ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 15/02/2022 n. 49

Resoconto n. 49 - 11^ legislatura
Resoconto 49 a Seduta pubblica
Martedì, 15 febbraio 2022
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.04

PRESIDENTE

Buongiorno.
Siccome alcuni colleghi sono ancora in fase di avvicinamento a Palazzo Ferro Fini, rinviamo l'inizio della seduta alle ore 11.20.
Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 11.04
La Seduta riprende alle ore 11.30

PRESIDENTE

Colleghi, buongiorno. Accedete a Concilium, per favore.
Colleghi, registrate la presenza su Concilium. Siamo in numero legale.
Diamo inizio alla 49 a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 1998 del 10 febbraio 2022.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALE DELLA SEDUTA PRECEDENTE

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 48 a seduta pubblica di martedì 8 febbraio 2022.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Erika BALDIN
I congedi sono concessi.
Un collega ci seguirà da remoto perché sottoposto a misure di quarantena.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni e interpellanze.

Interrogazione a risposta immediata n. 201 del 6 ottobre 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "QUALI RAGIONEVOLI E FONDATE GARANZIE SUL FUTURO DELL'IMPIANTO DI CRACKING DELLA ENI-VERSALIS DI PORTO MARGHERA?"

PRESIDENTE

Iniziamo con la IRI n. 201.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Premesso che almeno due settimane prima della presentazione dell'interrogazione, il 6 ottobre scorso, vi erano torce di sfiato dell'impianto di cracking ENI-Versalis a Marghera attive e rilevato che, malgrado le rassicurazioni dell'azienda e di ARPAV sui limiti di legge entro i quali le emissioni presumibilmente di etilene e propilene si sarebbero mantenute, è tuttavia da segnalare come da diversi anni ENI-Versalis ha prima annunciato una riconversione green dell'impianto e poi, più di recente, una chiusura con smantellamento in favore di un utilizzo del sedime per non meglio specificate attività ecocompatibili, suscitando preoccupazioni e proteste tra i lavoratori e le organizzazioni sindacali.
Evidenziato che, con comunicato 543 dello scorso marzo 2021, l'Assessore regionale con delega alle materie di specie, a margine dell'incontro con ENI-Versalis, dichiarava quanto segue: "Sul fronte della sicurezza l'azienda ha dichiarato di mantenere gli impegni presi in occasione dell'incontro del 30 settembre 2019 a Palazzo Balbi e, anche se riconvertiranno l'impianto, gli investimenti per la sicurezza verranno mantenuti. Quindi, faranno tutto quello che è necessario per far sì che l'impianto sia sicuro".
Considerato che, però, nel frattempo, in questi anni e in questi giorni l'impianto è stato comunque utilizzato a fondo ed è ulteriormente invecchiato, senza che vi fossero investimenti di risorse adeguate a renderlo efficiente e completamente sicuro, come peraltro dimostra l'evidenza dei continui fuori servizio, con conseguente necessità di sfiatare in torcia le accensioni ripetute e continuate, che comunque fanno registrare timori e disturbi per i cattivi odori nella popolazione.
Tutto ciò premesso, ho richiesto – ribadisco, a ottobre dell'anno scorso – all'Assessore competente quali azioni si intenda avviare per ottenere da ENI-Versalis precise garanzie sulla cessazione delle emissioni in corso e la massima chiarezza sui programmi e sugli investimenti per assicurare il rispetto della salute, dell'ambiente e dell'occupazione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Risponde, per il collega Marcato, l'assessore Calzavara. Prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
L'Amministrazione regionale, nel corso degli ultimi due anni, ha costantemente monitorato le prospettive di sviluppo dell'impianto di cracking di ENI-Versalis, come dimostrato da una serie di incontri ai diversi livelli istituzionali con i vertici di ENI.
In data 11 marzo 2021 Versalis ha comunicato alle organizzazioni sindacali la propria volontà di chiudere il cracker di Porto Marghera e l'impianto per aromatici entro la primavera del 2022. In considerazione delle possibili ricadute, in termini produttivi e occupazionali, del progetto di riconversione proposto da ENI, l'Assessore allo Sviluppo economico, Energia e Legge speciale per Venezia è intervenuto sia nei confronti dei vertici dell'azienda che a livello ministeriale, chiedendo il piano industriale con il dettaglio degli investimenti programmati.
In data 12 maggio 2021 si è tenuto un incontro presso il MISE in merito allo sviluppo degli investimenti sul petrolchimico di Marghera, Mantova, Ferrara, su richiesta degli Assessori competenti delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto e delle associazioni sindacali, in cui si è sottolineato l'impegno del Governo e degli enti territoriali nel monitorare lo stato di avanzamento dei progetti discussi.
Successivamente, nel corso di un'ulteriore riunione convocata dal Ministro allo Sviluppo economico e tenutasi a Roma il 15 settembre 2021, l'Assessore allo Sviluppo economico ha nuovamente evidenziato, in presenza del Viceministro e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali, come sia prioritario per la Regione del Veneto avere contezza da parte di ENI di un vero piano industriale che riporti il dettaglio degli investimenti programmati, con particolare riferimento alle prospettive occupazionali, chiedendo inoltre rassicurazioni sulla gestione operativa della linea del cracking a Porto Marghera.
A seguire, in data 19 ottobre 2021, si è svolto un incontro tra lo stesso Assessore, il Direttore dell'Area tutela e sicurezza del territorio, i rappresentanti di ARPAV, Vigili del fuoco ed ENI-Versalis, per esaminare la problematica dei frequenti episodi di accensione delle torce avvenuti tra settembre e ottobre 2021.
Facendosi interprete delle preoccupazioni da più parti manifestate, l'Assessore ha ribadito la necessità di conoscere nel dettaglio le attività che verranno poste in atto a breve da ENI-Versalis, al fine di garantire la sicurezza dell'impianto sulla base delle specifiche indicazioni del Comitato tecnico regionale del Veneto quale organo di controllo ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo 105/2015, sottolineando alla società che trattasi di un punto su cui non si può transigere.
Con l'occasione è stata, altresì, reiterata la richiesta ad ENI di prendere visione del piano industriale per Porto Marghera, corredato dalla relativa documentazione tecnica, con il dettaglio del piano degli investimenti, del cronoprogramma e delle procedure da mettere in atto.
Rispetto alle richieste dell'Amministrazione regionale, ENI ha dato rassicurazione che la gestione degli impianti avviene in totale sicurezza, dichiarandosi disponibile a illustrare i piani manutentivi e a costituire uno specifico tavolo tecnico finalizzato al controllo congiunto di tutta la filiera dell'azienda. Ha, inoltre, confermato che Versalis sta proseguendo nella definizione del piano industriale, che non coinvolge solo lo stabilimento di Marghera, ma l'intera filiera, e che tale piano sarà presentato a breve.
In data 21 ottobre si è svolto un incontro tecnico tra ENI-Versalis, i Vigili del fuoco e i rappresentati di ARPAV e della Regione, nel corso del quale è stata ribadita, nei confronti di Versalis, la necessità di avere notizie aggiornate sulle prospettive gestionali degli impianti di Porto Marghera.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, la collega Guarda. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Intanto sono molto contenta che l'Assessore abbia manifestato le preoccupazioni, si sia fatto portavoce delle preoccupazioni del territorio in occasione dell'incontro avvenuto in ottobre. Sono sicuramente contenta del fatto che ci siano stati anche incontri con le parti tecniche che si occupano dell'attività di prevenzione e di sicurezza ambientale.
Detto questo, è dal 2019 che è stato annunciato questo piano e credo che, a questo punto, sia necessario non soltanto sollecitare saltuariamente l'azienda a fare il proprio dovere rispetto a quanto annunciato più di tre anni fa, ma a questo punto esigere che questo piano abbia luce. C'è bisogno di determinazione, di coraggio, me ne rendo conto, perché naturalmente le questioni da un punto di vista sindacale e lavorativo sono molto delicate, però credo che, da questo punto di vista, le rassicurazioni avanzate non siano più sufficienti e a questo punto si debba dare una vera e propria data di scadenza.

PRESIDENTE

Passiamo alla IRI 205 del collega Andrea Zanoni: "Quali interventi per tutelare il biotipo del laghetto e dello stagno del Parco San Giuliano di Mestre?".
Zanoni, se mi chiede la parola con Concilium.
Il collega Zanoni c'è? Lo vedo presente. Qualcuno recuperi Zanoni.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.

Punto n. 5.3) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "PROGETTO DEL COMUNE DI VENEZIA PER LA REALIZZAZIONE DELL'HUB DI MONTIRON: VI È IL SOSTANZIALE RISPETTO DEGLI STRUMENTI POSTI A TUTELA DEL TERRITORIO LAGUNARE?" (Interrogazione a risposta scritta n. 146)

PRESIDENTE

Passiamo alla IRS 146, sempre della collega Guarda: "Progetto del Comune di Venezia per la realizzazione dell'Hub di Montiron: vi è il sostanziale rispetto agli strumenti posti a tutela del territorio lagunare?".
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Si tratta di Montiron. Premesso che la Laguna di Venezia è parte della rete ecologica europea Natura 2000 ed è oggetto, quindi, di regime di tutela e salvaguardia della biodiversità del sito UNESCO Patrimonio mondiale dell'umanità, ed è da tempo sotto osservazione, stante le diverse criticità anche di natura ambientale che interessano questo territorio.
Rilevato che il Comune di Venezia ha revocato la precedente delibera istitutiva del Parco regionale ambientale antropologico di interesse locale della Laguna Nord di Venezia, a detrimento della tutela del patrimonio ambientale già alterato dalla progressiva pressione antropica; l'ambito territoriale del Parco della Laguna Nord rimane comunque previsto dalla VPRG per la Laguna e le isole minori e dal PAT.
Nell'ottobre del 2021 presento quest'interrogazione perché ho appreso che tra le recenti proposte di sviluppo esposte dal Sindaco di Venezia vi era la creazione di un nuovo hub per il trasporto locale sito in Montiron, per il collegamento con l'isola di Burano, attraverso lo scavo di un canale di navigazione in Laguna Nord, nonché la realizzazione di un terminal per l'interscambio intermodale in terraferma.
Questo intervento è previsto nell'accordo concluso ex articolo 15 della legge n. 241/90 tra il Comune di Venezia e il Provveditorato interregionale delle opere pubbliche di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige.
Evidenziato, però, che nel tratto di laguna in discorso insiste un canale di modeste dimensioni, poco profondo, che attraversa un'area estremamente interessante dal punto di vista naturalistico e storico, con velme e barene, habitat naturali fragilissimi ma favorevoli alla tutela della biodiversità naturale e con proprietà preziose per l'abbattimento di inquinanti, correnti e moto ondoso, ed elevata valenza paesaggistica e turistica di quel territorio.
Tuttavia, questi ambienti sono sottoposti a un preoccupante fenomeno di erosione causato dalle alterazioni antropiche e dall'innalzamento del livello del mare, tanto da portare nel corso di un secolo alla perdita del 70% delle barene nel territorio veneziano. In ragione della loro tutela, è stato attivato addirittura un progetto, il LIFE VIMINE, che prevede la diffusione di buone pratiche, manutenzioni e interventi di ingegneria naturalistica per proteggere le esistenti, grazie alla riduzione del moto ondoso, il rispetto della navigazione sulle rotte consentite, la prevenzione dell'abbandono di rifiuti, la pratica sostenibile della pesca. Il tutto, ribadisco, per tutelare velme e barene, che sono strumenti essenziali per la tutela della biodiversità, per l'abbattimento del moto ondoso e per la difesa dal fenomeno dell'inquinamento.
Considerato che per la realizzazione, però, del progetto di cui parlava il Sindaco di Venezia sarebbe necessario scavare il canale a quote importanti, per consentire il passaggio di mezzi di dimensioni medio-grandi, compromettendo evidentemente la stabilità di velme e barene, e che gli ipotizzati punti di forza progettuali descritti in quella conferenza stampa consisterebbero nel vantaggio che i residenti nell'isola di Burano ritrarrebbero dal rapido collegamento verso la terraferma, ci siamo domandati se davvero queste fossero delle priorità e delle opportunità che superano, invece, la perdita ecosistemica di cui noi siamo responsabili.
Tale supposizione, infatti, non pare tra le priorità sociali dei Buranelli, dato che, pur esistendo un servizio a chiamata proprio in quest'area, non risulta utilizzato dagli stessi.
Inoltre, le dichiarazioni sui tempi di percorrenza tra Burano e Montiron, indicati in dodici minuti circa dal Sindaco, parrebbero velleitarie, poiché praticabili soltanto violando le normative vigenti rispetto ai limiti di velocità, con incalcolabili danni causati dal moto ondoso prodotto in un'area lagunare che il Magistrato delle Acque ha definito "zona blu", con precise limitazioni del traffico motorizzato. A questo si aggiunge che, una volta giunti a Montiron, gli utenti sarebbero comunque molto lontani da qualsiasi destinazione di terraferma.
Ritenuto, inoltre, che per soddisfare le necessità dei residenti pare più opportuno economicamente ‒ un'alternativa, una soluzione sicuramente meno devastante per l'ambiente, già adottata nel 2004, con variante PRG, per la laguna e le isole minori, approvata dalla Regione del Veneto nel 2010 ‒ un collegamento diretto con l'Aeroporto Marco Polo, quindi con tutti i servizi terrestri previsti, urbani ed extraurbani, nonché un futuro terminal ferroviario.
Detto questo, all'epoca, nel novembre del 2021, ho chiesto all'Assessore regionale al territorio e all'Assessore regionale alle infrastrutture e ai trasporti di chiarire se siano a conoscenza dell'accordo citato in premessa, se non ritengano che l'accordo sia in contraddizione con gli strumenti di tutela della laguna di Venezia oggi esistenti e quali iniziative di competenza intendano intraprendere.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Anche in questo caso, per l'assessore Marcato risponde il collega Calzavara. Prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche del Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e i Comuni di Venezia hanno sottoscritto un accordo per la realizzazione di una serie di interventi nel territorio comunale aventi carattere di estrema urgenza, relativi al ripristino ambientale, al recupero e alla restituzione agli usi civici e alla manutenzione dello scavo di canali acquei al fine della loro navigabilità in sicurezza.
Uno degli interventi riguarda la realizzazione del nuovo terminal Montiron, comprensivo dello scavo del canale di collegamento tra le isole di Burano, Mazzorbo, Torcello e il terminal stesso, inserito tra gli interventi finanziati a valere sul Patto per lo sviluppo della città di Venezia.
Allo stato attuale, il Comune di Venezia ha affidato con gara pubblica l'incarico di redazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali, progetto di fattibilità tecnica ed economica e prime indicazioni per la redazione del Piano di sicurezza e coordinamento relativo all'intervento in oggetto. Nella documentazione preliminare posta a base di gara si evidenzia la necessità di un costante confronto con i diversi e numerosi Enti preposti alla tutela dei vincoli gravanti sull'area di intervento, nonché la specifica indicazione in merito alla previsione di utilizzo delle migliori soluzioni e tecniche di ingegneria naturalistica per l'integrazione delle opere con l'ambiente lagunare, anche in funzione dell'ottimale inserimento paesaggistico, tenuto conto del particolare e delicato ecosistema in cui si andrà ad intervenire.
Si precisa che tale documentazione non è stata formalmente trasmessa alla Regione del Veneto. Quando la documentazione progettuale verrà trasmessa, sarà esaminata dalle competenti strutture regionali al fine di esprimere i pareri e le valutazioni nell'ambito dei procedimenti amministrativi previsti dalla vigente normativa.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ovviamente attenderemo questo momento. Il mio obiettivo era quello di porre attenzione su questo tema, perché non deve essere assolutamente preso sottogamba. Se ci sono alternative più sostenibili e già praticabili, è evidente che queste devono essere percorse. La responsabilità politica e istituzionale che abbiamo nel garantire la tutela dell'ambiente che caratterizza il nostro territorio e lo rende così attrattivo e prezioso, anche da un punto di vista turistico, quindi anche economico e sociale, ci obbliga a mettere anzitutto la garanzia di questo nella nostra agenda politica. Lo abbiamo visto inserito in Costituzione nella scorsa settimana. A questo punto, anche questi progetti dovranno essere valutati nella loro coerenza. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Interrogazione a risposta immediata n. 205 del 22 ottobre 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Zottis e Bigon relativa a "QUALI INTERVENTI PER TUTELARE IL BIOTIPO DEL LAGHETTO E DELLO STAGNO DEL PARCO SAN GIULIANO DI MESTRE?"

PRESIDENTE

Passiamo alla IRI n. 205 del collega Zanoni: "Quali interventi per tutelare il biotopo del laghetto e dello stagno del Parco San Giuliano di Mestre?".
Collega Zanoni, mi chieda la parola con Concilium. Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Buongiorno a tutti i colleghi, agli Assessori e a tutto il personale.
Questa è un'interrogazione depositata il 22 ottobre 2021 e sottoscritta, oltre che da me, anche dalla collega Francesca Zottis e dalla collega Anna Maria Bigon.
L'interrogazione riguarda lo stagno e il laghetto del Parco San Giuliano di Mestre.
Il 17 ottobre 2021 su "Il Gazzettino di Venezia è stato pubblicato un articolo che diceva: "Il deserto in mezzo al parco: distrutto habitat dei cigni". Riporta, questo articolo di stampa, che da oltre due mesi nelle aree umide del laghetto e dello stagno del Parco San Giuliano di Mestre non transitano né sostano alcune abituali specie ornitiche, in particolare cigni, anatre, aironi, gallinelle d'acqua dolce, folaghe, beccaccini e garzette.
La sparizione dei volatili è dovuta alla siccità che ha prosciugato il laghetto e lo stagno. Secondo quanto riportato dal quotidiano, l'approvvigionamento idrico del laghetto e dello stagno, in caso di necessità e siccità, dovrebbe essere garantito da apposite pompe, che nel 2017 erano state riparate e sostituite proprio a questo scopo.
Tuttavia, l'Istituzione Bosco e Grandi Parchi del Comune di Venezia, contando sulle piogge autunnali, non intende attivarle, con il rischio di compromettere il biotopo delle aree umide del parco.
Si rileva che da oltre un mese il gruppo Facebook "Amici del Parco di San Giuliano" sta cercando di capire i motivi della mancata attivazione delle pompe dei serbatoi che alimentano l'acqua del laghetto e dello stagno. Il Presidente del gruppo Venezia Birdwatching ha sottolineato l'urgenza di salvaguardare la fauna selvatica tipica di quell'area naturalistica, anche per consentire a gruppi di persone e di giovanissimi di conoscere l'habitat. Già prima della pandemia la situazione di abbandono di alcune aree del parco aveva ridato vigore alla petizione "Salviamo il Parco di San Giuliano", lanciata sulla piattaforma web Change.org, che aveva raccolto ben 6.520 firme.
Dobbiamo tenere conto, colleghi, che i commi 1 e 2 della legge n. 50/1993, legge regionale per la tutela della fauna selvatica e l'esercizio venatorio, sanciscono che "la Regione Veneto tutela la fauna selvatica in base a una razionale programmazione del territorio e delle risorse naturali e ambientali. La Regione, a tal fine, adotta le misure necessarie al mantenimento e all'adeguamento delle popolazioni di fauna selvatica in rapporto con la conservazione degli equilibri naturali e con le esigenze produttive agricole".

PRESIDENTE

Collega Zanoni, ha esaurito il tempo da un pezzo.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Vado alla conclusione. I sottoscritti Consiglieri chiedono se si intenda intervenire, per quanto di competenza, al fine di tutelare questo biotopo.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta, ancora l'assessore Calzavara, in nome e per conto dell'assessore Corazzari. Prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Il Parco San Giuliano di Mestre non risulta essere sottoposto alle tutele previste dalla legge n. 394/1991 (Legge quadro sulle aree protette) e dalla legge regionale n. 40/1984 (Nuove norme per l'istituzione di parchi e riserve naturali regionali).
Tale area, inoltre, non rientra tra quelle individuate nella rete ecologica Natura 2000. Si tratta di un Parco periurbano la cui cura, manutenzione e sorveglianza spetta all'Ente locale. Non si ravvisano, pertanto, specifiche competenze regionali su tale ambito.
Al Comune di Venezia, con nota protocollo n. 597103 del 22 dicembre 2021, è stata richiesta specifica relazione sui fatti segnalati. Lo stesso Ente ha risposto rilevando che le aree umide del Parco svolgono la funzione di invaso e raccolta di acque meteoriche e di drenaggio, il regime delle acque è regolato con metodo meccanico manuale e non è alimentato con impianto idrico domestico o industriale. Il Parco non dispone di pompe di approvvigionamento. A regime meteorico normale, l'acqua piovana e di drenaggio viene convogliata nelle aree umide, ma, a causa del perdurare di lunghi periodi siccitosi dell'ultimo anno, come confermano i dati ARPAV, il bilancio idrico in tutte le aree umide del veneziano ha riscontrato forti criticità. Attualmente, grazie alle precipitazioni dei mesi di novembre e dicembre, la situazione è ritornata alla normalità.
Con riferimento alla legge regionale n. 50/1993 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio), si precisa che è stata interpellata la struttura regionale competente per materia, ovvero la Direzione agroambiente, programmazione e gestione ittica e faunistico-venatoria, che ha dato puntualmente riscontro precisando che non sono pervenute segnalazioni dal territorio in ordine a questa particolare situazione. Rimane in ogni caso obiettivo prioritario di questa Amministrazione e prassi consolidata delle competenti strutture regionali mantenere e sviluppare monitoraggi periodici, anche per il tramite degli uffici operativi allocati presso la Città Metropolitana di Venezia e le Province, volti ad acquisire ogni ulteriore e necessario elemento conoscitivo che consenta un'ottima tutela e gestione di patrimoni faunistici, in perfetta aderenza con quanto disposto dalla legge regionale sopraccitata.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, collega Zanoni, mi chieda la parola con Concilium. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Da questa risposta, credo che la situazione non sia del tutto chiara. Mi fa piacere sapere che la Direzione agroambiente abbia dichiarato la disponibilità ad effettuare monitoraggi periodici per raccogliere elementi conoscitivi in merito a questa situazione.
L'interrogazione, come detto, è datata. Era il mese di ottobre quando è stata depositata questa interrogazione. Si dice che tra novembre e dicembre si è rientrati nella normalità a causa delle piogge. C'è da dire che siamo a quasi due mesi di siccità, quindi sarebbe interessante capire questo monitoraggio che cosa ha prodotto.
Dopodiché, è noto a tutti che non si tratta di Rete Natura 2000 o di aree protette dalla legge sui parchi. Sono comunque dei biotopi naturali, dove c'è presenza di fauna selvatica, che devono essere tutelati in base alla legge n. 50/1993, la legge sulla tutela della fauna selvatica.
Tra l'altro, oltre all'aumentata sensibilità dei cittadini nei confronti degli animali selvatici, che sono anche occasione di didattica sul posto per i ragazzi, per gli studenti, per gli scolari, va anche ricordato come la biodiversità e la tutela degli animali siano state introdotte proprio la scorsa settimana nella Carta costituzionale. In Costituzione è presente un articolo...

PRESIDENTE

Grazie, collega.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

...importantissimo. L'augurio è che vengano effettivamente fatti questi monitoraggi e venga ripristinata quella area umida così importante. La presenza di quelle specie ornitiche è la dimostrazione della validità di quell'area.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie a lei, Presidente.

PRESIDENTE

Abbiamo terminato con la sessione delle interrogazioni pronte. Ne arriveranno altre, mi pare, perché la Giunta ne ha approvate parecchie in questi giorni.
PUNTO
6



PROGRAMMAZIONE 2021-2027 OBIETTIVO "INVESTIMENTI A FAVORE DELL'OCCUPAZIONE E DELLA CRESCITA" - PR FESR E PR FSE+ DELLA REGIONE DEL VENETO PER IL PERIODO 2021-2027 IN ATTUAZIONE DEL REG. (UE) 2021/1060, DEL REG. (UE) 2021/1058 E DEL REG. (UE) 2021/1057. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 36) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 16/2022)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore: Consigliere Luciano Sandonà.
Correlatore: Consigliere Giacomo Possamai.

PRESIDENTE

Vedo in Aula relatore, correlatore e Assessore. Iniziamo questo punto, direi piuttosto importante.
Il collega Sandonà interviene come relatore. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ai sensi dell'articolo 9 della legge regionale n. 26/2011 , che al comma 2 dispone che il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, delibera gli atti di programmazione degli interventi regionali cofinanziati dall'Unione europea, ci troviamo oggi ad adottare i Programmi regionali FESR e FSE+ per il periodo 2021-2027, allo scopo di assicurare il rispetto delle tempistiche e dei vincoli imposti dal quadro normativo europeo, in particolare di quanto disposto all'articolo 21 (preparazione e presentazione dei programmi UE 2021/1060), che prevede che, in conformità del modello di programma riportato nell'allegato quinto dello stesso Regolamento UE, gli Stati membri presentino i Programmi alla Commissione non oltre i tre mesi dopo la presentazione dell'accordo di partenariato, avvenuto lo scorso 17 gennaio 2022.
Lo scorso 12 ottobre 2021, con la deliberazione 1415, la Giunta regionale ha approvato la prima versione della proposta dei Programmi regionali FESR 2021-2027, della proposta dei Programmi regionali FSE+ 2021-2027 della Regione Veneto.
La succitata DGR tiene conto degli orientamenti previsti per l'Italia e per le Regioni più sviluppate, categoria a cui appartiene il Veneto, nel Country Report 2019, dei contenuti del documento "Obiettivi di Policy", dell'accordo di partenariato 2021-2027 "Scelte strategiche per il dialogo informale con la Commissione", di quanto è emerso dall'analisi del contesto socio-economico Veneto, dalle evidenze e lezioni apprese dalla precedente programmazione 2014-2020; nel caso della proposta 2021-2027 dei programmi regionali, del rapporto ambientale preliminare predisposto dall'Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto (ARPAV), degli elaborati predisposti dalle strutture responsabili di azione e dalle altre strutture regionali competenti, nonché nei pertinenti Enti strumentali istituiti dalla Regione Veneto, dalle proposte e contributi pervenuti dai 90 componenti del tavolo di partenariato per le politiche regionali di coesione 2021-2027.
Tale prima proposta è stata trasmessa dal Presidente della Giunta regionale al Consiglio regionale del Veneto, fornendo un'illustrazione dello stato di avanzamento dell'iter di adozione dei programmi per il ciclo della programmazione 2021-2027, con l'obiettivo di promuovere la massima trasparenza e collaborazione istituzionale, nel rispetto del diritto di informazione in capo ai Consiglieri regionali, al tavolo di partenariato per le politiche regionali di coesione, espressione congiunta nel dialogo partenariale, relativo ai Piani regionali e ai programmi dell'obiettivo di cooperazione territoriale europea, costituito da 90 soggetti rappresentativi a livello regionale delle competenti autorità pubbliche, parti economiche e sociali e organismi che rappresentano la società civile per acquisirne le osservazioni.
In base al modello previsto per i programmi finanziati, di cui al citato allegato quinto del Regolamento europeo 2021/1060, si comprendono quindi più sezioni così articolate.
Punto 1 "Strategia del programma": principali sfide di sviluppo e risposte strategiche.
Punto 2 "Priorità": per ciascuna priorità e per ciascun obiettivo specifico all'interno della priorità sono illustrate le tipologie di azioni correlate, il loro contenuto previsto a tali obiettivi specifici, i principali gruppi di destinatari, gli indicatori di output e gli indicatori di risultato con i corrispondenti target intermedi e target finali, le azioni di tutela dell'uguaglianza, dell'inclusione e della non discriminazione, un'indicazione di territori specifici in cui è diretta l'azione, eventuale utilizzo degli strumenti finanziari nei settori di interventi e una ripartizione indicativa delle risorse programmate per settore di intervento.
Punto 3 "Piani di finanziamento": per ciascuna priorità sono state proposte delle dotazioni finanziarie totali per fondi. Il cofinanziamento nazionale è comprensivo del cofinanziamento statale e del cofinanziamento regionale.
Punto 4 "Condizioni abilitanti": per ciascuna condizione abilitante collegata all'obiettivo specifico selezionato, sulla base della ricognizione dei pertinenti provvedimenti regionali e nazionali a disposizione, è stata fornita una valutazione volta a stabilire il livello di soddisfacimento della relativa condizione abilitante.
Punto 5 "Autorità del programma": la tabella 13, che costituisce tale sezione del Piano regionale, riporta i soggetti ai quali è stato attribuito un ruolo di Autorità di gestione, Autorità di audit, organismo che riceve i pagamenti della Commissione, nonché la funzione contabile.
Punto 6 "Partenariato": nella sezione vengono illustrate le azioni adottate per coinvolgere i partner pertinenti nella preparazione del programma e il loro ruolo nelle attività di esecuzione, sorveglianza e valutazione del programma.
Nello specifico, si precisa che i componenti del tavolo di partenariato per le politiche regionali di coesione 2021-2027, nonché gli operatori del territorio e i cittadini sono stati coinvolti dalla Giunta regionale in quattro tavoli tematici a cui hanno partecipato più di 200 soggetti. Sono stati inoltre raccolti 68 contributi tra questionari on line compilati e note spontanee pervenute e 3.510 fra operatori e cittadini hanno risposto alla più ampia consultazione pubblica realizzata tramite il questionario on line rivolto a tutta la cittadinanza. L'esito di tale percorso è stato pubblicato nel documento, con una sintesi dei contributi raccolti dal tavolo e dal territorio veneto, accessibile dal sito web dedicato al dialogo partenariale denominato "Il Veneto verso il 2030".
Punto 7 "Comunicazione e visibilità": la sezione illustra l'approccio previsto in termini di comunicazione, visibilità del programma, gli obiettivi, il pubblico destinatario, i canali di comunicazione, il budget e il sistema di monitoraggio e valutazione previsti.
Per quel che riguarda quindi l'approvazione di questa delibera, ricordiamo che le risorse complessive destinate dalla Regione Veneto per la programmazione 2021-2027 sono pari a euro 2.062.577.018. C'è un aumento complessivo rispetto alle risorse destinate nel corso del precedente Piano, che era pari a 1.364.342.538 con una suddivisione uguale fra il Piano regionale FESR, che è pari a 1.031.288.510, e il Piano Regionale FSE+, che è appunto pari alla stessa cifra.
Il contributo da parte dell'Unione europea è pari a 825.000.000 di euro; il contributo da parte dello Stato italiano è pari a 866.000.000 di euro; il contributo della Regione è pari a 371.000.000 di euro, con una media di 53.000.0000 all'anno posti dalla Regione del Veneto.
Per quel che riguarda il Programma Regionale FSE+, il 28% delle risorse sono dedicate all'inclusione sociale e il 24% delle risorse sono dedicate all'occupazione giovanile. Le sfide sono quelle dell'occupazione, la formazione e istruzione, l'inclusione sociale e, appunto, l'occupazione giovanile.
Per quel che riguarda invece la suddivisione in base alle priorità che sono state selezionate, all'occupazione sono destinati 307.642.000 euro, all'istruzione e formazione 147.483.700, all'inclusione sociale 289.176.268, all'occupazione giovanile 245.735.000 e all'assistenza tecnica 41.251.000.
Per quel che riguarda invece il FESR Veneto, ci sono vari obiettivi per un'innovazione efficiente, un rafforzamento dei processi di digitalizzazione delle imprese e cittadini e della pubblica amministrazione, l'aumento dell'impegno in materia di decarbonizzazione e riduzione dell'inquinamento, la promozione dell'inclusione abitativa e la prosecuzione degli strumenti delle strategie territoriali quindi riferite alle aree urbane e alle aree interne.
Ci sono anche delle novità per rispondere ai cambiamenti: sostenere le infrastrutture ICT; attrarre investimenti per la creazione, l'innovazione e il consolidamento delle filiere produttive industriali; interventi nell'area ZLS del porto di Venezia e Rodigino; l'attività di valorizzazione dei siti UNESCO; l'innovazione nell'ottica della sostenibilità e della riduzione di impatto sui cambiamenti climatici, anche promovendo l'economia circolare; la promozione dell'utilizzo di energia da fonti rinnovabili e il rafforzamento delle fasi di prevenzione, pronta risposta e messa in sicurezza del territorio del Veneto attraverso il potenziamento delle strutture di comando e controllo della Protezione civile; il contrasto all'erosione costiera e l'ammodernamento delle reti pubbliche acquedottistiche e degli impianti di depurazione.
Anche per questo obiettivo, per il FESR il totale delle risorse stanziate nel periodo 2021-2027 è pari, come detto, a 1.031.288.510 euro.
Grazie.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire il capogruppo Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il documento "Verso il Veneto del 2030 – Proposta di Piano Regionale FESR della Regione del Veneto" (parto da qui, poi passerò al FSE) è un testo denso, importante, che entra in moltissimi aspetti della vita delle persone, delle aziende e delle attività produttive della nostra Regione. Talvolta, lo si intuiva anche dalla relazione del relatore Sandonà, la terminologia utilizzata e, quindi, anche l'approccio distaccato e professionale fanno sembrare un po' senz'anima la discussione su questioni che, invece, come sappiamo tutti, sono centrali non solo per l'amministrazione e la governance delle nostre comunità, ma che impattano in maniera diretta sulla vita dei cittadini del nostro territorio, qualunque sia la loro condizione sociale, economica e professionale.
Vi sono temi che utilizzano termini complicati da comprendere per l'uomo qualunque, ma che consentono di prevedere esiti importanti nella vita quotidiana: quindi uno dei compiti, secondo me, che spetta anche a noi nella discussione di oggi è tradurre quei numeri, tradurre anche quelle tabelle ripetitive che ci sono nel documento e spiegare che cosa significa nella vita di tutti. Faccio un esempio su tutti: lo sforzo della pubblica amministrazione di dotarsi di servizi digitali, che evidentemente in un documento così non può che essere spiegato con termini complessi, in realtà ha un impatto diretto sulla vita della persona, sulla semplificazione, sull'accesso per tutti a diritti fondamentali ed è evidente, per esempio, che lì sta la possibilità di ridurre il digital divide tra chi riesce a tenere il passo con l'innovazione tecnologica e chi rischia, invece, di rimanerne vittima e questi due anni di pandemia ce l'hanno mostrato in tutta la sua forza.
Ci sono notevoli investimenti per lo sviluppo occupazionale a sostegno delle PMI venete all'interno di questa impostazione che abbiamo visto nel documento, che sono decisivi per un rilancio duraturo delle condizioni e che porteranno a nuova occupazione stabile, riportandoci – lo speriamo tutti quanti – a una nuova fase di crescita, lasciando finalmente alle spalle gli effetti nefasti della crisi pandemica.
Dobbiamo, però, dire che ad una lettura, perché si tratta di un documento che può assomigliare al DEFR nella sua impostazione, cioè è un documento programmatico e poi la traduzione è un'altra questione: la visione contenuta nel documento è minimalista, come è storicamente l'approccio che la maggioranza prova ad applicare, cioè noi diamo una cornice, ma non proviamo a determinare il processo di sviluppo di questo territorio. Ci sono priorità che non possono non essere condivise, ma manca una visione e una prospettiva di futuro e poi proverò a fare alcuni esempi specifici su questo fronte.
Parto con questo: la proposta di forme innovative di economia circolare, che pur ci sono dentro a questo documento, deve però uscire dalla fase sperimentale che è ipotizzata qui per poche esperienze di nicchia e diventare per il Veneto, pensando che il Veneto in questo possa essere capofila, il nuovo modo di essere e di fare impresa in questo territorio. Ma è evidente che servono i giusti investimenti e serve soprattutto decidere che quella è una priorità assoluta.
C'è molto anche sul fronte del mondo del lavoro – c'è qui l'assessore Donazzan – che è cambiato profondamente in questi anni e non abbiamo timore di dire, come abbiamo riconosciuto anche in Commissione, che il Veneto su questo fronte è all'avanguardia in Italia e la richiesta di nuove politiche attive del lavoro e, in particolare, di nuova formazione professionale (gli FTS, gli ITS, l'apprendistato duale) è sempre più improcrastinabile. Sono stati fatti passi importanti in questi anni, ma è evidente che quella direzione, che poi è quella che auspicabilmente, da quello che vediamo, vorrebbe prendere il Paese, non soltanto il Veneto, è appunto una scelta improcrastinabile che ci costringe a ripensare a forme di investimenti per gli organismi di formazione, sia per i giovani che per gli adulti, con attenzione prioritaria a chi è in condizioni di maggiore svantaggio o di disabilità.
La tecnologia per una azione non casalinga di formazione a distanza, di servizi e di politiche attive del lavoro a distanza è certamente apprezzabile e condivisibile, ma non è sufficiente. Serve accompagnare gli enti di formazione a fare un passo in più e diventare davvero il rimorchiatore capace di essere il traino di un'imponente riqualificazione professionale. Da un lato c'è stata la pandemia, c'è la pandemia, ma dall'altro c'è un intero mondo produttivo che si sta riorganizzando, anche a prescindere da quello che è successo negli ultimi due anni e ogni giorno vediamo quanto è difficile per il mondo della formazione stare al passo con i cambiamenti dell'economia.
Abbiamo anche capito in questi anni che la società veneta, pur riprendendo a correre su binari di crescita e di sviluppo, soffre di vecchie e nuove povertà, che ci impongono di intervenire con urgente determinazione nell'adeguare sia le risposte abitative sia in generale la nostra rete di servizi sociali e sociosanitari. Il patrimonio in parte non utilizzabile degli ATER, in larga parte in alcuni territori e in alcune Province, va rimesso rapidamente in gioco, anche tenendo conto dei finanziamenti disponibili del PNRR. Lo dirò dopo. È molto importante che la programmazione del settennato e i fondi straordinari del PNRR dialoghino tra loro e vanno pensate forme sostenibili alternative alle comunità alloggio per i disabili e alle RSA per anziani quando il livello d'autonomia delle persone lo consente.
Insieme abbiamo anche constatato come il nostro settore turistico sia una costruzione che di fronte a eventi ovviamente non prevedibili è fragile e vulnerabile, come sia complicato gestire flussi di turismo di qualità senza essere ricattati dalla necessità di accogliere anche forme eccessive che non riusciamo a governare e che violentano, a volte, le città d'arte, pensiamo a quello che è capitato in alcuni momenti a Venezia, e che pare accendersi e spegnersi a volte senza la capacità di programmazione e senza cercare vie sostenibili che non siano limitate alle affermazioni di principio.
Riteniamo infine su questo fronte che sia necessario aumentare gli sforzi per coinvolgere nel percorso di co-progettazione di questi strumenti, valorizzando non soltanto i tavoli di rappresentanza delle associazioni datoriali e delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori. Su questo, per esempio, diamo atto, avendolo sentito in Commissione, che da parte della larghissima maggioranza delle organizzazioni datoriali, dei sindacati, delle realtà della rappresentanza, c'è stato un riconoscimento della volontà, su questo fronte, di coinvolgere rispetto a quanto è avvenuto in passato.
L'altro aspetto cruciale è il coinvolgimento dei territori, con momenti di ascolto dei nuovi bisogni e delle proposte che crescono nell'associazionismo, nel volontariato e nella gestione da parte delle Amministrazioni comunali.
Passo alla seconda parte di questa relazione che è quella più di collegamento con altri fronti. Il tema che ci dobbiamo porre tutti è quello della competitività del nostro territorio. Poi magari il consigliere Pan ‒ che ogni tanto su questo tema si sbizzarrisce ‒ mi correggerà. È un dato scientifico che, rispetto ‒ perché a questi ci dobbiamo paragonare ‒ a Lombardia ed Emilia-Romagna, sul fronte della competitività, il Veneto negli ultimi anni ha perso terreno. E non è una cosa che fa piacere a noi e dispiacere a voi. È un dato di fatto su cui ci dobbiamo interrogare e, con strumenti come questo, provare a capire che cosa possiamo fare per recuperare quel terreno perduto. Così come lo può essere il PNRR.
Questo è uno strumento fondamentale, quello che discutiamo oggi, che magari qui passa un po' in sordina perché tende ad arrivare confezionato da un lungo lavoro di dialogo e poi, ovviamente, dalle scelte della Giunta, ma è centrale nella vita del nostro territorio. Con il bilancio povero che di fatto ha la Regione Veneto, per cofinanziare le spese asciughiamo in larga parte il bilancio. Lo abbiamo sentito dire in Commissione dagli Assessori ed è una cosa che emerge in maniera evidente: facciamo quasi fatica a cofinanziare su alcuni fronti.
Sono 65 milioni il cofinanziamento tra FESR e FSE. In quello precedente ne avevamo 65 sommando tutto, se ricordo le parole, mi pare, dell'assessore Caner, agricoltura compresa. Stavolta arriviamo molto, molto sopra. Quando ci chiediamo dove sono i soldi del bilancio regionale (penso alla discussione in bilancio di poco tempo fa), la risposta è che in buona parte sono qui, per cui è centrale come li spendiamo. Ripeto, anche se, rispetto al bilancio, è una discussione che coinvolge meno il Consiglio, ma è centrale anche come li monitoriamo e li seguiamo. Lo dicevo prima: questa è un'impostazione quasi da DEFR, il punto diventa come poi questi soldi vengono effettivamente impiegati e spesi.
È evidente che fare i conti che facevo prima ci segnala ancora una grande verità, cioè che rischiamo di fare più o meno i notai, cioè di fare più o meno quelli che approvano e passano le carte, ma in questo caso, non nel senso del ruolo del Consiglio, è un tema più generale.
La retorica – per come la vediamo noi – del Veneto tax free, che di fatto è più un Veneto "investment free", porta al fatto che la larga parte delle risorse su cui possiamo ragionare, su cui possiamo provare a decidere dove metterle, le dobbiamo mettere su questo fronte.
Su questo fronte certo che c'è una libertà di pensiero su come impostare la programmazione, ma è anche evidente che il rischio è di trovarci a dover finanziare una progettazione, una programmazione europea che in larga parte è pensata nelle sue linee guida fuori da qui.
Da qui discendono due riflessioni sul rapporto fra Regione ed Unione europea, in cui ci sono anche domande oltre che temi che voglio porre. La sensazione, perlomeno da Consigliere, cioè la sensazione di chi sta qui, è che noi affrontiamo il tema dei fondi che arrivano dall'Unione europea sempre e solo come un processo passivo: cioè ci arrivano i fondi e decidiamo come spenderli. Va benissimo, qui c'è anche, devo dire, del buono.
Ma sui Regolamenti e sull'impostazione dei fondi il Veneto in questi anni ha provato a fare lobby come altri territori hanno saputo e potuto fare?
Abbiamo europarlamentari in quattro diversi Gruppi europei: li abbiamo mai messi al tavolo tutti insieme per chiedere che l'Unione europea finanziasse dentro i regolamenti in una direzione invece che nell'altra? Magari sì, ma che sappia io, no. Lì invece c'è un tema cruciale, perché lì vengono decise le grandi linee di sviluppo, quelle per cui stai dentro o fuori, per esempio, da una transizione.
L'altra grande sensazione, lo dicevo prima, è che manchi un disegno generale. Leggendo il documento sembra molto la somma delle posizioni, delle tesi, delle richieste, in larga parte anche giuste, lo dicevo prima, dei singoli Assessori rispetto alla costruzione del disegno generale.
Faccio un esempio per tutti citando l'esponente di un sindacato che nel corso dell'audizione in Commissione ha detto: "Non si vede una strategia industriale e produttiva coerente con la transizione ecologica, che favorisca non solo l'innovazione dei processi, ma anche dei prodotti". Si collega al tema che dicevo all'inizio: l'idea è che noi costruiamo una cornice ma poi il quadro lo dipingono gli altri.
Vivaddio, nessuno pensa allo Stato dirigista, ma che il pubblico, tanto più con fondi come questi, possa dare con forza una direzione di sviluppo, mi viene in mente nel settore della concia o della termomeccanica che in questi anni sono costretti a un'innovazione di prodotto fortissima, penso che sarebbe la via giusta.
È un tema che noi abbiamo affrontato, abbiamo sollevato più volte nei mesi scorsi a partire dalla discussione sul PNRR quando abbiamo chiesto di lanciare un patto per il Veneto 2030 con tutte le categorie, le forze sociali e le università.
Ripeto, è arrivata da parte delle categorie e delle realtà della rappresentanza un messaggio positivo in Commissione, ma non può essere una cosa settoriale, cioè non può essere un percorso limitato al POR FESR e al FSE: deve essere un ragionamento globale che, per esempio, coinvolga il PNRR.
Prendo alcuni punti specifici. All'interno della OP1, per stare sul tema che sollevavo adesso, c'è ad esempio una grande enfasi sul tema dell'impresa, sull'ammodernamento, sul miglioramento tecnologico, cioè su interventi tradizionali pur nell'innovazione, poco c'è su ricerca e programmazione. È evidente che è più difficile, ma quella è anche la nostra frontiera, la possibilità di impostare con documenti come questo le condizioni per un Veneto della ricerca che si ponga all'avanguardia su alcuni grandi temi di ricerca che investe in maniera forte in quella direzione.
Anche qui vado con un esempio su tutti. C'era la grande opportunità di investire sulla Space Economy, che qui non c'è, facciamo anche cose interessanti, cioè l'investimento, per stare sulla stessa frontiera, sul supercomputing, anche se, devo dire, si poteva fare di più: scoccia citare sempre le stesse cose, ma a 200 chilometri da qui il Tecnopolo di Bologna e la Data Valley, rischiano di essere chilometri e chilometri, se non anni luce, avanti a noi.
Sempre nell'OP1 c'è un altro tema che non può essere sottovalutato e che si collega a quello che dicevo prima. Il tema non è soltanto digitalizzare di più e meglio le imprese venete, ma anche sostenere il comparto del digitale, che è una delle grandi filiere del futuro. Su questo abbiamo presentato anche un emendamento, anzi lo presenteremo tra poco, in cui chiediamo che ci siano anche bandi diretti esattamente lì e unicamente lì, perché quella, per esempio, è una filiera a cui guardare oggi perché darà e dà già oggi grande possibilità di lavoro nel futuro.
Sulla OP2 vediamo finalmente un segnale sul fronte (inc.) – c'è l'assessore Bottacin – che è la vera emergenza ambientale nel nostro territorio anche viste le costanti pressioni da parte dell'Unione europea. Positivo, ad esempio, l'investimento sull'efficientamento energetico delle imprese, visto che il superbonus e in generale gli interventi di efficientemente energetico degli edifici nazionali sono rivolti al residenziale.
C'è molto sul dissesto idrogeologico, c'è un primo passo sul fronte dei rifiuti, anche se lì la questione della messa a terra è soprattutto nel campo delle imprese.
Rapidamente, andando alla conclusione, c'è un'altra cosa che manca e che mi ha colpito. L'assessore Calzavara – che in questo momento non c'è, ma poi provvederemo a dirglielo in separata sede – negli scorsi mesi ha lanciato una sfida importante, cioè quella del riordino territoriale, della reimpostazione di come stanno insieme gli Enti locali sul nostro territorio, dalle fusioni alle aggregazioni, per cui era la grande occasione anche per lavorare in quella direzione, inserire ragionamenti sulle premialità, anche perché diventa un po' estroso fare il ragionamento che c'è sulle aree urbane e, quindi, sulle aggregazioni intorno ai capoluoghi e ai grandi centri delle nostre Province, e non pensare ai Comuni più piccoli, alle realtà più svantaggiate, cosa che, invece, andrebbe fatta in maniera mirata e ovviamente mi riferisco a parte delle aree interne.
Rapidamente sul FSE. Ovviamente c'è una piena condivisione degli obiettivi. Per quanto riguarda la Priorità 1 si deve sicuramente considerare un impegno irrinunciabile quello per la ripresa dell'occupazione di qualità e per il rilancio delle attività più colpite dalla pandemia, ma non c'è un segno di attiva integrazione con il Programma GOL del Ministero del Lavoro. In particolare, si ritiene che un impegno maggiore della Giunta a favorire un più facile accesso al Fondo nazionale nuove competenze sarebbe doveroso per trovare forme di complementarietà sussidiaria, così come un impegno più reale contro il lavoro sommerso e a favore del lavoro delle donne.
Per quanto riguarda la Priorità 2, deve essere ricercata fattivamente ogni azione possibile mirante a un impegno più forte nel raccordo tra istruzione e lavoro, a partire dallo sviluppo dell'apprendistato duale delle esperienze di IFTS e ITS da parte delle nostre Academy venete.
Sulla Priorità 3 si tratta di intervenire con ancora più coraggio e concretezza a vantaggio di chi si trova in condizioni di svantaggio e, quindi, di marginalità sociale, rafforzare le azioni di inclusione e coesione territoriale, ma sperimentare anche altre progettualità a sostegno dell'apprendimento in contesto lavorativo, valorizzando, per esempio, le capacità delle cooperative sociali di tipologia B (ne abbiamo discusso anche in Commissione), del lavoro in somministrazione da parte delle Agenzie per il lavoro come utilizzatori le Amministrazioni comunali, mutuando, ad esempio, esperienze simili ai mini-job tedeschi, così da superare anche il tema dei vincoli della spesa per il personale.
Priorità 4: dare avvio a una vera campagna di ascolto dei giovani veneti e promuovere opportunità di lavoro concretamente collegate alla transizione ecologica e digitale, che devono rappresentare per il Veneto del 2030 una concreta via di sviluppo.
Chiudo con una battuta su un tema molto dimenticato, ma centrale in questi ultimi due anni: ieri si è parlato molto di Bonus Psicologo a livello nazionale in Parlamento e, per prepararmi a questa giornata – sto chiudendo, Presidente, solo una battuta, vedo che è finito il tempo – mi sono guardato gli FSE e i FESR anche di altre Regioni e ho visto, per esempio, nell'FSE della Regione Lazio un intervento importante su un tema dimenticato, che è quello della salute mentale dei ragazzi più giovani. La Regione Lazio ha impegnato 11 milioni per i più giovani, intervenendo su tre diverse linee di azione con importanti investimenti economici e con la centralità del servizio pubblico, individuando il target nei giovani fino a 21 anni con un ISEE minore di 40.000 euro.
Anche su questo presenteremo un emendamento, perché pensiamo, appunto, che, siccome si tratta di un documento che entra nella vita delle persone, questa sia l'occasione per farlo e per migliorare la vita a chi in questi due anni ha pagato a caro prezzo la pandemia.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Capogruppo.
Ha chiesto di intervenire l'assessore Caner.

Ass.re Federico CANER

Grazie. Buongiorno a tutti.
Oggi ci apprestiamo ad approvare due programmi che sono fondamentali per la Regione Veneto e sono frutto di un lavoro molto lungo, condiviso, collaborativo ed è la prima volta, tra l'altro, che approviamo insieme i programmi operativi regionali del FESR e del FSE. Vorrei innanzitutto ringraziare anche la collega Elena Donazzan, che è qui dietro di me, che dopo esporrà in particolare il programma FSE. Ma mi premeva innanzitutto ringraziare anche per il lavoro che è stato svolto nelle Commissioni consiliari, quindi i Presidenti e i Consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, perché abbiamo avuto modo, in questo periodo, di confrontarci, secondo me, in maniera anche molto schietta ma serena, avendo un dibattito lungo e importante e questo va assolutamente ribadito.
Ci troviamo ad approvare, come vi dicevo, due programmi che riguardano la politica di coesione, che è la principale politica di investimento dell'Unione europea, che ovviamente mira a ridurre quelle che sono le disparità economiche, sociali e territoriali esistenti tra le Regioni. Per la prima volta ci troviamo ad avere anche un aumento consistente delle risorse a disposizione. Ricordo che nella passata programmazione, la '14-'20, avevamo a disposizione quasi 1,4 miliardi, 1.364.000.000 per l'esattezza. Questa volta disponiamo nei due Programmi insieme, FESR e FSE, di oltre 2 miliardi divisi a metà, 50% per il fondo FESR e 50% per FSE. Si tratta quindi di un aumento cospicuo di risorse importanti per la nostra Regione. Ricordo che questa Regione ha sempre speso fino all'ultimo centesimo sia per FESR che per FSE e quindi abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che dovevamo raggiungere.
Velocemente vi dico anche che per la Giunta regionale è uno sforzo molto importante perché rispetto alla vecchia programmazione il cofinanziamento europeo si è abbassato dal 50 al 40%, mentre è aumentato quello nazionale ed è aumentato anche quello regionale, che dal 15% passa al 18%. Non è una cosa di poco conto perché passando da 1,4 miliardi a 2 miliardi, aumentare anche dal 15 al 18% il cofinanziamento regionale significa uno sforzo rilevante per questa Regione.
Vado veloce perché vedo che il tempo a mia disposizione è veramente poco.
Per quanto riguarda il tema complessivo, vi devo dire che c'è stato un lungo lavoro che ci ha portato ad avere un approccio con questo Programma regionale che segue la linea della continuità. Ha degli elementi di continuità e degli elementi di discontinuità rispetto al Programma '14-'20, soprattutto ha degli elementi di complementarietà tra il Fondo FESR e FSE. Qui c'è stato un lavoro importante tra me e la collega e tra i nostri relativi uffici di concentrazione delle risorse su priorità strategiche importanti che sono state individuate dalla Regione e sul tema della cantierabilità: gli interventi devono essere soprattutto interventi per progetti infrastrutturali che ci devono portare a impegnare e a spendere anche tutte queste risorse nella maniera anche più veloce possibile. Soprattutto sono dei programmi che puntano a una multisettorialità e all'innovazione continua. Questo è un dato molto importante che volevo sottolineare. È stato un percorso lungo con dei tavoli di partenariato che si sono confrontati nel territorio e che continuano ancora a farlo. Quindi mi piace sottolineare questo perché sono dei programmi importanti, forse i più importanti assieme al FEASR che arriverà, che impiega altri 1,2 miliardi. Quindi, FESR, FEASR e FSE sono i tre programmi più importanti che impegnano questa Regione e dovevano essere condivisi a livello territoriale e non solo dalle rispettive strutture.
Velocemente vado al programma FESR. Come sapete, le priorità di questo programma intervengono sulla Priorità 1, dove parliamo di un Veneto più intelligente e competitivo; la Priorità 2 è sulla resilienza, più verde e a basse emissioni; il Programma 3, la connessione attraverso la mobilità urbana; il Programma 4 sociale e inclusivo; il Programma 5 la vicinanza ai cittadini. La concentrazione tematica più importante l'abbiamo sulle Priorità 1 e 2, quindi relative al programma che deve essere intelligente e competitivo e ovviamente sul tema della resilienza, quindi tutta l'attenzione all'aspetto ambientale che diventa fondamentale.
Quali sono gli elementi di continuità rispetto alla vecchia programmazione? Sicuramente continueremo a investire sul tema dell'innovazione intelligente anche attraverso investimenti in transizione 4.0, su tutto il tema dell'internazionalizzazione, dell'accesso al credito, la creazione di nuove imprese, la valorizzazione turistica e culturale. Qui abbiamo posto un accento particolare, aumentando molto anche le risorse a disposizione: erano 40 milioni e sono diventati 80. Sappiamo che queste due tematiche, turismo e cultura, che vanno anche a braccetto, devono essere, secondo noi, più valorizzate all'interno della Regione.
L'altro tema di continuità riguarda il rafforzamento dei processi di digitalizzazione delle imprese e su questo sta lavorando molto anche il collega Calzavara; l'aumento dell'impegno in materia di decarbonizzazione e riduzione dell'inquinamento. Su questo programma c'è molta attenzione. Questo ce lo richiede, per carità, l'Europa, ma molto abbiamo messo anche del nostro su tutto il tema della sostenibilità, dell'ecosistema, nonché nella gestione della prevenzione dei rischi. Poi il tema dell'inclusione abitativa: anche questo è un tema che avevamo già ripercorso nella vecchia programmazione e che continuiamo a porre. Così come tutto il tema degli strumenti della strategia territoriale, le cosiddette "aree urbane" e "aree interne", che ovviamente anche in questa programmazione trovate.
Quali sono gli elementi di novità? Visto che ho solo due minuti ancora a disposizione. Tendiamo, con questo programma a puntare molto di più sul tema delle infrastrutture ICT, cercando di cogliere tutti quelli che sono i vantaggi legati alla digitalizzazione: ha già citato prima il collega Possamai il tema del supercomputing, del Veneto Data Platform, per esempio, quindi tutti progetti di digitalizzazione della pubblica amministrazione. Questo è un elemento nuovo, così come quello dell'attrazione degli investimenti per la creazione, per esempio, l'innovazione e il consolidamento di tutte quelle che sono le filiere produttive e industriali.
Abbiamo previsto anche interventi nell'area ZLS del Porto di Venezia e Rodigino, l'attività di valorizzazione dei siti UNESCO. Su questo dicevo già anche in Commissione che c'è la volontà, anche dal punto di vista turistico, di creare dei percorsi da attivare anche all'interno della promozione, legati al tema della valorizzazione dei nostri siti, che sono nove, come sapete, a tutto il tema dell'innovazione nell'ottica della sostenibilità, della riduzione dell'impatto sui cambiamenti climatici, dell'economia circolare.
Oggi che siamo anche in un momento di crisi energetica questo è un tema fondamentale che, tra l'altro, va ad agganciarsi anche a quello che sarà il piano legato al mondo dell'agricoltura, quindi il tema dell'economia circolare e l'utilizzo del biogas, per esempio, diventa strategico e fondamentale e tutta la promozione delle energie da fonti rinnovabili diventa quindi strategica.
Così come c'è anche, come elemento di novità, il rafforzamento di tutte le fasi di prevenzione, di pronta risposta, di messa in sicurezza del territorio veneto anche tramite il potenziamento delle strutture di comando e di controllo della Protezione civile, il contrasto all'erosione costiera, all'ammodernamento delle reti pubbliche acquedottistiche.
Per farla breve, visto che mi rimangono venti secondi, penso che il lavoro che è stato svolto in sinergia con il territorio sia stato quello sicuramente di confermare parte della programmazione '14-'20 là dove abbiamo visto che funzionava e c'era la necessità di investire ulteriori risorse, ma anche prevedendo tutti quegli elementi di novità che abbiamo considerato importanti e strategici per l'evoluzione di questa Regione.
Oggi è una giornata importante e fondamentale per la Regione, non solo per il lavoro che è stato svolto, ma anche perché noi dovremmo velocemente e bene spendere tutte queste risorse a disposizione.
Ci attendiamo quindi anche dal nostro territorio dei riscontri importanti. Non solo noi abbiamo condiviso questo programma nelle sue linee strategiche, ma oggi noi tutti Assessori per parte di competenza – perché io vi ho fatto una panoramica generale, ma come vedete ci sono interventi specifici dei singoli Assessori che devono attuare i bandi – dobbiamo avere costantemente un rapporto importante con le categorie e con il territorio tutto, con i cosiddetti stakeholders del territorio, per spendere, ripeto, velocemente e in maniera compiuta le risorse che abbiamo a disposizione.
Io vi ringrazio, ripeto ancora una volta, per il lavoro che è stato fatto da tutto il Consiglio anche nelle singole Commissioni, perché penso che alla fine, al netto dei miglioramenti che si possono sempre apportare, siano dei programmi regionali che vanno incontro a quelle che sono le richieste nel nostro territorio.
Grazie e buona giornata a tutti.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire l'assessore Donazzan.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Il collega poteva tranquillamente sforare qualche minuto in più perché ha il compito di coordinare tutti i fondi e tutte le diverse materie e questa è stata un'intuizione che il Presidente Zaia ha avuto in questo avvio di legislatura, ormai consumata in oltre un anno e mezzo, nell'immaginare che la grande occasione per il Veneto di uno sviluppo dovesse tenere conto massimamente di un utilizzo sempre più appropriato, puntuale ed efficace dei fondi. Come è stato già detto sia dal collega relatore Sandonà che dal correlatore Possamai, questo è un momento particolarmente significativo. Queste sono le grandi risorse che il Veneto avrà a disposizione e la serietà nella gestione dei fondi, che contraddistingue la tradizione di questa Amministrazione, ci dice che noi le risorse non solo le usiamo bene, e non siamo autoreferenziali in questo perché il giudizio deriva dalle valutazioni della Commissione europea.
Sappiate, lo voglio ribadire anche a chi ascolta fuori, che i fondi europei sono particolarmente vigilati su più livelli, hanno una vigilanza interna. La nostra Regione poi ha un accordo, almeno in questi anni ha prodotto anche dei grandi risultati con la vigilanza ordinaria, quindi con la Guardia di Finanza e con le Procure. Abbiamo un rapporto di vigilanza nel senso del merito e degli obiettivi da raggiungere, che è esattamente della Commissione europea, che con degli audit continuativi e con un rapporto estremamente vincolante misura i nostri risultati.
La premessa, quindi, è quella di fondi che producono dei risultati, non solo e non tanto per come li giudichiamo noi, ma quanto per la valutazione che ne deriva dal territorio e quindi il titolo che abbiamo dato, che è quello dello sviluppo, dell'occupazione e della crescita, attiene ad un coordinamento, come ha detto il collega Caner, che per la prima volta vede lavorare insieme tutti gli Assessorati con un incremento di risorse in primis, con nuovi ambiti di inserimento dei temi come quello dell'inclusione sociale, che afferisce alle deleghe della collega Lanzarin, ma sui tanti argomenti che ci portano a ragionare oggi di transizione a tutto tondo.
Seconda considerazione: nel bilancio della Regione questa Amministrazione ha deciso di dare priorità all'utilizzo di queste risorse. Il collega Calzavara, nel redigere il bilancio, ha voluto ‒ ottenendo, ovviamente, il consenso dell'Aula ‒ ben significare che quella leva prodotta dai fondi comunitari deve avere una partecipazione che dice delle priorità di questa Amministrazione, usare queste risorse fino in fondo per poter avere, poi, come è accaduto almeno per quanto riguarda il Fondo sociale europeo, una premialità negli ultimi sei anni di ben 50 milioni di euro. Li abbiamo saputi talmente bene utilizzare che l'Europa ci ha dato un'ulteriore aggiunta di risorse.
La terza considerazione è quella dell'ascolto. Rispondo così anche al collega Possamai. È stato un lavoro poderoso. Per questo vanno ringraziate le strutture, principalmente. Così come è stato immaginato un Assessore a coordinare, è stata immaginata una struttura conseguente, la nostra tecnostruttura della Regione, quindi il dottor Romano a coordinare tutti i fondi, le Autorità di gestione, con il dottor Cecchinato, la dottoressa De Pietro e il dottor Toffanin, e i dirigenti di tutte le varie aree. Per quanto mi riguarda, visto che tratterò del Fondo sociale europeo Plus, il dottor Agostinetti, il dottor Marzano e la dottoressa Grigoletto.
Questo lavoro di ascolto viene fatto dal territorio. Consideriamo, però, una cosa. Il collega Possamai prima diceva che c'è stato un ascolto di portatori di interessi. Di più. È stata a tal punto capace, questa Amministrazione, di dialogare con i cittadini che sono arrivati oltre 3.100 contributi dalla cittadinanza, segno che la cittadinanza riconosce all'Amministrazione regionale la volontà dell'ascolto. Altrimenti tu non dici qualche cosa a qualcuno che pensi che non ti ascolterà. Questo si traduce in un lavoro di organizzazione, che è un'architettura straordinaria. Noi dobbiamo rispettare le indicazioni della Commissione europea, i numeri e le misure della Commissione europea. Dobbiamo rispettare le indicazioni del Ministero dell'economia e delle finanze, che, con i diversi Ministeri, determina le regole della gestione. E poi dobbiamo calare tutto questo in un progetto che deve dare sviluppo al territorio.
Passo al Fondo sociale, nei cinque minuti che mi restano. Alla fine, faccio questo ragionamento all'Aula. Questo è un momento, per me, di grande esaltazione del ruolo della Regione. Dobbiamo partire dai contesti quando caliamo a terra le nostre programmazioni sui fondi comunitari. Noi abbiamo oggi una disoccupazione, ahimè, alta, che oscilla e oscillerà velocemente nei prossimi mesi. Partiamo da un contesto del 5,8% di disoccupati. È alto per il Veneto. Abbiamo un tasso di occupazione, tra le donne e gli uomini, che distacca di 20 punti percentuali.
Rivolgo anche un ringraziamento. Non ho potuto partecipare, in fine, alla discussione dell'Aula della scorsa settimana. Quel progetto di legge si inserisce in una programmazione che è già della Regione del Veneto da tempo, dove noi abbiamo aumentato le performance dei nostri obiettivi da raggiungere, cercando di puntare a quel target, cioè quello delle donne occupate. Quest'aula non deve smettere di interrogarsi su come riuscire ad aiutare la natalità e la maternità. La maternità si concilia con la vita e con il lavoro.
L'Europa ci dà degli orizzonti, ci dice che dobbiamo intervenire sui giovani. Il Veneto ha voluto sempre trattare questo tema nell'accompagnamento verso il lavoro. La centralità della persona, per come la intendiamo nella programmazione comunitaria, risponde agli indirizzi, per poter poi diventare strumento di accompagnamento sempre verso il lavoro. Così verso i giovani. Con il Fondo sociale Plus noi interveniamo sugli ITS, sulla formazione dei giovani nella transizione verso il mercato del lavoro. Il programma Garanzia Giovani, che ha visto la Regione del Veneto eccellere a livello nazionale, con premialità anche a livello comunitario, oggi è inserito. Non sarà più un programma a sé stante, ma sarà dentro questo grande disegno del Fondo sociale europeo Plus.
Non dobbiamo dimenticare che dobbiamo intervenire sugli occupati. Il rischio di espulsione dal mercato del lavoro, in una transizione così veloce, ci deve impegnare a far sì che i lavoratori occupati non solo non perdano il lavoro, ma siano quella leva del capitale umano che rende le nostre imprese e i nostri territori più competitivi di altri.
Poi abbiamo l'altro terzo grande segmento: l'invecchiamento della popolazione. La popolazione oggi ha numeri significativi. In parte su questo ragionerà la collega Lanzarin, nella sua declinazione operativa. Qui noi dobbiamo continuare a pensare che bisogna mantenere attive le persone proprio nell'aggiornamento delle competenze e fare in modo che – ed è questo il quarto argomento – le strutture regionali, nella presa in carico delle persone che, malauguratamente, purtroppo, non in maniera così isolata nell'ultimo periodo... Segnalo a quest'Aula – e lo dico ringraziando la presidente Scatto per il grande lavoro fatto nell'approfondire il Fondo sociale e tutti gli argomenti che riguardano l'istruzione, la formazione e il lavoro – che noi abbiamo un aumento esponenziale di crisi industriali. Abbiamo moltissime realtà che decidono semplicemente di chiudere e delocalizzare.
La nostra capacità di rendere competitivo il territorio, posto che non possiamo considerare la leva fiscale, che non abbiamo strumenti di abbattimento dei costi energetici, è il capitale umano e tutte le agevolazioni che noi dobbiamo poter mettere in campo per far sì che, a fronte dell'aumento di tutto questo, non si rinunci agli investimenti fatti sulla leva del capitale umano.
L'ultima considerazione è più di carattere strategico-operativo per il futuro. Credo che il buon utilizzo di questi fondi sarà anche legato al continuo ragionamento con i corpi intermedi e le parti sociali. Non dobbiamo abbandonare questo tipo di dialogo. Credo che le Commissioni avranno questo ruolo nel prossimo futuro, ma la misurazione dei nostri risultati ci fa anche dire – e con questo replico al collega Possamai – che noi abbiamo proprio investito, invece, sull'innovazione dei processi e di prodotto. Pensate che nel settore della concia, citando quello che ha citato il collega, il Veneto ha avuto il Premio europeo della formazione 2020 sul Green Leather Manager, sostenuto con il Fondo sociale europeo e con i Fondi degli ITS. Un premio riconosciuto nella transizione tra i giovani verso il mondo del lavoro, di un settore particolarmente delicato, che è stato valutato come primo progetto di formazione in tutta Europa.
Chiudo in bellezza dicendo ai colleghi che tante sono le declinazioni, e in Commissione le abbiamo portate. Esempi. Cosa abbiamo fatto per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro? I voucher per le donne che dovevano formarsi e, magari, un programma di accudimento di minori o disabili. Che cosa abbiamo fatto nel tema dell'outplacement con un'azienda in crisi? Un progetto continuativo durante tutto l'anno di fondi immediatamente erogabili, perché un lavoratore che sta fuori oltre il tempo è un lavoratore che perde di motivazione e di competitività.
Infine, faccio un appello a tutti noi. Non dobbiamo dimenticare che la cultura del Veneto è una cultura del lavoro. A noi i sussidi non piacciono. A noi il Reddito di cittadinanza non piace. A noi non piace rimanere fuori da un'attività e da un attivismo fatto di intrapresa, che è quella dell'imprenditore come quella del lavoratore. Se in queste ore abbiamo chiuso importanti accordi per l'acquisizione di Ideal Standard, Ceramica Dolomite e per ACC è perché sono stati i lavoratori a mantenere viva la speranza e l'attaccamento al mondo del lavoro e a quel sito produttivo, a quella tradizione, che li rende diversi dagli altri. Ed è per la stessa ragione che abbiamo trovato investitori che sono venuti per intervenire. Lo facciamo anche con i fondi comunitari? Sì, dobbiamo farlo certamente anche con questi fondi. Grazie, Presidente.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola all'assessore Lanzarin, per un intervento propedeutico alla discussione generale. Prego, Assessore.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io, visto che sono stata chiamata in causa a più riprese come Assessorato alle politiche sociali, ma anche perché ‒ abbiamo avuto modo anche di dirlo durante la Commissione preposta, la Quinta Commissione ‒ questa programmazione europea è una programmazione importante, è uno degli atti più importanti, credo, di questa legislatura, non solo per la mole di quantità che vengono immesse, ma per la valenza programmatoria vera e propria. È una programmazione che, per la prima volta in maniera così definita, già nell'atto della programmazione include una parte ben definita e ben strutturata per quanto riguarda le politiche sociali in riferimento all'inclusione sociale e al FSE, mettendo a disposizione, quindi, il 28% delle risorse che sono previste e declinandole, poi, in base alla programmazione regionale e locale.
Credo, quindi, sia una opportunità molto importante, soprattutto interpretata e vista post-pandemia, post-emergenza, quindi legata a quelle che sono le situazioni, ma soprattutto a quello che oggi è il contesto che noi vediamo e che dobbiamo interpretare, guidare nei prossimi anni, proprio per il post-pandemia.
È, quindi, una programmazione che tiene conto sicuramente di questi due anni di emergenza, questi due anni che hanno comunque messo a dura prova il nostro sistema socio-sanitario e il nostro sistema sociale nel suo complesso. Tiene conto di quella che è stata, ed è tuttora in itinere, la programmazione regionale che, come sapete, quando parliamo di politiche sociali o sociosanitarie, si va a integrare con la programmazione locale, che è in capo alle Aziende sanitarie e, nello specifico, alle Conferenze dei Sindaci, nello strumento che noi riteniamo lo strumento principale organizzativo e programmatorio, che sono i Piani di zona, in uno sforzo di avere una programmazione continua, uniforme, che tenga conto di tutti questi vari livelli e che si vada anche a interfacciare con quelle che saranno, e sono oggi, le programmazioni che stanno venendo avanti.
Penso alla missione 5 (inclusione sociale del PNRR). Come sapete, dovrebbe uscire oggi, quindi siamo in attesa, il bando per la missione 5, per le sette declinazioni che sono state definite in quel provvedimento, su cui gli ambiti territoriali hanno presentato una manifestazione di interesse, e che parteciperanno a questo bando, quindi in uno sforzo di tenere insieme non solo la programmazione, non solo quelli che sono i vari livelli (regionali, aziendali, locali, di ambito e quant'altro), ma cercando di mettere in evidenza due filoni principali.
Il primo dei due filoni su cui abbiamo pensato di investire, quindi di declinare la programmazione europea dell'FSE, è quello della famiglia, sicuramente in supporto al discorso che faceva la collega Donazzan, quello sull'aiuto e sul sostegno alla famiglia, al lavoro e quant'altro, ma anche sul sostegno vero e proprio di quelli che sono i servizi che devono essere messi in campo per permettere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, permettendo interventi per la genitorialità, permettendo il potenziamento di servizi (penso ai servizi prima infanzia o ad altri servizi, sempre a sostegno e a supporto delle politiche familiari), che si rifà alla legge n. 20/2020, la legge-quadro, che noi abbiamo in quest'Aula votato all'unanimità, per quanto riguarda le politiche familiari.
L'altro filone è quello, invece, delle fragilità. Per "fragilità" intendiamo, chiaramente, i soggetti più deboli, i soggetti più vulnerabili, i soggetti che oggi hanno bisogno di un accompagnamento. Ci riferiamo in particolar modo alla non autosufficienza, agli anziani, ai disabili, anche qui con uno sforzo di continuità rispetto alle politiche e alla programmazione in itinere. Pensiamo sicuramente a interventi che oggi sono già realtà, al "Dopo di noi", a interventi legati all'abitare leggero, al co-housing, al social housing, che ritroviamo anche nel PNRR, missione 5, proprio in questo sforzo collettivo di cercare di mettere a regia comune quelle che sono oggi le varie posizioni, ma soprattutto i vari temi che dobbiamo affrontare.
C'è anche un riferimento legato a una discussione che noi abbiamo già iniziato, che credo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi sarà oggetto anche di discussione in quest'Aula, e poi di approvazione. Mi riferisco agli Ambiti territoriali sociali (ATS), in uno sforzo che era già stato fatto con la programmazione precedente, su un investimento nella formazione di questi che diventano i nuovi contenitori principali, quindi i cosiddetti "soggetti attuatori", per cercare di dare un indirizzo ben preciso, risorse economiche e una formazione continua a quelli che saranno anche in futuro i punti di collegamento, ma anche i punti nevralgici per tutta la programmazione per quanto riguarda le politiche sociali e le politiche sociosanitarie, quindi uno sforzo collettivo di questo tipo.
Chiudo anch'io dicendo che c'è stato un forte passaggio di ascolto dal basso, attraverso gli strumenti che sono stati messi a disposizione, che sono, poi, gli strumenti, ma anche gli attori che hanno partecipato, che sono gli Enti del Terzo settore, principalmente, per quanto mi concerne, che hanno, chiaramente, partecipato e contribuito anche a questa declinazione, a questa programmazione, nell'ottica proprio di leggere i bisogni, leggere le esigenze e interpretare, anche, il momento storico che stiamo vivendo.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Interrompiamo qui la seduta. Riprendiamo alle ore 14.30 con la discussione generale. Vedo già molti colleghi prenotati.
Ci vediamo alle ore 14.30. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 12.58
La Seduta riprende alle ore 14.44
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Colleghi, vi comunico che riprenderemo i lavori alle ore 15.00 Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 14.44
La Seduta riprende alle ore 14.59

PRESIDENTE

Signori, riprendiamo i lavori d'Aula.
Siamo in discussione generale. Ho una serie di colleghi che vogliono intervenire. Partiamo dal collega Marzio Favero.
Collega ci sente?

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sì, vi sento. Voi mi sentite?

PRESIDENTE

Sì, la sentiamo benissimo. Prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Un saluto a tutti voi.
Intervengo perché credo sia opportuno sviluppare qualche riflessione a partire dall'intervento del collega consigliere Possamai, questo, però, dopo aver ringraziato il presidente Sandonà e gli assessori Caner, Donazzan e Lanzarin per il loro contributo. Sono riusciti, in modo sintetico, a darci l'idea dei documenti che andiamo ad approvare.
L'intervento del collega Possamai è stato all'insegna della moderatezza e dell'apertura alla riflessione. Ha toccato due temi che credo siano interessanti: quello dell'approccio minimalista e quello dell'eventuale organicità o meno del documento.
Parto dal primo tema. L'approccio è minimalista, questo è vero, ma non lo vedo come un elemento di debolezza, quanto come un punto di forza. Perché? Perché quasi tutti i piani troppo direttivi che sono stati approvati negli ultimi decenni hanno dimostrato di non essere in grado di reggere alla trasformazione della realtà, che oggi è accelerata, come rileva qualche sociologo. Penso, per esempio, e ne abbiamo discusso spesso ultimamente, alla pianificazione per quanto riguarda la formazione dei medici, sia di base sia specialisti. Si era preteso di divinare troppo dai dati di partenza e oggi ci troviamo in sofferenza per quanto riguarda il numero di professionalità a disposizione nel nostro sistema sanitario.
Un ragionamento analogo si potrebbe sviluppare nell'ambito dell'urbanistica. La grande alluvione edilizia che ha colpito il Veneto è avvenuta quando si sono approvati i Piani regolatori, non quando c'erano i Piani di fabbricazione. È bene, quindi, che la programmazione del Piano regionale sia all'insegna della flessibilità, flessibilità che richiede una regia dinamica dei processi che sono in atto.
A tal riguardo, credo sia opportuno ragionare su alcuni esempi concreti che interessano il documento di programmazione che oggi andiamo ad approvare. Penso all'FSE. C'è un tema, che io trovo estremamente interessante, sul quale sono intervenuto anche in Commissione, che è quello degli ITS, cioè degli Istituti Tecnici Superiori, la cosiddetta "università di lavoro". È un modello di formazione, su misura sartoriale per le imprese, che sta funzionando. In questa dimensione è possibile dare il titolo, ma non stabilire a priori quali saranno i futuri corsi ITS, perché la loro definizione deve avvenire attraverso il dialogo tra il mondo della formazione e il mondo dell'impresa. Il mondo dell'impresa è soggetto a rapidi processi evolutivi. Gli ITS si sono dimostrati estremamente efficaci, rispondono alle esigenze del nostro sistema di impresa.
Posso portare un altro esempio che riguarda quello che una volta si chiamava SISUS e che adesso, con la programmazione 2021-2027, diventa SUS (Strategie Urbane Sostenibili). Il Veneto è diventata una grande area metropolitana, senza rendersene conto, in parte. Anzi, come dicevamo in un convegno promosso dalla Regione Veneto nel 2006 (il progetto si chiamava "Ripensare il Veneto"), il Veneto è diventata una grande regione agropolitana. Oggi anche il Piano territoriale di coordinamento regionale fotografa una grande piattaforma metropolitana costituita dal quadrilatero Venezia, Padova, Vicenza, Treviso. Insiste, in questo ambito territoriale, più della metà della popolazione del Veneto, solo che la forma che ha assunto la nostra metropoli è atipica. È un'area agropolitana, perché nelle proprie spire coinvolge e racchiude anche la campagna.
Ebbene, per affrontare questa realtà servono progetti innovativi. Ed è quanto è stato fatto in collaborazione con le città individuate come autorità urbane in più dimensioni. Ne cito una: l'innovazione digitale. Nel nostro Paese c'è un vero e proprio far-west digitale. Ecco che il processo di costruzione di un sistema digitale in grado di offrire servizi ai cittadini richiede cooperazione, quindi un governo dinamico. Penso ai progetti di inclusione sociale che sono stati ricompresi all'interno della SUS. Senz'altro, come ha rilevato il collega Possamai, serve il recupero del patrimonio ATER, ma ci sono esperienze nuove che meritano di essere tentate. Sto pensando alle formule del co-housing. Molta popolazione oggi sta invecchiando. Anzi, sappiamo che la nostra popolazione è soggetta a un invecchiamento persino preoccupante nei numeri.
C'è un piccolo problema, però: non esistono più i meccanismi di solidarietà meccanica delle vecchie famiglie. Oggi i figli lavorano, spesso, molto lontano dai genitori. Ecco che serve realizzare spazi nuovi dove le persone, le famiglie che rimangono, i genitori, possano vivere in appartamenti in modo da essere autosufficienti, ma condividere spazi di socialità con altri soggetti. Anche in questo senso, parlare di programmazione in maniera troppo rigida potrebbe essere occasione più di problemi che di risposta alle trasformazioni che sta conoscendo la nostra società.
Altre voci potrebbero essere focalizzate. Penso al Club di prodotto nell'ambito turistico. Proprio la crisi Covid sta generando una trasformazione della domanda turistica, che merita risposte nuove. Anche qui è possibile dare alcuni indirizzi, ma non congelare il tutto in una programmazione troppo rigida. Lo stesso potrebbe dirsi per l'innovazione nell'ambito della media pubblica impresa.
Seconda questione sollevata dal collega Possamai: manca un disegno generale? Io credo di no. Intanto, dobbiamo partire dal fatto che c'è una griglia di obiettivi politici, di obiettivi specifici che vengono imposti dalla UE. Oltre a questo, bisogna pensare che la Regione ha declinato questi obiettivi parlando con il territorio. Due anni di percorso, di confronto con i corpi intermedi, che oggi ci porta ad avere un documento fondato sulle priorità.
Non lasciamoci distogliere troppo dalle formulette che vengono introdotte oggi. Io la chiamo la nuova retorica della burocrazia, tipo economia green. È da almeno vent'anni che le nostre Amministrazioni locali e regionali stanno lavorando in direzione della sostenibilità ambientale. Non si sta inventando nulla al riguardo.
Ricordo che è stato più o meno raggiunto un obiettivo, quello che una volta si chiamava "Europa 2020", cioè una riduzione del 20% di emissione di anidride carbonica nell'atmosfera. Se ne parla poco, perché parliamo più dei difetti che dei risultati, più delle manchevolezze che degli obiettivi raggiunti. Io so che vi sono cittadine che hanno raggiunto risultati ragguardevoli anche nell'abbattimento del PM10, perché magari hanno elaborato nuovi Piani di gestione del traffico oppure hanno adottato i PAES, i Piani di azione per l'energia sostenibile.
Credo, quindi, che il documento che andiamo ad approvare abbia una sua credibilità. Piuttosto, il tema che dovremmo porci è il ruolo che può avere il Consiglio regionale. Qui si tocca un tema delicato e non facile da sviluppare oggi, in questo contesto, ma che vale la pena di citare: il rapporto tra Esecutivo e Consiglio regionale. È un tema che non riguarda solo la Regione. Riguarda anche la dimensione degli Enti locali, il rapporto tra la Giunta e il Consiglio comunale. Riguarda anche il rapporto tra il Governo e il Parlamento. Oggi è chiaro che sono gli Esecutivi a dettare il ritmo. Perché? Perché i processi di trasformazione, come dicevo poc'anzi...

PRESIDENTE

Collega, non la sentiamo più. Non so se ci sono problemi di connessione.
Ci sente, collega?

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sì, io vi sento.

PRESIDENTE

Prego, vada avanti. Non la vediamo, ma la sentiamo.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Benissimo.
Credo sia opportuno, piuttosto, pensare a come il Consiglio regionale potrebbe essere coinvolto nelle fasi di sviluppo del Piano regionale. A tal riguardo, credo vi siano grandi opportunità. Abbiamo delle strutture, che chiamiamo "Commissioni", che hanno funzione, sì, di sorveglianza, ma anche di indirizzo.
Mi permetto di dire al riguardo che forse il nostro ruolo potrebbe essere diverso da quello del semplice controllo. Potrebbe essere propositivo. So che in queste ore sta avanzando una proposta in questa direzione Sandonà, il Presidente della Prima Commissione, cercando di stabilire o di costruire un calendario di appuntamenti per le Commissioni affinché tutti i Consiglieri di maggioranza...

PRESIDENTE

Collega, mi scusi. Purtroppo la connessione si è interrotta nuovamente.
Collega Favero, ci sente? Niente.
Finché non ripristiniamo il collegamento, do la parola alla collega Camani per il suo intervento. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Devo dire che la discussione di oggi è una discussione importante e anche utile, perché prova a essere inserita in un confronto di lungo periodo, una discussione di prospettiva, che dovrebbe portare quest'Aula a ragionare su quali sono i driver di sviluppo...

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io vorrei intervenire, collega Formaggio. So che non le interessa quello che devo dire. Se non le dispiace, ci sono tante salette dove poter discutere...
No, non la volevo cacciare. Magari dico qualcosa che può interessarle.
Grazie, Presidente.
La discussione di oggi ‒ dicevo ‒ dovrebbe portare quest'Aula a un confronto su una discussione di prospettiva, su quali sono le politiche che insieme vogliamo costruire per definire un progetto di sviluppo da qui ai prossimi sette anni, nel quale il Veneto possa ancora esercitare un ruolo da protagonista. Lo facciamo all'interno di una programmazione, quella europea, che mette sul piatto cifre davvero consistenti, fortemente incrementate rispetto al settennato precedente. Si tratta di 43 miliardi, quindi oltre 9 miliardi in più, che segnano un aumento significativo di risorse anche per le cosiddette zone "più sviluppate", quindi quelle che in questi anni probabilmente hanno patito di più la ristrettezza delle risorse.
È una sfida, dunque, che riguarda tutti e che non a caso coinvolge direttamente, chiedendo un protagonismo nuovo, quelle Regioni che in questi anni hanno anche avuto performance importanti. Il grande tema della pandemia e delle diseguaglianze, vecchie e nuove, che si sono generate è un tema che riguarda tutti. La necessità di costruire politiche che contrastino le grandi diseguaglianze che sono maturate in questi due anni è una sfida che deve vedere tutti, a partire dalla Regione Veneto, in prima fila.
Dicevamo che l'Unione europea, con questi 43 miliardi, 2 solo per la Regione del Veneto, potrà contribuire al finanziamento delle principali politiche regionali e nazionali di sviluppo. Ci indicano anche gli ambiti strategici nei quali intervenire: il lavoro, l'economia, l'ambiente, cioè le grandi sfide cruciali che abbiamo davanti. Nel farlo, l'Unione europea ci dice tre cose principali. La prima: ci indica linee di intervento precise. Lo dico anche agli Assessori, che ringrazio, che hanno animato il dibattito di oggi. Gli argomenti, le modalità, i temi, i settori nei quali intervenire ci vengono indicati dall'Unione europea come settori cruciali e strategici. Dunque, siamo instradati in scelte politiche fondamentali.
In secondo luogo, dovremo dimostrare di aver mantenuto la capacità di organizzare la spesa di queste risorse. Giustamente, gli Assessori ci ricordano che anche la Regione del Veneto, da questo punto di vista, è un modello virtuoso. Noi dovremmo riconfermarlo, pur con questo aumento di risorse.
Infine, ci invitano ad una accurata, precisa valutazione degli impatti che queste politiche avranno sul nostro territorio, all'interno di una logica non solo nazionale, ma europea. Viene mobilitata una tale quantità di risorse con la finalità specifica e principale di ridurre le diseguaglianze tra Paesi, tra territori, tra classi sociali, tra operatori economici.
Siccome in quest'Aula, in diverse occasioni, oggi, abbiamo sentito dire quant'è eccellente il Veneto in questa attività di programmazione e di politica regionale (e io condivido, da questo punto di vista, l'analisi), ricordiamo anche quanto è utile l'Unione europea per consentire a realtà come quelle regionali di avere quelle risorse necessarie per implementare le politiche strategiche per il futuro. Ogni tanto il dibattito pubblico mistifica un po' il ruolo dell'Europa. Oggi, invece, noi ci troviamo a discutere, dopo aver discusso in una sessione di bilancio di una Regione di fatto a risorse zero, di una Regione che può mettere in campo addirittura 2 miliardi di euro per intervenire in quei settori (lavoro, impresa, ambiente) che sono esattamente le sfide cruciali che abbiamo davanti. E allora bravo il Veneto, ma brava l'Europa, l'Unione europea che offre a tutti gli Stati membri le risorse necessarie per affrontare le sfide. Io penso che questa nuova programmazione europea, che è un risultato importante raggiunto dall'Europarlamento, dal Consiglio d'Europa, tutt'altro che scontato, che ha impegnato le Istituzioni comunitarie per diversi mesi, non è un caso che possa contare su cifre così rilevanti.
Anche il bilancio dell'Unione europea, il quadro pluriennale coincide infatti con un aumento di risorse perché l'Europa per prima ha capito la fase cruciale di cambiamento che stiamo vivendo e ha deciso di scommettere sul futuro dell'Unione europea, degli Stati nazionali e sulla capacità che le Regioni avranno di organizzare un nuovo modello di sviluppo che ci possa far attraversare la fase pandemica e condurre a un nuovo protagonismo. E allora se l'Unione europea individua le priorità e mette a disposizione le risorse per realizzarle anche il Veneto deve fare la sua parte. Il Veneto cioè ha la responsabilità di guidare quell'ultimo miglio, quel pezzo che manca tra quando vengono stanziate le risorse e, come va di moda dire oggi, la messa a terra di quelle risorse. Noi oggi abbiamo questa responsabilità: costruire le politiche che prendono le risorse, i soldi e le trasformano in emancipazione sociale e benessere per la nostra comunità.
Della fase storica cruciale che stiamo vivendo abbiamo già detto e per questo mi sarei aspettata una proposta altamente innovativa dell'utilizzo di queste risorse, in grado davvero di costruire un modello nuovo in cui il Veneto, forte delle sue eccellenze, possa continuare nel mondo nuovo ad essere protagonista, perché io ormai mi sono convinta che la pandemia ha passato al setaccio tutta la struttura produttiva regionale. La nostra manifattura, cioè quella cosa che ci ha reso l'eccellenza di cui tutti siamo orgogliosi, ha dimostrato un tasso di resilienza anche nei mercati internazionali che nessun'altra Regione può vantare. E allora la dico così, pur sapendo, immagino, alcuni di voi quanto io sia appassionata di turismo e di cultura, ma – va bene il turismo, va bene la cultura – la vera partita del futuro di questa Regione la giocheremo sul campo della manifattura.
È con la manifattura siamo cresciuti e siamo diventati la cosiddetta "locomotiva d'Europa", ma anche la manifattura oggi è messa di fronte a grandi sfide dentro la transizione epocale che stiamo vivendo. Io penso che questa transizione vada governata seguendo esattamente l'indicazione che l'Unione europea ci dà: governiamo la transizione digitale ed ecologica, facendo in modo che le diseguaglianze che tutti i grandi cambiamenti determinano non si scarichino sulle fasce più esposte e più fragili.
Noi abbiamo la necessità, direi anche la responsabilità, di presidiare a livello territoriale tutti i processi di cambiamento in atto, perché poi sapete che l'Unione europea e il Governo nazionale presidiano, con un'ampiezza di veduta importante, ma non hanno la necessaria profondità che soltanto gli enti territoriali e la Regione prima di tutto possono avere per presidiare le grandi transizioni e i grandi cambiamenti in atto.
Ecco perché io penso che noi dovremmo mescolare i due piani della discussione: da un lato organizzare, pianificare, costruire, immaginare il modello di sviluppo del futuro che vogliamo dare alla nostra Regione, ma anche riuscire a definire un presidio vero sui processi di riorganizzazione aziendale che vedranno e vedono già coinvolte moltissime delle imprese del nostro territorio.
Come diceva l'assessore Donazzan nel suo intervento, i tavoli di crisi, anche in Veneto, crescono ogni giorno numericamente e ieri quello nuovo di Valvitalia, un'impresa importante che ha annunciato così, dall'oggi al domani, di voler chiudere il suo stabilimento in Veneto, come sa bene la collega Venturini, e trasferire ai lavoratori in un'altra Regione. Ma c'è il tavolo di ACC, il tavolo di Ideal Standard.
È evidente che la Regione più importante a livello nazionale per impianti produttivi non può rassegnarsi a gestire i tavoli di crisi, ma deve offrire un'alternativa, deve essere in grado di dimostrarsi competitiva e le delocalizzazioni si contrastano così, non con politiche fiscali, ma creando un sistema che sia amico delle imprese, capace di ospitare le imprese del futuro.
Io credo che, da questo punto di vista, se vogliamo – e io penso sia questo l'obiettivo che condividiamo – continuare a presidiare la capacità che il Veneto avrà di vincere le sfide della competizione, della competitività, dobbiamo essere in grado di fare in modo che il nostro sistema produttivo coniughi l'incremento della produttività con la qualità del lavoro, accompagnando il sistema regionale nella transizione e approfittando non soltanto per far avanzare le imprese, ma anche per innalzare il livello della qualità dei diritti e delle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, con l'obiettivo di ridurre le diseguaglianze economiche, sociali, di genere, generazionali e territoriali.
Faccio un esempio su tutti: l'innovazione digitale. Certamente è fondamentale costruire un sistema digitale in cui tutte le imprese trovino gli strumenti necessari per avanzare e innovare, ma l'evoluzione e l'innovazione digitale deve essere accompagnata a strumenti che riducano i divari territoriali, perché il rischio che noi abbiamo è che in questa Regione ci siano territori in cui le imprese sono fortemente digitalizzate e territori, penso al bellunese, in cui le imprese non saranno in grado di competere dal punto di vista della digitalizzazione.
Noi siamo chiamati alla sfida di coniugare l'eccellenza della nostra Regione con operazioni di inclusività territoriali, per cui tutte le imprese, anche ACC, anche Ideal Standard, trovino il tessuto ideale, innovativo, per poter essere ancora competitive.
Abbiamo bisogno insomma di programmi che alimentino la partecipazione, le pari opportunità, perché solo un'innovazione realmente inclusiva coincide con una crescita democratica dei territori. L'esempio dei distretti è lampante. Noi dobbiamo investire certamente nei distretti industriali, ma costruendoli, immaginando una filiera lunga per cui non andiamo a incidere solo sulla nicchia innovativa, ma siamo in grado di garantire tutta la filiera, dall'inizio alla fine, da Belluno a Rovigo, che possa restare nei nostri territori.
Per fare questo serve certamente presidiare il territorio, ma servono non soltanto le risorse ma un piano industriale. Lo dico sempre ogni volta che mi occupo di impresa: la Regione del Veneto, io credo, è arrivata al punto in cui non può più prescindere da un piano industriale, cioè dobbiamo decidere quali sono i settori in cui vogliamo investire e accelerare e quelli in cui ci interessa investire meno. Altre Regioni lo hanno fatto diversi anni fa, penso all'Emilia-Romagna: hanno individuato 2 o 3 driver di sviluppo e su quelli hanno investito e oggi sono leader globali. Io penso che noi dobbiamo avere il coraggio di fare le stesse scelte.
Poi c'è l'altra transizione, quella ecologica. La Pianura Padana è l'area a maggior concentrazione produttiva e manifatturiera d'Italia e, di conseguenza, è anche quella più esposta sul piano industriale e sul piano della tutela ambientale. C'è una procedura di infrazione europea molto pesante che riguarda i nostri territori, la nostra Regione, mi pare mai menzionata nel documento di cui parliamo oggi. È chiaro che sulla transizione ecologica, in Veneto prima di tutto, servono parole più chiare, serve più convinzione, serve un coinvolgimento sul sistema produttivo significativo e lo dico non soltanto perché penso che il tema ambientale sia il tema del futuro, lo dico perché sono convinta che la transizione ecologica sia una di quelle che ci espone più fortemente a rischio di diseguaglianza.
Il cambiamento green non è un cambiamento neutro dal punto di vista degli impatti sociali: o noi lo governiamo oppure rimarremo schiacciati. Va bene l'efficientamento energetico degli edifici, ma noi dobbiamo immaginare una transizione ecologica che viaggi nel doppio binario: quello volto a contrastare i cambiamenti climatici, è una riconversione energetica, ma anche quello che si concentri sul recupero dei rifiuti, dei materiali, della cosiddetta economia circolare, che non è un dettaglio. In questo senso anche i fondi del FSE+ non sono finalizzati in maniera diversa perché, tanto come gli altri, hanno l'obiettivo di ridurre le diseguaglianze. Dunque i fondi sociali sono uno strumento decisivo per affrontare, allo stesso modo, le trasformazioni in atto, che sono profonde, e provare a generare, a contribuire a generare un equilibrio che sia realmente inclusivo. Il pilastro europeo dei diritti sociali, che dovremmo contribuire a realizzare con l'impiego dei fondi del FSE oggi lo diamo come un dato acquisito, assessore Donazzan. In realtà fino a qualche anno fa in Europa di pilastro sociale non si voleva proprio discutere.
Noi oggi abbiamo anche la responsabilità politica, oltre che amministrativa, di ereditare questo cambio di impostazione ed interpretare realmente l'impiego di queste risorse con la finalità da un lato di spingere sul versante della conoscenza, dei saperi, dell'istruzione come strumenti fondamentali nella lotta contro le diseguaglianze, ma anche forti della convinzione che l'inclusione sociale è un fattore determinante per la competitività di un territorio. I fondi dell'FSE non sono i fondi degli sfortunati, sono un elemento strategico per rendere la nostra Regione una Regione fortemente competitiva e che ci serviranno, ripeto, per correggere strutturalmente i disequilibri che viviamo – ne ha ricordati alcuni l'Assessore – gli squilibri di genere, gli squilibri generazionali, gli squilibri tra i territori, tutti fortemente aggravati dalla pandemia.
Ci sono quattro ambiti strategici. L'occupazione. Io sono d'accordo, dobbiamo contrastare la disoccupazione seppure ancora contenuta, non possiamo accontentarci di questi livelli nella nostra Regione, ma oltre a contrastare la disoccupazione, noi dobbiamo fare uno sforzo in più. Dobbiamo promuovere l'occupazione di qualità, l'occupazione stabile, l'occupazione adeguatamente retribuita. Aggiungiamole queste parole negli obiettivi. Non ci basta trovare posti di lavoro nuovi, ci serve trovare posti di lavoro nuovi e giustamente pagati perché il fenomeno del lavoro povero è un fenomeno che non risulta dalle statistiche della nostra Regione. Ma se noi guardiamo con una lente un po' più messa a fuoco i dati sull'occupazione della nostra Regione ci fanno impressione rispetto a quante sono le donne e gli uomini in questa Regione che certo hanno un lavoro, ma non arrivano a fine mese. Questa è la vera sfida che noi abbiamo: non è più l'occupazione fine a se stessa, è un'occupazione che ti dia un reddito idoneo per poter esercitare o immaginare un progetto di vita.
Non dico nulla sulle donne perché ho già detto molto la settimana scorsa, ma la pandemia ha cambiato il paradigma del lavoro femminile e noi dobbiamo cambiare il nostro modello di immaginare il lavoro delle donne per i livelli retributivi, per i livelli di occupazione, per le necessità di cura.
Poi c'è il tema dell'istruzione. È ovvio che il valore dell'infrastruttura educativa e formativa regionale deve corrispondere alle necessità delle imprese, certo, e su questo devo dire che il sistema formativo della Regione ha un passo in più rispetto agli altri, però ci sono altri temi da presidiare: l'accesso paritario ai percorsi formativi e all'istruzione. Tutti in questa Regione devono poter ambire a una formazione di qualità.
L'investimento nella predisposizione all'innovazione e alla creatività: è giusto formare gli addetti che ci chiedono le imprese, ma è anche giusto lasciare ai talenti della nostra Regione la possibilità di rinnovare il sistema imprenditoriale. Noi dobbiamo fungere da agente proattivo del cambiamento, non siamo un ufficio di collocamento: costruiamo politiche per il futuro.
Il tema dell'inclusione sociale, le pari opportunità di accesso ai servizi educativi: certo, le condizioni di svantaggio ricordo che includono anche i cittadini stranieri, oltre ai disabili, ai non occupati e alle donne e meritano un'attenzione particolare.

PRESIDENTE

Collega, se può concludere, grazie.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Sì. Avevo venti minuti, Presidente?

PRESIDENTE

Sì, sì, sono passati.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Infine, chiudo con un ultimo tema, perché vorrei che l'Assessore su questo provasse a seguirmi nel ragionamento e proviamo insieme a trovare una soluzione: l'occupazione giovanile. Non dico niente sui dati perché li sappiamo già, però c'è un tema serio, che è la rappresentanza. Giustamente ci avete detto che questi fondi sono stati pianificati con un partenariato molto ampio e largo, ma abbiamo un problema, non solo veneto, di rappresentanza delle fasce giovanili, perché, essendo i giovani, dal punto di vista lavorativo, divisi in decine, quando non centinaia, di contratti di lavoro, non sono in grado di raccogliere le proprie istanze attorno a una rappresentanza.
Le chiedo, Assessore, di farsi carico di costruire luoghi di mediazione anche con le rappresentanze giovanili e sulla loro possibilità di trovare un modo per interloquire direttamente per costruire una visione collettiva.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani. La invito a concludere, per cortesia.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io credo che questi siano gli argomenti su cui dovremmo ragionare oggi e riguardano non domani, ma i prossimi sette anni.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ridò la parola al consigliere Marzio Favero. Ci sente?

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sì, vi sento e spero che...

PRESIDENTE

Perfetto. Nel frattempo, colleghi, sono stati distribuiti (li trovate anche sull'applicazione Concilium) sette emendamenti del collega Possamai. Do cinque minuti per eventuali subemendamenti.
Prego, collega.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Adesso mi pare che il collegamento si sia interrotto mentre affrontavo il primo dei temi posti dal collega Possamai, cioè quello dell'approccio minimalista nella parte che riguardava l'inclusione sociale. Se è così, riparto di lì sottolineando come il progetto dell'ex SISUS, adesso SUS, abbia avuto grande attenzione alle trasformazioni che sono in atto. Oggi, quando parliamo di disuguaglianze sociali, sentivo poc'anzi la collega Camani fare riferimento a questo tema, dovremmo pensare che sono atipiche rispetto al passato. Non sempre sono individuabili con le categorie di lavoro o semplificabili in base alla logica dell'appartenenza sociale come avveniva una volta: un insegnante con quattro figli a carico, la moglie che non lavora sta peggio di un operaio che ha la moglie che lavora e magari hanno un figlio solo.
È difficile in una società fluida come la nostra stabilire quali strategie utilizzare soprattutto a fronte di una popolazione che sta invecchiando. Ad esempio, nella prima partita della SISUS si è prestata grande attenzione a quella dimensione degli anziani che rimangono soli perché non hanno più i figli che abitano vicino a casa loro come accadeva invece in passato. Mancano quei meccanismi di rete familiare che una volta esistevano. Ecco che bisogna inventarsi soluzioni nuove, come il co-housing per cui anziani diversi possono trovarsi a convivere nello stesso stabile avendo appartamenti propri, ma anche spazi comuni, dove ritrovare la dimensione della socialità e della solidarietà reciproca.
Credo che il documento nell'insieme cerchi di dare risposte a questi temi e a molti altri, come quello del club di prodotto nel turismo piuttosto che dell'innovazione nel settore delle piccole e medie imprese, alla luce del principio della flessibilità.
Altra questione che poneva Possamai: quella della organicità. Io credo che l'organicità ci sia in questo documento. In primo luogo, perché discende dalla griglia di obiettivi politici specifici imposti dalla Comunità europea. In secondo luogo perché la Regione ha declinato questi obiettivi dialogando coi portatori di interesse che abbiamo nel territorio, soprattutto i corpi intermedi, ma anche gli enti che rappresentano gli Enti locali e quindi l'ANCI, l'UPI, eccetera. In qualche modo, un disegno organico è andato a profilassi. Certo che, a fronte delle trasformazioni che sta vivendo anche il sistema istituzionale, è opportuno che ci sia una continua opera di sorveglianza e di indirizzo ed è qui che, a mio modesto avviso, noi dovremmo intervenire come Consiglio, perché noi oggi siamo chiamati ad approvare un progetto che ha visto due anni di percorso ed era stato costruito dagli Assessorati assieme, cioè dagli Assessori e dai loro tecnici.
Ma adesso un ruolo deve ricavarselo anche il Consiglio regionale, un ruolo che ha tanto più senso se teniamo conto che un programma come quello che abbiamo di fronte è in realtà un'opera aperta, cioè non è definito in tutti i dettagli. Vi sono delle voci, vi sono degli obiettivi, ma poi vi è un lungo periodo, quello che ci porta fino al 2027, nel quale si avvieranno tutta una serie di step per definire con più precisione come procedere.
A questo riguardo io credo che le Commissioni consiliari possano essere incaricate di supportare gli Assessorati nel loro percorso. È nostro compito, come Consiglieri, fare sorveglianza, senz'altro, ma anche dare indirizzi e concorrere alla programmazione. A riguardo mi permetto di citare la riflessione che faceva molti anni fa un grande filosofo, politico americano, Robert Nozick, che diceva che a fronte dei bandi di finanziamento gli Enti pubblici avevano due possibilità: quella di usare criteri meccanici nell'erogazione dei contributi e quella di introdurre principi modellanti nei bandi di contributo. I criteri meccanici si limitano a segnare risorse su un elenco di obiettivi. Punto. I principi modellanti chiedono e pretendono che chi costruisce il bando indichi anche la filosofia che sta dietro gli interventi, spieghi quali finalità vi sono e come raggiungerli.
A riguardo credo che le Commissioni possano essere investite di questo ruolo utilmente, perché noi Consiglieri rappresentiamo il territorio nella sua complessità e nella sua diversità e non solo perché veniamo da aree geografiche diverse all'interno della Regione, ma anche perché siamo portatori di esperienze che si possono integrare fra di loro ed è per questo che su questo tema mi son permesso di riflettere più volte nelle ultime Commissioni anche con il Presidente della Prima Commissione, Sandonà.
So che in questo momento è in corso di definizione una proposta, che verrà avanzata come emendamento al documento oggi, che prevede che venga costruito un calendario di appuntamenti con le Commissioni, proprio per investire tutti i commissari, sia di maggioranza, sia di minoranza nel compito di concorrere alla programmazione regionale e questa è una partita veramente importante e storica. Stiamo parlando di 2 miliardi di investimento, non ci sono solo i fondi del PNRR che, purtroppo, per quanto mi riguarda, mi pare che stiano funzionando proprio con il principio della distribuzione meccanica delle risorse. Ci sono anche questi fondi sui quali la Regione ha la possibilità di influire nell'utilizzo in maniera veramente determinate.
È questa la sfida che sarebbe bello cogliere assieme. Fra poco vi verrà presentata la proposta da Sandonà. Spero che tutti noi la si voglia cogliere come occasione per mettere in moto le Commissioni consiliari e consentire a tutti noi di dire la nostra sulla programmazione regionale.

PRESIDENTE

Grazie, collega Favero.
Ha chiesto di intervenire la collega Cristina Guarda. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
È stato molto interessante poter approfondire questa proposta di programmazione e, devo essere sincera, rientrano, in termini ideali, moltissime delle questioni che abbiamo sollevato anche in questi anni di confronto e quindi la curiosità cui accennava prima anche il collega Favero è evidente rispetto alla prosecuzione e all'applicazione degli stessi obiettivi strategici.

PRESIDENTE

Prego, collega, ma l'assessore Caner aveva qualche dubbio.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Se ha dubbi l'assessore Caner sulla programmazione da lui proposta... Okay...
È il Presidente di questa ...

PRESIDENTE

Assessore Caner, se vuole intervenire deve fare richiesta di parola.
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Da questo punto di vista, la curiosità rispetto all'evoluzione di questa programmazione in futuro e il desiderio di potervi partecipare in maniera proattiva sono sicuramente tanti.
Le questioni che erano rimaste non ancora chiarite dal documento stesso le abbiamo approfondite all'interno delle Commissioni competenti e in particolar modo desidererei appuntare anche qui in Consiglio due riflessioni che ho portato in Commissione Ambiente nello specifico, apprezzando la condivisione dell'Assessore all'Ambiente rispetto alla sollecitazione di un criterio anche di inclusione negli obiettivi dedicati alla tutela idrogeologica, di interventi in questo caso per quanto riguarda la realizzazione di bacini di laminazione, che allo stesso tempo fornissero anche un duplice servizio: cioè quello relativo anche alla gestione delle acque in epoca siccitosa e di conseguenza con operazioni di ricarica di falda, ove possibile, o di rilascio controllato nel momento dell'esigenza. Questo non soltanto per venire incontro alle attività che dell'acqua hanno bisogno durante il corso dell'anno e appunto i fenomeni siccitosi di cui stiamo anche assistendo in questo periodo molto duro, drammatico. È evidente che insieme ad esse anche l'ambiente stesso ne gioverebbe proprio per la conservazione degli ecosistemi di cui noi siamo comunque responsabili.
Questa è una considerazione che desideravo portare all'interno di questo Consiglio e che credo possa realizzarsi nel migliore dei modi attraverso appunto la definizione, magari, di una priorità rispetto a questa valorizzazione della duplice funzione.
Dall'altra parte, un aspetto che aveva interessato molto i lavori della Seconda Commissione era anche quello relativo alla mobilità sostenibile, in questo caso alla rete ciclabile, dato che è ovviamente un argomento che interessa moltissimo anche i nostri Comuni e di conseguenza sicuramente ha acceso molto interesse.
Da questo punto di vista, tengo a sottolineare che l'obiettivo per quanto riguarda la realizzazione di piste ciclabili in ambito urbano è sicuramente un obiettivo importante, che la Comunità Europea ci dà in termini oggettivi proprio per venire incontro a quelle aree che maggiormente hanno bisogno di un adeguamento in termini di sicurezza, ma anche in termini di accessibilità.
Però, attenzione, su questo desidererei – magari interrompo – anche l'attenzione dell'assessore De Berti, se fosse possibile, proprio per un minuto, semplicemente per un'esigenza: è importante ed è necessario rispettare le indicazioni che, a livello europeo, ci sono date rispetto alla questione delle ciclabili urbane, ma, al contempo, chiedo la disponibilità di un ragionamento rispetto alla pianificazione di interventi che, di pari passo, possono andare in risposta alle esigenze che vengono testimoniate anche da quei Comuni che non sono capoluogo, non hanno più di 30.000 abitanti, non sono nelle vicinanze di Comuni di queste dimensioni.
Questi, però, in realtà hanno una funzione davvero importantissima all'interno del contesto urbanizzato veneto che è, appunto, caratterizzato da Comuni di piccole dimensioni, magari inseriti in uno stesso contesto e che vedono un Comune capofila non eccessivamente grande, ma comunque di medie dimensioni, che non rientrerebbe all'interno di questi parametri, ma magari riuscirebbe a promuovere una rete intercomunale di piste ciclabili utili non soltanto per questioni di natura turistica (e quindi di agevolazioni e di incentivi anche dell'attività economica, che dietro appunto riesce a svilupparsi), ma anche specialmente per quel mondo di pendolari, ma allo stesso tempo di lavoratori, che si rivolgono a questi centri, in cui vi è una presenza, per esempio, di imprese più importanti e, di conseguenza, rendono quell'area e quel Comune sicuramente più attrattivo.
La mobilità casa-lavoro, da questo punto di vista, potrebbe interessare non soltanto, quindi, i Comuni di grosse dimensioni, ma anche realtà più piccole, che in questo caso rischiano di rimanere ovviamente escluse dai fondi di cui stiamo parlando oggi, però, allo stesso tempo, hanno progettualità che potrebbero essere sicuramente utili anche per il raggiungimento dei servizi che vengono dati in queste realtà comunali "nucleo" attorno alle quali si è sviluppata una comunità eterogenea comunque da valorizzare, proprio perché continua a scegliere territori rurali in cui abitare.
Detto questo, ringrazio del confronto avuto in Commissione rispetto a questi temi. Credo che accanto a questa pianificazione si debba proseguire anche con una pianificazione regionale dove questi fondi non riescono ad arrivare, dove anche i fondi nazionali non riescono ad arrivare. È per questo motivo che il principio di impegno anche regionale per arrivare in questi punti e garantire le risorse adeguate sia più che essenziale: motivo per cui il lavoro durante le discussioni di bilancio sono più che importanti per riuscire a raggiungere questi obiettivi.
C'è un aspetto che però volevo affrontare chiedendo chiarimenti anche all'assessore Caner, dato che è sottoscrittore di questi emendamenti che abbiamo ricevuto di modifica sostanziale della proposta di programma e che eliminano essenzialmente l'Obiettivo strategico quinto, che è un obiettivo strategico molto importante e interessante, anche se non aveva grandissime risorse a suo vantaggio, ma apriva ad una strada secondo me molto interessante e che avevo apprezzato notevolmente: è quella relativa alla promozione dell'accesso all'acqua e alla sua gestione sostenibile. Un obiettivo secondo me innovativo e importante anche per il Veneto che, sebbene appunto non veda procedure d'infrazione, così come invece è capitato e verifichiamo in altri settori, in altri ambiti, comunque è un settore, quello della gestione dell'acqua, che ci preoccupa notevolmente per diversi motivi, non soltanto quindi da un punto di vista di gestione del servizio idrico potabile.
L'apertura di questo Obiettivo strategico era positiva proprio per dare adito e gambe ad un progetto appunto di ammodernamento più che urgente per prevenire problematiche di cui magari in futuro potremmo rischiare di venire invece sanzionati.
Questo anche per quanto riguarda l'implementazione dell'attività di depurazione, che appunto risulterà sempre più complessa se non si interviene in un'ottica di perfezionamento e di innovazione tecnologica, anche per arrivare dove fino ad oggi non si è riusciti ad arrivare e quindi puntando a un'innovazione che consenta addirittura il riutilizzo dell'acqua e non soltanto la sua depurazione.
Vedere cancellato questo Obiettivo strategico nella sua interezza ovviamente non è stato bello e sicuramente è opportuno chiarire le motivazioni che hanno portato a questo. Vorrei capire se sono motivazioni tecniche oppure appunto capire quali indicazioni sono state date dalla Commissione per raggiungere questo tipo di decisione.
Ritengo che da questo punto di vista sia un aspetto da non sottovalutare e se non si interverrà per questa linea di intervento all'interno della programmazione dei fondi europei, è evidente che ci sarà la necessità di definirne la priorità in altri sistemi e in altre strategie. Questo perché la gestione intelligente dell'acqua e la correzione delle storture che ancora oggi interessano l'intera Italia, ovviamente in alcune aree in maniera peggiore, ma anche il nostro Veneto, sono direttamente connesse alla sostenibilità non soltanto eco-sistemica, ma anche economica, all'interno del nostro territorio, proprio perché dalla possibilità, dall'innovazione del riutilizzo dell'acqua è evidente che discende, poi, un vantaggio per tutti quanti rispetto ad un obiettivo di risparmio idrico che ci consentirà di affrontare, forse con maggiore serenità all'interno di questo complesso sistema connesso di interventi per la riduzione della dispersione di acqua e per l'utilizzo intelligente di essa, una transizione verso tutte quelle iniziative economiche e produttive, eccetera, che non sfruttano esageratamente l'acqua, ma ci consentiranno di adeguarci ad un evidente cambiamento ambientale e climatico che sta già dando le sue ripercussioni ai diversi settori produttivi e alle nostre abitudini quotidiane.
Per questo motivo chiedo, appunto, la possibilità di avere anche in Aula una spiegazione rispetto alle indicazioni date dalla Commissione, quali sono state le motivazioni che hanno spinto e poi dopo hanno dato come indirizzo quello di cancellare in toto questo obiettivo strategico. È evidente che sicuramente l'obiettivo della sicurezza idrogeologica ha necessità di avere sufficienti gambe e risorse. Dall'altra parte avremmo avuto piacere che, comunque, si continuasse a perseguire questo obiettivo strategico straordinario, che è quello, appunto, della gestione intelligente dell'acqua e del recupero in quelle aree che particolarmente questo aspetto della dispersione di acqua e della necessità di recuperarla e di riutilizzarla hanno bisogno.
Su questo aspetto, aspetto naturalmente una risposta dall'Assessore competente che ha coordinato la realizzazione di questa proposta di programma.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Cestari, prego.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Io intanto ringrazio il relatore, il Presidente Luciano Sandonà, ringrazio gli Assessori intervenuti, i colleghi e ringrazio l'opposizione che anche oggi sta offrendo importanti spunti di contraddittorio e proposte che sono sicuramente da valutare; è quello che dico sempre essere il sistema dei pesi e dei contrappesi, per cui è bene che ci sia.
Mi dispiace perché molto spesso, non solo oggi ma in diverse occasioni, è emersa l'esigenza di una visione che sembra non esserci per la Regione Veneto e quasi sempre si riportano esempi di Regioni vicine. Direi che la Regione Emilia-Romagna è sovracitata nel momento in cui si parla delle azioni del Veneto o di quello che presumibilmente il Veneto non fa e mi spiace perché anche in questo caso bisognerebbe avere una vision completa e non soltanto citare esempi puntuali, bisognerebbe guardare un pochino tutto nell'insieme.
Io intervengo perché mi sono sentita presa in causa sulla chiusura del nostro correlatore Possamai – che, mi dispiace, non vedo in Aula, però gli riferiremo, se avrete piacere, sul mio intervento – perché ha chiuso citando il Decreto Milleproroghe e in particolare il Bonus Psicologo, che è negli argomenti dei media e delle varie Aule di tutta Italia, perché poi in realtà riguarderà tutte le Regioni. Si tratta di 500 euro appunto che verranno forniti alle famiglie qualora si ravvisino dei disagi o comunque dei disturbi che derivino dallo smart working o altri disturbi psicologici che eventualmente sono emersi a seguito di questa pandemia. So che ci saranno anche ulteriori modifiche, ripeto, è in fase di discussione, però anche il Veneto ci ha pensato e non è che ci ha pensato ieri, è da mesi che ci sta lavorando, però proprio ieri è stato depositato un progetto di legge, niente di incredibile, che si inserisce all'interno di una legge regionale che era già stata istituita il 31 marzo 2017, in particolare la n. 8, che riguarda appunto il sistema educativo della Regione Veneto.
È un'azione sistemica quella che riguarda lo psicologo, cioè non si può pensare di svolgerla in maniera isolata e sicuramente ci sarà sempre bisogno, sempre di più di risorse per questo, però intanto noi abbiamo dato un input. Io non voglio presentare adesso in questa sede questo progetto di legge, ma è giusto per ricordarvi che in realtà un piano strategico, e non solo su questo ma anche su altro, la Regione Veneto ce l'ha, eccome, e ci ragiona, eccome, e non ci ragiona in maniera isolata, ci ragiona in rete perché istituire uno psicologo scolastico, che si occupi non solo degli studenti ma anche degli insegnanti e anche dei familiari, già rappresenta un modo per fare rete. Come? Si fa prevenzione nel momento in cui si ravvisino probabilmente delle situazioni che proprio esulano dalla normalità, sempre nel limite della definizione di genere. Si crea un circuito nel momento in cui si va a istituire questa figura nelle scuole e lo si fa nella relazione tra famiglia, scuola e studenti, quindi insegnanti, studenti e famiglia ed è importante.
Poi si mira anche alla lungimiranza, perché adesso si parla degli effetti del Coronavirus, di quello che accade a seguito di questa pandemia, ma in realtà i disturbi psicologici – non voglio insegnarvelo io sicuramente – ma c'erano anche prima, se ne parlava anche prima: si parlava di cyberbullismo, si parlava di bullismo, si parlava e si parla di disturbi alimentari. Basti pensare soltanto alla separazione dei genitori, qualche cosa di assolutamente normale, quasi quotidiano purtroppo e molto spesso, soprattutto negli ultimi decenni, ci si accorgeva dei disagi dei figli di separati troppo tardi. A quel punto, durante le varie cause di separazione, intervenivano gli psicologi dei Tribunali, i vari periti, che in realtà non erano poi a conoscenza di quello che accadeva effettivamente all'interno delle famiglie.
Pertanto, se non è far rete questo, ditemi voi che cosa serve per poter fare rete. Noi arriviamo tardi come Italia, non parlo del Veneto, io adesso parlo proprio della nostra nazione, perché se noi pensiamo ai Paesi del Nord, alla Germania, alla Gran Bretagna e alla Francia stessa, lo psicologo nelle scuole c'era già. Tutti gli psicologi di quei Paesi lavorano per il 50% del loro tempo proprio all'interno delle scuole, per cui noi arriviamo comunque tardi.
Il Veneto sta facendo qualcosa, quindi respingo e rimando al mittente il fatto che il Veneto non ci stia pensando e che non si preoccupi in maniera sostanziale di quella che è l'educazione formativa e psicologica anche dei nostri ragazzi.
Si dice che si tralasciano molto spesso, in questa mancata visione della nostra Regione, parti che riguardano proprio le donne e benissimo l'ultimo provvedimento che abbiamo votato tutti all'unanimità la scorsa settimana sulla parità salariale, ma c'è una visione, c'è un osservatorio concreto sulle donne e anche in questo senso va poi l'istituzione dello psicologo, perché molte donne si trovano sole nel dover affrontare certi tipi di situazione. Sappiamo che sono quelle probabilmente più ferite da quanto accaduto nel corso della pandemia, perché hanno dovuto lasciare il lavoro, perché sono le prime a doversi occupare magari degli anziani all'interno delle famiglie, perché sono più vittime di violenza, lo sappiamo.
Proprio dall'Osservatorio dell'assessore Donazzan lo abbiamo visto: paradossalmente durante il periodo della pandemia proprio le donne hanno utilizzato molto meno anche il numero messo a disposizione per denunciare le violenze, perché in casa, chiuse, quindi impossibilitati a ricorrere a quelli che sono i normali strumenti per la denuncia. Ci ha pensato la Regione Veneto perché ha attuato meccanismi propri, previsti dal protocollo, ma anche ottemperando a quelle che sono le direttive europee e nazionali poi sul tema.
Lo psicologo nelle scuole va anche in questa direzione, cioè cercare di aiutare e sollevare soprattutto le donne in questa situazione. Ricordiamoci poi che ci sono anche padri soli, perché poi non vorrei creare la discriminazione al contrario.
Ripeto, senza voler presentare il progetto di legge perché poi ci sarà sicuramente la possibilità prima nelle Commissioni e poi all'interno del Consiglio, sperando insomma in un largo consenso da parte di tutti visto che se ne parla e visto che il tema sembra essere assolutamente prioritario, noi cercheremo di inserire appunto in via diretta, senza bonus, ma con risorse finanziate dalla Regione lo psicologo all'interno delle scuole, ripeto, a favore di tutti, proprio per fare rete, lo voglio ripetere, quindi studenti, famiglie, personale scolastico, mediante appunto attività concrete tese a fornire un aiuto nei casi di difficoltà che possono essere relazionali, traumi psicologici, stress lavorativo e via dicendo.
Ci sarà veramente con un Osservatorio una sinergia, d'intesa evidentemente con il Ministero dell'istruzione, tra l'Ufficio scolastico regionale e le scuole stesse.
La storia ci ricorda sempre come grandi guerre, grandi crisi, catastrofi naturali, epidemie, carestie, pandemie come quella che abbiamo avuto ora costituiscono poi alla fine un ottimo terreno di coltura per tutte quelle innovazioni che, a crisi passata, evidentemente entreranno a far parte del nostro quotidiano.
Io credo, spero e vorrei che l'inserimento di questa figura professionale all'interno delle scuole potesse andare in questo senso. Nell'era del Coronavirus, lo psicologo a scuola, per quanto ci riguarda, è importante, come lo sono state le mascherine, ma non sarà usa e getta e su questo ci potete contare.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intanto un ringraziamento voglio farlo anch'io alla struttura in primis per il lavoro fatto in questi anni, perché chiaramente questi documenti non sono frutto di un lavoro degli ultimi mesi, ma sono frutto di un lavoro di anni, fatto chiaramente di confronto con il mondo esterno – su questo tema tornerò successivamente – e di impegno della maggioranza, degli Assessori, del Presidente e della Vicepresidente della Prima Commissione.
Credo che ci sia un concetto da ribadire. Più volte in quest'Aula abbiamo sentito che la Regione Veneto sia prima nella capacità di spesa di questi fondi, ma io credo, come prima è stato ribadito da chi è intervenuto, ma anche dagli Assessori stessi, vi sia un tema di accelerazione della capacità di innovazione da parte anche della Regione Veneto e credo che vada riconosciuto in questo senso che l'Europa, anche attraverso questi fondi, ci aiuti realmente non solo ad andare oltre la pandemia, che è un tema assolutamente cruciale, ma anche a ridisegnare quello che è il contesto di natura culturale, di natura economica e di natura sociale. Basti pensare a quello che veniva citato prima, le chiusure delle aziende, le delocalizzazioni, le fragilità sociali in termini di povertà e in termini di solitudine, perché – questo è vero – i problemi psicologici ci sono sempre stati, ma è indubbio che, purtroppo, soprattutto nelle fasce giovanili, che vanno assolutamente coinvolte maggiormente, il problema psichiatrico addirittura, non psicologico, sta diventando sempre più pesante e che la pandemia, su questo, ha già fatto esplodere alcune contraddizioni sociali già presenti precedentemente, ed è proprio per questo che parlo di ridisegno e non solo di adattamento, non solo di capacità di affrontare quelle che sono le difficoltà.
È evidente che questi fondi devono trovare una spinta per riuscire ad avere quello che è il progetto di comunità e di vita di cui spesso discutiamo, però per fare questo credo che ci sia una questione di metodo, che prima in parte veniva citata, quindi sicuramente ben venga l'integrazione più spinta rispetto al passato del FESR con il FSE. È fondamentale, come ci ricorda anche la Commissione europea nei suoi documenti, favorire anche le sinergie con i fondi europei di investimento, con Horizon Europe 2021-2027 e con i programmi che ci sono anche di finanziamento diretto da parte dell'Unione europea. Fondamentale – è scritto anche nel documento regionale – è questa sinergia, fondamentale per riuscire a fare in modo che la comunità sia realmente protagonista.
Ebbene, relativamente al discorso di metodo, prima il consigliere Favero ricordava il SUS, la consigliera Camani faceva riferimento a un nuovo modello di Veneto, questo in qualche modo è vero, e vi è stato un percorso di partecipazione, sono stati molti gli elementi accolti da chi faceva parte di quei tavoli, però proprio gli attori di quei tavoli, le associazioni di categoria e i sindacati stessi, hanno chiesto ancora maggiore partecipazione, ancora maggiore accompagnamento del territorio, perché la comunità, nel senso vero del termine, diventi protagonista di questi passaggi e soprattutto conosca queste fonti di finanziamento, ne conosca il senso, ne conosca la produttività, ne conosca quelli che spesso sentiamo dire vincoli burocratici.
Alcuni indicatori oppure lo stesso principio DHS non è un vincolo burocratico. Può essere letto, sebbene accompagnato al territorio e formato, come elemento proprio di spinta per fare di più, per affrontare quelle sfide che nel documento stesso che oggi andiamo a votare vengano viste come sfide del futuro. Si dice che anche il nostro mercato veneto deve affrontare con più coraggio – lo dice il documento stesso – quelle che sono le sfide economiche di internazionalizzazione. Allora, se guardiamo, oltre al metodo, anche i contenuti, credo all'importanza di dare un ruolo ancora più forte a quelli che sono i Centri per l'impiego, come un ruolo di rilancio, come un ruolo di prospettiva, come un ruolo di presidio anche alla qualità dell'occupazione, non solo alla quantità dell'occupazione, quindi all'aderenza a quello che è il pilastro europeo dei diritti sociali, non solo ai princìpi che leggiamo nei documenti del FESR e del FSE, a quella che è la correlazione con quello che è il GOL, che noi andremo a discutere anche nelle Commissioni, penso, nei prossimi mesi, che dovrebbe arrivare sul tavolo di concertazione anche con la Regione per quanto riguarda il ruolo di ricollocazione, per quanto riguarda la mappatura di tutti quelli che sono i luoghi, per quanto riguarda il co-working e i fab-lab. Sono indicazioni già date dal Ministero, che speriamo di poter discutere, ma proprio in questo ruolo di integrazione tra il FSE, il FESR e i GOL, che è comunque un indirizzo del PNRR.
Faccio riferimento, sui contenuti, al ruolo della riqualificazione. Prima più di qualcuno, anche il consigliere Favero, ha fatto riferimento alla rigenerazione urbana, chiamandola in altro modo. Il problema è dare un ruolo sociale. Prima si parlava di co-housing. È necessario, anche quando discutiamo di ATER, quando discutiamo di alloggi dismessi, quando discutiamo di manifattura dismessa, dare quel ruolo sociale di appartenenza delle comunità a quel luogo che va riqualificato. Credo che stia qui la sfida maggiore anche in mano alla Regione stessa. A tal riguardo, vorrei fare riferimento, tra gli ultimi, al tema degli ATS, e ringrazio l'assessore Lanzarin per averlo citato prima.
Chiaramente questo sarà un tema che avrà un luogo di discussione per la forma giuridica, per quello che è l'elemento portante anche del personale in una seconda fase, l'importanza del personale anche sociale, che però ritorna anche nel FESR e nel FSE. È su questo che vorrei, comunque, concentrarmi, ovverosia il fatto di riuscire a potenziare il ruolo degli ATS, di riuscire a dare risorse al ruolo degli ATS, che in qualche modo anche la Regione contribuisse ad accompagnare gli ATS e i Comuni che sono titolari degli ATS stessi e a capire meglio come coordinare le progettualità. Abbiamo visto che hanno inviato più progettualità di quelle previste. Il problema è poi mettere a terra le progettualità e avere le risorse che in qualche modo gestiscano quelle progettualità. Allora, credo che sia questa la sfida a cui fare riferimento oggi, perlomeno nel documento che andiamo a votare.
Penso, infine, al tema della ricerca e dello sviluppo, che è ritornato più volte, e a quanto questo tema possa, nell'intersezione con il FSE, creare nuova occupazione e anche nuova penetrazione del mercato veneto nei confronti dell'estero. Però, qui ritorna il tema della manifattura, qui ritorna il tema di avere il coraggio di unire questi programmi di finanziamento a quelle che sono le riforme che da troppo tempo, sia qui che a livello nazionale, giacciono. Penso al tema dell'e-commerce, che va colto come sfida, ma va colto come sfida, come in qualche modo stiamo facendo con le comunità energetiche, anche a livello regionale. Quindi – e chiudo – penso all'importanza del tema del monitoraggio. Prima il consigliere Favero diceva che possiamo essere, come Consiglio, coloro che contribuiscono. No, io credo che noi dobbiamo essere coloro che contribuiscono, ma non solo come supervisione dei documenti che arrivano, bensì anche come contribuzione di supporto...

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Comunque, chiudo.
Dicevo, come contribuzione di supporto anche a quello che è il mondo esterno. Ritorno, un monitoraggio che dovrà vedere anche un'analisi di impatto magari più specifica e più aderente anche alla realtà veneta, anche rispetto a quelli che sono gli indicatori che ci vengono dati.
Queste non sono richieste solo della minoranza, queste sono richieste che sono nate sui tavoli di condivisione e di concertazione tra le associazioni, i sindacati, chi rappresenta il mondo esterno e la Regione. Queste sono le richieste che chi in questo momento rappresenta quelle fasce più deboli ci sta facendo. Queste sono le richieste che molti giovani che vogliono partecipare non alla definizione tecnica del bando, ma al contenuto dell'investimento stesso ci stanno facendo.
Allora, se veramente vogliamo essere i primi e ridare quell'accelerazione che rischiamo di perdere, penso che partecipazione, aderenza al contesto e anche maggiore sinergia di riforme insieme a politiche di investimento siano fondamentali.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Ha chiesto di intervenire il capogruppo Speranzon. Prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

La ringrazio, Presidente.
Innanzitutto vorrei soffermarmi su un aspetto. In queste ore le agenzie di stampa del Veneto, ma di tutta Italia si stanno soffermando su un aspetto: abbiamo parlato qui per ore di lavoro e in questo momento ci sono più di 100.000 lavoratori del Veneto che sono impossibilitati ad andare a svolgere quelle che sono le proprie attività, e sono impossibilitati ad andare a svolgere le proprie attività non perché non ne hanno le competenze, l'esperienza, la professionalità o la capacità, ma perché una scelta assolutamente miope del Governo, adottata oggi, quando si doveva forse, se si voleva avere qualche efficacia, adottarla qualche mese fa, quando la crisi pandemica era in grande espansione, nel momento in cui la crisi pandemica recede e nel momento in cui sappiamo che, grazie al cielo, i nostri ospedali stanno svuotando i propri reparti e le terapie intensive, mette in condizione le nostre imprese di non avere una forza lavoro qualificata, competente, esperta e capace come è quella di 100.000 lavoratori del Veneto, che da oggi non possono andare a lavorare.
Speriamo che questo Governo di illuminati, che continua ad accumulare errori su errori, anche su questo abbia presto a ricredersi e a mettere in condizione, come è stato richiesto dai corpi intermedi, dalle parti sociali e dalle associazioni di categoria, questi lavoratori di tornare a lavorare.
Del resto, qui quando si ci si riferisce alla programmazione regionale ci si riferisce a contenuti, ma ci si riferisce anche a un metodo, un metodo che non abbiamo visto adottare a livello nazionale con il PNRR, dove facciamo veramente fatica, a distanza di mesi, a comprendere quali saranno in concreto le reali ricadute per il Veneto in termini di investimenti, in termini di capacità di sostenere il sistema produttivo, in termini di supporto concreto per settori strategici per il Veneto, come, ad esempio, il settore e il comparto del turismo. Questo è accaduto perché questo Governo, il Governo dei migliori, ha pensato e scritto il PNRR non coinvolgendo affatto le Regioni, non ascoltando quelle che erano le proposte che arrivavano dai territori, e ci siamo trovati di fronte a un Piano che, di fatto, è la più grande forma di centralizzazione che si è vista negli ultimi decenni, al contrario di ciò che, invece, abbiamo fatto qui nel Veneto, perché la Regione del Veneto, per utilizzare nel miglior modo possibile le risorse destinate dall'Unione europea alle Regioni italiane, l'ha fatto con la finalità di aumentarne le capacità competitive, e per aumentare le capacità competitive la Regione del Veneto ha deciso di mettere attorno al tavolo tutti.
La programmazione regionale è iniziata già a febbraio 2020 e anche durante il Covid la Regione non ha mai smesso di sentire le parti sociali e i corpi intermedi. Una vera e propria programmazione partecipata dal basso. Anche il numero esiguo di emendamenti a questa programmazione è la testimonianza che, accanto ai tanti plausi, è stato difficile anche individuare qualcuno che potesse criticarla, proprio perché alla base di tutto è stato posto il dialogo, il dialogo con le imprese, il dialogo con i lavoratori, il dialogo con la formazione, il dialogo con la scuola. La partecipazione e, quindi, la messa in condizione di questi attori prìncipi della produzione nel nostro territorio di poter dire la propria, di potersi vedere ascoltati e di poter vedere tradotte le loro proposte in proposte fatte proprie poi dall'Istituzione. Poi, il coinvolgimento del territorio. Ecco, partecipazione, dialogo e coinvolgimento del territorio.
È vero che sono aumentate le risorse, come hanno sottolineato alcuni esponenti dell'opposizione in Consiglio. Sì, sono aumentate. Tuttavia, non dimentichiamoci che cos'è l'Italia. L'Italia è un contribuente attivo nei confronti della Comunità europea. È un contribuente attivo! Questo vuol dire che quello che noi versiamo è di più di quello che riceviamo. Noi non siamo la Gran Bretagna, quelli che sono usciti dall'Europa un paio d'anni fa, che era un contribuente passivo, che versava meno di quello che riceveva. Noi versiamo di più di quello che riceviamo. Quindi, ben venga che arrivino più risorse. Ci mancherebbe altro, vorrei dire.
Molto bene, allora, che ci sia anche una programmazione unitaria. Due fondi, quello strutturale e quello che guarda alle risorse umane, al capitale umano, che non vanno ciascuno per la propria strada, ma che, grazie al tavolo di partenariato, mettono in condizione tutti gli attori di attuare una programmazione unitaria. Noi dobbiamo guardare allo sviluppo e lo sviluppo deve guardare all'impresa, al mondo della produzione, perché senza l'impresa non c'è lavoro, e la programmazione regionale è finalizzata proprio a questo, è finalizzata al lavoro. La strada maestra è fare in modo che sia più facile cercare un lavoro, che si formi per il lavoro, che si aggiornino le competenze dei lavoratori attraverso la formazione continua. Tutta la programmazione regionale del Fondo sociale europeo è indirizzata alla ricerca attiva del lavoro. Per il momento non parlo del reddito di cittadinanza a proposito di misure per la partecipazione attiva del lavoro. Questo, comunque, non succede da oggi, succede da tanti anni.
Devo ringraziare per questo tutti gli Assessori coinvolti, in particolare l'assessore Donazzan, che da molte legislature si impegna in questa direzione. Come? Facendo in modo che la scuola dialoghi con il mondo del lavoro, facendo formazione in alternanza scuola-lavoro, accrescendo le competenze dei giovani alla ricerca di lavori qualificati, investendo, assieme pubblico e privato, su Agenzie per il lavoro e Centri per l'impiego. Il pubblico non è nemico del privato, il privato non è nemico del pubblico.
In Veneto gli ITS funzionano e funzionano meglio che in qualsiasi altra parte d'Italia, perché le imprese vengono coinvolte a indicare alle Agenzie di formazione cosa fare. Comunque, è anche grazie all'Unità di crisi, che è stata costituita nel 2012, se i lavoratori, accanto alle imprese, non vengono abbandonati quando un'azienda, quando un'impresa va in crisi, ma vengono in qualche modo accompagnati o aiutati a uscire da quella situazione. Però, oggi siamo di fronte a una situazione e a una crisi più grave anche di quella del 2009. Oggi – lo dico da veneziano – ci troviamo di fronte a situazioni come, ad esempio, la chiusura degli stabilimenti per la produzione del vetro di Murano o di altri stabilimenti che non avevamo mai visto prima, con il rischio di perdere capitale umano qualificato, peraltro, di perdere lavoratori che hanno grandissime competenze. Poi, abbiamo tante aziende, magari dove la proprietà è straniera, che vedendo i costi dell'energia schizzare alle stelle e vedendo le risposte poco chiare da parte del Governo centrale spingono per abbandonare i siti produttivi che sono all'interno della nostra regione e per andare a produrre altrove, in Slovacchia, in Croazia, in Polonia. Allora, mi viene in mente, anche qui, il caso drammatico che sta vivendo un'azienda come la Speedline di Santa Maria di Sala.
Noi abbiamo bisogno di politiche per la reindustrializzazione che tengano assieme i fondi strutturali e i fondi per il capitale umano, anche perché non possiamo permetterci di avere nuovi disoccupati. L'ha detto, nel suo intervento, l'assessore Donazzan, citando numeri riferiti alla disoccupazione nella nostra regione. Sono numeri allarmanti. È vero che purtroppo si è morti e si continua a morire anche di Covid, ma in futuro, se va avanti di questo passo, ci sarà qualcuno che rischia di morire di fame nella nostra regione. Ebbene, noi non ci possiamo permettere di essere ciechi e sordi rispetto a una situazione che si va ad aggravare giorno dopo giorno.
Anche il tema dell'inclusione sociale è un tema assolutamente importante. Guardate, io sono stato anche Presidente dell'ATER, per cui so bene che ci sono situazioni che richiedono, da parte dell'Istituzione pubblica, delle risposte di tipo assistenziale, necessariamente, perché tutti hanno il sacrosanto diritto di poter dormire, ad esempio, sotto un tetto. Quindi, ben venga il social housing. Però, noi abbiamo il dovere, come amministratori e come legislatori, di mettere in condizione le persone che vivono in un momento di difficoltà economica di uscire da quella condizione. Non esiste un'inclusione sociale che preveda il mantenimento dello status di povero. Insomma, non possiamo pensare che per risolvere i problemi delle persone che vivono in condizione di povertà non ci sia una strada maestra. E la strada maestra è il lavoro.
Con questa programmazione regionale abbiamo rafforzato tutte le misure di accompagnamento al lavoro, evidentemente in modo molto diverso da chi ha concepito il reddito di cittadinanza, che noi chiamiamo "metadone di Stato". Del resto, è un po' come il metadone che si dà all'eroinomane: siccome non puoi guarire, ti mantengo nella tua condizione, per cui sei un eroinomane e resterai dipendente dal metadone. No, noi vogliamo sperare, invece, che le persone che vivono in una condizione di difficoltà economica possano avere la possibilità di uscire da quella condizione inserendosi nel mondo del lavoro e migliorando le proprie condizioni.
Badate, persino la legge regionale n. 39/2017 , concernente "Norme in materia di edilizia residenziale pubblica", ha l'obiettivo, nel definire un tempo non più illimitato di permanenza all'interno delle case popolari, di sperare di mettere in condizione quelli che entrano in quelle case di uscirne anche nel momento in cui si trovano ad avere condizioni economiche più favorevoli. Questo deve essere lo spirito che guida le scelte. Noi non dobbiamo pensare che, nel momento in cui c'è una difficoltà, quella va cristallizzata, piuttosto noi dobbiamo rimuovere le ragioni per cui esiste quella difficoltà e mettere in condizioni chi vive quelle difficoltà di poter trovare non solo la dignità attraverso il lavoro, ma anche la forma principe di sussistenza.
È per questo che noi riteniamo di sostenere favorevolmente quello che è stato l'operato della Giunta, ringraziando gli uffici per il lavoro che hanno svolto, ringraziando, ovviamente, ogni singolo Assessore, tutte le Commissioni che in queste settimane hanno svolto le audizioni e ringraziando soprattutto per il metodo. Il metodo partecipativo, il tavolo di partenariato, la scelta di far partecipare dal basso alle decisioni riteniamo che, soprattutto in un momento di crisi e di difficoltà come quello che stiamo vivendo, rappresenti la strada maestra che una buona Amministrazione, com'è quella della Regione del Veneto, deve continuare a perseguire.

PRESIDENTE

Grazie, collega Speranzon.
Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Faccio solo una battuta sull'intervento precedente, sperando di sentire la stessa convinzione quando vedremo, ad esempio, magari la trasparenza sul Bando Borghi, visto che magari discuteremo anche su come la Regione del Veneto affronta alcune questioni.
Andando più nello specifico, l'intervento che voglio fare non è un intervento politico, ma un intervento di pura natura tecnica e contributiva al lavoro dei documenti che oggi stiamo esaminando, perché ci sono cose da dire in discussione generale che non voglio ripetere. Del resto, è già stato detto da tantissimi colleghi non solo quanto questo documento sia importante, ma anche quanto sia importante integrarlo con le altre forme di finanziamento, non solo quello stabile del nostro bilancio regionale, ma anche quello che arriverà dal PNRR. E ci sono vari passaggi in questo documento che portano a dire che questo sarà fatto.
Tuttavia, ci sono cose su cui io credo sicuramente andrebbe fatto un ragionamento un po' più approfondito. E, di nuovo, non è vero che ci sono pochi emendamenti a un documento di questo tipo, perché vi è una serie di emendamenti, che cercherò di presentare con un unico intervento, che io ho proposto in particolare sul tema aree interne, ma anche una serie di ordini del giorno, perché io credo che in un documento che, comunque, ha fatto un percorso importante di partenariato con i territori ci sia sicuramente qualche manovra emendativa che va inserita, ma ci sia anche l'opportunità di dare un indirizzo politico, tramite alcuni ordini del giorno, su come magari indirizzare meglio alcune questioni che sono contenute all'interno di questo documento.
Parto dal tema delle aree interne, tema che abbiamo discusso in Commissione in maniera molto approfondita. Credo che abbiamo di fronte una grande opportunità, che è quella di selezionare queste due nuove aree interne, ma ad oggi, anche dal documento che stiamo oggi osservando, non ci sono ancora tutti chiari gli indicatori attraverso cui si decideranno queste due nuove aree, anche perché siamo in attesa, purtroppo da tantissimo tempo, di un aggiornamento da parte del Governo di quegli indicatori nazionali che permettono la scelta di aree interne da aggiungere alle tre che sono già state sostenute all'interno della Regione del Veneto. Allora, all'interno di questa possibilità che abbiamo di aggiungerne ulteriormente due, io credo che sia importante fare un ragionamento strategico rispetto a quali indicatori la Regione del Veneto potrebbe inserire accanto a quelli nazionali, perché sappiamo che la regione del Veneto ha una specificità importante, che è quella di avere un territorio vastissimo, ampio, diverso, e che le aree interne probabilmente hanno anche una caratteristica diversa rispetto alle aree interne di altre regioni. Quindi, gli emendamenti che ho proposto, che qui presento, fanno un ragionamento.
Se noi dobbiamo andare a vedere, ad esempio, i tassi di spopolamento, iniziamo ad andare a vedere in particolare quello spopolamento che avviene tra i 17 e i 34 anni. D'altronde, se noi vogliamo, come è scritto nel documento, portare a ripopolare quelle aree che oggi fanno fatica e continuano a perdere popolazione... Alcuni dati fanno vedere che nelle aree interne venete stiamo perdendo addirittura il 4,2%, a fronte di una perdita, invece, del 2,2% a livello nazionale. Stiamo perdendo di più popolazione nelle nostre aree interne rispetto al resto d'Italia. Riguardo alle persone tra i 17 e i 34 anni arriviamo ad una perdita in più del 2% circa. Questo vuol dire che i nostri giovani fanno più fatica a rimanere a vivere nelle aree interne, perché è più difficile scegliere di vivere lì. Allora, fare un fondo specifico sul calo demografico tra i 17 e i 34 anni io credo vada proprio nella direzione, peraltro indicata effettivamente nel documento, di arrivare a valutare quali siano le aree interne da scegliere, queste due nuove, anche in base alla possibilità di queste aree di essere ripopolate soprattutto da popolazione giovane.
Vengo adesso a due altre questioni, che sono già inserite negli indicatori nazionali, ma che forse il Veneto ha l'opportunità di migliorare anche rispetto ad una linea guida nazionale. Parlo, ad esempio, dei punti nascite, che oggi sappiamo vengono chiusi quando non vengono garantiti i 500 parti l'anno. Ci sono territori, soprattutto nella montagna, dove punti nascita sono stati chiusi anche a seguito, ovviamente, di questo dato, che oggi non c'è più. Lo stesso dicasi per le ambulanze medicalizzate, tema complicatissimo: in alcune aree anche l'ambulanza medicalizzata oggi fa fatica a resistere, perché ci sono indicatori che impediscono di garantire quel tipo di servizio in aree con poca popolazione. Pertanto, se noi non vogliamo che questa profezia si avveri, nel momento in cui le aree si depopolano e non abbiamo più giovani tra i 17 e i 34 anni che magari fanno una famiglia, hanno dei figli, e quindi vengono a mancare i punti nascita, se non interveniamo con un approccio più forte su questi dati, rischiamo di avere delle aree che non riusciamo più a tirare su, non riusciamo più a recuperare.
Non c'è solo il tema delle aree interne, ma c'è anche il tema di come facilitiamo le aree interne a definire le strategie, soprattutto le due nuove. Ne abbiamo parlato in Commissione. Anch'io ringrazio la presenza dei tecnici durante le Commissioni, in particolare quella del dottor Cecchinato, con il quale abbiamo anche interloquito a lungo rispetto alla possibilità che ci sia il bisogno, soprattutto per le aree nuove, di avere un supporto anche di personale tecnico dalla Regione, che in qualche modo si distacca dalla Regione stessa, un po' come avevano fatto per la definizione delle strategie delle aree interne nazionale, per avere delle persone formate che stiano accanto agli amministratori locali nei Comuni più piccoli, che magari non hanno la possibilità di fare un lavoro in più rispetto a quello che già fanno nei loro Comuni. Quindi, si potrebbe prevedere la possibilità di avere del personale tecnico distaccato dalla Regione che supporti queste due nuove aree nella definizione di una loro strategia.
Ma c'è anche un altro punto rispetto al metodo. In futuro avremo cinque aree, le tre già attive e le due nuove: perché non creare una cabina di regia tra queste cinque aree acché le stesse possano scambiare quello che hanno fatto all'interno delle aree interne del Veneto? Questa è una questione importantissima per fare in modo che non siano i fondi che arrivano dall'Europa o i fondi che arrivano da qualche altra progettualità, come il PNRR, che alle volte, non essendo ordinari, non vengono poi accompagnati, mentre questo è il tentativo proprio di definire una politica territoriale di lungo periodo, che la Regione del Veneto può ottenere anche quando non programma la programmazione europea, diretta o indiretta. Quindi, la proposta, che avanzo tramite un altro ordine del giorno che poi discuterò più nel dettaglio, è quella di pensare che forse siamo arrivati al punto che la Regione del Veneto ha talmente tante competenze attivate, sia sulle aree SUS che sulle aree interne, che forse è arrivato il momento di definire proprio delle strategie di area. Io non voglio citare altre Regioni per fare dei paragoni, ma ce ne sono alcune che, al di là delle aree SUS e al di là delle aree interne, definiscono strategie territoriali integrate stabili, indipendentemente dal bando a cui si partecipa, che definiscono, appunto, i bisogni delle aree.
Penso al litorale, penso alla montagna, penso alla metro-montagna, che in questo documento purtroppo non c'è, ed è quell'area che sta tra la montagna e la città e che è tipica, tra l'altro, di questa regione, mentre in altre regioni ne abbiamo meno. Definire una volta per tutte delle strategie d'area, come stanno facendo altre Regioni, direzione in cui vanno alcuni progetti di legge che ho visto essere presentati, ci permetterebbe forse di avere per sempre una programmazione tale per cui, ogni volta che arriva un fondo, noi sappiamo che l'area del litorale o l'area della metro-montagna ha queste esigenze, al di là di dover fare una strategia d'area imposta dai fondi della Commissione europea.
Chiudo sugli ultimi due punti, che credo siano un po' carenti all'interno di questa programmazione. Giustamente si dice – e io sono felice che lo si dica – che ci sarà un investimento sulla rigenerazione del patrimonio pubblico dismesso, sulla rigenerazione non solo di quello pubblico, ma anche del patrimonio ERP che rimane in disuso e sfitto. Però, si chiede già da tanto tempo – ricordo una richiesta che io stessa avevo fatto in Commissione Quarta già tempo fa, ma che deve ancora essere messa all'ordine del giorno – di avere un quadro di conoscenza di cosa significa alloggi sfitti ERP in questa Regione. Noi non abbiamo ‒ o almeno non è pubblica ‒ una mappatura del patrimonio pubblico dismesso, fatta in collaborazione con i Comuni e gli enti, penso all'INPS e ad altri, che hanno un patrimonio dismesso in tutti i comuni di questa regione, che probabilmente ci permetterebbe di spendere questi fondi in maniera più giusta, perché andremmo a identificare dove sono questi immobili proprio nelle aree più deboli o più fragili, penso alle aree interne o alle aree della montagna. Oppure, il patrimonio ERP, se vogliamo fare un ragionamento su quale di questo va riattivato e quale di questo va riconvertito ad housing sociale, come dice il documento, noi dobbiamo capire, ad esempio, dove si trova questo patrimonio.
Ebbene, ad oggi, noi non abbiamo un quadro conoscitivo chiaro. Quindi, bene che nel documento ci sia scritto che investiremo dei fondi dell'Europa su questo tema chiave, ma probabilmente c'è un lavoro da fare a monte, che è quello di dire dove è meglio investire, in termini proprio di impatto, i nostri fondi per garantire il fatto che questi fondi siano spesi al meglio.
Per ultimo, un tema che ho riportato anche quando discutevamo di PNRR tempo fa in quest'Aula e che credo sia essenziale in tutti i fondi che una Regione utilizza da altre fonti di finanziamento, che siano lo Stato o l'Europa, o dall'Europa verso lo Stato, che arrivano qui, come il PNRR: il monitoraggio civico dei progetti. Che cosa significa? Significa rendere trasparente all'interno di un sito dedicato, come è scritto da tante richieste sul PNRR, visto che prima si parlava di scarsa trasparenza su come il Governo nazionale ha definito un certo tipo di interventi... Io posso anche condividere alcune parti di questo approccio. Prima ho detto, ad esempio, e l'ho detto varie volte anche in Commissione, che scegliere di investire solo su un borgo 20 milioni di euro credo sia stato uno degli errori che è stato fatto all'interno del Bando Borghi e che forse una partecipazione maggiore delle categorie o di chi di questi temi si occupa da anni avrebbe permesso di fare scelte diverse. Ma il monitoraggio civico permette che, all'interno semplicemente di un canale informativo, le persone, anche le più semplici, anche quelle che magari non seguono il dibattito politico, possano vedere dove verranno investiti fondi in maniera specifica, per poter dare un parere non vincolante, ma almeno essere informate su quello che effettivamente avviene quando noi spendiamo così tanti fondi, come abbiamo detto prima, non solo quelli che arrivano dall'Unione europea alla Regione, ma anche quelli che poi si integreranno del PNRR.
Un ultimo appunto, anche questo riportato nel documento: la programmazione integrata dei diversi fondi. È scritto che verrà fatto, ma non è scritto come verrà fatto. Io credo che, al di là di proporre un emendamento o un ordine del giorno, che su questo tema un po' lascia il tempo che trova, perché è una questione che dovrà essere definita anche quando il PNRR arriverà in Aula e sapremo effettivamente dove stanno andando tutti gli investimenti di questa Regione, il tema vero sia capire quale struttura sarà di riferimento proprio per cercare di integrare al meglio la spesa di questi due grandi investimenti per la nostra Regione e credo che farlo nella maniera più corretta significhi anche non fare in modo che si investa in alcuni territori in maniera forte, lasciandone altri totalmente ai margini.
È vero che ci sarà una strategia aree interne, è vero che ci saranno due aree in più, è vero che avremmo le aree SUS, è vero che avremo il famoso borgo che vincerà questi 20 milioni di euro e altri borghi che ne vinceranno altri con i fondi PNRR, ma avere un quadro di quali territori magari verranno tagliati fuori per qualche motivo da questa possibilità importante di finanziamento e fare in modo che la Regione riesca a redistribuire le risorse anche a quei territori che rimangono ai margini io penso sarà essenziale, e per farlo c'è bisogno di un grande coordinamento.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il capogruppo Pan. Prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Personalmente non ho molte cose da dire. Cito solo una data che ogni tanto mi passa per la testa: 1° gennaio 2002. Esattamente quel giorno, 1° gennaio 2002 (parliamo ormai di venti anni fa), stavamo festeggiando l'Europa e l'entrata nell'euro. Tutto bello. Ogni volta che sento parlare di Europa, di fondi europei, di contributi che questo "super Ente" ci elargisce a piene mani, mi viene sempre in mente, cari colleghi, una frase di un tale signore che a quell'epoca ci disse: cari italiani, entriamo in Europa e saremo tutti più ricchi, lavoreremo tutti meno, pagheremo meno l'energia e le materie prime, naturalmente il nostro Paese sarà, oltre che Paese fondatore dell'Europa, anche tra i Paesi più importanti nelle decisioni eccetera, eccetera.
A me pare che dopo venti anni di Europa ci troviamo, invece, in una situazione – lasciamo perdere adesso la pandemia, che è una cosa che è successa a tutti – in cui mi pare che gli stipendi dei lavoratori siano i più bassi del continente, quelli italiani, mi pare che il costo delle materie prime – basta che andiate a parlare con qualche imprenditore della metalmeccanica o di tanti altri settori – sia più che triplicato, mi pare che il costo del gas, dell'energia e di tutto quello che ci va dietro – basta che controlliate la vostra bolletta del gas che vi sta arrivando a casa proprio in questi giorni – sia notevolmente aumentato. Adesso ci troviamo che un pensionato, con 600 euro di pensione, deve pagare bollette del gas più che triplicate. Quindi, mi pare che questa Europa in cui un certo Romano Prodi ci portò dentro all'epoca... Tra l'altro, ricordo bene che ci prese dallo stipendio di tutti quanti ben 100.000 delle vecchie lire. Noi eravamo convinti europei e lui ci disse: date tutti coattivamente 100.000 delle vecchie lire. Peraltro, non era una somma esigua. Così tutti abbiamo pagato per entrare in questo sistema. Poi, ce le hanno anche restituite... Era Amato? Va bene. Comunque, era sempre della stessa compagnia. Quella frase, invece, la disse Romano Prodi.
Sono andato a fare due conti della serva. Io sono un contadino, quindi i conti li devo star lì a scrivere. Ebbene, l'assessore Marcato e l'assessore Caner ci dicono, questa mattina, che i fondi del FESR e dell'FSE per la Regione Veneto ammontano a 2 milioni di euro. Va bene, buono, bello... 2 miliardi, scusate. Bene, ottimo. Inoltre, quelli che arriveranno dal FEASR per l'agricoltura ammontano a 1,2 miliardi di euro, che erano quelli dell'altra volta e sono sempre quelli. Però, se andiamo a vedere attentamente notiamo che relativamente a questi fondi l'Europa ha calato al 40% la sua presenza, mentre lo Stato italiano ha aumentato al 38% e addirittura la Regione, che fino all'ultima programmazione metteva, se non erro, 242 milioni, ha aumentato del 4-5%. Quindi, attenzione. Mi pare che questi fondi, che bene poi i nostri Assessori spenderanno, faranno i loro bandi, i loro interventi e tutte le belle cose che abbiamo all'interno di questa progettazione, alla fine, cari signori, siano fondi nostri, fondi che tiriamo fuori dalle nostre tasche e che alla fine consentono questo tipo di programmazione. Quindi, attenzione a dire: grazie, Europa.
Mi ha anche anticipato il collega Speranzon prima dicendo che l'Italia è, comunque, un Paese di contribuzione attiva. Io sono andato a vedermi gli ultimi vent'anni e ho trovato che noi abbiamo dato all'Europa dai 14,5 ai 12,3 miliardi di euro annualmente, negli ultimi vent'anni. Quindi, se facciamo due conti e andiamo a vedere cosa l'Europa ci ha restituito, rispetto ai 14,5 miliardi ogni anno ci ha dato indietro circa 12 miliardi di euro. Quindi, noi riceviamo in meno rispetto a quello che diamo circa 2-3 miliardi di euro all'anno, a seconda degli anni. Mettiamo che mediamente siano 3 i miliardi, se li moltiplichiamo per i venti anni, abbiamo un totale di 60 miliardi di euro che abbiamo lasciato lì. In più, mettiamo il resto delle tasse che diamo allo Stato e il resto di quello che mettiamo del bilancio della Regione Veneto. Quindi, attenzione a dire che questi fondi sono europei. Questi sono soldi nostri, delle nostre tasse, dei nostri cittadini, delle nostre imprese, dei nostri artigiani, che alla fine fanno un giro per Bruxelles e Strasburgo e ritornano indietro, prelevati minimo del 10, 15 o 20%. Quindi, è una bella fregatura.
Immaginiamo poi che siamo entrati nell'euro. E sapete come la penso sull'euro. Giusto perché dobbiamo dircele tutte, ricordo che il più grande competitore economico dell'Italia, se non lo sapete, e in particolare del Veneto, è uno Stato europeo che è entrato nell'Unione nel 2012 – adesso non vorrei dire una baggianata, ma ero anche da quelle parti – ed è la Polonia. Certo, la Polonia, in cui tanti imprenditori – anche locali, ahimè – si sono spostati con le loro manifatture, tanti agricoltori... Ricordo che all'epoca, prima che la Polonia entrasse in Europa, era un Paese prettamente agricolo, con un po' di industria sulle coste. La Polonia, mantenendo la propria moneta, lo zloty, ha praticamente un costo dell'energia minore, un costo della manodopera minore e una tassazione intorno al 12%.
Avevo fatto un conto che in una stalla italiana, veneta, pagando due addetti qui in Veneto se ne pagavano 40 in Polonia. Quindi, vi ho già fatto il conto della serva di cos'è l'Europa e di cosa purtroppo è successo in questi vent'anni. Ahimè, non vorrei usare un'espressione un po' colorita, ma non mi sembra che sia stato un bell'affare. Se riuscivamo a tenere le nostre risorse, magari quelle anche dell'autonomia che stiamo aspettando, ahimè, da troppo tempo, in cui magari il residuo fiscale del Veneto non dico per metà, ma mi accontenterei che anche il 20-30% rimanesse qui, magari tenendo qui anche le nostre risorse che diamo all'Europa, magari avendo una moneta che poteva essere ancora la nostra bella lira, avrei voluto vedere quanti turisti venivano qui, quante industrie se ne andavano via, quanto costo minore ci sarebbe per tutto.
Adesso, per carità, mi verrete a dire che con l'euro siamo più ricchi, che andiamo negli Stati Uniti, facciamo i fighi perché l'euro è più forte del dollaro, ma non mi pare che sia questo il tema. Il tema vero è che chi sta pagando cara tutta questa scelta che abbiamo fatto nel passato... Si poteva stare in Europa benissimo, come i croati con la loro moneta, come la Polonia con la loro moneta, e sicuramente in questo momento avremmo vissuto momenti non tragici come questo.
Chi sta pagando veramente, e chiudo, sono le nostre famiglie, sono le nostre imprese, coloro che devono lavorare cercando di spegnere le luci e i termosifoni per risparmiare e non avere le bollette che arrivano triplicate, come in questi giorni.
Probabilmente le multinazionali che stanno scappando da questo Paese, dalla nostra Regione, si stanno accorgendo del fallimento di tutto questo.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Pan.
Consigliere Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente Finco, la ringrazio.
Non intervengo di nuovo, ma volevo ritornare sulle parole del capogruppo Pan, perché sono un fatto politico rilevante, nel senso che il collega ci segnala, evidentemente, che la Lega è tornata alle posizioni di un tempo. Dopo tanto tempo, abbiamo di nuovo sentito – non posso dire "finalmente" perché non sono le mie, Capogruppo – di nuovo la Lega esprimere una posizione che ha fatto parte della sua storia. Ce lo ricordiamo Salvini con le magliette "No euro".
Oggi un autorevole rappresentante – perché è il Capogruppo, quindi non un Consigliere qualsiasi della Lega – ci ha detto "magari avessimo la lira, lì c'è stato un errore grave e, anzi, forse – tra le righe – se la lira tornasse staremmo tutti meglio". Devo dire che è una cosa che mi colpisce. Oggi stiamo al Governo insieme, capogruppo Pan. Obtorto collo, siamo tutti d'accordo su questo punto, però stiamo insieme in un Governo che sta dentro l'Unione europea e l'Eurozona, che oggi si rapporta, per esempio, sulle linee di finanziamento di cui discutiamo oggi, esattamente su quel tipo di filiere di rapporto con l'Unione europea.
Mi dispiace su questo doverla deludere, ma, al netto del fatto che si può discutere molto sul cambio, su come è stata gestita quella fase del cambio, di chi è stata la colpa (la ricordiamo la discussione dell'epoca, se 1.936,27 era la cifra giusta o meno), devo dire che mi sarebbero tremati i polsi ancor più di quanto non siano tremati negli ultimi anni se, invece di aver avuto una moneta solida finanziariamente e riconosciuta a livello internazionale, avessimo dovuto affrontare le tempeste finanziarie ed economiche di questi anni con una moneta che, sebbene ‒ io sono giovane, però me la ricordo ‒ susciti a tutti un po' di nostalgia, era però una moneta che ci aveva visto veramente al vento e in difficoltà assoluta di fronte ai rischi che oggi portano i mercati internazionali.
Mi fa piacere la nostalgia, Capogruppo. Colgo questa rinnovata voglia di lira. Resto profondamente colpito, tanto più in una discussione come quella di oggi, sui finanziamenti europei. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Si è rianimata l'Aula in questi momenti. Io non voglio intervenire su quello che riguarda gli anni passati, perché ormai siamo in una situazione che dobbiamo gestire per quello che riguarda l'Europa e riguarda l'euro. Ormai mi sembra una questione dove dobbiamo effettivamente gestire una situazione concreta dalla quale non si può tornare indietro. Questo penso sia abbastanza evidente a tutti noi.
Io partirei con una fonte di preoccupazione. La fonte di preoccupazione personale è che, per una volta, sono d'accordo con la consigliera Camani su un piccolo passaggio del suo intervento. Piccolo, non si preoccupi troppo, Consigliera...

PRESIDENTE

La interrompo un attimo, collega Villanova, perché sono stati depositati quattro emendamenti della Giunta, quindi do tre minuti per eventuali sub.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
In particolare, sono d'accordo su quello che è stato un passaggio nel quale diceva che, a prescindere da quello che può essere l'interesse, che condivido, per la cultura e per il turismo, la vera partita si gioca sulla manifattura. Bene, questo è un passaggio che sottoscrivo perché... No, non è un dettaglio; non è sarcastico quello che sto dicendo. È veramente una parte del mio credo politico, cioè il fatto di dare grande attenzione a quello che è il tema delle imprese sul nostro territorio. Un tema che probabilmente il nostro Paese ha deciso di abbandonare coscientemente diversi decenni fa; il nostro Paese ha deciso negli anni di tralasciare quella che era la manifattura, il fiore all'occhiello soprattutto di una parte dell'Italia, per decidere di indirizzare la parte economica sui servizi, sul turismo, sulla cultura.
È stata una decisione portata avanti da Governi di tutti i colori politici, il fatto di abbandonare quella che poteva essere un certo tipo di industria, quella che poteva essere, ad esempio, la chimica, quello che poteva essere lo sfruttamento delle risorse energetiche del nostro territorio. Tutto questo, probabilmente sulla scia di quella che poteva essere un'onda green che già stava nascendo diversi decenni fa, ha portato appunto a queste scelte che adesso si stanno rivelando miopi.
Prima ho sentito gli Assessori, e li ringrazio per gli interventi che sono stati fatti. Ho apprezzato particolarmente quello che è stato l'intervento dell'assessore Donazzan proprio su questo tema, sul tema delle industrie, sulla grande attenzione che questa Amministrazione dà costantemente al mondo delle industrie e delle aziende, che vanno dal piccolo artigiano fino alle imprese più grandi, l'attenzione a quelle che sono le crisi aziendali, facendo vedere un'impostazione, cioè il fatto di dare una mano a chi produce ricchezza e benessere nel nostro territorio.
Oggi però noi stiamo parlando di come vengono impiegati dei fondi sovraordinati rispetto alla Regione, ed è un po' quello che succede anche per il PNRR. Se noi guardiamo, ultimamente ci stiamo occupando sempre di fondi che ci arrivano dall'Europa, ci arrivano attraverso lo Stato, rispetto ai quali noi possiamo sì declinare le linee di intervento sul territorio, ma all'interno di margini molto stretti. Le linee di intervento vengono decise da organi superiori a noi. Le linee di intervento vengono decise per la maggior parte in Europa, ed è per questo che dicevo che ormai abbiamo capito che è un processo irreversibile, ma forse dobbiamo fare più attenzione a quello che succede in Europa.
Se è vero che da un lato, come diceva lei, consigliera Camani, abbiamo l'Europa buona che ci dà i soldi – ed è già stato detto prima che questi soldi ritornano, non ci vengono dati – dall'altro, nello stesso momento in cui siamo qui oggi a parlare di fondi europei, abbiamo l'Europa che sta parlando su come etichettare i nostri vini, per metterci dei bollini neri e per far capire che i nostri vini sono cancerogeni; oppure abbiamo l'Europa che, nei mesi, negli anni che abbiamo visto passare, si mette a dire che la dieta mediterranea magari non fa bene, che l'olio non va bene, che i prodotti tipici del Made in Italy non vanno bene, ma fanno male. Abbiamo un'Europa che, invece di puntare forte su quelle che sono le forze produttive del proprio territorio, va a tagliare le gambe con delle iniziative che, secondo me, sono senza senso.
Abbiamo questa Europa a due binari: da una parte, un'Europa che vuole distribuire fondi sui territori e distribuisce fondi sui territori; dall'altra, un'Europa che taglia le gambe alle imprese e alle aziende.
Credo sia importante, per quello che riguarda l'attività dell'Europa... Ci sarebbe anche da portare avanti un ragionamento su chi decide cosa in Europa, perché gli organismi decisionali si sono moltiplicati; per non far decidere una sola persona, hanno moltiplicato gli organismi decisionali. Mi verrebbe da dire, se avessi davanti chi ha la responsabilità di portare avanti l'idea di Europa futura, di guardare meno alla fuffa e più alle cose importanti, che sono le imprese, le aziende, l'energia, la competitività, la ricerca, lo sviluppo per far crescere quella che è l'economia di questo Paese. Ripeto, dopo ci sono dei passaggi che sono inspiegabili. Vi ricordate la direttiva uscita qualche mese fa, che diceva che, a partire dal 2030, dal 2033, non ci potevano essere più affitti o compravendite di immobili di classi energivore come la E e la F? Per fortuna quella direttiva è stata ritirata, ma a livello economico cosa avrebbe portato una direttiva, se applicata, di quel tipo? Vi rendete conto, oltre a quello che poteva essere l'impatto per le famiglie – e sappiamo bene che in Italia le famiglie hanno investito gran parte del proprio patrimonio proprio sulla casa e sull'edilizia – anche dal punto di vista delle aziende che magari hanno asset immobiliari nel proprio bilancio, cosa vuol dire andare a fare una cosa del genere, mettere una norma del genere per quello che riguarda le attività? Vi rendete conto che buco avrebbe creato nei bilanci delle nostre ditte e delle nostre famiglie? Questo, secondo me, deve essere il punto focale di cui dobbiamo occuparci come politici e rappresentanti del territorio veneto, cioè nel nostro piccolo dobbiamo far capire all'Europa che deve puntare allo sviluppo vero e concreto del nostro territorio, puntare su chi crea ricchezza e benessere. Sulla crisi che stiamo vivendo oggi dal punto di vista energetico oppure per la mancanza di materie prime, di acciaio, di componenti per le auto tedesche o per le componentistiche che servono all'Italia, erano cose che si sapevano da decenni e qualcuno ha deciso di abdicare al ruolo della manifattura nel nostro Paese e in Europa.
Forse è il momento che l'Europa vada a investire tutti questi miliardi di euro per far ripartire quello che è un sistema economico che è stato abbandonato da troppo tempo.
Lo stesso vale per il PNRR, perché, vedete, tutti siamo contenti per i milioni che arriveranno sul territorio che – ci tengo sempre a ricordarlo in tutti gli interventi che faccio in Aula – sono per i due terzi debito. Ricordiamocelo, questo: non sono soldi regalati dall'Europa buona, sono debiti che stiamo contraendo e che dovremo ripagare. Allora, quando vedo le linee di intervento che ci arrivano dall'Europa, su come deve essere calato il PNRR, allora mi viene ancora una volta da dire "attenzione alla fuffa". Attenzione a non buttare soldi, decine di miliardi di euro, su interventi che non creano volano economico, che non fanno ripartire le aziende, che magari rendono tutto più bello, tutto più green, però si esauriscono con l'arrivo di questi fondi, e una volta arrivati i fondi si ferma tutto.
Dobbiamo far ripartire il volano economico di questo continente. Lo so che può essere un argomento che esula da quello che è il contesto veneto, ma siccome noi siamo inseriti all'interno dell'Europa e dobbiamo soggiacere a quelle che sono le regole che ci dà l'Europa, allora forse un ragionamento di questo tipo è giusto farlo anche qui da noi, che rappresentiamo i veneti.
Da noi, a mio parere, serve una vera rivoluzione industriale italiana, una rivoluzione industriale che punti ancora l'attenzione su quei settori che sono stati abbandonati, che si possono far ripartire; con grande attenzione dal punto di vista dell'ambiente, però bisogna farli ripartire per rendere anche il nostro Paese autonomo dal punto di vista energetico e dal punto di vista industriale.
È inutile dire, a mio parere, che le aziende delocalizzano dal Veneto, perché sappiamo benissimo che la delocalizzazione è un evento che è nato ormai qualche decennio fa, diciamo vent'anni fa, ed è un processo che è stato portato avanti proprio perché si è reso il nostro un Paese che non apre le porte alle aziende, ma che rende la vita difficile alle aziende, dal piccolo artigiano fino alla grande multinazionale, con solo una grande differenza, che la multinazionale può chiudere e andare via, mentre il piccolo artigiano chiude e basta.
Penso che, se dobbiamo far partire un messaggio da questo Consiglio regionale, è proprio quello che, anche grazie all'attenzione di questa Amministrazione nei confronti delle aziende e delle imprese, forse tutto il Paese dovrebbe ricominciare ad avere questa grande attenzione per far ripartire veramente un'economia che è stata abbandonata per troppo tempo. Forse chi ha il compito di decidere su come usare questi fondi europei sarebbe ora che guardasse alla realtà dei fatti e un po' meno ai sogni ideologici che difficilmente si concretizzeranno nei prossimi anni.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento, quindi possiamo dire chiusa la discussione generale. Sospendiamo i lavori per una ventina di minuti. Riprendiamo alle ore 17.20.
La Seduta è sospesa alle ore 16.59
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta riprende alle ore 17.36

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori d'Aula.
Il relatore e il correlatore sono presenti.
Siamo arrivati agli emendamenti.
Emendamento n. A0001, presentato dalla Giunta regionale, paragrafo 1.2 La necessità di investimenti e la complementarità e le sinergie con altre forme di sostegno, soppressivo, che prevede:
"Alla pagina 8, eliminare il seguente paragrafo: "In Veneto nel 2015 l'efficienza delle reti di distribuzione dell'acqua potabile (intesa come percentuale di acqua erogata rispetto a quella immessa) arrivava al 60%, valore in calo rispetto al 2012 di 4,4 punti percentuali. Il carico inquinante prodotto dagli scarichi civili e confluito negli impianti di depurazione in Italia è pari al 59,6%, in Veneto al 49,4% (ISTAT). Tra gli interventi che negli ultimi anni necessitano di maggiore attenzione vi sono quelli connessi alla gestione delle risorse idriche: dal prelievo all'erogazione, fino al trattamento e alla depurazione delle acque reflue. L'adozione di una politica dell'acqua, come ribadita anche dall'Agenda ONU al Goal 6, è indispensabile per il potenziamento e adeguamento tecnologico degli impianti di depurazione. Con la programmazione 2021-2027 si vuole intervenire in particolare nelle "zone sensibili" e a quelle già oggetto di attenzione a causa di procedure di infrazione in corso."
Sulla base del confronto informale con i Servizi della Commissione europea sulla cogenza delle indicazioni dell'Accordo di Partenariato, si propone di eliminare dal Programma l'obiettivo specifico OS V "Promuovere l'accesso all'acqua e la sua gestione sostenibile" della priorità 2 "Un'Europa più resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio", integrando in egual misura la dotazione di risorse dell'OS IV "Promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi di catastrofe, e la resilienza, prendendo in considerazione approcci ecosistemici" della stessa priorità 2. A tale scopo va tolto dalla Strategia del Programma il riferimento al trattamento e alla depurazione delle acque reflue."
Collega Cristina Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Semplicemente mi permetto di ribadire la domanda che ho fatto durante la discussione generale alla Giunta, cioè quella di motivare ‒ dopo tutta la manovra emendativa, e non parlo di quella presentata nella giornata odierna, quanto di quella presentata nella giornata di ieri ‒ la totale cancellazione dell'Obiettivo strategico V, che riguarda la questione della gestione dell'acqua.
Da questo punto di vista, mi permetto di sollecitare, inoltre, una doverosa risposta all'intervento che ha preceduto questa pausa. Se è vero che è necessario intervenire con politiche dedicate al mondo dell'impresa, anche a livello locale e regionale, non soltanto degli organi superiori, con la valorizzazione, magari, di percorsi di filiera che consentano di rafforzare la rete locale, e questo anche grazie ai fondi, che non sono soltanto regionali, dall'altra parte vorrei ricordare che l'80% delle risorse europee sono destinate in misure e in esplicazioni di progetti e di finanziamenti dedicati ‒ mi rivolgo a lei, consigliere Villanova ‒ alle piccole e medie imprese.
Proprio per questo motivo, mettere in confronto e in conflitto un obiettivo strategico che è veramente lungimirante, dato che è sotto gli occhi di tutti la drammatica situazione dell'emergenza climatica e ambientale, intervenire in questa direzione, promuovendo interventi che possono, invece, dare anche risvolto non soltanto alle piccole e medie imprese, a cui si rivolgono alcuni progetti, proprio per le aree in difficoltà e per l'agricoltura, ma anche sviluppando un sistema imprenditoriale di contorno, di cornice, che vive anche e soprattutto di investimenti dedicati alla questione ambientale, è una nuova ‒ non tanto nuova, ma sempre in espansione ‒ area di business che vede il Veneto in prima linea, da certi punti di vista, in certi settori.
Derubricare l'urgenza di interventi ambientali motivandoli per il fatto che non c'è sufficientemente attenzione al mondo dell'impresa, quando si sa perfettamente che l'80% del bilancio europeo è dedicato alla piccola e media impresa, che molto spesso viene dimenticata e non sarebbe neanche ricompresa in linee nazionali, probabilmente è una posizione politica che deve essere messa in discussione o perlomeno approfondita. Credo ci sia un fraintendimento, che da questo punto di vista non è tollerabile.
La materia ambientale, tutelare e intervenire per la tutela dell'ambiente e per misure rivolte in questa direzione, è una garanzia anche per il mondo imprenditoriale stesso. Se non si fossero fatte e se non si facessero oggi azioni in tutela della biodiversità, in tutela degli habitat, eccetera, aspetti che sono, però, parziali rispetto al complesso mondo delle misure operate con i fondi europei, molte imprese rischierebbero dopodomani di non esistere più. Se non si innovasse in materia ambientale e il mondo dell'impresa a evolversi per adeguarsi al cambiamento climatico, queste imprese in futuro rischierebbero di non esistere più. Non intervenendo in prevenzione, aiutando le imprese ad adeguarsi ai tempi attuali e ai rischi ambientali di oggi e del futuro, l'habitat in cui viviamo diventerebbe ostile a queste stesse attività.
Per cui, non mettiamo in competizione un'emergenza attualissima, come quella economica, con l'emergenza attualissima e davvero grave e importante, che comprometterebbe la sopravvivenza delle nostre imprese, delle nostre famiglie e dei nostri territori, ossia quella ambientale e climatica. Non facciamo confusione semplicemente per dare un messaggio che, politicamente, devo essere sincera, non mi sarei neanche aspettata in quest'Aula, specie dopo i numerosi interventi che finalmente davano una...

PRESIDENTE

Collega...

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Chiedo scusa, non avevo visto la fine del tempo.

PRESIDENTE

Grazie.
Assessore Bottacin, prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
L'intervento lo faccio relativamente agli emendamenti nn. A0001, A0002, A0003, A0004 e A0005, perché prevedono la stessa cosa.
Come abbiamo già avuto modo di esporre in Commissione, noi non trascuriamo questo aspetto della depurazione, tant'è che lo abbiamo inserito nella bozza iniziale del programma approvato dalla Giunta. Sulla base di questa bozza, sono seguite delle interlocuzioni con la Commissione. Si tratta di una procedura negoziata.
Nel corso delle interlocuzioni, come abbiamo scritto anche nella relazione agli emendamenti, e dei confronti informali che abbiamo avuto (per il momento non possono che essere informali, poiché il provvedimento non è approvato), ci è stato sottolineato e ribadito che, per quanto riguarda interventi di questo tipo, cioè la depurazione, loro prevedono di finanziare situazioni in cui ci sono procedure di infrazione in corso. Noi in Veneto fortunatamente non ne abbiamo. O meglio, ne abbiamo due in chiusura, nel senso che stiamo facendo i depuratori o li abbiamo realizzati e manca il collaudo. Quindi, c'era il rischio che questi 15 milioni non ci venissero dati e ci fosse detto dopo di spostarli da un'altra parte. Abbiamo presentato l'emendamento esattamente per prenderli da qui e spostarli nell'ambito della difesa del suolo, dove, ovviamente, la cifra cresce, esattamente come c'è il calo sulla parte che riguarda la depurazione.
Noi ci eravamo posti il problema, e ce lo poniamo ancora. Ovviamente punteremo, su questa tematica, ad altre fonti di finanziamento. Su questa fonte di finanziamento, però, ci è stato evidenziato questo aspetto di criticità. Siccome la difesa del suolo è un ambito altrettanto impegnativo e di attualità, perché riguarda i cambiamenti climatici, abbiamo ritenuto di rimpinguare parimenti quel capitolo.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001.
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0006, presentato dalla consigliera Ostanel, allegato A, pagina 10, riga 15, aggiuntivo, che prevede:
"A p. 10, alla riga 15 della pagina, dopo le parole "A seguito di tali indicazioni sarà possibile programmare l'attuazione di ulteriori interventi nelle aree esistenti ed individuare nuove aree.", aggiungere le parole "Le nuove aree saranno individuate tra quelle che presentano i più alti tassi di spopolamento, in particolare nella fascia 17-34 anni, tenendo inoltre conto di indicatori legati alla presenza di punti nascita, di ambulanze medicalizzate, del numero di alunni per classe."
Emendamento n. A0007, presentato dalla consigliera Ostanel, allegato A, pagina 10, riga 22, aggiuntivo, che prevede:
"A p. 10, alla riga 22 della pagina, dopo le parole "rivitalizzare il tessuto economico.", aggiungere le parole "Verrà, inoltre, definito un sistema di assistenza tecnica, simile a quello utilizzato dalla Strategia Nazionale delle Aree Interne, attraverso l'invio di personale in forza alla Regione Veneto a supporto dei Comuni nella definizione e realizzazione delle strategie per le aree interne selezionate".
Emendamento n. A0008, presentato dalla consigliera Ostanel, allegato A, pagina 10, riga 22, aggiuntivo, che prevede:
"A p. 10, alla riga 22 della pagina, dopo le parole "rivitalizzare il tessuto economico.", aggiungere le parole "Inoltre, verrà definita una cabina di regia per il coordinamento delle strategie delle aree interne per favorire lo scambio di buone pratiche e strategie".
Vedo una "R". È ritirato. No.
Prego, collega Ostanel. Mi chieda la parola, grazie.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Presento i miei tre emendamenti tutti assieme in un unico intervento, perché so che poi c'è una revisione da parte della Giunta in altri emendamenti presentati.
Come nell'intervento precedente, nel primo emendamento chiedevo di tenere in considerazione alcuni indicatori particolari nella selezione delle due nuove aree accanto a quelle che il Governo nazionale deciderà essere gli indicatori delle aree interne, in particolare per dare conto dello spopolamento della popolazione giovane, la fascia 17-34 anni, e di tener conto di alcuni indicatori socio-sanitari, come la presenza di punti nascita, ambulanze medicalizzate e anche il numero di alunni per classe, quindi dare in Veneto più peso ad alcuni indicatori, che sono quelli che portano alcune aree ad essere più spopolate di altre, secondo l'analisi dei dati.
L'altro, il n. A0007, era quello relativo all'invio, in forza ai Comuni che definiranno le strategie d'area, di personale tecnico da parte della Regione del Veneto, un po' come aveva fatto la Strategia nazionale aree interne, quando aveva dato del personale nazionale a supporto dei Comuni più piccoli.
L'ultimo riguardava il tentativo di fare una cabina di regia in grado di mettere in connessione le strategie d'area delle cinque aree che ci saranno, interne, per lo scambio di pratiche tra aree interne della regione del Veneto.
Li ritiro, quindi.

PRESIDENTE

Benissimo. Gli emendamenti nn. A0006, A0007 e A0008 si intendono ritirati.
Emendamento n. A0028, presentato dalla Giunta regionale, pagina 10, riga 12, che prevede:
"A pag. 10 alla riga 12 della pagina, sostituire le parole: "Si attendono maggiori indicazioni in merito alle risorse finanziarie nazionali in aggiunta alle risorse regionali e a procedure di definizione delle aree e governance. A seguito di tali indicazioni sarà possibile programmare l'attuazione di ulteriori interventi nelle aree esistenti ed individuare nuove aree.", con le parole: "Sarà possibile individuare nuove aree sulla base della mappatura nazionale aggiornata al 2020, dando priorità a comuni periferici e ultra periferici e considerando, contestualmente, indicatori demografici, economici, sociali e ambientali, nonché l'organizzazione dei servizi essenziali, che evidenzino maggiori criticità rispetto alle altre aree regionali, e la propensione dei Comuni a lavorare in forma associata".
Non vedo interventi.
Lo metto in votazione.
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0029, presentato della Giunta regionale, pagina 10, riga 22, che prevede:
"A pagina 10, alla riga 22 della pagina, dopo le parole: "rivitalizzare il tessuto economico", sono aggiunte le parole: "Verrà, inoltre, definito un sistema di assistenza tecnica a supporto dei Comuni nella definizione e realizzazione delle strategie per le aree interne selezionate."
L'emendamento ha ricompreso le istanze della collega Ostanel.
Non vedo interventi.
Lo metto in votazione.
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0030, presentato dalla Giunta regionale, pagina 10, riga 22, che prevede:
"A pagina 10, alla riga 22 della pagina, dopo le parole "rivitalizzare il tessuto economico" sono aggiunte le parole "Inoltre, verrà istituita una cabina di regia tra Regione e Aree Interne per favorire lo scambio di buone pratiche e strategie".
Non vedo interventi.
Lo metto in votazione. Parere favorevole del relatore. Ripeto, Giunta favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0002, presentato dalla Giunta regionale, paragrafo 1 "Strategia del programma, principali sfide di sviluppo e risposte strategiche – Tabella 1", pagina 17, soppressivo, che prevede:
"Alla pagina 17, eliminare la seconda riga della tabella e il suo contenuto: "2 v) Promuovere l'accesso all'acqua e la sua gestione sostenibile. La Regione del Veneto si è dotata di un Piano di Tutela delle Acque, approvato con D.C.R. n. 107 del 5/11/2009 e ss.mm.ii., che individua gli strumenti per la protezione e la conservazione della risorsa idrica. Nel Piano si definiscono le "aree sensibili", tra cui: le acque costiere del mare Adriatico e i corsi d'acqua ad esse afferenti per un tratto di 10 km, il Delta del Po, la Laguna di Venezia ed i corpi idrici ricadenti all'interno del suo bacino scolante, i laghi naturali ed i corsi d'acqua immissari ed il fiume Mincio.
Per sua conformazione, l'intero territorio regionale è bacino scolante in "area sensibile" e pertanto tutti gli impianti di depurazione, a servizio di agglomerati di taglia pari o superiore a 10.000 AE (abitanti equivalenti), devono essere adeguati e dotati di un trattamento terziario per garantire allo scarico il rispetto dei limiti normativi. Da quanto sopra riportato emerge che per la mancata o inadeguata applicazione della Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane, la Regione del Veneto risulta, ad oggi, interessata da due procedure di infrazione comunitarie. Va inoltre evidenziato che criticità significative sono segnalabili nelle aree montane per l'adeguamento degli schemi fognario-depurativi alle stringenti norme comunitarie, nazionali e regionali, i Piani d'Ambito dei Consigli di Bacino di cui alla L.R. n. 17/2012 , definiscono gli interventi strutturali necessari la cui attuazione viene affidata alle società di gestione del Servizio Idrico Integrato.
La tipologia di questi interventi è adatta al contributo a fondo perduto."
Sulla base dei confronto informale con i Servizi della Commissione europea sulla cogenza delle indicazioni dell'Accordo di Partenariato, si propone di eliminare dal Programma l'obiettivo specifico OS V "Promuovere l'accesso all'acqua e la sua gestione sostenibile" della priorità 2 "Un'Europa più resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio", integrando in egual misura la dotazione di risorse dell'OS IV "Promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi di catastrofe, e la resilienza, prendendo in considerazione approcci ecosistemici" della stessa priorità 2. A tale scopo, nella tabella 1, va eliminato il riquadro relativo all'Obiettivo strategico 2, obiettivo specifico v) Promuovere l'accesso all'acqua e la sua gestione sostenibile e la sua Giustificazione."
Non vedo interventi.
Lo metto in votazione. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0020, presentato dal consigliere Possamai Giacomo, allegato A, pagina 36, riga 11, modificativo, che prevede:
"Alla riga 11 di pagina 36 dell'allegato A dopo le parole "considerevole." sono aggiunte le seguenti parole: "A tale scopo andranno anche previsti specifici interventi destinati alle imprese che operano nel settore digitale".
Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, con questo emendamento facciamo un ragionamento strategico, di quelli che ho provato anche a inserire in correlazione. Ne abbiamo parlato prima con l'assessore Marcato. Va benissimo ed è importante che ci siano interventi di digitalizzazione che favoriscano la transizione nel manifatturiero. Ne siamo convinti. Quella è la direzione giusta: fare il più possibile in quel senso. Va anche, però, considerato che quella del digitale è una filiera a sé stante, è una filiera che cresce più del PIL, quindi è in grado di dare lavoro e di essere una delle filiere del Veneto del futuro. Quindi, secondo noi, inserire un riferimento chiaro al fatto che su quel fronte, in quella direzione si può spingere di più, e quindi pensare ad una linea dedicata al digitale sarebbe un messaggio e una novità importante.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Prego, Assessore.

Ass.re Roberto MARCATO

Condivido il ragionamento del collega Possamai, mentre non condivido l'emendamento in quanto tale perché andremmo a mettere in questa fase delle scelte che potrebbero non accontentare altri. Andare oggi a decidere quale settore specifico sarà oggetto di bando lo trovo in questo momento non corretto. Anche perché altri settori potrebbero chiedere, a loro volta, di essere inseriti oggi in questa programmazione per essere, a loro volta, oggetti di bando.
Ripeto, condivido l'impostazione del collega Possamai, quindi sicuramente verrà tenuto conto nel momento in cui costruiremo i bandi, però metterlo oggi non lo trovo appropriato. Pertanto, all'emendamento siamo non favorevoli.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0020. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. 21. Vedo una "R": ritirato.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Lo ritiro, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Possamai.
Emendamento n. A0022, presentato dal consigliere Possamai Giacomo, allegato A, pagina 38, riga 1, modificativo, che prevede:
"Alla riga 1 di pagina 38 dell'allegato A dopo la parola "sono le PMI" sono inserite le seguenti parole: ", compresi gli esercenti le libere professioni".
Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

È un emendamento che va a specificare un aspetto importante. Per l'Unione europea – lo sappiamo – anche i liberi professionisti sono PMI, in quanto partite IVA. Quindi, il tema è molto importante: fare in modo che all'interno di questa programmazione europea e di questo settennato ci siano bandi indirizzati in maniera specifica verso le libere professioni. Il fatto di chiarirlo bene è importante perché tutti sappiamo, in particolare in questi ultimi due anni, che peso abbia avuto, soprattutto per alcune libere professioni, il Covid e l'impatto economico che ha avuto, quindi il fatto, per esempio, sulle dotazioni, sulla possibilità di attrezzarsi e di lavorare su alcune transizioni anche per i liberi professionisti è importante.
È chiaro che noi pensiamo, ma anche su questo so che l'Assessore lo pensa in quanto ne abbiamo parlato prima, in particolare non ai grandi studi e alle grandi realtà, ma ai piccoli, cioè a quelli che oggi sono più in difficoltà.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Mi pare di aver visto un pollice alzato, quindi metto in votazione l'emendamento n. A0022. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0023, sempre a firma del consigliere Possamai Giacomo.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Lo ritiro, Presidente.

PRESIDENTE

È ritirato.
Emendamento n. A0024, presentato dal consigliere Possamai Giacomo, allegato A, pagina 49, riga 2, modificativo, che prevede:
"Alla riga 2 di pagina 49 dell'allegato A dopo le parole "negli edifici e strutture pubbliche" sono inserite le seguenti parole: ", incluse le scuole".
Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Siccome non vengono citate le scuole né gli edifici e le strutture pubbliche, chiediamo che anche le scuole siano esplicitamente inserite. Ovviamente ci riferiamo agli interventi di efficientamento, quindi pensiamo che valga la pena di citare le scuole in un momento come questo.
Grazie.

PRESIDENTE

Assessore Donazzan, prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Parere contrario per lo stesso ragionamento con cui anche in Commissione abbiamo approfondito il tema della compensazione tra i fondi, in particolare il PNRR, che vede larga parte di risorse proprio destinate all'edilizia scolastica, per cui sarebbe un inutile doppione. Quindi, diamo parere contrario.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0024. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0003, presentato dalla Giunta regionale, paragrafo 2.1.2.3 "Obiettivo specifico IV) Promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi di catastrofe, e la resilienza, prendendo in considerazione approcci ecosistemici", pagina 61, sostitutivo, che prevede:
"Alla pagina 61, all'interno della "Tabella 2: Indicatori di output", quarta riga, "Protezione dalle piene di fascia costiera, sponda fluviale e lacustre di nuova costruzione o consolidata" sostituire il valore "12" con Il valore "16".
Sulla base del confronto informale con i Servizi della Commissione europea sulla cogenza delle indicazioni dell'Accordo di Partenariato, si propone di eliminare dal Programma l'obiettivo specifico OS V "Promuovere l'accesso all'acqua e la sua gestione sostenibile" della priorità 2 "Un'Europa più resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio", integrando in egual misura la dotazione di risorse dell'OS IV "Promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi di catastrofe, e la resilienza, prendendo in considerazione approcci ecosistemici" della stessa priorità 2. In considerazione dell'aumento di risorse, viene aggiornato il valore delle realizzazioni in km dì lunghezza."
Non vedo interventi.
Lo metto in votazione. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0005, presentato dalla Giunta regionale, paragrafo 2.1.2.4 "Obiettivo specifico V) Promuovere l'accesso all'acqua e la sua gestione sostenibile", pagine 63-66, soppressivo, che prevede:
"Dalla pagina 63 alla pagina 66, eliminare tutto il contenuto testuale e tabellare.
Sulla base del confronto informale con i Servizi della Commissione europea sulla cogenza delle indicazioni dell'Accordo di Partenariato, sì propone di eliminare dal Programma l'obiettivo specifico OS V "Promuovere l'accesso all'acqua e la sua gestione sostenibile" della priorità 2 "Un'Europa più resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio", integrando in egual misura la dotazione di risorse dell'OS IV "Promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi di catastrofe, e la resilienza, prendendo in considerazione approcci ecosistemici" della stessa priorità 2.
Dal Capitolo Priorità va tolto quindi tutto il testo relativo all'Obiettivo specifico OS V "Promuovere l'accesso all'acqua e la sua gestione sostenibile".
Anche in questo caso non vedo interventi.
Lo metto in votazione. Il relatore è favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0004, presentato dalla Giunta regionale, paragrafo 2.1.2.3 "Obiettivo specifico IV) Promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi di catastrofe, e la resilienza, prendendo in considerazione approcci ecosistemici", pagina 62, sostitutivo, che prevede:
"Alla pagina 62, sostituire i seguenti valori:
- all'interno della "Tabella 4: dimensione 1 – Campo dì intervento", seconda riga, sostituire il valore "70.000.000,00" con il valore "85.000.000,00";
- all'interno della "Tabella 5: dimensione 2 – Forma di finanziamento", seconda riga, sostituire il valore "95.000.000,00" con Il valore "110.000.000,00'";
- all'interno della "Tabella 6: dimensione 3 - Meccanismo di erogazione territoriale e approccio territoriale", seconda riga, sostituire il valore "95.000.000,00' con il valore "110.000.000,00".
Sulla base del confronto informale con i Servizi della Commissione europea sulla cogenza delle indicazioni dell'Accordo di Partenariato, si propone di eliminare dal Programma l'obiettivo specifico OS V "Promuovere l'accesso all'acqua e la sua gestione sostenibile" della priorità 2 "Un'Europa più resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio", integrando in egual misura la dotazione di risorse dell'OS IV "Promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi dì catastrofe, e la resilienza, prendendo in considerazione approcci ecosistemici" della stessa priorità 2. Vengono conseguentemente adeguati gli importi per le Tabelle Campo di intervento, Forma di finanziamento e Meccanismo di erogazione territoriale relativi all'OS IV)."
Non vedo interventi.
Lo metto in votazione. Il relatore è favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0025, presentato dal consigliere Possamai Giacomo, allegato B, pagina 10, modificativo, che prevede:
"Al secondo alinea del punto 1.2.3 "Inclusione sociale" a pagina 10 dell'allegato B le parole "persone con disabilità e ai non-autosufficienti" sono sostituite dalle seguenti parole: "persone con disabilità, non autosufficienti o, con particolare riguardo ai giovani, con disagio psichico".
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento importante, dal momento che abbiamo chiesto di inserire un riferimento ai giovani con disagio psichico. Devo ringraziare l'assessore Lanzarin perché è un emendamento riformulato rispetto a come l'avevamo depositato inizialmente, quindi c'è stata anche una volontà di recepirlo.
Anche qui il discorso è purtroppo semplice e c'entra con questi ultimi due anni. Tutti abbiamo visto che effetto e che impatto abbia avuto il Covid sulla salute psichica di tantissime cittadine e tantissime cittadine, in particolare l'effetto che ha avuto sui giovani, quindi il fatto di inserire questo riferimento e, dunque, di indirizzare una quota delle risorse lì pensiamo sia un messaggio importante. Riportavo, questa mattina, che la Regione Lazio, sempre all'interno della programmazione comunitaria, ha stanziato 11 milioni di euro in questa direzione. Ecco, pensiamo possa essere un tassello del lungo percorso di recupero che abbiamo davanti a noi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Io vedo qua una "R", quindi viene ritirato l'emendamento n. 25.
Emendamento n. A0026, presentato dal consigliere Possamai Giacomo, allegato B, pagina 23, riga 8, modificativo, che prevede:
"Alla riga 8 di pagina 23 dell'allegato B dopo le parole "degli organismi di volontariato" sono inserite le seguenti parole: "e della cooperazione sociale".
Metto in votazione l'emendamento n. A0026, a firma del collega Possamai. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0031, presentato dal consigliere Possamai Giacomo, allegato B, pagina 69, riga 18, modificativo, che prevede:
"Alla riga 18 di pagina 69 dell'allegato B dopo le parole "azioni innovative" sono inserite le seguenti parole: "per la prevenzione e riduzione del disagio psichico, in particolare dei giovani, e".
Questo è l'emendamento precedentemente illustrato dal collega Possamai.
Non vedo ulteriori interventi.
Lo metto in votazione. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Abbiamo terminato gli emendamenti.
Passiamo agli ordini del giorno. Attenzione, sugli ordini del giorno non ci sono i pareri del relatore. Quindi, prestate attenzione, colleghi.
ODG n. A0009

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Ostanel e Lorenzoni relativo a "PR FESR ed FSE PLUS per promuovere l'efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas a effetto serra (obiettivo specifico 2.1.2.1 i) e per promuovere la transizione verso un'economia circolare ed efficiente sotto il profilo delle risorse (obiettivo specifico 2.1.2.5 vi)" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programmazione 2021-2027 obiettivo "Investimenti a favore dell'occupazione e della crescita" - PR FESR e PR FSE+ della Regione del Veneto per il periodo 2021-2027 in attuazione del Reg. (UE) 2021/1060, del Reg. (UE) 2021/1058 e del Reg. (UE) 2021/1057". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 36) APPROVATO (Deliberazione n. 14/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) finanzia la realizzazione di infrastrutture e investimenti produttivi generatori di occupazione a favore, in particolare, delle imprese, mentre il Fondo sociale europeo (FSE) sostiene l'inserimento professionale dei disoccupati e delle categorie sociali meno favorite finanziando, in particolare, azioni di formazione;
tra gli obiettivi dell'Unione Europea individuati per il periodo 2021-2027 vi è quello di un'Europa più verde e priva di emissioni di carbonio grazie all'attuazione dell'Accordo di Parigi e agli investimenti nella transizione energetica, nelle energie rinnovabili e nella lotta contro i cambiamenti climatici;
l'economia circolare è al centro dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e comporta una profonda revisione dei modelli di produzione e consumo;
sul tema dell'economia circolare in Consiglio regionale sono stati presentati due progetti di legge (Pdlr n. 3 del 21/10/2020 "Norme per la promozione di un sistema di economia circolare e per il consumo critico" e Pdlr n. 62 del 14 maggio 2021 "Nuovo sistema di economia circolare in Veneto").
Ritenuto che:
sia di primaria importanza il tema delle competenze, da sviluppare per concretizzare e dare continuità ai potenziali investimenti e progetti relativi ad un'economia sostenibile e circolare;
il piano d'azione dell'UE per l'economia circolare prevede misure che coprono l'intero ciclo: dalla produzione al consumo, dalla gestione dei rifiuti al mercato delle materie prime secondarie.
Tutto ciò premesso:
impegna la Giunta regionale
a prevedere un'integrazione costante tra l'Obiettivo strategico 1 e l'Obiettivo strategico 2 del PR FESR e dell'FSE Plus;
a prevedere un'integrazione costante tra PR FESR e FSE Plus per gli obiettivi specifici 2.1.2.1 i) Promuovere l'efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas a effetto serra e 2.1.2.5 vi) Promuovere la transizione verso un'economia circolare ed efficiente sotto il profilo delle risorse;
a favorire la conoscenza dell'integrazione tra fondi di coesione e altri fonti di finanziamento rispetto agli obiettivi europei".
Consigliere Daniele Polato, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Mi scusi, Presidente, solo per segnalare che nel sistema anche gli emendamenti votati in precedenza risultavano non visibili...

PRESIDENTE

Collega Polato?

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Mi sente, Presidente?

PRESIDENTE

Adesso sì.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Le dicevo che nel sistema gli emendamenti precedenti, come quelli ritirati, risultavano essere scuriti, per cui non erano visibili. Purtroppo anche gli ordini del giorno non si sa quali sono votabili o meno.

PRESIDENTE

Io sto guardando i documenti caricati e vedo gli ordini del giorno caricati. Deve aggiornare Concilium, probabilmente.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

L'ho aggiornato più volte.

PRESIDENTE

Io li vedo caricati. Chiedo agli altri colleghi in Aula: li vedete gli ordini del giorno? Mi sembra di vedere tutte...

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Era solo per segnalare questa cosa perché, fatalità, è così.

PRESIDENTE

Io ho i colleghi in Aula che mi dicono che sono leggibili e visibili. Manderemo eventualmente qualcuno del settore informatico a vedere.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie.

PRESIDENTE

Assessore Bottacin, prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Solo per esprimere parere favorevole

PRESIDENTE

Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0009.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0010

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Ostanel e Lorenzoni relativo a "La Regione sostenga gli ambiti territoriali sociali nella gestione integrata dei fondi PNRR, PON Inclusione, PR FESR, FSE+ e degli altri finanziamenti europei a gestione diretta" RESPINTO

(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
l'Ambito Territoriale Sociale (ATS) rappresenta la sede principale della programmazione locale, per la concertazione e il coordinamento degli interventi dei servizi sociali e delle altre prestazioni integrate, attive a livello locale;
l'ATS è individuato dalle Regioni, ai sensi della L. n. 328/2000. In particolare, in base all'articolo 8, comma 3 lettera a), tramite le forme di concertazione con gli Enti locali interessati, spetta ad esse la determinazione degli Ambiti Territoriali, delle modalità e degli strumenti per la gestione unitaria del sistema locale dei sevizi sociali "a rete";
le Regioni esercitano, quindi, la funzione di programmazione, coordinamento e indirizzo degli interventi sociali, garantendone l'adeguamento alle esigenze delle comunità locali. Spetta inoltre alle Regioni la verifica dell'attuazione dei programmi a livello territoriale;
il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale è uno dei principali obiettivi dell'Unione Europea;
la politica di coesione 2021-2027 prevede un'Europa più sociale, attraverso l'attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali e un'Europa più vicina ai cittadini, attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile e integrato delle zone urbane, rurali e costiere e attraverso il sostegno delle iniziative locali.
Considerato che:
la pandemia ha portato ad un aumento della povertà assoluta e del disagio in particolare tra i giovani, le donne e le fasce più deboli della popolazione;
gli Ambiti Territoriali Sociali rappresentano un'importante forma di aggregazione strategica territoriale;
le difficoltà legate alla carenza di personale dei Comuni possono rappresentare un ostacolo all'accesso ai finanziamenti pubblici;
il PNRR, il PON Inclusione, il PR FESR e il FSE+ possono rappresentare importanti sostegni per il rilancio degli ATS e la costruzione di risposte in termini di inclusione, benessere sociale e occupazione.
Tutto ciò premesso
impegna la Giunta regionale
a prevedere forme di sostegno e assistenza costante agli Ambiti Territoriali Sociali per la conoscenza, la formazione, l'accesso, la progettazione, la gestione integrata e la rendicontazione dei fondi del PR FESR e FSE+ con quelli del PNRR, del PON Inclusione e di altre fonti di finanziamento diretto dell'Unione Europea".
Assessore Caner. L'ha dato per letto la collega Zottis. La collega Zottis è molto operativa, gliel'assicuro.
Prego, Assessore.

Ass.re Federico CANER

Grazie. Bene.
Su questo ordine del giorno diamo parere contrario, in quanto nell'impegno previsto dalla Giunta ricordo che noi finanziamo progetti, non strutture, di conseguenza assicurare sostegno e assistenza costante agli ambiti così come previsto diventa non solo dispendioso, ma esula dal ruolo che noi attualmente svolgiamo. Quindi, siamo costretti a dare parere contrario.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio per la risposta. Almeno ci capiamo. Ritorneremo magari sull'argomento quando parleremo degli Ambiti territoriali sociali, perché si tratta, adesso al di là dell'argomento specifico del PR FESR e FSE, di una logica di ricerca di accompagnamento a Comuni ed enti pubblici che alle volte hanno bisogno, come diceva prima la collega Ostanel su altre partite, di essere accompagnati nella conoscenza e nella progettazione, un ruolo che, comunque, la Regione ha anche sulle altre misure di finanziamento e non solo su questo, che gli viene anche dato dalla Commissione europea stessa.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0010.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0011

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Ostanel e Lorenzoni relativo a "PR FESR ed FSE PLUS - Sostegno a province, città metropolitane e aggregazioni di comuni per l'accompagnamento e la crescita del territorio." RESPINTO

(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
la politica di coesione vuole contribuire alla riduzione delle disparità economiche e sociali, sostenendo le politiche nazionali e regionali su welfare e occupazione (con un'attenzione particolare ai territori più svantaggiati);
il PR FESR 2021-2027 prevede una politica di coesione, con misure volte al sostegno dell'innovazione, dell'economia digitale e delle PMI mediante strategie di specializzazione intelligente, di sostegno all'economia circolare e con l'obiettivo di abbassare sensibilmente le emissioni di carbonio;
il PR FSE+ rimane il principale strumento finanziario per gli investimenti a favore delle persone per il rafforzamento della coesione e del miglioramento della protezione sociale in attuazione del "Pilastro europeo dei diritti sociali";
nella DGR 134/CR 23/12/2021 Obiettivo "Investimenti a favore dell'occupazione e della crescita" – PR FESR e PR FSE+ della Regione del Veneto per il periodo 2021-2027 in attuazione del Reg. (UE) 2021/1060, del Reg. (UE) 2021/1058 e del Reg. (UE) 2021/1057. (134/CR) si sottolinea l'importanza di un approccio integrato per affrontare le sfide demografiche;
le amministrazioni pubbliche (in particolare i Comuni) non sono sempre in grado, autonomamente, di intercettare i finanziamenti pubblici, di elaborare progetti e gestirli in modo adeguato, anche a causa dei sensibili tagli del personale subiti negli ultimi anni;
la pandemia ha indebolito il nostro sistema economico ed imprenditoriale, bloccando o sospendendo, in alcuni casi, importanti piani di investimento;
l'emergenza pandemica tuttora in atto, come emerge anche dalla DGR 134/CR 23/12/2021, ha messo in luce la necessità di una riconversione produttiva in molti ambiti strategici nonché l'esigenza di relazionarsi in modo diverso a livello di mercato nazionale e internazionale.
Ritenuto che:
l'informazione sui finanziamenti, la diffusione di buone prassi e l'ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse finanziarie risultano fondamentali per una crescita più intelligente, verde, connessa, sociale e vicina ai cittadini;
sono fondamentali la conoscenza del territorio, il ruolo delle comunità e degli "attori locali" e la collaborazione tra pubblico e privato;
esistono esempi di buone prassi di accompagnamento ai finanziamenti europei nei confronti di Provincie, Comuni e Conferenze dei Sindaci.
Tutto ciò premesso
impegna la Giunta regionale
a prevedere un'assistenza costante nella formazione, nelle modalità di accesso ai finanziamenti, nelle progettazioni, nelle gestioni e nelle rendicontazioni per le Province, le Città metropolitane e le Aggregazioni di Comuni che si impegnano ad accompagnare lo sviluppo del loro territorio, utilizzando appieno le potenzialità del PR FESR del PR FSE+ e delle altre forme di finanziamento, anche attraverso un approccio integrato".
Non vedo interventi. Potete fare quello che volete: parlare o non parlare. Questa è un'Assemblea democratica. Nessuno le impedisce di parlare, Assessore.
Prego, assessore Caner.

Ass.re Federico CANER

Su questo ordine del giorno diamo parere contrario, in quanto sono citate le Province e le Città metropolitane, però ricordo che non sono nostri interlocutori. Solo le autorità urbane e le aree interne sono gli interlocutori previsti dalla Giunta in questo caso. Di conseguenza, anche qui diamo parere contrario.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0011.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0012

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Ostanel e Lorenzoni relativo a "La Regione si impegni a definire nuove modalità di partecipazione e monitoraggio del PR FESR e FSE+" RESPINTO

(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
la programmazione della politica di coesione persegue l'obiettivo di un'Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale e più vicina ai cittadini;
il PR FESR e FSE+ rappresentano una componete importante delle politiche di coesione e rispondono alla necessità di avviare investimenti per un mercato e una società più inclusiva, sostenibile e competitiva;
i venti principi del "Pilastro europeo dei diritti sociali" puntano ad un'Europa sociale forte, equa, inclusiva e ricca di opportunità.
Ritenuto che:
è fondamentale la partecipazione di tutti i soggetti potenzialmente beneficiari dei bandi relativi al PR FESR e FSE+ e delle loro rappresentanze economiche e sociali;
è fondamentale garantire il monitoraggio sull'impatto dei previsti investimenti sul contesto economico e sociale.
Tutto ciò premesso
impegna la Giunta regionale
a prevedere ulteriori forme di partecipazione rispetto a quelle già definite dalla normativa e dalle direttive nazionali ed europee che permettano una definizione dei bandi coerente con i cambiamenti sociali ed economici a livello internazionale, nazionale, regionale e locale, che sono sempre più veloci e diversificati;
a prevedere ulteriori forme di monitoraggio e indicatori che garantiscano gli obiettivi previsti dalla politica di coesione e dai PR FESR ed FSE+ attraverso la partecipazione delle maggiori realtà di rappresentanza economico sociale e con particolare attenzione:
- alla qualità del lavoro e dell'occupazione delle fasce più fragili (es. disabili, over 50, persone in stato di indigenza);
- alla qualità del lavoro, dell'occupazione e del monitoraggio delle politiche retributive con riferimento alle donne;
- alla qualità della formazione, del lavoro e dell'occupazione dei giovani;
- alla capacità di ricerca e sviluppo ed innovazione rispetto al contesto internazionale e relativa penetrazione del mercato;
- alla digitalizzazione nel contesto pubblico e privato;
- alla rigenerazione urbana intesa come capacità degli enti locali di promuovere un'edilizia privata sostenibile;
- al rinnovo degli impianti e progetti di riuso dei rifiuti;
- all'edilizia residenziale pubblica anche come elemento di riqualificazione e rivitalizzazione;
- al ruolo delle imprese legate alla cultura e all'ambiente nel campo occupazionale, del turismo e l'aumento del benessere economico e sociale;
- alla biodiversità;
- ai progetti di innovazione rispetto alla mobilità sostenibile."
Prego, assessore Donazzan.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Credo che più partecipazione di così sia impossibile, sia rispetto al tavolo del partenariato, obbligatorio per i due fondi, sia per quanto riguarda le attività di valutazione e monitoraggio, sia per quanto concerne la pubblicazione, che deve essere tutta obbligatoriamente data per legge. Non a caso, precedentemente nella parte illustrativa avevo citato anche la partecipazione della cittadinanza.
Noi siamo obbligati a tutta una serie di adempimenti verso terzi, sia portatori di interesse e parti sociali, che tutta la cittadinanza. Quindi, riteniamo che, oltre a tutto questo, sia veramente impossibile andare.
Il parere, quindi, è contrario.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'Assessore per la risposta e anche per il confronto, che comunque esiste. Chiaramente a volte abbiamo un'idea diversa sulla questione della partecipazione e sul monitoraggio, per cui ritorneremo magari, come è intervenuto il collega Favero prima, su come, invece, si potrebbe magari, su alcune partite e su alcuni bandi, comprendere meglio l'analisi di impatto rispetto a punti di debolezza che vengono segnalati dal documento che votiamo oggi, ma in correlazione anche con il DEFR.
La ringrazio per il confronto. Magari ci ritorneremo in fase di monitoraggio dei diversi bandi e dell'attuazione del programma.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0012.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0013

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Ostanel e Lorenzoni relativo a "La Regione rafforzi il ruolo dei Centri per l'Impiego" RESPINTO

(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
la pandemia ha avuto pesanti riflessi da un punto di vista occupazionale soprattutto nelle fasce più fragili della popolazione;
la politica di coesione ha tra i suoi obiettivi la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e la competitività delle imprese;
il PR FESR prevede anche l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e la promozione dello sviluppo sostenibile ed integrato di tutti i tipi di territori e delle iniziative locali, attraverso il rafforzamento dell'efficacia dei Mdl e l'accesso ad un'occupazione di qualità, il miglioramento della parità e l'accesso ai servizi di qualità ed inclusivi nel campo dell'istruzione, della formazione e dell'apprendimento permanente, mediante lo sviluppo di infrastrutture accessibili;
il PR FSE+ ha come obiettivi specifici il miglioramento della qualità, l'inclusione, l'efficacia e la rilevanza del mercato del lavoro, dei sistemi di istruzione e formazione, la promozione della parità di accesso e di completamento di un'istruzione e formazione inclusive e di qualità, la promozione dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, in particolare le opportunità di perfezionamento e di riqualificazioni flessibili per tutti.
Ritenuto che:
è cruciale il rafforzamento delle capacità dei Centri per l'Impiego (CPI), il miglioramento dell'incontro tra domanda e offerta, la prevenzione del lavoro sommerso, anche attraverso una modernizzazione delle istituzioni e servizi del mercato del lavoro.
Tutto ciò premesso
impegna la Giunta regionale
a prevedere un potenziamento dei Centri per l'Impiego (CPI) in termini di personale dedicato, di competenze legate all'evoluzione del mercato del lavoro;
a prevedere un rafforzamento dei CPI in termini di infrastrutture digitali;
a potenziare il dialogo tra CPI e servizi di formazione, accompagnamento e collocamento privati anche in riferimento ad una interazione tra PR FESR, FSE+ e PNRR-GOL, PON Inclusione ed altre fonti di finanziamento pubblico ed europeo".
Prego, assessore Donazzan.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Anche su questo eravamo già intervenuti anche con un'ampia e proficua discussione in Commissione e avevo già rappresentato anche rispetto alle strategie di questi fondi come il piano di potenziamento, cioè il piano di rafforzamento sia già previsto, previsto con il cosiddetto "Piano Poletti", che sta avendo la sua attuazione, e Regione del Veneto è stata valutata anche dal ministro Orlando la migliore in Italia per il rafforzamento e per avere adempiuto anche al programma ed al cronoprogramma delle assunzioni e dei concorsi. Ricordo a tutti, infatti, che per entrare nell'amministrazione pubblica bisogna superare un concorso. Lo dico anche rispetto all'atteggiamento assunto in queste ore a seguito della legge di bilancio dove si chiede che i navigator vengano inseriti negli organici delle Regioni, proposta rispetto alla quale ovviamente abbiamo rappresentato la nostra contrarietà.
Ciò detto, il parere è contrario perché il rafforzamento dei Centri per l'impiego è già previsto, anzi è già perfezionato, a detta proprio del Governo e del ministro Orlando.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore. Ritorneremo comunque sull'argomento quando avremo la possibilità di parlare anche di GOL, perché si tratta, al di là del rafforzamento numerico, proprio anche di alcune progettualità che crediamo si possano mettere in atto anche con la famosa collaborazione tra pubblico e privato, di cui si parlerà magari in modo più specifico nel programma successivo, perché non è solo una questione di potenziamento, riconosciuto comunque dal Ministero, ma è una questione anche di rete e di potenziamento in quel senso, anche attraverso quella che è la tecnologia e, quindi, l'evoluzione digitale, ma anche attraverso un ruolo che potrebbe essere di maggior protagonismo rispetto a quello del passato.
Grazie, Assessore.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0013.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0014

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Ostanel e Camani relativo a "I finanziamenti derivanti dal programma FESR siano subordinati al rispetto delle tutele per i lavoratori previste dalla contrattazione collettiva e dal rispetto di tutte le attenzioni in merito alla sicurezza sul lavoro" RESPINTO

(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- Tra gli obiettivi della PDA n. 36 c'è sicuramente quello di determinare anche l'avvio di diverse progettualità e cantieri utili ai territori veneti;
- Obiettivi simili sono anche una conseguenza dell'attuazione del PNRR.
Considerato che
È auspicio comune che tali attività generino anche una grossa mole di nuova occupazione e che i lavoratori coinvolti siano adeguatamente tutelati da un punto di vista contrattuale e soprattutto in termini di sicurezza sul lavoro.
impegna la Giunta regionale
A prevedere che i finanziamenti legati al programma regionale FESR 2021- 2027, così come per le risorse del PNRR, siano subordinati al rispetto dei contratti nazionali firmati da sindacati realmente rappresentativi dei lavoratori ed alla massima tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei cantieri, da verificare tramite potenziamento della dotazione organica degli SPISAL Veneti".
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Presento questo ordine del giorno, che ho presentato assieme alla collega Camani, recependo alcune osservazioni che erano arrivate anche dai sindacati durante le audizioni, cioè prevedere che i finanziamenti legati alla programmazione in discussione, così come le risorse del PNRR, siano subordinati al rispetto dei contratti nazionali firmati dai sindacati rappresentativi dei lavoratori ed alla massima tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, dando anche una spinta in più alla dotazione degli SPISAL.

PRESIDENTE

Assessore Donazzan, prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Le previsioni degli impegni di questo ordine del giorno sono, di fatto, già parte della normativa, perché ogni bando prevede la regolarità del DURC, controlli di secondo livello fatti con la Guardia di finanza e con gli enti preposti ai controlli, la Regione fa un controllo di conformità rispetto alle dichiarazioni dei partecipanti. Quindi, sarebbe del tutto impossibile intervenire in questo ambito.
Per quanto riguarda l'altro impegno, quello legato alla dotazione organica degli SPISAL, è un argomento che si ripete spesso in quest'Aula e c'è, come sapete, il massimo impegno anche nell'andare a potenziare le strutture. La collega Lanzarin è già intervenuta in più occasioni. Tuttavia, non è tema da fondi comunitari, perché vale il ragionamento fatto dal collega Caner sulle strutture, ovverosia noi non possiamo intervenire sulle strutture.

PRESIDENTE

Prego, assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Essendo stata chiamata in causa, intervengo per ribadire che proprio questa mattina in Giunta è stato approvato il Piano strategico per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, dopo l'approvazione, ieri sera, al tavolo con tutti i sindacati e con le parti economiche, in cui è previsto, tra le misure legate alle risorse, anche l'incremento del 10% degli organici degli SPISAL.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io vorrei che fosse chiaro un principio rispetto a questa proposta di ordine del giorno. È chiaro a tutti quali sono le competenze della Regione e quali quelle dello Stato rispetto alla garanzia e alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori durante lo svolgimento della prestazione lavorativa, e nessuno ha nulla da dire sulla legittimità dell'azione degli SPISAL e degli enti preposti. Penso che, però, nessuno abbia nulla da dire anche rispetto al fatto che il tema degli infortuni sul lavoro anche in questa regione è un problema urgente. Non a caso, l'assessore Lanzarin ci ha detto che la Giunta se ne sta occupando approvando il Piano regionale.
Io penso che non ci si possa limitare a dire: assumiamo il 10% in più dell'organico – assunzioni, peraltro, in ritardo da tantissimo tempo – e facciamo già tutto quello che si può fare perché le imprese hanno il DURC in regola. Questo perché sapete meglio di me, visto che avete la responsabilità di presidiare questo tema, che gli infortuni sul lavoro non si sviluppano necessariamente nell'illegalità manifesta, si sviluppano attraverso il fatto che nelle imprese convivono contemporaneamente lavoratori che hanno una pluralità di contratti e di titolarità di contratti che non consentono un controllo capillare, si sviluppano perché le imprese del Veneto, ma non solo del Veneto, soprattutto quelle che hanno difficoltà in termini competitivi, non sono in grado di adeguare i loro stabilimenti produttivi alle normative sulla prevenzione. Quindi, in una fase come questa dove le imprese sono, invece, richiamate all'innovazione anche di processo, quelle più in difficoltà assommano alla difficoltà produttiva anche la difficoltà nella garanzia della sicurezza. Dunque, il tema della sicurezza sul lavoro e degli infortuni non è un tema liquidabile con la semplice affermazione: le norme ci sono e noi più o meno le facciamo rispettare. Non basta. E questo lo dicono i fatti.
Aggiungo rispetto alle assunzioni, assessore Lanzarin, in maniera tale da dirci le cose fino in fondo e dare noi Consiglio le informazioni più complete possibili, che in Veneto non servono soltanto più ispettori SPISAL, servono anche più ispettori SPISAL con funzioni tecniche, perché lei sa meglio di me che in questa Regione gli ispettori oggi non sono assunti per andare a fare gli ispettori sulle imprese, ma sono a turno utilizzati per fare la funzione di ispettorato nelle imprese e per fare la funzione amministrativa, in una logica che non è finalizzata a costruire la professionalità necessaria per andare a svolgere i controlli dentro le imprese.
Io sono d'accordo con l'impostazione culturale, oltre che politica, di questa Giunta di non attivare una relazione vessatoria nei confronti delle imprese: ma tra non attivare un controllo vessatorio e lasciar fare si passa da uno stato condivisibile ad una corresponsabilità.
Questa Regione ha bisogno di più persone e di personale tecnicamente preparato per andare a vedere se dentro le imprese le norme sulla sicurezza che questo Paese ha, che sono state recentemente inasprite dal Ministro e che sono adeguate, sono fatte rispettare.
In più serve una grande azione di cultura della prevenzione. Noi dobbiamo valorizzare e incentivare le relazioni bilaterali con le imprese perché la cultura della sicurezza sul lavoro sia una cultura profondamente diffusa. Ecco perché io prima dicevo che in generale la programmazione europea deve essere sì utilizzata per creare nuovo lavoro, ma soprattutto per creare nuovo lavoro di qualità, sicuro e tutelato.
Chiedo quindi all'assessore Donazzan di rivedere il parere su questo ordine del giorno o magari di riformularlo per non lasciar cadere nel vuoto un punto strategico: la Regione del Veneto vuole fare della sicurezza sul lavoro un tema cruciale della nostra progettazione per il futuro.
Grazie.

PRESIDENTE

Ostanel, in dichiarazione di voto? È già intervenuta, può intervenire ancora? Un attimo, non so se può parlare due volte. In sede di replica, come presentatrice.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Replico perché credo che l'intervento della collega Camani abbia già spiegato il tentativo di questo ODG.
Anch'io chiedo di cercare di riformularlo, anche in virtù degli aggiornamenti che sono stati dati. Il tema però è importante: ci sono dei dati che parlano chiaro rispetto alle morti sul lavoro in Veneto. Noi sappiamo benissimo che quando avremo dei fondi, ad esempio, anche quelli del PNRR, ci saranno delle opportunità per cui questo tipo di infortuni arriveranno e io credo ci sia l'importanza di scrivere nero su bianco, come tra l'altro altre Regioni fanno nel Documento di programmazione, che semplicemente si seguiranno le regole.
È vero, l'assessore Donazzan potrebbe dire che è pleonastico dire una cosa che è già prevista. Io credo però che sia anche giusto far vedere in un documento che uscirà pubblicamente, che viene scritto nero su bianco nel Documento di programmazione che questi fondi verranno utilizzati in linea con quello che effettivamente è previsto, cioè seguire le norme rispetto alla sicurezza sul lavoro.
I dati del 2021 fanno vedere che nella Regione del Veneto i morti sono aumentati del 22% per infortuni sul lavoro, la media nazionale è scesa del meno 3,8, che ancora non va bene perché è troppo poco, ma questo dato ci porta a dire che noi – ed è già stato detto – siamo stati in ritardo rispetto ad un sotto organico degli SPISAL che oggi è stato aumentato del 10%, ma che si chiede da anni che venga fatto, perché i controlli sono pochi. È vera la questione della vessazione rispetto alle aziende, ma è anche vero che noi, come Regione del Veneto, abbiamo l'obbligo di lavorare di più affinché questo tema venga una volta per tutte risolto e l'utilizzo di questi fondi può essere un'opportunità per scrivere nero su bianco che chi lavora all'interno di questo quadro deve rispettare questa regola.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ODG n. A0014.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0015

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Zottis, Camani, Giacomo Possamai, Guarda e Zanoni relativo a "Favorire il riuso del patrimonio pubblico a fini culturali con particolare attenzione ai beni confiscati e alle aree interne" RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- La Regione Veneto con la Legge Regionale 14 del 06 giugno 2017 "Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo e modifiche della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio" definisce che "(1) Al fine di evitare il consumo di suolo e favorire la riqualificazione, il recupero e il riuso dell'edificato esistente, il comune può consentire l'uso temporaneo di volumi dismessi o inutilizzati ubicati in zona diversa da quella agricola, con esclusione di ogni uso ricettivo. (2) I progetti di riuso mirano preferibilmente a sviluppare l'interazione tra la creatività, l'innovazione, la formazione e la produzione culturale in tutte le sue forme, creando opportunità di impresa e di occupazione, start up";
- All'interno della PDA n. 36 si afferma che "si procederà a rafforzare il ruolo della cultura e del turismo sostenibile nell'inclusione sociale e innovazione sociale, a partire dal patrimonio regionale di Siti UNESCO, promuovendo la rigenerazione dei luoghi e del patrimonio culturale coinvolgendo in modo attivo le comunità locali";
- Sempre all'interno della PDA n. 36, in riferimento all'obiettivo strategico 5, obiettivo specifico ii), relativamente alle Aree Interne ci si pone come obiettivo "la creazione e l'avvio di spazi da adibire ad attività e servizi culturali che valorizzino particolari specializzazioni culturali presenti nel territorio attraverso il recupero, la riqualificazione e la dotazione di immobili e/o spazi pubblici inutilizzati, sottoutilizzati, dismessi o degradati ed in maniera da renderli accessibili e fruibili."
- La legge regionale n. 48 del 2012 "Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile" e s.m.i., all'articolo 12 "Azioni finalizzate al recupero dei beni confiscati", compendia un elenco di azioni utili a supportare un proficuo riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata e mafiosa, attraverso l'assistenza agli enti locali assegnatari di tali beni, la concessione di contributi agli enti locali assegnatari per concorrere alla realizzazione di interventi di restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ripristino tipologico nonché arredo degli stessi al fine del recupero dei beni immobili loro assegnati, la concessione di contributi agli enti locali per favorire il riutilizzo in funzione sociale dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata e mafiosa, mediante la stipula di accordi di programma con i soggetti assegnatari, la collaborazione con l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
CONSIDERATO CHE
- La Legge Regionale n. 34 del 15 dicembre 2021 "Collegato alla legge di stabilità regionale 2022", prevede all'Art. 13, a seguito di un emendamento specifico proposto dalla sottoscritta, interventi regionali a favore di azioni di riuso temporaneo del patrimonio immobiliare esistente.
- Sul tema dell'utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie giace in attesa di discussione la Mozione N. 169 a prima firma Guarda e sottoscritta anche dalla scrivente;
- Secondo quanto indicato dall'on. Pellicani, Membro della Commissione Antimafia, in Veneto solo uno su cinque beni immobili confiscati alla criminalità organizzata a partire dagli anni '80 è stato assegnato alla comunità per un utilizzo sociale.
impegna la Giunta regionale
- Ad effettuare, in collaborazione con i comuni veneti, una mappatura del patrimonio pubblico e dei beni confiscati alle mafie non utilizzati;
- Dare priorità alla rigenerazione di beni confiscati alla mafia attraverso la collaborazione con le associazioni impegnate nella lotta alle mafie e favorire iniziative di co-progettazione con il mondo della cultura (imprese culturali e creative, associazioni culturali, lavoratori della cultura in genere) per garantire il pieno utilizzo del patrimonio pubblico non utilizzato o sottoutilizzato, avendo attenzione alle effettive esigenze e potenzialità culturali dei territori."
Assessore Caner, prego.

Ass.re Federico CANER

Su questo come Giunta diamo parere contrario, prima di tutto perché non è nostro compito prevedere la mappatura dei beni confiscati alle mafie; secondo perché, tra l'altro, risulterebbe anche molto impegnativo.
Comunque, sulla seconda questione, quella relativa alla rigenerazione dei beni confiscati, in fase di attuazione dei bandi assicuriamo attenzione.
Parere contrario.

PRESIDENTE

Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Ricordo che abbiamo una legge specifica in questa Regione rispetto al riuso dei beni confiscati. Siamo la Regione che ne usa uno su otto rispetto a quelli che abbiamo già mappato, quindi abbiamo un tema importante che tra l'altro viene sostenuto da moltissimi cittadini attivi e dalle associazioni che si occupano di questo da tempo in questa Regione.
Al di là di questo tema, l'ODG, come il successivo, che non presenterò perché dico ora la ratio di questi ODG, è che, siccome nel piano che noi stiamo approvando mettiamo dei fondi, giustamente, nella ristrutturazione del patrimonio edilizio pubblico e degli alloggi ERP, la domanda che pongo è: se non abbiamo una mappatura di quelli che sono i luoghi non solo pubblici, di proprietà da riutilizzare, perché magari alcuni sono luoghi dove concentriamo già risorse e altri sono luoghi, magari i Comuni più piccoli, che non hanno mai visto o preso risorse. Se non abbiamo un quadro di conoscenza di dove andiamo a investire questi fondi, come possiamo investire questi fondi con impatto?
È una domanda che pongo, perché questi ODG hanno il senso di dire: arriviamo a un quadro conoscitivo base, di cui credo che le Regioni dovrebbero dotarsi, per poi spendere i fondi della programmazione europea con un impatto maggiore, anche territoriale, perché rigenerare un luogo in un Comune piccolo e marginale, che ha ricevuto pochi fondi, è diverso che ristrutturare magari un immobile nel borgo dove sceglieremo, invece, di attivare, ad esempio, fondi PNRR.
O abbiamo un quadro conoscitivo che ci aiuta a indirizzare meglio i nostri fondi oppure probabilmente usiamo questi fondi in maniera anche sbagliata.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ODG n. A0015.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0016

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Zottis, Camani, Giacomo Possamai, Guarda e Zanoni relativo a "Definire per tutto il territorio regionale delle strategie territoriali integrate" RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- Le aree montane e interne, ma non solo, riscontrano spesso maggiori difficoltà di accesso agli strumenti e ai bandi messi in campo in attuazione dei programmi, anche perché in questi territori la scala dimensionale di Enti locali e imprese spesso non consente di "competere alla pari" con gli altri territori.
- Il Veneto è un territorio vasto, complesso, variegato e con sfide territoriali specifiche; un territorio in qualche modo unico, caratterizzato dalla città diffusa che necessità di strategie specifiche rispetto al lavoro di altre Regioni italiane
CONSIDERATO CHE
- L' attenzione verso le cosiddette Aree interne deve essere la medesima per tutte quelle aree, in particolare di montagna ma non solo, che pur non rientrando nelle aree interne presentano comunque segnali di difficoltà su determinati indicatori socio-economici-ambientali quali per es. lo spopolamento, la rarefazione dei servizi, ecc.;
impegna la Giunta regionale
A valutare l'introduzione di vere e proprie Strategie territoriali integrate, attivate dalla Regione con il concorso degli Enti locali ed elaborate insieme agli attori del territorio. Le strategie dovranno avere l'obiettivo di favorire il protagonismo del territorio e l'elaborazione di visioni di sviluppo di medio-lungo periodo, anche finalizzate ad attrarre ulteriori risorse (da quelle nazionali ai programmi europei a gestione diretta della Commissione), consentendo l'utilizzo complementare di diversi fondi per progettualità qualificanti (approccio multi-fondo) ed evitando quindi la frammentazione che ne limita l'impatto."
Prego, assessore Caner.

Ass.re Federico CANER

Anche su questo ricordo che c'è già questa definizione: ci sono quattro aree interne dove interveniamo e, tra l'altro, nella programmazione '21-'27, come avevo già avuto modo di spiegare stamattina, andremo anche a implementare queste aree da quattro a sei.
C'è sempre il parere contrario.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ODG n. A0016.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0017

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Zottis, Camani, Giacomo Possamai, Guarda e Zanoni relativo a "Mappare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica per rendere più efficaci le azioni di intervento" RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- All'interno della PDA n. 36 si afferma che "una forte criticità è la grave deprivazione abitativa, che coinvolge il 3,1% della popolazione veneta. Il 15,1% vive in abitazioni con problemi strutturali o di umidità e il 21,4% vive in alloggi sovraffollati", aggiungendo successivamente che "è presente una continua richiesta di unità abitative di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) da parte di soggetti non abbienti" e concludendo che "per far fronte a queste criticità, è innanzitutto necessario aumentare gli alloggi di ERP in area urbana, recuperando il patrimonio non utilizzato perché degradato.";
- Il PDA n. 36 si propone quindi di intervenire su tale fenomeno attraverso la rigenerazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblico;
CONSIDERATO CHE
- in data 08.03.2021 la sottoscritta Consigliera, unitamente ad altre Consigliere ed altri Consiglieri di minoranza aveva inviato una lettera al Presidente della Commissione IV rilevando che "ai sensi dell 'art. 52 co. 2 della L.R. 39/2017, la Giunta è tenuta "entro due anni dall'entrata in vigore della presente legge e successivamente con cadenza triennale, [...l ad inviare "alla competente commissione consiliare una relazione sullo stato di attuazione della presente legge" tuttavia da un controllo effettuato nel sistema documentale interno del Consiglio Regionale non risulta depositata alcuna delle predette relazioni" chiedendo che, nelle more del deposito della relazione indicata, la Quarta Commissione consiliare valutasse, ai sensi dell'articolo 118 del Regolamento del Consiglio regionale, "la possibilità di procedere ad un primo approfondimento sull'attuazione della norma, analizzando i seguenti aspetti del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica: a) consistenza e stato di conservazione e manutenzione del patrimonio immobiliare ERP; b) i costi stimati per la riqualificazione di tale patrimonio; c) il numero delle abitazioni locate."
- Gli investimenti sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica possono essere meglio indirizzati se fossimo in possesso di una precisa "mappatura" del patrimonio esistente, nei termini sopra richiamati.
impegna la Giunta regionale
Ad effettuare una mappatura del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica, analizzando i seguenti aspetti: a) consistenza e stato di conservazione e manutenzione del patrimonio immobiliare ERP; b) i costi stimati per la riqualificazione di tale patrimonio; c) il numero delle abitazioni locate."
Prego, assessore Donazzan.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Piccola ripetizione per me stessa perché sono diversi gli ordini del giorno che riguardano il tema della partecipazione. Titolo. Svolgimento del tema. Nell'ordine del giorno si fanno dei passaggi piuttosto significativi sul tema di far conoscere alla cittadinanza – si dice esattamente – "è opinione diffusa che offrire la possibilità ai cittadini e alle loro forme di rappresentanza, associazioni e comitati di conoscere tempestivamente...".

PRESIDENTE

Collega Donazzan, è l'ODG n. A0018 quello di cui sta parlando lei, cittadinanza attiva.

Ass.ra Elena DONAZZAN

E questo?

PRESIDENTE

È l'ODG n. A0017: "Patrimonio di edilizia residenziale pubblica".

Ass.ra Elena DONAZZAN

Mannaggia.

PRESIDENTE

È avanti, Assessore.
Sull'ODG n. A0017 l'assessore Corazzari si sbraccia.
Assessore Corazzari, prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Qui viene richiesta una mappatura del patrimonio di edilizia residenziale pubblica al fine di analizzare gli aspetti di consistenza, lo stato di conservazione e manutenzione, i costi stimati per la riqualificazione e il numero delle abitazioni locate. Sicuramente queste informazioni e questi dati statistici che sono importanti per qualificare le azioni amministrative anche regionali sono, di fatto, già possibili in quanto noi, attraverso le nostre ATER, abbiamo già un censimento di tutto il patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica e, altresì, anche quello in proprietà dei Comuni.
Non a caso abbiamo già svolto un'azione veramente consistente nel corso dello scorso anno con l'implementazione di risorse per quasi 100 milioni di euro, quindi risorse molto importanti a favore delle nostre ATER e dei nostri Enti locali, seguendo un impegno sempre teso alla riqualificazione edilizia e al miglioramento di questo patrimonio fondamentale, sempre teso a dare risposte all'esigenza di una fascia sempre più ampia di popolazione che sta conoscendo la situazione anche contingente e, quindi, le difficoltà che ne conseguono e soprattutto sempre teso a dare una risposta a quelle che sono le esigenze che si prospetteranno come delle vere e proprie sfide del futuro.
Per questo io penso che, essendoci già questi dati, questo ordine del giorno non possa avere il parere favorevole.

PRESIDENTE

Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Non mi sembra un tema così divertente, sinceramente. Che gli alloggi sfitti vengano mappati è una cosa importante. Se davvero questa mappatura organica degli alloggi sfitti ATER secondo le caratteristiche dell'ODG è presente, io chiedo che venga inviato almeno tramite posta, perché parlando con le ATER invece sembra che questo non ci sia e parlando anche con i Comuni sembra che questa mappatura non ci sia, motivo per cui ho fatto l'ODG. Se esiste, sono felice che ci sia e chiedo che mi venga inviato via e-mail.

PRESIDENTE

L'Assessore prende nota.
Donazzan, ancora? Donazzan, è successivo. Siamo sul n. A0017.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ODG n. A0017.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0018

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Zottis, Camani, Giacomo Possamai, Guarda e Zanoni relativo a "Stimolare processi di cittadinanza attiva attraverso il monitoraggio civico" RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- All'interno del PDA n. 36, all'Allegato A punto 2.2 "Priorità Assistenza Tecnica" si parla di "potenziamento e miglioramento del sistema informatizzato per la gestione e monitoraggio del programma e per lo scambio elettronico dei dati e dei servizi rivolti a imprese e cittadini";
- Relativamente al monitoraggio delle progettualità finanziate, esistono iniziative di cosiddetto "monitoraggio civico" che prevedono l'attivazione dei cittadini, come Follow the Money, lanciata da ActionAid Italia, CittadinanzAttiva e altre organizzazioni insieme a un Osservatorio Indipendente e Ripartenza a Porte Aperte, proposta delle associazioni che fanno parte del Forum Italiano sull'Open Government, o come il progetto Spendiamoli Insieme, attivo in Regione Sicilia, ideato dal laboratorio di monitoraggio civico Libellula, promosso dall'associazione Parliament Watch Italia e che ha lo scopo di garantire un buon uso dei fondi e processi di democrazia partecipata;
- La sensibilità verso questi strumenti è dimostrata per esempio dal fatto che ISTAT collabora al percorso didattico interdisciplinare denominato A Scuola di OpenCoesione, rivolto alle scuole secondarie superiori, che ha lo scopo di promuovere principi di cittadinanza attiva, favorendo lo sviluppo di competenze digitali, di statistica e storytelling, in cui i ragazzi si cimentano nel monitoraggio civico di progetti finanziati con le risorse europee delle politiche di coesione sul territorio ed elaborando un progetto di data journalism sulla base dei dati di OpenCoesione.
CONSIDERATO CHE
- È opinione diffusa che offrire la possibilità ai cittadini e/o alle loro forme di rappresentanza (associazioni, comitati, ecc.) di conoscere tempestivamente, tramite una piattaforma ad hoc, obiettivi, tempi, responsabili, stati di avanzamento delle progettualità pubbliche in un dato luogo, con un formato aperto che sia usabile, permette un maggior coinvolgere dei cittadini sul monitoraggio di ogni stadio del processo attuativo attivato da ogni progettualità, attenuando burocratismi, collusioni anti-concorrenziali e addirittura infiltrazioni criminali, per portare nelle scelte i saperi diffusi, e per evitare il finanziamento di progetti inutili o dannosi;
Tali pratiche risultano inoltre una straordinaria leva di incentivo dell'amministrazione, di accelerazione degli interventi e di ricostruzione di una fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche.
impegna la Giunta regionale
A stimolare processi sistematici di cittadinanza attiva e di coinvolgimento e partecipazione, attraverso una piattaforma di informazione pubblica e aperta, con dati utilizzabili e navigabili, comprensivi di risorse programmate e spese, localizzazioni, ambiti tematici, soggetti programmatori e attuatori, tempi di realizzazione e i risultati attesi dalle progettualità che si svilupperanno in forza dell'attuazione della PDA n. 36. Tale strumento potrebbe essere opportunamente integrato con le progettualità derivanti da altre forme di finanziamento europeo, a partire dai fondi del PNRR."
Donazzan, prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Tolta la premessa iniziale, in questo testo dell'ordine del giorno si fa menzione espressa di conoscere tempestivamente, tramite piattaforma ad hoc, obiettivi, tempi, e poi c'è un passaggio che dice: "...attenuando i burocratismi".
Io voglio solo mettere in linea le cose che abbiamo fatto fino ad ora. Il tavolo di partenariato è stato istituito con delibera di Giunta pubblicamente ed era la delibera 1923 del 2019; il 3 febbraio 2020 apertura delle consultazioni di fatto in termini di partecipazione; sito web unico per consultazione congiunte, sito web ancora attivo, che verrà caricato poi di tutte le diverse azioni, quindi il monitoraggio che voi massimo e trasparenza e tempestivo che voi chiedete.
Parliamo poi delle partecipazioni: 90 i componenti del tavolo di partenariato, quattro tavoli tematici, 44 questionari del tavolo, 24 note pervenute, 3.510 partecipazioni e contributi dei cittadini coinvolgendo il tavolo del partenariato, gli operatori e la cittadinanza, esattamente come voi chiedete, quindi è una cosa che ha sostanzialmente fatta.
Delle 21 note pervenute con osservazioni e richieste di revisione delle proposte (quindi abbiamo accolto la revisione), nell'ottobre 2021 rielaboriamo la nostra proposta, che passa attraverso il gruppo di lavoro Sorveglianza delle azioni e delle attività rivolte alle imprese del Comitato di sorveglianza FESR.
Il FSE invece viene discusso dopo presentazione, discussione e approvazione nella CRCPS (che è la Commissione regionale per la concertazione tra le parti sociali); in più, facciamo anche un incontro di confronto con le autorità urbane. Tutto questo modifica il nostro programma che, approvato dalla Giunta, quindi tutto pubblico, discusso da tutto questo grande consesso di soggetti istituzionali, partecipati, singoli cittadini, viene poi restituito alle Commissioni, discusso in Commissione, audizioni e anche Aula.
Quindi, il parere è contrario.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ODG n. A0018.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0019

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Zottis, Camani, Giacomo Possamai, Guarda e Zanoni relativo a "Valutare l'introduzione di sistemi premianti ed altri interventi che favoriscano le aree di montagna che presentano determinati indici socio-economici" RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- Le aree montane e interne riscontrano spesso maggiori difficoltà di accesso agli strumenti e ai bandi messi in campo in attuazione dei programmi, anche perché in questi territori la scala dimensionale di Enti locali e imprese spesso non consente di "competere alla pari" con gli altri territori.
CONSIDERATO CHE
- L'attenzione verso le cosiddette Aree interne deve essere la medesima per tutte quelle aree, in particolare di montagna, che pur non rientrando nelle aree interne presentano comunque segnali di difficoltà su determinati indicatori socio-economici-ambientali quali lo spopolamento, la rarefazione dei servizi, ecc.;
- Alcune regioni prevedono, relativamente ai bisogni delle aree montane, che i programmi europei possano, ad esempio, sostenere le cooperative di comunità o promuovere altre forme di innovazione sociale.
impegna la Giunta regionale
Ad inserire specifiche misure per le aree montane attraverso azioni di accompagnamento ed incentivi diretti, promuovendo forme di innovazione sociale che coniughino opportunità di lavoro e di impresa con il miglioramento della qualità della vita e dell'offerta dei servizi per i residenti, con misure dedicate all'attrazione di investimenti produttivi e nuovi residenti. Nel caso del FEASR, in particolare, si potrebbe prevedere una zonizzazione delle aree rurali, in base a una serie di indicatori socioeconomici, a cui associare misure riservate o premialità."
Assessore Caner.

Ass.re Federico CANER

Grazie, Presidente.
Anche qui diamo parere contrario. Specifiche misure per le aree montane, come ho già avuto modo di spiegare per l'altro ordine del giorno, sono già previste nelle cosiddette aree interne.
Tre delle quattro aree interne sono aree montane. In più, abbiamo previsto aree di zonizzazione all'interno delle quali sono previste aree LEADER e GAL sulle quali si fanno interventi specifici.
Francamente, quindi, riteniamo ridondante questo ordine del giorno. Il parere è contrario.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ODG n. A0019.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0027

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Sandonà, Villanova e Pan relativo a "PR FESR e PR FSE+ 2021-2027: individuare soluzioni e strumenti volti a consentire una adeguata azione informativa al fine di definire le condizioni volte a consentire il concreto e puntuale esercizio delle prerogative del Consiglio regionale e dei suoi organi" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programmazione 2021-2027 obiettivo "Investimenti a favore dell'occupazione e della crescita" - PR FESR e PR FSE+ della Regione del Veneto per il periodo 2021-2027 in attuazione del Reg. (UE) 2021/1060, del Reg. (UE) 2021/1058 e del Reg. (UE) 2021/1057". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 36) APPROVATO (Deliberazione n. 15/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"Il Consiglio Regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
a seguito dell'approvazione della Proposta di Programma Regionale FESR (PR FESR) e del Programma Regionale FSE+ (PR FSE+) per il ciclo di programmazione 2021-2027 da parte della Commissione europea, la Regione del Veneto sarà chiamata a porre in essere una serie di adempimenti al fine di dare concreta attuazione agli interventi previsti per il conseguimento delle priorità stabilite dai programmi in favore del territorio della Regione del Veneto;
PREMESSO INOLTRE CHE:
attiene alle prerogative del Consiglio regionale, in sede di determinazione dell'indirizzo politico amministrativo della Regione, dettare non solo i principi ed indirizzi generali della programmazione regionale generale (art. 33, comma 3, lettera b), numero l) dello Statuto) e, nel caso di specie, in particolare deliberare gli atti di partecipazione alla programmazione europea (art. 33, comma 3, lettera b), numero 5) dello Statuto), ma anche controllare la loro coerente attuazione, anche al fine della integrazione ed eventuale reindirizzo politico amministrativo della azione della Giunta regionale;
ATTESO CHE:
dalla disamina istruttoria del provvedimento amministrativo in esame nelle diverse commissioni consiliari e dalla lettura dello stesso, ad una valutazione di insieme e di natura comparativa, le proposte trasmesse con DGR n. 134\CR del 23 dicembre 2021 in cui si articolano le proposte di PR 2021 — 2027 del FESR e del FSE+ si configurano in termini di maggiore ampiezza rispetto agli analoghi POR del periodo di programmazione 2014-2020, e quindi postulano più ampi e significativi ambiti di implementazione attuativa da parte della Giunta regionale;
CONSIDERATO QUINDI CHE:
in un tale contesto, che caratterizzerà tutta la presente legislatura ed i primi anni della prossima, segnato dalla compresenza della attuazione della Programmazione 2021 - 2027, di imminente approvazione e del percorso di attuazione del PNRR che pure inciderà sulla realtà sociale, economica e culturale della Regione, con le conseguenti interrelazioni, si pone, in termini particolarmente significativi, la esigenza di poter disporre di un quadro informativo, sempre aggiornato, sullo stato di avanzamento del percorso attuativo della programmazione comunitaria, al fine di definire le condizioni volte a consentire il concreto e puntuale esercizio delle prerogative del Consiglio regionale e dei suoi organi;
ATTESO QUINDI:
che si pone la esigenza di individuare soluzioni e strumenti volti a consentire di poter disporre, in ogni fase della attuazione dei suddetti PR, di una qualificata azione informativa, vuoi in ordine alle prime risultanze attuative, vuoi in ordine alla successiva implementazione, al fine di dare concretezza all'esercizio delle funzioni istituzionali del Consiglio regionale ed effettività alla possibilità, beninteso nei limiti consentiti dal quadro di riferimento comunitario e dai vincoli da questo discendenti, di reindirizzare la azione amministrativa sulla base dei dati e delle esigenze, come risultanti da un consapevole ed informato esercizio dell'attività conoscitiva e di cui il Consiglio regionale è, nel suo insieme, espressione ed interprete;
RICORDATO CHE:
già la legge regionale 25 novembre 2011, n. 26 , recante "Norme sulla partecipazione della Regione del Veneto al processo normativo e all'attuazione del diritto e delle politiche dell'Unione europea" all'articolo 9 in tema di "Programmazione regionale sulle politiche europee" dopo aver disposto che la Regione partecipa ai piani, ai programmi e ai progetti promossi dall'Unione europea nell'ambito delle materie di propria competenza, in particolare prevede che "Il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, delibera gli atti di programmazione degli interventi regionali cofinanziati dall'Unione europea" nonché "delibera le eventuali modifiche sostanziali agli stessi. Per modifiche sostanziali si intendono, in particolare, le modifiche che comportino uno spostamento o modifica di priorità strategiche e delle risorse finanziarie ad esse collegate" e conseguentemente in tal senso dispone il deliberato del provvedimento in esame con la approvazione dei programmi comunitari;
RICORDATO INOLTRE CHE:
l'articolo 9 della legge regionale n.26 del 2011 sopra richiamata prevede anche, al comma 3, che "La Giunta regionale riferisce al Consiglio regionale sull'andamento delle procedure di negoziato con lo Stato e con la Commissione europea e, al termine del negoziato, trasmette nuovamente gli atti di cui al comma 2 al Consiglio regionale";
ATTESO CHE:
la azione politico amministrativa della Regione, non possa non implicare, in questa fase strategica di costruzione del Veneto del domani, forme di qualificata informativa e possibile intervento del Consiglio regionale, che nel caso di specie, segnato dalla approvazione di atti di programmazione di particolare rilievo anche per il loro impatto finanziario, postula, in particolare nella fase di attuazione, momenti di verifica, anche funzionali ad eventuali richieste di orientare o riorientare, nell'arco temporale di vigenza della programmazione, la implementazione attuativa dei programmi sulla base dell'emergere di esigenze, sociali, economiche e culturali della comunità regionale, ivi compresa, ove ritenuto che ne sussistano le circostanze, la richiesta motivata di modifica in conformità alla specifica procedura prevista dall'articolo 24 del Reg. UE 2021/1060 (regolamento generale);
EVIDENZIATO ALTRESÌ:
che sono comunque nella disponibilità del Consiglio regionale, e per tutto il periodo della programmazione 2021 - 2027, a fronte del progressivo stato di avanzamento dei programmi e degli elementi acquisiti in ordine alle prime risultanze della loro attuazione, la definizione di ulteriori e specifici indirizzi, con la assunzione di atti e provvedimenti destinati alla Giunta regionale, anche con riferimento alla evoluzione del quadro normativo regionale e a fronte dell'emergere della esigenza di finanziare leggi ed iniziative legislative, laddove coerenti e compatibili con i programmi comunitari e le relative risorse come rese disponibili per effetto della loro approvazione, ed ai quali la Giunta medesima, salva la verifica di compatibilità con il quadro normativo comunitario in materia, è tenuta a conformarsi;
EVIDENZIATO INOLTRE:
che il Consiglio regionale può già, su propria autonoma iniziativa e determinazione, dare impulso al monitoraggio sullo stato di avanzamento dei programmi in contesti già previsti e procedimentalizzati dalla normativa attuale, quale la Sessione europea, salva sempre la facoltà di individuare e richiedere momenti specifici ed ulteriori di confronto, sia con la Giunta e le autorità di gestione del programma, sia con altri portatori qualificati di interesse, tramite audizioni;
EVIDENZIATO, IN CONCRETO:
che la fase del negoziato si articolerà in diversi momenti:
- la presentazione del Programma alla Commissione europea tramite il sistema SFC2021; fase in carico alle Autorità di Gestione dei rispettivi PR FESR e FSE+;
- negoziato con la Commissione europea: coordinamento in capo al Direttore dell'Area Politiche economiche, Capitale Umano e Programmazione comunitaria;
- osservazioni da parte della Commissione europea (ex art. 23 del Reg (UE) 1060/2021): entro 3 mesi dalla data di presentazione dei PR;
- approvazione dei PR mediante Decisione della Commissione europea (ex art. 23 del Reg (UE) 1060/2021): entro 5 mesi dalla data di prima presentazione del programma;
EVIDENZIATO ALTRESÌ:
che la fase di avvio dei PR FESR e PR FSE+ si articolerà, in via di sintesi, nei seguenti momenti:
- Istituzione del Comitato di Sorveglianza (CdS) del PR FESR e del Comitato di Sorveglianza del PR FSE+: provvedimento della Giunta regionale entro 3 mesi dalle Decisioni di approvazione dei PR (art. 38 del Reg. (UE) 1060/2021);
- Predisposizione metodologia e Criteri per la selezione delle operazioni e presentazione alla Commissione europea: in tempo utile alla prima seduta dei rispettivi CdS dei PR;
- Approvazione regolamento interno dei rispettivi Comitati di Sorveglianza dei PR FESR e PR FSE+ (art. 38 del Reg. (UE) 1060/2021), in sede di prima seduta del Comitato stesso;
- Creazione sito web con informazione sui PR FESR e PR FSE+ (art. 49 del Reg. (UE) 1060/2021): entro 6 mesi dalle Decisioni di approvazione dei PR;
- Approvazione metodologia e Criteri per la selezione delle operazioni: di competenza del Comitato di Sorveglianza (CdS) del PR FESR e del Comitato di Sorveglianza del PR FSE+;
- Presentazione del Piano di Valutazione del PR FESR e del Piano di Valutazione del PR FSE + ai rispettivi CdS (artt 40 e 44 del Reg. (UE) 1060/2021);
- Approvazione da parte dei rispettivi Comitati di Sorveglianza del Piano di Valutazione del PR FESR e del Piano di Valutazione del PR FSE + entro 12 mesi dall'adozione del PR;
- Approvazione del Sistema di gestione e controllo (SIGECO) del PR FESR e del PR FSE+ da parte della Giunta regionale entro il 30/06/2023 (art. 69, c. I l, del Reg. (UE) 1060/2021), evidenziato che l'approvazione del Sistema di gestione e controllo è la condizione imprescindibile per la presentazione delle domande di pagamento intermedio alla CE ai fini dell'ottenimento dei rimborsi (cd. certificazione)
- Approvazione dei primi Avvisi pubblici, di competenza della Giunta regionale.
RITENUTO QUINDI CHE:
non possano non configurarsi forme di informazione qualificata, anche funzionali a momenti di incontro, verifica e confronto nelle sedi istituzionali, in funzione di proprie successive e conseguenti determinazioni, del Consiglio regionale e dei suoi organi;
impegna la Giunta regionale
1) a dare adeguata informazione al Consiglio regionale in ordine allo stato di avanzamento del negoziato, comunicando la data di presentazione dei programmi FESR e PR FSE+ alla Commissione europea e la data di inizio del negoziato, nonché i passaggi fondamentali del negoziato ivi comprese, le osservazioni proposte dalla Commissione europea come previsto dall'articolo 23 del Regolamento 1060/2021 e i riscontri alle stesse come predisposti e forniti;
2) a prevedere la partecipazione con diritto di voto di tre consiglieri, di cui uno in rappresentanza della minoranza, alle sedute del Comitato di sorveglianza;
3) ad assicurare adeguata informazione al Consiglio regionale riguardo alla assunzione delle determinazioni funzionali alla definizione della metodologia e dei criteri di selezione di cui all'articolo 40 del Regolamento 1060/2021, approvati dal Comitato di sorveglianza;
4) ad assicurare adeguata informazione al Consiglio regionale e ai suoi organi, periodicamente, o su richiesta delle competenti Commissioni consiliari, di norma ogni sei (6) mesi, sullo stato di attuazione dei programmi;
5) ad assicurare altresì, adeguata informazione al Consiglio regionale sullo stato della programmazione comunitaria, in funzione della data del 31 marzo 2025, momento in cui si colloca, per gli Stati membri, la presentazione alla Commissione europea della valutazione relativa ai risultati intermedi, cui consegue l'assegnazione definitiva dell'importo di flessibilità.
impegna altresì l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale
1) ad individuare una struttura del Consiglio regionale con funzioni di raccordo, per le attività di informazione, con le competenti strutture della Giunta regionale in capo alle quali è incardinato il procedimento attuativo dei programmi comunitari e con funzioni di supporto per l'esercizio delle prerogative del Consiglio regionale e dei suoi organi nel percorso attuativo della programmazione comunitaria 2021 - 2027."
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'ODG n. A0027.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Non c'è parere. Sugli ordini del giorno non ci sono pareri, colleghi, altrimenti li chiederei.
Montanariello contrario. Prendete un martello per il telefono di Montanariello.
Dipende come ha premuto lei il touch screen. Registriamo a verbale che Montanariello voterebbe ‒ al condizionale ‒ "sì", però il telefono non lo ascolta.
I tablet, in teoria, servirebbero a far vedere bene Concilium, a leggere bene i documenti. Li abbiamo tutti, utilizzateli.
Anche Montanariello è favorevole.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo al voto finale della PDA n. 36.
Dichiarazioni di voto.
Collega Marzio Favero, prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

La mia non è una dichiarazione di voto, ma semplicemente un ringraziamento doveroso al nostro Presidente della Prima Commissione, Sandonà, e ai due Capigruppo, Pan e Villanova, perché hanno recepito, con questo ODG, le istanze che sono emerse tanto in Commissione Prima, ma anche nelle altre Commissioni, quanto oggi in Consiglio, cioè quello di prevedere un maggior coinvolgimento del Consiglio regionale e dei suoi organi nelle fasi attuative del Piano regionale.
Ovviamente su questo (inc.) spero che possa essere da premessa per un ottimo dialogo fra gli Assessorati e il Consiglio stesso.

PRESIDENTE

Collega Favero, purtroppo il suo intervento non è comprensibile. Se mi permette, facciamo fare la dichiarazione di voto a un Capogruppo in Aula, perché le assicuro che non si capisce nulla di quello che stava dicendo. Mi dispiace tanto, ma il collegamento probabilmente non è dei migliori, quindi io le chiedo la cortesia di far parlare qualcuno in Aula che forse... No, non si sente, collega.
Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Come Gruppo noi votiamo a favore. Condividiamo la programmazione 2021-2027 e questo anche a dimostrazione che la Regione Veneto è una Regione seria, tempestiva, che rispetta i tempi, che fa una programmazione ed è credibile, come ha asserito l'assessore Donazzan oggi, agli occhi delle Istituzioni europee, a dispetto di quello che i Sindaci del nostro territorio da un po' di ore mi stanno segnalando, perché sto raccogliendo il loro disappunto per la proroga dei termini dei bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a seguito di richieste da parte di Comuni di altre parti d'Italia, che, appunto, evidentemente chiedono che si posticipi. Questo in base anche a delle dichiarazioni che sono state riportate sul sito del Ministero della Transizione ecologica, dove, appunto, si dice che, per dare possibilità alle Amministrazioni del Sud di partecipare ai bandi, i termini vengono prorogati.
Ha ragione Marzio Favero che abbiamo bisogno non di criteri meccanici, ma di principi modellanti: ma avremmo bisogno in questo Paese anche di altro e non lo dico con vis polemica, ma perché sono preoccupata in quanto, come ho detto già altre volte in quest'Aula, noi ci stiamo giocando la credibilità a livello europeo. Come Veneto stiamo facendo la nostra parte e io spero che, nella ripartizione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, tutta l'Italia faccia bella figura di fronte all'Europa perché altrimenti ci saranno delle serie conseguenze per tutti.

PRESIDENTE

Grazie, collega Venturini. Intervento che condivido assolutamente.
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Non torno sulle cose dette questa mattina, dico soltanto che non voteremo contro, ma ci asterremo su questi documenti perché, da un lato, abbiamo notato sul piano sia del metodo sia del contenuto dei messaggi positivi, ci sono molte cose buone, non possiamo votare a favore per il ragionamento che facevo questa mattina, che quindi illustro velocemente qui oggi, e cioè che non si può non tener conto delle condizioni di contesto. Le condizioni di contesto sono che questa Regione, per le scelte di bilancio che ha fatto in questi anni anche in una condizione come questa, cioè in cui arrivano risorse importanti, si trova in affanno anche solo a portare avanti un cofinanziamento e quindi nella sostanza ci troviamo a dover inseguire anche in questa direzione e non a determinare le scelte sul futuro. Questo vale, lo sappiamo, ogni anno sul fronte del bilancio, ma lo vediamo anche qui.
Abbiamo detto oggi alcune delle cose che non ci convincevano. Rispetto a questa mattina raccogliamo, invece, positivamente il fatto che sia sul fronte di alcuni emendamenti importanti (penso all'aspetto delle libere professioni o penso all'aspetto delle difficoltà psichiche dei giovani), sia per quanto riguarda alcuni emendamenti, il fatto che oggi, grazie anche a questa discussione, siano stati inseriti alcuni elementi importanti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Solo per ringraziare veramente i tecnici del lavoro che è stato fatto, perché è un lavoro imponente. Per riuscire a riportare nelle scelte regionali quelli che sono i vincoli che vengono posti da coloro che mettono a disposizione questi fondi, cioè dalle Istituzioni europee, è cosa complessa. Quindi, c'è un forte imprinting della struttura regionale e voglio essere veramente grato.
Ribadisco quanto già detto dal collega Possamai: non ci sarà un voto favorevole, ma ci sarà un voto di astensione perché qui, a mio modo di vedere, manca un indirizzo politico. Qui vi è tutta una serie di temi importanti che, però, non sono affrontati in maniera costruttiva con delle scelte chiare. Penso a tutto il tema della transizione ecologica, che è un tema che veramente sta condizionando le scelte a livello mondiale. Quando andiamo sul livello locale manca la capacità di fare delle scelte. Questo l'ho detto sul programma della Giunta presentato un anno e mezzo fa, lo vedo anche nelle scelte di oggi.
A me dispiace che il Veneto non riesca a individuare delle linee su cui crescere, su cui spingere le imprese. Non sono d'accordo che non c'è una politica industriale, è una scelta quella di non essere presenti, consigliere Villanova, ed è una scelta quella di non interpretare in maniera costruttiva quelle che sono delle scelte che sono fatte a livello comunitario e che sempre più aprono delle opportunità se siamo capaci di coglierle, ma sempre più ci spingono verso la periferia se non le cogliamo.
Le occasioni ci sono e mi sorprende che lei dica come diceva, consigliere Villanova, che il sistema economico è stato abbandonato. La Lega governa questa Regione da vent'anni e più e quindi a chi dobbiamo rimproverare questo se non a chi ha amministrato questa Regione?
Anche in questo documento io ravviso la mancanza di un indirizzo politico forte, di un indirizzo politico alto, di un indirizzo politico che sappia interpretare questo momento e che sappia creare valore ed economia. Speriamo che in futuro si sia più capaci di essere efficaci.

PRESIDENTE

Collega Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Rispondo brevemente al collega Lorenzoni. Mi dispiace che lei – e non è la prima volta – non ascolti i miei interventi o voglia modificare quello che è il contesto e quello che è il contenuto, perché se mi avesse ascoltato attentamente avrebbe sentito che ho parlato di come il nostro Paese abbia dimenticato il ruolo dell'industria e come l'Europa abbia dimenticato il ruolo dell'industria nel continente, non la Regione Veneto. Anche perché le ricordo brevemente che quelle che sono le leve fiscali che può avere la Regione in campo economico sono molto molto limitate rispetto a quella che può essere la leva fiscale che ha il Paese e il Governo a livello nazionale e il Governo europeo. Questo penso sia talmente ovvio che mi sembra quasi banale doverlo ripetere.
Per quanto riguarda il provvedimento, sono a confermare quello che è il parere convintamente favorevole della nostra maggioranza, del nostro Intergruppo Lega - Liga Veneta innanzitutto per quelli che sono i contenuti e dopodiché anche per il metodo che è stato utilizzato, il metodo di ascolto attento di quelli che sono i portatori di interessi del nostro territorio, che sono stati ascoltati e sono diventati parte attiva nella redazione di questo piano.
Il nostro non può che essere un parere assolutamente favorevole, ringraziando veramente anche tutta la struttura che si è adoperata per far rendere partecipi anche i Consiglieri nelle Commissioni e per rispondere a quelle che sono state le domande appunto nelle Commissioni dei Consiglieri. Quindi, grazie. Il nostro è un parere favorevole.

PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Io non so esattamente a cosa si riferisse il collega Lorenzoni quando, nel suo intervento, ha rimarcato la mancanza di un indirizzo politico.
A me pare che sia del tutto evidente che l'indirizzo si chiami "sviluppo", che l'indirizzo si chiami "lavoro". Tutto ciò che è funzionale e finalizzato allo sviluppo e al lavoro è compreso all'interno di questa programmazione, perché è figlio dell'ascolto di quello che le parti sociali, i sindacati, le associazioni di categoria hanno portato in termini di contributo, compresi anche, chiaramente, gli interventi migliorativi o i suggerimenti portati dai Consiglieri regionali in questa direzione.
Anch'io, quindi, sottolineo l'aspetto metodologico, perché – l'avevo già fatto nel corso del mio intervento – se nel merito non può che essere favorevole il nostro parere rispetto a questo provvedimento, nel metodo lo è ancor di più. Vorremmo che, da questo punto di vista, la Regione del Veneto fosse copiata anche da altre amministrazioni, in primis dall'Amministrazione centrale dello Stato.
Questo metodo partecipativo, che coinvolge dal basso e che permette di realizzare e anche di mettere in difficoltà l'opposizione che non è in grado di votare contro questo provvedimento, nel senso che non trova argomenti per poterlo... Non è una cosa scontata, questa, non è una cosa scontata affatto, perché si tratta di un provvedimento dove, onestamente, avete trovato delle grandissime difficoltà a trovare appigli per poter alimentare contestazioni o per poter denunciare la cattiva volontà o l'incapacità di questa Amministrazione regionale.
Il Gruppo di Fratelli d'Italia voterà convintamente a favore, ringraziando anche chiaramente per il lavoro dei tecnici e anche per la celerità con cui questo provvedimento viene portato in Aula, che permette di liberare risorse. Speriamo che questa celerità, Consiglieri, la troviamo anche per altri provvedimenti, dei quali abbiamo visto riempite le pagine dei giornali con titoloni da mesi, e per i quali, invece, non c'è certezza rispetto a destinazioni, quantità e utilizzi.
Speriamo che la Regione del Veneto possa, con le proprie buone prassi, essere copiata anche dall'Amministrazione centrale dello Stato.

PRESIDENTE

Grazie, collega Speranzon.
Il partenariato della Regione Veneto da tempo è oggetto di apprezzamenti anche dalle varie DG della Commissione europea. Ricordo che il partenariato non finisce qua, ma prosegue e accompagna la programmazione, quindi è una cosa costante che la Regione Veneto fa sempre nei confronti del mondo degli stakeholders.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione la PDA n. 36 come emendata.
Vi assicuro che è un voto importante quello che stiamo facendo.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Terminiamo qui la seduta.
Come deciso in Conferenza dei Capigruppo, martedì prossimo dalle 14 e mercoledì dalle 10.30 si terrà il Consiglio regionale, con un ordine del giorno corposo da affrontare e, mi auguro, da smaltire.
Grazie. Buona serata a tutti.
La seduta è sospesa.
La Seduta termina alle ore 18.51
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 49 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 49
MARTEDì 15 FEBBRAIO 2022


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 49a seduta pubblica – martedì 15 febbraio 2022
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 106 del 23 novembre 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 1998 del 10 febbraio 2022.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 11.04.

Il PRESIDENTE aggiorna la seduta alle ore 11.20.

La seduta riprende alle ore 11.30.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbale della seduta precedente  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 48a seduta pubblica di martedì 8 febbraio 2022.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e la consigliera Baldin e che un consigliere partecipa alla seduta da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 201 del 06.10.2021
presentata dalla consigliera Guarda
"Quali ragionevoli e fondate garanzie sul futuro dell'impianto di cracking della ENI-Versalis di Porto Marghera?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


Punto n. 5.3) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Progetto del Comune di Venezia per la realizzazione dell'hub di Montiron: vi è il sostanziale rispetto degli strumenti posti a tutela del territorio lagunare?" (Interrogazione a risposta scritta n. 146)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

Punti n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 205 del 22.10.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Zottis e Bigon
"Quali interventi per tutelare il biotipo del laghetto e dello stagno del Parco San Giuliano di Mestre?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Programmazione 2021-2027 Obiettivo "Investimenti a favore dell'occupazione e della crescita" - PR FESR e PR FSE+ della Regione del Veneto per il periodo 2021-2027 in attuazione del Reg. (UE) 2021/1060, del Reg. (UE) 2021/1058 e del Reg. (UE) 2021/1057. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 36) APPROVATA (Deliberazione n. 16/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri, Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Sandonà assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono gli assessori Caner, Donazzan e Lanzarin.

Durante l'intervento dell'assessora Donazzan assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

La seduta è sospesa alle ore 12.58.

La seduta, dopo un rinvio, riprende alle ore 14.59.

Assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Favero (Liga Veneta per Salvini Premier), Camani (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde), Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier), Zottis (Partito Democratico Veneto), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) e Villanova (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti agli emendamenti nn. A28, A29, A30 e A31 scade in tre minuti.

La seduta è sospesa alle ore 16.59.

La seduta riprende alle ore 17.36.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Si passa all'esame degli emendamenti.

Sull'emendamento n. A1 intervengono la consigliera Guarda (Europa Verde) e l'assessore Bottacin.

L'emendamento n. A1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra e ritira gli emendamenti nn. A6, A7 e A8.

Gli emendamenti nn. A28, A29, A30 e A2, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

Sull'emendamento n. A20 intervengono il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e l'assessore Marcato.

L'emendamento n. A20, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che ritira l'emendamento n. A21.

L'emendamento n. A22, illustrato dal consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che ritira l'emendamento n. A23.

Sull'emendamento n. A24 intervengono il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e l'assessora Donazzan.

L'emendamento n. A24, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A3, A5 e A4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che ritira l'emendamento n. A25 e illustra l'emendamento n. A31.

Gli emendamenti nn. A26 e A31, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati alla proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

ODG n. A9

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Ostanel e Lorenzoni relativo a "PR FESR ed FSE PLUS per promuovere l'efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas a effetto serra (obiettivo specifico 2.1.2.1 i) e per promuovere la transizione verso un'economia circolare ed efficiente sotto il profilo delle risorse (obiettivo specifico 2.1.2.5 vi)" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programmazione 2021-2027 obiettivo "Investimenti a favore dell'occupazione e della crescita" - PR FESR e PR FSE+ della Regione del Veneto per il periodo 2021-2027 in attuazione del Reg. (UE) 2021/1060, del Reg. (UE) 2021/1058 e del Reg. (UE) 2021/1057". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 36) APPROVATO (Deliberazione n. 14/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) sull'ordine dei lavori.

Sull'ordine del giorno in oggetto interviene l'assessore Bottacin.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A10

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Ostanel e Lorenzoni relativo a "La Regione sostenga gli ambiti territoriali sociali nella gestione integrata dei fondi PNRR, PON Inclusione, PR FESR, FSE+ e degli altri finanziamenti europei a gestione diretta" RESPINTO  [RESOCONTO]


In discussione generale sull'ordine del giorno in oggetto intervengono l'assessore Caner e la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Valdegamberi, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A11

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Ostanel e Lorenzoni relativo a "PR FESR ed FSE PLUS - Sostegno a province, città metropolitane e aggregazioni di comuni per l'accompagnamento e la crescita del territorio." RESPINTO  [RESOCONTO]


In discussione generale sull'ordine del giorno in oggetto interviene l'assessore Caner.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bigon, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Valdegamberi, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A12

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Ostanel e Lorenzoni relativo a "La Regione si impegni a definire nuove modalità di partecipazione e monitoraggio del PR FESR e FSE+" RESPINTO  [RESOCONTO]


In discussione generale sull'ordine del giorno in oggetto intervengono l'assessora Donazzan e la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A13

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Zottis, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Ostanel e Lorenzoni relativo a "La Regione rafforzi il ruolo dei Centri per l'Impiego" RESPINTO  [RESOCONTO]


In discussione generale sull'ordine del giorno in oggetto intervengono l'assessora Donazzan e la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Rizzotto, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A14

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Ostanel e Camani relativo a "I finanziamenti derivanti dal programma FESR siano subordinati al rispetto delle tutele per i lavoratori previste dalla contrattazione collettiva e dal rispetto di tutte le attenzioni in merito alla sicurezza sul lavoro" RESPINTO  [RESOCONTO]


In discussione generale sull'ordine del giorno in oggetto intervengono la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra, le assessore Donazzan, Lanzarin e le consigliere Camani (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A15

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Zottis, Camani, Giacomo Possamai, Guarda e Zanoni relativo a "Favorire il riuso del patrimonio pubblico a fini culturali con particolare attenzione ai beni confiscati e alle aree interne" RESPINTO  [RESOCONTO]


In discussione generale sull'ordine del giorno in oggetto intervengono l'assessore Caner e la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A16

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Zottis, Camani, Giacomo Possamai, Guarda e Zanoni relativo a "Definire per tutto il territorio regionale delle strategie territoriali integrate" RESPINTO  [RESOCONTO]


In discussione generale sull'ordine del giorno in oggetto interviene l'assessore Caner.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A17

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Zottis, Camani, Giacomo Possamai, Guarda e Zanoni relativo a "Mappare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica per rendere più efficaci le azioni di intervento" RESPINTO  [RESOCONTO]


In discussione generale sull'ordine del giorno in oggetto intervengono l'assessore Corazzari e la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A18

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Zottis, Camani, Giacomo Possamai, Guarda e Zanoni relativo a "Stimolare processi di cittadinanza attiva attraverso il monitoraggio civico" RESPINTO  [RESOCONTO]


In discussione generale sull'ordine del giorno in oggetto interviene l'assessora Donazzan.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A19

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Zottis, Camani, Giacomo Possamai, Guarda e Zanoni relativo a "Valutare l'introduzione di sistemi premianti ed altri interventi che favoriscano le aree di montagna che presentano determinati indici socio-economici" RESPINTO  [RESOCONTO]


In discussione generale sull'ordine del giorno in oggetto interviene l'assessore Caner.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A27

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Sandonà, Villanova e Pan relativo a "PR FESR e PR FSE+ 2021-2027: individuare soluzioni e strumenti volti a consentire una adeguata azione informativa al fine di definire le condizioni volte a consentire il concreto e puntuale esercizio delle prerogative del Consiglio regionale e dei suoi organi" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programmazione 2021-2027 obiettivo "Investimenti a favore dell'occupazione e della crescita" - PR FESR e PR FSE+ della Regione del Veneto per il periodo 2021-2027 in attuazione del Reg. (UE) 2021/1060, del Reg. (UE) 2021/1058 e del Reg. (UE) 2021/1057". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 36) APPROVATO (Deliberazione n. 15/2022)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sulla proposta di deliberazione amministrativa intervengono i consiglieri Favero (Liga Veneta per Salvini Premier), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Villanova (Zaia Presidente) e Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto nel suo complesso come emendata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato per martedì 22 febbraio 2022 alle ore14.00 e mercoledì 23 febbraio 2022 alle ore 10.30.

La seduta termina alle ore 18.51.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca
MAINO Silvia







LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Alessandra SPONDA






IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI







N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo