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Seduta del consiglio regionale del 01/09/2015 n. 7
Resoconto 7a Seduta pubblica
Martedì, 1 settembre 2015
SOMMARIO
- APPROVAZIONE VERBALE DELLA SEDUTA PRECEDENTE
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- COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
- INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
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- Interrogazione a risposta immediata n. 17 presentata il 23 luglio 2015 dai consiglieri Ruzzante, Moretti, Dalla Libera, Ferrari, Azzalin, Fracasso, Guarda, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni e Zottis "LA REGIONE VENETO INTERVENGA A SOSTEGNO DEI LAVORATORI DELLE FILIALI VENETE DELLA MULTINAZIONALE TNT EXPRESS ITALIA A RISCHIO LICENZIAMENTO"
- Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Piero RUZZANTE (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 8 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Ruzzante "PADOVA, PROGETTO NUOVO CENTRO COMMERCIALE IN VIA TICINO: QUALE INTERVENTO DELLA REGIONE A TUTELA DEL TERRITORIO?"
- Ass.re Roberto MARCATO (Liga Veneta-Lega Nord)
- PRESIDENTE
- Piero RUZZANTE (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 10 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Semenzato "OLTRE IL DANNO LA BEFFA: CONTROLLO SPISAL IN UN'AZIENDA DI MIRA DEVASTATA DAL TORNADO DELL'8 LUGLIO 2015 E CHIUSA DA TRE ANNI PER FALLIMENTO"
- Ass.re Luca COLETTO (Liga Veneta-Lega Nord)
- PRESIDENTE
- Alberto SEMENZATO (Liga Veneta-Lega Nord)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 4 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Berlato "COME, CHI E SU CHE BASE VENGONO CONTROLLATI E NORMATI GLI ENTI BENEFICIARI DEI FINANZIAMENTI PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE?"
- Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Sergio Antonio BERLATO (Fratelli D'Italia-AN-Movimento per la cultura rurale)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 5 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Berlato "AGENZIA FORMAZIONE LAVORO E ACCADEMIA LA PARIGINA HANNO I RENDICONTI REGOLARI MA GLI VENGONO SOSPESI GLI SVINCOLI DELLE FIDEIUSSIONI. QUALI SONO LE NORME CHE REGOLANO GLI ACCERTAMENTI SULLE SOVVENZIONI REGIONALI NELLA FORMAZIONE?"
- Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 6 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Berlato "QUALI SONO LE PROCEDURE DI VERIFICA PER I CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE FINANZIATI DALLA REGIONE? SONO SUSCETTIBILI A VARIAZIONI E INTERPRETAZIONI? CHI LE INTERPRETA?"
- Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 7 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Berlato "POR-FSE VENETO 2014-2020. PERCHÉ TANTI SOLDI PUBBLICI GUIDATI DA CONSULENTI ESTERNI?"
- Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Sergio Antonio BERLATO (Fratelli D'Italia-AN-Movimento per la cultura rurale)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 11 presentata il 17 luglio 2015 dal consigliere Calzavara "CANTIERE ANAS NELLA STRADA VERSO IL MARE: TRAFFICO NEL CAOS"
- Ass.ra Elisa DE BERTI
- PRESIDENTE
- Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 9 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Ruzzante "IKEA, RINNOVO CONTRATTO INTEGRATIVO AZIENDALE: VERTENZA LONTANA DALLO SBLOCCO. LA REGIONE INTENDE INTERVENIRE A TUTELA DEI LAVORATORI IKEA IN VENETO?"
- Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Piero RUZZANTE (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- CONVALIDA DELL'ELEZIONE DEI CONSIGLIERI REGIONALI AZZALIN GRAZIANO, BALDIN ERIKA, BARBISAN FABIANO, BARBISAN RICCARDO, BARISON MASSIMILIANO, BASSI ANDREA, BARTELLE PATRIZIA IN GRILLO, BERLATO SERGIO ANTONIO, BERTI JACOPO, BORON FABRIZIO, BOTTACIN GIAMPAOLO ENRICO, BRESCACIN SONIA, BRUSCO MANUEL, CALZAVARA FRANCESCO, CASALI STEFANO, COLETTO LUCA, DALLA LIBERA PIETRO, DONAZZAN ELENA, FERRARI FRANCO, FINCO NICOLA IGNAZIO, FINOZZI MARINO, FORCOLIN GIANLUCA, FRACASSO STEFANO, GEROLIMETTO NAZZARENO, GIDONI FRANCO, GUARDA CRISTINA, LANZARIN MANUELA, MARCATO ROBERTO, MICHIELETTO GABRIELE, MONTAGNOLI ALESSANDRO, MORETTI ALESSANDRA, NEGRO GIOVANNA, POSSAMAI GIANPIERO, RIZZOTTO SILVIA, RUZZANTE PIERO, SANDONà LUCIANO, SEMENZATO ALBERTO, SALEMI ORIETTA, SCARABEL SIMONE, SINIGAGLIA CLAUDIO, VALDEGAMBERI STEFANO, VILLANOVA ALBERTO, ZAIA LUCA, ZANONI ANDREA, ZORZATO MARINO, ZOTTIS FRANCESCA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 37 DELLO STATUTO (DELIBERAZIONE N. 43/2015)
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- Massimiliano BARISON (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta - Lega Nord)
- PRESIDENTE
- Antonio GUADAGNINI (Indipendenza Noi Veneto)
- PRESIDENTE
- Stefano CASALI (Lista Tosi per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Maurizio CONTE (Lista Tosi per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Piero RUZZANTE (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Massimo GIORGETTI (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Jacopo BERTI (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Marino ZORZATO (Area Popolare Veneto)
- PRESIDENTE
- MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI GUADAGNINI, FINCO, SEMENZATO, GIDONI, SANDONà, VILLANOVA, BORON, MONTAGNOLI, RIZZOTTO, GEROLIMETTO, MICHIELETTO, MARCATO, BARBISAN RICCARDO, FORCOLIN, CALZAVARA, POSSAMAI, BRESCACIN, FINOZZI, BALDIN, SCARABEL, BARTELLE E BRUSCO RELATIVA A "GIOCHI OLIMPICI DEL 2024, NO ALLA CANDIDATURA DI ROMA" (MOZIONE N. 6) (DELIBERAZIONE N. 45/2015)
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- Antonio GUADAGNINI (Indipendenza Noi Veneto)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Alessandra Moretti Presidente)
- PRESIDENTE
- Manuel BRUSCO (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Stefano CASALI (Lista Tosi per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Pietro DALLA LIBERA (Veneto Civico)
- PRESIDENTE
- Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Piero RUZZANTE (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Marino ZORZATO (Area Popolare Veneto)
- PRESIDENTE
- Antonio GUADAGNINI (Indipendenza Noi Veneto)
- PRESIDENTE
- MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BARTELLE, BERTI, SCARABEL, BALDIN E BRUSCO RELATIVA A "ATTIVARSI CON URGENZA PER SALVARE L'ESTESA MORIA DI MITILI NELLA SACCA DI SCARDOVARI" (MOZIONE N. 7) (DELIBERAZIONE N. 46/2015)
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- Patrizia BARTELLE in GRILLO (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Graziano AZZALIN (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Ass.re Cristiano CORAZZARI
- PRESIDENTE
- Ass.re Giuseppe PAN
- PRESIDENTE
- Giovanna NEGRO (Il Veneto del fare)
- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Patrizia BARTELLE in GRILLO (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BERTI, SCARABEL, BALDIN, BARTELLE, BRUSCO, RIZZOTTO, MICHIELETTO, BORON, BOTTACIN, BRESCACIN, CALZAVARA, GEROLIMETTO, LANZARIN, SANDONà, VALDEGAMBERI, VILLANOVA, BARISON, DONAZZAN E GIORGETTI RELATIVA A "RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO IL DDL SCUOLA "RIFORMA DEL SISTEMA NAZIONALE DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE E DELEGA PER IL RIORDINO DELLE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE VIGENTI"" (MOZIONE N. 8) (DELIBERAZIONE N. 47/2015)
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- Jacopo BERTI (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Stefano FRACASSO (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Massimiliano BARISON (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Jacopo BERTI (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI MONTAGNOLI, SEMENZATO, GIDONI, FINCO, FINOZZI, RICCARDO BARBISAN, VILLANOVA, BRESCACIN, RIZZOTTO, BORON, SANDONà, GEROLIMETTO, MICHIELETTO, FABIANO BARBISAN E POSSAMAI RELATIVA A "IL GOVERNO DEVE RISOLVERE L'EMERGENZA PROFUGHI: IL VENETO DICE BASTA AI CLANDESTINI" (MOZIONE N. 9) (DELIBERAZIONE N. 48/2015)
- MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BASSI, CONTE, NEGRO E CASALI RELATIVA A "LA REGIONE VENETO NON VANIFICHI IL LAVORO SVOLTO E LE RISORSE ECONOMICHE IMPEGNATI PER IL PIANO FAUNISTICO-VENATORIO 2014-2019, RIAPPROVANDOLO" (MOZIONE N. 10) RESPINTA
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- Giovanna NEGRO (Il Veneto del fare)
- PRESIDENTE
- Gianpiero POSSAMAI (Liga Veneta-Lega Nord)
- PRESIDENTE
- Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia - AN - Movimento per la cultura rurale)
- PRESIDENTE
- Graziano AZZALIN (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Giovanna NEGRO (Il Veneto del fare)
- PRESIDENTE
- Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia - AN - Movimento per la cultura rurale)
- PRESIDENTE
- Gianpiero POSSAMAI (Liga Veneta-Lega Nord)
- PRESIDENTE
- Stefano CASALI (Lista Tosi per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Graziano AZZALIN (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Simone SCARABEL (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI MONTAGNOLI, FINCO, RIZZOTTO, VILLANOVA, GIDONI, BORON, SANDONà, FABIANO BARBISAN, BRESCACIN, SEMENZATO, FINOZZI, CALZAVARA, VALDEGAMBERI, POSSAMAI, BERTI, SCARABEL, BARTELLE E BRUSCO RELATIVA A "CHIUSURA UFFICI POSTALI PERIFERICI: POSTE ITALIANE SI SIEDA AL TAVOLO CON REGIONE E ENTI LOCALI" (MOZIONE N. 11) (DELIBERAZIONE N. 49/2015)
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- Alessandro MONTAGNOLI (Liga Veneta - Lega Nord)
- PRESIDENTE
- Bruno PIGOZZO (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Stefano VALDEGAMBERI (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Stefano CASALI (Lista Tosi per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Pietro DALLA LIBERA (Veneto Civico)
- PRESIDENTE
- Massimiliano BARISON (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Manuel BRUSCO (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BARTELLE, BERTI, SCARABEL, BRUSCO, AZZALIN, MORETTI, RUZZANTE, FRACASSO, PIGOZZO, SINIGAGLIA, ZANONI E ZOTTIS RELATIVA A "CREDITI VANTATI DAI CONSORZI DI BONIFICA VERSO LA REGIONE VENETO" (MOZIONE N. 12) (DELIBERAZIONE N. 50/2015)
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- Patrizia BARTELLE in GRILLO (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Graziano AZZALIN (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Stefano VALDEGAMBERI (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Manuel BRUSCO (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Ass.re Gianluca FORCOLIN (Liga Veneta-Lega Nord)
- PRESIDENTE
- Patrizia BARTELLE in GRILLO (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BERLATO, BARISON, DONAZZAN, GIORGETTI, FINCO, BARBISAN RICCARDO, CIAMBETTI, COLETTO, FINOZZI, FORCOLIN, GIDONI, MARCATO, MONTAGNOLI, POSSAMAI, SEMENZATO, RIZZOTTO, MICHIELETTO, BORON, BOTTACIN, BRESCACIN, CALZAVARA, GEROLIMETTO, LANZARIN, SANDONà, VALDEGAMBERI, VILLANOVA E GUADAGNINI RELATIVA A "LA SCUOLA NON INTRODUCA IDEOLOGIE DESTABILIZZANTI E PERICOLOSE PER LO SVILUPPO DEGLI STUDENTI QUALI L'IDEOLOGIA GENDER" (MOZIONE N. 13) (DELIBERAZIONE N. 51/2015)
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- Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia - AN - Movimento per la cultura rurale)
- PRESIDENTE
- Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Alessandra MORETTI (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Stefano VALDEGAMBERI (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Massimiliano BARISON (Forza Italia)
- PRESIDENTE
- Riccardo BARBISAN (Liga Veneta - Lega Nord)
- PRESIDENTE
- Stefano FRACASSO (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
- Stefano CASALI (Lista Tosi per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Jacopo BERTI (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Jacopo BERTI (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Antonio GUADAGNINI (Indipendenza Noi Veneto)
- PRESIDENTE
- Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)
- PRESIDENTE
PUNTO
1 |
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Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 14.08
PRESIDENTE
Diamo inizio alla 7a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno n. 16180 del 26 agosto 2015.
APPROVAZIONE VERBALE DELLA SEDUTA PRECEDENTE
Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che s'intende approvato il processo verbale della 6a seduta pubblica di martedì 4 agosto 2015.
PUNTO
2 |
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COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Progetti di legge regionale
Sono stati presentati alla Presidenza del Consiglio i seguenti progetti di legge:
N. 40 del 4 agosto 2015
Presentato dal consigliere Pigozzo ed altri
"NORME PER IL RECUPERO DI SUOLO ALL'USO AGRICOLO E AMBIENTALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL VENETO".
N. 41 del 17 agosto 2015
Presentato dai consiglieri Conte, Bassi, Negro e Casali
"MODIFICHE E INTEGRAZIONI ALLA LEGGE REGIONALE 23 APRILE 2014, n. 11 'NORME PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO E IN MATERIA DI PAESAGGIO' E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI".
N. 42 del 21 agosto 2015
Presentato dalla Giunta regionale
"RENDICONTO GENERALE DELLA REGIONE PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 2014".
N. 43 del 24 agosto 2015
Presentato dal consigliere Berlato
"NORME PER L'ISTITUZIONE DEL SERVIZIO DI VIGILANZA AMBIENTALE DELLA REGIONE VENETO".
N. 44 del 24 agosto 2015
Presentato dal consigliere Zorzato
"DISPOSIZIONI PER IL CONTENIMENTO DEL CONSUMO DI SUOLO, LA PREVENZIONE E MITIGAZIONE DEGLI EVENTI DI DISSESTO IDROGEOLOGICO, LA RIGENERAZIONE URBANA E IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ INSEDIATIVA".
Promulga di leggi regionali
Promulga legge regionale 6 agosto 2015, n. 14 "MODIFICA ALLA LEGGE REGIONALE 7 NOVEMBRE 2003, n. 27 , 'DISPOSIZIONI GENERALI IN MATERIA DI LAVORI PUBBLICI DI INTERESSE REGIONALE E PER LE COSTRUZIONI IN ZONE CLASSIFICATE SISMICHE' E ALLA LEGGE REGIONALE 9 AGOSTO 2002, n. 15 'NORME PER LA REALIZZAZIONE DI INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO, PER LA PROGETTAZIONE, REALIZZAZIONE E GESTIONE DI AUTOSTRADE E STRADE A PEDAGGIO REGIONALI E RELATIVE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI FINANZA DI PROGETTO E CONFERENZA DI SERVIZI'" (PDL 15)
Promulga legge regionale 6 agosto 2015, n. 14 "MODIFICA ALLA LEGGE REGIONALE 10 AGOSTO 2012, n. 28 'DISCIPLINA DELLE ATTIVITÀ TURISTICHE CONNESSE AL SETTORE PRIMARIO' E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI'". (PDL 35)
Promulga legge regionale 22 luglio 2015, n. 13 "VARIAZIONE AL BILANCIO DI PREVISIONE 2015 PER IL FINANZIAMENTO DEGLI INTERVENTI PER FRONTEGGIARE L'EMERGENZA CAUSATA DAGLI ECCEZIONALI EVENTI ATMOSFERICI DEL GIORNO 8 LUGLIO 2015 CHE HANNO COLPITO I TERRITORI DI CUI AL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 106 DEL 09 LUGLIO 2015". (PDL 29)
Interrogazioni
Sono state presentate alla Presidenza del Consiglio le seguenti interrogazioni:
a risposta scritta
N. 14 del 7 agosto 2015
Presentata dai consiglieri Berti, Scarabel, Baldin, Bartelle, Brusco
"DICHIARAZIONE STATO DI SOMMA URGENZA PER LA FRANA DI CANCÌA".
N. 15 del 7 agosto 2015
Presentata dai consiglieri Berti, Scarabel, Baldin, Bartelle, Brusco
"POSSIAMO RIPRISTINARE INTEGRALMENTE I TRASFERIMENTI PER LA MANUTENZIONE DELLE STRADE IN PROVINCIA DI BELLUNO?"
N.16 del 24 agosto 2015
Presentata dai consiglieri Zanoni e Guarda
"ARRESTI NELLE ISOLE FÆR ØER DI DUE CITTADINE ITALIANE RESIDENTI NELLA REGIONE VENETO PER AVER MANIFESTATO CONTRO L'ORRIBILE MASSACRO DELLA CACCIA AI CETACEI (GLOBICEFALI) PROTETTI DALL'UE."
N. 17 del 26 agosto 2015
Presentata dal consigliere Zorzato
"COMPLETAMENTO DELLA S.R. 10 COME STANNO LE COSE?"
a risposta immediata
N. 20 del 17 agosto 2015
Presentata dal consigliere Pigozzo
"DITTA ZEOLITE DI MIRA: LA GIUNTA INTERVENGA CON URGENZA PER RISOLVERE LO STATO DI CRISI".
N. 21 del 17 agosto 2015
Presentata dai consiglieri Moretti, Azzalin, Fracasso, Zanoni
"LA REGIONE SI IMPEGNI A PRESERVARE IL PONTE DEGLI ALPINI, SIMBOLO STORICO DELL'IDENTITÀ VENETA".
N. 22 del 26 agosto 2015
Presentata dal consigliere Pigozzo
"CONVALIDA DEI CONTRASSEGNI DI NAVIGAZIONE PER LA LAGUNA VENEZIANA. LA REGIONE LIBERI DA INUTILI BALZELLI I 50.000 PROPRIETARI DI NATANTI".
N. 23 del 26 agosto 2015
Presentata dai consiglieri Zanoni, Moretti, Ruzzante, Azzalin, Guarda, Pigozzo
"ERBICIDI CANCEROGENI (GLIFOSATE) USATI IN AMBIENTE URBANO: COSA STA FACENDO LA REGIONE VENETO PER SALVAGUARDARE LA POPOLAZIONE, LE FALDE ACQUIFERE E L'AMBIENTE DAL POTENZIALE PERICOLO DI CONTAMINAZIONE?"
N. 24 del 26 agosto 2015
Presentata dal consigliere Ruzzante
"VERTENZA ALLISON SPA. ATTIVARE TAVOLO REGIONALE PER EVITARE UN PESANTE DANNO OCCUPAZIONALE E PER IL TESSUTO PRODUTTIVO PADOVANO."
N. 25 del 27 agosto 2015
Presentata dal consigliere Ruzzante
"PADOVA, SERVIZIO SERT DI VIA DEI COLLI: SITUAZIONE EMERGENZIALE DI GRAVE DEGRADO. NECESSARIO INVERTIRE URGENTEMENTE."
N. 26 del 27 agosto 2015
Presentata dal consigliere Ruzzante
"PERNUMIA (PADOVA), BONIFICA AREA C&C INQUINATA DA RIFIUTI TOSSICO-NOCIVI. STANZIARE FINANZIAMENTI PER EVITARE DISASTRO AMBIENTALE."
N. 27 del 27 agosto 2015
Presentata dai consiglieri Pigozzo, Sinigaglia, Salemi e Ferrari
"CERTIFICAZIONI GENERICHE E INCOMPLETE DELLE CASE DI RIPOSO. LA GIUNTA INTERVENGA PER GARANTIRE LE AGEVOLAZIONI FISCALI ALLE FAMIGLIE VENETE!"
Mozioni
Sono state presentate alla Presidenza del Consiglio le seguenti mozioni:
N. 9 del 05 agosto 2015
Presentata dai consiglieri Montagnoli, Semenzato, Gidoni, Finco, Riccardo Barbisan, Villanova, Brescacin, Rizzotto, Boron, Sandonà, Gerolimetto, Michieletto, Fabiano Barbisan, Possamai, Finozzi
"IL GOVERNO DEVE RISOLVERE L'EMERGENZA PROFUGHI: IL VENETO DICE BASTA AI CLANDESTINI"
N. 10 del 05 agosto 2015
Presentata dai consiglieri Bassi, Conte, Negro e Casali
"LA REGIONE VENETO NON VANIFICHI IL LAVORO SVOLTO E LE RISORSE ECONOMICHE IMPEGNATI PER IL PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2014-2019, RIAPPROVANDOLO."
N. 11 del 11 agosto 2015
Presentata dai consiglieri Montagnoli, Finco, Rizzotto, Villanova, Gidoni, Boron, Sandonà, Barbisan, Brescacin, Semenzato, Finozzi, Calzavara, Valdegamberi
"CHIUSURA UFFICI POSTALI PERIFERICI: POSTE ITALIANE SI SIEDA AL TAVOLO CON REGIONE E ENTI LOCALI."
N. 12 del 17 agosto 2015
Presentata dal consigliere Bartelle
"CREDITI VANTATI DAI CONSORZI DI BONIFICA VERSO LA REGIONE VENETO"
N. 13 del 24 agosto 2015
Presentata dal consigliere Berlato
"LA SCUOLA NON INTRODUCA IDEOLOGIE DESTABILIZZANTI E PERICOLOSE PER LO SVILUPPO DEGLI STUDENTI QUALI L'IDEOLOGIA GENDER."
N. 14 del 25 agosto 2015
Presentata dal consigliere Guadagnini
"NO ALLA COSIDETTA 'TEORIA DEL GENDER'"
N. 15 del 26 agosto 2015
Presentata dal consigliere Berlato
"LE ISTITUZIONI GARANTISCONO AI CITTADINI ONESTI IL DIRITTO ALLA LEGITTIMA DIFESA."
PUNTO
3 |
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INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
Passiamo alle interrogazioni ed interpellanze.
Interrogazione a risposta immediata n. 17 presentata il 23 luglio 2015 dai consiglieri Ruzzante, Moretti, Dalla Libera, Ferrari, Azzalin, Fracasso, Guarda, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni e Zottis "LA REGIONE VENETO INTERVENGA A SOSTEGNO DEI LAVORATORI DELLE FILIALI VENETE DELLA MULTINAZIONALE TNT EXPRESS ITALIA A RISCHIO LICENZIAMENTO"
"Premesso che:
- il 20 luglio scorso si è svolto in tutta Italia lo sciopero del personale TNT Express, diretto ed indiretto (drivers e facchinaggio), contro la scelta unilaterale dell'azienda di aprire una nuova procedura di licenziamento collettivo per 239 esuberi, di cui 18 nel Veneto, individuati nelle filiali di Padova, Verona, Venezia, Treviso e Vicenza. Le iniziative che si sono svolte durante tutta la giornata, anche attraverso l'allestimento di presidi davanti alle diverse filiali, hanno avuto una buona partecipazione sia dei lavoratori direttamente coinvolti sia di persone che comunque hanno voluto esprimere la loro solidarietà ai lavoratori che chiedono certezze occupazionali e un futuro per le loro famiglie. Hanno aderito allo sciopero circa il settanta per cento dei dipendenti diretti e la totalità del personale di cooperativa;
- nel 2013 la TNT Express aveva già attuato un piano di ristrutturazione con la chiusura di trentuno filiali sparse nel territorio nazionale, di cui due nel Veneto (Rovigo e Belluno). La grande mobilitazione dei lavoratori consentì allora di ridurre significativamente il pesante impatto sui livelli occupazionali dell'azienda e del relativo indotto;
- a distanza di due anni la TNT Express sta preparando il suo passaggio alla società FedEx Spa a spese dei lavoratori e senza un piano industriale credibile che abbia come obiettivi l'incremento degli investimenti per l'adeguamento tecnologico degli impianti e il mantenimento dei livelli occupazionali diretti e indiretti dell'azienda.
Tutto ciò premesso il sottoscritto consigliere regionale
chiede all'Assessore regionale al Lavoro
se non ritenga opportuno intervenire nelle sedi competenti affinché siano evitati i licenziamenti dei lavoratori delle filiali venete della multinazionale TNT Express Italia al fine di salvaguardare i livelli occupazionali diretti e indiretti dell'azienda.".
La parola all'assessora Elena Donazzan.
Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
"TNT Express Italy fa parte del Gruppo TNT Global Express SpA, uno dei leader mondiali nei servizi di trasporto espresso, fornitore globale di soluzioni di consegna customizzate, con circa 3000 dipendenti in Italia. Nel 2013 ha dichiarato 850 esuberi a livello nazionale e, dopo una difficile vertenza, il 18 luglio 2013 ha sottoscritto un accordo di CIG in deroga per 928 lavoratori, di cui 56 in forza in Veneto. Sono stati favoriti i contratti part-time e la mobilità incentivata sulla base della non opposizione.
Tra il 2013 e il 2014 sono state tuttavia chiuse le sedi di Rovigo e Belluno, con trasferimento dei lavoratori a Padova e Treviso.
Si parla di una prossima acquisizione da FedEx di TNT Express Italy.
Nelle scorse settimane la società ha dichiarato un esubero di 239 lavoratori in Italia, di cui 18 in Veneto. Si è tenuto un incontro a Roma il 9 luglio tra l'azienda e i Sindacati, in cui l'Azienda ha ribadito la volontà di proseguire la procedura di licenziamento. Le organizzazioni sindacali sostengono che sia una decisione dettata unicamente dalla volontà di tagliare i costi in vista della cessione a FedEx, ma senza che ci sia un piano di rilancio serio alla base, come dimostrerebbero anche le perdite negli ultimi anni.
Il 5 agosto 2015 presso il Ministero del Lavoro è stato sottoscritto un accordo per la concessione della CIG in deroga per riorganizzazione aziendale dal 1° settembre 2015 per 4 mesi (56 unità nel Veneto), e che, inoltre, prevede la collocazione in mobilità secondo il criterio della non opposizione per 223 unità complessive in esubero, che avranno diritto ad un incentivo.
La Regione, tramite i suoi uffici, sta seguendo l'evoluzione della vicenda, tenendo conto che si tratta di una vertenza di rilevanza nazionale, è disponibile, se richiesta, a partecipare ai tavoli che saranno convocati presso le sedi competenti ed è in contatto con il sindacato che rappresenta i lavoratori coinvolti."
PRESIDENTE
Grazie, assessora Elena Donazzan.
La parola al consigliere Ruzzante.
Piero RUZZANTE (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Mi dichiaro soddisfatto di questa risposta perché ero venuto a conoscenza di questo accordo che era stato siglato.
Io con l'interrogazione volevo sottolineare un aspetto. Quando si fanno questi grandi accordi di vendita, in questo caso di tratta di grandi multinazionali come FedEx, il rischio è che a rimetterci siano i lavoratori del nostro territorio. Sono state chiuse due sedi, Rovigo e Belluno della TNT, e si mettono a rischio o in discussione altri posti di lavoro, seppur siamo in una fase dove i dati ISTAT hanno rilevato ci sia una fase di inversione della tendenza con 44.000 occupati in più rispetto al mese precedente, 235.000 sull'anno con i tassi di disoccupazione riportati al 2012. Quindi credo sia una fase che va vissuta con una certa intensità proprio perché ci sono dei segnali di ripresa.
Non può essere che alcune imprese, alcuni imprenditori – e lei sa perfettamente che mi riferisco al caso della Allison di Padova - si rifiutino perfino di essere presenti ai tavoli convocati da lei stessa a nome di tutta l'Istituzione che noi rappresentiamo. Siccome non siamo più nella fase acuta della crisi, i dati ci dicono che ci sono dei timidi segnali di ripresa, noi dobbiamo capire che proprio in questa fase qui le Istituzioni devono farsi sentire. Devono far sentire la loro voce perché è inaccettabile che degli imprenditori che hanno "sfruttato questo territorio, sfruttato i lavoratori di questo territorio", poi sul più bello se ne vadano senza nemmeno rendersi disponibili di sedersi a un tavolo per concertare le condizioni migliori per quei lavoratori. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Ruzzante.
Interrogazione a risposta immediata n. 8 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Ruzzante "PADOVA, PROGETTO NUOVO CENTRO COMMERCIALE IN VIA TICINO: QUALE INTERVENTO DELLA REGIONE A TUTELA DEL TERRITORIO?"
"Premesso che:
con delibera n. 532 del 7 ottobre 2014 l'Amministrazione comunale di Padova, nel ridefinire il perimetro del centro urbano, ha aperto di fatto la strada all'insediamento di nuove grandi strutture di vendita;
- successivamente a tale deliberazione il Sindaco di Padova, Massimo Bitonci, ha dichiarato: "Noi abbiamo tre grandi strutture di vendita e le metteremo nelle aree più degradate della città. Di certo l'Ansa Borgomagno è una di queste"; il riferimento del primo cittadino è all'area di via Ticino, in zona Arcella, dove attualmente sorge il parco denominato "Fantasia", un'area verde di 7 mila metri quadrati.
Considerato che:
- l'insediamento in oggetto andrebbe a compromettere l'integrità del Parco e le attività della zona, che proprio grazie a queste presenze, non può di certo essere definita come degradata;
- la provincia di Padova conta già attualmente una presenza di grande distribuzione commerciali pari a 420 metri quadrati per ogni 1.000 abitanti;
- semmai è comprovato che proprio la nascita di nuovi centri commerciali (vedi il "Centro Giotto" alla Stanga e "La Corte" a Mortise) ha creato a Padova situazioni di degrado, abbandono e sporcizia;
- lo scorso 1° luglio il TAR del Veneto, con sentenza n. 766/2015, ha sancito che "La realizzazione di una grande struttura di vendita ha un considerevole impatto sul territorio, condizionandone la destinazione e gli sviluppi futuri, circostanza quest'ultima che impone, di per sé, la necessità che i principi in materia di liberalizzazione del commercio siano contemperati dalla tutela di un interesse generale, evidentemente inciso dalla realizzazione di una struttura di tale dimensione (superiore ai 1.500 metri quadri di superficie). Ne consegue la legittimità di un controllo preventivo, e quindi autorizzatorio";
- il neo Assessore regionale al Commercio, Roberto Marcato, nel corso della recente campagna elettorale, ha dichiarato la sua contrarietà all'ulteriore consumo di suolo, schierandosi dalla parte della tutela dell'interesse generale ed ambientale, proprio nello spirito del suddetto pronunciamento del TAR del Veneto.
Tutto ciò premesso il sottoscritto Consigliere
chiede al Presidente della Giunta regionale
se e quali iniziative, anche facendo leva sulla sentenza del TAR del Veneto n. 766/2015 del 1° luglio scorso, intenda assumere, per scongiurare l'ipotesi di realizzazione di un nuovo centro commerciale nell'area di via Ticino a Padova."
La parola all'assessore Marcato.
Ass.re Roberto MARCATO (Liga Veneta-Lega Nord)
Ringrazio l'amico Piero Ruzzante che mi dà la possibilità di fare il battesimo qui oggi in Consiglio regionale.
"La
legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 'Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto' disciplina la materia del commercio al dettaglio su area privata; una delle principali finalità della normativa regionale consiste nella rigenerazione dell'economia e del tessuto sociale e culturale urbano attraverso lo sviluppo delle attività commerciali.
La normativa regionale ha demandato alla Giunta regionale l'adozione di un regolamento recante gli indirizzi regionali per lo sviluppo delle attività commerciali sulla base dei criteri stabiliti dal legislatore regionale medesimo.
Tra i suddetti criteri, individuati all'articolo 4 della legge regionale n. 50 del 2012, figura il contenimento del consumo di suolo, favorendosi, tra gli altri, gli interventi all'interno dei centri storici e urbani, nonché gli interventi di recupero e riqualificazione di aree o strutture dismesse e degradate.
In attuazione dei principi stabiliti dal legislatore regionale, la Giunta regionale ha approvato il regolamento regionale n. 1 del 21 giugno 2013 con il quale sono stati disciplinati nel dettaglio, tra le diverse disposizioni, i criteri di natura urbanistica che i Comuni debbono applicare nella pianificazione delle strutture commerciali di maggiore dimensione, ossia delle medie strutture con superficie di vendita compresa tra mq. 1501 e 2.500, nonché delle grandi strutture di vendita (aventi superficie superiore al predetto limite).
In particolare è prevista l'applicazione del criterio di matrice anglosassone denominato "approccio sequenziale", sulla base del quale le grandi strutture di vendita possono essere localizzate urbanisticamente al di fuori del centro urbano a condizione che non vi siano aree disponibili per il relativo insediamento all'interno del centro storico e urbano del Comune.
Al di fuori del centro urbano, secondo quanto previsto dal regolamento regionale, le grandi strutture di vendita possono essere localizzate in due sole ipotesi:
a) al fine di consolidare polarità commerciali esistenti, costituite da medie o grandi strutture di vendita;
b) in caso di intervento di recupero e riqualificazione urbanistica di aree o strutture dismesse e degradate.
In entrambi i casi non è consentito il consumo di suolo agricolo.
Al fine di consentire l'adeguamento dello strumento urbanistico comunale alle previsioni stabilite dalla normativa regionale, i Comuni debbono provvedere alla perimetrazione del centro urbano e alla individuazione delle aree o strutture dismesse e degradate, secondo i criteri definiti dal Regolamento regionale. In tal senso ha operato anche il Comune di Padova approvando la prescritta perimetrazione del centro urbano.
Sotto il profilo amministrativo la legge regionale ha provveduto ad assoggettare le predette strutture di maggiore dimensione al regime autorizzatorio e quindi esse risultano sottoposte ad un controllo pubblico preventivo finalizzato a verificare la sostenibilità dell'intervento sul territorio.
Per quanto concerne in particolare le grandi strutture di vendita è infatti previsto il procedimento di Conferenza di servizi tra Comune, Provincia e Regione, con il veto della Regione. In sede di Conferenza di servizi le Amministrazioni effettuano un'approfondita valutazione degli impatti generati dall'intervento commerciale, con particolare riferimento ai profili urbanistici, territoriali, ambientali, e non ultimi, ai profili dell'occupazione e della valorizzazione delle produzioni locali.
Le positive valutazioni effettuate dalle Amministrazioni in sede di Conferenza di servizi costituiscono il presupposto per il rilascio del provvedimento finale di autorizzazione commerciale, di competenza comunale e qualora la Regione esprima parere negativo l'autorizzazione commerciale non può essere rilasciata.
Con la sintetica illustrazione sin qui operata della vigente normativa regionale e in particolare del regolamento regionale attuativo, la cui legittimità, preme sottolineare, è stata accertata dal Tribunale Amministrativo per il Veneto nella sentenza n. 766 del 1° luglio 2015, citata nell'interrogazione, si intende porre in luce la particolare attenzione prestata dal legislatore regionale e dalla Giunta regionale alla tutela del territorio in relazione allo sviluppo del sistema commerciale sviluppo che, giova ricordare, si muove in un contesto normativo europeo e statale, caratterizzato da una sostanziale liberalizzazione dell'esercizio dell'attività economica, seppur assoggettato a capillari verifiche da parte delle Amministrazioni preposte alla tutela di interessi pubblici di natura generale.
Al riguardo giova sottolineare che il regolamento regionale attribuisce alla Regione, nell'ambito del predetto procedimento di conferenza di servizi, un generale potere di verifica della conformità dell'iniziativa commerciale alla normativa regionale."
Per quanto concerne il caso proposto, preso atto che il Comune di Padova ha provveduto alla perimetrazione del centro urbano secondo quanto previsto dalla vigente normativa regionale, non risultano ad oggi pendenti procedimenti di autorizzazione commerciale; qualora tuttavia dovesse pervenire un'istanza di autorizzazione relativa all'apertura di una grande struttura di vendita nell'area indicata nell'interrogazione si procederà con tutte le necessarie verifiche di natura preventiva stabilite dalla vigente normativa regionale".
PRESIDENTE
Grazie, assessore Marcato.
La parola al consigliere Ruzzante.
Piero RUZZANTE (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Ringrazio l'assessore Marcato per la risposta che mi sembra puntuale, poi gli chiederò ovviamente il testo per poterne fare una lettura più puntuale.
Mi pare che risponda negativamente, cioè ad oggi non esiste nessuna richiesta per un'area a centro commerciale.
Stavo cercando sui quotidiani locali. Proprio oggi c'era la notizia della riduzione del numero dei dipendenti dei centri commerciali, quindi si sono persi addirittura e si sono chiuse superfici di vendita in moltissimi centri commerciali. Quindi già sono assolutamente in numero di esubero rispetto a quella che è la necessità di un territorio.
Mi pare che nella nostra Provincia di Padova sono 450 metri quadri ogni 1.000 abitanti quando il punto di saturazione è di 150. Quindi siamo al triplo.
Pertanto questa è una posizione che ho sempre mantenuto e sempre assunto. Ovviamente non ho nulla di ideologico contro i centri commerciali, però ogni centro commerciale che apre significa che chiudono decine di negozi di prossimità e significa che rappresentano una riduzione e non un aumento dell'occupazione. Nell'area specifica, oltretutto, pongo anche una serie di problemi urbanistici ma, visto che non è all'oggetto una richiesta in tal senso, io ho citato la sentenza del TAR perché mi sembra molto azzeccata e adeguata rispetto a come un territorio regionale deve, in qualche modo, adeguare i propri Piani urbanistici e commerciali tenendo presente le ricadute, gli impatti sul territorio, come cita la sentenza del TAR. Mi dichiaro parzialmente soddisfatto. Ovviamente resterò attento a quello che accadrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi e mi auguro che su quell'area non si realizzi alcun centro commerciale. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Ruzzante.
Interrogazione a risposta immediata n. 10 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Semenzato "OLTRE IL DANNO LA BEFFA: CONTROLLO SPISAL IN UN'AZIENDA DI MIRA DEVASTATA DAL TORNADO DELL'8 LUGLIO 2015 E CHIUSA DA TRE ANNI PER FALLIMENTO"
"Premesso che:
- l'8 luglio 2015 i comuni di Dolo, Mira e Pianiga sono stati flagellati da un evento calamitoso classificato dagli esperti 'tornado di categoria EF4' con venti che superavano i 350 km/h e grandine;
- il passaggio del tornado ha lasciato dietro a sé un morto, centinaia di case e aziende scoperchiate se non addirittura rase al suolo, alberi sradicati, auto sollevate da terra e scaraventate a metri di distanza per una stima di oltre duecento milioni di euro di danni.
Appreso a mezzo stampa che zelanti funzionari dello SPISAL dell'U.L.S.S. 13, già il giorno successivo all'evento, hanno redatto verbale con sanzione di migliaia di euro agli ex titolari di un'azienda chiusa da tre anni perché le lastre in eternit, che si trovavano all'interno del capannone, sono volate via a causa del tornado;
Ritenuto quantomeno inopportuno l'azione dei funzionari dello SPISAL considerata la situazione di grave emergenza creatasi a causa del suddetto tornado;
Il sottoscritto consigliere
interroga la Giunta regionale
per sapere come intende intervenire presso i funzionari dello SPISAL a tutela delle aziende colpite dal tornado."
La parola all'assessore Coletto.
Ass.re Luca COLETTO (Liga Veneta-Lega Nord)
"A seguito del ricevimento dell'interrogazione, la Segreteria della Giunta regionale ha individuato la Direzione Sezione Prevenzione e Sanità Pubblica, quale soggetto competente.
Sono state richieste ed acquisite informazioni dirette da parte del Servizio SPISAL dell'Azienda ULSS 13 di Mirano, in particolare con riferimento alla circostanza appresa a mezzo stampa dal Consigliere regionale Semenzato in base alla quale il giorno successivo all'evento calamitoso "funzionari dello SPISAL dell'ULSS 13, hanno redatto verbale con sanzione di migliaia di euro agli ex titolari di un'azienda chiusa da tre anni perché le lastre di eternit che si trovavano all'interno del capannone, sono volate a causa del tornado."
Sulla base della documentazione prodotta dallo SPISAL è stato possibile determinare che quanto diffuso a mezzo stampa in data 16 luglio 2015 non corrisponde al reale svolgimento dei fatti; nei giorni immediatamente successivi le stesse testate giornalistiche hanno rettificato l'informazione a seguito del comunicato stampa diffuso dall'Azienda ULSS 13.
Dalla relazione predisposta dall'Azienda ULSS 13 in risposta all'interrogazione del 29/07/2015, agli atti della Sezione Prevenzione e Sanità Pubblica, si evince che i tecnici dello SPISAL sono intervenuti in data 10 luglio 2015 su richiesta della Polizia municipale di Mira, che aveva segnalato la presenza di alcun persone prive di strumenti di protezione che operavano sulla copertura dell'edificio dell'ex ditta "Favaro Marisa" sita nella zona artigianale di Mira, Via Maestri del Lavoro, 17. La ditta non è più attiva da anni, mentre in una porzione dell'edificio ha attualmente sede la ditta "Oasis".
A seguito del tornado l'edificio, che aveva copertura in cemento/amianto, è stato quasi totalmente scoperchiato con dispersione dei detriti (lastre e loro frammenti).
Nel corso del sopralluogo i Tecnici della Prevenzione dello SPISAL non hanno rinvenuto la presenza di persone sulla copertura dell'edificio già sede della ditta "Favaro Marisa", non hanno ravvisato la presenza di violazioni in materia di sicurezza sul lavoro e, conseguentemente, non sono stati redatti verbali di contestazione di violazioni, né di disposizione di prescrizioni e, quindi, nessuna sanzione è stata comminata. Al termine del sopralluogo, trattandosi di intervento a seguito di chiamata, è stato doverosamente redatto verbale di sopralluogo nel quale è stato dato atto delle attività svolte.
A ulteriore riprova del clima di fattiva collaborazione con l'utenza colpita dalla calamità l'Azienda ULSS n. 13 segnala che da parte dello SPISAL non sono state sanzionate ditte che operano nelle aree interessate dal tornado dell'8 luglio 2015; viceversa il personale si è costantemente adoperato per fornire assistenza alle imprese al fine di ripristinare le abitazioni danneggiate e agevolare la ripresa delle attività produttive."
PRESIDENTE
Grazie, assessore Coletto.
La parola al consigliere Semenzato.
Alberto SEMENZATO (Liga Veneta-Lega Nord)
Grazie, Presidente.
Sono soddisfatto. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Semenzato.
Interrogazione a risposta immediata n. 4 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Berlato "COME, CHI E SU CHE BASE VENGONO CONTROLLATI E NORMATI GLI ENTI BENEFICIARI DEI FINANZIAMENTI PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE?"
"Premesso che:
- da un controllo effettuato sulle normative concernenti i finanziamenti per la formazione della vecchia programmazione 2007-2013 e i nuovi testi approvati per la nuova programmazione 2014-2020 parrebbero riscontrarsi delle sostanziali modifiche;
- balza subito all'occhio come nella vecchia programmazione gli allegati relativi alle disposizioni di rendicontazione avessero al loro interno un criterio di proporzionalità che, a fronte dell'attività svolta, parrebbero ricalcolare le sanzioni rispetto all'irregolarità riscontrata;
- infatti per un'irregolarità viene inizialmente applicata la "decurtazione integrale" e successivamente, la Regione del Veneto si riserva di applicare una decurtazione in quota fissa pari al 20% del contributo previsto per il corso oggetto della sanzione.
Rilevato che:
- la decurtazione a quota fissa del 20% era ed è presente sui regolamenti comunitari con altre percentuali;
- nel Testo unico dei beneficiari approvato recentemente dalla Giunta regionale per la nuova programmazione la decurtazione in quota fissa viene prevista del 25% del contributo pubblico complessivo previsto;
- alcuni punti che prevedevano l'applicazione di una decurtazione forfettaria non rientrano più in tale casistica;
- è stato modificato il criterio di applicazione da quota fissa del 20% sul singolo corso ove si riscontravano irregolarità, al 25% sull'ammontare complessivo del contributo previsto, andando a decurtare anche corsi totalmente regolari.
Considerato che:
- l'applicazione della decurtazione presente nel nuovo testo parrebbe illegittima e svantaggiosa per gli enti beneficiari, poiché risulta alquanto strano e ovvio che non si possano decurtare del 25% attività svolte completamente e in assenza di irregolarità;
- nella disciplina regionale precedente, gli esempi esplicativi di tale applicazione erano chiari e in linea con un criterio di proporzione (corso e non intero progetto);
- tale applicazione parrebbe basata sulla discrezionalità del personale della struttura regionale preposta.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto consigliere regionale
interroga la Giunta regionale
e l'Assessore regionale alla Formazione
per sapere:
- se ci siano stati casi nei quali è stata applicata la decurtazione forfettaria in quota fissa pari al 20% e come essa sia stata applicata (per corso o per intero progetto);
- come si intende adottare la decurtazione fissa nella nuova programmazione per la gestione delle attività finanziate, non avendo essa di base un criterio di proporzionalità (vantaggioso) per gli enti di formazione;
- quali sono i criteri di valutazione della Regione del Veneto atti a categorizzare le irregolarità riscontrate nei confronti degli enti di formazione nelle varie casistiche indicate nelle normative;
- il motivo che nei documenti regionali la quota sia: pari prima al 20% (2007-2013) e poi al 25% (2014-2020) mentre nei documenti comunitari, nota COCOF 07/0037/03-IT (indicata nel testo approvato), le percentuali siano più varie e diverse;
- la motivazione dell'esclusione di alcuni punti nell'attuale testo unico del beneficiario presente nella precedente programmazione."
La parola all'assessora Elena Donazzan.
Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
"Le programmazioni comunitarie FSE 2007/2013 e 2014/2020 risultano avere peculiarità diverse. Per la programmazione 2007/2013 ciascun bando aveva il proprio avviso, la propria Direttiva e il proprio allegato C recante "Adempimenti per la gestione e la rendicontazione delle attività", tutti approvati con la Deliberazione di riferimento. Nella programmazione 2014/2020 si è scelto di adottare uno strumento unitario, il Testo Unico dei beneficiari, approvato con DGR n. 670 del 28/04/2015, in un'ottica di semplificazione e con funzioni di ulteriore garanzia di omogeneità e coerenza dell'azione regionale.
In entrambi i casi, gravi irregolarità nella gestione delle attività formative possono comportare la sospensione del finanziamento o la revoca parziale o integrale di esso. Se invece si rilevano irregolarità "continuative" e cioè sempre identiche a sé stesse o irregolarità diverse ma tali da comportare gravi decurtazioni, si è adottato il modello della decurtazione a quota fissa (rispettivamente pari al 20% nella programmazione 2007/2013 e al 25% per la programmazione successiva).
Tale modello evita l'applicazione di una decurtazione eccessivamente gravosa e riconosce al beneficiario la differenza tra la decurtazione dell'attività irregolare e la percentuale prevista in quota fissa.
Diversamente da quanto affermato nell'interrogazione, in entrambe le programmazioni la decurtazione in quota fissa è stata sempre applicata all'intero progetto, non al singolo corso. Se invece tale riduzione fosse stata applicata al singolo corso, la decurtazione rischiava di avere un carattere minimale o irrisorio, al punto da compromettere gli obiettivi generali di trasparente e corretta gestione. Una soluzione che, paradossalmente, avrebbe costituito un vantaggio in termini economici per il beneficiario, a discapito degli allievi e della qualità dell'intervento formativo. Quasi un incentivo all'adozione di irregolarità.
Per quanto concerne la programmazione 2014-2020, nella fase di stesura del Testo unico dei beneficiari sono state riprese le linee esposte nella nota COCOF 07/0037/03-IT – che sono state riprese dall'interrogante - anche alla luce del Regolamento Delegato della Commissione (UE) n. 480/2014, sulla scorta delle quali, oltre a determinare la percentuale del 25% quale massimale di decurtazione a quota fissa, sono stati individuati criteri oggettivi per l'applicazione proporzionale delle singole irregolarità.
Sono state invece escluse dalle ipotesi di applicabilità della decurtazione in quota fissa del 25% le irregolarità più gravi, ovvero quelle che rischiano di mettere a repentaglio la sicurezza degli allievi o la qualità dell'attività formativa quali, ad esempio, l'assenza di requisiti igienico sanitari della sede, l'assenza o l'inadeguatezza delle attrezzature, l'assenza di requisiti professionali dei docenti ecc.".
PRESIDENTE
Grazie, assessora Elena Donazzan.
La parola al consigliere Berlato.
Sergio Antonio BERLATO (Fratelli D'Italia-AN-Movimento per la cultura rurale)
Grazie, Presidente.
Io ho già preso visione delle risposte che la Giunta ha approvato e che vengono oggi lette in Aula dall'Assessore al ramo. Mi riservo di dare una risposta cumulativa alle varie risposte che sono state elaborate dagli Uffici dell'Assessorato, in modo tale che sia chiaro all'Assessore e a chi di competenza, che non serve trincerarsi dietro a delle apparenti formalità burocratiche.
Il problema è nella sostanza della gestione delle risorse pubbliche nella formazione professionale.
La documentazione acquisita dimostra che, al di là delle risposte che vengono predisposte da chi è messo a guardia del gregge, il problema c'è ed è reale. Lo chiarirò nella mia risposta cumulativa finale.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Berlato, sono chiare le sue intenzioni.
Interrogazione a risposta immediata n. 5 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Berlato "AGENZIA FORMAZIONE LAVORO E ACCADEMIA LA PARIGINA HANNO I RENDICONTI REGOLARI MA GLI VENGONO SOSPESI GLI SVINCOLI DELLE FIDEIUSSIONI. QUALI SONO LE NORME CHE REGOLANO GLI ACCERTAMENTI SULLE SOVVENZIONI REGIONALI NELLA FORMAZIONE?"
"Premesso che sono venuto a conoscenza della delicata situazione finanziaria degli organismi di formazione Agenzia Formazione Lavoro e Accademia la Parigina, i quali come fruitori di fondi pubblici comunitari, nazionali e regionali relativi alla formazione iniziale parrebbero aver portato a termine le attività formative (con esiti positivi) ma si vedono comminare la sospensione cautelativa delle garanzie fidejussorie (A.F. 2012/2013 - 2013/2014) in attesa del completo accertamento da parte dell'Autorità di P.G. (Polizia Giudiziaria) della regolarità delle attività come riportato nei decreti della Sezione Formazione n. 885 - 886 - 887 del 9 giugno 2015; n. 985 - 986 - 987 del 23 giugno 2015 per Agenzia Formazione Lavoro e n. 603 - 604 - 605 del 16 aprile 2015; n. 846 -847 - 848 del 26 maggio 2015 per Accademia la Parigina.
Rilevato che:
- la problematica che porta alla sospensione cautelativa delle garanzie fidejussorie per Agenzia Formazione Lavoro e Accademia la Parigina è relativa ad un inchiesta dell'Autorità di P.G. per le attività oggetto del blocco delle garanzie;
- nei confronti degli organismi di formazione, Agenzia Formazione Lavoro e Accademia la Parigina, non parrebbe risultare pendente alcuna indagine di polizia giudiziaria avente ad oggetto la gestione dei contributi pubblici per la formazione professionale delle ultime annualità formative;
- la stessa Regione del Veneto con i decreti succitati (n. 885 - 886 - 887 del 9 giugno 2015; n. 985 - 986 - 987 del 23 giugno 2015 per Agenzia Formazione Lavoro e n. 603 - 604 - 605 del 16 aprile 2015; n. 846 - 847 - 848 del 26 maggio 2015 per Accademia la Parigina) approva i rendiconti delle attività effettivamente svolte secondo le risultanze dei verbali di verifica trasmessi dalla società incaricata.
Considerato che:
- a fronte di attività regolarmente svolte, come evidenziato dalla società incaricata alla verifica e dalla stessa Regione del Veneto, il blocco cautelativo delle polizze fidejussorie risulterebbe illegittimo;
- tali provvedimenti potrebbero causare ai succitati organismi di formazione una sofferenza economica ed un conseguente default finanziario che recherebbe un inevitabile danno economico a tutti i soggetti terzi impegnati nelle attività ivi compresi gli enti previdenziali e tributari.
Tutto ciò premesso il sottoscritto consigliere regionale
interroga la Giunta regionale
e l'Assessore regionale alla Formazione
per sapere:
- su che base siano stati approvati tali provvedimenti che risultano altamente dannosi agli organismi di formazione senza alcuna apparente motivazione;
- se in casi analoghi l'amministrazione abbia provveduto ad apportare gli stessi provvedimenti."
La parola all'assessora Elena Donazzan.
Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
"Le verifiche rendicontali delle attività formative annualità 2012/2013 e 2013/2014 realizzate dagli enti di formazione Associazione Formazione Lavoro di Padova e Accademia La Parigina di Treviso finanziate con fondi regionali e del Fondo Sociale Europeo si sono di recente concluse, con l'accertamento di saldi negativi per AFL e positivi per Accademia La Parigina per l'annualità 2012/2013 e di saldi positivi per entrambi gli enti per l'annualità 2013/2014, con rilevanti penalizzazioni tuttavia per AFL, dal momento che è stato accertato l'utilizzo di locali, quali sedi delle lezioni, non a norma sotto i profili dell'igiene e della sicurezza.
I saldi positivi devono comunque tener conto, come peraltro precisato nei decreti di approvazione del conto, delle irregolarità contributive a carico di entrambi i predetti enti, per le quali la Regione ha già attivato con gli enti competenti l'intervento sostitutivo previsto dalla legge, e, per AFL, dei numerosi pignoramenti promossi dai creditori dell'ente. Non si è provveduto allo svincolo delle polizze fideiussorie in via cautelativa, tenuto conto che sulle predette attività, a quanto consta agli Uffici regionali, risulta tutt'ora pendente un'indagine di Polizia Giudiziaria. La Regione ha cura di chiedere continui aggiornamenti all'Autorità di P.G. procedente in merito agli sviluppi delle indagini e procedere, se possibile, allo svincolo delle polizze.
Analoghi provvedimenti sono stati adottati in passato con riguardo ad altri enti o comunque, in pendenza di indagini di Polizia Giudiziaria, sono state chieste polizze fideiussorie a garanzia dell'erogazione di saldi e a copertura degli importi revocabili dalla Regione in caso di conferma in sede penale degli esiti delle indagini."
All'interrogante ma all'intera Aula dico anche che sono intervenuti, successivamente alla risposta all'interrogazione, i decreti di revoca dell'accreditamento regionale per gli Enti in risposta all'interrogazione.
PRESIDENTE
Grazie, assessora Elena Donazzan.
Interrogazione a risposta immediata n. 6 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Berlato "QUALI SONO LE PROCEDURE DI VERIFICA PER I CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE FINANZIATI DALLA REGIONE? SONO SUSCETTIBILI A VARIAZIONI E INTERPRETAZIONI? CHI LE INTERPRETA?"
"Premesso che si ritiene opportuno fare chiarezza sulle procedure di controllo che gli uffici regionali o società di revisione autorizzate operano sugli organismi di formazione accreditati dalla Regione.
Rilevato che:
- la Regione del Veneto ha recentemente ritenuto di costituire una commissione di controllo per l'annualità 2014-2015 solo per i corsi di estetica ed acconciature;
- le annualità precedenti al 2011-2012 prevedevano la giustificazione a costi reali e di conseguenza il controllo delle forniture dovrebbe essere immediato, come immediata dovrebbe essere la possibilità di verificare i legami tra beneficiario e fornitori terzi;
- dall'annualità 2011-2012 la presentazione dei costi non risulterebbe più a costi reali bensì a costi standard e quindi non sarebbero più presenti i documenti contabili a supporto della spesa, ma l'elenco dei fornitori è acquisibile sulle liste di autocontrollo presentate in fase di rendicontazione, e quindi facilmente consultabili.
Considerato che:
- per la rendicontazione a costi reali parrebbe venissero controllati tutti i giustificativi di spesa atti al riconoscimento della spesa;
- per la rendicontazione a costi standard parrebbe non si verificassero più le fatture ma le procedure e la corretta assegnazione degli approvvigionamenti (forniture);
- per alcuni organismi di formazione e non per altri parrebbero essere state richieste relazioni a giustificazione di tutti i costi (periodo 2011-2014) seppur la rendicontazione fosse a costi standard e che la "valutazione formale" di tali relazioni abbia portato alla sospensione dell'accreditamento fino a settembre 2015, che pregiudica la possibilità di partecipare ai prossimi bandi, mentre per altri organismi parrebbe si sia provveduto a costituire una commissione non ancora ben identificata.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto consigliere regionale
interroga la Giunta regionale
e l'Assessore regionale alla Formazione
per sapere:
- perché la Giunta regionale ha deciso di costituire una commissione di controllo solo per corsi di acconciatura ed estetica e solo per l'annualità 2014-2015;
- chi ha deciso di costituire la commissione e da chi è composta;
- qual è la normativa di riferimento che prevede tale commissione;
- quali sono le procedure di verifica della commissione di controllo;
- perché i criteri di verifica dei rendiconti parrebbero essere palesemente ineguali;
- quali sono le procedure di verifica delle attività a finanziamento per tutti gli enti accreditati;
- qual è la normativa di riferimento che prevede la giustificazione a costi reali anche in presenza di costi standard (vecchia programmazione);
- chi ha deciso la richiesta delle relazioni di spesa a costi reali ad alcuni enti e non ad altri per il periodo dal 2011 al 2014;
- se esiste un manuale o delle direttive regionali che regolamentano la tenuta della contabilità separata."
La parola all'assessora Elena Donazzan.
Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
"Premesso che la Giunta regionale ha la facoltà di verificare in qualsiasi momento la legittimità dei propri atti, specialmente se prevedono l'erogazione di contributi pubblici, va richiamato che a seguito di una denuncia che segnalava la realizzazione di controlli superficiali ed inattendibili su progetti regionali finanziati ad un ente di formazione accreditato, il Direttore della Sezione Formazione ha nominato in data 28 maggio 2015 una Commissione straordinaria per un ulteriore approfondimento di analisi su progetti il cui iter rendicontale era già stato chiuso con esito regolare. La Commissione si componeva di due funzionari della Sezione Formazione e uno dell'Autorità di Audit.
A seguito dell'approfondimento, anche sulla scorta di nuove ed ulteriori prove documentali richieste all'organismo oggetto della denuncia, non sono emerse irregolarità.
Diversamente da quanto segnalato nell'interrogazione, nessun progetto era relativo ad attività formative nei settori estetica ed acconciatura. Le procedure di verifica rendicontali sono identiche per tutti gli organismi di formazione e si differenziano in ragione del sistema di rendicontazione: a costi reali o a costo standard. Quest'ultima modalità è attiva a partire dall'anno formativo 2011/2012. Se le attività sono realizzate a costi standard, la Regione non chiede di giustificare le spese a costi reali ma può e deve chiedere conto, quando ne sussistano le ragioni, di dove siano andati a finire i contributi pubblici percepiti.
È esattamente quanto è successo con alcuni organismi di formazione (per la precisione, Ipea, AFL e La Parigina) - quelli per cui sono intervenuti i decreti di revoca dell'accreditamento - visto che molti ex dipendenti e collaboratori hanno promosso numerose ed ingenti procedure esecutive per mancati pagamenti delle retribuzioni, anche per annualità già verificate dalla Regione.
I dati richiesti e mai pervenuti, se non in modo frammentario, incompleto e contradditorio, potevano essere facilmente ricavati dal sistema di contabilità separata, la cui adozione è obbligatoria per legge da parte di quanti fruiscono di contributi comunitari. In questo caso, è risultato inadeguato o, comunque, inservibile.
Per completezza si segnala che, proprio in ragione dell'insufficienza dei riscontri forniti, gli enti suddetti sono stati sospesi dall'accreditamento regionale. L'ente La Parigina è stato sospeso per 90 giorni, mentre AFL e Ipea per 180 giorni, vista la presenza di un precedente provvedimento di sospensione per altro motivo".
Peraltro ricordo all'Aula, perché l'ho ricordato questa mattina in Giunta, che la Regione del Veneto ha il parametro più basso per la formazione iniziale. Cioè noi abbiamo il maggiore livello di qualità con i costi più bassi.
Come detto anche nella precedente interrogazione, oggi questi Enti hanno avuto la revoca dell'accreditamento e non solo la sospensione.
PRESIDENTE
Grazie, assessora Elena Donazzan.
Interrogazione a risposta immediata n. 7 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Berlato "POR-FSE VENETO 2014-2020. PERCHÉ TANTI SOLDI PUBBLICI GUIDATI DA CONSULENTI ESTERNI?"
"Premesso che:
- il POR FSE 2014-2020 della Regione Veneto intende promuovere la strategia Europa 2020 ai fini del raggiungimento degli obiettivi connessi all'occupazione e alla prevenzione e riduzione del rischio di esclusione sociale, nonché all'incremento dei livelli di istruzione terziaria e al contrasto alla dispersione scolastica;
- il budget proposto ammonta a 764.031.822 euro, il 50% del quale messo a disposizione dall'Ue tramite il FSE;
- il POR FSE Veneto 2014-2020 sposa in particolare un approccio all'inclusione sociale incentrato sull'integrazione occupazionale, attraverso l'offerta di politiche attive e servizi personalizzati, ai fini di ridurre stabilmente il fenomeno delle nuove povertà, anche attraverso la valorizzazione delle risorse del privato sociale.
Rilevato che:
- la gestione operativa del POR FSE Veneto è a capo del Dipartimento Formazione e Lavoro Sezione Formazione guidato dall'Assessore Donazzan;
- le risorse messe a disposizione dal POR FSE Veneto sono importanti e decisive per sostenere molti veneti in un momento congiunturale internazionale difficile, che incrina la stabilità socio economica della nostra Regione.
Considerato che:
- per la progettazione dei Bandi di partecipazione alle misure indicate nel POR Veneto risulterebbe essere responsabile non un dipendente della regione, con posizione dirigenziale, bensì un collaboratore in regime di collaborazione coordinata continuativa, senza vincoli di subordinazione, in distacco dall'Ente strumentale Veneto Lavoro presso il Dipartimento sopraindicato;
- anche per la verifica dei rendiconti di spesa la Regione sembrerebbe aver delegato una società esterna di revisione che non sembrerebbe aver definito delle procedure e modalità di rendicontazione trasparenti ed unitarie;
- anche per il controllo dell'accreditamento degli enti di formazione gli uffici regionali sembrerebbero demandare le diverse e delicate attività di verifica delle strutture e il suo mantenimento a collaboratori in regime di collaborazione coordinata continuativa, senza vincoli di subordinazione, in distacco dall'Ente strumentale Veneto Lavoro presso il Dipartimento sopraindicato;
- gli enti di formazione nel POR 2014-2020 dovrebbero avere la massima trasparenza nelle procedure di partecipazione ai bandi, di mantenimento dell'accreditamento degli enti, oltre ad un univoca procedura rendicontale delle azioni formative finanziate.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto consigliere regionale
interroga la Giunta regionale
e l'Assessore regionale alla Formazione
per sapere:
- quali sono le procedure adottate per la progettazione di un bando per l'assegnazione di risorse pubbliche ed europee concernenti attività di formazione professionale svolte da enti abilitati o accreditati dalla Regione;
- se gli operatori che svolgono importanti funzioni di programmazione dei bandi, controllo degli enti e verificatori dei rendiconti delle attività finanziate, possano essere dei consulenti esterni senza vincolo di subordinazione o società private;
- se gli enti di formazione sono dotati di vademecum di partecipazione ai bandi, gestione delle attività formative, rendicontazione delle spese e mantenimento dell'accreditamento regionale."
La parola all'assessora Elena Donazzan.
Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
"Le procedure di adozione dei bandi per attività di formazione professionale finanziate con risorse comunitarie, sono disciplinate dall'ordinamento comunitario, nazionale e regionale.
In estrema sintesi, a partire da obiettivi prefissati, si definiscono gli strumenti operativi che vengono formalizzati in un atto della Giunta regionale. I soggetti che possono aderire al bando sono organismi accreditati (o in via di accreditamento) o direttamente le aziende che necessitano di sviluppare le competenze dei propri lavoratori.
La selezione dei progetti, in base ai criteri già definiti dal bando, avviene tramite avviso pubblico (o gara d'appalto se si tratta di fornitura di servizi). L'intera procedura si concretizza sulla base di regole fissate dal Sistema di Gestione e Controllo (Si.Ge.Co.), che definisce il modello di attuazione del POR FSE, stabilendo ruoli e responsabilità dei soggetti coinvolti nell'attuazione del POR stesso e del Piano di Rafforzamento Amministrativo (PRA).
Per quanto riguarda l'organigramma, premesso che tutte le fasi decisionali sono affidate a personale regionale, va richiamato che, come previsto dai regolamenti comunitari e come avviene per tutte le Regioni italiane, una quota del FSE è destinata al supporto tecnico, professionale e strumentale per la programmazione operativa. Tale servizio è stato affidato tramite procedura in house a Veneto Lavoro, ente strumentale regionale, che si avvale di dipendenti e consulenti esterni. Data la natura pubblicistica di Veneto Lavoro, tale scelta consente un rilevante vantaggio economico per la Regione, ad esempio il risparmio dell'IVA, che sarebbe obbligatoria in caso di esternalizzazione del servizio.
Il servizio di controllo della documentazione e certificazione dei rendiconti di spesa, invece, è stato affidato con procedura ad evidenza pubblica a società esterne iscritte alla Consob, sulla scorta delle opzioni offerte dall'ordinamento regionale.
Al fine di facilitare il lavoro degli organismi di formazione, garantendo al contempo omogeneità di trattamento, trasparenza e coerenza attuativa nelle diverse linee di intervento delle strutture del Dipartimento formazione, istruzione e lavoro, è stato adottato uno strumento unitario (Testo Unico dei beneficiari, con nostra DGR 670/2015) che regola - per l'intero periodo di programmazione 2014-2020 - l'attuazione e la rendicontazione delle attività finanziate dal FSE.
Tutti gli interventi formativi finanziati prevedono un'attenta valutazione degli esiti. Ad esempio, nel caso di interventi per i disoccupati è a regime un sistema di lettura degli esiti occupazionali (per esempio: quanti dei nostri formati si inseriscono nel mondo del lavoro e in che tempi?). Nella formazione per i lavoratori, è stato attivato un sistema di monitoraggio qualitativo. Ma va considerata anche la valutazione dell'impatto delle politiche sostenute dal FSE affidata al valutatore indipendente – anche questo previsto dall'Unione Europea -: senza intervento regionale nel solo quadriennio 2007-2010 il tasso di disoccupazione sarebbe oggi più alto di 1,6 punti percentuali.
Il modello di governo del sistema, con le evidenti ricadute in termini di qualità di adozione delle procedure, è stato oggetto di apprezzamento in più occasioni, a livello locale e nazionale e comunitario: prova ne sia l'assegnazione di un surplus di 50 milioni di euro rispetto alla precedente programmazione", cosa ben sottolineata anche dal Presidente Zaia in occasione della discussione del programma di mandato.
Solo per citare l'ultimo caso, la stampa locale appena pochi giorni fa – ovviamente rispetto alla data della risposta - segnalava il Veneto come seconda regione d'Italia per performance in relazione alla programmazione FSE."
Ricordo all'Aula che il programma operativo regionale a valere sul capitale umano è stato il primo, insieme alla Regione Emilia Romagna, ad essere approvato dall'Unione Europea, sempre piuttosto stretta nei giudizi positivi nei confronti dell'Italia.
PRESIDENTE
Grazie, assessora Elena Donazzan.
Abbiamo concluso la serie di interrogazioni del consigliere Berlato che penso vorrà replicare.
La parola al consigliere Berlato.
Sergio Antonio BERLATO (Fratelli D'Italia-AN-Movimento per la cultura rurale)
Grazie, Presidente.
Assessore, è come se io le avessi posto delle domande della serie: come si chiama lei? E lei mi rispondesse: sono da Porto Tolle.
Questo è il senso delle risposte che sono state preparate dai suoi Uffici che, ovviamente, si guarderanno bene dal rispondere nel merito di queste interrogazioni che ho presentato, non sulla base dei si dice o quant'altro, ma sulla base di una corposa documentazione che ho acquisito.
Chi mi conosce sa che, da buon cacciatore, io non sparo mai a caso e mai nel mucchio, e prima di sparare metto bene a fuoco l'obiettivo. L'ho fatto in altre occasioni, MOSE insegna, ma lo faccio anche in quest'occasione.
Vede, Assessore, io le ho dato un'ancora di salvezza dicendo: ammetta chiaramente che lei non sa quello che avviene presso i suoi Uffici. Se lei lo fa, si tira fuori dalle rogne.
Se invece lei dice che è pienamente consapevole di quello che accade nei suoi Uffici e che quindi ciò che viene fatto nei suoi Uffici è da lei conosciuto e condiviso, ne risponderà, non solo in quest'Aula. Glielo dico in modo molto chiaro. Preannuncio che oggi depositerò altre cinque interrogazioni sulla formazione professionale perché vogliamo capire come mai il tutto sembrerebbe accentrato sulle mani di poche persone, controllori e controllati; come mai una quantità enorme di risorse finanziarie vengono erogate sulla base di servizi che vanno verificati, se esistono prima di tutto; come mai ci troviamo nelle condizioni di vedere un sistema che è apparentemente corretto ma è sostanzialmente diabolico.
Assessore, controlli bene - e lo dico anche al Presidente della Giunta - cosa accade nella Formazione, perché è vostro interesse controllare, prima che sia troppo tardi.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Berlato.
Interrogazione a risposta immediata n. 11 presentata il 17 luglio 2015 dal consigliere Calzavara "CANTIERE ANAS NELLA STRADA VERSO IL MARE: TRAFFICO NEL CAOS"
"Premesso che:
- lunedì 6 luglio u.s. l'ANAS ha iniziato i lavori di manutenzione straordinaria sull'asfalto nella statale 14 Triestina, località Montiron, causando notevoli disagi agli automobilisti in transito;
- si sono formate quindi lunghe code sotto il sole per migliaia di viaggiatori in entrambe le direzioni: sia verso Jesolo e San Donà di Piave sia verso Mestre e Tessera.
Appreso che:
- i lavori di consolidamento delle pavimentazioni dovrebbero durare almeno fino al prossimo mese di agosto e dunque i disagi si protrarrebbero per lungo tempo;
- alle numerose rimostranze degli automobilisti, la Società ANAS avrebbe risposto che si tratta di un importante intervento programmato ad aprile e non rinviabile;
Tutto ciò premesso,
interroga la Giunta regionale
per sapere come intende intervenire presso la società ANAS affinché impedisca i lavori di consolidamento del manto stradale durante il periodo stagionale maggio/settembre sulle dorsali stradali strategiche come la SS.14 citata in premessa e in alternativa che tali interventi vengano effettuati durante le ore notturne al fine di evitare pesanti disagi agli automobilisti."
La parola all'assessora Elisa De Berti.
Ass.ra Elisa DE BERTI
"In merito al cantiere oggetto dell'interrogazione, la Società ANAS S.p.A. ha inviato ai Comuni di Jesolo, Cavallino Treporti, nonché all'Associazione Jesolana Albergatori la lettera prot. n. CVE-0022701-P del 17 luglio 2015.
In detta nota la Società fornisce una esaustiva informazione sull'argomento, precisando trattarsi di lavori urgenti e indifferibili ai fini della salvaguardia della circolazione, che sono stati programmati dalle ore 9:00 del lunedì alle ore 17:00 del venerdì H24, con rimozione dei cantieri durante i fine settimana, gestendo la viabilità con movieri nei momenti di maggior traffico, per ottimizzare i tempi di attesa.
L'ANAS informa, altresì, di aver studiato una deviazione in loco, realizzata a propria cura, per far defluire il traffico su viabilità provinciale, con evidenti benefici per la circolazione, evidenziando comunque che i lavori di che trattasi saranno sospesi il 23/07/2015, come da programma, per riprendere dopo il 06/09 p.v.".
Solo una piccola nota: la comunicazione che l'ANAS ha mandato al Comune porta la stessa data dell'interrogazione.
PRESIDENTE
Grazie, assessora Elisa De Berti.
La parola al consigliere Calzavara.
Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Chiaramente soddisfatto perché questa interrogazione ha di fatto sospeso quei lavori e ha permesso di non creare più quelle code chilometriche che si creavano all'altezza di Montiron e dell'aeroporto.
Credo che questa interrogazione possa essere anche da stimolo per cercare di comprendere se si possa, in futuro, dare una serie di regolamentazioni a chi programma delle opere di manutenzione che, in alcuni casi, rischiano di essere indifferibili perché l'asfalto si fa soltanto durante il periodo estivo e soltanto quando c'è gran caldo, ma, vista la complessità e il carico di traffico che c'è in alcune dorsali che portano verso le grandi capitali del turismo, probabilmente riuscire a dare un segnale all'ANAS, ai Comuni, a Veneto Strade che in alcuni tratti è o sarà impossibile fare i lavori durante determinati periodi è segnato di attenzione nei confronti del turismo che soffre di una criticità di vie d'accesso - e magari sarà tempo e luogo in futuro di aggiornarci sull'autostrada del mare - perché è chiaro che, se non vengono pensate delle alternative verso gli accessi alle grandi città del mare, che fortunatamente garantiscono 30-35 milioni di presenze turistiche ogni anno, non si può non pensare a facilità di accesso dal punto di vista viabilistico o bloccare delle strade. Come nel caso, si tratta di fare una piccola manutenzione su un ponte, che poi è stata sospesa nell'ultima fase perché i lavori non sono terminati. C'è un'ultima congiunzione da fare ma molto probabilmente si sono resi conto che le maledizioni che si sono presi da inizio lavori al 23 luglio erano sufficienti e poteva bastare così.
Quindi se questa può essere l'occasione per poi aprire un confronto con ANAS e con chi si occupa di viabilità e di lavori per mantenere le nostre strade accettabili ma soprattutto transitabili è di buon auspicio e ringrazio l'Assessore per l'attivazione. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Calzavara.
Interrogazione a risposta immediata n. 9 presentata il 16 luglio 2015 dal consigliere Ruzzante "IKEA, RINNOVO CONTRATTO INTEGRATIVO AZIENDALE: VERTENZA LONTANA DALLO SBLOCCO. LA REGIONE INTENDE INTERVENIRE A TUTELA DEI LAVORATORI IKEA IN VENETO?"
"Premesso che:
- il 27 maggio scorso Ikea, gruppo leader nel settore del mobile low cost, ha comunicato in via unilaterale la disdetta del contratto integrativo aziendale;
- successivamente, in data 12 giugno, si è tenuto un incontro tra azienda ed organizzazioni sindacali, nel corso del quale sono state illustrate le proposte di Ikea riguardanti la ridefinizione del premio di partecipazione, del premio aziendale, della gestione degli orari di lavoro e delle maggiorazioni domenicali e festive;
- da parte loro, le organizzazioni sindacali hanno sollevato una serie di criticità contenute nella proposta aziendale: dalla minore possibilità che viene data ai lavoratori nel partecipare o concorrere al raggiungimento di alcuni obiettivi, alla impraticabilità tecnica di attuazione della strada indicata dall'azienda in merito al premio aziendale, fino alla mancanza di chiarezza sulla gestione della disponibilità al lavoro domenicale o festivo (ovvero se sia essa da considerarsi facoltativa o meno) e ai rischi di penalizzazione sul fronte delle remunerazioni legate alle maggiorazioni domenicali e festive;
- tra le proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali vi sono le richieste sia di trasformazione del premio aziendale fisso in elemento variabile sia di intervenire sulle maggiorazioni domenicali applicando una scaletta che va dal 30% al 70% , in base al numero di domeniche lavorate;
- il confronto che anche successivamente è proseguito tra le parti appare attualmente lontano da uno sblocco positivo;
- per il prossimo 11 luglio infatti le organizzazioni sindacali Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL hanno indetto uno sciopero di 8 ore dei circa 6.000 lavoratori in forza in tutte le sedi nazionali di Ikea.
Considerato che in Veneto Ikea è presente con il punto vendita di Padova ed è in procinto di allargare la propria presenza a Verona prevedendo circa 1.000 posti nuovi di lavoro.
Tutto ciò premesso il sottoscritto consigliere
chiede al Presidente della Giunta regionale
se non ritenga opportuno intervenire nelle sedi competenti affinché siano salvaguardati i diritti dei lavoratori Ikea in Veneto."
La parola all'assessora Elena Donazzan.
Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
"Il Gruppo Ikea ha 315 negozi in 27 paesi ed è il leader nel settore dell'arredamento e dei complementi low cost. Nella sede di Padova, aperta nel 2006, occupa circa 400 lavoratori. Il 27 maggio 2015 Ikea ha disdettato il contratto integrativo nazionale e di conseguenza anche i contratti locali sono decaduti. Ikea ha proposto modifiche degli istituti previsti che non hanno soddisfatto i lavoratori, i quali hanno promosso tre scioperi, che hanno riscosso una grande adesione. Durante questi scioperi Ikea ha assunto lavoratori interinali per far fronte alle esigenze di servizio.
Un nuovo incontro tra le Parti che si è svolto a Bologna il 22 luglio non ha prodotto risultati. Il prossimo incontro è previsto a livello nazionale il 29 luglio – che però è slittato, non ho la data successiva - ed in funzione degli esiti di tale incontro i lavoratori con le Organizzazioni Sindacali valuteranno se promuovere nuove iniziative.
La discussione, riferisce una delle O.S. interpellate, è resa più difficile dal fatto che Ikea è uscita da Ascom e quindi non applica più il contratto nazionale sottoscritto da tale associazione.
La Regione, tramite i suoi Uffici, sta seguendo l'evoluzione della vicenda, tenendo conto che si tratta di una vertenza di rilevanza nazionale – quindi la sede prevista è quella del Ministero - ed è disponibile, se richiesta, a partecipare ai tavoli che saranno convocati presso le sedi competenti."
PRESIDENTE
Grazie, assessora Elena Donazzan.
La parola al consigliere Ruzzante.
Piero RUZZANTE (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
È un altro caso, un ennesimo caso di quelli che abbiamo fin qui descritto. La cosa che voglio evidenziare, Assessore - ma a lei è chiara perché le ha seguite un po' tutte queste crisi nel corso di questi ultimi cinque anni - è che siamo di fronte a trattative che talvolta assumono i contorni del selvaggio. Non siamo più dentro i rapporti civili addirittura con fuoriuscita, non riconoscimento neanche più delle associazioni di categoria, in questo caso l'ASCOM e in altri casi l'uscita da Confindustria, altre aziende sono a questo livello quindi con una rottura anche dei loro punto di riferimento e di rappresentanza.
Lei conosce bene la vicenda Allison. Abbiamo incontrato anche i lavoratori con il Presidente del Consiglio regionale e con i Capigruppo: si trasferisce un'azienda a 160 chilometri di distanza andata e ritorno, prendere o lasciare, e non licenziano neanche i lavoratori in modo tale che scattino almeno i sistemi di tutela o di salvaguardia nei confronti di questi lavoratori.
Prendere o lasciare! Siamo di fronte, appunto, all'assenza dal tavolo regionale e la stessa cosa vale un po' per Ikea. E' vero che è una trattativa nazionale però io ho voluto sottolinearle questa questione perché in questa ultima settimana credo abbiano fatto altri tre giorni di sciopero e quindi la situazione si sta accentrando. Le chiederei un supplemento di indagine, proprio a seguito di questa nuova ondata di scioperi che c'è stata nella settimana scorsa. Si diceva che Ikea era un fiore all'occhiello dal punto di vista contrattuale. Il fatto che perfino Ikea, perfino gli svedesi arrivino a fare e ad avere atteggiamenti così negativi, così duri, credo che non sia nulla di buono dal punto di vista della tutela dei nostri lavoratori.
Le chiederei, quindi, un supplemento di indagine, in particolar modo su questa vicenda di Ikea e su quella di Allison dove stamattina i lavoratori sono andati in sciopero. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Sinigaglia.
Con questa interrogazione abbiamo esaurito, nel tempo assegnato, tutte le interrogazioni che avevamo messo all'ordine del giorno. Quindi passiamo al punto successivo.
PUNTO
4 |
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CONVALIDA DELL'ELEZIONE DEI CONSIGLIERI REGIONALI AZZALIN GRAZIANO, BALDIN ERIKA, BARBISAN FABIANO, BARBISAN RICCARDO, BARISON MASSIMILIANO, BASSI ANDREA, BARTELLE PATRIZIA IN GRILLO, BERLATO SERGIO ANTONIO, BERTI JACOPO, BORON FABRIZIO, BOTTACIN GIAMPAOLO ENRICO, BRESCACIN SONIA, BRUSCO MANUEL, CALZAVARA FRANCESCO, CASALI STEFANO, COLETTO LUCA, DALLA LIBERA PIETRO, DONAZZAN ELENA, FERRARI FRANCO, FINCO NICOLA IGNAZIO, FINOZZI MARINO, FORCOLIN GIANLUCA, FRACASSO STEFANO, GEROLIMETTO NAZZARENO, GIDONI FRANCO, GUARDA CRISTINA, LANZARIN MANUELA, MARCATO ROBERTO, MICHIELETTO GABRIELE, MONTAGNOLI ALESSANDRO, MORETTI ALESSANDRA, NEGRO GIOVANNA, POSSAMAI GIANPIERO, RIZZOTTO SILVIA, RUZZANTE PIERO, SANDONà LUCIANO, SEMENZATO ALBERTO, SALEMI ORIETTA, SCARABEL SIMONE, SINIGAGLIA CLAUDIO, VALDEGAMBERI STEFANO, VILLANOVA ALBERTO, ZAIA LUCA, ZANONI ANDREA, ZORZATO MARINO, ZOTTIS FRANCESCA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 37 DELLO STATUTO (DELIBERAZIONE N. 43/2015)
Relazione dell'Ufficio di Presidenza.
"L'Ufficio di Presidenza, come previsto dall'articolo 37 dello Statuto e dall'articolo 7 del Regolamento, ha esaminato nella Seduta del 25 agosto 2015, ai fini della convalida dell'elezione, la posizione dei Consiglieri Azzalin Graziano, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Barbisan Riccardo, Barison Massimiliano, Bassi Andrea, Bartelle Patrizia in Grillo, Berlato Sergio Antonio, Berti Jacopo, Boron Fabrizio, Bottacin Gianpaolo Enrico, Brescacin Sonia, Brusco Manuel, Calzavara Francesco, Casali Stefano, Coletto Luca, Dalla Libera Pietro, Donazzan Elena, Ferrari Franco, Finco Nicola Ignazio, Finozzi Marino, Forcolin Gianluca, Fracasso Stefano, Gerolimetto Nazzareno, Gidoni Franco, Guarda Cristina, Lanzarin Manuela, Marcato Roberto, Michieletto Gabriele, Montagnoli Alessandro, Moretti Alessandra, Negro Giovanna, Possamai Gianpiero, Rizzotto Silvia, Ruzzante Piero, Sandonà Luciano, Semenzato Alberto, Salemi Orietta, Scarabel Simone, Sinigaglia Claudio, Valdegamberi Stefano, Villanova Alberto, Zaia Luca, Zanoni Andrea, Zorzato Marino, Zottis Francesca.
Non sussistendo nei confronti dei sopracitati Consiglieri alcuna delle cause di ineleggibilità e/o incompatibilità previste dalla legge 23/4/1981, n. 154, dagli articoli 7 e 8 della legge regionale 16/1/2012, n. 5, dall'articolo 12 del decreto legislativo 39/2013 nonché dal decreto 235 del 31/12/2012, tenuto conto delle attestazioni rilasciate dai sopracitati Consiglieri e constatato che i consiglieri Barbisan Riccardo, Barison, Bassi, Boron, Brescacin, Casali, Dalla Libera, Ferrari, Forcolin, Lanzarin, Marcato, Michieletto, Montagnoli, Negro, Rizzotto, Sandonà, Salemi, Villanova e Zottis hanno provveduto a rimuovere le cause di incompatibilità previste dall'articolo 8 della legge regionale 5/2012, l'Ufficio di Presidenza, a seguito della deliberazione n. 127 del 25 agosto 2015, con voto unanime e palese, propone al Consiglio regionale la convalida dell'elezione dei Consiglieri regionali.".
Con questo provvedimento chiudiamo proprio l'insediamento e la formazione del Consiglio regionale.
Tutti i Consiglieri hanno attestato, con la propria autodichiarazione, la compatibilità al loro ruolo. Le verifiche fatte dagli uffici e dall'Ufficio di Presidenza hanno riportato la correttezza di tutte le posizioni in essere. Ringrazio gli uffici per avere accompagnato quei Consiglieri che avevano alcune cause di incompatibilità alla risoluzione. Molti amministratori locali eletti in questa tornata hanno avuto bisogno di chiarire la propria posizione. Quindi, in questo momento, tutti i presenti in quest'Aula sono compatibili con il ruolo di legislatore regionale.
Chiudo così la presentazione del punto.
C'è qualche intervento?
Pongo in votazione il
punto 4 all'ordine del giorno.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle Mozioni, che sono in numero consistente in questa giornata.
PUNTO
5 |
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MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BARISON, GIORGETTI, DONAZZAN, RIZZOTTO, MICHIELETTO, BORON, BOTTACIN, BRESCACIN, CALZAVARA, GEROLIMETTO, LANZARIN, SANDONà, VALDEGAMBERI, VILLANOVA, FINCO, BARBISAN RICCARDO, CIAMBETTI, COLETTO, FINOZZI, FORCOLIN, GIDONI, MARCATO, MONTAGNOLI, POSSAMAI E SEMENZARO RELATIVA A "NO AL NUOVO CENTRO DI ACCOGLIENZA E SMISTAMENTO PROFUGHI NELL'EX BASE MISSILISTICA DI BAGNOLI DI SOPRA" (MOZIONE N. 5) (DELIBERAZIONE N. 44/2015)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO che, da notizie diffuse attraverso gli organi di stampa nei giorni scorsi, si è appreso che il Capo Dipartimento per l'Immigrazione del Ministero dell'Interno, Mario Morcone, avrebbe individuato l'ex base missilistica di San Siro di Bagnoli di Sopra per la realizzazione di un nuovo Centro di accoglienza e smistamento profughi provinciale;
PREMESSO altresì che le medesime informazioni risultano confermate dal sindaco di Bagnoli di Sopra, che in data 25 luglio 2015 ha diffuso una nota con la quale "esprime in modo chiaro e fermo la sua opposizione" a un simile progetto con le seguenti motivazioni:
- l'elevato numero di profughi concentrati in un'unica location rende difficile se non impossibile il controllo, nonché alto il rischio che si creino situazioni di degrado sociale;
- le strutture residenziali dell'ex base di Bagnoli si presentano in condizioni obsolete, quindi l'accoglienza dovrebbe essere organizzata in case prefabbricate o tendopoli dove le condizioni di vita non possono essere definite dignitose nella calura estiva e/o nel rigido inverno;
- il Comune e la "bassa padovana" non possono essere in grado di affrontare un arrivo di centinaia di profughi senza che si creino tensioni sociali, soprattutto tenuto conto che il territorio patisce da anni gravi conseguenze derivanti dal perdurare della crisi economica in termini occupazionali e di crisi aziendali;
- il Comune di Bagnoli, con poco più di 3.000 abitanti, ospita già nel proprio territorio 26 profughi ponendosi quindi ampiamente in linea con un programma di "accoglienza diffusa";
RICHIAMATA altresì la grave situazione della "bassa padovana", tra le zone regionali che maggiormente hanno patito gli effetti della crisi economica, dove si registrano numerose crisi aziendali, basti ricordare il settore del legno e del mobile, pressoché scomparso, o ancora il settore metalmeccanico che ha visto la chiusura di numerose aziende di grandi dimensioni, come le industrie Puma di Tribano, o, ancora, il caso del comparto dei cementifici tra Este e Monselice in fase di smobilitazione o la situazione del settore dell'autotrasporto decimato dalle numerose crisi aziendali manifatturiere;
DATO ATTO che questo stato di crisi si è tradotto nel più alto tasso di disoccupazione di tutta la provincia di Padova, con migliaia di persone senza lavoro e che non riescono ancora, ad anni di distanza, a ricollocarsi nel mercato del lavoro;
RILEVATO quindi come sia necessario applicare in questa specifica zona della bassa padovana piuttosto politiche di rilancio dell'economia e del mercato del lavoro anziché aggravare la situazione aggiungendo "problemi nuovi" su "problemi vecchi";
CONSIDERATO che la gestione dei profughi, portata avanti in modo impositivo, in molte località venete ha causato forti tensioni sociali, basti ricordare i recenti casi di Treviso ed Eraclea;
RILEVATO che la medesima situazione critica rischia di ripresentarsi anche a Bagnoli di Sopra dove sono già nati diversi comitati spontanei di cittadini e sabato 25 luglio 2015 centinaia di residenti hanno inscenato una prima manifestazione di protesta davanti alla ex base missilistica, alla quale anche il Consigliere regionale Massimiliano Barison ha partecipato raccogliendo istanze, preoccupazioni e proteste della Comunità locale;
EVIDENZIATO altresì che a soli 5 Km dal territorio comunale di Bagnoli, nel Comune di Cona (VE), è stato già aperto un Centro di accoglienza e smistamento per la provincia di Venezia, creando così i presupposti di una elevata concentrazione di profughi tra Bagnoli (PD) e Cona (VE) in un brevissimo raggio di distanza;
RITENUTO che, con queste premesse, nessuna decisione possa essere calata dall'alto sulle teste di sindaci e cittadini;
RITENUTO quindi necessario favorire un diverso modo operativo che privilegi in prima istanza l'aiuto alle popolazioni direttamente nei Paesi di provenienza, che responsabilizzi tutti i Paesi Europei nell'affrontare un tema tanto complesso e vasto, e che, in ogni caso, in Italia l'accoglienza rischia di trasformarsi in "ghettizzazione";
impegna il Presidente e la Giunta regionale
a rendersi parte attiva e intraprendere ogni azione necessaria:
- a tutelare i sindaci e le Comunità Locali del territorio regionale coinvolte e/o interessate dal tema dei profughi affinché nessuna scelta sia "calata dall'alto";
- a richiedere al Ministero degli Interni che ogni ipotesi/programma che riguardi la gestione dei profughi in Veneto, anche per il tramite dei prefetti, siano necessariamente e preliminarmente condivise con le Istituzioni Locali su vasta scala;
- ad opporsi fermamente, per i motivi in premessa richiamati, alla realizzazione di un nuovo centro di accoglienza e smistamento profughi a Bagnoli di Sopra.".
La parola al consigliere Barison.
Massimiliano BARISON (Forza Italia)
Grazie, Presidente.
Con questa Mozione, che mette al centro dell'attenzione del Consiglio regionale un tema legato al territorio della provincia di Padova e riferito alla ipotesi della realizzazione di un Centro di accoglienza profughi nel comune di Bagnoli, si vuole nello stesso tempo portare una discussione all'interno del Governo regionale su uno dei problemi che sta maggiormente interessando amministrazioni, sindaci e soprattutto i cittadini del Veneto.
Sicuramente, il problema nasce dai flussi che sono in arrivo nel nostro Paese, ma che non possono essere assolutamente sottovalutati guardando anche quella che è stata la tendenza negli ultimi anni. Ho fatto un po' una ricerca e vedo come siano in continuo aumento rispetto al 2008 e al 2009, quando sono arrivati 29 mila migranti nel nostro Paese, poi si sono ridotti tra il 2009 e il 2010 a seguito dell'accordo Italia–Libia con il Governo Berlusconi e il Ministro degli Interni Maroni, passando a 3.499; poi, successivamente, con il Governo Monti fino ad arrivare all'ultimo Governo, abbiamo un incremento molto preoccupante: passiamo dai 13 mila arrivi del 2012 ai 170 mila arrivi del 2014 e a quelli previsti per il 2015 che arriveranno - dalle previsioni - alle 200 mila unità.
Oltre al problema dei flussi migratori su cui c'è un acceso dibattito su quella che è la politica internazionale del nostro Paese per coinvolgere sia l'Europa, sia gli organismi umanitari internazionali riconosciuti per evitare che l'Italia sia il paese di frontiera che deve affrontare il problema, si pone anche un problema della gestione all'interno del nostro paese. Una gestione che sta dimostrando tutta una serie di rischi legati al problema della salute, al problema di chi arriva nel nostro paese che molto spesso non ha i requisiti per avere l'asilo. Ho visto i dati del 2014 analizzati da una fondazione che ci dicono che solo il 24% ha diritto di rimanere nel nostro paese. Da qui nascono tutta una seria di interrogativi: i costi chi li deve sopportare? Come mai non si fa nulla per i rimpatri? Chi risponde sia economicamente sia dal punto di vista umanitario alla gestione di queste difficoltà?
La cosa, però, che mi fa ancora più male è che il nostro Veneto a volte qualcuno lo dipinge come un paese che non è più accogliente. Questa è una cosa che assolutamente va sfatata, visto che già oggi noi abbiamo più di 500 mila residenti stranieri che sono integrati nel nostro territorio e quindi abbiamo dimostrato la nostra capacità di accoglienza. Invece oggi, a causa di una politica fallimentare del Governo nel gestire questi flussi migratori, sta mettendo a rischio quelli che sono dal mio punto di vista dei valori fondamentali dei veneti. Valori fondamentali come quello della solidarietà e come quello dell'accoglienza, che fanno parte del nostro popolo, ma che sono messi in crisi dal fatto che la gestione dei flussi migratori non sta dando certezze e non sta dando risposte di sicurezza ai nostri cittadini.
Questo è un problema che sicuramente dobbiamo mettere al centro del nostro dibattito, così come ormai è assodato che ci sono fatti ed avvenimenti nella gestione dei flussi migratori che veramente ci mettono in difficoltà. È noto ormai, per esempio, che il business dell'accoglienza, dei centri di smistamento, è un business che sposta risorse ingenti, dove purtroppo abbiamo avuto un malaffare che si è diffuso e che corre il rischio di continuare. Abbiamo una preoccupazione legata a chi arriva in questi centri, possono essere anche cellule appartenenti al terrorismo mediorientale che possono mettere a rischio il nostro paese.
Nel territorio di Bagnoli, come si scrive nella Mozione, sono già presenti 26 profughi su un Comune di 3 mila abitanti, abbiamo un altro hub della provincia di Venezia nel comune di Cona, nella frazione di Conetta che ha già 400 profughi presenti a 4 chilometri di distanza; non è assolutamente tollerabile che nello stesso territorio si pensi di realizzare un altro hub provinciale.
C'è grande preoccupazione, ci sono forti tensioni sociali in questo territorio, ci sono andato di persona, quindi invito il Consiglio regionale a dare mandato alla Giunta e al Presidente affinché in modo fermo e determinato si opponga alla realizzazione di questo centro di smistamento dei clandestini.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Barison.
La parola alla consigliera Silvia Rizzotto.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Anche noi del Gruppo Zaia Presidente, come avevo già anticipato al consigliere Barison, sottoscriviamo questa Mozione di cui condividiamo pienamente le premesse e quanto già illustrato dal consigliere Barison. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Silvia Rizzotto.
La parola all'assessora Elena Donazzan.
Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
Grazie, Presidente.
Questa Mozione ci permette di affrontare un tema particolarmente complesso che cercherò solo di sottolineare per l'aspetto che riguarda il tema del lavoro principalmente e quello dell'integrazione.
Oggi rischiamo di affrontare con l'incertezza complessiva di quadro, dettato dalla mancanza di strategia e anche di strumenti da parte del Governo, una emergenza epocale, che si sta riversando sul nostro territorio in maniera particolarmente difficile nella sua gestione.
Con i Colleghi vicentini siamo stati sabato ad un incontro con alcuni Sindaci che hanno stilato un documento dove rappresentano alcune difficoltà legate proprio alla capacità amministrativa, e nel quale viene sottolineato in primis il tema del lavoro e dei costi sociali che si rischiano di avere in aggiunta ad un problema che oggi l'amministrazione ha. Sia le amministrazioni locali, territoriali, cioè i Comuni, con dei tagli importanti, tagli che si stanno scaricando anche nell'ambito del sociale, che dall'altra parte la Regione del Veneto a cui è stato chiesto, con la nostra presenza quel giorno, di affrontare l'argomento sui tavoli nazionali. Perché è evidente che l'interlocutore non è la Regione. Non abbiamo competenza su politiche dell'accoglienza, sulla gestione dell'emergenza così straordinaria e che ha a che fare con le grandi migrazioni che pur ci sono, ma che devono fare i conti con una realtà che è quella che misuriamo quotidianamente.
Domani escono i dati sull'occupazione in Veneto a seguito dei dati che sono quelli ufficiali dell'ISTAT, che ha una cadenza trimestrale nella pubblicazione dei numeri. Ebbene, se nella nostra Regione, come prima è stato detto nelle repliche di qualche Collega, il collega Ruzzante in particolare, possiamo parlare di una minima ripresa, almeno rispetto ai dati nazionali, di un 1%, tutto legato all'export peraltro, dall'altra parte avrete visto il commento che ho fatto sulle pubblicazioni della validità del Jobs Act nella sua realizzazione, cioè ben distanti dai numeri che erano stati ipotizzati inizialmente. Ma questo non vuol dire che sia una cattiva legge, anzi, credo che sia una buona legge, ma credo anche che la crisi continui a picchiare in modo molto duro. Credo che le imprese abbiano difficoltà, e che ci troviamo di fronte alla più poderosa riduzione di risorse pubbliche di cui si abbia memoria, certamente di quanta ne ho io qui da questo banco di Giunta e dal banco del Consiglio.
Siamo nelle condizioni noi di dare risposte? Il problema che hanno rappresentato i Sindaci, siamo nelle condizioni di capire per quanto tempo? Perché affronti una emergenza sapendo che è una emergenza, e sapendo che hai una situazione da gestire con una certa contingenza. La crisi economica non è una emergenza oggi, è una trasformazione pesantissima, dove dai dati che troverete domani vedrete che purtroppo vi è un aumento delle cessazioni di quasi l'8%, 7,9% dei posti di lavoro che non ci sono più. Sapete bene qual è stata la contrazione in questi anni. Quindi si sta lavorando con una leggera ripresa sull'export, ma che non si traduce con aumento dei posti di lavoro; e si lavora di più razionalizzando l'orario: l'abbiamo visto con Electrolux, in modo diverso. Ma non c'è possibilità di avere nuovi posti di lavoro e senza il lavoro noi non possiamo garantire alcun che.
Questa Mozione e la scelta politica di questa maggioranza, e ringrazio il mio Capogruppo di averla presentata, ci dà la possibilità di affrontare questo tema con la giusta serietà e dignità di quest'Aula. Non è semplicemente una proclamazione di contrarietà. Abbiamo argomentato anche sui tavoli nazionali. Eravamo io e il collega Coletto in Conferenza Stato-Regioni all'inizio di agosto per dichiarare, pretendendo che venisse registrata la posizione del Veneto, la contrarietà, la indisponibilità ad accogliere ulteriormente. Non abbiamo detto semplicemente no, abbiamo argomentato. Abbiamo argomentato i problemi della sanità, abbiamo argomentato molti problemi del lavori e abbiamo detto che abbiamo prima di tutto padri e madri di famiglia venete e italiane a cui dobbiamo dare risposta e non possiamo illudere alcuno che qui vi sia la possibilità di trovare risposte.
Certamente, e chiudo Presidente, noi parliamo di dignità dell'uomo e la dignità dell'uomo si lega inscindibilmente al tema del lavoro.
Assume la Presidenza
Il vice Presidente Massimo GIORGETTI
PRESIDENTE
Grazie, assessora Elena Donazzan.
La parola al consigliere Finco.
Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta - Lega Nord)
Grazie, Presidente.
Brevemente, per dire che anche il Gruppo della Lega sottoscrive questa Mozione. E riprendendo l'intervento fatto dall'assessore Elena Donazzan sul fronte dei Sindaci, che si sta muovendo, soprattutto nell'ultimo periodo, non solamente in provincia di Vicenza, ieri abbiamo visto anche parte dei Sindaci del padovano, 25 o 26 sindaci, capitanati dal Sindaco di Mestrino di Padova, che hanno presentato una serie di posizioni delle loro amministrazioni al Prefetto.
Questo sta a dimostrare che gli enti che sono più vicini al territorio stanno capendo benissimo quali sono le difficoltà, però, purtroppo, si trovano completamente abbandonati da uno Stato cieco e sordo che sa solamente fare proclami, ma che nella sostanza sta agevolando a tutto spiano l'invasione da parte di queste popolazioni, creando notevoli problemi sia per le casse che per le finanze, ma anche problemi di emergenza sociale. Per non parlare poi della sicurezza. Penso che i fatti accaduti a Catania nelle ultime ore lo testimoniano.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Finco.
La parola consigliere Guadagnini.
Antonio GUADAGNINI (Indipendenza Noi Veneto)
Grazie, Presidente.
Soltanto per dare il nostro appoggio e sostegno alla Mozione presentata dal consigliere Barison e dai suoi Colleghi di Forza Italia.
Siamo anche noi convinti del fatto che l'accoglienza senza soluzioni alternative di chiunque possa arrivare da qualunque parte del mondo, anche per ragioni di spazio fisico, se non produce alternative o soluzioni concrete per le persone che versano in difficoltà effettive, ovvero che si trovano veramente nella condizione di rifugiati o di profughi, non porta altro che a un blocco dell'accoglienza. Questa non è accoglimento, questa, effettivamente, come dice qualcuno, rischia di diventare una invasione.
Allora, se ci sono delle persone che hanno delle difficoltà devono essere identificate, se fossi in difficoltà in un paese che è in guerra prenderei il mio passaporto e cercherei di arrivare con i mezzi consentiti. Se uno parte dalla Siria e riesce a arrivare a Belgrado piuttosto che a Vienna, un aeroporto nel frattempo penso lo possa trovare. Se ha mille, 2 mila, 5 mila euro che servono per alimentare la tratta dei mafiosi ha anche i soldi per comprarsi un biglietto aereo. Arriva qui e dice: sono un profugo, mi fischiano le pallottole sopra la testa, aiutatemi. Si verifica e giustamente questo va aiutato.
Siccome in queste condizioni, secondo le statiche, si trova una minoranza ristretta del totale, gli altri un po' ci marciano. Per carità, saranno in difficoltà, ma persone in difficoltà nel mondo ce ne sono miliardi, tutti non ci stanno, anche, ripeto, per questioni fisiche. Allora o si trova il sistema di aiutare quelli che effettivamente hanno bisogno, oppure per non creare allarmismi e condizioni di difficoltà nelle amministrazioni locali e nel territorio non c'è altro da fare che bloccare il flusso, questa è la realtà. Cioè o troviamo delle soluzioni per le persone che ne hanno veramente bisogno, oppure bisogna bloccare i flussi fino a quando non si trovano queste soluzioni; perché nel frattempo arrivano ogni decine, centinaia di migliaia di persone in più. Non è possibile accoglierli tutti. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Guadagnini.
La parola al consigliere Casali.
Stefano CASALI (Lista Tosi per il Veneto)
Grazie, Presidente.
Un saluto a tutti.
Voteremo a favore di questa Mozione per un semplice motivo: perché vogliamo dare un segnale, un segnale politico all'assenza di una politica che gestisca il flusso di clandestini e di migranti sul nostro territorio.
Con i Capigruppo, poco prima della pausa estiva, abbiamo avuto un colloquio molto interessante e anche impegnativo in termini di orari con il Prefetto di Venezia, che ci ha illustrato una situazione assolutamente allucinante. A me ha fatto pena il ruolo dei Prefetti in Italia in questo momento, perché sono totalmente abbandonati e devono gestire delle situazioni senza che la politica nazionale, competente in questa materia, dia le apposite giuste risposte. Abbiamo parlato di 11 rimpatri a fronte di circa il 70% di presenze clandestine in Veneto.
Credo che votare questa Mozione ha anche il peso politico di un Consiglio regionale del Veneto, di un Consiglio sovrano, che dice e fa dire dalla Giunta, ovviamente, a chi ha una competenza che oggi non sta responsabilmente affrontando un problema molto serio e molto grave. Le cui soluzioni si possono trovare se c'è la volontà di governare in maniera seria e per l'interesse dell'Occidente, dell'Italia e dei nostri territori.
Ringrazio il Collega e anche i primi firmatari Giorgetti e Elena Donazzan per questa Mozione che ha una forte valenza politica, perché oltre ad avere un peso specifico per il territorio di un Comune, ha una più ampia importanza politica per sollecitare chi di dovere a prendere e a fare quel che non sta facendo.
Ricordo che l'Italia è riuscita ad esprimere la più alta voce europea di politica estera, perché il Commissario europeo è una signora italiana, credo che abbia anche qualche legame con il mio territorio, con Verona, non so se ha sposato un veronese o altro. Su questo tema io non ho letto un rigo da parte di questo Ministro europeo. Il Ministro Gentiloni è assolutamente sottocoperta su questo tema, quindi anche la politica estera italiana su questo tema è assolutamente irresponsabile, per non parlare degli altri Ministeri competenti.
Gli unici dati che si leggono sui giornali sono quelli dei Prefetti che ci dicono i numeri degli arrivi e purtroppo quelli della cronaca nera, macabra, che ci dicono il numero dei decessi sul tratto di mare più pericoloso del pianeta per la vita degli individui.
Spero che questa Mozione, oltre alla tematica del Comune del padovano, venga in qualche modo a sollecitare quello che ho già detto e non ripeto.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Casali.
La parola al consigliere Conte.
Maurizio CONTE (Lista Tosi per il Veneto)
Grazie, Presidente.
Ben venga una Mozione che metta di fronte alla situazione anche la Regione, perché prima la collega Elena Donazzan diceva che la Regione non ha competenze. Però la Regione, dobbiamo ricordare, ha sottoscritto in Conferenza Stato–Regioni un accordo sulle quote, su quelle che devono essere ripartite a livello nazionale nelle Regioni.
Serve sicuramente forse mettere in essere un coordinamento che non guardi la pura appartenenza politica. Prima il Capogruppo Finco ha detto che ieri 27 Sindaci si sono riuniti con il coordinamento del Sindaco di Padova. C'erano anche oltre 70 Sindaci che insieme al Presidente della provincia di Padova, hanno assunto una posizione politica contrapposta.
Forse è su questo che ancora una volta ci dimostriamo deboli, dove c'è il tentativo di forzare certe posizioni invece di cercare veramente una forza che parte dal territorio. Penso che nessun Sindaco abbia priorità di accettare clandestini nel suo territorio rispetto alle difficoltà economiche, soprattutto dei cittadini veneti in questo momento. Questa Mozione non fa altro che rimarcare la necessità di un coordinamento, di coordinamento anche di tutte le Istituzioni partendo dalla Regione. Anche se qui ci sono posizioni contro l'hub di Bagnoli rispetto ad una distribuzione diffusa nel territorio, personalmente sono convinto che concentrare gli arrivi in certe strutture possa dare maggiori controlli sia per quanto riguarda la sicurezza, sia per la sanità, sia per altri controlli, fondamentali e necessari per garantire nel territorio maggiore sicurezza.
Al di là di questo, e di molte polemiche che in questi giorni stanno aizzando gli animi di questi Sindaci, spero che il ruolo che avrà il Presidente Zaia sia quello di coordinare una posizione che dal Veneto parta con forza nei confronti di un Governo che non sta dando risposte.
Assume la Presidenza
Il Vice Presidente Bruno PIGOZZO
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Conte.
La parola al consigliere Ruzzante.
Piero RUZZANTE (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Tralascio gli argomenti che abbiamo già trattato nella scorsa seduta e che tratteremo anche più avanti di carattere generale. Sarebbe facile per me replicare dicendo che nel 2011, di fronte ad una ondata di profughi analoga a quella attuale il Ministro Maroni si rivolse alle Regioni chiedendo una mano, chiedendo un aiuto e ricevette questa mano e questo aiuto e non polemiche.
Nel 2008 avete siglato l'accordo di Dublino, che è contestato all'interno della prossima Mozione, ma quell'accordo di Dublino l'ha siglato il Governo Berlusconi; per la precisione, il Ministro Maroni fu uno dei protagonisti di quell'accordo.
Farei presto a replicare al fatto che non vengono espulsi i clandestini da questa Regione semplicemente perché non c'è un CIA in questa Regione, non c'è un centro per l'identificazione all'espulsione, previsto anche dalla legge Bossi-Fini.
Quindi, sarebbe molto facile su questo la polemica e ricordare che Zaia proprio nel 2011, di fronte a quell'appello del Ministro Maroni, rispose, che c'è un articolo di Repubblica in tal senso: il Veneto farà la sua parte, siamo di fronte ad un esodo biblico. Dire che questo non è un esodo più biblico addirittura di quello del 2011 è voler mettere veramente la testa sotto la sabbia. Perché in tutti i Governi, anche lì dove governa il Centro–Destra, penso alle dichiarazioni della Merkel di questi giorni, hanno una difficoltà oggettiva ad affrontare questo tema.
Resto nel merito delle questioni poste dalla Mozione. La prima questione che pongo è questa: nella Mozione si parla di accoglienza diffusa, accoglienza diffusa vuol dire circa un profugo ogni mille abitanti. Il Comune di Bagnoli ne ha 3 mila, quindi ne dovrebbe ospitare 3. Nella sua Mozione lei dice che oggi, senza l'hub, ne ospita 26. Sa perché ne ospita 26? Perché il Comune dove lei è Sindaco, consigliere Barison, ne ospita zero. Cioè i 26 che ospita Bagnoli sono 23 che dovrebbero essere ospitati da Albignasego. Quindi lei all'assemblea doveva dire "no, 26 sono troppi, ne dovete ospitare 3! Perché se uno ne ospitasse uno ogni mille abitanti, Bagnoli ne dovrebbe ospitare 3 non 26! Gli altri 23 li ospito io ad Albignasego", perché questa è solidarietà tra territori.
Quello che non ho capito in questa Mozione e neanche nella successiva è: qual è il posto giusto? Me lo spiegate per favore? Qual è l'hub? O qual è l'accoglienza diffusa? Io sono per l'accoglienza diffusa, sono per non fare gli hub. Ha ragione, forse, in una riflessione finale il consigliere Conte nel dire che forse avere dei luoghi di aggregazione ci consente di avere più controllo di queste presenze, però a me convince di più l'idea per fare l'accoglienza diffusa. Ma per fare l'accoglienza diffusa tutti devono fare la loro parte, non può esserci chi fa zero e va a fare le manifestazioni di protesta a Bagnoli perché ne ha 26, ospitando anche i suoi 20! Questo non mi pare coerente, non mi pare intelligente, non mi pare un modo di affrontare.
Non è vero che la Giunta regionale non ha compiti e non ha funzioni in questa materia. Cosa c'entrano il mezzo milioni di immigrati che sono qui? Non hanno bisogno di nulla, sono lavoratori o possono essere disoccupati esattamente come sono disoccupati i nostri. Ma non è di quelli che ci dobbiamo occupare, oggi ci dobbiamo occupare di una emergenza, che non è una emergenza dell'Italia, per cui il Governo italiano non è riuscito a affrontarlo. E il Governo ungherese, governato da una Destra estrema, è riuscito ad affrontarlo? E il Governo inglese? E il Governo tedesco? Mi pare che siamo veramente a sragionare, volete lucrare su un tema che mi pare stupido.
Concludo su un'ultima riflessione, l'assenza di governo in questa Regione sta generando il caos, perché in altre Regioni il fenomeno è stato governato in maniera più intelligente, più accettabile, attraverso l'accoglienza diffusa. Perché, vi assicuro, che 3 immigrati - ne ospitano 26 - a Bagnoli non rappresentano un problema; ma si può arrivare a 3 immigrati a Bagnoli e quindi a cancellare addirittura l'idea di hub se lei, consigliere Barison, si ospita i 20 ad Albignasego. Perché se lei ne vuole ospitare zero e altri cento comuni ne vogliono ospitare zero, questo è il risultato.
Quindi il caos che si è prodotto è figlio dell'assenza di un governo da parte di questa Regione, questo è il tema che vogliamo affrontare all'interno di questa mozione.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Ruzzante.
La parola all'Assessora Manuela Lanzarin.
Ass.ra Manuela LANZARIN (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Voglio solo sottolineare alcune questioni, perché è facile adesso scaricare sulla Regione competenze che la Regione non ha. Se parliamo di integrazione la Regione sta facendo la sua parte, i programmi che ci sono all'interno dei nostri bilanci sull'integrazione rispetto agli immigrati, i mediatori culturali e quant'altro, etc., li abbiamo sempre fatti e li stiamo facendo. Qui parliamo, invece, di una emergenza epocale, come è stato più volte ribadito, una emergenza priva di qualsiasi tipo di controllo, una emergenza che deve essere gestita da qualcun altro, ossia dal Governo centrale o dall'Europa e non certo dalla Regione del Veneto.
La Regione del Veneto partecipa ai tavoli di coordinamento, partecipa ai tavoli in cui viene chiamata. Ieri ho partecipato in Prefettura a Venezia al primo tentativo, diciamo così, da parte del Prefetto Cuttaia della cosiddetta cabina di regia, per monitorare la situazione, per cercare di coordinare. Poi, è chiaro che questa situazione deve essere gestita da chi ha competenza e non è la Regione Veneto che ha competenza, perché quando si richiama l'intesa del 10 luglio 2014 si dimenticano alcuni passaggi. È vero che il Veneto era presente durante quella seduta, ma il Veneto ha rimarcato la propria contrarietà e voi sapete benissimo che, per una questione di gentleman agreement, è uscito durante la votazione e quindi non ha partecipato a quella votazione; però aveva marcato la propria contrarietà rispetto a quella che era l'intesa sulla suddivisione delle quote e sul metodo di distribuzione.
Adesso parliamo di quote che sono state superate, perché l'emergenza è diventata una emergenza con altri numeri rispetto a quelle che erano le distribuzioni di quel tempo. Quindi è chiaro che la situazione ormai è fuori controllo, è chiaro che le ripercussioni ci sono sui territori non solo nel vicentino, nel padovano, nel veneziano, ma un po' da per tutto. I Sindaci sono esasperati. Ieri, mentre eravamo dal Prefetto a Venezia, c'era una manifestazione di alcuni profughi a Cona che nuovamente si lamentavano o protestavano per il sapone.
Voi capite che quando abbiamo immagini di questo tipo non è che possiamo facilmente parlare ai lavoratori che non hanno lavoro e alle persone che non arrivano a fine mese, di integrazione, di una gestione che non compete alla Regione del Veneto. Dopodiché, dico anche al collega Ruzzante: distribuzione diffusa, ma allora chiedo a quei sindaci che probabilmente saranno più vocati, sindaci che appartengono alla vostra componente politica, di iniziare questa distribuzione diffusa. Non mi sembra che tutti i Sindaci del PD abbiano iniziato ad avere una distribuzione diffusa e quindi uno ogni mille abitanti.
Chiaramente dovete difendere quello che è il Governo centrale, quindi una politica deleteria, una politica scellerata, una politica che non ha saputo affrontare. Credo che chi mi ha preceduto ha messo in evidenza quelle che sono le mancanze dei Governo, le mancanze dei Ministri, le mancanze di chi ha avuto ruoli a livello europeo, un semestre europeo in cui non abbiamo fatto e detto nulla.
Nel 2008 è stato firmato l'accordo di Dublino, verissimo, l'ultimo regolamento però è stato sottoscritto da Letta nel 2013. Accordo e regolamento sono due cose diverse, per carità, concordo su questo, ma come mai dal 2011 in poi non c'è stato nessun tentativo di provare a cambiare, visto che abbiamo avuto anche una Presidenza europea, un accordo che probabilmente non poteva più reggere?
Quindi, chiedo che ci sia una presa di posizione forte, e va bene che ci sia in questo Consiglio regionale, nel fare arrivare a chi di dovere la gestione, una gestione che ha portato una emergenza senza confini, una emergenza che viene riversata nei territori e che non può essere governata, ma soprattutto non può essere scaricata sulla Regione del Veneto.
Ultima cosa, rassicuro il collega Conte che i controlli vengono fatti e quindi se c'è una cosa su cui la Regione Veneto opera ed è puntuale è sui controlli sanitari rispetto a coloro che arrivano, perché vogliamo essere sicuri e avere la sicurezza che non ci sia nessun tipo di problematica. Quindi, i controlli, accollandoceli anche al nostro sistema sanitario. Perché molte volte si parla solo dei 35 euro e non di tutto il resto, il resto di investimenti, tutto il resto di servizi, che possono essere da spostamenti a quant'altro, non vengono conteggiati e invece molti sono conteggiati e sono nelle spalle del bilancio della Regione Veneto e quindi nelle spalle dei veneti.
PRESIDENTE
Grazie, assessora Manuela Lanzarin.
La parola al consigliere Giorgetti.
Massimo GIORGETTI (Forza Italia)
Grazie, Presidente.
Io volevo fare due affermazioni molto puntuali: la prima "Ci troviamo di fronte a una massa composita di persone che favorisce le connessioni tra organizzazioni criminali ed estremiste e che pone gravi rischi alla sicurezza nella duplice accezione safety e security e tra i tanti problemi quello dei foreign fighters e tutti i problemi legati al tema della salute pubblica", questo non lo dice un nostalgico di altre epoche, lo dice il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli in un convegno pubblico.
"300.000 profughi, nessun se n'è accorto perché c'era un piano" questo lo dichiara Massimo D'Alema all'ultima festa de L'Unità, Presidente del Consiglio durante la crisi del Kossovo, Ministro dell'Interno era Rosa Russo Iervolino e, se ricordate, è stato allora fatto l'intervento militare che da una parte ha affondato le barche nei porti albanesi, quote senza profughi, e dall'altra parte ha messo di fatto in atto un blocco navale che se ricordate ha causato, pur negandolo, anche la famosa collisione tra la nave della marina militare con una di queste navi di profughi, purtroppo anche con molti morti.
L'altro problema vero - e concludo - al di là di quello sociale dei Sindaci, dei Comuni, del comune sentire che io vorrei sottolineare, è il tema del rischio sociale che la mancanza di un qualsiasi piano e di una qualsiasi prospettiva crea nei confronti delle Forze dell'Ordine.
Noi oggi abbiamo un primo gravissimo problema che non è tanto o solo quello del controllo dei terroristi, abbiamo comunque dei servizi che funzionano. Il problema oggi di tutti coloro che stanno operando in mare non sono i terroristi ma è lo scontro in mare, le regole di ingaggio.
Se uno scafista spara in mare che cosa succede? Chi è responsabile? Qual è la reazione? Se si reagisce ci sarà un magistrato che puntualmente condannerà e indagherà i nostri militari? O avremo un Governo che farà fare ai militari coinvolti, se mai succederà, la fine dei nostri marò, in termini di tutela?
Guardate che questo è uno dei temi veri così come immaginare di mettere la Polizia nelle condizioni - come è successo a Ventimiglia - di doversi mettere tra le legittime richieste da parte dei Sindaci e dei veneti e dall'altra parte a difendere gli immigrati, perché succederà prima o poi, se non c'è un piano e non cala la tensione sociale che la Polizia si troverà da una parte gli immigrati e dall'altra parte i veneti.
Ecco, io sottolineo questo aspetto, oltre che naturalmente per dare solidarietà a tutte le Forze dell'Ordine, che stanno operando in questo momento senza un piano e in completo abbandono, per sollevare anche la necessità, al di là di questa mozione presentata dal Gruppo di Forza Italia, di ridisegnare assolutamente i confini con un piano, con certezze che competano esclusivamente al Governo.
Renzi faccia il comunista, faccia D'Alema, faccia la Sinistra perché governava meglio anche su questi temi e all'interno di questo quadro – e chiudo veramente - credo poi si possa parlare anche di accoglienza, di HUB e di tutto il resto. Ma se non ci sono i fondamentali, se non ci sono certezze di cosa stiamo parlando? Di fare gli scafisti degli scafisti degli scafisti.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Giorgetti.
La parola al consigliere Sinigaglia.
Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Alle volte mi sembra che parlando di questi temi si cerchi di parlare d'altro.
Anch'io condivido alcune osservazioni che ha fatto Giorgetti nell'ultima relazione, come ho condiviso altre relazioni e le preoccupazioni. Vediamo la televisione, leggiamo i giornali e sappiamo cosa sta succedendo in Macedonia, in Ungheria, in Serbia, in Germania, in Francia, in Inghilterra. Vediamo cosa sta succedendo. È sicuramente semplice e facile non affrontare il problema dicendo che bisognerebbe intervenire a livello europeo, bisognerebbe intervenire a casa loro, bisognerebbe fermarli nel Mediterraneo.
Siamo tutti d'accordo, va bene? Dobbiamo trovare le soluzioni e prenderci le responsabilità che ci appartengono.
Nell'attesa che qualcuno dia delle regole più efficaci e funzionanti in modo tale che non ci sia questo arrivo spropositato di migliaia di persone, ci sono circa 6.000 persone presenti nel Veneto in attesa del riconoscimento dello status di profugo oppure di presenza migrante per motivi economici verso i quali abbiamo il diritto e gli strumenti, non tutti perché ci manca il CIE ed è già stato detto, per espellerli e per rimpatriarli.
In attesa di questo a me sembra che la mozione presentata sia un passo in avanti rispetto a una politica di fermo respingimento. Perché? Perché si dice: Prefetto, Ministero, non fare di testa tua, condividi con il territorio le scelte, condividi con la Regione, condividi con le Istituzioni, collabora in modo tale da trovare delle soluzioni. Che noi abbiamo sempre detto: accoglienza diffusa.
Qui c'è questa apertura, non c'è una chiusura a questo perché viene continuamente richiamata la tutela dei Sindaci che deve essere coinvolta e non decisioni calate dall'alto.
Anche noi siamo per questo, perché ci sia condivisione, e, come è stato detto da altri Consiglieri, ieri c'è stato chi si è trovato per dire "no punto e basta". Ma la maggioranza dei Sindaci del padovano, 74 Sindaci, si sono trovati per dare un'indicazione che va nella direzione della accoglienza diffusa, perché o lo gestisci questo problema oppure esplode in una conflittualità sociale enorme.
Allora c'è chi cerca di farlo esplodere in una conflittualità sociale enorme, c'è chi cerca questo rifiutando qualsiasi possibilità di lavoro di pubblica utilità, rifiutando qualsiasi tipo di accoglienza, girandosi dall'altra parte, rifiutando di fare il proprio compito che è chiamato a fare in questo momento.
Adesso dire che la Regione non ha responsabilità al di là della firma, l'abbiamo detto più volte. Ma abbiamo l'Assessorato ai Flussi migratori. Cosa significa avere un Assessorato di Flussi migratori: che gestisce il traffico quando il traffico non c'è? Gestirà il traffico quando il traffico c'è perché se lo gestisci quando non c'è allora chiamati con un altro nome e non più Assessorato ai Flussi migratori.
Abbiamo questo Assessorato e bisognerà appunto prendersi qualche responsabilità. È troppo facile dare sempre la responsabilità ad altri e, ripeto, tutto quello che avete detto lo condividiamo ma abbiamo 6.000 persone presenti qua e 6.000 persone è l'1,05% della popolazione. È un'invasione? No. Ma sicuramente potrebbe essere gestito meglio, potrebbe essere gestito in maniera condivisa, potrebbe essere gestito in maniera tale che non crei questa conflittualità sociale che è negativa per tutti, perché è un'emergenza nazionale ma anche europea e anche internazionale.
Ma dove andiamo se pensiamo di salvarci girando la faccia dall'altra parte e dicendo che è colpa di questo Governo? Ma dove andiamo? Non sarà assolutamente questo. È una cosa epocale da capire fino in fondo.
Guardate che siamo i primi a dire che servono soluzioni europee, soluzioni nel Mediterraneo, soluzioni in Africa e, anche qui, noi cosa facciamo per la cooperazione internazionale? E a livello nazionale che cosa si fa per la cooperazione internazionale? Lo 0,17% e dopo li aiutiamo là? E la Regione Veneto che ha anche la cooperazione internazionale cosa fa? Li aiutiamo là? Diciamo, ma non facciamo quel poco che potremmo fare.
Facciamo quel poco che possiamo fare per dare una possibilità di vivere meglio a tutti i nostri cittadini.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Sinigaglia.
Per quanto riguarda la cooperazione internazionale le ricordo che sono stati circa 300 gli interventi negli ultimi cinque anni in Africa.
La parola al consigliere Berti.
Jacopo BERTI (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Solamente per una dichiarazione di voto, per dire che il Movimento 5 Stelle si asterrà da votare questa mozione per un semplice motivo: dei tre punti finali che abbiamo visto, i primi due sono ampiamente condivisibili, anzi trovano il nostro pieno appoggio, mentre l'ultimo punto ci vede in pieno disaccordo per i motivi che sono stati appunto prima esposti dal nostro Collega.
Faccio solamente due numeri al volo: pensiamo appunto a Cona, nella località di Conetta ci sono circa 430 immigrati e quindi vorrebbe dire che la frazione di Conetta, o meglio Cona, dovrebbe avere circa 43.000 persone e invece ha meno di 3.000 persone.
Quindi se vogliamo rispettare la proporzionalità di 1 immigrato ogni 1.000 abitanti ci rendiamo conto che, come non avviene a Cona e anzi viene abusato il territorio e la cittadinanza, non capiamo perché questo debba essere usato con un rapporto diverso per Bagnoli che dista, per l'appunto, solo a 5 chilometri. Noi non riteniamo giusto che vengano usati due pesi e due misure, per l'appunto, a una così stretta vicinanza sul territorio.
Sicuramente il problema va affrontato. Quanto detto da chi mi ha preceduto è assolutamente condivisibile e lo sposiamo in pieno. Ripeto: sposiamo a pieno i primi due punti di questa mozione, però l'ultimo punto ci porta di fronte alla non volontà o alla mancata volontà di voler risolvere il problema, ma solo di rimandarlo e andare spostare un po' più in là, chilometricamente parlando, questa soluzione. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Berti.
La parola al consigliere Zorzato.
Marino ZORZATO (Area Popolare Veneto)
Grazie, Presidente.
Voterò la mozione perché resti agli atti e spero che chi la voterà con me sappia cosa vota, per non dire qui quello che non dice da qualche altra parte, perché la mozione va letta e ho sentito degli interventi che sono in contrasto con la mozione, rispetto a chi ha detto che la vota, perché la mozione dice che "La Giunta si impegnerà su questo argomento". Quindi vuol dire che è competente per materia, e dice che stiamo discutendo oggi in questo Consiglio questa mozione.
Delle due l'una: se l'argomento non ci riguarda non discutiamo la mozione e invece presumo che se votiamo una mozione l'argomento ci riguardi.
Ma soprattutto, la mozione dice di "condividere preliminarmente le scelte". Vuol dire che la politica è parte attiva, dalla Regione in giù. Tra l'altro questa parte viene condivisa da tutti praticamente, perché il Movimento 5 Stelle è solo l'ultimo punto che non condivide. Nelle premesse, che sono sempre parte della mozione, si parla di accoglienza diffusa.
Mi raccomando: per chi la vota sappia cosa vota, che domani non vada a dire che è contro l'accoglienza diffusa perché qui la sta votando. O che domani non vada a dire che non c'entriamo niente perché qui domandiamo alla Giunta regionale di essere parte attiva; o che domani non vada a dire che bisogna condividere un progetto anche in Veneto, perché la votiamo in Veneto questa, non in Lombardia o in Liguria. Quindi dobbiamo condividere nei vari livelli una organizzazione del problema.
Non dice no, cioè questa è in totale dissenso dal documento votato ieri dai Sindaci, che sono stati citati, coordinati dal Sindaco Bitonci.
Questa è l'antitesi e se non è così leggetevi il documento.
Siccome è l'antitesi sto dicendo, a quelli che hanno detto che la voteranno, che sappiano che con molto piacere stanno votando un documento che è una bella apertura a un problema drammatico che esiste. Colgo che questo Consiglio per la prima volta condivide e riconosce la drammaticità di un problema, lascia un po' la politica da parte e cerca di condividere le soluzioni. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Zorzato.
Non ci sono altre richieste di intervento, quindi passiamo alla votazione della mozione presentata dai consiglieri Barison, Giorgetti e Donazzan.
Pongo in votazione la
mozione n.
5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
6 |
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MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI GUADAGNINI, FINCO, SEMENZATO, GIDONI, SANDONà, VILLANOVA, BORON, MONTAGNOLI, RIZZOTTO, GEROLIMETTO, MICHIELETTO, MARCATO, BARBISAN RICCARDO, FORCOLIN, CALZAVARA, POSSAMAI, BRESCACIN, FINOZZI, BALDIN, SCARABEL, BARTELLE E BRUSCO RELATIVA A "GIOCHI OLIMPICI DEL 2024, NO ALLA CANDIDATURA DI ROMA" (MOZIONE N. 6) (DELIBERAZIONE N. 45/2015)
La parola al consigliere Guadagnini.
Antonio GUADAGNINI (Indipendenza Noi Veneto)
Grazie, Presidente.
Dò lettura della mozione e poi faccio un paio di commenti.
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- nel 2024 si svolgeranno i XXXIII Giochi Olimpici;
- recentemente il Consiglio comunale di Roma ha approvato una mozione per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, mozione passata con 6 voti contrari (M5S, Lega e Radicali);
- l'Amministrazione comunale di Roma è stata pesantemente coinvolta in "Mafia Capitale" che ha dimostrato come i tentacoli della mafia si siano inseriti in un gran numero degli apparati romani;
- l'organizzazione dei grandi eventi sportivi si è sempre dimostrata a Roma un fallimento, dai Mondiali di calcio 1990 agli ultimi mondiali di nuoto del 2009 denominati "le piscine della vergogna" e il costo di tali sventure è ricaduto anche sui cittadini veneti;
- già alla notizia della candidatura romana da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, aveva suscitato fortissime contrarietà in tutta la nostra Regione, come viene testimoniato dalle dichiarazioni del Presidente del Governo veneto, Luca Zaia pubblicate sul "Corriere del Veneto" del 16/12/2014: "E qualcuno si aspetta che i veneti gioiscano per una candidatura che si prospetta come una nuova minaccia?" e il giorno dopo il "Corriere delle Alpi" riporta quanto dichiarato dallo stesso Presidente Zaia ai microfoni di Radio Cortina: "La candidatura di Roma alle olimpiadi è una presa in giro, Roma non deve più candidarsi a niente, deve fare la brava scolaretta e mettere a posto i conti perché tutto quello che fanno a Roma lo paghiamo noi qui nel Veneto";
tutto ciò premesso,
IMPEGNA IL GOVERNO VENETO
ad esprimere tutta la propria contrarietà a tale candidatura, per motivi etici, morali, economici, sociali, estetici.".
Anche estetici, sì, insomma ci vuole un po' di buon gusto prima di presentarsi e fare qualcosa, buon gusto che qui manca completamente.
Oggi nel Corriere della Sera c'è una cronistoria di come è stato commissariato sostanzialmente il Comune senza un Commissario effettivo ma sia stato messo un ex Assessore al Bilancio a fare il Commissario per il debito che ammontava qualche anno fa a 12 miliardi di euro - cioè il Bilancio della Regione Veneto tanto per capirsi. Voglio dire che è chiaro che non abbiamo competenze, ma cerchiamo di dargli un consiglio e speriamo che prendano in visione questa mozione. Candidarsi a gestire una cosa di questo tipo quando, lo dice la gente di Roma, non si riesce neanche a far funzionare un bus, l'aeroporto di Fiumicino ha preso fuoco due volte e rischiamo che gli atleti che arrivano prendano fuoco prima di arrivare in albergo. Dopodiché quando sono arrivati in albergo, quelli vivi, è difficile che arrivino all'impianto, sempreché l'impianto venga fatto, perché se devono prendere qualche mezzo pubblico non ci arrivano.
Allora lasciamo perdere. Come ha detto Zaia recentemente: cercate di gestire l'ordinario e poi, quando date dimostrazione del fatto che riuscite a far quadrare i conti, i 12 miliardi di debito spariscono etc., cioè fate quello che succede in tutti i comuni del Veneto per esempio, allora candidatevi. Magari non cominciate con le Olimpiadi, ma cominciate col torneo scapoli contro ammogliati e un po' alla volta candidatevi anche a gestire le Olimpiadi di Roma, ma per adesso lasciate perdere.
Ecco, è un consiglio da amici, diciamo così. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Guadagnini.
La parola alla consigliera Cristina Guarda.
Cristina GUARDA (Alessandra Moretti Presidente)
Grazie, Presidente.
Condividendo le vostre preoccupazioni in merito ai rischi che si incorrono nella realizzazione di eventi di tale portata. Mi permetto di portare alla vostra attenzione alcune considerazioni condivise appunto dal nostro schieramento.
Riporto le parole di Thomas Bach, Presidente del Comitato olimpico internazionale: "Quella di Roma è una candidatura forte sia per la vostra storia sia per la ricca tradizione sportiva e olimpica, ma anche perché avete tanti rappresentanti nell'organizzazione dello sport internazionale. Ho molti ricordi dei giochi di Roma del 1960, fu la mia prima esperienza olimpica, è bello vedere che lo sport ha tanti amici in questa nazione olimpica in cui mi sento a casa".
Il suo commento ci riporta ad un evento che ci riempì davvero di orgoglio, capace di mostrare al mondo intero la determinazione e la genuinità del modello sportivo italiano incarnata in toto dal direttore d'orchestra dei giochi romani del 1960, Giulio Onesti, non a caso celebrato in occasione dell'85
a sessione del CIO come "colui che incarnò una nuova concezione di sport".
Un modello sportivo, il nostro, in connubio con la componente culturale di cui chiaramente il nostro Paese si veste, determina una superiorità unica ed indiscutibile di Roma sulle altre città candidate.
Sicuramente non possiamo pensare però che la fonte sempre inesauribile delle nostre tradizioni storiche e culturali sia capace di oscurare gli scandali politici e amministrativi, i timori di altre vergognose ruberie come "mafia capitale" come già citato, lo scanalo Expo o, per non dimenticare o creare differenze territoriali, il nostro vicino e scandaloso MOSE.
Attenzione però a non cadere in un'infima trappola. Citando il giornalista Enrico Landoni dico che "Nel Paese in cui tutto o quasi è motivo di nocive divisioni e troppi facili litigi" occorre dire con franchezza che ad oggi il nostro peggior nemico siamo noi stessi e che la candidatura di Roma è oggettivamente forte sia per le ragioni che prima ho citato sia per fattori esterni.
Non dimentichiamoci quindi che il grande beneficio sociale e valoriale è l'eredità olimpica: ispirare le nuove generazioni attraverso buone pratiche, il valore educativo dello sport e dell'integrazione creando ponti fra culture, uomini e modelli di sviluppo tra di loro agli antipodi.
Ma ora parliamo di alcuni punti che voglio portare alla vostra attenzione.
Parliamo di trasparenza. Interventi per garantirla nel presentare la candidatura di Roma sono già stati presentati come, per esempio, la scelta di farsi affiancare dal Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone.
Parliamo poi anche di innovazione e opportunità: perché pensare solo a Roma? Perché, invece di innalzare muri demagogici, non proponiamo di applicare per la prima volta un nuovo concetto un Olimpiade sostenibile che coinvolga più città? Perché non parlare di Venezia ad esempio per il canottaggio o la vela? Perché non sfruttiamo anche l'opportunità di creare un nuovo circolo di benefici, un indotto anche economico e commerciale per i nostri cittadini, le nostre città e le nostre aziende con un piano turistico ad hoc? Perché non pensare ad una vera e propria progettualità dello sport veneto affiancando, ad esempio, alle Olimpiadi un'Olimpiade per i giovani che potranno frequentare e potranno partecipare qui in casa?
Parliamo anche di coerenza: visto il rischio di corruzione ventilato, ahimè, anche nel nostro territorio e non soltanto nei territori delle Regioni vicine o lontane che siano, perché allora sostenere i Mondiali di Cortina 2021 e mettere alla gogna la candidatura romana del 2024? È mossa etica o è mossa politica semplicemente?
È opportuno porre veti alla candidatura romana sapendo che per affrontare i Mondiali invernali dovremo creare i presupposti di una sinergia tra tutti i soggetti interessati comprese le nostre vicine Regioni e i nostri colleghi consiglieri?
Parliamo anche dei costi e dei benefici, facciamo in modo che le decisioni di ospitare o meno un evento olimpico vengano prese solo al termine di una attenta analisi dei costi e dei benefici nella loro totalità e anche di tutto l'indotto che va a creare riflessi da un punto di vista turistico e commerciale.
Ma, per rispetto dei contribuenti italiani, proponiamo che l'onere del finanziamento gravi prevalentemente sulle comunità locali che ne trarranno i benefici e che quest'ultima possa esprimere per esempio, tramite referendum, il proprio consenso informato.
Concludo citando il dottor Alberto Caprotti - qualche secondo e finisco - che suggerisce "stante l'attuale indecoro e la cronica inefficienza romana, sarebbe meglio ritirarsi". È comprensibile ma ai Giochi del 2024 manca abbastanza tempo per rimboccarsi le maniche e schierare le nostre coscienze.
Chi dovrà scegliere lo farà già tra un anno, è vero, ma i parametri del mondo olimpico non sono stati mai quelli della Magistratura e della Polizia.
Considerarsi perdenti in partenza quindi sarebbe folle. Le Olimpiadi sono un'opportunità, un'occasione per impegnarsi e non arrendersi e per dimostrare al mondo che sappiamo far funzionare ciò che abbiamo. L'aria è viziata, ma concludo dicendo che questa non è una buona ragione per smettere di respirare.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Cristina Guarda.
La parola al consigliere Brusco.
Manuel BRUSCO (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Il Gruppo del Movimento 5 Stelle è fortemente avverso alla candidatura di Roma ai Giochi olimpici del 2024 per quanto enunciato da chi ha presentato questa Mozione.
Ci tengo ad affermare che questa candidatura noi la leggiamo come uno spot per l'attuale Presidente del Consiglio, il quale sembra non rendersi conto che condurrà il Paese verso un paradosso senza precedenti. Gli scandali di Roma che stanno anche in questi giorni affliggendo la nostra Capitale ne sono la conferma.
Come aveva dichiarato il nostro Capogruppo Berti, la nostra contrarietà alla candidatura di Roma si basa su due livelli: il primo è quello economico. Le infrastrutture che si dovranno realizzare per questa manifestazione in questo momento dovranno pesare sui cittadini veneti e italiani come lo è Expo in questo momento. Andremo a creare un'altra mangiatoia preannunciata, una cosa molto delicata. L'altro livello è quello simbolico: andremo a premiare ancora chi sbaglia senza valorizzare chi invece è virtuoso.
Faccio già la dichiarazione di voto del nostro Gruppo che sarà favorevole a questa Mozione, in quanto desidereremmo far sì che questa Regione si impegni ad opporsi alla candidatura di una città che sembra non voler vedere il potere che hanno alcune forze illegali, ma che paradossalmente si meriterebbe una manifestazione olimpica anche a testimonianza della storia che si porta dietro. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Brusco.
La parola al consigliere Casali.
Stefano CASALI (Lista Tosi per il Veneto)
Grazie, Presidente.
Anch'io voterò a favore di questa Mozione, non vedo il firmatario, perché Roma, come è stato detto, credo debba dedicarsi ad altre cose. È la capitale della nostra Nazione, è la città turistica con più presenze oggi in Italia, però presenze straniere che non portano, se non per le bellezze storiche trascurate di questo territorio, il ricordo che dovrebbero portare di una capitale, di una Nazione importante come la nostra, che ha fatto la storia dell'Occidente.
Credo che questi prossimi lustri debbano essere dedicati dalle amministrazioni romane a fare pulizia nei loro conti, a fare pulizia per le persone che hanno amministrato in questi ultimi decenni. Cercare di creare servizi pubblici efficienti, appunto occidentali, che siano degni di uno Stato con la nostra storia e con la nostra tradizione. Mentre credo che il Veneto, magari su questo potremo pensare ad una mozione tutti insieme, possa benissimo, come diceva la Collega, a buon titolo, tutto il Veneto non Venezia, ma parlo di tutti i capoluoghi di provincia, ospitare anche con costi relativamente ridotti una Olimpiade. Perché grazie al cielo nei nostri territori gli amministratori seri e bravi hanno creato strutture che possono ospitare tantissime, o quasi tutte, le discipline olimpiche che ci sono oggi iscritte per le Olimpiadi: il Lago di Garda per la vela, il nostro Adriatico sempre per sport di questo genere, abbiamo palazzetti molto importanti, abbiamo piscine che hanno già ospitato campionati mondiali e europei di tuffi, abbiamo circuiti naturali per sport legati al ciclismo e quant'altro.
Quindi, nel dichiarare il mio voto favorevole alla Mozione del Collega, mi riservo di presentare una ulteriore mozione perché il Veneto tutto insieme si candidi e dia un segnale importante come sede olimpica. Secondo me tutti insieme, tutti i Sindaci, tutti i nostri territori con poche risorse e con tanta buona volontà, facendo una olimpiade sostenibile, posso esaltare questo territorio che è il più visitato, tra i più visitati del mondo.
Chiudo citando una cosa che ho appreso recentemente in termini precisi: pensate che il Veneto - e tutto questo voi lo sapevate - è la Regione con più presenze turistiche d'Italia. Ho detto una cosa banale, però se si vanno a guardare i numeri si vede qualcosa di straordinario, perché il Veneto ha circa 44-45 milioni di presenze turistiche ogni anno e la seconda Regione mi pare che sia il Trentino Alto Adige, magari tutti pensavano ad altre realtà, almeno io, che ha circa 21 e 22 milioni di presenze.
Siamo straordinari da questo punto di vista e vuol dire che abbiamo tutte le carte in regola per proporci come sede olimpica e preannuncio, signor Presidente e signori Consiglieri, una Mozione al riguardo.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Casali.
La parola al consigliere Dalla Libera.
Pietro DALLA LIBERA (Veneto Civico)
Grazie, Presidente.
La conclusione del collega Casali è veramente interessante e mi è piaciuta, mi ha reso orgoglioso di essere un cittadino Veneto, perché sapere di essere la Regione con le maggiori presenze turistiche d'Italia è una cosa che fa piacere. Già sono orgoglioso di essere Opitergino dove Oderzo è la seconda città per numero di presenze turistiche in provincia di Treviso. Sono tutti dati che sono motivo di orgoglio, poi ce ne sono altri che sono motivo di meno orgoglio, pensiamo al Mose e lì magari ci vergogniamo di essere veneti. Ma quando si parla di questioni di carattere culturale, di eventi sportivi o di quant'altro, lascerei fuori la politica e mi concentrerei soltanto sull'interesse dell'evento.
Per cui, premesso che parliamo di Roma e tutto lo scandalo che adesso giustamente e per fortuna viene fuori che riguarda Roma non riguarda una sola amministrazione, ma mi pare che riguardi, diciamo, il periodo in cui Roma è stata governata da diverse amministrazioni, quindi le responsabilità precise saranno accertate dalla magistratura. Però non mi pare che si possa puntare il dito contro un colore o contro l'altro, vedremo come andrà a finire. Ma io anche tutto questo lo lascerei fuori. Dico che mi sento orgoglioso di essere italiano se in Italia possiamo ospitare le Olimpiadi, questo è un motivo di orgoglio da parte nostra e da parte mia. È per questo che non riesco a capire il perché di una Mozione di questo tipo che va quasi a confinarci nell'arretramento, nel non voler andare avanti, nel non voler guardare avanti, nel non voler migliorare. Parliamo del 2024, mancano 9 anni a questa prevista Olimpiade, non sapremo neanche chi governerà Roma nel 2024. Non vorrei che chi oggi la pensa in un modo domani, nel 2024, perché sta governando, dica "mi sono pentito quella volta perché la pensavo così", quindi non farei questi ragionamenti. Il ragionamento lo farei soltanto dal punto di vista dell'importanza dell'evento culturale, che può avere un forte riflesso sia per presenze turistiche nella nostra Italia e anche nel Veneto, perché no, che già naturalmente attrae perché ha i monti, ha i mari, ha il lago e ha tantissime città culturali.
Questo evento, soprattutto se riusciamo a cogliere l'opportunità lavorandoci un po' sopra, cercando di fare in modo come diceva la nostra collega Cristina Guarda, potrebbe fare in modo che anche il Veneto possa diventare il protagonista di questo evento, partecipando in qualche modo a queste Olimpiadi. È su questo piano che inviterei a pensare e a muoverci, perché potrebbe essere una grande opportunità anche di lavoro, perché sappiamo che poi il turismo porta ricchezza e porta lavoro.
Quindi, chiaramente, il mio voto sarà contro questa Mozione e invito comunque a fare una riflessione, perché non vorrei che fosse ancora un'altra occasione questa per farci del male.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Dalla Libera.
La parola al consigliere Sinigaglia.
Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Preliminarmente, vorrei chiedere al consigliere Guadagnini, visto che prima aveva delle incertezze sul fatto che il Consiglio regionale affrontasse il tema dei profughi, avesse competenze la Regione Veneto sul tema dei profughi, se è convinto che la Regione Veneto abbia delle competenze per decidere i Giochi olimpici del 2024. Sarebbe curioso avere una valutazione e una riflessione su questo.
Al di là di questo, che è una battuta più che una considerazione, volevo fare alcune osservazioni. È chiaro che Roma si candida dopo un percorso che è stato fatto con tutti gli organismi sportivi, CONI, Federazioni. Quindi approvare questa Mozione vuol dire sconfessare anche tutto il lavoro che anche il CONI Veneto, anche le Federazioni del Veneto, hanno sostenuto a favore della candidatura di Roma 2024. E non è poca cosa, perché c'è un mondo sportivo che reclama la centralità della promozione dello sport nel nostro Paese. Perché nello sport vede tutta una serie di valutazioni positive dal punto di vista educativo, dal punto di vista sociale, ma anche dal punto di vista turistico, dal punto di vista economico che sono fondamentali.
Allora, c'era qualcuno che aveva detto "ma Expo a Milano non ce la faremo mai, chiudiamo, è una vergogna, tagliamo tutto!". Per fortuna c'è stato chi ha avuto il coraggio, la volontà e la determinazione di fare Expo 2015 e adesso stiamo ampliando l'orario di apertura di Expo 2015 perché non riusciamo più a ospitare tutte le persone che vanno ad Expo 2015. Riflessione: vediamo come va Expo Acque 2015, forse sarebbe meglio vedere anche qualche panno in casa nostra, perché il 4 agosto sono andato, ho parcheggiato l'auto nel parcheggio, c'erano tre auto con la mia quattro auto.
Non l'abbiamo gestita noi ma guardiamo anche il nostro Veneto. Non guardiamo solo i difetti altrui, guardiamo anche ciò che riusciamo a realizzare e a non realizzare nel nostro Veneto. Fra le altre cose, siamo felici di realizzare nel 2021 i Mondiali dei Giochi invernali a Cortina e dal punto di vista etico non è che sia funzionato tutto bene nel nostro Veneto ultimamente, qualcosina da lavare l'avremo anche noi. Ma le considerazioni etiche lasciamole stare.
La riflessione è un'altra: abbiamo il coraggio di dire che non siamo provinciali e stiamo insieme ad un paese, ad un'Europa che vuole guardare avanti, e ci impegniamo a realizzare delle manifestazioni dove rilanciamo non solo Roma? Perché le Olimpiadi di Roma non vuol dire che si gioca tutto a Roma, vuol dire che si gioca nel Lazio ma anche nelle altre Regioni. Vuol dire che viene coinvolto tutto il sistema sportivo turistico economico dell'Italia. C'è una ricaduta per tutti.
Allora, il Veneto invece di fare il primo della classe, isolarsi come sempre e poi nei momenti di difficoltà chiedere: ma come mai a noi non ci aiutano? Come mai a noi...? Chiaro, siamo sempre i primi della classe, noi diamo lezioni sempre a tutte le altre Regioni, che noi siamo i migliori. Però quando siamo in difficoltà ci offendiamo perché non siamo presi in considerazione. Non siamo all'esterno. So che il Consigliere che l'ha proposto vorrebbe essere all'esterno del sistema Italia, ma non lo siamo e siamo in rete con tutto ciò che ha a che fare con il sistema Italia, con il sistema Europa. A questo apparteniamo volente o nolente, questo è il nostro futuro.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Sinigaglia.
La parola al consigliere Calzavara.
Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Solo per ricordare alcune cose rispetto a degli interventi che ho sentito.
La candidatura di Roma 2024 nasce dopo la bocciatura di Venezia 2020, quindi l'orgoglio Veneto a cui faceva riferimento dovrebbe essere in qualche modo riscattato dal fatto che questa candidatura nasce dalla bocciatura di Venezia. Venezia è stata la prima città a candidarsi nel 2011, mi pare, con un comitato, con la Regione del Veneto, con tutti gli stakeholder che erano interessati a promuovere questo straordinario evento, affinché una città particolare e fragile come Venezia iniziasse quel percorso di condivisione di area vasta, dove Venezia chiaramente era solo un titolo e tutto quello che è l'apparato, tutto quello che andava costruito per le Olimpiadi veniva esportato nel Veneto, con le varie tipicità che abbiamo, dal mare alle strutture già esistenti, facendo sì che diventasse realtà forse la prima Olimpiade ecosostenibile e capillare nel territorio.
Ecco perché una candidatura su Roma 2024 diventa poco credibile, perché è una città che non ha queste caratteristiche, è una città che rischierebbe ancora una volta di diventare il ricettacolo di tutta una serie di connessioni e interconnessione che leggiamo purtroppo ogni giorno nei giornali. E il fatto stesso che nella premessa della candidatura si faccia riferimento alla presenza di Cantone, o dell'Associazione anticorruzione, è mettere le mani avanti: siccome siamo certi che ci sarà corruzione, mettiamo Cantone lì o chi per lui a controllare. È una dichiarazione di sconfitta della capacità da parte di un CIO, o di un comitato locale che andrà ad organizzare questo evento, di poterla fare in maniera trasparente e chiara come succede in tutte le altre parti del mondo. Di conseguenza credo che sia difficile pensare che Roma possa essere cambiata rispetto ai Mondiali '90.
Se lei ha occasione di andare a Roma e va a visitare qualche stazione di metropolitana costruita in occasione dei Mondiali '90 capirà che la città ha quella mentalità lì. Quindi vede queste grandi occasioni come la capacità di poter spendere in emergenza e l'emergenza permette di spendere senza fare gli appalti, o senza avere quella tempistica che è tipica di eventi come questi, e arrivare a spendere dei soldi senza controllo. O, nel peggiore dei controlli, spenderli senza arrivare a consegnare le opere come è successo nei precedenti grandi eventi a Roma. Quindi è quella città che è sbagliata.
Roma è straordinaria per tantissime altre cose, lo ha detto bene lei nel suo intervento, deve fare bene le cose che ha già, che non vada ad inventarsi delle altre cose. Perché quei milioni di turisti che arrivano fortunatamente nel Veneto e continuano ad arrivare a Roma sarebbero ancora di più se Roma funzionasse per quello che ha già. Valorizzasse i monumenti, valorizzasse i trasporti interni, facesse diventare veramente Roma una capitale straordinaria qual è per quello che è riuscita nel 2000 anni di storia a produrre e che continua ad essere capace di attrarre. Pensare che eventi come questo la possono ulteriormente arricchire dal punto di vista turistico o infrastrutture, secondo me è una chimera che serve a qualcuno probabilmente per vendersi e per darsi un obiettivo di lungo periodo, ma non è sicuramente una risposta sicuramente per il nostro paese.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Calzavara.
La parola al consigliere Ruzzante.
Piero RUZZANTE (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Hanno già detto molto altri Colleghi rispetto a questa questione. È evidente che il tema che sta sullo sfondo di questa questione è il tema morale. Se affrontassimo con questa visuale i temi relativi alle scelte, alle decisioni, alle candidature per il nostro paese, beh, ben pochi si salverebbero, non è che ci sono delle realtà che si salvano. Cortina, mi risulta che il Sindaco sia stato addirittura agli arresti domiciliari se non ricordo, male, eppure l'abbiamo candidata ad ospitare i Mondiali di sci.
Il tema vero che viene rappresentato da questa mozione, che io mi auguro veramente che la Giunta valuti bene prima di votare, nel senso che io ritengo che dobbiate ragionare un attimino sul senso di questa Mozione che rischia di diventare un fatto nazionale, ve lo dico. Perché è evidente che un Consiglio regionale e una Giunta regionale - perché siete seduti lì, non è che non ci siete, ci siete in Aula e votate - che assume una posizione contraria ad una candidatura di una città italiana ad ospitare i Giochi olimpici, e sappiamo che il confronto non viene tra città italiane, ma avviene tra città di tutto il mondo. Quindi la vostra scelta è che preferite che vadano nell'altra parte del pianeta, piuttosto che essere ospitati dal territorio nazionale con le ricadute, abbiamo visto nel caso dell'Expo di Milano. A proposito anche lì, lo ha ricordato, qualche problema, problemi giudiziari ce ne sono stati enormi, eppure siamo andati avanti e abbiamo fatto bene ad andare avanti perché ha avuto delle ricadute straordinarie per il sistema italiano, un po' meno nel Veneto, mi pare che non siano assolutamente avvenute. Anche qui interrogatevi un po', perché l'obietivo della Giunta era quello di portare a Venezia quella mole di persone arrivate a Milano. Perché non sono venute anche a Venezia? Questo forse sarebbe un tema sul quale interrogarsi e del perché è fallito miseramente il Progetto Acque. Ma sono fallite miseramente le tante iniziative che la Giunta regionale ha portato nel territorio del Veneto da quel che mi risulta.
Tornando alla questione delle Olimpiadi, ma veramente pensate che possa essere una cosa intelligente, furba, una cosa che porta vanto al nostro territorio bocciare l'idea che Roma possa ospitare nel 2024, quindi non stiamo parlando dell'amministrazione Marino, non potrà essere sindaco di Roma Marino del 2024, no? Allora parlare dell'oggi guardando al futuro è veramente una visione miope che dimostra il livello.
La collega Cristina Guarda vi ha spiegato come potrebbe esserci una ricaduta straordinaria per il Veneto, quella di dire di ospitare qui, per esempio a Venezia, perché no, le Olimpiadi di canottaggio; cioè dire che collegato alle Olimpiadi di Roma possa esserci anche la possibilità di una ricaduta per il Veneto. Questo significa governare un territorio, significa proporsi con l'obiettivo di essere in qualche modo una Regione trainante. Mettersi contro all'ipotesi delle Olimpiadi di Roma pensate che possa non avere ricadute rispetto alla candidatura di Cortina nel 2021 ai Mondiali o altre candidature che il Veneto potrebbe avanzare sui mondiali di ciclismo? Il mondo dello sport è un mondo unico a livello nazionale, esiste un comitato nazionale.
Allora, una scelta di questo tipo votatela, ma ci facciamo... anzi, ci fate voi che la votate, io voto ovviamente contro, ma ci facciamo collettivamente una figura pessima, perché dà l'idea di un atteggiamento assolutamente illogico. Perché non si può partire dalle questioni giudiziari per arrivare ad una scelta di una candidatura del 2024 e non si può, soprattutto, essere sempre contro tutti. Perché alla fine questo atteggiamento ci si ritorcerà contro e quando dovremo candidare noi qualcosa ci renderanno pan per focaccia.
La trovo una cosa di una miopia, per non usare altri termini perché siamo in quest'Aula e io rispetto sempre le Aule istituzionali, una visione ristretta che la Giunta Zaia si assume la responsabilità di prendere votando questa Mozione. Mi auguro veramente che la votiate, perché è la dimostrazione palese di come il Veneto non deve essere governato.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Ruzzante.
La parola al consigliere Zorzato.
Marino ZORZATO (Area Popolare Veneto)
Grazie, Presidente.
Anticipo il mio voto di astensione sulla Mozione, probabilmente sulle mozioni similari a questa che arriveranno assumerò un atteggiamento simile, nel senso che le cose che non ci riguardano mi appassionano poco.
Ricordo quando abbiamo lavorato per la candidatura di Venezia, abbiamo lavorato cercando il consenso anche di altre Regioni e abbiamo lavorato cercando di scambiarci dei pezzi di Olimpiade per avere il consenso con il CONI nazionale e quant'altro. Immagino che questo abbia fatto Roma, spero, penso. Ma al di là della Roma attuale e di quello che sta succedendo che è sotto gli occhi di tutti, noi siamo reduci del Mose, quindi non possiamo lamentarci molto. Mi pare che su questo siamo abbastanza in buona compagnia; ma mi sarebbe piaciuta una mozione che contenesse il tema dell'Arsenale di Venezia che è un tema tutto da inventare su come recuperarlo all'attenzione pubblica. Se qualcuno avesse visto la darsena che c'è, è una realtà per l'ipotesi del canottaggio che è straordinaria.
Mi sarebbe piaciuta una Mozione che dice: siccome Roma non sarà in grado di fare una cosa che coinvolge l'Italia, datecene un pezzo a noi Veneto che l'altra volta avevamo un progetto. Basta prendere le carte del 2011, prendere un pezzo di quel progetto che avevamo e dirlo con mozione positiva. A me piace la positività degli interventi, lavorare in negativo non mi convince.
Detto questo, capisco che la Mozione vada in quella direzione e l'unica cosa che posso fare è non partecipare ad una - passatemi la parola - piccola cattiveria che qualcuno prima o dopo ci darà indietro. Perché siccome siamo un po' ambiziosi come veneti prima o dopo ci verrà una buona idea e quando ci verrà una buona idea e cercheremo qualcuno che ci dà una mano qualcuno si ricorderà come siamo stati.
Lo diceva prima il Collega, se il CONI nazionale su questa partita ha trovato il consenso del CONI regionale, non so se c'è la parte nostra, non so quanto il CONI regionale Veneto o le varie categorie sportive hanno partecipato, ma da questa vicenda verranno mortificati. Quando andranno da qualche parte diranno: ma scusate, di cosa parlate? Questa mortificazione che diamo a quei veneti che avranno partecipato a questo lavoro, quanto peserà? O meglio, se avessimo contezza di quello che è successo potremo anche votare, ma ho paura che non sappiamo cosa c'è dietro allo sport. Non mi interessa il resto, a me di Marino o di suo zio non interessa; stiamo dicendo no ad una occasione sportiva per l'Italia che potrebbe coinvolgere il Veneto e non lo sappiamo! Lavoriamo in negativo invece di dire: Roma basta, fatti il tuo pezzo e un pezzo lo dai al nord est.
Io che ho vissuto l'esperienza 2011 e so cosa ha Venezia da recuperare sull'Arsenale che riguarda il territorio, l'aeroporto, il retroaeroporto. Riguardo a quello che Brugnaro – Sindaco di Venezia - ha detto qualche giorno fa che vuole una Venezia del futuro, un po' diversa da ieri, senza lo sviluppo dell'Arsenale non ci sarà.
Mi fermo qui, questa di positivo non ha molto e allora per parte mia su questo non ci sono.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Zorzato.
La parola al consigliere Guadagnini, per la replica
Antonio GUADAGNINI (Indipendenza Noi Veneto)
Grazie, Presidente.
Voglio rispondere brevemente partendo dalle ultime considerazioni del collega Zorzato.
Le candidature sono candidature fatte dalla città e diventa difficile poi estenderle sui vari territori. Il problema l'aveva posto molto bene il consigliere Calzavara prima: c'è stata una candidatura fatta da Venezia, non mi pare che abbiano sudato a Roma per sostenerci, appena bocciata la candidatura di Venezia arriva la candidatura di Roma. A me non pare un modo corretto di comportarsi. Almeno aspetta un po'. Ma questo è solo l'ultimo degli episodi, per esempio, per i quali io sostengo l'indipendenza. Non c'è bisogno di minacciare niente a Roma perché ci tornino indietro dei trattamenti sempre molto negativi, perché si arrangiano lo stesso senza che noi facciamo niente, a partire dai 20 miliardi di residuo fiscale che ci ciucciano ogni anno e oltre a questi arrivano i tagli continuamente su tutti i servizi che dobbiamo gestire in Veneto. Perché c'è questo tono intimidatorio per cui se noi adesso facciamo una mozione contro la candidatura di una città che oggettivamente non è in grado di gestire l'ordinario, neanche con i soldi che ha in bilancio, che sono tanti, molto superiori nella media cittadino delle altre città d'Italia, fanno dei buchi di bilancio lo stesso enormi. Non riescono a gestire l'ordinario, figuriamoci a gestire un evento importante come questo, con città nel mondo che oltre a gestire l'ordinario sono in grado di far funzionare bene le cose sotto tutti i punti di vista.
Secondo me non sono in grado di gestirla questa cosa, è inutile pensare di collaborare con Roma, ovviamente non arriverebbe niente. Mi viene in mente, per esempio, la Mostra del cinema, ne fanno una anche a Roma. L'idea è quella di toglierci tutto quello che c'è, non di aiutarci e di collaborare, la storia è piuttosto chiara.
Poi, se il problema è che se noi facciamo una cosa di questo tipo poi arrivano le bacchettate sulla testa, ripeto, bacchettate ce ne danno da tempo, non penso possano fare molto di più di quello che stanno già facendo.
Per quello che riguarda le Olimpiadi degli anni '60, è chiaro. Correva l'anno 44 quando è morto Giulio Cesare, c'è stato l'Impero romano, Roma ha avuto dei periodi migliori di questo indubbiamente. Anche nel 1960 la situazione era totalmente diversa e, se il trend è questo, nel 2024, che non è fra 10 mila anni, ma fra 9 anni e 9 anni non sono tantissimi, visto come è stata organizzata l'Expo, purtroppo, si corre sempre all'ultimo momento; se il trend è questo, nel 2024 probabilmente non arriveranno neanche gli aerei all'aeroporti di Fiumicino.
Leggevo che uno ha aspettato due ore la corsa di un bus, poi si è arrabbiato, si è messo in mezzo alla strada e ha detto "io devo prendere il bus", "Eh, ma il bus arriva quando può arrivare, perché alcuni autisti sono in malattia, gli altri non hanno voglia di lavorare, etc.". Allora, quando comincerete a far funzionare bene le cose vi candidate a gestire le Olimpiadi piuttosto che il Mondiale, etc., e giustamente lo organizzerete.
Poi, non si tratta neanche di avercela con Marino perché ho ricordato che è dal 1990, anno in cui sono stati organizzati i Mondiali, che le cose non sono funzionate proprio benissimo. Quindi, ripeto, a maggior ragione, avvalorando il trend che dall'anno 100, nascita di Giulio Cesare, ha visto Roma declinare sempre di più. Adesso il declivio ha un angolo di 180 gradi, è meglio che si fermino, tutto là, non c'è niente da fare. Ripeto, secondo me è un consiglio che noi stiamo dando e che è giusto che prendano in considerazione. È ovvio che non abbiamo competenze in merito.
Invece potrebbero effettivamente ritirare la loro candidatura e aiutarci a organizzare in Veneto le Olimpiadi, come propone il consigliere Casali, perché sicuramente riusciremo a farlo meglio.
L'ultima cosa sulla questione Cortina. Cortina riesce, per quanto riguarda la gestione dei flussi turistici, oltre a tutto il resto, pur essendo una città piccola, a gestire un arrivo di turisti che è cento volte il numero degli abitanti; Roma non riesce a gestire neanche un decimo, sono due paralleli che non stanno in pieni. In Veneto, al di là del Mose che comunque mi pare sia un'opera nazionale che è stata collocata in Veneto ma non è stata gestita...
(Interruzione dall'Aula)
No, non è una quisquiglia...
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Guadagnini, l'intervento è chiuso, è chiusa la discussione, passiamo al voto.
Pongo in votazione la
mozione n.
6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7 |
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MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BARTELLE, BERTI, SCARABEL, BALDIN E BRUSCO RELATIVA A "ATTIVARSI CON URGENZA PER SALVARE L'ESTESA MORIA DI MITILI NELLA SACCA DI SCARDOVARI" (MOZIONE N. 7) (DELIBERAZIONE N. 46/2015)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO che in questo periodo, stante il fenomeno scatenante delle eccezionali temperature atmosferiche, il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine di Scardovari, che tramite le Cooperative raccoglie circa 1.500 associati, non conteggiando l'indotto, pertanto uno dei comparti economici più importanti del Basso Polesine, denuncia la grave situazione che in questi giorni si sta verificando e che sta portando ad una estesa moria dei mitili, nella sacca di Scardovari.
CONSIDERATO CHE:
- la COZZA prodotta nel delta, si fregia della denominazione D.O.P.;
- questo evento di caldo eccezionale, tanto eccezionale non è, in quanto già nell'estate 2003, si presentarono situazioni climatiche similari, che portarono ad una perdita totale del prodotto pronto per la raccolta e di quello appena seminato. Le cozze in particolare, data la temperatura dell'acqua, che supero in certi momenti i 40 gradi, nel 2003 letteralmente si sono lessate;
- dalla lezione del 2003, i nostri allevatori di mitili, hanno appreso una cosa fondamentale;
- raccogliere il prodotto prima di luglio, per riuscire a venderlo integro;
- per il resto già da anni si battono affinché la politica si prenda carico delle loro problematiche, già studiate, con le possibili soluzioni, ed esplicitate a tutti: agli enti preposti e soprattutto ai politici locali e non, che ciclicamente si presentano, per ingraziarsi i loro favori, promettendo almeno attenzione;
VISTO che molti Consiglieri regionali sono passati dagli uffici dei Presidenti delle cooperative, in maniera più o meno esplicita, promettendo massima attenzione ed interesse al territorio del Basso Polesine, da sempre invece considerato solo bacino di voti da richiedere all'uopo.
CONSTATATO CHE:
- non possiamo più assistere tutti gli anni, al ripresentarsi puntuale dello stesso problema. Non possiamo ogni anno, stanziare cifre considerevoli, che per quanto importanti esse siano, mirano solo a tamponare un'emergenza;
- ai pescatori ed allevatori serve un programma di governo e manutenzione dell'area stessa, per poter programmare nel quotidiano, la loro vita;
PRESO ATTO CHE:
- in questi giorni, i lavoratori delle cooperative, per tentare di salvare la semina, che costa migliaia di euro, e che andrà a produrre il loro reddito dell'anno prossimo, stanno lavorando, per ripulire le acque, dalla proliferazione abnorme di alghe, che contribuiscono a "soffocare" i mitili;
- questa operazione, sta costando alle cooperative, più di € 2.000 al giorno, denari che invece di essere distribuiti tra i soci, sono utilizzati per salvare il loro futuro guadagno;
tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
a) ad attivarsi al più presto affinché venga data attuazione ad un programma di scavi, delle bocche a mare, che permettano un ricambio permanente delle acque delle lagune, dedicate alla produzione dei mitili;
b) a deliberare un programma di lavori per salvaguardare queste tipicità del Delta Polesano in primis, e di tutte le altre lagune venete.".
La parola alla consigliera Bartelle Patrizia.
Patrizia BARTELLE in GRILLO (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente. Grazie a tutti.
Questa mozione nasce, ha origine da quello che è successo in quest'estate particolarmente calda. Abbiamo avuto dei picchi di temperature molto alti rispetto agli anni passati, che hanno portato all'innalzamento della temperatura dei mari, soprattutto voglio porre l'attenzione del mio territorio, che è la Provincia di Rovigo, la Sacca di Scardovari.
Le lagune, come voi sapete, sono dei territori che precedentemente erano dei territori non coperti dall'acqua e questo perché? Cosa è successo nelle nostre zone? C'è stata quella che si chiama tecnicamente subsidenza che è stata favorita dall'estrazione del gas metano.
Penso che tutti qui siamo attenti a questo problema, tutti ci siamo schierati più o meno in maniera differente, in tempi differenti, contro le estrazioni di questo gas. Il territorio che ne ha maggiormente risentito è stato il basso Polesine, quindi parliamo di Sacca di Scardovari, parliamo di una zona che una volta era terra che, con l'abbassamento del terreno, è stata sommersa dalla acque.
Che cosa è successo? Il territorio ha saputo trarre massimo beneficio da un qualcosa che poteva essere una disgrazia. I nostri pescatori hanno saputo coltivare e rendere produttivo un terreno che poteva essere una semplice palude, una melma. Hanno fatto in modo che questo territorio sia gestito in maniera intelligente, hanno creato degli orti, perché vengono definiti così i terreni in cui avviene la semina delle cozze e delle vongole, e queste lagune sono diventate degli orti acquatici. Infatti, tecnicamente, i pescatori o gli allevatori di mitili sono definiti "contadini" e sono assoggettati a delle particolari situazioni, addirittura vengono gestiti dalle associazioni agricole.
Questa situazione cosa comporta? Che circa 1.500 famiglie utilizzano questi orti e sono associati, perciò consorziati, in cooperative.
Il fatto che si sia innalzata la temperatura all'interno di queste lagune e il fatto che non si facciano regolarmente dei lavori di escavo delle bocche a mare, cioè che permettano alle acque del mare di rientrare in queste zone chiuse, ha portato a una anossia e ha fatto in modo che non vi sia la vivificazione di questi territori. Queste acque riscaldandosi hanno dato origine a una proliferazione abnorme di alghe conseguentemente all'innalzamento della temperatura.
È una situazione complessa che può assolutamente essere governata da una manutenzione costante nel tempo: dobbiamo cioè predisporre un programma di escavazione di queste bocche a mare.
Questo problema purtroppo non è mai stato preso seriamente in carico dalla politica. Noi tutti qui conosciamo perfettamente qual è la situazione delle zone perché siamo passati in quella parte di Provincia per vedere che cos'è, che cosa fa quel territorio, qual è il suo maggiore introito finanziario. Sappiamo che quando parliamo di cozze e di vongole - tanti di voi sono ottimi consumatori del prodotto - sappiamo che la Provincia di Rovigo è riuscita a standardizzare questa raccolta. Ha anche creato una filiera in cui la cozza detiene un marchio DOP che è l'unico in Europa. Perciò il fatto di prevedere il governo di questo territorio mediante lo stanziamento di cifre che vadano a mettere a regime lo scavo appunto dei canali è un atto di governo del territorio che sicuramente darà onore a questo consesso perché dimostriamo apertura, lungimiranza e comprensione dei territori. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Patrizia Bartelle.
La parola al consigliere Azzalin.
Graziano AZZALIN (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Molto brevemente, siamo d'accordo e diamo voto positivo su questa mozione.
Non è la prima volta che succedono fatti di questa natura. Insomma le questioni argomentate dalla Collega evidenziano come sia un territorio fragile e alquanto delicato, per cui accanto a delle opere di carattere infrastrutturale ci sia appunto bisogno di manutenzioni, ma probabilmente avrà anche appurato che gli ultimi lavori che sono testé fatti, diciamo che sono appena finiti nelle scorse settimane, erano lavori grazie a un emendamento delle opposizioni di due anni fa in questo Consiglio che appunto tramutavano, hanno convertito un contributo per gli allevatori di vongole in interventi diciamo sulle lagune.
Adesso c'è il Genio Civile che sta facendo degli interventi sempre a Sacca di Scardovari per cui noi riteniamo necessario e auspicabile un programma di interventi. È questo il problema, perché in quella Sacca, in quell'enorme territorio, è solo una fetta di circa il 10% coltivabile in orti, diciamo in mitili, il resto potrebbe essere in parte recuperato se attraverso un programma di interventi di vivificazione si potesse poi rendere coltivabile altra parte di quell'area. Quindi quello sarebbe sì un intervento che potrebbe anche favorire uno sbocco occupazionale serio e credibile.
Poi il ragionamento che non è mai stato preso in carico dalla politica, ha ragione, ma bisogna anche correggere il tiro, cara Collega. Probabilmente certa politica, chi governa il Veneto rispetto a questi problemi nei lustri scorsi non ha stabilito un programma di interventi ma è sempre corsa ai ripari rispetto alle emergenze, come ha tentato di fare qualche anno fa e come tenta di fare ogni qual volta la storia di Porto di Pila insegna. Per cui sarebbe opportuno chiamare col nome e cognome le loro cose perché l'Amministrazione regionale ha un determinato colore, ha nomi e cognomi. Poi anche qualche Consigliere di opposizione magari a volte si è opposto anche a queste politiche ma non ha certamente le stesse responsabilità come si tende a fare.
Quella è l'Amministrazione regionale e qui siamo all'opposizione.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Azzalin.
La parola all'assessore Corazzari.
Ass.re Cristiano CORAZZARI
Grazie, Presidente.
Un brevissimo intervento solo a titolo di rappresentanza territoriale perché è una tematica molto importante.
Vorrei ricordare come il Consorzio dei pescatori di Scardovari, che attualmente dà vita appunto a questa attività importantissima nella Sacca di Scardovari, è un Consorzio che occupa circa 800 persone quindi una realtà importantissima anche dal punto di vista economico per la Provincia di Rovigo e per il Veneto intero, con una produzione di un fatturato che va dai 40 ai 50 milioni di euro annui quindi stiamo parlando di una realtà rilevante e anche di una opportunità di sviluppo e di lavoro che oggi, in un momento cui ipotesi di sviluppo industriale di tipo diverso sono tramontate, rappresenta quindi una circostanza che va valorizzata quanto più possibile.
Rispetto alcune considerazioni fatte dai Colleghi ritengo sia importante sottolineare come l'attenzione ad una manutenzione costante del territorio sia da parte dell'Ente pubblico, come c'è stata in passato e continua ad esserci, ma anche degli operatori privati che lavorano e quindi percepiscono reddito su quel territorio, debba continuare ad esserci. È un territorio artefatto quindi creato dall'uomo, che necessita di continua manutenzione. Non possiamo pensare che un lavoro che venga eseguito e realizzato in queste aree, che sono in continuo mutamento proprio per le caratteristiche intrinseche degli alvei fluviali delle lagune e del deposito di sedimenti, possa ritenersi che siano lavori definitivi ma bisogna entrare in un'ottica di organizzazione e di programmazione costante che permetta di far sì che le attività economiche che vi si realizzano siano sempre sostenibili partendo dalla semina fino alla raccolta del prodotto.
Se vogliamo andare a guardare, caro collega Azzalin, l'insieme delle risorse che gli Enti pubblici e la Regione Veneto hanno investito negli scorsi e negli ultimi decenni per questo tipo di attività potremo anche vedere che non è vero che non ci sia stata attenzione, è proprio congiunturalmente che la problematica si ripresenta perché è un elemento di costante intervento dell'uomo su un territorio che è stato reso produttivo proprio dall'opera dell'uomo e che dall'opera dell'uomo deve continuare ad essere manutenuto in modo efficiente.
Devo sottolineare però come questo deve essere ritenuta una opportunità di lavoro e di sviluppo anche attraverso la valorizzazione di ulteriori aree che possono essere valorizzate e che oggi invece non sono produttive o perché ambientalmente non sono possibili le condizioni per la crescita del prodotto o per altri motivi, perché, per scelte diciamo di chi opera sul territorio, non vengono utilizzate.
In questo si inserisce l'importantissima questione – ma è un altro argomento molto importante - relativa alla regolamentazione da un punto di vista giuridico di queste aree che può essere collegato al tema della demanialità e delle concessioni, ovvero dei diritti esclusivi di pesca che ineriscono in particolar modo alla Sacca di Scardovari.
Quindi un problema composito molto articolato che però ritengo, soprattutto in un momento come questo in cui la pesca può rappresentare una linea di sbocco e di sviluppo importante per i nostri giovani per dare lavoro e opportunità che non si trovano negli altri settori, debba essere attenzionato in modo importante anche dalla Giunta.
PRESIDENTE
Grazie, assessore Corazzari.
La parola all'assessore Pan.
Ass.re Giuseppe PAN
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Sono condivisibili sia la mozione e sia comunque gli interventi che sono stati fatti in quest'Aula. È chiaro che è un problema che da più anni si ripropone in questi luoghi perché purtroppo negli ultimi dieci anni questi caratteri di temperature straordinarie stanno diventando ormai ordinarie, quindi è un problema che deve essere risolto sicuramente perché ogni anno si ripresenterà con una cadenza forse anche più di quella che è stata quest'anno.
Quindi è chiaro che le soluzioni possono essere di due tipi: 1) una messa in sicurezza e l'escavazione poi dei canali che vanno a mare per dare comunque alla laguna quell'apporto di acqua fresca e ossigenata che naturalmente può portare al non esserci più questa moria di molluschi: 2) dall'altra parte bisogna che anche il Consorzio o le Cooperative comunque trovino tra di loro un accordo per portare, in questi momenti di crisi di ossigeno nell'acqua, il materiale a mare e quindi, come già da altre parti succede, può essere che per salvare, nel momento di crisi, i mitili si possano trasportare in mare per un periodo magari trovando un'area che può essere delimitata o può essere in qualche maniera circoscritta, questa può essere una soluzione perché questo tipo di morie non succedano.
È chiaro naturalmente dagli interventi, come hanno sottolineato i colleghi ma anche l'assessore Corazzari che mi sembra sia della zona, che per salvare queste coltivazioni assolutamente bisogna che le manutenzioni dei canali che il Genio civile e i Consorzi di bonifica devono fare siano fatte e siano finanziate. Quindi, Presidente, nella compatibilità delle risorse finanziarie io penso che possiamo dare a questa mozione una positività anche di maggioranza, ma nello stesso tempo vi ricordo che purtroppo i fondi a disposizione per questi tipi di manutenzioni, che tra l'altro sono anche molto costose, non sono sempre così accessibili e quindi bisognerà fare delle scelte, anche perché ricordo che in questa laguna abbiamo l'unica DOP italiana per quanto riguarda le cozze e quindi c'è anche un fatturato che tra vongole e cozze viaggia intorno ai 40-50 milioni di euro all'anno. È sicuramente un'impresa che dà molte risorse, molto lavoro ma allo stesso tempo prodotti che sono certificati, controllati e che vanno al consumo in maniera adeguata.
Quindi ben vengano queste azioni e speriamo che si risolvano velocemente questi sistemi e poi - se mi lasciate la chiusa finale – le manutenzioni non devono essere straordinarie ma devono essere annuali, perché le insabbiature, le mareggiate, ricordo lì il Po, l'Adige e il Brenta naturalmente portano tonnellate di materiali che se non vengono puliti ogni anno praticamente queste manutenzioni servono a ben poco.
PRESIDENTE
Grazie, assessore Pan.
La parola alla consigliera Giovanna Negro.
Giovanna NEGRO (Il Veneto del fare)
Grazie, Presidente.
A nome dell'intero Gruppo, noi approveremo questa mozione.
Siamo d'accordo con l'assessore Pan nel dire che serve un lavoro di condivisione quindi invito la Regione a fare un tavolo tecnico in maniera da condividere gli interventi necessari e che ognuno faccia la sua parte.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Giovanna Negro.
La parola alla consigliera Silvia Rizzotto.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Anche il nostro Gruppo è sensibile a questo problema e ringraziamo anche per aver presentato questo tipo di mozione.
Abbiamo compreso che chiaramente le risorse necessarie per questo tipo di interventi sono importanti ma, compatibilmente con quelle che saranno le disponibilità del Bilancio regionale, riteniamo anche noi opportuno che vengano calendarizzati, previsti, programmati degli stanziamenti adeguati per poter iniziare a risolvere questo problema.
Quindi annuncio il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Silvia Rizzotto.
Non ci sono altri interventi.
La parola per la replica alla consigliera Patrizia Bartelle.
Patrizia BARTELLE in GRILLO (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Volevo ringraziare tutti i Colleghi presenti per la sensibilità dimostrata alla cosa e a nome di tutta la popolazione del Basso Polesine, soprattutto quella di Porto Tolle, vi ringrazio.
Alcune cose che ha detto l'assessore Pan sono condivisibili, dico alcune perché volevo sottolineare che già gli appartenenti del Consorzio si sono autotassati in quei giorni, avevano 2.000 euro di spesa al giorno perciò la loro parte la possono fare.
Purtroppo per le condizioni stesse del prodotto non lo possono spostare da un'altra parte, va soltanto prodotto in quella zona altrimenti perderebbe la situazione di tipicità e del DOP che, vorrei correggerla, non è italiana ma è europea ed è un ulteriore vanto per noi veneti questa cosa.
Il tavolo tecnico benissimo, grazie dell'idea, e io sarei anche qui a proporre a tutti voi di farlo a Porto Tolle, di venire tutti insieme – non per fare la classica gita di classe o fuori porta – perché vorrei portarvi nella zona affinché comprendeste veramente che cosa vuol dire questo lavoro e cosa vuol dire il discorso delle bocche a mare e degli scavi, perché finché non lo si vede personalmente non si ha idea.
Noi abbiamo portato anche il nostro collega ex candidato alla Presidenza della Regione per capire e l'abbiamo messo con una tuta in acqua per fargli provare il lavoro ed ha pescato.
Perciò io vi ringrazio ancora e sicuramente ci sarà la possibilità di condividere questa conoscenza del territorio. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Patrizia Bartelle.
Non ci sono altri interventi.
Pongo in votazione la
mozione n.
7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica).
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
8 |
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MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BERTI, SCARABEL, BALDIN, BARTELLE, BRUSCO, RIZZOTTO, MICHIELETTO, BORON, BOTTACIN, BRESCACIN, CALZAVARA, GEROLIMETTO, LANZARIN, SANDONà, VALDEGAMBERI, VILLANOVA, BARISON, DONAZZAN E GIORGETTI RELATIVA A "RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO IL DDL SCUOLA "RIFORMA DEL SISTEMA NAZIONALE DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE E DELEGA PER IL RIORDINO DELLE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE VIGENTI"" (MOZIONE N. 8) (DELIBERAZIONE N. 47/2015)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- in data 15 luglio 2015 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge statale n. 107 recante: "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti";
- il secondo comma dell'articolo 127 della Costituzione stabilisce che «La Regione, quando ritenga che una legge o un atto avente valore di legge dello Stato o di un'altra Regione leda la sua sfera di competenza, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla pubblicazione della legge o dell'atto avente valore di legge.»;
- la materia «istruzione» rientra, a norma dell'articolo 117, terzo comma, tra le materia di legislazione concorrente;
- la Corte costituzionale, con giurisprudenza costante, ha ritenuto ammissibili le questioni di legittimità costituzionale prospettate da una Regione, nell'ambito di un giudizio in via principale, in riferimento a parametri diversi da quelli, contenuti nel Titolo V della Parte seconda della Costituzione, riguardanti il riparto delle competenze tra lo Stato e le Regioni, quando sia possibile rilevare la ridondanza delle asserite violazioni su tale riparto e la ricorrente abbia indicato le specifiche competenze ritenute lese e le ragioni della lamentata lesione (ex plurimis, sentenze n. 22 del 2012, n. 128 del 2011, n. 326 del 2010, n. 116 del 2006, n. 280 del 2004);
- i commi 180 e 181 della legge 107 del 2015 delegano al governo l'esercizio della potestà legislativa con riferimento a nove distinti e rilevanti ambiti riconducibili alla materia istruzione;
- deve rilevarsi il vulnus di costituzionalità riscontrabile nelle deleghe conferite, peraltro vaghe, in materie che rientrano nella competenza legislativa concorrente. L'articolo 76 della Costituzione, infatti, subordina la legittimità della delega legislativa alla fissazione dei principi e criteri direttivi, ciò rende assai problematico che l'oggetto della delega stessa possa, a propria volta, essere costituito da principi: e, cioè, da determinazioni della stessa natura di quelle che dovrebbero guidarne la formulazione. Senza contare che questi ultimi (i principi - se così può dirsi - al quadrato), essendo finalizzati alla formulazione di altri principi, verrebbero fatalmente ad assumere un carattere di assoluta evanescenza (tanto più se - come nella specie - dovessero riferirsi ad una serie di materie diverse, fortemente eterogenee l'una dall'altra).
- ulteriori profili di legittimità costituzionale da eccepirsi riguardano la limitazione della libertà di insegnamento con presunta violazione dell'articolo 33 nonché la disparità di trattamento tra i docenti immessi in ruolo sino all'anno scolastico in corso e coloro i quali saranno immessi in ruolo in base alle norme introdotte dalla legge che si contesta; aspetti che, quanto meno astrattamente in palese violazione dell'articolo 3;
- dubbi di legittimità costituzionale, per violazione del combinato disposto degli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione, riguardano, inoltre, la disposizione di cui al comma 110 nella parte in cui, con riferimento ai concorsi pubblici, dispone con riguardo ai soggetti che possono accedere alle procedure, che per ciascuna classe di concorso o tipologia di posto possono partecipare solo i candidati in possesso del relativo titolo di abilitazione mentre non può partecipare il personale docente ed educativo già assunto con contratto a tempo indeterminato nelle scuole statali;
CONSIDERATO CHE:
- in particolare, in ordine all'articolo 1 comma 73 è configurabile una violazione dell'articolo 3 della Carta fondamentale rispetto ai principi in esso sanciti di uguaglianza formale e sostanziale. Tale disposizione prevede, infatti, che a partire dall'anno scolastico 2016/2017 il personale docente delle istituzioni scolastiche statali, con contratto a tempo indeterminato, sia destinatario di incarichi triennali proposti dai dirigenti scolastici degli albi territoriali provinciali, ne deriva un'immissione in ruolo scevra di un'effettiva assegnazione di posto che risulta eventuale e appannaggio delle scelte del dirigente scolastico, col rischio che le stesse assumano carattere di arbitrarietà;
- il principio di uguaglianza richiede che situazioni uguali siano trattate alla stessa stregua e situazioni eterogenee siano trattate in maniera diversa. Nel caso di specie si verrebbero a creare due categorie di lavoratori, astrattamente omogenee, ma con trattamento differente, soprattutto con riferimento alla posizione nei confronti del dirigente scolastico;
- in relazione all'art. 1 comma 33 si ravvisa una violazione degli articoli 3, 4 e 34 della Carta costituzionale nella parte in cui in relazione all'alternanza scuola-lavoro, si fa esplicito riferimento all'obbligo e non alla mera possibilità di svolgere delle esperienze lavorative; in tal senso è da ritenersi che venga leso il diritto al solo studio, da intendersi come formazione culturale generale e non come formazione tesa a soddisfare le esigenze del mercato del lavoro;
- in ordine al comma 4 del novellato articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275 si profila la lesione dell'autonomia degli organi collegiali a favore di un organo monocratico, il dirigente scolastico. Difatti, il Consiglio di Istituto, diversamente dal passato non definisce gli indirizzi del piano dell'offerta formativa (POF) ma è il dirigente scolastico a dettare gli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e amministrazione. Prima della novella il Consiglio di Istituto dettava gli indirizzi a cui il Collegio dei docenti si doveva attenere nell'elaborare il (POF), per poi essere adottato dal Consiglio;
- con il recente intervento normativo il legislatore ha inteso conferire un potere soverchiante rispetto agli organi collegiali in capo al dirigente scolastico, che può respingere le elaborazioni del Collegio o le approvazioni del Consiglio di istituto, qualora non siano conformi agli indirizzi da lui dettati;
- in tal modo, gli organi collegiali, seppur indirettamente, vengono svuotati delle loro funzioni essenziali. Il collegio, organo tecnico professionale con competenza in ambito pedagogico didattico potrebbe perdere o vedere fortemente depauperate le sue funzioni. In tal guisa, la legge de qua parrebbe realizzare lo scardinamento della distinzione delle competenze, tale scelta va nella direzione di una lesione dell'autonomia scolastica e, quindi, di invasione o lesione di una competenza amministrativa che esula dalla sfera statale e che, quanto meno astrattamente, parrebbe ledere i principi di buon andamento e di imparzialità della pubblica amministrazione di cui all'art. 97 della Costituzione. Tale censura si riverbera sull'autonomia gestionale e amministrativa delle istituzioni scolastiche, generando una significativa compressione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, oltre che contrastare con il generale principio di ragionevolezza;
- in ordine all'articolo 1 comma 44, inoltre, potrebbe ritenersi che il legislatore statale sia andato oltre il limine del dettato dei principi generali, spingendosi fino a prevedere norme di dettaglio; non limitandosi ad indicare principi organizzativi in materia di istruzione. In tal guisa, si può sostenere che la disposizione normativa censurata ecceda il confine di cui all'articolo 117 terzo comma e leda, ragionevolmente, il riparto di competenze in materia di formazione professionale, materia riservata alle regioni in via esclusiva;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
per quanto espresso in premessa, a promuovere la questione di legittimità costituzionale, in via principale, ex articolo 127 comma secondo della Costituzione alla Corte costituzionale avente ad oggetto la legge statale n. 107, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 15 luglio 2015.".
La parola al consigliere Berti.
Jacopo BERTI (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
In questo preciso momento, mentre noi parliamo, continuano in alcune piazze italiane le proteste del mondo della scuola contro la vergognosa riforma targata Renzi-Giannini.
Il Movimento 5 Stelle ha fin da subito contrastato con forza questo disegno di legge denominato "la buona scuola", dando voce ad insegnanti, studenti e genitori. Sappiamo di non essere gli unici in questo Consiglio ad aver preso una posizione di questo tipo, l'assessore Elena Donazzan ha espresso chiaramente la stessa volontà di impugnare questa riforma davanti alla Corte ed è per questo che la ringraziamo. Siamo dunque qui a proporre una mozione per fare ricorso tutti assieme di fronte alla Corte costituzionale dato che a nostro avviso il testo presenta degli importanti profili di incostituzionalità.
Nella mozione sono indicati tre profili di incostituzionalità contenuti all'interno della legge 107 che le Regioni possono impugnare ricorrendo, alla stessa Corte costituzionale. In particolare si fa riferimento alla chiamata diretta degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici (articolo 1, comma 73), all'alternanza scuola-lavoro (sempre articolo 1, comma 33) e all'autonomia degli organi collegiali rispetto al dirigente scolastico (articolo 3, comma 4).
Ciò che inoltre allerta quanto alla tenuta costituzionale del provvedimento all'esame è la creazione di due distinte categorie all'interno del personale docente della scuola in palese violazione dell'articolo 3 della Costituzione: il principio di eguaglianza. Un principio di eguaglianza violato anche quando la legge, senza un ragionevole motivo, fa e propone un trattamento diverso ai cittadini che si trovano in uguali situazioni, ed è proprio questo il caso del disegno sulla Buona scuola.
Non riteniamo costituzionale e non ci troviamo d'accordo nel creare categorie di docenti di serie A e di serie B, di creare scuole di serie A e di serie B e studenti stessi per i quali il diritto allo studio non è identico. Per questo, Presidente e colleghi tutti, vi invitiamo a dimostrare ancora una volta la vostra contrarietà e chiediamo che questo disegno di legge venga portato davanti alla Corte costituzionale attraverso il voto di questa mozione.
Riguardo al nostro schieramento è da questo stesso Gruppo veneto che è tutto partito, abbiamo coinvolto le altre Regioni d'Italia, dove il Movimento 5 Stelle è presente, partendo per l'appunto da una nostra iniziativa. La Puglia, seppur governata dal Partito Democratico che ha scritto per l'appunto questa legge, ha già approvato la nostra mozione, i consiglieri regionali pugliesi – la maggioranza – ha mostrato spirito di indipendenza e coerenza rispetto ad una riforma che loro stessi hanno ammesso di essere inaccettabile. Spero che anche qui verrà mostrato lo stesso coraggio e lo stesso buon senso.
Approvandola, anche noi oggi daremo un segnale di coerenza, solo così potremo guardare in faccia tutti gli insegnanti, il mondo della scuola, i genitori e gli alunni e dire che ce l'abbiamo messa tutta. Questa è un'occasione per tutti noi e un'occasione per il Veneto, l'Italia ha bisogno di noi e oggi siamo qui a dimostrarlo. Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Massimo GIORGETTI
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Berti.
La parola all'assessora Elena Donazzan.
Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
Grazie, Presidente.
Ringrazio il consigliere Berti per avere proposto questa mozione.
Avevo già, come ben ricordato nell'intervento e lo ringrazio, espresso pubblicamente l'intenzione di adire la Corte per una manifesta, a nostro avviso, ma ovviamente da dimostrare, violazione dei principi costituzionali soprattutto in tema di materia concorrente.
Questa mozione è scritta molto bene e sarà anche utile ai fini proprio dell'istruzione del nostro ricorso. Abbiamo tempo fino al 14 ottobre per depositarlo e ho anche chiesto ai tanti, e sono veramente tanti, organi più o meno istituzionali nel senso che sono sindacati, ma sono anche gruppi di docenti, le diverse problematiche legate purtroppo alla condizione particolarmente complessa dell'inquadramento oggi dei docenti in Italia, che non sono solo differenziabili tra ruolo e docenti diciamo precari non di ruolo, ma a cui è stato chiesto negli anni di impegnare proprie risorse economiche e temporali per avere ulteriori qualifiche, poi queste non vengono riconosciute. Ad altri è stato chiesto di fare concorsi e poi questi concorsi si sono vanificati.
È stato più volte ribadito il principio per cui la programmazione territoriale deve avere una sua interlocuzione con, peraltro, una funzione del Ministero che è già predisposta su base territoriale. Perché, come i colleghi certamente sanno, vi è in ogni Regione un ufficio scolastico regionale che non è legato come competenza alle Amministrazioni regionali, ma è piuttosto un ufficio periferico del Ministero dell'istruzione.
Negli ultimi anni con gli uffici scolastici regionali si è tentata una programmazione, che aveva avuto una sua meritevole realizzazione che oggi viene vanificata da questo provvedimento che tout court inserisce tutta una serie di condizioni, in primis quella di una assunzione che ancora non è precisata rispetto ai diritti acquisiti.
Aggiungo a questa Mozione, che diventa poi lo spunto e anche il motivo per cui potrebbe anche essere utile un ordine del giorno, quando avremo individuato tutti i temi legati al ricorso, quindi i punti specifici, aggiungo alcune altre informazioni che metterei in una premessa ideale, un aggiungere, un ampliare questa Mozione. La prima cosa, noi abbiamo già razionalizzato, la Regione del Veneto ha fatto una poderosa razionalizzazione rispetto anche ai dirigenti scolastici: uno su mille studenti e sono scuole importanti. I comuni hanno fatto operazioni di accorpamento significative eppure oggi, nonostante questo, continuiamo ad avere 150 reggenze, con incarichi di dirigenti scolastici che hanno responsabilità enormi.
Abbiamo risultati accertati dai sistemi di valutazione internazionale e terzi. Il sistema di valutazione Ocse PISA dice che il sistema educativo del Veneto è tra i migliori d'Europa. Ma non è merito della Regione, è merito di un sistema che qui si è ordinato e organizzato.
Nella mozione viene riscontrato come, con un nuovo centralismo, si stia cercando di portare in sede nazionale e lontano dal territorio una realtà - quella della formazione professionale - che funziona solo nella misura in cui è strettamente connessa alle realtà economico e produttive del nostro territorio. Sono quelle che oggi garantiscono, nonostante le difficoltà e la crisi, ad avere il 50% dei giovani che hanno un posto di lavoro immediatamente dopo la qualifica e per il 70% nei due anni successivi. Coerente.
Pensate che, e questa è la cosa che più mi ha indignato, e chiudo e ringrazio nuovamente il Presidente del Movimento 5 Stelle, ma spero quest'Aula lo voglia riconoscere appieno. Inizialmente il Ministero aveva annunciato oltre ai 100 assunti, circa 2 mila nuovi posti nell'organico di fatto, che è diverso da quello di diritto, cioè quello quando ci sono le classi formate. Ebbene, noi cerchiamo di dimostrare il fabbisogno del Veneto con compiutezza, ma non lo fa la Regione, lo fa l'ufficio scolastico regionale. Hanno preso in giro anche il proprio ufficio periferico, i docenti in disponibilità nell'organico di fatto non erano 2 mila ma 4.255 e alla Regione del Veneto, con un fabbisogno accertato in classi pollaio con una difficoltà oggettiva, ne hanno dati ben il 3%.
Questo è scandaloso sotto tutti i punti di vista dell'impianto normativo per le violazioni che fa delle norme di competenza delle Regioni, e nel merito, perché non rispetta la qualità della scuola del nostro territorio.
PRESIDENTE
Grazie, assessora Elena Donazzan.
La parola alla consigliera Silvia Rizzotto.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Anche noi come Gruppo Lista Zaia e condivisa anche dal Gruppo Lega Nord, condividiamo pienamente le premesse illustrate in questa mozione e anche gli ulteriori spunti che ha posto l'assessora Elena Donazzan di fronte a questo argomento. Quindi annuncio, oltre alla volontà di volerla sottoscrivere come Gruppo, il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Silvia Rizzotto.
La parola al consigliere Fracasso.
Stefano FRACASSO (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Nel 1991 partecipai ad un concorso ordinario per la scuola, lo vinsi e quindi successivamente fui assunto come insegnante, mestiere che faccio non in questo momento, ma che continuerò a fare. Da allora, e sono passati credo 24-25 anni, credo sia stato fatto forse un altro solo concorso ordinario, nel frattempo il Ministero della pubblica istruzione è diventato il più grande generatore di precariato d'Italia, forse d'Europa. Tanto è vero che l'Europa stessa è intervenuta dicendo: metteteci un freno, perché non potete ogni primo settembre assumere centinaia di migliaia di insegnanti che poi licenziate e riassumete. In mezzo è successo di tutto, i corsi di formazione, varie sigle, Sissa non Sissa, etc.
Non c'è dubbio, che questo provvedimento della Buona scuola sia innanzitutto una buona azione per ridurre questo caos che si è generato in Italia e che non ha pari in nessun paese europeo. Che in questa stabilizzazione, direi messa in ordine, vengano selezionati via via insegnanti che hanno titoli di qualifica diversi mi pare una cosa abbastanza logica. Voglio dire, se uno ha una abilitazione credo che debba essere preferito ad uno che non ha una abilitazione.
Mi fa piacere che vengano richiamati i risultati dei test PISA, ma anche quelli di INVALSI, che dicono che il sistema educativo del Veneto è un buon sistema a prescindere che gli insegnanti siano veneti o campani. Io ho avuto uno straordinario insegnante pugliese e devo dire che ho avuto qualche pessimo insegnante vicentino, non è dove nascono che è la qualità. Siccome in questa riforma si introduce anche la valutazione degli insegnanti, e mi pare anche un'altra Buona scuola, e si va a quell'autonomia che aspettiamo dalla riforma Berliguer. Poi, qualcuno dice che è scuola di serie di A e di serie B, io dico che è autonomia e che va esercitata con responsabilità.
Allora, non facciamo come per le Olimpiadi che ci mettiamo contro, candidiamoci - lo dico all'assessora - in base a questo ad assumere in piena autonomia, secondo quanto previsto dalla Costituzione, il tema dell'istruzione e le posso assicurare che troverà in questo il pieno sostegno anche del Partito Democratico, anche sulla scuola professionale che riteniamo un tassello fondamentale. Però non mettiamoci sempre contro, perché poi chi ci ascolterà a Roma, se ogni volta noi veneti andiamo là l'unica cosa che sappiamo fare è metterci contro, non ci ascolterà e non ci ascolta già più nessuno.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Fracasso.
La parola al consigliere Barison.
Massimiliano BARISON (Forza Italia)
Grazie, Presidente.
Solo per dire che anche in Parlamento Forza Italia ha cercato di ostacolare questa riforma e quindi siamo pienamente in linea con la proposta dal Movimento 5 Stelle, soprattutto per i motivi di territorialità che sono stati sollevati dall'assessore Elena Donazzan, che fin dall'inizio ha messo in evidenza come questa riforma vada a penalizzare Regioni virtuose come il Veneto. Per questo motivo, oltre a approvarla, chiediamo anche di sottoscriverla.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Barison.
La parola al consigliere Sinigaglia.
Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
In realtà, immaginavo una posizione diversa da parte dell'assessora Elena Donazzan per i motivi che molto velocemente vado ad esporre.
La riforma è una riforma che potenzia e ha come obiettivo l'autonomia scolastica, questo è l'obiettivo, tanto che vuole far coincidere l'organico di fatto con l'organico di diritto; per questo le assunzioni e per questo tutta una serie di passaggi che sono scritti nella riforma della Buona scuola. Quindi, il passaggio fondamentale che spiega la riforma è l'autonomia.
L'autonomia, poi, si sposa anche con la flessibilità, legata ad un altro strumento che è quello del POF. Perché il Piano dell'offerta formativa, di durata triennale, definisce gli obiettivi che gli istituti si danno per raggiungere l'autonomia, per raggiungere la flessibilità: quante ore più di inglese, di informatica, di musica, di attività sportiva. E per fare questo il preside, il dirigente scolastico, si avvale dell'assunzione diretta, di chi? Di personale che è assunto a tempo indeterminato, che ha superato il ruolo, che ha l'abilitazione, che ha superato una selezione e che verrà assunto dal preside per raggiungere gli obiettivi specifici disegnati dal POF.
Non c'è una diversa categoria tra gli insegnanti come la contestazione che viene fatta dalla mozione, perché in questa graduatoria subprovinciale, neanche provinciale, ci saranno in primo luogo gli insegnanti che si mettono a disposizione dei presidi per cambiare anche istituto scolastico e per dire "vado in quell'istituto dove il POF mira ad avere il potenziamento dell'informatizzazione e dell'inglese".
Le motivazioni per cui si fa questo ricorso alla Corte Costituzionale sono veramente leggere: un conto è dire che non sono d'accordo con la riforma, ma motivare il ricorso perché ci sono assunzioni in un modo o nell'altro. È l'obiettivo della riforma che vede il potenziamento dell'autonomia e della flessibilità attraverso l'assunzione per tre anni a livello di subprovincia di personale che, ripeto, a tempo indeterminato, fa quel tipo di attività per raggiungere gli obiettivi del POF. Ma questo è l'obiettivo che ci siamo sempre posti: quello di avere degli istituti che rispondono ai bisogni del territorio, che preparano bene i nostri ragazzi per essere inseriti veramente nel lavoro. Per quello dicevo prima, che l'assessora Elena Donazzan mi stupisce abbia un giudizio negativo. Aumenta l'alternanza scuola/lavoro la riforma della Buona scuola: dice quante ore si dovrà fare nei licei e negli istituti tecnici accanto all'industria, accanto alle attività produttive, accanto al territorio, accanto alle Istituzioni. Ma cosa stiamo dicendo?
Poi, il preside non è vero che ha questi poteri, perché in ogni caso anche il POF, che qui viene criticato, viene approvato dal Consiglio di Istituto: viene presentato dal preside al Collegio docenti e poi viene approvato dal Consiglio di Istituto e il Consiglio di Istituto ha tutte le componenti, genitori, insegnanti, ATA e via di seguito. Quindi stiamo dicendo delle affermazioni che, se guardiamo la riforma così come è scritta, a parte che a mio giudizio il collegato del ricorso e della mozione non corrisponde con gli articoli dell'ultima stesura della riforma, ma questo non ha importanza, l'importante è capire il contenuto. Questo ricorso è fuorviante perché non coglie la bontà della riforma e soprattutto contraddice in quello che è più importante da raggiungere per i nostri studenti: la flessibilità che promuove eccellenze a livello territoriale promuovendo il territorio e soprattutto valorizzando i tanti insegnanti, in modo tale che ci sia veramente l'apertura della scuola al territorio e il raggiungimento di obiettivi di qualità da parte dei nostri studenti, è un obiettivo serio che la riforma si pone.
Sicuramente è stato contestato, ma leggete bene tutte le componenti, perché è fondamentale e va nella direzione che in questa Regione abbiamo sempre chiesto: l'autonomia. Scriviamo "nel raggiungimento dell'autonomia", prendiamoci fino in fondo questa responsabilità eventualmente, non critichiamo e facciamo ricorso alla Consulta su cose che non esistono, perché i contenuti non esistono per fare questo ricorso.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Sinigaglia.
La parola al consigliere Berti, per la replica.
Jacopo BERTI (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Vorrei ringraziare tutti i Gruppi, i miei colleghi, che hanno parlato per la decisione di firmare la nostra mozione, accetto di buon grado e ringrazio. Questa per noi è una lotta che avviene sia all'interno delle Regioni, ma anche a livello nazionale è una lotta che noi reputiamo che sia fondamentale per preservare quello che è il buon lavoro fatto da tantissimi operatori del settore, genitori e alunni, perciò grazie mille al Consiglio, ai miei colleghi.
Direi che questo è il modo ideale per dare un segnale forte a questa categoria che in questi anni è stata così fortemente bistrattata. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Berti.
Pongo in votazione la
mozione n. 8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
9 |
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MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI MONTAGNOLI, SEMENZATO, GIDONI, FINCO, FINOZZI, RICCARDO BARBISAN, VILLANOVA, BRESCACIN, RIZZOTTO, BORON, SANDONà, GEROLIMETTO, MICHIELETTO, FABIANO BARBISAN E POSSAMAI RELATIVA A "IL GOVERNO DEVE RISOLVERE L'EMERGENZA PROFUGHI: IL VENETO DICE BASTA AI CLANDESTINI" (MOZIONE N. 9) (DELIBERAZIONE N. 48/2015)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- l'immigrazione è un fenomeno che deve essere regolamentato e gestito in maniera rigorosa ed attenta, in quanto coinvolge interessi pubblici primari e fondamentali quali, ad esempio, la sicurezza, la sanità e l'ordine pubblici, a cui non si può rinunciare per assicurare la pacifica convivenza sociale (Corte Cost., sent. n. 62/1994, n. 206/2006 e n. 148/2008);
- è fondamentale rafforzare le misure di contrasto alla clandestinità, all'illegalità e al traffico di esseri umani, dando piena applicazione alle norme vigenti concernenti i requisiti necessari per l'ingresso degli stranieri nel nostro territorio quali il lavoro, il reddito adeguato e una idonea abitazione;
- il trend degli arrivi dei migranti sulle coste italiane dimostra una crescita esponenziale nel periodo compreso tra il 2011 ed il 2014 e che gli eventi di sbarco registrati in ambito nazionale nei primi mesi del 2015 confermano un incremento seriamente preoccupante del fenomeno;
- nell'anno 2014 i migranti arrivati in Italia hanno raggiunto la quota di 170.000, 60.000 dei quali hanno richiesto asilo politico; sono state accolte 20.000 richieste confermando che il fenomeno non riguarda principalmente i profughi, a cui è giusto dare accoglienza, ma in maniera marcata si tratta di persone in stato di clandestinità;
- ad oggi sono presenti in Veneto circa 515.000 stranieri regolari, di cui 42.000 senza lavoro. Tale situazione si riferisce a un contesto emergenziale in cui le famiglie venete sono in grave difficoltà economica e occupazionale;
- la previsione di sbarchi profughi/clandestini nel 2015 è stimata in circa 200.000 persone;
CONSIDERATO CHE:
- una seria legislazione interna e la sua rigorosa applicazione ha l'auspicato effetto di scoraggiare i flussi migratori clandestini: infatti, dopo l'entrata in vigore delle disposizioni del Pacchetto Sicurezza "Maroni" (legge 94/2009 che, tra le altre cose, ha introdotto il reato di immigrazione clandestina - art. 10-bis, T.U. 286/1998) nel 2009 gli sbarchi sulle coste italiane sono diminuiti, rispetto al 2008, di circa il 74%, come testimoniato dai dati pubblicati sul sito del Ministero dell'Interno;
- lo scenario è radicalmente mutato rispetto al tempo in cui sono stati scritti e ratificati trattati ed accordi che prevedono il diritto di asilo politico nel paese di prima accoglienza;
- le operazioni ad oggi poste in essere dallo Stato italiano ("Mare nostrum") e dall'Unione Europea ("Triton") sono concentrate sul solo, inefficace, piano del recupero e salvataggio in mare e della successiva accoglienza dei migranti, ed in alcun modo sul blocco delle partenze dalle coste africane e da misure di effettivo contenimento del fenomeno in generale, in una prospettiva politica del tutto opposta a quella che questa fase emergenziale richiederebbe;
- mai come quest'anno si sono intensificati gli sbarchi di immigrati irregolari nel nostro Paese, in quanto l'Esecutivo invia messaggi sbagliati laddove origina l'immigrazione clandestina e soprattutto favorisce l'attività delle organizzazioni criminali che prosperano sul traffico di migrati;
- in tale contesto non è percorribile la soluzione proposta dal Ministro dell'Interno, per tramite le Prefetture-Uffici Territoriali di Governo- smista i profughi/clandestini tra le Regioni italiane a tempo sostanzialmente indeterminato, in quanto non è allo stato percepibile il piano della proposta politica e risultano del tutto vulnerati i principi di autonomia e di rappresentatività diretta dei cittadini in seno alle istituzioni locali;
RITENUTO CHE:
- sia necessaria una continua cooperazione internazionale con i Paesi di origine dei flussi migratori, al fine di accelerare tutte quelle pratiche burocratiche che spesso rendono difficoltoso il rimpatrio, oltre che l'identificazione, per la quale è necessaria la permanenza nei Centri di Identificazione ed Espulsione;
- la gestione del fenomeno "profughi/clandestini" allo stato attuale grava esclusivamente sulle istituzioni italiane che hanno impegnato senza soluzioni di continuità navi della Marina Militare per il recupero in mare, Forze dell'Ordine per l'identificazione dei profughi, strutture ospedaliere per le cure vitali, immobili per l'accoglienza e destinato fondi del bilancio dello Stato per circa 1 miliardo di euro nel 2014, prevedendo inoltre una quota media di sostentamento giornaliero di euro 35,00 per immigrato, incrementando a dismisura il livello di indebitamento pubblico, con una previsione di spesa per il 2015 molto superiore al 2014;
CONSIDERATO CHE:
- essendo il nostro un Paese europeo di confine, ove più difficile è il controllo delle frontiere, in gran parte marittime, e dunque più facile meta dei flussi migratori clandestini, non è pensabile che la gestione di tutto il problema dell'immigrazione, anche quando derivante da vere e proprie emergenze umanitarie, sia interamente a carico solo del nostro sistema paese;
- è necessaria, dunque, una condivisione tra tutti gli Stati membri dell'Unione Europea nella gestione del fenomeno dell'immigrazione attraverso l'applicazione del principio del "burden sharing" già previsto dal trattato di Lisbona e il potenziamento degli strumenti di collaborazione, ma dando anche finalmente attuazione a quelli già esistenti, come ad es. la direttiva 55/2001;
- l'applicazione del principio del "burden sharing" permetterebbe altresì di superare il sistema degli accordi bilaterali, in quanto tali accordi tra Italia e, rispettivamente, Tunisia, Egitto, Libia e Marocco si sovrappongono a identiche iniziative di Spagna, Francia, e Grecia con contenuti e modalità spesso molto diversi, i quali creano, oltre che confusione, un sistema diversificato di cui i trafficanti di esseri umani approfittano, scegliendo dove mandare cittadini di determinate nazionalità che, sulla base degli accordi bilaterali, possono o non possono essere rimpatriati;
- la disciplina dell'immigrazione è di competenza legislativa non solo statale ma soprattutto comunitaria, pertanto l'Unione Europea, nell'ottica appunto di Unione non solo economica degli Stati europei, deve assumere un ruolo attivo nel contrasto all'immigrazione clandestina attraverso accordi bilaterali con i vari Paesi extraeuropei, contribuendo in maniera incisiva al controllo dei nostri confini marittimi e ai costi che comportano il controllo delle frontiere, l'accoglienza e il rimpatrio dei clandestini;
- a seguito dell'intensificarsi dei fenomeni immigratori, la situazione è diventata di difficile gestione, tanto che, come dimostrano i sempre più frequenti fatti di cronaca, l'integrazione non è così facilmente raggiungibile e si impone invece una seria riflessione sulle politiche da attuare in materia;
VISTO ALTRESÌ:
- i fatti preoccupanti accaduti a Eraclea dove un centinaio di migranti, ospitati in un residence nella località balneare, è sceso in strada per protestare contro le condizioni igieniche dei locali e il sovraffollamento;
- la protesta dei residenti del comune di Quinto di Treviso a seguito dell'arrivo dei migranti in un residence della zona, culminata in momenti di forte tensione e scontri con la polizia;
RITENUTO, pertanto, che nella totale carenza e/o inadeguatezza di politiche nazionali e sovranazionali dell'immigrazione, non sia proponibile ed accogliibile una risposta dai territori e dalle singole comunità locali, scaricando in definitiva sui Comuni emergenze che non possono avere soluzioni locali se non a danno dell'ordinata e pacifica convivenza civile delle comunità residenti;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad intervenire presso il Ministero dell'Interno affinché:
a) vengano comunicati ai Sindaci della Regione del Veneto il numero effettivo degli immigrati identificati e smistati e come vengono utilizzati i fondi a loro destinati;
b) siano rese note le modalità di gestione dell'accoglienza dei profughi al fine di appurare che la quota di contributo giornaliero erogata sia sulla base dell'effettiva identificazione e presenza dell'immigrato e le condizioni di agibilità e igienico-sanitarie degli immobili a loro destinati;
a sollecitare presso ogni sede:
a) la revisione del Regolamento di Dublino, che ci vede fortemente penalizzati quale Paese di confine e di ingresso dei flussi migratori;
b) un effettivo, continuo e costante controllo delle nostre frontiere, sia terrestri che marittime, anche per l'attuazione di azioni di respingimento;
c) la stipula e il costante rinnovo degli accordi con i Paesi da cui hanno origine i maggiori flussi migratori clandestini per il pattugliamento congiunto delle coste, nonché per l'identificazione in tempi brevi ed il rimpatrio effettivo dei clandestini;
d) la richiesta di dimissioni del Ministro Alfano per la pessima gestione dell'emergenza profughi/clandestini.".
La parola al consigliere Montagnoli.
Alessandro MONTAGNOLI (Liga Veneta - Lega Nord)
Grazie, Presidente.
Lo so, Colleghi, che già abbiamo discusso oggi di questa Mozione e anche in un precedente Consiglio. I punti condivisibili sono sul sostegno ai sindaci e ai territori. e nella mozione diciamo accoglienza ai profughi sì, ai clandestini no. Messaggio chiaro e netto perché oggi ci devono essere dei messaggi in questo senso.
I numeri, anche per quello che ho sentito dai colleghi: eravamo al Governo con il Centro-Destra e c'è stata la Primavera araba, ma i numeri non solo come quelli di oggi, sono stati presi dei provvedimenti, degli accordi bilaterali e un Governo che ha fatto delle norme. Oggi abbiamo delle responsabilità chiare e note, principalmente il Governo italiano, il Ministro Alfano, il Governo del Presidente Renzi che ha totalmente sprecato il Semestre europeo non facendo nulla, si è battagliato molto per la nomina della Mogherini che non sta facendo assolutamente nulla. In questo tema vedo già dei numeri pesanti, perché nel 2014 sono stati più di cento mila gli sbarchi e si sapeva che continuavano anche nell'annualità 2015. Quindi c'è una grandissima responsabilità del Governo nazionale e di una Europa che non c'è, che non esiste.
Questa Mozione l'abbiamo presentata il 5 agosto ed è cambiato qualcosina, perché oltre agli sbarchi nelle nostre coste c'è stato l'afflusso pesante dai Balcani, l'Ungheria che alza il muro, l'Austria che blocca i confini. Qualcuno si è svegliato e alcune cose sembra che piano piano vadano avanti in discussione. Il 14 la riunione, poco utile, dei Ministri degli interni europei, perché comunque se non viene avvalorata dai capi di Governo non conta nulla e intanto gli sbarchi vanno avanti. Ci dicono 120 mila ad oggi, penso che siano molto di più, noi stimiamo 200 mila entro fine anno. Una questione economica anche importante a carico del nostro paese, quasi un miliardo di euro l'anno scorso e lo supereremo quest'anno, una parte dei quali – è giusto saperlo – ce li darà l'Unione europea, 310 milioni in 7 anni.
Questa è una questione di rispetto anche dei nostri cittadini, oggi abbiamo convalidato l'elezione con molti amministratori locali – molti di noi l'hanno fatto – ma come facciamo a spiegare ai nostri cittadini che non ci sono soldi? Che tagliamo i fondi al sociale e poi per queste cose qui i soldi ci sono? Allora, profughi sì, ma non clandestini, non ne vogliamo neanche uno, i dati ce lo dicono: il 70% è clandestino. Molti giovani con i telefonini, con le scarpette e con le magliette belle, per carità, vogliono una vita migliore, è legittimo, ma non possiamo accogliere tutti, l'Africa non può venire in Italia.
Oggi qualcuno si muove. Noi l'abbiamo detto prima, l'abbiamo detto sull'euro, l'abbiamo detto sull'Europa, l'abbiamo detto sulla Cina e anche sull'immigrazione, che deve essere controllata con delle regole. Solo che se lo dice Matteo Salvini, lo dice la Lega, lo dice Luca Zaia non va bene, che per venire in Italia serve un lavoro, serve una casa; se invece lo dice la Merkel o lo dice l'Inghilterra, la più democratica nazione al mondo dove è nata la democrazia, va bene. Oggi le cose stanno cambiando, qualcuno sta aprendo gli occhi, perché c'è un progetto politico a livello internazionale: tutti stanno arrivando qua. C'è un pericolo enorme che è il terrorismo, non sottovalutiamolo, la violenza. Io dico, alla mozione e agli impegni che si chiedono alla Giunta ci mettiamo anche questo, perché il caso dell'altro giorno in Sicilia non è un caso da sottovalutare, è capitato anche qui nel Veneto, a Padova; persone violente che non devono rimanere qui, devono essere messe in galera e rispedite subito a casa.
Oltre agli impegni della Giunta, sentivo parlare di accoglienza diffusa, le Prefetture stanno cercando di recuperare posti da tutte le parti, ma la gestione è partita male dall'alto, dal Ministero dell'interno, con nome e cognome. Si condividono le cose con i Sindaci e il Veneto ha sempre dimostrato di essere accogliente, perché se qui abbiamo più 500 mila immigrati che lavorano e convivono con noi ci sarà un motivo. Ma non l'imposizione dall'alto. Le cose successe ad Eraclea, a Cona, a Quinto, a Costa Grande Verona con l'ipotesi di ieri di portare a fare un mini hub nell'ex ospedale di Schio, non sono cose che si mettono lì dall'alto sulla testa dei cittadini. Perché il problema è notevolmente serio, l'Italia ha perso le sue occasioni, noi diciamo modifica di Schengen, modifica di Dublino, respingimento e bloccare alla fonte. Perché quello è il tema, chi è che paga? Chi è che ci mangia? Le cooperative che ci sono sotto, ci sono messaggi su Facebook che dicono "venite in Italia, venite in Europa". È questione di volontà politica.
Un Governo inefficiente come quello italiano deve andare a casa, per cui uno dei punti che mettiamo nelle sollecitazioni è anche nella revisione del regolamento di Dublino e l'azione di respingimento e di chiedere la dimissioni del Ministro Alfano per la totale incapacità nella gestione di un problema, che è sicuramente non solo nazionale. Un messaggio chiaro: solidarietà, umanità sì, ma altrettanta fermezza perché, così, non possiamo andare avanti e ce ne accorgeremo nel tempo delle grosse responsabilità che ci sono.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Montagnoli.
La parola alla consigliera Alessandra Moretti.
Alessandra MORETTI (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Intanto volevo ricordare al collega che mi ha preceduto che avete votato con la mozione 5 il tema dell'accoglienza diffusa, quindi chiaritevi un po' le idee, perché lei adesso ha appena detto di essere contrario. Dopodiché il messaggio è forte e chiaro, certo, però il messaggio non risolve niente, cioè non è che il no ai clandestini risolve qualcosa, cioè è un bel messaggio che fa presa, ma che non risolve nulla. Del resto voi non volete risolvere nulla, perché più problemi ci sono per quanto riguarda questo tema e più voi cavalcherete la protesta e la demagogia. "Il Governo deve risolvere l'emergenza profughi", questa è la sola affermazione che siete in grado di fare.
Ci siamo occupati oggi qua in Consiglio regionale di tutte le materie possibili e immaginabili, ma affrontare un tema di cui abbiamo competenza mai?! E su questo tema la Regione ha competenza, le Regioni e i Comuni, ognuno e ciascuno per il proprio settore.
Sembra evidente che a livello europeo – e lei l'ha ricordato poc'anzi - che finalmente l'abbiamo denunciato anche noi, Renzi è il Presidente del Consiglio che è andato per la prima volta in Europa ed ha iniziato a dire determinate cose alla stessa Merkel, e finalmente oggi la Merkel si sveglia e dice "L'Italia va aiutata", con ritardo lo riconosciamo, ma intanto un passo l'ha fatto e non l'ha fatto a caso perché si è svegliata una mattina e ha detto "ma oggi cambio idea", l'ha fatto perché ci sono state tutta una serie di pressioni e di azioni politiche e quindi oggi siamo di fronte ad un giro di boa.
Ma in termini di politica italiana sull'immigrazione qui è inutile che ci diciamo "è colpa dell'uno, dell'altro". A me personalmente piace assumermi la responsabilità di quello che dico e di quello che faccio, sbagliando magari, ma mettendoci sempre la faccia.
Spesso invece ci si dimentica e l'Italia, gli italiani, hanno sempre la memoria troppo corta. Si dimentica che la Lega Nord ha svolto un ruolo di primo piano nelle politiche migratorie in questo Paese, lo ha fatto tra il 2001 e il 2006, lo ha fatto tra il 2008 e il 2011, periodi durante i quali sono stati commessi molti errori.
Non sto dicendo che noi non li abbiamo commessi quando c'eravamo noi o che magari molto di più si potrebbe fare oggi, ma avete avuto un ruolo fondamentale, tant'è che la legge generale che governa ancora oggi il fenomeno si chiama Bossi-Fini. È sempre quella lì approvata dal Parlamento nel luglio del 2002 e che oltre ad una riduzione dei finanziamenti frenava in maniera volontaria la prassi dell'immigrazione circolare, cioè quella destinata a far rientrare le persone nei Paesi d'origine.
E che dire quando nel 2003 il vostro Governo ha accettato la convenzione di Dublino imposta dai Paesi anglosassoni contro i Paesi del Mediterraneo? E che dire se poco dopo l'Europa assisteva alla più grande sanatoria del Governo Berlusconi che sanava 650.000 domande? L'avete fatto voi.
Quindi, voglio dire, su questo è facile lanciare slogan, ma poi avete visto anche voi – quando c'eravate – la fatica di governare fenomeni così pesanti e complessi che richiamano la responsabilità di tutti e non solo di qualcuno.
Così come anche la gestione dei flussi, è dal 1999 che l'Europa approva uno dei primi documenti sulla materia raccomandando una gestione oculata dei flussi. Sono d'accordo con lei: dobbiamo superare Dublino ed avere una politica migratoria finalmente europea. L'ha detto Renzi "L'Europa deve smettere di commuoversi e deve iniziare a muoversi" proprio in virtù del principio del boarding sharing che voi citate.
L'obiettivo del Governo è un'unica politica europea, ed è questo il Governo che ha ottenuto per la prima volta le quote e il fatto che Frontex venga interamente finanziato dall'Europa. Le ricordo che Mare Nostrum ce lo pagavamo noi, mentre adesso finalmente l'Europa fa un passo in avanti e proprio due giorni fa lo stesso Alfano dice "Finanzieremo al 95% le spese che i Comuni dovranno affrontare". Lo stiamo facendo noi a piccoli passi, ma gradualmente e ce la faremo.
Mi chiedo perché alla Camera - e concludo, Presidente - la Lega, insieme al Movimento 5 Stelle e a SEL, abbia votato contro il decreto che autorizza la partecipazione del nostro Paese ad una missione navale EUNavfor Med con cui l'Unione europea ha dichiarato ufficialmente battaglia ai criminali scafisti, ha dichiarato battaglia ai trafficanti di esseri umani. Eppure avete votato contro nonostante lo scopo ultimo della missione è quello di bloccare i barconi della morte e quindi bloccare quei veri assassini.
Per quelli lì "mettiamoli in galera e buttiamo le chiavi" non vale? Vale solo per gli altri e per quelli lì non vale?! Allora perché avete votato contro? Perché scaricate la responsabilità? Perché non ci mettete la faccia su quello che servirebbe davvero?
Questo dobbiamo fare insieme perché non si fanno le battaglie ideologiche sulla pelle e sulla vita degli esseri umani. Questo dobbiamo fare anche noi in Veneto. Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Bruno PIGOZZO
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Alessandra Moretti.
La parola alla consigliera Francesca Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Per iniziare intanto accogliamo logicamente con favore il fatto che questa Regione oggi si sia impegnata a fare quello che era stato richiesto attraverso la mozione n. 5 e speriamo quindi che quando viene richiesto di impegnarsi alla Giunta regionale, che sia ai Sindaci e sia alla Regione vengano dati i dati che servono per gestire questa situazione. Quell'impegno più questa richiesta siano utili a dire che la Regione Veneto, come tutte le Regioni in Italia, un ruolo lo ha e si è impegnata ad averlo.
Detto questo è bene ricordare, nel momento in cui si ricordano anche gli accordi internazionali e anche l'accordo di giugno, che è poca cosa probabilmente, rispetto a quella che è la situazione e le richieste di soluzioni a livello europeo che vengono citate qui e che citavamo anche noi, ma che comunque uno dei punti che contiene questo accordo è anche la missione EUNavfor Med che è una missione che mette, il controllo sugli scafisti, l'abbattimento, il sequestro e comunque anche la distruzione di quelle che sono le barche degli scafisti.
Questi sono tutti punti che vanno sicuramente potenziati, ma di cui sia il Governo sia noi non ci siamo mai dimenticati di metterlo all'attenzione e soprattutto di affrontarlo. Quindi non è vero che non è stato fatto niente come non è vero che noi queste cose non le vogliamo. Le vogliamo e siamo pienamente concordi nel fatto che sono ancora insufficienti le soluzioni trovate e quindi, come diceva la Capogruppo Moretti prima, siamo molto contenti che la Germania abbia cambiato posizione o abbia comunque evoluto la sua posizione rispetto a quella che si paventava alcuni mesi fa e che finalmente si riconosca che l'Italia va aiutata anche in questo senso e sicuramente in un aiuto verso quelli che sono i Paesi da cui vengono queste persone.
Anche noi siamo per la distinzione tra profughi e clandestini, è per questo che ci saremmo aspettati – visto che viene citato comunque nel testo della mozione anche la problematica dell'identificazione – che questo fosse all'interno degli impegni, perché è chiaro che per riuscire a velocizzare e per riuscire comunque a identificare e rimandare a casa queste persone, anche chi magari commette reati, l'identificazione è un processo comunque ineluttabile.
L'altro punto che secondo me dovrebbe essere messo al centro, che ricordo era stato dibattuto e richiesto anche dalla controparte, era quello del controllo delle cooperative. Perché, se noi andiamo a richiedere i dati, i dati non servono solo per la questione igienico-sanitaria, per la questione della viabilità – perché, come ricordava tutto sommato l'assessore prima, la questione igienico-sanitaria la Regione la sta gestendo molto bene – ma servono anche per capire come gestire queste persone e se i processi di accoglienza che fanno queste cooperative sono idonei o non sono idonei, se quei soldi vengono spesi male o vengono spesi bene.
Infine c'è una richiesta che io mi sento di fare. Viene citata Eraclea. Peccato che il caso di Quinto sia stato risolto con immediatezza e il caso di Eraclea è stato migliorato, ma è ancora lì fermo, quindi credo che la politica su questo debba fare un'azione estremamente forte, che sia lei a condurre le attività e le scelte e che non sia data delega invece a dire chi è che si mette a disposizione, quindi un pullulare di privati che giustamente si mettono a disposizione a cui però non compete la direzione politica e la scelta del come e di dove devono essere inserite queste persone. Grazie.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Francesca Zottis.
La parola alla consigliera Patrizia Bartelle.
Patrizia BARTELLE in GRILLO (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Volevo solo fare una specifica su un particolare che il collega ha riportato, lui diceva "magliette belle" e poi si riferiva ai telefonini.
Per correttezza, e vorrei sottolineare questo, quando le cooperative adempiono in maniera regolare e puntuale all'accordo che sottoscrivono con la Prefettura, si accollano il compito di dare dei kit nuovi di vestiti agli immigrati. Quindi le cooperative hanno l'obbligo di offrire questi kit con abbigliamento.
Quando le persone arrivano a terra nei porti italiani c'è la Croce Rossa, ci sono un sacco di associazioni di volontariato che sono lì con dei vestiti da dare, cioè vi assicuro che io ho contribuito personalmente a raccogliere e a far recapitare in Sicilia queste cose. Questo va fuori da un pregiudizio, ma è solo per chiarire questa cosa, perché faccio parte di associazioni di volontariato e facciamo questo.
I telefonini noi sappiamo che le persone hanno bisogno di comunicare alle famiglie che stanno bene e che sono arrivati, non è un incentivare le persone ad avere telefonini belli, anche lì con le associazioni di volontariato di fanno raccolte di telefonini funzionanti, poi loro con i loro poket money – che sono quei 2,50 euro che vengono consegnati due volte al mese perché le cooperative usano così – fanno quello che vogliono, cioè si acquistano le schedine e possono telefonare.
Perciò a volte a noi sembra che abbiano in mano dei telefonini belli quando sono quelli che noi abbiamo scartato e hanno degli abbigliamenti che sono questi che esattamente noi abbiamo dato alle associazioni per non buttarli nella spazzatura.
Ecco, mi permetta di averle replicato così.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Patrizia Bartelle.
La parola al consigliere Scarabel.
Simone SCARABEL (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente e buongiorno a tutti.
Volevo dichiarare a nome del Gruppo 5 Stelle il voto favorevole a questa mozione, perché anche noi chiediamo da tempo che si faccia la distinzione nel Paese di partenza tra i profughi e i clandestini, perché nella confusione e nel caos guadagna solo chi vuole speculare nell'accoglienza e chiamarla accoglienza è fortemente sbagliato, perché nel momento in cui tu vieni pagato centinaia di migliaia di euro stai semplicemente ospitando questi disperati, non li stai accogliendo.
Adesso che anche la Merkel è stata folgorata sulla via di Dublino ci auguriamo che si arrivi finalmente al superamento di questo famigerato regolamento.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Scarabel.
Se non ci sono altri interventi, passiamo alla votazione del punto n. 9 all'ordine del giorno presentato dal consigliere Montagnoli.
Pongo in votazione la
mozione n.
9.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
10 |
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MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BASSI, CONTE, NEGRO E CASALI RELATIVA A "LA REGIONE VENETO NON VANIFICHI IL LAVORO SVOLTO E LE RISORSE ECONOMICHE IMPEGNATI PER IL PIANO FAUNISTICO-VENATORIO 2014-2019, RIAPPROVANDOLO" (MOZIONE N. 10) RESPINTA
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- ad oggi è ancora in vigore il Piano faunistico-venatorio regionale (2007-2012) approvato con legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 ;
- con legge regionale 4 febbraio 2014, n. 1 la validità del Piano faunistico-venatorio regionale è stata rideterminata al 10 febbraio 2016;
CONSIDERATO CHE:
- la Giunta regionale con DGR n. 1518 del 12 agosto 2013 ha adottato in via preliminare la proposta di Piano faunistico-venatorio regionale 2014-2019 ai fini dell'espletamento delle successive fasi della procedura VAS;
- la Giunta regionale con DGR n. 502 del 4 aprile 2014 "Proposta di Piano faunistico-venatorio regionale 2014-2019 (DGR n. 1518 del 12 agosto 2013). Osservazioni pervenute nell'ambito della fase di consultazione con il pubblico prevista dalla Procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Approvazione delle modalità di recepimento ai fini dell'acquisizione del prescritto parere motivato da parte della Commissione regionale VAS" ha dato atto:
- dell'avvenuta conclusione della fase di consultazione e partecipazione (fase 5 della procedura VAS di cui all'Allegato A alla DGR n. 834 del 14 giugno 2011) avente per oggetto la proposta di Piano faunistico-venatorio regionale 2014-2019 (PFVR) adottata in via preliminare con DGR n. 1518 del 12 agosto 2013;
- la Giunta regionale con atto n. 133/CR del 26 agosto 2014 ha adottato il nuovo Piano Faunistico Venatorio regionale e ha adottato, altresì, (DDL n. 12 del 27 maggio 2014 "Modifiche alla legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 : "Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio" e alla legge regionale 23 aprile 2013, n. 6 : "Iniziative per la gestione della fauna selvatica nel territorio regionale precluso all'esercizio venatorio") il disegno di legge che introduce le necessarie innovazioni di carattere legislativo che consentivano l'applicazione concreta di quanto previsto dal nuovo strumento pianificatorio;
- il Consiglio regionale con propria proposta di deliberazione amministrativa n. 103/2014 "Adozione del Piano faunistico-venatorio regionale 2014-2019" ha dato avvio all'istruttoria di rito;
RITENUTO CHE
- è urgente pervenire alla definitiva approvazione del nuovo Piano faunistico venatorio regionale sia per le aspettative dei vari portatori di interesse che per la necessità di dare supporto giuridico e legislativo agli atti amministrativi che approvano, di anno in anno, il calendario venatorio regionale;
- risulterebbe inadeguato e controproducente vanificare il lavoro svolto fino ad oggi dalla Giunta regionale e dai propri Uffici tecnici che ha impegnato risorse umane ed economiche in un iter procedurale complesso e innovativo rispettoso delle direttive europee e della legislazione nazionale;
- la Giunta regionale con DGR n. 34/IIM del 20 luglio 2015 "Risposta all'interrogazione a risposta scritta n. 5 del 29 giugno 2015 presentata dal consigliere Sergio Berlato, avente per oggetto "La Giunta regionale adotti quanto prima una nuova proposta di piano faunistico-venatorio regionale" ha espressamente dichiarato che "Si ritiene quindi che il Piano faunistico-venatorio regionale 2014-2019 adottato con la richiamata DGR n. 133/CR del 26 agosto 2014 debba essere fatto proprio dalla nuova Giunta regionale e riproposto nel testo già a suo tempo licenziato, fatti salvi gli eventuali ulteriori miglioramenti che potranno derivare dall'esame che verrà svolto presso la competente Commissione consiliare, dalle consultazioni in sede consiliare e dall'implementazione, da parte della Giunta regionale, del parere che verrà formalmente reso.";
impegna la Giunta regionale
a procedere celermente alla formale riassunzione della delibera della Giunta regionale n. 133/CR del 26 agosto 2014 "Adozione del Piano faunistico-venatorio regionale", nel rispetto delle indicazioni europee e delle norme nazionali.".
La parola alla consigliera Giovanna Negro.
Giovanna NEGRO (Il Veneto del fare)
Grazie, Presidente.
Premetto subito che sono a nome di Bassi quindi mi faccio portavoce.
L'intenzione di questa mozione ha come obiettivo quello di dare certezza al mondo venatorio.
C'è in itinere un percorso di una legge che è iniziata nell'altra Legislatura. Il nostro obiettivo è quello di riaprire un dialogo su questo tema e rivedere le varie posizioni e, se ci sono delle correzioni da riportare in base alle esperienze e in base alle sollecitazioni che ci arrivano dal territorio, siamo ben disponibili.
Questo è il motivo per cui abbiamo presentato la mozione e per portare all'attenzione le esigenze del mondo venatorio.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Giovanna Negro.
La parola al consigliere Possamai.
Gianpiero POSSAMAI (Liga Veneta-Lega Nord)
Grazie, Presidente.
La mozione ha una sua logica in effetti, però, dobbiamo considerare che l'Assessorato ha la necessità di fare una approfondita analisi delle progettuali, dei Piani che sono stati predisposti, adottati e presentati nella scorsa Legislatura dalla Giunta e dal suo predecessore, e di valutare effettivamente se quei provvedimenti possono essere presentati così come dotati e predisposti oppure se necessitano di una loro rivisitazione, di una loro modifica oppure anche di un loro aggiornamento.
Per questo motivo noi riteniamo che al momento non sia opportuna una approvazione di questa mozione pur comprendendone la filosofia di base.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Possamai.
La parola al consigliere Berlato.
Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia - AN - Movimento per la cultura rurale)
Grazie, Presidente.
Presidente, questa mozione è molto significativa perché io sono convinto che questa mozione non è stata il frutto del lavoro dei Consiglieri regionali che sono qui presenti, ma è stata il frutto del lavoro di un ex Assessore, che è stato sonoramente bocciato dagli elettori, e che adesso ancora gravita nell'ambito della Regione Veneto con altre mansioni e che vorrebbe fare in modo che questo Consiglio in qualche modo ratificasse le sue strane convinzioni, che non sono state dichiarate strane solamente dal sottoscritto, perché guardate bene, sulla questione del Piano faunistico, di quella insana proposta che è stata elaborata dalla Giunta regionale in due diverse occasioni e qualche protagonista è anche presente in quest'Aula, è stata dichiarata in maniera chiara da parte dell'elettorato, prova ne sia che l'allora assessore Stival a casa sua con le leve del potere in mano su questa proposta ha raccolto ben 813 preferenze.
Andando contro a questa proposta io ne ho raccolte 10.422 e già questo potrebbe essere un segnale che potrebbe magari dare un'impressione su quello che è il livello di accettabilità di questa proposta.
Ma, si badi bene, la stessa Giunta regionale - che magari ha la mano destra che non sa quello che fa la mano sinistra - attraverso la Commissione VAS (valutazione ambientale strategica) mette per iscritto che questa singolare proposta dell'ex assessore ha ricevuto ben 703 richieste di modifica da parte di 114 soggetti diversi. Pensate bene: se una proposta riceve 703 richieste di modifica anche questo dovrebbe far pensare.
Si dice in questa proposta che è decaduta e che non serve riesumare perché nessuno la vuole, se non qualche anticaccia che vede questa proposta per decimare i cacciatori del Veneto, perché questo è l'esito di questa proposta, che è stata sonoramente bocciata.
Del resto anche a Vicenza, un piccolo gruppo di amici che ha organizzato un incontro intimo con più di 4.500 persone, hanno detto chiaramente all'ex assessore che questa proposta la può utilizzare se l'avesse stampata su una carta un po' più morbida.
In base a questo ragionamento va detto: cosa prevede questa proposta?
Badate bene, prevede cose singolari, ad esempio l'affermazione che, pur dicendo la legge statale che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato, in questa proposta si dice che "i danni provocati dalla fauna selvatica devono essere pagati dagli Ambiti territoriali di caccia" e dove vanno a prendere i soldi gli Ambiti territoriali di caccia? Aumentando da 3 a 6 volte la quota di accesso a carico dei cacciatori.
Si dice – tanto per dare un altro segnale – che il rapporto territorio/cacciatore, che l'attuale Piano prevede 1 cacciatore ogni 6 ettari, venga elevato a un rapporto da 1 ogni 23,7, cioè vuol dire che dove adesso c'è spazio per andare a caccia per 4 cacciatori – e il nostro territorio è già martoriato da capannoni, strade e altre opere infrastrutturali – se venisse approvato questo Piano ci sarebbe spazio non più per 4 ma per 1 solo cacciatore. Sarà contento ovviamente Zanoni e non so chi altro.
Ci saremmo aspettati però che questa proposta fosse arrivata dagli amici di Zanoni e non certo da un Assessore che è andato a cercare voti tra i cacciatori ricevendo sonori ceffoni di natura politica ovviamente.
Una serie di altre questioni inserite in questa proposta ci portano a considerare che è molto più opportuno dedicarci a una proposta equilibrata che non andare a riesumare una proposta già decaduta, bocciata dall'elettorato e che non dovrebbe più fare capolino in quest'Aula.
Quindi mi auguro che il buon senso di quest'Aula possa albergare in molti consiglieri e fare in modo di arrivare a bocciare questa mozione non dando nessuna responsabilità agli amici Consiglieri che l'hanno presentata, ma semplicemente capendo perfettamente che è il tentativo di un fantasma ancora di aleggiare in quest'Aula.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Berlato.
La parola al consigliere Azzalin.
Graziano AZZALIN (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Molto brevemente, non so se la questione è riconducibile solo a una diatriba di carattere personale e qualcuno voglia prendersi la rivincita, se così fosse ahimè la faccenda avrebbe ancora da attendere probabilmente e magari avrebbe altre proroghe del Piano faunistico, io mi auguro che non sia così.
Sulla caccia abbiamo consumato periodi lunghi di discussione, Consigli su Consigli, noto su questa questione che quasi un'intera Legislatura era stata dedicata per redigere un Piano e verso la fine di quella Legislatura non c'era la coesione politica per portarla in discussione. È prevalsa la volontà di non portarla in discussione e di rinviare a dopo, e adesso in questo nuovo Consiglio ci sono visioni diverse sempre all'interno della maggioranza su questa questione della caccia, perché il collega Berlato mi pare sia della maggioranza e ha una visione diversa.
Comunque l'altra questione su cui invece invito a riflettere è che su questa vicenda, Berlato lo sa bene anche lei, sono stati spesi ed investiti parecchi soldi, ora io ci andrei molto cauto nel dire: mettiamo da parte quello che è stato fatto e ripartiamo da zero.
Questa è, diciamo, al questione, perché io approfondirei la questione se si può modificare quel Piano in sede proprio di iter. Nella parte terminale dell'iter legislativo, ci sarebbe ancora un lavoro della Commissione da fare e poi ci sarebbe il lavoro d'Aula.
Allora è proprio impossibile arrivare a modificare, a migliorare quel Piano? Vogliamo andare avanti ancora 2-3 anni di elaborazioni, di VAS e quant'altro per poi magari arrivare a fine Legislatura e rinviarlo per opportunità ulteriore? Perché poi l'opportunità è sempre un concetto che va bene sempre.
Quindi da questo punto di vista noi siamo per tentare questa seconda strada, proprio perché credo che vada con oculatezza pensato come spendere le risorse pubbliche. Pensare di destinare altre centinaia di migliaia di euro per rifare questo Piano, rivederlo etc., credo che sia quello sì molto inopportuno.
Per cui noi esprimiamo voto favorevole a questa mozione.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Azzalin.
La parola al consigliere Zanoni.
Andrea ZANONI (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Questo che abbiamo adesso è un Piano ormai datato, è un Piano del 2007, è un Piano che ha otto anni e ci sono state tante modifiche al nostro territorio, consumo di suolo quindi sottrazione di terreno agricolo utile all'attività venatoria e alla riproduzione in generale della fauna selvatica.
Ricordo che il Piano faunistico-venatorio attualmente in vigore non prevede l'esistenza ad esempio della Valdastico Sud, poi della superstrada Pedemontana veneta, 94 chilometri che tagliano ben due Province sottraendo centinaia e centinaia di ettari e queste strade hanno diviso a metà alcuni Ambiti territoriali di caccia, zone di ripopolamento e cattura destinate alla tutela della fauna selvatica.
Nel frattempo ci sono stati fenomeni che hanno influenzato molto quello che è l'andamento demografico di molte popolazioni di animali selvatici ovvero ad esempio i cambiamenti climatici che hanno creato grossi danni all'ambiente, all'agricoltura, ma anche alla fauna selvatica. Abbiamo avuto negli ultimi anni la novità di nuove specie tutelate in maniera prioritaria dall'Unione europea come l'orso e il lupo che prima non esistevano nella nostra Regione.
Quindi effettivamente c'è la necessità di aggiornare questo Piano che è datato e che evidentemente non è più adatto a una corretta gestione dell'attività venatoria e per la tutela della fauna selvatica.
Un altro motivo per il quale a mio avviso credo sia molto importante arrivare all'approvazione della nuova edizione di questo Piano faunistico-venatorio è una disposizione molto importante per i cittadini che posseggono dei terreni, che è quella che consente a loro di chiedere nel proprio terreno, previa tabellazione, la possibilità di vietare l'accesso ai cacciatori. È prevista dall'articolo 8 della legge 50/1993 e questa norma dice appunto che: il proprietario o un conduttore di un fondo può vietare l'attività venatoria entro 30 giorni – pensate un po' – dalla pubblicazione del Piano faunistico-venatorio.
Ebbene, è dal 9 gennaio del 2007 che un proprietario di un terreno nella nostra Regione, che vuole – lecitamente a norma di legge – sottrarre all'attività venatoria il proprio terreno, non può fare domanda per vietare la caccia nel proprio terreno, perché? Perché, come vi ho detto, solamente nei 30 giorni successivi alla pubblicazione del Piano faunistico-venatorio sul Bollettino ufficiale della Regione Veneto può far valere questo diritto.
Ecco perché a mio avviso è molto importante che la Giunta mandi al Consiglio un nuovo Piano faunistico-venatorio e naturalmente poi verranno fatte delle valutazioni nella competente Commissione consiliare che potrà naturalmente anche modificarlo, migliorarlo, perché è evidente che comunque arriva anche questa proposta da un determinato iter, le cose e i pareri poi cambiano anche in fretta, sono cambiati anche i componenti di questo Consiglio regionale e quindi penso che potrebbero esserci delle proposte che possono essere condivise dalla maggioranza di questa Commissione che dovrà esaminare questo nuovo Piano che, ricordo e sottolineo, non è un Piano dedicato solo a un'attività come quella della caccia, ma è un Piano che, oltre a disciplinare l'esercizio venatorio cioè dire dove si può cacciare e in quali aree e così via, va anche a tutelare la fauna selvatica protetta anche da normative europee e oggetto anche di attività culturali, attività di turismo ambientale che sta in questi ultimi anni aumentando sempre di più.
Quindi è molto importante anche per chi si occupa di questi settori sapere effettivamente le aree dove verranno istituiti dei centri di tutela come ad esempio le oasi di protezione oppure i parchi, visto che in ogni caso vengono segnalati anche questi, in modo da consentire, anche a chi vuole vedere questi animali magari non attraverso il mirino di un fucile ma attraverso un paio di cannocchiali, dove sono e come poter raggiungere queste zone.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Zanoni.
La parola alla consigliera Silvia Rizzotto.
Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Brevemente, senza dilungarmi su discorsi perché ha già spiegato bene chi mi ha preceduto, anticipo solo il voto contrario a questa mozione da parte del nostro Gruppo.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Silvia Rizzotto.
La parola, per la replica, alla consigliera Giovanna Negro.
Giovanna NEGRO (Il Veneto del fare)
Grazie, Presidente.
Sono allibita dalle parole del mio consigliere Berlato, che ho qua di fianco, in quanto ritengo che in un dialogo ci si confronta nei contenuti e alcuni toni si lasciano fuori dall'Aula, ma questa è la mia impressione.
Siamo qua per chiedere di ritornare a parlare di un determinato contenuto e il fatto anche di bocciarla da parte del Gruppo della Lega e dal Gruppo di Zaia lo trovo assolutamente fuori luogo, però è un mio parere.
D'altro canto sembra che la caccia sia l'argomento di qualcuno che deve rispondere al proprio elettorato e non si possa parlare in maniera serena nell'interesse sia di chi non è a favore della caccia e di chi è a favore della caccia.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Giovanna Negro. Sui toni lei ha assolutamente ragione.
La parola al consigliere Berlato per dichiarazione di voto.
Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia - AN - Movimento per la cultura rurale)
Grazie, Presidente.
Hanno ragione i consiglieri quando affermano che la nostra Regione ha bisogno di un nuovo Piano faunistico-venatorio, del resto io stesso ho presentato immediatamente una interrogazione alla Giunta regionale invitandola a presentare una nuova proposta di Piano faunistico-venatorio, perché non c'è la necessità di dare una risposta ai cacciatori o agli anticaccia, ma c'è la necessità di potersi dotare di uno strumento per garantire una corretta gestione del patrimonio faunistico ambientale e quindi deve essere uno strumento che deve andare bene per tutti.
Sui 133.000 euro che sono stati spesi non abbiamo colpe e responsabilità, quel Piano poteva e può essere fatto a costo zero.
Noi daremo il nostro contributo perché questa Regione si doti di uno strumento efficace senza spendere neanche 1 euro, così come poteva essere fatto un diverso tesserino venatorio regionale che, anziché costare ai contribuenti cacciatori 80.000 euro, poteva essere fatto in maniera più oculata senza complicare inutilmente la vita ai nostri concittadini e questo è quello che vogliamo fare.
Per quello che ci riguarda, e lo dico soprattutto a coloro che guardano con obiettività al mondo venatorio e alle volte vanno anche a chiedere i voti dei cacciatori, voglio invitarli a una riflessione: se gli anticaccia dicono di essere d'accordo con la oramai defunta proposta dell'ex assessore regionale, una riflessione forse andrebbe fatta, colleghi, su questo e quindi io credo che sicuramente daremo il nostro contributo come Commissione e con tutti i consiglieri che vorranno partecipare, alla luce della nuova proposta che arriverà da parte della Giunta, per fare in modo di dotarci di uno strumento adeguato. Questo è quello che è opportuno fare.
Del resto noi abbiamo già un Piano che, è stato detto, è già collaudato da otto anni: se quel Piano ha in larga misura dimostrato di funzionare, perché nella nostra Regione non c'è – come dicono gli animalisti -– penuria di selvaggina, anzi in moltissimi casi c'è un'eccessiva presenza di selvaggina che non solo mette a repentaglio l'incolumità di chi viaggia per le strade, ma mette a repentaglio il reddito degli imprenditori agricoli con il quale gli imprenditori devono garantire un'esistenza dignitosa a se stessi e alle proprie famiglie.
Quindi c'è già un Piano, si può sistemare quel Piano nella parte in cui può essere da aggiornare, su quello possiamo misurarci e a costo zero possiamo dotare per i prossimi cinque anni la Regione di uno strumento adeguato che dia risposte a tutti, tutti coloro che vogliono garantire una corretta gestione del patrimonio faunistico e ambientale.
Quindi noi votiamo contro questa mozione ma auspichiamo che arrivi presto una nuova proposta da parte della Giunta regionale che ci doti di un nuovo Piano faunistico-venatorio regionale.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Berlato.
La parola al consigliere Possamai per la dichiarazione di voto.
Gianpiero POSSAMAI (Liga Veneta-Lega Nord)
Grazie, Presidente.
Per dichiarazione di voto e anche per chiarimento della mia dichiarazione di prima. Specificavo che era inopportuna una votazione a favore di questo emendamento, proprio perché, come quanto detto prima, ognuno di noi ha una propria idea sullo sviluppo di questa situazione, sappiamo che il Piano faunistico é stato affossato nel momento in cui una maggioranza trasversale in Consiglio regionale ha creato una proroga di due anni per la sua abrogazione. In quel momento si è compreso subito che avrebbe avuto vita breve. È logico e chiaro a tutti che deve essere approvato, perché bisogna dare supporto giuridico a tutti quei provvedimenti amministrativi che l'Assessorato e gli uffici caccia attuano nel corso dello stesso anno, oggi siamo scoperti da questo punto di vista.
Specificavo prima, e sottolineo anche adesso, che il nostro voto contrario deriva dal fatto che è necessario che l'Assessore completi una attività che sta già effettuando con i propri uffici di valutazione e di quale è la procedura migliore: adottare quel Piano senza modifica oppure apportare delle modifiche, dei miglioramenti, degli aggiornamenti rispetto alle esigenze che possono essere anche mutate rispetto al momento in cui è stato approvato. Poi, chiaramente, la Commissione dovrà fare un grande lavoro che è il compito di noi consiglieri che siamo stati eletti su questo. Quindi il parere contrario derivava da questa mia considerazione che è condivisa dal Gruppo.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Possamai.
La parola al consigliere Casali, per dichiarazione di voto.
Stefano CASALI (Lista Tosi per il Veneto)
Grazie, Presidente.
Essendo firmatario voto a favore, però forse non ci siamo spiegati bene. Nel senso che leggendo l'impegno e la narrativa della nostra Mozione, si va a specificare che un lavoro che è stato fatto da una maggioranza che è stata rinnovata in queste elezioni si chiede che venga ripreso dalla Giunta e dall'Assessore, viste le richieste e le esigenze del mondo venatorio, apportando gli eventuali e ulteriori miglioramenti che potranno derivare dall'esame della Commissione, dell'Assessore e quant'altro.
Quindi veramente non capisco minimamente i toni del consigliere Berlato, che in questa circostanza forse è stato eccessivamente di parte nel difendere una sua idea. Perché con il suo intervento forse ha voluto politicamente offendere l'uscente assessore Stival, però nello stesso tempo ha offeso la Giunta e tutti i consiglieri che hanno lavorato e proposto un lavoro che si chiede venga ripreso dalla maggioranza in continuità e venga migliorato dove è necessario.
Quindi, ripeto, un po', come si può dire, non avendo forse ben compreso il suo intento, ma riferendomi a quello che è scritto sulla Mozione, dichiaro il mio voto favorevole aggiungendo peraltro che per quel che so, non essendo un Consigliere uscente, so che c'è stato un grande confronto con tutte le Associazioni venatorie, so che le Associazioni venatorie in Commissione hanno presentato moltissime proposte, moltissimi suggerimenti allorquando si era partiti da una proposta tecnica, e per quel che ne so molte associazioni di categorie erano anche soddisfatte dell'equilibrio che si era andato a raggiungere. Parlo di Federcaccia e di altre Associazioni fortemente maggioritarie, fortemente importanti.
Quindi credo che il lavoro fatto dall'ex assessore Stival, che lei ha citato, e dalla Giunta sia un lavoro intelligente e interessante che con la nostra Mozione si chiedeva e si chiede solo di riprendere e di migliorare laddove la Giunta, la Commissione e il Consiglio lo ritesse opportuno.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Casali.
La parola al consigliere Azzalin.
Graziano AZZALIN (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Noi ribadiamo il voto favorevole perché siamo già stati scottati varie volte sulla questione della programmazione e degli iter, quindi non ci fidiamo che si possa fare a costo zero e non sappiamo con esattezza la questione dei tempi. Per cui a fronte della necessità di dotare questa Regione di un nuovo strumento, io dico che nove proroghe sono il frutto della pazienza infinita che ha questa categoria, perché di fronte ad una inconcludenza ha accettato anche che si continuasse a prorogare.
Però se viene avanti una proposta che definisce in maniera concreta questi due aspetti, noi siamo disponibili anche a collaborare per apportare quelle migliorie, che tutti auspicano. Pur sapendo che quando si entrerà nel merito questi ragionamenti troveranno altre divergenze, perché tutti quanti siamo per migliorarlo il Piano, ma cosa intendo io per migliorarlo? Cosa intende lui? Probabilmente intendiamo cose diverse. Per cui è opportuno su questo darci seriamente dei tempi e soprattutto avere chiaro davanti, se questa Amministrazione deve impegnare e quanto deve impegnare anche in termini di risorse. Siccome anche questo non è chiaro, noi votiamo questa mozione e dopodiché vediamo. Quindi anche in Commissione eventualmente con l'assessore possiamo andare ad una audizione specifica, collega, proprio per capire rispetto a questo se le cose che lei afferma e che altri hanno sostenuto possono avere una sua concretezza. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Azzalin.
La parola al consigliere Scarabel, per dichiarazione di voto.
Simone SCARABEL (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
A nome del Gruppo Movimento 5 Stelle voteremo favorevolmente a questa mozione, per il semplice motivo che se il collega Berlato vota contro, noi dobbiamo per forza votare a favore, altrimenti qua non resta vivo niente.
Battute a parte, pensiamo che sia irragionevole buttare via il lavoro fatto e le risorse spese per fare un Piano quasi pronto, si può ancora migliorare e modificare. Facciamolo e facciamolo in fretta, ma non buttiamo via tutto.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Scarabel.
Ci sono altre dichiarazioni di voto?
Pongo in votazione la
mozione n.
10.
È aperta la votazione.
(votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
PUNTO
11 |
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MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI MONTAGNOLI, FINCO, RIZZOTTO, VILLANOVA, GIDONI, BORON, SANDONà, FABIANO BARBISAN, BRESCACIN, SEMENZATO, FINOZZI, CALZAVARA, VALDEGAMBERI, POSSAMAI, BERTI, SCARABEL, BARTELLE E BRUSCO RELATIVA A "CHIUSURA UFFICI POSTALI PERIFERICI: POSTE ITALIANE SI SIEDA AL TAVOLO CON REGIONE E ENTI LOCALI" (MOZIONE N. 11) (DELIBERAZIONE N. 49/2015)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- a seguito della trasformazione di Poste Italiane in Società per Azioni, con la conseguente adozione di logiche aziendali privatistiche, è in atto un processo di ridimensionamento della capillare presenza degli Uffici, in particolare a scapito delle aree scarsamente abitate;
- per quanto riguarda il Veneto, gli uffici destinati alla chiusura sono 73, di cui 27 nella provincia di Verona, 18 in quella di Belluno, 13 in quella di Vicenza, 9 in quella di Rovigo, 4 in quella di Treviso e 2 in quella di Venezia;
- questa operazione di razionalizzazione si traduce in gravi disservizi soprattutto per i residenti anziani, che si troveranno a non poter usufruire con la dovuta comodità di servizi essenziali quali il pagamento delle bollette, con la conseguenza di essere costretti a fare lunghe file nei giorni di apertura, ritardare le operazioni o affrontare frequenti e difficili spostamenti. Gli stessi anziani a cui, nel febbraio 2012, è stata negata la possibilità di riscuotere la pensione in contanti e che si sono quindi visti costretti a lasciare i propri risparmi sui libretti postali;
PRESO ATTO CHE:
- la delibera n. 342/14/Cons dell'Agcom, nel modificare i criteri di distribuzione degli uffici postali, ha disposto specifici divieti nei confronti di Poste a tutela degli utenti del servizio postale universale che abitano nelle zone svantaggiate del Paese. La delibera, inoltre, impone a Poste di avvisare con congruo anticipo le istituzioni locali sulle misure di razionalizzazione, al fine di avviare un confronto sull'impatto degli interventi sulla popolazione interessata e per individuare possibili soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale;
- a marzo 2015 Poste italiane ha sospeso a tempo indeterminato la chiusura degli uffici postali, previsti il 13 aprile, per avviare un dialogo con i territori interessati;
- il Tar Friuli Venezia Giulia, con la sentenza n. 332/2015, ha accolto il ricorso proposto dal comune di Buja (UD), annullando i provvedimenti con i quali Poste aveva chiuso gli uffici ubicati in due frazioni. Secondo i giudici friulani, l'esigenza di risparmiare va tenuta in debito conto, ma non può prevalere sull'interesse pubblico allo svolgimento corretto del servizio universale e va rapportata alla situazione geografica e orografica dei singoli territori. Né possono essere eluse le eventuali proposte alternative presentate dai Comuni, che possono essere bypassate solo con una congrua motivazione;
APPRESO che ad oggi Poste Italiane non ha mai convocato i succitati tavoli né ha mai partecipato agli incontri organizzati dalle amministrazioni locali, né tanto meno, ha coinvolto e informato Regione ed enti locali di una eventuale modifica in atto del piano di ridimensionamento degli uffici postali;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a istituire una cabina di regia tra Poste, Regione, Province e Comuni al fine di individuare una soluzione alternativa al nuovo piano di razionalizzazione di Poste italiane, in grado di coniugare le esigenze di equilibrio economico con la tutela del cittadino e a intervenire presso ogni sede affinché venga comunicata l'eventuale nuova riorganizzazione degli uffici postali dopo la sospensione di marzo 2015.".
La parola al consigliere Montagnoli.
Alessandro MONTAGNOLI (Liga Veneta - Lega Nord)
Grazie, Presidente.
È un tema che va avanti da più di qualche anno che riguarda la scelta di Poste Italiane di ridefinire la presenza degli uffici postali nel nostro territorio. Eravamo in Parlamento quando siamo riusciti a far procrastinare questo intervento che ha logiche legate al mercato, legate all'economia. Poste Italiane ha presentato a fine 2014 un piano di ridefinizione 2015-2019 dei vari uffici postali presenti sul territorio, in base alla mission che oggi non è più quella – pensando anche al contratto del servizio universale con lo Stato e lavora in regime di monopolio – di un servizio ai cittadini, ma principalmente la mission economica: quotazione in borsa. Ma noi sappiamo, nel nostro paese, gli 8 mila comuni, il servizio postale è un servizio anche sociale, che tiene vive le realtà piccole. Su questo si è espressa anche l'Agcom dando delle linee di indirizzo nella scelta del taglio dei vari uffici postali, anche attraverso una condivisione con i territori.
Il Parlamento, a dire la verità, ha approvato una mozione all'unanimità, perché il piano doveva entrare in vigore il 13 aprile di quest'anno, Poste ha posticipato il tutto previa una condivisione con il territorio, che non è avvenuta. Oggi in Veneto i dati che abbiamo sono: 73 uffici postali chiusi, suddivisi con le varie province, 27 Verona, 18 Belluno, 13 Vicenza, 9 Rovigo, 4 Treviso e 2 Venezia, queste sono le chiusure; ma in moltissimi casi ci sono anche riduzioni degli orari di apertura, in tantissime realtà.
Cos'è che diciamo? Chiediamo a Poste di fare quello che si è impegnata a fare con il Governo, cioè sedersi attorno a un tavolo. Con gli enti locali in provincia di Verona ha fatto due riunioni e non ha mai partecipato. Riteniamo che la scelta di chiusura degli uffici postali in molti casi non abbia logica, perché la disponibilità dei comuni c'è nel mettere a disposizione dei locali, ma è stata fatta una chiusura di un po' di siti, un po' di qua e un po' di là. Io conosco la realtà del veronese e sul Lago di Garda piuttosto che a Castelnuovo, realtà anche importanti e ricche che non hanno logica. Oltre all'impegno che si chiede in questa mozione, inviterei anche la Regione ad attivarsi, perché nel frattempo dei comuni in Regione Friuli hanno fatto ricorso al TAR che ha dato ragione ai comuni annullando i provvedimenti di Poste che avevano chiuso degli uffici, motivando il fatto che è un servizio universale e non conta solo la questione economica, ma anche il servizio che si fa al cittadino.
Questa è una novità di qualche mese fa che è giusto prendere Assolutamente in considerazione e l'impegno che si chiede alla Giunta e all'Assessore qui presente che ha la delega è di istituire una cabina di regia tra Poste, Regione e province al fine di valutare questo piano di riorganizzazione, tenendo conto, assessore Caner, che questa previsione di chiusura è del 7 settembre per cui i tempi sono dopo domani. Per cui se c'è la possibilità a seguito di questa mozione, intanto di fare una comunicazione per fare questo tavolo di regia e valutare eventuali modalità di organizzazioni alternative insieme con gli enti locali, penso che facciamo un servizio al nostro territorio, alle nostre Amministrazioni, ma soprattutto alle fasce deboli, anziani e realtà, che usufruiscono in maniera importante di questo servizio.
Il Parlamento si è espresso all'unanimità, sarebbe buona cosa che oggi anche il Consiglio, su un tema che riguarda tutti quanti noi, lo facesse. Sono state raccolte migliaia e migliaia di firme in tutti i territori, per cui, per quello che si può fare, penso che potremo dare una risposta alle varie realtà.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Massimo GIORGETTI
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Montagnoli.
La parola al consigliere Pigozzo.
Bruno PIGOZZO (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Per concordare con gli obiettivi esposti dal proponente questa Mozione, dicendo che noi siamo favorevoli al voto.
Volevo solo ricordare che proprio in quest'Aula, nel 2012, il 27 dicembre esattamente, abbiamo approvato una mozione con tre voti contrari, quasi all'unanimità, dove si impegnava la Giunta ad avviare un confronto con la Direzione regionale di Poste Italiane per elaborare un progetto condiviso e tutto quello che lei ha detto adesso. Da allora ad oggi, purtroppo, questa cabina di regia non è mai partita.
Quindi il nuovo assessore Caner, che ha la delega per questa materia, credo che abbia anche da parte nostra una forte sollecitazione a mettersi a tavolino con i vari soggetti e produrre un accordo che garantisca questi servizi cosiddetti universali. La contraddizione è anche nel fatto che Poste Italiane, ormai da anni, sta incentivando, i risparmiatori ad aprire il conto, ad agevolare con alcune condizioni queste operazioni e parallelamente, poi, si trova a chiudere gli sportelli, lasciando i risparmiatori, i pensionati, etc., in situazioni veramente paradossali. Quindi credo ci siano tutte le condizioni per fare una azione forte e unanime per salvaguardare, soprattutto quelle aree periferiche, marginali, montane, di difficile raggiungibilità, dove oggi le Poste costituiscono un presidio di servizio pubblico. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Pigozzo.
La parola al consigliere Valdegamberi.
Stefano VALDEGAMBERI (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Ho sottoscritto e anche sollecitato insieme al consigliere Montagnoli questa Mozione, perché ho avuto modo anche personalmente di assistere ad alcuni casi concreti di questa riduzione di servizio. Soprattutto ho avuto anche modo di constatare come questa avvenga, ad opera delle direzioni provinciali dei servizi postali, anche contro la volontà delle Amministrazioni locali che spesso cercano di venire incontro alle loro esigenze di razionalizzazione. C'era il caso di un'amministrazione comunale che ha detto: bene, dovete ridurre i giorni? Parliamo di un paesino di montagna che è il più lontano da Verona, che è Selva da Progno, effettivamente di parecchi chilometri quadrati con un gruppi di case disperse, dove c'è anche un digital divide, non arriva l'informatica, dove spesso non si riesce nemmeno a telefonare da una parte all'altra e dove il servizio postale ha ancora la sua valenza, soprattutto per la popolazione anziana che non sa usare internet e che si avvale di questo servizio in un paese dove non c'è neanche la banca ed è rimasta solo la posta. Questo è un comune dove esiste solo in tutto il Comune la posta come unico servizio, non c'è neanche la banca, non c'è neanche uno sportello, forse uno per il prelievo, forse no.
In questo contesto, l'amministrazione ha detto: benissimo, ci rendiamo conto del problema, vogliono ridurre di tre giornate, quanto meno lasciate aperto al sabato, perché è il giorno in cui gli anziani vengono accompagnati dai figli allo sportello. No, hanno deciso addirittura di non ascoltare nemmeno questa ragionevole istanza, hanno deciso che il sabato rimane chiuso.
Io stesso ho parlato con il direttore, il quale ha detto "guardi, in questa prima fase porti pazienza, poi una volta che avremo accettato la riduzione, avrò il potere forse di modificare, etc.". Se queste sono le trattative che prevede la stessa opera di razionalizzazione con il territorio, non ci siamo.
Ecco perché è giusto che l'assessore abbia pieno mandato da tutto il Consiglio per aprire un tavolo velocemente, nei prossimi giorni, di confronto con la direzione dei Servizi postali dove le Amministrazioni non siano da sole a doverli affrontare, ma sentano anche il peso, il supporto e la condivisione da parte della Regione Veneto.
Quindi, da parte mia ci sarà il massimo sostegno e soprattutto ci sarà la vigilanza che la Giunta prenda subito i contatti con questi dirigenti territoriali e regionali, per far sentire la nostra voce e non si sentano abbandonati sempre di più coloro che vivono nelle aree già periferiche, perché alla fine chi paga è sempre il più debole. I servizi si tagliano nei rami più lontani, dove già chi ha più difficoltà deve pagare per far riequilibrare i deficit che spesso non derivano da lì ma da altre parti, ma devono pagare sempre le persone che sono già in uno stato di disagio e di difficoltà.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Valdegamberi.
La parola al consigliere Casali.
Stefano CASALI (Lista Tosi per il Veneto)
Grazie, Presidente.
Voterò assolutamente questa mozione e spero che venga dato un mandato da tutto il Consiglio all'assessore, perché purtroppo, Poste Italiane in questi anni ha avuto tanto e ha dato sempre meno ai cittadini. In posta – a differenza degli altri uffici finanziari perché la posta è un ufficio finanziario – addirittura possono vendere i pupazzetti, possono vendere i giochi, possono vendere i CD i musicali, i gratta e vinci, hanno avuto tutto: ormai negli uffici postali subaffitteranno spazi anche per parrucchieri e parrucchiere.
Però a fronte di tutte queste liberalità e permessi che hanno avuto continuano a chiudere uffici postali, creando non solo, caro consigliere Valdegamberi, nei comuni più isolati grandi disservizi, ma anche nelle città importanti, nelle città popolose e popolate, perché si creano code spaventose, con disagi spaventosi. Quindi credo che è ora che la politica fortemente si rivolga e interloquisca con Poste Italiane, facendo capire che devono offrire un servizio ai cittadini. Se non vogliono offrirlo esternaliziamo tutto, privatizziamo tutto e mettiamola sul mercato; ma se vogliono avere un monopolio e un servizio da mantenere bisogna anche che diano quei servizi che sono indispensabili in uno stato civile.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Casali.
La parola al consigliere Dalla Libera.
Pietro DALLA LIBERA (Veneto Civico)
Grazie, Presidente.
Anch'io come Veneto Civico concordo con la mozione, le Poste devono dare un servizio pubblico. Ci sono anche forti restrizioni che si registrano nell'orario, vedo, per esempio, nei nostri comuni durante l'estate c'è una forte ridimensionamento dell'orario che, genera disservizi, perché l'afflusso delle persone che va negli uffici postali che hanno degli orari ridotti, si concentra formando delle code.
Poi le chiusure di servizi postali in alcuni comuni rappresentano delle penalizzazioni proprio per i cittadini, soprattutto pensiamo a chi deve andare a riscuotere la pensione e quant'altro. Per cui da parte mia sicuramente il voto sarà favorevole.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Dalla Libera.
La parola al consigliere Barison.
Massimiliano BARISON (Forza Italia)
Grazie, Presidente.
Volevo annunciare il voto favorevole di Forza Italia a questa mozione, che punta l'accento su un tema importante come quello dei servizi dati dalle Poste Italiane, che purtroppo, negli ultimi anni e nell'ultimo periodo stanno dimostrando tutta una serie di carenze. Per cui è sicuramente lodevole questa iniziativa, va sostenuta. Mi permetto anche di suggerire che andrebbe fatto un rigoroso controllo su come il Servizio postale viene gestito nei diversi comuni, nel senso che mi risulta che non tutti abbiano una equità di personale utilizzata in rapporto alla popolazione servita: in alcuni casi c'è un sovradimensionamento di sportelli e di personale, in altri casi il contrario.
Per cui bene migliorare il servizio e sarebbe opportuno anche chiedere una verifica se il servizio viene dato con la stessa quantità di personale in rapporto al numero di abitanti serviti.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Barison.
La parola al consigliere Brusco.
Manuel BRUSCO (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Anche noi votiamo a favore di questa mozione al fine di istituire questo tavolo tecnico tra Poste e i vari livelli di amministrazioni, per impegnare Poste Italiane a rivedere il piano di razionalizzazione degli uffici postali.
Questo tavolo permetterà alle Poste, che difficilmente si sono incontrate con gli enti amministrativi territoriali, di conoscere quelle che sono le caratteristiche territoriali dei vari enti, parlo dei comuni montani. Qui a vedere dal testo della mozione, per esempio, la provincia di Verona ha ben 27 chiusure proposte. Quindi non solo la montagna, ma anche altre zone delle province che già sono svantaggiate in termini di infrastrutture viabilistiche e di telecomunicazioni. Quindi andare contro la logica dei rami secchi e la logica dei grandi numeri, un ufficio poco efficiente collocato in una città sarà comunque sempre più efficiente di un ufficio postale magari in un paese di montagna dove tutti vanno in bicicletta, per esempio. Quindi, questo tavolo sarà utile quanto meno per far conoscere a Poste Italiane quelle che sono le alternative proposte dai sindaci, in quanto alternative proposte dai sindaci ne sono venute.
Tra l'altro, chiedo di sottoscrivere anche da parte del nostro Gruppo questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Brusco.
Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Pongo in votazione la
mozione n.
11.
È aperta la votazione.
(votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
12 |
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MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BARTELLE, BERTI, SCARABEL, BRUSCO, AZZALIN, MORETTI, RUZZANTE, FRACASSO, PIGOZZO, SINIGAGLIA, ZANONI E ZOTTIS RELATIVA A "CREDITI VANTATI DAI CONSORZI DI BONIFICA VERSO LA REGIONE VENETO" (MOZIONE N. 12) (DELIBERAZIONE N. 50/2015)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO che a febbraio 2015, in occasione della discussione per l'approvazione della Legge Finanziaria regionale, i Consorzi di bonifica hanno evidenziato pesantemente la propria situazione finanziaria che li vede creditori nei confronti della Regione del Veneto per circa 60 milioni di euro per opere in concessione già realizzate e pagate alle ditte appaltatrici;
CONSTATATO che ad oggi, i crediti non sono stati ristorati e, pertanto, tale situazione risulta ulteriormente aggravata dagli stati di avanzamento di opere in corso di realizzazione, maggiorati di eventuali interessi e altri oneri;
CONSIDERATO CHE:
- i Consorzi di bonifica da un lato anticipano i pagamenti degli interventi strutturali (lavori in concessione) eseguiti, dando "respiro" alle imprese di costruzione e quindi all'economia veneta, dall'altro sono sottoposti ad una esposizione finanziaria che può mettere in discussione la realizzazione dei prossimi interventi anche di manutenzione ordinaria del territorio;
- i Consorzi di bonifica non hanno potuto beneficiare neppure della procedura per il pagamento dei cosiddetti "debiti delle pubbliche amministrazioni" così come previsto dalla legge 64/2013 e pertanto non hanno potuto godere della necessaria priorità per poter essere liquidati;
- inoltre, numerosi comunicati emessi dall'associazione regionale dei Consorzi di bonifica hanno evidenziato le specifiche criticità della Legge Finanziaria approvata che ha previsto una ulteriore riduzione del capitolo di bilancio 010060 relativo ai "contributi per la gestione degli impianti di sollevamento meccanico, degli impianti di irrigazione e per la manutenzione ordinaria delle opere pubbliche di bonifica". Si è passati infatti da 6.500.000 di euro del 2010, ai 4.500.000 euro del 2014, al 1.500.000 di euro per il 2015, ovvero negli ultimi quattro anni, il contributo della Regione per i costi energetici e la manutenzione ordinaria delle reti e degli impianti di bonifica e irrigazione si è ridotto del 75%, a fronte, invece, di un raddoppio dei costi energetici;
PRESO ATTO CHE:
- i Consorzi di bonifica svolgono un ruolo fondamentale e irrinunciabile sul territorio veneto, non solo per quanto riguarda le opere di sicurezza idraulica ma anche di irrigazione;
- l'attività svolta in concessione deve essere considerata alla stregua dei lavori realizzati in forma diretta dalla Regione;
RITENUTO CHE:
- tutte le opere di sicurezza dovrebbero avere priorità, anche nell'erogazione delle risorse finanziarie;
- esistono opportuni strumenti finanziari previsti a tale scopo;
- l'esposizione finanziaria si tramuta in maggiori costi per i cittadini veneti;
tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
- ad attuare nei confronti dei Consorzi di bonifica del Veneto quanto espressamente previsto dall'articolo 6 della legge regionale 27 aprile 2015, n. 6 - Misure urgenti per lo smobilizzo dei crediti degli enti locali ed autonomie funzionali nei confronti della Regione;
- ad attivare, tenuto conto dei commi 3, 4 e 5, tutte le procedure di legge al fine di poter garantire la copertura dell'esposizione finanziaria in essere e permettere ai Consorzi di bonifica di far fronte alle possibili emergenze idrauliche del nostro Veneto con l'efficienza che da sempre li caratterizza.".
La parola alla consigliera Patrizia Bartelle
Patrizia BARTELLE in GRILLO (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Sono qui a perorare una cosa che non dovrei neanche fare onestamente, sono qui a dare la voce ai Consorzi di bonifica che vantano nei confronti della Regione crediti per oltre 60 milioni di euro.
La difficoltà che hanno questi enti pubblici nel gestire il quotidiano è data dal fatto che noi ente primario, noi Regione, non stiamo ottemperando a quello che è nel nostro preciso scopo: far lavorare in sicurezza questi enti e dare a loro i fondi economici per poterlo fare. Non sto a farvi la disamina di che cos'è il Consorzio di bonifica, perché tutti sappiamo qual è l'importanza fondamentale nel governo del territorio di questi enti. Metà del Veneto, la Bassa padovana, Verona e soprattutto la provincia di Rovigo, se non esistessero i Consorzi di bonifica avrebbero delle serie problematiche riguardo la salubrità dei territori perché normalmente siamo sotto il livello del mare.
Ricordo la problematica della Bassa padovana che in quota è un catino, perché praticamente la Bassa padovana è più bassa per quanto riguarda il livello del mare del Polesine stesso, molto più bassa. Per me è stata una sorpresa, perché pensavo che fossimo noi polesani quelli che soffrivano maggiormente di questo problema, invece no. Tant'è che è sotto gli occhi di tutti quello che succede normalmente: la Bassa padovana purtroppo è soggetta a delle inondazioni, anche quando nella zona non piove, perché sulla Bassa padovana si scaricano le acque delle montagne e lì si fermano, perché non ci sono in atto dei lavori che sono progettati e previsti da tempo.
Come Regione possiamo fare due cose: possiamo governare il discorso dell'imprevisto, che al momento attuale non è imprevisto, diventano essere prevedibili certe situazioni, e possiamo aiutare a governare queste situazioni emergenziali dando la possibilità ai Consorzi di bonifica di lavorare appieno. Questi Consorzi hanno anche in mano il lavoro da fare sul territorio, cioè loro direttamente appaltano i lavori a ditte che eseguono i lavori: cosa fanno? Per non lasciare scoperte queste ditte che sono delle piccole ditte che appartengono alla piccola imprenditoria locale, anticipano con i loro soldi i pagamenti a queste aziende. I Consorzi per anticipare questi soldi vanno a loro volta a credito dalle banche, perciò loro sono esposti oltre che per i soldi che avanzano, anche con degli interessi chiaramente dispendiosi. Loro chiedono il pagamento di questo.
Noi poniamo anche l'accento sul fatto che i finanziamenti nel giro di cinque anni, nel 2010 erano pari a 6 milioni e 500 mila euro, si sono ridotti nel 2014 ad un milione e 500 mila euro, quindi in quattro anni abbiamo ridotto il tutto del 75%, in situazioni di criticità ambientale che ogni anno aumentano. Già questo è un campanello d'allarme, non possiamo sempre ridurre i finanziamenti tenendo conto anche dell'aumento dei costi effettivi dell'energia elettrica.
Un altro dato che vi aggiungo è questo: il Consorzio del Delta del Po, Consorzio al quale io appartengo, vanta crediti nei confronti della Regione Veneto per 4 milioni e mezzo per lavori pubblici realizzati e oltre un milione e 600 mila euro sono contributi decretati, quindi già esigibili ma non versati. Tant'è che il Consorzio Delta del Po si è trovato anche con delle ingiunzioni di pagamento da parte di alcune ditte, questo è come stiamo vivendo. Perciò da parte nostra, da parte del Movimento 5 Stelle, c'è stata una presa in carico del problema non tanto del Consorzio, ma di tutti i cittadini che utilizzano questi Consorzi.
Tra l'altro, sono convinta che metà delle persone qui presenti pagano dei contributi perché sono proprietari di una abitazione. Noi in maniera un po' giocosa ci autodefiniamo il popolo della grondaia, perché tutti insieme andiamo a coprire una quota di questi contributi. Perciò invito la Giunta e il Consiglio a darci una risposta in merito, perché questi enti possano continuare ad esercitare la loro funzione primaria in un territorio come il Veneto. Grazie.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Patrizia Bartelle.
La parola al consigliere Azzalin.
Graziano AZZALIN (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
È la seconda volta che intervengo a favore, e questa volta le chiedo di sottoscrivere anche la mozione del collega Patrizia Bartelle, vedo di andare a credito. Mi conceda questa battuta.
Su questa questione spesso succede che, in questa Amministrazione, le cose dovute a volte necessitano di sostegno, di solleciti, in qualche modo anche provvedimenti legislativi. Tra l'altro i Consorzi di bonifica non sono gli unici soggetti che vantano crediti da parte dell'Amministrazione regionale, peraltro ci sono alcuni lavori nella Sacca di Scardovari di cui abbiamo votato alcuni minuti fa una mozione, in cui diciamo che invitiamo la Giunta a fare un programma di interventi per poi ampliare la sua coltivazione e quant'altro. Le cose si legano.
Oltre alla programmazione bisognerà stabilire delle priorità e da questo punto di vista c'è una priorità rispetto alla quale occorre ragionare ed è quella dei Consorzi di bonifica.
È necessaria una loro neo-riorganizzazione? Sono ancora troppi 12 Consorzi di bonifica nel nostro Veneto? Probabilmente hanno troppe funzioni e gli diamo troppi pochi soldi? Probabilmente non hanno fatto quella spending review che ci si attendeva?
Voglio dire che ci sono alcune questioni che vanno poste, però c'è un dato imprescindibile ovvero il loro ruolo rispetto alla tutela idrogeologica del nostro territorio, perché quando noi mettiamo mano a delle riforme, a delle leggi, a dei ruoli che hanno dei soggetti, dobbiamo dire se ne tiriamo via uno chi fa quella funzione, se non c'è più quello chi la fa? Non ripetiamo magari problemi o riforme un po' stiracchiate tipo quella che c'è stata – non ho problemi a dirlo – delle Province.
Quindi da questo punto di vista dobbiamo essere molto concreti e io credo che sui Consorzi di bonifica siamo arrivati a un punto di snodo, lo diceva la collega, giustamente dobbiamo dare delle garanzie, perché le esposizioni bancarie sono tali che non possono più andare avanti e sui Consorzi di bonifica non si possono più giocare delle partite e delle diatribe politiche.
O questi hanno un ruolo e rispetto a questo rispondono alla totalità del territorio e non solo all'ambito rurale-agricolo, quindi assolvono una funzione ambientale come stabilito nella legge che li regolamenta, altrimenti vuol dire che non li vogliamo e non riteniamo la loro funzione adeguata, salvo scoprire e salvo ricorrere poi ai Consorzi di bonifica ogni qualvolta c'è un problema che riguarda lo scolo delle acque, il drenaggio e quant'altro.
Allora da questo punto di vista dobbiamo uscire da questo dilemma e garantire un minimo di risorse certe. È quello che ci chiedono, è quello che ci sollecita fare questa mozione, rispetto alla quale non solo diamo il nostro sostegno ma chiediamo di sottoscrivere. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Azzalin.
La parola al consigliere Valdegamberi.
Stefano VALDEGAMBERI (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
I Consorzi di bonifica spesso sono stati oggetto di tante discussioni perché spesso non si conosce bene la loro funzione.
Devo dire che nell'ambito della pianura tutte le opere idrauliche secondarie, tutti i canali di scolo delle acque, sono manutenzionati da questi enti i cui oneri per la manutenzione ordinaria cadono sui contribuenti, su coloro che beneficiano di questo scolo sul territorio, siano essi urbani o siano essi agricoli.
Purtroppo negli ultimi anni è bypassata l'idea di chi scola le acque come contribuente urbano non è tenuto al pagamento, idea del tutto sbagliata perché una superficie impermeabilizzata cementificata dà un maggior apporto di acqua nei canali, quindi mette maggiormente sotto stress il canale e in velocità maggiore, aumentando, quindi, il rischio idraulico, perciò dovrebbe in teoria contribuire di più di un terreno che è rimasto ancora agricolo che riesce ad assorbire l'acqua.
Ma, al di là di questo, io credo che i crediti di cui si fa cenno nella mozione sono quei crediti più che altro vantati nei confronti della Regione non tanto per l'attività ordinaria, che poi viene pagata direttamente dalla contribuenza consortile, ma per l'attività straordinaria cioè di opere pubbliche che i Consorzi svolgono su concessione e delega da parte della Regione, cioè per un'opera straordinaria la Regione stanzia i soldi ai Consorzi di bonifica ai quali dà la delega per realizzare l'opera pubblica, il canale o il nuovo canale o l'opera di scolo etc., dopodiché la Regione dovrebbe pagare queste somme.
Purtroppo nel Bilancio regionale noi sappiamo che da qualche anno c'è una forbice che si è allargata nel passato e – già il precedente Assessore al Bilancio ha cercato un po' di farla rientrare – cioè che le somme stanziate nella competenza del Bilancio non corrispondono ovviamente a quelle che sono le disponibilità di cassa, per cui sono stati fatti anche nel passato, ancora prima della precedente Legislatura, stanziamenti superiori per cui abbiamo che tante spese che sono state impegnate come risorse non c'è la possibilità poi, al momento della fatturazione e della rendicontazione, di pagarle in tempi ristretti.
Quindi l'unica soluzione che la Giunta deve adottare è cercare innanzitutto di selezionare, di non fare nuovi impegni finché non si sono soddisfatti quelli pregressi.
Bene fa Luca Zaia e anche la maggioranza, che so ha proposto, nel bloccare alcune spese di troppo che sono state impegnate nelle ultime delibere in occasione dell'approvazione del Bilancio dove sono stati fatti una serie di impegni di spesa, quando si sa che questi soldi impegnati magari qualcuno non riuscirà mai neanche a riscuoterli, creiamo un'illusione nei confronti dei beneficiari, perché una volta che mettiamo milioni e milioni di euro impegnati poi alla fine si vanno a spendere, ci rendicontano e succede quello che succede per i Consorzi di bonifica che hanno decine di milioni di euro in attesa di essere liquidati, pagati effettivamente, pur essendo nella disponibilità del Bilancio.
Credo che è doveroso d'ora in avanti, per poter pagare dando priorità agli interventi di idraulica e difesa del suolo che sono prioritari rispetto agli altri, perché sappiamo benissimo le vicende poi quando succedono. Stare più attenti nell'assumere nuovi impegni, eventualmente se riusciamo anche a rivedere con una variazione di Bilancio, cercando di contenere nuove prospettive di impegno di spesa per poter trovare risorse, quindi liquidità, per pagare i Consorzi di bonifica e tante altre situazioni che sono rimaste scoperte.
Quanto all'utilità dei Consorzi di bonifica possiamo parlare di razionalizzazione, di spendere meglio, possiamo parlare di tutto quello che vogliamo, però è l'unico ente che oggi fa manutenzione ordinaria sul territorio, se togliamo questi non c'è nessuno, nemmeno il Genio civile. La Regione fa interventi a spot spesso ex post quando si sono verificati i problemi, ma l'unico ente che passa tutti gli anni sistematicamente a manutenzionare, a risollevare, a ripulire i canali, a sfalciare l'erba etc. è il Consorzio di bonifica, che se ne voglia o meno, e tra l'altro ci sono molte aree – bene ha detto la consigliera che è intervenuta – nel Veneto che senza l'intervento dei Consorzi di bonifica, senza degli impianti, delle idrovore in grado di sollevare l'acqua, basta una semplice pioggerella e sarebbero sistematicamente allagate. Ci sono veramente delle aree che la gente non sa, fintantoché le cose non succedono, ma se c'è quest'opera continua sul territorio è una garanzia anche di sicurezza.
Noi vogliamo investire nella sicurezza idraulica e credo che il ruolo dei Consorzi di bonifica in questo ambito è essenziale perché sono gli unici, ripeto, che fanno questa attività di manutenzione.
Vi do solo una cifra: sicuramente il valore della manutenzione ordinaria delle opere di scolo del nostro territorio dovrebbe ammontare grossomodo intorno ai 50 milioni di euro di attività all'anno che vengono fatte a carico dei contribuenti senza battere cassa alla Regione. I soldi di cui si parla nella richiesta sono soldi relativi ad opere straordinarie, non di ordinaria manutenzione, che la Regione ha commissionato e che devono essere pagate.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Valdegamberi.
La parola al consigliere Brusco.
Manuel BRUSCO (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Rubo solo qualche secondo per dire che anche gli altri componenti del Gruppo Movimento 5 Stelle sottoscrivono questa mozione per impegnare il Consiglio, a sistemare la questione dei crediti vantati dai Consorzi di bonifica, come fra l'altro sottoscritto dal Partito Democratico.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Brusco.
La parola all'assessore Forcolin che, riprendendo le ultime cose dette dal consigliere Valdegamberi, dovrebbe anche spiegare il perché di questo problema.
Ass.re Gianluca FORCOLIN (Liga Veneta-Lega Nord)
Grazie, Presidente.
La mozione è ovvio che è meritevole di attenzione, quando stiamo parlando di rimborsi o di pagamenti ai nostri enti e alle nostre imprese che hanno già erogato servizi e lavori. È fortemente importante e quindi meritevole dell'attenzione di questo Consiglio, però dobbiamo ricordare che, al di là delle premesse, poi la mozione chiude con "impegna a dar seguito a quello che è l'articolo 6 della Finanziaria 2015" che è proprio un articolo che è oggetto di abrogazione nel PDL Zaia, cosiddetto "moralizzatore", presentato già in campagna elettorale che parlava appunto degli articoli 6, 68 e 70.
A questo abbiamo detto di aggiungere anche altre situazioni che sono, oserei dire, straordinarie o di fine Legislatura e che saranno oggetto di valutazione nella prossima Prima Commissione la prossima settimana e che arriveranno poi in Consiglio regionale alla metà di questo mese, per cui è assolutamente di attualità anche l'iter procedurale di questo provvedimento del quale la mozione poi va ad attingere perché appunto dà seguito all'articolo 6 invece che verrà abrogato.
È un tema, abbiamo detto, importante però dobbiamo dire che fa piacere che anche in quest'Aula il Partito Democratico, il consigliere Azzalin, abbia sottoscritto la mozione ma torna sempre d'attualità quel famoso discorso del Patto di stabilità per cassa.
È vero, e il consigliere Valdegamberi lo ha detto bene, c'è stato un Bilancio che negli ultimi anni è cosiddetto drogato o comunque sopravvalutato da parte della competenza rispetto alla cassa, ma il Patto di stabilità aveva delle norme diverse da quello che si porta oggi a compimento con il pareggio di Bilancio, allora sì col 118 si arriverà ad avere tali importi di competenza tanti quanti quelli di cassa, per cui si torna a una realtà. È vero che però dobbiamo pagare un pregresso di diversi anni dove si è accumulata questa somma di competenza ed oggi la coperta è effettivamente corta.
Ecco perché il cosiddetto DDL moralizzatore, sul quale sto lavorando con l'appoggio dei colleghi assessori, è proprio quello di dare attuazione a un taglio che poi rivesta il vero spazio di manovra del Bilancio regionale, perché diventerà anche propedeutico al Bilancio previsionale 2016 e allora, se cominciamo a ritagliare un vestito congruo, perfetto, con quelle che saranno poi le disponibilità di cassa, potremo dare delle risposte agli enti o ai nostri interlocutori. Viceversa, avremo sempre una rincorsa a un pregresso che non è più attuabile proprio per le norme del nuovo Bilancio con il pareggio di Bilancio stesso.
Per cui io credo che questa settimana fra l'altro il Governo ha dato un messaggio importante, ha detto che metterà mano ai lacci e lacciuoli che abbiamo rispetto ai vari parametri del Patto di stabilità per cassa perché ce ne sono 6 attualmente sui quali i nostri dirigenti debbono lavorare per trovare l'equilibrio, ha dato questo messaggio che è importante.
Quindi io credo che rispetto a una Regione che ha i conti a posto, che ha oltre 1 miliardo di euro in cassa, sia anche difficile da attuare o da dare come messaggio quello di dire: andiamo a toccare l'articolo 6 della Finanziaria che mette comunque a Bilancio 3 milioni e 200.000 euro per il conto del pro soluto ai crediti, appunto, degli enti ai quali dobbiamo delle risorse per dare comunque o "far ingrassare" sempre i soliti noti, in questo caso le banche e gli istituti di credito, perché quei 3,2 milioni andrebbero comunque a finire là. Io spererei e vorrei che fossero spesi in modo diverso, magari con una utilità diversa.
Per cui io credo che di fronte a questa mozione, sulla quale tutti nel merito possiamo trovare condivisione, per avere anche il nostro voto favorevole e per avere anche la nostra condivisione possa avere un diverso impegno finale che è quello che io ho scritto in una riga e volevo chiedere poi ai sottoscrittori se può essere anche riconducibile ed è quello che dicevo rispetto all'input del Governo degli ultimi giorni.
Sull'"impegna la Giunta regionale" io metterei "a sollecitare il Governo di dare attuazione al provvedimento di sblocco del Patto di stabilità per cassa al fine di agevolare i pagamenti agli enti e alle imprese", in questo modo potremo dare la possibilità di pagare non solo i 60 milioni ai Consorzi di bonifica, perché ricordo – e chiudo – che la Regione Veneto ha in cassa oltre 1 miliardo di euro. Spendere 3,2 milioni per l'articolo 6 mi sembra del tutto inopportuno.
Quindi io propongo questo emendamento e poi chiedo ovviamente ai sottoscrittori della mozione di poterlo accogliere per avere un voto unanime. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, assessore Forcolin.
L'assessore Forcolin ha proposto un emendamento, ma il primo firmatario deve essere d'accordo nell'accoglimento visto che si tratta di una mozione e quindi pongo il quesito alla consigliera Patrizia Bartelle.
La parola alla consigliera Patrizia Bartelle.
Patrizia BARTELLE in GRILLO (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Giustamente stavamo ragionando un attimo sulla controproposta che ci lascia un po' così, perché dobbiamo appellarci a un Governo centrale dal quale non abbiamo certezze, però accettiamo e speriamo che mantengano fede a quanto hanno detto.
Noi accettiamo perché è corretto accettare e staremo qui a vigilare, a vedere quello che succederà, tanto siamo qui. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Patrizia Bartelle.
Serviranno un paio di minuti di sospensione per formalizzare l'emendamento.
Come ha detto l'assessore Forcolin, questi soldi sono impegnati, ci sono, sono parte di quel miliardo e 300 milioni di euro che è bloccato a causa del Patto di stabilità, il problema sta lì.
Sospendo la Seduta per alcuni minuti.
La Seduta è sospesa alle ore 18.30
La Seduta riprende alle ore 18.36
PRESIDENTE
Riprendiamo i nostri lavori.
L'emendamento è in fase di distribuzione.
Emendamento n.
A0001 presentato dall'assessore Forcolin, che prevede:
modifica i due punti del deliberato che sono così sostituiti:
"A sollecitare il Governo a dare attuazione al provvedimento di sblocco del Patto di stabilità per cassa al fine di agevolare i pagamenti ad enti e imprese".
Signori, l'emendamento è stato distribuito. La procedura è che prima viene votato l'emendamento e poi la mozione così come modificata. C'è qualche intervento su questa modalità?... No.
Pongo in votazione l'emendamento n.
A0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Testo mozione come emendata
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO che a febbraio 2015, in occasione della discussione per l'approvazione della Legge Finanziaria regionale, i Consorzi di bonifica hanno evidenziato pesantemente la propria situazione finanziaria che li vede creditori nei confronti della Regione del Veneto per circa 60 milioni di euro per opere in concessione già realizzate e pagate alle ditte appaltatrici;
CONSTATATO che ad oggi, i crediti non sono stati ristorati e, pertanto, tale situazione risulta ulteriormente aggravata dagli stati di avanzamento di opere in corso di realizzazione, maggiorati di eventuali interessi e altri oneri;
CONSIDERATO CHE:
- i Consorzi di bonifica da un lato anticipano i pagamenti degli interventi strutturali (lavori in concessione) eseguiti, dando "respiro" alle imprese di costruzione e quindi all'economia veneta, dall'altro sono sottoposti ad una esposizione finanziaria che può mettere in discussione la realizzazione dei prossimi interventi anche di manutenzione ordinaria del territorio;
- i Consorzi di bonifica non hanno potuto beneficiare neppure della procedura per il pagamento dei cosiddetti "debiti delle pubbliche amministrazioni" così come previsto dalla legge 64/2013 e pertanto non hanno potuto godere della necessaria priorità per poter essere liquidati;
- inoltre, numerosi comunicati emessi dall'associazione regionale dei Consorzi di bonifica hanno evidenziato le specifiche criticità della Legge Finanziaria approvata che ha previsto una ulteriore riduzione del capitolo di bilancio 010060 relativo ai "contributi per la gestione degli impianti di sollevamento meccanico, degli impianti di irrigazione e per la manutenzione ordinaria delle opere pubbliche di bonifica". Si è passati infatti da 6.500.000 di euro del 2010, ai 4.500.000 euro del 2014, al 1.500.000 di euro per il 2015, ovvero negli ultimi quattro anni, il contributo della Regione per i costi energetici e la manutenzione ordinaria delle reti e degli impianti di bonifica e irrigazione si è ridotto del 75%, a fronte, invece, di un raddoppio dei costi energetici;
PRESO ATTO CHE:
- i Consorzi di bonifica svolgono un ruolo fondamentale e irrinunciabile sul territorio veneto, non solo per quanto riguarda le opere di sicurezza idraulica ma anche di irrigazione;
- l'attività svolta in concessione deve essere considerata alla stregua dei lavori realizzati in forma diretta dalla Regione;
RITENUTO CHE:
- tutte le opere di sicurezza dovrebbero avere priorità, anche nell'erogazione delle risorse finanziarie;
- esistono opportuni strumenti finanziari previsti a tale scopo;
- l'esposizione finanziaria si tramuta in maggiori costi per i cittadini veneti;
tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a sollecitare il Governo a dare attuazione al provvedimento di sblocco del patto di stabilità per cassa al fine di agevolare i pagamenti ad enti e imprese.".
Pongo in votazione la
mozione
n.
12, come emendata.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
13 |
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MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BERLATO, BARISON, DONAZZAN, GIORGETTI, FINCO, BARBISAN RICCARDO, CIAMBETTI, COLETTO, FINOZZI, FORCOLIN, GIDONI, MARCATO, MONTAGNOLI, POSSAMAI, SEMENZATO, RIZZOTTO, MICHIELETTO, BORON, BOTTACIN, BRESCACIN, CALZAVARA, GEROLIMETTO, LANZARIN, SANDONà, VALDEGAMBERI, VILLANOVA E GUADAGNINI RELATIVA A "LA SCUOLA NON INTRODUCA IDEOLOGIE DESTABILIZZANTI E PERICOLOSE PER LO SVILUPPO DEGLI STUDENTI QUALI L'IDEOLOGIA GENDER" (MOZIONE N. 13) (DELIBERAZIONE N. 51/2015)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE :
- "I genitori hanno il diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli" - articolo 26, terzo comma della Dichiarazione Universale dei Diritto dell'Uomo;
- "Lo Stato nel campo dell'insegnamento deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche" - articolo 2, Convenzione Europea sulla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo;
- "È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli" - articolo 30 della Costituzione Italiana;
- "Gli Stati rispettano il diritto e il dovere dei genitori oppure, se del caso, dei tutori legali, di guidare il fanciullo nell'esercizio della libertà di pensiero, di coscienza e di religione" - articolo 14, Convenzione sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, UNICEF;
RICORDANDO CHE:
- le norme che regolano la scuola italiana ben riconoscono il diritto dovere educativo dei genitori, tra le quali citiamo:
a) Regolamento dell'autonomia del 1999: "Le istituzioni scolastiche devono rispettare la libertà di scelta educativa delle famiglie e devono intervenire in base alla domanda delle famiglie";
b) Il patto di corresponsabilità educativa DPR 235 del 1997: "La scuola deve programmare e condividere con gli studenti e con le famiglie il percorso educativo da seguire";
c) Linee di indirizzo sulla Partecipazione dei Genitori e Corresponsabilità educativa, MIUR, 22 novembre 2012;
- ogni scuola ha il suo POF, Piano Offerta Formativa, in cui si esplicita la progettazione educativa, organizzativa curricolare ed extracurricolare, tenuto conto anche delle proposte delle Associazioni di genitori;
- la Raccomandazione dei Ministri del Consiglio d'Europa rispetto alla lotta alla discriminazione in base al proprio orientamento sessuale afferma esplicitamente che tutte le misure adottate devono "tenere conto del diritto del genitore di curare l'educazione dei figli nel predisporre e attuare politiche scolastiche e piani d'azione per promuovere l'uguaglianza e la sicurezza e garantire l'accesso a formazioni adeguate o a supporti e strumenti pedagogici appropriati per combattere le discriminazioni";
- la lettera del FONAGS (Forum Nazionale Genitori nella Scuola) al Ministro dell'Istruzione, datata 12 novembre 2013, rivendica il diritto dei genitori come responsabili primi dell'educazione dei figli in materia di educazione all'affettività e la necessità di svolgere l'azione educativa da parte della scuola verso gli studenti in pieno accordo con le famiglie;
SOTTOLINEANDO COME:
- la Repubblica Italiana, all'articolo 29 della Costituzione, privilegia la "famiglia come società naturale fondata sul matrimonio" della quale riconosce gli speciali diritti, diversamente da ogni altro tipo di unione;
- la famiglia fondata sull'unione tra un uomo e una donna rappresenta l'unica istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita;
- la "famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società" e, in quanto tale, "ha il diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato", così come stabilito dalla Dichiarazione Universale di Diritti dell'Uomo (10.12.1948, art. 16, terzo comma);
CONSIDERATO CHE:
- oggi più che mai ci troviamo di fronte ad un'emergenza educativa, in modo particolare per quanto concerne le tematiche dell'educazione all'affettività. In alcuni casi purtroppo l'educazione all'affettività è diventata sinonimo di educazione alla genitalità, priva di riferimenti etici e morali, discriminante per la famiglia fatta da un uomo e da una donna, che induce una sessualizzazione precoce dei ragazzi;
- in paesi dove simili strategie sono state applicate, come in Inghilterra e in Australia, questo ha portato ad una sessualizzazione precoce della gioventù, con conseguente aumento degli abusi sessuali (anche tra giovani), dipendenza dalla pornografia, all'attività sessuale prematura con connesso aumento di gravidanze ed aborti già nella prima adolescenza, e all'aumento della pedofilia;
- i risultati delle indagini sociologiche dimostrano come ritardare l'inizio dell'attività sessuale e ridurre il numero di partner aumenti le possibilità di intrattenere relazioni stabili e riduca i problemi psicologici quali la depressione, specialmente nelle ragazze;
- errate convinzioni vorrebbero equiparare ogni forma di unione e di famiglia e giustificare e normalizzare qualsiasi comportamento sessuale;
- sovente questi progetti educativi e persino la Strategia nazionale dell'UNAR sono stati redatti con la collaborazione esclusiva di associazioni LGBT, senza l'adeguato coinvolgimento di associazioni ed enti rappresentativi dei genitori e quindi, sia per modalità che per contenuti, elaborati e diffusi in palese violazione degli articoli sopra premessi e sottolineati, così come si è già verificato con il caso dei libretti "Educare alla diversità a scuola";
- in questi libretti la famiglia composta da una donna e da un uomo è vista come uno stereotipo da superare e l'omofobo viene identificato in base al grado di religiosità;
- in alcuni casi si è arrivati alla deriva dell'ideologia di gender. Attualmente i progetti educativi vengono spesso presentati richiamando l'esigenza di contrastare la discriminazione. L'intento in sé potrebbe essere lodevole se ciò significasse educare gli studenti a rispettare ogni persona e a non rendere nessuno oggetto di bullismo, violenze, insulti, discriminazioni. Ciò, tuttavia, non si è sempre verificato. In alcuni casi è stato il cavallo di Troia con il quale si sono introdotti progetti di chiara ispirazione ideologica gender;
- la teoria gender sostiene che l'identificarsi come uomini o donne non dipende dai caratteri biologici che determinano un corpo maschile piuttosto che un corpo femminile. Secondo questa teoria si nasce maschio o femmina per questioni genetiche, ma si diventa uomo o donna (o nessuno dei due) in base a fattori esclusivamente culturali;
- la persona deve invece essere ritenuta un tutt'uno di corpo e mente: non può esistere un corpo contenitore ed un io sganciato dalla dimensione corporea; non si può scindere la componente biologica sessuata dalla componente psicologica relazionale;
- la concezione del corpo come contenitore apre la strada a scenari inquietanti quali la pratica dell'utero in affitto;
- la scissione tra il dato biologico e il dato psicologico non è solo impossibile, ma è anche pericoloso per lo sviluppo del bambino perché crea confusione, incertezza, doppiezza, laddove invece i minori chiedono certezza di ruoli e regole condivise;
- l'ideologia gender è, non solo pericolosa in quanto porta alla disintegrazione della personalità con conseguente fragilità psichica, instabilità emotiva ed affettiva, bassa autostima, senso di inadeguatezza, ma totalmente inutile; esiste infatti un paradosso che dimostra come nei paesi in cui si è maggiormente investito nella cosiddetta impostazione di genere paritario, quali la Norvegia, le differenze uomo-donna sono molto più accentuate. Ciò significa che quando una persona è libera di seguire le proprie inclinazioni sceglie quelle tipiche del sesso di appartenenza;
- riconoscere la diversità tra uomini e donne non significa discriminare; il vero principio dell'eguaglianza non nega l'esistenza delle differenze, non le azzera, ma le accoglie e le valorizza in quanto portatrici di ricchezza e di complementarietà;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad intervenire nelle scuole di ogni ordine e grado della Regione del Veneto affinché:
- non venga in alcun modo introdotta la teoria del gender;
- venga rispettato il ruolo prioritario della famiglia nell'educazione all'affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario ai sensi dell'articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e dei Decreti che riconoscono le scelte educative dei genitori (artt. 1.2, 3.3 e 4.1 del DPR 27/99, art. 3 del DPR 235/97, artt. 2.3, 2.6 e 3 del DPR 235/2007 e il Prot. AOODGOS n. 3214 del 22.11.2012). La famiglia rappresenta l'ambiente più idoneo ad assolvere l'obbligo di assicurare una graduale educazione della vita sessuale, in maniera armonica, prudente e senza traumi;
- siano coinvolti gli enti rappresentativi dei genitori e delle famiglie in ogni strategia educativa della scuola rispettando, sia nei contenuti che nelle modalità di elaborazione e diffusione, questo diritto fondamentale della famiglia;
- siano coinvolte le famiglie nella predisposizione dei progetti sull'affettività e sulla sessualità e nell'opera di educazione, rendendo i loro contenuti trasparenti ed evitando il contrasto con le convinzioni religiose e filosofiche dei genitori;
- l'azione educativa della scuola sia ispirata a due principi: il principio di sussidiarietà ( per cui il diritto-dovere dei genitori di educare è insostituibile e va sostenuto dallo Stato ) e il principio di subordinazione (l'intervento della scuola deve essere soggetto al controllo da parte dei genitori);
- sia oggetto di spiegazione e di studio la ragione per la quale la nostra Costituzione, all'articolo 29, privilegia la famiglia come "società naturale fondata sul matrimonio", della quale riconosce gli speciali diritti, diversamente da ogni altro tipo di unione;
- si educhi a riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica e sociale che ne consegue.".
La parola al consigliere Berlato.
Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia - AN - Movimento per la cultura rurale)
Grazie, Presidente.
L'articolo 26, terzo comma della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo così recita: "I genitori hanno il diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli"; "Lo Stato nel campo dell'insegnamento deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche" articolo 2, Convenzione Europea sulla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo; "È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli" articolo 30 della Costituzione Italiana; "Gli Stati rispettano il diritto e il dovere dei genitori oppure, se del caso, dei tutori legali, di guidare il fanciullo nell'esercizio della libertà di pensiero, di coscienza e di religione" articolo 14 Convenzione sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, UNICEF.
Nonostante questo, ci ritroviamo a constatare che la teoria gender sostiene che "l'identificarsi come uomini o donne non dipende dai caratteri biologici che determinano un corpo maschile piuttosto che un corpo femminile. Secondo questa - discutibile - teoria si nasce maschio o femmina per questioni genetiche, ma si diventa uomo o donna (o nessuno dei due) in base a fattori esclusivamente culturali".
Addirittura nelle scuole vengono distribuiti, più o meno fortuitamente, dei libretti dove sostanzialmente si dice che la famiglia, composta da una donna e da un uomo, è vista come uno stereotipo da superare e l'omofobo viene identificato in base al grado di religiosità.
La persona deve invece essere ritenuta un tutt'uno di corpo e mente: non può esistere un corpo contenitore ed un io sganciato dalla dimensione corporea; non si può prescindere la componente biologica sessuata dalla componente psicologica relazionale.
La concezione del corpo come contenitore apre la strada a scenari inquietanti quali la pratica dell'utero in affitto; la scissione tra il dato biologico e il dato psicologico non è solo impossibile, ma è anche pericolosa per lo sviluppo del bambino perché crea confusione, incertezza, doppiezza, laddove invece i minori chiedono certezza di ruoli e regole condivise.
L'ideologia gender è non solo pericolosa in quanto porta alla disintegrazione della personalità con conseguente fragilità psichica, instabilità emotiva ed affettiva, bassa autostima, senso di inadeguatezza ma totalmente inutile. Esiste infatti un paradosso che dimostra come nei paesi in cui si è maggiormente investito nella cosiddetta impostazione di genere paritario, quali la Norvegia, le differenze uomo-donna sono molto più accentuate. Ciò significa che quando una persona è libera di seguire le proprie inclinazioni sceglie quelle tipiche del sesso di appartenenza. Riconoscere la diversità tra uomini e donne non significa discriminare. Il vero principio dell'eguaglianza non nega l'esistenza delle differenze, non le azzera, ma le accoglie e le valorizza in quanto portatrici di ricchezza e di complementarietà.
La mozione che ho voluto presentare vuole chiaramente dare un segnale forte da parte di questo Consiglio regionale e impegna la Giunta ad intervenire nelle scuole di ogni ordine e grado della Regione del Veneto affinché non venga in alcun modo introdotta la teoria del gender; venga rispettato il ruolo prioritario della famiglia nell'educazione all'affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario ai sensi dell'articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e dei decreti che riconoscono le scelte educative dei genitori.
La famiglia rappresenta l'ambiente più idoneo ad assolvere l'obbligo di assicurare una graduale educazione della vita sessuale, in maniera armonica, prudente e senza traumi; siano coinvolti gli enti rappresentativi dei genitori e delle famiglie in ogni strategia educativa della scuola rispettando, sia nei contenuti che nelle modalità di elaborazione e diffusione, questo diritto fondamentale della famiglia; siano coinvolte le famiglie nella predisposizione dei progetti sull'affettività e sulla sessualità e nell'opera di educazione, rendendo i loro contenuti trasparenti ed evitando il contrasto con le convinzioni religiose e filosofiche dei genitori.
L'azione educativa della scuola sia ispirata a due principi: il principio di sussidiarietà, per cui il diritto-dovere dei genitori di educare è insostituibile e va sostenuto dallo Stato; il principio di subordinazione, l'intervento della scuola deve essere soggetto al controllo da parte dei genitori; sia oggetto di spiegazione e di studio la ragione per la quale la nostra Costituzione, all'articolo 29, privilegia la famiglia come "società naturale fondata sul matrimonio", della quale riconosce gli speciali diritti, diversamente da ogni altro tipo di unione; si educhi a riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica e sociale che ne consegue.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Berlato.
La parola all'assessora Elena Donazzan.
Ass.ra Elena DONAZZAN (Forza Italia)
Grazie, Presidente.
Credo che l'argomento sia di particolare delicatezza e importanza e ringrazio il Presidente del mio Gruppo Barison di avere sottoscritto questa mozione, perché in effetti sta nella linea tenuta dal Governo Zaia 1 e anche quando l'anno scorso intervenni in qualità di Assessore all'istruzione per una sorta anche di reazione a quanto accadeva nel comune di Venezia.
Ricordo che, con lettera da me inviata in qualità di Assessore all'istruzione in febbraio del 2014, cercai di far riflettere l'intero mondo educativo ed in particolare l'invito era rivolto ai dirigenti scolastici di tutte le scuole del Veneto e ai sindaci, per chiedere loro il principio di cautela; per dire loro che quando si tratta di alcuni argomenti, in particolare nel momento della crescita dei più piccoli, deve essere il senso di responsabilità di ciascuno di noi quello di porsi di fronte ad una domanda che non può avere un'unica risposta legata al fervore ideologico, in un verso o in nell'altro.
Pur essendo assolutamente contraria alle teorie di genere, da Assessore all'istruzione non ho posto solo la mia contrarietà di cattolica, di donna, di persona che ha una sua costruzione educativa, ma sotto l'aspetto politico ho detto: stiamo parlando dei bambini nella loro fase di crescita, in un momento in cui il dubbio, legato peraltro a messaggi particolarmente striscianti, definirei subdoli avendo visto alcuni prodotti di quei documenti che venivano veicolati o si tentava di veicolare nelle scuole, ritenni allora e ritengo con maggior forza oggi che ci si deve fermare parlando di alcuni principi che sono legati alla libertà educativa, al rispetto della famiglia, a un modello educativo che per la scelta politica di questa maggioranza ha visto con alcuni segnali molti chiari dire che insieme alle agenzie educative deve esserci prima di tutto il rispetto e che su un progetto educativo ci si deve confrontare nel rispetto di principi educativi e di valori, che questa maggioranza ha ben chiari.
Ricordo all'Aula e ai colleghi presenti il dibattito molto sentito sulla festa della famiglia: naturale, tradizionale? Non serve avere bisogno di caratterizzarla o di aggiungere un aggettivo qualificativo quando parliamo di famiglia: la famiglia è una. Così come quando parliamo di principi educativi dovremo tenere ben chiara la rotta e la barra, cercando di non violare quelli che sono principi che non dovrebbero essere negoziabili mai, men che meno quando si tratta di far intervenire un dibattito esterno molto ideologico dentro un ambito così delicato come quello della scuola.
Faccio fatica ad accettare questo dibattito anche fuori dalla scuola. Ne abbiamo alcuni esempi anche in queste ore, dove tra la provocazione, l'esagerazione, l'esasperazione, si tenta di alimentare un dibattito che è molto violento, molto forte, troppo volgare alle volte. Quando parliamo di bambini e quando parliamo di scuola, al di là delle nostre posizioni ideologiche dovremmo chiederci se quello che stiamo facendo ha un effetto distruttivo, ha un effetto degenerativo, ha l'effetto solo di disorientare. Spesso mi sono trovata a dover rispondere a genitori preoccupati da ciò che sentivano, perché la scuola non riusciva nemmeno a dare le risposte; si sentiva parlare di questi opuscoli che erano, peraltro, approvati da un ufficio nazionale l'UNAR, Ministro Carrozza, Presidente del Consiglio Letta. La Presidenza del Consiglio li ha sospesi ritenendo probabilmente che fosse una follia.
Quindi dico, che abbiamo già dato un segnale molto chiaro nella precedente Giunta, personalmente come Assessore all'istruzione e credo che andremo nella continuità di questa maggioranza.
PRESIDENTE
Grazie, assessora Elena Donazzan.
La parola alla consigliera Alessandra Moretti.
Alessandra MORETTI (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Chiedo all'Aula, e sono contenta che ci sia anche l'Assessore all'istruzione, che quando si affrontano questi temi così delicati, come lei ha ricordato giustamente, bisogna partire da un concetto di onestà politica e di verificare, analizzare, la realtà per quel che è.
Ora, ho letto anch'io con un po' di difficoltà la mozione presentata dal consigliere Berlato per la sua complessità e mi chiedo se il consigliere Berlato, con tutto il rispetto che ho nei suoi confronti e lo sa, sia mosso da malafede o da semplice ignoranza, oppure da quel fervore ideologico di cui lei, Assessore, parlava adesso.
Oggi siamo di fronte ad un caso di polverone ideologico sul nulla. Il tema del Gender esiste da molti anni. Io condivido in parte anche quello che lei ha ricordato oggi, ma, attenzione, quando si tratta soprattutto di bambini, di educazione. Oggi si sta montando un caso sul nulla, solo ed esclusivamente in maniera strumentale per andare contro una riforma che ci può piacere, non ci può piacere, che va migliorata, che va corretta, ma che non presenta nessun elemento sul Gender nei progetti educativi. Lo vogliamo dire all'opinione pubblica che stiamo parlando del nulla?! Confrontiamoci su questi in altre sedi, ma la riforma "la Buona scuola" non prevede nulla di tutto questo; l'ha confermato il Ministro Giannini recentemente, l'hanno confermato anche delle Diocesi, quella di Padova per esempio, che ha scritto una lettera molto articolata e importante su questo tema. Non creiamo confusione nell'opinione pubblica, perché già i genitori fanno fatica a svolgere il proprio ruolo, e io sono una di questi. È il mestiere più difficile al mondo, se anche la politica anziché far chiarezza complica sull'inesistente non svolgiamo bene, a mio avviso, il nostro lavoro.
Volevo ricordare al collega Berlato e all'Assessore che sicuramente meglio di chiunque altri sa e conosce il mondo della scuola, io ho fatto per 5 anni l'Assessore alla scuola, in una veste ovviamente diversa, ma l'articolo 3 della Buona scuola dice che "il piano triennale dell'offerta formativa è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per l'attività della scuola". Quindi, abbiamo un Consiglio di Istituto dove ci sono i rappresentanti dei genitori che hanno potere decisionale, quindi anche i genitori partecipano a scegliere, a decidere, il piano dell'offerta formativa, sulla base di quella autonomia scolastica che vige da decenni in Italia e anche in Veneto.
In secondo luogo, come Governo abbiamo inserito un'altra cosa Consigliere nell'ambito della riforma, che è un dovere, cioè il recepimento della convenzione internazionale di Istanbul, che è stata ratificata dal Governo nel 2013 e che dice sostanzialmente che tutti e tutte le Istituzioni, compresi i progetti educativi, devono educare i nostri ragazzi, a partire dai bambini, contro ogni forma di discriminazione, di genere, sessuale, per evitare gli abusi, per evitare forme di mobbing, per evitare il bullismo.
Credo che da questo punto di vista il contrasto alla violenza di genere, che esiste nel nostro paese, esiste nel mondo, dobbiamo farla ma senza fomentare ideologicamente questioni inesistenti. Ripeto, della questione Gender ne possiamo parliamo noi ma non rientra in quel programma, non rientra in quella riforma e citare la riforma in maniera strumentale è disonesto.
Se è vero, che la famiglia rappresenta il primo momento educativo e di crescita, con questa mozione si vuole imporre una mistificazione, perché i nostri figli non vivono dentro una campana di vetro, ma entrano inevitabilmente in relazione con il mondo, con la società in cui vivono e noi dobbiamo attrezzarli affinché siano pronti anche ad affrontare le diversità. La scuola è per tutti loro il primo banco di prova nel quale misurarsi con gli altri, ognuno con la proprietà identità e con le proprie differenze. La scuola è un luogo di crescita e di cambiamento, che riflette i cambiamenti della società ed è una istituzione che per sua natura ha dei compiti educativi che non possono essere censurati, posto che la scuola deve mantenere quel livello di autonomia che le riconosce il piano dell'offerta formativa.
Questa mozione, quindi, mi sembra che sia animata da spirito ideologico e strumentale anche un po' retrogrado, e la politica dovrebbe essere altra cosa: cioè tenere bene aperti gli occhi sulla realtà, agire sull'esistente e non negare una realtà. Poi, ricordiamoci sempre che è vero, esiste una famiglia descritta nella Costituzione, me ne sono occupata per tanto tempo e continuerò a farlo, ma esistono anche altre forme di famiglia - che ci piacciano o meno, senza dare giudizi etici - che esistono e nei confronti delle quali il legislatore è sempre costantemente in ritardo. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliera Alessandra Moretti.
La parola al consigliere Valdegamberi.
Stefano VALDEGAMBERI (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Rimango veramente un po' sorpreso a sentire l'intervento della collega Alessandra Moretti, perché la realtà è ben diversa.
Sono appena arrivati degli appunti che vale la pena di leggere. Mi sono stati recapitati, forse anche a voi, leggete un attimo e questi indirizzi daranno forse l'idea di com'è la realtà. Il fatto che a Venezia si sia vietato usare il nome di papà e mamma non è qualcosa di fantasioso, una invenzione, un sogno notturno di qualcuno, purtroppo è una triste realtà. Rispetto, non è negare il nome di papà e il nome di mamma per creare il genitore uno e il genitore due; semmai il rispetto è rivolto verso un bambino che ha diritto ad avere un papà e una mamma, diritto che qualcuno in nome di non so di quale rispetto nega, appunto, il diritto soggettivo di un bambino di avere un papà e una mamma, perché lo considera al pari di una cosa, di un bene di consumo, di un oggetto da supermercato. Abbiamo l'esempio del signor Elton John che viene a fare la morale ai veneti, a fare la morale al sindaco di Venezia, dà dei bacchettoni. Il signor Elton John che si permette di far nascere, dopo avere miscelato lo sperma suo e quello del suo compagno in una boccetta, farlo fecondare presso una persona che è una schiava sfruttata, il cui embrione - tutto a pagamento, ovviamente - viene trapiantato in un'altra gentile signora americana la quale, "sicuramente gratuitamente", porta in gestazione e fa nascere un figlio e lo fa arrivare in aereo in Inghilterra. Il bambino piange disperato senza toccare la madre perché non ha diritto di succhiare il latte da sua madre. Questo è il rispetto delle persone di cui parliamo! Lo mette in braccio a due uomini, disperato piange questo bambino. Ma siccome lui ha i soldi si compra tutto con i soldi, prende l'aereo e va a prendere il latte addirittura in America dall'ex madre, avanti e indietro. E questa sarebbe la società dei diritti di cui lei parla?! Ma non c'è forse anche il diritto del bambino ad avere un papà e una mamma?
Stiamo parlando di questo, questa è la cultura del genere che sta venendo avanti, la cultura dove tutto è possibile. Il bambino non è un qualcosa che viene dato dalla natura, ma qualcosa che uno decide e sceglie. Si cerca di portare avanti una cultura nella quale si dice che io non sono ciò che sono perché la natura così mi ha creato, ma sono quello che decido io di diventare. Vengono fatte addirittura delle terapie per bloccare la pubertà, per ritardare lo sviluppo dei ragazzi, c'è un business.
Francamente, quando eravamo bambini non ci siamo mai posti questo problema. Oggi viene posto ad hoc perché si vuole creare un mercato, si vuole condizionare, si vuole far credere alla gente che uno oggi decide ciò che è. Uno non è maschio o femmina, decide lui. Anzi non ci sono solo due generi, ci sono transgender, ce ne sono tre, quattro, cinque, dieci, ognuno inventa un genere di più, ognuno può diventare quello che vuole. Questo sarebbe rispettare le persone? Io voglio che la scuola sia un luogo di istruzione, ma l'educazione appartiene alla famiglia. La scuola non deve obbligare, come sta obbligando in altre parti d'Europa. Io voglio che la scuola faccia la scuola e non si sostituisca ai genitori nel fare l'educazione, perché l'educazione è un'altra cosa. La scuola non deve entrare in questi temi, ma deve restarne fuori, non deve chiamare in maniera neutra genitore uno e genitore due, ma semmai deve chiamare papà e mamma, perché ogni bambino ha diritto a avere un papà è una mamma.
Posso dire un'altra cosa? Ringrazio la maggioranza, l'assessore Elena Donazzan, la Giunta, perché su questi concetti hanno sempre avuto un'idea molta chiara e hanno sempre difeso questi principi e questi valori che io ho sempre condiviso, pure da una posizione di semi-opposizione quale ero ho sempre appoggiato queste loro iniziative.
Una cosa chiedo alla maggioranza: di fare una riflessione ulteriore, su una cosa che non ho condiviso e colgo l'occasione per rimarcarlo, perché anche questa è una privazione di un diritto ad un bambino, il fatto che abbiamo adottato anche qui nel Veneto la fecondazione eterologa. È un tema che pongo. Fecondazione eterologa significa che uso lo sperma di un estraneo per raggiungere la fecondazione di un ovulo. Vuol dire che quel bambino un domani non ha diritto di sapere chi è suo padre, è uno sconosciuto, un donatore estraneo, a pagamento magari. Questo la ritengo una cosa sbagliata, una cosa su cui anche qui in Veneto dovremo fare marcia indietro.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Valdegamberi.
La parola al consigliere Barison.
Massimiliano BARISON (Forza Italia)
Grazie, Presidente.
Molto brevemente per condividere, per approvare, per sottoscrivere questa mozione che è stata presentata dal collega Berlato e per dire che coglie un punto molto sentito in questo momento nelle famiglie del Veneto, che sono profondamente preoccupate che nelle nostre scuole ci sia l'introduzione di questa nuova teoria.
Per cui ben venga questo impegno, questa pressione verso il Presidente, verso la Giunta affinché le nostre scuole non debbano cedere, non debbano promuovere, non debbano sostenere, anzi debbano ostacolare questa teoria. Per cui piena approvazione e condivisione, grazie al signor Berlato per averla proposta.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Barison.
La parola al consigliere Barbisan.
Riccardo BARBISAN (Liga Veneta - Lega Nord)
Grazie, Presidente.
Volevo dire che anche il Gruppo della Lega Nord sottoscrive questa mozione, come il Gruppo Zaia Presidente, e ringraziare il consigliere Berlato per farci parlare di ciò, di cui forse non bisognerebbe neanche parlare tanto ovvie sono le cose scritte in questa mozione, tanto normali sono. Però purtroppo oggi è il mondo che ci abitua a dover parlare di ciò che è normale, perché ciò che è normale a molti sembra non esserlo più. Normale non solo secondo le proprie convinzioni etiche, religiose e filosofiche, ma normale secondo ciò che vuol dire normale, cioè posto dalla norma. Infatti, la sua mozione è giustamente infarcita di molti riferimenti di legge, che probabilmente più di qualcuno vorrebbe stravolgere per le proprie convinzioni.
Sono testimone di cosa è successo all'Istituto comprensivo Quinto delle Coletti a Treviso e sono contento di poter votare questa Mozione per ribadire una volta in più questo concetto, cioè che le lezioni di educazione alla sessualità, che devono essere educazione all'affettività e non tanto alla genitalità, come ribadisce la sua Mozione, deve essere preventivamente concordate con i genitori. Questo a Treviso non è successo. Quando i genitori chiedevano di conoscere i contenuti audio e video dei film che avrebbero visto i ragazzi, alcuni professori hanno risposto di non poterli fornire altrimenti avrebbero rovinato l'effetto sorpresa nei confronti degli scolari. Questo è francamente inaccettabile.
Pertanto, con grande convinzione voto questa mozione e ribadisco il voto favorevole del Gruppo della Lega Nord e della Lista Zaia Presidente. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Barbisan Riccardo.
La parola al consigliere Fracasso.
Stefano FRACASSO (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Seconda puntata. Dopo avere vinto il concorso nel '91 entro in ruolo nel '93 e insegno biologia in terza liceo e quindi divento, secondo le definizioni del Consigliere Valdegamberi, un predicatore del Gender. Perché insegnavo anatomia e fisiologia del corpo umano, secondo i programmi ministeriali: abbiamo maschio/femmina, le funzioni, e anch'io ho insegnato che ci sono malattie sessualmente trasmissibili, come in questa scuola di Castelnuovo di Reggio Emilia; ho insegnato i metodi anticoncezionali e ho pure insegnato la comparazione evolutiva delle relazioni sessuali tra specie umane e primati. Le relazioni nei bonobo che sono diverse da quelli degli orangotango, etc. e quindi, secondo il consigliere Valdegamberi, sono un predicatore del Gender.
Voi capite che siamo fuori di testa completamente? Questa cosa si sgonfierà fra dieci giorni, perché in questi dieci giorni le scuole approveranno negli organismi i piani di offerta formativi e io scommetto che non ci sarà una scuola in Veneto, dico una scuola in Veneto, che approverà qualcosa che possa lontanamente assomigliare a quella che viene sostenuta qui; compresa questa cosa di Arzignano che è falsissima e lei viene qui a distribuirla in quest'Aula, è stra falsa, no falsa, di più!
La conosco benissimo, è il mio Comune, quindi non venite qua a raccontarmi, non veniteci, per piacere.
Quindi questa cosa si sgonfierà.
Allora, chiederò a questi antigender: scusate, dove erano questi programmi? Chi li ha visti? Chi li ha discussi? In quali Consigli? Io ricordo i miei consigli di classe all'inizio dell'anno, con i rappresentanti dei genitori, dicevo: sono in terza liceo, faccio biologia, faccio A, B, C e D, e quindi sapranno cos'è un maschio, cos'è una femmina, tanto perché i genitori lo sappiano. La facevo vent'anni fa quando sono entrato di ruolo e spero che continueranno a farla, con l'intervento di psicologici, di esperti.
Questa grande invenzione fra 8 giorni farà così: puf e si continuerà a fare quello che si è sempre fatto, cioè della buona scuola, affidandosi a delle persone formate per fare la scuola, rispettando l'autonomia delle Istituzioni e non dicendo che le Regione interviene. Io vedo l'Assessore che parte con l'elmetto e dentro nei collegi docenti e dice "voi dovete fare così" e se io fossi un docente le direi "senta, lei vada e faccia il suo mestiere" e lasciamo agli insegnanti, nei luoghi e nei momenti in cui devono decidere l'offerta formativa, con la partecipazione dei genitori, di fare il loro. Basta con questa cosa che fra 8 giorni farà puf.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Fracasso.
La parola al consigliere Casali.
Stefano CASALI (Lista Tosi per il Veneto)
Grazie, Presidente.
Speriamo che faccia puf, nel senso che le rassicurazioni che sono state date in quest'Aula anche dalla consigliera Alessandra Moretti ci fanno piacere, nel senso che se capitasse quello che si è paventato - e che è: speriamo che faccia puf - sarebbe un fatto così grave e così pericoloso per i giovani che veramente si creerebbero grossi problemi. Tant'è che l'opinione pubblica si è molto allarmata e moltissimi comitati e moltissimi genitori, in tutta Italia, hanno preteso in maniera molto chiara che l'ideologia Gender, che negli anni '70 è stata teorizzata in Francia e nei paesi nordici, non albergasse in Italia e nei programmi educativi.
Quindi siamo molto contenti, però è una cosa così grave e pericolosa se accadesse che ben vengano mozioni come queste che siano a questo punto preventive. Diciamo che in Veneto non c'è nessun tipo di problema di questo genere. Sono sicuro che, invece, se in qualche scuola qualcosa del genere si realizzasse molti genitori ci chiederanno un aiuto come amministratori e come politici del territorio.
I fenomeni di bullismo ci sono sempre stati nelle scuole, però non si risolvevano facendo casi legati a teorie sull'omosessualità, sul genere o quant'altro, bastava la sospensione dalla scuola, bastavano i genitori, bastava un buon preside, bastava un buon professore. Non dico uno scappellotto, perché adesso se un professore guarda male si becca una querela, lo so da Avvocato. Invece, e questo è un qualcosa di subdolo, che si sta generando in alcuni ambienti, camuffando il tema di contrastare il bullismo o altro, si vanno in qualche modo ad inserire nelle scuole alcune idee da parte di alcuni professori e quant'altro. Allora deve essere chiaro che dove si verificano esempi di questo genere, questi devono essere – scusate il termine morbido - vomitati fuori dagli Istituti scolastici. Sono sicuro che un bravo docente il bullismo lo sa gestire, senza andare a scomodare teorie che forse neanche esistono o sono strumentali di determinati ambienti.
Consigliere Fracasso, mi auguro di tutto cuore che quello che lei dice sia vero, mi auguro di tutto cuore che la riforma della scuola approvata, o approvanda, dal Governo sia come ci è stato detto e che non ci siano nei cavilli e nei commi qualcosa di questo genere. Mi auguro anche che il bullismo, come dall'inizio dei tempi, dall'inizio del scuola, venga contrastato come sempre è stato fatto non inventandosi metodi che probabilmente non sono neanche efficaci.
Comunque voterò a favore della mozione del consigliere Berlato.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Casali.
La parola al consigliere Berti.
Jacopo BERTI (Movimento 5 Stelle)
Grazie mille, Presidente.
Io vorrei aprire l'intervento leggendo un passaggio di questa mozione che mi ha colpito particolarmente dove dice che "i risultati delle indagini sociologiche dimostrano come ritardare l'inizio dell'attività sessuale e ridurre il numero di partner aumenti le possibilità di intrattenere relazioni stabili e riduca i problemi psicologici quali la depressione, specialmente nelle ragazze", quindi io ho appena appreso che le suore è la categoria meno depressa e più felice al mondo evidentemente, perché mi sembra abbastanza chiaro dopo questo passaggio.
Mi stupisco e sono anche sinceramente un po' deluso che non venga citato il fatto che la masturbazione renda ciechi perché è il minimo in una mozione del genere dopo un passaggio del genere. Manca. Questa è una gravissima mancanza.
PRESIDENTE
Direi che il tono di quest'Aula dovrebbe essere consono a quest'Aula, consigliere Berti.
Jacopo BERTI (Movimento 5 Stelle)
Mi scusi, Io cerco di sdrammatizzare quello che a nostro modo di vedere, vuole essere un discorso estremamente sterile.
Io ho avuto la grandissima fortuna di poter condividere con altri esponenti politici una giornata con uno dei Consiglieri personali di Obama, che è Stuart Milk, uno dei più grandi attivisti al mondo per i diritti delle persone, diritti non solamente omosessuali, ma contro la discriminazione. Questi sono dei diritti.
Lasciando stare queste che sono stupidaggini, scusatemi, i diritti delle persone vengono affrontati in maniera seria e importante in moltissimi altri Stati. Devono essere affrontati con la giusta e doverosa importanza e non questo documento, a mio personale modo di vedere ma penso di poter parlare a nome di tutto il Gruppo - che raccoglie gli ultimi rigurgiti degli estremismi di una Destra reazionaria e anche di movimenti ultracattolici, perché a nostro modo di vedere non vedo altrimenti un messaggio così forte e sinceramente di una violenza inaudita, se non di fronte all'ineluttabilità di una società che sta cambiando.
Io capisco che oggi non è facile confrontarsi e soprattutto accettare qualcosa che da sempre esiste all'interno di tutte le categorie sociali, anche all'interno del clero, all'interno della Chiesa, quando avvengono scandali del genere cosa succede? Sono sempre pecore nere, sono sempre altri problemi, non è vero e viene negato? Iniziamo a dire la verità, le cose come stanno.
Lo usate l'iPhone? Lo sapete che l'Amministratore delegato dell'iPhone è gay e lo sapete che dice a tutti i gay "venite a lavorare qua perché qua vengono tutelati i vostri diritti"?
Allora i bambini non potranno neanche più usare questi prodotti?
(Interruzione dall'Aula)
Cosa c'entra? C'entra per un semplice motivo. Se qualcuno inizia a discriminare per il gusto di andare a recuperare le ultime sacche di voti di piccole parti della società che non si vogliono piegare di fronte a quello che è non un qualcosa che sta emergendo ma un qualcosa che c'è sempre stato. La cultura all'informazione sta dando la consapevolezza a tutti noi di riuscire ad andare oltre i perbenismi, oltre i bigottismi, riuscire a guardarsi negli occhi e dire veramente quello che siamo tutti noi, perché noi siamo qua oggi come Istituzione a difendere le persone, non gli uomini e le donne, i maschi e le femmine ma le persone a 360 gradi.
Perciò ovviamente noi voteremo assolutamente in maniera contraria a questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Berti.
La parola al consigliere Guadagnini.
Antonio GUADAGNINI (Indipendenza Noi Veneto)
Grazie, Presidente.
Finalmente ho capito anch'io in quale parte politica mi posso collocare dopo l'intervento di Berti, perché io sono un ultra bigotto reazionario conservatore di ultra Destra.
Sto dicendo quello che sono, contento di esserlo tra l'altro, quindi io sono un reazionario ultraconservatore di Destra etc. etc. perché io penso che c'è solo un diritto qui che deve essere difeso, che è quello di un bambino di avere un papà e una mamma, diritto sacrosanto inalienabile.
Questo è il postulato, questo è l'assioma, tutto il resto sono conseguenze che discendono da questo diritto che io non voglio mettere in discussione. Magari c'è qualcuno che non ha avuto belle esperienze con il proprio papà e con la mamma e adesso è pronto a sostenere che altri bambini siano in grado di sperimentare, essendo educati alla diversità, altre forme di famiglia tra le quali quella che è stata messa in risalto dalla cronaca in questi giorni – adesso non mi ricordo bene com'è la faccenda – di tre gay e due lesbiche che volevano, tramite una delle due lesbiche e un sesto donatore esterno, avere un figlio e farlo educare da genitore 1, 2, 3, 4 e 5 o a, b, c, d, e etc., cioè questo sta succedendo e non deve succedere.
Questa mozione io l'avrei presentata, ne ho presentata una che ritiro perché sono assolutamente convinto che quella di Berlato sia perfetta che è più o meno simile alla mia, e quindi l'ho sottoscritta assieme a lui. Credo che sia assolutamente necessario farla questa cosa.
Seconda cosa: siccome io sono abbastanza convinto che gli intergruppi all'interno del Consiglio regionale siano utili per portare avanti le proprie battaglie, annuncio che fonderemo un intergruppo a sostegno di questa battaglia. Sono queste le cose importanti: capire che non c'è via diversa dall'indipendenza per salvarci e capire che il diritto di un bambino di avere un papà e una mamma è sacrosanto.
Io, per mancanza mia, non ho capito né dall'intervento di Fracasso né da quello della Moretti se il problema è che la Buona scuola non crea nessun problema da questo punto di vista oppure se, siccome bisogna educare alla diversità perché queste sono le cose che avete detto entrambi, è meglio cominciare a far capire ai bambini tramite i libri, che Ugo e Giorgio sono il papà e uno dei due si autodefinisce mamma perché è possibile che un uomo biologicamente uomo possa ritenere di essere donna.
Nel momento in cui uno ritiene di essere donna pur biologicamente vedendo che è maschio, la coppia si può costituire e, siccome bisogna educare alla diversità, cominciamo a propinare ai bambini queste sì che sono schifezze.
(Interruzione dall'Aula)
Il problema è chi ritiene che il bambino non abbia questo diritto e che invece un individuo qualsiasi abbia il diritto di avere un bambino a prescindere dal fatto di quale debba essere la famiglia che lo accoglie. Questa è la differenza di fondo.
(Interruzione dall'Aula)
Il comma 16 della buona scuola purtroppo fa riferimento al piano straordinario contro il femminicidio, contro la violenza alle donne, che va benissimo però mischia delle cose che non possono stare insieme.
Se l'italiano ha un senso, quando si dice, recependo l'invito della Convenzione di Istanbul di passare il "contrasto alla violenza alle donne da una logica securitaria ed emergenziale ad una sistemica a multi livello, un ruolo centrale deve essere nel piano nazionale il tema dell'educazione a scuola, obiettivo prioritario deve essere quello di educare alla parità rispetto alle differenze" e fin qua va bene, adesso però comincia a schiodare la faccenda "in particolare per superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale" cioè...
(Interruzione dall'Aula)
Devo insegnare a mio figlio a stirare? Va benissimo. Oppure usare la lavatrice e fare queste cose? Benissimo.
Dopodiché "La rappresentazione e il significato dell'essere essere uomi o donne? Cosa devo insegnare a un bambino di questa cosa? Non capisco.
Secondo: "ragazzi e ragazze, bambini e bambine nel rispetto dell'identità di genere" cos'è l'identità di genere? Non dobbiamo prenderci per i fondelli. Nel rispetto dell'identità di genere è chiaro che c'è un'apertura forte su questa cosa "sia attraverso la formazione personale culturale e religiosa, dell'orientamento sessuale, delle opinioni sia mediante l'inserimento di un approccio di genere" che è chiaro che cos'è l'approccio di genere "nella pratica educativa e didattica".
Voglio dire che qui è chiaro che dobbiamo essere preoccupati per queste cose, perché un baldanzoso insegnante arcobaleno, con questa cosa se passa, può insegnare quello che vuole.
(Interruzione dall'Aula)
Purtroppo non posso fidarmi di lei, mi fido di quello che è scritto qua.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Guadagnini.
La parola al consigliere Sinigaglia.
Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)
Grazie, Presidente.
Molto semplicemente per affermare una volta di più che non c'è nessuna teoria gender. Gli stessi che parlano di questa teoria gender rifiutano il termine "ideologia". Ma perché ci sia una teoria gender c'è bisogno di ricondurre una teoria a qualcuno che l'ha formulata: non è mai venuto fuori il nome di chi è l'autore della teoria gender.
Poi, altra cosa, bisognerebbe capire dove è praticata la teoria gender? Perché ora è in Australia, lì si fa la teoria gender; vai in Australia e non c'è. In Germania non c'è. Adesso è venuta fuori la Norvegia: non lo so. Ora in Francia... cambia sempre. Datemi la dimostrazione di dove viene praticata? In quale scuola viene praticata la teoria gender?
Perché la teoria gender ho scoperto - e mi sono pappato 1 ora e 20 minuti di spiegazione da parte di un'ideologa della teoria gender - è una manipolazione internazionale dal punto di vista delle grandi strutture industriali massoniche, che hanno di mira lo smantellamento della famiglia tradizionale e la riduzione delle nascite. Questo è l'obiettivo della teoria gender.
Me la sono beccata per un'ora e mezza e ho sentito di tutto in quell'ora e mezza, tra le altre cose è una veneta che va in giro nel Veneto a proporre questo tipo di essere anti gender.
Questa è la teoria gender, questa è l'elaborazione della teoria gender. Ditemi: dov'è?
Altra cosa è creare una contrapposizione e con questa contrapposizione vendere tutta una serie di notizie come: la teoria gender c'è all'interno della buona scuola, quindi andate a firmare il referendum per votare contro la teoria gender.
L'articolo che ha letto non è quello della Buona scuola perché l'articolo della buona scuola è l'articolo 16 che dice: "Il Piano triennale assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione alla violenza di genere e di tutte le discriminazioni". Dov'è la teoria gender.
Fate la campagna elettorale contro la Buona scuola. Non inventatevi cose che non ci sono nella Buona scuola per far venire gente a votare al referendum.
Oppure il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili e i diritti civili: contrastiamo o contrastate il progetto di legge Cirinnà, e non dite che il progetto di legge Cirinnà é della teoria gender.
Che cosa ne viene meno? Tutti i percorsi a livello scolastico ma soprattutto la scuola stessa viene minata al proprio interno.
Ci sono genitori che io invito: vai dai tuoi insegnanti e gli dici "tu fai parte di questa macchinazione internazionale che vuole sabotare la famiglia tradizionale e ridurre la natalità"? Lo chiedi. Chiedetelo alle maestre, agli insegnanti delle medie, delle superiori e dopo fatevi una risata.
Ditelo agli insegnanti delle nostre scuole, non solo le pubbliche statali ma anche le paritarie perché il modello è quello della scuola parentale. L'altro obiettivo che bisogna raggiungere è la scuola parentale cioè fatta da chi è convintissimo di tutta la propria ideologia. Quindi basta pluralismo, basta democrazia, basta il confronto con gli altri ma tutti devono esser uguali. È il risultato opposto, quelli che si contrappongono alla teoria gender, che alla fine raggiungeranno.
Consigliere Berlato, questa è una mozione che gira in tutte le salse un po' dappertutto nel Veneto, però guardate che non c'è la teoria gender, è un'invenzione per dire che lo scrivete anche qua, è una specie di cavallo di Troia. Quando si parla di prevenzione contro la discriminazione, contro l'omofobia viene tutto visto come un cavallo di Troia.
40 libri che sono stati sequestrati, rimessi in circolazione 38 perché non c'entravano assolutamente niente con quello che era chissà quale cosa.
Anch'io sono d'accordo su genitore 1 e genitore 2. Ci sono gli eccessi da una parte e dall'altra ma guardate che questo della teoria gender è un eccesso che nasconde altre cose, altri obiettivi e non obiettivi che hanno a che fare con la teoria realmente esistente.
È una bufala colossale.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Sinigaglia.
Non ci sono altri interventi, quindi passiamo alla votazione
.
Pongo in votazione la
mozione n.
13.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Verrete riconvocati a domicilio per il prossimo Consiglio.
La Seduta termina alle ore 19,28
Il Consigliere segretario
f.to Antonio Guadagnini |
|
Il Presidente
f.to Roberto Ciambetti |
Resoconto stenotipico a cura di:
Copisteria Sassaro – Stenotype Transcription Multimedia srl
Revisione e coordinamento testo a cura di:
Giuseppe Migotto
Elaborazione testo a cura di:
Elisabetta Fabris
Davide Benetelli
Paola Lombardo
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 7
SEDUTA PUBBLICA N. 7
MARTEDì 1 SETTEMBRE 2015
PRESIDENZA
PRESIDENTE CIAMBETTI ROBERTO
VICEPRESIDENTI GIORGETTI MASSIMO E PIGOZZO BRUNO
PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UNITà ASSEMBLEA
INDICE
Processo verbale della 7a seduta pubblica – martedì 1 settembre 2015
Processo verbale della 7a seduta pubblica – martedì 1 settembre 2015
- Comunicazioni della Presidenza del Consiglio
- Interrogazioni e interpellanze
- Convalida dell'elezione dei consiglieri regionali Azzalin Graziano, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Barbisan Riccardo, Barison Massimiliano, Bassi Andrea, Bartelle Patrizia in Grillo, Berlato Sergio Antonio, Berti Jacopo, Boron Fabrizio, Bottacin Gianpaolo Enrico, Brescacin Sonia, Brusco Manuel, Calzavara Francesco, Casali Stefano, Coletto Luca, Dalla Libera Pietro, Donazzan Elena, Ferrari Franco, Finco Nicola Ignazio, Finozzi Marino, Forcolin Gianluca, Fracasso Stefano, Gerolimetto Nazzareno, Gidoni Franco, Guarda Cristina, Lanzarin Manuela, Marcato Roberto, Michieletto Gabriele, Montagnoli Alessandro, Moretti Alessandra, Negro Giovanna, Possamai Gianpiero, Rizzotto Silvia, Ruzzante Piero, Sandonà Luciano, Semenzato Alberto, Salemi Orietta, Scarabel Simone, Sinigaglia Claudio, Valdegamberi Stefano, Villanova Alberto, Zaia Luca, Zanoni Andrea, Zorzato Marino, Zottis Francesca, ai sensi dell'articolo 37 dello Statuto (Deliberazione n. 43/2015)
- Mozione presentata dai consiglieri Barison, Giorgetti, Donazzan, Rizzotto, Michieletto, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Sandonà, Valdegamberi, Villanova, Finco, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai e Semenzaro relativa a "No al nuovo centro di accoglienza e smistamento profughi nell'ex base missilistica di Bagnoli di Sopra" (Mozione n. 5) (Deliberazione n. 44/2015)
- Mozione presentata dai consiglieri Guadagnini, Finco, Semenzato, Gidoni, Sandonà, Villanova, Boron, Montagnoli, Rizzotto, Gerolimetto, Michieletto, Marcato, Barbisan Riccardo, Forcolin, Calzavara, Possamai, Brescacin, Finozzi, Baldin, Scarabel, Bartelle e Brusco relativa a "Giochi olimpici del 2024, no alla candidatura di Roma" (Mozione n. 6) (Deliberazione n. 45/2015)
- Mozione presentata dai consiglieri Bartelle, Berti, Scarabel, Baldin e Brusco relativa a "Attivarsi con urgenza per salvare l'estesa moria di mitili nella Sacca di Scardovari" (Mozione n. 7) (Deliberazione n. 46/2015)
- Mozione presentata dai consiglieri Berti, Scarabel, Baldin, Bartelle, Brusco, Rizzotto, Michieletto, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Sandonà, Valdegamberi, Villanova, Barison, Donazzan e Giorgetti relativa a "Ricorso alla Corte Costituzionale contro il DDL scuola "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti"" (Mozione n. 8) (Deliberazione n. 47/2015)
- Mozione presentata dai consiglieri Montagnoli, Semenzato, Gidoni, Finco, Finozzi, Riccardo Barbisan, Villanova, Brescacin, Rizzotto, Boron, Sandonà, Gerolimetto, Michieletto, Fabiano Barbisan e Possamai relativa a "Il Governo deve risolvere l'emergenza profughi: il Veneto dice basta ai clandestini" (Mozione n. 9) (Deliberazione n. 48/2015)
- Mozione presentata dai consiglieri Bassi, Conte, Negro e Casali relativa a "La Regione Veneto non vanifichi il lavoro svolto e le risorse economiche impegnati per il piano faunistico-venatorio 2014-2019, riapprovandolo" (Mozione n. 10) RESPINTA
- Mozione presentata dai consiglieri Montagnoli, Finco, Rizzotto, Villanova, Gidoni, Boron, Sandonà, Fabiano Barbisan, Brescacin, Semenzato, Finozzi, Calzavara, Valdegamberi, Possamai, Berti, Scarabel, Bartelle e Brusco relativa a "Chiusura uffici postali periferici: Poste Italiane si sieda al tavolo con Regione e enti locali" (Mozione n. 11) (Deliberazione n. 49/2015)
- Mozione presentata dai consiglieri Bartelle, Berti, Scarabel, Brusco, Azzalin, Moretti, Ruzzante, Fracasso, Pigozzo, Sinigaglia, Zanoni e Zottis relativa a "Crediti vantati dai consorzi di bonifica verso la Regione Veneto" (Mozione n. 12) (Deliberazione n. 50/2015)
- Mozione presentata dai consiglieri Berlato, Barison, Donazzan, Giorgetti, Finco, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Rizzotto, Michieletto, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Sandonà, Valdegamberi, Villanova e Guadagnini relativa a "La scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti quali l'ideologia Gender" (Mozione n. 13) (Deliberazione n. 51/2015)
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale.
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16180 del 26 agosto 2015.
Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 14.08.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
Approvazione verbale della seduta precedente
Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che s'intende approvato il processo verbale della 6a seduta pubblica di martedì 4 agosto 2015.
Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che s'intende approvato il processo verbale della 6a seduta pubblica di martedì 4 agosto 2015.
Punto n. 2) all'ordine del giorno
Comunicazioni della Presidenza del Consiglio [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE effettua le comunicazioni di rito.
Punto n. 3) all'ordine del giorno
Interrogazioni e interpellanze [RESOCONTO]
Interrogazioni a risposta immediata
• n. 17 del 23.07.2015
presentata dai consiglieri Ruzzante, Moretti, Dalla Libera, Ferrari, Azzalin, Fracasso, Guarda, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni e Zottis
"La Regione Veneto intervenga a sostegno dei lavoratori delle filiali venete della multinazionale TNT Express Italia a rischio licenziamento"
Interviene l'assessora Donazzan (Forza Italia) che risponde per conto della Giunta regionale.
presentata dai consiglieri Ruzzante, Moretti, Dalla Libera, Ferrari, Azzalin, Fracasso, Guarda, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni e Zottis
"La Regione Veneto intervenga a sostegno dei lavoratori delle filiali venete della multinazionale TNT Express Italia a rischio licenziamento"
Interviene l'assessora Donazzan (Forza Italia) che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere
Ruzzante (Partito Democratico) in sede di replica.
• n. 8 del 16.07.2015
presentata dal consigliere Ruzzante
"Padova, progetto nuovo centro commerciale in via Ticino: quale intervento della Regione a tutela del territorio?"
Interviene l'assessore Marcato (Liga Veneta - Lega Nord) che risponde per conto della Giunta regionale.
presentata dal consigliere Ruzzante
"Padova, progetto nuovo centro commerciale in via Ticino: quale intervento della Regione a tutela del territorio?"
Interviene l'assessore Marcato (Liga Veneta - Lega Nord) che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere
Ruzzante (Partito Democratico) in sede di replica.
• n. 10 del 16.07.2015
presentata dal consigliere Semenzato
"Oltre il danno la beffa: controllo Spisal in un'azienda di Mira devastata dal tornado dell'8 luglio 2015 e chiusa da tre anni per fallimento"
Interviene l'assessore Coletto (Liga Veneta - Lega Nord) che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Semenzato (Liga Veneta - Lega Nord) in sede di replica.
presentata dal consigliere Semenzato
"Oltre il danno la beffa: controllo Spisal in un'azienda di Mira devastata dal tornado dell'8 luglio 2015 e chiusa da tre anni per fallimento"
Interviene l'assessore Coletto (Liga Veneta - Lega Nord) che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Semenzato (Liga Veneta - Lega Nord) in sede di replica.
• n. 4 del 16.07.2015
presentata dal consigliere Berlato
"Come, chi e su che base vengono controllati e normati gli enti beneficiari dei finanziamenti per la formazione professionale?"
Interviene l'assessora Donazzan (Forza Italia) che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Berlato (Fratelli d'Italia – AN – Movimento per la cultura rurale) in sede di replica.
presentata dal consigliere Berlato
"Come, chi e su che base vengono controllati e normati gli enti beneficiari dei finanziamenti per la formazione professionale?"
Interviene l'assessora Donazzan (Forza Italia) che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Berlato (Fratelli d'Italia – AN – Movimento per la cultura rurale) in sede di replica.
• n. 5 del 16.07.2015
presentata dal consigliere Berlato
"Agenzia formazione lavoro e accademia La Parigina hanno i rendiconti regolari ma gli vengono sospesi gli svincoli delle fideiussioni. Quali sono le norme che regolano gli accertamenti sulle sovvenzioni regionali nella formazione?"
Interviene l'assessora Donazzan (Forza Italia) che risponde per conto della Giunta regionale.
presentata dal consigliere Berlato
"Agenzia formazione lavoro e accademia La Parigina hanno i rendiconti regolari ma gli vengono sospesi gli svincoli delle fideiussioni. Quali sono le norme che regolano gli accertamenti sulle sovvenzioni regionali nella formazione?"
Interviene l'assessora Donazzan (Forza Italia) che risponde per conto della Giunta regionale.
• n. 6 del 16.07.2015
presentata dal consigliere Berlato
"Quali sono le procedure di verifica per i corsi di formazione professionale finanziati dalla Regione? Sono suscettibili a variazioni e interpretazioni? Chi le interpreta?"
Interviene l'assessora Donazzan (Forza Italia) che risponde per conto della Giunta regionale.
presentata dal consigliere Berlato
"Quali sono le procedure di verifica per i corsi di formazione professionale finanziati dalla Regione? Sono suscettibili a variazioni e interpretazioni? Chi le interpreta?"
Interviene l'assessora Donazzan (Forza Italia) che risponde per conto della Giunta regionale.
• n. 7 del 16.07.2015
presentata dal consigliere Berlato
"POR FSE Veneto 2014-2020. Perché tanti soldi pubblici guidati da consulenti esterni?"
Interviene l'assessora Donazzan (Forza Italia) che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Berlato (Fratelli d'Italia – AN – Movimento per la cultura rurale) in sede di replica.
presentata dal consigliere Berlato
"POR FSE Veneto 2014-2020. Perché tanti soldi pubblici guidati da consulenti esterni?"
Interviene l'assessora Donazzan (Forza Italia) che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Berlato (Fratelli d'Italia – AN – Movimento per la cultura rurale) in sede di replica.
• n. 11 del 17.07.2015
presentata dal consigliere Calzavara
"Cantiere Anas nella strada verso il mare: traffico nel caos"
Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Calzavara (Zaia Presidente) in sede di replica.
presentata dal consigliere Calzavara
"Cantiere Anas nella strada verso il mare: traffico nel caos"
Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Calzavara (Zaia Presidente) in sede di replica.
• n. 9 del 16.07.2015
presentata dal consigliere Ruzzante
"Ikea, rinnovo contratto integrativo aziendale: vertenza lontana dallo sblocco. La Regione intende intervenire a tutela dei lavoratori Ikea in Veneto?"
Interviene l'assessora Donazzan (Forza Italia) che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Ruzzante (Partito Democratico) in sede di replica.
Punto n. 4) all'ordine del giorno
presentata dal consigliere Ruzzante
"Ikea, rinnovo contratto integrativo aziendale: vertenza lontana dallo sblocco. La Regione intende intervenire a tutela dei lavoratori Ikea in Veneto?"
Interviene l'assessora Donazzan (Forza Italia) che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Ruzzante (Partito Democratico) in sede di replica.
Punto n. 4) all'ordine del giorno
Convalida dell'elezione dei consiglieri regionali Azzalin Graziano, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Barbisan Riccardo, Barison Massimiliano, Bassi Andrea, Bartelle Patrizia in Grillo, Berlato Sergio Antonio, Berti Jacopo, Boron Fabrizio, Bottacin Gianpaolo Enrico, Brescacin Sonia, Brusco Manuel, Calzavara Francesco, Casali Stefano, Coletto Luca, Dalla Libera Pietro, Donazzan Elena, Ferrari Franco, Finco Nicola Ignazio, Finozzi Marino, Forcolin Gianluca, Fracasso Stefano, Gerolimetto Nazzareno, Gidoni Franco, Guarda Cristina, Lanzarin Manuela, Marcato Roberto, Michieletto Gabriele, Montagnoli Alessandro, Moretti Alessandra, Negro Giovanna, Possamai Gianpiero, Rizzotto Silvia, Ruzzante Piero, Sandonà Luciano, Semenzato Alberto, Salemi Orietta, Scarabel Simone, Sinigaglia Claudio, Valdegamberi Stefano, Villanova Alberto, Zaia Luca, Zanoni Andrea, Zorzato Marino, Zottis Francesca, ai sensi dell'articolo 37 dello Statuto (Deliberazione n. 43/2015) [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE relaziona per conto dell'Ufficio di Presidenza.
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, il punto in oggetto.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Ferrari, Guarda, Zorzato, Berlato, Barison, Donazzan, Giorgetti, Guadagnini, Casali, Conte, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Bartelle, Berti, Brusco, Scarabel, Azzalin, Fracasso, Moretti, Pigozzo, Ruzzante, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera, Negro, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Valdegamberi, Villanova
Hanno votato no:
Astenuti:
Punto n. 5) all'ordine del giorno
Mozione presentata dai consiglieri Barison, Giorgetti, Donazzan, Rizzotto, Michieletto, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Sandonà, Valdegamberi, Villanova, Finco, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai e Semenzaro relativa a "No al nuovo centro di accoglienza e smistamento profughi nell'ex base missilistica di Bagnoli di Sopra" (Mozione n. 5) (Deliberazione n. 44/2015)
Interviene il consigliere Barison (Forza Italia) che illustra la mozione in oggetto.
In discussione generale intervengono la consigliera Rizzotto (Zaia Presidente) che chiede di sottoscriverla a nome dell'intero gruppo e l'assessora Donazzan (Forza Italia).
Durante l''intervento dell'assessora Donazzan assume la Presidenza il Vicepresidente Massimo Giorgetti
In discussione generale intervengono i consiglieri Finco (Liga Veneta – Lega Nord) che chiede di sottoscriverla a nome dell'intero gruppo, Guadagnini (Indipendenza Noi Veneto), Casali (Lista Tosi per il Veneto) che la condividono e Conte (Lista Tosi per il Veneto).
Durante l''intervento del consigliere Conte assume la Presidenza il Vicepresidente Bruno Pigozzo
In discussione generale intervengono i consiglieri Ruzzante (Partito Democratico) che non la condivide, l'assessore Lanzarin (Zaia Presidente), i consiglieri Giorgetti (Forza Italia) e Sinigaglia (Partito Democratico).
Durante l''intervento del consigliere Sinigaglia assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti
In discussione generale intervengono i consiglieri Berti (Movimento 5 Stelle) che dichiara voto di astensione e Zorzato (Area Popolare Veneto) che si dichiara a favore.
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la mozione in oggetto.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Zorzato, Berlato, Barison, Donazzan, Guadagnini, Casali, Barbisan Riccardo, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Valdegamberi, Villanova
Hanno votato no:
Astenuti:
Ferrari, Guarda, Bartelle, Berti, Brusco, Scarabel, Azzalin, Fracasso, Moretti, Pigozzo, Ruzzante, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera
Punto n. 6) all'ordine del giorno
Mozione presentata dai consiglieri Guadagnini, Finco, Semenzato, Gidoni, Sandonà, Villanova, Boron, Montagnoli, Rizzotto, Gerolimetto, Michieletto, Marcato, Barbisan Riccardo, Forcolin, Calzavara, Possamai, Brescacin, Finozzi, Baldin, Scarabel, Bartelle e Brusco relativa a "Giochi olimpici del 2024, no alla candidatura di Roma" (Mozione n. 6) (Deliberazione n. 45/2015) [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Guadagnini (Indipendenza Noi Veneto) che illustra la mozione in oggetto.
In discussione generale intervengono i consiglieri Guarda (Alessandra Moretti Presidente) che non la condivide, Brusco (Movimento 5 Stelle), Casali (Lista Tosi per il Veneto) che si dichiarano a favore, Dalla Libera (Veneto Civico) che si dichiara contrario, Sinigaglia (Partito Democratico), Calzavara (Zaia Presidente), Ruzzante (Partito Democratico) che si dichiara contrario, Zorzato (Area Popolare Veneto) che dichiara voto di astensione e Guadagnini (Indipendenza Noi Veneto) in sede di replica.
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la mozione in oggetto.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Barison, Donazzan, Giorgetti, Guadagnini, Casali, Barbisan Riccardo, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Bartelle, Berti, Brusco, Scarabel, Negro, Boron, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Valdegamberi, Villanova
Hanno votato no:
Ferrari, Guarda, Azzalin, Fracasso, Moretti, Pigozzo, Ruzzante, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera
Astenuti:
Zorzato, Berlato
Punto n. 7) all'ordine del giorno
Mozione presentata dai consiglieri Bartelle, Berti, Scarabel, Baldin e Brusco relativa a "Attivarsi con urgenza per salvare l'estesa moria di mitili nella Sacca di Scardovari" (Mozione n. 7) (Deliberazione n. 46/2015) [RESOCONTO]
Interviene la consigliera Bartelle (Movimento 5 Stelle) che illustra la mozione in oggetto.
In discussione generale intervengono il consigliere Azzalin (Partito Democratico), l'assessore Corazzari, l'assessore Pan, le consigliere Negro (Il Veneto del Fare), Rizzotto (Zaia Presidente) che la condividono e Bartelle (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la mozione in oggetto.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Ferrari, Berlato, Barison, Donazzan, Giorgetti, Guadagnini, Casali, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Bartelle, Berti, Brusco, Scarabel, Azzalin, Fracasso, Moretti, Pigozzo, Ruzzante, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Valdegamberi, Villanova
Hanno votato no:
Astenuti:
Punto n. 8) all'ordine del giorno
Mozione presentata dai consiglieri Berti, Scarabel, Baldin, Bartelle, Brusco, Rizzotto, Michieletto, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Sandonà, Valdegamberi, Villanova, Barison, Donazzan e Giorgetti relativa a "Ricorso alla Corte Costituzionale contro il DDL scuola "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti"" (Mozione n. 8) (Deliberazione n. 47/2015) [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Berti (Movimento 5 Stelle) che illustra la mozione in oggetto.
Durante l''intervento del consigliere Berti assume la Presidenza il Vicepresidente Massimo Giorgetti
In discussione generale intervengono l'assessora Donazzan (Forza Italia) che la condivide, i consiglieri Rizzotto (Zaia Presidente) che chiede di sottoscriverla a nome dell'intero gruppo, Fracasso (Partito Democratico) che non la condivide, Barison (Forza Italia) che chiede di sottoscriverla a nome dell'intero gruppo, Sinigaglia (Partito Democratico) che non la condivide e Berti (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la mozione in oggetto.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Berlato, Barison, Donazzan, Giorgetti, Guadagnini, Casali, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Bartelle, Berti, Brusco, Scarabel, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Valdegamberi, Villanova
Hanno votato no:
Ferrari, Azzalin, Fracasso, Moretti, Pigozzo, Ruzzante, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera
Astenuti:
Punto n. 9) all'ordine del giorno
Mozione presentata dai consiglieri Montagnoli, Semenzato, Gidoni, Finco, Finozzi, Riccardo Barbisan, Villanova, Brescacin, Rizzotto, Boron, Sandonà, Gerolimetto, Michieletto, Fabiano Barbisan e Possamai relativa a "Il Governo deve risolvere l'emergenza profughi: il Veneto dice basta ai clandestini" (Mozione n. 9) (Deliberazione n. 48/2015) [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Montagnoli (Liga Veneta – Lega Nord) che illustra la mozione in oggetto.
In discussione generale interviene la consigliera Moretti (Partito Democratico).
Durante l''intervento della consigliera Moretti assume la Presidenza il Vicepresidente Bruno Pigozzo
In discussione generale interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico).
Durante l''intervento della consigliera Zottis assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti
In discussione generale intervengono i consiglieri Bartelle (Movimento 5 Stelle) e Scarabel (Movimento 5 Stelle) che si dichiarano a favore.
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la mozione in oggetto.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Berlato, Barison, Donazzan, Casali, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Bartelle, Brusco, Scarabel, Negro, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Valdegamberi, Villanova
Hanno votato no:
Ferrari, Azzalin, Fracasso, Moretti, Pigozzo, Ruzzante, Sinigaglia, Zanoni, Zottis
Astenuti:
Punto n. 10) all'ordine del giorno
Mozione presentata dai consiglieri Bassi, Conte, Negro e Casali relativa a "La Regione Veneto non vanifichi il lavoro svolto e le risorse economiche impegnati per il piano faunistico-venatorio 2014-2019, riapprovandolo" (Mozione n. 10) RESPINTA [RESOCONTO]
Interviene la consigliera Negro (Il Veneto del Fare) che illustra la mozione in oggetto.
In discussione generale intervengono i consiglieri Possamai (Liga Veneta – Lega Nord), Berlato (Fratelli d'Italia – AN – Movimento per la cultura rurale) che si dichiara contrario, Azzalin (Partito Democratico), Zanoni (Partito Democratico) che si dichiarano a favore, Rizzotto (Zaia Presidente) che si dichiara contraria e Negro (Il Veneto del Fare) in sede di replica.
In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Berlato (Fratelli d'Italia – AN – Movimento per la cultura rurale), Possamai (Liga Veneta – Lega Nord) che dichiarano voto contrario, Casali (Lista Tosi per il Veneto), Azzalin (Partito Democratico) e Scarabel (Movimento 5 Stelle) che dichiarano voto favorevole.
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la mozione in oggetto.
Il Consiglio non approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato si:
Ferrari, Casali, Bartelle, Berti, Brusco, Scarabel, Azzalin, Fracasso, Moretti, Pigozzo, Ruzzante, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera, Negro
Hanno votato no:
Berlato, Barison, Giorgetti, Guadagnini, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Valdegamberi, Villanova
Astenuti:
Punto n. 11) all'ordine del giorno
Mozione presentata dai consiglieri Montagnoli, Finco, Rizzotto, Villanova, Gidoni, Boron, Sandonà, Fabiano Barbisan, Brescacin, Semenzato, Finozzi, Calzavara, Valdegamberi, Possamai, Berti, Scarabel, Bartelle e Brusco relativa a "Chiusura uffici postali periferici: Poste Italiane si sieda al tavolo con Regione e enti locali" (Mozione n. 11) (Deliberazione n. 49/2015) [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Montagnoli (Liga Veneta – Lega Nord) che illustra la mozione in oggetto.
Durante l''intervento del consigliere Montagnoli assume la Presidenza il Vicepresidente Massimo Giorgetti
In discussione generale intervengono i consiglieri Pigozzo (Partito Democratico), Valdegamberi (Zaia Presidente), Casali (Lista Tosi per il Veneto), Dalla Libera (Veneto Civico), Barison (Forza Italia) che la condividono e Brusco (Movimento 5 Stelle) che chiede di sottoscriverla a nome dell'intero gruppo.
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la mozione in oggetto.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Ferrari, Berlato, Barison, Donazzan, Giorgetti, Guadagnini, Casali, Coletto, Finco, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Bartelle, Berti, Brusco, Scarabel, Azzalin, Fracasso, Moretti, Ruzzante, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Valdegamberi, Villanova
Hanno votato no:
Astenuti:
Punto n. 12) all'ordine del giorno
Mozione presentata dai consiglieri Bartelle, Berti, Scarabel, Brusco, Azzalin, Moretti, Ruzzante, Fracasso, Pigozzo, Sinigaglia, Zanoni e Zottis relativa a "Crediti vantati dai consorzi di bonifica verso la Regione Veneto" (Mozione n. 12) (Deliberazione n. 50/2015) [RESOCONTO]
Interviene la consigliera Bartelle (Movimento 5 Stelle) che illustra la mozione in oggetto.
Durante l''intervento della consigliera Bartelle assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti
In discussione generale intervengono i consiglieri Azzalin (Partito Democratico) che chiede di sottoscriverla a nome dell'intero gruppo, Valdegamberi (Zaia Presidente), Brusco (Movimento 5 Stelle) che chiede di sottoscriverla a nome dell'intero gruppo, l'assessore Forcolin (Liga Veneta – Lega Nord) che propone di emendarla e la consigliera Bartelle (Movimento 5 Stelle) che accoglie la modifica proposta.
Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 18.30 per permettere di formalizzare l'emendamento annunciato.
La seduta riprende alle ore 18.36.
L'emendamento n. A1 posto in votazione, col sistema elettronico, è approvato.
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la mozione in oggetto come emendata.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Ferrari, Berlato, Barison, Donazzan, Giorgetti, Guadagnini, Casali, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Bartelle, Berti, Brusco, Scarabel, Azzalin, Fracasso, Moretti, Ruzzante, Zanoni, Dalla Libera, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Valdegamberi, Villanova
Hanno votato no:
Astenuti:
Sinigaglia
Punto n. 13) all'ordine del giorno
Mozione presentata dai consiglieri Berlato, Barison, Donazzan, Giorgetti, Finco, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finozzi, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Rizzotto, Michieletto, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Sandonà, Valdegamberi, Villanova e Guadagnini relativa a "La scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti quali l'ideologia Gender" (Mozione n. 13) (Deliberazione n. 51/2015) [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Berlato (Fratelli d'Italia – AN – Movimento per la cultura rurale) che illustra la mozione in oggetto.
In discussione generale intervengono l'assessora Donazzan (Forza Italia) che la condivide, i consiglieri Moretti (Partito Democratico) che non la condivide, Valdegamberi (Zaia Presidente) che la condivide, Barison (Forza Italia) che chiede di sottoscriverla a nome dell'intero gruppo, Barbisan Riccardo (Liga Veneta – Lega Nord) che chiede di sottoscriverla a nome del proprio gruppo e del gruppo Zaia Presidente, Fracasso (Partito Democratico) che non la condivide, Casali (Lista Tosi per il Veneto) che si dichiara favorevole, Berti (Movimento 5 Stelle) che si dichiara contrario, Guadagnini (Indipendenza Noi Veneto) che dichiara di sottoscriverla e comunica che ritira la propria mozione n. 14 inerente lo stesso argomento e Sinigaglia (Partito Democratico) che non la condivide.
Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la mozione in oggetto.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Berlato, Barison, Donazzan, Guadagnini, Casali, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Finco, Forcolin, Marcato, Montagnoli, Possamai, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Valdegamberi, Villanova
Hanno votato no:
Ferrari, Berti, Brusco, Scarabel, Fracasso, Moretti, Ruzzante, Sinigaglia, Zanoni
Astenuti:
Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.
Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.
La seduta termina alle ore 19.28.
Consiglieri presenti:
AZZALIN Graziano
|
LANZARIN Manuela
|
BARBISAN Riccardo
|
MARCATO Roberto
|
BARISON Massimiliano
|
MICHIELETTO Gabriele
|
BARTELLE Patrizia
|
MONTAGNOLI Alessandro
|
BERLATO Sergio Antonio
|
MORETTI Alessandra
|
BERTI Jacopo
|
NEGRO Giovanna
|
BORON Fabrizio
|
PIGOZZO Bruno
|
BOTTACIN Gianpaolo Enrico
|
POSSAMAI Gianpiero
|
BRESCACIN Sonia
|
RIZZOTTO Silvia
|
BRUSCO Manuel
|
RUZZANTE Piero
|
CALZAVARA Francesco
|
SANDONA' Luciano
|
CASALI Stefano
|
SCARABEL Simone
|
CIAMBETTI Roberto
|
SEMENZATO Alberto
|
COLETTO Luca
|
SINIGAGLIA Claudio
|
CONTE Maurizio
|
VALDEGAMBERI Stefano
|
DALLA LIBERA Pietro
|
VILLANOVA Alberto
|
DONAZZAN Elena
|
ZANONI Andrea
|
FERRARI Franco
|
ZORZATO Marino
|
FINCO Nicola Ignazio
|
ZOTTIS Francesca
|
FINOZZI Marino
|
|
FORCOLIN Gianluca
|
|
FRACASSO Stefano
|
|
GEROLIMETTO Nazzareno
|
|
GIDONI Franco
|
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GIORGETTI Massimo
|
|
GUADAGNINI Antonio
|
|
GUARDA Cristina
|
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|
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Antonio GUADAGNINI |
|
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|
IL PRESIDENTE Roberto CIAMBETTI |
|
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N.B. L'emendamento indicato nel processo verbale è consultabile presso l'Unità
Assemblea
PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Giuseppe Migotto
Elaborazione testo a cura di Elisabetta Fabris