ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 07/12/2021 n. 43

Resoconto n. 43 - 11^ legislatura
Resoconto 43 a Seduta pubblica
Martedì, 7 dicembre 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.14

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 43a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 18495 del 1° dicembre 2021.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Daniele POLATO
I congedi sono concessi.
Vi ricordo che tre colleghi, come ieri, ci seguono da remoto in ottemperanza alle delibere che abbiamo fatto in Ufficio di Presidenza per l'emergenza Covid.
PUNTO
7



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "LEGGE DI STABILITÀ REGIONALE 2022" (PROGETTO DI LEGGE N. 92) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 35/2021)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: consigliere Sandonà. Correlatore: consigliera Camani

PRESIDENTE

Siamo al punto n. 7, PDL n. 92, "Legge di stabilità regionale 2022".
Relatore è il collega Sandonà, che aveva già relazionato ieri, però può aggiungere qualcosa.
Facciamo parlare Sandonà. Togliete il tempo al relatore, d'ufficio.
Prego, collega.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
La relazione sul PDL n. 92, che è il progetto di legge di stabilità regionale, la do per letta e per eseguita ieri in sede di presentazione del collegato perché, come specificato, era la relazione relativa ai PDL nn. 91, 92 e 93, quindi al collegato, alla legge di stabilità e al bilancio di previsione 2022-2024.
La do per fatta. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La collega Camani adesso appare come presente.
Prego, collega Camani, ha la parola.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Invece, a differenza del relatore, noi abbiamo deciso di presentare una correlazione per ogni provvedimento per poter analizzare nel dettaglio i vari elementi che caratterizzano questa manovra di bilancio.
Ieri abbiamo ragionato attorno al collegato, cioè alle proposte di modifica legislativa che avrebbero dovuto o dovrebbero incidere sull'impianto delle politiche regionali. Oggi, invece, ragioniamo sulla legge di stabilità che deve contenere il quadro di riferimento finanziario del bilancio di previsione.
Questa legge di stabilità consta, sostanzialmente, di un solo articolo, che autorizza il finanziamento di determinate leggi regionali, tendenzialmente quelle che hanno attinenza con aspetti di natura finanziaria e quelle che principalmente indicano spese in conto capitale.
Tutto qui, nel senso che la proposta di impianto legata ai riferimenti finanziari di questa Regione per gli anni 2022, 2023, 2024 sostanzialmente non esiste.
A me sembra del tutto evidente che un'impostazione di questo tipo – che vedremo poi ribadita anche nell'impianto della legge di bilancio – confermi sostanzialmente l'assenza di un'azione proattiva dell'amministratore regionale nell'orientare la fase storica, economica e sociale che stiamo attraversando.
Non a caso, infatti, anche il Governo in questi giorni, in queste ore sta procedendo ad una riforma fiscale che, con tutte le difficoltà che sono anche collegate a una maggioranza di governo eterogenea, sta però tentando di definire un intervento che possa incidere su diversi piani, dalla rimodulazione degli scaglioni IRPEF alla decontribuzione della previdenza, all'aggiornamento ISTAT delle pensioni, alla revisione del sistema delle detrazioni. Insomma, è una riforma, un tentativo di riforma da parte del Governo che speriamo possa concludersi, concretizzarsi in una riduzione della pressione fiscale sul cosiddetto ceto medio e contemporaneamente provare a venire incontro alle necessità dei ceti meno abbienti, di chi ha più difficoltà, di chi ha pagato il prezzo più alto di questa crisi. Abbiamo detto, infatti, in premessa quanto lo scoppio della pandemia e la recessione economica che ne è conseguita abbiano stravolto la vita di tutti, ma anche quanto gli impatti più devastanti abbiano interessato le fasce più fragili della popolazione, acuendo vulnerabilità e divari preesistenti, ma facendone emergere e affiorare anche di nuovi.
Gli effetti dello shock pandemico sulle condizioni economiche delle imprese e delle famiglie e gli impatti della crisi, anche alla luce di come si sono distribuiti tra le persone, dovrebbero convincere a rivedere e a ricalibrare alcune politiche pubbliche, anche quelle di natura redistributiva, a maggior ragione in sede di bilancio previsionale.
È certamente vero, infatti, che anche prima della crisi si era in presenza di ampi squilibri nella distribuzione della ricchezza, ma è altrettanto chiaro che la pandemia, colpendo la ricchezza, ha influenzato pesantemente le possibilità delle persone di investire sul proprio futuro, ha condizionato le opportunità di accesso all'istruzione, ha ridotto la facilità di accesso al credito per le imprese e le famiglie, ha limitato fortemente la libertà di assumere rischi per realizzare progetti imprenditoriali.
Nel corso del 2020 – lo dico ai membri della Giunta, all'assessore Bottacin, unico presente, e all'assessore Corazzari che è appena arrivato – c'è stata una contrazione generale del reddito medio, più contenuta nei lavoratori dipendenti, grazie alle misure di protezione varate dal Governo nazionale, e più marcata per i lavoratori indipendenti: imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti. Il reddito equivalente delle famiglie si è ridotto di oltre il 6% anche in questa Regione, così come si è registrato un aumento dell'incidenza della povertà e della povertà assoluta.
Sappiamo perfettamente che la dimensione reddituale non è sufficiente a spiegare da sola lo stato del benessere degli individui, ma è chiaro che la dimensione reddituale incide indirettamente su molti rilevanti fattori. La salute, l'accesso ad un'istruzione di qualità, la disponibilità di un'abitazione adeguata, le incertezze connesse alle condizioni di lavoro sono ormai servizi pubblici che, purtroppo, spesso, anche in questa Regione, non vengono universalmente soddisfatti.
Se, dunque, riconosciamo come rilevanti questi diritti sociali alla casa, alla sanità, alla salute, all'istruzione, al lavoro e se concordiamo sul fatto che la pandemia ha acuito le diseguaglianze anche nella possibilità di accedere a pari condizioni ai servizi pubblici, diventa cruciale il problema del rapporto tra equilibrio di bilancio, regole contabili e diritti sociali.
Mentre, infatti, in riferimento all'erogazione dei LEA, dei livelli essenziali di assistenza, l'equilibrio di bilancio non incide, poiché la loro compatibilità con le risorse è già sostanzialmente fissata in sede normativa – almeno in linea di principio così dovrebbe essere – le prestazioni corrispondenti ai diritti sociali sono condizionate dalle disponibilità delle risorse pubbliche.
Ciò significa che sullo Stato incombe l'obbligo di tutelare il diritto alla salute e fornire le conseguenti risorse necessarie, mentre l'erogazione delle prestazioni sociali deve fare i conti con le risorse disponibili in termini di sostenibilità economica, e possono dunque differenziarsi tra Regioni.
Dunque, mentre per i diritti garantiti dai LEA lo Stato fornisce le risorse necessarie, per l'erogazione di tutti gli altri servizi, servono risorse proprie.
È molto complicato valutare in che modo e fino a che punto le politiche fiscali siano in grado di estendere i diritti sociali e porre un freno alle crescenti diseguaglianze. Mi rendo conto che non c'è un algoritmo certo, ma è altrettanto vero che un eccessivo divario tra cittadini nelle opportunità può minare la coesione sociale, alimentare tensioni e arrivare a rallentare la crescita economica.
Ecco perché, mentre discutiamo di politiche fiscali, stiamo sostanzialmente discutendo anche di coesione sociale. Gli investimenti in istruzione e in sanità, ad esempio, contribuiscono a ridurre le diseguaglianze, non solo di reddito, ma contrastano la povertà, migliorano la mobilità sociale e favoriscono una crescita economica inclusiva.
Credo sia un tema da affrontare ora, per lasciare alla discussione sul bilancio la valutazione più propria delle politiche allocative delle risorse, mentre sta alla legge di bilancio affrontare il tema della funzione redistributiva delle risorse. In particolare, le imposte dirette, personali e progressive riducono le differenze nel passaggio da redditi di mercato a redditi disponibili.
Sono convinta che le diseguaglianze si ingenerino certamente nella fase precedente all'imposizione fiscale, e su questo lavoro c'è certamente molto da fare, ma, al contempo penso che non sia un'eresia utilizzare anche questa leva, quella della redistribuzione fiscale, per contrastare queste differenze. Ovviamente, non penso tocchi a noi minoranze avanzare proposte in questo senso, e credo che non possano neanche avere valore senza aver chiaro qual è il progetto sul quale poi vogliamo investire: progetto di società, progetto di sviluppo, progetto di sostenibilità equilibrata.
Mi limiterò, dunque, a citare dei fatti che penso e spero possano essere utili nella nostra riflessione e nel nostro confronto. Come sapete, l'addizionale regionale all'IRPEF è un tributo proprio delle Regioni, disciplinato dal legislatore nazionale, che destina interamente il gettito a favore delle Regioni. Non a caso faccio un riferimento a questo principio nel Consiglio regionale, che più di tutti ha speso tempo, parole, risorse, energie nel nome dell'autonomia. Dunque, l'addizionale regionale IRPEF è, per definizione, il tributo principale nella definizione, nella costruzione dell'autonomia impositiva delle Regioni. In Italia esistono solo quattro Regioni che non applicano l'addizionale regionale o, meglio, che non aggiungono il pezzo di addizionale IRPEF rispetto a quanto imposto già dallo Stato: la Sicilia, la Sardegna, la Valle d'Aosta e, naturalmente, il Veneto. Il Veneto è l'unica Regione a Statuto ordinario che non applica l'aliquota regionale all'IRPEF.
Le scelte delle altre Istituzioni regionali sono effettivamente variegate nel panorama nazionale. C'è chi ha fissato un unico scaglione uguale per tutti, un'unica aliquota uguale per tutti (l'Abruzzo, la Campania e la Calabria), chi ha distinto i due redditi solo in due fasce, bassi e alti, come il Friuli Venezia Giulia. La stragrande maggioranza delle Regioni italiane, dall'Emilia al Lazio, dalla Liguria alla Lombardia, ha invece scelto di sfruttare pienamente le opportunità che la legislazione nazionale offre all'autonomia impositiva delle Regioni e ha scelto i cinque scaglioni, il metodo della massima progressività, che pesa poco o nulla sui redditi bassi e pesa di più su quelli alti, oltre i 75.000 euro.
Ovviamente non sta a me, non sta a noi suggerire cosa fare. Capisco che la retorica del "Veneto tax free" sia utile e non mi sfugge il consenso che consegue a questa retorica, ma sta a me e a noi sottolineare che a queste condizioni, cioè con tutte le altre Regioni che hanno maggiori disponibilità finanziarie, perché hanno scelto di esercitare pienamente l'autonomia impositiva regionale, la sfida sulle possibilità di spesa tra la Regione del Veneto e tutte le altre Regioni è persa in partenza, perché quelle Regioni avranno sempre delle risorse in più che noi non abbiamo.
Dunque, c'è una ragione, assessore Calzavara, se l'Emilia investe di più in cultura del Veneto, se la Toscana investe di più in servizi sociali del Veneto, se la Lombardia investe di più del Veneto nel sostegno alle imprese. C'è una ragione per cui i giovani del Veneto preferiscono Milano o Bologna, ed è molto semplice: perché in Emilia, in Toscana, in Lombardia, in Friuli Venezia Giulia ci sono più risorse disponibili e dunque ci sono più servizi e più opportunità.
Non so quale sia il calcolo che porta la Giunta, presidente Zaia, a dire che in Veneto non si applicano tasse per oltre un miliardo, o meglio me l'ha spiegato l'Assessore in camera caritatis poco fa, ma è chiaro che nessuno qui sta proponendo di tassare i veneti per un miliardo in più, che sarebbe la cifra a cui arriveremmo se fissassimo al massimo tutte le tasse che potremmo fissare.
Lo dico non per una questione di consenso, come fa il presidente Zaia quando dice "un miliardo di tasse in meno". Sono contraria a questa ipotesi, perché la trovo un'operazione discutibile, soprattutto dal punto di vista sociale, perché annullerebbe, di fatto, quella funzione redistributiva rispetto alla quale stiamo provando ad argomentare. Ma anche qui comprendo che, politicamente, l'artificio retorico di sparare la cifra più alta possibile fa una certa impressione, come se l'alternativa fosse: o zero tasse o tantissime tasse.
Io, però, non penso che sia questo il punto in discussione, almeno lo può essere nei talkshow televisivi, non nell'Aula di questo Consiglio regionale, dove invece dovremmo provare a confrontarci, a capire se la leva fiscale, in termini prettamente redistributivi, cioè fondata sulla progressività dell'addizionale, può essere un'opzione utile e concreta, perché dentro questo Consiglio regionale non facciamo propaganda, proviamo a risolvere dei problemi.
Quindi, chiedo all'Assessore, all'Aula se la leva fiscale redistributiva, nella fase storica di cui stiamo parlando, può essere un'opzione che ci consenta di offrire ai veneti più servizi, che ci consenta di mettere il Veneto nelle condizioni di competere, a parità di armi in pugno, con le altre Regioni, in questa fase delicata. Lo dico perché mi aveva un po' incuriosito l'elenco dei primati che il presidente Zaia ha fatto in quest'Aula: è vero che il Veneto è ai primi posti per bassa pressione fiscale pro capite. Certo, non abbiamo l'addizionale IRPEF, però il Veneto è anche ai primi posti per minor spesa pro capite. Chiediamo meno ai veneti e diamo meno ai veneti.
Quanto spendono le altre Regioni italiane per ogni cittadino? Quanti soldi le altre Regioni hanno in cassa e possono essere trasformate in servizi per i loro cittadini? Chiaramente il Veneto, se incassa meno, può spendere meno anche se abbiamo l'impresa e il tessuto produttivo che hanno un PIL molto alto, un reddito molto alto, ma se noi su quel reddito non facciamo alcuna operazione redistributiva le risorse in questa Regione non restano.
Il Veneto con 16.000 euro pro capite di spesa per cittadino è agli ultimi posti nella classifica nazionale tra le Regioni. Ripeto, 16.000 euro. Peggio di noi, per i propri cittadini, fanno solo la Sicilia, la Calabria, la Puglia e la Campania.
Il Lazio investe per i suoi cittadini oltre 24.000 euro a testa, l'Emilia-Romagna 19.000, il Veneto 16.000. Quei 16.000 euro sono i servizi erogati ai cittadini, sono le prestazioni erogate ai cittadini. Penso che in una fase come questa, in cui le diseguaglianze crescono e con esse si riduce la possibilità per molti di avere accesso a servizi e opportunità, avere meno servizi pubblici sia sbagliato, perché meno servizi pubblici si scaricano rispetto a chi e più fortemente su chi non ha le possibilità economiche per procurarseli diversamente.
Ecco perché parlavo di funzione redistributiva. Tanto che, Assessore, a molte delle proposte che abbiamo avanzato per aumentare tutele e sostegni, per aumentare opportunità e servizi, giustamente la sua risposta è sempre stata la stessa: "Concordo, ma non ci sono i soldi. Mi piacerebbe, ma non ho le risorse".
Se chiediamo di sostenere gli adeguamenti del contratto nazionale di lavoro, della cooperazione sociale che si occupa di anziani nelle RSA, che è una questione sacrosanta, che io so che condividiamo, la risposta è che non ci sono i soldi per farlo. Se chiediamo di investire nella scuola, la risposta è "Siamo d'accordo, ma non ci sono i soldi per farlo". Se chiediamo di sostenere i giovani imprenditori attraverso delle manovre fiscali che consentano la detassazione, ad esempio, delle imprese giovanili e delle start-up innovative, voi ci dite: "È giusto, ma non abbiamo i soldi per farlo". Se chiediamo di ripristinare i finanziamenti e le risorse per il contrasto all'illegalità e alla presenza delle organizzazioni criminali in questa regione, voi ci dite che è giusto, ma che non ci sono i soldi per farlo.
Ecco qual è il problema. Non lo dico perché la sinistra è per le tasse e la destra è contraria alle tasse, lo dico perché quando si governa si ha la responsabilità, delle volte, per il bene di tutti i cittadini, in particolare di chi ha difficoltà, di assumere scelte scomode dal punto di vista elettorale, ma che servono delle volte e, ripeto, soprattutto in una fase come questa.
Sono sincera, mi ha abbastanza impressionato il modo in cui il presidente Zaia ha liquidato questa questione confondendo la funzione retributiva, che è una funzione strategica, costituzionalmente riconosciuta, del pubblico, dello Stato, con la beneficenza. Il presidente Zaia ha detto: "Tax free, ma poi sono d'accordo chi ha di più...".

PRESIDENTE

Qualcuno ha acceso microfono e altoparlante. Per favore, attenzione.
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Dice: "Sono d'accordo, chi ha di più deve dare a chi ha meno e infatti facciamo la beneficenza". Ora, sia chiaro che non stiamo parlando di fare beneficenza. Robin Hood è una storia, noi stiamo rappresentando un'Istituzione pubblica che non fa beneficenza, che non toglie ai ricchi per dare ai poveri. Siamo un'Istituzione pubblica che, a mio giudizio, dovrebbe ragionare sull'opportunità, sulla possibilità di esercitare quella funzione redistributiva.
Una società più giusta, più uguale, fondata sulla coesione sociale è il contesto migliore per tutti ed è anche questo il miglior volano per la ripresa economica dei territori. Uno sviluppo equilibrato e giusto non è beneficenza, è mettere in campo le condizioni migliori perché anche la società veneta possa crescere e progredire insieme. È una necessità politica di tutte le economie moderne. Lo dicevamo l'altro giorno sulla discussione sui fondi europei: l'Europa sta investendo centinaia di miliardi proprio per garantire uno sviluppo e un equilibrio più giusto, più equilibrato, più coeso.
L'Europa ci dice: vi do 2 miliardi, Regione del Veneto, perché l'obiettivo che vi dovete porre è quello di investire su una coesione territoriale e sociale, su una società in cui non c'è chi rimane più indietro e chi va più avanti.
Non è beneficenza. Ha anche un suo senso dal punto di vista economico. Gli Stati, le economie moderne, le Regioni corrono di più se c'è un tessuto, un contesto sociale equilibrato, giusto, senza tensioni sociali. Se c'è disagio, se ci sono diseguaglianze, se il contesto sociale non è equilibrato e giusto, il motore si ingrippa. Anche quello della ripresa economica. Oggi voler investire contro le diseguaglianze non coincide con l'atteggiamento paternalistico di chi vuole occuparsi degli sfigati che stanno peggio, ma vuol dire lavorare su una società più giusta, in grado di correre più velocemente.
Se ci pensate, questa Regione ha fatto della coesione sociale un esempio in Italia. Non è un caso che in questa Regione ci sia l'esperienza del volontariato del Terzo settore migliore rispetto ad altre parti. Sappiamo da sempre, fa parte del DNA dei veneti, che "progresso" fa rima con "coesione", con "uguaglianza", con "pari opportunità". Come si fa, se si vuole davvero essere gli interpreti autentici dei cittadini del Veneto, a dimenticare questo elemento fondamentale della nostra gente?
Erogare servizi, prestazioni adeguate per tutti: è questo l'obiettivo che ci dobbiamo porre. Altrimenti, è chiaro, partiremo sempre indietro, saremo sempre un passo indietro rispetto ad altri territori. Credo che oggi sia più complicato fare ciò che abbiamo richiesto negli ultimi anni, cioè chiedere al nostro tessuto produttivo e imprenditoriale di andare avanti, malgrado le condizioni di partenza siano più disagiate rispetto a quelle delle altre Regioni.
Se facciamo un paragone, tra quello che investe la Lombardia e quello che investe il Veneto per le imprese c'è un abisso. Finora, però, le nostre imprese, anche grazie alla struttura della piccola e piccolissima impresa, del distretto, dell'eccellenza, sono riuscite comunque a eccellere, a stare nei primi posti.
Se a quelle imprese non diamo risposte concrete, in termini di servizi e di opportunità, se non le mettiamo nelle condizioni di competere ad armi pari con le imprese dell'Emilia-Romagna (e sta già avvenendo, Assessore, negli ultimi anni), nel 2026 sarà un'altra la classifica sul benchmark delle Regioni italiane. Questo argomento credo che dovrebbe animare la nostra discussione attorno alla legge di stabilità.
Il tema non è chi è cattivo e vuole mettere le tasse e chi non è cattivo e non le vuole mettere. Il tema è che dobbiamo, con responsabilità, spiegare ai veneti cosa vogliamo fare, spiegare come possiamo pensare di continuare a reggere di fronte a una necessità, a un'evidente necessità, che aumenta, di servizi e di prestazioni. Per quanto siamo stati bravi in questi anni a tenere i conti in ordine e a recuperare, anche, alcuni elementi di eccessivo indebitamento, a costruire le condizioni migliori per utilizzare i fondi comunitari, malgrado tutto questo, arriverà un punto di caduta, rispetto al quale non arriveremo preparati.
Se aggiungiamo che, oltre alla mancata decisione di investire nella funzione redistributiva, quindi nell'aumentare le entrate correnti, c'è anche una scelta di non ricorrere sostanzialmente all'indebitamento... Guardate, ci sono tanti modi per recuperare risorse. Si possono mettere le tasse. Si può anche fare un bel mutuo. Questa Regione ha deciso di non mettere tasse, secondo me abdicando anche all'esercizio di quell'autonomia impositiva che, invece, per quanto poco, lo Stato ci ha concesso, e contemporaneamente ha scelto di non andare a mutuo.
Quindi, ci troviamo nella condizione in cui non siamo in grado di competere con le altre realtà né in termini di spese correnti, quindi nell'erogazione di servizi e prestazioni ai cittadini, né nella progettazione di lungo periodo, perché non andiamo a mutuo.
Se non ricordo male, i mutui che stipuleremo quest'anno sono quelli per le Olimpiadi e, nel 2024, per l'ospedale di Padova. Vi sembra possibile che nel 2022, l'anno strategico, ci mettiamo nella previsione di non fare mutui? E poi arriveranno i fondi del PNRR. E poi arriveranno i fondi comunitari. Non possiamo sempre confidare che sia qualcun altro (Bruxelles, l'Europa, Roma, il Governo) a salvare ciò che noi non siamo in grado di programmare. Se arrivano quelli, bene. Manca la progettazione, però. E credo manchi anche la volontà concreta di fare di questo Veneto una società più giusta.
Nella crisi, di fronte a un contesto in cui i livelli di reddito delle famiglie venete scendono nella misura in cui vi ho detto prima, la possibilità che le famiglie venete avranno di accedere ai servizi pubblici sarà dirimente.
Mi rendo conto che è difficile, almeno in questo bilancio, farvi cambiare idea sull'imposizione fiscale. Non è neanche la nostra volontà, il nostro obiettivo. Direi che non è neanche il nostro compito. Penso, però, che un ragionamento in questo senso possiamo cominciare a farlo. Ogni anno che passa è un anno perso.
Penso che, su queste premesse, sia arrivato il tempo di discutere davvero di qual è il futuro che vogliamo immaginare per questa Regione e di come pensiamo, in queste condizioni, di poter garantire ai veneti quell'eccellenza a cui sono stati abituati.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola al collega Villanova. Prego.
Siamo in discussione generale in questo momento.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo a seguito della correlazione della collega Camani. Il ragionamento della collega non farebbe una piega se non ci fosse un piccolo particolare. Vede, collega Camani, quando dai vostri banchi parte l'idea di aumentare l'aliquota IRPEF (idea rispettabilissima anche per come la argomentate; nessuno di noi sta dicendo che da una parte ci sono i buoni e dall'altra parte ci sono i cattivi), quando argomentate dicendo che la Regione Veneto, la Giunta, l'Amministrazione Zaia si rifiuta di tassare i ricchi, come vengono definiti da alcuni dei vostri esponenti qui in Consiglio regionale, andando ad appellare come "ricchi" le persone che hanno un imponibile lordo di 75.000 euro, nel suo ragionamento lei non tiene conto di una cosa. Questa fascia di reddito è già tassata dallo Stato italiano, tra tasse dirette e tasse indirette, per quasi il 70% del proprio reddito. Siamo al 67%, più o meno, di imposizione tra tassazione diretta e tassazione indiretta.
Quando noi chiediamo l'autonomia... Lasciatemi dire questa cosa. Magari è una sensibilità personale. Mi piacerebbe vedere la stessa vis retorica che ci mettete nel chiedere l'aumento delle tasse per i veneti anche nel chiedere l'autonomia da parte dello Stato nei confronti del Veneto, autonomia che dovrebbe essere garantita dalla Costituzione. Quando chiediamo l'autonomia, noi chiediamo un'autonomia per avere più risorse, risorse nostre a disposizione. Non vogliamo l'autonomia di imporre nuove tasse ai veneti.
In un periodo storico come questo, in cui, sì, abbiamo una ripartenza molto energica (qualcuno la chiama "rimbalzo", qualcuno "ripartenza", qualcuno "crescita"), dove il PIL del Veneto ‒ attenzione ‒ è il più alto in tutta Italia, in questo momento di ripartenza, quella fascia di reddito che voi ci chiedete di tassare tramite l'aumento dell'aliquota IRPEF è fatta di artigiani, è fatta di commercianti, è fatta di liberi professionisti. Sono le stesse fasce produttive che in questo momento stanno pagando di più l'energia elettrica, stanno pagando di più il gas, hanno un aumento dei costi impressionante dal punto di vista dell'operatività delle proprie aziende, delle proprie imprese.
A mio parere, ma penso di interpretare il pensiero della maggioranza dei nostri Consiglieri, mettere un freno alla crescita e alla ripartenza in questo periodo sarebbe profondamente sbagliato. Come sarebbe profondamente sbagliato ‒ lo è stato negli anni scorsi e lo sarà, probabilmente, anche nei prossimi anni ‒ aumentare le tasse a persone che pagano comunque il 70% tra imposizione diretta e indiretta.
Credo che il fatto di lasciare questo miliardo di euro nelle tasche dei veneti non sia un'impostazione retorica, come vuole dire lei.
Voglio anche contrastare il modo in cui dipingete la nostra Regione. Non mi risulta che ci siano tutti questi veneti che fuggono con le gambe in spalla dal Veneto per andare nelle altre Regioni. Non mi sembra ci siano queste montagne di aziende e di imprese che si trasferiscono in altre Regioni, perché qui da noi non trovano terreno fertile. Dai dati economici, mi sembra di vedere che il sistema, il modello veneto, che tante volte anche voi avete contestato qui in Aula, stia reagendo bene e forse meglio di tanti altri modelli a livello italiano e internazionale. Questo grazie a una dinamicità data dalla dimensione delle piccole e medie imprese venete. Vogliamo anche dire che è un modello che tante volte è stato dato per morto, ma che in realtà si sta dimostrando sempre più resistente e più dinamico rispetto a tanti altri modelli che sono stati decantati per anni e anni, ma che in realtà si stanno dimostrando molto più lenti a intercettare la crescita.
Possiamo parlare anche dal punto di vista ideologico. Lei ha fatto un discorso rispettabilissimo, consigliera Camani, sulla redistribuzione. Siamo sicuri che l'idea, ormai antica, se vogliamo, della redistribuzione del reddito in questa fase storica, dopo che comunque si è evidenziato che il fatto di tassare e spendere in certe situazioni non è proprio la politica economica migliore, in questa situazione attuale sia un modello di crescita per la nostra Regione, possa dare una prospettiva di crescita della nostra Regione? Io credo di no. Credo che i nostri veneti apprezzino l'Amministrazione del governatore Zaia e di questa maggioranza perché stiamo portando la nostra Regione ad avere un costo pro capite per i veneti minore a livello nazionale, per quello che è il funzionamento della Regione. Stiamo ottimizzando i servizi, ottimizzando le spese, ottimizzando gli investimenti.
Logicamente, sarebbe molto più semplice mettere l'addizionale IRPEF, avere qualche centinaio di milioni di euro da poter spendere e da poter destinare liberamente. Sicuramente gli Assessori sarebbero molto più felici, e anche i Consiglieri. Credo, però, che sia anche un atto di responsabilità nei confronti dei cittadini che ci hanno eletti far tirare la cinghia a questa Amministrazione per fare in modo che le nostre imprese, i nostri lavoratori, i nostri liberi professionisti possano continuare a lavorare senza avere altre imposizioni.
Spero che nella battaglia che stiamo cercando di portare avanti per l'autonomia della nostra Regione voi ci mettiate veramente lo stesso impegno che nelle ultime sessioni di bilancio, ormai da diversi anni, state mettendo per aumentare l'addizionale IRPEF. Lì sta la vera battaglia che dobbiamo portare avanti: il fatto di poter utilizzare i nostri soldi, che non ci tornano e che dovrebbero essere garantiti.
Oggi sulla stampa ho letto una critica, che ci è stata rivolta anche in Aula diverse volte, partita dal costo degli asili per le famiglie venete. È stato messo in relazione il costo in un'altra Regione rispetto al costo nella nostra Regione per le famiglie, dimenticando un fatto, che era stato citato dal governatore Zaia: in quale altra Regione c'è il 40% di scuole paritarie per quanto riguarda gli asili nido e le scuole materne? Questo 40% è dovuto a una mancanza dello Stato, non è dovuto al fatto che in Veneto c'è un modello parallelo allo Stato. No, signori. Stato, non Regione. È una mancanza dello Stato.
In molti Comuni del nostro territorio – e vi posso portare alcuni esempi – non c'è la possibilità di scegliere tra scuola materna statale e scuola materna paritaria. C'è solo quella paritaria. Noi, come Regione Veneto, andiamo a sopperire a una mancanza dello Stato con uno stanziamento di 31 milioni, se non sbaglio. Giusto, Assessore? 31 milioni di euro. Il governatore Zaia ha detto che questo 40% di asili e di scuole materne in meno fa risparmiare allo Stato 200 milioni di euro, che sono compensati dall'attività delle paritarie e dai 30 milioni che mette la Regione Veneto. Non si può paragonare la spesa quando abbiamo uno Stato che investe meno nel nostro territorio e risparmia nel nostro territorio. Questo è sbagliato.
Voglio, poi, arrivare alla fase conclusiva della correlazione. Adesso ci viene detto che dobbiamo fare mutui, che dobbiamo fare indebitamento. Scusate un secondo. Probabilmente mi sbaglio, ma fino a qualche tempo fa l'indebitamento non era qualcosa da evitare assolutamente? Non eravate sulla posizione che avete tenuto anche in Europa? Sì, voi, consigliera Camani. La politica dell'austerity, permettetemi, è morta con la pandemia, è morta di Covid, se vogliamo. Se non ci fosse stato il Covid, l'Europa sarebbe andata avanti sulla stessa strada dell'austerity che ha portato alla crisi dell'euro. Vogliamo proprio dirla tutta? Se non ci fosse stato quel "whatever it takes" del presidente del Consiglio Draghi per salvare l'euro e fosse andata avanti la politica dell'austerity che avete appoggiato voi, come PD, in Europa, insieme ad altri partiti...
No, di qua no. Non sto diventando "giorgettiano".
Bisogna dire le cose come stanno. Il cambio di paradigma di cui parlava anche ieri, Consigliera, è un cambio di paradigma perché l'Europa si è accorta di aver sbagliato marcia, si è accorta di aver portato un intero continente sulla strada del fallimento. Per fortuna abbiamo avuto il Governatore della BCE che in qualche modo ha resistito. Se fosse stato per la linea di pensiero di non fare debito, che pure avete portato avanti per tanti anni, probabilmente saremmo falliti una volta per tutte. Invece, per fortuna, adesso abbiamo questi fondi che arrivano dall'Unione europea, il PNRR, abbiamo la possibilità di grandi investimenti sul nostro territorio.
Giustamente, come dice il collega Pan, dobbiamo anche ricordarci di quanto versiamo ogni anno all'Europa. Siamo sempre contribuenti attivi, per quanto riguarda il nostro Paese. Abbiamo sicuramente una grande possibilità, che può essere un grande rischio. Ricordiamo sempre che questi fondi che arrivano dall'Europa sono per due terzi debito. Siamo sicuri, anche qui, che adesso, oltre ai debiti che arriveranno da parte dell'Unione europea, dobbiamo aumentare anche i debiti della nostra Regione? Questa è una domanda che vi faccio. Logicamente, qui c'è chi ha la responsabilità di governare. Abbiamo la responsabilità di mantenere i conti in ordine nei confronti dei veneti.
È sicuramente più facile fare opposizione, lo sappiamo tutti. Abbiamo visto alcuni emendamenti che avete proposto. Se non sbaglio, dai conti fatti, ci sarebbe stato un prelievo di 170 milioni di euro dal Fondo di riserva per coprire tutte le vostre iniziative. È legittimo. Siamo sicuri che quella potrebbe essere la strada corretta per la nostra Regione per il prossimo bilancio? Io credo di no.
Con questo voglio garantire sostegno a questa manovra da parte del nostro intergruppo Lega-Liga Veneta. Penso che l'approccio, nonostante queste differenze di vedute, sia stato positivo: ha visto coinvolgere l'opposizione nei documenti approvati fino ad oggi, e penso anche in quelli che verranno approvati nelle prossime ore.
Ritengo che molti dei vostri interventi siano stati utili a migliorare questa legge. Nonostante i numeri che ci vedono in maggioranza, possiamo dirlo tranquillamente, non avremmo bisogno di venire a dialogare, penso che l'impostazione che abbiamo dato a questa legislatura sia quella corretta, cioè quella di ascoltare. Voglio ribadirlo ancora una volta: qualsiasi idea proveniente dai nostri banchi o dai vostri, se utile per i veneti, verrà assolutamente accolta.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al collega Lorenzoni. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Mi rallegro per il primo intervento della maggioranza dopo oltre dieci ore di discussione sul bilancio. Questo è un fatto positivo, che colgo con allegrezza. Mi dispiace, però, la frase con cui ha chiuso il capogruppo Villanova: "non avremmo bisogno di venire a discutere". Non le fa onore. La discussione è sempre positiva. Avete i numeri, certo, ma i numeri non devono diventare arroganza. Mi dispiace che lei abbia detto questo...
No, ha detto questo. Può dire che ha detto il contrario di quello che ha appena detto. Ho proprio preso nota: "Non avremmo bisogno di venire a discutere". Se, secondo voi, è tempo perso... Non so. Forse le regole, lo Statuto di questo Consiglio è stato impostato in maniera non corretta.
Penso, invece, che la discussione sia utile. Confrontare i punti di vista diversi aiuta tutti: chi ha un'idea e chi ne ha un'altra. Mi auguro che questo atteggiamento sia modificato nel prosieguo della discussione.
Io voglio stare sui numeri, perché sono importanti. Lei ci dice che la tassazione è al 70% e che, quindi, non è il momento di tassare i cittadini del Veneto. Premetto che a nessuno piace tassare le persone. Sarebbe bello avere i servizi senza doverli pagare. Questo piacerebbe a tutti. È anche vero, però, che quale momento può essere più opportuno per una politica espansiva, keynesiana dell'economia, se non un momento in cui usciamo da uno stop drammatico dell'attività economica, delle relazioni sociali, della vita dei cittadini? Penso che questo sia il momento per una politica espansiva, questo sia il momento per investimenti nei servizi. L'ha capito bene l'Europa, che ha modificato la propria politica. Addirittura i tedeschi sembra che aprano a una politica più espansiva. L'ha capito molto bene il governatore Draghi, che, pur essendo sempre stato un paladino dei conti in ordine, sta facendo una politica molto espansiva. Talmente espansiva che abbiamo delle detrazioni, in questo momento, che vanno oltre la spesa. Parliamo del 110%.
Se dobbiamo avere una politica fiscale per dare servizi, quale momento migliore se non quello in cui chi deve pagare i servizi ha anche la possibilità di avere detrazioni che vanno oltre la spesa sostenuta? Questo sarebbe il momento.
Credo sia questo il significato dell'intervento della correlatrice Camani. Se potesse dare i servizi senza nessuna tassa, la correlatrice Camani, come il Partito Democratico, lo farebbe volentieri. Purtroppo non esistono pranzi gratis, come ha detto qualcuno molti anni fa. E di questo dobbiamo tenere conto. Ma ridurre i servizi non è quello che vogliamo. Però su questo ‒ voglio stare ancora sui numeri ‒ ho trovato dati, su un'elaborazione del MEF, dalla Confprofessioni. Li cito perché sono significativi. Sono le addizionali regionali. La media in Italia delle addizionali regionali – dati 2016; non sono aggiornatissimi, ma sicuramente sono al centro del governo di questa Regione – è di 292 euro pro capite. Il Veneto ha 236 euro pro capite. È sotto la media, ma è dodicesimo. Quindi, ci sono otto Regioni che hanno un prelievo inferiore. La Regione che preleva di meno è il Trentino Alto Adige, con 114 euro pro capite. La Regione che preleva di più è il Lazio, con 453 euro pro capite.
È vero che siamo sotto la media nazionale, ma non possiamo dire che siamo quelli che prelevano di meno, a meno che i dati che ho citato non siano corretti. A quel punto, sarò lieto di avere dati diversi. Raccontiamo le cose come stanno, però, sennò rischiamo veramente di dare un'informazione e di far credere ai cittadini che non sono tassati quando, di fatto, lo sono.
Voglio citare un'altra cosa. Lei ha detto: "Avete presentato emendamenti per 170 milioni di euro, quindi, chiaramente, non siete credibili perché vorreste dare pranzi gratis ai cittadini del Veneto". Ma voi ci avete detto che le tasse non riscosse sono 1,170 miliardi. Quindi, le nostre richieste sono solo il 10% di quello che voi non riscuotete. Una miseria.
Capiamoci. Sono effettivamente servizi che vi piacerebbe dare? L'avete detto voi: "Ci sarebbe piaciuto dare questi servizi, ma, purtroppo, siccome siamo virtuosi e non chiediamo i soldi, non li possiamo dare". Mi viene da dire: è una manovra frustrata, perché avreste voluto fare tante cose, ma non le riuscite a fare. L'assessore Calzavara ci dice... È vero o no? Sì, bisogna essere convinti di quello che si fa, essere soddisfatti. Non vedo soddisfazione da parte vostra.
Cerchiamo di capire quali cose possiamo realmente dare ai cittadini e, se possibile, troviamo insieme le modalità con cui costruire questi servizi.
C'è un altro tema che ha sollevato la correlatrice e che io voglio riprendere: quello relativo a questo momento ‒ spero ‒ unico, chiamiamolo così, della nostra vita professionale, legato a questa grande disponibilità di fondi che vengono messi a disposizione per la ripartenza, la resilienza della nostra economia, del nostro territorio. Dobbiamo essere consapevoli di una cosa. Questi fondi andranno dove ci sono le condizioni perché siano utilizzati in maniera proficua. Un investimento sul territorio, nell'innovazione delle imprese, nella fornitura di servizi innovativi, sicuramente aiuta ad attrarre quei fondi. Non arrivano per magia. E poi ci lamentiamo: vanno tutti al sud perché hanno altre finalità, che sono quelle di rilanciare un'economia che fatica. Se siamo in grado di mettere sul campo iniziative credibili, anche utilizzando fondi a debito (dobbiamo essere laici su questo), allora saremo capaci di attrarre.
Cito l'esempio su cui stiamo lavorando con l'assessore Marcato, che ringrazio, perché dà grande disponibilità. Mi riferisco al tema dell'idrogeno, un tema su cui, dal punto di vista della ricerca, c'è una montagna di quattrini. Sappiamo che arriveranno in Italia, ma dove andranno? Andranno nella zona pronta a dire: "Sono qua. Siamo pronti". La Regione, la Provincia, la Città metropolitana, se possibile, mettono a disposizione delle cose e il Governo ne metterà altre. Dobbiamo essere sul pezzo. Dobbiamo essere pronti. Ma non lo siamo se lesiniamo gli interventi.
Questo è il cruccio che manifestiamo: l'incapacità di interpretare questo momento in modo propositivo, in modo da dire che il Veneto c'è, gli investimenti in ricerca sull'idrogeno saranno fatti a Marghera, gli investimenti sul digitale saranno fatti nelle zone industriali di Verona, di Padova, di Treviso, perché hanno infrastrutture migliori delle altre città. Gli investimenti sugli altri ambiti che andranno finanziati devono arrivare su questo territorio, anche facendo una politica di debito, di quel debito buono che possiamo fare.
Ho cercato di dimostrarlo: se, anziché investire sugli impianti sportivi, cosa nobile, ma che riusciamo a finanziare anche altrimenti, facciamo del debito per ridurre i costi operativi dei nostri servizi, lo possiamo fare a rischio praticamente zero. Lo sappiamo che, se facciamo l'involucro di un ospedale, i costi di esercizio di quell'ospedale scendono. Non abbiamo, di fatto, dei rischi. Certo, c'è il rischio del prezzo del combustibile, ma se prendiamo un prezzo cauto, sottostimiamo, magari, ma sappiamo che rientrano.
È il momento di fare questo tipo di investimento, anche ricorrendo al debito, se non vogliamo chiedere il contributo dei cittadini. Su questo la correlatrice Camani non ha parlato di cittadini ricchi e cittadini poveri, però è un dato di fatto che rinunciare all'imposizione fiscale sul reddito ha un effetto redistributivo. Dobbiamo esserne consapevoli. È una scelta che fa questa maggioranza quella di non utilizzare l'effetto redistributivo, privilegiando, di fatto, chi ha un reddito rispetto a chi non ce l'ha.
Riprendo l'esempio che faceva la collega Ostanel. Ci sono famiglie in cui hanno necessità entrambi i genitori di lavorare. E se il nido costa di più, quella famiglia viene colpita. Non sarebbe colpita da un incremento fiscale, ma è colpita dall'incremento delle rette degli asili. È allora una scelta quella di colpire di più quella famiglia rispetto all'altra dell'artigiano, del professionista, che ha fortunatamente un reddito superiore ai 75.000 euro.
Dobbiamo far capire ai cittadini che è una scelta consapevole quella di non utilizzare l'effetto redistributivo della leva fiscale per motivi che non so, li spiegherete voi.
Io un'idea ce l'ho, ma deve essere chiaro questo. Non si tratta di "non vi metto le mani in tasca", ma piuttosto di "le metto in tasca ad alcuni rispetto ad altri". Questo, secondo me, politicamente è un segnale forte che voi date. Io mi auguro che i cittadini si rendano conto che paghiamo di più i servizi, ma tanti. La collega ha parlato dei nidi; ma se parliamo del servizio di trasporto pubblico per i nostri ragazzi che vengono all'Università, costa molto di più che in Lombardia: in Lombardia, per gli studenti universitari l'abbonamento per l'intera Regione, se non ricordo male, costa 200 euro l'anno. Da noi con 200 euro lo studente fa l'abbonamento di un mese.
In Trentino-Alto Adige tutti i servizi di trasporto pubblico per gli studenti universitari – adesso non ricordo esattamente la cifra, mi pareva fosse sui 150 euro, ma forse meno – treni e trasporto pubblico locale sono servizi che sono dati. Una famiglia che ha dei figli che studiano all'Università ha la possibilità di muoversi con una spesa modesta.
Da noi non è così. È una scelta? Certo che è una scelta. Ma dobbiamo dirlo ai cittadini: pagate il treno, pagate il bus, perché noi abbiamo fatto la scelta di non chiedere a chi può dare – oggettivamente, mettendo una soglia di ingresso elevata – quelle risorse.
Io mi auguro che il messaggio che esce da quest'Aula sia chiaro: c'è la scelta di non redistribuire il reddito di questa Regione, che per fortuna è un reddito elevato, perché siamo fortunati a vivere in una Regione che, tutto sommato ha un'economia che funziona. Ma la responsabilità della politica sta nel gestire. Come diciamo sempre: l'economia è produzione del reddito e redistribuzione. Sulla produzione, per fortuna, il Veneto funziona; sulla redistribuzione, noi abbiamo delle perplessità che ho cercato di illustrare.
Per cui, colleghi, facciamo attenzione: le cose non avvengono, le cose devono essere guidate.
Torno sull'esempio che ho fatto ieri della transizione ecologica: un tema di cui tutti parlano, di cui – lasciatemelo dire – ci si riempie anche la bocca, ma poi le azioni concrete devono venire. Non è sufficiente dire: "Sì, va benissimo, siamo favorevoli, le fonti rinnovabili sono una bella cosa, i combustibili fossili un po' alla volta, Venezia Capitale mondiale della sostenibilità". Ma cosa significa Venezia Capitale mondiale della sostenibilità se nella nostra Regione non si fa un impianto fotovoltaico, non si riduce l'indice di intensità carbonica di un grammo per euro? Questo dobbiamo fare, cioè dobbiamo creare le condizioni perché gli investimenti vengano fatti qui, gli investimenti nell'idrogeno su cui stiamo lavorando con l'assessore Marcato, ma anche gli investimenti nel fotovoltaico, gli investimenti nell'efficienza energetica.
Il rilancio della nostra economia passa attraverso dei settori economici che sono diversi da quelli del passato, ma dobbiamo spingere, dobbiamo far sì che, se domani si farà l'idrogeno, lo si faccia con le imprese del nostro territorio e non lo facciano i lombardi, che sono degli amici, sono vicini, ma chiaramente siamo in concorrenza tra il nostro sistema economico quello lombardo e quello emiliano. Non sono cose che avvengono, sono cose che vanno guidate e il timone ci sembra debole.
Grazie, Presidente.


PRESIDENTE

Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Sarò molto breve.
Ieri sera sono andato a casa sempre con questo tarlo di 1,2 miliardi che alla fine lo lasciamo in tasca ai veneti, ma sembra che lo rubiamo alle future generazioni perché non forniamo nessun servizio. Ci ho pensato, ci ho pensato, poi questa mattina ho sentito l'intervento dei colleghi e questi interventi mi hanno convinto ancora di più a votare a favore di questa manovra perché, nonostante abbia una fiducia immensa in questo Consiglio, nonostante abbia una fiducia smisurata nei miei Assessori della Giunta Zaia, nonostante abbia una stima enorme nel Presidente di questa Regione, sono fermamente convinto e sono anche stra-innamorato dei veneti. Ebbene, penso che questi 1,2 miliardi in tasca dei veneti creino più volano che in tasca a un'Amministrazione pubblica.
Quando giro le fabbriche, quando giro le botteghe, quando parlo con industriali, commercianti, artigiani, gente che ha due lavori, tre lavori, perché i veneti, anche quelli che non sono delle categorie che ho appena citato, hanno magari due o tre lavori, non mi chiedono: "Joe, cerca di convincere gli Assessori e Zaia a mettere un miliardo e due di tasse in più". No, mi chiedono: "Cerca di convincere i Consiglieri, gli Assessori e Zaia a tirar via burocrazia anche nel nostro Veneto".
Credo che noi oggi siamo qui per confermare la volontà di creare opportunità per i veneti, di creare lavoro per i veneti, di sciogliere quei lacci che li tengono ancora imprigionati. Il Veneto è una terra di impresa, il Veneto è una terra di voglia di fare, di voglia di lavorare: c'è gente che fa 20 ore di lavoro al giorno e magari non sta lì neanche a guardare i 100 euro in più di IRPEF che dovrebbe pagare, se glieli mettiamo, però tiriamo via un sogno, tiriamo via un messaggio che è: "Non vi aumentiamo le tasse". Perché, signori, vi ricordo bene, siamo tutti galvanizzati: il Veneto, la Provincia di Vicenza e tutte le altre Province sono galvanizzati dal PNRR. Sembra che sia tutto bello, tutto regalato, cambierà il mondo, saremo bellissimi in futuro. Però, signori, vi ricordo che questi soldi che l'Europa ci dà, dovremo piano piano darli indietro. Se adesso siamo un po' accecati dalla pandemia, abbiamo mille problemi, stiamo andando in zona gialla, quindi non seguiamo bene i conti, un domani, noi e i nostri figli questi soldi che l'Europa ci sta regalando per i media, dovremmo cominciare a darli indietro.
Quindi – e parlo per i banchi della minoranza – non preoccupiamoci di alzare noi le tasse, ci penserà già qualcun altro a mettere le mani nei soldi dei cittadini veneti. Sembra un paradosso, ma per dare opportunità, per dare fiducia, per dare un po' di coraggio al nostro Veneto, oggi più che mai dobbiamo votare convintamente di non aumentare le tasse in questa Regione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io perché mi sembra di capire che magari stiamo vivendo in una Regione che è un disastro, secondo le opposizioni: qui funziona tutto male, l'economia è a pezzi, comunque le imprese alla mattina non alzano le serrande.
Ecco, guardate: io vi riporto solo alcuni dati che aveva espresso anche il nostro Presidente pochi giorni fa. Noi siamo i primi per bassa pressione fiscale, quindi IRPEF, IRAP, spesa pro capite, bassa spesa sul funzionamento. Siamo i primi per LEA. Abbiamo un meno 36%, naturalmente rispetto alle altre Regioni, per quanto riguarda l'efficienza su molti sistemi e su molte cose. Abbiamo un utile della Sanità di 239 milioni, terzo posto nazionale per la spesa nei fondi europei, primi per pagamenti. Mi sembra che l'efficienza della macchina regionale rispetto anche alle risorse sia naturalmente alla luce di tutti, quindi non vedo questo disastro che voi quotidianamente ci ponete sotto gli occhi.
Poi è chiaro che se andiamo a vedere un raffronto, come ha fatto lei e ha detto lei, con le altre Regioni, la Sicilia, la Val d'Aosta, la Sardegna, Regioni a Statuto speciale... Mi ricordo benissimo che quando magari il Comune di Catania all'epoca aveva un buco di 30 milioni, lo Stato poi aveva fatto la legge speciale su Catania, cosa che non ha mai fatto per noi. Non mi risulta che nessun Comune del nostro Veneto, tra l'altro, sia andato in dissesto – tra l'altro non mi risulta neanche che ci sia mai stato un dissesto nel Veneto, nei Comuni, se non in piccoli casi – e che sia stato coperto dallo Stato. Noi per tradizione storica, personale e politica siamo contro le tasse, da sempre. Quando ci chiedete di alzare le tasse... se andiamo a parlare con un veneto medio, con un artigiano, con un commerciante, con il venditore, e qui c'è un'impresa ogni 3 o 4 abitanti, questo è il nostro spirito. Laddove, come ha detto bene il collega Villanova, siamo quasi al 70% di tassazione tra diretta e indiretta, andare ad applicare una tassazione, un nuova gabella su chi lavora ogni mattina e con difficoltà porta a casa il proprio ci sembra un'ingiustizia che noi, come Lega e Liga, non possiamo accettare. Considerando anche il fatto che questa Regione, quando noi abbiamo chiesto l'autonomia e quindi – per non ritornare sugli stessi discorsi ma solo per darvi il dato – noi diamo al Governo 15 miliardi di residuo fiscale a Roma: se almeno una percentuale rimanesse qui, altro che IRPEF, altro che servizi!
La politica del buon governo, quando si è in amministrazione, è di far quadrare i bilanci e di far sì che ci siano i servizi efficienti: quando vediamo – facciamo l'esempio, cara collega, del confronto con altre Regioni, soprattutto per alcuni servizi – il dato della Sanità (adesso qui non c'è l'Assessore, ma penso di ricordarlo bene) quello degli ospedali, vediamo quanto turismo sanitario dalle altre Regioni avviene: mi sembra siano 300 milioni che ogni anno noi incameriamo dalle altre Regioni perché qui vengono a curarsi dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Campania.
Come mai, allora, se funziona tutto così male e di là addirittura hanno una tassazione così alta rispetto alla loro Regione, non hanno questi servizi? Probabilmente ci sarà qualcosa che non funziona: noi siamo addirittura attrattivi dal punto di vista sanitario, ma siamo anche attrattivi per quanto riguarda tutto il resto. Se abbiamo 70 milioni di turisti che vengono qui ogni anno, se abbiamo un'agricoltura che è tra le prime in Europa, se abbiamo un'industria che funziona, che è la locomotiva per tutto il Paese, ma anche il secondo distretto manifatturiero europeo dopo quello tedesco di Monaco della Baviera, ci sarà un motivo.
Il motivo è che noi lasciamo ai nostri imprenditori sia le risorse, sia anche la capacità di lavorare: quindi se i veneti possono stare sicuri – caro Lorenzoni, magari lei ci dirà che sono poco democratico – e se ci votano al 76%, ci sarà un motivo. Se in questi anni abbiamo lasciato nelle tasche delle nostre imprese tutte queste risorse e comunque abbiamo contribuito affinché i servizi fosse un'eccellenza, pagando e facendo pagare poche tasse nel nostro sistema ai nostri cittadini, significa che naturalmente abbiamo fatto e faremo quello che i nostri cittadini vogliono e ci votano per questo.
Probabilmente la prossima volta, quando magari qualcuno di voi farà la campagna elettorale per diventare Presidente di questa Regione, come primo punto all'ordine del giorno, invece di parlare di tante cose, metterete: "Alzeremo le tasse ai veneti" e vediamo poi come andrà a finire.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Un po' mi dispiace la piega che ha preso questa discussione. Mi pareva di aver impostato il tema in maniera diversa. Sicuramente non ho mai parlato di ricchi e di poveri, anche perché la ricchezza è un concetto giudicante. Io non stigmatizzo chi è povero e non stigmatizzo chi è ricco. La ricchezza e la povertà non sono caratteristiche sociali, quindi mi interessano poco; mi interessano come elemento ma non come punto di discussione.
La stima della disponibilità dei beni materiali e del denaro di una persona non ci dicono niente di quella persona, quindi lungi da me giudicare o dividere tra ricchi e poveri. Noi stiamo provando a fare un ragionamento che si fonda su delle categorie politiche, che certamente hanno anche a che fare con la dimensione reddituale, ma che coinvolgono anche aspetti di natura sociale e di natura culturale. Io penso sia difficile, ed anche sbagliato, interpretare la modernità solo attraverso categorie economiche.
Ho dunque provato a proporre una lettura sociale della fase, che parte dalla premessa che il tributo non ha una funzione esclusivamente fiscale. Se cioè noi pensiamo, quando parliamo, soltanto ai tributi della funzione fiscale, ha ragione lei, capogruppo Villanova, e ha ragione il presidente Pan: senza dubbio, ogni volta che si alza l'asticella di un livello, che è già altissimo, si sbaglia.
Io non ho mai pensato al tributo, alle tasse, alla impostazione fiscale della nostra Regione solo in chiave tributaria, perché è una partita persa chiaramente in partenza. Ma ho provato a porre un tema di natura sociale, che è quello che ci dice l'articolo 53 della Costituzione.
Tutti devono concorrere alla spesa pubblica proporzionalmente alla propria capacità contributiva. Non lo dico io, lo dice la Costituzione.
È ovvio che se poi l'imposizione fiscale diretta e indiretta è al 60, al 70%, questo principio è minato alle fondamenta. Tuttavia, se noi proviamo a non dare solo una lettura fiscale, ma anche una lettura sociale, alcuni temi, alcune discussioni dobbiamo provare a inserirle nel nostro confronto, sapendo che appunto l'articolo 53 ci dice che tutti sono chiamati a contribuire proporzionalmente alle proprie possibilità. Certamente c'è un tema di equità e di giustizia rispetto a quanto mi chiedi, ma al contempo è richiamato un principio di solidarietà dentro le comunità sociali. Io ho chiesto semplicemente a questo Consiglio regionale se c'era la volontà di guidare o meno il processo che è in corso che è costruito attorno a fortissime diseguaglianze.
A me è piaciuta l'espressione usata dal capogruppo Villanova: "L'Europa dell'austerity è morta di Covid". E io concordo. Però non è stata una morte indolore, perché c'è stato un processo politico molto serio sul punto. Ricordo che la modifica dell'articolo 81 della Costituzione, cioè quella che ha messo il pareggio di bilancio come obbligo, è stata votata da tutte le forze politiche dell'arco costituzionale, tranne una, l'Italia dei Valori. Lo cito per i fatti storici, che ogni tanto è giusto riportare dentro questo Consiglio regionale. È una responsabilità comune che ci siamo presi rispetto alla necessità del debito pubblico e di dove deve essere posta l'asticella che impone allo Stato e alle sue articolazioni territoriali di trovare un equilibrio tra i servizi che devo garantire e il peso economico che rovescio sulle generazioni future.
Anche lo Stato in qualche modo ha cambiato idea, perché la pandemia non ha ucciso lo Stato, ma lo ha fatto cambiare, tant'è che politiche espansive come quelle degli ultimi anni non si sono mai viste. Io non mi sono mai convinta del calcolo del residuo fiscale che ci sottoponete, banalmente perché non tiene conto delle pensioni che lo Stato paga ai veneti, per fare un esempio. Però, se lo rifacciamo nel 2020 o nel 2021, cambia un po' perché lo Stato è andato a debito fortemente e ha investito nelle Regioni.
Se l'Europa è cambiata e ha detto che, in nome della coesione sociale, si può cambiare l'impostazione per cui ogni Stato membro è padrone a casa propria di fare quello che vuole, e ha chiesto agli Stati più ricchi di versare dei contributi agli Stati più poveri, ha chiesto agli Stati meno colpiti dalla pandemia di essere cooperativi rispetto a quelli che hanno dovuto affrontare spese peggiori; se lo Stato ha utilizzato lo stesso metro di giudizio per affrontare agli stessi livelli su tutto il territorio nazionale la pandemia, io ho solo posto un tema: in una fase storica in cui le diseguaglianze peggiorano, che cosa vuole fare la Regione del Veneto, visto che – ha ragione il collega Pan – finora siamo andati bene? Perché, malgrado le condizioni complicate, il sistema sanitario ha retto, il sistema dell'istruzione ha retto, il sistema produttivo ha retto.
Dico che oggi quel sistema farà fatica, per questioni oggettive, e che quel sistema è il risultato di una divaricazione tra le opportunità delle persone – non tra i ricchi e tra i poveri – rispetto alle quali io credo l'Istituzione pubblica debba intervenire, perché se finora è bastato dire ai veneti: "Sto alla finestra perché siete bravissimi a fare tutto, arrangiatevi", oggi secondo me quell'impostazione rischia di essere messa in discussione. Perché se quei 1,2 miliardi di cui parlava il consigliere Formaggio fosse distribuito equamente tra tutti i 5 milioni di veneti direi: è giusto che si arrangino, come in parte è sempre andata.
Se però noi siamo in una fase storica in cui le diseguaglianze si acuiscono e la quantità di persone che ha quel miliardo e due in tasca è molto più piccola rispetto alla quantità di persone che quel miliardo e due in tasca non ce l'ha, vi chiedo soltanto se secondo voi questo è un problema, perché è chiaro che chi ha quel miliardo e due in tasca, se anche non ci sono abbastanza posti nei nidi, si può permettere il nido privato. È chiaro che quella parte di Veneto che ha quel miliardo e due in tasca, se non riesce ad accedere a una scuola pubblica di qualità, si può pagare la scuola privata. È chiaro che se quella parte di Veneto che ha quel miliardo e due in tasca deve fare una visita medica e sei mesi di lista d'attesa non se li può permettere, se la paga con la sanità privata e va benissimo per chi ha quel miliardo e due in tasca.
Io vi chiedo: cosa può fare la Regione del Veneto per fare in modo che anche chi non ha il miliardo e due in tasca possa avere il servizio pubblico per l'infanzia, per l'istruzione, per la sanità? Non mi sembra una domanda da chi è a favore o chi è contro le tasse. Mi sembra una domanda – io sono convinta che l'assessore Calzavara se la ponga tutti i giorni questa questione – che noi dobbiamo porci e, ripeto, la pongo perché ho visto il bilancio di quest'anno che è peggio di quello dell'anno scorso in termini di disponibilità per fare questa roba qui e perché vedo, leggo, osservo la società che abbiamo intorno.
Se i dati sulla ricchezza delle famiglie sono quelli che ci siamo detti prima, la quota di persone che non potrà pagarsi la visita medica privata, che non potrà mandare il figlio al nido perché costa troppo, che non potrà accedere all'università perché le borse di studio non sono sufficienti, ho l'impressione che stia aumentando. E se la fetta di persone che non accedono ai servizi pubblici universali aumenta troppo, si produce un contesto sociale squilibrato, che finirà per non consentire neanche a chi ha quel miliardo e due in tasca, di disporre delle condizioni sociali idonee per correre, per ripartire. Se le imprese sono forti e producono, ma le famiglie non hanno la capacità economica di acquistare i beni e servizi delle imprese, il sistema non regge, a maggior ragione in un contesto in cui l'export ha tutte le difficoltà che sappiamo legate, appunto, alla pandemia.
Io pongo questo tipo di questione, che non è "aumentiamo le tasse"; poi i giornali fanno un altro tipo di comunicazione e sapete che non è il mio forte. Io pongo questo tema e ho già detto che capisco che quest'anno è complicato fare una manovra in questo senso e probabilmente lo sarà anche nel futuro, se la logica rimane il timore di assumersi la responsabilità di fare la cosa scomodissima di dire: "Metto delle tasse in più". Io lo capisco dal punto di vista politico e elettorale, ma mi pongo un problema se fossi dalla vostra parte, perché, essendo di qua, è facilissimo: faccio l'elenco delle cose che non vanno.
Quanti erano, capogruppo Villanova, i soldi che servivano per i nostri emendamenti? 170 milioni e ditemi voi dove li devo prendere. Io vi dico cosa serve, non ho mica io il programma di bilancio. Se facessi il mio lavoro di opposizione, la chiuderei così, invece io credo che, proprio per la fase storica che stiamo attraversando, una riflessione collettiva sul punto vada fatta.
Non è l'addizionale IRPEF? Cambiamo, troviamo un'altra strada. Non è l'indebitamento, non va bene neanche l'indebitamento, però troviamo una soluzione a un problema che, sia chiaro, non riguarda solo il Veneto. Qual è la differenza tra il Veneto e altre Regioni, secondo me? Che noi abbiamo più possibilità perché, mentre le altre Regioni hanno già messo l'addizionale IRPEF, mentre le altre Regioni hanno già spinto su altri acceleratori, noi potremmo scegliere tra più opportunità.
Quindi chiedo, in prospettiva, perché non è che le tasse o altri interventi li fai dall'oggi al domani, che tipo di strada vogliamo cominciare a percorrere, provando davvero a lasciare da parte il tema di chi è per le tasse e di chi non è per le tasse. Infatti, siccome al voto ci dobbiamo andare tutti, vi assicuro che, se facciamo il giochino "giù le tasse"... abbiamo visto campagne elettorali vinte con "cancelleremo l'ICI, aboliremo l'IMU, aboliremo la povertà". Se vogliamo inventarci chi la spara più grossa, voi di solito siete più bravi, questo vi va riconosciuto, però, anche noi, volendo, ci possiamo impegnare di più. Possiamo essere...Esatto. Sì, anche noi...

PRESIDENTE

Lasciamo parlare la collega, per favore.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Anche noi abbiamo avuto dei momenti di gloria sul punto. Dico, quindi, se la poniamo su questo livello, secondo me andiamo poco lontano.
Quindi – e davvero vado a concludere – io credo che il tema sia un po' questo, e credo anche che non si esaurisca nelle decisioni di questo bilancio. Penso però che sia un argomento rispetto al quale noi dobbiamo offrire delle risposte di lungo periodo.
Abbiamo la possibilità del PNRR, abbiamo la possibilità della nuova programmazione europea. Ebbene, io penso che dobbiamo metterci anche un po' del nostro, perché - e chiudo davvero su questo - la cosa che a me preoccupa di più, e ho cercato di dire questo anche prima, è il confronto con le altre Regioni, che magari hanno meno eccellenze di noi, ma se hanno più soldi disponibili rischiano di scavalcarti rispetto ad alcuni indicatori.
Su questo io credo che responsabilmente – e lo spero davvero, al di là degli slogan – questo Consiglio regionale abbia voglia di fare degli approfondimenti.

PRESIDENTE

Collega Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Presidente, ho ascoltato con attenzione gli interventi che mi hanno preceduto. Mi chiedo, ad esempio, quando si parla di servizio pubblico a cosa ci si riferisca.
Noi viviamo in un contesto sociale, economico e produttivo nel quale, quando dobbiamo rivolgerci al pubblico o al privato per ottenere dei servizi, spesso e volentieri i servizi pubblici li otteniamo attraverso i privati. I privati cioè sono erogatori di servizio pubblico: penso alle farmacie. Ci sono anche delle farmacie comunali, ma la stragrande maggioranza del sistema di distribuzione del farmaco, in Italia e anche nella nostra Regione, avviene attraverso i privati.
Penso ai trasporti: qui c'è il collega Montanariello che sa bene cos'è il trasporto pubblico locale di linea, ma sa bene che c'è anche un servizio di trasporto pubblico non di linea, quindi erogato da privati, da tassisti, da noleggiatori.
Le scuole. Ci sono le scuole paritarie che svolgono, come è stato ricordato da molti interventi che mi hanno preceduto anche in occasione della giornata di ieri, un importante ruolo, sia perché vanno a colmare dal punto di vista della quantità l'offerta, sia perché danno un'opportunità. E deve essere garantita l'opportunità di scelta da parte dei genitori rispetto all'orientamento educativo che vogliono dare ai propri figli. Credo che alle famiglie questa opportunità debba essere data, soprattutto alle famiglie meno abbienti, soprattutto a tutti coloro i quali noi vogliamo mettere nelle condizioni di poter scegliere, perché la scuola paritaria non deve essere la scuola dei ricchi, la scuola paritaria deve essere la scuola dove possono andare i figli di tutti i veneti.
Il collega Lorenzoni nel suo intervento ha detto che il Veneto è tra le Regioni sostanzialmente che tassano di più, o quasi, o quantomeno non è tra quelle che tassano di meno. So per certo che non è sua intenzione quella di vedere aumentare la pressione fiscale nella nostra Regione, anche se devo dire che non è questo un tema che mi appassiona tantissimo. Devo dire che aumentare le tasse non sempre significa migliorare i servizi, così come elencare tutta una serie di statistiche secondo le quali ci sono molte Regioni dove la spesa pro capite è superiore a quella prevista per il Veneto non significa che quella spesa poi si traduca in miglioramento della qualità della vita attraverso servizi migliori garantiti. Qualche volta – consentitemi – esiste anche un'altra parola che viene associata alla spesa che si chiama spreco, e purtroppo l'esperienza vuole che in tutto il nostro Stivale e anche nelle Isole la spesa spesso, troppo spesso, si sia rivelata spreco più che investimento o servizio.
Dove vogliamo portare il Veneto con questa manovra? Il Veneto si porta da sé. Basta ascoltarlo e lasciarlo lavorare, offrendo ai veneti il buon governo, semplificando loro la vita. Semplificazione si traduce in riduzione di tutti quei commi, virgole, punti, rimandi alla legge che rimandano all'altra legge, di tutto ciò che rende difficile la possibilità di sviluppare il nostro territorio e le nostre imprese. Da questo bilancio i veneti, le imprese, i territori, le famiglie siamo certi che troveranno delle risposte a un sistema integrato di politiche capace di accompagnare ciascuna persona verso la realizzazione delle proprie aspettative di vita, che passa certamente attraverso il lavoro.
Ho sentito parlare di povertà e di ricchezza, di ricchezza e di povertà, ma la ricchezza e la povertà non sono due dimensioni o due spazi immutabili. La povertà deve essere una condizione che noi dobbiamo aiutare, chi è costretto a viverla, ad abbandonarla e quindi quello che dobbiamo cercare di fare noi non è accompagnare nella povertà o mantenere nella povertà, ma è creare l'opportunità perché si superi la povertà. Generare un sistema meritocratico dove le qualità e l'individuo abbiano la possibilità di esprimersi e di far uscire la persona da quella condizione. Per poter fare questo dobbiamo creare lavoro perché è il lavoro lo strumento principe, ovviamente con il bilancio e con il necessario cofinanziamento per ottenere il massimo dall'attivazione dei fondi europei, sperando anche che chi sta governando le scelte rispetto al PNRR... perché qui stiamo parlando del bilancio e ogni tanto accenniamo al fatto che esistono anche questi vari miliardi di euro. Ma chi decide quanto, quando, come e a chi verranno distribuiti questi fondi? A chi? Chi decide? Lo decidono dove? Lo decidiamo qui? Lo decide la Regione del Veneto? Lo decide la Giunta? Lo decide il Consiglio? Lo decidiamo noi o lo decide qualcuno a livello centrale? E secondo quali criteri chi è a livello centrale oggi fa le proprie scelte, determina poi con le proprie scelte conseguenze che avranno ricadute per i prossimi decenni? Perché ha fatto bene il capogruppo Villanova prima a ricordare che quello che ci dà l'Europa – al di là del fatto che è abbondantemente stato già dato da noi – per due terzi è debito; e non solo per due terzi è debito, quello che ci dà è anche fortemente condizionato a scelte che incidono pesantemente sulla nostra autonomia dal punto di vista politico, dal punto di vista economico, dal punto di vista della giustizia, dal punto di vista dell'istruzione, da tantissimi punti di vista.
Nel DEFR abbiamo disegnato il quadro, con il bilancio sono stati fatti i dettagli e poi nei fondi europei avremo tutti i contenuti per attivare gli strumenti.
Farò un ragionamento a partire dalle persone e dalle loro aspettative, perché il futuro del Veneto passa dalla realizzazione dei progetti di vita e di lavoro dei veneti e dai progetti di rinnovamento economico delle imprese, che possono trovare, sul nostro territorio, le migliori condizioni di sviluppo, a partire dal capitale umano. Il capitale umano è giustamente collocato oggi al centro di discussioni politiche delle assemblee delle associazioni di categoria e del confronto del sindacato in Veneto, con una prospettiva di inserimento al lavoro, di potenziamento delle competenze attraverso l'istruzione e la formazione ed anche il rafforzamento delle misure di sicurezza, perché oggi sono ancora troppi gli incidenti sul lavoro che distruggono la vita di intere famiglie.
Su tutto prevale sempre la scelta della politica veneta di sostenere la collaborazione pubblico-privato, che si vede anche nelle scelte del bilancio, il che non significa questa collaborazione, sottrarre servizi o ridurre gli spazi ai servizi pubblici.
Andiamo per punti e per obiettivi. Come sottolineano da anni le categorie, bisogna eliminare le incrostazioni amministrative che impediscono all'Italia di crescere: serve un grande impegno sulla semplificazione amministrativa e per ridurre l'impatto della burocrazia, che rischia di diventare un ostacolo alla ripartenza e alla crescita. Su questo il presidente Zaia, in questi anni, ha dato degli indirizzi chiari sia alla Giunta che al Consiglio, con la richiesta puntuale di ridurre sensibilmente ogni genere di ostacolo alla crescita, in modo perentorio anche agli Assessori stessi quando presentano dei progetti alla Giunta.
Ma per crescere è fondamentale nascere: non può esserci un'Italia e un Veneto del futuro senza che venga invertita la drammatica curva demografica, che vede numeri sempre più esigui alla voce "nascite". Qualcuno negli interventi, qualche giorno fa, ha sottolineato il fatto che c'è un saldo negativo dal punto di vista demografico nel Veneto legato al fatto che qualcuno esce dalla nostra Regione.
Io credo che l'aspetto più grave che vive la nostra Regione, non immaginando in questo momento emigrazioni di massa verso il Lazio, dove c'è una spesa maggiore rispetto al Veneto, sia determinato dal saldo negativo tra nati e morti e dal fatto che ci sono troppi pochi veneti che scelgono di avere e di allargare la propria famiglia, di mettere al mondo figli.
Il fulcro del rilancio del sistema Paese non può che essere la famiglia, che è il muro portante che sostiene la nostra società.
La gravissima situazione, anche veneta, della denatalità rappresenta un aspetto molto grave e noi, su questo non possiamo essere degli ipocriti, dobbiamo guardare anche a cosa ha fatto e a cosa sta facendo il legislatore nazionale, a cosa ha fatto in passato e a cosa magari si accinge a fare in futuro rispetto a questo tema.
È un problema noto da sempre, ma che sostanzialmente non si è mai affrontato. Anzi, l'Italia ha politiche del tutto inadeguate per la natalità e per la famiglia. Da più parti si è cercato di penalizzare o snaturare la famiglia, con l'obiettivo di abbattere quello che per noi è l'istituto più importante della società, il perno del nostro consorzio sociale.
Crediamo quindi che ci sia bisogno di più interventi e su più fronti per sostenere le famiglie venete che vogliono far figli, sul fronte dei servizi, ma soprattutto dei costi; sul fronte del lavoro, per conciliare i tempi della vita, per aiutare le imprese a non essere le uniche a pagare l'investimento per la Nazione, essendo di fatto solo questa a sostenere i costi della maternità.
Fratelli d'Italia annuncia che proporrà iniziative normative, politiche e culturali su questo tema in questa legislatura, confidando ovviamente di raccogliere ampia, se non unanime, condivisione in quest'Aula.
Certo, questo bilancio deve armonizzarsi con il quadro straordinario di risorse che la Comunità europea ha stanziato per gli Stati membri, quindi anche per l'Italia; risorse che, come ha giustamente ricordato Villanova, per due terzi sono debito e che, per l'appunto, non rappresentano un regalo. Abbiamo quindi forti condizionamenti rispetto a riforme pensionistiche, rispetto a riforme fiscali, alla scuola, alla giustizia, solo per citarne alcune.
Queste risorse, che per l'appunto sono straordinarie, non devono quindi illuderci che siano eterne e dobbiamo essere capaci di costruire condizioni che, al termine di questo periodo, permettano alla Regione di non essere indebitata, ma capace di sostenersi con i propri mezzi, con i servizi fondamentali per la propria comunità e per il proprio territorio. Ecco perché dobbiamo essere lucidi e prudenti nella gestione delle risorse e intelligenti nell'utilizzare quelle nazionali ed europee prima di decidere di aumentare la pressione fiscale attingendo al prelievo, senza ovviamente far mancare i servizi che noi, per scelta politica, riteniamo essenziali: ad esempio i servizi per il sistema integrato di istruzione e formazione professionale, che, come ha ben evidenziato il presidente Zaia nel suo intervento di apertura, sono importantissimi; scuole paritarie, a cui va il nostro massimo grado di attenzione, perché capaci di dare risposte di qualità alla libertà di educazione, ma non solo, perché è grazie alle scuole paritarie, ad esempio, che 12.000 bambini possono andare a un nido e 75.000 nelle scuole materne. Poi, ci sono le scuole della formazione professionale che permettono a 20.000 giovani di assolvere pariteticamente il diritto-dovere all'obbligo di istruzione e di entrare nel mercato del lavoro dalla porta principale.
È una scelta politica della Regione del Veneto chiara e nitida il sostegno ai percorsi che portano al lavoro. Come sono gli ITS, di grande interesse per il mondo delle imprese e dell'industria in particolare, oggi finalmente assurti all'onore delle cronache e finanziati dal PNRR, ma che in Veneto sono realtà da ben undici anni. Accompagnare i giovani nel mercato del lavoro con investimenti all'orientamento e con il sostegno all'apprendistato come primo contratto: ecco perché qui in Veneto abbiamo il minor tasso di dispersione scolastica ed i migliori risultati di giovani occupati.
Possiamo affermare, senza temere di essere smentiti, che le migliori politiche per la formazione e il lavoro sono fatte qui nel Veneto, affermazione confermata da dati oggettivi, riportati anche dal presidente Zaia, sulla capacità di governo, ad esempio, sui fondi europei utilizzati così bene da dare premialità aggiuntive di risorse sul Fondo sociale europeo; programmazione comunitaria che leggiamo all'interno del bilancio, così come ampiamente dibattuto anche in sede di Commissione. usando le risorse in modo completo e complementare.
Per questo siamo fieri del nostro assessore Donazzan, che da sedici anni lavora per affermare la cultura del lavoro come dignità e realizzazione del progetto di vita delle persone, noi che siamo, come ama ripetere con forza e convinzione Giorgia Meloni, un Partito produttivista, e per questo, proprio perché siamo produttivisti, fortemente e coerentemente contrari – e l'abbiamo dimostrato più volte in quest'Aula anche con un'azione legislativa che ho presentato qualche settimana fa – al rifinanziamento da parte del Governo Draghi del Reddito di Cittadinanza, per il quale sono previsti nel 2022 più di 8 miliardi di euro dalla legge del bilancio dello Stato. Un monumento questo allo spreco di denaro pubblico e all'inefficacia di certe politiche pubbliche. La nostra attenzione sarà quindi massima per dare risposte alle imprese, vera ossatura economica e sociale del Veneto, e al miglioramento della qualità della vita. Abbiamo i fondamentali buoni nella nostra Regione: tessuto produttivo radicato, diversificato, legato a filiere di produzione che ci rendono interessanti per le grandi industrie. Siamo anche internazionalizzati, ma in questo periodo di crisi mondiale la speculazione sulle materie prime e i costi energetici, uniti alla sempre troppo alta tassazione a carico di imprese e lavoratori, stanno indebolendoci, approfittando anche del dimensionamento ridotto e della scarsa patrimonializzazione di molte nostre imprese.
La crescita del PIL e il fabbisogno dei lavoratori non sono di per sé il segno di una buona economia, ma di un'economia in affanno. Pil e fatturato non sono guadagno e la richiesta dei lavoratori è su lavoratori che si vorrebbero giovani e spesso non si trovano, anche a causa delle storture sul Reddito di Cittadinanza o sulla mancanza di cultura del lavoro.
Le imprese venete hanno bisogno delle Istituzioni, hanno bisogno di essere accompagnate nella crescita, nella ricerca del capitale umano, nella semplificazione della burocrazia, negli strumenti per l'investimento anche con il FESR, che quest'anno è aumentato del doppio rispetto alla precedente programmazione, che sapremo, con l'assessore Marcato, mettere a disposizione dei nostri imprenditori per i quali il dialogo e l'ascolto sono facilitati nel rispetto dei rispettivi ruoli. Accompagneremo le aziende in difficoltà verso la difesa del patrimonio di impresa. Qui il Veneto ha già dimostrato di saper governare la crisi e i cambiamenti, ma non vogliamo agire solo in difesa ma in attacco. Significa per noi avere strumenti finanziari, rilanciare il ruolo di Veneto Sviluppo come braccio di finanza pubblica perché questo è il tempo di scendere in campo per difendere le nostre imprese, le nostre attività che rischiano di essere depredate, svendute.
Io vivo in questa città e purtroppo ricevo quotidianamente informazioni rispetto alla svendita di interi comparti, decine e centinaia di attività commerciali che, per il combinato disposto della pandemia e della mancanza di risorse per la ripartenza, hanno determinato la svendita, spesso e volentieri a capitali stranieri. Anche i nostri imprenditori del vetro di Murano, stremati dalla pandemia, sono costretti a cessare le attività per costi energetici insostenibili.
Anche qui voglio ringraziare l'assessore Marcato per il grande impegno finanziario nei confronti di un comparto così importante, non solo dal punto di vista economico e produttivo, ma anche identitario per la Regione del Veneto.
Ecco, un mondo di storia, identità, artigianato di altissimo livello rischia di diventare un boccone prelibato per speculatori e mafiosi di ogni parte. Consentitemi, a questo proposito, di ringraziare la Guardia di Finanza per il lavoro formidabile che sta facendo per far emergere il sommerso, la concorrenza sleale, le illegalità, l'evasione, tutto a danno dei nostri imprenditori onesti e delle nostre imprese. La collaborazione tra la Guardia di Finanza e la Regione va continuata e rafforzata.
A questo riguardo, non possiamo non gioire per l'operazione messa a segno dalle Forze dell'Ordine pochi giorni fa, che, smantellando la nuova Mala del Brenta, ha però evidenziato che non va abbassata la guardia e che è necessario potenziare anche l'Osservatorio regionale antimafia e il Fondo antiusura.
Difendere il lavoro regolare e la nostra tradizione manifatturiera, la nostra identità nell'economia del turismo passa anche attraverso la valorizzazione dei lavoratori che operano in questo comparto e l'aggiornamento delle loro competenze, per le quali il Veneto ha una legge innovativa da promuovere.
La qualità del nostro prodotto turistico è fuori discussione e rappresenta, del resto, per il Veneto, l'industria più importante, ma merita particolare attenzione per far rimanere il Veneto al passo con i competitor delle vicine Regioni, anche quelle oltre confine. Oggi dobbiamo favorire la ripartenza accompagnando le nostre imprese e le nostre destinazioni in presenza di scenari completamente mutati da ormai quasi due anni a questa parte, e prendendo in considerazione nuove forme di turismo, come ad esempio quella esperienziale, quale forma integrativa di sviluppo. Anche in questo senso, Fratelli d'Italia farà la sua parte con un'azione legislativa.
Opere essenziali. Ci sono gli ammodernamenti delle infrastrutture già esistenti, che in certe zone potranno trarre il massimo sostegno dall'occasione che ci è presentata dalle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. L'evento rappresenterà certamente un'irripetibile occasione per mostrare al mondo la bellezza delle nostre montagne, la nostra efficienza organizzativa e la qualità delle strutture del servizio ricettivo veneto.
Così come servono infrastrutture necessarie a completare e migliorare la mobilità di persone e merci nelle diverse modalità (ferro, gomma, acqua). A questo proposito ricordo ai colleghi che abbiamo anche uno scalo portuale, commerciale, industriale e turistico di eccellenza: il porto di Venezia. Giustamente, cerchiamo tutti, e in questo anche il vicepresidente De Berti è in prima fila, di difenderlo per rilanciarlo come principale punto di riferimento nel sistema dei porti dell'Alto Adriatico, anche in considerazione del fatto che serve la zona più strategicamente industriale d'Europa, che è Porto Marghera.
Ambiente e sviluppo non sono nemici, né in antitesi, come talvolta qualche narrazione distorta vuol fare intendere. Anzi, ci sono enormi aree nel nostro territorio regionale – si pensi ad esempio a quella già citata di Porto Marghera – che potranno tornare ad essere attrattiva per investimenti, solo dopo necessarie bonifiche ambientali che non sono più procrastinabili. Ben venga il Distretto dell'idrogeno, che tante volte anche l'associazione confindustriale ha sollecitato di realizzare nell'area di Porto Marghera.
Mi permetta di dire, però, collega Lorenzoni, rispetto ad una sua osservazione, che trasformare in distese di silicio le nostre campagne per assecondare la necessità di realizzare progetti di fotovoltaico non rappresenta, dal nostro punto di vista, un obiettivo adeguato per difendere l'ambiente. Anche perché il silicio, fra qualche decennio, magari, rappresenterà grandi problemi di smaltimento per il nostro territorio. Anche questo è un tema che va portato alla discussione.
Salubrità dell'ambiente, tutela della salute dei cittadini e recupero di porzioni del territorio, altrimenti condannati all'abbandono e al degrado, sono obiettivi strategici verso i quali indirizzare il nostro impegno politico e finanziario.
Quanto alla messa in sicurezza dei nostri territori montani, bene i 900.000 euro in più previsti da questo bilancio per i forestali. Confidiamo, quindi, che la Regione riesca, così com'è nelle proprie intenzione, a concentrare gli investimenti del PNRR sulla transizione verde, la produzione e l'uso di energia pulita ed efficiente, ricerca e innovazione, trasporto pubblico sostenibile, la gestione dei rifiuti e delle acque, tutte scelte fondamentali per pensare al rilancio e operare per la messa in sicurezza del territorio e delle infrastrutture.
Esiste anche un'altra dimensione della nostra ricchezza, che non è tangibile e per questo rischia di non godere delle stesse attenzioni di altri comparti, mi riferisco alla nostra ricchezza culturale, che non si esaurisce nei musei, nelle architetture, nelle collezioni e opere d'arte, ma anche in una dimensione immateriale di pari valore, il teatro, la musica, la danza, il cinema, l'intrattenimento, gli spettacoli viaggianti. Bene, quindi, l'aumento previsto di 500.000 euro per l'anno prossimo rispetto all'anno corrente. Difendere e promuovere la cultura significa difendere e promuovere la nostra storia, la nostra identità, il nostro futuro.
Infine, i giovani, che vanno sostenuti in questo periodo, dove continuano a soffrire le conseguenze della pandemia, con un grande bisogno di socializzazione. La loro crescita responsabile deve essere obiettivo strategico e questo grazie ad adeguate politiche che vadano a offrire loro l'opportunità e il supporto perché possano esprimere al meglio le proprie potenzialità. Adoperiamoci tutti per costruire una comunità e una società che riconosca nel merito l'ascensore sociale.
Concludendo, io voglio ringraziare il presidente Zaia, che non è presente, ma in spiritu è sempre con noi e con tutti i veneti. Voglio ringraziare l'assessore Calzavara per la disponibilità data sempre in questi mesi a tutti i Consiglieri, alle Commissioni, anche con la sua presenza. Voglio ringraziare tutti gli uffici che si sono adoperati per accompagnare i Consiglieri nelle loro richieste sempre con grandissima disponibilità. Voglio ringraziare anche tutta la Giunta e i Consiglieri regionali, anche quelli dell'opposizione, perché devo dire che, comunque, anche se molte delle loro affermazioni non mi trovano concorde, hanno approcciato questo dibattito con grande senso di responsabilità, cercando di portare un contributo fattivo a questa discussione, che peraltro, proprio anche grazie a questo, non ha mai portato a degli eccessi, è rimasta sempre su un piano estremamente civile.
Voteremo, come Gruppo di Fratelli d'Italia, convintamente a favore di questa manovra e naturalmente il nostro auspicio, per il bene dei veneti, è che possa essere sostenuta anche dal collega Lorenzoni e dagli altri esponenti della minoranza.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Sospendiamo i lavori e riprendiamo alle 14.30.
Grazie e buon pranzo a tutti.
La Seduta è sospesa alle ore 13.05
La Seduta riprende alle ore 14.39
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo posizione per riprendere la seduta.
Mi pare che gli attori principali ci siano tutti, quindi riprendiamo la seduta da dove l'avevamo interrotta alle ore 13.00.
Ho una serie di interventi in discussione generale.
Riprendiamo con il collega Nicola Finco. Prego, Finco.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Sarò breve in questo mio intervento, visto che molto è già stato detto. Inoltre, mi collego anche al discorso che hanno fatto i miei capigruppo Villanova e Pan. Però ci tengo a fare anche alcune precisazioni, visto che da diversi giorni si parla di addizionale regionale e si parla di tassazione nei confronti dei veneti. Siccome, anche se sono giovane, sono uno dei Consiglieri più anziani di quest'Aula e ne ho visti di bilanci passare all'interno di questo Consiglio, bisogna fare anche un po' di memoria storica.
Ricordo da cosa è partita la vicenda dell'addizionale IRPEF. Eravamo agli inizi della campagna elettorale del 2010 e il 27 ottobre 2009 Galan e l'assessore Coppola fecero una conferenza stampa dove annunciarono la volontà, da parte della Giunta regionale, di togliere l'addizionale IRPEF. All'epoca era un'addizionale che colpiva circa 500.000 abitanti della nostra Regione, con redditi superiori a 29.000 euro, e che portava ad incassare, all'interno di questo Ente, dai 130 ai 150 milioni di euro.
Fu venduta come una grande novità, come una grande innovazione, in quanto – si disse – la Regione era ben gestita, ben governata. Nel 2003 era stata inserita questa addizionale per tutta una serie di problematiche legate a dei disavanzi relativi principalmente alla sanità. Il Veneto si trovava in una situazione favorevole e si decise di togliere questa benedetta addizionale.
Ci ricordiamo la campagna elettorale fatta dal presidente Zaia nel 2010. Fu una campagna elettorale con un obiettivo ben preciso: prima il Veneto. Se ce lo ricordiamo bene, come movimento politico siamo partiti con una delle nostre battaglie storiche, che era la battaglia per l'autonomia, che ci portò nel 2017 a fare il famoso referendum.
Se voi guardate, nel corso di questi undici anni, il filone che ci ha accompagnato in questa battaglia, ovviamente l'autonomia, è stato proprio quello di non chiedere ulteriori tasse ai cittadini di questa Regione. Oltre a guardare il lato che è stato messo in luce dai componenti delle opposizioni, ossia che la nostra è una Regione che sta perdendo competitività e che i nostri giovani vanno all'estero a studiare, andrei a vedere, invece, il fattore positivo di una Regione come il Veneto che da circa undici anni non applica l'addizionale IRPEF – è l'unica Regione, in Italia, tra quelle a Statuto ordinario, che non applica questo tipo di tassazione – che ha saputo, però, nel corso di questi undici anni, fare una serie di riforme al proprio interno e di riorganizzazioni che hanno permesso a questa macchina pubblica di diventare una delle più efficienti del Paese.
Pur non applicando la tassazione regionale, abbiamo fatto una serie di alienazioni che sicuramente noi non avremmo fatto se avessimo avuto all'interno delle nostre casse 150 o 200 milioni di euro ogni anno; abbiamo fatto una serie di razionalizzazioni anche all'interno delle partecipate. Ricordo, nel 2010, quante erano le partecipate all'interno di questa Regione. Inoltre, una serie di razionalizzazioni sia a livello di personale che a livello di territorio, ma anche di riforme epocali che sono state fatte nel corso di questi ultimi dieci anni, che hanno portato, comunque, la Regione del Veneto a essere un modello efficiente; una Regione che, a differenza di tante altre realtà, dove magari hanno anche l'addizionale regionale, sa spendere bene i fondi comunitari, anzi li spende tutti, e ha sempre fatto del suo modello di amministrazione un modello di sviluppo.
Non è che noi all'interno del nostro Gruppo politico non ci siamo mai posti la domanda se l'addizionale IRPEF potrebbe essere utile, oppure no. Certo che potrebbe essere uno strumento utile, perché avere 250 milioni ogni anno creerebbe sicuramente un volano importante e magari darebbe soddisfazione a molte realtà, a molte istituzioni, a molti enti che abbiamo sul nostro territorio regionale. Ma il filone politico che ha sempre guidato l'Amministrazione Zaia è un filone politico che si basa soprattutto su una maggiore autonomia dei territori. Noi oggi, quindi, non possiamo pretendere e chiedere a Roma maggiore autonomia e poi tassare i nostri cittadini, perché sono due cose che non hanno assolutamente senso.
Magari la nostra battaglia non andrà a buon fine. Non lo so, solamente la storia ce lo dirà. Ma dal momento che dal 2010 abbiamo assunto un impegno chiaro e preciso con i nostri elettori, piuttosto preferiamo fare qualche sacrificio e garantire comunque dei servizi, ma non gravare ulteriormente sulle spalle dei nostri contribuenti.
Guardate, nella passata legislatura ero Capogruppo. Adesso ho seguito questi ultimi due bilanci, voi avete molto parlato della competitività delle imprese, ma io non ho visto le associazioni di categoria venire in Prima Commissione o contattarci personalmente per chiederci di introdurre l'addizionale regionale. Non ce l'ha chiesto nessuno. Gli unici che hanno chiesto di poter introdurre l'addizionale regionale sono stati i sindacati e le organizzazioni degli studenti, le uniche due realtà che hanno detto pubblicamente che forse sarebbe il caso di applicare l'addizionale regionale.
Secondo me, una battaglia che bisogna fare a livello di Consiglio regionale e che dobbiamo sicuramente portare avanti nei prossimi anni è, ovviamente, quella dell'autonomia, perché vorrebbe dire anche garantire maggiori risorse e maggiore competitività. Ma forse la cosa più tragica di questo Paese è che non si rispetta e non si dà attuazione alla Costituzione. Negli ultimi periodi, è molto di moda, quando arriva il Presidente della Repubblica, farsi le foto con il Presidente della Repubblica o, in qualche caso, baciargli l'anello. Però dobbiamo essere anche onesti. Io ricordo quando, nel 2018 – no, era marzo 2019 – è venuto il Presidente della Repubblica Mattarella a Belluno. Più di una volta e a più riprese il presidente Zaia gli ha detto: "Caro presidente Mattarella, noi abbiamo intrapreso una battaglia storica che è quella dell'autonomia per garantirci maggiori risorse e maggiori competenze, e chiediamo a lei, come garante della Costituzione, di accelerare anche a livello nazionale su questo iter".
Da parte del Presidente della Repubblica non c'è mai stata mezza parola a sostegno dell'iniziativa legittima e legale per avere maggiore autonomia su questi territori. Quindi, al di là del fatto che adesso magari più di qualcuno sta pensando a un Mattarella-bis, sono dell'idea che chi oggi rappresenta questo Paese, prima di impegnarsi e riempirsi la bocca con parole come Costituzione, rispetto delle leggi, legalità e quant'altro, dovrebbe dare attuazione alla Costituzione. Se ci sono dei territori come il Veneto... Peraltro, ha poco Lorenzoni da paragonare il Veneto con il Trentino- Alto Adige. Se mi dai i soldi che ha l'Alto Adige anche in Veneto, vedrai, caro Lorenzoni, che porteremo a casa risultati molto migliori rispetto a quelli che oggi abbiamo. Ma dobbiamo fare i conti con la realtà.
C'è una cosa ancora più scandalosa. Questo è un articolo che è uscito qualche giorno fa su ItaliaOggi, che parla proprio del federalismo fiscale e di quello che è stato fatto negli ultimi anni. Siccome in Commissione hanno iniziato a fare una serie di audizioni, di recente hanno incontrato i Comuni. È uscito questo articolo che dice: "Il federalismo fiscale ha proceduto contromano, muovendosi in direzione non dei territori, ma dello Stato, che ha visto incrementare il proprio gettito grazie all'aumento di redditi cresciuti del 9% dal 2010 al 2020 e continua ad incassare, grazie all'iMU, sui fabbricati di categoria D, il 21% del totale del gettito IMU. Ma i trasferimenti statali agli enti si sono dimezzati, passando dai 15 miliardi del 2010 agli 8,2 miliardi del 2020".
Potete quindi ben capire che, al di là di tutte le tasse che noi possiamo mettere sul nostro territorio, se lo Stato continua a centralizzare, se lo Stato non fa nessuna operazione di taglio dei costi... Guardate che negli ultimi vent'anni gli unici enti che hanno tagliato sono stati i Comuni, le Province e le Regioni. Lo Stato non ha tagliato assolutamente nulla, ha solamente potenziato i propri apparati burocratici, nel silenzio totale anche di una buona parte della politica di questo Paese.
Quello che tengo a precisare durante questo bilancio è che, ovviamente, lo ripeto, l'addizionale farebbe comodo a tutti. Non è che a noi non farebbe comodo, ma noi abbiamo anche un pensiero politico, che fortunatamente è diverso dal vostro, che punta sulla responsabilità dei territori, punta sul taglio degli sprechi. Io non accetto e non tollero... Saremo anche "fratelli" d'Italia, ma io con i siciliani e i calabresi non ho nulla da condividere per quel che riguarda l'amministrazione pubblica. Siamo due cose completamente diverse e non mi vergogno assolutamente di dirlo.
Lorenzoni, ha poco da guardarmi così. Io sono entrato in Lega che avevo 17 anni e ci sono ancora adesso. Ho sempre mantenuto fedeltà ai miei ideali e ai miei princìpi. Se, quindi, una cosa non andava bene vent'anni fa, non va bene nemmeno ora. Siccome certe cose fanno schifo, e siamo all'interno di un Paese dove determinate Regioni sono vere e proprie baracche, forse un Paese serio – al di là del fatto che adesso abbiamo Draghi che forse viene ritenuto il santone che risolverà tutti i problemi di questa terra – dovrebbe fare un'analisi seria e pensare a un impianto federalista, non a un impianto nazionalista, come stiamo vedendo.
La mia considerazione è che nei prossimi anni purtroppo – magari il Presidente la penserà diversamente rispetto al sottoscritto – di autonomia ne vedremo poca. Se c'è oggi un Governo ipercentralista è il Governo Draghi, un Governo che ha sostanzialmente annientato il Parlamento, ha annientato i sindacati, c'è un uomo solo al comando...Sì, collega Camani, ha poco da guardarmi. Lo so che ci siamo anche noi, però io ho anche il coraggio di dire le cose. Di fronte ad un Parlamento che è annientato in tutte le sue competenze, con un uomo solo al comando, dobbiamo anche avere il coraggio di dire le cose. Finché ho la libertà di pensiero e la libertà di dire le cose, le dico molto tranquillamente all'interno di quest'Aula.
In ultima analisi, faccio un'altra considerazione. Voi qui spesso avete parlato di PIL, di numeri, di economia, di attività produttive. Forse, però, una Regione e un Paese dovrebbero anche interrogarsi su altre tematiche che prima sono state toccate da alcuni colleghi: la denatalità del Paese e il sempre maggior numero di anziani, sia nella realtà veneta che nella realtà nazionale. Il Paese ha bisogno sicuramente di una svolta totale ed epocale, però forse gli unici settori ai quali magari potrei anche concedere un'addizionale regionale sono proprio quelli della famiglia, dei giovani e degli anziani. Oggi abbiamo bisogno soprattutto di aiutare i giovani nella loro crescita, le famiglie nel fare più figli ma soprattutto nel dare strumenti all'altezza per fare famiglia. Questo non vuol dire solamente dare loro i soldi, perché ovviamente ci vuole anche un salto culturale. Siamo di fronte a un'emergenza che nei prossimi anni pagheremo veramente in maniera molto cara.
Abbiamo tutta la parte degli anziani. La parte degli anziani, guardate, è un'altra tematica di cui noi oggi forse non ci rendiamo conto, perché viviamo il presente, tutti abbiamo un'età ancora giovane e vediamo l'anzianità come un qualcosa che ci aspetterà nei prossimi trenta o quarant'anni, ma gli anziani aumenteranno in maniera spropositata, sia a livello regionale, sia a livello nazionale, quindi ci sarà bisogno di una vera e propria pianificazione strategica per non lasciare tutti quei genitori soli all'interno delle loro case, all'interno delle strutture. Avremo bisogno veramente di un impianto sociale che potrà essere l'unico sistema per garantire una vita dignitosa a tantissime persone che non avranno né le pensioni, né tanto meno dei redditi messi da parte per avere un minimo di dignità e di vita in tranquillità.
Ben venga la scelta fatta dal presidente Zaia. È una scelta che noi, ovviamente, porteremo avanti fino a quando sarà possibile, perché dobbiamo anche essere onesti. Noi oggi abbiamo dato dimostrazione di efficienza, perché finché non metti le tasse e garantisci i servizi vuol dire che sei capace. Quando non riusciremo più a garantire determinati servizi, allora faremo altre scelte. Però penso che la consapevolezza da parte del presidente Zaia sia una consapevolezza seria, che ci ha guidato nel corso degli ultimi 11 anni e sicuramente, se continua a dare questa linea e questo indirizzo alla propria squadra di Governo, vuol dire che sa su quali risorse può contare e sa, comunque, di poter garantire determinati servizi importanti alla comunità veneta nei prossimi anni.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Inizio citando alcuni dati. Anche per rispondere al capogruppo Villanova, che prima nel suo intervento citava l'articolo di giornale di oggi, penso sia importante partire da alcuni dati, perché le opinioni sulle cose che non vanno in Veneto e – non tutte – non funzionano non me le faccio perché lo dico io o lo dice la mia lista civica, Il Veneto che Vogliamo, ma perché ci sono dei dati che parlano.
Da persona che è dentro questo Consiglio, penso che guardare i dati che vengono pubblicati da Istat, che non è certo una fonte di parte, e farci raccontare che ci sono dei punti dentro questa Regione che ancora non funzionano... penso sia responsabilità di tutti guardare quei dati, analizzarli, capire perché non funzionano e chiederci come fare a mettere a posto alcuni gap.
Cito il rapporto dell'Istat, ad esempio, del 2019 sui dati dell'emigrazione. Prima il capogruppo Villanova diceva che non è vero che il Veneto perde persone e perde giovani, il Veneto è la regione – cito testualmente dal rapporto Istat del 2019 – in cui, in termini relativi, quindi in base al numero della popolazione, si è tra le prime regioni per emigrazione con Friuli e Lombardia. Quindi, è vero che non siamo gli unici, ma delle regioni del nord, visto che dobbiamo anche fare dei paragoni con altre regioni con cui ci riteniamo di dover competere, abbiamo un problema, perché tre giovani su mille partono. In particolare, cito due città, che stanno nella nostra regione, che perdono più della media nazionale: Vicenza ne perde 3,8 per mille e Treviso, che so che è vicina alla città nativa del capogruppo Villanova, ne perde 3,6 per mille. Sono dati Istat.
Rispetto ai nidi, sempre se guardiamo il report "Infanzia" dell'Istat sullo stato dell'arte dell'accesso ai nidi in questa regione, vediamo a pagina 30 una figura bellissima, un grafico, la figura 3.6.1, che dice che il Veneto è sotto la media nazionale per numero di bambini presi in carico dai sistemi comunali e convenzionati.
Qui non si tratta di una lotta tra nidi comunali e nidi paritari, perché lo so benissimo che i nidi paritari sono delle realtà che, in alcuni territori, svolgono un servizio essenziale in assenza di un servizio puramente pubblico. Poi, se volete, facciamo un discorso anche sui nidi privati, su cui invece non vorrei soffermarmi.
In Veneto il 60% dei nidi non è pubblico, mentre la media nazionale è inversa, è al contrario: abbiamo il 67% pubblici e il 33% gestiti dal privato o privato convenzionato. Se abbiamo una media ribaltata rispetto alla media nazionale, significa che in questa Regione, per più di vent'anni, cioè più degli anni in cui governa questa maggioranza, si è deciso di non investire nel servizio dell'infanzia pubblico, di investire sul servizio delle paritarie convenzionate, ma anche dei nidi privati.
Qui dentro ci sono poche persone che non sostengono il vaccino, lo so, però oggi dentro i nidi privati sappiamo che abbiamo anche un problema rispetto a questo, perché non è chiesto, ad esempio, il Green Pass. Invece, nel privato convenzionato e nel pubblico, dove viene chiesto, abbiamo, però, un problema di accessibilità, perché quello che citavo nell'articolo di oggi è che in Veneto – anche questo è un rapporto di una ricerca svolta – i cittadini e le famiglie pagano 50 euro in più al mese per accedere al nido. Perché? Perché tendenzialmente, quando abbiamo un nido convenzionato, è possibile che la retta sia più alta rispetto a un asilo pubblico. Se pensiamo anche alle insegnanti che lavorano nei nidi paritari, andiamo a chiederci che condizioni di lavoro hanno le insegnanti nei nidi paritari, piuttosto che nei nidi pubblici.
Qui, sì, c'è un tema che ci divide politicamente, perché io non sono per il pubblico, e basta, io riconosco il ruolo delle paritarie, perché vengono riconosciute come servizio, ma penso che questa Regione abbia il compito di garantire la massima accessibilità in termini economici, perché un servizio è pubblico non perché è gestito dal pubblico, ma perché è pubblico nell'accesso anche alle fasce più deboli della popolazione.
Per me questa è la definizione di pubblico, per rispondere anche al consigliere Speranzon. Non è chi lo gestisce, è come fruisce e fa fruire il servizio alle fasce più deboli della popolazione. Noi, ad oggi, su questo abbiamo un problema. Penso che farlo vedere e raccontarlo sia la responsabilità che abbiamo verso i veneti, che amo anch'io. Di sicuro non parlerò male del Veneto e non accetto nemmeno che ogni volta che qualcuno pone una criticità qui dentro si dica che sta parlando male del Veneto. No, io sto parlando male di alcune scelte politiche su cui io avrei fatto diversamente se avessi avuto l'opportunità, ma non ce l'ho, di guidare questa Regione.
Pagano, quindi, 50 euro in più a famiglia. Inoltre, facevo un rapido calcolo, che anche oggi portavo in Ufficio di Presidenza, che nel momento in cui noi avessimo un'addizionale IRPEF come l'ho proposta nel mio emendamento i redditi a partire da 100.000 euro l'anno di imponibile pagherebbero al mese 43 euro in più, che è meno dei 50 euro che una famiglia deve sborsare in più per pagare il nido ai propri figli.
La domanda finale è questa: una famiglia veneta oggi paga di più o paga di meno? Stiamo davvero mettendo le mani in tasca, sì o no? Ma ve lo pongo come tema e come questione su cui voi avete il compito di fare un ragionamento perché siete in netta maggioranza in questa Regione e io il compito che ho di minoranza è quello di far vedere, di svelare alcune carte su cui, secondo me, c'è un tema, c'è un problema. Sono dati Istat, lo ripeto, perché io credo che il compito di una persona che fa politica sia quello di partire dai dati e non solo dalle sensazioni e dalle pance delle persone. I dati raccontano davvero un tema.
A Motta di Livenza io ho dovuto frequentare l'asilo in una paritaria perché non c'era l'asilo pubblico. Credo che veniamo più o meno da delle terre molto simili. I miei genitori hanno fatto dei sacrifici evidentemente non solo per mandarmi lì, ma anche poi all'università. Ne ho fatti anch'io facendo le stagioni da cameriera, come spesso racconto qui. Quindi, di sicuro non è un tema quello di pensare che io non sono a favore del fatto che dobbiamo non far pagare ai cittadini veneti dei costi aggiuntivi o mettere più tasse perché ci piace. Voglio che le famiglie venete abbiano la stessa accessibilità ai servizi pubblici come li ho definiti prima, in particolare in quei settori, cioè l'infanzia, che permettono un volano, ad esempio, sul fatto che le donne possano scegliere di andare a lavorare invece che stare a casa a seguire i figli, perché questa è un'altra grave emergenza nazionale, e non solo di questa regione, per cui le donne devono ancora scegliere tra vita lavorativa e cura della famiglia.
Ed è per questo che, ad esempio, faccio vedere sempre altri punti su cui abbiamo dei problemi. Credo che un po' come in una famiglia che non funziona, in un matrimonio che non funziona più, parlare di quello che non va aiuta a farlo migliorare piuttosto che a farlo deflagrare. Nel momento in cui anche nelle nostre RSA abbiamo i posti fermi da oltre dieci anni e ancora una quota sanitaria che è ferma tra i 49 e i 56 euro, anche lì abbiamo un tema, perché non sono solo le famiglie e quindi i figli e quindi le donne che non riescono a dare evidentemente al lavoro come vorrebbero, ma abbiamo anche la cura dei nostri genitori quando diventano anziani. Chi paga quella retta? Quanto pagano le famiglie? Un inciso: poi la cura dei nostri anziani chi la fa? Le badanti?
Ricordo che una delle più grandi sanatorie in Italia è stata fatta proprio da uno dei vostri colleghi, Maroni, che stabilizzò anche un sacco di donne non più giovani, che venivano soprattutto dall'est Europa, che poi stavano dietro alla cura dei nostri anziani. Chi paga in quel caso? Le famiglie, non noi, non la Regione del Veneto, perché tante volte ci si risponde "non abbiamo i soldi".
Penso che un ragionamento di questo tipo vada fatto. Sono davvero contenta di questa discussione, al di là dell'esito che avrà, perché l'anno scorso, quando ho presentato l'emendamento sull'addizionale IRPEF e si è aperta una discussione non è che c'era stato proprio questo ragionamento interessante anche sui temi dell'equità e dell'uguaglianza, delle diseguaglianze all'interno di una Regione, che penso non sia né un tema di destra, né un tema di sinistra.
Oggi tutti gli interventi parlano di questo. Non arriveremo all'addizionale IRPEF, ma almeno aver discusso del fatto che ci sono delle questioni di equità anche in questa regione, che vanno prese in carico, penso sia comunque un passo avanti.
Come dicevo oggi all'assessore Calzavara, nell'Ufficio di Presidenza della Prima, dovremmo avere uno studio, come l'anno scorso si discuteva, che motivi non lo slogan "abbiamo voluto essere tax free". Gli slogan non funzionano più, o meglio, funzionano per un obiettivo che per me non è il massimo obiettivo possibile, quello cioè di convincere qualcuno a votarmi perché gli ho tolto un po' di euro di addizionale, quando in realtà poi non gli si spiega che 50 euro al mese in più comunque li tirano fuori per l'asilo dei figli. Questa non credo che sia una comunicazione politica che fa parte del mio DNA.
Vedere uno studio dove si dice "sopra i 75.000", se lo mettessimo, e mettessimo qualcosa, chiamiamolo contributo di scopo, chiamiamola aliquota, non è compito mio decidere come, ma è una proposta per iniziare una discussione; se decidessimo che devono pagare anche altre fasce di reddito, e non solo quelle più alte; se si decidesse di inserire almeno un contributo di scopo, come si è provato anche nel vostro Governo nazionale, cosa che poi non è accaduta, non è successa, forse anche la discussione di oggi avrebbe in mano dei dati che convincerebbero anche me a dire "No, Elena, il tuo emendamento è stato sbagliato, perché in effetti aveva ragione il capogruppo Villanova: ancora non siamo pronti a fare questo passo".
Oggi a me non è bastata la spiegazione "Vogliamo continuare ad essere una Regione tax free", anche perché non è vero, nel senso che l'addizionale obbligata dallo Stato ce l'abbiamo. Non abbiamo aggiunto, è vero, un'addizionale come altre Regioni hanno fatto. Anche lì, si potrebbe fare in maniera equa, in maniera giusta, per fare in modo che comunque i veneti, alla fine del mese, abbiano più soldi in tasca.
Poi, scusate se vado anche sulla discussione nazionale, però nella discussione che si sta avendo anche lì alcuni dati dimostrano che in Veneto il 77% dei lavoratori non avrà nessun beneficio dalla riforma che sta discutendo e sta avvenendo a livello nazionale, Governo in cui voi siete saldamente, e che l'87% delle donne avrà al massimo 10 euro lordi al mese in più come guadagno, e lo stesso il 91% dei giovani.
Visto che la fiscalità non è solo regionale, chiediamoci se anche a livello governativo la politica fiscale che stiamo facendo è corretta o meno. Io non sto ragionando su ricchi e poveri, io sto ragionando su equità. Equità significa che bisogna, alla fine, avere le stesse possibilità, ed è vero, le stesse possibilità per crescere e non per rimanere poveri. Credo che tutti abbiamo l'obiettivo che un figlio di un povero non debba rimanere povero, ma possa crescere e diventare qualcos'altro, almeno io ce l'ho.
La manovra negli emendamenti presentati alla legge di stabilità, oltre al tema dell'addizionale IRPEF, ha visto, io credo, anche tante altre proposte dei colleghi della minoranza che andavano nell'obiettivo di dire: "interveniamo su quella politica fiscale di competenza della Regione del Veneto che ci permette di fare un lavoro di redistribuzione". Quindi, vedere che questo viene interpretato, appunto, come un "vogliamo mettere le mani in tasca ai veneti. Non stiamo facendo il bene dei veneti. Stiamo parlando male del Veneto" è una cosa che dopo un anno e mezzo che più o meno il tenore degli interventi è questo...
No, nel senso che l'obiettivo è quello di dire quali sono i punti in cui siamo penultimi. Il grafico che citavo prima davvero ci fa vedere, collega Finco, che noi siamo sopra Calabria, Campania, Sicilia, Puglia, Basilicata, Abruzzo. Siamo, però, l'ultima regione del nord per l'accesso agli asili. Non voglio essere paragonata alla Sicilia, ma qui noi siamo l'ultima regione del nord per accesso ai nidi di competenza regionale. Non è che stiamo andando benissimo anche in termini di essere una regione eccellente e quant'altro.
Questo è il ragionamento che sta alla base, almeno, del mio ragionamento e dell'articolo di oggi, perché i dati raccontano, su alcuni temi, un'altra storia: giovani che partono; donne che non possono mandare i figli al nido o fanno fatica, quindi non lavorano; anziani. Le categorie, le fasce più deboli sono davvero quelle che ‒ io credo ‒ dovremmo prendere in carico con questa manovra di bilancio. In questa manovra di bilancio non c'è tutto questo. E la crisi colpirà duro, lo dico sempre, in particolare alcuni settori produttivi. Anche in questo caso, pensare che una forza di centrosinistra non guardi al comparto produttivo è un'altra delle fake news ‒ se vogliamo chiamarle così ‒ che spesso vengono utilizzate. Io no. Io riconosco, e l'ho detto anche nel mio intervento sul DEFR, che il Veneto ha tantissime eccellenze dal punto di vista produttivo nei diversi settori. Però, anche lì, siamo penultimi – lo dico sempre – per investimenti alla cultura. Si dice sempre che mancano i fondi. Quello è un comparto economico. Non è un comparto di ragazzi che si divertono. È un comparto puramente economico.
C'è tanto lavoro da fare su questo tema, credo. Bisogna rispondere a quei dati in base ai quali siamo i penultimi. Purtroppo, si tratta proprio di servizi ai cittadini di alcune fasce particolari, che non si possono eventualmente permettere altro, ad esempio una retta di un asilo privato steineriano, ma che devono, vogliono e possono andare nel pubblico e dovrebbero avere le stesse possibilità di un cittadino che vive in un'altra regione.
L'Emilia, la ricito, anche perché ha un'addizionale redistribuita su tante fasce di reddito, fa degli investimenti sull'abbassamento delle rette agli asili pubblici che noi non facciamo da tempo. L'impegno che è stato preso durante il DEFR sugli asili pubblici, rispetto al fatto che useremo i fondi del PNRR, è un impegno importante. Però la domanda che rimane è: dobbiamo sempre aspettare ‒ lo diceva anche la collega Camani ‒ che arrivino fondi esterni o abbiamo la possibilità di ragionare che se quei fondi non arriveranno, perché sappiamo che di problemi ce ne sono tanti anche nella gestione, la Regione del Veneto saprà comunque rispondere a un gap così importante? La rassicurazione in questo bilancio che questo avverrà non c'è.
Penso che dovremmo iniziare a fare un ragionamento serio, basato sui contenuti e sui dati, rispetto a questo punto.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto intervenire il consigliere Zanoni. Collega, ci sente?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Mi sente, Presidente?

PRESIDENTE

Sì. Vada.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Volevo riprendere il ragionamento che era stato fatto precedentemente sulla questione dei servizi e sulla questione che non tutti i servizi riescono a trovare un adeguato finanziamento per rispondere alle necessità dei nostri cittadini. È un dato di fatto. Lo possiamo registrare tutti i giorni. Lo registriamo noi Consiglieri di minoranza e lo registrano anche i colleghi di maggioranza. È evidente che se ci fossero più risorse potremmo dare risposte migliori e rendere più efficiente tutto il sistema dei servizi, dalla sanità ai trasporti, alla scuola e quant'altro, per i nostri cittadini.
Prima il collega Villanova parlava del fatto che il Veneto è una Regione tax free, e rivendicava questa cosa. In realtà, l'addizionale IRPEF la paghiamo anche in Veneto. Diciamo che noi non applichiamo la maggiorazione dell'addizionale IRPEF. Questo lo dico perché in molti ci scrivono e ci dicono: "Ma come fa il Presidente della Regione a dire che non si mettono le mani in tasca ai cittadini? L'IRPEF la pago, l'addizionale IRPEF la pago". È giusto spiegare, quindi, che è la maggiorazione sull'addizionale IRPEF che non viene applicata in Veneto.
A mio avviso, non è un'idea antica quella di dare più servizi tassando. In realtà, è una cosa estremamente moderna, collega Villanova. Perché? Lo dimostrano le Regioni d'Italia. Ma non le Regioni amministrate dalla sinistra, dal centrosinistra. Tutte le Regioni, di qualsiasi colore politico. Tutte le Regioni, di qualsiasi colore politico, di tutte le coalizioni possibili e immaginabili che abbiamo oggi in Italia, applicano la maggiorazione sull'addizionale IRPEF. Perché? Perché questi fondi, che sono, naturalmente, raccolti tassando i cittadini in maniera proporzionale, servono per dare risposte ai cittadini.
Le risposte che diamo ai cittadini sono importanti perché questi servizi servono per dare maggiore soddisfazione e creare un clima di pace sociale, dove la qualità della vita di tutti i cittadini sia sufficiente, anzi più che sufficiente, senza lasciare nessuno indietro. Perché? Se in una comunità ci sono gli insoddisfatti o quelli che non arrivano a fine mese, poi si creano una serie di fenomeni, fenomeni che sfociano spesso nell'illegalità. Basti pensare al fenomeno del radicamento mafioso in Veneto. Dov'è va ad attingere i propri uomini? Là dove manca il lavoro, manca la formazione, manca assistenza. Tra le persone che non arrivano a fine mese, le più deboli e vulnerabili vengono assoldate e trovano anche un ruolo nella totale illegalità.
Credo, quindi, che il discorso debba andare oltre il giudicare una misura antica quella delle tasse. Le tasse sono un modo per avere una situazione più serena in tutta la Regione, dove anche chi sarebbe chiamato a contribuire un po' di più ne avrebbe beneficio. Ne avrebbe beneficio perché vivere in una comunità più serena è un indice di maggiore qualità della vita, quindi alla fin fine torna utile a tutti.
Il collega Formaggio diceva: "Questi soldi lasciati in mano ai privati vengono utilizzati molto meglio che non dal pubblico, ovvero dalla Regione Veneto". Il privato non deve fare beneficenza o occuparsi dei servizi ai cittadini del Veneto, collega Formaggio. Secondo me lei ha detto una fesseria, se ci pensa bene. È la Regione, l'Ente pubblico che deve utilizzare questi soldi e finanziare i servizi a seconda dei programmi che vengono legittimamente votati dal Consiglio regionale, in questo caso.
Quindi, non c'è niente di scandaloso nel dire "facciamo pagare ai più benestanti qualcosina in più". Tra l'altro, probabilmente...

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Si chiama "comunismo".

PRESIDENTE

Collega Formaggio, per cortesia.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

...c'è la crisi, ci sono le aziende, ma se facciamo come qualche altra Regione e prevediamo questa maggiorazione dell'addizionale in maniera commisurata al reddito, veramente si va a toccare chi probabilmente non se ne accorge molto, anche raccogliendo una cifra importante, perché sono redditi alti.
Per carità, è rispettabilissimo tutto quello che voi fate. Siamo nell'estrema legittimità e legalità. La Regione Veneto ha deciso di non adottare questa misura. È comunque un qualcosa che, ripeto, le altre Regioni, di tutti i colori politici, hanno adottato per incrementare i servizi.
Ieri citavo – tra l'altro oggi stiamo parlando proprio del PDL n. 93 – una tabella che ci è stata preparata raffrontando il bilancio 2021 "iniziale", cioè quello approvato, con quello che stiamo votando, facendo anche un paragone con la cifra effettivamente stanziata, quella utile che abbiamo in nostro possesso, e quella della variazione di bilancio aggiornata al 4 novembre di quest'anno (2021). Ci rendiamo conto che nel totale, dalla missione 1 alla missione 19, se andiamo a vedere la differenza, ne abbiamo una minima, nel senso che siamo a più 7 milioni (quindi aumentiamo). Se, però, andiamo a vedere l'effettivo, cioè i soldi effettivamente stanziati, ovvero la cifra del 4 novembre, ci troviamo con meno 1,537 miliardi di euro (questo è ciò che ci risulta), cioè con il meno 12,40%.
All'interno delle singole missioni, ce ne sono molte che hanno subìto diminuzioni importanti. Ad esempio, per quanto riguarda "Ordine pubblico e sicurezza", io sono intervenuto, anche con la collega Bigon, con un comunicato stampa ricordando le tre norme che riguardano la sicurezza e il contrasto all'illegalità e alla corruzione. Ci rendiamo conto che abbiamo delle differenze, se facciamo riferimento al bilancio che andiamo ad approvare rispetto a quello dello scorso anno, del meno 36%. Quindi, abbiamo una diminuzione importante.
Per quanto riguarda la missione 4, ad esempio, sul "Diritto allo studio", abbiamo 13 milioni in meno e un meno 24%, se lo raffrontiamo al bilancio dello scorso anno. Se lo raffrontiamo, invece, a quello che c'è stato di fatto, ovvero alla variazione di bilancio fino al 4 novembre, abbiamo un meno 42% e meno 22 milioni di euro. Anche sull'istruzione e sul diritto allo studio, quindi, se facciamo un raffronto sia con il bilancio dello scorso anno che con la variazione di bilancio, abbiamo diminuzioni importanti, che vanno da meno 13 a meno 22 milioni di euro.
Su "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali" c'è stato un grosso dibattito. Abbiamo un meno 7 o un meno 107%, a seconda se lo raffrontiamo con il bilancio o con la variazione di bilancio. Ci sono comunque sempre importanti diminuzioni. Al di là, naturalmente, degli emendamenti che vengono approvati in corsa, di fatto, il bilancio presentato dà questo messaggio a livello di dettagli.
Per quanto riguarda "Politiche giovanili, sport e tempo libero", missione 6, siamo a meno 9 milioni e meno 51%, raffrontato allo scorso bilancio. Se lo raffrontiamo, invece, alla variazione di bilancio fino al 4 novembre, siamo a 17 milioni in meno e a meno 96%.
Anche sul turismo abbiamo un segno negativo. Dico solo le percentuali: meno 95% e meno 165%.
Un tema che mi sta a cuore riguarda "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente": siamo a meno 9% o a meno 91%, a seconda se raffrontiamo il tutto con il bilancio o con la variazione di bilancio. Però è sempre un segno negativo.
Anche il soccorso civile ha tagli importanti. Su "Sviluppo economico e competitività" siamo a meno 181% o a meno 257%. Qui leggo anche le cifre: il bilancio che andiamo a votare è di 73.968.000, mentre il bilancio dello scorso anno era pari a 207.897.000. Quello al 4 novembre è pari a 264.404.000 euro. Queste, forse, sono le percentuali che più colpiscono in questo quadro. Ed è un peccato, perché sviluppo economico e competitività in questo momento sono strategiche. Probabilmente pensiamo che arriveranno tanti soldi da Roma, quindi, magari, abbiamo messo molto meno. Sta di fatto che settori che potrebbero vedere la nostra Regione primeggiare in Italia, come quello della ricerca e dello sviluppo, subiscono una diminuzione veramente importante.
Su "Politiche per il lavoro e formazione professionale" passiamo dal bilancio dello scorso anno di 279 milioni a 124 milioni, quindi meno 179%. Se consideriamo, invece, la variazione di bilancio del 4 novembre, passiamo da 335 milioni a 124 milioni, quindi meno 169%.
In diminuzione anche "Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca" e le relazioni internazionali e le relazioni con le altre Autonomie territoriali e locali.
Questi numeri giusto per far presente che, effettivamente, ci sono delle difficoltà, ci sono molte voci di spesa e le entrate sono quelle che sono, entrate che, come è stato ricordato, ed è stato ricordato anche da colleghi della maggioranza, sarebbero veramente importanti se ci fosse un'applicazione... Probabilmente loro hanno fatto i conti con un'applicazione del massimo, ma la Regione può modulare, in maniera sia proporzionale sia fino a una determinata percentuale, ma può anche non applicare la percentuale massima, la maggiorazione dell'addizionale.
Quello che è chiaro è che meno tasse, in questo caso... Lo ricordavo anche ieri. La Regione Veneto non è tax free, perché le tasse le paghiamo tutti e le pagano tutti. Casomai potremmo dire che è tax free relativamente alla maggiorazione dell'addizionale. Questa è la cosa corretta che dovremmo dire e che dovrebbe essere riportata. Se venisse applicata anche in Veneto come in Lombardia, in Piemonte, in Friuli e quant'altro, probabilmente non avremmo tutti questi segni negativi. È chiaro e lampante. Non morirebbe nessuno, sicuramente.
Non mi pare che le Regioni del nord che hanno applicato questa maggiorazione all'addizionale si trovino in condizioni pessime o abbiano un tessuto produttivo e imprenditoriale penalizzato o che si lamenta più dei nostri attori di questi settori. Non mi pare. Non ci pare. Giusto per dare qualche risposta ai colleghi di maggioranza che sono intervenuti prima su questi argomenti.
Ci sono, poi, delle carenze che potremmo definire anche "storiche". Resterà, a mio avviso, nella storia il fatto che, nonostante i segnali che ci vengono da importanti obiettivi, (roadmap europei e mondiali; mi riferisco agli obiettivi della sostenibilità dell'ONU; mi riferisco agli obiettivi dell'Unione europea in tema di riduzione dell'inquinamento, in tema di contrasto ai cambiamenti climatici, di contrasto al consumo di suolo, e così via) mancano tutti gli interventi che darebbero un'impronta importante in Veneto, un'accelerata per affrontare questi temi.
Se determinati problemi non vengono affrontati con energia sul nascere, chi verrà dopo di noi dovrà fare, non il doppio dello sforzo, ma il triplo, in termini di lavoro, in termini di risorse. A mio avviso, stiamo perdendo un'occasione anche per non perdere competitività a livello europeo e a livello mondiale. Dovremmo essere più accorti, a mio avviso, rispetto a questi cambiamenti. Dovremmo essere lungimiranti, facendo un po' di fatica in più per capire quali sono le strade, quali sono i programmi, quali sono le azioni, quali sono i piani da attuare in tutti i settori per andare incontro a questa che è una svolta epocale, a livello mondiale: l'ingresso nell'economia circolare, nella sostenibilità.
Come dicevo anche ieri, si parla di sostenibilità, si parla di andare verso la sostenibilità perché l'attuale sistema non è sostenibile. Lo stiamo vedendo tutti i giorni. Tutti gli indici ci dicono che è un modello non sostenibile. Abbiamo sentito dei rincari che ci sono stati. Un rincaro che viene ricordato poco, ma che grava sulle tasche dei cittadini a livello mondiale è quello dei cereali, dovuto alle siccità che ci sono state soprattutto negli ultimi anni e che, poi, si ripercuotono anche sulla bolletta alimentare dei cittadini. Sono temi che devono essere affrontati.
Ieri abbiamo avuto un piccolo segnale, una piccola soddisfazione: è stato approvato un emendamento per la questione delle colonnine finalizzate all'alimentazione di un trasporto sostenibile. Qui "prendiamo due piccioni con una fava", nel senso che aumentare il trasporto sostenibile elettrico vuol dire contrastare i cambiamenti climatici immettendo in atmosfera meno CO 2, ma anche contrastare l'inquinamento dell'aria. Cari colleghi, sappiamo tutti quanto i nostri cittadini soffrano questo inquinamento, anche in termini di salute, e quanto la nostra sanità debba intervenire. Come dicono tutti i bollettini ufficiali, purtroppo non ce la caviamo bene in Pianura Padana a causa di questo inquinamento. Senza stare a ricordare le sentenze di condanna dell'Unione europea nei confronti dell'Italia, a causa di Veneto, Lombardia, Emilia e così via.
Dovremmo cogliere questi messaggi che ci arrivano dalla natura e dall'ambiente, ma anche dall'agricoltura. L'emendamento per combattere la flavescenza dorata, ovvero le patologie della vite, che è stato presentato dalla Giunta, è significativo del fatto che, quando si conduce una politica agricola che vuole arrivare a obiettivi, a risultati importanti, ma porta verso un sistema di monocultura, dove si intensificano queste produzioni viticole, vi sono ripercussioni anche patologiche. Lo sanno tutti: più c'è intensività, più c'è presenza di una determinata coltivazione, più la malattia ‒ quando c'è ‒ si propaga velocemente. Quindi, abbiamo questo nuovo problema: siamo costretti, come cittadini, a finanziare il contrasto a queste malattie.
Chi si occupa di allevamenti ‒ adesso c'è un grossissimo problema di aviaria a Verona, abbiamo sentito che migliaia e migliaia di animali vengono abbattuti a causa di questo virus ‒ sa che, ad esempio, gli allevamenti non possono essere realizzati a determinate distanze l'uno dagli altri, proprio perché la distanza di un allevamento dall'altro dovrebbe essere garanzia della non trasmissibilità delle patologie. Quando metti vigneti dappertutto, succede che, se c'è il caso della malattia in un vigneto, poi si propaga a macchia d'olio. Diciamo che sono effetti collaterali che dovremmo sicuramente considerare molto di più. Sono campanelli di allarme importanti. Probabilmente siamo all'inizio. Chissà cosa accadrà più avanti.
Dovremmo avere più attenzione, per quanto riguarda l'agricoltura, anche agli insetti impollinatori. Ci sono Comuni che si stanno occupando di questo: mettono terreni coltivati con erbacce utili alla tutela di questi insetti, che sono fondamentali per l'agricoltura, quindi per la vita sul pianeta, perché hanno una funzione importantissima. Abbiamo presentato anche alcuni emendamenti, però non c'è stata l'attenzione, a nostro avviso, dovuta.
C'è anche la questione dei pesticidi. Anche in questo caso, non c'è mai stata questa attenzione. Speriamo che con il prossimo bilancio ci sia. L'agricoltura moderna, oggi, ha bisogno di ingenti quantità di pesticidi. La viticoltura anche. Ma è un'agricoltura non sostenibile, perché, per produrre questi pesticidi, ci vogliono le industrie chimiche, che hanno un impatto importantissimo sulle emissioni dei gas climalteranti. Per non parlare del recente inquinamento. Come Regione che vuole essere all'avanguardia, dovremmo cercare di fare passi in avanti nella ricerca e nell'innovazione, anche finanziando e sostenendo pratiche...

PRESIDENTE

Mi scusi, collega Zanoni, ma i suoi colleghi del PD continuano a disturbare il suo intervento. Siccome l'Aula la sta seguendo, se dovete parlare, uscite dall'Aula, per cortesia.
Prego, vada avanti.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
I temi sono moltissimi. Naturalmente noi abbiamo una visione diversa, perché, è evidente, noi siamo minoranza.
Maggiore attenzione anche alla biodiversità. Sembra che non occuparsi di biodiversità, di fauna selvatica, non sia un problema. Che se ne occupino quei pochi che fruiscono di questo tipo di biodiversità. In realtà è importante, anche per una questione di rispetto verso chi verrà dopo di noi, tutelare maggiormente la fauna selvatica in questo territorio iper-cementificato, dove il consumo di suolo è altissimo, dove l'agricoltura intensiva ha portato via spazi importanti di biodiversità, di natura, dove le siepi nel tempo sono diminuite. Dovremmo avere, a mio avviso, maggiore attenzione, sia perché ce lo chiede l'Unione europea, sia perché è uno degli importanti obiettivi ONU dell'Agenda 2030, ma soprattutto per i nostri cittadini. Pensate quanto è positivo, anche per una questione di qualità della vita, potersi muovere in campagna e vedere qualche animale selvatico ancora presente, che frequenta i nostri giardini e quant'altro.
Anche in questo caso c'erano alcuni emendamenti, che non sono andati a buon fine, perché evidentemente non c'è una sensibilità verso questi temi, che sono molto importanti. La legge nazionale lo considera un patrimonio indisponibile dello Stato. Tutte le direttive europee lo tutelano. Quando c'è da contrastare chi, invece, ne trae profitto in maniera illegale (parlo di illegalità, di bracconaggio e quant'altro), a mio avviso dovremmo essere più presenti, sempre per il discorso che è importante pensare a chi verrà dopo di noi, alle future generazioni. Cosa ne sarà di loro? Io ho cinquantasei anni e ho sempre passato inverni, primavere, estati e autunni in campagna, abito in campagna, e il sottofondo delle campagne, ma anche delle nostre città, è sempre stato il cinguettio di una specie, il passero. Il passero è praticamente scomparso. Perché è scomparso sia in campagna che nelle città? Per quali motivi? Ieri è uscito uno studio europeo che parla del decremento della biodiversità. Per quanto riguarda la specie di uccelli dice che i passeri sono quelli che sono diminuiti di più. Si parla di meno 250 milioni di passeri. Praticamente sono quasi scomparsi.
Abbiamo tanti campanelli di allarme che ci dicono che le cose stanno cambiando e per le quali dovremmo impegnarci di più. In molti ricorderanno – parlo soprattutto a quelli che hanno la mia età o forse anche un po' più giovani – che quando ci muovevamo in giro per le campagne, ma anche nelle autostrade d'estate o in primavera ci trovavamo il finestrino impastato di insetti, c'erano tantissimi insetti. Sono quasi scomparsi. A qualcuno magari fa anche piacere, però dovremmo pensare alle cause. Le cause della sparizione della biodiversità probabilmente sono dovute a dei problemi che colpiscono anche noi, che colpiscono anche la nostra salute. Quindi, dovremmo fare attenzione...
Ad esempio, un'altra cosa importante che in Veneto dovremmo fare è eliminare tutte quelle sostanze che creano tumori, che creano il mesotelioma. Nonostante siano stati fatti convegni, studi, nonostante sentenze storiche nei confronti dei responsabili, abbiamo ancora non so quante migliaia di metri quadri sparsi in giro per le nostre campagne e per le nostre città di tetti di amianto. Avevamo proposto un emendamento per dare un po' di soldi, perché purtroppo ci sono tanti cittadini che... Noi spesso facciamo delle attività e diamo degli incentivi a chi già ha una situazione positiva, anche economica. Spesso, però, chi ha la baracca o il garage o la vecchia stalla con il tetto in eternit non ha soldi per intervenire. È in una situazione magari economica di disagio e non ha soldi da spendere per cambiare questi tetti. Questi vecchi tetti di amianto rilasciano, soprattutto nei periodi secchi e caldi, le fibre di amianto che sono terribili, che colpiscono oggi e che creano un danno magari anche dopo venti, trenta, quarant'anni. Questo è dimostrato scientificamente. Anche qui, spero che in futuro si trovino i fondi per dare un aiuto a questi cittadini che non riescono a fare queste bonifiche, perché queste bonifiche costano.
Come pubbliche amministrazioni devo dire che siamo messi bene, nel senso che i Comuni, anche grazie, tra le altre cose, ad incentivi del passato hanno smaltito e bonificato questi tetti, ma con i privati ancora non ci siamo.
Ci sono poi molti altri casi di inquinamento che meriterebbero maggiore attenzione, e magari anche maggior prevenzione, nel senso che quando si chiede di effettuare i Piani di monitoraggio dei capannoni abbandonati o dei siti inquinanti, eccetera, lo si fa anche per evitare che ci siano nuovi casi di inquinamento. In Veneto abbiamo preso una scottata veramente incredibile con il FAS, perché nessuno se l'aspettava, effettivamente. Si poteva evitare? Probabilmente sì, probabilmente no, chi lo sa? Certo è che se noi facciamo tesoro di questa disgrazia che ci è capitata, con maggiori controlli e anche leggi più severe, credo che per il futuro veramente questi dovrebbero essere solo brutti ricordi.
Se le future generazioni dovranno fare i conti con nuovi inquinamenti, penso che noi faremo veramente una brutta figura, perché potranno dire "Ma questi, che avevano già subìto inquinamenti apocalittici, come quello dei FAS e, nonostante questo, non sono riusciti a...". Anche qui, credo sarebbe importante agire preventivamente, con i controlli.
Quando noi dovremo dare più soldi all'ARPAV, al personale che si occupa dei controlli, ma anche nel lavoro, tipo gli SPISAL e quant'altro, dovremo darli proprio per prevenire problemi che poi puntualmente si manifestano.
In questa manovra emendativa abbiamo molti emendamenti. Speriamo che ci sia la possibilità di avere qualche riscontro sulla questione della legalità, sulla questione dell'ambiente, sulla questione della biodiversità e anche sulla questione degli animali d'affezione.
Anche questa è una cosa che sta a cuore a moltissimi veneti. Pensate che siamo a poco meno di 1,1 milioni di cani nell'Anagrafe canina. Potremmo dire che una famiglia su due ha un cane. C'è una norma vecchia che, seppure contenga articoli e attività veramente molto importanti, però è una norma abbastanza dormiente. Adesso ci sono due progetti di legge, uno nostro e uno della maggioranza, che sono in Commissione. Sicuramente serve una norma nuova, però cominciamo a far funzionare quella vecchia. Abbiamo presentato degli emendamenti per dar vita ad alcuni articoli che ci sono, ma che, se non sono finanziati, non vengono attuati.
Effettivamente, ci sarebbe molto di più da fare. Su come farlo noi avremmo anche delle idee. Naturalmente cercheremo di migliorare questa manovra con questi nostri emendamenti. Vedo che, per quanto riguarda questo PDL siamo a 200 pagine.
Buon lavoro a tutti, visto che dovremo esaminare tutti questi emendamenti.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
A dir la verità, a noi interessava tantissimo quello che ha detto il collega Zanoni, perché siamo tutti consapevoli del fatto che la Regione debba assolutamente investire molto di più per quanto riguarda l'ambiente e per quanto riguarda la prevenzione.
Sappiamo perfettamente che la competenza su cui la Regione ha maggiore autonomia è soprattutto quella sanitaria. Se tuteliamo l'ambiente, automaticamente tuteliamo, come conseguenza, anche la salute, la sanità, con della prevenzione che la Regione stessa avrebbe l'obbligo di fare.
Pertanto, non è vero che noi abbiamo interrotto... Noi eravamo tutti presenti, noi dell'opposizione, ad ascoltare il nostro collega. Dovrebbe essere sicuramente anche la maggioranza attenta alle indicazioni, perché le indicazioni che noi diamo, in genere...

PRESIDENTE

Colleghi, sta intervenendo la consigliera Bigon, per cortesia. Un minimo di rispetto.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Quando facciamo delle proposte, le facciamo sempre assolutamente in modo propositivo, perché crediamo che il nostro ruolo sia... È vero, come è stato detto, avete la maggioranza e l'avete in modo veramente grande, e soprattutto anche una larga maggioranza, ma è altrettanto vero che comunque rappresentiamo dei cittadini di cui portiamo avanti delle istanze. Credo che le istanze nostre, integrate all'interno di un bilancio, possano essere veramente di tutela di tutti i cittadini.
Condivido e sono consapevole del fatto che la politica è la più grande e alta forma di democrazia, che deve assolutamente rappresentare tutti i bisogni. Noi di bisogni, però, ne abbiamo fondamentalmente uno, ossia tutelare, da una parte, la persona che è più debole e, dall'altra, ovviamente le esigenze delle fasce giovanili e anziane. E non perché possono essere quelle che hanno più bisogno, ma perché meritano comunque più attenzione. Noi riteniamo così.
È vero quello che diceva il collega Speranzon quando affermava che aumentando le tasse non è detto che si migliorano i servizi. Ci mancherebbe altro. Spesso vengono magari buttati via dei soldi, e noi abbiamo visto tanti investimenti fatti, anche di strutture ospedaliere, attualmente semivuote, dove si sono spesi milioni di euro. In realtà, abbiamo non solo depotenziato, ma lasciamo anche semivuota la struttura. Siamo consapevoli del fatto che i soldi vadano spesi bene, in prospettiva a quello che, ovviamente, chi amministra deve scegliere e intende portare avanti. Non possiamo, però, portare avanti delle esigenze che, al momento, sono alcune e sappiamo che l'obiettivo sarà diverso, perché, altrimenti, sprechiamo delle somme e sprechiamo tanti milioni di euro.
Sono d'accordo anche con il collega Formaggio quando diceva che la Regione Veneto, più che aumentare le tasse, cerca di creare lavoro. Certo che cerca di creare lavoro. Ci mancherebbe altro. Di lavoro, grazie alle imprese che abbiamo, alle tante persone che lavorano tantissimo in Veneto, riusciamo anche a crearne. Non sempre riescono a recuperare personale, ma di lavoro se ne crea nel Veneto. Però, purtroppo, viene pagato poco, viene pagato poco rispetto a tanti altri e viene spesso fatto in modo precario.
Per carità, spesso abbiamo anche la normativa nazionale, lo sappiamo perfettamente, tutti siamo consapevoli anche di questo. Sappiamo anche, però, l'importanza che ha la Regione Veneto e che hanno tutte le Regioni nel momento in cui condividono e si confrontano con lo Stato.
Lo Stato non è mai, come diceva anche il consigliere Finco, da solo, perché anche la Lega ha fatto parte di questo Governo. Ha fatto parte di questo e di tanti altri Governi. Per cui, parlare come se fossimo isolati dalla decisione centrale credo sia un errore di fondo, di fatto. La Regione Veneto ha sempre avuto, in buona parte degli ultimi anni, una rappresentanza, quindi non è assolutamente né staccata né isolata da questa.
Possiamo continuare a pensare, come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto, che in Regione Veneto non si paghi l'IRPEF e non si paghi l'IRAP. Va benissimo, però la facciamo pagare, ad esempio, alle IPAB.
Le IPAB, che attendono la riforma da oltre vent'anni, pagano l'IRAP. E pagano l'IRAP mettendosi e mettendole noi in difficoltà rispetto a quelle che sono, invece, le strutture private. Inoltre, non solo pagano l'IRAP, hanno anche una tassazione diversa, pagano la maternità, la malattia. Sono in condizioni... Quindi, anche le omissioni a volte svantaggiano determinati servizi.
Come è altrettanto vero il discorso sulla natalità. Noi dobbiamo puntare sulla natalità. Benissimo, anche su questo sia d'accordo con Finco, con tutti i Consiglieri che prima hanno puntato da una parte sul lavoro con le problematiche che prima abbiamo detto, e dall'altra parte sulla natalità, ma la natalità deve essere oggetto di investimenti, perché altrimenti la natalità non c'è.
Il 34% delle famiglie – di famiglie nel Veneto ne abbiamo oltre 2 milioni – ha figli. Il resto sono persone, il 12%, che hanno oltre i 75 anni. Questa è la nostra realtà del Veneto. Se non investiamo nelle leggi che giustamente abbiamo fatto e anche votato all'unanimità, se non investiamo sulle leggi per un servizio gratuito a favore della natalità, se non investiamo sul lavoro, se oltre a crearlo, non difendiamo quelli che lavorano e quelle che lavorano, soprattutto le donne che lavorano e che magari vorrebbero avere dei figli, mettendo in sicurezza da una parte lo stipendio e dall'altra parte un contratto a tempo indeterminato, cercando di fare quanto è di competenza della Regione Veneto, credo che di prospettive ne avremo poche.
Potremo anche non applicare le tasse, perché questa è una scelta della maggioranza, mica è una scelta nostra, ci mancherebbe altro, però la prospettiva sicuramente non ci sarà se non viene scelta nel più breve tempo possibile una strategia di crescita da una parte della popolazione, cercando di diminuire quello che è il dato anagrafico sotto l'aspetto dell'anzianità e aumentando quello che è il dato anagrafico sulla natalità. Sappiamo che questo influisce anche sull'economia, ma nello stesso tempo sappiamo anche che i servizi per gli anziani, che ci sono, devono essere oggetto di investimenti sia per quanto riguarda le strutture sia per quanto riguarda le impegnative. Sono persone completamente non autosufficienti. È cambiato l'ospite nella casa di riposo di vent'anni fa rispetto all'ospite che abbiamo oggi, anche per le difficoltà che hanno le famiglie. Spesso chi non è completamente non autosufficiente viene giustamente trattenuto al domicilio nella famiglia. Finché la famiglia c'è. Perché fra dieci anni, fra vent'anni, fra trent'anni non ci saranno nemmeno quei pochi figli che adesso non riescono a seguire i genitori, o quantomeno anche a pagare quella quota parte nelle strutture residenziali ai genitori.
Fra venti, trent'anni, non ci saranno più queste possibilità, se non invertiamo la rotta per quanto riguarda la natalità. Succede, quindi, che la maggioranza, che giustamente ci ha ripetuto più volte in questi due giorni che ai voti potrebbe anche far senza le nostre opinioni, ha il dovere di cambiare la rotta e di individuare una strategia politica per i prossimi vent'anni. Questa è politica. Non è la politica del giorno stesso, del fatto di pagare l'IRAP o l'IRPEF o lasciarla in tasca ai cittadini. Che poi, non ho capito il riferimento agli 1,2 miliardi se è vero, come è vero, che abbiamo chiesto quantomeno interventi per 170 milioni di euro, che sappiamo perfettamente non essere pochi, ma non sono nemmeno gli 1,2 miliardi che voi dite di lasciare in tasca ai cittadini – dei cittadini, ricchi, aggiungo – perché non togliamo niente a nessuno, se non ai poveri.
Il 10% delle famiglie, dei 2,82 milioni di famiglie che abbiamo nel Veneto sono considerate povere. Dieci persone su cento sono considerate povere. Povere significa che comunque non riescono a far fronte alle necessità-base di una famiglia. Sappiamo che 500.000 persone pensionate nel Veneto vivono con meno di 1.000 euro al mese. Se noi pensiamo che la sanità pubblica non riesce più, e questo periodo può essere anche... Ovviamente, siamo tutti consapevoli del Covid, di cosa ha comportato, portato e sospeso. Se pensiamo che una visita costa 140-150 euro, credo che una persona con meno di 1.000 euro al mese non riesca né a far prevenzione, né a pagarsi la visita, né a fare lo screening, tantomeno a curarsi.
Ecco perché noi difendiamo quella parte. Difendiamo quella parte non perché voi non la difendiate, ci mancherebbe altro. Io credo che la politica faccia di tutto per il benessere dei propri cittadini, ma sapete che l'interesse maggiore non è quello del povero, o della persona che fa fatica a vivere. L'interesse maggiore è di quello che sta bene. È vero che è classico della destra portare avanti determinati interessi, sono cose diverse, opinioni diverse, ma noi dobbiamo difendere quelle fasce.
Credo che quei 170 milioni, su cui noi abbiamo chiesto di intervenire, su 17 miliardi di bilancio, che sono un nulla, avrebbero comunque cambiato la politica di questa Regione Veneto. L'avrebbero cambiata perché noi dobbiamo pensare che la famiglia ha bisogno di un'impegnativa per portare il proprio anziano alla casa di riposo, non per andare alle feste, ma per poter lavorare. Se pensiamo che potremmo avere degli asili nido gratuiti, non per andare alle feste, ma per andare a lavorare e quindi concorrere ad aumentare il PIL della nostra Regione, se pensiamo che aumentando i servizi extrascolastici dei nostri ragazzi, miglioriamo la formazione di competenza regionale, perché il 70% non sceglie il lavoro per cui ha studiato nel Veneto, questo significa che forse sbagliamo qualcosa alla base.
Magari bisognerebbe investire un po' di più sul discorso dell'orientamento: tanto si fa, noi ci riempiamo sempre la bocca dicendo che tanto facciamo, ma possiamo anche fare di più, con tanta umiltà. Forse un po' di umiltà servirebbe a tutti per capire che alcune cose si possono anche migliorare.
Se pensiamo di andare a investire nella formazione dei giovani, che magari studiano per un lavoro che poi faranno all'interno del proprio territorio, portando ricchezza nel proprio territorio... Noi spendiamo migliaia e migliaia di euro per formare i giovani, ma non dobbiamo permetterci di formarli in modo sbagliato e non possiamo permetterci poi di farceli scappare.
È vero che noi dobbiamo investire in modo tale che loro vadano all'estero e ci mancherebbe altro, che vadano anche nelle altre Regioni, ma devono sapere che il Veneto può essere accogliente e li aspetta al loro ritorno. Invece no, li lasciamo andar via e rimangono via.
Questi sono i dati. Poi possiamo anche contestarli, perché probabilmente la strumentalità della politica arriva anche a questo, soprattutto nel momento del bilancio, che ovviamente è l'atto più importante del Governo, di una Regione, di un Comune, di qualsiasi ente, ed è il più importante perché, di fatto, qualsiasi sia la strategia, è una strategia politica.
Credo che, anche all'interno di un Consiglio dove il 75% è della maggioranza o anche di più, rispetto a quella che può essere una rappresentanza di minoranza, se si tenesse conto delle nostre richieste, sicuramente potrebbe esserci un cambiamento complessivo e totale, una strategia che deve guardare politicamente al futuro di questa Regione.
Ho sentito tanti interventi e li ho ascoltati tutti. Ho sentito anche dire che i soldi che arriveranno dall'Europa saranno dei debiti. Al di là del fatto che al Governo non c'è solo il Partito Democratico, non c'è solo l'opposizione, ma c'è anche parte di questa maggioranza, quindi io credo che a volte potremmo anche evitare di fare commenti tanto per parlare a favore di un pensiero puramente nostro, che non ha nessun senso, la cosa che dobbiamo, invece, sapere e che forse sappiamo, ma probabilmente magari non viene consapevolmente detta, è che i soldi che arriveranno dovranno, invece, essere spesi bene. Dovranno essere spesi bene in modo tale che questi siano un rilancio dell'Italia e del Veneto, un rilancio in modo tale che, qualsiasi sia il debito che dovremo restituire, che comunque non è tutto, e sappiamo perfettamente anche questo, perché altrimenti non avremmo motivo di essere qua, o quantomeno non rappresenteremmo il nostro ruolo in modo corretto, ma quantomeno la metà a fondo perduto, l'altra metà sicuramente verrà restituita, ma se li investiamo bene sarà un rilancio e niente verrà dato, ma verrà tanto tornato.
Se investiremo nei nostri anziani, perché credo che la dignità passi dalla struttura, dalla bellezza e soprattutto dalla dignità dei servizi e dell'accoglienza, se noi investiamo nella natalità, dove sappiamo che i numeri ci danno veramente maglia nera all'interno della nostra Europa...
In Germania ho letto le strategie che hanno fatto per cambiare tutto in dieci anni. Quantomeno un aumento c'è stato della natalità. Bisogna puntare sui servizi gratuiti, e su questo non c'è alcun dubbio, per dare la sicurezza ai giovani che, quantomeno, nel momento in cui avranno un figlio, è lo Stato, è la Regione, è l'Ente che lo porta avanti fino a sei anni, perché un figlio non è più della famiglia, un figlio è della comunità, e dobbiamo tutti crescerlo, indipendentemente dal reddito, perché qui, al di là che stiamo sempre a difendere quelli che hanno reddito più basso, se parliamo di natalità dobbiamo parlare di natalità indipendentemente dal reddito. Tutti hanno il diritto di avere i servizi e, quindi, di poter lavorare serenamente, senza avere il rischio di dire "Cosa faccio nel momento in cui magari, finito il contratto, non mi rinnovano?", perché è lo Stato, è la Regione che ti porta avanti il figlio, te lo fa crescere, ti aiuta quantomeno a crescerlo.
Il congedo parentale è importante, ovviamente, e soprattutto i supporti di tipo sanitario. Abbiamo visto che in altre regioni fino all'età di dodici anni i bambini e i ragazzini non pagano nessuna visita. È completamente gratuita qualsiasi visita, qualsiasi screening. Non parlo del pediatra, che ovviamente è riconosciuto anche a noi, parlo di qualsiasi tipo di visita. È tutto gratuito. Questo dovremmo fare e i dati verrebbero invertiti.
Quanto ai giovani, dovremmo investire tantissimo sui giovani. Anche per l'Università spendiamo 100.000-200.000 euro a ragazzo, per poi vedere gli altri Stati europei che fanno marketing per portarci via i giovani laureati in Italia e portarli ovviamente a lavorare in Germania, in Inghilterra, negli altri Stati e noi li perdiamo.
Perdiamo una ricchezza immensa e poi magari apriremo ovviamente ad altri Stati. Lì avverrà lo scontro perché non possiamo aprire agli altri Stati e perdere i nostri. Allora, o l'una o l'altra. Tentiamo di tenere quelli che noi cresciamo quantomeno o farli ritornare rendendo attrattive tutte le nostre strutture, tutte le nostre possibilità di averli.
Per non parlare degli ospedali. Anche qui abbiamo i sanitari che vengono pagati meno che non dalle altre parti. Anche qui dovremmo investire per rendere più attrattiva la nostra sanità e cercare veramente che il Veneto sia l'eccellenza che merita, perché credo che le persone che abitano in questo territorio, territorio a destinazione agricola da sempre, all'origine, territorio che ha lavorato tantissimo, possa veramente avere anche un ritorno di servizi, indipendentemente dalle tasse, Basta non farle pagare agli altri, a quelli che magari hanno meno possibilità di pagarle.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Consigliera Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Più volte da questa mattina abbiamo ribadito come in qualche modo stiamo cercando di creare quella che possiamo definire un'alleanza con i fragili, con il mondo che in questo momento sta soffrendo di più, con tutte le fasce di reddito che stanno soffrendo di più e non sono solo persone singole, sono anche imprese, sono anche partite IVA. Quindi, cominciamo anche a togliere quel mito che noi non parliamo all'impresa, non parliamo alle partite IVA, perché siamo consapevoli che la fragilità sta anche in quello. Quando parliamo di addizionali, di tasse, noi andiamo a guardare a quelle che possono essere anche definite delle tasse di scopo.
Prima il presidente Finco ha fatto un discorso che in qualche modo richiamava anche a questo. Andiamo a vedere quali sono i punti più fragili, e andiamo ad aiutare questi, con le leve che ci sono date. E le leve non sono molte: o abbiamo cassa, oppure è evidente che la leva fiscale esiste. Non deve andare a incidere dove c'è già sofferenza, non deve andare a incidere dove potrebbe creare ulteriori crisi, ma incidere per cercare di sostenere dove la crisi sta diventando insopportabile non è proprio una cattiva idea, secondo noi.
C'è un dato che ha sollevato la collega Ostanel, quello dei giovani che non ritornano. A me è piaciuto molto un libro arrivato con un articolo sulla Repubblica, a ottobre di quest'anno, quindi anche recente, "Exit Only", di un'autrice, Giulia Pastorella, che ci fa riflettere su come i cervelli non fuggono solo dal Veneto, ma dall'Italia. La collega Ostanel ha letto un dato molto preciso: sono proprio i giovani di per sé.
La questione non è quella di farsi sfuggire solo i cervelli più dotati. La questione è di non far scappare la fascia che poi potrebbe aiutarci. Se siamo una delle Regioni, purtroppo, anche con una crescita demografica molto bassa, negli ultimi dieci anni, anche rispetto all'Emilia-Romagna e alla Lombardia, lo siamo proprio perché noi abbiamo un meno 0,1, mentre loro hanno un più 2,7 (la Lombardia) e un più 2,4 (l'Emilia). Vuol dire che questo è un tema.
È evidente che lo giochiamo sul potenziare, l'abbiamo già detto, l'ho già detto, le politiche attive del lavoro, guardando però a quelli che sono i mercati di competizione internazionale. Altrimenti, noi, queste persone non le recuperiamo.
I mercati di natura internazionale è evidente che richiamano il discorso iniziale del collega Lorenzoni, quando ci richiama, per esempio, all'idrogeno, all'ambiente, alla ricerca, all'innovazione. Ed è altrettanto per questo che noi in alcune proposte suggeriamo che ci sia in qualche modo un sostegno maggiore a chi guarda anche, nell'investire, a queste politiche.
Come vedete, cerchiamo di andare verso dei settori magari dell'impresa, che stanno già guardando a questo futuro, e che potrebbero creare una matrice di valore aggiunto anche al nostro tessuto veneto.
L'altro aspetto, legato sempre alla crescita demografica, sempre per stare in questa famosa alleanza, riguarda le strutture, elemento importantissimo, sulle quali, in qualche modo, anche la manovra di bilancio a livello nazionale sta guardando da qui al 2027. Parlo delle strutture degli asili nido, ma è proprio l'accessibilità per arrivare a quelli che sono i servizi.
Vedete, ci sono gli imprenditori che ci dicono: "Non ce la faccio, devo arrivare a fine mese", è vero, ci sono anche i cittadini che ci dicono: "Non ce la faccio a pagarmi quell'operazione e devo aspettare dieci mesi per avere un'operazione magari alla prostata: intanto devo stare con il sacchettino per dieci mesi, sennò devo pagarla e non sono pochi soldi". Purtroppo queste persone sono sempre di più e in un momento in cui aumenta la povertà assoluta, aumenta il divario tra la classe povera e la classe ricca questi sono problemi veri, sono programmi tangibili, non sono problemi nostri di minoranza, sono problemi dello Stato e sono problemi anche della Regione.
È su questo che noi abbiamo improntato, anche in modo in qualche modo positivo, quelle che sono le nostre proposte, quindi non è che chiediamo ai veneti di essere tassati, ma chiediamo un'alleanza tra di noi forte, anche trasversale, perché ci sono argomenti, come quelli delle crisi aziendali, che si rivolgono a tutti e affrontarli in modo partitico sarebbe la cosa più sbagliata, in termini anche di messaggio che stiamo dando verso l'esterno. Però l'impronta e la visione che vogliamo dare, per evitare che il famoso PNRR diventi un debito, perché il rischio c'è, c'è nel momento in cui noi non ragioniamo in politiche di investimento, ma in politiche di sussistenza o mera sussistenza.
Noi vogliamo, invece, creare politiche di investimento, che sono anche politiche di assistenza, ma perché sappiamo bene che il bisogno in futuro, sia da un punto di vista di posti di lavoro, sia di bisogno comunque delle persone, va anche in quella direzione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Tocca all'assessore Caner.
Prego, Assessore, con piacere.

Ass.re Federico CANER

Ecco, questo funziona, quello dell'assessore Marcato funziona; si fanno preferenze qua in Consiglio.
Io non volevo intervenire, però, dopo aver sentito l'intervento del collega Zanoni, sono costretto a fare alcune precisazioni in merito a un tema che lui ha citato, e le faccio in qualità di Assessore all'Agricoltura, sulla questione relativa alla flavescenza dorata. Il collega Zanoni ha fatto un intervento in cui, in maniera molto chiara ed esplicita, ha affermato che l'aumentare di questa malattia è frutto di una monocoltura che si sta avendo a livello regionale e faceva riferimento, ovviamente, al tema della viticoltura. Mi dispiace dire al consigliere Zanoni che innanzitutto bisogna conoscere i dati e anche cosa sta accadendo in merito alla flavescenza. Noi abbiamo circa 100.000 ettari a vitigno nella Regione Veneto a fronte di circa 800.000 ettari di SAU (Superficie Agricola Utile), il che significa che non abbiamo neanche un ottavo, o circa un ottavo della superficie dedicata alla viticultura.
Senza tener conto, tra l'altro, che la flavescenza dorata non colpisce in maniera uguale tutto il territorio regionale, ma va a colpire più alcune varietà rispetto ad altre e soprattutto alcune zone rispetto ad altre.
Anche questo è un tema che va tenuto assolutamente in considerazione. Come il fatto che l'effetto per cui negli ultimi anni la flavescenza dorata è tornata in maniera preponderante nel nostro territorio... Ricordo che la flavescenza dorata di fatto nasce dallo Scaphoideus titanus, detto volgarmente cicalina, che è uno dei vettori, ma il principale vettore di questa patologia, importata dall'America in sostanza, arrivata in Europa negli anni Cinquanta circa, si è sviluppata in Francia, è arrivata in Italia negli anni Settanta e in Veneto negli anni Novanta. Verso la fine degli anni Novanta era stata praticamente debellata, ma negli ultimi due-tre anni è ritornata assiduamente.
Perché è ritornata? Non perché, come dice il collega Zanoni, abbiamo troppa superficie a vite, perché, come vi ho appena detto, è un ottavo della superficie agricola che abbiamo nel nostro territorio, ma semplicemente perché negli ultimi anni si è spinto molto sull'agricoltura biologica e su tutto un sistema di sostenibilità – giusto, per carità, che anzi la Regione Veneto sta sostenendo –che ha portato sicuramente a fare dei trattamenti diversi, con dei princìpi attivi che indubbiamente sono meno efficaci per la lotta alla cicalina. Questo è un dato di fatto.
Guardate, non è che lo dico io perché voglio fare chissà quale tipo di allusioni, ma perché anche ieri abbiamo fatto un convegno – infatti mi ero assentato un'oretta da questo Consiglio per fare una videocall – in una conferenza dove si parlava proprio di flavescenza dorata con professori universitari dell'Università di Padova e di Verona, con il CIRVE, con il CREA, e dove il professor... – non Boato, l'altro, adesso non mi viene in mente – ha proprio fatto un riferimento chiaro a questa situazione.
Ovvio, non è che stiamo dicendo che è responsabilità dell'avvento del biologico, anche perché, ripeto, come Regione stiamo tutti lottando sul tema della sostenibilità e, tra l'altro, le indicazioni che ci arrivano a livello europeo, di Commissione europea, con l'Agenda 2030, col Farm to Fork, ci porteranno nei prossimi anni a continuare a investire su questa direttiva. Il PSR prossimo, 2021-2027, avrà circa il 40% dei fondi dedicati proprio alle aziende che fanno anche questo passaggio, però dobbiamo anche essere franchi e dirci le cose come stanno: una delle principali motivazioni per cui è ritornata questa patologia è appunto per effetto di questo vettore che non riesce più ad essere contrastato efficacemente.
In soldoni cosa abbiamo fatto? Noi abbiamo approvato un emendamento molto importante e ringrazio anche l'assessore Calzavara che mi ha messo a disposizione delle risorse specifiche in tal senso (350.000 euro per quest'anno e altri 350.000 euro per il prossimo e l'altro ancora a venire), quindi per tre anni, per fare cosa? Per fare soprattutto attività di monitoraggio, di ricerca, di presenza della malattia e del vettore, per individuare i momenti anche più opportuni per l'esecuzione dei trattamenti. Ricordo che alcuni principi attivi che sono stati vietati dal Ministero dell'Agricoltura per la viticoltura non sono stati vietati per esempio per gli alberi da frutto. Quindi abbiamo questo paradosso: alcuni potrei anche citarveli, me ne viene anche in mente uno che è difficile da pronunciare, che è il clorpirifos, che è vietato per quanto riguarda il trattamento delle viti, però, per esempio, viene tranquillamente utilizzato nei meli o in altri alberi da frutta.
Questo anche per dire cosa? Che i Consorzi di tutela, sia del DOCG e DOC, sono molto attenti alla sostenibilità perché anche nei loro disciplinari sono stati vietati molti prodotti considerati o comunque attenzionati per la salute nostra e dell'ambiente.
Questo per dire che dobbiamo assolutamente confutare quella idea malsana ormai, che la vite e il trattamento delle viti o questa piantagione sia la peggiore nella nostra Regione o che sia frutto proprio dell'utilizzo indiscriminato di fitofarmaci e quant'altro.
Non è assolutamente così, anzi, da questo punto di vista posso dire che proprio questo tipo di coltura è quella più avanti per quanto riguarda la sostenibilità ambientale e la ricerca continua per utilizzare prodotti diversi, così come anche per studiare la possibile presenza di nuovi genotipi di fitoplasma, proprio sulla flavescenza dorata oppure anche per creare i cosiddetti vitigni resistenti ed evitare quindi che si utilizzino ancor meno, in futuro, prodotti per trattare le viti.
Con questi 350.000 euro noi stiamo facendo con le Università, e non solo, anche con i Consorzi di tutela, con le associazioni di categoria, con le OP, con le organizzazioni dei produttori, questi incontri importanti, anche incontri tecnici formativi. Un altro problema, collega Zanoni, per cui si diffonde questa malattia, è che purtroppo c'è anche una sorta di ignoranza da parte di alcuni viticoltori, che non conoscono la malattia, la prendono non per tempo, quindi quando ormai si è già sviluppata o quando l'animale è cresciuto, è diventato adulto e quindi comincia a fare maggiori danni. È fondamentale fare formazione, spiegare a loro, perché a volte confondono la flavescenza dorata con altri tipi di malattie della vite.
È importante su questo fare formazione non solo ai viticoltori, ma farla anche agli agronomi, che spesso affiancano i viticoltori. Non tutti, purtroppo, da questo punto di vista sono preparati e conoscono la malattia. La gran parte fortunatamente la conosce, però, ripeto, essendo una malattia che è ritornata, che era stata praticamente debellata, probabilmente negli ultimi anni non eravamo neanche più tanto abituati a trattarla.
Faremo incontri tecnici e attività formative, un controllo sull'attività vivaistica, anche questo è molto importante, sia sulle piante madri marze, sia anche sulle piante madri porta innesti, per esempio, cosa molto importante.
Con una delibera che porterò la prossima settimana, ho istituito un tavolo tecnico-scientifico, fatto sempre dall'Università, ma anche da gente del territorio, gente che si sporca le scarpe entrando nei vigneti, proprio per creare molte buone pratiche per aiutare i nostri viticoltori a contrastare questa malattia. E attenzione: non è solo con l'utilizzo dei trattamenti, che con delibera renderemo obbligatori, due all'anno, ma anche con una serie di buone pratiche, compresa la capitozzatura, cioè il taglio della vite: bisogna avere il coraggio di farlo, non è semplice, ma tanti lo stanno già facendo, quindi appena si vede la malattia subito intervenire tagliando la vite ad evitare che vada a propagarsi.
Questo va fatto in determinati momenti dell'anno e quindi anche su questo dovrà essere fatta un'importante informazione.
Chiudo con il quinto punto che è previsto da questo tavolo tecnico, che deve affrontare e trovare delle soluzioni, che riguarda, appunto, la ricerca e la sperimentazione.
Questi soldi che noi mettiamo – lo dico – non sono soldi che vengono dati ai viticoltori per ristorare i danni, ma è per fare ricerca e sviluppo, anche nel segno della sostenibilità e quindi cercare di combattere questa malattia.
Comunque, come vede, consigliere Zanoni, la Regione su questo tema non è ferma e soprattutto non si può dichiarare, come lei ha fatto, che la flavescenza dorata nasce dal fatto che ultimamente c'è una monocultura della vite in Regione Veneto, perché non è assolutamente così.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore.
Prego, collega Possamai.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI


PRESIDENTE

L'usura del microfono del Capogruppo. Prenda pure il posto dello speaker.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Prima di tutto – e non è una frase di cortesia – finalmente una discussione politica seria e approfondita, con tesi e con posizioni anche molto distanti, ma valide. C'è stata una discussione politica oggi in quest'Aula, ripeto, ciascuno secondo le proprie opinioni e le proprie tesi. E anche, se posso, finalmente qualcuno che ha avuto il coraggio di dire cose che vengono magari sussurrate e non dette in quest'Aula, qualcuno che ha avuto il coraggio di dirle, nel senso che io mi sento di sottoscrivere in pieno quello che prima ha detto il consigliere Finco facendo un passaggio che non è passato per me inosservato, e cioè quando dice che, se dovessimo ragionare su un'addizionale IRPEF, al massimo lo potremmo fare per i giovani e per gli anziani, perché, da un lato, la denatalità e, dall'altro, l'invecchiamento della popolazione all'interno di tutto il territorio nazionale, ma che in Veneto è una questione dirimente... Solo per dare un dato: erano 60.000 gli over ottanta nella nostra regione nel 1970 e sono 360.000 nel 2020, quindi in cinquant'anni sei volte tanto. È evidente che si tratta di un tema che non può essere ignorato e che, però, può essere affrontato solo con risorse vere, con risorse importanti. Per cui, se ci dovesse essere un emendamento o più emendamenti al bilancio che di questo dovessero trattare, per quanto mi riguarda ci sarebbe già la volontà di sottoscriverlo. Devo dire che l'anno scorso, in maniera meno chiara, anche l'assessore Calzavara nella discussione sul bilancio dello scorso anno disse: "È un tema che dobbiamo valutare". Evidentemente la valutazione è andata male, ma ricordo bene che in quei giorni anche la stampa raccontò che quella valutazione anche per la maggioranza andava fatta.
Per quanto mi riguarda, e non appartengo sicuramente alla categoria dei "tassa e spendi" o dei vetero statalisti, penso che in un momento come questo avrebbe avuto ancora più senso, perché se c'è una cosa che il Covid ha dimostrato è che non siamo tutti uguali ma, anzi, che in un momento come questo chi era in difficoltà è andato ancor più in difficoltà oppure si sono create nuove povertà vere, profonde, e invece c'è chi, in questo anno e mezzo, in questi due anni, sicuramente non ha visto intaccata la propria capacità di spesa. Per cui, in assoluto, se c'era un momento in cui reinserire l'addizionale in Veneto, probabilmente erano proprio questi momenti.
Ma perché si decide di non reinserirla? Provo a dare una risposta. Perché credo che si stia tentando a fatica, a grande fatica – perché se uno guarda il bilancio del Veneto vede che questa roba avviene a grande fatica – di tenere in piedi non tanto i servizi, quindi mi riferisco in questo caso a quello che diceva prima il consigliere Finco, ma uno slogan di cartapesta, che è quella battuta per cui si dice il Veneto tax free. In realtà è un Veneto investment free, nel senso che siccome dite – e tutto sommato i dati ci dicono che è vero – che in Veneto non ci sono grandi elementi di inefficienza, la scelta di non applicare l'addizionale IRPEF sui redditi più alti significa che non avete neanche fiducia nella vostra capacità poi di spendere quelle risorse, altrimenti non si spiegherebbe la ragione, se provo a seguire il principio logico che avete applicato fino ad oggi.
Passo a un altro argomento. Prima si diceva che l'addizionale IRPEF viene cancellata nel 2009 con una conferenza stampa in cui c'erano Galan e l'assessore Coppola, che di fatto probabilmente intendevano fare un cadeau al nuovo candidato Presidente, che stava per diventare Presidente di questa Regione, e che però sostanzialmente si è deciso di non reintrodurla perché in questi 10 anni si è fatta la battaglia per l'autonomia, che, devo dire, assomiglia abbastanza a Waterloo per Napoleone, nel senso che sono passati 12 anni dal 2009 e non mi pare che ci sia stato un briciolo di autonomia in più. Colpa nostra, colpa vostra, colpa di Mattarella, colpa di non lo so, resta il fatto che non si è vista l'ombra di un baiocco e che in questi anni, per lo meno per una quota, al Governo c'è stata anche la Lega. Per cui alla fine su questo fronte devo dire che se il tema era non reintroduciamo l'addizionale perché speriamo di portare a casa l'autonomia, non mi resta che farvi un in bocca al lupo e dirvi però che, come abbiamo detto tante volte, su questo fronte anche noi ci siamo. Restiamo convinti che chiedere 23 materie rischi di assomigliare molto a non chiederne nessuna perché se decidessimo che su alcune materie specifiche facciamo una battaglia fino in fondo probabilmente sarebbe molto più facile ottenere dallo Stato una risposta positiva. Questa è una cosa che abbiamo già detto e che ripetiamo, ma noi su questo tema l'abbiamo detto tante volte e continuiamo a dire che, da parte nostra, la disponibilità a farla insieme c'è.
Riprendo solo, rapidamente, invece, il ragionamento più nazionale, nel senso che stamattina, mentre interveniva il capogruppo Villanova – cerco di non interrompere mai nessuno – mi è venuto spontaneo dire che sembrava più "giorgettiano" di Giorgetti, nel senso che a un certo punto ci ha spiegato che Draghi – è vero, tra l'altro – ha salvato in quel momento l'Europa e l'economia, in realtà, mondiale, con il "whatever it takes", quindi di fatto ci ha spiegato che in questo momento abbiamo alla guida del Governo, e su questo possiamo anche essere d'accordo, la figura più saggia e autorevole, forse, per confrontarsi con questi tempi difficili.
Non è esattamente quello che prima ha spiegato, ha teorizzato il consigliere Finco, che invece, in maniera assolutamente legittima e coerente con un'altra parte della Lega, che vediamo costantemente a livello nazionale all'opera, ci ha ricordato determinate cose. Intendo dire che è sembrato un po' quello che accade sul fronte romano, con la Lega di lotta e di governo. Lo dico per quale ragione? Lo dico perché in quest'Aula dobbiamo essere molto, molto chiari.
Per esempio, ho già avuto occasione di ricordarvelo: nella discussione parlamentare sul PNRR, la Lega, che un tempo era Lega Nord, che oggi ha sostituito il termine "nord" con il termine "Salvini", ha trasformato in una battaglia la richiesta di dare il 40% dei fondi del PNRR alle Regioni del Sud, facendoci una campagna con le carte e con i manifesti. La cosa che non può accadere è che veniamo in Consiglio e ci raccontiamo una storia, andiamo in Parlamento e ne raccontiamo una completamente diversa. Questo solo per amor di verità.
Detto questo, e mi avvio a concludere, mi sembra che la discussione di oggi abbia sancito perlomeno un punto: che ci può essere una scelta politica di introdurre oppure no l'addizionale IRPEF. In tutti i discorsi che ho sentito oggi, e non mi riferisco quindi solo e soltanto al discorso del consigliere Finco c'è – gli inglesi lo chiamano "wishful thinking" – un desiderio, una speranza nascosta che quell'addizionale possa far fare delle scelte, in questa Regione, e di poter fare delle cose per i veneti.
Non penso che l'addizionale serva perché qualcuno se la debba intascare, la debba nascondere, o perché debba finire nelle pieghe inefficienti dell'Amministrazione, visto che abbiamo detto che l'Amministrazione è efficiente, ma che quei soldi debbano servire per i veneti e per i veneti in difficoltà.
Noi speriamo ancora che ci sia la possibilità di ragionarci da quest'anno e, se non dovesse essere quest'anno, ci ragioneremo l'anno prossimo. L'unica cosa di cui siamo sicuri è che ancora una volta rischia di essere un'occasione mancata.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa se mi permetto di intervenire, ma avevo piacere anche di dare un contributo rispetto ad uno dei temi che è emerso proprio in ultima battuta durante questa discussione. Anzitutto, però, vorrei ricordare che adesso stiamo discutendo ovviamente quella che è la legge di stabilità, all'interno della quale ci sono tre emendamenti che ho deciso di presentare e che riguardano il tema dell'edilizia residenziale pubblica. Ma ce n'è uno in particolar modo che vorrei che venisse condiviso dall'Aula e che spero possa dare un contributo positivo alla realizzazione dei progetti che, anche negli scorsi anni, nella scorsa legislatura, ci eravamo dati come priorità.
Parlo della legge per la realizzazione dei boschi di pianura veneta: non so se l'assessore Caner ha notato che, all'interno di questo bilancio, questa è una legge che non ha, purtroppo, alcun finanziamento. Questo nonostante nell'ordinamentale, proposto proprio pochi mesi fa, vi fosse stata proprio una modifica della norma, in modo tale da renderla immediatamente e meglio applicabile all'interno del territorio e più efficace in termini di dimensione e di realizzazione degli interventi sviluppati dai Comuni o dalle associazioni interessate, meritevoli, appunto, di finanziamento da parte della Regione del Veneto.
Questo è un emendamento che ritengo non soltanto importante, ma essenziale, proprio perché rientra all'interno di una serie di priorità e di azioni condivise da realizzarsi per l'abbattimento del fenomeno, appunto, dell'inquinamento dell'aria nell'area di pianura e anche per ridare spazio ad una biodiversità che, purtroppo, a causa del progressivo abbandono dell'abitudine di avere boschi in pianura, si è naturalmente ridotta. Questo proprio per la garanzia non soltanto di biodiversità vegetale, che grazie alla realizzazione di boschi adeguati e autoctoni in pianura possono realizzarsi, ma anche per quanto riguarda la biodiversità animale.
In questo caso parlo anche di quelli che sono i report riferiti alla pericolosa e grave riduzione di specie avicole nel territorio e nella pianura veneta, proprio a causa della carenza di misure di mitigazione, per esempio legate anche al mondo dell'agricoltura in generale.
Questo per me è un obiettivo essenziale, che immagino raccolga anche non poco interesse da parte dei colleghi di maggioranza, tanto che negli scorsi anni questa legge era stata, in realtà, oggetto di diverse valutazioni positive e di un reintegro dell'iniziativa della Regione del Veneto, con molto entusiasmo anche da parte di realtà locali.
Detto questo, mi sentirei di fare due osservazioni. La prima è in riferimento a quanto anche prima i Consiglieri hanno osservato rispetto alla necessità di una misura integrativa per quanto riguarda l'addizionale IRPEF all'interno di questo bilancio. Devo essere sincera, colleghi, è un tema che in realtà oggi è stato portato dai colleghi, l'anno scorso ho presentato un emendamento, sottoscritto anche dalla consigliera Ostanel, proprio su questa misura, ma quell'emendamento era un emendamento della passata legislatura. Cioè, prima già dell'emergenza Covid si sentiva la necessità di integrare misure in particolar modo per agire su quei settori che in realtà si sentono più abbandonati. In questo caso penso alla questione del sociale, che è stata tirata fuori da tutti durante la discussione, da colleghi di minoranza, ma anche da colleghi di maggioranza, che riconoscono quelle carenze in particolar modo nelle aree rurali, nelle zone montane, così come anche i dati statistici della Regione del Veneto ci restituiscono.
L'altro aspetto è proprio quello delle politiche giovanili. Siamo una di quelle Regioni che mancano anche di intraprendenza per quanto riguarda l'accompagnamento del giovane alla propria autonomia. C'è la possibilità di fare questo tipo di interventi e li abbiamo approvati anche negli scorsi anni nel Documento di economia e finanza. Mi rendo conto che siano complessi, ma c'è necessità di un investimento molto più deciso in questa logica, proprio per accompagnare al meglio una categoria che, ribadisco, è tra le categorie che più si sente esclusa dalle decisioni politiche nazionali, non soltanto regionali, del nostro territorio.
Questi due aspetti, insieme alla necessità di intervenire per quanto riguarda l'emergenza dell'aumento dell'età media e, di conseguenza, delle necessità di assistenza diretta sia domiciliare che non per le persone più anziane, ci interrogano rispetto all'utilità di un contributo che da questo punto di vista, ammetto anche parlandone nel territorio con le persone che possono essere interessate perché con redditi molto alti. Di per sé anche l'impatto dell'applicazione dell'IRPEF – lo vediamo anche dai dati – non è così pesante, così come invece per chi ha un reddito di 50.000 euro, di 40.000 euro; devo essere sincera, pesa molto di meno a queste categorie che a quelle con un reddito inferiore e che costituiscono il ceto medio, che però è più appesantito in termini proprio di costi e di servizi, che invece potrebbero essere garantiti dalla Regione grazie a contributi parziali o totali.
Ecco che quindi c'è la necessità di questa discussione. Apprezzo il fatto che in questa legislatura ci sia un'apertura alla discussione rispetto a questo. È evidente che c'è bisogno di passare poi ai fatti. Bisogna anche organizzare un'azione che sia non soltanto affrettata in epoca di bilancio, ma ben studiata prima e ritengo che questo tema potremmo riportarlo all'interno della Commissione competente quanto prima per prepararci al prossimo anno e alla previsione di ciò che si potrebbe fare con risorse aggiuntive, quali sono i settori che più hanno bisogno, calcolare quindi il fabbisogno e, di conseguenza, studiarlo anche in merito a un eventuale contributo aggiuntivo.
In ultimo, mi permetto di accennare due precisazioni o magari contributi che possono essere utili all'assessore Caner che purtroppo è uscito, ma se avete piacere di condividergli poi dopo questo pensiero rispetto alla questione della flavescenza dorata. Come dicevo anche in Prima Commissione, è un intervento che è stato richiesto non soltanto dalla Giunta, sollecitata naturalmente dalle categorie agricole, ma anche dai Consiglieri regionali che in Commissione Terza si sono fatti portatori di questa necessità, di questa urgenza. E, devo essere sincera, vorrei anche rassicurare: la flavescenza dorata si sta espandendo da est verso ovest ad un ritmo che in realtà era già calcolabile, perché in questi anni si è vista la crescita praticamente regolare, in questa fase è sicuramente un po' più esponenziale di prima, rispetto al numero appunto di cicaline presenti rilevate all'interno dei territori. In realtà, la previsione c'era di questo avanzamento. E avanza in Veneto, come appunto nell'area a est del trevigiano e del Prosecco, dove in realtà il biologico non è profondamente diffuso, anzi, rispetto ad altri territori del Veneto dove invece c'è una maggiore percentuale di aziende condotte in regime biologico in viticultura.
Leverei di dosso la preoccupazione rispetto al fatto che l'aumento sia dovuto alla questione della conduzione biologica dei vigneti, anche perché in realtà coloro che stanno conducendo le proprie aziende con questo sistema, per quanto riguarda la cicalina, hanno attivato magari anche in maniera più controllata una serie di interventi con diversi prodotti biologici che consentono di abbattere la cicalina e di ridurne la sua diffusione con diversi prodotti, dai sali potassici al lime fino appunto al piretro, in ambito di gestione della cicalina adulta, ed è questo il limite del piretro di per sé, ma che se affiancati ad una applicazione regolare e ben studiata possono dare risultati ancora più efficienti. Per esempio, lo dico per conoscenza a tutti i colleghi, ma potrebbe essere utile anche per la Giunta e la Regione, spingere su non soltanto le misure di estirpo che sono e devono essere obbligatorie da questo punto di vista, cioè non si può attendere aumentando il rischio, ma spingere sulla necessità di interventi tardivi nei mesi di autunno.
Nei mesi autunnali la temperatura è ancora alta, la cicalina è in piena attività e in piena vitalità: consentirebbe di intervenire in maniera più efficace e da questo punto di vista il settore del biologico, per esempio, questa iniziativa l'ha già attivata, così come altri: quest'anno, non soltanto negli scorsi anni così come è successo, anche su suggerimento quest'anno proprio della Regione del Veneto, si è intervenuti sulla cicalina americana, che è diversa dalla cicalina causa della flavescenza dorata, intervento che è stato consigliato di andare a trattare proprio nel periodo autunnale per questi obiettivi.
Per cui io rassicurerei sulla questione biologico e diffusione della flavescenza dorata. Vorrei dare un contributo proattivo al lavoro dell'Assessorato all'Agricoltura con una proposta: uno studio per capire se realmente la cicalina è l'unico patogeno causa della diffusione della flavescenza dorata, perché sicuramente è il principale vettore, lo scafoideo, ma l'avanzata così veloce di questa patologia rispetto appunto al numero di scafoidei rilevati attraverso l'attività di monitoraggio è impegnativa ed è da attenzionare.
Questo è quello che da un punto di vista pratico mi sento di condividere rispetto alla questione della flavescenza dorata, incitando e incoraggiando la Regione a valorizzare non soltanto l'obbligatorietà del primo e del secondo trattamento, ma ad accompagnare al meglio anche le aziende verso un processo di transizione biologica senza veicolare un messaggio sbagliato, cioè che l'agricoltura biologica aumenta il rischio di determinate diffusioni. Se l'agricoltore biologico, che svolge la propria attività con coscienza, con preparazione, è bene accompagnato anche dai tecnici e dai bollettini regionali e dall'Istituto Regionale che si occupa appunto della gestione, dello studio, dell'impatto delle patologie fitosanitarie, ecco che un agricoltore riesce a fare una scelta di qualità anche in termini d'obiettivo, perché sicuramente, per quanto riguarda la superficie agricola veneta, è necessario andare ad intervenire con una spinta anche politica e accompagnamento tecnico adeguato per una conversione verso il biologico.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Intervengo in maniera veramente telegrafica.
Siccome l'assessore Caner ha ripreso una piccola parte del mio intervento, quando avevo parlato della flavescenza dorata, tema che ha toccato adesso anche con approfondimenti e competenza la collega Guarda, non so se l'Assessore prima avesse sentito direttamente il mio intervento o se gli fosse stato riferito, però volevo chiarire due questioni che lui ha sollevato. Innanzitutto dice che io avrei detto che la causa di questa espansione della flavescenza dorata è dovuta ai tanti vigneti. No, io ho detto una cosa ben diversa. Ho detto che, essendo una presenza importante quella dei vigneti, e l'incremento di ettaraggio annuale lo dimostra, se c'è in circolazione la cicalina portatrice della flavescenza dorata è più facile che la cicalina trovi queste coltivazioni. Ma non ho mai detto che è la causa, ci mancherebbe altro. Io non sono un esperto. Faccio delle considerazioni che possono fare tutti. Più impianti vitivinicoli ci sono in giro, più è facile, se arriva questo parassita portatore, che li trovi. Facevo anche riferimento agli allevamenti intensivi di pollame in particolare, sui quali ci sono norme regionali che prevedono una certa densità massima e delle distanze di sicurezza da mantenere.
Un'altra cosa che avrei detto io, ma che volevo chiarire è che sarebbero fondi per i viticoltori. L'emendamento di ieri l'abbiamo letto e sappiamo benissimo che è per ricerca, quindi, va benissimo fare approfondimenti e capire questo meccanismo. Tra l'altro, al 99% posso dirle che come Gruppo abbiamo votato a favore dell'emendamento a firma dell'assessore Calzavara relativo a questa ricerca che avete deciso di finanziare.
Volevo solo fare questa precisazione, Presidente.

PRESIDENTE

Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Devo dire che dopo il wishful thinking del collega Possamai intervenire è un dovere morale. Il collega Possamai sicuramente è molto bravo a vedere la pagliuzza nell'occhio di chi gli sta davanti dal punto di vista soprattutto della politica europea. Dopo, però, si dimentica di guardare la trave. Perché? Perché è vero quello che ho detto prima, penso che ormai sia storia: chi ha salvato l'euro è stato il Presidente della BCE. Ma da chi l'ha salvato? L'ha salvato da chi, in Unione europea, voleva andare avanti con una politica rigorosa di austerity e avrebbe portato l'Unione europea a schiantarsi. E da chi era sostenuta questa politica di austerity? Anche da voi. Era sostenuta in Europa, e in Italia con il Governo Monti, perché diceva bene prima la collega Camani, quando ha detto che la nostra Costituzione è stata modificata ed è stato inserito il pareggio di bilancio, con l'appoggio, praticamente, di tutte le forze politiche. Ma chi ha un po' di memoria storica si dovrebbe anche ricordare in che condizioni è stata fatta quella modifica della Costituzione: nel momento in cui l'Italia sotto attacco dal punto di vista finanziario non aveva nessuna possibilità di scelta sulla manovra da fare. È stata un'imposizione che ci è arrivata dall'Unione europea, attraverso quello che dopo è stato il Governo Monti, se volevamo avere gli aiuti da parte della BCE.
Io penso che sia utile ricostruire anche com'è andata, e sarebbe utile anche un minimo di autocritica. Se c'è stata quella politica di austerity, che come dicevo prima, è morta di Covid, è perché qualcuno pensava che fosse la strada giusta dal punto di vista economico. Su questo sfido chiunque a dire che il nostro Partito non avesse denunciato il fatto che la politica di austerity, oltre ad essere inutile, era anche dannosa per quella che era l'economia del nostro continente.
Vogliamo ricordare cosa ha portato dal punto di vista della crisi della Grecia? Una crisi che si poteva risolvere con 10 miliardi di euro costata all'Europa 250 miliardi di euro grazie a questo tipo di politica.
Consiglio, quindi, un po' di prudenza quando si fa la morale sui comportamenti politici degli altri Partiti, degli altri Gruppi. Come consiglierei un po' di prudenza nel definire l'autonomia la "Waterloo" del nostro Partito. O ci dite che questa partita voi non volete giocarla, e vi togliete il sorrisino dalla faccia ogni volta che parlate di autonomia, oppure dovete smettere di raccontare ai veneti che voi siete a favore della battaglia sull'autonomia. È inutile continuare a dire una cosa quando andate a fare campagna elettorale sul territorio; è inutile cambiare il logo del vostro Gruppo regionale, qui in Consiglio regionale del PD, mettendoci il leone e mettendo i colori della bandiera veneta, se poi siete i primi a ridere quando parlate di autonomia, qui, in Consiglio regionale.
Quando la consigliera Camani prima ci ha fatto un elenco dicendo: "Io non so qual è la soluzione a questo problema, se aumentare le tasse o fare indebitamento", signori, la soluzione è una sola e si chiama "autonomia". È una battaglia dei veneti, non è una battaglia della Lega, è una battaglia di veneti e molti veneti che sono andati a votare erano iscritti del PD. Se non ci credete voi in questa battaglia, sinceramente risulta difficile capire qual è la vostra impostazione che tenete a Roma.
Noi adesso abbiamo davanti la sfida epocale, noi possiamo andare avanti qui dieci legislature a chiederci se dobbiamo aumentare le tasse ai veneti oppure no, ma fino a quando non porteremo a casa l'unica soluzione strutturale ai problemi della nostra Regione, cioè portare a casa un'autonomia che sia vera, che ci dia la possibilità di usare i fondi di questo territorio con la compartecipazione per le aree svantaggiate, come diceva il Presidente, con tutte le forme di solidarietà nei confronti dei territori meno fortunati del nostro. Ma fino a quando non porteremo a casa l'autonomia noi non risolveremo mai i problemi che avete enunciato e che continuate ad enunciare.
Noi crediamo fermamente che, in una situazione come quella che abbiamo discusso in tutta la giornata, non ci sia bisogno di una Regione che entra in ogni settore dell'attività produttiva del Veneto, che entra in ogni azienda, ma io credo che sia importante che la Regione faccia il proprio dovere, cioè dare le migliori condizioni possibili alle aziende di poter prosperare grazie al proprio lavoro: quindi meno burocrazia, servizi più rapidi, più veloci e lasciare che le aziende facciano il proprio lavoro. Non hanno bisogno della Regione Veneto per crescere, per esportare, per fare il loro lavoro, ma hanno bisogno delle condizioni che può dare la Regione e questo possiamo farlo, lo stiamo facendo ed è questa la linea che vogliamo tenere anche nel prossimo futuro.
Chiudo con la provocazione che ci diceva stamattina la collega Camani sul fatto che noi siamo più bravi a fare propaganda. Beh, io mi ricordo che un suo ex Segretario aveva fatto una certa propaganda con la mancetta degli 80 euro, che gli portò una provvisoria vittoria elettorale, ma poi, a breve, abbiamo visto che non gli ha portato grande fortuna. Anche qui: guardiamo bene cosa abbiamo in casa prima di attaccare gli altri.
Grazie.

PRESIDENTE

Possamai. Io ho prima lei, Possamai.
No, lei è ancora lì. Adesso non c'è più.
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io ho assistito e ascoltato con molto interesse il dibattito di oggi. Ora che spero passeremo presto alla fase emendativa capiremo se e come il dibattito di oggi si tradurrà in scelte concrete.
Mi è sembrato un dibattito importante, l'ha detto il capogruppo Possamai, ma lo aveva anticipato nella discussione di questa mattina anche il capogruppo Villanova, e vorrei provare a restare su quel tema. Vede, capogruppo Villanova, se parliamo di capacità di visione, se parliamo di intelligenza nell'interpretare le grandi fasi storiche della vita europea, si fa in fretta ad andare su Google, digitare "Salvini PNRR" e leggere le frasi che il capo politico del suo Partito dichiarava a dicembre, proprio nei mesi drammatici in cui l'Europa si interrogava se quella austerity potesse avere senso o se, invece, poteva essere una fase nuova. Ebbene, le Ansa dicono che Matteo Salvini si schiera in maniera netta contro l'accordo del Recovery Fund: "Porterà ad una nuova austerity"; "Condurrà l'Europa al fallimento"; "Ipoteca le politiche economiche e sociali dei prossimi Governi"; "Se fosse per la Lega, non si farà"; "Quando torneremo al Governo lo cancelleremo".
Collega Villanova, lo dicevo all'inizio, se facciamo l'elenco degli errori di chi ci ha preceduto è una guerra al massacro. Noi, invece, oggi, siccome io credo che non possiamo discutere se avesse ragione o torto Salvini, o se avesse ragione o torto Matteo Renzi quando fece l'operazione di restituzione fiscale di una parte dell'IRPEF che il ceto medio in quella fase doveva pagare al posto dei più ricchi, perché quella fu l'operazione degli 80 euro, io credo che oggi sbagliamo l'obiettivo. Noi dobbiamo chiederci cosa possiamo fare noi, oggi, che abbiamo questa grande responsabilità di governare una delle Regioni più importanti, il Veneto, per dare risposte concrete ai cittadini.
Il tema dell'autonomia – e ci torno soltanto perché lei e altri prima di lei lo hanno rievocato – davvero non ha nulla a che fare con la discussione di oggi, non perché non potrebbe avere in teoria delle attinenze, ma perché dopo tutti questi anni, dopo quattro anni dal referendum dell'autonomia, almeno dal punto di vista istituzionale, di risultati concreti non ce ne sono. Io penso che la discussione dentro questo Consiglio dovrebbe avere attinenza con fatti concreti. Quando ci sarà qualche novità nel campo dell'autonomia, non si preoccupi, capogruppo Villanova, il Partito Democratico non farà mancare il proprio contributo, che in parte abbiamo anche già anticipato. Lo ha anticipato il capogruppo Possamai, ma lo diciamo ogni volta che abbiamo l'occasione di dirlo. La richiesta dell'autonomia nelle 23 materie è una bandierina che può servire come slogan, ma che io credo in questo momento non dica nulla ai cittadini del Veneto.
L'idea di poter immaginare che per sopperire alle mancanze delle politiche regionali si possa continuare a sventolare una bandiera funziona fino a un certo punto. Poi arrivano i problemi concreti da risolvere.
Ho anche fatto notare come le risorse ingenti che dal Governo e dall'Europa sono arrivate nello scorso anno e arriveranno nei prossimi anni vanno ben oltre il concetto totalmente discutibile di residuo fiscale. L'autonomia quindi può rimanere una bandiera, può anche rimanere una frontiera ideologica da approfondire, ma non è l'oggetto della discussione di oggi, che invece, secondo me, è su tutto un altro piano.
A me piace tanto fare polemica, ma non mi interessa farmi trascinare lontano dall'oggetto della nostra discussione. Il punto è semplice: stiamo discutendo di questo bilancio da due giorni; abbiamo discusso del DEFR la settimana scorsa; abbiamo posto una serie di temi rispetto ai quali, oggettivamente le risposte non sono all'altezza. Abbiamo anche chiesto – lo ha fatto bene la consigliera Ostanel – della disponibilità in prospettiva di ragionare di cosa vogliamo fare di questa Regione.
Se noi chiediamo quali sono le intenzioni della Regione rispetto al tema delle diseguaglianze crescenti e la risposta è che è colpa del PD perché ha sostenuto il Governo Monti, io penso che siamo un po' fuori bersaglio. Se io chiedo quali sono gli investimenti che la Regione del Veneto è in grado di mettere in campo, oggi, di risorse proprie, per fronteggiare le sfide del futuro, e la risposta è: "Quando ci daranno l'autonomia, vedrete che bravi che saremo", a me francamente va benissimo, ma ho come l'impressione che siamo appunto fuori obiettivo.
Io non vorrei davvero che la discussione andasse lontano dall'obiettivo, anche perché abbiamo una complessa manovra emendativa da valutare, che potrà anch'essa essere oggetto di una discussione approfondita, ma stiamo sul nodo concreto, che non è tanto un rimpallo delle responsabilità. Come ho detto nel primo intervento che ho fatto oggi, non è non solo nelle mie intenzioni, ma direi neanche nelle possibilità delle minoranze, che contano dieci soli Consiglieri in tutto il Consiglio regionale e lo ha detto il consigliere capogruppo Possamai, se non sbaglio, alla prima riunione di questo Consiglio: "Grande consenso, grande responsabilità".
Mi chiedo: se non è il governo del 70%, che ha tutta la possibilità di assumersi, pienamente legittimato dal voto, una responsabilità per il futuro, chi mai lo sarà?
Il vicecapogruppo Finco ci ha spiegato nel dettaglio come è andata la vicenda della cancellazione dell'addizionale IRPEF, dandoci anche una lettura di commenti di retrobottega, che io condivido: cioè noi siamo una Regione che è arrivata alla cancellazione dell'addizionale IRPEF quasi per fare un dispetto a chi sarebbe arrivato dopo, quasi per mettere in difficoltà chi sarebbe arrivato dopo. Questo proprio perché anche chi l'ha cancellata sapeva che sarebbe stata una manovra che avrebbe prodotto delle conseguenze prima o poi.
Io credo – e su questo davvero chiudo – che noi forse oggi dovremmo smetterla di giocare un braccio di ferro tra ciò che facciamo e ciò che raccontiamo ai cittadini; dovremmo uscire dal mood per cui ciò che conta è ciò che appare, ciò che importa è ciò che comunichiamo. La politica e le scelte non si fanno in conferenza stampa a reti unificate da Marghera: le politiche si fanno traducendo intenzioni in azioni.
Usciamo dalla retorica del Veneto tax free, che non è tax free – e anche questo l'ha spiegato bene la consigliera Ostanel – e affrontiamo in maniera laica il tema. Anche il consigliere capogruppo Speranzon ha posto questioni che io ho condiviso: il tema della demografia, la centralità delle politiche per il lavoro. Se io ho bisogno di lavoro, se io ho bisogno di avere una scuola paritaria per i figli, non è che penso al Veneto tax free, penso che ho bisogno di quel servizio.
Io direi: proviamo a fare uno sforzo, visto l'impegno che tutti stiamo mettendo in questa discussione sul bilancio, che anch'io, come lei, capogruppo Villanova, reputo positiva, per stare nel merito dei problemi e io penso che le condizioni che ci stiamo dando non aiutino la soluzione dei problemi.
Per tutte queste ragioni e sperando di arrivare presto alla fase emendativa, sono convinta che, anche dopo questa discussione, tutti i temi che abbiamo posto siano assolutamente ancora aperti.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Io sarò molto breve perché...

PRESIDENTE

Non le ho dato la parola. Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Chiedo scusa. Sarò breve perché ha detto moltissimo la correlatrice Camani, ma ci tenevo a rassicurare il capogruppo Villanova che nessuno augura a lui o al presidente Zaia di andare presto a Sant'Elena. Waterloo era un riferimento al fatto che... No, era un altro riferimento storico. Però, penso che in questi dieci anni quella battaglia fino ad oggi sia una clamorosa sconfitta, la sconfitta, nel senso che non siamo stati noi, perché non siamo noi a guidare questa Regione da tanti anni e non abbiamo caricato di un significato e di una portata storica quella battaglia, quindi sta nel campo vostro da questo punto di vista. Ma l'auspicio, e non è soltanto un auspicio, che abbiamo tutti è che in realtà quella battaglia sia ancora una partita aperta.
Qual è il grande rischio che vediamo e che sottolineiamo? È che quella battaglia, combinata con il tema dell'addizionale IRPEF, diventi il grande alibi. Cioè, non mettiamo l'addizionale IRPEF perché stiamo continuando la battaglia sull'autonomia, ma fino a quando le due cose si tengono insieme? Lo sapete bene perché alle Commissioni partecipate tutti. Non vedo più il consigliere Finco, ma il consigliere Finco ha detto una cosa imprecisa nel suo intervento, perché dice: "Ma dove sono queste categorie economiche, questi sindacati che si lamentano perché la Regione non dà risposte?". Il consigliere Finco non fa parte della Prima Commissione o almeno non c'era... No, cosa? Allora ho capito male io. Può essere che... Non mi sembrava che il tema fosse questo.
Detto questo, vado a dire quello che volevo dire. Io me la ricordavo diversa. Io sono rimasto molto colpito nel corso delle audizioni di quest'anno, perché abbiamo avuto trasversalmente alle categorie economiche, che fossero Confindustria o chi rappresentava i piccoli imprenditori, fino a chi rappresentava le attività legate all'agricoltura, un messaggio di dolore rispetto ad una Regione che non c'è. La risposta è sempre la stessa, o meglio, vengono alternate due risposte: "Non abbiamo i soldi perché siamo l'unica Regione in Italia tax free perché non abbiamo messo l'addizionale"; oppure, l'alternativa è: "Presto arriverà l'autonomia e con l'autonomia faremo tutto".
La nostra proposta, è una proposta politica, quella che vi facciamo, è: spaziamo gli alibi, individuiamo quali sono le materie prioritarie, cioè quali sono le materie su cui veramente val la pena di portare avanti una battaglia e chiedere i trasferimenti allo Stato, perché così diventa una battaglia credibile fino in fondo e su questa battaglia, anche vista la fase politica, anche visto il contesto nazionale, ci troverete disponibili a lavorare insieme.
L'alternativa è tirare avanti la palla per spiegare perché non si fanno le cose.
Grazie.

PRESIDENTE

Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Buonasera a tutti.
Vi ringrazio per questa importante discussione che ha visto il Consiglio regionale impegnato quasi sei ore. Credo che mai il Consiglio regionale abbia dedicato così tanto tempo alla legge di stabilità, a testimonianza... Del tema.
È chiaro che l'applicazione o meno dell'addizionale IRPEF è dirimente rispetto a questo articolo ed è una discussione che abbiamo iniziato l'anno scorso, che è proseguita quest'anno, approfondendola, sentendo anche una serie di considerazioni che in alcuni casi sono fortemente condivisibili, ma che cercherò di spiegare perché riteniamo che questo non sia l'anno giusto per applicare l'addizionale IRPEF, giusto per smentire questa idea che si vada soltanto a replicare uno slogan, e quindi, siccome abbiamo detto per undici anni che il Veneto è tax free, lo diciamo anche per il dodicesimo anno.
Non è così, e cercherò di spiegarlo non prima di aver ringraziato i 41 Consiglieri di maggioranza che hanno pazientemente ascoltato queste cinque ore di relazioni, di confronto, che rischiano di passare per quelli che non hanno idee su cosa o come si potrebbero utilizzare, ad esempio, quei 170 milioni che sono stati oggetto di proposte da parte della minoranza.
Ognuno di questi 41 Consiglieri, così come ha testimoniato l'intervento del consigliere Finco, credo che abbia la sensibilità, ognuno per le proprie conoscenze e le proprie sensibilità, per presentare emendamenti, progetti, idee che naturalmente poi dovrebbero trovare una copertura di spesa. Il fatto che la maggioranza non abbia prodotto emendamenti o che in alcuni casi li abbia ritirati, come ha fatto Forza Italia, agevolando anche i lavori ieri, è la testimonianza comunque di una maggioranza che si riconosce in questo percorso, che tiene conto delle risorse che sono disponibili, che vede gli Assessori regionali costantemente a confronto con gli stakeholder che, quindi, credo abbiano pienamente consapevolezza di quelle che sono le risorse, ma che oggi si ritiene non debbano essere messi nelle condizioni di avere ulteriori risorse proprio perché riteniamo che il contesto sul quale stiamo vivendo non debba appesantire ancora di più la tassazione ai veneti.
Il contesto in cui stiamo vivendo è quello di una ripresa straordinaria del 6,3% e il Veneto farà di meglio nell'ultimo semestre. Dobbiamo cercare di rendere questa crescita strutturale (si parla di una crescita del 4% per il 2022) e ci sono spinte inflazionistiche importanti, che rischiano di andare a compromettere anche una tenuta di quelli che sono determinati conti e determinate proiezioni che vedremo nel corso dei prossimi anni.
Questo scenario, che vede il Veneto avere la capacità di essere ancora più performante in un contesto nazionale che vede – l'OCSE lo ha detto, credo, ieri o oggi – l'Italia che, con il 42,9%, è la Nazione sull'area mediterranea con la più alta tassazione PIL (e poi si arriverà tra il 65% e il 70% attraverso tassazione diretta e indiretta), quindi non è questo il momento di aumentare ulteriormente le tasse, nel momento in cui il Governo sta pensando di utilizzare alcune risorse proprio per abbassarle e cercare di agevolare ancora di più una ripresa che deve rendersi strutturale.
In un momento – e lo ha detto più volte più di qualche intervento – in cui stiamo vivendo una fase storica, non si può considerare questo bilancio come un bilancio che deve necessariamente tener conto di quello che succederà da qui ai prossimi mesi con i fondi del PNRR. Faccio l'esempio più semplice, lo abbiamo detto alla fine dell'approfondimento sul DEFR: la collega Camani parlava di indebitamento e se noi oggi avessimo proposto una manovra di nuovi investimenti, ad esempio sugli asili nido, ci saremmo trovati 143 milioni di euro destinati al Veneto che vanno in quel settore.
È un anno in cui inevitabilmente vanno attenzionate tutte quelle che potranno essere le risorse messe a disposizione della nostra Regione (il Presidente parlava di 15 miliardi di euro), che vorrebbero cambiare lo scenario della nostra Regione, cercando di andare a soddisfare, soprattutto in termini di investimenti, alcuni bisogni che ci sono, a cui nel corso degli anni si è cercato di adempiere, ma che naturalmente, attraverso un booster come potrà essere il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Next Generation EU, gli oltre 30 miliardi di euro che il Governo ha messo a disposizione, metteranno nelle condizioni la nostra Regione di essere capace di spenderli meglio, come abbiamo visto, e più velocemente degli altri.
Qui ritorno alla capacità del Veneto di rendere una Regione performante, perché il percorso che ha fatto il presidente Zaia dal 2010 ad oggi è quello di trasformare una Regione che aveva un bilancio faticoso, che molto probabilmente si è tentato di rendere ancora più faticoso togliendo l'addizionale IRPEF, nella Regione d'Italia dove la spesa pro capite per il funzionamento del personale è la più bassa. Questa è la testimonianza di un'attenzione verso l'efficienza amministrativa, che credo sia quella che poi premia dal punto di vista anche del consenso, perché la politica costa poco, la politica ha la capacità di andare a intervenire in sacche di inefficienza e far sì che quei 1,3 miliardi... Il bilancio della Regione non è di 17 miliardi di euro, come qualcuno diceva prima, il bilancio vero della Regione è 1,316 miliardi: sono quelle le risorse per le politiche regionali, da cui poi si toglie tutta quella che è la spesa obbligatoria o comunque spesa che nel corso degli anni ormai si è ripetuta e va a finanziare quelli che sono i tradizionali capitoli.
Ecco che allora questa capacità, che ha fatto sì, ad esempio, che venisse assorbito il Fondo anticipazione liquidità, che costa 73 milioni di euro all'anno per la Regione del Veneto e quindi sono risorse che, soltanto attraverso un'attenta e costante valutazione di quelle che potevano essere le spese necessarie, ci ha messo nelle condizioni di avere un bilancio che credo sia un vanto per la nostra Regione.
Su questo una valutazione su quella che è la spesa virtuosa e quindi l'idea che una forte disponibilità di risorse possa necessariamente essere tutta impiegata e quindi spesa nel migliore dei modi, tenendo conto di una spesa buona, così come dice Draghi, così come c'è il debito buono, deve essere tenuta in considerazione.
C'è la necessità, da questo punto di vista, di creare le migliori condizioni affinché, se in un prossimo futuro – io ribadisco che nel 2022 non ci sarà l'addizionale IRPEF – le condizioni al termine del 2022, una volta verificate tutte quelle che saranno le risorse del PNRR, dovesse portarci a iniziare a pensare a politiche che vadano incontro, ad esempio, ai temi che ha evidenziato il collega Finco, quello della demografia e quindi quello degli anziani e dei giovani...
Anche sugli anziani, questa idea che tutti i giovani partono e vanno in giro, qualcuno tornerà anche, no? C'è chi va a fare un'esperienza, anche personale, così come probabilmente è giusto che sia, ma perché fa parte di un Veneto e dei veneti, che forse vent'anni fa avevano paura di andare in Inghilterra perché non parlavano l'inglese, ma oggi probabilmente c'è il sogno di poter girare l'Europa, di potersi fare altre esperienze fuori da quello che è l'enclave della comfort zone che potrebbe essere tipica di alcune realtà nostre, e quindi di andarsi a confrontare anche dal punto di vista lavorativo per crescere dal punto di vista esperienziale. Credo che poi queste esperienze torneranno.
È un percorso che, secondo me, è troppo presto per andare a misurarlo, se questi ragazzi andranno in giro. Ma forse qualcuno è giusto che rimanga anche in giro. Se poi lì trova le migliori condizioni per fare quello che effettivamente gli dà soddisfazione, non è che dobbiamo vedere questa idea come un depauperamento di cervelli del nostro territorio. Bisogna creare le condizioni, e naturalmente cercheremo di farlo anche attraverso i fondi del PNRR e tutto il tema dell'innovazione digitale, di creare infrastrutture che abbiano capacità di far tornare i veneti in un territorio che sa di essere contemporaneo, perché connesso con il mondo. È una delle sfide che vivremo nei prossimi anni.
Credo che da questo punto di vista fondi del PNRR e legge quadro sull'autonomia saranno i temi del 2022. Al termine del 2022 avremo un quadro sicuramente più chiaro di quelle che sono le risorse, soprattutto dal punto di vista degli investimenti, che ci permetteranno di utilizzare al meglio le risorse e programmare quelli che riteniamo siano i bisogni della seconda fase del mandato 2020-2025.
Nella discussione di ieri la collega Camani faceva un riferimento che io dicevo il 2026. No, il 2026 è la conclusione dei progetti del PNRR e in quel momento noi sicuramente presenteremo un Veneto ancora più efficace ed efficiente.
Non posso accettare questa idea di un Veneto no investment, perché credo che alcune delle situazioni che si stanno concretizzando nel nostro territorio, penso alle Olimpiadi e alle risorse che sono arrivate attraverso una candidatura: magari sono soldi di carattere nazionale, ma se non c'era qualcuno che si inventava la candidatura di Cortina all'interno del contesto olimpico queste risorse non sarebbero mai arrivate. Così come la creazione di un polo della salute a Padova per 800 milioni non può essere derubricato a un puro aggiornamento di un ospedale.
Sono scelte importanti, che ci porteranno sicuramente a vedere un Veneto, al termine di questa legislatura, ancora più capace di interpretare i bisogni dei veneti, ma di cogliere al meglio tutte le opportunità che l'Europa ci sta dando. E vi ricordo che dei soldi che ci dà il PNRR due terzi sono debito e un terzo è investimento, e i debiti andranno pagati. Dal 2026, se noi non riusciremo a garantire questa crescita a livello nazionale, un ritorno a una tassazione più importante sicuramente ci sarà e non potremo mettere, a una tassazione aumentata, un ulteriore costo della Regione del Veneto.
Grazie.

PRESIDENTE

Bene.
È chiusa la discussione generale.
Passiamo all'articolato.
Sull'articolo 1 ci sono emendamenti.
Emendamento n. B0011 presentato dalla consigliera Baldin, allegato 1, modificativo, che prevede:
All'allegato 1 sono state riportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
M04 ISTRUZIONE E DIRITTO ALLO STUDIO
P03 EDILIZIA SCOLASTICA"
L.R. 59/1999 "Nuove disposizioni in materia di intervento regionale per l'ampliamento, il completamento e sistemazione di edifici scolastici per le scuole materne elementari e medie
+1.000.000,00
+1.000.000,00


M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P01 FONDO DI RISERVA
L.R. 39/2001, art. 18
-1.000.000,00
-1.000.000,00


Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2022 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Prima la collega Baldin, poi Sandonà.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Iniziamo adesso la fase emendativa. Io ho presentato alcuni emendamenti. Vado ad illustrare quelli che secondo me sono importanti e meritevoli di attenzione da parte dell'Aula.
Questo prevede una variazione di 1 milione di euro per l'ampliamento, il completamento e la sistemazione di edifici scolastici per Scuole Materne, Elementari e Medie.
L'incremento, in questo caso è finalizzato a garantire la messa in sicurezza degli edifici scolastici attualmente oggetto di decadimento, con grave rischio per l'incolumità degli studenti, al miglioramento e all'eventuale realizzazione delle strutture sportive scolastiche e, infine, alla realizzazione di interventi per il risparmio energetico degli edifici scolastici.
Proprio su questa ultima parte ricordo che siamo in un'epoca in cui si sta investendo molto proprio sul patrimonio immobiliare in Italia. Spero che anche il Veneto si faccia promotore di queste iniziative, perché come abbiamo ricordato spesso, siamo in un momento particolare in cui bisogna fare investimenti. Credo che un grande esempio sia stato dato proprio da quella norma, il super ecobonus del 110%, che è una misura straordinaria per il nostro patrimonio immobiliare, che dà la possibilità di ammodernare e far risparmiare anche i cittadini, dando la possibilità a loro di avere anche case non solo più efficienti, ma che acquistano valore.
Questa norma è proprio sulla scia di quanto sta avvenendo a livello del nostro Paese, cercando di dare un contributo e un sostegno proprio al rifacimento delle nostre scuole. È quindi anche un aiuto e un sostegno concreto ai nostri bambini, ai nostri ragazzi che frequentano le scuole.

PRESIDENTE

Collega Sandonà, prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Volevo comunicare che in Ufficio di Presidenza della Prima Commissione sono stati ritirati gli emendamenti n. B0002, n. B0003 e n. B0004. Grazie.

PRESIDENTE

Mi dà anche il parere sull'emendamento n. B0011?

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Sull'emendamento n. B0011 parere contrario.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0011.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. B0002 è stato ritirato, come diceva il Presidente della Commissione.
Emendamento n. B0010 presentato dalla consigliera Ostanel, allegato 16, aggiuntivo, che prevede:
All'allegato 01 sono state apportate le variazioni di cui alla tabella che segue:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
Anno precedente
Già previsti da PDLR 93
variazione 2022
variazione 2023
variazione 2024
MISSIONE 05 tutela dei beni e valorizzazione delle attività culturali
Programma 0501 valorizzazione dei beni di interesse storico
Titolo 2 Spese in conto capitale
L.R. 02-2001 intervento regionale a favore dei centri storici dei comuni minori
0,00
0,00
+2.500.000,00
Missione 20 fondi e accantonamenti ordine pubblico e sicurezza
Programma 2001 fondo di riserva (ammonta ad euro 8.814.390,00)
L.R. 39-2001, art. 18


-2.500.000,00
Saldo


0,00
0,00
0,00
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0010, con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. n. B0016 presentato dai consiglieri Possamai Giacomo, Camani, Bigon, Montanareiello, Zanoni e Zottis, allegato 1, modificativo, che prevede:
"All'allegato 1 sono state riportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
M05 TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI
P0502 ATTIVITÀ CULTURALI E INTERVENTI DIVERSI NEL SETTORE CULTURALE
Titolo II Spese in conto capitale
L.R. n. 18/2011 Interventi per la costruzione, l'ampliamento e la sistemazione di centri di servizi culturali.
+200.000,00
+200.000,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P2001 FONDO DI RISERVA
L.R. n. 39/2001 , art. 18
-200.000,00
-200.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0016 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. B0001 è ritirato, quello di pagina 7.
Collega Bozza, per caso, deve fare qualcosa? Bozza, prego.
Bozza, non la sentiamo. Ho visto la sua richiesta di parola, ma non la sento.
Bozza, prego.
Non si sente, vediamo il labiale, mi dica solo se è da ritirare. Bravo, abbiamo visto che l'emendamento è da ritirare. Ritirato.
Emendamento n. B0007 presentato dalla consigliera Guarda, che prevede:
All'art.1, comma 2, (Allegato 1) sono apportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
Missione 08 Assetto del territorio ed edilizia abitativa
Programma 08.02 EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA E LOCALE E PIANI DI EDILIZIA ECONOMICOPOPOLARE
L.R. n. 39 03/11/2017, art. 37, comma 3
+2.000.000,00
0,00
0,00
Missione 20 Fondi e accantonamenti
Programma 2001 Fondo di riserva
L.R. 39/2001, art. 18
-2.000.000,00
0,00
0,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2022 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0007 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0020 presentato dai consiglieri Zottis, Montanariello, Zanoni, Possamai Giacomo, Bigon, Camani, allegato 1, che prevede:
All'ALLEGATO 1 sono state riportate le seguenti modifiche:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022
variazione proposta
2023
variazione proposta
2024
variazione proposta
Missione 09 SVILUPPO SOSTENIBILE E DIFESA DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE PROGRAMMA 0901 DIFESA DEL SUOLO
Titolo II Spese in conto capitale
L.R. n. 12/2009 "Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio"
+150.000,00
+150.000,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI P2001 FONDO DI RISERVA
L.R. 39/2001, art. 18
-150.000,00
-150.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0020, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0012 presentato dalla consigliera Baldin, allegato 1, modificativo, che prevede:
All'allegato 1 sono state riportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
M09 "Sviluppo sostenibile e difesa del territorio e dell'ambiente"
P01 Difesa del suolo
L.R. n. 7/2016 "LEGGE DI STABILITÀ REGIONALE 2016"
Art. 29 – Misure per la prevenzione e la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico"
+1.000.000,00
+ ...,00
+ ...,00
+ ...00
+ ...,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P 01 FONDO DI RISERVA
L.R. 39/2001, articolo 18
-1.000.000,00
- ...,00
- ...0,00
- ...,.00
- ...,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2022 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0012, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0023 presentato dai consiglieri Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni e Zottis, allegato 1, che prevede:
All'ALLEGATO 1 sono apportate le seguenti modifiche:
La competenza relativa all'art. 25 della LR 39/2000 "Misure a sostegno dei Comuni del Veneto per interventi di salvaguardia e di messa in sicurezza idrogeologica" è modificata con un incremento di 10.000.000 di euro per gli esercizi 2022, 2023 e 2024.
All'onere in conto capitale quantificato in euro 10.000.000,00 per ciascuno degli esercizi 2022, 2023, 2024 si fa fronte con contestuale aumento dell'autorizzazione all'indebitamento prevista all'articolo 4 del pdl n. 93 "Bilancio di previsione 2022-2024". Agli oneri correnti (quota interessi mutuo) e in conto capitale (quota capitale mutuo) relativi alla rata di ammortamento, quantificati in euro 450.000,00 per l'esercizio 2023 e in euro 900.000,00 per l'esercizio 2024, si fa fronte secondo quanto indicato nella seguente tabella.
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
TITOLO 6 Accensione prestiti Tipologia 300 Accensione mutui e altri finanziamenti a medio e lungo termine
M09 SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE
P 0901 DIFESA DEL SUOLO
Titolo II Spese in conto capitale
L.R. n. 39/2020 Art. 25 – Misure di sostegno ai Comuni del Veneto per interventi di salvaguardia e messa in sicurezza idrogeologica
+10.000.000,00
+10.000.000,00
+10.000.000,00
+10.000.000,00
+10.000.000,00
+10.000.000,00
M50 Debito pubblico
P01-P02 Rata ammortamento mutuo (interessi + capitale)
M20 Fondi e accantonamenti P01 Fondo di riserva
(L.R. 39/2001, articolo 18)
+450.000,00
-450.000,00
+900,000.00
-900.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0023, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione. Leggermente ambizioso.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0021 presentato dai consiglieri Zanoni, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello e Zottis, allegato 1, modificativo, che prevede:
All'allegato 1 sono state riportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE DIFESA DEL TERRITORIO, DELL'AMBIENTE PROGRAMMA 0905 AREE PROTETTE, PARCHI NATURALI, PROTEZIONE NATURALISTICA E FORESTAZIONE
Titolo II Spese in conto capitale
L.R. 40/1984 art. 27 "Contributi per la realizzazione di aree naturali protette di interesse locale"
+500.000,00
+500.000,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI P2001 FONDO DI RISERVA
L.R. 39/2001, art. 18

-500.000,00

-500.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0021, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0022 presentato dai consiglieri Zanoni, Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello, Zottis, Allegato 1, modificativo, che prevede:
"All'allegato 1 sono state riportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE DIFESA DEL TERRITORIO, DELL'AMBIENTE PROGRAMMA 0905 AREE PROTETTE, PARCHI NATURALI, PROTEZIONE NATURALISTICA E FORESTAZIONE
Titolo II Spese in conto capitale
L.R. 40/1984 art. 28 "Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali"
+1.000.000,00
+1.000.000,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI P2001 FONDO DI RISERVA
L.R. 39/2001, art. 18
-1.000.000,00

-1.000.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0022, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L' emendamento n. B0008 lo accantoniamo su richiesta della presentatrice.
Passiamo all'emendamento n. B0003, che era fra quelli ritirati. Era ritirato, deciso in Commissione, detto dal Presidente a inizio seduta. Andiamo avanti.
Emendamento n. B0018 presentato dai consiglieri Zanoni, Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello, Zottis, articolo 1, comma 2, allegato 1, modificativo, che prevede:
All'allegato 1 sono state riportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE DIFESA DEL TERRITORIO, DELL'AMBIENTE PROGRAMMA 0905 AREE PROTETTE, PARCHI NATURALI, PROTEZIONE NATURALISTICA E FORESTAZIONE
Titolo I Spese correnti
L.R. 45/2007 art. 60 "Interventi a sostegno di progetti pilota attivati dai comuni del Veneto per la riqualificazione ambientale del territorio ed il risanamento dell'aria"
+5.000.000,00
+5.000.000,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P2001 FONDO DI RISERVA
L.R. 39/2001, art. 18
M05 TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI
P0502 ATTIVITÀ CULTURALI E INTERVENTI DIVERSI NEL SETTORE CULTURALE
L.R. n. 7/2016 , art. 18 "Programmi regionali per la promozione di grandi eventi"
-4.000.000,00
-4.000.000,00
-1.000.000,00
-1.000.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento finanzia la legge n. 60 del 2017 e assegna fondi ai Comuni per progetti pilota per la messa a dimora di essenze arboree autoctone. Si propone quindi di finanziare dette disposizioni per incentivare la realizzazione di questi impianti arborei, utili, naturalmente, anche al contrasto dei cambiamenti climatici e all'inquinamento dell'aria.
Abbiamo sentito a più riprese che una delle misure utili all'assorbimento dell'anidride carbonica, un gas climalterante che crea il cambiamento climatico, è quella di piantare alberi perché catturano l'anidride carbonica.
Nel caso della nostra Regione, piantare alberi significa anche, soprattutto in pianura, contribuire ad aiutare la biodiversità, che è uno dei parametri che ci vede in deficit per quanto riguarda l'Agenda 2030, e poi ci consente anche di combattere il problema dell'inquinamento dell'aria, le polveri sottili. Quindi, alberi per sostenibilità ambientale, alberi per contrasto ai cambiamenti climatici, alberi per la tutela della salute.
Lo stanno facendo, ed è previsto, in molti Paesi d'Europa. Il Veneto, in questo caso, può dare un segnale importante.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0018, col parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0013 presentato dalla consiglier Baldin, allegato 1, modificativo, che prevede:
All'allegato 1 sono state riportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE DIFESA DEL TERRITORIO, DELL'AMBIENTE
P06 TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE
L.R. n. 15/2007 "Interventi per la tutela, la promozione e lo sviluppo della zona costiera del Veneto e per la creazione di zone di tutela biologica marina"
Art. 4 – Interventi per promuovere l'istituzione di zone di tutela biologica al largo dei Comuni di Chioggia e Caorle
+200.000,00
+200.000,00
0,00
0,00
0,00
0,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P01 FONDO DI RISERVA
L.R. 39/2001, art. 18
-200.000,00
-200.000,00
-0,00
-0,00
-0.00
-0,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2022 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0013, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0017 presentato dai consiglieri Zanoni, Camani, Possamai Giacomo, Bigon, Montanariello e Zottis, articolo 1, comma 2, allegato 1, modificativo, che prevede:
All'allegato 1 sono state riportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE TUTELA DEL TERRITORIO, DELL'AMBIENTE
PROGRAMMA 0908 QUALITÀ DELL'ARIA E RIDUZIONE DELL'INQUINAMENTO
Titolo II Spese in conto capitale
L.R. 1/2009, art. 20 c. 2 "Fondo regionale di rotazione per interventi di bonifica e ripristino ambientale di siti inquinati"
+2.000.000,00
+2.000.000,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P2001 "FONDI DI RISERVA"
L.R. 39/2001, art. 18
-2.000.000,00
-2.000.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
In Veneto purtroppo abbiamo moltissimi problemi di inquinamento, quindi proponiamo di finanziare, con questo emendamento, l'articolo 20 della legge 1/2009 "Fondo regionale di rotazione per interventi di bonifica e ripristino ambientale di siti inquinati". Ne abbiamo veramente tanti in Veneto, superiamo le 2.000 unità, almeno per quanto riguarda quelli censiti da ARPAV.

PRESIDENTE

Non vedo interventi ulteriori.
Metto in votazione l'emendamento n. B0017 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0014 presentato dalla consigliera Baldin, allegato 1, modificativo, che prevede:
All'allegato 1 sono state riportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE TUTELAA DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE
PROGRAMMA 0908 QUALITÀ DELL'ARIA E RIDUZIONE DELL'INQUINAMENTO
L.R. 1/2009, art. 20 "Fondo regionale di rotazione per interventi di bonifica e ripristino ambientale di siti inquinati"
+1.000.000,00
+1.000.000,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P01 FONDO DI RISERVA
L.R. 39/2001, art. 18
-1.000.000,00
-1.000.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2022 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0014 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0006 presentato dalla consigliera Guarda, che prevede:
All'art. 1, comma 2 (Allegato 1) sono state apportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
MISSIONE 10 "TRASPORTI E DIRITTO ALLA MOBILITÀ"
PROGRAMMA 05 VIABILITÀ E INFRASTRUTTURE STRADALI
L.R. n. 39 30/12/1991 "Interventi a favore della mobilità e della sicurezza stradale" interesse locale"
+2.000.000,00
0,00
0,00
Missione 20 Fondi e accantonamenti
Programma 2001 Fondo di riserva
L.R. 39/2001, art. 18
-2.000.000,00
0,00
0,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2022 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0006, anche in questo caso con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. B0004 è ritirato. Era fra quelli elencati inizialmente dal Presidente della Commissione.
Emendamento n. B0015 presentato dal consigliere Baldin, allegato 1, modificativo, che prevede:
All'allegato 1 sono state riportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
MISSIONE 12 DIRITTI SOCIALI POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA
PROGRAMMA 1202 Interventi per la disabilità
L.R. n. 16/2007 Disposizioni generali in materia di abbattimento delle barriere architettoniche
+1.000.000,00
+1.000.000,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P2001 FONDO DI RISERVA
L.R. 39/2001, art. 18
-1.000.000,00
-1.000.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2022 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0015 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0019 presentato dai consiglieri Zanoni, Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello e Zottis, articolo 1, comma 2, allegato 1, che prevede:
All'allegato 1 sono state riportate le seguenti variazioni:
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
M13 "TUTELA DELLA SALUTE"
P07 ULTERIORI SPESE IN MATERIA SANITARIA
Titolo II Spese in conto capitale
L.R 60/1993 art. 10, c. 1, lettere a), b), c) d) e), f) "Tutela degli animali d'affezione e prevenzione del randagismo"
+250.000,00
+250.000,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P2001 FONDO DI RISERVA
L.R. 39/2001, art. 18
-250.000,00
-250.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2022 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Dicevo prima in discussione generale come alcune Regioni limitrofe avessero delle programmazioni su tematiche varie che si discostano dalla programmazione della nostra Regione: questo è uno dei casi e sto parlando di animali da affezione. Abbiamo una legge, la legge n. 60/1993, che citavo anche prima, che riguarda la tutela degli animali d'affezione e la prevenzione del randagismo. So che è un tema che sta a cuore anche a molti colleghi di maggioranza. C'è una legge sulla tutela degli animali da affezione presentata dai Gruppi di maggioranza e firmata da moltissimi colleghi, ce n'è una anche di minoranza, firmata da tutti i dieci componenti della minoranza del Consiglio. È un tema che interessa i colleghi che vanno anche a visitare i rifugi, incontrano le associazioni di tutela degli animali e così via.
Abbiamo una legge, la legge n. 60/1993, che non viene finanziata in maniera adeguata, quindi proponiamo con questo emendamento di finanziare determinati filoni relativi a questa norma. Ricordo che la vicina Regione Lombardia finanzia in maniera veramente molto più importante la loro legge, quindi sarebbe interessante e utile soprattutto che anche la Regione Veneto avesse una maggiore attenzione verso questo ambito.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono ulteriori interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0019, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Collega Corazzari, se ha bisogno di prendere aria, il pontile ha spazio ampio.
Assessore Calzavara e relatore, c'è un emendamento accantonato.
Noi abbiamo terminato l'articolo 1.
Devo mettere in votazione l'emendamento n. B0008 della collega Guarda precedentemente accantonato.
Emendamento n. B0008 presentato dalla consigliera Guarda:
allegato 1, modificativo, che prevede:
All'art. 1, comma 2 (Allegato 1) sono state riportate le seguenti variazioni
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
MISSIONE 09 SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE
PROGRAMMA 0905 AREE PROTETTE, PARCHI NATURALI, PROTEZIONE NATURALISTICA E FORESTAZIONE
L.R. n. 13 02/05/2003 "Interventi regionali per la realizzazione di boschi nella pianura veneta"
+500.000,00
0,00
0,00
M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
Programma 2001 Fondo di riserva
L.R. 39/2001, art. 18
-500.000,00
0,00
0,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2022 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di accantonarlo semplicemente perché attendevo un chiarimento rispetto al fondo di questi interventi regionali per la realizzazione di boschi nella pianura veneta.
Ho avuto chiarimenti rispetto ad un parziale utilizzo delle risorse previste nello scorso bilancio e, di conseguenza utili per la copertura degli interventi, eventualmente, di questo nuovo bando che uscirà rispetto alla materia.
Di conseguenza, ritiro questo emendamento dato che appunto non c'è bisogno di specificare ulteriormente "altre risorse" per lo sviluppo di questo progetto per il 2022.

PRESIDENTE

Ottimo. Ritirato l'emendamento n. B0008...

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Dovevo finire, ma non importa. Stavo finendo di parlare.

PRESIDENTE

Scusi, ma sembrava che avesse terminato con un senso compiuto il discorso, me lo permetta. Non è mio costume interrompere i colleghi, però mi sembrava avesse compiuto il suo intervento.
Non ci sono ulteriori interventi.
Articolo 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo a pagina 28, emendamento n. B0005 del collega Bozza. Ho un appunto, qui.
Bozza, prego.
C'è Zanoni che impera. Non la vedo, Bozza, stavolta. Collega Zanoni, non rida troppo che viene amplificato dal maxischermo.
Collega Bozza, io vorrei darle la parola. Eccolo. Prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo per comunicare il ritiro dell'emendamento, anche per aver risolto il problema.

PRESIDENTE

Grazie, è ritirato il n. B0005.
Emendamento n. B0024 presentato dai consiglieri Zottis, Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello e Zanoni, aggiuntivo che prevede:
"Art XX - Esenzione dal pagamento della tassa automobilistica regionale degli autoveicoli adibiti al trasporto di minori trapiantati
1. A decorrere dal lº gennaio 2022 sono esentati dal pagamento della tassa automobilistica regionale gli autoveicoli di proprietà dei genitori o di chi esercita la responsabilità genitoriale o del tutore, che abbiano la residenza anagrafica in Regione, adibiti al trasporto dei minori trapiantati; l'esenzione è limitata ad un unico autoveicolo per minore.
2. I soggetti interessati, per usufruire della esenzione dal pagamento della tassa automobilistica regionale, comunicano alla struttura regionale individuata come competente in materia i dati identificativi dell'autoveicolo di proprietà adibito al trasporto.
3. L'esenzione decorre dal 1° gennaio dell'anno successivo alla data di comunicazione, permane per gli anni successivi sino al compimento del 18º anno di età del minore trapiantato e cessa a seguito di radiazione, vendita o altro atto dal quale risulti l'effettiva perdita della proprietà dell'autoveicolo ovvero dalla perdita da parte dei soggetti interessati dei requisiti previsti al comma 1.
4. La perdita dei requisiti previsti al comma 1 deve essere tempestivamente comunicata alla struttura regionale individuata come competente in materia.
5. L'esenzione prevista dal presente articolo opera per i soli soggetti di cui al comma 1 aventi un reddito imponibile ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1985, n. 917 "Approvazione del testo unico delle imposte sui redditi" e successive modificazioni, non superiore a euro 45.000,00 e per gli autoveicoli di cui all'articolo 54, comma 1, lettere a), c), f), g) ed m) del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo codice della strada." di cilindrata fino a 2.000 centimetri cubici se con motore a benzina o ibrido, a 2.800 centimetri cubici se con motore diesel o ibrido e di potenza non superiore a 150 KW se con motore elettrico.
6. La Giunta regionale definisce, ai fini del riconoscimento delle esenzioni di cui al comma 1, le modalità utili a semplificare la procedura di esenzione.
7. Le minori entrate derivanti dalla applicazione della presente legge, afferenti al Titolo 1 "Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa", Tipologia 101 "Imposte, tasse e proventi assimilati" sono quantificate in euro 20.000,00 per gli esercizi 2022, 2023, 2024 del bilancio di previsione 2022-2024.".
DEFR: Missione 12"Diritti sociali, politiche sociali e famiglia° Programma 12.05 "Interventi per le famiglie".
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
TITOLO I ENTRATE CORRENTI DI NATURA CONTRIBUTIVA E PEREQUATIVA
TIPOLOGIA 101 IMPOSTE, TASSE E PROVENTI ASSIMILATI
Nuovo articolo pdl 92 "legge di stabilità regionale 2022"
+20.000,00
+20.000,00
+20.000,00
+20.000,00
+20.000,00
+20.000,00
MISSIONE 05 TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI.
PROGRAMMA 02 ATTIVITÀ CULTURALI E INTERVENTI DIVERSI NEL SETTORE CULTURALE
TITOLO 1 SPESE CORRENTI
L.R. n. 7/2016 art. 18 Programma regionale per la promozione dei grandi eventi
-20.000,00
-20.000,00
-20.000,00
-20.000,00
-20,000.00
-20.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Questo è l'unico, mi pare. Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Si tratta della richiesta di esenzione della tassa automobilistica per gli automezzi guidati dai genitori di minori trapiantati. Questa è una delle categorie che non ha questo tipo di esenzione, rispetto, invece, ad altre categorie legate al mondo della disabilità, che hanno questo tipo di esenzione.
Si tratta chiaramente di bambini che hanno bisogno di diversi tipi di spostamenti, perché hanno fabbisogni fisici e psichici, a causa del trapianto, di diversa natura. Quindi, anche dal punto di vista economico-finanziario, sarebbe un sostegno a quelle fasce che abbisognano di più dell'aiuto pubblico.
Grazie.

PRESIDENTE

Sull'emendamento n. B0024 il relatore è favorevole.
Metto in votazione l'emendamento n. B0024, con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0009, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo aggiuntivo, che prevede:
Al progetto di legge regionale n. 22 "Legge di stabilità regionale 2022" è aggiunto il seguente articolo:
"Articolo X - Variazione dell'aliquota dell'addizionale regionale all'IRPEF.
1. A decorrere dall'anno d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2021, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 "Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario", l'aliquota dell'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) è stabilita per scaglioni di reddito applicando, rispetto all'aliquota di base, le seguenti maggiorazioni:
a) nessuna maggiorazione per i redditi fino a 15.000,00 euro;
b) nessuna maggiorazione per i redditi oltre 15.000,00 euro e fino a 28.000,00 euro;
c) nessuna maggiorazione per i redditi oltre 28.000,00 euro e fino a 55.000,00 euro;
d) nessuna maggiorazione per i redditi oltre 55.000,00 euro e fino a 75.000,00 euro;
e) di 2,10 punti percentuali per i redditi oltre 75.000,00 euro.
2. Resta altresì confermato quanto stabilito dal comma 5 dell'articolo 1 della legge regionale 26 novembre 2005, n. 19 "Disposizioni in materia di tributi regionali".
3. Le maggiori entrate derivanti dall'applicazione del presente articolo, quantificate in euro 70.000.000,00 per l'esercizio 2022, 2023 e 2024 sono introitate al Titolo 1 "Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa" - Categoria 101 "Imposte, tasse e proventi assimilati" del bilancio di previsione 2022-2024.".
Prego, consigliera Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Una battuta veloce per rispondere o contribuire a quello che diceva l'assessore Calzavara nel suo intervento precedente. Lo ringrazio anche per la disponibilità a discutere del tema. Ho ripreso gli appunti di quando diceva che quest'anno non ce la facciamo, ma l'anno prossimo vedremo se sarà possibile. Io continuerò, come ho fatto l'anno scorso, a ricordarle che questo è un tema importante, come ho fatto per altri temi.
Non pensi che sia una stalker, ma lo faccio solo per il bene dei veneti. L'obiettivo è quello di capire se c'è la possibilità davvero di intervenire su un tema che quest'Aula oggi ha discusso in maniera utile e positiva – io mi sono arricchita – che è quello di contribuire a togliere quelle diseguaglianze che ancora ci sono in alcune fasce della popolazione, che mi sembra abbiamo portato all'attenzione in maniera utile oggi. Grazie.
Il mio emendamento è su questo. So che si voterà contro, ma intanto lo votiamo.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0009, con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0027, presentato dal consigliere Possamai Giacomo, articolo aggiuntivo, che prevede:
"Art. XXX - Variazione dell'aliquota dell'addizionale regionale all'IRPEF per i redditi superiori a 75.000 euro"
1. Per gli anni d'imposta 2022, 2023 e 2024, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 "Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario", l'aliquota dell'addizionale regionale all'imposta sulle persone fisiche – IRPEF è aumentata di 2,10 punti percentuali per i redditi oltre 75.000,00 euro.
2. Le maggiori entrate derivanti dall'applicazione del comma 1 del presente articolo, quantificate per ciascuno degli esercizi 2022, 2023 e 2024 in euro 70.000.000,00, sono introitate al Titolo 1 "Entrate correnti, di natura tributaria, contributiva e perequativa" – Categoria 101 "Imposte, tasse e proventi assimilati" del bilancio di previsione 2022-2024.".
Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Siccome il passaggio sul wishful thinking era piaciuto molto al capogruppo Villanova, volevo dire che con questo emendamento, se vuole, c'è la possibilità di ravvedersi e di procedere già quest'anno con quello che abbiamo detto prima nei nostri interventi. Per cui, noi ci approcciamo fiduciosi, anche se la bocciatura dell'emendamento precedente non ci lascia ben sperare.
Assessore, siccome lo leggo nei suoi occhi, se vuole, intervenga lei e chieda all'Aula di votare a favore.
Grazie.

PRESIDENTE

La lettura oculare dell'Assessore ancora non l'avevo sentita in Aula.
Non ci sono altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0027 con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0028, presentato dal consigliere Possamai Giacomo, articolo aggiuntivo, che prevede:
"Art. XXX - Variazione dell'aliquota dell'addizionale regionale all'IRPEF per i redditi superiori a 75.000 euro"
1. Per gli anni d'imposta 2022, 2023 e 2024, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 "Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario", l'aliquota dell'addizionale regionale all'imposta sulle persone fisiche – IRPEF è aumentata di 0,50 punti percentuali per i redditi oltre 75.000,00 euro.
2. Le maggiori entrate derivanti dall'applicazione del comma 1 del presente articolo, quantificate per ciascuno degli esercizi 2022, 2023 e 2024 in euro 20.000.000,00, sono introitate al Titolo 1 "Entrate correnti, di natura tributaria, contributiva e perequativa" - Categoria 101 "Imposte, tasse e proventi assimilati" del bilancio di previsione 2022- 2024".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0028 con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0025, presentato dai consiglieri Possamai Giacomo, Camani, Bigon, Montanariello, Zanoni, Zottis, articolo modificativo, che prevede:
"Art. xxx - Disposizioni in materia di agevolazioni IRAP per le IPAB
1. Per il periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2021 al fine di ragguagliare le aliquote riguardanti i soggetti erogatori di servizi sociali e socio-sanitari, nei limiti stabiliti dalle leggi statali e nel rispetto dei principi fondamentali di coordinamento del sistema tributario, l'aliquota dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) di cui al decreto legislativo 15 dicembre 1997 n. 446 "Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'Irpef e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonché riordino della disciplina dei tributi locali", per le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza che svolgono attività rientranti nella tipologia delle prestazioni socio sanitarie di cui all'articolo 3 septies del decreto legislativo n. 502 del 1992, è ridotta di 3,60 punti percentuali.
2. Le minori entrate derivanti dalla applicazione della presente legge, afferenti al Titolo 1 "Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa", Tipologia 101 "Imposte, tasse e proventi assimilati" sono quantificate in euro 6.200.000,00 per l'esercizio 2022 del bilancio di previsione 2022-2024".
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
Titolo 1 "Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa
Tipologia 101 "Imposte, tasse e proventi assimilati"
Nuovo articolo
-6.200.000,00
-0,00
-0,00
MISSIONE 20 "Fondi e accantonamenti"
PROGRAMMA 01 "Fondo di riserva" (L.R. 39/2001, articolo 18).
M05 TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI
P0502 ATTIVITÀ CULTURALI E INTERVENTI DIVERSI NEL SETTORE CULTURALE
L.R. n. 07/2016 – art. 18 "Programma regionale per la promozione grandi eventi"
-4.000.000,00
-2.200.000,00
-0,00
-0,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Anche in questo caso non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0025 con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0026, presentato dai consiglieri Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello, Zottis, Zanoni, articolo aggiuntivo, che prevede:
"Disposizioni in materia di agevolazioni IRAP a favore delle nuove imprese giovanili innovative
1. Al fine di favorire la nascita e lo sviluppo di imprese innovative in possesso dei requisiti di cui all'articolo 2 della legge regionale 24 dicembre 1999, n. 57 , la Giunta regionale è autorizzata ad esentare dal pagamento dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), di cui al decreto legislativo 15 dicembre 1997 n. 446 "Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'Irpef e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonché riordino della disciplina dei tributi locali", le imprese startup innovative come definite dall'articolo 25 comma 2, del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179 "Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese" convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, iscritte nel corso dell'anno 2022 nell'apposita sezione speciale del registro delle imprese.
2. L'esonero di cui al comma 1 ha effetto dal 1 ° gennaio 2022 ed ha durata triennale.
3. Gli incentivi di cui al presente articolo sono fruiti nel rispetto delle norme dell'Unione europea in materia di aiuti «de minimis».
4. Le minori entrate derivanti dalla applicazione della presente legge, afferenti al Titolo 1 "Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa", Tipologia 101 "Imposte, tasse e proventi assimilati" sono quantificate in euro 1.000.000,00 per ciascuno degli esercizi 2022, 2023, 2024 del bilancio di previsione 2022-2024.
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022 variazione proposta
2023 variazione proposta
2024 variazione proposta
TITOLO 1 "Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa"
TIPOLOGIA 101 "Imposte, tasse e proventi assimilati"
Nuovo articolo pdl 92 "Stabilità 2022"
-1.000.000,00
-1.000.000,00
-1.000.000,00
M05 TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI
P0502 ATTIVITÀ CULTURALI E INTERVENTI DIVERSI NEL SETTORE CULTURALE
L.R. n. 07/2016 – art. 18 "Programma regionale per la promozione grandi eventi"
-1.000.000,00
-1.000.000,00
-1.000.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2022 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza".
Anche in questo caso non vedo interventi.
metto in votazione l'emendamento n. B0026 con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0029, presentato dai consiglieri Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello, Zottis, Zanoni, articolo aggiuntivo, che prevede:
"Disposizioni in materia di agevolazioni IRAP per il contrasto alla disoccupazione giovanile
1. Ai datori di lavoro privati con sede legale od operativa in Veneto che, a decorrere dal 1 ° gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, assumono con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato i giovani fino ai 34 anni di età è riconosciuto un incentivo, sotto forma di esonero dal versamento dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) di cui al decreto legislativo 15 dicembre 1997 n. 446 "Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'Irpef e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonché riordino della disciplina dei tributi locali" per un periodo massimo di dodici mesi decorrenti dalla data di assunzione, nel limite massimo di 2.000 euro per ogni assunzione effettuata.
2. L'esonero di cui al comma 1 è riconosciuto anche per assunzioni a tempo parziale, purché con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. In tal caso, il limite massimo dell'incentivo è proporzionalmente ridotto.
3. L'esonero di cui al comma 1 si applica anche nel caso di trasformazione, avvenuta nel periodo compreso tra il 1 ° gennaio e il 31 dicembre 2022, di un contratto di lavoro a tempo determinato in contratto di lavoro a tempo indeterminato.
4. Gli incentivi di cui al presente articolo sono fruiti nel rispetto delle norme dell'Unione europea in materia di aiuti «de minimis».
5. Le minori entrate derivanti dalla applicazione della presente legge, afferenti al Titolo 1 "Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa", Tipologia 101 "Imposte, tasse e proventi assimilati" sono quantificate in euro 10.000.000,00 per ciascuno degli esercizi 2022 e 2023 ed in euro del bilancio di previsione 2022-2024.
MISSIONE
PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022
variazione proposta
2023
variazione proposta
2024
variazione proposta
TITOLO 1 "Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa"
TIPOLOGIA 101 "Imposte, tasse e proventi assimilati"
Nuovo articolo pdl 92 "stabilità 2022"
-10.000.000,00
-10.000.000,00
TITOLO 1 "Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa"
TIPOLOGIA 101 "Imposte, tasse e proventi assimilati"
+10.000.000,00
+10.000.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2022 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza".
Anche in questo caso, nessun intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0029. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Abbiamo terminato gli emendamenti.
Articolo 2.
Mettiamo in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Abbiamo terminato gli articoli.
Siamo al voto finale sul PDL n. 92.
Dichiarazioni di voto.
Collega Giacomo Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Solo per motivare il voto, nel senso che ci siamo astenuti sugli articoli, ma voteremo contrario al provvedimento perché – ce lo siamo detti nella lunga discussione di oggi – la riteniamo un'occasione mancata e riteniamo che ancora una volta venga procrastinata una scelta, e soprattutto che si decida di non voler decidere, quindi di non voler avere la possibilità di fare scelte, e quindi di poter decidere su che cosa è necessario per i veneti.
Gli esempi che abbiamo fatto oggi sono stati tanti. Non è vero che fare scelte lascia la situazione in maniera neutrale. Oggi abbiamo discusso molto sull'addizionale IRPEF. Il fatto di non voler introdurre, ad esempio, l'addizionale, non è una cosa neutra. Vuol dire che ci sono persone in difficoltà e che non hanno accesso ad alcuni servizi, che quei servizi non li trovano, e questa per noi è una responsabilità politica grave che questo Governo regionale porta con sé.
Per cui, il nostro voto sarà contrario.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione il PDL n. 92 nel suo complesso come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, interrompiamo qui la seduta.
Chiedo ai Capigruppo di rimanere in Aula perché faremo la Capigruppo che convocherà il Consiglio regionale per proseguire sul punto n. 93 il prossimo martedì 14 dicembre.
Terminiamo qui la seduta odierna e arrivederci a martedì prossimo.
La Seduta termina alle ore 17.50
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Paola Lombardo
Verbale n. 43 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 43
MARTEDÌ 7 DICEMBRE 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 43a seduta pubblica – martedì 7 dicembre 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 106 del 23 novembre 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 18495 del 1° dicembre 2021.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 11.14.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che il Presidente della Giunta regionale Zaia e il consigliere Polato sono in congedo.

Il PRESIDENTE, inoltre, comunica che le votazioni saranno gestite con la modalità elettronica telematica e che alcuni consiglieri partecipano alla seduta da remoto.

Punto n. 14) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Legge di stabilità regionale 2022" (Progetto di legge n. 92) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 35/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente), che dà per letta la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente), Lorenzoni (Gruppo Misto), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Camani (Partito Democratico Veneto), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Durante l'intervento del consigliere Speranzon assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

La seduta è sospesa alle ore 13.05.

La seduta riprende alle ore 14.39.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Durante l'intervento della consigliera Ostanel assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), l'assessore Caner.

Durante l'intervento dell'assessore Caner assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Villanova (Zaia Presidente), Camani (Partito Democratico Veneto), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) e l'assessore Calzavara.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Sull'emendamento n. B11 all'articolo 1, comma 2, Allegato 1), intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), che lo illustra, e Sandonà (Zaia Presidente) che preannuncia il ritiro degli emendamenti nn. B2, B3 e B4.

L'emendamento n. B11 all'articolo 1, comma 2, Allegato 1), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. B2.

Gli emendamenti nn. B10 e B16 all'articolo 1, comma 2, Allegato 1), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. B1.

Gli emendamenti nn. B7, B20, B12, B23, B21 e B22 all'articolo 1, comma 2, Allegato 1), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Il PRESIDENTE dichiara accantonato l'emendamento n. B8.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. B3.

L'emendamento n. B18 all'articolo 1, comma 2, Allegato 1), illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. B13 all'articolo 1, comma 2, Allegato 1), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. B17 all'articolo 1, comma 2, Allegato 1), illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. B14 e B6 all'articolo 1, comma 2, Allegato 1), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. B4.

L'emendamento n. B15 all'articolo 1, comma 2, Allegato 1), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. B19 all'articolo 1, comma 2, Allegato 1), illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Si passa all'esame dell'emendamento precedentemente accantonato.

Sull'emendamento n. B8 all'articolo 1, comma 2, Allegato 1) interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che lo illustra e lo ritira.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'emendamento n. B5 aggiuntivo di un articolo, interviene il consigliere Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) che lo ritira.

L'emendamento n. B24 aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. B9 aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. B27 aggiuntivo di un articolo, illustrato dal consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. B28, B25, B26 e B29 ognuno aggiuntivo di un articolo, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 17.50.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
LORENZONI Arturo
BALDIN Erika
MAINO Silvia
BARBISAN Fabiano
MICHIELETTO Gabriele
BET Roberto
MONTANARIELLO Jonatan
BIGON Anna Maria
OSTANEL Elena
BISAGLIA Simona
PAN Giuseppe
BORON Fabrizio
PICCININI Tomas
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca










IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Alessandra SPONDA




IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI









N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo