ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 29/03/2022 n. 56

Resoconto n. 56 - 11^ legislatura
Resoconto 56 a Seduta pubblica
Martedì, 29 marzo 2022
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.41

PRESIDENTE

L'inizio lavori è rinviato alle ore 10.50.
La Seduta è sospesa alle ore 10.41
La Seduta riprende alle ore 11.02

PRESIDENTE

Colleghi, vi chiedo di registrare la vostra presenza su Concilium. Siamo già, comunque, in numero legale.
Diamo inizio alla 56a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 4659 del 24 marzo 2022.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 55a Seduta pubblica del 22 marzo 2022.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Cristina GUARDA
Silvia MAINO
I congedi sono concessi.
Comunico che abbiamo un collega che ci segue da remoto.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Partiamo con le interrogazioni a risposta immediata.
Siamo alla interrogazione a risposta immediata n. 241 delle colleghe Camani, Zottis e Bigon.

Interrogazione a risposta immediata n. 241 del 17 febbraio 2022 presentata dalle consigliere Camani, Zottis e Bigon relativa a "VALVITALIA SPA: QUALI SONO LE INTENZIONI DELLA REGIONE?"

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione vorremmo portare all'attenzione del Consiglio e ovviamente all'interesse dell'Assessore una situazione, a nostro giudizio, molto preoccupante che si sta verificando presso il Comune di Due Carrare in provincia di Padova e che riguarda la società Valvitalia Spa.
Questa società ha diverse sedi nel territorio nazionale e ha comunicato recentemente agli 85 dipendenti della sede di Due Carrare di prepararsi al trasferimento presso un'altra sede di proprietà della società in provincia di Pavia. Come ben potete intuire, abbiamo subito inteso questa comunicazione di trasferimento come una sorta di licenziamento collettivo surrettizio che la società sta mettendo in atto, a giudizio e sentendo le parole dell'amministratore delegato, per contenere i costi e le perdite della società.
Valvitalia è una società specializzata nella progettazione, realizzazione e installazione di impianti per l'estrazione del gas e si occupa anche di sistemi antincendio. So che la Regione si è attivata immediatamente e ringrazio l'Assessore per aver coinvolto alcuni Consiglieri nei tavoli di crisi che abbiamo organizzato in queste settimane diverse volte.
Ci è sembrato di capire che l'atteggiamento della società non venisse incontro anche alle pressioni importanti che la Regione ha fatto rispetto alla volontà di esperire tutti i tentativi possibili per evitare la chiusura e il trasferimento. Quindi, questa interrogazione, essendo passata qualche settimana, più che per sapere quali sono le intenzioni della Giunta, perché le abbiamo viste nel tavolo di crisi che si è convocato più volte, se ci sono novità rispetto all'atteggiamento che l'azienda ha dimostrato in queste settimane, se è stato coinvolto il Ministero dello sviluppo economico e se, a giudizio dell'Assessore, ci sono possibilità per una soluzione positiva della vertenza.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Risponde l'assessore Elena Donazzan.
Prego, assessore Donazzan.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Valvitalia, società per azioni, opera nel settore oil and gas ed è una delle realtà più importanti nel settore della produzione delle valvole.
La società si colloca oggi tra i primi cinque produttori a livello mondiale e ha complessivamente più di mille dipendenti, distribuiti su dieci stabilimenti, sette dei quali in Italia, gli altri situati in Inghilterra, Cina e Canada.
Dei siti italiani, oltre alla sede legale a Milano, due sono in Veneto, uno a Brendola (Vicenza) e uno a Due Carrare (Padova), ove sono oggi presenti 81 dipendenti.
Lo scorso 8 febbraio, la direzione aziendale, assistita da Assolombarda, ha comunicato all'RSU dello stabilimento di Due Carrare e alle organizzazioni sindacali l'intenzione di trasferire tutto il personale in forza a Padova presso il sito produttivo di Rivanazzano (Pavia), con decorrenza 1° aprile 2022.
Tale decisione è stata motivata da una grave crisi economico-finanziaria, per superare la quale si sono rese necessarie alcune misure finalizzate alla riduzione dei costi, tra le quali il trasferimento della produzione e dell'intera forza lavoro dal sito di Due Carrare a quello pavese, il più grande del gruppo.
A fronte di tale comunicazione, in data 25 febbraio, la sottoscritta, assistita dall'Unità di Crisi di Veneto Lavoro e dalla Direzione Lavori, incontrava la società e le organizzazioni sindacali, unitamente alle Istituzioni del territorio e, come ricordava la collega, alcuni colleghi che ne avevano fatto richiesta, al fine di individuare un percorso condiviso per tutelare la produttività del sito e le professionalità ivi presenti.
Al termine di tale incontro, Valvitalia, pur confermando la propria decisione di voler chiudere lo stabilimento padovano, acconsentiva a rinviare l'avvio della procedura di trasferimento dei dipendenti di due settimane.
Le parti si incontravano nuovamente in sede regionale il 2 e l'8 marzo, ma, nonostante le proposte presentate al tavolo sia dalla Regione che dalle organizzazioni sindacali, che recepivano comunque la decisione aziendale di chiusura del sito, la società restava ferma sulle proprie decisioni, dichiarando di non essere disponibile a valutare neppure l'attivazione degli ammortizzatori sociali, al fine di rendere meno traumatici per il territorio e i lavoratori gli effetti negativi della propria scelta.
In data 10 marzo formalizzava l'avvio della procedura di trasferimento di tutti i lavoratori occupati nel sito di Due Carrare presso lo stabilimento di Rivanazzano, pur spostando la data di decorrenza al 1° maggio 2022.
A fronte di tale decisione, l'Assessore avviava una immediata interlocuzione con il Ministero dello Sviluppo Economico in merito alla situazione di difficoltà del gruppo Valvitalia, peraltro partecipato da Cassa Depositi e Prestiti, affinché vengano valutate anche in quella sede soluzioni con il minor impatto possibile sulla continuità produttiva e occupazionale del sito di Due Carrare.
Questa ovviamente è una interrogazione che ho presentato alla Giunta in data 17 febbraio e l'aggiornamento di oggi con l'Unità di Crisi è che l'interlocuzione con il Ministero dello Sviluppo Economico prosegue un pochino a rilento, visto che lei mi chiedeva un giudizio. Visto che lei mi chiedeva un giudizio al di fuori della risposta data in Giunta, ovviamente che è formalizzata e collegiale, io ritengo che ci siano anche delle manifestazioni di interesse, ma è evidente che deve esserci la disponibilità e quindi una disponibilità proattiva, se non indirizzata, affinché quel sito produttivo non chiuda e che vi sia la disponibilità dell'azienda di dare un'opportunità di continuità del sito produttivo di Due Carrare, sulla quale stiamo lavorando.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore, anche per l'aggiunta.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'Assessore perché so che segue con attenzione la vertenza, però è importante che noi apriamo una riflessione in questa occasione sulla capacità che questa regione e che le imprese che da fuori regione in questi decenni, in questo territorio, hanno trovato anche benessere e successo, debbano corrispondere alle richieste che questo territorio a quelle società rivolge.
L'idea che ci sia una crisi e una difficoltà aziendale, ovviamente, non dipende da noi, ma il fatto che per rispondere a quella crisi e a quella difficoltà si pensi immediatamente al taglio indiscriminato dei posti di lavoro è una risposta alla crisi che non possiamo e non dobbiamo accettare.
La produttività del sito, quindi la garanzia che l'azienda di Due Carrare rimanga aperta e che soprattutto i posti di lavoro vengano garantiti deve essere la nostra priorità. Ovviamente, l'interessamento del Governo è fondamentale. Da quello che ci risulta, in questo momento il MISE ancora non è particolarmente attivato e non esiste l'apertura di un tavolo in sede governativa. Io credo che quello debba essere un passaggio fondamentale, sia perché la società è partecipata da Cassa Depositi e Prestiti, quindi c'è una responsabilità in qualche modo, seppur mediata, diretta del Governo, sia perché è una società che ha stabilimenti anche in altre Regioni.
L'idea che non può e non deve passare è, dunque, che la Regione del Veneto sia disponibile, sulla pelle dei lavoratori, ad accettare trasferimenti di questo genere. È prioritario scongiurare qualsiasi forma di licenziamento e io credo che sia prioritario anche evitare che in questa regione si venga a fare business sulla pelle dei territori e dei lavoratori.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.

PRESIDENTE

Passiamo alle IRS.
La IRS n. 160 della collega Guarda la rinviamo perché la Consigliera è in congedo.
Partiamo dalla IRS n. 133 del collega Zanoni.
Punto 5.1) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda e Lorenzoni relativa a "LETTERA DELLA DIREZIONE AGROAMBIENTE, PROGRAMMAZIONE E GESTIONE ITTICA E FAUNISTICO-VENATORIA IN CONTRASTO CON ORDINANZA DEL TAR VENETO N. 491/2021 DI SOSPENSIONE DEL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE 2021/2022. LA GIUNTA REGIONALE INTENDE INTERVENIRE PER IL RISPETTO DELLE NORME DI TUTELA DELLA FAUNA SELVATICA?" (Interrogazione a risposta scritta n. 133)

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Bentornato. Buongiorno a tutti.
In data 14 ottobre abbiamo presentato questa interrogazione assieme alla collega Bigon, alla collega Guarda e al collega Lorenzoni, in seguito a una lettera che gli Uffici caccia della Regione del Veneto hanno fatto in conseguenza di un'ordinanza del TAR che ha sospeso buona parte del calendario venatorio regionale; calendario che consente ogni anno la caccia e definisce specie e periodi.
In sostanza, con questa ordinanza è stato disposto il divieto di caccia a specie rare, in costante diminuzione nel nostro territorio, come il Combattente e la Pavoncella; ha deciso di anticipare la chiusura della caccia alla quaglia, ha anticipato la chiusura della caccia alle specie Cesena e Tordo Sassello; ha anticipato la chiusura della caccia anche alle specie acquatiche, come il Germano Reale, la Folaga, la Gallinella d'acqua, l'Alzavola, il Mestolone, la Canapiglia, il Porciglione, il Fischione, il Codone, la Marzaiola, il Frullino e il Beccaccino; ha previsto la diminuzione da cinque a tre giornate di caccia nel periodo ottobre-novembre. Questo perché ha fatto prevalere il parere dell'ISPRA, l'Istituto tecnico-scientifico dello Stato, che dà i pareri sui calendari venatori, che aveva fatto presente che quel calendario venatorio non andava bene perché andava a compromettere la sopravvivenza di un patrimonio che è di tutti i cittadini. Difatti, in Italia la fauna selvatica è considerata patrimonio indisponibile dello Stato. Inoltre, è tutelata a livello comunitario a nome dei 500 milioni di cittadini europei.
Cosa ha fatto la Regione Veneto? La Regione Veneto, invece di adeguarsi all'ordinanza, ha emanato una circolare, e successivamente anche un'altra, dove, in maniera fantasiosa, ha ristretto i dettami del TAR e, in sostanza, invece di ridurre le giornate di caccia di tutte le specie in difficoltà o in pericolo, considerate vulnerabili dall'Istituto della fauna selvatica, ne ha previste solamente quattro, escludendo da questa riduzione di caccia, ovvero da questo maggior grado di tutela, le specie Marzaiola, Folaga, Alzavola, Mestolone, Canapiglia, Beccaccino e Quaglia, che sono considerate in stato critico, in condizioni sfavorevoli e vulnerabili.
Infatti, in questa interrogazione abbiamo allegato un estratto del rapporto ISPRA dell'anno 2021, il "Rapporto Direttive Natura", sintesi ufficiale edito da ISPRA. Con questa interrogazione, abbiamo chiesto al Presidente della Giunta di intervenire perché, con questa posizione, gli Uffici caccia, invece di adeguarsi e tutelare un patrimonio che è di tutti i cittadini, hanno sminuito la portata dell'ordinanza del TAR.
Va detto che, successivamente, quest'anno, c'è stata una raffica di pronunciamenti del TAR, ordinanze e anche sentenze, che, di fatto, hanno evidenziato come la Regione Veneto non sappia trovare il giusto equilibrio, quando fa i calendari venatori, tra le esigenze di tutela della fauna selvatica e quelle dell'esercizio dell'attività venatoria. È sempre tutto sbilanciato verso una parte, ovvero l'aspetto venatorio. Ci sono interessi molteplici, stiamo parlando di animali selvatici che sono tra le prime vittime dei cambiamenti climatici. Abbiamo un Istituto importante, riconosciuto a livello internazionale, come ISPRA, che ci dice quello che si può fare e quello che non si può fare, quali sono le attenzioni che oggigiorno dobbiamo porre per tutelare la fauna selvatica, naturalmente mantenendo anche gli interessi dell'attività venatoria. Mai una volta che la Regione Veneto adotti le direttive dell'ISPRA. Quindi, si è ritrovata quest'anno addirittura con sei pronunciamenti, pensate, tra ordinanze e sentenze, tutti negativi.
L'auspicio – e adesso sentiremo anche la risposta – è che finalmente si trovi un equilibrio e si sappiano fare gli interessi non solo di una minima parte dei cittadini, ma di tutti i cittadini veneti, in applicazione di norme europee e internazionali e in applicazione anche dei dettami scientifici che vengono dati da ISPRA. Quindi, è fondamentale applicare correttamente le norme e trovare il giusto equilibrio per tutelare tutti gli interessi in gioco.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
La risposta all'assessore Corazzari. Prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
In riferimento alle giornate di caccia aggiuntive alla sola selvaggina migratoria nei mesi di ottobre e novembre, si rappresenta quanto segue. La nota della deliberazione regionale Agroambiente, programmazione, gestione ittica e faunistico-venatoria del 30 settembre 2021, indirizzata alle associazioni venatorie e agli addetti alla vigilanza con oggetto "Sospensione dell'efficacia del calendario venatorio regionale per la stagione venatoria regionale 2021-2022. Trasmissione ordinanze del TAR Veneto nn. 491 e 492 del 2021" evidenziava testualmente il punto i) dell'ordinanza del TAR del Veneto n. 491 del 2021, che in seguito si riporta.
Quanto alle giornate aggiuntive di ottobre e novembre, l'ISPRA ha rilevato: che tale misura, in quanto determina una pressione non trascurabile nei confronti delle specie migratrici, deve tener conto delle esigenze di conservazione della popolazione sottoposta a prelievo; che le motivazioni dedotte dalla Regione non paiono congruenti quantomeno in relazione alle specie indicate dall'ISPRA, come minacciate o in declino.
La medesima ordinanza ha, inoltre, prescritto la parziale sospensione del calendario venatorio, di cui si riporta testualmente la disposizione: "stabilisce giornate aggiuntive di caccia per le specie che, in base alle valutazioni dell'ISPRA, sono minacciate o in declino. Si aggiunga che, nel parere reso dall'ISPRA in ordine alla proposta di calendario venatorio, l'Istituto medesimo non ha fornito alcuna puntuale indicazione in ordine alle specie da considerarsi minacciate o in declino. Ciò detto, la competente struttura regionale, non disponendo di nessuna indicazione precisa in ordine a quali specie siano da considerarsi minacciate o in declino, ha valutato che l'individuazione delle medesime, riportata nella lettera in oggetto dell'interrogazione, è il risultato della lettura in combinato disposto del parere reso dall'ISPRA su progetto del calendario venatorio, dal calendario venatorio medesimo e dall'ordinanza del TAR rispetto a quanto preteso dalle parti ricorrenti".
Va da ultimo rappresentato che l'anno venatorio 2021-2022 si è concluso definitivamente al 31/01/2022 e si rinvia alla DGR n. 64 del 27 gennaio 2022 avente ad oggetto "Revoca della deliberazione n. 32 del 18 gennaio 2022 disciplinante la modifica del calendario venatorio 2021-2022. Esecuzione sentenza del TAR Veneto n. 155 del 21 gennaio 2022".
Questo per ulteriori approfondimenti e considerazioni.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zanoni, per la replica. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Naturalmente sono del tutto insoddisfatto di questa risposta, che è una risposta più politica che giuridica, legislativa e tecnica. Di ciò mi dispiace molto.
Poi volevo approfittare anche per dire all'Assessore che lui ci racconta che è stata mandata questa circolare alle associazioni venatorie e agli addetti al controllo delle Province. Vorrei ricordare che, in base alla legge n. 50/93, come attori per la gestione faunistico-venatoria, ci sono anche gli agricoltori e ci sono anche gli ambientalisti. Sono previsti dalla legge. Quindi, quando ci sono modifiche così importanti di atti importanti per la tutela della fauna selvatica, la gestione della fauna selvatica in Veneto, sarebbe il caso di non fare continuamente ‒ perché ciò continua da molto tempo ‒ queste discriminazioni. Quando si mandano questi avvisi, chiedo che vengano mandati anche a queste altre realtà, che sono ‒ ripeto ‒ previste per legge, tutelate per legge.
Ai colleghi che ascoltano questa risposta, che hanno ascoltato questa risposta a questa interrogazione, volevo anche ricordare che, come potete capire, la caccia in Veneto non è solo quella ai cinghiali, alle nutrie, ai comuni fagiani e lepri, ma purtroppo viene effettuata anche verso una serie di specie di fauna selvatica, uccelli migratori in particolare, che sono in costante declino, che sono in difficoltà, che soffrono, come soffre l'agricoltura, gli agricoltori, per la siccità, per i cambiamenti climatici, soffrono di questa emergenza climatica.
Perciò, quando un Istituto tecnico, che non è né ambientalista né venatorio, esprime dei pareri, una Regione che fa gli interessi di tutti i cittadini, che dovrebbe applicare le norme comunitarie e nazionali, dovrebbe fare tesoro di queste indicazioni e non cestinarle sempre, come fa, trovandosi, poi, con dei contenziosi giuridici, come quelli che abbiamo visto quest'anno, che hanno portato a ben sei pronunciamenti dei giudici del TAR del Veneto. Tra Presidente del TAR, Collegio del TAR, sentenze, decreti e ordinanze sono ben sei, che sono stati praticamente tutti persi dalla Regione e vinti dalle associazioni di tutela ambientale.
In una Regione che rispetta le norme e che rispetta i pronunciamenti degli organi tecnico-scientifici una cosa del genere non deve esistere. Se fosse stato fatto il calendario venatorio, come peraltro alcuni Consiglieri e il sottoscritto avevano chiesto nell'Intergruppo Tutela animali, fauna selvatica e ambiente, non sarebbe accaduto tutto questo e si sarebbe garantita la tutela della fauna selvatica e anche l'attività venatoria, senza tutte le interruzioni e i punti di domanda che ci sono stati.
Per quanto riguarda il contenuto dell'interrogazione e il fatto che i tecnici della Giunta regionale avrebbero evitato di ridurre le giornate di caccia a tutte le specie, perché non sono in grado di capire quali effettivamente sono quelle minacciate, ricordo, perché mi sembra di parlare veramente ai muri, che a questa interrogazione abbiamo allegato un documento tecnico e scientifico, che è il rapporto ufficiale edito da ISPRA, anno 2021, che si chiama Rapporto Direttive Natura, che riportava esattamente le specie oggetto di caccia da calendario venatorio, che sono ritenute in stato critico, in condizioni sfavorevoli e vulnerabili. Lì c'erano tutte, quindi aggrapparsi agli specchi per dire che non c'erano indicazioni e non c'erano documentazioni, non c'erano fonti per prendere una decisione a norma di ordinanza del TAR è una cosa non corretta. Quello che sorprende è che, nonostante l'evidenza, nonostante l'allegato, si continuino a difendere delle scelte sbagliate dell'Assessorato nell'aver fatto un calendario venatorio che ha considerato carta straccia quello che dice ISPRA.
Ogni anno, colleghi, viene fatto un calendario venatorio, una relazione lunga 40 pagine, solo per smontare le tesi dell'ISPRA. Pare che noi dobbiamo difendere solo gli interessi venatori, ma ci sono tanti altri interessi dell'ambiente, della natura e anche dei cittadini, che vogliono semplicemente il rispetto delle leggi attuali statali e comunitarie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Abbiamo terminato con le interrogazioni.
PUNTO
6



PROPOSTA DI LEGGE STATALE DA TRASMETTERE AL PARLAMENTO NAZIONALE, AI SENSI DELL'ARTICOLO 121 DELLA COSTITUZIONE DAL TITOLO: "MODIFICA DELL'ARTICOLO 338 DEL REGIO DECRETO 27 LUGLIO 1934, N. 1265 "TESTO UNICO DELLE LEGGI SANITARIE"" D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO. (PROGETTO DI LEGGE STATALE N. 12) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 48/2022)

Relazione della SECONDA Commissione consiliare.
Relatore: Consigliere Zecchinato
Correlatore: Consigliere Montanariello

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6) all'ordine del giorno.
Relatore è il collega Zecchinato. Se mi chiede la parola con Concilium, grazie.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Buongiorno, Consiglieri.
Con questo progetto di legge, sostanzialmente, si propone al Consiglio regionale la modifica (più aggiornamento che modifica) dell'articolo 338 del Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265, conosciuto come Testo Unico delle leggi sanitarie.
Il riferimento è ai cimiteri e alle relative fasce di rispetto. Infatti, per come conosciamo noi i cimiteri oggi, dobbiamo far riferimento ancora al 1800 in quanto derivano da provvedimenti napoleonici e venivano costruiti a circa 35-40 metri, com'era richiesto dal perimetro delle cinte murarie, proprio per ragioni igienico-sanitarie.
Questi cimiteri nel tempo sono stati inglobati nei centri urbani, chiaramente, nelle città. Da allora la disciplina è anche mutata, appunto, con il Regio Decreto del 1934. Questo Regio Decreto prevede una fascia di rispetto di 200 metri dai cimiteri, quindi con un vincolo di inedificabilità, tranne che per alcune condizioni particolari.
Chiaramente, da allora sono cambiate sia le condizioni igienico-sanitarie che le tecniche di sepoltura. Quindi, dall'inumazione si è passati sempre di più alla tumulazione, negli ultimi anni con sempre maggiore utilizzo anche della cremazione. Accanto a questo, anche la normativa si è evoluta. In particolare, ricordo che nel 1957, con la legge n. 983, era stato previsto che, con decreto prefettizio, su richiesta dei Comuni, e parere igienico-sanitario, si potesse anche ridurre la fascia di rispetto fino a 50 metri. Così è stato fino al 2002, quando la legislazione è intervenuta un'altra volta.
Abbiamo per alcuni decenni l'utilizzo e il ricorso alla riduzione delle fasce di rispetto cimiteriali, con relative previsioni anche urbanistiche dei Comuni, con l'individuazione di aree da sviluppare poi con dei piani o comunque con interventi edilizi.
Nel 2002, come dicevo, interviene ancora una modifica. Nel modificare la legge, non si cita in maniera chiara e univoca cosa si intende per interventi urbanistici all'interno della fascia di rispetto. Per cui, si è creato un vuoto sostanzialmente o comunque una criticità normativa, che ancora si percepisce per chi è a contatto con gli enti pubblici, con i Comuni e con le Province alle quali è stata delegata l'urbanistica per approvare i PAT, ad esempio, in Veneto.
Sostanzialmente, si propone di modificare e aggiornare questa normativa sia per andare incontro alle caratteristiche igienico-sanitarie dei cimiteri di oggi e anche alle tecniche di sepoltura a cui mi riferivo prima, sia per fare chiarezza anche sotto il profilo urbanistico-edilizio.
Si ripropone di riprendere i criteri in vigore della legge del 1957 e poi non chiaramente ripresi nel 2002. Si propongono, sostanzialmente, due articoli: l'articolo 1 per i nuovi cimiteri e forni crematori, per i quali si chiede che sia mantenuta la distanza di 200 metri dal centro abitato, almeno 200 metri, e poi si propone un incremento della possibilità di intervento per gli edifici esistenti – sto parlando della fascia di rispetto cimiteriale – per adeguarli sia, ad esempio, all'adeguamento sismico, piuttosto che per l'isolamento termico, sia all'adeguamento funzionale degli edifici stessi anche, ad esempio, per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Si propone di portare, quindi, a un 20% l'ampliamento possibile sull'esistente in modo da poter adeguare funzionalmente questi edifici.
Con l'articolo 2 si propone, invece, per i cimiteri esistenti, di tornare alla possibilità di ridurre, chiaramente se ci sono le condizioni, entro i 100 metri la fascia di rispetto cimiteriale in quei comuni sopra i 20.000 abitanti e di portare la fascia di rispetto fino a 50 metri per i comuni sotto i 20.000 abitanti, quindi i comuni più piccoli.
Queste sono sostanzialmente le modifiche. Ricordo che nella proposta di progetto di legge statale è stata inclusa anche la riduzione, sempre a 50 metri della fascia di rispetto, per quei cimiteri che, come dicevo prima, ad oggi sono parte del centro urbano, ma non hanno più nessuna funzione perché non più suscettibili di ampliamento o utilizzo, o perché rivestono esclusivamente carattere di monumentalità.
Si tratta di una proposta di legge che deriva dalla richiesta, sì, dei territori e dei comuni, ma che era già anche arrivata a livello nazionale ad alcuni colleghi del Parlamento. Ricordo, ad esempio, anche l'onorevole Silvia Covolo, che se n'era occupata in più di qualche occasione. La proposta è per cercare di sollecitare il Governo a questi chiarimenti. Questo aiuterebbe soprattutto gli Enti locali, ma anche i privati. Infatti, ad oggi, si creano anche delle criticità riguardo a quelle aree – prima facevo riferimento al 2002 come spartiacque del periodo in cui era possibile ridurre la fascia di rispetto – legate, ad esempio, anche a quelle espansioni urbanistiche già previste, non più attuate e in alcuni casi trasformate ormai in aree degradate, in cui i privati hanno anche versato l'IMU. Per cui, ci sono anche enti che si chiedono se devono restituire, ad esempio, questa IMU, visto che la previsione non veniva più attuata.
Ripeto, si tratta di un provvedimento di carattere igienico-sanitario, anche perché le condizioni sono mutate. Non ha nulla a che fare con la sacralità dei cimiteri. Questo ci tengo a dirlo in modo da evitare magari discussioni sotto questo profilo e punto di vista.
Io avrei concluso, Presidente. Poi, se ci sono domande, sono disponibile.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola al correlatore Montanariello, se me la chiede. Perfetto.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sicuramente quello dei cimiteri all'interno dei nuclei urbani è un problema non di poco conto. Basti pensare anche all'interno delle Assemblee locali, ai vari ordini del giorno che si sono susseguiti in tutti questi anni nei vari Consigli comunali, per cercare di sciogliere tutti quei nodi che nascono proprio in virtù di questa famosa fascia di rispetto.
Ricordo che anche io, personalmente, a Chioggia, da Consigliere comunale, non più di tre o quattro mesi fa, ho presentato un ordine del giorno per tentare di risolvere alcuni nodi che si erano creati all'interno della fascia di rispetto cimiteriale, dove ormai alcune abitazioni erano patrimonio assodato della zona, costruite, figlie magari di una storia che, con gli strumenti attuali, non si può più ripetere. Però, facendo una fotografia al nostro territorio, esistono.
Anche la stessa città di Venezia ha presentato una mozione, tra l'altro del Partito Democratico, con cui chiede di ridurre la fascia di rispetto cimiteriale, come previsto dall'articolo 28 della legge n.160.
Questa è una fotografia – non per entrare nel merito delle azioni dei singoli Consigli comunali – che ci dice che ormai l'urbanizzazione, lo sviluppo dei nuclei urbani ha creato all'interno dei centri urbanizzati, una commistione, mi permetto di dire, che a volte genera dei problemi sotto l'aspetto tecnico e legislativo.
Certo, oggi si va verso l'era della cremazione, verso l'era della riduzione di questi problemi che abbiamo un po' anche ereditato da storie lontane, addirittura dalla storia napoleonica, quando è partito il tutto, però è anche vero che ci sono stati dei passaggi in cui si è tentato di intervenire. Ad esempio, leggevo anche qui che lo stesso legislatore nel 2002 decise in qualche modo di moderare le restrizioni, per ovvi motivi, come le barriere architettoniche e alcuni tipi di adeguamenti degli edifici.
Quindi, in parte, a corrente alternata, collega, un minimo di attenzione su questo c'è stata. Magari non è stata necessaria, non è stata sufficiente, è stata altalenante, però la verità è che oggi ogni singolo Comune ha una specificità di problematica legata a questa fascia di rispetto. Mi viene in mente la stessa Vicenza. Avevo letto qualche tempo fa che incombeva in questo problema per la riqualificazione di un'area, se non sbaglio, ex azienda di motorizzazione, trasporti pubblici, qualcosa del genere, quindi la stessa città capoluogo insomma da dove lei proviene, si è dovuta scontrare, come pubblica amministrazione, con queste problematiche. Non sarà un singolo articolo che va a sciogliere tutti quei nodi che oggi ci sono. Probabilmente scioglierà qualche nodo importante, per carità, però, per sciogliere tutti i nodi bisognerebbe, per assurdo, che o venissero del tutto eliminati questi vincoli, queste fasce di rispetto oppure, per assurdo, bisognerebbe immaginare che scompaiano i cimiteri. Io ho provato ad analizzare un po' di mozioni che si trovano su internet dei vari Comuni, anche all'interno del Veneto. Sicuramente questo intervento tanti nodi li scioglie, però, per assurdo, non scioglie tutti i nodi che sono dovuti alla fascia cimiteriale di rispetto. Va incontro ad alcune esigenze, quelle magari più grosse, più importanti, soprattutto in alcuni momenti di sviluppo della città su cui si scontrano le pubbliche amministrazioni. Togliamo i vincoli più grossi su questo, collega. Il tema è particolare e delicato.
Ho una piccola perplessità, anche se, sentendo la sua introduzione in qualche modo è stata sgonfiata la mia preoccupazione. Mi riferisco alla proposta di innalzare al 20% la percentuale massima di ampliamento volumetrico per gli edifici. Non sono un architetto, però, credo che, per quanto riguarda le barriere architettoniche, gli adeguamenti sismici o quant'altro, il 20% è importante come innalzamento della quota.
La paura mia in qualche modo è che noi, con la scusa di andare incontro a dire... È giusto, consigliere Zecchinato. È giusto. È assurdo che oggi una persona che ha un'abitazione non possa andare incontro agli strumenti che ci sono, di abbattimento di barriere architettoniche piuttosto che andare incontro a tutti gli strumenti che ci sono di riqualificazione energetica, perché magari c'è questo vincolo.
Da noi, proprio nel Comune da dove io provengo, hanno costruito una serie di case, ancora parliamo di ottanta anni fa, che oggi si trovano vincolate per questa fascia di rispetto, che tra l'altro è nata dopo un arzigogolamento amministrativo, dove hanno avuto la sanatoria; dopo la sanatoria non era valida; dopo hanno fatto il condono; dopo, però, il notaio ha fatto i rogiti. Ci sono degli alveari. Però, fermo restando che io condivido che si deve poter... Uno ha una casa, non è un proprietario di casa di serie B, se vuole fare degli interventi. Però, innalzare al 20%... Credo che il 20% sia un piccolo Piano casa che ha un'abitazione, non sia un adeguamento sismico o un adeguamento energetico.
Facciamo un esempio. Il problema dei cappotti all'interno dei centri storici. Se lo vuoi risolvere, non occupa il 20% della volumetria. Eppure parliamo di un problema similmente vero a quello che diciamo oggi.
Sostanzialmente, colleghi, il principio di mettere mano a questa norma è del tutto condivisibile. In un mondo perfetto e astratto, che non abbiamo la fortuna di vivere, per risolvere questi problemi o dovremmo cancellare i cimiteri nei centri urbani o dovremmo cancellare la fascia di rispetto. Anche così, ripeto, interveniamo su partite importanti, come ad esempio quelle che citavamo prima, di qualche grande città, di Venezia, di Vicenza, però un po' di perplessità su questo 20% c'è. Io non vorrei, dopo, che con la scusa di questo 20%, troviamo qualcuno che si fa degli edifici, magari si fa la villa a due piani vista loculo. Il 20% è tanto, se ci sono delle superfici scoperte.
Per esempio, alle attività produttive, in alcuni casi, che calcolano anche la superficie scoperta come cubatura, come è avvenuto nel Piano casa, per dire, se tu metti il 20% di una superficie del genere...
La mia perplessità è questa. Però, per il resto, consigliere Zecchinato, magari domani avere una risoluzione di tutti questi nodi che ci sono, che sono un problema vero e reale per tante Amministrazioni locali che si trovano, a volte, anche lo sviluppo stesso della città bloccato in un imbuto amministrativo, che nasce ormai più di duecento anni fa e continuiamo a trascinarcelo dietro.
Sicuramente su questo si fa fatica a dire... Aspetto. Magari al consigliere Formaggio interessa, visto che è una norma che dovrebbe riguardare anche i vicentini, per ovvi motivi.
Quindi, consigliere Zecchinato, sostanzialmente è condivisibile il principio. La ringrazio anche per aver avuto il coraggio di affrontare una norma così difficile, perché sappiamo che si scontra con tante difficoltà, più o meno territoriali. Le ho espresso una perplessità.
Credo che questo sia un progetto di legge ambizioso. Speriamo che qualcuno lo consideri, anche se ho i miei dubbi, perché, secondo me, si interviene in parte del problema. Non è sbagliato risolvere una parte, magari si riuscisse a risolvere intanto una parte, però, facendo una fotografia, come dicevamo prima, delle rivendicazioni dei vari Comuni, dei vari Consigli comunali sulle problematiche sorte sulla fascia di rispetto, non riusciremo a risolvere tutto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Bene, mi pare che abbiamo approfondito con i relatori l'argomento in essere e anche la sensibilità che ha presso molte Amministrazioni comunali.
C'è qualche intervento in discussione generale?
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Bentornato.
Mi sento di condividere alcune considerazioni in merito al progetto di legge. Sono d'accordo con quanto diceva il correlatore. Il 20% motivarlo con degli adeguamenti sismici o energetici o delle barriere architettoniche sembra un po' esagerato. Con tutta la buona volontà, immaginare un incremento di volume del 20% per risolvere questo tipo di limiti di un edificio sembra veramente poco credibile. Per cui, invito veramente il relatore a fare una riflessione e a capire se non sia opportuno ridurre questa percentuale.
Il mio secondo dubbio è in merito alla fascia di rispetto diversa sui Comuni tra maggiori o minori di 20.000 abitanti. Se motiviamo con delle ragioni igienico-sanitarie la distanza, è diversa l'igiene e la sanità dove ci sono più o meno di 20.000 abitanti? Veramente fatico a vederne le ragioni. Non voglio dire che non possa essere di 50 metri anche nei centri abitati con popolazione superiore ai 20.000 abitanti, ma se la motivazione è quella di tipo igienico-sanitario, credo che dobbiamo utilizzare gli stessi criteri, altrimenti perdiamo di credibilità nella redazione della norma.
Infine, ho un'osservazione, ma non so se sia già stata superata, perché il testo che ho visto io non so se sia esattamente quello definitivo. All'articolo 2, punto 3, c'è un "presentano" che sarebbe opportuno fosse "presentino". Credo sia nell'interesse di tutti mettere un testo corretto in italiano.
Grazie.

PRESIDENTE

È un refuso tecnico.
I refusi vanno sempre sistemati poi come coordinamento tecnico-legislativo, a fine del provvedimento. Grazie.
Collega Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Solo per rispondere ai colleghi, giustamente, perché il progetto di legge ovviamente deve costituire per sua natura una buona mediazione tra le varie istanze ed esigenze che arrivano anche dal territorio.
Parto dall'ampliamento del 20%, cioè dall'incremento dal 10 al 20% dell'ampliamento dei fabbricati, per dire che si tratta di interventi di recupero, come è scritto all'articolo 1, installazione di servizi tecnici, abbattimento delle barriere architettoniche funzionali all'utilizzo dell'edificio esistente, tra cui l'ampliamento nella misura del 20%. Si tratta di dare la possibilità di recuperare anche con l'ampliamento.
In questo senso, se prendiamo un fabbricato medio di 500 o 600 metri cubi, l'ampliamento del 20% significa poter fare dai 30 ai 40 metri quadri aggiuntivi. Se pensiamo all'installazione, ad esempio, di un ascensore, all'ispessimento del fabbricato, alla creazione, magari per recuperare il fabbricato, anche di una stanza in più o di un garage o di qualcos'altro, parliamo di fabbricati esistenti, per cui fabbricati che non possono essere attualmente ampliati, per questi è prevista solo la manutenzione.
Si è pensato di portare al 20% proprio per dare un minimo di possibilità di ampliamento, ma è veramente contenuto. Non stiamo parlando di piani in più piuttosto che di ampliamenti consistenti.
Sul punto che riguarda, invece, le fasce di rispetto diversificate, questo trova fondamento sul fatto che, intanto, si riprende una legislazione, come dicevo prima, del 1957 che già prevedeva questa diversificazione in base ai comuni sopra e sotto i 20.000 abitanti. Questo trova ragionamento sul fatto che nelle fasce di rispetto è comunque possibile realizzare strutture a servizio anche del cimitero. Per cui, è plausibile che un cimitero, per un comune di maggiori dimensioni, ad esempio, abbia la necessità in futuro di poter realizzare la casa funeraria piuttosto che l'edicola per i fiori, piuttosto che altri servizi legati all'attività funeraria che non ci sono nei comuni più piccoli.
Questa è sembrata una buona mediazione, forti del fatto che questa previsione ha già funzionato per qualche decennio, senza creare problemi e difficoltà.
Naturalmente, sono d'accordissimo sulla modifica tecnica sul termine. Spero di aver chiarito il focus e il perché si è ipotizzato di strutturare così la proposta di legge statale. Spero di aver convinto anche i colleghi, perché credo che il territorio abbia necessità almeno di un segnale per poter portare avanti questo progetto di legge di chiarimento, che risolverebbe molte questioni sul nostro territorio.
Auspico che anche loro riflettano e possano pensare di votare a favore di questo provvedimento.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Replica del correlatore. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Stiamo presentando anche un emendamento su questo. Magari tra un po' arriva.
Relatore, sono d'accordo con lei su tutta la parte politica del provvedimento. Ripeto, si fa fatica, venendo dai territori, a dire che questo non è un nodo da sciogliere. Saremmo bugiardi nel dire che questo non è un grande problema, in duplice valenza, colleghi, in parte per gli edifici già esistenti, che è giusto che in qualche modo trovino una sorta di collocazione urbanistica alla pari degli altri sotto alcuni aspetti, ma dall'altra, colleghi, è anche vero che questo scioglierebbe tanti problemi anche per gli sviluppi futuri delle nostre comunità. Perché le facevo l'esempio di Vicenza o di Venezia? Perché, ad esempio, quello che leggevo sul giornale di Vicenza è un nodo che urla in qualche modo a una risoluzione dove c'è un'area e il Comune non può intervenire perché c'è questo vincolo. Magari è un'area, quella che era della Motorizzazione, che è importante, che è in un posto della città dove tu devi intervenire, dove tu dici ai cittadini nelle ordinanze comunali che devi avere cura del loro patrimonio, e dopo, magari, come ente pubblico sei chiamato a fare per primo questo, a dare l'esempio, e fai fatica perché ti scontri con una serie di vincoli, vizi o restrizioni normative.
Proprio perché questo problema, colleghi, esiste da 220 anni circa, partendo dalla storia napoleonica, quando si decise... Nasce tutto da lì. Sembra assurdo parlare di Napoleone, ma è scritto anche nelle premesse di questo progetto di legge che parte tutto dal 1806, quando l'editto di Napoleone ha cominciato a dire "fuori città".
Il tema, però, qual è? A me, Consigliere, non spaventa la politicità del provvedimento, perché ha ragione e lo condivido, sottoscriverei la finalità politica con lei su questo, però, all'articolo 1 si dice: "All'interno delle fasce di rispetto, di cui al primo comma, sono consentiti interventi di recupero, di installazione servizi tecnici e di abbattimento delle barriere architettoniche funzionali all'utilizzo dell'edificio esistente, tra cui l'ampliamento nella percentuale del 20% della volumetria e i cambi di destinazione d'uso, oltre che gli interventi previsti...". I cambi di destinazione d'uso ci stanno.
Ne parlavamo anche con il collega Lorenzoni. Se uno ha un edificio che ormai non serve più a niente, cambia la destinazione. Ci mancherebbe altro! Sotto alcuni aspetti, siamo liberali, non vogliamo mica andare a dire a casa di uno quello che deve fare. Però, c'è anche da dire che il 20% è importante. Noi siamo figli, colleghi, di una storia dove il Piano casa e la stessa legge regionale n. 55 sulle attività produttive ci insegnano che gli ampliamenti non sempre vanno nel verso per cui vengono concepiti. Ad esempio, se io mi faccio una carrellata sulla legge regionale n. 55, queste attività passano nei Consigli, si fanno votare gli ampliamenti, hanno una convenzione di due, tre, quattro, cinque anni e poi, scaduta la convenzione, l'attività produttiva ha trovato il modo di fare quello che con gli strumenti ordinari non poteva fare.
Quindi, secondo me, quando parliamo di percentuale del 20% di abbattimento delle barriere architettoniche, quanto occupa un ascensore o una scala, il 20%? "Funzionale all'utilizzo, tra cui l'ampliamento del 20%... installazione di servizi tecnici". Dietro le parole "servizi tecnici" si nasconde un po' tutto.
Collega Zecchinato, si parla di servizi tecnici funzionali dell'utilizzo dell'edificio esistente. Ripeto, non vorrei che ci trovassimo ad un "Piano casa bis", dove tu, con la scusa di fare l'efficientamento energetico, metti i pannelli solari... Anche nel Piano casa si fa. Vi ricordate che nel Piano casa, se tu mettevi l'efficientamento energetico, ti davano un 10% in più, un 15% in più? Non vorrei che domani mattina, con la scusa che uno mette due pannelli solari, si fa l'altana vista cimitero. Ragazzi, il 20% è il 20%. Non vorrei che con la scusa che uno dice: "ho una casa vecchia e vetusta, colleghi, la metto bene, la sistemo, gli metto il cappotto...". Siccome ho l'ampliamento, dove è scritto che se gli strumenti vigenti urbanistici all'interno di quel Comune glielo consentono uno non si fa un ampliamento o non aumenta anche la parte residenziale?
Alla fine, collega, fermi restando tutti i nodi che abbiamo detto, una parte di sensibilità in questa legge, che è quella che comunque c'è un approccio con il caro estinto, per quanto ci riguarda, resta. Fermo restando che dobbiamo essere più realisti del re...

PRESIDENTE

È stato depositato l'emendamento n. B0001 a firma Montanariello. Cinque minuti per eventuali subemendamenti.
Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Colleghi, nel ruolo in cui ci ritroviamo dobbiamo essere più realisti del re e dire che ci sono dei momenti in cui dobbiamo fare i conti con la fotografia reale della nostra città. A volte, la fotografia della nostra città dice che, pur trattandosi di cimitero, ci sono dei vincoli stringenti.
L'osservazione del collega Lorenzoni non è di poco conto. Sotto l'aspetto igienico-sanitario, perché in un Comune, in base al proprio numero di abitanti, c'è questa distanza? Non è che sotto i 100.000 abitanti hai delle altre prescrizioni igienico-sanitarie. Sopra i 20.000 abitanti hai un tema igienico-sanitario. Al pari di essere cittadino veneto della Provincia di Venezia, se sei su un comune che ha un abitante in più, hai un altro vincolo igienico-sanitario.
Non lo vorrei mai dire, ma non vorrei che fosse un vestito su misura, quando andiamo a mettere sotto i 20, sopra i 20, sotto i 100, sopra i 100: o il problema igienico-sanitario lo togliamo per tutti a pari misura o non lo togliamo per nessuno.
Detto questo, che è un retropensiero pessimo che deve sgomberare la mia mente, non riesco a sgomberare la mia mente, collega Zecchinato, dal fatto che domani ci troviamo un'altana vista cimitero con gli ampliamenti.
Io ho presentato un emendamento con cui chiudiamo l'abbassamento al 10%. Se le finalità sono quelle scritte nella legge, se le finalità sono quelle scritte qui, ovvero gli interventi dovuti a recupero, installazione, abbattimento delle barriere architettoniche, il 10% credo sia necessario. Quali sono gli interventi per abbattere le barriere architettoniche che superano il 10%? Lo chiedo. Quali sono gli interventi che necessitano un adeguamento che supera il 20%? Il 20% è un piccolo Piano casa. Ripeto, il 20% è un piccolo Piano casa.
Lei va ringraziato, Consigliere, doppiamente, anche perché ha portato un dibattito così importante all'interno di quest'Aula, dove credo sia giusto e doveroso cominciare a discutere anche di questi temi spinosi, pur non appartenendoci per competenza diretta.
Quindi, Consigliere, fermo restando questo mio duplice ringraziamento, uno, per tentare di affrontare il problema, come dicevamo prima e, due, per aver portato questo dibattito in quest'Aula, io, che non ho la fortuna di aver partecipato alla stesura di questo progetto di legge statale, ho delle prescrizioni conoscitive che mi portano a porre delle questioni e mi portano, con gli strumenti vigenti, a dire che, se le finalità sono quelle scritte nella legge, forse il 10% basta.
Se dopo lei mi dice che non capisco niente di urbanistica, ed è un dato assodato che io non capisca niente della materia, però mi descrive quali sono gli interventi per cui il 10% non è necessario, non solo io lo voto, ma lo sottoscrivo. Però, lei mi deve dire quali sono questi interventi per cui il 10% non è necessario per realizzarli, quelli elencati nella legge. A quel punto, le dico che era una mia carenza, non sapevo, ha ragione, ha fatto bene, e lasciamo il 20%.
Presidente Ciambetti, in quel caso ritiro l'emendamento. Però, per piacere, anche nell'interesse di tutti i colleghi che non hanno avuto la fortuna di partecipare all'ideazione di questo progetto di legge statale, o magari per chi ci segue da casa, o per i tecnici che si chiedono come mai 20 e non 30, come mai 20 e non 40, come mai 20 e non 10, il 20% da dove scaturisce? Il numero 20 è un po' come l'8 del biliardo, che va bene in tutte le stagioni e porta fortuna, oppure scaturisce da un calcolo oggettivo, fatto valutando quelli che sono gli interventi iscritti all'interno di questa legge?
Grazie, collega.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Lorenzoni, è già intervenuto in discussione generale. Può farlo sull'articolo 1 o sull'emendamento.
Emendamento n. B0001, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 1, comma 1, lettera c), modificativo, che prevede:
All'art. 1, co.1, lettera c), dopo le parole "percentuale massima", sostituire le parole "20 per cento" con le parole "10 per cento".
L'emendamento è stato depositato.
Non sono arrivati subemendamenti.
Dobbiamo dare il parere all'emendamento n. B0001 del collega Montanariello.
Io direi che, rimanendo in Aula, relatore, correlatore e Presidente della Commissione si trovano in quell'angolo e con l'Ufficio di Presidenza della Seconda danno il parere sull'emendamento n. B0001.
Due minuti di sospensione.
La Seduta è sospesa alle ore 11.59
La Seduta riprende alle ore 12.03

PRESIDENTE

Terminato l'Ufficio di Presidenza della Seconda Commissione, possiamo proseguire con l'articolato.
Ancora qualche minuto di sospensione perché, appunto, in Ufficio di Presidenza della Seconda si è concordato di presentare un emendamento da parte del relatore scritto meglio.
L'emendamento n. B0002 è caricato su Concilium, quindi aggiornate la pagina.
Do un minuto per eventuali subemendamenti.
Non sono pervenuti subemendamenti.
Collega Montanariello, siamo sull'emendamento n. 1.
Prego, lo dica al microfono.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Lo ritiro. Lo superiamo con l'emendamento Zecchinato.

PRESIDENTE

Benissimo. Quindi, l'emendamento n. B0001 è ritirato.
Emendamento n. B0002, presentato dal consigliere Zecchinato, articolo 1, comma 1, lettera c), modificativo, che prevede:
All'art. 1, comma 1, lettera c), dopo le parole "20 per cento" aggiungere "ridotta al 10 per cento per le destinazioni d'uso non residenziali".
Collega Lorenzoni, prego. Benissimo.
Siamo sull'emendamento n. 2, colleghi. Ci sono interventi?
Collega Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Si propone di modificare all'articolo 1, comma 1, lettera c), dopo le parole "20 per cento" aggiungere "ridotta al 10 per cento per le destinazioni d'uso non residenziali". Questo è motivato dal fatto di chiarire il 20% di ampliamento. Quindi, l'innalzamento proposto è per l'adeguamento prevalentemente di fabbricati di tipo residenziale. Il 10% è già possibile farlo secondo la legislazione vigente, quindi si propone comunque di mantenerlo per eventuali fabbricati produttivi.
Il resto rimane, comunque, invariato.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0002, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 1 così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 2.
Vedo due richieste di intervento.
Collega Montanariello, prego. Okay, bene.
Sull'articolo 2 qualcuno vuole intervenire?
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Solo in risposta al collega Zecchinato dico che, a proposito della motivazione che ha dato della distinzione tra sopra e sotto i 20.000 abitanti e che sopra i 20.000 ci sono più servizi, qui il limite sopra i 20.000 è maggiore. Dunque, la motivazione che ha dato avrebbe senso se fosse capovolta, nel senso che il limite di non edificabilità aumenta sui Comuni maggiori, ma se i Comuni maggiori devono dare più servizi avrà senso ridurre la fascia di rispetto. Quindi, non ho proprio compreso la motivazione che ha dato a giustificazione di questa distinzione.
Se, dal punto di vista igienico-sanitario, i 50 metri sono sufficienti per una parte della popolazione, io dico di tenere i 50 metri per tutti. Invece, allungare la fascia di rispetto a 100 metri, dove servono più servizi, proprio non riesco a capirne la ratio.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo per rispondere al collega Lorenzoni. È proprio il contrario, cioè la fascia di rispetto maggiore per i Comuni più grandi è proprio per consentire di realizzare eventualmente nuovi servizi, perché i servizi legati al cimitero – penso, ad esempio, alla casa funeraria, piuttosto che ad altre strutture – sono consentiti in fascia di rispetto, per cui se il Comune è più grande e il cimitero è più grande c'è una fascia di rispetto maggiore e ho più spazio per realizzarli. Quindi, è il contrario.
Sono intervenuto solo per chiarire questo malinteso. È esclusivamente per questa motivazione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo alla votazione finale del PDLS n. 12.
Ci sono dichiarazioni di voto?
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È stata trovata, credo, una buona sintesi con il collega Zecchinato, perché partendo dal fatto che il 10% in parte è quello che c'è già ci possono essere, come in qualche modo spiegava il collega, delle logiche dove possono non bastare. Anche se magari non sono così diffuse, ci possono essere.
La preoccupazione più importante era lì dove ci sono attività non residenziali, perché ci sono... Guardate, non sono un esperto di zone cimiteriali, però vi posso dire che conosco più di qualche realtà dove, collega, ci sono aziende che non hanno residenziale e operano con altre forme di destinazione d'uso dell'edificio, e in qualche modo là si può correre effettivamente il rischio che qualcuno calchi un po' la mano su questo provvedimento, che nasce per aiutare le esigenze dei cittadini veneti sotto alcuni aspetti e dopo magari va a finire che per qualcuno che non fa neanche residenziale possa diventare l'occasione per prendere il toro dalle corna e fare altro.
Quindi, il fatto di far restare al 10%, com'è ora, per le attività non residenziali, Consigliere, credo che sia una buona mediazione, perché ci porta a tentare di intervenire, così come è in sé la premessa del progetto di legge, su vicissitudini specifiche e piene di vincoli ad oggi. Quindi, credo che non ci siano motivi per votare contro questo provvedimento. Sarà un'astensione di incoraggiamento, facendo il tifo che a Roma questo progetto di legge venga considerato davvero.
Ci sarà, quindi, un'astensione fiduciaria e di incoraggiamento, perché va apprezzato l'impegno e la mediazione del coinvolgimento.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Ringrazio i vari Consiglieri intervenuti e ringrazio anche i Consiglieri che hanno sottoscritto il provvedimento o, comunque, con i quali ci si è confrontati, in primis la presidente della Seconda Commissione Silvia Rizzotto, ma anche il presidente del Consiglio Roberto Ciambetti. So che è un tema anche a lui caro e anche ad altri Consiglieri con i quali ci siamo confrontati. Credo sia una proposta innanzitutto di buon senso, che riprende quanto già era vigente in precedenza.
Torno solo, in dichiarazione di voto, sul fatto che l'incremento percentuale, visto che è stato un tema sul quale si è discusso, è dovuto al fatto che nella maggioranza degli strumenti urbanistici per tutte le zone residenziali esistenti è già previsto, quasi dappertutto, un minimo di ampliamento, al di là del Piano Casa o di altri provvedimenti, per cui è giusto adeguare, perché non si possono considerare cittadini di serie B coloro che si trovano ad abitare, purtroppo, in queste fasce di rispetto. La norma, come dicevo prima, è igienico-sanitaria e urbanistica.
Voglio sgombrare il campo, in questa dichiarazione di voto, anche da quanto rilevato dal consigliere Montanariello. Poteva venire anche a me qualche dubbio che si volesse proprio eliminare la fascia di rispetto, ma credo che entrambi siamo riusciti a fugare questo dubbio.
Auspico ancora, visto che manca qualche secondo al voto, che il vostro sia un voto positivo, anche perché tra astensione positiva o fiduciaria, come l'ha definita, magari è più utile positiva. In ogni caso, auspico che tutti, per quanto possibile, possiamo perorare la causa di portare avanti questo provvedimento a livello nazionale con le componenti politiche alle quali siamo più vicini o alle quali apparteniamo.
Questo provvedimento, qualora lo Stato intendesse prenderlo seriamente in considerazione, sarà a beneficio anche di altre Regioni, perché anche le altre Regioni hanno lo stesso problema. Pertanto, credo che sia un impegno positivo da parte del Veneto, ma utile a tutta Italia.
Grazie a tutti. Vi chiedo, ancora una volta, un voto favorevole.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Io non vedo altre dichiarazioni di voto.
Metto in votazione il PDLS n. 12 nel suo complesso, così come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DELLA CONSIGLIERA CESTARI RELATIVA A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 21 GIUGNO 2018, n. 21 "INTERVENTI REGIONALI PER LA PROMOZIONE E LA DIFFUSIONE DEI DIRITTI UMANI NONCHÉ LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE"". (PROGETTO DI LEGGE N. 104) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 11/2022)

Relazione della SESTA Commissione consiliare.
Relatrice: Consigliera Cestari
Correlatrice: Consigliera Ostanel

PRESIDENTE

Andiamo al punto n. 7).

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, posso intervenire sull'ordine dei lavori? Riguarda la questione che le accennavo prima.

PRESIDENTE

Prego, collega Possamai, sull'ordine dei lavori.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire sull'ordine dei lavori per preannunciare – di quello parlerò dopo – la presentazione di un ordine del giorno, perché non ne ho dato pubblicità, ma ieri le ho mandato una lettera, di cui abbiamo discusso prima, su un punto importante. Ormai un mese fa abbiamo approvato la risoluzione n. 45/2022, quella, per capirci, che tutti ricordiamo, su quanto è capitato nel cuore dell'Europa, in Ucraina, e su quanto sta capitando a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Tutto questo, come sappiamo e come abbiamo visto purtroppo anche sulla stampa in questi giorni, cozza in maniera forte rispetto alla risoluzione approvata in un momento completamente diverso, cioè nel 2016, che di fatto riconosceva l'annessione della Crimea da parte della Russia e dava anche una serie di indirizzi alla Giunta regionale di condanna molto forte rispetto alle misure che l'Unione europea e il Governo in quel momento stavano mettendo in campo.

PRESIDENTE

La invito a rimanere sul PDL.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Scusi, velocissimamente.
Quindi, Presidente, in questa lettera le chiedevo una presa di posizione forte da parte del Consiglio, come Istituzione, perché evidentemente le due cose cozzano.
Il PDL odierno ci dà l'occasione per discuterne, perché è un PDL che parla di diritti umani e che ha un articolo specifico in cui si parla di cooperazione e rapporti con i Governi e come la Regione Veneto si rapporta con i Governi. Siccome una delle cose – e chiudo – previste da quella risoluzione era proprio che il Veneto, in quanto Regione, in quella partita riconoscesse l'annessione e desse un certo tipo di messaggio, riteniamo che sia incompatibile con quanto stiamo vedendo in questo momento.
Grazie.

PRESIDENTE

Questo Consiglio si è già espresso quasi un mese fa. Vediamo, quando presentate questo ordine del giorno, se è attinente al PDL in oggetto, il PDL n. 104.
La relatrice Cestari ha la parola. Prego.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il consigliere Possamai. Io voglio iniziare dicendo che questo è un progetto di legge tecnico, quindi non va nella sostanza. Se dovessimo parlare di diritti umani a tutto raggio, probabilmente non basterebbe né la giornata di oggi, né quella di domani, né tutta la settimana, fermo restando che, naturalmente, parlare di diritti umani rimane sempre sacrosanto.
La mia è e vuole essere la modifica di una legge regionale anche piuttosto recente, perché risale al 21 giugno 2018 "Interventi regionali per la promozione e la diffusione dei diritti umani nonché la cooperazione allo sviluppo sostenibile", che – lo ripeto – è una modifica essenzialmente tecnica, non è una modifica di sostanza e di merito che riguarda i diritti umani.
Nel momento in cui si parla di diritti umani, si vuole essere più onnicomprensivi possibile, nel momento in cui si creano dei tavoli concertativi, nel momento in cui si creano dei piani che riguardano i diritti umani, e la Giunta su questo è sempre stata molto solerte, e lo è stata sia nel momento in cui si andavano a identificare, trasferire e trasmettere i risultati sugli obiettivi già definiti dal piano, sia per quanto riguardava e riguarda lo stato di attuazione della legge. Quindi, pur rimarcando il lodevole lavoro che viene svolto da parte della Giunta e dei suoi tecnici su questo tema, riteniamo possa essere importante, quasi essenziale poter prevedere anche la partecipazione del Consiglio al tavolo concertativo. Ecco perché con la modifica che si propone oggi si andrebbero ad aggiungere due risorse al tavolo, un Consigliere rappresentante della maggioranza e un Consigliere rappresentante della minoranza.
Ricordiamo che a questo tavolo partecipano anche diversi organismi particolarmente competenti sul tema, organismi debitamente identificati. Dicevo, a questo tavolo partecipano, oltre naturalmente all'Assessore identificato con specifica delega, anche enti e organismi che sono stati debitamente identificati nel tempo, con un meccanismo di semplificazione, perché, se ci ricordiamo bene, e chi è addetto ai lavori lo sa, un tempo esistevano vari comitati che si occupavano del tema, anche piuttosto sparsi, ognuno dava il proprio contributo, però la struttura risultava un po' troppo a macchia d'olio. Quindi, è stata semplificata la procedura, sono stati identificati specifici organismi, l'Assessore regionale partecipa a questo tavolo concertativo, però nel momento in cui si vuole garantire effettivamente una presenza più onnicomprensiva al tavolo stesso, ecco che la presenza di un Consigliere di maggioranza e di uno di minoranza va a rafforzare l'opera di comprendere più parti e avere una visione più ampia di quella che è la situazione relativa al Piano dei diritti umani.
Un'altra piccola modifica tecnica riguarda i tempi. In questo momento ogni anno viene rappresentata la relazione inerente allo stato del tema diritti umani e cooperazione allo sviluppo sostenibile. Ebbene, quello che noi chiediamo con la modifica di oggi è di attenersi un po' di più a quelli che sono i tempi già stabiliti a livello nazionale, per cui far diventare la relazione da annuale a triennale.
Non c'è niente di più. Io rimango assolutamente disponibile per qualsiasi chiarimento o qualsiasi domanda, sperando in un voto unanime, visto che, comunque, come già detto, si parla di un tema assolutamente sentito e assolutamente condiviso.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola alla correlatrice, Elena Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Salve, Presidente. Buongiorno.
Questo progetto di legge interviene su due questioni importanti per la nostra Regione, perché è un progetto di legge che interviene sulla norma che lavora sul tema dei diritti umani, ma anche della cooperazione allo sviluppo sostenibile. Quindi, è un progetto di legge che io non definirei tecnico, ma definirei assolutamente politico, in particolare in questo momento storico che stiamo vivendo. Cioè, quello su cui interveniamo e che pensiamo di fare all'interno di questo PDL ha anche una componente assolutamente di direzione politica, anche se ovviamente gli emendamenti e la discussione che proponiamo qui evidentemente presentano anche delle questioni tecniche al loro interno.
Rispetto alla correlazione, questo progetto di legge va in due direzioni, come è già stato detto dalla relatrice: da una parte, si adegua la normativa regionale a quella nazionale cambiando la durata del piano da annuale a triennale; dall'altra parte, si danno ruoli più proattivi al Consiglio. Io credo sia giusta l'idea che ci siano delle persone che, a partire dal Consiglio, seguano il progetto di legge nel suo complesso. Inoltre, vi è una formulazione precedente della norma in cui si prevedeva una relazione annuale alla Giunta, quindi adesso si cambia anche questa questione.
Nella mia correlazione voglio soffermarmi non solo su alcuni punti di discussione, ma anche su alcuni emendamenti che ho presentato. Cercherò di intervenire ora, nella correlazione, anche illustrandoli, perché credo sia importante per comprendere perché li ho depositati.
Il primo emendamento prevede che nella composizione del tavolo per i diritti umani, che oggi si propone di aggiungere due figure che sono nominate dal Consiglio, cosa che credo sia corretta, e poi mi soffermerò anche su questo, vengano inserite altre figure che il sistema della promozione dei diritti umani e della cooperazione internazionale nella nostra regione vede attivi, attivissimi. Quindi, credo che sarebbe importante che al tavolo sedessero anche queste istituzioni. Parlo della Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace, parlo della Commissione europea per la Democrazia attraverso il Diritto, parlo del Global Campus of Human Rights. Per questo dicevo, appunto, che è un progetto di legge che sicuramente interviene su alcune modifiche normative, quindi tecniche, ma che ha a che vedere anche su come noi trattiamo le relazioni internazionali.
Il secondo emendamento prevede che si possa pensare di integrare anche le funzioni del tavolo non solo, come già dice il progetto di legge, in termini di consulenza, ma anche per supportare l'attuazione delle politiche per la difesa e la promozione dei diritti umani. Anche qui, vi è un emendamento molto semplice che aggiunge la possibilità che il tavolo supporti l'attuazione di politiche per la difesa e la promozione dei diritti umani.
La Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace è un centro di ricerca attivo in Veneto e senza scopo di lucro, dedicato proprio ad approfondire gli elementi che, a partire dal contesto socio-politico, favoriscono i processi di pace e la difesa e la promozione dei diritti individuali e dei popoli attraverso il diritto, e promuove iniziative, come convegni, di divulgazione di tutte le ricerche che effettua. Il Centro di Ateneo per i diritti umani ovviamente è già conosciuto ed è già presente nel tavolo. Il Global Campus of Human Rights è, anche qui, l'unione di diverse università, anche internazionali, che lavorano alla divulgazione, ma anche all'insegnamento della cultura dei diritti umani. La Commissione Venezia è una Commissione importantissima, che noi abbiamo e ha sede a Venezia, è partecipata dal Consiglio d'Europa, che permette di avere all'interno del tavolo, io credo, la possibilità di uno sguardo anche internazionale, anche europeo, e di rafforzamento della cooperazione europea, che oggi credo sia quanto mai importante strutturare di più e favorire all'interno della nostra Regione.
Queste sono le due proposte di emendamento.
Io credo che la proposta della collega Cestari di avere due persone del Consiglio all'interno del tavolo sia buona. In Commissione avevamo valutato anche la possibilità che ci potesse essere un Consigliere delegato dal Consiglio, funzione che è fattibile e prevista da parte della Presidenza. Il Presidente potrebbe in qualsiasi momento, se non ho capito male, delegare alcuni Consiglieri ad alcune funzioni. È ovvio che inserirlo all'interno di questa legge non sarebbe corretto dal punto di vista formale.
Io credo che dare davvero il mandato ad alcuni Consiglieri di seguire questo tema porterebbe questo progetto di legge, questa norma a essere concretamente attuata all'interno della nostra Regione. Perché lo dico? Appunto perché i diritti umani non devono rimanere sulla carta, ma i diritti umani e la cooperazione internazionale devono essere seguiti, devono essere una politica attuata, che ha bisogno anche di un indirizzo politico, e non solo tecnico, proprio per permettere di fare questo.
Bene, quindi, il piano triennale, bene l'aggiunta di due Consiglieri delegati. La possibilità, io credo, di aggiungere al tavolo, di far sedere al tavolo altri soggetti che in Veneto sono ritenuti essere quelli più competenti su questi temi, e abbiamo la fortuna di avere delle istituzioni importanti, sarebbe solo un valore aggiunto. Rispetto al fatto di dare più funzioni al tavolo, io credo che, soprattutto in questo momento, significherebbe permettere a questo progetto di legge di discutere anche di temi di estrema attualità, che oggi stanno non solo invadendo le nostre vite quotidiane, ma purtroppo stanno soprattutto mettendo a rischio le vite quotidiane, le vite umane di persone che stanno a pochi chilometri da noi.
Questo è un progetto di legge importantissimo, io credo, proprio perché lo discutiamo in un momento fondamentale, in un momento dove la cooperazione internazionale e la tutela dei diritti umani hanno anche a che vedere con un conflitto attualmente in corso ai bordi dell'Europa, il che ci permette oggi, io credo, di aprire una discussione non solo tecnica su come poter migliorare il funzionamento di un progetto di legge, ma anche politica su quali sono gli attori fondamentali che noi abbiamo il compito di coinvolgere per prendere anche delle decisioni importanti, ad esempio, sulla divulgazione delle iniziative di pace o per la promozione dei diritti umani.
Mi fermo qui con la correlazione e poi credo di poter eventualmente reintervenire.

PRESIDENTE

La collega Ostanel ha anche depositato due emendamenti. Do dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Ha chiesto la parola l'assessore Corazzari. Prego, assessore Corazzari

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie.
Semplicemente per evidenziare, anche dal punto di vista applicativo, questa proposta di legge riguardo a quelli che saranno i compiti della Giunta. Resta inteso, infatti, che l'allineamento della programmazione triennale, che è costituito dal Piano in materia di interventi per la cooperazione allo sviluppo e per la tutela dei diritti umani con quella che è la programmazione statale, anche se è triennale, va nell'ottica di una restituzione alla coerenza della normativa regionale con la programmazione statale.
La legge sulla cooperazione, che è la legge n. 125/2014, definisce, infatti, una diversa gestione complessiva della materia della cooperazione allo sviluppo intesa quale strumento di politica estera dell'Italia, finalizzato a contribuire, in un approccio più coordinato, alla proiezione e presenza internazionale del sistema Paese. A tal fine, viene introdotto un ruolo di coordinamento tra Stato e Regione sui singoli interventi. Questa norma, quindi, dà una risposta alla necessità di rendere triennale la nostra programmazione e va nella direzione di assolvere a quell'obbligo di coordinamento tra le iniziative regionali e le iniziative statali sul tema.
Non abbiamo ulteriori considerazioni riguardo, invece, all'introduzione della presenza di due Consiglieri, di cui uno di maggioranza e uno di minoranza, nel Comitato regionale di coordinamento in materia di cooperazione dei diritti umani, semplicemente sottolineando come questa integrazione vada nella direzione di un ampliamento di quel processo partecipativo rispetto al quale tutta la nostra normativa tende.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ci sono altri interventi? Siamo in discussione generale, colleghi. Non vedo richieste di intervento.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Chiedo all'Ufficio di Presidenza della Sesta Commissione di ritrovarsi per verificare gli emendamenti depositati.
Riprendiamo i lavori alle ore 12.45.
La Seduta è sospesa alle ore 12.37
La Seduta riprende alle ore 12.48

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
Siamo sull'articolo 1.
Non ci sono emendamenti. Fate aggiornamento con Concilium, perché qualcuno forse non ha caricato gli emendamenti.
Ripeto, articolo 1. Lo votiamo così com'è.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo sull'articolo 2.
Emendamento n. A0001, presentato dalla correlatrice Ostanel, articolo 2, comma 1, pagina 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'art. 2 del progetto di legge regionale n. 104 "Modifiche alla legge regionale 21 giugno 2018, n. 21 'Interventi regionali per la promozione e la diffusione dei diritti umani nonché la cooperazione allo sviluppo sostenibile'" vengono aggiunte le seguenti lettere:
a ter) un rappresentante della Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace;
a quater) un rappresentante della Commissione europea per la Democrazia attraverso il Diritto;
a quinquies) un rappresentante del Global Campus of Human Rights.
Vuole intervenire, collega Ostanel?

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Sì, prendo la parola. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Posso intervenire anche senza prenotarmi?

PRESIDENTE

Sì, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Okay. Scusatemi.
Questo emendamento, come dicevo nella mia correlazione, ha un obiettivo molto semplice. Io credo che questo progetto di legge abbia l'opportunità di avere un impatto maggiore se al tavolo vengono date delle funzioni in più, diverse, cioè quelle di monitorare e supportare l'attuazione delle politiche per il supporto ai diritti umani e alla cooperazione internazionale. Credo che sia una modifica di assoluto buonsenso, anzi migliorativa del progetto di legge.
So che il parere dell'Ufficio di Presidenza è negativo, ma vi confesso che non ho assolutamente compreso le motivazioni reali di un voto negativo a due aggiunte, ripeto, assolutamente di buonsenso e migliorative del progetto di legge. Mi dispiace molto, però è andata così.

PRESIDENTE

Relatrice Cestari, prego.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Grazie alla collega Ostanel.
Nessun personalismo, nel senso che il nostro "no" non deriva dai soggetti perché facenti parte della Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace o altro, assolutamente. Sicuramente sarebbero soggetti anche adatti ad intervenire a questo tavolo. Però, l'ottica anche di semplificazione di questa legge va nel senso di aver determinato e selezionato degli specifici soggetti, con specifici crismi, con specifiche competenze, che peraltro coprono già in qualche modo quello che svolgerebbero i soggetti da lei citati nell'emendamento. Pertanto, volendo semplificare, evitiamo di andare ad aggiungere dei soggetti che, ripeto, sicuramente potrebbero svolgere un'ottima funzione, ma quasi di sovrapposizione rispetto ai soggetti che già operano al tavolo concertativo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Quindi, da quanto ho capito, il parere è contrario. Per cui, metto in votazione l'emendamento, con il parere contrario del relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0002, presentato dalla correlatrice Ostanel, pagina 2, aggiuntivo, che prevede:
Al progetto di legge regionale n. 104 "Modifiche alla legge regionale 21 giugno 2018, n. 21 'Interventi regionali per la promozione e la diffusione dei diritti umani nonché la cooperazione allo sviluppo sostenibile'" è aggiunto il seguente articolo:
Articolo X – Modifiche all'art. 6 della legge regionale 21 giugno 2018, n. 21 "Interventi regionali per la promozione e la diffusione dei diritti umani nonché la cooperazione allo sviluppo sostenibile"
1. Al comma 2 dell'art. 6 della legge regionale 21 giugno 2018, n. 21 , dopo le parole "Il Tavolo svolge attività di consulenza" vengono aggiunte le parole "e supporto all'attuazione di politiche per la difesa e la promozione dei Diritti Umani".
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Lo do per letto, Presidente.

PRESIDENTE

Bene.
Relatrice Cestari, prego.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Ringrazio anche per questo emendamento, però il tavolo c'è già, è già onnicomprensivo, per cui aggiungerne un altro risulterebbe essere ridondante e, ancora una volta, si sovrapporrebbe a uno strumento che già abbiamo.
Il parere, quindi, è negativo.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0002, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0003

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Giacomo Possamai, Camani, Montanariello, Zottis, Bigon, Zanoni, Baldin, Lorenzoni, Ostanel e Guarda relativo a "La Regione Veneto per l'integrità e l'indipendenza dello Stato ucraino" in occasione dell'esame della proposta di legge relativa a "Modifiche alla legge regionale 21 giugno 2018, n. 21 "Interventi regionali per la promozione e la diffusione dei diritti umani nonché la cooperazione allo sviluppo sostenibile"". (Progetto di legge n. 104) APPROVATO (Deliberazione n. 49/2022)

(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che :
- lo Statuto del Veneto stabilisce che "La Regione promuove la cultura di pace, opera per la giustizia sociale, i diritti umani, il dialogo e la cooperazione tra i popoli";
- l'articolo 1 della legge regionale n. 21/2018 "Interventi regionali per la promozione e la diffusione dei diritti umani nonché la cooperazione allo sviluppo sostenibile" dichiara che "La Regione del Veneto riconosce la pace e lo sviluppo quali diritti fondamentali della persona e dei popoli".
Considerato che :
- il diritto del popolo ucraino alla pace e allo sviluppo è stato negato dalla Federazione Russa in una "escalation" politico-militare che ha portato nell'arco degli ultimi otto anni dall'invasione della Crimea fino all'invasione, tutt'ora in corso, dell'intera Ucraina.
Ricordato che :
- il 18 maggio 2016 il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato a maggioranza la risoluzione n. 15/2016 (DACR n. 103) contro le sanzioni comminate alla Federazione Russa per l'invasione e annessione della Crimea, avvenuta nel 2014. Nella medesima risoluzione si attribuivano al Governo, al Parlamento nazionale e alle Istituzioni europee "scelte scellerate e irresponsabili anche alla luce della sicurezza internazionale";
- nella seduta del 2 marzo u.s. il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato all'unanimità la risoluzione n. 45/2022, come emendata, che "condanna l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia", "esprime solidarietà e vicinanza al popolo ucraino e sostegno al popolo russo che manifesta pacificamente per la pace" e chiede "un immediato cessate il fuoco, che porti al ritiro delle truppe russe e alla ripresa di un dialogo favorito dall'Unione Europea, che ripristini la piena sovranità ed indipendenza dell'Ucraina".
Ritenuto che :
- il contenuto della risoluzione n. 15/2016 (DACR n. 103) votata nella X Legislatura sia del tutto errato e incompatibile con quanto stabilito dalla risoluzione n. 45/2022 recentemente approvata dal Consiglio: oltre un mese di distruzioni e massacri messi in atto dalle forze armate russe rendono ancora più evidenti le errate valutazioni contenute nella DACR n. 103/2016 e la necessità di porvi un seppur tardivo rimedio, in modo da restituire dignità alle posizioni espresse dall'Assemblea rappresentativa dei veneti, sgomenti di fronte a migliaia di vittime inermi e a milioni di donne, vecchi e bambini che fuggono dal loro Paese devastato dalla guerra.
Ritenuto altresì che :
- un pronunciamento istituzionale che prenda le distanze dai contenuti a suo tempo deliberati, inconciliabili con la tragica realtà di questi giorni, sia un gesto che consegna ai cittadini del Veneto una rappresentanza unitaria e inequivoca davanti al dramma della guerra nel cuore dell'Europa del XXI secolo, in un momento nel quale non c'è spazio per ambiguità e in cui servono segnali forti ed univoci in direzione della difesa della sovranità e indipendenza dell'Ucraina.
Impegna la Giunta regionale
a prescindere dai contenuti della DACR n. 103/2016 nell'interlocuzione con il Governo, il Parlamento nazionale e le Istituzioni europee e nella partecipazione a progetti di cooperazione internazionale attuati in collaborazione con enti territoriali di Stati esteri, organizzazioni internazionali, organizzazioni intergovernative e relative agenzie, previsti dall'articolo 2, comma 1, lettera d bis) della legge n. 21/2018."
Siamo all'ordine del giorno che il collega Possamai precedentemente aveva preannunciato sull'ordine dei lavori.
Diciamo che questo Consiglio regionale è sempre stato molto ampio nell'accettare gli ordini del giorno, che vedono in questo caso le due righe finali legate alla legge e tutto il resto abbastanza alto. Dunque, rimaniamo nella linea di accettare, perché siamo per discutere. Però, lo ripeto, è abbastanza pretestuoso.
Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, però, la conclusione era diversa dalle premesse. Comunque, sono contento che abbiate accettato di discuterlo.
In questo ordine del giorno noi chiediamo una cosa molto semplice. Esso rileva ad occhio nudo che la risoluzione che abbiamo votato in Consiglio poco tempo fa, che ha visto una discussione ampia e articolata e anche una condivisione di fondo, al netto di alcune posizioni leggermente differenti, ma una condivisione degli obiettivi, tanto che è stata votata all'unanimità, cozza in maniera forte con un'altra risoluzione che è balzata agli onori delle cronache anche nei giorni recenti, ma che è del 2016, ossia la risoluzione n. 103/2016, con cui sostanzialmente il Veneto diceva anche molte altre cose, in particolare si scagliava contro le sanzioni, contro le "scelte scellerate e irresponsabili anche alla luce della sicurezza internazionale" del Governo, dell'Unione europea e del Parlamento nazionale, ma nei fatti puntava sul riconoscimento dell'annessione della Crimea da parte della Russia. Rammento che a quella risoluzione seguirono anche momenti istituzionali da parte di alcuni membri di questo Consiglio.
Io, appunto perché questa vicenda è tornata ovviamente all'ordine del giorno della discussione in questi giorni, sono anche andato a pescare i verbali di discussione di quel giorno e sono rimasto molto colpito dalla pesantezza dello scontro, nel senso che qualche volta ci dite che siamo un'opposizione cattiva e che non cerca il confronto. Ebbene, leggendomi il verbale di quella discussione, in cui il tema era sicuramente importante, la questione della Crimea occupò spazio sui giornali, ma evidentemente non era la questione del dibattito pubblico, come invece oggi è, purtroppo, la guerra nel cuore dell'Europa, ho riscontrato che in quell'occasione ci fu una discussione molto intensa e anche molto pesante nei toni tra i Consiglieri di opposizione, che votarono contro quella risoluzione e che nei fatti dissero quello che oggi diciamo anche noi, e cioè che non aveva nessun senso, da un lato, che il Consiglio regionale si arrogasse in quel caso il diritto sostanzialmente di un riconoscimento internazionale ma, dall'altro, che la posizione fosse anche strutturalmente sbagliata, perché il giorno in cui noi sanciamo il principio, come Consiglio regionale, perché evidentemente se lo si facesse all'intero di organismi internazionali diverso sarebbe, che l'annessione o l'invasione, a seconda di come la vogliamo definire, da parte di un Paese nei confronti di un altro è in qualsiasi maniera lecita, vuol dire, nei fatti, che trasgrediamo ogni principio del diritto internazionale. Questo veniva sostenuto in quella seduta, questo noi sosteniamo anche oggi.
Come vedete, però, i toni dell'ordine del giorno non sono rivendicativi, ma semplicemente dicono: era una fase, era un'epoca, in quella fase e in quell'epoca voi dicevate delle cose che già al tempo non ci convincevano, dopodiché era un momento storico diverso; oggi, in questo contesto, il fatto che resti agli atti, come ultima espressione del Consiglio su quel tema specifico, quel tipo di posizione per noi non fa onore al Veneto, ma sono anche convinto che non corrisponda a quello che la maggioranza dei veneti, in questo momento, pensa di fronte a quello che vediamo tutti i giorni in televisione o leggiamo sui giornali.
Nei fatti quello, che ha tutta una serie di giustificazioni potenziali sul piano storico, e il consigliere Valdegamberi su questo spesso si cimenta, è stato il primo passo di quello che abbiamo visto in queste settimane, perché nei fatti in quel momento si è sancito che l'invasione da parte di un Paese nei confronti di un altro fosse in qualche modo lecita, e per noi questo non può essere.
Ciò, quindi, che chiediamo in questo ordine del giorno – e lo si legge guardandolo – è semplicemente di dire che il Consiglio regionale, alla luce di quello che stiamo vivendo in questo momento, riconosce che quel pronunciamento istituzionale era sbagliato e va superato, e nei fatti l'abbiamo superato già con quella risoluzione. Però, ed è questo il punto per cui è agganciato a questo progetto di legge...

PRESIDENTE

Concluda, grazie.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Chiudo, Presidente.
Impegna la Giunta, nell'interlocuzione con il Governo, il Parlamento nazionale e le Istituzioni europee, evidentemente a non tener conto di quella risoluzione, perché quella risoluzione questo diceva.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Volevo fare un po' di storia. Siamo tutti qui per condannare l'invasione, perché le invasioni sono invasioni e vanno in ogni caso condannate. Ma quando l'iniziativa parte dal popolo, dalla volontà popolare, abbiamo visto che in tutte le parti del mondo sempre si è invocato, anche nella ex Jugoslavia, il principio di autodeterminazione dei popoli, addirittura in situazioni in cui un Parlamento locale ha votato e questa decisione è stata subito accolta dalla comunità internazionale.
Volevo ricordare che la storia della Crimea è molto particolare ed è diversa da tutto il resto dell'Ucraina. Lì c'è una popolazione che è russa per oltre il 60%, c'è una convivenza tra religioni ed è un esempio di convivenza tra diverse religioni e tra diverse nazionalità, visto che ci sono più di cento nazionalità, compresa la minoranza italiana, con cui ho avuto diversi contatti. È una storia che ha avuto un percorso ben preciso nel passato. Era una Repubblica socialista sovietica assemblata all'Ucraina nel 1954. Quindi, per la storia dell'Ucraina, parlare con uno di Leopoli o uno di Sebastopoli sono due mondi totalmente diversi, uno di Sebastopoli si è sempre sentito russo.
Parlare, quindi, di creare nazionalità dove non ci sono storicamente mai state è un obbrobrio, è una forzatura che non ha senso. Quella risoluzione parte dal basso, parte innanzitutto da un problema nostro. Il primo problema nostro è quello dei danni economici che abbiamo avuto. Conosco persone che si sono suicidate perché hanno visto improvvisamente interrompere le relazioni con il mercato che con difficoltà avevano costruito. Ho visto persone del Veneto con danni. Abbiamo avuto milioni di euro di danni.
Qualcuno mi ha chiesto: "Voi nel Veneto cosa fate?". È nato così l'interessamento per quel territorio, perché nessuno di noi sapeva, se non a malapena, dove fosse questa Crimea. È nato sulla base di problemi concreti che abbiamo avuto sul nostro territorio per milioni e milioni di euro, che stanno proseguendo ancora adesso. È nato a seguito di una visita che ho fatto io per primo, per cercare di capire le ragioni. Avendo parlato anche con la gente del posto, con la comunità italiana, con i rappresentanti delle varie religioni, ho capito che (non entro nel merito del resto dell'Ucraina, che è un mondo a parte) in Crimea c'era questo senso di liberazione del popolo, della stragrande maggioranza del popolo da un occupante, che secondo loro non era la Russia, ma era l'Ucraina, quindi a parti invertite.
Questa risoluzione nasce dal fatto che c'è stato un voto parlamentare, dato che noi rispettiamo sempre la legalità, un voto parlamentare del Parlamento locale di Sinferopoli, che può essere un consesso regionale come il nostro, in cui, a stragrande maggioranza, hanno chiesto di fare un referendum, ma questo referendum è stato negato.
Questi sono i dati di fatto: hanno chiesto di fare un referendum, ma questo referendum con la forza è stato negato. La gente è scesa in piazza e lo ha auto-convocato. Quindi, non c'è stata alcuna invasione, è un'iniziativa che parte dal basso.
Finisco il ragionamento. Quindi, è da condannare quando c'è un'invasione armata. Lì non c'è stata alcuna guerra, ma in tanti altri posti del mondo, dove ci sono situazioni analoghe, come nel Kosovo dove c'era una guerra, ma anche nel Montenegro, è bastato un voto di un Parlamento locale per riconoscere uno Stato. O il principio di diritto internazionale vale ovunque in ogni caso o altrimenti non vale da nessuna parte e si deve tornare all'unità della ex Jugoslavia.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno, secondo me, è un po' pretestuoso ed è un pochino inutile. È inutile perché noi ci siamo espressi all'unanimità poche settimane fa e abbiamo condannato in maniera ferma e chiara l'aggressione russa dell'Ucraina. Sinceramente credo sia anche sbagliato andare a valutare con il senno di poi l'attività che è stata fatta in Consiglio regionale sei anni fa.
Però, se proprio dobbiamo usare il senno del poi, allora io vi chiedo di interpretare queste dichiarazioni. "Noi abbiamo un drammatico bisogno di crescere, di creare posti di lavoro. C'è una ripresa da agganciare e in questo senso il rapporto con la Russia ci può dare un lavoro sui settori per noi strategici". Vengono firmate 28 intese commerciali, creazione di un fondo tra Cassa Depositi e Prestiti e fondo rosso per gli investimenti, aumento dell'export più 10%, 10,5%, grazie a un accordo sottoscritto da Letta, con queste dichiarazioni, a Trieste nel novembre 2013. Voi direte: il 2013 è prima dell'annessione della Crimea. Allora, cito un articolo di Repubblica del 17 giugno 2016, quindi dopo che abbiamo fatto la risoluzione, noi qui in Consiglio. "Guerra Fredda fuori dalla realtà: l'Unione europea ridiscuta le sanzioni contro Mosca. Chiusi accordi per 1 miliardo di euro.
L'Italia vuole essere più presente nell'economia russa. Abbiamo valori comuni: Mosca è strategicamente importante per la risoluzione dei conflitti internazionali, e lo stiamo vedendo. Da qui a vent'anni Russia e Italia avranno tanti settori di cooperazione e quello energetico sarà tra quelli prioritari, lo stiamo vedendo anche in questi giorni. Guerra Fredda fuori dalla storia, fuori dalla realtà ed inutile, Russia e Unione europea condividono gli stessi valori. Il mio Paese vuole rafforzare presenza economica in Russia e sarebbe felice che le sue tecnologie per l'agricoltura fossero applicate in Russia per rafforzare quel legame finché persiste il bando di Mosca sui cibi dell'Unione europea. Condivido l'appoggio saggio sulla questione siriana".
Questo che parlava non era uno dei Consiglieri leghisti sovranisti di questo Consiglio, era un certo Matteo Renzi, nel 2016, vostro Segretario di partito, nonché Presidente del Consiglio dei Ministri.
Adesso vi do la disponibilità a votare questa risoluzione, votare a favore. È sostanzialmente inutile: abbiamo votato, dicevamo prima, una risoluzione unanime qualche settimana fa, la integriamo. Cosa ne dite? La integriamo dicendo che dobbiamo prendere le distanze anche da questi accordi commerciali, da queste parole che sono state dette dai vostri Segretari e dai vostri Primi Ministri? Perché qui abbiamo fatto una delle risoluzioni politiche; qui sono stati fatti atti concreti. È stata presa posizione da parte di Presidenti del Consiglio ed è stata appoggiata la linea di Putin. Vi cito un articolo della Stampa, e lo possiamo vedere qui, noto giornale sovranista: "Così Putin e Letta blindano l'alleanza".
Vogliamo usare il senno del poi? Lo usiamo per tutti. Noi votiamo a favore di questo ordine del giorno e voi lo integrate con la presa di distanza da queste parole.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche la consigliera Cestari per aver presentato questo progetto di legge che, con interventi puntuali e utili su un tema strategico, quello della cooperazione internazionale e dei diritti umani, in realtà ci porta a discutere di un tema anche drammaticamente attuale: l'invasione russa dell'Ucraina e la sistematica violazione dei diritti umani che l'esercito russo in queste ore sta perpetuando nei confronti del popolo ucraino, a cui corrisponde un impegno generoso dell'Europa, dell'Italia, di questa Regione, in prima linea nell'accoglienza delle persone, donne e bambini che scappano dal teatro di guerra.
In questo scenario le sanzioni economiche che l'Unione europea e l'Italia hanno comminato alla Russia sono certamente uno strumento pesante, con ricadute anche sui nostri territori, ma forse necessarie per indurre Putin e la Russia a un cessate il fuoco e a una disponibilità a riaprire il tavolo diplomatico. Questo è il giudizio non mio, ma quello di questo Consiglio regionale che poche settimane fa, in una discussione non scontata, ha condiviso rispetto a ciò che sta accadendo nel mondo. È oggettivo, capogruppo Villanova, senza voler essere pretestuosi, che la maturità che questo Consiglio regionale, a mio giudizio, ha dimostrato votando all'unanimità quella risoluzione è in qualche modo in contrasto con l'altra risoluzione votata solo pochi anni fa.
Certamente è cambiata la fase storica, è cambiata la fase politica. Noi non stiamo giudicando quella risoluzione. Lo hanno fatto per noi i Consiglieri eletti nella legislatura precedente, quindi non è né pretestuoso né un giudizio sul passato. Però, il fatto che alcuni Consiglieri regionali di questa Regione sono andati fisicamente nella Crimea, occupata dai russi, a festeggiare la Crimea libera e che si siano espressi contro le Istituzioni comunitarie, contro il Governo e, in particolare, contro le sanzioni, è un fatto che oggi, alla luce di come è andata la storia, mette in difficoltà questo Consiglio regionale, tant'è che siamo al centro delle cronache nazionali, che ci prendono in giro rispetto a quel fatto. Non è la discussione del 2006, non è rimettere indietro le lancette dell'orologio perché purtroppo o per fortuna non ne abbiamo la possibilità, ma vuol dire prendere atto che il clima politico nazionale e internazionale è cambiato e che quella risoluzione rimane oggi un vulnus di questo Consiglio regionale.
È un fatto grave, consigliere Valdegamberi, perché la validità o meno del principio dell'autodeterminazione o il giudizio della storia, come lei lo ha chiamato, non lo può dare lei, Consigliere regionale, ma lo danno le Istituzioni internazionali di cui facciamo parte. Ecco il vulnus di quella risoluzione: non la posizione in sé, ma il fatto che sia stata in contrapposizione a ciò che il mondo diceva in quel momento.
Penso, dunque, capogruppo Villanova, che oggi i contenuti di quella risoluzione siano incompatibili...

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, nessuno l'ha interrotta.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

I contenuti di quella risoluzione credo siano incompatibili con lo scenario di oggi. E il peso e l'importanza dei danni economici, consigliere Valdegamberi, non possono essere messi sulla stessa bilancia del rispetto dei diritti umani.

PRESIDENTE

Collega Camani, la invito a chiudere senza interloquire con Valdegamberi. Grazie.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Quindi, concludendo, chiediamo, seppur tardivamente, di prendere le distanze da quella risoluzione, alla luce dei cambiamenti della stagione...

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Guardi, sono stata interrotta e sto tenendo il tempo del capogruppo Villanova.
E riprendere, dunque, insieme, le finalità e la comunione d'intenti della risoluzione approvata pochi giorni fa.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Trovo pretestuoso e poco serio che si sfrutti un argomento come quello dei diritti umani, di cui stavamo parlando oggi e qui ringrazio la collega Cestari per aver fatto questo intervento, per portare una discussione pretestuosa su un argomento su cui, come diceva il capogruppo Villanova, abbiamo già discusso e votato in maniera ampia.
Sicuramente si fa questo per avere alle 13.15 magari un'intervista su RAI 3 o un articolo domani sul giornale per far vedere che siamo i difensori sempre di tutti i diritti umani del mondo e della terra, in quello che definisco sempre il politically correct.
Voterò favorevole, altrimenti sui giornali noi passiamo come leghisti, cattivi, sovranisti, putiniani eccetera, eccetera.
Prendete anche voi le vostre distanze da Renzi e da Letta. Inserite nell'ordine del giorno questa cosa affinché ci sia anche una presa di distanza scritta in questo senso da tutto quello che c'è stato nel passato e dai rapporti tra il PD e naturalmente la Russia.
Volevo anche sottolineare, per quanto riguarda i diritti umani, quello che è successo recentemente nel paese del mio collega Alberto Villanova, dove un certo Mohamed, sbandato dal Marocco, sbaraccato dalle nostre parti, ha ammazzato a bottigliate il nostro cittadino Adriano Armelin. Che diritti umani abbiamo noi veneti, i nostri residenti, i nostri anziani? Difendiamo i diritti umani dei delinquenti assassini che arrivano sul nostro territorio e che uccidono a bottigliate i nostri anziani per quattro spiccioli, per 3 euro?
Chiedo anche che venga inserita in questo ordine del giorno una revisione del Codice penale del Marocco, perché l'articolo 16 del Codice penale del Marocco prevede, in questo caso, la pena di morte. Ripeto, la pena di morte.
Cerchiamo di difendere i diritti umani dei nostri cittadini e non quelli degli altri.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Mi sembra che questa discussione stia assumendo dei toni abbastanza surreali, a partire dalle proposte che sono arrivate dal collega Pan. Nessuno difende chi opera la violenza, che sia in Italia o che sia altrove. Mi pare che questo sia chiaro. Da questa parte dell'Aula non è arrivata nessuna giustificazione per nessun atto violento.
Però, mi lasci dire, collega Villanova, che la risoluzione proposta è relativa a un atto di questo Consiglio, non atti di altre Istituzioni. Io capisco che possano creare imbarazzo altri atti di altri organismi istituzionali, ma noi di questo Consiglio siamo portatori. Penso, quindi, che rimanere attinenti agli atti ufficiali di questo Consiglio sia nostro compito.
Mi dispiace che il collega Valdegamberi metta sullo stesso piano gli aspetti economici e gli aspetti di rispetto della persona, perché il rispetto della persona viene sempre prima. Legga, legga.
Grazie per avermi interrotto.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, non interrompa.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Legga quello che è stato scritto in quel tempo in relazione a quell'episodio grave e molto critico del referendum, dell'accettazione da parte della comunità internazionale di quegli atti, e si renderà conto che non è poi così pacifico che fosse un atto voluto dalla popolazione locale.
Credo che, se da questi anni abbiamo imparato qualcosa, la nostra posizione in questo momento debba essere a maggior ragione ferma nel prendere una posizione in merito a chi aggredisce e chi è aggredito. Credo che su questo non ci sia dubbio. Per cui, penso che approvare questo documento faccia onore a tutti coloro che lo voteranno positivamente.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, lei non può parlare se non in difformità dal suo Gruppo, perché è intervenuto il collega Possamai come presentatore, la collega Camani per il PD. Lei non può intervenire, mi permetta. Siamo già in dichiarazione di voto e l'ha fatta la collega Camani per il PD. È un ordine del giorno, non è un articolo o un emendamento.
Collega Ostanel, prego.


Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io non volevo intervenire sinceramente, perché penso che dovremmo trattare con grande rispetto quello che sta succedendo in Ucraina, però il collega Pan è intervenuto su una cosa per cui non posso assolutamente astenermi dall'intervenire, mi dispiace.
Parlare di pena di morte quando stiamo trattando un progetto di legge, che era l'obiettivo almeno di questo momento, in un'Aula consiliare del Veneto penso non faccia onore non solo a chi su questo progetto di legge ha lavorato, e penso alla collega Cestari, penso alla Commissione VI Cultura, citare la pena di morte in maniera così leggera, all'acqua di rose in un'Aula consiliare credo sia veramente inaccettabile. Quindi, io intervengo su questo.
Ovviamente, voterò questo ordine del giorno. Spero che un giorno ci sarà altrettanta attenzione a una mozione a cui sto lavorando per ridurre le spese militari, visto che anche chi è al Governo oggi in realtà su questo tema è d'accordo. Qui c'è una questione sui diritti umani da discutere in maniera utile e approfondita.
Ecco, citare la pena di morte in un'Aula di Consiglio oggi, nel 2022, credo non faccia onore al Veneto e al nostro Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Collega Pan, per fatto personale.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Io l'ho citata perché nel suo Paese c'è la pena di morte, non nel nostro. Quindi, se lo stesso fatto succedeva lì, probabilmente, visto che in Marocco l'articolo 16 prevede questo, e ci sono circa 150 esecuzioni all'anno, ho visto, andiamo a difendere anche i diritti civili di questo Marocco che mi sembra sia in guerra da tanti anni e quindi...

PRESIDENTE

Ha precisato il suo pensiero. Mi permetta, collega Camani, io ascolto i consigli ma non sicuramente...

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Ho precisato un pensiero che va nel senso di difendere anche i diritti civili e umani dei nostri residenti che sono alla mercé di questi sbandati che arrivano qui.
Detto questo, e aggiungendo altro, al PD ricordo come un certo D'Alema commerci armi con Bolivia e altri Paesi sudamericani spesso e volentieri, Colombia, eccetera. Magari vediamo le pagliuzze negli occhi degli altri, ma non la trave nei nostri.

PRESIDENTE

Bene. C'è una richiesta di integrazioni fatta dal capogruppo Villanova.
Io chiedo se Giacomo Possamai, il presentatore, è disponibile ad accettarle. Se sì, dobbiamo interrompere i lavori per poterle scrivere. Ditemi voi. Va bene, interloquite.
Siccome non ho ben capito a che punto siamo ed effettivamente mi pare che manchi anche qualcosa sulla "zeta", voglio capire se votiamo adesso o se votiamo più avanti. Ditemi voi. Magari evitiamo che queste cose appaiano all'esterno, altrimenti l'argomento andrebbe a scadere. Dico ai Capigruppo che, appena conclusa la sessione, adesso, per la pausa pranzo, facciamo una Capigruppo immediatamente, qui in Sala del Leone.
Sull'ordine dei lavori, il presentatore. Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Devo rispondere sul tema se accetto o non accetto, giusto?

PRESIDENTE

Sì.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, non accettiamo per un motivo molto, molto semplice, cioè che prima non è che sono stati letti dei documenti segreti, ma delle prese di posizione da parte, per inciso, di due Presidenti del Consiglio del nostro Paese che, nel momento in cui erano Presidenti del Consiglio, vivaddio, avevano relazioni con la Russia, ben prima della guerra. Se vogliamo, ci mettiamo a fare l'elenco delle prese di posizione di Berlusconi, Salvini, di tutti e le mettiamo nella risoluzione.
L'intento di questo ordine del giorno è un altro, ovvero sanare una posizione presa dal Consiglio regionale del Veneto su una specifica questione, per cui semmai pretestuosa è questa richiesta. Non è nessunissimo...

PRESIDENTE

E allora non è il provvedimento giusto, se è questo l'obiettivo.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, però non mi parli sopra. Presidente, mi faccia finire.
Non ho nessunissimo problema – l'ho fatto in quest'Aula anche durante la discussione sulla risoluzione precedente – a riconoscere che i Governi italiani, negli anni, insieme all'Unione europea, hanno dimostrato eccessiva accondiscendenza nei confronti di Putin. Questo è stato detto in quest'Aula più volte, è stato riconosciuto a più livelli. Nessun problema.
Quindi, quello che diceva prima il capogruppo Villanova semplicemente lo si dice senza nessun timore, senza nessun problema. Non c'entra assolutamente niente con questo, perché altrimenti facciamo l'elenco di tutte le prese di posizione, attenzione, non dei Presidenti del Consiglio, che hanno dei doveri istituzionali, ma di leader politici che spiegavano che davano due Mattarella per mezzo Putin.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Villanova, sull'ordine dei lavori.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Ricordo al capogruppo Possamai che noi teoricamente non potremmo intervenire su un atto della passata legislatura: questo penso che sia abbastanza chiaro a tutti. L'atto che vincola la nostra legislatura è la risoluzione che abbiamo approvato un mese fa, che è chiarissima. Siccome noi su quella risoluzione abbiamo dato parere favorevole e abbiamo votato all'unanimità e non ci prestiamo a questo gioco politico che state portando avanti, daremo parere favorevole al vostro ordine del giorno, perché non vogliamo darvi argomenti per mettere in dubbio quello che è stato il nostro voto favorevole, chiaro ed assoluto, di condanna nei confronti dell'invasione russa dell'Ucraina.
Questo, però, ci fa capire che quel voto che avete dato e la vostra posizione di oggi sono posizioni pretestuose. Cercate lo scontro politico anche su una questione che ci doveva vedere tutti uniti. Ribadisco il nostro voto favorevole perché la posizione che abbiamo dato un mese fa è la stessa posizione che noi oggi teniamo. Però, vi chiederei di prendere le cose un pochino più seriamente e non buttarla sempre sulla politica di basso cabotaggio.

PRESIDENTE

Collega Camani, sull'ordine dei lavori.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Molto brevemente, per ricordare al capogruppo Villanova che l'ammissibilità dell'ordine del giorno è stata decisa dall'Ufficio di Presidenza e dal Presidente in particolare, quindi evidentemente l'ordine del giorno può essere votato perché riguarda solo indirettamente un atto precedente. Quindi, è bene che si sia trovata l'unanimità su un ordine del giorno così importante.

PRESIDENTE

L'unanimità la vedremo. Non è che il collega Villanova rappresenta tutta l'Aula!
Comunque, rilevo una grave mancanza nell'ordine del giorno: qualcosa sulla lettera "zeta" si poteva anche scrivere.
Collega Speranzon, che ha una lettera "zeta" nel suo nome, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Ho apprezzato lo sforzo che è stato fatto del capogruppo Villanova di cercare di dare un senso diverso a questo ordine del giorno che viene presentato dal capogruppo Possamai. Se le ragioni e la ratio di questo ordine del giorno erano quelle descritte, non ci sarebbe stato alcun motivo di allargare le maglie e rendere ancora più efficace il dispositivo con delle considerazioni che permettessero di fare giustizia rispetto a interpretazioni che in passato sono state date, in modo probabilmente spesso errato, da governanti di colori, partiti e coalizioni politiche diverse, come peraltro nel corso della storia è accaduto in mille altre occasioni.
Credo, invece, che la ratio che ha spinto il Partito Democratico a presentare questo ordine del giorno fosse esclusivamente di natura politica, con la necessità, domani, magari di dimostrare che su questo fronte c'era una posizione chiara, che era la loro, diversa rispetto al resto del Consiglio regionale.
Dispiace perché poche settimane fa, invece, tutti noi abbiamo registrato, nel corso del dibattito, all'indomani dell'invasione dei carri armati e blindati russi nel territorio ucraino, una elevazione del dibattito stesso, senza scendere in polemiche politiche che potessero dividere quest'Aula.
Il Gruppo di Fratelli d'Italia, pur condividendo assolutamente quello che ha votato poche settimane fa e quindi rimanendo fermo sulle proprie posizioni di condanna dell'invasione russa nei confronti dell'Ucraina, ritiene che votare questa mozione rappresenti qualcosa di assolutamente inutile rispetto anche al mandato che abbiamo in questa legislatura. Per cui, noi non parteciperemo al voto.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l' ODG n. A0003.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione il PDL n. 104 nel suo complesso.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ci sono.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ora la Conferenza dei Capigruppo in Sala del Leone.
Ripresa lavori, colleghi, alle ore 15.00.
La Seduta è sospesa alle ore 13.35
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
La Seduta riprende alle ore 15.20

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori del Consiglio. Sono le ore 15.20.
Partiamo, adesso, dalle mozioni.
PUNTO
8



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SPERANZON, POLATO, SORANZO, RAZZOLINI E FORMAGGIO RELATIVA A "SOSTEGNO ALLE FORNACI DEL VETRO DI MURANO PER L'ABBASSAMENTO DEGLI ONERI DI SISTEMA DELLE FORNITURE DEL GAS UTILIZZATE PER LA PRODUZIONE E DIFESA DEL PRODOTTO MADE IN ITALY". (MOZIONE N. 194) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 50/2022)

PRESIDENTE

Siamo al punto n. 8).
Collega Soranzo, se si prenota, le do la parola.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Speranzon. L'ho presentata io.

PRESIDENTE

Deve fare richiesta.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Certo, scusi. Un attimo solo, Presidente.

PRESIDENTE

Prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, ammetto che qualche settimana fa speravo di non presentare questa mozione e di doverla ritirare, poi purtroppo, però, ci sono stati gli accadimenti di cui abbiamo in parte anche discusso prima della sospensione del Consiglio regionale, cioè l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, con gravissime conseguenze rispetto al costo dell'energia e, in particolare, al costo del gas.
A Venezia abbiamo un'attività di tipo industriale, che non è un'attività industriale come tante altre, ma rappresenta il fiore all'occhiello di una tradizione artistico-artigianale, artistico-industriale, che ci è invidiata in tutto il mondo e che rappresenta, con il proprio marchio, le eccellenze delle produzioni del nostro territorio. Purtroppo, per poter realizzare il vetro di Murano c'è la necessità di grandissime quantità di gas e non c'è modo, al momento, di individuare modalità di produzione che possano prescindere dall'utilizzo del gas naturale.
Da parte della Giunta, grazie all'intervento dell'assessore Marcato e dell'assessore Donazzan, c'è stato un intervento molto importante a sostegno del comparto produttivo di Murano nei mesi scorsi proprio, proprio per cercare di evitare il fermo della produzione. Poi, gli accadimenti successivi li conosciamo tutti e le conseguenze sono tali da richiedere un intervento che vada oltre quello che è stato fatto dalla Giunta regionale, ma un impegno che veda protagonista in questo senso lo Stato italiano. Quindi, attraverso questa mozione noi chiediamo che la Giunta regionale si impegni ad attivarsi presso il Governo e tutte le opportune sedi, anche internazionali, affinché vengano attuate con immediatezza misure urgenti per la difesa del comparto e della centenaria tradizione del vetro dell'isola di Murano.

PRESIDENTE

Grazie, collega Speranzon.
Ci sono altri colleghi che vogliono intervenire? Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, ottime le riflessioni del collega. Non ero in Aula, ma ho avuto modo di leggerle precedentemente. È un comparto fortemente in crisi, collega, fortemente in difficoltà. Tra l'altro, le vetrerie di Murano rappresentano anche un pezzo di storia. Diciamo che ci sono quei comparti che sono in crisi, e basta, ma ci sono quei comparti che sono in crisi e rappresentano all'interno delle comunità storia, tradizione, indotto turistico.
Del resto, una delle prime cose che fa chi arriva a Venezia è chiedere per Murano. Se noi andiamo a Piazzale Roma, una delle prime cose che l'avventore, il cittadino o il turista chiede è Murano. Non per niente – deformazione professionale – una delle linee sempre in sofferenza è quella per andare a Murano, segno proprio di un'attenzione nei confronti di quel brand, che spicca alle cronache mondiali. È un settore che regge – ricordiamocelo, collega – tutte le imitazioni che ci sono state di quel tipo di prodotto. Ricordiamoci che eravamo arrivati in un momento storico in cui la Murrina di Murano la trovavi made in qualche paese sperduto nelle parti del mondo a un euro. Fai fatica dopo, quando il prodotto va in giro per il mondo, a distinguere se è vero o no. Però, è un comparto che, ciononostante, ha retto.
Così come dobbiamo ricordarci un altro tema. Tante volte in quest'Aula parliamo del fatto che bisogna evitare che ci sia lo spopolamento di Venezia. Io ricordo com'era Murano ai tempi d'oro delle fornaci e della produzione del vetro e come è oggi. Dove c'erano le fornaci, oggi ci sono alberghi. Una volta avevi migliaia di lavoratori in quell'indotto, che vivevano lì e nelle zone limitrofe. La mattina tu avevi, nelle linee di collegamento che portavano da Venezia a Murano, migliaia e migliaia di cittadini del posto che si recavano proprio sull'isola a svolgere questo tipo di lavorazione, i mastri vetrai, gli indotti, le guide, chi vendeva, i traduttori, perché venivano da tutte le parti del mondo, i montatori, perché andavano a montare in tutte le parti del mondo.
Perché dico questo? Perché chi lo conosce sa che la crisi di quel comparto è veramente la crisi di un pezzo di sistema economico di Venezia, oltre alla storia e alla tradizione. Mi ha colpito molto un articolo che c'era qualche giorno fa, non ricordo su quale quotidiano, che diceva che un'importante vetreria, che era in qualche modo famosa, la Vetreria delle Donne, che era stata aperta da tre-quattro socie dell'attività, tutte donne, ha dovuto chiudere i battenti a febbraio o marzo scorso, dopo che era anche una sfida imprenditoriale importante, in pieno post-pandemia. L'imprenditoria femminile che si mette in discussione per andare in controtendenza in un settore così delicato era anche un fiore all'occhiello che potevamo vantare di avere nella nostra regione. Quattro donne si mettono insieme, sfidano il post-pandemia, fanno impresa, lo fanno in un settore così difficile e delicato, e dopo vediamo che, con il caro-energia, sono state le prime a chiudere.
Sicuramente merita grande attenzione questo tema, collega. Io credo che vada dato il massimo sostegno non solo a parole, ma anche nei fatti, perché un tipo di attività come quella una volta che chiude non la apri più. Ricordiamoci che l'occhio inganna, perché un conto è vedere la riapertura di chi vende, fa il rivenditore e magari tiene simbolicamente il forno acceso per portare i turisti a vedere la lavorazione. Quella non è economia diretta della città. Là tu hai uno che vende, che spesso compra anche altrove, ha il forno per far vedere ai turisti che ci si lavora il vetro, il mostro vetraio è lì, è bello, è importante anche quello, però il vero cuore della produzione di Murano sono tutte quelle fabbriche, con quelle migliaia di persone, che nessuno vedeva quando andava a visitare l'isola e che generavano quell'indotto importante.
Chiudo dicendo che è davvero significativo quello che è accaduto, e lo dicevo prima: dove c'erano fornaci oggi ci sono alberghi. Noi abbiamo perso qualcosa che non recupereremo mai più. Cerchiamo di non perdere anche l'ultimo pezzo che ne è restato.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 194.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
9



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CESTARI, BISAGLIA, OSTANEL, BET, CECCHETTO, DOLFIN, MICHIELETTO, CAVINATO, CIAMBETTI, FINCO, VIANELLO E GIACOMO POSSAMAI RELATIVA A "AUTODROMO "ADRIA INTERNATIONAL RACEWAY", EVITIAMO L'ENNESIMO DANNO ALL'ECONOMIA DEL POLESINE". (MOZIONE N. 237) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 51/2022)

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione successiva, n. 237.
Prego, collega Cestari.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione particolarmente sentita nel territorio polesano, visto che – lo ripetiamo più volte – esiste questo adagio di un Polesine dimenticato anche da un punto di vista turistico, logistico. Ecco perché c'è questo grido d'allarme, nel senso che emerge il paradosso di una pandemia che speriamo sia quasi volta al termine, vediamo un po' la luce in fondo al tunnel, ma contestualmente c'è questa impossibilità di ripartire a pieno ritmo con le attività dei nostri territori.
Perché la mozione sull'Autodromo di Adria? È vero che emerge un caso di malagestione e, quindi, una questione di diritto privato. Però, è anche vero che, se le Amministrazioni e la politica possono in qualche modo fungere da filtro, lo devono fare. Da qui scaturisce l'idea di un testo, peraltro condiviso anche a livello territoriale con diverse forze politiche – la cosa mi ha fatto anche molto piacere –, che vuole perlomeno portare il problema un pochino più in alto.
È stata aperta un'asta per un autodromo che è stato dichiarato fallito. Questa asta terminerà, peraltro, fra due giorni. Sono state vagliate diverse ipotesi a fronte di una chiusura di questo autodromo: commissari, gestioni straordinarie, pool di imprenditori che avrebbero dovuto unirsi per riuscire a sanare il debito di 53 milioni di euro e ripartire in toto, appieno con le attività. Ma nessuna pare essere certa. Sappiamo bene che, quando accadono questi fatti, tutti dicono la loro, spesso e volentieri senza veri e propri fondamenti.
Io ho parlato con gli amministratori del territorio, ho parlato anche con le attività del territorio, non tutte, perché sono tantissime, e la preoccupazione è decisamente enorme, perché l'Autodromo di Adria non è soltanto un complesso in cui fare gare automobilistiche, peraltro a livello internazionale, ma si va ad inserire all'interno di un polo multifunzionale che crea un indotto veramente importante non soltanto per Adria, ma anche per Porto Viro, per Porto Tolle e per tutto il Polesine, perché sappiamo cosa succede quando c'è un'attività che funziona a tutto tondo.
Sono diverse le attività che ruotano attorno a questo indotto, parliamo di hotel, di ristoranti, di alloggi di vario tipo, e non solo. La società che sarebbe legata al fallimento, che peraltro ha sede legale a Roma, ha dichiarato di essere estranea ai fatti che sono avvenuti e di avere tutti i diritti per proseguire con la propria attività. Noi prendiamo atto di questo. Non vogliamo assolutamente incidere da un punto di vista di diritto privato. Lo diciamo. Lasciamo fare ai magistrati il loro compito. Il nostro è assolutamente differente. Però, abbiamo già visto con grande piacere un'apertura da parte della Giunta, in particolare dell'assessore Elena Donazzan, che si è dichiarata disponibile ad un tavolo con i vari interlocutori.
A fronte delle varie voci che si succedono sul territorio, a fronte del grido d'allarme dell'Autodromo stesso, ma di tutte le attività che vi ruotano attorno, a fronte del grido d'allarme degli stessi cittadini, che vedono veramente una grandissima occasione persa per tutto il Polesine, ci facciamo promotori di una mozione che chiede alla Giunta di farsi promotrice presso le sedi competenti, al fine di favorire una rapida soluzione alle problematiche dell'Autodromo, ma soprattutto, ancora una volta, al fine di evitare l'ennesimo danno all'economia locale e recuperare le attività già programmate, anche se alcune sono andate già definitivamente perse.
Spero con tutto il cuore che questa mozione venga accolta all'unanimità, perché sarebbe un fortissimo segnale da dare al nostro territorio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Ostanel. Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente, visto che ho sottoscritto la mozione della collega Cestari, per spiegarne le ragioni. Localmente la situazione è molto sentita ed era stata votata all'unanimità anche in Consiglio comunale una mozione da tutte le forze politiche, quindi credo sia importante anche oggi a livello regionale dare lo stesso segnale. La questione è anche una questione di metodo. Al di là della soluzione giudiziaria, io penso che la Regione del Veneto, come in tantissimi altri esempi che potremmo citare e dove non sempre è stata fatta la stessa cosa, abbia il compito di lavorare parallelamente all'azione giudiziaria, per quello che le è permesso, costruendo degli spazi di dialogo, un tavolo, come prima si citava, proprio per mettere assieme tutte le parti e riuscire a trovare delle soluzioni che hanno a che fare con delle crisi che sono o aziendali, e ne abbiamo viste tante all'interno del nostro territorio, o che, come in questo caso, hanno a che fare con una malagestione, e la parte giudiziaria farà il suo corso.
Io penso sia importante dare un segnale al territorio. Adria chiede che l'attenzione della politica regionale arrivi tutta insieme verso questa richiesta che proviene dal territorio e io credo sia importante dare un segnale oggi e continuare con il lavoro di far sedere attorno ad uno stesso tavolo le parti per trovare una soluzione parallela all'azione giudiziaria, che farà il suo corso, ma ci vorranno anni, invece noi abbiamo bisogno di una soluzione anche più celere di questa.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

La ringrazio, Presidente.
Anch'io voglio ringraziare la consigliera Cestari per aver presentato questa mozione e le chiedo anche, se è possibile, di sottoscriverla. Si tratta di un tema sentito trasversalmente su tutto il territorio, in particolare in un territorio, come ricordava la presentatrice della mozione, che è di quell'Autodromo, dove il suo indotto ha una particolare necessità. Il fermo delle attività non ha soltanto un impatto diretto sulle competizioni sportive, ma anche su tutte le attività alberghiere e tutte le attività ricettive che intorno a questa attività ruotano.
È una vicenda molto intricata, in cui c'è addirittura il tema di un coinvolgimento di Banca d'Italia, perché una delle tre società coinvolte di fatto è un istituto finanziario e, quindi, sottoposto alla vigilanza. Giustamente si diceva prima che è un tema privato tra privati, ma la politica e le Istituzioni, di fronte a situazioni di estrema complessità come questa e soprattutto a situazioni che hanno un impatto diretto sulla vita di un territorio, sulla vita economica e, quindi, sui posti di lavoro, hanno il compito, a tutti i livelli, quindi dal livello delle Amministrazioni locali, alla Regione, al Governo, di mettersi intorno a un tavolo e individuare le soluzioni, perché l'obiettivo deve essere uno e semplice, cioè che si ritorni il prima possibile alle competizioni sportive, alla piena attività in quel sito, perché più passa il tempo, più ci sono danni tecnici. Se un impianto come questo sta fermo, ha problemi legati all'asfalto e al resto delle strutture che intorno ruotano, ma anche chiaramente dal punto di vista dell'impatto economico e dei posti di lavoro.
Pieno sostegno, quindi a questa mozione. Auspichiamo anche noi che ci sia un voto unanime da parte del Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 237.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
10



MOZIONE PRESENTATA DALLE CONSIGLIERE OSTANEL, BALDIN E GUARDA RELATIVA A "GARANTIRE ACCESSO ALLE CURE PER LE DONNE AFFETTE DA VULVODINIA E NEUROPATIA DEL PUDENDO INSERENDOLE NEI LEA (LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA)". (MOZIONE N. 266) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 52/2022)

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, che è la mozione n. 266.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che è stata sollecitata da alcuni comitati che sono attivi in tutta Italia ormai da tempo e che stanno facendo un lavoro di promozione della conoscenza e anche della valutazione di inserire nei LEA regionali una patologia che affligge moltissime donne in tutta Italia. Per quanto riguarda la vulvodinia, i dati indicano che tra il 12% e il 16% della popolazione femminile ne è affetta e che tra i 20.000 e i 50.000 euro sono spesi da una donna affetta da vulvodinia durante la sua vita. Rispetto alla neuropatia del pudendo ci sono 10 persone su 10.000, ma questa stima è al ribasso, perché non esiste un registro e soprattutto vi è anche una scarsa voglia da parte della donna di dire che soffre di queste patologie, perché sono patologie che entrano molto anche nella sfera emotiva della donna.
Sono malattie che non sono riconosciute dal Sistema sanitario nazionale, quindi le spese sono a carico delle pazienti. Le diagnosi sono spesso tardive, anche perché non sono inserite nei piani di studi di medicina delle specializzazioni e, quindi, non c'è un protocollo diagnostico e di cura. L'OMS ha riconosciuto queste due patologie.
Una mozione simile a quella che oggi presento è stata votata in vari Consigli regionali, nella Regione Liguria, ad esempio, ma anche nella Regione Lazio e nella Regione Emilia-Romagna, e sono in corso discussioni in tantissime altre Regioni.
Il comitato che ha contattato il Gruppo Il Veneto che Vogliamo per proporre questa mozione si sta muovendo a tutto tondo e con tutte le forze politiche. Spero appunto che, visto che è stata votata anche da Consigli regionali che hanno un colore politico uguale a quello della maggioranza attuale presso la Regione del Veneto, ci sia una unanimità di intenti.
Cosa chiede la mozione? Chiede di valutare l'inserimento all'interno dei LEA di queste due patologie, di sollecitare, comunque, l'inserimento a livello nazionale, perché sappiamo benissimo che il tema è far sì che si lavori a livello nazionale, ma poi, terzo e quarto, e non sono cose meno importanti, di promuovere la conoscenza di queste malattie e, ovviamente, anche la prevenzione, predisponendo mirati e specifici protocolli terapeutici e riabilitativi.
Il tema non è solo quello delle cure, ma anche quello della conoscenza di queste due patologie molto poco conosciute e discusse purtroppo all'interno del nostro Paese.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Bigon. Prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È una mozione molto importante, che abbiamo presentato anche noi come Gruppo del Partito Democratico, perché riteniamo fondamentale intervenire su queste malattie cosiddette rare, che poi rare non sono. Come Partito Democratico abbiamo presentato varie mozioni anche di genere, soprattutto di malattie di genere, perché ricordiamo la fibromialgia, la sindrome di Sjögren, malattie che colpiscono soprattutto le donne, e poi anche queste oggetto di mozione.
Anche noi del Partito Democratico abbiamo depositato una mozione simile e ne abbiamo chiesto la discussione, e ci dispiace che non sia oggi unita a questa mozione perché di fatto sono uguali, discussa e interpretata anche con gli stessi rappresentanti, discussa anche all'interno delle rappresentanze non solo delle persone che hanno questa patologia, ma anche dei medici, perché di fatto devono assolutamente rientrare tra quelle garantite dai servizi essenziali. Perché? Perché sono malattie che colpiscono non più poche persone, ma tante persone, e comunque, indipendentemente dal numero, hanno il diritto di essere esentate da ogni spesa. Ma soprattutto ricordiamo anche le difficoltà che tutte queste patologie hanno nell'avere le visite di controllo, le visite preventive, gli screening e soprattutto le visite di cura della malattia e, ovviamente, tutto quello che ne concerne.
Noi siamo, ovviamente, per portarla avanti. Ripeto, abbiamo una stessa mozione, uguale. La collega ha ritenuto opportuno discuterla oggi, noi lo faremo nelle prossime sedute. Crediamo che l'importante sia lottare tutti insieme affinché vengano riconosciute all'interno dei servizi garantiti nei LEA, quindi siamo per l'approvazione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anch'io mi unisco alle colleghe. Ho firmato anch'io questa mozione, in quanto la ritengo molto importante. Sapete che ieri è stata la Giornata mondiale dell'endometriosi, una malattia che sta colpendo, come ricordato in precedenza, tantissime donne, dalle giovani fino alle più anziane, ed è gravemente invalidante. Quindi, dobbiamo assolutamente puntare un faro su questa malattia, facendo informazione adeguata, perché questa patologia è ancora poco conosciuta. Credo che anche l'inserimento all'interno dei LEA, ovvero dei livelli essenziali di assistenza, della vulvodinia e della neuropatia del pudendo possa essere di grande aiuto alle donne che ne soffrono, che sappiamo essere tantissime.
Un impegno da parte della Giunta regionale è doveroso, come è doverosa da parte nostra, come Consiglieri regionali eletti su tanti territori di appartenenza, una condivisione unanime di questa mozione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Baldin.
Ci sono altre richieste di intervento?
Non ci sono richieste di intervento, quindi passiamo alla votazione.
Metto in votazione la mozione n. 266.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
11



MOZIONE PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA VENTURINI RELATIVA A "SIA ADOTTATA DALLA GIUNTA REGIONALE UNA APPOSITA INIZIATIVA PRESSO IL MINISTERO DELLA DIFESA AFFINCHÉ SIA RICONOSCIUTO IL NESSO DI CAUSALITÀ FRA L'ESPOSIZIONE AL RADON E L'INSORGENZA DI FORME TUMORALI ANCHE DIVERSE DAL TUMORE AI POLMONI PER IL PERSONALE DELL'AERONAUTICA MILITARE CHE HA PRESTATO SERVIZIO PRESSO LE BASI BUNKER DEL MONTE VENDA SUI COLLI EUGANEI - 1° ROC". (MOZIONE N. 200) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 53/2022)

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, che è la mozione n. 200. Firmataria è la collega Venturini.
Prego, collega.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
È tristemente noto che il personale dell'Aeronautica Militare che ha prestato servizio presso la base denominata "1° ROC" del Monte Venda sui Colli Euganei è stato esposto per lungo tempo e in maniera massiccia ad elevatissime concentrazioni di gas Radon, che è un gas naturale radioattivo, ed è conclamato l'effetto che tale gas ha sull'insorgenza di malattie tumorali, soprattutto con riferimento al tumore al polmone, tanto da essere considerato la seconda causa di insorgenza di tumore al polmone dopo il tumore provocato da fumo da tabacco.
Il personale ha prestato servizio all'interno di bunker scavati nel ventre del Monte Venda fino al 1998, all'interno quindi di gallerie, che erano addirittura ricoperte di Eternit. Poi, a seguito della dismissione della base, dove lavoravano oltre 500 militari effettivi, oltre ai civili, avvenuta nel 1998, c'è stato il trasferimento in altro luogo e nella base è rimasto un Teleposto sulla sommità giusto per garantire la manutenzione degli apparecchi.
Sta di fatto che si sono registrati decessi per l'insorgenza di malattie tumorali e a seguito di questo la Procura ha aperto dei fascicoli. A seguito delle indagini che sono state condotte, è stato accertato il nesso di causalità tra l'esposizione al Radon e l'insorgenza di malattie tumorali. Allo stato degli atti, però, è riconosciuta solo l'insorgenza della malattia tumorale come causa di servizio per il tumore al polmone, mentre per tutti gli altri casi, quindi per tutte le altre neoplasie maligne, quindi il tumore al fegato, allo stomaco o al cervello, non è stato riconosciuto questo nesso, questo rapporto di causalità. Pertanto, riteniamo a questo punto necessario intervenire, attraverso la conduzione di indagini, per verificare effettivamente l'esistenza di un rapporto di causalità tra l'esposizione al Radon e l'insorgenza di tumori, quali appunto quelli al cervello, allo stomaco, al fegato, comunque tutte le malattie che possono essere una conseguenza, oltre a quella che è già stata riconosciuta del tumore al polmone.
Per questo, chiediamo alla Giunta che si possa spendere e che ci possa essere un intervento attivo presso il Ministero della difesa affinché vengano condotte tali indagini. Questo lo dobbiamo per un fatto di giustizia nei confronti dei militari che hanno prestato servizio per il nostro Paese e per un fatto di giustizia nei confronti delle loro famiglie che tanto hanno sofferto e soffrono.

PRESIDENTE

Grazie, collega Venturini.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 200.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
12



MOZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE LORENZONI RELATIVA A "LA REGIONE ESTENDA ANCHE AI GENI CIVILI I CRITERI OPERATIVI DEFINITI PER GLI INTERVENTI DI SALVAGUARDIA E RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE DEI CORSI D'ACQUA PREVISTI PER I CONSORZI DI BONIFICA". (MOZIONE N. 234) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 54/2022)

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione successiva, presentata dal consigliere Lorenzoni, che è la n. 234.
Prego, collega.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che nasce un po' da una richiesta che è arrivata da diversi amministratori locali, che hanno delle difficoltà nel gestire gli interventi manutentivi sugli argini dei corsi d'acqua. I corsi d'acqua hanno un'esigenza ovviamente di sicurezza idraulica che è prioritaria, ma spesso hanno anche oggi delle funzioni di tipo ricreativo, di tipo qualifica del territorio, tutela della biodiversità, insomma parte integrante del nostro territorio.
Con un provvedimento legato alla legge regionale n. 12 del 2009, la Regione del Veneto ha promosso delle linee guida di natura ambientale per gli investimenti consortili per quel che riguarda i corsi d'acqua di competenza dei Consorzi di Bonifica, che hanno competenza specifica per le acque di secondo grado, cioè i canali minori e i fossi. Nessuna indicazione invece è stata data a suo tempo al Genio Civile che ha competenza sui canali di maggiori dimensioni e sui fiumi veri e propri.
Dal momento che queste aree spesso hanno un'importanza dal punto di vista ambientale e anche dal punto di vista economico, perché ci sono diverse attività che poi si appoggiano a questi spazi e che in qualche caso gli interventi veramente stravolgono lo stato dei luoghi, la mozione chiede di estendere anche ai corsi d'acqua di primo livello – e quindi al Genio Civile – l'applicazione della delibera di Giunta 3357 del 2009, che in applicazione della legge regionale, definiva le linee guida del manuale per la gestione ambientale dei corsi d'acqua. Questo proprio per andare incontro al fatto che le Amministrazioni locali, in qualche modo, vogliono tenere una forma di tutela dell'ambiente sempre nel rispetto della sicurezza idraulica, ma anche nel rispetto di ruoli che sono diventati familiari per vivere direttamente degli spazi di elevata qualità del nostro territorio.
La mozione non fa altro che chiedere alla Giunta di estendere l'applicazione e di dare un maggior coordinamento tra enti negli interventi manutentivi, in modo che i Sindaci non si trovino con degli interventi fortemente impattanti senza averne informazione prima e quindi che ci sia la possibilità per gli amministratori locali di condividere i criteri di intervento sul loro territorio.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono richieste di intervento? Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 234.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
13



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RIGO E VALDEGAMBERI RELATIVA A "ISTITUZIONE DI UNA BORSA DI STUDIO IN MEMORIA DI ANGELO MESSEDAGLIA". (MOZIONE N. 181) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 55/2022)

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, che è la mozione n. 181 presentata dai consiglieri Rigo e Valdegamberi.
Prego, collega Rigo. Si prenoti, per cortesia.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Buongiorno.
Angelo Messedaglia è nato a Villafranca di Verona nel 1820. È stato un illustre studioso e parlamentare dell'Ottocento; si laureò in Giurisprudenza e seguì poi la sua vocazione all'insegnamento, diventando professore di Economia, Scienze delle finanze, Statistica e Scienze dell'amministrazione. Nel 1866 divenne deputato e, per sei volte consecutive, venne eletto quale esponente della Destra liberale. Nel 1884 ricoprì la carica di Senatore del Regno.
È considerato il precursore delle moderne Facoltà di Scienze politiche.
Messedaglia fu un pensatore eclettico e un parlamentare accorto che, grazie alla propria curiosità intellettuale, ha saputo spaziare con versatilità in numerosi campi del sapere.
Angelo Messedaglia è stata una figura poliedrica, che è diventata il riferimento del proprio territorio grazie alla sua attività parlamentare, che ha messo appunto a disposizione del proprio territorio; è una figura che ha stretto un forte legame con la Provincia di Verona. Ricordo che uno storico liceo del centro di Verona è a lui dedicato, un liceo inaugurato nel 1923. Nel bicentenario della sua nascita, il suo Comune nativo, Villafranca di Verona, ha organizzato una serie di numerose iniziative tra cui anche la collocazione di una statua di fronte allo storico Caffè Fantoni, sua casa natale.
Ricordare personalità quali Angelo Messedaglia è importante per rafforzare il legame tra scuola e patrimonio culturale locale e diffondere tra le giovani generazioni valori quali la dedizione allo studio e l'impegno politico. Con questa mozione si chiede alla Giunta di promuovere e sostenere una borsa di studio in onore di Angelo Messedaglia e che la cerimonia di consegna avvenga nel suo Comune natale, Villafranca di Verona, per rafforzare il legame tra i cittadini e l'illustre Messedaglia.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Rigo.
So che l'assessore Corazzari vuole intervenire. Si prenoti, per cortesia, Assessore.
Assessore, siccome ha fatto richiesta anche la collega Bigon, intanto do la parola alla Consigliera. Prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Credo che sia veramente importante il ruolo che ha avuto Angelo Messedaglia, al di là del luogo veronese di Villafranca che ci vede quantomeno territorialmente protagonisti. Per cui l'importante sarebbe che questa borsa di studio venga dal Comune magari data agli studenti, perché ricordiamo che Angelo Messedaglia è titolare del liceo come nome più antico, più storico e anche molto qualificato di Verona. Per cui, concordiamo con la mozione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Prego, assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie.
Sicuramente il contenuto e l'obiettivo della mozione sono condivisibili, pertanto riteniamo che sia da accogliere nella sua sostanza. Quello che però chiedo è di poter modificare la parte del dispositivo dell'impegno alla Giunta per poter stabilire un impegno che sia coerente con quella che è l'impostazione del lavoro della Giunta.
Io, quindi, avrei predisposto un emendamento, che vado a leggere e poi a depositare.
L'emendamento prevede di sostituire il dispositivo dopo "impegna la Giunta regionale" con: "- A sostenere il Comune di Villafranca (VR) o altri soggetti proponenti ad istituire una borsa di studio a cadenza annuale in ricordo di Angelo Messedaglia per onorare la sua volontà di valorizzare il capitale umano e di investire nell'istruzione. Detto sostegno riguarderà altresì l'organizzazione della cerimonia di consegna della borsa di studio".

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Va bene, Presidente.

PRESIDENTE

Perfetto.
Se il collega Rigo è d'accordo, metto in votazione la mozione n. 181 così come modificata dall'assessore Corazzari.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
14



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BIGON, GIACOMO POSSAMAI, CAMANI, MONTANARIELLO, ZANONI, ZOTTIS E OSTANEL RELATIVA A "METTERE LA SALUTE MENTALE AL CENTRO DELLE POLITICHE SOCIO-SANITARIE REGIONALI". (MOZIONE N. 107) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 56/2022)

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, che è la mozione n. 107, presentata dai consiglieri Bigon, Camani ed altri.
Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute mentale come uno stato di benessere in cui ogni individuo realizza il proprio potenziale ed è in grado di far fronte agli eventi stressanti della vita, è in grado di lavorare in modo produttivo e fruttuoso ed è in grado di fornire un contributo alla propria comunità. Secondo l'OMS sempre, la depressione rientra tra le prime cause di disabilità, mentre il suicidio è la seconda causa di morte tra i più giovani.
Il quadro sopra descritto si è aggravato ovviamente a causa della pandemia. L'Organizzazione internazionale del lavoro sul Covid-19 ha evidenziato che un giovane su due tra i 18 e 19 e i 29 anni è soggetto a depressione e ansia. La riorganizzazione delle ULSS ha comportato una riduzione delle strutture tanto che i Dipartimenti son passati da 21 a 9 e le unità operative da 29 a 20.
Il Piano Socio-sanitario parla di psichiatria di comunità: in realtà noi stiamo ora assistendo a una psichiatria di lungo degenza perché mancano operatori, soprattutto operatori in un certo settore, mancano medici e riabilitativi, perché infermieri ce ne sono, OSS ce ne sono, OTA ce ne sono, ma sono più per l'assistenza a lungodegenza e, ovviamente, non per la riabilitazione e la cura.
Per queste ragioni le associazioni confermano intanto l'aumento della solitudine, la mancata integrazione dei servizi tra territorio e ospedaliero, il mancato criterio e il centro per la diagnostica del disturbo ADHD per adulti e poi si sottolinea anche che serve riabilitazione e recupero.
Non dobbiamo istituzionalizzare ovviamente queste patologie, per cui chiediamo alla Regione di rilanciare il modello della psichiatria, di predisporre un nuovo progetto obiettivo, favorire la creazione all'interno dei Dipartimenti di salute mentale di servizi per l'età evolutiva e l'adolescenza dedicati alla fascia di età 14-25 anni, che metta a disposizione dei reparti adeguati a ragazzini e giovani che devono essere ricoverati (ne abbiamo circa 200 ogni anno che vengono ricoverati per emergenze e ricordiamo che vengono ricoverati nelle strutture per adulti), istituire un Osservatorio regionale, che però potrà essere anche eliminato come richiesta, destinare alle politiche socio-sanitarie regionali l'importo congruo necessario affinché ovviamente venga garantito il diritto alla salute mentale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bigon.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io volevo ringraziare la collega per aver depositato questa mozione, anzi chiedo di poterla sottoscrivere qui in Aula, perché condivido ovviamente la linea.
Assieme a quello che è appena stato detto, volevo ricordare che siamo penultimi per quota del fondo che oggi noi investiamo nella salute mentale e questo è un tema che con la pandemia è diventato davvero critico. Credo che le richieste di questa mozione siano corrette perché è importante arrivare ad un livello nella media nazionale.
Anche i sindacati evidenziano che il numero di psicologi per numero di abitanti in Veneto è veramente basso rispetto alle altre Regioni e io credo che questo sia un ritardo che non possiamo permetterci di avere ancora.
Richiedo quindi la sottoscrizione alla mozione e ringrazio la collega per averla depositata.

PRESIDENTE

Grazie, collega Ostanel.
Ha chiesto di intervenire l'assessore Lanzarin. Prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Grazie, Presidente.
La questione della salute mentale è una questione che è ritornata e ritorna più volte in quest'Aula in fase di diversi provvedimenti, in primis durante l'approvazione del nostro bilancio. È una questione attenzionata da un punto di vista tecnico da parte dell'Assessorato e della Direzione Sanità e Servizi sociali; è anche una questione, un settore che sta vivendo delle difficoltà, sicuramente difficoltà legate alla pandemia che ha accentuato alcuni problemi, soprattutto legati al settore più giovanile, come veniva citato, e quindi anche alle esigenze di mettere in campo tutta una serie di azioni per quanto riguarda il disagio giovanile e soprattutto l'età di transizione tra l'età pediatrica e l'età adulta. Per questo, insomma, sono in fase di realizzazione, come da previsione delle ultime schede, se vi ricordate le schede del 2019, i 28 posti che erano stati inseriti in quelle schede, soprattutto negli ospedali hub, che sono quell'intercapedine necessaria e importante appunto tra la fase pediatrica e la fase dell'età adulta, quindi tra Neuropsichiatria infantile e salute mentale e Psichiatria adulta.
Noi stiamo lavorando con la Direzione Salute Mentale e la Direzione Programmazione Sanitaria a un provvedimento quadro di riordino e di anche Piano triennale di rilancio della salute mentale. Una delibera quadro che inserisce sia prospettive legate al personale, quindi cambiando anche in alcuni casi e comunque andando anche in modifica di standard per quanto riguarda il personale perché il problema degli psichiatrici è che oggi non ci sono psichiatri.
Probabilmente, dalle notizie che ho io, li avremo tra 3 o 4 anni, perché arriveranno i nuovi, però noi avremmo 3 o 4 anni di sofferenza e quindi è chiaro che dobbiamo in questo momento per questi anni colmare la carenza di personale medico psichiatrico con altro personale, che può essere lo psicologo, l'educatore oppure anche la figura tecnica che abbiamo inserito, quindi il Trap che abbiamo inserito in queste nuove linee guida che sono state già presentate. Sono state presentate alla Commissione Salute Mentale, che è la Commissione che per quanto mi riguarda... Per questo ho chiesto alla Consigliera di stralciare la parte dell'Osservatorio, perché c'è la Commissione che è già istituita in maniera formale con decreto dell'Area Sanità e Sociale, con tutte le componenti del Terzo Settore, dell'associazionismo, della parte sia sanitaria che la parte territoriale, che ha già analizzato il provvedimento che noi andremo ad approvare, a cui abbiamo anche chiesto delle osservazioni rispetto al provvedimento e che darà questa cornice e poi tutta una serie di azioni che saranno azioni anche della durata triennale, che vedranno quindi l'adeguamento per quanto riguarda il personale, dove è necessario appunto adeguare il personale. Vedranno anche il discorso legato all'età, come dicevo prima, non solo la parte ospedaliera ma anche la parte territoriale.
Sapete che l'abbiamo già fatto con quel provvedimento che ha individuato le unità multidisciplinari adolescenziali per il disturbo psichico, il disagio giovanile, quindi andandole a strutturare e anche con altre azioni volte a tutto campo, nel senso che nel provvedimento noi parliamo anche di salute mentale all'interno del carcere, parliamo anche dei disturbi alimentari che, come sapete, sono un'altra branca, ma comunque sono compresi all'interno della salute mentale.
È un provvedimento a 360 gradi che dà delle risposte effettive alle richieste che ci sono da parte delle associazioni e non solo. Per quanto mi riguarda, la mozione è sicuramente condivisibile. Le due osservazioni che ho fatto sono di togliere l'Osservatorio, perché c'è già la Commissione Salute permanente, e di prevedere adeguate risorse, perché le risorse potrebbero anche essere oltre il famoso 5% che, di volta in volta, viene citato.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 107 così come modificata dall'assessora Lanzarin.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
15



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RAZZOLINI, SPERANZON, POLATO, SORANZO E FORMAGGIO RELATIVA A "LA REGIONE VENETO SI ATTIVI PER GARANTIRE OSPITALITÀ AI MINORI ORFANI UCRAINI E PER SEMPLIFICARE L'ITER DI ADOZIONE DI TUTTI I MINORI, CON PARTICOLARE SENSIBILITÀ A QUELLE INTERNAZIONALI DEI MINORI ORFANI UCRAINI". (MOZIONE N. 264) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 57/2022)

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo. Il presentatore è il consigliere Razzolini, che oggi è assente. La presenta qualcun altro del Gruppo oppure la rinviamo?
Prego, collega Bozza.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie. Chiedo scusa, ma nella mozione, non quella appena votata, quella precedente, presentata dal collega Rigo, per un problema tecnico con Concilium, non sono riuscito a votare, per cui vorrei che rimanesse a verbale il mio voto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Okay, allora lasciamo a verbale la sua dichiarazione.
Siamo al punto 15), mozione n. 264, presentata dai colleghi Razzolini, Formaggio, Polato, Soranzo e Speranzon.
Prego, collega Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Questa mozione, che è stata sottoscritta dall'intero Gruppo di Fratelli d'Italia, con primo firmatario il consigliere Razzolini, che oggi non è presente, quindi la presento io, è una mozione che nasce dalla situazione contingente ovviamente, ma ha anche l'obiettivo di accendere i riflettori sul tema delle adozioni un po' nel loro complesso. Non a caso, nelle premesse e nei "considerata", ci sono tutta una serie di dati relativi alle difficoltà oggettive che vengono riscontrate dalle tante famiglie che, ai sensi del diritto internazionale e nazionale, avrebbero titolarità per poter procedere a un'adozione internazionale e le difficoltà appunto che incontrano, che sono spesso e volentieri determinate da tempistiche insostenibili e anche i conseguenti costi.
Tutto questo poi rischia di da un lato innanzitutto di inficiare la possibilità appunto di questi minori, che hanno bisogno di assistenza e hanno il sacrosanto diritto di poter avere, laddove è possibile, la possibilità di crescere all'interno di un contesto familiare, di vedere appunto realizzata questa loro opportunità.
Nel caso invece contingente, ci riferiamo ai minori ucraini che in questo momento si calcolano, cifre probabilmente sottostimate, che ci siano circa 150.000 minori senza genitori e sono migliaia i bambini che sono evacuati dagli orfanotrofi, che sono stati portati in salvo per sfuggire ai bombardamenti della guerra. Ovviamente immaginiamo che nella contabilità drammatica delle vittime ci siano anche molti padri e madri di famiglia e quindi immaginiamo che la situazione tenda purtroppo ad aggravarsi. E certamente è sicuramente più grave oggi rispetto ai giorni nei quali è stata scritta questa mozione.
Noi chiediamo di impegnare la Giunta regionale a verificare quanto prima la possibilità di garantire ospitalità ai minori orfani ucraini nelle strutture regionali e, se necessario, a verificare e raccogliere le disponibilità di ospitare i minori da parte di associazioni e realtà veneta attive nel volontariato, creando successivamente un elenco dei bambini orfani accolti in Veneto.
E poi anche ad attivarsi per semplificare l'iter di adozione, richiedendo al Governo, chiaramente nel rispetto di quelle che sono le normative a livello internazionale e anche garantendo che tutto questo avvenga in pieno accordo con le autorità dell'Ucraina, perché sappiamo anche quali e quanti rischi possano annidarsi rispetto a adozioni date in modo frettoloso. Noi in primis dobbiamo garantire assolutamente che ci sia la possibilità per questi minori di essere accolti in contesti che non pregiudichino in alcun modo i loro diritti.
Proprio per questo motivo riteniamo – ripeto – che la situazione di emergenza in particolare che stiamo vivendo con questi ragazzi, queste ragazze, bambine e bambini, che sono in questo momento all'interno di centri di accoglienza in Polonia piuttosto che in altri Paesi dell'Est Europa, debba avere un canale privilegiato perché i numeri ci dicono che è un'emergenza umanitaria alla quale dobbiamo far fronte.
In questo senso chiediamo l'impegno ad attivarsi, per quanto ovviamente di competenza della Giunta, perché vengano ridotti i tempi della burocrazia, cercando di dare priorità ai bambini orfani ucraini, in particolare in coordinamento con i referenti dell'équipe adozioni presenti nelle ULSS del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie, collega Speranzon.
Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Grazie al mio capogruppo Speranzon.
Molto velocemente, solo a conferma della bontà di questa mozione che abbiamo presentato come Gruppo, che ha come primo firmatario il collega Razzolini, volevamo sottolineare anche un aspetto che riteniamo importante e, alla presenza della Giunta e dell'Assessore, segnalare e quindi chiedere un potenziamento della procedura oggi dell'arrivo di questi bambini ucraini, un potenziamento di quelle esperienze, maturate nel padovano sicuramente, ma in parte del Veneto, dei servizi qualificati, con figure specializzate e qualificate dei Centri per l'affido e solidarietà familiare.
So che oggi l'Assessore ha già attivato questi centri, che lavoravano e lavorano sui territori comunali, potenziandoli, so che c'è un lavoro da parte delle ULSS in questo senso, ma ufficialmente volevamo chiedere il potenziamento perché questi centri hanno figure che crediamo possano, grazie al lavoro svolto in passato sul territorio, sulle famiglie, con figure qualificate, accompagnare i bambini che arrivano oggi dall'Ucraina nella gestione di quel trauma che speriamo nel tempo possa trovare una risposta dal punto di vista sanitario, socio-sanitario, di accompagnamento ed evitare quello che può essere un sentimento di odio, un trauma interno oggi nascosto e che possa essere limitato il danno di questo trauma nella crescita di questi bambini.
Noi crediamo che il Centro per l'Affido e la Solidarietà Familiare possa essere oggi un patrimonio importante che le ULSS del Veneto hanno creato negli anni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Possamai. Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

La ringrazio, Presidente.
Solo per dire che ovviamente condividiamo l'intento della mozione e anche l'attenzione che c'è e che traspare in questo testo nei confronti appunto degli orfani che arrivano dall'Ucraina: quindi da parte nostra c'è la voglia e la disponibilità di votarla.
Segnalo solo, siccome ho avuto occasione di confrontarmi in questi giorni con alcuni esperti nel settore, alcuni che lavorano all'interno di associazioni che si occupano del tema, due cose. La prima, ma possiamo anche questa non scriverla, però è importante che la lasciamo agli atti. Oggi quello che capita è che entrano nel percorso dei minori stranieri non accompagnati, quindi c'è un iter specifico molto particolare che ovviamente non si può in alcun modo modificare e trasgredire o meglio, andrebbe inventato un altro percorso completamente diverso e quindi non credo che sia una cosa che riusciamo a trattare nello spirito di una mozione. Penso che sia però invece necessario, questo sì, inserire un passaggio direi tendenzialmente nel secondo impegno quando si dice "Attivarsi per semplificare l'iter di adozione chiedendo al Governo legislazione di urgenza", nel senso che ovviamente il Governo nazionale non è che possa da solo decidere di modificare la legislazione sulle adozioni, perché per eccellenza è un tema di diritto internazionale. Quindi inserire un passaggio in cui diciamo "nel rispetto delle norme di diritto internazionale e in accordo con l'autorità statuale ucraina e col Paese di provenienza", insomma va specificato bene perché così rischia di essere proprio una cosa in cui diciamo: ci pensiamo noi, facciamo le leggi e andiamo contro quello che oggi è il diritto internazionale. E ovviamente questo penso non fosse neanche l'auspicio di chi l'ha proposta.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Speranzon, in replica, e poi diamo la parola all'assessore Lanzarin.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Raccolgo quelle che sono le indicazioni e i suggerimenti che sono arrivati dal capogruppo Possamai, che peraltro nel mio intervento avevo già fatto miei, perché avevo sottolineato proprio che l'impegno deve essere nel richiedere appunto al Governo di attivarsi ma nel rispetto del diritto internazionale e in accordo con le autorità ucraine. Per cui emenderei la mozione nel dispositivo, al secondo punto, Presidente: "...ad attivarsi per semplificare l'iter di adozione, richiedendo al Governo, nel rispetto del diritto internazionale ed in accordo con le autorità statuali ucraine, una legislazione d'urgenza" eccetera.

PRESIDENTE

Scusi, lei è al secondo punto dell'impegno?

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Al secondo punto dell'impegno: "...ad attivarsi per semplificare l'iter di adozione, richiedendo al Governo, nel rispetto del diritto internazionale ed in accordo con le autorità statuali ucraine, una legislazione d'urgenza" eccetera.

PRESIDENTE

Perfetto, grazie.
Assessore Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Condividendo le modifiche e le specifiche che sono state appena fatte, vorrei anche dire due cose.
La questione degli orfani o comunque dei minori stranieri non accompagnati che arrivano dall'Ucraina è un problema reale che la Regione, ma, più che la Regione, il Governo centrale, sta affrontando. Abbiamo fatto anche degli incontri specifici politici con i Ministri competenti e anche con l'individuazione, come voi sapete, di un Prefetto specifico che si occupa dei minori che arrivano dall'Ucraina.
Oggi c'è un numero limitato – almeno, questo la settimana scorsa ci veniva detto – perché chiaramente anche qui c'è sempre una differenza tra quelli che entrano nel circuito, quelli che arrivano e non sono conosciuti e quelli che arrivano tramite altre realtà. La settimana scorsa mi diceva il Prefetto, che non mi ricordo chi è oggi è il Prefetto individuato per quanto riguarda – un ex Prefetto, mi sembra – i minori, che i numeri erano di circa 300 bambini, però, secondo noi, sono molti di più quelli che sono già arrivati e che entrano in questo contesto.
È chiaro che oggi ci sono i minori stranieri non accompagnati, come si diceva, ci sono gli orfani, che arrivano dagli istituti che erano in Ucraina e sappiamo che vi erano delle realtà abbastanza consolidate e ci sono poi i minori che arrivano senza genitori, ma che, ipoteticamente, un giorno potrebbero avere anche il ricongiungimento con i genitori perché intanto li hanno lasciati venire in un posto sicuro.
È chiaro che si devono individuare e seguire percorsi diversi. Sicuramente i percorsi, per quanto ci riguarda, sono i percorsi dettati dall'affido familiare con i cosiddetti CASF, come sono stati citati; abbiamo già attivato tutte le nostre strutture e anche l'ultimo decreto prevede una deroga del 25% della capienza delle strutture per minori che noi oggi abbiamo, quindi potere andare in deroga fino al 25% proprio per ospitare eventuali minori orfani o minori insomma stranieri che arrivano dall'Ucraina, quindi con normativa nazionale.
È chiaro che questa è una questione molto delicata, è una questione che coinvolge tanti attori e soprattutto gli attori del Terzo Settore quando parliamo di affidi e quando parliamo appunto di sistemazioni di questo tipo. Fortunatamente in Veneto voi sapete che gli affidi familiari sono una consuetudine. Noi ogni anno, comunque, impieghiamo quasi 5 milioni dal bilancio regionale per gli affidi familiari e quindi abbiamo anche una banca dati di genitori e di famiglie affidatarie oggi molto importante, che hanno continuato a fare una formazione ancora oggi e anche un'implementazione rispetto alle esigenze che si stanno presentando.
Stiamo lavorando in sinergia con i servizi sociali della Regione Veneto, i servizi sociali delle aziende sanitarie, il Commissario preposto regionale e nazionale, proprio per cercare poi di trovare le migliori soluzioni per i ragazzi che arrivano o che arriveranno nel nostro Paese, per farli sentire e inserire in quello che è il nostro sistema di accoglienza.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, ma al netto dell'oggetto specifico di questa mozione, che è sicuramente condivisibile, leggevo anche nella presentazione che c'è stato anche un calo di quelle che sono, in alcuni casi, le disponibilità. Ma io credo che su certi temi dovremmo, non solo noi, anche chi sono spesso gli organi deputati a entrare in materia molto più di noi, accendere dei riflettori perché siamo di fronte alle assurdità.
Io credo che sia normale che ci sia un calo nelle domande. Personalmente, avevo provato ad interessarmi su come si fa, Assessore: se hai la fortuna di avere un figlio tuo e ti interessi per adottarne un altro, lasci perdere. Faccio un passo più largo oltre a questo. Lasci perdere. E dopo anche qui ci sono dei siti su internet, che poi la burocrazia che ti chiede se devi entrare in merito... io sono andato più volte su internet in cerca di come si adotta un bambino, anche quelli dell'Ucraina. Guardate, con tutto che penso di essere una persona scolarizzata nel minimo comune multiplo, mi viene da chiudere tutto e andare via!
Provate a digitare su Google "adotta bambino ucraino": ti fanno un numero infinito di associazioni e di enti, entri in un link e ti dicono che puoi solo comunicare via e-mail nella maggioranza dei casi, non hai neanche modo di poter telefonare, magari qualcuno che ha bisogno di capire come si fa, perché non è che sia facile.
Su tutto questo tema dell'Ucraina e quello ordinario secondo me dovremmo mettere in campo procedure molto più semplici, che non vuol dire che uno arriva e dice: "Dammi un bambino, lo tengo in casa", sia chiaro, su certi temi non si scherza, però, Assessore, io ho provato a farlo, ho provato più volte, ti danno una lista di link di associazioni o enti a cui rivolgerti, in cui devi entrare, ma ti viene voglia di lasciar perdere. Vi do la mia esperienza personale: ti viene voglia di lasciar perdere.
Andate su Google e ditemi se vi ho detto una bugia, una persona normale che va su internet per capire cosa deve fare. Ho provato con la mia compagna perché è straziante vedere certe cose che accadono a bambini di 6 anni, ho visto i genitori che mandano i bambini soli con la sportina al confine e dicono: "Segui la massa". Ce n'è uno, su un video che gira, a cui hanno dato delle barrette di cioccolato in mano e gli hanno detto: "Vai, segui la massa, non fermarti mai, vai sempre avanti".
Come fai a dire, con la fortuna che abbiamo di vivere in un Paese senza la guerra e hai la possibilità economica di poter aiutare chi è in questa situazione... ma non riesci, ho provato a farlo io, ma è un casino della Madonna! Non riesci. Io lavoro con il computer, leggo la mozione sul tablet, ma non riesci, è difficilissimo!
Ce ne sono centinaia di migliaia. Un appello che lancio a chiunque ci sta ascoltando è a sburocratizzare queste cose, non c'è tempo di burocrazia. Cosa dobbiamo dire davanti a una mamma e ad un papà che restano a combattere? Non vi starà simpatico, andatevi a vedere questo video sulla pagina di Saviano, che non vi starà simpatico, ma il video è reale, l'ha girato un reporter americano che ha inseguito questo bambino e gli ha dato una mano. Gli mettono delle barrette di cioccolato in mano e una sportina di indumenti intimi e gli dicono: "Segui la coda, non fermarti, se hai fame chiedi agli altri, fatti aprire le barrette di cioccolato". Questo bambino piangeva disperato e i genitori lo cacciavano: "Vai che noi dobbiamo fermarci a combattere". E noi abbiamo la possibilità magari di avere una cameretta in più a casa, la possibilità di dire: finché passa questa brutta avventura... Niente. Peggio dell'adozione che dicevo all'inizio, normale, è uguale. Non è che si riconosce che siamo in tema di emergenza e dici: togli questi poveri cristi dalle strade e dagli un tetto. No, è meglio tenerli nelle strutture provvisorie, nei tendoni, nei campi a confine, che magari con persone che possono dimostrare – chiudo – di essere delle brave persone che lavorano, non uccidono, magari qualcuno è comunista, ma brave persone, di dire...
Io ho provato e vi dico che ho fatto una fatica che alla fine ho rinunciato.

PRESIDENTE

Grazie, collega Montanariello.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 264 così come modificata .
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla mozione successiva, n. 178, presentata dai consiglieri Zottis, Possamai ed altri.
La rinviamo perché la collega Zottis non c'è.
PUNTO
17



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI DOLFIN, BET, CECCHETTO, FINCO, SANDONÀ, CAVINATO, CIAMBETTI, MICHIELETTO, VIANELLO E BARBISAN RELATIVA A "BASILICA DI SAN MARCO: CONSENTIRE, QUANTO PRIMA, LA RIPRESA DEI LAVORI PER LA REALIZZAZIONE DELL'OPERA DI PROTEZIONE". (MOZIONE N. 243) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 58/2022)

PRESIDENTE

Andiamo al punto successivo, la mozione n. 243 dei colleghi Dolfin, Bet ed altri.
Prego, collega Dolfin.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Colleghi, questa mozione che pongo quest'oggi all'attenzione del Consiglio vuole essere funzionale e propedeutica affinché appunto la Giunta si faccia poi portavoce verso il Governo centrale per far riprendere, anche se dalla cronaca di oggi sulla stampa, sembrerebbe timidamente che questi lavori fossero ricominciati.
È indispensabile, però, porre l'attenzione su un tema importante, quello della tutela e della protezione e della salvaguardia di un bene storico-culturale, patrimonio dell'umanità e non può certamente essere, come abbiamo visto spesso e volentieri, trattato in una maniera non opportuna.
Dunque si vuole tentare di essere, con questa mozione, d'auspicio verso una situazione, come dicevo, appunto, incresciosa, di stallo, non solo per la città di Venezia, ma per l'intera umanità, proprio perché è una dimostrazione che il patrimonio storico-culturale che è a nostra disposizione non può essere certamente trattato così – uso questo termine – perché veramente è trattato in una maniera non opportuna.
Come dicevo, solo oggi si sta smuovendo qualcosa, dopo tutti quei contenziosi che hanno visto i termini economici, situazioni legate a tutta una serie di problematiche, di contenziosi, ma al tempo stesso anche di verifiche e di studi più approfonditi a livello architettonico, far sì, appunto, che vi sia stato uno stop importante e abbia messo a dura prova l'interesse generale della salvaguardia dello stesso patrimonio.
In cosa consiste il cantiere di per sé che vedeva i lavori già cominciati ad agosto dell'anno scorso? Prevedono una specie di sbarramento fatto in vetro, a tutela appunto delle paratie e tutt'attorno della Basilica stessa, per impedire l'entrata dell'acqua alta, visto e considerato che, purtroppo, la Basilica a medio mare è a 65 centimetri, la piazza è a 71, le famose paratoie del MOSE non possono entrare in funzione a questi livelli e dunque, ahimè, la Basilica ovviamente ne risente in primis e così tutto il patrimonio, come ho detto, al suo interno.
È per questo che, con questa mozione, si cerca, appunto, di sensibilizzare da parte della Giunta e da parte soprattutto del Governo, affinché, se da una parte c'è questa attenzione proprio di oggi, dell'inizio dei lavori timidamente, sarà mia cura andare anche a verificare perché dalle parole voglio vedere poi se veramente sarà così. Al tempo stesso si vuole far sì che ci sia la massima attenzione del Consiglio regionale del Veneto affinché ci sia quell'attenzione giusta che deve essere non solo a parole, come spesso avviene in quest'ultimo periodo, dei famosi 1.600 anni e tutti noi, senza offesa per nessuno, sia chiaro, ci laviamo tante volte la bocca con gli slogan "è il compleanno di Venezia, 1.600 anni", ma poi nei fatti non concretizziamo nella maniera dovuta a tutela di questo immenso patrimonio a livello mondiale.
È per questo che pongo all'attenzione questa mozione, ricordando anche che il Ministero della cultura – è giusto anche rimarcarlo – ha approvato un ulteriore importante contributo di circa 3,5 milioni di euro per la tutela in terra, dunque pavimentazioni, mosaici e quant'altro. Sono opere ovviamente importantissime. Purtroppo, però, questi finanziamenti rappresentano la famosa goccia nel mare perché, ahimè, questo patrimonio necessita di massima attenzione e contributi economici importanti per garantirne la tutela.
Questa mozione vuole, da una parte, far sì che questi lavori finalmente possano essere concentrati e possano ripartire e, dall'altra, che ci sia la massima attenzione da parte del Governo a tutela di questo immenso patrimonio della città di Venezia, che a livello mondiale tutti ci invidiano.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 243.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo a verbale il voto favorevole della collega Venturini, che ha avuto problemi con l'applicazione.
Passiamo al punto successivo, che è la mozione n. 219 presentata dalla collega Guarda, che è assente, quindi la rinviamo alla prossima seduta.
PUNTO
19



RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BORON, BARBISAN, BISAGLIA, BET, CECCHETTO, CENTENARO, CORSI, DOLFIN, MICHIELETTO, RIZZOTTO, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "CESSIONE DEI CREDITI IN EDILIZIA: INTRAPRENDERE OGNI AZIONE ED INIZIATIVA PER INTERVENIRE SUBITO, IN OCCASIONE DELL'ITER DI CONVERSIONE, PER RIPRISTINARE IL REGIME DI CESSIONE DEI CREDITI IN EDILIZIA, NORMA STRATEGICA PER IL SISTEMA PAESE, OVVIANDO AGLI EFFETTI DEL DECRETO LEGGE 27 GENNAIO 2022, N. 4 "SOSTEGNI TER"". (RISOLUZIONE N. 38) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 59/2022)

PRESIDENTE

Il punto successivo è la risoluzione n. 38. La risoluzione è stata presentata dai colleghi Boron, Barbisan ed altri.
Prego, collega Boron.

Fabrizio BORON (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Non sto a leggere la risoluzione per intero, perché ognuno di voi lo può fare. Era stata presentata tempo fa, quando il Governo doveva ancora intervenire sulle norme della cessione del credito. Se ricordate bene, aveva prodotto diversi problemi a quella che era tutta la progettualità e i cantieri già avviati sulla questione del 110%. È intervenuto il Governo successivamente con delle garanzie anche per quanto riguarda le truffe che sono state messe in atto – giustamente, dico – però non ha risolto il problema per quanto riguarda, ad esempio, la questione delle unifamiliari nel momento in cui si mette come termine dell'applicazione del 110% l'aver completato le opere al 30% entro la fine di giugno prossimo. Sappiamo benissimo quanto le misure messe in atto sulla cessione abbiano rallentato e complicato la cessione del credito, allungando le tempistiche, e soprattutto sappiamo quanto sia intervenuta nel frattempo – su questo ho una modifica da fare, che ovviamente è intervenuta nel frattempo – la questione dell'aumento dei prezzi e della difficoltà del reperimento delle materie prime, che era già in atto a settembre dell'anno scorso, che si è accentuata nei primi mesi di quest'anno e che adesso, ovviamente, ahimè, con l'avvento della guerra in atto, si sta complicando ulteriormente. Cito un materiale su tutti: il ferro, l'acciaio, che in edilizia è essenziale, il cui prezzo non solo è aumentato, negli ultimi quindici giorni, più del 20%, ma che sta diventando difficile reperire nelle disponibilità necessarie alla cantierizzazione, e non solo, anche ad altri settori.
Con questa risoluzione e con le modifiche che presento, chiedo che si intervenga per prorogare il 110% anche per le unifamiliari al 31 dicembre 2022, senza la particolarità di aver iniziato e ottemperato al 30% i lavori entro la fine di giugno di quest'anno, altrimenti ci troveremo non solo migliaia di cantieri fermi, ma probabilmente anche molte difficoltà finanziarie di imprese e famiglie che hanno già iniziato le pratiche per la ristrutturazione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Boron.
Prima parlava di una modifica al testo. Se la vuole già presentare, lo faccia. Prego.

Fabrizio BORON (Zaia Presidente)

La prima modifica è la seguente: dopo l'ultimo "ritenuto" aggiungere: "Considerato, infine, che a causa dei Decreti Antifrode del 12 novembre 2021 e del Decreto Sostegni Ter del 27 gennaio 2022 non è stato possibile, sino ad oggi, procedere regolarmente con i lavori di riqualificazione energetica e ristrutturazione, non potendo garantire alle ditte esecutrici pagamenti certi a causa dello stop dell'acquisto dei crediti da parte dei cessionari, in quanto il sistema bancario e assicurativo sta recependo in maniera molto lenta questa nuova apertura con seconda e terza cessione, rendendo quasi del tutto impossibile una programmazione a breve termine dell'avvio dei lavori e non potendo, quindi, garantire ai fornitori tempi certi di pagamento. Ulteriore elemento di freno è da considerarsi l'aumento dei prezzi delle materie prime e l'irreperibilità di numerosi materiali necessari alla realizzazione degli interventi, oggi ancor più aggravato dalla guerra in corso. Il tessuto urbanistico dei territori nelle province è costituito soprattutto da unità singole o plurifamiliari, non contemplabili come condomìni, e quindi con scadenza 2022. Ai fini di una riqualificazione energetica del tessuto urbanistico, fatto soprattutto di unità singole, è importante prorogare il Superbonus a queste realtà, eliminando così l'obbligatorietà del 30% dei lavori eseguiti entro il 30 giugno 2022".
La seconda modifica è la seguente: dopo il primo paragrafo del dispositivo, nella parte in cui si "auspica" aggiungere: "Una proroga del Superbonus 110 per le abitazioni singole a tutto il 2022 e oltre, eliminando la soglia del 30% dei lavori eseguiti".

PRESIDENTE

Collega, se può depositare i due emendamenti.
Ci sono richieste di intervento sulla risoluzione? Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione la risoluzione n. 38, così come modificata dal primo firmatario Boron.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
20



MOZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE MONTANARIELLO RELATIVA A "LA REGIONE VENETO SOSTENGA LE ISTANZE DEI LAVORATORI PORTUALI PRESSO IL GOVERNO E LE AUTORITÀ COMPETENTI". (MOZIONE N. 235) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 60/2022)

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, che è la mozione presentata dal collega Montanariello, la n. 235.
Prego, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Si può prenotare, per cortesia? Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La Regione Veneto sostenga le istanze dei lavoratori portuali presso il Governo e le Autorità competenti.
Premesso che:
- la crisi economico-finanziaria generata dalla pandemia da Covid-19 continua ad avere effetti negativi sul sistema portuale nazionale e veneto e sui lavoratori che vi operano;
- la competitività di tale sistema risiede principalmente nella bontà delle performance dei lavoratori che, però, sono costantemente esposti ad intemperie e a un duro lavoro, fattori che incidono pesantemente sullo stato di salute fisico e psichico;
- la legge 30 dicembre 2021, n. 234 "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024", prevede una serie di norme a sostegno del settore portuale (articolo 1, commi 966 e 997) che tuttavia non risolvono alcune importanti criticità, come quelle suesposte.
Con questa mozione si chiede di impegnare la Giunta regionale a intervenire presso il Governo e le Istituzioni competenti affinché siano adottati i necessari provvedimenti al fine di:
- estendere almeno fino al 30 giugno 2022 i sostegni alle imprese ex articolo 199 del DL 19 maggio 2020, n. 34, coordinato con la legge di conversione 17 luglio 2020, n. 77 e ss.mm. – è praticamente chi ha la concessione con l'ex articolo 199, che sarebbe quando sentiamo dire l'articolo 17 – alle imprese ex articolo 17 della legge n. 84/1994;
- qualificare come lavoro usurante, con ogni conseguenza anche sotto il profilo previdenziale, le attività svolte nei porti da tutto il personale adibito allo svolgimento delle operazioni e dei servizi portuali, ivi espressamente compresa la fornitura di lavoro portuale temporaneo ex articolo 17 della legge n. 84/1994.
Sostanzialmente si chiede, da una parte, di estendere, come dicevamo nel primo comma, il sostegno alle imprese, e ce ne sono due per chi opera nel settore portuale, quelle che operano in concessione e quelle che operano in prestazione, quindi l'ex articolo 17 e l'altra. Inoltre, si chiede di riconoscere al portuale il lavoro usurante, perché credo sia un controsenso visto che fa un lavoro di fatica. Infatti, oltre ad essere esposto alle intemperie meteomarine, il portuale svolge un lavoro di fatica perché, nonostante i mezzi meccanici che ci sono oggi, è da ricordare che tante procedure sono ancora manuali, come quelle degli imbragaggi, dell'andare su e giù per le stive, per gli scalandroni, per le gru, per le macchine operatrici.
La richiesta che si fa con questa mozione, quindi, è sostanzialmente questa.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Prego, collega Dolfin.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega, perché è sicuramente un tema importante, che va sempre a tutela del mondo del lavoro, su una realtà, quella dell'ambito portuale, che vede nei porti di Venezia e di tutto il comprensorio regionale dell'import e dell'export la massima evoluzione, dove ha fatto la sua storia.
Mi permetta di dirle, però, senza alcun tipo di polemica, che in questi giorni e proprio oggi vedo addirittura l'ennesimo esposto in Procura da parte dei soliti comitati che, ancora una volta, pongono le attenzioni sul tema delle grandi navi, della crocieristica e quant'altro. Allora, ci dobbiamo fare una domanda: se, da una parte, siamo qui oggi a tutela del mondo del lavoro, dall'altra non possiamo andare in piazza con i cartelli e ancora una volta addirittura bloccare le attività di questi lavoratori, che da due anni aspettano di poter essere pagati. È una cosa vergognosa! Questi signori dovrebbero andare a casa di quelli che vanno con i cartelli dei comitati "No grandi navi" e quant'altro – non me ne voglia nessuno, però dobbiamo essere realisti, più realisti del re, e dire le cose come stanno – perché è una cosa vergognosa che ancora una volta si arrivi a fare questo!
Ben venga, allora, la sua mozione, collega, avrà il nostro voto favorevole, però è anche vero che da questo Consiglio regionale dobbiamo dare un monito a chi, ancora una volta, non solo si oppone alla volontà di spostare le navi da una parte, ma addirittura va a rompere le scatole trovando altre soluzioni più opportune. Non sarà sicuramente l'ambito di Porto Marghera la soluzione migliore, ci mancherebbe altro. Però, non si può neanche minare, ancora una volta, gli interessi di una realtà importante a livello commerciale come quella del lavoro nell'ambito portuale e della crocieristica, che è un vanto. Attenzione: qua rischiamo veramente di perdere capre e cavoli, come si suol dire. Il porto di Trieste, il porto di Monfalcone, il porto di Ravenna stanno sgretolandosi le mani perché veramente vedono in questa nostra difficoltà di gestione operativa, ma anche di comitati, ancora una volta, che si oppongono ‒ diciamo così ‒ al mondo del lavoro. Questa è la dimostrazione lampante di chi veramente sta dalla parte di chi vuole lo sviluppo dell'economia e del lavoro.
Ripeto: la tutela dell'ambiente e del mondo green, come qualcuno ce la vuole dimostrare e far vedere, è sicuramente una cosa importante nel futuro presente e prossimo, però certamente di solo ambiente e di solo green non si mangia e non si sbarca il lunario.
Pertanto, bene la transizione ecologica, bene la tutela ambientale, però dobbiamo anche mantenere quel mondo lavorativo che proprio oggi lei pone alla nostra attenzione attraverso una mozione a tutela di questo mondo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Dolfin.
Collega Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Anch'io accolgo con piacere questa mozione, che voterò volentieri, perché pone al centro dell'attenzione del Consiglio regionale un ruolo, che è quello del lavoratore portuale, lavoratore portuale che, come ha ricordato in particolare il consigliere Dolfin, che mi ha preceduto, purtroppo, negli ultimi anni, ha visto spesso e volentieri tolta la propria possibilità di operare all'interno del nostro territorio.
Questi operatori sono operatori che hanno anni di esperienza, hanno qualifiche, hanno professionalità, hanno competenze, hanno svolto percorsi non solo dal punto di vista dell'istruzione, ma anche della formazione professionale, che hanno permesso loro di offrire alle aziende per cui lavorano una qualità del servizio importante. Ne sono testimoni tutti coloro i quali, a livello commerciale, mercantile o a livello turistico, in questi anni, in particolare nel porto di Venezia, hanno avuto la possibilità di constatarne competenze e professionalità.
Il lavoro che svolgono è un lavoro difficile ed è certamente un lavoro usurante. Basti pensare a quali sono le condizioni all'interno delle quali operano: per l'appunto, soggetti ai mutamenti climatici, soggetti alle intemperie e a carichi di lavoro importanti.
Per questa ragione noi certamente voteremo favorevolmente a questa mozione dando il giusto risalto anche alle osservazioni fatte dal consigliere Dolfin che portano a estendere un po' il dibattito in quest'Aula su quella che è la condizione del lavoratore portuale non solo in riferimento alle tutele date dalla legislazione vigente, che devono essere ampliate, ma anche alla copertura, che dal punto di vista politico, dobbiamo dare all'attività che svolge quotidianamente e che permette al nostro territorio di arricchirsi, che permette a tante famiglie del Veneto di sostenersi.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Montanariello, in replica.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, grazie.
Ringrazio anch'io i colleghi per non solo il sostegno ma anche per insomma l'arricchimento del dibattito. Ringrazio soprattutto il consigliere Dolfin per la sua importante e accesa arringa che mette in luce queste contraddizioni che ci sono su questo tema così importante e delicato. Solamente che, tanto per chiarezza di quello che andiamo a votare, tutto il discorso crocieristico non c'entra niente con quello che stiamo discutendo, perché stiamo parlando, se leggete la mozione, di quelle che sono le concessioni, ex articolo 17, parliamo di lavoratori portuali, quindi operanti, lo scaricatore di porto. A lui che la nave da crociera bianca arrivi o non arrivi non cambia niente, cioè è assolutamente indifferente perché stanno solo sul segmento merci.
Ma dico di più: questo che noi oggi portiamo all'attenzione mette in risalto anche un lavoro di coordinamento che c'era stato tra tutte le realtà portuali d'Italia che avevano, anche attraverso una pattuglia trasversale di parlamentari, portato questa serie di emendamenti, non ricordo quale fosse insomma lo strumento legislativo, eravamo a novembre, dicembre, hanno portato tutta una serie di emendamenti per il riconoscimento di insomma queste rivendicazioni. Ricordo anche personalmente che ho sentito l'onorevole Gariglio, che era uno dei proponenti di questi emendamenti. Alla fine cosa è saltato fuori? Che parlandosi MEF e MIMS uno diceva sì, uno diceva vediamo. Quando hanno presentato gli emendamenti, colleghi, come spesso accade nel dibattito tra Ministeri, uno ha detto sì e glieli ha fatti presentare e l'altro gli ha detto no e dopo non li hanno fatti passare in Aula.
Il tema che in qualche modo metto in evidenza qual è? Noi qui, in Veneto, come diceva il collega prima, abbiamo una realtà portuale importante, tra l'altro, anche in un segmento tra Ravenna e Trieste, però sono rivendicazioni che arrivano da tutti i porti d'Italia e la cosa grave che in qualche modo emerge è che, anche di fronte a un lavoro di unità fatto da tutte le realtà portuali d'Italia, i Ministeri, parlandosi tra loro, dicono: "Sì, vai", ma dopo, nel non comprendersi tra MEF e MIMS, una serie di emendamenti portati da una pattuglia trasversale di parlamentari è stata bocciata dopo che un Ministero aveva detto "Vai" e l'altro Ministero gli aveva detto: "Con chi avete parlato?". Le solite cose all'italiana, insomma, detta tra noi.
Però il tema vero, colleghi, è uno: tutti quanti parlando, seppure con sfaccettature diverse, riteniamo che sia un lavoro che non può essere considerato sotto alcuni temi, un lavoro di importante presenza della propria fisicità, che in qualche modo... Cioè voi immaginate una persona che a 67 anni deve continuare a fare 40 volte al giorno su e giù sullo scalandrone della stiva di una nave. Voi immaginate i riflessi di una persona che ha 65 anni e deve andare a imbragare tonnellate di lamiera. È vero che ci sono le macchine e le gru, però ci vuole sempre quello che imbraga, quello che guarda, quello che va, senza dimenticarci anche di tutti gli incidenti che spesso avvengono sul lavoro, che, come abbiamo detto più volte, sono anche figli di un calo di attenzione e una stanchezza, che in maniera naturale avviene.
Volevo chiarire perché siccome è una mozione, credo, importante, non trasciniamo in una polemica, che ci sarebbe da fare se parliamo di crociere. Perché se parliamo di crociere il primo a polemizzare sono io e a dire che abbiamo la fortuna di avere un indotto e lo cacciamo via, quindi su questo io sono il primo che dico che non può esistere il porto di Venezia senza navi, punto. Piace o non piace, questa è la realtà: Venezia nasce come porto e chi oggi vuole vivere in un modo diverso da un approccio di una città portuale non viene a stare a Venezia.
Se voi vedete, negli anni Ottanta, alla riva della Giudecca c'erano decine di navi dell'Adriatica: abbiamo mandato via l'Adriatica e anche la sede che è alle Zattere, che credo non sia più neanche dell'Adriatica. Su questi temi dovremmo vergognarci tutti a voler fare i perbenisti e dopo a dimenticarci che le città hanno bisogno di sopravvivenza e di sostanza. Poi ci lamentiamo che ci bloccano quattro voli aerei per la Russia e l'economia va a gambe per aria perché non arriva più il turista. Noi cosa produciamo? Presidente, chiudo, perché potremmo parlare di tutti i campi, ma noi in Italia siamo bravi solo a dire di no, che parliamo di energia o di turismo, noi basta dire "no" e siamo contenti.
Io non appartengo al partito del no, dei benaltristi, però volevo distinguere questa cosa perché è importante non buttare in polemica, come meriterebbe una polemica sulla crocieristica, perché se non facciamo polemica sulla crocieristica, su cosa la dobbiamo fare? Però questo non c'entra niente e non vorrei che buttassimo in polemica quelle che sono - e chiudo davvero, Presidente - le fatiche dei lavoratori portuali, che si sono visti anche delle aspettative bocciate.
Chiudo dicendo onore a chi a 65 o 67 anni lavora ancora di notte nella stiva di una nave: quelli sono i veri veneti che vanno onorati ogni giorno.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto, visto che mi è stata fatta richiesta.
Collega Dolfin, prego.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie.
Per rimarcare comunque il nostro voto favorevole, però anche per distinguere, come diceva lei, Consigliere, che si parlava di crocieristica nell'ambito portuale, però rimarcando sempre lo stesso schema dell'ambito portuale, proprio oggi su "Milano Finanza" c'è un articolo dove si vede tutta la partita legata alla transizione energetica, alla digitalizzazione, alla transizione energetica e chi più ne ha più ne metta per il porto di domani.
Bene, io l'ho già detto e lo ripeto di nuovo: se non facciamo squadra a Roma, i nostri porti e i nostri lavoratori portuali a breve non lavoreranno più attorno alla nostra Laguna, perché se quel famoso Protocollo fanghi non va in porto e a compimento, la nostra realtà portuale, che ben se ne dica, non funzionerà più.
Sarà quindi opportuno sollecitare i Ministeri che lei citava per la parte politica di appartenenza a livello romano, tirando la giacchetta ai nostri rappresentanti perché una volta per tutte questo benedetto Protocollo fanghi possa diventare realtà. Altrimenti staremo qui a parlare della difesa dei portuali, però non porteremo più a casa una nave, perché le navi non potranno più entrare.
Ribadisco il parere favorevole a questa mozione, ma al tempo stesso cerchiamo di fare massa critica e attenzione a livello alto, a livello romano, affinché quel famoso Protocollo fanghi possa essere approvato. Qualcuno ha avuto anche la brillante idea di presentare un emendamento creando una sottocommissione a tutela della Laguna, con un pool di esperti che, guarda caso, invece di migliorare la situazione, vanno ancora più bloccandola e creando ancora più confusione, creando ancora più burocrazia attorno, con elementi e con enti che veramente guarderanno il granello di sabbia. Figuriamoci la realtà e lo sviluppo dei nostri porti, che ben se ne dica da questi articoli di giornale di oggi.
La speranza è sempre l'ultima a morire. Mi auguro, però, che la politica faccia la sua parte e i Ministeri altrettanto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Dolfin.
Non ci sono altre dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione la mozione n. 235.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla mozione successiva, la n. 247, dei colleghi Razzolini, Formaggio e altri.
Prego, collega Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, chiedo che venga rinviata. La presenterà direttamente in Consiglio il consigliere Razzolini.

PRESIDENTE

Va bene. La rinviamo alla prossima seduta.
PUNTO
22



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI OSTANEL, BALDIN, LORENZONI, CAMANI, ZANONI E GUARDA RELATIVA A "LA GIUNTA FACCIA PROPRIE LE PREOCCUPAZIONI DEI SINDACI E DEI CITTADINI E PREVEDA UN BIO-MONITORAGGIO SULLA POPOLAZIONE INTERESSATA DALLA PRESENZA DEGLI INCENERITORI DI PADOVA E FUSINA". (MOZIONE N. 245) RESPINTA

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione n. 245, presentata dalle consigliere Ostanel, Baldin e altri.
Collega, se si prenota, le do la parola.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

È vero. Mi scusi.

PRESIDENTE

Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie.
Questa è una mozione che ho presentato qualche tempo fa a partire dalla consapevolezza che esisteva già un odg a firma della collega Baldin, che impegnava la Giunta a dare corso a un bio-monitoraggio attorno all'area di Fusina. Questo derivava dall'appello di numerosi medici e pediatri che chiedevano, appunto, di rassicurare, attraverso un bio-monitoraggio, condotto in modo competente e indipendente, che l'inceneritore non avesse avuto implicazioni sulla salute delle persone.
Visto che, da quello che ho capito, si è iniziato a dar corso a questo per quanto riguarda l'inceneritore di Fusina, anche se non definitivamente, la questione che mi ponevo era quella di dire, visto che nel frattempo è stata approvata la quarta linea dell'inceneritore a Padova, non fosse questa l'opportunità di estendere la competenza di questo studio di bio-monitoraggio anche all'area di Padova.
Tra l'altro, le preoccupazioni sono dei Sindaci che si trovano nella Riviera del Brenta, che si trovano, quindi, tra due fuochi, tra due inceneritori, uno a Fusina e uno a Padova. Quindi, l'idea era proprio quella di provare a investire, visto che si parla di cifre bassine, stiamo parlando di circa 10.000 euro per uno studio di questo tipo, anche nell'area di Padova.
È una richiesta che viene dalla cittadinanza locale, dai comitati attivi. Sappiamo che il Comune di Padova ha approvato una mozione per uno studio epidemiologico, quindi questo potrebbe essere un tentativo di accorciare i tempi di un monitoraggio, di un biomonitoraggio, per dare le informazioni che i cittadini io credo meritino rispetto ad una scelta come quella di aprire e autorizzare anzi, perché per ora è solo autorizzata, la quarta linea dell'inceneritore a Padova, nonostante, come sapete, il voto contrario del Comune di Padova, Comune che ha ovviamente il più alto impatto dell'apertura della quarta linea.
Spero che ci sia un'apertura, visto che su Fusina c'era stata la possibilità di valutare e quindi oggi si sta dando corso ad uno studio di questo tipo. Credo sia importante poterlo fare anche per Padova. Ripeto, l'investimento di sicuro vale la possibilità di dare delle informazioni importanti ai cittadini.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie anche a lei.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Ringrazio la consigliera Ostanel per aver presentato questa mozione. È un tema che ho seguito personalmente perché attraverso comitati e associazioni della Riviera, di Venezia, dell'area del veneziano, è sorta la necessità di un biomonitoraggio proprio per le popolazioni che abitano, risiedono nei pressi dell'inceneritore di Fusina.
Ben venga che un'indagine epidemiologica venga fatta anche in quel di Padova per quanto riguarda l'apertura di una nuova linea dell'inceneritore a Padova appunto. È una circostanza, questa, che ci dà la possibilità di discutere di questo tema e capire cosa vogliamo fare.
Se in tutto il mondo ormai è rispettato il principio della precauzione, per cui prima di installare impianti di questo tipo, che comunque hanno un impatto sulla salute, bisogna prima indagare quelle che possono essere le cause, credo sia nostro dovere oggi capire e mandare avanti magari una mozione di questo tipo, che chiede semplicemente di fare un'indagine sulla popolazione per capire se ci possono essere conseguenze negative che impattano sulla popolazione residente nei pressi di un inceneritore.
Ci sono anche dei Comitati che stanno nascendo. Proprio ieri sera ero a Vicenza per la nascita del nuovo Comitato Area Berica, che si occupa proprio dei temi della sanità. Una delle motivazioni, uno degli obiettivi di questo Comitato è proprio quello di preservare la salute pubblica. Proprio per questo si terrà una manifestazione a Padova il 9 aprile, dalla mattina, per manifestare sui temi della sanità pubblica.
Questa è una delle richieste dei Comitati. Sarebbe importante che la Giunta regionale – e qui mi rivolgo all'assessore Lanzarin, perché è l'Assessore competente – potesse dare una risposta affermativa a questa mozione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Baldin.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Viva i comitati, perché ne sorge uno ogni minuto.
Sull'inceneritore, adesso non ricordo da quanti anni è presente l'inceneritore di Fusina nell'area di Marghera, chiedo all'amico Speranzon, ma non mi pare che manchino i biomonitoraggi in quell'area, dove, oltre all'inceneritore, c'è di tutto e di più. Quindi, bisognerebbe capire cosa è stato fatto lì negli ultimi decenni. Penso che comunque anche su Padova – lo ricordo alla collega Ostanel – da decenni ci sono le quattro linee di incenerimento. Penso che si trovino biomonitoraggi dappertutto.
Tra l'altro, ricordo che, in un periodo come questo, in cui cerchiamo energia da tutte le parti, in cui siamo per la transizione ecologica, in cui comunque benissimo facciamo la raccolta differenziata – qui c'è l'Assessore all'ambiente – e siamo tra le Regioni, forse la più virtuosa, ci sono province come quella di Treviso che sfiorano l'80% o forse di più (adesso non ricordo) in cui molte materie non vengono riciclate perché non hanno comunque un ritorno economico...
Per esempio – ho fatto già questo esempio sulla plastica – benissimo ricicliamo le plastiche, ma ci sono stati anche dei momenti in cui il nostro mercato numero 1, che è la Cina, non le ha più volute e abbiamo visto come le ecomafie riciclavano la plastica in capannoni abbandonati in aree industriali che, guarda caso, ogni tanto prendono fuoco. Quindi andiamo a fare lì il biomonitoraggio dei capannoni di plastica a centinaia bruciati dalle mafie in tutto il Paese.
Detto questo, ricordo alla collega Ostanel che è della civica Padova, che non ricordo, che l'inceneritore di Padova, rispetto al quale nel Comune avete votato contro la quarta linea, la quarta linea va a sostituire due linee vecchie, la terza e la quarta. La proprietà dell'inceneritore di Padova è dell'APS Holding Hera, in cui il Comune di Padova è socio e prende utili di qualche milione all'anno.
Venite a votare contro la quarta linea dell'inceneritore, che viene modernizzato, che viene dotato di tutte le tecnologie, come quello di Brescia, che dà riscaldamento alle famiglie, che dà energia elettrica alle industrie nel momento in cui ne abbiamo bisogno solo perché avete le elezioni tra poco?
Vedremo, dopo le elezioni, come sarà la Giunta di Padova, cosa dirà sull'inceneritore. Quindi, non venite a raccontarci palle qui dentro sull'inceneritore di Padova, perché è di vostra proprietà, il progetto lo avete presentato voi, attraverso la vostra società, quindi, giustamente, per il bene dei nostri cittadini, per l'energia alle nostre industrie, per il riciclo termoriduttivo dei rifiuti, questa linea deve andare avanti. Non possiamo chiudere gli occhi e pensare che la modernità non vada avanti. Fa parte del ciclo dei rifiuti anche questo.

PRESIDENTE

Grazie, collega Pan.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché non posso stare zitto di fronte a una banalizzazione di questo tipo di un tema serio qual è quello della gestione del ciclo dei rifiuti.
Nessuno mette in discussione quello che oggi viene chiamato end of waste, la fine del ciclo. Parliamo di economia circolare, ma sappiamo bene che non è un cerchio, perché ha comunque uno sbuffo che esce, che è quello destinato al fine vita del ciclo dei rifiuti, indispensabile.
È vero che in tutto il Veneto gli impianti oggi attivi sono, di fatto, due, Schio e Padova. Il terzo è qui a Fusina, in corso di avviamento. Manca, però, quel Piano dei rifiuti, collega Pan, che mette sullo stesso piano...
La Giunta l'ha approvato, ma qui non l'abbiamo visto. Questo organo, che è sovrano, non l'ha visto. In assenza del Piano, sono le imprese che fanno la politica dei rifiuti. Questo non va bene, non perché l'impresa non ne sia competente. Assolutamente. È talmente competente che si sostituisce totalmente al potere della Regione. Ma perché qui deve stare la capacità programmatoria.
La mozione non mette in discussione quel baffo dell'economia circolare, che è indispensabile, ma dice: c'era un impegno chiaro a favore del biomonitoraggio che non è stato rispettato. È solo una richiesta di attivarlo. Sono degli interventi specifici su delle popolazioni, dei campioni, con dei criteri statistici, che devono essere adottati in maniera corretta. Non si può dire: "L'impianto è lì da una vita, quindi...". "Quindi" cosa? Vanno fatti degli studi specifici. Hanno un costo modesto. Erano previsti dai decreti autorizzativi degli impianti. Non c'è ragione per mettere in discussione questo.
Banalizzare la cosa dicendo "abbiamo bisogno di energia, quindi avanti i Savoia" mi sembra una cosa non rispettosa dei cittadini del Veneto.

PRESIDENTE

Collega Pan, per fatto personale.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Volevo solo ribadire, collega Lorenzoni, che, essendo decenni che c'è questo impianto, sicuramente avremo un biomonitoraggio spalmato negli anni. Abbiamo un'opinione di cosa sarà il fall-out, chiamiamolo così, di questo impianto sul territorio.

PRESIDENTE

Collega, questo non è "fatto personale".

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sicuramente, avendo un inceneritore molto più moderno, ci sarà un abbattimento di tutto questo.

PRESIDENTE

Collega Pan, sta rispondendo sulla mozione. Grazie.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Soltanto per riportare un po' di serietà in una discussione che, a mio giudizio, invece, è molto complicata, perché riguarda la vita di decine di migliaia di cittadini padovani, e non solo.
Noi abbiamo un problema molto serio, capogruppo Pan, noi padovani, intendo, che riguarda la funzione che la Provincia di Padova, nella testa della Regione, deve svolgere in riferimento al ciclo dei rifiuti di questa Regione. La città di Padova, la Provincia di Padova non si è mai rifiutata di farsi carico dei problemi e delle opportunità che riguardano la gestione dei rifiuti della nostra Provincia.
Ci siamo anche, devo dire, come territorio vasto provinciale, fatti carico in maniera eccessiva di sopperire a delle disfunzionalità nella gestione dei rifiuti di questa Regione, che non a caso nella Bassa Padovana scarica una serie di rifiuti pericolosi non irrilevante. Non a caso in Bassa Padovana, proprio in queste settimane, si sta svolgendo un'inchiesta molto delicata, che riguarda il traffico dei rifiuti tossici e illeciti tra Veneto...
Assessore Bottacin, siccome stiamo discutendo di un argomento che le dovrebbe interessare e su cui davvero c'è pochissimo da ridere, le chiedo gentilmente di prestare attenzione a questa discussione. Normalmente, dentro le Istituzioni ci si parla. Io non pretendo che lei impari, cerchi di fare lo stesso con me. Le chiedo semplicemente di ascoltare.
Grazie, Assessore.

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Sono sicura che ha capito perfettamente il concetto, essendo lei notoriamente molto intelligente.
Dicevamo, il tema è molto serio e riguarda sicuramente...
Presidente, io vorrei finire. Ho solo tre minuti.

PRESIDENTE

Colleghi, lasciate finire la collega Camani. Se qualcuno vuole intervenire, si prenoti.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Si fa così.
Dicevo, noi abbiamo assolutamente ben presente la questione e non siamo ideologicamente contrari all'inceneritore. In linea teorica, l'idea di dismettere linee antiche, vecchie e malfunzionanti per linee nuove e più efficienti non ci vede pregiudizialmente contrari. Vorremmo, però, capire di più di questo progetto, che certamente riguarda come responsabilità il Comune di Padova, l'azienda, la società che realizzerà l'impianto, ma è chiaro che la Regione che ha la competenza legislativa di vigilanza e pianificazione in ambito dei rifiuti non può girarsi dall'altra parte.
Allora, di fronte a un Comune che si assume questo tipo di responsabilità, di fronte a una collettività che chiede legittimamente di avere le garanzie rispetto a ciò che avverrà sul proprio territorio, il convitato di pietra di questa discussione è proprio la Regione del Veneto, che dovrebbe avere da tempo messo sul piatto la pianificazione in riferimento alle politiche che riguardano i rifiuti e che ancora, invece, non è nella disponibilità di questo Consiglio regionale.
Penso che sia grave l'affermazione dell'assessore Bottacin che fuori microfono dice che il Piano rifiuti è già stato approvato dalla Giunta, ma è un Piano che finché non viene dentro questo Consiglio regionale, non viene discusso e approvato qui, è come se non fosse mai stato approvato. Anzi, mi viene anche un dubbio: perché quel Piano, se approvato dalla Giunta, non viene in discussione qui? Perché il vero tema è capire qual è l'obiettivo che la Regione si pone rispetto a Padova e alla sua Provincia.
Da quello che noi capiamo, con i progetti che vediamo incanalati in questi anni, sembrerebbe quasi che la Giunta ha deciso che Padova deve essere il luogo dove vanno a finire i rifiuti di dimensione sovraprovinciale rispetto a una pianificazione regionale, perché il dimensionamento dell'inceneritore nuovo è assolutamente superiore alle necessità della Provincia di Padova.
È questo un tema da discutere? Io credo di sì. Dunque, se la mozione va nella direzione di tutelare la cittadinanza che si vede preoccupata legittimamente rispetto a questa nuova opera, di stimolare la Giunta a venire dove si discute e si decide, che è il Consiglio regionale, non certo l'Esecutivo, di questi temi, credo sia una posizione assolutamente condivisibile, che va nella direzione non tanto di dire "no" ideologicamente alle innovazioni, quanto di voler capire esattamente cosa costano in termini di ambiente, di salute e di progettazione ai cittadini quelle stesse innovazioni.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Do la parola all'assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Io intervengo sui contenuti della mozione e, quindi, sul discorso del biomonitoraggio, non intervengo sul Piano rifiuti, su cui credo che interverrà l'assessore Bottacin, perché non è di mia competenza.
Con riferimento al biomonitoraggio, noi abbiamo iniziato un percorso su Fusina, perché Fusina è all'interno dell'area SIN di Porto Marghera, quindi di interesse nazionale, è comunque attenzionata, sono stati fatti i passaggi con tutte le componenti, quindi con ARPA e con l'azienda di riferimento, anche nella Commissione regionale Ambiente e Salute, ed è già stato presentato un progetto al Ministero e all'Istituto Superiore di Sanità. Stiamo aspettando le indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità per procedere con il biomonitoraggio di richiesta, che è quello sul latte materno e sulle unghie dei bambini, come da richiesta, un biomonitoraggio anche circoscritto. Però, aspettiamo le linee di indirizzo da parte del Ministero su questo, perché è stato fatto un percorso istituzionale con tutti gli enti interessati.
Altra cosa è Padova, che non è un'area SIN e che non è stata attenzionata da nessuno, per cui oggi non rientra tra le esigenze che noi abbiamo nel procedere con un biomonitoraggio.
La mozione così come formulata, quindi, non è ricevibile. Ripeto, tanto per rispondere anche al consigliere Baldin, su Fusina, invece, c'è un percorso già definito e già strutturato, che ha visto anche i passaggi istituzionali, quindi si andrà in questa direzione. Non su Padova, perché non si ritiene opportuno e necessario, anche perché non rientra in un'area come quella di Porto Marghera.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Lanzarin.
Vi chiedo uno strappo alla regola. Quando si discutono le mozioni parla un solo esponente della Giunta. Tuttavia, visto che abbiamo qui l'assessore Bottacin, che è anche stato chiamato in causa durante la discussione della mozione, gli concediamo la parola in modo da poter rispondere, sia per fatto personale, che per rispondere nel contenuto.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
Solo per fatto personale, dato che sono stato chiamato in causa. Però, se poi non rispondo, chi ascolta a casa dice: "Ma questo qua non ha niente da dire?".
Intervengo semplicemente per dire che non posso accettare, come rappresentante di cinque milioni di veneti, che sia dipinta la Regione Veneto con disfunzionalità, perché siamo da anni al top in Italia e un riferimento europeo per la gestione dei rifiuti.
Per quanto riguarda la pianificazione, vige il vecchio Piano, fintantoché non sarà approvato il nuovo, e peraltro il nuovo prevede lo stesso numero di impianti di termovalorizzazione (Padova, Fusina e Schio) solo che, a prescindere dal piano, questi impianti vengono rinnovati con la stessa capacità di prima, a prescindere dal piano.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Bottacin.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Ringrazio per le spiegazioni, però penso che il tema sia quello di capire se lo stesso percorso di Fusina si possa pensare anche per l'area di Padova. È vero che le aree sono diverse, ma io penso che sarebbe necessario, invece, intraprendere il percorso che ci permetta di fare un biomonitoraggio anche nell'area di Padova. Questo è il tema vero. È un investimento minimo e credo che, come richiesta che arriva da tantissimi comitati cittadini locali, ma anche dagli stessi amministratori, sarebbe un'opera di trasparenza importante.
Non voglio entrare nel merito del Piano dei rifiuti, su cui sono già intervenuta varie volte, e nemmeno sull'essere a favore o contro la quarta linea dell'inceneritore, altro tema su cui sono intervenuta più volte rispetto a come è stata presa questa scelta, qui si sta chiedendo semplicemente di intraprendere una strada, che è quella di realizzare uno studio, che costa, tra l'altro, molto poco, in un'area come quella di Padova, dove viene richiesto da comitati, ma anche dall'Amministrazione locale.
Mi dispiace non vedere la possibilità che questo avvenga e, quindi, recepisco la non volontà di prendere in carico questa richiesta.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento, quindi passiamo alla votazione.
Metto in votazione la mozione n. 245.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
PUNTO
23



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI FAVERO, ZECCHINATO, CENTENARO, BARBISAN, BET, CECCHETTO, DOLFIN, PAN, RIZZOTTO, VIANELLO, FINCO, SPONDA, SANDONÀ E PICCININI RELATIVA A "EDILIZIA SCOLASTICA: ADEGUARE I FINANZIAMENTI ALL'AUMENTO DEI COSTI DELLE MATERIE PRIME E PROROGARE I TERMINI DI CHIUSURA LAVORI". (MOZIONE N. 251) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 61/2022)

PRESIDENTE

Passiamo all'ultima mozione del giorno, che è la n. 251, presentata dai colleghi Favero, Barbisan ed altri.
Prego, collega Favero.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Buonasera a tutti.
Sappiamo tutti che una delle grandi emergenze nazionali è quella della qualità e dello stato di conservazione del patrimonio edilizio scolastico, anche perché l'Italia è un Paese che si caratterizza per il fatto di essere molto esposto a livello di rischio sismico.
Correttamente tre Ministeri, il MEF, il MIUR e il MIT, hanno varato due piani triennali per finanziare interventi nell'ambito dell'edilizia scolastica, piani triennali che riguardano il 2015-2017 e il 2018-2020. Molti Enti locali, Province e Comuni, hanno partecipato. I finanziamenti sono a valere di fondi BEI, con ammortamento degli oneri a carico dello Stato, e le Regioni hanno provveduto a istruire i bandi e le graduatorie.
Orbene, qual è il problema che si sta ingenerando? L'aumento dei costi delle materie prime sta mettendo in difficoltà tanto i Comuni che sono già arrivati a mettere in cantiere le opere, quanto i Comuni che stanno chiudendo la progettazione definitiva e vorrebbero andare a bando, perché i valori economici evidentemente si sono profondamente modificati.
Allora che cosa chiediamo noi alla Giunta regionale? Sostanzialmente tre cose. La prima è quella di chiedere ai Ministeri di compiere un monitoraggio sui progetti ammessi al finanziamento, allo scopo di capire qual è stato l'impatto e qual è l'impatto in corso per il rincaro delle materie prime.
La seconda è quella di chiedere ai Ministeri competenti, in seguito all'esito del monitoraggio, di valutare la possibilità di rifinanziare in quota parte quei progetti laddove vi siano degli scostamenti tra i piani economici iniziali e quelli che, ahimè, invece, oggi l'aumento del costo dei materiali va a determinare. Sottolineo un fatto: molte ditte che sono in cantiere stanno già avanzando riserve, dicendo: caro Comune, quando hai fatto il bando il costo delle materie prima era questo, adesso purtroppo è un altro.
Chiediamo anche una terza cosa, molto concreta. I Comuni sono, ahimè, sottorganico, dopo gli anni in cui si è vietato, di fatto, di fare nuove assunzioni, dal 2011 al 2018, per cui si chiede di autorizzare una proroga ragionata in ordine ai termini dei bandi e della chiusura dei lavori previsti, oltre che prevedere un'automatica proroga dei termini di rendicontazione sulla base di una motivata richiesta da parte dei Comuni stessi, al fine di salvaguardare i contributi concessi.
Come vedete, sono richieste molto pratiche, che ci vengono poste dai nostri amministratori locali. Io ho raccolto diverse segnalazioni, così il collega Zecchinato e anche il collega Centenaro, che già qualche mese fa aveva sollevato il problema dei rincari, sui quali si gioca anche evidentemente una partita speculativa, purtroppo. Quindi per venire incontro alle esigenze delle nostre comunità, sapendo e ribadendo che la messa a norma delle scuole sul piano sismico, sul piano dell'ampliamento o sul piano della realizzazione di nuovi istituti, è una scelta strategica per il futuro del Paese, chiedo a tutti i Consiglieri di votare questa mozione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono richieste di intervento? Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Solo per confermare il voto favorevole del Gruppo a questa mozione.
Il consigliere Favero pone una questione vera, sollevata da tutti gli amministratori, e non solo, nel senso che vale anche sul fronte delle imprese e per tanti versi dei cittadini, non direttamente sull'oggetto di questa mozione, ma sicuramente impatta sulla vita di tutti, quindi siamo assolutamente favorevoli. L'auspicio è che si vada esattamente nella direzione indicata dal dispositivo.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Mettiamo in votazione la mozione n. 251.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Chiudiamo la seduta odierna.
Per il prossimo Consiglio sarete convocati a domicilio.
Buona serata.
La Seduta termina alle ore 17.30
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 56 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 56
MARTEDì 29 MARZO 2022


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 56a seduta pubblica – martedì 29 marzo 2022
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 106 del 23 novembre 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 4659 del 24 marzo 2022.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.41 e rinvia i lavori alle ore 10.50.

La seduta è sospesa alle ore 10.41.

La seduta riprende alle ore 11.02.

Assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 55a seduta pubblica di martedì 22 marzo 2022.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia, le consigliere Maino e Guarda, e che un consigliere partecipa alla seduta da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 241 del 17.02.2022
presentata dalle consigliere Camani, Zottis e Bigon
"Valvitalia S.p.a.: quali sono le intenzioni della Regione?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4, del Regolamento  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE rinvia la trattazione dell'Interrogazione a risposta scritta n. 160.

Punto 5.1) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda e Lorenzoni relativa a "Lettera della Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria in contrasto con Ordinanza del TAR Veneto n. 491/2021 di sospensione del calendario venatorio regionale 2021/2022. La Giunta regionale intende intervenire per il rispetto delle norme di tutela della fauna selvatica?" (Interrogazione a risposta scritta n. 133)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Zanoni (Partito democratico) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito democratico) in sede di replica.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Proposta di legge statale da trasmettere al Parlamento nazionale, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione dal titolo: "Modifica dell'articolo 338 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265 "Testo unico delle leggi sanitarie"" d'iniziativa del Consiglio Regionale del Veneto. (Progetto di legge statale n. 12) APPROVATO (Deliberazione n. 48/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Zecchinato (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda commissione consiliare, e Montanariello (Partito Democratico), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda commissione consiliare.

Intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), in discussione generale, Zecchinato (Zaia Presidente) e Montanariello , (Partito Democratico) in sede di replica.

Il PRESIDENTE dà 5 minuti di tempo per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. B1, presentato dal consigliere Montanariello, e sospende la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Seconda commissione consiliare di esprimere il parere sull'emendamento presentato.

Si passa all'esame dell'articolato.

Il PRESIDENTE dà 1 minuto di tempo per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. B2 presentato dal consigliere Zecchinato.

La seduta è sospesa alle ore 11.59.

La seduta riprende alle ore 12.03.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico) che ritira l'emendamento n. B1.

L'emendamento n. B2 all'articolo 1, illustrato dal consigliere Zecchinato (Zaia Presidente), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Sull'articolo 2 intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto) e Zecchinato (Zaia Presidente).

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico) e Zecchinato (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge statale in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Ostanel

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Possamai Giacomo, Zanoni

Non votanti:

nessuno

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa della consigliera Cestari relativa a "Modifiche alla legge regionale 21 giugno 2018, n. 21 "Interventi regionali per la promozione e la diffusione dei diritti umani nonché la cooperazione allo sviluppo sostenibile"". (Progetto di legge n. 104) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 11/2022)  [RESOCONTO]

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico) sull'ordine dei lavori.

Intervengono le consigliere Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Sesta commissione consiliare, e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che svolge la relazione di minoranza per conto della Sesta commissione consiliare.

Il PRESIDENTE dà 10 minuti di tempo per la presentazione di eventuali subemendamenti agli emendamenti nn. A1 e A2 presentati dalla consigliera Ostanel.

Interviene in discussione generale l'assessore Corazzari.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Sesta commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 12.37.

La seduta riprende alle ore 12.48.

Si passa all'esame dell'articolato.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Sull'emendamento n. A1 intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, e Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier).

L'emendamento n. A1 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Sull'emendamento n. A2, aggiuntivo di un articolo, interviene la consigliera Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier).

L'emendamento n. A2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli articoli 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Si passa all'esame dell'ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A3

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Giacomo Possamai, Camani, Montanariello, Zottis, Bigon, Zanoni, Baldin, Lorenzoni, Ostanel e Guarda relativo a "La Regione Veneto per l'integrità e l'indipendenza dello Stato ucraino" in occasione dell'esame della proposta di legge relativa a "Modifiche alla legge regionale 21 giugno 2018, n. 21 "Interventi regionali per la promozione e la diffusione dei diritti umani nonché la cooperazione allo sviluppo sostenibile"". (Progetto di legge n. 104) APPROVATO (Deliberazione n. 49/2022)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico) che lo illustra, Valdegamberi (Gruppo Misto), Villanova (Zaia Presidente), Camani (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Interviene il consigliere Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) per fatto personale.

Il PRESIDENTE prende atto che la proposta di modifica del consigliere Villanova non è accolta dal proponente.

Sull'ordine dei lavori intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente), Camani (Partito Democratico Veneto) e il consigliere Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. A3.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Scatto, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Formaggio, Polato, Soranzo, Speranzon

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 13.35.

La seduta riprende alle ore 15.20.

Assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Speranzon, Polato, Soranzo, Razzolini e Formaggio relativa a "Sostegno alle fornaci del Vetro di Murano per l'abbassamento degli oneri di sistema delle forniture del gas utilizzate per la produzione e difesa del prodotto Made in Italy". (Mozione n. 194) APPROVATA (Deliberazione n. 50/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che illustra la mozione in oggetto, e Montanariello (Partito Democratico) in discussione generale.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 9) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Cestari, Bisaglia, Ostanel, Bet, Cecchetto, Dolfin, Michieletto, Cavinato, Ciambetti, Finco, Vianello e Giacomo Possamai relativa a "Autodromo "Adria International Raceway", evitiamo l'ennesimo danno all'economia del Polesine". (Mozione n. 237) APPROVATA (Deliberazione n. 51/2022)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Possamai Giacomo (Partito Democratico) che chiede di sottoscriverla.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Valdegamberi

Non votanti:

nessuno

Punto n. 10) all'ordine del giorno

Mozione presentata dalle consigliere Ostanel, Baldin e Guarda relativa a "Garantire accesso alle cure per le donne affette da vulvodinia e neuropatia del pudendo inserendole nei LEA (Livelli essenziali di assistenza)". (Mozione n. 266) APPROVATA (Deliberazione n. 52/2022)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono le consigliere Bigon (Partito Democratico Veneto) e Baldin (Movimento 5 Stelle).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 11) all'ordine del giorno

Mozione presentata dalla consigliera Venturini relativa a "Sia adottata dalla Giunta regionale una apposita iniziativa presso il Ministero della Difesa affinché sia riconosciuto il nesso di causalità fra l'esposizione al radon e l'insorgenza di forme tumorali anche diverse dal tumore ai polmoni per il personale dell'Aeronautica Militare che ha prestato servizio presso le basi bunker del Monte Venda sui Colli Euganei - 1° ROC". (Mozione n. 200) APPROVATA (Deliberazione n. 53/2022)


Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che illustra la mozione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 12) all'ordine del giorno

Mozione presentata dal consigliere Lorenzoni relativa a "La Regione estenda anche ai Geni Civili i criteri operativi definiti per gli interventi di salvaguardia e riqualificazione ambientale dei corsi d'acqua previsti per i Consorzi di Bonifica". (Mozione n. 234) APPROVATA (Deliberazione n. 54/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che illustra la mozione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 13) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Rigo e Valdegamberi relativa a "Istituzione di una borsa di studio in memoria di Angelo Messedaglia". (Mozione n. 181) APPROVATA (Deliberazione n. 55/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) e l'assessore Corazzari che con il consenso del presentatore propone delle modifiche.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 14) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Bigon, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello, Zanoni, Zottis e Ostanel relativa a "Mettere la salute mentale al centro delle politiche socio-sanitarie regionali". (Mozione n. 107) APPROVATA (Deliberazione n. 56/2022)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che chiede di sottoscriverla, e l'assessora Lanzarin che con il consenso della presentatrice propone delle modifiche.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 15) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Razzolini, Speranzon, Polato, Soranzo e Formaggio relativa a "La Regione Veneto si attivi per garantire ospitalità ai minori orfani ucraini e per semplificare l'iter di adozione di tutti i minori, con particolare sensibilità a quelle internazionali dei minori orfani ucraini". (Mozione n. 264) APPROVATA (Deliberazione n. 57/2022)  [RESOCONTO]

Interviene il consigliere Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Possamai Giacomo (Partito Democratico) che propone delle modifiche.

Intervengono il consigliere Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che in sede di replica accoglie la proposta di modifica, l'assessora Lanzarin e il consigliere Montanariello (Partito Democratico).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE rinvia la trattazione del punto 16) all'ordine del giorno, mozione n. 178.

Punto n. 17) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Dolfin, Bet, Cecchetto, Finco, Sandonà, Cavinato, Ciambetti, Michieletto, Vianello e Barbisan relativa a "Basilica di San Marco: consentire, quanto prima, la ripresa dei lavori per la realizzazione dell'opera di protezione". (Mozione n. 243) APPROVATA (Deliberazione n. 58/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la mozione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Corsi, Dolfin, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE rinvia la trattazione del punto 18) all'ordine del giorno, mozione n. 219.

Punto n. 19) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dai consiglieri Boron, Barbisan, Bisaglia, Bet, Cecchetto, Centenaro, Corsi, Dolfin, Michieletto, Rizzotto, Vianello e Zecchinato relativa a "Cessione dei crediti in edilizia: intraprendere ogni azione ed iniziativa per intervenire subito, in occasione dell'iter di conversione, per ripristinare il regime di cessione dei crediti in edilizia, norma strategica per il sistema paese, ovviando agli effetti del Decreto legge 27 gennaio 2022, n. 4 "Sostegni Ter"". (Risoluzione n. 38) APPROVATA (Deliberazione n. 59/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Boron (Zaia Presidente) che illustra la mozione in oggetto e propone delle modifiche.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione in oggetto come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 20) all'ordine del giorno

Mozione presentata dal consigliere Montanariello relativa a "La Regione Veneto sostenga le istanze dei lavoratori portuali presso il Governo e le autorità competenti". (Mozione n. 235) APPROVATA (Deliberazione n. 60/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Montanariello (Partito Democratico) in sede di replica.

In dichiarazioni di voto interviene il consigliere Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE rinvia la trattazione del punto 21) all'ordine del giorno, mozione n. 247.

Punto n. 22) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Ostanel, Baldin, Lorenzoni, Camani, Zanoni e Guarda relativa a "La Giunta faccia proprie le preoccupazioni dei sindaci e dei cittadini e preveda un bio-monitoraggio sulla popolazione interessata dalla presenza degli inceneritori di Padova e Fusina". (Mozione n. 245) RESPINTA  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Lorenzoni (Gruppo Misto), Camani (Partito Democratico Veneto), l'assessora Lanzarin, l'assessore Bottacin per fatto personale.

In sede di replica interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 23) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Favero, Zecchinato, Centenaro, Barbisan, Bet, Cecchetto, Dolfin, Pan, Rizzotto, Vianello, Finco, Sponda, Sandonà e Piccinini relativa a "Edilizia scolastica: adeguare i finanziamenti all'aumento dei costi delle materie prime e prorogare i termini di chiusura lavori". (Mozione n. 251) APPROVATA (Deliberazione n. 61/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Favero (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la mozione in oggetto.

In dichiarazione di voto interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Formaggio

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 17.30.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MICHIELETTO Gabriele
BALDIN Erika
MONTANARIELLO Jonatan
BARBISAN Fabiano
OSTANEL Elena
BET Roberto
PAN Giuseppe
BIGON Anna Maria
PICCININI Tomas
BISAGLIA Simona
POLATO Daniele
BORON Fabrizio
POSSAMAI Giacomo
BOZZA Alberto
POSSAMAI Gianpiero
BRESCACIN Sonia
PUPPATO Giovanni
CAMANI Vanessa
RIGO Filippo
CAVINATO Elisa
RIZZOTTO Silvia
CECCHETTO Milena
SANDONA' Luciano
CENTENARO Giulio
SCATTO Francesca
CESTARI Laura
SORANZO Enoch
CESTARO Silvia
SPERANZON Raffaele
CIAMBETTI Roberto
SPONDA Alessandra
CORSI Enrico
VALDEGAMBERI Stefano
DOLFIN Marco
VENTURINI Elisa
FAVERO Marzio
VIANELLO Roberta
FINCO Nicola Ignazio
VILLANOVA Alberto
FORMAGGIO Joe
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo







LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
Erika BALDIN








IL PRESIDENTE
Nicola Ignazio FINCO















N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba