Giunta regionale (Missione 1 — Spesa), in sede di assestamento di bilancio (DCR n. 132 del 19-20/10/2016);
c) quanto a euro 165.000,00 a variazioni dei capitoli di entrata e di spesa relativi a servizi per conto terzi (Titolo 9 — Entrata e Missione 99 — Spesa) (DCR SABS n. 64 del 4 marzo 2016).
La Tavola B "Quadro riassuntivo della gestione di competenza (entrate)" presenta, in sintesi, le risultanze contabili alla chiusura dell'esercizio 2016.
Quadro riassuntivo della gestione di competenza (entrate)
Previsioni finali esercizio 2016 80.912.463,23
Accertamenti esercizio 2016 60.762.331,22
Accertamenti re-imputati 2017 (-) 0,00
Accertamenti definitivi esercizio 2016 60.762.331,22
La tavola C "Quadro riassuntivo della gestione di competenza (spese)" presenta, in sintesi, le risultanze contabili alla chiusura dell'esercizio 2016
Quadro riassuntivo della gestione di competenza (spese)
Previsioni finali esercizio 2016 80.912.463,23
Impegni esercizio 2016 62.980.959,26
Impegni re-imputati 2017 (-) 1.888.186,93
Impegni definitivi esercizio 2016 61.092.772,33
LA GESTIONE FINANZIARIA COMPLESSIVA: IL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE
La Tavola D "Quadro riassuntivo della gestione finanziaria" presenta, in riepilogo, le risultanze contabili alla chiusura dell'esercizio 2016 con la determinazione del risultato di amministrazione
Quadro riassuntivo della gestione finanziaria
Utilizzo risultato di amministrazione 2015 (+) Euro 10.402.321,69
Fondo pluriennale vincolato per spese correnti iscritto in entrata (+) Euro 5.085.555,54
Entrate accertate nella competenza dell'esercizio 2016 (+) Euro 60.762.331,22
Spese impegnate nella competenza dell'esercizio 2016 (-) Euro 61.092.772,33
Fondo pluriennale vincolato per spese correnti iscritto in spesa (-) Euro 1.888.186,93
Saldo finanziario derivante dalla "gestione di competenza" (A) Euro 13.269.249,19
Eliminazione residui attivi insussistenti (-) Euro 160.688,34
Eliminazione residui passivi insussistenti (+) Euro 160.919,23
Saldo finanziario derivante dalla "gestione dei residui" (B) Euro 230,89
Parte accantonata gestioni esercizi precedenti (+) (C) Euro 1.921.757,41
Risultato di amministrazione esercizio 2016 (A+B+C) 15.191.237,49
La gestione finanziaria complessiva determina un saldo positivo alla chiusura dell'esercizio 2016 accertato in euro 15.191.237,49. Tale saldo deriva per euro 13.269.249,19 dal saldo della gestione di competenza, per euro 230,89 dal saldo della gestione dei residui e per euro 1.921.757,41 dalla parte accantonata delle gestioni degli esercizi precedenti.
IL QUADRO RIASSUNTIVO DELLA GESTIONE DI CASSA
Nel corso dell'esercizio finanziario 2016, le riscossioni e i pagamenti sono stati contenuti entro limiti delle previsioni finali di cassa autorizzate con l'approvazione del bilancio di previsione e con i successivi provvedimenti di variazione agli stanziamenti di cassa.
La Tavola E "Quadro riassuntivo della gestione di cassa" presenta, in riepilogo, le risultanze contabili al 31 dicembre 2016 della gestione di cassa in conto residui e della gestione di cassa in conto competenza (2016) con la determinazione de/fondo di cassa alla fine dell'esercizio 2016.
Quadro riassuntivo della gestione di cassa
Conto residui Conto competenza
esercizi precedenti esercizio 2016 Totale
Fondo di cassa al 01.01.2016 28.571.490,92
Riscossioni (+) 1.498.397,01 59.302.665,77 60.801.061,78
Pagamenti (-) 11.957.930,69 43.730.316,51 55.688.247,20
Fondo di cassa al 31.12.2016 33.684.306,50
Il fondo iniziale di cassa all'inizio dell'esercizio finanziario ammontava a euro 28.571.490,92 e, per effetto del risultato della gestione di cassa 2016, alla chiusura del medesimo esercizio ammonta a euro 33.684.306,50 e coincide con il conto della gestione di cassa reso dal Tesoriere del Consiglio regionale.
LO STATO PATRIMONIALE
Fino all'entrata in vigore della riforma, il Consiglio regionale redigeva il "Conto del patrimonio" nel rispetto dell'ordinamento contabile interno (articoli 49, comma 1 e 51 del Regolamento interno per l'amministrazione, la contabilità e i servizi in economia del Consiglio regionale), secondo principi radicalmente diversi da quelli richiesti per l'adozione della contabilità economico-patrimoniale.
Al conto del patrimonio veniva allegato l'elenco dei beni immobili della Regione assegnati al Consiglio regionale ai sensi dell'articolo 9 della lr 53/2012 che prevede:
Art. 9 - Patrimonio in uso al Consiglio regionale
1. Il patrimonio immobiliare della Regione concesso in uso al Consiglio regionale è individuato nell'allegato A alla presente legge.
2. L'allegato A può essere modificato con provvedimenti definiti di intesa di presidenza e dalla Giunta regionale.
3. Nelle sedi di cui all'allegato A gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sono stabiliti autonomamente dall'Ufficio di Presidenza, posti a carico del bilancio del Consiglio regionale e comunicati dal competente servizio consiliare alle competenti strutture della Giunta regionale.
4. La concessione in uso a terzi di locali delle sedi di cui all'allegato A, ai soli fini dello svolgimento di servizi e attività necessari al funzionamento del Consiglio regionale, è approvata di presidenza.
Per avviare la contabilità economico-patrimoniale coerente con i principi dell'armonizzazione, Consiglio regionale elabora il primo Stato Patrimoniale di apertura sulla base della situazione rappresentata dal conto del patrimonio dell'esercizio precedente, applicando direttamente principi contabili dell'armonizzazione, sia con riferimento alla classificazione delle voci del patrimonio che per quanto riguarda i criteri di valutazione.
I valori dello stato patrimoniale iniziale al 1° gennaio 2016, contenuto nell'Allegato A, sono rappresentate in un apposito prospetto.
Le risultanze contabili dello stato patrimoniale al 31 dicembre 2016, contenuto nell'Allegato A, sono rappresentate in un apposito prospetto, riportante la consistenza netta della dotazione patrimoniale comprensiva del risultato economico dell'esercizio.
IL CONTO ECONOMICO
Nel conto economico della gestione sono rilevati i componenti positivi e negativi secondo principio di competenza economica ed in particolare secondo i criteri di valutazione e classificazione indicati nel principio contabile applicato concernente la contabilità economico-patrimoniale.
Le risultanze contabili del conto economico al 31 dicembre 2016, contenuto nell'Allegato A, sono rappresentate in un apposito prospetto.
Maggiori informazioni sono contenute nella relazione sulla gestione allegata al rendiconto".

PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Pigozzo.

Bruno PIGOZZO (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Buongiorno ai colleghi. I provvedimenti che abbiamo all'ordine del giorno riguardano il rendiconto della gestione del bilancio del Consiglio regionale e successivamente la variazione di bilancio, l'applicazione del risultato di amministrazione al bilancio pluriennale 2017-2019.
Farò, Presidente, una presentazione per entrambi i punti. Per quanto riguarda il primo punto, come avete avuto modo di verificare dalla documentazione depositata, il risultato di amministrazione si compone del raffronto tra il fondo cassa al primo gennaio 2016 di 28.571.000, tenuto conto poi delle riscossioni per 60.801.000 circa e dei pagamenti di 55.688.000, tenuto conto poi appunto del saldo di cassa al 31 dicembre di 33.684.000, considerata la gestione dei residui attivi e passivi, oltre al Fondo pluriennale vincolato. Alla fine il risultato di amministrazione è pari a 15.191.237 euro.
Grazie, Presidente. Credo che, siccome sono numeri che riguardano l'attività del nostro Consiglio, potrebbe esserci l'interesse ad ascoltare e a seguire.
Dicevo che la composizione di questo risultato di amministrazione dell'avanzo è riferita soprattutto alla gestione di competenza. Contrariamente agli anni precedenti, come avete avuto modo di vedere nei prospetti, l'avanzo è composto da 6.397.000 euro di economie, che poi vi dirò come sono percentualmente ripartite, 5.013.000 euro circa di accantonamento per rischi e spese, cioè il 38%, 1.606.000 circa di Fondo di riserva e poi 251.000 euro circa di maggiori entrate per rimborso delle spese del personale in comando.
Delle economie, la maggior parte, cioè il 77%, deriva da minori spese per acquisto beni, che è la parte preponderante. È chiaro che, se non è stata fatta questa spesa nel 2016, dovrà comunque essere affrontata in corso di quest'anno, perché ci sono degli interventi anche abbastanza urgenti in programma che vanno portati avanti.
Detto questo, quindi, il bilancio, la prima parte del primo provvedimento, è così illustrata.
Passo poi alla seconda delibera che è all'ordine del giorno, cioè l'applicazione del risultato nel bilancio corrente. Come vedete dalla nota integrativa, i 15.191.000 circa vengono così destinati: una quota di 6.935.000 è accantonata, rimane in disponibilità la quota di 8.176.000 circa; di questi, vengono poi iscritti a bilancio per poter poi essere restituiti alla Giunta 7.943.483,56.
A proposito di questa quota, che è previsto poi che venga restituita alla Giunta, mi sono permesso di predisporre un ordine del giorno, che è già stato consegnato ieri, nel quale, su indicazione del Consiglio, si impegna la Giunta a destinare le risorse derivanti da queste economie, da questo avanzo di gestione del Consiglio regionale, cioè i 7.943.483, al contrasto di situazioni di emergenza sociale, come già in passato è stata data indicazione.
Io credo che il lavoro di gestione di tutto il Consiglio, di tutti i vari ambiti degli Uffici del Consiglio, che ha dato questo risultato, possa assolutamente essere indirizzato a questo scopo, ritenendola anche una delle priorità. Credo che l'Assessore al sociale, che è qui presente, possa non essere che d'accordo con questa indicazione.
Capisco che, a fronte delle urgenze di bilancio, ci possano essere anche altre priorità, e quindi magari l'assessore Forcolin potrebbe avere delle riserve su questa destinazione, però credo che è un impegno politico, non dico fino all'ultimo centesimo, però almeno la maggior parte delle risorse che vengono restituite alla Giunta dal Consiglio, che possano avere questa destinazione.
Avrei finito, Presidente, la presentazione. Se ci sono altri interventi, lascio la parola.

PRESIDENTE

Grazie Vicepresidente Pigozzo.
Ha chiesto la parola il collega Maurizio Conte. Prego.

Maurizio CONTE (Lista Tosi per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Pigozzo per la relazione e anche per il lavoro svolto nell'ambito del bilancio.
Sicuramente il risultato e i risparmi non sono un "merito", ma purtroppo serve, anche nell'ambito di quella che è la pianificazione, soprattutto degli interventi necessari nell'ambito delle strutture del Consiglio, accelerare quelle che sono azioni concrete, con la realizzazione e la progettualità e quindi poi la fattibilità di interventi che vanno dalla messa in sicurezza, all'adeguamento degli impianti, e sicuramente anche poi legato ai consumi energetici.
Quindi è su questo che io spero si possa in qualche maniera andare a riorganizzare la struttura legata all'ambito degli interventi tecnici e di manutenzione.
Volevo far presente che con questo risparmio il Consiglio garantirà per il prossimo anno la copertura della rata legata al finanziamento della Pedemontana.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Conte.
Collega Berti, prego.

Jacopo BERTI (Movimento 5 Stelle)

Grazie mille, Presidente.
Noi ringraziamo gli uffici per il lavoro svolto e ovviamente per quanto è stato fatto, che porta questi risparmi di spesa, che, come abbiamo sentito, andranno a finire purtroppo dove non vorremmo che andassero a finire. Ringraziando gli uffici per la precisione e anche tutte le persone che lavorano all'interno del Consiglio e in tutte le strutture adiacenti, non possiamo che porci in maniera contraria rispetto a un bilancio, a un rendiconto che va a prevedere 3 milioni di euro di accantonamenti per vitalizi e per reversibilità. Cose contro cui noi combattiamo dal primo giorno che siamo entrati qui, che non riconosciamo, di cui chiediamo l'abolizione immediata. L'abbiamo fatto seguendo tutte le procedure, ovvero all'interno delle Commissioni, con proposte di legge, ogni volta che sia possibile e immaginabile. Purtroppo vediamo che la legge ancora non è stata cambiata e quindi noi continuiamo ad esprimere a tutti i livelli la nostra contrarietà nei confronti di questi privilegi, che è veramente assurdo che vengano ancora mantenuti all'interno di questo Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Berti.
Una precisazione che mi sento di fare da Presidente: l'accantonamento lo stiamo facendo perché abbiamo fatto una legge per ridurre i vitalizi, e siccome siamo in causa e potremmo anche forse soccombere, è giusto, dal punto di vista di tecnica finanziaria, accantonare una somma destinata proprio per questo. È per questo che c'è quell'accantonamento, non per i vitalizi, ma perché abbiamo ridotto i vitalizi ed è un accantonamento vista la causa in corso. Mi permetto la precisazione.
Pigozzo, prego.

Bruno PIGOZZO (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Anche in considerazione di questa precisazione, ci sono obblighi ai quali non possiamo sottrarci e il bilancio li deve considerare, altrimenti si creerebbero eventualmente in futuro debiti fuori bilancio e saremmo lì dopo a doverli rincorrere.
Detto questo, l'avevo accennato prima ma lo voglio precisare a verbale, che nell'ordine del giorno viene inserito nell'impegno della Giunta regionale "a destinare la maggior parte dei suddetti risparmi ad interventi di contrasto alle situazioni di emergenza". Quindi inserendo questa dicitura, "la maggiore parte dei", questa è la proposta di ordine del giorno.
Credo che, se non ci sono obiezioni, potrebbe essere una giusta indicazione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Pigozzo.
Collega Finco, prego.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente.
Ovviamente votiamo a favore di questo provvedimento del bilancio.
In merito all'ordine del giorno, ovviamente io sono d'accordo, come gli altri anni, di destinare questo avanzo ai bisogni del sociale. Però da Consigliere dico che forse il Consiglio avrebbe anche qualche necessità, in particolar modo i Consiglieri: da due anni a questa parte non abbiamo un euro per fare un progetto di legge. Ogni volta che dobbiamo presentare un progetto di legge andiamo a litigare con gli Assessori per farci dare 50.000 euro da mettere nel provvedimento. Oppure i Consiglieri sono obbligati a ratificare i provvedimenti che arrivano dalla Giunta e non riescono a portare in Aula nessun provvedimento sensato che possa dare soddisfazione non solamente al Consigliere, e a gratificarne ovviamente anche l'attività, ma anche a portare avanti delle necessità e dei progetti di legge che hanno magari l'urgenza o che devono intervenire in determinati settori.
Quindi, su 8 milioni di euro almeno un milione e mezzo lasciamolo nelle casse del Consiglio. Prevediamo di creare un fondo, qualcosa per dare almeno la possibilità ai Consiglieri di fare un minimo di attività. Io sono contento, per carità, ci sono delle priorità nel sociale e nessuno vuole contestare questo, però i Consiglieri hanno anche un ruolo e, secondo me, bisogna dare loro gli strumenti necessari anche per poter esercitare questa loro funzione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Finco.
Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto Articolo UNO – Movimento Democratico progressista)

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio l'Ufficio di Presidenza per il bilancio che è stato qui presentato. Lo ringrazio veramente a nome, immagino, di tutti i colleghi, perché riuscire a fare risparmi di questi tempi non è cosa semplice, ed è la dimostrazione che in qualche modo abbiamo continuato e proseguito un'azione che viene dagli anni precedenti. Credo che ormai sia un certo numero di anni che la riduzione dei costi della macchina del Consiglio regionale rappresenta uno degli elementi di vanto di questo Consiglio, e lo dobbiamo rivendicare perché tante volte è giusto tirare le orecchie al ceto politico quando sbaglia, quando fa bene non sempre, invece, arrivano i plausi da parte dell'opinione pubblica, e quindi io lo faccio. Non mi interessa, sapete che vado anche controcorrente su questi argomenti e lo dico a chiare lettere: quando si risparmiano risorse pubbliche è una cosa buona.
Sono d'accordo sull'ordine del giorno e lo voterò. Non sono, invece, d'accordo sulla proposta del collega Finco, ma spiego perché. Non che non sia d'accordo, ma non è con i soldi del Consiglio che si possono fare le risorse del bilancio ordinario della Regione. Lo si fa col bilancio che verrà presentato. Se abbiamo necessità, anche con l'assestamento di bilancio firmerò volentieri un emendamento con il collega Finco per prevedere un milione e mezzo, ma anche di più, un milione e mezzo sinceramente mi pare poca cosa, mettiamo più risorse sulla questione delle leggi del Consiglio perché l'avete svuotato, l'avete azzerato.
Sono assolutamente d'accordo. Individueremo insieme, collega Finco, i capitoli che si possono rivedere e ripensare, ma del bilancio ordinario della Giunta, non ha senso agire sui soldi del Consiglio, onestamente.
Mentre sono assolutamente d'accordo sulla proposta con finalità sociali. Se mi permettete, colleghi dell'Ufficio di Presidenza, ma lascio alla vostra valutazione, indicherei una priorità su tutte, che emerge anche all'interno del DEFR di quest'anno. Basta aprirsi il DEFR e leggere i dati: sono 9.500 i veneti emigranti nel corso dello 2016. È un dato impressionante! Guardate, andando avanti di questo passo, stiamo tornando ai dati del dopoguerra e fra un po' arriviamo a raggiungere anche i dati del 1800. Sono dati impressionanti! È come se ogni anno se ne andasse un Comune come Villafranca Padovana, 10.000 abitanti, o fate voi esempi nella vostra provincia. Avete idea di cosa vuol dire 10.000 persone che se ne vanno?
Se poi andiamo a vedere quali sono le persone principalmente e prioritariamente che se ne vanno, ci accorgiamo che c'è una differenza rispetto al 1800: sono persone che hanno un certo livello di studio, una certa qualità e che quindi non hanno trovato una risposta all'interno del nostro territorio, che trovano invece nel resto d'Europa, principalmente in Inghilterra, in Gran Bretagna, ma non solo in Gran Bretagna.
Allora se potete – tra virgolette, ma lo lascio alla vostra valutazione, non la pongo certo come condizione, io voto l'ordine del giorno così com'è, senza alcuna condizione, ma consideratelo un suggerimento – utilizzare queste risorse finalizzate al rientro di qualcuno di questi cervelli, perché poi quei cervelli producono idee e quelle idee l'Italia è costretta ad andarsele a ricomprare all'estero pagandole fior di milioni. Allora, teniamo qualcuna di queste idee, qualcuno di questi cervelli veneti all'interno del nostro territorio. Faremo una cosa buona, una cosa utile. Occupiamoci del tema emigranti, ci occupiamo tante volte del tema immigrati ma non ci occupiamo mai del tema emigranti, perché è un tema assolutamente che sta cambiando il profilo sociale del nostro Veneto, senza che ce ne accorgiamo. Ogni anno se ne va Villafranca Padovana e non ce ne accorgiamo nemmeno. Credo che questo sia il dato sul quale investire quelle risorse.
Sarò ben lieto di firmare tutti gli emendamenti, a partire dall'assestamento di bilancio, perché è una cosa scandalosa che tutto il Consiglio non abbia un euro per le proprie leggi, ma questo non dipende dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ma dipende dal bilancio che la Giunta ci ha presentato, o meglio, dallo svuotamento, perché talvolta le risorse le mettiamo, ma poi vengono svuotate. È impensabile che venga presentato un bilancio con zero euro per le leggi che spettano al Consiglio regionale.
Quindi sistemiamo questa cosa, ma sistemiamola con il bilancio ordinario. Che qui si faccia un'azione sociale la ritengo una cosa più congrua, perché questi sono soldi di tutti, non sono soldi di una parte del Consiglio. Noi sappiamo poi che nel Consiglio vengono approvate solo alcune leggi, non è che vengono approvate le mie proposte di legge o quelle del collega Fracasso o quelle del collega Berti. Vengono approvate alcune leggi. Mentre sul sociale andiamo su un tema che è sicuramente condiviso da tutti.
È questo il senso per cui è giusto che quelle risorse vadano in questa direzione, mentre concordo con il collega Finco, facciamo di tutto perché il prossimo assestamento di bilancio ripreveda soldi e risorse per le proposte di legge d'iniziativa del Consiglio regionale.
Ovviamente, il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Ruzzante.
La parola al consigliere Finozzi.

Marino FINOZZI (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente.
Mi congratulo anch'io per i risparmi portati in questo esercizio, del 2016, dal Consiglio regionale. Ricordo però ai colleghi che nel 2007 è stata approvata una legge, la legge n. 19.

PRESIDENTE

Scusate un attimo. Lasciamo parlare Finozzi, per favore, in silenzio? Grazie.

Marino FINOZZI (Liga Veneta – Lega Nord)

All'articolo 8 ter questa legge recita testualmente così: "i Consiglieri e gli Assessori regionali possono delegare rispettivamente l'Ufficio di Presidenza e la Giunta regionale a devolvere alla Regione una percentuale degli emolumenti spettanti, fino al limite dell'intera somma, al netto delle ritenute obbligatorie".
Questo è per dare la possibilità a coloro che ritengono di avere un emolumento troppo alto rispetto al proprio impegno in questa sede, perché magari partecipano poco, intervengono poco, hanno altre attività, di poterlo fare liberamente, alla luce del sole.
Mi chiedevo: in questa X Legislatura quanti sono i Consiglieri che hanno aderito a questa possibilità? Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Finozzi.
Mi pare non abbia aderito nessuno. Comunque grazie per la precisazione, che va sempre fatta e rammentata ogni tanto.
La parola al consigliere Valdegamberi.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Il ruolo di questo Consiglio è quello di fare buone leggi e buoni Regolamenti e non quello di lavorare per non fare nulla e quindi andare al massimo risparmio perché, ovviamente, senza avere supporti adeguati, per fare una buona legge non è che posso inventarmela da solo, ci vuole impegno e ci vuole anche professionalità. Il legislatore dev'essere supportato da persone competenti, quindi ci vuole anche un budget di risorse. È inutile che ci nascondiamo, perché per dire "risparmio i soldi ma prendo una legge fotocopiata, copiata da un'altra parte, o faccio delle brutte leggi", non è che abbiamo raggiunto dei grandi risultati. Abbiamo risparmiato delle risorse, ma forse facendo una buona legge avremmo aiutato di più l'economia veneta, perché il nostro compito è quello di fare le leggi e non quello di non spendere nulla per non fare nulla oppure fare cose fatte male. Una legge fatta male poi crea più problemi sul territorio, che non le risorse che si vanno a destinare e magari più costi di quello che noi pensiamo di risparmiare.
Credo, quindi, che la corsa pauperistica a cercare di non avere dei supporti adeguati come legislatori per me non è un vanto, questa non è una cosa di cui vantarsi, perché noi dobbiamo vantarci di aver fatto delle leggi che possono essere delle grandi riforme per il Veneto, dare un aiuto concreto, perché siamo votati e pagati per questo. Ma se alla fine ho un'azienda e non assumo nessun dipendente, non ho nessun collaboratore, non ho nessuno, ma l'azienda c'è, non è che il fatto che chiudo il bilancio spendendo poco, sono stato un bravo imprenditore. Sono un bravo imprenditore se uso bene le risorse dando i risultati al costo più basso, però riesco a dare dei buoni risultati. Spesso buoni risultati si ha difficoltà a darli perché, di fatto, se io voglio fare un disegno di legge, avrei delle idee, vorrei fare delle cose, non ho nessun supporto qui dentro. E sfido chiunque.
Se devo andare sul volontariato molto spesso mi devo trovare qualche amico esperto, giurista, esterno, che mi dà una consulenza o mi dà un aiuto, se lo trovo, volontariamente, perché non c'è nemmeno la possibilità di pagarlo. Quindi io credo che ci voglia un po' di buonsenso, tornare con i piedi per terra.
Non ultimo, ricordo che l'Ufficio di Presidenza recentemente ha deciso il blocco anche dei collaboratori dei Gruppi. È un Regolamento purtroppo che abbiamo fatto male in passato, molto ingiusto, però non è altrettanto giusto che Gruppi nati dopo il mio hanno assunto delle persone e a me hanno bloccato le assunzioni. Per carità, posso farne a meno, tanto i comunicati stampa me li scrivo. Mi faccio tutto. Se devo fare un intervento me lo preparo e me lo scrivo. Ci sono delle disparità di trattamento all'interno dell'Ufficio di Presidenza: c'è chi è di serie A, c'è chi è di serie B. Ci sono monogruppi che hanno tanti dipendenti, altri Gruppi numerosi che hanno praticamente lo stesso numero di dipendenti.
Quindi credo che vada fatta un po' di giustizia e di chiarezza. Poi, soprattutto, che venga rispettato l'ordine di precedenza, perché ho visto assunzioni recenti, mentre ho visto dire di no ad altri. Quindi è solo questione di equità e giustizia.
Bene il risparmio, bene se si fa economia, benissimo. Nessuno dice, però, che alla fine noi dovremo essere giudicati anche per la qualità delle leggi che produciamo e supportate anche adeguatamente da persone qualificate. Oggi qui nessuno può permettersi di prendere un esperto, un professore universitario che ti supporta a fare una riforma che possa essere utile per il Veneto. Questa cosa oggi con il blocco delle spese, con la Corte dei conti che minaccia, con le spese dei Gruppi a zero, tra una cosa e l'altra la corsa pauperistica permette "all'azienda" di produrre ma non produrre nel migliore dei modi. Credo che alla fine chi ci ha votato voglia delle risposte. Le risposte vengono anche non solo sulla corsa pauperistica, ma vengono anche su un supporto adeguato da parte degli Uffici.
Se voglio fare un comunicato stampa, abbiamo l'ufficio stampa, ma l'ufficio stampa storicamente non prepara nessun comunicato stampa, anzi, non pubblica nemmeno le relazioni che ci sono – che una volta venivano pubblicate – del Consiglio. Quindi anche la comunicazione all'esterno uno se la deve fare per se stesso. Uno deve farsi da addetto stampa, deve farsi da legislatore, deve preparare le leggi eccetera. Ma non è questo il modo di lavorare; si può lavorare anche così, ma non credo che sia un vantaggio per i veneti questo modo di lavorare.

PRESIDENTE

Grazie, collega Valdegamberi.
Mi permetto di ricordarle che ci sono delle norme sull'assunzione delle persone e sul tetto delle spese di consulenze che questo Consiglio giustamente ottempera. Mi permetto anche di dire che forse la qualità legislativa di questo Consiglio non è poi così male, visto che, se altre Regioni ci chiedono copia delle nostre leggi o progetti di legge, probabilmente qualcosa di buono facciamo, non ultimo, ad esempio, il consumo zero del territorio.
Quindi io il bicchiere lo vedrei forse un po' più di mezzo pieno, rispetto a quello che lei vede mezzo vuoto.
La parola al consigliere Fracasso.

Stefano FRACASSO (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Mi pare che il collega Valdegamberi abbia fatto un po' di confusione tra gli aspetti che riguardano l'attività dei Gruppi, che peraltro è all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza su mandato del Consiglio. Sappiamo, Presidente Finozzi, che c'è qualcosa da sistemare nella distribuzione delle risorse che permettono ai Gruppi un'efficace attività legislativa, compresa quella, eventualmente, di consulenza per la redazione delle leggi.
Ne approfitto, perché c'è un impegno alla presentazione da parte dell'Ufficio di Presidenza di una proposta condivisa, di mediazione. Se riusciamo a fare le cose in fretta non ci trasciniamo una vicenda che mette anche in difficoltà i collaboratori dei rispettivi Gruppi, che ovviamente vorrebbero, come tutte le persone che lavorano, avere un minimo di certezza del futuro.
Detto questo, per tornare al rendiconto, io insisterei su questo punto: c'era stato già in passato l'impegno a destinare i risparmi del bilancio del Consiglio – quindi parlo del Consiglio – per finalità delle politiche sociali. Quindi l'ordine del giorno del collega Pigozzo ritorna su questo punto.
Ora, sappiamo bene che non c'è nessun vincolo normativo al fatto che queste risorse, una volta risparmiate e destinate al bilancio generale della Regione, siano chiaramente imputate a capitoli di bilancio del sociale. Tuttavia, può esserci un impegno politico della Giunta a dire: okay, ci sono queste risorse che vengono dai risparmi del Consiglio, ci impegniamo in sede di bilancio a evidenziarle, come impegno politico, sulle politiche sociali.
Poi il collega Finco dice: non rinunciamo a delle risorse che il Consiglio può utilizzare, non tanto, come pensava Valdegamberi, per pagare i consulenti, ma a copertura di proposte di legge che il Consiglio ritenga meritorie.
Esiste un Fondo di riserva per questo, io non so quanto sia la consistenza, so che esiste. Zero? Perfetto. Quindi io non escludo neanche questo, in linea di principio, se vogliamo trovare un mix che permetta anche di avere qualche risorsa per le leggi. Ovviamente devono essere leggi che sono condivise, però. Siccome il risparmio è di tutto il Consiglio, non è risparmio della maggioranza o della minoranza, se ci mettiamo da parte qualche euro per una legge, dev'essere per una legge condivisa, altrimenti mettiamo da parte risorse che vengono dai risparmi di tutti per finanziare leggi di una parte o dell'altra.
Però tornerei sul fatto, e qui mi aspetto che, il Vicepresidente, l'Assessore o chi intervenga nel merito, sapendo che non c'è nessun vincolo normativo, ci sia un impegno politico a evidenziare che questi risparmi sono destinati alle politiche sociali.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Fracasso.
Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Concordo con quanto ha detto il collega Fracasso, con gli interventi che mi hanno preceduto, anche con quello che ha detto il collega Finco, perché effettivamente sappiamo tutti come siamo a livello di bilancio. Quindi, non avere risorse a disposizione per progetti di legge per i Consiglieri di fatto è un limite per la nostra attività.
Credo che su questo la Giunta si impegnerà. Intanto rileviamo l'ottimo risultato di questo bilancio del Consiglio di quest'anno, del 2016. La Giunta si impegnerà, chiaramente, a tener conto di questo e a destinare una parte anche per un Fondo di riserva per i progetti di legge. Così come anche l'ordine del giorno del collega Pigozzo, come modificato, di destinare la maggior parte dei suddetti risparmi a interventi di contrasto alle situazioni di emergenza sociale, non può che trovare la nostra condivisione e il nostro voto favorevole.
È evidente, però, che in fase di variazione di bilancio e di assestamento, a meno che non vi siano emergenze o situazioni che si possono verificare, di cui bisognerà tener conto in quella sede, questo debba essere un impegno. Perché a volte ci siamo resi conto anche, Ruzzante, che lo svuotamento di alcuni capitoli di bilancio è per effetto di tagli che non dipendono mica dalla Regione. Quindi a volte ci si è dovuti trovare a dover limitare alcuni stanziamenti per effetto anche di norme statali che ci hanno tagliato i fondi.
Quindi questo è l'impegno che chiediamo anche noi alla Giunta, al Vicepresidente Forcolin, di valutare la destinazione di queste somme tenendo conto di quanto emerso in questa discussione, salvo evidentemente poi tener conto di eventuali emergenze o situazioni che dovessero verificarsi in sede di assestamento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie lei, consigliera Rizzotto.
Dalla Libera, prego.

Pietro DALLA LIBERA (Veneto Civico)

Grazie, Presidente.
Mi complimento anch'io con il Consiglio per i risparmi nella gestione dell'attività del Consiglio.
Bene l'ordine del giorno per la destinazione alle politiche sociali. Penso che in questo momento sia necessario pensare a questa, che è un'emergenza in Italia. Pensiamo a quante persone sono in difficoltà, quante famiglie in difficoltà, quante persone hanno perso il lavoro, quanti giovani se ne vanno dall'Italia, tantissimi anche dopo aver ottenuto un'ottima preparazione dal punto di vista dello studio, della cultura che hanno acquisito nelle nostre Università. Quindi diventano degli investimenti per gli altri Stati dove vanno, dove approdano.
Per quanto riguarda il dibattito che ho sentito, anch'io non sono favorevole alla proposta che faceva il consigliere Valdegamberi sull'aumento dei costi per consulenze, per il sostegno di attività dei Consiglieri o per supporto, chiamalo come vuoi. Perché io ho visto che nell'ambito delle nostre attività anche di carattere legislativo, per pareri o per consigli, i nostri uffici sono ottimi e l'ufficio legislativo – voglio fare un complimento anche al suo dirigente – sta funzionando molto bene. Quindi le consulenze ulteriori sarebbero, a mio avviso, uno spreco deprecabile in questo momento, perché siamo in un momento in cui c'è grossa difficoltà. Le genti venete stanno soffrendo e i costi della politica veramente fanno indignare la gente.
Io non condivido, per carità, la proposta che faceva il consigliere Finozzi riguardo al fatto che c'è una legge che prevede che ci sia la possibilità per diminuire volontariamente gli emolumenti da parte di un Consigliere. Per carità, sì, può essere una cosa giusta. Io, per esempio, quando ero Sindaco ho lasciato al Comune di Oderzo per il sociale tutte e due le mie indennità di fine mandato, circa 25.000 euro complessivamente, per il sociale. Però questo non risolve il problema, perché c'è uno che lo fa e tutti gli altri magari che non lo fanno perché dicono: è un mio diritto, lo percepisco.
Bisogna incidere su quelli che vengono ritenuti dai Consiglieri dei diritti, che in realtà la gente percepisce come privilegi, ritiene dei privilegi. Io sotto questo profilo ho presentato un progetto di legge, il 262, che cerca di dare una risposta organica, non molto settoriale o molto limitata al problema, e spero che venga discusso al più presto. Per carità, non chiedo che vi sia condivisione, mi aspetto però che ci siano delle osservazioni, un dibattito su questo tema, che è un tema molto importante e che la gente sente.
Guardate, io per esempio ho potuto assistere recentemente a Caorle nella piazza pubblica gremita di gente, alle nove, nove e mezzo di sera, vicino al duomo di Caorle, il giornalista Giordano che presentava il suo libro. Veramente io cercavo di farmi sempre più piccolo quando parlava di tutte queste cose, soprattutto quello che diceva nei confronti dei vitalizi che vengono percepiti, di questi diritti che ci sono. Dovevate sentire il rumoreggiare della gente.
Per cui siamo chiamati a dare una risposta su questo, soprattutto sul pregresso, su quelli che vengono chiamati diritti acquisiti. Siamo chiamati a un nostro dovere, perché siamo interpellati dalla gente e siamo interpellati dalla nostra coscienza.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Dalla Libera.
L'invito fatto da Finozzi è sempre aperto e anche domani chi vuole può aderire.
Ferrari, prego.

Franco FERRARI (Alessandra Moretti Presidente)

Grazie, Presidente.
Concordo con questo ordine del giorno, che i risparmi che sono stati fatti siano destinati all'emergenza sociale. Concordo con quanto ha detto sia il collega Finco che con quanto ha detto il collega Fracasso, che qualche soldo rimanga per fare qualche provvedimento, qualche legge, che è importante anche per i nostri cittadini che abbiamo fuori e che ci aspettano. Grazie, ho finito.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Ferrari.
Azzalin, prego.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Intanto voglio congratularmi con il lavoro e i risultati ottenuti. Semplicemente per ribadire anche le proposte che abbiamo fatto di impiego di questi soldi e perché stamattina abbiamo aperto questo dibattito. Io sono andato, come tutte le mattine, a vedermi un po' la rassegna stampa e leggo: "La lotta all'evasione è sempre meritoria, ma 3 milioni in un anno non cambiano le sorti del rilancio della Regione". Dichiarazioni degli assessori Forcolin e Bottacin. Noi qui discutiamo di un milione, allora io vorrei capire se il milione che risparmiamo qua è diverso dal milione che si può risparmiare di là.
Attenzione, il ragionamento. Questo è virgolettato, collega Bottacin. Allora tu lo smentisci? Lo smentisci, perché è virgolettato. Ma che ragionamento è? Lo sai benissimo che sei in fallo e allora qui devi spiegare perché questi milioni non contano niente.
Parliamo di economie: il bilancio del Consiglio ha risparmiato 7 milioni, è un'opera meritoria, importante, li destiniamo una parte a fare i progetti di legge, sono d'accordo e li destiniamo al sociale, benissimo. Però il problema di avere dei soldi in questa Regione è un problema generale. Non possiamo dire qui: siccome non ho fatto niente, non valgono; siccome ho fatto un qualcosa, sono bravo.
Questa è la realtà, Presidente. Era in Giunta anche lei la volta scorsa, quindi una parte di responsabilità ce l'ha anche lei, anche se vuole rimediare da super commentologo. Quindi se la prenda la sua parte di responsabilità, se la prenda, ce n'è anche per lei, era Assessore al bilancio.
Su questo chiedo comunque che la Giunta smentisca e si dia da fare, nel recupero dell'evasione. Dire che 3 milioni non sono niente nel bilancio della Regione è un'offesa a tutti i cittadini e al lavoro di ognuno di voi e di noi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Azzalin.
Tanto per chiarire: se ben ricordo, nel mio ultimo bilancio ho recuperato 70 milioni di euro da tasse non pagate. Tanto per essere chiaro e per ricordare bene le cose. Quindi se ne faccia un attimo una ragione.
Forcolin, prego.

Gianluca FORCOLIN (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente.
Non credo che sia una battaglia a chi urla di più, anche perché non ci intimorisce, non è questo il problema; vedo che Azzalin si agita spesso. Non c'è nessuna offesa.
Ritorniamo ai temi e all'ordine del giorno. Io ringrazio il Consiglio, le strutture e gli uffici per le economie e per il risultato prodotto, che è sicuramente oggetto poi di utilità, e quindi i risparmi saranno sicuramente oggetto di discussione anche per il prossimo bilancio 2018-2020, con l'aiuto di tutti.
Di fatto, mi pare che qualche tempo fa il capogruppo Finco avesse anche, dal punto di vista mediatico, fatto una proposta concreta, che era quella di mettere a bilancio delle risorse per le proposte di legge del Consiglio, alla quale già avevo dato un impegno di massima da parte della Giunta, perché ritengo sia fondamentale e sia importante che poi le proposte trovino anche concretezza. Sappiamo che ci sono delle difficoltà e che la coperta è corta, però un piccolo segnale, una parte di queste risorse sicuramente verrà anche impegnata nel bilancio 2018-2020 per le proposte del Consiglio.
Ben venga anche l'ordine del giorno che è stato presentato, che chiede che delle risorse o gran parte delle risorse possa essere destinata al sociale. Chi potrebbe non essere d'accordo su un tema così importante? È altrettanto evidente però – e rispondo al collega Ruzzante – che le questioni importanti sono tante. Quindi se passiamo da un bilancio da un miliardo e 600 milioni di entrare a libera destinazione a 936, di questi 51 milioni discrezionali per la Giunta, con tutte le emergenze che abbiamo discusso in questi giorni, penso solo a quelle idriche, e quindi della siccità e dell'ambiente, solo per citarne una, è ovvio che poi diventa difficile accontentare tutti.
Quindi, se si vuole chiedere con gran forza di poter intervenire, poi dobbiamo fare i conti con i numeri che ci sono. Ognuno poi fa la sua parte politica, ognuno urla e recrimina quegli spazi, però chi ha la responsabilità poi di tenere la linea e di cercare di dare la giusta dose di risposte a tutti, ha anche quel senso di responsabilità che dice oggi le risorse sono molto limitate.
Se a questo aggiungiamo che il DEF (Documento Economico Finanziario) presentato dal Governo in giugno e che diventerà di attualità ovviamente a ottobre, quando discuteremo di DEFR anche regionale, oggi ci porta una richiesta di 2,7 miliardi circa di ulteriore risparmio per quanto riguarda l'impianto regionale, Questo vuol dire 242 milioni per la Regione Veneto di possibili tagli. Se non ci saranno coperture statali rispetto a questi temi, è ovvio che dove andiamo a recuperare i 240 milioni? Neanche la famosa manovra Pedemontana, oggi chiusa e tramontata, aveva 220 milioni di gettito e quindi di peso.
Per cui stiamo parlando di situazioni sicuramente molto impattanti. Spero e auspico che questa battaglia e questo confronto avvenga anche in modo forte rispetto ai temi nazionali, quindi con gli organi parlamentari preposti perché questi tagli non ci siano, perché questi contributi non ci siano.
Abbiamo visto quanto hanno fatto le Regioni nell'ultimo quinquennio: sono andate ben oltre quella richiesta che era stata fatta come richiesta di economia da parte del Governo centrale, mentre di fatto, invece, con gli organi centrali, ministeriali, vi è stato un aumento dell'1%. Noi abbiamo addirittura economizzato e abbiamo dato dei risultati ben superiori alle aspettative. Quindi noi pensiamo di aver già dato, c'è qualcun altro che può ancora tirare un po' la cinghia.
Su questo possiamo confrontarci in modo equilibrato, ma trasparente, per il bene dei cittadini veneti. Quindi di farlo negli organi preposti, proprio per aprire una discussione trasparente a ottobre, in fase di bilancio di previsione, dove, con i numeri certi, potremo anche distribuire in modo equo, trasparente e utile ai veneti quelle che sono le risorse che oggi sono messe in discussione.
Per cui approveremo l'ordine del giorno che è stato proposto e ringrazio ancora per l'ottimo risultato del Consiglio.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Forcolin.
Assessore Bottacin, prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Qui c'è un virgolettato su un articolo. Non posso smentire Azzalin il giorno prima una cosa che si legge il giorno dopo sui giornali. L'ho letta oggi, non posso che smentirla oggi. È del tutto evidente questo, penso non ci voglia un Premio Nobel per capire questa cosa.
Detto questo, non so come faccia lei a dire che ci sono 3 milioni di euro che sono stati perduti, perché è virgolettato anche quello, perché quando il Ministero dell'ambiente ha trasferito tutta questa documentazione in cartaceo, cioè ha riempito le stanze, si ricordi che venivano fatti a campione i controlli, invece la Regione ha iniziato a farli uno per uno. Quindi già qui si vede una differenza, visto che lei parla di autonomia e dice: ma è così che gestite l'autonomia? Sì, molto meglio dello Stato, perché lo Stato faceva i controlli a campione e noi no, quindi questa è una differenza sostanziale.
Dopodiché lei dice: si perdono i soldi, negli ultimi cinque anni non sono stati fatti i controlli e quindi si perdono i soldi. Ma non è vero, perché si può fare una riscossione. Tant'è che ieri abbiamo votato di mettere soldi per quest'anno e per il prossimo anno, che servono appunto per riscuotere i soldi non pagati di quest'anno, ma si può andare indietro fino a cinque. Fino a sei, io non c'ero fino a sei, perché sennò bisognerebbe andare indietro fino a quindici, quando il Ministero faceva i controlli a campione, e allora chissà quanti non hanno pagato.
Poi da questo a far credere che quarantatremila pratiche non siano controllate... Fate un colpo di telefono all'Enel, così gli chiedete quanti soldi paga all'anno di canoni idrici. La Regione incassa circa 20 milioni all'anno, 15 li incassa la Provincia di Belluno, perché è stata fatta una legge che – attenzione – la Provincia di Belluno, che vuole l'autonomia, incassa tutti i soldi, però le frane le dobbiamo sistemare noi. Questa non è autonomia, questa è un'altra roba. Ma sistemeremo, sulla legge sulle deleghe alle Province, anche questo aspetto, perché non si può dire: i soldi me li tengo io, però le frane le sistema la Regione. Se vuoi l'autonomia, ti prendi i soldi e ti prendi anche la gestione delle frane.
Questo io l'ho sempre detto, anche nella VIII Legislatura, poi nella IX non c'ero e avete fatto quello che avete fatto.
Quindi quello che c'è scritto lì fa passare un messaggio che è sbagliato, e ci sono anche altri virgolettati, non c'è solo il nostro. Ripeto, noi non abbiamo detto questa frase. Ma su quel virgolettato si fa capire che sembra che la Regione stia gestendo peggio di quello che faceva lo Stato, che non è vero. La Regione fa molti più controlli rispetto allo Stato, che li faceva a campione, e che si stanno perdendo un sacco di soldi, mettendo anche delle cifre, che se magari mi dirà quali sono gli elementi che ha, perché se non vengono fatti i controlli non si può sapere la cifra precisa; se invece vengono fatti i controlli, vuol dire che sono stati fatti i controlli. Non voglio citare il consigliere Zorzato, ma delle due l'una, cioè non può esserci una contraddizione di questo tipo.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Bottacin.
La parola al consigliere Pigozzo per la replica.

Bruno PIGOZZO (Partito Democratico)

Per concludere, ringraziando i colleghi anche per l'attenzione e la discussione sui vari punti oggetto di queste delibere dell'ordine del giorno, volevo solo fare un paio di precisazioni. Mi dispiace che non ci sia il collega Finco. La proposta che lui faceva, di trattenere delle risorse con le quali andare a finanziare le leggi del Consiglio, tecnicamente è fuori luogo, cioè non funziona, non esiste, insomma.
Se invece l'intenzione è quella di dire – e mi pare fosse questa – di migliorare l'attività del Consiglio utilizzando delle risorse che sono a disposizione del Consiglio, allora sì, nel senso che c'è un fondo di riserva previsto all'interno del bilancio del Consiglio nel quale potrebbero essere utilizzate delle risorse funzionali all'attività del Consiglio. Quindi su questo c'è una possibilità a seguito di puntuali proposte che siano dentro ai limiti previsti dalla normative.
In merito invece all'accenno che si faceva, della proposta, sulla quale è stato approvato un ordine del giorno in Consiglio, di rimodulazione dei fondi a disposizione dei Gruppi, confermo che è pronta la proposta. Oggi verrà depositata e, mi auguro a breve, entrerà in discussione in Commissione per poi arrivare in Aula ed essere approvata con, spero, la condivisione di tutto il Consiglio.
Detto questo, credo che possiamo passare alla votazione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Pigozzo.
Dichiarazioni di voto.
La parola al consigliere Valdegamberi.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Voto favorevolmente, ovviamente, questo bilancio, però colgo l'occasione per ricordare all'Ufficio di Presidenza di rafforzare il Legislativo. Io non chiedo, come forse ha capito male Dalla Libera, consulenze esterne, chiedo prioritariamente la possibilità e il diritto che ogni Consigliere, se ha un'iniziativa legislativa, possa essere adeguatamente supportato.
Questo non lo fanno non per colpa loro, perché sono in pochi, sono bravi ma sono pochi. Credo che abbiamo il diritto di essere adeguatamente supportati, quindi vada, una parte di queste risorse, destinata a rafforzare il Legislativo, perché le brave persone che abbiamo possano essere ulteriormente accompagnate. Se io anni fa avevo idea di fare una legge che potesse essere utile al Veneto, non sono riuscito, purtroppo, ma non per colpa loro, perché loro dicono "siamo già oberati da altre priorità, altre cose". Mi devo per forza rivolgere all'esterno e lo faccio, spesso l'ho fatto con rapporti di volontariato, con persone che mi hanno supportato volontariamente.
Questo, caro signor Dalla Libera. Quindi non chiedo di dare consulenze, chiedo di poter fare delle leggi, perché noi, se facciamo delle buone leggi i risparmi spesso vengono. Credo che lei non abbia fatto mai nessuna legge con il supporto degli uffici, ma non per colpa loro, non ne abbia fatta neanche una, scommetto. Probabilmente neanche all'esterno, e quindi il suo ruolo è quello di produrre buone leggi. Quindi è questo che chiedo: non chiedo di dare consulenze, chiedo di rafforzare l'organizzazione interna perché le persone che abbiamo possano essere messe nelle condizioni di supportare iniziative nostre, sennò viene meno il nostro ruolo di Consiglieri, che è quello appunto di fare buone leggi.
Quindi, per quanto riguarda il resto, io sono d'accordo sulla devoluzione per il sociale, però teniamo una parte anche per rafforzare la capacità di produrre da parte di questo Consiglio, di fare bene il proprio lavoro.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Valdegamberi.
Le farò avere il prospetto della riorganizzazione fatta da questo Ufficio di Presidenza, il prima e il dopo. Però, se ha dei progetti di legge che non sono stati elaborati per lei su richiesta specifica, me lo faccia avere, che verifichiamo se per caso lei non ha avuto risposte adeguate. Però le posso assicurare che, anche guardando gli altri Consigli regionali, una struttura organizzata come la nostra, sinceramente, non la trovo ovunque.
La parola al consigliere Ruzzante, che parlerà in dissonanza, come motivazione, dal suo collega di Gruppo. Prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto Articolo UNO – Movimento Democratico progressista)

Grazie, Presidente.
Credo che poi in dichiarazione di voto abbiamo metà tempo, non c'è problema, comunque sto assolutamente entro i quattro minuti.
Prima questione. Io lo ricordo sempre, ma perché sono "vecchio" della Commissione bilancio, ogni volta che parlate dei tagli – lo dico al collega Forcolin – che il taglio più grosso avvenuto negli ultimi sette anni di trasferimenti alla Regione è avvenuto in un Governo che si chiamava Berlusconi, Ministro Tremonti. In quel Consiglio dei Ministri, mi dispiace per voi, ma c'era anche il suo compagno di banco, il suo Presidente, che ha firmato un decreto – vada a rileggersi le carte se non si fida di me – in cui il taglio fu di 360 milioni il primo anno e 450 il secondo anno.
Quindi abbiamo già risolto metà del problema. Ricordatevelo. Perché quando avete governato non è che avete trasferito più risorse alla Regione Veneto, ne avete tagliate più di quante ne sono state tagliate in tutti gli anni a venire. Questo lo dico in modo che resti in memoria. Decreto anno 2010, non mi ricordo – chiedo venia, chiedo scusa – il numero del decreto, ma io sui numeri dei tagli non ho dubbi: meno 360 milioni il primo anno, meno 450 il secondo anno. Mi smentisca, se è in grado. Scusi, Forcolin, dopo il bastone c'è anche la carota: bene l'impegno che lei si è assunto rispetto alle risorse, che è giusto che ogni bilancio preveda per le attività ex Consiglio, perché sennò qui chiudiamo il Consiglio. Possiamo risparmiare anche tutti i 50, 40 e passa milioni, perché tanto non serve il Consiglio se non abbiamo attività per poter fare le leggi.
È evidente che un minimo di risorse è intoccabile e dev'essere mantenuto all'interno di quel bilancio, su questo sì sono d'accordo con il collega Finco, perché è assolutamente fondamentale nel rapporto e nella relazione Giunta-Consiglio.
Ultima riflessione, Presidente, e vorrei che mi ascoltasse con attenzione il Presidente e l'Ufficio di Presidenza nella sua interezza, visto che andate anche formulando una proposta. C'è stata un'epoca nella quale non sono state più toccate, se non al ribasso, alcune poste relative al personale. Ultimamente non è così. Faccio un solo riferimento, potrei farne altri ma ne faccio uno solo, giusto per capirci: la Giunta nell'ultimo bilancio ha previsto il pagamento di alcune figure nell'ambito della Segreteria degli Assessori. Io non ero d'accordo nella modalità..., o meglio, ci è stato detto che il tutto avveniva all'interno di un budget che non modificava la cifra, in realtà secondo me non è andata così, ma non importa, ha modificato questa posta, quindi siamo andati in incremento per un personale che fa parte comunque della macchina Giunta-Consiglio. In secondo luogo avete creato un nuovo Ente, con la legge Guadagnini abbiamo dato vita a un nuovo Ente, che significa nuovi incarichi.
Non c'è ombra di dubbio che noi non possiamo tornare indietro su questo tema, perché i cittadini, il popolo, le situazioni di crisi, di lavoro non ce lo perdonerebbero. Fermo restando il tema della riduzione dei costi sui quali l'Ufficio di Presidenza quest'anno è stato particolarmente bravo, perché un taglio di 7 milioni era impensabile a inizio anno, ho già fatto i complimenti nell'intervento prima, lo ribadisco e lo ribadirò con il voto favorevole sul bilancio, però questo elemento di riflessione deve essere fatto, cioè l'attività del Consiglio e dei Gruppi non può essere cancellata.
Abbiamo due necessità: una è quella – rimango di questa opinione anche se sono in un Gruppo misto – che debba riesserci un equilibrio tra Consiglieri e Consiglieri, cioè non ci possono essere Consiglieri che valgono dieci e Consiglieri che valgono cento. Rimango di questa opinione, anche se sono uscito da un Gruppo numeroso entrando in un Gruppo più piccolo. Però, in secondo luogo, non c'è ombra di dubbi che, se ci sono delle necessità, queste possono andare anche in incremento, purché il bilancio abbia il segno meno.
Credo che questa sia la valutazione, perché sennò vale a tutti i livelli di spesa che sono avvenuti nell'ambito della Giunta o in altri ambiti.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Ruzzante.
Le ricordo solo che noi siamo, come Consiglio regionale, autonomi rispetto alla Giunta, e in virtù di questa autonomia nel 2014, cioè il vecchio Ufficio di Presidenza, il vecchio Consiglio, ha fatto un piano di esuberi, e, come lei ben sa, il piano di esuberi prevede che per i quattro anni successivi non si possano fare concorsi. Arriveremo al 2018 con la possibilità di fare qualcosa, ma noi siamo rimasti bloccati. Lo ricordo a chi, sentendo lei, pensa che magari abbiamo fatto qualcosa. Il piano di esuberi, che ha favorito l'uscita di qualcuno, ha bloccato il Consiglio per quattro anni.
Ferrari, prego, dichiarazione di voto.

Franco FERRARI (Alessandra Moretti Presidente)

Grazie, Presidente.
Mi permetta di ringraziare tutto il Consiglio e tutta la struttura, e per dichiarare il nostro voto favorevole a questo provvedimento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, consigliere Ferrari.
Dalla Libera, prego.

Pietro DALLA LIBERA (Veneto Civico)

Grazie, Presidente.
Anche Veneto Civico vota favorevolmente. Ringrazia il Consiglio per il lavoro svolto e per l'attività buona che è stata fatta, anche sotto il profilo di cui oggi discutiamo, che è quello del bilancio e del risparmio.
Per quanto riguarda l'intervento dell'amico Valdegamberi, voglio far notare soltanto due leggi recenti che ho proposto: quella di cui dicevo prima, la 262, sul taglio dei costi della politica, e un'altra appena precedente sull'eliminazione dei blocchi per accedere all'Università e alle specializzazioni. Quest'ultima è già stata discussa anche in Commissione e ha avuto, mi pare, quasi l'unanimità dei consensi e spero che venga in Aula presto. In queste due ultime leggi mi sono rivolto, per consigli e per sistemare le proposte che venivano fatte, a quello che è il sostegno che il Legislativo deve dare a tutti i Consiglieri, a tutti i Gruppi, e devo dire che non ho incontrato nessun problema, anzi, devo ringraziare.
Per cui, capisci, non va neanche bene che tu venga a dire: non hai mai presentato nessuna proposta di legge e quindi non puoi dare un giudizio su questo. Non è vero questo, capisci? Allora bisogna sempre essere misurati nei giudizi che si danno nei confronti degli altri.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Dalla Libera.
Dichiarazioni di voto? Nessun'altra dichiarazione di voto? Non vedo altre dichiarazioni di voto.
Pongo in votazione la proposta di deliberazione amministrativa n. 50.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione. 
Il Consiglio approva.
PUNTO
25.1
ter



APPLICAZIONE DEL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE E VARIAZIONI ALLE PREVISIONI DI CASSA NEL BILANCIO DI PREVISIONE FINANZIARIO 2017-2018-2019, A SEGUITO DELL'APPROVAZIONE DEL RENDICONTO DELLA GESTIONE DELL'ESERCIZIO FINANZIARIO 2016 (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 51) (DELIBERAZIONE N. 89/2017)

"Signori Consiglieri,
in conformità a quanto disposto dal d.lgs. 118/2011 e nel rispetto dei principi generali di congruità, coerenza e attendibilità contabile delle previsioni di bilancio, con il presente provvedimento si rende necessario apportare variazioni al bilancio di previsione finanziario 2017-2018-2019, anche sulla scorta della consistenza del fondo finale di cassa, dei residui attivi e passivi, del fondo pluriennale vincolato e del risultato di amministrazione accertati in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto il 31 dicembre 2016, dando atto che le variazioni non alterano gli equilibri di bilancio.
L'APPLICAZIONE DEL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE 2016.
Con proprio provvedimento è stato approvato il rendiconto del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2016.
L'avanzo di amministrazione accertato alla chiusura dell'esercizio finanziario 2016 è di euro 15.191.237,49, come indicato nel prospetto dimostrativo del risultato di amministrazione allegato al rendiconto della gestione.
La parte accantonata risulta complessivamente pari a euro 6.935.144,15 come di seguito indicata:
- euro 1.111.374,56 per fondo accantonamento avanzo contributi gruppi consiliari IX Legislatura;
- euro 3.476.012,18 per fondo spese contenzioso assegni vitalizi;
- euro 1.526.000,00 per fondo spese per assegno di fine mandato consiglieri;
- euro 379.617,41 per fondo spese patrocinio legale consiglieri;
- euro 342.140,00 per fondo spese restituzione agli ex consiglieri regionali contributi versati per il trattamento indennitario differito;
- euro 100.000,00 per fondo TFS a carico CRV.
La parte vincolata derivante da trasferimenti risulta complessivamente pari a euro 79.454,00.
La parte disponibile risulta complessivamente pari a euro 8.176.639,34. Tale somma viene restituita alla Giunta regionale nella misura pari al risultato economico dell'esercizio 2016 di euro 7.943.483,56.
Con il presente provvedimento si tratta di iscrivere in entrata del primo esercizio considerato nel bilancio di previsione 2017-2018-2018 un importo pari a euro 9.154.858,12 del risultato di amministrazione 2016 per finanziare, come indicato nella tabella e nella nota integrativa (Allegato A), che forma parte integrante del presente provvedimento, gli stanziamenti nella parte spesa di:
- euro 100.000,00 per fondo spese patrocinio legale consiglieri (quota della parte accantonata);
- euro 1.111.374,56 per fondo accantonamento avanzo contributi gruppi consiliari IX Legislatura (quota della parte accantonata);
- euro 79.454,00 per contributi per le funzioni delegate erogati dall'AGCOM;
- euro 7.943.483,56 per la somma da restituire alla Giunta regionale.
LE VARIAZIONI ALLE PREVISIONI DI CASSA
Con deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 39 del 15 maggio 2017 è stato approvato il riaccertamento ordinario dei residui alla chiusura dell'esercizio finanziario 2016 e sono state apportate le conseguenti variazioni alle previsioni di competenza 2017 nel bilancio di previsione finanziario 2017-2018-2019, al fine di consentire il re-impegno delle spese che risultano non più esigibili nell'esercizio 2016 cui il rendiconto si riferisce (allegato E/2 della citata deliberazione).
La giacenza di cassa accertata alla chiusura dell'esercizio finanziario 2016, da iscrivere come fondo iniziale di cassa nel bilancio in corso, ammonta a euro 33.684.306,50, come indicato nel conto reso dal Tesoriere allegato al rendiconto della gestione.
Con il presente provvedimento si tratta di apportare le variazioni di cassa al bilancio di previsione finanziario 2017-2018-2019 conseguenti al riaccertamento dei residui e alla re-imputazione degli impegni approvati con la su richiamata deliberazione, nonché l'adeguamento del fondo iniziale di cassa iscritto in entrata, come indicate nell'allegata tabella (Allegato A), che forma parte integrante del presente provvedimento.
L'EQUILIBRIO DI BILANCIO.
Le variazioni da apportare con il presente provvedimento non alterano gli equilibri di bilancio, come indicato nell'allegato prospetto (Allegato B), che forma parte integrante del presente provvedimento".
Passiamo alla PDA n. 51, che il Vicepresidente aveva già illustrato precedentemente, penso la discussione sia stata quella che abbiamo visto.
Non ci sono altri interventi.

Ordine del giorno presentato dal consigliere Pigozzo relativo a "Destinazione a finalità sociali dei risparmi conseguiti dal Consiglio regionale" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Applicazione del risultato di amministrazione e variazioni alle previsioni di cassa nel bilancio di previsione finanziario 2017-2018-2019, a seguito dell'approvazione del rendiconto della gestione dell'esercizio finanziario 2016" (Deliberazione n. 88/2017)

" Il Consiglio regionale del Veneto
considerato che:
il Consiglio regionale ha conseguito, grazie ad una serie di interventi legislativi e organizzativi, importanti risparmi nelle spese di funzionamento;
come evidenziato dal rendiconto approvato nella seduta odierna tali risparmi risultano essere per l'anno 2016 pari ad euro 7.943.483,56;
con il provvedimento in oggetto tali risparmi sono applicati al bilancio consiliare 2017 per il loro trasferimento alla Giunta regionale;
impegna la Giunta regionale
a destinare la maggior parte dei suddetti risparmi ad interventi di contrasto alle situazioni di emergenza sociale".
C'è l'ordine del giorno che avete avuto in distribuzione, con la modifica fatta a microfono dal proponente, dove si impegna la Giunta regionale a destinare, testo normale, con l'aggiunta: "la maggior parte dei suddetti risparmi ad interventi di contrasto alle situazioni di emergenza sociale".
Quindi con questa modifica, se non ci sono interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno del collega Pigozzo.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione. 
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione, se non vedo interventi, la PDA n. 51.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione. 
Il Consiglio approva.
Grazie all'ottimo lavoro del collega Pigozzo.
PUNTO
25.3



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "RICONOSCIMENTO DELLA LEGITTIMITÀ DEI DEBITI FUORI BILANCIO DERIVANTI DA SENTENZE ESECUTIVE DI CONDANNA AL RISARCIMENTO DEI DANNI CAUSATI DA FAUNA SELVATICA IN SINISTRI STRADALI" (PROGETTO DI LEGGE N. 239/2017) APPROVATO

Relazione della Prima Commissione consiliare X Legislatura.
Relatore in Aula il consigliere Sergio Antonio Berlato; correlatore il consigliere Piero Ruzzante
Relazione di maggioranza della Prima Commissione consiliare.
"Signor Presidente, colleghi consiglieri
con la presente proposta di legge, la Regione Veneto si appresta a riconoscere la legittimità della posizione debitoria riconducibile alla fattispecie del debito fuori bilancio derivante da sentenze esecutive, prevista dall'art. 73, comma 1 lettera a), D.Lgs. 118/2011. Trattasi di 3 sentenze di condanna della Regione del Veneto al pagamento del risarcimento dei danni causati da fauna selvatica per un totale complessivo di euro 5.914,66.
In particolare, si tratta delle seguenti sentenze:
sentenza n. 11 del 20.07.2016 emessa dal Giudice di Pace di Rovigo, a favore di Longhi Stefano, per il valore complessivo di euro 2.575,45, di cui euro 797,00 a titolo di indennizzo ed euro 1.778,45 per spese di soccombenza;
sentenza n. 60 del 07.03.2016 emessa dal Giudice di Pace di Belluno, a favore di SIlginer Tobias, per il valore complessivo di euro 3.093,31 di cui euro 1.655,10 a titolo di indennizzo ed euro 1.438,21 per spese di soccombenza;
sentenza n. 201 del 09.05.2016 e successivo atto di precetto del 23.09.2016, emessa dal Giudice di Pace di Bassano del Grappa a favore di Medda Simone, per il valore complessivo di euro 6.347,70, di cui euro 3.462,56 a titolo di indennizzo ed euro 2.885,14 per spese di soccombenza.
Come previsto dall'art. 4, legge regionale 23 aprile 2013, n. 6 "La Giunta regionale è autorizzata a stipulare polizza assicurativa per concorrere al risarcimento dei danni causati a persone e veicoli per l'impatto con fauna selvatica in attraversamento di sedi stradali", nel 2013 la Regione Veneto ha stipulato una polizza di responsabilità civile verso terzi con la compagnia AIG Europe Limited con sede in Londra (Gran Bretagna e Irlanda del Nord) e rappresentanza generale per l'Italia in Milano, che prevede una franchigia di euro 5.000,00 per sinistro.
Nei casi in cui la compagnia, espletata la perizia assicurativa, non ritenga sussistenti i presupposti per indennizzare i danneggiati, costoro si possono rivolgere all'Autorità Giudiziaria.
Qualora l'Amministrazione venga condannata a risarcire il danno al terzo danneggiato, si è stabilito quanto segue:
per la parte di risarcimento che supera la franchigia assicurativa di euro 5.000,00 rimane competente la compagnia di assicurazione; per la parte di risarcimento sotto franchigia deve provvedere la Direzione Acquisti, AA.GG e Patrimonio, utilizzando le risorse finanziarie stanziate nel capitolo 5174 "Spese per assicurazioni diverse (R. C, Furto, Incendio, ecc); per la parte relativa alle spese processuali provvede l'Avvocatura, che dispone di un apposito fondo. Per le tre sentenze sopracitate, l'avvocatura regionale ha già provveduto, entro i termini di sentenza, a liquidare le spese processuali utilizzando i fondi stanziati nel capitolo 100071 "Oneri per spese processuali addebitate con provvedimenti giurisdizionali, stragiudiziali e conciliativi - altre spese correnti ".
La Prima Commissione, conclusa l'istruttoria in ordine al disegno di legge oggi in esame, nella seduta n. 86 del 31 maggio 2017 ha approvato il provvedimento a maggioranza con il voto favorevole dei rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta-Lega Nord, Zaia Presidente, Forza Italia, Fratelli d'Italia - AN Movimento per la cultura rurale, Il Veneto del fare-Flavio Tosi, Movimento Cinque Stelle. Si sono astenuti dal voto i rappresentanti dei gruppi consiliari Partito Democratico, Alessandra Moretti Presidente e la componente politica "Articolo UNO Movimento democratico e progressista" del Gruppo Misto".

PRESIDENTE

La parola, come Relatore, al collega Berlato. Prego.

Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia -AN- Movimento per la cultura rurale)

Grazie, Presidente.
Con la presente proposta di legge la Regione del Veneto si appresta a riconoscere la legittimità della posizione debitoria riconducibile alla fattispecie dal debito fuori bilancio derivante da sentenze esecutive previste dell'articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 118/2011. Trattasi di tre sentenze di condanna della Regione del Veneto al pagamento del risarcimento dei danni causati da fauna selvatica, per un totale complessivo di euro 5.914,66.
Come previsto dall'articolo 4, legge regionale 23 aprile 2013, n. 6 , la Giunta regionale è autorizzata a stipulare polizze assicurative per concorrere al risarcimento dei danni causati a persone e veicoli per l'impatto con fauna selvatica in attraversamento di sedi stradali.
Nel 2013 la Regione Veneto ha stipulato una polizza di responsabilità civile verso terzi con la compagnia AIG Europe Limited con sede in Londra, Gran Bretagna, Irlanda del Nord, e in rappresentanza generale per l'Italia a Milano, che prevede una franchigia di euro 5.000 per sinistro. Nei casi in cui la compagnia, espletata la perizia assicurativa, non ritenga sussistenti i presupposti per indennizzare i danneggiati, costoro si possono rivolgere all'Autorità giudiziaria.
Qualora l'Amministrazione venga condannata a risarcire il danno al terzo danneggiato, si è stabilito quanto segue: per la parte di risarcimento che supera la franchigia assicurativa di euro 5.000 rimane competente la compagnia di assicurazione; per la parte di risarcimento sotto franchigia deve provvedere la Direzione acquisti e patrimonio usando le risorse finanziare stanziate nel capitolo 5174, "Spese per assicurazioni diverse (RC, furto, incendio eccetera)"; per la parte relativa alle spese processuali provvede l'Avvocatura, che dispone di un apposito fondo.
Per le tre sentenze sopracitate l'Avvocatura regionale ha già provveduto entro i termini di sentenza a liquidare le spese processuali utilizzando i fondi stanziati nel capitolo 100071, "Oneri per le spese processuali addebitate con provvedimenti giurisdizionali, stragiudiziali e conciliavi - altre spese correnti".
La Prima Commissione, conclusa l'istruttoria in ordine al disegno di legge oggi in esame, nella seduta n. 86 del 31 maggio 2017 ha approvato il provvedimento a maggioranza.
Grazie per l'attenzione.

PRESIDENTE

Grazie, relatore Berlato.
Correlatore Ruzzante, prego.
Relazione di minoranza della Prima Commissione consiliare.
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
in qualità di rappresentante di Articolo UNO - MDP, insieme ai rappresentanti del Partito Democratico - Alessandra Moretti Presidente, in sede di commissione referente mi sono astenuto su questo provvedimento, non perché si sia contrari al pagamento di questi oneri riguardanti i risarcimenti derivanti da sinistri stradali causati da fauna selvatica, ma è contestabile il ritardo, con il quale avvengono questi pagamenti, tanto che si è costretti ad agire attraverso la procedura del riconoscimento di debiti fuori bilancio a causa delle procedure giudiziarie attivate a causa del mancato riconoscimento in via stragiudiziale, cioè attraverso la copertura assicurativa attivata dalla Regione.
In questo contesto, segnalo, come peraltro già più volte evidenziato anche con atti di sindacato ispettivo, un problema che riguarda il parco dei Colli Euganei: infatti, ogni volta che avviene un incidente causato da fauna selvatica, sorge contestazione da parte rispetto alla competenza perché la Regione dice che è competenza del parco Colli, il parco Colli dice che è competenza della Regione pagare, fatto sta che questo balletto genera tempi molto lunghi per i pagamenti.
Esiste poi il problema della franchigia: la franchigia a 5.000 euro è eccessiva; certo, la quantificazione dei premi assicurativi è determinata dall'entità della franchigia concordato, tuttavia, non può non rilevarsi come la fissazione a 5.000 euro per incidenti stradali causati da fauna selvatica pare assolutamente eccessiva rispetto ai danni che possono essere provocati. Molto spesso non sono, per fortuna, così gravi e quindi la franchigia rischia di essere superiore rispetto ai danni effettivi avuti dai cittadini e dunque, oltre al danno, la beffa, nel senso che l'assicurazione non copre i danni e quindi il cittadino si trova due volte fregato: fregato dall'animale che gli ha attraversato la strada e fregato dalla Regione che non paga attraverso l'assicurazione alcun risarcimento.
Sotto questo profilo so che la Giunta ha già iniziato a provvedere o a pensare di rivedere i contratti assicurativi. In tal senso, è auspicabile che le condizioni della polizza siano complessivamente riviste, a sia dal punto di vista dei tempi di pagamento, sia dal punto di vista della copertura di una franchigia che sinceramente deve essere più bassa, perché, come detto, la franchigia a 5.000 euro per danni su un veicolo rischia di essere eccessivamente sperequata sia rispetto all'equilibrio contrattuale sia rispetto agli obblighi di risarcimento nei confronti dei cittadini, obblighi che vanno appunto garantiti.
Altra riflessione che mi sento di fare rispetto a questo provvedimento è un tema più generale e più complessivo, sebbene connesso. È un tema che ho già posto e vorrei l'attenzione del Presidente del Consiglio, perché chiedo di essere garantito rispetto alla funzione che svolgo quale Consigliere di opposizione: ho più volte richiesto un dato che non mi è mai stato fornito, cioè quanto spendiamo in spese giudiziarie come Giunta regionale e mi riferisco a tutto il complesso delle spese. L'ho richiesto più volte e più volte mi è stato risposto che si tratta di un dato complesso - e certamente lo è - e che gli uffici lo stanno elaborando: fatto sono passate settimane da quando l'ho richiesto. Su questo aspetto vorrei aggiungere che noi facciamo decine e decine di ricorsi, molte volte lasciamo che siano i cittadini a ricorrere contro la Regione, anche quando sappiamo di perdere, perché a volte lo sappiamo dall'inizio, eppure lasciamo che i cittadini ricorrano e paghiamo fior di euro per i costi connessi all'attività defensionale, alle spese di soccombenza, ai risarcimenti dei danni pronunciati con sentenza di condanna.
Vorrei che facessimo una riflessione tutti insieme su quanto spendiamo e valutassimo se e quanto conviene rispetto all'esito delle sentenze, perché poi se di 100 cause ne vinciamo 99, fate bene a ricorrere, ma se, come io penso, in moltissimi casi siamo costretti, alla fine, a pagare; oppure vengono rigettati i ricorsi che la Regione fa verso, per esempio, lo Stato: allora, secondo me, una rivalutazione dal punto di vista economico - qui non entro nel merito delle cause o delle sentenze, ma parlo di un punto di vista meramente economico - la dobbiamo fare. Infatti non può essere che i denari dei veneti vadano a rimpinguare le già laute casse di fatti studi di avvocati: credo sarebbe un errore, perché non sempre sono gli avvocati dell'Avvocatura regionale che svolgono l'attività , ma molto spesso sono incarichi affidati a legali esterni.
Qualche esempio, con riferimento al Progetto di legge oggi all'esame dell'aula, per indicare che se avessimo pagato subito avremmo pagato molto meno rispetto all'ammontare quantificato con le sentenze di condanna: sentenza n. 11 del Giudice di Pace di Rovigo, valore 2.500 euro, di cui 797 a titolo di indennizzo al cittadino e 1.700 euro per spese di soccombenza; il secondo caso: 3.000 euro, 1.600 a titolo indennizzo e 1.400 per spese di soccombenza; terzo caso: 6.300 euro, 3.400 di indennizzo e 2.800 di spese di soccombenza.
Forse una riflessione è necessaria! Ed è in ragione di questa constata assenza di riflessione il motivo per il quale non concordo con questo provvedimento e quindi non voterò a favore.
In sostanza, voglio verificare, e credo sia il caso di avviare un ragionamento preciso su tali aspetti, quali saranno i nuovi contratti e se si riuscirà a concordare una franchigia inferiore rispetto agli attuali 5.000 Euro, perché, come già rilevato, una franchigia fissata a 5.000 euro vuol dire che molti cittadini non sono rimborsati attraverso l'intervento dei meccanismi assicurativi; in seconda istanza, vorrei che facessimo una riflessione a tutto tondo sulle spese giudiziarie e sulle spese aggiuntive, perché ho la sensazione che la decisione di percorrere le vie giudiziarie spesso non sia adeguatamente ponderata sulla base di dati di natura economica.".

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto Articolo UNO – Movimento Democratico progressista)

Grazie, Presidente.
Noi, insieme ai rappresentanti del Partito Democratico, Alessandra Moretti Presidente e io in qualità di rappresentante di Articolo UNO – MDP, ci siamo astenuti su questo provvedimento, non perché siamo contrari, ovviamente, al pagamento di questi oneri legati agli incidenti causati da fauna selvatica in sinistri stradali, ma perché contestiamo un po' il ritardo con il quale avvengono questi pagamenti, tanto che siamo costretti ad agire con debiti fuori bilancio per il saldo di queste risorse.
C'è anche un problema specifico, che ho già più volte evidenziato anche con atti di sindacato ispettivo, questo riguarda il Parco dei Colli Euganei: ogni volta che avviene un incidente causato da fauna selvatica c'è un problema rispetto alla competenza, la Regione dice che è competenza del Parco Colli e il Parco Colli dice che è competenza della Regione pagare, fatto sta che questo balletto genera tempi molto lunghi per i pagamenti.
Esiste il problema della franchigia, anche in questo caso la franchigia a 5.000 euro è eccessiva. Io capisco che poi i premi assicurativi vanno collegati e connessi alla franchigia, però 5.000 euro di franchigia per incidenti stradali causati da fauna selvatica, assolutamente è eccessiva rispetto ai danni che possono essere provocati; molto spesso non sono, per fortuna, così gravi, e quindi la franchigia rischia di essere superiore rispetto ai danni effettivi avuti dai cittadini e quindi, oltre al danno, la beffa, nel senso che l'assicurazione non copre i danni e quindi il cittadino si trova due volte fregato: fregato dall'animale che gli ha attraversato la strada e fregato dalla Regione che non paga nessun risarcimento.
Sotto questo profilo so che la Giunta ha già iniziato a provvedere o a pensare di rivedere i contratti assicurativi e quindi mi auguro veramente che venga rivista sia da un punto di vista dei tempi di pagamento, sia dal punto di vista della copertura di una franchigia, sinceramente, che dev'essere più bassa, perché 5.000 euro di danni su un veicolo sono assolutamente esagerati rispetto alle necessità che vanno, invece, garantite nei confronti dei cittadini.
Ultima riflessione che mi sento di fare rispetto a questo provvedimento è un tema più generale e più complessivo; l'ho già posto, vorrei l'attenzione del Presidente del Consiglio perché chiedo di essere tutelato nel mio diritto di funzione che svolgo come Consigliere di opposizione. Ho più volte richiesto un dato, che non mi è mai stato fornito: quanto spendiamo in spese giudiziarie come Giunta regionale. Mi riferisco a tutto il complesso delle spese. L'ho richiesto più volte e più volte mi è stato detto: è un dato complesso, deve attendere una risposta, ma la stanno elaborando, la stanno valutando, la stanno precisando; ma di fatto sono passate settimane da quando l'ho richiesto, ma il collega Forcolin lo sa perché era presente, era in sede di Commissione di Bilancio in cui avevo chiesto questo dato, perché vorrei fare una riflessione su questo tema: noi facciamo decine e decine di ricorsi, molte volte lasciamo che siano i cittadini a ricorrere contro la Regione, anche quando sappiamo di perdere, perché a volte lo sappiamo dall'inizio che perdiamo, eppure lasciamo che i cittadini ricorrano e paghiamo fior di euro per a volte per consulenze esterne, a volte consulenze interne, però sempre dei costi giudiziari ci sono.
Vorrei che facessimo una riflessione tutti insieme su quanto spendiamo e valutassimo se e quanto conviene rispetto all'esito poi delle sentenze, perché poi se di cento cause ne vinciamo novantanove, fate bene a ricorrere; ma se, come io penso, in moltissimi casi siamo costretti poi alla fine a pagare o vengono rigettati i ricorsi che la Regione fa verso, per esempio, lo Stato, allora secondo me una rivalutazione dal punto di vista economico – qui non entro nel merito delle cause o delle sentenze, ma parlo di un punto di vista meramente economico – forse la dobbiamo fare, perché non può essere che i denari dei veneti vadano a rimpinguare le già laute casse di molti studi di avvocati. Credo che sarebbe un errore, perché non sempre sono gli avvocati della Regione che ci difendono, ma molto spesso sono contratti che si fanno con soggetti esterni.
Adesso cito gli esempi di oggi: sentenza n. 11 del Giudice di Pace di Rovigo, valore 2.500 euro, di cui 797 a titolo di indennizzo al cittadino e 1.700 euro per spese di soccombenza; il secondo caso: 3.000 euro, 1.600 a titolo di indennizzo e 1.400 per spese di soccombenza; terzo caso: 6.300 euro, 3.400 di indennizzo e 2.800 spese di soccombenza. Cioè, se avessimo pagato subito, avremmo pagato la metà.
Allora forse una riflessione, ed è il motivo per il quale io comunque il voto oggi non ve lo do, non ve lo do perché voglio vedere quali saranno i nuovi contratti e se riuscirete a garantire una garanzia nei confronti dei cittadini inferiore a 5.000 euro, perché oggi franchigia a 5.000 euro vuol dire che molti non vengono rimborsati; due, vorrei che facessimo una riflessione a tutto tondo sulle spese giudiziarie e sulle spese aggiuntive, perché ho la sensazione che è ovvio che l'avvocato dice a te Regione: ricorriamo; è come il salumaio al quale vai a chiedere se è buono il salame: certamente sì. Ma ho la sensazione che talvolta il suggerimento non è supportato da dati economici.
Questi tre casi piccoli, piccolissimi, ovviamente non meriterebbero ovviamente neanche il dibattito consiliare, ma siamo costretti a farlo perché sono debiti fuori bilancio, quindi dobbiamo portarli in Aula, però ho voluto utilizzare questo piccolo, piccolissimo esempio per dire che forse talvolta conviene trovare un accordo subito, cioè extragiudiziale, perché devi pagare di più, quasi il doppio. Quindi ho usato questo piccolo esempio, ovviamente si moltiplica per cento quando parliamo di casi più grandi e più rilevanti nei quali siamo soccombenti, si moltiplicano per cento queste cifre.
Vorrei riuscire a fare una valutazione su questo, sono un po' di anni che la chiedo, vediamo se riusciamo una volta a focalizzare il punto avendo un chiaro quadro di quante sono le spese, quante sono le cause, quante ne abbiamo vinte, quante ne abbiamo perse, quante sono le spese extragiudiziali, cioè avere la possibilità, ma qui ci sono sicuramente persone più esperte di me su questo argomento e su questi temi, che potrebbero in qualche modo aiutarci a capire se ho detto cose sensate e intelligenti oppure no. Grazie.
Quindi non voterò a favore di questo provvedimento.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Ruzzante.
La parola all'assessore Forcolin.

Gianluca FORCOLIN (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente.
Con il collega Ruzzante avevamo già affrontato in Commissione, com'è stato detto, il tema. Ho già dato anche mandato alle strutture di poter avere un quadro generale della norma, non solo nella fattispecie, visto che solo lo scorso anno gli uffici mi dicono che hanno dovuto dirimere o comunque hanno visto circa cinquecento pratiche rispetto a questo tema.
Poi, ovviamente, nel senso più generale i numeri sono completamente diversi e anche l'impatto è diverso. Quindi direi, una volta ottenuta questa relazione, di vederla anche in una Commissione specifica, in modo tale da poter fare le riflessioni del caso.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Forcolin.
Berlato, prego.

Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia -AN- Movimento per la cultura rurale)

Grazie, Presidente.
Fermo restando il compito della Giunta, sono ruoli completamente diversi, la Giunta ha risposto per quanto riguarda le sue scelte e per quanto riguarda le questioni legate all'entità dei danni che vengono provocati da fauna selvatica. Sono diversi tipi di danni provocati da fauna selvatica, alcuni di questi danni provocati ai mezzi che transitano sulle vie di comunicazione.
Su questo, per dare una risposta alla questione legata alla franchigia, dobbiamo capire che la franchigia a volte è strettamente legata alla disponibilità delle compagnie di assicurazione ad accollarsi questo onere, perché abbiamo il problema che, essendo frequentissimi questi danni provocati da fauna selvatica, soprattutto per quanto riguarda l'attraversamento della fauna per le vie di comunicazione, facciamo fatica a trovare una compagnia di assicurazione che possa assicurare una franchigia bassa.
Fermo restando il compito della Giunta, che è quello, laddove è possibile, alla scadenza del periodo contrattuale, di chiedere a un maggiore numero di compagnie di assicurazione la disponibilità a sottoscrivere un contratto che sia meno oneroso e che abbia una franchigia più bassa, per dire, ma questo è un compito della Giunta.
Ma il mio ragionamento è più ampio per quanto riguarda il problema dei danni provocati dalla fauna selvatica in genere, non solo della fauna selvatica che attraversa le vie di comunicazione. Noi abbiamo un problema, che è crescente, per i danni provocati dalla fauna selvatica in esubero alle colture agricole, il mondo agricolo ci chiede con forza di poter avere segnali concreti per questi danni che in modo crescente vengono provocati dalla fauna selvatica, e noi delle risposte le dobbiamo dare.
Attualmente le risposte che possono essere date dalla Regione sono parziali perché l'importo dei danni provocati dalla fauna selvatica è notevolmente maggiore rispetto alle disponibilità della Regione. Quindi o noi agiamo aumentando la dotazione finanziaria per poter risarcire, o meglio, indennizzare i danni provocati dalla fauna selvatica, oppure agiamo nell'altra direzione, che è quella della prevenzione, cioè fare in modo di agire prevenendo i danni provocati dalla fauna selvatica. A differenza di quanto qualcuno afferma, cioè che noi abbiamo una Regione povera di fauna selvatica, magari per effetto di questa distruzione causata dai cacciatori, noi abbiamo il problema esattamente inverso: noi abbiamo un'eccessiva presenza di fauna selvatica, sia cacciabile che non cacciabile. La cosa che può apparire paradossale è che i danni provocati dalla fauna selvatica, sia cacciabile che non cacciabile, vengono risarciti da un fondo, previsto dall'articolo 28 della legge regionale 50/93, che risarcisce, o meglio, indennizza i danni provocati dalla fauna selvatica cacciabile e non cacciabile. Questo fondo è alimentato dalle tasse di concessione pagate dai cacciatori. Mi sembra una cosa assurda.
Mi sembra sia opportuno che ragioniamo sul dove andare ad attingere le risorse per pagare i danni provocati dalla fauna selvatica. Se questa fauna selvatica è cacciabile, è comprensibile che andiamo ad attingere a un fondo alimentato dalle tasse di concessione pagate dai cacciatori, ma se la fauna selvatica che produce danni non è cacciabile, è giusto che venga creato un fondo apposito nel bilancio, che possa essere alimentato dal bilancio generale e che possa poi andare a ristorare, almeno in parte, quei danni che vengono provocati dalla fauna selvatica non cacciabile.
Su questo c'è un provvedimento che arriverà tra poco in Aula, che è l'adeguamento alle norme comunitarie, che è passato anche per la Terza Commissione. Lì abbiamo – lo dico alla Giunta – previsto un parere favorevole in Terza Commissione, ma subordinato al fatto che ci sia una netta divisione tra i danni provocati dalla fauna selvatica cacciabile e i danni provocati dalla fauna selvatica non cacciabile. Non è più ammissibile che ai cacciatori venga dato l'onere di pagare i danni provocati dalla fauna selvatica non cacciabile, anche se questa fauna è presente in modo abbondante sul nostro territorio, in maniera addirittura eccessiva. Basta pensare agli uccelli ittiofagi, che hanno messo nelle condizioni molte attività nell'acquacoltura di smettere di essere esercitate perché ci sono milioni di danni provocati ad esempio dai cormorani e da altri uccelli ittiofagi. O qualcuno riesce ad intervenire per indennizzare questi danni che vengono provocati da questi soggetti appartenenti a fauna selvatica non cacciabile, oppure dobbiamo renderci conto che, per l'inerzia o per l'impossibilità di intervenire da parte della Regione, facciamo in modo che smettano le attività di acquacoltura nel nostro territorio.
Ho fatto l'esempio degli uccelli ittiofagi, ma potrei fare tanti esempi per quanto riguarda i cinghiali, per quanto riguarda il lupo, per quanto riguarda tanti altri soggetti che, oggettivamente, provocano dei danni ingenti al nostro territorio e alle nostre attività produttive, danni che devono essere affrontati in maniera adeguata.

PRESIDENTE

Grazie, collega Berlato.
Un saluto a un gruppo di donne amministratrici di Comuni della Castellana che oggi è in visita qui in Consiglio regionale.
La parola al consigliere Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire perché ho sentito le affermazioni del collega Berlato, che mi ha preceduto, e ci sono delle puntualizzazioni da fare, perché non è tutto vero quello che è stato detto.
Innanzitutto, per quanto riguarda i danni da fauna selvatica che vengono pagati dai cacciatori, in realtà i cacciatori pagano una tassa e di queste tasse poi il pubblico ne può disporre. Come tanti altri cittadini che fanno tante altre attività possono appunto farle e dedicarsi a queste attività pagando delle tasse, poi il pubblico decide come spenderle.
Tra l'altro, io sfido chiunque a trovare qualche categoria che paga una tassa per la sua attività che si vede questa tassa non più aumentata da ormai vent'anni, se non più. Io penso ci sia un record, un privilegio assoluto, veramente, per quanto riguarda questa categoria, per quanto riguarda le tasse.
Poi, per quanto riguarda i danni da fauna selvatica, siccome sembra che l'attività venatoria sia la salvezza dai danni, ricordo che, dai dati che mi sono stati forniti dalla Giunta regionale, il selvatico che è causa del maggiore numero di danni, quantificato a livello regionale, è la lepre. Una specie che viene normalmente cacciata ed è oggetto anche di ripopolamenti. Recentemente abbiamo visto dalle cronache addirittura che se n'è interessata la Magistratura perché le andiamo a importare anche abusivamente, pare, da Paesi dall'est, senza i controlli sanitari, con tutti i rischi che poi ne possono anche derivare.
Mi pareva corretto fare queste precisazioni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Zanoni.
La parola al consigliere Ruzzante.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto Articolo UNO – Movimento Democratico progressista)

Grazie, Presidente.
Semplicemente a conclusione del dibattito sul provvedimento che è in discussione. Il provvedimento che è in discussione parla di risarcimento dei danni causati da fauna selvatica in sinistri stradali. Ovviamente è questo il tema sul quale io mi sono concentrato, cioè l'articolo 4 della legge regionale 6/2013.
Il tema è posto dal collega Berlato. Su altre cose non la pensiamo nella stessa maniera, ma su questo non ho ombra di dubbi che il tema dei risarcimenti da fauna selvatica debba allargarsi anche in altri campi. Penso in particolar modo a quello agricolo, ma non solo, anche abitativo, perché a volte i danni generati dalla fauna selvatica riguardano anche il fondo nel quale un cittadino abita. È uno dei temi assolutamente fondamentali sui quali si sviluppa una discussione che secondo me è sbagliata, perché si apre la discussione tra protettori della fauna selvatica e cacciatori.
Noi dobbiamo mettere ovviamente dentro un Piano faunistico, che nessuno nega. Tutti siamo d'accordo sul fatto che ci debba essere un Piano faunistico e questo debba essere approvato, valutato, senza tante deroghe, in maniera molto precisa, ma risolvere il problema dei danni attraverso forme assicurative e forme di copertura economica, in grado di garantire i cittadini, tranquillizzerebbe e metterebbe in serenità la questione di cui stiamo trattando. Perché quello che non è sopportabile per un agricoltore è vedere andare in fumo un terzo del suo raccolto e non sapere se avrà mai un risarcimento. Esatto, hai ragione, su questo, Barbisan, ti do ragione: ce la siamo messa via perché non è mai arrivato questo risarcimento.
Agire su questo tema significa tranquillizzare una situazione, perché quel lavoratore agricolo dev'essere messo in tranquillità, esattamente come avviene per i danni che possono essere causati da una tromba d'aria o esattamente per altre situazioni dei danni sui quali c'è una copertura, magari non al 100%, però c'è una copertura.
Sotto questo profilo dobbiamo in qualche modo fare un passo in avanti. Renderebbe molto più tranquilla e serena la situazione. Parlo per esempio della zona che conosco meglio, quella dei Colli Euganei, perché la gente sì è arrabbiata per i ritardi dei risarcimenti per gli incidenti stradali, ma è arrabbiata anche per i danni causati dai cinghiali nei campi.
Quindi bisogna agire su tutti e due i fronti, non solo su quello, ovviamente, dei sinistri stradali, che però è oggetto del provvedimento di oggi.
Ci tenevo a lasciare anche questa dichiarazione per dire che ci sono delle cose condivise e condivisibili.

PRESIDENTE

Molto bene. Grazie, consigliere Ruzzante, anche per l'ultimo intervento esaustivo.
Non vedo altri interventi, quindi passerei alla votazione degli articoli del progetto di legge n. 239. Passiamo alla votazione dell'articolato.
Articolo 1. Non vedo interventi.
Pongo in votazione l'articolo 1.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione. 
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 2.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione. 
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 3.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione. 
Il Consiglio approva.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, pongo in votazione la legge n. 239 nel suo complesso.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione. 
Il Consiglio approva.
PUNTO
25.4



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "RICONOSCIMENTO DELLA LEGITTIMITÀ DEI DEBITI FUORI BILANCIO DERIVANTI DA SENTENZE ESECUTIVE DI CONDANNA AL RISARCIMENTO DEI DANNI CAUSATI DA FAUNA SELVATICA IN SINISTRI STRADALI" (PROGETTO DI LEGGE N. 254/2017) APPROVATO

Relazione della Prima Commissione consiliare X Legislatura.
"Signor Presidente, colleghi Consiglieri
con la presente proposta di Legge la Regione del Veneto si appresta a riconoscere la legittimità della posizione debitoria riconducibile alla fattispecie del debito fuori bilancio derivante da sentenze esecutive, prevista dall'articolo 73, comma 1 lettera a), D.Lgs. 118/2011.
Trattasi di 6 sentenze di condanna della Regione al pagamento del risarcimento dei danni causati da fauna selvatica per un totale complessivo di euro 24.129,16 (escluse spese di soccombenza già versate dall'Avvocatura). In particolare, si tratta delle seguenti sentenze:
sentenza n. 551/2016, emessa dal Giudice di Pace di Venezia, a favore di Manfrè Vania, per il valore complessivo di euro 4.542,87, di cui euro 2.460,50 a titolo di indennizzo ed euro 2.082,37 per spese di soccombenza;
sentenza n. 458/2016, emessa dal Giudice di Pace di Vicenza, a favore di Cisco Donatella, per il valore complessivo di euro 5.271,09 dì cui euro 3.007,63 a titolo dì indennizzo ed euro 2.263,46 per spese di soccombenza;
sentenza n. 88/2016, emessa dal Giudice di Pace dì Padova a favore dì Rigoni Bruno, per il valore complessivo dì euro 8.914,83 (in questo caso si fa presente che con nota 12 aprile 2017 prot. 148.191, la Direzione Bilancio e Ragioneria ha informato che con quietanza n. 0005689 del 27 febbraio 2017 il Tesoriere Regionale ha addebitato l'importo dì euro 8.298,77 sul nostro conto c/o Unicredit S.p.A. per eseguire l'ordinanza di assegnazione, notificata in data 6 ottobre 2016, del Tribunale dì Venezia;
sentenza n. 635/2016, emessa dal Giudice di Pace dì Vicenza a favore di Casarotto Luigina, per il valore complessivo dì euro 4.986,88 dì cui euro 3.026,58 a titolo di indennizzo ed euro 1.934,52 per spese di soccombenza;
sentenza n. 701/2016, emessa dal Tribunale di Belluno a favore di Centeleghe Paola, per il valore complessivo dì euro 6.811,80 di cui euro 4.073,80 a titolo dì indennizzo ed euro 2.738,00 per spese dì soccombenza;
sentenza n. 1873/2016, emessa dal Giudice dì Pace di Padova a favore di Cogo Anna, per il valore complessivo dì euro 4.868,68 dì cui euro 3261,88 a titolo dì indennizzo ed euro 1.606,80 per spese di soccombenza.
Come previsto dall'articolo 4, legge regionale 23 aprile 2013, n. 6 "La Giunta regionale è autorizzata a stipulare polizza assicurativa per concorrere al risarcimento dei danni causati a persone e veicoli per l'impatto con fauna selvatica in attraversamento dì sedi stradali", nel 2013 la Regione ha stipulato una polizza di responsabilità civile verso terzi con la compagnia AIG Europe Limited, che prevede una franchigia di euro 5.000,00 per sinistro.
Nei casi in cui la compagnia, espletata la perizia assicurativa, non ritenga sussistenti i presupposti per indennizzare i danneggiati, costoro si possono rivolgere all'Autorità Giudiziaria.
Qualora l'Amministrazione venga condannata a risarcire il danno al terzo danneggiato, si è stabilito quanto segue:
per la parte di risarcimento che supera la franchigia assicurativa di euro 5.000,00 rimane competente la compagnia dì assicurazione;
per la parte dì risarcimento sotto franchigia deve provvedere la Direzione Acquisti AA.GG. e Patrimonio, utilizzando le risorse finanziarie stanziate nel capitolo 5174 "Spese per assicurazioni diverse" (R.C, Furto, Incendio, ecc);
per la parte relativa alle spese processuali provvede l'Avvocatura, che dispone di un apposito fondo.
La Prima Commissione, conclusa l'istruttoria in ordine al disegno di legge oggi in esame, nella seduta n. 87 del 15 giugno 2017 ha approvato il provvedimento ali 'unanimità con il voto favorevole dei rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta-Lega Nord, Zaia Presidente, Forza Italia, Siamo Veneto, Partito Democratico, Alessandra Moretti Presidente, Movimento 5 Stelle e la componente politica "Articolo UNO - Movimento democratico e progressista" del Gruppo Misto".
Relatore il collega Barbisan Riccardo, prego.

Riccardo BARBISAN (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente.
Con la presente proposta di legge la Regione del Veneto si appresta a riconoscere la legittimità della posizione debitoria riconducibile alla fattispecie del debito fuori bilancio derivante da sentenze esecutive, prevista dall'articolo 73, comma 1, lettera a), D.Lgs. 118/2011.
Trattasi di sei sentenze di condanna della Regione al pagamento del risarcimento dei danni causati da fauna selvatica, per un totale complessivo di euro 24.129,16 euro, escluse spese di soccombenza già versate dall'Avvocatura.
In particolare, si tratta delle seguenti sentenze:
sentenza n. 551/2016, emessa dal Giudice di Pace di Venezia, a favore di Manfrè Vania, per il valore complessivo di euro 4.542,87, di cui euro 2.460,50 a titolo di indennizzo ed euro 2.082,37 per spese di soccombenza;
sentenza n. 458/2016, emessa dal Giudice di Pace di Vicenza, a favore di Cisco Donatella, per il valore complessivo di euro 5.271,09, di cui euro 3.007,63 a titolo dì indennizzo ed euro 2.263,46 per spese di soccombenza;
sentenza n. 88/2016, emessa dal Giudice di Pace di Padova, a favore di Rigoni Bruno, per il valore complessivo di euro 8.914,83. In questo caso si fa presente che con la nota 12 aprile 2017, protocollo 148.191, la Direzione bilancio e ragioneria ha informato, con quietanza n. 5689 del 27 febbraio 2017, e il Tesoriere regionale ha addebitato l'importo di euro 8.298,77 sul nostro conto corrente Unicredit S.p.A. per eseguire l'ordinanza di assegnazione, notificata in data 6 ottobre 2016, del Tribunale di Venezia;
sentenza n. 635/2016, emessa dal Giudice di Pace di Vicenza, a favore di Casarotto Luigina, per il valore complessivo di euro 4.986,88, di cui euro 3.026,58 a titolo di indennizzo ed euro 1.934,52 per spese di soccombenza;
sentenza n. 701/2016, emessa dal Tribunale di Belluno, a favore di Centeleghe Paola, per il valore complessivo di euro 6.811,80, di cui euro 4.073,80 a titolo di indennizzo ed euro 2.738,00 per spese dì soccombenza;
sentenza n. 1873/2016, emessa dal Giudice di Pace di Padova, a favore di Cogo Anna, per il valore complessivo di euro 4.868,68, di cui euro 3.261,88 a titolo di indennizzo ed euro 1.606,80 per spese di soccombenza.
Come previsto dall'articolo 4 della legge regionale 23 aprile 2013, n. 6 , la Giunta regionale è autorizzata a stipulare la polizza assicurativa per concorrere al risarcimento dei danni causati a persone e veicoli per l'impatto con fauna selvatica in attraversamento di sedi stradali.
Nel 2013 la Regione ha stipulato una polizza di responsabilità civile verso terzi con la compagnia AIG Europe Limited, che prevede una franchigia di euro 5.000 per sinistro. Nei casi in cui la compagnia, espletata la perizia assicurativa, non ritenga sussistenti i presupposti per indennizzare i danneggiati, costoro si possono rivolgere all'Autorità giudiziaria.
Qualora l'Amministrazione venga condannata a risarcire il danno al terzo danneggiato, si è stabilito quanto segue: per la parte di risarcimento che supera la franchigia assicurativa di euro 5.000 rimane competente la compagnia di assicurazione; per la parte di risarcimento sotto franchigia deve provvedere la Direzione acquisti e patrimonio, utilizzando le risorse finanziarie stanziate nel capitolo 5174, "Spese per assicurazioni diverse (RC, furto, incendio eccetera)"; per la parte relativa alle spese processuali provvede l'Avvocatura, che dispone di un apposito fondo.
La Prima Commissione, conclusa l'istruttoria in ordine al disegno di legge oggi in esame, nella seduta n. 87 del 15 giugno 2017 ha approvato il provvedimento all'unanimità, con il voto favorevole dei rappresentanti dei Gruppi consiliari Liga Veneta-Lega Nord, Zaia Presidente, Forza Italia, Siamo Veneto, Partito Democratico, Alessandra Moretti Presidente, Movimento 5 Stelle e la componente politica "Articolo UNO – Movimento democratico e progressista" del Gruppo Misto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, consigliere Barbisan.
Collega Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto Articolo UNO – Movimento Democratico progressista)

Grazie, Presidente.
Semplicemente per dire che mi asterrò anche su questo provvedimento, con la stessa motivazione. Guardate, la faccio brevissima, perché tanto è la stessa identica riflessione che abbiamo fatto sul provvedimento precedente.
Anche qui l'elenco è molto chiaro: la prima sentenza, 4.500 euro dobbiamo pagare, ma di cui 2.000 euro per spese di soccombenza; il secondo caso, 5.200 euro, ma 2.200 euro per spese di soccombenza; il terzo caso sono 4.900 euro, 1.900 di soccombenza; 6.800, 2.700 euro di soccombenza; 4.800, 1.600 euro di soccombenza.
Cosa significa? Significa che se avessimo pagato subito avremmo pagato un terzo, quasi metà in meno rispetto alle spese che abbiamo pagato. Io la trovo una cosa non intelligente, cioè se sai di perdere conviene pagare subito, esattamente come farebbe qualsiasi privato cittadino: se sa di essere in torto evita di andare in un'aula di Tribunale, nel quale poi la sentenza significa farsi carico anche delle spese di soccombenza.
Ne so qualcosa anch'io, perché molte volte mi piacerebbe fare qualche ricorso contro la Giunta, però valuto. Se ritengo che ci siano i margini lo faccio, sennò no, perché è chiaro che le spese di soccombenza poi rappresentano uno dei costi fondamentali. Quindi qualche ricorso me lo tengo in tasca perché credo o ritengo di non avere poi ragione, e i buoni avvocati sono quelli che ti consigliano: non fare ricorso perché rischi di dover pagare di più di quello che avresti dovuto pagare.
Qui abbiamo altri cinque esempi che sono identici a quelli precedenti. Proprio per questo mi asterrò, non perché non sia d'accordo, ovviamente questi debiti fuori bilancio vanno pagati, vanno pagati i cittadini, quindi la Giunta fa bene a proporci questo provvedimento, ma non avrete il mio voto, mi dispiace ma mi asterrò.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Ruzzante.
Non vedo altri interventi, quindi passerei all'articolato.
Pongo in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, metto in votazione il PDL n. 254 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
25.5



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "RICONOSCIMENTO DELLA LEGITTIMITÀ DEI DEBITI FUORI BILANCIO DERIVANTI DALLA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI DI DIFESA IDROGEOLOGICA E A TUTELA DELLA PUBBLICA INCOLUMITÀ REALIZZATI NEGLI ANNI 2014 E 2015" (PROGETTO DI LEGGE N. 236/2017) APPROVATO

Relazione della Prima commissione consiliare X Legislatura.
Relatore in Aula il consigliere Riccardo Barbisan; Correlatore il consigliere Claudio Sinigaglia.
Relazione di maggioranza.
La parola al consigliere Riccardo Barbisan.
Riccardo BARBISAN (Liga Veneta – Lega Nord)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri
il presente disegno di legge è stato predisposto in attuazione della procedura di approvazione dei debiti fuori bilancio, così come prevista dall'art. 73, comma 1, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 in tema di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli Enti Locali e dei loro organismi.
La norma sopra citata prevede, infatti, che il Consiglio regionale riconosca con legge la legittimità da debiti fuori bilancio derivanti da:
a) sentenze esecutive;
b) copertura dei disavanzi di enti, società ed organismi controllati, o, comunque, dipendenti dalla Regione, purché il disavanzo derivi da fatti di gestione;
c) ricapitalizzazione, nei limiti e nelle forme previste dal codice civile o da norme speciali, delle società di cui alla lettera b);
d) procedure espropriative a di occupazione d'urgenza per opere di pubblica utilità;
e) acquisizione di beni e servizi in assenza del preventivo impegno di spesa.
Più precisamente il presente disegno di legge è finalizzato a riconoscere la legittimità del debito connesso con l'esecuzione di interventi di difesa idrogeologica e a tutela della pubblica incolumità realizzati in regime di somma urgenza a cui non è fatto seguito il regolare impegno di spesa nel momento in cui le obbligazioni sono sorte.
Gli interventi in somma urgenza rappresentano un "sistema" di realizzazione di opere pubbliche cui si ricorre per garantire un'efficace conduzione dell'emergenza in caso di eventi calamitosi, una volta appurata la presenza di danni materiali a persone e a cose, quando l'accertata situazione di pericolo imminente per l'incolumità pubblica, comporti la necessità di rimuovere condizioni oggettive di ulteriore rischio, disagi diffusi alla popolazione colpita, interruzione forzata di pubblici servizi, ecc., senza indugio alcuno.
Essi non sono, com'è intuitivo, rinviabili né, tanto meno, programmabili ma è preciso obbligo, per l'Ente competente, provvedere alla copertura della relativa spesa, così come è dovere imprescindibile, per il responsabile del procedimento e/o per l'addetto che, per primo, accerti il pericolo per la pubblica incolumità, agire, senza indugio, per rimuovere le cause di tale pericolo, fatte salve le conseguenti responsabilità penali, civili e contabili in caso di inerzia.
Nel corso degli anni 2014 e 2015 le Sezioni di Bacino Idrografico (ovvero gli Uffici del Genio Civile Regionale) hanno disposto tutta una serie di somme urgenze finalizzate alla rimozione o mitigazione di situazioni di pericolosità per le persone, una su tutte i luttuosi fatti di San Vito di Cadore.
Interventi che, però, non hanno trovato la necessaria copertura all'interno del bilancio regionale creando, quindi, una situazione di debito fuori bilancio che si vuole ora sanare.
Nella seduta di Prima commissione n. 81 del 19 aprile 2017 il disegno di legge è stato illustrato dalla struttura proponente e si è proceduto ad una prima ricostruzione delle motivazioni che hanno condotto all'attivazione dell'istituto del debito fuori bilancio.
Nella seduta n. 82 del 26 aprile 2017 i commissari hanno iniziato l'esame del provvedimento, nel corso del quale hanno ritenuto di dover effettuare ulteriori approfondimenti sulle tematiche esposte.
Successivamente all'acquisizione di dati ed informazioni utili ad implementare l'istruttoria, fornite dalla Giunta regionale, dopo attento esame, la Prima Commissione ha concluso i propri lavori nella seduta n. 89 del 28 giugno 2017.
Il provvedimento è stato approvato a maggioranza con il voto favorevole dei rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta-Lega Nord, Zaia Presidente, Forza Italia. Ha espresso voto contrario la componente politica "Articolo UNO - Movimento democratico e progressista" del Gruppo Misto. Si sono astenuti i rappresentanti dei gruppi consiliari Fratelli d'Italia-AN-Movimento per la cultura rurale, Partito Democratico, Alessandra Moretti Presidente, il Movimento 5 stelle. Il Veneto del Fare-Flavio Tosi".
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Bruno PIGOZZO

PRESIDENTE

Grazie, relatore Riccardo Barbisan.
Relazione di minoranza.
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
siamo di fronte al riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti dalla realizzazione di interventi di difesa idrogeologica effettuati nel 2013 e poi nel 2014 e 2015: il totale di questi debiti fuori bilancio ammonta a 10.400.000 euro ed è, quindi, un impegno notevole.
La prima considerazione che ci sentiamo di esporre è la distanza del riconoscimento del debito rispetto all'intervento effettuato per motivi di emergenza/urgenza, di fronte anche alla dichiarazione di stato di crisi o di stato di calamità della Regione o dello Stato. Siamo, appunto, in presenza di interventi realizzati nel 2013, 2014 e 2015 ed è chiaro che, di fronte a un intervento di cui c'è stata la necessità nel 2014, diventa logico pensare che il debito fuori bilancio venga riconosciuto nel 2015. Invece, siamo nel 2017 e copriamo questi debiti fuori bilancio su interventi realizzati, ripeto, nel 2013, 2014 e 2015.
Ci è stato spiegato in Prima Commissione che per gli interventi di emergenza/urgenza, in stato di calamità, non era previsto nulla nel bilancio di previsione. Mentre, nel 2017 abbiamo stanziato 3 milioni di euro, una cifra che è precauzionale per interventi in caso di necessità. Resta comunque da chiarire perché si arrivi solo oggi a riconoscere questi debiti.
Noi in sede di Commissione ci siamo astenuti proprio perché ci sono ditte che hanno fatto dei lavori nel 2013, 2014 e 2015 ed è giusto riconoscere loro l'importo che hanno calcolato per questi interventi; è questo che ci spinge a dire che ci asteniamo e quindi non a dare un parere negativo.
Siamo nel 2017, quindi a nostro giudizio si poteva intervenire prima per riconoscere questi debiti, che sono, appunto, di un intervento molto consistente: si tratta, infatti, anche di interventi per più di 1 milione, 1.100.000, 1.900.000, localizzati in gran parte nella zona del Bellunese (24 degli interventi riconosciuti come interventi di emergenza e urgenza su 53 sono appunto localizzati nel Bellunese).
Ci ricordiamo gli eventi, del 4 agosto del 2015 in cui ci sono state anche delle vittime, quindi che hanno previsto sicuramente interventi di rilievo, tra i 1.100.000 e i 1.900.000 euro. Mettere in sicurezza il Cadore, la Valle del Boite, è sicuramente molto impegnativo.
Per i 24 interventi del Bellunese sono stati impegnati 7.900.000 su 10.400.000 che a nostro giudizio doveva essere affrontata prima. I fornitori stanno aspettando da un po' di tempo, quindi i loro solleciti sono stati fatti in maniera molto preoccupata, perché si sono già esposti con delle cifre consistenti e aspettano dalla Regione una risposta. Quindi diamola questa risposta, oggi, nel 2017, dopo anni che l'intervento è stato effettuato.
L'altra preoccupazione è quella del riconoscimento di questi interventi di emergenza e urgenza, e delle ditte che vengono chiamate di volta in volta a effettuare questi interventi. Nel lavoro di Commissione, anche per merito di una relazione del Direttore della Direzione operativa, Salvatore Patti, e della Direzione del suolo, l'Ing. Puiatti, ci è stato spiegato come funzioni la rotazione da parte delle ditte e che ne sono state chiamate 29 diverse per 38 interventi complessivi.
Ecco, su questo ci siamo soffermati, in modo tale da avere la massima trasparenza su queste chiamate.
La necessità probabilmente è di predisporre un Albo che è uno dei punti più delicati della questione. Quindi una delle sottolineature che ci sentiamo di fare è la massima trasparenza nel momento in cui vengono chiamate le ditte. Ripeto, la relazione parla di 29 ditte diverse su 38 interventi, alcuni dei quali sono stati fatti da una stessa ditta e con un importo che si aggira attorno a 300.000 euro.
Un altro aspetto è quello di assicurarsi che siano tutti interventi fatti per una situazione di grave pericolo per le cose e soprattutto per le persone, e non per situazioni di manutenzione ordinaria o straordinaria. Devo dire che da questo punto di vista la relazione è stata esaustiva. Quando ci troviamo votare a seguito della discussione, lo facciamo, ovviamente, in base a delle indicazioni che ci hanno dato i dirigenti; siccome la posta in oggetto non è da poco (parliamo di 10 milioni e mezzo e di 53 interventi), io dichiaro che voterò fidandomi delle informazioni fornite in Commissione, e cioè che i 53 interventi sono stati fatti tutti per somma urgenza.
Quello che non ci ha rassicurati, in questo frangente, è stato l'intervento del Consigliere Finco: infatti, se il Capogruppo della Lega Nord voleva preoccuparci ci è riuscito, perché ha fatto una specie di intervento che afferma "noi ci fidiamo, perché ci è stato detto dai dirigenti".
Questo concetto dovrebbe essere scontato; tutto quello che hanno scritto e detto i dirigenti è stato fatto per somma urgenza, per stato di calamità, in emergenza, e quindi tutti questi interventi.
E, allora, questo ulteriore intervento del Consigliere Finco appare superfluo e quindi ci ha preoccupato più che rasserenato, quasi ci fosse qualcosa che anche lui temeva non fosse del tutto legittimo come riconoscimento di debito fuori bilancio.
Noi le carte le abbiamo, abbiamo letto il tipo di intervento, su alcune abbiamo ricevuto delle spiegazioni, mi sembrano tutte plausibili, a dire la verità. Però, appare doveroso ricordare tutti i percorsi che abbiamo segnalato, e cioè: la trasparenza per la scelta delle ditte, il riconoscimento dell'emergenza e urgenza, la pronta segnalazione dell'intervento, evitare le manutenzioni e le manutenzioni straordinarie con la dizione di interventi di estrema urgenza."
La parola al correlatore Claudio Sinigaglia.

Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Siamo di fronte al riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti dalla realizzazione di interventi di difesa idrogeologica, effettuati uno anche nel 2013, nel 2014 e nel 2015. Il totale di questi debiti fuori bilancio ammonta a 10.400.000 euro, e quindi è un impegno notevole.
La prima considerazione che ci sentiamo di esporre è la distanza del riconoscimento del debito rispetto all'intervento effettuato per motivi di emergenza/urgenza, di fronte anche alla dichiarazione di stato di crisi o di stato di calamità della Regione o dello Stato.
Siamo appunto in presenza di interventi realizzati nel 2013, 2014 e 2015. È chiaro che, di fronte a un intervento di cui c'è stata la necessità nel 2014, diventa logico pensare che il debito fuori bilancio venga riconosciuto nel 2015. Qui invece siamo al 2017 e copriamo questi debiti fuori bilancio su interventi realizzati, ripeto, nel 2013, 2014 e 2015.
Ci è stato spiegato in Commissione che per gli interventi di emergenza/urgenza, in stato di calamità, in stato di improvviso evento calamitoso, non c'era lo stanziamento. Non era previsto nulla nel bilancio di previsione mentre, da quello che ci è stato detto, nel 2017 abbiamo stanziato 3 milioni, una cifra che è precauzionale, per interventi in caso, appunto, di necessità. Comunque resta da spiegare perché arriviamo oggi a riconoscere questi debiti.
Noi in sede di Commissione ci siamo astenuti proprio per questo motivo: ci sono ditte che hanno fatto dei lavori nel 2013, 2014 e 2015 ed è giusto riconoscere loro l'importo che hanno calcolato per questi interventi. È questo che ci spinge a dire che ci asteniamo e quindi non a dare un parere negativo, ma sicuramente ci preoccupa il fatto che ci sia questo ritardo.
Se è spiegabile nel 2015 per il cambio di Legislatura, anche se il cambio di Legislatura era programmabile cinque anni prima, a dire la verità, nel 2016 per la riorganizzazione interna? Anche questa è una scusa, sta in piedi? Siamo nel 2017. Quindi, a nostro giudizio, si poteva intervenire prima per riconoscere questi debiti, che sono appunto di un intervento molto consistente, si tratta anche di interventi per più di 1 milione, 1.100.000, 1.900.000. Questi sono interventi localizzati in gran parte nella zona del bellunese: ventiquattro interventi, riconosciuti come interventi di emergenza/urgenza sono appunto localizzati nel bellunese. Ventiquattro su cinquantatré sono stati effettuati in quest'area. Chiaramente, ci ricordiamo gli eventi, se non mi sbaglio, del 4 agosto del 2015, poi ripetuti anche nel settembre del 2015, di un certo spessore, dove, se non mi sbaglio, ci sono state anche delle vittime in quell'occasione. Quindi sicuramente interventi di rilievo, e per questi 1.100.000, 1.900.000, interventi di una certa consistenza.
Mettere in sicurezza il Cadore, la Valle del Boite è sicuramente molto, molto impegnativo, molto difficile. Se non mi sbaglio solo per questo servirebbero ad oggi circa 20 milioni. So che c'è stato un intervento dello Stato, c'è l'intervento della Regione e, appunto, si dovrebbe programmare in ogni caso una serie di interventi, che non sono stati ancora ultimati, per mettere in sicurezza una delle zone di pregio di cui, appunto, tutti quanti parliamo non bene, benissimo, perché è un punto di riferimento della nostra Regione sia dal punto di vista della bellezza naturale, sia dal punto di vista del paesaggio, sia dal punto di vista turistico.
Cosa vuol dire ventiquattro interventi? Vuol dire che su 10.400.000, 7.900.000 sono stati impegnati nel bellunese, e questa è una partita importante. A nostro giudizio doveva essere affrontata prima, ma la affrontiamo adesso. I fornitori aspettano, e quindi i solleciti sono stati fatti in maniera molto preoccupata da parte dei fornitori, che sono esposti con delle cifre consistenti e che aspettano dalla Regione una risposta. Quindi diamo la risposta oggi, nel 2017, dopo anni che l'intervento è stato effettuato.
L'altra preoccupazione è quella del riconoscimento di questi interventi di emergenza/urgenza e delle ditte che vengono chiamate di volta in volta ad effettuare questi interventi. Nel lavoro di Commissione, anche per merito di una relazione del Direttore della Direzione operativa, Salvatore Patti, e della Direzione del suolo, Puiatti, ci è stato spiegato come ci sia la rotazione da parte delle ditte, e quindi sono state chiamate ventinove ditte diverse per trentotto interventi complessivi.
Su questo però ci siamo soffermati, in modo tale da avere la massima trasparenza su queste chiamate. La necessità, probabilmente, è di predisporre un albo, forse migliore rispetto a quello che c'è o al sistema che c'è adesso, comunque, richiamando un concetto legato al sistema idrogeologico. Uno dei punti fragili è l'iter degli interventi nel caso di calamità, nel caso di interventi di crisi.
Quindi una delle sottolineature che ci sentiamo di fare è la massima trasparenza nel momento in cui vengono chiamate le ditte. La relazione parla di ventinove ditte diverse su trentotto interventi, alcuni interventi sono stati fatti da una stessa ditta e con importo che si aggira attorno a 300.000 euro. Ci sono state una serie di spiegazioni, però questo è uno degli aspetti che abbiamo richiamato come di attenzione particolare, dove c'è bisogno di particolare attenzione.
Un altro aspetto è quello di assicurarsi che siano tutti interventi fatti per una situazione di grave pericolo per le cose e soprattutto per le persone, e non situazioni invece di manutenzione, manutenzione straordinaria. Devo dire che da questo punto di vista c'è la relazione, siamo stati rassicurati. Quello che non ci ha rassicurati, devo dire, è stato l'intervento del capogruppo Finco alla fine, perché quando Finco dice che esprime parere favorevole a seguito della discussione, ci troviamo a votare, ovviamente, in base a delle indicazioni che ci hanno dato i dirigenti. Siccome la posta in oggetto non è da poco, perché parliamo di 10 milioni e mezzo e di cinquantatré interventi, io dico che voterò a favore del provvedimento, però ovviamente in fede e sulla base di quello che ci hanno detto i dirigenti oggi in Commissione. Quindi prendiamo per vero, com'è giusto, tutto ciò che ci hanno detto, e quindi che i cinquantatré interventi sono stati fatti tutti per somma urgenza.
Se voleva preoccuparci ci è riuscito, perché è una specie di intervento che dice: va beh, noi ci fidiamo perché ci è stato detto dai dirigenti. Ma dovrebbe essere scontato che tutto quello che hanno scritto e detto i dirigenti è stato fatto per somma urgenza, per stato di calamità, in emergenza/urgenza. Quindi tutti questi interventi, se c'è una relazione, se la Giunta presenta la delibera, il PDL, diamo non per scontato ma per certo che dovrebbe essere questo.
Questo ulteriore intervento di Finco ci ha preoccupato, più che rasserenato, quasi ci fosse qualcosa che anche lui temeva non fosse del tutto legittimo come riconoscimento di debito fuori bilancio. Devo dire la verità, che noi le carte le abbiamo, abbiamo letto il tipo di intervento, su alcune abbiamo ricevuto delle spiegazioni, mi sembrano tutte plausibili, a dir la verità. Però devo dire che richiamiamo tutti i percorsi che abbiamo detto, cioè la trasparenza per le ditte, il riconoscimento dell'emergenza/urgenza, la pronta segnalazione dell'intervento, il mantenimento magari anche dei costi. Evitiamo che ci siano manutenzioni, manutenzioni straordinarie, ma che siano, appunto, tutti interventi fatti per situazioni di estremo pericolo.
È chiaro che poi l'intervento può avere una consistenza diversa: ci sono interventi che magari fai adesso, impegni 100.000 euro, e poi magari in un periodo successivo puoi intervenire mettendo in sicurezza quel posto con 1 milione, 2 milioni, 3 milioni. È chiaro che segui una procedura diversa. È chiaro che devi seguire una procedura diversa.
Questa è la partita che abbiamo di fronte, una partita impegnativa da 10.400.000. Il neo iniziale, quello più evidente, è che siamo nel 2017 e interveniamo su spese effettuate nel 2013, 2014, 2015. Come ho detto e ho sottolineato, sugli altri aspetti che sono emersi in Commissione, che hanno ottenuto una risposta adeguata a mio giudizio, ma che appunto alla conclusione della Commissione l'intervento di Finco ha destato più preoccupazione, devo dire la verità, che non tranquillizzarci di quello che stavamo facendo.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Sinigaglia.
La parola al consigliere Finco Nicola.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente.
Solamente per chiarire un attimo qual è stata la mia posizione in Commissione, che è la stessa posizione che ho tuttora in questo momento.
Questo è un provvedimento che ovviamente la Prima Commissione ha esaminato, ha sospeso, ha riesaminato e ha approfondito assieme all'Assessore e ai tecnici competenti. Ovviamente stiamo parlando di 10 milioni e mezzo quasi di euro, quindi, voglio dire, una posta molto importante. Ho ritenuto opportuno mettere a verbale quelle dichiarazioni perché ovviamente noi come Consiglieri regionali non abbiamo la possibilità di andare per cinquantatré cantieri a vedere se quelle opere sono state realizzate per somma urgenza e per quale altro motivo.
È vero che ovviamente i dirigenti dei singoli Geni civili si assumono la responsabilità quando vanno a testare, ovviamente, determinate opere, però ho voluto ribadire la mia posizione in Commissione per dire: va bene, io sono pronto a sanare questa situazione, il mio voto sarà favorevole, ma sia chiaro che io ovviamente vengo ad apprendere di una serie di lavori fatti da parte di funzionari della Giunta e di tecnici del Genio civile, lavori che non ho potuto verificare, e quindi è un voto in fede, ovviamente, a una dichiarazione che hanno fatto le strutture tecniche.
È vero che ci dovremmo fidare dei tecnici, però, voglio dire, in Veneto ne abbiamo tanti, ne abbiamo tanti all'interno dei Geni civili, ne abbiamo tanti all'interno delle strutture regionali, io mi fido di tutti, però precisare alcune cose, soprattutto di fronte a 10 milioni e mezzo di opere pubbliche, mi sembra una cosa sensata e giusta.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Finco.
La parola al consigliere Berlato.

Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia -AN- Movimento per la cultura rurale)

Grazie, Presidente.
Io non dirò molte cose in più rispetto a quelle che ho detto durante i lavori in Commissione, esprimendo delle forti perplessità per quanto riguarda un provvedimento che va a sanare delle situazioni che risalgono ancora al 2013, 2014, 2015, per un importo di oltre 10 milioni di euro.
Il suggerimento che ho avuto modo di dare anche in Commissione, e che ribadisco qui, è che in questo settore credo sia necessario garantire la maggior trasparenza possibile, perché già abbiamo avuto situazioni alquanto discutibili avvenute anche nel passato per quanto riguarda questi lavori di somma urgenza.
Uno: garantire che siano effettivamente di somma urgenza e che non siano, invece, lavori che possono essere programmati normalmente. Somma urgenza, all'interno di quell'elenco che ci è stato presentato, parrebbe che alcuni di questi lavori potessero essere programmati e quindi non affrontati in condizioni e con dei costi diversi rispetto a quelli che sarebbero stati resi necessari se la questione fosse stata affrontata con la normale programmazione.
Due: la questione legata alla rotazione delle ditte alle quali affidare i lavori di somma urgenza. Il suggerimento che ho avuto modo di esprimere anche in Commissione è che se noi ci dotiamo di un albo di ditte che si rendono disponibili a effettuare i lavori in somma urgenza, significa di domenica, di notte e in periodi diversi rispetto a quelli normalmente programmati, questo ci permetterebbe di poter affidare i lavori con la massima turnazione per evitare che i soliti lavori vengano fatti dalle solite aziende, e questo può creare qualche tipo di perplessità.
Alla luce dell'esperienza avuta anche nel passato da parte anche della Regione, credo sia importante migliorare da parte della Giunta tutti gli strumenti che possono essere messi in campo appunto per garantire che l'esecuzione di questi lavori venga effettivamente fatta, venga fatta in modo regolare e nel rispetto delle normative vigenti. Questa è la raccomandazione.
Ecco il motivo per il quale, così come ho fatto in Commissione, confermo le mie perplessità; senza venir meno al patto di lealtà nei confronti della maggioranza ho già preannunciato, come ho fatto in Commissione, la mia astensione a questo provvedimento, proprio con quelle raccomandazioni che ho avuto modo di fornire alla Giunta durante i lavori di Commissione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Berlato.
Azzalin, prego.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Questi debiti fuori bilancio adesso sono all'attenzione del Consiglio perché la legge stabilisce così. Prima però non passavano in Consiglio, ma comunque la Giunta regionale sanava debiti fuori bilancio, e noi non lo sapevamo. Perché succedeva? Succedeva e succede da quando c'è stato un azzeramento dei capitoli relativi alle somme urgenze per i Geni civili e i Consorzi i bonifica.
I Consorzi di bonifica provvedono tramite loro associati ed evitano che ci siano delle situazioni che poi si incancreniscono. I Geni civili, cos'è che succede? Restano là e intervengono quando c'è proprio necessità di intervenire, e hanno la responsabilità di intervenire. Ma questa responsabilità c'è anche al rovescio, ovvero quando ci preoccupiamo che sono solo somme urgenze?
Voglio dire, chi dichiara che quella è una somma urgenza e deve intervenire perché c'è un pericolo oppure per evitare che si crei un pericolo più grave. Se dichiara il falso ha anche problemi d'altra natura. Per cui scaricare in maniera un po' implicita sui dirigenti oppure chiedere "ma è veramente somma urgenza?", ci vuole trasparenza. Discutiamo di questa questione ma non da questo punto di vista. Questo ci dev'essere, è un dato su cui ovviamente concordo. Ma discutiamo sul fatto perché si generano questi debiti fuori bilancio e se noi possiamo fare in maniera di evitare che si creino. Poi prevedere tutto è logicamente impossibile. È nella natura delle cose. Si parla di imprevisti e quelli non si possono di certo prevedere. Però alcuni dati ci dicono che possono essere in qualche modo previsti o comunque contenuti.
Guardate, nella pratica cos'è che succede? Qui è un'Assemblea legislativa, ma fatta per lo più di amministratori. Amministratori che in qualche modo sanno che quando c'è una somma urgenza a volte si è lì e magari si dice: sistema anche quella cosa lì, già che ci sei. Oppure: hai fatto quella cosa là, non l'abbiamo sistemata del tutto, andiamo a sanare quella situazione. Cose oggettivamente che hanno una loro ratio e si inquadrano perfettamente nella norma, però questo a dimostrazione del fatto che quando tu risolvi le questioni, le falle e tenti di tamponare i buchi o gli imprevisti che si generano, poi alla fine non riesci a fare sempre un bel lavoro, spesso. Ovvero, correggo, non è che non fai un bel lavoro, spesso devi tamponare altre situazioni che si creano o per evitare che si creino.
Allora che fare? Siccome vedo che vi danno fastidio i toni, definite voi l'aggettivo: è vergognoso, è biasimevole, è scandaloso? Va beh, mettiamoli da parte. Vi domando: è giustificabile, cara Amministrazione, che in questi capitoli del bilancio a disposizione dei Geni civili non ci sia un euro? È giustificabile? Non è un problema di chi urla di più. Allora entriamo nel merito delle cose senza urlare. Mi dovete spiegare se è giustificabile.
Lei, assessore Bottacin, è della montagna, questi dati lo dimostrano. Io capisco che non si può prevedere tutto in montagna, ma in montagna si può prevedere che ci saranno degli imprevisti più che altrove. Allora è inutile questo ragionamento sui dirigenti. Diciamo piuttosto che dobbiamo prevedere in bilancio dei fondi e dei capitoli con alcune risorse, va bene? Dobbiamo prevederli a Belluno in maggior quantità e anche nelle altre province, perché il territorio dal quale provengo, per esempio, ha alcune problematiche molto rischiose che attengono all'esondabilità dell'intero territorio della provincia di Rovigo. Questo è nelle schede di cui siete in possesso, è evidente che non potete pensare che chi gestisce quei corsi d'acqua non abbia un euro per intervenire in questa maniera.
Ecco perché anche nella discussione di ieri, se facciamo un po' mente locale, è evidente che aspettare chissà quale autonomia e non avere un euro a disposizione per interventi di questa natura. alla fine rischia di creare più danni di quelli che risolve.
Per fare un ragionamento serio e se questo può trarre in qualche modo un'indicazione per il futuro, visto che discuteremo da qui a breve del bilancio, chiedo che su queste questioni ci sia consapevolezza da parte dell'Amministrazione e si dispongano dei fondi nel bilancio proprio su questi capitoli. Sono sette anni che siedo in Consiglio e ogni anno ho presentato un emendamento per le somme urgenze per queste cose e ogni anno è stato cassato. È vero?
Ho capito, ma 2 milioni e mezzo all'intera Regione, una Regione come il Veneto. Noi decantiamo una Regione come il Veneto, la sua diversità anche morfologica, le sue caratteristiche. È evidente che il mantenimento di questo patrimonio, sappiamo come funziona: nei Geni civili se non ci sono disponibilità le cose rimangono là, non si interviene, e alcune cose si possono evitare. È inutile che ci scandalizziamo su questo.
Affrontiamo il problema com'è. Quindi chiedo che su questa questione ci sia una presa di consapevolezza e si mettano delle risorse nel prossimo bilancio, questo è il tema, anche parte di quelle risorse che si potranno incamerare grazie, finalmente, alla regolarizzazione di quelle pratiche che abbiamo detto. Quindi qui dire che i dirigenti ci devono garantire; prima noi mettiamo in condizione i dirigenti e le strutture di poter lavorare bene. Certo che sono di sistema, sono perché il sistema funzioni, e non per strumentalizzare il sistema, come spesso fa lei, collega. Quindi, da questo punto di vista, ripeto la sollecitazione alla Giunta. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Azzalin.
Collega Conte, prego.

Maurizio CONTE (Lista Tosi per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Due aspetti volevo evidenziare. Visto che ero io prima l'Assessore competente, volevo evidenziare che dei 10 milioni e mezzo circa, 7 milioni ci sono da quando ha preso in mano l'assessorato Bottacin. Sicuramente non do colpa né a Bottacin, né a me stesso: quando ci sono le somme urgenze penso ci sia la priorità di dare una risposta. Sicuramente le somme urgenze non sono legate solamente all'evento meteorologico, all'evento di criticità di alluvioni o di precipitazioni, ma anche, purtroppo, magari ad una scarsa manutenzione, che poi crea quella che può essere la necessità di intervento immediato per non creare il rischio idraulico.
Volevo ricordare che quello che manca è la potenzialità nell'ambito del bilancio, e questo è iniziato proprio dall'ultimo bilancio che è stato fatto alla fine della scorsa Legislatura, dove proprio l'Assessore competente all'epoca ha raschiato il barile e ha tagliato anche risorse specifiche per quanto riguarda la difesa del suolo e l'idraulico. Ma è fondamentale che, per sopperire a quello che è l'aspetto delle somme urgenze, vi sia la possibilità, in particolare proprio dai Geni civili, di formulare contratti quadro che sono fondamentali per avere costantemente l'operatività nell'ambito della sicurezza idraulica. Sono quei contratti che vengono fatti tramite bando e che permettono ai vari Geni civili di avere sia la quota per le manutenzioni, sia anche per interventi, come gli imprevisti, sono necessari nell'ambito della gestione, manutenzione e soprattutto operatività gestionale dei tratti idraulici.
Su questo aspetto serve ancora una volta capire se c'è la volontà nell'ambito del bilancio di rimpinguare quei capitoli e, come ha detto prima giustamente, e mi sono sempre visto contrario, vedere di recuperare quelle risorse che alla Provincia di Belluno arrivano direttamente. Vengono incassati 15 milioni e passa di euro – dipende dall'anno –, ma che riguardano una Provincia che poi di quelle risorse non ne mette una per garantire quella sicurezza idraulica e soprattutto le frane. Quelle magari vanno per pagare il personale o per asfaltare strade, sicuramente opere meritevoli nell'ambito gestionale.
Prima avevamo una legge che garantiva che una quota parte di quelle che erano le concessioni era destinata e vincolata. Non c'è più questa possibilità in base al nuovo sistema di contabilità e bilancio, ma c'è sicuramente, se c'è, la possibilità di avere la volontà di garantire in quei capitoli comunque delle cifre che possano in qualche maniera garantire sia l'operatività ordinaria, ma soprattutto anche gli investimenti che sono necessari, sia nell'ambito dei Consorzi, sia nell'ambito dei Geni civili.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Conte.
Siccome la discussione si sta animando e siccome la Seconda Commissione deve svolgere una convocazione per alcuni passaggi, sospendo qui i lavori e riprendiamo alle 14.30. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 12.52
La Seduta riprende alle ore 14.37
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Bruno PIGOZZO

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo la seduta. Siamo in discussione generale del progetto di legge n. 236.
E' prenotato a intervenire il consigliere Ruzzante, a lei la parola.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto Articolo UNO – Movimento Democratico progressista)

Grazie, Presidente.
Riprenderò la parola poi in un momento successivo. Volevo interloquire rispetto ad alcune riflessioni che sono state fatte dai colleghi, ma trovo che sia più utile forse rinviare in un altro momento il mio intervento, proprio per dare la possibilità di poter interloquire. Vedo che ha diversi articoli, quindi lo farò successivamente. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Ruzzante.
La parola all'assessore Gianpaolo Bottacin.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Cerco di intervenire sulla parte che riguarda non gli aspetti di bilancio, perché non sono in grado di farlo, ma per quanto riguarda le somme urgenze. Faccio un attimo il quadro.
Intanto, le somme urgenze sono una modalità prevista per legge di realizzazione di opere pubbliche quando ci sono situazioni di rischio per l'incolumità pubblica. In questi casi c'è un responsabile del procedimento che accerta il pericolo e agisce, cioè fa fare i lavori, fondamentalmente.
Norma questo tipo di interventi il DPR 5 ottobre 2010, n. 207. Il responsabile del procedimento poi, una volta che ha fatto fare l'intervento, ha dieci giorni di tempo per stilare una perizia giustificativa dei lavori e poi la trasmette alla stazione appaltante o all'Ente da cui dipende, che provvede alla copertura della spesa. Leggo il dispositivo, il DPR 207 del 5 ottobre 2010: "Il responsabile del procedimento o il tecnico compila, entro dieci giorni dall'ordine di esecuzione dei lavori, una perizia giustificativa degli stessi e la trasmette, unitamente al verbale di somma urgenza, alla stazione appaltante, che provvede alla copertura della spesa e all'approvazione dei lavori".
Noi oggi non abbiamo molto margine, perché il decreto del Presidente della Repubblica dice questo. Consigliere Sinigaglia, oppure consigliere Azzalin, che non vedo, non è che noi scarichiamo sui dirigenti o sui dipendenti, non è così, è quanto prevede la normativa. Questo è un dato oggettivo e inconfutabile, quindi non abbiamo discrezionalità.
Nel caso in oggetto, il Direttore dell'Unità operativa Genio civile competente territorialmente è il responsabile del procedimento, poi c'è la Direzione difesa del suolo, e oggi, dopo la riorganizzazione, la Direzione operativa, che ratifica la relazione che viene prodotta dal responsabile del procedimento. Quindi la normativa questo prevede.
Tra maggio e novembre 2014 ci sono stati trentadue eventi meteo per i quali è stato dichiarato dalla Regione lo stato di crisi ed è stato richiesto al Governo lo stato di emergenza, che nel 2014 non è stato riconosciuto, lo ricordo all'ex assessore Conte, mentre invece nel 2015 ci sono stati cinque stati di crisi tra il febbraio e il settembre e in due casi c'è stato il riconoscimento da parte del Governo dello stato di emergenza.
Quando si opera in regime di stato di emergenza vige la legge 225/92, la legge sulla Protezione civile, e quindi c'è un ambito di possibilità di deroga che è molto ampio. Poi c'è chi si prendeva tutte le deroghe, come Bertolaso, chi non se le prende, come Curcio. Questo è un dato che viene valutato volta per volta da chi si deve assumere la responsabilità e da chi ritiene di dare delle risposte più o meno efficaci.
I due stati di emergenza sono quelli riferiti alla tromba d'aria della Riviera del Brenta dell'8 luglio 2015 e quello delle frane in Cadore del 4 agosto 2015. Per quanto riguarda questo secondo stato di emergenza, dove ci sono stati anche tre morti, il Governo, con tanto di conferenza stampa tenuta dal sottosegretario Bressa a San Vito di Cadore, aveva promesso 100 milioni di euro, ci sono gli articoli di stampa che lo testimoniano. Sono stati investiti, mi pare, 4,8 milioni, una cosa del genere, circa 5 milioni di euro da parte della Regione. Quindi voi capite, perché possono sembrare tanti, ma nella valutazione complessiva degli interventi che sarebbero necessari stiamo parlando di una percentuale ridotta, era proprio il minimo indispensabile che era necessario fare, ed eravamo in un regime di stato di emergenza riconosciuto dal Governo nazionale.
C'è da dire che la somma urgenza non è che viene applicata solo dopo che c'è un evento catastrofale. Può e viene applicata anche prima, quando si vedono situazioni di rischio, quindi non è successo ancora niente ma c'è l'imminenza che possa succedere qualcosa. Infatti un intervento pari a 313.000 euro è riferito all'intervento che stava facendo il Genio civile nei giorni precedenti al 4 agosto proprio su quel corso d'acqua, il Ru Secco, a San Vito di Cadore. Purtroppo non è stato sufficiente o comunque non era ancora terminato e non ha consentito ad evitare la situazione che c'è stata.
Oltre a questi interventi, già spezzettati, gli importi dei lavori complessivi erano rilevanti, quindi non si poteva gestire sul territorio trenta imprese, quindi per forza di cose la cifra complessiva era grande, anche le cifre singole erano piuttosto rilevanti. Sono stati fatti nove interventi in Cadore, trentotto interventi complessivi, ventiquattro a Belluno, ma i trentotto si sono fatti con ventinove ditte diverse. Poi qualcuno ha detto: ma nove interventi sono stati dati alla stessa associazione temporanea di imprese; sì, però per un importo di 234.000 euro, quindi stiamo parlando di questo.
Posso comunque rassicurare, l'ho detto in Commissione e lo ribadisco qui, che quando sono arrivato – speravo che ci fosse anche il consigliere Conte che mi ascoltava –, e qui l'ingegner Puiatti ne è buon testimone, ho mandato una lettera a tutti i dirigenti dicendo che chiedevo la massima rotazione delle imprese, la massima trasparenza, gare sempre e utilizzare la somma urgenza solo laddove è veramente somma urgenza. Non che avessi dei dubbi prima. Ho chiesto e ottenuto dal dottor Benassi, capoarea, di fare una rotazione dei dirigenti, non perché abbia dei dubbi sui dirigenti, perché io, fino a prova contraria, ho la massima fiducia nei miei dirigenti, ma come misura preventiva, anche perché se tu sei nello stesso posto per tanto tempo, sei sottoposto o puoi essere sottoposto a pressioni esterne che è bene evitare. Questo è quello che è accaduto.
Non vedo Azzalin, ma il capitolo sulla somma urgenza c'è, è di 2 milioni e mezzo. Quest'anno abbiamo speso 300-400.000 euro fino ad adesso, quindi è sovradimensionato rispetto agli eventi di quest'anno. Rispetto agli eventi del 2015 sarebbe stato, naturalmente, del tutto insufficiente. Ci sono poi 17 milioni e mezzo nelle misure ordinarie, per la manutenzione ordinaria, suddivisa fra i Geni civili. A questi vanno sommati tutti gli interventi che vengono finanziati con finanziamenti statali (penso ai bacini di laminazione, le grandi opere, ma anche i ripascimenti delle spiagge, miglioramenti di questo tipo). Ci sono i 20 milioni e mezzo dei servizi forestali, che lavorano garantendo sulla rete secondaria idrica, che fra l'altro sono le reti che vanno in crisi maggiorente quando ci sono le cosiddette "bombe d'acqua". Con le "bombe d'acqua" difficilmente abbiamo problemi sulla rete idrica principale, i problemi li abbiamo sulla rete idrica secondaria tendenzialmente. Quindi ci sono 40 milioni sul bilancio di fondi nostri, più tutti i finanziamenti che riusciamo a racimolare di fondi statali, europei eccetera.
Ricordo una cosa: che noi siamo intervenuti in provincia di Belluno con queste cifre in somma urgenza, ma non dimentichiamoci che siamo intervenuti in una provincia che incassa 15 milioni di euro di canoni idrici. Quando io ero Presidente della Provincia investivo sulla difesa del suolo interamente. Oggi la Provincia di Belluno non li investe nella difesa del suolo, e questo è un dato oggettivo, e dice sia il Commissario prefettizio che mi ha sostituito, sia la ex Presidente della Provincia, che ciò dipende dal fatto che i trasferimenti statali sono stati azzerati. Quindi, se noi avessimo quei soldi, non avremmo quei 20 milioni per i Geni civili, ma ne avremmo 35. Noi oggi finanziamo il Genio civile di Belluno con fondi che derivano dal demanio idrico di altre realtà. Questo è un dato oggettivo.
Ho fatto questo intervento semplicemente per chiarire un attimo il quadro complessivo e per sottolineare il fatto che non è che ci stiamo assumendo delle responsabilità scaricandole su qualcun altro. Azzalin, non c'era, però ho letto la norma: il DPR l'ha firmato Napolitano, l'ha scritta lui questa roba. Non potremmo fare altrimenti in nessun caso. Se c'è una somma urgenza funziona così, sennò non è una somma urgenza. Ma allora torniamo al discorso di prima, che se non è una somma urgenza bisogna fare in maniera diversa, che è quello che ho detto alle strutture che devono fare, ma non occorreva che lo dicessi io perché lo sanno perfettamente anche loro.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie all'assessore Bottacin, che ha, penso, chiarito in maniera puntuale e precisa i dubbi sorti in discussione generale.
Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto Articolo UNO – Movimento Democratico progressista)

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire sull'articolo 1, l'avevo già dichiarato in sede di discussione generale che rinunciavo all'intervento in discussione generale proprio per poter intervenire sull'articolo 1.
Ho ascoltato la replica dell'Assessore, che ha dato alcuni chiarimenti, però non mi convince su tutto ciò che è scritto all'interno di questo documento.
Punto primo: io ho meno fede, sicuramente, del consigliere Finco rispetto al lavoro della Giunta, e per Giunta intendo il lavoro complessivo, quindi sotto questo profilo ovviamente, se permette, essendo all'opposizione, questo elemento di fiducia, che è un atto dovuto nei confronti dei Consiglieri di maggioranza, è un po' meno dovuto da parte dei Consiglieri di opposizione.
Ci sono due particolari, mi rendo conto che sono assolutamente particolari, i quattro quinti degli interventi che conosco sono assolutamente ineccepibili, lo dico a microfono in modo tale che resti agli atti. Però alcuni lavori tipo – adesso ne cito uno – Boara Pisani, pulizia dei circondamenti con sfalcio, taglio e disboscamento piante siti in località Volta Onari, 2014, oppure il Genio Verona in cui si stabiliscono nel 2014 i lavori di somma urgenza per eventi alluvionali del novembre 2010 e del marzo 2011, anche questo onestamente, un evento alluvionale del 2010 e del 2011, somma urgenza nel 2014, mi pare poca somma urgenza. Però siccome è poca, pochissima la somma in termini economici, non ne faccio una questione di dettaglio, né di lana caprina, però li sottolineo per dire che non mi sembrano sinceramente, in questi due casi, somma urgenza.
Rimane il tema, a prescindere, della questione di quanto investiamo sulla sicurezza idraulica e rimane, questo sì, un tema politico sul quale mi auguro torneremo nelle prossime settimane, la questione della Provincia di Belluno. Io sono tra quelli che hanno lavorato con l'allora Consigliere del Gruppo al quale appartenevo, il Partito Democratico, che mi piace ricordare in questo dibattito, Sergio Reolon, alla formulazione dell'articolo 15 dello Statuto della Regione Veneto. È uno Statuto del quale dobbiamo dare piena applicazione a quell'articolo 15. So che c'è in questi giorni una discussione nell'ambito della Provincia di Belluno circa l'inserimento di un referendum, perché io credo sia l'unica soluzione: Venexit. Il Presidente firma autorevoli librettini, che vengono distribuiti nella Regione Veneto, che parlano d'altro rispetto al tema del referendum sull'autonomia, che non è Venexit, perché il Veneto è dentro la Costituzione. Vi siete svegliati sedici anni dopo e vi siete accorti che quella Costituzione va bene, dopo aver votato contro nel 2001 in Parlamento, io ho votato sì, ma avete votato contro anche nel referendum.
Vedi, Finco, tu neanche votavi probabilmente nel 2001, per tua fortuna. Hai votato? Come hai voltato? Bravo, e adesso, sedici anni dopo, voti sì. Vedi, è questa la differenza, perché non solo avete votato no ma avete definito, già che mi provochi ti dico come avete definito quella riforma costituzionale, tanto un po' di tempo ce l'ho.
Avete definito quella riforma dell'Ulivo, la riforma della bicamerale D'Alema, come una riforma centralista. L'articolo 116 te lo farò avere, e ti farò sapere nei prossimi giorni come il Senatore della Lega Castelli ha definito nella dichiarazione di voto finale quell'articolo 116: lo definisce come una truffa e come una scelta centralista.
Ora, sedici anni dopo vi svegliate e vi accorgete che invece può essere una strada praticata, che ovviamente smentisce il referendum sull'indipendenza del Veneto. Per cui quel Venexit non va bene, ma può andar bene invece, secondo me, per la provincia di Belluno. La provincia di Belluno è nelle condizioni, a Costituzione vigente e a Statuto vigente, di poter esprimersi, nella stessa giornata in cui rivoteremo, per darvi la possibilità questa volta di votare sì. Sedici anni fa avete votato no, lei ha votato no, Finco, Zaia ha votato no all'articolo 116, al 117. Se era per lui non entrava in vigore, è entrato in vigore perché altri l'hanno fatto entrare in vigore. Sedici anni dopo voterete sì. Ma abbiamo la possibilità per dare piena attuazione allo Statuto, purché la provincia di Belluno venga messa nelle condizioni di poter votare.
Siccome ho letto recentemente una dichiarazione da parte di Zaia nella quale si dichiara che può votare purché si esprima la Commissione. La Commissione non mi risulta neanche che l'abbiamo mai costituita. Quella di Belluno no.
Il tema è, Presidente, che il 50% degli interventi previsti all'articolo 1 sono della provincia di Belluno.
Se vogliamo risolvere definitivamente il problema della provincia di Belluno c'è solo una strada, e si chiama Venexit. Me lo consente, per favore, Presidente?
Che cosa significa? Significa che devono avere risorse proprie e autonome rispetto al Veneto, in misura assolutamente superiore rispetto a quelle che hanno oggi, previste da quel referendum. Se verranno messi nelle condizioni di poter votare e dare piena attuazione all'articolo 15, allora quella possibilità di avere le risorse previste dallo Statuto si concretizza. Adesso non sono sufficienti. Devono avere le risorse sufficienti per occuparsi delle strade, non solo delle frane, e di altro.
Chiedo che vengano messi in condizione di poter votare al referendum che consenta autonomia fiscale e finanziaria dalla Regione Veneto, come richiedono i membri della provincia di Belluno.
Ovviamente non voterò a favore di questo articolo 1, non solo perché non ho la fede e la fiducia, ma perché abbiamo assistito a un dibattito mi pare problematico con gli interventi del collega Finco e del collega Berlato, quindi voterò contro a questo articolo 1.

PRESIDENTE

Quello che lei auspica per la provincia di Belluno spero lo auspichi anche per la Regione Veneto.
Non vedo altri interventi.
Pongo in votazione l'articolo 1.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 2.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 3.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, pongo in votazione il PDL n. 236 nel suo complesso.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Grazie. Collega Sinigaglia, ha votato? Ha votato astenuto. Guadagnini registra il voto astenuto di Sinigaglia.
Proseguiamo con l'ordine del giorno. Abbiamo le mozioni.
PUNTO
20



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI NEGRO, CASALI, BASSI E CONTE RELATIVA A "IL GOVERNO PREVEDA CHE GLI IMMIGRATI RICHIEDENTI ASILO POLITICO DEBBANO SVOLGERE LAVORI SOCIALMENTE UTILI" (MOZIONE N. 120) (DELIBERAZIONE N. 90/2017)

"Il Consiglio regionale del veneto
Premesso che:
- l'immigrazione è un fenomeno sempre più preoccupante che necessita di una regolamentazione rigorosa in quanto coinvolge interessi pubblici primari quali, ad esempio, la sicurezza, la sanità e l'ordine pubblico, fondamentali per assicurare la pacifica convivenza sociale (Corte Cost., sent. n. 62/1994, n. 206/2006 e n. 148/2008);
- vi è una crescita esponenziale di sbarchi nel periodo compreso tra il 2011 ed il 2015 e che gli eventi di sbarco registrati in ambito nazionale nel 2015, fino alla data odierna, confermano un incremento seriamente preoccupante del fenomeno al quale corrisponde parallelamente un esborso economico ingente per le casse dello Stato;
- ad oggi sono presenti molti stranieri richiedenti asilo politico sul territorio italiano i quali godono di benefit, quantificabili in circa euro 35,00 al giorno, senza svolgere nessun servizio utile alla collettività;
- è chiaro che ormai tutti i cittadini che sono in un qualche modo assistiti dallo stato (vedi ad esempio i cassaintegrati) sono obbligati a svolgere lavori socialmente utili per continuare a percepire l'indennità citata;
Considerato che:
- risulta inaccettabile che i cittadini italiani abbiano incombenze diverse e superiori rispetto a chi entra nel territorio Italiano per chiedere asilo politico o addirittura in attesa che lo status venga riconosciuto o rifiutato;
Ritenuto che:
- l'emergenza degli sbarchi allo stato attuale non sembra vedere fine ed è necessario ed improcrastinabile prevedere che gli extracomunitari assistiti dallo stato svolgano almeno lavori socialmente utili;
impegna la Giunta regionale ad intervenire presso il Ministero dell'Interno affinché gli extracomunitari che percepiscono una qualsiasi contribuzione economica da parte dello Stato svolgano obbligatoriamente presso le comunità che li ospitano o in altri enti pubblici lavori socialmente utili pena la revoca del contributo e il rimpatrio forzato".

PRESIDENTE

Collega Bassi, prego, per l'illustrazione.

Andrea BASSI (Centro Destra Veneto - Autonomia e Libertà)

Grazie, Presidente.
Naturalmente è una mozione leggermente datata, visto che è stata presentata il 31 marzo 2016 e oggi è il 18 luglio 2017, quindi tanta acqua è passata sotto i ponti. Anzi, tanta acqua purtroppo è passata tra le sponde dell'Africa e dell'Italia e, ahimè, anche tante imbarcazioni che hanno portato ad alcuni disastri che nessuno si augurava.
Questa era una mozione che impegnava la Giunta regionale ad intervenire presso il Ministero dell'interno affinché gli extracomunitari che percepiscono una qualsiasi contribuzione economica da parte dello Stato, e questo è il caso naturalmente di tutti coloro che sono inseriti all'interno dei programmi di accoglienza di profughi o presunti tali - visto che sappiamo benissimo che circa l'80% poi alla conclusione delle attività delle Commissioni preposte risulta non avere minimamente i requisiti per essere dichiarati tali - svolgano obbligatoriamente presso le comunità che li ospitano o in altri Enti pubblici lavori socialmente utili, pena la revoca del contributo e il rimpatrio forzato.
Naturalmente era una mozione molto forte, che auspicava questo intervento forte da parte della Regione presso il Ministero. Sarebbe un po' da adeguare, perché nel frattempo tante cose sono successe. In alcuni casi questi richiedenti asilo o questi presunti tali svolgono un'attività di questo tipo, però solo ed esclusivamente su base volontaria, quindi praticamente senza alcun obbligo.
La proposta di cui ero cofirmatario anch'io, ma la cui paternità iniziale era della consigliera Negro, che in questo momento non vedo e quindi mi permetto di interpretare quello che era il suo pensiero allora - perché ne avevamo comunque discusso in Gruppo, adesso sapete che ci siamo divisi - era quella di far sì che fosse stabilito un obbligo, da parte chi entra a far parte di questi programmi, di svolgere un certo numero di ore di servizi di pubblica utilità presso le comunità che li ospitano, che possono essere varie e variegate, come abbiamo visto e come vediamo dalle cronache di tutti i giorni. Naturalmente allora parlavamo di un fenomeno che ad oggi si è ulteriormente aggravato e assume sempre più il carattere di un'emergenza veramente del Paese.
Quindi chiediamo che il Consiglio si esprima su questa richiesta. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, consigliere Bassi.
Non vedo altri interventi.
Pongo in votazione la mozione n. 120.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
21



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BALDIN, RUZZANTE, SINIGAGLIA, MORETTI, AZZALIN, FRACASSO, PIGOZZO, SALEMI, ZANONI E ZOTTIS RELATIVA A "IRCCS SAN CAMILLO: LA REGIONE INTERVENGA PER TUTELARE I POSTI DI LAVORO, GARANTIRE LA SPECIFICITÀ SCIENTIFICA E I SERVIZI RIABILITATIVI D'AVANGUARDIA" (MOZIONE N. 234) (DELIBERAZIONE N. 91/2017)

"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- l'Ospedale San Camillo di Venezia-Lido è una struttura sanitaria dotata di 115 posti letto (15 dei quali a disposizione dei pazienti provenienti da fuori Regione del Veneto), dedita principalmente alla riabilitazione di esiti di traumi cranici e spinali, ictus, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, morbo di Parkinson, neuropatie e demenze. Nel 2005 ha ricevuto dal Ministero della Salute il riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) specializzato nella "disciplina di neuro riabilitazione motoria, della comunicazione e del comportamento", dà lavoro a 215 dipendenti a tempo indeterminato, 11 a tempo determinato e si avvale di 40 ricercatori: un'eccellenza nella neuro riabilitazione;
- da qualche mese l'Ordine dei Camilliani, a cui fa capo, ha manifestato l'intenzione di venderla. Secondo quanto riportato da fonti di stampa l'alienazione dell'ospedale fa parte di un più ampio disegno dell'Ordine che ha ceduto il San Pio X di Milano per 60 milioni di euro e il San Camillo di Forte dei Marmi, con l'intenzione di aprire, con i proventi delle vendite, strutture sanitarie nelle zone di guerra;
- sempre all'Ordine dei Camilliani fa capo la vicina casa di riposo Stella Maris (125 dipendenti a tempo indeterminato e 21 a tempo determinato): per il momento è stata annunciata la volontà di vendere solo l'IRCCS, ma, una volta superate le vertenze legate al contratto dei dipendenti della casa di riposo, l'Ordine non avrebbe, secondo notizie di stampa, nascosto l'intenzione di voler dismettere anche questa struttura;
Premesso altresì che:
- le prime ad essere interessate alla vicenda sono la Regione del Veneto e l'ex ULSS n. 12 (Azienda ULSS n. 3 Serenissima), che potrebbero esercitare il diritto di prelazione. Ci sono già stati degli incontri in tal senso per discutere le future prospettive e per valutare costi e benefici dell'operazione;
- ad occuparsene direttamente, su "investitura" regionale, è il direttore generale della Azienda ULSS Serenissima Giuseppe Dal Ben che, con una delibera del 24 ottobre scorso, ha creato ufficialmente il tavolo, con tanto di legale di fiducia deputato a "controllare i conti" dell'IRCCS prima di siglare l'acquisto. "Il conferimento dell'incarico - spiega la delibera - nasce a seguito della particolare complessità degli aspetti giuridico-amministrativi ed economico-finanziari collegati alle operazioni";
- il San Camillo potrebbe quindi trasformarsi in struttura pubblica, mantenendo l'apprezzato ambito della neuro riabilitazione e i relativi laboratori di fisioterapia. Girano però anche altre voci sul futuro dei posti letto dopo l'acquisizione. Secondo alcuni, i degenti potrebbero essere trasferiti nelle strutture di terraferma. Già gli ospedali di Noale e Villa Salus di Mestre, sembrano essersi proposti come alternativa e si candidano ad accoglierli nelle loro strutture. "Se l'acquisizione della Regione nascesse da una volontà diversa e ci fosse in programma la chiusura dei posti riabilitativi" - ha dichiarato Mario Bassano di Villa Salus - "noi ci candideremmo a riceverli nella nostra struttura di Mestre. Siamo molto richiesti, le persone fanno fatica ad andare al Lido. Con un aiuto economico potremmo ampliare il servizio di una quarantina di posti letto". Per altri invece l'acquisizione porterebbe alla nascita di un importante polo riabilitativo che copra tutto l'ambito della nuova Azienda ULSS Serenissima e che nascerebbe in ragione della particolare e salubre posizione ambientale dell'isola;
Considerato che:
- negli ultimi mesi sono state organizzate dai sindacati assemblee con grande partecipazione del personale, per informare i lavoratori della scelta della proprietà di cedere la struttura e dell'interesse manifestato dalla Regione, nell'ambito della riorganizzazione della nuova Azienda ULSS n. 3 Serenissima. "Come Cgil e Cisl", spiegano Daniele Giordano (Fp Cgil) e Carlo Alzetta (Cisl Fp), "abbiamo ritenuto necessario aprire il confronto con i lavoratori su tre punti". Il primo riguarda la tenuta occupazionale perché l'obiettivo è "far passare il personale della struttura presso l'ente che acquisisce", il secondo riguarda il "mantenimento della specificità IRCCS" e quindi che la struttura abbia un forte carattere scientifico e di ricerca oltre che di cura, il terzo invece è sul "mantenimento della struttura presso il Lido", un modo per bloccare il ventilato progetto di spostare la riabilitazione dell'intera Azienda ULSS Serenissima dal San Camillo agli ospedali di terraferma. Cgil e Cisl hanno anche inviato una lettera per chiedere un incontro urgente ai Camilliani, alla Regione (un incontro con l'Assessore Lanzarin e alcuni consiglieri regionali si è tenuto in data odierna presso la sede del Consiglio regionale) e al Comune di Venezia. "In particolare", dicono Giordano e Alzetta, "crediamo che sia necessario un ruolo attivo del Comune di Venezia sia per la programmazione socio sanitaria in cui verrà inserita la struttura che per il mantenimento nel territorio. Siamo convinti che sia interesse di tutti che la possibile acquisizione avvenga con le dovute garanzie sia sul fronte del mantenimento dei servizi che sul fronte occupazionale.";
- uno degli aspetti più problematici rispetto alla posizione dei lavoratori è il fatto che, dei lavoratori attuali, molti non sono stati assunti per concorso, requisito necessario in caso di passaggio dalla proprietà privata a pubblica, si parla di quasi la metà dei lavoratori;
ad inizio marzo è avvenuto, presso la Prefettura di Venezia, un incontro tra Cgil-Fp, Cisl-Fp, Uil Fpl e i rappresentanti del San Camillo, oltre che della Fondazione Opera San Camillo. Un faccia a faccia al termine del quale i sindacati hanno deciso di sospendere le forme di protesta in corso, di fronte alle rassicurazioni della controparte o meglio all'impegno affermato dalla dirigenza di voler superare gli ostacoli sopra esposti sul mantenimento di tutti i posti di lavoro in caso di cessione alla Azienda ULSS Serenissima. I rappresentanti del San Camillo avrebbero affermato che, al momento, non ci sarebbero ancora degli accordi definiti ma che è in corso una valutazione di privati per l'acquisto della Rsa Stella Maris e della Azienda ULSS Serenissima per l'acquisizione del San Camillo. La Prefettura ha comunque chiesto alla proprietà di avviare al più presto, in via preventiva, un percorso per superare le eventuali criticità che potrebbero ostacolare l'inserimento dei dipendenti in un ente pubblico. Questo quanto dichiarato da Marco Busato, della segreteria Fp Cgil di Venezia: "abbiamo chiesto, a fronte delle persistenti voci sulla vendita della struttura, la tutela occupazionale di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori; il mantenimento dei servizi, dato anche il contesto in cui si trovano ospedale e Rsa e l'apertura del tavolo di confronto sulla probabile vendita";
Considerato altresì che:
- non essendoci stati sviluppi, il 20 aprile si è tenuta l'ultima, in ordine di tempo, assemblea dei lavoratori (hanno aderito Fp Cgil, Fp Cisl, Fpl Uil) che ha confermato gli obiettivi di mantenere i posti di lavoro, non disperderne le professionalità, acquisite con anni di studi e ricerche specialistiche riconosciute dalle società scientifiche, mantenere il presidio nella sede attuale e i servizi per la cittadinanza, prendendo atto dell'incertezza sul futuro dell'Istituto (per ora certa c'è solo la volontà di vendere, senza alcuna garanzia né sul futuro dei lavoratori, né sul mantenimento della struttura e dei servizi riabilitativi);
- sul Gazzettino di oggi è stato pubblicato un articolo sugli ottimi risultati che il San Camillo ha ottenuto. Tra i riconoscimenti conseguiti nel 2016: un brevetto per un sistema robotizzato per la riabilitazione della mano nell'ambito del progetto "Myosens", uno per un sistema di ritenzione per l'uso in MagnetoEncefalo (un caschetto contenitivo per far sì che durante l'esame i pazienti rimangano il più possibile fermi, ottenendo così risultati migliori in termini di qualità e precisione). Inoltre è stato esteso agli Stati Uniti, al Giappone e all'Europa il brevetto di un procedimento diagnostico in vitro della malattia di Parkinson, di cui l'ospedale camilliano è co-titolare al 50 per cento con l'Università di Brescia. I ricoveri sono stati 610, di cui oltre 100 di pazienti da fuori Veneto, con 26.276 prestazioni erogate;
tutto ciò premesso
impegna la Giunta regionale
a tutelare quanto di positivo è stato costruito in questi anni all'IRCCS San Camillo, monitorando ogni passaggio dell'eventuale cessione, garantendo il mantenimento dei posti di lavoro, il riconoscimento delle professionalità ora operanti, la sede al Lido e consolidando il ruolo dell'IRCCS San Camillo all'interno della programmazione socio-sanitaria regionale".


PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che arriva in Consiglio da poco, però è stata calendarizzata tempo fa e non era stata discussa, quindi arriviamo in un momento un po' critico perché è di ieri la notizia che probabilmente si vuole rinunciare a questo riconoscimento importante. Spero che la Regione questa volta si attivi urgentemente per capire – e lo chiedo all'assessore Coletto, qui presente – se è possibile porvi rimedio e fare qualcosa per evitare questo grosso vulnus che avremo noi come provincia di Venezia, ma anche come Veneto.
Per chi non lo sapesse, l'ospedale San Camillo è un nosocomio che si occupa della riabilitazione di esiti di traumi cranici e spinali, ictus, sclerosi multipla, morbo di Parkinson e tante altre cose e appartiene all'Ordine dei Camilliani.
Premesso che le prime ad interessarsi della vicenda della vendita dell'ospedale furono appunto la Regione Veneto e l'ex ULSS 12, oggi Azienda 3 Serenissima, che avrebbero potuto esercitare il diritto di prelazione sulla struttura, che potrebbe essere trasformata in una struttura pubblica, mantenendo l'apprezzato ambito nella neuroriabilitazione e i relativi laboratori di fisioterapia.
Quindi da un po' di tempo girano voci sul futuro dei posti letto dopo l'acquisizione e anche sul futuro di questi professionisti: sono circa duecento dipendenti che ad oggi non hanno alcuna certezza di quello che sarà il loro futuro. Si pensa anche ad uno spostamento in terraferma, quindi abbandonando l'isola del Lido di Venezia.
In questa mozione si chiede che la Giunta regionale si impegni a tutelare quanto di positivo è stato costruito in questi anni all'IRCCS San Camillo, monitorando ogni passaggio dell'eventuale cessione, garantendo il mantenimento dei posti di lavoro, il riconoscimento delle professionalità ora operanti, la sede al Lido di Venezia e consolidando il ruolo dell'IRCCS San Camillo all'interno della programmazione socio-sanitaria.
Queste sono le considerazioni e le proposte avanzate anche dal mondo sindacale, dei lavoratori, e le ritengo tutte meritevoli di attenzione particolare proprio da questa Giunta regionale, che ha il dovere di tutelare la salute prima di tutto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, consigliera Baldin.
Collega Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto Articolo UNO – Movimento Democratico progressista)

Grazie, Presidente.
Ringrazio intanto la collega Baldin per aver presentato questa mozione. Sono stato interessato proprio recentemente dalla Funzione pubblica della CGIL relativamente al contenuto di questa mozione, che le chiedo di poter sottoscrivere e voterò.
Proprio recentemente mi è capitato di incontrare un paziente, padovano ovviamente, che è stato all'interno di questa struttura e ne ha riconosciuto la validità, pur essendo molto scomoda da raggiungere dal punto di vista della logistica, ma questo è ovvio, eppure ne dava una valutazione assolutamente positiva, straordinariamente positiva. Quindi credo che non vadano assolutamente disperse queste efficienze che abbiamo nel nostro territorio. Oltretutto, proprio perché è in un'isola, rappresenta un elemento di valore aggiunto per chi abita all'interno di quel territorio, e sappiamo quanto la presenza di queste strutture rappresenti poi lo Stato, rappresenti la Regione, rappresenti il rapporto con le Istituzioni. Oltretutto, quando si tratta di Istituzioni sanitarie, rappresentano un valore aggiunto rispetto a quello che può rappresentare in altri luoghi, in altri territori, dove le strutture mediche o sociali, non solo sanitarie, sono sicuramente superiori.
Quindi, per tutte queste ragioni, voterò questa mozione e chiedo di sottoscriverla. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, consigliere Ruzzante.
Vicepresidente Pigozzo, prego.

Bruno PIGOZZO (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Per confermare il sostegno anche nostro a questa mozione, ritenendo che, dopo l'incontro che abbiamo avuto qui in sede a Palazzo Ferro Fini con i rappresentanti, c'era stato un impegno, credo trasversale, a garantire che i temi sollevati dalla mozione presentata dalla collega Baldin fossero affrontati in maniera chiara e finalmente fosse data una garanzia ai lavoratori, ma soprattutto alle aspettative di servizio della struttura e del territorio del Lido di Venezia.
Per questi motivi voteremo a favore della mozione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Pigozzo.
La parola al collega Sinigaglia.

Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Il sostegno e la sottoscrizione da parte del PD li ha già espressi il consigliere Pigozzo.
La notizia che la consigliera Baldin annunciava all'inizio della presentazione di questo ordine del giorno è che in qualche maniera si rinunci alla classificazione di IRCCS, che vuol dire finanziamenti statali, che vuol dire valore rilevante da parte di questa struttura, e quindi è fondamentale, a mio giudizio, che la struttura rimanga come IRCCS e che la Regione faccia di tutto perché la struttura dell'ospedale San Camillo rimanga come IRCCS.
Capisco che il valore della struttura potrebbe avere un significato diverso senza IRCCS e quindi potrebbe essere più appetibile, però è fondamentale che l'IRCCS rimanga per tutte le funzioni che vi sono collegate: l'IRCCS è un istituto di ricerca, e quindi, oltre che l'assistenza, si fa ricerca, e la qualifica di IRCCS consente tutta una serie di attività che invece un ospedale neuroriabilitativo, punto di riferimento della Regione, non potrebbe avere.
La presenza di questo IRCCS, di questa struttura è fondamentale per il Lido, il Lido è identificato ormai con questa struttura, quindi sarebbe un grave danno la perdita di questo IRCCS, la perdita di questa struttura, lo spostamento, il trasferimento di questa struttura in altra parte del Veneto.
Quindi chiedo all'Assessore di farsi carico di tutte le preoccupazioni che il Consiglio esprime in modo tale da trovare una posizione positiva, mantenendolo come IRCCS. Soluzione positiva chiaramente dal punto di vista occupazionale, dal punto di vista della professionalità e delle attività che svolge, innanzitutto come IRCCS. Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Bruno PIGOZZO

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Sinigaglia.
La parola all'assessore Coletto.

Ass.re Luca COLETTO (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente.
Condividendo quelle che sono le preoccupazioni che sono state espresse dai colleghi in Consiglio relativamente all'IRCCS San Camillo e al valore intrinseco di questa Istituzione che lavora sia nell'ambito della cura, ma anche della ricerca.
Ha detto bene il consigliere Sinigaglia, l'IRCCS prevede anche dei finanziamenti che arrivano direttamente dal Ministero e sono finalizzati proprio alla ricerca e alla cura. È un sistema complementare, in Veneto non ne abbiamo moltissimi di Istituti di ricerca e cura, ne hanno molti di più la Lombardia e altre Regioni. Per cui da parte nostra ci faremo parte diligente, per quanto ci compete, per salvare questo IRCCS, per evitare che vada fuori dal Veneto e per far sì che continui a lavorare all'interno del Veneto, salvando quello che è un Istituto di ricerca e cura, salvando i finanziamenti che sono collegati e cercando di reinserirlo nelle future schede della Regione del Veneto.

Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie, assessore Coletto.
Non vedo altri interventi.
Pongo in votazione la mozione n. 234.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione. 
Il Consiglio approva.
PUNTO
22



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CONTE, CASALI, BASSI, NEGRO, SALEMI, MORETTI, AZZALIN, FRACASSO, PIGOZZO, SINIGAGLIA, ZANONI E ZOTTIS RELATIVA A "STORIE DI VINI E TERRITORI DA INSERIRE NEL PATRIMONIO DELL'UMANITÀ, IL VENETO DELLE COLLINE!" (MOZIONE N. 132) (DELIBERAZIONE N. 92/2017)

"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che la Convenzione sul patrimonio dell'umanità, adottata dalla Conferenza generale dell'UNESCO il 16 novembre 1972, ha lo scopo di identificare e mantenere la lista di quei siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale e/o naturale. Il Comitato per il patrimonio dell'umanità, ha sviluppato dei criteri precisi per l'inclusione dei siti nella lista ed il Veneto ne può vantare senz'altro tre in ambito vitivinicolo;
considerato che il Presidente della Regione Veneto ha, nella recente occasione del Vinitaly, annunciato la proposta di candidatura delle colline del prosecco a patrimonio UNESCO, giustamente per la qualità produttiva e per l'ambiente di pregio che si sono venuti a creare con decenni di lavoro, grazie alle sapienti mani dell'uomo, in quel straordinario angolo di Veneto;
ritenuto che:
- nell'area centro-sud del Colli Euganei si è riscontrato che fin dalla preistoria, passando per il periodo della Serenissima Repubblica di Venezia ed arrivando sino ai giorni nostri, si coltiva uva e si produce vino nel pieno rispetto della tradizione e delle caratteristiche del territorio;
- nella zona collinare della Valpolicella, valle che si estende per 240 km quadrati, la viticoltura è rinomata sin dai tempi di Roma antica e nell'epoca veneziana raggiunge quella bellezza paesaggistica e quella specificità vitivinicola tramandata generosamente e sapientemente dall'uomo fino ai giorni nostri;
impegna la Giunta regionale e in particolare il governatore Zaia:
a sostenere il percorso di candidatura al Comitato per il patrimonio dell'umanità dei tre territori Veneti che per caratteristiche culturali e naturali rispettano i criteri di sito UNESCO: le colline del prosecco, i Colli Euganei, la Valpolicella - Storie di vini e territori Veneti".

PRESIDENTE

Prego, Bassi.

Andrea BASSI (Centro Destra Veneto - Autonomia e Libertà)

Grazie, Presidente.
Per rispetto anche dei colleghi, leggo l'impegno finale della mozione: "Impegna la Giunta regionale, e in particolare il Governatore Zaia, a sostenere il percorso di candidatura al Comitato per il patrimonio dell'umanità dei tre territori veneti che per caratteristiche culturali e naturali rispettano i criteri di sito Unesco: le colline del prosecco, i Colli Euganei, la Valpolicella – Storie di vini e territori veneti".

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Bassi.
Salemi, prego.

Orietta SALEMI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Se il collega Finco vuole, posso leggere io la parte della premessa. No, diamo per scontato che la premessa ovviamente volga a quello che di coerente è riportato sul dispositivo.
Per sottoscrivere questa mozione anche da parte del Gruppo del Partito Democratico. Condividiamo l'intento, sappiamo tra l'altro che il Presidente Zaia anche in occasione del Vinitaly a Verona si era espresso in tal senso, dichiarando anche l'impegno assunto personalmente per fare in modo che tutto il territorio collinare e soprattutto il territorio che produce vino del Veneto possa essere in qualche modo interessato dal percorso di candidatura per il Comitato Unesco.
Credo che ci siano le condizioni per poterlo fare. Giustamente è stato rilevato che era indispensabile anche allargare la zona del prosecco anche ad altre zone, penso alla Valpolicella per quello che riguarda il territorio veronese, ma soprattutto i Colli Euganei. Abbiamo visto di recente, tra l'altro, anche entrare dentro il patrimonio Unesco le città murate, fortificate, penso a Peschiera del Garda, che ha ottenuto questo importante riconoscimento.
Credo che tutto ciò che volga alla valorizzazione del nostro patrimonio nel nostro territorio non possa che trovarci favorevoli.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Salemi.
Non vedo altri interventi.
Pongo in votazione la mozione n. 132.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione. 
Il Consiglio approva.
PUNTO
23



MOZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE RUZZANTE RELATIVA A "LA GIUNTA REGIONALE SI IMPEGNI A SENSIBILIZZARE GOVERNO E PARLAMENTO AFFINCHÉ PROVVEDANO ALL'APPROVAZIONE DELLA RIFORMA DELL'ORDINAMENTO PENITENZIARIO PER L'EFFETTIVITÀ RIEDUCATIVA DELLA PENA COME DELINEATA NELLE RELAZIONI FINALI DEGLI STATI GENERALI DELL'ESECUZIONE PENALE" (MOZIONE N. 235) RESPINTA

"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- il 15 marzo 2017 il Senato della Repubblica ha approvato il testo del Disegno di legge unificato S.2067, contenente deleghe al Governo per introdurre "Modifiche al Codice Penale, al codice di procedura penale e all'Ordinamento Penitenziario", che il 20 marzo 2017 è stato ricevuto dalla Camera dei Deputati per il riesame in seconda lettura (Atto C.4368), dopo l'approvazione in prima lettura del 23 settembre 2015 (Atto C.2798);
- la riforma dell'Ordinamento Penitenziario, quale risultato dell'approfondito lavoro collettivo svolto dai 18 tavoli tematici degli "Stati Generali dell'Esecuzione penale" per ridefinire l'esecuzione della pena secondo un modello che punta al reinserimento del detenuto, è stato portato a termine nel 2016 dai massimi conoscitori italiani dei problemi della detenzione e delle carceri e costituisce il fronte più avanzato della riflessione sulla riforma necessaria di un sistema penitenziario sinora incapace di assicurare le finalità educative indicate dall'art. 27, terzo comma, della Costituzione, anche per il malfunzionamento del sistema di valutazione e trasmissione degli stati di avanzamento del recupero, persona per persona, delle condizioni sufficienti al reinserimento sociale, grazie all'efficacia dei "trattamenti individualizzati" spettanti a ciascun detenuto;
- la riforma dell'Ordinamento Penitenziario, puntando alla razionalizzazione del sistema delle pene e della loro esecuzione, a partire dalle alternative alla detenzione, rese più praticabili da un atteggiamento di maggior fiducia della Magistratura di Sorveglianza e da una maggiore corresponsabilizzazione dei Comuni, persegue l'umanizzazione del carcere, e intanto la sua legalizzazione, per farne un luogo adibito al "servizio pubblico" per la legalità e l'affermazione dei principi dello Stato di Diritto, grazie all'apertura verso l'esterno e al maggior coinvolgimento del sistema formativo/educativo, scolastico e universitario, e allo stimolo del sistema del volontariato e della società civile, per la piena valorizzazione delle potenzialità "di eccellenza", risorse giacenti nella comunità carceraria, pronte all'impiego per l'utilità dell'intera collettività, ma ancora ostacolate o impedite e inespresse;
- la riforma dell'Ordinamento Penitenziario delineata dal lavoro degli Stati Generali, dovrà perfezionare i "diritti fondamentali residuali" delle persone detenute, uguali sulla carta a quelli delle persone libere, come il diritto alla salute fisica e mentale, il diritto all'abitabilità degli ambienti di vita e il diritto allo studio e alla creatività, ma anche i diritti fondamentali "attenuati e negati", come il diritto al lavoro e all'affettività, tutti fattori che – mancando - hanno condotto alle condanne dell'Italia da parte della Corte di Strasburgo per violazione dell'art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, che vieta i trattamenti inumani e degradanti delle persone private della libertà;
- occorre dare atto con gratitudine ai detenuti che hanno puntato sulla Costituzione, sulle Leggi e sulle Convenzioni e i Trattati internazionali e che, con i loro ricorsi vincenti alla Corte EDU, in molti casi assistiti dai Garanti dei diritti dei detenuti istituiti dagli Enti Locali, hanno costretto il Parlamento e il Governo ad introdurre i miglioramenti legislativi che hanno determinato un iniziale superamento del sovraffollamento carcerario, così come hanno indotto la spinta per la riforma dell'Ordinamento Penitenziario delineata dagli Stati Generali dell'Esecuzione Penale, che potranno rilanciare e stabilizzare quel superamento;
- in Italia esistono Istituti penitenziari protagonisti di eccellenti e consolidate sperimentazioni valutate positivamente in termini di abbattimento della recidiva e di miglioramento della qualità dei rapporti tra chi vive e opera all'interno delle carceri, e di riduzione dello stress correlato a un lavoro difficoltoso, come quello degli agenti della polizia penitenziaria, sia per il cronico deficit di organico sia per le attività che negli ultimi anni si sono notevolmente trasformate a seguito della presenza di molteplici etnie all'interno delle carceri;
considerato che:
- le condizioni di vivibilità nelle carceri italiane si stanno nuovamente e in modo repentino deteriorando per l'esaurimento dell'effetto deflattivo prodotto dalle norme introdotte dal Parlamento dopo la condanna dell'Italia da parte della Corte EDU e, precisamente, dalla "sentenza pilota" sul caso Torreggiani del 2011;
- la Corte di Cassazione con la sentenza n. 52819, depositata il 13 dicembre 2016, ha chiarito che "Ai fini della determinazione dello spazio individuale minimo intramurario, pari o superiore a tre metri quadrati da assicurare a ogni detenuto affinché lo Stato non incorra nella violazione del divieto di trattamenti inumani o degradanti, stabilito dall'art. 3 della Convenzione dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, così come interpretato dalla conforme giurisprudenza della Corte EDU in data 8 gennaio 2013 nel caso Torreggiani c. Italia, dalla superficie lorda della cella devono essere detratte l'area destinata ai servizi igienici e quella occupata da strutture tendenzialmente fisse, tra cui il letto, mentre non rilevano gli altri arredi facilmente amovibili";
- tale sentenza sta obbligando il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria al ricalcolo della superficie utile pro capite, cella per cella, riducendo la capacità ricettiva applicabile;
- una rapida approvazione del nuovo Ordinamento Penitenziario, senza essere risolutiva, svolgerebbe comunque una utile azione compensatrice sul versante della differenziazione delle pene e della funzione costituzionale della detenzione prevista dall'Art. 27, c.3, della Costituzione, con un rilancio delle iniziative educative e partecipative nei confronti dei detenuti, utili al governo delle tensioni interne al carcere tra tutti coloro che vi abitano, come operatori o come detenuti, salvaguardando i percorsi finalizzati al loro reinserimento sociale;
- la riforma dell'Ordinamento Penitenziario delineata dall'art. 31 del DDL S.2067 (Princìpi e criteri direttivi per la riforma dell'ordinamento penitenziario), ha recepito molti dei suggerimenti elaborati dai massimi esperti italiani di problemi penitenziari attraverso il lavoro collettivo svolto con gli "Stati Generali dell'esecuzione penale", orientato al precetto dell'Art. 27, c.3 della Costituzione, cioè alla effettiva funzione rieducativa del periodo di privazione della libertà;
ritenuto:
- di apprezzare il valore culturale e politico delle iniziative religiose e laiche, come il "Giubileo del carcerato" indetto da Papa Francesco per il 6 dicembre 2016, accompagnato da una azione nonviolenta da parte di 21 mila detenuti, con un digiuno di due giorni, e quelle avviate da "Nessuno Tocchi Caino", con i detenuti condannati all'ergastolo ostativo che, grazie all'accordo del DAP, della Magistratura di Sorveglianza, delle Camere penali, e alla partecipazione attiva del Direttore del Carcere di Opera e della Polizia Penitenziaria, hanno consentito la realizzazione del docufilm "Spes contra spem" presentato al Festival di Venezia, e progressivamente rappresentato in tutti gli istituti di pena e nelle Università italiane, con una crescita positiva, nell'opinione pubblica, della conoscenza e della riflessione sul senso della pena;
- di condividere la Risoluzione del Consiglio Regionale della Lombardia, approvata all'unanimità il 7 marzo 2017, per chiedere al Parlamento la rapida approvazione di quella Riforma dell'Ordinamento Penitenziario scaturita dal lavoro collettivo degli Stati Generali dell'Esecuzione penale che ha posto al centro la dignità della persona, con la sua aspirazione all'autoeducazione continua, e il rispetto della Costituzione, che impone la funzione rieducativa del tempo di privazione della libertà;
impegna la Giunta regionale:
- a sensibilizzare Governo e Parlamento, affinché procedano all'approvazione della Riforma dell'Ordinamento Penitenziario per l'effettività rieducativa della pena, come delineata nelle relazioni finali degli Stati Generali dell'Esecuzione Penale;
- ad inviare la presente mozione al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, ai Presidenti di Camera e Senato, ai Presidenti delle Commissioni Giustizia della Camera e del Senato, al Presidente della Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera e del Senato, affinché possano valutare con attenzione e con la dovuta considerazione, la presente richiesta del Consiglio regionale, derivante dalla particolare vicinanza alla problematica evocata, e approvare con celerità la Riforma dell'Ordinamento Penitenziario, anche anticipandola rispetto all'intero "pacchetto Giustizia"".

PRESIDENTE

Prego, Ruzzante.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto Articolo UNO – Movimento Democratico progressista)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che ho mutuato dal Consiglio regionale della Lombardia, che l'ha votato all'unanimità, ed è una mozione che ci è stata inviata con richiesta di sottoscrizione da parte di due associazioni che si occupano di questi temi, Nessuno tocchi Caino e Associazione Enzo Tortora.
È sostanzialmente un invito alla Giunta regionale affinché richieda al Governo, come delineato nelle relazioni finali degli Stati generali dell'esecuzione della pena, la riforma dell'ordinamento penitenziario.
Nel frattempo c'è già stata una delega al Governo sulla riforma degli ordinamenti penitenziari, però ritengo che la mozione abbia mantenuto la sua validità perché è giusto sollecitare il Governo a dare piena attuazione alla riforma dell'ordinamento penitenziario.
Voglio solo fare sintesi di un passaggio, di una riflessione che è ben nota a tutti i colleghi ai quali è capitato di andare in visita, per esempio, al carcere Due Palazzi di Padova, dove ci sono delle esperienze significative a livello regionale, penso a quelle di Ristretti Orizzonti o a quelle della Cooperativa Giotto. Si capisce perfettamente, visitando quella struttura, come i dati che sono riportati nelle relazioni finali e conclusive dell'ordinamento giudiziario, come in realtà la rieducazione, che è prevista tra l'altro nella nostra Costituzione, se è fatta bene ci restituisca più sicurezza. Perché i dati tra chi è condotto in un percorso rieducativo all'interno di un carcere e chi no ci restituiscono una recidività che è abnorme, c'è una differenza dell'80-90% rispetto a questi dati. Chi è condotto attraverso un percorso rieducativo, che passa anche attraverso la formazione, il lavoro all'interno della struttura carceraria, si reinserisce e non torna a delinquere, a differenza di chi invece, nel 90% dei casi, non svolge questa funzione e questo percorso, rischia di ritornare all'interno del carcere, quindi con una recidiva.
Mi auguro che possa essere votata all'unanimità questa mozione, proprio perché in qualche modo è già stata votata dal Consiglio regionale lombardo, quindi la maggioranza che esprime il Consiglio regionale lombardo è simile a quella del Consiglio regionale veneto. Mi auguro si possa dare un segnale al Governo che anche dal Consiglio regionale del Veneto si richiede un'accelerazione in questo percorso di riforma dell'ordinamento penitenziario. Questo è un po' il senso e il significato di questa mozione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Ruzzante.
Sinigaglia, prego.

Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Intanto per chiedere la sottoscrizione, a nome del Gruppo del Partito Democratico, di questa mozione, e poi per condividere gli obiettivi. Ricordo che anche il Consiglio regionale mette a disposizione, attraverso la Direzione sociale, un sostegno proprio per le attività all'interno del carcere, sia circondariale che penitenziario, per l'attivazione di percorsi rieducativi, di qualificazione di tipo sociale, di tipo culturale e di tipo formativo. Questo chiaramente evita la cosiddetta recidiva, perché dà la possibilità a chi è detenuto di riattivare un progetto di vita che poi è spendibile nel momento in cui si esce dal carcere.
Effettivamente ci sono i risultati. Sto parlando in modo particolare del carcere di Padova, di cui ho conosciuto la sfera rieducativa. La recidiva si abbassa in maniera impressionante. Di fronte a una recidiva del 60-70%, nel carcere di Padova si parla attorno al 4-5%. Dati quindi molto significativi legati all'attività che viene svolta all'interno del carcere stesso, penitenziario e circondariale.
Quindi è un obiettivo da portare avanti, in modo tale che la riforma ordinamentale rispetti le esperienze che sono state attivate in tante realtà. In Lombardia è stata approvata una mozione del genere proprio perché anche loro hanno conosciuto e hanno toccato con mano la bontà di questi percorsi. Nel Veneto li sosteniamo e li tocchiamo con mano. Quindi mi auguro che la mozione venga approvata all'unanimità, in modo tale da spingere il Governo ad approvare questa riforma.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Sinigaglia.
Dalla Libera, prego.

Pietro DALLA LIBERA (Veneto Civico)

Grazie, Presidente.
E' una mozione giusta, che in pratica tende a far applicare quello che già l'articolo 27 della Costituzione prevede, e cioè che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato. È una battaglia sulla quale sono impegnate anche le Camere Penali d'Italia, per cui mi pare che sia una battaglia di giustizia e che sia opportuno farla noi, in questo Consiglio regionale, attraverso l'approvazione di questa mozione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Dalla Libera.
Non vedo altri interventi, quindi pongo in votazione la mozione n. 235.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
PUNTO
24



RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI PIGOZZO, SINIGAGLIA, FRACASSO, AZZALIN, MORETTI, SALEMI, ZANONI, ZOTTIS, RUZZANTE, FERRARI, GUARDA, DALLA LIBERA, FINCO, RICCARDO BARBISAN, CIAMBETTI, COLETTO, FINOZZI, FORCOLIN, GIDONI, MARCATO, POSSAMAI, SEMENZATO, RIZZOTTO, MICHIELETTO, BORON, BOTTACIN, BRESCACIN, CALZAVARA, GEROLIMETTO, LANZARIN, SANDONÀ E VILLANOVA RELATIVA A "RICHIESTA AL GOVERNO ITALIANO DI GIUNGERE IN TEMPI RAPIDISSIMI, E SENZA SOLUZIONI DI CONTINUITÀ DEI LAVORI PARLAMENTARI, ALLA APPROVAZIONE IN ITALIA DELLA FIGURA DEL CAREGIVER FAMILIARE, FACENDO PROPRIO IL DDL 2128 DEL SENATO "NORME PER IL RICONOSCIMENTO ED IL SOSTEGNO DEL CAREGIVER FAMILIARE"" (RISOLUZIONE N. 34) (DELIBERAZIONE N. 93/2017)

"Il Consiglio regionale del Veneto
Preso atto che con il termine caregiver familiare si designa colui che volontariamente e gratuitamente si prende cura, in ambito domestico, di una persona cara in condizioni di non autosufficienza a causa di severe disabilità. Le prestazioni sono rese a titolo gratuito e volontario, in funzione di legami affettivi;
considerato che prendersi cura di un proprio familiare è una scelta d'amore che deve essere valorizzata e sostenuta dallo Stato e che il caregiver familiare deve farsi carico dell'organizzazione delle cure e dell'assistenza e può trovarsi, dunque, in una condizione di sofferenza e di disagio riconducibili ad affaticamento fisico e psicologico, solitudine, consapevolezza di non potersi ammalare, per le conseguenze che la sua assenza potrebbe provocare, il sommarsi dei compiti assistenziali a quelli familiari e lavorativi, possibili problemi economici, frustrazione;
osservato che queste persone vivono in una condizione di abnegazione quasi totale, che compromette i loro diritti umani fondamentali: quelli alla salute, al riposo, alla vita sociale e alla realizzazione personale e che l'impegno costante del caregiver familiare prolungato nel tempo può mettere a dura prova l'equilibrio psicofisico del prestatore di cure ma anche dell'intero nucleo familiare in cui è inserito;
appurato che:
- il Premio Nobel 2009 per la medicina, Elizabeth Blackburn, ha dimostrato che i caregiver familiari hanno una aspettativa di vita fino a 17 anni inferiore alla media della popolazione;
- secondo quanto emerso dalle ricerche condotte su questo delicato tema, i caregiver familiari, logorati da un carico assistenziale senza pari, sono stati costretti nel 66 per cento dei casi a lasciare del tutto il lavoro e nel 10 per cento dei casi a chiedere il part-time o il telelavoro;
- le legislazioni di molti Paesi europei prevedono specifiche tutele per i caregiver familiari, tra le quali supporti di vacanza assistenziali, benefici economici e contributi previdenziali, come avviene in Francia, Spagna e Gran Bretagna, ma anche in Polonia, Romania, Bulgaria e Grecia;
preso atto che:
- al Senato, in data 5 novembre 2015, è stato presentato il disegno di legge 2128/XVII, finalizzato a riconoscere e a tutelare il lavoro svolto dai caregiver familiari e a riconoscerne il valore sociale ed economico per la collettività;
- tale disegno di legge, a prima firmataria la senatrice Bignami, al 24 gennaio 2017, è stato sottoscritto da 92 Senatori della Repubblica, afferenti a diversi gruppi politici, a dimostrare l'importante trasversalità senza bandiere di questo DDL;
considerata la forte attenzione della popolazione alla campagna #unaleggesubito, lanciata dal Coordinamento Nazionale delle Famiglie Disabili, che ha raccolto in breve tempo migliaia di foto a sostegno del DdL n. 2128 per il riconoscimento di specifiche tutele per i caregiver familiari, quanto meno per coloro i quali sono sottoposti a maggior carico assistenziale;
verificato che il DDL 2128, ha iniziato il proprio iter parlamentare il 24 gennaio 2017 in Commissione Lavoro al Senato e che tra i firmatari sono presenti i Senatori della Regione Veneto Anna Cinzia Bonfrisco, Stefano Bertacco, Giovanni Piccoli, Laura Puppato, Bartolomeo Amidei, Raffaela Bellot, Paola De Pin, Antonio De Poli, Emanuela Munerato, Erika Stefani, Paolo Tosato e Patrizia Bisinella;
evidenziato che senza il lavoro svolto dai caregiver familiari in forma gratuita, il costo economico delle tante persone che hanno bisogno di assistenza continua sarebbe insostenibile per lo Stato;
accertato che la centralità della famiglia nella cura della malattia e nell'assistenza delle conseguenti disabilità risulta essere un dato consolidato ai sensi della legge 8 novembre 2000, n. 328, si ritiene opportuno e necessario riconoscere ai caregiver familiari una condizione giuridica di tutele, equivalente almeno a quella riconosciuta ai lavoratori domestici, come si debba, inoltre, tener conto del riconoscimento delle competenze lavorative acquisite in ambito informale riconosciute dal decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13, e dalla raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale del 20 dicembre 2012;
evidenziando che in Italia manca una piena coscienza e un'adeguata tutela per queste figure, anche se come sancito dall'articolo 35 della nostra Carta costituzionale: "La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni" e come stabilito dalla sentenza n. 28 del 1995 della Corte costituzionale, che afferma: "il lavoro effettuato all'interno della famiglia, per il suo valore sociale ed anche economico, può essere ricompreso, sia pure con le peculiari caratteristiche che lo contraddistinguono, nella tutela che l'articolo 35 della Costituzione assicura al lavoro in tutte le sue forme" e ancora l'articolo 230-bis del Codice Civile che, "apportando una specifica garanzia al familiare che, lavorando nell'ambito della famiglia o nell'impresa familiare, presta in modo continuativo la sua attività, mostra di considerare in linea di principio il lavoro prestato nella famiglia alla stessa stregua del lavoro prestato nell'impresa";
preso atto che con sentenza di Corte costituzionale n. 275/2016 è stato sancito che non è possibile che "ogni diritto, anche quelli incomprimibili, debbano essere sempre e comunque assoggettati ad un vaglio di sostenibilità nel quadro complessivo delle risorse disponibili";
tutto ciò premesso:
- condivide e dà piena e formale adesione alla suddetta iniziativa parlamentare, cofirmata da Senatori di tutti gli schieramenti politici, in quanto i diritti incomprimibili succitati non hanno colore politico, ma in uno Stato civile necessitano di risposte politiche atte a garantire a tutti eguali diritti e pari opportunità;
- sollecita un tempestivo iter parlamentare della suddetta proposta legislativa per giungere, in tempi brevi, a una sua approvazione;
- conferisce mandato al Presidente Ciambetti:
1) di dare immediata attuazione alla presente Risoluzione;
2) di portare tale Risoluzione in discussione alla prossima seduta della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative per una sua condivisione e approvazione;
3) di procedere all'invio immediato di una copia della presente Risoluzione all'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica".
Prego, consigliere Pigozzo.

Bruno PIGOZZO (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Credo che tutti, al di là del termine difficile da pronunciare, siamo a conoscenza di casi anche molto diffusi di persone che, a livello familiare, si occupano costantemente, H24 direi, di persone che hanno difficoltà di non autosufficienza per disabilità congenite, piuttosto che disabilità intervenute nel corso della vita, per l'invecchiamento e così via.
Questi soggetti, che si chiamano appunto in termine tecnico "caregiver familiari", sono oggetto di un disegno di legge che è stato depositato a livello del Senato, sottoscritto in maniera trasversale da tutte le forze politiche e che ha iniziato l'iter di discussione proprio all'inizio di quest'anno 2017.
La risoluzione si propone di sollecitare l'approvazione di questa normativa, che riconosce il compito specifico di queste figure all'interno dell'ambito familiare, ne regola e ne precisa anche i termini dal punto di vista dell'impegno lavorativo, in linea con quanto prevede la Costituzione, che dice appunto di tutelare il lavoro in tutte le sue forme, in linea con gli indirizzi della legge 328/2000, la legge quadro sull'attività dei servizi sociali, e in linea con gli indirizzi che ormai tutti i più moderni Paesi europei hanno già approvato.
Quindi l'obiettivo è di aderire in maniera formale a questa iniziativa di legge, sollecitarne l'approvazione, dare mandato al Presidente del Consiglio regionale di farne oggetto di valutazione all'interno della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative e di inviare l'approvazione di questa risoluzione alla Presidenza della Camera dei Deputati e del Senato appunto per raggiungere l'obiettivo di una rapida approvazione di questo disegno di legge.
Detta in sintesi, questa è la sostanza della risoluzione in oggetto.

PRESIDENTE

Bene, consigliere Pigozzo.
Sinigaglia, prego.

Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Intanto, per esprimere il mio stupore per la votazione della mozione di prima. Veramente non ho capito: ci impegniamo con 3-400.000 mila euro all'anno per sostenere l'attività rieducativa all'interno delle carceri e poi bocciamo una mozione che chiede di avere più sicurezza, sostanzialmente, nelle nostre città. Comunque veramente non riesco a capire la votazione di prima.
Su questa risoluzione, chiaramente, sosteniamo la proposta che diventi una legge a livello nazionale.
Siccome abbiamo attivato in Commissione e abbiamo approvato e licenziato il provvedimento sull'invecchiamento attivo, volevo capire se il Consiglio regionale lo prende in esame, perché sono passati alcuni mesi.

PRESIDENTE

C'è già una lettera della Giunta che spinge perché sia inserito all'ordine del giorno e giovedì in Capigruppo ne parliamo. Grazie.

Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)

Perché appunto, siccome c'è un finanziamento importante, più avanti si va con l'annualità, meno c'è la possibilità di sfruttare appositamente quel finanziamento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Sinigaglia.
Finco, prego.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente.
Ovviamente per chiedere di sottoscrivere la risoluzione sia da parte del Gruppo Lega, che da parte del Gruppo Zaia Presidente, in quanto questa proposta di iniziativa legislativa è portata avanti anche da alcuni Senatori del nostro movimento, ma soprattutto perché la tematica è importante. Sappiamo che in un periodo come questo sono sempre più le persone che decidono di tenersi i propri malati a casa, quindi anche di fargli un'assistenza domiciliare, che non è sicuramente semplice, ma che purtroppo ad oggi a livello nazionale non è regolata da alcuna normativa.
Quindi il nostro pieno e totale sostegno a questa risoluzione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Finco.
Assessora Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Vorrei solo aggiungere due cose rispetto alla tematica e quindi alla rilevanza che ha la sottoscrizione di questo impegno che noi mandiamo a livello di Parlamento nazionale. Noi stiamo oggi in Quinta Commissione, e voi lo sapete, con la proposta di legge a prima firma del consigliere Barbisan, declinando in un certo senso l'assistente familiare. Siamo in rivisitazione come Direzione servizi sociali per quanto riguarda l'impegnativa di cure domiciliari, per cercare di individuare le caratteristiche, che poi arriveranno anche da quella che sarà, speriamo, la legge nazionale, per quanto riguarda l'assistente familiare o "caregiver", come si vuole chiamare.

PRESIDENTE

Grazie, assessora Lanzarin.
Non vedo altri interventi.
Pongo in votazione la risoluzione n. 34 per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
25



RISOLUZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE GUADAGNINI RELATIVA A "PIENO SOSTEGNO ALL'AZIONE UNILATERALE DEL PARLAMENTO CATALANO FINALIZZATA ALL'APPLICAZIONE DEL DIRITTO DI AUTODETERMINAZIONE" (RISOLUZIONE N. 25) (DELIBERAZIONE N. 94/2017)

"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- a compimento del mandato elettorale che ha visto la vittoria dei movimenti favorevoli all'indipendenza della Catalogna, il 9 novembre 2015 i rappresentanti del nuovo Parlamento catalano hanno votato ed approvato, con 72 voti a 63, una serie di atti per l'applicazione del diritto di autodeterminazione della Catalogna, in maniera pacifica, democratica e nonviolenta;
- con la mozione 19 del 22 settembre 2015 questo stesso Consiglio esprimeva formalmente il proprio supporto al pacifico e democratico percorso di autodeterminazione intrapreso ed attuato dai cittadini catalani e dalle loro istituzioni;
- la risposta delle istituzioni spagnole è stata arrogante e minacciosa, profondamente antidemocratica e irrispettosa del diritto di autodeterminazione dei popoli, diritto peraltro riconosciuto dallo stesso stato spagnolo, come da quello italiano e dalle altre democrazie occidentali;
- il Parlamento della Catalogna sta portando avanti questo principio di libertà e democrazia approvando di recente le conclusioni della "Commissione del Processo Costituente", nonostante le minacce della Corte costituzionale. Il risultato della votazione è stato di 72 voti a favore e 11 contrari. Il dibattito e l'approvazione si sono svolti dopo una discussione tra i gruppi per l'inserimento nell'ordine del giorno nonostante le minacce della stessa Corte Costituzionale. Con questo voto, il Parlamento ha adottato definitivamente un "meccanismo di esercizio democratico unilaterale che permetterà la convocazione della Costituente". Qui di seguito gli undici punti approvato dal Parlamento:
1. Attualmente, non vi è alcun margine di azione per il riconoscimento del diritto di decidere del popolo catalano nell'ambito del quadro giuridico legale e costituzionale spagnolo. L'unico modo possibile per farlo è mediante sconnessione e attivazione di uno proprio processo costituente.
Adottato: 72 voti a favore (JxSí e CUP) e 22 contrari (CSQP e PP)
2. Il popolo della Catalogna ha la legittimazione ad avviare un processo costituente democratico proprio, di base cittadina, trasversale, partecipativa e vincolante con il riconoscimento, il sostegno e l'appoggio delle istituzioni catalane.
Adottato: 83 voti favorevoli (JxSí, CSQP e CUP) e 11 contrari (PP)
3. Le esperienze comparate di altri paesi avallano il percorso intrapreso dalla Catalogna per costruire un modello singolare del processo costituente date le circostanze sociali, culturali, politiche ed economiche che ci sono specifiche.
Adottato: 72 voti a favore (JxSí e CUP), 11 contro (PP) e 11 astensioni (CSQP)
4. È necessario assicurarsi che il quadro metodologico del processo costituente continui in forma consensuale, nota, trasparente e condivisa con l'intera società e le istituzioni che lo sostengono. Il processo costituente deve essere in grado di adattarsi a tutte le sensibilità ideologiche e sociali fin dall'inizio e anche sino a quando si imposteranno gli indicatori, il calendario e tutte le questioni che riguardano il metodo per progredire.
Adottato: 83 voti favorevoli (JxSí, CSQP e CUP) e 11 contrari (PP)
5. Il processo costituente sarà composto da tre fasi: un primo processo partecipativo, una seconda fase di disimpegno con lo Stato e chiamata di elezioni dei componenti che costituiscono una Assemblea Costituente, che redigerà una proposta di Costituzione. Una terza fase sarà la ratifica a livello popolare mediante referendum.
Adottato: 72 voti a favore (JxSí e CUP) e 22 contrari (CSQP e PP)
6. Il processo di consultazione preventiva avrà come corpo principale un Forum Sociale Costituente (FSC), composto da rappresentanti di organizzazioni della società civile e dei partiti politici. L'FSC discuterà e formulerà una serie di domande sui contenuti specifici della futura costituzione che saranno risolti attraverso il processo di partecipazione pubblica. Il risultato di questa partecipazione costituirà un mandato vincolante per i membri dell'Assemblea Costituente che saranno incorporati nella stesura della Costituzione.
Adottato: 72 voti a favore (JxSí e CUP) e 22 contrari (CSQP e PP)
7. Dopo la fase di partecipazione cittadina si completerà la disconnessione con la legalità dello stato spagnolo attraverso l'adozione delle leggi di disconnessione del Parlamento della Catalogna e di un meccanismo unilaterale di esercizio democratico che servirà per attivare la convocazione dell'Assemblea costituente (CA). Le leggi di disconnessione non sono soggetti al controllo, alla sospensione o alla impugnazione da parte di qualsivoglia potere, corte o tribunale.
Adottato: 72 voti a favore (JxSí e CUP) e 22 contrari (CSQP e PP)
8. Il Parlamento della Catalogna protegge il processo costituente che si svolgerà nel nostro Paese. A questo proposito sollecita il Governo della Generalitat a mettere a disposizione dei cittadini le risorse necessarie perché si possa effettuare il dibattito costituente di base sociale che prosegua trasversale, plurale, democratico e aperto. A tal fine, il Parlamento della Catalogna creerà un comitato per monitorare il processo costituente.
Adottato: 72 voti a favore (JxSí e CUP), 11 contrari (PP) e 11 astensioni (CSQP)
9. Una volta convocata, costituita ed eletta, l'Assemblea Costituente avrà pieni poteri. Le sue decisioni saranno vincolanti per tutti gli altri enti pubblici, persone fisiche e giuridiche. Nessuna delle decisioni sarà soggetto a controllo, sospensione o diffida da parte di ogni altro potere, corte o tribunale. L'AC stabilirà i meccanismi per garantire la partecipazione democratica diretta, attiva e democratica delle persone e della società civile organizzata nel processo di discussione e di elaborazione di proposte per il progetto di Costituzione.
Adottato: 72 voti a favore (JxSí e CUP) e 22 contrari (CSQP e PP)
10. Una volta che l'AC ha approvato il progetto di Costituzione sarà convocato un referendum costituzionale perché il popolo della Catalogna possa approvare o respingere pacificamente e democraticamente il testo della nuova costituzione.
Adottato: 72 voti a favore (JxSí e CUP) e 22 contrari (CSQP e PP)
11. Fin dall'inizio si deve incorporare una prospettiva di genere in modo trasversale e una duplice strategia al fine di rompere l'inerzia storica della nostra società perché il processo costituzionale prosegua per tutti e tutte.
Adottato: 83 voti favorevoli (JxSí, CSQP e CUP) e 11 contrari (PP)
ciò premesso, esprime:
la propria piena ed incondizionata solidarietà ed il proprio sostegno alle recenti azioni del Parlamento catalano ed ai cittadini catalani nella ferma convinzione che la sovranità appartenga sempre al Popolo e che la volontà democraticamente e pacificamente espressa dei cittadini non debba e non possa mai essere zittita, impedita o soffocata con minacce ed intimidazioni di alcun genere. Questo Consiglio riconosce pertanto che quando l'esercizio del diritto universale di autodeterminazione venga negato dalle istituzioni statali, i cittadini e i popoli storici d'Europa, da sempre avanguardia e baluardo della democrazia e dell'applicazione dei diritti fondamentali dell'uomo, attraverso le proprie rappresentanze democraticamente elette possano e debbano fare l'unica cosa possibile: esercitare unilateralmente tale diritto".
Guadagnini, prego.

Antonio GUADAGNINI (Siamo Veneto)

Grazie, Presidente.
Io rispetto le iniziative politiche dell'opposizione, anche se difficilmente le condivido e non ne capisco quasi mai il senso.
Sulla scorta del mandato popolare ricevuto dal Parlamento catalano per ben due volte, il medesimo Parlamento ha fissato la data del 1° ottobre per lo svolgimento del referendum per l'indipendenza della Catalogna. Il Governo di Madrid ha già detto che impedirà l'esercizio della volontà popolare in tutti i modi; dichiarazione di Rajoy e compagnia si commentano da sole.
Comunque esistono in questo momento, ormai da un paio di decenni almeno, due visioni all'interno del diritto internazionale che esistono da diversi secoli per quanto riguarda invece il dibattito filosofico, ovvero se sia più importante il diritto degli individui di determinare e di difendere i propri diritti fondamentali, tra i quali c'è anche quello di autodeterminazione, oppure se invece debba prevalere la volontà dello Stato sulla base del principio statalista, di origine idealista hegeliana e del razionalismo francese, sulla base del quale il soggetto Stato si costituisce come soggettività e deve prevalere sul diritto degli individui.
Il dibattito si è spostato, negli ultimi due decenni almeno, dal punto di vista filosofico a quello del diritto internazionale. Si scontrano due visioni contrapposte: quella che continua a ritenere lo Stato come soggetto prioritario di diritto internazionale; quella che, invece, ritiene che gli individui abbiano dei diritti innati, quindi inviolabili, inalienabili e imprescrittibili, che preesistono dunque alla legge scritta: l'individuo quindi è soggetto di sovranità e viene prima dello Stato e del sistema degli Stati.
In virtù di questi diritti, che ineriscono ugualmente a ciascuno dei suoi membri, anche la famiglia umana universale è soggetto collettivo originario che viene prima del sistema degli Stati e del singolo Stato. Di conseguenza, quando si viene a contrapporre un'esigenza dello Stato, del soggetto collettivo Stato, contro l'esercizio di un diritto innato degli individui, deve, anche rispetto a questa corrente del diritto internazionale, prevalere il diritto degli individui a esercitare il loro potere e le loro volontà.
Credo che come Parlamento veneto noi dobbiamo esprimere tutta la solidarietà possibile al Parlamento catalano, che sta facendo una battaglia di libertà, una battaglia di grande rinnovamento dei canoni del diritto internazionale e, qualora dovesse riuscire nel proprio intento di votare il primo ottobre per il referendum per l'indipendenza, ci sarebbe una rivoluzione all'interno dell'Europa continentale, in Gran Bretagna la Scozia ha già votato, che aprirebbe ovviamente scenari importantissimi e opportunità anche per il Veneto.
Chiedo a questo Parlamento, che oltre ad essere un organo amministrativo previsto dalla Costituzione è anche l'organo che rappresenta la volontà e i diritti, deve difendere i diritti dei cittadini veneti, di dare piena solidarietà al Parlamento catalano e al popolo catalano in modo che sia permesso un esercizio di democrazia che è innegabile. Noi portiamo appunto questa solidarietà e il sostegno affinché il Parlamento possa continuare in questo percorso e permetta al popolo catalano di votare per la propria indipendenza, augurandogli un esito positivo e favorevole in modo che nasca uno Stato dalla libera volontà dei cittadini catalani nuovo in Europa, per aprire un nuovo corso anche nel rapporto fra individui e fra gli Stati. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, consigliere Guadagnini.
Collega Barbisan, prego.

Riccardo BARBISAN (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione per ricordare e dare notizia al Consiglio che oggi la sinistra catalana ha svegliato la Spagna con una serie di manifesti dove dice che Francisco Franco sarebbe contrario al referendum sull'indipendenza della Catalogna.
A me questo basta, sapere che il dittatore Francisco Franco sarebbe contrario e non vorrebbe che i catalani andassero a votare mi basta per votare a favore di questa mozione e dare tutto il mio sostegno al popolo catalano. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, consigliere Barbisan.
Non vedo altri interventi.
Pongo in votazione la risoluzione n. 25.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione. 
Il Consiglio approva.
Signori, visto che la prossima legge ha bisogno di approfondimenti, interrompiamo qui. Ci vediamo in Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari giovedì, al termine della Prima Commissione, per programmare i lavori per la prossima settimana, che vedranno probabilmente il Consiglio convocato giovedì e venerdì.
Questo serve per dare tempo alle Commissioni di produrre degli atti che sono indispensabilmente da approvare entro la fine del mese. Ci vediamo giovedì in Capigruppo. Grazie.
La seduta è sospesa.
La Seduta termina alle ore 15.39
Il Consigliere segretario
f.to Antonio Guadagnini

Il Presidente
f.to Roberto Ciambetti

Resoconto stenotipico a cura di: Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di: Migotto Giuseppe

Elaborazione testo a cura di: Benettelli Davide
Verbale n. 128 - 10^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 128
MARTEDÌ 18 LUGLIO 2017


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE BRUNO PIGOZZO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UNITà ASSEMBLEA

INDICE

Processo verbale della 128a seduta pubblica – martedì 18 luglio 2017
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 13628 dell'8 giugno 2017, prot. n. 15767 del 5 luglio 2017, prot. 16246 dell'11 luglio 2017 e prot. n. 16350 del 12 luglio 2017.

Il Presidente Roberto CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.40.

Svolge le funzioni di consigliere segretario il consigliere Conte

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE effettua le comunicazioni di rito e comunica che è in congedo il consigliere Montagnoli.

Punti nn. 25.1 bis) e 25.1 ter) all'ordine del giorno

Rendiconto della gestione per l'esercizio finanziario 2016 del Consiglio regionale (Proposta di deliberazione amministrativa n. 50) (Deliberazione n. 87/2017)  [RESOCONTO]

e

Applicazione del risultato di amministrazione e variazioni alle previsioni di cassa nel bilancio di previsione finanziario 2017-2018-2019, a seguito dell'approvazione del rendiconto della gestione dell'esercizio finanziario 2016 (Proposta di deliberazione amministrativa n. 51) (Deliberazione n. 89/2017)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Pigozzo (Partito Democratico) che svolge la relazione illustrativa abbinata dei due punti in oggetto per conto dell'Ufficio di Presidenza e annuncia la presentazione di un ordine del giorno, che illustra, collegato alla proposta di deliberazione amministrativa n. 51.

In discussione generale abbinata intervengono i consiglieri Conte (Lista Tosi per il Veneto), Berti (Movimento 5 Stelle) che si dichiara contrario, Pigozzo (Partito Democratico) che apporta una modifica all'ordine del giorno, Finco (Liga Veneta – Lega Nord), Ruzzante (Gruppo Misto Articolo UNO - Movimento Democratico e Progressista) che si dichiarano a favore, Finozzi (Liga Veneta – Lega Nord) e Valdegamberi (Gruppo Misto).

Il PRESIDENTE replica ad alcune affermazioni del consigliere Valdegamberi.

In discussione generale abbinata intervengono i consiglieri Fracasso (Partito Democratico), Rizzotto (Zaia Presidente), Dalla Libera (Veneto Civico), Ferrari (Alessandra Moretti Presidente) che si dichiarano a favore, Azzalin (Partito Democratico), gli assessori Forcolin (Liga Veneta – Lega Nord) che si dichiara a favore anche all'ordine del giorno, Bottacin (Zaia Presidente) e il consigliere Pigozzo (Partito Democratico) in sede di replica.

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Valdegamberi (Gruppo Misto), Ruzzante (Gruppo Misto Articolo UNO - Movimento Democratico e Progressista), Ferrari (Alessandra Moretti Presidente) e Dalla Libera (Veneto Civico) che dichiarano voto favorevole.
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la proposta di deliberazione amministrativa n. 50.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Ferrari, Guarda, Zorzato, Barbisan Fabiano, Berlato, Barison, Donazzan, Conte, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Ruzzante, Valdegamberi, Azzalin, Fracasso, Moretti, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Guadagnini, Dalla Libera, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Baldin, Bartelle, Berti, Brusco, Scarabel

Astenuti:

Si passa all'ordine del giorno collegato alla proposta di deliberazione amministrativa n. 51.

Ordine del giorno presentato dal consigliere Pigozzo relativo a "Destinazione a finalità sociali dei risparmi conseguiti dal Consiglio regionale" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Applicazione del risultato di amministrazione e variazioni alle previsioni di cassa nel bilancio di previsione finanziario 2017-2018-2019, a seguito dell'approvazione del rendiconto della gestione dell'esercizio finanziario 2016" (Deliberazione n. 88/2017)  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, l'ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Ferrari, Guarda, Zorzato, Barbisan Fabiano, Bassi, Berlato, Barison, Donazzan, Conte, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Baldin, Bartelle, Berti, Brusco, Scarabel, Ruzzante, Valdegamberi, Azzalin, Fracasso, Moretti, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Guadagnini, Dalla Libera, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Astenuti:

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la proposta di deliberazione amministrativa n. 51.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Ferrari, Guarda, Zorzato, Barbisan Fabiano, Berlato, Barison, Donazzan, Conte, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Valdegamberi, Azzalin, Fracasso, Moretti, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Guadagnini, Dalla Libera, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Baldin, Bartelle, Berti, Brusco, Scarabel

Astenuti:

Punto n. 25.3) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive di condanna al risarcimento dei danni causati da fauna selvatica in sinistri stradali" (Progetto di legge n. 239/2017) APPROVATO  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Berlato (Fratelli d'Italia – AN – Movimento per la cultura rurale) che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare e Ruzzante (Gruppo Misto Articolo UNO - Movimento Democratico e Progressista) che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono l'assessore Forcolin (Liga Veneta – Lega Nord), i consiglieri Berlato (Fratelli d'Italia – AN – Movimento per la cultura rurale), Zanoni (Partito Democratico) e Ruzzante (Gruppo Misto Articolo UNO - Movimento Democratico e Progressista).

Si passa all'esame dell'articolato.

I tre articoli, che compongono il progetto di legge in oggetto, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE pone in votazione, con il sistema elettronico, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan Fabiano, Berlato, Donazzan, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Valdegamberi, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Michieletto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Astenuti:

Ferrari, Guarda, Zorzato, Bassi, Baldin, Bartelle, Berti, Brusco, Scarabel, Ruzzante, Azzalin, Fracasso, Moretti, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera, Negro

Punto n. 25.4) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive di condanna al risarcimento dei danni causati da fauna selvatica in sinistri stradali" (Progetto di legge n. 254/2017) APPROVATO  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Barbisan Riccardo (Liga Veneta – Lega Nord) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.

In discussione generale interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto Articolo UNO - Movimento Democratico e Progressista) che dichiara voto di astensione.

Si passa all'esame dell'articolato.

I tre articoli, che compongono il progetto di legge in oggetto, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE pone in votazione, con il sistema elettronico, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Ferrari, Guarda, Zorzato, Barbisan Fabiano, Berlato, Barison, Donazzan, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Valdegamberi, Azzalin, Fracasso, Moretti, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Guadagnini, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Astenuti:

Bassi, Conte, Baldin, Bartelle, Berti, Brusco, Ruzzante, Dalla Libera

Punto n. 25.5) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti dalla realizzazione di interventi di difesa idrogeologica e a tutela della pubblica incolumità realizzati negli anni 2014 e 2015" (Progetto di legge n. 236/2017) APPROVATO  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Barbisan Riccardo (Liga Veneta – Lega Nord) che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Barbisan Riccardo assume la Presidenza il Vicepresidente Bruno Pigozzo

Interviene il consigliere Sinigaglia (Partito Democratico) che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare e preannuncia voto di astensione.

In discussione generale interviene il consigliere Finco (Liga Veneta – Lega Nord).

Durante l'intervento del consigliere Finco assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti

In discussione generale intervengono i consiglieri Berlato (Fratelli d'Italia – AN – Movimento per la cultura rurale) che dichiara voto di astensione, Azzalin (Partito Democratico) e Conte (Lista Tosi per il Veneto).

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 12.52.

La seduta riprende alle ore 14.37.

Assume la Presidenza il Vicepresidente Bruno Pigozzo

In discussione generale intervengono il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto Articolo UNO - Movimento Democratico e Progressista) e l'assessore Bottacin (Zaia Presidente).

Durante l'intervento dell'assessore Bottacin assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti

Si passa all'esame dell'articolato.

Sull'articolo 1 interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto Articolo UNO - Movimento Democratico e Progressista) che si dichiara contrario.

I tre articoli, che compongono il progetto di legge in oggetto, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE pone in votazione, con il sistema elettronico, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan Fabiano, Barison, Donazzan, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Valdegamberi, Guadagnini, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Ruzzante

Astenuti:

Ferrari, Guarda, Zorzato, Berlato, Baldin, Bartelle, Berti, Brusco, Azzalin, Fracasso, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera, Negro

Svolge le funzioni di consigliere segretario il consigliere Guadagnini

Punto n. 20) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Negro, Casali, Bassi e Conte relativa a "Il Governo preveda che gli immigrati richiedenti asilo politico debbano svolgere lavori socialmente utili" (Mozione n. 120) (Deliberazione n. 90/2017)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Bassi (Centro Destra Veneto - Autonomia e Libertà) che illustra la mozione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione, con il sistema elettronico, la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan Fabiano, Bassi, Berlato, Barison, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Baldin, Berti, Brusco, Valdegamberi, Guadagnini, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Michieletto, Rizzotto, Villanova

Hanno votato no:

Ruzzante

Astenuti:

Ferrari, Guarda, Zorzato, Azzalin, Fracasso, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera

Punto n. 21) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Baldin, Ruzzante, Sinigaglia, Moretti, Azzalin, Fracasso, Pigozzo, Salemi, Zanoni e Zottis relativa a "IRCCS San Camillo: la Regione intervenga per tutelare i posti di lavoro, garantire la specificità scientifica e i servizi riabilitativi d'avanguardia" (Mozione n. 234) (Deliberazione n. 91/2017)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ruzzante (Gruppo Misto Articolo UNO - Movimento Democratico e Progressista) che chiede di sottoscriverla, Pigozzo (Partito Democratico) che si dichiara a favore e Sinigaglia (Partito Democratico) che chiede di sottoscriverla a nome dell'intero gruppo.

Durante l'intervento del consigliere Sinigaglia assume la Presidenza il Vicepresidente Bruno Pigozzo

In discussione generale interviene l'assessore Coletto (Liga Veneta – Lega Nord).

Durante l'intervento dell'assessore Coletto assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti

Il PRESIDENTE pone in votazione, con il sistema elettronico, la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Ferrari, Guarda, Zorzato, Barbisan Fabiano, Bassi, Berlato, Barison, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Baldin, Bartelle, Berti, Brusco, Ruzzante, Valdegamberi, Azzalin, Fracasso, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Guadagnini, Dalla Libera, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Astenuti:

Punto n. 22) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Conte, Casali, Bassi, Negro, Salemi, Moretti, Azzalin, Fracasso, Pigozzo, Sinigaglia, Zanoni e Zottis relativa a "Storie di vini e territori da inserire nel patrimonio dell'umanità, il Veneto delle colline!" (Mozione n. 132) (Deliberazione n. 92/2017)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Bassi (Centro Destra Veneto - Autonomia e Libertà) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale interviene la consigliera Salemi (Partito Democratico) che chiede di sottoscriverla a nome dell'intero gruppo.

Il PRESIDENTE pone in votazione, con il sistema elettronico, la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Ferrari, Guarda, Zorzato, Barbisan Fabiano, Bassi, Berlato, Barison, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Baldin, Berti, Brusco, Ruzzante, Valdegamberi, Azzalin, Fracasso, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Guadagnini, Dalla Libera, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Astenuti:

Punto n. 23) all'ordine del giorno

Mozione presentata dal consigliere Ruzzante relativa a "La Giunta regionale si impegni a sensibilizzare Governo e Parlamento affinché provvedano all'approvazione della riforma dell'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena come delineata nelle relazioni finali degli stati generali dell'esecuzione penale" (Mozione n. 235) RESPINTA  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto Articolo UNO - Movimento Democratico e Progressista) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Sinigaglia (Partito Democratico) che chiede di sottoscriverla a nome dell'intero gruppo e Dalla Libera (Veneto Civico) che la condivide.

Il PRESIDENTE pone in votazione, con il sistema elettronico, la mozione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Ferrari, Guarda, Zorzato, Baldin, Berti, Brusco, Ruzzante, Azzalin, Fracasso, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera, Negro, Sandonà

Hanno votato no:

Astenuti:

Barbisan Fabiano, Berlato, Barison, Giorgetti, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Valdegamberi, Guadagnini, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Villanova

Punto n. 24) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dai consiglieri Pigozzo, Sinigaglia, Fracasso, Azzalin, Moretti, Salemi, Zanoni, Zottis, Ruzzante, Ferrari, Guarda, Dalla Libera, Finco, Riccardo Barbisan, Ciambetti, Coletto, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Rizzotto, Michieletto, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Sandonà e Villanova relativa a "Richiesta al Governo italiano di giungere in tempi rapidissimi, e senza soluzioni di continuità dei lavori parlamentari, alla approvazione in Italia della figura del caregiver familiare, facendo proprio il DDL 2128 del Senato "Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare"" (Risoluzione n. 34) (Deliberazione n. 93/2017)  [RESOCONTO]



Interviene il consigliere Pigozzo (Partito Democratico) che illustra la risoluzione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Sinigaglia (Partito Democratico), Finco (Liga Veneta – Lega Nord) che chiede di sottoscriverla a nome dei gruppi Liga Veneta - Lega Nord e Zaia Presidente e l'assessora Lanzarin (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione, con il sistema elettronico, la risoluzione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Ferrari, Guarda, Zorzato, Barbisan Fabiano, Bassi, Berlato, Barison, Giorgetti, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Baldin, Bartelle, Berti, Ruzzante, Valdegamberi, Azzalin, Fracasso, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Guadagnini, Dalla Libera, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Astenuti:

Punto n. 25) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dal consigliere Guadagnini relativa a "Pieno sostegno all'azione unilaterale del Parlamento catalano finalizzata all'applicazione del diritto di autodeterminazione" (Risoluzione n. 25) (Deliberazione n. 94/2017)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Guadagnini (Siamo Veneto) che illustra la risoluzione in oggetto.

In discussione generale interviene il consigliere Barbisan Riccardo (Liga Veneta – Lega Nord) che si dichiara a favore.

Il PRESIDENTE pone in votazione, con il sistema elettronico, la risoluzione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan Fabiano, Bassi, Berlato, Barison, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Possamai, Semenzato, Baldin, Berti, Brusco, Guadagnini, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Guarda, Ruzzante, Azzalin, Fracasso, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zottis

Astenuti:

Ferrari, Zorzato, Giorgetti, Zanoni

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 15.39.

Consiglieri presenti:
AZZALIN Graziano
LANZARIN Manuela
BALDIN Erika
MARCATO Roberto
BARBISAN Fabiano
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Riccardo
MORETTI Alessandra
BARISON Massimiliano
NEGRO Giovanna
BARTELLE Patrizia
PIGOZZO Bruno
BASSI Andrea
POSSAMAI Gianpiero
BERLATO Sergio Antonio
RIZZOTTO Silvia
BERTI Jacopo
RUZZANTE Piero
BORON Fabrizio
SALEMI Orietta
BOTTACIN Gianpaolo Enrico
SANDONA' Luciano
BRESCACIN Sonia
SCARABEL Simone
BRUSCO Manuel
SEMENZATO Alberto
CALZAVARA Francesco
SINIGAGLIA Claudio
CIAMBETTI Roberto
VALDEGAMBERI Stefano
COLETTO Luca
VILLANOVA Alberto
CONTE Maurizio
ZANONI Andrea
DALLA LIBERA Pietro
ZORZATO Marino
DONAZZAN Elena
ZOTTIS Francesca
FERRARI Franco

FINCO Nicola Ignazio

FINOZZI Marino

FORCOLIN Gianluca

FRACASSO Stefano

GEROLIMETTO Nazzareno

GIDONI Franco

GIORGETTI Massimo

GUADAGNINI Antonio

GUARDA Cristina





IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Antonio GUADAGNINI






IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI










PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Giuseppe Migotto
Elaborazione testo a cura di Paola Lombardo