ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 15/11/2022 n. 77

Resoconto 77 a Seduta pubblica
Martedì, 15 novembre 2022
SOMMARIO
 
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.32, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.
 
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
 
La Seduta inizia alle ore 10.52

PRESIDENTE

Siamo in attesa dell'interrogante. Ancora qualche minuto per partire.
L'inizio dei lavori è rinviato alle ore 11.00
La Seduta è sospesa alle ore 10.52
 
 
La Seduta riprende alle ore 11.01

PRESIDENTE

Colleghi, per favore, registratevi su Concilium.
Buongiorno. Diamo inizio alla 77a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16903 del 10 novembre 2022.
PUNTO
1
 
   

APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 75a Seduta pubblica di martedì 25 ottobre 2022 e della 76a Seduta pubblica di martedì 8 novembre 2022.
PUNTO
2
 
   

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Fabrizio BORON
Silvia RIZZOTTO
I congedi sono concessi.
Il consigliere Marco Zecchinato ci segue a distanza.
PUNTO
3
 
   

CONVALIDA DELL'ELEZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE LUCAS PAVANETTO, AI SENSI DELL'ARTICOLO 37 DELLO STATUTO. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 152/2022)

PRESIDENTE

Siamo al punto n. 3 relativo alla convalida della elezione del consigliere Lucas Pavanetto, ai sensi dell'articolo 37 dello Statuto.
Con deliberazione n. 141 del 18 ottobre 2022, il Consiglio regionale ha deliberato la sostituzione del consigliere Raffaele Speranzon, dimissionario, con il signor Lucas Pavanetto.
L'Ufficio di Presidenza, nella seduta dell'8 novembre 2022, ha esaminato, ai sensi dell'articolo 37 dello Statuto e dell'articolo 7 del Regolamento del Consiglio regionale, la posizione del consigliere regionale Lucas Pavanetto e, sulla base delle attestazioni dallo stesso rilasciate, ha verificato che non risultano sussistere cause di ineleggibilità e incompatibilità (articoli 7 e 8 della legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 , e successive modificazioni; articolo 12 del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39; decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235).
L'Ufficio di Presidenza, quindi, con voto unanime e palese, propone al Consiglio regionale la convalida dell'elezione del consigliere regionale Lucas Pavanetto.
Non è previsto dibattito su questo punto.
Abbiamo un punto aperto, colleghi. Dobbiamo votare.
Metto in votazione la convalida dell'elezione del consigliere Lucas Pavanetto.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
La parola al collega Lorenzoni sull'ordine dei lavori. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Molto rapidamente, per esprimere un po' di disagio di fronte al fatto che questo Consiglio, convocato alle ore 10.30, è iniziato alle ore 11.04.

PRESIDENTE

Qualcuno faccia outing in questo momento.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Ho notato una progressiva dilazione dei tempi di inizio, che non riconosco negli usi di questa Regione.

PRESIDENTE

Concordo con lei, assolutamente.
La vicepresidente De Berti era qui in tempo per rispondere alle interrogazioni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Riconosco che la vicepresidente De Berti era qui, come altri Consiglieri.
Il tempo di tutti è prezioso e credo che il rispetto sia importante.

PRESIDENTE

La parola al collega Villanova sull'ordine lavori. Prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Presidente, ritengo alquanto suggestiva questa sollecitazione da parte del consigliere Lorenzoni, perché la maggioranza era assolutamente tutta a Palazzo. Stavamo aspettando un rappresentante della minoranza per poter iniziare.
Lei era qui, ma stavamo aspettando un rappresentante della minoranza per poter iniziare. Quindi, per piacere, non facciamo lezioni, perché le lezioni si fanno da altre parti.

PRESIDENTE

Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, siccome sono abituato a prendermi le mie responsabilità, stamattina ‒ ma non lo sapevo ‒ c'erano solo mie interrogazioni. Ero alla manifestazione sindacale. Sono arrivato in ritardo io e, correttamente, mi avete atteso.
Grazie.

PRESIDENTE

Complimenti al collega Possamai, che chiarisce tutto.
PUNTO
4
 
   

INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
6
 
   

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Partiamo dalla IRS n. 140 del collega Possamai.

Interrogazione a risposta scritta n. 140 del 22 ottobre 2021 presentata dai consiglieri Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Zanoni e Zottis relativa a "SERVIZIO FERROVIARIO METROPOLITANO REGIONALE (SFMR): QUAL È LO STATO ATTUATIVO E FINANZIARIO DELLA PRIMA E SECONDA FASE? QUALI SONO LE INTENZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE PER LE RESTANTI FASI?"

Collega Possamai, se vuole, illustri l'interrogazione. Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
è un tema molto noto e anche molto rilevante. La questione riguarda il Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR).
Nello specifico, nell'interrogazione ‒ che non illustro perché è lunga ‒ si chiede alla vicepresidente De Berti quale sia lo stato attuativo e finanziario della prima e della seconda fase e, soprattutto, quali sono le intenzioni della Giunta regionale sulle fasi restanti.
Sappiamo che l'SFMR si compone ‒ o si componeva; vorremmo sentire la Vicepresidente su questo – di una serie di interventi. La prima fase comprende la ristrutturazione di 23 stazioni, 12 nuove fermate ferroviarie, ampi parcheggi scambiatori, l'eliminazione di 60 passaggi a livello. La seconda fase comprende altri interventi.
Il punto è capire, da parte della Giunta, quali sono le intenzioni e gli stati di avanzamento di questa, secondo noi importante, opera. Consideriamo da sempre centrale per questa Regione l'investimento sul ferro e, in particolare, l'idea che ci sia la necessità di una metropolitana regionale, cioè di un servizio che colleghi, a cadenza regolare, i centri della nostra provincia, del nostro territorio, per spostare quote di traffico dalla gomma al ferro, ma soprattutto per dare un servizio importante ai nostri cittadini.
Da sempre, anche chi ci ha preceduto su questi banchi, sui banchi dell'opposizione, ha sostenuto la necessità di andare avanti con velocità su quest'opera, cosa che non è accaduta. Per cui, chiediamo alla Vicepresidente di rispondere su quale sia lo stato attuativo di quest'opera. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Vicepresidente De Berti, prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Sapete, perché è da sette anni che lo ripeto, quali sono le mie perplessità sull'SFMR, solamente legate alla questione delle fasi. Per il resto, in questi anni abbiamo lavorato.
Il progetto del sistema ferroviario metropolitano è stato sviluppato a partire dagli anni Novanta per configurarsi come un nuovo sistema di trasporti integrato, in cui la funzione portante doveva essere svolta dai servizi ferroviari, coordinati sia con i servizi collettivi stradali sia con i mezzi individuali. Gli obiettivi del progetto sono quelli di garantire buoni livelli di mobilità della popolazione veneta in un contesto territoriale a struttura policentrica, migliorando la qualità dei servizi regionali di trasporto collettivo, in modo da renderli competitivi con il trasporto individuale, riducendo nel tempo i livelli di inquinamento atmosferico, la congestione e l'incidentalità stradale.
Il complesso di interventi previsti per l'attuazione dell'SFMR ha imposto di articolare il progetto in più fasi, tra loro correlate, in successione temporale, individuando le linee su cui intervenire prioritariamente.
Nello specifico, le tratte ferroviarie che sono state interessate dalla prima fase di attuazione sono la Venezia-Mestre-Quarto d'Altino, la Mestre-Treviso, la Mestre-Padova, la Padova-Castelfranco, la Mestre-Mira Buse, la Mestre-Castelfranco e gli impianti tecnologici ferroviari per il ripristino della Linea dei Bivi.
Le opere infrastrutturali relative alla sopraccitata prima fase prevedevano, in sintesi, la ristrutturazione di 23 stazioni esistenti e la realizzazione di 12 nuove fermate ferroviarie, la realizzazione di ampi parcheggi scambiatori in prossimità delle stazioni, l'eliminazione di 60 passaggi a livello, un nuovo svincolo autostradale in località Borbiago, per consentire una maggiore accessibilità alla nuova stazione di Porta Ovest, e alcuni interventi di potenziamento delle linee e dell'impiantistica ferroviaria, tra cui il ripristino della dismessa Linea dei Bivi e l'elettrificazione della tratta tra Mira Buse e Mestre, distribuiti su circa 150 chilometri di linea, interessando i territori di 3 Province e 23 Comuni.
Nella maggior parte dei casi, tali opere hanno trovato concreta attuazione, a meno di un numero limitato di interventi che sono stati definitivamente stralciati per criticità attuative sorte successivamente alla loro approvazione o perché ritenuti non più compatibili con le esigenze dell'esercizio ferroviario, e di un ulteriore numero residuale di interventi che, ad oggi, risultano pianificati, in corso di realizzazione o prossimi all'appalto.
Nello specifico, risultano in corso di progettazione e di realizzazione i seguenti interventi: soppressione dei passaggi a livello al km 1+337 e al km 1+445 della linea Mestre-Quarto d'Altino in Comune di Venezia, appalto in fase di conclusione, intervento realizzato dal Comune di Venezia; completamento fermata di Gazzera e di Olimpia-Mestre centro, di prossimo avvio, a cura della società RFI; soppressione del passaggio a livello al km 32+328 in Comune di San Giorgio delle Pertiche, in via Roma, sviluppo del progetto a cura di RFI nel 2023; soppressione del passaggio a livello al km 3+750 della tratta Camposampiero-Castelfranco, in Comune di Loreggia, via Loreggiola, conclusa nel corso del 2021 la procedura di approvazione del progetto definitivo e la realizzazione dell'opera in carico a RFI, ai sensi del protocollo d'intesa sottoscritto tra la Regione e RFI nel luglio del 2017; soppressione del passaggio a livello al km 10+212 nella linea Mestre-Castelfranco, in Comune di Salzano (Venezia), via Borgo Valentini, redatto il progetto di fattibilità tecnica ed economica a cura della Regione del Veneto, nell'ambito del protocollo d'intesa con RFI del luglio 2017; soppressione del passaggio a livello al km 14+550 della linea Mestre-Castelfranco, in Comune di Noale (Venezia), via Ongari, intervento con lavori in corso, a cura di RFI, opera inserita nel protocollo d'intesa con RFI del luglio 2017, soppressione del passaggio a livello al km 17+093 della linea Mestre-Castelfranco, in Comune di Noale, via Cason; redatto il progetto di fattibilità tecnica ed economica a cura della Regione Veneto nell'ambito del protocollo d'intesa con RFI luglio 2017, soppressione dei passaggi a livello al km 22+894 e al km 23+111 della linea Mestre-Castelfranco, in Comune di Piombino Dese, via Albare, via Roma, via Meolde; redatto il progetto di fattibilità tecnica ed economica a cura della Regione del Veneto nell'ambito del protocollo d'intesa con RFI luglio 2017, soppressione del passaggio a livello al km 27+358 della linea Mestre-Castelfranco, in Comune di Resana, via Ca' Zane; intervento in corso di realizzazione da parte della Provincia di Treviso, soppressione del passaggio a livello al km 28+294 della linea Mestre-Castelfranco, in Comune di Resana, via Brigola; conclusa nel corso del 2021 la procedura di approvazione del progetto definitivo e la realizzazione dell'opera in carico a RFI, ai sensi del protocollo d'intesa sottoscritto tra Regione del Veneto e RFI luglio 2017, soppressione del passaggio a livello al km 30+517 della linea Mestre-Castelfranco, in Comune di Castelfranco Veneto, via De Amicis; intervento con lavori in corso a cura di RFI, opera inserita nel protocollo d'intesa con RFI luglio 2017.
Tutti gli interventi previsti da SFMR, inoltre, sono stati individuati in funzione dell'adozione di un modello di esercizio della rete ferroviaria basato sul cadenzamento degli orari, cioè sull'adozione di frequenze e intervalli di passaggio fissi ogni 15-30 minuti e sulla realizzazione di condizioni di interscambio rapidi ed agevoli nelle stazioni di trasbordo. Al fine del perseguimento di tale obiettivo, va ricordato che il 15 dicembre 2013, almeno nelle aree di maggior domanda, è entrato in vigore il nuovo orario ferroviario cadenzato, che garantisce una migliore regolarità del servizio, una ragionevole frequenza dei treni e una loro buona distribuzione nell'arco della giornata, eliminando i vuoti di orario.
Per quanto riguarda, invece, la seconda fase di attuazione dell'SFMR, come peraltro anche per tutte le rimanenti fasi, la lievitazione dei costi stimati, unitamente alla sopravvenuta congiuntura economica negativa, hanno determinato la necessità di variare l'approccio realizzativo, pur restando valida l'idea di puntare sui treni nell'area metropolitana veneta, anche in considerazione dell'enorme contributo che la mobilità su rotaia può dare per affrontare il cambiamento climatico e le nuove sfide ambientali a favore di uno sviluppo più sostenibile.
Alla luce di quanto sopra, risulta ora necessario procedere per tappe e in modo graduale, guardando ad una operatività molto pragmatica, ovvero concentrandosi, in primo luogo, sugli interventi più urgenti e concretamente attuabili, con le risorse attualmente disponibili, al fine di apportare fin da subito un tangibile miglioramento alla rete infrastrutturale regionale. In tale ottica, sono stati stipulati dei protocolli d'intesa tra Regione ed RFI, quale il protocollo d'intesa del 2017 e quello del 2018, rispettivamente approvati con DGR n. 1160 e n. 1702, la prima del 19 luglio 2017 e la seconda del 12 novembre 2018, per addivenire, mediante cofinanziamento, alla soppressione di un vasto numero di passaggi a livello nel territorio regionale.
Altri interventi ritenuti prioritari sono stati concordati con RFI e, quindi, inseriti nel Contratto di programma 2022-2026 tra il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile e la società RFI, tra cui in particolare il raddoppio della Maerne-Castelfranco, per il quale sono stati assegnati 261 milioni di euro, l'elettrificazione della tratta ferroviaria Isola della Scala-Cerea, cui sono stati assegnati 48 milioni di euro, e il potenziamento della linea ferroviaria Vicenza-Schio, cui sono stati assegnati 21 milioni di euro.
A conferma della necessità di allocare in modo coerente e ottimale le risorse all'interno del contesto regionale, lo stesso Piano regionale dei trasporti, approvato con delibera n. 75/2020, nel delineare il quadro di riferimento dello sviluppo futuro delle infrastrutture e dei servizi per la mobilità delle persone e delle merci, propone, fra le altre cose, il completamento del disegno della rete infrastrutturale della Metropolitana Veneta (Azione A 3.1). Tuttavia, in tale ambito reputa anche necessario operare un'analisi di dettaglio della domanda sulle singole linee, dal momento che non tutte le linee presentano un andamento della domanda tale da richiedere l'implementazione dell'orario cadenzato.
Ad ogni modo, nonostante il rinnovato approccio al progetto dell'SFMR, puntare sull'implementazione del sistema del trasporto ferroviario resta, comunque, una strategia di intervento prioritaria per la Regione, che da sempre si è impegnata, e continuerà a farlo, per individuare le necessarie risorse economiche anche in ambito statale da destinare in tale direzione. A tal riguardo, si evidenzia che il PNRR, nel Settore delle infrastrutture (Missione 3), si pone quale macro-obiettivo un radicale e sostanziale cambiamento del modo di concepire le infrastrutture per una mobilità più sostenibile, destinando ben 25 miliardi di euro alle opere ferroviarie ed individuando gli interventi lungo cui orientare l'intera propria azione. Nello specifico, per il settore ferroviario in Veneto sono stati stanziati, nell'ambito del PNRR, del fondo complementare e con ulteriori risorse nazionali, circa 5 miliardi di euro, destinati principalmente al completamento dell'alta velocità Brescia-Verona-Vicenza, al rafforzamento e potenziamento della rete regionale Adria-Mestre, al cofinanziamento di programmi ferroviari, tra cui in particolare il collegamento ferroviario con l'aeroporto "Marco Polo" e l'elettrificazione dell'anello del bellunese.

PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Prego, collega Possamai, per la replica.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Naturalmente non possiamo dirci soddisfatti, per una serie di motivi. Ci sarebbe un problema al contrario, sono d'accordo, Vicepresidente. Dopo vado nello specifico, ma c'è un passaggio nella relazione che, secondo me, è tratto dal film "Amici miei", ed è il seguente: "Alla luce di quanto sopra, risulta ora necessario procedere per tappe e in modo graduale, guardando ad una operatività molto pragmatica, ovvero concentrandosi, in primo luogo, sugli interventi più urgenti e concretamente attuabili, con le risorse attualmente disponibili, al fine di apportare fin da subito un tangibile miglioramento alla rete infrastrutturale regionale". Appunto, sembra tratta dal film "Amici miei". Non lo volevo dire al microfono, ma ci assomiglia molto. Esatto, il Conte Mascetti, come mi suggerisce il capogruppo Villanova. Vedo che il capogruppo Pan si ricorda bene il film.
Ci sono due elementi. Il primo è di scelta, cioè di investimenti. Anche di questo abbiamo parlato tante volte. Secondo noi, questa Regione negli anni ha investito troppo poco sulle infrastrutture ferroviarie. Questo non è certo un tema di responsabilità di chi ha referato, ma è una scelta politica complessiva di una maggioranza politica. Noi restiamo convinti che oggi l'investimento sul ferro, quindi sulla rotaia, sui treni, sulla mobilità sostenibile, sia decisivo per definire la differenza tra una Regione che investe sul futuro e una che decide di non farlo. Ma è anche una scelta più di merito. Nello specifico, l'SFMR, quindi la metropolitana ferroviaria, secondo noi nell'impianto era un'ottima idea, perché andava esattamente incontro a quella che è la caratteristica del Veneto, della sua distribuzione territoriale, e cioè una città metropolitana diffusa, senza grandi centri, senza centri enormi, ma in cui sostanzialmente, soprattutto sull'asse della A4 tra Verona, Vicenza, Padova, Mestre e Venezia, di fatto non c'è soluzione di continuità, quindi l'idea di una grande metropolitana di superficie che collegasse chiaramente da est a ovest, ma che poi andasse anche lungo le altre direttrici. La Vicepresidente ha citato la tratta Vicenza-Schio, che per motivi territoriali mi è particolarmente cara, ed è allucinante che ancora oggi il tratto che collega il capoluogo al territorio più importante dal punto di vista produttivo, quello della Provincia di Vicenza, sia con un treno a gasolio. Questo elemento dà l'idea di come, nei fatti, una Regione che guarda al futuro, una Regione che ha la forza economica del Veneto non abbia investito in quella direzione. Lì c'è un tema di elettrificazione della linea e di eliminazione dei passaggi a livello. Ma l'SFMR serviva anche a questo, cioè all'idea di uno sviluppo di tutta la rete che partisse, chiaramente, dall'asse delle città più importanti, ma che poi andasse a irradiarsi anche nel profondo delle nostre Province.
Questa è un'idea che noi difendiamo e che difendiamo nel profondo. Chiaramente la scelta politica di questi anni, come ha spiegato l'Assessore con chiarezza, è stata un'altra, ma noi restiamo convinti che sia stata una scelta sbagliata e che, anzi, nei prossimi anni sia ancor più necessario, da un lato, allocare risorse nella direzione della mobilità su rotaia, quindi della mobilità sostenibile, e dall'altro recuperare questo progetto, che forse era il più importante che sia stato sviluppato negli ultimi anni in questa Regione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Alterniamo la risposta della Giunta.
Passiamo alla IRS n. 237.

Interrogazione a risposta scritta n. 237 del 3 agosto 2022 presentata dal consigliere Giacomo Possamai relativa a "PER QUALE MOTIVO, A 4 ANNI DALL'APPROVAZIONE DELLA L.R. 23/2018, L'ENTE PARCO REGIONALE DEL DELTA DEL PO NON HA ANCORA UN DIRETTORE?"

Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, avevo capito che alternava. Non avevo capito cosa intendesse. Adesso ho capito. Scusi, Presidente.
Sarò breve nella presentazione di questa interrogazione, dal momento che si capisce bene già dal titolo. Si chiede perché, a quattro anni dall'approvazione della legge, il Parco regionale del Delta del Po non abbia ancora un direttore. L'avviso di selezione pubblica era stato pubblicato il 3 maggio 2022 e scadeva il 3 giugno 2022, mentre l'interrogazione è del 3 agosto 2022, e in quel momento non si era ancora provveduto alla nomina. Quindi, erano passati due mesi. Il punto che noi sottolineavamo era semplicemente che un Ente come quello, in vacatio del ruolo di direttore, faceva una grande fatica a operare e a funzionare pienamente, in un momento, tra l'altro, particolarmente importante, perché il Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche sugli Enti Parco, prevede la possibilità di interventi, quindi in un momento in cui c'è la possibilità di attrarre risorse il fatto che non ci fosse un direttore e che, quindi, non fosse pienamente operativa la macchina, anche se ho intravisto la risposta dell'assessore Corazzari e ho constatato che viene riportato che la macchina sarà pienamente operativa, comunque adesso ascolterò la risposta e poi replicherò, ma è evidente che, in mancanza di un direttore, una struttura fa molta più fatica ad operare e rischia di perdere opportunità in un momento importante.
Per queste ragioni, chiedevamo il perché di queste lungaggini burocratiche, che evidentemente non hanno aiutato la funzionalità di un Ente importante come quello del Parco del Delta del Po.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'assessore Corazzari, al quale auguriamo pronta ripresa e facciamo i complimenti per la bretella. Prego, assessore.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie.
Noi abbiamo già preparato questa risposta, che faremo pervenire al Consigliere. Faccio una lettura di sintesi...

PRESIDENTE

Assessore, non ha un microfono? Purtroppo si sente malissimo. Non so se sono le cuffie o altro. Provi magari ad avvicinarsi.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Mi avvicino e provo a parlare più forte.

PRESIDENTE

Adesso va meglio.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Va bene.
Con l'inizio dell'attuale Undicesima Legislatura, gli uffici regionali competenti hanno provveduto con sollecitudine a...

PRESIDENTE

Assessore, decisamente no. Ha per caso qualche ostacolo tra il microfono e lei? Si sente male. Il foglio, magari. Riproviamo.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

L'Ente Parco regionale del Delta del Po ha avviato...

PRESIDENTE

Assessore, non la sentiamo bene. Provi a togliere il video, vediamo se migliora.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

L'Ente Parco regionale del Delta del Po...

PRESIDENTE

Va molto meglio.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Benissimo. Probabilmente è una questione di scarsa connessione della linea.
Dicevo, l'Ente Parco regionale del Delta del Po ha avviato l'avviso di selezione pubblica il 3 maggio 2022 per il bando di selezione pubblica per l'individuazione del direttore. L'Ente Parco, prima della pubblicazione del bando, aveva effettuato gli opportuni approfondimenti con i competenti uffici regionali...

PRESIDENTE

Assessore, mi scusi, ma purtroppo la linea non la aiuta. O migliora l'audio con un microfono, oppure rinviamo alla prossima volta.
Passiamo alla IRS n. 191.

Interrogazione a risposta scritta n. 191 del 21 aprile 2022 presentata dai consiglieri Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni e Zottis relativa a "LEGGE REGIONALE n. 4/2021 , OVVERO: LA STRANA STORIA DI UNA LEGGE FATTA PER FARE UNA LEGGE CHE NON SI FA. PERCHÈ LA GIUNTA REGIONALE NON HA ANCORA PROVVEDUTO AD ADOTTARE IL DDL DI RIORDINO ORGANIZZATIVO E OPERATIVO DELLA GOVERNANCE DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI?"

Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è la mia preferita in assoluto. È un'interrogazione in cui chiediamo una cosa semplice. Rileggo il titolo: "La strana storia di una legge fatta per fare una legge che non si fa. Perché la Giunta regionale non ha ancora provveduto ad adottare il DDL di riordino organizzativo e operativo della governance delle infrastrutture e dei trasporti?".
Faccio una breve storia. Vi ricorderete che, quando abbiamo iniziato questo mandato, il presidente Zaia si è recato in quest'Aula, bontà sua, e ci ha lasciato in eredità alcune proposte di legge, e tra le altre c'era questa pregevole norma sul riordino organizzativo e operativo della governance delle infrastrutture e dei trasporti, che noi – voi – prontamente abbiamo approvato il 2 febbraio 2021. Adesso non voglio ritornare sulle spiegazioni che ci ha dato in Aula, ma sembrava che fosse un'assoluta necessità. Qualcuno di noi ha segnalato che, di fatto, era un po' l'istituzione di una legge delega in Consiglio regionale, che però non è prevista, in quanto nei fatti era una legge che dava mandato alla Giunta di procedere su quel fronte e dava esattamente un anno di tempo (vado a memoria). La legge regionale entra in vigore il giorno seguente alla sua pubblicazione sul BUR, che era avvenuta il 12 febbraio 2021. Quando io ho depositato questa interrogazione era il 21 aprile 2022, quindi erano passati quattordici mesi, e la Giunta regionale non aveva ancora adottato il disegno di legge di riordino organizzativo e operativo di cui sopra.
Noi, pertanto, chiediamo al presidente Zaia, che purtroppo oggi non è qui tra noi, quindi immagino risponderà la vicepresidente De Berti, per quale ragione la Giunta Zaia non abbia ancora dato adempimento alla legge regionale proposta dal consigliere Zaia, ovvero perché non abbia ancora adottato il disegno di legge di razionalizzazione e riordino della governance nel settore delle infrastrutture e dei trasporti.
Grazie.

PRESIDENTE

Vicepresidente De Berti, prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
La Giunta regionale, nel corso del 2021, ha dato avvio ad attività rivolta alla regolazione e alla rimozione degli ostacoli che si interpongono al miglior funzionamento dei servizi di trasporto, mentre con riferimento al settore delle infrastrutture l'attività è stata incentrata sul consolidamento delle misure di riorganizzazione societaria avviata negli anni precedenti.
Si è dato corso, inoltre, a puntuali provvedimenti di carattere attuativo, finalizzati a porre le basi per il potenziamento e ammodernamento del sistema infrastrutturale regionale, oltre ad aver avviato la sperimentazione di un sistema integrato multimodale di trasporto pubblico.
Si rileva, oltre a ciò, che nel settore del trasporto pubblico locale si è in attesa della presentazione, da parte del Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili, di un disegno di innovazione normativa che andrà ad incidere sul piano della regolazione, della governance e della modalità di ripartizione dei fondi statali e sulla gestione dei servizi.
Lo stesso Ministero ha, inoltre, istituito un'apposita Commissione per individuare le modalità di aggiornamento e revisione del sistema delle concessioni autostradali, in linea con le disposizioni comunitarie. Ne persegue, pertanto, che i termini di attuazione previsti dalla legge regionale n. 4/2021 , di carattere certamente ordinatorio, devono tener conto del protrarsi dell'azione legislativa nazionale, con cui necessariamente dovranno essere coerenti.
 
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Praticamente siamo ad "Amici miei - Atto II", nel senso che il regista Mario Monicelli nel 1975 fa il primo film, nel 1982 fa il secondo. La vicepresidente De Berti, in pochi minuti, ci ha regalato l'atto I e l'atto II. Il consigliere Pan li ha visti tutti.
Adesso, a parte le battute, il punto è serio. Questo Consiglio, a febbraio 2021, approva una legge che sostanzialmente – parlo per i Consiglieri di minoranza, perché magari i Consiglieri di maggioranza erano pienissimamente consapevoli di che cosa stavano votando e, quindi, in piena coscienza hanno pensato che questo fosse un provvedimento indispensabile, guardo il Capogruppo di Fratelli d'Italia, consigliere Soranzo – si è dimostrata perlomeno non così indispensabile, visto che adesso non sono più quattordici mesi, ma incominciano ad essere venti, e la legge da parte della Giunta non l'abbiamo ancora vista. Quindi, diciamo che il mistero continua a perdurare, nel senso che non è chiaro che cosa avesse in testa evidentemente il consigliere Zaia il giorno in cui ha depositato questa proposta di legge in questo Consiglio.
Per inciso, tra quelle proposte di legge – se non ricordo male, erano otto – ce n'era una forse più urgente, che era quella sulla riforma delle IPAB, che auspichiamo tutti a questo punto che ottenga un iter celere e che magari a quella sia data attuazione in tempi rapidi, ma a tutt'oggi non abbiamo capito quale fosse il senso di quella legge. Immagino che la Vicepresidente, invece, lo sappia e ne sia pienamente consapevole, ma devo dire che dalla sua risposta questa consapevolezza non traspare, perché nei fatti abbiamo detto che stiamo lavorando molto a livello regionale e che siamo fiduciosi che anche a livello nazionale stiano lavorando tanto, ragion per cui siccome tutti stanno lavorando prima o poi noi daremo attuazione a questa legge.
Questo solo per dire, in chiusura, che forse, quando le minoranze alzano il dito e provano a dire "guardate che qui semplicemente non si capisce, non è chiaro quale sia l'obiettivo", in quel caso addirittura non si capiva a che cosa servisse, ma probabilmente non è stato del tutto capito neanche in maggioranza, visto che al momento questa legge non c'è, ogni tanto ascoltare anche quello che arriva dai banchi dell'opposizione non fa male né alla salute né all'attività legislativa di questa Regione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Possamai.
Assessore Corazzari, proviamo a vedere se la sentiamo meglio, così magari può rispondere all'interrogazione n. 237. Vuole provare?

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Mi sentite?

PRESIDENTE

Sì, adesso sì. Vada.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Speriamo di riuscire. Comunque, ero arrivato alla lettura laddove si specificava che l'Ente Parco ha avviato un avviso di selezione pubblica il 3 maggio 2022...

PRESIDENTE

Si sente male, Assessore. Rinviamo alla prossima seduta.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie.
PUNTO
7
 
   

BILANCIO CONSOLIDATO 2021. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 53) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 155/2022)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Sandonà
Correlatrice: Consigliera Camani

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo all'ordine del giorno, che è il punto 7), PDA n. 53.
Relatore il consigliere Sandonà.
Un attimo. Sull'ordine dei lavori, ha chiesto di intervenire la collega Baldin. Prego, collega.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Mi sono iscritta all'ultimo secondo.
Solo per far presente che ci sono altre interrogazioni che aspettano risposta da un po' di tempo e con l'occasione per ricordare alla Giunta regionale che, essendo oggi sul tavolo il tema della riforma delle IPAB, visto che c'è stata una manifestazione poc'anzi da parte dei sindacati, alla quale abbiamo partecipato come Consiglieri di opposizione, sarebbe il caso di trovare un momento di confronto e di intavolare il discorso sulla riforma delle IPAB.
Sappiamo che oggi l'assessora Lanzarin è impossibilitata a partecipare, però evidentemente deve esserci un'attenzione molto importante su questo tema da qui alle prossime settimane.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Do la parola al relatore, collega Sandonà. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Oggi ci accingiamo all'adozione del bilancio consolidato 2021. Si tratta di un importante adempimento contabile, imposto dagli articoli 11 bis e 68 del decreto legislativo n. 118/2011. Quest'ultimo, in particolare, prevede che la Regione lo rediga con i propri enti e organismi strumentali (aziende, società controllate e partecipate) secondo determinate modalità e criteri. Peraltro, anche lo Statuto regionale stabilisce che la Regione adotta il bilancio consolidato, che tiene conto dei bilanci degli enti e degli organismi dipendenti e partecipati. Al bilancio consolidato del Gruppo Regione Veneto vanno allegate le relazioni sulla gestione, comprendente la nota integrativa, e la relazione del Collegio dei Revisori dei conti. Con riferimento all'anno 2021, il termine, che normalmente è il 30 settembre, è stato prorogato al 30 novembre 2022.
Come è noto, le regole contabili introdotte dall'ordinamento del decreto legislativo n. 118/2011 mirano principalmente ad armonizzare i bilanci delle Regioni, come pure di Enti locali, enti del servizio sanitario nazionale, enti ed organismi strumentali, rendendoli tra loro confrontabili. Il decreto n. 118/2011 intende pure garantire il consolidamento e la trasparenza dei conti pubblici secondo le direttive dell'Unione europea, al fine di raggiungere, anche con riferimento al settore pubblico allargato, i seguenti risultati: efficienza nella gestione e nell'utilizzo delle risorse pubbliche; trasparenza delle informazioni nel processo di allocazione delle risorse; confrontabilità dei dati di bilancio. Ai fini della redazione del bilancio consolidato, l'Amministrazione è, dunque, tenuta a una verifica periodica della composizione del Gruppo Amministrazione Pubblica.
Va notato che, con legge regionale n. 18 del 26 luglio 2022, a seguito del giudizio positivo di parifica espresso dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti in data 5 luglio 2022, l'Assemblea regionale ha approvato il rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2021 e il rendiconto consolidato, comprendente i risultati della gestione del Consiglio per il medesimo esercizio.
Mediante tale deliberazione, a seguito di istruttoria operata dal Tavolo tecnico-operativo per il bilancio consolidato, istituito con deliberazione n. 1639/2017, si è provveduto ad aggiornare l'elenco dei soggetti che compongono il suddetto Gruppo e, nell'ambito del medesimo, i soggetti costituenti il perimetro di consolidamento. Rispetto alla composizione del 2020, è entrata nel Gruppo la Spa Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026, su cui il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, d'intesa con la Regione Lombardia, la Regione del Veneto e le Province autonome di Trento e Bolzano, esercita il controllo analogo. L'oggetto sociale della Spa è la realizzazione, quale centrale di committenza e stazione appaltante, di opere pubbliche a sostegno dell'organizzazione delle Olimpiadi 2026. Poiché il suo primo esercizio si conclude il 31 dicembre 2022, essa non rientra nel perimetro di consolidamento 2021.
L'area di consolidamento, quindi, non ha subìto modifiche rispetto all'anno precedente. Complessivamente, il numero di soggetti consolidati facenti parte del perimetro, compresa la stessa Regione in qualità di holding, è pari a 30, di cui 8 società e 21 tra enti ed agenzie. Le società sono le seguenti: Immobiliare Marco Polo Srl; Veneto Acque Spa; Veneto Innovazione Spa; Sistemi Territoriali Spa; Infrastrutture Venete Srl (queste tutte controllate al 100%); Veneto Strade Spa (controllata al 76,42%); Veneto Sviluppo Spa (controllata al 51%); CAV Spa (partecipata al 50%). Quanto agli enti ed agenzie consolidate nel 2021, si tratta delle sette ATER provinciali, AVISP Veneto Agricoltura, AIPO, ARPAV, AVEPA, i quattro Enti Parco (Sile, Colli Euganei, Delta Po, Lessinia), i tre ESU (Veneto Lavoro, Istituto regionale per le Ville Venete, Fondazione Veneto Film Commission).
Sulla base dei dati di bilancio pervenuti dai 29 soggetti di cui sopra, in applicazione ai princìpi contabili di cui al richiamato Allegato 4/4, siamo pervenuti alla redazione dello stato patrimoniale e del conto economico di Gruppo per l'esercizio 2021, che presenta le seguenti risultanze complessive: risultato economico consolidato 190,3 milioni di euro, rispetto ai 292,8 milioni del 2020; totale attività patrimoniali consolidate 11.099,9 milioni di euro, rispetto agli 11.428,7 milioni del 2020; totale patrimonio netto consolidato 3.200,3 milioni di euro, rispetto ai 3.026,2 milioni del 2020.
Sintetizzando, il provvedimento oggi all'attenzione di questa Assemblea rappresenta la situazione economica, finanziaria e patrimoniale del Gruppo Regione Veneto, inteso come un unico soggetto, integrando le informazioni desumibili singolarmente e in modo disgiunto dai bilanci forniti dai singoli componenti del Gruppo, al fine di consentire una valutazione complessiva delle attività svolte dall'Ente attraverso le aziende e gli enti che fanno parte del Gruppo.
Il consolidamento dei conti, infatti, è lo strumento che consente di rilevare le partite infragruppo e i rapporti finanziari reciproci, di esaminare la situazione contabile, gestionale ed organizzativa, nonché di rispondere all'esigenza di individuare forme di governance adeguate.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Sandonà.
Do la parola alla correlatrice, consigliera Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Dedicherò poco tempo all'analisi dei numeri, visto che il relatore si è già dedicato a relazionare all'Aula rispetto a questo elemento, e invece mi focalizzerò su due questioni, che dovrebbero essere, io credo, la finalità della discussione nell'Aula consiliare del bilancio consolidato, perché credo non sfugga a nessuno la complessità del documento e anche la difficoltà di leggere numeri così articolati. Soffermiamoci allora sulle due finalità principali politiche che il bilancio consolidato dovrebbe avere e proviamo a fare alcune riflessioni sul punto.
La prima è ovviamente quella collegata alla natura del documento contabile in esame, che è un documento di natura consuntiva, si riferisce infatti ai bilanci del 2021 e dovrebbe consentire al Consiglio regionale di svolgere quella funzione di controllo sulla cosiddetta accountability della contabilità del gruppo regionale.
L'altra funzione invece, che ricordava anche il relatore, è quella derivante in parte anche dalla definizione stessa del perimetro di consolidamento, che dovrebbe portare il Consiglio ad una valutazione sulla governance del gruppo Regione del Veneto. Questo passaggio quindi, che sembra un adempimento faticoso perché è composto da tanti numeri e da tante cifre, in realtà dovrebbe essere un passaggio fondamentale in cui noi, da un lato, verifichiamo se l'Ente Regione è capace di gestire dal punto di vista economico e finanziario le risorse e se l'impianto di strumenti e di Enti con cui si è definita sono effettivamente utili al perseguimento degli obiettivi istituzionali che una Regione dovrebbe porsi. Il riferimento alle questioni legate è dunque il primo aspetto, quello più strettamente collegato alle partite di natura economico-finanziaria.
Bisogna sottolineare come i numeri molto rilevanti illustrati dal relatore in realtà siano numeri che vedono il protagonismo assoluto della Regione del Veneto, ovviamente: la Regione del Veneto gioca la partita più importante dentro il bilancio consolidato, apporta l'80% delle entrate del bilancio consolidato del gruppo Regione Veneto, ovviamente entrate costituite nella stragrande maggioranza dei casi dai tributi, e rappresenta, apporta, l'89% dei costi, che sono sostanzialmente i trasferimenti che la Regione fa ai soggetti appartenenti al perimetro del gruppo, in particolar modo all'ambito sanitario.
La premessa è quindi che noi stiamo discutendo di cifre rilevanti, la stragrande maggioranza delle quali però attiene direttamente alla cosiddetta holding del gruppo, quindi alla Regione del Veneto. E, dal punto di vista economico-finanziario, gli altri soggetti del perimetro incidono dunque pochissimo dal punto di vista quantitativo. Non a caso, il risultato d'esercizio del 2021 del gruppo Regione Veneto risulta in utile di 190 milioni, di cui 148 imputabili alla Regione del Veneto. Noi stiamo discutendo quindi e discuteremo di un'ampia costellazione di Enti strumentali, partecipati, controllati, di società a partecipazione diretta e indiretta, che mobilitano, che generano, all'interno del gruppo Regione del Veneto, una cifra che si aggira attorno ai 40 milioni di euro.
Ovviamente, non è semplicissimo da questo punto di vista, quindi dal punto di vista prettamente contabile, fare un'analisi specifica nei bilanci dei singoli soggetti che compongono il perimetro di consolidamento. Sarebbe un lavoro molto lungo. Citerò quindi soltanto le questioni che a me sembrano più rilevanti, anche da un punto di vista politico.
La prima è quella che riguarda gli Enti strumentali che la Regione ha costituito e che dovrebbero occuparsi, nello specifico, dell'edilizia popolare, del diritto allo studio e della tutela dei parchi regionali e quindi: ATER, ESU e Parchi.
Questi sono, in tutto, se non ricordo male (7 più 3, 10, più altri 4-5) una quindicina di Enti strumentali della Regione, rispetto ai quali tutti presentano, nei bilanci societari (alcuni dati positivi e altri negativi) certamente una situazione di problematicità. Mettiamola così. Gli ATER con le difficoltà ovvie, scontate e note di avere le risorse sufficienti per corrispondere alla domanda di alloggi popolari. Gli ESU che, mai come in questi anni, sono esposti alle grandi difficoltà connesse all'erogazione costante e universale del diritto allo studio e dei servizi collegati a questo diritto fondamentale. Addirittura uno dei tre ESU chiude da diversi anni in passivo pur avendo capacità finanziaria per ammortizzare le perdite. I Parchi, che pure hanno ricominciato a presentare alcuni elementi positivi di economicità, durante le audizioni, per esempio, in preparazione del bilancio di previsione, hanno denunciato tutti delle difficoltà oggettive di gestione rispetto a delle necessità che non sono sufficientemente riscontrate dalle risorse disponibili.
Poi quei 40 e rotti milioni di contributo al risultato d'esercizio del gruppo e del perimetro di consolidamento sono garantiti da due elementi rilevanti dal punto di vista economico-finanziario.
Il primo è l'utile di esercizio di AVEPA. Il bilancio del 2021 ha chiuso in attivo con un utile di quasi 3 milioni di euro. Sarebbe importante capire da quali fonti di finanziamento e come mai la gestione di AVEPA, che dovrebbe essere un istituto che svolge servizi alle imprese, riesce a chiudere un bilancio con un utile così rilevante.
Ancora più curiosa è la vicenda di Veneto Lavoro, che addirittura chiude con un utile di 30 milioni di euro. Guardate, questa è una questione molto rilevante. Veneto Lavoro è un Ente strumentale della Regione del Veneto, che non svolge funzioni commerciali (non mi risulta venda nulla e quindi possa guadagnare nulla) e vive erogando servizi finanziati da risorse pubbliche, nazionali o regionali. Calcolando che circa 38 milioni di euro del bilancio di Veneto Lavoro sono già stati riscontati nel bilancio successivo, vorrei capire come è possibile che un Ente strumentale, che dovrebbe acquisire risorse esclusivamente con l'obiettivo di erogare servizi, riesca a fare un utile così rilevante.
Ai fini esclusivamente di natura economico-contabile citerei altre quattro questioni. La prima: Veneto Film Commission. Questa è una novità, nel senso che è un Ente istituito da poco. Io, onestamente, non ho capito cosa faccia, perché nella relazione del bilancio consolidato non c'è scritto cosa fa la Veneto Film Commission. So che, però, chiude, per il secondo anno consecutivo, il bilancio in perdita per 60.000 euro, malgrado la Regione del Veneto eroghi alla Veneto Film Commission risorse per quasi 300.000 euro. A proposito di efficienza ed efficacia nell'allocazione delle risorse. Se do 300.000 euro a un Ente strumentale senza dire cosa fa questo Ente strumentale, e in più questo Ente strumentale mi chiude pure in perdita, due righe sulla relazione al consolidato io, forse, le avrei scritte.
Questione diversa, ma con esiti simili, è quella che riguarda l'Istituto delle Ville Venete. Anche qua, per l'ennesimo anno risultato un bilancio negativo. Anche su questo tema e su questo fronte abbiamo audito più volte i rappresentanti di questo Ente strumentale spiegarci come la Regione del Veneto continui ad ampliare le funzioni che questo soggetto dovrebbe svolgere per conto della Regione, ma non offre all'Istituto né la dotazione di personale sufficiente né le risorse economiche sufficienti per svolgere le funzioni, quelle storiche e anche quelle nuove delegate.
Contribuisce poi in maniera rilevante all'utile del perimetro di consolidamento CAV, messo nel bilancio consolidato per 8 milioni di euro, che è il 50% degli utili della società, che sono invece 16 milioni. L'anno scorso, nel bilancio consolidato precedente, avevamo visto come si era verificata una contrazione degli utili di questa società, S.p.A., partecipata al 50% dalla Regione del Veneto in virtù ovviamente della riduzione del traffico veicolare dovuto alla pandemia e alle fasi di restrizione fisica degli spostamenti. Quest'anno, nel 2021, siamo tornati a muoverci, CAV fa un utile di 16 milioni di euro: 8 milioni, cioè il 50% corrispondente alla partecipazione societaria della Regione del Veneto, entrano nel nostro bilancio consolidato; chiediamo in audizione in Commissione di sapere secondo quali regole, secondo quali decisioni, verso quali indirizzi verranno spesi quegli 8 milioni di utili di CAV. Ci viene risposto che non è dato saperlo perché stanno dentro i patti societari, quando invece, nel 2019, se non ricordo male, è già stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra la Regione del Veneto e il Ministero per indicarci dove tendenzialmente gli utili di CAV dovrebbero essere orientati.
Infine, giusto per stare sulla parte economico-finanziaria, c'è una chiusura con una perdita rilevante quest'anno, nel 2021, per la Società Veneto Acque, che perde 1,8 milioni di euro rispetto al risultato precedente, e nella relazione viene detto che questa drastica riduzione del risultato di esercizio dipende da un calo importante dei contributi per questa società.
Come vedete, quello del bilancio consolidato è un sistema articolato di conti pubblici nel quale convergono i bilanci di diverse società e di diversi soggetti: abbiamo appunto Enti strumentali partecipati dalla Regione, Enti strumentali totalmente controllati dalla Regione, abbiamo S.p.A., abbiamo agenzie, abbiamo società partecipate al 100% e altre con una quota di partecipazione inferiore. Sono bilanci quindi anche di natura diversa, di soggetti diversi che confluiscono dentro un bilancio molto articolato. I conti sono certamente in equilibrio anche perché, come dicevo prima, la Regione del Veneto, anzi, la holding, perché sia Consiglio che Giunta fanno di fatto i due terzi, se non di più, dei dati di bilancio. Tutto l'altro universo delle società è in equilibrio, ma ci sarebbe molto da dire su come vengono gestite alcune partite di bilancio che andremo a discutere puntualmente quando vedremo le singole società e i loro singoli bilanci.
Questo è, per quanto riguarda, dal mio punto di vista, le valutazioni che bisognerebbe fare attorno a questo documento, che certo, ripeto, è faticoso da leggere, ma sarebbe utile che tutti avessimo ben chiaro ogni volta che andiamo ad approvare una legge regionale che incide sempre dentro questi numeri.
La seconda valutazione, il secondo aspetto che, secondo me, è rilevante nella discussione attorno al bilancio consolidato è quello o dovrebbe essere quello, dico dovrebbe perché in realtà, nella relazione accompagnatoria al consolidato, che ricordo, è il bilancio della Regione e di tutte le società e degli Enti ad essa connessa, ci sono pochissime parole in riferimento alla proiezione, alla prospettiva, all'organizzazione di questo universo di soggetti che gravitano a diverso titolo e con diverse funzioni attorno alla Regione del Veneto.
E allora proviamo a utilizzare questa occasione del bilancio consolidato, come del resto i principi contabili richiedono e specificano, per esprimere alcune valutazioni sulla governance regionale e magari avere anche delle delucidazioni in riferimento a delle notizie che nella relazione al consolidato non ci sono e che invece sarebbe utile che il Consiglio regionale potesse avere a disposizione.
Prima di tutto una premessa metodologica. è vero che per la definizione del perimetro di consolidamento ci sono dei principi contabili e delle regole abbastanza precise che portano a escludere o a includere nel perimetro alcuni soggetti del gruppo, perché ovviamente il gruppo è molto più ampio di quello che poi confluisce nel bilancio di consolidamento perché ci sono una serie di soggetti che si decide che, per varie ragioni che sono irrilevanti ai fini del bilancio consolidato, pur stando nell'area del gruppo Regione del Veneto, non entrano nel perimetro di consolidamento.
Anche la decisione di inserire o meno alcuni soggetti dentro il perimetro di consolidamento è essa stessa, a mio modo di vedere, una decisione di natura politica, perché è vero che i criteri di valutazione sono specifici, precisi e stringenti e stabiliti appunto dalla legge, ma è anche vero che poi i principi contabili richiamano sempre a un'idea più generale. Cioè: noi vi diamo le regole tecniche, ma poi i criteri di valutazione, effettivi e finali, li deve decidere l'Ente che assume questa decisione, che ricordo essere la Giunta e non il Consiglio, con delibera, all'inizio dell'anno, quindi la Giunta decide i criteri e i soggetti da inserire nel perimetro.
Dice la legge: scegliete, comunque, in ogni caso i criteri più idonei per la rappresentazione più veritiera e più corretta del perimetro di consolidamento. Da questo punto di vista segnalo all'Assessore che io, ad esempio, ritengo che avrebbero potuto essere inseriti dentro il perimetro di consolidamento anche altri soggetti che, invece, la Giunta ha deciso di escludere dal perimetro di consolidamento. Faccio l'esempio di Finest S.p.A., che è vero che sta sotto la quota prevista dai principi contabili, ma se noi a quella quota sommiamo anche la percentuale detenuta da Veneto Sviluppo, che, ricordiamo, è partecipata per il 50% dalla Regione del Veneto, in questo caso, il calcolo avrebbe portato a inserire Finest dentro il perimetro del gruppo. Ed era un elemento in più, rispetto a quella questione della trasparenza e della rappresentazione veritiera che noi dobbiamo rendere col bilancio consolidato.
Un altro esempio è la società Autovie Venete. Su questo poi tornerò in riferimento anche ad altre questioni. Se è vero che Autovie Venete dovrà essere, nei prossimi anni, al centro di una discussione in riferimento alla riorganizzazione delle società regionali in merito alle partecipazioni o agli interventi autostradali, sarà meglio iniziare già a inserire nel perimetro di consolidamento una società partecipata dalla Regione per tempo. Oltretutto, ricordo, che Autovie Venete è una società che ha dei numeri di bilancio molto rilevanti e prima viene inserita nel perimetro di consolidamento, più si percorre quella strada verso la trasparenza e la veridicità degli atti contabili.
Dicevo all'inizio che dalla definizione del gruppo, che è formato, appunto, da Enti strumentali, società, fondazioni, gruppi intermedi, agenzie, si arriva a definire il perimetro di consolidamento, che, per quanto riguarda il documento in oggetto della discussione, è identico a quello del 2020, cioè è composto dai venti Enti strumentali controllati al 100% dalla Regione del Veneto (quindi, di fatto, tutti gli Enti strumentali controllati stanno nel perimetro di consolidamento), da un Ente strumentale partecipato dalla Regione al 25%, da otto società a partecipazione diretta.
Dentro questo universo di soggetti (ben trenta oltre al Consiglio), proviamo a capire se questi trenta soggetti sono strutturati secondo una governance, che, da un lato, risulta efficiente dal punto di vista contabile, dall'altro lato dovrebbe risultare efficiente dal punto di vista dei risultati e dall'altro lato ancora dovrebbe essere chiaro qual è il percorso che noi vogliamo affrontare e dove vogliamo arrivare con questo impianto societario.
Farò alcuni esempi, dunque, per dimostrare – o tentare di dimostrare – che sulla governance regionale, su alcuni elementi strategici c'è parecchia confusione. Non si capisce, leggendo il consolidato, qual è la visione di prospettiva. C'è una distonia tra ciò che leggiamo nei bilanci e ciò che leggiamo sui giornali, per intenderci. A questo punto, ho anche il sospetto che ci sia qualche elemento di inefficienza.
Faccio degli esempi. Parto, ovviamente, dalla società, in riferimento ai temi del trasporto, che la fa da padrona in questo bilancio consolidato, cioè CAV. CAV, come sapete, è una S.p.A. partecipata al 50% dalla Regione del Veneto e al 50% da ANAS. Come sapete, si occupa della gestione, della manutenzione e degli investimenti che riguardano un preciso tratto autostradale. Non si dice altro dentro la relazione sul consolidato. Stiamo parlando della società più importante, che apporta la quantità maggiore di utili al gruppo (che, tra l'altro, non sappiamo come verranno utilizzati), e nella relazione sul consolidato, rispetto al 2021, non ci viene detto niente su quali siano le intenzioni della Regione rispetto a CAV. Lo dico perché, come sapete benissimo, il partito politico della Lega ha brindato quando, a maggio del 2021, su proposta di un Deputato leghista, venne approvata nella legge di bilancio una modifica che riguardava esattamente CAV. L'anno del bilancio consolidato di cui stiamo discutendo quindi "cambia la vita" di CAV o può cambiare la vita di CAV e nella relazione del bilancio consolidato non c'è una riga che spiega come cambia o come può cambiare la vita di CAV nel 2021, cioè l'anno di cui stiamo discutendo.
Ecco perché i documenti contabili, lo dico all'Assessore, ai funzionari e ai dirigenti, non sono fatti soltanto dei numeri di bilancio, ma, come sapete meglio di me, sono composti dai numeri del bilancio e dalle relazioni, che sono un elemento fondamentale per la completezza e la veridicità delle informazioni.
Ora noi scopriamo, ma non leggendo la relazione, che nel 2021 c'è una modifica normativa che amplia ulteriormente e notevolmente le attività che CAV può esercitare, e addirittura attribuisce anche a CAV la possibilità di occuparsi della gestione e della manutenzione anche di altre tratte autostradali interne alla Regione del Veneto, o prevalentemente dentro la Regione del Veneto.
Così CAV, che nasce per la gestione del Passante di quel tratto di Autostrada Veneta, nell'anno del bilancio consolidato di cui stiamo discutendo potenzialmente può essere, o può diventare il soggetto che non si limita più alla gestione del tratto del Passante, ma un soggetto che può legittimamente ambire anche a fare dell'altro.
Lo dico perché nel 2021 non io, il presidente Zaia e l'assessore De Berti hanno titolato sui giornali per mesi: "Finalmente dopo questo emendamento potrà nascere la Holding Autostradale Veneta", generando anche un po' di fibrillazione rispetto ad altri soggetti che avevano ambizioni simili.
Assessore, a me va bene tutto e non mi dispiace neanche l'idea della Holding Autostradale Veneta. Se però lei pretende che noi approviamo un bilancio consolidato veritiero, questi elementi vanno chiariti dentro la relazione. Cioè, bisogna scrivere che nel 2021, a seguito di quell'emendamento, l'obiettivo di lungo periodo per questa società, che è partecipata, ricordo, al 50% dalla Regione del Veneto, è il seguente: non si dice nulla.
Faccio un altro esempio sempre in riferimento alle tratte autostradali, per stare lì. Dicevo all'inizio che io avrei inserito Autovie Venete dentro il perimetro di consolidamento, così come avrei valutato di inserire anche la Società Autostradale Alto Adriatico. Ma perché la consigliera Camani si fissa su queste cose? Perché Autovie Venete è la società che attualmente ha le concessioni per la gestione di una tratta autostradale che è in scadenza e la Regione del Veneto ha già costituito con la Regione Friuli Venezia Giulia un'altra società, che si chiama Società Autostradale Alto Adriatico, di cui la Regione del Veneto detiene un terzo delle quote e la Regione Friuli Venezia Giulia detiene i due terzi delle quote, che al momento non fa niente, ma, non appena andranno a scadenza le concessioni autostradali della A22, della A4 e della A28, si candida ad essere il soggetto pubblico che dovrà gestire, o potrà provare a gestire, quelle concessioni autostradali. Calcolate che oggi Autovie Venete, che gestisce un pezzo di quelle tratte, non è un soggetto interamente pubblico, perché, oltre alla Regione del Veneto, e credo anche un po' di Regione Friuli Venezia Giulia e qualche Provincia, forse, se non ricordo male, c'è anche un'altra serie di soci privati.
Ma allora è rilevante per la governance della Regione del Veneto la scelta che ci potrebbe portare ad una gestione interamente pubblica delle tratte autostradali della Regione del Veneto e delle Regioni contermini? Io penso di sì. Io penso che se dobbiamo discutere del bilancio consolidato della Regione del Veneto, piuttosto che di quante decine di euro è aumentato il patrimonio netto, è più utile discutere di questi temi e, votando a favore di questo bilancio, discutiamo anche se siamo favorevoli o meno a questa ipotesi di governance. Perché – e ho la fortuna di avere sia l'Assessore al Bilancio che l'Assessore alle Infrastrutture in Aula – di queste questioni certo se ne occupa la Giunta, certo se ne occupa il grande presidente Zaia, ma io credo che il Consiglio regionale abbia il dovere, oltre che il diritto, di dare degli indirizzi su queste grandi questioni che investono gli assetti fondamentali di un territorio.
Faccio altri esempi per dire come, tra quello che è scritto nel bilancio e nella relazione e quello che accade da altre parti, c'è un mare. Trasporto ferroviario. Stessa identica situazione. Anche qua, e non so se definirle operazioni di riordino, ma di certo che sta cambiando tutto velocemente dentro gli assetti societari regionali, dentro quelle che contano, e avviene tutto fuori da quest'Aula. Tratte e infrastrutture ferroviarie. Da anni stiamo seguendo l'operazione societaria tra Sistemi Territoriali e Infrastrutture Venete: prima faceva tutto Sistemi Territoriali, è la tratta ferroviaria Chioggia eccetera eccetera. Qualche anno fa ci avete detto: no, scorporiamo, distinguiamo tra la proprietà dell'infrastruttura ferroviaria e la società che si deve occupare della gestione del trasporto pubblico su rotaia. Bene. Il problema qual è? Che i passaggi societari stanno avvenendo. Sistemi Territoriali, attraverso un meccanismo un po' complicato di devoluzione di partecipazione, ha assegnato a Infrastrutture Venete, società controllata al 100% dalla Regione, l'infrastruttura, quindi la tratta ferroviaria. La gestione del servizio dovrebbe essere e sarà svolta da Sistemi Territoriali fino al 31/12/2022. E la gara, che avrebbe dovuto essere già pronta, il soggetto gestore nuovo che avrebbe dovuto già essere individuato? Non c'è scritto nulla.
Assessore, non c'è scritto nulla né nella relazione allegata al bilancio consolidato e neanche nel DEFR con la nota di aggiornamento.
Io vorrei sapere quindi dove e quando noi verremo messi a conoscenza che è stato individuato non il gestore per la mensa di casa mia, ma il gestore per i servizi del trasporto pubblico ferroviario della Regione del Veneto. Bene. Prendiamo atto che c'è.
Terzo capitolo, su cui ci sarebbe molto da discutere, è in riferimento all'efficacia e alla trasparenza della governance, cioè tutta la questione che riguarda le imprese. Assessore, io non so più in che lingua chiederglielo, ma Veneto Sviluppo esisterà o non esisterà? E sa perché glielo chiedo? Perché, per anni, a seguito di una indicazione stringente dell'Europa, ci siamo accorti che non è proprio normale che a gestire le risorse per i finanziamenti alle imprese sia un soggetto partecipato dalle banche e da intermediari finanziari.
L'Unione Europea ci ha detto: certo che le Regioni possono sostenere le attività economiche delle imprese, ma le scelte di indirizzo dei finanziamenti non possono essere assunte da un soggetto che è partecipato al 50% da società private, legate al mondo banca e finanza. Capite che c'è un leggerissimo conflitto di interessi o può esserci?
Faccio notare che l'operazione, che non viene citata nella relazione del bilancio consolidato 2021, più importante dal punto di vista finanziario che Veneto Sviluppo ha fatto nel 2021, è l'ingresso nel capitale sociale di Maschio Gaspardo, una società che ha avuto delle difficoltà economiche e che proprio nel 2020-2021 stava ricontrattando mutui con le banche per 240 milioni, con quelle stesse banche che partecipano a Veneto Sviluppo. Fatalità: Veneto Sviluppo, cioè Regione del Veneto, investe 15 milioni nel capitale sociale di Maschio Gaspardo. Vorrei capire, ad esempio, ma lo chiederò quando faremo l'audizione di Veneto Sviluppo e del gruppo dirigente, qual è l'interesse strategico della Regione del Veneto rispetto all'attività produttiva della Maschio Gaspardo. Qual è l'obiettivo? Dov'è scritto nel DEFR che la Regione del Veneto deve partecipare a una società che produce trattori, credo? Sì, trattori. È chiaro quello che sto dicendo, no?
Legittimo. Va benissimo. Ma chi lo decide? Se lo decide la Regione del Veneto nelle sue articolazioni (Giunta, Consiglio) a me va benissimo, ma non corrisponde ai princìpi di trasparenza il fatto che lo decida una società che nel board ha soggetti che, a titolo privatistico, sono connessi alle società che si vanno a finanziare. Guardate, ho fatto l'esempio più clamoroso perché 15 milioni di euro sono tanti. Ma se facciamo l'elenco delle società partecipate dalla Regione tramite Veneto Sviluppo, secondo me, ci divertiamo.
Torniamo su Veneto Sviluppo. L'Unione europea ci aveva detto che le risorse, i finanziamenti regionali non li può gestire una società così composta. Infatti, lei, Assessore, era venuto in quest'Aula e ci aveva spiegato che, per adempiere a quell'indicazione della Commissione europea, avremmo modificato le funzioni e la mission di quella che era Veneto Agricoltura, poi diventata AVEPA, che avremmo fatto gestire da un soggetto totalmente a partecipazione pubblica le risorse economiche indirizzate alle imprese e che Veneto Sviluppo sarebbe stato pian piano privato delle risorse fino alla sua scomparsa. L'ultima cosa che lei ci ha detto è stata questa.
Poi è arrivata la pandemia. Siccome, con la scusa della pandemia, l'Europa aveva derogato a quell'indicazione, lei è tornato in quest'Aula e ci ha detto: solo per la pandemia, solo per l'emergenza pandemica, solo perché abbiamo bisogno di un soggetto già pronto e già operativo, che sia in grado di gestire i fondi anticrisi e i fondi di rotazione, ritorniamo a dare a Veneto Sviluppo tutte le risorse che servono solo per la pandemia.
Io vorrei capire onestamente qual è l'obiettivo che abbiamo davanti per Veneto Sviluppo, perché nel 2021 è finita la pandemia; dalla relazione del bilancio consuntivo mi sarei aspettata, finita la pandemia, che Veneto Sviluppo concludesse.
Invece (non è scritto nel consuntivo, ma è scritto nel DEFR) la Regione sembrerebbe avere in mente per Veneto Sviluppo questo tipo di prospettiva: il rafforzamento dei circuiti della finanza innovativa, adottando strumenti innovativi al servizio delle PMI, assicurando contestualmente l'attuazione degli orientamenti regionali in materia di investimenti sul capitale di rischio delle PMI. La Regione del Veneto cioè pensa di avere il diritto di esprimere un orientamento in riferimento al capitale di rischio delle piccole e medie imprese?
Io non so se sia tra gli obiettivi istituzionali di un Ente regionale questa cosa. Addirittura, la funzione di Veneto Sviluppo dovrà essere quella della gestione del portafoglio partecipativo. Io cioè vorrei capire, anche alla luce della legge Madia e di altre norme, che indicano che non si possono detenere partecipazioni in società non coerenti con i fini istituzionali dell'Ente, qual è il fine istituzionale dell'Ente per dover gestire un portafoglio partecipativo. Lo può fare Veneto Sviluppo, lo possono fare i consorzi di banche e di intermediari finanziari. Ma l'obiettivo di questa società, rispetto alla quale ovviamente chiedo chiarimenti all'Assessore, io credo sia molto lontano dalle finalità che l'Ente deve avere.
Vado a chiudere rapidamente. C'è Veneto Innovazione, che mobilita risorse rilevantissime della Regione del Veneto. Se non ho capito male, assessore Caner, è Veneto Innovazione che gestisce anche tutta la partita legata ai fondi del turismo, dell'attuazione del piano, questo c'è scritto nella relazione (le fiere, eccetera); mobilita oltre 6 milioni di euro della Regione del Veneto, ma presenta un utile di soli 13.000 euro (non ho letto male, 13.000 euro).
Fin qua, quindi, le governance dei sistemi. Poi ci sono le singole società, le prestazioni e le performance che hanno le singole società. Veneto Acque: nel 2020 Veneto Acque cambia lo Statuto e l'oggetto sociale, amplia il ventaglio degli interventi che la Regione del Veneto può affidare direttamente in quanto società in house a questa società. Peccato che nell'anno in cui io aumento le funzioni che posso affidare a Veneto Acque taglio i contributi a Veneto Acque. Questo dice la relazione. Contributi in conto esercizio che passano da 2 milioni e mezzo a 800 milioni. Cioè io dico: caro Veneto Acque, oltre all'attività collegata alla questione dell'acquedottistica, puoi occuparti anche delle attività legate alle bonifiche e alla difesa del suolo, ma non ti do i soldi per farlo. Tant'è che, in relazione del consolidato, Veneto Acque specifica che una serie di interventi, legati alle bonifiche di alcuni territori, non sono potuti essere portati a termine per mancanza di risorse: C&C di Pernumia, discarica di Pescantina e guardo i colleghi padovani e veronesi.
Chiudo davvero. Sugli ESU, Parchi e ATER facciamo conto che ho già detto. Ci sono altri Enti che vengono in audizione e ci dicono che stanno alla canna del gas e nella relazione del consolidato non si menziona minimamente questo fatto. Mi riferisco ad ARPAV. Di ARPAV c'è scritto dentro il bilancio consolidato 2021 che, malgrado qualche difficoltà gestionale, è riuscita ad adempiere al 100% a tutti gli obiettivi target che la Regione aveva assegnato ad ARPAV. Questo è un esempio che mi fa permettere di dire come vengono valutati questi raggiungimenti dei target, perché la Direzione regionale che deve valutare l'operato di ARPAV mi dice che ARPAV non ha avuto nessun problema e ha fatto tutto quello che doveva fare per conto della Regione del Veneto. Poi audiamo in sede di bilancio previsionale il Direttore di ARPAV e il Direttore di ARPAV dice: guardate che negli ultimi tre anni ho avuto 127 dipendenti in meno e non siamo più in grado non solo di garantire l'attività straordinaria, il pronto intervento, la necessità del prelievo d'urgenza, ma non siamo neppure più in grado di garantire l'attività ordinaria. Ce l'ha detto il Direttore di ARPAV in audizione.
Ma allora come si può scrivere nella relazione "malgrado la contrazione del personale, obiettivi raggiunti al 100%"? Perché o ci state dicendo una bugia nella relazione al bilancio consolidato o ci ha detto una bugia il Direttore di ARPAV. Insieme le due cose non tornano.
Chiudo con un'ultima questione che mi ero dimenticata, ma che può essere utile, proprio per la presenza sia dell'assessore De Berti che dell'assessore Calzavara.
Veneto Strade. Mi viene in mente con ARPAV, perché anche Veneto Strade, Assessore, fa 100.000 euro di utili, rapporta al bilancio consolidato 100.000, ma in realtà gestisce decine di milioni di risorse nazionali e regionali. Anche qua, noi sappiamo che, se non ricordo male, nel 2018, la Regione ha acquisito quote di Veneto Strade. Sono usciti dalla società, nel corso degli anni, altri soggetti pubblici, mi pare sia rimasta solo la Provincia di Belluno. Veneto Strade, su indicazione della Regione, ha fatto in modo che lo Stato, quindi ANAS, riacquisisse la proprietà di numerosi tratti autostradali, che erano di proprietà della Regione e che noi abbiamo chiesto allo Stato di riprendersi, immagino, per questioni di economicità. Mi chiedo: consolidato 2021, in questo quadro qual è l'obiettivo? Cioè qual è la funzione, dove vogliamo andare con Veneto Strade? Perché è chiaro che la gestione di un patrimonio viario ridotto, che coincide sostanzialmente solo col territorio bellunese, forse, va ripensata. Anche su questo, nella relazione nel consolidato si dice: tutto bene. Veneto Strade ha fatto tutto: gli interventi di ripristino, di manutenzione, l'antineve, eccetera.
Abbiamo audito in Commissione, lo ricorderanno i colleghi della Prima, il Direttore di Veneto Strade che ci ha detto che non hanno i soldi neanche per fare le manutenzioni ordinarie ormai. Ma è vero quindi quello che c'è scritto nella relazione, che hanno fatto tutto bene, che le risorse sono sufficienti o che, per mantenere in uno stato decoroso le strade di proprietà di Veneto Strade, le risorse non bastano? Dice la verità la relazione del consolidato o dice la verità il Direttore di Veneto Strade? Perché faccio questa domanda? Perché, sebbene sul consolidato 2021 non ci sia scritto niente, invece, nella relazione del bilancio 2021 di Veneto Strade, la Corte dei conti rileva che, come illustrato dagli amministratori di Veneto Strade sulla gestione, appare ora concreta la possibilità dell'ingresso di ANAS nella compagine societaria di Veneto Strade per l'acquisto del 51% di Veneto Strade.
Relazione al bilancio di Veneto Strade 2021, cioè quello che stiamo approvando. Se io approvo il consuntivo di Veneto Strade all'interno del bilancio consolidato, che nella sua relazione al bilancio indica che è probabile, appare ora concreta la possibilità che nel capitale sociale di Veneto Strade entri ANAS per il 51%, lo scriveremo nella relazione al consolidato o no? Anche dell'anno di competenza su altre questioni vi ho chiesto le prospettive. Qua è proprio la relazione allegata al bilancio di Veneto Strade, la nota integrativa al bilancio di Veneto Strade 2021: appare ora concreto l'ingresso di ANAS con il 51% di Veneto Strade.
Anche su questo – e chiudo – è evidente che c'è qualcosa che non funziona tra la trasparenza degli atti che comunicate al Consiglio regionale e le cose che decidete da qualche altra parte, evidentemente. E non sono bazzecole. Sono Consigli di Amministrazione, sono utili di società importanti, sono il patrimonio netto, questo sì, il patrimonio concreto della Regione del Veneto.
Chiudo davvero perché l'ho fatta anche troppo lunga. È ovvio che non c'è nulla di illegittimo o sbagliato o non corretto nella gestione dei conti. Io, come lei, assessore Calzavara, sono appassionata di bilancio, ma non perché mi piacciono i numeri. Sono appassionata di bilancio perché i bilanci dicono sempre la verità e dietro a quei numeri ci sono sempre delle decisioni politiche. I bilanci pubblici possono essere in pareggio, ma dietro a quel pareggio può esserci l'eccellenza o il disastro. Se vogliamo fare il nostro mestiere, che è quello di fare i conti (siamo amministratori pubblici, dobbiamo fare i conti), non possiamo accontentarci di far tornare i conti del bilancio. Dobbiamo, attraverso le risorse pubbliche, indicare una via di sviluppo, indicare una prospettiva, segnalare una differenza tra voi e noi, segnalare un'indicazione politica di qualche genere. Perché a fare bene i bilanci sono capaci tutti. Io so che qua ci sono stati tanti Sindaci e amministratori locali. Basta avere un bravo dirigente, come nel caso dell'assessore Calzavara, che sia della Regione del Veneto o del Comune di Trebaseleghe, e in qualche modo il bilancio lo chiudi.
È dietro a quei numeri che si misura la qualità dell'attività amministrativa e che si pesano le scelte, anche attraverso il bilancio consolidato di 82.000 pagine, con i patrimoni netti e gli utili di trenta società.
Credo che noi dovremmo fare uno sforzo, come Consiglio regionale, per obbligare la Giunta a tornare qui a discutere e condividere scelte fondamentali di sviluppo di questa Regione, cosa che non avviene. Dall'altro lato, dovremmo fare un piccolo sforzo in più, perché per chi ha la pazienza di leggersi le carte è importante avere la certezza che dentro quelle carte si dica la verità e si trovino le informazioni salienti. Altrimenti, è una perdita di tempo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Sospendiamo la seduta. La ripresa è prevista per le ore 14.15.
A dopo.
La Seduta è sospesa alle ore 12.31
La Seduta riprende alle ore 14.30

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori alle ore 14.40.
La Seduta è sospesa alle ore 14.30
La Seduta riprende alle ore 14.37

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori del Consiglio.
Vi ricordo che siamo al punto 7), "Proposta di deliberazione amministrativa n. 53: "Approvazione del bilancio consolidato 2021".
Il consigliere Possamai vuole intervenire. Prego. Le do la parola.
Manca il collega Lorenzoni. Avrà avuto qualche imprevisto, ma lei può iniziare tranquillamente.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, grazie. Riprendiamo, quindi, i lavori.
Ha detto molte cose la collega Camani in correlazione, ne riprendo alcune. Abbiamo già avuto occasione, in Commissione, di discuterne. Non era presente, nell'ultima seduta, l'assessore Calzavara. C'erano i dirigenti, quindi ci siamo concentrati più sulla parte tecnica. All'Assessore, quindi, rivolgerò oggi, in questa occasione, qualche domanda più politica.
Parto da un punto. L'ha sfiorato prima la correlatrice Camani. In questo Consiglio, anzi, in Commissione Prima, due settimane fa, abbiamo avuto, tra le altre audizioni, quella di Veneto Strade, in cui il Direttore generale ha detto chiaramente che lo stato manutentivo delle strade, che Veneto Strade ha, di cui gestisce appunto la manutenzione, non è in uno stato decoroso, sostanzialmente, e che con enorme fatica si cerca di fare qualche investimento.
Siccome noi sappiamo che su Veneto Strade c'è ormai, da tanti anni, la questione pendente del rapporto con ANAS, della cessione, mi pare, di 700 chilometri, posso sbagliarmi, di strade che vengono passate ad ANAS. Per inciso, lo dico con il sorriso, uno strano caso di federalismo all'incontrario, cioè in quel caso le strade le gestivamo noi e decidiamo di darle ad ANAS che non sempre ha dimostrato di essere un modello di gestione, di efficienza.
Detto questo, vorrei capire, Assessore, a che punto siamo perché, evidentemente, lì lo stallo che perdura ormai da anni sta incidendo in maniera pesante, perché Veneto Strade non si sa che fine fa, che funzione ha, fino a quando dura, con che soldi fa i lavori. Mi sembra evidente che più dura questa situazione peggio staranno le strade della nostra regione.
Un paio di altre questioni, abbiamo già avuto occasione di parlarne, vorremmo tanto capire quali sono le idee di questa Regione, di questa Amministrazione regionale, sul fronte di Veneto Sviluppo, nel senso che di recente abbiamo avuto una seduta di questo Consiglio in cui pensavamo di dover nominare i nuovi amministratori di Veneto Sviluppo e abbiamo scoperto, sostanzialmente all'improvviso, che, siccome la Regione stava meditando su altre cose, sull'uscita delle banche, eccetera, quel giorno non abbiamo più nominato nessuno in attesa di risposte che ormai gradiremmo avere.
Altre questioni: CAV. CAV ha un utile nel 2021 superiore ai 16 milioni di euro. Scartando l'ipotesi che vogliamo fare di CAV un po' il modello Paperon de' Paperoni in Topolino, con il suo deposito in cui ammonticchia monete tutti gli anni, sarebbe molto interessante capire di quel tesoretto che cosa abbiamo intenzione di fare, perché, per inciso, che contemporaneamente la Regione Veneto abbia una realtà come Veneto Strade che fa fatica a fare la manutenzione ordinaria e un'altra realtà in cui ha una partecipazione assolutamente rilevante che, invece, ogni anno fa utili e non si capisce questi utili dove vanno a finire, forse non è un modello di gestione perfetta.
Altro aspetto: Veneto Lavoro. Anche Veneto Lavoro, siccome dubito che vogliamo fare di Veneto Lavoro Amazon o Facebook e quindi una realtà fondata e strutturata per fare tanti utili, Veneto Lavoro l'anno scorso fa 30 milioni di utile. Mi interesserebbe, ci interesserebbe moltissimo capire se questi 30 milioni di utili li mettiamo nello stesso deposto di Paperon de' Paperoni di prima, se ne facciamo un altro oppure se abbiamo idee nuove e diverse per quelle risorse.
Vengo alle cose che avevamo già segnalato in Commissione. Mi riferisco al tema di Veneto Innovazione, che chiude il 2021 con un piccolo utile, ma è un utile dovuto alla plusvalenza derivante dalla cessione di una partecipazione azionaria negli ultimi giorni di esercizio. Ripetiamo la domanda, che in realtà ha già fatto la consigliera Camani, ma su cui ritorno, di che intenzioni abbiamo sul fronte Sistemi Territoriali dentro Infrastrutture Venete entro il 31.12.2022. La scadenza per la presentazione delle offerte risale al 26.07.2022, per cui ci interessa capire qual è l'idea che questa Amministrazione regionale ha in questa direzione.
Ultimo punto, ma anche questo è un punto già citato da chi mi ha preceduto. Nel momento in cui ci viene detto, e sulla tesi generale concordiamo, che l'obiettivo di questa Regione è avere un consolidato con il perimetro più ampio possibile, se noi applichiamo le norme contabili che voi giustamente avete inserito all'interno della relazione, se applicassimo fino in fondo, con l'idea di averlo più ampio possibile, queste norme contabili, scopriremmo che sicuramente sia Finest sia Autovie Venete potrebbero stare dentro il perimetro, e noi siamo convinti che sarebbe assolutamente interessante.
Questa è, nella sostanza, una parte di quello che chiediamo e che sottolineiamo. Una parte rilevante l'abbiamo citata e sollevata in Commissione sugli aspetti più tecnici. Speriamo che oggi l'Assessore su questo fronte ci possa rispondere.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire la collega Baldin, che non vediamo in Aula.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Approfitto anch'io della presenza dell'assessore Calzavara per iniziare, com'è successo l'anno scorso, in questo momento la discussione in realtà sul bilancio, nonostante stiamo parlando – e ne sono consapevole – del bilancio consolidato.
Come ho detto alla collega Camani, che oggi era particolarmente ispirata, mi è piaciuto molto il suo intervento e quindi io non avrò molto da aggiungere, perché tantissime cose che volevo dire sono già state citate dalla collega. Parto, però, da un punto: il bilancio consolidato – e io l'ho imparato stando qui, perché prima non sapevo cos'era un bilancio consolidato – non è un atto puramente tecnico (lo abbiamo discusso anche l'anno scorso e l'anno prima), ma è un atto profondamente politico.
è un atto profondamente politico perché non riguarda solo come noi stiamo utilizzando le nostre partecipate in termini di bilancio, ma anche qual è il perimetro degli enti che noi riteniamo essere degli enti che diventano quasi delle braccia operative di un ente pubblico, che è la Regione del Veneto.
Questo è, secondo me, il punto di partenza. Infatti, non mi dilungo molto su quanto è stato detto su Veneto Sviluppo, perché questo è un nodo fondamentale. Io non voglio ripetere quello che ha detto la collega Camani, ma se noi abbiamo una società partecipata che ha il 51% a guida regionale, il 49% a guida di soci privati facenti parte di un gruppo bancario e, tra l'altro, le categorie stanno chiedendo da anni una riforma, se noi non abbiamo ancora, all'interno di questo documento, chiaro come la Giunta e la Regione, quindi, intende lavorare su questa riforma, noi oggi stiamo discutendo di qualcosa che rimane talmente tecnico che faccio fatica anche ad intervenire. Faccio, quindi, davvero una domanda all'Assessore: abbiamo intenzione di modificare il funzionamento di un ente strumentale così importante, come richiesto da tantissime categorie da anni e, ad esempio, come era stato anche proposto da un emendamento che quest'Aula ha votato all'unanimità, proposto da me, intervenire nelle crisi aziendali, anche pensando, ad esempio, ad attività di workers buyout, oppure pensando che ci siano delle scelte strategiche di dove investire, come Veneto Sviluppo, che non vanno prese tra pochi, ma vanno prese con una discussione effettivamente politica.
Visto l'esempio che la collega Camani citava, e che avrei voluto citare anch'io, rispetto a un'azienda che abbiamo deciso di far rientrare all'interno di questo sostegno, mi chiedo quale sia il beneficio per i nostri cittadini veneti che io credo, tra l'altro, anche spesso nelle vostre interlocuzioni e discorsi, come Lega Lista Zaia, portate avanti. Qual è l'effetto chiaro per il cittadino, la donna, la mamma, la signora che sta nel Comune piccolo di aver investito soldi pubblici all'interno di una realtà che non è detto sia quella strategica, per il futuro di questa Regione, in particolare in questo momento politico?
Non mi dilungo. Chiedo anch'io di avere chiarezza se c'è in programma una riforma come richiesto, se gli emendamenti votati al DEFR l'anno scorso e l'anno prima sono attuabili, oppure se devo ripresentarli quest'anno perché, in qualche modo, gli impegni che qui dentro prendiamo poi non vengono mai, o quasi mai, presi in considerazione.
Mi soffermo, invece, su altre questioni che sono state toccate meno. Mi soffermo, in particolare, sul ruolo di ATER che viene inserita ovviamente all'interno del perimetro del consolidato, ma anche qui la domanda politica che sta dietro al ragionamento è un'altra, perché altrimenti non sarei intervenuta se fossimo qui a discutere solo di come il bilancio è fatto, se bene o male, se siamo in attivo, in utile o in perdita. Vorrei capire è se l'investimento che noi come Regione stiamo facendo su ATER viene ritenuto essere fatto fino in fondo. Ho bisogno di una risposta chiara. Vorrei sapere se la Regione intende intervenire sull'emergenza abitativa che abbiamo di fronte.
Tra l'altro, grazie ad un lavoro che in Commissione Seconda abbiamo fatto, finalmente le ATER rendicontano, con dati paragonabili Provincia per Provincia. Ci danno quanti sfitti hanno Provincia per Provincia, ci danno quanti soldi hanno bisogno per riattivare, rigenerare gli alloggi pubblici e anche spiacevoli fatti, come sono avvenuti nella mia città, di sgomberi, di persone che sono all'interno di una casa. Io li leggerei senza entrare sul tema se è legittimo o non legittimo, non è l'interesse che io voglio portare qui. La domanda che io pongo da persona che in questo momento rappresenta qui dentro qualcuno è: la Regione del Veneto vuole o non vuole fare quello che hanno fatto altre Regioni ed intervenire per davvero permettere alle persone di avere una graduatoria di accesso alla casa pubblica, degna di questo nome, cioè che non debba aspettare dieci anni se ha diritto ad una casa pubblica? Perché i dati parlano chiaro: su 36.000 alloggi di proprietà, abbiamo sfitti 6.100 alloggi. Per metterli a posto non ci vuole tanto, in termini di bilancio e di economie, soprattutto perché le ATER, come è accaduto a Padova, hanno anche fatto un lavoro di proporsi, ad esempio, sui fondi PNRR, che adesso pare si siano sbloccati anche dalla struttura tecnica regionale, per riattivare alcuni di questi alloggi sfitti.
Quindi, non è solo ed esclusivamente competenza della Regione pura, ma l'ente strumentale, che è dentro un bilancio consolidato, riesce a co-programmare, insieme, il fatto che entro questa legislatura noi riusciamo ad avere 6.100 alloggi rimessi a posto? Perché stiamo parlando del 17,7% degli alloggi sfitti a Venezia, dove – articolo di oggi – abbiamo 15.000 studenti, che è vero che non sono nelle graduatorie, ma è anche vero che io, proprietà pubblica, potrei anche decidere di lavorare su questo tema, sull'emergenza abitativa degli studenti che a Venezia oggi vanno ad abitare a Favaro Veneto per riuscire a trovare una casa, perché non c'è possibilità di trovare casa qui. Non so se, in qualche modo, avete l'occasione, l'opportunità di avere dei figli che studiano qui o figli di amici che studiano qui. Fatemi sapere se riescono a trovare una casa nella città di Venezia, perché è assolutamente impossibile. Abbiamo Università, e non solo, di un certo livello all'interno di questa città. Abbiamo il 17,7% degli alloggi sfitti. Abbiamo, a Padova, il 16,5% degli alloggi sfitti.
Su ATER, al di là del lavoro che possiamo fare qui dentro, al di là delle interrogazioni che può fare la consigliera Ostanel o l'opposizione – e ne ho fatte tante – chiedo davvero se c'è margine. Sono due anni e mezzo che più o meno proponiamo le stesse cose. C'è margine, c'è la volontà politica di lavorare sul tema dell'emergenza abitativa in maniera concreta e sensata, in compartecipazione con le ATER territoriali? Riusciamo a dare alle ATER territoriali anche la capacità di essere gestite un po' meglio di come sono gestite oggi? Perché c'è anche questo tema di governance che siccome io le partecipate le vedo come un braccio operativo del pubblico, le partecipate non le vedo come un ente privato che ci aiuta a fare in maniera più snella le azioni pubbliche, questa è la mia posizione politica, se è un braccio operativo pubblico, riusciamo a fare in modo che sia un pubblico virtuoso? Perché oggi non lo è e i dati lo spiegano.
Vengo ad ARPAV. Lo ha già detto la collega Camani, però, anche qui, o mente ARPAV o mentiamo noi nel consolidato, perché non è vero che tutto quello che si può fare per un'agenzia così strategica... Non voglio citare la questione PFAS, su cui la collega Guarda lavora da tanti anni. Riusciamo davvero, visto che siamo al terzo bilancio consolidato, a dire la verità su un ente che poi quando in realtà viene in audizione o parla e racconta dice tra le righe, perché forse non può dire tutto quello che deve dire, che i pensionamenti che stanno arrivando in questi anni in realtà non permetteranno di avere tutte quelle risorse umane che noi diciamo invece di avere e di aver messo? Se andranno in pensione tutte le persone che abbiamo sentito anche in Commissione Seconda andranno in pensione nei prossimi anni, non è detto che i risultati che all'interno del bilancio consolidato noi poniamo siano effettivamente raggiunti. Anche qui c'è la volontà di utilizzare questa partecipata, che è un braccio operativo della Regione, sul tema ambientale come dovrebbe fare? Perché, tra l'altro, cito temi urgenti, se poi guardiamo agli Enti Parco, io voglio proprio vedere come Enti Parco ed ARPAV reagiranno al fatto che, ad esempio, proprio ai piedi del Parco Colli si pensa di bruciare CSS all'interno di un cementificio.
Se non tuteliamo il fatto che due nostre partecipate che lavorano su questi temi arrivino davvero a dire "no" perché non c'è una crisi occupazionale, sembra – perché quello che ci è stato detto è che non c'è una crisi occupazionale – davvero dobbiamo intervenire su un tema così chiave su cui sedici Sindaci, e non del "Veneto che vogliamo", ma della Lega Nord e anche di altri partiti, hanno detto "no" a questo tipo di sviluppo? La Regione come Enti Parco e l'ARPAV su questo punto riescono a produrre dati scientifici oggettivi e di gestione dell'Ente Parco per dire effettivamente: no, vicino a un Parco che si sta candidando al MAB Unesco, dover fare un revamping utilizzando una sostanza che è un rifiuto, che è un combustibile da rifiuto, dove sedici Sindaci del colore vostro hanno detto no? Questi sono per me gli obiettivi di una partecipata che, è vero, deve essere gestita bene, e qui stiamo nel bilancio consolidato, lo so, Assessore, mi faccia andare un po' fuori tema, perché in realtà un bilancio dietro, è vero ha dei numeri, ma ha delle scelte politiche. Diamo i fondi ad ARPAV per riuscire a fare un lavoro di monitoraggio sensato e per riuscire davvero a lavorare con questi Sindaci e Sindache, in particolare, che hanno lavorato su questo tema e far dire loro "noi andiamo effettivamente a fare un altro controllo dei terreni che nel 2020 abbiamo visto essere contaminati". Enti Parco e ARPAV.
Tocco un ultimo punto, anzi due. Su Sistemi Territoriali già è stato detto tanto, fatemi dire qualcosa sulle Olimpiadi Milano-Cortina. Non entrerò sui punti di bilancio, ma lo ridirò quando discuteremo del bilancio non consolidato: a me preoccupano i dati che ho visto. In Commissione non ho avuto modo di citarlo perché abbiamo parlato solo di cultura. Però, vedere che nel 2023 abbiamo un meno 29 milioni, nel 2024 un meno 19 milioni e nel 2025 un meno 17 milioni nella gestione di quel grande evento, mi porta a voler capire perché, all'interno di un bilancio...
So che la Fondazione Milano-Cortina non è oggetto di consolidamento, ma faccio un ragionamento sul fatto che tutto questo ha un impatto anche su come noi possiamo gestire questo evento e su come quell'evento impatterà sulle nostre future generazioni. Non fatemi citare Pedemontana, perché credo che l'insegnamento dovrebbe essere già chiaro. Abbiamo indebitato male e che oggi stiamo pagando, sulla pelle del nostro futuro, una scelta sbagliata che è stata fatta. Stiamo facendo la stessa cosa? Io ho bisogno di rassicurazioni.
Ultimo punto, l'Assessore riderà, è il tema della cultura. Forse quest'anno non dovrò fare gli stessi sforzi o tediarvi, come è stato fatto negli anni scorsi. Anche la battuta fatta dall'Assessore un po' di settimane fa è stata divertente, nel senso magari quest'anno perdiamo un po' più tempo sul tema della cultura, ed è vero, perché ho guardato e il taglio effettivamente non c'è. Però, anche qui io mi faccio una domanda rispetto al famoso Piano triennale cultura che abbiamo approvato, che tra l'altro sta dando i primi frutti, perché finalmente abbiamo dei bandi trasparenti che stanno identificando anche ai soggetti dove poter fare domanda, quanto viene finanziato e chi viene finanziato. Poi, i fondi mancano ancora, quindi si aspetti un mio emendamento che cerca di aggiungere qualcosa anche qua. Le partecipate, però, che si occupano di cultura, anche se non sono oggetto del consolidato, perché non le abbiamo inserite all'interno della programmazione culturale triennale, quindi di quella legge?
Piano triennale cultura. So che non è la sua competenza e che dovrò chiederlo all'assessore Corazzari, l'ho già chiesto, ma questo è il momento di riportare qui il tema. Perché abbiamo fatto un Piano triennale senza pensare alle nostre partecipate? È un po' il filo che lega il mio discorso di oggi. Cos'è per noi una società partecipata? Cos'è per voi che state, ovviamente, al Governo? Per me una società partecipata è un ente che fa l'interesse pubblico. Se l'interesse pubblico è quello di fare un Piano triennale che mi permetta finalmente di avere una programmazione culturale in questa Regione, sui diversi settori, perché non abbiamo messo le partecipate? Vogliamo lasciare che le partecipate facciano da sole? No. Per me l'obiettivo dovrebbe essere il contrario: le partecipate vanno sostenute e la programmazione deve essere fatta con loro.
È lo stesso motivo per cui, quando ho aperto questo intervento, ho detto che il tema non è tecnico, non è di bilancio, ma è politico. Scegliere chi inserire in questo perimetro, scegliere chi inserire nella nostra programmazione è esattamente il metro, la cartina di tornasole della volontà politica di questa Giunta. Lasciare le mani libere ad alcuni e, invece, imbrigliare le mani ad altri non è sempre la scelta più giusta, perché, invece, le partecipate, io credo, andrebbero inserite in quel Piano. Non è oggetto di bilancio e so che non mi deve rispondere lei, ma penso sia importante che, se stiamo parlando di partecipate e, quindi, del bilancio che, in qualche modo, le riguarda, questo è un tema politico che dovrebbe, nei prossimi anni, essere affrontato.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto intervenire la collega Baldin. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo dire due parole circa questa discussione del consolidato. È un bilancio ormai chiuso, quindi a consuntivo, e possiamo dire soltanto quello che non è andato bene e che si può eventualmente cercare di migliorare.
Almeno due sono i temi di cui volevo discutere e di cui hanno già discusso le colleghe, quindi è evidente che sono effettivamente due problemi, due questioni irrisolte da tempo e, anzi, che con il tempo magari peggiorano o in qualche modo hanno delle conseguenze ancora più pesanti sui cittadini.
Una di queste è la situazione degli ATER regionali; una situazione, come hanno ben illustrato le colleghe, di penuria di case, di residenze abitative per chi non se le può permettere. Parliamo di una situazione a livello generale in cui ci troviamo affitti del tutto insostenibili. Capite bene che con gli stipendi che sono fermi da più di vent'anni a questa parte, anche per la maggior parte stipendi bassi, la maggior parte delle famiglie o delle persone non riesce a garantirsi un affitto. In questo momento storico penso che la necessità dell'ente pubblico sia quella di venire incontro a queste famiglie, a queste persone che non ce la possono fare, e parliamo di casa come bene primario, bene essenziale.
Dall'altra parliamo di case popolari che, come si diceva, avrebbero bisogno di manutenzioni ordinarie e straordinarie e quant'altro. Ci dicono che non ci sono i soldi per intervenire in questo senso. Quindi, si va verso una svendita totale o parziale delle case ATER. Però, rimane il problema di fondo che non ci sono abbastanza alloggi per le persone in difficoltà. Questo è un tema collegato a un altro, quello degli ESU, quindi da una parte emergenza abitativa per i cittadini e dall'altra per gli studenti.
Riprendo situazioni come quella di Padova, lo abbiamo visto anche negli anni scorsi, in cui abbiamo un'università di eccellenza a livello nazionale, come il centro di Padova, e l'emergenza alloggi per gli studenti è veramente importante.
Proprio per questo credo che bisognerà fare una riflessione quantomeno sui prossimi appuntamenti relativi al bilancio. Un investimento finanziario andrebbe fatto proprio per garantire maggiori alloggi sia alle persone che soffrono in questo periodo di grave crisi in cui tutto è aumentato, dall'energia ai generi alimentari, sia anche per trovare una sistemazione a quelle migliaia di studenti che, ad oggi, frequentano l'Università di Padova, ad esempio, ma anche tante altre, e che non riescono a trovare un alloggio a prezzi normali, dico "normali" perché stiamo ragionando di prezzi folli che riguardano gli affitti.
Un altro tema di cui ho sentito parlare prima, che mi sta molto a cuore, è quello di Sistemi Territoriali Spa. Sapete che nella città in cui abito c'è un'unica stazione, un'unica rotaia che va da Chioggia a Rovigo ed è gestita da Sistemi Territoriali, questo almeno fino al 31.12 di quest'anno. Alla fine di quest'anno, quindi con l'inizio del prossimo anno, ci dovrebbe essere un nuovo gestore, ma, come si diceva prima, non c'è ad oggi un bando. La domanda sorge spontanea: quale sarà il futuro di questa linea ferroviaria? Sapete che, oltre alla Chioggia-Rovigo, la società Sistemi Territoriali gestisce anche la Rovigo-Verona e la Adria-Mestre, tutte tratte che presentano problemi enormi, e ve lo dico perché personalmente ho frequentato questa tratta per più di cinque anni, all'università, e i ritardi e le soppressioni dei treni senza un'adeguata sostituzione da parte di bus erano all'ordine del giorno, con treni anche vecchi, malconci, senza manutenzione di alcun tipo che venivano spesso soppressi per la vetustà della tratta o dei mezzi.
È una situazione a dir poco insostenibile. Ci ritroviamo oggi ad affrontare questo nodo per il passaggio della gestione del servizio. Capite bene che, se ci sarà una sorta di sospensione nell'intermezzo tra la vecchia e la nuova gestione, ci potrebbe essere ancora la gestione a carico di Sistemi Territoriali proprio in questo periodo di intermezzo. Come può fare la Regione del Veneto per garantire un servizio veramente di efficienza e di eccellenza al pari quantomeno delle altre linee ferroviarie del Veneto? Qui c'è l'opportunità, da parte mia, da parte nostra, chiaramente, di valutare se affidare questa nuova gestione ad un'altra società, a un altro ente che possa portare un po' più su il livello di questa tratta, che è veramente gestita a dir poco male, nessuno lo può negare questo. Siamo sui giornali quotidianamente, ci sono gruppi Facebook che rimproverano tutta questa mala gestio. I fenomeni di soppressione e cancellazione, come vi dicevo prima, sono veramente tantissimi. È veramente insostenibile. È una tratta che viene percorsa sia da studenti che frequentano l'Università di Rovigo sia da pendolari. È arrivato il momento, forse, di cercare altre soluzioni. Una soluzione potrebbe essere anche quella di affidarla a Trenitalia, che gestisce sicuramente meglio le altre tratte che percorrono il Veneto. Su questo, quindi, chiedo la massima attenzione.
Mi dispiace che non ci sia l'assessore De Berti, ma vedo l'assessore Calzavara, che sicuramente porterà all'attenzione dell'assessore De Berti la questione, che senza dubbio è cruciale in un Veneto che vuole essere l'eccellenza, in tutta la sua complessità e in tutti i suoi territori. Non possiamo dimenticarci di alcuni territori o considerare alcuni cittadini di serie B rispetto a tanti altri che, magari, possono essere definiti di serie A.
Altra questione che ho toccato con un altro ordine del giorno riguarda l'Arena di Verona. Abbiamo letto ‒ credo tutti ‒ le notizie diffuse a mezzo stampa, secondo cui ci sono state indagini che hanno a che fare con la malavita organizzata, quindi 'ndrangheta e anche associazioni mafiose di stampo criminale, che in qualche modo hanno cercato di infiltrarsi. Si sono riscontrate emissioni di fatture false, pagamenti gonfiati effettuati dalla Fondazione Arena di Verona (vi riporto le parole della stampa). Siccome una delle azioni della Regione del Veneto è quella di finanziare Fondazioni come Arena di Verona e tante altre, nello specifico credo sia importante cercare di controllare il più possibile, affinché non ne vada di mezzo l'immagine della Regione del Veneto e della Fondazione stessa, e valutare, anzi decidere di costituirsi parte civile nei processi che riguardano infiltrazioni mafiose, criminose.
Questi sono i punti principali. Siccome ‒ ripeto ‒ sono punti che sono già stati sollevati, evidentemente hanno un grande fondo di verità. Se non li affrontiamo oggi, sicuramente ce li ritroveremo domani, ma con delle conseguenze ancora più gravi e un sentiment da parte dei cittadini sempre peggiore. Bisogna assolutamente trovare una soluzione, in questo momento storico, alle tante difficoltà che ci troviamo ad affrontare, in primis la crisi economica. Anche la crisi abitativa è sicuramente molto importante e crea molti disagi a tantissimi cittadini, dai più giovani ai più anziani.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti.
Ringrazio per gli interventi che ci sono stati fino a questo momento, in particolar modo per i 46 minuti di relazione fatti dalla correlatrice Camani. Di 71 minuti, ne ha usati 46. Credo che in 46 minuti abbia avuto modo di dare un segnale di attenzione verso questi temi assolutamente importanti per la nostra Regione. Si tratta di valutare le azioni e l'efficacia e l'efficienza di tutte le aziende che abbiamo messo all'interno del bilancio consolidato.
Vorrei partire proprio da questo: cos'è il bilancio consolidato, ai sensi del 118? Non è uno strumento di governance. Non è all'interno del bilancio consolidato che si decide di fare una cosa piuttosto che un'altra. Naturalmente, nell'ambito della discussione è possibile esprimere pareri discordanti rispetto alle politiche che emergono dalle relazioni. Tra l'altro, come si evidenzia proprio nel documento, è un documento di sintesi, la sommatoria di una serie di dati che vengono forniti alla Giunta regionale, che li mette assieme e cerca di fare un bilancio consolidato leggibile. Sarebbe molto più semplice fare un documento di 1.500 pagine, allegando tutte le relazioni di tutte le società inserite all'interno di questo bilancio consolidato. Sarebbe un elemento, credo, anche di bel confronto. Molto probabilmente all'interno delle singole relazioni delle singole società si potrebbero capire meglio quelle che sono state le dinamiche annuali all'interno di una società, creando in alcuni casi maggiori utili o perdite, che magari non erano previste.
Chiarito, quindi, che il bilancio consolidato che approviamo oggi è un documento corretto nella sua forma e in quello che deve rappresentare, al di là di quelle che possono essere le scelte di ampliarlo ulteriormente, valuteremo, una volta costituita definitivamente e messa in esercizio la società Alto Adriatico, per quello che rappresenta in termini di compartecipazione rispetto al Friuli Venezia Giulia, se ha senso inserirla all'interno di questo documento. Sono valutazioni che si fanno man mano che le società prendono forma. Come avete visto, è solo da tre anni che abbiamo un consolidato che, di fatto, si attesta in 29 soggetti. Questo ci permette, tra l'altro, di avere una continuità di comparazione, che, diversamente, anno dopo anno, rischiava di essere difficilmente misurabile. Negli ultimi tre anni abbiamo consolidato questo perimetro, che ci permette ‒ come dicevo ‒ di avere dati facilmente comparabili l'uno con l'altro.
Credo che i Consiglieri regionali abbiano, all'interno delle varie Commissioni, la possibilità di affrontare per singole società le criticità, far emergere eventuali indicazioni o dire le cose che non vanno rispetto alle relazioni che fanno i Presidenti o gli amministratori delegati di queste società. Molto probabilmente non c'è un luogo unico, perché vanno nelle varie Commissioni a seconda delle competenze. Credo che CAV sia andato in Seconda Commissione, Film Commission in Sesta, Veneto Innovazione in Terza. Chi ha la fortuna di partecipare a tutte le Commissioni probabilmente ha un quadro complessivo delle dinamiche di queste società, che hanno caratteristiche diverse.
Condivido una cosa. Io non ho un filo diretto con tutte le società. Io sono l'Assessore al bilancio, e devo portare questo documento. Io sono l'Assessore alle società partecipate, ma non ho il filo diretto con le singole società, che afferiscono agli Assessori con i quali si rapportano costantemente per cercare di far sì che le risorse messe a disposizione dalla Regione vengano adoperate nel migliore dei modi possibili.
Cercheremo di scrivere ai direttori e agli amministratori delegati dicendo loro che non possono venire qui, piangere e poi dire che nei bilanci va tutto bene. Non va bene. È schizofrenia amministrativa. Se la logica è quella di venire qua, come amministratore delegato, per cercare, nel prossimo bilancio, di sensibilizzare il Consigliere di turno per avere 100.000 euro in più, non funziona così. Le risorse sono quelle del bilancio che avete visto nel corso degli ultimi due anni. Queste società vivono, per gran parte del loro fatturato, con risorse che vengono messe a disposizione prima dalla Giunta e approvate dal Consiglio. Sono risorse che condividiamo. Sono quelle tante o poche risorse che abbiamo a disposizione, che vengono messe a disposizione e che si cerca in alcuni casi di ottimizzare al meglio.
Abbiamo l'esempio di Veneto Innovazione. Le società, in alcuni casi, sono strumenti operativi che permettono di risparmiare anche l'euro, ad esempio l'euro dell'IVA, che per una Regione è un costo e per una società è detraibile. Non è poco. In una fiera, quando vai alla BIT di Milano, uno stand ti costa 250.000 euro più IVA. Quei 50.000 euro li potresti spendere in qualcos'altro, per un altro tipo di iniziativa. Questa è l'operatività delle società che ci piacerebbe. Parliamo della più piccola, che, inevitabilmente, non caricando i costi di gestione per far sì che l'assessore Caner abbia un euro in più da spendere, rischia di generare disavanzi di qualche migliaio di euro, perché si va a guardare anche il singolo euro.
Poi cerco di rispondere alle sollecitazioni che sono emerse. Parliamo di CAV, la società del Passante. Altro strumento importantissimo, al di là di quelle che saranno le future strategie di una holding che riguardi le strade del Veneto. Se ne parla da molto. La vicepresidente De Berti è da tempo che ne parla con i vari Ministri ‒ anche Ministeri, perché poi cambiano nome ‒ che si sono succeduti negli ultimi sette anni. Speriamo oggi di aver trovato un interlocutore che duri almeno per cinque anni e che, essendo vicino anche alla nostra maggioranza, possa effettivamente dare inizio a questo percorso di una holding veneta che possa effettivamente ottimizzare le risorse che sono nel nostro territorio e far sì che gli utili possano essere ripartiti per cercare di iniziare anche nuove opere infrastrutturali di cui il Veneto ha bisogno.
Parlavo di CAV. Questi utili ‒ che non sono stati utili per i due anni di pandemia; fortunatamente il 2021 ha dato risultati importanti ‒ non possono essere distribuiti e sono lì a riserva perché c'è un vincolo dei bondisti. Ci sono ancora 550 milioni di euro da pagare del Passante di Mestre. Quei soldi sono stati rilasciati a fronte di un accordo che prevedeva delle tutele da parte dei bondisti per il non rilascio di utili fino almeno al 2028. Adesso stiamo cercando con loro ‒ proprio perché si inizia a comprendere che ormai il trend del Passante è stabile e che, quindi, questi utili possono essere sufficientemente garantiti e le riserve sono sufficienti a coprire anche dei disastri che possono succedere nel corso dei prossimi anni ‒ iniziare un percorso di rilascio graduale degli utili che ci possa permettere, anche in questo caso, di investire in opere pubbliche. Questo è un esempio.
L'altro esempio è quello di Veneto Sviluppo. Comprendo l'attesa per quanto riguarda il futuro di Veneto Sviluppo. Ci stiamo lavorando da tempo. La soluzione non è semplice, ma ci porterà a far sì che non ci possa essere da parte dell'Unione europea nessun dubbio che i fondi verranno utilizzati da una società in house. Questo è l'obiettivo, a breve, che speriamo di riuscire a portare in Aula, perché è quello che vogliamo fare. Ci sono varie opzioni. Al momento non possiamo ancora darvi l'iter definitivo. Speriamo di riuscire a breve a dare notizie in grado di fare chiarezza sulla certezza di poter utilizzare i fondi della programmazione 2021-2027.
Film Commission. Cosa fa la Film Commission? La Film Commission fa attrazione, così come fanno attrazione tutte le Film Commission d'Italia. Probabilmente ha qualche perdita perché non le diamo soldi sufficienti, come le altre Film Commission in giro per l'Italia. Lo scopo della Film Commission è quello di riuscire ad attrarre produzioni televisive nel nostro territorio. Naturalmente, queste produzioni televisive vengono perché trovano benefit, trovano agevolazioni nel nostro territorio, che possono essere sia di carattere ambientale, ma soprattutto di servizi, e molto probabilmente, in alcuni casi, come è successo in regioni a noi vicine, anche sostegni di carattere economico.
Su Veneto Lavoro l'osservazione che avete fatto è corretta. Credo ci sia un'imputazione molto probabilmente non puntuale di quelle risorse. Andranno a riserva e verranno riscontate negli anni successivi. Non è giusto che ci siano cifre del genere a disposizione di una società. Credo che debba essere, da questo punto di vista, rimessa in ordine per quanto riguarda quel tipo di eventuale utile, non giustificato all'interno del bilancio di una controllata della Regione.
Per quanto riguarda Veneto Strade, anche in questo caso, la questione è legata a tutto il tema dell'holding veneta autostradale. È chiaro che la compartecipazione di ANAS, che da tempo, e anche in questo caso, ha visto un'interlocuzione da Toninelli a non so chi, che ogni volta se ne parlava in maniera diversa, ma non si è riusciti a concretizzare questo percorso che dovrebbe portare ANAS ad acquisire il 51% di Veneto Strade e permetterci, da questo punto di vista, di avere anche una chiarezza su quelle che sono le prospettive di questa società, che rimane comunque strategica all'interno del nostro territorio, e anche in questo caso non venire a piangere, perché alla fine le risorse le abbiamo sempre messo a disposizione, compatibilmente con quelle che sono le nostre disponibilità.
Con riferimento alle Olimpiadi, ho visto che la Corte dei conti ha inserito la società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 all'interno dell'alveo dei controlli da approfondire nel corso dei prossimi anni. Ritorniamo ai discorsi che abbiamo già fatto in occasione della pista da bob, piuttosto che di altre iniziative: bisogna riuscire a misurare il ritorno di un evento. Pensare che questo evento, che arriva nel Veneto e darà al Veneto e alla Lombardia una visibilità a livello planetario, possa costare zero credo che sia sciocco. Bisogna capire qual è il giusto investimento per una Regione come la nostra e quale sarà il ritorno che le Olimpiadi daranno al nostro territorio, che sarà innanzitutto un ritorno pre-evento. Personalmente spero che con la nomina del nuovo amministratore delegato della società si possa iniziare concretamente a creare le condizioni di una visibilità anticipata, quindi tutto quello che succederà prima dell'evento, e naturalmente quella che sarà la legacy, quella che sarà l'eredità che questo evento lascerà nel territorio, che ci permetterà, molto probabilmente, di non avere subito alcune infrastrutture pronte, ma ci sarà quel miliardo e passa di investimenti che sicuramente porterà dei benefìci alla montagna del Veneto.
In conclusione – poi se emergerà qualcos'altro sono naturalmente a disposizione – faccio una considerazione sugli ESU. Sapete che l'anno scorso abbiamo fatto uno sforzo mettendo ulteriori 2 milioni di euro nel bilancio dell'anno scorso, il che ha sistemato alcuni bilanci degli ESU della Regione. Così come con le ATER: i risultati delle ATER 2021 sono tutti risultati positivi. Tra l'altro, sono ATER che stanno cercando di utilizzare al meglio tutti i bonus e le opportunità che il Governo centrale ha messo a disposizione anche soltanto per rigenerare alcuni edifici che potranno essere messi a disposizione in futuro. Abbiamo sette Aziende territoriali molto impegnate in questa parte della loro esistenza. Tra l'altro, secondo me sarà necessaria una verifica – credo che l'assessore Corazzari la stia predisponendo – di quello che è successo con l'introduzione della nuova legge sulle ATER e, quindi, di quelli che sono i flussi in entrata che quella legge ha generato, perché mi danno, a seconda delle Province, anche dei segnali diversi, che rischierebbero, in alcuni casi, di mettere a repentaglio la tenuta dei conti di alcune ATER del nostro territorio.
Concludendo, dico che si tratta di un buon bilancio consolidato, che si conferma capace di avere società ben amministrate, con amministratori che seguono le indicazioni fornite loro dalla Regione. Naturalmente tutti avrebbero bisogno di più risorse. Sono cose di cui abbiamo parlato più volte. Tuttavia, con le risorse che abbiamo messo a disposizione queste società hanno avuto, anche loro, la capacità di guardarsi al proprio interno, di efficientare alcuni processi e di capire se c'erano, in alcuni casi, delle sacche di inefficienza da andare a eliminare. Oggi abbiamo 29, tra società ed enti che producono utili, che danno l'idea di una Regione che continua ad investire, che ha capacità anche di innovare in alcuni settori.
Concludo con la questione di Veneto Sviluppo, non tanto quella legata ai fondi, quanto quella che sarà probabilmente la mission futura di Veneto Sviluppo, che dovrebbe essere sempre di più quella vicina alle piccole e medie imprese. Maschio Gaspardo non era forse una piccola o media impresa, però nel Veneto poteva considerarsi una media impresa, e l'intervento in quel momento particolare, legato anche a situazioni familiari molto particolari, a seguito, mi pare, della dipartita di uno dei soci, ha generato, comunque, la capacità di tenuta di questa società. Oggi Veneto Sviluppo è uscita da Maschio Gaspardo e ha generato anche una discreta plusvalenza. Quindi, questa è la dimostrazione, da parte del management di Veneto Sviluppo, di fare quello che una finanziaria della Regione dovrebbe fare: cercare di andare a trovare qualche unicorno, qualche unicorno che magari nel Veneto può nascere. Quindi, questo dovrebbe trovare il Veneto capace di sfidare anche alcune opportunità che il mercato può dare e cercare di essere vicino ad alcune società e alcune aziende che, anche dal punto di vista generazionale, possono trovare dei problemi e che vedono in una finanziaria regionale l'assistenza in alcuni momenti della loro vita, per poi uscirne e lasciarle al mercato. Veneto Sviluppo non deve rimanere tutta la vita all'interno di queste società, ma deve essere al loro fianco nei momenti di difficoltà o nei momenti di crescita, dandogli quel booster che molto probabilmente in alcuni momenti la finanza non è in grado di dare, ma che una finanziaria regionale ha al proprio interno come mission.
Quindi, io credo che questo, in futuro, una volta chiarito anche tutto il tema della gestione dei fondi, ci possa permettere di avere una società che sicuramente sarà capace di interpretare la forza del nostro territorio e farlo crescere ancora.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Assessore, anch'io la ringrazio per alcune importanti spiegazioni che ha dato, però io credo che questo momento, anche dal punto di vista del dibattito in Aula, sia un momento molto importante, perché quando andiamo a ragionare sulla fotografia del bilancio consolidato delle nostre società o degli enti strumentali andiamo a ragionare di una serie di competenze o abbiamo l'opportunità di intervenire su una serie di situazioni in cui con quello che può essere il lavoro ordinario dell'Aula non si interviene. È chiaro che sono società nostre o partecipate che hanno una loro autonomia, con una loro dirigenza, una loro gestione e una loro responsabilità, però trattano temi molto spesso di primo livello nel dibattito che noi abbiamo quando si parla anche della stessa quotidianità di carattere regionale. Spesso è un gergo politico dire "non è una cosa nostra, la segue Veneto Sviluppo" o "non è una cosa nostra, la segue ATER", come se fossero entità del tutto esterne e lontane da quello che è il nostro controllo, tant'è che li chiamiamo in audizione per capire quello che accade.
In questo momento del bilancio, invece, noi ritorniamo a gamba tesa su un altro ragionamento, che è quello di ricordare che tutto quel dibattito che durante l'anno molto spesso pensiamo sia lontano dalle nostre competenze in quanto sono soggetti terzi che lo esercitano, invece è un dibattito tutto in casa nostra in termini di competenza e anche di responsabilità politica. Perché dico questo, Assessore? Dico questo perché molto spesso il dibattito – poi entrerò anche nel merito di alcune vicende – diventa un dibattito monco, dal momento che, passata questa fase, per sapere qualcosa o si riesce ad avere un'audizione, come è capitato, e magari si riescono ad avere i numeri, oppure passa un anno senza sapere quello che accade in ATER, piuttosto che in CAV, piuttosto che in Veneto Lavoro. Questo, colleghi, lo considero, dal punto di vista oggettivo e non politico, un grande limite che ci si pone all'interno del Consiglio regionale. Del resto, è vero che una volta all'anno ci sono le audizioni, approviamo, decidiamo, incalziamo, magari chi è più o meno addentrato sul tema tenta di interloquire con l'amministratore delegato di turno che viene in audizione, ma durante l'anno, quando parliamo di questi temi, è un dibattito che non ci appartiene. È un dibattito che non ci appartiene! Se non qualche atto ispettivo con cui si chiede all'ente quello che sta succedendo, oppure nel caso delle ATER qualche piano vendita o qualche graduatoria di sicurezza stradale.
Assessore, lei prima diceva una cosa molto giusta, quando diceva che sono dei buoni bilanci, sono società ben amministrate secondo le indicazioni della Regione. Siccome i bilanci li approviamo anche noi, soprattutto noi – chiaramente non è colpa sua, è il sistema che è così –, su tante partite noi siamo un po' limitati. Quindi, credo che questo momento rappresenti l'opportunità e l'occasione dell'anno che si usa per poter dire alcune cose. È vero che, se si fa una fotografia, possiamo dire che sono ben amministrate. Però, Assessore, io ho una visione un po' diversa, non dal punto di vista tecnico, perché probabilmente non avrei neanche le capacità di poter avere una visione diversa dalla sua, visto anche il ruolo che lei ha e gli elementi che possono coadiuvare il suo lavoro. Quindi, non entro nell'aspetto tecnico dicendo che ho una visione diversa dalla sua, perché sarebbe una guerra tra chi combatte uno per terra e uno per mare. È impari. Però, quando lei dice "in base alle indicazioni della Regione" – forse ho una visione un po' più romantica – non riesco a non pensare che io non ho contezza di quello che accade all'interno della nostra Regione, della nostra quotidianità, di questo momento storico e soprattutto di quelle che dovrebbero essere le indicazioni che fornisce la Regione. Ma ci sono temi, Assessore, dove noi siamo latitanti dal punto di vista delle indicazioni che dobbiamo dare. Ci sono temi, Assessore, dove, non so se per limite, o per comodità, o perché va bene così, noi, che siamo chiamati a dare le indicazioni, non diamo quelle indicazioni che dovremmo dare, che in qualche modo, invece, essendo noi i primi rappresentanti del territorio, essendo questa la massima espressione all'interno dei confini della Regione Veneto di rappresentanza diretta del popolo, dovremmo dare.
Penso, ad esempio, alle ATER, Assessore. In questi giorni è in corso una battaglia, tant'è che è intervenuto persino il sottosegretario Sgarbi, sui ticket di accesso a Venezia, che è una polemica strettamente legata a tutto il tema della residenzialità di Venezia. C'è una consulta che quasi quotidianamente interviene, incalza, si scontra. Con qualche collega siamo andati, anche più volte, con le troupe televisive, a vedere cose a volte un po' strane che accadono, qualche casa vuota, aperta, ma qualcuno che non entra. Chiaramente sono cose che non si possono imputare alla Regione in maniera diretta. Però, resta comunque il tema della residenzialità di Venezia. Poi, uno può dire: ma cosa ce ne frega a noi, non siamo mica il Comune di Venezia. Questo è vero. Però, siamo coloro che dovrebbero dare delle indicazioni ad ATER. Del resto, se vedo dal punto di vista sociale il motivo per cui è nata l'ATER e vedo il patrimonio dell'ATER a cosa dovrebbe servire, mi permetto di dire che forse c'è un po' di strabismo tra quella che è la finalità dell'ATER e quello che è l'operato tecnico non dell'ATER in generale, ma dell'ATER su un territorio fragile, come quello di Venezia, dove uno dei principali problemi che vive oggi la residenzialità veneziana è direttamente correlato con quello che fa ATER. È chiaro che il patrimonio è gestito da ATER. Peraltro, Assessore, vedendo i numeri, emersi anche durante le audizioni, sono numeri importanti. Se seguiamo quello che fanno queste consulte civiche, non perché io sia un amante di alcuni movimenti, ci danno numeri che, anche nel confronto diretto con l'ente, ci fanno una fotografia.
Io dico, Assessore, su uno scenario come la sopravvivenza dell'identità del nostro capoluogo, che piace tanto all'Assessore al turismo, tant'è che il brand della Regione è "The Land of Venice", noi abbiamo mai detto qualcosa sulla politica della residenzialità veneziana e di come deve porsi ATER? Noi, un atto di indirizzo, una delibera di intenti, un convegno – per dirlo in maniera velata, lo dico a suocera perché nuora intenda, o viceversa –, lo abbiamo mai fatto? No. Io sono qui da due anni, sono due anni molto caldi che pullula questo dibattito, e noi non l'abbiamo fatto. Questo è un esempio di come ci sono indicazioni politiche su cui noi abbiamo una responsabilità chiara e oggettiva da mettere in campo, Assessore, e non lo facciamo. È chiaro che in ATER i conti vanno bene, è chiaro che abbiamo buoni amministratori in ATER che fanno quadrare i conti dal punto di vista matematico, ma ATER è frutto di una nostra partecipazione ideologica e ragionieristica, o è frutto di un ente nato, costruito e mantenuto da noi perché deve percorrere e perseverare alcune prerogative? Peraltro, parliamo di prerogative in una delle città più importanti e più fragili al mondo. Uno dei problemi della città tra le più importanti al mondo e tra le più fragili passa attraverso un dibattito di ATER sulla residenzialità, visto che ci sono migliaia di alloggi e migliaia di alloggi considerati dall'ente.
D'altronde, se vediamo il piano vendita che abbiamo approvato, si dice che non mettiamo in vendita nella parte insulare dei manufatti di nostra proprietà perché possono diventare oggetto in qualche modo di speculazione. Bene. Ma al netto di dire che non li mettiamo in vendita perché evitiamo magari di andare a disturbare il soggetto privato che fa quel mestiere, e ci può stare, qual è l'indirizzo politico che noi diamo? Il Consiglio regionale come si pone nel rapporto con Venezia per salvarla, per aiutarla a venir fuori da quell'impasse all'interno della quale è ormai da anni? Per capire dopo avere, in maniera ironica ma preoccupante, simpatica ma tragica, celebrato i veneziani il funerale di Venezia in maniera simbolica con una pubblica manifestazione che celebra il funerale di Venezia scesa sotto i 50.000 abitanti. L'Assessore diceva prima "indicazioni politiche": quali sono le indicazioni politiche che abbiamo dato? Le numerose interrogazioni, mozioni e ordini del giorno che facciamo rimangono carta straccia e ci permettono di avere l'articoletto dopo, se ci va bene sul giornale, se ci va male sulla pagina del Consiglio, o veramente le preoccupazioni, che in qualche modo tentiamo in maniera sana di portare in quest'Aula, trovano poi una declinazione oggettiva nello stimolare l'intelletto di dire: forse qualcosa sta succedendo se tutti si preoccupano su questo tema?
Questa è una delle prime preoccupazioni che ho. Per dire cosa? Assessore, il bilancio sicuramente è buono sotto l'aspetto matematico, però quelli che nominiamo in ATER (dico Consiglio, responsabilità di tutti) li nominiamo tutti noi e qualche indicazione politica abbiamo il compito di darla, anche perché abbiamo il famoso coltello dalla parte del manico: se una persona da noi nominata mette in campo un'azione aziendale di un nostro Ente diversa da quella che è l'indicazione della Regione la volta dopo va a casa. Non ci sono vitalizi su alcune poltrone. Questa è una domanda che mi preoccupa perché nei prossimi giorni ci sarà l'ennesima manifestazione.
E anche nel rapporto di dire: parla con ATER. Consiglieri, tanto a quelli di maggioranza quanto a quelli di minoranza, parlate con ATER. Ma alla fine l'atto pratico qual è? L'indicazione politica qual è? Perché se noi diamo un'indicazione politica al Consiglio di Amministrazione che nominiamo, forse gli diamo anche una copertura per potersi muovere. Ma se noi non gli diciamo niente, li capisco anch'io, Assessore. Con che coraggio su scelte così difficili ti metti a intraprendere in maniera autonoma una politica? Se su Veneto Agricoltura Caner non dà delle indicazioni, io lo trovo difficile che, per quanto siano eccellenti i nostri dirigenti, qualcuno si svegli la mattina e decida di muovere passi in un'indicazione che va in maniera diametralmente opposta a quelli che sono gli intenti che la Regione ha. Perché ci sono numeri ma c'è politica. E i numeri seguono le scelte politiche, anche se tante volte noi ci stiamo abituando al fatto che sono le scelte politiche che seguono i numeri, perché è più facile tenere i conti in ordine che fare le scelte. Avviene un po' dappertutto. A volte anche nelle famiglie, Assessore, visto che diciamo sempre "il buon padre di famiglia". Però ci sono dei temi che invece la politica deve tornare e deve dire cosa ne pensa.
Sistemi Territoriali: è nostra al 100%. Io, Assessore, ho capito, come dice l'assessore De Berti, gli innumerevoli atti ispettivi, ne ho altri due o tre che giacciono all'interno della Commissione che devono essere affrontati. Dice: sì, effettivamente, come faccio a negare che alcune cose non vanno, tant'è che come società sta cessando la sua esistenza? Però, in attesa che questa società cessi la sua esistenza, io ho prodotto un po' di documenti, un po' di lettere, un po' di accesso atti e noi siamo di fronte, Assessore, mi assumo la responsabilità di quello che dico, a una tragedia che stanno perpetrando all'interno del servizio di trasporto. E sa perché dico tragedia? Perché il più delle volte i treni non arrivano, i treni di un servizio fatto da noi. Noi siamo il Veneto eccellente, il Veneto veloce, il Veneto evoluto, il Veneto bravo, il Veneto delle Olimpiadi, però gli unici treni che non arrivano sono quelli che gestiamo noi. è un dato? Sì, è un dato perché me lo scrive anche la stessa società, dove mi fa l'elenco come se stessimo parlando di minuti, ma i minuti sono 30, 46, 35, 30. È un nostro Ente, ci sta. Sa cosa succede, Assessore? Che i ragazzi i primi giorni di scuola già rimangono a piedi di loro. Dopo qualche giorno l'insegnante perde anche la pazienza e dice loro: guardate che incomincio a scrivere, perché capisco che c'è un problema, ma non è che avete l'immunità.
Dopo cosa succede? Che fatalità piove, rimangono anche sotto la pioggia ad aspettare. Perché dico che è una tragedia? Perché dopo questi ragazzi devono dire ai genitori di prendere la macchina, se sono fortunati, e mettersi sulla Romea. La Romea è la stessa strada su cui meno di 12 ore fa c'è stata un'altra vittima giovanissima. Ma non si mettono sulla Romea perché non accettano di viaggiare sicuri, perché non accettano di viaggiare green, perché non accettano di usare il trasporto pubblico. Si mettono sulla Romea sennò il figlio a scuola non va. Mettono la benzina, con questa crisi economica, perché non tutti hanno un reddito che gli permette di rimanere immuni di fronte a un rifornimento di benzina, dopo aver pagato un titolo di viaggio. In una Regione che si candida quindi nel dibattito politico ad essere un'eccellenza, noi abbiamo gli studenti che, se per sbaglio scelgono di andare a scuola da quella parte del Veneto, e non dall'altra, hanno la sfortuna di incombere in un Ente regionale, perché alla fine Ferrovie non è regionale, ma funziona, non funzionano solo le nostre.
Io sono per l'autonomia, ma mi auguro che prendiamo le parti migliori di noi, non quelle peggiori, perché se dovessi fare un conto su come oggi adoperiamo l'autonomia, dove abbiamo la gestione diretta, io, da autonomista, sono un po' preoccupato, Assessore. Mi consenta questa battuta. Ma sa, se le uniche quattro tratte dove la gente ci scrive, dobbiamo probabilmente... perché io andrò anche su Enti superiori. L'ho lasciato a verbale. Io sto preparando un esposto, sto raccogliendo i documenti, e lo dico anche al microfono oggi, perché non è possibile che tutti i giorni succeda. Perché un giorno è un disservizio, ma se succede tutti i giorni è un disservizio programmato al quale tu non dai risposte, perché la risposta non può essere che c'è cantiere. Ho capito che c'è il cantiere, ma non credo che la notte l'omino vada col badile e decida l'indomani di andare a lavorare lì. Vuol dire che c'è da prima il cantiere. Allora perché l'autobus non lo prevedi il giorno prima per sostituire la linea? Aspettiamo che lo studente va lì, resta a piedi, dopo i genitori devono chiamare. L'autobus che doveva portarli per sostituire il treno delle 07.00 arriva magari dopo un'ora – hanno fatto l'ultima interrogazione – un'ora e mezza, credo.
Assessore, noi abbiamo una responsabilità politica di dire perché succede questo? Perché Sistemi Territoriali, al netto che chiuderà, ma è al 100% nostra ancora e paghiamo qualcuno per gestirla, non vanno lì a gestirla gratis e quindi dobbiamo avere paura di chiedergli di fare funzionare le cose. Non vanno lì a gestirla gratis e quindi dobbiamo essere timidi nel dire che. Posso dire che è anche una bufala quella di dire che i binari sono di Reti Ferroviarie Italiane? Perché quando lo andiamo a dire in giro, nel dibattito politico, ti aiuta ad aggrapparti agli specchi dire "Il binario non è mio". Però, Assessore, la legge regionale, non quella nazionale, la legge regionale fatta da noi e che noi applichiamo, dice una cosa molto elementare: all'acquisto del biglietto viene stipulato un contratto tra l'utente e la società che vende il biglietto. Lo dice la nostra legge. Per me, se non va bene, la possiamo cambiare. Però a oggi dice che se io compro un titolo di viaggio stipulo un contratto con la società, che è responsabile di darmi quello che io compro. Io prendo il treno della Regione, con il biglietto che mi ha venduto la Regione, con l'organizzazione di una società della Regione, con gli orari che mi mettono e mi offrono, non che chiedo io, che mi offrono coloro che gestiscono la società per conto della Regione e prendo un servizio che è di competenza regionale.
Cos'è che diciamo noi per discolparci? "Ma il binario è di Reti Ferroviarie Italiane". Ho capito che il binario è di Reti Ferroviarie Italiane, ma quelli che noi abbiamo, Sistemi Territoriali, ci parlano con quelli di Reti Ferroviarie o mettono il treno senza chiedersi se c'è il binario? Anche questa è una cosa da dire quando si dice che va tutto bene.
Assessore, se lei abitasse in quella parte della Provincia, le posso garantire che non direbbe che va tutto bene. Io non voglio fare quello che fa il disturbatore, ma è Sistemi Territoriali che dice che ci sono treni che fanno mezz'ora, 46 minuti di ritardo e il giorno dopo altra mezz'ora. Non lo dice mica Jonatan Montanariello. Io quel treno fortunatamente non lo prendo.
Non possiamo continuare nell'affermazione e dire: se un'azienda è buon amministrata, ha un buon bilancio consolidato, l'indicazione politica è della Regione del Veneto. Perché non fare è peggio che fare male. è chiaro che noi non abbiamo una responsabilità diretta su questo. Però se noi stiamo zitti mentre qualcuno gestisce così le nostre aziende e ci limitiamo a dire: "Ma il binario non è nostro", sarebbe come se io, quando guido un vaporetto, rimaniamo a piedi in mezzo alla Laguna, mi viene il cittadino arrabbiato che siamo a piedi in mezzo alla Laguna e io, anziché fare un mea culpa magari sulle nostre manutenzioni, gli rispondo: "Prenditela con la Scania che costruisce motori, il motore è Scania". Dico Scania, che nessuno mi quereli, per dire qualsiasi marca di motori. Non abbiamo gli Scania, quindi lo posso dire.
Ma per dire cosa? È chiaro, Assessore, che qualcuno si mette a sorridere. è anche questa una società al 100% nostra. Qualcosa va detta su questi temi qui. Un'indicazione politica va data perché far finta che certi problemi non esistano e non dare un'indicazione politica è peggio che dare un'indicazione politica sbagliata. Assessore, quelli di Sistemi Territoriali li nominiamo noi. Anche io ho la mia quota di responsabilità, non voglio mica sottrarmi. Io non voglio accusare, ma voglio che in questi momenti, visto che per un anno non possiamo parlarne, perché giustamente sono temi e servizi gestiti da terzi, ci sia un'assunzione di responsabilità che sia sostanziale e il primo che si prende la sua, una cinquantesima parte di responsabilità, sono io, perché per un cinquantesimo, con i limiti di essere in minoranza, mi prendo anch'io la responsabilità. Perché ci sia una responsabilità sostanziale e non formale, alla fine di questo dibattito – fermo restando che ci sarà chi dirà: mannaggia, hanno rotto le scatole a parlare mezz'ora, potevamo stare zitti e finire anche prima – ci sia però, in questo rompere le scatole, una parte di urlo di aiuto di una parte di cittadini che votano più voi che noi. Se guardo le percentuali di quei cittadini che subiscono il disagio, votano più voi che noi: su 100, 12 votano voi, 76 votano noi. Però io mi sento qui di rappresentare con umiltà quel territorio e dire, Assessore, che succede anche questo. Diamoci una mano, diteci voi cosa dobbiamo fare. Vogliamo chiamarli una volta per tutte in Commissione, con l'Assessore capofila e la forza di tutti i Consiglieri, nessuno che si sottrae, a sostenere l'Assessore per chiedere che se le cose non funzionano domani cambiano? Ma cambiano non per cittadini che possono cambiare solo in meglio di fronte a questi scenari, cambiano per chi è lì chiamato a gestirli. Vostro se lo nominate voi, nostro se lo nominiamo noi, senza fare sconti a nessuno. Adesso abbiamo anche i ministeri del merito, quindi noi un po' di merito dovremmo tentare di perseverarlo anche qui all'interno del nostro Consiglio.
Stesso discorso, Assessore, quando si parla di CAV. Ho capito che CAV è a posto con i conti, sarebbe strano se non lo fosse, perché saremmo l'unica società di autostrade che non è apposto con i conti in tutta Europa, credo. Però, Assessore, il problema è uno: ci sono una serie di opere compensative che dovevano essere fatte – viene in mente la zona Riviera, qualche arretramento di qualche casello, qualche opera compensativa, la famosa opera del Passante e tutto – che sono nell'accordo, che dovevano essere fatte, ma che non sono state fatte. Allora è normale che dopo ci siano i Sindaci dei singoli Comuni che fanno gli articoli sui giornali dicendo: "Attendiamo l'arretramento della barriera, attendiamo lo svincolo, attendiamo le opere previste per il decongestionamento della Regionale 11", quando erano opere che erano previste in qualche modo e dopo il dibattito si è fermato. Non si può dire che va bene lì, va bene perché quello che dobbiamo fare ci siamo fermati di farlo, che ci stava anche non farlo più. Non è che le condizioni non cambiano. Cambiano, Assessore, ci mancherebbe anche altro. Ci possono essere anche interlocutori diversi, sensibilità diverse, un mondo che cambia nelle scelte. Ma allora dovremmo rivederle, non tenerle ferme. Perché la gente, a un certo punto, si arrabbia e dice "Ma scusate, io leggo sul giornale che c'è un mega progetto, 500 milioni di euro, Sistema Autorità Portuale, CAV che è della Regione Veneto, per portare la ferrovia in porto", oppure ce n'è un altro che il Fatto Quotidiano stimava in 497 milioni, invece il Gazzettino in 700 e rotti. Ho chiesto in Commissione se è lo stesso. Non sono riusciti a rispondermi. A logica sì, mi hanno risposto, perché non ci possono essere due collegamenti ferroviari con lo stesso aeroporto. Però, siccome il Fatto Quotidiano ne dava uno di 497 milioni e il Gazzettino uno di 750 milioni, ho chiesto ai tecnici, durante le audizioni, se era lo stesso collegamento. Io mi fido di più del Gazzettino che del Fatto Quotidiano, perché è sul posto e magari parla con qualcuno direttamente. Al Fatto Quotidiano, che è di Roma, magari arriva una velina un po' deformata.
La risposta che abbiamo avuto è che probabilmente è quello. Probabilmente. Non ci possono essere due collegamenti con lo stesso aeroporto. Bene. Però, Assessore, io dico una cosa, ma stando sul tema. Sia uno che l'altro fanno parte del nostro consolidato. Noi passiamo da questi numeri di treni, con una nostra società (non con RFI; con una nostra società), andiamo in giro a fare accordi per portare il treno in porto, andiamo in giro a fare accordi per portare il treno in aeroporto. Che ci sta. Non venga fuori che qualcuno è contro. Ci sta. Noi siamo per l'ammodernamento infrastrutturale della nostra regione, soprattutto se fatto in ottica green, in ottica ecosostenibile, ecocompatibile, nel rispetto del suolo, dei territori e anche delle coccinelle, che quando è meno umido vengono fuori. Assessore, quel poverino che aspetta l'arretramento della barriera o quel poverino che aspetta 46 minuti una domanda se la pone, secondo me. O magari no. Quelli che trovo io forse sono un po' più puntigliosi e se la pongono.
Così come il tema di ARPAV, Assessore. Nella relazione ARPAV dice: aumentano le competenze, aumenta quello che facciamo, però siamo di fronte a una fuoriuscita, credo, di 65 persone, ed enumera anche come sono ubicate. ARPAV, Assessore, fa tante cose. Tra le tante, però, ce n'è una che personalmente mi sta un po' cuore, che riguarda la qualità dell'aria, di quello che ci circonda. Non siamo una regione che, come per la sabbia rossa della Sardegna, mette l'aria nelle boccettine e la vende in giro perché è l'aria più buona. La nostra Regione qualcosa, forse, sulla qualità dell'aria potrebbe dirla.
Non voglio fare polemica, ci mancherebbe. Oggi è il giorno delle discussioni, non delle polemiche. Abbiamo venti giorni di bilancio per fare polemica, Assessore. Vuole che cominciamo a bruciarci i nostri cavalli di battaglia adesso? Si figuri. Lo prendiamo come un allenamento. Non facciamo spoiler.
Assessore, io non sono proprio un esperto di qualità dell'aria, ma a qualche Commissione assisto. Non è che la nostra aria sia da vendere come tipico prodotto di esportazione veneta in quanto la migliore sul mercato. Qualcosa che non va c'è. A prescindere da chi sia la colpa, se nostra o meno, il dato oggettivo è che qualcosa che non va c'è. Dopo vediamo la società che deve seguire questi temi che scrive (non dice, ma scrive): "Ho 65 persone che vanno via, di cui tot dirigenti, mi aumentano le competenze".
Assessore, ho capito che va tutto bene. Lei parla di un buon bilancio, ben amministrato e delle indicazioni che la Regione Veneto dà. Mi auguro che lei disconosca queste indicazioni, che lei dica che chi fa le cose che abbiamo detto finora le fa in autonomia. Sarebbe grave dire che il Veneto è eccellente, uno dei primi brand politici di questa Regione, un Veneto eccellente con 46 minuti di ritardo di una società che è al 100% nostra.
Spero che lei, Assessore, dopo questo pesante e ‒ lo dico fuori microfono ‒ anche un po' palloso intervento che il fastidioso Montanariello sta facendo, si ravveda un po' su quello che dice. Due sono le cose: o conferma che sono le sue indicazioni, perché avete parlato voi di indicazioni della Regione Veneto, e se mi conferma che sono delle vostre indicazioni, vuol dire che siamo complici di disservizi conclamati, registrati e certificati dallo stesso che li crea, o vuol dire, Assessore, che non sono ben amministrati, che le indicazioni che diamo non sono recepite e che non è un buon bilancio. È un buon bilancio sotto l'aspetto economico-finanziario. Certo. Qui non stiamo mica contestando i numeri. Peccato che torniamo sempre al ragionamento iniziale: deve essere la politica a declinare i numeri, non i numeri a declinare le scelte politiche. Purtroppo, per far stare in piedi la baracca e, molto spesso, come si dice in gergo, tenere insieme il pranzo con la cena, facciamo delle rinunce e agiamo con i soldi che ci sono. Questo non vuol dire, Assessore, che da domani dobbiamo stravolgere tutto. Però non può neanche essere che per un anno non parliamo degli ATER a Venezia, che è una città sotto la lente di ingrandimento mondiale, che sta spopolando, e non diamo un'indicazione politica, e non parliamo di Sistemi Territoriali, che ci risponde prima 46, il giorno dopo 30, il giorno dopo solo 7. Dopo tre giorni sul giornale, ne sono stati fatti solo 7 di ritardo. Mi complimento. Vuol dire che dobbiamo andare sempre sui giornali per fermarci a 7. Per la puntualità cosa dovremmo fare? Immolarci su una ferrovia a braccia conserte come Sandokan? Noi ridiamo, ma c'è qualcuno che non ride quando chiede alla propria madre di essere accompagnato con la macchina perché è rimasto a piedi, dopo aver pagato il biglietto.
Assessore, sul tema di ARPAV una riflessione va fatta. Vorrei capire se l'ARPAV di cui parliamo noi come Regione è la stessa che, dopo, fa le relazioni. Assessore, non è cattiveria, ma ce la servite su un piatto d'argento, se da una parte viene detta una cosa e sulle relazioni ce n'è scritta un'altra. Se non rompiamo le scatole neanche quando c'è scritto il contrario di quello che dite, vivaddio, andiamo tutti via, andiamo tutti a casa, basta.
Assessore, altro tema: Veneto Strade.
Sento dire "basta". Ho ancora 2 ore, 2 minuti e 22 secondi. Scherzo. Non la tiro lunga. Però, Assessore, ci tengo a dirlo perché sono tutti temi sui quali in questi 365 giorni ho lavorato con carte alla mano, con proposte, con atti ispettivi, con ordini del giorno, con interrogazioni. Sento che questo è il momento dove in qualche modo poter interloquire in maniera costruttiva, a viso diretto. Non è un'arringa per dire: diciamo qualcosa. È un'arringa per dire: quello che abbiamo proposto e costruito in questi 365 giorni è stato recepito? Secondo me no. Se le sue parole, ripeto, sono "ben amministrati", "buon bilancio consolidato", "indicazioni della Regione Veneto rispettate", c'è una discrasia da qualche parte.
Assessore, e chiudo, parliamo di Veneto Strade. Non siamo stati noi a dire che c'è un problema anche nella manutenzione stradale. Lo dice chi le amministra, Assessore. Prima ho detto alla Consigliera correlatrice, a Vanessa, che forse ha capito male. Forse la consigliera Camani ha capito male le affermazioni che ci sono state. Assessore, lo dico in maniera simpatica, anche per venirle incontro: se chi amministra dice di non avere i soldi neanche per chiudere il buco, dei due, a chi dobbiamo credere? Assessore, lei dice che è tutto a posto, fa bilancio consolidato, venti giorni su un anno. Non è che non li segue, non voglio dire questo. Siete tutte persone molto attente ai vostri referati. Questo va riconosciuto. Però di consolidato parliamo venti giorni all'anno. Se chi ne parla per 365 giorni dice una cosa contraria a quanto sostiene lei, Assessore, non possiamo stare zitti e dire: "Ha ragione Calzavara, una standing ovation per l'Assessore che ha detto che tutto va bene". O diciamo che ha ragione uno o diciamo che ha ragione l'altro, perché oggettivamente c'è qualcosa che non va.
Assessore, non voglio parlare dei problemi del Veneto. Mi sono limitato, stando all'ordine del giorno, a parlare delle indicazioni di migliorie o segnalazioni che si possono fare sugli Enti strumentali o le società da noi controllate.
Assessore, spero il prossimo anno di essere ancora qua, con lei di fronte, a parlare del prossimo consolidato, però le faccio un invito. Assessore, il prossimo anno, quando quel rompiscatole di Montanariello si alzerà in piedi e dirà che sulle politiche della residenzialità veneziana ad ATER ‒ che è una nostra società controllata da coloro che nominiamo noi ‒ non abbiamo dato alcuna indicazione, sarà possibile dire che ha sbagliato, che non è così, perché una delibera che dice qualcosa l'abbiamo fatta? Possiamo farlo. Nel piano vendita non ci sono i manufatti veneziani. Vuol dire che qualcosa si vuol fare. Non possono essere i sei progetti presentati... Sono tutti su Mestre. A parte finire le case di Campo di Marte, in Giudecca, che erano "figlie di", vent'anni ferme, le solite cose all'italiana, va dato atto al Presidente ‒ gliene do atto io ‒ di aver preso la vicenda in mano: ha chiamato le ditte e si sta tirando avanti. Ma su quella vicenda. Su tutto il resto cosa volete che facciano i Presidenti degli ATER, se noi non diamo loro un'indicazione politica?
Assessore, il prossimo anno, quando si tornerà a discutere di questi temi, vorrei che ci fosse un dibattito diverso. Non perché questo di oggi sia brutto. Nessuno sta accusando nessuno. Ci limitiamo a mettere in fila tutto ciò che in questo anno abbiamo segnalato. Questo è l'unico momento che abbiamo per farlo. Però, Assessore, vorrei che su certi temi ci fosse una risposta.
Sistemi Territoriali. Assessore, pare quasi che io abbia qualcosa contro questa società, che faccia un atto ispettivo al giorno. Capisce che, quando viene fuori sul giornale che vengono cancellati treni e la gente che paga l'abbonamento deve chiamare qualcuno per andare a scuola e chiedere di non avere la nota, una società al 100% nostra non può dare come spiegazione "il binario non è nostro". Se c'è la manutenzione mettiamo i pullman. Se c'è la manutenzione lo sai dal giorno prima. Manda i pullman il giorno prima. Non aspettare che salti il treno per mandare i pullman.
Una volta, Assessore, quando la gente era meno avveduta di oggi, carta e penna e programmava. Adesso, con tutti questi strumenti, lo mettiamo in agenda e salta. Una volta anche le cose più semplici si riuscivano a fare.
Chiudo, Assessore. Sul tema CAV apriamo un dibattito con tutti i territori interessati. Magari anche a torto, finché non abbiamo le carte in mano. Sono uscite politiche e fughe in avanti singolari di qualche Sindaco che, forse, per rivendicare una posizione politico-territoriale, lancia un messaggio. Non sto dicendo che hanno sempre ragione quelli che ci vengono contro. Io sono per difendere la Regione. Da quando sono qua, ho fatto una denuncia a una dottoressa che ha offeso l'onorabilità della sanità veneta. Sono andato personalmente a denunciarla. Da Consigliere regionale non accetto che si offenda l'onorabilità del nostro operato. Ho messo io la firma, non la Regione. L'ho denunciata personalmente come Jonatan Montanariello. Io sono uno che fa opposizione, ma che difende l'operato della nostra Regione, perché siamo un Ente serio, che rappresenta quasi 5 milioni di persone.
Assessore, parliamo con la gente che ci viene a dire che certe società da noi partecipate lasciano indietro alcuni ragionamenti. Magari scopriremo che sbagliano loro.
Assessore, chiudo davvero dicendo che lei ha ragione, va tutto bene sotto l'aspetto amministrativo e finanziario, però, siccome noi siamo un Ente che fa politica, perché siamo politici, credo non vada tutto bene per una parte di quelle società o Enti, quelli che ho citato e che conosco. Sugli altri non mi permetto di parlare, perché esulano dalla mia conoscenza. Carte alla mano, Assessore, in questi anni ho provato a spiegarvi che, forse, un'indicazione politica, una decisione politica su alcune società va presa.
Per quanto riguarda Sistemi Territoriali, l'assessore De Berti ha parlato di chiusura della società. È una scelta politica. Brava. Se funziona così, fa bene a chiuderla. Brava, assessore De Berti. Però, in attesa della chiusura, un'altra scelta politica per farla funzionare vogliamo prenderla? Se lei prende la scelta politica di chiuderla, vuol dire che ha la competenza di scegliere, ha la prerogativa di decidere. Così come decide la chiusura, decida ‒ finché chiude ‒ di farla funzionare, no?
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, solo per puntualizzare alcuni concetti a seguito dell'intervento dell'Assessore, che ringrazio di essere qua ad ascoltare, a interloquire con i Consiglieri.
Io so perfettamente che il consolidato non è un documento di governance, cioè non è il documento attraverso il quale si assumono decisioni di governance. Però ‒ e lo dice l'Allegato A della DGR 104, quindi la delibera di Giunta, probabilmente proposta da lei, che accompagna l'approvazione del consolidato ‒ esso può costituire un supporto utile a valutare forme di governance adeguate al gruppo, definite dal perimetro di consolidamento.
Nel momento in cui io ho provato a dire come la penso in riferimento ad alcuni elementi che riguardano la governance di alcuni settori strategici della nostra Regione, l'ho fatto perché penso che, se la funzione del consolidato è quella di intendere il gruppo Regione Veneto come un unico organismo, non solo dal punto di vista amministrativo e contabile, ma anche dal punto di vista dell'erogazione dei servizi ai cittadini, svolgiamo questa funzione in questo momento. Ed è per questo che io dico che noi siamo in grado di valutare la governance che ci ritorna dal consolidato 2021 se, nelle sintesi che la Giunta e gli uffici predispongono rispetto alle relazioni dei diversi bilanci delle diverse società ed enti partecipati, siamo certi di trovare una sintesi affidabile e veritiera di quelle risultanze di bilancio. Poi le dimostrerò perché, secondo me, la scelta, perché anche questa è una scelta, di mettere o non mettere alcune cose in quelle sintesi non ci aiuta ad avere una lettura veritiera dell'attività del gruppo.
Lei ha molto ragione quando dice che non si può discutere di tutto in quest'Aula, ci sono le Commissioni e nelle Commissioni si possono, si dovevano affrontare le questioni punto per punto sui vari settori e i vari comparti. Ci venga, Assessore, perché quando in Commissione Bilancio abbiamo discusso e approvato per l'Aula il bilancio consolidato 2021 lei non c'era, tant'è che c'era il dottor Masullo che ha dovuto rispondere a quello a cui poteva rispondere. Non c'era lei e non c'era nessun altro Assessore.
In Sesta Commissione, a parte l'assessore Donazzan, non c'era l'assessore Caner, non c'era l'assessore Corazzari. Quindi, io sono la prima, e tutto mi si può dire tranne che non sia vero, che quando sono nelle mie Commissioni, se ne ho la possibilità, discuto, approfondisco e intervengo, ma devo avere i riferimenti politici, non possono essere i tecnici a risolvere alcune questioni che abbiamo posto.
Da questo punto di vista io ritengo molto grave, Assessore, l'affermazione che lei ha fatto in cui sostanzialmente ha rimproverato i dirigenti pubblici delle società partecipate o degli enti strumentali che sarebbero venuti in audizione lamentandosi di non avere risorse sufficienti, perché io mi aspetto che un dirigente pubblico, che non dovrebbe essere nominato per filiera, ma per competenze e capacità, se viene audito dall'organismo istituzionale Prima Commissione Bilancio, venga a dire la verità riguardo a quella società, non quello che l'Assessore gli consente di dire.
Sa cosa ho fatto quando ho presieduto la Prima Commissione durante le audizioni per il bilancio? Il Presidente era a casa per il Covid. Ho fatto mettere agli atti che fosse mandata una lettera a tutti i responsabili di tutte le società e degli enti partecipati dalla Regione del Veneto che non si erano presentati alle audizioni, perché dei trenta soggetti che fanno parte del perimetro di consolidamento, se non ricordo male, se ne sono presentati cinque o sei.
Assessore, anziché preoccuparsi di quello che vengono a dire in audizione, in una sede ufficiale, di fronte alla Commissione, i suoi dirigenti o i dirigenti degli enti e delle società della Regione, si preoccupi di dirgli di venire in Commissione e di dirci come stanno le cose. Perché ciò che è grave è che la stragrande maggioranza dei direttori e dei Presidenti degli enti, delle società della Regione manco ci vengono a parlare in Commissione! Mi tocca, quindi, andare a leggere i verbali di tutti i bilanci di tutte le società, perché non ci vengono, perché le decisioni – e torniamo a quello che dicevo prima – anche sulla governance, anche sulle scelte strategiche, non vengono mica prese dalla Commissione Prima o dal Consiglio regionale. Sarebbe giusto che il Presidente di Veneto Strade venisse a spiegare, a convincere, a persuadere i Consiglieri regionali che servono più soldi, perché gli stanziamenti di bilancio li decide il Consiglio dal punto di vista tecnico, non la Giunta. Quindi, è normale che vengano, è giusto che vengano. È ai Consiglieri che dovrebbero rivolgere le loro ambizioni, aspettative e richieste, non sottobanco dentro gli uffici della Giunta. Ritengo, quindi, molto grave quello che lei ha detto.
Nel merito, solo quattro questioni veloci. Apprendiamo oggi che CAV non rilascerà utili fino al 2028, a meno che non convinciamo – e tutti auspichiamo che sia così – che i rischi collegati alla realizzazione dell'opera del Passante possano ritenersi già coperti. È legittimo. Ce l'aveva un po' spiegato il dottor Masullo in Commissione. Se ho una società, partecipata al 50% da Regione Veneto, che entra dentro il bilancio consolidato con 8 milioni di euro – a proposito di veridicità delle comunicazioni – una riga (8 milioni su 42, di quelli prodotti da soggetti diversi dalla Regione) in cui dico "CAV produce 16 milioni di utili, di cui 8 imputati al bilancio regionale, che non verranno distribuiti, non verranno reinvestiti perché c'è questo vincolo" la vogliamo scrivere? Altrimenti, è normale che io le chieda dove vanno a finire quegli 8 milioni.
In merito a Veneto Sviluppo, nella relazione, non del consolidato, del DEFR, si dice che nel 2020-2021, quindi competenza del consolidato, Veneto Sviluppo ha messo in campo una serie di attività che saranno necessarie per diventare finanziaria regionale. Io la trovo un'affermazione gravissima, perché dentro le finalità istituzionali della Regione, delle Regioni non c'è assolutamente quella di fare finanza aziendale industriale. Non esiste questa cosa. Addirittura mi dice "abbiamo anche fatto una plusvalenza", addirittura a fine di lucro facciamo finanza. Questo è il mestiere che fanno le banche e le assicurazioni, i fondi private, non le Istituzioni pubbliche.
Sa quali sono le uniche due Regioni che hanno delle società che si occupano di fare finanza? Una è il Friuli Venezia Giulia con la società Friulia con un dettaglino, che ha l'80% di Friulia e banche e assicurazioni hanno meno del 10% delle quote azionarie, non come Veneto Sviluppo dove le finanziarie, le banche, le assicurazioni hanno la maggioranza del capitale sociale.
L'altra società ce l'ha Regione Lombardia con Finlombarda, socio unico Regione Lombardia. Capisce la differenza? Lo fa anche il Governo. Quando il Governo fa le leggi di bilancio e finanzia attraverso Invitalia investimenti diretti nel capitale delle imprese, lo fa con provvedimenti erga omnes: finanzio tutte le imprese che hanno questi parametri. Non posso andare a scegliere quella piuttosto che quell'altra, a maggior ragione se quella aveva i debiti con le banche che sono nel capitale sociale di Veneto Sviluppo. Magari non c'entra niente, ma il dubbio mi può venire? Perché io che non sono Maschio Gaspardo dico anch'io che ho bisogno di ricontrattare il mio debito, anch'io avrei bisogno di una specie di prestito ponte della Regione. Perché io no?
è per questo che le Istituzioni pubbliche non devono occuparsi di finanza aziendale, perché il conflitto di interessi, la poca trasparenza non coincidono con la mission delle Istituzioni pubbliche. Giusto per fare degli esempi, Veneto Film Commission giustamente dice: "Potevate parlarne in Commissione". Peccato che Veneto Film Commission, pur prendendosi 300.000 euro dalla Regione e facendo un bilancio in perdita, in Commissione Sesta non è venuta – a proposito degli enti che non vengono in audizione – a spiegarmi cosa fa. Se io non ho il presidente Bacialli che mi spiega cosa fa la Veneto Film Commission a chi lo devo chiedere? Vengo in Consiglio e lo chiedo a lei.
Su Veneto Lavoro mi fa piacere che abbia riconosciuto che la nostra osservazione pare corretta, ma anche quella è un'osservazione che io in Commissione ho fatto e mi è stato risposto dal tecnico: "Ma no, sono risorse per spese negli anni futuri". Allora, sono andata a vedermi il bilancio consolidato, sono andato a vedermi i risconti passivi e ho scoperto che, in realtà, 38 milioni di risconti passivi Veneto Lavoro ce li ha già a bilancio e quindi le ho riposto la questione in Aula. La stessa cosa vale su Veneto Strade, a proposito di informazioni veritiere che devono essere contenute negli atti.
Se il pezzo che le ho letto sulla ipotesi che appare concreta di inserimento nel capitale sociale di Veneto Lavoro di ANAS per una quota maggioritaria, è scritto nella relazione del bilancio 2021 e io sto votando il consolidato del 2021. Se voi, nelle note che mi mettete su Veneto Strade non inserite neppure lontanamente questa notizia, io non sono tenuta a doverla sapere.
Ecco perché – e vado a chiudere – penso che un conto siano le notizie di stampa o le notizie che i Consiglieri, arrampicandosi sugli specchi e tra mille carte, recuperano, perché le assicuro che tra farmi una relazione al bilancio consolidato così, costringendomi ad andarmi a leggere tutte le relazioni di tutti i bilanci del gruppo e mettermi direttamente mille pagine qua, mi fa un favore se mi mette le mille pagine qua. Faccio meno fatica che andarmi a prendere uno a uno i bilanci, oppure mi deve mettere nelle condizioni, se vuole fare una sintesi, di darmela credibile, attendibile, perché – e chiudo davvero – torno a dire che il bilancio consolidato è un bilancio, quindi guardiamo le risultanze contabili, ma è anche, come tutti i documenti contabili, un documento politico. La politica sta nella relazione e nella nota integrativa. Le assicuro che ci sono moltissime cose, io ho solamente citato le più importanti, che in questa relazione non tornano. Alcune saranno errori, ma se ho una riduzione delle immobilizzazioni immateriali spiegata come un decremento di costi di infrastrutture di CAV, c'è qualcosa che non va.
Non mi chieda, non è il mio lavoro, sennò mi assume e vengo a fare il dirigente dell'Ufficio Ragioneria della Regione, non è il mio lavoro mettermi a controllare scrittura contabile per scrittura contabile, ma alla lettura generica della relazione si notano diverse imprecisioni, inesattezze, omissioni e questioni rilevanti non registrate. Questo io credo sia un tema vero e lei sa, per definizione, che noi non è che possiamo andare in fiducia, noi siamo obbligati a guardare e a leggere le carte. Quindi, per quello che vediamo da questo bilancio consolidato, non abbiamo gli elementi e la serenità per poter dire che ci sono scritte le informazioni minime necessarie per ritenerlo attendibile.

PRESIDENTE

Collega Scatto, prego.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Sì, molto velocemente. Solo per rasserenare la collega Camani che Veneto Film Commission avrà il piacere di sentirla domani, in occasione delle audizioni.

PRESIDENTE

Collega Dolfin, prego.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Colleghi, non voglio entrare nel consolidato di per sé, perché abbiamo già detto che avremo modo di discutere e quant'altro. Però, qualche precisazione la vorrei fare, soprattutto su un tema che mi riguarda anche da vicino, ossia quello della tratta ferroviaria.
Scusatemi se vado ancora su questo tema, però è giusto parlare e fare politica con la P maiuscola e non fare politica con la P maiuscola per poi fare propaganda, perché qui ho l'impressione che si stia facendo solo propaganda, punto e basta.
Sono figlio di un ex ferroviere, capostazione, guarda caso proprio sulla tratta Chioggia-Bologna, quando quella tratta era gestita dal compartimento di Bologna, ancora prima che andasse sotto il compartimento di Venezia. Ne ho viste di tutti i colori in questi anni. Dunque, non posso non esentarmi, sottrarmi dalle varie discussioni, dai vari ragionamenti, dalla storia che è avvenuta su quella tratta. Si continua a dare la responsabilità, perché è la partecipata, a Sistemi Territoriali, che gestisce la tratta, mette il trenino e mette il personale a disposizione. La tratta vera e propria, però, viene gestita da RFI. Vogliamo capire una volta per tutte questa cosa? Ecco perché vi dico se vogliamo continuare a fare propaganda, facciamola pure, ma stiamo distogliendo un attimo l'attenzione da un problema che è ben diverso.
La linea, e parlo di linea, intendo dire binari, intendo dire linea aerea, intendo dire passaggi a livello, intendo dire realtà semaforica, intendo dire binari e quant'altro, tutto il sistema e l'apparato ferroviario, è in gestione a RFI. Se il trenino di Sistemi Territoriali si ferma al passaggio a livello, perché il passaggio a livello non va giù o non si tira su e sta fermo mezz'ora non è colpa della società partecipata della Regione, è colpa di RFI, che gestisce il servizio.
Nessuno vuole discolparsi rispetto a questo problema, perché è un dato di fatto, ma abbiamo mai chiesto, a seguito di tutti questi ritardi, di tutti questi disservizi (si parla di 30-40 minuti, anche di un'ora), i costi di risarcimento a chi gestisce a tutti gli effetti il servizio? Nessuno continua a dire, qua dentro, che va tutto bene, ma dobbiamo essere realisti e non propagandisti, come ho detto prima.
Abbiamo sentito dire che è una tratta con vagoni, una tratta che non funziona, fatiscente. Anche se mettiamo il Frecciarossa, che corre 200-300 all'ora, si ferma alla prima stazione se c'è un problema. È un dato di fatto. È così da sempre. Al primo stop che non funziona, che non si spegne, il treno si ferma. Dobbiamo accusare la Regione per questo? Credo di no.
Facciamo anche politica. Forse qualcuno se ne dimentica, ma le responsabilità vanno prese quando si fa politica. Ricordo che lo spezzatino sul trasporto pubblico mi sembra l'abbia fatto, ancora da lontano, un certo Ministro di aria ‒ diciamo così ‒ di sinistra, ahimè passato in altri mondi. Chi ricorderà bene, oltre i disastri, ha venduto tutto. Oggi chi gestisce un servizio si ritrova che una tratta è di competenza di una società, che il treno è di un'altra società, che le pulizie le fa una cooperativa "x", che la carta igienica la porta qualcun altro, che i fazzolettini li porta un altro ancora. Ditemi voi come si può andare avanti a gestire un servizio pubblico. Vai tu a prendere, dopo, il responsabile di chi gestisce veramente il servizio, a 360 gradi. Tanto per dire com'è oggi il servizio su alcune realtà, su alcune tratte. I famosi rami secchi. Tanto per raccontarcelo.
Invito i colleghi, che hanno sempre qualcosa da ridire su questa tratta, a recarsi in Procura della Repubblica. Se volete vengo anch'io. Andiamo a denunciare non la Regione, ma RFI. Chiamiamoli a rapporto dicendo: "Siete voi i responsabili di questa tratta. I semafori siete voi che dovete gestirli. Il passaggio a livello siete voi che dovete gestirlo". Se i binari sono storti o allargati, se il bullone si muove, se sul ponte si stanno facendo dei lavori... Guarda caso ogni estate si fanno questi lavori. Ben vengano questi lavori per la sicurezza, ci mancherebbe altro, ma bisogna anche essere coerenti e dire: "Cara RFI, ci prendi in giro?". Questa è la responsabilità, se vogliamo, in capo alla Regione. Magari chiamiamo chi di dovere dicendo: andiamo in Procura della Repubblica, o nelle sedi dovute, e richiamiamo RFI a un servizio attento, perché così non si può più andare avanti.
Finisco. Attenzione. Spero vivamente che il bando vada in questa direzione, non certamente sullo spezzatino, ma sull'attenzione maggiore di rivedere un servizio inglobato, dove il servizio vero e proprio e la gestione di un'infrastruttura stiano in capo a un unico soggetto. Altrimenti ci ritroveremo sempre, per tutti i servizi di questo mondo, a gestire questa cosa.
Finisco veramente. Se vogliamo essere attenti e funzionali nei servizi dati ai cittadini, non possiamo continuare a fare propaganda e a dire sempre le stesse cose, perché stiamo facendo veramente qualcosa di sbagliato. Il cittadino ha interesse a vedere solo il treno. Lo capisco. Al cittadino non interessa se lo gestisce uno piuttosto che l'altro. Noi, che siamo addetti ai lavori, però, queste cose ce le dobbiamo dire. Io sono veramente stufo. Da due anni sento sempre la stessa manfrina. State dicendo bugie su questo tema. Abbiate almeno il coraggio di dire come stanno le cose. Chi gestisce deve prendersi le proprie responsabilità. E io sono qua a prendere le mie dicendo: chiamiamo in causa chi gestisce il servizio, ma non la Regione in primis. Oggi la Regione su questa tratta non ha competenze dirette di infrastruttura, perché non lo fa. Il povero capotreno che si ferma perché il semaforo non si spegne e ha la responsabilità di non oltrepassare il passaggio a livello che non è andato su, cosa può fare? Restare fermo là? Altro che aumento di ritardo. Cosa può fare quel povero cristo? Questo dobbiamo dircelo, signori.
Prima di venire qui a incolpare la Regione o Servizi Territoriali o gli Enti preposti, mostriamo un po' di rispetto prima di tutto verso chi cerca di fare un servizio, nonostante la situazione di deficit generale infrastrutturale in cui ci troviamo. A chi di dovere, oggi abbiamo la possibilità di poter dire una parola in più a livello governativo, cercheremo di portare anche acqua al mulino, linfa, per cercare di rivedere anche sul nostro Veneto alcune realtà, che, ahimè, sono e dimostrano ancora una volta di essere maglie nere ‒ diciamo così ‒ del servizio di trasporto pubblico.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Rispondo alle osservazioni del collega Dolfin. Io ho presentato un ordine del giorno proprio per dare sostegno a quello che lei stava chiedendo, ovvero che vi sia un unico soggetto gestore della linea e proprietario della tratta. È proprio questo il motivo e l'oggetto del suo intervento. Chi gestisce la tratta oggi è Sistemi Territoriali, fino al 31/12 di quest'anno. Poi ancora non si sa. Il bando non c'è. L'oggetto, quindi, che sta all'interno di questo atto che ho depositato, poi vedremo chi lo voterà, è proprio quello di valutare l'opportunità di affidare il servizio di trasporto passeggeri ‒ in scadenza, come dicevo ‒ attualmente effettuato da Sistemi Territoriali Spa ad altra compagnia, in grado di garantire uno standard di servizio al cliente almeno pari a quello garantito da Trenitalia sulla rete ferroviaria nazionale. Questo è l'oggetto.
Se è d'accordo, consigliere Dolfin, lo voterà. Spero anche gli altri colleghi della maggioranza. In questo modo, non ci saranno più scuse, come dice lei. La Regione farà quello che sa fare meglio. Lo Stato idem. Le ricordo che oggi il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti è membro del suo partito. Ci rivolgeremo direttamente al ministro Salvini, nel caso non dovessero andare bene le cose con Trenitalia.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Presidente, sono contento sotto alcuni aspetti. Dove non risponde l'Assessore, risponde qualche Consigliere. Ci fa piacere che l'assessore De Berti sia commissariata da qualche Consigliere, che dia, magari, leggendo i verbali, anche qualche risposta diversa dall'assessore De Berti. È positivo. Capiamo perché l'assessore De Berti non dà risposte in merito. Forse per logiche di maggioranza, ma probabilmente l'assessore De Berti viene commissariata su alcuni temi. Ci sta. Risponde qualcun altro. Non è una polemica.
Peccato, colleghi. In una realtà di consolidato, dove tutto funziona, come dice l'assessore Calzavara, vorrei sapere cosa rispondiamo noi al cittadino che alle 7 di sera rimane a piedi e non ha il famoso treno, di una società 100% della Regione Veneto, che passa. Lo vorrei sapere, anziché fare politichese e raccontare storie personali per allungare gli ingredienti del brodo. In soldoni, la domanda che il buon cittadino medio ti fa al bar è: "Cosa devo fare per trovare il treno quando finisco?". È questa la domanda che fa. La fanno i nostri figli, la fanno i nostri genitori, la facciamo noi quando torniamo dal lavoro.
Ricordo a qualcuno che quando il servizio pubblico non era puntuale ‒ non era, come il caso di cui stiamo parlando, della Regione, ma di altri soggetti ‒ si facevano le barricate. Oggi valorizzare il servizio pubblico dando l'esempio ai privati dal nostro consolidato e dalle nostre società è una scelta green, una scelta di sicurezza, se questo servizio è l'alternativa alla Romea. È la scelta di non inquinare. È una scelta giusta, una scelta che va in direzione del futuro.
Parlando sempre delle azioni delle nostre società, ha ragione la Consigliera che mi ha preceduto, che ha parlato dei bandi, delle gare. Se siamo così innamorati del servizio ferroviario e ce l'abbiamo nel cuore, nella storia, nella famiglia e nelle tradizioni, perché accettiamo di fare una gara dove in alcuni momenti di morbida la tratta ‒ collega, ne parlava prima ‒ può essere sostituita da un bus? La maggioranza, giustamente, dice: "Guai a chi tocca le ferrovie. Noi le proteggiamo". Bene. Allora perché accettiamo in maniera silente una gara che prevede di sostituire il treno con il pullman? Perché nel PNRR, anzi nel PRRR, quello regionale, chiediamo nella Missione 10, credo, quella del trasporto pubblico, 500 milioni per lo switch gomma-ferro per le tratte ferroviarie nella nostra regione? E con l'altra mano facciamo la gara dove diciamo che all'Europa chiediamo i soldi per lo switch gomma-ferro, cioè si toglie la gomma e si va sul ferro, perché si inquina di meno, e dopo, per una tratta che abbiamo di competenza, facciamo una gara dove diciamo che si può eliminare il ferro e mettere la gomma. C'è qualcosa che non va o stiamo allungando il brodo e mesciando nel cratere l'acqua con il vino per allungare la bevanda? Può la mano destra levarsi verso l'alto e la mano sinistra levarsi verso il basso?
Io non volevo arrivare a dire queste cose, ma se qualcuno si erige a paladino di certe battaglie, il paladino lo dovrebbe fare con i fatti, non con le arringhe politiche di difesa d'ufficio. Oggi vedo che, ancora una volta, le carte dicono una cosa e qualcuno dice altro. Può essere che siano sbagliate le carte, per carità. Certo. Allora dateci le carte corrette, per favore. Oppure, se ci dite che le carte sono giuste, dite a qualcuno di studiare, Presidente. Anche qui, delle due l'una. Urla vendetta che la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra.
Stando sempre sul tema, io non sono d'accordo che noi scarichiamo le responsabilità. Invito qualsiasi Consigliere ad aiutarmi su questa battaglia. Chiedo aiuto. Non voglio litigare. Vi chiedo aiuto per far funzionare una cosa nostra. Non è colpa vostra, però ci aiutate a far funzionare una parte della nostra Regione che, attraverso una società al 100% nostra, non funziona? Ci aiutate? Vi chiedo aiuto a nome di quei cittadini che hanno scritto queste. Le ho fatte stampare, nel frattempo. Guardate. Sono robe che scrivono i cittadini. Ci date una mano a farle funzionare? Non vogliamo fare nulla contro di voi. Vogliamo un aiuto per non essere cittadini di serie B dove operano società regionali e non nazionali. Così come ci saranno posti dove il cittadino di serie B sarà quello dove opera una società nazionale, perché quella regionale è più brava. Ragazzi, non si sta sparando a priori contro qualcuno. Qui non ci sono nemici. Stiamo cercando di fare qualcosa di buono per la nostra Regione. Se anche un grido d'aiuto viene strumentalizzato con fuorvianti informazioni, che non corrispondono all'oggettivo dato reale e inconfutabile dei fatti...
Quando vado a comprare un biglietto e ho davanti il soggetto di nome Sistemi Territoriali, la legge regionale ‒ non vorrei sbagliarmi ‒ n. 25, la nostra legge, non la legge che fa qualcuno, non gli spezzatini che fa qualcuno, la nostra legge, la nostra LR, legge regionale Veneto, dice che, di fronte all'acquisto di un biglietto dal consigliere Pan (nomino lui perché è qui davanti), si sta stipulando un contratto con il collega Pan. Il collega Pan è responsabile di quello che mi vende, di quello che mi dice e di quello che mi propone. Lo dice la nostra legge, non una legge che abbiamo dovuto recepire, che ci impone qualcuno. Lo dice la nostra legge.
Ragazzi, delle due l'una: o siamo bravi a fare le leggi e non siamo bravi ad applicarle o non siamo bravi a fare le leggi. Delle due, l'una. Legge regionale, società regionale, CdA nominato da noi. Ragazzi, c'è poco da dare la colpa agli altri. Se domani mattina so che c'è un buco sul cantiere e il treno non passa, sono io che devo dire al pullman domani alle 7.00 fatti trovare là perché c'è il buco sulla ferrovia. A chi lo devo andare a dire? Questi hanno il binario, ho capito, ma tu lo controlli? Non per nulla è 100% nostra.
Questo per dire che sono un po' rammaricato. Di mio non sono famoso per essere una persona sensibile, ma in politica ancora nutro una certa sensibilità per quei temi che dovrebbero accomunarci e metterci insieme in alcune battaglie.
Non c'è scontro ideologico quando parliamo di qualcosa che i nostri figli e i nostri genitori e noi stessi prendiamo per andare su e giù. Io ho tanti colleghi che vengono qui in Regione con il treno. Sono colleghi fortunati, perché vivono nella parte del Veneto giusta, dove il treno funziona, perché lo gestisce una società nazionale. Ce ne sono altri, come me, un po' più sfortunati sotto quell'aspetto lì, che vivono in una zona altrettanto bellissima e sensazionale, non seconda a nessuno, che però se prende un treno se gli va bene arriva dopo 46 minuti, se gli va male ha il figlio che rimane bagnato sotto la pioggia e arriva a casa dopo due ore, ogni giorno. Non perché lo dica io, perché me lo scrive la società quando glielo chiedo.
Su questo, almeno su questo, in una giornata come oggi, quando discutiamo di un'alternativa alla Romea, in una giornata in cui c'è stato un altro incidente mortale, vogliamo dire che il treno può essere anche un'alternativa a quella maledetta strada? La società che gestisce i treni, che sono un'alternativa alla strada della morte, perché è la strada più pericolosa d'Italia, hanno un valore morale per dirvi che funzionano o la soluzione è dire che il treno non va? Cosa c'entra? C'entra, perché quando la nostra società, 100% nostra, della quale vendiamo i biglietti e vendiamo il servizio ai cittadini, non fa andare quel maledetto mezzo, un genitore deve partire da casa con la macchina e fare quella strada. C'entra. Io voglio che mia moglie quella strada non la faccia se c'è un treno. Non che paga il biglietto, mette la benzina, oltre ad aver pagato il biglietto, mette la benzina oltre ad aver pagato il biglietto, come se fossero tutti ricchi i cittadini, e che porta il figlio con due ore di ritardo a scuola, bagnato. Questo c'entra!
Vorrei che più che dirci tra noi chi è più bravo ad avere l'informazione migliore, ci confrontassimo su cosa rispondere a quei cittadini. Immaginate che uno di quei cittadini che alle sette di sera non trovi il treno è qui davanti la porta ad ascoltarci e ascolta l'intervento di qualcuno. Ti guarda – guardo chi ha fatto l'Amministratore locale, perché capisce bene cosa significhi – e ti dice "Mi stai prendendo in giro? Mi stai dicendo che quello che mi vende il biglietto, mi dice l'orario, mi dice dove andare non c'entra niente?". Dopo magari va a casa, va sul sito della Regione, e dice: "Forse qualcosa c'entra, poco o male, ma c'entra".
Presidente, sono qui per parlare dei problemi della Regione che all'ordine del giorno ci sono perché parliamo del consolidato ed è una società che è nel consolidato. Non voglio fare demagogia, non voglio strumentalizzare i problemi, perché non mi appartiene, non ho bisogno di strumentalizzare un problema per parlare. Se voglio parlare, qualcosa da dire la trovo anche per i prossimi due giorni, non mi serve parlare di un problema e non è questo che voglio fare, però sono qui per portare il mio contributo, perché mi pagano per farlo. A volte il mio lavoro è scomodo, è brutto, anche se per me è il lavoro più bello del mondo, perché vi devo venire a dire le cose che non funzionano, e non per dirvi che siete cattivi, per chiedervi aiuto ad aggiustarle. Se alle nostre umili e semplici richieste di aiuto ci vediamo sbattere una porta in faccia e sentiamo dire a tutti questi cittadini che non capiscono niente, io non ci sto! Mi arrabbio. Potete prendere in giro me che faccio il Consigliere, anche se mai nessuno l'ha fatto, ma i cittadini no, perché hanno diritto di avere delle risposte.
Credo che a un cittadino che rimane sotto la pioggia non possiamo rispondere "non so niente". Siamo mica filosofi greci che diciamo "so di non sapere, non so che dirti". Ragazzi, siamo Amministratori della Regione Veneto e siamo bravi dove vogliamo. Chiedo di mettere la nostra eccellenza anche nelle cose che non vanno e di essere eccellenti sempre, non solamente da una parte e non dall'altra. Io non critico nessuno, chiedo aiuto. Chiedo aiuto, mi limito a dire le cose che non vanno e spero che in un Consiglio regionale fatto di Statuti e Regolamenti, gli Assessori abbiano ancora un ruolo. Se gli Assessori ci dicono una cosa e in Aula ce ne dicono un'altra, scatta la fase tre. Prima dicevamo che la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra. Adesso cosa dovremmo dire: che il piede sinistro non sa cosa fa il piede destro?
Chiudo, perché altrimenti sembra che voglio farla lunga per qualche motivo. Collega Soranzo, se la volessi fare lunga avrei un'ora e diciotto minuti. Non mi interessa. Chiudo facendo una richiesta di aiuto formale e sostanziale: dateci una mano a fare funzionare le cose dove non funzionano. Se queste cose sono società che discutiamo oggi nel consolidato ve lo chiedo oggi, perché se ve lo chiede un altro giorno mi dite che non è all'ordine del giorno.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altri interventi.
Passiamo agli ordini del giorno.
ODG n. A0001

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Guarda e Baldin relativo a "SENSIBILIZZARE GLI ENTI STRUMENTALI E LE SOCIETÀ FACENTI PARTE DEL GRUPPO REGIONE DEL VENETO ALL'ADOZIONE DI TUTTI GLI ATTI NECESSARI PER RAFFORZARE LA SICUREZZA DELLE RELATIVE INFRASTRUTTURE INFORMATICHE" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Bilancio consolidato 2021". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 53) APPROVATO (Deliberazione n. 153/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Visti:
- l'art. 11 bis, comma 1, del D.lgs. 23 giugno 2011, n.118 e s.m.i. a tenore del quale "Gli enti di cui all'art. 1, comma 1, redigono il bilancio consolidato con i propri enti ed organismi strumentali, aziende, società controllate e partecipate, secondo le modalità ed i criteri individuati nel principio applicato del bilancio consolidato di cui all'allegato n. 4/4."
- l'Allegato n.4/4 "Principio contabile applicato concernente il bilancio consolidato";
Appreso che:
- in data 9 novembre 2022, l'infrastruttura IT di Autovie Venete S.p.A è stata oggetto di violazione informatica;
Precisato che:
- la Regione del Veneto detiene in Autovie Venete S.p.A. una partecipazione azionaria pari al 4,83%, e pertanto inferiore rispetto all'obbligo di inclusione nell'area di consolidamento prevista dall' art.11-quinquies del D.lgs. n.118 del 2011 per il caso specifico delle società partecipate;
Considerato che:
- che fanno tuttavia parte del Gruppo amministrazione pubblica gli enti strumentali controllati e partecipati (art.11-ter del D.lgs. n. 118 del 2011) e che tali enti svolgono, per definizione legislativa (comma 3 art.11-ter), funzioni corrispondenti alle missioni di bilancio (nel caso di specie, si pensi alle importantissime funzioni svolte dalle A.T.E.R e da ArpaV); si tratta, all'evidenza, di funzioni attraverso cui si esplica in misura considerevole l'attuazione delle politiche regionali e che, con altrettanta evidenza, vanno preservate da rischi e dalle minacce derivanti da attacchi informatici di qualsivoglia natura e finalità;
- che rientrano inoltre nel perimetro del bilancio consolidato le società controllate (art.11-quater);
Rilevato che:
- i crimini informatici risultano in aumento, tanto che, nel 2021, il Consiglio dell'Unione Europa ha adottato le conclusioni che stabiliscono le priorità dell'UE per la lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di criminalità attraverso la piattaforma multidisciplinare europea di lotta alle minacce della criminalità (EMPACT) nel periodo 2022-2025, includendovi, per l'appunto e tra gli altri obiettivi, il contrasto agli attacchi informatici;
Richiamato:
- il terzo punto delle premesse al Decreto-Legge 14 giugno 2021, n. 82 convertito con modificazioni dalla L. 4 agosto 2021, n. 109 recante "Disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell'architettura nazionale di cybersicurezza e istituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale": "Considerato che le vulnerabilità delle reti, dei sistemi informativi, dei servizi informatici e delle comunicazioni elettroniche di soggetti pubblici e privati possono essere sfruttate al fine di provocare il malfunzionamento o l'interruzione, totali o parziali, di funzioni essenziali dello Stato e di servizi essenziali per il mantenimento di attività civili, sociali o economiche fondamentali per gli interessi dello Stato, nonché di servizi di pubblica utilità', con potenziali gravi ripercussioni sui cittadini, sulle imprese e sulle pubbliche amministrazioni, sino a poter determinare un pregiudizio per la sicurezza nazionale"
Ritenuto:
- di dover raccomandare, per le motivazioni di cui in premessa, la sensibilizzazione degli enti e delle società incluse nel Gruppo Regione del Veneto di cui al punto 4.2 della proposta di Bilancio Consolidato 2021 affinché provvedano ad adottare gli atti necessari per rafforzare la sicurezza delle infrastrutture informatiche di pertinenza
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
a sensibilizzare enti e società incluse nel Gruppo Regione del Veneto di cui al punto 4.2 della proposta di Bilancio Consolidato 2021 affinché provvedano ad adottare gli atti necessari per rafforzare la sicurezza delle infrastrutture informatiche di pertinenza.
Colleghe, volete illustrarlo o lo date per letto?
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Questo ordine del giorno intende affrontare, all'interno del consolidato, un aspetto relativo all'urgenza di mettere in sicurezza tutti i dati anche degli enti strumentali e delle società che fanno parte del gruppo Regione del Veneto. Questo perché recentemente abbiamo avuto non soltanto notizie, in quest'ultimo anno, di attacchi informatici alle nostre ASL, ma anche ad altri enti, come per esempio l'infrastruttura IT di Autovie Venete Spa, che proprio il 9 novembre è stata oggetto di una violazione informatica.
Questo crea dei danni alle Istituzioni, diretti o indiretti, che, per quanto riguarda, per esempio, le aziende ospedaliere sono piuttosto evidenti in termini di interessamento anche dei dati personali dei cittadini e dei pazienti, per quanto riguarda Autovie Venete, invece, sono dati di tipo strategico. La Regione del Veneto ha una partecipazione azionaria del 4,83% e pertanto inferiore rispetto all'obbligo di inclusione nell'area di consolidamento prevista dall'articolo 11-quinquies del decreto n. 118 del 2011. Evidentemente questa occasione di ragionamento rispetto al consolidato ci impone una verifica della situazione di sicurezza informatica di tutti gli enti di cui la Regione del Veneto ha partecipazione e ha responsabilità.
Gli attacchi informatici sono sempre più frequenti e, di conseguenza, è importante che, anche in questa sede, si riesca a dare un indirizzo alla Giunta per fare in modo che gli investimenti vengano fatti nella direzione di una sicurezza dei dati, per evitare danni, poi, anche alla nostra Istituzione e ai progetti che sta finanziando e sta portando avanti.
Non è da sottovalutare. Siccome l'affronteremo anche nelle prossime settimane, dato che è un tema che è molto caldo, per quanto riguarda le Istituzioni pubbliche e le possibilità che l'Istituzione pubblica ha per andare a risolvere e a prevenire in termini di sicurezza informatica, ho voluto presentare, in questa sede, un ordine del giorno per richiedere un impegno rivolto alla sicurezza informatica non soltanto di Veneto Strade, ma anche di tutte le aziende che stanno all'interno del raggio d'azione della Regione e del consolidato della Regione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Ringrazio la collega Guarda per aver presentato questo ordine del giorno, che ho avuto il piacere di sottoscrivere. Invito la maggioranza presente in quest'Aula a votarlo favorevolmente. Credo che il tema sia di una straordinaria importanza e di attualità assoluta, visti i recenti accadimenti, ad esempio, all'ULSS 6 Euganea. Sono fatti veri, concreti, assolutamente attuali. Potenziare le nostre reti informatiche oggi è una necessità, ripeto, assoluta.
Lo dobbiamo nei confronti degli utenti del servizio sanitario, come in tutti gli altri settori della nostra Regione. È un ordine del giorno da valutare, ma credo possa essere utile per tutti e, assolutamente, trasversale. Questo non ha un colore politico, quindi non vedo nessun motivo per bocciarlo. Anzi, credo che dovremmo accoglierlo a più non posso, perché ce n'è un'assoluta necessità in questo momento.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Chiedo di poter sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE

Va bene.
Non ci sono altri interventi.
Mettiamo in votazione l' ODG n. A0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0002

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, relativo a "SISTEMI TERRITORIALI SPA E INFRASTRUTTURE VENETE SRL. UNA NUOVA GOVERNANCE PER GARANTIRE UN TRASPORTO SU ROTAIA EFFICACE E DI QUALITÀ AI TERRITORI DI CHIOGGIA ADRIA E ROVIGO". (Proposta di deliberqzione amministrativa n. 53) RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- Sistemi Territoriali spa e Infrastrutture Venete srl sono entrambe società a partecipazione diretta delle Regione Veneto e sono altresì da questa controllate (cfr. DGR n. 104/CR 10.10.2022, all. A, pag. 17);
- entrambe rientrano nella Missione 1 O 'trasporti e diritto alla mobilità' del bilancio regionale e recentemente è stato avviato un processo di revisione delle rispettive governance all'esito del quale, a far data dal 01.01.2020, ad Infrastrutture Venete è affidata la gestione delle infrastrutture ferroviarie e di navigazione di proprietà della Regione del Veneto mentre a Sistemi territoriali è rimasta la licenza per il trasporto passeggeri sulle tratte Adria-Mestre; Rovigo-Chioggia e Rovigo­ Verona (cfr. DGR n. 104/CR 10.10.2022, all. A, pagg. 24 e ss.)
- il servizio erogato su tali tratte è oggettivamente inefficace come risulta dalla continua soppressione di corse non sempre sostituite dal servizio su gomma il quale, comunque, quando viene effettuato non garantisce i tempi di percorrenza del trasporto su rotaia. La linea Rovigo-Verona, addirittura, è stata considerata come una delle 10 peggiori linee di tutta Italia;
- il 31.12.2022 scadrà l'attuale contratto di servizio e Sistemi Territoriali spa avrà esaurito la sua attività, ad oggi, sulla base della DGR 987/2021 è stato approvato il progetto di fusione per incorporazione di Sistemi Territoriali spa in Infrastrutture Venete srl a far data al 01.01.2023. È altresì previsto che "qualora, nelle more del subentro del nuovo gestore, la società incorporanda Sistemi Territoriali spa fosse chiamata a continuare la gestione del servizio ferroviario regionale di trasporto passeggeri oltre l'attuale termine del 31.12.2022, l'efficacia della fusione sarà necessariamente differita a data successiva, attendibilmente (salva diversa indicazione dell'atto di fusione) entro il 30.06.2023";
- alla luce dalla scarsa qualità del servizio sinora erogato da Sistemi Territoriali spa risulta quantomai opportuno scongiurare un prolungamento del relativo contratto in scadenza il 31.12.2022 prevedendo l'affidamento, almeno del trasporto passeggeri, ad altra compagnia in grado di garantire standard migliori di soddisfazione del cliente quale, ad esempio, quello garantito in altri territori del Veneto da Trenitalia.
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
a valutare, in relazione alle linee ferroviarie Adria-Mestre, Rovigo-Chioggia e Rovigo-Verona, l'opportunità di affidare il servizio di trasporto passeggeri in scadenza il 31.12.2022 attualmente effettuato da Sistemi Territoriali spa, ad altra compagnia in grado di garantire uno standard di servizio al cliente almeno pari a quello già garantito da Trenitalia sulla rete ferroviaria nazionale.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Questo è l'ordine del giorno di cui parlavo prima, ne ho parlato almeno in due occasioni. è aperto alla sottoscrizione di chiunque voglia. È un ordine del giorno che riguarda il problema di cui abbiamo accennato finora in maniera abbastanza prolissa, ovvero il disagio continuo, perenne della tratta ferroviaria Chioggia-Rovigo e anche Adria-Rovigo.
Questo è un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale, date le inefficienze riscontrate più e più volte da parte di Sistemi Territoriali Spa. È un impegno per valutare l'opportunità di affidare il servizio dei trasporti passeggeri, che è in scadenza il 31.12 di quest'anno, attualmente gestito da Sistemi Territoriali, ad altra compagnia.
Noi abbiamo indicato, tra le altre, anche Trenitalia, visto che gestisce la stragrande maggioranza delle linee a livello nazionale. Questo può essere solamente un esempio tra i tanti, però chiaramente una soluzione va trovata. Con questo ordine del giorno si impegna la Giunta proprio a trovare una soluzione. Lo dobbiamo agli studenti e ai lavoratori che percorrono queste tratte che sapete benissimo, lo abbiamo detto a più riprese in quest'Aula anche oggi, sono oggetto di continui disagi e disservizi, che hanno penalizzato in tanti anni questa tratta. Ad oggi forse il motivo per cui risulta poco sfruttata è anche questo. Se fosse gestita meglio, avremmo sicuramente tante più persone che scelgono di prendere il treno, lasciando a casa la macchina, eliminando o limitando il traffico e le code interminabili che vediamo costantemente sulla Romea.
È proprio di ieri una notizia bruttissima di un incidente all'altezza del ponte di Cavanella d'Adige nel mio Comune, che ha visto morire una signora di 48 anni, che ha lasciato marito e due figlie. Quindi, proprio per venire incontro all'esigenza di limitare al massimo episodi come questo e sgomberare la Romea del traffico passeggeri, dovremmo, a rigor di logica e per un imperativo morale, votare questo ordine del giorno.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altri interventi.
Mettiamo in votazione l' ODG n. A0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0003

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Baldin e Guarda relativo a "FONDAZIONE ARENA DI VERONA, LA REGIONE PONGA IN ESSERE TUTTE LE AZIONI NECESSARIE A TUTELA DELL'IMMAGINE PROPRIA E DELLA FONDAZIONE STESSA DOPO I FATTI DELLO SCORSO OTTOBRE" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Bilancio consolidato 2021.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 53) APPROVATO (Deliberazione n. 154/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- La Fondazione Arena di Verona è un ente strumentale partecipato dalla Regione Veneto facente parte del Gruppo Amministrazione Pubblica (GAP) come emerge dall'elenco n. 1 di cui alla DGR n. 104/CR del 10.10.2022, alI. A, pag. 14 e ss. (bilancio consolidato, PDA n. 53);
- nello specifico la Regione Veneto fa parte dei soci della Fondazione Arena di Verona e ha contribuito economicamente, per il 2021, con la somma di euro 750.000,00 (cfr. pagg. 37 e 152 del bilancio 2021 della Fondazione Arena di Verona);
- in data 19.10.2022, dà notizia diffusa a mezzo stampa, si è appreso di alcuni arresti effettuati dalla Direzione Investigativa Antimafia e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Verona coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia in relazione all'emissione di fatture false e pagamenti 'gonfiati' effettuati dalla Fondazione Arena di Verona. Nello specifico veniva riferito di "Aziende fasulle intestate a prestanome che davano vita a un vortice di fatture gonfiate, di ricevute per lavori mai svolti e di soldi che rimpallavano da un conto corrente all'altro finendo nelle tasche dei boss della 'ndrangheta. E sullo sfondo, la Fondazione Arena di Verona - l'ente che gestisce il festival lirico - che per anni avrebbe inconsapevolmente foraggiato questo sistema, a causa dei rapporti 'opachi' tra alcuni dipendenti e i presunti criminali";
- in relazione ai fatti predetti la sottoscritta consigliera ha presentato l'interrogazione a risposta immediata n. 306 ad oggi priva di riscontro;
- per tutelare l'immagine della Regione Veneto, della Fondazione Arena di Verona e, soprattutto, per scongiurare il rischio che i finanziamenti della prima a favore della seconda possano finire nella disponibilità di organizzazioni criminali, è opportuno che siano poste in essere delle attività di controllo straordinarie, specifiche ed ulteriori sul concreto utilizzo dei fondi già versati e di quelli che, eventualmente, saranno conferiti in futuro.
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
a porre in essere tutte le azioni necessarie per garantire che i fondi conferiti alla Fondazione Arena di Verona vadano effettivamente a vantaggio della medesima senza il rischio di un loro sviamento illecito a terzi.
A valutare la costituzione di parte civile negli eventuali processi contro gli autori dei crimini citati in premessa.
Prego, collega Baldin.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Mi scusi, Presidente, se può mettere a verbale la votazione favorevole sul punto precedente perché non l'ha presa. Grazie.

PRESIDENTE

Okay. Mettiamo a verbale la votazione favorevole della collega Bigon.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Dispiace il voto sull'ordine del giorno precedente e, sinceramente, non l'ho capito.
Questo ordine del giorno invece impegna la Giunta regionale a porre in essere tutte le azioni necessarie per garantire che i fondi conferiti alla Fondazione Arena di Verona vadano effettivamente a vantaggio della medesima, senza il rischio di un loro sviamento illecito a terzi. Questo è legato alle vicende di cronaca che hanno visto notizie che riguardano infiltrazioni mafiose e criminali all'interno di questa vicenda.
Si valuti anche la costituzione di parte civile negli eventuali processi contro gli autori dei crimini citati in premessa.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno n. A0003.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come ha intelligentemente intuito il consigliere Formaggio, intervengo per annunciare il voto contrario del Gruppo del Partito Democratico a questa proposta di bilancio consolidato.
Il nostro è un voto contrario motivato dalla convinzione profonda che il tempo dei conti in ordine e basta è un tempo concluso anche per la Regione del Veneto. Oggi serve uno sforzo maggiore da parte di tutti e serve dimostrare di avere la capacità di dare risposte efficaci.
Con una premessa doverosa, dopo una parte delle discussioni sentite oggi: la Regione del Veneto non è cosa vostra. Le decisioni rilevanti che riguardano i servizi e le prestazioni da erogare ai cittadini devono essere assunte da questo Consiglio regionale principalmente. Io penso che il Consiglio regionale del Veneto meriti e debba anche pretendere una considerazione diversa, un protagonismo diverso, un ruolo diverso di collaborazione e confronto più concreto, anche con gli uffici della Giunta, in riferimento alle decisioni strategiche che vedranno impegnati la nostra Regione e il nostro Paese nei prossimi anni. È un'assunzione di responsabilità che, io penso, siamo pronti tutti ad assumerci e che è necessario che la Giunta ci riconosca.
Naturalmente, al contempo, invitiamo gli uffici, l'Assessore competente a proseguire nel percorso utile di definizione sempre più accurata e veritiera del perimetro di consolidamento, nell'analisi e nella valutazione delle politiche delle società e degli enti del gruppo Regione Veneto.
A nostro giudizio, questo lavoro va fatto tenendo conto di due princìpi che a me sembra manchino in questo bilancio consolidato. Il primo principio, colleghe e colleghi, è la questione della semplificazione. Noi dobbiamo costruire una governance che non solo sia efficace dal punto di vista dei servizi, ma che sia anche fortemente improntata alla semplificazione. Il cittadino non può diventare matto per capire qual è l'ente che eroga la determinata prestazione. È chiaro che i percorsi condotti in questi anni dalla Regione del Veneto, ad esempio attorno alla società Veneto Sviluppo e attorno alla società AVEPA, sono percorsi che non hanno consentito ai cittadini, alle imprese, alle società stesse di avere una prospettiva di lungo periodo. Quando abbiamo costituito AVEPA, con l'obiettivo di svuotare progressivamente Veneto Sviluppo, abbiamo costruito per quella società una mission. Società che sta lavorando bene in quella direzione e oggi sembra che vogliamo tornare indietro. Quindi, la semplificazione e la chiarezza. Quando noi abbiamo ipotizzato, a proposito di trasporto ferroviario, il passaggio da Sistemi Territoriali a Infrastrutture Venete, poteva essere un'idea giusta quella di distinguere tra proprietà delle reti e gestione del servizio, ma è chiaro che il meccanismo societario che ci siamo inventati e lo scioglimento e la devoluzione di quote, poi la fusione per incorporazione, ci portano oggi ad una situazione di incertezza rispetto al futuro della gestione delle tratte ferroviarie della nostra Regione. Tant'è che se la gestione del servizio a Sistemi Territoriali, a norma di legge, avrebbe dovuto finire il 31 dicembre di quest'anno, non è detto che così sarà, perché il bando di gara – lo dico anche al consigliere Dolfin – è già uscito e stiamo aspettando di vedere se e come verrà assegnato nelle more della scadenza dell'assegnazione della gestione a Sistemi Territoriali. Quindi, la semplificazione e la chiarezza dei percorsi, che lasciano invece appesa, ad esempio, la gestione del trasporto ferroviario. Quando chiediamo semplificazione e chiarezza rispetto alle società che vedranno impegnate anche la nostra Regione nella riorganizzazione delle concessioni autostradali – CAV, Autovie, Società Autostrade Alto Adriatico – non stiamo parlando di banalità, in una fase storica in cui la sicurezza, la capacità di garantire manutenzioni, la capacità per la nostra Regione di avere collegamenti efficaci con il resto d'Europa non sono banalità, non sono concetti che risolviamo con i conti in ordine.
La seconda grande questione che ci ha convinto nel voto contrario a questo bilancio consolidato è perché pensiamo che queste questioni non siano ininfluenti rispetto alla vita dei cittadini e delle imprese. Noi siamo convinti che le questioni di cui abbiamo parlato oggi si riflettano e incidano direttamente nella capacità che le nostre imprese hanno di relazionarsi con il resto del mondo, in particolar modo con il Nord Europa, mercato tradizionale per le nostre imprese: la sicurezza dei cittadini, la difesa del suolo e la capacità di rendere il Veneto un po' meno pericoloso anche dal punto di vista del dissesto idrogeologico, il tema di come sosteniamo le imprese, di come siamo in grado di offrire un supporto per la transizione tecnologica e digitale nella quale sono impegnati, un percorso che sia trasparente, di competizione leale, di sostegno trasparente al nostro sistema. E ancora, parlare di ESU significa parlare di diritto allo studio e cioè della capacità che abbiamo di rendere gli atenei veneti realmente competitivi nel 2022. E non chiediamoci perché se non siamo in grado di pagare le borse di studio o di offrire alloggi a prezzi consoni e i nostri studenti preferiscono andare a studiare non in Inghilterra, ma a Bologna, a Roma. Ed è o non è anche questa una questione che coinvolge la competitività dei nostri territori?
Ancora, il tema dei parchi e dell'impianto naturalistico che vogliamo offrire – lo dico perché c'è l'assessore Caner – in una regione in cui il turismo deve essere ripensato in un'ottica di sostenibilità. I parchi regionali possono essere un'occasione strategica di sviluppo di turismo lento e sostenibile. Allora, è ovvio che lì serve – lo diceva il consigliere Montanariello – un investimento politico prima che contabile.
Infine – e lo dico perché è questo quello che ci ritorna leggendo questo consolidato ed è la ragione di fondo per cui voteremo contro – anche quando facciamo rilevare che per molti di questi servizi non ci sono le risorse sufficienti, al netto del rimprovero per i dirigenti pubblici che ce l'hanno detto, diciamo la verità. Ne discuteremo in maniera più approfondita tra qualche settimana quando apriremo la sessione di bilancio per quanto riguarda il futuro, e allora lì ancora più puntualmente andremo a capire dove le risorse andrebbero messe, qualora ce ne fossero.
Quello che però dalla lettura di questo consolidato ci preoccupa di più, visto che è un documento a consuntivo, non è soltanto la penuria di risorse, ma in molti casi, come quelli ad esempio che ho citato, è anche la carenza di idee. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione.
Mettiamo in votazione la PDA n. 53.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Sospendiamo alcuni minuti per permettere il ricambio d'aria.
La ripresa dei lavori è fissata alle ore 17.10. Raccomando a tutti la puntualità.
La Seduta è sospesa alle ore 17.03
 
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
 
La Seduta riprende alle ore 17.20

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
PUNTO
8
 
   

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2014-2022 PER IL VENETO. MODIFICA AI SENSI DELL'ARTICOLO 11, LETTERA B) DEL REGOLAMENTO (UE) N. 1305/2013 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO E DELL'ARTICOLO 4 PARAGRAFO 2 PRIMO COMMA DEL REGOLAMENTO (UE) N. 808/2014 PER LA GESTIONE DEGLI EFFETTI SULL'AGRICOLTURA DELL'INVASIONE RUSSA DELL'UCRAINA E PER L'AUMENTO DELLA RESILIENZA DELL'AGRICOLTURA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 52) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 157/2022)

Relazione della TERZA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Gerolimetto
Correlatrice: Consigliera Guarda

PRESIDENTE

Siamo al punto n. 8, PDA n. 52.
Colleghi, se facciamo un po' di silenzio in Aula. Grazie, Puppato.
Bene, la parola al relatore, consigliere Nazzareno Gerolimetto. Prego.

Nazzareno GEROLIMETTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Sostanzialmente questa è una proposta di modifica del Piano di sviluppo rurale per tre punti, finalizzata a dare una risposta agli impatti nel settore primario dell'invasione russa dell'Ucraina. La proposta di modifica è guidata dalla necessità di fornire risposte per aumentare la resilienza in agricoltura ai cambiamenti climatici, che nel corso del 2022 si sono manifestati con l'emergenza idrica e l'emergenza dell'epizoozia, peste suina africana, comparsa in alcune Regioni italiane.
Quindi, una delle tre proposte prevede di attivare una misura a sostegno temporaneo eccezionale, a favore degli agricoltori e delle piccole e medie imprese particolarmente colpiti dall'impatto dell'invasione russa dell'Ucraina, con una dotazione di 17 milioni di euro che si preveda debbano dare un sostegno una tantum alle imprese più particolarmente colpite, in particolare gli allevamenti e le piccole e medie imprese di trasformazione.
La dotazione prevede di dare dei sostegni che vanno da 1,000 a 3.000 euro alle imprese agricole, quindi niente di eccezionale sotto il profilo della quantità.
La seconda modifica propone di integrare con 11 milioni di euro la sottomisura 4.1 a sostegno degli investimenti delle aziende agricole e si rende necessaria un'azione di sostegno agli investimenti per orientare i sistemi irrigui aziendali verso tecnologie che usino l'acqua con maggiore efficienza e ne consentano il risparmio. Pertanto, la proposta è l'aumento della dotazione fino a 11 milioni di euro, che saranno destinati a questa misura finalizzata al risparmio dell'acqua.
Il terzo punto di proposta di modifica non ha implicazioni sul quadro finanziario, ma prevede l'introduzione di aiuti per la prevenzione e la sicurezza negli allevamenti. I cambiamenti climatici in atto e la diffusione di nuove specie alloctone favoriscono infatti l'insorgenza di fitopatologie ed epizoozie, quali la comparsa in alcune regioni italiane della peste suina africana.
Le conseguenze dell'insediarsi di queste problematiche determinano dei seri rischi anche per il mantenimento sui mercati agricoli delle posizioni acquisite in anni di impegno da parte degli agricoltori.
Non voglio aggiungere altro, se non che le proposte di modifica sono state approvate in Terza Commissione consiliare nella seduta del 19 ottobre, che a maggioranza ha espresso parere favorevole all'adozione delle modifiche che vengono proposte al Consiglio regionale in questa seduta.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla correlatrice, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente, e grazie al consigliere Gerolimetto per aver introdotto il tema, che è un tema che nasce da osservazioni, da analisi, da indagini di tipo tecnico che sono state approvate da un punto di vista non soltanto locale ma internazionale, quindi direttamente derivanti anche da possibilità dateci dalla Commissione europea. Parlo in particolar modo per il primo punto elencato, quello relativo agli aiuti per quanto riguarda la gestione delle conseguenze sulle imprese derivanti dall'emergenza dettata dalla guerra in Ucraina.
Sicuramente questo intervento inserisce una serie di iniziative che sono supportate da un punto di vista numerico, tecnico, quindi non ho particolari osservazioni da portare rispetto a questo atto.
L'occasione, invece, di discutere questo atto mi consente di affrontare ciò che non è soltanto la modifica tecnica e l'introduzione tecnica di queste tre misure, ma ciò che sta a contorno di queste tre misure, per consentire a questo impegno che come Regione del Veneto si porta avanti all'interno del Piano di sviluppo rurale in questo ultimo anno, ciò che consente a queste misure di poter essere realmente efficaci ed efficienti non soltanto nel brevissimo periodo, ma nel medio-lungo periodo.
Questo significa osservare tre aspetti relativi a queste tre misure che ho voluto intitolare in tre diversi modi: uno, "Una filiera autonoma fin dal seme"; due, "Acqua ben gestita, non solo risparmiata"; tre, "Il troppo stroppia e la natura ce lo dice chiaramente".
Andando al primo titolo, quando parliamo dell'aiuto ai settori maggiormente colpiti sia nel comparto zootecnico che in quello delle piccole e medie imprese attive nella trasformazione e nella commercializzazione dei prodotti agricoli, il titolo "Una filiera autonoma fin dal seme" può aiutarci a comprendere quali azioni politiche devono stare accanto alla destinazione di queste risorse – poche, diceva il consigliere Gerolimetto – per singole aziende o realtà un po' più macro.
Serve una politica che, assieme agli interventi di aiuto immediato alle imprese per resistere ora, guidi l'agricoltura veneta e il settore in tutta la sua filiera ad essere autonomo a 360 gradi. Il famoso concetto di autonomia alimentare non si applica esclusivamente pensando di utilizzare prodotti coltivati in Veneto e in Italia e commercializzarli nel nostro territorio. L'autonomia alimentare interviene fin dal principio, quindi fin dalla ricerca, dal perfezionamento genetico delle cultivar che vengono scelte e coltivate all'interno del territorio.
Si sta pensando, quindi, a come gestire non soltanto il gap di entrate di oggi, ma l'autonomia produttiva di domani? Ad oggi uno dei settori più in difficoltà, per esempio, è quello cerealicolo, in Italia e anche in Veneto. Il mercato sementiero, per esempio dei cereali da paglia, è in mano alla Francia; quello del mais è in mano alle multinazionali.
Noi ci limitiamo alle prove varietali, alla riproduzione e alla vendita o, magari, addirittura importiamo dall'estero prodotti che non sono all'interno dell'alveo che ci aspetteremmo in termini di qualità e di difesa, per esempio, dagli OGM. Potremmo pensare che in Veneto, per esempio, si possa investire anche nella ricerca e nella proprietà genetica delle varietà – "proprietà" inteso come royalties e non soltanto come proprietà intellettuale generica – invece di far pagare queste royalties dai nostri produttori alla Francia e alle multinazionali? Pensate, per esempio, al Friuli, il cui investimento nella ricerca genetica rende la regione competitiva per quanto riguarda la soia, consentendo anche alla maggiore realtà sementiera del Veneto di non dipendere dall'estero per questo prodotto e di riprodurre quasi la totalità delle varietà di soia provenienti dal territorio italiano, quindi dalla ricerca del Friuli.
In vista delle modifiche (anche già in corso) del clima in cui operiamo tutti noi nel mondo dell'agricoltura veneta, già stiamo cercando di adattarci, scegliendo coltivazioni che abbiano la possibilità di resistere all'interno del nostro territorio, in particolar modo rivolgendoci, per esempio, a coltivazioni autunnali piuttosto che estive, vista la siccità e la crisi climatica.
Proprio per questo la ricerca deve venirci incontro e dobbiamo investire in essa, proprio quella che ha concesso al settore cerealicolo di innovarsi fino agli anni Novanta in modo autonomo, grazie a straordinari esempi che abbiamo anche all'interno del territorio del Veneto. Per esempio, cito l'Istituto Strampelli di Lonigo, la cui Banca del germoplasma, proprio relativa a cereali e ad altri prodotti orticoli, è nelle mani di Veneto Agricoltura, quindi avrebbe più che necessità non soltanto di una spinta per il suo mantenimento semplicemente riproducendola e mantenendola, ma attraverso una sperimentazione e una ricerca che consenta a questa Banca del germoplasma di dare e di restituire al territorio una proprietà genetica autonoma e capace di impedire al futuro dell'agricoltura di rimanere sotto scacco della volontà di multinazionali e di altri Stati di condividere questo patrimonio oppure no.
Significa che, se noi non abbiamo la proprietà genetica, domani altri soggetti internazionali, multinazionali, potranno decidere se venderci e se darci questo materiale. Dobbiamo lavorare per questa autonomia. Per questo ritengo che questa misura sia utile nel caso specifico oggi, ma che sia un'utilità di breve termine e che debba affiancarsi a una misura, non del PSR, evidentemente, ma complessiva, politica, italiana e veneta, per implementare la ricerca in agricoltura. Questo è il nostro compito politico per fare in modo che questi soldi non vengano spesi invano.
Il secondo capitolo riguarda l'acqua e io l'ho titolato "Acqua ben gestita, non solo risparmiata". È giustissimo investire 11 milioni di euro per aiutare le imprese a ridurre l'utilizzo dell'acqua, a implementare, per esempio, l'utilizzo dell'impianto a goccia o a investire in bacini di accumulo aziendali, per chi può permetterselo. è giusto aiutarli, è evidente.
Considero però importante porre al Consiglio una questione. La gestione delle acque non è e non è possibile che sia soltanto in mano agli agricoltori e alla buona volontà degli agricoltori, perché una buonissima fetta dell'acqua di falda e di superficie del nostro territorio è gestita o è a servizio di altri settori, che non sono soltanto quello dell'agricoltura. Bisogna quindi parlare di operazione complessiva, applicabile in ogni area, con distinzioni di tipo geografico, per aiutarci a rispondere alle esigenze dei singoli territori. In agricoltura questo, per esempio, ricorda come nella fascia pedemontana e nella fascia di ricarica di falda e di risorgiva ci possano essere metodi di irrigazione e di gestione delle acque differenti, proprio per aiutare a ricaricare le falde, a garantire acqua anche nei corsi d'acqua superficiali. Un esempio, appunto, è per garantire i flussi dei nostri corsi di acqua e non provocare un saldo negativo nella falda più a valle, che serve tutta la zona dell'agricoltura del Basso Veneto.
Mentre si parla di ricostruire nuovi bacini, e alcuni sicuramente servono, per esempio come quello di Meda, che ha in sé una quadrupla funzione, perché non investire anche politicamente in una nuova direzione di utilizzo migliore del bacino d'acqua più grande che abbiamo e già presente, che è appunto quello della falda?
Per questo reputo che sia necessario, oltre a misure specifiche per spingere gli interventi all'interno dell'azienda, al di fuori del PSR spingere per fare in modo che ci siano investimenti determinati nella riorganizzazione di una gestione delle acque irrigue che consenta, per esempio, di ricaricare le falde, come testimoniano le operazioni svolte e divulgate dallo stesso Consorzio di bonifica del Brenta o, parallelamente, interventi di protezione delle acque superficiali dagli utilizzi che in questo caso sono fatti da altri soggetti. Penso, per esempio, ad alcune aziende del nostro territorio, del settore produttivo, farmaceutico, conciario eccetera, che prelevano molta più acqua di quanto addirittura interi Comuni utilizzano all'interno di un arco temporale annuale. Queste aziende devono essere accompagnate a utilizzare il ciclo chiuso per risparmiare acqua di falda, non intervenire con inquinamenti superficiali e, di conseguenza, garantire acqua buona all'agricoltura e anche alla distribuzione acquedottistica.
Questo perché? Per un semplice motivo: è giusto che lavoriamo sulla quantità di acqua per garantire vitalità al settore dell'agricoltura, ma non possiamo dimenticarci che dobbiamo avere acqua buona per poter produrre bene, perché produciamo cibo, non produciamo scarti. Per questo motivo è importante che ci siano operazioni che riguardano sia l'agricoltura, in termini di intervento aziendale, in termini di gestione collettiva, attraverso i Consorzi di bonifica, attraverso progetti innovativi di gestione delle acque intelligenti, per fare in modo che vengano utilizzate più volte le stesse acque all'interno del territorio, tra acqua superficiale e acque di falda.
Ma allo stesso tempo, se non si interviene sulla qualità dei nostri corsi d'acqua, perdiamo l'opportunità di fare il bene dell'agricoltura. Penso ad esempio al Fratta-Gorzone, un fiume irriguo che è utilizzato alla fin fine per gestire la diluizione dello scarico del Consorzio Arica, un Consorzio che gestisce reflue industriali e urbane, che vengono convogliate all'interno di un solo fiume che in questo caso, adesso, in questi ultimi mesi, era decisamente a secco, e nonostante questo veniva continuamente sottoposto alla contaminazione da parte dello scarico del tubo Arica. Parallelamente, invece, il Consorzio LEB, creato per l'agricoltura, deve obbligatoriamente, per accordo, anche attraverso la Regione del Veneto, scaricare, quindi togliere all'agricoltura, 6 metri cubi di acqua al secondo per gestire questo tipo di scarico.
L'obiettivo politico deve essere quello di intervenire a monte per proteggere sia la quantità sia anche la qualità delle acque. Questi sono due esempi fattivi di come, assieme all'azione del PSR, politicamente dobbiamo essere decisi a essere coerenti anche in quest'ambito.
Il terzo capitolo, "Il troppo stroppia, è la natura che ce lo dice chiaramente", evidentemente si riferisce a degli interventi che sono sicuramente doverosi, oggi, per difendere un certo tipo di economia, che è quella dell'allevamento, in particolar modo quello sottoposto in questa fase storica alla peste suina africana.
Oggettivamente parlando, però, tutte le misure verranno attivate attraverso interventi di prevenzione e di ridurre quindi del rischio di danno per il potenziale agricolo causato da calamità naturali di tipo biotiche. Questo tipo di interventi non potranno mai essere così efficaci se accanto non cominceremo a ragionare sulla quantità, cioè la presenza importante, all'interno del nostro territorio, e il continuo aumento dei numeri di capi allevati all'interno di territori molto ristretti (penso per esempio anche al settore avicolo e ad alcuni territori che hanno una presenza che supera di milioni il numero dei cittadini che abitano in quei territori). Questo aspetto ci pone una domanda sull'impatto delle nostre scelte politiche e anche imprenditoriali rispetto alle conseguenze che, dopo, si devono affrontare in termini di sicurezza da un punto di vista sanitario.
Le epidemie biotiche, nulla da dire, sono evidentemente un grave danno per natura ed economia. Bisognerebbe, quindi, agire con più accuratezza non solo a valle, ma a monte, perché consentire la realizzazione di enormi allevamenti e ampliamenti, per esempio come quello del trevigiano, di questi giorni sui giornali, numerosi e ravvicinati, oppure chiudere un occhio alle importazioni e al rilascio di fauna non autoctona, come per esempio il cinghiale dell'Est Europa, solo perché più grosso e appassionante per scopi ludico-ricreativi, come quello venatorio, sono le scelte e i primi errori che in passato, o ancora oggi, alcuni fanno nel relazionarsi alla gestione del territorio e alla prevenzione sanitaria da un punto di vista politico.
Il troppo stroppia, lo dicevo prima. L'hanno insegnato a tutti, anche a casa mia. Alla fine, anche in questo caso, è l'ingordigia, la voglia di massimizzare i risultati senza curarsi di equilibri o di disequilibri di cui il mondo vive e su cui si costruisce il futuro del nostro territorio, che ci sta facendo del male. Come politici, parte di Istituzioni che devono responsabilmente affrontare questo tipo di rischi, dobbiamo agire per fermare qualsiasi involuzione che si stia aprendo da un punto di vista sanitario, sociale, economico, ambientale. È per questo che, accanto a misure di questo tipo, c'è bisogno di una politica che sia coerente, in modo tale da prevenire i rischi e non soltanto curarli una volta che si sono presentati.
Queste sono osservazioni di natura politica, di condivisione di una visione politica che, personalmente, in questi sette anni ho cercato di condividere con voi. Spero vivamente che in futuro ci possa essere la possibilità di renderle applicative, perché è importante utilizzare bene gli strumenti del nostro Piano di sviluppo rurale, ma il Piano di sviluppo rurale non è l'unico strumento che abbiamo e che dobbiamo utilizzare per creare visione e per creare progetti nell'ambito dell'evoluzione agricola del nostro territorio.
Autonomia dal seme alla distribuzione, da un punto di vista di prodotto agricolo e di creazione di ricchezza all'interno del nostro territorio, una valorizzazione non soltanto della quantità, ma anche della qualità della nostra acqua e il ragionamento sulla biodiversità sono tre punti centrali, tre colonne portanti per garantire il futuro e la sopravvivenza in un territorio che è fortemente appesantito, in cui l'agricoltura sta combattendo per resistere di fronte a tante emergenze, compresa quella del consumo di suolo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Sarò veloce perché non aggiungo molto a quanto detto dalla collega Guarda, ma approfitto della presenza dell'Assessore, non essendo membro della Commissione, per chiedere una cosa puntuale all'interno di questo Piano che stiamo andando a votare.
All'interno di una delle modifiche c'è il tema dello spostamento di questi 11 milioni, se non erro, da una misura che era quella per adottare pratiche e metodi di produzione biologica per andare invece a rafforzare la Misura 4, che prevede invece il sostegno a investimenti aziendali finalizzati al risparmio irriguo. Si dice nella relazione che la giustificazione di questo spostamento che, ripeto, non è piccolo, è dovuta al fatto che già il PSR dal 2015 al 2021 aveva previsto la conversione di 300 imprese a biologico e finanziato il mantenimento a biologico di 680 imprese. E anche si dice che si investirà maggiormente nella programmazione 2023-2027. Quindi ho anticipato le sue risposte.
Però detto questo, perché questo riesco a leggerlo, noi sappiamo che in realtà, per quanto riguarda la Regione del Veneto, abbiamo dei dati abbastanza disastrosi rispetto alla superficie agricola coltivata a biologico. E pur riconoscendo che non è l'unico antidoto a un'agricoltura di tipo non intensivo, e quindi, in emergenza climatica come siamo e anche in crisi energetica come siamo, questo tipo di agricoltura andrebbe promossa in maniera forte. Noi abbiamo nel 2020 solo il 5,5 della SAU coltivata a biologico, che è un dato molto peggiore rispetto alla media nazionale del 16,4. Questo dato è quindi incontrovertibile. Nonostante questo dato, noi scegliamo, voi scegliete di togliere 11 milioni di euro a questo tipo di conversione. Tra l'altro, ricordo che l'obiettivo europeo è del 25% entro il 2030, noi siamo al 5,5, sotto una media nazionale del 16,4, quando la quota che l'Europa ci chiede di raggiungere è il 25. In qualche modo io non credo ci siano tante giustificazioni, io ascolterò la sua risposta e non mi basta sentire che la programmazione 2023-2027 è la panacea di ogni male, perché sappiamo che non succederà che solo grazie a questa azione di fondi straordinari noi avremo una conversione che ci permette di arrivare a questo dato.
In qualche modo, al di là dei contenuti che già la collega Guarda aveva portato, questo tema della superficie agricola coltivata a biologico è una lacuna grave di questo documento dove si vede proprio che si spostano 11 milioni di euro da una Misura, che era quella che garantiva la possibilità di convertirle, a qualcos'altro, che comunque serve, però togliamo 11 milioni di euro alla conversione verso l'agricoltura biologica. Ripeto, siamo molto sotto la media nazionale, molto lontani da quello che l'Europa ci chiede come obiettivo al 2030.
Chiedo di giustificare e di capire come la Regione intenda andare avanti su questo tema, nonostante abbia tolto oggi e proponga di togliere – motivo per cui questo Piano non ha ragione di stare in piedi come direzione – 11 milioni di euro alla conversione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Consigliere Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il tema che affrontiamo, relativo a questi finanziamenti così importanti per l'agricoltura, per andare incontro anche alle ultime situazioni di emergenza che abbiamo avuto, vuoi pandemia, vuoi la siccità, è un tema sicuramente al quale dobbiamo porre sempre maggiore attenzione. Poi sappiamo che è una voce del capitolo di spesa molto importante per la nostra Regione, è la principale voce di spesa per l'Unione europea. La nostra agricoltura, un po' come tutta l'agricoltura dell'Italia e dell'Unione europea, in questi momenti si deve porre sicuramente degli interrogativi. Interrogativi anche importanti e connessi soprattutto a quella che è la crisi climatica che il nostro pianeta sta vivendo. L'impatto dell'agricoltura, come di tantissime altre attività umane, è un impatto importantissimo anche in termini di emissioni in atmosfera climalteranti, che sono quelle emissioni che ci stanno portando sempre più verso un clima impazzito, con dei punti di domanda veramente inquietanti per le future generazioni.
Una delle domande che dovremmo farci, che dovrebbe farsi l'Europa in particolare è quella relativa alla sostenibilità degli allevamenti intensivi. Allevamenti che abbiamo visto che comportano degli impatti molto importanti per l'ambiente, e mi riferisco in particolare, ad esempio, alla distribuzione delle deiezioni dei liquami. L'Unione europea ha dovuto fare anche la Direttiva "Nitrati" proprio per gestire questo impatto ambientale molto importante, dando agli agricoltori e all'agricoltura dei termini e delle modalità di spandimento di questi liquami, che potevano potenzialmente e possono potenzialmente contaminare anche le falde acquifere.
Ci dobbiamo porre veramente questo tema. A Treviso, prima la collega Guarda lo ricordava, c'è in Commissione VIA provinciale un ampliamento di un allevamento di scrofe, quindi per la produzione di suini, che porta esattamente, vi do il dato esatto, 36.000 scrofe a Roncade, in Provincia di Treviso (attualmente sono meno di 10.000), con consumo del suolo. Pensate, hanno dovuto sottoscrivere, i proponenti, dei contratti per il possesso e l'utilizzo di centinaia di ettari, proprio perché c'è questa norma che vi dicevo prima, che per ogni tot capi bisogna avere tot superficie perché non puoi immettere in ambiente, in agricoltura, questi liquami in maniera troppo concentrata, perché possono avere effetti negativi per la natura.
Allevamenti intensivi per la produzione di carne: questo comporta anche il fatto che l'agricoltura deve produrre soprattutto cibo non per gli uomini, non per noi, ma per gli animali. Circa il 90% delle produzioni in agricoltura oggi sono destinate all'alimentazione degli animali, quindi, con un impatto importante per sostenere l'industria della carne, che è un'industria che ha un'impronta sul nostro ambiente veramente molto, molto consistente.
Il tutto poi ha delle ripercussioni importanti sulla biodiversità. Proprio ieri "L'Arena" di Verona pubblicava un articolo dove un apicoltore, che è anche agricoltore – ammetteva "io sono anche agricoltore, so i problemi dell'agricoltura" – ha dichiarato che in provincia di Verona sono sparite, sono morte più di un milione di api. Ha fatto fare naturalmente degli accertamenti perché si tratta di una persona seria, che si vuole documentare, ed è giusto che sia così: ne è risultato che la molecola utilizzata nella lotta ad una malattia dei vigneti, causata da un insetto particolare, è la molecola che ha causato la morte delle api.
Voi sapete che quest'anno l'Assessorato, gli uffici della Regione Veneto hanno dovuto emettere diverse deroghe perché, a causa del clima e a causa di questa patologia, si è dovuta usare più chimica. Da organismi, tra l'altro, della Regione, vengono accertate le cause di questa morìa. Questo per dire che c'è questa attività molto importante per il Veneto, che è l'attività agricola, ma c'è anche la questione delle ripercussioni sulla biodiversità. Adesso vi ho fatto l'esempio delle api, ma, se andiamo a vedere in Commissione Ambiente, quando l'ARPAV, Assessore, ci presenta i report per quanto riguarda le contaminazioni delle acque, ci rendiamo sempre conto, dai dati che la Regione stessa ricava, che ci sono dei residui, in particolare di erbicidi e di fertilizzanti, sia nelle acque sotterranee che nelle acque superficiali.
L'attenzione dovrebbe quindi essere massima per rendere la nostra agricoltura sempre più sostenibile, per puntare sempre più al biologico. Ci rendiamo conto – questo lo dicono i fatti, non vuol dire essere allarmisti, ma essere molto realisti – che la chimica che viene utilizzata, queste sostanze che vengono utilizzate ritornano, entrano nel ciclo. Leggevo che ci sono degli studi fatti che dicono che è una piccola percentuale quella dei pesticidi che, ad esempio, nella viticoltura vanno a finire sulle viti, perché molto va disperso, molto va sul terreno. Bisognerebbe, però, rendere obbligatorio e bisognerebbe diffondere al 100% delle coltivazioni l'utilizzo di quei sistemi a recupero, ad esempio, sulla diffusione dei fitofarmaci (c'è chi li chiama così, io li chiamo pesticidi, perché è la parola più usata in Unione europea), per evitare questa dispersione. Tra l'altro, conviene anche allo stesso agricoltore evitare che molti di questi prodotti non centrino l'obiettivo, che è l'insetto che va sul vigneto, ma vadano dispersi in ambiente.
La soluzione sarebbe il biologico. Prima la collega Ostanel ricordava come dei fondi siano stati dirottati dal biologico alla questione irrigazione. Effettivamente, ci sono dei meccanismi che hanno visto in questi anni pochi investimenti nel biologico perché c'erano dei limiti temporali. Uno, se si fa due conti, aspetta di vedere la prossima misura della PAC per vedere se, al posto di tre anni, si arriva a cinque anni per avere questi fondi sul biologico. Anche su questo credo che la nostra Regione dovrebbe impegnarsi di più per agevolare questi agricoltori, per prevedere misure per l'agricoltura biologica. È molto più difficile ‒ il collega Gerolimetto, che se ne intende, lo sa benissimo ‒ coltivare con il sistema biologico, perché prevede veramente una conoscenza superiore, prevede un'attenzione ancora più particolare alle condizioni meteo, alle piogge, alle nebbie, ai parassiti e quant'altro.
Oggigiorno avere queste attenzioni vuol dire avere anche costi in più. Però, se noi nella bilancia mettiamo questi costi in più in tecnici, in manodopera, in attenzioni, sulla bilancia vedremo che, alla lunga, abbiamo costi in meno per quanto riguarda, non so, la contaminazione delle acque, mi viene in mente. Quindi non si tratta di spendere in più, ma si tratta di investire con la finalità e con l'orizzonte temporale che ci deve portare verso la sostenibilità. Sostenibilità e riduzione della chimica di cui, tra l'altro, tutte le direttive e i regolamenti europei parlano. Addirittura gli obiettivi che ci hanno dato, che stanno definendo in Commissione europea per la riduzione della chimica in agricoltura all'Italia sono superiori a quelli di certi altri Stati, perché noi abbiamo utilizzato molta chimica.
Poi la questione della siccità che viene affrontata, ovvero la questione dei sistemi di irrigazione. Bene, Assessore, che si vada verso nuovi sistemi di irrigazione, perché io abito in una zona dove ancora tutti gli agricoltori, quando irrigano, utilizzano il metodo a scorrimento. Il metodo scorrimento è il metodo che usavano i loro padri e i loro nonni, pensi un po', e siamo nel 2022, 2023 ormai. A scorrimento vuol dire innanzitutto che lavorano un casino, che hanno i turni anche di notte, e, quando irrighi a scorrimento hai, su campagne molto lunghe e appezzamenti molto lunghi, anche di 2-300 metri, che i primi filari, ad esempio, di mais sono iper bagnati, mentre agli ultimi, se arriva l'acqua, sono fortunati. Questo è lo scorrimento, neanche a pioggia.
Bene, quindi, investire in questo, perché l'irrigazione a scorrimento vuol dire sprecare quantità di acqua immane. E sappiamo quanto problematica sia la questione delle acque. Quest'estate se ne è parlato moltissimo, si è dichiarato lo stato di emergenza in merito alla siccità, però servono appunto investimenti a lungo termine. Sicuramente è positivo che si pensi a questo. L'auspicio è però una riflessione, andando a vedere soprattutto i nuovi obiettivi europei, su quella che sarà l'agricoltura del domani in Veneto, perché effettivamente l'agricoltura, come l'abbiamo sempre conosciuta, oggi veramente deve essere in qualche modo rivista. Tant'è vero che stiamo subendo gli effetti anche di questi allevamenti intensivi, intensivi anche come vicinanza l'uno con l'altro, anche in questi giorni con l'aviaria. Voi avete sentito, ad esempio, nella mia Provincia, in Provincia di Treviso, che hanno eliminato due settimane fa, tre ormai, 39.000 galline ovaiole perché c'è l'aviaria. Una malattia, un virus che colpisce soprattutto in questa stagione e si diffonde per il contatto in via aerea e naturalmente, quando si hanno sempre più allevamenti uno più vicino all'altro, è facile che da una parte vada a finire anche all'altra.
Io mi ricordo, quando era assessore Pan, che si è affrontato il West Nile, la Blue Tongue. Adesso abbiamo anche la questione della peste suina.
Alla fine, questi allevamenti intensivi effettivamente possono essere anche in qualche modo dei punti dove questi virus la fanno da padrone. Ecco perché bisognerebbe veramente puntare sempre più ad allevamenti il meno possibile intensivi, il più possibile sostenibili e magari, come già alcuni Stati membri dell'Unione europea stanno facendo, puntare anche per le loro popolazioni a delle alternative anche per quanto riguarda la dieta alimentare, più sostenibile e quindi con un apporto maggiore di verdure e cereali e minore di carne, dando sempre naturalmente il compito agli agricoltori e all'agricoltura di fornire i cibi per le popolazioni dei nostri Paesi.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Buonasera. Allora, visto che siamo arrivati a quest'ora a parlare di questo argomento, che naturalmente può destare anche qualche diversità di opinione, io dico la mia perché, cari colleghi Zanoni e Guarda, eccetera, la vostra visione bucolica dell'agricoltura a volte fa sì che perdiamo un po' il punto di vista importante di quello che fanno gli agricoltori, anche del nostro Veneto, ma gli agricoltori in generale. Si vede, Zanoni, che lei non è un agricoltore.
Potremmo stare qua a parlare dei benefici dell'acqua di scorrimento rispetto a quella a pioggia, anche sulla ricarica delle falde e di tante altre cose, ma abbiamo una delibera importante, una delibera che è passata in Terza Commissione col voto della maggioranza.
è chiaro che in questi ultimi 3 o 4 anni siamo partiti da un 2008 con una crisi economica, poi i due anni di Covid, poi questa benedetta guerra o maledetta guerra in Ucraina, che ha posto un po' delle condizioni anche al mondo, soprattutto nei sistemi agricoli, e ha fatto capire anche all'Europa, anche a coloro che comandano in Europa... Perché poi la PAC, la politica economica europea, viene generalmente proposta dagli Stati del Nord Europa, che sono la Francia, la Germania, l'Olanda. Non parliamo dell'Olanda, degli allevamenti in Olanda e di tutto quello che combinano gli olandesi, ma guardiamo un po' a casa nostra: si è scoperto che essere un po' più sovranisti a casa nostra, nel senso di produrre di più a casa nostra e indipendentemente dalle importazioni anche di grano ucraino, anche dei fertilizzanti russi... La Russia è il paese maggior produttore di fertilizzanti, e quando chiudono i rubinetti loro, abbiamo capito che non sono solo quelli del gas, ma sono anche rubinetti di questo tipo. Abbiamo dovuto pagare quindi un conto veramente importante.
Se poi aggiungiamo a tutto questo la siccità, abbiamo avuto un anno molto difficile, un anno terribile: ancora adesso, con le quattro piogge di novembre... Noi eravamo abituati a 15-20 giorni di piogge continue, coi fiumi carichi e le inondazioni. Adesso quasi quasi rimpiangiamo qualche piccola inondazione del nostro Veneto per avere l'acqua nei bacini. Siamo a secco nei bacini montani, non nevica e i ghiacciai non ci sono più: cosa dovremmo fare? Diventare tutti sostenibili? Perfetto. Tutti restiamo sostenibili, tutti vogliamo una comunità, un'agricoltura sostenibile, più biologica, più rispettosa dell'ambiente. Perfetto. Chi qua dentro non vuole tutto questo?
Finché eravamo qui oggi, finché eravamo qui a discutere di bilancio, di partecipate, di ferrovie, di strade, di tutto quello che si è detto, vi è sfuggita una cosa che è successa oggi. Ve la dico: oggi siamo arrivati a 8 miliardi di persone in questo modo, se non lo sapete, da sfamare su questo pianeta. Oggi abbiamo superato gli 8 miliardi, e questi 8 miliardi che si svegliano al mattino magari hanno anche bisogno di mangiare qualcosa, hanno bisogno di bere, di mangiare, perché il mondo ormai si sta sviluppando in tante parti, giustamente. Tutti arriviamo a volere il mondo che stava bene una volta, una società come la nostra, la società americana ed europea. Tutti guardano, e tutti quelli che guardano sono 8 miliardi. Questi 8 miliardi chiaramente pongono il tema di mangiare e di dar da mangiare. Chi dà da mangiare a tutte queste bocche? Il contadino che si sveglia e sta sveglio la notte a irrigare. Lei, collega Zanoni, non l'ha mai fatto. Se vuole venire con me una sera, la porto io in mezzo al "formenton" a dare l'acqua.
Stiamo discutendo ‒ mi dispiace sia andata via la collega ‒ del fatto che spostiamo 11 milioni dall'agricoltura... Ma l'agricoltura biologica è più biologica dell'agricoltura convenzionale? Non è per niente vero. Attenzione. Per carità, dobbiamo fare meno trattamenti alla vite, dobbiamo avere meno chimica sui campi, dobbiamo avere meno fertilizzanti, ma non è che l'agricoltura biologica sia scevra totalmente di tutto questo. 70.000 imprese in questo Veneto producono anche prodotti importanti per le nostre 3.800 imprese dell'agroindustria, che portano 6,5 miliardi l'una, facciamo 15 miliardi, sull'agroalimentare e sull'agricoltura. Mettiamoci la meccanizzazione, mettiamoci il turismo, mettiamoci tutto l'indotto che va dietro alla nostra agricoltura. Due terzi della nostra economia girano attorno a questo mondo, non gira intorno al mondo del tessile, della chimica, che non c'è più, dell'automotive. Il nostro mondo è questo. Noi viviamo di questo, quindi, dobbiamo proteggere questo mondo.
Attenzione a dire che gli allevamenti intensivi sono dei criminali climatici. Attenzione a dire che l'agricoltore che va ad arare e dà il fertilizzante, anche chimico, sui campi è un criminale. Attenzione a criminalizzare questo mondo, perché questo mondo ci dà da vivere, ci dà del cibo, ci dà dei prodotti, che sono anche testati dalle nostre ULSS, dai nostri veterinari, da tutto un sistema di certificazione, visto che siamo i primi per DOP, IGP, eccetera, che non è da criminalizzare. È un mondo da ringraziare. Se solo 2.300-2.400 sono le aziende biologiche su 70.000, fatevi una domanda. È difficile fare il biologico? Certo, è difficilissimo. Quasi impossibile su certi campi dell'agricoltura. È una cosa che esiste, una nicchia che sta crescendo, benissimo, però attenzione, perché anche l'agricoltura convenzionale si è molto evoluta e sta portando prodotti sempre migliori alla nostra agroindustria e quindi sui nostri scaffali, sulle nostre tavole. Perché quello che voi mangiate anche qui dentro viene soprattutto da là e quindi, se dobbiamo essere sovranisti, dobbiamo essere anche consapevoli di tutto questo e non dobbiamo criminalizzare il resto dell'agricoltura.
È chiaro che poi ci sono cose da migliorare. Perfetto. L'investimento sui sistemi irrigui di precisione. Benissimo. Siamo senza acqua, è chiaro che bisogna farlo. Tanto, poi chi vuol fare il biologico i soldi li trova, perché adesso entriamo nella nuova programmazione 2023, penso che poi l'Assessore lo dirà, e abbiamo cinque anni di biologico. Chi vuole far biologico qui trova tutti i soldi che vuole. Non c'è nessun problema. Però, attenzione, a dire che un ampliamento di un allevamento di suini, un ampliamento di un allevamento di galline ovaiole... noi siamo i primi produttori europei di uova, di galline e di pollame. Attenzione. Abbiamo a Verona, qui gli amici veronesi lo sanno, la più grande agroindustria forse a livello europeo, sono 50.000 addetti, giusto per capirci, 3 o 4 miliardi di fatturato l'anno. Attenzione a cosa dobbiamo dire. Quindi spostiamo giustamente delle cifre su questo tema e su questi temi che sono importanti e che comunque, penso, danno al nostro Veneto un grande lustro e un grande futuro.
Con questo auspicio ringrazio l'Assessore e la Struttura, il dottor Contarin, per aver portato questo provvedimento e penso che vada nel senso giusto. Siamo alla fine della programmazione. Si spostano dei fondi sulla Misura 4.1 degli investimenti e quindi sul sistema irriguo. Si spostano dei fondi che non saranno mai spesi entro la fine della programmazione su un intervento a favore delle imprese, delle piccole e medie imprese della trasformazione agricola. Meglio di così cosa volete?
è chiaro che poi, se dobbiamo interrogarci sul biologico e come risolvere il biologico, io penso che gli studi anche sui vigneti resistenti, il PIWI, eccetera, possano dare delle risposte e stanno dando delle risposte. è quella la strada. La genetica, l'ha ricordato Cristina Guarda, è il futuro. Non dobbiamo aver paura della genetica e del trasformare: l'uomo ha trasformato le piante e gli animali geneticamente fino dalla preistoria, non dobbiamo aver paura di questo. Ricordo infatti che oggi siamo 8 miliardi.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi. È chiusa la discussione generale.
Prego, Assessore.

Ass.re Federico CANER

Grazie. Velocemente, soltanto perché ci sono state alcune richieste da parte dei Consiglieri.
Innanzitutto, alcune cose le ha citate anche il collega Pan, parlando dei numeri, che giustamente lui ricorda. Vorrei però portare a conoscenza innanzitutto del fatto che queste modifiche sono state non solo concertate, ovviamente, con le associazioni di categoria, ma sono state concordate anche con la Commissione europea. Perché? Perché gli spostamenti che vengono effettuati sono effetto di alcune richieste fondamentali. Parliamo in questo caso specifico del tema, per esempio, relativo alla crisi del risparmio dell'acqua, questo è fondamentale. È stato deciso di spostare circa 11 milioni di euro semplicemente perché tutte quelle risorse non sono state usufruite dai bandi attuali sul tema del biologico, per le ragioni che sono state anche citate. In Pianura Padana fare biologico non è facile, perché le condizioni climatiche sono totalmente differenti rispetto ad altre parti del Paese, e questa è la motivazione per cui noi siamo, è vero, più indietro in termini percentuali sulla conversione. Devo anche dirvi però che nel 2013 noi eravamo al 2% della superficie, oggi siamo al 5-6%: c'è stato un aumento del 300%. Nessuna Regione in Italia ha avuto questi aumenti.
Ovvio, partiamo da una situazione più bassa; ma il lavoro che è stato fatto anche con fondi messi a disposizione da parte della Regione Veneto nei PSR è stato notevole. Ma i fondi messi a disposizione erano superiori alle richieste. Questa è la verità, ed è il motivo per cui alla fine, e la Commissione europea, ovviamente, l'ha accettato perché non sono stupidi, hanno capito le esigenze, abbiamo spostato queste risorse, che non venivano spese, sul tema dell'acqua, che se mi permettete, è una necessità non solo importante, ma direi fondamentale.
Da questo punto di vista quindi noi siamo assolutamente sereni. Ricordo anche che sulle 2.500 aziende oggi a biologico, più di 1.200 sono sostenute costantemente dalla Regione Veneto, cioè quasi la metà. Non esiste nessun'altra azienda convenzionale che ha un sostegno di questo tipo. Nella prossima programmazione ci saranno 45 milioni di euro per la conversione o per il mantenimento del biologico. Vedrete che non andranno spesi. Io lo so già. Nonostante il fatto che li metteremo, spingeremo, faremo tutto il nostro lavoro, in accordo con la Commissione europea, vedrete che ci troveremo qua, nella prossima programmazione, a dover di nuovo rispostare queste risorse.
Le cose sono quelle che diceva prima l'ex assessore Pan: è difficile fare biologico in Veneto. Non soltanto sul vitivinicolo, ma su tantissime altre situazioni, perché le condizioni climatiche sono queste. C'è qualcuno che riesce a farlo, ma con grossissime difficoltà. Guardate che anche nel biologico, se prendiamo il vitivinicolo, il collega Pan lo sa, e andiamo a vedere i trattamenti che vengono fatti, l'uso di rame e zolfo che viene fatto... Sono metalli pesanti, ragazzi. Non stiamo parlando di robe leggere. Anche qua, bisogna fare molta attenzione.
Penso che il tema di un'agricoltura, invece, che non sia esclusivamente il biologico, ma che utilizzi la ricerca, l'innovazione, tutte cose che stiamo facendo negli ultimi anni... Molti dei prodotti che si utilizzano in questi anni e la tecnologia che è stata utilizzata negli ultimi anni hanno veramente cambiato il mondo dal punto di vista agricolo. Se guardiamo a dieci o a vent'anni fa, siamo in condizioni neanche assolutamente paragonabili. Mi viene portato l'esempio, lo portava il consigliere Zanoni, delle api morte a Verona. Non si può dire che questo è causa delle delibere fatte dalla Regione Veneto per combattere la flavescenza dorata, perché la flavescenza dorata la combattiamo in tutto il Veneto. Il caso è stato specifico su Verona.
Se il tema fosse che quei prodotti, tutti i prodotti autorizzati, tra l'altro, a livello europeo, perché gran parte di quei prodotti famosi, i pesticidi che mettevano in difficoltà il mondo apistico sono stati già eliminati... Se fosse così, noi avremmo avuto una morìa di api in tutto il Veneto, cosa che non è accaduta. Per carità, mi informerò, anche perché è interesse anche mio capire cosa sia successo nello specifico, però non banalizziamo dicendo che sono morte le api perché la Regione ha detto di fare tre trattamenti per la flavescenza dorata, perché quei trattamenti vengono fatti con prodotti tutti autorizzati. Abbiamo fatto anche un tavolo regionale con le Università, quindi è tutto controllato e ultra-controllato anche dal fitosanitario regionale.
Posso dirvi, da questo punto di vista, che, rispetto al passato, l'indicazione della sostenibilità della Regione è fortissima. Ci sono delle condizioni che, come vi dicevo, ci mettono in difficoltà, perché non è facile produrre cibo. Penso anche a tutto il tema del frutticolo, per esempio, visto che ci sono tanti colleghi veronesi, ma non è solo il tema del vitivinicolo. Penso alle aflatossine per quanto riguarda il mais, per esempio. Da noi c'è questo problema e poi magari importiamo mais dall'America con...
Bisognerebbe fare un Consiglio dedicato solo a discutere in maniera tecnica di queste cose, ma il tutto per dirvi che, comunque, le modifiche che sono fatte qua sono modifiche non solo concordate con le associazioni di categoria, ma anche con la Commissione europea. Quindi non è che si tolgano risorse al biologico, che ci sono e sono più che sufficienti per la richiesta, ma appunto vengono messe per due situazioni, una di crisi e Misura 22, a sostegno dei nostri agricoltori, e l'altra sul tema del risparmio idrico, che secondo me, sarà uno degli altri nodi che avremo, che abbiamo già e che in futuro avremo sempre di più e che ci costringeranno a investire ancora di più. Tutto qua.
Credo che sia una proposta francamente condivisibile, anche se capisco le preoccupazioni di molti Consiglieri, che sono le preoccupazioni, quando si parla di ambiente, un po' di tutti noi.

PRESIDENTE

Collega Guarda, correlatrice, a chiusura della discussione generale.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie della spiegazione.
Diciamo che il dibattito anche in Commissione si è sviluppato anzitutto chiedendoci perché avevamo queste risorse da investire in queste tre misure e la spiegazione era stata molto chiara: cioè è evidente, anche parlando con gli agricoltori biologici del Veneto o i candidati agricoltori biologici del Veneto, che avere un premio per tre anni è meno vantaggioso che avere un premio per i prossimi cinque anni. Il fattore di attendere quindi il momento in cui la condizione dell'aiuto è migliore è una scelta di tipo aziendale, che evidentemente bisogna rispettare, ed è il motivo per cui abbiamo questo scarto di risorse. Io ritengo che sia giusto andare ad investirle nella direzione appunto della gestione dell'acqua, visto che è uno degli ambiti di emergenza.
Devo essere sincera. Vorrei ribadire un concetto che ho detto prima. Questo tipo di scelta deve essere guidata e incentivata attraverso il Piano di sviluppo rurale, ma politicamente abbiamo un compito che è quello di guidare alla scelta del miglior metodo d'irrigazione a seconda delle aree ed è una responsabilità che si può prendere la Regione e lo può fare in combinato anche con l'Autorità di bacino.
Il principio che voglio condividere è che oggi noi investiamo e andiamo a sollecitare un'innovazione nell'agricoltura, nella scelta del sistema di irrigazione. In alcuni territori c'è la possibilità di farla in maniera differente, consentendo ancora un'operazione di ricarica di falda? Sì, ne abbiamo discusso anche in Commissione lungamente. Oggettivamente parlando, abbiamo quindi il compito di condividere insieme alla categoria dell'agricoltura le migliori tecniche a seconda dei propri territori, in modo tale che queste misure possano avere efficacia dove serve realmente il risparmio idrico, ad esempio, in un territorio con un terreno fortemente argilloso.
Parallelamente, vorrei ricordare un aspetto. Come dicevo prima, investire in ricerca genetica è importante per essere autonomi. Ma attenzione: non dobbiamo assolutamente, consigliere Pan, andare ad incentivare e andare a dar manforte esclusivamente alla produzione di semi-proprietari e di ricerca genetica fatta soltanto da pochi fortunati, che, perché hanno capito che il settore del fitosanitario non è più conveniente, allora vanno sul settore della genetica, magari comprendendo esclusivamente New Breeding Techniques, piuttosto che la ricerca storica che ha fatto grande anche il nostro territorio veneto. Io direi che, invece di affidarci ad altri, dovremmo investire nelle potenzialità della ricerca nostra, non limitandoci esclusivamente all'investimento in prove varietali, pure importantissime, che facciamo anche attraverso il CREA nel nostro territorio, per verificare l'attualità di determinate sementi all'interno del territorio della Pianura Padana. Ma evidentemente, se tra qualche anno non saremo in grado di essere autonomi con semi nostri, di nostra proprietà genetica, noi domani potremmo essere in balìa di un mercato che rischia di diventare speculativo come quello che stiamo vedendo in altri settori.
Per questo motivo io ritengo che ci sia la necessità di un ragionamento che sta a monte del PSR, e sta nelle politiche nazionali e anche regionali, visti gli interventi di alcuni altri territori.
Sono due aspetti che ci tengo a precisare, perché abbiamo tutte le potenzialità per fare bene nel nostro territorio, e per accompagnare delle scelte che non siano fatte soltanto in termini di razionamento e di rinuncia, o di riorganizzazione da parte dell'agricoltore, ma anche del sistema che ci sta intorno. Quindi, il PSR è bene che vada a svolgersi in questa maniera; ma ci aspettiamo sicuramente non soltanto la conferma di quanto approvato del nuovo PSR nella precedente PDA affrontata in questo Consiglio regionale, ma anche le promesse che ci sono state messe sul piatto rispetto agli investimenti in biodiversità, nella gestione acqua e ovviamente anche nel biologico.
Come dicevo anche nell'intervento sulla scorsa PDA, originaria del futuro del PSR, che confermo, è vero che fare agricoltura biologica in Veneto è difficilissimo, e lo vivo anche io direttamente, ma ci sono tantissimi agricoltori che ci credono all'agroecologia e non soltanto al biologico, credono alla gestione sistemica delle risorse per l'agricoltura e al servizio dell'ambiente attraverso l'agricoltura. Sono loro ciò su cui dobbiamo puntare, perché evidentemente ci garantiscono una proiezione che è realmente rispettosa dell'evoluzione storico-culturale che stiamo vivendo adesso. Sono giovani, sono disponibili nel territorio, li stanno gestendo, lo stanno facendo con metodi agro-ecologici. Siccome è possibile, e ci stanno testimoniando che si possono fare, è evidente che questo tipo di risorse potranno fare in modo che questa tensione venga condivisa da molti altri.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, è già intervenuto. Non può intervenire.
Abbiamo due ordini del giorno da votare prima della votazione finale, entrambi della collega Baldin.
ODG n. D0001

Ordine del giorno presentato dalla consigliere Baldin, relativo a "MODIFICHE A PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE: CRISI IDRICA, SIANO SUPPORTATE LE REALTÀ COLPITE DAL CUNEO SALINO". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 52) RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- con la proposta di deliberazione amministrativa n. 52 'si propone l'aumento della dotazione della sottomisura focus area 5A di 11 milioni di euro di provenienza EURI da destinare alla sottomisura 4.1 finalizzata al risparmio dell'acqua';
- è noto come il Polesine e i territori dell'entroterra siano particolarmente soggetti, anche quale conseguenza della subsidenza dovuta alle trivellazioni in Adriatico, alla risalita del cuneo salino nei periodi di maggiore scarsità d'acqua. Nell'estate 2022 l'acqua del mare è risalita lungo il corso dei fiumi anche per quaranta chilometri provocando danni devastanti alle attività agricole;
- risulta quindi di fondamentale importanza, nell'allocazione di risorse destinate al ristoro per i danni derivanti dalla siccità, tenere in considerazione la delicata situazione determinata dal cuneo salino.
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
a prevedere, in sede di attuazione delle modifiche al Piano di Sviluppo Rurale, forme particolari di sostegno al comparto agricolo colpito dal cuneo salino nel corso dell'estate 2022.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Illustro brevissimamente l'ordine del giorno, che impegna la Giunta a prevedere, in sede di attuazione delle modifiche al Piano di sviluppo rurale, forme particolari di sostegno al comparto agricolo colpito dal cuneo salino nel corso dell'estate 2022.
Si tratta di un problema molto urgente, molto conosciuto nei territori a valle dei fiumi, tipicamente i territori da cui provengo. Abbiamo sentito in audizione i Consorzi di bonifica, che ci hanno parlato lungamente di questo tipo di problematica. Si chiede, anche qui, attraverso il PSR, di trovare una soluzione a questo problema, al cuneo salino, che è una delle concause della siccità, anzi, non della siccità, ma della impossibilità di coltivare i terreni, quindi impatta gravemente sulla nostra agricoltura.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l' ODG n. D0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. D0002

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "MODIFICHE A PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE, MISURA ESSENZIALE MA VANNO EVITATE LE SPECULAZIONI" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma di Sviluppo Rurale 2014- 2022 per il Veneto. Modifica ai sensi dell'articolo 11, lettera b) del Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio e dell'articolo 4 paragrafo 2 primo comma del Regolamento (UE) n. 808/2014 per la gestione degli effetti sull'agricoltura dell'invasione russa dell'ucraina e per l'aumento della resilienza dell'agricoltura ai cambiamenti climatici.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 52) APPROVATO (Deliberazione n. 156/2022)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- con la proposta di deliberazione amministrativa n. 52 vengono apportate importanti e necessarie modifiche al Programma di Sviluppo Rurale con l'introduzione della 'Misura 22 - sostegno temporaneo eccezionale a favore di agricoltori e PMI particolarmente colpiti dall''impatto dell'invasione russa dell'Ucraina';
- si tratta di un intervento che consentirà ad agricoltori e PMI di far fronte alle ripercussioni relative all'aumento dei costi conseguenti al conflitto generatosi in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ed è determinante alla tenuta economica del comparto;
- per altro verso è noto che molte voci di costo, pur recentemente lievitate, non siano direttamente riconducibili alla crisi Ucraina. Ad esempio il costo dei carburanti è una circostanza risalente alla predetta crisi e oltretutto si registra un'elasticità dei prezzi solo al rialzo e non viceversa, aspetto quest'ultimo per cui è possibile ritenere che sia in corso una speculazione;
- allo stesso modo è fondamentale che a seguito dell'intervento finanziario proposto sia prevista una precisa e puntuale misurazione del suo impatto in modo da garantire che tale misura effettivamente vada a vantaggio di agricoltori e PMI colpiti dalla crisi Ucraina e di conseguenza dei consumatori finali;
- una non corretta allocazione delle risorse in capo ai soggetti legittimati comporterebbe un aumento della spesa pubblica senza che a ciò corrisponda una effettiva tutela di operatori economici e consumatori.
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
a monitorare l'impatto dell'attivazione della misura 22 per evitare speculazioni che renderebbero inefficace la manovra.
Ancora la collega Baldin. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Lo do per letto, perché c'è parere favorevole.

PRESIDENTE

Metto in votazione l' ODG n. D0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
è chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sulla votazione finale della PDA n. 52.
Non vedo dichiarazioni di voto.
Metto in votazione la PDA n. 52.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Un attimo di calma, colleghi.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, martedì 22 faremo Consiglio regionale. Si proseguirà con l'ordine del giorno in essere, visto il protrarsi dei lavori oggi, e quindi si ripartirà dal punto n. 9, la PDA n. 51.
La seduta è chiusa. Verrete riconvocati per martedì 22, ore 10.30.
La Seduta termina alle ore 18.24
 
 
 
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN
 
 
Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 77
MARTEDì 15 NOVEMBRE 2022


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
 
INDICE

Processo verbale della 77a seduta pubblica – martedì 15 novembre 2022
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 64 del 25 ottobre 2022.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16903 del 10 novembre 2022.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.32, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.

La seduta, dopo un ulteriore rinvio, inizia alle ore 11.01.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti e assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della seduta pubblica n. 75 di martedì 25 ottobre 2022 e della seduta pubblica n. 76 di martedì 8 novembre 2022.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia, i consiglieri Boron e Rizzotto e un consigliere partecipa alla seduta da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Convalida dell'elezione del consigliere regionale Lucas Pavanetto, ai sensi dell'articolo 37 dello Statuto. APPROVATA (Deliberazione n. 152/2022)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, dopo aver dato lettura della relazione e degli esiti della deliberazione dell'Ufficio di presidenza, pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la convalida in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Pavanetto

Sull'ordine dei lavori intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Villanova (Zaia Presidente) e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla convocazione, è dato per letto.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]



n. 140 del 22.10.2021
presentata dai consiglieri Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Zanoni e Zottis
"Servizio ferroviario metropolitano regionale (SFMR): qual è lo stato attuativo e finanziario della prima e seconda fase? Quali sono le intenzioni della Giunta regionale per le restanti fasi?"

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 237 del 03.08.2022
presentata dal consigliere Giacomo Possamai
"Per quale motivo, a 4 anni dall'approvazione della L.R. 23/2018, l'Ente Parco Regionale del Delta del Po non ha ancora un direttore?"

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

A causa di problemi tecnici relativi al collegamento da remoto da parte dell'assessore Corazzari, la trattazione dell'Interrogazione a risposta scritta n. 237 viene rinviata alla prossima seduta.

n. 191 del 21.04.2022
presentata dai consiglieri Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni e Zottis
"Legge regionale n. 4/2021 , ovvero: la strana storia di una legge fatta per fare una legge che non si fa. Perché la Giunta regionale non ha ancora provveduto ad adottare il DDL di riordino organizzativo e operativo della governance delle infrastrutture e dei trasporti?"

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Durante l'intervento dell'assessora De Berti assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Sull'ordine dei lavori interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle).

Punto 7) all'ordine del giorno

Bilancio consolidato 2021. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 53) APPROVATA (Deliberazione n. 155/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri, Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

La seduta è sospesa alle ore 12.31.

La seduta, dopo un rinvio, riprende alle ore 14.37.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

In discussione generale intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Baldin (Movimento 5 Stelle), l'assessore Calzavara, i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Scatto (Zaia Presidente), Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), Baldin (Movimento 5 Stelle) e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati alla PDA n. 53.

ODG n. A1

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Guarda e Baldin relativo a "Sensibilizzare gli enti strumentali e le società facenti parte del gruppo Regione del Veneto all'adozione di tutti gli atti necessari per rafforzare la sicurezza delle relative infrastrutture informatiche" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Bilancio consolidato 2021". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 53) APPROVATO (Deliberazione n. 153/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere Guarda (Europa Verde), che illustra l'ordine del giorno in oggetto, Baldin (Movimento 5 Stelle) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che chiede la sottoscrizione.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Michieletto, Ostanel, Pan, Pavanetto, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A2

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Baldin e Guarda, relativo a "Sistemi Territoriali SPA e Infrastrutture Venete SRL. Una nuova governance per garantire un trasporto su rotaia efficace e di qualità ai territori di Chioggia Adria e Rovigo". (Proposta di deliberqzione amministrativa n. 53) RESPINTO  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Camani, Guarda, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A3

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Baldin e Guarda relativo a "Fondazione Arena di Verona, la Regione ponga in essere tutte le azioni necessarie a tutela dell'immagine propria e della Fondazione stessa dopo i fatti dello scorso ottobre" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Bilancio consolidato 2021.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 53) APPROVATO (Deliberazione n. 154/2022)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Michieletto, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sulla proposta di deliberazione amministrativa n. 53 interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa n. 53.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

La seduta è sospesa alle ore 17.03.

La seduta riprende alle ore 17.20.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Punto 8) all'ordine del giorno

Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022 per il Veneto. Modifica ai sensi dell'articolo 11, lettera b) del Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio e dell'articolo 4 paragrafo 2 primo comma del Regolamento (UE) n. 808/2014 per la gestione degli effetti sull'agricoltura dell'invasione russa dell'Ucraina e per l'aumento della resilienza dell'agricoltura ai cambiamenti climatici. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 52) APPROVATO (Deliberazione n. 157/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri, Gerolimetto (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare, e Guarda (Europa Verde), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e, in sede di replica, l'assessore Caner e la consigliera Guarda (Europa Verde).

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati alla PDA n. 52.

ODG n. D1

Ordine del giorno presentato dalla consigliere Baldin, relativo a "Modifiche a programma di sviluppo rurale: crisi idrica, siano supportate le realtà colpite dal cuneo salino". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 52) RESPINTO  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Gerolimetto, Giacomin, Michieletto, Pan, Pavanetto, Puppato, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. D2

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "Modifiche a Programma di Sviluppo Rurale, misura essenziale ma vanno evitate le speculazioni" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Programma di Sviluppo Rurale 2014- 2022 per il Veneto. Modifica ai sensi dell'articolo 11, lettera b) del Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio e dell'articolo 4 paragrafo 2 primo comma del Regolamento (UE) n. 808/2014 per la gestione degli effetti sull'agricoltura dell'invasione russa dell'ucraina e per l'aumento della resilienza dell'agricoltura ai cambiamenti climatici.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 52) APPROVATO (Deliberazione n. 156/2022)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Giacomin, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Giacomo, Puppato, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

Gerolimetto

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa n. 52.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Gerolimetto, Giacomin, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Puppato, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato martedì 22 novembre alle ore 10.30 con la prosecuzione dell'ordine del giorno.

La seduta termina alle ore 18.24.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
LORENZONI Arturo
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PAVANETTO Lucas
BOZZA Alberto
PICCININI Tomas
BRESCACIN Sonia
POLATO Daniele
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Giacomo
CAVINATO Elisa
POSSAMAI Gianpiero
CECCHETTO Milena
PUPPATO Giovanni
CENTENARO Giulio
RAZZOLINI Tommaso
CESTARI Laura
RIGO Filippo
CESTARO Silvia
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FINCO Nicola Ignazio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca
   
   
   
LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Erika BALDIN
 
   
   
 
IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI
   
   
   
   

N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Alessandro Vian e Gabriella Gamba