ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 19/01/2021 n. 10

Resoconto 10a Seduta pubblica
Martedì, 19 gennaio 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
 
La Seduta inizia alle ore 14.07
 
 

PRESIDENTE

Invito tutti i colleghi, sia in Aula che negli uffici, ad accedere a Concilium e marcare la presenza.
Bene, iniziamo la seduta odierna.
Diamo inizio alla 10a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 528 del 14 gennaio 2021.
PUNTO
1
 
   

APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 5a seduta pubblica di martedì 15 dicembre 2020, della 6a seduta pubblica di mercoledì 16 dicembre 2020, della 7a seduta pubblica di giovedì 17 dicembre 2020 e dell'8a seduta pubblica di venerdì 18 dicembre 2020.
PUNTO
2
 
   

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
I congedi sono concessi.
PUNTO
3
 
   

INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4
 
   

RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Partiamo con le interrogazioni.
L'assessora Lanzarin e l'assessore Bottacin sono impossibilitati ad essere presenti, quindi oggi le risposte arriveranno dai colleghi Calzavara ed Elisa De Berti.

Interrogazione a risposta immediata n. 3 del 20 ottobre 2020 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "RIMBORSI PER SOSPENSIONE DELL'EROGAZIONE GRATUITA DI FARMACI DI CATEGORIA C A FAVORE DELLE PERSONE IN ASSISTENZA DOMICILIARE MEDICA INTEGRATA: LA GIUNTA REGIONALE COME PROVVEDERÀ?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che la sottoscritta Consigliera, nel mese di aprile dell'anno in corso, ebbe a rilevare - e a notiziare sul punto la Giunta regionale - circa l'avvenuta sospensione da parte del Distretto Ovest dell'ULSS n. 8 Berica dell'erogazione gratuita dei farmaci di fascia C destinati alle persone in regime Assistenza domiciliare medica integrata (ADIMED).
Preso atto che:
con propria comunicazione, il Direttore generale dell'ULSS in premessa ha recentemente notiziato la sottoscritta interrogante dell'avvenuta riattivazione del servizio attraverso l'erogazione dei farmaci di fascia C direttamente al domicilio degli assistiti in occasione degli accessi del personale infermieristico;
la sospensione del servizio di che trattasi era determinata dallo stato di contingenza sanitaria e dall'impossibilità, a normativa vigente, di provvedervi attraverso la ricetta dematerializzata.
Rilevato che durante i mesi di sospensione dell'erogazione, i pazienti del Distretto Ovest hanno dovuto provvedere con proprie risorse a coprire il costo dei farmaci necessari per la prosecuzione delle cure.
Considerato che è pertanto necessario, al fine di ripristinare compiutamente il concreto diritto alla salute, che si intervenga con il rimborso/restituzione delle somme direttamente sostenute sia dai pazienti del Distretto Ovest dell'ULSS n. 8 Berica sia per i casi, non noti o direttamente riscontrati dalla sottoscritta Consigliera, di sospensione dell'omologo servizio presso altre ULSS.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
interroga l'Assessore regionale alla Sanità e al Sociale
per sapere come, anche in relazione a sospensioni dell'erogazione gratuita di farmaci di categoria C eventualmente avvenute presso altre ULSS oltre all'ULSS Berica, si procederà al rimborso/restituzione delle somme direttamente versate dalle persone in ADIMED per procurarsi i farmaci in questione".

PRESIDENTE

Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Desidero solo brevemente presentare questa interrogazione perché in realtà siano anche informati quest'Aula e tutti i Consiglieri delle difficoltà riscontrate in piena emergenza Covid dai pazienti che usufruiscono dell'assistenza domiciliare medica e che, quindi, presentano malattie rare, patologie tali da richiedere non soltanto un intervento di assistenza domiciliare, ma anche da vedere riconosciuta gratuitamente l'erogazione di alcuni farmaci che, invece, in regime ordinario sono a pagamento, farmaci di fascia A e farmaci di fascia C.
Questi cittadini hanno più volte sollecitato anche l'Assessorato competente, già dal mese di marzo, per l'impossibilità di accedere gratuitamente a questi farmaci per un difetto di forma in alcuni distretti delle nostre ASL, un difetto dovuto ad una mancata traduzione, in termini proprio digitali, della possibilità di spuntare la gratuità del farmaco, di fascia C in questo caso, che questi pazienti possono ricevere gratuitamente.
Questo ha creato un cortocircuito, nel senso che da marzo fino a quando ad ottobre finalmente nell'ultimo distretto, praticamente corrispondente all'ex USL 5, ossia la parte della ULSS 8 Berica che corrisponde a Valdagno e Arzignano, fino ad arrivare appunto all'area Berica, tante famiglie hanno segnalato l'impossibilità di ricevere gratuitamente i farmaci e fino a quando non è stata sistemata questa situazione, hanno dovuto pagare di tasca propria farmaci che dovevano avere gratuitamente. E sono famiglie che molto di più sono assoggettate a dei costi maggiori di gestione appunto delle necessità quotidiane e tanto più in un'epoca in cui l'emergenza Covid ha messo a repentaglio anche la sicurezza economica di queste, per cui ho chiesto un intervento anche per provvedere a un rimborso.

PRESIDENTE

Grazie. Per la risposta, come dicevo prima, l'assessore Calzavara.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)

La Regione del Veneto, con deliberazione della Giunta regionale n. 5273 del 29.12.1998 - Linee guida regionali sull'attivazione delle varie forme di A.D.I., con particolare riferimento all'A.D.I. ex allegato "H" del D.P.R. n. 484/96 e art.32 punto 2 lett.a del D.P.R. n.613/96: ADIMED e relative previsioni di fabbisogno assistenziale. Direttive regionali sulla fornitura ed erogazione dei farmaci in ADIMED -, nel definire disposizioni sulla fornitura e la distribuzione dei farmaci in ADIMED, ha previsto due modelli organizzativi alternativi, rimandando al Direttore Generale di ciascuna Azienda ULSS di valutare, in termini di costi e benefici, la scelta di ricorrere - o alla farmacia ospedaliera per l'approvvigionamento dei farmaci e
al personale del distretto per la relativa consegna a domicilio; - o alle farmacie territoriali convenzionate col SSN, tanto per l'approvvigionamento dei farmaci quanto per la consegna dei medesimi a domicilio del paziente.

Va altresì precisato che la suddetta delibera fondava la possibilità di ricorrere ad una delle due modalità di erogazione in considerazione della proposta avanzata dall'allora Rappresentanza sindacale delle farmacie UNIFARVE (ora Federfarma Veneto), di cui all'Allegato 2, che prevedeva per i farmaci uno sconto fisso pari al 5% sul prezzo esposto al pubblico, comprensivo anche della consegna del farmaco a domicilio del paziente, previ i necessari contatti.

Posto che l'ADIMED si pone come alternativa al ricovero ospedaliero, i farmaci oggetto di fornitura sono quelli inclusi nel Prontuario Terapeutico Aziendale (PTA) dell'Azienda sanitaria, ovvero l'elenco dei farmaci necessari e utilizzati in ospedale e nelle strutture territoriali afferenti alla stessa. Nell'elenco dei farmaci erogabili in ADIMED, possono altresì essere ricompresi farmaci di fascia C (inclusi eventuali prodotti da banco), la cui spesa tuttavia non può superare il 10% della spesa totale sostenuta per i farmaci nell'ambito del programma complessivo ADIMED, attivato a livello dell'Azienda ULSS, secondo quanto
disposto dalla suddetta DGR n.5273/1998.

Gli interventi normativi successivi - da ultimo il DPCM 12.1.2017 di Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 agli artt.9 e 22 - hanno previsto che le regioni debbano garantire attraverso i propri servizi territoriali e ospedalieri i medicinali necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare.

Pertanto nel tempo, in adeguamento alle disposizioni normative vigenti, la maggior parte della Aziende sanitarie, sulla base della propria organizzazione territoriale, ha previsto l'erogazione in distribuzione diretta dei farmaci del PTA attraverso i distretti o le farmacie ospedaliere ai pazienti in ADIMED, ivi inclusi i farmaci di fascia C, laddove considerati indispensabili ed insostituibili per il paziente.

Al riguardo si richiamano le disposizioni ribadite con la recente DGR n. 864 del 30.6.2020 - DPCM 12 gennaio 2017: ridefinizione di percorsi prescrittivi e autorizzativi per l'erogazione di trattamenti indispensabili e insostituibili riconducibili ai Livelli Essenziali di Assistenza -, che richiama il ruolo delle Commissioni Terapeutiche Aziendali (CTA) di cui alla DGR n. 36 del 21.1.2019, sulla necessità di mantenere aggiornato il PTA, anche in riferimento ai farmaci necessari ai pazienti assistiti in ADIMED, di monitorare i consumi e la spesa nonché di attivare le indispensabili azioni di governo sull'appropriatezza prescrittiva specie in relazione all'erogazione gratuita dei farmaci di fascia C.

La suddetta delibera ribadisce, altresì, che il medico, ai fini della prescrizione dei trattamenti a favore dei pazienti in ADIMED, nel tener conto dell'elenco dei prodotti disponibili nel PTA dei farmaci, dovrà precisare, relativamente ai medicinali di fascia C che trattasi di prodotti indispensabili ed insostituibili.

Premesso che presso il Distretto Ovest dell'Azienda ULSS 8, l'erogazione dei farmaci di fascia C per i pazienti in ADIMED avveniva attraverso le farmacie convenzionate, secondo le modalità organizzative previste dalla sopra richiamata D.G.R. n.5273 del 29.12.1998, in merito a quanto segnalato, la stessa Azienda ULSS 8 con nota prot. n. 113933 del 24.11.2020, ha riscontrato quanto segue:

in corso di emergenza sanitaria, data l'impossibilità secondo normativa vigente di prescrivere i farmaci di fascia C con ricetta dematerializzata, è stata sospesa l'erogazione di tali farmaci;

dal 15 ottobre 2020, è stato attivato un percorso di erogazione diretta dei farmaci di fascia C che
garantisce la consegna al domicilio degli assistiti in occasione degli accessi de personale infermieristico;

considerato che, nei mesi di sospensione del servizio, i pazienti del Distretto Ovest hanno dovuto provvedere con proprie risorse a coprire il costo dei farmaci di fascia C necessari per la continuità delle cure, si ritiene di garantire il rimborso della spesa farmaceutica direttamente sostenuta dai pazienti, per i farmaci di fascia C, inclusi nel PTA a seguito di presentazione di documentazione attestante l'effettiva spesa sostenuta nel predetto periodo;

sarà cura dell'Azienda stessa informare i pazienti, per il tramite dei MMG, sulle modalità di
rimborso.

È stato altresì richiesto un approfondimento sulle modalità organizzative di erogazione dei medicinali necessari per i pazienti in ADIMED, presso tutte la Aziende sanitarie: è emerso che in corso di emergenza sanitaria, non sono stati sospesi i trattamenti necessari per i pazienti in ADIMED. Limitatamente al Distretto 4 dell'Azienda ULSS 9 Scaligera, nei mesi di aprile e maggio, a causa della conversione dell'Ospedale di Villafranca in COVID Hospital con la necessaria chiusura degli accessi al pubblico, è stata ridotta la distribuzione diretta ai soli farmaci di esclusivo uso ospedaliero ed è stata prevista l'erogazione dei soli farmaci di fascia A attraverso le farmacie, garantendo tuttavia l'erogazione a tutti i pazienti non autosufficienti e soli anche dei farmaci di fascia C.

Tutto ciò premesso, le aziende sanitarie sopra riportate, sono disponibili a prevedere il rimborso della spesa farmaceutica direttamente sostenuta dai pazienti per i farmaci di fascia C, a seguito di presentazione di documentazione attestante l'effettiva spesa sostenuta nel predetto periodo, secondo le organizzazioni ed i percorsi previsti da ciascuna Azienda ULSS."

Ass.re Francesco CALZAVARA

Buongiorno a tutti.
Salto una pagina di spiegazioni di quello che è il percorso che ha portato poi la Giunta a fare determinati provvedimenti.
Premesso che presso il Distretto Ovest dell'azienda ASL 8, l'erogazione dei farmaci di fascia C per i pazienti in ADIMED avveniva attraverso le farmacie convenzionate secondo le nuove modalità organizzative previste dalla sopra richiamata DGR 5273 del 29 dicembre 1998, in merito a quanto segnalato la stessa azienda ASL 8, con nota protocollata n. 113933 del 24.11.2020, ho riscontrato quanto segue: in corso di emergenza sanitaria, data l'impossibilità, secondo normativa vigente, di prescrivere i farmaci di fascia C con ricetta dematerializzata, è stata sospesa l'erogazione di tali farmaci. Dal 15 ottobre 2020 è stato attivato un percorso di erogazione diretta dei farmaci di fascia C che garantisce la consegna al domicilio degli assistiti in occasione degli accessi del personale infermieristico.
Considerato che nei mesi di sospensione del servizio i pazienti del Distretto Ovest hanno dovuto provvedere con proprie risorse a coprire il costo dei farmaci di fascia C, necessari per la continuità delle cure, si ritiene di garantire il rimborso della spesa farmaceutica direttamente sostenuta dai pazienti per i farmaci di fascia C inclusi nel PTA a seguito di presentazione di documentazione attestante l'effettiva spesa sostenuta nel predetto periodo. Sarà cura dell'azienda stessa informare i pazienti per il tramite dell'MMG sulle modalità di rimborso.
È stato, altresì, richiesto un approfondimento sulle modalità organizzative di erogazione dei medicinali necessari per i pazienti in ADIMED presso tutte le aziende sanitarie, è emerso che in corso di emergenza sanitaria non sono stati sospesi i trattamenti necessari per i pazienti in ADIMED.
Limitatamente al Distretto 4 dell'ASL 9 Scaligera, nei mesi di aprile e maggio, a causa della conversione dell'ospedale di Villafranca in Covid Hospital con la necessaria chiusura degli accessi al pubblico, è stata ridotta la distribuzione diretta ai soli farmaci di uso ospedaliero ed è stata prevista l'erogazione dei soli farmaci di fascia A attraverso le farmacie, garantendo tuttavia l'erogazione a tutti i pazienti non autosufficienti e soli anche dei farmaci di fascia C.
Tutto ciò premesso le Aziende Sanitarie sopra riportate sono disponibili a prevedere il rimborso della spesa farmaceutica direttamente sostenuta dai pazienti per i farmaci di fascia C, a seguito di presentazione di documentazione attestante l'effettiva spesa sostenuta nel predetto periodo secondo le organizzazioni e i percorsi previsti da ciascuna azienda ASL.
C'è poi naturalmente a disposizione l'altra pagina che spiega tutto il percorso che ha portato a questo tipo di soluzione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Guarda per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Allora, vorrei dire che anzitutto apprezzo che finalmente ad ottobre la situazione sia stata contenuta e risolta, apprezzo che sia stato previsto il rimborso, cosa che, appunto, era oggetto di questa interrogazione e che evidentemente ha visto l'inizio della pubblicizzazione a partire dallo scorso mese all'interno del Distretto Ovest dell'ULSS 8 Berica e apprezzo anche il fatto che sia stata fatta una verifica da parte dell'Assessorato anche nelle altre ASL, rilevando appunto le difficoltà come sopra.
Tuttavia, mi sento di ribadire un concetto: non è possibile che, dopo le segnalazioni che sono arrivate dai cittadini già a marzo e anche dai Consiglieri ad aprile e a maggio dell'anno scorso, non si sia verificata immediatamente la situazione e si sia dato poi, invece, seguito ad una soluzione esclusivamente sei mesi dopo, con sei mesi di disservizio ai cittadini.
Il secondo aspetto che ritengo doveroso andare a sottolineare è che c'è bisogno, alla luce del fatto che questa pubblicizzazione per mezzo del medico di base è stata avviata nello scorso mese ed è stata data informativa lo scorso mese e verificando che molti medici di base e molti pazienti non sono ancora coscienti di questo – perché personalmente mi sto occupando di questa informazione già in queste settimane – ritengo che sia più opportuno dare un'informazione un po' più determinata e un po' più forte, per cui esorto anche l'Assessorato a sollecitare l'ULSS in modo tale che a tutti i pazienti venga data direttamente notizia di questa possibilità.
Detto questo, ringrazio per le parti positive che rilevo e ribadisco che sei mesi sono forse un po' troppi, specie in questa epoca di emergenza e questa cosa è da rilevare e da tenere come una nota negativa su cui andare, invece, a riorganizzare quelle correzioni che necessitano di un'immediata azione nelle nel prossimo futuro e che spero non si verificheranno in altre realtà.

PRESIDENTE

Passiamo all'IRI n. 7.

Interrogazione a risposta immediata n. 7 del 27 ottobre 2020 presentata dai consiglieri Montanariello e Zottis relativa a "NUOVA EMERGENZA COVID-19: LA GIUNTA REGIONALE INTENDE FARE CHIAREZZA SULLA SITUAZIONE DELL'OSPEDALE DI DOLO?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
nella prima fase dell'emergenza sanitaria, l'ospedale di Dolo è diventato un centro Covid-19. Di conseguenza interi reparti, visite ambulatoriali, interventi chirurgici, terapie oncologiche ed esami clinici sono stati trasferiti in altre strutture, creando inevitabili disagi al personale sanitario e ai cittadini. Con la fine dell'emergenza nella suddetta struttura, pur tra molte difficoltà, stava riprendendo l'attività ordinaria;
con il crescente aumento dei contagi da Covid-19 delle ultime settimane, la Giunta del Comune di Dolo ha pubblicamente espresso grande preoccupazione sulla situazione dell'ospedale della città. Il timore è che il nosocomio torni ad essere un centro Covid-19, con ulteriori ricadute sulle prestazioni sanitarie ordinarie. In particolare l'amministrazione fa sapere di aver chiesto già nell'aprile scorso un formale impegno della Regione sulla situazione dell'ospedale nel post Covid, senza ottenere alcun risconto. Precisa inoltre che: "Non sappiamo, nonostante ci sia stato il tempo per prepararsi, se Regione e Azienda abbiano provveduto a rendere i posti letto dedicati meno "precari", così da non inibire completamente tutte le funzioni ordinarie dell'ospedale" (...) "riguardo alla dotazione di ventilatori, macchinari per processare velocemente i tamponi, personale in numero adeguato per non portare allo stremo medici e infermieri, come già accaduto. Ci auguriamo che il nostro appello, insieme a quelli dei lavoratori dell'ospedale di Dolo e dei sindacati, non sia lasciato cadere nel vuoto e che la situazione che si presenterà non sia la stessa della scorsa primavera. Aspettiamo da aprile un formale impegno da parte della Regione per il post Covid del nostro ospedale".
Tenuto conto che l'ospedale di Dolo rappresenta un presidio sanitario essenziale per un ampio territorio comprendente dieci comuni con un bacino di utenza di circa centoventimila abitanti.
Ritenuto che:
da lunghi mesi i cittadini e il personale sanitario dell'ospedale di Dolo vivono una situazione di grande incertezza e pertanto chiedono alle istituzioni rassicurazioni per un ritorno alla normale operatività della struttura;
nella nuova fase di emergenza sanitaria sia necessario che la Regione coinvolga maggiormente le amministrazioni locali nella riorganizzazione dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti consiglieri
chiedono all'Assessore regionale alla Sanità
se nella nuova fase di emergenza da Covid-19 intende fare chiarezza sulla situazione dell'ospedale di Dolo, dando risposta alle crescenti preoccupazioni delle amministrazioni locali, del personale sanitario e dei cittadini".

PRESIDENTE

Intende presentarla? Bene, Montanariello ha la parola.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, anticipo che è un'interrogazione datata 27 ottobre quindi, se può sembrare obsoleto quello che discuto, è perché è datata a tre mesi fa, però la ritengo comunque importante e, sotto alcuni aspetti, attuale.
Premesso che nella prima fase dell'emergenza sanitaria l'ospedale di Dolo è diventato un centro Covid-19, di conseguenza interi reparti, visite ambulatoriali, interventi chirurgici, terapie oncologiche ed esami clinici sono stati trasferiti in altre strutture, creando inevitabili disagi al personale sanitario e ai cittadini.
Con la fine dell'emergenza nella suddetta struttura, pur tra molte difficoltà, stava riprendendo l'attività ordinaria, ma con il crescente aumento dei contagi di Covid 19 delle ultime settimane – ed è qui che mi riferivo che era stata fatta ad ottobre – la Giunta del Comune di Dolo ha pubblicamente espresso grande preoccupazione sulla situazione dell'ospedale della città: il timore è che il nosocomio torni ad essere un centro Covid, con ulteriori ricadute sulle prestazioni sanitarie ordinarie. In particolare, l'Amministrazione fa sapere di aver già chiesto, nell'aprile dello scorso anno, un formale impegno alla Regione sulla situazione dell'ospedale nel post Covid, senza ottenere alcun riscontro.
Preciso, inoltre, che non sappiamo, nonostante ci sia stato il tempo di prepararsi, Regione e Azienda abbiano provveduto a rendere i posti letto dedicati meno precari, così da non inibire completamente tutte le funzioni ordinarie dell'ospedale riguardo alla dotazione dei ventilatori e macchinari per processare velocemente i tamponi, personale in numero adeguato, per non portare allo stremo medici ed infermieri, come già accaduto.
Ci auguriamo che il nostro appello, insieme a quelli dei lavoratori dell'ospedale di Dolo e dei sindacati, non sia lasciato cadere nel vuoto e che la situazione che si presenterà non sia la stessa della scorsa primavera. "Aspettiamo da aprile un formale impegno da parte della Regione per il post Covid del nostro ospedale": questo è quello che dichiarava la Giunta di Dolo.
Tenuto conto che l'ospedale di Dolo rappresenta un presidio sanitario essenziale...

PRESIDENTE

Collega, lei ha due minuti per presentarla.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Allora chiudo, Presidente. Mi scusi, ha ragione.
Si chiede se nella nuova fase emergenziale del Covid si intende fare chiarezza sulla situazione dell'Ospedale di Dolo, dando una risposta alle crescenti preoccupazioni delle Amministrazioni locali.

PRESIDENTE

Grazie. Risponde l'assessora De Berti. Prego, Vicepresidente De Berti.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)

Con Delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 è stato dichiarato lo stato di emergenza sul territorio nazionale a seguito del rischio sanitario da coronavirus. Dopo tale provvedimento, sono state adottate ulteriori disposizioni a livello nazionale per assicurare la riorganizzazione dell'assistenza sanitaria e fronteggiare l'emergenza COVID -19.

In data 15 marzo 2020, l'Unità di crisi istituita con decreto del Presidente della Regione n. 23/2020, ha elaborato e approvato il Piano di Emergenza Ospedaliera COVID-19 del Veneto, prevedendo un incremento dell'offerta di posti letto aggiuntivi e l'individuazione di ospedali interamente dedicati a pazienti COVID- 19, con il necessario trasferimento e ricollocazione dei pazienti da detti ospedali ad altri ospedali del Servizio Sanitario Regionale.

Il Presidio Ospedaliero di Dolo è stato indicato dalla Regione Veneto quale Covid Hospital e, a tale proposito, dal mese di marzo 2020 è stato riorganizzato per il ricovero dei pazienti affetti da coronavirus tramite la conversione di reparti di Medicina Interna, Pneumologia e Cardiologia, oltre all'allestimento di 22 posti letto di Terapia Intensiva.

Alla fine della prima ondata pandemica, dal mese di maggio 2020, l'Ospedale ha recuperato gradualmente l'assetto organizzativo con la ripresa delle attività ordinarie, pur mantenendo la possibilità di ricoverare pazienti affetti da Covid-19 presso il reparto di Medicina Interna.

Come affermato dal Direttore Generale dell'Azienda Ulss 3 Serenissima, interpellato sul punto, inadempimento alle disposizioni regionali sull'emergenza pandemica, sono state acquisite ulteriori strumentazioni oggetto anche di formazione specifica per il personale sanitario per garantire il loro corretto utilizzo.

Secondo l'Azienda sanitaria, con la seconda ondata epidemica e la conseguente crescita della domanda di ricovero per Covid-19, l'Ospedale ha ripreso progressivamente la configurazione di Covid Hospital, mantenendo nel rispetto delle indicazioni regionali, le attività ambulatoriali di Nefrologia ed Emodialisi ed una quota di posti letto per pazienti negativizzati.
Le attività chirurgiche e le attività di degenza ostetrico-ginecologica e punto nascita sono state temporaneamente trasferite all'Ospedale di Mirano, come avvenuto nella scorsa primavera.

La Terapia Intensiva di Dolo, invece, è stata attrezzata come previsto dalla Delibera della Giunta Regionale 5 maggio 2020 n. 552 che ha approvato il "Piano emergenziale ospedaliero di preparazione e risposta ad eventi epidemici".

Infine, nel reparto Covid-19 il personale è stato integrato al fine di fronteggiare il maggior carico assistenziale ed è stato dotato delle attrezzature e dei dispositivi necessari per assistere i pazienti affetti da coronavirus.

Al termine della fase pandemica, nel rispetto delle ulteriori e successive disposizioni regionali, è previsto un graduale ripristino della consueta operatività ospedaliera.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Con delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, è stato dichiarato lo stato di emergenza sul territorio nazionale, a seguito del rischio sanitario da coronavirus. Dopo tale provvedimento, sono state adottate ulteriori disposizioni a livello nazionale per assicurare la riorganizzazione dell'assistenza sanitaria e fronteggiare l'emergenza Covid-19. In data 15 marzo 2020 l'Unità di crisi, istituita con decreto del Presidente della Regione 23 del 2020, ha elaborato e approvato il piano di emergenza ospedaliera Covid-19 del Veneto, prevedendo un incremento dell'offerta di posti letto aggiuntivi e l'individuazione di ospedali interamente dedicati a pazienti Covid, con il necessario trasferimento e ricollocazione dei pazienti da detti ospedali ad altri ospedali del Servizio sanitario regionale.
Il presidio ospedaliero di Dolo è stato indicato dalla Regione del Veneto quale Covid Hospital e, a tale proposito, dal mese di marzo 2020 è stato riorganizzato per il ricovero dei pazienti affetti da coronavirus, tramite la conversione di reparti di medicina interna, pneumologia e cardiologia oltre all'allestimento di 22 posti letto di terapia intensiva.
Alla fine della prima ondata pandemica, dal mese di maggio 2020, l'ospedale ha recuperato gradualmente l'assetto organizzativo con la ripresa delle attività ordinarie, pur mantenendo la possibilità di ricoverare pazienti affetti da Covid presso il reparto di medicina interna.
Come affermato dal Direttore generale dell'azienda ASL 3 Serenissima, interpellato sul punto, e in adempimento alle disposizioni regionali sull'emergenza pandemica, sono state acquisite ulteriori strumentazioni oggetto anche di formazione specifica per il personale sanitario, per garantire il loro corretto utilizzo. Secondo l'azienda sanitaria, con la seconda ondata epidemica e la conseguente crescita della domanda di ricovero per Covid-19, l'ospedale ha ripreso progressivamente la configurazione di Covid Hospital mantenendo, nel rispetto delle indicazioni regionali, le attività ambulatoriali di nefrologia ed emodialisi ed una quota di posti letto per pazienti negativizzati.
Le attività chirurgiche e le attività di degenza ostetrico-ginecologica e il punto nascite sono state temporaneamente trasferiti all'ospedale di Mirano, come è avvenuto nella scorsa primavera. La terapia intensiva di Dolo, invece, è stata attrezzata, come previsto dalla delibera di Giunta regionale 552 del 5 maggio 2020, che ha approvato il piano emergenziale ospedaliero di preparazione e risposta ad eventi epidemici.
Infine nel reparto Covid-19 il personale è stato integrato al fine di fronteggiare il maggior carico assistenziale ed è stato dotato delle attrezzature e dei dispositivi necessari per assistere i pazienti affetti da coronavirus.
Al termine della fase pandemica, nel rispetto delle ulteriori e successive disposizioni regionali, è previsto un graduale ripristino della consueta operatività ospedaliera.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Scusi per prima, Presidente, sui tempi.
Grazie, Assessore. Io la ringrazio per questa risposta, però credo che il grande cruccio di tutto sia che le perplessità espresse dal primo cittadino di Dolo e dall'Amministrazione locale, anche mezzo stampa, risalgono ad una fase antecedente a questa emergenza, a questa seconda ondata che tutti sappiamo bene che ormai non risparmia più, anche in termini gestionali e organizzativi, quelli che sono i nosocomi, quindi l'unica perplessità vera è che, se probabilmente questa risposta fosse arrivata quando è stata presentata l'interpellanza, avremmo sopperito a una carenza che, secondo me, abbiamo palesemente manifestato, avete palesemente manifestato nel momento in cui un'Amministrazione che ad aprile scrive alla Regione dicendo: "Nel mio territorio ho avuto un ospedale Covid, datemi delle risposte su quello che succederà, datemi una risposta su come ci organizzeremo".
Quindi va molto bene, Assessore, ripeto, la risposta che è venuta adesso, ma se la prossima volta un'Amministrazione locale, che ha avuto un centro Covid sul suo territorio, in maniera unitaria chiede alla Regione di capire quello che sta succedendo, capisce che diventa anche – mi permetto di dire – politicamente un po' scorretto non rispondere dopo sei mesi a un Sindaco che manifesta delle perplessità oggettive. A oggi questa risposta probabilmente è importante, ma lo sarebbe stato forse quando ci si avvicinava all'inizio di questa brutta seconda ondata di pandemia e l'ho voluta fare lo stesso perché credo che le preoccupazioni di quell'Amministrazione meritassero, seppure in ritardo, di avere voce in quest'Aula.
Io chiudo dicendo che tutte le volte che risponderete in maniera puntuale a un'Amministrazione che vi interpella per capire e avere un dialogo, io mi riterrò soddisfatto, ma questa volta purtroppo le risposte arrivano dopo otto mesi, quindi non posso ritenermi soddisfatto, non per il merito del contenuto della risposta, ma per la tempistica.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo all'IRI n. 8 di Andrea Zanoni: "Emissioni odorigene moleste con alte concentrazioni di aldeidi in località Mignagola, nel Comune di Carbonera. Quali valutazioni di carattere sanitario state effettuate dall'ULSS 2".
Zanoni, prego. Zanoni aveva chiesto la parola prima. Microfono, Zanoni, non si sente, ma soprattutto aveva chiesto la parola e adesso non la vedo più: se può riprendere su Concilium, grazie. Risolviamo i problemi tecnici e intanto passiamo all'IRI n. 11.

Interrogazione a risposta immediata n. 11 del 4 novembre 2020 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "SEGNALATE DIFFUSE SITUAZIONI DI CARENZA DEL VACCINO ANTINFLUENZALE: QUAL È L'EFFETTIVA SITUAZIONE IN VENETO?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che sono pervenute alla sottoscritta consigliera interrogante diffuse segnalazioni relative alla mancanza delle dosi di vaccino antinfluenzale presso i servizi a ciò deputati (SISP e MMG). Più precisamente, nella maggior parte dei casi, la mancata somministrazione del vaccino è stata fatta risalire alla consegna delle dosi dello stesso in numero inferiore a quello preventivato, ovvero alla mancata consegna, ragion per cui parecchi soggetti, tanti in fascia di priorità per l'accesso gratuito (si pensi ai soggetti over 60, ai donatori di sangue), non hanno potuto beneficiarne.
Rilevato che nella Dgr. n. 1103 del 6 agosto 2020 e pertinente Allegato A, recante "EMERGENZA COVID-19 PIANO EMERGENZIALE PER L'AUTUNNO 2020 ", è specificato il ruolo determinante, nel complesso delle azioni, proprio del vaccino antinfluenzale, tanto che: "Nella prossima stagione influenzale 2020/2021, si rende necessario ribadire l'importanza della vaccinazione antinfluenzale, in particolare nei soggetti ad alto rischio di tutte le età, per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra COVID-19 e Influenza. [...] La vaccinazione antinfluenzale può essere offerta gratuitamente anche nella fascia d'età 60-64 anni. È fondamentale nella strategia di sanità pubblica la vaccinazione antinfluenzale di tutti gli operatori sanitari, in tutte le occasioni possibili. Particolare attenzione va rivolta agli anziani istituzionalizzati in strutture residenziali o di lungo degenza, per i quali si rafforza l'indicazione alla vaccinazione e per tutti i soggetti con patologie croniche. Gli obiettivi di copertura, per tutti i gruppi target, sono il 75% come obiettivo minimo perseguibile e il 95% come obiettivo ottimale".
Rilevato che con comunicato n. 1359 del 10 ottobre 2020, la Giunta regionale rendeva noto che "la campagna vaccinale antinfluenzale della Regione Veneto partirà ufficialmente e a pieno regime il 12 ottobre prossimo, utilizzando 1 milione 320 mila dosi, per la gran parte già distribuite, contro le circa 800 mila acquistate l'anno scorso.";
Considerato che quelli sopra riportati sono in effetti numeri di un certo rilievo, e che, tuttavia, parrebbero scontare una certa insufficienza, stanti le segnalazioni pervenute e di cui sopra, rispetto alla capacità di raggiungimento anche del solo obiettivo minimo del 75% con riferimento al gruppo target degli over 60. Si tratta appunto di una situazione che, verificatane la portata e la diffusione, potrebbe porre in serio rischio il funzionamento della strategia del Piano emergenziale per l'autunno 2020;
Appreso che Il Mattino di Padova, edizione odierna, riporta la denuncia di Federfarma con riferimento all'assenza o all'esiguo numero di dosi del vaccino presso le farmacie.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
interroga l'Assessore regionale alla Sanità e al Sociale
per sapere rispetto a quanto esposto in premessa quali verifiche e quali conseguenti interventi sono previsti al fine di garantire l'effettivo funzionamento e l'eventuale correzione in corso d'opera dei piani regionali sopra indicati anche con specifico riguardo alla fornitura gratuita dei vaccini".

PRESIDENTE

Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Premesso che a me, come immagino a tutti i Consiglieri in quest'Aula, sono arrivate diverse segnalazioni relative alla mancanza delle dosi di vaccino antinfluenzale presso i servizi a ciò deputati, più precisamente nella maggior parte dei casi la mancata somministrazione del vaccino è stata fatta risalire alla consegna delle dosi dello stesso in numero inferiore rispetto a quello preventivato oppure alla mancata consegna, ragion per cui parecchi soggetti, tanti in fascia di priorità per l'accesso gratuito – si pensi agli over 60 o ai donatori di sangue – non hanno potuto beneficiarne.
Rilevo poi ciò che è definito all'interno della DGR 1103 del 6 agosto 2020, recante appunto all'allegato A le specifiche rispetto alla gestione emergenziale delle misure per il contrasto dell'influenza in un'epoca emergenziale come quella Covid e rilevo soprattutto ciò che la Giunta, sì, ha messo in atto e ha previsto nel piano. Considerato che quelli sopra riportati sono numeri di vaccini che sono stati evidentemente richiesti, ma che parrebbero scontare una certa insufficienza, stanti le segnalazioni e stante anche l'aumento dei soggetti per i quali era stata prevista la riapertura della gratuità nell'accesso, appunto, al vaccino antinfluenzale, quindi con un aumento considerevole di soggetti, dato che è stata abbassata l'età (per esempio, gli over 60).
Appreso anche dai giornali le denunce di Federfarma con riferimento all'assenza o all'esiguo numero di dosi di vaccino, ho chiesto alla Giunta e all'Assessorato alla Sanità e al Sociale di sapere, rispetto a quanto esposto, quali verifiche e quali conseguenti interventi sono previsti e, direi, a questo punto, quelli che sono stati fatti.

PRESIDENTE

Grazie. Per la risposta, l'assessore Calzavara, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)

Riguardo alle difficoltà di sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale stagionale, si precisa che la campagna vaccinale in corso ha registrato una straordinaria adesione da parte della popolazione e conseguentemente una richiesta di vaccinazione eccezionale rispetto agli scorsi anni.

Per far fronte a questa scenario, solo in parte prevedibile, la Regione Veneto ha provveduto a raddoppiare le dosi acquistate rispetto agli anni passati con particolare attenzione al vaccino da somministrare alle persone con più di 65 anni di età ed anche in questi giorni sono in corso ulteriori consegne di vaccino antiinfluenzale.

Per tali ragioni e al fine di garantire la vaccinazione alle persone con maggiore necessità, la Regione ha definito, e comunicato a tutti gli operatori coinvolti nelle attività vaccinali, di sottoporre prioritariamente alla vaccinazione, oltre che i soggetti con più di 60 anni, tutti coloro che soffrono di patologie croniche che aumentano il rischio di complicanze legate all'influenza. Sono stati messi in atto tutti i provvedimenti volti al recupero di ulteriori dosi, anche in collaborazione con il Ministero della Salute e la Protezione Civile e tali dosi sono prontamente consegnate ai centri vaccinali e ai Medici di Medicina Generale appena disponibili.

Occorre precisare che il fabbisogno regionale non poteva tenere conto delle farmacie e, a seguito dell'Intesa Stato - Regioni del 14 settembre 2020, sono state messe a disposizione 30.000 dosi che poi le farmacie stesse hanno deciso di lasciare alla Regione perchè non potevano soddisfare le richieste.

E' stata quindi redistribuita alle Aziende Ulss la quota di vaccinazioni antinfluenzali inizialmente destinata alle farmacie territoriali pari a 30.000 dosi di vaccino quadrivalente Vaxigrip.

Di seguito si riporta la suddivisione delle dosi vaccinali a disposizione delle Aziende ULSS, stabilita sulla base dei fabbisogni indicativi rivalutati in considerazione dell'andamento della campagna vaccinale in corso, come indicato nella nota del 30.11.2020 prot. 509869, del Direttore della Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria con oggetto: "Aggiornamento suddivisione dosi vaccino anti-influenzale per la campagna vaccinale 2020/2020".

Ass.re Francesco CALZAVARA

Riguardo alle difficoltà di sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale stagionale, si precisa che la campagna vaccinale in corso ha registrato una straordinaria adesione da parte della popolazione e, conseguentemente, una richiesta di vaccinazioni eccezionale rispetto agli scorsi anni. Per far fronte a questo scenario solo in parte prevedibile, la Regione del Veneto ha provveduto a raddoppiare le dosi acquistate rispetto agli anni passati, con particolare attenzione al vaccino da somministrare alle persone con più di 65 anni di età ed anche in questi giorni sono in corso ulteriori consegne di vaccino antinfluenzale.
Per tali ragioni, al fine di garantire la vaccinazione alle persone con maggiore necessità, la Regione ha definito e comunicato a tutti gli operatori coinvolti nelle attività vaccinali di sottoporre prioritariamente alla vaccinazione, oltre che i soggetti con più di sessant'anni, tutti coloro che soffrono di patologie croniche, che aumentano il rischio di complicanze legate all'influenza.
Sono stati messi in atto tutti i provvedimenti volti al recupero di ulteriori dosi, anche in collaborazione col Ministero della Salute e la Protezione Civile, e tali dosi sono state prontamente consegnate ai centri vaccinali e ai medici di medicina generale, appena disponibili.
Occorre precisare che il fabbisogno regionale non poteva tenere conto delle farmacie e, a seguito dell'intesa Stato-Regioni del 14 settembre 2020, sono state messe a disposizione 30.000 dosi, che poi le farmacie stesse hanno deciso di lasciare alla Regione, perché non potevano soddisfare le richieste. È stata, quindi, ridistribuita alle aziende ULSS la quota di vaccinazioni antinfluenzali inizialmente destinata alle farmacie territoriali, pari a 30.000 dosi di vaccino quadrivalente Vaxigrip.
Di seguito – e poi è a disposizione – si riporta la suddivisione delle dosi vaccinali a disposizione delle aziende ULSS, stabilita sulla base dei fabbisogni indicativi rivalutati in considerazione dell'andamento della campagna vaccinale in corso, come indicato nella nota 30 novembre 2020, protocollo 509869 del Direttore della Direzione Prevenzione e Sicurezza alimentare e veterinaria con oggetto: "Aggiornamento su divisione dosi di vaccino antinfluenzale per la campagna vaccinale 2020".

PRESIDENTE

Se il collega Sandonà evita di farci sentire la sua telefonata.
Guarda, per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Prendo atto della risposta, di cui naturalmente chiederò copia, e parallelamente provvederò ad un aggiornamento e anche a un confronto con le categorie citate per verificare poi l'attuazione, ma, stante quello che è stato dichiarato e definito e stante che, appunto, l'emergenza non è una questione che riguarda esclusivamente il nostro territorio, ma è diffusa, mi dichiaro in questo momento soddisfatta.

PRESIDENTE

Grazie. Ritentiamo con la IRI n. 8 di Andrea Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 8 del 27 ottobre 2020 presentata dal consigliere Zanoni relativa a "EMISSIONI ODORIGENE MOLESTE CON ALTE CONCENTRAZIONI DI ALDEIDI IN LOCALITÀ MIGNAGOLA DEL COMUNE DI CARBONERA (TV): QUALI VALUTAZIONI DI CARATTERE SANITARIO SONO STATE EFFETTUATE DALL'AZIENDA ULSS 2?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
da tempo le condizioni ambientali dell'area industriale in località Mignagola del Comune di Carbonera (TV) sono al centro di esposti da parte di residenti, a seguito dei quali l'ARPAV sta effettuando verifiche e controlli presso le aziende presenti nel territorio;
a seguito dell'esposto presentato da un cittadino residente nella suddetta località per un presunto inquinamento da parte della ditta Silcart Spa, il 2 ottobre scorso la Direzione Ambiente della Regione Veneto, nel comunicare all'interessato che la relazione sugli esiti degli accertamenti effettuati dall'ARPAV è stata trasmessa agli enti preposti, ha anticipato che: " (...) sono stati rilevati nelle emissioni alcuni composti, in particolare aldeidi in concentrazione superiore alle relative soglie olfattive di letteratura. Si rimanda alla competente ULSS per eventuali valutazioni di carattere sanitario".
Tutto ciò premesso, il sottoscritto consigliere
chiede all'Assessore regionale alla Sanità
se, alla luce dei suddetti rilievi, siano state effettuate dall'Azienda ULSS 2 le necessarie e opportune valutazioni di carattere sanitario, al fine di tutelare la salute della popolazione residente nella località Mignagola del Comune di Carbonera".

PRESIDENTE

Zanoni, ha la parola, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Mi sente, Presidente?

PRESIDENTE

Adesso, sì. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Bene. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Allora questa è un'interrogazione del 27 ottobre relativa a un problema di emissioni odorigene moleste a Mignagola nel Comune di Carbonera. Ci sono state molte segnalazioni da parte di cittadini ed è intervenuta l'ARPAV del Dipartimento di Treviso a seguito, appunto, di alcune richieste e il 2 ottobre scorso la Direzione Ambiente della Regione Veneto ha comunicato a uno di quelli che avevano fatto l'esposto che la relazione sugli esiti degli accertamenti effettuati dall'ARPAV è stata trasmessa agli Enti preposti e ha anticipato anche questo: "Sono stati rilevati nelle emissioni alcuni composti, in particolare aldeidi, in concentrazione superiore alle relative soglie olfattive di letteratura. Si rimanda alla competente ULSS per eventuali valutazioni di carattere sanitario".
Ecco, in seguito a questa affermazione ho presentato questa interrogazione per chiedere all'Assessore regionale alla Sanità se, alla luce dei rilievi che ha fatto l'ARPAV, siano state effettuate dall'Azienda USL 2 le necessarie e opportune valutazioni di carattere sanitario al fine di tutelare la salute della popolazione residente nella località Mignagola del Comune di Carbonera, provincia di Treviso. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Per la risposta l'assessora De Berti.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)

In merito all'interrogazione in parola è stato acquisita dal Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda U.L.S.S. 2 Marca Trevigiana idonea relazione redatta dal Responsabile f.f. U.O.S. Salute e Ambiente, trasmessa alla Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria, con nota del 12/11/2020, prot. n. 181710, della medesima Azienda Sanitaria, che si ritiene opportuno riportare riassuntivamente.

Le emissioni odorigene cui si fa accenno sono attribuibili alla Silcart S.p.A. in località Mignagola di Carbonera (TV), azienda operante nel campo della produzione e commercializzazione di membrane bituminose e sintetiche su supporti di vari materiali da impiegare some impermeabilizzanti o isolanti acustici.

Già nel 2007 la ditta in parola è stata oggetto di controlli a camino da parte di ARPAV. A partire dal 2018, a seguito di segnalazioni di odori anche di forte intensità e prolungati nell'arco della giornata, si sono succeduti vari sopralluoghi (10.07.2018, 21.10.2019, 23.03.2020, 24.03.2020, 25.03.2020, 30.03.2020), durante i quali i tecnici ARPAV non hanno mai rilevato alcun odore pur con la ditta in attività.

Inoltre, il Servizio Monitoraggio e Valutazioni ARPAV del Dipartimento Provinciale di Treviso tra il 16.10.2019 e il 05.11.2019 ha condotto una campagna di monitoraggio della qualità dell'aria in tre diversi punti della Frazione di Mignagola tra cui Vicolo Spercenigo (in prossimità dell'azienda).

Infine, nei giorni 21 ottobre 2019 e 20 e 21 maggio 2020 (queste ultime giornate peraltro segnalate per la presenza di odori molesti) il Servizio Controlli dello stesso Dipartimento ha effettuato ulteriori verifiche alle emissioni in atmosfera.

Le indagini sulla qualità dell'aria ed i controlli effettuati alle emissioni dell'azienda non hanno dato evidenza di alcun elemento di criticità ambientale rispetto a quanto previsto dal decreto di autorizzazione provinciale rilasciato alla ditta (A.U.A. n. 294/2018 del 15.06.2018) e alla normativa di settore applicabile.

In merito alle emissioni odorigene, risultano emesse a camino sostanze che per loro natura sono caratterizzate da una bassa soglia olfattiva. Tali sostanze rimangono nell'aria in uscita dal camino (posto ad un'altezza dal suolo di circa quindici metri e quindi diluite in aria ambiente) in quanto, data la loro alta volatilità, non filtrate dagli impianti. Si sottolinea che la normativa nazionale non prevede norme specifiche e valori limite in materia di emissioni di odori. Tuttavia la Relazione Tecnica di ARPAV, per i composti organici e le aldeidi, propone un confronto con le soglie olfattive riportate in letteratura scientifica.

Per alcune aldeidi sono state rilevate concentrazioni di poco superiori alle soglie olfattive con potenziale
influenza sulle lamentele odorigene; invece, per altre sostanze che potrebbero contribuire ai fenomeni odorigeni quali fenoli, acido solfidrico e fenantrene (IPA), non é stato rilevato alcun superamento rispetto alle soglie olfattive.

Non è pertanto possibile escludere che, in determinate condizioni atmosferiche sfavorevoli alla dispersione ed alla diluizione delle emissioni in aria ambiente, vi possa essere un aumento della presenza di odori tipici

delle lavorazioni bituminose nell'area circostante, anche se si ribadisce che i limiti autorizzati non sono correlati alle soglie olfattive."

Ass.ra Elisa DE BERTI

In merito all'interrogazione in parola, è stata acquisita dal Dipartimento di Prevenzione dell'azienda ULSS 2 Marca Trevigiana idonea relazione redatta dal Responsabile Salute e Ambiente, trasmessa dalla Direzione Prevenzione e Sicurezza Alimentare e veterinaria con nota del 12 novembre 2020, protocollo 181710 della medesima azienda sanitaria che si ritiene opportuno riportare riassuntivamente.
"Le emissioni odorigene cui si fa cenno sono attribuibili al Silcart S.p.A. in località Mignagola di Carbonera, azienda operante nel campo della produzione e commercializzazione di membrane bituminose sintetiche su supporti di vari materiali da impiegare come impermeabilizzati o isolanti acustici. Già nel 2007, la ditta in parola è stato oggetto di controlli a camino da parte di ARPAV. A partire dal 2018, a seguito di segnalazioni di odori anche di forte intensità e prolungati nell'arco della giornata, si sono succeduti vari sopralluoghi (10 luglio 2018, 21 ottobre 2019 e 23 marzo 2020, 24 marzo 2020, 25 marzo 2020, 30 marzo 2020), durante i quali i tecnici ARPAV non hanno mai rilevato alcun odore pur con la ditta in attività.
Inoltre, il Servizio Monitoraggio e Valutazioni ARPAV del Dipartimento provinciale di Treviso tra il 16 ottobre del 2019 e il 5 novembre 2019 ha condotto una campagna di monitoraggio della qualità dell'aria in tre diversi punti della frazione di Mignagola, tra cui Vicolo Spercenigo in prossimità dell'azienda. Infine, nei giorni 21 ottobre 2019 e 20-21 maggio 2020, queste ultime giornate peraltro segnalate per la presenza di odori molesti, il Servizio Controlli dello stesso Dipartimento ha effettuato ulteriori verifiche alle emissioni in atmosfera. Le indagini sulla qualità dell'aria e dei controlli effettuati alle emissioni dell'azienda non hanno dato evidenza di alcun elemento di criticità ambientale rispetto a quanto previsto dal decreto di autorizzazione provinciale rilasciato alla ditta e alla normativa di settore applicabile.
In merito alle emissioni odorigene, risultano emesse a camino sostanze che, per la loro natura, sono caratterizzate da una bassa soglia olfattiva. Tali sostanze rimangono nell'aria in uscita dal camino posto ad un'altezza dal suolo di circa 15 metri e quindi diluite in aria e ambiente in quanto, data la loro alta volatilità, non filtrate dagli impianti.
Si sottolinea che la normativa nazionale non prevede norme specifiche e valori limiti in materia di emissione di odori; tuttavia la relazione tecnica di ARPAV per i composti organici e le aldeidi propone un confronto con le soglie olfattive riportate in letteratura scientifica: per alcune aldeidi sono state rilevate concentrazioni di poco superiori alle soglie olfattive con potenziale influenza sulle lamentele odorigene; invece, per altre sostanze che potrebbero contribuire ai fenomeni odorigeni, quali fenoli, acido solfidrico e fenantrene, non è stato rilevato alcun superamento rispetto alle soglie olfattive.
Non è, pertanto, possibile escludere che, in determinate condizioni atmosferiche sfavorevoli alla dispersione e alla diluizione delle emissioni in aria e ambiente, vi possa essere un aumento della presenza di odori tipici delle lavorazioni bituminose nell'area circostante, anche se si ribadisce che i limiti autorizzati non sono correlati alle soglie olfattive.

PRESIDENTE

Grazie. Se Zanoni vuol replicare, chiede la parola. Collega Zanoni, non vedo richieste di parola.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, arrivo subito.

PRESIDENTE

Provi a fare con Concilium, comunque.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì, sì. Posso prendere la parola?

PRESIDENTE

Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì, eccomi qua. Sarò molto veloce, Presidente.
Io ringrazio l'Assessore per la risposta. Diciamo che, in merito al parere dell'ASL, mi pare di non aver avuto dei riscontri, ma una ricostruzione anche molto particolare per quanto riguarda tutti gli interventi fatti da ARPA perché, effettivamente, per questo caso ha dimostrato veramente un impegno molto importante con tutti questi monitoraggi.
Va evidenziata e sottolineata la parte della risposta che conferma che non abbiamo una normativa per quanto riguarda i limiti delle emissioni odorigene e che, pertanto, l'auspicio è che in questa legislatura finalmente, anche a fronte dei nostri progetti di legge e anche del progetto di legge della Giunta regionale della decima legislatura, si arrivi alla definizione di una norma che finalmente consenta agli organi accertatori di porre questi limiti anche alle sostanze odorigene, per garantire ai nostri cittadini una vivibilità normale, diciamo, nelle loro residenze, quando accade che queste sono vicino a impianti industriali come questi, che possono portare a questi fastidi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.

Interrogazione a risposta immediata n. 16 dell'11 novembre 2020 presentata dai consiglieri Montanariello e Zottis relativa a "EMERGENZA COVID-19 ALL'OSPEDALE DI CHIOGGIA: COSA INTENDE FARE LA GIUNTA REGIONALE PER TUTELARE I PAZIENTI NON COVID E IL PERSONALE SANITARIO?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che la seconda ondata dell'emergenza sanitaria causata dal virus Covid-19 sta facendo registrare un progressivo aumento dei contagi che nelle ultime settimane ha riguardato anche la Città di Chioggia.
Tenuto conto che:
i contagi nel territorio clodiense sono fortemente aumentati negli ultimi giorni, con un numero quasi raddoppiato tra sabato 7 novembre e lunedì 9 novembre 2020 (139 nuovi casi per un totale di 354 persone positive);
il report di Azienda Zero delle ore 8 del 9 novembre 2020 registra 11 pazienti positivi ricoverati presso il nosocomio della Città di Chioggia, seppur in area non critica.
Considerato che alla luce di questi dati il Sindaco del Comune di Chioggia il 9 novembre 2020 ha emanato due ordinanze (n. 67 e n. 68) e restrittive riguardanti le consumazioni al tavolo nei bar e l'orario dei distributori automatici di cibo e bevande.
Tutto ciò premesso i sottoscritti consiglieri
chiedono all'Assessore regionale alla Sanità
nel dilemma se Chioggia sia ancora un ospedale "covid-free", quali siano le misure sanitarie di prevenzione e sicurezza disposte a tutela dei pazienti non affetti da Covid-19 e del personale sanitario operante nell'ospedale di Chioggia".

PRESIDENTE

Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ribadisco che anche questa l'ho fatta in tempi e in condizioni diverse dall'attuale.
Premesso che la seconda ondata dell'emergenza sanitaria causata dal virus Covid sta facendo registrare un progressivo aumento dei contagi, che nelle ultime settimane ha riguardato anche la città di Chioggia; tenuto conto che contagi nel territorio Clodiense sono fortemente aumentati negli ultimi giorni – mi riferisco a quando è stata presentata, a novembre – con un numero quasi raddoppiato tra sabato 7 novembre e lunedì 9 novembre 2020 (139 nuovi casi per un totale di 354 positivi), il report Azienda Zero delle ore 8.00 del 9 novembre 2020 registra 11 pazienti ricoverati presso il nosocomio della città di Chioggia, seppure in area non critica.
Considerando che, alla luce di questi dati, il Sindaco ha anche emanato delle ordinanze restrittive, eccetera, eccetera, chiedo all'Assessore alla Sanità: nel dilemma se Chioggia sia ancora un ospedale Covid free, quali siano le misure sanitarie di prevenzione e sicurezza disposte a tutela dei pazienti non affetti da Covid-19 e del personale sanitario operante nell'Ospedale di Chioggia.
Questa interrogazione nasce, Assessore, perché, mentre da una parte continuavamo ad avere il racconto che Chioggia fosse un ospedale Covid free, i dati dell'ASL Zero davano 11 pazienti, il giorno dopo 18 pazienti ricoverati e è un po' allarmante sentire che in un ospedale definito Covid free, da una parte si diceva che non c'erano i Covid e dall'altra la ASL Zero dava dati di pazienti ricoverati. Quindi si voleva capire in illo tempore quali misure si stessero prendendo per la tutela del personale e dei non affetti da Covid.

PRESIDENTE

Grazie. Per la risposta l'assessore Calzavara. Prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)

A partire dalla dichiarazione dello stato di emergenza per Covid-19, la Regione del Veneto ha approvato una serie di provvedimenti finalizzati all'adozione di specifiche misure di prevenzione e controllo dell'epidemia, nonché di riorganizzazione dell'assistenza sanitaria.

Gli interventi più importanti hanno riguardato l'adozione dei Piani di Emergenza Ospedaliera da Covid-19, soggetti ad aggiornamento sulla base dell'andamento epidemiologico, che hanno adeguato il sistema assistenziale allo scenario pandemico con specifici interventi nei differenti contesti.

Nell'ambito dell'assistenza ospedaliera, anche in recepimento delle indicazioni fornite dal Ministero della Salute, sono stati aumentati i posti letto di terapia intensiva, pneumologia e malattie infettive, sono stati previsti specifici percorsi di pre-triage in tutti i Pronto Soccorso, sono stati individuati Covid Hospital e percorsi differenziati per l'accesso alle strutture ospedaliere.

Ogni azione è stata quindi programmata per ridurre e contenere il rischio infettivo sia all'interno che all'esterno degli Ospedali, individuando tempestivamente i pazienti sospetti positivi a malattie infettive ed indirizzandoli verso percorsi specificatamente dedicati per evitare contaminazioni.

Tutte le indicazioni regionali sono state trasmesse alle Aziende sanitarie, al fine del relativo recepimento e attuazione all'interno del proprio territorio.

Per quanto riguarda l'Ospedale di Chioggia, il Direttore Generale dell'Ulss 3 Serenissima interpellato sulla
questione ha dichiarato che a seguito della positività dei tamponi di screening sui degenti, si è da subito
attuato il ricovero separato degli stessi in stanze dedicate nel reparto.

A tali degenti è stato assegnato del personale adeguato ed esclusivo in grado di garantire l'assistenza sanitaria necessaria e si è atteso l'esito dei tamponi molecolari che hanno confermato la positività già nota al tampone rapido.

Gli ulteriori pazienti positivi sono stati accolti, in questa fase pandemica, anche presso la medesima sede assicurandone l'isolamento, con personale dedicato e dotato di tutti i dispositivi necessari.

La Direzione Generale ha dichiarato, altresì, che ha mantenuto alta la vigilanza sul personale che è stato posto in sorveglianza attiva e, ad oggi, il Presidio di Chioggia è in grado di accogliere i pazienti non Covid-19 in sicurezza facendo fronte a tutte le necessità assistenziali."

Ass.re Francesco CALZAVARA

A partire dalla dichiarazione dello stato di emergenza per Covid-19, la Regione del Veneto ha approvato una serie di provvedimenti finalizzati all'adozione di specifiche misure di prevenzione e controllo dell'epidemia, nonché di riorganizzazione dell'assistenza sanitaria. Gli interventi più importanti hanno riguardato l'adozione dei piani di emergenza ospedaliera da Covid-19, soggetti ad aggiornamento sulla base dell'andamento epidemiologico che hanno adeguato il sistema assistenziale, lo scenario pandemico con specifici interventi nei differenti contesti.
Nell'ambito dell'assistenza ospedaliera, anche per il recepimento delle indicazioni fornite dal Ministero della Salute, sono stati aumentati i posti letto di terapia intensiva, pneumologia e malattie infettive, sono stati previsti specifici percorsi di pre-triage in tutti i pronto soccorso, sono stati individuati Covid Hospital e percorsi differenziati per l'accesso alle strutture ospedaliere. Ogni azione è stata, quindi, programmata per ridurre e contenere il rischio infettivo sia all'interno che all'esterno degli ospedali, individuando tempestivamente i pazienti sospetti positivi a malattie infettive e indirizzandoli verso percorsi specificatamente dedicati per evitare contaminazioni. Tutte le indicazioni regionali sono state trasmesse alle Aziende Sanitarie al fine del relativo recepimento e attuazione all'interno del proprio territorio.
Per quanto riguarda l'ospedale di Chioggia, il Direttore generale dell'ULSS 3 Serenissima, interpellato sulla questione, ha dichiarato che, a seguito della positività dei tamponi di screening sui degenti si è da subito attuato il ricovero separato degli stessi in stanze dedicate nel reparto. A tali degenti è stato assegnato del personale adeguato ed esclusivo in grado di garantire l'assistenza sanitaria necessaria e si è atteso l'esito dei tamponi molecolari, che hanno confermato la positività già nota al tampone rapido.
Gli ulteriori pazienti positivi sono stati accolti, in questa fase pandemica, anche presso la medesima sede, assicurandone l'isolamento con personale dedicato e dotato di tutti i dispositivi necessari.
La Direzione generale ha dichiarato, altresì, che ha mantenuto alta la vigilanza sul personale che è stato posto in sorveglianza attiva e ad oggi il presidio di Chioggia è in grado di accogliere i pazienti non Covid-19 in sicurezza, facendo fronte a tutte le necessità assistenziali.

PRESIDENTE

Per la replica, Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore.
Guardi, di fronte a un problema oggettivo come questo e all'emergenza che stiamo vivendo, non posso mettermi a fare diatriba politica o speculazioni di alcun tipo. Dico che posso anche ritenermi soddisfatto della risposta, ma l'unico elemento che effettivamente strideva a suo tempo è che da una parte si proclamava l'ospedale di Chioggia Covid free, anche per bocca delle stesse affermazioni pubbliche che venivano da ogni versante, e dall'altra i dati dell'ASL 0 davano un incremento di 11 e poi di 18 ricoveri.
Il grande dilemma è: se l'emergenza ci porta a dover chiedere anche a quel nosocomio di fare la sua parte, però quella volta da una parte, ripeto, si diceva che non c'erano malati Covid e dall'altra l'ASL 0 dava altri dati.
Quindi senza polemica alcuna, mi ritengo soddisfatto, però la prossima volta un po' più di chiarezza informativa da parte delle aziende, anche per evitare disguidi sui territori da parte dei cittadini che leggono una cosa e dopo ne vedono sui dati ufficiali un'altra, a mio avviso ci vorrebbe.
Comunque, Assessore, la ringrazio e grazie per avermi risposto. Sono soddisfatto.

Interrogazione a risposta immediata n. 25 del 27 novembre 2020 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "SACCA DI SCARDOVARI, CAVANE DISTRUTTE, LA REGIONE FACCIA CHIAREZZA SUI TEMPI PER I RIMBORSI"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
da notizia diffusa a mezzo stampa si apprende che i pescatori attivi nella Sacca di Scardovari, ad oggi, non avrebbero ancora ricevuto alcun ristoro relativo ai costi di ripristino delle strutture distrutte in seguito agli eventi climatici straordinari verificatisi lo scorso anno (Acqua Granda);
si apprende inoltre che, ciononostante, la maggior parte delle attività ivi insistenti avrebbe già provveduto al ripristino delle strutture danneggiate o distrutte contraendo obbligazioni con vari istituti di credito.
Considerato che:
sempre stando a quanto riferito dalla stampa "i fondi statali promessi però sono attualmente fermi in Regione e non si sa quando arriveranno";
l'esposizione finanziaria degli operatori costituisce un rischio per la sopravvivenza di un comparto fondamentale per l'economia locale perciò il fattore tempo è essenziale.
Tutto ciò premesso la sottoscritta Consigliera
interroga il Presidente della Giunta regionale e l'assessore competente
per sapere quando i pescatori della Sacca di Scardovari riceveranno i fondi descritti".

PRESIDENTE

Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
È anche questa un'interrogazione vecchia, del 27 novembre, ma è importante discuterne, anche se in ritardo, perché ancora oggi – ed è passato molto più di un anno – un comparto produttivo molto importante, che è quello dei pescatori della zona del Polesine, non hanno ricevuto gli aiuti a seguito dell'Acqua Granda, quindi stiamo parlando di un fenomeno che risale a parecchio tempo fa.
Stiamo parlando spesso in quest'Aula del ritardo dei ristori per le categorie economiche rispetto all'emergenza coronavirus, ma abbiamo una categoria specifica, che tra l'altro per quel territorio è una categoria chiave proprio per l'economia locale, che si è indebitata per mettere a posto le proprie cavane con le banche, proprio per ripartire, visto che ormai è in ritardo; dopo che si è indebitata, non le sono ancora arrivati gli aiuti, mentre chi non si è indebitato non è ripartito a lavorare, lasciando le famiglie sostanzialmente disoccupate, a casa.
Credo che meriterebbero una risposta oggi e subito, rispetto a dei tempi certi, cioè quando arriveranno questi soldi alle persone che li aspettano da più di un anno. E permettetemi di dire che è abbastanza incredibile, dopo l'Acqua Granda e dopo che un'emergenza pandemica ci ha fatto capire quanto è importante che arrivino velocemente, non aver ancora dato una risposta e non aver ancora elargito quei fondi di uno stato di emergenza dichiarato, io penso sia abbastanza grave.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Risponde l'assessora De Berti.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)

Con DCM 17 gennaio 2020 il Consiglio dei Ministri ha assegnato al Veneto circa 40 milioni per il completamento dei primi interventi urgenti di cui alla OCDPC 622, ovvero per gli interventi di prima emergenza e somma urgenza di cui alle lettere a) e b) dell'art 25 comma 2 del D.lgs. 1/2018.

Con successiva OCDPC n.674 del 15 maggio (G.U. 22 giugno 2020) è stata avviata la ricognizione per la definizione del fabbisogno, tra cui quella per i primi aiuti di cui alla lettera c) dell'art. 25 comma 2 del D.lgs. 1/2018, che si sarebbe dovuta concludere entro 90 giorni (ovvero, entro il 22 settembre scorso).

In data 17 agosto 2020, con prot. 324749, il Commissario ha inviato al Dipartimento di Protezione Civile una prima quantificazione dei fabbisogni per i primi aiuti (lettera c) dell'art 25 comma 2 del D.lgs. 1/2018) quantificati complessivamente per le attività produttive in Euro 5.051.771,08, a cui ha fatto seguito un'integrazione, in data 18 settembre 2020, con nota prot. 378878 quantificando il fabbisogno complessivo in Euro 15.047.967,27 (comprendente, quindi, anche i primi aiuti di cui al punto precedente).

Ad oggi il Consiglio dei Ministri non ha adottato alcuna Deliberazione di finanziamento per il fabbisogno come sopra rappresentato.

Con nota del 9 dicembre 2020 il Dipartimento di Protezione Civile ha informato la Regione Veneto che il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato di non avere risorse disponibili e quindi i ristori dei danni conseguenti agli eventi calamitosi occorsi negli anni 2019/2020, tra i quali i danni subiti dai pescatori della Sacca di Scardovari di cui all'evento di novembre 2019 "Acqua Granda", non sono allo stato attuale finanziabili.

Su tale problematica la Regione mantiene comunque i contatti con il Dipartimento, il quale conferma di aver
avviato iniziative finalizzate ad una soluzione."

Ass.ra Elisa DE BERTI

Con decreto del 17 gennaio 2020, il Consiglio dei Ministri ha assegnato al Veneto circa 40 milioni per il completamento dei primi interventi urgenti di cui all'ordinanza di Protezione Civile 622, ovvero per gli interventi di prima emergenza e somma urgenza, di cui alle lettere a) e b) dell'articolo 25, comma 2, del decreto legislativo 1 del 2018. Con successiva ordinanza di Protezione Civile 674 del 15 maggio, è stata avviata la ricognizione per la definizione del fabbisogno, tra cui quella per i primi aiuti di cui alla lettera c) dell'articolo 25, comma 2, del decreto legislativo 1 del 2018, che si sarebbe dovuta concludere entro 90 giorni, ovvero entro il 22 settembre scorso.
In data 17 agosto 2020, con protocollo 324749, il Commissario ha inviato al Dipartimento di Protezione civile una prima quantificazione dei fabbisogni per i primi aiuti, lettera c) dell'articolo 25, comma 2, del decreto legislativo 1/2018, quantificati complessivamente per le attività produttive in euro 5.051.771,08, cui ha fatto seguito un'integrazione in data 18 settembre 2020, con nota 378878, quantificando il fabbisogno complessivo in euro 15.047.967,27, comprendente quindi anche i primi aiuti di cui al punto precedente. Ad oggi il Consiglio dei Ministri non ha adottato alcuna deliberazione di finanziamento per il fabbisogno, come sopra rappresentato.
Con nota del 9 dicembre 2020, il Dipartimento di Protezione Civile ha informato la Regione Veneto che il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato di non avere risorse disponibili, quindi i ristori dei danni conseguenti agli eventi calamitosi occorsi negli anni 2019-2020, tra i quali i danni subiti dai pescatori della Sacca di Scardovari, di cui all'evento di novembre 2019 (Acqua Granda), non sono allo stato attuale finanziabili. Su tale problematica la Regione mantiene comunque i contatti con il Dipartimento, il quale conferma di aver avviato iniziative finalizzate ad una soluzione.

PRESIDENTE

Grazie. Ostanel, prego, per la replica.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Assessore.
Io non ho avuto una risposta rispetto a quando e capisco che ci sono delle problematiche e capisco anche che a livello nazionale manca, in questo caso, come ho capito, una parte delle risorse; il dato mi è chiaro, ma penso anche che il ruolo di una Regione sia quello anche di fare in modo che l'arrivo e lo stanziamento di quei fondi in maniera forte ci sia e questa richiesta sia continuativa. Quindi, non facendo parte io di un partito che è seduto a livello nazionale, questa cosa non la posso fare, ma la cosa importante credo sia rispondere sul quando, almeno dare una prospettiva di mensilità su cui i pescatori di Scardovari possono programmare le proprie attività.
Ripeto che abbiamo imparato quanto è importante programmare le attività quando non si lavora più, almeno dire: "Entro sei mesi, entro cinque, entro un anno", penso sarebbe una risposta più interessante rispetto alla cronistoria delle difficoltà che lei ha enumerato qui oggi. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata n. 35 dell'11 dicembre 2020 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "COME MAI NON SI È FATTA UNA CORRETTA PROGRAMMAZIONE PER LA SOMMINISTRAZIONE DEL VACCINO ANTINFLUENZALE DATA LA SITUAZIONE DI EMERGENZA SANITARIA?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)

"Premesso che:

nel Comunicato n.1359 del 10 ottobre 2020 la Regione Veneto dichiarava il prossimo avvio della campagna vaccinale antinfluenzale utilizzando 1 milione 320 mila dosi, affermando fossero per la gran parte già distribuite, contro le circa 800 mila dosi acquistate l'anno precedente;

secondo quanto comunicato dalla Regione Emilia-Romagna dal 12 ottobre sarebbero state disponibili 1,2 milioni di dosi (+20% rispetto allo scorso anno), incrementabili di un ulteriore 20%, ovvero arrivando ad un numero totale di circa 100.000 vaccini più del veneto pur con circa mezzo milione di cittadini in meno;

secondo quanto dichiarato da Federfarma, alcune organizzazioni territoriali di Federfarma, tra cui il Veneto, hanno ceduto le poche dosi ricevute per la popolazione attiva alle strutture pubbliche, che non ne avevano a sufficienza per vaccinare le persone appartenenti alle categorie a rischio. Penuria generalizzata, affermano, con pochi esempi virtuosi come Lazio ed Emilia Romagna;

La sottoscritta consigliera
interroga il Presidente della Giunta regionale
e l'Assessora Lanzarin
per quale motivo, pur consci della situazione che avrebbe determinato una forte richiesta di vaccini antinfluenzali, non si è riusciti a fare una programmazione adeguata in modo da garantire una quantità di dosi di vaccino antinfluenzale adeguata alle esigenze o almeno pari alle Regioni citate?"

PRESIDENTE

Passiamo alla IRI 35, collega Ostanel, che praticamente avrà la stessa risposta della IRI n. 11, quindi lei la presenta, poi eventualmente l'assessore Calzavara succintamente ripeterà, magari in parte quello che ha letto per la n. 11, e poi replica. Oppure, se ha dato per acquisita quella risposta, fa un intervento di replica: veda lei, collega. Prego, Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Ho dato per acquisita la risposta di prima.
La questione che anche la collega Guarda riportava era rispetto al fatto che le farmacie all'epoca – quindi anche qui stiamo parlando di un'interrogazione vecchia – dicevano che era stato concesso di dare le dosi di vaccino antinfluenzale alle strutture sanitarie proprio per aiutare le strutture sanitarie che erano in quel momento in difficoltà, cosa che non è successa in altre Regioni; infatti nell'interrogazione io cito due casi, come il Lazio, l'Emilia e anche altri che in realtà hanno fatto un acquisto più alto di dosi da subito, quindi dall'estate, proprio perché sapevano che il fabbisogno sarebbe stato più ampio.
Quindi nella risposta dell'Assessore inizialmente c'è appunto la consapevolezza che molti di più avrebbero chiesto il vaccino antinfluenzale e proprio per questo alcune Regioni si erano attrezzate chiedendo più dosi, mentre, a quanto risulta e a quanto scritto in questa interrogazione, la questione era che noi non avevamo acquistato dosi al pari di altre Regioni che, invece, erano state più previdenti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
PUNTO
5
 
   

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

C'è una richiesta della collega Guarda per un'iscrizione, ai sensi dell'articolo 111, di una risposta scritta, che però non è ancora arrivata.
Punto 5.1) all'ordine del giorno.

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "ELEVATISSIME CONCENTRAZIONI DI PFOA NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI TRISSINO, LA GIUNTA REGIONALE ATTIVERÀ APPROFONDIMENTI SPECIFICI?" (Interrogazione a risposta scritta n. 3)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione )
"Premesso che nel corso della X legislatura, la sottoscritta consigliera, con iri n. 764 dell'8 maggio 2019 e sulla scorta di quanto contenuto nella nota tecnica dell'ARPAV intitolata "Contaminazione PFAS. Studio preliminare sulla presenza nella matrice aria. Anno 2017", chiedeva alla Giunta regionale "se intende procedere con uno screening sanitario a campione sulla popolazione esposta nel raggio di dispersione dei camini della Miteni, tra i comuni di Trissino e Montecchio Maggiore, al fine di verificarne le concentrazioni presenti ed in vista di una possibile presa in carico sanitaria".
Rilevato che:
la necessità di verifiche è oggi di stretta e preoccupante attualità, atteso che il centro abitato del territorio del comune di Trissino (VI) è evidentemente interessato da elevate e significative concentrazioni di PFOA, come si rileva dai dati ARPAV aggiornati al 20 luglio 2020 (1);
in particolare, il campione di acque sotterranee prelevato in data 26.11.2019 contiene 24697 ng/L di Acido Perfluoro Ottanoico PFOA e il campione prelevato in acque sorgenti o risorgive in data 4.3.2020 presenta, per la medesima sostanza, una concentrazione di 26540 ng/L.
Considerato che:
rispetto ai dati sopra specificati, come pubblicati da ARPAV, non è indicata la georeferenziazione del prelievo;
la stampa (2) riporta di lavori che si starebbero svolgendo presso la ex sede della Rimar.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
 
interroga la Giunta regionale
per sapere:
1) a quali siti di prelievo fanno specifico riferimento i dati sopra indicati;
2) se rispetto a quanto esposto in premessa intende svolgere con urgenza precise indagini, anche a campione, al fine di verificare la presenza dei composti indicati nel sangue dei residenti di Trissino e nelle matrici naturali, in particolare nell'aria, del predetto comune".

PRESIDENTE

Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
É la seconda volta che mi trovo nelle condizioni di fare di nuovo un intervento su questa interrogazione che doveva ricevere risposta venti giorni dopo il 22 ottobre, data di presentazione dell'interrogazione, e invece attendiamo da quasi tre mesi. Ma non attendo io risposta e non soltanto noi Consiglieri interessati al caso dei PFAS e delle contaminazioni del sangue dei cittadini del vicentino, ma l'aspettano i cittadini di Trissino.
Trissino, che è stato oggetto di tante discussioni negli scorsi anni e su cui avevamo richiesto anche un approfondimento in merito alla trasmissione dei PFAS in aria e all'interno del territorio, con conseguente rischio di tipo sanitario, rileva la presenza nelle acque sotterranee di più di 24.000 nanogrammi/litro di PFOA. Lo stesso dato un anno successivo viene confermato anzi al rialzo, sempre nello stesso punto di prelievo, da parte di ARPAV: quindi ci sono le condizioni di esposizione all'inquinamento da PFAS, per cui noi tutti abbiamo votato di fare non soltanto dei biomonitoraggi e semplice presa in carico, ma anche uno studio epidemiologico mai realizzato ad oggi. Tutti abbiamo chiesto un intervento in prevenzione sanitaria di controllo, di verifica e di soluzione e questo non soltanto per quanto riguarda la zona rossa A, ma anche nelle zone che sono esposte alla contaminazione con la verifica anche di altre formule di possibili contaminazioni per aria e non soltanto per acqua.
Pertanto, siccome sono tre mesi che aspettiamo una risposta, io personalmente mi domando quali motivi ci siano per non chiarire dove sia il sito di prelievo di questa acqua contaminata in queste dimensioni e perché non si voglia rispondere ad un piano di monitoraggio epidemiologico per i cittadini di Trissino, non soltanto quelli della zona rossa A.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Abbiamo terminato con le interrogazioni. C'è una richiesta di intervento sul Regolamento da parte del collega Zanoni. Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Sarò molto sintetico.
Sa come il sottoscritto è sempre per il rispetto del Regolamento e delle norme e pretende che ciò venga fatto da parte di tutti naturalmente. Allora, io volevo segnalare che ad oggi, per quanto riguarda gli atti ispettivi, in particolare le interrogazioni a risposta immediata e le interrogazioni a risposta scritta, sono in attesa della risposta a cinque interrogazioni dall'assessore Bottacin e dall'Assessora Lanzarin, scadute da tempo. Ad esempio, ce n'è una sullo sversamento illegale a Schiavon, una su una frana a Follina, del 22 ottobre, un'altra del 29 ottobre su "Infezione da legionellosi a Motta di Livenza"; oltre a queste, ce ne sono una ventina scadute, dei diversi colleghi che le hanno presentate.
Quindi la richiesta era di attivarsi presso gli Assessori affinché non si cominci con il piede sbagliato, ma si cerchi in tutti i modi di dare risposta. Non pretendo e non pretendiamo che siano date risposte nella giornata, ma qua si parla già di qualche mese di ritardo.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Ho già fatto delle richieste su sollecitazione dei colleghi che mi avevano posto una questione simile; l'importante è che lei mi faccia avere la numerazione delle interrogazioni, magari con priorità rispetto alle risposte che si attende, per poi farlo presente alla Giunta. Grazie.
PUNTO
6
 
   

CONVALIDA DELL'ELEZIONE DEI CONSIGLIERI, DEGLI ASSESSORI E DEI CONSIGLIERI SUPPLENTI ANDREOLI MARCO, BARBISAN FABIANO, BET ROBERTO, BIGON ANNA MARIA, BISAGLIA SIMONA, BORON FABRIZIO, BOTTACIN GIANPAOLO, BOZZA ALBERTO, BRESCACIN SONIA, CALZAVARA FRANCESCO, CAMANI VANESSA, CANER FEDERICO, CAVINATO ELISA, CECCHETTO MILENA, CENTENARO GIULIO, CESTARI LAURA, CESTARO SILVIA, CORAZZARI CRISTIANO, CORSI ENRICO, DE BERTI ELISA, DOLFIN MARCO, DONAZZAN ELENA, FAVERO MARZIO, FORMAGGIO JOE, GEROLIMETTO NAZZARENO, GIACOMIN STEFANO, GUARDA CRISTINA, LANZARIN MANUELA, LORENZONI ARTURO, MAINO SILVIA, MARCATO ROBERTO, MICHIELETTO GABRIELE, MONTANARIELLO JONATAN, OSTANEL ELENA, PAN GIUSEPPE, PICCININI TOMAS, POLATO DANIELE, POSSAMAI GIACOMO, POSSAMAI GIANPIERO, PUPPATO GIOVANNI, RAZZOLINI TOMMASO, RIGO FILIPPO, RIZZOTTO SILVIA, SANDONÀ LUCIANO, SCATTO FRANCESCA, SORANZO ENOCH, SPERANZON RAFFAELE, VALDEGAMBERI STEFANO, VENTURINI ELISA, VIANELLO ROBERTA, VILLANOVA ALBERTO, ZAIA LUCA, ZANONI ANDREA E ZECCHINATO MARCO, AI SENSI DELL'ARTICOLO 37 DELLO STATUTO. APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 1/2021)

Relazione dell'Ufficio di Presidenza.

PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza, come previsto dall'articolo 37 dello Statuto e dall'articolo 7 del Regolamento, ha esaminato, nella seduta del 14 gennaio 2021, ai fini della convalida dell'elezione, la posizione dei Consiglieri: Fabiano Barbisan, Roberto Bet, Anna Maria Bigon, Simona Bisaglia, Fabrizio Boron, Alberto Bozza, Sonia Brescacin, Vanessa Camani, Enrico Corsi, Marco Dolfin, Nazareno Gerolimetto, Cristina Guarda, Arturo Lorenzoni, Gabriele Michieletto, Jonathan Montanariello, Elena Ostanel, Daniele Polato, Giacomo Possamai, Tommaso Razzolini, Filippo Rigo, Silvia Rizzotto, Luciano Sandonà, Enoch Soranzo, Raffaele Speranzon, Stefano Valdegamberi, Elisa Venturini, Alberto Villanova, Luca Zaia, Andrea Zanoni, Marco Zecchinato; degli Assessori Gianpaolo Bottacin, Francesco Calzavara, Federico Caner, Cristiano Corazzari, Elisa De Berti, Elena Donazzan, Manuela Lanzarin, Marcato Roberto e dei Consiglieri supplenti Marco Andreoli, Laura Cestari, Giuseppe Pan, Giampaolo Possamai e Giovanni Puppato.
Si è constatato che i consiglieri Elisa Cavinato, Giulio Centenaro, Silvia Cestaro, Stefano Giacomin, Silvia Maino, Francesca Scatto, Tomas Piccinini e i consiglieri supplenti Milena Cecchetto, Joe Formaggio, Roberta Vianello hanno provveduto a rimuovere le cause di incompatibilità previste dall'articolo 8 della legge regionale n. 5/2012 e che il consigliere Marzio Favaro è stato dichiarato decaduto dalla carica di Sindaco, come da deliberazione comunale, che è agli atti.
Pertanto non sussiste, nei confronti dei sopracitati Consiglieri, Assessori e Consiglieri supplenti, alcuna delle cause di incompatibilità e di ineleggibilità previste dalla legge 23 aprile del 1981, n. 154, dagli articoli 7 e 8 della legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 , dell'articolo 12 del decreto legislativo 39/2013, nonché del decreto 31.12.2012 n. 235.
Tenuto conto, inoltre, delle attestazioni rilasciate dagli stessi, l'Ufficio di Presidenza, a seguito della deliberazione n. 1 del 14 gennaio 2021, con voto unanime e palese propone al Consiglio regionale la convalida delle elezioni dei Consiglieri, Assessori e Consiglieri supplenti regionali.
Quindi dobbiamo votare questa delibera per rendere valida l'elezione dell'Assemblea legislativa veneta. Se non ci sono interventi, procediamo.
Il voto avviene a scrutinio segreto con procedura Concilium, quindi votiamo con Concilium.
È aperta la votazione.
Bozza e Piccinini non vedo il vostro voto, però vedete voi.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Presidente, purtroppo non riesco a visionare nella mia tastiera: io schiaccio "sì," però non so se lei riesce a vederlo perché io non riesco a vedere la mia votazione.

PRESIDENTE

Va bene. Il voto è segreto, ma diciamo che adesso ha registrato anche il suo voto.
Tutti hanno votato in questo momento, colleghi, quindi stop agli interventi.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7
 
   

MOZIONE DI RISERVE, AI SENSI DELL'ARTICOLO 128 DEL REGOLAMENTO, NEI CONFRONTI DELL'ASSESSORE REGIONALE ALL'ISTRUZIONE, FORMAZIONE, LAVORO E PARI OPPORTUNITÀ, ELENA DONAZZAN, PRESENTATA DAI CONSIGLIERI LORENZONI, BALDIN, BIGON, CAMANI, GUARDA, MONTANARIELLO, OSTANEL, GIACOMO POSSAMAI, VALDEGAMBERI, ZANONI E ZOTTIS. (MOZIONE DI RISERVE N. 1) RESPINTA

PRESIDENTE

Lorenzoni per la presentazione del provvedimento, prego, ha la parola.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
La mozione di riserve, che è una novità assoluta per questo Consiglio, che abbiamo presentato in base all'articolo 128 del Regolamento, non è una mozione contro una persona, ma è una mozione per interpellare ciascuno di noi, in primo luogo il Presidente di questa Regione, nei confronti di un regime che ha lasciato un segno drammatico nel nostro Paese. La mozione chiede di esprimere riserva rispetto alle affermazioni pubbliche e al comportamento dell'assessora Elena Donazzan, che è presente e che ringrazio di essere presente, e invita il Presidente della Giunta a comunicare al Consiglio le determinazioni che intende assumere in riguardo.
Le dichiarazioni dell'assessora Donazzan dello scorso 8 gennaio sono state tali per cui sono state messa sullo stesso piano la canzone popolare "Faccetta nera" e la canzone "Bella ciao", lasciando intendere che entrambe le parti che lottarono drammaticamente durante il secondo conflitto mondiale avessero pari dignità e meritassero pari rispetto da parte nostra.
Abbiamo preparato questa mozione perché crediamo che non si possa rimanere nell'ambiguità e si debba esprimere in modo esplicito la parte da cui si sta oggi, non tanto in relazione al passato, quanto in relazione ai valori a cui intendiamo riferire la nostra azione politica e amministrativa, come rappresentanti dei cittadini che ci hanno dato il loro voto. Non è una mozione sul passato, è una mozione sui valori fondamento e guida del nostro agire politico futuro.
A questo proposito abbiamo ricevuto tutti noi un'eredità importante dalla generazione che, dopo il secondo conflitto mondiale, ha ricostruito l'Italia su un patrimonio valoriale alto e nitido, radicato nei valori democratici contro le limitazioni della libertà, contro ogni dittatura, contro ogni discriminazione, contro ogni sopraffazione ed ogni violenza e questa eredità oggi è nelle mani di ciascuno di noi, soprattutto noi che ricopriamo delle cariche elettive, e in modo massimo in chi ha la responsabilità dell'educazione nella nostra regione.
Per questo voglio ricordare l'appello che fece agli studenti il rettore Concetto Marchesi, quando fu costretto ad abbandonare l'Ateneo di Padova per entrare in clandestinità, l'1 dicembre 1943, che sono delle parole che, se non le avete sentite, credo meritino l'attenzione di ciascuno di noi: "Sono rimasto a capo della vostra Università finché speravo di mantenere immune dall'offesa fascista e dalla minaccia germanica, fino a che speravo di difendervi da servitù politiche e militari e di proteggere con la mia fede, pubblicamente professata, la vostra fede costretta al silenzio e al segreto. Tale proposito mi ha fatto resistere contro ogni malessere, che sempre più mi invadeva nel restare in un posto che ai lontani e agli estranei poteva apparire di pacifica convivenza, mentre era un posto di ininterrotto combattimento. Oggi il dovere mi chiama altrove", disse. E poi l'appello: "Studenti, non posso lasciare l'ufficio di Rettore dell'Università di Padova senza rivolgervi un ultimo appello: una generazione di uomini ha distrutto la vostra giovinezza e la vostra patria. Traditi dalla frode, dalla violenza, dall'ignavia, dalla servilità criminosa, voi, insieme con la gioventù operaia e contadina, dovrete rifare la storia dell'Italia e costruire il popolo italiano. Non frugate nella memoria e nei nascondigli del passato i soli rappresentanti di episodi delittuosi: dietro ai sicari c'è tutta una moltitudine, che quei delitti ha voluto e ha coperto con il silenzio e con la codarda rassegnazione. C'è tutta la classe dirigente italiana, sospinta dall'inettitudine e dalla colpa verso la sua totale rovina".
Sono parole che a me personalmente mettono i brividi, interpellano ciascuno di noi, in quest'Aula, ad esprimersi contro o a favore i valori e gli strumenti messi in atto dal regime fascista. La scelta che facciamo oggi non è in relazione alla memoria, ma è in relazione a ciò che vogliamo porre alla base della nostra vita democratica.
Per questo mi appello a ciascuno dei Consiglieri, in primo luogo al Presidente, perché possiamo essere eredi degni del mandato che ci diede la generazione di Concetto Marchesi, e ricordo queste parole: "Dietro ai sicari c'è tutta una moltitudine che quei delitti ha voluto e ha coperto con il silenzio e la codarda rassegnazione, c'è tutta la classe dirigente italiana sospinta dall'inettitudine e dalla colpa verso la sua totale rovina. Non possiamo far passare in silenzio la rassegnazione, men che meno immagino vogliamo essere ricordati per la nostra inettitudine".
Allora credo che sia impossibile che la Regione Veneto sia rappresentata alla delega all'istruzione e alle pari opportunità da una persona che ammicca al regime che allontanò alcuni tra i professori più prestigiosi dei nostri atenei e io voglio ricordare solo Tullio Levi Civita, professore di matematica a Padova, l'unica persona che è stata ringraziata da Albert Einstein per il contributo alla teoria della relatività, un genio assoluto, a cui abbiamo dedicato il Dipartimento di Matematica; poi andò a Roma, fu costretto ad abbandonare l'insegnamento e morì di crepacuore dopo pochi mesi dall'allontanamento.
Non si può servire la Costituzione come rappresentanti di tutti i cittadini del Veneto e manifestare simpatia per un regime antidemocratico, violento, discriminatorio e razzista. Il voto che ciascuno di noi fa oggi è una presa di posizione che deve necessariamente essere chiara, non ci può essere ambiguità: o si condividono quei principi e quei metodi o li si respingono e ci si colloca convintamente nella tradizione democratica che è orgoglio della nostra Repubblica e che sola può dare un futuro di prosperità a noi e ai nostri figli.
Io mi rivolgo direttamente al Presidente Luca Zaia, che mi rammarica non sia presente, perché forse riteneva che ci fosse qualcosa di più importante: certamente è un periodo di pandemia, ma io credo che parlare di queste cose in quest'Aula sia importante e questo è il luogo istituzionalmente deputato alla discussione e alla difesa delle proprie decisioni. Purtroppo per la democrazia di questa Regione non è un bel segnale, ma lui e solo lui ha la responsabilità del posizionamento politico della sua Giunta e lui solo deve prendere una posizione chiara oggi in merito alle dichiarazioni di simpatia verso il regime fascista espresse da un suo Assessore.
Oggi lui in primis è chiamato ad esprimersi a favore o contro e, credetemi, non è possibile astenersi, né minimizzare bollando come uscita infelice le dichiarazioni che abbiamo ascoltato lo scorso 8 gennaio: o si rifiutano quei metodi e tutte le nefaste conseguenze che hanno portato e possono portare, o si avvalla quell'atteggiamento benevolo verso un regime dittatoriale; non c'è una terza posizione e questo lo voglio dire a tutti noi.
Quindi mi aspetto un segnale chiaro inequivocabile con un'azione concreta dopo il voto di quest'Aula. Pensateci bene, colleghi di quest'Aula, quando tra breve sarete chiamati nominalmente ad esprimere il vostro voto: non c'è una posizione di neutralità come ha detto molto bene Concetto Marchesi 77 anni fa e come ciascuno di noi, credo, debba testimoniare ai cittadini che gli hanno dato la fiducia. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Ha chiesto la parola l'assessora Donazzan, prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Colleghi, Presidente, ci troviamo qui oggi, dopo una settimana per me molto difficile, ma la vita mi ha insegnato che si affrontano le prove, anche le più dure, passando dalla porta più stretta. Il Consiglio di oggi con questa mozione è l'occasione che mi permette di ribadire in modo ufficiale le mie scuse in quest'Aula: non era mia intenzione offendere nessuno e certamente non mi troverò mai più nella circostanza di rispondere ad una trasmissione qual è "La zanzara", irridente e sopra le righe, creando involontariamente imbarazzo alla mia Amministrazione regionale.
Viviamo un momento estremamente difficile e delicato per la nostra gente e la nostra terra, che deve vederci massimamente impegnati – lo dico in primis a me stessa – con la maggiore attenzione possibile rivolta ai veneti che soffrono e che chiedono risposte.
Ringrazio il mio Gruppo consiliare ed il mio Partito e, permettetemi, anche i tanti, tra gente comune e colleghi, e da donna permettetemi di ringraziare la collega Venturini che l'ha fatto pubblicamente, che mi hanno manifestato vicinanza umana prima che politica. Vedete, in molti mi sono stati vicini in questa settimana così carica di tensione e dimostra una cosa sola principalmente: su alcuni temi la nostra nazione ha ancora ferite aperte ed un clima che non permette leggerezza.
Accade nella vita di sbagliare.

PRESIDENTE

Ha chiesto la parola Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Credo che sia opportuno, poiché molti lo hanno chiesto in maniera ufficiale, anche spiegare il perché di una firma data a sostegno di questo intervento delle opposizioni. Prima di tutto, è una firma per la democrazia e per la dialettica. Noi abbiamo stravinto, abbiamo dei numeri che non permettono nemmeno di usare certi strumenti normativi da parte dell'opposizione e credo che la prima cosa, in un consesso dove non c'è paura a confrontarsi e a dialogare, in un consesso democratico, in un Parlamento democratico qual è il nostro, è un dovere anche avere il coraggio di dare voce anche all'opposizione, per dialogare con serenità attorno a delle questioni che sono di particolare importanza e sono alla base anche della vita democratica del nostro Paese.
Io non sono per nulla appassionato alle questioni di "Faccetta nera" o "Bella ciao", che io credo facciano parte di due culture, tra l'altro anche molto ideologizzate, da una parte e dall'altra, di destra e di sinistra, che non mi appartengono: io sono per una visione politica con la centralità dell'uomo, della comunità locale, delle tradizioni e di tutto ciò che rappresenta l'identità territoriale, dove lo Stato non è uno Stato etico, ma è uno Stato semmai che applica dei valori morali e etici, uno Stato che non riassume la persona, ma semmai è al servizio della persona e del territorio.
Sono visioni ideologiche contrapposte di cui io non vorrei mai sentir parlare più o avere attacchi anche all'interno dell'Aula o in esternazioni esterne di sufficienza o di disprezzo verso, per esempio, tutto ciò che nasce dal territorio, a partire dalla cultura veneta – abbiamo avuto dibattiti lunghi anche in quest'Aula – a partire da iniziative, come quella di una legge che di cui ero promotore, un referendum, poi cassata, sull'indipendenza, poi diventata un referendum per l'autonomia, iniziative di carattere federalista, iniziative che vogliono dare voce al territorio, soprattutto a quelle realtà del territorio quali le minoranze etnico-linguistiche, che spesso sono state derise e che stanno scomparendo. Ma sono un valore del territorio, come quella cimbra, che oggi è una lingua che parlano pochissime persone, che ha comunque dignità, una lingua di persone che per 800 anni l'hanno parlata, famiglie dell'intera nostra regione. Una bella fetta della regione parlava questa lingua e noi dobbiamo, appunto perché sono i più deboli e i più indifesi, difendere questi ambiti culturali di un Veneto che oggi li sta perdendo. Questa biodiversità che arricchisce la nostra regione, anche dal punto di vista del patrimonio linguistico e culturale di cui è molto ricca.
Mi è dispiaciuto più volte, anche nella seduta del Consiglio di approvazione del bilancio, vedere che in quest'Aula, quando si accenna a fare un intervento usando quella lingua, corredato anche da una traduzione consegnata a tutti, c'è una sollevazione spesso da destra e anche da sinistra, cioè quando qui vicino nella Regione Friuli Venezia Giulia è possibile addirittura comunicare usando lingue minoritarie che parlano solo in qualche paese, c'è un rispetto della lingua che da noi a pochi chilometri di distanza non c'è e noi spesso ci riempiamo la bocca di cultura locale, di identità e di autonomia.
Ecco, non riconoscere la propria identità territoriale, i propri valori che noi abbiamo soprattutto di quelle realtà che fanno anche la differenza sul piano culturale di offerta e anche su un patrimonio che può diventare un valore anche turistico e economico per la Regione, credo che sia una mancanza di maturità e mi auguro che nel futuro questi episodi non si ripetano più, che ci sia l'apprezzamento delle particolarità e le specificità vengono viste non come un limite, ma come un valore e una ricchezza. Questo credo che sia il messaggio positivo che da questa discussione deve uscire.
Io vorrei ricordarvi che una certa cultura, esaltata come esempio, è stata quella che ha favorito la sparizione di questa lingua: mi raccontavano i vecchi che nel paese, durante il ventennio, gli insegnanti li punivano perché parlavano la lingua tedesca, ma era una lingua tedesca di 800 anni prima, non c'entrava niente con le questioni politiche e geopolitiche del momento, era un tedesco che avevano imparato dalle labbra dei loro genitori, ma gli insegnanti proibivano addirittura di parlarlo e proibivano ai genitori di insegnarlo ai figli e, se lo sentivano pronunciare nella scuola, i ragazzi venivano puniti, messi all'angolo e dovevano per forza dimenticare, cancellare questa loro identità, in virtù di una presunta italianizzazione forzata.
Ecco, questi sono fatti storici e capite bene che oggi noi dobbiamo veramente impostare la cultura su binari diversi: la cultura è valorizzazione anche di queste specificità, non è omologazione, non è appiattimento; in un mondo globalizzato come quello attuale sono queste specificità che fanno la differenza e che danno valore al territorio e anche il nostro esistere, alle nostre identità e alle nostre radici.
Ecco, io vorrei che, quindi, episodi di disprezzo, che non vengono solo ovviamente dell'Assessore ma sono arrivati anche da parte dell'opposizione e di qualche rappresentante della sinistra, non si ripetano più, anzi coglierò l'occasione - e qui concludo - per presentare anche prossimamente un disegno di legge, e voglio la condivisione da parte di tutta l'Aula, da parte maggioranza e opposizione, che dia il giusto valore, come viene dato in Regione Friuli Venezia Giulia, tanto per prendere una Regione vicino a noi, che, come è riconosciuto nelle varie convenzioni internazionali, a queste specificità che oggi sono da tutelare perché sono un patrimonio in via di estinzione e sono parte dell'identità della nostra Regione Veneto.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
"Faccetta nera" è il simbolo di uno dei periodi più bui del nostro Paese, un periodo in cui la meglio l'aveva chi esprimeva un pensiero politico che non promuoveva né saggezza, né rispetto per il prossimo, ma basato su retate di violenza per chi esprimeva un pensiero politico che non era quello espresso da chi governava all'epoca e riusciva ad avere più successo politico. Era un periodo in cui olio di ricino, prigionia, morte ed emarginazioni erano previsti per chi in patria si opponeva ad un pensiero unico, era un periodo basato sull'adesione alla "Soluzione finale", al genocidio di più di 6 milioni tra ebrei e oppositori, minoranze e persone con disabilità e su bombe a gas, stragi, violenze fisiche e sessuali, che trasformavano le popolazioni africane in prede di un carnefice spietato quanto infido nel giustificare una guerra di conquista in una finta liberazione, tra l'altro sessista visto anche il testo della canzone.
Non c'è dubbio, quindi, che oggi ci ritroviamo in un eccezionale Consiglio per il 2021, eccezionale perché non si era mai visto prima un Assessore regionale con delega all'istruzione intonare "Faccetta nera" alla radio, eccezionale perché per la prima volta in quest'Aula siamo chiamati ad esprimerci su una mozione di riserva, eccezionale perché è chiaro che, al di là del caso che è oggetto di questa mozione oggi, in questi giorni è emersa fra Lega e Fratelli d'Italia una certa resa dei conti politica iniziata il giorno dell'insediamento.
Oggi, però, non siamo qui per parlare delle rese dei conti, ma perché non è la prima volta che ci si ostina, anche politicamente, a voler difendere come valore il male che il regime fascista ha rappresentato in Italia e nel mondo.
Io e noi, penso, prendiamo atto delle scuse dell'Assessore, denunciamo noi per primi il fatto che a queste situazioni non si risponde con l'offesa e non si risponde con alcuna tipologia di violenza, anche verbale, ma oggi, a meno di due settimane dal Giorno della Memoria, dovremmo parlare di memoria storica, di fatti che ancora oggi toccano le nostre coscienze e di sofferenze che non possiamo minimizzare a semplici errori di percorso, perché sono orrori che nessuna donna e nessun uomo, specie nelle Istituzioni pubbliche come la nostra, dovrebbero dare per scontato.
Sdoganare, anche con leggerezza, magari, frasi fatte o nostalgie familiari, che intendono giustificare un regime dittatoriale e violento, lancia un messaggio di sottovalutazione dell'orrore che non è né costituzionale, né umano perché, se fosse capitato a lei, Assessore, di essere vittima di un genocidio, di violenze e di emarginazioni, di dover sottostare al divieto di associarsi e di riunirsi, urlerebbe lei stessa allo scandalo, e non perché le viene chiesto oggi di rispettare la Costituzione italiana, dichiaratamente antifascista, tanto più che è un rappresentante di un'Istituzione che basa la sua esistenza su questa Costituzione.
Ed è proprio per questo che non è tollerabile che i rappresentanti di questo Consiglio non condannino affermazioni pubbliche di questo tipo perché, se è vero ciò che abbiamo letto sui giornali, che avete scelto di astenervi dal dichiararvi perlomeno dubbiosi, su comando del presidente Zaia, allora diteci che a voi non interessa rispettare la Costituzione e difenderla. E diteci che continuerete, per semplice opportunismo politico, per necessità politica, a soprassedere e a scherzare non soltanto su ciò che è stato dichiarato e canticchiato dall'Assessore, ma a soprassedere se qualcuno orgogliosamente non negherà di essere nostalgico o nostalgica e attaccata al ventennio della dittatura fascista. Diteci che continuerete a non censurare Assessori che festeggiano il proprio compleanno con una torta decorata con un fascio littorio e il simbolo delle SS, come è successo qualche anno fa, Consiglieri che, da Sindaci, inneggiavano alla violenza contro stranieri indesiderati, o altri che supportano senza riserve leader politici che anche oggi, in Russia, fanno ancora prigionieri politici gli oppositori o in Polonia e Ungheria negano il rispetto di diritti umani ai propri cittadini.
Se il Presidente Zaia volesse prendere le distanze realmente da questo modo di fare propaganda, non fare politica, attenzione, non vi chiederebbe di astenervi e rendere, quindi, inefficace il voto di questa mozione, ma censurerebbe lui per primo queste affermazioni, senza fare alcun tipo di melina.
Questi eventi, all'apparenza piccole goliardie, accanto ai fatti accaduti lo scorso 6 gennaio negli Stati Uniti, così come l'arresto dell'oppositore russo di domenica, rilevano la fragilità dei valori democratici d'oggi e sono frutto di azioni politiche che voltano le spalle all'insegnamento che la storia ci ha posto davanti alla fine della seconda guerra mondiale e allora a questo punto urge un dibattito all'interno delle Istituzioni sul mondo che vorremmo costruire dopo questa pandemia, se il populismo becero o il qualunquismo siano strumenti adatti a consegnare un mondo migliore alle nuove generazioni. La risposta è ovviamente no. Io desidererei profondamente vi interrogaste sul messaggio che state lanciando agli studenti veneti, costretti a seguire le lezioni da un pc, privati della socialità che la scuola offre, lontani da quegli standard di apprendimento che un Paese civile dovrebbe garantire, prendiamo le distanze oggi, senza se e senza ma, dal fascismo, ma facciamolo con coerenza, condanniamolo e rispediamo al mittente qualsiasi manifestazione, anche se dovuta a leggerezza, che possa contribuire ad attenuare le immense e tragiche colpe di questo fascismo.
Vorrei che quest'Aula dicesse a chiare lettere che è stato un errore e non che si astenesse di fronte a questa dichiarazione di intento e votazione, altrimenti verreste meno tutti quanti al vostro dovere di difesa della Costituzione ed in più mortifichereste un valore del ruolo istituzionale di un politico, tanto più se Consigliere, Assessore, Presidente o parlamentare, perché è un fallimento a consentire che il ruolo di un politico si riduca alla ricerca di visibilità per la propria nostalgia incostituzionale e non, invece, per promuovere e assolvere al proprio compito legislativo o amministrativo o per valorizzare la propria azione nel fare la differenza nella vita delle persone, specie oggi in quelle più colpite dalla pandemia, cosa che tutti quanti noi, nessuno escluso, sta facendo e cercando di fare.
Se pensiamo all'assessora Donazzan, dovremmo pensare a come in Veneto si stia agendo per garantire il ritorno alla scuola degli studenti, per tutelare il diritto di accedere all'istruzione superiore e universitaria anche per i giovani più a rischio per motivi economici, per garantire la tutela dei lavoratori in un'epoca in cui le crisi aziendali causate dal Covid e anche da arroganti delocalizzazioni, si stanno abbattendo nel nostro territorio e non dovremmo quindi pensare a "Faccetta nera" e alle successive rivendicazioni di una libertà di espressione sulla propria nostalgia fascista, che nulla hanno a che vedere con la democrazia, l'umanità, la famiglia, la scuola ed il lavoro. Io auspico, invece, che in futuro, quando penseremo ai ruoli di ogni singolo Consigliere e Assessore, si possa valorizzare ciò che è stato fatto e non a eventi di questo tipo.

PRESIDENTE

Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Oggi discutiamo in quest'Aula di un fatto molto grave, un fatto grave perché anche, in contesti goliardici, come l'Assessore ha definito la trasmissione radiofonica nella quale ha canticchiato "Faccetta nera", chi riveste incarichi istituzionali, ma mi verrebbe da dire ciascuno di noi, deve essere in grado di riconoscere il limite da non superare e lei, Assessore, quel limite l'ha superato. Le ragioni sono quelle indicate nella mozione che abbiamo presentato: l'Assessore ha espresso atteggiamenti e parole in aperto contrasto con la natura antifascista della nostra Carta Costituzionale, ledendo l'immagine dell'Istituzione di cui lei fa parte e di cui tutti noi facciamo parte ed è certamente vero che presentare una mozione di riserve in questo Consiglio regionale è un atto dal punto di vista istituzionale molto pesante, ma siamo stati costretti a farlo per stigmatizzare un comportamento che noi definiamo altrettanto pesante e che questo Consiglio regionale non può più ignorare.
Il giudizio sul suo comportamento, Assessore, diventa ancora più definitivo dopo aver ascoltato le parole che ha pronunciato in quest'Aula e dopo aver letto le parole della lettera che ci ha inviato nei giorni scorsi, che confermano non solo le ragioni della mozione che abbiamo presentato, ma che confermano anche che quella canzoncina non è stato un semplice atto di leggerezza goliardica come lei lo ha definito. E risultano imbarazzanti i suoi appelli ad una pacificazione nazionale tra fascisti e antifascisti costruita, secondo lei, sulla base del riconoscimento delle ragioni dei vinti: l'unica pacificazione possibile, infatti, è quella già sancita dalla nostra Costituzione nella quale trovano fondamento i valori di democrazia e di libertà sempre violentati e osteggiati dal regime fascista.
Il giudizio su quel conflitto, quello tra i partigiani dell'Italia libera e i fascisti, non può essere e non lo è mai stato un giudizio tra due parti in campo parimenti degne, come i guelfi e i ghibellini, che lei cita nella sua lettera: quello tra partigiani liberi e fascisti è un giudizio definito e definitivo tra chi combatteva dalla parte giusta e chi combatteva dalla parte sbagliata e qualsiasi pacificazione non può prescindere da questo dato di fatto. Allora, se davvero lei auspicasse questa pacificazione, dovrebbe lei per prima assumere questo giudizio della Storia, Assessore. Non si crea fratellanza nazionale cantando una canzone che ricorda una delle pagine più infami del regime fascista, quella spietata politica colonialista che ha portato morte e torture anche nel Nord Africa; non si crea speranza e unità offrendo, grazie al suo ruolo istituzionale, che ha l'onore di rappresentare, visibilità e idee a valori e pratiche condannate non da questo Consiglio, ma dalla storia di questo Paese.
Ognuno possiede la sua storia personale, Assessore, ma per il nostro Paese esiste solo una storia nazionale, quella dell'Italia liberata dalla dittatura e dai soprusi del regime fascista e le ragioni dei vinti, Assessore, non sono state cancellate dalla storiografia, come dice lei, sono state schiacciate dal peso delle ingiustizie e delle violenze che quei vinti hanno inferto per decenni all'Italia e agli italiani. Non ci sarebbe alcun conflitto tra noi, non ci sarebbe alcuna guerra fratricida, se questa storia nazionale fosse finalmente accettata da quei vinti e dai loro degni eredi; non si continuerebbe ad alimentare l'odio, se non ci fossero amministratori pubblici come lei, che dichiarano che Mussolini è stato un grande statista; non ci sarebbe lacerazione sociale, se si trovasse la forza di condannare politicamente, senza ambiguità, chi pensa ci sia qualcosa da ridere o da sorridere rispetto alle violenze che ha attraversato l'Europa durante le dittature nazifasciste.
Allora, se davvero vuole che le sue pubbliche scuse siano vagamente credibili, si rassegni al giudizio collettivo della Storia, abbandoni le nostalgie della sua memoria personale e condanni con chiarezza, in quest'Aula, insieme a noi, il fascismo, prenda le distanze da quelle idee e da quella pagina buia della storia europea, dica parole chiare e definitive. Noi non ci aspettiamo le sue scuse personali, ci aspettiamo da lei, in quest'Aula, una presa di distanza dal regime fascista. Si dichiari antifascista, come la nostra Costituzione. Solo allora le sue scuse saranno credibili. Altro che leggerezza! Non è più tempo, Assessore, di ambiguità, di celebrazioni della Decima Mas: questo Consiglio non se lo può più permettere.
Non è neanche più tempo, Assessore, di appellarsi alla libertà di espressione, di parola e di pensiero, come lei fa nella lettera, richiamando quel principio democratico che proprio la dittatura fascista aveva cancellato da questo Paese, la libertà di opinione. Qui non si tratta di aver espresso un punto di vista discutibile ma legittimo, come dice lei, perché il fascismo non è un'opinione, ma in questo Paese è un reato e soprattutto qui, in questo Consiglio regionale, non si censura, e mai lo si farà, nessuna opinione legittima: si censura chi difende il regime fascista, si censura chi ne ripropone i principi in una lettura revisionista fuori dalla storia nazionale, si censura chi ne rimuove strumentalmente le finalità antidemocratiche e si censura soprattutto chi compie questo gesto mentre rappresenta un'Istituzione pubblica. Si censura chi infanga l'immagine della Regione del Veneto con atteggiamenti inaccettabili che offendono le coscienze di tutti.
Chiediamo a questo Consiglio e al Presidente Zaia di riportare questa Istituzione dalla parte giusta della storia, di recuperare lo spirito dichiaratamente antifascista della nostra Costituzione, di riporre la scuola e la sua funzione educativa in mani sicure. Sì, Assessore, ha messo in imbarazzo la sua Giunta che oggi la lascia sola su quei banchi e da quell'imbarazzo non si esce con le scorciatoie stavolta, da quell'imbarazzo si esce votando sì a questa mozione, si esce assumendosi la responsabilità di rappresentare degnamente la nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È evidente che prendiamo atto delle scuse dell'Assessore, come è altrettanto evidente che in questa fase quella canzone avrebbe creato sgomento nell'opinione pubblica in chi ricopre ruoli istituzionali e in chi comunque ricopre ruoli all'interno, per esempio, delle Istituzioni scolastiche; lo è perché quella canzone è un simbolo e non c'è niente di più potente dei simboli sempre e comunque, è un simbolo che hanno fatto bene a ricordare le insegnanti in una lettera inviata, perché è il simbolo della più grande guerra colonialista europea nei Paesi africani oltre che dell'epoca fascista in Italia, perché questo ha fatto il fascismo anche all'estero. E cito quello che hanno citato anche gli insegnanti, Indro Montanelli.
Si parla di forma di goliardia, ma è intollerabile, è squallida la banalizzazione perché comunque quel canto richiama la vergognosa e sanguinaria politica coloniale dell'Italia fascista. Il razzismo, la violenza, il sessismo di cui era imbevuta, impossessarsi del posto al sole, tra l'altro nella pressoché unica nazione africana ancora indipendente perché non dominata dai feroci ed insaziabili appetiti europei, aveva il suo naturale corrispettivo nel possesso e nell'abuso del corpo delle donne di quel Paese, soggetti, le donne, evidentemente privi per natura del diritto, della dignità e dell'autodeterminazione. Questo è il simbolo di "Faccetta nera" e quindi noi non possiamo accettare le scuse di per sé, pur condannando qualsiasi forma e sempre condannando qualsiasi forma di violenza e anche le offese che sono state fatte all'Assessore, ma non bastano le scuse dell'Assessore, ci vogliono degli atti formali, perché la storia non si cancella.
Non è una questione di vinti o vincitori, è questione di atti e avvenimenti che sono certi: ogni Stato è frutto della propria storia, da noi c'è stato il fascismo e la nostra Costituzione è antifascista. Tutte queste cose non sono soggettive nel rispetto della storia di ognuno di noi, da dove proveniamo, ma non sono soggettive, sono oggettive: i morti in Eritrea sono oggettivi, i morti in Italia sono oggettivi. Non c'è nulla di soggettivo, non si può paragonare "Bella ciao" con "Faccetta nera", perché non sono simboli di oppressione entrambi: uno è simbolo di oppressione, di violenza, di colonialismo spietato, di morti italiani e non italiani, l'altro è un simbolo di liberazione, che piaccia o non piaccia, e su questi c'è oggettività. Questo non significa non condannare chi nel proprio ruolo, anche all'epoca, ha esasperato la situazione stessa.
Noi non possiamo accettare che ci sia un voto di astensione perché il voto di astensione non vuol dire nulla. Noi vogliamo che si prendano le distanze da quella che non è una goliardia, non è un errore banale, ma, ripeto, è il ricordare un simbolo di ciò che la nostra Costituzione ha debitamente condannato e le ferite rimarranno sempre aperte, non solo per quello che diceva la collega Guarda, che è importantissimo, ma queste ferite rimarranno sempre aperte perché nessuno di noi è ancora riuscito a far mettere la parola "fine" a tutto quello che era avvenuto, perché questo dibattito rimane aperto e noi siamo stati i primi a condannare, lo ricordo, nelle aule precedenti, le foibe, non ci siamo mai tirati indietro nella condanna, e neanche l'Associazione Partigiani, in alcuni paesi (ricordo che ho partecipato alla celebrazione a Jesolo con loro).
Quindi non confondiamo le carte, non mettiamo tutto insieme, mettiamo ordine nella storia, perché quella storia ci ha consegnato la democrazia, perché quella storia ci ha consegnato la libertà, quella libertà che ci permette oggi il confronto, libertà che in quel momento non era permessa perché, se ci fossimo permessi di dire quello che stiamo dicendo, saremmo stati torturati e uccisi. Allora, è bene ricordare anche altre parole di quell'epoca, che danno il quadro che non c'è nulla di nazionalista nel fascismo.
Allora ricordo le parole di un partigiano iscritto alla Democrazia Cristiana, che era Attilio Rizzo, che è morto a Mauthausen il 15 gennaio 1945: "I fascisti, quelli veri e puri, coloro che si sono arrogati l'autorità di governare il popolo senza che il popolo l'abbia loro conferita, in quanto non è stato nemmeno interpellato, hanno la pretesa di voler insegnare agli italiani che cosa sia l'onore. In ogni città, in ogni villaggio, essi sono conosciuti tutti, perché sono pochissimi, forse uno ogni 2.000 abitanti, e il loro contegno pubblico e privato dimostra a sufficienza che cosa intendono per onore. Per loro l'onore, cioè la grande reputazione o vanto, consiste nel servire lo straniero, quello stesso che fin dai tempi più antichi è sempre stato nemico dell'Italia. Questo nemico è loro amico, per quanto egli stesso lo disprezzi, anche pubblicamente".
E allora noi chiediamo il rispetto per la nostra storia, lo chiediamo perché quella storia ci ha consegnato libertà; noi chiediamo condanna verso certi simboli; noi chiediamo chiarezza nelle Istituzioni, perché altrimenti queste Istituzioni non saranno degne non di essere attori della formazione dei nostri giovani, che è un compito altissimo e importantissimo, ma non saranno degni di governare nulla, se non si fa chiarezza su quello che ci dice la nostra Costituzione: siamo antifascisti. Il fascismo è un momento buio, un momento di terrore, un momento che ha portato la nostra terra, tutta la nostra terra, ad impoverirsi da un punto di vista morale, da un punto di vista economico, da un punto di vista culturale, da un punto di vista umano. Per questo chiediamo su quella mozione un'espressione chiara di voto da parte di tutta l'Aula: è una questione di dignità delle Istituzioni, del ruolo che ricopriamo, delle persone che ci hanno donato la democrazia, di chi guardiamo fuori e di chi diciamo di voler aiutare nella propria formazione, nella propria educazione, nei propri percorsi di crescita.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Oggi stiamo discutendo una mozione – ne abbiamo già parlato negli interventi precedenti – che, secondo me, è un momento importante non tanto, come è stato scritto nella lettera di giustificazioni, per giudicare un atto singolo, ma questa mozione per me è importante perché io voglio arrivare alla fine di questa discussione, vedere quel tabellone e vedere che la presa di consapevolezza dei Consiglieri qui presenti è quella di prendere una posizione chiara, non tanto sul fatto singolo, ma su una serie di atteggiamenti rispetto al non denunciare e al non essere chiari, rispetto al fatto che il fascismo deve essere, senza se e senza ma, ritenuto qualcosa che da quest'Aula deve stare fuori e questo non lo dice Elena Ostanel, non lo dice Il Veneto che Vogliamo, lo dice la nostra Costituzione e lo dice la storia di questo Paese.
Io non amo gli ultras, non li ho mai amati, di nessun tipo e di nessun genere, però nel momento in cui noi siamo qui a discutere, io anche con un po' di emozione per la storia personale che ho, che poi se ho qualche minuto ve la porto solo perché ho voglia di condividerla, penso che sia il momento davvero per quest'Aula e non per le singole persone, ribadisco, di dire da che parte si sta, non perché si vuole essere dalla parte dei vinti o dei vincitori, ma perché si vuole stare dalla parte della storia di questo Paese perché è già stata scritta, è stata scritta da dei costituenti, è stata scritta da delle persone che da quel periodo storico sono usciti e nei territori stavano a costruire un'Italia migliore e democratica. Mio nonno faceva parte di quelle persone lì, e io penso che quest'Aula debba rispettare la storia di questo Paese, non tanto pensando all'appartenenza anche familiare che noi abbiamo, perché ho visto anche alcuni interventi sulla stampa dell'assessora Donazzan che citava lo zio, e io questo pomeriggio cito mio nonno: abbiamo avuto probabilmente anche due storie familiari diverse, ma questo non conta rispetto al ruolo che qui dentro noi stiamo espletando, io di Consigliera, lei di Assessora, e che deve avere rispetto per la storia di questo Paese e che finalmente spero quest'Aula deciderà che sia comune, che non abbia, come diceva l'assessora Donazzan nel suo intervento precedente, ancora delle forti lacerazioni, perché questo non ce lo possiamo permettere.
Quando sono entrata in quest'Aula la prima volta – e mi è capitato anche quando sono entrata nell'Aula del Consiglio comunale – ho sentito una grande emozione, l'emozione di pensare che, entrata qui dentro, io che comunque non ho una grande storia politica alle spalle, dovevo rappresentare in un'Aula importante, bella, con delle persone, credo, intelligenti, la Regione dove sono nata e cresciuta e penso che quell'emozione sia l'emozione non tanto di far parte di quest'Aula di per sé, ma di poter pensare di avere un ruolo nell'indicare, anche alle giovani generazioni, anche alle persone che magari seguono meno la politica, anche magari alle persone meno educate come, ad esempio, la mia famiglia, che è una famiglia umile, che c'è qualcuno che le sta aiutando a comprendere da che parte stare, a comprendere dove vogliamo portare questa Regione, dove vogliamo portare le nostre giovani generazioni, in linea con quello che la storia di questo Paese ha già espresso.
Quindi penso che la frase che l'Assessora ha scritto nella lettera, citando Voltaire: "Non condivido ciò che dici, ma darei la vita affinché tu possa dirlo", io chiedo davvero come possa essere questa frase compatibile con quello che la storia ha raccontato del regime fascista in questo Paese. Come la consigliera Zottis diceva prima, dobbiamo fare chiarezza, non possiamo mettere nello stesso piatto due espressioni che hanno a che fare con due mondi così diversi: per giustificare il comportamento di aver cantato "Faccetta nera" in una trasmissione goliardica si usa Voltaire, che dice esattamente quello che probabilmente mio nonno avrebbe detto o direbbe oggi se fosse in questa Aula, se fosse ancora vivo, perché la libertà non è la libertà di fare quello che si vuole. La nostra Costituzione lo spiega bene: la libertà è poter dire qualcosa nel rispetto dell'altro. Allora, questa frase di Voltaire è esattamente il contrario che la storia fascista e che le esperienze che tutte le nostre famiglie hanno vissuto, raccontano di quel ventennio.
Ieri ho chiamato la sorella di mio nonno Guido e ho voluto chiederle di raccontarmi un po' quello che mio nonno mi raccontava durante la sua vita, quando era in vita e mi ha raccontato di quando a San Stino di Livenza il fratello di mio nonno Guido è stato preso dalla polizia mentre camminava nell'argine e stava andando a lavorare, perché non aveva i documenti in tasca e perché sapevano che era il figlio di una casa rossa, di una casa che non si era attenuta ad essere fascista. Lo hanno preso, lo hanno legato a un palo a San Stino di Livenza, per poi essere indicato per la fucilazione a Motta di Livenza. In quel momento, come mia nonna mi raccontava, è passato anche un capo fascista di San Stino di Livenza, che ha deciso di liberare il fratello di mio nonno, perché era talmente amico del mio bisnonno, prima del ventennio, che in quel momento ha prevalso la fratellanza rispetto all'appartenenza.
Questa storia io la racconto perché l'esperienza fascista, oltre ad avere creato una frattura che ancora oggi stiamo discutendo – e io per prima vorrei non essere qui a discutere di questa cosa, perché penso che il tempo della pacificazione dovrebbero essere arrivato tanti anni fa – lo dico perché, oltre ad aver fatto questo, ha anche messo contro fratello e sorella, fratello e fratello. Quindi, a maggior ragione, dovremmo dichiararci antifascisti, non perché apparteniamo ad una curva. Quando io chiedo a qualcuno: "Dichiarati antifascista", non glielo sto chiedendo perché io sono comunista, come spesso si sente dire da chi ancora non ha il coraggio di esprimersi contro il nazifascismo; non c'entra nulla, lo dice Barbero benissimo nei suoi podcast. Stiamo parlando di due cose completamente diverse e, se ancora stiamo qui a pensare che, se io sono una donna di centrosinistra, non posso dire a una persona: "Dichiarati antifascista", perché io sono di centrosinistra, allora davvero, ragazzi, stiamo facendo il nulla in quest'Aula.
È per questo che io chiedo di fare un passo avanti non tanto all'assessora Donazzan, che ha chiesto scusa, e l'accettiamo, ma io penso che qui si dovrebbe dichiarare antifascista per quello che sto dicendo, perché penso che sia un valore fondante di quest'Aula e della nostra Costituzione, ma lo chiedo soprattutto agli altri Consiglieri, perché io vorrei tanto vedere quel tabellone colorato di uno stesso colore, a partire dal ragionamento che la storia è già scritta e noi qui la dobbiamo ratificare.
Ho visto parecchie dichiarazioni sui giornali di vari Consiglieri di maggioranza, che erano d'accordo con quello che sto dicendo e con quello che abbiamo detto qui, quindi do per scontato che quel tabellone poi si colorerà di un colore unanime e lo spero davvero, perché altrimenti vuol dire che ci si fa propaganda sui giornali, dicendosi antifascisti, ma poi si arriva qui e si decide di votare qualcos'altro. Questo non sarebbe abbastanza chiaro proprio per dire a quelle giovani generazioni e alle persone fuori di qui a cui io vorrei rivolgermi con questo discorso qual è la posizione di questo Consiglio regionale, che non è una posizione, lo ripeto, di una fazione o di un'altra ma è la posizione della storia di questo Paese a cui tutti hanno contribuito.
E una cosa che mi rimane sempre in testa, sempre dalla frase di Voltaire, è come sarebbe andata se...; sempre una delle persone che ha partecipato alla Costituente tanti anni fa ha detto una frase, secondo me, emblematica cioè: i vinti e i vincitori, se vogliamo descriverli così, si capiscono e si descrivono da soli perché nel momento in cui ha vinto l'esperienza, diciamo dell'antifascismo, ha fatto sì che chi avesse opinioni diverse da quelle potesse ancora esprimerle. Ecco, io in questa frase credo tantissimo, proprio perché credo nella frase di Voltaire: l'idea che le espressioni possano essere accettate e democraticamente discusse è il valore fondante che il nostro Stato ha dato all'epoca e che oggi ci troviamo a dover sostenere.
Quindi una mozione di censura, una mozione di riserva, non è una mozione che porta a pensare, come c'è scritto nella lettera dell'Assessora, che si apra un precedente affinché qui le persone poi vengano prese in castagna ogni volta che si dice qualcosa: no, non è così, qui stiamo discutendo e, ripeto, vorrei che questa mozione fosse utile per una discussione d'Aula perché non stiamo discutendo di una censura ad una persona che ha detto qualcosa che non doveva assolutamente dire, soprattutto per il ruolo che ricopre – e non lo sto a ridire – ma perché noi dobbiamo sancire un principio che è già sancito e che in qualche modo qui oggi ribadiamo.
Chiudo raccontando un'altra esperienza che mi sembra interessante, proprio perché stiamo parlando di pacificazione, di uscire dagli steccati che portano spesso questo dibattito ad essere uno scontro, quando in realtà lo scontro dovrebbe essere già redento. Il Canada è uno degli Stati dove questo tipo di pacificazione si sta facendo oggi, rispetto ai popoli nativi che sono stati massacrati dai Governi canadesi e, quando sono stata lì, era obbligatorio, ogni volta che si andava in una terra dei nativi, ricordarli. E lì, anche chi non è d'accordo o non era d'accordo, perché è stato proprio parte oppure era figlio oppure era fratello di chi aveva ucciso quei nativi, sta lì e soprattutto, se fa parte delle Istituzioni perché sente quel ruolo intimamente connesso alle sue emozioni, al suo corpo, chiede scusa, anche se suo nonno, anche se suo fratello, anche se lui stesso magari fino a qualche anno prima si dichiarava essere una persona che la pensava diversamente e che pensava che i nativi non avessero gli stessi diritti dei canadesi bianchi.
Allora, per me l'Istituzione è questo e saper interpretare un ruolo istituzionale è anche questo: saper chiedere scusa o poter cambiare atteggiamento nel momento in cui lo Stato dove lui o lei è rappresentante ha già deciso che questo è il passaggio che si deve fare. Allora in Canada questo viene fatto dopo tantissimi anni di storia, dopo che le comunità e dopo che le persone hanno denunciato in tantissimi momenti il fatto che la pacificazione rispetto alla storia dei nativi non era ancora avvenuta, lì lo stanno facendo, le Istituzioni stanno collaborando a farlo, ci sono delle prese di coscienza rispetto a persone che chiedono scusa, ma non chiedono scusa per aver cantato "Faccetta nera" in una televisione, chiedono scusa perché si dichiarano contro quell'atteggiamento perché la storia lo ha raccontato.
Allora davvero io mi chiedo se non sia possibile, com'è già stato chiesto dalla collega Camani, una dichiarazione di antifascismo che significa semplicemente rispettare la nostra Costituzione: non è difficile, non stiamo chiedendo la luna.
Allora davvero chiudo, perché mi sono ripetuta anche abbastanza e il concetto è chiaro, ai Consiglieri e alle Consigliere qui presenti, con il loro voto oggi, con le loro dichiarazioni di voto, con l'accensione della tabella che sta davanti a me, di dire se hanno voglia di partecipare attivamente a questo processo e pensare che da oggi in questa Regione (va bene, ho già la dichiarazione di voto del consigliere Soranzo e quindi probabilmente non sono stata abbastanza convincente nel mio intervento) non è un processo, non voglio fare la storia etimologica della parola...

PRESIDENTE

Collega Soranzo, poi chiede la parola quando vuole. Prego, Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Chiedo ai Consiglieri e alle Consigliere qui presenti se hanno voglia di partecipare ad un processo di cambiamento, che li porta a dichiarare qui, oggi, in maniera chiara, che pensare di essere dalla parte della storia, che questo Paese ha già scritto, senza se e senza ma, è utile non tanto a quest'Aula, ma alle persone che ci guardano da fuori e che finalmente vedranno che il Consiglio regionale del Veneto, all'unanimità, ha pensato di esprimere riserve verso un atteggiamento che ha ammiccato al regime fascista, le cui scuse sono state, tra l'altro, non solo portate qua, ma dette subito il giorno dopo dall'assessore Donazzan, e che accettiamo, almeno io le accetto. Ma il tema vero è cosa dirà quest'Aula rispetto a quello che verrà dopo il Consiglio di oggi, cioè come il Presidente della Giunta regionale vorrà intervenire su questo.

PRESIDENTE

Grazie. Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anch'io voglio intervenire in questa discussione, che mi sembra molto molto importante, anche se avremmo voluto farne decisamente a meno, perché stiamo parlando di un comportamento che non dovrebbe albergare in un rappresentante delle Istituzioni a livello regionale. Io credo che l'assessora Donazzan sia una persona intelligente, che ha capito di aver sbagliato, ha posto le sue scuse e ovviamente le accettiamo, però, giustamente, come è stato anticipato, abbiamo bisogno di sentire anche cosa ne pensa tutto il Consiglio circa questa brutta cosa che è successa, tanto più perché proviene, appunto, da una rappresentante delle Istituzioni, un Assessore regionale all'Istruzione e al Lavoro, e tanto più perché proviene da una donna. Sappiamo tutti e non serve che vi ricordi cosa successe in quel periodo di colonizzazione, quello che si faceva sulle bambine e sulle donne di quelle popolazioni, cose veramente indicibili, che dovrebbero veramente essere condannate, senza se e senza ma. Basterebbe soltanto ricordare le leggi razziali per far scemare tutte le ipotetiche cose buone che il fascismo può aver fatto, secondo alcuni: questa è la mia personale opinione. Non c'è nulla da salvare, quando, in un regime, che sia dittatoriale o meno, si procede con quelle leggi, assolutamente da condannare.
Quindi credo che oggi dobbiamo esporci tutti senza nasconderci dietro il velo dell'astensione, abbiamo tutti il dovere di dire apertamente cosa ne pensiamo, se vogliamo condannare questi gesti e questa brutta pagina della nostra storia, proprio per riaffermare i valori della democrazia, dell'anti-autoritarismo e della Costituzione in sostanza. Noi tutti abbiamo giurato sulla Costituzione, siamo frutto di elezioni avvenute democraticamente su voto popolare e oggi dovremmo, a mio modo di vedere e a modo di vedere anche dei Consiglieri colleghi che ho ascoltato, prendere posizione in merito e riaffermare effettivamente questi valori democratici.
Credo che quello che abbiamo sentito sia stato estremamente grave, cioè che in una trasmissione radiofonica, che ha rilevanza a livello nazionale, ascoltatissima da tantissimi cittadini insomma, non si sia preso ad esempio come canzone l'inno di Mameli che ci rappresenta un po' tutti, a prescindere dal colore politico, ma si sia fatta una goliardata, che poi non è una goliardata, non è una leggerezza, è assolutamente è un gesto da condannare. Ma non siamo qui per mettere alla gogna l'Assessore, anche se va detto che le sue scuse forse dovevano arrivare subito e, invece, le abbiamo sentite purtroppo solamente dopo.
Siamo qui anche per prendere le distanze da quello che è successo perché in effetti il Paese e la nostra Regione, con queste manifestazioni di pensiero, regredisce di ottant'anni, i cittadini si aspettano da noi un comportamento improntato a un certo livello, a un certo rigore anche, un comportamento istituzionale e, secondo me, quello non lo è stato. Purtroppo viviamo anche in un periodo molto brutto per tutti quanti, un'epidemia a livello mondiale, una catastrofe a livello sanitario e anche dal punto di vista economico, per cui credo che non ci sia nessuna ragione al mondo per perdere tempo in trasmissioni raccontando e cantando, come appunto è successo, ma bisognerebbe spendere meglio il tempo per prendersi carico delle questioni che sono tuttora sul piatto, come ad esempio la riapertura delle scuole: questo deve essere il compito principale di un Assessore all'istruzione e credo che tutto il resto debba essere lasciato in una sfera privata, personale, senza portarlo all'attenzione del pubblico, anche perché, tra l'altro, è una questione molto divisiva all'interno del Paese e anche in questa Regione.
Pertanto io mi aspetto che l'Assessore parli del suo lavoro, di come sta affrontando questa situazione per tutti i lavoratori e per tutti gli studenti del Veneto, che non stanno studiando nelle classi, ma studieranno da casa ancora per un po' finché non ci sarà la riapertura e spero che questo possa avvenire presto, compatibilmente con quella che è la decisione del Governo.
Assistiamo ad una crisi tremenda anche dal punto di vista politico, una crisi del tutto immotivata, che non serviva, non ci voleva, e per questo io mi appello al senso della responsabilità di tutti noi: dobbiamo essere uniti e compatti, come lo sono stati, ad esempio, i Consiglieri sia della maggioranza che dell'opposizione della città di Padova, che oggi hanno depositato una mozione proprio per condannare quello che è successo dall'8 gennaio in poi. Non ci devono essere ambiguità sulla faccenda relativa al fascismo, a quel regime autoritario che ha fatto tante cose brutte, quindi, al contrario di chi dice tante cose belle, sono successe tante cose brutte.
Poi succede anche nel mese di ricorrenza della Shoah: un abominio che è stato l'olocausto degli ebrei, che noi ricorderemo a breve, tra una settimana, di cui queste leggi razziali fasciste rappresentano la matrice purtroppo ideologica. Questa della Giornata della Memoria è una prima rappresentazione proprio per sanare una ferita che ancora pervade il nostro Paese e credo che, come ho detto, bisogna assolutamente dimostrare unità e compattezza, soprattutto in un periodo come questo in cui il Paese è lacerato da tantissime lotte interne e un'altra lacerazione dal punto di vista ideologico, come in questo caso, non serve e fa assolutamente male a tutti.
Pertanto anch'io, come alcuni dei colleghi Consiglieri che mi hanno preceduto, vorrei che oggi tutti avessimo il coraggio di dimostrare chiaramente cosa ne pensiamo e di condannare quello che è successo, di condannare quello che è stato, perché appunto appartiene alla storia, una storia ben precisa, una storia accertata, per cui nessun voto di astensione ci deve essere. Bisogna avere il coraggio in questi casi.
Io chiudo qui e vi ringrazio.
PRESIDENTE
Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Il mio sarà un intervento breve, perché molto hanno già detto i colleghi e le colleghe che mi hanno preceduto.
"Faccetta nera" che canzone è? Canta il sopruso del più forte sul più debole: le donne nere vengono rese schiave del sesso dall'uomo bianco e questo è quello che è accaduto. Invoca invasione, sessismo, violenza e proprio per questo non è ammissibile che venga cantata pubblicamente da chi ha un importantissimo ruolo, come quello di Assessore all'Istruzione in una regione come la nostra, di 5 milioni di abitanti.
La collega ha scritto una lettera, lamentando censura – io l'ho letta attentamente – ma credo che non si possa invocare libertà di parola per inneggiare a un'ideologia che la nega: è una contraddizione.
Ascoltando prima l'intervento della collega Elena Ostanel, che raccontava del nonno, mi sono venuti in mente i racconti di mia nonna, mancata alcuni anni fa, visti i tempi passati, che mi raccontava del nonno, che abitava in una frazione del Comune di Paese, a Sovernigo, costretto ad andare a trovarla attraverso i campi, a Padernello, un'altra frazione di Paese, perché gli avevano promesso le botte e il ricino, proprio per le sue posizioni non allineate.
Ecco, vede, assessora Donazzan, se noi vivessimo in un regime come quello del Duce o dei moderni despoti, si sarebbe potuta trovare nelle condizioni di Aleksej Navalny, che, come sappiamo tutti, è stato arrestato in Russia, l'altro giorno, proprio per le sue idee e per le sue convinzioni politiche. Immagino lo stato d'animo dell'assessora Donazzan perché, come ha detto, per lei sono state settimane pesanti e umanamente parlando immagino lo stato d'animo dell'assessora Donazzan e prendiamo atto delle scuse, ma la condanna resta, la nostra Costituzione resta, i suoi contenuti, uno fra tutti l'antifascismo, restano e devono essere affermati quotidianamente.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Anna Maria Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io credo che sia importante precisare una cosa specifica, nel senso che il Presidente dovrebbe assolutamente essere presente in questo momento; non mi stupisce il fatto che non ci sia perché di fatto lo vediamo molto, però in questo preciso momento dovrebbe esserci, perché noi, come rappresentanti delle Istituzioni, avremmo dovuto avere il dovere di bandire il fascismo da quest'Aula.
Io sento doppio, però.

PRESIDENTE

Deve abbassare il suo volume.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Probabilmente sì. Okay, provo. Bene, grazie.

PRESIDENTE

Adesso ha chiuso microfono, collega, deve attivare il microfono e abbassare il volume o addirittura togliere le cuffie perché tanto è lei che parla, quindi non deve sentirsi.
Non ha il microfono attivato. Non si sente. Aspettiamo che si risolvano i problemi tecnici con la collega Bigon: chiedo che qualcuno dell'informatica vada ad aiutarla. Grazie.
Devi alzare il microfono, altrimenti non ti sentiamo. Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Ecco, mi sentite?

PRESIDENTE

Adesso sì. Continua il discorso.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Bene, grazie.
Quindi dicevo che la cosa più importante, proprio per non essere ripetitiva, era quella di riportare alcuni fatti che sono stati così raccolti in un volume qualche anno fa dalla Mondadori e che sono relativi proprio alla sopraffazione di natura sessuale a cui seguivano delle percosse brutali.
Ad esempio, riporto il fatto di Gabriella, arrestata nella primavera del '43 quale sospetta complice di un cugino comunista, che viene condotta nella sede di Bellosguardo per essere sottoposta alle cassette e bruciacchiata nelle parti più delicate. Le violenze sono così insopportabili da spingere al suicidio Maria, Angelina e Francesca, gettatesi dalla finestra della stanza dove loro erano torturate. Tra le più odiose ritorsioni vi è lo stupro della figlia quindicenne di Giuseppe, collaboratore del partigiano, costretto ad assistere allo scempio della ragazzina.
Anche il Prefetto di Treviso riportava i fatti che succedevano che a lui venivano riportate e segnalava che, ad esempio, Gilda, durante l'interrogatorio subìto nella sede delle Brigate Nere, viene sottoposta a percosse e sevizie con una pinza in varie parti del corpo e particolarmente alle dita delle mani e inoltre fatta sedere su una sedia con le mani legate dietro la schiena e viene punzecchiata alle costole mentre le si stringono i capezzoli delle mammelle e le si tenta di strapparle la peluria nelle parti genitali.
Nel settembre del '44 il vescovo di Vicenza segnala al Governo che, al termine di un rastrellamento nella vallata di Chiampo, tra incendi e omicidi vari, una ragazza di 16 anni, una sposa e un'altra donna furono violentate.
Anche il Prefetto di Vicenza lo riporta. Gli arrestati sarebbero stati tradotti a Sant'Ulderico di Tretto e, previo interrogatorio, quattro donne (Rina, Maria, Adelina e una quarta di cui non si riporta e non si ricorda il nome) sarebbero state separate dal gruppo e, dopo essere state interrogate con epiteti volgari, sarebbero state violentate, malgrado ogni loro resistenza, dai tenenti e da un capitano.
Queste erano le cose che succedevano e quindi anche il fatto di riportare una canzone, che può essere stato anche un atto di superficialità, riporta un atto non solo razzista ma anche sessista e quindi il Presidente e questo Consiglio devono prendere le distanze. Noi accettiamo ed accogliamo le scuse, è evidente, è ovvio, ma il fatto è molto più grave: fa parte della nostra storia e deve essere assolutamente presa una posizione che tutti questi fatti devono stare al di fuori di questo Consiglio, assolutamente, perché ne abbiamo il dovere, come Istituzione e come rappresentanti dei cittadini.
Grazie.

PRESIDENTE

Sospendiamo per dieci minuti, per far cambiare aria all'Aula, e riprendiamo alle ore 16.25.
La Seduta è sospesa alle ore 16.14.
La Seduta riprende alle ore 16.31

PRESIDENTE

Se ci accomodiamo riprendiamo i lavori, colleghi, grazie.
Ha chiesto la parola la collega Venturini.
Non è che posso fare il butta-dentro io, scusatemi. Fra presenze in Aula e presenze a video ho la maggioranza dei presenti: se intende intervenire lo fa, se intende rinunciare rinuncia, però io non è che posso andare a chiamare. Lo so, sei la più cortese e gentile, però l'educazione non si compra al supermercato.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Prego, collega.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Allora, l'assessora Donazzan faceva riferimento ad una manifestazione di solidarietà, che ho fatto nei suoi confronti, per le minacce di morte che le sono state indirizzate e continuo ad esprimere questa solidarietà perché espressioni di ferocia e di violenza nei confronti delle donne, nei confronti di tutti, ma delle donne, non sono ammissibili e tollerabili e, come giustamente diceva prima la collega Zottis, vanno contrastate e va denunciato il fatto che non debbano essere minimamente rivolte a nessuno.
Come ho già espresso anche in questi giorni, nel seguire questa vicenda io provo dispiacere, perché ritengo che sia stata coinvolta una donna che reputo capace e intelligente, perché ho avuto modo di lavorare con lei in questi anni: quando avevo la delega al lavoro come Consigliere provinciale mi sono seduta con lei ai tavoli dove si andavano a conciliare, a mediare, posizioni differenti tra aziende e lavoratori, si andavano a gestire le crisi aziendali. E io ho sempre apprezzato, oltre al piglio deciso nell'affrontare anche le questioni più complesse, la sua capacità di riuscire a dare dignità a tutte le istanze che venivano e che vengono portate ai tavoli, tanto quelle dei datori di lavoro, tanto quelle dei lavoratori, tanto le istanze delle aziende quanto quelle dei sindacati e ho sempre riconosciuto questa capacità di riuscire a mediare, di conciliare e di fare l'interesse delle parti, tenendo conto delle diverse esigenze.
Per quello mi dispiace e mi dispiace sia scivolati in una trasmissione dove sembrano amici, ma non sono amici: ti fanno del male. È una satira che ti fa del male e quindi bisogna stare doppiamente attenti perché è vero che ogni persona, ognuno di noi ha una storia, ha un vissuto, si nasce in una famiglia piuttosto che in un'altra e questo comporta il fatto di avere visioni diverse, però è altrettanto vero che non ci possiamo permettere di fare esternazioni, soprattutto quando noi ricopriamo dei ruoli e degli incarichi pubblici che hanno rilievo, se veniamo a ferire le sensibilità che sono connesse a dei vissuti collettivi di grande e infinito dolore. Infatti poi i fatti e le vicende che vengono narrate, che vengono raccontate e alle quali si allude non riguardano dieci generazioni fa, ma i miei genitori (mio padre è del '35 e mia madre del '40), i miei nonni. Ognuno di noi ha esperienze e ricordi da raccontare, che sicuramente condizionano e ci sono dei valori e degli ideali che sono imprescindibili, che fanno parte del nostro patrimonio, tra i quali i valori della Resistenza, che fanno parte della nostra storia.
Del resto, Forza Italia è il partito della libertà, quindi noi non possiamo essere a favore di regimi, di restrizioni, di persecuzioni, di dittature, anzi, volendo essere pragmatici, perché bisogna anche essere concreti, in occasione della Giornata della Memoria, come Forza Italia abbiamo caldeggiato un'iniziativa alla Giunta, che riguarda la vita e le opere di musicisti ebrei di origine veneta.
Ma permettetemi un'altra riflessione, perché il consigliere Lorenzoni invitava a non essere ambigui e a pronunciarsi, a non astenersi, ma nel Consiglio regionale del 22 dicembre è stato portato un ordine del giorno che prevedeva il sostegno di questo Consiglio all'iniziativa del riconoscimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto. Questo ordine del giorno è stato presentato da Fratelli d'Italia, lo ha sottoscritto Forza Italia, ma in quell'occasione ho sottolineato come questa iniziativa, del riconoscimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, non è stata proposta da un gruppo di nostalgici, non è stata proposta da un partito, ma è un'iniziativa sostenuta e proposta dall'ANCI nazionale, che è l'associazione dei Comuni italiani, che non ha colore politico o, meglio, ci sono tutti i colori politici, di tutte le Amministrazioni. Ebbene, le Amministrazioni dell'ANCI regionale hanno sostenuto l'iniziativa, il nostro presidente Mario Conte ha sostenuto questa iniziativa che, come ANCI Veneto, proponiamo ai nostri Comuni, perché riteniamo – come dissi in occasione del Consiglio del 22 dicembre – un'iniziativa di alto valore simbolico, perché c'è un ideale di fondo: il fatto di essere a servizio del proprio Paese, addirittura dando la propria vita.
Ma cosa è successo di fronte a questo ordine del giorno che è stato presentato? Ci sono stati dei Consiglieri che si sono astenuti, anzi hanno votato contro, ma quegli stessi Consiglieri oggi presentano una mozione di riserva nei confronti dell'assessora Donazzan e vengono a dire che non bisogna astenersi, non bisogna essere ambigui perché questa è una mozione di ideali. Ma, scusatemi, quando noi parliamo di ideali e del fatto di essere al servizio del Paese e noi qua tutti svolgiamo un ruolo pubblico, non è un valore? Non è un ideale sul quale tutti ci dobbiamo riconoscere? Ve lo domando perché non lo so a questo punto; ma tant'è, tant'è perché noi siamo il Paese dove se sei da una parte, allora sei un voltagabbana disperato e, se sei dall'altra, sei un costruttore virtuoso.

PRESIDENTE

Grazie. Bozza Alberto, prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Qua intervengo chiaramente sottoscrivendo quanto la collega Venturini ha poc'anzi esposto, ma come collega della consigliera Venturini e come consigliere di Forza Italia, credo che in questa vicenda oggi ci sia da fare una distinzione: da un lato la persona di Elena Donazzan, dall'altro la figura istituzionale che lei rappresenta. Come persona Elena Donazzan ha le sue idee, ha la sua storia, ha sicuramente le sue sensibilità e, come ogni persona, è giusto e legittimo che le abbia e non sta a noi oggi sindacarle; come, Assessore, invece, ha un ruolo che implica sicuramente un'attenzione e una ponderazione, chiaramente nelle azioni, nei comportamenti e anche nelle dichiarazioni.
In questa vicenda Elena Donazzan, per sua stessa ammissione, ha peccato di leggerezza ed è stata sicuramente colpevole di un atteggiamento superficiale, considerato finanche offensivo da molte persone, ma l'Assessore, e quindi anche la persona Elena Donazzan, tuttavia, ha chiesto scusa, anche su invito del Presidente Zaia, ma ha chiesto scusa per mezzo stampa, ha chiesto scusa con una lettera inviata a tutti noi Consiglieri regionali e oggi in quest'Aula ha ribadito le sue scuse.
Credo che ci sia un passaggio poi, proprio in riferimento alla lettera che la collega nonché assessora Elena Donazzan ha rivolto nei giorni scorsi a tutti noi, che meriti attenzione: Donazzan chiede di guardare al futuro con unità di intenti e invita a una vera pacificazione. Allora parto da questo presupposto, che da una parte io come persona, ma anche come esponente politico, proprio per il principio basilare a cui mi ispiro che è – e lo ribadisco sottolineandolo – la ferma condanna a qualsiasi forma di odio, di pensiero e di azione, è il principio a cui mi ispiro e che oggi mi induce a guardare con questi occhi a questa vicenda. Proprio per questo vorrei evitare oggi che in quest'Aula si consumasse una contrapposizione ideologica, che alimenterebbe proprio quell'odio che non fa bene certamente alla pacificazione e che allontanerebbe qualsiasi processo di pacificazione storica nel nostro Paese, partendo anche da questo consesso democratico. E la pacificazione che – consentitemi di dirlo – si deve nutrire del rispetto delle idee e delle sensibilità di ognuno, deve anche partire dal rispetto di quei valori e di quei principi sanciti, in maniera incontestabile e incontestata, nella nostra Costituzione italiana.
Lo dico oggi per Elena Donazzan, minacciata di morte nei giorni scorsi, offesa, a cui anch'io mi associo, insieme alla collega Venturini, per la vicinanza umana e morale e lo dirò domani anche nei confronti di qualsiasi altro esponente di qualsiasi altra parte politica, quindi non vorrei che quest'Aula oggi diventasse un luogo di censura, con istinti, da un certo punto di vista, giustizialisti, ma lo dico da garantista puro e da membro di un Partito liberale come quello di Forza Italia. Tra l'altro, si creerebbe forse davvero un precedente, oggi che domani potrebbe incoraggiare quest'Aula a valutare qualsiasi episodio concernente la libertà di espressione di ognuno di noi, pur avendo sempre come faro, importante e fondamentale, quei principi che la nostra Costituzione oggi ci sancisce e ci insegna.
L'Assessore rimane, cari colleghi, una figura istituzionale che è stata scelta ed è scelta in via fiduciaria dal Presidente della Giunta regionale, Luca Zaia, a cui rinnovo e rinnoviamo indubbiamente il nostro sostegno e la nostra fiducia. Pertanto, spetta a lui medesimo valutare l'operato e la posizione di un suo Assessore, che ha scelto e ha voluto, e noi dovremmo giudicarlo anche per quello che produrrà in termini di azione amministrativa. E non è certo questo il luogo e questo il Consiglio che deve decidere le sorti di un Assessore, che ha fatto delle dichiarazioni che non ripeto e che sicuramente hanno avuto ampia diffusione, ma soprattutto hanno avuto le scuse dell'Assessore stesso.
Al Consiglio, in questo momento così difficile per il Paese e anche per il Veneto, spetta forse concentrare gli sforzi, l'azione politica e l'azione anche amministrativa nel dare risposte alle priorità e ai bisogni dei cittadini. Per questo credo e sono convinto che il tempo in cui stiamo discorrendo oggi è sicuramente importante, ma credo che sia più importante che il tempo in cui noi dovremmo iniziare a discutere, da ieri e da domani, sia quello rivolto alle vere necessità e alle vere priorità dei nostri cittadini.
Grazie.

PRESIDENTE

Marzio Favero, prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Parto da una premessa, che mi sembra ovvia: questa mozione è ad hominem, riguarda una persona fisica e, nel momento in cui se ne accettano le scuse, la mozione medesima perde la sua ragion d'essere e io ho sentito gli esponenti della minoranza accettare le scuse. Allora, se è così, diventa piuttosto una riflessione di carattere culturale, di cultura politica, che dovrebbe portarci ad avere una qualche determinazione condivisa sui valori di fondo del nostro lavorare assieme in Regione.
Su questo qualche parola la spendo volentieri, ma partendo dal presupposto che forse è il momento di mutare anche lo spirito del documento che avete presentato e qualche riflessione la faccio su alcuni temi che ha toccato, anche maldestramente, la Donazzan e lo dico con franchezza e anche con la schiettezza che ho sempre avuto nel rapporto con Elena. "Si alimenta un clima d'odio": questo è la sua lamentela, quando ha subito i rimbrotti da parte dell'opinione pubblica. Ma l'odio da parte di chi? Io vorrei ricordare che, sul piano storico, i nostri Padri costituenti e i nostri parlamentari decisero per una strada di pacificazione. Non abbiamo conosciuto una Norimberga, nel 1946 Togliatti ha firmato, come Ministro di Grazia e Giustizia, un'amnistia con l'obiettivo di scegliere la via dell'oblio per evitare di alimentare ulteriori odi nel Paese. Fu una scelta sofferta, soprattutto da parte di chi aveva partecipato attivamente alla Resistenza: perdonare i propri nemici, perché di questo si trattava, non portarli davanti a un tribunale quando se lo sarebbero meritato, pur di evitare nuove ferite al Paese.
Allora, credo che se oggi c'è ancora un clima avvelenato, lo si deve agli opposti estremisti, perché abbiamo ancora gente che si perde su rottami storici quali il comunismo e il fascismo. Quanto pesano a livello di opinione pubblica questi estremisti? Pochissimo, non a caso cercano di infiltrarsi in maniera parassitaria nell'azione dei partiti maggiori.
Allora, quanto alla storia scritta dai vincitori, anche questo è sbagliato: la storia non la scrivono i vincitori, la storia la fa l'uomo, gli storici curano gli studi storici e non è vero che i vincitori hanno sempre ragione. Perdonatemi, ma dopo la fine della seconda guerra mondiale uno dei vincitori che sedeva al tavolo era l'URSS e l'URSS aveva un regime totalitario ed una ferocia paragonabile a quella nazista (ha totalizzato milioni di morti); quando Khrushchev ha iniziato il processo di destalinizzazione della Russia, ha chiesto agli storici di fare il loro dovere, cioè di cominciare a tirar fuori prove e il lavoro degli storici all'interno dell'URSS ha contribuito a minare la credibilità del regime stesso. Quando è crollato gli storici dell'Est e gli storici dell'Ovest si sono uniti e il giudizio critico su uno dei vincitori della seconda guerra mondiale, lo Stato sovietico, è un giudizio terribile.
Quindi non è vero che la storia la scrivono i vincitori, la storia è scritta da chi partecipa allo spirito democratico del confronto culturale. Qual è il lavoro dello storico? Confrontare le fonti, valutare le interpretazioni e questo è un processo democratico. I regimi democratici non amano schemi prefissati, i regimi totalitari non amano la storia, preferiscono narrazioni semplificate, mitologiche e il canto "Faccetta nera" è un canto mitologico.
La stessa storiografia contemporanea, che condanna così severamente il comunismo, condanna con altrettanta severità il nazismo e il fascismo. Non c'è dubbio sulla natura criminale del fascismo: formalmente Mussolini gettò la maschera quando, in qualche modo, ordinò di punire Matteotti, che è stato un grande politico italiano, ma ci dimentichiamo che è stato un grande politico veneto. Stava indagando sullo scandalo petroli, la vicenda della Sinclair, in cui era coinvolto anche in qualche modo Mussolini e si decise di punirlo, anche se forse non volevano arrivare a ucciderlo, fatto sta che il 3 gennaio del '25 Mussolini, con atto chiarissimo, si assunse le responsabilità storiche e politiche per quanto era accaduto. Poi ha gettato la maschera, la maschera ad un regime criminale, criminale quando ha perseguito, incarcerato e confinato i dissidenti politici, criminale quando ha condotto guerre coloniali in Libia nel '28 in Etiopia fra il '35 e il '36 usando armi chimiche proibite dalla Convenzione di Ginevra, criminale quando ha introdotto le leggi razziali nel '38 che hanno portato alla segregazione degli ebrei e al loro allontanamento dalle cariche pubbliche e dalla scuola, criminale quando Mussolini ha deciso di muovere la guerra nel '40 alla Francia, all'Inghilterra, alla Grecia e successivamente alla Jugoslavia e alla Russia, portando al nostro Paese una serie di disfatte militari terrificante.
Ricordatevi della vicenda di Russia, che forse è la più simbolica, e che ha ferito molte nostre famiglie, compresa la mia: quei ragazzi furono mandati a combattere in situazioni estreme a fianco del peggior esercito che si sia mai visto calpestare il suolo del vecchio continente, l'esercito nazista, che man mano che arrivava aveva alle spalle le squadre della morte che rastrellavano donne, bambini, che fossero ebrei, slavi, zingari.
Criminale fu la scelta di favorire il rastrellamento degli ebrei: circa 8.000 ebrei italiani vennero portati nei campi di sterminio. Attenzione, fra questi anche bambini. Hannah Arendt, che ha scritto il processo Eichmann, ha ricordato come per fortuna in Italia il grosso della popolazione, che poi è ispirata da valori cattolici o socialisti, ha ritenuto di non collaborare col regime, quindi una parte importante degli ebrei si è salvata.
Criminale fu la scelta di dar vita alla Repubblica Sociale Italiana aprendo una fase di guerra civile, di cui parla molto bene e molto acutamente lo storico Claudio Pavone: non c'è nulla da salvare di un regime che è costato la vita a quasi mezzo milione di italiani.
Allora, la nostra Costituzione vieta, all'articolo 48, la ricostituzione del fascismo in qualsivoglia forma e noi politici abbiamo una responsabilità particolare: in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando è facile che le Istituzioni democratiche scricchiolino; per questo non dobbiamo dare adito a nessuna idea che esista un'alternativa alla democrazia, che, come diceva Churchill, è il peggiore sistema politico che esista tolti tutti gli altri.
Questo vale soprattutto per noi che siamo in Consiglio regionale e vorrei ricordare a tutti noi che i Consigli regionali nascono per volontà dei padri costituenti, che volevano così rendere onore agli esponenti della Resistenza. Cito a memoria le parole di un grande italiano, Emilio Lussu, famoso per il libro "Un anno sull'altopiano", che scrisse: "Il movimento resistenziale, che oggi ci consente di andare a testa alta in Europa, era per sua stessa natura regionalista e autonomista". Quindi noi, come esponenti regionali, dobbiamo capire che siamo l'espressione di una volontà politica di carattere democratico, che si è formata nell'esperienza resistenziale, quando comunisti, fascisti, socialisti, democristiani, repubblicani, persino monarchici, capirono che dovevano essere uniti assieme contro il nemico, per riportare i valori di civiltà. E la democrazia significa che, anche quando non si è d'accordo con l'idea dell'altro, si deve rispetto all'altro, perché senza questa regola basica non può esistere il gioco democratico.
Guardate, mi sono scontrato spesso, negli ultimi anni, con estremisti di destra o di sinistra, che mi pongono il problema della libertà delle idee: io sono in democrazia, ho diritto a esprimere qualsiasi idea. Sbagliato! Robert Nozick, grande filosofo ebreo della destra americana (non della sinistra), ha scritto che il grande errore che commise la Repubblica di Weimar fu quello di accettare tutte le idee. Non è vero che la democrazia può accettare tutte le idee, può accettare solo quelle che sono compatibili con le sue regole: tutte le idee che non sono compatibili con le regole della democrazia, che richiedono il rispetto dell'altro, vanno eliminate. Con una certa ironia, Nozick parlava di "diritti uncinati", nel senso che io riconosco il tuo diritto alla libertà se tu li conosci il mio: parità di diritti e parità di doveri.
Allora, se il nostro obiettivo oggi, dal momento in cui si accettano le scuse della Donazzan, che invito amichevolmente a non ricadere più in questo tipo di situazioni, forse dovremmo per coerenza pensare di riprendere in mano questo ordine del giorno e dargli un fine diverso perché, se le scuse sono state accettate, il compito della riflessione di oggi che, secondo me, è stato anche interessante, con una certa tensione morale, deve essere quello di produrre un documento che si sia in grado di condividere tutti assieme.

PRESIDENTE

Collega Bet, prego.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Buonasera a tutti.
Io intervengo in questo dibattito per dare un contributo alla riflessione sugli aspetti giuridici della vicenda. Innanzitutto oggi inauguriamo, in questa legislatura, l'articolo 128 del Regolamento di funzionamento del Consiglio regionale con una mozione di riserve nei confronti di un Assessore della Giunta regionale, mozione immodificabile, non votabile per parti, quindi un dibattito univoco che ha solo come scopo, se approvata, il fatto di comunicare al Presidente della Regione l'esito del voto, per poi lasciarlo liberissimo di decidere in ordine all'eventuale revoca o di non fare assolutamente nulla senza alcun effetto sull'attività del Governo della Regione, quindi una mozione solo per aprire un dibattito in Consiglio regionale sul comportamento dell'Assessore, ma senza nessun effetto concreto.
Il nostro Presidente, a cui rinnoviamo piena fiducia, è in grado di prendere in autonomia i provvedimenti sugli Assessori che lui stesso nomina o revoca, senza la necessità di alcune tifoserie del Consiglio regionale; in tempo di emergenza sanitaria dico ai sottoscrittori della mozione che forse altre sono le priorità e invito ad occupare il tempo in maniera più produttiva e estendo questo invito anche all'assessora Donazzan.
Fatta questa premessa sullo strumento consiliare che abbiamo battezzato oggi, vengo ai fatti contestati nella mozione all'assessora Donazzan, a cui viene contestato di aver partecipato a una trasmissione radiofonica, "La Zanzara", su Radio 24, l'8 gennaio 2021, e di aver cantato una strofa della canzone "Faccetta Nera" scritta da Renato Michele e musicata da Mario Ruccione nell'aprile del 1935. Dichiara che tra "Faccetta Nera" e "Bella Ciao" preferisce intonare la prima canzone e poi, sollecitata dagli intervistatori Cruciani e Parenzo, si lascia andare in dichiarazioni sul periodo fascista ricordando alcune "cose buone" del regime, ma dichiarando anche, a onor del vero, che l'errore storico di quel periodo furono le leggi razziali.
Se questi sono i fatti mi chiedo e vi chiedo qual è la fattispecie giuridica violata e lo dico perché qualcuno ha cercato di catalogare le dichiarazioni dell'assessora Donazzan nella fattispecie di reato di apologia del fascismo, delitto disciplinato dall'articolo 5 della legge del 20 giugno'52, n. 645, la cosiddetta legge Scelba, che condanna chiunque partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste. La Cassazione penale ha qualificato questo come un reato di pericolo concreto e non sanziona le manifestazioni del pensiero e dell'ideologia fascista in sé, attese di libertà garantite dall'articolo 21 della Costituzione, ma soltanto quelle manifestazioni che determinano il pericolo di ricostituzione di organizzazioni fasciste in relazione al momento e all'ambiente in cui sono compiute, attentando concretamente alla tenuta dell'ordine democratico e ai valori ad esso sottesi.
Sinceramente faccio fatica a trovare nella performance canora della Donazzan o nelle confuse allegre dichiarazioni radiofoniche il pericolo concreto di ricostituzione dell'organizzazione fascista e non vedo nemmeno la fattispecie dell'articolo 3, della legge 13 ottobre del '75, la 654, come integrata dalla cosiddetta legge Mancino, che sanziona coloro che diffondono in qualsiasi modo, idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale etnico, ovvero incitano a commettere o commettono atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Catalogherei molto più semplicemente il fatto in un'inopportuna sequela di dichiarazioni che segna una questione di natura meta-giuridica.
Lo dico – lo ripeto – a coloro che, invece, hanno dichiarato pubblicamente che ci troviamo di fronte addirittura a fattispecie di natura penale. Se fosse così, a costoro ricordo che vi è l'articolo 361 del Codice penale, che obbliga i pubblici ufficiali a provvedere a denunciare all'autorità giudiziaria i reati di cui sono venuti a conoscenza nell'esercizio a causa della sua funzione. Ricordo che i Consiglieri regionali rientrano in questa categoria ed è vero che vi è l'immunità di cui all'articolo 122 della Costituzione, ma a noi Consiglieri è richiesto anche un contegno coerente e una certa autodisciplina. Chi ritenga che vi sia la violazione di norme penali, è invitato coerentemente andare alla Procura della Repubblica a denunciare questi fatti.
Esorto tutti – e ripeto tutti – a usare con molta parsimonia le parole e a riflettere sulle conseguenze delle proprie dichiarazioni prima di parlare: il contegno della Donazzan non credo trovi, quindi, censure in punto di diritto, al massimo ripeto, va considerata l'inopportunità, però a questo punto quelle dichiarazioni alla radio comportano una necessaria spiegazione e questa sera prendiamo atto, Assessore, del suo riconoscimento di aver sbagliato.
In questo Consiglio siamo tutti consapevoli che la nostra democrazia si fonda sui valori dell'antifascismo: si tratta di valori fondanti la Costituzione repubblicana del '48, non solo perché sottesi implicitamente all'affermazione del carattere democratico della Repubblica italiana e alla proclamazione solenne dei diritti e delle libertà fondamentali dell'individuo, ma anche perché affermati esplicitamente nella 12esima disposizione transitoria e finale della Costituzione che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista. Siamo di fronte a valori e principi del nostro ordinamento non negoziabili.
Siamo ben consapevoli che oggi possiamo godere delle libertà di manifestazione del pensiero sancito dall'articolo 21 della Costituzione da lei citato, Assessore, nella lettera che ci ha invitato, proprio perché il nostro ordinamento ha ripudiato, ossia ha respinto decisamente il fascismo e il nazismo e questi principi fondanti costituiscono un prius logico e giuridico a tutte le nostre libertà.
In conclusione, se di fronte alla prestazione canterina dell'assessora Donazzan ritengo non vi sia nemmeno la competenza del Consiglio regionale ad esprimersi, non rientrando nemmeno tra le 23 materie che stiamo chiedendo al Governo centrale, di fronte alle sconclusionate affermazioni sul ventennio fascista, credo che si siano già qualificate da sole.
Ricordo, infine, e concludo che questo Parlamento veneto non ha bisogno di lezioni di democrazia da parte di nessuno. Grazie.

PRESIDENTE

Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Prima di iniziare vorrei specificare due cose: intanto rispondo al collega che ha appena finito il suo intervento, ringraziandolo dell'excursus normativo, ma ricordandogli che nessuno di noi, caro collega, ha mai detto che quello che ha fatto l'Assessore sia in qualche modo legato ad apologia di fascismo, altrimenti saremmo andati in Procura. Lei sarà anche avvocato, ma le posso garantire che non abbiamo nessun problema ad andare a fare esposti in Procura. Se andrò domani, per delle affermazioni sentite in televisione per difendere il sistema sanitario veneto, pensi quanto ci preoccupiamo noi di fare esposti. Quindi nessuno di noi ha mai detto quello, ma il nostro è un atto politico.
Però la ringrazio, se lei ha interpretato diversamente, perché comunque è importante aver avuto questo excursus su quello che, in qualche modo, è il reato di apologia del fascismo, così come siamo d'accordo con lei sul fatto che altre sono le priorità e che, siccome non possiamo accettare l'invito ad occupare il tempo in maniera diversa o a fare altro, perché credo che quello che facciamo non dobbiamo giustificarlo in quest'Aula, è sotto gli occhi di tutti, piuttosto ci dovremmo interrogare su quello che fa qualcun altro, da quella parte dell'Aula, non noi. Comunque la ringraziamo lo stesso, perché imparare qualcosa di nuovo è sempre interessante ed importante.
Detto questo, cari colleghi, l'appello è a sostenere una mozione che non è né di destra, né di sinistra, ma di tutti, in quanto è fondata sull'antifascismo: è una mozione per chiedere il rispetto dei valori espressi nella Costituzione italiana. Il Veneto non tradisce le sue radici e la sua memoria e l'Aula ha il dovere di tramandare questo alle generazioni future, che ci piaccia o no. Il nostro intervento non è mai neutro, in quanto personaggi politici, ma è sempre mosso in qualche modo, più o meno, da una precisa volontà politica e se qualcuno, anche fuori da quest'Aula, vorrebbe riportare le lancette della storia e dell'orologio indietro, mi dispiace deluderlo, ma non si può.
Difendere la Costituzione è per noi un dovere, non una firma per la libertà o il dibattito in Aula, come qualcuno diceva; condannare momenti storici come quelli passati per noi è un dovere, momenti storici in cui la fede dell'uomo si è dimostrata senza umanità e la fede in Dio ha volto lo sguardo altrove. Quei momenti storici si chiedono di condannare, quando si chiede di condannare il fascismo, momento che – e in questo la riflessione deve andare oltre il momento storico – spesso ha fatto interrogare l'umanità su quale belva possa diventare l'uomo. E mentre noi diciamo "Mai più" e lo gridiamo con sincerità, appaiono tutte le limitazioni di questa affermazione, quando vediamo questa belva tornare in tante parti del mondo, anche spesso fuori dai riflettori.
Noi dobbiamo dare risposte con le voci della politica, che non devono essere legati al vincolo della memoria, ma alle idee di pace e fraternità dell'uomo, idee che meritano ogni cura da parte delle istituzioni e dei cittadini. La storia è andata avanti. Questo sguardo sul mondo ci consegna un'esigenza di dare una storia diversa a questa terra, dove ci siamo tutti e siamo sempre più vicini, non deve essere un'utopia o una di quelle cose che si dicono, ma una di quelle cose che si devono mettere davanti alle nuove generazioni come obiettivo.
La mistificazione del fascismo buono o bonaccione, magari con una tentata strisciante riabilitazione del fascismo nella storia nazionale non deve esserci, così come la mistificazione della Resistenza descritta come uno scontro tra fazioni o tra bande. Noi non dobbiamo sottovalutare certe idee, ma dobbiamo liberarci da quei linguaggi che non sono più comprensibili ai giovani di oggi: bisogna dire che il fascismo era un sistema nato sul mito della forza e della diseguaglianza di Paese, di razza, di sessi, di individui ed un concetto totalitario di Nazione e di Stato che ha portato a violenze e sopraffazioni di ogni genere, a leggi razziali, guerre imperiali e gli italiani alla più distruttiva guerra che il mondo abbia mai conosciuto.
Chi ha lottato contro il fascismo ci ha consegnato una democrazia che, per quanto possa essere imperfetta, ha fatto una cosa importante: ha ripudiato il fascismo e ci permette oggi di avere le nostre idee e avere tutti uguale dignità, anche di fronte alle aspirazioni di pace. Questa è la semplice differenza tra fascismo e democrazia, che ogni tanto nel dibattito viene dimenticata e le Istituzioni devono diventare una bussola che segna questo passaggio e dà riconoscenza a chi scelse la battaglia giusta: quella della libertà di cui noi oggi godiamo. È per questo che, al netto che siano affermazioni più o meno gravi, assumono un carattere diverso se fatte da un uomo o una donna delle Istituzioni ed è per questo che chi non veste il vestito di uomo delle Istituzioni può permettersi di fare quello che chi non solo veste le Istituzioni, ma rappresenta tutti, anche coloro che non lo hanno votato e che non condividono quell'ideologia politica, perché si diventa Istituzioni e si smetta di essere uomini politici, per quanto l'Istituzione fatta dalla politica.
È per questo che noi oggi discutiamo delle affermazioni che non sono affermazioni che hanno fatto tremare la terra o che hanno messo in discussione il tramonto del domani, ma hanno sicuramente suscitato un'indignazione forte e profonda perché pronunciate da una persona che riveste un ruolo istituzionale. Ho detto anche in televisione che, se l'Assessore ha sbagliato, chi si è permesso in maniera criminosa e delinquenziale di minacciarla ha sbagliato ancora di più e va condannato; l'ho detto pubblicamente più volte: se l'Assessore ha sbagliato ed è qui oggi all'interno di un'Aula a discutere una mozione che la riguarda, chi si permette di minacciare di morte, chiunque esso sia, in maniera criminosa, deve essere fortemente condannato da parte di tutti perché oggi è successo all'Assessore, ma domani può succedere a noi. È per questo quindi che il dibattito politico, anche in un momento come questo, deve ricordare anche quei delinquenti che si infilano dentro per fare minacce più o meno mirate.
Guardi Assessore, il fascismo è stato un momento buio e triste della nostra storia, un momento che, nonostante la storia sia andata avanti, tanti non hanno ancora dimenticato, perché ha creato quelle diseguaglianze che oggi nel tempo in alcuni aspetti si protraggono ancora ed è per questo che bisogna condannare in ogni forma anche il lontano pensiero che nel fascismo ci possa essere stato qualcosa di buono: nel fascismo non c'è stato nulla di buono, perché quando tu uccidi, quando tu torturi chi ha un'altra inclinazione sessuale, quando tu mandi la gente a morire per politiche colonialistiche e togli padri e figli alle famiglie, non hai fatto nulla di buono, che tu lo abbia fatto da destra o da sinistra. In questo caso in Italia lo ha fatto un regime fascista e noi siamo chiamati a condannare quello e noi doppiamente perché apparteniamo a quelle Istituzioni che si ispirano e seguono una Costituzione che condanna il fascismo. Tutto il resto è dibattito politico, non dibattito istituzionale.
Per questo quello che noi oggi chiediamo non è di accogliere una mozione di destra o di sinistra, ma è di accogliere la mozione di tutti, perché fondata sull'antifascismo, fondata su un diritto costituzionale che dovrebbe ispirare ognuno di noi e tutti quei discorsi belli e importanti che si sentono, che alla fine non trovano gambe nel dimostrare con atto concreto che noi condanniamo quel periodo della storia, finiranno per essere l'ennesimo dibattito politico in un'Aula, che alla fine, in un modo o nell'altro, continuerà a tollerare che di fascismo nelle Istituzioni si possa ancora parlare.

PRESIDENTE

Piccinini, prego.

Tomas PICCININI (Lista Veneta Autonomia)

Grazie, Presidente.
Come tutti, sto assistendo alla polemica innescatasi a seguito della partecipazione dell'assessora Donazzan alla trasmissione radiofonica "La Zanzara", noto programma satirico e provocatorio e ritengo che la collega Donazzan abbia peccato di ingenuità, cadendo nel tranello apportato dai conduttori della trasmissione. Personalmente mi sarei guardato bene dal partecipare a una trasmissione di tale natura, in questo preciso momento storico, tuttavia la mia esperienza di amministratore mi ha insegnato a giudicare gli uomini e le donne e i rappresentanti delle Istituzioni non per quello che dicono, ma per quello che fanno.
La collega, Assessore di lungo corso, che ha sempre mostrato impegno per il suo incarico, avrebbe potuto fare tesoro della sua competenza amministrativa per tutelare se stessa e la sua posizione. Seppur oggi alcuni Consiglieri regionali, con la presentazione della mozione di riserva, hanno fatto ricorso a un loro preciso diritto istituzionale, ritengo che la discussione sull'argomento, su cui siamo chiamati a decidere ed esprimerci, sia fine a se stessa. Buona parte dei cittadini, se non tutti, chiedono a gran voce ai loro rappresentanti il massimo impegno per essere traghettati fuori dalla crisi pandemica, economica e sociale, motivo per cui non trovo francamente appropriato soffermarsi troppo su questioni, che capisco essere importanti, ma inopportune in un delicato momento come questo.
Mi fa riflettere che le canzoni "Faccetta nera" e "Bella ciao" si ergano a simboli da contrapporre in decisioni politiche, a una distanza considerevole dalla loro creazione. L'Italia oggi è una Repubblica che affonda le sue radici nella democrazia parlamentare, dove tutti possono esprimere liberamente i propri pensieri, gli ideali e le ambizioni e gli italiani, in particolar modo il popolo veneto, hanno sempre dimostrato tolleranza e altruismo nei confronti delle fasce più deboli. Ciò che, però, ci ha consentito di diventare il popolo che siamo è la nostra storia, una storia è fatta di successi ed insuccessi, di scelte coraggiose e di scelte riprovevoli, ma è la somma della nostra esperienza, la memoria del nostro passato, rappresenta quello che siamo.
Tutti i popoli del mondo invidiano la nostra bellezza, la cultura, l'arte del nostro Paese, che ha origine millenarie ed è vero che abbiamo scritto pagine di storia per la quale non dobbiamo essere particolarmente fieri, ma anche ben sappiamo che la penna del totalitarismo ha scritto a destra e a sinistra senza distinzioni, ma è anche vero che proprio da quelle pagine siamo stati in grado di imparare dai nostri errori e ricostruire un Paese che oggi è l'ottava potenza economica mondiale e la terza in Unione Europea.
Per questo motivo mi asterrò alla mozione presentata ed esorto a continuare a lavorare con l'impegno profuso fino ad ora, l'impegno che ci ha contraddistinto come modello per altre Regioni in un momento storico difficile e delicato, nel quale la priorità è e deve restare l'interesse dei cittadini.

PRESIDENTE

Collega Finco, prego.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Il mio sarà un intervento breve visto che una parte dei miei pensieri sono già stati illustrati da alcuni colleghi all'interno di quest'Aula. Noi oggi siamo qui a giudicare un Assessore e, come è detto da molti di voi, non sul piano operativo, ma sul piano personale. Non è una novità la storia di Elena Donazzan e da un lato mi sorprende anche tutto questo cancan mediatico che si è scatenato negli ultimi 11 giorni: io, forse perché vengo dalla sua stessa area, la conosco circa da quindici anni, so benissimo qual è la sua storia, la sua provenienza e sicuramente la storia di una famiglia non si cancella, come penso non si possa cancellare la storia di nessuna famiglia, che sia fascista, comunista o di qualsiasi altra storia particolare che rappresenta anche l'intimo proprio dell'essere partecipe all'interno di una comunità.
Non voglio infierire su quelle che sono state le sue dichiarazioni perché, ripeto, ognuno ha la sua storia, però è anche ovvio che Elena Donazzan non è solamente la signora Donazzan, ma è anche un Assessore, un Assessore di una Regione importante, che quando parla non solamente se stessa, ma rappresenta anche una Giunta, un Consiglio regionale e una maggioranza. All'interno di una maggioranza ci possono essere anche pareri e visioni diverse e nel corso degli anni queste cose si sono già verificate all'interno della nostra maggioranza.
Io posso capire il momento che sta passando Donazzan, perché sicuramente la pressione mediatica di 11 giorni, per quanta ragione si possa avere, fa male, però io vorrei sollevare all'interno di quest'Aula anche la sofferenza che hanno avuto alcuni colleghi nel passato quando hanno manifestato il loro pensiero liberamente, secondo quanto sancito dall'articolo 121 della Costituzione, enunciato dalla collega Donazzan, in merito a determinate tematiche. Io e Elena viviamo nella stessa zona, siamo dello stesso collegio elettorale e, visto che negli ultimi giorni qualcuno addirittura mi ha dipinto sui giornali come uno di quelli che a tutti i costi voleva approvare la mozione Donazzan, voglio anche fare alcune puntualizzazioni: la libertà di pensiero non vale solamente quando si hanno determinate idee, ma vale anche quando ci sono dei colleghi che hanno determinate tematiche da portare avanti.
In quest'Aula abbiamo discusso di tanti temi legati al venetismo, all'indipendentismo, alla Catalogna, all'Unità d'Italia e ricordo gli attacchi che spesso e la volentieri la collega Donazzan ha fatto dall'esterno di quest'Aula nei confronti di quei colleghi che, avendo delle sensibilità diverse, portavano all'interno di quest'Aula delle mozioni di documenti sulla Serenissima (ricordo nel 2017), sulla Catalogna contro l'attacco da parte del Governo spagnolo quando la Catalogna decise di promuovere il referendum sull'indipendenza e tante altre occasioni, con dichiarazioni anche pesanti, dicendo: "Con questa seduta ci ricopriamo di ridicolo". Spesso anche mettendoci contro, magari agli Alpini, come nel 2017 con l'adunata: mentre noi eravamo in Aula a discutere una mozione e qualcun altro in maniera legittima era in un'altra parte a commemorare gli Alpini, cosa legittima – non sto dicendo che non era giusto – però come noi rispettiamo le idee delle diverse componenti della maggioranza, quello che chiedo in questo momento all'assessora Donazzan è di rispettare da oggi in poi anche le esigenze che avrà questa maggioranza su determinate tematiche, che magari saranno meno patriote, meno nazionaliste, ma che sono comunque legate alla storia di questa terra nel bene e nel male.
Noi oggi ci troviamo a discutere se essere più amici o più fanatici di "Bella ciao" o più fanatici di "Faccetta nera", ma io penso che oggi noi dobbiamo avere la sola consapevolezza che siamo veneti, che viviamo nel 2021, che il fascismo e il comunismo comunque rappresentano un qualcosa del passato. Io non sono uno di quelli che dice che la verità sta tutta da una parte o tutte dall'altra: secondo me, all'interno della storia, all'interno anche di questi due grandi contenitori che hanno fatto la storia del nostro Paese, il comunismo e il fascismo, c'è del buono e del cattivo, perché guardate che la ragione non appartiene a nessuno. Io non tollero che qua ci sia oggi una componente politica che venga a fare la morale da che parte stia il buono della storia e da che parte stia il cattivo. Io sono sempre stato dell'idea che il buono e il cattivo c'è dappertutto all'interno della società, all'interno di ognuno di noi, in ogni singola azione quotidiana che va a fare.
Quindi quello che chiedo a quest'Aula è, da ora in poi, di lasciare magari da parte quelli che sono i percorsi storici del passato e di guardare al futuro perché, guardate, il Veneto ha tante cose da affrontare e da portare avanti nei prossimi anni. Mi auguro che la politica del Veneto non sia più una politica che guardi al fascismo e al comunismo.
Voglio fare un'altra puntualizzazione. Nel 2011, un ex collega nonché ex Assessore, Stival, in una trasmissione televisiva fece una dichiarazione infelice e disse che bisognava sparare sui barconi. E ricordo che, all'interno di quest'Aula, il Gruppo consiliare di Forza Italia ne dissero di tutti i colori. Noi, oggi – io parlo da componente del Gruppo Lega – siamo qui non a condannare un Assessore, ma a chiedere prima di tutto una maggiore attenzione, quando si fanno determinate uscite e sapere sempre che, quando si interviene in qualità di Assessore o anche in qualità di Consigliere regionale, lo si fa rappresentando non solamente se stessi, ma un partito e una maggioranza.
Collega Donazzan, lei oggi uscirà da quest'Aula sicuramente, uscirà magari con la forza di una maggioranza, però penso che il messaggio più importante glielo abbia dato il suo partito, in questi giorni, perché a livello nazionale e a livello regionale non ho visto alcun comunicato, né da parte dei coordinatori di partito, né da parte degli onorevoli, né da parte degli esponenti del territorio, a difesa delle sue dichiarazioni, perché forse è scomodo, a volte. Ripeto, io rispetto la sua storia e in giro si ritengono tutti camerati; però poi, a volte, quando qualcuno è in difficoltà, sono i primi a scaricarla e fanno finta di nulla, perché poi questa è la realtà.
Quindi, quello che possiamo dire è che noi, all'interno di questa maggioranza, per l'ennesima volta, dimostreremo di essere leali, compatti e pronti a difendere magari un collega in difficoltà, ma quello che chiedo, da oggi in poi, per la mia componente politica, è il rispetto anche delle nostre idee e dei principi di autonomia e federalismo, che ci hanno sempre contraddistinto nella storia di questi trent'anni.

PRESIDENTE

Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Diciamo che mi ero preparato un lungo discorso, ma i colleghi che mi hanno preceduto ormai hanno detto tutto, quindi ringrazio sia Marzio Favero, che Bet, che Finco, per le loro puntualizzazioni, che faccio mie e che naturalmente do all'Aula. Sarò brevissimo, per non essere ridondante su tante questioni.
Cosa vi posso dire, cari colleghi? Che il trascorrere del tempo, a volte, e il mutare delle vicende storiche fatalmente sbiadiscono le memorie del passato. Io ero partito con questa frase perché quello che più, Elena, mi ha fatto male rispetto alle tue esternazioni è stato che comunque ci sono state in un momento come questo, così difficile per tutti i veneti, in cui abbiamo comunque la sanità in emergenza, abbiamo i medici che sono sotto pressione, abbiamo gli ospedali e le terapie intensive pieni e tu hai deleghe sulle questioni del lavoro ed economiche. Io sono stato in Giunta insieme a te per cinque anni e so quali sono le tue capacità in questo senso per cui quello che posso dirti è di non andare più in queste trasmissioni, che sappiamo benissimo che spesso e volentieri sono colme di tranelli e comunque non certo così facili da gestire, ma di concentrarti il più possibile, viste le tue capacità, a risolvere i problemi delle nostre imprese, delle nostre partite IVA, dei nostri operai senza lavoro, comunque dei nostri affari economici. Qualcuno ha detto che siamo l'ottava Nazione al mondo, ma la locomotiva di questa Nazione è proprio il Veneto, per cui ti dico di concentrare i tuoi sforzi per far ripartire questa macchina, dal turismo a tutte le altre cose.
Tralascio la mia storia familiare e personale, che ho già dichiarato: noi siamo una famiglia che purtroppo ha subito, come tante nel Veneto, il ventennio, ma ormai la storia ha seppellito e sta seppellendo naturalmente queste cose, ma per il richiamo che tu hai fatto alla storiografia e alla Costituzione, posso solo dirti che, se oggi siamo tutti qui e possiamo discutere liberamente delle nostre opinioni, lo dobbiamo sicuramente alla Costituzione che è uscita dai padri fondatori dopo la dittatura fascista e naturalmente dopo la seconda guerra mondiale.
Da Capogruppo della Lega dico che, proprio in questi giorni, noi celebriamo la nascita del nostro Movimento che, come ha ricordato proprio adesso, Finco, è nato nel 1980, su basi federaliste e su basi autonomiste e la discussione è stata accesa sulla secessione rispetto a questa nazione, ma comunque ci ha posto adesso ad essere naturalmente contro ogni totalitarismo, sia di destra ma anche di sinistra: ricordo che anche i totalitarismi di sinistra hanno lasciato milioni di morti in questo mondo.
Quindi tiriamo una riga, andiamo avanti, accettiamo le tue scuse e naturalmente sappi che, quando ci troveremo magari in cima al Grappa per l'alzabandiera oppure all'adunata degli Alpini, dove tu spesso sei in prima fila, io spero che i tuoi pensieri siano rivolti soprattutto al sacrificio di tutti quei caduti e di tutti i nostri soldati, ma anche al sacrificio delle nostre popolazioni. Questo è l'auspicio che ti faccio e ricordati che ormai la storia è passata, sono passati ottant'anni e naturalmente quello che dobbiamo noi costruire è un futuro insieme, sia per il Veneto, sia per la democrazia del nostro Paese.

PRESIDENTE

Giacomo Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io parto da qui nel senso che ho sentito parlare moltissimo questo pomeriggio delle scuse dell'Assessore, nel senso che tre quarti degli interventi sono stati basati su questo punto, cioè l'Assessore ha chiesto scusa, noi accettiamo le scuse e quindi la questione è superata. Ma il punto per noi perlomeno, nella presentazione della mozione, non era questo, non era il punto che l'Assessore venisse in Aula a dire a microfono: "Guardate, scusate, ho fatto una leggerezza, non ricapiterà più". In questo mi ritrovo molto nell'intervento che ha fatto il consigliere Favero, che ha fatto un'analisi storica che condivido, molto interessante e poi dice: "Se il tema è chiedere le scuse, le scuse sono arrivate, quindi ritirate la mozione".
Non è questo il punto, nel senso che per noi la questione non è la leggerezza, non è il fatto di essere andati in una trasmissione radiofonica che notoriamente è vero che è portata a indurre gli ospiti a fare cose che poi devono finire nelle agenzie e quindi a creare casi mediatici. Non è questo il punto, ma sta proprio nel ragionamento che ha fatto l'assessore Donazzan nella lettera che ha inviato i Consiglieri, ma anche in quanto ha detto oggi in Aula, nel senso che noi non abbiamo sentito in questo intervento nessun passaggio in cui l'Assessore abbia spiegato che non solo è stata una leggerezza o, meglio, non è stata tanto una leggerezza e che quindi il problema è stata una disattenzione, ma che pubblicamente dica che ciò che ha compiuto il fascismo in quei vent'anni e che gli orrori che hanno macchiato la storia del nostro Paese in quel periodo sono per lei da condannare in toto, non con la distinzione sulle cose buone, la bonifica dell'Agro Pontino e tutto ciò che conosciamo ormai da tanti anni.
Ecco, su questo io mi sento di spezzare una lancia a favore dell'Assessore: tutti sappiamo e tutto le si può dire, tranne che di non essere coerente, di non aver rivendicato negli anni non solo un'appartenenza, ma anche in tante circostanze di averla affermata in maniera anche più chiara e più forte e per noi più sbagliata di quanto non abbia fatto cantando "Faccetta nera" a una trasmissione radiofonica. E, fuori di ipocrisia, penso che ne fossimo consapevoli tutti, perché credo che nessuno dei Consiglieri di maggioranza abbia vissuto su Marte negli ultimi vent'anni e ne era consapevole, immagino io, anche il Presidente Zaia, che ha deciso di averla in Giunta. Quindi, fuori di ipocrisia, non è successo niente che fosse fuori da quanto abbiamo visto in questi anni, nella politica regionale.
Ma qui sta il punto: la mozione esprime una riserva, perché questo è quello che tecnicamente richiede il Regolamento, ma più che altro chiede all'Assessore di dire che c'è una pubblica condanna di ciò che è stato il fascismo per il nostro Paese. Io avevo un nonno partigiano, quindi figuratevi se non mi rivedo in tante ricostruzioni e analisi storiche che ho sentito oggi, ma non è soltanto un tema di storia o, perlomeno, non lo è per me, nel senso che tutti noi abbiamo visto nelle settimane scorse che cosa è capitato negli Stati Uniti: l'assalto a Capitol Hill – attenzione che non è una digressione – per chiunque conosca un minimo la storia degli Stati Uniti, è un fatto di un peso enorme, perché la sacralità delle Istituzioni in quel Paese è quanto di più importante esista.
Perché lego i due elementi? Perché la democrazia è fragile e, quindi, ogni nostro messaggio in quanto Istituzioni – e l'assessora Donazzan da tanti anni sta nelle Istituzioni – ha un peso profondo nella lettura pubblica di quanto avviene. Di conseguenza, l'elemento non è – su questo rispondo al consigliere Finco e ad altri – la tifoseria: qui non è che ci stiamo dividendo negli ultras di "Bella Ciao" e negli ultras di "Faccetta Nera", ma il punto è che la nostra Costituzione dice cose molto chiare e la nostra Costituzione è antifascista, ma era antifascista all'epoca perché era figlia di un periodo storico che era appena terminato, ma oggi il termine "antifascista" ha un altro valore ed è un valore che ha raccontato molto bene e lo cito di nuovo – il consigliere Favero e ha un valore oggi perché, nel rispettare la democrazia, nel pensare che la democrazia è, come si diceva prima, un terribile sistema di Governo, ma è migliore perché di migliori non ne abbiamo ancora trovati, sta a noi la responsabilità di tutelarlo quotidianamente.
Quindi, quello che è capitato non ha soltanto attinenza con la storia, ma ha una profonda attinenza con l'attualità e allora, se devo chiudere questo ragionamento, mi viene da dire che abbiamo colto positivamente, nei giorni scorsi, che molti esponenti della maggioranza, in particolare ovviamente quelli che fanno capo al Gruppo della Lega e della Lista Zaia, abbiano detto parole molto forti e molto chiare e penso in primis a quanto detto dal Capogruppo Pan in un'intervista sui quotidiani veneti, però ci aspettiamo però che si sia conseguenti rispetto a quello che si dice. Infatti, se si sostiene che quelle siano in posizioni incompatibili con la democrazia, che siano state profondamente sbagliate, che vadano contro quelli che sono i dettami della vita democratica, io non so cosa faranno gli altri Gruppi perché non partecipo alle riunioni degli altri, però mi pare di intuire che ci sarà un'astensione, perché questa parola è passata di bocca in bocca e di microfono in microfono. Ma sarebbe difficile da spiegarlo, perché se per giorni abbiamo condiviso un'opinione e quindi l'opinione che non l'operato da Assessora di Elena Donazzan, sul quale magari possiamo avere giudizi diversi o anche in alcuni casi coincidenti, ma che quelle parole specifiche e che la difesa di alcuni valori, che non sono di parte ma sta anche a voi dimostrare che non sono di parte, stanno a cuore a tutti noi, io mi immagino che questa mozione vada accolta.
È con questo ragionamento che chiudo, perché derubricare non il reato di apologia di fascismo, ma lo strisciante tentativo di giustificare o di cercare cose buone in quel periodo, ha una fortissima attinenza col tempo che stiamo vivendo: ce l'hanno gli Stati Uniti, ce l'ha il nostro Paese e ce l'ha ancora di più in un momento come quello che stiamo vivendo e ci apprestiamo a vivere in cui le tensioni sociali e le difficoltà saranno crescenti.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Devo dire che accettiamo di buon grado quelle che sono state le parole dell'assessora Donazzan in apertura di questa seduta e rinnoviamo quella che è la nostra solidarietà all'Assessore, per quelle che sono state le minacce che lei ha ricevuto. Penso che sia un qualcosa che tutti noi abbiamo provato negli ultimi anni e voglio ricordare che a noi hanno messo addirittura una bomba fuori dalla sede dove ci troviamo abitualmente per incontrarci, quindi sappiamo benissimo fino a che punto si possa spingere un certo tipo di ideologia e su questo vogliamo veramente sgombrare ogni dubbio sul fatto che ci sia la nostra piena solidarietà per le minacce che le sono arrivate.
Devo dire che mai avrei pensato che, in un periodo come questo, ci fossimo trovati in un Consiglio a dover parlare di questa situazione e penso che lei, con le sue parole di prima, abbia riconosciuto che il gesto, l'errore che ha compiuto è stato un errore grave, perché era fuori luogo cantare una canzone del ventennio in diretta nazionale, fuori luogo per il ruolo che lei ricopre, un ruolo di responsabilità, fuori luogo per il periodo storico che stiamo vivendo.
Non credo che in Veneto e in Italia ci sia alcuno spazio per nostalgie di quel tipo e su questo voglio essere chiaro: nessuno spazio. E lo dico non per fare una dichiarazione al microfono, ma perché credo che insieme ai Consiglieri della Decima Legislatura abbiamo dato esempio di cosa voglia dire quando abbiamo votato all'unanimità una legge sulla Memoria, che mi vedeva come primo firmatario, ma che vedeva tutti i Consiglieri coinvolti. Quella legge sulla Memoria che mi ha portato proprio in questi giorni a ricevere una lettera della Comunità ebraica di Padova: grazie a quella legge sulla Memoria 80 insegnanti hanno potuto partecipare a un corso per poter poi spiegare agli alunni qual è stato l'orrore della Shoah. E questo è un merito che la Decima Legislatura e questo Consiglio regionale hanno avuto, perché quando si tratta di fare azioni concrete, questo Consiglio regionale non ha bisogno di lezioni.
Caro Assessore, noi ci siamo trovati più volte a lottare dalla stessa parte per quello che riguarda la ricerca della verità storica, per un altro tema molto delicato, che è quello dell'esodo degli istriani-dalmati e per il tema delle foibe. Mi sono trovato, quindi, in forte imbarazzo a vederti fare, cara Elena, gli stessi errori che fanno quei nemici della verità storica che molto spesso noi combattiamo, cioè il fatto di piegare quella che è una verità storica a seconda delle proprie ideologie politiche. Purtroppo credo che questa impostazione abbia portato ad incatenare il nostro Paese in una condizione di guerra civile continua, che si ripete ogni anno: ogni volta che esce questo argomento, ci troviamo divisi tra due schieramenti e lo abbiamo visto anche oggi, in alcuni tratti della discussione.
Io credo che sia ora veramente di superare questa divisione e, come lei diceva nella sua lettera, parlare di riappacificazione, ma allora bisogna consegnare la storia agli storici e studiarla, perché la storia è maestra e, solo studiando la storia, possiamo evitare di ripercorrere gli errori e gli orrori che in essa sono contenuti. Però noi siamo stati eletti non per fare dissertazioni storiche, noi siamo qui in Consiglio regionale per risolvere quelli che sono i problemi contingenti dei veneti. Lì fuori, fuori da questo palazzo, ci sono famiglie che stanno soffrendo, abbiamo imprenditori che rischiano di chiudere e abbiamo malati che rischiano di morire e oggi, purtroppo, nostro malgrado, siamo costretti a parlare di "Faccetta nera".
Un Assessore che gode della fiducia del Presidente e della maggioranza io credo abbia l'obbligo di tornare immediatamente ad occuparsi di quelle che sono le questioni prioritarie, nel suo caso la situazione disastrosa della scuola, dovuta a una gestione imbarazzante da parte del Ministro. E penso che tutti noi ci aspettiamo che lei torni ad occuparsi di questo, per cercare di mettere una pezza a quella che è stata questa gestione, che ha provocato danni importantissimi, perché le famiglie venete e gli studenti veneti hanno bisogno di risposte e se queste risposte non arrivano da Roma, le dobbiamo dare noi.
Noi in questo Consiglio abbiamo ascoltato le sue parole, abbiamo apprezzato il tono e le scuse che ha rivolto a questo Consiglio e che ha rivolto anche all'Istituzione che lei rappresenta. I nostri Gruppi, i Gruppi che rappresento, intendono mantenerle la fiducia, nella speranza che lei torni ad occuparsi immediatamente dei suoi referati e che non succedano più degli scivoloni così gravi che ci portino a parlare di queste cose.
Il nostro voto a questa mozione sarà un voto di astensione, un'astensione perché riteniamo che questa mozione sia superata da quello che è avvenuto oggi in Aula e sia superata anche dalla presa di posizione che il governatore Zaia ha già avuto più volte sulla stampa: il Governatore ha già condannato l'accaduto, ha condannato l'episodio e ha chiesto le scuse all'Assessore, le scuse sono arrivate oggi e quindi per noi il caso è chiuso.
Allo stesso modo, però, voglio dire una cosa all'opposizione: io ho apprezzato alcuni interventi, però di altri vorrei contestare che noi non abbiamo bisogno né di lezioni di storia, né di lezioni di democrazia perché se siamo seduti qui è perché tutti noi rispettiamo le regole democratiche e abbiamo fatto i conti con il passato e non abbiamo alcun dubbio che quel tipo di ideologia, di cui abbiamo discusso oggi, vada relegata a una pagina buia del nostro passato. Chiedo perciò a questo Consiglio e chiedo ai miei Gruppi di votare astensione e di guardare finalmente avanti per dare una prospettiva ai veneti per poter mettere fine a questa situazione di crisi e di emergenza e per tornare a guardare il futuro con un po' di speranza e di fiducia e questo si fa lavorando sui temi concreti. Grazie.

PRESIDENTE

Raffaele Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Guardate, in questo momento c'è un numero impressionante di lavoratori che è a rischio occupazionale, un numero incredibile di imprese che non sa se fra qualche settimana, nel momento in cui saranno finiti i contingentamenti e le restrizioni definite per contenere il contagio, avrà la possibilità di riaprire, di ripartire e di rimettere in moto l'economia. Elena Donazzan si occupa quotidianamente proprio di questo, si occupa di quello per cui le imprese, i lavoratori, i sindacati, le parti sociali, le associazioni di categoria, gli studenti, i lavoratori si preoccupano ogni santo giorno; tra ieri e oggi ci sono migliaia di imprenditori che devono pagare le scadenze fiscali sospese dai vari decreti "Cura-Italia" e "Rilancio", il versamento dell'IVA mensile, l'F24 ai propri dipendenti, ma da settimane, da mesi, queste imprese non lavorano e anche quelle che hanno potuto restare aperte, l'hanno potuto fare con quelle che sono le conseguenze delle misure di contingentamento, delle misure restrittive fissate dai vari DPCM.
Allora, anche in alcuni settori, dove magari hanno potuto mantenere aperte le attività, per esempio certi negozi, il settore della moda, anche se hanno lasciato aperte le serrande, anche se hanno mantenuto la produzione, di fatto non hanno guadagnato nulla, non hanno lavorato, non hanno commesse, non hanno venduto, non hanno clienti: rischiano di non avere speranze e non hanno risorse perché i prestiti con garanzie dello Stato, previsti dal Governo, non sono stati erogati dalle banche che chiedono garanzie personali agli imprenditori e che considerano ormai a rischio alcuni settori importantissimi e cruciali per la nostra economia, non solo per l'economia nazionale, ma in particolare per l'economia veneta come quello, ad esempio, dell'accoglienza, della ricettività e del turismo. Nel frattempo migliaia di studenti e famiglie chiedono giustamente di rientrare a scuola, perché, oltre alla didattica, stanno aumentando anche problemi di tenuta sociale, psicologici, legati a disturbi del comportamento alimentare e alla dipendenza di droghe.
Un numero impressionante di persone, quindi, in questo momento ha grandissime ed enormi preoccupazioni ed Elena Donazzan principalmente si occupa di questo, anzi, vorrei dire che Elena Donazzan si occupa esclusivamente di questo e anche lei in questi giorni chissà quante volte ha avuto la tentazione di pensare ad occuparsi d'altro, vista qual era la natura delle polemiche sui quotidiani locali, ma non ha smesso di occuparsi di questo: ha continuato a occuparsene, nonostante la pressione fosse in una sola direzione, e ha continuato a fare il suo dovere, a svolgere le sue deleghe in modo impeccabile, incontrando aziende, università, mondo della scuola, sindacati, tutti interessati alle risposte da avere dalla pubblica amministrazione e credo francamente poco interessati alla natura del dibattito che sta occupando per tante ore quest'Aula, quest'oggi.
Devo sottolineare che questo dibattito non ci sarebbe stato se qualcuno della maggioranza non avesse legittimamente deciso di garantire all'opposizione quella che è l'agibilità, anche come forza d'opposizione. Io ho ascoltato l'intervento di Valdegamberi che ha detto che la ragione che l'ha spinto a sottoscrivere questa mozione è legata soprattutto al fatto di voler permettere all'opposizione di esercitare le proprie funzioni: prendiamo atto che questa è stata la principale ragione che ha spinto il consigliere Valdegamberi a sottoscriverla.
Su questo vorrei anche rassicurare tutti, maggioranza, opposizione, Consiglieri e Assessori, che noi abbiamo le idee chiare sulla parte dalla quale stiamo e sulla parte di campo nella quale intendiamo operare: noi siamo parte del centrodestra, collante del centrodestra, siamo in questa fase, peraltro, molto attenti a cercare di costruire, insieme alla Lega, insieme a Forza Italia, insieme a tutti coloro i quali si ritengono alternativi a chi in questo momento sta abusivamente occupando gli scranni del potere centrale a Roma, di costruire l'alternativa.
Quindi noi cerchiamo sempre, responsabilmente e lealmente, di assecondare quello che poi è il desiderio di quelli che sono i nostri elettori, che ricordo non sono pochi in questa regione, perché alle ultime elezioni regionali quasi il 10% dei veneti ha scelto di apporre la propria croce, la propria preferenza sul simbolo di Fratelli d'Italia, evidentemente riconoscendone meriti, competenze e professionalità, ma forse anche distinzione rispetto a posizioni politiche. Infatti anche il concetto di democrazia è un concetto altissimo, però io ricordo a me stesso quando, studente liceale – visto che molti hanno fatto esercizio delle proprie memorie, nei loro interventi in quest'Aula – nelle assemblee d'istituto sentivo nominare tanto spesso e proliferare dalla bocca di tanti interventi la parola "democrazia" e non dimentico che quelli erano gli anni anche nei quali (e non serve andare a 85, 80 o 75 anni fa, cioè a molti anni prima che potessero i miei genitori pensare di concepirmi) c'erano fior di regimi totalitari che si ammantavano della parola "democrazia"! Voglio
dire che la Germania, nei tempi nei quali io andavo al liceo, era divisa in due: ce n'era una federale e ce una democratica! Allora, attraverso la parola "democrazia", in quel caso, si toglievano diritti, si toglieva la libertà, si uccidevano le persone, si perseguitavano coloro i quali si ritenevano contrari al disegno di chi faceva parte di quello schema totalitario e antidemocratico, pur ammantato della parola "democrazia".
Allora, anche rispetto a tanti interventi di colleghi dell'opposizione, qui se il tema era di parlare del totalitarismo o dell'antitotalitarismo, credo che la totalità dell'Aula avrebbe votato favorevolmente a una mozione che va in questa direzione, ma non si può e ci sono stati fior di Stati antifascisti che sono stati illiberali e totalitari: anche questa è una verità storica e non possiamo negare che molti che cantavano canzoni antifasciste erano anche tra quelli che magari gettavano nelle foibe persone innocenti.
Allora, il tema è stato posto male e in modo, secondo me, poco intelligente se l'obiettivo era quello di condannare il totalitarismo, perché allora si sarebbe scritto che si condannano i regimi illiberali, le attività che impediscono l'espressione della volontà popolare, i regimi che sono descritti nei modi con i quali voi tratteggiate il fascismo; voi avete descritto in modo chiaro quali sono i tratti che distinguono il fascismo: violenza, mancanza di democrazia, persecuzione degli avversari politici e uniamoci tutti, uniamoci tutti a condannare quelli che sono i tratti distintivi dei regimi totalitari. Su questo noi saremo i primi, anzi mi è venuto in mente che credo che preparerò una mozione che condanni tutti i totalitarismi, che vanno a negare le libertà agli individui, tutti.
Però ripeto che pensare di trascorrere un pomeriggio intero nell'anno di grazia 2021 – e l'assessora Donazzan ha fatto benissimo a chiedere scusa in più occasioni e questo è stato riconosciuto anche da esponenti dell'opposizione – a discettare di questioni che fatico a riconoscere come interessanti, anche banalmente interessanti per i nostri concittadini e chi dovremmo amministrare, mi sembra abbastanza incredibile.
"Fuori ipocrisia" diceva nel suo intervento Possamai, ma proprio questo il senso del mio intervento: fuori ipocrisia, se siete antitotalitari, è inutile che continuate, cioè il tema non è fascismo e antifascismo, è totalitarismo e antitotalitarismo, è dittatura e libertà. Se il tema è totalitarismo e antitotalitarismo, noi non abbiamo dubbi da quale parte stare, ma noi sappiamo che c'è una parte di antifascismo che è una parte antifascista, che è illiberale, che è violenta e ne portiamo i segni. Io stesso ne porto i segni, io stesso ho subìto le persecuzioni, le violenze da parte di chi riteneva che io, dal punto di vista umano, non dovessi essere nella possibilità di esprimere le mie idee.
Allora su questo dobbiamo essere tutti dalla stessa parte perché allora diventerà tutto più semplice e, nel momento in cui mettiamo da parte steccati ideologici, punti di vista storici e, invece, guardiamo al futuro pensando a future generazioni che non debbano più trovarsi a discutere per ore in un'Aula di queste cose, allora avremo vinto davvero, sarà una vittoria per tutti, sarà una vittoria per la democrazia, quella vera.
Se ci fosse stato Zaia oggi – mi dispiace che non ci sia – che ha scelto per il terzo mandato consecutivo di dare le deleghe all'assessora Elena Donazzan e non credo che l'abbia fatto perché è stato obbligato, ma l'ha fatto certamente riconoscendone capacità, competenze, meriti, qualità, dal punto di vista politico, dal punto di vista amministrativo, dal punto di vista morale, avrebbe certamente elencato, meglio di quanto posso fare io, quali sono le qualità e quali sono i motivi per i quali non intende togliere deleghe all'Assessore.
Nel Veneto oggi abbiamo 129.000 studenti in alternanza scuola-lavoro, 42.000 aziende coinvolte e sono tutte cose queste che mi permetto di leggere perché queste cose qui poi non si leggono sui giornali, non fanno notizia e non le sa nessuno e allora mi permetto di dirle: oltre 80.000 giovani hanno avuto almeno una occasione di lavoro con il sistema di "Garanzia Giovani" e 26.000 gli over 30 in difficoltà occupazionale aiutati con l'assegno per il lavoro, che esiste solo nel Veneto; 12.000 aziende, con oltre 50.000 propri lavoratori, sono state sostenute con politiche di formazione continua, per reggere le trasformazioni del mercato; oltre 20.000 i ragazzi, spesso i più fragili, che nella formazione professionale trovano la stessa dignità e gratuità della scuola dello Stato e trovano prima di altri un'occupazione; 3.000 i destinatari del progetto per far rientrare i nostri cervelli andati all'estero; 8.000 persone con disabilità collocate nel lavoro, con un sistema e dei progetti a loro dedicati; ha creato unità di crisi, apprezzata soprattutto dal sindacato, e ha trattato 240 crisi complesse, dal 2012, di cui solo 40 nell'anno 2020 e 21 nel solo mese di novembre, queste ultime si trasformeranno quasi certamente in un disastro sociale e in un impoverimento produttivo drammatico nei prossimi mesi; una programmazione dei fondi comunitari e una gestione cristallina delle risorse, che ci ha visti premiati con ulteriori risorse aggiuntive per il Veneto.
Insomma, in questi decenni, Elena ha detto decine di migliaia, milioni di frasi, è intervenuta in mille dibattiti, ha rappresentato la Regione, le sue deleghe e questa Istituzione nel modo più degno e quindi riteniamo opportuno votare contro questa mozione, proprio perché riteniamo che sia una mozione ipocrita, che non comprende nella condanna quella parte di idee illiberali che hanno insanguinato il Novecento, fino a pochi decenni fa, quando io andavo a scuola: me li ricordo bene.

PRESIDENTE

Bene, sono finiti gli interventi e quindi passiamo alla votazione.
La votazione avviene per chiamata nominale, quindi il segretario Sponda chiamerà nominalmente tutti i Consiglieri, che esprimeranno a voce – al microfono chi è in Aula e a microfono via webex, chi è in ufficio – il proprio voto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Neanche a dirlo, sono io a iniziare.
Io mi astengo.
Valdegamberi. Procedo.
Venturini.
Vianello. Procedo.
Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Zanoni.
PRESIDENTE
Collega Zanoni, se vuoi esprimere il voto, devi premere "microfono".

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Mi sente adesso?

PRESIDENTE

Adesso sì.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Voto a favore.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Zecchinato. Procedo.
Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

A favore.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Andreoli.
Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

A favore.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Barbisan.

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Bet.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

A favore.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Bisaglia.
PRESIDENTE
Collega Bisaglia, mi sembra di vederti, premi il pulsante "microfono".

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Procedo.
Boron.

Fabrizio BORON (Zaia Presidente)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Bozza. Vado avanti.
Brescacin.
Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Favorevole.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Cavinato.

PRESIDENTE

Collega Cavinato, non si sente, deve prendere "microfono". Cavinato, prego.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Non si sente.

PRESIDENTE

Allora, se qualcuno ha problemi informatici, viene giù in Aula, quindi chi è già stato chiamato per la prima chiamata, per la seconda chiamata venga in Aula a esprimere il voto fisicamente perché siete un po' troppi.
Prego, Sponda.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Cecchetto. Cecchetto non si sente.

PRESIDENTE

Venite in Aula. Cecchetto, in Aula, per favore. Vediamo il labiale che intuisco, però non si sente.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Vado avanti.
Centenaro.

Giulio CENTENARO (Zaia Presidente)

Mi sentite? Okay. Io mi astengo.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Cestari.

PRESIDENTE

Laura non si sente, vieni giù.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Cestaro.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Astenuta.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Ciambetti.

Roberto CIAMBETTI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Corsi.

PRESIDENTE

Enrico Corsi? Avanti.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Procedo.
Dolfin.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Favero.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Finco.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Formaggio.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Inspiegabilmente contrario.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Gerolimetto. Gerolimetto.

Nazzareno GEROLIMETTO (Zaia Presidente)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Giacomin. Non si sente. Vado avanti.
Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Favorevole.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Favorevole.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Maino.

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Astenuta.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Michieletto. Vado avanti.
Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Favorevole.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Favorevole.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Piccinini.

Tomas PICCININI (Lista Veneta Autonomia)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Polato.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Contrario.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Possamai Giacomo.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Favorevole.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Possamai Giampiero.

Gianpiero POSSAMAI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Puppato.

PRESIDENTE

Puppato, prova a parlare. Non si sente, Puppato. Vieni giù.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Razzolini. Razzolini.
Rigo.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Rizzotto.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Astenuta.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Sandonà.

Luciano SANDONA' (Zaia Presidente)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Scatto.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Astenuta.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Contrario.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Contrario.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Procedo a chiamare per la seconda volta i Consiglieri che non hanno risposto.

PRESIDENTE

Alessandra, facciamolo con lentezza, per permettere alla gente di venire giù.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Certo. Allora, vado in ordine: Valdegamberi.
Venturini.
Vianello.

Roberta VIANELLO (Zaia Presidente)

Astenuta.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Zecchinato. Non c'è, allora vado avanti.
Bisaglia.

Simona BISAGLIA (Zaia Presidente)

Astenuta.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Bozza.
Brescacin.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Cavinato.

Elisa CAVINATO (Zaia Presidente)

Astenuta.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Cecchetto.

Milena CECCHETTO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Astenuta.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Cestari.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Astenuta.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Corsi.

Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Giacomin.

Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Michieletto.

Gabriele MICHIELETTO (Zaia Presidente)

Mi astengo.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Puppato.

Giovanni PUPPATO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Razzolini.
Zecchinato.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Astenuto.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Valdegamberi.
Va bene. C'è qualcuno fuori che aspetta?
Razzolini, al microfono.

Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Convintamente contrario, grazie.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Viene chiusa la votazione.

PRESIDENTE

Colleghi un attimo di attenzione: presenti 47, favorevoli 10, contrari 5, astenuti 32.
Il Consiglio non approva.
PUNTO
8
 
   

PROGRAMMA DI ATTIVITÀ DEL COMITATO REGIONALE PER LE COMUNICAZIONI DEL VENETO (CORECOM) PER L'ANNO 2021 E PREVISIONE FINANZIARIA. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 1) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 2/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore in Aula la consigliera Cestaro, correlatore il consigliere Giacomo Possamai.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
l'art. 14 della legge regionale 10 agosto 2001, n. 18 "Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni (CORECOM)", istitutiva del Comitato regionale per le Comunicazioni del Veneto (Corecom Veneto), dispone che entro il 15 settembre di ogni anno il Comitato presenti al Consiglio regionale per l'approvazione, e all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) per la parte relativa alle funzioni da essa delegate, il programma di attività per l'anno successivo, con l'indicazione del relativo fabbisogno finanziario.
I Comitati regionali per le Comunicazioni (Corecom) sono organi che esercitano una pluralità di funzioni in ragione di rapporti specifici intercorrenti sia con la Regione di riferimento, sia con l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom).
Per quanto riguarda il Corecom Veneto, la citata legge istitutiva n. 18 del 2001 lo definisce all'articolo 2 organo di consulenza e di gestione della Regione e di controllo in materia di comunicazioni volto ad assicurare, a livello territoriale regionale, le necessarie funzioni di governo, di garanzia e di controllo in tema di comunicazioni; è, inoltre, organo funzionale dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. In proposito, la legge statale 31 luglio 1997, n. 249 "Istituzione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisivo" ha previsto la creazione dei Corecom allo scopo di assicurare le esigenze di decentramento sul territorio di alcune delle funzioni di competenza dell'Agcom.
Il Comitato del Veneto è composto dal Presidente e da quattro membri, tutti eletti dal Consiglio regionale.
Per l'esercizio delle proprie funzioni esso è affiancato da una struttura amministrativa ad esso dedicata, dotata di indipendenza funzionale (art. 15) e denominata "Ufficio Supporto Corecom".
L'esercizio delle funzioni del Comitato è stato rivestito di ulteriori garanzie dall'articolo 11 della legge regionale 18 marzo 2011, n. 7 "Legge finanziaria regionale per l'esercizio 2011", in virtù della quale la dotazione organica della struttura, di competenza prima della Giunta regionale, viene ora assicurata dal Consiglio regionale mediante il proprio Ufficio di Presidenza.
Infine, ai sensi dell'articolo 56 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 "Autonomia del Consiglio regionale" il personale assegnato all'Ufficio Supporto Corecom è inserito nel ruolo unico del personale del Consiglio regionale.
Ai sensi dell'articolo 10 e seguenti della citata legge istitutiva n. 18 del 2001, il Comitato è titolare di funzioni proprie e di funzioni delegate, indicate in dettaglio nel Programma di attività oggi all'esame dell'Aula.
Per quanto riguarda, in particolare, le funzioni delegate, esse vengono esercitate in virtù dell'Accordo Quadro tra l'Autorità, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, sottoscritto tra le Parti il 28 novembre 2017, cui ha fatto seguito in data 26 marzo 2018 la specifica convenzione bilaterale tra l'Agcom ed il Corecom Veneto, attualmente in vigore.
Con il provvedimento oggi sottoposto all'approvazione di quest'Aula - che ha acquisito il numero 1 tra le proposte di deliberazione amministrativa (pda) depositate nel corso della legislatura - viene illustrato il programma di attività che il Comitato intenderebbe realizzare nel corso del 2021; ciò in continuità con le azioni avviate nel corso degli anni precedenti e a completamento degli obiettivi che si era prefissato, tenendo conto che il mandato dell'attuale Comitato – insediato in data 8 marzo 2016 - sta giungendo alla naturale conclusione.
Nel rinviare al documento posto all'esame odierno per la disamina delle svariate attività ed iniziative intraprese dal Comitato e rientranti tanto nelle funzioni proprie quanto in quelle delegate, si ritiene opportuno riservare un'attenzione particolare ad alcune di esse.
Attività di comunicazione istituzionale
Il Comitato, compatibilmente con i vincoli di bilancio e i limiti introdotti nell'ordinamento dalle leggi nazionali e regionali, proseguirà nell'attività di comunicazione istituzionale con riferimento alla pluralità di servizi offerti dal Corecom ed al servizio di tutela della reputazione digitale (Sportello "Help Web reputation"). Allo scopo verrà effettuato l'acquisto di spazi sui mezzi di comunicazione di massa, a favore in particolare della emittenza privata televisiva e radiofonica locale così come dei giornali quotidiani e periodici.
Si intende inoltre realizzare una campagna informativa per consentire alla popolazione il proseguimento dell'utilizzo del mezzo televisivo a seguito delle novità riguardanti la ricezione del segnale televisivo del digitale terrestre (c.d. switch-off con passaggio allo standard DVB-T2) e la fruizione dei relativi contributi pubblici.
Valorizzazione del ruolo della Regione nell'organizzazione e nell'erogazione del servizio radiotelevisivo
Nei primi mesi dell'anno 2020 il Comitato ha ricevuto dal Dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università di Verona il report conclusivo del progetto di ricerca dal titolo "La conciliazione tra utenti ed operatori; ipotesi e proposte sul ruolo dei Co.Re.Com. oltre l'ambito delle telecomunicazioni", con il quale è stata inizialmente esplorata la possibilità di ampliare il campo di attività del Corecom alle conciliazioni delle controversie inerenti ai settori dell'energia elettrica e del gas, mediante interventi di carattere legislativo ed amministrativo,
A completamento del progetto il Comitato intende ora procedere alla richiesta di uno studio di fattibilità relativamente alla valorizzazione del ruolo delle Regioni nell'organizzazione e nell'erogazione del servizio radiotelevisivo, con particolare riferimento alla regolazione di due aspetti:
a) il rilascio delle autorizzazioni ai fornitori di contenuti televisivi su frequenze terrestri in ambito regionale e provinciale;
b) la stipulazione di contratti di servizio radiotelevisivo tra la singola Regione e la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo.
Attività di collaborazione con altri soggetti istituzionali
Verrà proseguito dal Comitato il rapporto instaurato con l'Osservatorio Scolastico Regionale istituito presso l'Ufficio Scolastico Regionale del Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca (MIUR) e con il Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali dell'Università degli Studi di Padova, volto alla promozione di un utilizzo positivo, consapevole e responsabile di internet da parte dei giovani e per la tutela della loro reputazione sul web.
Per tali attività, strettamente collegate a quelle dello "Sportello Help Web reputation", lo scorso mese di ottobre si è provveduto alla stipula del nuovo Protocollo d'Intesa, in sostituzione di quello precedentemente sottoscritto in data 22 maggio 2018.
Parimenti, prosegue il rapporto in essere con la Consigliera di parità della Regione del Veneto, con le Consigliere di Parità delle sette province venete e con la Commissione regionale per la Realizzazione delle Pari Opportunità tra Uomo e Donna, concernente il divieto di utilizzare l'immagine della donna in modo offensivo o discriminatorio o tale a incitare alla violenza sulle donne e disciplinato da apposito protocollo di intesa sin dall'anno 2015.
Dotazione organica dell'ufficio di supporto alle attività del Comitato
Nel corso dell'anno 2021, considerata la crescente complessità delle attività da svolgere, il Comitato continuerà a perseguire l'obiettivo di completare la dotazione organica per l'esercizio delle funzioni delegate ai sensi della convenzione bilaterale stipulata con l'Agcom in data 26 marzo 2018, come previsto nel Piano Triennale di fabbisogno del personale del Consiglio regionale e nello spirito dell'ordine del giorno sul "Conferimento al Corecom del Veneto delle risorse necessarie allo svolgimento delle nuove funzioni delegate dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni", approvato dall'Aula nel corso della X legislatura in data 26 febbraio 2019.
Per quanto concerne, infine, il fabbisogno finanziario evidenziato nel contesto del Programma di attività per l'anno 2021, le risorse relative ai progetti realizzabili dal Corecom troveranno copertura nel bilancio di previsione 2021-2022-2023 del Consiglio regionale – al Programma 11 "Altri servizi generali" della Missione 1 "Servizi istituzionali, generali e di gestione".
In conclusione, segnalo che, nel corso della seduta del 23 novembre 2020, la Prima Commissione consiliare ha proceduto all'audizione telematica del Corecom, rappresentato nell'occasione dal suo Presidente e dai quattro componenti, affiancati dai dirigenti della struttura consiliare di supporto.
Nella medesima seduta la Commissione ha approvato a maggioranza la proposta di deliberazione amministrativa n. 1 "Programma di attività del Corecom per l'anno 2021 e previsione finanziaria", con i voti favorevoli dei rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente, Lista Veneta Autonomia, Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni, Forza Italia Berlusconi Autonomia per il Veneto.
Si sono astenuti i rappresentanti del gruppo consiliare Partito Democratico Veneto".

PRESIDENTE

Cestaro, prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

La proposta di deliberazione amministrativa illustra il programma di attività che il Comitato regionale per le Comunicazioni del Veneto intende portare a compimento per l'anno 2021, in continuità di quanto già messo in atto negli anni precedenti.
Il Corecom svolge un'importante serie di azioni proprie, che lo connotano come una struttura di riferimento per la stesura di disegni di legge e per progetti realizzabili senza risorse pubblicitarie e quelli relativi al piano delle frequenze radiotelevisive; esegue un monitoraggio della programmazione radiotelevisiva locale e formula attivamente proposte di collaborazione fra concessionari e Istituzioni, nonché azioni volte alla formazione e alla ricerca, sempre in ambito delle telecomunicazioni, approfondendone anche l'aspetto socio-economico.
Tecnicamente si occupa, inoltre, di offrire consulenze per centrare le forme più idonee alla collaborazione tra enti pubblici, emittenti e portatori di interesse, monitorando la dislocazione degli impianti di trasmissione anche tramite la tenuta del registro regionale delle reti radiotelevisive ed effettua una supervisione in collaborazione con l'ARPAV per la prevenzione delle emissioni elettromagnetiche.
Il Comitato è, altresì, organo funzionario dell'AgCom ed ha competenze istruttorie sia per conto del Ministero dello Sviluppo Economico che per la Regione Veneto: queste competenze interessano e principalmente il controllo sulla comunicazione politica e il rispetto della par condicio, nonché il rimborso dei messaggi autogestiti gratuiti, la vigilanza in materia di tutela dei minori, della parità di genere e in generale verso ogni forma di pubblicità e contenuti lesivi, l'esercizio del diritto di rettifica e la gestione dei sondaggi.
Per i cittadini è importante sottolineare il ruolo demandato dal Corecom nello svolgere il tentativo di conciliazione nelle controversie tra utenti e gestori dei servizi di comunicazione: un aiuto del tutto gratuito, che è accessibile tramite la piattaforma Conciliaweb o numero verde, e che vede nel confronto dei dati annui un continuo crescere degli interessi dei cittadini nei confronti di questo servizio, con istanze che sono passate dalle 2.077 del 2011 alle 8.523 del 2019.
Dalla relazione allegata alla PDA sono anche evidenziate le cifre di ristoro agli utenti, che le conciliazioni hanno permesso di far recuperare agli stessi, cosa ancora più importante in un momento particolarmente grave dal punto di vista socio-economico e che pone il Corecom come soggetto strategico, proprio a garanzia dei cittadini.
Le specifiche funzioni del Corecom, che continueranno ad essere svolte ed integrate nell'anno 2021, si possono così riassumere: garanzia in materia elettorale, nelle sue varie forme; consulenza in materia di comunicazione, a supporto degli organi istituzionali; liquidazione dei rimborsi MAG, anche con l'attivazione di nuove modalità che ne prevedano un sistema maggiormente celere nei versamenti; l'aggiornamento del database nel registro degli operatori delle comunicazioni (ROC); rafforzare ulteriormente la tutela degli utenze, con particolare attenzione ai minori. Questo tramite un progetto che ci è stato illustrato e che verrà poi riproposto in un'altra audizione, un progetto che si basa sulla formazione nelle scuole secondarie, per sensibilizzare i ragazzi sul tema del cyberbullismo e sull'utilizzo dello Sportello della reputazione e della tutela digitale. Tutto questo assieme, poi, a una ricerca per gestire, da parte degli enti pubblici, le pagine pubbliche dei social network Facebook e Instagram, che sappiamo non possono essere in questo momento gestite, se non tramite persona fisica, con tutta una serie di problematiche; ovviamente garantire sempre il diritto di rettifica, rafforzare il compito di conciliatore – anche questo è un messaggio molto importante – cercando di trovare il modo di poter ampliare quel famoso sistema di garanzia anche per le conciliazioni con i gestori di luce e gas.
Rimane da affrontare come punto importante per il Corecom e per i cittadini il passaggio alle nuove frequenze radiotelevisive, previsto per il Veneto nell'ultimo trimestre 2021, in attuazione alla risoluzione sulla non interferenza delle frequenze nazionali. Questo è un tema che interessa non solo gli utenti in possesso di tutti gli apparecchi ante 2017, ma anche e soprattutto le possibili sovrapposizioni di frequenze nelle aree territoriali confinanti: Est Veneziano, l'area di Rovigo, il Basso Veronese e anche le aree confinanti con Trento e Bolzano.
Il Corecom rappresenta, quindi, un importante esempio di metodo e competenza a supporto del Consiglio regionale, della Regione Veneto, capace di permettere un confronto ed un punto di riferimento che, vista anche la complessità dei temi affrontati, risulta essere di rilevante importanza per la comprensione e l'approccio agli stessi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Correlatore Possamai Giacomo.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Visto che si tratta di un provvedimento su cui anticipo che voteremo favorevolmente, più che fare una controrelazione, sviluppo un ragionamento su alcune migliorie, alcune attività che il Corecom potrebbe portare avanti nel 2021, anche in base al programma che è stato illustrato.
Vista la positiva attività svolta negli ultimi anni da questo importante organo di garanzia e di controllo in tema di comunicazione che, ricordiamolo, è emanazione diretta adesso del Consiglio regionale, il ragionamento è su alcuni miglioramenti per garantire ai cittadini la miglior fruizione dei servizi erogati e soprattutto la piena conoscenza delle funzioni espletate, perché una delle questioni fondamentali è proprio il fatto di far conoscere ai cittadini ciò che il Corecom fa.
Un punto importante è l'invito a sottoscrivere con l'AgCom in tempi utili il rinnovo della convenzione che scade il prossimo 1° gennaio e infatti le funzioni attualmente delegate al Corecom, come la conciliazione e la definizione delle controversie tra utenti ed enti gestori nei servizi di comunicazione sono state molto significative per i cittadini veneti, sia per il numero di utenti coinvolti, che sono oltre 8.500, sia per la gratuità della procedura che, evidentemente, è assolutamente determinante, sia per l'ammontare dei rimborsi: questo ha un'evidente utilità anche nel ridurre gli abusi dei gestori.
Tra le funzioni attualmente delegate, come si diceva anche prima, e che stanno per scadere, una delle più importanti è la tutela dei minori, nella programmazione radiotelevisiva locale con particolare riguardo ai messaggi pubblicitari, fake news, pornografia, dignità della persona, vicende giudiziarie. Non serve dire che questo è un ruolo sempre più delicato e sempre più importante e in quest'ottica è fondamentale anche proseguire l'attività di formazione e informazione che è stata avviata, ma che va potenziata negli studi scolastici, coinvolgendo studenti, genitori e insegnanti per la tutela anche della web reputation, perché, per contrastare il cyberbullismo, è necessario mettere in pista attività prima di tutto formative ed educative, anche tramite l'attività di sportello che già è in atto (la help web reputation), in quanto studi recenti, anche della New York University, rilevano l'aumento di episodi di cyberbullismo in Italia durante il lockdown e che la didattica a distanza anche su questo fronte ha creato evidenti difficoltà.
Altro argomento importante, ma che oggi non c'è, sarebbe la tutela dei minori da ogni forma di pubblicità dei giochi con vincite in denaro, quindi gioco d'azzardo in trasmissioni radiofoniche e televisive, per contrastare il fenomeno sempre più pericoloso della ludopatia.
Sul fronte, invece, delle controversie relative agli utenti dei settori energia elettrica e gas, è indispensabile ottenere l'accreditamento da parte di ARERA e l'iscrizione del Corecom veneto dell'elenco degli organismi autorizzati, affiancando così la Camera di Commercio nella definizione delle controversie.
Altro fronte importante, che non compete direttamente qui, ma su cui va fatta una riflessione, è il fatto che il Corecom non ha competenze oggi sui social network e sulla cartellonistica stradale, quindi tutte le attività offensive, discriminatorie e violente, su quei fronti non hanno un presidio e soprattutto nel primo caso, mi riferisco ovviamente ai social network, sappiamo quanto questo sarebbe importante.
Sui MAG di cui parlava prima anche la relatrice, vi è la necessità di diffondere l'utilizzo di questo strumento democratico, che può essere molto importante, aumentando anche il rimborso previsto per TV e radio, che oggi è basso.
Ultimo punto importante è quello dell'adeguamento delle risorse umane, che oggi sono ferme a 12 addetti, come abbiamo sentito anche in Commissione, non sufficienti a coprire tutte le funzioni, tanto più se volessimo destinarne di ulteriori e non corrispondente a rotazione di altri Corecom italiani. Ricordiamo anche che l'adeguamento era già previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale 48 del 31.7.2019.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il Corecom, attraverso l'erogazione di una serie di servizi utili e l'esercizio di alcune funzioni rilevanti, svolge un ufficio importante per i cittadini e vorrei approfittare della discussione attorno alla relazione che annualmente ci viene presentata per fare tre brevi considerazioni che rimetto nella disponibilità del Consiglio.
La prima è la seguente: noi sappiamo che l'ente svolge una funzione molto utile in riferimento ai temi della vigilanza e del controllo sul sistema dell'informazione regionale ad esempio rispetto al tema della par condicio, in particolare, nelle emittenti radio e radiotelevisive. Questa attività è solitamente precisa e puntuale: il Corecom risponde in tempi assolutamente rapidi e abbiamo letto nella relazione che sono anche in previsione ulteriori investimenti per poter essere ancora più incisivi ed efficaci in questa azione.
Rimane, però, aperto il grande tema della garanzia della pluralità nei periodi non elettorali, in particolar modo il riferimento è alla distinzione da effettuare tra i messaggi istituzionali e i messaggi politici. Questi due elementi, cioè la garanzia della pluralità in periodi non di par condicio e, di conseguenza, la distinzione tra messaggi politici e istituzionali, è un tema sul quale l'attività del Corecom dovrebbe, a mio giudizio, svolgere un approfondimento. C'è poi, sempre su questa questione, il grande tema della par condicio sui social network, soprattutto perché sono strumenti nuovi, che dispongono potenzialmente di uno spazio infinito. Il tema della garanzia della pluralità sui social, della trasparenza dei messaggi pubblicitari, della rimozione dei contenuti falsi e la verifica di contenuti attraverso fact checking sono questioni generali, che interrogano tanto il Corecom, quanto la politica e quindi sarebbe utile approfittare di questa discussione per capire se ci sono strumenti dei quali possiamo dotarci, per affrontare queste problematiche tutte moderne.
Se pensiamo, per esempio, alla semplice questione del silenzio elettorale sui social, capiamo come questo rappresenti un esempio chiaro di quanto questi nuovi strumenti pongono interrogativi di carattere generale, a maggior ragione sui social, dove alcuni meccanismi tecnici noti distorcono completamente le tradizionali regole del gioco. Pensiamo, ad esempio, al meccanismo attraverso il quale sui social network si ottiene visibilità: per ottenere visibilità sui social network si deve pagare. Ora, capite bene come questo meccanismo totalmente commerciale sia assolutamente in conflitto col tema della garanzia della pluralità dei messaggi.
E questo ovviamente, mentre rispetto alla garanzia della par condicio sulle radio e le emittenti TV garantita dal Corecom, c'è un'efficacia di azione oggettiva, sui social anche il Corecom in questo momento non ha gli elementi per poter intervenire e forse questo Consiglio dovrebbe cominciare ad interrogarsi per capire se esistono soluzioni anche normative che regolamentino lo svolgimento delle campagne elettorali sui social, per esempio introducendo dei limiti di spesa alle sponsorizzazioni social, che è un tema assolutamente fuori dalla verifica del Corecom.
La seconda grande questione attorno alla quale l'attività del Corecom si definisce è il tema dei servizi a sostegno delle imprese e dei cittadini. Ha già detto il consigliere Possamai che è importante costruire meccanismi che amplifichino e aumentino la conoscenza presso i cittadini dei servizi che il Corecom offre agli utenti, per spiegare quali sono le disponibilità, come accedervi, con quali benefici, però anche da questo punto di vista il tema dei social network pone una questione: c'è certamente un'iniziativa che il Corecom ha già messo in atto rispetto alla tutela della reputazione, la difesa di fronte a casi di diffamazione social, il tema della privacy, il bullismo riferiti in particolare ai minori e faccio notare – che rimanga agli atti – che pur apprezzando tutte le iniziative già in campo (penso allo sportello della web reputation e i processi di formazione nelle scuole, che, a mio giudizio, sono percorsi che possono e devono essere implementati) c'è il grande tema degli anziani che mi pare escluso dalle attività del Corecom. Paradossalmente oggi gli anziani, in riferimento ai social network e all'evidenza che spesso i social veicolano messaggi non verificabili, sono spesso più esposti dei giovani, quindi io penso che anche qua, come suggerimento, l'attività del Corecom, in riferimento ai messaggi distorti, alla reputazione, al fact checking dei social network, dovrebbe lavorare sia con il target giovane/giovanissimi, ma anche con un target particolare rivolto agli anziani.
Infine c'è il tema di servizio di conciliazione delle controversie tra gestori dei servizi di telecomunicazione e anche questa è un'attività che sta crescendo, sono sempre di più i cittadini che annualmente si rivolgono al Corecom per essere tutelati, la piattaforma on line che garantisce una possibilità di accesso ai servizi rapida, semplice, facile sicuramente aumenta questa possibilità. Io penso che su questo si debba continuare, mi convince di più l'idea di investire risorse economiche e umane per lavorare e implementare questo tipo di servizio, cioè rivolto all'ambito telecomunicazione; mi convince meno l'idea di estendere l'attività del Corecom, per esempio, di contestazione in riferimento al mercato del gas, perché il mercato del gas nulla ha a che fare con la finalità fondamentale del Corecom, che è un ente che si deve occupare di servizi legati alla comunicazione e alle telecomunicazioni.
Peraltro, se ci dicono che sono in carenza di organico, mi pare un po' in contraddizione poi dire che vogliono ulteriormente ampliare il ventaglio di servizi da offrire, per cui io darei priorità, comunque nella necessità di aumentare la possibilità degli utenti di godere di servizi gratuiti, rimanendo nella funzione fondante dell'ente, cioè quella legata all'informazione e alla comunicazione.
Detto tutto questo, siamo ovviamente molto interessati all'attività del Corecom che riteniamo essere un ente strumentale molto importante per la Regione e soprattutto per i cittadini, che, attraverso i servizi offerti dall'ente, possono ottenere risultati importanti. Grazie.
 
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
 

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega. Ha chiesto di intervenire la consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Sarò breve perché chi mi ha preceduto ha già fatto alcune puntualizzazioni rispetto a quelle che anch'io volevo fare. Aggiungo solo una cosa rispetto a quello che la relazione cita sul tema di quanto il Corecom sta controllando su messaggi contro la donna, quando viene ripresa all'interno di media o altro tipo di testata di comunicazione e vengono lesi, appunto, la sua figura e il suo diritto.
Qui, da regolamento e da relazione, viene menzionata la Consigliera di parità della Regione Veneto che viene sentita, appunto, dal Corecom per stilare questa relazione e anche le Consigliere di parità delle sette Province venete. Visto che la relazione lo cita e questo è stato fatto, un suggerimento che porto all'Aula – anche io voterò a favore – pensando che nei prossimi mesi e anni si possano rafforzare alcune linee di indirizzo del Corecom di questa relazione, questo è uno dei punti su cui dovremmo porre, secondo me, più attenzione proprio pensando di attivare magari anche nelle Commissioni un lavoro specifico, sentendo non solo le Consigliere di parità, ma anche l'organo che all'interno della Regione abbiamo rispetto alla parità di genere, che potrebbero, secondo me, dare un apporto maggiore anche rispetto a quello che il collega Possamai citava rispetto a comunicare il ruolo del Corecom verso i cittadini. Infatti la mia percezione è che è ancora troppo basso il livello di consapevolezza che le persone comuni e non le persone che magari lavorano nei settori del Corecom, che quindi sono più abituati ad averne a che fare, ma del cittadino comune, della persona a cui in qualche modo viene leso un diritto, non sa che può agire con e grazie al sostegno del Corecom.
L'altro, che è già stato citato dalla consigliera Camani, è rispetto alla par condicio: viene citato nella relazione che, appunto, non essendoci una normativa rispetto all'uso dei social media, vengono citate delle linee guida che sono state scritte anche con la partecipazione di alcuni attori locali. Io credo che anche questo sarebbe un ruolo da rafforzare perché ovviamente, soprattutto nel momento delle campagne elettorali, questo è uno dei settori su cui credo che il Corecom dovrebbe fare di più. Ad esempio, io non ho trovato un resoconto in questa relazione delle campagne elettorali recenti, ad esempio quella del 2020, che mi sarebbe piaciuto invece leggere, rispetto a quanto, appunto, la presenza anche nei media delle forze politiche che hanno partecipato alla competizione elettorale era stata o meno sovra rappresentate. Questo credo sia un ruolo che dovremmo rafforzare.
Chiudo sul cyberbullismo, perché sono stata contenta di vedere anche in Commissione il Corecom si occupasse di questo tema importantissimo, in forte crescita, e anche qui io credo che nel prossimo anno, nel 2021, dovremmo lavorare, magari con le Commissioni competenti, cercando di mappare davvero tutti gli attori: ho letto nella relazione che sono stati citati degli esperti, che sono esperti effettivamente, e sono contenta che siano stati coinvolti; ce ne sono tantissimi altri, perché è un tema di frontiera, che sta crescendo, e credo che anche allargare il numero delle persone che noi ascoltiamo nelle Commissioni competenti, per migliorare il funzionamento del Corecom, sia importante. Quindi, voterò a favore e lascio a verbale il fatto che credo dovremmo mettere in odg delle prossime Commissioni competenti delle audizioni rispetto a quei mondi che potrebbero informarci ancora meglio su come far funzionare in maniera ancora più specifica questo importante soggetto che abbiamo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Non vedo altre richieste di interventi, quindi mettiamo in votazione il punto n. 8: "Programma di attività del Comitato regionale per le Comunicazioni del Veneto per l'anno 2021 e previsione finanziaria".
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Metto a verbale: favorevole.

PRESIDENTE

Chiudiamo la votazione, col voto favorevole del collega Valdegamberi, che non è riuscito a votare.
Il Consiglio approva.
PUNTO
9
 
   

PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIERE SPERANZON RELATIVA A "MODIFICA DELLA LEGGE REGIONALE 31 DICEMBRE 2012, n. 53 "AUTONOMIA DEL CONSIGLIO REGIONALE"". (PROGETTO DI LEGGE N. 23) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 1/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore in Aula il consigliere Speranzon, correlatore il consigliere Giacomo Possamai.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
il progetto di legge n. 23 interviene, anche alla luce degli esiti applicativi della disciplina come vigente, ad introdurre ulteriori e puntuali modifiche alla legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 in tema di criteri di riparto ed utilizzo delle spese per la dotazione di personale spettante alle segreterie dei gruppi consiliari.
Quanto sopra fermo restando sia il rispetto del tetto massimo di spesa stabilito in materia di spesa di personale in generale dalla legislazione nazionale vigente, sia il rispetto del tetto di spesa regionale definito in applicazione dei vincoli e dei limiti di cui al decreto legge n. 174 del 2012, convertito, per il personale delle strutture di supporto ai gruppi consiliari (limiti non disponibili in capo al legislatore regionale), sia configurando una nuova soluzione di declinazione del principio statutario di adeguatezza delle risorse.
Si intende, in particolare, e con efficacia alla data di entrata in vigore della legge rimettere nella disponibilità del Gruppo e quindi del suo Presidente la determinazione in ordine alle soluzioni di utilizzo della quota di risorse assegnate per la stipula di contratti di lavoro autonomo occasionale o coordinato e continuativo e ciò al solo fine di consentirne, ove ritenuto funzionale alle scelte organizzative del Gruppo, l'utilizzo a titolo di spesa per personale dipendente; solo in funzione di tale esigenza e nei limiti sopra indicati, viene riconosciuta, in capo ad ogni Gruppo che lo richieda e nei limiti delle risorse disponibili in capo al Gruppo medesimo, la possibilità di operare una restituzione al Consiglio regionale delle somme ricevute dal Gruppo per il finanziamento degli autonomi rapporti di lavoro occasionale o coordinato e continuativo di cui all'articolo 52 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 .
Quindi con le somme restituite al Consiglio regionale del Veneto potranno essere finanziati rapporti di lavoro dipendente a favore del Gruppo consiliare, nel rispetto dei limiti di spesa previsti dalla normativa nazionale e regionale in materia di personale dipendente, compresi quelli attinenti alla spesa annua massima.
Inoltre si intende rimettere nella disponibilità del Gruppo e quindi del suo Presidente, ove ritenuto funzionale alle scelte organizzative del gruppo, il pieno utilizzo della quota di risorse rese disponibili con deliberazione dell'Ufficio di presidenza a titolo di spesa per personale con contratti a tempo determinato; solo in funzione di tale esigenza e nei limiti sopra indicati, viene riconosciuta la possibilità di chiedere all'Ufficio di presidenza l'assunzione con una percentuale ridotta dell'orario di lavoro e del relativo trattamento economico del responsabile del Gruppo consiliare, individuato, conseguentemente, fra dipendenti della Regione e degli enti regionali.
La relativa disposizione assume efficacia, limitata alla legislatura in corso e ai gruppi consiliari composti da 4 e 5 consiglieri, risultando funzionale e connessa alla specificità dell'assetto dei gruppi, relativo numero e rispettiva 2 numerosità, della corrente legislatura e non incide sugli eventuali rapporti di lavoro di responsabile di gruppo già sottoscritti alla data di entrata in vigore della presente modifica legislativa.
Si intende altresì proseguire in un percorso di individuazione delle soluzioni funzionali alla più equa ripartizione del budget per le spese del personale dei Gruppi consiliari fra i Gruppi medesimi, rafforzando il criterio di proporzionalità tra il numero dei consiglieri aderenti al Gruppo consiliare e le risorse spettanti; quanto sopra, si ritiene, comunque garantendo il rispetto del criterio, di rango statutario, ed in quanto tale destinato a permeare la legislazione di settore, di adeguatezza delle risorse da assegnare ai gruppi consiliari (articolo 42 comma 3 dello Statuto ai sensi del quale "L'Ufficio di presidenza assegna ai gruppi consiliari, per l'esercizio delle loro funzioni, adeguate risorse finanziarie, strumentali e di personale") ma declinando tale criterio, al fine della salvaguardia di un principio di uguaglianza, che impone la definizione di discipline differenziate per le diverse situazioni secondo un parametro di ragionevolezza, il che si traduce nella individuazione di criteri di assegnazione di risorse fra gruppi di diversa consistenza secondo soluzioni di proporzionalità non pura ma corretta, al fine di garantire adeguate risorse anche ai gruppi di minore consistenza, ma non in misura tale da anche solo potenzialmente pregiudicare la possibilità di adeguato esercizio delle funzioni istituzionali spettanti ai gruppi di maggior numerosità.
Tale disciplina viene delineata a valere dalla prima legislatura regionale successiva alla data di entrata in vigore della presente legge, operando in costanza della attuale legislatura solo la disposizione transitoria volta a rendere non influente sotto il profilo della dotazione delle risorse assegnate ai gruppi, nei soli confronti dei gruppi non coinvolti, la dinamica della vita politica che si traduce in mutamenti nella composizione dei gruppi consiliari che incidono sulla loro numerosità complessiva.
Completano l'articolato la clausola di neutralità finanziaria, stante il rispetto dei vincoli di spesa, la norma di decorrenza di effetti delle modifiche a regime alla prima legislatura regionale successiva alla entrata in vigore della presente legge e, per le disposizioni la cui operatività è richiesta già per la legislatura in essere, la previsione di immediata entrata in vigore.
Nella seduta del 15 dicembre 2020 il progetto di legge n. 23 è stato illustrato in Prima Commissione dal primo firmatario e, nella medesima seduta, si è provveduto ad un primo esame del testo.
Nella successiva seduta del 22 dicembre la Commissione ha concluso i propri i lavori approvandolo a maggioranza, dopo aver apportato una modifica all'articolo 3.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente, Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni.
Si è astenuta la rappresentante del gruppo consiliare Forza Italia – Berlusconi - Autonomia per il Veneto.
Hanno espresso voto contrario i rappresentanti del gruppo consiliare Partito Democratico Veneto".

PRESIDENTE

Prego, collega Speranzon, per l'illustrazione, grazie.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Fermi restando sia il rispetto del tetto massimo di spesa stabilito in materia di spesa del personale, in generale, dalla legislazione nazionale vigente, sia il rispetto del tetto di spesa regionale per il personale e le strutture di supporto ai Gruppi consiliari, abbiamo previsto di riconfigurare alcune prerogative, innanzitutto con efficacia dall'entrata in vigore della legge rimettere nella disponibilità del Gruppo e, quindi, del suo Presidente la determinazione in ordine alle soluzioni di utilizzo della quota di risorse assegnate per la stipula di contratti di lavoro autonomo occasionale o coordinato e continuativo: ciò ove ritenuto funzionale dalle scelte organizzative del Gruppo.
Vi sottolineo che questa cosa, tra l'altro, in una fase come quella che stiamo vivendo noi, molto delicata anche dal punto di vista occupazionale, ci mette nelle condizioni, attraverso le modifiche proposte con questa legge, di assumere del personale, quindi di aumentare, pur nell'invarianza di spesa, e quindi sempre nell'ambito di quelle che sono le risorse a disposizione dei Gruppi.
Inoltre, si intende rimettere nella disponibilità del Gruppo e quindi del suo Presidente, ove ritenuto funzionale alle scelte organizzative del Gruppo, il pieno utilizzo della quota di risorse rese disponibili con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza a titolo di spesa per personale con contratti a tempo determinato, solo in funzione di tale esigenza nei termini sopra indicati.
Anche qui è per evitare che quello che è il residuo rispetto alle risorse che già dobbiamo impiegare per il personale dipendente a tempo determinato e a tempo indeterminato, debba essere necessariamente utilizzato per attività di consulenza esterna; invece, attraverso questa modifica, mettiamo in condizione il Gruppo, attraverso il suo Presidente, ove naturalmente questo sia necessario, di poter ampliare la dotazione di personale.
Quindi credo che questa legge potrà auspicabilmente trovare il sostegno non solo delle forze politiche di maggioranza, ma dell'intero Consiglio regionale, perché chiaramente qui cerchiamo di scrivere delle regole che possano ovviamente andare nella direzione di migliorare aspetti organizzativi e funzionali di tutti i Gruppi consiliari, per cui so che ci saranno anche delle proposte emendative e, quindi, ovviamente siamo ben disposti a verificare la disponibilità ad accoglierlo o meno.

PRESIDENTE

Grazie, collega. A breve vi verranno consegnati quattro emendamenti, presentati dal collega Possamai ed altri, quindi vi diamo un quarto d'ora per eventuali sub.
C'è la relazione da parte del correlatore Possamai.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)

"Signor Presidente, colleghi consiglieri,

mi verrebbe da dire, con un sorriso: dopo la legge Gasparri abbiamo la legge Speranzon. Come la legge Gasparri che era pensata e costruita con un fine specifico, anche questa è una legge costruita per andare incontro alle richieste attuali del Gruppo Fratelli d'Italia, è una legge per il presente e non per il futuro e dato che è stata una discussione pubblica penso che vada detto in maniera esplicita. Aggiungo che vi auguro di non eleggere sei consiglieri alle prossime regionali, perché visto che il provvedimento è dedicato ai gruppi fino a cinque consiglieri ed è "taylor made", diciamo così, fatta su misura, vi auguro di prendere esattamente la stessa percentuale perché altrimenti avreste fatto tanta fatica per nulla.

A parte l'ironia, abbiamo seguito in Commissione i lavori su questo provvedimento. È evidente che è cucito su misura e il consigliere Soranzo ci ride su perché lo sa benissimo. Noi ovviamente non siamo favorevoli a provvedimenti fatti ad hoc, l'abbiamo detto in Commissione e lo ripetiamo anche qui, motivo per cui abbiamo presentato degli emendamenti che vogliono cogliere l'occasione per fare in modo che questo passaggio legislativo sia utile non soltanto in questa legislatura e per un solo Gruppo, ma che vada a indicare alcuni correttivi generali che possano essere utili a tutti i Gruppi consiliari anche nel futuro diventando uno strumento utile per la funzionalità e l'attività di tutto il Consiglio."

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Mi verrebbe da dire con un sorriso: dopo la legge Gasparri abbiamo la legge Speranzon, nel senso che la legge Gasparri era pensata e costruita con un fine specifico, questa ce l'ha nel senso che non è una legge sul futuro – il Capogruppo lo sa molto bene – è una legge sul presente, che è stata costruita per andare incontro alle richieste del Gruppo Fratelli d'Italia ed è una discussione che è stata anche pubblica, quindi penso che vada detto in maniera esplicita.
Aggiungo che vi auguro di non prendere sei Consiglieri regionali alla prossima Legislatura perché, visto che è fino a cinque ed è taylor made, è talmente tanto costruita ad hoc, che vi auguro di prendere esattamente la stessa percentuale perché sennò tanta fatica per nulla.
A parte l'ironia, abbiamo seguito in Commissione i lavori su questo provvedimento, che è evidente che è cucito su misura (il consigliere Soranzo ci ride su perché lo sa benissimo), noi ovviamente non siamo favorevoli a provvedimenti che sono fatti ad hoc, come abbiamo detto in Commissione e abbiamo ripetuto, motivo per cui abbiamo anche presentato degli emendamenti che tentano almeno di cogliere l'occasione per fare in modo che questo passaggio legislativo sia utile non soltanto in questa Legislatura e per un Gruppo, ma che vada a indicare alcuni correttivi generali che possano essere utili a tutti i Gruppi consiliari.
Quindi questo è il senso: di fronte a una legge che naturalmente non ci poteva vedere d'accordo, abbiamo comunque provato a emendarla e poi presenteremo appunto questi emendamenti per fare in modo che diventi uno strumento utile per l'attività di tutto il Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Non vedo altre richieste di intervento, quindi chiudiamo la discussione generale e diamo dieci minuti di sospensione per dare la possibilità alla Prima Commissione di esprimere un parere sugli emendamenti.
 
La Seduta è sospesa alle ore 18.43
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
 
La Seduta riprende alle ore 18.54
 

PRESIDENTE

Colleghi prendiamo posto per riprendere i lavori, grazie.
Se ci accomodiamo vediamo di chiudere la giornata di lavori in tempo utile.
Il relatore c'è, correlatore anche.
La Prima commissione ha terminato i suoi lavori, quindi passiamo all'articolato.
Articolo 1, C'è un emendamento sull'articolo 1.
Emendamento n. A0002, presentato dalle consigliere Ostanel e Guarda, articolo 1, sostitutivo, che prevede:
" L'art. 1 è così sostituito:
Art. 1- Modifica dell'articolo 47 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 "Autonomia del Consiglio regionale" e successive modificazioni.
1. Il comma 3 dell'articolo 47 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 è così sostituito:
"3. La spesa complessiva di cui al comma 2 è ripartita dall'Ufficio di presidenza tra i gruppi consiliari con i seguenti criteri:
a) una parte assegnata con le seguenti modalità:
1) ai gruppi composti da uno la spesa pari al 100 per cento del trattamento economico previsto dal comma 4 dell'articolo 53, cui è sommata la spesa per una unità di personale di categoria B1;
2) ai gruppi composti da due consiglieri la spesa pari al 100 per cento del trattamento economico previsto dal comma 4 dell'articolo 53, cui è sommata la spesa per una unità di personale di categoria C1;
3) ai gruppi composti da almeno tre consiglieri la spesa pari al trattamento economico previsto dal comma 4 dell'articolo 53, cui è sommata la spesa di una unità di personale di categoria D 1;
b) la restante parte in misura proporzionale al numero dei consiglieri componenti il gruppo esclusi i primi tre."
2. La Tabella 4 di cui all'allegato B è sostituita con la seguente:
Tabella 4 (articolo 47)
Dotazione organica delle unità di supporto dei gruppi consiliari
numero consiglieri componenti il gruppo
Responsabile (art. 51, comma 1)
D1
C 1
B 1
totali
1
1
   
1
2
2
1
 
1
 
2
da 3
1
1
1
 
3
da 4 a 5
1
2
2
1
6
da 6 a 7
1
3
4
1
9
da 8 a 10
1
4
4
1
10
da 11 a 14
2
6
4
1
13
da 15 a 20
2
6
6
3
17
oltre 20
2
7
7
3
19
La collega Ostanel ha chiesto la parola, se lo fa anche con Concilium, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Allora, questo emendamento, che è stato sottoscritto anche dalla consigliera Guarda, ha un obiettivo generale che introduco in questo discorso: facendo parte di un Gruppo piccolo, da un Consigliere, e ritenendo che i Gruppi da uno e da due abbiano pari necessità di tutela rispetto ai Gruppi grandi, anzi proprio perché si è pochi, il lavoro è tantissimo – io me ne sto rendendo conto in questo periodo – perché tenere insieme tutti i temi e tutte le questioni ha bisogno di un supporto importante. Ci sono proprio dei Gruppi, secondo me, che sono quelli che vengono tutelati da questa modifica, che sono i Gruppi medi, che in realtà hanno un buon rapporto tra personale e Consiglieri e poi abbiamo i Gruppi più grandi che in realtà, essendo spesso di maggioranza ovviamente, hanno anche meno – permettetemi il termine, lo dico con rispetto – lavoro da fare perché non c'è quel lavoro di controllo e di verifica che di solito le opposizioni devono fare, soprattutto nel momento in cui un Gruppo è fatto da uno o da due Consiglieri.
Lo ha già detto nell'intervento precedente il consigliere Possamai: l'impianto generale di questa modifica non piace a Veneto che Vogliamo e non piace a me come Consigliera perché in generale si vede che è fatto per un Gruppo, proprio perché si parla di un Gruppo specifico, di un tot numero di Consiglieri. Io credo che se prima ci facevamo delle domande se era giusto stare qui a parlare di un tema importante in piena pandemia, anche stare qui a parlare di una modifica precisa per qualcuno io credo che non abbia poi così senso.
Allora, per tornare all'emendamento specifico, questo cerca di tutelare di nuovo, un po' come succede ora, i Gruppi da uno e da due Consiglieri, permettendo di avere un responsabile e poi una figura appunto B1 o C1 proprio perché credo che tutelare le minoranze e i Gruppi più piccoli in questo Consiglio regionale abbia un'importanza. Tanto più che non va a incidere ora, quindi non è qualcosa di cui io o qualcuno qui presente beneficerà, ma è pensando proprio a quelli che verranno dopo, cioè io prima di presentare questo emendamento ho detto: "Elena, a te non tocca, hai quello che ti serve, ma nella prossima Legislatura – e probabilmente non sarò io qui seduta, ma ci sarà qualcun altro – un Gruppo consiliare fatto da uno o da due meriterà di avere le stesse risorse che tu hai avuto?" La risposta è stata sì.
Quindi il tentativo di questo emendamento è di valutare pensando che magari nei Gruppi piccoli ci si troverà anche qualcuno di voi, non è detto che non ci saranno dei cambiamenti in futuro, anche dei cambiamenti magari di Gruppi politici, e quindi stare oggi a determinare qualcosa che succederà dopo, quando invece stiamo determinando ora una cosa specifica per un Gruppo di un certo numero, a me pare proprio sbagliato nella sostanza e anche nel metodo.
Quindi questo emendamento è specifico rispetto al tutelare i Gruppi da uno e da due, ridando dignità e supporto anche ai Consiglieri dei Gruppi più piccoli.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002, con parere del relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

A microfono: contrario.

PRESIDENTE

Le do il tempo di votare, collega, si fidi.
È chiusa la votazione.
A microfono: Valdegamberi contrario.
Il Consiglio non approva.
Siamo sempre sull'articolo 1, emendamento n. A0001 della collega Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Ritiro l'emendamento, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, ritirato.
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
È aperta la votazione sull'articolo 1.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
A verbale: Montanariello astenuto. Rimarrà a verbale.
Siamo sull'articolo 2.
Emendamento n. A0003, presentato dalle consigliere Ostanel e Guarda, articolo 2, sostitutivo, che prevede:
"L'art. 2 è così sostituito
Art. 2 - Modifica dell'articolo 51 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 "Autonomia del Consiglio regionale".
1. Il comma 3 dell'articolo 51 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 è così sostituito:
"3. La spesa complessiva per il personale a tempo determinato di cui al comma 2 è ripartita dall'Ufficio di presidenza tra i gruppi consiliari, garantendo ai gruppi composti da un consigliere l 'importo di spesa per assunzioni a tempo determinato corrispondente all'80 per cento del trattamento economico previsto dal comma 4 dell'articolo 53. ai gruppi composti da due consiglieri l 'importo di spesa per assunzioni a tempo determinato corrispondente al 90 per cento del trattamento economico previsto dal comma 4 dell'articolo 53 e ai gruppi composti da almeno tre consiglieri quello corrispondente al trattamento economico previsto dall'articolo 53, comma 4 e ai restanti gruppi importi determinati in ragione della consistenza numerica dei medesimi, calcolata senza computare il Presidente della Giunta regionale"".
Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Anche questo è un emendamento che cerca di tutelare i Gruppi più piccoli, nel senso che ad oggi, come sapete, i Gruppi piccoli possono avere rispettivamente il 90% o l'80% del tempo di un responsabile, mentre con la modifica che stiamo votando i Gruppi piccoli avranno solo il 60% del tempo di un responsabile. Anche su questa cosa davvero mi sembra di fare la difesa della riserva indiana, ma ci stiamo chiedendo, con queste modifiche, se ci troveremo noi nella situazione di essere un solo Consigliere o al massimo due e di avere, in questa legislatura, tagliato l'opportunità dei prossimi Consiglieri di avere lo stesso personale che noi abbiamo avuto.
In generale, quando sono arrivata qua, ho pensato che sarebbe giusto diminuire i costi di tutti, in generale: io penso che, se tutti ci adeguassimo a diminuire i costi del nostro staff, potrebbe essere una decisione su cui io voterei favorevolmente, in maniera felice. Ma pensare che noi stiamo diminuendo solo i Gruppi da uno e da due a me sembra veramente incredibile.
E ci sono Gruppi, come quello che si è astenuto precedentemente – parlo al PD – che perché oggi si trovano in quella fascia da 5 a 6, probabilmente si sentono di astenersi sulla proposta, ma non è detto che nella prossima legislatura saranno di più o saranno di meno e prendono in questo momento una decisione di non tutelare le minoranze: io credo che sia sbagliato.
Quindi questo emendamento qua riporta alla situazione in cui siamo oggi, cioè dare la stessa percentuale di tempo al soggetto responsabile, che è il responsabile dei gruppi da uno e da due. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, non vedo altri interventi, per cui metto in votazione l'emendamento n. A0003 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo ancora all'articolo 2.
Emendamento n. A0005, presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 2, comma 1, modificativo, che prevede:
"1. II comma 3 dell'articolo 51 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 è così sostituito
"3. La spesa complessiva per il personale a tempo determinato di cui al comma 2 è ripartita dall'Ufficio di presidenza tra i gruppi consiliari, garantendo ai gruppi composti da uno e da due consiglieri l'importo di spesa per assunzioni a tempo determinato corrispondente al 60 per cento del trattamento economico previsto dal comma 4 dell'articolo 53, ai gruppi composti da tre consiglieri quello corrispondente al trattamento economico previsto dall'articolo 53, comma 4 e ai restanti gruppi la quota spettante per i gruppi da tre consiglieri e importi determinati in ragione della consistenza numerica dei medesimi, calcolata senza computare il Presidente della Giunta regionale ed i primi tre consiglieri"".
Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Lo do per letto.

PRESIDENTE

Benissimo, non vedo altri interventi per cui lo metto in votazione con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo ancora sull'articolo 2.
Emendamento n. A0006, presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 2, comma 2 bis, aggiuntivo, che prevede:
"All'articolo 2 di modifica dell'articolo 51 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 "Autonomia del Consiglio regionale" e successive modificazioni, è aggiunto il seguente comma:
"2 bis. Dopo il comma 8 ter dell'articolo 51 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 come introdotto dal comma 2 del presente articolo è inserito il seguente:
8 quater. Il costo del personale assegnato alle segreterie dei gruppi consiliari per il periodo di assenza per congedo di maternità e congedo di paternità come definiti dalla lettera a) e dalla lettera b) del comma 1 dell'articolo 2 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53" non è conteggiato nei limiti di spesa determinati ai sensi del comma 2 dell'articolo 47 e del comma 2 del presente articolo, fermi restando i limiti di spesa in materia di personale stabiliti dalla legge"".
Lo dà per illustrato.
Non vedo interventi.
È aperta la votazione. Parere favorevole del relatore.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, scusi, solo perché rimanga agli atti una nota per il coordinamento formale del testo. All'articolo 2 io proporrei questa correzione in coordinamento formale: "I Gruppi composti da almeno tre e i restanti Gruppi" o togliamo la parola "almeno" per indicare che la previsione riguarda i Gruppi fino a tre, altrimenti non si capisce chi sono i restanti, nel senso che se sono i Gruppi da almeno tre, significa tutti i Gruppi con più di tre.

PRESIDENTE

L'emendamento n. A0005 dovrebbe avere sistemato anche questo dubbio, almeno il Legislativo mi dà questa lettura.
Bene, passiamo a votare l'articolo 2 così come modificato.
È aperta la votazione sull'articolo 2.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 2 bis.
Emendamento n. A0007, presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 2 bis, aggiuntivo, che prevede:
"Art. 2 bis - Ulteriori modifiche all'articolo 51 della legge regionale 31 dicembre 2012 "Autonomia del Consiglio regionale"
1. Al comma 3 dell'articolo 51 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 "Autonomia del Consiglio regionale" dopo le parole: "ai restanti gruppi" sono aggiunte le seguenti: "la quota spettante per i gruppi da tre consiglieri e" e le parole: "consiglieri componenti la Giunta" sono sostituite con le parole: ''primi tre consiglieri"".
Non vedo interventi, per cui lo metto in votazione con il parere del relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0008, presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 2 ter, aggiuntivo, che prevede:
"Art. 2 ter - Ulteriori modifiche all'articolo 51 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 "Autonomia del Consiglio regionale"
1. Al comma 2 dell'articolo 51 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 è aggiunto in fine, il seguente periodo:
"Fatto salvo il limite di spesa per il personale a tempo determinato vigente per il Consiglio regionale, il limite di spesa per il personale a tempo determinato di cui al presente comma è adeguato in misura corrispondente agli incrementi contrattuali relativi al trattamento economico previsto dall'articolo 53, comma 4 per i responsabili dei gruppi consiliari assunti con contratto a tempo determinato".
2. La previsione di cui all'ultimo periodo del comma 2 dell'articolo 51 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 , come inserito dal comma 1 del presente articolo, opera per la sola legislatura in corso alla data di entrata in vigore della presente legge".
Non vedo interventi per cui lo metto in votazione con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 3.
Emendamento n. A0004, presentato dalle consigliere Ostanel e Guarda, articolo 3, soppressivo, che prevede:
"L'articolo 3 è soppresso".
Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

È un tentativo di togliere la possibilità di avere un cambiamento, da questa legislatura, dell'assetto, come ho spiegato nell'intervento precedente; quindi non mi dilungo.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione l'emendamento n. A0004 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Andiamo alla votazione dell'articolo n. 3.
È aperta la votazione sull'articolo 3.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n. 4. Non ci sono emendamenti.
È aperta la votazione. Articolo, ricordo.
(Votazione elettronica)
Chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 5. Metto in votazione l'articolo n. 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n. 6.
È aperta la votazione sull'articolo numero 6.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Solo per esprimere il voto, che sarà di astensione e io dico che ci rimetteremo mano in futuro su questo progetto di legge.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione il progetto di legge n. 23 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Abbiamo esaurito l'ordine del giorno, per cui chiudiamo qui la seduta.
La prossima settimana non ci sarà Consiglio regionale, ci sarà un intenso lavoro delle Commissioni e penso che ci rivedremo in Aula fra un paio di settimane.
Colleghi, arrivederci e grazie.
 
 
La Seduta termina alle ore 19.16
 
 
 
 
Il Consigliere segretario
f.to Alessandra SPONDA
 
Il Presidente
f.to Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 10
MARTEDì 19 GENNAIO 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
 
INDICE

Processo verbale della 10a seduta pubblica – martedì 19 gennaio 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto nella deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 105 del 13 novembre 2020.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 528 del 14 gennaio 2021.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 14.07.

Il PRESIDENTE comunica le modalità di svolgimento della seduta odierna.

Punto n. 1) all'ordine del giorno


Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 5a seduta pubblica di martedì 15 dicembre 2020, della 6a seduta pubblica di mercoledì 16 dicembre 2020, della 7a seduta pubblica di giovedì 17 dicembre 2020 e dell'8a seduta pubblica di venerdì 18 dicembre 2020.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 3 del 20.10.2020
presentata dalla consigliera Guarda
"Rimborsi per sospensione dell'erogazione gratuita di farmaci di categoria C a favore delle persone in assistenza domiciliare medica integrata: la giunta regionale come provvederà?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'Interrogazione a risposta immediata (IRI) in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 7 del 27.10.2020
presentata dai consiglieri Montanariello e Zottis
"Nuova emergenza Covid-19: la Giunta regionale intende fare chiarezza sulla situazione dell'ospedale di Dolo?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 11 del 04.11.2020
presentata dalla consigliera Guarda
"Segnalate diffuse situazioni di carenza del vaccino antinfluenzale: qual è l'effettiva situazione in Veneto?"

e

n. 35 dell'11.12.2020
presentata dalla consigliera Ostanel
"Come mai non si è fatta una corretta programmazione per la somministrazione del vaccino antinfluenzale data la situazione di emergenza sanitaria?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI n. 11.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale unitamente alle IRI n. 11 e n. 35.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 8 del 27.10.2020
presentata dal consigliere Zanoni
"Emissioni odorigene moleste con alte concentrazioni di aldeidi in località Mignagola del comune di Carbonera (TV): quali valutazioni di carattere sanitario sono state effettuate dall'azienda ULSS?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 16 dell'11.11.2020
presentata dai consiglieri Montanariello e Zottis
"Emergenza Covid-19 all'ospedale di Chioggia: cosa intende fare la Giunta regionale per tutelare i pazienti non Covid e il personale sanitario?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 25 del 27.11.2020
presentata dalla consigliera Ostanel
"Sacca di Scardovari, cavane distrutte, la Regione faccia chiarezza sui tempi per i rimborsi"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica anche con riferimento all'IRI n. 35.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4, del Regolamento  [RESOCONTO]


Punto 5.1) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Elevatissime concentrazioni di PFOA nel territorio del comune di Trissino, la Giunta regionale attiverà approfondimenti specifici?" (Interrogazione a risposta scritta n. 3)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che la Giunta non ha fornito risposta all'Interrogazione a risposta scritta n. 3 della collega Guarda.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) sul Regolamento.

Punto n. 6) all'ordine del giorno


Convalida dell'elezione dei consiglieri, degli assessori e dei consiglieri supplenti Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Anna Maria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bottacin Gianpaolo, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Calzavara Francesco, Camani Vanessa, Caner Federico, Cavinato Elisa, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corazzari Cristiano, Corsi Enrico, De Berti Elisa, Dolfin Marco, Donazzan Elena, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Guarda Cristina, Lanzarin Manuela, lorenzoni Arturo, Maino Silvia, Marcato Roberto, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Piccinini Tomas, Polato Daniele, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Speranzon Raffaele, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zaia Luca, Zanoni Andrea e Zecchinato Marco, ai sensi dell'articolo 37 dello statuto. APPROVATO (Deliberazione n. 1/2021)  [RESOCONTO]


Il Presidente CIAMBETTI svolge la relazione per conto dell'Ufficio di presidenza.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, a scrutinio segreto, il provvedimento in oggetto.

Il Consiglio approva

Assegnati n. 51
Presenti votanti n. 50
Voti favorevoli n. 50

Punto n. 7) all'ordine del giorno


Mozione di riserve, ai sensi dell'articolo 128 del Regolamento, nei confronti dell'Assessore regionale all'istruzione, formazione, lavoro e pari opportunità, Elena Donazzan, presentata dai consiglieri Lorenzoni, Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Montanariello, Ostanel, Giacomo Possamai, Valdegamberi, Zanoni e Zottis. (Mozione di riserve n. 1) RESPINTA  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che illustra il punto in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan.

Intervengono i consiglieri Valdegamberi (Gruppo Misto), Guarda (Europa Verde), Camani (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Baldin (Movimento 5 Stelle), Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Bigon (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 16.13.

La seduta riprende alle ore 16.33.

Intervengono i consiglieri Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto), Favero (Liga Veneta per Salvini Premier), Bet (Zaia Presidente), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Piccinini (Lista Veneta Autonomia) Finco (Liga Veneta per Salvini Premier), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Villanova (Zaia Presidente) e Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE illustra le modalità di voto e pone in votazione la mozione di riserve n. 1.

La consigliera segretaria Sponda (Zaia Presidente), su invito del Presidente, procede all'appello nominale della votazione del punto in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Formaggio, Polato, Razzolini, Soranzo, Speranzon

Astenuti:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Villanova, Zecchinato

Non votanti:

nessuno

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Programma di attività del Comitato regionale per le comunicazioni del Veneto (CORECOM) per l'anno 2021 e previsione finanziaria. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 1) APPROVATO (Deliberazione n. 2/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono la consigliera Cestaro (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

In discussione generale interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Camani assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato, Zottis,

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 9) all'ordine del giorno


Proposta di legge d'iniziativa del consigliere Speranzon relativa a "Modifica della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 "Autonomia del Consiglio regionale"". (Progetto di legge n. 23) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 1/2021)  [RESOCONTO]

Interviene il consigliere Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti nn. A5 e A8 scade in 15 minuti.

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Prima commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 18.43.

La seduta riprende alle ore 18.55.

Assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. A2 sostitutivo dell'articolo 1, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che ritira l'emendamento n. A1.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. A3 sostitutivo dell'articolo 2, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A5 e A6 all'articolo 2, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

Sull'articolo 2 interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. A7, aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 3.

L'emendamento n. A8, aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 4.

L'emendamento n. A4 soppressivo dell'articolo 3, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 5.

Gli articoli 4, 5 e 6, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 6, 7 e 8.

In dichiarazione di voto finale interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Guarda, Baldin, Lorenzoni, Ostanel

Astenuti:

Bigon, Bozza, Camani, Montanariello, Giacomo Possamai, Venturini, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 19.16.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca
   
   
   
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Alessandra SPONDA
 
   
   
 
IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI
   
   
   
   

N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba