ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 22/06/2021 n. 24

Resoconto n. 24 - 11^ legislatura
Resoconto 24 a Seduta pubblica
Martedì, 22 giugno 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 13.34

PRESIDENTE

Per chi è collegato, provate a marcare la presenza su Concilium, per vedere, appunto, in quanti siamo.
L'inizio del Consiglio è posticipato alle ore 13.45.
La Seduta è sospesa alle ore 13.35
La Seduta riprende alle ore 13.52

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 24a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 10072 del 17 giugno 2021.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

PRESIDENTE

Il verbale non è ancora pronto. È iscritto all'ordine del giorno, ma non c'è.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Partiamo con l'IRI n. 107 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 107 del 25 marzo 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "RSA IL CARDO E SAN MICHELE DI MONTECCHIO PRECALCINO, L'ESTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI È FATTO QUASI COMPIUTO: COME CONTEMPERARE CONTINUITÀ ASSISTENZIALE E DIRITTI DEI LAVORATORI?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che con interrogazione a risposta immediata n. 911 del 19 febbraio 2021, avente ad oggetto "Procedura di gara 5BAS/2020 dell'ULSS 7 Pedemontana: sarà revocata?" e sottoscritta dai Consiglieri Ruzzante, Bartelle e Guarda, che qui è da intendersi come integralmente richiamata, si poneva alla Giunta regionale, in ragione delle premesse, il seguente quesito: "per sapere come intende procedere al fine di garantire che l'affidamento dei servizi di cui in premessa si svolga senza conseguenze deteriori per gli assistiti ed i lavoratori".
Preso atto che nella trascorsa Decima legislatura, la Giunta regionale non ha mai fornito riscontro al quesito posto.
Appreso che con recente deliberazione n. 476 del 19 marzo 2021, l'ULSS 7 Pedemontana ha provveduto all'aggiudicazione di entrambi i lotti oggetto della procedura di affidamento per la gestione dei servizi residenziali nel complesso di Montecchio Precalcino, e cioè il Centro servizi per anziani non autosufficienti e RSA disabili e la Residenza Socio-Sanitaria Psichiatrica.
Ritenuto che stante l'aggiudicazione, peraltro per il lotto 1 avvenuta con notevole ribasso, le questioni allora poste - in prima istanza quella di esternalizzare i servizi - permangono in tutta la loro specifica e urgente necessità di trovare risposta.
Considerato necessario ed opportuno trovare soluzione alle preoccupazioni, oggi se possibile ancor più concrete e reali rispetto a quando furono sollevate con l'atto ispettivo in premessa, riguardanti i temi della continuità assistenziale a fronte di un progetto di cura fondato sulla specificità della relazione di cura instaurata e che verrebbe meno, della mancanza di garanzie di stabilità a favore dei lavoratori già impiegati nella precedente gestione pubblica i quali dovranno accettare, ai fini del collocamento presso i nuovi aggiudicatari e per scongiurare un esubero di proporzioni non accettabili, diverse e peggiorative condizioni contrattuali.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera regionale
interroga la Giunta regionale
per conoscere quali interventi intende attivare con urgenza per scongiurare che l'esternalizzazione attivata dall'ULSS 7 Pedemontana con la procedura in premessa ridondi a danno sia della continuità assistenziale sia delle condizioni dei lavoratori già impiegati nei servizi aggiudicati".

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Intanto buon lavoro a tutti i Consiglieri e agli Assessori che ci seguono.
Premesso che, con l' interrogazione a risposta immediata 911 del 19 febbraio 2021, avente ad oggetto procedura di gara 5 BAS 2020 dell'ULSS 7 Pedemontana, sarà revocata e sottoscritta dal consigliere Ruzzante, Bartelle e Guarda nella precedente legislatura 2020, che intendersi come integralmente richiamata si poneva all'epoca la Giunta regionale, in ragione delle premesse, il seguente quesito: per sapere come intende procedere al fine di garantire che l'affidamento dei servizi di cui in premessa si svolga senza conseguenze deteriori per gli assistiti ed i lavoratori.
Preso atto che, nella trascorsa decima legislatura, la Giunta regionale non ha mai fornito riscontro al quesito posto e appreso che una recente deliberazione del 19 marzo 2021, dato che questa è un'interrogazione datata 25 marzo 2021, l'ULSS 7 Pedemontana ha provveduto all'aggiudicazione di entrambi i lotti oggetto della procedura di affidamento per la gestione dei servizi residenziali nel complesso di Montecchio Precalcino e ritenuto che, stante l'aggiudicazione, peraltro per il lotto 1 avvenuta con notevole ribasso, le questioni poste nella scorsa interrogazione della precedente legislatura permangono in tutta la loro specifica e urgente necessità di trovare risposta; considerato, inoltre, che è opportuno e necessario trovare soluzioni alle preoccupazioni, oggi, se possibile, ancor più concrete e reali rispetto a quelle che furono sollevate un anno fa, riguardanti i temi di continuità assistenziale a fronte di un progetto di cura fondato sulla specificità della relazione instaurata tra paziente assistito e operatori sociosanitari e infermieri, che verrebbe meno della mancanza di garanzie di stabilità a favore dei lavoratori già impiegati nella precedente gestione pubblica, i quali dovranno accettare, ai fini del collocamento presso i nuovi aggiudicatari e per scongiurare un esubero di proporzioni non accettabili, diverse e peggiorative condizioni di lavoro.
Alla luce di quanto premesso, interrogo la Giunta regionale per conoscere quali interventi intenda attivare con urgenza per scongiurare l'esternalizzazione attivata dall'ULSS 7 Pedemontana...

PRESIDENTE

Collega Guarda, la invito a terminare perché ha già superato...

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sto soltanto dicendo che questo avviene proprio in questi giorni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Per l'assessora Lanzarin, risponde l'assessore Gianpaolo Bottacin. Prego, Assessore.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Il Centro Servizi per anziani "San Michele" e l'R.S.A. per disabili "Il Cardo" sono attualmente gestiti dall'Ipab "La Casa" di Schio (VI).
L'Azienda ULSS 7 Pedemontana, titolare dell'accreditamento istituzionale, ha indetto una procedura ad evidenza pubblica per affidare la gestione delle predette strutture. Con Deliberazione n. 476 del 10/03/2021 l'Azienda socio-sanitaria ha provveduto ad aggiudicare la gara affidando l'appalto a due Cooperative sociali. L'appalto, della durata di 36 mesi, decorrerà dall'1/07/2021.
Al fine di garantire la continuità assistenziale a favore degli ospiti delle strutture interessate nonché la salvaguardia degli operatori, nel capitolato di gara, era stata prevista la clausola sociale ex articolo 50 del Codice dei Contratti pubblici.
L'Azienda ULSS 7 Pedemontana ha dunque provveduto ad approvare tre progetti operativi per definire le modalità di gestione dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari.
Un primo progetto ha previsto una ridefinizione del percorso assistenziale degli ospiti del Centro servizi "San Michele". Il secondo progetto ha avuto ad oggetto il trasferimento degli ospiti della RSA per persone con disabilità grave dal "Cardo" al Centro Servizi "San Michele" e la contestuale definizione della modalità di gestione dei servizi socio-assistenziale e socio-sanitari da erogarsi a favore di detti ospiti. Il terzo e ultimo progetto ha in previsione l'apertura di una Unità di Offerta Residenza socio-sanitaria psichiatrica (RSSP) come previsto dalla DGR n. 1673/2018.
L'Azienda ULSS 7 Pedemontana, al fine di garantire la continuità assistenziale e altresì per rassicurare e accompagnare gli ospiti e i relativi familiari nel percorso di subentro dei nuovi gestori nonché per la tutela del personale impiegato, ha attivato un'attività di monitoraggio e verifica del piano organizzativo, con l'affiancamento dei nuovi gestori da parte dell'Ipab La Casa, ente gestore uscente. Inoltre, sono stati calendarizzati incontri con i Comitati genitori, familiari e rappresentanti legali degli ospiti di entrambe le unità di offerta. Relativamente alla condizione dei lavoratori, oltre quanto accennato all'inizio, l'Azienda ULSS 7 Pedemontana ha reso noto che è ancora in corso un confronto con le OO.SS. con le quali è stata condivisa la possibilità di ricollocare parte del personale. Su questa questione è stato interessato anche l'Esecutivo del Comitato dei Sindaci dei Comuni del Distretto n. 2 dell'ULSS 7 Pedemontana".

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
Il Centro Servizi per Anziani San Michele e l'RSA per disabili Il Cardo sono attualmente gestiti dall'IPAB La Casa di Schio. L'azienda ULSS 7 Pedemontana, titolare dell'accreditamento istituzionale, ha indetto una procedura ad evidenza pubblica per affidare la gestione delle strutture predette. Con deliberazione n. 476 del 10/3/2021 l'azienda sociosanitaria ha provveduto ad aggiudicare la gara, affidando l'appalto a due cooperative sociali. L'appalto, della durata di 36 mesi, decorrerà dall'1/7/2021.
Al fine di garantire la continuità assistenziale a favore degli ospiti delle strutture interessate, nonché la salvaguardia degli operatori, nel capitolato di gara era stata prevista la clausola sociale ex articolo 50 del Codice dei contratti pubblici.
L'azienda ULSS 7 Pedemontana ha dunque provveduto ad approvare tre progetti operativi per definire le modalità di gestione dei servizi socioassistenziali e sociosanitari. Un primo progetto ha previsto la ridefinizione del percorso assistenziale degli ospiti del Centro Servizi San Michele; il secondo progetto ha avuto ad oggetto il trasferimento degli ospiti della RSA per persone con disabilità grave da Il Cardo al Centro Servizi San Michele e la contestuale definizione delle modalità di gestione dei servizi socioassistenziali e sociosanitari da erogarsi a favore dei detti ospiti; il terzo e ultimo progetto ha in previsione l'apertura di una unità di offerta residenza sociosanitaria psichiatrica, come previsto dalla DGR n. 1673 del 2018.
L'azienda ULSS 7 Pedemontana, al fine di garantire la continuità assistenziale e altresì per assicurare e accompagnare gli ospiti e i relativi familiari nei percorsi di subentro dei nuovi gestori, nonché per la tutela del personale impiegato, attivato un'attività di monitoraggio e verifica del piano organizzativo con affiancamento dei nuovi gestori da parte dell'IPAB La Casa, ente gestore uscente.
Inoltre, sono stati calendarizzati incontri con i comitati genitori e familiari e i rappresentanti legali degli ospiti di entrambe le unità di offerta. Relativamente alla condizione dei lavoratori, oltre a quanto accennato all'inizio, l'azienda ULSS 7 Pedemontana ha reso noto che è ancora in corso un confronto con le organizzazioni sindacali, con le quali è stata condivisa la possibilità di ricollocare parte del personale.
Su questa questione è stato interessato anche l'Esecutivo del Comitato dei Sindaci dei Comuni del Distretto 2 dell'ULSS 7 Pedemontana.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Bottacin. Per la replica il collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ringrazio per questa risposta, che dà delle indicazioni che, naturalmente, mi permetterò di verificare nella loro attuazione. L'unico aspetto che è ancora poco chiaro è se realmente vi è la disponibilità di personale per far partire la sostituzione del personale fino ad oggi impegnato e se i livelli del personale e il numero di unità di personale disponibili saranno adeguate nel momento in cui si partirà al 1° luglio con la sostituzione dei precedenti.
Questo non è un aspetto ancora chiaro ed è quello che preoccupava maggiormente, dato che ai lavoratori sono stati fatti anche determinati tipi di pressioni rispetto alla possibilità o meno di poter continuare all'interno della struttura e le condizioni di lavoro, come ribadisco all'interno della interrogazione, sono sicuramente più svantaggiose, nonostante le rassicurazioni apportate.
Per questo motivo mi permetterò di verificare quanto è stato dichiarato all'interno di questa risposta, che chiedo cortesemente venga condivisa e che ci sia la possibilità di una condivisione celere in modo tale da poter verificare i fatti. Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ho visto che il collega Zanoni si è collegato, quindi riprenderei dall'IRI n. 4. Zanoni è presente, è collegato? Se il collega Zanoni mi fa un cenno. No.
Allora continuiamo con altre che riguardano sanità e sociale, assessore Bottacin.
Passiamo all'IRI n. 115 della collega Baldin, che vedo collegata.

Interrogazione a risposta immediata n. 115 del 2 aprile 2021 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "A CHE TITOLO SONO STATI VACCINATI GLI AMMINISTRATORI LOCALI NEL VENETO ORIENTALE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- da notizie di stampa si apprende che sindaci, assessori, consiglieri comunali del territorio del Veneto Orientale, in particolare a Cavallino-Treporti e Jesolo, sono stati vaccinati contro il Covid-19 nei giorni scorsi. Queste notizie hanno destato molto scalpore nell'opinione pubblica, hanno portato ad un esposto in Procura della Repubblica da parte di un avvocato e ad una raccolta firme online che ha raccolto in un giorno oltre 130 sottoscrizioni. Anche l'Associazione jesolana albergatori ha diramato una nota con cui confida che "la vicenda possa essere chiarita dai diretti interessati. E una volta che sarà fatta luce sulla vicenda, se risulterà che qualcuno ha sbagliato o agito in maniera del tutto inopportuna, dovrà rispondere dei propri errori";
- i consiglieri comunali della lista "Jesolo Bene Comune" hanno chiesto al Sindaco di fare chiarezza e di chiarire se "i componenti della Giunta che hanno ricevuto il vaccino ne avessero titolo in base all'età, alla professione o alle condizioni di salute (...) Senza polemiche sterili riteniamo che la chiarezza vada fatta. Nel caso in cui gli amministratori siano stati vaccinati senza titolo, di solito in politica la questione si risolve con un atto molto semplice: le dimissioni";
- a Cavallino-Treporti il gruppo consiliare "Cavallino-Treporti per Tutti", dopo aver affermato che nessuno dei propri aderenti, tranne uno, vaccinato in quanto insegnante, ha ricevuto la vaccinazione ha invitato il Sindaco a rendere noti i nominativi degli amministratori locali vaccinati. Il Sindaco, nell'ultima seduta del Consiglio comunale, ha risposto invocando il diritto alla privacy in quanto "la vaccinazione è un dato sensibile riguardante la salute".
Premesso altresì che secondo una ricostruzione giornalistica gli amministratori locali sarebbero stati vaccinanti insieme ai dipendenti comunali dei rispettivi comuni.
Considerato che troppi sono ancora gli anziani e i cittadini fragili che non hanno ricevuto neanche la prima dose di vaccino per il Covid-19 e gli approvvigionamenti a singhiozzo delle nuove scorte rischiano addirittura di fermare gran parte della macchina vaccinale.
La sottoscritta consigliera
interroga la Giunta regionale
per sapere se corrisponde al vero quanto sopra riportato: se gli amministratori locali siano stati vaccinati equiparandoli ai dipendenti comunali".

PRESIDENTE

Collega Baldin, se vuole illustrarla, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione di un po' di tempo fa...

PRESIDENTE

Scusate un attimo. Un attimo. Avete dato i super poteri all'audio alla Baldin, ma diventiamo sordi qua, potrebbe essere usurante ascoltarla a questi livelli. Erika, prova. Collega Baldin, provi.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie.

PRESIDENTE

Già meglio.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Non serve allora urlare. Benissimo.
Questa interrogazione risale a un po' di tempo fa e, in base a degli articoli di stampa, che erano usciti, e poi grazie ad alcune inchieste che sono state fatte, la problematica era quella di alcuni amministratori di certi Comuni della zona del veneziano – e poi mi dicono che non soltanto questi, ma anche altri – erano stati vaccinati insieme ad altri dipendenti comunali e questa cosa ha sollevato un po' di indignazione tra la popolazione perché ricordate benissimo che all'inizio non c'erano grandissime scorte di vaccini e si rispettavano dei protocolli molto rigidi per effettuare le vaccinazioni: prima i fragili, prima i più anziani e poi tutto il resto.
Quindi, a parte il fatto che qualche risposta era già stata data in alcune Conferenze Stampa, con questa interrogazione vorrei avere una risposta ufficiale da parte della Giunta regionale in un contesto istituzionale come quello di oggi, che è un'Aula di un Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Grazie. Per la risposta, l'assessore Bottacin, invece dell'assessora Lanzarin. Prego, Bottacin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con riferimento alla questione posta nell'interrogazione, la stessa è stata girata all'Azienda Ulss n.4 che, con la nota del 10 maggio 2021 prot. n. 27674, ha risposto come non sia possibile fornire elementi in proposito, in quanto sono attualmente ancora in corso le verifiche da parte degli organi di polizia giudiziaria".

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie. Con riferimento alla questione posta nell'interrogazione, la stessa è stata girata all'azienda ULSS n. 4 che con la nota del 10 maggio 2021, protocollo n. 27674, ha risposto come non sia possibile fornire elementi in proposito, in quanto sono attualmente ancora in corso le verifiche da parte degli organi di Polizia Giudiziaria.

PRESIDENTE

Sintetico. Bene. Collega Baldin, per la replica.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Più che una replica, aspettiamo le verifiche.

PRESIDENTE

Bene. Anna Maria Bigon la vedo collegata e chiedo al collega Zanoni se può venire in Aula, visto che ha problemi con l'audio, con Webex, però manca l'assessore Corazzari: cercate Corazzari, per favore?
Collega Bigon, passiamo alla sua interrogazione, che è la IRI 136. Se mi chiede la parola su Concilium andiamo meglio. "Sfregio del paesaggio e l'ambiente in Valpantena: la Giunta regionale intende salvaguardare le località di Senzano e di Santa Maria in Stelle?" Bigon, se intende presentare l'interrogazione. Mi verificate se la Bigon c'è? Non c'è.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Io non sto usando webcam.

PRESIDENTE

Allora, collega Zanoni, mi sembra di aver sentito la voce. Ha ripristinato il sistema informatico?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sono in collegamento col sistema informatico, ma abbiamo problemi adesso di video pare.

PRESIDENTE

Allora, a me basta che lei sia presente e che possa interloquire con l'Aula. Quindi se lei ritiene, io direi che sia il caso di partire con la IRI n. 4.

Interrogazione a risposta immediata n. 4 del 22 ottobre 2020 presentata dal consigliere Zanoni relativa a "NUOVA FRANA SU UN TRATTO DELLA STRADA DEL PRADERADEGO NEL COMUNE DI FOLLINA (TV): LA GIUNTA REGIONALE INTENDE SOSTENERE I NECESSARI INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
il 17 ottobre 2020 sul versante Val Corin della strada del Praderadego nel Comune di Follina (TV) sono caduti due enormi e pesanti massi, uno di centotrenta quintali e un altro di trentacinque, che hanno sfondato le barriere paramassi e danneggiato il manto stradale. Il tratto interessato è molto esteso e diverse abitazioni sono raggiungibili solo dal versante bellunese. Il Comune di Follina ha disposto il divieto di transito ai veicoli e pedoni;
già nell'ottobre del 2019 si è verificata una frana sul versante Cal de Moi della strada del Praderadego, a seguito della quale il Comune di Follina (TV) ha disposto il divieto di transito in entrambi i sensi di marcia. Il 30 ottobre 2019 il sottoscritto consigliere aveva presentato un'interrogazione a risposta immediata (n. 859) per chiedere se la Giunta regionale intendeva sostenere gli interventi necessari per la messa in sicurezza del suddetto tratto stradale che, ad oggi, risulta ancora chiuso.
Tenuto conto che la situazione sopra descritta sta creando forti disagi alla mobilità di un'arteria stradale di collegamento tra le province di Treviso e Belluno.
Il sottoscritto consigliere
chiede all'Assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti
se intende intervenire affinché i suddetti tratti stradali del Praderadego colpiti da eventi franosi siano al più presto messi in sicurezza e riaperti al transito veicolare e pedonale".

PRESIDENTE

Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Allora, Presidente, alla buonora perché si parla di un'interrogazione del 22 ottobre 2020 e inoltre è un'interrogazione a risposta immediata, quindi fa piacere che siamo finalmente in fase di risposta.
Il 17 ottobre del 2020 sul versante Valcorin della strada del Praderadego, nel Comune di Follina, sono caduti due enormi e pesanti massi (uno di 130 quintali e un altro di 35) che hanno sfondato le barriere paramassi e hanno danneggiato il manto stradale. Il tratto interessato è molto esteso e diverse abitazioni sono raggiungibili solo dal versante bellunese. Il Comune di Follina ha disposto il divieto di transito ai veicoli.
Questa è una strada importante perché collega il versante del trevigiano col versante del bellunese e, per raggiungere determinate abitazioni, bisogna fare un giro interminabile. Tra l'altro, io ero già intervenuto a ottobre 2019 per un'interruzione sempre sulla stessa strada perché abbiamo questo problema di massi che cadono.
Con l'interrogazione chiedo all'Assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti se intende intervenire affinché i suddetti tratti stradali del Praderadego, colpiti da eventi franosi, siano al più presto messo in sicurezza e riaperti al transito veicolare e pedonale.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Risponde l'Assessore alla Difesa del suolo, Gianpaolo Bottacin. Prego, Bottacin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"L'interrogazione in oggetto è mirata a sapere se la Giunta Regionale intende intervenire affinché la strada del Praderadego, interessata da eventi franosi, sia al più presto messa in sicurezza e riaperta al transito veicolare e pedonale.
Al riguardo si deve preliminarmente rilevare come la competenza ad intervenire non sia di questa Amministrazione regionale in quanto la Direzione Difesa del Suolo interviene qualora i fenomeni franosi insistano direttamente sulla rete idrografica regionale, diversamente dal caso di specie, e in quanto il tratto stradale in questione non è di competenza regionale, come indicato nella nota n. 61521 del 09.02.2021 della Direzione Infrastrutture e Trasporti. La competenza ad intervenire è quindi dell'Amministrazione provinciale di Treviso.
Ciò premesso, poiché i fenomeni franosi di cui trattasi si sono riattivati in occasione dell'evento del 2018 (cd Tempesta VAIA), si evidenzia come il Commissario Delegato per l'emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei Ministri del 8 novembre 2018 relativa agli eventi che hanno colpito il territorio della Regione Veneto, dal 27 ottobre al 5 novembre 2018 ha inserito l'intervento teso a risolvere la problematica in oggetto tra quelli inoltrati al Dipartimento di Protezione Civile per approvazione e il finanziamento per l'annualità 2021".

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in oggetto è mirata a sapere se la Giunta regionale intende intervenire affinché la strada del Praderadego, interessata da eventi franosi, sia al più presto messa in sicurezza e riaperta al transito veicolare e pedonale.
Al riguardo si deve preliminarmente rilevare come la competenza ad intervenire non sia di questa Amministrazione regionale, in quanto la Direzione Difesa del suolo interviene qualora i fenomeni franosi insistano direttamente sulla rete idrografica regionale, diversamente dal caso di specie, e in quanto il tratto stradale in questione non è di competenza regionale, come indicato nella nota n. 61521 del 9 febbraio 2021 della Direzione Infrastrutture e Trasporti. La competenza ad intervenire, quindi, è dell'Amministrazione provinciale di Treviso.
Ciò premesso, poiché i fenomeni franosi di cui trattasi si sono riattivati in occasione dell'evento del 2018, la cosiddetto tempesta Vaia, si evidenzia come il commissario delegato per l'emergenza, di cui alla delibera del Consiglio dei Ministri dell'8 novembre 2018, relativa agli eventi che hanno colpito il territorio della Regione Veneto dal 27 ottobre al 5 novembre 2018, ha inserito l'intervento teso a risolvere la problematica in oggetto tra quelli inoltrati al Dipartimento di Protezione civile per l'approvazione e il finanziamento per l'annualità 2021.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Per la replica il collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì, Presidente, io intervengo ancora senza video perché i nostri potenti mezzi ancora non ci consentono purtroppo di operare in video, ma solamente in audio.

PRESIDENTE

Collega, nessun problema: a noi basta la voce. Vedo che altri colleghi, invece, comunque sono i video. Comunque, prego, la replica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Guardi, anch'io vedo che altri colleghi sono in video, Presidente, per lo meno gli occhiali li ho e almeno il video del computer c'è, almeno quello.
Innanzitutto dico che io non riesco a capire, non riesco a immaginare come in un Assessorato si possa dare una risposta a un'interrogazione di ottobre, quindi dopo otto mesi, per dire quello che mi è stato detto adesso: io veramente non lo concepisco, non lo capisco, non lo capisco, veramente è una cosa inammissibile, a mio avviso.
Dopodiché, fare dello scaricabarile sulle competenze relativamente a una strada che mette in collegamento due province dicendo: "Eh, ma tanto è della Provincia" da parte di una Regione come la nostra, mi pare una cosa da scaricabarile, veramente, anche questo è inammissibile.
Veniamo adesso a sapere che tutto potrebbe rientrare sulla questione Vaia, relativa ai dissesti che quell'evento disastroso per il Veneto ha causato e quindi può essere inserito in un fantomatico programma: io me lo sono segnato perché, almeno l'audio c'è, ma capisce che quando hai in collegamento quelli dell'informatica, l'Assessore che ti risponde, eccetera, è anche difficile cogliere tutti i passaggi. Sappiamo che adesso dovrebbe essere, questa cosa, inserita in questo programma 2021 su Vaia: speriamo bene, speriamo sia la volta buona, perché ricordo che io avevo già fatto un'interrogazione su questo nel 2019. Questo è dissesto idrogeologico, in fin dei conti, e riguarda la nostra Regione.
Ho finito, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.
Continuiamo con lei, con l'IRI n. 111: "Delibera regionale sull'individuazione del sito di Ciano del Montello, per la..."

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi scusi, io adesso chiedo l'intervento del servizio informatico, se c'è qualcuno che si degna di venire fino a qui: le chiedo una piccola sospensione o di passare a un'altra interrogazione.

PRESIDENTE

Allora, collega Zanoni, le ho scritto...

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Perché vorrei poter rispondere anche con il video che funziona, con le immagini.

PRESIDENTE

Come le ho scritto, collega Zanoni, se vuole, può venire in Aula che c'è lo spazio anche per lei in Aula. Le ho scritto.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

La ringrazio, Presidente. Ho un piccolo problema di sciatica, faccio fatica veramente a muovermi oggi. Capita anche questo, guardi un po'!

PRESIDENTE

Mi dispiace. Adesso passiamo alla Bigon e vediamo se qualcuno dell'informatica riesce a venire da lei.

Interrogazione a risposta immediata n. 136 del 14 maggio 2021 presentata dai consiglieri Bigon e Zanoni relativa a "SFREGIO AL PAESAGGIO E ALL'AMBIENTE IN VALPANTENA (VR). LA GIUNTA REGIONALE INTENDE SALVAGUARDARE LE LOCALITÀ DI SEZANO E DI SANTA MARIA IN STELLE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che Sezano è una piccola località della Valpantena, ricadente nel Comune di Verona. L'area è sottoposta a vincolo paesaggistico (l. 29.6.1939, n 1497; Dlgs n. 490 del 29/10/1999; Dlgs n. 42 del 22/01/2004; P.C.R.V. n. 578 del 16.10.1987 Zone nord-est e sud-est del centro storico e il Lungadige Attiraglio) ed è stata definita: "di non comune bellezza sia per la singolarità dell'aspetto vegetazionale e faunistico sia per la presenza di antiche contrade medioevali, di notevoli costruzioni rurali e di bellissime ville cinquecentesche". Di particolare pregio e bellezza è il Monastero Olivetano di Sezano, antico priorato del 1500 condotto dalla comunità dei Padri Stimmatini.
Considerato che:
- negli ultimi mesi nei pressi del suddetto monastero, a seguito di un impressionante sbancamento del Monte Cucco, sono stati edificati due capannoni, di proprietà di un'azienda meccanica - secondo quanto riportato dalla stampa locale - da adibire ad attività vitivinicola. Il Comune di Verona, trascorsi i termini previsti per il parere della competente Soprintendenza archeologica, avrebbe concesso le autorizzazioni;
- inoltre, sulla collina della vicina località di Santa Maria in Stelle, che ricade nella medesima area sottoposta a vincoli, è stato attuato un ulteriore sbancamento/disboscamento che ne ha letteralmente deturpato il paesaggio;
- il 9 maggio scorso i cittadini e le associazioni della zona hanno indetto una manifestazione di protesta molto sentita e partecipata, contro lo scempio che sta subendo il territorio della Valpantena, dove le monocolture vinicole stanno colonizzando e stravolgendo il paesaggio.
Ritenuto che quanto sta accadendo in Valpantena dimostra quanto siano ancora inefficaci le disposizioni regionali in materia di contenimento di consumo di suolo (legge regionale n. 14/2017 ).
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri
chiedono all'Assessore regionale alla Pianificazione territoriale e urbanistica e all'Assessore regionale all'Ambiente
se, per i motivi sopra esposti, intendono intervenire con urgenza a difesa dell'ambiente e del paesaggio delle località di Sezano, Santa Maria in Stelle e di tutta la Valpantena".

PRESIDENTE

Prego Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Allora, premesso che Sezano è una piccola località della Valpantena, l'area è sottoposta a vincolo paesaggistico ed è di non comune bellezza: così viene definita da tutti e anche nell'articolo che prevede proprio il vincolo.
Negli ultimi mesi nei pressi del monastero, perché c'è un monastero, sono stati edificati due capannoni e inoltre, sulla collina della vicina località di Santa Maria in Stelle, è stato attuato un ulteriore disboscamento che ne ha letteralmente deturpato il paesaggio.
Il 9 maggio scorso, i cittadini riunitisi hanno manifestato e protestato contro questo atteggiamento dell'Ambiente, per cui io chiedo che intenzione si hanno nei confronti di questo territorio. Grazie.

PRESIDENTE

Assessore Corazzari per la risposta, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"In relazione a quanto esposto con l'interrogazione qui in esame, si rammenta che il Titolo V bis della legge regionale n. 11/2004 disciplina le competenze regionali in materia di paesaggio e, in particolare, detta le norme per la delega delle funzioni amministrative relative al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, all'accertamento della compatibilità paesaggistica e all'adozione dei provvedimenti cautelari e sanzionatori.
Più precisamente, gli articoli 45 ter, quater, quinquies e sexies disciplinano le competenze in materia paesaggistica della Regione (art. 45 ter), dei comuni (art. 45 quater), degli enti parco (art. 45 quinquies) e delle province (art. 45 sexies).
In particolare, il comma 3 dell'articolo 45 ter prevede che, per opere o lavori diversi da quelli di spettanza regionale elencati al comma 2 del medesimo articolo, "le funzioni di cui all'articolo 45 bis, comma 2, sono delegate a comuni, enti parco e province che, riconosciuti idonei ai sensi dell'articolo 146, comma 6, del Codice, sono inseriti in un apposito elenco istituito presso la Giunta regionale".
Il Comune di Verona è stato riconosciuto idoneo allo svolgimento delle sopra citate funzioni con decreto n. 134/2010 a firma del Dirigente della Direzione Urbanistica e Paesaggio (ora Direzione Pianificazione Territoriale).
In virtù di tale decreto il Comune di Verona esercita tutte le funzioni ad esso attribuite dall'articolo 45 quater della legge regionale n. 11/2004 e, pertanto, spetta a tale Ente il rilascio dell'eventuale autorizzazione paesaggistica.
Va inoltre ricordato che anche il rilascio del titolo edilizio compete al Comune a cui, ai sensi dell'articolo 27, comma 1 del DPR 380/2001 "Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia", spetta altresì il potere-dovere di vigilanza sull'attività urbanistico-edilizia nel territorio comunale.
A tal proposito, si rammenta che non è consentito alla Regione entrare nel merito della legittimità ovvero vagliare la correttezza e la compiutezza dei contenuti degli atti posti in essere dall'Amministrazione comunale, che rientrino nella esclusiva competenza e responsabilità di quest'ultima.
Ciò chiarito, considerato che la situazione segnalata nell'atto ispettivo riguarda ambiti di particolare pregio sottoposti a tutela paesaggistica ai sensi dell'art. 136 del D.Lgs. 42/2004, la Direzione Pianificazione Territoriale ha tuttavia ritenuto di chiedere informazioni in merito alle autorizzazioni concesse per gli interventi di cui trattasi, con nota prot n. 233955 del 21 maggio 2021, alla quale a tutt'oggi non è stato dato riscontro".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
In relazione a quanto esposto, si rammenta che il Titolo Quinto bis della legge regionale 11/2004 disciplina le competenze regionali in materia di paesaggio e in particolare detta le norme per la delega delle funzioni amministrative relative al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, all'accertamento della compatibilità paesaggistica e all'adozione dei provvedimenti cautelari e sanzionatori.
Più precisamente, gli articoli 45 ter, quater, quinquies e sexies disciplinano le competenze in materia paesaggistica della Regione, dei Comuni, degli Enti Parco e delle Province. In particolare il comma 3 dell'articolo 45 ter prevede che per le opere dei lavori diversi da quelli di spettanza regionale elencati al comma 2 del medesimo articolo, le funzioni di cui all'articolo 45 bis, comma 2, sono delegate ai Comuni, Enti Parco e Province che, riconosciuti idonei ai sensi dell'articolo 146, comma 6 del Codice, sono inseriti in un apposito elenco istituito presso la Giunta regionale.
Il Comune di Verona è stato riconosciuto idoneo allo svolgimento delle sopracitate funzioni con decreto 134 del 2010 a firma del dirigente della Direzione Urbanistica e Paesaggio. In virtù di tale decreto il Comune di Verona esercita tutte le funzioni ad esso attribuite dall'articolo 45 quater della legge regionale 11/2004 e pertanto spetta a tale ente il rilascio dell'eventuale autorizzazione paesaggistica. Va, inoltre, ricordato che anche il rilascio del titolo edilizio compete al Comune, a cui, ai sensi dell'articolo 27 del comma 1 del DPR 380/2001, Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, spetta altresì il potere e dovere di vigilanza sull'attività urbanistico-edilizia del territorio comunale.
A tal proposito si rammenta che non è consentito alla Regione entrare nel merito della legittimità ovvero vagliare la correttezza e la compiutezza dei contenuti degli atti posti in essere dall'Amministrazione comunale, che rientrano nell'esclusiva competenza e responsabilità di quest'ultima.
Ciò chiarito, considerato che la situazione segnalata nell'atto ispettivo riguarda ambiti di particolare pregio sottoposti a tutela paesaggistica ai sensi dell'articolo 136 del decreto legislativo 42/2004, la Direzione Pianificazione territoriale ha, tuttavia, ritenuto di chiedere informazioni in merito alle autorizzazioni concesse per gli interventi di cui trattasi, con una nota protocollata del 21 maggio 2021, alla quale a tutt'oggi non è stato dato riscontro.

PRESIDENTE

Per la replica, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'Assessore e chiedo se è possibile avere copia della risposta. Grazie.

PRESIDENTE

Bene, grazie.
Sospendo un attimo e vediamo se riescono a ristabilire il collegamento video col collega Zanoni. Zanoni è in video, quindi riprendiamo con l'IRI n. 111.

Interrogazione a risposta immediata n. 111 del 29 marzo 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda e Baldin relativa a "DELIBERA REGIONALE SULL'INDIVIDUAZIONE DEL SITO DI CIANO DEL MONTELLO PER LA REALIZZAZIONE DELLE CASSE DI ESPANSIONE SUL FIUME PIAVE. LA GIUNTA REGIONALE ASCOLTI E COINVOLGA I COMUNI INTERESSATI DAL PROGETTO PRIMA DELL'INDIVIDUAZIONE DEL SITO"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- sul Bur n. 39 del 19/03/2021 è stata pubblicata la DGRV n. 302 del 16/03/2021 con oggetto "Messa in sicurezza idraulica del medio e basso corso del fiume Piave - Avvio delle procedure per la progettazione";
- nella delibera viene avviata la procedura per realizzare le casse di espansione per le piene del fiume Piave in corrispondenza delle Grave di Ciano, in Comune di Crocetta del Montello (TV).
Considerato che:
- il Comune di Crocetta del Montello in data 28/01/2021 ha votato all'unanimità la mozione "Grave di Ciano. Pericolosità delle casse di espansione e richiesta di gestione integrata del rischio alluvioni lungo tutta l'asta del fiume Piave attraverso il contratto di fiume";
- anche i comuni di Valdobbiadene in data 30/11/2020, di Volpago del Montello in data 17/03/2021, di Montebelluna in data 30/06/2020 e 10/02/2021, di Cornuda in data 19/10/2020, di Caerano San Marco in data 17/03/2021, di Vidor in data 15/02/2021 hanno approvato atti simili;
- nei suddetti atti vengono proposte soluzioni alternative al sito di Ciano del Montello, viene richiesto il coinvolgimento della popolazione nel processo decisionale per l'individuazione dei siti utili per tali progetti tramite il contratto di fiume, viene evidenziato il pericolo dell'opera in tale sito dovuto al carsismo e la distruzione di ben 200 ettari di habitat prioritario del sito Rete Natura 2000 che insiste sulle grave di Ciano del Montello, che l'Autorità di Distretto delle Alpi Orientali (PSSI 2010) per la realizzazione di casse di espansione lungo l'asta del fiume Piave ha individuato in ordine di efficacia i siti: Ponte di Piave, Grave di Ciano del Montello, Spresiano, Grave di Papadopoli;
- nei suddetti atti, trasmessi al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Ministro dell'Ambiente, all'Autorità di Bacino Alpi-Orientali, alla Regione Veneto, al Sindaco di Venezia, al Presidente della Provincia di Treviso, ai Sindaci dei Comuni rivieraschi, viene chiesto 1) che venga attuato il percorso del contratto di Fiume per il coinvolgimento di tutti gli interessati; 2) che venga individuato il sito di Ponte di Piave ritenuto più idoneo.
Tutto ciò premesso e considerato, i sottoscritti Consiglieri
chiedono al Presidente della Giunta regionale
se ritiene doveroso dare ascolto ai succitati consigli comunali affinché venga attuato il percorso del Contratto di Fiume al fine di individuare il sito per la realizzazione delle casse di espansione sul fiume Piave.".

PRESIDENTE

Zanoni, se mi chiede la parola su Concilium, grazie. Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione presentata il 29 marzo 2021 dal sottoscritto, dalla collega Bigon e dalle colleghe Guarda e Baldin. Prendiamo atto che il 19 marzo è stata pubblicata sul BUR una delibera per l'avvio delle procedure per la progettazione delle casse di espansione sul fiume Piave, ma facciamo anche presente che il Comune di Crocetta del Montello il 28 gennaio ha votato all'unanimità una mozione su Grave di Ciano, sulla pericolosità delle casse di espansione e richiesta di gestione integrata del rischio alluvioni lungo tutta l'asta del fiume Piave attraverso il contratto di fiume.
A questo provvedimento del Comune di Crocetta del Montello si è aggiunto anche un simile provvedimento dei Comuni di Valdobbiadene il 30 novembre, Volpago del Montello il 17 marzo, Montebelluna il 30 giugno e il 10 febbraio 2021, Cornuda il 19 ottobre, Caerano San Marco il 17 marzo e Vidor il 15 febbraio. Tutti hanno approvato atti simili e chiedono che vengano proposti soluzione alternativa al sito di Ciano, in quanto un'area, tra l'altro, tutelata come sito Rete Natura 2000, e propongono soluzioni alternative, pensando ad altri siti quali Ponte di Piave, Spresiano, Grave di Papadopoli.
Questi atti sono stati mandati anche al Presidente della Repubblica, all'Autorità di bacino, alla Regione e quant'altro.
Noi chiediamo di tener conto e dare ascolto ai succitati Consigli comunali affinché venga attuato il percorso del contratto di fiume al fine di individuare il sito per la realizzazione del caso espansione su fiume Piave in maniera concertata; fa specie sapere che sono tutti Comuni guidati dalla Lega e che proprio questi Comuni non abbiano avuto il necessario ascolto dall'Assessorato all'Ambiente in particolare, tant'è vero che il Sindaco di Crocetta della Lega ha fatto ricorso contro questa delibera.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha terminato il tempo.
Per la risposta, l'assessore Giampaolo Bottacin. Prego, Bottacin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"L'interrogazione in oggetto si riferisce alla DGR n. 302 del 16 marzo 2021 che individua il sito in località Ciano in comune di Crocetta del Montello per realizzare le casse di espansione per la laminazione delle piene del fiume Piave; in particolare nell'interrogazione si chiede che, attraverso il percorso del contratto di Fiume, "la Giunta Regionale ascolti e coinvolga i comuni interessati dal progetto".
Al riguardo si ritiene utile evidenziare come con deliberazione n. 574 in data 4 maggio 2021 la Giunta Regionale, stanziando anche le necessarie risorse economiche, abbia approvato lo schema di convenzione con l'Autorità di Distretto per le attività connesse al contratto di fiume per la sicurezza idraulica nel bacino del Piave, in un percorso condiviso con la stessa Autorità di Distretto".

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Anzitutto è falso che non ci sia stato confronto, perché il confronto è durato cinque anni proprio col Sindaco di Crocetta e gli atti sono lì a dimostrarlo.
Comunque, detto questo, l'interrogazione in oggetto si riferisce alla DGR n. 302 del 16 marzo 2021 che individua il sito in località Ciano, in Comune di Crocetta del Montello per realizzare le casse di espansione per la laminazione delle piene del fiume Piave. In particolare nell'interrogazione si chiede che, attraverso il percorso del contratto di fiume, la Giunta regionale ascolti e coinvolga i Comuni interessati dal progetto.
A riguardo si ritiene utile evidenziare come, con deliberazione n. 574, in data 4 maggio 2021, la Giunta regionale, stanziando anche le necessarie risorse economiche, abbia approvato lo schema di convenzione con l'Autorità di Distretto per le attività connesse al contratto di fiume per la sicurezza idraulica del bacino del Piave, in un percorso condiviso con le stesse Autorità di bacino, che, è giusto ricordarlo, è soggetto competente nella pianificazione delle opere di difesa del suolo; non sono quindi di competenza della Regione.
Ricordo che ci sono stati alcuni mesi di vacatio del ruolo del Segretario Generale dell'Autorità di bacino, dove in questi giorni è stata appena nominato il nuovo Segretario generale, quindi potrà prendere l'avvio questa nuova forma del contratto, con la partecipazione dell'Autorità di bacino, ricordando anche che il contratto di fiume del Piave è già stato sottoscritto da un certo numero di anni e viene gestito da un soggetto istituzionale che si chiama BIM e quindi la partecipazione dei Comuni c'è sempre stata da tempo.

PRESIDENTE

Zanoni per la replica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Allora, bisogna dire su questo che sembra strano che ci sia questo contratto di fiume e in realtà, effettivamente il contratto di fiume c'è ma non ha mai analizzato, in concertazione con i Comuni rivieraschi, il sito da individuare, quindi cosa vuol dire che c'è un vecchio contratto di fiume se questo non è stato attivato con la finalità di concertare una scelta così importante per il Piave e la sicurezza dei suoi cittadini? Perché non viene avviato questo contratto di fiume?
Ma, d'altronde, dice l'Assessore: la concertazione c'è stata, la conoscenza e il confronto ci sono stati. Bel confronto c'è stato se abbiamo una decina di Comuni, i cui Consigli comunali all'unanimità, quindi la maggioranza, che di norma è del centrodestra e della Lega, e anche il PD e i partiti di opposizione, hanno approvato atti contro questa scelta della Regione! Evidentemente c'è qualcosa che non ha funzionato in questi contatti che sono stati presi col territorio.
Il contratto di Fiume ha senso se è un percorso decisionale dove si coinvolgono i Comuni e si decide alla fine, non un qualcosa da fare tanto per dire: "Abbiamo fatto il contratto di Fiume, poi decido io Regione" è già pubblico l'atto con una delibera...

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Zanoni, non decide la Regione. È falso che abbia deciso la Regione.

PRESIDENTE

Signori, non facciamo dibattito.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Assessore, ha fatto lei la delibera. La prova del fatto che lei non sta dicendo cose...

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

La prova che è che il piano stralcio è stato...

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, io...

PRESIDENTE

Assessore Bottacin...

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Zanoni, non puoi dichiarare il falso. Basta.

PRESIDENTE

Assessore Bottacin, per favore.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Non posso accettare, Presidente, che si dichiarare continuamente il falso in risposta alle interrogazioni.

PRESIDENTE

Assessore, è il tempo dedicato alla replica...

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, allora faccia rispettare il Regolamento al collega Bottacin. Posso finire?

PRESIDENTE

Concluda che ha ancora 20 secondi depurati dal tempo perso.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

No, mi ha portato via almeno...

PRESIDENTE

Ho già tenuto conto del tempo che ha fatto perdere l'Assessore.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Allora la prova del fatto che non è vero quello che dice l'Assessore è che il Sindaco di Crocetta, della Lega, non ha impugnato un atto dell'Autorità di Bacino, ma ha impugnato la delibera della Giunta regionale del Veneto. Questa è la prova, vede.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

E ha fatto causa anche al Governo, Zanoni, ha fatto causa anche il Governo. È nelle carte, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ha la coda di paglia, Assessore.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Non ho la coda di paglia, non l'ho scritta io questa cosa qua.

PRESIDENTE

Bene, chiusa la fase delle interrogazioni. Abbiamo terminato con le interrogazioni.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Non ci sono risposte ai sensi dell'articolo 111, ne abbiamo fatte parecchie l'altra volta.
Permettetemi, colleghi, di portare la vicinanza e le condoglianze di tutto il Consiglio regionale all'assessore Calzavara e anche alla collega Rizzotto che ieri e oggi hanno avuto delle gravi perdite nel loro ambito familiare, quindi, appunto, la vicinanza di tutti i colleghi che mi hanno chiesto di farlo in questo momento in sede ufficiale. Grazie anche per la presenza dell'assessore Calzavara qui oggi a seguire gli ordini del giorno del Consiglio.
Riprendiamo dove ci eravamo lasciati la settimana scorsa.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2021 IN MATERIA DI BONIFICA E TUTELA DEL TERRITORIO, ARTIGIANATO, INDUSTRIA E COMMERCIO, AGRICOLTURA, FORESTE, PESCA, ENERGIA, RICERCA E INNOVAZIONE". (PROGETTO DI LEGGE N. 49) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 17/2021)

PRESIDENTE

Procediamo con degli articoli che ancora dovevamo votare e con un articolo accantonato, che era il 16, se ben ricordo.
Io proseguirei con le cose che dobbiamo ancora votare e, prima di arrivare alla fine del provvedimento, riprendiamo l'articolo 16 e gli emendamenti su quell'articolo.
Se ci sono emendamenti da depositare, facciamolo prima possibile. Grazie infinite.
Quindi, colleghi, attenzione, che iniziamo a votare, per cui aggiornate Concilium e predisponete la vostra strumentazione al voto.
Siamo sull'articolo 29.
Emendamento n. A0030 presentato dalla consigliera Camani, capo V, articolo 29, modificativo, che prevede:
"Al comma 3 dell'articolo 18 bis della legge regionale 19 maggio 2007, n. 9 così come inserito dall'articolo 29, dopo le parole: "in conformità alla normativa nazionale in materia,", aggiungere le seguenti: "sentita la competente commissione consiliare, che si esprime entro trenta giorni decorsi i quali si prescinde,""
Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento si richiede sostanzialmente il passaggio in Commissione perché comunque riteniamo importante l'articolo in qualche modo – adesso sta arrivando anche la proponente, collega Camani – e, da un certo punto di vista, anche innovativo, però, essendo proprio nuovo e non parlando di albo e quindi comunque di una fattispecie in qualche modo che generiamo noi come Regione, è un elenco, ci sembra corretto capire e valutare quello che succederà con la creazione di questo elenco, quanto efficace sia e come poi vengono anche definiti i criteri, che poi andranno ad individuare quelli che sono i temporary manager. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Camani, se chiede la parola. Prego, Camani, ha la parola.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi siamo sempre disponibili a valutare qualsiasi innovazione che si prova ad introdurre in questa Regione e comprendiamo l'importanza delle figure che si vogliono andare ad indicare con questo articolo, perché in una fase storica complicata anche le imprese, per poter competere, è necessario che si dotino delle professionalità necessarie. Abbiamo comunque qualche perplessità sulla modalità con cui si arriva alla definizione di questi albi, esistendo già un albo nazionale a cui queste figure possono iscriversi sulla base di una serie di requisiti specifici indicati dal Governo.
Esistono – a noi risulta – anche elenchi simili che le Camere di commercio, anche del Veneto, hanno già attivato proprio per supportare le imprese nei processi di innovazione e reindustrializzazione, permangono dunque alcune perplessità su questo strumento e chiediamo con questo emendamento che almeno, essendo uno strumento di carattere fortemente innovativo, i criteri che devono essere seguiti nell'individuazione dei soggetti che possono accedere a questi albi siano condivisi dal Consiglio regionale, in particolare dalla Commissione competente.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0030 con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Non ci sono altri emendamenti, quindi metto in votazione l'articolo 29, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 30.
Collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Solo sull'ordine dei lavori per confrontarmi sul punto col dottor Valente.
Qualora l'articolo 16 preveda delle proposte emendative che potrebbero – non è questo il caso, ma in linea teorica – avere degli impegni di spesa, solitamente si finisce la votazione dell'articolato e poi si procede alla votazione dell'articolo.

PRESIDENTE

Da quello che abbiamo visto, non ci sono impegni di spesa.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Il relatore può presentare emendamenti fino all'ultimo momento.

PRESIDENTE

Io voterei l'articolo 30.
Allora, ci sono tre emendamenti depositati adesso: bisogna fare le copie, bisogna distribuirli, bisogna dare i tempi e bisogna fare la Commissione. Dico che si poteva fare prima forse. Bene.
Allora, io sospendo per cinque minuti per fare le copie e poi darò almeno 15 minuti per eventuali sub (sono tre emendamenti) e poi ci sarà una sospensione per i lavori della Commissione.
Penso e immagino che gli emendamenti siano abbastanza condivisi visto che son fatti assieme, quindi quando io do i 15 minuti di sospensione per eventuali sub, la Commissione si ritrova, li guarda e immediatamente dà il parere sugli emendamenti, per poi riprendere e chiudere il provvedimento.
La Seduta è sospesa alle ore 14.33
La Seduta riprende alle ore 14.37

PRESIDENTE

Sono stati distribuiti gli emendamenti nn. A0056, A0057 e A0058: do 15 minuti per eventuali subemendamenti.
Nel frattempo, formalmente l'Ufficio di presidenza della Terza commissione e la correlatrice si riuniscono per dare il parere sugli emendamenti.
Riprendiamo i lavori alle ore 14.50 con la votazione degli emendamenti sull'articolo 16.
La Seduta è sospesa alle ore 14.37
La Seduta riprende alle ore 15.05

PRESIDENTE

Colleghi, fra un attimo riprendiamo quindi, se tornate alle vostre postazioni, siamo in grado di proseguire il lavoro e di arrivare a chiudere il PdL 49.
Colleghi, se aggiornate Concilium, perché ci sono un paio di subemendamenti sugli emendamenti depositati dal relatore.
Ancora un attimo di pazienza.
Ci sono un paio di subemendamenti in fase di registrazione, che saranno pubblicati su Concilium appena possibile e distribuiti in Aula ai colleghi presenti.
Ci siamo colleghi. Aggiornate Concilium, grazie, così avete l'ordine corretto di votazione degli emendamenti e dei subemendamenti.
Ricordo che siamo sul PdL 49, sull'articolo 16 che avevamo accantonato la scorsa settimana.
Submendamento n. A0059 all'emendamento n. A56, presentato dalla consigliera Zottis, capo III, articolo 16, modificativo, che prevede:
"All'inizio comma 4 dell'art. 4 della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 così come sostituito dall'emendamento 56 al comma 2 dell'articolo 16, dopo le parole "i lavori" aggiungere le parole: "di modesta rilevanza"".
Prego, Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Allora io ringrazio il relatore, Presidente, e anche gli uffici, per il lavoro che hanno fatto, anche di revisione rispetto a quello che è stato la scorsa settimana, però per noi era comunque un lavoro, rispetto alle nostre richieste, non completo, da un punto di vista non tecnico certamente, anzi, ma politico e quindi con questo emendamento noi cerchiamo di andare a definire quelli che sono i lavori oggetto di questo articolo dicendo: "I lavori di modesta rilevanza". È vero che è un termine generale, ma è altrettanto vero che, se uno va a riprendersi il regolamento in oggetto dell'articolo, ci sono dei riferimenti abbastanza precisi all'articolo 3 e all'articolo 4 e quindi, volendo, si può comunque andare a definire in modo più preciso le fattispecie a cui fa riferimento l'articolo 16.
Ci sarebbe sembrato assolutamente utile proprio perché, come poi vedremo nell'emendamento generale dopo, è stato in qualche modo assorbito un emendamento, di cui parlerà poi la collega Camani, e diciamo che siamo in un processo di sanatoria, però per evitare poi altri tipi di nomi o di definizioni di questo articolo, andare a definire anche la fattispecie e togliere qualsiasi alibi o qualsiasi ombra rispetto ai dubbi che abbiamo espresso la scorsa volta. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zottis. Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione il subemendamento n. A0059 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Subemendamento n. A0060 all'emendamento n. A56, presentato dalla consigliera Zottis, che prevede:
"Dopo il comma 4 bis dell'art. 4 della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 così come sostituito dall'emendamento 56 al comma 2 dall'articolo 16, aggiungere il seguente comma 4 bis-bis):
4 bis bis): le sanzioni di cui al comma precedente sono aumentate dell'ottanta per cento in caso di intervento in assenza dell'atto autorizzativo e del trenta per cento in caso di lavori eseguiti in difformità alle modalità dichiarate o alle prescrizioni impartite.""
Ha chiesto la parola la collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi con questi subemendamenti torniamo sull'articolo 16, che era rimasto in sospeso rispetto alla nostra discussione e non è un caso che fosse rimasto in sospeso questo articolo perché è un intervento legislativo con il quale la Giunta e il presentatore del PdL si propongono di intervenire su un tema molto complesso, che è, appunto, la fattispecie nella quale un soggetto intervenga senza autorizzazione in terreni sottoposti a vincolo idrogeologico.
C'è un caso molto grave di un proprietario, di un soggetto che decide di intervenire in un territorio che è già stato definito dall'autorità competente come un territorio che potremmo definire a rischio per l'equilibrio della nostra Regione e decide di farlo senza avere l'autorizzazione per farlo.
Ora, già nel corso della discussione generale noi abbiamo sostenuto come questo tipo di intervento, pur essendo comprensibile per un amministratore che deve organizzare e gestire ciò che realmente avviene nella società, sarebbe stato importante che fosse stato fatto in maniera seria.
Allora, già di principio noi siamo contrari a qualsiasi tipo di sanatoria, tanto che abbiamo presentato una serie di emendamenti su questo articolo, che peraltro decadono o, meglio, sono assorbiti dall'emendamento presentato dal relatore, con i quali tentavamo di trasformare quella che voi ci avevate presentato come una sanatoria a tutti gli effetti, cioè hai un terreno sottoposto a vincolo, compì un abuso, c'è un atto che non è stato autorizzato? Non importa, puoi regolarizzare. A noi sembra che questa impostazione non sia corretta per quanto riguarda la gestione dei casi concreti e sia anche sbagliata dal punto di vista generale, perché noi stiamo dando ancora una volta in questa Regione un messaggio, che è un po': fate quello che volete, autorizzati o meno, tanto poi in qualche modo sistemiamo le cose.
Ora, è un atteggiamento che noi contrastiamo dal punto di vista ideologico in maniera generale, tant'è che avevamo anche presentato una serie di emendamenti, dal più eccessivo che sopprimeva totalmente l'articolo, ad un'altra serie di emendamenti che tentavano, come tentavo di dire prima, di mettere dei paletti un po' più stringenti, rispetto invece alla sanatoria generale che voi avete proposto con questo articolo.
Ora lo riscrivete, ma a nostro giudizio, nel riscriverlo, ancora una volta evitate di affrontare il vero nodo della questione, cioè una volta che hai un terreno sottoposto a vincolo idrogeologico, una volta che intervieni senza autorizzazione ad intervenire, una volta che lo fai anche con interventi di entità rilevante, come avete confermato bocciando il subemendamento presentato poco fa dalla correlatrice Zottis, noi vi diciamo: se proprio volete sanare, come al solito, almeno fatelo dando un messaggio chiaro, cioè che devi pagare di più. Le sanzioni previste dalla legislazione nazionale per questo tipo di interventi, in caso di lavori eseguiti in assenza di autorizzazione, devono essere assolutamente più penalizzanti e, se lo fai in difformità dall'autorizzazione, leggermente penalizzanti.
Quindi con questo subemendamento noi già accettiamo l'idea che voi ci proponete di costruire una sanatoria per interventi irregolari su terreni sottoposti a vincoli idrogeologico, già accettiamo il principio che possono essere anche interventi di entità rilevante e guardate che, quando parliamo di interventi di entità rilevante, non parliamo di filosofia, parliamo di cose che su questo territorio sono già avvenute ed avvengono e dopo questa legge continueranno ad avvenire, autorizzati surrettiziamente, come, ad esempio, il cambiamento di un bosco trasformato in pista da sci. Almeno vi chiediamo che per chi compie atti di questa gravità, le sanzioni siano aumentate del 30%, se i lavori sono in difformità dal titolo autorizzativo, e addirittura dell'80%, se sono eseguiti in assenza di titolo autorizzativo.
Ricordo, peraltro, che le sanzioni previste per questi interventi da normativa nazionale, sono sanzioni bassissime, sono sanzioni irrisorie e rischiamo che a un soggetto convenga fare l'abuso e poi sanare, pagando quel poco che c'è da pagare, piuttosto che procedere con l'iter corretto che, come sappiamo, anche per ragioni burocratiche, molto spesso è molto lento. Allora, perché devo star lì a perdere tempo, a domandare le autorizzazioni, a pagare le cifre corrispondenti all'intervento? Tanto vale farlo in abuso e poi vado in sanatoria, tanto le sanzioni sono le medesime.
Ecco, noi crediamo che, almeno sul tema delle sanzioni, sia necessario dare un segnale in questa direzione.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione il subemendamento n. A0060 all'emendamento n. A56, con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0056 presentato dal consigliere Andreoli, capo III, articolo 16, sostitutivo, che prevede:
"Il comma 4 dell'art. 4 della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 , così come sostituito dal comma 1 dell'art. 16, è sostituito dai seguenti commi:
"4. I lavori realizzati in assenza dell'atto autorizzativo o in difformità alle modalità esecutive dichiarate o alle prescrizioni impartite possono essere oggetto di regolarizzazione mediante l'emanazione di un apposito provvedimento autorizzativo in sanatoria dell'autorità forestale, sempre che gli interventi eseguiti non pregiudichino l'assetto idrogeologico dell'area interessata. L'autorità forestale competente per territorio, al momento del rilascio dell'autorizzazione, può prescrivere l'esecuzione di ulteriori lavori di consolidamento o adeguamento
4 bis. Nel caso io cui gli interventi non autorizzati risultino pregiudizievoli a/l'assetto idrogeologico o la difformità, rispetto alle modalità esecutive dichiarate o impartite, sia rilevante, l'autorità forestale impone al trasgressore la sospensione immediata dei lavori e il ripristino dello stato dei luoghi a sue spese, oltre al pagamento delle previste sanzioni, fissando un adeguato termine temporale.
4 ter. Nei casi previsti dal comma 4 l'emanazione del provvedimento in sanatoria, fermo restando quanto previsto da altre specifiche normative di settore, è condizionata al pagamento delle sanzioni amministrative da parte dei trasgressori o degli obbligati in solido previste dal Regolamento regionale 7 febbraio 2020, n. 2 "Prescrizioni di massima e di polizia forestale adottate ai sensi de/l'artico/o 5 della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 "Legge forestale regionale.""
Relatore, prego.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sì, se il Presidente è d'accordo io presenterei velocemente tutti e tre gli emendamenti che ho firmato, nn. A0056, A0057 e A0058.
Emendamento n. A0057 presentato dal consigliere Andreoli, capo III, articolo 16, modificativo, che prevede:
"Il comma 5 dell'art. 4 della lr 52/1978 come introdotto dall'articolo 16 è soppresso".
Emendamento n. A0058 presentato dal consigliere Andreoli, capo III, articolo 16, comma 2, modificativo, che prevede:
"All'articolo 16, comma 2, dopo le parole: "La Giunta regionale adegua il Regolamento regionale 7 febbraio 2020, n. 2 "Prescrizioni di massima e di polizia forestale adottate ai sensi dell'artico/o 5 della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 "Legge forestale regionale", alle modifiche introdotte dal presente articolo",
sono aggiunte le parole: "anche integrandolo con l'individuazione dei lavori di modesta rilevanza che non necessitano di specifica autorizzazione,"
Si tratta essenzialmente di una riscrittura dell'articolo 4 della legge forestale regionale sulla quale stiamo discutendo e non sono altro che un accoglimento di parte della manovra emendativa: in un passaggio aggiuntivo, in un comma aggiuntivo viene esplicitato meglio cosa succede se non viene accettata questa richiesta di regolarizzazione; un altro comma aggiuntivo non è altro che una precisazione di tecnica legislativa; poi c'è un'abrogazione di un comma, perché una parte di esso riguardava un passaggio già presente nel Regolamento di Polizia forestale e un altro passaggio di questo comma l'abbiamo richiamato in maniera aggiuntiva nel comma 2.
Questo è il frutto del confronto con l'opposizione, con le minoranze, dei vari emendamenti arrivati anche nelle settimane scorse.

PRESIDENTE

Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io intervengo soltanto per segnalare che con questo emendamento, che sostanzialmente riscrive il comma 4 dell'articolo 4, che viene, appunto, modificato dall'articolo 16 del PdL in oggetto, c'è qualche elemento che accoglie alcuni suggerimenti, alcuni emendamenti che avevamo proposto. Cito quelli più importanti – e sono due – perché credo siano fondamentali per dare una connotazione precisa a questo tipo di intervento legislativo.
Intanto viene accolta la nostra proposta di fare chiarezza anche dal punto di vista semantico su ciò che stiamo facendo e cioè viene accolta la nostra richiesta di introdurre il concetto di regolarizzazione in sanatoria, che era assente nella prima formulazione.
È una cosa di dettaglio, naturalmente, ma che è importante per far capire a chi ci ascolta di cosa stiamo parlando, cioè di un intervento per autorizzare in sanatoria, come dicevo nell'intervento precedente, lavori su terreni sottoposti a vincolo idrogeologico.
L'altro nostro emendamento, che viene in parte accolto con questa riscrittura del comma 4 dell'articolo 4, è la possibilità di collegare le eventuali irregolarità dei lavori eseguiti, cioè nel caso in cui i lavori eseguiti in assenza di autorizzazione producano dei danni irreversibili appunto di natura idrogeologica, viene appunto esplicitato che il trasgressore non sarà sufficiente pagare la sanzione, ma sarà anche, sulla base delle valutazioni dell'autorità competente, richiesto il ripristino dei luoghi e quindi la riparazione dei danni.
Questo, ovviamente non ci protegge dal fatto che l'intervento irregolare sia stato fatto, ma almeno dovrebbe proteggerci rispetto al fatto che, se l'intervento irregolare produce danni, ci sia un obbligo anche economico, che va oltre le sanzioni, di ripristinare lo stato dei luoghi.
Naturalmente è una volontà politica che non sempre nella realtà dei fatti può trovare riscontro concreto, perché sapete meglio di me che, quando uno interviene sull'ambiente, non è sempre così immediato poter tornare al ripristino dei luoghi. Torno con l'esempio precedente: se abbatto un bosco per farci una pista da sci, che poi sanerò pagando delle basse sanzioni, mi rimarrà la pista da sci e non ripristineremo il bosco. Allora il trasgressore si sistema, non ha dovuto crearsi lo sbattimento di fare tutto l'iter burocratico per sapere se su quel terreno sottoposto a vincolo idrogeologico poteva abbattere gli alberi per farci una pista da sci; noi avremo la nostra pista da sci e il ripristino dei luoghi sarà davvero comunque molto complicato da riattivare.
Quindi ci fa piacere che il relatore abbia accolto queste nostre due richieste, che comunque non consentono a questa formulazione di essere per noi accettabile. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione l'emendamento n. A0056 con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, posso aspettare a fare la votazione perché non riesco a correggere il voto?

PRESIDENTE

Non l'ho ancora chiusa.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Gentilissimo, grazie, Presidente.

PRESIDENTE

È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Gli emendamenti dal n. A0032 al n. A0026, col voto che abbiamo appena fatto, decadono, quindi ripartiamo con l'emendamento n. A0057 depositato prima dal relatore.
In questo caso non ci sono subemendamenti, quindi metto in votazione l'emendamento n. A0057 con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Gli emendamenti successivi, il n. A0048 e il n. A0036 sono preclusi dal voto appena fatto.
Andiamo all'emendamento n. A0058 del relatore. Non vedo interventi, per cui metto in votazione l'emendamento n. A0058 con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Bene, adesso votiamo l'articolo 16, così come emendato.
Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Naturalmente noi voteremo contro a questo articolo e le motivazioni le abbiamo anche ribadite più volte, ma ci tengo a fare una sintesi in modo che resti: alla fine è stato detto che si tratta di sanatoria di una sanatoria, per quanto ci riguarda, estremamente larga, di cui non comprendiamo quali siano i limiti e non comprendiamo perché, non rifacendosi anche ai Regolamenti esistenti, non si siano voluti mettere i limiti. Questa è una scelta politica che è ben definita e non possiamo accettare che ci sia la motivazione che in qualche modo non si riusciva a definire una strada stretta: la strada stretta ce la dava il Regolamento in oggetto.
Dopodiché, non abbiamo voluto inasprire le sanzioni, sanzioni ridicole rispetto a quella che può essere la cosiddetta protezione, tutela, rigenerazione del nostro ambiente, perché spesso noi, all'interno dei nostri documenti, inseriamo la rigenerazione ambientale, il rispetto dell'ambiente, dobbiamo prendere i fondi per andare in quella direzione. Alla fine, però, ci ritroviamo troppo spesso in questa Regione a deroghe e sanatorie di questa natura.
Quindi è evidente che forse questo è anche l'articolo su cui noi esprimiamo un maggiore preoccupazione e maggiore contrarietà rispetto a tutto il resto del provvedimento.
L'espressione, quindi, di voto sarà contraria e vigileremo anche sul futuro di cosa stiamo parlando visto che, da un punto di vista politico, ripeto, ci avete detto: "Mah, si tratta di cose modeste", ma in realtà queste cose modeste non le abbiamo comprese e non sono scritte.

PRESIDENTE

Bene. Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per riprendere quanto detto anche nel Consiglio precedente e per ribadire quanto ha detto la consigliera Zottis: questo articolo è preoccupante. Speravo che gli emendamenti proposti dai colleghi, che ringrazio per il lavoro fatto, sarebbero stati accettati, soprattutto per indicare la modesta entità degli interventi o almeno per definire quali erano quegli interventi su cui questa norma andava ad incidere. Siccome abbiamo all'ordine del giorno anche dopo un altro progetto di legge che mira appunto a togliere tutta una serie di garanzie che in alcune leggi già esistono, io mi chiedo davvero quale sia la direzione che vogliamo intraprendere, soprattutto oggi e soprattutto quando parliamo di dissesto idrogeologico o consumo di suolo, come accadrà dopo, davvero esprimo la mia contrarietà a questo articolo, per quanto possa valere, per quanto avevo detto già lo scorso Consiglio e per quanto ribadisco anche oggi.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione l'articolo 16 così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Riprendiamo l'articolato da dove l'avevamo lasciato.
Articolo 30. Metto in votazione l'articolo 30.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 31. Metto in votazione l'articolo 31.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Abbiamo degli ordini del giorno.

ODG n. A38

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Montanariello, Lorenzoni, Ostanel, Guarda, Zanoni e Baldin relativo a "La Giunta regionale relazioni al Consiglio in merito agli indirizzi sulla "governance" di AVEPA" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2021 in materia di bonifica e tutela del territorio, artigianato, industria e commercio, agricoltura, foreste, pesca, energia, ricerca e innovazione". (Progetto di legge n. 49) APPROVATO (Deliberazione n. 53/2021)

"IL CONSIGLIO REGIONALE
Premesso che:
nel corso del 2020 il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato la legge regionale n. 28/2020 "Modifiche della Legge Regionale 9 novembre 2001, n. 31 , 'Istituzione dell'Agenzia Veneta per i Pagamenti in Agricoltura". Con le modifiche introdotte viene delegata la gestione di tutti gli strumenti finanziari regionali all'AVEPA. La scelta è stata motivata dall'esperienza e dalla professionalità maturata dall'Agenzia nella gestione delle misure agevolative per il settore primario in vista della programmazione europea 2021-2027, che ha tra i propri obiettivi il rafforzamento della crescita delle imprese tramite la facilitazione dell'accesso al credito ed un più ampio ricorso agli strumenti finanziari.
Tenuto conto che:
con l'approvazione dell'emendamento n. presentato dalla Giunta regionale al PDL n. 49, lo svolgimento delle funzioni da parte di Veneto Sviluppo nella gestione degli strumenti finanziari ed erogazione delle relative risorse, attualmente fissato con termine al 31 dicembre 2021, viene prorogato di un anno; di conseguenza si proroga di un ulteriore anno anche il passaggio di competenze e funzioni fra Veneto Sviluppo ed AVEPA (che a Veneto Sviluppo subentra quale soggetto gestore degli strumenti finanziari regionali per effetto dell'art. 3 bis della legge regionale
n. 28/2020) e quindi, di conseguenza si prorogano tutti gli adempimenti a ciò funzionali, previsti nelle leggi regionali n. 21/2020 e 28/2020.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a presentare entro sei mesi dall'approvazione del presente provvedimento una relazione 1n merito agli indirizzi relativi alla "govemance" di Avepa, che deve comunque garantire un costante miglioramento dei servizi al settore primario, e alle eventuali modalità di gara per le funzioni di intermediazione finanziaria che prevedono la vigilanza di Banca D'Italia".
Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
So che su questo poi c'è una probabile richiesta di modifica sull'impegno; la nostra volontà era quella di cominciare a discutere all'interno del Consiglio quelli che sono gli indirizzi relativi alla governance di Avepa, di cui abbiamo già discusso durante il provvedimento, e anche per quanto riguarda tutti quei servizi finanziari che in qualche modo in questo momento sta fornendo Veneto Sviluppo, ma che Avepa non potrà fare, non avendo l'iscrizione che viene richiesta.
Quindi ci sembra assolutamente un tema importante, non più rimandabile, un tema che ci portiamo sulle spalle dalla scorsa legislatura ed è evidente che, dando ad Avepa anche il peso non solo della governance, per quanto riguarda tutte tutti i finanziamenti relativi a quella che è la materia agricola, ma anche tutto il resto, è un peso non indifferente e comprendere se si vuole andare avanti con una governance come quella che ha Avepa oggi oppure di coinvolgimento e quindi diversa e che preveda in qualche modo anche un coinvolgimento e un controllo reale da parte del Consiglio, ci sembra assolutamente materia prioritaria.
Eravamo già stati rassicurati la scorsa legislatura, ma dopo, col cambio della legislatura valuteremo se questa cosa sia buona o meno buona nei fatti e nelle proposte che riceveremo, però è rimasta in sospeso perché ricordo che sul provvedimento che era stato presentato, in qualche modo, erano stati ritirati degli emendamenti all'epoca del consigliere Azzalin, che chiedeva proprio un cambio di governance; ci era stato detto: "Sì, lo faremo, ritirateli perché vi assicuriamo che ci stiamo già lavorando". Allora questo "ci stiamo già lavorando", crediamo debba avere comunque dei tempi, non dico certi, ma abbastanza certi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

La proposta che facciamo è quella di arrivare a presentare entro 12 mesi dall'approvazione del presente provvedimento questo, considerando il fatto che proprio in queste settimane la Giunta sta concludendo la riorganizzazione delle varie Direzioni di area, di direzione e di tutte quelle che sono le figure apicali della Regione del Veneto. Il passo successivo, non appena completata questa prima riorganizzazione, è proprio un ragionamento di insieme su tutte quelle che sono le società che attualmente ha in capo la Regione, prevedendo, in alcuni casi, anche la nascita di nuove strutture, così come è già stato oggetto di approvazione all'interno del Consiglio regionale.
Alcuni settori devono essere rivisti, è probabile che altre parti del Governo della Regione possano rivedere inserite all'interno di società già esistenti con delle nuove funzioni, con delle nuove mission la possibilità di vederle rilanciate; tutto questo dovremmo riuscire a farlo nei prossimi sei, nove mesi, ma non vorrei che i sei mesi fossero così stringenti per non permetterci di avere un quadro complessivo che ci permetterà, con l'inizio dell'anno 2022, di avere proprio una definizione di quello che sarà il processo completo di riorganizzazione della undicesima legislatura.

PRESIDENTE

Quindi, su questa richiesta di modifica la presentatrice. Prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Sì, accetto la modifica e ringrazio anche la chiarezza per quanto riguarda l'assessore Calzavara, che almeno ci ha illustrato come stanno procedendo, anche con un sano realismo, e quindi l'ordine del giorno aveva la volontà proprio di dire: non arriviamo alla fine dell'anno, dicendo che dobbiamo ancora vedere le cose oppure, in qualche modo, ci sia una presa anche di consapevolezza da parte del Consiglio prima della fine dell'anno, proprio per riuscire poi ad andare a completamento, entro l'anno prossimo, di quelle che sono le procedure deputate di revisione di questa società, come giustamente lei dice, e anche di altre società.
Grazie, Assessore.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zottis.
Una precisazione: sull'ordine del giorno al periodo: "tenuto conto che" con l'approvazione dell'emendamento voi trovate scritto "numero" e poi in bianco, ma è il n. 35. Quindi viene modificato l'ordine del giorno sia per quanto riguarda il termine temporale concordato fra Assessore e la collega Zottis e in più questa aggiunta, emendamento 55.
Non ci sono altri interventi, per cui metto in votazione l'ordine del giorno n. A0038.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

ODG n. A39

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Bigon, Montanariello, Guarda, Zanoni, Ostanel, Lorenzoni, e Baldin relativo a "Avviare l'iter di approvazione del nuovo Piano faunistico-venatorio" RESPINTO

"IL CONSIGLIO REGIONALE
Premesso che:
il Piano faunistico venatorio regionale (PFVR) 2007-2012, prorogato da ultimo con legge regionale n. 38/2020 fino al 31 agosto 2021, era già stato prorogato altre sette volte, e precisamente: fino al 31 gennaio 2013, fino al 30 settembre 2013, fino al 10 febbraio 2016, fino al 1O febbraio2017, fino al 10 febbraio 2018, fino al 10 febbraio 2019, fino al 31 dicembre 2020;
la scelta dell'ennesima proroga ha prodotto una forte delusione nel mondo ambientalista, agricolo e venatorio interessato a un'efficace tutela della fauna selvatica e a una corretta ed equilibrata gestione dell'ambiente.
Tenuto conto che:
queste proroghe comportano conseguenza anche in termini di gestione corretta della VAS;
Rilevato che:
l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA ha inviato un parere con puntuali osservazioni in merito al calendario venatorio.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a presentare entro giugno il nuovo piano faunistico venatorio nella commissione competente al fine di avviare il procedimento di approvazione, evitare ulteriori segnalazioni dagli organi competenti e definire una corretta e moderna tutela e gestione della fauna selvatica".
Prego, Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ricordiamo che siamo ormai in una regione che ha dato numerose deroghe al Piano faunistico venatorio, piano assolutamente strategico e importante per questa Regione proprio per quello che dicevamo anche prima, cioè in termini di pianificazione del territorio, perché troppo spesso noi demandiamo al Piano faunistico venatorio quasi uno scontro o un potenziale incontro tra le associazioni venatorie e le associazioni ambientaliste, ma non è questo e alle volte ci ricordiamo che esistono anche le associazioni agricole.
Proprio per l'importanza che ha e per evitare eventuali ulteriori rilievi da parte degli enti competenti, noi chiediamo che comincia ad essere istruito il Piano, visto che scadrebbe a fine agosto, proprio per evitare ulteriori rilievi, ma anche perché ci sia un procedimento di reale coinvolgimento del Consiglio per un risultato che possa essere positivo e propositivo del Piano all'interno della Regione Veneto.
È evidente che, se non iniziamo a distribuire il Piano, oltre ai rilievi che ci verranno fatti ulteriormente, in qualche modo perdiamo anche un'occasione di dialogo e condivisione di quelli che sono i princìpi pianificatori della Regione Veneto all'interno del Consiglio stesso. Quindi, l'ordine del giorno richiede che si inizi l'istruttoria del Piano per il mese di giugno.
So che anche qui c'è una richiesta di modifica, ma l'obiettivo comunque è quello di dire: iniziamo l'istruttoria proprio perché ci sia un processo di partecipazione vera e non ritrovarsi magari a dover adottare, approvare il Piano all'ultimo minuto senza averlo visionato in modo adeguato all'interno della Commissione. Grazie.

PRESIDENTE

Assessore Corazzari, prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Riguardo l'ordine del giorno, non può trovare un accoglimento, non perché non se ne condivida il contenuto da un punto di vista ideale perché stiamo lavorando direi con tutto l'impegno possibile profuso dalle nostre strutture tecniche affinché si arrivi alla presentazione del progetto di Piano e quindi della delibera approvata e portata all'attenzione e alla discussione in Commissione entro tempi che siano congrui per evitare ulteriori proroghe del Piano. Quindi questa è sicuramente una volontà condivisa.
Resta il fatto che attualmente il Piano è in fase di esame di Commissione VAS, abbiamo già avuto il primo responso, invece, della VINCA, quindi la documentazione istruttoria è in corso di definizione: sono dei passaggi tecnici, rispetto ai quali i tempi sono tempi tecnici, non sempre determinabili su una volontà politica.
Quindi non mi sentirei di dare un parere favorevole alla votazione di questo ordine del giorno, che pone un termine fisso, ma assolutamente voglio rassicurare tutto il Consiglio che l'obiettivo da parte nostra è quello di portare all'attenzione della Commissione e quindi del Consiglio il nuovo Piano faunistico venatorio che, ricordiamo, è atteso da molti anni, nei tempi congrui affinché si evitino ulteriori proroghe del Piano vigente.

PRESIDENTE

Assessore Corazzari, le chiedo di ammainare la bandiera bianca che aveva issato rispondendo alla Zottis, che poteva far presagire altri scenari.
Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio il Presidente.
Ecco, ha tolto bandiera bianca, ma sicuramente non è bandiera bianca nel senso che io ringrazio l'Assessore delle rassicurazioni, siamo stati rassicurati ormai da anni, io sono rassicurata da cinque anni, sei anni con questo, c'è chi era stato rassicurato da molti più anni di me in precedenza e quindi le rassicurazioni non ci bastano, ma aggiungo che non si bastano le rassicurazioni non solo per una questione di scadenza e di ulteriore proroga alla proroga della proroga eventuale, perché ci può stare una proroga nel momento in cui abbiamo iniziato a vedere qualcosa. Il tema è che il rischio vero è che noi ci ritroviamo in piena estate ad approvare un Piano faunistico venatorio senza aver fatto nessuna attività di partecipazione vera da parte della Commissione e del Consiglio.
Quindi noi abbiamo presentato all'ordine del giorno per dire: almeno iniziamo l'istruttoria, dopodiché andremo a votarlo a settembre, ma almeno abbiamo iniziato il percorso. Se, invece, ci ritroviamo a votare il Piano in pieno agosto, io faccio gli auguri a tutti noi, ma mi pare un metodo assolutamente scorretto e sbagliato su una decisione che è fondamentale e, per quanto mi riguarda, spesso sottovalutata rispetto alle potenzialità che avrebbe questo strumento. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Credo anche io che un piano che stiamo aspettando da dodici anni non possa essere valutato e poi votato in Consiglio dopo essere stato presentato all'ultimo minuto. Io credo che, essendoci questa scadenza di agosto, dovrebbe essere compito della Giunta regionale e dell'Assessore presentare immediatamente questo piano e farlo conoscere perché si tratta di una pianificazione che, se è come quella precedente, durerà diversi anni.
Stiamo parlando di un piano che aspettiamo da anni, stiamo parlando di un vecchio piano riesumato periodicamente con proroghe su proroghe su proroghe e io credo che nella storia della Regione Veneto non ci sia traccia di un piano che sia stato riesumato, anche contro principi di buona amministrazione, perché è un piano che è stato fatto su una situazione reale relativa ormai a vent'anni fa e sia un piano che non corrisponda più alle esigenze di tutela della fauna selvatica e della pianificazione venatoria: stiamo parlando di altri tempi, di altre epoche, con tutto quello che è capitato anche relativamente alla questione dei cambiamenti climatici.
Pertanto io credo che sia non doveroso, ma sia giusto e legittimo, per tutte le categorie interessate, in particolare i cittadini del Veneto, far sì che questo piano arrivi presto, che non si vada ad agosto, che non accada quello che accadeva quattro legislature fa, quando le leggi più spinose e in particolare le leggi sulla caccia venivano presentate prima delle vacanze, in modo da prendere per il collo tutti i Consiglieri che dovevano partire per le ferie e quindi arrivare ai blitz notturni con l'inserimento di norme, che magari poi sono state pure impugnate alla Corte costituzionale.
Quindi l'auspicio è che si mostrino le carte, si discutano i contenuti di questo piano e si porti alla votazione questo piano non in mezzo all'estate.

PRESIDENTE

Grazie. Non ci sono altri interventi, quindi pongo in votazione l'ordine del giorno n. A0039.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.

ODG n. A40

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Bigon, Montanariello, Guarda, Zanoni Ostanel, Lorenzoni, e Baldin relativo a "La Giunta regionale avvii la revisione del Piano energetico in base alle nuove linee guida europee e al Piano nazionale energia e clima del 21 gennaio 2020" RESPINTO

"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
con propria deliberazione n. 6 del 9 febbraio 2017, ha approvato, con ventisei voti favorevoli, sei astenuti ed undici contrari, il "Piano energetico regionale - fonti rinnovabili - risparmio energetico - efficienza energetica" (PERFER);
il 21 gennaio 2020 è stato Pubblicato il testo definitivo del Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC), passaggio fondamentale verso una reale decarbonizzazione e frutto di un proficuo confronto e lavoro comune tra Ministero e Regioni;
nel periodo 2021-2027 la UE ha tra i suoi obiettivi un'Europa più verde e priva di emissioni di carbonio grazie all'attuazione dell'accordo di Parigi e agli investimenti nella transizione energetica, nelle energie rinnovabili e nella lotta contro i cambiamenti climatici;
Considerato che:
sulla base dei dati rinvenibili dal Rapporto Statistico 2019 redatto dalla Giunta regionale in Veneto:
o nel 2019 il consumo finale di energia coperto da fonti rinnovabili era pari al 17,6% del totale;
o nel 2017 il 90,5% delle centraline posizionate nei capoluoghi do provincia hanno registrato oltre 35 superamenti annui del limite giornaliero di PM I O;
• l'Unione Europea ha tra i suoi obiettivi da conseguire entro il 2030 la riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990;
• la Corte di giustizia dell'Unione europea con sentenza del 10 novembre 2020 ha dichiarato che l'Italia, con specifico riferimento al materiale particolato PMlO, è venuta meno all'obbligo sancito dal combinato disposto dell'articolo 13 e dell'allegato XI della direttiva 2008/50 nonché all'obbligo previsto all'articolo 23, paragrafo l , secondo comma, di detta direttiva, di far sì che i piani per la qualità dell'aria prevedano misure appropriate affinché il periodo di superamento dei valori limite sia il più breve possibile;
• nel DEFR approvato a dicembre del 2020 sono stati inseriti importanti obiettivi per il miglioramento della qualità dell'aria tra cui attività di ricerca in merito all'uso dell'idrogeno;
• la Giunta regionale ha avviato delle azioni ed attività di miglioramento anche in collaborazione con le regioni vicine;
Tenuto conto che nel PDL 49 si ridisegnano alcune competenze in materia di energia "nelle more della revisione/aggiornamento del Piano energetico regionale o della definizione di un nuovo Piano".
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a presentare entro il 31 dicembre 2021 una revisione del Piano energetico regionale che renda sistematiche le azioni avviate, che sia in linea con gli obiettivi, le indicazioni e le direttive europee più aggiornate e con i contenuti del Piano Nazionale del Clima e dell'energia cogliendone i processi innovativi legati all'energ sostenibile".
Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Da quando siamo è stato approvato il Piano energetico regionale non sono passati molti anni, però nello stesso tempo è comunque cambiato il mondo, nel senso che, per fortuna, sia a livello nazionale, sia a livello europeo, hanno cominciato a esserci delle direttive e anche delle proposte e degli indirizzi molto più precisi. Oltretutto, non si chiama più Piano energetico, ma si chiama Piano dell'energia e del clima, che è una cosa molto più complessa, anche molto più ambiziosa.
Io guardo adesso chiaramente l'assessore Marcato e anche noi, nei vari convegni, siamo una Regione che sta puntando molto sull'aspetto energetico, sull'aspetto climatico, c'è una legge adesso che stiamo portando comunque anche avanti in Consiglio regionale. Insomma, ci sono degli indirizzi, ci sono dei passaggi fondamentali che dovremmo fare, però siamo anche però una Regione con un altissimo livello di inquinamento e anche un altissimo livello proprio di occupazione di suolo non legata ai cosiddetti progetti, che stanno molto a cuore per fortuna anche alla collega Ostanel, di rigenerazione.
Siamo una Regione che su alcune forme di energia alternativa non è che proprio abbia brillato, nel senso che abbiamo fatto diversi bandi, per esempio per le colonnine, ma al di là di questo non c'è stato – guardo il collega Lorenzoni – una pianificazione reale dell'elettrico. Abbiamo in sospeso un dibattito che ci vede anche uniti e divisi sulla questione del fotovoltaico, quindi ci sono diversi temi in ballo, all'interno della Regione Veneto, che andrebbero affrontati con coraggio, ma anche con velocità. Abbiamo tutto il tema del trasporto e spesso cominciamo a rivedere anche quello che è il piano della ciclabilità, tutto quello che è il piano dei nuovi acquisti sui nuovi mezzi: bene, tutte queste cose dovrebbero essere contenute all'interno di una strategia generale.
L'attuale piano non è solo incompleto per quelli che sono dei nuovi indirizzi che richiedono anche tempo per essere elaborati, non è solo incompleto perché in qualche modo ci sono delle azioni che la Regione ha anche avviato in termini di accordi, per esempio, interregionali – adesso non c'è qui l'assessore Bottacin che spesso ce li ricorda – per quanto riguarda l'inquinamento climatico, per non parlare dell'inquinamento delle acque, della vetustà per quanto riguarda anche l'aspetto, nelle città, degli impianti, ma non c'è solo questo: c'è un problema di strategia e di visione complessiva. E c'è il problema che noi abbiamo approvato, all'interno di questo provvedimento, degli emendamenti, proprio perché il piano in qualche modo non è completo e quindi abbiamo dato, finché non sarà rivisto il piano o non ci sarà la presentazione di un nuovo piano, alcune deleghe ai Direttori delle Aree competenti.
Ora ci sembrava corretto fare un ordine del giorno in cui mettiamo delle tempistiche alla presentazione, alla condivisione, al confronto del nuovo piano: può non essere il 31 dicembre, che è un tempo troppo stretto rispetto all'elaborazione di un piano così complesso, però mi aspetto in qualche modo che ci sia un confronto con dei tempi certi, perché anche i finanziamenti di cui noi parliamo hanno tempi certi ed alle volte alcuni sono legati anche alla pianificazione e senza quel piano, magari non riusciamo neanche a sfruttare al meglio le occasioni che spesso richiediamo dall'Europa, però quando l'Europa ce le dà, magari non siamo pronti ad accoglierle appieno. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Assessore Marcato, prego.

Ass.re Roberto MARCATO

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Le sembrerà strano, ma condivido ogni singola parola che lei ha detto, tranne il termine della scadenza, nel senso che il piano va rivisto, assolutamente sì, e io credo fortemente in questo tipo di strumenti; vorrei ricordare che io ho voluto accelerare e il piano che abbiamo oggi è frutto di una volontà precisa. Credo anche, però, visti gli appuntamenti che abbiamo come Regione su questo tema, che sia opportuno fare una revisione che sia assolutamente adeguata alle aspettative.
Dico anche che non ho nessun problema a condividere questa revisione in modo tale che sia il frutto di un'azione quanto più ampia possibile del Consiglio. Non sono in grado oggi di dire se il 31 dicembre avremo la revisione oppure no, io spero di sì; ovviamente gli uffici stanno lavorando e, appena avrò qualche notizia certa, vi darò informazioni.

PRESIDENTE

Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'Assessore. Lo solleciteremo ancora perché chiaramente questo tema sta reciprocamente a cuore, anche perché, come lei sa bene, da questo tema dipende anche il futuro e, quando parliamo di nuove generazioni, le nuove generazioni vivono anche di un ambiente in qualche modo sano, su cui ci si può muovere liberamente, in cui l'acqua comunque sia bevibile. Anche in questo caso, come per il Piano faunistico, alle volte noi parliamo, ma rischiamo di dare una visione estremamente limitata rispetto a quello che, invece, è in potenzialità, se uno va a leggersi bene le direttive europee, del Piano dell'energia e del clima.
Grazie. Mi spiace che non riusciamo a trovare un accordo su una data, magari "quanto prima" poteva essere inserito perché credo che sarebbe stato positivo uscire con una voce unica. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altri interventi per cui metto in votazione l' ordine del giorno n. A0040.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo alla votazione finale del PdL 49 nel suo complesso.
Ci sono dichiarazioni di voto? Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È chiaro che noi su questo provvedimento daremo un voto di astensione, nel senso che ci sono, come avevo già detto nella relazione iniziale, non mi ripeto, degli aspetti che condividiamo, ma altri che non condividiamo assolutamente, come il famoso articolo 16, di cui non abbiamo ancora compreso la portata, che ci preoccupa estremamente e su cui vigileremo; ci sono aspetti come il Piano del clima e dell'energia in cui ci sarebbe piaciuto avere scadenze anche più lunghe rispetto a quella che abbiamo proposto, in modo che la condivisione complessiva fosse effettiva e non ci lasciamo sempre con un "condividiamo, ma vediamo".
Ci asteniamo perché sul Piano faunistico, era un ordine del giorno, non era collegato agli articoli, però comunque abbiamo ancora un buco rispetto sia al metodo, sia agli obiettivi che dovrebbero vederci uniti, ma ad oggi non ci vedono assolutamente uniti, né abbiamo compreso cosa ci abbia detto l'Assessore in merito, se non quello che ci era stato detto sei anni fa.
Poi, abbiamo dei dubbi comunque – e vi ringraziamo perché sono stati accolti gli emendamenti – su tutte quelle che erano le politiche di genere e abbiamo anche detto che la collega Camani con l'assessore Marcato si era confrontata in sede di Commissione. Allora la decisione è stata quella di ampliare in qualche modo il target ma, secondo noi, non è proprio una scelta così corretta rispetto invece a un ampliamento unito magari a dei criteri più definiti di cosa significhi andare ad agevolare le imprese femminili.
Quello che ci aspettiamo da questa Regione è coraggio in termini di scelte sulla parità di genere: abbiamo tre proposte di legge ferme all'interno della Commissione, che vanno in questa direzione, delle varie Commissioni, in Commissioni diverse, e vorremmo portarli alla discussione perché quando poi si parla di questi temi i finanziamenti anche qui o sono collegati a una dimensione di programmazione e di visione complessiva o lasciano per forza il tempo che trovano, non per cattiva gestio, ma perché non abbiamo una verifica reale, che poi sarebbe anche richiesta, sull'efficacia di quello che stiamo andando a finanziare.
Per noi questo era un elemento fondamentale anche all'interno di questo provvedimento, abbiamo provato a farlo comprendere, ci siamo riusciti purtroppo solo in parte e questo è un altro elemento, per quanto ci riguarda, di rammarico. Dopodiché, siamo chiaramente anche qui in attesa di comprendere quale sia la reale volontà sulla governance delle future società.
Ringraziamo ancora per l'approvazione dell'ordine del giorno, andiamo in fiducia, ma la fiducia chiaramente poi si deve basare sui fatti e queste sono le motivazioni principali che ci portano a un voto di astensione: per alcuni aspetti siamo assolutamente ancora fortemente contrariati, per altri siamo fortemente dubbiosi e il dubbio o lo risolviamo sulla carta con gli atti oppure, se rimane dubbio, rimane chiaramente un buco politico su cui noi vogliamo non solo vigilare, vogliamo proporre e in qualche modo vogliamo delle risposte che comincino a essere determinate nei tempi, per evitare di lasciare comunque dei buchi, sia legislativi, sia di proposte, alla futura Legislatura come è successo nella Legislatura precedente. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, ha la parola, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Desidero anch'io esprimere un po' di perplessità in merito a questo progetto di legge a cui abbiamo dedicato, come Consiglio, diverse ore: adesso io non ne ho tenuto conto, però insomma, sommando le riunioni che abbiamo dedicato a questo adeguamento ordinamentale, credo che alla fine la montagna rischia di partorire il topolino, nel senso che manca, come ha già suggerito bene la collega Zottis, la progettualità. Qui abbiamo delle tematiche importanti, che per la Terza Commissione sono centrali: parliamo di energia, ricerca e innovazione. Su questo veramente le tematiche centrali su cui potevamo mettere un po' di elementi nuovi, un po' di dinamicità all'ordinamento regionale, io credo che non l'abbiamo colta come un'opportunità, quindi abbiamo dedicato molto tempo, molte risorse, però con un risultato decisamente modesto.
Ecco, l'auspicio è veramente che riusciamo a lavorare in modo più propositivo e più capace di interpretare questa nuova stagione che stiamo vivendo, in cui veramente dobbiamo imparare a darci delle norme diverse, perché a livello nazionale e a livello internazionale, c'è questo grande fervore di utilizzare il momento dell'uscita dalla pandemia per rilanciare l'economia, ma dobbiamo riuscire anche a declinarlo su scala locale e io credo che il lavoro che abbiamo fatto, dal punto di vista tecnico sia assolutamente ammirevole – e ringrazio veramente tutta la struttura che ha lavorato tantissimo – però dobbiamo avere un po' più di capacità di interpretare correttamente i tempi, perché sennò restiamo indietro. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione il progetto di legge n. 49 nel suo complesso come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA DEL CONSIGLIERE CIAMBETTI RELATIVA A "DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ELEZIONE DEL GARANTE REGIONALE DEI DIRITTI DELLA PERSONA". (PROGETTO DI LEGGE N. 67) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 18/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
" Signor Presidente, colleghi Consiglieri,
come noto la figura del Garante regionale dei diritti della persona, oggetto di espressa previsione statutaria, è ascrivibile alla categoria degli organismi di garanzia, connotati da profili di autonomia ed indipendenza nell'esercizio delle rispettive funzioni e dalla necessaria, specifica qualificazione delle persone ad essi preposte.
È indubbia la particolare rilevanza istituzionale delle funzioni svolte dal Garante, come peraltro emerso anche in occasione della presentazione da parte del Garante in scadenza di mandato della relazione annuale sulla attività svolta, in corso di esame da parte delle commissioni consiliari a vario titolo competenti.
Si pone ora l'esigenza, attesa tale rilevanza istituzionale dei compiti affidati, anche di derivazione dalla disciplina statale, ed i profili di discrezionalità, propri di un atto di nomina ascrivibile agli atti di alta amministrazione ed il cui esercizio non può essere disgiunto da aspetti di particolare responsabilità istituzionale dell'organo della Regione che la legge individua come competente alla elezione – e, si noti, a maggioranza particolarmente qualificata dei suoi componenti - di poter disporre della più ampia rosa di candidati fra i quali operare tale scelta.
Ne consegue la previsione di emissione di un nuovo avviso pubblico sul BUR per la presentazione di ulteriori candidature, prevedendo contestualmente la proroga, per non oltre 45 giorni, secondo la disciplina generale in materia di durata, scadenza e proroga degli organi di nomina regionale, del Garante in carica alla data di entrata in vigore della presente legge ed in imminente scadenza del mandato.
Conseguentemente, ed al fine di assicurare il puntuale espletamento della procedura di nomina, accettazione e giuramento del nuovo Garante entro la decorrenza del termine di proroga delle funzioni di quello in carica, si dispone la non applicazione dei termini previsti dalla legge regionale n. 27 del 1997 per l'integrazione delle candidature ad opera dei Consiglieri regionali in esito all'istruttoria dei competenti uffici; quanto sopra atteso che l'emissione di avviso pubblico sul BUR di riapertura termini, e la conseguente facoltà assicurata ad ogni cittadino in possesso dei requisiti richiesti di presentare la propria candidatura, unitamente agli altri soggetti individuati dalla norma, ivi compresi i consiglieri regionali, è ritenuta in grado di consentire il conseguimento degli obbiettivi che l'istituzione consiliare si propone di assicurare.
Completano l'articolato le disposizioni di carattere tecnico, in ordine alla clausola di neutralità finanziaria (articolo 2) e di immediata entrata in vigore della legge (articolo 3).
Nella seduta del 16 giugno 2021 la Prima Commissione consiliare ha proceduto a far illustrare l'articolato e ad esaminarlo, concludendo i propri lavori con l'approvazione a maggioranza del provvedimento.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Zaia Presidente (Cestaro, Gerolimetto, Sandonà con delega Bisaglia, Villanova), Liga Veneta per Salvini Premier (Cecchetto, Corsi con delega Cestari, Favero) e Lista Veneta Autonomia (Piccinini).
Ha espresso voto contrario il rappresentante del gruppo consiliare Partito Democratico Veneto (Possamai Giacomo)".

PRESIDENTE

Relatore è il collega Sandonà. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Questo progetto di legge si è reso necessario perché, come è noto, la figura del Garante regionale dei diritti della persona, oggetto di espressa previsione statutaria, è ascrivibile alla categoria degli organismi di garanzia, connotati da profili di autonomia e di indipendenza nell'esercizio delle rispettive funzioni e della necessaria specifica qualificazione delle persone addette ad esse proposte. È indubbia la particolare rilevanza istituzionale delle funzioni svolte dal Garante, come peraltro è emerso anche in occasione della presentazione, da parte del Garante in scadenza di mandato, della relazione annuale dell'attività svolta, la settimana scorsa in Prima Commissione, che è ancora in corso di esame da parte delle Commissioni consiliari a vario titolo competenti.
Si pone ora l'esigenza, attesa tale rilevanza istituzionale dei compiti affidati, anche di derivazione della disciplina statale e di profili di discrezionalità, propri di un atto di nomina ascrivibile agli atti di alta amministrazione ed il cui esercizio non può essere disgiunto da aspetti di particolare responsabilità istituzionale dell'organo della Regione, che la legge individua come competente alle elezioni e, si noti, a maggioranza particolarmente qualificata dei suoi componenti, di poter disporre della più ampia rosa di candidati fra i quali operare tale scelta.
Ne consegue, anche in virtù del fatto che, come tutti sappiamo, la vecchia legislatura è stata prolungata di quattro mesi per le note vicende legate al Covid, che l'iter si è allungato e si sono applicati, per alcune nomine di competenza di questo Consiglio, i poteri sostitutivi propri affidati al Presidente del Consiglio regionale. Le scadenze sono rimaste le stesse e questo progetto di legge è un'eccezione a quella che è comunque la regola di base che è stabilita dalla norma regionale.
Ne consegue la previsione di emissione di un nuovo avviso pubblico sul BUR per la presentazione di ulteriori candidature, prevedendo contestualmente la proroga per non oltre 45 giorni, secondo la disciplina generale in materia di durata, scadenze e proroga degli organi di nomina regionale del Garante in carica alla data di entrata in vigore della presente legge e di imminente scadenza del mandato.
Conseguentemente, al fine di assicurare il puntuale espletamento della procedura di nomina e accettazione del giuramento del nuovo Garante, entro la decorrenza del termine di proroga delle funzioni del Garante in carica, si dispone la non applicazione di termini previsti dalla legge regionale 27/97 per l'integrazione di candidatura ad opera di Consiglieri regionali in esito all'istruttoria dei competenti uffici.
Quanto sopra, atteso che l'emissione di avviso pubblico di BUR di riapertura termini e la conseguente facoltà assicurata ad ogni cittadino in possesso dei requisiti richiesti di presentare la propria candidatura, unitamente ad altri soggetti individuati dalla norma, ivi compresi i Consiglieri regionali ritenuti in grado di consentire il conseguimento degli obiettivi che l'Istituzione consiliare si propone di assicurare.
Il PdL in oggetto è composto di tre articoli: oltre all'articolo 1, che abbiamo spiegato, c'è l'articolo 2, che è la clausola di neutralità finanziaria, e l'articolo 3 che è l'entrata in vigore immediata della presente legge. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Correlatore è il collega Possamai Giacomo.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)

"Signor Presidente, colleghi consiglieri,

la settimana scorsa, intervenendo sull' articolo 16 del progetto di legge n. 49, poc'anzi votato da questa Assemblea, ho detto che profumava di condono. Questo che ci accingiamo a discutere è invece un progetto di legge che profuma di "rinvio in tribuna" o di proroga "ad personam"; diciamo che ho apprezzato lo sforzo del Presidente della Prima commissione di dare un taglio e una spiegazione istituzionale a questa proposta, dopodiché penso che in quest'Aula dobbiamo dirci parole di verità come ce le siamo dette in Commissione, nel senso che questa è una legge che nasce per sanare una situazione che reputiamo grave.

Parliamo di una figura importante, la figura del Garante regionale dei diritti della persona. In Commissione la settimana scorsa abbiamo avuto l'occasione di sentire le relazioni sulle attività svolte. Il Garante è una figura che, occupandosi di diritti della persona, riveste un ruolo chiave nell'architettura istituzionale della Regione e oggi chi riveste quella carica è una persona degnissima e di straordinaria competenza.

Il fatto che non si sia arrivati nei tempi dovuti all'individuazione di una persona tra quelle che si sono candidate o tra quelle che potevano essere candidate dai Consiglieri è un precedente grave, così come segna un precedente grave il fatto di dover approvare un progetto di legge per guadagnare 45 giorni e poter presentare ulteriori candidature. Quindi, si tratta di una modalità francamente non accettabile da parte nostra, per più motivi. Il primo è proprio quello che sancisce un precedente, dopo che abbiamo atteso mesi per nominare questa figura. Secondo: il fatto che una maggioranza così ampia come quella che siede in quest'Aula sia andata avanti mesi, come appreso dai giornali, a discutere su chi dovesse essere nominato salvo poi scoprire che, tra i candidati non ce n'era neanche uno in grado di svolgere questo ruolo, francamente colpisce e sconcerta.

Come già detto, l'obiettivo reale del progetto di legge è riaprire la possibilità di presentare una nuova candidatura. Io non posso dire altro se non che ci sembra un metodo non più ripetibile in quest' Aula, perché, appunto segna un precedente estremamente grave. Se si tratta di un'eccezione, ci vede comunque assolutamente contrari.

Ci auguriamo tuttavia che l'esito finale di questa vicenda, per una figura di così alto rilievo, sia quello di individuare una candidatura terza e di straordinario livello che porti all'investitura di un soggetto di grande autorevolezza."

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La settimana scorsa, intervenendo sull'articolo 16, ho detto che profumava di condono, mentre questo è un progetto di legge che profuma di rinvio in tribuna o di proroga ad personam, nel senso che ho apprezzato lo sforzo del presidente Sandonà di dare un taglio e una spiegazione istituzionale a questo progetto di legge, dopodiché penso che qui dentro dobbiamo dirci parole di verità, come ce le siamo dette in Commissione, nel senso che questa è una legge che nasce per sanare una situazione che, per quanto ci riguarda, è grave, nel senso che parliamo di una figura importante, la figura del Garante.
Ne abbiamo parlato in Commissione la settimana scorsa, quando abbiamo avuto l'occasione anche di sentire le relazioni: è una figura che, appunto, occupandosi di diritti della persona, è chiave nell'architettura istituzionale della Regione e il fatto che non si sia arrivati, nei tempi dovuti, all'individuazione di una persona tra quelle che si erano candidate o tra quelle che potevano essere candidate dai Consiglieri, per quanto ci riguarda, è un precedente grave, così come segna un precedente grave il fatto di dover fare un PdL, senza che ci giriamo tanto intorno, per guadagnare 45 giorni e poter presentare ulteriori candidature.
Quindi, da parte nostra si tratta di una modalità francamente non accettabile per tanti motivi e il primo è proprio quello che sancisce un precedente in una situazione in cui già abbiamo atteso mesi prima di nominare questa figura e la persona che oggi riveste quella carica è una persona degnissima e di straordinaria competenza, abbiamo avuto l'occasione di confrontarci con lei appunto la settimana scorsa. Ma l'idea che una maggioranza, con i numeri che ha in quest'Aula, sia andata avanti mesi – l'abbiamo appreso dai giornali, evidentemente perché noi della maggioranza non ne facciamo parte – a discutere e a rimpallarsi su chi dovesse essere la figura, salvo poi scoprire che tra quelle che si sono candidate non ce n'era neanche una evidentemente in grado di svolgere questo ruolo, francamente colpisce e sconcerta, anche perché è evidente, immagino, che l'obiettivo reale del PdL sia riaprire la possibilità, in questo caso, di presentare una candidatura, per cui scopriremo che ce ne sarà una terza.
Io non posso dire altro che ci sembra un metodo che non può essere ripetibile in quest'Aula, perché, appunto, se segna un precedente, è estremamente grave, e se si tratta di un'eccezione, ci vede, come dicevo prima, assolutamente contrari, ma ci auguriamo che l'esito finale di questa vicenda sia che, per una figura di così alto rilievo, si vada ad individuare davvero una persona terza e di straordinario livello, cioè che perlomeno questa toppa, francamente inguardabile, che è stata messa porti a un risultato positivo e quindi al fatto che la figura che andrà a rivestire questo ruolo sia una figura di grande autorevolezza. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io condivido le parole ovviamente del consigliere Possamai: anche io ho appreso dai giornali in realtà, dall'articolo della settimana scorsa, il motivo per cui oggi siamo a votare questo progetto di legge e mi sembra abbastanza imbarazzante; anch'io ho visto che nella relazione si portano ragioni tecniche, ma in realtà, abbiamo visto, dalle notizie di stampa, e mi sembra la conferma oggi, che questo non sia il motivo per cui oggi stiamo votando questo progetto di legge.
Soprattutto io credo che siamo in una situazione grave perché stiamo andando a nominare una persona che sta in un posto molto importante e credo che sappiamo tutti di cosa si occupa il Garante regionale dei diritti alla persona: abbiamo al primo posto la tutela dei diritti dei minori e sappiamo ovviamente, soprattutto in questo momento, quanto questo sia importante, e anche quella delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. E non è un caso che probabilmente, proprio per una figura così chiave e proprio per una figura per cui lavorare e essere nominati è un lavoro anche retribuito bene, ci siano queste difficoltà.
Allora, fatemi fare un ragionamento, visto che intervengo su questo punto e ovviamente, a mio parere, questo progetto di legge è contrario per le ragioni che vi sto dicendo, ma volevo prendere l'occasione per fare un intervento, anche aggiuntivo, rispetto a una posizione in generale sulle nomine delle partecipate, ma in questo caso le nomine di alcuni di quei luoghi, come questo, che sono assolutamente chiave e importanti e su cui non solo c'è bisogno di una procedura trasparente, come quella che poi possibilmente abbiamo e che oggi stiamo, invece, un po' definendo ad personam, ma soprattutto provare a capire come renderla più trasparente.
In questi mesi ho provato a fare un ragionamento su quelle Regioni che hanno una struttura di evidenza pubblica per tutte le nomine e non solo queste, particolari e, ahimè, ho visto che in Italia non ci sono grandi esempi, ma ci sono dei Comuni che, invece, sulle partecipate hanno svolto un lavoro importante di trasparenza, perché la trasparenza, ovviamente, è formale. Quindi si pubblicano, come la Regione Veneto fa, per carità, le varie possibilità e, quindi, vengono rese pubbliche, ma sappiamo bene che per rendere accessibile a tutti la trasparenza di queste possibilità, bisogna fare anche un lavoro aggiuntivo, può essere fatto anche un lavoro aggiuntivo.
Il Comune di Milano, per citare un esempio che riporto perché mi sembra interessante, promuove una serie di audizioni pubbliche, soprattutto per quelle figure, come quella che stiamo qui discutendo, il Garante dei diritti alla persona, per cui chi ha il compito di decidere può – non è obbligato – audire le candidature pervenute, può ascoltare, ad esempio, qual è l'impegno, il programma – lasciatemi usare questo termine – delle persone che si stanno audendo e alle volte vengono fatte anche delle audizioni pubbliche con gli stakeholder a cui quella persona poi si deve riferire per fare questo tipo di lavoro.
Questo è un Regolamento che è stato approvato, appunto, dal Consiglio comunale di Milano, non ce l'ha solo Milano, altri Comuni lo hanno e io penso che sia ora di fare un ragionamento e magari essere la prima Regione che lo fa, per avere non solo la trasparenza formale del fatto, come già la Regione Veneto ha, ma di pensare ad uno strumento per rendere accessibile davvero a quelle candidature esterne alla politica, perché sappiamo che in alcuni casi il criterio di competenza, soprattutto in questi posti e luoghi, è molto importante e quindi credo che alle volte la logica spartitoria o la logica di contrapposizione, che sembra vedersi anche dietro questo PdL, e non nella minoranza ma nella maggioranza, io credo che, invece, debba uscire dai criteri con cui si sceglie una persona che va in un luogo così importante: ricordiamoci per la tutela dei diritti dei minori e per la tutela delle persone che sono private della loro libertà, quindi una figura decisamente chiave.
Quindi, ricapitolando, la posizione ovviamente su questo progetto di legge, per quanto ho detto, è contraria e per tutte le premesse fatte, prendiamo però questa occasione, io vorrei lavorarci e ci lavorerò, per definire un programma, una modalità più trasparente di gestione di tutte le personalità e persone chiave che vogliamo poi posizionare nei luoghi importanti e che credo abbiano bisogno di una visione e anche un criterio di scelta più legato alla chiara fama e alla competenza, piuttosto che a di chi è o a chi è vicina quella persona.
Speriamo che questi giorni in più permettano di fare questo, quindi di poter avere un'evidenza più pubblica e maggiore in questi 45 giorni di proroga, e speriamo che arrivino candidature che vadano in questa direzione che ho appena detto.
Vi ringrazio per avermi ascoltato.

PRESIDENTE

Grazie. Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Hanno fatto bene il relatore, il correlatore e la consigliera Ostanel a tentare di introdurre degli argomenti anche politici in questa discussione. Io, invece, non parlerò né di metodo, né di finalità che dovremmo provare a raggiungere con la nomina del Garante regionale dei diritti della persona, non farò valutazioni rispetto a come sarebbe importante valorizzare la figura della cui nomina stiamo parlando e non farò neanche valutazioni su quale sarebbe il modus operandi migliore, attraverso il quale un ente pubblico dovrebbe individuare le figure chiave, perché di tutto questo dentro questo progetto di legge non c'è traccia.
Questa è sostanzialmente la scrittura in un testo di legge di un'operazione becera di cooptazione. Punto e fine del tema. Non stiamo parlando di diritti da garantire attraverso figure istituzionali, non stiamo parlando di metodi più o meno trasparenti, stiamo solo offrendo il tempo del Consiglio regionale per mettere una pezza rispetto al fatto che nella maggioranza non vi siete messi d'accordo su chi nominare come Garante per i diritti della persona della nostra Regione. Punto. Di questo stiamo parlando.
Lo dico per evitare che si ripetano le false risatine rispetto a cosa si fa a Roma, in Parlamento, nel Governo, cioè voi state impegnando il Consiglio della Regione del Veneto per questa ragione e io penso che, proprio perché stiamo parlando di un organismo di garanzia, caratterizzato da autonomia e indipendenza – ho citato le parole del correlatore presidente Sandonà – io credo che questa discussione sia svilente per il Consiglio e per l'Istituzione che rappresentiamo.
E non prendiamoci in giro: non è il Covid o l'allungamento conseguente della legislatura scorsa la ragione per cui ci troviamo qua; noi ci troviamo qua perché i soggetti che hanno presentato il curriculum e la richiesta nei tempi che voi avete definito, attraverso un avviso pubblico, non vi andavano bene, anzi non eravate in grado di mettervi d'accordo su chi, tra quelli, scegliere. Ed erano tutte figure altamente qualificate, tant'è che, dentro la discussione e l'interlocuzione che c'è stata tra maggioranza e minoranza, abbiamo ragionato su figure tutte qualificate, tanto che su quelle figure gli uffici hanno anche fatto l'istruttoria e gli uffici della Regione le hanno tutte considerate aventi i requisiti necessari.
Allora, io voglio sapere, se avete fatto il bando di avviso pubblico, se alcune persone hanno presentato il curriculum, se gli uffici della Regione hanno detto che, tra tutti quelli che l'hanno presentato, c'erano diverse persone che avevano i requisiti, qual è la motivazione per cui oggi ci chiedete una proroga dell'avviso pubblico, perché non è il Covid, non è il fatto che non ci siano stati curriculum adeguati, ma la motivazione è un'altra e va esplicitata, per serietà, dentro questo Consiglio. La motivazione è che non vi siete messi d'accordo dentro una discussione tutta collegata alla maggioranza, proprio per via della garanzia, dell'autonomia e dell'indipendenza: non si è scelto insieme collegialmente, tra chi si era candidato, chi meglio degli altri poteva svolgere quella funzione, ma avete detto: siamo la maggioranza, decidiamo noi, e non siamo capaci di metterci d'accordo rispetto a due, tre o quattro.
Quindi sarà divertente adesso vedere, una volta che questo PdL sarà approvato e riaprirete il bando di gara, chi depositerà un nuovo curriculum: sarà interessante vederlo quel curriculum o se vi rimetterete d'accordo e andrete a pescare uno dei precedenti.
È un meccanismo svilente anche per le professionalità che il curriculum l'avevano depositato e che avevano i requisiti per svolgere questa funzione, sia di tipo professionale che tipo morale, alle quali abbiamo detto no, perché non andava bene a un pezzo della maggioranza.
Ora, io veramente non sono nuova alla politica, quindi non voglio essere particolarmente stucchevole in questa discussione, ma guardate che siamo davvero oltre il tollerabile e c'è anche un principio di regolarità che, secondo me, viene messo in discussione con questo PdL, cioè se io sono una di quelle persone che ha presentato il curriculum entro i termini previsti dall'avviso pubblico che voi avete pubblicato, se sono stata considerata idonea dagli uffici che hanno fatto l'istruttoria e poi, al posto mio, viene nominata una terza persona che, invece, ha potuto accedere all'avviso dopo che voi avete riaperto i termini senza motivazione tecnica, io qualche problemino me lo porrei e potrei tranquillamente fare ricorso, perché questo provvedimento ha anche, secondo me, dei profili di irregolarità, a proposito di trasparenza, consigliera Ostanel, con la quale si possono scegliere le figure migliori.
Ecco – e concludo – sono d'accordo con il capogruppo Possamai quando dice che questo modo di procedere al netto del giudizio politico e al netto del giudizio tecnico, rappresenta un precedente pericoloso: noi stiamo negando sostanzialmente il fatto che la procedura dell'avviso pubblico e, quindi, della trasparenza, sia un meccanismo di scelta. Noi stiamo negando il fatto che, almeno formalmente, possiamo scegliere chi si candida a svolgere alcune funzioni. È un precedente pericoloso che va denunciato e rimarremo tutti in attesa di vedere quali saranno le figure nuove che si presenteranno al nuovo avviso pubblico che intendete emettere nuovamente. Grazie.

PRESIDENTE

Sui profili di illegittimità mi sento di rassicurarla che sta sbagliando.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Vede, non credo che ci possano essere delle motivazioni tecniche che sono spiegate all'interno del progetto di legge, però le motivazioni politiche sono estremamente fragili, deboli e, per quanto ci riguarda, inaccettabili, perché c'era il tempo di individuare delle figure all'altezza di questo ruolo, un ruolo importante per quello che sta succedendo oggi, forse ancora più importante di ieri perché, purtroppo, la pandemia ha in qualche modo fatto esplodere delle fragilità, alcune latenti e alcune nuove. Quindi oggi c'era bisogno, ancora più di ieri, di avere comunque questa nomina nei tempi certi, una nomina con un profilo elevato, una nomina che fosse all'altezza del lavoro fatto fino ad oggi, perché è stato fatto sicuramente un lavoro di alta qualità da chi ricopre oggi questo ruolo.
Abbiamo potuto audire le relazioni all'interno della Quinta Commissione, abbiamo potuto audire quelle che sono le criticità anche, per esempio, sul settore minori, che ci sono all'interno della Regione Veneto, c'è bisogno di dare continuità a quel lavoro, c'è bisogno di dare continuità a quelle relazioni, perché si tratta di un ruolo con competenze giuridiche, si tratta di un ruolo con competenze sociali, si tratta di un ruolo di relazione: è una persona assolutamente con un profilo altissimo umano e professionale.
Che in tutti questi mesi non si sia potuto politicamente individuare un soggetto di questo livello, per noi è poco accettabile e poco serio nei confronti dei veneti e nei confronti di quei veneti che in questo momento stanno soffrendo, nei confronti di quelle famiglie che purtroppo si ritrovano in mezzo a dei momenti di difficoltà estrema, di violenza, di quei minori che purtroppo si trovano in un vuoto, di quei soggetti all'interno delle carceri che, per fortuna, hanno avuto nella figura del Garante un riferimento con cui potersi confrontare.
Quindi il voto contrario nostro non è un voto solo per il fatto che il progetto ha scarse motivazioni tecnico-giuridiche, ma è proprio un voto politico, un voto politico contrario ad andare avanti, al non essere riusciti, fino ad oggi, a mettersi d'accordo su chi inserire all'interno, su chi avrebbe dovuto prendere il posto di chi c'è oggi e su chi porterà sulle proprie spalle questo tipo di competenze e questo tipo di professionalità.
È un voto politico anche, se vogliamo, pesante perché, ripeto, stiamo parlando di diritti delle persone e di una Regione che deve garantire alle persone più fragili maggiori diritti e sempre maggiore certezza. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Correlatore, per replica.

Luciano SANDONA' (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Vede, consigliera Zottis, è per questo motivo che noi abbiamo portato questo progetto di legge, cioè per dare la continuità all'ufficio e alle funzioni del Garante, che verrà prorogato per 45 giorni, quindi è proprio per questo motivo. Poi chiaramente siamo stati dentro un periodo eccezionale perché il Covid ha prorogato le elezioni di quattro mesi e le scadenze sono rimaste le stesse. In questo abbiamo visto benissimo che il Presidente del Consiglio regionale, come ho già indicato prima, ha effettuato delle nomine con i poteri sostitutivi in quanto, con le medesime scadenze e con la presentazione delle candidature, poi c'è stata evidentemente tutta la fase in cui si sono ordinate le candidature, si sono valutati i curriculum, si sono portati in Commissione, ma non è stato sufficiente per andare all'interno nei termini, che erano previsti come termini perentori per la nomina delle persone nei vari enti e abbiamo moltissimi esempi anche in questa legislatura di applicazione dei poteri sostitutivi da parte del Presidente del Consiglio regionale.
Quindi la motivazione è prettamente tecnica per dare la possibilità al Consiglio regionale di effettuare un voto che sia pienamente valido e all'ufficio di andare a continuare nella proroga della sua attività.
Chiaramente abbiamo visto anche noi la ricostruzione un po' fantasiosa della stampa di quello che è stato l'iter di questo PdL, che è stato presentato e portato qui in Consiglio regionale in maniera anche abbastanza veloce per dare la possibilità di dare continuità, come ho già detto, all'ufficio del Garante e quindi con questo abbiamo previsto una norma ad hoc.
Ricordo, per chiudere, altresì, che abbiamo portato già una norma, mi sembra nello scorso collegato, ad hoc, in cui modificavamo i termini per il giuramento e il subentro del nuovo Garante al vecchio: già questa era una modifica delle norme che riguardavano proprio l'elezione del Garante regionale della persona. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Correlatore Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Al di là ovviamente del voto contrario, nel senso che è un voto politico, è evidente che, di per sé, è necessario adesso prorogare la Garante, perché sarebbe sbagliato lasciare vacante quella situazione, ma sicuramente non può che essere contro il nostro voto.
Io ho rispetto reale e sincero, lo sa, per il lavoro in Commissione che fa il presidente Sandonà, ma devo dire che sentivo rumore di unghie sugli specchi, anche se siamo a qualche metro di distanza, nel senso che invocare il Covid su questa vicenda, secondo me, è quanto meno fantasioso, per usare l'aggettivo che ha usato lei prima in riferimento agli articoli di stampa. È assolutamente evidente che nei mesi, come si è discusso delle altre nomine, questa, per inciso, è, appunto, una nomina che la maggioranza ha inteso esprimere, quindi la possibilità di esprimerla di portarla e di farla approvare al Consiglio c'era tutta
Per noi la questione di fondo è questa: non si può sancire, non si può stabilire un precedente tale per cui, se la maggioranza non trova un'intesa su una figura, si fa addirittura un progetto di legge di proroga per dare il tempo di trovare altre figure e poi di nominare figure che vengono candidate successivamente.
Questo è successo, questo è quanto è accaduto, per cui si tratta di un fatto che ha a che fare con la politica e non con la pandemia. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione l'articolato.
Articolo 1. Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2. Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n. 3.
Guarda, ha chiesto la parola? Collega Guarda, vedo una richiesta di intervento.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Chiedo scusa, Presidente, si è bloccata l'applicazione.

PRESIDENTE

Bene. Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

In dichiarazione di voto?

PRESIDENTE

Prego, siamo dichiarazioni di voto.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Perfetto. Grazie mille, Presidente.
Guardate, ho ascoltato con attenzione la condivisione di questo confronto su questo progetto di legge riguardo la figura del Garante dei diritti e, da questo punto di vista, ad essere sincera, mi permetto di intervenire proprio per dichiarare ufficialmente il voto contrario di Europa Verde a questo progetto di legge e a precisare due questioni: la prima è nel merito della scelta che si dovrà fare tra 45 giorni e, di conseguenza, andare a scegliere una figura che professionalmente e anche umanamente sia di una caratura almeno pari della Garante uscente e che dia nuovo impulso a quello che è un lavoro che è stato fatto in questi anni, garantendo un dialogo e una presenza attiva e determinata, specie in quei territori dove la figura del Garante sino ad oggi ha fatto molta fatica a realizzare e a creare relazioni positive e propositive anche in relazione al rapporto con le Istituzioni.
Dall'altra parte, mi permetto di precisare una cosa anche ai colleghi di maggioranza: non si è mai visto, penso, in queste Legislature un inizio di Legislatura con così tanti progetti di legge che in realtà nulla apportano alla qualità del lavoro del Consiglio, dell'Istituzione regionale, se non venendo incontro a necessità della maggioranza. Lo vediamo oggi con un progetto di legge che serve a mettere in pace per altri 45 giorni una decisione che politicamente, come abbiamo appreso anche nella Commissione delle scorse settimane, sta mettendo in difficoltà i rapporti di equilibrio nella maggioranza, alla ricerca di una persona altamente qualificata, che venga scelta, proposta e votata dalla maggioranza, che ha tutti i numeri per farlo.
Ma l'abbiamo visto anche quando vi è stata quella legge senza contenuto, che aveva l'unico scopo di far prendere del tempo alla Giunta, dando mandato alla Giunta di fare ciò che poteva tranquillamente fare senza un progetto di legge.
Quindi siamo di fronte a un approccio politico che, devo essere sincera, è abbastanza deludente e credo sia necessario, anche nella maggioranza, fare una profonda riflessione sull'utilità del lavoro di Consiglio rispetto a questi progetti che, appunto, vengono incontro soltanto a delle esigenze politiche vostre e non, invece, alle reali esigenze operative dell'Istituzione regionale e della popolazione veneta.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione il progetto di legge n. 67 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Sospendiamo per arieggiare l'Aula per 15 minuti e riprendiamo i lavori alle ore 17.00. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 16.42
La Seduta riprende alle ore 17.08
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta del Consiglio. Siamo al punto n. 8) all'ordine del giorno.
PUNTO
8



PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI VALDEGAMBERI, BARBISAN, BET, BOZZA, CENTENARO, CESTARI, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FORMAGGIO, MICHIELETTO, POLATO, RIZZOTTO, SANDONÀ, SORANZO, SPONDA, VENTURINI, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "SEMPLIFICAZIONI IN MATERIA URBANISTICA ED EDILIZIA PER IL RILANCIO DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI E LA PROMOZIONE DELLA RIGENERAZIONE URBANA E DEL CONTENIMENTO DEL CONSUMO DI SUOLO – 'VENETO CANTIERE VELOCE'". (PROGETTO DI LEGGE N. 20) INIZIO

Relazione della Seconda commissione consiliare.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi Consiglieri
Il 1° giugno 2021 è entrato in vigore il decreto legge 31 maggio 2021, n. 77, rubricato "Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure" (c.d. "Decreto Semplificazioni"), i cui 2 assi portanti sono la Governance del "Piano nazionale di ripresa e resilienza" e le semplificazioni procedurali, alcune delle quali attengono anche la materia dell'edilizia.
Ed è proprio l'esigenza di una semplificazione del settore edilizio ed urbanistico la finalità del presente progetto di legge che è stato presentato, avendo come scopo principale, appunto, quello di snellire ed accelerare alcuni procedimenti urbanistici ed edilizi, riducendo oneri ed adempimenti, al fine di agevolare la rigenerazione e l'efficientamento del patrimonio edilizio esistente.
Quello edilizio è infatti un settore che, soprattutto a seguito della drammatica pandemia da Covid 19 e delle conseguenti stringenti misure di lock down, è stato fortemente colpito e penalizzato anche nella nostra Regione con pesantissime conseguenze per tutta la filiera, formata da aziende edili, studi professionali e aziende fornitrici di materiali. Per fronteggiare questa crisi, a livello nazionale, il Governo ha emanato diverse misure di sostegno (quali il Superbonus 110%, e il "bonus facciate"), l'introduzione delle quali rende possibile prefigurare un certo recupero dell'edilizia, settore che rimane a tutt'oggi, trainante per molti altri comparti dell'economia.
Il presente progetto di legge, in linea con le misure statali adottate, si pone dunque come obiettivo di semplificare gli interventi nel settore edilizio favorendone così il rilancio e, con esso, la ripresa economica e produttiva anche della Regione Veneto, in particolare puntando ad agevolare la rigenerazione e l'efficientamento del patrimonio edilizio esistente. Il progetto di legge muove dalla considerazione che la variabile tempo ha acquisito sempre più un'importanza fondamentale e, dal momento in cui l'accento si è spostato dal "quanto" al "quando", diviene prioritario e determinante semplificare e garantire tempi sempre più veloci, allo scopo di restituire fiducia a chi vuole ancora investire in questo settore, assicurando così occupazione e sviluppo per tutta l'economia veneta.
Oltre ai cittadini proprietari di immobili e alle imprese, beneficeranno della nuova normativa anche i comuni, per i quali si prefigurano strumenti volti a rendere più semplici e agevoli le attività di loro competenza.
Il progetto di legge è formato da 13 articoli ed in particolare:
- l'articolo 1 presenta le finalità che la legge intende perseguire;
- l'articolo 2 detta disposizioni attuative dell'articolo 23 del TUE, specificando quali interventi sono considerati in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali recanti precise disposizioni planovolumetriche;
- l'articolo 3 chiarisce le diverse fasi e tempistiche delle varianti semplificate previste dall'articolo 14 bis della legge regionale n. 14 del 2001 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio" di cui propone l'integrale sostituzione;
- l'articolo 4, che modifica l'articolo 20 della legge regionale n. 11 del 2004, mira ad ampliare le possibili varianti al Piano degli interventi connesse all'approvazione dei Piani urbanistici attuativi;
- l'articolo 5, al fine di coordinare la legislazione regionale alle vigenti disposizioni contenute all'articolo 23-ter del TUE sul mutamento d'uso urbanisticamente rilevante, introduce nella legge regionale n. 11 del 2004 l'articolo 42 bis che detta la disciplina regionale del mutamento della destinazione d'uso;
- l'articolo 6, detta disposizioni in merito alle modalità per l'eliminazione degli abusi relativi ad interventi eseguiti in parziale difformità dal permesso di costruire di cui all'articolo 34 del TUE, introducendo a tale scopo una specifica disposizione all'articolo 93 della legge regionale n. 61 del 1985 "Norme per l'assetto e l'uso del territorio";
- l'articolo 7, intende dare attuazione dell'articolo 9 bis, comma 1 bis del TUE, introducendo un nuovo articolo 93 bis nella legge regionale n. 61 del 1985 in materia di stato legittimo degli immobili e tolleranze;
- l'articolo 8, per agevolare l'esecuzione di interventi relativi al Superbonus 110% (l'agevolazione prevista dal Decreto Rilancio), introduce nella legge regionale n. 21 del 1996 "Nuove modalità di calcolo delle volumetrie edilizie, dei rapporti di copertura, delle altezze e delle distanze limitatamente ai casi di aumento degli spessori dei tamponamenti perimetrali e orizzontali, per il perseguimento di maggiori livello di coibentazione termo acustica o di inezia termica", l'articolo 2 bis che consente ai comuni di valutare la concessione a determinate condizioni dell'occupazione gratuita di suolo pubblico, finalizzata alla realizzazione degli interventi di isolamento termico delle pareti nel caso di edifici esistenti a confine con spazi pubblici,;
- l'articolo 9, mediante una modifica dell'articolo 5, comma 2, della legge regionale n. 24 del 1991 "Norme in materia di opere concernenti linee e impianti elettrici sino a 150.000 volt", oltre a provvedere all'aggiornamento dei riferimenti legislativi relativi al Codice dei beni culturali e del paesaggio, chiarisce un passaggio relativo all'acquisizione dell'autorizzazione paesaggistica;
- l'articolo 10 modifica l'articolo 10 della legge regionale n. 14 del 2019 "Veneto 2050", con l'introduzione del comma 2 bis che consente di intervenire in via diretta con permesso di costruire o SCIA anche qualora l'intervento ricada in più ampi ambiti territoriali assoggettati a piano urbanistico attuativo dallo strumento urbanistico generale;
- l'articolo 11, infine, mira ad agevolare i comuni nel calcolo del contributo di costruzione di cui al Titolo II, capo II, sezione II del TUE, dando indicazioni alla Giunta regionale affinché predisponga una apposita applicazione informatica (Software e App), anche conferendo a tale scopo un incarico ad aziende o studi professionali del settore.
- l'articolo 12, contiene la norma finanziaria riferita alla spesa prevista all'articolo 11.
L'ultimo articolo è relativo all'entrata in vigore.
In data 23 novembre 2020 il Presidente del Consiglio ha provveduto alla richiesta del parere al Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) ai sensi della legge regionale n. 31 del 2017; Il CAL non si è espresso nei termini previsti e, poiché dal 31 marzo 2021 lo stesso non era più operativo, si è ritenuto, attesa 3 l'assenza di diverse richieste nel corso dell'iter istruttorio, ed anche sulla base di quanto previsto dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale in data 20 aprile 2021, di dare corso all'iter legislativo.
Nel corso del lungo ed approfondito esame, la Seconda Commissione ha provveduto ad aggiungere alcuni articoli, a modificarne alcuni altri, nonché a stralciarne altri ancora.
In sede di esame la Commissione ha tenuto conto di osservazioni, pareri e proposte provenienti da diversi portatori di interesse (ANCI Veneto; referenti dei Settori Urbanistica/Edilizia Privata/Pianificazione territoriale e sindaci di molti comuni del Veneto; ANCE Veneto; ordini professionali provinciali; associazioni ambientaliste), invitati ad esprimersi per iscritto mediante Consultazione ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento del Consiglio regionale, comma 1, lettera b.
Acquisito il parere favorevole della Prima Commissione (seduta del 9 giugno 2021), ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento, e avvalendosi, in sede d'esame, dell'assistenza giuridica garantita dal Servizio Affari Giuridici e Legislativi del Consiglio e dell'assistenza tecnica della Direzione pianificazione territoriale della Giunta, la Seconda Commissione nella seduta del 10 giugno ha concluso i propri i lavori in ordine al progetto di legge n. 20 e lo ha approvato a maggioranza.
Favorevoli il Presidente Rizzotto ed i Consiglieri Bet, Cavinato, Centenaro, Michieletto, Sponda, Vianello e Zecchinato (Zaia Presidente), Cestari e Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), Formaggio e Soranzo (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni) e Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto).
Contrari i Consiglieri Montanariello e Zanoni (Partito Democratico Veneto)".

PRESIDENTE

Prego, collega Zecchinato.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie. Buongiorno, Presidente e colleghi Consiglieri.
Il 1° giugno 2021 è entrato in vigore il decreto 77/2021, meglio conosciuto come decreto "Semplificazioni", i cui i due assi portanti sono la governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le semplificazioni procedurali, alcune delle quali attengono anche la materia dell'edilizia.
È proprio l'esigenza di una semplificazione del settore edilizio ed urbanistico la finalità anche del presente progetto di legge, che ha lo scopo principale, appunto, di snellire e accelerare alcuni procedimenti urbanistici ed edilizi, riducendo oneri ed adempimenti, al fine di agevolare la rigenerazione, e l'efficientamento del patrimonio edilizio esistente.
Questo provvedimento si inserisce come misura strutturale e quindi non come misura a tempo, anche per dare risposta, però, immediata alla filiera del mondo delle costruzioni rispetto alle misure di sostegno previste: penso al super bonus 110%, il bonus facciate e, appunto, al il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il presente progetto di legge, quindi, ha come obiettivo la semplificazione per gli interventi del settore edilizio, favorendone così il rilancio, puntando ad agevolare la rigenerazione e l'efficientamento del patrimonio edilizio esistente.
Il progetto di legge muove dalla considerazione che la variabile tempo ha acquisito sempre più importanza fondamentale, quindi l'accento è spostato dal quanto al quando.
Oltre ai cittadini, a immobili e imprese beneficeranno della nuova normativa anche i Comuni, per i quali si prefigurano strumenti volti a rendere più semplici ed agevoli le attività di loro competenza.
Il progetto di legge è formato da 13 articoli.
Nel primo articolo, che ha le finalità generali, si evince che non è un provvedimento a tempo, ma è un provvedimento strutturale.
L'articolo 2 detta disposizioni attuative dell'articolo 23 del DPR 380/2001 e specifica quali interventi sono considerati in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali, recanti precise disposizioni planivolumetriche. Su questo punto va detto che l'articolo prevede che si possa intervenire in via diretta per quegli interventi per i quali lo strumento già stabilisce l'altezza, quindi l'ambito di massimo inviluppo del fabbricato e consente di intervenire velocemente. Questo alla luce anche del fatto che tutti i Comuni sono dotati di Regolamento edilizio (adesso adeguato per la maggior parte al Regolamento edilizio tipo), di prontuari per la qualità architettonica e la mitigazione ambientale, di schede e norme, per cui sostanzialmente quasi tutti i Comuni sono dotati anche di questi strumenti.
L'articolo 3 chiarisce le diverse fasi e tempistiche delle varianti semplificate previste dall'articolo 14 bis della legge 14 del 2011 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio", di cui propone l'integrale sostituzione, che va a chiarire alcuni passaggi e ricomprende, tra gli ambiti con variante semplificata, anche quelli di rigenerazione urbana.
L'articolo 4, che modifica l'articolo 20 della legge 11 del 2004, mira ad ampliare le possibili varianti al Piano degli Interventi, connesse all'approvazione di piani urbanistici attuativi. Ecco, qui va detto che, nel rispetto delle autonomie locali, è previsto un passaggio sempre in Consiglio comunale, come per altri articoli che vedremo poi.
L'articolo 5, al fine di coordinare la legislazione regionale alle vigenti disposizioni contenute all'articolo 23 ter del Testo Unico dell'Edilizia sul mutamento d'uso, urbanisticamente rilevante, introduce nella legge regionale n. 11 del 2004 l'articolo 42 bis, che detta la disciplina regionale del mutamento della destinazione d'uso.
L'articolo 6 detta disposizioni in merito alle modalità per l'eliminazione degli abusi relativi ad interventi eseguiti in parziale difformità dal permesso di costruire, di cui all'articolo 34 del DPR 380 del 2001, introducendo a tale scopo una specifica disposizione all'articolo 93 della legge regionale 61 dell'85. Questo avviene nell'ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia e anche di ristrutturazione urbanistica, in particolare negli interventi di demolizione e ricostruzione.
L'articolo 7 intende dare attuazione all'articolo 9 bis, comma 1 bis, del Testo Unico dell'Edilizia, introducendo un nuovo articolo 93 bis della legge regionale n. 61 dell'85 in materia di stato legittimo degli immobili e tolleranze.
L'articolo 8, per agevolare l'esecuzione degli interventi relativi al superbonus 110, introduce nella legge regionale 21 del 96, l'articolo 2 bis, che consente ai Comuni di valutare la concessione, a determinate condizioni, dell'occupazione gratuita di suolo pubblico, finalizzata alla realizzazione degli interventi di isolamento termico delle pareti, nel caso di edifici esistenti al confine con spazi pubblici.
Ecco, su questo dopo, Presidente, depositerò un emendamento sull'articolo 8, con la proposta di sostituirlo, perché c'è un chiarimento già discusso in parte in Commissione con il legislativo.
L'articolo 9, relativo alle opere concernenti linee ed impianti elettrici sino a 150.000 volt, prevede di aggiornare innanzitutto i riferimenti legislativi, perché erano datati nella legge, in materia di codice dei beni culturali e del paesaggio, e chiarisce un passaggio relativo all'acquisizione dell'autorizzazione paesaggistica, eliminando un doppio passaggio in quanto la legge prevedeva due passaggi, anche in presenza di autorizzazione paesaggistica già rilasciata, per cui con notevole risparmio di tempo.
L'articolo 10, modifica l'articolo 10 della legge 14 del 2019 e prevede l'introduzione al comma 2 bis della concessione di interventi in via diretta con permesso di costruire o SCIA, anche qualora l'intervento ricada in più ampi ambiti territoriali assoggettati a PUA dallo strumento urbanistico generale. Anche in questo caso, comunque, è riconosciuto sempre un ruolo attivo del Comune, in quanto è necessaria sempre la deliberazione del Consiglio comunale.
L'articolo 11 mira, infine, ad agevolare i Comuni nel calcolo del contributo di costruzione, dando indicazioni alla Giunta regionale affinché predisponga un'apposita applicazione informatica, anche conferendo, a tale scopo, incarico ad aziende o studi professionali del settore.
L'articolo 12 contiene la norma finanziaria riferita alla spesa di cui all'articolo 11.
L'ultimo articolo è relativo all'entrata in vigore.
Sostanzialmente, per concludere, si tratta di un provvedimento che è molto atteso e questo è stato visto anche nella fase di consultazione, in quanto i Comuni, l'ANCI, l'ANCE e gli Ordini professionali sono stati invitati ad esprimersi nell'ambito della Commissione, anche per iscritto, ed effettivamente, appunto, sono pervenute molte osservazioni che sono state valutate e discusse nell'ambito della Commissione.
Si tratta di un provvedimento per certi versi innovativo e anche in alcuni tratti coraggioso, ma necessario per dare risposte adeguate ai tempi.
Infatti, nella storia urbanistica abbiamo visto varie fasi: una fase dell'infrastrutturazione del Paese, dove grande impulso è stato dato alle opere e alle leggi sugli espropri, una fase in cui si è cercato di regolamentare gli aspetti igienico-sanitari, perché quello era il problema, una parte in cui si è passati a pianificare, con i primi piani di fabbricazione e i primi piani regolatori, una fase di pianificazione vera e propria territoriale e urbanistica, arrivando a quelli che conosciamo come piani strutturali e piani operativi.
Oggi siamo in un'epoca in cui l'obiettivo è la gestione accurata del consumo di suolo, l'obiettivo è la rigenerazione urbana e l'efficientamento delle città e degli edifici; non c'è miglior soluzione per limitare il consumo di suolo di rendere fattibili, appetibili e realizzabili interventi sugli edifici esistenti, sul patrimonio esistente, ma anche sulle aree già vocate all'edificazione.
Questo progetto di legge, che prevede semplificazioni e uno snellimento degli iter burocratici, prevede di agire su aree già edificate, su edifici esistenti, prevede di agire su aree che lo strumento urbanistico ha già individuato come aree edificabili, per cui non è un provvedimento che fa consumo di suolo e che lede le Autonomie Locali, in quanto nei passaggi in cui si è previsto, ad esempio nel caso di Piani urbanistici che possono fare variante urbanistica, il passaggio in Consiglio comunale con le classiche forme di pubblicazione e di osservazioni, quindi di partecipazione al procedimento.
Quindi, con questo provvedimento si è inciso sui procedimenti, sulle possibilità operative e l'auspicio è che questo Consiglio possa approvare questo PdL tanto atteso in questo momento storico. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire, in qualità di correlatore, il consigliere Zanoni. Collega Zanoni, non la sentiamo: la vediamo, ma non la sentiamo. Collega Zanoni, se può venire in Aula.
La sento, Consigliere, prego, se vuole intervenire, adesso la vediamo e la sentiamo.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Buongiorno a tutti.
L'oggetto di questa legge è anche lusinghiero perché parla di semplificazioni in materia di urbanistica ed edilizia per il rilancio del settore delle costruzioni e la promozione della rigenerazione urbana e del contenimento del consumo del suolo "Veneto cantiere veloce". È stata presentata il 16 febbraio 2020, ci sono state molte modifiche in Commissione, ma, in realtà, rispetto a quello che dice l'articolo, si tratta di tutt'altro.
È una normativa, a mio avviso, a nostro avviso, non necessaria in questo momento ai cittadini del Veneto: nessuno sentiva il bisogno di una normativa del genere, che si traduce in un attacco al sistema della pianificazione, che la nostra Regione si è data in anni di normative in materia urbanistica.
Nel titolo si parla di semplificazione, ma nei fatti, in questa norma, in molti dei suoi articoli, invece di semplificare, introduce nuove procedure, nuova burocrazia. Spesso si ricalcano norme statali, costringendo poi le Amministrazioni locali a creare nuove procedure e, conseguentemente, a creare confusione, che genera delle ripercussioni negative anche sui cittadini che la devono rispettare assieme ai liberi professionisti.
I famigerati Piani Casa dovrebbero averci insegnato che certe scorciatoie, invece di portare dei benefici alle nostre comunità, portano obbrobri, liti, contenziosi, che poi vanno a far felici i legali perché si innescano ricorsi alla giustizia amministrativa, con effetti deleteri per le nostre comunità e i nostri Comuni.
Perciò è una norma che potrebbe anche essere controproducente. Avevamo veramente bisogno di questa normativa del cantiere veloce? È stato detto che non genera consumo del suolo, però sappiamo come viaggia il consumo del suolo in Veneto, la cementificazione nei nostri Paesi: siamo primi per incremento di consumo del suolo da tre anni a questa parte e lo certifica l'ISPRA.
Forse avevamo bisogno, piuttosto del "Veneto cantiere veloce", di un "Veneto parchi naturali veloci", per aumentare le normative di tutela, per aumentare la superficie di queste aree, visto che siamo gravemente al di sotto della media nazionale in termini di superficie o, meglio, avevamo bisogno di un Veneto con un'aria pulita, visto che siamo tra le Regioni con l'area più sporca al mondo: poveri polmoni dei nostri cittadini, poveri polmoni dei veneti?
O, ancora, avremmo bisogno di "Veneto sanità veloce", viste le attese inammissibili per visite specialistiche, un tema del quale si parla meno a causa della pandemia, ma che tornerà alla ribalta quando avremo archiviato la pandemia da coronavirus.
O, meglio, potevamo parlare di una norma "Veneto Comuni veloci": oggi il bonus 110%, colleghi, consente di efficientare, sotto un punto di vista energetico e ambientale le nostre vecchie case, e in Veneto sono la stragrande maggioranza, ma i cittadini impiegano anche cinque mesi per un accesso agli atti.
Queste sono le norme di cui abbiamo bisogno, oppure "Veneto rinnovabili veloci", "Veneto biodiversità veloce": si va a mettere mano dove non serve, mentre dove serve intervenire non si fa nulla. Non è un bel modo di governare il Veneto, la gloriosa ex Repubblica Serenissima veneta: con questa legge aumentato, invece che diminuire, la burocrazia.
Spero non sia un esempio di come intendete governare il Veneto in caso di maggiore autonomia. Questo è purtroppo il vostro approccio con i veneti e col Veneto.
Un altro esempio deriva dal PdL 50, che arriverà prossimamente in Consiglio, che prevede "Veneto ruspa veloce", con la possibilità di scavare quattro volte tanto la ghiaia che si poteva scavare in passato nei letti dei fiumi, in particolare del Piave, in deroga ai piani di estrazione previsti.
Qui si tratta proprio di non voler rispettare la pianificazione, che in Legislature la nostra Regione si è data, quelle regole che consentono la partecipazione dei cittadini, l'informazione dei cittadini e quindi la trasparenza, nonché la loro partecipazione nel processo di realizzazione della pianificazione delle attività nei loro Comuni.
Comunque, nonostante tutte queste critiche, va detto che la stesura iniziale del PdL era ben peggiore di questa versione arrivata in Consiglio; resta il fatto che qui si raschia il barile contro la pianificazione prevista dalla legge 11 del 2004 sull'urbanistica, una norma, tra l'altro, difficilmente emendabile e di pochi articoli, sulla quale abbiamo presentato una quindicina di emendamenti.
Sul fatto di chiamarla "Veneto cantiere veloce" io vorrei anche che ci fosse un ripensamento, perché i cantieri veloci sono quelli che creano problemi, che creano in incidenti: guardate che ci sono stati numerosissimi infortuni in Veneto, molti anche mortali, ci sono stati 21 i sinistri mortali fino a marzo, quindi questo "Veneto cantiere veloce" veramente potrebbe essere anche di cattivo auspicio.
Sull'articolo 2 – li ha trascorsi e passati anche il collega – ci sono alcune considerazioni che volevo fare: questo è un esempio di come si vada ad appesantire la burocrazia, perché queste sono disposizioni già previste dal DPR 380 e rischia di essere controproducente perché c'è già una precisa norma statale, che è il Testo Unico sull'Edilizia, che va in diretta esecuzione. Per meglio capire la criticità di questo articolo voglio riportare l'osservazione del Comune di Conegliano, perché in Commissione si è lavorato, abbiamo ascoltato, abbiamo sentito, ci hanno scritto delle note, quindi quesito che questo Comune pone al Consiglio regionale è: può una norma di rango regionale disporre applicazioni di dettaglio, formate, tutto sommato, su un'esegesi di norme regolamentari sovraordinate, come appunto un decreto del Presidente della Repubblica? Questo già, di per sé, ha diretta applicazione nell'edilizia di rango comunale, tanto che il Regolamento edilizio, fonte secondaria, e non può che conformarsi al Testo Unico dell'edilizia. Quindi è significativo quello che ci stanno dicendo anche dai Comuni.
Articolo 3: le varianti al PAT, approvate in deroga. Anche qui si prevede una lunga casistica per la quale si adottano diverse varianti al PAT, in deroga alle normali procedure. Per fare un PAT, viene prevista una concertazione con le categorie, si fanno incontri pubblici, ci sono interventi e fare tutto in deroga significa sacrificare molti dei processi, dei passaggi democratici che prevedono la partecipazione dei cittadini.
Che dire d'altro? Passiamo all'articolo 4. Con l'articolo 4 si va a modificare l'articolo 20 della legge sull'urbanistica, la 11 del 2004, e già l'articolo 20 di questa legge prevedeva diverse varianti di minima, esentate dai piani; non contenti di queste esenzioni previste dall'8 bis esistente, adesso si vuole inserire l'8 ter, dove accade che un piano di rango inferiore, il PUA, modifichi un piano di rango superiore, il Piano degli Interventi, il Piano del Sindaco.
La migliore descrizione degli effetti di questo dannoso articolo l'ha fatta la Sezione Veneto di Italia Nostra, che voglio ripetere testualmente, perché Italia Nostra scrive delle considerazioni condivisibili e lo fa per mano di un suo responsabile, che è anche un libero professionista, cioè uno del settore, che poi deve applicare queste norme.
Cosa dicono? L'articolo introduce la possibilità per i PUA di variare i PI, se in coerenza con gli obiettivi e i criteri dei PI, i Piani di Intervento. Stante la genericità e indeterminatezza degli obiettivi e criteri normalmente enunciati nei Piani di Intervento, si ritiene anche in questo caso che tale norma diventerà di fatto uno strumento per la continua estemporanea modifica dei Piani di Intervento, prescindendo proprio da obiettivi e criteri. Quindi si dice una cosa e si fa il contrario.
Appare incongruo che uno strumento attuativo per definizione, il PUA, possa diventare di regola la modalità per modificare uno strumento di rango superiore, il PI, in contraddizione con il principio della gerarchia dei piani, che governa la pianificazione. Anche in questo caso la presunta semplificazione denota la sostanziale confusione normativa sui principi base che dovrebbero presiedere una buona legge e un buon governo al territorio, princìpi che rappresentano la garanzia di una corretta e ordinata pianificazione di ogni territorio.
La confusione che si continua a creare con queste ripetute e spesso inutili modifiche non fa bene nemmeno agli operatori economici e professionisti del settore, che chiedono prima di tutto chiarezza e stabilità per poter lavorare.
L'eventuale entrata in vigore dell'articolo 4 del PdL comporta il fatto che il PUA, in deroga, modificativo del Piano degli Interventi è suscettibile di incidere indirettamente anche su elementi strutturali del PAT, quindi del top dei piani, considerato che si parla solo di generica coerenza con criteri obiettivi, non ponendo limiti per il rispetto di tali elementi strutturali che già vengono normalmente derogati dalla legge, come quella del Piano Casa.
Con un emendamento proponiamo la soppressione dell'articolo e con un secondo proponiamo delle procedure semplificate per ridurre i tempi, quindi ridurre sì la burocrazia e i tempi, ma tramite una procedura che modifica il piano di rango superiore, cioè il Piano degli Interventi, evitando perciò la confusione tra i piani di rango diverso.
Per quanto riguarda poi l'articolo 5, cari colleghi, "Disposizioni in materia di destinazione d'uso", si consente il mutamento della destinazione d'uso di un immobile o singola unità. Anche qui vengono scritte norme, come per il comma 1, in particolare, e il 2, che sono già previste da norme nazionali, nella fattispecie il Testo Unico dell'Edilizia, DPR 380/2010: con un emendamento togliamo la possibilità di deroga agli standard previsti dallo strumento urbanistico, che si devono seguire – di norma si tratta di parcheggi nei centri storici – ovvero eliminiamo la possibilità di monetizzare l'impossibilità di predisporre i parcheggi richiesti.
In sostanza, diciamo che, se non c'è la possibilità di dotare la nuova attività con la nuova destinazione d'uso degli standard, ovvero dei parcheggi previsti, questa non si può fare: se non ci sono determinate condizioni non vai a monetizzare, perché altrimenti creiamo ancora dei peggioramenti alle già precarie, spesso, condizioni di traffico nei centri storici.
L'articolo 6 va bene: prevediamo un articolo minimale che prevede un limite massimo entro il quale il Comune può intervenire sull'eliminazione di opere abusive mediante demolizione.
L'articolo 7 è abbastanza pesante e diciamo che non è tanto facile capire quello che si prefigge: magari spiegatecelo bene perché veramente, a nostro avviso, a mio avviso, è molto contorto e, tra l'altro, è un articolo che va anche contro la norma dello Stato. Questa è una norma ancora peggiore di quella prevista dalla legge 50/2019 – i colleghi della precedente Legislatura se la ricordano – che introdusse delle sanatorie incostituzionali, perché venne impugnata dall'allora Consiglio dei Ministri e successivamente dichiarata incostituzionale dalla sentenza n. 77 del 2021 di poche settimane fa, quindi andiamo a ripercorrere una strada che ci ha portato a sbattere e quindi qui prevediamo un emendamento soppressivo.
L'articolo 8 riguarda l'aumento degli spessori delle pareti esistenti su suolo pubblico e relativa occupazione di suolo pubblico: questa può essere una norma utile effettivamente perché si parla degli effetti, ad esempio, della norma del bonus 110, dove praticamente, per l'efficientamento delle abitazioni si vanno a mettere i cappotti sulle vecchie case che, a causa del nuovo spessore, vanno ad occupare suolo pubblico. Il relatore ci ha annunciato adesso che ci sarà un emendamento, io speravo di vederlo anche prima, devo dire la verità e io, in quanto correlatore, potevo presentare gli emendamenti oggi, ma per evitare sorprese e lungaggini, ho voluto presentarlo entro i termini previsti per tutti i Consiglieri, a parte quattro, ma proprio minimali, che abbiamo presentato oggi.
Adesso andremo a vedere come è stata risolta questa cosa dell'occupazione del suolo pubblico gratuita dovuta a questo aumento di spessore delle pareti. Devo dire che in certe circostanze sarà impossibile, perché se abbiamo marciapiedi troppo stretti, tra l'altro nei centri cittadini, probabilmente sarà difficile andare a fare questo. Io spero che ci siano delle tecnologie che consentano a chi deve fare questi isolamenti termici in determinate situazioni estreme, di poterle fare internamente: invece di aumentare lo spessore dei muri verso l'esterno, li aumenta verso l'interno. Le tecnologie ci sono.
Per quanto riguarda l'articolo 9, niente di particolare visto che si prevede una via breve di autorizzazioni da parte del Genio civile, se c'è già l'ok della Soprintendenza e quindi è una cosa che potrebbe funzionare.
L'articolo 10 è la modifica della legge "Veneto 2050", cioè modifica la legge 14 del 2019 – noi la chiamavamo scherzosamente all'epoca "Piano casa e capannoni" – che consente di costruire, a prescindere dai PUA, appunto il Piano Urbanistico Attuativo. Perciò, se non c'è alcuna procedura di pubblicazione per i cittadini, i cittadini non hanno la possibilità di venire a conoscenza di determinati interventi e poi si ritrovano col cantiere aperto a sorpresa sotto casa. Ricordate il Piano Casa: quanti contenziosi nei nostri Comuni? Quanti ricorsi al TAR? Quanti problemi?
Ciò ancorché il Consiglio comunale, come ricordava prima il relatore, debba comunque esprimersi sulla possibilità di prescindere dal Piano attuativo: era un passaggio in Consiglio ben diverso dalle procedure standard. Prima si impegnano a fondo i colleghi e le risorse pubbliche per approvare i piani attuativi e poi vengono bypassati.
Con un emendamento proponiamo la soppressione dell'articolo e con un secondo emendamento viene prevista una variante semplificata al Piano degli Interventi, al posto della semplice deliberazione del Consiglio comunale, così restituiamo ai cittadini la possibilità di presentare osservazioni e, soprattutto, si garantisce che la scelta del Comune sia adottata entro tempi certi e contenuti comunque, quindi l'obiettivo del contenimento dei tempi resta.
L'articolo 11 è il software per i Comuni: sicuramente è una buona idea standardizzare e abbiamo sentito che anche col Piano Nazionale di Resilienza e con il Recovery Fund vengono previsti importanti contributi per la digitalizzazione e standardizzare è bene, ma qual è la parte negativa, gli aspetti negativi di questo articolo? Che questo sistema che si vuole dare, unico per tutti i Comuni, può entrare in conflitto con i sistemi informatici già presenti nei Comuni.
Guardate, con l'intasamento degli uffici tecnici di questo periodo, dovuto al bonus 110 e al sisma bonus, in cui veramente ci sono dei ritardi incredibili proprio perché c'è un'attività all'interno dei Comuni dovuta a queste opportunità importantissime per i cittadini italiani e i cittadini veneti, andare ad appesantire questo cambio, perché quando cambi, devi fare i corsi, di capire, eccetera, non so se sia la cosa più opportuna. Ecco, quindi bene l'iniziativa, male la tempistica, perché andiamo a farlo proprio in un periodo poco utile.
Questo è in sostanza il nostro parere e quello che preoccupa è che viene sacrificato sull'altare della semplificazione e della velocizzazione, la concertazione, l'informazione, la partecipazione dei cittadini. Ricordatevi, colleghi, quanti contenziosi ha creato il Piano Casa, che ha semplificato tutto, in tantissimi dei nostri Comuni, dove, proprio perché tutto doveva essere fatto velocemente, i cittadini si svegliavano la mattina, vedevano il cartello dei lavori e si ritrovavano magari la casa del vicino trasformata in una palazzina che creava loro ombra, che creava impossibilità di coltivare l'orto – tanti veneti coltivano l'orto – e che si trovavano di fatto con un parco davanti trasformato in cemento e in nuova cubatura.
Quindi è una legge alla quale bisogna fare molta attenzione, che ha sicuramente delle criticità e che non dovrebbe essere votata così com'è stata fatta.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Vi comunico che sono stati consegnati gli emendamenti nn. B0027, B0028, B0029, B0030 e B0031 e do cinque minuti per eventuali subemendamenti.
Ha chiesto di intervenire il collega Valdegamberi. Prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Siamo arrivati in Aula, finalmente.
Volevo fare un po' di storia di questa legge, che nasce da un'idea durante il primo lockdown, in una rete di professionisti e rappresentanti degli ordini professionali, in cui ci si chiedeva cosa poter fare, in un momento in cui tutto era bloccato e tutto era fermo, per poter rimettere in moto velocemente anche l'economia. Era nata l'anno scorso e il loro suggerimento era quello di cercare di semplificare tutte le procedure burocratiche, a partire da quelle dell'edilizia.
Perché l'edilizia? Perché l'edilizia rappresenta, come sappiamo bene, quel settore che crea un effetto moltiplicatore sugli investimenti, maggiore di tutti gli altri settori. È un effetto ovviamente immediato e non è che si possa fondare uno sviluppo sull'edilizia, ma l'edilizia mette in moto la macchina e poi, ovviamente, ci vogliono ben altri investimenti, perché lo sviluppo rimanga duraturo, quindi investire sulla competitività del sistema Paese e tant'altro.
L'effetto moltiplicatore dell'edilizia, dicono gli studi, va da tre anche a quattro, a volte a cinque volte il capitale investito, quindi se investo un certo importo, quell'importo investito crea mette in moto l'economia, moltiplicando appunto gli effetti benefici, gli effetti sul PIL, creando occupazione e rianimando una situazione di stasi quale quella creata dal lockdown.
Allora si presentò un testo, che doveva essere un testo straordinario com'era nato, che poi nel tempo invece, come è stato visto in Commissione, era molto coraggioso, che cercava magari anche di forzare un po' anche la legge quadro nazionale, cercava di dare delle misure straordinarie in relazione a un episodio straordinario qual è stato quello del primo lockdown, la prima chiusura del blocco quasi totale delle attività e quindi si voleva dare una scossa all'economia.
Ecco, poi ci son state le elezioni, è stato in Commissione, la cosa si è bloccata ed è stato quindi preso in mano in questa Legislatura e ridepositato, partendo dal testo originale, quindi senza considerare eventuali emendamenti; nel frattempo si sono modificate alcune cose: la prima cosa che si è modificata è che lo Stato, vedendo alcune delle nostre norme che erano un po' innovative e dirompenti, comunque le ha approvate, quindi sono state già approvate, non da noi, ma a livello nazionale. Quindi alcune norme che noi avevamo previsto nella bozza del primo provvedimento, sono state poi recepite – quindi vuol dire che erano buone norme – dallo Stato per cercare, appunto, di dare una risposta anche da parte dello Stato a questo problema della ripresa economica.
Poi ovviamente si è passati da un provvedimento straordinario a un provvedimento ordinario, quindi c'è stata una lunga mediazione tra due posizioni, quella un po' più d'attacco del sottoscritto, ma anche di altri Consiglieri, che volevamo magari forzare la norma nazionale un po' di più, e una posizione un po' più moderata che diceva: "No, non rischiamo che poi queste norme vengano impugnate da parte del Governo". Insomma, si è arrivati poi a questo testo, che è un testo di mediazione, che io personalmente avrei voluto un po' più coraggioso, ma comunque è una mediazione, anche una buona mediazione perché ci sono dei passaggi molto interessanti e molto utili.
Qui si è parlato, tra le varie cose interessanti, di norme sul cambio d'uso, della semplificazione nelle procedure urbanistiche e, soprattutto, c'è un articolo che è molto interessante e molto utile, l'articolo 7, che parla dello stato legittimo degli immobili. Questo è un articolo molto atteso perché un immobile alla data del 1977, che allora aveva avuto il certificato di abitabilità, è chiaro che se era abitabile quell'immobile, se è stato riconosciuto dal Comune con un certificato e quindi la gente ci abitava dentro, presumo che non abbia bisogna ricercare i titoli, magari di 30-40 anni prima, per andare a giustificare una qualsiasi cosa.
Do per buono che l'abitabilità di quell'immobile e l'agibilità data dal Comune siano un'attestazione, un certificato che determini la legittimità di quell'immobile stesso e quindi già questa norma facilita di molto le verifiche da parte dei tecnici nell'applicazione delle altre norme, che nel frattempo sono intervenute per rimettere in moto l'economia, che sono quelle già citate: il contributo del 110%, quella per quanto riguarda la sismica, la sicurezza degli immobili e quant'altro.
Quindi è una legge che facilita, integra e complementa una normativa statale che nel frattempo si è voluta, da quando è stata pensata, e comunque va nella direzione non del creare nuove aree edificabili, nuove costruzioni: non ne abbiamo più di tanto bisogno, anzi, abbiamo una priorità, un must da perseguire, che è quello del recupero del patrimonio esistente e abbiamo molto patrimonio da recuperare e da efficientare, anche dal punto vista energetico. Quindi ci sono anche effetti, esternalità positive sulla qualità dell'aria, sull'ambiente, che derivano poi dallo snellimento delle procedure.
Ecco, noi vogliamo che la sostanza sia salvaguardata, ma non dobbiamo fossilizzarci sulle procedure che spesso sono quelle che rallentano e ci fanno mancare anche l'obiettivo di raggiungere una sostanza, che vuol dire edifici più belli, ristrutturati, ma soprattutto meno energivori e soprattutto più compatibili anche con le esigenze di fruizione, per esempio l'eliminazione barriere architettoniche, insomma rendere più fruibili per tutti edifici più consoni e con un più elevato grado di qualità.
Quindi, come già è stato accennato, questa legge non introduce nuove possibilità edificatorie, ma semmai snellisce e permette di raggiungere la sostanza, evitando formalismi e lungaggini che alla fine non portano a nulla, se non ad allungare i tempi di cantierizzazione delle opere, dei lavori, aumentare la burocrazia e appesantire ancor di più gli uffici tecnici che, come è stato detto, sono già tanto appesantiti, un po' per il maggior carico del lavoro, ma anche un po' per uno smart working un po' eccessivo, un po' troppo lungo nella pubblica Amministrazione: io so di persone, di tecnici che non riuscivano a avere contatto, non solo fisico, ma anche mediatico con i funzionari della pubblica Amministrazione.
Quindi io credo che, nel complesso, sia una buona legge che andiamo ad approvare e mi auguro che trovi ovviamente la più ampia adesione da parte di tutte le forze politiche rappresentate in quest'Aula, che potrà dare uno strumento in più agli operatori, al Veneto, ai cittadini veneti, e un contributo anche per ottimizzare o, meglio, migliorare l'utilizzo degli strumenti fiscali e i vari strumenti messi a disposizione dallo Stato, dal Governo e dalla normativa nazionale.
Ecco, quindi l'auspicio che io faccio è che, appunto, venga approvata, ripeto che avrei voluto qualcosa in più personalmente: c'erano degli articoli che avevamo proposto e di cui in Commissione abbiamo discusso a lungo, che avrebbero dato un po' più di spinta, un po' più di coraggio, un impulso un po' più dirompente questa legge, ma la scelta che è stata fatta è quella di una mediazione ed evitare l'impugnativa.
Io credo che questa legge sia abbastanza contenuta all'interno della legge quadro nazionale o nelle interpretazioni con una serie di sentenze, che menomale vengono in questa legge interpretate e meglio esplicitate, e quindi possa dare un contributo nel suo complesso positivo, anche se, ripeto, su qualcosa in più potevamo spingere, ma è stata una scelta di mediazione da parte di tutti.
Quindi da parte mia, insieme al Gruppo Misto, ma anche dal sottoscritto per la mia componente, c'è anche la soddisfazione di essere arrivati, dopo tante accese discussioni dibattiti e scontri, a un qualcosa che, a mio avviso, è utile, atteso dai veneti, atteso dagli operatori e che metterà una marcia in più all'interno della nostra Regione, anche all'economia della nostra Regione, perché si crea un volano maggiore, che viene nel momento giusto in cui c'è bisogno, appunto, di semplificazione.
Concludo dicendo che la semplificazione non dovrebbe riguardare solo questi temi, ma dovrebbe riguardare un po' tutti gli altri temi di competenza regionale e mi auguro che questo sia solo un primo provvedimento a cui ne facciano seguito altri, perché noi viviamo in un Paese dove abbiamo opere pubbliche, non solo private, bloccate da tempo; dicevo in questi giorni che si parla tanto di finanziamenti che arrivano dall'Europa, ma il problema principale è poi non solo di spenderli bene, di investirli bene, ma anche quello di spenderli, perché vorrei ricordare che ci sono investimenti, come la trasformazione di grandi investimenti anche per l'ambiente, come la trasformazione delle centrali a carbone qui vicino a Venezia o in giro per l'Italia, che sono al palo, fermi da anni, sono fondi stanziati magari dieci anni fa e ancora oggi non riusciamo a far aprire i cantieri.
Questo è il grande problema del nostro Paese: è inutile continuare a invocare risorse quando, invece, dobbiamo lavorare e investire nel semplificare le procedure, dando sicurezza. Questo non vuol dire non fare le cose fatte bene, evitando le infiltrazioni della malavita, evitando queste cose, anzi, ma non è con la burocrazia che si risolvono i problemi: occorrono controlli, ma occorre anche libertà d'azione e responsabilità. Occorre che chi agisce, l'operatore debba avere la possibilità di agire velocemente, però di essere controllato e, se uno sbaglia, deve pagare.
Ecco, questo credo che sia il messaggio che con questa legge noi vogliamo dare al Veneto e ripeto, questa deve essere la prima di una serie di iniziative che devono guardare più alla sostanza che non la forma.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Massimo rispetto per il collega Valdegamberi e il suo operato, però una battuta credo sia doverosa: non credo, collega, che qualcuno a Roma abbia guardato questo progetto di legge prima di intervenire con dei decreti nazionali; per quanto possa essere virtuoso il Veneto, ho i miei dubbi che qualcuno venga a vedere i nostri progetti di legge per poi farli propri, però, per carità, magari fosse così.
Il relatore Zecchinato considerava questo provvedimento innovativo e coraggioso, ma io credo che sia caotico e burocratico, invece, come provvedimento questo, collega, e il fatto che spesso sento ripetere di non fossilizzarci sulle procedure che spesso rallentano, a me un po' preoccupa, perché è vero che c'è tanta burocrazia, però spesso le procedure sono garanzia che alcune cose vengano fatte in un certo modo. Quindi io non metterei insieme la logica che fossilizzarci sulle procedure vuol dire burocrazia: la burocrazia è una cosa, le procedure spesso devono rimanere così come sono perché sono frutto di anni e anni e anni di esperienza anche di modifiche legislative, che individuano proprio in quelle procedure alcune garanzie chiare ed importanti per chi interviene non solo su una materia delicata come l'urbanistica, ma soprattutto in una Regione come la nostra, dove sicuramente – lo diceva prima il collega Zanoni – non eccelliamo in prevenzione di consumo del suolo o qualità della vita sotto tanti aspetti (vedi, ad esempio, l'aria).
È vero che nasce come uno strumento nel momento del Covid e probabilmente in quel momento storico poteva avere anche un senso, però oggi il provvedimento, se lo prendiamo dalla sua nascita, è del tutto snaturato e fa tutto tranne che semplificare. Io credo che potremmo fare l'opposto del "Decreto Semplificazioni" e potremmo fare il "Decreto Complicazioni" e metterci all'interno questo tra i primi provvedimenti da mettere in campo.
Ricalca in tanti casi le norme nazionali, aumenta la burocrazia nelle Amministrazioni locali, crea confusione a chi deve applicare le norme, perché quando noi andiamo a fare una ripetizione, la prima cosa che fa il tecnico incaricato è dire: ma quale norma richiama, il DPR 380 o "Veneto cantiere veloce"?
In alcuni casi, io capisco la necessità di dare una testimonianza di presenza, rimarcare alcuni principi e dire che noi ci siamo, che noi in Veneto lo abbiamo fatto, ma non è questo lo strumento, perché nel momento in cui noi andiamo a ripetere qualcosa che è già previsto, vivaddio, è tutto tranne che sburocratizzazione: è confusione.
Io ho provato con alcuni tecnici, che sicuramente non erano quelli bravi con i quali vi confrontate voi, quindi metto le mani avanti, noi siamo in minoranza, ci toccano magari quelli di seconda o terza scelta, quelli che parlano con noi, i più bravi sono quelli che hanno detto probabilmente: "Andate avanti, diamo vita all'economia veneta, bravi bravi!". Noi, un po' come possiamo, da umili sentinelle del territorio, abbiamo provato a sentire e la prima cosa che mi hanno detto i tecnici è stata: "Scusa, ma quale norma attuo dopo io, quando devo fare una pratica? Il DPR 380, la legge 11 del 2004 o quello che scrivete voi?".
Quindi, se nasce per sburocratizzare, vi invito la prossima volta – ed è chiaro che è una provocazione – a fare un disegno di legge per burocratizzare, così magari, visto che facciamo sempre il contrario di quello che scriviamo, forse sburocratizzeremo un po'.
Poi, cari colleghi, nel caos si sguazza, si crea il caos, si creano spazi pericolosi, c'è la rincorsa ai ricorsi, agli avvocati e credo che sia un provvedimento di cui sicuramente l'Ordine degli Avvocati sarà contento, questo sì, questo sicuramente è un provvedimento per rimettere in moto alcuni pezzi di economia oggi forse un po' rallentati, quindi su questo non voglio dire parole in più, però la Regione deve stare dalla parte degli enti locali: cerchiamo di semplificare piuttosto la norma, creando Testi Unici, cerchiamo di mettere insieme tutto quello che c'è e facciamo un Testo Unico vero dell'Edilizia regionale perché quello vuol dire sburocratizzare.
L'articolo 2, ad esempio, come diceva prima il collega, integra una norma del DPR 380, appesantendo una norma primaria già esistente e chiara, dove i regolamenti di secondo livello devono adeguarsi, invece questo è uno di quegli esempi, collega Zecchinato, dove mi hanno detto i tecnici: "Scusa, ma da domani quale norma applichiamo noi?".
Articolo 3, variante al PAT approvato in deroga: andare in deroga vuol dire anche mettere in atto meno strumenti di confronto e di concertazione, come diceva prima il collega, invece, quando tu metti in campo alcuni strumenti come quello del PAT, c'è ancora, fortunatamente, la buona norma di confrontarsi, di dare spazio alle osservazioni, di capire quello che succede, che non sempre è burocratizzazione, ma vuol dire anche capire se quello che si è fatto viene calato bene sul territorio.
L'articolo 4 è l'ennesima modifica della legge regionale 11 del 2004, che state smontando e, a questo punto, io faccio una provocazione: cambiate la legge regionale 11, a cosa serve andare ogni volta a smontare un pezzo della legge regionale 11? Facciamo un dibattito vero, chiediamoci se quella legge è ancora attuale, se è ancora contestualizzabile nel tessuto economico, imprenditoriale e sociale che viviamo oggi e decidiamo di cambiarla al limite. È inutile che ogni volta si fa l'intervento come le formichine, ad andare a portare via un pezzetto della legge, avendo alla fine un titolo in epigrafe, una legge snaturata perché rimanda, rimanda, rimanda.
È un articolo, a mio avviso, sia chiaro, da quello che probabilmente non solo io capisco, anche un po' pericoloso, perché, se ci sono dei vincoli in un Piano degli Interventi, aree PEEP, capannoni, con una variante fatta in questo modo noi possiamo destinarlo a qualsiasi cosa: lì ci sono capannoni, decidiamo, colleghi, che forse il capannone non è più utile alle finalità che sono state date all'interno del PAT all'inizio e facciamo un resort, per carità di Dio, e magari dopo ci mettiamo anche le colonnine elettriche, così diciamo che è anche un resort innovativo o con energia alternativa.
Guardate, è una critica forte su questo punto, sull'articolo 4, che non tiene conto dei criteri con cui è stato dimensionato il Piano degli Interventi e la formula che si introduce è molto blanda e ci devono essere le indicazioni più precise: se decidiamo di cambiare le altezze da quattro a otto piani, scriviamo che cambiamo le altezze da quattro a otto piani, cioè siamo più precisi all'interno, perché altrimenti cosa succede? Le zone possono diventare qualsiasi cosa, perché con una lettura così blanda i Comuni, purtroppo, quelli che probabilmente non hanno la fortuna di essere illuminati come chi vi ha detto di andare avanti, aprono spazi interpretativi immensi.
Il Piano degli Interventi non viene fuori da solo, ma viene fuori con una serie di calcoli urbanistici, di calcoli standard e calcoli di ogni altro tipo e in questo modo viene anche dimensionato.
Dopo, nell'articolo 4, è vero che dice che la variante può avvenire con i criteri generali del Piano degli Interventi e adesso voi andate da un dirigente, portate una variante e ditegli: "Guarda, puoi fare la variante, ma deve avvenire con i criteri generali del Piano degli Interventi". Cosa vuol dire? Vuol dire tutto e non vuol dire niente: io prendo il Piano degli Interventi, lo apro dalla prima pagina, parto dalle finalità, prendo la frase che mi comoda di più e dico: "Guardi, dottoressa, c'è scritto nel Piano degli Interventi, guardi".
Bisogna, se si vuole veramente fare una cosa utile ai Comuni, non aprire altre contraddizioni a dire in maniera precisa dove si vuole intervenire. L'esempio lo facevo prima: il problema delle altezze. Si scrive che si interviene sulle altezze, perché quando si fa un Piano degli Interventi, sfido qualsiasi dirigente a venirmi a spiegare se la variante rientri negli obiettivi e criteri generali del Piano degli Interventi.
L'articolo 5 è un'altra ripetizione del DPR 380: altra burocrazia su una norma che ha applicazione diretta. Per carità di Dio, sappiamo già che il discorso della monetizzazione c'era già sulla legge 11 e c'era anche precedentemente sulla legge 61, la possibilità di monetizzare gli standard urbanistici, solo che molti Comuni non lo hanno mai fatto e non lo hanno mai fatto perché avevano paura di quelle che sono le ricadute che dopo ci sono sui territori, quando tu decidi di monetizzare gli standard urbanistici. Ad esempio, i parcheggi: monetizziamo i parcheggi. Il vero problema qual è? Che questi soldi dopo vanno nelle spese correnti dei Comuni. Adesso qui il collega Dolfin, che sicuramente è in ascolto, è chiara testimonianza di come nella mia città per undici anni abbiamo monetizzato tutti i parcheggi che si potevano monetizzare, tutti: c'era la famosa delibera 91 con cui si monetizzava tutto, tant'è che oggi la gente non vive più nei centri storici, perché deve arrivare al caso un'ora prima per andare a parcheggiare, perché quando c'è stata la possibilità, a ridosso dei centri storici, di costruire o fare degli interventi anche nelle zone limitrofe, abbiamo monetizzato. Venturini, monetizzavamo, eravamo come Las Vegas: noi monetizziamo.
Per undici anni lo abbiamo fatto e dopo questi soldi dove sono andati a finire? Parlo per un'esperienza del sesto Comune del Veneto, quindi non di un comunello di campagna, nella stessa corrente, nell'informatizzazione del Comune.
Allora, il vero problema sta a monte, il vero problema, a questo punto, è che, se si vuole fare un servizio al popolo veneto, io credo che si dovrebbe intervenire sulla legge 11 e dire che i soldi delle monetizzazioni e degli standard, laddove i Comuni decidano di applicare questa norma, devono essere vincolati alla realizzazione degli standard. Quindi, tu vuoi monetizzare? Bene, monetizzi, ne hai la possibilità perché magari veramente c'è un problema morfologico, dove tu non puoi fare il parcheggio, ma vicino c'è uno spazio che può dare risposta al complesso residenziale, però i soldi non devono andare nella spesa corrente del Comune, i soldi devono essere vincolati e un Comune non può usarli, come nell'esperienza diretta che porto, per informatizzare il Comune, ma deve usarli per fare le opere per le quali sono stati versati.
L'articolo 6 sinceramente io chiedo al relatore di spiegarmelo perché è un deficit mio, collega Zecchinato, sia chiaro, per carità di Dio, però non mi sembra molto chiaro perché dice che l'interessato può demolire l'abuso con l'intervento di ristrutturazione o nuova costruzione, a condizione che sia conforme agli standard urbanistici. Quindi cosa vuol dire? Che posso osservare l'abuso e, se è conforme agli strumenti urbanistici, presento una nuova domanda?
Fa riferimento alle lettere d) ed e) del decreto in oggetto, che sono quelle prese a riferimento e rispettivamente dicono: ristrutturazione edilizia che prevede la demolizione totale e ricostruzione, quindi demolizione, per cui praticamente io posso demolire e ricostruire altrove, salvando la cubatura? Questa è una domanda. Lettera d), nuova costruzione: posso fare una domanda dopo la costruzione abusiva, se ho fatto già l'intervento e sanare l'abuso? Perché, se fa riferimento alle lettere d) ed e), le due lettere dicono chiaramente quanto ho appena letto.
Articolo 7: spostare al 1977, fermo restando l'assetto dell'edificio, può essere un intervento utile, ma sarebbe da capire meglio perché si arriva a questo intervento e si spostano quelli che erano una volta i famosi anni 42 nel centro storico e 67, che diventano 77.
Concludo, avviandomi a un'ultima riflessione sull'articolo 8, che sicuramente è un buon articolo, sicuramente, collega Zecchinato, dà la possibilità di intervenire nei centri storici dove si vuole mettere il cappotto, però anche qui, colleghi, io lancio una riflessione: se noi andiamo in alcuni centri storici dove la viabilità è 80-90 centimetri (ho visto che c'è anche un emendamento del collega che porta il limite del cappotto a 15 centimetri) e ce ne sono tanti, basta uscire qui e andare nelle calli della bellissima Venezia, andiamo a Treviso, andiamo a Vicenza, a Verona, a Belluno, se scordo qualcuno scusatemi. Ebbene, ci sono dei pezzi, dei sedimi dove tu passi, che sono a volte meno di un metro e, se quello è 80 centimetri, io gliene vado a togliere già 15, vivaddio, speriamo che non ci sia anche un palo della luce, altrimenti non passa più neanche una carrozzina da là.
Dopo magari facciamo un montacarichi per dire che serve a superare la barriera architettonica (ovviamente è una battuta), però noi dobbiamo mettere un limite di sedime su quanto può restringersi al massimo perché è vero che il collega Zecchinato fa l'emendamento e dice al massimo 15 centimetri, ma 15 centimetri su un sedime di due metri non sono 15 centimetri su una calle di 90 centimetri. Ragazzi, ci sono delle calli a Venezia che se te ti incroci in due, uno si deve fermare per far passare l'altro.
Allora queste cose vogliamo pensarle prima o vogliamo aspettare che uno incominci a costruire dopo chiudiamo anche il passaggio? E questo avviene su tanti centri storici.
Allora, decidiamo un sedime massimo che può essere occupato e quello che deve rimanere libero, troviamo il modo di valutare anche che non ci siano altre opere di urbanizzazione, i famosi pali della luce, che sono tanti dove spesso arrivi, e basta avere un passeggino per rendertene conto, oppure vincoliamo l'utilizzo di cappotti di nuova generazione che ci sono, che non sono 15 centimetri, ma ci sono cappotti di nuova generazione che costano un po' di più, ma occupano meno della metà del famoso cappotto di 15 centimetri.
È giusto come articolo, per carità, però caliamolo nei territori, nei centri storici con intelligenza e decidiamo che si può applicare fermo restando che chi da lì passa, possa continuare a passare.
Anche sull'articolo 10 ci sono delle perplessità perché, se sei dentro un PUA con la tua proprietà e hai un fabbricato, prima potevi fare un permesso di costruire convenzionato, adesso puoi fare una SCIA; uno dirà: sì, ma io semplifico, perché prima era un permesso di costruire convenzionato, ora faccio una SCIA. Però c'è un problema, cioè che con la SCIA elimino la presentazione del planovolumetrico, se non erro: magari mi sbaglio io, però c'è scritto che tu lo puoi fare con una SCIA. Dal permesso di costruire convenzionato alla SCIA, se qualcuno mi garantisce che il planovolumetrico va comunque presentato, per carità, facciamolo con una SCIA, eliminiamo la burocrazia del permesso a costruire, però quelle garanzie minime che prima in un permesso a costruire in convenzione c'erano, oggi vediamo di far rimanere almeno quei capisaldi di tutela generale.
Morale della favola: tanta burocrazia, tanto arzigogolamento di norme, tante ripetizioni, tante cose che le abbiamo dette, anche per dare una testimonianza di presenza, perché il collega Valdegamberi ha ragione: è dalla scorsa Legislatura che prepariamo questo provvedimento e non vorremmo mica arrivare oggi dicendo che questo provvedimento non serve a una mazza? Ma non ci permetteremmo mai, ma per carità di Dio! Chi può permettersi di dire questo? Guai se qualcuno dice che non serve a una mazza. Però condiamolo un po': quando al ristorante ti portano un'insalata, come fanno per farti vedere che fa volume? Un po' di pomodori, un po' di mais, due crostini e dici: "Ah che bella installata", ma alla fine in realtà sono solo foglie.
Noi oggi abbiamo fatto così: ripetiamo un po' di legge regionale, 11, ripetiamo un po' di 380, scombiniamo un po' le carte, mettiamoci dentro i due articoletti che in realtà ci servono a far passare, perché alla fine la verità è questa: questo provvedimento viene per due articoli che alla fine interessano. Però non si può fare un provvedimento che va avanti da un anno per due articoli. Viva dio: volete che qualcuno si mette a dire che abbiamo lavorato per i casi specifici? Ma che nessuno si permetta mai di insinuare queste cose, lungi da me, anche se qualcuno me le vuole... Via, siano gentiluomini, non le pensiamo.
Però cosa succede? Mettiamo dentro un po' di ripetizioni, così a due articoletti, che alla fine erano quelli più interessanti, diamo un po' di volume e arriviamo con questo grandissimo provvedimento.
Adesso il prossimo passaggio, quando sarà approvato questo provvedimento, che mi sentirò di fare è convocare un po' di tecnici e dire: "Spiegatemi oggi voi, se fate una pratica, se con questo provvedimento andate meglio o andate peggio", perché se mi dicono che andranno peggio, cosa che hanno già detto, non serve un genio per capirlo, a parte qualche articolo, vuol dire che noi non avremmo fatto una norma per la semplificazione in materia, ma avremmo dato via all'ennesima generazione del caos, nell'arzigogolamento di norme urbanistiche che ci sono, quando bastava fare una cosa: mettere tutte le norme insieme e fare un Testo Unico dell'Edilizia e lì saremmo stati vicini ai Comuni e ai cittadini veneti.

PRESIDENTE

Perfetto, grazie. Diamo la parola al collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Io voglio partire ringraziando veramente gli uffici perché ho visto che su questo provvedimento hanno dedicato tantissimo tempo, hanno dedicato tantissime energie e lo hanno anche fatto evolvere, quindi credo che gli uffici del Consiglio abbiano fatto un lavoro molto buono. Resta la perplessità, come è stato detto dal relatore Zecchinato, che ringrazio, tanto atteso in questo momento storico. Situazione disastrosa creata dal lockdown ha detto il collega Valdegamberi, che ha molto spinto per questo provvedimento, e io vorrei richiamare alcuni punti su questo, perché, se l'obiettivo è quello di rilanciare l'edilizia, beh, siamo completamente fuori fase, non è questo il momento.
Non so se qualcuno di voi ha provato a noleggiare un'impalcatura nelle ultime settimane: vi viene proposta per il 2022; se qualcuno di voi ha provato ad acquistare del materiale isolante per fare un cappotto, quello tanto discusso prima dal collega Zanoni sulle misure, io richiamo solo alcuni dati: c'è una nota di Assistar, che è il sindacato delle imprese del settore impiantistico, che riferisce incrementi del 40% per il rame, dell'80% per il ferro e l'acciaio, del 20% per l'alluminio, del 30% per il polietilene, nel periodo compreso tra dicembre 2020 e maggio 2021. Un esempio diretto: un vetro grezzo – un'azienda che conosco – costava 3,5 euro al metro quadro a gennaio e ora costa 4,2 euro al metro quadro, quindi +20% in sei mesi, cioè questo è il settore dell'edilizia.
Tutti noi abbiamo avuto esperienza amministrativa e con il Piano Casa si sono creati degli ingolfamenti negli uffici, che sono realmente problematici e oggi le nostre città stanno vivendo un momento, nell'edilizia residenziale, di forte congestione.
Allora, se il fine era rilanciare il settore dell'edilizia, io credo che non sia realistico questo obiettivo e penso che il fine di un provvedimento di questo tipo non possa essere altro che cercare di togliere dei vincoli dal punto di vista urbanistico, vincoli sulla tutela del territorio, per lasciare mano libera ai cambi di destinazione, alle sanatorie, ad un uso leggero dell'urbanistica. Io capisco che questo dà consenso localmente, ma non fa il bene del territorio.
Allora sottoscrivo quanto diceva il collega Montanariello: abbiamo creato un progetto di legge in realtà per due articoli che interessano, ma facciamo il bene del territorio nel momento in cui andiamo a dare libertà su alcuni cambi, su alcune modifiche urbanistiche?
Nel momento in cui andiamo a invertire l'ordine gerarchico dei provvedimenti, con un piano urbanistico andiamo a dare libertà totale da quanto interpreto io nella revisione del piano degli interventi. Certo c'è il passaggio in Consiglio comunale ma, voglio dire, in gran parte dei Comuni questo non rappresenta un ostacolo.
Allora io penso che dovremmo avere più rispetto di quella che è la gerarchia normativa dei provvedimenti, per dare dei riferimenti certi perché sennò andiamo a creare entropia nel sistema, non andiamo a creare efficienza e non abbiamo bisogno di entropia in un sistema che già è fortemente congestionato e fortemente critico da tanti punti di vista.
Abbiamo già visto, con il Piano Casa, cosa significhi andare a mettere dei germi di deregolamentazione in un sistema urbano che sta vivendo, invece, una fase fortemente critica, ma da un altro punto di vista: oggi le nostre città vivono un problema di sovrapproduzione edilizia, abbiamo una sovraofferta di edilizia residenziale, direi in tutto il Veneto, la nostra popolazione si contrae, la proiezione al 2060 riduce di quasi un milione di persone la popolazione del Veneto. Non abbiamo bisogno di crescere, abbiamo bisogno di lavorare sulla qualità e io non credo che un provvedimento, strutturato come quello che andiamo a discutere oggi, vada nella direzione di lavorare sulla qualità.
Pertanto io veramente chiedo a questo Consiglio di fare un pensiero: io penso che la cosa migliore che potremmo fare sarebbe quello di ritirarlo e di proporre una cosa che lavori realmente sulla qualità, che vada a premiare interventi realmente qualitativi, che vada a incentivare una rigenerazione e che vada ad agire sulle procedure, ma in maniera intelligente, che vuol dire, per esempio, potenziare quegli interventi sulla digitalizzazione degli uffici comunali. Oggi le procedure sono lentissime e parlo del Piano Casa, dove tutta la documentazione, non essendo digitalizzata, richiede un sacco di tempo.
Ecco, se vogliamo aiutare, accelerare il processo di autorizzazione e di avvio dei cantieri, andiamo a dare una mano reale ai Comuni nella digitalizzazione dei processi, andiamo a dare dei premi a chi presenta il progetto in BIM che si integra, dal punto di vista informatico, con la procedura autorizzativa. Questa è una cosa concreta che renderebbe molto agile l'interlocuzione tra l'Amministrazione e i professionisti, tra l'Amministrazione e le imprese. Sono cose concrete su cui dovremmo lavorare, non è dando mano libera ad un PUA, per andare a modificare automaticamente il Piano degli Interventi, che andiamo a creare delle opportunità dal punto di vista economico.
Questo provvedimento non crea opportunità dal punto di vista economico, questo provvedimento, anzi, rischia di creare quella confusione normativa che allunga i processi decisionali.
Io credo che il nome più giusto da dare a questo provvedimento, più che "Cantiere veloce" è "Cantiere selvaggio": questo, secondo me, lo descrive meglio. A me dispiace dirlo, però ci ho pensato, ho seguito i lavori nella Seconda Commissione e di questo mi sono convinto: mancano degli elementi forti di accelerazione dei processi, di utilizzo delle tecnologie che potremmo utilizzare per far dialogare le imprese con l'Amministrazione. Invece, appunto, ha quelle che il collega Montanariello chiamava il condimento del piatto, che non serve e che, anzi, crea difficoltà a chi dovrà attuare la norma.
Ecco, quello che io credo, sia che il conto di una norma non ben focalizzata poi lo paga il territorio: l'abbiamo visto col Piano Casa, con tutte le difficoltà che stanno vivendo le nostre città. Non vogliamo vederlo ancora in una conflittualità che vada a nascere nei Consigli comunali, nel gestire delle variazioni di destinazione non pensate, non progettate, lasciate in qualche modo alla casualità. Non abbiamo bisogno di questo: abbiamo bisogno di dare un'indicazione, un indirizzo, una traiettoria all'evoluzione del nostro sistema costruito verso la qualità, verso un'idea nuova di città, che io credo possa uscire dal lavoro di quest'Aula, non certo da questo progetto di legge.
Quindi l'auspicio è veramente che noi lavoriamo per indirizzare le nostre città verso un ripensamento: a livello di urbanistica si parla delle città a 15 minuti, si parla della sostenibilità del vivere, del creare degli spazi gradevoli e abbiamo dei bellissimi esempi in Europa, ma non è andando a dare mano più libera a chi opera sugli immobili che andiamo in questa direzione, anzi dobbiamo dare l'indicazione che questo crea valore e questo io mi auguro possiamo fare quanto prima.

PRESIDENTE

Grazie, collega Lorenzoni.
Chiudiamo qui il Consiglio di oggi e ci aggiorniamo a domani mattina alle ore 10.30 puntuali. Grazie e buona serata.
La Seduta termina alle ore 18.27
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba
Verbale n. 24 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 24
MARTEDì 22 GIUGNO 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 24a seduta pubblica – martedì 22 giugno 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 34 dell'11 marzo 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 10072 del 17 giugno 2021.

Il Presidente CIAMBETTI, dopo un rinvio, dichiara aperta la seduta alle ore 13.52.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda .

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che il Presidente della Giunta regionale Zaia è in congedo.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 107 del 25.03.2021
presentata dalla consigliera Guarda
"RSA Il Cardo e San Michele di Montecchio Precalcino, l'esternalizzazione dei servizi è fatto quasi compiuto: come contemperare continuità assistenziale e diritti dei lavoratori?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 115 del 02.04.2021
presentata dalla consigliera Baldin
"A che titolo sono stati vaccinati gli amministratori locali nel Veneto Orientale?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

n. 4 del 22.10.2020
presentata dal consigliere Zanoni
"Nuova frana su un tratto della strada del Praderadego nel Comune di Follina (TV): la Giunta regionale intende sostenere i necessari interventi di messa in sicurezza?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 136 del 14.05.2021
presentata dai consiglieri Bigon e Zanoni
"Sfregio al paesaggio e all'ambiente in Valpantena (VR). La Giunta regionale intende salvaguardare le località di Sezano e di Santa Maria in Stelle?"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

n. 111 del 29.03.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda e Baldin
"Delibera regionale sull'individuazione del sito di Ciano del Montello per la realizzazione delle casse di espansione sul fiume Piave. La Giunta regionale ascolti e coinvolga i comuni interessati dal progetto prima della individuazione del sito."

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4, del Regolamento  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che non ci sono risposte ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2021 in materia di bonifica e tutela del territorio, artigianato, industria e commercio, agricoltura, foreste, pesca, energia, ricerca e innovazione". (Progetto di legge n. 49) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 17/2021)  [RESOCONTO]


Prosecuzione dell'esame dell'articolato e relativi emendamenti del progetto di legge in oggetto.

Sull'emendamento n. A30 all'articolo 29, intervengono le consigliere Zottis (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e Camani (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A30 all'articolo 29, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 29, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 33.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire la distribuzione degli emendamenti appena presentati.

La seduta è sospesa alle ore 14.33.

La seduta riprende alle ore 14.37.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire alla Terza Commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti nn. A56, A57 e A58 e comunica che il termine per la presentazione dei relativi subemendamenti scade in 15 minuti.

La seduta è sospesa alle ore 14.37.

La seduta riprende alle ore 15.05.

Si passa all'esame dell'articolo 16 accantonato nella seduta consiliare precedente.

Il subemendamento n. A59 all'emendamento A 56 all'articolo 16, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il subemendamento n. A60 all'emendamento A 56 all'articolo 16, illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A56 all'articolo 16, intervengono i consiglieri Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier) che lo illustra assieme agli emendamenti nn. A57 e A58, e Camani (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A56 all'articolo 16, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara preclusi gli emendamenti nn. A32, A50, A23, A24, A49, A25 e A26.

L'emendamento n. A57 all'articolo 16, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara, pertanto, preclusi gli emendamenti nn. A48 e A36.

L'emendamento n. A58 all'articolo 16, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'articolo 16 intervengono le consigliere Zottis (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

L'articolo 16, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 20.

Gli articoli 30 e 31, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 34 e 35.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A38

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Montanariello, Lorenzoni, Ostanel, Guarda, Zanoni e Baldin relativo a "La Giunta regionale relazioni al Consiglio in merito agli indirizzi sulla "governance" di AVEPA" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2021 in materia di bonifica e tutela del territorio, artigianato, industria e commercio, agricoltura, foreste, pesca, energia, ricerca e innovazione". (Progetto di legge n. 49) APPROVATO (Deliberazione n. 53/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto, che illustra l'ordine del giorno in oggetto, l'assessore Calzavara , che propone una modifica, e la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), che accoglie la modifica.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto come modificato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Ostanel, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A39

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Bigon, Montanariello, Guarda, Zanoni, Ostanel, Lorenzoni, e Baldin relativo a "Avviare l'iter di approvazione del nuovo Piano faunistico-venatorio" RESPINTO  [RESOCONTO]


Intervengono la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), che illustra l'ordine del giorno in oggetto, l'assessore Corazzari e i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto) e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A40

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Bigon, Montanariello, Guarda, Zanoni Ostanel, Lorenzoni, e Baldin relativo a "La Giunta regionale avvii la revisione del Piano energetico in base alle nuove linee guida europee e al Piano nazionale energia e clima del 21 gennaio 2020" RESPINTO  [RESOCONTO]


Intervengono la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), che illustra l'ordine del giorno in oggetto, l'assessore Marcato e la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto) e Lorenzoni (Gruppo Misto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge di iniziativa del consigliere Ciambetti relativa a "Disposizioni in materia di elezione del Garante regionale dei diritti della persona". (Progetto di legge n. 67) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 18/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Intervengono, in discussione generale, i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Camani (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto) e, in sede di replica, i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente) e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Si passa all'esame degli articoli.

I tre articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

La seduta è sospesa alle ore 16.42

La seduta riprende alle ore 17.08.

Assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco e assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin .

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Proposta di legge di iniziativa dei consiglieri Valdegamberi, Barbisan, Bet, Bozza, Centenaro, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Formaggio, Michieletto, Polato, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello e Zecchinato relativa a "Semplificazioni in materia urbanistica ed edilizia per il rilancio del settore delle costruzioni e la promozione della rigenerazione urbana e del contenimento del consumo di suolo – 'Veneto cantiere veloce'". (Progetto di legge n. 20) INIZIO  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Zecchinato (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda Commissione consiliare e Zanoni (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti nn. B27, B28, B29, B30 e B31 scade in 5 minuti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Valdegamberi (Gruppo Misto), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Lorenzoni (Gruppo Misto).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato domani mercoledì 23 giugno alle ore ore 10.30.

La seduta termina alle ore 18.27.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PICCININI Tomas
BISAGLIA Simona
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPERANZON Raffaele
CORSI Enrico
SPONDA Alessandra
DOLFIN Marco
VALDEGAMBERI Stefano
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FINCO Nicola Ignazio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca
LORENZONI Arturo







IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Erika BALDIN




IL PRESIDENTE
Nicola Ignazio FINCO















N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo