ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 08/03/2022 n. 53

Resoconto n. 53 - 11^ legislatura
Resoconto 53 a Seduta pubblica
Martedì, 8 marzo 2022
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.36

PRESIDENTE

Rinviamo l'inizio lavori alle ore 11.00.
La Seduta è sospesa alle ore 10.36
La Seduta riprende alle ore 11.04

PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori della 53a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 3391 del 3 marzo 2022.
Registrate la vostra presenza su Concilium, per favore, per dare il via alla seduta odierna.
PUNTO
1



APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

PRESIDENTE

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali delle sedute pubbliche 50a di martedì 22 febbraio 2022, 51a di mercoledì 23 febbraio 2022 e 52a di mercoledì 2 marzo 2022.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Iniziamo con l'interrogazione n. 136 della collega Guarda.
Punto 5.2) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "A TRE ANNI DI DISTANZA DA VAIA: QUALI LE AZIONI E RISULTATI OTTENUTI DALLA REGIONE DEL VENETO ANCHE AI FINI DEL CONTENIMENTO DEL BOSTRICO?" (Interrogazione a risposta scritta n. 136)

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Nel 19 ottobre del 2021, trascorsi tre anni dall'ottobre 2018, quando l'evento meteorologico Vaia ha abbattuto alberi per una superficie complessiva di 18.000 ettari, principalmente nelle aree del vicentino e del bellunese, e ricordato che una delle conseguenze più gravi connesse alla massiva decimazione degli arbusti posta dagli esperti con l'ausilio di modelli matematici ad hoc già a fine 2018 fu identificata nel rischio di prolificazione del bostrico.
Appreso allora, così come oggi, che i monitoraggi svolti confermano la sempre più grave diffusione dell'insetto endemico che prolifica sulle piante abbattute fino a quando il contenuto d'acqua sotto corteccia è sufficientemente alto, ovvero sulle piante ancora in piedi ed indebolite, e che le esperienze dei Paesi mitteleuropei hanno dimostrato che è necessario aspettare circa 5-6 anni dagli schianti per iniziare a vedere una graduale diminuzione della pullulazione, un dato indicativo che dipende strettamente però dalle azioni preventive messe in atto e non secondariamente dagli andamenti stagionali.
Accanto alla rimozione del materiale danneggiato attraverso le consuete attività gestionali del bosco, fondamentale è quindi agire preventivamente, in particolare nelle zone dove la pullulazione non è ancora diffusa, con la rimozione delle piante colonizzate entro la successiva primavera.
Questo era quanto si affermava nel momento dell'emergenza.
Considerato che, di fatto, l'individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco costituiscono la forma più efficace della lotta contro il bostrico, ho rivolto all'Assessore regionale all'Ambiente cinque domande, le quali, appunto, avevano l'obiettivo di definire la strategia di gestione.
Quali sono le azioni poste e le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Giunta regionale per contenere la diffusione del bostrico, oltre a quelle riguardanti l'attività di monitoraggio? Qual è lo stato di attuazione degli interventi di asportazione del materiale caduto o abbattuto? Qual è lo stato di attuazione degli interventi di piantumazione nelle zone colpite e già liberate? Inoltre, se è stato diffuso e consigliato il metodo predisposto da Veneto Agricoltura per la gestione delle azioni urgenti per la prevenzione del bostrico e se sarà resa pubblica e posta in evidenza, presso apposita sezione del profilo web regionale, la documentazione, con particolare riferimento agli elementi a sostegno delle decisioni assunte, modelli matematici adottati, dossier e pubblicazioni scientifiche inerenti alla gestione post emergenza.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Per la risposta, l'assessore Bottacin. Prego, Assessore.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

È molto lunga.

PRESIDENTE

Teniamo conto noi del tempo e poi le dico quando.
Grazie.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

A seguito degli eccezionali eventi meteorici del 28, 29 e 30 ottobre 2018 che, come noto, hanno provocato estesi ed intensi schianti da vento al patrimonio forestale della Regione del Veneto, interessando con varia intensità circa 18.000 ettari di superficie forestale, pari a quasi 2.700.000 metri cubi di legname abbattuto, la questione fitosanitaria ha recentemente assunto rilevanza in riferimento agli attacchi parassitari da parte di coleotteri scolitidi, in particolare a carico delle fustaie monospecifiche di abete rosso.
Infatti, come prevedibile sulla base delle conoscenze scientifiche tratte da analoghi eventi meteorologici occorsi in altre aree, anche nel territorio veneto si stanno verificando importanti pullulazioni di bostrico tipografo, sia inizialmente a carico dei tronchi di abete rosso a terra, non prontamente esboscati, che sulle piante in piedi presenti nei pressi delle aree di schianto.
Le principali azioni poste in atto dalla Regione del Veneto inerenti al contenimento della diffusione del bostrico sono riconducibili alle seguenti.
Un primo contesto di azioni è rinvenibile nelle attività commissariali di cui all'ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile 558 del 2018, nell'ambito delle azioni intraprese dal Commissario delegato, ai sensi dell'ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile 558 del 15.11.2018.
Primo. Con ordinanza commissariale n. 1 del 23 novembre 2018, è stato nominato soggetto attuatore il dottor Fabrizio Stella, che tra i suoi compiti aveva anche quello di attuare le azioni necessarie al ripristino delle colture agroforestali, provvedendo tempestivamente alle operazioni di pulitura delle aree boschive soggette a schianti, avvalendosi principalmente di AVEPA, delle strutture regionali competenti e dell'Agenzia veneta per il Settore primario.
Secondo. Con ordinanza commissariale n. 1 del 23 gennaio 2019 e n. 2 del 25 gennaio 2019, sono stati nominati soggetti attuatori i Sindaci dei territori interessati dagli eventi inerenti le attività del Settore rilievo e opere agricolo-forestali, con attribuzione di tutti i poteri indicati dall'articolo 12 dell'ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile 558 del 2018, come modificata con ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile 560 del 2018, con facoltà di avvalersi di tutte le deroghe indicate dagli articoli 1, 4, 11, 12 e 14 della ordinanza stessa.
In data 30 gennaio 2019 sono state fornite le linee operative per la gestione dell'emergenza scolitidi, in conseguenza degli schianti da vento del periodo 27 ottobre-5 novembre 2018. Le linee guida sono state inviate con nota del presidente Zaia in data 30 gennaio 2019 anche ai Sindaci elencati nelle ordinanze commissariali n. 2 del 2018, n. 1 del 2019 e n. 2 del 2019.
Con ordinanza commissariale n. 9 del 2020, il Commissario delegato individuava due soggetti attuatori diversi per far fronte ai diversi incarichi, in ragione delle specifiche competenze. In particolare, nominava l'allora Commissario straordinario di AVEPA, essendo nel frattempo il dottor Stella dimessosi dalla carica di Direttore di AVEPA, come soggetto attuatore delle azioni di cui al punto 4 dell'ordinanza commissariale n. 1 del 2018 "Gestione di erogazione dei contributi alle imprese del primario e della pesca previsti dagli articoli 4 e 5 del DPCM del 27/2/2019", stabilendo altresì che il medesimo si sarebbe potuto avvalere principalmente di AVEPA, delle strutture regionali competenti e di AVISP.
Con medesima ordinanza, si assegnavano invece al Direttore della UO Forestale le funzioni indicate dal n. 1 al n. 3 dell'ordinanza commissariale n. 1 del 2018 "Elaborazione strumenti cartografici mediante georeferenziazione, foto-interpretazione delle aree disastrate, attuazione delle azioni necessarie al ripristino delle colture agroforestali, operazioni di pulitura delle aree boschive soggette a schianti", alle quali si aggiungeva anche quella del ripristino in campo idrogeologico forestale e in campo ambientale, per cui il Direttore poteva operare avvalendosi del personale assegnato alla propria struttura.
La Regione Veneto ha aderito fin dal principio al gruppo di lavoro informale "Bostrico-Vaia", coordinato dall'Università di Padova, dipartimenti DAFNAE e TESAF, avviato già a fine ottobre 2018 e composto dai referenti delle Regioni e Province autonome interessate dall'evento Vaia – Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Trento e Bolzano – allo scopo di mantenere un contatto e un confronto sull'evolversi delle infestazioni da bostrico nelle aree schiantate ed elaborare una strategia comune per affrontare il rischio fitosanitario.
L'attività di questo gruppo di lavoro si è sostanziata, con particolare riferimento al Veneto, nel costante monitoraggio delle dinamiche della popolazione di bostrico tipografo, tramite posizionamento e periodico rilevamento di trappole a feromoni, avvenuto con il supporto operativo dell'Azienda veneta per l'innovazione nel settore primario Veneto Agricoltura, e nel costante confronto sulle indicazioni di intervento selvicolturale.
L'UO Foreste e Selvicoltura è componente del Comitato Tecnico-Scientifico monitoraggio Vaia costituito dal MIPAAF (Decreto di nomina del Capo dipartimento n. 73403 del 15/2/2021), che vede la partecipazione delle Regioni e Province Autonome interessate dall'evento Vaia, in ottemperanza al decreto ministeriale del MIPAAF n. 9093602 del 2020, volto al monitoraggio delle dinamiche evolutive nelle aree colpite.
La Regione del Veneto, cui il riparto delle risorse dal citato DM ha attribuito 85.900 euro, si avvale della collaborazione scientifica e operativa dell'Università degli Studi di Padova (convenzione con DAFNAE approvata con DGR n. 1550 del 2020).
Tra le attività di monitoraggio che hanno preso avvio nel 2021 sono ricomprese anche attività di studio relative alla diffusione del bostrico tipografo.
Partecipazione a incontri o convegni inerenti il bostrico: webinar in data 21 maggio 2021 su monitoraggio delle popolazioni di bostrico tipografo e dei danni ad esso correlati al legname schiantato a seguito della tempesta Vaia; incontri gruppo informale "Bostrico-Vaia"; incontro inerente il bostrico su invito degli onorevoli Loss e Bubisutti il 22 settembre 2021; convegno organizzato dall'Università di Padova il 16 novembre 2021 "Da Vaia all'emergenza bostrico: come proteggere, ricostruire e dare valore alle nostre foreste?".
Per quanto attiene alle risorse finanziarie messe a disposizione dalla Giunta regionale, oltre alle sopracitate attività di monitoraggio, che giova ricordare sono premessa indispensabile per ogni intervento gestionale, si richiamano le seguenti principali attività: attivazione bandi PSR 2014-2022, bando DGR 897 del 30 giugno 2021 del PSR – tipo intervento 8.4.1 "Risanamento e ripristino delle foreste danneggiate da calamità naturali, fitopatie, infestazioni parassitarie ed eventi climatici", con una dotazione finanziaria iniziale di 2.200.000 euro, successivamente integrata con DGR 1744/2021 fino a complessivi 5 milioni di euro.
Altre iniziative di supporto all'esbosco aree Vaia collegate alla gestione commissariale sono: bando Vaia 2021, di cui alla DDR n. 9 del 22 febbraio 2021 (in attuazione del decreto interministeriale MIPAAF-MEF-MISE n. 5639 del 20 maggio 2020 – soggetto attuatore Direttore della Direzione AdG FEASR e Foreste), che assegna contributi nella misura massima del 50% ai proprietari o gestori privati di aree forestali a ristoro dei costi sostenuti per interventi di rimozione e recupero di alberi schiantati per effetto del ciclone Vaia. A fronte dell'importo a bando di euro 859.040, in base alle richieste pervenute sono stati assegnati 297.887,65 euro, probabilmente a causa delle criticità sopra richiamate e dei limiti posti dal DM ai rimborsi delle spese che ha reso il bando poco interessante.
Ancora, progetti afferenti al Programma di interventi di sistemazione idraulico-forestale (SIF). La U.O. Servizi forestali, nell'ambito del programma regionale annuale di sistemazioni idraulico-forestali, Programma SIF, progetta circa il 40% dell'importo disponibile con interventi cosiddetti estensivi, ossia finalizzati al taglio della vegetazione in alveo e alla ricostituzione dei boschi degradati e in parte al taglio con effetti fitosanitari, mentre il restante 60% è destinato a interventi più propriamente di difesa idrogeologica. Questi interventi vengono poi realizzati dalle maestranze di AVISP Veneto Agricoltura.
Con riferimento agli ultimi tre anni si evidenzia quanto segue.
Programma SIF per l'anno 2021...

PRESIDENTE

Assessore, quante pagine sono ancora?

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Otto pagine... Ce ne sono ancora...

PRESIDENTE

Il tempo è terminato, quindi io direi di interrompere qui l'Assessore, che poi farà avere nella sua completezza la risposta alla collega Guarda.
Collega Guarda, prego, per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio per questa prima parziale lettura della risposta, che ovviamente, essendo parziale, non mi consente di dire se sono soddisfatta o non soddisfatta. Certo è che, intanto, avere indicazioni rispetto alla domanda n. 1, che sicuramente è la domanda più complessa e più articolata, è interessante.
Mi rimetto naturalmente alla lettura complessiva della risposta per poter dare un giudizio complessivo e poter condividere le osservazioni in maniera più completa.
Per quanto riguarda questa prima parte, mi permetto di osservare quello che magari abbiamo già discusso in altre sedi di questo Consiglio, cioè che se le linee operative e la documentazione che è emersa dalla condivisione di studi tra la Regione e tecnici, professionisti, scienziati del settore, compresi i tecnici regionali, se queste linee operative sono adeguate e qualitative il principio è l'attuazione pratica dal 2019 in poi delle stesse.
La problematica nella loro attuazione si è chiaramente evidenziata e l'hanno evidenziata coloro che le hanno caldeggiate e costruite e coloro che hanno compartecipato nelle relazioni tra le diverse Regioni alla realizzazione di questi piani e degli studi connessi. Di conseguenza, ritengo che probabilmente oggi, non potendo tornare indietro, si debba naturalmente imparare e magari perfezionare la capacità operativa di coordinamento nell'attuazione di ciò che poi è stato scritto e definito in maniera adeguata.
Il secondo aspetto che vorrei sottolineare è che oggi anche il Consiglio regionale ha dato, tramite un ordine del giorno, un certo tipo di mandato su questa problematica. Sono curiosa di vedere il prosieguo delle altre risposte alle interrogazioni, proprio per ripartire da qui in un'ottica collaborativa, per gestire un problema che, onestamente, non può soltanto essere lasciato alla gestione naturale, per salvaguardare le foreste e i boschi che fino ad oggi sono riusciti a essere salvaguardati e che non sono oggetto di questo insetto fitofago.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo alla IRS n. 170 della collega Venturini.
Punto 5.7) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Venturini e Bozza relativa a "LA GIUNTA REGIONALE INTENDE PROMUOVERE PRESSO GLI ENTI COMPETENTI L'URGENTE REALIZZAZIONE DEL PROLUNGAMENTO DELLA S.R.10VAR DA CARCERI (PD) A LEGNAGO (VR)?" (Interrogazione a risposta scritta n. 170)

PRESIDENTE

Prego, collega Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Il completamento della S.R.10 è di vitale importanza per il territorio della Bassa Padovana e del Veronese per diversi ordini di motivi. La realizzazione della S.R.10, poi, rientra tra gli obiettivi che si pone la Regione del Veneto nel Documento di programmazione, cioè nel DEFR. C'è anche da precisare che il raggruppamento temporaneo di impresa che è aggiudicatario della progettazione sta curando la progettazione definitiva del tratto tra Carceri e Legnago per circa 30 chilometri. È stato individuato un primo stralcio funzionale tra Carceri e Borgo Veneto per un costo presunto di 65 milioni e attualmente parte della S.R.10 è stata riclassificata di interesse nazionale. Conseguentemente, una volta che saranno completate le operazioni di consegna dei tratti stradali riclassificati da parte della Regione ad ANAS, sarà allora possibile anche l'inserimento nel contratto di programma MIT-ANAS.
Ora, ritenuto che l'importante risparmio che risulta dall'aggiudicazione dell'appalto del progetto esecutivo, dove la base d'asta è di 3.152.000 euro e il valore di aggiudicazione 2.170.000 euro, potrebbe essere destinato alla realizzazione del tratto completo Carceri-Legnago, così da mettere anche in comunicazione la A13 Monselice con la SS 434 Legnago, realizzando così un utile collegamento tra queste due zone produttive di grandi dimensioni e le arterie stradali, quello che noi chiediamo è di sapere se la Giunta regionale intende avviare ogni possibile azione presso le varie sedi competenti per procedere alla realizzazione del prolungamento della strada regionale 10 da Carceri a Legnago e poi conoscere anche i tempi di completamento della progettazione definitiva ed esecutiva, previa acquisizione della valutazione di impatto ambientale per il tratto completo Carceri-Legnago.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta, la vicepresidente De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Per l'intervento in argomento la Giunta regionale da anni sta promuovendo ogni utile azione per l'urgente realizzazione del completamento della variante della SR 10, con prolungamento della SR 10 variante Monselice-Este per il tratto che va da Carceri (Padova) fino a Legnago (Verona).
La Giunta regionale già nel 2010 aveva richiesto ed ottenuto che l'opera fosse ricompresa nell'ottavo Programma delle infrastrutture strategiche nazionali, come riportato dalla delibera CIPE n. 81 del 18 novembre 2010, cui è seguita l'approvazione dello schema di intesa generale quadro fra Governo e Regione per l'integrazione dello stesso con delibera della Giunta regionale n. 631 del 17 maggio 2011, intesa poi siglata a Roma in data 16 giugno 2011.
Negli anni successivi, però, la mancanza delle necessarie risorse finanziarie non ha permesso di concludere la progettazione definitiva ed esecutiva dell'opera e di realizzarne i lavori. Solo nel 2019, con DGR 782/2019, sono state impegnate risorse finanziarie per un totale di euro 6.456.206,58 assegnate a Veneto Strade per le attività di progettazione definitiva, redazione dello studio di impatto ambientale, progettazione esecutiva e realizzazione di un primo lotto funzionale dell'intervento in argomento.
Di recente, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) in data 15 febbraio 2022 ha assegnato 6,3 miliardi di euro del Fondo sviluppo e coesione per investimenti su strade, ferrovie e infrastrutture idriche, complementari ed addizionali al PNRR. Tra queste risorse sono ricompresi anche euro 65 milioni per la realizzazione del primo stralcio funzionale del completamento della SR 10 da Carceri a Borgo Veneto. In merito a tali risorse, si specifica che la delibera del CIPESS dovrà ottenere il visto della Corte dei conti prima di essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale della Repubblica.
Con nota 96065 del 2 marzo 2022, la società Veneto Strade ha inviato un aggiornamento del cronoprogramma delle attività previste per il completamento della progettazione dell'intervento. La previsione di ultimazione della progettazione definitiva e dello studio di impatto ambientale è indicata ad aprile 2022 e il completamento della procedura di valutazione di impatto ambientale e del procedimento di conferenza dei servizi è previsto entro dicembre 2022.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Venturini, per la replica.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Ringrazio l'Assessore per la risposta data.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2022 IN MATERIA DI AFFARI ISTITUZIONALI, ENTI E SOCIETÀ REGIONALI, COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E DI VALORIZZAZIONE O ALIENAZIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE". (PROGETTO DI LEGGE N. 111) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 6/2022)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cecchetto
Correlatrice: Consigliera Camani

PRESIDENTE

Iniziamo con l'ordine del giorno, in particolare con il progetto di legge n. 111.
La collega Cecchetto è la relatrice del provvedimento "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di affari istituzionali, enti e società regionali, cooperazione internazionale e di valorizzazione o alienazione del patrimonio immobiliare".
La collega Cecchetto mi chieda la parola con Concilium. Grazie.

Milena CECCHETTO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, mi vede?

PRESIDENTE

No, comunque inizi.
Prego, collega, inizi pure.

Milena CECCHETTO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Signor Presidente, signore colleghe e colleghi, con il presente disegno di legge, vista la costante esigenza di dare ai settori produttivi e ai cittadini veneti strumenti normativi efficienti ed adeguati, si propone anche per l'anno 2022, in continuità con quanto è avvenuto nel corso degli ultimi anni, l'approvazione di norme finalizzate alla semplificazione e manutenzione o all'adeguamento dell'ordinamento regionale vigente prive di impatto sul bilancio regionale, raggruppate per settori omogenei di materie, a seconda della competenza delle singole Commissioni consiliari permanenti.
Il progetto di legge in esame è ascrivibile ad un complesso di iniziative legislative che si caratterizzano per la presenza di interventi ispirati a criteri di semplificazione e/o di adeguamento ordinamentale.
In merito alle norme di semplificazione per quanto riguarda l'ordinamento regionale del Veneto, da ultimo con la legge regionale 20 aprile 2018, n. 15 , "Legge di semplificazione e di manutenzione ordinamentale 2018", trattasi di strumento a cadenza periodica privo di riflessi sul bilancio regionale ovvero non corredato da norme di carattere finanziario, che mutua l'esperienza della legge di semplificazione e riassetto normativo introdotta nell'ordinamento a livello statale dalla legge n. 59 del 1997 finalizzata, in sintesi, vuoi al riassetto normativo inteso quale coordinamento formale e sostanziale del testo delle disposizioni vigenti, apportando le modifiche necessarie per garantire la certezza giuridica, vuoi alla semplificazione da intendersi in chiave amministrativa, con la riduzione cioè del numero delle fasi procedimentali delle Amministrazioni intervenienti, sopprimendo organi superflui, riducendo i termini per la conclusione dei procedimenti e il numero degli stessi e introducendo l'utilizzo di tutti gli istituti e soluzioni procedimentali messi a disposizione dal legislatore statale.
In merito alle norme di adeguamento ordinamentale, con le quali si persegue il costante obiettivo della Giunta regionale di rendere l'applicazione delle norme più aderente alle finalità individuate dal legislatore, in tal senso si ritiene di riproporre l'esperienza delle leggi di adeguamento ordinamentale approvate già nella vigenza della decima Legislatura regionale in diverse materie, ed esperienza già replicata nella corrente legislatura con le leggi regionali nel 2021.
Intendo sottolineare che le norme di semplificazione in quanto tali vedono risultare prevalente la loro valenza tecnica rispetto ai profili di scelta politica e quindi appaiono suscettibili della loro più sollecita definizione, mentre le norme proposte in termini di adeguamento ordinamentale afferiscono a tutti i differenti ambiti di competenza legislativa regionale e, in quanto tali, presuppongono la compiuta trattazione istruttoria nelle sedi competenti ovvero nelle Commissioni consiliari permanenti.
Nello specifico, il testo del progetto di legge interviene in materia di affari istituzionali, enti e società regionali, cooperazione internazionale e di valorizzazione o alienazione del patrimonio immobiliare, e si compone di otto articoli accompagnati singolarmente o per gruppo omogeneo di interventi.
Il Capo I si compone di una disposizione concernente l'eliminazione del potere autorizzativo, oggi posto in capo alla Giunta regionale, per l'indizione da parte delle strutture competenti delle procedure ad evidenza pubblica, lasciando tale attività esclusivamente nell'ambito gestionale spettante alla dirigenza.
Il Capo II contiene cinque articoli in materia di enti e di società regionali.
Il Capo III interviene in materia di cooperazione internazionale, con la possibilità per la Regione di partecipare a progetti di cooperazione internazionale attuati da determinati organismi ivi indicati.
Il Capo IV introduce modifiche all'articolo 16 della legge regionale 18 marzo 2011, n. 7 , che reca la disciplina del Piano di valorizzazione o alienazione del patrimonio immobiliare, al fine di eliminare dal predetto Piano i beni di proprietà degli enti strumentali.
Chiude il testo normativo ordinamentale il Capo V, con due disposizioni finali: la prima contiene la clausola di neutralità finanziaria, con cui si dà atto che all'attuazione della legge...

PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla correlatrice, la collega Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come diceva la relatrice Cecchetto, ormai la proposizione di questi provvedimenti che definiamo ordinamentali è una consuetudine della Regione del Veneto (per la verità, non solo) che ogni anno ci sottopone una serie di provvedimenti che dovrebbero perseguire una duplice finalità: da un lato, ci si propone di semplificare, intendendo per semplificazione sia il necessario coordinamento formale delle norme regionali con le disposizioni vigenti e le eventuali modifiche, sia, in parte, una semplificazione amministrativa, cioè una semplificazione dei procedimenti a cui è chiamata la Pubblica Amministrazione. Si tratta, dunque, di adeguamenti normativi che dovrebbero avere la finalità di rendere l'applicazione delle norme più aderente alle intenzioni del legislatore e più efficace per l'ottenimento degli obiettivi che ci si è proposti. Sono tutti provvedimenti che non hanno nessun impatto sul bilancio.
Si capisce, dunque, come, sebbene le cosiddette leggi ordinarie possano sembrare avere un impatto maggiore sulla vita dei cittadini, soprattutto quando portano con sé anche una previsione finanziaria, è altrettanto vero che anche il procedimento che riguarda l'adeguamento ordinamentale potrebbe e dovrebbe avere un interesse nella vita dei cittadini. In realtà, perché questo avvenga dovrebbe esserci la volontà del legislatore di pensare alla semplificazione amministrativa e all'adeguamento ordinamentale non come uno strumento per poter farsi meglio i fatti propri, ma come una possibilità di rendere la vita dei cittadini e delle imprese più facile, possibilmente attraverso un'azione dell'Amministrazione regionale più semplificata.
Io – l'ho già detto e lo ripeto ogni volta che arrivano in quest'Aula gli ordinamentali – non sono particolarmente convinta dell'impianto che la Regione del Veneto ha voluto dare, dell'interpretazione che la Regione del Veneto dà della necessità di procedere ad adempimenti di questo genere, primo, per la frequenza con cui ci sottoponete questi ordinamentali. Piuttosto che farne uno ogni anno avrei preferito, suggerirei, farei un provvedimento meno frequente, ma in grado davvero di essere un intervento legislativo organico, generale, che affronta i problemi veri delle persone di questa Regione.
La seconda modalità di azione che mi convince poco è l'organicità delle previsioni contenute nelle diverse leggi. Anche il provvedimento di oggi, che si compone di 10 articoli, è tenuto insieme soltanto dal fatto che questi 10 articoli, direttamente o indirettamente, afferiscono ad alcune materie di competenza della Prima Commissione. Ma non c'è una lettura organica, un intervento organico, in quei 10 articoli, che riguarda un comparto, un settore della Pubblica Amministrazione. Si va dalle partecipate alla cooperazione internazionale, dal Garante dei diritti della persona al Piano delle alienazioni, cioè argomenti totalmente disparati che però vengono messi insieme perché riguardano materie che competono alla Prima Commissione consiliare, che è una costruzione, è un'indicazione. Quindi, noi ci troviamo ogni anno a fare delle leggi... Immaginatevi il cittadino che deve utilizzare le leggi per organizzare la propria vita personale o la propria vita imprenditoriale e deve cercare i provvedimenti dentro una legge che contiene di tutto. Ecco perché io credo – lo dico ogni volta – che la disomogeneità di questo intervento non sia utile: voglio semplificare e lo faccio con una legge piena di tutto e di niente. Non è coerente con l'impianto dello strumento.
Perché avviene questo? Perché non siamo in grado di prendere un argomento, un settore, un comparto e normarlo, semplificarlo? Perché queste leggi ordinamentali non nascono dalla volontà di intervenire in un comparto critico, in un settore difficile, in un ambito rispetto al quale cittadini e imprese ci hanno sottolineato le criticità. No, questi provvedimenti vengono utilizzati dalla Giunta – perché sono su proposta della Giunta – per fare l'elenco delle necessità. Faccio il giro di tutte le Direzioni e dico: "C'è qualcosa da sistemare?", "ah, sì, guardi, c'è quella virgola che non mi torna", "la butto nell'ordinamentale". Tant'è che ogni volta torniamo più volte sulle medesime leggi e continuiamo a cambiarle, senza però avere un pensiero che sia realmente finalizzato alla semplificazione.
Dunque, anche in questo caso, la maggior parte degli interventi che ci proponete sono semplicissimi interventi tecnici: a livello nazionale si cambia una legge, adeguo la legge regionale. È utile, certo. È necessario? Sì. Va per forza fatto ogni anno con questa modalità, con provvedimenti onnicomprensivi?
L'articolo 7 e l'articolo 8 hanno esattamente questa funzione, cioè sono previste delle abrogazioni di pezzi di leggi regionali semplicemente perché è modificata la normativa nazionale. Capite bene che è una cosa che impatta abbastanza relativamente sulla necessità di semplificazione che, invece, i cittadini avrebbero.
Anche l'articolo 5, che riguarda un tema delicato e importante come le modalità organizzative per lo svolgimento dell'attività istituzionale di Infrastrutture Venete, che forse meriterebbe una valutazione più generale, in realtà si limita alla modifica della definizione della modalità organizzativa di quell'Ente. E anche qua ci diremo "bene", se è una modalità organizzativa che si cambia perché è più funzionale al perseguimento dell'obiettivo istituzionale. In realtà, noi passiamo dall'in-house ad un'altra modalità semplicemente perché ci conviene dal punto di vista fiscale, perché attraverso l'Agenzia delle Entrate abbiamo appurato che se noi la chiamiamo in un modo piuttosto che in un altro ci conviene dal punto di vista fiscale. Benissimo, se c'è un risparmio! Ma capite bene che siamo lontani mille anni luce dal voler impostare un ordinamento regionale funzionale allo svolgimento delle attività istituzionali attraverso le partecipate.
Anche l'articolo 6, che riguarda le partecipate della Regione, direttamente o indirettamente, si limita, anche in questo caso, a una modifica del riferimento normativo, perché nel frattempo è cambiata la normativa nazionale.
Oltre questi interventi tecnici, poi, ci sono quelli che potremmo definire gli adeguamenti che portiamo alla normativa regionale sulla base della cosiddetta esperienza applicativa, quel famoso giro delle Direzioni di cui parlavo prima: "cosa ti serve, cosa manca, come la sistemiamo questa roba". Anche in questo caso, non c'è un'organicità degli interventi; non c'è un approccio generale rispetto al quale io decido di omogeneizzare le procedure organizzative; non c'è una visione generale di come io voglio organizzare la funzione pubblica che esercito, ma c'è la sollecitazione della risoluzione di casi specifici che, ripeto, non riguardano le necessità dei cittadini e delle imprese, riguardano esclusivamente gli uffici della Regione del Veneto.
Su questo permettetemi una riflessione. Articolo 4: voi chiedete con questo articolo di poter concedere anche agli enti strumentali della Regione del Veneto la possibilità organizzativa di individuare la figura del vicedirettore, con delega di responsabilità. Ora, è chiaro che, essendo l'ordinamentale un provvedimento che non ha impatto sul bilancio della Regione, voi immaginate che gli enti che vorranno individueranno i vicedirettori e li pagheranno naturalmente di più, perché a una maggior responsabilità è giusto che corrisponda una maggiore remunerazione. Ma non dando più contributi a quegli enti strumentali questi stipendi maggiori verranno pagati togliendo risorse dalle attività ordinarie. Ma questo lo vedremo quando e se sarà opportuno.
Su questo tema dei vicedirettori guardate che c'è una riflessione da fare anche in riferimento al tema che dicevo prima, cioè la mancanza di organicità e la mancanza di pensiero su come organizzare le attività regionali. Io non ho problemi a condividere la necessità, l'opportunità di distribuire la responsabilità e i carichi di lavoro anche introducendo figure nuove come quella del vicedirettore. Non mi sfugge che il vicedirettore in politica o negli incarichi politici è una poltrona in più, ma lasciamo perdere queste illazioni, stiamo nel merito.
Se la Regione del Veneto, avendo un'organizzazione complessa, sia negli uffici direttamente gestiti che in quelli affidati agli enti strumentali, decide che oltre ai direttori può essere opportuno nella valutazione della Direzione competente anche l'introduzione dell'ufficio del vicedirettore, allora costruite un modello organizzativo che valga per tutti che sia fondato su questo modello. E invece no, siccome il punto non è "mi sforzo di immaginare un'organizzazione funzionale all'erogazione del servizio pubblico", ma "devo accontentare un po' di gente e dare qualche posto in più", prima venite in Aula con la richiesta di istituire la figura del vicedirettore per le Segreterie di Giunta, dopo pochi mesi venite in Aula con la richiesta di istituire la figura del vicedirettore per le Direzioni di area e, dopo pochi mesi ancora, venite in Aula con la richiesta di istituire la figura del vicedirettore per gli enti strumentali della Regione.
A me va benissimo, è la vostra responsabilità organizzare l'erogazione di beni e servizi pubblici, ma avete un'idea di come farlo? E se ce l'avete, ce la potete raccontare in maniera organica?
Io, ripeto, non vorrei pensare male, che l'invenzione di tutti questi vicedirettori sia fatta per dare un po' di incarichi e remunerare un po' di cariche in più. Allora dovete trasferirci un'idea di organizzazione del servizio pubblico e non, appunto, inserire, sulla base delle necessità specifiche, un provvedimento nell'altro. Come l'articolo 1, che torna per l'ennesima volta sulla grande questione della separazione delle funzioni tra la Giunta e la dirigenza pubblica. È una grande questione, non è facilmente risolvibile, e riguarda l'organizzazione dei servizi pubblici. Ma ci sarà una logica rispetto alla quale, anche alla luce della modernità delle nuove discipline, delle nuove necessità di cittadini e imprese, voi vi ponete il problema una volta per tutte di quali sono i compiti che hanno, per definizione, una necessità più istituzionale o più politica, che devono necessariamente passare dalla Giunta, e quelli che, invece, possono essere considerati adempimenti tecnici, privi di elementi di discrezionalità e dunque possono essere affidati al dirigente. Ogni volta ci troviamo, invece, a intervenire nella definizione di questa separazione delle funzioni in maniera puntuale. Questa volta il riferimento è all'indizione dei bandi di gara, perché probabilmente c'è qualche ufficio che aveva fretta di fare questo provvedimento.
La stessa cosa vale per l'articolo 3, quello che riguarda il mandato alla dirigenza pubblica, che prima (qualora venga approvata questa legge) era limitato ai cosiddetti due mandati e oggi viene esteso ai tre, con l'equiparazione della normativa che il codice civile indica per i dirigenti delle società per azioni. Anche su questo, parliamoci chiaro, io sono convinta che non ci sia nulla di sconvolgente nell'allungare questa possibilità per i dirigenti pubblici, ma se è una necessità per risolvere – visto che parlo al centrodestra, sono termini che dovreste conoscere – problemi ad personam non mi interessa, ma non perché lo disprezzo, non mi interessa perché non è nelle cose di competenza di un'Aula consiliare risolvere il problema di Tizio che deve farsi un altro giro.
Se invece il tema è generale, e cioè ci si pone la questione che nella modernità, nel 2022, dobbiamo essere in grado di costruire una dirigenza pubblica all'altezza, costruita sulla base di percorsi professionali, di riscontri curriculari, di capacità e di competenze, allora si apre una discussione che già mi interessa di più e dunque sul vincolo dei due mandati, che era stato pensato per evitare che gli incarichi pubblici diventassero delle prebende a vita, allora può esservi un'occasione per affrontare questo tipo di valutazione.
Allora, non è soltanto discutere se la carica deve durare due, tre, quattro mandati o essere senza termine. È un tema che riguarda qual è la funzione che i dirigenti pubblici devono avere, quali sono le capacità che devono avere. Se è così, mi convince poco l'idea di collegare la funzione dirigenziale al mandato del Presidente della Regione, perché i dirigenti che vanno a gestire gli enti strumentali della Regione, certo, devono avere un rapporto fiduciario con l'Amministrazione regionale, ma devono essere lì per svolgere una funzione, e svolgerla bene, a prescindere dalla durata del mandato del Presidente.
La stessa cosa vale per l'articolo 2, che ci viene presentato, appunto, come un adeguamento sulla base dell'esperienza applicativa, ma che, riguardando direttamente una persona, ha un nome e un cognome. Anche su questo, posso anche essere d'accordo sull'opportunità di modificare le previsioni che riguardano il trattamento economico del Garante dei diritti della persona, sulla base della valutazione che la funzione che svolge quell'organo non può essere paragonata ad una prestazione lavorativa a tutti gli effetti e che dunque abbia più senso inquadrare la prestazione come indennità per un ufficio onorario. Ma io vedo anche che la richiesta di rimborso spese per una figura che già guadagna più o meno tanto quanto un Consigliere regionale, a parte il beneficio fiscale, non ha una finalità che riguarda la funzione che quell'ufficio è chiamato a svolgere.
A me sembra che siano tutte questioni che potrebbero essere poste in maniera interessante alla discussione del Consiglio, ma che purtroppo, in realtà, arrivano qui solamente perché devono essere utilizzate per risolvere il problema personale o specifico di un ufficio.
Questo vale per tutto, tranne per un articolo, assessore Calzavara, che a me preoccupa un po' di più, ed è il famoso articolo 10, quello che interviene sulla disciplina dell'alienazione degli immobili. Anche in questo caso, guardate, premetto che l'Ufficio legislativo del Consiglio ha fatto una nota in cui chiederebbe di ridurre, anzi esplicitare la riduzione dell'ambito di applicazione di questo articolo per escludere gli enti del sistema sanitario regionale, invito che non è stato raccolto. Anche su questo tema, voi dite "sapete quanto prima si fa, se voglio vendere un immobile, con procedure molto più rapide?". Avete ragione, ma qua c'è un grande tema: come coniughiamo la necessità della semplificazione amministrativa con la coerenza che il disegno programmatorio che avevamo individuato della disciplina relativa al controllo e alla vigilanza di alcuni procedimenti amministrativi deve avere con questa idea di semplificazione? Ad oggi funziona che la Giunta predispone il Piano delle alienazioni e della valorizzazione, che viene sottoposto al vaglio della Commissione consiliare e dunque autorizzato.
Voi, invece, con questa modifica definite un procedimento diverso, per cui gli immobili degli istituti, degli enti, delle partecipate non verranno più in questo Consiglio, per il tramite delle Commissioni, per il vaglio, per il controllo, per la vigilanza, perché l'obiettivo è velocizzare, l'obiettivo è evitare passaggi che per voi sono fastidiosi impedimenti, mentre per noi sono l'esercizio della nostra funzione di controllo.
L'idea alla base di questo articolo, alla base di questo provvedimento, è il concetto che avete di semplificazione. Quando si prova a perseguire l'obiettivo di ridurre la burocrazia troverete sempre una disponibilità da parte nostra a ragionare insieme, in particolar modo se sono semplificazioni che riguardano la vita delle imprese e dei cittadini. Ma sia chiaro che meno burocrazia non significa meno controlli, meno vigilanza, meno presenza del pubblico nei processi e nei procedimenti che riguardano i beni e i servizi di cui devono fruire le imprese e i cittadini.
Per questo dispiace – e vado a concludere, Presidente – che dentro ciò che voi chiamate adeguamento ordinamentale surrettiziamente, ogni volta, facciate passare il principio per cui meno ci mettiamo le mani meglio è; meno questo Consiglio regionale può controllare ciò che fate meglio è. Lo dico non perché voglia premettere che ci sia qualcosa che fate che non va, ma oggi ci siete voi e domani può esserci qualcun altro a esercitare questo potere e i controlli servono non tanto alle minoranze ma ai cittadini di questa Regione.

PRESIDENTE

Grazie.
Sono stati depositati due emendamenti, uno della relatrice e uno della Giunta.
Dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Siamo in discussione generale sul PDL n. 111. Ci sono interventi?
Prima dell'Assessore, se ci sono interventi da parte dell'Aula... O vuole fare un intervento di stimolo?
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Stavo guardando l'emendamento della Giunta perché mi pare abbastanza importante, quindi ci ho messo un po' a prendere la parola. Mi riserverò di reintervenire dopo, in dichiarazione generale a questo punto, però il mio obiettivo in questo intervento era quello di presentare alcuni emendamenti proposti all'interno di questo PDL. Non mi soffermerò su una discussione generale macro, perché credo che la consigliera Camani abbia detto molto rispetto a quello che anch'io volevo dire, però il tentativo di questi due emendamenti era quello di inserire una possibilità migliorativa, io credo, di questo progetto di legge ordinamentale.
Scusate, reintervengo dopo. Scusatemi, ho sbagliato progetto di legge.

PRESIDENTE

Siamo sull'ordinamentale della Prima.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Scusate.

PRESIDENTE

Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Buongiorno a tutti.
Solo per cercare di spiegare qual è la ratio di un ordinamentale che nella fase iniziale, nella scorsa legislatura, quando abbiamo iniziato a utilizzare questo strumento, si era pensato di inserire in un unico provvedimento, che prevedesse tutte le norme che davano l'idea, da questo punto di vista, di quale fosse il pensiero della Giunta e naturalmente dell'Amministrazione rispetto ad alcuni miglioramenti normativi.
Credo sia questo essenzialmente l'obiettivo dell'ordinamentale, non è quello di fare nuove leggi. Voi avete tempo e strumenti per fare nuove leggi. Tra l'altro, credo che ormai saranno a scadenza una serie di clausole di valutazione che sono inserite all'interno delle leggi del precedente mandato. Quindi, quello è lo strumento nel quale voi, anche come opposizione, potete fare una serie di richieste rispetto a leggi che ritenete non diano i risultati che erano attesi al momento dell'approvazione.
L'ordinamentale è uno strumento agile che ci permette, anno dopo anno, da una parte di prendere atto di alcuni adeguamenti normativi e quindi mettere in ordine i testi delle leggi che abbiamo, e, dall'altra, di intervenire in maniera puntuale rispetto a dei bisogni che emergono anno dopo anno. Credo che questo sia un segno di dinamicità e di attenzione rispetto alla capacità di riuscire a dare risposte ai cittadini, sulla base anche di una serie di sollecitazioni che ci arrivano dall'esterno.
Dico questo perché noi oggi iniziamo con l'ordinamentale della Prima, che è un ordinamentale molto interno. Le materie che vengono trattate sono semplificazioni che servono, in particolar modo, a far sì che la macchina organizzativa della Regione abbia sempre maggiore efficienza e dia la possibilità di dare delle risposte sia dal punto di vista del personale, sia dal punto di vista di alcuni passaggi che rischiano, in alcuni casi, di far perdere delle occasioni alla Regione, sempre cercando, però, di non venir meno a quel confronto col Consiglio regionale, attraverso il Consiglio stesso o le sue Commissioni.
Anche quel passaggio sulle alienazioni, per come è inserito, prevede comunque un passaggio all'interno della competente Commissione consiliare, in maniera che il Consiglio abbia sempre conoscenza di quelli che sono i passaggi che, attraverso questo tipo di ordinamentale, vorremmo accelerare, senza però venir meno al valore dell'informazione.
Chiuso l'ordinamentale della Prima Commissione, si passerà a quello successivo della Terza, dove molto probabilmente si comprenderà che alcune... Vuol dire che non c'è bisogno di dare... Guardate che l'ordinamentale, scusate, è uno strumento aperto. Se voi dell'opposizione avete un confronto con gli stakeholder sul territorio, che ritengono che si debbano migliorare alcune leggi, nulla toglie che voi possiate presentare emendamenti migliorativi rispetto ai testi che sono vigenti. Non è un argomento dell'Amministrazione regionale, della Giunta o della maggioranza, è assolutamente aperto e nasce proprio con questo tipo di volontà: cercare, anno dopo anno, attraverso un confronto in particolar modo nella Seconda, nella Terza, nella Quinta e nella Sesta, di sentire gli stakeholder del territorio e dire "c'è qualcosa che si può migliorare attraverso piccole modifiche di legge?".
Questo è l'obiettivo di questo percorso, che naturalmente non pensa di essere rivoluzionario e risolutivo di tutti i problemi della Regione, ma di dare alcune soluzioni che miglioreranno la qualità del lavoro e la risposta nei confronti del cittadino.
Un'ultima cosa sul tema di proseguire dopo due mandati, quindi di eliminare il limite dei due mandati. Noi riteniamo che questa debba essere una possibilità che si dà ad alcune persone di poter continuare a svolgere il loro lavoro una volta che lo hanno impostato nei precedenti due mandati. In alcune società, se arriva un presidente nuovo, prima che comprenda l'iter della società, le complessità di una società regionale e possa effettivamente trasmettere e cercare di dare un proprio segnale all'interno della società, a prescindere da quelli che sono i ruoli della dirigenza... Ma un presidente che andiamo a nominare è un presidente che deve avere capacità di dare un segnale all'interno della società. Credo che abbiate compreso che gli ultimi presidenti che sono stati nominati nelle società non sono poltronifici, nascono da curriculum, nascono da scelte fatte sulla base di professionalità che devono dare valore aggiunto all'interno di quelle società. E privarsi di queste professionalità dopo sei anni rischia di essere un danno per la Regione.
Questo non vuol dire che è automatico il rinnovo. Diamo la possibilità che questa persona si possa candidare alla Presidenza, non è un automatismo che questa diventi ancora presidente. Riteniamo, da questo punto di vista, che i nove anni che grosso modo coincidono con i due mandati di un presidente possano essere effettivamente l'arco temporale nel quale una figura che dedica il suo tempo... Viene in parte anche remunerato, ma in alcune Presidenze è a livello di rimborso spese. Sarebbe bello anche dire cosa prendono questi signori: qualcuno pensa a Presidenze da centinaia di migliaia di euro, ma stiamo parlando di qualche decina di migliaia di euro, come presidente di società. Quindi, sono persone che si dedicano, che ci mettono dell'impegno. Ne abbiamo conosciuta qualcuna nel corso di questi anni e ci sembrava che in un momento particolare come questo, in particolar modo in alcune società coinvolte nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, andare a interrompere questo rapporto fosse un danno per la Regione e per i progetti che stiamo portando avanti.
Per il resto, credo che nel corso dei prossimi ordinamentali comprenderete come questo sia un percorso di disponibilità verso l'esterno, che deve essere secondo me interpretato anche da parte dell'opposizione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Faccio solo un paio di riferimenti a quello che ha detto l'assessore Calzavara, nel senso che questo ordinamentale l'abbiamo visto un paio di volte in Prima Commissione, quindi i rilievi li abbiamo già fatti. Secondo me, c'è un punto, Assessore, cioè che l'ordinamentale è certamente aperto, però, essendo un progetto di legge che di fatto serve a snellire le procedure amministrative e a far funzionare meglio la macchina, è per sua stessa natura un provvedimento che è molto più facile che più che altro il potere esecutivo, la maggioranza abbia contezza di come far funzionare al meglio, rispetto a chi sta in minoranza.
Pertanto, se devo dirla tutta, senza entrare nelle singole questioni in cui siamo già entrati – il terzo mandato, e comunque ci sono cose assolutamente logiche, come quella legata a Infrastrutture Venete, e si può discutere dell'aspetto dei vicedirettori – la cosa che colpisce è che un ordinamentale come quello della Prima, che potenzialmente incrocia tantissime materie, in realtà non ha provvedimenti che diano l'idea di un reale lavoro sulla sburocratizzazione o sulla semplificazione amministrativa della Regione.
Vedo gli emendamenti di cui discuteremo tra poco e devo dire che soprattutto uno dei due ho dei dubbi che aiuterà la semplificazione amministrativa. Mi sembra più un ragionamento ad personam.
Sul merito possiamo ragionarci, ma mi ha molto colpito il metodo, visto che vedo che è firmato dalla Giunta. Essendo un emendamento che conosciamo bene, visto che è un tema già discusso in quest'Aula e voi sapete bene che da parte nostra le preclusioni a discutere non ci sono mai – buongiorno, Assessore – il fatto di scoprirlo questa mattina in questo modo non depone esattamente a favore della volontà di discutere insieme e tanto più per la natura di quell'emendamento che, diciamo, a nostro avviso non è esattamente nel solco della semplificazione amministrativa. Ma, ripeto, ne discuteremo dopo, in sede di emendamento.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Credo che in realtà quest'ultimo punto affrontato dal consigliere Possamai sia da affrontare fin da subito con molta chiarezza. Non si tratta semplicemente di una richiesta che evidentemente la maggioranza, per nome della Giunta, fa di una revisione del sistema di remunerazione del proprio dirigente. In questo caso, evidentemente, si fa riferimento alla situazione attuale, dei Gruppi attuali di maggioranza. Ciò che deve essere osservato all'interno di quest'Aula è che questo tipo di emendamento stabilisce una disciplina che è del tutto nuova e non introduce alcuna norma necessitata, cioè necessaria ai fini dell'adeguamento dell'ordinamento regionale a norme o disposizioni sopravvenute, oppure non introduce alcun intervento di carattere semplificatorio. Introduce una nuova disciplina – nuova – che, come è noto, segue un altro tentativo, come prima veniva ricordato, nello stesso senso fatto, come pubblicamente affermato dal capogruppo Villanova, a suo tempo, a insaputa della maggioranza leghista.
Immagino che questo emendamento presentato dalla Giunta sia svolto, anche questa volta, a insaputa di questo versante di Canal Grande, sennò non si spiegherebbe, in così poco tempo, un cambio di direzione così determinato. Ad ogni modo, nel merito e fermo restando il rilievo sull'incompatibilità con la sostanza propria di un disegno di legge ordinamentale, si deve spiegare in cosa consiste e qual è la definizione legislativa di "coordinamento funzionale". Questo anzitutto dobbiamo metterlo sul tavolo.
All'interno della legge n. 53/2012 la parola "coordinamento", con riferimento alla ripartizione dell'articolo di legge dedicato all'organizzazione del Consiglio regionale, ricorreva solo all'articolo 20, dedicato alla figura del Vicesegretario generale, che così esplicitava: "Articolo 20. Vicesegretario generale. L'Ufficio di Presidenza nomina tra i dirigenti capi dei servizi consiliari di cui all'articolo 18 un Vicesegretario generale. Il Vicesegretario generale mantiene la funzione di dirigente capo servizio". E attenzione: "Il Vicesegretario generale, ferme restando le attribuzioni dei dirigenti capi dei servizi, degli uffici di Segreteria generale e dei dirigenti titolari di incarichi individuali, svolge, su incarico dell'Ufficio di Presidenza, funzioni di coordinamento riferite ai settori organici di attività amministrativa".
Attenzione, perché, alla luce di tutto questo, questo emendamento costituisce un precedente. Da oggi ci sentiremo, quindi, autorizzati a presentare emendamenti che introducono negli ordinamentali, o come tali classificati, discipline di carattere nuovo.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ritengo che abbiano ragione i colleghi Possamai e Guarda, ma che, nell'ambito della discussione, le risposte vadano date adesso, anche prima dell'Ufficio di Presidenza. Noi non abbiamo compreso tre elementi che sono stati, in qualche modo, anche sollecitati dalla Giunta stessa e dall'Assessore stesso.
Il primo: quali sono i bisogni a cui rispondiamo. È vero, andiamo a fare migliorie a leggi vigenti per rispondere a bisogni esterni.
Quali sarebbero gli elementi che farebbero funzionare meglio la macchina. È vero, ci sono modifiche che si fanno per far funzionare meglio la macchina, perché se la macchina funziona bene riusciamo a dare risposte obiettive e anche più veloci e più flessibili a chi ci guarda da fuori. Quindi, vorremmo capire questo.
Alla fine, ha ragione la collega Guarda, vogliamo capire quali sono gli elementi che rendono coerente questo emendamento rispetto alla disciplina dell'ordinamentale, discussione che ‒ ricordo ‒ abbiamo ben fatto la prima volta che abbiamo portato l'ordinamentale nel mandato scorso. Non sono state poche le difficoltà e neanche gli elementi di incompatibilità rispetto all'ordinamentale stesso.
Quindi, vorremmo evitare di riaprire quella finestra, che già all'epoca aveva creato non pochi problemi a portare a casa i risultati sperati rispetto alle modifiche legislative previste. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo adesso dopo aver letto con attenzione l'emendamento della Giunta. Per fortuna, mi posso riscrivere a parlare, visto che prima avevo sbagliato PDL. Il tema è pesante. Penso che la consigliera Guarda abbia detto quello che anch'io, dopo aver letto l'emendamento, ritengo di poter dire.
Magari per alcuni degli emendamenti successivi al PDL 114 che ho presentato mi verrà detto che non sono nell'alveo della legittimità, perché non sono ordinamentali. Quello che leggo qui ha molto poco di ordinamentale. L'assessore Calzavara diceva che, se ci sono proposte dal territorio, l'ordinamentale è il momento giusto. Mi chiedo quale sia il territorio che ha presentato la richiesta che noi vediamo oggi in questo emendamento. Non credo che la logica sia esattamente questa.
E poi, chiedo: qual è la norma subentrata che permette oggi di modificare questo? Io sono nuova qui dentro, più di altri. L'ordinamentale ho imparato a leggerlo come un modo anche per semplificare. Tante volte, nel corso del tempo, quando approviamo una legge, avvengono alcune modifiche normative nazionali, per cui serve adeguare il nostro ordinamento. Oltre al fatto che alcuni inserimenti servono per semplificare. Mi chiedo, allora, che tipo di norma sia sopravvenuta per giustificare questa modifica. Mi chiedo anche quale sia la semplificazione che questa modifica inserisce, a meno che non sia una semplificazione ad personam o "ad gruppum", se vogliamo vederla così.
Ritengo davvero che questo sia un momento su cui speravo di non dover intervenire in questo PDL. Intervengo perché c'è sicuramente una forzatura in questo emendamento, che poco ha a che fare con quello di cui stiamo discutendo, cioè l'ordinamentale, e che in qualche modo ci legittima, anche in futuro, a presentare qualsiasi tipo di emendamento. Se non verranno presi in carico, avremo un bel precedente che avrà aperto una via.
Attendo spiegazioni, anche politiche, prima di andare in Ufficio di Presidenza, su questo emendamento.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Vorrei che fosse chiaro, nell'interlocuzione che – devo dire – riusciamo sempre ad avere con l'assessore Calzavara, che non c'è nulla che non ci torni di questo provvedimento. Su alcune cose siamo più convinti, su altre meno, ma la discussione finisce nella portata limitata che questi cambiamenti legislativi che ci proponete hanno, sia in riferimento alla funzione amministrativa che siamo chiamati insieme a svolgere sia sulla vita delle persone.
Infatti, se è vero che l'adeguamento ordinamentale deve essere costruito attorno a fatti che non dipendono necessariamente dalla volontà politica (penso all'adeguamento rispetto a modifiche legislative nazionali, che non è indispensabile, perché, in realtà, nel momento in cui cambia la legge di riferimento, in automatico viene assunta anche dall'ordinamento di livello inferiore), se è vero che l'ordinamentale può servire a velocizzare alcune procedure amministrative, mi sono solo raccomandata di fare in modo che questa necessità di velocizzare non penalizzi la funzione che i Consiglieri regionali svolgono.
È un provvedimento che fino a cinque minuti fa ci avrebbe occupato e preoccupato poco, proprio perché non ha impatto effettivo e riguarda aspetti molto tipici dell'attività amministrativa regionale, che le minoranze non possono conoscere. È impossibile per noi sapere, ad esempio, a quanto ammonta il beneficio fiscale, se Infrastrutture Venete, anziché essere una società in house, viene delegata con le funzioni in altra modalità. Ci basta che voi ci diciate che è conveniente. Non è nelle nostre competenze sapere quali sono gli Enti strumentali che potrebbero avere la necessità di nominare il Vicedirettore. Questo lo sapete voi che avete un'interlocuzione istituzionale con quegli Enti.
Giusto per fare alcuni esempi, non sappiamo, noi, quali sono i progetti di cooperazione internazionale da realizzare insieme ad Istituzioni altre che avete in mente, probabilmente, con questa modifica. Non c'è nulla di contrario alla legge. Ci sembra un'opportunità in più. Va bene.
Fino a cinque minuti fa, questo era il classico provvedimento che il Consiglio regionale fa ogni anno, senza troppe perdite di tempo. Il problema è che arriva l'emendamento della Giunta, assessore Calzavara. Questo è un emendamento che non ha né alcuna ambizione di adeguamento normativo né alcuna ambizione di velocizzazione dei procedimenti amministrativi né alcuna ambizione di migliore risposta a cittadini e imprese. Vorrei sapere, secondo lei, Assessore, secondo gli altri Consiglieri, qual è l'unica persona in questa Regione che può avere il coordinamento formale di due o tre Gruppi in Consiglio regionale formati da almeno 20 Consiglieri. Una previsione che potrà funzionare oggi, la prossima legislatura non è detto che... Questo è un provvedimento che fotografa la realtà di oggi, in cui ci sono solo alcuni Gruppi che hanno almeno 20 Consiglieri, e sono il Gruppo della Lega Nord e della Lista Zaia.
La Giunta ci propone un emendamento che non può, in teoria, riguardare chiunque. Lei ci sta predisponendo un emendamento che riguarda solo i Gruppi che hanno almeno 20 Consiglieri, che non riguarda questa minoranza, purtroppo, questa volta.
Lei ci ha detto, Assessore, che è giusto sapere quanto guadagnano questi dirigenti delle società, che non sono poi così alti gli emolumenti. Diteci per l'unica persona che può svolgere il coordinamento funzionale di almeno 20 Consiglieri in questa legislatura a quanto corrisponde il trattamento economico che con questo emendamento chiedete che sia attribuito a quella funzione, pari a quello previsto dal comma 6 dell'articolo 43 (la media dei trattamenti economici previsti per i dirigenti capo). Voi state facendo un emendamento in cui ci chiedete di riconoscere al direttore del Gruppo Lega-Lista Zaia lo stesso trattamento economico dei dirigenti capi della nostra Regione, che hanno la responsabilità di governare le politiche regionali per i cittadini e per le imprese.
Chiudo davvero. L'ho detto, Assessore: fino a cinque minuti fa questo era un provvedimento attorno al quale potevamo discutere di stile. Adesso questo è un provvedimento rispetto al quale noi non possiamo consentire un processo per cui il Consiglio regionale deve essere non solo piegato alla volontà politica della maggioranza, ma anche alle necessità economiche dei propri funzionari.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Io non sono un membro della Prima Commissione, quindi non intendevo intervenire su questo progetto di legge, fidandomi di quanto detto dai partecipanti alla Commissione. Però l'emendamento che è stato presentato, relativo a un caso molto specifico, mi ha imposto di dire qualcosa.
Io non entro nel metodo, su cui sono già intervenuti altri Consiglieri, quindi sull'opportunità di utilizzare questo strumento per introdurre un cambiamento di questo tipo dal punto di vista normativo. Entro invece nel merito. Si propone una cosa del genere in un momento in cui veramente è saltato il banco. Ieri l'energia elettrica è andata a 688 euro a megawattora, cioè è raddoppiata rispetto alla settimana scorsa, quando già eravamo nei guai.
In questo momento c'è un tema di tenuta dei conti che è drammatico. Veramente drammatico. A livello di gestione del sistema energetico si sta pensando a misure che sono state viste solo, purtroppo, nei periodi di guerra. Ma di questo stiamo parlando, purtroppo, in queste ore. E ci venite a proporre una cosa che, come è già stato detto bene, alza lo stipendio di una persona. Farà anche un lavoro degnissimo e validissimo, ma non è questo il momento di proporlo.
Mi auguro che ci sia il buonsenso da parte della maggioranza di dire: "Scusate, è vero, ne riparleremo un'altra volta". Ma venire in Aula con una cosa di questo tipo, forzata dal punto di vista del modo e nel contenuto, secondo me, inaccettabile, è indecoroso. Io mi auguro che questo Consiglio oggi non abbia il coraggio, in questo momento, di approvare una cosa del genere, perché ne proverei vergogna profonda.

PRESIDENTE

Assessore Calzavara, in replica finale, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Per chiarire i contorni di questo provvedimento, che, per quanto riguarda questa legislatura, in particolar modo questa, non è ad personam. Lei, collega Camani, dovrebbe leggere anche la parte prima di "almeno 20 Consiglieri", dove c'è scritto: "almeno di tre Gruppi o di almeno 20 Consiglieri". Quindi, questo non è oggi per una sola persona che lavora all'interno del Consiglio regionale. Dà la possibilità ad altri. Poi, se lo vogliono fare, lo fanno. Se non lo vogliono fare, non lo fanno.
Credo che ci siano più Gruppi nella minoranza per aggregarsi e prevedere una figura. Potete farlo. Non riguarda esclusivamente... Dà la possibilità, durante questa legislatura, con i numeri che ci sono in questa legislatura, di riconoscere anche le complessità. Credo che vada riconosciuto a chi si sta occupando di un Gruppo di qualche decina di persone che gestire Gruppi come questi è complicato, perché ci sono personalità, ci sono idee, ci sono modi di porsi all'interno del Consiglio. Per gestire complessità che riguardano più di 34 persone vi è la necessità di vedere riconosciuto questo tipo di professionalità, che non è una professionalità che si trova tutti i giorni, ma che è stata costruita ‒ questa come altre che sono all'interno di questo Consiglio regionale ‒ attraverso anni, attraverso un'esperienza che, secondo me, deve trovare anche una giusta remunerazione del lavoro che fanno.
Ricordo che questa spesa non aumenta la spesa del Consiglio regionale. È all'interno del budget, che attualmente c'è. Quindi, non c'è un aumento di spesa. È un riconoscimento per una professionalità e per una complessità delle gestioni che sta svolgendo, che riteniamo siano adatte rispetto a un Gruppo che questa legislatura ha premiato con numeri consistenti, che deve trovare un'organizzazione e delle figure che siano in grado di gestirli. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Dobbiamo sospendere per il parere sugli emendamenti.
Riprendiamo i lavori alle ore 12.35.
L'Ufficio di Presidenza della Prima Commissione si trova in Sala del Leone.
Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 12.21
La Seduta riprende alle ore 12.47

PRESIDENTE

Colleghi, se riprendiamo le nostre posizioni, iniziamo con l'articolato.
Siamo sull'articolato del PDL 111 "Disposizioni di adeguamento ordinamentale in materia di affari istituzionali, enti e società regionali, cooperazione internazionale e valorizzazione o alienazione del patrimonio immobiliare".
Siamo sull'articolo 1.
Non vedo interventi.
Mettiamo in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0001 presentato dalla consigliera Cecchetto, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 3 è inserito il seguente:
"Art. – Inserimento dell'articolo 31 bis "Disposizioni in materia di attività negoziata" alla legge regionale 29 novembre 2001, n. 35 "Nuove norme sulla programmazione".
Dopo l'articolo 31 della legge regionale 29 novembre 2001, n. 35 "Nuove norme sulla programmazione" è inserito il seguente Titolo:
"TITOLO II-BIS – Attività negoziata
CAPO I – Procedure di attività negoziata
Art. 31 bis – Disposizioni in materia di attività negoziata
1. Al fine di raccordare le azioni e le attività utili per la realizzazione di opere o interventi ricadenti nel territorio regionale che richiedono processi decisionali da parte di una molteplicità di soggetti pubblici e privati a vario titolo interessati, la Giunta regionale, valutato il rilevante interesse regionale dell'opera o dell'intervento, qualora ne ravvisi l'opportunità in relazione alle esigenze del procedimento ed alla comune linea d'azione da perseguire, può promuovere la costituzione di tavoli tecnici, anche tematici, allo scopo di acquisire una posizione comune definita mediante gli appositi strumenti concertativi, di semplificazione o di programmazione negoziata previsti dalla normativa vigente.
2. I tavoli tematici di cui al comma 1 sono coordinati dalla struttura regionale in materia di enti locali che ne assicura la funzionalità organizzativa svolgendo il ruolo di segreteria tecnica e sono attivati dalle strutture competenti in relazione all'opera o intervento da realizzare al fine di definire l'attività propositiva e concertativa secondo modalità organizzative fissate con il provvedimento di costituzione del tavolo.
3. Ai fini della valutazione del rilevante interesse regionale, la Giunta regionale può avvalersi del Nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici (NUVV) di cui all'articolo 31 della legge regionale 29 novembre 2001, n. 35 "Nuove norme sulla programmazione".
4. La Giunta regionale prende atto degli esiti derivanti dai tavoli tecnici di cui al comma 1 e assume le iniziative necessarie al fine di conseguire gli obiettivi previsti dal presente articolo.".".
È inserito dopo l'articolo 3. Lo avete, penso, tutti caricato su Concilium.
Il parere del relatore, naturalmente, è favorevole al suo emendamento.
Non vedo interventi.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. B0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0002 presentato dalla Giunta, articolo 3 ter, aggiuntivo, che prevede:
Art. ___ - Modifica dell'articolo 53 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 "Autonomia del Consiglio regionale"
1. Alla fine del comma 4 dell'articolo 53 della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 "Autonomia del Consiglio regionale" è aggiunta la seguente frase:
"Al responsabile del gruppo consiliare con incarico formale di coordinamento funzionale di almeno tre gruppi o di almeno due gruppi a cui aderisce un minimo di 20 consiglieri, costituitisi in intergruppo ai sensi dei rispettivi regolamenti interni di cui all'articolo 23 del regolamento del Consiglio regionale, può essere attribuito, su richiesta del Presidente dell'intergruppo, il trattamento economico pari a quello previsto dal comma 6 dell'articolo 43".
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Devo dire che il confronto che abbiamo avuto in Ufficio di Presidenza non ci ha aiutato a trovare una soluzione rispetto a questo emendamento, che, ricordo, ha l'obiettivo di rivedere l'organizzazione interna ai Gruppi e agli Intergruppi del Consiglio regionale, prevedendo la possibilità di aumentare la retribuzione del responsabile degli Intergruppi. Poi entro anche nel merito dell'emendamento.
Non siamo stupiti di questo emendamento perché è un tema che abbiamo più volte discusso all'interno dei Gruppi del Consiglio regionale, è un tema sul quale da mesi la maggioranza prova a verificare se ci sono le condizioni per arrivare a una sintesi. È un emendamento che già in altre occasioni avete proposto e poi ritirato, consapevoli della difficoltà di andare all'obiettivo.
In questo senso, se non abbiamo mai trovato l'intesa finora, neppure nelle fasi in cui abbiamo faticosamente costruito insieme i provvedimenti che riguardavano esattamente la riorganizzazione dei Gruppi – se non ricordo male, non più tardi di un anno fa – se non ce l'abbiamo mai fatta finora, io mi chiedo come possiate pensare che, presentando un emendamento cinque minuti prima dell'adunanza dell'Assemblea legislativa, ci possano essere le condizioni per trovare un accordo. Infatti, vedete, se l'accordo non si trova dal punto di vista politico su un tema che non ha rilevanza politica – e dopo ci torno – allora, se decidete di procedere a colpi di maggioranza, è un atteggiamento sbagliato, io credo, soprattutto perché riguarda il funzionamento di questo Consiglio regionale, non una scelta di natura politica.
Vediamo qual è la necessità. Ha ragione il capogruppo Villanova: in questa legislatura l'Intergruppo Lista Zaia-Lega Nord ha un numero veramente consistente di Consiglieri regionali – e vi assicuro che io sono la più dispiaciuta di tutti di questo fatto – dunque è complicato mettere insieme 30 e passa (quanti sono, Villanova?), 34 Consiglieri che devono lavorare. Io lo capisco e sono disponibile a ragionare sulle necessità di natura organizzativa che possono aiutare anche un Intergruppo così numeroso a lavorare. Il problema è che voi qua non ci proponete una soluzione organizzativa, ci proponete semplicemente un aumento dello stipendio del responsabile del vostro Intergruppo. Capirete che è una proposta che può sicuramente soddisfare il responsabile dell'Intergruppo Lega Nord-Lista Zaia, ma non è una proposta che risolve le necessità organizzative, perché sempre quella persona farà quel lavoro che lei oggi, capogruppo Villanova, dice di non riuscire a fare. Non so se pagandola di più lo farà con più motivazione, ma il problema organizzativo non si risolve.
Il fatto che ci diciate nell'emendamento che questa modifica riguarda l'intergruppo Lega Nord-Lista Zaia, ma potrebbe teoricamente riguardare qualsiasi Intergruppo fatto da almeno tre Gruppi, aggrava la situazione, perché se io posso capire che il Direttore dell'Intergruppo Lega Nord-Lista Zaia fa fatica a gestire 34 Consiglieri, perché io devo immaginare che quella soluzione sia la medesima anche per un Intergruppo fatto, magari, da tre Consiglieri: Baldin, Guarda, Ostanel? Certo che sono comunque tre Gruppi da mettere d'accordo, ma sono tre Consiglieri! Ecco perché il problema di questo emendamento è che la soluzione non è efficace e la soluzione non è efficace semplicemente perché non è la soluzione di un problema, è la necessità di corrispondere a una legittima aspettativa economica di un Direttore di un Gruppo. Stiamo parlando di questa roba.
Chiudo, anche perché penso che si sia intuita la contrarietà del nostro Gruppo rispetto a questa modalità di procedere, riprendendo ciò che si diceva anche prima. Capisco la legittima richiesta, ambizione di guadagnare di più del vostro Direttore dell'Intergruppo, probabilmente anche giustificata dal lavoro che fa e dalla professionalità che ha. C'è un problema, però, di opportunità. Noi stiamo attraversando una fase complicatissima, dove ci stiamo dicendo come arrampicarci sugli specchi per trovare le risorse necessarie per far fronte alle necessità delle persone e secondo voi è il momento opportuno, dal punto di vista di sensibilità politica, per proporre questo tipo di soluzione.
Io davvero non sono evidentemente d'accordo.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Su questo emendamento confermo insomma il voto negativo, che non è però tanto sul merito, perché non c'è la pregiudiziale a discutere riguardo al tema, ma c'è una contrarietà rispetto al metodo, perché la discussione è da farsi all'interno di una Commissione in un'istruttoria sul tema organizzativo che questo emendamento pone e, proprio perché, al di là del fatto che questo emendamento contenga o meno una disciplina del tutto nuova, il metodo che avete utilizzato non è soltanto quello di un blitz fatto all'ultimo minuto, probabilmente per evitare, per dare un, come dire, un colpo al cerotto e quindi evitare un procrastinarsi anche delle conseguenze da un punto di vista comunicativo che vi hanno evidentemente scottato nelle volte precedenti, ma anche perché, attenzione Consiglieri, delegate questo ruolo alla Giunta. E in tema di autonomia, questo è un aspetto da non sottovalutare, perché che la Giunta intervenga all'interno di una legge che regola l'autonomia del Consiglio regionale è quantomeno non soltanto poco credibile e, oserei dire, anche poco dignitoso per questo Consiglio, ma perlomeno insomma lascia intendere che davvero stiamo freschi in termini di autonomia e di gestione anche da parte del Consiglio stesso.
Detto questo, il metodo che è stato utilizzato apre ad un nuovo approccio che, anche come minoranza, potremo scegliere di avere nei confronti dei futuri ordinamentali e, proprio per questo, dato che siamo anche in tema, una domanda che scaturisce anche spontanea è a questo punto: si interverrà soltanto da oggi al futuro oppure si andranno a coprire gli arretrati visto che l'Intergruppo c'è già? Questa è una domanda che faccio naturalmente, che probabilmente è una di quelle domande che avendo avuto più tempo di discutere nelle sedi opportune, avremmo potuto chiarire e che a oggi invece rimane senza risposta proprio perché in una ulteriore occasione si affronta il tema in maniera veloce per cercare di togliersi un problema che evidentemente è più comunicativo che operativo, perché se fosse invece stato operativo si sarebbe intervenuti nelle sedi competenti.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Guardate, credo che sia complicato andare a spiegare a qualcuno che se una persona è talmente oberata da lavoro perché deve mettere insieme tanti Consiglieri e deve coordinarli, la soluzione non è aiutarlo con dei collaboratori ma pagarlo di più. Non regge. Non ha una logica questa risposta, altrimenti noi dovremmo chiamare il presidente Zaia, che in questi due anni ha fatto gli straordinari con il Covid, e dovremmo dire che aumentiamo lo stipendio anche all'assessore Lanzarin e al presidente Zaia, che in questi due anni hanno lavorato di più con il Covid, notte e giorno. Però, guardate, se da cittadino di questo mi rammarico perché percepisco qual è l'attenzione che ripongono la Giunta e il Consiglio regionale di fronte ai problemi dei cittadini veneti, passiamo in quest'Aula dal parlare di una guerra la settimana scorsa, da sbracciarci tutti a dire che il mondo sta andando a gambe per aria, il caro energie, la guerra, le imprese che chiudono, al dire "facciamo una legge ad personam per i nostri Gruppi e aumentiamo al nostro Direttore lo stipendio".
Noi passiamo, in una settimana, in quest'Aula, dal parlare della guerra e dal dire che è un momento difficile, ad aumentare lo stipendio al Dirigente dell'Intergruppo Lega.
Se da cittadino me ne rammarico, da politico non me ne rammarico perché sono contento che i cittadini veneti vedano, in un momento quando si discute l'ordinamentale, quindi dovremmo parlare di come far funzionare meglio la macchina, quelle che sono le vostre priorità per far funzionare meglio la macchina. È giusto che i cittadini veneti sappiano che mentre le famiglie non riescono a pagare le bollette, il Consiglio regionale, i Consiglieri regionali, la Giunta, la Lega Nord, la Lista Zaia, aumenta lo stipendio ai propri Direttori perché devono mettere insieme più teste e creare sintesi.
Io son contento di questo. La gente deve vedere fuori quali sono le vostre priorità, la gente deve vedere fuori che il vostro pensiero di svegliarvi la mattina è quello di arrivare con un emendamento della Giunta che fa un blitz 10 minuti prima della discussione di un provvedimento, dove l'unico interesse non è la popolazione del Veneto in difficoltà, non è quello che sta accadendo, è dire che il vostro Direttore, siccome lavora di più delle altre volte perché siete in tanti, deve guadagnare di più. Ma guardate, ragazzi, che non è mica così. Non è che la gente fuori vi vuole bene sempre, qualsiasi cosa facciate. Ce n'erano altri che avevano tanto consenso e quando son passati dal predicare una cosa a farne un'altra sono stati salutati.
Marcato, aspetto anche te al prossimo giro, vedremo che destino ti riserverà il tuo partito. Preoccupatevi voi delle battaglie interne, le nostre siamo abituati a farle. Siete voi che a quanto pare cedete subito, non avete la verve per affrontarvele da soli. Caro Marcato, ascolta me, se hai bisogno ti do anche qualche consiglio su come si fanno le battaglie in partito.
Ma detto questo, è giusto che quello che voi chiamate il popolo veneto, quando voi dite "Vogliamo un Veneto eccellente, vogliamo un Veneto ambizioso", volete un Veneto dove in piena guerra il vostro pensiero è venire con un emendamento fatto all'ultimo minuto, neanche una discussione fatta prima dove ci si spiega, ci si analizza, ci si prova a capire, ci si mette intorno a un tavolo, ci si dice: "Guardate, ragazzi, c'è un problema, come lo risolviamo?". Guardate che la nostra non è demagogia, noi siamo quelli che un anno fa qui non hanno fatto mica storie quando siamo andati ad aumentare lo stipendio di qualche Dirigente dell'ASL. Siamo stati zitti, non abbiamo fatto mica storie. Siamo stati zitti e non abbiamo fatto demagogia perché era giusto che se tutti gli altri guadagnavano in un modo quello doveva guadagnare uguale. Questa invece è un'ingiustizia! State mettendo le dita negli occhi ai Veneti in questo momento ad aumentare lo stipendio del Direttore del vostro Gruppo con la scusa che lavora di più perché ci sono più Consiglieri. Il Veneto deve sapere quali sono le vostre priorità, che in questo momento sono tutte tranne che occuparvi di loro, perché guardate – chiudo e lo dico davvero – che se ci fossimo messi intorno a un tavolo a dire ci vuole un milione di euro per risolvere il problema...

PRESIDENTE

Grazie, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

...servono 10 persone...

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Ho già detto in Ufficio di Presidenza la mia posizione su questo emendamento, contraria. Contraria per il metodo. Un anno fa circa avevamo ridiscusso del funzionamento dei Gruppi, tra l'altro che aveva impattato negativamente sui fondi che vengono dati ai Gruppi più piccoli come il mio, ma, come ho detto in Ufficio di Presidenza, lo ritengo anche corretto da un certo punto di vista. Non è una questione di merito, è una questione di metodo. Io non credo assolutamente che un emendamento, che era stato già discusso in quella sede e non approvato perché i Gruppi più grandi non trovavano un accordo su questa direzione, venga riportato oggi in un momento storico particolarissimo, all'interno di un ordinamentale, a quattro minuti dalla fine della discussione.
Siccome abbiamo provato in questi mesi a instaurare anche un rapporto di dialogo su alcune questioni importantissime, io penso che questo sia un atteggiamento totalmente sbagliato di metodo per il lavoro che di solito si svolge all'interno di un Consiglio e soprattutto per il fatto che poco tempo fa avevamo tutto il tempo di discutere di una modifica all'interno del funzionamento dei Gruppi che non doveva passare così nell'ordinamentale.
Come ho già detto prima, ci sarà modo, magari, anche nel PDL successivo, di discutere cosa sia o cosa non sia ordinamentale. Prima ci è stato spiegato giustamente in Ufficio di Presidenza, che la norma non è o A o B e o bianco o nero: ci sono delle questioni che vanno assolutamente prese in carico anche per il contenuto che hanno. Io credo che, però, questo specifico emendamento, vedendo il pregresso, cioè se non si fosse mai discusso qui dentro del tentativo di apportare una modifica dello stipendio di un dirigente – non entro nel merito, perché penso che il lavoro vada pagato e pagato bene – ma se si fosse discusso precedentemente di una riorganizzazione funzionale dei Gruppi, come ha detto la consigliera Camani, io credo che il lavoro sia più facile se viene organizzato bene, non tanto se viene pagato di più.
Poi si può decidere anche di pagare di più una persona, ma se in quella sede avessimo avuto la possibilità di discutere, di trovare un accordo e di proporre una miglioria di questo tipo, non solo di stipendio, ma anche organizzativa, credo che avremmo detto di sì.
Farlo in questo modo, solo perché non si è trovato un accordo, passarlo in un ordinamentale è un precedente che a me non piace per nulla.
È una norma ad personam, perché così sarà, entrerà in vigore da subito ed entrerà in vigore solo per una persona, quindi io non vedo come poterla chiamare diversamente, mentre nella revisione del funzionamento la questione entrava in vigore dalla prossima legislatura; quindi, è una norma che entra in vigore subito, è ad personam, per un Gruppo, quindi "ad gruppum" e io credo che in questo momento tenere occupato il Consiglio regionale, il Legislativo, la Giunta, gli Assessori su un tema di questo tipo sia uno schiaffo in faccia a quello che sta succedendo nel mondo e a quello che succederà in Veneto nei prossimi mesi. È una questione di metodo e credo che questa questione di metodo vada comunicata non solo qui dentro, ma anche a chi sta fuori di qui, perché è un errore, un errore politico e anche forse di contenuti.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti i colleghi.
Questa è una bella giornata: abbiamo sentito anche la notizia che 200 Sindaci della Lega ospiteranno nei loro territori i profughi, quindi benvenuti tra i buonisti.
Andando all'emendamento, si tratta di aumentare la retribuzione al responsabile di un Gruppo. Perché farlo con un emendamento? È stato sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto che la modalità non è delle migliori. Ci sono degli iter previsti dal nostro Regolamento che parlano di passaggi in Commissione, dove c'è una discussione. È un emendamento dell'ultimo minuto, direi, che può suscitare le reazioni che stiamo mettendo in campo nel senso che non va bene questa procedura. È fatto su misura, di fatto, scritto così com'è, con il numero dei 20 Consiglieri per la Lista Zaia e la Lega Nord e non va bene. Tra l'altro, in un momento particolare come questo, credo sia sbagliato. Mi viene in mente un emendamento dell'ultimo minuto della scorsa legislatura, l'emendamento Montagnoli sull'albergo diffuso in zona UNESCO; se pensate agli effetti che ha avuto quell'emendamento, insomma, è risultato un po' una papera. Non va bene.
Poi in questo momento, dopo una pandemia, con tutte le persone che hanno fatto i sacrifici che hanno fatto e che rifaranno e con le conseguenze che ci sono per le persone, i lavoratori, i nostri Comuni e in piena guerra, secondo me è anche inadatta la cosa. Andava vista in Commissione e, secondo me, anche in tempi diversi da questi.

PRESIDENTE

Grazie.
Le posso assicurare che i Sindaci sono sempre buoni.
Collega Bigon Anna Maria, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Mi è stato spiegato che l'ordinamentale è una normativa che va in adeguamento e in semplificazione di quella già esistente, quindi sono quelle modifiche che, tra l'altro, non dovrebbero nemmeno comportare quello che è un aumento o una diminuzione o quantomeno un ritocco della spesa per quanto riguarda la Regione. Effettivamente è stato detto questo. Siamo all'interno di quello che è l'ammontare della spesa già prevista per il Consiglio regionale.
Ma guardate, io credo che al mondo ci possano essere anche dei risparmi, nel senso che in un momento del genere – e confermo – non è questione di organizzazione e quindi avremmo potuto pagare di più; assolutamente no, non è il momento di pagare di più, soprattutto per questioni burocratiche, organizzative, personali, di lavoro che già svolgono i dirigenti, che già vengono ben pagati. Non è il momento di pagare di più. Perché? Perché giustamente è stato osservato prima che in questo momento, dove la benzina costa oltre 2 euro al litro, dove le persone che hanno speso di più per spendere poi meno, come ad esempio investimenti nelle macchine per i figli a metano, a gas, spendono molto di più adesso per il trasporto; dove vediamo che bene o male la vita dei familiari nella qualità è diminuita perché il 10% in più delle famiglie venete si sono impoverite, che 500.000 persone vivono con meno di 1.000 euro di pensione al mese, noi chiediamo che, all'interno di una normativa che dovrebbe essere di semplificazione, adeguamento, semplice modifica per migliorare quello che è l'assetto normativo regionale, venga presentato all'ultimo secondo un emendamento per aumentare uno stipendio.
A me non interessa di chi è questo stipendio, è un aspetto che non condivido per il momento, per il modo, ma non è che fra un mese potrei essere d'accordo. Io credo di no, credo assolutamente di no. Questo non è il sistema per governare una Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Prendiamo atto che comunque si è voluti andare questa volta fino in fondo. Il collega Montanariello prima diceva "all'ultimo minuto". Diciamo che, sì, come metodo, e poi ci ritorno, condivido quello che hanno detto le colleghe: è stato all'ultimo minuto per questo provvedimento. Ricordiamoci che non è all'ultimo minuto perché il provvedimento si è provato a portarlo in quest'Aula più volte e poi ritirato. Forse va anche bene: finalmente si chiude la faccenda, finalmente anche agli occhi esterni abbiamo chiarezza e finalmente arriviamo alla conclusione di quello che è stato un tentativo degli ultimi anni.
È evidente che per noi non è né opportuno né il metodo è corretto. Proprio perché di questa cosa si è discusso più volte, perché questa cosa in qualche modo si è cercato di portarla in Aula più volte, c'era tutto lo spazio, c'era tutto il tempo di provare a capire e a condividerlo all'interno della Commissione.
Ciò che proprio ci disturba, oltre a quello che hanno detto i colleghi nel merito di questo momento specifico, è un metodo che è ingiustificabile rispetto anche all'atteggiamento che questa minoranza ha avuto e che spesso abbiamo avuto anche nel confronto nel dire: "Va bene, proviamo a parlarne e proviamo a capire dove è meglio inserire questo aspetto, come inserirlo ed eventualmente a fare anche altri tipi di valutazioni, visto che comunque lavorano tutti i dirigenti e lavorano molto".
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Io sarò breve perché hanno detto moltissimo i colleghi. Non posso non rimarcare un aspetto che ho già detto nel primo intervento. Sono rimasto stupefatto prima di tutto dal metodo nel senso che, Assessore, il tema fondamentalmente è il seguente: non esiste una spiegazione logica, né politica, sulla ragione per la quale questo emendamento deve arrivare la mattina stessa del Consiglio, a firma della Giunta, se non il timore che questa questione diventasse un oggetto di discussione sui giornali nei giorni scorsi, come è stato in passato. Però questa non è una motivazione politica e sappiamo tutti che questo era un tema già discusso. Resto stupito perché credo non possiate dire che, da parte nostra, quando ci si siede a discutere, a provare a capire quali sono le questioni su cui intervenire, non ci sia una disponibilità di fondo.
Siamo tutti consapevoli che ci sono aspetti nell'organizzazione dei Gruppi che non funzionano. Ne abbiamo parlato qui anche l'anno scorso, ne abbiamo parlato più volte. È evidente che un emendamento come questo c'entra però poco, nel senso che può essere un pezzettino dentro una discussione complessiva che si poteva affrontare in Commissione tra i Gruppi consiliari. Fatto così è semplicemente un blitz. Avete i numeri per fare più o meno qualsiasi blitz, potete cambiare gli Statuti in un quarto d'ora probabilmente con i numeri che avete in Aula in questo mandato, ma se ve lo ricordate, è stato proprio un tema di discussione. Adesso il consigliere Finco allarga le braccia, non so se per quello che ho appena detto, ma io su questo ho una posizione molto semplice che ho provato a dire già nel primo Consiglio, uno dei rari Consigli in cui abbiamo avuto l'onore di avere qui presente il Presidente della Regione. Si vede che quel giorno non era in congedo.
Il fatto di avere una maggioranza così ampia qui dentro vi dà una responsabilità ancora più pesante, perché tutti noi qui dentro siamo consapevoli che, se volete, potete fare le cose a botte di maggioranza, però, come usate quella maggioranza fa la differenza, perché magari, appunto, avete dei numeri tali per cui ve ne potete sostanzialmente fregare di che cosa pensano le minoranze. Non sono convinto che ve ne possiate fregare per sempre di che cosa pensano fuori da qui di quello che avviene qui dentro, perché l'ultima volta è andata come sappiamo, come sapete, e per me è giusto che, se il 76-77% dei Veneti hanno scelto la maggioranza che oggi governa questa Regione, in quest'Aula ci sia una maggioranza che rispecchia quel dato perché la rappresentate. Però non dimentichiamoci mai tutti che questa è la democrazia rappresentativa, cioè rappresenta ciò che sta fuori di qui e quindi quello che decidiamo qui ha un impatto come messaggio all'esterno e quindi magari potete decidere di non rispondere a noi, ma rispondete fuori. Il modo e il metodo che avete utilizzato oggi non sono un problema soltanto nei nostri confronti ma nei confronti di tutte le persone che noi rappresentiamo, noi e voi.
Io penso che ci sia ancora lo spazio perché questo emendamento venga ritirato, stia dentro a una discussione più complessiva a cui noi siamo disponibili. L'unica richiesta che facciamo è: non prendeteci in giro perché non siamo scemi e quindi se questo emendamento arriva così in questo momento, stamattina, raccontarci che è per la semplificazione amministrativa o per le ragioni che abbiamo sentito diventa per voi difficile da sostenere e per noi molto difficile da accettare.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi sull'emendamento n. B0002.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. B0002.
Parere del relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 4.
Non vedo interventi.
Mettiamo in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Collega Montanariello e collega Finco, basta!
Siamo in votazione dell'articolo 6.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi scusi, per fatto personale. Vorrei capire ... Ma falsi a chi? Ma come si permettono di chiamarci "falsi"? Aumentate gli stipendi alla gente in piena crisi...

PRESIDENTE

Collega Montanariello...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

...e dite che siamo falsi noi. Ma "falsi" a chi? "Falsi" a chi? Lavati la bocca prima di parlare di noi. Lavati la bocca!
"Falsi" a chi? Vuoi vedere come facciamo la guerriglia in quest'Aula?

PRESIDENTE

La seduta è sospesa.
La Seduta è sospesa alle ore 13.22
La Seduta riprende alle ore 13.23

PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta.
Siamo sull'articolo 7.
Collega Montanariello, era fuori microfono. Se vuole sospendiamo la seduta e torniamo anche domani, non c'è problema per me.
Mettiamo in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Vergognatevi! Aumentate gli stipendi in piena pandemia e volete anche giustificarvi. State zitti perlomeno!

PRESIDENTE

Basta, Montanariello! Le dico io basta, in questo momento. Sta creando problemi ai lavori dell'Aula. Va bene?

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ma scusi, Presidente, ma nel Regolamento c'è scritto che uno di minoranza deve essere offeso e stare zitto?

PRESIDENTE

Collega Montanariello, possiamo fare il conteggio dei punti a fine seduta.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Assessore Corazzari, la vogliono fuori un attimo, ho visto.
Mettiamo in votazione l'articolo 8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 9.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 10.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 11.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 12.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto?
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Abbiamo già detto durante la discussione generale e durante la correlazione di come, a nostro giudizio, questa Giunta abusi dello strumento dell'ordinamentale non tanto per raggiungere l'obiettivo principale che questo strumento, anche nella consuetudine legislativa, non solo della Regione del Veneto, guardando un po' anche come fanno dalle altre parti, avrebbe o dovrebbe avere la finalità, appunto, di organizzare al meglio la funzione pubblica, le politiche regionali e, possibilmente, semplificare la vita dei cittadini.
Abbiamo già detto, dunque, come invece questa Regione, questa Giunta ogni anno ci obblighi ad affrontare degli ordinamentali che, anziché avere appunto la finalità di voler raggiungere la semplificazione legislativa, hanno invece l'obiettivo di correggere alcune piccole necessità, più o meno legittime, dell'organizzazione dei lavori. E quindi all'interno di questa discussione che abbiamo cercato anche di condurre, stando nel merito dei punti sollevati, delle modifiche proposte, dei cambiamenti che introducete, avevamo – dicevo – anche provato ad aprire una discussione un po' più generale e che non ci vedeva in una posizione di particolare contrarietà, al netto del metodo, rispetto ad alcune delle proposte che avete portato avanti con questo progetto di legge.
Il fatto è che però in politica il metodo diventa sostanza e l'inserimento nel corso della seduta di questo emendamento proposto dall'assessore Calzavara e dalla Giunta, che riguarda principalmente ed esclusivamente una persona e che riguarda principalmente ed esclusivamente il Gruppo regionale Lega Nord-Lista Zaia è un atteggiamento che va oltre l'inutilità di questo provvedimento e lo rende dannoso perché dà un messaggio sbagliato rispetto alla funzione che noi stiamo svolgendo qua. Noi siamo qua per svolgere il ruolo di Consiglieri regionali e, naturalmente, è compito della struttura del Consiglio mettere i Gruppi, ma anche i singoli Consiglieri, nelle condizioni di lavorare al meglio.
Altra cosa, invece, è piegare la volontà di questo Consiglio regionale con un emendamento proposto dall'organo esecutivo, che interviene direttamente sul funzionamento del lavoro dei Gruppi. Perché, guardate, anche questo è un elemento curioso: la Giunta, l'assessore Calzavara propone, a cinque minuti dall'inizio dei lavori dell'Aula, un emendamento che riguarda l'organizzazione dell'attività dei Gruppi consiliari.
Siccome questa Regione come impianto si è data la suddivisione delle funzioni e dei compiti tra la Giunta, l'organo esecutivo e il Consiglio, anche dal punto di vista strumentale siamo due cose diverse, anche da questo punto di vista c'è un'ineleganza, assessore Calzavara, perché con quell'emendamento che ci ha proposto è venuto a dire al Consiglio regionale – strano che il presidente Ciambetti non abbia rilevato questa ingerenza inopportuna – come deve organizzare il proprio lavoro e come si devono costruire i Gruppi.
Peraltro, è un Regolamento, quello di cui si è dotato questo Consiglio, che non è funzionale all'Intergruppo, perché la suddivisione di risorse non agevola, non incentiva la costituzione dell'Intergruppo. Oggi, invece, con questo emendamento (ora, tra poco sarà legge) finalizzate proprio, invece, ad aumentare l'emolumento del direttore dell'Intergruppo.
Anche qua, ci fosse la volontà di investire sull'Intergruppo come meccanismo di coordinamento più cogente per i Gruppi, lo capirei. Ma non sfugge a nessuno che l'Intergruppo, l'unico che si è costituito in questa legislatura tra Lega Nord e Lista Zaia, non è fatto tanto per far lavorare meglio i Consiglieri, tanto che sono sprovvisti dei dirigenti e dei dipendenti che necessiterebbero, ma per controllare tutti e 34, che non ci sia qualcuno eletto nella Lista Zaia o nella lista Lega Nord che non corrisponda a ciò che voi, Giunta, vi aspettate che facciano. In questo quadro ci mettete nella condizione, ripeto, contrariamente alla volontà che avevamo espresso e condiviso tra di noi, di non poter votare a favore di questo provvedimento, nel metodo, ripeto, ma anche nel merito, perché i problemi non si risolvono aumentando le retribuzioni dei dirigenti, a maggior ragione in una fase in cui davvero il tema economico, il tema delle necessità delle famiglie è un problema.
Pochi giorni fa, Assessore, l'ho interrogata per interposta persona, ma in realtà chiedevo all'assessore Donazzan, cosa ne pensava rispetto al fatto che a molti dipendenti del settore ristorazione e turismo vengono imposte delle clausole capestro, cioè sarebbero obbligati a pagare delle penali qualora recedano il contratto a tempo determinato anticipatamente. La sua risposta è stata: "Ma insomma, i datori di lavoro hanno bisogno di avere la garanzia di poter contare sulla forza lavoro e dunque tutto sommato non è neanche così sbagliata questa penale". Mentre io le parlavo di persone con un contratto a tempo determinato, quindi precario, che arrivano anche a dover pagare 1.000 euro di penale se si licenziano prima del tempo, lei mi ha detto: "Sa, le ragioni dell'economia del mercato...". Ora a quelle persone lì, che appunto guadagnano a stento 1.000 euro e che sono anche disposte a firmare delle clausole capestro, lei deve andare a spiegare che il problema si risolve aumentando la retribuzione del dirigente dell'Intergruppo che vi serve per controllare ciò che fanno i vostri Consiglieri.
Siamo davvero basiti e stupefatti di questo atteggiamento che riteniamo, ripeto, non rispettoso del Consiglio regionale e neppure della disponibilità che sempre abbiamo dimostrato nel cercare soluzioni ai problemi. Per queste ragioni dobbiamo annunciare che decidiamo di non partecipare al voto su questo provvedimento, sperando che si impari nel tempo che avere tanti Consiglieri regionali, seppur militarizzati in un Intergruppo, non è condizione sufficiente per essere per avere la garanzia di essere capaci di risolvere i problemi dei veneti.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
In realtà la consigliera Camani mi ha anticipato dicendo sostanzialmente le cose che volevo dire. Ci son state delle manifestazioni di contrarietà a questo provvedimento per il profilo che ha assunto dopo la discussione in Aula, che ne ha modificato profondamente le caratteristiche. Ci sono state anche delle proteste colorite. Non è nel mio stile fare proteste colorite, ma è nel mio stile fare delle proteste ferme e decise e questa lo vuole essere.
Io mi oppongo fortemente per l'inopportunità del momento, l'ha detto bene la collega Camani e lo ripeto: non è questo il momento di fare questo tipo di provvedimento. Credo che stiamo dando un segnale pessimo ai cittadini e spero che questo segnale arrivi alle orecchie di tutti i cittadini perché è importante che ne siano consapevoli.
È invotabile e non lo voteremo.

PRESIDENTE

Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Non volevo intervenire, però, visto che anche la minoranza ha lasciato l'Aula, questa sera, quando arriverò a casa da mio figlio mi chiederà: "Papà, ma perché hai votato questo provvedimento?" perché, sentendo la minoranza, sembra che dobbiamo farci carico di tutte le disgrazie che succedono nel mondo.
Io sono orgoglioso di far parte di una Regione dove c'è la libertà, c'è la libertà di impresa, c'è la libertà di esprimere le proprie capacità e allora sarò il primo che andrà a condannare questo aumento di stipendio se la persona a cui va questo aumento di stipendio non è una persona qualificata, pronta, capace; però non posso non votare questo provvedimento, che è un provvedimento liberale, perché se noi oggi non lo votiamo, andiamo a metterci dalla parte di chi dice: "Ma sì, tanto c'è la crisi in Ucraina e uno non può prendere di più, c'è la fame nel mondo e uno non può prendere di più, ci sono tantissimi problemi e uno non può prendere di più".
Quando vedo che abbandonano l'Aula persone che fanno parte dei Governi politici che hanno mantenuto l'1,5% di tasse a multinazionali, vedo persone che hanno bloccato i gasdotti, che vogliono bloccare la TAV, che vogliono fare una povertà diffusa all'interno della nostra nazione, se prima non volevo intervenire, lo faccio dopo le ultime parole che ho sentito, con le quali sembra di tornare al comunismo sovietico, visto che siamo anche in tema in questi giorni. Ebbene, io con convinzione voterò a favore di questo emendamento, perché è la libertà di poter guadagnare di più, dimostrando di fare di più ed è la base delle nostre botteghe venete, in questo caso all'interno di una cosa governativa, ma se uno fa di più, dimostra di poter fare di più, è giusto anche che guadagni di più: questo è alla base del grande sogno veneto, signori.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Sa qual è il sogno veneto, adesso, consigliere Formaggio? Rispondere alla crisi che le imprese venete e i cittadini stanno avendo in questo momento e questo è il ruolo dell'ordinamentale. Quindi, venire a fare...

PRESIDENTE

Collega Formaggio, per favore!
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

L'ho detto prima, questo è il ruolo di un ordinamentale.

PRESIDENTE

Collega Formaggio, per favore!
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Si tiene occupato un Consiglio regionale, gli uffici del Legislativo, la Giunta, in un momento come questo, quando alcuni degli articoli che abbiamo votato potevano essere usati per migliorare alcuni degli elementi che oggi portano, ad esempio, ad avere una spesa maggiore di un'Istituzione regionale oppure questo ordinamento poteva essere usato, in alcuni suoi articoli, non in tutti, per immaginare e pensare un adeguamento che magari rispondeva al momento in cui eravamo, cioè quello della crisi delle imprese, quello della crisi in cui si troveranno le nostre famiglie per tutto quello che sta succedendo nel mondo e di cui abbiamo discusso ampiamente una settimana fa.
Io ritengo inaccettabile che, in un momento come questo, ci sia l'inserimento di un articolo che, ripeto, era stato discusso tempo fa e c'era tempo di discuterlo in maniera diversa all'interno di questo Consiglio regionale un anno fa, quando abbiamo modificato il funzionamento dei Gruppi e dove, giustamente, sono state ridotte alcune spese anche per i Gruppi più piccoli, come io vi ho detto circa un anno fa. Oggi ci ritroviamo qui, in un momento totalmente diverso, con una nuova crisi e noi ci stiamo occupando da 4-5 ore dell'aumento dello stipendio di una persona, che è il vostro dirigente e quello che viene detto è che questa modifica viene fatta per semplificare un ordinamento regionale.
Non è così e quindi anch'io non parteciperò al voto. Sono rimasta in Aula solo per rispondere al consigliere Formaggio, l'unico che ha avuto, tra l'altro, il coraggio di intervenire, perché non mi pare che ci siano tanti argomenti a sostegno di questo articolo da parte del Gruppo Lega-Lista Zaia. Quindi uscirò dall'Aula, ho detto la mia opinione e mi piacerebbe vedere, anche da parte degli altri Consiglieri, una presa di posizione, ma probabilmente è troppo difficile farlo.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Io vorrei soltanto ricordare che l'unica persona che ha parlato della qualità dell'eventuale persona coinvolta da questo emendamento che oggi approviamo all'interno del progetto di legge in corso di votazione è il consigliere Formaggio. Nessuno di noi ha messo in discussione la qualità. Ma soprattutto vorrei ricordare che probabilmente una delle motivazioni che dovrà spiegare a suo figlio è che il voto a favore a questo atto avviene dopo che, qualche mese fa, al suo Gruppo è stato concesso di avere un dipendente personale per ognuno dei componenti del proprio Gruppo.
Capisco le motivazioni che l'hanno portata al voto favorevole e, detto questo, vi auguro buona votazione.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Hanno un Gruppo da sole, sia lei che Ostanel!

PRESIDENTE

Signori, prego.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Colleghi, buongiorno. Buongiorno a tutti.
Cerchiamo di stemperare un po' gli animi. Capisco che sia un tema molto molto divisivo, forse non era il momento questo, ma forse non sarà il momento neanche dopo, magari se ne parlerà un giorno sui giornali e dopo tutto andrà nel dimenticatoio come spesso avviene. Però diciamo una cosa: ho sentito parlare di stipendi che sono legittimi perché se si fa un buon lavoro è giusto che ovviamente ci sia un riconoscimento. Ma io guardo alla maggior parte della comunità e agli stipendi che a volte possiamo dire son stipendi da fame.
Sapete che non esiste in Italia una normativa sul salario minimo e che tantissimi lavoratori, pur lavorando, non riescono ad arrivare alla fine del mese. Gli stipendi sono fermi da decenni e anche chi fa un egregio lavoro e avrebbe magari bisogno di un aumento e magari sarebbe anche giusto riconoscerglielo non può averlo per le più disparate ragioni.
Se a tutti fosse concesso di darsi l'aumento io credo che ovviamente tutti ne faremo richiesta, ma siccome non è così, io credo che le risorse vadano destinate con oculatezza e soprattutto in momenti come questi di estrema crisi – arriviamo da due anni di pandemia, adesso c'è una guerra che prosciugherà ancora di più le tasche di tutti i cittadini, non solo del Veneto, ma anche dell'Italia e non solo dell'Italia, probabilmente di tutta l'Europa – in questo momento veramente particolare dobbiamo mettere tutto quello che abbiamo a disposizione per venire incontro alle classi che sono più deboli, ai cittadini più fragili.
Assolutamente anch'io mi oppongo a questo progetto di legge, proprio perché verrà ricordato come un ordinamentale che assegna un premio in denaro a alcune persone che fino ad oggi hanno fatto esattamente quello che faranno domani e dopodomani. Non vedo motivo per aumentare in questo periodo uno stipendio a un dirigente, anche se sappiamo che farà un ottimo lavoro, ma, ripeto, in questo momento specifico, io credo sia veramente antistorico e non fa onore al popolo veneto lavoratore.

PRESIDENTE

Grazie, collega Baldin.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Per fatto personale di prima.

PRESIDENTE

Adesso valuto bene se è fatto personale. Provi.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Visto che siamo al risparmio, chiedo al mio Capogruppo se possiamo presentare un progetto di legge per tirar via...

PRESIDENTE

Collega, grazie...

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

...i Gruppi formati da una sola persona in Consiglio regionale del Veneto che sono veramente una spesa...

PRESIDENTE

Non è fatto personale.
Mettiamo in votazione il PDL n. 111 nel suo complesso come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ripresa lavori alle ore 15.
La Seduta è sospesa alle ore 13.45
La Seduta riprende alle ore 15.12

PRESIDENTE

Colleghi, se riprendiamo posto, continuiamo la seduta.
PUNTO
7



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2022 IN MATERIA DI PATRIMONIO, DI DISTRETTI INDUSTRIALI, DI ENERGIA, DI COMMERCIO E DI BONIFICA". (PROGETTO DI LEGGE N. 114) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 7/2022)

Relazione della TERZA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Andreoli
Correlatore: Consigliere Lorenzoni

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo con il punto n. 7 all'ordine del giorno: "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di patrimonio, di distretti industriali, di energia, di commercio e bonifica", PDL n. 114.
Il relatore è il collega Andreoli. Prego.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Buongiorno, colleghi.
Non sto qui a ripetere il perché e il per come di un ordinamentale: l'abbiamo visto questa mattina e chi mi ha preceduto l'ha spiegato molto bene. Quindi ora, come è stato detto, siamo a parlare di un ordinamentale che riguarda le materie di competenza della Terza Commissione. Andando al sodo, si tratta di cinque articoli, divisi in cinque Capi.
Questo strumento lo avevamo visto a giugno dell'anno scorso, quando erano molte di più le leggi che andavano a modificare, se non erro 19, e questo sicuramente è molto più snello.
Vado in ordine. Il primo Capo si compone di un articolo che modifica il comma 8-bis dell'articolo 14 della legge regionale 28 novembre 2014, la n. 37, "Istituzione dell'Agenzia veneta per l'innovazione nel settore primario". Si tratta di una modifica che va ad integrare l'iter amministrativo e le formalità da adottare per perfezionare il trasferimento dei beni dall'Agenzia regionale Veneto Agricoltura alla nuova Agenzia.
Nel Capo II è inserito l'articolo 2, che va a modificare i commi 2-bis e 2-ter dell'articolo 10 della legge regionale 30 maggio 2014, n. 13 , "Disciplina dei distretti industriali, delle reti innovative regionali e delle aggregazioni di imprese".
L'articolo 10 prevede la possibilità di erogare un contributo annuale a favore dei soggetti giuridici che, ai sensi dell'articolo 6 della stessa legge regionale, sono stati riconosciuti dalla Giunta regionale quali rappresentanti dei distretti industriali e delle reti innovative regionali. In quanto contributo, esso è sottoposto alla normativa comunitaria sugli aiuti. La proposta di modifica si inserisce, rispetto alla disciplina degli aiuti di Stato, in sostituzione dell'attuale formulazione riferita al regime de minimis.
Il Capo III, con il relativo articolo 3, interviene in materia di energia, attraverso la modifica dell'articolo 4 della legge regionale 6 settembre 1991, n. 24 , "Norme in materia di opere concernenti linee e impianti elettrici fino a 150.000 volt". La proposta contiene un mero chiarimento normativo con riferimento agli impianti con tensione compresa tra 1.000 e 30.000 volt, e la possibilità di realizzare, con il medesimo provvedimento autorizzativo o con la denuncia di inizio lavori, anche gli impianti di diramazione della rete.
Il Capo IV in materia di commercio, con l'articolo 4, disciplina la vendita della stampa quotidiana e periodica. Si tratta di una proposta che, richiamandosi ai princìpi della liberalizzazione del settore, introdotti dal decreto legislativo del 24 aprile 2017, n. 50, consente ai punti vendita esclusivi di porre in vendita anche altri prodotti, nel rispetto della normativa vigente.
Come sappiamo, quello delle rivendite dell'editoria tradizionale cartacea è un settore che è in difficoltà da anni, per ovvi motivi, per il progressivo mutamento delle abitudini dei cittadini quando si parla di acquisire informazioni sull'attualità e non.
Su questo punto, in particolare, nel corso dell'esame che abbiamo effettuato in Terza Commissione, sono stati modificati i commi 4 e 7 dell'articolo 4, al fine di meglio precisare che quanto disposto avviene nel rispetto della normativa vigente.
Il comma 5, in particolare, sempre di questo articolo 4, è quello che ha animato un po' di più la discussione con i colleghi all'interno della Commissione, perché era quello che probabilmente dava delle ricadute e dei collegamenti più immediati alla vita di tutti i giorni. In questo comma 5 dell'articolo 4 abbiamo aggiunto altri prodotti preconfezionati per i quali non sarà e non è richiesto il possesso dei requisiti professionali di cui all'articolo 71, comma 6, del decreto legislativo n. 59 del 2010.
È stato introdotto, inoltre, in sede di Commissione, un ulteriore Capo, il Capo V, con un relativo articolo, anch'esso 5, in esito all'approvazione di un emendamento tecnico per la modifica dell'articolo 17-bis della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 "Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio". Qui le parole "derivazioni in forma collettiva" sono state sostituite dalle parole "derivazioni irrigue in forma collettiva". Questo avviene in seguito a una richiesta di precisazione da parte del Governo, che ha suggerito di esplicitare che le finalità di concessione di derivazione d'acqua a favore dei Consorzi di bonifica devono intendersi le derivazioni ad uso irriguo e non le derivazioni ad uso idroelettrico, fondamentalmente.
Chiudono il provvedimento semplicemente la clausola di neutralità finanziaria e l'entrata in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul BUR del Veneto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Il correlatore è il consigliere Lorenzoni. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Grazie al relatore, che ha già introdotto la norma.
Il progetto di legge che discutiamo in Consiglio rappresenta il frutto dello sforzo di semplificazione ordinamentale relativo a delle materie importanti per la nostra economia, per la vita, per la prosperità della nostra Regione, il patrimonio, i distretti industriali, l'energia e il commercio che rappresentano una parte significativa della struttura produttiva della nostra Regione di fatto. Eppure, come vedremo, il lavoro della Terza Commissione, si è limitato ad alcune modifiche legislative piuttosto marginali, lontano da quanto servirebbe per dare slancio a dei settori chiave per la nostra economia e per il benessere dei cittadini del Veneto.
Verrebbe da dire un po' che "la montagna ha partorito il topolino" di fronte a quanto abbiamo portato in Aula oggi rispetto a quanto si potrebbe fare per facilitare la vita delle nostre imprese e dei nostri cittadini.
È un po' simile a quanto è già stato detto stamattina da parte di chi ha introdotto l'ordinamentale della Prima Commissione.
L'articolo 1 riassegna i ruoli dell'Agenzia veneta per l'innovazione nel settore primario da un lato e della Regione dall'altro, in merito all'iter per il trasferimento dei beni dell'Azienda Veneto Agricoltura all'Agenzia veneta, modificando una legge che è addirittura del 2014. È un passaggio formale mirato a dare efficacia alla procedura di passaggio di beni e credo che, insomma, non ci sia niente da dire su questo punto.
Più interessante è la parte relativa ai distretti industriali. Qui si enuncia, in modo più flessibile, il comma relativo alla possibilità per la Regione di dare contributi ai distretti e alle reti innovative regionali, togliendo il riferimento al regime de minimis e introducendo l'espressione "nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato". Ci sta, assolutamente. Di fatto, non si cambia nulla nella sostanza, ma si lascia la porta aperta alla concessione di contributi alle reti innovative regionali e ai distretti che si spera arrivino, perché poi, alla fine, questa è la sostanza, andando oltre il limite massimo di 15.000 euro per soggetto giuridico che rappresenta i distretti e i 30.000 euro per i rappresentanti delle reti innovative regionali riconosciuti finora dall'articolo 10 della stessa legge n. 13 del 2014.
Parliamo della parte più strategica della nostra economia di oggi, ma soprattutto di domani. Infatti, le reti innovative sono parte della strategia di specializzazione intelligente RIS3, lo strumento che dal 2014 le Regioni e i Paesi membri dell'Unione europea devono adottare per individuare obiettivi, priorità e azioni in grado di massimizzare gli effetti degli investimenti in ricerca e innovazione, puntando a concentrare le risorse sugli ambiti di specializzazione caratteristici di ogni territorio in linea con gli obiettivi proposti dall'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: il Green Deal europeo, il Piano per la ripresa dell'Europa, il Next Generation EU, le iniziative nazionali correlate, il PNR, e anche quelle regionali, il Veneto verso il 2030, Veneto Sostenibile, e gli altri Piani relativi a questi settori.
Le reti innovative regionali sono 21, già riconosciute dalla Giunta, ciascuna delle quali si colloca in uno dei quattro ambiti di specializzazione individuati dalla Strategia di specializzazione intelligente del Veneto e sono: Smart Agrifood, Smart Manufacturing, Sustainable Living e Creative Industries. Sono 21 distretti che rappresentano la parte più dinamica della nostra economia. È importante che vengano sostenuti con tutti i mezzi possibili, anche quelli straordinari, qualora possano essere messi a disposizione in questo periodo di fortissima crisi e di fortissima incertezza.
Sembra, quindi, del tutto opportuno non limitare i trasferimenti al solo regolamento de minimis, che pone peraltro un limite a 200.000 euro in tre anni agli aiuti per il singolo gruppo industriale, ma aprire alla possibilità di concedere aiuti mediante altri regimi, anche di natura straordinaria. Ben venga, dunque, la ridefinizione della congruenza con la normativa sugli aiuti di Stato, ma è indispensabile trovare canali per indirizzare aiuti mirati a questi settori strategici.
C'è in Aula oggi l'assessore Marcato, mi fa piacere e spero che riceva questa sollecitazione per riuscire a individuare dove pescare dei fondi per sostenere questa riequilibratura dei mercati che giocoforza la pandemia prima e purtroppo adesso la condizione di grande emergenza dovuta alla guerra sta ponendo, sempre in coerenza con le strategie di sostenibilità identificate nei documenti programmatici.
Al Capo III, invece, c'è un altro tema relativo all'energia. È prevista una modifica della legge regionale 6 settembre del 1991, n. 24 , per semplificare le procedure autorizzative per le opere sulle linee e gli impianti elettrici fino a 30.000 volt. Anche questo è assolutamente ragionevole. Anzi, dal mio punto di vista è troppo cauto se guardato con gli occhi della necessità di adeguare le reti elettriche al nuovo paradigma che dobbiamo attuare per la neutralità climatica.
Sono investimenti indifferibili e urgenti, ad esempio, per realizzare le Comunità energetiche, di cui parleremo prossimamente in questo Consiglio, e per dare una nuova funzione alla rete di distribuzione, che diviene veicolo prioritario sia per la generazione, che per il consumo di energia, con la progressiva sostituzione dei combustibili fossili anche nel riscaldamento e nella mobilità. Questi investimenti devono essere fatti in modo tempestivo e, quindi, semplificare l'iter autorizzativo, come nel caso in oggetto, ma anche in altri che potremmo identificare, è un elemento chiave per la competitività del territorio.
Ci si è limitati ad un mero chiarimento normativo. Peccato, si poteva fare di più, eliminando lacci e lacciuoli alla realizzazione di questi lavori, che sono centrali per la sostenibilità della nostra economia e anche per la prosperità dell'attività delle nostre imprese.
Al Capo IV, relativo al commercio, si apre una leggera liberalizzazione per i punti vendita esclusiva della stampa, che sono normati dal decreto legislativo del 24 aprile 2001, n. 170. Se quella norma apriva a esercizi di tipo diverso, soprattutto alla grande distribuzione organizzata, la possibilità di vendere la stampa, ora, da buoni ultimi, dopo molte altre Regioni italiane, ad esempio la Liguria, le Marche e la Toscana, si cerca di ribilanciare, in una logica di liberalizzazione, consentendo ai punti di vendita esclusivi della stampa di vendere anche altri prodotti.
Sembra una cosa corretta, considerato il momento di fortissima crisi che vive la stampa e soprattutto che vivono i punti vendita della carta stampata quotidiana e periodica. Che possano vendere caramelle, confetti, gomme da masticare e simili, bibite preconfezionate non alcoliche sembra davvero il minimo. Abbiamo discusso se concedere loro di vendere pure i gelati confezionati, ma in Commissione poi si è preferito soprassedere.
Io ho presentato un emendamento che reintroduce questa possibilità, proprio nella logica di dire che stiamo parlando di alcune centinaia di piccolissime attività sul territorio che, in qualche maniera, stanno cercando una via per sopravvivere. Credo che lasciare loro una piccola possibilità in più non rappresenti nessuna minaccia alla concorrenza verso altri esercizi, ma possa dare, in qualche maniera, una possibilità in più. Per cui, mi auguro che l'emendamento che ho proposto possa essere accolto.
Esorto, infine, tutti i Consiglieri a lavorare, nell'arco dell'anno, per individuare, come anche suggerito dall'assessore Calzavara oggi, le semplificazioni normative che possano essere utili a semplificare la vita delle nostre imprese e di tutti i cittadini.
Con le disposizioni di adeguamento ordinamentale annuali possiamo operare in modo incisivo e invito tutti veramente a farlo, a pensarci per tempo, perché in qualche caso non è immediato immaginare, ma ricevere dal territorio le sollecitazioni e poterle trasformare poi in semplificazioni normative credo sia un lavoro grazie al quale otterremo la riconoscenza dei cittadini del Veneto.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola a Elena Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente solo per illustrare due proposte migliorative di emendamento a questo progetto di legge, di cui è già stato detto, appunto, in correlazione. Varie le questioni che potrebbero essere evidentemente migliorate, ma mi sono soffermata in particolare su due, tra l'altro prendendo spunto da alcune leggi di altre Regioni vicine alla nostra, come il Friuli o addirittura il Piemonte, quindi con una stessa maggioranza, più o meno, che guida queste Regioni, in particolare su due argomenti.
Parto da quello più semplice, che è il tema dei distretti industriali. I distretti industriali hanno bisogno sicuramente di un rinnovamento nella modalità con cui vengono definiti e costituiti. Però, perché non pensare che i distretti industriali non vengano costituiti solo geograficamente all'interno della nostra Regione, ma, come prevedono altre Regioni, possano essere distretti interregionali?
Faccio degli esempi: il Friuli, con l'articolo 54 della legge del 2015 o il Piemonte, che parla nello specifico dei distretti del cibo, tema di frontiera sui distretti industriali odierni e su cui il Veneto potrebbe giocare un ruolo diverso da quello che gioca oggi. Il cibo è un distretto industriale che, per sua natura, ma anche per la natura del prodotto che porta, ha bisogno anche di creare delle filiere interregionali. Pensiamo, ad esempio, alla vicina Emilia-Romagna o al vicino Friuli, ma non solo in questo. Mi ricordo quando ero bambina il mio papà lavorava in un distretto industriale che era quello del mobile, che stava nel pordenonese e lì al confine, a Motta di Livenza, il distretto industriale geograficamente andava tra il Veneto e il Friuli.
Tra l'altro, questo permetterebbe anche di lavorare in sinergia e di provare anche a raccogliere, eventualmente, dei fondi, in maniera interregionale, per promuovere questo tipo di distretti. È una modifica semplicissima, che io credo rientri ovviamente nell'ordinamentale, e spero sia così, visto che prima abbiamo fatto passare qualcosa che in qualche modo non pareva ordinamentale. È una proposta di innovazione all'interno di una norma che stiamo oggi rivedendo.
L'altro, più complicato, ma io credo addirittura più di impatto e importante, riguarda, invece, l'articolo 8. Perché c'è questa impossibilità oggi? Perché è subentrata una nuova norma nel 2016 che in qualche modo oggi, in questo ordinamentale, io propongo di adeguare e prendere in carico, cioè di mettere tra i criteri di premialità quello di favorire quelle imprese che sono dotate di attestazioni in materia di salute e sicurezza dei lavoratori, di cui all'articolo 95, comma 6, lettera a), di questa legge che vi ho citato, quella del 2016, che entra dopo l'approvazione della norma che oggi stiamo rivedendo, quella del 2014, quindi è un vero adeguamento normativo, anche aggiungendo la sostenibilità economica e ambientale, cioè premiare, all'interno della creazione delle reti d'impresa di cui prima parlavamo, il fatto che vengano premiate quelle aziende che sono a posto dal punto di vista della documentazione per la sicurezza e salute dei lavoratori, che viene richiesto da questa norma del 2016 e anche per quanto riguarda, nel loro lavoro, la tutela della sostenibilità economica ed ambientale.
Anche questo è un tema importantissimo, perché sappiamo e abbiamo discusso più volte in questo Consiglio regionale i dati degli incidenti sul lavoro relativamente a questa Regione. Ahimè, abbiamo una nomea e anche i dati dimostrano che non stiamo andando bene rispetto alla tutela della sicurezza dei lavoratori. Abbiamo uno SPISAL sottodimensionato e l'abbiamo detto più volte all'interno di questo Consiglio regionale. Porre l'occasione all'interno di questo ordinamentale per dire alle imprese che si mettono in rete, nelle reti e imprese innovative, di andare a scegliere con premialità proprio quelle che, invece, si adeguano al tema della sicurezza dei lavoratori, penso sarebbe un minimo passo, un giusto passo verso l'obiettivo più grande che ci siamo dati, di rafforzare gli SPISAL, quindi la sicurezza dei lavoratori.
Credo che sia il momento questo per fare un piccolo adeguamento normativo che va già in quella direzione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
L'assessore Marcato, stimolato sull'argomento, chiede di replicare. Prego.

Ass.re Roberto MARCATO

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
La collega Ostanel pone due questioni assolutamente interessanti, in particolare quella della rivisitazione dei confini geografici, chiamiamoli così, dei distretti. Credo che sia assolutamente condivisibile, anche perché il mondo nel frattempo è cambiato.
Mi permetto di far osservare che forse non è questo il luogo per definire una materia così complessa, che andrebbe approfondita. Serve una rivisitazione complessiva del tema. Per cui, dico già da subito che sono disponibile a un confronto su questo tema, perché, soprattutto a confine, è del tutto evidente che c'è una continuità produttiva che, per quanto riguarda gli imprenditori, non tiene conto dei confini geografici regionali. Non è giusto che non ci sia possibilità di dialogo fra realtà geografiche amministrative diverse, ma di fatto con una omogeneità di produzione assoluta.
Mi sembrerebbe riduttivo farlo con una norma nell'ordinamentale, però è un tema che va assolutamente affrontato nell'ottica che lei suggerisce.
Sull'altro emendamento, per quanto riguarda la parte ambientale, sono assolutamente d'accordo. Sull'altra parte no, perché questo è un Paese che ha già un sacco di declinazioni, di norme, di certificazioni. Sulla possibilità di mettere un altro appesantimento, francamente, soprattutto in questo momento, io sarei molto, molto cauto.
Per quanto riguarda la parte ambientale, sono assolutamente d'accordo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Ricordo che siamo in discussione generale sul PDL n. 114. C'è qualche altro intervento, colleghi? L'assessore Marcato è stato esaustivo.
Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale e passiamo all'articolato.
Scusatemi, c'è l'esame degli emendamenti.
Sospendiamo dieci minuti per l'esame degli emendamenti da parte dell'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione, in Sala del Leone.
La Seduta è sospesa alle ore 15.36
La Seduta riprende alle ore 15.54

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
Siamo sul progetto di legge 114. Chiedo se qualcuno mi trova il relatore. Molto bene.
Siamo sull'articolato. Iniziamo.
Colleghi, siamo sull'articolo 1.
Mettiamo in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso, dopo l'articolo 1, abbiamo gli emendamenti.
Emendamento n. A0001 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo x, aggiuntivo, che prevede:
Al progetto di legge regionale n. 114 "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di patrimonio, di distretti industriali, di energia e commercio" è aggiunto il seguente articolo:
"Articolo x – Modifiche all'articolo 3 della legge regionale 30 maggio 2014, n. 13 "Disciplina dei distretti industriali, delle reti innovative regionali e delle aggregazioni di imprese".
1. All'articolo 3 della legge regionale 30 maggio 2014, n. 13 , è aggiunto il seguente comma:
X. L'area distrettuale può essere definita anche su base interregionale, previo accordo con le Regioni interessate.".
Parere del relatore contrario.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
L'emendamento sulla sicurezza del lavoro credo sia importantissimo. Tra l'altro, avevo dato la mia disponibilità a poterlo modificare, mettendo che solo la capofila della rete d'impresa doveva avere quella certificazione, se il problema era che richiesta riguardasse troppi soggetti. Ricordiamo anche che è una premialità; è una possibilità in più che viene data a una rete d'impresa nel momento in cui c'è questa premialità.
Quindi, in qualche modo, la giustificazione che prima ho sentito dall'assessore Marcato non mi soddisfa, perché il tema vero è iniziare, anche nei nostri ordinamentali, a prevedere, una per una, una serie di norme che permettano di arrivare a una reale tutela della sicurezza dei lavoratori all'interno delle nostre imprese.
Mi dispiace molto che ci sia un parere negativo e penso che la motivazione sia più politica che tecnica.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0001.
Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento n. A0002, presentato dalla consigliera Ostanel.
L'emendamento è ritirato.
Quindi, siamo all'articolo 2.
Mettiamo in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Sull'articolo 4 c'è l'emendamento n. A0003 presentato dal correlatore Lorenzoni, Capo IV, articolo 4, comma 5, modificativo, che prevede:
All'articolo 4, comma 5, le parole "gomme da masticare e simili" sono sostituite dalle parole "gomme da masticare, gelati confezionati e simili".
Parere favorevole del relatore.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie.
Solo per ringraziare il Presidente della Commissione. È una piccola cosa, però penso sia un segnale di incoraggiamento verso chi gestisce delle attività che sono in fortissima crisi. Pur essendo una cosa piccola, ringrazio anche gli uffici che si sono spesi per trovare la modalità di poterlo accettare. Se riusciamo a dare un segnale di speranza, penso che facciamo una cosa buona.
Grazie.

PRESIDENTE

Molto bene.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0003. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 4, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo alla votazione finale del PDL n. 114.
Se non ci sono dichiarazioni di voto finali, mettiamo in votazione il Progetto di legge n. 114 nel suo complesso, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
La collega Guarda, protagonista delle prossime mozioni, non è presente e ci ha chiesto di rinviarle alla prossima seduta.
Quindi, interromperei qui la seduta, però ho una comunicazione di servizio. Invito anche chi è in ufficio a scendere in buvette per un momento di convivialità.
Chiudo qui la seduta. Ci rivediamo martedì prossimo.
La Seduta termina alle ore 16.03
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 53 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 53
MARTEDì 8 MARZO 2022


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 53a seduta pubblica – martedì 8 marzo 2022
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 106 del 23 novembre 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 3391 del 3 marzo 2022.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.36 e rinvia i lavori.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

La seduta è sospesa alle ore 10.36.

La seduta riprende alle ore 11.04.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali delle sedute pubbliche n. 50 di martedì 22 febbraio 2022, n. 51 di mercoledì 23 febbraio 2022 e n. 52 di mercoledì 2 marzo 2022.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che il Presidente della Giunta regionale Zaia è in congedo.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla convocazione, è dato per letto.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


Punto n. 5.2) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "A tre anni di distanza da Vaia: quali le azioni e risultati ottenuti dalla Regione del Veneto anche ai fini del contenimento del bostrico?" (Interrogazione a risposta scritta n. 136)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

Punto n. 5.7) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Venturini e Bozza relativa a "La Giunta regionale intende promuovere presso gli enti competenti l'urgente realizzazione del prolungamento della S.R.10var da Carceri (PD) a Legnago (VR)?" (Interrogazione a risposta scritta n. 170)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di affari istituzionali, enti e società regionali, cooperazione internazionale e di valorizzazione o alienazione del patrimonio immobiliare". (Progetto di legge n. 111) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 6/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere, Cecchetto (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti presentati scade in 10 minuti.

In discussione generale intervengono l'assessore Calzavara, i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde), Zottis (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Camani (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto) e l'assessore Calzavara.

Il PRESIDENTE, chiusa la discussione generale, sospende la seduta per consentire alla Prima commissione di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 12.21.

La seduta riprende alle ore 12.47.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Gli articoli 1, 2 e 3 ,posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. B1 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 4.

Sull'emendamento n. B2 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B2 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 5.

Gli articoli 4, 5 e 6 ,posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 6, 7 e 8.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) per fatto personale.

La seduta è sospesa alle ore 13.22.

La seduta riprende alle ore 13.23.

Gli articoli 7, 8, 9, 10, 11 e 12 ,posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 9, 10, 11, 12, 13 e 14.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Guarda (Europa Verde) e Baldin (Movimento 5 Stelle).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

La seduta è sospesa alle ore 13.45.

La seduta riprende alle ore 15.12.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di patrimonio, di distretti industriali, di energia, di commercio e di bonifica". (Progetto di legge n. 114) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 7/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri, Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare, e Lorenzoni (Gruppo Misto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e l'assessore Marcato.

Il PRESIDENTE, chiusa la discussione generale, sospende la seduta per consentire alla Terza commissione di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 15.36.

La seduta riprende alle ore 15.54.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'articolo 1 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. A1 aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE comunica il ritiro dell'emendamento n. A2.

Gli articoli 2 e 3 , posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. A3 all'articolo 4, illustrato dal consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 5, 6 e 7 ,posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 16.03.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca








LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI







N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo