ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 27/07/2021 n. 29

Resoconto n. 29 - 11^ legislatura
Resoconto 29 a Seduta pubblica
Martedì, 27 luglio 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.57


PRESIDENTE

Bene. Colleghi, siamo in numero legale.
Diamo inizio alla 29a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 11988 del 22 luglio 2021.
PUNTO
1



APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 27a seduta pubblica del 20 luglio 2021.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
I congedi sono concessi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni e interpellanze, che oggi saranno piuttosto veloci.

Interrogazione a risposta immediata n. 155 del 22 giugno 2021 presentata dai consiglieri Camani, Zottis, Zanoni, Ostanel, Possamai Giacomo, e Lorenzoni relativa a "DONNE PENALIZZATE SUL LAVORO IN REGIONE VENETO. COSA INTENDE FARE LA GIUNTA?".

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
" Premesso che il superamento dei problemi legati alle diseguaglianze di genere, anche in ambito lavorativo, è uno degli obiettivi prioritari che il Governo si è posto nella redazione dei progetti legati al PNRR.
Rilevato che:
- dall'analisi del conto annuale 2019 della Regione Veneto risulta che, al netto dell'area dirigenziale, tra i 2.627 dipendenti a tempo indeterminato il 60,03% sono donne;
- tra il personale assunto a tempo determinato il numero di donne supera quello degli uomini nella categoria B (61,67%), nella categoria C (68,11%) e nella categoria D (54,38%);
- in particolare, nella categoria D, che raccoglie il maggior numero di unità di personale laureato, le donne, pur essendo più numerose degli uomini, sono meno presenti nei livelli economici più elevati (D5, D6, D7), dove la percentuale si ribalta, con il 58% di uomini e il 42% di donne; nella fascia più alta (D7), la percentuale di donne scende addirittura al 18,4% (9 su 49);
- nell'ambito della Dirigenza, tra i 147 dirigenti regionali le donne sono solo 44, mentre tra i 10 Direttori d'Area nominati dalla Giunta, appena 1 è donna!
Considerato che:
- le penalizzazioni di genere in ambito lavorativo, anche nella Pubblica Amministrazione, sono uno degli elementi attraverso cui si manifestano le diseguaglianze tra donne e uomini;
- tali penalizzazioni si sostanziano sia in riferimento alle progressioni professionali sia nella difficoltà per le donne di accedere a ruoli apicali: è il cosiddetto fenomeno del "tetto di cristallo";
- dai dati rilevati sembra emergere anche nella Regione del Veneto una situazione lavorativa penalizzante per le donne in termini di avanzamento di carriera e retribuzione, soprattutto nell'area dirigenziale, dove la rappresentanza femminile è nettamente sottodimensionata.
Ritenuto che nonostante si affermi che vi debbano essere pari opportunità nella carriera di donne e uomini, la Regione del Veneto sia ancora molto distante dal tramutare in fatti concreti queste affermazioni: è perciò necessario garantire che le decisioni in capo ai dirigenti siano realmente improntate a una sensibilità alle politiche di genere.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti consiglieri
interrogano il Presidente della Giunta regionale
per sapere quali siano le azioni, anche di natura legislativa o contrattuale, che la Giunta intende mettere in campo per superare le evidenti disparità tra donne e uomini che lavorano alle dipendenze dell'Amministrazione regionale del Veneto.".

PRESIDENTE

Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Verde)

Grazie, Presidente. Buongiorno colleghi. Buongiorno, assessore Calzavara.
Questa è un'interrogazione che ho presentato insieme ai colleghi Zottis, Zanoni, Ostanel, Possamai e Lorenzoni e riguarda un tema a nostro giudizio molto rilevante e cioè quella che sembra essere una situazione penalizzante per le donne sul lavoro all'interno della Istituzione Regione Veneto.
Premettiamo che il superamento degli obiettivi e dei problemi legati alle diseguaglianze di genere, anche in ambito lavorativo, è uno degli obiettivi prioritari che il Governo si è posto nella redazione dei piani legati al PNRR. Rilevato che dal conto annuale della Regione del Veneto risulta, al netto dell'area dirigenziale, che tra i 2.627 dipendenti a tempo indeterminato, oltre il 60% sono donne. Tra il personale assunto a tempo determinato, il numero di donne supera quello degli uomini nella categoria B, nella categoria C e anche nella categoria D. In particolare, nella categoria D, che raccoglie il maggior numero di unità di personale laureato, le donne, pur essendo più numerose degli uomini, sono meno presenti nei livelli economici più elevati.
Nell'ambito della dirigenza, poi, su 147 dirigenti regionali, le donne sono solo 44, mentre tra i 10 Direttori di Area nominati dalla Giunta, le donne sono soltanto una.
Considerato che le penalizzazioni di genere in ambito lavorativo, anche nella Pubblica amministrazione, sono uno degli elementi attraverso cui si manifestano le diseguaglianze tra uomini e donne e che queste diseguaglianze si sostanziano sia in riferimento alle progressioni professionali, sia nelle difficoltà per le donne di accedere a ruoli apicali sulla base del cosiddetto fenomeno del "tetto di cristallo", dai dati rilevati sembra che anche nella Regione del Veneto ci sia una situazione lavorativa penalizzante per le donne.
Ritenuto dunque questo un argomento sostanziale, fondamentale, strategico, anche per la nostra Regione, chiedo al Presidente della Giunta e all'assessore Calzavara, che ringrazio per la disponibilità oggi, per sapere quali siano le azioni di natura legislativa o contrattuale che la Giunta intende mettere in campo per superare le evidenti disparità tra donne e uomini che lavorano alle dipendenze dell'Amministrazione regionale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Per la risposta, l'assessore Calzavara. Prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della Giunta regionale)
"Come previsto dall'art. 57 del D.Lgs. 165/2001, modificato dall'art. 21 della L. 183/2010, l'amministrazione regionale fin dal 2011 ha costituito il "Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni" (CUG) che, quale organismo paritetico, ha sostituito e ampliato le funzioni del precedente Comitato Pari Opportunità, estendendole più in generale a compiti propositivi, consultivi e di verifica per il benessere e la valorizzazione delle diversità, per la promozione di pari opportunità, contro ogni discriminazione nell'ambiente di lavoro.
Il CUG, poi, ha proposto all'amministrazione regionale di dotarsi anche di un "Codice di comportamento per la tutela della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori della Regione del Veneto" che, approvato e aggiornato dalla Giunta regionale con Deliberazione n. 1266 del 3 luglio 2012, ha introdotto anche la figura della/del Consigliera/e di Fiducia come persona esterna che può svolgere una funzione di ascolto e di mediazione in caso di eventuali discriminazioni percepite dalle/i singole/i lavoratrici/lavoratori.
La recente Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 2 del 26 giugno 2019, rivolgendosi in particolare alla dirigenza e ai vertici delle amministrazioni pubbliche, ha raccomandato, inoltre, di rafforzare le funzioni del CUG e di vigilare sulla puntuale e corretta applicazione delle disposizioni vigenti in materia di parità, pari opportunità e conciliazione dei tempi di vita e lavoro, effettuando indagini, studi e attività di monitoraggio e promuovendo azioni concrete.
Dal punto di vista organizzativo la Giunta regionale ha predisposto uno specifico strumento, già previsto dall'art. 48 del D. Lgs. 198/2006, denominato Piano triennale di Azioni Positive (PAP).
Si rimanda, quindi, per il dettaglio delle azioni positive per promuovere la parità e favorire pari opportunità, programmate specificatamente per il triennio 2021-2023, all'allegato A della Deliberazione di Giunta n. 58 approvata nella seduta del 26 gennaio u.s. con la quale è stato adottato il Piano della Performance per il triennio 2021-2023 che ha raccolto al suo interno anche il PAP, così come raccomandato dalla Direttiva citata.
In particolare, si evidenzia come l'individuazione delle azioni è preceduta da un'analisi di contesto in cui sono presentati dati, relativi al personale in servizio nelle strutture del Consiglio e della Giunta regionale, più dettagliati e aggiornati rispetto a quelli forniti in occasione del Conto Annuale 2019. Tali dati denotano, per il personale della Giunta regionale una progressiva riduzione del divario di genere osservato negli anni precedenti con, in generale, una prevalenza del genere maschile fino al 2005 e superata ormai dal genere femminile. La distribuzione del personale in servizio per età e genere mostra ancora una prevalenza residuale del genere maschile nelle classi d'età più anziane e nella classe dirigente. Considerando la distribuzione per genere, età e permanenza nel profilo/categoria non dirigenziale (si veda la tabella a pag. 98 dell'Allegato A alla DGR citata) si può osservare come, grazie anche alla partecipazione sindacale e agli accordi siglati, le progressioni di carriera abbiano riguardato, nell'ultimo quinquennio, soprattutto il genere femminile.
Sono stati, poi, elaborati i dati relativi agli incarichi dirigenziali recentemente assegnati: tali dati evidenziano come con le nuove attribuzioni, effettuate a partire dal 1 luglio 2021, la percentuale degli incarichi dirigenziali assegnati al genere femminile è arrivata al 34%.
Infine, l'aver inserito il PAP con le relative azioni all'interno del sistema di misurazione e valutazione della Performance amministrativa della Giunta regionale, è già un segnale di come l'amministrazione regionale intende sempre di più coinvolgere i propri dirigenti in obiettivi di cambiamento e operativi, attenti anche alle politiche di parità e anticipa le indicazioni contenute e previste nel recente DL 80 del 9 giugno 2021 all'art. 6, lettera g).".

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Come previsto dall'articolo 57 del decreto legislativo 165/2001, modificato dall'articolo 21 della legge 183/2010, l'Amministrazione regionale fino al 2011 ha costituito il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (CUG), che, quale organismo paritetico, ha sostituito e ampliato le funzioni del precedente Comitato Pari Opportunità, estendendole più in generale a compiti propositivi, consultivi e di verifica per il benessere e la valorizzazione delle diversità, per la promozione di pari opportunità contro ogni discriminazione nell'ambiente di lavoro.
Il CUG, poi, ha proposto all'Amministrazione regionale di dotarsi anche di un codice di comportamento per la tutela della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori della Regione del Veneto, che, approvato e aggiornato dalla Giunta regionale, con deliberazione 1266 del 3 luglio 2012, ha introdotto anche la figura del Consigliere di Fiducia come persona esterna che può svolgere una funzione di ascolto e di mediazione in caso di eventuali discriminazioni percepite dalle singole lavoratrice o lavoratori.
Dalla recente direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri, n. 2 del 26 giugno 2019, rivolgendosi in particolare alla dirigenza ai vertici delle Amministrazioni pubbliche, ha raccomandato inoltre di rafforzare le funzioni del CUG e di vigilare sulla puntuale e corretta applicazione delle disposizioni vigenti in materia di parità, pari opportunità e conciliazione dei tempi vita-lavoro, effettuando indagini, studi e attività di monitoraggio e promuovendo azioni concrete.
Dal punto di vista organizzativo, la Giunta regionale ha predisposto uno specifico strumento, già previsto dall'articolo 48 del decreto legislativo 198/2006, denominato "Piano triennale di azioni positive".
Si rimanda quindi per il dettaglio delle azioni positive per promuovere la parità e favorire pari opportunità, programmate specificatamente per il triennio '21-'23 all'allegato A della deliberazione di Giunta n. 58, approvata nella seduta del 26 gennaio, con la quale è stato adottato il Piano della performance per il triennio 2021-'23, che ha raccolto al suo interno anche il PAP (il Piano triennale per le Azioni Positive), così come raccomandato dalla direttiva citata.
In particolare si evidenzia come l'individuazione delle azioni è preceduta da un'analisi di contesto di cui sono presentati dati relativi al personale in servizio nelle strutture del Consiglio e della Giunta regionale più dettagliati aggiornati rispetto a quelli forniti in occasione del conto annuale 2019.
Tali dati denotano per il personale della Giunta regionale una progressiva riduzione del divario di genere osservato negli anni precedenti con, in generale, una prevalenza del genere maschile fino al 2005 e superato ormai dal genere femminile.
La distribuzione del personale in servizio per età e genere mostra ancora una prevalenza residuale del genere maschile nelle classi di età più anziane e nella classe dirigente.
Considerando la distribuzione per genere, età e permanenza del profilo categoria non dirigenziale, si può osservare come, grazie anche alla partecipazione sindacale e agli accordi siglati, le progressioni di carriera abbiano riguardato nell'ultimo quinquennio soprattutto il genere femminile.
Sono stati poi elaborati i dati relativi agli incarichi dirigenziali recentemente assegnati: tali dati evidenziano che, con le nuove attribuzioni effettuate a partire dal 1° luglio 2021, la percentuale degli incarichi dirigenziali assegnati al genere femminile è arrivata al 34%.
Infine, l'aver inserito il PAP con le relative azioni all'interno del sistema di misurazione e valutazione delle performance amministrative della Giunta regionale è già un segnale di come l'Amministrazione regionale intenda sempre più coinvolgere i propri dirigenti in obiettivi di cambiamento e operativi, attenti anche alle politiche di parità e anticipa le indicazioni contenute e previste nel decreto legislativo 80 del 9 giugno 2021, articolo 6, lettera g).

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Camani, per la replica.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore, per la risposta, che certamente evidenzia un'attenzione al tema che c'è già da tempo.
Penso però che condivideremo il fatto che i risultati raggiunti non possono essere ancora ritenuti soddisfacenti e questo io credo rafforzi la necessità di intervenire, sia dal punto di vista legislativo che dal punto di vista contrattuale, per costruire le condizioni, per agevolare, per migliorare il contesto lavorativo anche di questo Ente rispetto alla componente femminile.
Io credo che la Regione del Veneto, ma in generale la Pubblica amministrazione debba essere d'avanguardia rispetto al raggiungimento di un obiettivo strategico di sviluppo per le nostre comunità che, appunto, è collegato alla parità retributiva e occupazionale delle donne nel mondo del lavoro.
Io, dunque, ringraziando nuovamente per la risposta e chiedendo magari la documentazione che mi ha citato nel suo intervento, credo che insieme si debbano trovare i meccanismi per incentivare non tanto la partecipazione delle donne al lavoro nella Regione del Veneto, perché, essendo un incarico che si ottiene su concorso pubblico è evidente che la pari competizione è garantita appunto dall'accesso tramite concorso, ma credo che un'azione di incentivo rispetto soprattutto alle promozioni, alle progressioni di carriera e alle nomine che spettano direttamente alla Giunta dei dirigenti apicali debba essere uno sforzo in più che proviamo a fare.
Come lei sa, è in discussione in queste settimane anche un progetto di legge che mira appunto alla parità salariale tra uomini e donne. È evidente che mentre, rispetto al privato, possiamo solo mettere in campo una serie di meccanismi incentivanti, sul pubblico, rispetto al quale in particolare possiamo avere una responsabilità diretta, io credo che sia necessario studiare dei meccanismi che garantiscano al meglio e quanto prima il raggiungimento dell'effettiva parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Prima di iniziare l'ordine del giorno, una comunicazione tecnica che però varrà per la prossima convocazione del Consiglio.
Il Gruppo di Fratelli d'Italia ha sbagliato a darmi i numeri delle mozioni nell'ultima Capigruppo. Ci chiede di invertire la mozione n. 75, iscritta al punto 25, con la mozione 144, sempre loro, e la mozione 76, iscritta al n. 35 con la mozione 65. È un cambio di numeri interno a Fratelli d'Italia per, appunto, errata comunicazione delle mozioni.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Verde)

Scusi, Presidente, siccome non mi ricordo ovviamente tutti i titoli delle mozioni a memoria, ci può dire di cosa si tratta? Sa che poi non è proprio indifferente rispetto al contenuto.

PRESIDENTE

Questa è una comunicazione che ho fatto soprattutto ad uso interno di Fratelli d'Italia.
La modifica la faremo alla prossima Capigruppo. Sinceramente non ho guardato gli argomenti.
Proseguiamo con l'ordine del giorno. Punto n. 6.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "ASSESTAMENTO DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2021-2023". (PROGETTO DI LEGGE N. 74) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 22/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore: consigliera Silvia Cestaro. Correlatore: consigliera Vanessa Camani
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
ai sensi dell'articolo 21 della legge regionale 29 novembre 2001, n. 39 (legge di contabilità regionale) e dell'articolo 50 del decreto legislativo n. 118/2011 (armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi) ogni anno con legge viene approvato l'assestamento del bilancio di previsione, sulla base delle definitive risultanze contabili relative all'esercizio precedente.
Esso si sostanzia in una variazione al bilancio sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi, del fondo pluriennale vincolato e del fondo crediti di dubbia esigibilità, accertati in sede di rendiconto dall'esercizio scaduto il 31 dicembre precedente, fermi restando i vincoli di cui all'art. 40 ("Equilibrio di bilanci") del citato d.lgs. 118/2011.
Come previsto dal d.lgs. n. 118/2011, la Giunta regionale ha fatto precedere l'adozione dell'assestamento dall'assunzione dei seguenti provvedimenti:
- la deliberazione n. 366 del 30/3/2021, ad oggetto "Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2020";
- la deliberazione n. 367 in pari data, ad oggetto "Variazioni del bilancio 2021-2023 conseguenti al riaccertamento ordinario dei residui 2020 e relativi adempimenti", con la quale sono state apportate le variazioni di bilancio conseguenti al suddetto riaccertamento, mediante adeguamento del Fondo Pluriennale Vincolato e degli stanziamenti del bilancio 2021-23;
- il disegno di legge (deliberazione n. 11/DDL del 30/4/2021) sul "Rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2020", presentato al Consiglio regionale il 4/5/2021, in merito al quale il Collegio dei Revisori dei conti, con parere del 20/5/2021, si è espresso favorevolmente circa la sua approvazione, attestandone la corrispondenza alle risultanze della gestione finanziaria; la Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti lo ha parificato il 25/6/2021; la Prima Commissione consiliare, acquisiti i pareri delle Commissioni Seconda, terza, Quinta e Sesta per gli aspetti di competenza, lo ha licenziato per l'Aula in data 30/6/2021 e figura iscritto all'ordine del giorno della seduta assembleare del 20-21/7/2021.
Alla luce delle chiusure contabili dell'esercizio finanziario 2020, si evidenziano i seguenti risultati: i residui attivi ammontano a 4.230,8 milioni di euro, quelli passivi a 4.000,5 milioni ed il fondo cassa a 1.304,3 milioni.
Il disavanzo finanziario alla stessa data, considerando le quote accantonate e quelle vincolate, è accertato nella somma di 1.677,3 milioni, di cui:
- 1.370,5 milioni rappresenta l'ammontare residuo da rimborsare al Fondo anticipazioni di liquidità di cui all'articolo 1, commi 692-700, della legge statale di stabilità 2016 (l. 208/2015);
- 306,8 milioni è l'ammontare del debito autorizzato e non contratto (DANC).
Il rinnovo dell'autorizzazione a contrarre prestiti nella forma di mutui, prestiti obbligazionari o altre forme di indebitamento consentite dalla legislazione vigente, di cui all'articolo 3, comma 1, della legge regionale n. 41/2020 "Bilancio di previsione 2021-2023" (a copertura del DANC), è dunque ridotto di 225,2 milioni rispetto a quanto inizialmente previsto (532 milioni).
La Nota integrativa all'assestamento (di cui all'Allegato n. 4 del pdl) evidenzia la costante riduzione del DANC dal 31/12/2014 (quando ammontava a 2.039,3 milioni) al 31/12/2020 (306,8 milioni, come detto): a rimarcare l'impegno dell'Amministrazione regionale per ridurre sensibilmente tale disavanzo che corrisponde ad investimenti effettuati negli esercizi precedenti al 2015 la cui copertura era garantita con ricorso al debito, mai effettivamente contratto in quanto la liquidità regionale e le norme allora vigenti permettevano comunque di sostenerli.
Per quanto concerne il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE), la sua consistenza subisce, con riferimento all'esercizio 2021, un aumento, passando da un valore stimato in sede di bilancio di previsione iniziale di complessivi 241 milioni (pressoché interamente relativi a partite correnti) a 251,6 milioni in sede di assestamento; registra dunque un incremento di 10,6 milioni (interamente correnti) originato principalmente dalla dinamica degli accertamenti sul capitolo 100807-"Tassa automobilistica regionale - riscossione coattiva".
Sul fronte dell'entrata, le previsioni sono state aggiornate in relazione all'andamento degli accertamenti e delle riscossioni rilevanti ai fini della quantificazione delle entrate regionali; in particolare:
· a seguito dell'approvazione (con delibera consiliare n. 40 del 11/05/2021) del Rendiconto 2020 del Consiglio regionale, si è appreso che l'importo complessivo dell'avanzo di amministrazione della gestione autonoma del Consiglio regionale devoluto al bilancio regionale è pari a 5,4 milioni; pertanto, al fine di adeguare la competenza agli importi che si prevede di accertare nell'esercizio 2021, l'assestamento 2021 apporta una variazione in aumento dell'entrata di pari importo;
· si registrano entrate straordinarie per 1,2 milioni dovute a contributi per spese di personale di cui all'articolo 52 della L.R. n. 53/2012 non utilizzati e restituiti dai gruppi consiliari alla fine della X Legislatura.
Quanto alle previsioni delle spese, la proposta di assestamento rimodula alcune autorizzazioni legislative di spesa al fine di recepire esigenze emerse nei primi mesi di gestione, destinando le risorse alle spese per l'attuazione delle scelte fondamentali del programma di mandato della legislatura regionale.
A seguito della riduzione complessiva per 225,2 milioni dell'autorizzazione a contrarre debito nella forma di mutui, prestiti obbligazionari o altre forme di indebitamento consentite dalla legislazione vigente, dovuta alla riduzione del citato DANC per il 2021, gli oneri dell'indebitamento per gli anni 2022 e 2023 vengono rideterminati: per ciascuno degli esercizi 2022 e 2023 è previsto dunque un minor onere di 8,4 milioni.
Inoltre, per l'esercizio 2021 si è tenuto conto di un minor fabbisogno di 4,3 milioni relativamente agli oneri per la ricontrattazione dei mutui o per l'estinzione di strumenti finanziari a carico della Regione e di 0,1 milioni relativamente alle iniziative di partenariato per la promozione e la diffusione dei diritti umani nonché la cooperazione allo sviluppo sostenibile (art. 2, comma 1 bis, l.r. 21/2018).
In definitiva - come si è appreso in sede di illustrazione del progetto di legge n. 74 da parte dell'Assessore al bilancio, nel corso della seduta di Prima Commissione del 6/7/2021 - il saldo finanziario positivo fra le maggiori entrate tributarie ed il relativo accantonamento in spesa al FCDE relativo alle Entrate assoggettate al fondo, nonché l'utilizzo di fondi vari ha portato alla creazione di un primo margine pari a circa 2,42 milioni.
Questo margine, assieme alle maggiori disponibilità conseguenti a:
- la citata restituzione dell'avanzo di amministrazione della gestione autonoma del Consiglio, per 5,45 milioni;
- la restituzione delle somme non utilizzate per le spese del personale dei gruppi consiliari, per 1,2 milioni;
- le riduzioni degli oneri finanziari conseguenti alla mancata ricontrattazione di mutui, e un minor fabbisogno per il 2021 sulle iniziative sulla cooperazione e lo sviluppo sostenibile per 4,4 milioni,
hanno consentito la creazione di un margine di manovra da destinare alle politiche di spesa regionali pari a 13,47 milioni.
Le missioni che hanno maggiormente beneficiato di tale disponibilità finanziaria, sono le seguenti (in ordine decrescente):
- la missione 10 "Trasporti e diritto alla mobilità", per complessivi 4,8 milioni (pari al 35,6% del totale), destinati:
a) per 2 milioni nell'esercizio 2021, per 2,5 milioni nel 2022 e per 4,37 milioni nel 2023 al completamento di alcuni interventi strutturali per la viabilità regionale;
b) per euro 100.000 all'attività di realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta;
c) per 1 milione alla società Veneto Strade, quale contributo aggiuntivo per gli interventi di manutenzione e mantenimento in efficienza della rete viaria regionale;
d) per 1,7 milioni alla manutenzione destinata al servizio di escavazione porti e alla realizzazione di interventi infrastrutturali nell'ambito della navigazione interna;
- la missione 12 "Diritti sociali, politiche sociali e famiglia", per complessivi 3,8 milioni (28,2% del totale) nel 2021, destinati al fondo regionale per le politiche sociali (di cui 3 milioni per il sostegno delle scuole dell'infanzia non statali ed euro 800.000 a favore dei servizi sociali); a questi va aggiunto un contributo di euro 800.000 nel 2022 destinato al servizio civile regionale volontario;
- la missione 5 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali", per 1,81 milioni (13,5% del totale) e così finalizzati: è stato incrementato il contributo annuo a favore dell'Istituto Regionale per le Ville Venete per euro 718.000 e quello a favore del Teatro Stabile del Veneto per euro 200.000; sono state rifinanziate per complessivi euro 900.000 attività in ambito culturale che spaziano dagli interventi nell'ambito di accordi di programma con gli enti locali, allo sviluppo e la diffusione delle attività culturali, dai contributi per l'organizzazione di mostre e manifestazioni a quelli per biblioteche, musei e per le attività cinematografiche e teatrali;
- la missione 9 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente", per euro 900.000 (6,6% del totale), destinati (quanto ad euro 500.000) a compensare i danni diretti e indiretti provocati nei comuni interessati dall'attività di imbottigliamento di acque minerali (quanto ad euro 400.000) a valorizzare le unioni montane;
- la missione 7 "Turismo", per euro 800.000 (pari al 5,9% del totale), destinati ad azioni di sostegno al settore turistico, fortemente penalizzato dall'attuale fase di emergenza pandemica;
- la missione 15 "Politiche per il lavoro e la formazione professionale", per euro 450.000 (3,3% del totale), destinati alle attività di formazione professionale finalizzate allo sviluppo dell'artigianato veneto;
- la missione 16 "Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca", per euro 370.000 (2,7% del totale), con cui è stato incrementato lo stanziamento a favore della protezione della fauna selvatica e del prelievo venatorio;
- la missione 6 "Politiche giovanili sport e tempo libero", per euro 300.000 (2,2% del totale), destinati ai Giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026;
- la missione 1 "Servizi istituzionali, generali e di gestione", per euro 200.000 (1,4% del totale), destinati alle azioni dell'osservatorio sull'autonomia differenziata;
- la missione 11 "Soccorso civile", euro 30.000 (0,2% del totale), destinati ai distaccamenti volontari del corpo nazionale dei vigili del fuoco operativi nella regione Veneto.
Per completezza si segnala infine che nell'ambito della missione 19 "Relazioni internazionali" sono stati spostati negli esercizi 2022 e 2023, con un finanziamento annuale di euro 50.000, gli interventi inizialmente previsti nel corso del corrente esercizio nell'ambito della cooperazione e dello sviluppo sostenibile.
In chiusura, viene riassunto il percorso istruttorio relativo al progetto di legge relativo all'assestamento del bilancio 2021-2023, quest'oggi all'esame dell'Assemblea.
Esso è stato deliberato dalla Giunta regionale in data 30 giugno 2021 (dgr 13/ddl) e trasmesso il 2 luglio al Consiglio regionale, assumendo il numero 74 tra i progetti di legge depositati da inizio legislatura; il giorno stesso è stato assegnato alla Prima Commissione, nonché alla Seconda, Terza, Quinta e Sesta Commissione per gli aspetti di rispettiva competenza.
Il 6 luglio è stato illustrato ai componenti della Commissione, con partecipazione estesa a tutti i consiglieri regionali.
Il 12 luglio il Consiglio delle Autonomie Locali ha espresso, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, della l.r. 31/2017, parere favorevole.
Tra il 14 ed il 15 luglio le Commissioni Seconda, Terza, Quinta e Sesta hanno espresso, come previsto dall'articolo 69 del Regolamento, il rispettivo parere alla Prima, per le parti di competenza.
Il 15 luglio il Collegio dei revisori dei conti della Regione del Veneto, ai sensi dell'articolo 23 (Pareri obbligatori) della l.r. 47/2012, si è pronunciato favorevolmente sul provvedimento.
Nella seduta del 21 luglio, infine, la Prima Commissione l'ha licenziato per l'Aula. Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Zaia Presidente (Bisaglia, Cestaro, Gerolimetto, Sandonà, Villanova), Liga Veneta per Salvini Premier (Cecchetto, Cestari, Corsi, Favero), Veneta Autonomia (Piccinini).
Si sono astenuti i rappresentanti del gruppo consiliare Partito Democratico Veneto (Camani, Possamai Giacomo).".

PRESIDENTE

Relatrice la collega Cestaro. Se mi chiede la parola con Concilium. Prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ai sensi dell'articolo 21 della legge regionale 29 novembre 2001, n. 39 , sulla legge di contabilità regionale e dell'articolo 50 del decreto legislativo 118 del 2011 sull'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli Enti locali e dei loro organismi, ogni anno con legge viene approvato l'assestamento del bilancio di previsione sulla base delle definitive risultanze contabili relative all'esercizio precedente.
Esso si sostanzia in una variazione di bilancio sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi del Fondo pluriennale vincolato e del Fondo crediti di dubbia esigibilità, accertati in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto il 31 dicembre precedente, fermi restando i vincoli di cui all'articolo 40 degli equilibri di bilancio del citato decreto legislativo 118/2011.
Come previsto dal decreto legge 118/2011, la Giunta regionale ha fatto precedere l'adozione dell'assestamento dell'assunzione dei seguenti provvedimenti: la delibera 366 del 30/3/21 ad oggetto "Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2020"; la delibera 367, in pari data, ad oggetto "Variazione del bilancio 2021/2023: conseguente al riaccertamento ordinario dei residui 2020 e relativi adempimenti" con la quale sono state apportate le variazioni di bilancio conseguente al suddetto riaccertamento mediante adeguamento del Fondo pluriennale vincolato e degli stanziamenti del bilancio 2021-2023; il disegno di legge, delibera 11 decreto di legge 30/4/21, sul rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2020 presentato dal Consiglio regionale il 4 maggio 2021 in merito al quale il Collegio dei Revisori dei Conti, con parere 20 maggio 2021, si è espresso favorevolmente circa la sua approvazione, attestandone la corrispondenza alle risultanze della gestione finanziaria.
La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti lo ha parificato il 25 giugno 2021.
La Prima Commissione consiliare, acquisiti i pareri delle Commissioni Seconda, Terza, Quinta e Sesta per gli aspetti di competenza, lo ha licenziato in Aula in data 30/6/2021 e figura iscritto all'ordine del giorno della seduta assembleare del 20 e 21 luglio 2021.
Alla luce delle chiusure contabili dell'esercizio finanziario 2020, si evidenziano i seguenti risultati: i residui attivi ammontano a 4.230,8 milioni di euro; quelli passivi a 4,5 milioni di euro e il fondo cassa a 1.304,3 milioni di euro.
Il disavanzo finanziario alla stessa data, considerando le quote accantonate e quelle vincolate, è accertato nella somma di 1.677,3 milioni di euro, di cui 1.370,5 milioni rappresenta l'ammontare residuo da rimborsare al Fondo anticipazioni di liquidità di cui all'articolo 1, commi 692 e 700, della legge statale di stabilità del 2016; 306,8 milioni è l'ammontare del Debito autorizzato e non contratto (il cosiddetto DANC), il rinnovo dell'autorizzazione a contrarre prestiti nella forma di mutui, prestiti obbligazionari e altre forme di indebitamento consentite dalla legislazione vigente di cui all'articolo 3, comma 1 della legge regionale 41 del 2020 e il bilancio di previsione '21-'23 a copertura del DANC è dunque ridotto di 225,2 milioni rispetto a quanto inizialmente previsto, ovvero 532 milioni.
La nota integrativa all'assestamento evidenzia la costante riduzione del DANC dal 31 dicembre 2014, quando ammontava a 2039,3 milioni, fino al 31 dicembre del 2020, con 306,8 milioni, a rimarcare l'impegno dell'Amministrazione regionale per ridurre sensibilmente tale disavanzo, che corrisponde ad investimenti effettuati negli esercizi precedenti al 2015, la cui copertura era garantita con ricorso al debito mai effettivamente contratto in quanto la liquidità regionale e le norme allora vigenti permettevano comunque di sostenerli.
Per quanto concerne il Fondo crediti di dubbia esigibilità, la sua consistenza subisce, con riferimento all'esercizio '21, un aumento, passando da un valore stimato in sede di bilancio di previsione iniziale e comprensivi 241 milioni a 251,6 milioni in sede di assestamento; registra dunque un incremento di 10,6 milioni interamente correnti, originato principalmente nella dinamica degli accertamenti sul capitolo 100/807 da tassa automobilistica regionale riscossa coattiva.
Sul fronte delle entrate, le previsioni sono state aggiornate in relazione all'andamento degli accertamenti e delle riscossioni rilevanti ai fini della quantificazione delle entrate regionali: in particolare, a seguito dell'approvazione del rendiconto 2020 del Consiglio regionale, si è appreso che l'importo complessivo dell'avanzo di amministrazione della gestione autonoma del Consiglio regionale e devoluto al bilancio regionale è pari a 5,4 milioni.
Pertanto, al fine di adeguare la competenza agli importi che si prevede di accertare nell'esercizio 21, l'assestamento del 2021 porta una variazione in aumento dell'entrata di pari importo.
Si registrano le entrate straordinarie per 1,2 milioni dovute a contributi per spese di personale di cui all'articolo 52 della legge regionale 53 del 2012 non utilizzati e restituiti dai Gruppi consiliari alla fine della Decima legislatura. Quanto alle previsioni delle spese, la proposta di assestamento rimodula alcune autorizzazioni legislative di spesa al fine di recepire esigenze emerse nei primi mesi di gestione, destinandole le risorse alle spese per l'attuazione delle scelte fondamentali del programma di mandato della legislatura regionale.
A seguito della riduzione complessiva per 225,2 milioni dell'autorizzazione a contrarre debito nelle forme di mutui, prestiti obbligazionari e altre forme (appunto il DANC) per il 2021, gli oneri dell'indebitamento per gli anni '22 e '23 vengono rideterminati: per ciascuno degli esercizi '22 e '23 è previsto dunque un minor onere di 8,4 milioni.
Inoltre, per l'esercizio 2021 si è tenuto conto di un minor fabbisogno di 4,3 milioni relativamente agli oneri per la ricontrattazione dei mutui e per l'estensione di strumenti finanziari a carico della Regione e di 0,1 milioni relativi alle iniziative di partenariato per la promozione e la diffusione dei diritti umani, nonché per la cooperazione e lo sviluppo sostenibile.
In definitiva, come si è appreso in sede di illustrazione del progetto di legge n. 74 da parte dell'Assessore al bilancio nel corso della seduta di Prima Commissione del 6 luglio 2021, il saldo finanziario positivo fra le maggiori entrate tributarie ed il relativo accantonamento in spesa del Fondo crediti di dubbia esigibilità, relativo alle entrate assoggettate al Fondo, nonché l'utilizzo di fondi vari, ha portato alla creazione di un primo margine pari a circa 2,42 milioni. Questo margine, assieme alle maggiori disponibilità conseguenti alla citata restituzione dell'avanzo di amministrazione della gestione autonoma del Consiglio (5,45 milioni), la restituzione delle somme non utilizzate per le spese del personale dei Gruppi consiliari (1,2 milioni), le riduzioni degli oneri finanziari conseguenti alla mancata ricontrattazione dei mutui, un minor fabbisogno per il 2021 sulle iniziative sulla cooperazione e lo sviluppo sostenibile (per 4,4 milioni), hanno consentito la creazione di un margine di manovra da destinare alle politiche di spese regionali pari a 13,47 milioni.
Le Missioni che hanno maggiormente beneficiato di tale disponibilità finanziaria sono le seguenti (in ordine crescente): la Missione 10 "Trasporti e diritto alla mobilità" per complessivi 4,8 milioni, pari al 35,6% del totale destinati per 2 milioni, nell'esercizio 2021, per 2,5 milioni nell'esercizio 2022, per ulteriori 4,37 milioni per il 2023, al completamento di alcuni interventi strutturali per la viabilità regionale; per euro 100.000 le attività di realizzazione della Superstrada Pedemontana veneta; per un milione alla società Veneto Strade quale contributo aggiuntivo per gli interventi di manutenzione e mantenimento in efficienza della rete viaria regionale; per 1,7 milioni alla manutenzione destinata al servizio di escavazione porti e alla realizzazione di interventi infrastrutturali nell'ambito della navigazione interna.
La Missione 12 "Diritti sociali, politiche sociali e famiglie", per complessivi 3,8 milioni, il 28,2% del totale nel 2021, destinati al Fondo regionale per le politiche sociali, di cui 3 milioni per il sostegno delle scuole dell'infanzia non statali ed euro 800.000 a favore dei servizi sociali. A questi va aggiunto un contributo di euro 800.000 nel 2022 destinato al servizio civile regionale volontario.
La Missione 5 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali", per 1,81 milioni, il 13,55% del totale e così finalizzati: è stato incrementato il contributo annuo a favore dell'Istituto regionale per le Ville Venete per 718.000 euro e quello a favore del Teatro Stabile del Veneto per euro 200.000; sono state rifinanziate per complessivi euro 900.000 attività in ambito culturale che spaziano dagli interventi nell'ambito di accordi di programma con gli Enti locali allo sviluppo e alla diffusione delle attività culturali, dai contributi per l'organizzazione di mostre e manifestazioni a quelli per biblioteche, musei e per le attività cinematografiche e teatrali.
La Missione 9 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente": euro 900.000, pari al 6,6% del totale, destinati a compensare i danni diretti ed indiretti provocati nei Comuni interessati alle attività di imbottigliamento dell'acqua minerale. A valorizzare, inoltre, per 400.000 euro, le Unioni Montane.
La Missione 7 "Turismo", per euro 800.000, pari a 5,9% del totale, destinati ad azioni di sostegno al settore turistico fortemente penalizzato nell'attuale fase di emergenza pandemica.
La Missione 15 "Politiche per il lavoro e la formazione professionale", per euro 450.000, il 3,3% del totale, destinati alle attività di formazione professionale finalizzati allo sviluppo dell'artigianato veneto.
La Missione 16 "Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca", per euro 370.000, il 2,7% del totale, con cui è stato incrementato lo stanziamento a favore della protezione della fauna selvatica e del prelievo venatorio.
La Missione 6 "Politiche giovanili, sport e tempo libero", per euro 300.000, pari al 2,2% del totale, destinati ai Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026.
La Missione 1 "Servizi istituzionali generali e di gestione", per euro 200.000, l'1,4% del totale, destinati alle azioni dell'Osservatorio sull'autonomia differenziata.
E infine la Missione 11 "Soccorso civile", euro 30.000, destinati ai distaccamenti volontari del Corpo dei Vigili del Fuoco operativi nella Regione Veneto.
Per completezza, si segnala infine che, nell'ambito della Missione 19 "Relazioni internazionali", sono stati spostati negli esercizi '22 e '23, con un finanziamento annuale di euro 50.000, gli interventi inizialmente previsti nel corso del corrente esercizio nell'ambito della cooperazione e dello sviluppo sostenibile.
In chiusura, viene riassunto il percorso istruttorio relativo al progetto di legge relativo all'assestamento di bilancio '21-'23 quest'oggi all'esame dell'Assemblea. Esso è stato deliberato dalla Giunta regionale in data 30 giugno 2021 e trasmesso il 2 luglio al Consiglio regionale, assumendo il n. 74 tra i progetti di legge depositati da questa legislatura. Il giorno stesso è stato assegnato in Prima Commissione nonché alla Seconda, Terza, Quinta e Sesta, per gli aspetti di rispettiva competenza.
Il 6 luglio è stato illustrato ai componenti della Commissione con partecipazione estesa a tutti i Consiglieri; il 12 il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole; tra il 14 e il 15 di luglio le Commissioni Seconda, Terza, Quinta e Sesta hanno espresso, come previsto, i pareri per loro competenza; il 15 luglio il Collegio dei Revisori dei Conti della Regione Veneto si è pronunciato favorevolmente sul provvedimento; nella seduta del 21 luglio, infine, la Prima Commissione ha licenziato per l'Aula il provvedimento.
Bene. Grazie, colleghi Consiglieri, direi che la presentazione è completa e, se possiamo dire dimostra come l'attenzione da parte sia dell'assessore Calzavara, sia da parte dei tecnici che svolgono il loro lavoro costante e attento nella gestione del bilancio ha permesso di ritrovare sì, è vero, una cifra forse più bassa rispetto agli anni scorsi, ma anche di utilizzare quelle che erano le possibilità e gli spazi all'interno del bilancio man mano che le esigenze che si sono presentate hanno richiesto appunto questi interventi. Questa è la dimostrazione che riuscire a seguire le disponibilità di bilancio ed essere puntuali può dare delle risposte molto più complete che non poi trovarsi con un grandissimo assestamento di bilancio da poter utilizzare. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola la correlatrice Camani, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
l'approvazione della manovra di assestamento di bilancio è un passaggio che annualmente si compie dopo l'approvazione del rendiconto dell'esercizio precedente, avvenuta infatti la settimana scorsa, sulla base delle risultanze contabili certificate relative all'anno precedente.
In sede di rendiconto, infatti, si certificano una serie di poste di bilancio, quali la consistenza dei residui attivi e passivi, il fondo pluriennale vincolato e il fondo crediti dubbia esigibilità. Sulla base di queste correzioni di fine esercizio, e tenendo fermi gli equilibri di bilancio, si procede all'assestamento.
Si tratta di un provvedimento previsto dalle norme e dagli atti ordinari della gestione, la cui funzione principale è quella di recepire i risultati della chiusura contabile dell'esercizio precedente e di trasferirli sul bilancio di previsione.
Ed è esattamente, ed esclusivamente, quello che si è fatto con questa manovra.
Sul fronte delle entrate si è proceduto ad aggiornare il dato sugli incassi di imposte e tasse e tributi e altre entrate extratributarie, che hanno aumentato le risorse disponibili di quasi 13 milioni. In conseguenza a questo e ad altri fattori, si sono aggiornati alcuni fondi obbligatori, primo fra tutti quello relativo ai crediti di dubbia esigibilità, che aumenta di oltre 10 milioni. Infine si sono registrate alcune poste rilevanti che hanno effetti su maggiori entrate e minori spese: in particolare, da un lato, si sono assunte a bilancio le devoluzioni del consiglio regionale, per circa 6,6 milioni complessivi, e, dall'altro, si è tenuto conto di un minor fabbisogno finanziario di 4,3 milioni relativamente alla ricontrattazione dei mutui.
La somma di queste operazioni tecniche e automatiche ha consentito la creazione di un margine di manovra da destinare alle politiche di spesa di circa 13,5 milioni per il 2021.
La cifra disponibile, seppur contenuta, è stata dunque suddivisa tra i vari assessori che hanno composto un quadro articolato di interventi, quasi tutti ovviamente di modesta entità, per rispondere ad alcune necessità più o meno particolari.
Si va, così, dai 200 mila euro per l'osservatorio sull'autonomia, a 10 mila euro per il trasporto pubblico locale, ai 30 mila euro per i distaccamenti dei vigili del fuoco. Ci sono anche interventi più sostanziosi, e penso anche condivisibili, come quelli in ambito sociale per 800 mila euro, quelli destinati al comparto cultura per quasi 1,4 milioni e per la promozione turistica per 900 mila euro.
Segnalo anche gli stanziamenti per enti locali e comunità montane, così come i 2,5 milioni investiti in conto capitale per interventi sulla rete viaria regionale.
Fatta eccezione probabilmente per la manovra sulle attività culturali che ha un impatto notevole, sebbene sia un po' una modalità costante quella di procedere in questo settore, tradizionalmente sottodimensionato nei finanziamenti in fase di bilancio di previsione e poi, nel tempo, finanziato mano a mano che arriva qualche disponibilità, cosa che certo non agevola le operazioni di pianificazione degli operatori culturali, si può penso facilmente dedurre come questi interventi, pur importanti se presi singolarmente, non sono in grado di incidere efficacemente nell'assetto generale della allocazione delle risorse.
E questo dipende sia dalla decisione di aver spezzettato la manovra in numerosissimi piccoli interventi sia dall'essersi limitati a riprogrammare unicamente le risorse liberate dagli aggiustamenti tecnici del bilancio.
Difficile, dunque, esprimere un giudizio complessivo su questo intervento.
La manovra, in sé, rappresenta solo l'aggiustamento contabile obbligatorio, le risorse recuperate non arrivano da risparmi di spesa o da valutazioni puntuali nel merito di riallocazione delle risorse ma semplicemente da scritture tecniche di rettifica, e anche le nuove spese previste non sono costruite attorno ad una unica scelta di intervento ma suddivise, come da prassi, tra assessori, anche condivisibili se prese singolarmente ma che credo non siano in grado di cogliere pienamente la fase che stiamo attraversando.
E questo perché, a mio giudizio, fare un buon assestamento è utile per l'ente nella sua generalità, per garantire coerenza tecnica alle scritture contabili, ma altrettanto utile sarebbe se fosse impiegato per mettere in campo, per il futuro, buone politiche, che centrino i bisogni e colgano le necessità.
L'istituto dell'assestamento di bilancio, infatti, non è pensato esclusivamente come strumento di adeguamento tecnico. Esso dovrebbe consentire l'adeguamento, ad esercizio in corso, degli stanziamenti del bilancio di previsione alla nuova realtà economica e finanziaria venutasi a creare durante la gestione.
Dovrebbe, dunque, essere un provvedimento organico in cui, alla luce delle eventuali nuove esigenze, i valori del bilancio di previsione vengono riaggiustati e assestati. E non soltanto nelle poste tecnicamente coinvolte dalle risultanze del rendiconto dell'esercizio precedente.
Dovrebbe essere un momento di valutazione complessiva della gestione attuata nella prima parte dell'anno, dovrebbe essere una occasione per una analisi approfondita, rispetto agli stanziamenti iniziali del bilancio di previsione, dello stato di fatto degli impieghi realmente realizzati nei primi sei mesi dell'anno, con l'obiettivo di ricalibrare eventualmente le spese previste per ridurre al minimo il rischio di arrivare a fine anno con una parte significativa del bilancio di spesa con risorse impegnate ma non utilizzate.
E questo sarebbe ancora più indispensabile, più stringente, nella fase storica che stiamo vivendo.
Non è un caso, infatti, che la maggior parte degli enti accompagnino sovente all'assestamento anche una consistente variazione di bilancio.
Ma per la Regione del Veneto questo non avviene. Le variazioni di bilancio, al contrario, quelle con cui si modifica effettivamente la destinazione delle risorse, non sono rimesse alla discussione e alla volontà del Consiglio ma tradizionalmente delegate alla Giunta.
E temo che la questione non sia solo di natura tecnica ma soprattutto politica.
La scelta di trasferire sulla Giunta non solo le responsabilità collegate direttamente all'incarico ma anche altre in via surrettizia è una modalità tipica di questa amministrazione e non è certo una novità.
Le variazioni di bilancio, che, al netto di quelle urgenti derivanti da eventuali specifiche necessità, per definizione dovrebbero essere gli interventi sui quali il Consiglio regionale, e dunque i rappresentanti dei cittadini, si confrontano e ragionano, sono costantemente affidate in via esclusiva alla Giunta.
Non a caso, infatti, anche la Corte, nel giudizio di parifica, ha sottolineato negativamente come nel 2020 la Regione abbia emanato un numero considerevole di variazioni di bilancio (145 provvedimenti), trend che sembra confermato anche quest'anno, visto che siamo già a quota 34.
Il fatto che sia la Giunta in via esclusiva e senza alcun tipo di confronto e discussione a disporre, di fatto, tutti gli interventi finanziari in corso di esercizio credo sia un bruttissimo segnale rispetto, invece, alla necessità di costruire insieme le risposte più adeguate alle necessità. Poi per carità, io posso anche comprendere, seppur senza condividere, che la Giunta preferisca avere tutto il potere per sé senza dover venire in Consiglio Regionale, ma questo atteggiamento credo sia irrispettoso non tanto delle minoranze quanto dei consiglieri tutti che qui lavorano e dunque anche dei veneti che ci hanno eletti.
Oltre a rappresentare una idea distorta del potere, secondo me. Per gli enti che non possono fare deficit, cioè tutti a parte lo Stato, dal più piccolo comune fino alla Regione del Veneto, l'allocazione delle risorse e le relative modifiche costituiscono, di fatto, il senso delle politiche pubbliche.
Io penso che la differenza la farà chi sarà capace di accompagnare a politiche formali interventi che siano concretamente in grado di far sì che la crisi economica e sociale che abbiamo davanti abbia un impatto meno pesante possibile sulla vita delle persone, delle famiglie e delle imprese.
In questo quadro a me sembra evidente come l'entità delle risorse a disposizione sia importante tanto quanto la velocità con la quale permettiamo che le stesse dispieghino i loro effetti. Scegliere di tenere ferme risorse, come abbiamo visto essere accaduto nel 2020 con le risorse statali, oggi è doppiamente grave.
Ecco perché penso che la manovra di assestamento per il 2021, e per il biennio successivo avrebbe dovuto assumere una valenza diversa.
È infatti innegabile che l'andamento della pandemia nei primi 6 mesi del 2021 abbia modificato il bilancio regionale, sia in riferimento alla capacità di spesa delle singole azioni sia, più in generale, rispetto agli assetti generali.
In questo caso, certo è indispensabile l'accertamento puntuale delle poste finanziarie che dal rendiconto trasferiscono effetti sul bilancio di previsione, ma, altrettanto importante sarebbe stato procedere ad una verifica puntuale degli impegni, delle spese sostenute e di quelle non ancora realizzate, proprio per orientare, non solo meglio, ma anche tempestivamente le risorse a disposizione.
Ci sono delle priorità che attendono risposte. Su quelle si sarebbe dovuto, a mio giudizio, investire di più: la priorità del contrasto alle diseguaglianze territoriali, sociali ed economiche, acuite con la pandemia, il rilancio dell'economia regionale, del lavoro e degli investimenti, il sostegno agli enti locali attraverso la leva della spesa pubblica in conto capitale e della sua ricaduta sui territori. Ecco io penso che con questa manovra, e oltre le risorse liberate dagli aggiustamenti tecnici, si sarebbe dovuto fare lo sforzo di individuare risorse aggiuntive per mettere in campo una proposta organica che aggredisse queste questioni.
Faccio solo alcuni esempi.
Il sostegno alle imprese, in particolare nel settore turistico inteso come filiera lunga. Le riaperture, la zona bianca, associata ad un ancora elevato numero di contagi, ci impone interventi a sostegno di tutte quelle attività che potrebbero essere colpite da questa combinazione di elementi. Penso a tutto il settore della ristorazione e dei servizi alla persona che dovranno attivare procedure anche molto pesanti per coniugare attività economica e sicurezza sanitaria. Ma anche la manifattura, che ha retto l'impatto delle chiusure ma che oggi necessità di una accelerazione sul fronte dell'innovazione.
O ancora. Le politiche attive per il lavoro e la formazione saranno strategiche per accompagnare le riallocazioni sul mercato del lavoro, profondamente modificato dalla pandemia.
Infine lo sport e la cultura, due settori decisamente penalizzati dalla pandemia e che, se debitamente sostenuti, possono contribuire fortemente al contrasto delle diseguaglianze sociali. Riconosco uno sforzo importante nell'ambito culturale, che sopperisce, in parte, ad una ristrettezza di stanziamenti della fase previsionale, ma lo sport è totalmente dimenticato. Ancora una volta solo i giochi olimpici trovano soldi in questa manovra. Eppure mai come in questa fase lo sport e la possibilità di accesso dei ragazzi alla pratica sportiva sarebbe essenziale.
Chiudo citando il trasporto pubblico locale. Nessuno di noi sa come sarà la ripartenza delle scuole a settembre. Tutti confidiamo che il virus sia contenuto e, in ogni caso, auspichiamo nell'ennesimo sostegno del governo ma guardate che non possiamo pensare di arrivare, anche questa volta come l'anno scorso, a settembre senza soldi e senza idee. Non ce lo possiamo permettere e non se lo meritano alunni e studenti. La possibilità di investire su bus e treni o di offrire agli studenti sconti particolari per viaggiare in sicurezza dovrebbe essere già oggi il primo dossier sulla scrivania.
E poi le famiglie, che stanno pagando un prezzo altissimo. Sarebbe stato interessante, ad esempio, oltre che politicamente rilevante, decidere di concentrare tutte le risorse provenienti dalla gestione del Consiglio Regionale, ricordo si tratta di circa 6,6 milioni di euro, in un unico provvedimento a favore di una categoria di cittadini veneti che tanto hanno pagato questa pandemia e che forse sono troppo poco considerati nel dibattito pubblico: gli adolescenti. Perché ci siamo occupati di tutto e di tutti, persino dell'osservatorio sull'autonomia, ma non abbiamo immaginato un intervento organico a sostegno di chi ha pagato di più, in termini di perdita di relazioni, rischio di marginalizzazione, povertà educativa e rischio di dispersione scolastica.
Ecco, per concludere, io penso che a questo assestamento di bilancio manchi questa prospettiva.
E una misura corretta dal punto di vista tecnico. Ma rinunciataria rispetto all'obiettivo politico. Una occasione persa rispetto alla possibilità, e io dico anche alla responsabilità, di organizzare per tempo, in maniera condivisa, i servizi pubblici rispetto a ciò che accadrà in autunno.".

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente e grazie anche alla collega Cestaro che ha fatto una relazione puntuale e precisa, rappresentando la manovra di assestamento.
L'approvazione della manovra di assestamento di bilancio è un passaggio che annualmente si compie dopo l'approvazione del rendiconto dell'esercizio precedente, che infatti è avvenuta la settimana scorsa, sulla base delle risultanze contabili certificate nell'anno precedente. In sede di rendiconto, infatti, si certificano una serie di poste di bilancio, quali la consistenza dei residui attivi e passivi, il Fondo pluriennale vincolato, il Fondo crediti dubbia esigibilità per citare i più importanti. Sulla base di queste correzioni di fine esercizio e tenendo fermi gli equilibri di bilancio si procede dunque all'assestamento.
Si tratta di un provvedimento previsto dalle norme e dagli atti ordinari della gestione la cui funzione principale è quella appunto di recepire i risultati della chiusura contabile precedente e di trasferirli sul bilancio di previsione ed è esattamente ed esclusivamente quello che si è fatto con questa manovra.
Sul fronte delle entrate si è proceduto ad aggiornare il dato sugli incassi di imposte, tasse, tributi e altre entrate extra tributarie, che hanno aumentato le risorse disponibili di quasi 13 milioni.
In conseguenza a questo e anche ad altri fattori, si sono aggiornati alcuni fondi obbligatori: primo fra tutti quello relativo ai crediti di dubbia esigibilità, che aumenta di oltre 10 milioni. Infine, si sono registrate alcune poste rilevanti che hanno effetti o su maggiori entrate o su minori spese. In particolare, da un lato si sono assunte a bilancio le devoluzioni del Consiglio regionale per circa 6,6 milioni complessivi; dall'altro, si è tenuto conto di un minor fabbisogno finanziario di 4,3 milioni relativamente alla ricontrattazione dei mutui.
La somma di queste operazioni tecniche e automatiche ha consentito la creazione di un margine di manovra da destinare alle politiche di spesa di circa 13,5 milioni per il 2021. La cifra disponibile, seppur contenuta, è stata dunque suddivisa tra i vari Assessori, che hanno composto un quadro articolato di interventi, quasi tutti ovviamente di modesta entità, per riprendere alcune necessità più o meno particolari.
Questa è in sostanza la manovra di assestamento. Si va dai 200.000 euro per l'Osservatorio sull'Autonomia e sul punto mi si consenta di fare una parentesi importante. Io non ho alcun problema, alcun dubbio sulla necessità e opportunità, in particolare di natura politica, che questa maggioranza ha rispetto al tema dell'autonomia. Mi sarebbe piaciuto, soprattutto in virtù dei fatti di cronaca di queste ore che un po' di risorse fossero state messe dentro un altro osservatorio che esiste in questa Regione, sottofinanziato e che forse ci consentirebbe di affrontare con tempestività il problema vero di questa Regione: sto pensando all'Osservatorio per la Legalità, che è tradizionalmente sottofinanziato e che oggi invece può diventare per questa Regione un punto di riferimento e di analisi importante.
10.000 euro per il trasporto pubblico locale, 30.000 euro per i distaccamenti dei Vigili del Fuoco. Ci sono naturalmente anche interventi più sostanziosi e penso anche condivisibili, come quelli in ambito sociale per 800.000 euro, quelli destinati al comparto della cultura (1,4 milioni), per la promozione turistica 900.000 euro. Ci sono importanti stanziamenti anche per gli Enti locali e le Comunità montane, così come i 2,5 milioni investiti in conto capitale per il miglioramento della rete viaria regionale.
Fatta eccezione probabilmente, come dicevo prima, per la manovra sulle attività culturali, che ha un impatto notevole, sebbene sia un po' una modalità costante quella di procedere in questo modo, in questo settore, tradizionalmente sottodimensionato nei finanziamenti in fase di bilancio di previsione e poi, nel tempo, finanziato man mano che arriva qualche disponibilità, cosa che naturalmente non agevola la capacità di programmazione degli operatori culturali.
Però dicevo, fatta eccezione della manovra in ambito cultura, sostanziosa, penso si possa facilmente dedurre come questi interventi, pur importanti se presi singolarmente, non credo siano in grado di incidere efficacemente sull'assetto generale dell'allocazione delle risorse proprio perché la quantità di risorse disponibili è limitata. Ma questo dipende sia dalla decisione di aver spezzettato la manovra in numerosissimi piccoli e piccolissimi interventi, ma soprattutto dall'essersi limitati a riprogrammare unicamente le risorse liberate dagli aggiustamenti tecnici del bilancio.
Difficile dunque dare un giudizio complessivo di questo intervento perché la manovra in sé rappresenta solo l'aggiustamento contabile obbligatorio e le risorse recuperate, questi famosi 13 milioni e mezzo, non arrivano da risparmi di spesa o da valutazioni puntuali nel merito di riallocazione delle risorse, ma semplicemente da strutture tecniche di rettifica.
E anche le nuove spese previste non sono costruite attorno ad un'unica scelta di intervento, ma suddivise, come da prassi, tra Assessori, ripeto, anche condivisibili, se prese singolarmente, ma che non credo siano in grado, così disposte, di cogliere pienamente la fase che stiamo attraversando.
Questo perché, a mio giudizio, fare un buon assestamento è utile per l'Ente nella sua generalità, per garantire coerenza tecnica alle scritture contabili, ma altrettanto utile sarebbe stato se fosse stato impiegato per mettere in campo per il futuro buone politiche che c'entrino i bisogni e colgano le necessità.
L'istituto dell'assestamento di bilancio infatti non è pensato esclusivamente come strumento di adeguamento tecnico. Esso dovrebbe consentire l'adeguamento, ad esercizio in corso, degli stanziamenti del bilancio di previsione alla nuova realtà economica e finanziaria venutasi a creare nel corso della gestione. Dovrebbe dunque essere l'occasione per varare un provvedimento organico in cui, alla luce delle eventuali nuove esigenze, i valori di bilancio di previsione vengono riassestati e riaggiustati e non soltanto le poste tecnicamente coinvolte delle risultanze del bilancio del rendiconto dell'anno precedente. Dovrebbe essere invece, a mio giudizio, la fase dell'assestamento un momento di valutazione complessiva della gestione attuata nella prima parte dell'anno, dovrebbe essere un'occasione per un'analisi approfondita rispetto agli stanziamenti iniziali del bilancio di previsione, dello stato reale, degli impieghi realmente realizzati nei primi sei mesi dell'anno, con l'obiettivo appunto di ricalibrare eventualmente le spese previste per ridurre al minimo il rischio di arrivare a fine anno con una parte significativa del bilancio di spesa con risorse impiegate ma non utilizzate.
Questo sarebbe ancora più indispensabile e più stringente in questa fase storica: non è un caso, infatti, che la maggior parte degli Enti, anche delle Regioni, accompagnino sovente all'assestamento anche una consistente variazione di bilancio, ma per la Regione del Veneto questo non avviene mai. Le variazioni di bilancio, al contrario, quelle con cui si modifica effettivamente la destinazione delle risorse, non sono rimesse alla discussione e alla volontà del Consiglio, ma tradizionalmente legate alla Giunta e temo che questa modalità di operare non sia solo una scelta tecnica, ma anche una scelta politica, cioè la scelta di trasferire sulla Giunta non solo le responsabilità collegate direttamente all'incarico, ma anche altre in via surrettizia, che è una modalità tipica di questa Amministrazione.
Le variazioni di bilancio che, al netto di quelle urgenti derivanti da necessità specifiche, per definizione, dovrebbero essere interventi sui quali il Consiglio regionale si confronta, si interroga, condivide magari anche un'azione di intervento. Non a caso, infatti, anche la Corte, nel giudizio di parifica, ha sottolineato negativamente come nel 2020 la Regione abbia emanato un numero considerevole di variazioni di bilancio e mi pare che il trend del 2020 sia confermato anche quest'anno.
Evitare, privare il Consiglio di questo confronto, di questa discussione su come riallocare le risorse in maniera efficace io credo che sia un bruttissimo segnale rispetto invece alla necessità di costruire o provare a costruire insieme le risposte più adeguate alle necessità. Io, per carità, posso anche comprendere, senza condividere però, che la Giunta preferisca decidere tra sé dove disporre le risorse, ma io credo che evitare che dopo sei mesi di bilancio dentro a questo Consiglio si apra una discussione vera rispetto alle previsioni iniziali dell'anno, rispetto alla fase che ci aspetta, rispetto ad un'eventuale riallocazione delle risorse privare, dicevo, privare il Consiglio di questa discussione credo non sia soltanto il rispettoso delle minoranze, il cui parere può anche non essere ritenuto rilevante, ma direi anche dei Consiglieri tutti, che per fare questo tipo di lavoro, anche questo tipo di lavoro, sono stati eletti. Oltre, penso, a rappresentare un'idea distorta del potere.
Assessore Calzavara, lei capirà che per gli Enti che non possono fare deficit, quindi i Comuni come le Regioni, dal più piccolo al più grande, l'allocazione delle risorse e le relative modifiche costituiscono sostanzialmente il senso delle politiche pubbliche che mettiamo in campo.
Io penso che dopo sei mesi dell'anno forse un impegno maggiore nella verifica puntuale delle poste di bilancio avrebbe potuto essere utile. Da quello che si capisce e si intuisce, la differenza, quest'anno, la farà chi sarà capace di accompagnare a politiche formali di intervento, che siano però concretamente in grado di intrecciare, incrociare la difficoltà delle crisi economiche e sociali che abbiamo davanti per ridurre realmente l'impatto che questa crisi avrà sulle persone, sulle famiglie e sulle imprese.
In questo quadro a me sembra evidente come l'entità delle risorse a disposizione sia importante, ma altrettanto importante sarà la velocità con la quale permetteremo che le stesse risorse dispieghino i loro effetti concreti nella società. Scegliere di tenere ferme risorse non utilizzate dentro a delle poste di bilancio, come è accaduto per esempio in questa Regione nel 2020 (faccio riferimento alle risorse nazionali stanziate per l'emergenza Covid) oggi io penso sia estremamente e doppiamente grave proprio perché di quelle risorse allocate e spese rapidamente c'è estremo bisogno.
Ecco perché io penso che la manovra di assestamento per il 2021 e per il biennio successivo avrebbe dovuto assumere una valenza diversa perché è innegabile che l'andamento della pandemia, già nei primi sei mesi del 2021, abbia avuto un impatto sul bilancio regionale. Quando abbiamo fatto il bilancio di previsione, ci immaginavamo di essere di fronte ad un anno non dico in discesa, ma di ripresa, di ripartenza, di fuoriuscita. Invece noi oggi, a giugno del 2021, dovremo ricalibrare quella idea che avevamo anche condiviso, quella speranza, rispetto al fatto che verosimilmente qualche cosa cambierà da qua ai prossimi mesi.
È impensabile che l'allocazione di risorse che abbiamo fatto a gennaio, con quel tipo di aspettativa, possa essere ancora adatto a metà anno. Ecco perché, lo ripeto, io penso che sia invece indispensabile l'accertamento puntuale delle poste che dal rendiconto si trasferiscono sul bilancio di previsione, ma altrettanto importante sarebbe stato procedere ad una verifica puntuale degli impegni, delle spese realmente sostenute, di quelle non ancora realizzate, proprio per andare a ricercare le risorse sostanzialmente libere e poter eventualmente disegnarne una nuova collocazione.
Perché, guardate, colleghi, ci sono delle priorità che attendono risposte e su quelle, secondo me, a mio giudizio, si sarebbe dovuto investire di più: la priorità del contrasto alle diseguaglianze territoriali, sociali, economiche, acuite con la pandemia; il rilancio dell'economia regionale, del lavoro, degli investimenti, che avrà un rallentamento nei prossimi mesi; il sostegno agli Enti locali, un utilizzo più efficace della leva della spesa pubblica in conto capitale per rimettere in moto anche gli investimenti privati.
Ecco, io credo che questa manovra, oltre alle risorse liberate dagli aggiustamenti tecnici, avrebbe dovuto essere costruita con lo sforzo di individuare risorse aggiuntive, con lo sforzo di mettere in campo una proposta organica, perché 13 milioni e mezzo di euro di risorse nuove sono troppo pochi per affrontare il semestre che abbiamo davanti. Questo lo dico pur avendo, come minoranze, condiviso con la maggioranza un iter accelerato per questa manovra, perché quando, Assessore, ci siamo detti: abbiamo bisogno di disporre subito di queste risorse, abbiamo costruito comunemente un percorso di questo tipo.
La manovra di assestamento arriva in Aula esattamente una settimana dopo il rendiconto, con un percorso velocissimo che abbiamo condiviso, proprio perché la necessità è condivisa, ma la necessità è certamente quella di mettere a terra queste risorse liberate da manovre tecniche, ma noi pensiamo che ci sia anche la necessità di aggiungere risorse e che, attraverso una verifica puntuale delle poste e una variazione di bilancio collegata, si sarebbe potuto fare di più.
Faccio solo alcuni esempi che avrebbero potuto essere contenuti in una variazione di bilancio che spero vengano considerati per le prossime settimane: il sostegno alle imprese, specie nel settore turistico come filiera lunga, che non si può esaurire. Con 900.000 euro solo in promozione turistica, perché guardate che le riaperture, la zona bianca per quanto durerà, associate ancora ad un elevato numero di contagi, significa che le imprese del turismo e della filiera lunga saranno costrette, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, a dover sostenere delle spese aggiuntive, ad esempio per le verifiche e per i controlli sulle vaccinazioni e noi, a quell'esigenza, avremmo dovuto già dare una risposta.
Le politiche attive per il lavoro e la formazione saranno strategiche per riaccompagnare le ripartenze: non possono bastare 450.000 euro per la formazione dell'artigianato. Serve un grande investimento per una riformazione, una rimessione dentro il mercato del lavoro completamente aggiornata rispetto alle nuove necessità.
E infine lo sport e la cultura. Guardate, due settori decisamente penalizzati dalla pandemia che, se non saranno debitamente sostenuti, possono al contrario contribuire all'aumento, alla creazione di diseguaglianze sociali. Ripeto: riconosco uno sforzo importante nell'ambito culturale, ma guardate che lo sport è dimenticato da questa manovra di bilancio. 300.000 euro soltanto nuovamente per i Giochi olimpici di Cortina, quando invece lo sport è un grandissimo veicolo di riduzione delle diseguaglianze e il sostegno dello sport, in questa fase, aiuta i ragazzi e le famiglie ad affrontare i disagi che sono stati causati dalla pandemia e in questa manovra lo sport non c'è.
Chiudo citando il trasporto pubblico locale: nessuno di noi sa come sarà la ripartenza delle scuole a settembre. So che condivideremo l'impegno e l'obiettivo di riaprire tutto, riaprire subito e tutti confidiamo che il virus a settembre sia contenuto, ma nessuno di noi dimentica, com'è andata la vicenda del trasporto pubblico locale a settembre 2020 anche in questa Regione.
Forse programmare già adesso delle risorse aggiuntive che l'Assessore può avere a disposizione qualora a settembre le si dovrà dire, come a settembre dell'anno scorso è successo: "Tra due settimane devi trovare altri veicoli". O addirittura sarebbe stato carino sul tema del trasporto pubblico locale, preordinare già ora degli incentivi per il trasporto pubblico gratuito, per esempio, come fanno altre Regioni per i ragazzi che riprendono la scuola a settembre.
Chiudo con le famiglie che stanno pagando un prezzo altissimo. Ora avanzo questa proposta, per quest'anno mi sembra complicata, ai Consiglieri per il prossimo anno, cioè noi, come Consiglio regionale, sotto diverse forme, devolviamo al bilancio della Regione 6,6 milioni di euro, quest'anno e mediamente ogni anno. Ma perché non pensare dall'anno prossimo che le risorse che il Consiglio devolve la Giunta abbiano una finalità specifica e non vengano assunte dal bilancio regionale come risorse libere? Attraverso l'individuazione condivisa di una priorità e quindi il Consiglio restituisce risorse, ma chiede alla Giunta di indirizzarle rispetto ad una questione che per noi è sostanziale. Per esempio, mi sarebbe piaciuto che quei 6,6 milioni che quest'anno il Consiglio dà alla Giunta fossero stati indirizzati ad un unico intervento a favore di quella categoria di cittadini veneti che, secondo me, ha pagato il prezzo più caro della pandemia e che forse sono troppo poco considerati nelle politiche pubbliche in generale: gli adolescenti. Ci siamo occupati di tutti durante questa pandemia, dai ristoratori agli albergatori, agli imprenditori, agli anziani. Parlo della Regione del Veneto, ma in generale, della Pubblica amministrazione.
Sarebbe stato bello se il Consiglio regionale avesse detto alla Giunta che i nostri 6,6 milioni li vogliamo investire – io faccio questa proposta – su politiche a sostegno dell'adolescenza per il supporto psicologico, per un trasporto pubblico in sicurezza, per una garanzia di un'attività sportiva realmente accessibile. Può essere un esempio, una proposta, che sicuramente avrebbe intercettato però un rischio oggettivo: quello di marginalizzazione, di povertà educativa, di abbandono scolastico, che sono tutti indicatori che si sono alzati nella pandemia. È un esempio, ma se ne potrebbero fare moltissimi perché di bisogni da soddisfare ce ne sono tanti.
Ecco, io, per concludere, penso che davvero questo assestamento di bilancio manchi di questa prospettiva: dal punto di vista tecnico, lo ricordava correttamente la relatrice Cestaro, è un documento impeccabile e mi associo ai ringraziamenti degli uffici. Dal punto di vista tecnico è, come sempre, una misura corretta. Temo che sia rinunciataria sotto il punto di vista politico. È un'occasione persa rispetto alla possibilità di essere non soltanto una Regione virtuosa con i conti pubblici in ordine, ma anche una Regione in grado di programmare in maniera condivisa, con un dibattito vero, dentro questo a Consiglio, i prossimi sei mesi che ci aspettano.
Lo dicevo prima: noi non abbiamo soltanto la responsabilità di chiudere il bilancio in ordine, di non fare debito pubblico, di rientrare col debito pregresso. Noi abbiamo la responsabilità di costruire un sistema di servizi pubblici ai cittadini che rendano questa Regione virtuosa non solo dal punto di vista tecnico, ma anche dal punto di vista politico. Io penso che le risorse del nostro bilancio ci siano, perché ci sono tantissime poste, tantissimi capitoli di bilancio che rimangono pieni a fine anno. Lo vediamo ogni anno.
Io credo che la capacità e il lusso di fare cassa, in questi anni complicati, non possiamo più permettercelo. Purtroppo, ripeto, pur condividendo molti degli interventi previsti in questa manovra di assestamento, noi ci saremmo aspettati, e ci aspettiamo, che il modo di procedere cambi e cioè che si proceda ad una verifica puntuale di tutte le poste, che si riesca ad ottenere una quantità di risorse tali da poter riprogrammare e riprogettare politiche pubbliche per bisogni emergenti che da qui a fine anno sicuramente dovremo incrociare. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Cominciamo con la discussione generale.
Ha chiesto la parola la collega Scatto, prego.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Sull'ordine dei lavori. Al punto 28 all'ordine del giorno, quella che viene presentata come mozione e a seguire i nomi dei Consiglieri, in realtà è una risoluzione votata all'unanimità in Sesta Commissione che afferisce in particolar modo al punto che riguarda l'assestamento di bilancio. Per cui chiedo l'anticipazione della mozione subito dopo la chiusura della discussione sul bilancio. Grazie.

PRESIDENTE

Quando arriveremo alla fine, ci ricorderemo di questa richiesta. Adesso appunto siamo in discussione generale sull'assestamento di bilancio.
Ha chiesto la parola la collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente e grazie anche alla consigliera Scatto appunto di essere intervenuta sull'ordine dei lavori perché il tema della mozione è anche un tema di cui tratterò in questo breve intervento per appunto discutere l'assestamento di bilancio.
Il tema che è stato anche affrontato nella correlazione della collega Camani non è tanto rispetto alle singole poste di bilancio, su cui appunto ci sono delle questioni anche condivisibili. Il tema vero è un po' quello che discutevamo anche quando abbiamo discusso e votato la settimana scorsa, anche portando nella discussione quello che era stato detto dalla Corte dei Conti rispetto al fatto che una prassi all'interno della Regione è quella di assestare troppo, cioè il fatto che tra il 2020 e il 2022 ci siano stati più di 100 provvedimenti che abbiano visto insomma degli spostamenti e delle variazioni - almeno così rileva nel giudizio di parificazione la Corte dei Conti - dimostra il fatto che, nel momento in cui noi stiamo pianificando, se ci sono continuamente delle modifiche e delle variazioni, forse - e questo è un forse - nel momento in cui lavoriamo al bilancio di previsione forse dovremmo adottare una metodologia che ci permetta di programmare meglio.
La relatrice Cestaro diceva appunto che è un modo anche per venire incontro alle esigenze che si sviluppano. Lo comprendo. È vero anche che, guardando questo assestamento, si vede - faccio l'esempio della cultura - come forse ci sia stato il tentativo di aggiungere delle risorse, perché è palese che ci siano questi 1,8 milioni che vengono aggiunti alla cultura, però la domanda da porsi è: come è stato scelto di porre questi 1,8 milioni all'interno delle diverse voci di bilancio?
Faccio degli esempi: è giustissimo che l'Istituto regionale delle Ville Venete aumenti la sua dotazione. Tra l'altro, abbiamo discusso varie volte del fatto che è un Istituto sottofinanziato, che con il personale che oggi ha al suo interno non riesce a garantire tutte le attività; è anche vero che abbiamo discusso, ad esempio, del fatto che serve un Piano paesaggistico per fare in modo che il lavoro delle Ville Venete venga valorizzato anche in una promozione turistica di tutela del paesaggio.
Il tema è: okay, mettiamo delle risorse aggiuntive, ma ho visto per ora una poca discussione, una discussione forse che non ha interessato abbastanza questo Consiglio, su come poi l'Istituto delle Ville Venete può davvero spendere questi soldi in maniera positiva.
Faccio un altro esempio rispetto al Teatro Stabile del Veneto, in cui ogni manovra di bilancio e ogni assestamento aggiunge delle risorse. Bene che ci siano perché non deve essere appunto un togliere delle risorse a delle partecipate della nostra Regione per darli a qualcun altro, ma il tema vero è (e ne abbiamo anche discusso in Commissione Cultura): come ci adoperiamo per fare in modo che le nostre partecipate regionali lavorino con un criterio di coinvolgimento, di trasparenza, di coprogrammazione con gli attori che lavorano sul territorio e che fanno parte di quel famoso mondo extra FUS, che da quando sono qui provo a rappresentare in questo Consiglio, ma di tutto il mondo FUS, cioè quello che riceve il Fondo Unico dello Spettacolo a livello nazionale?
Perché dico questo? Perché più che dire che abbiamo spostato un capitolo di spesa, abbiamo rimpinguato un pezzo del nostro bilancio, la questione che ci sta dietro è: dietro a questi numeri, che tipo di indirizzo politico poi c'è? Appunto, nel mio ruolo di opposizione, più che stare qui a dire che la posta di bilancio va bene, avete aumentato abbastanza o non abbastanza, il tema è: come poi facciamo in modo che si arrivi ad un risultato che renda quei 200.000 euro al Teatro Stabile effettivamente un valore aggiunto per il territorio e non solo per il Teatro Stabile?
In più c'è un tema anche rispetto alla quantità di fondi che in questo assestamento ci sono: abbiamo appunto 13 milioni e mezzo su un bilancio di 18 miliardi, è ovvio che è un assestamento che sposta poco. Anche in Prima Commissione l'assessore Calzavara diceva appunto: "È un assestamento che sposta poco, abbiamo fatto uno sforzo per il comparto culturale, anche su richiesta dell'assessore Corazzari". Ecco, il tema vero è: stiamo davvero con così poco rispondendo alle reali esigenze di un momento che è di nuovo un momento particolare?
Mi ricordo che quando abbiamo discusso di un assestamento, mesi fa, ma anche del bilancio di previsione, l'anno scorso, un po' il tema è questo, cioè a dire: con il momento a cui le aziende del territorio, ad esempio, che lavorano nel settore turistico andranno incontro - perché è palese che un problema purtroppo ci risarà e c'è anche in questo momento, con le tante cancellazioni che stanno arrivando per le vacanze dopo la metà di agosto - pensare che in un assestamento di questo tipo abbiamo solo il 5% circa delle risorse che vanno in quel comparto, è abbastanza? Abbiamo davvero investito o cercato di assestare in quei settori, in quegli ambiti più colpiti dalla crisi emergenza Covid ora, ma che soprattutto verranno colpiti nei mesi successivi?
Faccio un altro esempio rispetto alle politiche giovanili. Siccome nel bilancio di previsione ne avevo parlato molto e per questa Regione, io credo, questo è un altro di quei punti dove si dovrebbe fare molto di più: abbiamo il 2% del totale di questo assestamento di bilancio sulle politiche giovanili e del tempo libero. Perché oggi sono importanti le politiche giovanili? Io spero tanto che la scuola riparta normalmente a settembre, perché questa sarebbe davvero la priorità, ma se noi non riusciamo a comprendere che in questo momento i ragazzi, gli adolescenti, sono le persone che sono state più colpite, ovviamente, magari, da un punto di vista meno economico, ma più sociale, emozionale, relazionale, dalla crisi pandemica, allora forse pensare anche a delle politiche attive finanziate in questo momento, magari togliendo poste di bilancio da altri punti e mettendole proprio lì dove i giovani chiedono, io credo che sarebbe stato più adeguato al momento che stiamo vivendo.
Poi ricordo il comparto sanitario. Stiamo parlando molto, adesso, del dietrofront rispetto a sospendere i medici e gli infermieri che non sono vaccinati. Ma all'inizio del mandato, quando qui abbiamo votato un odg all'unanimità, che provava a fare, come altre Regioni hanno fatto, sugli specializzandi, che comunque sono ancora lì che lavorano all'interno delle corsie e ci lavorano dall'ottobre dell'anno scorso, quando abbiamo qui discusso e votato tutti all'unanimità un impegno a mettere risorse aggiuntive per queste figure, in un assestamento - è il secondo che vedo - quell'odg che è stato votato da tutti, non ha una partita di bilancio e allora inizio anche a mettere in dubbio il fatto che quando si votano degli odg all'unanimità davvero poi si prendano in carico e si portino avanti.
Vedo come sempre, com'è successo anche in altri assestamenti, il fatto che ci siano pochi soldi, quindi questa volta 100.000 euro, su un'infrastruttura, che è la Pedemontana Veneta che, ci sta negli anni probabilmente togliendo pezzettino a pezzettino, assestamento per assestamento, delle risorse che invece potremmo aver e anche potremmo in futuro invece investire altrove. Ovvio che questo non dipende dalla Giunta attuale e basta - ed è una cosa che ci si porta dietro da parecchi anni - ma è anche vero che questo davvero indica il fatto che quando si sbaglia a programmare o quando un'opera costa molto di più di quello che si era preventivato, in qualche modo ci si porta dietro un effetto negativo che poi impatta anche sul poter o non poter definire un intervento di un certo tipo in un assestamento di bilancio.
Per non parlare poi della discussione che avevamo aperto sempre a ottobre sulla necessità o meno - e io credo invece che sia necessaria - di un'addizionale IRPEF, o chiamatela come volete, che possa davvero permettere ad una Regione come la nostra di avere quella dotazione economica e finanziaria che ci permette di programmare con un certo grado di libertà, perché davvero, al di là del fatto che molte, alcune, di queste poste sono positive, la questione è la quantità di denaro, di soldi, di investimenti che noi oggi possiamo fare e dove abbiamo deciso di inserirli.
Io di nuovo avrei deciso di inserirli, alcuni di questi, ovviamente non tutti, in alcuni comparti strategici e pur riconoscendo che, ad esempio, sul tema della cultura, dove io intervengo sempre, un passo avanti in questo assestamento c'è. Però la domanda - e qui vengo appunto un po' alla chiusura – è se quello che c'è, questi 1,8 milioni, sono sufficienti.
Quello su cui abbiamo discusso ampliamente all'interno della Commissione Cultura è che 1,8 milioni assolutamente non sono sufficienti per le esigenze che oggi abbiamo di fronte, ma questa è un un'eredità che la Regione Veneto ha da tanti anni, soprattutto da gli ultimi 10-15, dove il settore culturale è stato in maniera organica purtroppo sottofinanziato.
E qui, durante i lavori della Commissione Cultura, nelle ultime due sedute, sia quando abbiamo fatto le audizioni con gli operatori culturali dei diversi settori, sia quando siamo andati in visita a Vicenza, al Teatro Comunale, sia quando abbiamo riascoltato gli auditi in seduta della Commissione Cultura, è stato abbastanza unanime da tutti gli attori, ma anche dai Consiglieri presenti, che voglio anche ringraziare per la mozione di cui prima veniva richiesta appunto l'anticipazione, perché da qui e da loro, dalle persone che abbiamo audito, è emerso effettivamente il fatto che, senza lavorare proprio sull'aggiungere delle risorse in maniera organica, la cultura non solo farà fatica a ripartire in tutta la sua filiera, ma probabilmente rischiamo di perdere tantissimi degli operatori che abbiamo audito e anche con una serie di differenze, ed è normale, tra chi è dentro il circuito delle partecipate, che tendenzialmente è più strutturato e chi invece è al di fuori di quel circuito e che un po' sgomita per poterci anche magari entrare e che viene più colpito dalla crisi, perché banalmente, è come parlare di un lavoratore che è impiegato nel pubblico e un lavoratore che è impiegato invece con la sua partita IVA a cercare di prendere dei clienti: ovvio che le due situazioni sono diverse dal punto di vista della stabilità lavorativa.
Siamo una Regione che mette un euro, più o meno, a persona contro il fatto che altre Regioni, come il Piemonte, quindi non solo l'Emilia Romagna, governata da un altro colore politico, ne mettono 4 e questo è un dato incontrovertibile, cioè un dato che racconta, come abbiamo discusso in Commissione Cultura, di una distanza che va colmata rispetto proprio al finanziamento regionale. Una distanza, tra l'altro - ed è stata anche questa è una discussione interessante che abbiamo avuto - che però non sta impattando come impatterebbe in altre Regioni, cioè il comparto culturale Veneto sia delle strutture partecipate, ma anche dei FUS e degli extra FUS, è attivo: nonostante il basso finanziamento negli anni abbiamo un comparto culturale in tutti i settori artistici che è molto molto florido e vivido.
Il tema è: se noi addirittura ci aggiungessimo quel delta che manca da 1 a 4, magari nel giro di qualche anno, probabilmente riusciremmo davvero a fare quello che nostri documenti c'è e cioè creare un'industria culturale e creativa che in questa Regione non solo dà da lavorare, ma allo stesso tempo - e lo abbiamo visto in pandemia - dà a noi da fare e alla socialità ovviamente una cosa che per fortuna esiste anche grazie alla cultura.
Arrivo alla mozione che poi discuteremo, spero presto, perché è molto collegata a quello che stiamo discutendo. Questo assestamento fa un passettino, ma il vero passo lo dobbiamo sicuramente fare quando approveremo il prossimo bilancio e quando un settore come questo, e non è l'unico, perché abbiamo parlato prima del turismo, sono due settori fondamentali e molto collegati, hanno la necessità di avere un finanziamento strutturale all'interno di quella legge - e lo ripeterò sempre e non mi stancherò mai di farlo - che è due anni che attende di essere attuata.
Senza questo è difficile che all'interno di quelle micro-leggi che noi oggi abbiamo, tutte diverse e separate, che continuiamo ad assestare così, non si crea quella filiera, quella modalità di lavorare che probabilmente un intero settore invece sta chiedendo e non da adesso, ma da tanti anni.
Chiudo qui solo con un altro minimo appunto rispetto ai temi del sociale. Ho parlato, ho provato prima a parlare di giovani e di tutto quello che necessiterebbero a sostegno, appunto, soprattutto in questo periodo. Un altro punto dolente dell'assestamento di oggi è quello che viene dedicato ai diritti sociali. Siamo a una cifra che è 3,8 milioni, ma di questi, 3 milioni vanno alle scuole paritarie. Benissimo, nel senso che in vari luoghi queste scuole e questa tipologia di gestione offre anche in assenza, purtroppo, di strutture puramente pubbliche un servizio. Il PNRR - ho visto delle mozioni che magari discuteremo poi o domani nelle mozioni che sono all'attenzione del Consiglio - forse lì, ma già in questo assestamento, un'idea rispetto al fatto di aumentare le strutture che possano essere gestite dal pubblico, penso ad esempio agli asili nido, su cui noi abbiamo la competenza come Regione: pensare di istituire, costruire quel famoso piano per rendere accessibile a tutte le famiglie e anche gratuito, verso la gratuità, come ha fatto la Regione Emilia, le scuole dell'infanzia per i nostri figli e le nostre figlie probabilmente è un'altra delle questioni su cui qui oggi noi intravediamo un pezzettino, ma che con le risorse, se mai ci sarà data l'opportunità davvero di condividerle e co-progettarle, ci sarà la possibilità, il tema dei diritti sociali anche in questo assestamento, purtroppo un po' manca. E, in un momento come questo, cioè di una crisi pandemica che continua ad andare avanti purtroppo, probabilmente un'attenzione maggiore ci sarebbe dovuta essere. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il collega Possamai Giacomo, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Molto succintamente, nel senso che stamattina leggevo un'intervista dell'assessore Calzavara sul "Giornale di Vicenza" e l'ho trovato molto montiano, Assessore. Montiano, nel senso che... non è un'offesa ... va beh, molto montiano nell'approccio. Lo dice uno che, guardi, non ha un pregiudizio su quel fronte. In che senso? Nel senso, Assessore, che c'erano passaggi sicuramente condivisibili sul tema del bilancio in ordine, dell'attenzione alla tenuta dei conti, molto, molto, molto calcati. Mancava in quel ragionamento - stamattina nell'intervista, ma magari poi invece ce lo farà dopo nella discussione nel suo intervento - un po' di ragionamento di prospettiva, cioè su come ha senso investire le risorse e in che direzione?
Di fatto è una cosa che dicevano prima anche le colleghe Camani e Ostanel quando dicevano: di fatto abbiamo recuperato le risorse che erano avanzate - tra l'altro metà sono risorse che arrivano da questo Consiglio regionale - e abbiamo provato a capire più o meno quali erano le priorità a seconda di quello che arrivava da parte degli Assessori, immagino soprattutto.
Non c'è un ragionamento tale per cui si dice: abbiamo un'esigenza fortissima - faccio un esempio su tutte perché ho partecipato a un incontro la settimana scorsa su questo - sulle case di riposo nella nostra Regione, che boccheggiano; abbiamo bisogno di trovare tot milioni perlomeno lì, facciamo un'operazione che metta insieme assestamento e variazione, andiamo a cercare le risorse perché pensiamo che quella sia una priorità.
Lo stesso discorso lo possiamo applicare al tema della cultura che si citava prima quando la presidente Scatto, che su questo, insieme...

PRESIDENTE

Se il collega Formaggio non ci fa sentire la telefonata, grazie.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Può anche essere interessante, però...

PRESIDENTE

Bella coppia.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Proseguo? Dicevo: lo stesso discorso vale sul fronte cultura, nel senso che la presidente Scatto, insieme alla vicepresidente Ostanel e con tutta la Commissione, devo dire, sta facendo un lavoro importante su quel fronte, cioè nel segnalare prima di tutto come il comparto culturale nella nostra Regione sia in sofferenza particolare, perché unisce problemi storici di sottofinanziamento a una difficoltà contingente che invece c'è in tutte ovviamente le Regioni d'Italia, anzi, direi perlomeno in tutta Europa e quindi questo lavoro di segnalazione è fondamentale; dalla segnalazione all'iniziativa politica, quindi al finanziamento, al portare avanti la legge sulla cultura, al Piano triennale, si misura la volontà politica.
In questo assestamento qualcosa c'è, siamo tutti d'accordo che siamo al qualcosa e quindi, per esempio, sul bilancio preventivo andrà fatto un ragionamento completamente diverso se condividiamo che quella è una priorità per la nostra Regione. Noi pensiamo che lo sia per due ordini di motivi: quello storico di cui parlavo prima e l'altro aspetto molto banale, ma penso giovi ricordarlo, è che, visto che nella nostra Regione proprio perché c'è uno storico sottofinanziamento pubblico, in gran parte il mondo culturale si è imprenditorializzato, cioè vive in gran parte di proventi privati (faccio un esempio banale per tutti: i biglietti), se prima facevo fatica a stare in piedi facendo entrare 300 persone un teatro, oggi posso farne entrare 120, è evidente che mi manca in gran parte quel pezzo di introiti che mi ha consentito di stare in piedi nonostante il sottofinanziamento pubblico e che però oggi è una zavorra rispetto ad altre Regioni, perché se prima avevo un bilancio 50 e 50 pubblico/privato impatta la metà, se il mio bilancio prima era 70 privato e 30 pubblico è evidente che la difficoltà diventa maggiore. Per cui va bene che in assestamento si è fatto il possibile, secondo me si poteva fare di più. È evidente che, alla luce anche della mozione che andremo a discutere dopo e che è stata condivisa da tutti, servono sicuramente risorse maggiori.
Un paio di questioni invece che pongo all'assessore De Berti, all'assessore Calzavara, in parte ne abbiamo discusso in Commissione, ma le volevo approfondire: da un lato i 100.000 euro sulla Pedemontana, nel senso che è una cifra talmente ridotta che su un'opera così grande mi interessa capire per farci che cosa? L'altra questione da approfondire, ne avevamo parlato in Commissione, ma mi interessa qui perché è un altro tema generale su cui battiamo spesso il tasto, sono i quattrini che vanno alla cosiddetta valorizzazione delle Unioni Montane, perché Assessore, anche qui penso che vadano portate avanti insieme due partite: una è il ragionamento sul riordino territoriale di cui abbiamo parlato diverse volte, su cui so che lei sta portando avanti un impegno con un ragionamento su fusioni, gestioni coordinate da parte dei Comuni delle funzioni, quindi anche le Unioni Montane, quindi c'è un pezzo istituzionale. E poi c'è un pezzo di finanziamento, cioè una volta deciso, cioè, che cosa faccio fare agli Enti locali, o meglio, una volta che ho dialogato con gli Enti locali su come intendono organizzarsi e strutturarsi, decido anche come allocare le risorse. Intanto quindi sull'assestamento mi interessava l'approfondimento su questo fronte, ma in prospettiva, anche qui, il prossimo bilancio preventivo va costruito parallelamente al riordino istituzionale.
Chiudo, perché molte delle cose in realtà sono già state dette, con il ragionamento con cui ero partito: abbiamo recuperato le risorse che c'erano, abbiamo provato metterle più o meno dove serviva. È evidente che in questa fase questo non basta. Noi chiederemo nei prossimi mesi, ho fatto l'esempio delle case di riposo, di fare un check vero di quali sono le esigenze del nostro territorio - le case di riposo sono un esempio per tutti - perché il bilancio preventivo di quest'anno non può essere un bilancio preventivo ordinario. Perché? Perché nell'ultimo anno e mezzo è cambiato il mondo, quindi sono anche cambiate le esigenze; probabilmente sono cambiate anche le difficoltà, ci sarà chi non era in difficoltà, che oggi lo è e viceversa. Quindi, mentre l'anno scorso eravamo ancora nel pieno della pandemia, spero che non ci saremo in autunno, ma comunque eravamo ancora sotto la botta dei primi mesi, questo autunno il tempo per guardare veramente alle esigenze, ripeto, ho fatto l'esempio del mondo delle case di riposo e del mondo della cultura, che sono sicuramente due dei mondi toccati in profondità in questo anno e mezzo, chiederemo un check nelle Commissioni per arrivare in bilancio preventivo, invece, a fare un ragionamento diverso, cioè a partire da quelle che sono le esigenze, le necessità, e da lì cercare le risorse per destinarle. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Rapidissimamente, intanto per ringraziare gli uffici del lavoro che è stato fatto, perché nelle Commissioni si è visto quanta sia la capacità di affrontare i temi in tempo reale e di dare risposte efficaci.
Vorrei poi fare una considerazione, una semplice ripresa di quanto è già stato detto dai colleghi, che mi sento di sottoscrivere in pieno. Stiamo parlando dello 0,07% del bilancio, quindi stiamo parlando di una cosa piccola, questo è chiaro. Però le priorità politiche emergono anche nelle scelte piccole dal punto di vista quantitativo. Mi sento di dire che se la valutazione, dal punto vista tecnico dell'assestamento è assolutamente positivo, dal punto di vista politico è carente. Immagino una persona che in futuro, tra 10-15 anni, andasse a vedere questo assestamento: si renderebbe conto che siamo in una situazione di pandemia? Io non credo, nel senso che c'è una continuità con le scelte storiche, le scelte degli anni precedenti, che non evidenzia quelle che sono delle reali necessità che si sono venute a creare dalla situazione drammatica che stiamo vivendo.
Sono state citate - le riprendo molto velocemente - la cultura, lo sport, la scuola, le RSA: tutti ambiti in cui si sono create delle voragini o dal punto di vista economico o dal punto di vista proprio sociale: la tematica dello sport, secondo me, è veramente preoccupante andando a vedere quanti ragazzi hanno abbandonato l'attività sportiva e quali difficoltà le società stanno affrontando. Ecco, si poteva prendere uno di questi bisogni e cercare di dare delle risposte. Non è stato fatto, è una scelta politica, ne prendiamo atto, però, ecco, mi sento di riprendere la richiesta del collega Possamai: il bilancio previsionale dovrà avere una discontinuità rispetto ai bilanci storici perché viviamo un momento che non ha purtroppo continuità con quello che abbiamo vissuto fino all'anno scorso e quindi dobbiamo dare delle risposte. Sennò il costo di questa situazione crescerà: crescerà dal punto di vista economico, crescerà dal punto di vista sociale, creando delle difficoltà sempre più grandi ai cittadini del Veneto.
Per cui, ecco, rinnovo il ringraziamento agli uffici che tecnicamente hanno lavorato benissimo, ma rinnovo anche la sollecitazione, dal punto di vista politico, di cercare di dare delle risposte diverse a bisogni diversi che stiamo affrontando.

PRESIDENTE

Grazie.
Io in questo momento non vedo altri interventi. Mi sembrava ci fosse la necessità di una pausa per vedere alcuni passaggi tecnici. Chiedo però all'Assessore e alla relatrice e correlatrice: è una pausa...? 15 minuti di pausa per poi riprendere la discussione generale, capire se anche i temi posti dai colleghi sono e trovano in qualche maniera riscontro e poi magari interrompere all'1 e iniziare a votare verso le 2, se il clima è questo... alle 2 e mezza, scusate.
Sospendiamo adesso per 15 minuti fino alle 12.30, per poi andare avanti fino alle 13, sospensione e ripresa lavori alle 14.30, a spanne.
Benissimo, 15 minuti di sospensione.
La Seduta è sospesa alle ore 12.14
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
La Seduta riprende alle ore 12.43

PRESIDENTE

Se prendete posto, possiamo riprendere i lavori d'Aula.
Siccome non vedo altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
So che stanno arrivando degli emendamenti, ma non sono ancora stati caricati, quindi non posso dare i tempi per eventuali sub.
Nel frattempo do la parola all'assessore De Berti per una replica, prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Molto velocemente. Solo una precisazione per quanto riguarda quanto detto prima dalla consigliera Camani per quanto riguarda il trasporto pubblico locale. Volevo solo ricordare una piccola cosa: che l'anno scorso a settembre, quando siamo tornati a scuola, al di là del fatto che dal MIMS sono arrivate le indicazioni della capienza e quant'altro il 30 di agosto di fatto, quindi le aziende di trasporto hanno fatto un miracolo, però le aziende di trasporto, i pochi servizi aggiuntivi che sono riusciti a mettere in campo quel mese che sono andati a scuola li hanno messi in campo grazie ad uno stanziamento straordinario della Regione del Veneto pari a 8 milioni e mezzo. Okay? Di fatto questo ha permesso loro di poter intervenire in un momento di difficoltà. Chiusa parentesi.
Per quanto riguarda i 100.000 euro richiesti dal consigliere Possamai per Pedemontana, di fatto è una richiesta posta dal direttore Pellegrini per avere un budget a disposizione per poter estendere eventuali controlli che devono essere fatti, ambientali che potrebbero essere fatti da ARPAV in caso di segnalazioni o problematiche. Quindi, invece di attivarsi nella richiesta delle risorse nel momento del bisogno, lei giustamente ha detto: "Datemi un budget in modo che, se succede qualcosa, io possa tempestivamente attivarmi". Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore.
Ha chiesto di intervenire l'assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente.
Innanzitutto vorrei ringraziarvi per le parole di apprezzamento per i tecnici che hanno svolto anche quest'anno un lavoro encomiabile redigendo un documento che, anche in questo caso, come rendiconto non utilizza quelle che sono state anche le proroghe che il Governo ha dato, ma ha permesso alla Regione del Veneto di presentare entro il 30 giugno l'assestamento. Un assestamento che per andare in Giunta il 30 di giugno inevitabilmente ha visto gli uffici coinvolti nel raccogliere le richieste e mettere in ordine le disponibilità già a partire dai primi giorni di giugno. Dico questo perché in quel momento forse tutti quanti pensavamo che la pandemia, tra le vaccinazioni e tra la decrescita dei contagi, fosse qualcosa che l'estate probabilmente ci portava a considerare meno preoccupante, meno invasiva in una prospettiva annuale.
Quello che è successo dal 15 giugno ad oggi naturalmente ci mette nelle condizioni di comprendere come sarà necessario e io credo che da questo punto di vista ci sia anche una responsabilità da parte della Giunta regionale, da parte degli uffici di utilizzare al meglio le risorse che sono state messe a disposizione nel bilancio preventivo 2021. Quindi credo che nel corso delle prossime settimane, una volta approvato l'assestamento che ha la necessità di dare sicurezza ad alcuni capitoli che dovevano essere ulteriormente finanziati piuttosto che altri, che nella fase di costruzione del bilancio 2021 non erano stati adeguatamente finanziati, sistemate quelle partite se ne aprono contemporaneamente due: una è la costruzione del nuovo bilancio '22-'24, l'altra è quella di iniziare un percorso di analisi di quelle che sono le risorse fino ad oggi impegnate perché io credo che sia assolutamente necessario e, ripeto, un segno di assoluta responsabilità quello di utilizzare al meglio tutte le risorse che sono state impegnate nel 2021. Quindi, comprendere quali a oggi sono state utilizzate in termini di bandi o sono state erogate o impegnate e quali hanno una reale prospettiva di essere impegnate da qua a fine anno perché non possiamo permetterci nei confronti dei veneti di lasciare delle risorse lì in attesa di capire se spese o meno.
Quello che inizieremo a fare è una verifica puntuale e su questo credo che mi piacerebbe, da questo punto di vista e cercheremo di farlo nel corso di quest'anno proprio nella costruzione di un bilancio che, rispetto a quello del 2021, è stato un bilancio, per tutta una serie di motivi, fatto anche con una certa fretta, ma quello di comprendere come il bilancio 2022-'24, possa vedere la sua costruzione attraverso una puntuale individuazione dei capitoli.
Questo è un lavoro che cercheremo di fare nel corso dei prossimi due mesi, cioè comprendere se si fa un bilancio copia/incolla: può essere, per un percorso che ormai è costruito nel corso degli anni, che si fa un bilancio che nella fase di costruzione a settembre ripete una serie di numeri che poi hanno, nel corso dell'anno, la capacità di essere ottimizzati al meglio, attraverso una serie di variazioni di bilancio.
Anche da questo punto di vista, le variazioni di bilancio sono uno strumento per utilizzare al meglio le risorse. La Corte dei Conti ha evidenziato questo percorso, ma credo che da questo punto di vista, dovrebbe analizzare anche quello che rimane, alla fine, inutilizzato. Se infatti la Regione del Veneto, attraverso l'utilizzo di variazioni di bilancio, riesce costantemente, all'interno delle missioni nelle quali sono state individuate, a spendere tutte le risorse, credo che sia uno strumento di efficienza amministrativa, riuscire a utilizzare al meglio...

PRESIDENTE

Scusi un attimo, Assessore.
Vi informo che sono appena stati inviati via mail gli emendamenti n. A0001 e A0002, quindi do un minuto per eventuali sub.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie.
Da questo punto di vista cercheremo di far sì che il bilancio '22-'24 possa essere il più aderente e realistico rispetto ai bisogni che poi si concretizzano nel corso dell'anno in cui si va a amministrare.
Per quanto riguarda il "montismo", mi pare di avere anche un loden a casa, quindi inizio a preoccuparmi seriamente.
Lo abbiamo spiegato nel corso delle Commissioni. I 500.000 euro per l'emungimento delle acque minerali, piuttosto che i 400.000 euro per le Comunità montane fanno parte di quei capitoli che in fase di approvazione del bilancio dell'anno precedente vengono un po' sacrificati, sapendo che con l'assestamento poi si completano i bisogni di quei capitoli.
È quindi un puro funzionamento che nel corso di quest'anno, quando inizieremo concretamente a capire quali potranno essere i futuri di un riordino territoriale degli Enti locali sui quali mi pare che ci sia la volontà di costruire un percorso condiviso e che poi, naturalmente, deve tener conto delle risorse che ci sono a disposizione, si possa andare a utilizzarli al meglio.
Vi ricordo che quello che abbiamo vissuto l'anno scorso era di circa 34 milioni di euro, quello che abbiamo visto nel corso del bilancio, perché abbiamo fatto tutto assieme: DEFR, aggiornamento del DEFR, assestamento, bilancio, collegato di stabilità, era di 34; questo è di un terzo. Se poi lo depurate di cifre, di alcuni importi, che di fatto erano obbligatori, come quello per le scuole paritarie piuttosto che interventi che hanno visto coinvolta la Provincia di Vicenza, capite che è un assestamento di 5-6 milioni di euro.
All'interno di quelli, naturalmente abbiamo cercato di dare pari dignità anche a tutti gli Assessorati che avevano tutti una serie di bisogni. L'intervento della correlatrice Camani riguardava il turismo. Il turismo rischia di essere un settore nel quale non bastano mai, cioè se volessimo sostenerlo con quello che è probabilmente affronteranno le città d'arte e la montagna nel corso del secondo semestre 2021, 800.000 euro sono poca cosa. È un intervento di promozione turistica che l'assessore Caner ha ritenuto necessario proprio per sostenere, per dare l'idea di un Veneto che riapriva in sicurezza e i dati che stiamo vedendo nelle località balneari piuttosto che in montagna e confermano insomma il Veneto ancora terra di forte attrazione turistica.
Alcuni segnali positivi ci sono. La variazione di bilancio, che sarà assolutamente necessario farla nel secondo semestre del 2021, probabilmente ci metterà a disposizione delle cifre sulle quali ci confronteremo per dare anche quei segnali, che credo siano doverosi, di attenzione verso le criticità che la pandemia inevitabilmente ci porterà ad affrontare e probabilmente insomma a dare un ulteriore segnale di efficienza amministrativa nel reperire le risorse.
Stiamo aprendo la discussione per il bilancio 2022. Credo che l'abbiamo già detto un paio di volte: i nuovi stanziamenti della Comunità europea, che porteranno a quasi raddoppiare i fondi per la Regione del Veneto nella programmazione '21-'27, andranno ulteriormente a erodere quella che era la disponibilità della Giunta nella nelle scelte di carattere politico rispetto ad alcuni interventi, quindi il bilancio 2022 nasce sotto ulteriori criticità in termini di risorse qualora, come credo doveroso, si vada a coprire tutto quello che l'Europa metterà a disposizione per la nostra Regione.
Insomma, è un tema sul quale ci confronteremo nel corso delle prossime settimane e credo che riusciremo anche in questo caso a coniugare efficienza amministrativa e bassa tassazione così come è stata tutta la legislatura, la Nona, la Decima e, confido, anche l'Undicesima legislatura targata dal presidente Zaia. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Sospendiamo i lavori per poi riprenderli alle ore 14.30.
C'è un nuovo emendamento? Un attimo colleghi, perché c'è un nuovo emendamento che è arrivato. Vi verrà a breve consegnato via e-mail, quindi do già anche un ulteriore minuto per eventuali subemendamenti.
Va bene. L'emendamento che vi arriverà via mail è l'emendamento n. A0003 della correlatrice Camani. Un minuto per eventuali subemendamenti.
Ci rivediamo alle 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 12.55
Assume la Presidenza
il Presidente Roberto CIAMBETTI
La seduta riprende alle ore 14.39

PRESIDENTE

Colleghi, vi chiedo un attimo di attenzione.
I tre emendamenti già depositati prima della pausa dei lavori non hanno avuto subemendamenti. Possiamo quindi iniziare a votare l'articolato.
Vi chiedo di prestare la massima attenzione perché appunto i voti non sono molti, ma sono abbastanza importanti visto che stiamo parlando di assestamento di bilancio.
Ripeto: fra un attimo iniziamo a votare. Se fate l'aggiornamento Concilium vedrete anche che vengono caricati gli emendamenti, se non l'avete fatto prima.
Chiedo al Presidente della Commissione Prima di riunire l'Ufficio di Presidenza per dare il parere sui tre emendamenti depositati.
Cinque minuti di interruzione. Riprendiamo alle 14.45.
La seduta è sospesa alle ore 14.41
La seduta riprende alle ore 14.45

PRESIDENTE

14.45. L'Ufficio di Presidenza ha esaminato gli emendamenti depositati. Possiamo partire con le votazioni sull'articolato.
Articolo 1.
Non ci sono emendamenti, quindi metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Anche in questo caso non ci sono emendamenti, quindi metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
Anche in questo caso non ci sono emendamenti, quindi metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Il Consiglio approva.
Articolo 5.
Qui ci sono appunto gli emendamenti depositati in precedenza.
Il primo lo vedo abbastanza tecnico.
Emendamento n. A0001, depositato dal consigliere Cestaro, articolo 5, allegato 3, modificativo, che prevede:
" L'allegato 3 dell'articolo 5 è così modificato:
SPESA
Variazione proposta
Missione Programma Legge di spesa
Competenza 2021
Competenza 2022
Competenza 2023
MISSIONE 16 – AGRICOLTURA, POLITICHE AGROALIMENTARI E PESCA
PROGRAMMA 01 – SVILUPPO DEL SETTORE AGRICOLO E DEL SISTEMA AGROALIMENTARE
SPESE CORRENTI:
L.R. 2003, n.40 – Art. 35 – NUOVE NORME PER GLI INTERVENTI IN AGRICOLTURA
+150.000,00
+150.000,00
(+150.000,00)
(+150.000,00)
+0,00
+0,00
(+0,00)
(+0,00)
+0,00
+0,00
(+0,00)
(+0,00)
MISSIONE 20 – FONDI E ACCANTONAMENTI
PROGRAMMA 01 – FONDO DI RISERVA
SPESE CORRENTI
L.R. 2001, N. 39 – ART. 17 – ORDINAMENTO DEL BILANCIO E DELLA CONTABILITÀ DELLA REGIONE
-150.000,00
-150.000,00
(-150.000,00)
(-150.000,00)
-0,00
-0,00
(-0,00)
(-0,00)
-0,00
-0,00
(-0,00)
(-0,00)
Totale spesa
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2021 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza".

PRESIDENTE

Cestaro, prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Il primo emendamento si è reso necessario per implementare il Programma 1 della Missione 16 e nello specifico quello che è il fondo d'aiuto alla coltivazione della barbabietola da zucchero. Sappiamo che questo tipo di coltivazione sta prendendo molto spazio in quella che è la coltivazione della nostra Regione, che permette di dare intanto il principio di rotazione con le altre coltivazioni ma anche e soprattutto, un tipo di produzione biologica. Quindi, aumentare questo fondo permette di dare un ulteriore contributo rispetto a quello già stanziato di 300.000 euro - in questo caso parliamo di altri 150.000 euro presi dal fondo di riserva - per dare sostegno appunto ai produttori a essere competitivi con le regioni limitrofe che fanno uguale produzione, in principal modo con l'Emilia-Romagna. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001, parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0002, presentato dalla consigliera Camani, articolo 5, allegato 3, modificativo, che prevede:
" L'articolo 3 dell'allegato 5 è così modificato:
SPESA
Variazione proposta
Missione
Programma
Legge di spesa
Competenza 2021
Competenza 2022
Competenza 2023
MISSIONE 05 – TUTEL.A DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI
PROGRAMMA 02 – ATTIVITA' CULTURALI E INTERVENTI DIVERSI NEL SETTORE CULTURALE
SPESE CORRENTI
L.R. 2009, N. 25 – INTERVENTI REGIONALI PER IL SISTEMA DEL CINEMA E DELL'AUDIOVISIVO E PER LA LOCALIZZAZIONE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE NEL VENETO
+50.000,00
+50.000,00
(+50.000,00)
(+50.000,00)
0,00
0,00
(0,00)
(0,00)
0,00
0,00
(0,00)
(0,00)
MISSIONE 20 – FONDI E ACCANTONAMENTI
PROGRAMMA 01 – FONDO DI RISERVA
SPESE CORRENTI
L.R. 2001, N. 39 – ART. 17 - ORDINAMENTO DEL BILANCIO E DELLA CONTABILITA' DELLA REGIONE
-50.000,00
-50.000,00
(-50.000,00)
(-50.000,00)
0.00
0,00
(0,00)
(0,00)
0,00
0,00
(0,00)
(0,00)
TOT. SPESA
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2021 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza".

PRESIDENTE

È presentato dal correlatore, però lo illustra il capogruppo Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Mi deve chiedere la parola proprio per un fattore di registrazione, che nell'assestamento è un po' più complicata rispetto ad altri provvedimenti.
Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

È un emendamento molto semplice in cui chiediamo semplicemente di destinare 50.000 euro alla legge per la promozione del cinema e dell'audiovisivo. La promozione, perché? Perché dopo un anno e mezzo di difficoltà assoluta per quel settore, forse davvero tra i settori più colpiti in assoluto, c'è stata la fase dei ristori, adesso speriamo ci sia la fase dell'incentivazione per la ripresa.
La Regione Veneto ha una legge, su questo fronte, che ha al suo interno anche iniziative importanti come l'iniziativa dei 2 euro per andare al cinema, eccetera. Siamo convinti che spingere su iniziative come queste per riportare le persone a frequentare iniziative culturali, in un momento in cui, al di là dell'aspetto della paura, c'è stato anche un anno e mezzo in cui ci si è disabituati a fruire di attività culturali in presenza, abbia un valore molto forte.
Per cui, 50.000 euro sono una cifra quasi simbolica, ma vale il ragionamento che abbiamo fatto prima. E il ragionamento, anche in vista del bilancio preventivo, deve essere quello di spingere per la promozione e per la ripresa del mondo della cultura. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Parere del relatore sull'emendamento favorevole.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 5, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 6.
Anche in questo caso c'è un emendamento.
Emendamento n. A0003, presentato dalla consigliera Camani, articolo 6, comma 1, lettera i), allegato 12, modificativo, che prevede:
" All'allegato 12 sono apportate le seguenti modifiche:
MISSIONE
PROGRAMMA
Legge Regionale di spesa
2021 Variazione proposta
2022 Variazione proposta
2023 Variazione proposta
MISSIONE 03 – ORDINE PUBBLICO E SICUREZZA
P0302 SISTEMA INTEGRATO DI SICUREZZA URBANA
Titolo I Spesa corrente
L.r. n. 48/2012 - art. 15 "Norme per l'attuazione coordinate delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile
+200.000,00
+200.000,00
MISSIONE 20 – FONDI E ACCANTONAMENTI
P 01 – FONDO DI RISERVA
L.R. 2001, N. 39 – ART. 17 - Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
-200.000,00
-200.000,00

SALDO
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2021 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza".

PRESIDENTE

Prego, Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento chiedo di aumentare di 200.000 euro lo stanziamento per le politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione per la promozione della cultura della legalità. Questo credo sia un emendamento importante, non soltanto ovviamente per l'esito che potrà avere, ma per fissare un punto nella discussione dentro a questo Consiglio regionale, perché Cherchi, il Procuratore Distrettuale Antimafia di Venezia, ha dichiarato recentemente che le organizzazioni criminali di stampo mafioso hanno messo le mani sulle attività produttive del Nord e hanno numerosi interessi economici in Veneto.
Soltanto negli ultimi due anni sono state emesse in questa Regione oltre 200 misure cautelari in materia di mafia.
Nelle recenti sentenze di una settimana fa, più di 200 anni di carcere sono stati assegnati a imprenditori di questo territorio e oggi, a questo dramma legato alla stabile presenza delle organizzazioni criminali nella nostra Regione, si aggiunge la notizia che anche in questa Regione sono presenti gravissimi fenomeni legati al caporalato e allo sfruttamento dei lavoratori stranieri, che non agiscono soltanto nei settori della logistica e dell'agricoltura, ma che sembrano aver infiltrato anche ampi settori del manifatturiero.
Ora, dentro a questo quadro io credo che la retorica della Regione virtuosa, che sulla base di questa ipotesi continua ad ignorare questi fenomeni, è uno degli elementi che indebolisce in maniera strutturale il nostro sistema produttivo. Io credo che noi oggi dovremmo, anziché continuare a riempirci la bocca di quanto bravi sono gli imprenditori del Veneto punto, se davvero abbiamo a cuore gli interessi degli imprenditori del Veneto dovremmo investire per costruire le condizioni per cui l'illegalità, che sia di stampo mafioso o di altri reati, smetta di esercitare concorrenza sleale esattamente nei confronti degli imprenditori che fanno bene il loro mestiere in questa Regione e sono indubbiamente la stragrande maggioranza. Perché l'illegalità è proprio uno dei fattori che maggiormente incide non soltanto sui processi dello sviluppo economico, ma anche sulla coesione sociale e anche sulla democrazia. E fenomeni come quelli di cui abbiamo letto in questi giorni sui giornali hanno pesanti effetti distorsivi e producono pesanti inefficienze economiche e la concorrenza sleale, non le tasse, sono i principali nemici delle nostre imprese.
Avrei voluto sentire parole diverse in queste ore rispetto a ciò che abbiamo letto sui giornali e cioè rispetto al fatto che nel Nord del Paese c'è un sistema radicato di sfruttamento della manodopera e dei diritti dei lavoratori. Io penso che se abbiamo a cura, a cuore, davvero gli interessi degli imprenditori onesti e perbene, se davvero vogliamo sostenere l'imprenditorialità veneta laboriosa che fa il suo dovere, anziché strumentalizzare le parole di chi condanna fenomeni come quello del caporalato, dovremmo insieme condannare chi delinque e chi sì mette concretamente a repentaglio chi lavora onestamente.
Io, con la proposizione di questo emendamento, vorrei sgombrare il campo davvero dalle strumentalizzazioni dei facili equivoci e provare a costruire le condizioni perché davvero il modello economico e produttivo di questa Regione torni ad essere competitivo e sia messo nelle condizioni di non dover avere a che fare con fenomeni criminali che certamente trovano in una Regione come quella del Veneto terreno fertile proprio per la forte vocazione imprenditoriale di questo territorio. Ma se non sono correttamente protetti e se questi fenomeni non sono immediatamente individuati e contrastati, rischiano davvero di costruire, anche in questa Regione, un precedente pericoloso.
Per fare questo servono sicuramente Forze dell'ordine e Magistratura, ma serve un impegno nuovo delle Istituzioni, che appunto dovrebbero abbandonare la retorica del "qui va tutto bene, paghiamo tante tasse, lavoriamo tanto" e dovrebbero finalmente acquisire un punto di vista oggettivo, ripeto, come stabilito dallo stesso Procuratore Distrettuale Antimafia e provare a mettere in campo azioni concrete per risolvere questo problema. Ovviamente servono risorse.
So che su questo emendamento c'è un parere negativo, ma confido che su questo piano di discussione ci sia un impegno costante, concreto e immediato anche delle Istituzioni regionali e, ripeto, smettendo di nascondere la testa sotto la sabbia e affrontando finalmente un tema che è sempre più urgente, sempre più attuale, anche in questa Regione.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io credo che nell'intervento della collega Camani ci siano un paio di vizi alla base.
Innanzitutto qualcuno mi deve spiegare come mai stiamo parlando di quello che c'è oggi sui giornali, che, da quello che si legge, non ha nulla a che vedere con i reati di mafia o di associazione mafiosa. Nulla. Primo punto.
Secondo punto, stiamo parlando di un'indagine in corso, probabilmente gli arrestati non sono ancora stati ascoltati eppure già qua c'è la sentenza. Io sapevo che la nostra Costituzione prevede che, insomma, ci siano alcuni gradi di giudizio prima di emettere delle sentenze così gravi come ha fatto lei, consigliera Camani; o perlomeno, di restare un po' prudenti quando si affrontano certi temi in Aula del Consiglio regionale del Veneto oppure con dei comunicati stampa.
Perché c'è sempre questa supponenza che la lotta alla malavita, alla mafia, sia solo da una parte di questo Consiglio, perché dall'altra ci sono sempre Consiglieri conniventi, Consiglieri che si girano dall'altra parte, Amministrazioni regionali che fanno finta di niente, che si girano, che non guardano, che non vogliono intervenire. Perché solo dalla parte della sinistra abbiamo chi ha a cuore il fatto che in Veneto ci sia legalità e che la nostra Regione non abbia influenze di tipo mafioso all'interno del tessuto produttivo.
Nessuno di noi, di centrodestra, ha mai detto: "Attenzione - quando c'è stato il problema del credito delle banche, quando le banche non davano più credito – che questo sì, è un problema dal punto di vista dell'infiltrazione mafiosa, perché abbiamo le nostre aziende in difficoltà di liquidità e se le banche non danno una mano al territorio, arrivano le persone con liquidità, coi colletti bianchi che dietro hanno la mafia". Nessuno di noi lo ha mai detto, vero? No, solo voi del PD.
C'è sempre questa supponenza di trattare come se una parte di questo Consiglio si girasse dall'altra parte, di fronte a queste questioni.
Io però voglio andare al suo comunicato odierno. Lei, questa mattina e qui apro le virgolette, in un comunicato stampa, pubblicato anche dal Consiglio, si dice: "Va ripensato il modello di sviluppo del Nord-Est, basato su competizione al ribasso, sfruttamento dei lavoratori stranieri ed evasione fiscale". Questo ha dichiarato lei stamattina. Innanzitutto chiedo se questa è la posizione ufficiale del PD, lo chiedo e spero che qualcuno mi dia una risposta.
Sul tema dell'evasione fiscale, questa è una mappa dell'Italia dell'Agenzia delle Entrate: più scuro è il colore delle Regioni e delle Province più alta è l'evasione fiscale. Oibò: vedo che il Veneto ha il grado 1 di evasione su scala fino a 5 e il Nord-Est, penso, a spanne, ma se vuole le mando anche questa cartina, mi sembra la zona d'Italia dove si pagano più tasse e dove c'è meno evasione.
Sinceramente, pensare di affibbiare questo titolo agli imprenditori veneti e non solo, perché qui si rivolge a tutto il Nord-Est, che da decenni stanno mantenendo questo stato, sinceramente penso sia un filino irrispettoso, ma proprio appena appena irrispettoso.
Anche quando lei dice che il nostro sistema e il nostro modello di sviluppo è basato sulla competizione al ribasso: a me sembra che le nostre aziende, i nostri artigiani, abbiano tenuto in piedi le proprie attività grazie alla ricerca della qualità, alla ricerca di nuovi mercati, alla ricerca di un modello produttivo che magari non è quello che piace al PD, ma che negli anni ha saputo stare in piedi di fronte alla crisi sia del 2008 che di fronte alla crisi del Coronavirus.
Forse, oltre a dover a rispettare un pochino anche i colleghi che siedono in quest'Aula, lei dovrebbe avere un po' di rispetto per gli imprenditori, gli artigiani, gli industriali di questo territorio che hanno fatto grande questo territorio e forse dovrebbe visitare un po' di più le loro aziende, andare a vedere cosa vuol dire lavorare e produrre, cosa vuol dire andare a cercare nuovi mercati e a tenere in piedi e pagare stipendi e mantenere famiglie in situazioni magari difficili come quella che stiamo vivendo.
Collega, le chiedo solo di essere un po' più prudente con le affermazioni e soprattutto di non continuare a sputare nella Regione dove lei vive.

PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come sempre dipende come si vogliono leggere le cose, nel senso che nessuno scrive o dice che la legalità è materia del centrosinistra e del centrodestra. La collega ha proposto un emendamento anche perché questo argomento non lo dice l'ultima indagine. L'ultima indagine è una delle tante che purtroppo ci sono anche all'interno della nostra Regione. Ma lo dicono le Forze dell'ordine, lo dicono i Magistrati, lo dice ormai purtroppo anche il mondo produttivo, che, anche a causa di alcuni eventi da un punto di vista economico e sociale, siamo passati da un'infiltrazione ad un insediamento della malavita organizzata.
Stiamo parlando di un emendamento che fa riferimento alla legge 48 del 2012 in cui si dice e si parla di "crimine organizzato, crimine mafioso, corruzione, promozione, cultura della legalità e della cittadinanza responsabile". Quindi assolutamente nessuno ha associato a questa indagine, per forza di cose, l'infiltrazione mafiosa. Questa è una delle indagini da attenzionare da un punto di vista politico. Dopo la Magistratura farà il suo corso e quindi, se sono colpevoli, non lo decidiamo certo noi, non abbiamo neanche gli elementi.
Ma che ci siano troppi indagini negli ultimi anni è stato detto da tutti, anche dentro a quest'Aula, quindi oggi dire che noi andiamo a colpire il sistema economico Veneto nel suo insieme non è vero: noi andiamo a tutelare quel sistema sano Veneto volendo colpire e fare in modo che ci siano sempre più azioni di promozione della legalità e di coordinamento con gli enti competenti che si fanno carico della criminalità organizzata e della prevenzione. Questo noi stiamo dicendo, gridando e facendo determinati comunicati. Non stiamo colpendo il sistema veneto.
Dividere tra chi colpisce il sistema produttivo, chi colpisce il sistema sanitario, chi lo tutela, è un errore, è sbagliato, perché se ci viene imputato che noi diciamo continuamente che noi siamo quelli nella legalità e voi no, cosa che francamente non condivido e non penso e non lo pensiamo, allora cortesemente non veniteci a dire che noi siamo quelli contro la sanità veneta, contro il mondo imprenditoriale. Colpire chi fa male e dire che queste cose non devono succedere all'interno di una Regione, alzare il livello di allarme e anche tutte le misure di sostegno a chi fa bene o anche a chi è in difficoltà perché non cada dentro il crimine organizzato è un dovere istituzionale e credo che qui nessuno possa dire il contrario.
Di fronte a determinati comunicati, determinate grida d'allarme, determinati emendamenti, dovremmo dire: "Sì, concordiamo tutti che le indagini le fa qualcun altro, ma queste cose dentro la nostra Regione non devono succedere, perché noi vogliamo il sistema sano, perché noi vogliamo che quella piccola imprenditoria sia messa nelle condizioni di continuare a vivere anche evolvendosi, anche mettendola nelle condizioni di allargarsi di fare rete a livello internazionale". L'ha detto lei, capogruppo Villanova: è evidente che c'è un tema di continuare a vivere sul mercato internazionale, anche in Veneto e che su questo chi comunque si opera nella criminalità organizzata e nella mafia, che sono due livelli diversi, ne approfitta. Noi chiediamo un aumento delle risorse e diciamo certe cose in alcuni comunicati proprio a tutela del Veneto e non siamo contro il Veneto e non stiamo dicendo che voi siete più cattivi e noi siamo più buoni.
Noi oggi proponiamo questo. Rimaniamo ai dati di fatto e non a quello che ognuno di noi, dentro la sua testa, può pensare o può leggere. La richiesta e la posizione del PD è chiarissima ed è: tutela del sistema Veneto sano, mettiamo nelle condizioni tutti di operare a livello nazionale e internazionale, cogliamo le sfide che il mercato ci sta ponendo e la politica metta nelle condizioni chi vuole di cogliere queste sfide guardando un po' più avanti.
È evidente, ripeto, che il problema della criminalità organizzata e della mafia esiste, non lo dice il PD, lo dicono i dati, lo dicono le Forze dell'ordine, lo dicono i magistrati, ce lo stanno dicendo in tutte le salse e l'avete detto anche voi in altri consessi: non c'è nulla da negare, c'è soltanto da prenderne atto ed agire. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Non volevo intervenire, però secondo me è giusto riportare un attimo l'attenzione anche quello di cui si sta discutendo, vero, non è materia dell'assestamento di bilancio, però vedevo, stavo guardando mentre parlavate anche in materia di appalti pubblici la Regione ha già un protocollo di legalità, c'è proprio un file dove a pagina 18 si scrive nero su bianco che "la somministrazione del lavoro è un'attività sensibile e va monitorata più di altre", perché appunto un'attività sensibile, cioè un appalto. La Regione Veneto questo lo dice appunto negli appalti pubblici. Quello che è successo ieri, che oggi vediamo sui giornali, è vero che c'è un'inchiesta in corso, ma fa vedere che questa cosa non c'è solo negli appalti pubblici e che purtroppo il caporalato è una questione che in Veneto, come in altre Regioni, esiste.
Qui non si vuole appunto e credo che l'emendamento che è stato presentato non abbia la finalità di riportare ovviamente quello che è successo a crimini di stampo mafioso, ma abbiamo visto che se c'è qualcuno che oggi è agli arresti domiciliari, perché si presume, ovviamente, ci siano anche gravi indizi di colpevolezza, sennò non sarebbe ai domiciliari, vuol dire che qualcosa su quel caso specifico di questa grande azienda veneta di strano c'è.
Il tema è questo. Pensare che la legalità sia di destra o di sinistra, non credo sia questo il tema. Credo che si stia dimostrando che il tema sia un tema che in Veneto c'è, esiste, non si deve nascondere. C'è negli appalti pubblici, c'è anche in alcune aziende e ci sono molte aziende - e i dati lo dimostrano - virtuose che in realtà non riescono ad essere virtuose, proprio perché ci sono aziende che non lo sono e che sfruttano il lavoro.
Questo credo sia un tema che, indipendentemente da chi è l'imprenditore in questione, si deve affrontare con forza in questa Regione.
Faccio un appunto: rispetto anche alla discussione che abbiamo avuto sui referendum qualche settimana fa, ripensiamo anche rispetto a quello che è successo l'altro giorno se davvero non avere misure cautelari, quando ci sono gravi indizi di colpevolezza non sia utile. Lo riprendo perché i due temi si legano e penso si leghino proprio a tutela di quelle persone che sono state sfruttate, non solo, forse, e speriamo che non sia così, dall'azienda che magari ne era a conoscenza, ma anche dalle persone che sfruttano loro connazionali nel caporalato. Questo è un tema che in Veneto esiste: esiste in agricoltura, come abbiamo visto da inchieste dei mesi scorsi, esiste anche all'interno delle aziende e soprattutto in quelli che sono appalti del lavoro.
Quando ho sentito il tema dell'economia, appunto, che va al massimo ribasso, a me torna sempre in mente una questione di cui spero discuteremo in una mozione, se ci arriviamo, domani, rispetto anche a delle riforme nazionali sul Codice appalti, perché davvero, quando parliamo di appalti pubblici e quando pensiamo al subappalto di lavoro, io credo non debbano più esserci gare al massimo ribasso che mettono in difficoltà alla fine davvero i lavoratori, anche quelli che fanno il portierato qui da noi o i lavoratori che fanno il portierato in altre strutture pubbliche.
Io credo che tutti insieme, se si guarda davvero a questo tema, ammettendo che in Veneto abbiamo un problema di questo tipo, ma come esiste in altre Regioni e non per dire che il Veneto è diverso dagli altri e noi dicendo questo sputiamo contro le aziende venete, io non sto cercando di fare questo e anzi, è per dire che se c'è un sistema sleale all'interno di alcune realtà aziendali questo si ripercuote anche sulle realtà aziendali virtuose e credo che sia buon senso di tutti, come credo si stia facendo e spero che sia così, lavorare affinché questo non accada, senza dire che la legalità è di qualcuno o è di parte. Spero che non sia così.

PRESIDENTE

Grazie.
Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo per riprendere e replicare alle parole del capogruppo Villanova di prima, nel senso che a livello personale, ma di Gruppo, cioè mi riferisco al Gruppo del Partito Democratico ovviamente, sono garantista da un lato e sicuramente non culturalmente anti-impresa. Ho avuto tanti anni... tanti anni, qualche anno la partita IVA, ho lavorato in azienda e mi è chiarissimo che il successo e la fortuna di questa terra, a differenza di altre terre che magari stanno bene economicamente esattamente come il Veneto, è stato proprio un diffuso sistema imprenditoriale di piccole e medie imprese che ne ha fatto la grandezza e la fortuna. Questo modello ci ha resi grandi. Questo modello per decenni ha tenuto in piedi l'economia di questa Regione.
Oggi questo modello ha alcune difficoltà strutturali che non c'entrano niente con la discussione di questa mattina, ma c'entrano con com'è cambiata l'economia mondiale negli ultimi anni, ma resta l'ossatura fondamentale della nostra Regione. Il punto è un altro: il punto non è dire che è un modello malato o infiltrato nella sua generalità, perché, per fortuna, la stragrande maggioranza delle imprese venete vive di capitali propri, vive del rapporto sano con le banche e con il mondo della finanza e quindi non ha bisogno di infiltrazioni di altro tipo.
Posto che non è neanche il tema né del comunicato della Camani dal mio punto di vista e neanche di Grafica Veneta, che è un tema ancora diverso, ma, detto questo, per rispondere alla questione di prima, che però negli ultimi anni, per un motivo molto semplice e cioè che qui ci sono le risorse economiche, ci sono imprese che vivono sul territorio e che magari hanno momentanei problemi di liquidità, qui ci si presti in maniera forte all'ingresso di capitali non sani, questo è dimostrato da tantissime inchieste: tanto che sono arrivati prima in Lombardia e oggi stanno arrivando qui. Per cui denunciare a viva voce questo, per quanto mi riguarda, non è mettere in discussione un modello, è denunciare un problema e, altro tema, non sono certamente di quelli che pensano che da una parte stia al bene, dall'altro stia il male, che qui ci sia la gente seria perbene, contro la mafia e di là gli amici dei mafiosi. Assolutamente. Penso che per ciascuno di noi vogliono le parole che spendiamo e denunciare in questo caso, perché questo possiamo fare in un'Aula di Consiglio, è la cosa che delimita il nostro impegno sul tema.
La questione Grafica Veneta per me è un'altra, perlomeno per quello che leggo stamattina sui giornali, è una questione diversa, è una questione che c'entra con un problema che non è neanche Veneto in questo caso, c'è molto in Veneto per il tema che abbiamo tantissimo mondo imprenditoriale che si presta a quel tipo di modello, ma che è un problema nazionale e che è una questione legata alla subfornitura, al rapporto col mondo delle cooperative, che vale tantissimo nel mondo della logistica e che dobbiamo dire in maniera, secondo me, molto piatta, molto piana, perché poi leggevo, anche l'intervista di Franceschi stamattina: può essere benissimo, non lo so, lo dimostrerà la Magistratura nel caso che Franceschi non fosse a conoscenza di una parte di quelle questioni, ovviamente io questo non lo posso sapere, però c'è un punto e cioè che la crisi lì sta proprio nel modello. Poi dopo possiamo discutere dell'illegalità, ma il modello tale per cui, per fare un'attività che classicamente fai con i dipendenti, noi abbiamo in tantissimi casi un sistema di cooperative che di fatto sono finte cooperative, che servono semplicemente a sotto pagare le persone, è una cosa che c'è in Veneto, ma è una roba che non è mica del Veneto, cioè è un problema che abbiamo a livello nazionale in tantissime...
Stiamo parlando di cose diverse. Adesso, siccome state parlando, se volete, interloquiamo.

PRESIDENTE

Lasciate parlare, Possamai per favore.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, il consigliere Formaggio ha fatto un'obiezione interessante.

PRESIDENTE

Il consigliere Formaggio, se vuole intervenire, preme il microfono.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Rispondo. Consigliere Formaggio, siccome ho sentito la battuta che le cooperative sono del PD, lei sa benissimo, perché è una persona intelligente, che stiamo parlando di cose completamente diverse. Noi possiamo discutere dei modelli cooperative rosse, ma quello è un tema. Il modello della cooperazione che oggi sta creando problemi e il caso di questa mattina non c'entra assolutamente niente con le cooperative rosse, con le cooperative bianche. Come la logistica non c'entra niente con le cooperative rosse e con le cooperative bianche: sono cooperative di nascita recente come ben sappiamo e che hanno un altro tipo di funzione, per esempio nella logistica.
Ma anche qui, è un tema che abbiamo già discusso e su cui francamente non credo che ci siano neanche particolari distinzioni, cioè sarei sorpreso del contrario, perché se proviamo a parlare con le categorie imprenditoriali, sappiamo tutti che su questo tema hanno la stessa opinione. Poi, che ci siano singole aziende che fanno scelte diverse è un altro discorso.
Ma se noi, scusate, affrontiamo la discussione, per citare le due principali, con Confindustria e Confartigianato, hanno esattamente questa tesi. Non è che dicano che sia una tesi da pericolosi comunisti. Sanno benissimo che un grande problema, oggi, della nostra economia, è questo.
Quello che dico è: ripeto, non ho idea di come andrà questo processo, mille volte soggetti andati in custodia cautelare si sono rivelati perfettamente innocenti. Io però su questo non entro. Entro su un altro punto su cui il legislatore però si deve porre il tema: è che quel modello può portare a storture. Ed è un modello che si applica, ripeto, dalla logistica ad altri sistemi. È un modello su cui hanno avuto responsabilità - anche qui gli atti - tanti Governi che si sono succeduti negli ultimi vent'anni e ci sono stati anche Governi di centrosinistra che su quel fronte, per quanto mi riguarda, leggendolo a valle, hanno sbagliato.
Il fatto di riconoscere che lì c'è stato un errore e che oggi c'è una difficoltà per me deve essere un ragionamento condiviso, perché sennò vuol dire che c'è qualcosa che non torna. Se noi pensiamo che questa roba funzioni e che sia una roba che fa del bene al modello veneto, che è per inciso in assoluto il modello italiano che tiene più insieme l'imprenditore e il dipendente, non ve lo devo raccontare io, giusto? Se pensiamo invece che dobbiamo virare verso un modello per cui c'è un imprenditore e c'è un arcipelago di cooperative sotto in cui mettiamo della gente sottopagata, perché altrimenti non lavora, io credo che non stiamo andando alla direzione del modello veneto, ma ce ne stiamo inventando uno diverso, che per me distantissimo dal modello veneto, che è quello in cui una persona lavorava per qualcuno per 5-10 anni, poi scopriva che sapeva bene fare quel mestiere e si metteva a farlo anche lui e a prendersi un'altra impresa, perché questo è stato: quello è un modello che ha fatto grande il Veneto. Non sono convinto che un modello costruito sulle cooperative, tante volte su una sorta di para-schiavismo che, ripeto, non è mica una roba veneta, è una roba che c'è in tutta Italia – e il caso della GKN ha tantissimi punti di contatto – vada difeso: non capisco perché lo dobbiamo difendere.
Noi dobbiamo dire molto serenamente che pensiamo che se vogliamo rilanciare l'economia della nostra Regione e del nostro Paese, l'imprenditore fa bene il suo mestiere, paga nel modo giusto il suo dipendente - siamo l'ottava Regione d'Italia per salari pur essendo la seconda economia - e in questo modo costruiamo un modello virtuoso.
È questo che per me vuol dire ed è una roba diversa dall'infiltrazioni, che è un altro discorso. Questa è una questione di modello e per me dire che quel modello lì non c'entra niente con la nostra storia è una cosa che dobbiamo dire, perché sennò evidentemente in questi anni ho frequentato tanto imprese che non c'entravano niente col Veneto e invece sono convinto che quello sia il modello vero che ha reso grande la nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Siamo sull'emendamento n. A0003, parere del relatore contrario.
Metto in votazione l'emendamento n. A0003.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passo alla votazione dell'articolo 6.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 7.
Metto in votazione l'articolo n. 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo n. 8.
Metto in votazione l'articolo 8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

PRESIDENTE

Siamo alla votazione del progetto di legge nel suo complesso. Ci sono interventi in dichiarazioni di voto?
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come già ricordato durante la discussione generale di questo provvedimento, voi oggi, con questo progetto di legge di assestamento, ci presentate una manovra tecnica in cui registrate le entrate tributarie ed extra tributarie in più che vi sono arrivate, in cui adeguate i fondi accantonati sulla base dei calcoli appunto anche essi meramente tecnici, acquisite al bilancio regionale le devoluzioni del Consiglio e ricalibrate gli impegni finanziari per la contrazione di mutui.
Ora, a noi sembra che questa modalità di procedere rispetto ad un adempimento di legge così importante come l'assestamento non sia sufficiente, perché invece, a nostro giudizio, sarebbe stato necessario in generale, e quest'anno in particolar modo, sommare all'adeguamento tecnico previsto dalla legge anche una verifica politica specifica, precisa, sulle spese già sostenute realizzate e su quelle che saranno necessario, che sarà necessario sostenere nel secondo semestre di questo anno, perché noi oggi abbiamo una responsabilità che non riguarda semplicemente l'essere in regola con i conti pubblici, ma riguarda anche la capacità che avremo, se l'avremo, di essere tempestivi nelle decisioni che assumiamo, nella capacità cioè di mettere a terra, come si dice quando serve, quando è necessario, un provvedimento.
Anche perché, guardi, Assessore, io penso che mai come quest'anno o meglio più quest'anno che l'anno precedente, siamo nelle condizioni di orientarci rispetto alle nuove necessità, perché capivo il 2020 quando non avevamo idea di cosa sarebbe accaduto e di come avrebbe il Covid investito la nostra società, ma noi oggi abbiamo dei riferimenti sui quali potremmo mettere già in campo delle soluzioni: non a caso nella correlazione ho citato il trasporto pubblico locale perché quello è un tema che a settembre avremo. Non arrivare all'ultimo minuto, qualora il Governo dovesse darci indicazioni in tempi stretti, ma avere già in mente un piano d'azione e avere già le risorse a disposizione per poterlo affrontare io credo sia necessario.
È vero che l'anno scorso la Regione del Veneto in poco tempo ha messo 8,5 milioni di euro per far fronte alle necessità legate al trasporto pubblico locale. Sarebbe però serio e corretto ricordare che quegli 8,5 milioni di euro non erano risorse della Regione, ma erano avanzi di risorse del Fondo nazionale per il Trasporto degli anni precedenti che non eravate stati in grado di usare, che era andato a residuo e che, raschiando nel momento del bisogno, è stato utilizzato.
Lo dico perché sennò passa la narrazione che il problema del trasporto pubblico locale del settembre 2020 è risolto con le risorse della Regione. No, 8,5 milioni provenivano sempre dallo Stato. Lo dico per correttezza: erano residui degli anni precedenti...

PRESIDENTE

Assessore De Berti, lasci intervenire la correlatrice.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Erano risorse, dicevo, degli anni precedenti del Fondo nazionale non spese.
Ora, tutta questa questione della necessità di aggiungere alla correttezza formale anche sostanza politica, deriva dal fatto, secondo me, Assessore, che Monti, quindi quello della correttezza tecnica, andava bene nel 2012, quando cioè si stava uscendo a malapena e a fatica dalla grande crisi finanziaria, quando le Istituzioni comunitarie imponevano all'Italia - e non solo all'Italia - politiche di austerity e quando il piano politico e istituzionale di questo Paese era sostanzialmente esercitato da figure tecniche.
Oggi questa fase storica, questa fase politica non richiede più Monti, richiede Ursula Von der Leyen, richiede Biden, cioè richiede politiche che non siano restrittive, che non puntino alla mera correttezza tecnica, ma richiede un impegno forte verso politiche espansive, perché c'è solo un modo infatti per sostenere l'impresa o per sostenere la coesione sociale e cioè quello di utilizzare risorse pubbliche come spinta, come sostegno, come leva, per generare benessere diffuso.
È quello che ha fatto l'Europa con il Next Generation EU, è quello che ha fatto il Governo con 175 miliardi a disposizione. Noi, in questo scenario, per parafrasare la suggestione del Capogruppo, non possiamo, dentro a questo scenario, essere la Regione dei "montiani": dobbiamo invece essere in grado di accelerare in questa direzione. Io posso anche confidare nell'impegno che l'Assessore ci ha annunciato di procedere nei prossimi mesi a questa necessità. Ma guardi, Assessore, che la tempestività e la velocità in questa fase non è una variabile indipendente, ma determina il successo o l'insuccesso delle politiche.
Ecco perché pensiamo che così non sia sufficiente e lo dico anche perché appunto vedo che spesso in questo Consiglio si fa a gara dimostrare quanto siamo i più bravi, i primi, i migliori, senza voler vedere invece non soltanto le cose che non vanno, ma anche gli esempi di chi davvero è più bravo, perché anche l'Emilia-Romagna, Assessore, ha ottenuto un giudizio positivo di parifica qualche giorno dopo di noi. Anche l'Emilia-Romagna, faccio un esempio della Regione contermine, ha già approvato rendiconto e assestamento, ma l'Emilia-Romagna, a differenza del Veneto, a fianco dell'assestamento ha messo una manovra di bilancio di mezzo miliardo e quel mezzo miliardo lo ha devoluto a una serie di priorità che il Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna ha indicato come essere delle necessità. Guardi, presidente Rizzotto, se ha qualcosa da dire io la ascolto volentieri. Se non le interessa quello che dico io può serenamente uscire, quindi, se mi fa finire...

PRESIDENTE

Lasciamo parlare la Camani, per favore.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io l'ho invitata mica l'obbligata a uscire. La obbligo a farmi parlare, se posso, perché mi sta disturbando.
Quindi dicevo che questo esempio, che le ho fatto, Assessore, è per dimostrare che può esserci un altro modo di lavorare e che oggi, io credo, anche il Veneto abbia bisogno di un altro modo di lavorare, che è fatto appunto della tempestività nelle risposte e dell'assunzione di responsabilità rispetto ai nostri cittadini che ci chiedono risposte.
Ce ne chiedono le famiglie. Ho fatto alcuni esempi in correlazione che spero vorrà tenere in considerazione quando affronteremo variazione di bilancio e quindi i servizi per la famiglia e l'attività sportiva come elemento di coesione sociale.
Ne hanno bisogno le imprese, perché anche qua la retorica che le imprese venete si arrangiano e sono bravissime da sole è evidentemente una retorica destinata a infrangersi contro il muro della realtà. Io invece penso che le nostre imprese, proprio per poter competere nella legalità, hanno bisogno di infrastrutture e sostegni e ne hanno bisogno in generale i cittadini del Veneto.
Quindi in attesa davvero di veder realizzato l'impegno dell'Assessore, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, per valutare concretamente dal punto di vista politico cosa servirà il Veneto nei prossimi mesi, non possiamo che annunciare il voto contrario del Gruppo del Partito Democratico a questa proposta di manovra di assestamento perché appunto non la riteniamo all'altezza della sfida che abbiamo davanti. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Per dichiarazione di voto Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Prendo atto che il PD prende le distanze da una fase non troppo distante della sua storia recente e, se non sbaglio, il Governo Monti l'avete sostenuto molto volentieri all'epoca eppure adesso lo state usando come esempio negativo nei confronti del nostro assessore Calzavara. Tra l'altro, sento anche battute sul fatto dell'austerity: se non sbaglio, tutte le politiche di austerity approvate dall'Europa sono state prese da voi e riportate in Italia, senza dire una parola. Quelli che alzavano il ditino dicevano che l'austerity stava provocando danni irreparabili all'economia, non solo del nostro Paese, ma di tutto il continente, eravamo noi: di là silenzio, approvare quello che arrivava dalla Francia, dalla Germania grazie a Monti, che era qui e lo sostenevate voi con le varie riforme che sono state fatte.
Adesso usarlo come clava nei confronti dell'assessore Calzavara - e io inizierei anche un po' ad offendermi, Assessore - sinceramente mi sembra un pochino comico. Detto tra di noi.
Vede, consigliera Camani, lei fa l'esempio dell'Emilia-Romagna, ma ormai siamo anche stufi di dirlo: è facile citare delle Regioni che magari hanno un prelievo IRPEF leggermente superiore al nostro zero e magari applicano anche delle aliquote alle fasce meno abbienti del prelievo IRPEF, perché andiamo a vedere anche quali sono le fasce di prelievo delle aliquote e allora, dopo scopriamo che magari anche l'Emilia-Romagna fa qualche prelievo nelle tasche anche dei meno abbienti. Queste sono sempre cose su cui voi avete la memoria selettiva: alcune cose le ricordate, alcune meno.

PRESIDENTE

Collega Camani, adesso faccia silenzio lei per favore. Grazie.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

È un po' nervosa oggi la collega.
Comunque chiudendo, io penso che il nostro sostegno a questa manovra di assestamento sia assoluto.
La consigliera Camani ha detto che ci può essere un altro modo di lavorare, lo diceva all'assessore Calzavara. Assessore, io le posso dire che alla nostra maggioranza va benissimo il suo modo di lavorare, quindi diamo assolutamente parere favorevole a questa manovra di assestamento per quello che riguarda i nostri Gruppi e confermiamo la massima fiducia nel suo operato.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione il PDL 74 nel suo complesso come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Grazie, colleghi.
Adesso, scusatemi, c'era la richiesta precedente - e lo dico ai Capigruppo, facendo una Capigruppo veloce qui in Aula - di anticipare quella mozione, la n. 143, che era legata all'assestamento e che appunto è stata votata all'unanimità in Sesta Commissione.
Io quindi direi di anticiparla. Capigruppo in Aula, se non avete nulla in contrario? Okay. La anticipiamo per legarla appunto al voto appena fatto.
Punto n. 28, mozione 143. La trattiamo subito per dare anche un senso al voto fatto in Sesta Commissione. Speranzon, ha chiesto la parola? Capogruppo Speranzon? Non la sento.
PUNTO
28



MOZIONE PRESENTATA DALLA SESTA COMMISSIONE CONSILIARE COSTITUITA DAI CONSIGLIERI OSTANEL, SCATTO, SORANZO, GIACOMO POSSAMAI, VILLANOVA, BOZZA, CAMANI, CAVINATO, CESTARI, CESTARO, CORSI, FAVERO, PICCININI, POLATO, SANDONÀ, SPERANZON, VIANELLO, RAZZOLINI E SOTTOSCRITTA DURANTE L'ESAME IN AULA DAI CONSIGLIERI BALDIN, LORENZONI, PAN, RIGO, ANDREOLI, CECCHETTO, CIAMBETTI, DOLFIN, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, MICHIELETTO, BET, BISAGLIA, BORON, BRESCACIN, CENTENARO, GEROLIMETTO, GIACOMIN, MAINO, RIZZOTTO, SPONDA E ZECCHINATO RELATIVA A "LA GIUNTA ALLINEI LA DOTAZIONE FINANZIARIA PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI ALL'IMPORTANZA ATTRIBUITA ALLA CULTURA NEI PRINCIPI DELLA LEGGE REGIONALE 17/2019". (MOZIONE N. 143) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 88/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- gli stanziamenti del bilancio di previsione della Regione Veneto sulla missione 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali" è pari ad euro 17,1 milioni di euro;
- le regioni Emilia Romagna e Piemonte, paragonabili al Veneto per quanto concerne il numero di abitanti, hanno stanziato sulla stessa missione e per lo stesso periodo rispettivamente 45,6 milioni di euro e 79,9 milioni di euro;
CONSIDERATO
- la differenza di stanziamenti evidenziata è oggettivamente rilevante tanto più se si considera che l'intero comparto sta vivendo una profondissima crisi conseguente alla pandemia Covid-19 che ne ha quasi completamente bloccato l'attività;
- la prossima attuazione della Legge Regionale n. 17 del 16 maggio 2019 "Legge per la cultura" disciplina gli interventi della Regione del Veneto in materia di valorizzazione dei beni culturali e di promozione e organizzazione di attività culturali e di spettacolo;
- l'esigenza di assicurare, parallelamente all'attuazione della legge, una dotazione finanziaria all'altezza dei principi ad essa sottesi tra cui: "La Regione del Veneto riconosce la cultura come diritto e risorsa fondamentale per la crescita umana, per lo sviluppo sociale ed economico della comunità, per la promozione dei diritti umani, del dialogo tra le persone e della qualità della vita";
- il lavoro della Commissione Cultura regionale, dopo aver audito i soggetti interessati in due sedute, ha registrato la richiesta praticamente unanime di aumentare la dotazione in bilancio per la promozione della cultura in regione Veneto
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad aumentare, già a partire dal bilancio di previsione 2022, la dotazione finanziaria della voce di spese relativa alla missione 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali" e quindi la disponibilità a bilancio a favore delle attività culturali in Veneto.".

PRESIDENTE

Passo all'illustrazione della mozione. Prima firmataria è la collega Ostanel. Prego, Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
La mozione è frutto di un lavoro collettivo della Sesta Commissione consiliare: infatti è a mia prima firma, ma ha le firme di tutti i componenti della Commissione.
Come dicevo nell'intervento precedente, quando abbiamo fatto le ultime audizioni alla presenza dei diversi operatori culturali, quindi non solo dei diversi settori (musica, cinema, arti visive, teatro), ma anche delle diverse strutture che il nostro sistema culturale regionale ha, quindi le strutture delle partecipate, dei FUS e di alcuni extra FUS, da parte di tutti è emersa una questione che conosciamo da tempo: il sottofinanziamento generale da parte della Regione di tutto il comparto culturale.
La questione in realtà deriva da tanti anni fa: è circa una ventina d'anni che abbiamo un bilancio che è al di sotto di altre Regioni, che è vero, come l'Emilia-Romagna, avendo l'addizionale IRPEF può mettere di più, ma altre Regioni, anche a guida appunto leghista come il Piemonte, che facendo un rapido parallelo, mette 4 euro a persona, ad abitante, mentre la Regione Veneto ne mette 1.
Come cita la mozione, vediamo che noi, nel nostro bilancio dell'anno scorso, mettiamo 17 milioni di euro sulla cultura, però anche qui, se noi andiamo a vedere dentro il dato, vediamo come abbiamo circa 6 milioni alle strutture partecipate della Regione Veneto. Il resto, quindi, una parte minore è data a quelle realtà che spesso sono quelle che, come dicevo prima, questa mattina, lavorano sul territorio, alcuni con il contributo del Fondo Unico Spettacolo Nazionale, alcuni senza quel contributo, cioè sono quegli operatori culturali, compagnie teatrali, artisti, operatori delle arti visive che, con le loro partite IVA, tendenzialmente purtroppo lavorano in maniera molto molto precaria.
A partire appunto da questo ragionamento e cercando di provare nel corso del prossimo bilancio, quindi preparandoci per tempo e provando a farlo anche in maniera condivisa con i Consiglieri e le Consigliere che partecipano alla Sesta Commissione, ma spero anche con altri, l'idea di dire: arriviamo al prossimo bilancio pensando che questa è una delle priorità su cui investire e cercando quindi nei prossimi anni, sperando appunto di riuscire a farlo da subito, cioè dal bilancio del 2022, di impegnare la Giunta regionale ad aumentare - questo è il dispositivo - già a partire dal bilancio di previsione 2022 la dotazione finanziaria della voce di spesa relativa alla Missione 5 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali" e quindi la disponibilità a bilancio a favore di tutte le attività culturali in Veneto.
Abbiamo discusso durante le audizioni, ma anche nella Commissione, quando abbiamo potuto discutere alla presenza degli operatori della cultura, del fatto che la legge della cultura, approvata appunto nel 2019 abbia necessità di essere attuata velocemente. Ad oggi siamo appunto a due anni, l'Assessore in Commissione ha detto che i decreti attuativi arriveranno appunto dopo l'estate (ha citato il mese di ottobre e di novembre): è importantissimo appunto che ovviamente accanto al finanziamento si arrivi a finanziare quella legge organica che avete voluto tempo fa all'interno di questo Consiglio, votata all'unanimità e che prova a mettere ordine all'interno di tutte quelle leggi che spesso in quest'Aula ho citato invece come leggi che in questo momento fanno sì che si fatichi a vedere un investimento organico all'interno di tutto il comparto culturale. L'effetto qual è al di là del sottofinanziamento? Che se sei un musicista, se sei un'impresa che fa musica, se sei un Lions Club, se sei una compagnia teatrale, se sei una compagnia che ha in gestione un teatro e quindi prendi anche i fondi del Fondo Unico Spettacolo o se sei una maestranza che magari lavora sul palco e attacca i fili e sposta le casse, tu fai fatica a capire qual è il supporto effettivo che la Regione Veneto oggi dà perché ci sono diverse leggi finanziate poco e che parcellizzano molto il sistema.
Quindi finanziare sì, aumentare i fondi in dotazione di bilancio, ma anche attuare velocemente - si cita nei considerata - quella legge per la cultura su cui avete lavorato due anni fa.
Volevo in conclusione davvero ringraziare i Consiglieri e le Consigliere che fanno parte della Sesta Commissione, la presidente Scatto con cui abbiamo lavorato per arrivare a definire questa mozione, che penso sia anche una modalità di lavoro che spero magari possa anche continuare in generale anche su altri temi, per provare davvero su quelle poste su cui c'è bisogno di davvero aumentare, perché c'è un sottofinanziamento che si vede dai dati, possa impegnarci tutti per arrivare ad un risultato al prossimo bilancio, lavorando appunto per tempo per finanziare un settore strategico. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Speranzon, ha recuperato il microfono? Non riusciamo a sentirla.
Scatto, prego.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo ringraziare comunque tutti i colleghi della Sesta Commissione per la sensibilità di fronte ovviamente al tema della cultura, che magari in politica non è una cosa così scontata. È vero che quando si parla di cultura si parla anche di persone che lavorano all'interno del comparto, però il mio intendere la cultura va un po' oltre la questione sindacale del concetto cultura, che comunque va tenuta in considerazione. Io credo proprio che i maggiori fondi che sono stati chiesti riguardino proprio una richiesta di maggior attenzione a tutti i temi della cultura, che ovviamente comprendono anche, come diceva la vicepresidente Ostanel, il fattore proprio prettamente economico. Ma non dimentichiamoci che la cultura è quel qualcosa che ci rende liberi, che rende libero un popolo e che fa la differenza. Ovviamente non possiamo solo parlarne ed è questa la questione che ci siamo posti in Commissione: tutti sono a favore della cultura, tutti ne parliamo, però, per attuare dei progetti bisogna anche avere una relativa disponibilità economica.
L'occhio che la Commissione ha avuto è stato anche proprio in questo senso: quello di fare lo sforzo di prestare questa attenzione un po' a tutti i comparti della cultura, anche a quelli che magari sono considerati un sottobosco o dei panda che qualcuno vorrebbe in via di estinzione. Non è così, perché la cultura è fatta di tante cose, anche delle più piccole.
Anch'io quindi ringrazio ovviamente tutta la Commissione e ringrazio anche l'assessore Calzavara, che è sottoposto comunque a questi scossoni, perché so che non è facile, però ci ritroviamo un po' sotto l'ala della sua sensibilità. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Giacomo Possamai, prego... Baldin, in dichiarazione di voto o in discussione generale? Lo dica al microfono.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Ringrazio la prima firmataria e tutta la Sesta Commissione per questa mozione che sicuramente è condivisa da tutti.
Chiedo, se possibile, anche la sottoscrizione, perché la ritengo molto importante.

PRESIDENTE

Accettata, mi pare.
Per dichiarazione di voto, consigliere Possamai. Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico. Lo accennavo nell'intervento di prima: vorrei ringraziare prima di tutto l'Ufficio di Presidenza della Commissione, perché è una mozione, ne votiamo tante, ne discutiamo tante di mozioni, ma questa ha un valore importante perché è un messaggio che arriva dalla Sesta Commissione coesa, in vista, ovviamente, non tanto di questo assestamento, ma del bilancio preventivo.
Per cui, ci troveremo a discutere insieme, nei prossimi mesi, ma è importante che si parta da questa presa di posizione forte da parte di tutte le forze politiche che compongono il Consiglio, nel senso che in Sesta Commissione sono tutte ovviamente rappresentate e quindi dal Consiglio arriva un messaggio forte nei confronti della Giunta: al netto delle battute su Mario Monti di prima, sappiamo che l'assessore Calzavara ha comunque una sensibilità nei confronti sia del tema sia di quello che arriva dal Consiglio, ne abbiamo parlato anche negli scorsi mesi. Per cui, insomma...

PRESIDENTE

Collega Speranzon, sentiamo tutto quello che sta dicendo adesso. Spenga il microfono. Prego, Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Chiudo dicendo quindi che voteremo a favore e che, insomma, siamo convinti che con questa mozione segni già un punto importante nella discussione sul bilancio che affronteremo questo autunno. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
C'è qualcun altro in dichiarazione di voto? Non vedo... chi è che sta parlando, scusatemi? Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Brevissimamente, solo per ringraziare la Sesta Commissione del lavoro fatto tutti insieme e per chiedere la sottoscrizione di questa mozione, che ritengo assolutamente condivisibile e importante per l'evoluzione nei prossimi anni del nostro bilancio.

PRESIDENTE

Bene.
Basta chiedere la parola, Speranzon. Chiedi la parola.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Se riesco perché ho Concilium... ho qualche problema con Concilium.

PRESIDENTE

Va beh. Okay, Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

No, era semplicemente perché noi abbiamo sottoscritto convintamente questa proposta di legge e, come hanno ricordato i Consiglieri che mi hanno preceduto, è importante averla sottoscritta anche come Istituzione così importante, che giustamente è stato rilevato essere una delle più importanti a livello nazionale, che abbiamo l'onore di avere nella nostra città capoluogo.
È davvero una dimostrazione anche di efficienza rispetto al lavoro della Sesta Commissione. Per cui ringrazio la Presidente per la proposta e, ovviamente, il Gruppo di Fratelli d'Italia voterà convintamente favorevole.

PRESIDENTE

Grazie.
Alberto Bozza, prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo per testimoniare, appunto, la condivisione in Sesta Commissione con i colleghi e ringraziare comunque per l'obiettivo che ci siamo dati con questo indirizzo, che ci consente di porre un tema molto importante che già anche noi, come Gruppo Forza Italia, avevamo posto ancora in fase di bilancio con degli ordini del giorno che sono stati poi approvati e che va nella stessa linea di dare un segnale importante ad un mondo della cultura che davvero oggi è in difficoltà, come è successo e come succederà anche per il mondo dello sport e son convinto che questa Regione darà dei segnali davvero importanti.
Grazie ai colleghi e dichiaro ovviamente il nostro voto favorevole come Gruppo Forza Italia.

PRESIDENTE

Grazie.
Pan, prego, dichiarazione di voto.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, grazie.
Solo dimostrando che naturalmente tutte le questioni della cultura non solo un appannaggio solo della sinistra, noi come Gruppo Lega, Zaia Presidente e Veneto Autonomia, sottoscriviamo la mozione perché crediamo che comunque ci sia cultura e cultura e anche una cultura che dimostri anche l'identità del nostro Veneto, del nostro popolo sia importante da sostenere.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, dichiarazioni di voto.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Volevo appunto solo aggiungere il fatto che dopo un po' di mesi, forse anche questo è un momento, almeno permettetemelo di dirlo, è una cosa felice all'interno del Consiglio. Un momento che io personalmente ritengo importante. È vero che questo non è il bilancio preventivo, quindi dovremmo vedere a ottobre-novembre cosa succederà e cosa si potrà fare. Il punto vero, però, è che c'è un impegno e questo impegno verrà ovviamente monitorato anche da tutti i Consiglieri. È per questo che credo sia un momento importante, perché è una mozione che esce dalla Commissione Sesta tutta, non è una mozione... certo, c'è la mia prima firma, ma l'obiettivo era quello, in realtà, di avere una condivisione larga e penso che così sia anche più efficace il lavoro appunto non solo che la Commissione, ma che il Consiglio, può fare, a riprova del fatto che un tema come questo, come diceva il consigliere Pan, non è di destra o di sinistra, ma è il tentativo di vedere cosa magari manca e cosa non ha funzionato nel finanziamento alla cultura in questi anni può avere un indirizzo diverso, non solo rispetto alla quantità di fondi, ma anche rispetto poi alla qualità con cui questi fondi vengono elargiti anche dalle strutture delle nostre partecipate.
Ritengo sia, al di là del momento formale, un momento importante per vedere insieme come si può lavorare per arrivare ad un bilancio di previsione che risponda di più alle esigenze di tutti gli operatori culturali verso quella creazione di una filiera, di cui abbiamo discusso anche durante le audizioni della Commissione Cultura, che abbia a tutela le strutture delle partecipate e che abbia a tutela tutto il mondo che sta al di fuori di loro e che con loro collabora, i FUS e gli extra FUS. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione la Mozione n. 143.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo al punto n. 7, PDL n. 79.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIERE ANDREOLI RELATIVA A "RIDETERMINAZIONE DEL TERMINE DI VALIDITÀ DEL PIANO FAUNISTICO-VENATORIO REGIONALE APPROVATO CON LEGGE REGIONALE 5 GENNAIO 2007, n. 1 ". (PROGETTO DI LEGGE N. 79) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 23/2021)

Relazione della Terza commissione consiliare.
Relatore: Consigliere Marco Andreoli. Correlatore: Consigliere Jonatan Montanariello
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
" Signor Presidente, colleghi consiglieri
Il termine di validità del Piano faunistico-venatorio regionale (PFVR) 2007-2012, approvato con legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 , è stato prorogato - da ultimo e con legge regionale 4 dicembre 2020, n. 38 - al 31 agosto 2021.
In data 5 luglio 2021 la Giunta regionale ha approvato il disegno di legge recante "Piano faunistico-venatorio regionale (2021-2026), rideterminazione del termine di validità del Piano faunistico-venatorio regionale approvato con legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 e modifiche alla legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 "Norme per la protezione della fauna e per il prelievo venatorio", depositato, lo stesso 5 luglio presso il Consiglio regionale dove ha assunto il numero 77 dei progetti di legge ed assegnato alla Terza Commissione consiliare, quale commissione referente.
L'iter istruttorio è stato intrapreso dalla Terza Commissione con la presentazione nella seduta del giorno 7 luglio in occasione della quale è stato anche definito un articolato programma di consultazioni in più sedute e un calendario per l'ulteriore corso di esame istruttorio.
Si pone ora, ed in ragione della necessità di garantire il compiuto espletamento dell'iter di esame istruttorio da parte della Commissione e nel contempo un integrale ed efficace svolgimento della prossima stagione venatoria 2021/2022, la esigenza di provvedere ad una rideterminazione del termine di validità del Piano faunistico venatorio in vigore, sino alla conclusione della medesima stagione venatoria.
Ne consegue la presente iniziativa legislativa con la quale si propone la rideterminazione del termine di validità del Piano faunistico venatorio vigente al 31 gennaio 2022.
Completa l'articolato la disposizione tecnica in ordine alla clausola di neutralità finanziaria.
La Terza Commissione consiliare, acquisito il parere della Prima Commissione consiliare ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento consiliare, in data 21 luglio 2021 ha approvato a maggioranza il progetto di legge regionale n. 79 che viene ora sottoposto all'esame dell'Assemblea consiliare.
Hanno votato a favore i rappresentanti dei gruppi: Liga Veneta per Salvini Premier (Andreoli, Cecchetto, Dolfin, Pan, Possamai, Puppato, Rigo); Zaia Presidente (Bet, Bisaglia, Centenaro, Gerolimetto, Sponda); Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni (Formaggio, Razzolini); Misto (Barbisan).
Si sono astenuti i rappresentanti dei gruppi: Partito Democratico Veneto (Montanariello, Zottis); Misto (Lorenzoni).
Nessun voto contrario.
È stato incaricato a relazionare in Aula il Consigliere Marco Andreoli, correlatore il Consigliere Jonatan Montanariello".

PRESIDENTE

Relatore il collega Andreoli.
Prego.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Buongiorno colleghi.
La proroga al 31 gennaio 2022 del Piano vigente che votiamo oggi era già prevista nel Pdl 77, ovvero il nuovo Piano faunistico venatorio. Il nuovo Piano sarebbe entrato in vigore il 1° febbraio 2022, quindi, di fatto, oggi scorporiamo la proroga del Piano e la votiamo in Aula.
Faccio una brevissima cronistoria di quello che è successo in quest'ultimo mese e perché siamo arrivati a questo punto. Il 1° luglio, quindi meno di un mese fa, il Piano esce dalla VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e questo è stato un po' il colpo di pistola che aspettavamo per cominciare i lavori.
Il 5 luglio, quattro giorni dopo, la Giunta approva il Piano; il 7 luglio abbiamo avuto l'illustrazione in Terza Commissione. Questo cosa significa? Che in meno di una settimana il Piano era in Commissione per i lavori.
Abbiamo tenuto tre sedute a settimana - e di questo ringrazio tutti i colleghi della Terza - per tentare di rimanere ugualmente all'interno di quello che era il cronoprogramma che avevamo immaginato. Questo direi che dimostra zelo e determinazione da parte della maggioranza nei confronti di questi temi.
Cammin facendo, ci siamo anche resi conto che era giusto, visto il volume importante del testo, di concedere un po' di tempo in più alle associazioni venatorie, ambientaliste, animaliste, per prenderne opportuna visione.
Abbiamo già tenuto delle sedute di consultazione dei soggetti interessati, ma abbiamo anche permesso loro di farci pervenire osservazioni per iscritto in queste settimane. Il che, a mio modo di vedere, rappresenta probabilmente il contributo più utile in fase istruttoria per lavorare sul testo.
Data questa necessità appunto non era più possibile licenziare il testo in Commissione prima della sospensione dei lavori. Pertanto siamo qui a prorogare la validità del Piano vigente al 31 gennaio 2022, come dicevo, così come da parere ISPRA circa la chiusura del calendario venatorio che, come sapevate, prima era il 10 febbraio e adesso è il 31 gennaio.
Posso dire che saremo pronti verosimilmente a settembre, o comunque appena rientrati dalla chiusura estiva, con la stessa decisione e con lo stesso ritmo che abbiamo dimostrato in queste settimane, perché è bene ricordare che questa proroga di oggi che votiamo ha motivazioni squisitamente tecniche e non certamente politiche.
Io non sto a leggere nel dettaglio i tre articoli di questo PdL. Ve li richiamo semplicemente nei concetti.
L'articolo 1 è la rideterminazione della scadenza del Piano vigente appunto al 31 gennaio 2022.
L'articolo 2 è l'abrogazione della proroga che avevamo fatto a dicembre, che quindi non è più valida.
E l'articolo 3, banalmente, è la clausola di neutralità finanziaria.
Con questo direi che è tutto.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Montanariello, correlatore, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
il tono compassato, quasi burocratico, del collega relatore non è sufficiente a far passare l'ennesima rideterminazione del termine di validità del Piano faunistico-venatorio come la normalità, seppur a fronte delle motivazioni date. Crediamo che a questa singolare vicenda, legata ormai alla storia del Piano faunistico venatorio nella nostra Regione, sia tempo di dare una lettura anche e soprattutto politica.
Basterebbe leggere le motivazioni presentate per capire che molto probabilmente per questi continui rinvii ci sono sì cause tecniche, ma anche politiche. Già due anni fa, durante la seduta del Consiglio regionale del 5 febbraio 2019, il Consigliere Azzalin sosteneva che fosse ridicolo e inaccettabile che ci fosse un'ennesima proroga trascinata dal 2007, figuriamoci oggi. In effetti avremmo potuto tranquillamente usare quella stessa relazione. Ormai si adduce tutto ad un piano burocratico, c'è sempre qualcuno a cui dare la colpa e mai nessuno che si assuma la responsabilità politica del perché a distanza di 14 anni si proceda ancora per rinvii.
Tra l'altro, cari colleghi, c'è da dire che con voi è facile essere bravi: perfino noi del PD, che spesso siamo derubricati come i litigiosi o quelli "contro", siamo stati facili profeti di quello che sarebbe successo. Voi oggi proponete una proroga al 31/01/2022, ma vi ricordo che quando si è discussa l'ultima proroga nel novembre scorso il sottoscritto aveva presentato un emendamento al pdl n. 12 "Rideterminazione del termine di validità del Piano faunistico-venatorio regionale", il numero 2 del 26/11/2020, in cui si chiedeva di sostituire le parole "10/02/2021", la scadenza che a seguito dell'approvazione del pdl 12 è diventata quella che oggi andiamo a prorogare, e inserire le parole "10/02/2022". Noi già a novembre dello scorso anno sapevamo che non avreste fatto in tempo ad approvare il nuovo Piano!
Ovviamente, questo emendamento era stato "regalato" (eravamo sotto Natale) all'Assessore a fine provocatorio, col senno di poi invece abbiamo sbagliato di poco. Per noi era una provocazione, ma per i cittadini di questa Regione alla fine si è rivelata una facile profezia dato che ancora oggi, dopo mesi, voi venite a dire che spostiamo la proroga: eravamo sicuri che non ce l'avreste fatta, non siete affidabili su questo tema, eravamo certi dell'incompetenza politica che attanaglia la stesura di questo Piano faunistico e che va avanti dal 2007. Credo che il Piano faunistico, se fosse un Consigliere, sarebbe tra i più anziani in quest'Aula, abbiamo trovato qualcuno che è qui da più tempo del Presidente Zaia: il Piano faunistico venatorio!
Lo sostenevamo allora con il pdl 12 e lo sosteniamo anche oggi con il pdl 79: è una bufala perché non avete le idee chiare, non sarete in grado di fare in tre, quattro, cinque mesi, quello che non avete fatto in 14 anni. All'epoca, nella provocazione, ho sbagliato di soli 10 giorni dato che dopo otto mesi non mi date la soddisfazione di dire "10 febbraio" (siamo pur sempre in minoranza) e proponete "31 gennaio", ma va bene così.
Sotto l'aspetto tecnico, colleghi, non c'è nulla da dire. Potremmo girarla e rigirarla, ci potrà essere un'arringa politica tanto per annacquare il dibattito come fate sempre quando siete in difficoltà, tirerete fuori qualche altro tema per deviare un po' il discorso, ma il dato oggettivo è che dopo 14 anni non siete riusciti neanche a programmare una proroga che vi desse il tempo di finire il nuovo Piano. Non siete più bravi neanche a fare le proroghe.
È vero che in Commissione abbiamo lavorato tanto, e devo ammettere che il Presidente ha fatto un ottimo lavoro, di questo gli va dato atto, ma credo che fosse una delle più grandi bufale di questa legislatura pensare di fare in due settimane quello che non avete fatto in 14 anni. Ho capito che l'effetto 76% in qualche modo vi spinge anche ad essere più bravi e migliori, ma anche a questo c'è un limite.
Guardate signori, crediamo che ormai le responsabilità su questa vicenda siano talmente ampie che percorrono gli ultimi 15 anni di politica regionale. Potremmo addossare tutto all'Assessore Corazzari che è arrivato adesso, o all'Assessore Pan che c'era prima, o all'Assessore che c'era prima ancora: ormai è un fardello che vi trascinate da ben tre legislature e ve lo trascinate anche male, perché se si è arrivati al punto che i peones di questo centrosinistra al 12% prevedono le vostre mosse sbagliando di 10 giorni vuol dire che state perdendo anche quel poco di abilità e lungimiranza che sui temi così spinosi dovreste avere.
Siamo sicuri che adesso ci sarà un dibattito, interverranno tutti i colleghi primo fra tutti il collega Pan che dirà, come ha già fatto in Commissione, che siamo noi a non capire e che se vogliamo possiamo stare qui fino a Ferragosto. Ma guardate colleghi, dopo 14 anni che il Piano è fermo, il problema è restare qui fino a Ferragosto per sentire tutte le associazioni o che siamo ancora dieci passi indietro rispetto a come eravamo 14 anni fa? Il problema è che di fronte a questo ennesimo rinvio serve il braccio di ferro. Io non ho problemi, probabilmente non andrò neanche in ferie, quindi se siete voi a volerlo ci possiamo trovare anche il 15 agosto qui in Aula. Lo dico ironicamente, ma nemmeno più di tanto: se volete il Prosecco, lo porto io. Possiamo stare qui tutto un dritto fino al 15 agosto. Non sono mai scappato via né dall'Aula né dal confronto politico e non ho intenzione di cominciare a farlo adesso di fronte a questa maggioranza che rispetto, ma che deve iniziare a rispettare anche la minoranza.
Il fatto è che non c'è più neanche dibattito, perché da una parte noi potremmo accelerare e sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, cosa che noi non vogliamo assolutamente fare perché abbiamo rispetto di quest'Aula. Dall'altra crediamo che tutte le argomentazioni che verranno messe in campo saranno solamente dialettica politica che si smonterà di fronte a un dato oggettivo: 14 anni d'attesa, 10 proroghe, proroghe di proroghe di altre proroghe e anche un gesto che sinceramente non avete saputo cogliere perché noi veramente con stima, affetto e simpatia politica avevamo regalato questo emendamento alla maggioranza per farlo proprio. Un piccolo gesto, mancava qualche giorno a Natale e anche lì avete pensato di essere autosufficienti e i più bravi.
Chiudo dicendo che non c'è da vergognarsi se alcune volte avete bisogno e chiedete aiuto alla minoranza. Dimostrare di chiedere aiuto quando serve è un gesto, soprattutto in politica, di nobiltà d'animo, quindi la prossima volta imparate ad accettare anche il nostro contributo, così magari eviteremo queste figuracce politiche.".

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io credo che il tono compassato, quasi leggermente burocratico - concedimi, collega relatore - non sia sufficiente per far passare questo argomento, questo oggetto come un fatto normale, quasi una cosa in virtù delle motivazioni che ha letto. Io credo che non sia un fatto burocratico che oggi credo, seppur magari con qualche difficoltà, questo rinvio, questa rideterminazione del Piano sarà attuata, che comunque debba essere data anche una lettura politica di questa singolare vicenda legata alla storia del Piano faunistico venatorio nella nostra Regione.
Basterebbe leggere le motivazioni adottate e le proroghe per capire che probabilmente ci sono delle motivazioni sia politiche che tecniche che hanno prodotto questa prosecuzione incredibile del Piano vigente. Sono parole troppo belle e non sono le mie, sono il verbale ancora della seduta del Consiglio regionale del 5 febbraio 2019 dette dal consigliere Azzalin. Quindi ancora due anni fa era ridicolo e impensabile pensare che ci fossero proroghe, tant'è che se noi oggi avessimo usato queste parole nella correlazione avremmo tranquillamente potuto sostituire – Assessore, guardo lei perché è l'unico Assessore in Aula - con le mie, l'ultimo dei Mohicani e quindi dire: guardate, insomma, già due anni fa la proroga che si trascinava dal 2007 era cosa impensabile, tant'è che potremmo usare quella correlazione di due anni fa per dire quanto politicamente ridicola è diventata ormai tutta questa vicenda, che ormai si aggira intorno un piano burocratico, c'è sempre qualcuno a cui dare la colpa, però mai nessuno che si assume le proprie responsabilità politiche DI come mai dal 2007 arriviamo al 2021 ancora con rinvio.
Tra l'altro, cari colleghi, c'è anche da dire che con voi è facile essere bravi, perché siamo stati facili profeti di quello che sarebbe successo: insomma, non è che ci voglia tanto a capire quello che la maggioranza fa in alcuni momenti dove è così claudicante che anche noi del PD, che in qualche modo spesso siamo derubricati come i litigiosi, quelli contro, riusciamo a indovinare. Tant'è che voi oggi proponete una proroga al 31 gennaio 2022.
Ancora quando abbiamo portato l'ultima proroga, il sottoscritto aveva regalato, visto che eravamo sotto Natale, mi ero permesso di farlo tanto si poteva fare come regalo all'Assessore, era sotto ai 30 e ai 50 euro, era un foglio di carta, era lecito, avevamo regalato questo emendamento protocollato in data 26/11/2020, l'emendamento n. 0002 del progetto di legge 12 "Rideterminazione del Piano faunistico venatorio", dove dicevamo di sostituire le parole "10 febbraio 2021", ovvero l'attuale scadenza che, dopo, con quel disegno di legge, il n. 12, è diventata quella che oggi andiamo a prorogare e inserire le parole "10 febbraio 2022".
Quindi noi già sapevamo che voi non avreste fatto in tempo. È ovvio che era una provocazione e abbiamo regalato all'Assessore questo emendamento proprio al fine provocatorio, però abbiamo sbagliato di poco, perché la nostra era una provocazione, purtroppo per i cittadini di questa Regione, che alla fine si è rivelata una facile profezia, perché oggi, dopo mesi, voi venite a dire: spostiamo la proroga. Perché eravamo sicuri che non ce l'avreste fatta, eravamo sicuri che politicamente non siete affidabili su questo tema, eravamo certi dell'incompetenza politica che attanaglia la stesura di questo Piano faunistico. Va avanti dal 2007. Guardate, credo che il Piano faunistico, se fosse un Consigliere, sarebbe uno più anziano di tutti in quest'Aula. C'è da più anni il Piano faunistico che Zaia. Abbiamo trovato qualcuno che è qui da più tempo di Zaia: il Piano faunistico venatorio.
Noi lo abbiamo detto quella volta: "Guardate, colleghi, che anche questa è una bufala, che anche il progetto di legge n. 12 è una bufala, perché non ce la farete, non siete in grado, non avete le idee chiare, non potete fare in tre mesi, in quattro mesi, in cinque mesi, quello che non avete fatto in 14 anni". Tant'è, presidente Ciambetti, che lo avevamo previsto. Ho sbagliato di 10 giorni, però calcolando che siamo in minoranza, io ho detto il 10 febbraio, voi dopo otto mesi non mi date la soddisfazione di dire "10 febbraio", mettete "31 gennaio". Va bene così.
Io credo che sotto l'aspetto tecnico, colleghi, non c'è nulla da dire. Potremmo girarla, ci potrà essere l'arringa politica, ci potrà essere chi dirà: "Siamo più bravi, pensate a voi", magari, tanto per annacquare il dibattito, come fate sempre quando siete in difficoltà, tirerete fuori qualche sbarco, qualche tema per deviare un po' il discorso. Ma il dato oggettivo è che dopo 14 anni non siete riusciti neanche a programmare una proroga che vi desse il tempo di finirlo.
Non siete più bravi neanche a fare le proroghe. Prorogate voi stessi. È vero che abbiamo lavorato tanto, collega, quella settimana e devo dire che il Presidente di Commissione ha fatto un ottimo lavoro e come sempre il collega Andreoli ha il polso della situazione e riesce a gestire bene anche ai lavori della stessa Commissione e di questo gli va dato atto. Però credo che fosse una delle più grandi bufale di questa legislatura pensare di fare quello che non avete fatto in 14 anni in due settimane. Ho capito che l'effetto 76% in qualche modo vi spinga anche ad essere più bravi e migliori, ma anche lì c'è un limite.
Guardate, signori: io credo che ormai le responsabilità su questa vicenda sono talmente ampie che percorrono gli ultimi 15 anni di politica regionale. Potremmo dire all'assessore Corazzari che è arrivato adesso o all'assessore Pan che c'era prima, o all'Assessore che c'era prima ancora: ormai è un fardello che vi trascinate da tre legislature e ve lo trascinata anche male, perché si è arrivati al punto che i peones del centrosinistra del 12% prevedono le vostre mosse sbagliando di 10 giorni. Vuol dire che state perdendo anche quel poco di abilità e lungimiranza che sui temi così spinosi dovreste avere! Vi buttate dal burrone senza protezioni quando fate queste cose sotto l'aspetto politico.
Io dico, adesso son sicuro ci sarà il dibattito, interverranno tutti i colleghi, interverrà il collega Pan dicendo come ha fatto in Commissione: "Voi non capite, se volete stiamo qui fino a Ferragosto!" Guardate, ma dopo 14 anni che il Piano è fermo, il problema è restare qui fin Ferragosto per sentire tutte le associazioni o che dopo 14 anni siamo ancora 10 passi indietro di come eravamo 14 anni fa?
Il problema è che di fronte a questo ennesimo rinvio serve il braccio di ferro a Commissione più, Commissione meno? Guardi, io non ho problemi, probabilmente non andrò neanche in ferie, quindi se vuole ci possiamo trovare anche il 15 agosto qui. Lo dico ironicamente, ma non tanto: se volete il Prosecco, lo porto io. Guardatevi se io questi problemi. Possiamo stare qui tutto un dritto fino al 15 agosto.
Guardate, non sono mai scappato via né dall'Aula né dal confronto politico e non ho intenzione di cominciare a farlo adesso di fronte a questa maggioranza che rispetto, ma che deve rispettare anche la minoranza.
Guardate, non c'è più neanche dibattito perché da una parte noi potremmo accelerare e sarebbe come sparare sulla Croce Rossa ed è cosa che noi non vogliamo assolutamente fare perché abbiamo rispetto di quest'Aula. Ma dall'altra io credo che tutte le argomentazioni che verranno messe in campo saranno solamente dialettica politica che si smonterà di fronte a un dato oggettivo: 14 anni d'attesa, 10 proroghe, proroghe con proroghe con proroghe e anche un gesto che sinceramente non avete saputo cogliere perché chiudo dicendo che noi veramente con stima, affetto e simpatia politica avevamo regalato questo emendamento quella volta alla maggioranza per farlo proprio, un piccolo gesto, era Natale, ricordo, mancava qualche giorno e anche lì avete pensato di essere autosufficienti e più bravi.
Chiudo dicendo che non c'è da vergognarsi se avete bisogno e chiedete aiuto anche alla minoranza alcune volte. Dimostrare di chiedere aiuto quando serve è un gesto, soprattutto in politica, di nobiltà d'animo politico. Quindi la prossima volta, quando vogliamo aiutarvi, imparate ad accettare il nostro aiuto, perché così magari eviteremo queste figuracce, politiche ovviamente, perché facciamo politica, che dopo 14 anni che si protraggono riescono ancora a stupirci con effetti purtroppo non speciali, ma con atti istituzionali veri e reali.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto la parola il capogruppo Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Il collega Montanariello, che da oggi chiamerò Mago Otelma perché riesce comunque a prevedere il futuro di tante cose, mi stimola in questo dibattito e quindi non posso non intervenire perché chiaramente la sua proprietà visionaria ci porta oggi veramente a dire che effettivamente quella proroga che avevamo fatto non era sufficiente, dobbiamo andare avanti, anche se ci sono stati dei passi avanti molto importanti che il presidente Andreoli ha comunque illustrato.
Io volevo solo fare una considerazione non tecnica sul Piano faunistico in quanto comunque Piano faunistico venatorio è approdato in Terza Commissione, mi sembra che sia anche arrivato dopo una lunga comunque gestazione, anche quando io ero Assessore alla Caccia, adesso con l'assessore Corazzari, ma sono andato un po' a vedermi una riflessione che facevo anche tempo fa, in cui in un Paese come il nostro, in cui sono ancora in vigore, caro collega, i regi decreti dell'Ottocento, devo dire che se un Piano faunistico o se un piano dura 15 anni vuol dire che è fatto bene - questa è una mia considerazione - 15 anni in cui nessuno si è più di tanto lamentato, devo dire, perché se poi andiamo a vedere cosa è successo dal 2007 a oggi mi sembra che comunque i cacciatori del Veneto abbiano avuto il loro calendario, abbiano esercitato comunque la loro attività, il loro sport, la loro passione, in maniera anche consona, seguendo le leggi, non, come spesso e volentieri vengono definiti qui, magari dopo l'intervento di chi si è cancellato, che li definisce come dei criminali oppure comunque dei devastatori ambientali, eccetera. Sono persone come noi, sono cittadini veneti e sono attualmente, se non sbaglio, circa 33.000, se non erro, più o meno il numero, che pagano le loro tasse, che hanno un porto d'armi.
Avere un porto d'armi in Veneto, ma anche nel nostro Paese, significa avere la fedina penale pulita e non avere nessun problema con la giustizia, eccetera, quindi essere, anche da questo punto di vista dei cittadini corretti. Si tratta di seguire tutta una serie di normative, dalla 157 alla 50, eccetera, fino naturalmente a tutto quello che viene definito all'interno del calendario che ogni anno sia i colleghi che mi hanno preceduto, sia il sottoscritto, sia l'attuale Assessore alla Caccia, Corazzari, stanno portando avanti.
Non mi pare che ci siano delle rivolte, dei tumulti di piazza nelle campagne, che ci siano comunque turbe o tribù di cacciatori delle Alpi o delle lagune che si strappano le vesti per avere un nuovo Piano faunistico. Questo Piano faunistico che sta venendo avanti è un rinnovo, è una rivalutazione di quello esistente, che naturalmente va ad inglobare tutti i piani che erano stati fatti allora dalle Province.
Ricordo che con la legge 30 del 2016, se non erro, può darsi che sbaglio di un anno, ma mi pare di no, c'è stato l'accorpamento, dopo la famosa legge Delrio, che magari ha distrutto le Province - e qui dovete vedervi in casa vostra anche alcune colpe - la Regione Veneto, come tante altre Regioni, si è dovuta addossare e riportarsi a casa queste competenze non fondamentali, ma fondamentali magari per un gruppo di cittadini che pagano le tasse, che fanno anche presidio ambientale del territorio.
Perché se dobbiamo andare a vedere l'attività venatoria, come quella della pesca, comunque c'è un presidio del territorio, che significa non solo prelievo venatorio in base al calendario, ma comunque un'attività di pulizia, se vi sfugge, di alcune aree ambientali, della raccolta di rifiuti, di tante attività che sono extra caccia, eccetera, non considerando l'attività sociale che fanno queste persone, questi gruppi, queste associazioni, ce ne sono tante, che sono anche associazioni di sinistra, non sono solo di destra o di centro, eccetera. Anzi, mi pare che ci sia anche un Presidente dell'ARCI Caccia regionale, che tra l'altro conosco, è un'ottima persona, è un suo compagno di Partito appunto e comunque queste attività vengono svolte in maniera importante, oltre a quelle ambientali, anche del controllo del bracconaggio e controllo anche della fauna infestante, della fauna nociva (vedi le nutrie), ne abbiamo discusso, vedi i cinghiali, la pericolosità anche di tante specie ormai che purtroppo la loro presenza è dovuta ai cambiamenti climatici e stanno naturalmente anche da noi aumentando in maniera spropositata. Mi vengono in mente i cormorani, che lei conosce molto bene, che stanno devastando le nostre lagune, le nostre valli di pesca, i nostri fiumi, i nostri laghi. Ne vediamo spesso e volentieri anche fuori da queste finestre che scorrazzano in Canal Grande.
Oppure magari anche l'ibis, questo nuovo arrivato, che è l'ibis reale. Voi sapete che per esempio in Francia hanno fatto una legge per praticamente diserbarlo, dico io, nel senso di comunque uscire a debellarlo nel territorio. Mentre noi, in uno Stato in cui purtroppo gli ultimi Ministri all'Ambiente, di cui non faccio i nomi, però ricordo ahimè le loro prerogative e le loro direttive, sono stati schiavi di questo iper, super, protettivo ambientalismo che sta portando alla scomparsa di tante specie autoctone nel nostro Paese.
Purtroppo dobbiamo capire che se vogliamo mantenere una biodiversità - se ne è parlato tante volte nel nostro Paese - bisogna che noi riusciamo a contrastare l'aumento della popolazione di tante specie nocive, di tante specie alloctone, di specie immigrate (ma qui dopo entrerei in altri discorsi, ma non voglio entrare) che purtroppo stanno scalzando le popolazioni autoctone.
Purtroppo, siccome mancano nelle catene - le catene si sono spezzate tutte, anche quelle alimentari, ma non solo, anche quelle biologiche – mancano quelli che erano allora magari i controllori, i super carnivori, eccetera, eccetera o i predatori, l'uomo ha anche questo compito: quello di contenere le specie comunque e queste popolazioni animali, ma anche quelle vegetali che purtroppo sono arrivate nel nostro Paese e che attualmente stanno creando tanti problemi.
Vede, Jonathan Montanariello, caro collega, potremmo star qui fino ai 15 agosto: anch'io non vado in ferie, se vuole, guardi, io sto qui senza nessun problema, ho una resistenza H24 in Aula. Non ho nessun problema. C'era qualcuno che diceva una volta: "Staremo in Aula - giusto Erika - con le scatolette di sardine e di tonno". Cos'è che era? Ecco, a me basta un mezzo litro di acqua e andiamo avanti, quindi non c'è nessun problema.
Se vogliamo approvarlo, ci mettiamo.
Abbiamo comunque deciso di portare avanti altri temi come quello che abbiamo giustamente licenziato oggi, che era quello dell'assestamento di bilancio, che sembrava importante per dare comunque risposte ai veneti su tanti temi e quindi è chiaro che riprenderemo questa attività appena possibile, io penso, subito dopo le ferie, annuncio già al presidente Andreoli che marcheremo molto velocemente il tema in Commissione per poi portarlo in Aula e poi apriremo le discussioni, eccetera. È chiaro che, se riusciremo ad approvare, come io penso, comunque il Piano faunistico entro il mese di settembre/ottobre, teniamoci alla lunga, è chiaro che questa proroga fino alla prossima stagione, che inizia chiaramente proprio in questo periodo, è di dovere per non lasciare comunque un vuoto normativo alla stagione che inizia ai primi di settembre.
Io penso che ai cacciatori del Veneto daremo il nuovo Piano per la prossima stagione e quindi, con tutta tranquillità, assisteremo alle audizioni e alle osservazioni che stanno arrivando, mi sembra che stiano arrivando anche delle osservazioni che arrivino da tutti i mondi.
Perché poi se il tema sia quello solo che ogni volta ci propone il collega Zanoni, che è solo di quello di interdire i fondi della casa, che è l'unico tema che ci dice ormai da tre mesi a questa parte, lo sistemiamo in cinque minuti e via si va avanti, perché se ha a cuore l'interesse, ci mandi l'elenco e vediamo chi sono.
Non penso che ce ne saranno tanti, anche perché io che ho fatto l'Assessore all'Agricoltura, e quindi di agricoltura mi occupo, sento spesso e volentieri - e qui non è che voglia poi tirarla troppo lunga, perché mi viene in mente il collega Berlato, che era qui, che controllava il tempo che andava avanti, ma voglio stringere - tanti problemi che ha il mondo agricolo, di cui si sono fatte ormai centinaia di dichiarazioni, conferenze stampa, addirittura manifestazioni di piazza, sia quello della fauna selvatica, dai cinghiali naturalmente alle nutrie, eccetera.
Guardate, cari amici agricoltori che magari volete in qualche maniera interdire i vostri fondi, vi ricordo che o avete voi la licenza di caccia e quindi i cinghiali ve li andate a prendere voi dentro ai vostri vigneti, dentro al vostro mais – ho visto qualche foto anche recentemente – oppure quando avete le cornacchie che vi mangiano la soia appena seminata oppure quando avete le lepri che vi mangiano gli irrigatori del vigneto, eccetera: o avete voi la licenza di caccia e andate a fare questa attività oppure dovete chiedere aiuto.
Tante volte sento: "Vogliamo che ci sia l'aiuto delle associazioni venatorie, vogliamo che i cacciatori vengano...". Mettiamoci d'accordo: o prendete voi la licenza di caccia e vi arrangiate oppure non interdite i vostri fondi e lasciate che i cacciatori facciano la loro parte.
È chiaro che poi ci sono i controlli: ci devono essere dei controlli seri, ci devono essere dei controlli naturalmente puntuali, perché, come in tutti i mondi, c'è chi si comporta bene e segue le regole e c'è sempre una percentuale che queste regole naturalmente cerca di schivarle in qualche maniera.
Io vado a pesca, non sono un cacciatore, l'ho sempre detto, ma se devo prendere tre trote, prendo tre trote e non sei anche se non mi controllano. È una questione di coscienza. Quando uno ha una coscienza corretta, segue le norme. Se uno non ha una coscienza corretta, fa tutt'altre cose nel mondo venatorio come in quello della pesca, ma in tutti gli altri mondi.
Il mio appello quindi è proprio al mondo agricolo: cerchiamo di collaborare con il mondo venatorio, perché la soluzione sta solo in questo.
Io mi taccio. Poi, quando sarà il momento di portare il Piano faunistico in quest'Aula, penso che avremo una discussione importante, una discussione franca, diretta, ma a questo punto, sarà quella conclusiva.

PRESIDENTE

Grazie, Capogruppo.
Passo la parola al presidente Zanoni.
Non la sentiamo.
Non la sentiamo. Venga giù in Aula, collega, l'aspettiamo in Aula. Aspettiamo 30 secondi il collega perché poi...
È arrivato il collega Zanoni. Intervenga pure, collega.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ho visto che non sono l'unico ad avere problemi di connessione da remoto: sarebbe bello che un giorno si potesse scoprire come mai ci sono questi problemi tecnici che continuano.
Comunque, al di là di questo, siamo, colleghi, lo dico per i nuovi in particolare, alla nona proroga di un Piano che doveva durare cinque anni perché la legge prevede che il Piano faunistico venatorio duri cinque anni. È stato approvato nel 2007 ed è scaduto nel 2012, ma da allora è stato prorogato nove volte, quindi è un Piano, quello che andiamo a riprorogare, illegittimo, perché la legge parla chiaro: parla di un Piano che dura cinque anni e voi l'avete prorogato tra l'altro con una facilità estrema. Ma arrivare a nuove proroghe non ha nessuna giustificazione.
Tra l'altro durante questi anni di scadenza del Piano c'è sempre stata la vostra maggioranza, ci sono sempre state le coalizioni che sono arrivate fino ad oggi, per cui avevate tutto il tempo per approvarlo, ma non lo avete fatto e questa è una dimostrazione di superficialità di gestire una materia così importante, che è oggetto di interesse di una grande fascia della popolazione, da un lato e anche dall'altro: tutela dell'ambiente e della fauna selvatica ed esercizio venatorio. La fascia maggiore di popolazione è quella che si occupa e si interessa della tutela della fauna selvatica. Chi si occupa di attività venatoria è una piccola percentuale inferiore all'1%.
Questo Piano è nato grazie all'unione di Piani faunistico venatori provinciali che hanno fotografato una realtà, pensate colleghi, del 2004 e del 2005, ma siamo nel 2021 e pensate a quanto territorio è stato consumato dalla cementificazione in questi 15 anni. Pensate che in questo piano viene considerata cacciabile tutta l'area che ha portato via la Valdastico Sud. In questo piano viene considerata area cacciabile, dove la fauna selvatica sosta e si riproduce e dove viene esercitata la caccia, ben 850 ettari sottratti dalla Superstrada Pedemontana Veneta. Questo è l'ettaraggio ufficiale occupato da questa grande opera.
Nel frattempo, però, ci sono stati nuovi fenomeni ambientali importantissimi che hanno avuto delle ripercussioni importantissime anche sull'oggetto della caccia, cioè la fauna selvatica, ovvero i cambiamenti climatici, con periodi di siccità, uragani, malattie varie alla vegetazione, parassiti dovuti appunto anche ai cambiamenti climatici (si è parlato molto della Cimice asiatica), quindi c'è stato uno sconvolgimento ambientale, però si va a riproporre la nona proroga di un Piano così importante. Un Piano che non contempla anche la novità in tema di fauna selvatica come quella dell'orso, del lupo, in qualche caso anche della lince o della nutria: pensate era il 2004 2005 quando si è fatto il check-up per arrivare al Piano del 2007.
Nel contempo, però, moltissime altre specie hanno subìto delle riduzioni importantissime: abbiamo addirittura popolazioni cacciabili, che sono considerate da proteggere dalla Commissione europea, dal Ministero dell'Ambiente, dall'ISPRA, perché hanno subìto un forte calo nelle loro popolazioni, naturalmente a livello europeo, perché sto parlando di uccelli migratori come il moriglione, la moretta, la pavoncella, il combattente che risultano ancora cacciabili e quest'anno, con l'esclusione del moriglione, che, a forza di ricorsi delle associazioni ambientaliste, è stato tolto. Poi abbiamo altre specie cacciabili in fortissimo declino, come sa benissimo chi si occupa di caccia, di caccia da appostamento, come l'allodola, ad esempio: un tempo comunissime e adesso in forte declino e in numero veramente molto basso. Poi ci sono anche specie non cacciabili, che sono quasi scomparse dai nostri paesi e dalle nostre città, come i passeri, ad esempio o le rondini, che si sono ridotte moltissimo.
Si riporta in vita un qualcosa che ha fotografato e che gestisce una situazione che fa parte del passato. D'altronde, ci sono state nuove proroghe. Pensate che il Piano è scaduto nel 2012: vuol dire che ci siamo già giocati, con queste proroghe, due piani. Avreste dovuto approvare il Piano nel 2012, che sarebbe poi scaduto nel 2017 e nel 2017 se ne sarebbe dovuto approvare un altro.
Ci siamo quindi giocati più Piani nel tempo. Non mi sembra un modo di gestire correttamente un patrimonio così importante come quello della fauna selvatica, quindi ci ritroviamo, ad esempio, attualmente con aree che vengono considerate utili alla fauna selvatica e alla caccia, che invece sono zone industriali. Ce ne sono tantissime, centri abitati e addirittura c'è un aeroporto militare.
Poi ci sono degli obbrobri: viene considerata area protetta ad esempio la laguna viva, dove sappiamo che la fauna selvatica non può riprodursi, come invece prevede la legge per le aree protette.
Nel contempo, con queste proroghe, però, si è sempre garantito il diritto di esercitare la caccia ai cacciatori, mentre non si è garantito un altro diritto, importantissimo, anche se ho sentito che non è condiviso da chi mi ha preceduto, dei proprietari dei terreni, che vi ricordo, sono quelli che possiedono il bene sul quale si esercita la caccia. Ricordiamocelo, questo. perché l'Italia è l'unico Paese dell'Unione europea che prevede un'eccezione alla proprietà privata, ovvero l'articolo 842 del Codice civile - che deriva dal Codice fascista, perché è stato approvato quell'articolo in quel periodo - prevede che un cacciatore possa entrare nel territorio altrui senza chiedere il permesso.
Questa è una norma prevista solo in Italia. Ecco che per riparare a questo obbrobrio giuridico, che ci siamo riportati fino ai giorni nostri, la legge nazionale sulla caccia, la 157, all'articolo 15, comma 3, la nostra legge regionale all'articolo 8, comma 7, e il vecchio Piano faunistico che viene prorogato, all'articolo 21, comma 1, prevedono per i privati la possibilità di chiedere il divieto di caccia sul proprio terreno. È previsto dalla legge.
Questa possibilità, però, che non è detto che venga esaudita perché la Regione può anche opporsi a queste domande, viene consentita solamente in un piccolo periodo, in una finestra temporale di 30 giorni, che si apre quando si approva il nuovo Piano faunistico venatorio. Siccome qui il Piano faunistico venatorio non si attua dal 2007, voi capite che sono 14 anni che i cittadini aspettano questa facoltà. Quindi, i diritti dei cacciatori vengono garantiti, mentre ai proprietari dei terreni sui quali si caccia, indipendentemente dalla loro volontà, perché non possono opporsi a causa dell'articolo 842 del Codice civile, non viene garantita questa facoltà.
Credo che la proroga in questo caso non sia una delle peggiori, nel senso che questo PdL 79 è stato preceduto dal PdL 77, dove finalmente è stato portato in Commissione il nuovo Piano faunistico venatorio. Credo sia stato ragionevole da parte del Presidente della Commissione Agricoltura, Andreoli, presentare questo progetto di legge perché ha consentito così di approfondire i contenuti del nuovo Piano, perché sarebbe stato deleterio approvarlo nel giro di due settimane, perché non è stando qua fino alle 3 di notte che si può risolvere il problema, tutti lo avremmo fatto per dovere, ma bisogna farlo conoscere all'esterno e chi ha chiesto il rinvio siamo stati noi, ma sono state anche le associazioni venatorie, le associazioni agricole e ambientaliste che hanno chiesto più tempo. Si sono lamentati tutti, io le ho sentite le audizioni sul PdL 77, per i tempi stringenti. Quindi credo sia ragionevole in questo caso questa scelta.
Noi ci auguriamo che il nuovo Piano faunistico rispetti la percentuale minima di area protetta prevista dalle norme nazionali, che è il 20%. Abbiamo sentito dei dati che parlano di una superficie inferiore.
Ci auguriamo che preveda norme stringenti contro il bracconaggio. Ecco un'altra cosa che il Piano non contempla è il Piano nazionale contro il bracconaggio, che è stato approvato anche in Conferenza Stato-Regioni, anche dal Veneto, e che individua in Veneto due dei sette hot spot, cioè punti particolari, caldi, per quanto riguarda il bracconaggio, cioè Pedemontana e zone lagunari e vallive. Speriamo che preveda anche norme che favoriscano e non ostacolino la richiesta dei privati, perché dal nuovo progetto di legge vengano rese ancora più difficile quelle pratiche per ottenere il divieto di caccia.
Prima il collega Pan citava i 33.000 cacciatori, in realtà sono 38.000 dall'ultimo dato, un po' di più, però sicuramente molti meno di quelli che c'erano fino a 25 anni fa: erano 90.000 i cacciatori, adesso sono veramente pochi.
Invito, quando si fanno norme del genere, un po' tutti a considerare quindi tutte le manifestazioni di interesse, non solo una, che tra l'altro si è ridotta di molto, perché alla fin fine, insomma, credo ci siano molte più persone che vorrebbero tutelare di più la fauna selvatica e stringere quelle che sono le attività venatorie rispetto a chi invece propone il contrario.
Sul fatto che non ci siano stati tumulti e nessuno si sia lamentato, collega Pan, del fatto che non è stato approvato il nuovo Piano, le ricordo che solo, vado a spanne, 10 giorni fa in piazza, davanti al piazzale Roma, il piazzale delle stazioni dei treni, a manifestare Coldiretti e c'era anche il nostro Presidente di Regione per la questione del cinghiale: quindi, in realtà dico che qualcosa c'è che non va anche in questo Piano.
Ricordo, tra l'altro, cinghiali reintrodotti per scopi venatori. I cinghiali non sono arrivati dall'estero, come sono arrivati i lupi, i cinghiali sono stati introdotti per scopi venatori e poi si sono riprodotti a dismisura, quindi, per carità, è anche giusto dire i meriti di qualche associazione venatoria, ma è giusto ricordare anche i demeriti. È vero, questo è un dato di fatto.
Poi, per quanto riguarda le specie che sono state citate, le nutrie ad esempio: cerchiamo di far fare il corso alla natura e di non andare a togliere i predatori carnivori che potrebbero aiutarci a diminuire le nutrie invece di spendere tanti soldi pubblici. Lasciamo in pace le volpi. La volpe, è stato dimostrato, è un carnivoro selvatico veneto che preda moltissime nutrie eppure anche qui facciamo addirittura i Piani di uccisione delle volpi extra periodo venatorio. Quindi andiamo a togliere un nemico naturale che dà una mano agli agricoltori e che riduce il numero di nutrie.
Sui cinghiali, anche qui, il nemico numero 1 dei cinghiali è il lupo, quindi cerchiamo di non aizzare le folle contro il lupo, ma cerchiamo di tutelare il lupo come è previsto dalla legge. Sul lupo direi di andare a imitare quelle Regioni virtuose che ne hanno fatto motivo di orgoglio di biodiversità e hanno ridotto quasi a zero le predazioni, ci sono solo predazioni eccezionali dove lupi ce ne sono dalle 10 e 100 volte tanti di quelli che abbiamo noi, perché si sono dotati dei cani lupo. Ne avete parlato anche voi, ho visto anche dei colleghi di maggioranza che giustamente hanno sostenuto queste attività nel bellunese con dei cani lupo che hanno una stazza che è doppia di quella di un lupo.
Cerchiamo di trovare delle soluzioni adeguate senza andare sempre a vedere una faccia della medaglia: c'è sempre l'altra faccia della medaglia.
Quanto al fatto che venga dato del "Mago Otelma" a un collega, io direi più "Mago Otelma" di chi riesce a riesumare e a far resuscitare un morto nove volte, come questo Piano faunistico venatorio, non c'è. Credo quindi che anche questa cosa vada rispedita al mittente.
Mi incuriosiva veramente il dato, che è la prima volta - anch'io come tutti imparo sempre qualcosa di nuovo - oggi ho imparato che le lepri mangiano gli irrigatori. Per me è una novità che le lepri mangino cose di plastica. Sarebbe interessante vedere dove, quando, come, se veramente sono state le lepri, perché anche sul discorso dei danni da fauna selvatica, bisogna stare molto accorti.
Come ha detto anche lei, prima, collega, ci sono sempre delle mele marce: c'è sempre, probabilmente, qualcuno che racconta cose quasi inverosimili.
Concludendo: come Gruppo abbiamo deciso di astenerci, a differenza del solito, quando votavamo contro alla proroga del Piano, proprio perché questa volta, essendoci la prova che il Piano faunistico venatorio nuovo c'è, perché è stato depositato, sembra anche ragionevole un voto di astensione, visto che, è stato anche detto prima dal Presidente della Commissione Agricoltura, che settembre dovrebbe essere la volta buona. Sarà una legislatura storica questa per il Piano faunistico venatorio. L'auspicio è che veramente si tratti la materia, dando pari dignità a tutte le espressioni dei cittadini del Veneto, magari anche a quelle che non vanno a bussare a tutte le ore e a tutte le porte, andando magari a promettere il voto a dieci Partiti diversi, come con la moltiplicazione dei pani e dei pesci per quanto riguarda i fondi di cacciatori visto il numero in cui sono, e dando attenzione anche al resto delle componenti.
Ad esempio, il discorso del divieto di caccia dei fondi privati ho sentito che sono state sollevate, per quanto riguarda le complicazioni burocratiche che verrebbero introdotte nel PDL 77, il nuovo Piano faunistico venatorio, non solo da chi si occupa di tutela dell'ambiente o da chi rappresenta i proprietari dei terreni, ma anche da associazioni agricole. Anche loro lo hanno detto questo.
Credo che sarebbe importante che ci fosse un equilibrio tra i vari interessi considerando sempre che l'attività di caccia - questo ce lo dobbiamo ricordare – va a impattare sulla fauna selvatica che è patrimonio indisponibile dello Stato, cioè non è che non ci sia consumo di l'assenza di consumo di risorse ambientali. Ce ne sono.
E poi altra cosa - e concludo veramente -: invito tutti a distinguere tra quelle specie di fauna selvatica che creano problemi all'agricoltura - e le ho citate anch'io oggi - e quindi creano dei problemi anche a volte appunto a questa attività del nostro territorio e la fauna selvatica invece in continuo declino, veramente in pericolo anche di sopravvivenza, come gli uccelli migratori.
Non facciamo di tutte le erbe un fascio e consideriamo che, effettivamente, questa attività, su determinate specie, ha un impatto negativo che sarebbe bene ridurre anche in norme nel Piano faunistico venatorio che contemplino una forte azione nel contrasto del bracconaggio e di chi si è macchiato di reati di bracconaggio previsti dalla legge dello Stato.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il consigliere Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Guardi, Formaggio, se ha qualcosa, accenda il microfono e lo dica a microfono acceso.
Ma guardi, consigliere Pan, ancora una volta questa vicenda di contributi/non contributi ai cacciatori. Guardi che per quanto ci riguarda noi non siamo quelli contro i contributi. Io e la collega Zottis abbiamo votato anche favorevolmente in Commissione e rivendichiamo anche questo voto che abbiamo dato in Commissione, ma non per una questione caccia sì, caccia no, ma per una questione legislativa: quando si è chiamato a dover decidere sul tuo territorio lo devi fare in maniera laica, al netto di quelle che possono essere sensibilità di ognuno di noi. Quindi credo che non ci appartenga la polemica sui contributi alla caccia o perlomeno a me e alla collega che siamo nella Terza Commissione.
Dopo guardi, non è una questione di regi decreti o altro, perché i regi decreti possono anche essere attuali se si accompagnano normative valide. Ad esempio, tutto il sistema regolamentare del trasporto è basato sulla 148, che è un regio decreto del '31 ed è ancora attuale e meno male che c'è in alcuni casi. Come è anche vero che da una parte lei dice che il Piano faunistico non dava tanti problemi se è durato 15 anni e che si sono fatti passi avanti, però intanto credo che non sia stata una priorità di questa maggioranza in questi 15 anni, se non è stato fatto, perché alla fine il tema politico vero è anche questo. Ma dopo, se vogliamo entrare nel merito, ci sono delle questioni che urlano vendetta e che danno problemi alla caccia, non è vero che non danno problemi alla caccia: ad esempio il fatto del rinnovo degli ambiti territoriali di caccia. Non si può pensare che ci sia gente che resta in carica 25 anni, alcuni di loro sono venuti a mancare e altri per anzianità si sono ritirati dagli ambiti, cioè non può essere che uno stia 25 anni là. Ci sono ambiti dove non c'è più neanche gente dentro; così come non si può pensare che non ci sia un rinnovo degli stessi anche per una questione di visione diversa, perché si passa da numeri che diceva prima il collega a quelli che ci sono ora, quindi c'è anche un'evoluzione di pensiero sul mondo della caccia. Così come la questione vallivo-lagunare, così come vanno ridefiniti tutti quanti i rapporti con i proprietari terrieri, i fondi sottratti, le aree di rispetto.
Dobbiamo tener conto delle modifiche territoriali che nella nostra Regione ci sono state: ad esempio, nel Piano faunistico in essere nelle cartografie non esiste il passante di Mestre. Non è che una cosa da poco che abbiamo un Piano faunistico dove il passante di Mestre non esiste. Se domani uno viene da fuori non conosce la nostra Città, lo troviamo sulla barriera di Mestre a sparare al cormorano di turno e magari ha anche ragione perché nella cartografia gli è permesso andare lì.
Così come bisogna tener conto di ciò che è successo in questi vent'anni all'incirca perché comunque il Piano faunistico scade nel 2007, ma ha cartografie, insomma, credo relative, se non erro, al 2003. Tutta la questione delle realtà vinicole, i vigneti che sono nati, che prima non c'erano, che erano in misura molto più contenuta; l'espansione delle risaie... c'è una situazione dal punto di vista ambientale che è da riperimetrare che è da riconsiderare, che vent'anni fa non era così, soprattutto in una Regione come il Veneto, dove lo sviluppo anche abitativo non è un tema di secondo piano, anzi, lo stesso sviluppo abitativo spesso cozza con quelle che sono le cartografie.
Così come, guardi, è da tenere in considerazione nella Città Metropolitana di Venezia, il poco terreno agrosilvopastorale disponibile alla caccia nell'ambito centrale di Venezia: dal 2007 a oggi ha subìto profondi cambiamenti anche di insediamenti infrastrutturali, industriali.
Su questo infatti, Assessore, ricordo un ordine del giorno che era stato ancora quella volta, prima delle Città Metropolitane, approvato nella provincia di Venezia, votato all'unanimità, oltretutto, che diceva dell'esigenza di un allargamento dei confini o di un accorpamento con ambiti limitrofi, proprio per ovviare a questi problemi che c'erano stati.
È vero che in qualche modo non ci sono problemi col calendario di caccia come diceva chi è intervenuto prima. È vero, ma non è che un vostro merito se non ci sono problemi col calendario venatorio: è perché il Piano faunistico venatorio non c'entra niente col calendario venatorio, perché se fosse... Chiudi le finestre, la sera, prendi aria. Se fosse in qualche modo collegata la gestione del Piano faunistico venatorio con il calendario venatorio, allora sì che anche la sareste andati a creare problemi. Vivaddio, fortunatamente per chi va a caccia, non siete riusciti a mettere mani al calendario venatorio attraverso il Piano faunistico venatorio e almeno lì non avete fatto, politicamente parlando, danni. Ma se le cose fossero state collegate, certo che ci sarebbe stato... Basta pensare se il Piano fosse arrivato davvero ad agosto.
Presidente, io penso, che se il piano fosse arrivato davvero ad agosto, quindi proroga anche fuori tempistiche di logica oggettiva, ammettiamo: sappiamo che non si riusciva, fortunatamente non ci credeva neanche la maggioranza, per questo è andata serena. Ma se fosse arrivato ad agosto, cosa avremmo avuto? Un Piano faunistico approvato ad agosto con il calendario venatorio che era già partito e deve ancora scadere? E con gli ambiti di caccia e i confini come ci ponevamo? Uno andava a cacciare col vecchio, quando è partito il calendario o a metà stagione venatoria dopo cambiava perché c'era un nuovo Piano? Via, cambia, domani...
Fortunatamente per chi va a caccia il vostro fallimento non gli ha creato problemi. Però, se il calendario venatorio non subisce problemi è perché il calendario venatorio non è collegato al Piano faunistico, non perché siete bravi. Il tentativo di infilarlo dentro lo capisco perché in mezzo a tanti demeriti è anche giusto arrampicarsi un po' sugli specchi per trovare il modo di avere qualche merito su questo pastrocchio politico, su questo magone politico che nessuno riesce a mandare giù.
Piuttosto, concludo facendo in qualche modo anche delle considerazioni positive di merito sull'assessore Corazzari, perché oggi, Assessore, sotto alcuni aspetti, lei è persona presa in causa, lei è persona al centro del nostro dibattito in quanto Assessore, però è anche vero che, per onore di cronaca, va riconosciuto che oggi noi politicamente abbiamo a bersaglio l'assessore Corazzari perché è lui l'Assessore dell'Undicesima legislatura su questo Piano, però, va detto che l'Assessore eredita una situazione difficile, complicata e complessa che, come dicevamo prima, non può avere un singolo responsabile se non un'unica responsabilità: una maggioranza di centrodestra che è stato il filo comune condivisore di tutte queste proroghe che non ha mai avuto come priorità quella di fare un nuovo Piano faunistico. Cosa accomuna tutte queste proroghe? Le accomuna il fatto che erano tutte Amministrazioni regionali degli stessi Partiti che oggi ci sono: son cambiati gli uomini ma non le maggioranze. Quindi vuol dire che l'unica vera responsabilità l'ha probabilmente il fatto che il centrodestra veneto è 15 anni che non crede nell'opportunità di un Piano faunistico diverso, aggiornato, più attuale.
Dopo, Assessore, non ce ne voglia, lei è qui e noi ce la prendiamo con lei, anche se dal punto di vista cronologico è l'ultimo arrivato: diciamo che di nove proroghe un nono della colpa è sua, otto noni no, però, ironia a parte, ciò non toglie che il dato vero rilevante è che il centrodestra, che ha governato dal 2007 a oggi, dico 2007 perché è la data da quando è scaduto, se non l'ha ancora fatto è probabilmente perché non la considera una priorità e quindi, quando si dice che la caccia in qualche modo va rispettata al netto delle proprie posizioni, si fa anche con i fatti, non solo con gli spot elettorali per portare a casa qualche voticino in più e dopo non aiutarla nel merito legislativo.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Formaggio.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Molto velocemente. Io, invece, al contrario del collega Montanariello questa volta il bicchiere lo vedo mezzo pieno, nel senso che vedo un Zanoni collaborativo, vedo una minoranza che ha collaborato sia in Terza Commissione e sia qui in Aula, quindi votiamo questa ennesima proroga.
Anche a me sconcerta che siamo alla nona proroga, però la maggior parte dei Consiglieri regionali che sono seduti tra questi banchi è la prima volta che vedono passare un Piano faunistico. Va beh, la seconda, però il Piano faunistico vero e proprio, nel senso che abbiamo cominciato la legislatura meno di un anno fa, quindi io non voglio portarmi le colpe di tutti i predecessori ancora dell'era di Galan.
Adesso abbiamo la possibilità - e mi rivolgo all'Assessore e al Presidente della Terza Commissione - di sentire tutti e fare da collettore a tutte le idee nuove e proposte scritte che ci arriveranno sia dal mondo venatorio, sia dal mondo ambientalista, facciamo questa ultima proroga a settembre, ci sediamo qua con acqua e panini e restiamo qua finché non portiamo fuori il miglior Piano faunistico per il Veneto nel 2021: lo chiameremo Piano faunistico 2021-2026, come vuole Berlato, però credo che ci sia la serenità, da una parte e anche dall'altra, per finalmente chiudere i lavori e dare ad entrambi questi mondi, che non dobbiamo sempre vedere in contrapposizione, una risposta che insomma da parecchi anni aspettano questo Piano.
Collega Montanariello, la vedo come un'opportunità e un bicchiere mezzo pieno, e sono contento che finalmente il Presidente della Terza Commissione e l'Assessore alla Caccia possano portare e vedere che quest'Aula discuterà in maniera ordinata e tranquilla questo Piano di cui il Veneto ha bisogno. Grazie.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Va bene.
C'è in chiusura di discussione generale l'assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Io sono da qualche anno in Regione, in Consiglio regionale, ho iniziato nel 2010: una delle prime occasioni di dibattito acceso che ho avuto l'occasione di vivere in Consiglio regionale ricordo che ineriva proprio la materia della caccia. Si parlava allora di caccia in deroga e ricordo che da neo Consigliere completamente ignaro di molti meccanismi rimasi sconvolto dal fatto che restammo due o tre settimane – allora c'era un Regolamento diverso del Consiglio - in Aula, facendo anche le notti, per decidere la possibilità di introdurre, all'interno del calendario venatorio, alcune specie cacciabili in deroga rispetto a quello che era... Pensavo: un tema come la caccia, che da non cacciatore ho sempre vissuto con una normalità assoluta, in armonia, perché chi non aveva un nonno cacciatore, un parente cacciatore, un papà cacciatore, una tradizione che è nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, come mai questo tema suscita questa contrapposizione quasi irrazionale?
Io da lì cominciai a comprendere come la caccia, questa attività che non è altro che la concretizzazione di una grande passione per tanta parte dei cacciatori, per i nostri cacciatori, che è forse l'interpretazione in chiave moderna di un istinto primordiale, di un rapporto fisico che abbiamo con la nostra natura, con l'ambiente, con la terra, ebbene, suscita quasi irrevocabilmente, irrimediabilmente dei contrasti assoluti tra chi vede nella caccia del cacciatore un nemico, un male da combattere, da contrastare, e chi invece vede nella propria attività di caccia l'esercizio di un diritto imprescindibile che deve essere difeso con ogni mezzo, ad ogni costo.
Io invece vorrei - e penso che ci siano tutte le condizioni in questa legislatura per poterlo fare - finalmente affrontare, con tutta l'Aula e mi piace veramente sottolineare l'atteggiamento che ha avuto anche la minoranza in quest'Aula, in occasione della presentazione in Terza Commissione del disegno di legge sul Piano faunistico venatorio e oggi della proroga, dell'attuale, e che ci sia finalmente l'occasione di entrare nel merito delle questioni, di individuare l'approvazione di questo Piano faunistico venatorio che, così come avete sottolineato lungamente, ha avuto un iter travagliato per i motivi che vi ho anzidetto, l'inizio di un percorso nuovo, perché questo Piano faunistico venatorio conclude un iter, una strada su cui vi sono stati anche importanti investimenti da parte degli Enti locali competenti, ma apre una nuova fase perché pone le basi anche per rinnovare.
E quindi, al di là di quelle che sono le strumentalizzazioni elettorali che sono connaturate all'esercizio della democrazia e riguardano tutti, finalmente parliamo di caccia, parliamo della gestione delle aree del nostro territorio dove sarà prevista la caccia, dove ci sarà la riserva. Approntiamo questo argomento in modo razionale, sereno e con il rispetto di tutti, di tutte le categorie che sono interessate da questa, che dal mio punto di vista, rappresenta un'attività che ha un valore profondo, culturale, identitario e di legame con la nostra terra.

PRESIDENTE

Chiusura del correlatore.
Benissimo. Dichiarazioni di voto.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Guardi, Presidente, dopo un invito così pacato, serio e importante dell'Assessore non potremmo dire di no e non accoglierlo.
Noi vogliamo entrare nel merito delle questioni, Assessore, attendiamo da 14 anni di entrare nel merito delle questioni: che sia la volta buona che questa volta si entri nel merito delle questioni.
È chiaro che c'è una maggioranza che dà la rotta, che c'è una minoranza che pungola per raddrizzare la rotta, però è anche vero che entreremo nel merito solamente quando la maggioranza ce ne darà la possibilità e noi siamo qui per aiutare questo percorso, Assessore, di tentare di entrare nel merito delle questioni.
Guardi, qui non si tratta di amici o nemici della caccia: ognuno ha le sue sensibilità, ognuno, dal punto di vista della propria coscienza, deciderà da che parte collocarsi quando si discute di caccia. Qua noi non discutiamo di caccia, qua siamo legislatori e siamo chiamati a fare le leggi migliori per i nostri cittadini, anche dove ci sono temi spinosi e che magari, dal punto di vista della sensibilità, possano in qualche modo urtare le diverse sensibilità che ci sono all'interno di quest'Aula, patrimonio, direi, del dibattito politico anche le diverse sensibilità.
Quindi, Assessore, cosa dire? Avevamo detto che avremmo dato un voto di astensione per incoraggiamento a questo percorso: confermiamo questo voto di astensione, non facciamo barricate sulla vicenda. È chiaro, Assessore, che però questa nostra generosità, se ci saranno ancora ostacoli sulla strada dell'approvazione del Piano, sarà costretta a dover finire perché non ci saranno più alibi a quel punto se anche questa volta il percorso, che fortunatamente è stato intrapreso in Commissione e che oggi confermiamo di voler condividere, non trovi tutte quelle risposte che ci hanno portato a volerlo condividere, ovvero quali? Ascoltare tutti come diceva lei, rispettare le sensibilità di tutti, sentire tutti gli attori coinvolti, trovare una mediazione tra chi sta da una parte della barricata e dall'altra, tra chi va a cacciare e chi è il proprietario del terreno. Se tutte queste cose saranno fatte, vuol dire che il nostro segno di distensione avrà avuto anche un valore politico perché saremmo stati parte attiva di un percorso che si è concluso per il meglio.
Se così non sarà, è chiaro che sarà da rivedere anche la nostra posizione. Non servirà perché siamo fiduciosi nelle competenze sue e dei suoi uffici su questa vicenda e quindi speriamo che questa sia l'ultima volta che si discute di Piano faunistico e non per un'approvazione definitiva del nuovo.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre dichiarazioni di voto, quindi passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Non ci sono ulteriori dichiarazioni di voto.
Metto in votazione il PDL 79 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, approvata la legge, sospendiamo per dieci minuti per far cambiare aria. Siamo qui dentro dalle 14.30.
Una cosa ai Capigruppo. Il punto n. 8, che è il giuramento del Garante, naturalmente verrà fatto domani a inizio seduta.
Riprenderemo la seduta con il punto n. 9, PDL 68, relazione della collega Scatto. Non vedo correlatori quindi immagino ci sia ampia condivisione.
Riprendiamo fra 10 minuti, dopo aver fatto cambiare aria all'Aula, alle 17.20.
La Seduta è sospesa alle ore 17.07.
La seduta riprende alle ore 17.25

PRESIDENTE

Prendiamo posto.
Bene, riprendiamo la seduta.
Come dicevo prima, il giuramento del Garante avverrà domani alle 13.30, quindi passiamo adesso al punto n. 9.
PUNTO
9



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI SCATTO, BARBISAN, CIAMBETTI, FINCO, DOLFIN, FAVERO, PAN, RIGO, BISAGLIA, SANDONÀ, BET, VIANELLO, RIZZOTTO, VILLANOVA, SORANZO, OSTANEL, GIACOMO POSSAMAI, VENTURINI, BOZZA, PICCININI, CAVINATO, SPERANZON, POLATO, FORMAGGIO, RAZZOLINI E CAMANI RELATIVA A "COLLABORAZIONE ISTITUZIONALE CON LA FONDAZIONE CINI, NELLA RICORRENZA DEI SETTANT'ANNI DALLA SUA ISTITUZIONE E DEI MILLESEICENTO ANNI DALLA FONDAZIONE DI VENEZIA". (PROGETTO DI LEGGE N. 68) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 24/2021)

Relazione della Sesta commissione consiliare.
Relatore: consigliera Francesca Scatto.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione illustrativa)
" Il 2021 è un anno cruciale, segnato dalle conseguenze della drammatica COREVEpandemia di coronavirus esplosa nel 2020, che tanto gravemente ha colpito la comunità regionale nella salute dei cittadini, dell'economia, di ogni aspetto del vivere civile e delle attività culturali.
Il blocco della mobilità internazionale ha precipitato in un 'inaudita crisi le città d'arte e più che mai Venezia e la sua Laguna, patrimonio mondiale dell'Umanità UNESCO, luogo unico per storia millenaria, complesso ineguagliabile architettonico e artistico dalla vocazione naturale alla cultura, all'arte ed al turismo culturale, sua risorsa vitale ed economica primaria.
Venezia che da sempre ospita mostre ed eventi culturali di rilevanza internazionale, crocevia prezioso di civiltà, culture e tradizioni provenienti da tutto il mondo, da quasi due anni ormai è silenzio, solitudine e stasi.
Il 2021 è però anche un anno di speranza. I progressi nella campagna vaccinale di massa, il dispiegarsi dell'ampio spettro di misure economiche assunte a sostegno di imprese, lavoratori e settori più colpiti dalla tragedia, la graduale e costante attenuazione delle misure di contenimento della pandemia, grazie al continuativo calo dei numeri del contagio, inducono a confidare sia finalmente giunto il momento di ripartire.
Le lacerazioni inferte al mondo della cultura ed a Venezia, suo luogo simbolo, possono essere premessa di rinascita, sempre che si ripensi in chiave rinnovata al rapporto fra ente pubblico - e, per I 'Istituzione che rappresentiamo, la Regione - ed altri soggetti operanti, a partenariati stabili pubblico-privati per obiettivi comuni di sviluppo del patrimonio culturale, del territorio regionale e del suo splendido capoluogo: Venezia.
Dopo tanta mancanza di vita culturale e di Venezia, ogni via inedita va percorsa per scongiurare il rischio di tornare ai "tempi di prima" e perdere I 'occasione di un rilancio di cultura e turismo sostenibile, rispettoso della Città, della sua vita e dei suoi residenti.
E, in proposito, il 2021 è anche un anno speciale di anniversari per Venezia.
Il 25 marzo 2021 Venezia ha celebrato i 1.600 anni dalla sua fondazione tra le acque della laguna
Il 20 aprile 2021 la Fondazione Cini, una delle istituzioni culturali veneziane più prestigiose al mondo, ha celebrato il settantesimo anniversario della sua costituzione.
Sembra che questa felice combinazione di storici genetliaci voglia invitare Venezia a ricongiungersi con la sua gloriosa storia ed a riconquistare, nel contesto mondiale delle città d'arte e cultura, il ruolo che le è naturale.
La Fondazione Giorgio Cini ha sede nell'isola di San Giorgio Maggiore, di fronte al Palazzo Ducale. È luogo di arte, pensiero e musica, con archivi e libri antichi e rari. E simbolo di eccellenza culturale per Venezia, in Italia e nel panorama della cultura internazionale, come sede di mostre, seminari e conferenze di alto livello.
È inoltre un brand di fascino straordinario, in una splendida sede, per convegni ed incontri istituzionali d'alto livella
La Fondazione Cini è ente di diritto privato, onlus, istituita nel 1951 da Vittorio Cini, uno dei grandi imprenditori che hanno creato l'Italia moderna, in memoria di suo figlio Giorgio, scomparso due anni prima in un incidente di volo a Cannes. L 'Isola di San Giorgio è in concessione alla Fondazione, in forza di un contratto con I 'Agenzia del Demanio rinnovabile ogni 19 anni.
L'oggetto statutario della Fondazione è: "La reintegrazione dell'Isola di San Giorgio Maggiore nella vita di Venezia, secondo le sue tradizioni spirituali (...) La promozione e il ripristino del complesso monumentale dell'Isola di San Giorgio Maggiore e la costituzione e lo sviluppo nel suo territorio di istituzioni educative, sociali, culturali e artistiche, occorrendo in collaborazione con quelle cittadine già esistenti La promozione, inoltre, anche fuori dall'Isola di San Giorgio Maggiore, di attività culturali collegate, direttamente o indirettamente, a Venezia, alla sua storia e alle sue tradizioni di punto di incontro di diverse civiltà. "COREVE
Tutte le figure rappresentative delle Istituzioni con sede a Venezia sono per statuto rappresentate nel suo Consiglio generale: il presidente della Regione, COREVEil patriarca, il sindaco, il prefetto, i rettori delle due Università, il soprintendente per i Beni architettonici.
Un'Istituzione di peso, storia, tradizione, prestigio internazionale, impegno culturale straordinario e poliedrico.
La storia della Regione del Veneto e, ancor più, quella dell'istituzione delle Regioni, è legata alla Fondazione Cini che il 20 giugno 1972 ospitò il primo incontro dei presidenti dei Consigli regionali d'Italia.
La Fondazione è dunque un partner d'elezione per la Regione, in tempi d'imprescindibilità dell'azione regionale per un incisivo sostegno alla valorizzazione del ruolo di Venezia come polo propulsivo di cultura ed attrattivo di turismo di qualità.
L'iniziativa legislativa vuole allora costituire la base giuridica con efficacia di legge per un accordo di collaborazione continuativo e stabile nel tempo fra la Regione del Veneto e la Fondazione Cini.
L'accordo avrà ad oggetto un programma annuale di attività - approvato dalla Giunta regionale, previo parere della competente Commissione del Consiglio regionale - riferite ad un progetto annualmente presentato dalla Fondazione e predisposto anche in collaborazione con altre istituzioni della cultura pubbliche e private operanti in Venezia.
Si tratterà di progettualità annuali della Fondazione per iniziative di valorizzazione di Venezia e del suo patrimonio culturale materiale, immateriale, naturalistico ed ambientale, con valenza di rilancio culturale della Città e della Laguna, richiamo di un turismo di qualità, sensibilizzazione e formazione del pubblico, anche con forme di interazione con le istituzioni educative ed universitaria.
La Regione sosterrà economicamente la realizzazione dei progetti approvati ed assunti nell'accordo di collaborazione. Saranno i progetti della Fondazione e della Regione per Venezia e dalla loro puntuale realizzazione sarà condizionata l'erogazione finanziaria regionale.
Nella promozione di un tempo di collaborazione istituzionale e fattiva per Venezia fra la Regione del Veneto e la Fondazione Giorgio Cini, cui con legge regionale si vuole assicurare stabilità e continuità negli anni - senza dover ricorrere all'invadente partecipazione regionale alla Fondazione che, nell'interazione collaborativa con la Regione, preserva la propria identità ed autonomia - sta, crediamo, l'espressione di un impegno regionale sentito alle celebrazioni dei l. 600 anni di Venezia e dei 70 anni della Fondazione Cini.
Sulla proposta di legge la Sesta Commissione consiliare, nella seduta del 22 luglio 2021, ha espresso all'unanimità parere favorevole alla sua approvazione da parte del Consiglio regionale.
Hanno votato a favore i rappresentanti dei gruppi consiliari: Liga Veneta per Salvini Premier (Cestari, con delega del Consigliere Corsi, e Favero), Zaia Presidente (Cavinato, con delega del Consigliere Villanova; Vianello, con delega della Consigliera Cestaro; Scatto, con delega del Consigliere Sandonà), Veneta Autonomia (Piccinini), Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni (Razzolini, e Soranzo, con delega del Consigliere Polato), Forza Italia Berlusconi - Autonomia per il Veneto (Bozza), Partito Democratico Veneto (Camani, con delega del Consigliere Giacomo Possamai), Il Veneto che Vogliamo (Ostanel).".

PRESIDENTE

Relatrice la collega Scatto. Prego.
Mi chiede la parola con Concilium? Grazie.
Perfetto. Prego, Scatto.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Devo dire che ricordo ancora quando ho incontrato, ero stata da poco eletta Presidente della Sesta Commissione e venne da me l'architetto Codello, Segretario generale della Fondazione Cini a rappresentarmi un po' quella che era così la situazione.
La Fondazione Cini dovrebbe essere patrimonio di tutti, cioè dovremmo tutti conoscere che cosa fa e che cos'è la Fondazione Cini. Confesso che anch'io, finché non ho toccato con mano e non sono andata proprio in loco, in realtà non mi rendevo conto di che cosa fosse. Al di là della sede, che è l'Isola di San Giorgio, che è in concessione alla Fondazione grazie ad un contratto con l'Agenzia del Demanio, di che cosa si occupa la Fondazione? La Fondazione, ovviamente non soltanto all'interno di Venezia, ma soprattutto al di fuori di Venezia, si occupa di attività culturali collegate direttamente o indirettamente a Venezia, alla sua storia, alle sue tradizioni. È un punto d'incontro. Perché fare questa convenzione, perché non lasciarla comunque, come qualcuno potrebbe obiettare, all'interno di altri provvedimenti legislativi? Proprio perché ho voluto, anche in occasione della celebrazione dei 1600 anni della nascita di Venezia e anche dei settant'anni della Fondazione Cini, che questo Consiglio si esprimesse per far sentire l'importanza con i fatti, non solo con le parole, quasi a voler segnare con questo provvedimento legislativo l'inizio di un tempo per la collaborazione istituzionale e fattiva della Fondazione e della Regione Veneto per Venezia, ridandole ovviamente quello splendore, quei suoi tratti di città cosmopolita per antonomasia, per eccellenza. Venezia che è sempre stata la meno assoggettata ai poteri esterni, Venezia che ha sempre espresso il concetto di libertà, di una libertà profondamente legata alla cultura e quindi questo provvedimento vuole anche creare una coscienza, ridare una coscienza consapevole di quella dignità che Venezia ha sempre avuto e comunque deve continuare ad avere. Il fatto che questo provvedimento prenda vita in questo periodo, che vogliamo pensare sia di fine pandemia, a simboleggiare proprio la rinascita, una vera rinascita all'insegna di quegli ideali, di quella cultura i cui tratti magari nel tempo abbiamo perso o abbiamo anche dato per scontati.
La Fondazione Giorgio Cini, che, ripeto, ha sede nell'Isola di San Giorgio, proprio di fronte al Palazzo Ducale, è un luogo di arte, di pensiero, di musica, con archivi e libri antichi e rari, è simbolo di eccellenza culturale per Venezia, in Italia e nel panorama della cultura internazionale, come sede di mostre, di seminari e di conferenze di alto livello.
Ripeto, questo provvedimento rinsalderà, oserei dire, il legame forte di Venezia, dei veneziani, di tutta la Regione, riprendendola a simbolo di ciò che era, di ciò che è stata, che è e che comunque sarà sempre.
Anche per questo mi ritrovo comunque a dover ringraziare la Commissione che mi ha sostenuta nella redazione di questo PDL e ancora il mio grazie va alla sensibilità dell'assessore Calzavara che ci ha creduto fino in fondo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Apriamo la discussione generale. Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire appunto a sostegno di un progetto di legge che ho sottoscritto in Commissione Sesta e ringrazio la consigliera Scatto di averlo presentato.
Volevo spiegare il motivo per cui credo che questo progetto di legge sia positivo. Prima di tutto per l'oggetto, appunto la Fondazione Cini. Non mi dilungo sulla storia, però la scelta di ubicare la sede della Fondazione proprio nell'Isola di San Giorgio Maggiore tanti anni fa è stata un'intuizione per una città come Venezia. Infatti, Vittorio Cini candidava appunto la Fondazione ad essere presente in quell'isola per dare a quell'area, a quell'isola, un ruolo storico. La vocazione proprio che l'istituzione ha è molto legata all'idea che quell'isola possa diventare un polo di studi anche e soprattutto dedicato alle giovani generazioni.
L'idea che la Fondazione Cini quindi sia lì, è proprio un messaggio anche alla città di Venezia, e spero che questo Consiglio regionale nei prossimi anni possa lavorare anche alla tutela di un patrimonio come quello della città di Venezia, che, ahimè, spesso, è messo in discussione non solo dalle vicende che l'hanno vista all'attenzione per quello che è successo con i cambiamenti climatici e le questioni ambientali, ma anche proprio per quel processo di over-turismo che sta rendendo questa città diversa da quella che probabilmente è la vocazione anche della Fondazione Cini, quando era nata, nel 1951: diceva che la direzione doveva essere diversa, intrapresa anche dalle istituzioni locali.
La cosa interessante di questo progetto di legge è pensare che la Regione si faccia da facilitatrice verso la creazione di un protocollo-accordo di collaborazione con una fondazione. È vero che il tema è: perché la Fondazione Cini e non altri? Io penso che in realtà questo sia un modello che si possa anche replicare ad altri istituti come la Fondazione, magari che sono anche in altre zone della Regione Veneto, perché abbiamo tantissime Fondazioni che si occupano di divulgazione, di cultura, di attività scientifica, ricerca multidisciplinare, con l'obiettivo di costruire quello che la Fondazione Cini dice: anche costruire attraverso la ricerca scientifica e umanistica, un nuovo mondo, cioè la possibilità che i giovani, soprattutto si avvicinino anche al nuovo mondo di pensare e di pensare anche la città.
Inoltre, la fondazione ha anche un inestimabile patrimonio di tesori letterari, artistici, musicali, che cerca appunto costantemente di promuovere. Ricordo anche la collaborazione con la tradizionale Abbazia Benedettina, che sta proprio all'isola di Santa Maria Maggiore e che ha anche, al suo interno tutta una serie di persone che stanno lavorando da anni per la tutela paesaggistica e anche molto particolare di questo luogo.
Penso che il progetto di legge che sostengo ovviamente, ho sottoscritto e quindi sicuramente voterò ha proprio l'obiettivo di dire che la Regione si possa fare promotrice, facilitatrice di una serie di percorsi simili con delle istituzioni culturali che riteniamo essere chiave ed importanti.
Cito spesso, quando parlo di cultura, anche il ruolo delle nostre partecipate, perché credo che lo spirito magari di questo PdL possa anche essere quello di dire che la programmazione annuale o pluriennale dei luoghi, anche della cultura, su cui noi direttamente siamo coinvolti come Istituzione regionale, possa avere un po' lo stesso meccanismo, cioè quello di dire: costruiamo insieme una programmazione di lavoro, un progetto per il futuro e insieme anche lo monitoriamo.
È bene che sia stato fatto con una Fondazione di questo tipo, che è di diritto privato. È bene anche che magari nei prossimi anni si possa pensare che ci siano altri luoghi in altri territori, magari fragili, che non sia Venezia, ma magari, immagino, anche Comuni più piccoli in tutto il territorio veneto che hanno dei luoghi importanti e che sicuramente la Regione può valorizzare con questa metodologia. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo per dichiarazione di voto, immagino che non ci fossero altri interventi. Giusto?

PRESIDENTE

No. Chiusa la discussione generale.
Aperte le dichiarazioni di voto.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Solo per annunciare, naturalmente, il voto favorevole a questo progetto di legge che abbiamo sottoscritto con convinzione e che va anche nel segno del ragionamento che abbiamo fatto prima nella discussione sulla mozione: nel senso che mi fa piacere sottolineare che una discenda per certi versi anche dall'altra. Cioè l'idea che dobbiamo cercare, ogni volta che è possibile, sul tema della cultura, di lavorare insieme, per cui l'importanza di un progetto di legge che segna una ufficializzazione, una istituzionalizzazione della collaborazione istituzionale con la Fondazione Cini e il fatto di farlo in un momento assolutamente particolare, cioè nella ricorrenza dei 70 anni della sua istituzione e dei 1600 anni dalla Fondazione di Venezia, ha naturalmente un valore particolare.
Per cui volevo semplicemente ribadire al microfono il voto favorevole del Partito Democratico e anche l'apprezzamento per questa iniziativa. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Grazie anche alla collega Presidente di Commissione, Scatto, per la presentazione di questo progetto di legge che noi, come Forza Italia, condividiamo e abbiamo anche sottoscritto.
Parto da una considerazione molto umana: il dolore incommensurabile che un genitore prova quando manca un figlio in molti casi viene trasformato in energia positiva, che viene poi ad investire i campi, ad esempio del sociale piuttosto che della cultura e da qui hanno origine una serie di opere memorabili, piuttosto che attività, che hanno poi dei riscontri positivi nella collettività. Quindi ci sono dei genitori che ad un certo punto non sono più genitori di figli, diventano genitori dell'umanità e la Fondazione Cini è proprio un caso dove appunto un genitore, in memoria del figlio, decide di avviare, coinvolgendo altre persone, una fondazione che diventa un'eccellenza a livello internazionale in campo culturale.
La Regione Veneto si inserisce così in questo modo, dando il proprio sostegno in termini economici, per valorizzare un'attività meritoria per il bene di Venezia, dei veneziani, dei veneti, ma io direi dell'umanità, perché Venezia è patrimonio dell'UNESCO e quindi è patrimonio dell'umanità.
Valorizzare, contribuire alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico, architettonico, storico, culturale, quello di Venezia non è altro che un modo per non solo avere dei benefici in termini economici, culturali, ma anche da un punto di vista spirituale, serve proprio per elevarci, perché darci dei contenuti e diffondere la conoscenza è anche un modo per elevare appunto la nostra spiritualità e dobbiamo fare questo, quindi, potenziare questo aspetto.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Prendo la parola per chiedere la sottoscrizione di questo progetto di legge e per ringraziare la Sesta Commissione, la presidente Scatto e tutti i membri della Sesta Commissione perché è stato un lavoro insomma importante e credo sia un'ottima iniziativa quella di valorizzare un progetto di collaborazione tra la Regione del Veneto e la Fondazione Cini, che credo sia una delle Istituzioni più importanti dal punto di vista culturale sia per Venezia, sia per il Veneto tutto. Credo anche che questo progetto di legge, spero quantomeno, debba passare con il voto all'unanimità di quest'Aula.
Detto questo, io credo che la cultura non debba avere un colore politico o non debba essere comunque appannaggio di una parte politica piuttosto che un'altra, perché la cultura ci vede impegnati nella sua valorizzazione a 360 gradi a prescindere dal nostro credo, dalla nostra fede politica. È un patrimonio comune e vorrei ricordare anche che da qualche giorno sono state ufficializzate, proprio per la ricorrenza della Città italiana della Cultura 2024, ben quattro candidature dal Veneto, quattro località tutte alla stessa stregua importanti, che meritano la stessa attenzione da parte della Regione del Veneto, tra cui Chioggia, che è la mia città e poi ci sono anche Asolo, ma anche Cittadella, per cui sarà contento l'ex assessore Pan, e la città di Vicenza. Tutte queste città hanno espresso la loro voglia, la loro iniziativa di cercare di vincere questo importante premio.
Accenno anche a una mozione che è all'ordine del giorno della giornata odierna, proprio per fare in modo che la Giunta regionale e tutti gli Assessori abbiano un atteggiamento equidistante rispetto a queste quattro candidature che provengono dal Veneto: alcune di queste provengono proprio dal basso, da parte della cittadinanza, da parte di associazioni, Comitati che si sono costituiti o che si stanno attrezzando oggi per valorizzare appieno queste quattro località.
In totale, sono 24 le città italiane in ballo per questo importante premio. Credo che tutte debbano poter gareggiare ad armi pari. È nostro compito sostenere tutte con atteggiamento equidistante ed egualitario le nostre "Capitali venete della cultura".
Detto questo, sicuramente investire in cultura, lo sappiamo, ha un effetto moltiplicatore. Si parla del doppio rispetto a un euro investito in cultura, quindi sicuramente è un fattore importante e predominante, soprattutto in un periodo come questo in cui abbiamo sofferto tantissimo per la chiusura dei musei e dei luoghi di cultura.
Proprio per questo motivo, credo sia importante oggi discutere della cultura e lo stiamo facendo, non è la prima volta che capita in questa giornata: credo che stiamo facendo un'opera buona, utile, per la popolazione veneta.
Credo debba essere anche uno stimolo alla Giunta perché sicuramente la Giunta poteva fare una propria delibera in cui annunciava o stanziava dei fondi, dei contributi per questi scopi. Questi 150.000 euro benissimo potevano trovare spazio all'interno di un'iniziativa della Giunta. Ma è stata una cosa condivisa, quindi è anche meritoria, però credo che sia importante che nel prosieguo ci siano altre proposte di questo tipo proprio per valorizzare a pieno titolo tutte le iniziative culturali.
Detto questo, io spero sia anche la volta buona in cui si può riflettere sul futuro che vogliamo offrire a Venezia dal punto di vista turistico e culturale perché sappiamo che investire su un turismo di qualità, come può essere quello offerto dalla cultura, innalza anche le aspettative turistiche di tutta la città e possiamo godere di un turismo più compatibile con Venezia e la sua Laguna.
Per cui, ecco, ribadisco, può essere questa l'occasione per riflettere anche sulle storture che sussistono e sussistevano anche prima della pandemia, per ricominciare a vedere, insomma, anche la città di Venezia con un respiro diverso, un turismo più ecocompatibile e capace di valorizzare tutta la città. Per cui, ecco, ripeto, vorrei sottoscrivere questa iniziativa e annuncio anche il voto favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, collega Baldin.
Però il progetto di legge, quando è uscito dalla Commissione, non può più essere sottoscritto, quindi rimarrà a verbale il suo appoggio all'iniziativa, però appunto la sottoscrizione tecnica, uscito il testo dalla Commissione, non è più possibile, mentre è possibile per le mozioni, gli odg, per altre iniziative d'Aula, ma sui progetti di legge purtroppo abbiamo da tempo ormai messo in moto questa pratica.
Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto voglio ringraziare anch'io la presidente Scatto per aver proposto alla Commissione e vorrei dire che questo PdL è un bellissimo segnale dato dal Consiglio regionale rispetto a una necessità che hanno rilevato in mille occasioni tantissimi Consiglieri, tutte le parti politiche all'interno del Consiglio regionale. Bene hanno fatto i Consiglieri e le Consigliere che mi hanno preceduto a sottolineare che appunto la cultura è patrimonio comune, che non è un ambito nel quale facilmente ci si riesce a scontrare e l'abbiamo riscontrato questo in mille occasioni: basti vedere l'atteggiamento, l'attitudine che hanno i Consiglieri Commissari della Sesta Commissione per vedere appunto quanto in quell'ambito ci sia un idem sentire. Questo fa anche ben sperare rispetto al futuro, perché sappiamo quanto sia importante che ci si mantenga nel confronto all'interno del recinto, del rispetto delle idee altrui, della legittima affermazione delle proprie posizioni, attraverso appunto il confronto dialettico.
Ha detto anche bene la consigliera Ostanel che bene fecero gli istitutori, 70 anni fa, della Fondazione Cini a individuare l'Isola di San Giorgio. Noi sappiamo che Venezia vive in un equilibrio delicato fra la Laguna, il mare e la terraferma e sappiamo anche quanto sia difficile preservarla, tutelarla, valorizzarla e garantirle un futuro.
Ecco, il tema della rigenerazione urbana, il tema della secolarizzazione anche degli spazi e delle isole in una città come Venezia è un tema che chiaramente affrontano quotidianamente i veneziani e sul quale si interrogano quotidianamente i veneziani, così come quello della sostenibilità: più di qualcuno è intervenuto sottolineando la necessità di promuovere quel turismo che rappresenta un valore per la città dal punto di vista economico, da tanti altri punti di vista e ridurre invece quel turismo che rischia di penalizzarne la vivibilità e che, in qualche misura, forse in passato ha prodotto anche una delle ragioni dell'esodo.
Ecco, crediamo appunto che attraverso - l'abbiamo sottoscritto convintamente questo progetto di legge - collaborazioni come quella che il Consigliere regionale ha inteso costituire con la Fondazione Cini anche in modo concreto con un finanziamento importante, si vada nella direzione non solo di promuovere la cultura, ma anche di mettere in condizione chi promuove la cultura di aiutare una città così importante come Venezia ad avere un turismo più sostenibile, un turismo più consapevole anche delle difficoltà, degli equilibri, della fragilità di Venezia e per questo motivo anche più rispettoso.
Per cui il Gruppo di Fratelli d'Italia voterà a favore del PDL.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Anch'io volevo plaudire a questa iniziativa di questo PDL, per ricordare l'attività culturale della Fondazione Cini. Come Gruppo Lega, ma penso anche come Gruppo Zaia Presidente e Veneto Autonomie, siamo tutti concordi a votare in maniera favorevole. Sappiamo che non possiamo sottoscriverlo adesso, ma tanti colleghi l'hanno sottoscritto nella fase di passaggio in Commissione.
Volevo però anche ricordare la figura di papà Vittorio, figlio di Giorgio, che proveniva da Ferrara, che comunque fece l'Università di Giurisprudenza a Padova, figlio del Conte di Monselice. Volevo ricordare che oltre al Lido di San Giorgio, la Fondazione Cini, se volete fare un passaggio alla Rocca di Monselice, la cui proprietà mi sembra sia anche della Regione Veneto, presidente Ciambetti e dobbiamo ringraziare il grande recupero che Cini fece, soprattutto all'interno dei tanti palazzi della città di Padova, per portare reperti che avremmo perso per sempre, che sono custoditi all'interno del museo di Monselice, dove troverete intere stanze del Rinascimento padovano. Addirittura, c'è un caminetto che è stato smontato: ricordo di averlo visto nel Palazzo Papafava, è stato ricostruito all'interno della Rocca e tanti reperti che sono stati recuperati di quell'epoca, ma anche di prima. Tra l'altro, è stato molto visitato dalle nostre scolaresche, anche da tanti turisti: è assolutamente un grande recupero culturale, ma una grande storia, una grande famiglia che ha fatto grande la cultura del nostro Veneto.
Ricordo, tra l'altro, che papà Vittorio fu anche Commissario dell'Expo di Roma nel '43, tra l'altro, quindi proveniente da una famiglia che con la cultura e con attività in questo senso ha sempre avuto a che fare.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi, quindi passiamo all'articolato.
Articolo 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione il progetto di legge n. 68 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Bene, colleghi. Passiamo al punto n. 10.
PUNTO
10



PROPOSTA DI LEGGE STATALE DA TRASMETTERE AL PARLAMENTO NAZIONALE, AI SENSI DELL'ARTICOLO 121 DELLA COSTITUZIONE DAL TITOLO: "MODIFICHE AL COMPUTO DEI VOTANTI PER LA VALIDITÀ DELLE ELEZIONI NEI COMUNI FINO A 15.000 ABITANTI OVE SIA STATA AMMESSA E VOTATA UNA SOLA LISTA" D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO. (PROGETTO DI LEGGE STATALE N. 2) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 89/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore: Consigliere Joe Formaggio
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione illustrativa)
" Signor Presidente, colleghi Consiglieri,
con il presente progetto di legge si intende porre rimedio alla nullità delle elezioni comunali per mancanza di quorum di validità, con conseguente commissariamento dell'ente locale in attesa del successivo turno di elezioni, nel caso sia stata ammessa e votata una sola lista nei Comuni con una popolazione inferiore ai 15.000 abitanti, con una soluzione che tenga conto del caso nel quale vi sia un rilevante numero di elettori residenti all'estero ed iscritti all'Anagrafe Italiani Residenti all'Estero (AIRE).
La disciplina attualmente vigente ai sensi dell'articolo 71, comma 10, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali" prevede che nei Comuni sino a 15.000 abitanti "ove sia stata ammessa e votata una sola lista, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista, ed il candidato a sindaco collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti ed il numero dei votanti non sia stato inferiore al 50 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune. Qualora non si siano raggiunte tali percentuali, la elezione è nulla."
Con la modifica che si introduce all'articolo 1, si aggiunge un periodo al citato comma 10 dell'articolo 71 del decreto legislativo n. 267/2000 stabilendo che "per il computo dei votanti non si tiene conto degli elettori iscritti all'Anagrafe Italiani Residenti all'Estero (AIRE), salvo che abbiano votato o dichiarato di voler esercitare il diritto di voto mediante comunicazione scritta alla rappresentanza diplomatica o consolare operante nella circoscrizione consolare di residenza o al Comune dalla data di convocazione dei comizi elettorali fino allo scadere del termine per esercitare il diritto di voto".
Sulla questione del raggiungimento del quorum per la validità dell'elezione del Sindaco nei Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti qualora sia presentata una sola lista ovvero un solo gruppo di liste collegate dovuta agli effetti sul quorum dati dagli elettori iscritti nell'anagrafe degli elettori residenti all'estero, si è già espressa anche la Corte costituzionale, con la sentenza n. 173/2005 e la sentenza n. 242/2012.
In particolare, con la sentenza n. 173/2005 si afferma che "Secondo la giurisprudenza di questa Corte, il principio di eguaglianza del voto, sancito dall'art. 48, secondo comma, della Costituzione, non è finalizzato ad una generica salvaguardia del corpo elettorale, ma è diretto «ad assicurare la parità di condizione dei cittadini nel momento in cui il voto viene espresso», senza riguardare fasi anteriori o successive a tale momento (ordinanze n. 260 del 2002 e n. 160 del 1996, sentenza n. 107 del 1996). La determinazione del quorum partecipativo prevista dalla norma censurata non incide, concernendo una condizione di validità del voto, sull'espressione dello stesso, ma attiene ad un 2 momento precedente e non rientra quindi nella previsione dell'art. 48, secondo comma." e, pertanto, conclude osservando che "In realtà, l'introduzione di un regime speciale per gli elettori residenti all'estero, ai fini del calcolo del quorum di partecipazione alle elezioni in oggetto, lungi dal costituire una lesione del principio di eguaglianza del voto, persegue una logica di favore verso il puntuale rinnovo elettorale degli organi degli enti locali. Ed infatti questo regime trova la sua giustificazione nell'alto tasso di emigrazione che caratterizza alcune aree della Regione Friuli-Venezia Giulia, il quale potrebbe determinare il mancato raggiungimento del quorum richiesto, con conseguente annullamento delle elezioni e successivo commissariamento del Comune in attesa dell'indizione di nuove elezioni che peraltro, ai sensi dell'art. 7 della legge regionale [della Regione Friuli-Venezia Giulia: ndr] 21 aprile 1999, n. 10 (Norme in materia di elezioni comunali e provinciali, nonché modifiche alla legge regionale 9 marzo 1995, n. 14 ), si possono svolgere soltanto in un turno unico annuale.".
La Corte è altresì intervenuta, in merito alla previsione di una disciplina specifica che tenga conto della incidenza degli elettori residenti all'estero iscritti all'AIRE ai fini del calcolo del quorum di partecipazione alle elezioni del Sindaco nei Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti qualora sia presentata una sola lista, con la sentenza n. 242/2012. La questione di legittimità costituzionale era stata sollevata con ordinanza del Consiglio di Stato con riferimento all'articolo 71, comma 10, del decreto legislativo n. 267/2000 «nella parte in cui include i cittadini iscritti all'AIRE [Anagrafe italiani residenti all'estero] nel numero degli aventi diritto al voto al fine del calcolo della percentuale, non inferiore al cinquanta per cento dei voti espressi, ai fini della validità del voto ottenuto dall'unica lista ammessa e votata», ritenendo che «i residenti all'estero non partecipano alla vita locale e non subiscono direttamente gli effetti delle scelte amministrative e normative compiute dagli organi elettivi, sicché condizionare la validità delle elezioni al raggiungimento di un quorum dei votanti rapportato anche ai residenti all'estero iscritti nelle liste elettorali, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno esercitato il diritto di voto, finisce col far dipendere la validità delle elezioni da un elemento estrinseco alla compagine elettorale». Il giudice costituzionale, premesso che «la determinazione delle formule e dei sistemi elettorali costituisce un ambito nel quale si esprime con un massimo di evidenza la politicità della scelta legislativa, censurabile in sede di giudizio di costituzionalità solo quando risulti manifestamente irragionevole» (sentenza n. 260 del 2002).» e fatto presente che «Nell'operare il bilanciamento del diritto elettorale degli abitanti con quello dei cittadini residenti all'estero, tra le due soluzioni possibili – quella di garantire con pienezza il diritto dei non residenti iscritti all'AIRE alla appartenenza al corpo elettorale locale sì da concorrere al calcolo del quorum per la validità delle elezioni in condizioni di perfetta parità con i cittadini residenti, e quella di assicurare ampia ed incondizionata garanzia ai diritti politici di questi ultimi – il legislatore del 2000 ha optato [legittimamente: ndr] per la prima soluzione» conclude affermando che «Non risultano, di conseguenza, violati – nell'ambito della discrezionalità di scelte riservata al legislatore – i principi di partecipazione democratica, eguaglianza, effettività del diritto di voto, di cui agli articoli 1, secondo comma, 3, 48, primo comma e 51, primo comma, Cost.», ritenendo sul punto legittima ogni disciplina statale volta «ad un (non irragionevole, appunto) bilanciamento del diritto al voto dei residenti con quello degli iscritti all'AIRE.».
Si ritiene pertanto che lo scomputo degli iscritti AIRE dal quorum per la validità della consultazione elettorale costituisce, nella fattispecie considerata, un esercizio in forma ragionevole della discrezionalità propria del legislatore in materia di definizione dei sistemi elettorali.
È infatti interesse del buon funzionamento delle istituzioni eliminare norme che ostacolano l'efficace manifestazione di volontà dei cittadini che partecipano alla competizione elettorale; volontà che rischia di vedersi posta nel nulla (portando al commissariamento) per condizioni a monte, ovvero un così significativo tasso di emigrazione e iscrizione all'AIRE che costringe ad "alzare" oltre misura il numero dei partecipanti al voto, essendoci il condizionamento degli iscritti all'AIRE, per rendere il risultato del voto utile ai fini di poter disporre di organi eletti; ovvero, come avviene in via di prassi, la necessità di proporre "liste civetta" costituite non per effettiva competizione alla consultazione elettorale, ma solo per non incorrere nella nullità delle elezioni.
L'opzione che ne consegue, nel presente progetto di legge, è quella di considerare gli iscritti AIRE scomputandoli dal quorum, considerando comunque nel quorum l'iscritto AIRE se ha votato o ha manifestato formalmente la volontà di esprimere il proprio voto nelle forme previste dalla norma; in altri termini la soluzione proposta "attenua" l'effetto dello scomputo AIRE, limitandolo a quanti non hanno concretamente partecipato, nel mentre computa quanti hanno votato (e non si comprenderebbe perché non debbano valere ai fini del quorum) ma anche quanti hanno manifestato la volontà di partecipare.
All'articolo 2 del presente progetto di legge viene abrogato l'articolo 60 del D.P.R. 16 maggio 1960, n. 570 "Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali" secondo il quale: "Ove sia stata ammessa e votata una sola lista, nei Comuni con popolazione sino a 10.000 abitanti, si intendono eletti i candidati che abbiano riportato un numero di voti validi non inferiore al 20 per cento dei votanti, purché il numero dei votanti non sia stato inferiore al 50 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune; nei Comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti si intendono eletti i candidati compresi nella lista purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti ed il numero dei votanti non sia stato inferiore al 50 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune.
Qualora il numero dei votanti non abbia raggiunto la percentuale di cui al comma precedente, la elezione è nulla; è parimenti nulla la elezione nei Comuni con popolazione sino a 10.000 abitanti, qualora non sia risultata eletta più della metà dei consiglieri assegnati."
Tale disposizione presenta profili di incompatibilità, per la parte relativa ai Comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti, con quanto previsto dal successivo articolo 71, comma 10, del decreto legislativo n. 267/2000, tale da configurare una abrogazione tacita e quindi da far dubitare della attuale vigenza dell'articolo 60. Con l'abrogazione si porta, pertanto, chiarezza e certezza giuridica nell'ordinamento giuridico.
Infine, gli articoli 3 e 4 del progetto di legge prevedono, rispettivamente, la clausola di invarianza finanziaria e di entrata in vigore della legge.
Nella seduta del 16 giugno 2021 la Prima Commissione consiliare ha proceduto a far illustrare l'articolato; in quella, successiva, del 30 giugno lo ha esaminato, concludendo i propri lavori ed approvandolo all'unanimità.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Zaia Presidente (Cestaro, Gerolimetto, Sandonà con delega Bisaglia,), Liga Veneta per Salvini Premier (Cecchetto, Corsi, Cestari, Favero), Lista Veneta Autonomia (Piccinini), Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni (Speranzon) e Partito Democratico Veneto (Camani, Possamai Giacomo).".

PRESIDENTE

Relatore Joe Formaggio.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente e cari colleghi, con il presente progetto di legge si intende porre rimedio alla nullità delle elezioni comunali per mancanza di quorum di validità. Questo progetto di legge statale arriva direttamente dal territorio. Io stesso nel 2014 ho partecipato alle elezioni comunali con una sola lista. Voglio ricordare che nei Comuni sotto i 15.000 abitanti, quando si partecipa con una sola lista alle elezioni comunali, se va a votare il 50% più uno degli aventi diritto, quindi AIRE (italiani residenti all'estero) compresi le elezioni sono valide, altrimenti c'è il commissariamento del Comune.
Con questa semplice legge noi andiamo a modificare l'articolo 1, dicendo che teniamo validi i voti dei residenti all'estero qualora votino o esprimano il desiderio di votare tramite l'ambasciata o tramite altri corpi diplomatici, però nella realtà non andiamo a tener conto di tutti gli AIRE residenti nel Comune.
Sono tantissimi piccoli Comuni nella Provincia di Vicenza, nel nostro Veneto, ma in tutta Italia che hanno tantissimi AIRE all'interno delle liste elettorali: persone che da tanti anni non sono più residenti nel Comune, non partecipano alla vita sociale, politica, culturale del paese, ma che come peso numerico gravano sulle liste elettorali. Con questa semplice legge andiamo a scomputare il numero degli AIRE all'interno dei Comuni, che sotto i 15.000 abitanti possono, come molto spesso accade adesso con una disaffezione dalla politica, ci troviamo con Comuni medio-piccoli che si presentano con una sola lista.
La legge è molto semplice.
Ringrazio la Prima Commissione dove all'unanimità e tutti i Partiti insomma hanno votato a favore di questa legge. Mi auguro che anche il Consiglio faccia lo stesso. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Possamai chiede la parola. Penso che il Comune di Val di Zoldo abbia un rapporto AIRE/residenti che è una roba incredibile, ad esempio.
Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ha illustrato il provvedimento già il relatore Formaggio. Non abbiamo chiesto la correlazione, appunto perché è un tema che abbiamo condiviso in Commissione.
Due questioni soltanto sollevare: la prima, è evidente che è di fatto il tentativo di mettere una pezza a una situazione molto complicata. Il fatto di non computare gli AIRE evidentemente può aiutare nel raggiungimento del quorum , non risolve il problema enorme che abbiamo ormai nel trovare candidati, non soltanto Sindaci, ma anche Consiglieri nei Comuni più piccoli.
Questo serve sicuramente a trovare una mezza soluzione.
L'altra soluzione, senza tornare sui temi toccati anche stamattina, sul riordino, quindi sul fatto di aggregare e di tenere insieme le Amministrazioni, perché il problema ce lo abbiamo soprattutto nei Comuni più piccoli, come ben sa il consigliere Formaggio, a Vicenza tocca in particolare i Comuni montani e i Comuni sotto i 1.000-1.500 abitanti.
Da questo punto di vista c'è un tema di riordino, c'è un tema generale e c'è un tema di valorizzazione del ruolo dell'amministratore locale, che evidentemente spetta molto relativamente alla Regione, sia sul piano retributivo, sia sul piano della responsabilità, perché il Sindaco di un Comune di 500-800 abitanti si ritrova con 4, 5, 2, 8, a seconda delle realtà, dipendenti a gestire situazioni che per alcuni versi hanno la stessa complessità di città o comunque di Comuni molto molto più grandi, quindi è evidente che non basta.
Questa cosa può servire a non far andare in commissariamento alcuni Comuni, per cui, dal nostro punto di vista, può essere utile.
Mi permetta la battuta, consigliere Formaggio, gliel'ho già fatta in Commissione: rappresenta un'inversione di tendenza abbastanza rilevante, perché non direttamente, ma indirettamente, sul piano culturale questa cosa qui discende in larga parte dal periodo in cui Tremaglia ha fatto un ragionamento anche sulle elezioni politiche relativamente al computo e al voto degli italiani all'estero. È una legge che per molti versi a livello nazionale ha fatto grandi danni. Figurarsi se non sono favorevole al fatto di tenere – eravamo domenica con il presidente Ciambetti ed altri Consiglieri regionali della Provincia di Vicenza alla Festa dell'Emigrante a Lusiana – figurarsi se non abbiamo tutti in testa il fatto che bisogna tenere un legame stretto con i cittadini italiani che si sono trasferiti all'estero. È evidente che negli ultimi vent'anni il voto degli italiani all'estero e l'azione politica ha addirittura determinato la formazione di Governi con dinamiche originali da una parte o dall'altra, anche qui, perché è stato vero per tutti: qualcuno si ricorderà De Gregorio o Pallaro.
Da questo punto di vista è valso per tutti gli schieramenti politici.
Il punto è che questo voto ha un senso alle elezioni politiche nel momento in cui il legame con la terra c'è ancora davvero e non quando uno ormai quel legame lì ce l'ha dal punto di vista culturale e affettivo, ma non ce l'ha perché non vive il paese... e se paga le tasse. Questo è un elemento in più, consigliera Venturini.
L'altro elemento, però, è che in questo caso si tratta di un computo tecnico: è ancor più evidente che a un'elezione che non ha il peso delle elezioni politiche, l'elettore AIRE difficilmente partecipa, difficilmente è interessato, per cui ci sembra che complessivamente questo ravvedimento da parte di Fratelli d'Italia, che prosegue orgogliosamente la strada tracciata da Alleanza Nazionale, sia, dal punto di vista politico, interessante. Grazie.

PRESIDENTE

Sul voto all'estero anche nel referendum del 4 dicembre 2016 qualche analisi andrebbe fatta, sul voto di qualche Consolato.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io voterò a favore del provvedimento. Ritengo appunto che anche inviare la possibilità che il Governo discuta di questo tema è importante. Volevo appunto approfittare di fare una battuta al consigliere Formaggio rispetto alla necessità anche di pensare che in futuro, anche i cittadini immigrati che vivono stabilmente nel territorio che quindi pagano le tasse, vivono, possano avere il voto e il diritto di voto alle elezioni amministrative. A breve potremmo fare un progetto di legge insieme io e lei dove proviamo a dire al Governo che lavori anche su questo tema importante, nel senso che, se dobbiamo parlare appunto di diritto di cittadinanza e diritto di voto, come eventualmente non potrebbero averlo dei cittadini che vivono stabilmente all'estero e che magari rendono invalida un'elezione locale, penso a tanti Comuni, faccio l'esempio di Gorgo al Monticano, vicino a Motta di Livenza, dove c'è una sola lista che si è presentata e, quindi, ritengo che il provvedimento che lei porta sia utile a risolvere una questione locale come lei ha introdotto.
È pur vero che in quella città vivono tantissimi residenti immigrati stabili che pagano le tasse, lavorano, hanno una famiglia e che probabilmente se potessero votare alzerebbero quel quorum che è necessario anche a rendere queste elezioni valide.
Secondo, il tema che già il consigliere Possamai ha identificato, è che si dovrebbe trovare un modo - non è questo l'oggetto, ma è per discutere un attimo - del perché forse in tutti quei Comuni poche persone si avvicinano oggi alla politica, soprattutto quelli più giovani, forse, e qui racconto anche un progetto su cui sto lavorando fuori di qui, di una scuola di politica per i giovani in Veneto dai 16 ai 30 anni che ha riscosso, ad esempio, a livello nazionale, un sacco di iscrizioni: forse riavvicinare le persone al fare politica anche in quei Comuni dove spesso, appunto, la politica è un'attività di puro volontariato e anzi rottura - stavo per dire una cosa che in Consiglio non si può dire - comunque difficoltà quotidiana nel gestire la vita amministrativa della propria città, forse un ragionamento anche su questo avrebbe senso per riavvicinare delle persone di quei Comuni a rendere la loro vita più facile nel momento in cui, appunto, si candidano.
Voterò a favore e magari in futuro discuteremo insieme di questo nuovo progetto di legge.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anticipo anch'io il mio voto favorevole. Son d'accordo con questa iniziativa perché va sicuramente a risolvere un grosso problema che i piccoli Comuni sotto i 15.000 abitanti trovano e incontrano. Ricollegato a questo c'è anche tutto il problema legato alla fusione dei Comuni, che secondo me è un tema che va affrontato in maniera importante, perché una su due fusioni non vanno a buon fine e su questo bisogna interrogarsi, perché alla fine quando si parla di piccoli Comuni si intendono forse anche servizi inferiori per cui si genera anche il fenomeno dello spopolamento: è un tema che va sicuramente affrontato con serietà.
Spero però che questo progetto di legge statale diventi anche inutile sotto un certo punto di vista, perché c'è un emendamento al "Decreto Semplificazioni" che proprio prevede questa soluzione. Sapete benissimo che al "Semplificazioni" è stata posta la questione di fiducia, per cui insomma speriamo che diventi legge a tutti gli effetti dello Stato.
Comunque insomma ritengo che sia una iniziativa quella del consigliere Formaggio meritoria per cui annuncio il mio voto favorevole. La ringrazio.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Anche io ho annuncio il voto favorevole e penso anche dei nostri Gruppi a questo tema.
Mi viene in mente anche un altro problema che hanno i piccoli Comuni, mi viene in mente l'esempio di Barbona in Provincia di Padova, magari noi padovani lo conosciamo, altri colleghi magari lo hanno sentito per la prima volta: Barbona è un piccolissimo Comune in riva all'Adige che non riusciva a fare la lista per il Comune e poi l'hanno fatta, poi si son presentati quelle famose liste civetta, non so se avete visto anche su "Striscia la Notizia" proprio poco tempo fa, "L'altra Italia" mi sembra: in queste liste sono state raccolte firme false, addirittura con qualcuno deceduto da tempo, con tanti altri problemi legati a falsificazioni, eccetera, gente che non sapeva neanche di essere in lista, guarda caso provenivano tutti da posti un po' remoti rispetto a Barbona, latitudini molto più a sud.
Speriamo che questa proposta del collega Formaggio sia valutata, purtroppo, anche per eliminare esempi di questo tipo, che mi sembra siano spesso e volentieri fatti in tutti i piccoli Comuni del nostro Paese. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo all'articolato.
Siamo all'articolo n. 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n. 2.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo n. 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo n. 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione il PDLS n. 2 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Interrompiamo qui la seduta.
Ci rivediamo domani alle ore 13.30 per il giuramento del Garante dei Diritti alle persone.
Buona serata a tutti.
La seduta termina alle ore 18.10
Il Consigliere segretario
Erica BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Paola Lombardo
Verbale n. 29 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 29
MARTEDì 27 LUGLIO 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTI NICOLA IGNAZIO FINCO E FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 29a seduta pubblica – martedì 27 luglio 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 34 dell'11 marzo 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 11988 del 22 luglio 2021.

Il Presidente CIAMBETTI, dopo un rinvio, dichiara aperta la seduta alle ore 10.58.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda .

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti


Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 27a seduta pubblica di martedì 20 luglio 2021.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio

Il PRESIDENTE comunica che il Presidente della Giunta regionale Zaia è in congedo.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 155 del 22.06.2021
presentata dai consiglieri Camani, Zottis, Zanoni, Ostanel, Possamai Giacomo e Lorenzoni
"Donne penalizzate sul lavoro in Regione Veneto. Cosa intende fare la Giunta?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2021-2023". (Progetto di legge n. 74) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 22/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere Cestaro (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Scatto (Zaia Presidente), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto).

La seduta è sospesa alle ore 12.14.

La seduta riprende alle ore 12.43.

Assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Intervengono in sede di replica gli assessori De Berti e Calzavara.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti nn. A1, A2 e A3 scade in 1 minuto.

La seduta è sospesa alle ore 12.55.

La seduta riprende alle ore 14.39.

Assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti e assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire alla Prima Commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti nn. A1, A2 e A3.

La seduta è sospesa alle ore 14.41.

La seduta riprende alle ore 14.45.

Si passa all'esame degli articoli e relativi emendamenti.

Gli articoli 1, 2, 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. A1 all'articolo 5, Allegato 3, illustrato dalla consigliera Cestaro (Zaia Presidente), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A2 all'articolo 5, Allegato 3, illustrato dal consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Sull'emendamento n. A3 all'articolo 6, Allegato 12, intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Villanova (Zaia Presidente), Zottis (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A3 all'articolo 6, Allegato 12, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli articoli 6, 7 e 8, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) e Villanova (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE, come deciso in Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, anticipa il punto n. 28) all'ordine del giorno.

Punto 28) all'ordine del giorno

Mozione presentata dalla Sesta Commissione consiliare costituita dai consiglieri Ostanel, Scatto, Soranzo, Giacomo Possamai, Villanova, Bozza, Camani, Cavinato, Cestari, Cestaro, Corsi, Favero, Piccinini, Polato, Sandonà, Speranzon, Vianello, Razzolini e sottoscritta durante l'esame in Aula dai consiglieri Baldin, Lorenzoni, Pan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Ciambetti, Dolfin, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Michieletto, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Centenaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Rizzotto, Sponda e Zecchinato relativa a "La Giunta allinei la dotazione finanziaria per la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali all'importanza attribuita alla cultura nei principi della legge regionale 17/2019". (Mozione n. 143) APPROVATA (Deliberazione n. 88/2021)  [RESOCONTO]


In discussione generale intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che illustra la mozione in oggetto, e Scatto (Zaia Presidente).

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), che chiede di sottoscriverla, Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo)

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa del consigliere Andreoli relativa a "Rideterminazione del termine di validità del Piano faunistico-venatorio regionale approvato con legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 ". (Progetto di legge n. 79) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 23/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare, e Montanariello (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Montanariello assume la Presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono i consiglieri Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e l'assessore Corazzari.

Durante l'intervento del consigliere Formaggio assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In dichiarazione di voto finale interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Si passa all'esame degli articoli.

I tre articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

La seduta è sospesa alle ore 17.07.

La seduta riprende alle ore 17.25.

Punto 9) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Scatto, Barbisan, Ciambetti, Finco, Dolfin, Favero, Pan, Rigo, Bisaglia, Sandonà, Bet, Vianello, Rizzotto, Villanova, Soranzo, Ostanel, Giacomo Possamai, Venturini, Bozza, Piccinini, Cavinato, Speranzon, Polato, Formaggio, Razzolini e Camani relativa a "Collaborazione istituzionale con la Fondazione Cini, nella ricorrenza dei settant'anni dalla sua istituzione e dei milleseicento anni dalla Fondazione di Venezia". (Progetto di legge n. 68) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 24/2021)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Scatto (Zaia Presidente) che svolge la relazione illustrativa per conto della Sesta Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

Si passa all'esame degli articoli.

I quattro articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 10) all'ordine del giorno

Proposta di legge statale da trasmettere al Parlamento nazionale, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione dal titolo: "Modifiche al computo dei votanti per la validità delle elezioni nei comuni fino a 15.000 abitanti ove sia stata ammessa e votata una sola lista" d'iniziativa del Consiglio regionale del Veneto. (Progetto di legge statale n. 2) APPROVATO (Deliberazione n. 89/2021)  [RESOCONTO]

Interviene il consigliere Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Baldin (Movimento 5 Stelle) e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

Si passa all'esame degli articoli.

I quattro articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato domani mercoledì 28 luglio alle ore 13.30.

La seduta termina alle ore 18.10.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BOZZA Alberto
POLATO Daniele
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Giacomo
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHETTO Milena
RAZZOLINI Tommaso
CENTENARO Giulio
RIGO Filippo
CESTARI Laura
RIZZOTTO Silvia
CESTARO Silvia
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
DOLFIN Marco
SORANZO Enoch
FAVERO Marzio
SPERANZON Raffaele
FINCO Nicola Ignazio
SPONDA Alessandra
FORMAGGIO Joe
VALDEGAMBERI Stefano
GEROLIMETTO Nazzareno
VENTURINI Elisa
GIACOMIN Stefano
VIANELLO Roberta
GUARDA Cristina
VILLANOVA Alberto
LORENZONI Arturo
ZANONI Andrea

ZECCHINATO Marco

ZOTTIS Francesca






LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI







N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo