ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 15/03/2022 n. 54

Resoconto n. 54 - 11^ legislatura
Resoconto 54 a Seduta pubblica
Martedì, 15 marzo 2022
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.36

PRESIDENTE

I lavori inizieranno alle 10.50.
La Seduta è sospesa alle ore 10.36
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
La Seduta riprende alle ore 11.09

PRESIDENTE

Buongiorno a tutti, colleghi.
Diamo inizio alla 54a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 0003815 del 10 marzo 2022 come integrato con nota prot. n.4003 del 14 marzo 2022.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Marco ANDREOLI
Stefano GIACOMIN
I congedi sono concessi.
Abbiamo una collega che partecipa da remoto.
Invito tutti a registrare anche la presenza sull'applicazione Concilium.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Iniziamo dalle interrogazioni.
Abbiamo la n. 78, della collega Anna Maria Bigon.

Interrogazione a risposta immediata n. 78 del 12 febbraio 2021 presentata dai consiglieri Bigon, Zanoni e Zottis relativa a "EMERGENZA CORONAVIRUS E SOSPENSIONE DELL'ATTIVITÀ DEL PUNTO DI PRIMO INTERVENTO DELL'OSPEDALE SAN BIAGIO DI BOVOLONE: SONO STATI FISSATI TEMPI CERTI PER LA RIAPERTURA?"

PRESIDENTE

Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

È una situazione molto pesante per il territorio veronese, soprattutto per il sud della Provincia di Verona, perché di fatto manca l'accesso al punto di primo intervento del San Biagio di Bovolone. È stato riaperto solo per un periodo molto breve, tra l'altro non un'apertura 24 ore su 24, ma solo un'apertura temporanea ‒ dicevano ‒ di 12 ore, per poi essere completamente chiuso. C'era l'emergenza del Coronavirus per quanto riguarda il personale, questa era stata la giustificazione della momentanea chiusura.
Chiediamo l'apertura immediata, perché, di fatto, c'è un appesantimento anche degli accessi all'ospedale di Legnago, che è l'unica struttura al momento presente nel sud della Provincia di Verona. Pertanto, chiedevamo i tempi per l'apertura del punto di primo intervento.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde l'assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Com'è ormai noto, l'emergenza di SARS-CoV-2 ha imposto la riorganizzazione dell'assistenza sanitaria sia per la ridistribuzione degli spazi che delle risorse umane. In particolare, a seguito dell'attivazione dei Covid hospital e dell'apertura dei punti tampone Covid, il personale sanitario è stato concentrato in tali strutture sanitarie, riducendo necessariamente l'attività delle altre.
Per quanto riguarda il punto di primo intervento di Bovolone, va precisato che nei mesi di settembre e ottobre 2021 il servizio è stato mantenuto attivo per 12 ore al giorno, per un totale di 84 ore a settimana, nel corso delle quali è stata garantita la compresenza di un medico, due infermieri e un OSS.
Secondo quanto dichiarato dal direttore generale dell'Azienda sanitaria, nel periodo in questione sono stati registrati 1.147 accessi, di cui 885 classificati come codici bianchi, pari al 77,16% degli accessi, 108 in codice verde, pari al 9,42%, e 154 codici gialli, pari al 13,43%. L'86,5% degli accessi di codici bianchi e verdi hanno riguardato trattamenti ambulatoriali.
Al fine di mantenere un servizio attivo sul territorio, l'Azienda sanitaria ha aperto un ambulatorio infermieristico a gestione distrettuale, in grado di fornire alla cittadinanza un punto di ascolto sanitario per facilitare l'orientamento e l'accessibilità al servizio, favorendo, nel contempo, la presa in carico del paziente da parte dei professionisti e delle strutture impegnate nel territorio (medici di medicina generale, distretti sanitari, servizi domiciliari).
L'ambulatorio infermieristico si è posto come soluzione complementare al medico di famiglia per la valutazione dei bisogni degli assistiti, l'effettuazione dei trattamenti e il riconoscimento dei fattori di rischio legati a specifiche malattie ed ha sensibilizzato la popolazione verso i programmi di prevenzione ed educazione sanitaria.
Tra le ulteriori iniziative adottate dall'ULSS 9 Scaligera per limitare i possibili disagi alla popolazione, vanno annoverate anche le quattro procedure concorsuali indette tra l'anno 2020 e l'anno 2021 ed espletate da Azienda Zero, che tuttavia non sono riuscite a coprire tutti i posti vacanti. Per cui, nel mese di febbraio 2022 è stato bandito un ulteriore concorso per il recepimento di 15 professionisti per l'Azienda Scaligera, che potrebbe coprire le unità carenti di personale.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore, per la risposta.
Chiedo la copia della risposta, però non sono assolutamente soddisfatta. Sappiamo perfettamente che c'è una necessità all'interno di quel territorio di un accesso di primo intervento di medici. Non possiamo sostituire la necessità di questi accessi con un ambulatorio infermieristico. C'è una carenza di medici, soprattutto nella provincia di Verona, molto elevata. È evidente che abbiamo anche codici bianchi e codici verdi, per cui nulla di nuovo, se non la necessità di una riapertura immediata.
Noi non possiamo lasciare sprovvisto di servizi un territorio, un bacino così ampio, vedendo quello che sta succedendo nelle strutture ad esempio di Legnago, dove non riescono nemmeno a far fronte agli accessi al pronto soccorso, perché al San Biagio di Bovolone c'erano 50-60 accessi giornalieri.
Noi dobbiamo riaprirlo, perché o l'uno o l'altro: o troviamo dei medici oppure apriamo quantomeno questi punti di primo intervento, che tra l'altro erano necessari anche quando c'erano i medici di medicina generale.
Ecco, noi auspichiamo che ci sia un'apertura davvero veloce e concorsi che possano fare in modo di avere dei dipendenti molto velocemente. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo all'interrogazione successiva, la n. 197, sempre della collega Bigon.

Interrogazione a risposta immediata n. 197 del 29 settembre 2021 presentata dalla consigliera Bigon relativa a "PRONTO SOCCORSO DEGLI OSPEDALI BORGO TRENTO E BORGO ROMA DI VERONA CONGESTIONATI: COSA INTENDE FARE LA GIUNTA REGIONALE PER EVITARE QUESTI DISAGI AI CITTADINI?"

PRESIDENTE

Prego, collega Bigon. Si prenoti, per cortesia.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa era un'interrogazione presentata il 29 settembre 2021, quando effettivamente la situazione era completamente diversa da quella che vediamo oggi. Nell'ospedale, all'epoca, di Borgo Trento c'erano tanti pazienti in pronto soccorso e una carenza (di cui ho detto anche prima), che nel veronese è molto molto marcata, dei medici di base.
Pertanto, noi chiedevamo cosa intendesse fare la Regione per far fronte a questa situazione. È vero che non siamo più nell'emergenza, ma l'attualità per la Provincia e per l'ULSS 9 è sicuramente quella carenza di medici che abbiamo tutt'oggi, anzi è molto aumentata. Grazie.

PRESIDENTE

Per la risposta, l'assessore Lanzarin. Prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Secondo quanto affermato dalla Direzione generale dell'Azienda sanitaria, le unità operative complesse accettazione e pronto soccorso di Borgo Trento e di Borgo Roma accolgono circa il 50% dei pazienti provenienti dal servizio 118 di tutta la Provincia di Verona e in particolare il 68-70% degli stessi si concentra sul pronto soccorso di Borgo Trento.
Inoltre, solo un terzo dei pazienti è accedente al pronto soccorso tramite ambulanza, mentre la maggioranza degli accessi avviene con mezzi propri, incrementando la richiesta di assistenza.
Va ricordato che la struttura di Borgo Trento è stata classificata dalla Regione quale centro hub di secondo livello e, in quanto tale, deve accogliere anche le casistiche più complesse in ragione della presenza di due specializzazioni e dell'utilizzo di tecnologie innovative del presidio ospedaliero.
Ciò premesso, nelle giornate dal 13 al 17 settembre 2021 vi è stato un aumento dell'affluenza nel pronto soccorso e un incremento dei ricoveri pari al 15% rispetto alle settimane precedenti, in parte riconducibili all'accesso di pazienti con traumi. Nei giorni immediatamente successivi, per fronteggiare la situazione la Direzione aziendale ha disposto la riattivazione di 15 posti letto della Sezione Decisione clinica che erano stati temporaneamente sospesi a causa dell'emergenza SARS-CoV-2.
Tale Sezione si trova in un'area adiacente al pronto soccorso dell'ospedale Borgo Trento ed è dedicata alla presa in carico dei pazienti che, dopo l'accesso e una valutazione in sede di triage, necessitano di cure per un periodo di tempo stimato tra le 24 e le 72 ore.
La Sezione Decisione clinica consente, infatti, di valutare in tempi brevi le condizioni del malato, stabilizzarlo, avviare la terapia appropriata e programmare le dimissioni a seguito di una valutazione multidisciplinare, migliorando l'appropriatezza delle cure e decongestionando il pronto soccorso.
La riattivazione di questi posti letto è stata tempestivamente resa nota alla popolazione tramite gli organi di stampa e contestualmente i pazienti sono stati invitati a verificare, tramite l'app Info pronto soccorso, la situazione in tempo reale di ciascun PS per poter valutare e scegliere quello con minor tempi di attesa.
In aggiunta alle soluzioni adottate dall'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, la Regione è intervenuta approvando, con delibera del 15 febbraio 2022, il Piano regionale di individuazione delle case di comunità e contestuale aggiornamento delle schede di dotazione degli ospedali di comunità che saranno realizzati con i finanziamenti europei Next Generation.
Infatti, la realizzazione delle case di comunità consentirà ai malati fragili e cronici di accedere a strutture dotate di team multidisciplinari con medici di medicina generale, pediatri, specialisti, infermieri, assistenti sociali, beneficiando dei vari servizi sanitari senza dover accedere a strutture ospedaliere.
Saranno, quindi, potenziati i servizi domiciliari rivolti a soggetti con età superiore ai 65 anni, con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti, mediante l'adozione di un modello condiviso uniforme e un'erogazione delle cure domiciliari e l'ausilio di nuove tecnologie, come la telemedicina, in modo da rilevare i dati clinici dei pazienti in tempo reale e a distanza.
Nel territorio veronese, in particolare, sono state previste 19 case di comunità e un incremento rispetto all'attuale programmazione di 24 posti letto per gli ospedali di comunità in grado di migliorare l'offerta sanitaria del territorio.
Aggiungo che stiamo monitorando la situazione per quanto riguarda il pronto soccorso di Borgo Trento, che sappiamo ha un accesso molto forte di pazienti e quindi ci sono delle punte, come veniva citato nell'interrogazione che ho appena letto, in modo da garantire il servizio migliore.
È chiaro che durante la fase Covid – quindi adesso questi problemi sono anche in parte superati – la difficoltà era quella dei ricoveri nei reparti ospedalieri e quindi di una congestione dei Pronto soccorso, anche con lunghe liste d'attesa dei pazienti, dei degenti che poi dovevano essere ricoverati.
Oggi la situazione è comunque migliorata e migliorerà ancora di più con la programmazione che ho citato, rispetto alle case di comunità che saranno operative h24, quindi diventeranno un presidio di primo intervento e di collegamento tra la parte ospedaliera e la parte territoriale, ma sicuramente anche con la situazione pandemica migliorata, che ci permetterà anche di gestire in maniera diversa, più serena e più tranquilla, gli accessi e anche i ricoveri nei vari reparti.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Bigon, per la replica. Faccia richiesta di parola, grazie.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Intanto ringrazio l'Assessore per la risposta, anche molto elaborata nel dettaglio, e chiedo se posso averne copia.
Il problema è che noi possiamo programmare e sicuramente le case della comunità potranno essere una risposta importante, ma certo è che manca nel Veneto il personale. Pertanto, se non troviamo una soluzione immediata, credo che avremo delle strutture con altrettante difficoltà, quindi non limiteremo gli accessi nei Pronto soccorso degli ospedali, ma rischieremo di accentuare le problematiche, perché in uscita sono previsti tanti medici nei prossimi anni, in vista anche della realizzazione delle case della comunità.
Bisogna far fronte a questo problema enorme che abbiamo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo all'interrogazione successiva, la n. 215, della collega Baldin "Infermieri autisti al pronto soccorso dell'ospedale di Bassano: è una scelta opportuna?".
La collega Baldin non è collegata, quindi rinviamo l'interrogazione alla prossima seduta del Consiglio.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2022 IN MATERIA DI GRANDI EVENTI E DI POLITICHE DEL LAVORO". (PROGETTO DI LEGGE N. 112) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 8/2022)

Relazione della SESTA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cavinato.
Correlatrice: Consigliera Camani.

PRESIDENTE

Passiamo al successivo punto all'ordine del giorno: Progetto di legge n. 112.
Do la parola alla relatrice, la collega Cavinato.
Collega, cortesemente, faccia richiesta di parola. Grazie.

Elisa CAVINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Presidente, colleghi Consiglieri, il presente disegno di legge propone anche per l'anno 2022 l'approvazione di norme finalizzate alla semplificazione, manutenzione o adeguamento dell'ordinamento regionale vigente, prive di impatto sul bilancio dello stesso, raggruppate per settori omogenei di materie, a seconda della competenza delle singole Commissioni consiliari permanenti.
Nello specifico, il testo del disegno di legge interviene in materia di grandi eventi e di politiche del lavoro. Si compone di due articoli, accompagnati da una breve relazione che esplicita le motivazioni della proposta normativa, con indicazione dell'area e della struttura regionale di riferimento. Il testo si conclude con le disposizioni transitorie e finali.
In sintesi, l'articolo 1 modifica l'articolo 18 della legge di stabilità regionale 2016, concernente le modalità di approvazione del Programma regionale per la promozione dei grandi eventi, semplificando le procedure attualmente previste che non tengono conto delle tempistiche procedimentali, che hanno come effetto, molto spesso, di non consentire l'approvazione delle richieste di inserimento di grandi eventi nella programmazione regionale prima che il grande evento si realizzi.
Per tali motivi, si intende apportare alla norma in questione alcune modifiche di semplificazione che consentano di accelerare il procedimento finalizzato all'inserimento di grandi eventi nella programmazione regionale, pur mantenendo in capo alla Commissione consiliare competente la possibilità di esprimersi in ordine alle modalità procedurali e ai criteri puntuali per il riconoscimento e il conseguente finanziamento del singolo evento.
Con l'articolo 2 si propone una modifica all'articolo 12 della legge regionale 13 marzo 2009, n. 3 "Disposizioni in materia di occupazione e mercato del lavoro", che disciplina la composizione dell'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro. L'attuale norma prevede che l'Osservatorio regionale sia supportato da un Comitato tecnico-scientifico, presieduto da un docente universitario competente in materia di politiche del lavoro, designato dalla Giunta regionale.
Considerate alcune criticità riscontrate nell'applicazione della norma e, in particolare, l'assenza di candidature negli ultimi avvisi pubblicati, con la modifica proposta si prevede di far presiedere il Comitato tecnico-scientifico dal Direttore di Veneto Lavoro. La modifica proposta consente di superare le criticità riscontrate, garantendo la continuità al lavoro del Comitato, senza compromettere il livello di competenza e di equanimità, sia per esperienza in materia della figura proposta sia per la presenza di quattro membri esperti su sei del Comitato, nominati dalla Commissione regionale per la concertazione tra le parti sociali.
Chiudono il testo normativo due disposizioni finali. La prima contiene la clausola di neutralità finanziaria, con cui si dà atto che all'attuazione della legge si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione del Veneto. La seconda norma prevede che l'entrata in vigore della legge avvenga il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie, collega Cavinato.
Do la parola alla correlatrice Camani. Prego, Consigliera.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È davvero complicato tentare di svolgere il lavoro che dobbiamo fare, cioè relazionare rispetto ad una proposta di legge che, sostanzialmente, si articola soltanto in due punti, perché gli altri sono, come è noto, articoli di coordinamento. Lo dico perché ogni anno ci costringete a fare questi passaggi e a occupare l'attività legislativa dell'Aula per quei provvedimenti che voi definite di adeguamento ordinamentale e di semplificazione.
Ora, la settimana scorsa abbiamo approvato il cosiddetto ordinamentale di competenza della Prima Commissione. Vi abbiamo fatto notare come in quell'occasione dentro a quel provvedimento non erano contenute enorme che incidessero direttamente nella vita delle persone e delle imprese. La risposta che anche l'assessore Calzavara ci aveva dato in quella sede era collegata alla natura delle materie che sono di competenza della Prima Commissione e dunque che tradizionalmente afferiscono più prettamente l'attività e l'organizzazione della macchina amministrativa regionale.
Ci saremmo dunque aspettati che gli altri ordinamentali avessero, invece, un portato diverso, in una fase così complicata, dove le imprese e i cittadini devono fare i conti già con delle complicazioni nella loro vita personale e lavorativa quotidiana; ci saremmo aspettati che gli ordinamentali successivi avrebbero potuto avere dei contenuti un po' più attinenti alla vita delle persone.
E arriva, dunque, il cosiddetto ordinamentale della Sesta Commissione, turismo, cultura, sport, politiche giovanili, lavoro. Qui sì che ci sarebbe tanto da fare e tanto da dire, in una fase in cui banalmente i cittadini e le imprese devono fare i conti con l'aumento dei prezzi in maniera incontrollata e con le conseguenze della crisi pandemica. Invece ci presentate un ordinamentale composto da due articoli che, in realtà, l'unica cosa che vanno a semplificare è il vostro lavoro. L'unica cosa, anche in questo caso, su cui interveniamo è come facilitare il lavoro della macchina amministrativa, senza che questo produca alcun tipo di impatto rispetto alla vita reale, a quella che è fuori da questa bolla nella quale evidentemente sia voi che la Giunta siete immersi.
Brevemente, l'articolo 1 riguarda l'unico intervento di natura ordinamentale che ci proponete in ambito turistico. In una fase in cui il comparto turistico è stato sotto scacco della pandemia per due anni e oggi, alla vigilia di una ipotetica ripresa, è nuovamente sotto scacco a causa degli scenari di guerra che inevitabilmente impatteranno, ancora una volta in maniera prioritaria, sui flussi turistici, voi, per semplificare la vita delle imprese turistiche, pensate che ciò che serve sia, in realtà, semplificare la vita della Giunta nella definizione del calendario dei grandi eventi.
Spero si colga la distonia profonda che esiste tra l'attività legislativa che la Giunta propone al Consiglio e il mondo che c'è fuori da questo Palazzo.
Nel merito della proposta all'articolo 1 non c'è nulla da dire, nel senso che, anzi, a me sembra persino più coerente con l'impostazione della divisione dei compiti, che effettivamente può assegnare al Consiglio regionale il compito di esprimere un parere sui criteri, sulle modalità, e lasciare poi alla Giunta, ai tecnici della Giunta, ai dirigenti, la definizione specifica, la scelta precisa dei progetti. Quindi, nulla da dire, ma mi chiedo se fosse necessario, in questo momento complicato, una legge per precisare questa modifica del lavoro degli uffici, che peraltro era già stata assunta da una delibera di Giunta esattamente un anno fa.
Il secondo articolo, invece, è l'esempio di come voi affrontate – prima abbiamo parlato del turismo – in questa fase, quindi nel marzo del 2022, le urgenze del mondo del lavoro. In questo caso si pone una questione. Lascio perdere, ovviamente, le valutazioni di carattere generale, che valgono per il turismo come per il mercato del lavoro, ma in riferimento al mercato del lavoro, alla semplificazione e agli interventi legislativi che possono in qualche modo sostenere i cittadini in questa fase la vostra preoccupazione riguarda il Comitato tecnico-scientifico che, a norma di legge, dovrebbe supportare l'Osservatorio del mercato del lavoro del Veneto.
Per come avete impostato le politiche del lavoro in questa Regione, Veneto Lavoro fa esattamente tutto. È un ente strumentale che dipende direttamente dalla Giunta, al quale di fatto sono demandate tutte le scelte politiche in ambito lavoro.
Ovviamente, capirete anche voi che è un ente che lavora bene, che ha delle deleghe molto importanti, che amplia, anno dopo anno, la sfera della propria attività, guidato da un Assessore che fa questo mestiere non so da quanti decenni, da quanti lustri. Ho come l'impressione che ogni tanto tra l'Assessore al lavoro e la struttura di Veneto Lavoro, più che crearsi quel meccanismo positivo di collaborazione ci sia quasi una sovrapposizione, mettiamola così.
La settimana scorsa abbiamo discusso se fosse opportuno, per esempio, prolungare di due mandati la Presidenza degli Enti strumentali della Regione. L'assessore Donazzan fa questo mestiere da non so quanti lustri, a proposito di quando poi l'esercizio del potere si trasforma o rischia di trasformarsi in occupazione delle Istituzioni, ed è un po' questo il caso. Lo dico perché con l'assessore Donazzan, quanto alle possibilità che noi abbiamo di discutere, di proporre miglioramenti organizzativi alle attività di Veneto Lavoro, non si discute. Decide tutto la Donazzan, come fosse casa sua – e del resto ci si è accasata, ripeto, da diversi anni – e utilizza tutti gli strumenti che ha per fare esattamente ciò che vuole, in un atteggiamento assolutamente non dialogante con chi vuole proporre qualcosa di diverso. Ed è quello che è avvenuto esattamente con questo articolo.
Dicevamo che l'Osservatorio del mercato del lavoro del Veneto è previsto dalla legge istitutiva di Veneto Lavoro e avrebbe la funzione di studiare, di monitorare, di osservare ciò che accade nel mondo del lavoro in questa Regione, approfondendo l'evoluzione delle dinamiche, dei flussi, cercando di valutare quali sono gli impatti effettivi ‒ non l'output, cioè non il prodotto, ma gli impatti effettivi ‒ che hanno le politiche del lavoro adottate dalla Regione. Per fare questa attività era previsto dalla legge che fosse supportato da un Comitato tecnico-scientifico composto da esperti. Ovviamente l'Osservatorio è composto da membri che rappresentano le parti sociali, dunque che rappresentano per definizione un pezzo di interesse, le organizzazioni sindacali, le organizzazioni datoriali, la Regione, quindi le Istituzioni. L'Osservatorio, come assemblea che rappresenta pezzi della società, è dunque per definizione un luogo di confronto, anche molto politico.
Giustamente il legislatore si era posto la necessità di supportare, di affiancare alla concertazione di natura più politica, che avviene dentro l'Osservatorio, un organismo più tecnico, scientifico appunto, che avrebbe dovuto, in maniera totalmente indipendente, supportare l'attività dell'Osservatorio e offrire un punto di vista, appunto, scientifico, autonomo, indipendente rispetto alla sintesi politica che avrebbe dovuto essere compiuta dall'Osservatorio, seppur sotto l'egida decennale dell'assessora Donazzan. Tanto che il Comitato tecnico-scientifico – dice la legge – deve essere presieduto da un professore che abbia una certa capacità e conoscenza nell'ambito delle politiche del lavoro.
La semplificazione che ci proponete in cosa consiste? Siccome non c'è nessun professore esperto di materie di politiche del lavoro disposto a fare a costo zero il Presidente del Comitato tecnico-scientifico – può essere, non contesto questa affermazione, non contesto il fatto, contesto ovviamente la soluzione, che secondo voi semplifica, che ci avete proposto – siccome non troviamo il professore esperto disponibile, cambiamo il soggetto a cui assegnare la Presidenza del Comitato tecnico-scientifico. E fin qua vi seguo. Dov'è che non seguo più l'assessora Donazzan? Quando per la Presidenza del Comitato tecnico-scientifico, ripeto, organismo autonomo, indipendente, che dovrebbe offrire un punto di vista tecnico all'Osservatorio, l'assessora Donazzan, proprio per questa ansia da controllo totale che deve esercitare continuamente su Veneto Lavoro, cosa propone? Al posto del professore di chiara fama esperto di politiche del lavoro, a capo del Comitato tecnico-scientifico mettiamo il Direttore di Veneto Lavoro, cioè dell'ente che dovrebbe recepire i suggerimenti che il Comitato tecnico-scientifico, tramite l'Osservatorio, dovrebbe produrre: cioè il controllore e il controllato, il proponente e l'accogliente va a finire che coincidono.
È fisiologico che il Direttore di Veneto Lavoro, come Presidente del Comitato tecnico-scientifico, non avrà alcuna intenzione, alcuna capacità, alcun interesse ad avanzare proposte, idee, approfondimenti che non siano in linea con ciò che da Direttore di Veneto Lavoro decide.
Capite bene che questa è una semplificazione che non va intesa come "facciamo prima", non è da intendersi come "facciamo più veloce"; è una semplificazione che ha la finalità di azzerare il dibattito, di azzerare il confronto; è una semplificazione finalizzata a volervi dire che avete sempre ragione, se chi deve offrire un contributo coincide con la persona che quel contributo lo dovrebbe raccogliere.
Siccome avevamo proposto anche in Commissione alcune soluzioni che ci sembravano un po' più di buonsenso, non da ultima quella che banalmente fosse il Comitato tecnico scientifico al suo interno a scegliere liberamente a chi assegnare la Presidenza, e siccome anche su questa proposta ci è stato detto di no, perché ovviamente non è funzionale alla necessità da parte dell'Assessore di controllare non solo ciò che fa l'ente strumentale, ma anche ciò che fa l'elaborazione scientifica prodotta dal Comitato a questa finalità preposto, appare evidente che è complicato confrontarsi in questi termini con voi.
Ecco perché, e chiudo, questo provvedimento è composto da soli due articoli, il primo a mio avviso totalmente insufficiente rispetto alle emergenze che il comparto turistico oggi più di ieri pone rispetto al tema della semplificazione, il secondo, quello che riguarda Veneto Lavoro, che è paradigmatico di una modalità che questa Giunta ha di interpretare la funzione istituzionale, che è l'occupazione delle poltrone, la volontà di occupare le Istituzioni in maniera assolutamente indiscutibile. Poco altro c'è.
Ribadiamo che è un provvedimento assolutamente al di sotto delle aspettative non tanto dei Consiglieri di minoranza, quanto del mondo che c'è fuori da questo palazzo, e per questa ragione ancora una volta saremo costretti a registrare l'insufficienza dei vostri provvedimenti con un voto di astensione.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Scatto. Prego.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione per rilevare quanto ultimamente mi pare di capire emerga dalle controrelazioni della consigliera Camani, e cioè una sorta di spauracchio, una sorta di demone rappresentato da Veneto Lavoro. Una volta al liceo si diceva, per prendere un po' in giro i professori, che "repetita iuvant", consigliera Camani, e aggiungo io in gergo "sed stufant". Veneto Lavoro è un ente strumentale, e "strumentale" vuol dire eseguito con mezzi adeguati. Stiamo parlando di un Osservatorio, quindi non di un qualcosa che vada ad incidere sulle politiche del mondo del lavoro.
Non per difendere l'assessore Donazzan, che sicuramente è in grado di farlo da sola, ma se dopo tanti anni l'assessore Donazzan riveste ancora questo ruolo evidentemente c'è chi ha ritenuto di darle fiducia, pertanto credo che non ci sia motivo di dubitare della serietà e del fatto che non stiamo parlando di semplice occupazione di poltrone, affermazione che lascia il tempo che trova. Insomma, cerchiamo di andare un po' oltre.
Lei fa riferimento al fatto che, relativamente alla crisi che sta pervadendo anche il mondo del turismo, noi siamo riusciti a partorire semplicemente un topolino, ma credo che anche questo, invece, leggendolo da un'altra posizione, significhi che siamo sicuri che siamo sulla buona strada e che anche le politiche che riguardano il turismo portano ad un effetto sicuramente concreto, anche se il momento che stiamo vivendo non si può certo definire facile e sicuramente, Covid a parte, gli ultimi eventi mondiali neppure prevedibili. Quindi, come abbiamo fatto e come abbiamo cercato di far fronte una volta, lo faremo anche questa volta.
Non c'è l'idea di essere fermi. Semplicemente con questo PDL si è cercato, comunque, di non paralizzare l'azione amministrativa e si è ritenuto che questi interventi fossero di per sé sufficienti. Evidentemente, in questo momento non possiamo risolvere tutti i problemi dell'umanità. In ogni caso, siamo sempre e comunque aperti a quelli che possono essere dei suggerimenti, anche perché sono convinta che questa sia una situazione in estrema evoluzione, che dovrà vedere questo Consiglio assolutamente sempre molto attento.
Mi viene certamente difficile pensare che l'attenzione, anche da parte vostra, si configuri con accuse che ovviamente non posso condividere e che francamente risultano anche oltremodo pesanti. Evidentemente, se non si è trovato un professore, un accademico che potesse assumere questo incarico, è chiaro che l'ente che sembrava più idoneo per questo incarico non potesse essere altro che Veneto Lavoro.
Qui mi fermo. Penso di essere stata abbastanza chiara. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Guarda. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intanto auguro a tutti quanti i Consiglieri buon lavoro. Ringrazio le relatrici per aver introdotto questa discussione, che io vorrei approfondire rispetto ad un accenno alla paura che prima faceva anche la Presidente della Commissione, Francesca Scatto. In realtà, la paura io qui la intendo e la noto in questo progetto di legge, in realtà, da parte della Giunta nei confronti del Consiglio regionale.
Del resto, se vogliamo analizzare ed entrare nello specifico dell'articolo 1, quindi nell'aspetto che vuole semplificare il processo di approvazione dei grandi eventi promossi dalla Regione del Veneto, la semplificazione avviene ‒ adesso io non so quale paura si possa avere del Consiglio regionale o quanto vi abbia rallentato realmente il Consiglio regionale in questo ‒ togliendo al Consiglio regionale la possibilità di confrontarsi e di dare il proprio parere rispetto a quanto deciso dalla Giunta in merito ai singoli grandi eventi che vengono proposti. Quindi, se la semplificazione è ridurre il tempo di passaggio in Consiglio regionale, Ente eletto dai cittadini del Veneto e di cui voi siete rappresentanti, non soltanto la minoranza, togliendo la possibilità di analizzare, prima delle decisioni ufficiali e poi pubblicate, le scelte della Giunta, io mi domando di che cosa si abbia paura. Tanto che, in realtà, qui di semplificazione – detto tra di noi –, di riduzione dei tempi non è che si assista a chissà quale grande miglioramento. Anche perché viene aggiunto un passaggio in Commissione, che è quello, appunto, per la fissazione dei criteri, una cosa assolutamente accoglibile, che però non giustifica il perché si trasporti il tempo di analisi da parte della Commissione da essere nel momento in cui si deve decidere dove andare a spendere i fondi, dove andare ad investire e quali grandi eventi promuovere alla parte, invece, dei criteri prima.
Io ritengo che questo Consiglio regionale abbia tutto il diritto di poter concertare, dando valore al proprio ruolo, non soltanto la fase precedente alla definizione di quali grandi eventi andare a promuovere, ma anche la fase in cui si decide essenzialmente quali grandi eventi, non soltanto i criteri. Questo proprio perché, diversamente, di semplificazione io qui non vedo assolutamente nulla. Il tempo, quindi, se vi fa così paura, può essere, invece, gestito in altra maniera all'interno dei rapporti con le Commissioni. E non mi risulta che la Commissione competente, in questi anni, abbia rallentato da questo punto di vista questo procedimento.
Per questo motivo come Europa Verde abbiamo presentato una serie di emendamenti, proprio per riportare l'azione a quella che dovrebbe essere, cioè alla configurazione iniziale della norma. Tanto più che ai grandi eventi – attenzione qui, chiedo scusa, ma l'attenzione della Giunta per me è importante – viene correlata anche una procedura che è combinato disposto rispetto a questa norma, ed è, quindi, quella legata a un progetto di legge oggi in discussione in Commissione Seconda, che è il PDL n. 64, un progetto di legge che la Presidente della Commissione, Silvia Rizzotto, aveva proposto in una direzione giusta, che era quella di ridurre il numero di deroghe nell'attuazione della legge sul consumo di suolo, ma che in corso di Commissione è stata rivista, introducendo anche la possibilità per le attività produttive legate ai grandi eventi promossi dalla Regione di costruire o ampliare senza nessun limite derivante dalla legge sul consumo di suolo, quindi in deroga. Togliere al nostro Consiglio regionale la possibilità di intervenire, quindi, nella scelta dei grandi eventi e di domandare perché questo piuttosto che quell'altro, quali sono le caratteristiche dell'uno o dell'altro, significa dare una cambiale in bianco alla Giunta regionale nel decidere non soltanto quali grandi eventi promuovere, ma anche le conseguenze di deroghe che sono pericolose in un Veneto che è fatto di cemento e dove la lotta di contrasto alla cementificazione è prioritaria.
Pertanto, Consiglieri, mettetevi una mano sul cuore: abbiamo a cuore l'obiettivo del consumo suolo zero realmente? Mi rispondete e lascio che sia trascritto anche qui in Consiglio regionale. Alcuni Consiglieri di maggioranza mi dicono di no. Quindi, il principio è chiaro: il fatto di togliere la possibilità al Consiglio regionale di entrare nelle decisioni non soltanto dei criteri, ma anche di quali grandi eventi andare a promuovere significa evidentemente collegarsi ad un altro tema, che è quello di lasciare la possibilità di costruire daccapo o ampliare per tutte le attività produttive legate ai grandi eventi. Questo è un aspetto che ambientalmente e socialmente non è assolutamente discutibile, per cui deve essere corretto.
Per questo motivo propongo che almeno in questo articolo venga inserito un altro criterio, che è quello della garanzia della sostenibilità ambientale dei grandi eventi, perché non si può prescindere dalla creazione di iniziative che eventualmente porterebbero ad aprire ad un ulteriore consumo di suolo non regolamentato rispetto all'obiettivo del consumo suolo zero che ci siamo dati nella scorsa legislatura.
Discuteremo questi emendamenti punto per punto. Intanto vi lascio riflettere su questo, perché obiettivamente oggi, al di là delle emergenze internazionali che ci stanno colpendo e che stanno facendo davvero del male, la protezione ambientale e gli obiettivi che ci siamo dati per il 2050 sono comunque prioritari, perché se si va avanti in questa maniera l'ambiente ostile non consentirà ulteriore evoluzione.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Ostanel. Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente. Poi entrerò nel merito dei singoli emendamenti, che condivido e che sono già stati presentati dalla consigliera Guarda. Ma credo sia importante che qui dentro chiariamo una questione. Quando si critica un ordinamentale è anche perché probabilmente alcuni Consiglieri, io credo, non hanno visto che dietro quell'ordinamentale c'è anche una questione molto semplice, che riguarda i nostri territori, i territori dove siamo stati eletti.
La Commissione Cultura, di cui io sono Vicepresidente, l'anno scorso ha dato parere ai grandi eventi due volte e ci ha messo una decina di minuti. Non credo un grande impegno per la Commissione o il Consiglio regionale. Ma qual è il beneficio del fatto che i Consiglieri qui possano vedere quelle carte? Significa vedere quali sono i grandi eventi che la Giunta decide essere degli eventi strategici da sostenere eventualmente nel proprio territorio o eventualmente riuscire a vedere da quella programmazione come interloquire con la Giunta per far sì che nelle Province di Treviso, Belluno e Padova alcuni soggetti possano presentare proposte per realizzare un grande evento. Io ricordo benissimo che il giorno in cui, in Commissione, è passata la lista dei progetti, quello che ho fatto è stato scrivere una e-mail, contattare i soggetti che ho conosciuto durante questo anno e mezzo di attività e dire loro: "Guardate, la Giunta finalmente ha definito dei criteri per la valutazione dei grandi eventi, li trovate in questa DGR. La domanda la dovete presentare entro il 31 dicembre di ogni anno, entro aprile vi verrà data una risposta, dopodiché potrete decidere di fare un grande evento nel nostro territorio". Io credo che questo sia il valore di far passare in una Commissione, come la Commissione Cultura, la lista dei grandi eventi che sono stati approvati.
Mi dovete chiarire – qualcuno dovrà farlo, e mi dispiace sempre che sia solo l'assessore Calzavara, che ringrazio per essere sempre qui, mi piacerebbe che ci fosse l'assessore Corazzari, ad esempio, in questo momento a parlare di un tema che ha a che fare sicuramente con i grandi eventi, ma ha a che fare anche con la cultura – e raccontare perché si è scelto di non coinvolgere più una Commissione competente in un parere che prendeva dieci minuti, ma che garantiva ad ogni singolo Consigliere e Consigliera presente in quella Commissione di monitorare i grandi eventi, di poter supportare i Comuni nei propri territori, di chiarire quali sono i criteri e le linee guida per presentare la domanda. Questo è il punto.
Chi oggi vota a favore di questa modifica, quindi, vota a favore della facoltà di togliere alla Commissione dieci minuti di attenzione dei suoi membri ad una cosa importantissima, che è sempre stata importante. Si chiama "programmazione", non si chiama "semplificazione". Si chiama "lavoro dei Consiglieri" che guardano ai loro territori e aiutano i loro Comuni a partecipare ad una possibilità di finanziamento su un grande evento. Io credo che questo sia patrimonio di tutti noi. Davvero mi chiedo: perché semplificare questa cosa? Quanti sono i minuti che abbiamo perso in quella Commissione su questa cosa? Sono dieci, per due volte, quindi venti minuti in totale. Questa non è semplificazione. Qui dietro c'è qualcos'altro, e mi dispiace ripeterlo, ma è così. D'altronde, se andiamo a vedere quello che ha già citato la consigliera Guarda, che è il PDL Rizzotto, che è passato in Commissione Seconda e che stiamo analizzando, c'è una questione lì dietro. Ci saranno i grandi eventi, tra cui, ad esempio, le Olimpiadi, lì dentro le attività produttive escono dalla deroga del consumo di suolo, probabilmente per quel grande evento ci saranno dei provvedimenti, che sarebbero anche passati in Commissione Sesta, e forse non si vuole dare contezza, nei prossimi anni, di quello che lì accadrà.
C'è un'aggiunta, dunque, alla mia critica. Se prima a me piaceva, da membro e Vicepresidente della Commissione, vedere, ad esempio, che i grandi eventi sono la celebrazione del Centenario della nascita di Mario Rigoni Stern, oppure il Festival della Bellezza, oppure il Centenario della nascita di Andrea Zanzotto, questi sono i grandi eventi che, ad oggi, la Giunta ha scelto, a questi, però, se ne aggiungono altri, come ci è stato spiegato in Commissione, ad esempio le Olimpiadi, che qui dentro probabilmente avranno dei provvedimenti che noi non vedremo più in Commissione Sesta.
Andiamo, poi, a chiarire un'altra cosa. Io sono stata contenta che la Giunta, durante questo anno e mezzo di Commissione, abbia elaborato almeno dei criteri per l'approvazione dei grandi eventi, perché ricordiamoci che, fino a un anno e mezzo fa, non c'erano nemmeno dei criteri. Un Comune presentava il Festival della Bellezza e la Giunta diceva "sì" o "no" in maniera assolutamente arbitraria. Sono andata a rivedere i criteri che abbiamo approvato e probabilmente, se io fossi stata in Giunta, la semplificazione che avrei inserito sarebbe stata legata alla trasparenza e alla pubblicità di questi criteri. Sinceramente – credo sia comprensibile a chiunque – se tra i criteri mettiamo, ad esempio, il fatto che l'iniziativa, giustamente, dovrà avere un ampio profilo culturale e sportivo o un'elevata risonanza internazionale dell'evento, oppure si valuta il CV del proponente, tutti criteri che la Giunta ha dato, per fortuna, per definire quale grande evento è meritevole di sostegno e quale no, ma si danno dei punteggi, si danno delle modalità con cui una persona può, poi, vedere se la sua valutazione è stata fatta in maniera trasparente o meno, sennò ci stiamo sostanzialmente e solamente prendendo in giro.
La collega Ostanel chiede più trasparenza – del resto, è in opposizione – voi mettete i criteri, ma i criteri sono assolutamente soggettivi e non oggettivi. Non ci sono possibilità di valutare, ad esempio, se sia meglio sostenere il Festival della Bellezza o magari il Centenario della nascita di Andrea Zanzotto. Penso, invece, che dovrebbe esserci una possibilità, a partire da quei criteri, di dire: noi, come Giunta, grazie anche al fatto che abbiamo finalmente, dopo anni di attesa, elaborato un Piano triennale della cultura, vediamo i grandi eventi come anche una delle modalità con cui si può promuovere cultura sui territori, perché non è vero che i grandi eventi non hanno a che fare con la cultura, anzi. Ma è anche vero che qui c'è da fare un grande lavoro, che – mi dispiace dirlo – non è di semplificazione, ma è di programmazione, è di capacità di capire quali sono i grandi eventi che davvero possono promuovere il nostro territorio e non distruggerlo, quali sono i grandi eventi che possono essere un volano per creare occupazione nei soggetti che promuovono e producono quei grandi eventi. In altre parole, tutto ciò significa usare i grandi eventi per fare impresa, impresa, tra l'altro, culturale, che è stata colpita gravemente dalla crisi e che io spero davvero che dal 1° aprile possa tornare ad operare al 100% all'interno dei luoghi della cultura, perché altrimenti noi stiamo di nuovo parlando di un ambito, quello dei grandi eventi, che dopo la pandemia e dopo quello che sta succedendo a livello internazionale, visto che il volano è il pubblico, che è spesso internazionale, non li avremo più. Io continuo a dirlo: stiamo facendo dei provvedimenti e dei provvedimenti di semplificazione su un mondo che rischiamo di non avere più davanti tra sei mesi, un anno.
Chiudo con un ultimo punto. Magari anticipo l'emendamento, ma poi interverrò anche su quelli della collega Guarda. L'emendamento che ho presentato, dopo aver ragionato se mettere nell'ordinamentale proprio quei criteri della delibera di Giunta, perché ho pensato, mentre facevo questo emendamento, a chi leggerà questa legge, semmai la leggerà qualcuno, ha un obiettivo ben preciso. Personalmente penso che un Comune, un'impresa, un operatore di grandi eventi, quando arriva sul sito della Regione del Veneto, debba trovare in maniera istantanea tutte le informazioni per poter presentare una domanda, i criteri trasparenti per poterla indirizzare e scriverla meglio e, soprattutto, la possibilità di capire quanti fondi la Giunta ogni anno mette sui grandi eventi. E questo è l'ultimo punto che poi toccherò.
Ho deciso di non inserire qui quello che c'è già in DGR, cioè i criteri, perché io spero che un giorno verranno modificati, visto che non sono così trasparenti come io li avrei voluti, ma almeno – credo che questo sia un emendamento di buonsenso –, se non volete usare quei venti minuti di Commissione Sesta per dare un semplice parere, che serve a tutti noi Consiglieri, e non a quelli di minoranza, credetemi, serve anche ai Consiglieri di maggioranza vedere quali sono i grandi eventi che la Giunta sceglie, è una questione di democrazia e di facoltà di esercitare il proprio dovere e anche il proprio diritto qui dentro, ma almeno, se non si vuole far passare quei venti minuti, scrivere in quell'ordinamentale che sia garantita ampia pubblicità alla possibilità di accedere ai benefìci di cui al presente articolo, ai criteri di valutazione adottati nella selezione dei progetti, alle richieste accolte o non accolte. Cioè, se non volete farli passare in Commissione, pubblicate sulla pagina del sito web dedicato ai grandi eventi, su cui oggi io credo manchino tantissime informazioni che servono ad un operatore, pubblicate in maniera trasparente chi decidete di sostenere e chi decidete di non sostenere. Così la consigliera Ostanel guarderà il link del sito della Regione del Veneto, piuttosto che venire in Commissione Sesta a dare il proprio parere, perché da qualche parte si deve vedere cosa fa una Giunta.
Capisco che state governando da talmente tanti anni che è facile pensare che state facendo bene, perché quando si è dentro si fa e si pensa di fare sempre bene, ma guardate che la Commissione, per quanto magari sia faticoso venire, per quanto magari sia faticoso pensare che si perda tempo a dare un parere, è un luogo importantissimo per vedere quali sono gli eventi che si sostengono. Analogamente credo che sia importante pubblicare in maniera trasparente, almeno per i cittadini o per i Consiglieri, quello che una volta passava in Commissione, cioè semplicemente una lista dei progetti accolti e non accolti, con una motivazione delle ragioni per cui non sono accolti in base ai criteri approvati dalla Giunta. Non credo di chiedere assolutamente niente, anzi credo sia obbligatorio per i princìpi di trasparenza della pubblica amministrazione fare questo, cosa su cui io credo la Regione del Veneto abbia ancora tantissimo da fare.
Un ultimo punto, questo di natura politica. Abbiamo approvato il Piano triennale della cultura e ci siamo fatti belli qui dentro. Ricordo ancora l'assessore Corazzari che, in pompa magna, presentava il Piano triennale della cultura. Allora, io continuerò a verificare, anche se non me lo fate passare in Commissione, che i grandi eventi non siano il luogo dove poi noi mettiamo tutti i soldi, che invece andrebbero destinati anche alla cultura in questa Regione. Attenzione, perché questa è la mia paura ed è uno dei temi che oggi voglio sollevare: siamo sicuri – la mia, ovviamente, è una domanda retorica – che in quel bilancio di cui abbiamo discusso in maniera animata qui dentro, che abbiamo cercato di non tagliare, che abbiamo riportato al 20% di non taglio, nonostante tutto quello che ci siamo detti qui dentro, rimarrà qualche euro per realizzare quel Piano triennale della cultura che abbiamo approvato qui dentro? Oppure, siccome non vedremo più cosa succede nei grandi eventi, useremo parte anche di quello? Vedo che l'assessore Calzavara scuote la testa. Poi, magari mi potrà rassicurare su questo, perché questo per me è un tema politico, non tecnico. È un tema politico perché quando si chiedono i dati o le tabelle sui dati che investiamo in cultura vengono messi sempre insieme quello che si mette sula cultura e anche sui grandi eventi, perché ovviamente si dice che i grandi eventi sono anche cultura, mentre quando non è utile metterli insieme si dividono.
Facciamo attenzione, perché già abbiamo un bilancio risicatissimo e siamo la penultima Regione per investimenti in cultura in Italia. Se poi pensiamo che i grandi eventi debbano attingere da lì dei fondi e soprattutto, come dicevamo prima, se alcuni dei grandi eventi che avremo da qui al 2026 saranno eventi che prosciugano le casse di questa Regione, a tal punto magari un giorno da convincervi a mettere una addizionale IRPEF, speriamo che le Olimpiadi non ci facciano fare un buco talmente forte nel nostro bilancio che un giorno ci troveremo a dire "forse aveva ragione qualcuno dei Consiglieri", però sarà troppo tardi – ricordatevelo –, quindi quando le nostre casse regionali saranno svuotate da un grande evento che abbiamo approvato e siamo stati anche felici di approvare, ma poi non porta i riscontri che vogliamo, io non voglio che tutto questo vada a scapito di quegli operatori culturali, di quei piccoli imprenditori della cultura, di tutti gli operatori che oggi stanno faticando a rimanere in piedi, dai quali verranno forse attinti dei soldi per realizzare, invece, delle opere che sono un'altra cosa rispetto alla promozione del nostro territorio.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Interviene adesso la collega Camani in replica. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, so che per un progetto di legge di soli due articoli di una Commissione non c'è voglia di discutere, però in realtà sarebbe importante che i Consiglieri regionali prestassero attenzione alle grandi questioni di metodo, oltre che di merito, che la consigliera Guarda e la consigliera Ostanel hanno provato a portare nella discussione e che pongono ‒ poi tornerò con due cose velocissime nel merito ‒ al centro della nostra discussione l'idea che questa Amministrazione regionale ha del concetto di semplificazione.
Per voi la semplificazione è semplicemente la riduzione dei tempi e delle possibilità di confronto, dentro e fuori questo Consiglio regionale, l'idea che la semplificazione passi attraverso meno politica, meno Istituzioni. Non funziona così. Non è l'impianto istituzionale che aiuta un ordinato svolgimento delle attività economiche e sociali, sia che ci siate voi al Governo, a maggior ragione se e quando non ci sarete più voi e ci sarà qualcun altro.
La contestazione di metodo è esattamente questa. Se dobbiamo, ogni anno, procedere a questi interventi di semplificazione, dobbiamo chiarirci su qual è l'obiettivo che ci poniamo rispetto a questo concetto importante di semplificazione.
La battuta che si fa di solito è la seguente. Ci ricordiamo un illustre Ministro della Lega che interpretava la semplificazione dando fuoco a degli scatoloni di leggi nel cortile di Montecitorio? Semplificazione che non avvenne, leggi che poi non vennero abrogate. Ci ricordiamo la sceneggiata? È esattamente quello che state facendo voi adesso: una sceneggiata che non produce alcun effetto oggettivo per imprese e cittadini, ma riduce le possibilità e i margini di miglioramento nella vita dei cittadini e delle imprese. La semplificazione ‒ lo hanno spiegato bene le colleghe ‒ da un lato, nella vostra modalità, si persegue riducendo lo spazio di confronto dentro il Consiglio regionale, dentro le Commissioni competenti. Lo dico perché sia chiaro a tutti. Quando noi parliamo di una discussione meno condivisa, di un confronto meno puntuale con il Consiglio e con la Commissione rispetto ai grandi eventi, parliamo di un confronto negato rispetto a stanziamenti di bilancio che superano il milione di euro. Non sono i 290.000 euro che date alle Pro loco. Si tratta di oltre un milione di euro che annualmente il bilancio della Regione del Veneto mette a disposizione di questi avvenimenti e eventi che riguardano il mondo della cultura.
Ora, è evidente che sia non solo volontà, ma direi anche responsabilità di tutto il Consiglio, nell'articolazione della Commissione, verificare come vengono spesi questi soldi. L'altro lato della medaglia del vostro concetto di semplificazione è la riduzione dei controlli: faccio quello che voglio, non mi confronto con nessuno e non ci deve essere nessuno che mi controlla. Questo è un impianto che, ripeto, a me convince poco.
La stessa cosa vale per l'intervento su Veneto Lavoro. Nessuno ha parlato male di Veneto Lavoro, presidente Scatto, ci mancherebbe, ma l'idea di privarsi dell'autonomia del Comitato tecnico-scientifico per l'attività dell'Osservatorio a me sembra, appunto, una semplificazione non utile, non funzionale all'obiettivo che il legislatore, cioè questo Consiglio regionale, si è dato nel momento in cui ha pensato che potesse essere utile un Comitato tecnico-scientifico.
Se davvero è come dice lei, cioè che non c'è niente da nascondere, che Veneto Lavoro fa tutto benissimo, e può essere anche vero, allora cancelliamo direttamente il Comitato tecnico-scientifico. Se lei ritiene che non sia necessario che il Comitato tecnico-scientifico esista, sia autonomo, sia indipendente nella sua attività di approfondimento, siccome è previsto per legge, abroghiamolo. Facciamo prima e facciamo più bella figura.
Le funzioni dell'Osservatorio non le definiamo noi. Le definisce quella stessa legge. La valutazione degli impatti che le politiche del lavoro hanno non è una valutazione banale, a maggior ragione in questa fase storica.
Giusto perché rimanga agli atti: nel sito di Veneto Lavoro, che è l'unico modo che noi abbiamo ‒ consultando questo sito ‒ per avere informazioni, non c'è alcun tipo di analisi di impatto delle politiche pubbliche in ambito lavorativo messe in atto, che magari funzionano benissimo. Lei si renderà conto che se Veneto Lavoro mi dichiara che nel 2022 in Veneto sono aumentati i posti di lavoro, e ci facciamo i titoli dei giornali, e, poi, se andiamo a vedere i numeri scopriamo che nell'80% dei casi quei posti di lavoro sono lavori a tempo determinato (le faccio un esempio, naturalmente), l'impatto delle politiche pubbliche in ambito lavorativo di questa Regione è positivo, aumenta il numero di occupati, o lascia qualche perplessità, visto che la maggior parte degli occupati nuovi sono contratti precari? La valutazione dell'impatto serve a questo. Un Comitato tecnico-scientifico autonomo può contribuire a questo tipo di discussione e, magari, offrire anche un contributo.
Allora, se ci sono problemi oggettivi, come quelli che sono alla base di questo provvedimento (molto spesso il grande evento si realizza ancora prima che io riesca ad autorizzarne il contributo, oppure non riesco a trovare il Presidente del Comitato tecnico-scientifico perché nessuno si offre), se i problemi alla base di questi due articoli sono oggettivi, di fronte a problemi oggettivi ci possono essere soluzioni diverse. Noi abbiamo provato a proporle durante la discussione in Commissione, ma le nostre proposte non sono state accolte in alcun modo. Probabilmente – spero di no per le colleghe che hanno presentato gli emendamenti – non verranno accolte neanche quelle che abbiamo presentato qui per l'Aula.
La logica è questa: la volontà non è trovare insieme le soluzioni migliori rispetto a problemi oggettivi. La modalità è quella che, così come non volete condivisione nella valutazione, così come evitate il più possibile momenti di controllo e di vigilanza, anche il nostro contributo vi interessa poco, perché l'autoreferenzialità di chi svolge questa funzione da tanti anni ed è convinto di essere il migliore sta esattamente in questa cosa qua: non si è neanche disposti ad ascoltare le considerazioni che fanno gli altri.
Vado a chiudere. Presidente Scatto, io non ho rivolto accuse a nessuno. Ho espresso un punto di vista, se posso. Non credo di poter essere accusata di lesa maestà se esprimo un punto di vista diverso da quello che abbiamo sentito con un'unica voce fin qui. Abbiamo cercato di spiegare cosa non funziona in questo progetto di legge di soli due articoli. Abbiamo anche cercato di dire perché, secondo noi, con un po' più di disponibilità al confronto e al dialogo, questi problemi avrebbero potuto essere superati in maniera più utile. Ma non più utile, ripeto, per noi. Più utile anche per chi verrà dopo di noi e dopo di voi.
Sarebbe bello che anche su un ordinamentale di due soli articoli, soprattutto sull'ordinamentale... Capite bene che nelle leggi che prevedono uno stanziamento di bilancio la discussione è fortemente ristretta alla scelta politica di allocazione delle risorse. Ma gli ordinamentali, che dovrebbero costruire regole valide per tutti e per sempre, con un po' più di capacità di ascolto e di dialogo forse potrebbero produrre risultati migliori per la nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste.
Assessore Calzavara, se può fare richiesta di parola. Prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Vorrei solo chiarire alcuni passaggi, in particolar modo sulle risorse che la collega Ostanel ha evidenziato. Sono due capitoli diversi quelli che vanno a finanziare i grandi eventi rispetto a quello della cultura. Le due partite non hanno collegamenti, ma nella discussione dell'approvazione degli emendamenti sulla cultura abbiamo evidenziato come alcuni dei grandi eventi abbiano ricadute culturali. Per questo abbiamo detto che, complessivamente, poi, le risorse che sono state messe a disposizione della cultura sono di più rispetto a quelle di prima, ma perché attingono da fonti diverse e riescono, naturalmente, poi, a dare risposte di carattere culturale.
Per quanto riguarda i grandi eventi, al di là che i grandi eventi, proprio perché si considerano strategici rispetto alla visibilità che la Regione può avere oggi, sono di competenza del Presidente della Regione, che cerca di coordinare questo tipo di iniziative, dando loro il valore che riteniamo debbano avere, pur dovendo avere dei criteri (quantomeno, da questo punto di vista, la capacità di essere trasparenti), rientrano nella discrezionalità. È inevitabile che un grande evento abbia discrezionalità. Così come fa un Sindaco. C'è chi fa il Festival Pride e chi fa il Festival della Famiglia. Questo rientra nella discrezionalità di chi amministra e decide, con alcune scelte, di privilegiare alcune iniziative, che probabilmente sono coerenti rispetto al proprio pensiero, rispetto ad altre.
Quindi, non andrei a scandalizzarmi davanti, da questo punto di vista, a una scelta chiara da parte di un Presidente di una Giunta rispetto ad alcune iniziative, che naturalmente sono ben poche rispetto a quelle che fanno altre Regioni a noi vicine. Guardavo un po' di contributi. Come si misura il ritorno – lo vedremo tra qualche anno – dei 5 milioni di euro all'anno con cui la Regione Emilia-Romagna finanzia il Gran Premio di Formula 1? Fa molto rumore e fa anche molto inquinamento il Gran Premio di Formula 1. Però, magari, basta dire che l'Emilia-Romagna è la Motor Valley. Attorno alla Motor Valley vanno bene a tutti i 5 milioni di euro che diamo al circo della Formula 1.
Sono scelte che si fanno in base, naturalmente, ai propri territori e in base anche alle caratteristiche del territorio. Non avendo un autodromo delle dimensioni di Imola, probabilmente dobbiamo concentrarci sulle risorse che il nostro territorio ci mette a disposizione e che, ad esempio, riguardano la montagna. Speriamo che il 2026, nonostante le molte Cassandre che non vedono l'ora che le Olimpiadi vadano male per poter dire che non c'è stato il ritorno... Cerchiamo di essere anche un po' positivi, da questo punto di vista. Non è che le cose devono andare necessariamente male. Se andranno male, cercheremo di capire come risolvere anche i problemi. In questo momento, la positività e la capacità di far sì che i grandi eventi siano un elemento di traino e di visibilità per la nostra Regione credo debbano essere interpretate per cercare di essere valorizzate al meglio.
Credo che quello che è stato realizzato nel corso degli ultimi anni, con le risorse che abbiamo a disposizione, che, vi ripeto, sono ben diverse rispetto a qualche... E lo sappiamo. È inutile aprire altri ragionamenti. Con quello che abbiamo, credo che il Veneto sia riuscito comunque ad avere visibilità, a creare capacità di attrazione di eventi, che poi devono essere anche, secondo me, giustamente, ripartiti in un territorio come il nostro, che ha una grande capitale, come Venezia, ma che ha in tutto il territorio veneto la capacità di organizzare, di attrarre investimenti ed eventi che creano visibilità per la nostra Regione.
Ci sono realtà, dal punto di vista dell'incoming generato in termini di turismo, importantissime. Magari sono piccole realtà, ma complessivamente contribuiscono a creare quel grande prodotto interno lordo del turismo veneto, con i suoi 72 milioni di presenze turistiche e 18 miliardi di fatturato, che poi vengono misurati in quel grande elemento che è il turismo. È difficile, poi, capire se è il turismo balneare o se è il turismo legato agli eventi.
Molto probabilmente in futuro ‒ speriamo anche con qualche risorsa in più ‒ questi grandi eventi dovranno essere ulteriormente implementati, ma credo che quello che apprenderemo nel corso di questi quattro anni nella costruzione del progetto di Cortina 2026 sarà il miglior viatico per far sì che in futuro il Veneto abbia sempre più la capacità di organizzare gli eventi e abbia modo di rendicontarli, di renderli assolutamente trasparenti. Ma deve avere anche la capacità di cogliere delle opportunità che si evidenziano nel corso dell'anno.
Quindi, la rigidità di un programma rischia, in alcuni momenti, di far perdere opportunità che una Regione come il Veneto non può perdere.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Chiudiamo la discussione generale.
Sospendiamo la seduta dieci minuti per dare la possibilità all'Ufficio di Presidenza della Sesta Commissione di dare un parere sui cinque emendamenti del PDL.
La seduta riprenderà alle ore 12.30. Raccomando la puntualità da parte di tutti. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 12.21
La Seduta riprende alle ore 12.55

PRESIDENTE

La ripresa dei lavori è alle ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 12.55
La Seduta riprende alle ore 14.36

PRESIDENTE

Colleghi, possiamo riprendere i lavori del Consiglio. Abbiamo prima terminato la discussione generale in merito al progetto di legge n. 112 e adesso, come ben sapete, abbiamo una serie di emendamenti da esaminare.
Emendamento n. A0001 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, soppressivo, che prevede:
"L'articolo 1 è soppresso".
Collega Guarda, vuole presentare l'emendamento? Prego. Si prenoti, per cortesia.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che, nella logica appunto della spiegazione che vi ho dato prima, richiede di mantenere la condizione attuale del processo per l'approvazione e la definizione dei grandi eventi, quindi con il passaggio in Commissione anche nella fase appunto di definizione dei progetti e non soltanto nella fase dei criteri.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.
Non ci sono richieste di intervento in merito.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0001 con il parere contrario da parte della relatrice.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0002 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, sostitutivo, che prevede:
L'articolo 1 è così sostituito:
"Art. 1 – Modifica all'articolo 18 della legge regionale 23 febbraio 2016, n. 7 "Legge di stabilità regionale 2016".
1. I commi 1, 2 e 3 dell'articolo 18 della legge regionale 23 febbraio 2016, n. 7 sono così sostituiti:
1. Il Consiglio regionale del Veneto, al fine di valorizzare e promuovere le eccellenze culturali, ambientali, turistiche e produttive, definisce, su proposta della Giunta regionale, un programma di iniziative inerenti a eventi o manifestazioni dal comprovato rilievo pubblico di rilievo nazionale o internazionale.
2. La Giunta regionale propone, sulla scorta di criteri predefiniti che tengano conto delle sostenibilità e compatibilità ambientale, anche con particolare riferimento alla non derogabilità della disciplina regionale in materia di consumo de suolo, della rilevanza sociale, culturale, economica, della complessità organizzativa, un elenco di proposte di eventi o manifestazioni qualificabili come Grandi Eventi della programmazione regionale e che coinvolgono una pluralità di soggetti pubblici e privati.
3. Il Consiglio regionale del Veneto, previa obbligatoria consultazione di enti, associazioni e organizzazioni, adotta il programma regionale inerente i Grandi Eventi comprensivo del piano finanziario."
Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. A0002 sostituisce integralmente la proposta che la Giunta regionale ha presentato con questo progetto di legge e mette in capo al Consiglio regionale l'approvazione del programma dei grandi eventi. Il che significa che diventerebbe un atto di programmazione, una PDA, che verrebbe quindi sottoposta anche alla consultazione pubblica. Di conseguenza, è una compartecipazione in questa definizione dell'intera comunità veneta e non soltanto del Consiglio regionale come fino ad oggi è stato.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0002 con il parere contrario da parte della relatrice.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0003 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'art. 1, di sostituzione del comma 3 dell'articolo 18 della legge regionale 23 febbraio 2016, n. 7 , è apportata la seguente modifica:
- la lettera a) è così sostituita:
"a) individua e adotta, previo parere della competente commissione consiliare, i criteri e gli indicatori, distinti e graduati sia in ordine di sostenibilità e compatibilità ambientale, anche con particolare riferimento alla non derogabilità della disciplina regionale in materia di consumo del suolo, che di rilevanza sociale, culturale, economica, di complessità organizzativa, differenziati in relazione ai diversi settori di competenza, e le correlate modalità procedurali, che devono obbligatoriamente prevedere le modalità di preventiva consultazione di cittadini, enti e associazioni, per il riconoscimento e il finanziamento dei Grandi Eventi;".
Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Questo è un emendamento che in realtà potrebbe essere anche soltanto parzialmente accogliibile da parte della maggioranza, venendo incontro all'esigenza oggettiva che i Grandi Eventi siano corrispondenti a un principio di sostenibilità e compatibilità ambientale. Considerate che a tutti i Grandi Eventi oggi, che vengono proposti a livello nazionale e internazionale, viene richiesto che siano compatibili da un punto di vista ambientale e abbiano quindi opere che consentano di mitigare e di gestire in maniera adeguata l'impatto ambientale che essi hanno.
Giusto per fare un esempio, dato che prima si citava, per esempio, il Gran Premio di Formula 1: il Gran Premio di Formula 1 può avere naturalmente degli impatti importanti, ma può essere gestito... Oh, santo cielo, mi lasci parlare.

PRESIDENTE

Colleghi, lasciate terminare la collega. Grazie.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Molto gentile.
In tutto questo, un Gran Premio di Formula 1 può essere organizzato – chiedo attenzione, chiedo scusa – in modo tale da gestire in maniera adeguata gli impatti che potrebbero scaturire dai rumori, eccetera. È gestibile un grande evento in maniera sostenibile? Sì, lo è. Così come un concerto – penso, per esempio, ai concerti in spiaggia, ne parlavamo prima con l'assessore Calzavara – può essere gestito in determinati periodi, in determinate aree e con dei criteri di gestione dell'impatto, per esempio, della raccolta dei rifiuti piuttosto che altro, in modo tale da non creare un danno più alto rispetto a quello che verrebbe a realizzarsi in quell'ambito, in quell'ecosistema che è da proteggere e che quindi ha bisogno magari di alcune accortezze che io sono certa che chiunque voglia organizzare un intervento di questo tipo ponga in attenzione. Sono certa che lo ponga in attenzione.
Credo anche che il Dirigente regionale che si occuperà poi della stesura in Giunta dei criteri derivanti dai principi che oggi determiniamo in questa legge, a partire dal fatto che devono essere di spiccata importanza (è un principio, questo, che viene definito all'interno di questa norma), saprà declinare nei criteri i modi adeguati con cui intervenire, senza contare il fatto – e qui chiedo davvero l'attenzione di tutti – che i grandi eventi, Assessore, vengono comunque sottoposti a valutazione di impatto ambientale. Per cui, perché non definire questo come un principio fondante nelle scelte che la Giunta dovrà realizzare, dato che appunto non ci sarà poi il passaggio in Commissione prima della pubblicazione della delibera?
La semplice proposta è questa. Io credo che sia oggettivamente condivisibile, anche perché, lo ribadisco, da un po' di anni a questa parte nessun grande evento viene presentato e richiesto senza avere un pacchetto di opere che garantiscano la sostenibilità ambientale. Questo perché è un bene comune. L'abbiamo inserito anche in Costituzione qualche tempo fa. Giusto? La sostenibilità, la compatibilità ambientale è inserita come principio fondamentale della nostra Costituzione e per questo motivo ritengo che, dentro a una norma di questo tipo, non si possa omettere questo aspetto prioritario anche alla luce del fatto che se ci devono essere deroghe da un punto di vista ambientale di consumo di suolo, così come pare, appunto, andremo ad approvare col nuovo progetto di legge 64 in passaggio in Commissione Seconda, è evidente che un principio di compatibilità ambientale, da un punto di vista anche strutturale per la garanzia dell'applicazione di ciò che la Regione del Veneto definisce anche nel suo Statuto, è prioritario.
Io chiedo esclusivamente questo e credo che sia assolutamente condivisibile.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Formaggio. Prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Spero di non essere l'unico che si sente un po' fuori luogo oggi in Consiglio regionale a sentire queste cose, perché se parliamo anche nei Grandi Eventi di ambiente, di politica ambientale circolare, che se uno deve fare la sagra della luganega, caro Assessore, deve chiedere una VAS, una VIA, una VINCA, abbiamo sbagliato mestiere: è meglio che andiamo a casa invece che fare i Consiglieri regionali.
Dopo è anacronistico sentire dire che anche per dei grandi eventi, che portano un po' di business in Veneto, dobbiamo passare non soltanto per la Giunta, di cui ci fidiamo – insomma, penso che Zaia e gli Assessori siano persone dalla fedina penale pulita – poi passiamo in Consiglio, dove siamo tutti dei galantuomini e delle gentildonne, andiamo anche in Commissione, e dopo invitiamo anche Pippo, Pluto e Paperino a dare dei pareri su questi grandi eventi.
Ma quello che veramente mi manda fuori di testa, caro Presidente e colleghi, è che dobbiamo ancora decidere quali sono i grandi eventi del Veneto e mettiamo davanti ai buoi il carro. Cioè dobbiamo ancora decidere quali sono i grandi eventi del Veneto, facciamo una regata, facciamo una roba grande e diciamo: "Via, niente consumo di suolo, siete impazziti, non dobbiamo consumare un centimetro di terra in Veneto". Vi ricordo che il consumo del suolo in Veneto ha portato quei brutti capannoni che vedete in giro per il Veneto che però danno da mangiare alle nostre famiglie, ha portato a fare delle cave, ha portato a fare delle acciaierie, quelle là che fumano, cara collega Guarda e che lei odia tantissimo, però tanti dei suoi colleghi e tante delle persone che vede alla mattina quando si sveglia vanno a lavorare su quei brutti capannoni grigi. Noi adesso abbiamo messo il consumo del suolo come priorità, ma lo mettiamo dentro anche nel latte al mattino quando "pucciamo" i biscotti il consumo del suolo! Questo non va bene perché abbiamo la benzina 2,50 euro e non abbiamo niente di energia in Veneto. Parliamo di consumo del suolo anche sul turismo e sui grandi eventi.
A voi lo so che dà fastidio Cortina, danno fastidio le Olimpiadi come ha detto giustamente l'Assessore stamattina, a voi piacerebbe che andasse anche male Cortina 2026. Invece no, noi continuiamo a crederci ed è per questo che non ha alcun senso che continuiamo a fare Commissioni su Commissioni per votare cosa? Un grande evento che porta del bene in Veneto?
Spero che anche gli altri emendamenti, cara Presidente, vengano bocciati. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
È già intervenuta lei, prima dobbiamo votare l'emendamento n. A0003.
Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Brevemente, solo per chiarire un passaggio che è stato a lungo discusso durante l'esame degli emendamenti. La legge che riguarderà l'esenzione del conteggio del consumo del suolo rispetto ai Grandi Eventi, nell'ultima frase fa chiaramente riferimento solo ed esclusivamente a quelli a regia regionale, quindi non si generalizza a tutti i grandi eventi che generano una possibilità di consumare suolo e quindi di andare in deroga alla legge 14 del 2017. Vi ricordo che l'attuale grande evento a regia regionale sono le Olimpiadi. Probabile che in futuro ce ne siano altri, quelli che dimensionalmente vedono un ruolo attivo della Regione nella costruzione dell'evento perché, come si diceva prima, tante volte la Regione contribuisce alla realizzazione dell'evento attraverso una forma di patrocinio, una forma di sostegno economico, ma poi l'organizzatore normalmente è un'Amministrazione locale piuttosto che un promoter che si approccia, si relaziona con l'Amministrazione locale dove viene fatto quell'evento.
Il ruolo della Regione nella gran parte dei grandi eventi è di sostegno economico. Nel caso specifico dell'Olimpiade è chiaramente un progetto strategico, quindi andrebbe già in deroga di per sé alla legge 14 del 2017 proprio perché riconosciuto progetto strategico regionale e potrebbe eventualmente utilizzare anche questa norma proprio perché è a regia regionale.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0003 con il parere contrario da parte della relatrice.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0004 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede.
Al comma 1 dell'art 1, di sostituzione del comma 3 dell'articolo 18 della legge regionale 23 febbraio 2016, n. 7 , è apportata la seguente modifica:
- alla lettera b), dopo le parole "lettera a)", sono inserite le seguenti parole: "e lo comunica tempestivamente alla competente commissione consiliare".
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Con questo emendamento chiedo il tempestivo passaggio in Commissione dell'atto definito dalla Giunta regionale.
Vorrei soltanto precisare una cosa, giusto perché mi è data la possibilità di qualche minuto. Ringrazio l'Assessore di aver spiegato e reso noto che evidentemente questa è una deroga che viene inserita per quanto riguarda alcune preoccupazioni che ci sono rispetto alla questione delle Olimpiadi. Considero che, però, questa introduzione, dato quello che ha affermato anche lei, era già prevista di per sé essendo un piano strategico nazionale, che si porta dietro già alcune deroghe tra cui anche questa. Per cui, il principio è di inserirla in questa legge – questo lo discuteremo in Commissione Seconda nell'ultimo passaggio e poi in Consiglio – facendola valere, quindi, per tutti i grandi eventi di ispirazione e di direzione regionale: è evidente che lascia aperta la porta anche ad altro e non soltanto a questo.
Io non ho voluto esprimermi sullo specifico progetto delle Olimpiadi perché, per me, inserito in questa logica, in questo progetto di legge n. 64 è evidente che si esprime non soltanto per le Olimpiadi, ma anche per il resto. Questo è un aspetto che attenzioneremo anche nelle prossime settimane.
Detto questo, vorrei specificare, perché mi sembra che il consigliere Formaggio non sia forse molto aggiornato su questa legge, che la festa di Grisignano di Zocco piuttosto che altre sagre locali non rientrano nei grandi eventi. I grandi eventi si rivolgono ad altri, hanno altri canali di investimento e di finanziamento gli interventi citati dal consigliere Formaggio. Per cui non c'è nessuna ostilità rispetto a questo, anzi, c'è la valorizzazione, invece, che i grandi eventi che beneficiano di un certo tipo di indotto e riescono a creare un certo tipo di indotto vengano svolti nella maniera più consona in modo tale da non danneggiare un ambiente di cui noi siamo responsabili. Questo perché domani noi discuteremo del nuovo Piano regionale di ripresa e resilienza, giusto? Ebbene, all'interno di questo Piano avete inserito un capitolo dedicato, per esempio, proprio alla tutela delle aree del Delta piuttosto che della Laguna, con interventi specifici per la valorizzazione ambientale, perché si ritiene, anche in questo caso, che sia prioritario intervenire in conservazione di quell'habitat, che fa grande, comunque, il Veneto.
Ricordiamoci che, se il Veneto si è reso così grande a livello internazionale anche da un punto di vista turistico e di opportunità anche di investimento, è proprio grazie alle sue caratteristiche ambientali. Per me l'obiettivo prioritario è fare in modo che vengano preservate dopo anni in cui ci sono stati degli abusi che sono evidenti, di fronte a tutti, di sovra-sfruttamento delle risorse naturali.
Oggi abbiamo la capacità tecnica e operativa di intervenire da questo punto di vista e, per quanto mi riguarda, i grandi eventi non possono pensarsi se non in maniera sostenibile d'ora in poi. Questo ci viene richiesto da tutti e questo credo che anche gli stessi cittadini del Veneto lo abbiano come aspetto prioritario, sennò non parteciperebbero alle iniziative delle giornate ecologiche, sennò non si impegnerebbero nel pulire il proprio territorio dai rifiuti e sennò non apprezzerebbero i momenti che vengono dedicati anche dalle Istituzioni locali per la valorizzazione dei propri territori. Se non ci credeste neanche voi, non avreste neanche promosso la Giornata dei Colli. Per cui, se vogliamo essere coerenti, facciamo in modo che questa sensibilità si adotti poi nelle politiche di tutti i giorni, comprese anche in quelle di definizione dei grandi eventi.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Tanto per rispondere, Presidente, alla collega Guarda, che prima ha detto "questi grandi eventi che fanno impresa non devono distruggere il territorio". È proprio questo il concetto sbagliato. Mentre la sinistra di quest'Aula in un grande evento e nei veneti che fanno del business in questi grandi eventi vede dei delinquenti, mette già davanti il fatto che distruggono il nostro ambiente, io e anche la maggioranza di questa Aula vediamo un'opportunità, un'opportunità per le nostre imprese, un'opportunità per le nostre botteghe. È per questo che mi fido della Giunta di questa Regione nel togliere tutta la burocrazia che va attorno anche ad un grande evento, perché sembra che la sagra di Albettone si può fare perché è un piccolo evento, mentre una cosa importante in Veneto non siamo capaci di farla e, se la facciamo, la facciamo male, distruggendo l'ambiente. Questo è il messaggio che non deve passare da quest'Aula.
Poi, tornando alle giornate ecologiche della cara collega Guarda, che hanno fatto a Fimon, erano in 50 persone. Ieri volevo ricordare che ad Albettone c'erano 3.000 appassionati di motociclismo, hanno riempito tutto il paese e non hanno lasciato una carta per terra. Non è che i miei motociclisti siano tanto da meno degli ambientalisti della Guarda. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Formaggio.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Mi sente?

PRESIDENTE

Sì, sì, la sentiamo.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Bene. Grazie. Buongiorno a tutti, visto che è il primo collegamento che facciamo, visto che non avevo interrogazioni e non sono intervenuto prima.
Io naturalmente, condividendo l'emendamento della collega e sentendo anche l'intervento dell'assessore Calzavara, volevo sottolineare che qualche coinvolgimento in più della Commissione su determinate tematiche, pur essendo anche strategiche e di carattere anche nazionale, credo non guasti mai. Io credo che gli emendamenti proposti siano sicuramente validi e utili perché anche le minoranze, appunto, devono avere un ruolo e devono co-partecipare alla stesura delle leggi. Magari anche in maniera costruttiva come facciamo spesso, dando spesso anche utili suggerimenti che qualche volta, appunto, vengono anche recepiti.
Io credo che ci siano delle motivate preoccupazioni se vengono fatti questi emendamenti, se vengono fatte queste proposte e se vengono fatte queste critiche, perché abbiamo tutti sott'occhio quello che è l'ambiente della nostra Regione. Siamo effettivamente in molti, siamo ormai cinque milioni di cittadini e non sempre sono state fatte scelte oculate in passato. Il collega dice che bisogna fidarsi della Giunta: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, dice un proverbio, collega Formaggio.
Se gli indici di ISPRA, che ci fa le pulci ogni anno sul consumo del suolo, ci dicono che siamo ai primi posti o ci contendiamo al primo posto con la Lombardia ogni anno per consumo di suolo, vuol dire che scelte sbagliate in passato sono state fatte, ne sono state fatte molte grazie anche a leggi evidentemente non adeguate.
La prova che questi errori sono considerati tali arriva dalla legge contro il consumo del suolo, approvata quattro anni fa, che adesso è in fase di revisione: quindi è un problema riconosciuto anche dalla maggioranza.
Certo è che un grande evento può destare preoccupazione. Ci sono molti cittadini che ci hanno scritto, che ci hanno chiesto incontri e che vogliono confrontarsi, perché poi sono quelli che vedono le ruspe, vedono i cantieri e quindi penso sia a vantaggio di tutti – lo dico anche al collega Formaggio – riuscire a organizzare questi eventi col minor impatto possibile.
Sulla carta, il minor impatto, la sostenibilità, c'è sempre, collega Formaggio. Basti vedere che la fondazione sulle Olimpiadi di Cortina parla di Olimpiadi sostenibili.
Il fatto è che sappiamo che poi è sempre difficile declinare nel concreto, nei cantieri, questi princìpi così importanti. Ecco perché maggiore attenzione è sempre dovuta quando si approvano queste leggi perché sappiamo che poi le leggi hanno degli effetti, possono avere degli effetti anche negativi sul nostro ambiente. Quindi non deve essere considerata assolutamente un'azione per ostacolare, ma questa è un'azione per fare le cose fatte bene.
Noi non siamo quelli del "no", noi vogliamo fare le cose fatte bene, compatibili e sostenibili, perché questo è quello che ci chiedono le future generazioni. Noi dobbiamo operare nel rispetto di chi verrà dopo di noi. Dobbiamo lasciar pur qualcosa anche a chi viene dopo di noi, non solo problemi.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.
Non ci sono altri interventi.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0004 con il parere favorevole da parte della relatrice.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0005 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 1, modificativo, che prevede:
Articolo 1 – Modifica all'articolo 18 della legge regionale 23 febbraio 2016, n. 7 "Legge di Stabilità regionale 2016".
1. All'articolo 18 della legge regionale 23 febbraio 2018, n. 7 è aggiunto il seguente comma:
3bis. Nell'applicazione del presente articolo, la Giunta regionale si conforma agli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni in attuazione del D.Lgs. 33 del 2013 e ss.mm.ii., in particolare in merito all'ampia pubblicità della possibilità di accedere ai benefici di cui al presente articolo, ai criteri di valutazione adottati nella selezione dei progetti, alle richieste accolte e non accolte.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, discusso anche in Ufficio di Presidenza, cercava, come ho detto nel mio intervento, di dire che nell'applicazione dell'articolo così come rivisto ci fosse la pubblicazione almeno nel sito on-line delle informazioni che di solito passavano presso la Commissione, quindi dell'elenco dei grandi eventi approvati e di quelli eventualmente non approvati e della motivazione, anche per essere in regola con gli obblighi della pubblicità e della trasparenza.
So che c'è parere negativo. Devo dire che l'emendamento precedente accettato comunque ci porterà a vedere almeno in Commissione un'informativa di quello che accade, quindi una parte del mio intervento verrà preso in carico da quell'emendamento della collega Guarda. Questo, invece, era più rivolto ai cittadini, quindi far vedere anche come si usano i criteri di valutazione e pubblicare on-line anche tutta la graduatoria di quella che era stata la valutazione della Giunta.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di interventi.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. A0005 con il parere contrario da parte della relatrice.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Adesso passiamo all'articolato.
Articolo 1.
Collega Scatto, prego.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Volevo solo precisare alcune considerazioni in chiusura. Per quanto riguarda questi articoli dell'ordinamentale, ci sono dei capisaldi che possono...

PRESIDENTE

Collega, la fermo un attimo perché noi siamo sull'articolo 1. Quindi, se lei vuole fare...

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Io volevo fare...

PRESIDENTE

Allora al termine delle votazioni per ogni singolo articolo. Grazie.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

A chiusura. D'accordo.

PRESIDENTE

Sull'articolo 1 non ci sono richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2.
Ci sono richieste di intervento?
Mettiamo in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 3.
Non ci sono richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'ultimo articolo, il 4.
Non ci sono richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo adesso alle dichiarazioni di voto.
Collega Scatto, prego.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Di nuovo grazie, Presidente.
Ovviamente, nell'annunciare il voto favorevole, volevo precisare, come dicevo prima, e anche tranquillizzare i colleghi per quanto riguarda il controllo che comunque verrà svolto dalla Commissione e ricordare anche che comunque l'Aula, il Consiglio, ha e mantiene sempre la funzione di indirizzo e di controllo per quanto riguarda quelli che sono i criteri di programmazione e la Giunta si assume la responsabilità in ordine all'osservanza dei criteri, nella definizione e nell'attuazione dei grandi eventi.
Mi soffermo in particolare sull'attuazione e in particolare vorrei appunto dire alla consigliera Guarda che non è stata una presa di posizione assunta aprioristicamente, è stato semplicemente un considerare già, come le dicevo prima, implicita la considerazione, peraltro più che valida su cui si basa il suo intervento, del fatto che la sostenibilità sarà comunque sempre, in ogni caso, presente.
In ogni caso voglio anche ribadire quanto contenuto all'articolo 1 sub a), dove viene espressamente specificato che la Giunta regionale adotta i criteri distinti in ordine di rilevanza economica, comunque culturale, di complessità organizzativa, previo parere della Commissione consiliare competente.
Voglio ribadire il concetto che la funzione istituzionale della Commissione terrà, come credo e mi auguro stia già facendo e si sia anche già distinta in altre occasioni, per quanto riguarda il porre l'attenzione e l'accento su quello che è l'andamento dell'attività amministrativa di questa Regione, cosa che è importante e alla quale teniamo sia noi che voi perché alla fine, su questi temi, siamo un corpus unico. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Per preannunciare il voto di astensione di Europa Verde su questo provvedimento per le motivazioni prima esposte. Ringrazio per la spiegazione e per la disponibilità della Presidente della Commissione di valutare in maniera adeguata i criteri in modo tale che rispondano ai principi che prima abbiamo cercato di inserire all'interno della norma, princìpi che non sono estranei alla possibilità di definire all'interno di un'indicazione normativa quella che è la strada da seguire nella definizione della delibera e, di conseguenza, nell'approvazione e nel parere dato anche dalla Commissione. Così come si è definito che i grandi eventi devono essere quelli particolarmente rilevanti, un'indicazione chiara rispetto agli obiettivi che si vogliono perseguire nella spesa, in questo caso di quest'anno di 2.500.000 euro, nella stessa maniera si sarebbe potuto inserire questo come principio fondamentale.
Capisco che ci siano delle difficoltà, io non le avrei trovate perché per me è un principio sacrosanto. Tra l'altro, si parla di spiccata rilevanza dei grandi eventi, però io non avrei avuto problemi nell'andare ad inserire all'interno della norma un principio che, accanto alla spiccata rilevanza, andava a definire come priorità di questi progetti anche la sostenibilità ambientale, proprio per rispondere anche a quello che viene definito all'interno della nostra Costituzione come un principio imprescindibile: per cui la libera attività d'impresa e, quindi, anche le iniziative che coinvolgono le imprese del territorio e non, devono essere svolte nel rispetto e nella garanzia del patrimonio ambientale. Questo è definito all'interno della nostra Costituzione. Per questo motivo, inserire un principio di questo tipo non avrebbe creato nessun problema, credo nemmeno ai Dirigenti che affiancano la Giunta nella definizione dei criteri.
Alla luce di questo, mi dispiace, mi rammarico, in alternativa sarebbe stata positiva la valorizzazione di questo articolo; in questa assenza evidentemente lavoreremo e darò volentieri un contributo attivo all'interno della Commissione per aiutare a ridefinire quelli che saranno, immagino, i nuovi criteri. Come prima ricordava la consigliera Ostanel, essendo stati già definiti quelli per quest'anno, probabilmente ci sarà la necessità di andare a riaffrontarli all'interno della Commissione alla luce di questa modifica normativa.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione il progetto di legge n. 112 come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTI
10-11-12-13-14 e 15



RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI LORENZONI E BALDIN RELATIVA A "PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA: IL VENETO SI DOTI DI STRUMENTI ADEGUATI DI MONITORAGGIO SULL'USO EFFICACE DEI FONDI STANZIATI E SVILUPPI GLI AMBITI CENTRALI DEL PNRR IN TEMA DI ENERGIA, DIGITALIZZAZIONE ED ECONOMIA CIRCOLARE". (RISOLUZIONE N. 52) RESPINTA

RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI VENTURINI E BOZZA RELATIVA A "PNRR: VALORIZZAZIONE DEL RUOLO DELLE REGIONI PER LA GOVERNANCE DEL PIANO E INDIVIDUAZIONE DI SPECIFICA LINEA STRATEGICA PER L'UTILIZZO DI FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA E PER LA SOSTENIBILITÀ ALIMENTARE". (RISOLUZIONE N. 53) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 39/2022)

RISOLUZIONE PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA GUARDA RELATIVA A "INDICAZIONI E PROPOSTE IN MERITO AL PROGETTO N. 15 "CONCIA: VERSO L'IMPATTO AMBIENTALE ZERO"". (RISOLUZIONE N. 54) RESPINTA

RISOLUZIONE PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA OSTANEL RELATIVA A "PNRR E PROGETTI STRATEGICI PER IL VENETO: PIENA PARITÀ GRAZIE AD UN SISTEMA DI ASILI NIDO ACCESSIBILI, RIGENERAZIONE DEL PATRIMONIO ABITATIVO IN DISUSO, UN PIANO PER IL RIPOPOLAMENTO DI VENEZIA". (RISOLUZIONE N. 55) RESPINTA

RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI VILLANOVA, PAN, ANDREOLI, BARBISAN, BET, BISAGLIA, BORON, BRESCACIN, CAVINATO, CECCHETTO, CENTENARO, CESTARI, CESTARO, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FAVERO, FINCO, GEROLIMETTO, GIACOMIN, MAINO, MICHIELETTO, PICCININI, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, RIGO, RIZZOTTO, SANDONÀ, SCATTO, SPONDA, VALDEGAMBERI, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "PNRR: RIDURRE IL CARO ENERGIA E INVESTIRE SULLE FILIERE INDUSTRIALI STRATEGICHE PER LIMITARE LA VULNERABILITÀ E PER RILANCIARE LO SVILUPPO". (RISOLUZIONE N. 56) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 40/2022)

RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI GIACOMO POSSAMAI, BIGON, CAMANI, MONTANARIELLO, ZANONI E ZOTTIS RELATIVA A "PNRR: LA REGIONE VENETO ADEGUI E INTEGRI I PROGETTI STRATEGICI DI FRONTE ALLA CRISI ENERGETICA ED ECONOMICA (RISOLUZIONE N. 57) RESPINTA

PRESIDENTE

Adesso vi chiedo un attimo di attenzione. Come concordato con i Capigruppo, abbiamo sei risoluzioni che riguardano il PNRR: è stato deciso di anticipare i punti nn. 10, 11, 12, 13, 14 e 15. Ogni presentatore presenterà la risoluzione; poi ci sarà, ovviamente, la discussione e poi voteremo ogni singola risoluzione.
Partiamo dalla risoluzione n. 52, presentata dai colleghi Lorenzoni e Baldin relativa a "Piano nazionale di ripresa e resilienza: il Veneto si doti di strumenti adeguati al monitoraggio sull'uso efficace dei fondi stanziati e sviluppi gli ambiti centrali del PNRR in tema di energia, digitalizzazione ed economia circolare".
Collega Lorenzoni, se può fare richiesta di parola, grazie.
Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Grazie dell'opportunità di parlare di questo tema che è sicuramente centrale per la nostra Regione per quello che avverrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi soprattutto. Abbiamo avuto l'opportunità di prendere visione della delibera di Giunta regionale n. 2, l'informativa che è stata data alla Prima Commissione relativa ai progetti ritenuti prioritari, i sedici progetti che sono stati individuati. È un documento sicuramente interessante che in qualche modo identifica quelle che sono le priorità date dalla Giunta in relazione a quell'ampio spettro di progetti che sono inclusi nel Piano di ripartenza e resilienza a livello nazionale.
La motivazione della risoluzione che abbiamo presentato con la collega Baldin è mirata a due aspetti, uno di metodo e uno di merito. Quello di metodo è relativo all'opportunità di individuare una specifica struttura di monitoraggio e di audit nei processi. Questo è previsto a livello nazionale. Ci sono addirittura due Commissioni a livello nazionale: c'è una Commissione di audit e una Commissione di monitoraggio, mi pare si chiamino così, che sono previste proprio per accompagnare i progetti. Sappiamo che i fondi, infatti, vengono dati soltanto a posteriori quando gli obiettivi sono raggiunti. È estremamente critico questo aspetto.
Il rischio per le Amministrazioni è di non partecipare, perché posso capire un Dirigente che firma una determina che impegna la Giunta in un progetto, ma se il progetto poi non è raggiunto al 100% rischia di non avere la copertura finanziaria. È strategico riuscire a dotare le Amministrazioni locali di un supporto per sapere di arrivare a completare il progetto, sennò, appunto, si è impegnati in un progetto che non ha copertura e questo sarebbe disastroso per le Amministrazioni locali.
Indubbiamente la struttura di programmazione della Regione è vigile su questo, ma responsabilizzare qualcuno per affiancare le Amministrazioni è probabilmente opportuno. Per cui la proposta nella risoluzione che abbiamo presentato è quella di affiancare un progetto trasversale, di staff, che sia finalizzato a monitorare la coerenza delle proposte presentate e l'esecuzione soprattutto dei progetti nelle modalità e nei tempi stabiliti, similmente a quanto a livello nazionale è fatto dall'Unità di audit e di valutazione.
Questo è un piccolo onere, se vogliamo, dal punto di vista amministrativo, ma come nei progetti europei è previsto un overhead che in qualche maniera deve garantire la buona esecuzione, credo che questo, anche a livello regionale, sia assolutamente opportuno.
Questo era relativo all'aspetto di metodo.
Poi c'è un aspetto di merito invece in cui abbiamo identificato alcuni auspici che la progettualità regionale possa essere più efficace e più mirata. Parto dal primo che è relativo al progetto n. 1, che è un progetto in cui c'è un'indicazione di finanziamento di 20 milioni di euro. Il progetto n. 1 è quello relativo al supporto e alla trasformazione della pubblica amministrazione locale verso la digitalizzazione, quindi tutti i servizi digitali e la cittadinanza digitale. Questo è sicuramente un aspetto cruciale per la competitività del nostro territorio e forse 20 milioni per l'intera Regione non sono un sostegno adeguato. Per cui il suggerimento è quello di incrementare lo stanziamento da questo punto di vista perché realmente si riesca a dematerializzare i processi autorizzativi per renderli più veloci e per renderli in qualche maniera anche più allineati con quello che le imprese e i cittadini vivono nel loro quotidiano e registrano invece un ritardo nella pubblica amministrazione, nella gestione dei servizi proprio a livello digitale. Questo è il primo aspetto.
Il secondo aspetto, invece, è relativo al progetto n. 14 dell'allegato alla deliberazione che abbiamo potuto visionare. Il progetto n. 14 è: "Politiche industriali di filiera ed internazionalizzazione". Anche qui, all'interno di quella misura del PNRR, c'è una parte relativa a migliorare le capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e il paradigma dell'economia circolare che assume una rilevanza veramente centrale ed onerosa nelle scelte che si vanno a fare.

PRESIDENTE

Collega, la invito a concludere. Grazie.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Ma erano dieci minuti? Finisco subito. Grazie, Presidente. Chiedo scusa.

PRESIDENTE

No, mi scusi, c'è stato un errore. Mi dicono che c'è stato un errore.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

C'è un errore, perché erano sei e da sei a zero... Non stiamo giocando a tennis.

PRESIDENTE

Mi scusi. Non tengo il tempo a mente.
Prego, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Il tempo vola, ma è uno spazio continuo, per fortuna, ancora, e non discontinuo, che lo possiamo tenere sotto controllo.
Torno alla Misura 1, Componente 2 "Economia circolare e gestione sostenibile dei rifiuti". Qui sono allocati 250 milioni di euro nella delibera, ma io penso che debba essere enucleata una misura specifica per accompagnare le imprese di servizio pubblico verso l'organizzazione delle filiere circolari. È una delle trasformazioni più profonde dell'organizzazione dei servizi sul territorio e, dei 2,1 miliardi di euro che sono stanziati a livello nazionale, probabilmente dobbiamo aspirare a portare in Veneto una quota maggiore. Il Veneto si è sempre distinto per l'alto livello dei servizi, ma l'occasione di introdurre il tema della circolarità non deve essere sottovalutato in questo momento.
L'altro sollecito che abbiamo richiesto è quello di dare maggiore concretezza alle azioni specifiche relative al mondo dell'energia con due modalità. Una è quella del Progetto 9: inserire in modo esplicito i temi del fotovoltaico e del biometano, che sono le due fonti di energia che possono avere una ricaduta maggiore sul nostro territorio. La struttura ha introdotto le tavole di Leontief, input e output, per valutare le ricadute sul territorio. È un'ottima cosa. Io penso che andando ad analizzare questi investimenti rispetto a qualsiasi altra opzione energetica si possa mettere in luce come questi investimenti abbiano delle ricadute molto favorevoli sulla nostra economia. Quindi, nel Progetto 9 mettere esplicitamente questi target e, dal mio punto di vista, introdurre un nuovo progetto specifico per accompagnare la nostra regione negli investimenti nel fotovoltaico e nel biometano, perché sono, come dicevo, le due fonti di energia che possono dare maggiore soddisfazione e maggiore capacità all'autonomia energetica e al contenimento dei costi e questo deve essere fatto in maniera competitiva con gli altri territori italiani e dell'Unione europea.
L'auspicio è di avere un 17esimo progetto che sia mirato in relazione alle comunità energetiche e agli altri obiettivi di decarbonizzazione, ma specificamente sull'organizzazione della filiera del biometano e del fotovoltaico.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Passiamo alla risoluzione n. 53 dei colleghi Venturini e Bozza: "PNRR e valorizzazione del ruolo delle Regioni per la governance del Piano e individuazione di specifiche linee strategiche per l'utilizzo di fonti rinnovabili di energia e per la sostenibilità alimentare".
Prego, collega.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Come Gruppo consiliare interveniamo su questo argomento perché è di estrema attualità ed interesse.
Noi ci troviamo adesso a constatare che la pandemia ha messo allo scoperto i nervi del nostro sistema Italia: per questo intendo le criticità e le fragilità che contraddistinguono il nostro Paese, che ci trasciniamo da anni e per le quali noi dobbiamo intervenire in termini strutturali attraverso delle riforme, attraverso degli interventi che siano strutturali, interventi che sono necessari. Lo erano prima, ma con la pandemia e con la guerra diventano adesso indispensabili e non più procrastinabili. L'Europa, da questo punto di vista, le Istituzioni europee ci stanno dicendo come sia necessario intervenire. Hanno previsto anche lo stanziamento di ingenti quantità di denaro alle quali accedere attraverso delle progettualità.
Con questo fine, quindi, il Piano nazionale di ripresa e resilienza vuole essere lo strumento con il quale noi accediamo a queste risorse attraverso dei progetti, individuando delle missioni e degli ambiti di intervento. Le Regioni in questo hanno un ruolo, ce l'ha anche la nostra Regione con le sedici progettualità strategiche che sono state presentate. Si parla di una spesa che ammonta quasi a 8 miliardi e questo dovrebbe avere delle ricadute importanti sul nostro territorio. Anche se le Regioni, come è stato sottolineato, non hanno un ruolo centrale, anzi, dovrebbe essere riconosciuto loro un ruolo più proattivo, più dinamico, proprio nella logica di garantire un maggior coordinamento tra i vari livelli istituzionali, perché è un limite del nostro Paese spesso la mancanza di coordinamento tra i vari livelli.
In questo caso, poi, pensare che ci sia lo Stato e dall'altra parte i Comuni come soggetti attuatori, senza potenziare poi dei livelli intermedi, che in questo caso possono essere rappresentati dalle Regioni, è chiaro che può rappresentare un limite. Ecco perché è auspicabile un potenziamento del ruolo delle Regioni in questo senso.
Premesso questo, partiamo dalla situazione che noi stiamo vivendo, che è una situazione difficile, dove c'è uno scenario geopolitico complicato, complicato prima dalla pandemia e poi dal conflitto bellico, che avrà e ha un impatto economico importante e che porterà anche a un aumento dei costi aggiuntivi. Lo vedremo nei bilanci degli Stati, se noi pensiamo all'Europa, degli Stati membri, che porterà anche ad un rallentamento di quella che era la crescita prevista, delle percentuali: si parlava e si parla del 4%, quindi una crescita importante per il nostro Paese, per l'Europa, che molto probabilmente dovrà affrontare da questo punto di vista un rallentamento. Diventa necessario e fondamentale spingere, premere e accelerare sulla transizione ecologica. Ecco la questione fondamentale, il filone che ci è stato proposto e che ci viene proposto con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che deve essere maggiormente potenziato e ce ne rendiamo conto anche dai costi delle materie prime, ce ne rendiamo conto dal costo dei combustibili di origine fossile, che ormai sta diventando improponibile e di conseguenza dobbiamo assolutamente intervenire.
Per far questo – ecco la questione fondamentale – dobbiamo pensare ad una specifica progettualità che permetta di potenziare la distinzione e la diversificazione delle fonti di produzione di energia. E allora penso al biometano, allora penso alle biomasse, allora penso alla geotermia, pensiamo anche all'eolico, al fotovoltaico, ma possiamo anche incominciare a ragionare in termini di nucleare. Possiamo introdurre l'argomento. Non dobbiamo realizzare domani mattina le centrali, ma può diventare argomento di dibattito pubblico, anche perché questo è un argomento tabù nel nostro Paese quando negli altri Paesi invece viene utilizzato questo tipo di energia: in questo momento non stanno soffrendo come stiamo soffrendo noi o come potremmo in futuro soffrire noi.
Ecco quindi che noi riteniamo che sia un asset strategico quello della transizione ecologica, che è trasversale a tutto il Piano nazionale di ripresa e resilienza, dove ci sono delle percentuali importanti di risorse che vengono destinate e la transizione ecologica deve plasmare quella che è un po' la politica economica del nostro Paese e, di conseguenza, la politica energetica, la politica agricola, considerando che c'è un paradigma, che è quello della sostenibilità ambientale, che è sempre stato il nostro punto di riferimento fino adesso, ma, a seguito della guerra, se ne aggiunge anche un altro: il paradigma della sostenibilità alimentare.
Per andare più sul concreto, noi siamo tutti d'accordo che bisogna utilizzare meno fertilizzanti, meno chimica, però è altrettanto vero che dobbiamo garantire la produttività e la produzione. Noi dobbiamo trovare il giusto compromesso perché l'ambiente va rispettato, perché in questo ambiente noi ci viviamo, ma nello stesso tempo dobbiamo pensare che si devono sfamare quasi otto miliardi di persone e ci sono anche gli animali, che dobbiamo renderci conto che dobbiamo garantire la produzione e la sopravvivenza delle persone e delle specie. A fronte di questo ci vuole veramente un impegno per riuscire a rivedere quelli che sono i nostri riferimenti proprio in termini di politiche economiche, energetiche e agricole.
Con questo impegno, dunque, vorremmo auspicare – e vado a concludere – un ruolo più centrale e più presente della Regione e, dall'altro lato, vogliamo anche pensare che vengano avviate delle strategie più articolate, più approfondite, più strategiche in termini di capacità di riuscire a far coesistere una sostenibilità ambientale e una sostenibilità alimentare.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla presentazione della risoluzione n. 54 a firma della collega Guarda: "Indicazioni e proposte in merito al progetto n. 15 'Concia: Verso l'impatto ambientale zero'".
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questa è una risoluzione che desidera chiedere alla Giunta regionale di includere all'interno del 15° Progetto, quello relativo alla concia, due obiettivi integrativi che sono essenzialmente: il sostegno finanziario ai progetti di filtrazione presso le aziende – a monte del problema, quindi – e del ciclo chiuso dell'acqua, anche al fine di consentire la sostenibilità degli attuali impianti di depurazione, e il sostegno alle attività di ricerca e innovazione per l'efficientamento e ammodernamento delle macchine conciarie per la riduzione delle acque usate durante il ciclo produttivo.
Assessore Calzavara, l'obiettivo centrale della risoluzione è porre all'interno delle tre pagine che avete dedicato al progetto relativo alla concia e all'impatto ambientale zero questi due obiettivi che rispondono a un'emergenza, un'emergenza di natura ambientale, che è quella della disponibilità delle acque, e un'esigenza di tipo economico, perché da quelle acque e dalla sostenibilità della presenza di acqua nelle falde e nelle acque superficiali, non soltanto in termini quantitativi, ma anche in termini qualitativi... Chiedo scusa. Grazie. Anche in termini qualitativi, per cui difendendole da eventuali fonti di contaminazione, è essenziale per garantire la vita alle aziende che stanno più a valle. In questo caso penso non soltanto alle aziende agricole, ma anche ad imprese che prelevano acqua per il proprio processo produttivo.
Stante che quelle tre pagine, Assessore, devono essere ampliate, cioè devono essere approfondite ulteriormente, perché sono tre pagine che, secondo me, non hanno dato l'idea essenziale e concreta di un intervento che non agisca soltanto a seguito della contaminazione delle acque, ma agisca a monte, e non agisca soltanto a danno creato, ma prima di crearlo, creando quindi le condizioni anche economiche di sostenibilità del settore.
Ritengo anche che sia opportuno andare ad inserire questi due concetti per rendere questo progetto almeno quantificabile in termini di opportunità e di risultato a vantaggio delle imprese e delle famiglie che vivono nei territori circostanti.
Vorrei semplicemente ricordare che in questa logica, nella logica del ciclo chiuso, anche l'Assessorato all'ambiente si era esposto in risposta ad una nostra interrogazione; un'interrogazione in cui chiedevamo se nell'immediato futuro ci sarebbe stata l'intenzione di investire, di guidare le imprese ad investimenti verso progetti e impianti pilota per verificare la fattibilità della conversione verso il ciclo chiuso. Ci è stato risposto che sì, nelle prossimità degli impianti di depurazione questo progetto era stato approvato senza avere, però, risultati così esaltanti.
Certo, perché il ciclo chiuso non può essere fatto esclusivamente a ridosso dei depuratori, dove appunto i depuratori ricevono acque fortemente contaminate da diverse tipologie di sostanze chimiche e composti chimici. C'è la necessità di intervenire a monte, dove magari la depurazione è più semplice e c'è la possibilità realmente di consentire all'impresa singola di andare a riutilizzare la propria acqua, dando quindi un impatto positivo in termini di riduzione dell'utilizzo di prelievo di acqua dalla falda o dal corso d'acqua, ma anche di protezione del corso d'acqua che attualmente riceve lo scarico contaminato, anche se evidentemente dentro dei limiti di normativa nazionale. Evidentemente, sommandosi, poi crea fenomeni come quello della contaminazione del Fratta Gorzone che sta danneggiando ulteriormente il settore agronomico.
Ricordo che all'interno di questo progetto ci sono sicuramente degli obiettivi importanti e condivisibili che sono, per esempio, quello della riduzione, della gestione della contaminazione da perfluoroalchilici. Ricordo che, però, già nella prima parte dello scorso decennio era stato avviato proprio un progetto per prevedere poi mano a mano la sostituzione completa dei PFAS all'interno di questi processi produttivi, progetto che evidentemente è ancora in essere. Apprezzo, per esempio, il fattore dell'installazione di impianti fotovoltaici sui tetti o piazzali per ridurre i costi fissi aziendali, un intervento che va nella direzione della carbon neutrality e che sostituisce quello che invece è l'impatto dannoso dei certificati verdi, cioè di queste compensazioni che non fanno bene, in realtà, all'ambiente. Apprezzo anche il fatto che vi sia l'intenzione di andare ad investire per l'impatto odorigeno: nella zona dell'ovest vicentino tra Zermeghedo, Montorso eccetera l'impatto odorigeno è ancora piuttosto alto. Conseguentemente, l'intenzione di investire in questa direzione è una cosa che sicuramente fa bene.
Alla luce di questi apprezzamenti, vorrei si rilevasse come, da un punto di vista di gestione delle acque, sia necessario intervenire non a valle con i depuratori, ma a monte, aiutando le imprese a creare un proprio impatto zero direttamente in loco, incentivando il ciclo chiuso e incentivando quindi il recupero, il riuso e il risparmio di acqua. Questo ci consentirebbe di spendere meno poi a valle e di salvaguardare i corsi d'acqua necessari per la coltivazione.
In ultima vorrei ribadire questo aspetto. L'intervento per quanto riguarda il sistema della concia e la filiera della concia del Veneto è sicuramente un intervento necessario dato l'impatto che questo settore ha, ma non è l'unica filiera che ha necessità di interventi così specifici. Ed essendo un settore che comunque produce a livello nazionale l'1% del prodotto interno lordo, ritengo che sia opportuno che a questo continuo impegno, a seguito anche dell'accordo Fratta Gorzone che ha consentito a questo settore di avere a disposizione risorse per andare a porre una toppa ai buchi e ai danni ambientali creati negli scorsi decenni, sia opportuno richiedere un impegno delle imprese stesse per fare in modo che non sia soltanto il pubblico a gestire il danno ambientale e quindi sanitario, non soltanto per la questione dei perfluoroalchilici, ragazzi, non è soltanto questa questione, ma penso alla emissione di idrogeno solforato e di conseguenza alle avvisaglie che la stessa ASL territoriale aveva dato ad ARPAV dicendo che le emissioni erano talmente alte nei precedenti cinque anni da creare un danno anche da un punto di vista sanitario.
Ritengo che da questo punto di vista ci sia la necessità sì di un intervento strategico, ma che si chieda un intervento e una compartecipazione da parte di questo settore, perché non è possibile che questi danni ambientali vengano coperti molto spesso anche e soltanto attraverso le risorse pubbliche.
Questo per chiedere, dato che questo è l'unico progetto di filiera che esplicitamente è stato inserito all'interno di questo nuovo Piano di ripresa e resilienza della Regione del Veneto, che si rinnovi l'impegno collettivo di interessarsi e di valorizzare anche interventi simili per quanto riguarda altre filiere che in questo caso non vengono incluse direttamente.
Ribadisco, Assessore, penso che l'abbia capito, la proposta è quella di inserire due obiettivi: il ciclo chiuso, progetti di filtrazione presso le aziende e il sostegno ad attività di ricerca e innovazione per l'efficientamento e l'ammodernamento dei macchinari per la riduzione dell'utilizzo di acqua all'interno dei processi produttivi.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.
Passiamo alla risoluzione n. 55 della collega Ostanel, relativa a: "PNRR e progetti strategici per il Veneto. Piena parità grazie ad un sistema di asili nido accessibili, rigenerazione del patrimonio abitativo in disuso, un piano per il ripopolamento di Venezia".
Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Sono stati fatti dei passi avanti sicuramente da quel momento in cui, mesi fa, discutevamo di PNRR in quest'Aula dopo che era stato chiesto a gran voce un passaggio in Consiglio regionale e ricordo delle schede progettuali dove dicevamo che molte di quelle schede non solo non sarebbero state accettate nel PNRR nazionale, ma che andavano contro addirittura a molti degli obiettivi che il programma Next Generation EU poneva e imponeva, per fortuna, ai Paesi membri dell'Europa.
Oggi arriviamo, dopo aver rivisto in Commissione, invece, a sedici schede che hanno un sapore un po' diverso rispetto a quel momento e credo – lo spero almeno, ho questo desiderio – che la discussione che abbiamo avuto in Consiglio regionale mesi fa forse abbia anche aiutato in qualche modo a reindirizzare delle schede che erano sostanzialmente sbagliate. Ricordo che, ad esempio, come Gruppo Il Veneto che Vogliamo avevamo fatto un lavoro di scrivere quello che noi avevamo chiamato "Il PRRR che Vogliamo" dove avevamo messo alcune proposte che in alcune di queste schede io oggi in qualche modo rivedo. Quindi c'è sicuramente un passo avanti.
Nonostante questo, guardando le schede, come abbiamo visto in Commissione grazie al supporto dei tecnici, ci sono alcune questioni che potrebbero essere aggiunte in alcune di queste schede e che, infatti, ho messo nella risoluzione, auspicando che si possano inserire dei miglioramenti e delle correzioni. Questa è una risoluzione molto poco politica nella sua prima pagina e forse gli impegni un po' più politici arrivano solo alla fine e in questi otto minuti magari farò un intervento un po' tecnico, ma credo che sia questo l'obiettivo anche di discutere qui di PRRR.
Ad esempio, parlando di fascicolo elettronico dell'edificio: abbiamo visto alcune schede, ben due, di investimenti sulla digitalizzazione. Nel nostro documento de Il Veneto che Vogliamo c'era tutto un pezzo, ancora a novembre, rispetto a questo tema e io credo che sia una delle sfide che il nostro Paese ha. In Commissione avevo fatto vedere che forse un investimento addirittura era troppo importante su alcuni punti. Una cosa, però, probabilmente manca: pensare, cioè, che questo fascicolo elettronico dell'edificio sia, anche in via prioritaria, richiesto alle ATER della nostra Regione.
Noi sappiamo che abbiamo un tema di accessibilità di dati rispetto al patrimonio residenziale pubblico in disuso, una mappatura sensata non solo di quali edifici sono chiusi, ma anche di dove sono ubicati, di quanti soldi sarebbe necessario avere per poterli rigenerare. Usare, quindi, la digitalizzazione anche per supportare le nostre ATER. In quella scheda manca. Questo sarebbe molto importante per una programmazione, ma anche per far sì che la scheda digitale diventi un luogo accessibile per i cittadini.
Nella scheda "Borghi, cultura, natura e turismo" manca, io credo, un'attenzione, di nuovo, agli operatori dello spettacolo dal vivo. Noi investiremo tantissimi fondi anche sulla rigenerazione di alcuni borghi. Non rientrerò in ciò che dico sempre, cioè che la scelta, da parte del nostro Governo, di finanziarne solo uno credo sia stato un errore. Però, se diamo davvero 20 milioni a un borgo che ha l'obiettivo di promuovere la natura e la cultura, la cultura deve essere al centro e ci deve essere anche il mondo dello spettacolo dal vivo. Chi lavora di cultura, quindi, deve poter, in qualche modo, beneficiare o essere coinvolto.
Scheda "Ospedali e territorio". Ne abbiamo parlato sempre in Commissione. Dove ubicare le Case di comunità? Ci sono alcuni territori che hanno sentito di essere stati coinvolti in maniera forte attraverso le ASL. A me risulta che alcuni territori, invece, non siano stati così coinvolti e che, quindi, la scelta di dove inserire la Casa di comunità non sia stata così digerita dal territorio. Provare a pensare ‒ la pongo come una questione valutativa ‒ che si possa valutare in alcuni contesti di rivedere alcune scelte può essere un apporto.
Di nuovo, la scheda 13 "Il nuovo abitare". Qui c'è un tema, soprattutto per le aree interne: quello di pensare di recuperare e di lavorare sull'edilizia residenziale, in particolare in alcune aree fragili. Quindi, specificare meglio questa attenzione, che tra l'altro si trova nell'impianto del PRRR, ma anche il fatto che possa essere questo il vero obiettivo di questo grande fondo: arrivare davvero a rigenerare tutto il patrimonio pubblico che noi oggi abbiamo.
Di nuovo, un tema che vedo anche in altre risoluzioni: il tema della crisi, non solo per la pandemia, ma anche per quello che sta succedendo oggi in Ucraina, sugli investimenti di alcune filiere produttive e soprattutto sul tema energia. Credo che serva inserire questo tema nelle schede. L'ho visto anche in altre risoluzioni.
E poi Venezia, e chiudo con questi due punti più tecnici. Per fortuna, ed è bene che ci sia, un piano, quindi una scheda dedicata a Venezia, dove c'è l'obiettivo esplicito di ripopolare la città. Tra l'altro, era contenuto in una delle risoluzioni che avevamo votato all'unanimità, proposta dalla minoranza. È proprio un punto che io avevo voluto inserire su Venezia. Vedo la scheda. Credo che all'interno di quella scheda sarebbe necessario aggiornare e specificare meglio quali sono le misure specifiche che si vogliono produrre sul tema della residenza. Oggi c'è un obiettivo: riportare a vivere nella città più o meno 10.000 abitanti in più, tra gli 8.000 e i 10.000, che è un buon obiettivo. La scheda non mostra gli interventi sulla residenzialità. Che tipo di popolazione attraiamo? Giovani famiglie a cui, magari, diamo affitti agevolati, quindi famiglie che vengono dalle città vicine o dalle regioni vicine, o vogliamo attrarre residenti, magari, internazionali, come già Venezia fa? Questo, però, farebbe diventare di nuovo Venezia una capitale non tanto della sostenibilità, quanto della sostenibilità per qualcun altro, non per chi vive in Italia.
L'ultimo tema è quello relativo al controllo degli affitti brevi. L'ho visto nelle schede. Credo sia una cosa importantissima che in quelle schede ci sia scritto che ci sarà un intervento sulla regolamentazione degli affitti brevi. Come farlo è un passaggio che potrebbe essere inserito.
Chiudo, negli ultimi due minuti, invece, uscendo dalle schede, su altri due temi. Monitoraggio degli impatti. Un'azione che la Regione del Veneto potrebbe fare, molto urgente. Non so se avete visto dai giornali che, nonostante ci sia un bando per gli asili nido nazionale, a cui i Comuni si dovevano presentare, il Veneto ha fatto poche domande. La domanda che ci dobbiamo porre, avendo sentito alcuni di questi Comuni, è perché non si è riusciti a fare domanda. Il fatto che la Regione possa essere anche a supporto affinché i Comuni del Veneto si presentino entro il 31 marzo, perché è stata prorogata la possibilità di fare domanda, credo sia un tema importantissimo. Alcuni Comuni, anche più piccoli, hanno faticato a pensare di poter inviare una domanda al PNRR nazionale, cioè ai bandi che arrivano direttamente ai Comuni. Per questo più volte abbiamo parlato anche in quest'Aula del ruolo di facilitazione della Regione, soprattutto per quei Comuni più piccoli che fanno fatica a seguire tutte queste cose. Sul monitoraggio degli impatti, ne abbiamo discusso di nuovo in Commissione, vi è il tema di monitorare anche gli impatti ambientali, che non è esplicitamente scritto nella fase di valutazione.
Due, e chiudo: il tema del monitoraggio civico; o meglio, della popolazione sull'andamento di questi progetti, cioè prevedere ‒ come scrivo nel secondo punto ‒ il fatto che si possa pensare a un'informazione pubblica costante, magari utilizzando le sedi di questo Consiglio o di alcune Commissioni, aperte anche alla possibilità di alcune audizioni, che magari semestralmente o anche, quando si è in fase di implementazione, annualmente possano dire quali sono gli obiettivi raggiunti non solo nella spesa, ma proprio negli impatti. Credo che il monitoraggio degli impatti di tutta questa architettura complessa che l'Europa e lo Stato hanno messo in piedi, spesso con grandi errori e anche difficoltà, riesca davvero a generare quel cambiamento sui territori e per le persone che le persone vogliono vedere. Altrimenti, avremmo perso un'occasione, cioè quella di cambiare davvero le vite delle persone nel Veneto grazie all'utilizzo di fondi che arrivano oltre il nostro bilancio ordinario. Grazie.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Adesso passiamo alla risoluzione n. 56, a firma del capogruppo Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Parto ringraziando la Giunta, in particolare l'assessore Calzavara, sempre presente, per questo lavoro che è stato fatto per la declinazione regionale del PNRR e per questi sedici progetti che sono stati portati all'attenzione del Consiglio e della Commissione la settimana scorsa.
Come sappiamo tutti, questo Piano è una declinazione regionale del Piano nazionale (PNRR), soprattutto una declinazione che deriva dalle decisioni dell'Europa con il Next Generation EU.
Ovviamente siamo soddisfatti di come la Giunta ha approntato questo Piano, anche se dobbiamo registrare che buona parte dei fondi che arrivano nel nostro territorio effettivamente scavalcano l'Ente Regione. Sarebbe più opportuno per i prossimi stanziamenti tener conto dell'importanza del nostro Ente, degli Enti regionali, e dare effettivamente la responsabilità alle Regioni di decidere come stanziare questi fondi.
Inoltre, va registrato un altro fatto, secondo me, un po' preoccupante. All'interno del primo stanziamento del PNRR, ad oggi, solo il 5,6% dei fondi viene destinato alla nostra Regione. Ripeto: il 5,6%. Questo ci preoccupa molto. Con la mole di liquidità che sta arrivando, e ricordiamoci che per due terzi è liquidità a debito, la preoccupazione su come verrà spesa questa mole di liquidità e dove verrà spesa non è un tema secondario. Proprio rispetto a come verranno spesi centinaia di miliardi di euro, considerando che c'è un'applicazione nazionale, noi chiediamo, con questa risoluzione, per quello che possiamo fare, ovviamente, che l'Europa cambi rapidamente le missioni, per adeguarle alla mutata situazione economica e geopolitica che stiamo vivendo nelle ultime settimane.
L'aggressione russa sull'Ucraina ha stravolto il mondo e probabilmente ha messo la parola "fine" alla globalizzazione. Questo è fuori discussione. È, quindi, fondamentale che l'Unione europea risponda subito – quindi non domani, o dopodomani, ma oggi – a questa nuova sfida che ci pone di fronte la storia, ricalibrando il Next Generation EU.
Se, da un lato, temi come la transizione ecologica sono processi ineludibili, dall'altro, dobbiamo fare in modo che le nostre imprese, le nostre famiglie, le famiglie venete, italiane ed europee sopravvivano al presente, prima di arrivare a pensare al futuro. L'Europa deve, perciò, investire rapidamente sull'energia per differenziare le fonti di approvvigionamento, per aumentare le riserve, che diventeranno un grosso problema per il prossimo inverno, e soprattutto per svincolarci dal ricatto russo sul gas e sui combustibili.
Lo stesso vale per quello che deve fare il nostro Paese. Forse per troppi anni l'Italia ha abdicato al compito di garantire sicurezza energetica agli italiani. Ora il tempo, purtroppo, è scaduto e il conto lo stanno pagando le famiglie e le imprese italiane.
La fine della globalizzazione, di cui parlavo prima, che viene, ovviamente, accelerata da questa scellerata guerra "targata Putin", obbliga tutti noi, veneti, italiani ed europei, a tornare sui nostri passi, riportando le filiere strategiche della manifattura all'interno del nostro continente. Non possiamo più permettere che l'economia europea sia sempre sotto scacco da parte di Paesi apertamente ostili o, usando un eufemismo, non proprio amichevoli nei nostri confronti.
Faccio alcuni esempi: chimica, siderurgia, tutta l'industria dei microprocessori, dei motori elettrici. Ci sono molte filiere che in questo periodo fanno mancare i propri prodotti alle manifatture e alle industrie in Italia e in Europa. È per questo che l'Europa si deve assolutamente muovere. Così come è fondamentale che si muova anche nella direzione di proteggere la nostra agricoltura e le sue produzioni, da anni sotto attacco di Paesi fuori dall'Unione e che, purtroppo, ora, che servirebbe sempre di più, è messa proprio in ginocchio, dopo anni in cui ‒ ripeto ‒ è stata messa sotto attacco. Forse è arrivato il momento di proteggere, anche con delle misure, le produzioni europee e le produzioni italiane.
In conclusione, la sfida che abbiamo davanti è notevolmente più difficile rispetto a quella che sembrava già abbastanza gravosa, cioè di riprendersi dopo la pandemia da Covid. Probabilmente, qualche settimana fa non ci saremmo mai aspettati di trovarci di fronte a una situazione del genere. Purtroppo, l'Unione europea, il nostro Paese, in queste settimane si è resa conto di essere vulnerabile non solo dal punto di vista militare, ma anche e soprattutto dal punto di vista economico ed energetico, cosa molto pericolosa in un periodo di guerra come questo.
Visto che l'Unione ha già stanziato centinaia di miliardi destinati proprio a tutti o a gran parte degli Stati europei, è giusto che vengano ricalibrate le destinazioni di questi miliardi, in modo da mettere in sicurezza il continente e, ovviamente, il nostro Paese.
Tutti noi oggi speriamo che questa opportunità e questi fondi non vadano sprecati. Abbiamo veramente il compito di far traghettare i nostri Enti, ma soprattutto i nostri cittadini prima attraverso una fase di pandemia, che non è ancora conclusa, e adesso in questa fase di guerra.
Rinnovando la fiducia alla Giunta per il lavoro su questi progetti, poniamo umilmente questa richiesta all'Unione europea affinché ricalibri le missioni del Next Generation EU.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla presentazione della risoluzione n. 57.
Capogruppo Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

La ringrazio, Presidente.
Sono sicuramente d'accordo con le ultime parole del capogruppo Villanova, cioè che di fronte a quello che stiamo vivendo in queste settimane sarà necessario intervenire per modificare o, comunque, per convertire una parte delle risorse in una direzione che aiuti le famiglie e le imprese. Penso al tema dell'energia, ma penso più in generale ad alcune filiere che sono in ginocchio.
Parto, però, prima dall'aspetto più legato alla nostra Regione. Abbiamo presentato questa risoluzione – adesso cercherò di illustrarla il più brevemente possibile – e abbiamo cercato di fare un documento con uno spirito, che provi a dire, di fronte ai sedici progetti che la Giunta ci ha presentato, quali sono, secondo noi, le direttrici lungo le quali muoverci.
Parto da una presa d'atto. Un anno e mezzo fa, quando abbiamo fatto questa discussione sul Piano regionale di ripresa e resilienza – guardo l'assessore Calzavara che era presente, com'è sempre presente in quest'Aula – ci siamo detti una cosa o, meglio, noi dicevamo una cosa, ed era: proviamo a fare in modo che questo Piano vada nella direzione giusta per intercettare le risorse nei canali che sicuramente l'Unione europea da un lato, e il Governo italiano dall'altro, sceglieranno come prioritari, perché è vero che quando avete presentato il PRRR non c'era ancora il Piano nazionale, ma era anche evidente – ricordo bene la discussione in quest'Aula – che, siccome l'Unione europea le tre grandi linee, i tre grandi assi strategici li aveva individuati, probabilmente le superstrade, non per una contrarietà a prescindere, ma perché non stavano in quel percorso, non sarebbero state finanziate.
Il documento che avete presentato adesso dimostra la bontà di quel ragionamento, e cioè che forse conveniva a partire da subito, avendo in mente qual era l'approdo o, perlomeno, potendo presumere quale sarebbe stato l'approdo, andando a cercare di intercettare le risorse esattamente lì dove dovevano arrivare.
Il documento che presentate oggi, i sedici progetti, alcuni assolutamente positivi, su qualcun altro abbiamo qualche dubbio in più, in generale riassume sedici progetti che sicuramente vanno a intercettare di più le filiere e le direttrici del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Qual è, però, il punto? Traspariva un po' dal ragionamento che faceva il capogruppo Villanova. Siccome inevitabilmente quel Piano sarà costretto a cambiare nel corso degli anni, perché la guerra che non potevamo immaginarcela così come tutto ciò che è capitato, credo che quando noi costruiamo dei progetti la proiezione debba essere "cerchiamo di fare in modo di andare a intercettare le risorse là dove arriveranno", nella consapevolezza che forse queste risorse si sposteranno.
Mi spiego bene. La risoluzione che noi presentiamo ha tre punti fondamentali. Uno è quello energetico. Dico una banalità: immagino che, sempre per seguire il ragionamento di chi mi ha preceduto, nei prossimi mesi il Governo dovrà spostare tantissime risorse nella direzione di garantire non solo alle Regioni, ma direi al Paese, di avere la maggiore autonomia energetica possibile.
Forse, se la Regione quelle risorse le vuole intercettare, se parte da oggi, dal fotovoltaico al biometano, a tutte quelle che saranno, inevitabilmente – perché lo sappiamo e magari arriviamo anche a riattivare le centrali a carbone, l'ho letto anch'io sui giornali, ma credo che sia l'extrema ratio e che sicuramente non ci finanzieranno nuove centrali a carbone – se dobbiamo fare cose nuove, queste cose nuove sappiamo dove andranno a cadere. Se oggi proviamo a dotarci in quelle schede, nella trattativa con il Governo, di progetti che vanno là dove i soldi arriveranno, probabilmente delle risorse le portiamo a casa. E questo è il primo punto del nostro ragionamento.
C'è un secondo punto molto importante, che parte, secondo me, da una lacuna forte di queste sedici schede. Sono sedici schede che non hanno un progetto di politica industriale, sono sedici progetti molto diversificati tra di loro, in larga parte arrivati più dal territorio che da un pensiero della Giunta regionale.
Faccio un esempio che conosco, quello della concia. In quell'ambito c'è un ragionamento di filiera, c'è un'impostazione di come portare quella filiera ad impatto zero, ma anche su come dare un futuro a quella filiera.
Siccome il Governo nel Piano le sei grandi filiere che verranno finanziate le ha già inserite (le cito: design, moda e arredo, automotive, microelettronica e semiconduttori, metalli ed elettromeccanica, chimica farmaceutica, agroindustria), siccome le sei filiere le conosciamo, se noi nei progetti facciamo schede o comunque costruiamo progetti sul territorio in quelle sei direttrici è più facile che porteremo a casa delle risorse rispetto a che se facciamo progetti in altri tipi di filiere.
Siccome, per inciso, avendo, grazie a Dio, o meglio, grazie alla forza produttiva di questo territorio, tantissimi distretti che stanno proprio in quelle sei filiere, se la Regione prova a giocare un ruolo da player e da pivot in questa vicenda, quindi se mette al tavolo davvero – va benissimo il tavolo di partenariato, ma è evidente che in un tavolo con 50 soggetti è complicato concepire una cosa di questo tipo – segmento per segmento, i soggetti giusti, e su queste filiere sviluppa progetti, siamo convinti che il circa 5% (non ricordo la percentuale precisa che citava prima il capogruppo Villanova) salirà in maniera cospicua.
Questo è un altro pezzo del ragionamento. L'ultimo pezzo è sull'altro grande elemento di sofferenza in questo momento, che è la filiera agroalimentare. È un settore che sta soffrendo enormemente, ma anche questo è un settore su cui lo spazio per recuperare risorse importanti c'è.
Citiamo nella risoluzione l'audizione del ministro Patuanelli nelle Commissioni Agricoltura di Senato e Camera, in cui ha indicato i 5 miliardi dove andranno. Tanti sono i fronti: l'agri-solare, l'innovazione meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare, gli investimenti sul settore irriguo. Se noi andiamo a cercare le risorse, è meglio andare a cercarle dove ci sono. L'indirizzo che noi, con questa risoluzione, proviamo a dare, come sempre, con lo spirito di provare a fare un servizio e di dare un messaggio, non certamente di fare polemica in una partita decisiva come questa per la nostra Regione, è questo. L'anno scorso abbiamo fatto una discussione simile in cui ci siamo detti delle cose. Non è per sottolinearlo, ma evidentemente su alcune delle cose dette l'anno scorso tutti i torti non li avevamo. Lo stesso ragionamento lo facciamo oggi avendo molto più chiaro qual è lo schema e la parità di gioco. Può cambiare? Sì, però sappiamo le direttrici quali sono.
L'indirizzo che proviamo a dare con questa risoluzione è quello di andare lì dove sappiamo che le risorse nel Piano ci sono.
Un ultimo passaggio, Assessore e chiudo. Bene il confronto di oggi, ma arriva tardi. Mi sono testimoni gli altri Capigruppo. So bene che probabilmente non è dell'assessore Calzavara la responsabilità, ma la richiesta di discutere in quest'Aula del tema del PNRR è datata ottobre/novembre probabilmente, quindi di come la Regione si stava preparando. C'è un ordine del giorno votato dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali di dicembre, che richiede che tutti i Consigli nel mese successivo vengano convocati per discutere di quali sono gli investimenti e le direttrici che le Regioni vogliono perseguire. Noi arriviamo molto a valle di questo ragionamento.
Sono certo, ne abbiamo parlato, che lo spazio per ragionarci nei prossimi mesi ci sarà ancora, perché il Piano cambierà, però è chiaro che a noi piacerebbe – e lo dico anche qui senza spirito di polemica – conoscere i progetti in questo Consiglio prima che sulle pagine dei giornali. Lo riterremmo rispettoso nei confronti di questa Istituzione e anche nei confronti dei cittadini che ci hanno eletto.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Quindi sono state illustrate le sei risoluzioni. Adesso possiamo iniziare la discussione generale. Colleghi, qualcuno vuole intervenire in merito?
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con queste importanti risoluzioni di oggi parliamo finalmente di PNRR. Grazie, quindi, alle risoluzioni. Io ero uno dei Consiglieri che mercoledì ha partecipato all'esposizione della Giunta in Consiglio regionale, dove abbiamo scoperto che dai 155 progetti iniziali del PNRR elaborati dalla Giunta regionale siamo arrivati a sedici proposte progettuali, come la Casa digitale dei veneti, giusto per citarne qualcuno, 20 milioni. Speriamo che con questa misura anche in Veneto e magari anche in Calabria, visto che sono le uniche Regioni, si possa pagare il bollo auto con l'applicazione IO. Poi, abbiamo il monitoraggio ambientale, 21 milioni di euro. Io auspicherei controlli, oltre al monitoraggio, perché le violazioni in tema ambientale sono sicuramente molte. Soprattutto mi sarei preoccupato di tutelare l'ambiente e, naturalmente, effettuare i controlli.
Abbiamo delle proposte progettuali che prevedono 2,806 miliardi, come quella sul dissesto idrogeologico. Qui siamo tutti molto interessati a capire come si articola questa proposta progettuale, perché sono progetti, è giusto ricordarlo a chi ci ascolta e a tutti i colleghi, che devono essere realizzati entro il 2026.
Ricordo che, ad esempio, erano state inserite delle opere per le quali servono almeno dieci, quindici o venti anni di cantierizzazione, come, solo per fare un esempio, le casse di espansione sul Fiume Piave, e queste naturalmente non potevano essere inserite nel PNRR. Noi lo diciamo da sempre. Sono praticamente tre anni e in tre anni non si riescono a fare opere che necessitano di decenni tra progettazione, esecuzione, realizzazione e collaudi finali.
Ci sono anche 30 milioni per la Rete quantistica veneta per la cybersicurezza. Speriamo che dopo non ci siano più tutti questi casi di hackeraggio che hanno interessato le nostre ASL, mettendo in ginocchio molti servizi utili per la sanità veneta ai nostri cittadini.
Poi, ci sono 756 milioni per ospedali del territorio. Questo è importante, anche perché la sanità pubblica, la sanità regionale ha bisogno di essere aiutata e di operare in maniera anche più serena dopo quello che è capitato in questi due anni di pandemia, dove tutto il personale sanitario è stato oggetto di uno stress incredibile, con turni di lavoro massacranti non solo per i medici, ma anche per gli infermieri e per tutto il personale amministrativo.
È importante, quindi, che ci siano questi fondi e che siano spesi soprattutto bene, anche per evitare che questi nostri bravi medici, infermieri e personale amministrativo migrino verso altri lidi più appetibili, che è quello che sta succedendo oggi in Veneto, con una migrazione di moltissimi validi professionisti verso la sanità privata, che naturalmente approfitta dei problemi di quella pubblica, regionale, per fare passi da gigante.
Abbiamo poi il nuovo abitare, il verde urbano, residenzialità, filiere produttive, concia verso l'impatto ambientale zero. Anche questo è importante, visto quello che è accaduto negli anni, in quella zona, a quelle acque, a quelle falde acquifere, ed è giusto intervenire. Avrei voluto che interventi del genere fossero fatti, però, a livello regionale anche in altri poli industriali e in altre situazioni dove abbiamo problemi ambientali importantissimi, colleghi.
Il totale del fabbisogno finanziario delle schede è pari a 7,831 miliardi di euro. Chi fa la parte del leone in tutti questi capitoli, oltre alla questione dissesto idrogeologico? Questo sarà il nostro compito, come opposizione, di monitorare e capire come verranno spesi questi soldi, perché tre anni passano in fretta e i cantieri saranno tanti.
C'è un altro capitolo, "Venezia, capitale mondiale della sostenibilità". Sicuramente è importante che il nostro capoluogo di Regione diventi una capitale mondiale della sostenibilità, però 2,685 miliardi da spendere in tre anni veramente sono tanti. Anche qui vorremmo capire come verranno spesi e per che cosa.
Parlando di sostenibilità, mancano voci importanti come quella del fotovoltaico, delle fonti rinnovabili. È lì che dobbiamo puntare. È una Regione europea della sostenibilità. Questo avrei voluto dalla mia Regione: puntare al Veneto come Regione Capitale europea della sostenibilità, non Venezia Capitale mondiale della sostenibilità. Abbiamo bisogno di un Veneto moderno, tecnologico, sostenibile, che usa energia prodotta a chilometro zero. Quali se non le fonti rinnovabili, l'eolico e il fotovoltaico come produzione sul posto? Adesso abbiamo anche gli accumulatori di energia che accumulano l'energia prodotta di giorno che viene consumata di notte. Chi ha un accumulatore e i pannelli fotovoltaici sa quanto importante sia avere questo sistema, perché veramente le bollette di chi ha i pannelli fotovoltaici e l'accumulatore si sono molto ridimensionate, soprattutto adesso con i costi che abbiamo visto. Ve lo dico per esperienza personale.
È un bel punto di domanda questo della Venezia Capitale mondiale della sostenibilità, perché sono quasi 3 miliardi di euro. Con 3 miliardi di euro si poteva veramente cominciare ad avere un Veneto che andasse verso la autonomia energetica, l'indipendenza energetica. Il Gruppo consiliare del Partito Democratico nella scorsa legislatura ha commissionato un lavoro all'Università di Padova "Veneto 100% sostenibile" col quale si dice che nel giro di vent'anni noi potremmo diventare autonomi sotto un punto di vista energetico, indipendenti grazie alle fonti rinnovabili e la parte del leone la farebbe il fotovoltaico.
Quindi, è tutto da capire come verranno spesi questi soldi. Noi saremo sicuramente presenti e in questa legislatura chiederemo che queste spese siano rendicontate nelle varie Commissioni. Non ci sono più tutte quelle opere previste, e quindi è un po' un addio all'asfalto, rispetto ai tanti progetti che erano previsti prima. Forse, tutto sommato, visto che siamo una delle Regioni con maggior consumo di suolo, che sia stato messo un freno in questo PNRR all'asfalto non è neanche male.
Un'altra cosa alla quale si doveva puntare, e qui non è presente, è la questione dell'agricoltura sostenibile. Abbiamo un'agricoltura importante in Veneto, con produzioni eccellenti a chilometro zero, però dovremmo renderla più sostenibile, perché sul biologico, sulla sostenibilità, sulla riduzione di uso di pesticidi e chimica di sintesi in agricoltura siamo una delle pecore nere, siamo ultimi in Italia tra le grosse regioni a superficie a biologico. Qui avremmo dovuto puntare con una di queste schede proposte progettuali, ma non c'è nulla. Qui avremmo potuto tutelare anche la biodiversità, colleghi, assieme all'agricoltura, portando l'agricoltura sostenibile.
Voi sapete che il Next Generation EU nasce anche dagli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'ONU sulla sostenibilità. Il Veneto è molto attento a monitorare questi GOL, questi obiettivi dell'Agenda 2030, però, anche qui, nella tutela della biodiversità noi siamo la pecora nera, assieme alla Lombardia. Noi non tuteliamo la biodiversità. La biodiversità è un elemento importantissimo per la qualità della vita, ma anche per la salubrità del nostro ambiente, della nostra agricoltura, delle nostre colline e della nostra montagna. Anche questa voce non è pervenuta, perché tutelare le biodiversità vuol dire creare anche momenti di turismo sostenibile, ecosostenibile, avvicinare le future generazioni e le attuali generazioni alla natura. Anche qui, queste voci non ci sono.
Quindi, abbiamo presentato questa risoluzione, ma anche molti altri Gruppi, praticamente tutti, l'hanno presentata. Auspichiamo che ci sia una visione lungimirante perché, colleghi, abbiamo una responsabilità importantissima nei confronti delle future generazioni.

PRESIDENTE

Collega, concluda, per cortesia.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Si parla di Next Generation EU, la nuova generazione dell'Unione europea. L'Unione europea...

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni. La devo interrompere perché il tempo è finito.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Concludo, Presidente.

PRESIDENTE

Sì, però è passato un minuto.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

La ringrazio.
Abbiamo una grossa responsabilità verso le future generazioni, quindi dobbiamo agire per questo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La discussione di oggi, secondo me, è particolarmente importante proprio per l'argomento che è al centro delle numerose risoluzioni che abbiamo presentato.
È la seconda volta in due anni che questo Consiglio regionale viene investito da questo dibattito ed entrambe le volte è avvenuto proprio perché il Partito Democratico e le minoranze hanno sollecitato la condivisione di alcuni argomenti attorno allo strumento più importante dopo la pandemia dal punto di vista economico e finanziario, e non solo, che viene messo nella disponibilità delle Amministrazioni pubbliche.
Abbiamo insistito e insistiamo perché la discussione dell'utilizzo di queste risorse passi dal Consiglio regionale perché, certo, assessore Calzavara, i tavoli di partenariato, i comitati tecnici, le riunioni sono importanti...

PRESIDENTE

Collega Zanoni, ha il microfono acceso.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Sono importanti i tavoli tecnici, i partenariati, i confronti con le rappresentanze del territorio, ma è chiaro che è il Consiglio regionale il luogo della mediazione e della decisione politica.
Nei tavoli di confronto, infatti, si possono raccogliere le liste dei desiderata; ma la responsabilità di scegliere l'una piuttosto che l'altra soluzione sta dentro questo Consiglio regionale.
Noi arriviamo oggi a questa discussione dopo che l'ultima volta abbiamo passato diverso tempo a discutere su una delibera di Giunta del novembre del 2020, che a nostro giudizio aveva completamente centrato l'obiettivo rispetto all'impegno che veniva chiesto alla nostra Regione sui fondi del PNRR. Il numero di progetti era spropositato, le richieste di fondi e di finanziamenti – mi pareva si parlasse di 25 miliardi – era completamente fuori dalla logica del PNRR. Lo stesso merito dei progetti selezionati era lontanissimo dalle linee strategiche di intervento previste a livello europeo e nazionale, tant'è che oggi noi stiamo discutendo di un documento che, di fatto, supera completamente la delibera del novembre 2020, e la supera sia per i progetti proposti, che passano da 150 a sedici, sia per le risorse richieste all'Europa.
Credo che oggi, però, questo documento arrivi con un percorso un po' rocambolesco. Intanto, discutiamo per la prima volta in questo Consiglio regionale di questo nuovo documento in una fase in cui, in realtà, la progettazione, e anche l'attuazione del PNRR, è già in ampio stato di avanzamento. I primi bandi sono già usciti, molte risorse sono già state assegnate. E noi siamo ancora qua a discutere di un documento in fase di elaborazione, sia per eventuali ulteriori progetti, sia per quelli che ci sottoponete.
Arriva in ritardo, a mio giudizio, anche perché non arriva avendo tenuto pienamente conto di ciò che sappiamo che già stava accadendo ed è accaduto – penso alla pandemia – e a maggior ragione non tiene conto di ciò che sta accadendo, cioè il conflitto in Europa.
Dunque, a mio giudizio, è un documento che, pure essendo interessante in alcune parti, appare inadeguato alla sfida che abbiamo davanti; una sfida che è la somma di due elementi: le contingenze (la pandemia e la guerra), ma anche le fragilità già note prima del 2020, che investono e hanno investito pienamente il Veneto, ma direi tutto l'Occidente.
Farò alcuni esempi. La prima sfida che non viene colta da questo documento e non è stata colta finora dalla Regione del Veneto è l'innovazione tecnologica, assessore Calzavara. Noi siamo la Regione della manifattura. Già prima della pandemia io potevo ordinare on line un paio di Adidas fatte su misura. L'Adidas sta in Baviera. Le ordinavo on line su misura, venivano prodotte a Taiwan e venivano spedite a casa mia attraverso il corriere Amazon, multinazionale che ha sede a Seattle.
Come si può pensare che la manifattura veneta, il distretto del calzaturificio, possa competere a lungo con questo tipo di innovazione tecnologica? Se voglio prenotare o scegliere un soggiorno a Shanghai, lo faccio su una piattaforma Airbnb che ha sede a San Francisco e affitto magari una casa il cui proprietario abita a Sidney. Come si può pensare che l'albergatore veneto possa competere di fronte a questo sistema? Se voglio usufruire di un servizio finanziario, non vado nella filiale territoriale sotto casa, ma parlo con una chat box gestita da un computer con intelligenza artificiale, che è collegata ad un server di Aruba.
Questa è la dimensione della sfida che l'impresa veneta deve affrontare e doveva affrontare già prima: cambiamenti che riguardano i sistemi produttivi, che riguardano l'organizzazione del lavoro, che riguardano la catena del lavoro, che riguardano la vita delle persone. Qui la pandemia non c'entra. Queste erano sfide che avevamo davanti prima del 2020.
Poi, c'è la transizione ecologica. La riconversione, green del sistema produttivo non è una riconversione neutra, non è un interruttore che si accende o si spegne. Va accompagnata, va sostenuta, così come i cambiamenti climatici, il consumo di suolo, l'inquinamento, il ciclo dei rifiuti sono fragilità strutturali che questa Regione aveva prima della pandemia, prima della guerra. A questo quadro si è aggiunta prima la pandemia e poi la guerra. Le sfide del digitale e del green da opportunità sono diventate emergenze vere.
Il PNRR è un'occasione irripetibile, Assessore, un'opportunità straordinaria che non si può sprecare. Capogruppo Villanova, è giusto dire all'Europa, dire al Governo di rivedere le regole e gli ingaggi di fronte alla guerra, ma noi che abbiamo la responsabilità qui e ora di costruire il futuro del Veneto, cosa dobbiamo fare? La fase in cui chiediamo all'esterno un aiuto è finita o non è più sufficiente. Oggi la responsabilità è anche nostra. A me sembra che questo documento non colga pienamente la dimensione della sfida in campo per la nostra Regione, perché, Assessore, il PNRR non è solo una quantità enorme di soldi da spendere. Il PNRR è un'enorme quantità di risorse da investire, e investire in un comparto piuttosto che in un altro non è indifferente, con un elemento che è il grande assente di questo documento, che è la clausola di condizionalità.
L'Europa e il Governo ci dicono che tutti i progetti che noi dovremo mettere in campo per cambiare il Paese e per cambiare la Regione dovranno tenere conto dell'impatto che avranno sulla questione di genere e generazionale. Non c'è una riga nelle ottanta pagine che ci sottoponete in cui mi spiegate i sedici progetti in che modo influenzeranno positivamente il futuro delle donne e dei giovani in questa Regione.
Abbiamo indicato nella risoluzione diversi temi. Ne citerò solo alcuni che, secondo me, sono cruciali e su cui serve una risposta diversa, più approfondita, più ampia, più adeguata della Regione: l'approvvigionamento e la produzione di energia, bisogna aumentare la produzione di energia verde, fotovoltaico, eolico. C'è 1 miliardo da spendere nel PNRR, e lo sapevamo anche prima del 2020 che eravamo in ritardo su questo terreno. Il tema delle comunità energetiche, la necessità di costruire le condizioni per un'autonomia energetica e un supporto alle aziende che sono in crisi.
Il Partito Democratico oggi chiede alla Regione di istituire quanto prima un Osservatorio permanente sui prezzi, che monitori i meccanismi anche speculativi che stanno in questa fase le imprese e le famiglie vedendo e vivendo sulla propria pelle.
Poi c'è la manifattura, assessore Calzavara, la competitività sui mercati internazionali. Il PNRR ci dice quali sono le filiere strategiche. Non basta più, come ancora ci proponete in questo documento, l'erogazione a pioggia di contributi alle imprese. Serve, per la prima volta in Veneto dal dopoguerra, una seria politica industriale, strutturata, in cui ci diciate qual è il settore in cui volete intervenire e quello in cui non volete intervenire.
Infine, il turismo, Assessore, il grande assente di questo PNRR. Vanno bene i 20 milioni per i borghi storici: ce li regala il Governo, okay. Ma serve riprogettare le politiche turistiche in un'ottica di sostenibilità. Il dibattito attorno al nuovo turismo non si è mai aperto dentro questo Consiglio regionale. Oggi in questa Regione il comparto turistico è troppo fragile, ha una domanda troppo elastica, offre un lavoro troppo precario. Non si può pensare di continuare ad essere la prima regione turistica in Italia a queste condizioni. La sostenibilità, Assessore, deve proteggere il turista, deve proteggere le imprese e deve proteggere le comunità che ospitano i flussi turistici, e il Veneto è lontanissimo da questo modello.
Chiudo chiedendo che il sistema di welfare superi l'impianto familiare di protezione e si rifondi sulla territorialità, sulla prossimità e sull'universalità dei diritti sociali e del diritto alla salute. Queste, io credo, avrebbero dovuto essere le sfide da raccogliere dentro questa progettazione importantissima. Invece, ci ritroviamo ancora con un documento inadeguato, che io temo oggi così com'è non consentirà al Veneto di scavallare la pandemia, di scavallare la guerra, ma soprattutto di scavalcare i grandi cambiamenti che sono in atto.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Ho sentito molti interventi. Faccio solo alcune considerazioni su queste risoluzioni. Se c'è una cosa che in questo periodo storico stiamo vivendo, con il Covid e con questa guerra che è alle porte, anzi è dentro l'Europa stessa, è proprio il fallimento di quella filosofia europea della sostenibilità ambientale, del New Green Deal, del fotovoltaico, di tutte queste faccende che ci hanno riportato e ci hanno fatto riaprire gli occhi, in questi giorni, su quella che è, invece, la strategia soprattutto industriale, ma poi parlerò anche di agricoltura, che dobbiamo, secondo me, portare avanti nei prossimi anni. Insomma, siamo stati praticamente risvegliati da un torpore.
In Italia, in Europa, nei Paesi cosiddetti più ricchi in questi ultimi decenni abbiamo smantellato intere filiere. Ricordiamoci le acciaierie, collega Formaggio, mandate in Cina, la chimica di base mandata in India perché inquina, perché naturalmente in questi Paesi le legislazioni sono più permissive, quindi tutta la chimica di base se ne è andata lì, il tessile, che se n'è andato in Bangladesh o da altre parti, i fertilizzanti, che, ahimè, in gran parte vengono prodotti nella Russia e nei Paesi che sono coinvolti in questo momento storico di guerra. Quindi, l'Europa si è risvegliata, l'Europa radical chic, l'Europa del lusso, l'Europa che fa produrre da una parte all'altra del mondo, l'Europa che non fa altro, essendo ormai una finanziaria a livello globale, che importare da questo o dall'altro, che far fare agli altri. Adesso che siamo – come si suol dire – col culo per terra dobbiamo capire cosa dobbiamo fare del nostro futuro.
Del resto, se gli ungheresi non ci danno più il loro frumento e i loro cereali, se i russi non ci danno più il gas che importiamo per il 40%, se gli ucraini, ahimè, poverini, non riescono più a raccogliere né il grano tenero né il grano duro, dobbiamo rivedere strategicamente cosa vogliamo fare del nostro futuro europeo. Dobbiamo dotarci di un esercito europeo per difenderci. Dobbiamo dotarci di un piano strategico di investimenti sui settori strategici, e tra i settori strategici importanti vi è proprio quello primario. Prima il collega Villanova ha portato alla luce tutte le problematiche dei vari settori industriali, ma sul settore primario, che diventa assolutamente strategico per il futuro del nostro Paese, non si sta facendo praticamente nulla. La PAC è ormai obsoleta, la PAC che è stata votata, in cui i Verdi, che sono la stragrande maggioranza nel Parlamento europeo, ci hanno portato verso questa sostenibilità a tutto tondo. Tutto questo sta dimostrando che l'Europa si trova senza risorse nel primario, di conseguenza vanno in crisi tutti quei settori, in particolare l'agroalimentare, che sono anche alla base della nostra economia. Solo qui nel Veneto vi ricordo che tra agroalimentare e produzione primaria produciamo circa 12 miliardi di prodotto lordo vendibile.
È per queste ragioni che io e il collega Gerolimetto, che poi interverrà, abbiamo depositato un emendamento alla risoluzione del collega Villanova, proprio per inserire la revisione in queste filiere strategiche, penso al PNRR, ma anche ai fondi della PAC, ai fondi di questo New Green Deal, che naturalmente sta dimostrando tutte le sue incapacità, risorse che potremmo, invece, investire per ricreare quelle che sono le filiere importanti, quelle dei cereali. Vi do solo qualche dato. Negli ultimi vent'anni abbiamo perso circa il 20% del mais prodotto, il 30% delle oleaginose – non per niente non riusciamo più a trovare l'olio di semi di girasole nei supermercati o ce lo danno contingentato –, il 56% delle barbabietole, il 14% del riso eccetera, eccetera. Da 3.600.000 ettari di produzione di cereali nei primi anni del 2000 siamo oggi al di sotto di 2.500.000. Quindi, dove vogliamo andare? Vogliamo piantare i boschi in pianura? Benissimo. Vogliamo lasciare liberi e incolti i campi, perché magari dobbiamo mettere i pannelli fotovoltaici così cari al collega Lorenzoni? Ecco, una cosa su cui sarò contrario – lo dico pubblicamente – è quella di fare i campi fotovoltaici nei campi agricoli. Dobbiamo, anche qui, rivederci tutti insieme su quello che sarà questo futuro, perché se c'è una cosa che noi dobbiamo portare avanti è la produzione ancora e gli investimenti sulle filiere cerealicole della nostra regione, ma anche del nostro Paese, quindi i contributi accoppiati ai cereali, che negli anni Sessanta facevano la fortuna di questo Paese, gli aiuti alla barbabietola – qualcuno forse si ricorda che Raul Gardini era stato l'unico ad avere una visione avanti per fare lo zucchero nazionale –, che sono praticamente spariti. Quindi, dobbiamo tornare lì a rivedere tutto questo per aiutare le nostre filiere agricole.
Il PNRR, cara collega Camani, sarà anche un'opportunità, come dice lei, ma io lo vedo, invece, anche come un grande debito. Proprio ieri sono venuti fuori i dati del debito nazionale: altri 35,5 miliardi si assommano a un debito nazionale pari a 2.700 miliardi. Ricordo che i fondi del PNRR sono per due terzi debiti, che ovviamente si assommeranno a questo, che noi trasferiamo alle future generazioni.
Concludo dicendo che, se dobbiamo rivedere qualcosa di questo Piano strategico nazionale, ma soprattutto dei fondi che arriveranno in Regione... Peraltro, non mi risulta che siano arrivati tutti questi fondi del PNRR alla Regione Veneto. Per questo magari lei ci dice "chiedete sempre aiuto al Governo": per forza, li ha il Governo, questi fondi, e noi li chiediamo perché li vogliamo avere nel bilancio della Regione per fare le strategie che vogliamo fare noi. È inutile che qui parliamo di filosofie, se poi non ci danno i soldi. Se ci arrivano solo quattro lire da altre parti e le gestiscono tutti i Ministeri, è chiaro che qui possiamo dire quello che vogliamo, ma alla fine non concludiamo niente.
Implementiamo, quindi, tutte le nostre filiere, ritorniamo alle nostre strategie anche energetiche, da non escludere assolutamente visto il momento che stanno attraversando famiglie e imprese, che non riescono a pagare le bollette o devono chiudere le produzioni. Peraltro, come Lega abbiamo chiesto al Governo e a chi di dovere di abbassare le accise su benzina e gasolio. Ritorniamo a una produzione importante di gas nazionale, pensiamo a una strategia sul nucleare di quarta generazione. Naturalmente, bene la sostenibilità, bene questa filosofia, ma dobbiamo pensare a dar da mangiare alle nostre famiglie, a dar da lavorare alle nostre imprese e a creare benessere per la nostra popolazione.

PRESIDENTE

Grazie, collega Pan.
Collega Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Come Gruppo abbiamo deciso di non presentare nessuna risoluzione a questo dibattito, non perché non riteniamo che il lavoro svolto dai nostri colleghi in Consiglio regionale non sia un lavoro fatto in buonafede, fatto con capacità e conoscenza di quelle che sono le problematiche che vivono il nostro territorio, le nostre imprese, la nostra gente, ma perché purtroppo l'evoluzione che vi è stata in questi mesi rispetto a questo provvedimento e rispetto al PNRR ci dà l'impressione che questo dibattito rischi di essere inutile. Rischia di essere inutile – me ne dispiaccio – anche e soprattutto perché chi è al Governo ha ritenuto, fin dal momento in cui ha redatto, scritto, presentato, votato, fatto approvare con la fiducia al Parlamento il PNRR, di farlo senza ascoltare i Comuni, senza ascoltare le Province o le Città metropolitane, senza ascoltare le Regioni.
A me fa anche piacere che alcuni esponenti del Partito Democratico abbiano chiesto con forza e ottenuto che si svolgesse questo dibattito, oggi, in quest'Aula, ma ci piacerebbe che questa voglia di assemblearismo e di partecipazione a quelli che sono i processi decisionali la avessero anche in altri ambiti, che non sono quelli della Regione del Veneto. Qui hanno una grande voglia di partecipare a qualsiasi scelta e provvedimento, però poi quando sono in altre stanze, in altri luoghi, questo afflato partecipativo viene drammaticamente a mancare. E lo sappiamo bene, noi di Fratelli d'Italia, che abbiamo fatto più volte proposte emendative, migliorative e di cambiamento rispetto a questo provvedimento e abbiamo trovato sempre muri da parte di chi governa a livello nazionale. Evidentemente si è rotta una cinghia di trasmissione importante, che è quella tra i Sindaci, i Comuni, le Regioni, il Parlamento e il Governo.
Come ricordava il capogruppo Pan, mentre in alcune stanze per mesi si discuteva sulla necessità di introdurre, ad esempio, il Nutriscore o strumenti che potessero in qualche modo rallentare quella che è la nostra possibilità di crescita, oggi ci troviamo di fronte a una situazione che è facile da descrivere: basta uscire da qui. Non è necessario andare ai confini dell'Europa o vicino ai confini dell'Europa dove è in atto un conflitto, basta uscire da questo palazzo e vedere che cosa sta succedendo e che cosa è successo negli ultimi venti giorni. Allora oggi, noi stiamo qui a discutere del PNRR, che andrà necessariamente completamente riscritto e ridefinito – lo ripeto, andrà completamente riscritto e ridefinito – perché le priorità che erano accettabili e comprensibili nel momento in cui era stato redatto e fatto votare, per quanto all'interno di quelle priorità non ce ne fossero molte che noi ritenevamo di inserire, oggi sono superate dalla storia e sono superate dalla situazione contingente, che rischia purtroppo di non essere legata solo a questi giorni che stiamo vivendo, ma rischia di protrarsi a lungo nel tempo.
Oggi abbiamo la carta che costa più del 100% in più, abbiamo problemi di approvvigionamento di legname con tutto quello che significa per la filiera del mobile. Abbiamo i mangimi che hanno superato il 60% di costi rispetto alla situazione precedente, dove addirittura ci sono allevatori che iniziano a pensare che sia più conveniente abbattere il bestiame piuttosto che continuare a tenerlo con costi che sono del tutto insostenibili. Abbiamo i carburanti. Non più tardi di ieri c'è stato non uno sciopero. In Italia di solito quando si fermano i trasporti è perché c'è uno sciopero. No, qui ci sono gli autotrasportatori che, per cause di forza maggiore, hanno ritenuto di non far viaggiare i mezzi.
E anche qui, non un Osservatorio regionale, consigliera Camani, qui ci vuole un Osservatorio nazionale perché il prezzo dei carburanti non è che nel Veneto è diverso da quello che c'è nel resto d'Italia. E ci si chiede anche rispetto a questo come mai, di fronte a riserve che immaginiamo siano di almeno un anno per quanto riguarda il petrolio e i carburanti, ci sia un'evidente attività speculativa in atto a danno delle imprese e a danno dei consumatori? Per non parlare del nichel che è volato oltre il 250%. Prima il consigliere Formaggio, parlando d'altro, parlava delle acciaierie: non so io neanche in generale come si possa lavorare l'acciaio con costi che sono del tutto insostenibili. Anche lì, sappiamo che cosa significa in termini di occupazione diretta e di livello occupazionale a livello di filiera parlare di acciaio, anche e soprattutto nella nostra Regione del Veneto. Poi, lasciamo stare per tutte le imprese in primis e per i cittadini che cosa significa trovarsi le bollette che schizzano del 130-150% in più rispetto all'anno scorso.
Giustamente qualcuno parla di transizione ecologica, di green, per carità, certo, però non so se sapete che a distanza di poche centinaia di metri, forse saranno due chilometri, se esagero, da questo Palazzo, c'è una centrale, quella di Fusina, dove fino a poco tempo fa si bruciava il carbone, era una centrale termoelettrica, oggi è stata riconvertita: oggi si sta discutendo dell'opportunità di riportare la centrale di Fusina a bruciare il carbone per permettere alle nostre imprese di andare avanti e alle nostre famiglie di riscaldarsi. Questo è il dibattito che dobbiamo fare, questo è il contesto! Se non usciamo da questo contesto e facciamo finta che non ci sia questa situazione oggi, vuol dire che non abbiamo capito bene che noi siamo sì dentro a un palazzo, ma rappresentiamo quelli che sono fuori dal palazzo. Non siamo la rappresentazione di quello che sta avvenendo se diciamo qualcosa di diverso rispetto ad un'evidenza che drammaticamente stanno vivendo tutti quelli che sono qui fuori.
Il turismo. È vero, qui, per esempio, a Venezia, quando c'erano i russi, arrivavano tanti soldi. Si dice che come minimo ci sia più di un miliardo di euro complessivamente che verrà perso nel settore turistico. Sappiamo bene, perché ce lo siamo raccontati e l'abbiamo detto orgogliosamente in mille occasioni, qual è la percentuale che ha il Veneto rispetto al turismo a livello nazionale e sappiamo benissimo che il turismo è l'industria più importante che ha la nostra Regione. È chiaro che tutte queste preoccupazioni è giusto che vengano raccolte da chi è in Consiglio regionale. Il problema è capire se, in che modo, quanto e quando quello che può essere il nostro grido, quelle che sono le nostre proposte, quelli che sono i nostri intendimenti possano essere recepiti da qualcuno che, in modo del tutto evidente, in questi anni ha deciso di chiudere l'orecchio rispetto a qualsiasi proposta che arrivasse dai territori.
Ora, la speranza è l'ultima a morire. Io mi chiamo pure Speranzon, ci mancherebbe che la perdessi, ce l'ho grande, la speranza, da questo punto di vista ed è il motivo per il quale il Gruppo di Fratelli d'Italia comunque sosterrà le risoluzioni che sono state presentate dai colleghi Villanova e altri e dalla collega Venturini, con l'auspicio che, a differenza di quello che siamo stati in grado di fare noi di Fratelli d'Italia a livello nazionale, voi, che avete autorevoli colleghi a rappresentare le vostre forze politiche all'interno del Governo, siate più bravi a ottenere qualcosa di utile per i veneti.
Questo è quello di cui l'Italia in generale ha bisogno e la nostra Regione, con le sue imprese e le sue famiglie, ha assoluta necessità.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Gerolimetto, prego.

Nazzareno GEROLIMETTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Approfitto di questo tema per dire anch'io la mia su alcune tematiche. Direi che ci siamo o ci stiamo forse svegliando da un torpore che avevamo: eravamo avvolti dal benessere, non mancava nulla e bastava un clic che dall'altra parte del mondo ci mandavano quello che ci serviva. Poi cosa succede? A un certo punto dicono: "No, fermo, non te lo mando più". A causa di un chip non si fanno le macchine, si aspettano macchinari, eccetera. Si ferma la produzione a causa di un microchip che facciamo produrre in Cina, in India o in quei Paesi dove non c'è un minimo rispetto del welfare, non c'è un minimo rispetto della sicurezza, però noi chiudiamo gli occhi e ci va bene che per tre centesimi in meno quello arrivi da quella parte. Non abbiamo imparato nulla neanche dalla pandemia.
La mascherina che oggi indossiamo un anno e mezzo fa, due anni fa, la andavamo a mendicare perché non abbiamo avuto l'avvedutezza di sostenere un minimo di autoapprovvigionamento sulle industrie che dobbiamo considerare strategiche per la nostra sopravvivenza e per i casi di emergenza. Per risparmiare qualche centesimo le facevamo fare in India ai ragazzini o alle donne o agli anziani, senza che ci sia stato un minimo di rispetto del loro lavoro, però ci andava bene. Chiudiamo gli occhi e ci va bene finché ce le mandano. Poi mancano e le paghiamo 20 volte quello che valgono perché non abbiamo avuto l'avvedutezza.
L'energia pulita, sì, però i pannelli fotovoltaici che adesso tutti auspichiamo e vogliamo adesso noi non li produciamo. Abbiamo prodotto le macchine e le abbiamo mandate nei Paesi dell'est del mondo perché produrli qua inquina. Produrre i pannelli fotovoltaici inquina. Noi non vogliamo l'inquinamento, ci va bene che lo facciano dalle altre parti del mondo e finora ce li hanno mandati. Domani mattina può darsi che li ordini e non ti arrivano più e ci rendiamo conto di quanto fragili siamo nella nostra arroganza. La nostra è arroganza.
Prima la pandemia e adesso la guerra ci deve far aprire gli occhi su quali sono le aziende strategiche che bisogna – non si può, bisogna – che ogni Stato e l'Unione Europea nel suo complesso, ma io direi anche ogni Stato nazionale dovrebbe porre in atto per avere un minimo di autosufficienza in caso di emergenze.
Adesso la benzina e il gasolio costano cari. Sì, però sentiamo che dobbiamo preoccuparci per ridurre l'inquinamento da quelli che io chiamo fitofarmaci e l'amico Zanoni chiama pesticidi. Dobbiamo ridurre, però dobbiamo avere la sostenibilità di tutte queste cose, perché altrimenti, se va avanti come sta andando avanti ora, dove l'agricoltura si trova a fare i conti con il gasolio a 2 euro al litro e si trova a fare i conti con i fertilizzanti che sono triplicati di prezzo... Ma forse non ce ne sono, perciò cosa succede? Sicuramente diventeremo tutto terreno biologico, perché se nessuno lo semina più e lo cura più diventa biologico, come in altre parti del Paese, in altre Regioni di questa nostra Italia, dove viene incensata la quantità di biologico che c'è. In realtà andiamo a vederlo: molte volte si tratta di terreno abbandonato che non produce nulla. Però non inquina e se non inquina è buono. Ci va bene tutto, se inquinano dalle altre parti. A noi ci basta avere quello che chiediamo. Anche se costa caro, non importa, perché tanto ce la facciamo. Però se domani mattina non si trova più il pane, allora no. Potrebbe essere che non si trova più il pane, non che costa 8 o 10 euro al chilo. Non si trova più. Si può stare una settimana senza la lavastoviglie, si può stare un mese senza lavatrice, ma senza mangiare non si può stare.
Dobbiamo cogliere l'occasione di questa emergenza per fare una grande riflessione a livello nazionale e a livello europeo, perché non è possibile che a livello europeo, per accontentare gli ambientalisti con la pancia piena, si debba lasciare il 10% della superficie incolta per legge. Non si può sprecare il territorio, il pianeta: bisogna usarlo nel migliore dei modi, però non si può sprecare. Oggi si deve lasciare incolto il 10% della superficie per normativa europea. Si devono rivedere queste cose in nome del Green Deal, dell'ambiente. La sostenibilità è un'altra cosa.
Bisogna fare una grande riflessione a livello europeo anche su questo e spero che finalmente abbiamo imparato la lezione e possiamo fare delle scelte che non siano miopi come quelle fatte negli ultimi anni.

PRESIDENTE

Grazie, collega Gerolimetto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montanariello. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Indipendentemente dai momenti anche legittimi, importanti, di sfogatoio dove ognuno di noi tenta di usare la discussione su questo elemento così importante per vuotare un po' il sacco, per dire tutto ciò che abbiamo in testa e in pancia, in modo da poter motivare un urlo, la rivendicazione a un ideale che politicamente probabilmente appartiene a chi lo dice, ma non c'entra niente con quello di cui stiamo discutendo oggi, credo che questa sia una discussione importante che dovrebbe essere una discussione di prospettiva. Il tempo delle polemiche è finito. Se vogliamo rappresentare davvero i cittadini che sono lì fuori, come diceva qualcuno, perché altrimenti non rappresentiamo nessuno, lo possiamo fare cercando di dare delle soluzioni, cercando di pensare a come mettere in fila gli elementi più o meno positivi o negativi che ci sono per venirne fuori.
La politica, dalla pandemia e ora con la guerra, viene chiamata per traghettare questi momenti così difficili e complicati che ci sono. I cittadini fuori non hanno mica bisogno di noi per dire che il gasolio a 2,30 è una vergogna. I cittadini fuori non hanno mica bisogno di noi per dire che tra un po' non troveremo più il pane nei supermercati o dai fornai o mancherà addirittura da farina. Hanno bisogno di noi e ci pagano per dire come ne veniamo fuori. Hanno bisogno di noi per dire cosa facciamo con il PNRR. Con tutti questi problemi che ci sono, il PNRR, piace o non piace, qualcuno lo chiama debito, qualcuno lo chiama risorsa, qualcuno dice che è un'opportunità che servirà per investire, qualcuno dice che sono soldi che generano debito... Guardate, la verità è una.
Collega Rigo, se vuole, metta il vivavoce, così il suo amico al telefono sente quello che stiamo dicendo. Sicuramente è più interessante di quello che sta dicendo lei.
Il tema è uno. Il tema è che senza i soldi del PNRR venir fuori dalla pandemia e venir fuori dalle scelte difficili da fare per combattere questa onda d'urto che ci sta arrivando dalla guerra sicuramente sarebbe stato più difficile. Che siano soldi a debito o che siano soldi a credito, pensare in che modo investirli è sicuramente un problema diverso dal pensare in che modo venirne fuori senza avere soldi in tasca. Se non avessimo avuto il PNRR in piena pandemia come avremmo potuto parlare dell'hub di Marghera, dell'idrogeno? Di cosa avremmo parlato? Avremmo ipotecato le nostre montagne per poter parlare dell'hub di Marghera? Chiedo. Se non ci fossero state quelle risorse, che tutti oggi mettiamo al muro, come avremmo potuto parlare delle bonifiche? Del dissesto idrogeologico, tanto caro a gestioni ordinarie e commissariali? Importante, badate. Ma di quali risorse avremmo parlato se non ce ne fossero state? Forse avremmo rattoppato gli strappi della guerra e saremmo corsi dietro, come fino a qualche anno fa, con un'Europa che parlava di austerità che eravamo chiamati a fare.
Ce lo ricordiamo quando puntavamo il dito contro l'Europa perché era quella dei conti in ordine e dell'austerità? Ce lo ricordiamo? "Via dall'Europa matrigna, no all'austerità, dateci i soldi". Lo dicevate voi o lo dicevamo noi? Oggi, invece, che ce li danno, cosa dobbiamo dire? Che è un errore perché non siamo capaci di spenderli? Dobbiamo dire che è un errore perché non siamo capaci di spenderli? Anche questa roba del debito è una bufala. Due terzi sono a debito, non tutti. Diciamo le cose come stanno.
Oltretutto, il debito non lo paga la Regione. Lo paga lo Stato. Alla Regione arrivano per essere spesi. Ripeto: alla Regione arrivano per essere spesi. Sapete tutto ciò che avete detto finora cosa vuol dire? Che neanche quando ci danno i soldi riusciamo a mettere in fila le idee su come spenderli. La verità è questa. Avere Consiglieri che quando ci sono i soldi si limitano a urlare o a disturbare pur di non parlare di cose serie, vuol dire che non sappiamo neanche come spenderli.
Se l'Europa non ce li dà, vergogna, via dall'Europa, il Veneto fuori dal mondo, la politica dell'austerità non serve. Se ce li dà, abbiamo il problema di come spenderli. E là sono cavoli, ragazzi, perché ci vogliono le idee. L'idea più interessante che ho sentito l'ha detta il collega Pan: vogliamo averli nei bilanci della Regione per fare le nostre strategie. Guardate che l'Europa non li dà mica per fare quello che non avete fatto in questi quindici anni, nascondendovi dietro il dito della Regione no-tax. L'Europa te li dà per un altro motivo, ben chiaro, ben definito. Ti dice quali sono gli assi strategici, gli obiettivi da perseguire, le ricadute che ci devono essere, quanto devi incidere sulla crescita. Non li dà mica per andare a fare tutto quello che non abbiamo fatto finora. Non ce li dà mica per smettere di essere la penultima Regione d'Italia, in coda a tutte le Regioni del sud, sul finanziamento al trasporto pubblico locale. Non ce li dà mica per andare a finire quelle strade della vergogna in Veneto, che non sono finite dalla Regione Veneto. Dalla Regione Veneto, non dagli altri. Dalla Regione Veneto. Non ce li dà mica per andare a fare una cosa che in un Paese normale doveva già esistere: avere Venezia collegata a tutto il Veneto. Guardate che c'è un quarto di regione che a Venezia, in treno, non ci arriva. Questo non dovevamo mica farlo con il PNRR. Dovevamo farlo da prima.
Parlate tanto della Puglia, della Campania. Siete mai andati nelle stazioni in Basilicata o in Campania, dove c'è l'Alta Velocità, che noi in alcuni pezzi della regione ci sogniamo? Siete mai andati? Avete mai preso un Frecciarossa per andare in Campania? Dopo andate a Chioggia, nella sesta città del Veneto, dove non avete neanche il treno per andare a Venezia, dove non avete neanche la linea elettrificata, dove avete un treno che il più delle volte viene sostituito con il pullman. Nel Veneto eccellente e nella grande Venezia. E cosa deve fare l'Europa, deve darvi i soldi per fare quello che in questi quindici anni non è stato fatto? Cosa deve fare l'Europa? Li vogliamo nel bilancio, collega Pan, per dire che ciò che non abbiamo fatto...
Anche questa roba qui, Assessore. Io sono duro, lo sanno tutti che sono duro. È un deficit mio, non ci arrivo, ma non capisco una cosa. Ogni volta che si dice che chiediamo qualcosa in più, non per buttarli via, per un patto tra le generazioni, per finire le cose incomplete che abbiamo, lei dice che i soldi devono stare in tasca ai veneti perché li spendono meglio. Sono d'accordo con lei. Assessore, penso anche io che debbano stare in tasca ai veneti, però se, anziché per aumentare gli stipendi al dirigente della Lega o a qualche direttore generale, glieli chiediamo per mettere un autobus che li porti in ospedale sono più contenti di pagare. Glielo assicuro. È peggio non chiederglieli ed aumentare in piena pandemia di 30.000 euro l'anno il vostro dirigente, perché nel testosterone interno non potete avere il Gruppo Zaia e il Gruppo Lega, allora ne dovete fare uno unico di 34, e dopo dite che non sapete gestirlo. Eravate due liste, ricordatevelo ogni tanto. È un problema vostro non volerle distinguere. Credo sia peggio non chiederglieli e aumentare al dirigente della Lega che chiederglieli e dire che mettiamo a loro disposizione un autobus per andare all'ospedale o un asilo. Il Veneto non si arrabbia mica.
C'è un passaggio che non capisco: da una parte diciamo che siamo eccellenti, virtuosi, contro gli sprechi, bravi; dall'altra, però, diciamo che è meglio che stiano in tasca ai veneti – lo avete detto in quest'Aula – perché li sanno usare e gestire meglio. Usare e gestire meglio di voi, perché siete voi che li gestite e che governate. Tra le due dovete decidere: o sono più bravi i cittadini di voi o siete più bravi voi che amministrate dei cittadini. Non è che quando li dobbiamo chiedere è più bravo uno e quando li dobbiamo spendere è più bravo l'altro. Anche su questo, quindi, cosa deve fare l'Europa? Ci deve dare i soldi per colmare le carenze che abbiamo?
Tra l'altro, e chiudo, parliamo tanto di energie alternative, di pannelli solari. Siamo d'accordo. La legge per i pannelli solari l'ha portata un vostro Consigliere e l'ha tenuta ferma là sei mesi un vostro Consigliere. Non siamo stati mica noi a dire "ritirate la legge sul fotovoltaico". Tornerà giovedì prossimo in Commissione, dopo che è stata presentata, è arrivata un'ondata di richieste se l'avevate letta prima di presentarla e voi l'avete ritirata. Parlate tanto di pannelli solari. Siete voi che avete presentato una legge e l'avete tenuta ferma sette mesi, per poi riportarla completamente cambiata. Non sarà mica nostra la colpa anche su quello che ci chiedete di fare...
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Consigliere, le chiedo di chiudere. La ringrazio.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Siete voi che governate da quindici anni con il presidente Zaia, mica noi. Non potete mica darci le colpe delle leggi che non avete fatto voi. Sia chiaro una volta per tutte, colleghi.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo visto, il 17 novembre dell'anno scorso, presentare una serie di progetti per il Piano nazionale (PNRR), ovviamente adattandolo a livello regionale presentando a Roma tutta una serie di progetti che, come sapevamo, erano progetti tirati fuori dal cassetto e messi all'interno di questo documento di 25 miliardi per cercare di ottenere il più possibile da Roma, dall'Europa. Sappiamo che non funziona così. Sappiamo perfettamente, come è già stato detto, che tante cose dovevano già essere fatte. Soprattutto quei progetti nei cassetti dovevano già essere realizzati tempo prima.
Adesso ci troviamo ad analizzare, senza mai essere stati coinvolti, in alcun modo, all'interno di nessuna Commissione e tantomeno nel Consiglio regionale, questi sedici progetti presentati, tra cui quello, che oggi vorrei un attimo discutere, relativo a ospedali e territorio. "Ospedali e territorio" perché, ovviamente, viene tutto racchiuso in uno, come fosse una cosa unica. "Unica" lo dovrebbe essere perché dovrebbe essere messo in rete, ovviamente. Di fatto, però, non è così. Investendo questi 756 milioni di euro, che in buona parte sono relativi anche agli ospedali di comunità. Ospedali di comunità che, comunque, all'interno delle schede, schede regionali approvate (n. 614/2019), già erano previsti, ma che non sono stati realizzati. Ricordiamo che, oltre a non aver fatto determinate cose, alcune cose sono state fatte in sanità. Ci sono stati tagli. I tagli sono stati fatti subito, tanto che, mentre le lungodegenze sono state tagliate, gli ospedali di comunità devono ancora essere realizzati.
Adesso, grazie ai fondi europei, grazie a questo Piano, una buona parte delle risorse ‒ indicativamente 73 milioni di euro ‒ verrà investita in questi ospedali di comunità, già attesi dai cittadini da tempo. Dopodiché, verranno, ovviamente, investiti anche per quanto riguarda le Case di comunità. Altro capitolo molto importante, che fa sempre parte della medicina di territorio. Ovviamente, la loro collocazione non è stata assolutamente condivisa con nessuno. È già stato detto anche questo. Perché? Perché, di fatto, all'interno delle Conferenze dei Sindaci territoriali, delle varie USL, mentre alcuni individualmente sono stati coinvolti, l'Assemblea è stata solo messa a conoscenza dell'indicazione e dei luoghi, non certo della condivisione e della determinazione condivisa. Anche quello è importante, perché abbiamo territorio e territorio. Siccome le Case di comunità ‒ 91 su 99 ‒ sono pagate con fondi europei, che tanto contestate, avremmo voluto almeno condividere la collocazione. È importante. All'interno della Regione Veneto c'è un dato fondamentale: l'invecchiamento. All'interno di questi progetti non si parla di natalità, non si parla delle strutture per i servizi sociali. Noi siamo una Regione che dovrebbe essere d'esempio ‒ e lo era anni fa ‒ per i servizi sociosanitari integrati. Anche questi dovrebbero essere un tutt'uno, oltre che "ospedale e territorio", perché la rete comprende tutto.
Alla base di questo, come filtro d'accesso, c'è il medico di base. La Regione Veneto è carente anche qua. Mentre nel Piano nazionale si prevede comunque una parte di formazione, io non vedo cambiamenti per quanto riguarda l'aumento. Sappiamo perfettamente che se il Veneto adesso ha circa 3.300 medici di base, tante sono le zone carenti. Circa la metà nei prossimi sette anni, anno di realizzazione delle Case di comunità, andrà in pensione. Solo una parte di questi verrà sostituita con l'attuale formazione. Come pensiamo di far attivare queste Case di comunità? Come pensiamo di portare avanti ancora la medicina di territorio? Come possiamo filtrare i nostri ospedali? Come possiamo pensare di mettere in rete il tutto?
C'è un altro aspetto, quello del distretto. Distretti che hanno visto sempre aumentare la loro popolazione perché, di fatto, sono stati diminuiti nel numero. Anche questo è un problema. Oltretutto, sono stati anche depotenziati.
C'è un invecchiamento della popolazione e c'è anche una difficoltà nel raggiungere quella che tutti noi chiamiamo "medicina di prossimità". Se è vero che, in una parte, non è stato individuato un capitolo apposito per quanto riguarda il personale (comunque non è così, perché a livello nazionale sono state previste), è altrettanto vero che tante risorse si dovrebbero liberare, visto che abbiamo quantomeno dei soldi che vengono destinati agli ospedali di comunità, che avrebbero già dovuto essere attivati da tempo.
Il coinvolgimento che avremmo chiesto e che volevamo avere all'interno di queste decisioni è per un obiettivo molto semplice: il miglioramento della situazione a livello veneto. Non dobbiamo emergere. Noi qua lavoriamo. Vogliamo solo condividere quelli che possono essere i servizi migliori per i nostri cittadini. Non siamo qui a criticare. Assolutamente. Sappiamo perfettamente, ad esempio, che i medici di base potrebbero essere sollevati della parte burocratica. Quella è una questione talmente semplice, mettere a disposizione una parte di segreteria a loro supporto, che allora sì potremmo chiedere di aumentare il numero dei propri pazienti, allora sì potremmo provvisoriamente dare risposte a quelle carenze che abbiamo. Quindi, le soluzioni ci sono, le possiamo anche condividere, le possiamo trovare insieme, ma soprattutto questi soldi, perché non diventino debito, devono essere investiti bene, e se vengono investiti bene nemmeno una piccola parte sarà debito, perché sarà un ritorno economico immenso per i cittadini.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Zottis. Prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La risoluzione che oggi andiamo a presentare, ripetendo alcune cose che in quest'Aula ormai stiamo dicendo da qualche mese, se non da qualche anno, pone al primo punto la partecipazione, e su questo credo sia molto positivo il riferimento fatto anche dalla risoluzione Venturini e Bozza per quanto riguarda il riconoscimento del coinvolgimento di una cabina di regia più stabile per quanto riguarda i Comuni e l'ANCI, ma la stessa cosa è evidente che la vorremmo fare anche qui all'interno del Consiglio regionale. E parto, per non ripetere quello che hanno già detto i colleghi, da due punti.
Il primo è un esempio che ci sta particolarmente a cuore per l'importanza e anche per la quantità di risorse che viene dedicata, che è il progetto di Venezia città sostenibile. Noi ci teniamo, perché ci crediamo. È chiaro che è un progetto strategico, che può essere di traino per tutta la Regione, perché purtroppo Venezia è stata messa in ginocchio nelle sue fragilità in questi anni, ma è altrettanto chiaro che come poi verrà svolto il tema lo capiamo molto parzialmente dalla scheda che è stata fatta. E non è certamente una discussione di qualche ora all'interno della Commissione Prima che ci può permettere, su un progetto del genere, di andare a valutare e di andare a interloquire anche con i soggetti che partecipano a questo tipo di progettualità, e il come facciamo turismo o il come gestiamo la sostenibilità di una città così fragile è evidente che può essere completamente diverso.
L'abbiamo visto pre-pandemia cosa si intende per turismo. Qualcuno ha proposto i tornelli – questo è un esempio fuori schema molto banale – per contare il numero di turisti e per bloccare il numero di turisti. Qualcun altro aveva fatto delle proposte in precedenza su una mappatura un po' più lineare e un po' più complessa di quelli che sono i turisti in arrivo e di cosa fanno i turisti all'interno della città di Venezia. Comunque, sta di fatto che sono due approcci completamente diversi. Quindi, non ci basta parlare di questi progetti in modo così sintetico e così veloce, perché avranno un impatto estremamente forte sui prossimi dieci o vent'anni. La stessa cosa può valere per il progetto dell'idrogeno, che ricordo siamo stati noi i primi a citare nella precedente risoluzione, quella presentata a fronte di quell'elenco infinito di progettualità.
L'altro esempio su cui voglio soffermarmi è che noi nella ricostruzione puntiamo molto sulle filiere strategiche individuate e puntiamo molto sulla filiera strategica dell'agricoltura, perché ci rendiamo conto che, purtroppo, quello che sta succedendo, la pandemia, la guerra, ma non solo, in qualche modo ha messo in ginocchio uno di quei settori. A tal proposito, consigliere Gerolimetto, ci tengo a ribadire che io ho solamente ripreso qualcosa che ha detto l'onorevole De Castro in merito alla PAC, che poi lei ha nuovamente citato. Quindi, concordiamo che occorrono misure straordinarie che vadano in quelle direzioni e in qualche modo le proponiamo, come chiediamo un'interlocuzione diretta con questo mondo, perché l'autosufficienza energetica parte da un'interlocuzione diretta e di rispetto verso quel mondo, che da troppo tempo sta aspettando alcune iniziative da un punto di vista anche irriguo, che peraltro noi citiamo qui all'interno, e che ha già investito nelle cosiddette "comunità energetiche", perché ci sono progetti già avviati all'interno della Regione dagli agricoltori stessi. Quindi, chiediamo una maggiore interlocuzione e un maggior investimento proprio in questo tipo di settore, con esempi specifici, nel rispetto di quello che è un problema in questo momento di autosufficienza di reddito.
Bene, secondo me, quello che è stato fatto oggi a favore delle filiere, perché in qualche modo va anche questo in quella direzione e può facilitare anche l'azione regionale, ma noi questa azione regionale la vogliamo esplicitata in modo un po' più chiaro e in modo un po' più netto proprio su quella che è una filiera strategica che, oltretutto, ricomprende tutti i parametri previsti dal PNRR.
Fa debito il PNRR per i prossimi trent'anni? Dipende da noi. Dipende se puntiamo su progetti che creano occupazione, occupazione giovanile, se guardano all'occupazione femminile, se creano coesione territoriale. Per questo citiamo gli assi strategici, perché quelli sono, dalla manifattura all'agricoltura, coloro che possono garantire questi aspetti, coscienti che ci saranno, comunque, dei sacrifici da fare per la situazione che stiamo vivendo, coscienti che per troppi anni abbiamo chiuso gli occhi e siamo andati alla dipendenza di altri Stati perché non abbiamo avuto il coraggio di investire.
Ed è per questo che siamo convinti delle comunità energetiche e siamo convinti che il fotovoltaico, per alcuni aspetti, possa essere assolutamente essenziale e importante, come riteniamo possa essere fondamentale anche per la questione di Marghera, dove però è fondamentale prima di tutto puntare su un piano di rilancio industriale, come richiesto più volte anche da alcune categorie di sindacati, perché il problema non è fare l'investimento, il problema è che quell'investimento produca, produca ricchezza, produca energia, produca posti di lavoro. Questo è richiesto dal PNRR, questo richiediamo nella nostra risoluzione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Io leggo IlSole24Ore e sento che il presidente Emmanuel Macron ha presentato il nuovo Piano energetico della Francia, i cui punti principali sono la costruzione di sei nuovi reattori nucleari, con altri otto e lo studio, e la creazione di 50 parchi eolici, con l'obiettivo di rendersi autonomi a livello energetico e concentrarsi sul proprio destino industriale. Ecco, mi piacerebbe sentirlo anche dal nostro Premier italiano. Mi piacerebbe sentire che l'Europa... Prima la collega Camani citava che le scarpe dell'Adidas le fanno in Bangladesh, ma in Bangladesh non c'è rispetto dell'ambiente, non c'è rispetto del lavoro dei bambini, non c'è rispetto di niente. Quindi, o mettiamo il Veneto e l'Italia in una gara ad armi pari, oppure non possiamo pensare di competere con chi ha il nucleare, con chi ha tutt'altro che il rispetto della vita, dei lavoratori, dell'ambiente.
Quello che mi dà fastidio, Presidente, è che tutt'oggi ho sentito il dito puntato sul green, sul green, sul green, sul green del nostro Veneto, come se il Veneto e la Lombardia fossero dei mostri. Allora, ho cercato di fare un riassunto. Vedo che ci sono tre Assessori e spero che domani, quando sarete in Giunta, portiate i miei saluti al presidente Zaia e gli diciate questo: abbiamo il dito puntato come Veneto, però sei un Veneto che non deve consumare suolo, benissimo, sei un Veneto che, se vuole qualcosa, deve agire in modo green, sei un Veneto che entro il 2026 deve dare delle risposte e dei progetti finiti. Bene. Però, sei anche un Veneto – l'abbiamo sentito tutt'oggi pomeriggio e questa mattina – dove non basta che ci sia il presidente Zaia, non basta che ci siano gli Assessori in Giunta, ma dobbiamo passare in Consiglio, dopo dobbiamo andare in Commissione, ogni tanto dobbiamo metterci dentro una Commissione d'inchiesta perché non bastano tutti questi, poi dobbiamo fare anche delle riunioni tra i Gruppi, anche quelli formati da un Consigliere, poi, se non basta, dobbiamo sentire un po' di gente in audizione, poi c'è bisogno di trasparenza.
Signori, bene. Allora, visto che dobbiamo fare tutto entro il 2026, visto che dobbiamo accontentare anche l'ala sinistra della nostra Aula, io voglio soltanto dire alla Giunta che la maggioranza vi sostiene, andate avanti a spada tratta e non perdiamo più tempo, perché quest'Aula – ed è il motivo per cui siamo stati eletti – deve semplificare e tirar via tutta la burocrazia, che anche in questo Veneto c'è. Del resto, non possiamo più permetterci che per ampliare un capannone ci sia bisogno di due anni. Prima la Provincia, poi la Regione, poi il Comune, poi facciamo una Conferenza di servizi, poi uno alza la bandiera rossa, e fermiamo tutto.
I nostri industriali e le nostre botteghe non hanno bisogno del PNRR in Veneto, hanno bisogno di poter lavorare e di avere la dignità di lavorare e di vendere i loro prodotti ad armi pari, non con il presidente Macron che fa dieci reattori nucleari nell'Europa che noi amiamo e qua in Veneto dobbiamo fare tutto green.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Ho assistito con grande interesse ai vari dibattiti e di alcuni condivido anche molte posizioni prese. Mi pare che noi stiamo vivendo un momento fuori dalla storia, fuori dal tempo. Ma veramente non ci rendiamo conto di cosa sta succedendo? Ieri mi chiama un imprenditore che mi dice che non trova l'acciaio e che, avendo ordini per 20 milioni, potrà lavorare ancora per una settimana, dopodiché sarà costretto a chiudere la fabbrica, se non riuscirà a trovare l'acciaio per produrre. Trovo l'industria agroalimentare che lamenta di non avere le forniture delle materie prime e gli allevatori dicono che quest'anno forse i mangimi – rammento che quella del mangime è una grande industria veneta – non li avranno o li avranno in quantità ridotta.
C'è un mondo che sta veramente cambiando a 360 gradi, dove stiamo scontando una serie di politiche sbagliate, purtroppo. Qualcuno che mi ha anticipato già lo ha detto: da diversi anni ormai pensiamo che noi siamo bravi, siamo forti, possiamo far produrre gli altri, lasciamo che inquinino gli altri applicando la politica NIMBY, a tutte le scelte abbiamo detto di no, sull'autosufficienza energetica abbiamo fatto una serie di scelte nazionali e tutti siamo stati così egoisti da fare comitati, leggi, iniziative e proteste per creare un Paese talmente fragile, talmente debole, talmente dipendente, pensando che la globalizzazione avrebbe risolto il problema in qualunque parte del mondo, che basta un fuscello, basta una guerra lontana magari centinaia di chilometri per metterci in ginocchio di fronte al mondo, per mettere in ginocchio l'intero sistema produttivo italiano.
Guardate, la cosa è molto seria. Le cose che in questi giorni mi sono state dette dalle aziende, con le quali ho rapporti quotidianamente, sono veramente preoccupanti. Mi auguro che ci sia la consapevolezza da parte della politica di quello che sta succedendo in questo momento, perché abbiamo forniture che non arrivano, abbiamo prezzi che schizzano alle stelle, e siamo qua che parliamo di trasformare in green che cosa? Non abbiamo nemmeno l'energia per il presente! Saranno progetti magari futuribili, a lungo termine. Giustamente il presidente Macron ha fatto un programma concreto: prima garantiamo l'energia reale, poi facciamo filosofia, facciamo ambiente, facciamo quel che si vuole. Prima bisogna campare, ci vuole da mangiare. E noi abbiamo avuto un'agricoltura che per decenni ha lavorato contro la produzione, per produrre meno, per distruggere il tessuto agricolo interno, per renderci dipendenti in tutto e per tutto dagli altri, pensando che non ce ne fosse più bisogno o che bastasse per noi fare un po' di filosofia, fare il chilometro zero con un po' di hobbismo agricolo, o che bastasse evitare di piantare.
Abbiamo premiato, e ancora adesso i nostri PSR attuali lo prevedono, chi non produce, quando da un'altra parte fra poco non avremo nemmeno le materie prime per dare da mangiare al bestiame, agli allevamenti che abbiamo, che già sono deficitari, perché noi importiamo carne dall'estero, importiamo latte dall'estero. Non siamo un Paese che crea eccedenze.
Siamo in un periodo in cui ancora oggi – ho incontrato un gruppo sabato – ci sono degli allevatori che si alzano alle cinque la mattina e che si trovano con le stalle con un milione di euro di cartelle esattoriali che arrivano, su quote latte che adesso non ci sono più, ma che hanno creato un Paese che era deficitario e che, invece, è stato fatto apparire sulle carte eccedentario, cosa che non era vera. Si è basato tutto su delle truffe e noi andiamo a punire questi allevatori – alcuni di loro si sono anche suicidati – invece di sospendere subito queste cartelle vergognose, nonostante le sentenze abbiano detto che era tutta una grande truffa. Ebbene, nonostante vi siano state sentenze che dicevano che era tutto una grande truffa, qualcuno continua a perseguitare quelle che sono le vittime di questa politica sbagliata, in un momento in cui abbiamo bisogno di produrre, abbiamo bisogno di produrre latte, abbiamo bisogno di produrre carne, abbiamo bisogno di piantare cereali. Non abbiamo bisogno di fare filosofia, perché il problema è che fra poco troveremo gli scaffali vuoti, se andiamo avanti così.
Sentire dire certe cose oggi veramente mi fa pensare a un mondo che non esiste. Mi vengono in mente gli orchestrali che sono sul Titanic e che suonano tranquilli mentre viaggiano, quando c'è un iceberg di fronte e non si accorgono che si stanno per schiantare. Ancora dieci giorni fa ho scritto e ho fatto anche dei comunicati chiedendo d'urgenza di bloccare subito i Governi, di arrestare tutti i piani, la PAC comunitaria e il PNRR. Si blocchi tutto e si faccia un'inversione a 360 gradi, prima di andare a schiantarci contro questo blocco che abbiamo di fronte e che stiamo ormai vedendo. Ci sta venendo addosso e noi continuiamo ancora a viaggiare pensando che nulla sia cambiato. Questo veramente mi preoccupa, ma mi preoccupa tantissimo. E mi preoccupa perché, se comincia a cadere un birillo, se si spezza un anello della catena, se la fabbrica, il metalmeccanico o chi produce tutto il materiale utile per l'edilizia non trova materia prima, possiamo parlare di 110% finché vogliamo, possiamo riempirci la bocca con parole green finché vogliamo, ma i cantieri cadranno come birilli uno dopo l'altro fra poco. Di questo non siamo consapevoli.
Un Presidente dell'ATER mi ha detto: "Cosa sta succedendo, Stefano? Perché noi fra 15 giorni non abbiamo più materiale e andremo a chiudere tutti i cantieri". È questa la situazione attuale. Le risorse le abbiamo. Veramente cambiamo? Abbiamo fatto dei piani partendo da un contesto totalmente diverso da quello attuale, totalmente diverso, dove si premiava per produrre meno: chi produce meno, più viene premiato.
Ci vuole veramente un'ordinanza fatta dai vari Ministri, dallo Stato, subito: "Da domani mattina seminate". Mi ha chiamato qualche allevatore che ha le vacche a Zevio, in pianura, dicendo: "Cosa faccio?". Ha letto un mio post di dieci giorni fa. Gli ho detto: "Scusami, lascia stare tutto quello che ti raccontano. Semina. Semina. Semina. Metti giù polenta, mais. Metti giù cereali più che puoi, perché fra poco, se vuoi mantenere il tuo bestiame, devi pensare ad alimentarlo con quello che hai prodotto in azienda". In Italia non mancano i terreni, ne abbiamo e abbiamo zone fertili, come la Pianura Padana. Abbiamo la possibilità di avere tutto. Il problema è che abbiamo sbagliato tutto. Abbiamo impostato tutto il sistema per distruggere tutto. Non so se avremo neanche le sementi fra poco.
Sentire certi discorsi oggi mi fa... Non volevo neanche intervenire, ma credo che sia giusto essere consapevoli che se poi fra un mese succedono delle cose che non ci saremmo mai immaginati, non possiamo dire che non sapevamo nulla e siamo qui ad aspettare il green. Io sono il primo a favore del green. Ho fatto i primi investimenti. Ho fatto l'eolico quando tutti mi criticavano per l'eolico. Ho fatto i primi fotovoltaici, ho fatto tutto. Bellissime cose di cui non nego l'importanza, però abbiamo detto di no a tutto in questo Paese.
Abbiamo detto di no a tutto. Se guardiamo la produzione anche degli idrocarburi dei nostri fondali marini, dieci anni fa era dieci volte superiore a quella attuale. Abbiamo fatto comitati, leggi. Abbiamo fatto di tutto per farci del male. Abbiamo detto di no alle trivelle. Abbiamo detto di no ai termovalorizzatori. Prendiamo i rifiuti e improvvisamente li esportiamo a Vienna e a Vienna vanno bene. Nel Paese più inquinato del mondo, che è l'Austria, si fa energia. Abbiamo detto di no al nucleare, abbiamo detto di no all'eolico. Abbiamo detto una serie di no uno dopo l'altro che adesso ci stanno cadendo addosso. Di fatto, abbiamo indebolito un sistema Paese, sia sotto il profilo dell'energia, che sotto il profilo anche delle materie agricole primarie, quelle che stanno alla base della filiera. Abbiamo pensato intanto a scaricare i problemi sugli altri.
Faccio un appello alla Giunta perché ha rapporti con il Governo, ma lo faccio, a livello comunitario, a tutti coloro che hanno responsabilità di Governo, di rendersi conto che non dobbiamo scherzare, perché qui la situazione è grave. Non arriverà nulla. Oggi leggevo: "Abbiamo punito la Russia con un danno di 3 miliardi non importando il suo acciaio". Ma quanti danni faranno a noi quei 3 miliardi? 30 miliardi, 300 miliardi. Oggi l'economia è talmente collegata che tu pensi di fare un dispetto a un altro, ma ti arriva come effetto boomerang e tu lo paghi dieci volte tanto quel dispetto lì. Di questo dobbiamo essere consapevoli. Non possiamo fare guerra al fornitore, pensando di essere indenni. Alla fine, la guerra cade addosso a noi. Ricordatevi che di questo sistema pagherà l'Europa, non pagheranno gli Stati Uniti, i quali hanno materie prime e ora riescono a vendere quel gas che prima non riuscivano a vendere. Per loro sarà un grande vantaggio e sarà un grande vantaggio per il resto del mondo. Le vittime vere di questo conflitto e di questa situazione saranno gli europei, saremo noi italiani in primis, che siamo i più dipendenti di tutti. Ecco, questo è l'appello che faccio.
Rivediamo subito tutte le politiche, compresa quella del PNR. Piuttosto sospendiamo misure che non saremo nemmeno in grado fra un mese di attuare. Ripeto, ci saranno cantieri che non partiranno mai perché hanno prezzi talmente elevati che i contratti salteranno necessariamente. Non solo, non avranno nemmeno le materie prime per farli partire. Quindi, dal punto di vista alimentare, invertiamo la rotta subito, blocchiamo subito il PSR, la PAC, che deve essere invertita a trecentosessanta gradi. Diamo subito ordine a tutti di piantare, seminare, eccetera. Torniamo un po' con i piedi per terra, perché abbiamo vissuto troppi anni nella fantasia e nell'illusione che intanto bastava cliccare un bottone e le cose arrivavano. Non sarà più così per il prossimo futuro.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Collega Possamai, è già prenotato.
Prego, collega Brescacin.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Avevo piacere di intervenire dopo aver sentito una serie di interventi che hanno preceduto quello che si è appena concluso. Vorrei articolare il mio intervento soprattutto sul tema della sanità e del sociale, che è il tema che seguo in particolare nella Quinta Commissione e articolarlo sotto tre profili. Il primo è una fotografia, un dato di fatto del nostro sistema sanitario regionale, dei servizi che ci sono e che vi erano anche prima della pandemia. Il secondo è relativo a ciò che è stato fatto soprattutto in questi ultimi mesi, e quindi inserirsi su quella che è l'attività della Regione e anche della Quinta Commissione consiliare in tema di sanità e sociale. Il terzo è il quadro nazionale all'interno del quale si inseriscono tutti gli interventi che facciamo e che io sento anche in quest'Aula consiliare in tema di sanità e di sociale.
Partendo dal primo, e quindi dalla fotografia, la fotografia parla di numeri. Si è parlato prima degli ospedali di comunità denigrando la programmazione regionale e anche la sua attuazione concreta. Mi rifaccio a dei dati che non vengono neanche dalla Regione del Veneto e non vengono di certo da me, ma vengono dal dossier del servizio studi della Camera dei Deputati, il servizio studi di marzo del 2021, quindi dell'anno scorso, che faceva la fotografia dell'assistenza territoriale riferita all'anno 2020, quindi al momento dello scoppio della pandemia.
Proprio sul tema delle Case della salute e degli ospedali di comunità, in particolar modo degli ospedali di comunità, il servizio studi parlamentare rilevava come in Italia nel 2020 vi sono 163 ospedali di comunità, per un totale di 3.163 posti letto. Quindi, analizza la programmazione di tutte le Regioni e ne trae un quadro generale. Emerge da questo dossier che la Regione che ne ha di più è il Veneto: 69 presidi per 1.426 posti letto; a seguire l'Emilia-Romagna, 26 presìdi per 359 posti letto; la Lombardia, 20 per 467 posti letto; la Toscana, 20 per 245 posti letto; le Marche, 14 per 616 posti letto; l'Abruzzo 5; il Piemonte, 5 per 30 posti letto; il Molise ne ha 2, mentre in Liguria e in Campania ce n'è uno solo per Regione. In Valle d'Aosta, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna non ci sono presidi di questo tipo, ovvero ospedali di comunità.
Se avete voglia di leggerli, lì trovate anche quelli della Casa della salute, in cui la nostra Regione è la seconda dopo l'Emilia-Romagna e poi seguono tutte le altre Regioni. Quindi, ci inseriamo in questa fotografia. Per cui, il tema della denigrazione io penso che ormai abbia anche perso il suo tempo, anche perché nel frattempo è arrivata la pandemia, il mondo sta cambiando anche sul settore della sanità e del sociale.
Vorrei ricordare quello che ho già ricordato anche in altre occasioni, ovvero che sul tema della programmazione del PNRR, Missione 6 in particolare, Case della salute, questo Consiglio regionale, in particolare all'interno della Quinta Commissione, ha svolto un'attività di approfondimento e di illustrazione con la disponibilità dell'assessore Lanzarin il 16 dicembre dell'anno scorso, data in cui è stato presentato il programma. Poi, questo si è svolto, a mio avviso correttamente, secondo dei profili e dei criteri di tipo tecnico e non necessariamente o prettamente di carattere politico. Anzi, io direi assolutamente non di carattere politico.
Da ultimo la delibera è ritornata in Commissione consiliare per la sua approvazione, mi pare, a gennaio o a febbraio di quest'anno. Poi, spetterà a ciascun Consigliere regionale voler approfondire i temi come ritiene meglio, con gli strumenti che ha a disposizione. Nessuno è vincolato, tutti quanti possiamo farlo, secondo la propria sensibilità, la propria competenza e la propria volontà. Però, non si possono attribuire ad altri compiti che, secondo me, spetta a noi stessi dover svolgere.
Il terzo è il quadro nazionale in cui siamo inseriti. Secondo me, quello che dovrebbe preoccupare tutti di più come Consiglio regionale è questa nuova normativa, questa nuova regolamentazione anche della sanità e del sistema sanitario territoriale che sta venendo avanti a livello nazionale.
Delle Case della salute sappiamo che vengono finanziati soltanto i muri, quindi soltanto la realizzazione dei luoghi che dovranno, dopo, accogliere il personale sanitario; personale sanitario di cui si lamenta la carenza, carenza di cui sappiamo bene le origini ormai ataviche dell'errata programmazione. Poi, ci sono tutti i temi del DM n. 71, che è stato pubblicato, lo possiamo andare a leggere, del DM n. 72 e del nuovo ACN. Penso che su questo dovremmo essere tutti quanti, invece, attenti e andare in questo senso, perché se nel DM n. 71, che è già stato pubblicato, quindi possiamo andare a leggerlo, troviamo nelle prime righe che il DM viene approvato a invarianza di spesa, significa che tutto ciò che dentro è previsto in questo decreto ministeriale, che, ad esempio, prevede l'infermiere di famiglia ogni 3.000 abitanti, che è qualcosa di meritevole e va assolutamente perseguito, però io penso che dovremmo anche avere la risposta di come si attua questo, perché noi sappiamo che oggi c'è un problema enorme di carenza di infermieri.
Dovremmo sempre riconoscere all'assessore Lanzarin la capacità, nell'autunno scorso, di essere riuscita, con il Ministero, a portare a casa un aumento significativo di posti autorizzati per l'università per formare nuovi infermieri, a differenza magari di altre realtà, che però non sono una risposta esaustiva. Penso che, più che denigrare all'interno nostro, dovremmo preoccuparci di fare un'azione reale e concreta per risolvere davvero quelle che sono le carenze croniche, che aumenteranno sempre di più nel prosieguo e che non potranno dare concreta attuazione alle nuove previsioni della nuova, ad esempio, sanità territoriale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Faccio questo intervento, poi non interverrò in dichiarazione di voto, per cui faccio anche un breve ragionamento sulle risoluzioni.
Parto con una nota a margine, nel senso che esprimo la mia solidarietà all'assessore Calzavara che a parte ora, che per fortuna è in compagnia dell'assessore Lanzarin, sui banchi della Giunta, in una discussione fondamentale come quella sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e sui progetti che il Veneto ha deciso di presentare in questa occasione, è stato lasciato solo e triste sui banchi della Giunta. È triste, Assessore. Sotto la mascherina si vede che lei è triste, perché l'hanno lasciato solo tutto il giorno.
A parte le battute, già siamo arrivati tardi a questa discussione, il fatto che in un'occasione così importante, la Giunta non abbia ritenuto di essere presente, perlomeno in forze, visto che tra l'altro i temi competono ciascuno ad Assessori diversi, francamente è deludente.
Nelle altre Regioni d'Italia – vi invito ad andare a dare un'occhiata ai verbali – intanto in quasi tutte le occasioni sono stati i Presidenti delle Regioni ad essere presenti e ad illustrare i Piani, visto che parliamo di uno dei momenti più importanti, e ha ragione, almeno su questo, il consigliere Valdegamberi, di questo quinquennio di mandato regionale. Il fatto che almeno ci fossero gli Assessori competenti sarebbe stato il minimo. Lo consideriamo un messaggio grave, anche nei confronti di questo Consiglio.
Due battute veloci sulla discussione. Tante cose sono state dette. Lo dico con rispetto e simpatia al capogruppo Speranzon, che ci ha detto che il Governo sta facendo una tragedia sul fronte del turismo e dello sviluppo economico. Forse l'intervento doveva farlo girato di spalle, invece che verso di noi, visto che i Ministri al turismo e allo sviluppo economico sono Ministri che fanno parte del partito con cui governate questa Regione. Devo dire che, in realtà, su tanti fronti noi siamo convinti che questo Governo, sebbene i Ministri non appartengano al nostro partito, stia facendo bene.
Segnalo solo che rivolgersi a noi in questo caso era soltanto sbagliato. Al consigliere Formaggio, che dice che le nostre imprese non hanno bisogno del PNRR perché, comunque vada, sarà un successo, vorrei dire una cosa. Consigliere, lei è dipendente di un'importante azienda, conosce bene il mondo...

PRESIDENTE

No, colleghi, per favore.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

... quindi conosce molto bene il mondo produttivo veneto.
Io la penso in maniera molto diversa da lei, nel senso che tutte le imprese che incontro, tutte le realtà produttive con cui ho occasione di parlare mi dicono esattamente, Presidente, il contrario e cioè che per fortuna queste risorse ci sono e, anzi, dicono una cosa diversa: cerchiamo di investirle bene in modo tale che queste risorse non vengano date a pioggia e a caso.
Il discorso è il contrario di quello che faceva lei, Consigliere. Il tema è investire queste risorse bene, cercare di attrarne il più possibile – ed è l'oggetto della discussione di oggi – e fare in modo che vadano a quelle filiere produttive che davvero possono dare un valore aggiunto nei prossimi anni. Perché se la tesi è: del PNRR non abbiamo bisogno, ce la caviamo da soli, sono abbastanza convinto che andiamo a farci molto molto male.
Un passaggio su quanto ha detto il consigliere Valdegamberi. Sono d'accordo con tutto il suo ragionamento, ma mancava un pezzo: mi sarebbe piaciuto sentire dal consigliere Valdegamberi una condanna netta, radicale e fortissima all'aggressione da parte della Russia nei confronti dell'Ucraina che, sicuramente, sta impattando ulteriormente proprio sui ragionamenti che faceva il consigliere Valdegamberi e quindi sulla filiera agroalimentare e, in prospettiva, in maniera pesantissima, sui costi dell'energia.
Ecco, mi pareva che in quel ragionamento mancasse un pezzo ed è un pezzo, secondo me, rilevante. In questo caso non soltanto per un tema umanitario e di volontà di opporsi alla guerra e di impegnarsi per la pace, ma anche banalmente sull'impatto che quella guerra sta avendo su tutta l'economia europea e mondiale. Peccato che sia mancato questo passaggio.
Dicevo che non interverrò in dichiarazione di voto, quindi faccio solo un rapido passaggio. Siamo soddisfatti di vedere che, anche nelle risoluzioni della maggioranza, di fatto c'è una interpretazione diversa nei confronti del PNRR e di come il Veneto si debba approcciare in questa direzione: ci sono passaggi importanti, sia nella risoluzione della capogruppo Venturini, sia nella risoluzione del capogruppo Villanova. È evidente che non possiamo votare le risoluzioni perché esprimono il sostegno totale ai 16 progetti, all'impostazione e ho argomentato prima perché per noi questo non può essere. Però, detto questo, da parte nostra ci sarà un voto di astensione, quindi non un voto contrario, perché ci sono vari passaggi in quelle risoluzioni che, secondo noi, vanno nella direzione giusta. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Avevo piacere di cogliere questa occasione per condividere alcuni appunti rispetto ad altri due progetti strategici di questo Piano regionale di ripresa e resilienza in modo tale da aiutare quella che può essere poi dopo l'esplicazione pratica, dato che sono due punti che al momento non hanno ancora una definizione da un punto di vista pratico rispetto agli altri così precisa e sono relativi a Porto Marghera e Venezia capitale della sostenibilità.
Sono punti che esprimono una serie di principi e di buoni propositi che sono assolutamente condivisibili. In realtà, approfittavo dell'occasione per dare degli input perché tuttavia, tenendosi così generici, rischiano di essere ancora molto ambigui. Per questo motivo mi permetto di fare due osservazioni. La prima è rispetto alla questione di Porto Marghera, di quale idrogeno si va a parlare a proposito della Hydrogen Valley, perché questo è un punto cruciale rispetto alla progettualità per la trasformazione dell'area di Marghera: un'area che, tra l'altro, la Regione in questo atto definisce erroneamente – Assessore, chiedo scusa, è proprio da un punto di vista tecnico – un'area industriale dismessa, quando in realtà ci operano all'interno oltre mille aziende che occupano oltre 15.000 addetti, quindi un polo che evidentemente è attrezzato e di conseguenza sarebbe da correggere questo aspetto all'interno della definizione di questo programma, ma poi, dopo anche esplicato. Ci troviamo di fronte ad una realtà evidentemente operativa, che ha necessità di capire, da un punto di vista operativo, come verrà definito il progetto Hydrogen Valley, di che tipo di progetto di idrogeno stiamo parlando, accompagnando quindi ad un'ulteriore evoluzione quest'area verso una sostenibilità che poi dopo può dare anche riscontri positivi da un punto di vista anche di gestione di costi e di energia.
Va bene assolutamente il riconoscimento dell'area crisi industriale complessa e della zona logistica semplificata, obiettivi che sono stati perseguiti e raggiunti da tutte le forze e da tutte le Istituzioni in campo, così come va bene anche la creazione di un soggetto gestore dell'area. Vorremmo porre però la questione come Europa Verde sulla premessa: che questa evoluzione stia nel nodo ancora irrisolto delle bonifiche, dei terreni inquinati da un secolo praticamente di scarichi e di ricadute di produzioni nocive.
Questo è il nodo che al momento non è ancora risolto rispetto a questo tema e per questo motivo l'obiettivo potrà essere quello di definire all'interno di questo programma come poi fisicamente e concretamente si intenda agire. Nel programma non è specificato. Tuttavia riteniamo sia necessario, all'interno di questo indirizzo, definirlo in modo tale da coinvolgere in maniera importante anche lo Stato che, alla fin fine, del Polo di Porto Marghera si è giovato da un punto di vista di ricchezza nazionale, di produzione strategiche, di lavoro e reddito. Ma il prezzo, alla fin fine è stato pagato poi dal territorio, dai residenti e dai lavoratori.
In questo programma, ci saremmo aspettati, devo essere sincera, almeno un primo accenno rispetto alla pianificazione di questa operazione e, facendo poi dopo, anche in riferimento al progetto Moranzani, che è il piano di smaltimento di fanghi e terre di scavo nell'area appunto dei Moranzani tra Fusina e Malcontenta, che dovrebbe appunto risanare i terreni contaminati, si domanda che fine abbia fatto, dato che è un progetto che è fermo, rallentato e, nonostante appunto il progetto Porto Marghera e nonostante questo intervento importante all'interno del Piano regionale di ripresa e resilienza, non è chiaro quale sarà il futuro anche di questo aspetto.
Di recente, tra l'altro, la Regione e il Comune hanno deciso la riapertura dell'inceneritore di Fusina, che era stato appunto chiuso nel 2014, togliendo decine di migliaia di tonnellate di CO2 dall'atmosfera.
Il principio è: proprio oggi si propone questo tipo di intervento sapendo che appunto di fianco ci sarà ora anche una necessità di chiarimento rispetto al futuro di Porto Marghera, rispetto alla produzione di idrogeno, ma allo stesso tempo anche nella gestione – adesso cito il programma – della centrale di Marghera Levante Edison.
Il principio è: da una parte si fa un passo un pochino indietro rispetto alla questione di emissioni di CO2 con la riapertura di Fusina, dall'altro si va a citare all'interno del programma la centrale Marghera Levante Edison, ora a carbone, ma non è chiaro se ci sarà un'evoluzione da un punto di vista di gestione e di fornitura di energia, cioè sarà gestita con fonti rinnovabili oppure no? Questo piano non lo specifica.
Sarebbe anche il caso di precisare che cosa si intende per idrogeno verde, perché tecnicamente è quello che è estratto dall'acqua utilizzando energia rinnovabile, cioè solare, fotovoltaica e idroelettrica, ma nel piano non viene specificato questo aspetto e, di conseguenza, sono aspetti che, nella fase successiva, dovranno assolutamente essere studiati, resi noti e condivisi anche con la popolazione.
Mentre per quanto riguarda la questione della Fondazione Venezia Capitale della Sostenibilità, ci sono nel programma una serie di contraddizioni rispetto ai propositi e alle realtà. Si segnala intanto la mancanza di pluralismo nella scelta delle collaborazioni in questo caso, che avendole assegnate esclusivamente a componenti rappresentativi politici del mondo del centrodestra, rende probabilmente monopartisan quello che è un intervento che, invece, può dare, attraverso la collaborazione più ampia in termini compartecipativi, un risultato magari anche migliore in termini condivisivi. Le idee in forza sono molto generiche, quindi esorto che questa progettualità possa realizzarsi in una definizione progettuale molto più chiara.
Questi erano i due aspetti che volevo affrontare all'interno della discussione del PRRR, che non è stato possibile andare ad approfondire nello specifico nelle Commissioni, ma ci tenevo a far arrivare alla Giunta questo messaggio dato che non si tratta di progetti di poco conto, in particolar modo per quanto riguarda il futuro di Porto Marghera.
Detto questo, mi dispiace che la discussione si sia suddivisa in fazioni. Io ritengo che questo momento di emergenza necessiti di un'efficace analisi di tipo tecnico-scientifico che tenga conto non soltanto delle posizioni di parte, ma di quello che poi la scienza ci restituisce e anche le esperienze degli altri Paesi ci restituiscono. In questo caso si è citata molto la Francia, ma la Francia si sa che ha chiesto l'intervento della Commissione europea per far rientrare i propri investimenti in termini di gestione delle scorie e di evoluzione delle proprie centrali, anche con l'apertura di nuove realtà rispetto alla produzione di energia nucleare, proprio perché impossibilitata da sola a gestire i costi che i privati hanno scaricato sul pubblico.
Il principio è che se vogliamo ragionare in termini progettuali per i prossimi cinquant'anni, dato che la Cina ci dice che probabilmente riuscirà a realizzare un nucleare di quarta generazione nel 2050, se vogliamo ragionare in termini di nucleare "pulito", senza scorie, cominciamo a osservare che cosa la scienza ci potrà dare nei prossimi decenni, ma non vendiamolo come se fosse realizzabile oggi, perché oggi non è realizzabile. Le condizioni che anche la Commissione UE, dal mio punto di vista sbagliando, e non soltanto dal mio, anche secondo il Comitato tecnico-scientifico che ha affiancato la Commissione UE in questa scelta, e la richiesta che la Commissione UE dà per riuscire a ricevere questi fondi, per riuscire a tenere in piedi il sistema nucleare francese, che non regge, è quella di trovare, di giustificare luoghi dove andare a stoccare le scorie.
È un tema che ci interroga rispetto all'impatto delle nostre scelte d'oggi nei confronti delle future generazioni, perché significa rimandare un problema enorme al futuro in termini di autonomia, rispetto alla produzione di energia, a partire dal gas, importato dalla Russia. Basterebbe che in questi anni attivassimo 60 dei 110 gigawatt di impianti di energie rinnovabili bloccati in quest'ultimo decennio dalle autorizzazioni nazionali per riuscire ad essere autonomi rispetto all'importazione di gas dalla Russia.
Questo è un primo accenno per dirvi come l'assenza di programmazione in campo energetico abbia danneggiato notevolmente non soltanto la nostra economia, e oggi ne vediamo le conseguenze, ma anche e soprattutto il nostro ambiente.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente.
Ringrazio per la solidarietà, ma gli Assessori sono qui, stanno lavorando su problemi quotidiani. Il tema è che la Regione non si ferma: c'è il PNRR da scrivere, da costruire assieme; ci sono i problemi legati alla quotidianità che è fatta di crisi industriali, che è fatta di rapporti con le Amministrazioni comunali, di Commissioni Cultura, di videoconferenze costantemente col Governo per altre emergenze.
Purtroppo viviamo tempi complessi che forse non ci permettono di avere tutta la Giunta qua, però questo è un progetto che è stato condiviso con la Giunta, con le strutture, costruito assieme, quindi credo che ci sia piena consapevolezza da parte di tutti dell'importanza del momento.
Partirei, per fare alcune valutazioni sulla discussione, dal fatto che lunedì prossimo, qui a Venezia, ci sarà il Governo che incontrerà la Regione e credo altri stakeholder. Il titolo di questa giornata è "Dialoghi sul PNRR". Questo vi dà il tratto di com'è il momento che stiamo vivendo: se si sta dialogando, vuol dire che c'è la consapevolezza, da parte del Governo centrale, che quello che è stato il percorso che è stato fatto fino ad oggi, che di fatto ha impegnato circa un quinto delle risorse disponibili per il PNRR (al 28 febbraio sono stati impegnati 47 miliardi dei 221, siamo quindi a un quinto di quelle che sono le disponibilità), ci permette, da questo punto di vista, di essere estremamente contemporanei e capaci di interpretare il momento per far sì che il Veneto faccia cosa? Prepari un basket di proposte che saranno possibili elementi di competizione nei confronti dei bandi che il Governo metterà, speriamo, nel corso dei prossimi mesi e che possa trovare la Regione del Veneto capace di interpretare quelle che sono state le linee successive all'approvazione del PNRR dell'anno scorso, del 16 marzo, che ci ha visto giusto un anno fa, più o meno, discutere il Piano dei 155 progetti e 25 miliardi.
Il Piano nazionale è stato approvato il 17 luglio e solo nelle fasi successive si è iniziato concretamente a capire quali potevano essere le modalità e le linee di finanziamento sulle quali la Regione poteva o doveva costruire delle progettualità. Ciò ancora oggi vede, purtroppo, le Regioni completamente escluse da un rapporto diretto tra il Governo e gli Enti locali, in particolar modo la Regione.
Auspico che quello che succederà lunedì sia l'inizio di una vera interlocuzione tra la Regione del Veneto, così come staranno facendo per altre Regioni, e il Governo, per far comprendere che la Regione è la stazione appaltante più importante, da questo punto di vista, per far atterrare i soldi e per far sì che questi soldi generino dei progetti su area vasta che diano realmente la possibilità di cambiare questo territorio nel corso dei prossimi quattro anni, altrimenti si rischia di perdere un'opportunità.
Oggi molti di voi hanno parlato dell'emergenza. È chiaro che nel momento in cui si vive un'emergenza bisogna avere anche la capacità di virare rispetto ad alcune priorità che c'erano. Però, ho qui la risoluzione che avete presentato voi un anno fa, la risoluzione n. 10, quella che parlava del Piano di ripresa e resilienza. Ci sono due righe sull'efficientamento delle energie, sulla necessità dell'autosufficienza energetica, e non c'è nessuna riga che parla del problema delle materie prime. A fare le schedine il lunedì siamo capaci tutti; siamo capaci tutti il lunedì di dire qual era il modo per fare 13.
Bisogna essere, secondo me, un po' più responsabili da questo punto di vista e fare alcuni passaggi... Per questo mi dispiace il voto di astensione rispetto alla risoluzione presentata dalla maggioranza, perché credo che sarebbe stato un atto estremamente importante quello di presentarsi lunedì al Governo con una risoluzione che prende atto di questi progetti, della forza di questi progetti. Naturalmente non sono esaustivi, nessuno ha detto che questi sono i progetti definitivi che la Regione farà. Molto probabilmente, nel corso dei prossimi mesi, avremo la possibilità ancora meglio di capire se ci saranno altre linee di finanziamento e dovremo essere capaci di interpretare e costruire progettualità che vadano ad intercettare quelle risorse. Oggi, astenersi rispetto a quel Piano è, secondo me, un grosso errore, perché questo non è il Piano della maggioranza, questo non è il Piano di Luca Zaia, è il Piano della Regione del Veneto. E astenersi dall'approvazione di questo Piano, non votando di fatto la risoluzione, credo che sia un modo di prendere le distanze da un lavoro importante che è stato fatto, non semplice, perché costruire progetti di queste dimensioni non è semplice.
È chiaro che, in una costruzione come questa, non si può entrare nella specificità della quale mi chiedeva la collega Guarda. Ma io non ho dubbi che, nel momento in cui si farà questo progetto, si cercherà di essere estremamente attenti a tutti i temi della sostenibilità, che è un mantra credo, ormai, per tutti, in particolar modo all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che della sostenibilità fa un dogma. È uno degli elementi centrali attorno ai quali verte tutta questa possibilità che ci permetterà di avere queste risorse, se saremo capaci di intercettarle. Quello che forse non tutti, ma qualcuno mi pare di capire ha equivocato è che queste non sono risorse che sono date al Veneto. Non pensate che questi siano 7,8 miliardi che il Veneto ha già in tasca. Queste sono progettualità che cubano complessivamente per 7,8 miliardi e che ci permetteranno per la complessità, ma anche per la capacità di costruzione di questi progetti, di essere competitivi qualora escano questi bandi.
Noi non abbiamo diritto a questi 7,8 miliardi, ce li dobbiamo guadagnare. E ce li dobbiamo guadagnare attraverso la capacità di interpretare quelle che riteniamo siano le linee di finanziamento e fare progetti che diano risposte al nostro territorio. Credo che sia un buon percorso, fatto di partecipazione, anche di trasparenza, perché di fatto siamo arrivati in Commissione a raccontare con tutta la trasparenza dovuta al rispetto del Consiglio regionale qual era la progettualità (quindi non c'è, da questo punto di vista, la volontà naturalmente di nascondere niente), così come questo percorso è stato costruito attraverso i tavoli di partenariato, cercando che gli stakeholder, tutti gli stakeholder del Veneto ai massimi livelli, abbiano avuto la capacità di dare i loro contributi rispetto a questa progettazione.
Dispiace veramente che non si comprenda il momento e ognuno tenti di portare a casa la sua piccola risoluzione, che rischia di essere dispersiva rispetto all'obiettivo grande, che è quello di dare un Veneto unito attorno a un progetto comune che può effettivamente cambiarci.
Però quello che continuiamo a vedere, su alcuni progetti... Adesso qui si rischia di ritornare al discorso di essere orgoglioso di essere veneto, ma rischia di essere ridondante. Collega Camani, lei non può dire che non c'è attenzione sul turismo della sostenibilità, perché lei in questo modo spara addosso a investimenti e sacrifici che fanno le località che sono il cuore del turismo veneto, che sono quelle che hanno il maggior numero di chilometri di Bandiera Blu, che sono le località balneari che hanno la più alta percentuale di raccolta differenziata. Questi sono dei valori, è inutile che lei faccia così! Lei va in spiagge dove non esiste la raccolta differenziata, lei va in posti dove non c'è la raccolta differenziata. Capisce che poi sono differenti le tariffe che lei paga dove non c'è la raccolta differenziata rispetto a dove, invece, per fare la raccolta differenziata, si caricano agli operatori e ai cittadini i costi della tariffa ambientale.
Allora, bisogna avere rispetto per quelle località e per gli sforzi che fanno queste persone per continuare ad essere competitivi. La stagionalità a cui lei fa molto riferimento – magari sul modo di utilizzare le battute off record parleremo un'altra volta – non è perché si vuole essere stagionali, perché io credo che chiunque ha fatto quegli investimenti, e con i costi che oggi sostiene per tenere su le attività, se potesse lavorare un mese in più starebbe lì a lavorare.
Se lei ha una soluzione per lavorare un mese in più a Jesolo, io la candido a Sindaco di Jesolo, perché abbiamo bisogno di un candidato che ha queste idee. Ci occorre da vent'anni a questa parte. Se lei ha queste idee straordinarie, venga in nostro aiuto perché ne abbiamo veramente bisogno.
Questo non può essere un elemento che, ogni volta che tentiamo di trovare un elemento di forza, di coesione, di uno strumento importante come questo, sta lì ancora a dire che le cose non vanno. Di cose che non vanno ce ne saranno sempre e cercheremo sempre di migliorarle. Io credo che non ci sia...

PRESIDENTE

Assessore, il tempo, per cortesia.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Non stiamo vivendo nel migliore dei mondi possibili, però in un momento come questo un mancato voto da parte vostra a una risoluzione che mette assieme 7,8 miliardi di euro per il Veneto credo che sia un grande errore.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Calzavara.
Adesso sospendiamo due minuti – però vi chiedo di rimanere in Aula – per un confronto tra Capigruppo per decidere cosa fare con le risoluzioni.
Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 18.00
La Seduta riprende alle ore 18.17

PRESIDENTE

Bene, signori, possiamo riprendere i lavori d'Aula.
Passiamo ora alla votazione di ogni singola mozione.
Risoluzione n. 52 dei colleghi Lorenzoni e Baldin.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione la risoluzione n. 52.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo alla risoluzione n. 53 di colleghi Venturini e Bozza.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione la risoluzione n. 53.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, alla votazione precedente, quindi della prima risoluzione, il mio voto per errore è stato contrario, ma in realtà voleva essere favorevole. Chiedo scusa, che rimanga agli atti.

PRESIDENTE

Perfetto. Registriamo a verbale, grazie.
Passiamo ora alla risoluzione n. 54 della collega Guarda.
Non ci sono dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione la risoluzione n. 54.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla risoluzione n. 55 della collega Ostanel.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Scusate se intervengo. Ovviamente io sono a favore della mia risoluzione. Però avevo bisogno di dire quello che ho detto anche ai Capigruppo prima: l'obiettivo per me di questo ragionamento sul PNRR era, come abbiamo fatto in Commissione, sennò non avrei perso tempo, leggere le schede, capire come migliorarle, dare un contributo costruttivo perché, come ho detto nel mio intervento, credo ci sia stato un passo avanti dalle 155 schede alle 16 che oggi vediamo.
Come è stato detto, è un percorso aperto di interlocuzione con il Governo e quindi credo che l'obiettivo di oggi fosse quello, nelle risoluzioni, di dare un contributo fattivo e di non stare troppo a determinare un contenuto credo politico. Non è questa la sede e soprattutto, se si chiama Next Generation EU, credo che la politica abbia il compito di pensare a chi sta fuori di qui e non tanto alle dinamiche interne tra forze politiche o partiti.
Il mio intento era quello di dire, credo sia inutile a questo punto, che, essendo una risoluzione, avrei fatto una modifica, un'automodifica, portando a dire che esprimo un indirizzo e non impegno la Giunta, ma che si interloquiva a lavorare in futuro per rimettere a posto le schede. Avrei pensato anche che, nella risoluzione a firma del capogruppo Villanova, si potesse fare una piccola modifica, "tenuto conto" di quanto il Consiglio oggi approvava, e quindi arrivare in qualche modo a lavorare insieme in maniera fattiva a determinare un miglioramento di queste 16 schede ulteriormente.
Mi par di capire che questo non sia l'obiettivo, ma ci tenevo a dirlo a microfono perché penso che chi sta fuori da qui si aspetta un altro tipo di atteggiamento da tutti i Gruppi che sono seduti qui in Aula.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Mettiamo in votazione la risoluzione n. 55.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, chiedo di poter inserire un voto favorevole per la risoluzione n. 53. Che venga messo a verbale, grazie.

PRESIDENTE

Perfetto, viene registrato a verbale.
Passiamo alla risoluzione n. 56.
Emendamento n. B0001 presentato dai consiglieri Gerolimetto e Pan, che prevede:
A pagina 3 del capoverso "CONSIDERATO CHE", terzo trattino, dopo le parole "dall'alto valore tecnologico industriale"
Sono aggiunte le parole
"ivi comprese le filiere delle produzioni agricole strategiche, dell'agroambiente e dell'agroindustria".
È già stato illustrato. Il presentatore è d'accordo.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. B0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione la risoluzione n. 56 come emendata.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla risoluzione n. 57.
Collega Camani, prego, per dichiarazione di voto.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo in riferimento alla risoluzione che abbiamo presentato come Gruppo del Partito Democratico, una risoluzione che abbiamo presentato dopo aver insistito e chiesto (poi, grazie a Dio, la nostra richiesta è stata raccolta) di poter discutere oggi in questo Consiglio regionale della nuova lettura regionale del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Abbiamo costruito questa risoluzione pensando unicamente a due questioni: la prima, costruire le condizioni per cui la discussione oggi in quest'Aula fosse la più possibile aderente ai contenuti del PNRR e a quelle che, a nostro giudizio, sono le necessità della nostra Regione.

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

La seconda, cercare di offrire un contributo al confronto dentro questo Consiglio regionale, perché crediamo che questa debba essere la sede in cui prioritariamente il confronto sulle linee strategiche di sviluppo debba e possa essere sviluppato.
Abbiamo presentato, dunque, una risoluzione che specificatamente richiama la Giunta ad un impegno comune: quello che riguarda le clausole di valutazione sull'impatto per le politiche di genere e generazionali, su cui abbiamo chiesto alla Giunta un impegno maggiore. Abbiamo chiesto alla Giunta di rivedere una parte della sua programmazione, raccogliendo con maggiore incisività quelle che sono le opportunità in riferimento alle energie rinnovabili, alle modalità di produzione di energia alternativa, allo sviluppo delle filiere strategiche produttive così importanti per questa Regione, alle politiche turistiche più coerenti con ciò che sta cambiando a livello globale.
Insomma, abbiamo costruito una mozione che, andando a studiare gli assi strategici di finanziamento del PNRR, fosse messa a disposizione della Giunta come contributo per costruire quell'unità di intenti che è necessaria a Roma, in Europa e in Veneto per uscire insieme più forti dalle crisi che stiamo attraversando, la pandemia prima e la guerra oggi, assessore Calzavara e capogruppo Villanova.
È una risoluzione con la quale offriamo il nostro contributo e chiediamo sostanzialmente due cose: coinvolgeteci di più nel confronto di contenuto e di merito sui progetti che abbiamo per la nostra Regione, perché il futuro della Regione del Veneto non è di vostra proprietà, è di proprietà di ciascuno di noi insieme. Vi abbiamo offerto delle indicazioni su come procedere, molto concrete, che io credo, ma magari mi sbaglio, non siano così distanti dalle sensibilità di molti anche nella maggioranza in quest'Aula, proprio perché ciò che condividiamo è la sensibilità comune di appartenere a questa Regione, che è una Regione operosa, che è una Regione del volontariato, che è una Regione che ha voglia di riprendersi e di ripartire.
Ora sinceramente – lo dico all'assessore Calzavara e al capogruppo Villanova – non comprendiamo nel merito, perché poi agli atti rimane questa, la non disponibilità a votare questa risoluzione.
Ovviamente annunciamo il voto favorevole del Gruppo e chiedo anche contestualmente alla maggioranza di rivalutare la disponibilità ad approvare questa risoluzione.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Rispondo molto rapidamente alla collega Camani. Io ho molto rispetto di quello che succede in quest'Aula e di solito ascolto gli interventi che vengono fatti in Aula con molta attenzione, perché ritengo che facciano parte di quello che è il lavoro che siamo chiamati a fare qui dentro. E peso anche le parole che vengono dette in quest'Aula.
Vede, Consigliera, io posso anche dire che l'apertura nei confronti della vostra risoluzione era totale. Lo sa il Capogruppo, lo sa lei, ne abbiamo parlato prima. Molte parti erano condivisibili. Ma se da parte nostra viene data la disponibilità per lavorare assieme e per ricevere anche quelle che sono delle vostre sollecitazioni, come dice lei, ci sono molti temi che ci vedono anche abbastanza vicini, non capisco perché poi, a livello di interventi d'Aula, quelli che sono i vostri interventi vanno in totale contrasto con il sentire della vostra risoluzione.
È un po' difficile trovare un punto d'incontro se ogni volta che viene presa la parola da parte di alcuni dei vostri esponenti sembra che seduti da questa parte dell'Aula ci siano quattro scappati da casa che non sanno cosa stanno facendo. È un po' difficile, perché nel momento in cui la nostra maggioranza ha più volte, e ripeto, più volte dato la disponibilità a ricevere quelle che sono le vostre sollecitazioni e i vostri consigli anche per migliorare progetti di legge, risoluzioni e mozioni, provvedimenti che passano di qua, che bisogno c'è di buttarla sempre sugli attacchi personali o su attacchi nei confronti della serietà dei nostri Gruppi?
Questo non riesco a capire. Dopodiché, ripeto, se vogliamo buttarla in bagarre, sappiamo farlo benissimo anche noi. Se vogliamo trasformare questo Consiglio sempre in un teatro dove si viene a recitare invece di occuparsi dei problemi dei veneti oppure di votare mozioni o provvedimenti importanti per i veneti, sappiamo farlo benissimo anche noi, ma non è questo quello che abbiamo voluto fare fino ad oggi. Non è questo.
Vorrei che il nostro voto contrario sulla vostra risoluzione di oggi fosse un messaggio chiaro: noi siamo aperti e disponibili a lavorare assieme alle opposizioni purché ci sia rispetto, perché qui non c'è nessuno scappato di casa. Questa deve essere una cosa chiara per tutti.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione la risoluzione n. 57.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, chiudiamo la seduta odierna del Consiglio. Per la prossima seduta sarete convocati a domicilio.
Invito i colleghi Capigruppo a recarsi presso la Sala del Leone per decidere i lavori della prossima settimana.
La Seduta termina alle ore 18.31
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 54 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 54
MARTEDì 15 MARZO 2022


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 54a seduta pubblica – martedì 15 marzo 2022
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 106 del 23 novembre 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 3815 del 10 marzo 2022 come integrato con nota prot. n.4003 del 14 marzo 2022.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.36.

La seduta è sospesa alle ore 10.36.

La seduta riprende alle ore 11.09.

Assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco e assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e i consiglieri Andreoli e Giacomin.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 78 del 12.02.2021
presentata dai consiglieri Bigon, Zanoni e Zottis
"Emergenza Coronavirus e sospensione dell'attività del Punto di Primo Intervento dell'ospedale San Biagio di Bovolone: sono stati fissati tempi certi per la riapertura?"

E

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento

Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Bigon, Zanoni, Guarda e Ostanel relativa a "Ennesima sospensione dell'attività del Punto di Primo Intervento dell'ospedale di Bovolone. La Regione intende intervenire con urgenza per risolvere definitivamente questa vergognosa situazione?" (Interrogazione a risposta scritta n. 147)


Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale.

Interviene in sede la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 197 del 29.09.2021
presentata dalla consigliera Bigon
"Pronto soccorso degli ospedali Borgo Trento e Borgo Roma di Verona congestionati: cosa intende fare la Giunta regionale per evitare questi disagi ai cittadini?"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Il PRESIDENTE rinvia la trattazione dell'Interrogazione a risposta immediata n. 215.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di Grandi Eventi e di politiche del lavoro". (Progetto di legge n. 112) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 8/2022)  [RESOCONTO]

Intervengono le consigliere, Cavinato (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Sesta Commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Sesta Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono le consigliere Scatto (Zaia Presidente), Guarda (Europa Verde) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Intervengono in sede di replica la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) e l'assessore Calzavara.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Sesta commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 12.21.

La seduta, dopo un rinvio, riprende alle ore 14.36.

Si passa all'esame degli emendamenti.

Gli emendamenti nn. A1 e A2 all'articolo 1, illustrati dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Sull'emendamento n. A3 all'articolo 1 intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde) che lo illustra, Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e l'assessore Calzavara.

L'emendamento n. A3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A4 all'articolo 1 intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde) che lo illustra, Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A5 all'articolo 1, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Si passa all'esame degli articoli.

I quattro articoli che compongono il progetto di legge in oggetto, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale intervengono le consigliere Scatto (Zaia Presidente) e Guarda (Europa verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE, comunica l'anticipazione dell'esame dei punti nn. 10), 11), 12), 13), 14) e 15) all'ordine del giorno e, con il consenso unanime dei consiglieri, propone lo svolgimento di una discussione unica con interventi della durata di dieci minuti sia per la relazione sia per la discussione generale mantenendo separate le votazioni.

Punti nn. 10, 11, 12, 13, 14 e 15) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dai consiglieri Lorenzoni e Baldin relativa a "Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: il Veneto si doti di strumenti adeguati di monitoraggio sull'uso efficace dei fondi stanziati e sviluppi gli ambiti centrali del PNRR in tema di energia, digitalizzazione ed economia circolare". (Risoluzione n. 52) RESPINTA
Risoluzione presentata dai consiglieri Venturini e Bozza relativa a "PNRR: valorizzazione del ruolo delle Regioni per la governance del Piano e individuazione di specifica linea strategica per l'utilizzo di fonti rinnovabili di energia e per la sostenibilità alimentare". (Risoluzione n. 53) APPROVATA (Deliberazione n. 39/2022)  [RESOCONTO]

Risoluzione presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Indicazioni e proposte in merito al progetto n. 15 "Concia: verso l'impatto ambientale zero"". (Risoluzione n. 54) RESPINTA  [RESOCONTO]

Risoluzione presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "PNRR e progetti strategici per il Veneto: piena parità grazie ad un sistema di asili nido accessibili, rigenerazione del patrimonio abitativo in disuso, un piano per il ripopolamento di Venezia". (Risoluzione n. 55) RESPINTA
Risoluzione presentata dai consiglieri Villanova, Pan, Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Piccinini, Gianpiero Possamai, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Valdegamberi, Vianello e Zecchinato relativa a "PNRR: ridurre il caro energia e investire sulle filiere industriali strategiche per limitare la vulnerabilità e per rilanciare lo sviluppo". (Risoluzione n. 56) APPROVATA (Deliberazione n. 40/2022)
Risoluzione presentata dai consiglieri Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni e Zottis relativa a "PNRR: la Regione Veneto adegui e integri i progetti strategici di fronte alla crisi energetica ed economica (Risoluzione n. 57) RESPINTA  [RESOCONTO]

Intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), che illustra la risoluzione n. 52, Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), che illustra la risoluzione n. 53, Guarda (Europa Verde), che illustra la risoluzione n. 54, e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che illustra la risoluzione n. 55.

Durante l'intervento della consigliera Ostanel assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

Intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente), che illustra la risoluzione n. 56, e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che illustra la risoluzione n. 57.

Durante l'intervento del consigliere Possamai Giacomo assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale sulle risoluzioni in oggetto intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Gerolimetto (Zaia Presidente) e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento del consigliere Montanariello assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Bigon assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Valdegamberi (Gruppo Misto), Brescacin (Zaia Presidente), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde) e l'assessore Calzavara.

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 18.00.

La seduta riprende alle ore 18.17.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione n. 52.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin

Hanno votato no:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Guarda, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

Bigon, Camani, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo

Non votanti:

Lorenzoni, Polato, Razzolini, Speranzon

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione n. 53.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Guarda

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Non votanti:

Lorenzoni

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione n. 54.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Guarda, Lorenzoni, Ostanel

Hanno votato no:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

Bigon, Camani, Montanariello, Possamai Giacomo, Zottis

Non votanti:

Formaggio, Polato, Razzolini, Soranzo, Speranzon

Sulla risoluzione n. 55 interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in dichiarazione di voto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione n. 55.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zottis

Hanno votato no:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

Bozza

Non votanti:

Formaggio, Lorenzoni, Polato, Razzolini, Soranzo, Speranzon

L'emendamento n. B1 alla risoluzione n. 56, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione n. 56 come emendata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Montanariello, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

Guarda, Ostanel

Non votanti:

Lorenzoni

Sulla risoluzione n. 57 intervengono in dichiarazione di voto i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) e Villanova (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione n. 57.

Il Consiglio non approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Formaggio, Razzolini, Soranzo, Speranzon

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 18.31.
Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GUARDA Cristina
ZANONI Andrea
LORENZONI Arturo
ZECCHINATO Marco
MAINO Silvia
ZOTTIS Francesca






LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Alessandra SPONDA








IL PRESIDENTE
f.to Nicola Ignazio FINCO











N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba