ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 06/12/2022 n. 80

Resoconto 80 a Seduta pubblica
Martedì, 6 dicembre 2022
SOMMARIO
 
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.30, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.45.
 
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
 
La Seduta inizia alle ore 10.51

PRESIDENTE

Colleghi, per favore, registratevi su Concilium. Grazie.
Buongiorno. Diamo inizio alla 80a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 17985 del 1° dicembre 2022.
PUNTO
1
 
   

APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 77a Seduta pubblica di martedì 15 novembre 2022 e della 78a Seduta pubblica di martedì 22 novembre 2022.
PUNTO
2
 
   

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Roberta VIANELLO
I congedi sono concessi.
I colleghi Corsi e Valdegamberi seguono i lavori da remoto.
PUNTO
3
 
   

INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4
 
   

RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Iniziamo con le interrogazioni e interpellanze.
In particolare, iniziamo con la IRI 283 della collega Baldin.

Interrogazione a risposta immediata n. 283 del 29 luglio 2022 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "INCENERITORE DI FUSINA, CONSUMO IDRICO E SICCITÀ, LA REGIONE INTENDE INTERVENIRE?"

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questa è una interrogazione a cui poi sono seguite e hanno preceduto altri atti e altre richieste su un tema, di cui mi sto occupando, che è molto sentito dal territorio veneziano. In questo caso viene rilevato come l'impianto di Fusina in realtà stia consumando, in un momento di grandissima siccità e grandissima carenza idrica a livello non solo regionale ma anche nazionale, una grande quantità di acqua, forse più di quello che si sospettava all'inizio.
L'acqua è un bene primario, lo sappiamo tutti, e in questo momento storico è anche particolarmente prezioso e importante. Quindi, si chiede alla Giunta regionale di rispondere in merito a questa ulteriore problematica, che è stata sollevata anche dai comitati, e per questo chiediamo risposte anche dalla Giunta regionale.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta, l'assessore Bottacin. Prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Il progetto denominato "Polo impiantistico di Fusina per la gestione dei rifiuti", progetto di aggiornamento tecnologico presentato da Ecoprogetto Venezia Srl è stato autorizzato con decreto del Direttore dell'Area Tutela e sviluppo del territorio n. 47 del 22 ottobre 2020.
Con riferimento al punto del comunicato stampa citato dall'interrogante, dove si sostiene che i volumi d'acqua prelevati sarebbero una concausa del basso livello idrometrico del canale Naviglio Brenta, si osserva che l'inceneritore preleva dalla sponda sinistra del canale Naviglio Brenta in località Moranzani di Venezia, ossia nella parte terminale, vicino alla laguna del canale in parola. Essendo in prossimità della laguna, appare del tutto improbabile che il suddetto prelievo possa avere un'incidenza effettiva sul generale abbassamento dei livelli, abbassamento che sicuramente dipende dalla condizione di deficit idrico generalizzato rispetto ai valori medi stagionali, che ha portato alla dichiarazione dello stato di crisi idrica di cui all'ordinanza del Presidente della Giunta regionale n. 37 del 3 maggio 2022 e n. 60 del 19 luglio 2022.
La portata del Naviglio Brenta si è ridotta, per il minor apporto da monte, a 2 metri cubi al secondo, non solo a causa dello stato siccitoso. Bisogna considerare, infatti, che parte della portata del Naviglio Brenta, da sottrarre ai 2 metri cubi al secondo, è stata deviata tramite il manufatto idraulico di Malcontenta verso il canale Bondante, e quindi sostanzialmente in laguna, al fine di garantire il deflusso minimo vitale per la fauna ittica presente.
Dai dati presenti nella relazione tecnica risulta che la portata del canale è di 4 metri cubi al secondo e il prelievo dichiarato di 0,05 metri cubi al secondo, valore assolutamente ininfluente rispetto alla portata media del canale Naviglio Brenta.
È da precisare che il punto di prelievo è ubicato in un tratto del Naviglio idraulicamente controllato e regolato a monte dal regolatore Malcontenta e a valle della conca di navigazione Moranzani. Pertanto, il livello idrometrico è mantenuto costante da questi organi di regolazione e il prelievo delle portate prelevate da Ecoprogetto Venezia Srl induce variazioni poco sensibili sul livello dell'acqua.
Abbassamenti significativi del Naviglio Brenta si sono registrati a monte della Conca di Mira a causa dell'esigua portata idrica, stante il perdurare dello stato siccitoso ed eventualmente si registrano nel caso in cui venga attivata la conca di navigazione Moranzani, che in fase di carico richiama circa 1,2 metri cubi al secondo.
Rispetto al punto "ciò significa che con tre linee il consumo di acqua sarebbe ben superiore senza che questo impatto sia stato adeguatamente valutato?", bisogna considerare che la linea L3, oltre a non essere stata autorizzata dall'Autorizzazione integrata ambientale, ha un consumo di acqua pari allo 0,1% del totale del polo integrato.
In secondo luogo, la linea L2 pesa l'1,5% del totale delle acque di processo. Di conseguenza, anche se vi fosse la messa in funzione delle tre linee, il consumo di acqua non cresce proporzionalmente al numero delle linee in funzione.
Infine, con riferimento ai costi relativi all'acqua prelevata dal Naviglio, a cui l'interrogante si riferisce, occorre evidenziare che il costo di adduzione da corpo idrico non può essere paragonato al costo pagato da una famiglia media, in quanto l'acqua prelevata dalla società non è acqua potabile.
I cittadini, infatti, sostengono un costo per usufruire di acqua potabile, la cui tariffa comprende le spese per il funzionamento e il mantenimento dell'acquedotto, della fognatura e della depurazione delle acque.
Il costo della fornitura di acque potabili destinate al consumo umano non è in alcun modo associabile o paragonabile al costo del prelievo di risorse idriche ai fini del raffreddamento degli impianti, vista l'eterogeneità in termini di qualità richiesta, trattamento necessario e tipologia di servizio fornito.
Pertanto, è differentemente normato e soggetto a canoni diversi.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Assessore.
Prendo atto della risposta. Faremo ulteriori valutazioni, al momento, appunto, non ho nulla da obiettare perché, a livello tecnico, vedo che è stata presa in carico la questione e quindi mi riservo di produrre ulteriori osservazioni qualora ve ne fosse necessità, anche per dare risposta ai tanti cittadini che sono preoccupati da questo impianto che comunque sorge in una zona poco felice della nostra Regione, per tante motivazioni, la prima delle quali è quella dell'inquinamento che è impattante su tutti, democraticamente.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo alla IRI n. 158 della collega Venturini.

Interrogazione a risposta immediata n. 158 del 23 giugno 2021 presentata dai consiglieri Venturini e Bozza relativa a "LA REGIONE INTENDE DEFINIRE UN URGENTE CRONOPROGRAMMA PER L'ATTIVAZIONE DEI PERCORSI DI RIABILITAZIONE DEI PAZIENTI LONG COVID IN STRUTTURE TERMALI IDONEE?"

Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è stata presentata dal nostro Gruppo nel giugno del 2021 ed è un'interrogazione che parte da un presupposto, cioè che il termalismo rappresenta per noi una risorsa straordinaria. Alla luce di questo, noi chiediamo il programma che la Regione intende intraprendere, anzi definendo nel dettaglio il cronoprogramma per attivare i percorsi di riabilitazione per i pazienti long Covid nelle strutture termali idonee.

PRESIDENTE

Grazie.
Assessore Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Gli studi medici eseguiti negli ultimi due anni sulla sindrome respiratoria acuta SARS-CoV-2 hanno evidenziato come il raggiungimento della completa guarigione risulti più complesso rispetto alla semplice remittenza dei sintomi acuti, riscontrando in diversi casi la permanenza dei sintomi di medio e lungo termine.
Su tale argomento si è espresso anche il National Institute for Health and Care Excellence, che nelle proprie linee guida ha identificato come long Covid tutti i sintomi prolungati oltre quattro settimane attribuibili all'infezione da Covid-19.
Considerando che sia durante la fase acuta dell'infezione che nel long Covid gli effetti del virus SARS-CoV-2 coinvolgono contemporaneamente diversi organi e apparati, le cure devono essere basate su un approccio riabilitativo multidimensionale, con trattamenti fortemente integrati tra le diverse competenze specialistiche.
Alla luce di tale prospettiva, con deliberazione del 27 aprile 2021, la Giunta regionale ha definito un modello per la presa in carico e la gestione dei pazienti con patologie post-acute correlate al virus SARS-CoV-2 che includa il ricorso alla teleriabilitazione delle strutture termali presenti nel territorio, in quanto idonee all'erogazione di prestazioni riabilitative.
Per la realizzazione di tale modello assistenziale la deliberazione n. 538 del 2021 ha istituito il Centro regionale per le tecnologie della teleriabilitazione e il termalismo, per la definizione degli indirizzi, il coordinamento e la gestione di aspetti riabilitativi correlati alla pandemia Covid-19.
Il CERTTT è stato collocato presso l'Azienda ospedaliera Università di Padova, sia in considerazione dell'expertise clinica e universitaria in ambito della teleriabilitazione, sia in considerazione dell'esperienza maturata nell'erogazione di prestazioni altamente integrate fornite dalla collaborazione tra professionisti multidisciplinari.
Al fine di strutturare il modello assistenziale e di estenderlo all'intero territorio regionale, l'Azienda Ospedale Università di Padova è stata incaricata di elaborare un progetto definendo i percorsi unitari in tema di riabilitazione e presa in carico della patologia correlata alla pandemia Covid-19, nonché in grado di creare e potenziare sinergie ed economie di scala.
Il progetto elaborato e trasmesso dall'Azienda ospedaliera dell'Università di Padova alla Regione è stato approvato con decreto del Direttore generale il 13 settembre 2022 ed è articolato nelle seguenti fasi:
Fase zero: 1 o 2 mesi. Approvazione, presentazione e pianificazione delle attività, reclutamento pazienti.
Fase 1: 3-6 mesi. Attivazione del progetto nella Provincia di Padova.
Fase 2: 7-8 mesi. Valutazione e presentazione risultati raggiunti.
Fase 3: 9-10 mesi. Organizzazione e pianificazione delle attività per l'ampliamento del progetto oltre la Provincia di Padova.
Fase 4: 11-30 mesi. Estensione del progetto a livello regionale, valutazione e presentazione dei risultati raggiunti.
Per garantire l'attuazione di quanto sancito dalla delibera, la Direzione Programmazione sanitaria ha verificato la disponibilità degli stabilimenti termali di aderire al progetto tramite le rispettive associazioni di categoria. Attualmente il progetto risulta attivato secondo il cronoprogramma approvato con decreto e i soggetti con postumi da Covid-19 possono accedere a cicli di riabilitazione termale, motoria e neuromotoria e per la riabilitazione delle funzioni respiratorie e cardio-respiratorie, presso gli stabilimenti termali a ciò accreditati.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Venturini, per la replica. Prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Ringrazio l'Assessore per la risposta che è stata data e sono soddisfatta.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
PUNTO
5
 
   

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Passiamo alle IRS.
Partiamo con la 215 della collega Zottis.

Interrogazione a risposta scritta n. 215 del 9 giugno 2022 presentata dai consiglieri Zottis, Bigon, Giacomo Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni relativa a "QUALI SONO I DATI REALI DELLE LISTE D'ATTESA DELLA REGIONE VENETO?"

Prego, collega, intervenga pure.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è di giugno del 2022, inizio di giugno, e alcune risposte le abbiamo chiaramente apprese tramite atti e anche comunicati stampa. In merito alla risposta che era stata data in quello che era apparso nel "Corriere della Sera" del 18 maggio 2022, si chiedeva all'Assessore i dati, soprattutto per quanto riguarda le liste di galleggiamento in Veneto, suddivisi per aziende ULSS e ospedaliere, poi il motivo per cui si era scelto, tra i vari criteri, il criterio di giorno indice e poi anche se, rispetto al Piano nazionale di governo delle liste d'attesa, fossero stati applicati tutti i criteri previsti, in particolare alcuni criteri dei punti 3, 4, 5, 7 e 9. Questo perché, chiaramente, il tema delle liste d'attesa è uno dei temi più sentiti anche dalla cittadinanza veneta e spesso discussi, nonostante ci siano state alcune delibere in cui le varie ULSS ci comunicavano i dati, ma non i dati in modo completo, così come richiesto da noi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Assessore Lanzarin per la risposta.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Con il Piano nazionale di governo delle liste d'attesa (PNGLA) per il triennio 2019-2021, attualmente in vigore in ragione di proroga, approvato con l'intesa Stato-Regioni del 21 febbraio 2019, è stato individuato un percorso finalizzato a garantire un appropriato, equo e tempestivo accesso dei cittadini ai servizi sanitari.
La Regione del Veneto, in attuazione di quanto previsto, ha adottato, con delibera di Giunta regionale del 6 agosto 2019, integrata dalla deliberazione del 17 marzo 2020, il Piano regionale di governo delle liste di attesa e ha incaricato le aziende sanitarie di adottare i rispettivi Piani attuativi aziendali, sottoponendo le stesse a monitoraggio sul raggiungimento degli obiettivi previsti, tra cui il rispetto delle tempistiche stabilite per l'erogazione delle prestazioni sanitarie.
Attualmente la Regione del Veneto governa i tempi di attesa massimi per le prestazioni ambulatoriali e per le prestazioni erogate in regime di ricovero per acuti anche sulla base di quanto disposto dall'articolo 38 della legge regionale 28 dicembre 2016, n. 30 , introducendo tempistiche più favorevoli per l'utente in quanto assicura tempi di attesa inferiori a quanto previsto a livello nazionale.
Il monitoraggio regionale viene eseguito in conformità del PNGLA sulle prestazioni erogate nell'intero mese e non sulla base di un unico giorno indice. I dati effettivi sui tempi di attesa delle prestazioni cosiddette "traccianti" vengono costantemente pubblicati sul Portale Sanità Regione del Veneto nella sezione dedicata ai "tempi di attesa prestazioni specialistiche".
Attualmente sono disponibili i dati mensili, distinti per classi di priorità, dall'attività specialistica ambulatoriale svolta fino ad agosto 2022 nonché al trend degli ultimi 13 mesi, mentre nel mese di dicembre 2022 verranno inseriti anche i dati concorrenti i tempi d'attesa dei ricoveri.
Per quanto attiene alle liste di galleggiamento, la Regione del Veneto ha adottato il Piano operativo regionale per il recupero delle liste di attesa, con deliberazione di Giunta dell'8 settembre 2020, successivamente aggiornata con deliberazione del 3 agosto 2021 e deliberazione del 22 febbraio 2022, le cui disposizioni sono oggetto di attuazione da parte delle aziende sanitarie.
Al fine di dare una risposta tempestiva agli utenti, il Direttore dell'Area Sanità e Sociale ha recentemente incaricato Azienda Zero di istituire un gruppo di lavoro composto dai rappresentanti della Regione, di Azienda Zero e dal CUP Manager delle aziende sanitarie per verificare i volumi e la gestione delle liste d'attesa di galleggiamento. Gli esiti di tale lavoro saranno utilizzati per redigere delle linee di indirizzo regionali rivolte a tutte le aziende sanitarie e finalizzate ad uniformare e rendere più trasparenti i comportamenti e le modalità di erogazione delle prestazioni, e in particolare i criteri di monitoraggio gestiti nelle liste di galleggiamento, con la conseguenza riduzione liste d'attesa.
Aggiungo, se posso, Presidente, che come già detto durante una delle ultime sedute della Quinta Commissione, per le liste d'attesa, il piano di recupero, quello che è stato citato, sia i 40 milioni che sono stati distribuiti alle singole aziende per recuperare appunto le 450.000 complessive, tra specialistiche, ricoveri, screening eccetera, che si sono accumulate tra il 2020 e l'inizio del 2022, che vengono monitorate trimestralmente, io proponevo appunto, finito l'anno 2022 e quindi anche con l'ultimo trimestre, di fare un punto specifico in Quinta Commissione, per capire oggi qual è la situazione reale rispetto al recupero complessivo a livello regionale, ma anche per quanto riguarda il recupero su ogni singola azienda.
Teniamo conto che il recupero sta andando bene, discretamente, ma purtroppo c'è oggi un aumento delle prescrizioni che raggiunge il 4, il 5% in più rispetto a quelle abituali prima della pandemia, quindi il riferimento è il 2019. Quindi, voi capite che si continua ad accumulare, essendoci oggi questo numero e quindi questo aumento delle prestazioni che si aggira attorno al 4 o il 5%. Però, come ho detto, proporrei che in Quinta Commissione, una volta avuti gli esiti finali dell'ultimo trimestre del 2022, si vada con i numeri e anche con il focus su ogni singola azienda, così i Consiglieri possono anche capire e vedere a che stadio siamo.

PRESIDENTE

Grazie.
Prego, consigliera Zottis, per la replica.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie all'Assessore, soprattutto per l'ultima risposta, nel senso che poi chiaramente in Commissione, o magari dal tavolo che ha preannunciato, potranno venir fuori anche le risposte che mancano in merito, per esempio, alla questione del galleggiamento e magari un approfondimento su alcuni punti per quanto riguarda quello che è previsto a livello nazionale. Parlo di quello che è previsto "per quanto riguarda le strutture che non rispetteranno i tempi di attesa individuati dalla Regione, si potrà attuare il blocco delle attività libero professionali intramurarie". Questi sono aspetti chiaramente che non sono contenuti nella risposta, ma che mi auguro possano essere contenuti in quel tavolo che lei ha annunciato e soprattutto all'interno della Commissione, per poter essere maggiormente puntuali su quelle che poi sono le richieste che tutti i giorni ci vengono fatte, relativamente al fatto che un cittadino chiaramente vuole avere una visita in tempi molto più celeri rispetto a quelle che ad oggi riusciamo a servire.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo alla IRS 232 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta scritta n. 232 dell'11 luglio 2022 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "BOLLICINE E CONCLAMATO STATO DI CRISI IDRICA: SONO PREVISTI INTERVENTI DI REGOLAZIONE?"

Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intanto auguro buon lavoro a tutti i colleghi e a tutti gli uffici, visto che oggi inizia un periodo sicuramente importante nella programmazione dei prossimi anni della Regione del Veneto, programmazione che riguarderà anche la questione siccità e disponibilità di acqua.
È proprio di questo che tratta questa interrogazione, che parla di una procedura di Valutazione di impatto ambientale con prescrizioni, riguarda un'istanza presentata da Coca-Cola HBC Italia Srl, che prevede il rinnovo, con unificazione e variazione, dei provvedimenti di concessioni di derivazioni di acqua sotterranea tramite pozzo, di cui, appunto, il richiedente è titolare.
Nel citato provvedimento si legge che, per effetto di questo rinnovo, il volume complessivo prelevato in futuro sarà aumentato rispetto al passato, pari a 1.513.728 metri cubi all'anno di acqua, mentre prima dell'aumento la portata era di 1.100.000 metri cubi all'anno, quindi un aumento di più di 400.000 metri cubi all'anno.
Preso atto del conclamato stato di deficit idrico generalizzato, come da ordinanza del Presidente della Giunta regionale, che dichiara lo stato di crisi idrica proprio nel maggio di quest'anno, e confermato dal Consiglio dei Ministri il 4 luglio 2022, con la dichiarazione dello stato di emergenza in relazione al deficit idrico dei territori delle Regioni e delle Province autonome ricadenti nel bacino distrettuale del Po e delle Alpi Orientali, nonché, appunto, per Emilia-Romagna, Friuli, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Considerato che c'è un articolo della legge regionale 16 agosto 2007, n. 20 , che così stabilisce per i casi di periodi di persistente eccezionalità di siccità idrica, tali da aver causato o di poter causare rischi di pubblica incolumità o rilevanti e diffusi danni a infrastrutture e attività produttive, come, per esempio, quella dell'agricoltura, e che dice che tutte le derivazioni d'acqua, comprese quelle in atto alla data di entrata in vigore della presente legge, possono essere motivatamente regolate secondo le indicazioni fissate dalle Autorità competenti, al fine, appunto, di incidere sulla riduzione dei colmi di piena, ovvero di conseguire un'ottimale modulazione della risorsa idrica, proprio in epoca di emergenza.
Ritenuto che il corposo aumento della portata di prelievo idrico ottenuto dalla menzionata società, con il provvedimento di cui in premessa, cozza oggi con la mutata e generalizzata situazione di fatto determinata dallo stato della crisi idrica, tale per cui si ritiene opportuno segnalare la fattispecie in questione, come eventualmente altre che si possono profilare all'orizzonte (vedasi, per esempio, il raddoppio dello stabilimento di Acqua Vera SpA in San Giorgio in Bosco) e al fine di sollecitare una valutazione circa l'adozione dei provvedimenti di regolamentazione del caso, in attuazione, quindi, della legge, e tenuto conto dello storico minimo sacrificio economico sopportato dalla società concessionaria in punto di canone corrisposto, a fronte, invece, di quanto la stessa riesce ad estrarre e ad impiegare, ottenendo quindi anche beneficio economico dallo stesso prelievo di acqua, nei processi di produzione dello stabilimento che è oggetto di questa interrogazione, di questa concessione.
Tutto ciò premesso, interrogavo il Presidente della Giunta regionale per sapere se, in ragione di quanto sopra esposto, non ritenesse opportuno quantomeno intervenire al fine di regolare la concessione di derivazione di acque sotterranee, in attuazione di quanto previsto dalla norma regionale e in attuazione di quello che dovrebbe essere anche un buonsenso politico, di fronte ad un'emergenza che ha fatto chiudere gli impianti di irrigazione al settore dell'agricoltura quest'estate, obbligando a sotterrare le coltivazioni non ancora concluse, e invece tenere aperti i rubinetti per altre attività.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta, l'assessore Bottacin. Prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Il decreto del Direttore della Direzione Ambiente, n. 677 del 23 luglio 2020, citato dall'interrogante, è relativo all'esclusione dal procedimento di VIA della concessione idrica D/1364, ad oggetto "Concessione di derivazione d'acqua pubblica dalla falda sotterranea tramite cinque pozzi nel Comune di Nogara, ad usi industriale, potabile, igienico ed assimilati all'interno del complesso produttivo della Coca Cola".
La concessione D/1364 è stata autorizzata con decreto n. 189 del 19 aprile 2021 del Direttore dell'Unità organizzativa Genio Civile di Verona, con validità fino alla data del 31 dicembre 2036.
La ditta concessionaria alla data attuale risulta in regola con i pagamenti dei canoni ex articolo 35 Regio decreto 1775 del 1933.
La concessione, nello specifico, prevede, come si evince dalla relazione tecnica allegata alla domanda, l'utilizzo della risorsa idrica per i seguenti usi: 98% industriale e alimentare; 1,6% igienico assimilato e idropotabile e infine 0,4% per antincendio.
L'ordinanza del Presidente della Giunta regionale n. 37 del 3 maggio 2022 relativa allo stato di criticità idrica segnalava, sulla scorta delle raccomandazioni espresse nell'aprile del 2022 dall'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del Distretto idrografico delle Alpi Orientali, la necessità di utilizzare la risorsa acqua in modo estremamente parsimonioso, sostenibile ed efficace, limitandone il consumo al minimo indispensabile, con particolari prescrizioni.
Successivamente l'Area Tutela e sicurezza del territorio, con nota protocollo n. 279902 del 22 giugno 2022, nel trasmettere copia dell'ordinanza invitava i Comuni a mettere in atto tutte le azioni necessarie, ivi compresa l'adozione dell'opportuna ordinanza di competenza "Indirizzi sulla gestione della risorsa idrica", formulata in sede di Osservatorio permanente della Autorità di Bacino distrettuale delle Alpi Orientali.
La successiva ordinanza del Presidente della Giunta regionale n. 60 del 19 luglio 2022, in considerazione della perdurante assenza di precipitazioni e ritenuto che ricorressero i presupposti per innalzare anche nel bacino del fiume Adige il livello di severità idrica da medio ad alto, formulava il seguente indirizzo: "le portate prelevate dal fiume Adige ad uso irriguo e di vivificazione siano contenute entro il 70% del valore di concessione".
Sulla scorta della sopracitata ordinanza n. 60/2022, ma soprattutto delle motivazioni a corredo espresse dagli Osservatori permanenti, la Direzione Uffici territoriali per il dissesto idrogeologico ha impartito agli uffici del Genio civile regionale, con circolare protocollo 342506 del 3 agosto 2022, indicazioni in merito alla necessità di disporre una riduzione dei prelievi non ancora autorizzati al 70% delle quantità di concessione per le derivazioni ad uso irriguo di soggetti privati e al 50% per le derivazioni diverse dall'idroelettrico e dall'idropotabile.
A seguito di quanto sopra, l'Unità organizzativa Genio Civile di Verona ha inviato, nella prima decade di agosto 2022, una nota a tutti i concessionari interessati da prelievi superficiali nel fiume Adige, con la quale si è disposta la riduzione dei prelevamenti per le derivazioni ad uso irriguo e industriale esercitati da soggetti privati lungo l'asta fluviale del fiume Adige ricadente nel territorio di competenza.
Contestualmente sono state sospese anche tutte le domande di attingimento precario da corpo idrico superficiale di qualsiasi ordine e grado, compresa quella oggetto dell'interrogazione.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ho bisogno di leggere un'altra volta questa risposta, perché, se non ho capito male, si parla di una riduzione degli emungimenti dal fiume Adige per quanto riguarda le attività che prelevano dal fiume Adige, se non sbaglio. Giusto? Ovviamente la Coca-Cola non prevede l'estrazione da questo corso d'acqua, ma da un pozzo di attingimento altro, anche se ricadente in un'area sicuramente limitrofa. Vorrei capire meglio se questa risposta ha realmente soddisfatto la domanda che io ho posto attraverso questa interrogazione, un'interrogazione appunto a risposta scritta. Mi permetterei quindi di approfondire ulteriormente e di ritornare sulla questione perché da un primo ascolto e da una lettura che ho cercato di fare negli ultimi minuti non mi sembra di potermi dire soddisfatta e non mi sembra che ci siano stati interventi specifici per quanto riguarda questo particolare tipo di attività e questa particolare tipo di autorizzazione che riguarda un quantitativo di acqua che è decisamente grande e sottopagato rispetto a tante altre, perché per esempio pagano di più coloro che estraggono l'acqua per imbottigliarla direttamente rispetto a chi estrae acqua per produrre Coca-Cola.
Si parlava, se non sbaglio, proprio qualche tempo fa, da un accesso agli atti che avevo recuperato, di meno di 20.000 euro all'anno per questo quantitativo, ma mi permetto di approfondire ulteriormente per anche condividere con i colleghi quella che dovrebbe essere un'azione di giustizia sociale viste le riduzioni e le sospensioni che sono avvenute per quanto riguarda comparti di natura essenziale che non producono bibite con bollicine e zuccheri, ma producono cibo che invece potrebbe aiutare i nostri cittadini a mangiare bene e a essere più sicuri e più sani anche nella loro vita quotidiana.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRS n. 234 del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta scritta n. 234 del 14 luglio 2022 presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon relativa a "PERCHÉ L'ANAGRAFE CANINA CONTINUA A NON ESSERE ACCESSIBILE ALLE GUARDIE ZOOFILE DELLE ASSOCIAZIONI PROTEZIONISTICHE DEL VENETO?"

Collega Zanoni, se mi chiede la parola. Grazie.
Prego, Zanoni, intervenga.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Il sistema fa fatica oggi.

PRESIDENTE

Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con una precedente interrogazione a risposta scritta del 23 marzo 2022 avevamo chiesto alla Giunta regionale per quale motivo alcune associazioni protezionistiche del Veneto fossero state escluse dall'accesso all'Anagrafe canina regionale e se vi fosse l'intenzione di ripristinare celermente tale accesso.
Era infatti pervenuta agli scriventi una segnalazione secondo la quale ad alcune associazioni protezionistiche delle guardie zoofile volontarie operanti presso l'Ente Nazionale Protezione Animali, ENPA, di Verona era stato disattivato l'account. La Giunta regionale con la DGR del 29 aprile 2022 ha risposto che la delibera 1627 del 2014, concernente le linee guida per l'identificazione mediante microchip dei cani e di altri animali d'affezione, non prevedeva la possibilità di accesso alla banca dati degli animali di affezione per le associazioni protezionistiche, bensì solamente per i seguenti soggetti o Istituzioni: servizi veterinari delle aziende ASL, veterinari liberi professionisti, amministrazioni comunali e soggetti con funzioni di Polizia giudiziaria.
Con la medesima DGR, la Giunta regionale informava, inoltre, che l'Anagrafe canina regionale, a seguito dell'entrata in vigore del 21 aprile 2021 del Regolamento CE/2016/426, sarebbe stata trasferita al massimo entro un mese, nel mese di maggio corrente, nella banca dati nazionale PET.
Nei giorni scorsi una guardia zoofila volontaria ha segnalato ai sottoscritti Consiglieri che il 6 maggio 2022 è apparso sul sito dell'Anagrafe canina regionale l'invito a entrare nel nuovo sito all'indirizzo specificato per ottenere l'account. Alle guardie zoofile viene chiesto di inoltrare formale autorizzazione rilasciata su carta intestata del servizio veterinario delle ASL di competenza, nella quale si conferma il diritto dell'utente ad accedere con ruolo richiesto.
L'interessato riferisce di aver inviato il giorno stesso la richiesta di autorizzazione all'ULSS di competenza, che il 26 maggio ha così risposto: "Al momento le autorizzazioni di accesso alla nuova banca dati sono gestite dai referenti della Regione Veneto. Per questo motivo non ci è possibile fornire l'autorizzazione". Uno manda all'altro e l'altro manda a quest'altro.
Alla richiesta telefonica di ulteriori spiegazioni agli Uffici competenti gli è stato detto che gli accessi non venivano rilasciati perché la banca dati della nuova Anagrafe canina forniva risposte inesatte. Sembrano le comiche.
Considerato che l'articolo 6, comma 2, della legge n. 189/2004 in materia di maltrattamento animale conferisce poteri di Polizia giudiziaria alle guardie zoofile che operano presso associazioni protezionistiche, come l'ENPA, che pertanto hanno pieno diritto di accedere all'Anagrafe canina, l'interdizione alla consultazione di tale importante strumento di identificazione degli animali di affezione sta impedendo alle guardie zoofile venete operanti presso le associazioni protezionistiche di svolgere adeguatamente il proprio ruolo in difesa degli animali. Risulta agli scriventi Consiglieri che i soggetti e le Istituzioni tuttora abilitate ad accedere all'Anagrafe canina stiano operando ancora sulla vecchia banca dati regionale e non sulla nuova banca dati nazionale PET.
Segnalazioni in merito a disfunzioni dell'Anagrafe canina sono giunte anche dalle Guardie per l'ambiente del nucleo di Treviso e da parte di OIPA.
Tutto ciò premesso, i Consiglieri chiedono all'Assessore regionale con delega ai servizi veterinari: 1) quanto deve durare ancora il rimpallo inammissibile (aggiungo io) tra ULSS e Regione Veneto per il rilascio alle guardie zoofile dell'autorizzazione di accesso a nuova banca dati dell'Anagrafe canina regionale; 2) se si è a conoscenza del fatto che la nuova Anagrafe canina regionale fornisce o abbia fornito dati inesatti; 3) se sia stata completata la traslazione dei dati dell'Anagrafe canina regionale veneta presso la banca dati nazionale PET, che doveva avvenire, come affermato nella DGR n. 72/IIM, al massimo entro lo scorso mese di maggio; 4) se in attesa di una soluzione delle persistenti criticità riguardanti la nuova banca dati nazionale PET intende riassegnare alle guardie zoofile le credenziali di accesso alla vecchia Anagrafe canina.
È una situazione veramente paradossale. Si tratta di poter dare la possibilità ad agenti di Polizia giudiziaria di fare il loro compito, tra l'altro svolto gratuitamente, con nulla a carico delle casse della Regione, per il rispetto delle norme veterinarie e di detenzione degli animali d'affezione. Dovremmo aiutare questi soggetti, questi volontari, e non metterli in croce, come risulta dai fatti.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta, l'assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

L'articolo 16 del decreto legislativo 134/2022 istituisce l'Anagrafe nazionale degli animali d'affezione. Ciò premesso, la relativa banca dati regionale transita direttamente in quella nazionale, che pertanto gestisce autonomamente gli account di accesso a livello nazionale.
La Regione, in accordo con il Ministero della Salute, effettua esclusivamente un'attività finalizzata a prevalidare a livello regionale le diverse richieste pervenute delle guardie zoofile, trasmettendo il parere di competenza al Ministero della Salute.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, consigliere Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Chi è stato attento alla lettura di questa interrogazione avrà capito che l'Assessore non ha risposto alle varie domande. C'erano quattro domande precise, l'Assessore se n'è praticamente lavata le mani e ha detto che è di competenza dell'Anagrafe nazionale.
Ma se nell'interrogazione stiamo dicendo che l'Anagrafe nazionale non funziona! È stato anche detto da parte degli Uffici della Regione che la banca dati della nuova Anagrafe canina forniva risposta inesatte; avete pure detto tramite l'ASL che queste guardie non hanno diritto, ma bisogna fare domanda prima all'ASL, poi alla Regione, poi la Regione dice che è la ASL, la ASL dice che è la Regione. Insomma, Assessore, io ne farò un'altra. Credo sia inammissibile che un Consigliere o dei Consiglieri le facciano delle domande e lei non risponda. Adesso ha detto che è competenza del nazionale, che voi farete solo da tramite. Faremo le nostre verifiche e verificheremo se è veramente così, perché questa è la seconda interrogazione. Io mi aspettavo si dicesse che si prende atto che c'è una grande confusione, si prende atto che la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra e intanto i volontari, che operano un servizio importantissimo in questa Regione gratis, senza spese, senza gravare sul bilancio della Regione, sono fermi perché c'è un rimpallo tra la mano destra e quella sinistra della Giunta regionale. È una cosa veramente inammissibile.
Io mi aspettavo che ci fosse una risposta perché, guardi, ricordo che sono state dette delle cose, ma, tra l'altro, siete voi che smentite voi stessi: dite, con la DGR del 29 aprile 2022, che sarebbe stata trasferita l'Anagrafe al massimo entro il mese di maggio del corrente anno; vi scriviamo e vi diciamo: "Adesso qual è la banca dati che è attualmente accessibile?". Lei mi parla dell'articolo 16 e dice (lo rileggo, visto che ho un po' di tempo): "L'articolo 16 del decreto legislativo 134/2022 istituisce l'Anagrafe nazionale degli animali di affezione (bella scoperta!). Ciò premesso, la relativa banca dati regionale transita direttamente in quella nazionale, che pertanto gestisce autonomamente gli account di accesso a livello nazionale. La Regione, in accordo con il Ministero della Salute, effettua esclusivamente un'attività finalizzata a prevalidare, a livello, appunto, regionale le diverse richieste pervenute dalle guardie zoofile, trasmettendo il parere di competenza del Ministero della Salute".
Ma mi scusi, ci dite che la nazionale non funziona, ma adesso qual è che funziona? È quella regionale o quella nazionale? Lei mi dice come dovrebbero andare le cose, invece io lo sto chiedendo dei dati precisi sul fatto che questi volontari, che hanno in tasca autorizzazioni prefettizie, quindi a norma di legge, che hanno fatto una serie di corsi e che addirittura svolgono funzioni di Polizia giudiziaria, hanno delle difficoltà ad accedere a queste banche dati.
Questa è una non risposta e ricevere una non risposta di cinque righe di fronte alla seconda interrogazione che pone quattro quesiti ben precisi, ripeto, è inammissibile. Io capisco che la mano destra, cioè l'ULSS, non sa quello che fa la mano sinistra, ovvero i vostri Uffici del servizio veterinario, ma compito di un Assessore è prenderli, fare una riunione e chiedere spiegazioni in merito, non liquidare una risposta del genere con cinque righe!

PRESIDENTE

Collega Zanoni, abbassi anche i toni che non serve. Non è che, alzando i decibel, arriva la risposta per un altro ente, quindi stia tranquillo.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, io sono tranquillissimo. Però, come per lei, immagino, e come per tutti i colleghi, farsi prendere in giro non è piacevole, ha capito? Quindi mi scusi se ho alzato un po' il tono, ma è semplicemente che ritengo una presa in giro, ritengo offensivo ricevere risposte del genere a quesiti precisi ai quali non è stato risposto.
Siccome è una funzione pubblica che noi dobbiamo svolgere qui, io non lo so che tipo di omissioni potrebbero essere anche rilevate. Io andrò a fondo della cosa. Non mi fermo qui, ma trovo scandaloso, ripeto, che ci siano delle non risposte su un tema così importante e così sentito. Io non prenderei sottogamba, sa, Assessore, questa cosa qua. Io, se fossi in lei, farei una riunione con i suoi Uffici, con l'ASL, verifichi come stanno le cose e mi dia le risposte, perché lei mi ha detto come dovrebbe essere.
So benissimo che c'è la transizione, ma ci sono dei problemi per un'anagrafe e anche per l'altra e attualmente che cosa fanno quelli che hanno bisogno di questa anagrafe? Questa è la cosa. Io non voglio rompere le scatole, ma semplicemente far sì che risolviamo il problema.

PRESIDENTE

Vedremo nelle richieste di autonomia di regionalizzare anche l'Anagrafe canina.
Passiamo all'IRS n. 239, sempre del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta scritta n. 239 dell'8 agosto 2022 presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon relativa a "AUTOBOTTI PRELEVANO ACQUA DAL FIUME SOLIGO PER IRRIGARE I VIGNETI: LA GIUNTA REGIONALE NE È A CONOSCENZA?"

Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è una interrogazione che ho depositato l'8 agosto con la consigliera Bigon e, appunto, poneva questo tema. Torno un attimo indietro giusto per ricordare qual era il clima: la nostra agricoltura stava soccombendo a un periodo di siccità mai visto prima in Veneto. I Sindaci facevano ordinanze, vi ricordo, per non utilizzare l'acqua. Sono state fatte ordinanze come mai prima non erano state fatte, perché mai come in questa estate si era manifestato il problema della siccità che, addirittura, aveva per certi Comuni comportato la mancata erogazione per determinati periodi e fasce orarie anche per scopo potabile. Pensate come eravamo messi. Giusto quindi per ritornare nel contesto.
Premesso che sono giunte allo scrivente alcune segnalazioni da parte dei cittadini che nelle terre del Prosecco, da giorni, vedono diverse autobotti prelevare acqua dai fiumi. Queste autobotti vengono poi utilizzate per irrigare i vigneti per far fronte alle alte temperature di queste settimane e alla siccità. In particolare, è stato riportato che in località Tre Ponti, a Follina, un'autobotte preleva acqua dal fiume Soligo, mentre a distanza di pochi minuti è iniziata l'irrigazione a pioggia nei vigneti adiacenti.
Il demanio idrico comprende tutti i beni pubblici afferenti ai corsi d'acqua e la rete idrica della Regione del Veneto è suddivisa in rete principale, in capo alla Regione, e rete minore, in capo ai Consorzi di Bonifica, e il fiume Soligo rientra nell'elenco dei fiumi della rete idrica principale.
Nel Comune di Pieve di Soligo è stato vietato il prelievo di acqua dal fiume Soligo per mantenerne il minimo deflusso vitale e deflusso ecologico. Paradossalmente viene consentito il prelievo dallo stesso fiume nel Comune di Farra di Soligo, ovvero nell'altra sponda, a pochi metri da dove è vietato. Immaginate, Consiglieri: gli agricoltori che stanno in una sponda non possono prelevare con le autobotti perché c'è l'ordinanza, quelli dell'altra sponda lo possono fare. Considerate che discrepanza c'è stata per quanto riguarda questa situazione.
Ricordo che la rete principale è in capo alla Regione e che il fiume Soligo rientra nell'elenco dei fiumi della rete idrica principale. È una situazione che, naturalmente, ha portato in molti a protestare con i Sindaci. Naturalmente c'era chi diceva: "Perché io no e loro sì?".
Il fiume è largo come questa aula consiliare. Qui potevano mettere i tubi e prelevare l'acqua, di là era vietato. Qui era secco com'era secco di là, quindi la stessa necessità che c'era di qua c'era di là, ma c'era anche la necessità di evitare di estinguere per sempre ogni forma di vita da un fiume, non da un canale irriguo, da un fiume. Il Sindaco, quindi, ha fatto un'ordinanza in seguito ad alcuni alert emanati dalla Regione, dal Genio civile e quant'altro. Quello di là no. Immaginate che situazione si era ingenerata in quei giorni. Ci sono stati articoli di giornali, ci sono state lettere, hanno chiamato noi Consiglieri, naturalmente.
Qual era la domanda, Assessore? Se è a conoscenza di prelievi d'acqua con un'autobotte dai fiumi di competenza della Regione Veneto e quali iniziative abbia intrapreso o intenda intraprendere per evitare che si verifichino prelievi illegali e rispettare le norme sul minimo deflusso vitale e deflusso ecologico.
C'è una cosa che sappiamo tutti, almeno quando andiamo in Tribunale o quando vediamo le immagini dei vari processi nei Tribunali: la legge è uguale per tutti. Questo è un caso in cui la legge non è uguale per tutti. Quelli della sponda destra avevano una legge, quelli della sponda sinistra aveva un'altra legge, in una stessa identica situazione, entrambi nelle terre del Prosecco, entrambi con una situazione terribile per quanto riguarda la siccità in quel periodo. Poi, ci sono le norme di tutela dei fiumi, non dei canali. Qui si parla di un fiume.
Vorrei sapere dall'Assessore che cosa risponde in merito a questa situazione. Colleghi, questo è un caso che si è verificato nel 2022, ma dobbiamo essere tutti pronti, sia la Giunta che noi che siamo nel territorio, perché situazioni del genere, questioni del genere, problematiche del genere, purtroppo, visti i cambiamenti climatici, saranno sempre più emergenziali.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta, l'assessore Bottacin.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Vi leggo la risposta degli Uffici perché io la farei in maniera molto diversa, a fronte di quello che ho sentito.
Il Genio Civile di Treviso, a cui compete la facoltà di concedere licenze per l'attingimento di acqua pubblica, ai sensi dell'articolo 56 del Regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, in relazione al periodo richiamato nell'interrogazione specifica di aver svolto le seguenti azioni:
1. in seguito alla richiesta del 14 luglio 2022 del Comune di Pieve di Soligo, con nota a protocollo n. 315399 del 15 luglio 2022, il Genio Civile ha interessato le ditte titolari di licenze di attingimento e di concessioni a derivare limitatamente al territorio comunale di Pieve di Soligo affinché limitassero o sospendessero i relativi prelievi di acqua dal fiume Soligo in modo che fosse garantito il deflusso vitale o deflusso ecologico;
2. tale nota veniva recapitata anche dalla Prefettura di Treviso con nota a protocollo n. 54763 del 20 luglio 2022;
3. dalla stessa data tutte le domande di attingimento relative all'intero bacino del fiume Soligo, ivi compresi gli affluenti e laghi di Revine e di Lago, venivano rigettate;
4. con nota a protocollo n. 331175 del 27 luglio 2022 sono state interessate le ditte titolari di licenze di attingimento e di concessione a derivare anche nei Comuni di Cison di Valmarino, Follina, Sernaglia della Battaglia, Miane e Farra di Soligo affinché limitassero o sospendessero i relativi prelievi di acqua dal fiume Soligo e dai relativi affluenti, in modo che fosse garantita l'adeguata qualità delle acque;
5. in data 8 agosto 2022, con nota a protocollo 350541, la Direzione Uffici Territoriali per il Dissesto Idrogeologico chiedeva a tutti i Geni Civili di disporre una riduzione dei prelievi per l'intero territorio provinciale di competenza;
6. in data 18 agosto 2022, con nota a protocollo 364006, il Genio Civile di Treviso chiedeva a tutti i Comuni della Provincia di Treviso di pubblicare all'Albo Pretorio la citata nota a protocollo n. 350541 della Direzione Uffici Territoriali per il dissesto idrogeologico.
Relativamente al quesito specifico nell'interrogazione il Genio Civile di Treviso precisa di non essere a conoscenza di prelevamenti da acqua a mezzo autobotte dal fiume Soligo. Oltre ai provvedimenti emanati dal Genio Civile, si descrivono altresì le principali azioni di gestione della crisi idrica da parte della Giunta regionale e delle strutture regionali intervenute nell'anno 2022, che hanno comportato l'assunzione di provvedimenti finalizzati alla tutela ed a un uso parsimonioso della risorsa idrica, a partire dalla dichiarazione di emergenza idrica, all'attivazione della gestione commissariale e all'emanazione di ordinanze sull'uso della risorsa idrica.
A seguito delle richieste avanzate in data 21 aprile 2022 e 21 giugno 2022 dal Presidente della Regione del Veneto, di procedere con la dichiarazione dello stato di emergenza, di cui all'articolo 24 del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, con delibera del Consiglio dei Ministri del 4 luglio 2022 si dichiarava lo stato di emergenza in relazione alla situazione di deficit idrico in atto nei territori compresi nei bacini distrettuali del Po e delle Alpi Orientali, nonché nelle regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto, fino al 31.12.2022.
Successivamente, il 3 maggio 2022, veniva emanata l'ordinanza n. 37 del Presidente della Giunta regionale, che dichiarava lo stato di crisi idrica su tutto il territorio della Regione del Veneto, ai sensi dell'articolo 106 della legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 , avviando una serie di misure essenzialmente volte all'uso parsimonioso della risorsa idrica.
Il 19 luglio 2022 veniva poi emanata l'ordinanza n. 60 del Presidente della Giunta regionale, che stabiliva ulteriori misure necessarie alla gestione della risorsa idrica e alla salvaguardia della salute pubblica, nonché al soddisfacimento dei fabbisogni delle colture, legato alla loro fase di sviluppo, sussistendo una situazione di crisi idrica dichiarata ai sensi del decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018.
Il 21 luglio 2022 veniva, quindi, emanata l'ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, la n. 906, con cui vengono disposti i primi interventi urgenti di Protezione civile, finalizzati a contrastare la situazione di deficit idrico in atto per le peculiari condizioni ed esigenze rilevate nel territorio delle regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto, che nominava i Presidenti delle citate regioni e i Commissari delegati per la realizzazione degli interventi urgenti finalizzati alla gestione della crisi idrica.
Il 22 luglio 2022 veniva pubblicato il decreto del Presidente della Giunta regionale del Veneto n. 62, con il quale veniva attivata l'unità di crisi regionale per coordinare gli interventi finalizzati a fronteggiare la crisi idrica che colpiva anche i servizi idropotabili. Con ordinanza n. 1 del 25 luglio 2022, il Commissario delegato individuava il soggetto attuatore per il coordinamento e la gestione delle attività commissariali, di cui all'articolo 1, comma 3, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 906 del 2022.
La Direzione Uffici territoriali per il dissesto idrogeologico della Regione del Veneto ha, inoltre, emesso le circolari ai Geni Civili territorialmente competenti, affinché si disponessero le riduzioni ai prelievi e agli attingimenti dai fiumi, come sopra indicato. Conseguentemente, i Geni Civili, compreso il Genio Civile di Treviso, come sopra descritto, hanno trasmesso numerose specifiche e puntuali comunicazioni rivolte ai soggetti privati utilizzatori della risorsa idrica, con le quali si disponeva la riduzione dei prelievi di acqua pubblica ad uso irriguo e a uso industriale dei corsi d'acqua.
Per fronteggiare il comportamento scorretto e le azioni illegali di prelievo di acqua non autorizzato dai fiumi, sono presenti nel territorio i Carabinieri per la tutela forestale, che svolgono funzioni di vigilanza e controllo dei fiumi, congiuntamente con il Genio Civile e con la Polizia municipale.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Zanoni, per la replica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Naturalmente, le cose erano state segnalate alle autorità di controllo.
Da quello che emerge da questa risposta, in quella data erano già state dichiarate le emergenze, era stato richiesto lo stato di emergenza. Poi, c'erano ordinanze volte all'uso parsimonioso della risorsa idrica; c'erano delle concessioni per il soddisfacimento dei bisogni delle colture, bisogni legati alla loro fase di sviluppo.
Anche il Genio Civile aveva scritto. Qui si dice che è la Regione che ha scritto ai Geni Civili perché chiedessero disposizioni di riduzione ai prelievi, agli attingimenti dai fiumi come sopra indicato. Poi, successivamente, si dice che i Geni Civili avevano disposto la riduzione dei prelievi di acqua pubblica ad uso irriguo e a uso industriale dai corsi d'acqua.
A parte che si denota nel territorio una mancanza di controlli, soprattutto quando c'è un susseguirsi di nuove direttive, di nuove ordinanze. Sappiamo che dal momento in cui sono scritte al momento in cui arrivano ai diretti interessati passano mesi. Credo che sarebbe il caso di trovare dei sistemi di alert immediato per situazioni del genere. Comunque, sta di fatto che la situazione descritta permane, perché legittimamente c'è chi emungeva acqua da una parte e chi non poteva farlo dall'altra. Da una parte era intervenuto direttamente il Comune, dall'altra parte non era intervenuto.
Sinceramente, trovarmi scritto in questa risposta che si disponeva la riduzione dei prelievi di acqua pubblica ad uso irriguo e a uso industriale dei corsi d'acqua mi fa un po' sorridere. Dico questo perché proprio in quel periodo ho ricevuto segnalazioni da un'altra area del territorio, ovvero da Motta di Livenza e Comuni limitrofi, non per attingimenti dal fiume, ma per realizzazioni di nuove stazioni di emungimento.
In una situazione di estrema criticità, addirittura – io naturalmente su questo ho fatto anche l'accesso agli atti – sono stati autorizzati nuovi punti di estrazione di acqua. Credo che su questo, su questa filiera, dove ci sono Sindaci, dove c'è il Genio Civile e dove ci sono i diretti interessati, manchi un coordinamento tale da avere una situazione omogenea per tutti, ovvero affinché la legge sia uguale per tutti. Come vi dicevo prima, in realtà, a destra del fiume si poteva estrarre l'acqua, a sinistra del fiume non si poteva estrarre.
Ho sentito poi dalla premessa che ha fatto l'Assessore che non era d'accordo con questa risposta, tant'è che ha detto che l'avrebbe fatta molto diversa da quella che hanno fatto gli uffici. Mi stavo chiedendo se le procedure della Regione Veneto sono ancora quelle che conosciamo o se sono cambiate, perché queste risposte che ci date, scritte, come anche quelle a interrogazione immediata, sono risposte che vengono approvate in un ordine del giorno della Giunta regionale.
Io non so, Assessore, come sia possibile che lei prima approvi una cosa e dopo viene a dirci in Aula che l'avrebbe scritta in maniera diversa.
Ha detto questo, insomma. L'hanno sentito tutti, era al microfono. Mettetevi d'accordo tra di voi. Se gli uffici scrivono una cosa e lei vorrebbe dirne un'altra, riunitevi, trovate una sintesi, ma sentire che questa non sarebbe la risposta che avrebbe dato lei... Sarei anche curioso di sapere che risposta avrebbe dato lei di fronte a una interrogazione del genere.

PRESIDENTE

Assessore, la prego. Lasci parlare il collega.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Volevo farvi fare anche un'altra riflessione.
Questa Regione ha puntato tutto sul vitivinicolo. Stiamo spendendo soldi pubblici per il vitivinicolo. Rendiamoci conto che aver puntato molto in questa monocultura comporta degli effetti collaterali come quello dell'utilizzo di acqua, in un periodo di siccità, che non ci possiamo permettere e che mette in grave pericolo la biodiversità e l'esistenza dei nostri fiumi nel periodo estivo.
Ragioniamoci sopra su questa cosa, non è una cosa da poco, colleghi. Lo dico a tutti, anche all'Assessore all'agricoltura che non c'è.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Bene. Abbiamo finito le interrogazioni.
PUNTO
6
 
   

ADOZIONE DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE (DEFR) 2023-2025. ARTICOLO 36 E PARAGRAFI 4.1 E 6 DELL'ALLEGATO 4/1 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 118/2011; ARTICOLO 7 E SEZIONE III DELLA LEGGE REGIONALE n. 35/2001 . (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 45) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 163/2022)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Sandonà
Correlatore: Consigliere Giacomo Possamai


PRESIDENTE

Andiamo al punto n. 6, PDA n. 45.
La parola al relatore, il collega Sandonà. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Buongiorno.
Svolgerò una relazione unificata delle proposte di deliberazione amministrativa n. 45 e n. 54: adozione del Documento di Economia e Finanza Regionale e adozione della Nota di aggiornamento nello stesso Documento.
Ci troviamo, oggi, ad approvare il DEFR che, come ormai noto, rappresenta il principale strumento della programmazione regionale previsto dal decreto legislativo n. 118/2011 in materia di armonizzazione contabile, decreto che all'articolo 36, comma 3, prevede che le Regioni ispirino la propria gestione al principio della programmazione, adottando a tal fine il bilancio di previsione finanziario riferito a un arco temporale almeno triennale, elaborato sulla base delle linee strategiche e delle politiche contenute nel DEFR.
In ordine ai tempi di adozione, l'Allegato 4.1 del citato decreto prevede che il DEFR debba essere adottato dalla Giunta regionale e trasmesso al Consiglio entro il 30 giugno dell'anno antecedente a quello cui il Documento si riferisce. Oltre a ciò, il punto n. 6 del medesimo Allegato prevede che la Nota di aggiornamento del DEFR vada adottata e proposta al Consiglio entro 30 giorni dalla presentazione della stessa Nota di aggiornamento del DEF nazionale per le conseguenti deliberazioni e comunque non oltre la data di presentazione del disegno di legge di bilancio.
Ripercorrendo, quindi, nello specifico i passaggi susseguitisi in questo 2022, vi è stata la deliberazione n. 65/CR del 21 giugno 2022, nella quale la Giunta ha adottato il DEFR per il triennio 2023-2025. Il 24 giugno la PDA n. 45 è stata assegnata alla Prima Commissione. Con deliberazione n. 86/CR del 16 agosto, la Giunta regionale ha adottato, in riferimento alla Nota di aggiornamento del DEFR 2023-2025, le prime determinazioni in relazione alla manovra di bilancio per il triennio 2023-2025.
A seguito dell'aggiornamento del DEF nazionale, avvenuto in data 28 settembre, la Giunta regionale ha provveduto ad adempiere ai termini di legge, coordinando il DEFR con gli aggiornamenti della finanza pubblica nazionale, approvando la Nota di aggiornamento del DEF regionale con delibera n. 108/CR del 18 ottobre 2022. Il 21 ottobre la PDA n. 54 è stata assegnata alla Prima Commissione, nonché alle altre Commissioni.
Nella seduta n. 75 del 26 ottobre ha avuto luogo nella Prima Commissione l'illustrazione delle PDA n. 45 e n. 54.
Il testo del DEFR 2023-2025, che andremo a discutere, comprensivo della Nota di aggiornamento, si struttura in vari Capitoli con contenuto in parte tipico, ovverosia dettato dal decreto legislativo n. 118, e in parte appositamente arricchito.
Il provvedimento inizia con il Capitolo relativo al quadro macro-economico, che offre una disamina ad ampio raggio, che spazia dallo scenario internazionale per calarsi, poi, in quelli italiano e veneto, relativamente agli aspetti più rilevanti per l'economia. Nello stesso Capitolo vengono riservati appositi paragrafi relativi alle imprese, all'export, al turismo, al mercato del lavoro, alla situazione dei NEET, ovvero dei giovani che non studiano né lavorano, alle richieste di cassa integrazione guadagni. Nello stesso Capitolo è presente una sintetica disamina degli indicatori di benessere equo-sostenibile nel Veneto.
A seguire, il Capitolo relativo al contesto della finanza pubblica e il quadro generale di finanza regionale, che riporta le previsioni su PIL e inflazione, assunte per la redazione di scenari di finanza pubblica e regionale e individua le linee di indirizzo nella manovra di bilancio regionale.
Nel Capitolo 4 il DEFR 2023-2025, con la relativa Nota di aggiornamento, si rapporta con il bilancio.
Dalla lettura abbinata di questi documenti si ricava cosa si farà e quanto verrà messo a disposizione in termini di risorse finanziarie a livello di missioni e programmi per il perseguimento degli obiettivi.
Nel Capitolo 5 viene esposto un quadro sintetico della programmazione europea, con riferimento ai Fondi europei, sia per il settennato in fase di chiusura (2014-2020) che per quello in avvio (2021-2027), nonché di quella nazionale, anche aggiornando lo stato di programmazione e attuazione della politica di coesione e sviluppo rurale delle politiche marittime, della pesca e dell'acquicoltura.
Il Capitolo 6 rappresenta i collegamenti tra il DEFR e i principali strumenti della programmazione regionale, quali il Programma di governo 2020-2025 e la Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, approvata dal Consiglio con deliberazione amministrativa n. 80 del 20 luglio 2020, che delinea le traiettorie future per uno sviluppo sostenibile del Veneto al 2030 in chiave sociale, economica ed ambientale. Di quest'ultima è rappresentato un monitoraggio effettuato a livello di macroarea, con una selezione di indicatori tra quelli inseriti nella Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile. Il fatto che questa strategia permei in maniera così pervasiva la Nota di aggiornamento rappresenta l'impegno che l'Amministrazione regionale continua ad assumere verso un modello di sviluppo in grado di migliorare il benessere economico, la coesione sociale e il rispetto dell'ambiente.
Nel medesimo Capitolo sono riportati gli utili schemi di raccordo tra gli obiettivi strategici dell'Amministrazione, in raccordo con quanto previsto nel programma di governo, derivati principalmente dalle linee strategiche della strategia stessa, e gli obiettivi operativi prioritari presenti nella stessa Nota di aggiornamento. A ciò si aggiungeranno gli obiettivi operativi complementari approvati con successivo decreto del segretario generale della programmazione. Viene, inoltre, rappresentato un breve quadro sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, strumento con cui l'Italia, all'interno del quadro europeo di riferimento, dispositivo di ripresa e resilienza, ha voluto rispondere alla crisi pandemica legata al Covid-19 esponendo un percorso di partecipazione di questa Regione, nonché le risorse assegnate al territorio veneto.
Al termine di questi Capitoli di inquadramento e coordinamento generali, sono presenti, a seguire, rispetto alla descrizione dei contenuti di missioni e programmi, le schede obiettivo attuative delle linee strategiche individuate nel DEFR. Si tratta di schede organizzate per missioni, in analogia alla strutturazione del bilancio, così da permettere una più agevole lettura in parallelo. Ognuna di queste schede contiene, oltre alla descrizione, i soggetti concorrenti, i destinatari, gli strumenti di attuazione, quelli di concertazione, gli indicatori e i target, le strutture responsabili della calendarizzazione nell'ambito del programma di governo e della richiamata Strategia regionale di sviluppo sostenibile.
Vale la pena rammentare che, nell'ambito di un sempre maggior coordinamento tra gli strumenti regionali di programmazione e controllo, la Nota di aggiornamento costituisce punto di riferimento per il Piano delle performance e per il Piano triennale per la prevenzione della corruzione. Costituisce, inoltre, presupposto alla manovra di bilancio per il triennio 2023-2025, costituita da tre progetti di legge, oggetto di successivo esame da parte dell'Assemblea. Al fine di verificare che la gestione si svolga in condizioni di efficienza ed efficacia, tali da permettere il raggiungimento delle finalità istituzionali, l'Amministrazione continuerà a monitorare e controllare, attraverso l'applicativo informatico di project management SFERe, l'andamento delle attività programmate, al fine di poter eventualmente procedere con gli opportuni interventi correttivi in caso di scostamento rispetto alle previsioni.
A chiusura del Documento, il DEFR contiene all'Allegato 2 gli indirizzi agli Enti strumentali e alle società controllate e partecipate dalla Regione Veneto.
In conclusione di questa relazione unificata, sulle proposte di deliberazione amministrativa n. 45 e n. 54, va detto che in data 2 novembre 2022 la Prima Commissione ha consultato una platea qualificata di soggetti portatori d'interesse, valutando le osservazioni che i medesimi hanno formulato nel corso della seduta o depositato anche successivamente in forma scritta.
Tra il 9 e il 23 novembre le Commissioni Seconda, Terza, Quarta, Quinta e Sesta hanno espresso parere favorevole a maggioranza sui provvedimenti, per quanto di competenza. Parimenti il Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) si è espresso, in data 14 novembre, con parere favorevole, all'unanimità dei presenti, su ambedue le proposte.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al correlatore, Giacomo Possamai. Prego

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con tutto il rispetto per il relatore Sandonà, la relazione è anche sintomatica dell'approccio a questo bilancio. Mi spiego. Di fatto, la relazione che ci ha illustrato il collega Sandonà è, nella sostanza, la lettura burocratica degli uffici, cioè l'idea di bilancio di una parte tecnica e non di una parte politica, che è anche la principale contestazione che muoviamo a questo bilancio.
Parto da questo punto. Oggi è il 6 dicembre. Negli Stati Uniti il 2 febbraio si celebra il Giorno della Marmotta. In Regione Veneto abbiamo ormai deciso che il Giorno della Marmotta lo celebriamo generalmente all'inizio di dicembre, quando incominciamo a discutere del bilancio. Il Giorno della Marmotta è una festa che si celebra negli Stati Uniti, famosa per un film del 1993 che si chiama "Ricomincio da capo", in cui sostanzialmente ogni giorno un conduttore televisivo si sveglia e conduce una vita sempre uguale.
Questo è il punto del bilancio della Regione Veneto e, visto che oggi parliamo del DEFR, quindi dell'impostazione politica del bilancio, della Nota di aggiornamento, che di fatto non aggiorna sostanzialmente niente.
Questo è il punto. Il punto è che ‒ lo dico facendo un paragone semplice ‒ perfino nella manovra del Governo, che a noi non piace, che non ci convince, che ha mille debolezze che non sto qui ad elencare perché non è la sede, la Presidente del Consiglio prova a rivendicare una linea e una tesi politica. Penso al tema della natalità e ad altre cose che ha detto in questi giorni. Ripeto: magari condividendo il tema della natalità, non condividendo l'impianto di quella manovra, ma c'è una lettura politica, o perlomeno il tentativo di darla.
Quello che manca sempre nel bilancio ragionieristico di questa Regione è il tentativo di dire dove si vuole andare. Ripeto: non è certo responsabilità del relatore, ma la relazione è una lettura burocratica di dove stanno gli allegati, sostanzialmente, non di qual è l'impianto e il pensiero che ha questa Regione. Il mondo cambia intorno a noi ‒ la pandemia, la guerra, i costi dell'energia ‒ e noi replichiamo ogni anno, sostanzialmente, un impianto identico. Nella discussione generale entreremo nello specifico e avremo modo di parlare delle singole questioni.
Il prossimo anno bisognerà aggiornare un pezzettino. Anche quest'anno ‒ mi ero segnato alcuni punti ‒ leggendo il DEFR c'è il tentativo, in alcuni casi probabilmente anche realistico, di dare la responsabilità a Roma e al Governo perché le cose non funzionano, perché servirebbero più risorse. Bene. Anche lì il mondo è cambiato. Mentre negli ultimi anni avete potuto dire che il Governo era cattivo (facendo finta di non starci, ma al Governo c'eravamo anche noi con voi), oggi la maggioranza che governa questa Regione è esattamente la stessa, seppure con pesi diversi, di quella che governa il Parlamento nazionale, quindi che governa il Paese.
L'anno prossimo, onde evitare qualche elemento polemico in più da parte delle opposizioni, bisognerà dare un'occhiata a tutte le righe in cui si dice che è colpa del Governo nazionale, altrimenti ci state dicendo che non siete d'accordo con i vostri rappresentanti a Roma.
L'esempio è uno per tutti, ma vale veramente su tanti fronti. Ci sono passaggi molto forti sulla sanità dentro il DEFR in questa direzione. Ci sono alcuni passaggi sul TPL, in cui si dice, sostanzialmente, che c'è stato un tiepido segnale, ma che serve molto di più da parte del Governo nazionale. Ovviamente, cito il Presidente della Regione, il primo tema è la madre di tutte le battaglie, come l'ha chiamata il presidente Zaia. Se, cioè, fra un anno continueremo a leggere che siamo in gioiosa attesa che il Governo dia segnali sull'autonomia, questa volta diventa un po' più faticoso spiegare che è colpa dei 5 Stelle, del sole, della luna o degli eventi astrali.
Il nodo per noi è questo, cioè l'idea che questa Regione più o meno possa andare avanti da sola con il pilota automatico non tiene più; ha funzionato per tanti anni perché per tanti anni il Veneto, oggettivamente, anche con ciò che stava fuori dalla politica, è riuscito a diventare quello che oggi è, ma in questo momento non basta più.
Vado su un'altra cosa di cui si parla un pochino nel DEFR e anche nelle premesse del presidente Zaia, e su cui ci piacerebbe ricevere una risposta, in parte nella discussione di bilancio, ma in parte penso che dovremmo dedicarci delle sedute ad hoc e l'assessore Calzavara su questo so che si è già impegnato: il tema del PNRR. Si dice che in Veneto sono arrivati 4,6 miliardi che hanno impegnato 61.000 lavoratori e generato un indotto di 12. Sarebbe interessante capire dove, come e quando, nel senso che se questi 4,6 miliardi sono arrivati più o meno casualmente, o meglio, perché il Comune di Valdobbiadene invece che quello di Casalserugo sono riusciti a recuperare risorse per sistemare la scuola o per sistemare qualcos'altro, tutto bene, è una buona notizia, ma non denota un impianto e un ragionamento complessivo.
Quello che noi abbiamo sempre chiesto sul PNRR, con una discussione che vi ricorderete molto accesa in quest'Aula, era capire quale fosse il disegno di questa Regione in un'occasione straordinaria. Ci viene costantemente spiegato che in realtà le idee ci sono, gli spunti li avremmo, saremmo prontissimi ad essere straordinari, ma ci mancano le risorse. Siccome il PNRR di fatto è fatto di risorse, io vorrei capire in che modo questa Regione sta lavorando per attrarle. Ricordo che c'erano le famose 16 schede, anch'esse avevano un po' il problema che non denotavano un disegno complessivo, ma comunque su quelle 16 schede a che punto siamo? Sulla space economy siamo riusciti a fare poderosi balzi in avanti oppure è rimasta una scheda che abbiamo discusso in questo Consiglio regionale?
Chiudendo un po' il ragionamento, il punto di fondo è questo. Se uno legge la Nota di aggiornamento di quest'anno, dell'anno scorso, dell'anno prima arriva in fondo e dice: "E quindi qual è il grande obiettivo, la strategia di sviluppo che questa Regione si pone?" Perché, se uno arriva in fondo, dice: "Tutto sommato, l'idea è una gestione ordinata", e su questo nessuno vi ha mai contestato. Siete buoni testimoni, anche i colleghi che stanno in Prima Commissione.
Il fatto che dal punto di vista del bilancio ordinario questa sia una Regione con i conti in ordine e che tiene in ordine le sue finanze nessuno ha niente da eccepire. Il punto è il livello di ambizione che questa Regione ha, cioè dove mette l'asticella, perché è una Regione che ha potenzialità straordinarie, ma che, ho fatto l'esempio del PNRR, ma vale su tantissimi altri fronti... Ve ne prendo uno su tutti ma per fare un esempio concreto.
Cito una Regione che non citiamo mai, l'Emilia-Romagna. Lo dico perché è ai nostri confini e quindi è più semplice da fare, non perché adesso prenda a modello chissà chi. Vent'anni fa, venticinque anni fa l'Emilia-Romagna decide che il biomedicale e le biotecnologie sono un pezzo di futuro. Decide, o meglio, ha un pezzo di tessuto industriale nel modenese che è pronto a sviluppare un distretto vero in quella direzione, fa un'operazione potente sui fondi europei, fa un'operazione chiaramente urbanistica di destinazione di quel territorio a quel tipo di vocazione, mette al tavolo i Comuni e le realtà produttive del territorio e costruisce una leva di sviluppo che negli ultimi venti-venticinque anni ha funzionato molto bene. Il Covid si è purtroppo occupato di accelerarne lo sviluppo, ma si è messa nelle condizioni oggi di guidare lo sviluppo del suo territorio.
Al di là di auspicare, sperare, pregare, discutere e chiedere a Intel se per favore viene in Veneto invece che andare in Piemonte su cui, vivaddio, siamo tutti qui in attesa speranzosa, il punto è: se non nel DEFR, dov'è che noi dovremmo trovare qual è l'idea di fondo di sviluppo di questa Regione? Anche qui, faccio un esempio concreto, visto che il collega Lorenzoni su questo spesso spinge e interviene.
Perché non possiamo diventare la Regione avanguardia in Italia sul tema delle rinnovabili in un momento in cui c'è una discussione profondissima, ci sono fondi, c'è la possibilità di diventare l'avanguardia?
Chiudo proprio su questo: a me piacerebbe l'anno prossimo avere in mano un DEFR che definisca, da un lato, quali sono le prospettive vere che questa Giunta vuole dare a questa Regione, ma dall'altro anche che ponga un livello di ambizione completamente diverso, cioè che ci dica che, al di là delle conferenze stampa in cui ci diciamo che siamo bravissimi, riusciamo anche a fare in modo che fra 20, 25, 30, 40, 50 anni, i nostri figli vivano in una Regione che ha costruito le condizioni per mantenere il suo livello di forza che ha oggi e delle condizioni di sviluppo che siano sostenibili e credibili, perché, ad oggi, in questo Documento queste condizioni non ci sono.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ho molti colleghi già iscritti.
Iniziamo con la collega Cristina Guarda. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intanto auguro ancora buon lavoro a tutti. Ci approcciamo evidentemente all'aggiornamento del Documento di programmazione economico-finanziaria che è un fatto politico e lo testimoniano non tanto magari gli interventi di quest'Aula, quanto le certezze che emergono da questo Documento.
Lo shock dei prezzi energetici e sulle materie prime obbliga a politiche restrittive per evitare che l'inflazione diventi una tassa invisibile a discapito delle famiglie con reddito medio, basso o a rischio povertà, e lo è già. Questa situazione non favorisce gli investimenti e ciò peggiora il clima di incertezza che può trovare risposte di lungo periodo solo programmando politiche sociali e solidali coerenti con i principi sociali e ambientali approvati da noi due anni fa.
Tutto questo lo cito ed è scritto nero su bianco proprio nell'atto che oggi discutiamo e che apre il bilancio 2023-2025. E alla luce di questo scenario, di questo quadro, io davvero non posso fare altro che alzare la voce ed esigere una onesta analisi personale, prima che politica o di sudditanza partitica, da parte di tutti noi. Com'è possibile che la vostra coscienza non vi costringa a volere quel tanto di dovuta solidarietà e di politiche pubbliche effettive per garantire anche a chi vi ha votati un Veneto effettivamente solidale e non solo sbandierato per ripulirsi la coscienza e poter entrare in confessionale prima di Natale un po' più leggeri? Cominciate a farci fare la nostra parte, noi che i soldi li abbiamo perché siamo amministratori pubblici.

PRESIDENTE

Per favore!

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Siamo amministratori pubblici, dirigenti, imprenditori o professionisti con alto reddito. Fateci riconoscere il nostro ruolo in una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla solidarietà visto che giovani, famiglie, anziani e lavoratori sono i primi che prima del Covid e della crisi economica di oggi faticavano già allora a pagare spese straordinarie, sanitarie o di vita quotidiana e questo lo avete scritto voi già nei documenti votati nel 2017. E vedete, già due anni fa in questa XI Legislatura, ma ancor prima nel corso della X, noi opposizione chiedevamo una manovra che ritoccasse in aumento l'aliquota di addizionale IRPEF regionale e ciò entro i limiti consentiti alla Regione e solo per redditi superiori ai 75.000 euro. Ci siamo sentiti dire all'epoca, anzi, ci avete risposto con lo slogan "Veneto tax free", uno slogan fedele, anzi fedelissimo alla teoria del Trickle-down economics, per cui tutto ciò che produce in termini di reddito chi ha di più è magicamente destinato a gocciolare verso chi ha di meno.
Ora il punto è che questa teoria e pratica di politica economica di derivazione ultraliberista si è dimostrata, si dimostra e si dimostrerà sempre e comunque inequivocabilmente falsa. Vedete, non sono io a sostenere l'erroneità di questa tesi, è il premio Nobel Joseph Stiglitz che sostiene come questa teoria sia del tutto destituita di fondamento e lo vedono i cittadini, lo vedono le famiglie, anche chi ha votato Zaia, lo vedono i familiari degli ospiti della RSA, lo vedono le famiglie con i bambini negli asili nidi e nelle scuole, lo vedono coloro che non hanno più nulla da far gocciolare all'ingiù se non una disperazione a cui la politica di questa Amministrazione torna a dire: "Non abbiamo nulla da darvi perché quando potevamo non abbiamo voluto creare le condizioni per garantirci quelle entrate tributarie in più che avremmo potuto utilizzare oggi per un sostegno dei lavoratori e delle famiglie", che invece sono costretti oggi ad andare avanti con un'inflazione che erode alla base la capacità di acquisto: 11,8 su base annua, con un aumento dello 0,5% su base mensile (dato di novembre 2022).
Sono proprio i giovani, le famiglie di ceto medio e gli anziani i primi a soffrirne e dicevate nel 2017, nel vostro DEFR, che già allora molti di loro non erano in grado di affrontare una spesa imprevista. Dopo una pandemia, dopo una guerra, una crisi energetica, una crisi economica, che cosa ancora deve capitare per convincervi che chi sta meglio economicamente, molto meglio, può dare ancora qualche centinaio di euro all'anno per fare il bene di altri, che vedono, invece, i costi della vita quotidiana strozzati ancora di più, impedendo loro di investire nei figli, nella propria salute, nella prevenzione alimentare?
Applicate questo pochino di addizionale sul reddito personale dei più ricchi del Veneto, il 20% del Veneto, secondo il vostro Documento, che può abbassare le rette dei nidi, delle case di riposo dei nostri nonni o genitori, dei centri diurni per i figli o fratelli con disabilità, per dare più servizi alle donne che desiderano permettersi una gravidanza con i servizi adeguati, che desiderano potersi approcciare all'adozione e alla possibilità di scegliere se lavorare o meno.
Un aiuto anche agli imprenditori e ai professionisti, del Veneto e non, che potrebbero decidere di venire proprio qua a sviluppare l'impresa sostenibile, senza soltanto aprire le porte a coloro che, invece, le risorse naturali le sfruttano.
Date questi soldi in più per facilitare il trasporto pubblico perché sia economicamente attrattivo per tutti e fruibile, ovviamente, visto il sovraffollamento in alcune aree e visto che in altre vi sono cancellazioni tattiche, come, per esempio, sulla linea di Rovigo, che è gestita in autonomia.
Dateci respiro con politiche per la montagna, che non siano sviluppate solo per ripopolarla o popolarla e basta, ma per creare servizi e far rimanere più giovani lì con opportunità di impresa, anche di comunità e servizi adeguati, non, quando esistenti, difficilmente raggiungibili se non con faticose ore d'auto.
Dateci respiro e non dateci piste da bob o investimenti che già erano perdite, come è capitato per la Superstrada Pedemontana o con i numerosi progetti di finanza per cui la gestione degli ospedali pubblici, per esempio, è stata data da gestire.
Dateci meno grandi opere contro la siccità e più iniziative per ricaricare la falda insieme e sostanzialmente sostenendo gli agricoltori nel farlo, iniziando dallo stop al consumo di suolo e dalla protezione della qualità della poca acqua che ci rimane.
La manovra emendativa che presento come Europa Verde è proprio diretta a toccare queste questioni e istanze. A ciascuna di queste dedicherò un approfondimento, successivamente, nella fase di discussione degli emendamenti, testimoniando la visione politica che desidero incarnare e che voglio condividere con voi.
Noi di Europa Verde in Europa, in Parlamento, in Regione e nei nostri Comuni pratichiamo la politica per il rispetto della natura e la affianchiamo alla politica del rispetto per il prossimo, per il desiderio...
Io vi ascolto e non ridacchio quando voi intervenite.

PRESIDENTE

Colleghi, lasciate parlare chi ha chiesto la parola. Poi, quando volete, prenotatevi.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Ricordatevi che anche qualcuno che oggi è al Governo ha iniziato dall'1.8, e noi adesso siamo un po' più sopra il 4%.
I nostri Consiglieri comunali, anche Vicesindaci, in Veneto, stanno lavorando insieme con le rappresentanze regionali, nazionali ed europee, proprio testimoniando questa politica del rispetto per la terra, del rispetto per le persone, per il loro diritto ad una vita serena, non in affanno perché i costi dei servizi ricadono su di loro, pur di proteggere le categorie più amiche dei liberali che stanno bene o perché i politici, magari, sono innamorati di grandi spot pubblicitari e preferiscono investire i propri fondi e le proprie risorse pubbliche in opere che fanno rumore e pubblicità piuttosto che in servizi pubblici oppure operazioni di prevenzione sanitaria e ambientale, ma che appunto non danno visibilità.
Eppure, lo affermate voi stessi all'interno di questo Documento che andiamo a votare in questi giorni: la salute dei veneti sta peggiorando, la gente muore prima in Veneto. Ed è un dato riconosciuto all'interno di questo Documento di economia e finanza.
Gli inquinamenti, magari anche quelli che oggi non volete ancora cercare o prevenire, e l'accesso difficoltoso ai servizi di sanità pubblica, sono concause. Non vogliamo, quindi, per questo aderire ad una politica che testimonia un'umiliazione a scuola o fuori, nella vita quotidiana, che non è solo una testimonianza di politica che è stata data dal vostro Ministro all'interno dei convegni, ma che nei fatti anche questo atto e questo progetto di bilancio 2023-2025 testimonia nei fatti.
Rischiate di praticare anche voi una politica delle umiliazioni che non tiene conto dei principi, pur condivisibili alcuni, che sono inseriti all'interno di questo atto perché, nella sostanza, la manovra di bilancio li va a umiliare e si sconnette completamente da essi, perseguendo, invece, contenuti che non sono quelli di priorità per dei cittadini che hanno una proiezione di vita che è ben più lunga di una legislatura.
Torniamo a guardare quello che c'è all'interno di questo Documento e ad essere conseguenti rispetto a quanto emerge dagli indicatori di benessere equi e sostenibili, inseriti per la prima volta grazie all'intervento e alla condivisione avuta sulla base di una proposta di Europa Verde proprio lo scorso anno.
Andiamo nella direzione di questo benessere equo e sostenibile dell'intera comunità veneta, senza approvare solo qualcosa che, alla fin fine, conviene, da un punto di vista magari comunicativo, per sostenere progetti che sono indispensabili per sopravvivere nei prossimi tre anni, ma non sono indispensabili per la sopravvivenza imprenditoriale, lavorativa e familiare delle famiglie nei nostri territori veneti, per quello che è un periodo ben superiore a cinque anni.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel, prego. Avrà rinunciato.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Buongiorno, colleghi.
Anch'io voglio dare il mio contributo in apertura alla discussione di questa Nota di aggiornamento al Documento economico-finanziario della Regione, che è un Documento programmatico molto importante per il Veneto.
Il mio contributo lo voglio dare in termini di idee e contenuti e non in senso assolutamente ostruzionistico, cercando di apportare delle migliorie per quanto possono essere accettate dalla maggioranza, magari idee anche diverse dalle vostre, però, sicuramente, meritevoli di essere attenzionate e che fanno gli interessi della popolazione del Veneto.
È evidente che, nonostante, insomma, la nostra Regione vada meglio di altre, rimangano dei punti ancora aperti, dei punti critici. Vado a citarne alcuni. Non li elenco tutti per non essere troppo lunga in questa prima discussione.
Nel Veneto, nel mese di ottobre 2022, il saldo tra le assunzioni e le cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, determinato e di apprendistato è negativo per circa 22.000 posizioni lavorative. è un dato che ci viene fornito dal rapporto Bussola di Veneto Lavoro e rappresenta un dato lievemente peggiore rispetto a quello dello scorso anno, quando i posti persi erano stati 20.000.
In calo anche le assunzioni, complessivamente 49.400 nel mese, meno 4%. Si riferiscono ai dati di ottobre, ovviamente. È un dato preoccupante seppure viviamo in una terra con livelli di occupazione tra i più bassi d'Europa.
Lo shock pandemico ha generato una maggiore disuguaglianza nel reddito. Le fasce più deboli sono diventate più deboli e la forbice sociale si è allargata.
Il PIL, che secondo la nostra Nota di aggiornamento al DEFR, nel Veneto, era del più 3,4%, quindi un dato uguale a quello dell'Italia, nel 2020, a causa del Covid, è sceso per il Veneto di 9,7 punti percentuali, peggio dell'Italia che è a meno 9%. Questo significa che non ci siamo ancora ripresi del tutto dalla crisi post Covid e siamo calati più del livello nazionale.
L'indice di povertà assoluta è passato dal 3,5% del 2010 al 6,7 del 2015 fino all'8,2 nel 2020, anche se quest'ultimo dato è riferito al nord Italia. I poveri diventano più poveri e la precarietà cresce inesorabilmente.
La popolazione esposta a rischio di alluvione aumenta: è passata dal 9,3% all'11,6% in cinque anni, quindi un aumento esponenziale. Dal punto di vista ambientale viene monitorato un altro degli indicatori che rileva una situazione particolarmente preoccupante, quella della impermeabilizzazione del suolo, cioè la copertura artificiale del terreno con asfaltature e cementificazione connessa con il degrado del paesaggio e talvolta anche con il rischio idrogeologico.
In Veneto il valore per abitante è superiore a quello nazionale e rimane stabile nel tempo. Impermeabilizzazione e consumo di suolo pro-capite. Nel 2020 era di 525 metri quadri per abitante contro i 359 metri quadri per abitante a livello nazionale.
È evidente che gli strumenti finora utilizzati per ridurre il consumo di suolo non hanno dato i frutti sperati. Bisogna cambiare rotta, signori, per non lamentarsi alla prossima occasione in cui andiamo ancora sott'acqua.
La spesa in ricerca è pari all'1,4% rispetto al PIL contro l'1,5% dell'Italia. Si spende in ricerca troppo poco. Non è possibile che un'economia forte come quella del Veneto non investa in processi di innovazione. Nel frattempo, i giovani cervelli fuggono dal nostro Veneto, e non solo.
Il trend di progressiva crescita delle iscrizioni all'AIRE, e lo abbiamo visto anche nell'ultima approvazione del Piano degli interventi a favore dei veneti nel mondo, è in progressiva crescita ed è iniziato a partire dai primi anni Duemila. Si è intensificato dal 2011 e in meno di dieci anni le iscrizioni annue sono quasi raddoppiate. Parliamo nel 2019 delle iscrizioni all'AIRE che sono state oltre 15.000, in aumento del 13,3% rispetto all'anno precedente.
Questo, come citavo, è nella relazione che siamo andati ad approvare del Piano triennale degli interventi a favore dei veneti nel mondo, con dati che vedono il Veneto tra le Regioni con il maggiore incremento dell'immigrazione nel 2019 e al secondo posto per numero di espatri nel corso dello stesso anno. Anche qui è necessario porre subito la mano per invertire questo trend pauroso.
In questo Veneto, però, ci sono anche tante cose positive, e anche qui non sto a citarle. Vero, Assessore? Nell'ultimo anno l'edilizia veneta – grazie all'impatto delle varie agevolazioni fiscali, quelle del Superbonus al 110, ad esempio, fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle e dal Governo Conte per le ristrutturazioni degli edifici e la riconversione energetica – cresce del 18,2% e cresce il numero delle imprese di oltre 800 unità.
I fallimenti, invece, nel 2021 crescono su base annua del più 4,5, ma risultano essere inferiori ai livelli pre-pandemia. Dobbiamo evitare di bloccare questo processo positivo non solo dal punto di vista dell'edilizia, ma anche sotto il profilo dello sviluppo delle energie alternative con le scelte del Governo Meloni, anche perché il Veneto ha una quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia pari al 17,6 contro il 18,2% dell'Italia e siamo in calo dal 2018 dello 0,2%.
Un altro dato positivo sul quale è stato fatto molto è quello dell'imprenditoria femminile, che nel 2021 chiude con un segno positivo. Uno su tutti è il basso livello di abusivismo edilizio e anche il reddito medio pro-capite potremmo citare.
Vado ad elencare le proposte di modifica che ho fatto in quanto rappresentante del Movimento 5 Stelle. Una su tutte, forse la principale, è quella di fare un po' di chiarezza all'interno di questo Piano programmatico, su quelle che sono le intenzioni della Regione del Veneto e capire cosa si vuole fare del processo di autonomia. Cerchiamo di rapportarci anche con le altre Regioni, di agire in un'ottica di condivisione e di unità, come riportano anche le parole del Presidente Zaia oppure vogliamo andare dritti per la nostra strada, senza importarcene degli altri e delle opinioni degli altri, che comunque sono fondamentali all'interno di un processo che deve essere nazionale, per portare l'autonomia anche del Veneto.
Ribadisco che sono assolutamente favorevole alla proposta di autonomia differenziata, come previsto dalla Costituzione, tra l'altro.
Sull'autonomia vogliamo provare a dare una mano. Mettiamo nero su bianco le questioni aperte, sulle quali il Presidente Zaia ha già detto delle cose importanti in alcune interviste. C'è la necessità, che è anche una necessità costituzionale, di prevedere i LEP, ovvero i Livelli essenziali delle prestazioni, come riconosciuti dall'articolo 117 della Costituzione. Si vuole che questi LEP siano prioritari rispetto all'attribuzione delle materie previste dal federalismo differenziato. Questo proprio per dimostrare che non vogliamo – e cito le parole del Presidente Zaia – "la secessione dei ricchi".
C'è la necessità di prevedere, poi, un processo di federalismo anche municipale, per non trasformare questo processo in un nuovo neocentralismo regionale. Si faccia ogni cosa nel luogo più vicino al cittadino (principio di sussidiarietà). Si può ipotizzare, ad esempio, il trattenimento, da parte dei Comuni di una quota del bollo auto dei residenti, come maggiori entrate a livello comunale e municipale.
Poi proponiamo la cancellazione di ipotesi non realistiche, che sono ormai uscite dal verbo di questa Regione da un po' di mesi a questa parte, come, ad esempio, all'interno della PDLS approvata in Consiglio regionale il 15 novembre 2017, qualche anno fa, in cui si proponeva di trattenere da parte nostra il 90% delle risorse del gettito IRPEF, il 90% del gettito IRES, il 90% anche del gettito dell'imposta sul valore aggiunto. Il Presidente diceva ancora, nell'ottobre 2017, "chiediamo i nove decimi delle tasse". Di questo più nessuna menzione.
Quindi, è necessario, come dicevo in anteprima, fare chiarezza e sgombrare il campo da tutto ciò che può ancora apparire come divisivo ed essere un ostacolo all'ottenimento dell'autonomia differenziata della nostra Regione, come delle altre Regioni che ne fanno richiesta e hanno assolutamente diritto ad ottenerla. Dobbiamo dire e dirci la verità.
Ricerca e borse di studio. Il Veneto, a differenza di altre Regioni, si attesta sulla quota minima del 40% delle borse di studio che le Regioni sono tenute a coprire per legge. La nostra proposta è volta a garantire l'erogazione delle borse di studio agli studenti universitari che ne hanno diritto, quindi superando la figura infelice dello studente idoneo ma non beneficiario. La spesa in ricerca e sviluppo, in percentuale sul prodotto interno lordo, è un indice della capacità di un territorio di svilupparsi e per questo la strategia Europa 2020 ne ha indicato il target al 3% per l'Europa. Pensiamo che per l'Italia è l'1,53% al 2020 e nel Veneto è in leggera flessione, perché parliamo 0nel 2019 di un valore del 1,4%, quindi ampiamente sotto la media nazionale ed europea.
Un altro tema è una formazione comune per la Polizia locale. Facciamo funzionare la Consulta per la sicurezza stradale; sicurezza stradale che è un tema assolutamente attuale. Ad esempio, abbiamo avuto nel 2021 dei dati che hanno registrato 12.403 incidenti stradali che hanno causato la morte di 285 persone e il ferimento di altre 16.512. Sono dati che non si possono confrontare con il 2020 per il Covid, però capite bene che sono dati in crescita, dati preoccupanti. Credo quindi che la Regione del Veneto debba assolutamente applicare e rendere operativa la legge n. 15/2012 in termini di sicurezza stradale, quindi con l'attivazione della Consulta che è stata istituita appunto dieci anni fa, ma che non è mai stata convocata, quindi va resa assolutamente funzionante e operante; rilanciare anche la Scuola regionale per la Polizia locale e un luogo di formazione comune continua per qualificare il ruolo della Polizia; mettere a frutto e in rete le competenze già esistenti, senza inutili ed eccessive sovrastrutture, come nel passato, e senza inutili sprechi di denaro.
Un altro tema di cui ci stiamo occupando, anche come opposizioni, in questo Consiglio regionale, sono le ATER, quindi le residenze di edilizia pubblica, che non stanno purtroppo funzionando. Serve un piano straordinario di efficientamento delle case popolari. Questo lo diciamo perché le case popolari sono, in molti casi, in situazioni drammatiche. Forse nel Veneto un po' meglio di altre Regioni, però il dato è inequivocabile e serve una profonda opera di ristrutturazione e rigenerazione urbana, proprio perché queste sono le residenze che consumano più energia di tutti, quindi si dà il caso che si paghi di più della bolletta che del costo dell'affitto in sé. E parliamo di persone che sono in una condizione di povertà energetica, quindi possono procurarsi poca energia ad altissimo prezzo. È dunque una fascia debole, debolissima, della popolazione del Veneto, a cui dobbiamo dare immediate ed efficaci risposte.
Dobbiamo ridurre la dispersione termica, la dispersione anche dell'energia, dei costi, delle spese, ridurre i costi per gli inquilini, ripristinare e rigenerare dal punto di vista urbanistico, per poter assegnare tutti gli immobili sfitti che hanno le ATER provinciali di questa Regione.
Inoltre, ho fatto una proposta di modifica a una legge recente, che riguarda anche la costituzione dei Consigli di Amministrazione delle ATER, per prevedere al loro interno la rappresentanza sia degli inquilini, in termini di rappresentanti sindacali...
 
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
... sia anche un rappresentante dei Comuni, proprio perché è impensabile che all'interno delle ATER non ci sia una rappresentanza del livello territoriale e anche della parte che fa uso, poi, concretamente di queste residenze.
Quindi, è una PdL senza previsione di spesa che possiamo già approvare da qui all'immediato.
Basta chiacchiere sul tema delle trivelle. Sapete che si parla, appunto, di trivellare sia il mare sia la terraferma, in zona già compromessa (mi riferisco al Polesine, in particolare, zona a me vicina). È necessario, quindi, che il popolo veneto e i rappresentanti del Veneto si esprimano su questa faccenda, proprio per mettere nero su bianco il "no" alle trivelle e fare anche buon uso del tempo che abbiamo speso in Aula negli anni scorsi già decretando un "no" a questo tipo di opere. Quindi, è necessario ribadirlo una volta in più, visto che il Governo targato Meloni sta andando in una direzione opposta a quella che vorremmo noi, in teoria, ancora per il momento. Un nostro "no" che deve essere poi trasmesso ai parlamentari veneti di tutte le formazioni politiche, per non essere contraddittori tra quello che si dice in Veneto e quello che si va a votare a Roma.
Inoltre, chiedo più attenzione ai problemi della nostra Laguna e a quelli del mio territorio. Parlo di emendamenti già proposti negli anni scorsi che vado a riproporvi e riguardano sostanzialmente i soliti problemi che non sono mai stati risolti da decenni a questa parte: il trasporto su gomma, rotaie e via mare che assilla i cittadini di Chioggia; i problemi della strada Romea, una delle strade più pericolose del Veneto e d'Italia, con un grandissimo numero di morti e incidenti; la ripresa del progetto per il SFMR, che anche Confindustria ha rilanciato in queste ore; la realizzazione della linea su rotaia Chioggia-Padova; i problemi della pesca della zona costiera e del cuneo salino, i ripascimenti, il completamento delle idrovie; il turismo lento che si può pensare anche lungo le vie d'acqua.
In ultimo – ma sono in realtà di primaria importanza – il sociale e la difesa della sanità pubblica. Non basta, anche se è un intervento meritorio, aver garantito la riduzione dell'IRAP alle RSA, ma le famiglie hanno bisogno di essere assistite di più. Parliamo di aumenti salatissimi delle rette (lo stiamo vedendo anche in questi giorni) proprio per l'aumento dei costi energetici e i familiari non sono più in grado di pagare costi così elevati. Le IPAB, come sappiamo, attendono la famosa riforma, l'applicazione del contratto della sanità per il personale delle case di riposo, l'aumento degli standard per la dignità e la salute di utenti e lavoratori.
Spero che alle parole dell'assessore Lanzarin seguano i fatti e che l'anno nuovo porti frutti in questo senso.
Poi ci sono i problemi dello sportello autismo, il sostegno alle associazioni di volontariato e alle ONLUS, la realizzazione di uno sportello psicopedagogico per i ragazzi in difficoltà e il reclutamento, come sappiamo tutti, molto difficile dei medici di base e degli infermieri, cosa che si sta in qualche modo cercando di fare in queste settimane e in questi mesi.
Concludo questo mio intervento rammentandovi che sono circa 80 emendamenti, ma non di tipo ostruzionistico, bensì con contenuti anche condivisibili, credo, non di stampo partitico, ma che fanno gli interessi almeno di una parte del Veneto che viene considerata meno da parte di questa Regione. Ci tengo anche a precisare che in questi dodici anni di Governo regionale si è cercato di lasciare i soldi nelle tasche dei veneti, sì, come dice qualcuno, ma dei veneti più ricchi, perché parliamo di 4 miliardi di euro che sono rimasti nelle tasche della parte più ricca della popolazione, che quindi poteva permettersi sicuramente di spendere di più e di vivere nell'agio. Quindi, ogni volta che ci si chiede o che ci diciamo che non ci sono i soldi per fare delle determinate scelte o delle determinate cose dobbiamo anche ricordarci quello che è stato fino ad oggi e credo che tutte le richieste provenienti non solo da sindacati ma anche da parecchie categorie economiche, che abbiamo audito in Consiglio regionale nelle ultime settimane, vadano tantissime nella direzione di chiedere un intervento straordinario – vero, assessore Calzavara? – da parte di questa Regione in un periodo difficilissimo, in un momento storico complicatissimo per migliaia e migliaia di persone. E non è esente la Regione del Veneto, da questo punto di vista. Quindi, un'attenzione e una risposta chiara devono essere date. Chiediamo in fondo anche una buona quota di coraggio da parte della Regione e del presidente Zaia, perché sarà vero che i pessimisti non fanno fortuna, ma anche i "re tentenna" non hanno mai avuto tanta fortuna.
Con questo chiudo e vi rinnovo anche l'invito a valutare positivamente alcuni emendamenti perché potrebbero effettivamente fare la differenza, in un momento, ripeto, davvero importante. Siamo ad un bivio, quindi è importante anche fare scelte giuste, oculate, concrete e attuali, nell'interesse di tutti i veneti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Buongiorno a tutti voi e buongiorno soprattutto all'assessore Calzavara a cui mi rivolgerò in particolare in questo intervento, partendo con una battuta: oggi intervengo senza emozione. Magari qualche anno fa intervenivo in quest'Aula con emozione perché ero appena arrivata, il primo anno, il secondo anno. Quest'anno, arrivata quasi a metà mandato, vorrei ancora intervenire con emozione, perché qualche tempo fa leggo sui giornali che finalmente il lavoro svolto qui dentro – in particolare il mio perché sono stata la prima a portare l'emendamento sull'addizionale IRPEF – forse aveva fatto breccia anche nel presidente Luca Zaia, che diceva che finalmente avremmo avuto 300 milioni di euro da poter investire su tutte le lacune che in Veneto ancora abbiamo e su cui negli anni passati abbiamo disquisito più volte.
Invece, oggi intervengo senza emozione, perché in qualche modo sono di fronte a un film di cui conosco già la fine, dopo il balletto che abbiamo visto con le associazioni di categoria e con i sindacati, dove non ci si è voluti prendere la responsabilità, probabilmente anche per alcune diatribe interne ai partiti, cosa che io non credo debba essere ciò che detta la linea a una pianificazione pluriennale della nostra Regione.
Quindi, oggi intervengo senza emozione, ma non per questo con meno decisione, anche perché ripensando agli anni scorsi ci sono stati dei momenti in cui, a forza di essere ostinati, qualche risultato si è portato a casa. Infatti – e lo ripeterò anche la settimana prossima in Consiglio – la cultura è stata l'unica voce di spesa, assieme alla sanità, che non ha avuto quel taglio lineare di altre voci di spesa, quando siamo entrati in bilancio. Quindi, vuol dire che se un Consigliere anche di opposizione si mette con ostinazione e concretezza a fare il proprio lavoro, qualcosa si porta a casa.
Reinterverrò dunque sull'addizionale IRPEF, sperando che il lavoro che si fa qui dentro valga qualcosa e che da quest'anno all'anno prossimo qualcosa si muova in questa direzione. Lo sto dicendo perché, nonostante il presidente Zaia avesse annunciato i 300 milioni come possibilità, l'anno scorso e anche l'anno precedente mi veniva detto che era assolutamente una pazzia introdurre il tema dell'addizionale IRPEF in quest'Aula, ma poi l'anno scorso c'era stata qualche apertura e si era detto che si sarebbe fatto uno studio. Ecco, entriamo un po' nel merito anche di questo punto. Infatti, come vedete dal primo emendamento che ho presentato oggi, a pagina 23, nel DEFR io vorrei comunque provare a inserire un punto fondamentale, quello di dire che la Regione del Veneto deve rimodulare in senso progressivo l'addizionale regionale IRPEF, chiedendo un contributo maggiore ai redditi più alti.
Cosa significa questo? Significa che sappiamo – e l'ha detto anche chi è intervenuto prima di me – che gli scaglioni sono cambiati, ma sappiamo anche che in questa Regione noi abbiamo solamente il 2,5% della popolazione che potrebbe essere, in qualche modo, preso in carico in questo contributo, che possiamo chiamarlo anche contributo di solidarietà, visto che è la parola che, credo, all'Assessore piace di più, perché l'aveva usata l'anno scorso, e solamente intervenendo su una fascia così ristretta noi potremmo raccogliere circa 130.000.000 di euro. I 300.000.0000 di proposta che voi avevate fatto, io penso, avrebbero evidentemente colpito anche delle fasce forse ancora troppo deboli: la classe media. Lo citava prima qualcuno che è intervenuto prima di me: non è detto che una persona che prende un certo reddito annuo, poi, avendo figli a carico, avendo i servizi che oggi costano di più in questa Regione, riesca, comunque, a non avere un impatto. Ma noi abbiamo in questa Regione – e lo dicono i dati – dei dati che parlano chiaro rispetto ad una fascia della popolazione dove un intervento non avrebbe, diciamo così, un impatto così grande, in termini di equità, anzi, avrebbe un impatto in termini di equità per tutti e non sarebbe iniquo per loro.
Di nuovo intervengo perché so che lavorando qui dentro con i dati, so che portando il dibattito qui dentro e fuori, dei risultati si possono ottenere e la risposta che mi verrà data agli emendamenti la settimana prossima: "Non abbiamo abbastanza fondi, per fare le cose che dobbiamo", io non la voglio più accettare. Non la voglio più accettare perché questa Regione deve essere una Regione, perché la raccontiamo così dentro il DEFR, che corre, che attrae, che è equa, lo si dice, ma poi in effetti non lo è, perché non siamo una Regione tax free e questo slogan, davvero, è uno slogan che confonde chi è fuori di qui, confonde i nostri concittadini quando si trovano a pagare in media un po' di più, anzi molto di più, per la retta dell'asilo nido. Stiamo parlando, ad esempio, in Veneto, che il costo mensile medio delle rette è di 351 euro, a fronte del fatto che altre Regioni pagano 300 euro in media, 50 euro in media in meno nelle altre Regioni rispetto al Veneto.
Se qui noi paghiamo di più per gli asili, se noi qui facciamo più fatica a trovare una casa, soprattutto in alcune città, come Venezia, se i giovani vengono impattati di più dalla crisi, noi non abbiamo, come Regione del Veneto, il dovere di pensare che i fondi, invece, vanno trovati come fanno le altre Regioni?
Io non voglio sempre citare l'Emilia-Romagna, non voglio sempre citare la Lombardia che uso perché è una Regione che ha lo stesso colore politico, ma qui dentro dobbiamo renderci ormai consapevoli del fatto che anche per chi governa non poter fare le cose non è positivo. E allora, dall'opposizione, io ho il dovere di dire in qualche modo a voi che credo stiate sbagliando, ma soprattutto fuori di qui, alle persone, che è una scelta politica quella di non prendere in carico una misura che potrebbe essere equa e non iniqua e che darebbe invece equità a tutti. Questa scelta farebbe in modo che anche le persone che oggi si trovano più a disagio potrebbero invece avere quei servizi allo stesso prezzo di altre Regioni e si potrebbero fare delle politiche di investimento, che tra l'altro chiedono non solo i sindacati ma anche le associazioni di categoria, che non erano contrarie all'addizionale IRPEF... oddio, non avevano neanche visto un documento, quindi si è fatto un passo indietro prima di vedere le carte, ma non erano assolutamente contrarie in maniera netta. Si poteva lavorare. La scelta politica è stata quella di non farlo. E allora l'opposizione, io credo, ha il dovere di dire fuori che non è che la scelta è stata: lasciamo i soldi in mano ai veneti. La scelta è stata: lasciamo i soldi in mano ad alcuni veneti per non rendere invece questa società più equa in un momento di crisi e dove la crisi che abbiamo di fronte porta le nostre famiglie, ad esempio, a non potersi più permettere la retta nelle RSA.
Non basta quel correttivo che voi avete fatto con l'emendamento di Giunta, non basta: andava fatta una scelta impopolare, forse, ma che quando si governa si ha la responsabilità di prendere. E credo che questo sia il punto da cui partire, perché è il punto a cui a caduta poi ci sentiremo dire ai vari emendamenti, sfogliando gli emendamenti in Ufficio di Presidenza: "No, non si può fare per mancanza di fondi". Ecco questo dato, questa risposta io non la voglio più accettare.
E andiamo però nel merito adesso un po' di questo Documento, perché prima di entrare in una pagina che vorrei farvi vedere proprio del DEFR, per capire qual è oggi una delle grandi urgenze che manca in questo Documento, andrei a citare anche qui alcuni dati che l'anno scorso avevo portato in discussione di bilancio per vedere se in questo anno, andando avanti così, si è fatto qualche miglioramento. Vi ricordate che avevo fatto, non era piaciuta a tutti, però, questa lista del Veneto come penultimo in alcune statistiche regionali? Ecco, il Veneto in realtà è ancora penultimo in tante statistiche regionali, nonostante appunto, anzi, forse proprio perché non abbiamo voluto l'anno scorso inserire una misura che ci avrebbe dato la dose booster, non è bello dirlo, ma la uso in questo momento, di economia che ci avrebbe permesso di investire su quello che è mancato. E quindi rimaniamo penultimi. Questo sarebbe stato un indicatore, al di là degli indicatori che avete messo nelle tabelle del DEFR, che ci avrebbe permesso di capire davvero se stiamo andando nella direzione giusta. Ad esempio sulla cultura, bene, non abbiamo tagliato il 20% come le altre voci, ma investiamo ancora la percentuale che avevamo investito l'anno scorso sul totale degli abitanti: 3 euro e mezzo. Sul lavoro: in Veneto un lavoratore prende in media 6.200 euro in meno dei lombardi con una differenza salariale del 15% tra Veneto e Lombardia e del 10% tra Veneto ed Emilia. I consultori: siamo ancora la penultima Regione per presenza di consultori rispetto alla capillarità del servizio sul territorio. Se guardiamo a questi dati, perché ovviamente quando si pongono degli indicatori, e lo so bene da ricercatrice, si fa anche una scelta su quali indicatori selezionare, ecco, se prendiamo questi indicatori vediamo che se noi l'anno scorso o addirittura l'anno prima, come proponeva quella pazza della consigliera Ostanel con la rimodulazione dell'IRPEF, noi avremmo avuto la possibilità di investire, oggi non saremmo qui, io ne sono certa.
Andiamo nel capitolo che invece volevo effettivamente citarvi. C'è una tabella che mi fa dire che oggi l'emergenza che abbiamo più forte all'interno di questo Documento, se vogliamo vedere il tema dell'equità, è il tema dei giovani e delle politiche giovanili. Parto da qui perché abbiamo fatto abbastanza rumore, io credo, sul tema delle borse di studio: in questa Regione, sappiamo da anni, mettiamo solo il 40% obbligatorio per legge a quel fondo che finanzia le borse di studio e abbiamo gli idonei non beneficiari. Siamo partiti da qui per raccontare una storia di giovani che definirei interrotti. Perché interrotti? Perché vengono all'università, si iscrivono, per avere la borsa di studio o per far domanda di borsa di studio devono avere un contratto firmato per la casa, iniziano a pagare delle spese e poi vedono che, pur essendo in graduatoria per quella borsa, sono non beneficiari. Quindi le loro famiglie si espongono per denaro, firmano un contratto e poi vengono a sapere che non sono idonei.
Questo accade a un ragazzo che arriva da un piccolo Comune del Veneto, viene da una famiglia povera che fa fatica a pagargli gli studi, ma questo accade anche alle ragazze iraniane che sono arrivate qui proprio perché avevano quella borsa di studio e oggi, visto che non hanno la borsa di studio e non hanno più un euro per stare qui e i loro genitori non riescono a inviare i soldi con i Money Transfer per la situazione che c'è nel proprio Paese, sarebbero costrette a tornare in una città e in un Paese in guerra. Noi vogliamo prenderci la responsabilità di avere degli idonei non beneficiari, indipendentemente dalla loro provenienza, e in particolare di rimandare delle persone, che sono scappate da un contesto di conflitto, a casa?
Parto da qui per raccontare la vita interrotta, appunto, come il tema della borsa di studio dei giovani, perché si vede abbastanza esplicitamente che nel DEFR, come nel bilancio economico, noi non abbiamo capito nulla dei giovani. Mi dispiace che nel suo libro recente – non l'ho ancora letto e non so se lo leggerò – il presidente Zaia ha dichiarato pubblicamente che i giovani devono essere al centro delle nostre politiche pubbliche. Io guardo il DEFR, vado agli obiettivi regionali sul tema delle politiche giovanili e vedo che, tra gli obiettivi strategici, noi abbiamo: promuovere la realizzazione dell'evento Olimpiadi 2026, valorizzare il patrimonio e l'economia della montagna, incentivare il turismo sostenibile e la diffusione della mobilità dolce e promuovere l'attività sportiva anche potenziando le infrastrutture sportive.
Ma qui dentro, rispetto al target giovani, la strategia e gli obiettivi prioritari sono quelli di far partecipare i giovani all'organizzazione dei Giochi Olimpici. La domanda qual è? È farli partecipare con l'alternanza scuola-lavoro ai Giochi Olimpici? Farli lavorare gratuitamente sull'evento dei Giochi Olimpici? Pensiamo che questa sia la strategia per rispondere a quei giovani, tralasciando il tema delle borse di studio?
Se andiamo a vedere l'indicatore che c'è nel DEFR, e credo che sia un dato sconcertante, vediamo che il tasso di sovraccarico del costo della casa costa più del 40% del reddito per le persone di tutte le età, ma per i giovani – questo dato qui non c'è, ma lo si trova facilmente anche da Istat – è molto di più del 40% del loro reddito: si paga la casa il 40% del proprio reddito e più. Quando si arriva a questo dato si chiama "emergenza abitativa", cioè il Veneto oggi è in emergenza abitativa, i giovani sono in doppia emergenza abitativa.
A fronte di questo dato su cui entrerò dopo, perché mi sto divertendo e mi sto emozionando e, quando ci si emoziona, si inizia a parlare e poi si va avanti. Quando abbiamo di fronte dei dati di questo tipo, che raccontano un'emergenza abitativa, in particolare per i giovani, io non posso accettare che ci sia una tabella, nel nostro Documento di programmazione, che riduce i giovani e le politiche giovanili – non c'è solo questo, ma gli altri sono simili – a dei soggetti che vengono presi e gli viene fatto fare un lavoro all'interno di un grande evento, che per loro sarà iperformativo. Ma davvero abbiamo questa come strategia per rispondere ai bisogni dei nostri giovani? Giovani interrotti, forse, è addirittura poco per descrivere la situazione di fronte alla quale noi oggi ci troviamo. Abbiamo fortemente disquisito in Commissione, ma anche in Consiglio, dei giovani che sono costretti ad andare via. Dico costretti, perché non solo i dati lo raccontano, ma credo che – l'ho detto varie volte – basta parlare con un proprio familiare, con un giovane, con una persona che magari voi conoscete, per sentire che la scelta di andare all'estero non è una scelta facile. Magari può essere una scelta facile quella di andare via per un periodo, come a me, io ho avuto l'opportunità di stare in Canada e di rientrare, ma perché l'Unione Europea ha investito su quella borsa di studio.
Se noi pensiamo che il giovane veneto abbia la possibilità e anzi sia anche giusto che vada fuori ad imparare, perché non viviamo in un mondo chiuso e si può emigrare, poi però questo veneto che emigra dovrebbe avere le possibilità di rientrare, se lo vuole. Questo è il punto. Io ho quasi la certezza, i dati lo dicono, si può anche fare un'indagine, ma in qualche modo lo sentite anche voi, che fa fatica un giovane veneto a rientrare nel nostro territorio, non solo perché c'è un problema Paese e non sono così naïf dal pensare che una Regione risolve i problemi dell'emigrazione giovanile, ma se noi guardiamo alla disparità salariale che ho raccontato prima sull'Emilia e sulla Lombardia, beh, voglio trovare un veneto che torna in Veneto e non va verso, ad esempio, la Lombardia, perché prende un salario così tanto più alto.
Allora, partiamo da questi ragionamenti. è chiaro che il saldo migratorio nel 2019 in Veneto è stato di 20.691 persone, contro, ad esempio, in Emilia 35.064. Più alto è questo saldo meno le persone stanno emigrando. Vuol dire che noi abbiamo un'emorragia. Tra l'altro, i dati che sono stati riportati da Fondazione Nord Est, che abbiamo disquisito in Commissione Sesta e che sono dei dati che poi sono stati rafforzati anche da altri studi, fanno vedere che noi stiamo perdendo in particolare quella fascia di giovani che sono i più formati; giovani che, formati grazie al sistema universitario ma anche delle imprese che fanno un lavoro di formazione iniziale dei giovani, per le motivazioni di cui abbiamo parlato prima, anche salariali, scelgono di andare via e faticano a rientrare.
Cosa si può fare su questo? Non è vero che non si può fare niente. Ci sono Regioni, ad esempio l'Emilia-Romagna – qui, sì, la cito – che sta progettando un piano specifico. Ma a cosa servirebbe l'addizionale IRPEF, che in questa Regione non c'è, per farlo? Servirebbero investimenti perché noi riusciamo a fare un piano per far rientrare davvero quei giovani talenti, quelle persone formate, per formare le quali abbiamo speso. Quindi, costi-benefici, forse non sarebbe così difficile farlo. Abbiamo speso per formarli, perché non farli rientrare? La Regione Emilia sta progettando e a breve avrà un intervento su questo tema, io credo che noi potremmo – ma per farlo dovremmo avere l'addizionale IRPEF – puntare agli stessi risultati.
E di nuovo, giovani e casa. C'è un emendamento a cui tengo molto, perché è facile parlare di diritto alla casa, ma poi andare a vedere le norme e verificare che ci sono cose che si possono fare anche in assenza di addizionale mi sembra abbastanza importante. Anzi, è abbastanza incredibile vedere come nel bilancio della Regione del Veneto 6 milioni entrino ogni anno dalle ATER per finanziare il nostro bilancio ordinario. Quello che noi oggi andiamo a discutere è un bilancio che viene anche valorizzato dal contributo delle ATER territoriali di 6 milioni di euro, in virtù di una norma che io credo la Regione del Veneto potrebbe modificare per lasciare quei 6 milioni direttamente alle ATER territoriali e per fare in modo che le ATER territoriali possano rigenerare tutto il patrimonio pubblico. Avremmo 6 milioni in meno l'anno prossimo, ma se facciamo finalmente l'addizionale IRPEF quei 6 milioni non sarebbero poi così tanti e non li staremmo togliendo dal nostro bilancio. Perché le ATER? Perché se andiamo a guardare le fasce più deboli della popolazione, che sono quelle più colpite dalla crisi, e i giovani, come prima provavo a raccontare, non è possibile che noi finanziamo altro con i fondi che arrivano dal valore locativo degli immobili delle ATER. Io trovo ingiusto che sia la casa pubblica a finanziare parte del nostro bilancio. Basta modificare quella norma.
Allora – concludo – vogliamo un Veneto che funziona solo per chi conta o vogliamo un Veneto che funziona per tutti? Perché il DEFR racconta di un Veneto che cresce, che si muove, che attrae, ma non attrae i giovani, li fa partire, quindi non è vero. Ma cresce per tutti? Dà benefici a tutti allo stesso modo? Io credo di no, e non lo dico io, lo dicono i dati.
Ci sono dei temi fondamentali presenti in questa Regione che parlano di diseguaglianze non solo sociali, ma territoriali. A seconda di dove vivi, cambia come puoi vivere, e se noi partiamo da qui, è ovvio che una misura di equità va inserita. E non credo che avere delle opposizioni interne ai partiti che vi rappresentano sia la motivazione per tornare indietro da un'apertura che era stata fatta.
Non è possibile vedere – e chiudo di nuovo sull'addizionale, perché per me è il tema – sui giornali una proposta, convocare le categorie e non vedere i documenti (non solo non li hanno visti le categorie, ma non li abbiamo visti neanche noi) su cui poter dire se siamo d'accordo, se siamo contrari oppure "miglioriamola, cambiamo le aliquote, così si colpisce troppo la classe media, colpiamo solo le persone che hanno di più". Questa discussione perché non l'abbiamo fatta partire? Perché avete scelto di non farla partire? Se questa misura non viene fatta... Sono due anni che porto questo tema qui dentro e ci sarà anche i prossimi, non vi preoccupate, perché ci credo. Se noi facessimo questo, riusciremmo ad avere tutti i capitoli del DEFR – che vanno bene, non stiamo qui a parlare dell'indice – che hanno la stessa dignità, indipendentemente da dove sei nato.
Se questo è l'obiettivo che condividiamo, a me sembra – e lo dico anche leggendo alcune dichiarazioni di colleghi qui presenti, ma anche ascoltando il Presidente quando presenta il suo libro, che adesso è diventato l'unico modo per ascoltare cosa ne pensa, visto che qui non lo vediamo mai – che se davvero il tema è che, indipendentemente se cresci in un piccolo Comune del Veneto, se cresci in montagna, se vieni da una famiglia di mezzadri, tu hai le stesse opportunità del figlio del proprietario terriero, se vogliamo partire da qui, dal nostro modello veneto, dalla nostra città diffusa, dal fatto che qui esiste la campagna, allora bisogna dare la stessa opportunità a chi ha meno e a chi fa più fatica, anche a seconda di dove vive e dove è nato.
Allora, se noi abbiamo questo obiettivo, non è possibile che si continui a interrompere – quest'anno è stato interrotto – un dibattito sull'addizionale IRPEF che potrebbe risolvere davvero quella grande richiesta che è arrivata, in particolare, dai sindacati, che qui abbiamo visto, di avere non tanto grandi opere pubbliche, ma una grande opera sociale.
Spero di sentire dall'assessore Calzavara non la risposta dell'anno scorso – stiamo facendo uno studio – ma questa: abbiamo fatto lo studio e abbiamo deciso che modifichiamo il Documento di Economia e Finanza oggi e inseriamo un emendamento la settimana prossima che finalmente porti a non avere un Veneto interrotto.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Sospendiamo i lavori d'Aula. Riprenderemo alle ore 14.30.
 
La Seduta è sospesa alle ore 13.10
 
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
 
La Seduta riprende alle ore 14.54

PRESIDENTE

Colleghi, accomodiamoci.
Intanto ringrazio gli Assessori che già stanno guardando il primo fascicolo di emendamenti.
Il relatore c'è, l'Assessore anche.
Riprendiamo i lavori.
Ha chiesto la parola il collega Lorenzoni. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Grazie anche agli Assessori che sono presenti e che con la loro presenza nobilitano la discussione in questo Consiglio.
Mi rammarica che invece in questi due anni e due mesi di Consiliatura il Presidente l'abbiamo visto solo due volte, in occasione della nomina della Giunta e in occasione della nomina dei delegati per l'elezione del Presidente della Repubblica. Non l'abbiamo mai più visto, e mi dispiace, perché io ritengo che questa sia l'occasione per delineare quelle che sono le strategie della politica, le direttrici lungo cui poter far crescere questa Regione. Il fatto che lui non ritenga di dover essere presente mi dispiace come cittadino, ma mi auguro che gli stimoli che cerchiamo di dare tramite i colleghi presenti possano arrivare e possano in qualche maniera incidere.
È significativo, secondo me, quello che stiamo discutendo. Il Documento di oltre 400 pagine è un documento corposo, è un documento importante, a cui secondo me manca, però, il riassunto, il sommario in cui individuare quali siano le linee di crescita. È anche significativo, secondo me, che sono stati presentati mi pare 320 emendamenti, nessuno da parte dei colleghi della maggioranza. Questo è un dispiacere, perché possiamo discutere ma io credo che un po' di confronto sia salutare, sia positivo e non possa che portare beneficio alle scelte che vengono prese nell'interesse dei nostri cittadini.
Allora, rivolgo una raccomandazione ai colleghi della maggioranza: non limitatevi a premere i bottoni, siate parte attiva in questo processo di confronto, perché io credo che ci sia solo da guadagnarne.
Vengo a quella che è l'impostazione del Documento, che secondo me ha dei limiti abbastanza forti. Cerco di motivare questo mio atteggiamento critico nei confronti del Documento, che ci presenta una serie di dati importanti. Mi piace la presentazione con le frecce verdi, gialle e rosse, che mostrano come gli indicatori siano in progressione, stabili o in peggioramento, con una netta prevalenza delle frecce verdi. È interessante, perché mostra, appunto, come la nostra Regione performi bene da molti punti di vista.
Però, io credo che questa narrazione del Veneto vincente, Veneto eccellente, Veneto attraente, Veneto sostenibile abbia anche un limite: dirci sempre "che bravi che siamo, stiamo andando benissimo", quando ci sono dei segnali che invece sono chiaramente critici, da alcuni punti di vista, credo che non faccia il bene delle scelte che si vanno a compiere.
Desidero dunque riportare altri dati, che ho preso dall'Ufficio studi della CGIA di Mestre, che ritengo sia un soggetto credibile, che mostrano come questi ultimi anni della Regione Veneto siano stati degli anni faticosi. Ve li cito perché sono dati significativi, secondo me.
Sull'andamento del PIL, il Veneto nel periodo 2007-2019 ha avuto una contrazione dell'1,6%. Io credo che ci si debba confrontare con gli altri soggetti che, dal punto di vista del sistema economico, sono in qualche maniera nostri concorrenti. Penso che Lombardia, Emilia- Romagna e Trentino-Alto Adige siano i nostri vicini più prossimi. Ecco, Lombardia +3,1%, Emilia +0,2%, Trento +6,1%. Di fronte all'1,6% di variazione del Veneto, significa che la forbice si allarga nel tempo.
Noi dobbiamo intervenire su questi processi se non vogliamo finire alla periferia. Ma non è l'unico indicatore che, secondo me, è critico. Ne cito un altro, quello dell'export. L'export è uno degli orgogli del Veneto e infatti tra il 2007 e il 2019 c'è stata una crescita del 14,8%. Dato che sembra ragguardevole, ma l'Italia è cresciuta del 18,4%, l'Emilia del 28%, il Trentino-Alto Adige del 31%. Voi capite che questi indicatori, dal punto di vista economico, rappresentano una realtà che ha bisogno di uno stimolo, di un cambio di direzione, altrimenti veramente rischiamo di peggiorare il nostro stato di benessere, anzi lo stiamo peggiorando.
Per quanto riguarda i dati sui consumi delle famiglie, nel 2007 il Veneto era primo per consumi, oggi è ottavo. Con 2.563 euro al mese per famiglia, è dietro il Trentino-Alto Adige (2.950 euro), dietro la Lombardia (2.904 euro), dietro la Valle d'Aosta, dietro il Lazio, dietro l'Emilia-Romagna, dietro la Toscana, dietro il Friuli Venezia Giulia.
Questi indicatori sono indicatori che fanno emergere una situazione, dal punto di vista economico, di forte criticità. Ma guardiamo il dato sugli occupati. Il Veneto, 2007-2021, - 0,6; l'Emilia + 2,8; la Lombardia + 2,6; il Trentino-Alto Adige + 7,7.
Allora, per prendere le decisioni utili ai cittadini che stiamo amministrando, dobbiamo avere consapevolezza e lucidità nell'analizzare i dati, perché se ci diciamo che siamo sempre bravi rischiamo di continuare come se tutto fosse a posto e di non dare le risposte che servono.
Ma anche il dato demografico è critico. Rispetto ad otto anni fa, la popolazione in Veneto si è ridotta dell'1%: 51.000 residenti in meno. Attenzione, in Emilia-Romagna è stabile, in Lombardia è cresciuta, nonostante il Covid, la popolazione. I sistemi economici che ci stanno vicino performano molto meglio. Attenzione, la contrazione della popolazione è stata soprattutto, negli ultimi otto anni, nella fascia 25-44 anni: - 17% (e +20% negli ultraottantenni).
È chiaro che questo è il rovesciamento della piramide demografica, con tutta una serie di criticità, ma dobbiamo farci carico di questa cosa, non dobbiamo far finta di niente, altrimenti non diamo le risposte.
C'è un altro indicatore che io voglio portare oggi e che è altrettanto critico, ed è una classifica sulle start-up italiane da seguire, secondo il "Financial Times", nel 2022: ne hanno identificate 83 in Italia, di queste nessuna in Veneto. Non c'è una start-up che, secondo uno degli osservatori privilegiati a livello internazionale, merita di essere seguita nel Veneto.
Credo che questi segnali siano veramente, oltre l'emergenza, segnali di criticità importanti. Penso che il Documento che ci è stato proposto in approvazione non dia delle risposte, da questo punto di vista. È un Documento assolutamente in linea con quello che è il passato. Sembra che non stiamo vivendo un'inflazione oltre il 10%, che non stiamo vivendo la decuplicazione dei prezzi dell'energia, tra il 2021 e il 2022. Il prezzo del gas è passato da 20, era andato a 380, adesso è tornato a 140 euro. Non c'è traccia di questo elemento di criticità nel Documento.
Allora, dispiace vedere che il Documento, che pure è scritto con garbo e ha una serie di cose condivisibili, è però troppo vago. Cito alcuni degli obiettivi: "Incrementare la diffusione della pratica sportiva". Chi è che non è d'accordo? Ma che significa? Che significa questo? Oppure, nell'ambito dell'Urbanistica e assetto del territorio, "promuovere politiche mirate ad incentivare la realizzazione di lavori pubblici che garantiscano un tempestivo affidamento e una ristretta tempistica in esecuzione". Chi non è d'accordo su questo? Ma che significa questo? Stiamo parlando del nulla, e dispiace vedere che ci si limita a degli indicatori così vaghi e così poco misurabili, perché è una scelta strategica quella di mettere obiettivi non misurabili. Chi è che può dire che non è stato raggiunto l'obiettivo? Nessuno lo potrà dire.
Ma faccio altri esempi. Nell'ambito dello sviluppo sostenibile, uno degli ambiti su cui stiamo vivendo delle criticità importantissime, come società italiana, come società europea, come mondo, "valorizzare e salvaguardare il territorio e le aree silvo-pastorali". Più ovvietà di questa io non lo so se c'è, ma posso continuare. Sulla difesa del suolo, "tutelare il territorio e la risorsa idrica".
Questi sono gli obiettivi programmatici della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale. È bene che i cittadini del Veneto sappiano che ci mettiamo degli obiettivi che, se li facciamo fare a qualsiasi cittadino, penso che riuscirebbe ad essere più ficcante di quanto non sia questo Documento.
Andando sui diritti sociali, le politiche sociali della famiglia, un altro ambito dove stiamo vivendo delle criticità veramente pressanti, l'obiettivo è "promuovere azioni di contrasto alla povertà". Non lo so. Sullo sviluppo economico siamo molto più efficaci, "favorire l'attrazione degli investimenti". Chi è che non vuole favorire l'attrazione degli investimenti? Ma dove sono le scelte in campo economico, in campo sociale, in campo ambientale di questo Documento? Non ci sono. È questo che voglio portare all'attenzione di quest'Aula e all'attenzione di tutti. Guardate, se non c'è una lucida analisi di quelli che sono i limiti delle politiche attuali, perché c'è sempre da migliorare, non riusciamo a indirizzare le azioni in maniera efficace.
Per questo il mio giudizio sul Documento è severo, è assolutamente severo. Dei 320 emendamenti possiamo anche approvarne 319, e sicuramente si andrà a migliorare il testo, ma rimane il fatto che il timone non si vede e gli effetti di questa scelta di non decidere e di lasciare che il territorio si amministri come si sta facendo da 15 anni in questa Regione e forse anche da più tempo, sono evidenti dagli indicatori che ho citato. Io non voglio vedere ancora peggiorare gli indicatori demografici, gli indicatori economici, gli indicatori ambientali. Non lo meritano i cittadini del Veneto.
Avrei veramente gradito una discussione su alcuni dei punti, su delle scelte qualificanti che questo Documento poteva e doveva fare, dal mio punto di vista, e non fa. A leggere il Documento – sono andato a vedere – dove trattiamo il tema dell'inflazione? Siamo arrivati ai livelli di inflazione del 1984, cosa che io pensavo di aver visto da ragazzino e poi di non dover mai più vedere. Forse vedremo ancora i miniassegni, e chi è più vecchio se li ricorda. Insomma, torniamo a quell'economia.
Eppure, in questo Documento, che delinea il prossimo triennio 2023-2025, dove sono delle risposte efficaci a queste forti pressioni che riceve il nostro sistema economico? Non le vedo. Di inflazione, come dicevo, si parla nella relazione introduttiva del contesto, ma non c'è nessuna azione che dà delle risposte da questo punto di vista.
Sul tema dell'energia – c'è l'assessore Marcato – sono felice che finalmente sia in elaborazione il Piano energetico regionale. Siamo l'unica Regione che non ce l'ha, caspita, anche un po' di orgoglio! Non ce l'abbiamo, non è mai stato approvato dal Consiglio un Piano energetico regionale, addirittura da prima di Galan. Nel 2005 ne è stato approvato uno dalla Giunta, ma non dal Consiglio, nel 2017... Il Consiglio non lo ha mai approvato. Sono stati approvati dalla Giunta nel 2005 o 2006 e nel 2012, ma non dal Consiglio. E questo credo che sia un elemento di debolezza.
Bene che si sia presa in mano la questione, perché essere gli ultimi della classe non piace a nessuno, ma qui dobbiamo identificare delle strategie che siano chiare da questo punto di vista. Abbiamo le aziende e le Amministrazioni che non sono in grado di pagare le bollette per il 2022, e che cosa c'è qui in termini di investimenti infrastrutturali? Aspettiamo i fondi del PNRR, dall'Europa? Ma guardate che sono azioni che possiamo permetterci da noi!
Il debito che può autorizzare la Regione stessa rientra in meno di tre anni se si fanno gli impianti fotovoltaici per alimentare le strutture ospedaliere, come ho proposto lo scorso anno e come riproporrò quest'anno, perché è una misura di buonsenso, a rischio bassissimo, che ci consente di liberare risorse per la sanità, ma per l'Amministrazione in generale. Invece, di questa capacità propositiva, di questa interpretazione del momento che stiamo vivendo non c'è nulla nel Documento.
Allora non può che essere severo il giudizio, non possiamo assecondare un Documento che semplicemente interpola quello che è successo negli anni passati. Non possiamo più interpolare il passato. Non è sufficiente. È come, l'ho già detto in quest'Aula, guidare con gli specchietti retrovisori. Dobbiamo guardare avanti. Il mondo sta cambiando in maniera profonda e noi siamo fermi.
Pensare che i processi evolvano da soli, che non sia necessario un intervento da parte di questo Consiglio per orientare le scelte... Tante cose sono già state dette dai colleghi negli interventi che mi hanno preceduto, però, margini per dare risposte ai bisogni che crescono ci sono: i bisogni dell'assistenza alla popolazione anziana, dell'assistenza alla popolazione disabile, dell'assistenza al territorio, all'ambiente.
Io credo che su questo possiamo e dobbiamo fare qualcosa.
Lavorare per mini variazioni marginali rispetto a quello abbiamo fatto nel passato vuol dire continuare in una strada che non porta alla prosperità questa Regione. Per cui io faccio, veramente, un invito agli Assessori presenti, anche al Presidente, che pur non presente, mi auguro segua i nostri lavori e riceva degli stimoli, perché non credo che il Veneto meriti di vedere allargarsi quella forbice in campo economico, in campo sociale, con gli indicatori che ho preso dalla CGIA di Mestre, quindi non sono indicatori miei, ma che sono eloquenti nel descrivere come questa Regione abbia un passo diverso dalle Regioni vicine.
Io non voglio che i miei figli rimangano fuori dal Veneto, non voglio che gran parte dei loro amici vadano a lavorare anche nelle Regioni attigue. Voglio, invece, che i figli degli amici milanesi vengano a Padova, vengano a Venezia, vengano a Verona a lavorare. Io credo che per fare questo serva un cambio di passo, che non c'è in questo Documento.
Per cui, colleghi della maggioranza, mettete mano anche voi a un po' di emendamenti. Cercate di dare un po' di sprint, un po' di vigore a questa manovra economica, perché sennò condanniamo i nostri cittadini a rimanere nella parte bassa della forbice e non lo meritano.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Avete ricevuto tutti i quattro fascicoli degli emendamenti che ci serviranno oggi e domani.
Il quarto è in distribuzione adesso. Teneteli senza far confusione o disperderli, perché serviranno tra oggi e domani per le votazioni.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Devo dire che questa è una legislatura abbastanza sfortunata, lo dico in particolar modo ai colleghi che magari son qua da più tempo, perché è una legislatura che è nata sotto il segno della pandemia e con le vite di tante cittadine e tanti cittadini travolti prima dalla malattia e poi anche dalle restrizioni e che oggi deve fare i conti con un fatto nuovo, inedito, gravemente inedito della storia europea e cioè l'invasione della Russia di Putin dell'Ucraina.
Questo è un fatto che non solo ci tocca da vicino perché riguarda il nostro continente, ma ci tocca da vicino perché direttamente o indirettamente ha degli effetti pesantissimi sulla nostra economia e dunque anche sulla nostra società: la spinta inflazionistica, il rischio recessione a cui sono esposti il Paese e l'Europa, il rallentamento di una crescita che pareva invece destinata a migliorare nel corso dell'anno e di conseguenza anche la crisi sociale che sta attraversando il nostro Paese. Sono tutti elementi che incidono in maniera pesante rispetto alla capacità che le politiche hanno di corrispondere a delle necessità antiche e nuove, ed è evidente che la nostra Regione, per quanto abbia dimostrato nel tempo una capacità di reazione significativa, non si può considerare isolata rispetto ai fenomeni di cui stiamo discutendo.
Questa nuova crisi, che ci spinge e ci spingerà purtroppo inevitabilmente verso la recessione, arriva quando l'Italia e il Veneto ancora non avevano recuperato gli effetti e le conseguenze dell'altra crisi grave, quella del 2008, e noi abbiamo raccontato il Veneto dal 2008 ad oggi, in particolare negli anni duri della pandemia, come una realtà resiliente e capace, per una serie di caratteristiche e specificità tipiche del nostro tessuto produttivo e del nostro tessuto sociale. Lo abbiamo definito come un territorio resiliente che è stato capace di adattarsi e di rispondere meglio e più velocemente di altri alle nuove emergenze.
E allora io mi chiedo se di fronte ad un territorio eccellente, che ha subito i colpi di cui stiamo parlando e che ha reagito in maniera resiliente, le politiche regionali che ci proponete siano altrettanto resilienti, cioè siano capaci di adattarsi, leggere, analizzare il contesto e adeguarsi, governare il cambiamento in corso. Ora, a differenza di ciò che avvenne nella crisi del 2008, noi stiamo affrontando la crisi post pandemia prima e la crisi economica di oggi avendo qualche elemento in più di sicurezza.
I Governi precedenti, malgrado le difficoltà enormi, hanno comunque costruito delle politiche anche grazie al cambiamento di impostazione delle Istituzioni comunitarie che hanno superato la fase dell'austerity e quindi hanno consentito anche attraverso la proposizione del Next Generation EU di costruire delle politiche di debito comune che hanno consentito ai Paesi europei e italiani di non rimanere fermi di fronte alla crisi.
Dopo il 2008, con la crisi che cominciò negli Stati Uniti, l'Europa e l'Italia furono travolte da una perdita di competitività, perdita di produttività, perdita di posti di lavoro che ancora oggi stiamo pagando. Dal 2020 ad oggi invece, grazie alle politiche espansive dell'Europa e del Governo, noi arriviamo all'inizio di questa crisi economica e sociale con i fondamentali ancora solidi, ancora stabili, mai come in questa Regione, e dunque ci troviamo con un'economia reale che non ha ancora pagato il conto delle crisi appena passate e ci arriviamo con i livelli occupazionali, con i livelli di capacità produttiva e anche con il livello di reddito messo al riparo grazie alle politiche pubbliche di debito messe in campo dai Governi precedenti.
È chiaro però che non possiamo negare che, malgrado i fondamentali siano stati garantiti, ripeto, da politiche espansive nazionali, il contesto nel quale noi dovremmo organizzare le nostre politiche regionali nel 2023 è profondamente cambiato rispetto a quello di soltanto qualche anno fa. Aggiungo qualche elemento di riflessione. L'aumento dei tassi d'interesse suggerisce politiche di ricorso al debito pubblico più prudenti e dunque è difficile ipotizzare che il nuovo Governo possa esercitare un ricorso al debito imponente, come hanno fatto i Governi precedenti.
Un altro elemento è quello che a me sembra un'Europa meno convinta della socializzazione e delle difficoltà nel continente e anche questo è un elemento che dobbiamo tenere conto per mettere in preventivo quale sarà la risposta europea e nazionale a questa crisi.
E devo dire che è anche cambiato il Governo rispetto alla compagine che ha guidato l'Italia attraverso la pandemia. Il cambio di rotta si è visto già, si vede già, ovviamente di rotta politica. Si vede già dalla prima proposta di legge di bilancio, c'è una differenza sostanziale tra le finanziarie nazionali approvate dal Governo Conte II, dal Governo Draghi e quella proposta dal Governo Meloni, che è una proposta politica fortemente caratterizzata da una matrice ideologica di destra o di centrodestra, che interviene sulle politiche fiscali a vantaggio dei redditi più alti, che interviene sulle pensioni in maniera discriminatoria, ad esempio nei confronti delle donne, che non è in grado di dare risposte prolungate nel tempo a famiglie e imprese, che hanno a che fare con i costi energetici.
È cambiato il mondo, intendo dire, negli ultimi mesi e ora è incredibile pensare che, di fronte a questo cambiamento globale, economico e sociale delle Istituzioni comunitarie e anche del Governo nazionale, l'unica cosa che non cambi siano le politiche della Regione del Veneto; cambiano la prospettiva nazionale e quella internazionale e non possono non cambiare obiettivi, priorità e, dunque, scelte strategiche.
Io credo che noi dovremmo ragionare attorno a tre questioni fondamentali: la prima è come affrontare il rischio della recessione e contrastare, per quanto nelle nostre possibilità, la spinta inflazionistica. Ricordo che l'inflazione – cito le parole del presidente Zaia – è la tassa più iniqua di tutte, perché colpisce principalmente i redditi fissi e le pensioni e colpisce di più chi ha meno, tipo la flat tax, insomma. L'inflazione è la flat tax dei mercati e noi dovremmo capire come contrastare non solo la flat tax, ma anche l'inflazione.
Secondo obiettivo che dovremmo porci, proprio in una fase storica in cui si ampliano i divari sociali, economici e territoriali, è come contrastare e ridurre le distanze tra persone, tra territori, tra cittadini, tra cittadini e Istituzioni.
Infine, proprio perché dalle grandi crisi esce rafforzato solo chi ha gambe, dobbiamo decidere come investire sul futuro, cioè come costruire le condizioni perché, in questa situazione, in questo contesto, riusciamo a far valere, anziché disperdere, finalmente quelle eccellenze di cui avete tanto parlato, ma che non mi sembrano oggi messe nelle condizioni di tornare, appunto, ad eccellere.
E dovremmo farlo con l'ausilio di due grandi novità, perché ho citato solo un po' di sfighe, ma citiamo anche qualcosa di utile, due grandi strumenti rispetto ai quali, invece, non intravedo dentro la programmazione regionale un incrocio di quelle tre direttive di cui vi ho parlato: uno è il PNRR, cioè come e se noi siamo in grado o saremo in grado di utilizzare questa grandissima opportunità per migliorare la Regione del Veneto nel suo complesso, cioè se saremo in grado di uscire da quella logica per cui arrivano, finalmente, i soldi per fare le cose che avremmo voluto fare da vent'anni a questa parte e non siamo stati capaci di fare perché non avevamo, appunto, le risorse o se, invece, diventa un'occasione strategica per rilanciare non quel territorio o quell'impresa, ma l'idea di una comunità coesa che si unisce, appunto, attorno a un progetto di rilancio.
Poi, abbiamo quest'anno anche la nuova programmazione europea. Già questo dovrebbe essere l'argomento attorno a cui il DEFR di quest'anno dovrebbe essere completamente diverso da quello dell'anno scorso. Cambiano le quantità, cambiano, in parte, anche alcune finalità dei fondi comunitari. Com'è possibile che, nell'impegno della Regione del Veneto, sull'utilizzo di quelle risorse, ci sia un copia-incolla rispetto al DEFR dell'anno scorso?
Tra l'altro, do un suggerimento: se vogliamo fare un copia incolla del DEFR dell'anno scorso, almeno fate un copia-incolla dall'ultima versione che è uscita dal Consiglio, così ci risparmiate la fatica di dover presentare gli emendamenti uguali a quelli dell'anno scorso, che ci avete approvato, ma che nel copia-incolla non hanno trovato soluzione.
Copiatelo da almeno quello che esce dal Consiglio. Ci risparmiate anche un po' di fatica. Insomma, dicevo, affrontare la crisi economica, ridurre i divari, investire sul futuro, in base a come noi, concretamente, componiamo questi tre obiettivi. Definiamo anche l'idea che abbiamo di società. Quando io dico, ad esempio, che la flat tax è una forma di tassazione iniqua perché fa uno sconto fiscale a chi ha di più e non a chi ha di meno: sto esprimendo un'idea di società. Quando io dico di mettere l'addizionale IRPEF progressiva, dico che chi ha di più paga di più. è un'idea diversa di società.
Nel momento in cui noi non diciamo né l'una, né l'altra, non riusciamo neanche a capire qual è l'idea di società che abbiamo in mente, attraverso queste scelte che sono ancora più complicate, rese ancora più complicate dalla scarsità delle risorse economiche disponibili. Ce lo ricordava qualche Assessore durante le audizioni in Commissione Bilancio: vorremmo fare tutto, ma non ci sono abbastanza risorse. Proprio perché non potete fare tutto, anzi, perché avete deciso di non poter fare tutto, perché avete deciso di avere risorse limitate, le scelte diventano strategiche e non si può pensare che le poche risorse che abbiamo vengano, semplicemente, distribuite neanche tra le missioni, tra gli Assessori percentualmente in base al peso politico dei referati.
Io non uso neanche l'argomento che ci sono i conti in ordine, ne parleremo la prossima volta quando discuteremo del bilancio. Io dico che i contenuti di questo Documento di economia e finanza non sono in ordine, perché non c'è una rendicontazione di quali risorse disponibili abbiamo e non c'è una classifica delle scelte e delle priorità che vogliamo mettere in campo.
Avevamo, secondo me, anche un'altra opportunità da provare a percorrere in quest'anno così complicato, dove si incrocia la coda della pandemia e si apre la fase della recessione.
Se avessimo avuto la capacità, se aveste avuto la capacità di mettere in campo un'idea di società, attorno a quella avreste provato o dovuto provare a chiamare a raccolta una comunità attorno ad una responsabilità collettiva.
Il consigliere Pan un giorno ha detto: "quando non ce la facciamo, non ce la si fa più, si stringe la cinghia". Ma stringiamola tutti insieme. Costruiamo un'idea, mettiamo in comunione una proposta. Abbiamo il coraggio di dire dei no perché siamo convinti dei sì che diciamo. Invece avete scelto senza visione, senza coraggio e senza un progetto collettivo, di riprendere, di ripetere e di riproporre la medesima ricetta che, nel tentativo di accontentare tutti, finisce per non accontentare nessuno.
Perché siamo arrivati qui? Vi dico la mia idea. Io penso che per fare questo, per fare un Documento in cui emerga un'idea chiara di società, per avere il coraggio attorno a quell'idea di fare una chiamata alla responsabilità collettiva, per rendere quell'idea di società condivisa serve una leadership, singola o collettiva, ma serve una figura che sia in grado di incarnare un'idea, attorno a quell'idea di costruire delle politiche e, sulla base di quelle politiche, governare la società.
Certo, la nostra Regione ha una leadership fortissima in termini di consenso, questo è chiaro, ce lo ricordate ogni volta, ma mi chiedo se a quella quantità di consenso esercitata dal nostro Presidente corrisponda anche una capacità di mettere quel consenso a servizio della politica. Invece, è un consenso di una persona che domani non ci sarà più qua. Ci è stato poco, in realtà, ma non ci sarà più e quel consenso non ci sarà più per nessuno, perché è costruito su una persona e non su una idea di società. Questo lo sapete voi quanto lo sappiamo noi, perché le idee di società, le visioni, i progetti non si costruiscono soltanto dentro le urne, ma si costruiscono insieme alle persone.
Questa leadership, che in realtà si riduce al consenso senza contenuto, è fondata anche su una serie di contraddizioni che nel momento in cui quella leadership non ci sarà più esploderanno, colleghe e colleghi. Vi faccio alcuni esempi. Il consenso che la leadership ha costruito attorno al tema dell'autonomia, nel momento in cui, dopo tutti questi anni, questa autonomia non si è realizzata, quanto durerà ancora? Io lo so che adesso mi direte che questo è l'anno buono, stavolta si fa. Sono cinque anni che ripetete queste cose, ma quella leadership ha già fatto i conti. Sarete voi a dovervi far carico del fallimento di una proposta di autonomia che non è percorribile così come è stata costruita in questi dieci anni. Lo sapete benissimo anche voi. è venuto il Ministro delle riforme a spiegarcelo in Veneto.
L'altra contraddizione è che proprio in virtù di quell'autonomia non si spiega come la Regione del Veneto continui a chiedere aiuto a Roma. Vi poniamo dei problemi sulla sanità? È colpa di Roma che non ci dà i soldi, che sbaglia la programmazione. Guardo l'assessore Lanzarin. Apro una parentesi. Le borse di formazione dei medici di Medicina generale, il numero non lo decide Roma, lo decidono le Regioni. Sì, invece, Assessore. Mi risponderà dopo.
Sul trasporto pubblico locale è un disastro. Roma non ci dà le risorse. Siamo l'unica Regione che non aggiunge un euro al Fondo nazionale trasporto pubblico locale. Sono i capitoli del DEFR.
Capitolo Sanità: "Il Governo deve darci più soldi". Poi va a governare la Lega e Fratelli d'Italia e il Fondo nazionale sanità viene tagliato. Trasporto Pubblico Locale. Ci sono un sacco di problemi. Prime pagine del DEFR: "Vogliamo più soldi da Roma". Non mi risulta che in questa legge di bilancio ci sia un euro in più nel trasporto pubblico locale. Investimenti per la Regione: "Chiediamo al Governo di investire sul nostro territorio".
Non funziona così, non esiste, non si regge un sistema economico come quello veneto. Funziona finché al Governo non ci siete voi, ma quando siete anche al Governo e presentate una manovra di bilancio come quella che è stata presentata dalla presidente Meloni, non regge questa discussione, non regge più, come non regge – mi dispiace che non ci sia, ci sarà la settimana prossima e glielo diremo – la scusa che basteranno le risorse del Governo per far fronte al caro bollette di questa Regione, perché lo sapete anche voi che nella manovra di bilancio della Meloni le risorse bastano per il primo trimestre, i primi tre mesi, ad aprile, se tutto va bene, arriviamo. E dopo? E dopo questa Regione cosa fa, quando non arriva il Governo a farci gli sconti in bolletta per le famiglie e per le imprese? Ve lo siete chiesto? Chiedetevelo. Iniziate a chiedervelo.
Penso che sia maturo il tempo per cui non ci si possa più accontentare di una semplice leadership elettorale, che guadagna un sacco di diritti d'autore dei libri, ma dentro quei libri non c'è mica scritto che idea c'è per la società veneta. Non c'è mica scritto. Dovrebbe esserci scritto nei documenti di programmazione economica e finanziaria.
Non siamo stati in grado, in questi anni, di mettere in campo, di essere leader in Italia su un programma e su una proposta. Siamo stati incapaci, ad esempio, quest'anno, di avere il coraggio di introdurre l'addizionale IRPEF. Lo sapete anche voi che con 60 milioni di risorse libere non saremo in grado – e guardo i tre Assessori presenti – di rispondere alle necessità dell'ambito socio-sanitario. Non ce la può fare, Assessore, neanche se è Superman. Non saremo in grado – guardo l'assessore Bottacin – di rispondere alle emergenze climatiche e al dissesto idrogeologico.
Lo sapete anche voi che è impossibile. Ormai non avete neanche più l'illusione che ci pensi Giorgia Meloni a risolvere i problemi al posto vostro. Eppure nessuno di voi, Assessori, nessuno di voi, Consiglieri regionali di maggioranza, ha avuto il coraggio di porre questo tema, di dire come rispondiamo alle famiglie che non hanno le risorse per pagare l'aumento delle rette delle case di riposo. Scrivono a noi, ma scriveranno anche a voi. Così come sulle borse di studio, sui trasporti che non ci sono, gli alloggi, la residenza pubblica. Come fate? Come farete a rispondere? E finisce. Finisce la fase in cui basta vedere la faccia di Zaia e dargli tre voti per risolvere i problemi. È finita, perché son finiti i soldi ed è finita anche la capacità propulsiva che questa Regione ha avuto negli ultimi decenni di fare da sé, anche senza di voi. Non ce la può più fare. Non ce la possono fare le imprese. Troppo piccole.
È andato via l'assessore Marcato, ma questa retorica del piccolo è bello ce l'ha in testa solo lui, perché neppure Confindustria si riconosce più in quella lettura, tant'è che costruisce un'unica Confindustria regionale. Sapete perché? Perché la Confindustria del Veneto, che sommerà tutte le sette Confindustrie provinciali, andrà a Roma e conterà, perché sarà la seconda Confindustria Federazione più grande. È quello che non sappiamo fare noi, perché non abbiamo soltanto la mancanza di un progetto per il Veneto. Noi non abbiamo un progetto del Veneto per l'Italia, perché siamo nella logica dell'isolazionismo, di fare bene per noi e questo non ci consente di contare nei tavoli dove si decide. Lì non ci siamo, perché non abbiamo un'idea, non tanto di cosa può fare l'Italia per il Veneto, ma di cosa può fare il Veneto per l'Italia. Qual è il servizio che noi facciamo? Qual è l'idea di società che noi vogliamo esportare? "Si arrangia, intanto ti arrangi tu" (tradotto da espressione dialettale), perché non ti danno una lira. Non te la danno più.

PRESIDENTE

Lasciamo parlare la collega, per favore.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Citerò solo quattro questioni, delle tantissime contenute nel DEFR.
La prima è la cosiddetta questione sociale. Guardo l'assessore Lanzarin, naturalmente. Se i Consiglieri di maggioranza volessero intervenire una volta sul DEFR e sul bilancio, li ascolteremmo volentieri, ma siccome neanche questo avete la possibilità di fare, almeno ascoltate.
Dicevo, citerò soltanto quattro questioni.
La prima è la questione sociale. Dal 2008 al 2019 l'incidenza della povertà assoluta al nord è più che raddoppiata. Ovviamente, questo non significa che il sud non sia tuttora geograficamente l'area dove la povertà assoluta è più diffusa, ma se io vado a vedere il tasso di crescita al sud più o meno è rimasto costante, al nord il tasso di crescita è più che raddoppiato. La povertà assoluta al nord è diversa dalla povertà assoluta al sud, perché al sud sono povere le persone che non lavorano, quindi in assenza di lavoro, sono povere le famiglie numerose, sono povere le persone che hanno delle vulnerabilità nel nucleo familiare (la disabilità, l'anzianità, la non autosufficienza). Chi sono i poveri del nord, del Veneto, del Piemonte e della Lombardia principalmente? Sono giovani, coppie senza figli o al massimo con un figlio. Quindi, noi dovremmo fare i conti con il fatto che la società di cui ambiamo di occuparci è una società in cui questo tipo di elemento, la povertà assoluta o il rischio di scivolare nella povertà assoluta, è un rischio che oggi è doppio rispetto a dieci anni fa. Può essere che non cambi la nostra visione della società?
Altra questione, la citava il collega Lorenzoni prima: la demografia. Il Veneto è una delle poche Regioni in Italia che presenta la peggior piramide demografica per intenderci. L'incidenza degli anziani over 65 in Veneto è particolarmente rilevante ed elevata rispetto al resto del Paese e anche rispetto al nord. Può essere questo un elemento che non incide e non ci fa cambiare la programmazione sia in riferimento alle cure e alla necessità di prevenzione, ma anche in riferimento al sostegno alla natalità, ad esempio?
Perché un giovane dovrebbe essere stimolato a fare più figli in Veneto rispetto ad altre Regioni del nord? Qual è il provvedimento che ci consente di dire che i giovani del Veneto hanno più opportunità se fanno figli qui rispetto ai giovani del Piemonte, della Lombardia e della Toscana, per non citare l'Emilia-Romagna?
La terza questione è il sistema produttivo. è tornato l'assessore Marcato, mi fa piacere, così magari mi dice come la pensa. Ci siamo accorti che il Veneto è la Regione in cui c'è stata una maggior contrazione del sistema manifatturiero del nord? Ci siamo accorti che il Veneto è la Regione al nord che ha assistito ad un maggior numero di esportazioni delle sedi centrali delle grandi aziende? Abbiamo ancora un po' di produzione, ma l'headquarter, la testa non sta più qua. Ci siamo accorti che negli ultimi quindici anni in Veneto è calato molto il numero degli occupati della manifattura e invece è cresciuto moltissimo il numero degli occupati nel settore dei servizi e nel terziario?
Ci siamo accorti che negli ultimi quindici anni il Veneto ha completamente perso la sua vocazione produttiva agricola e agroalimentare e che oggi il numero degli occupati in comparto agricolo è ininfluente rispetto al numero totale dei lavoratori del Veneto?
Ci siamo accorti che siamo totalmente esclusi dalla cosiddetta "economia della conoscenza", perché sono altrove i grandi centri di elaborazione e di innovazione nel mondo dell'impresa? È cambiato il mondo, non dico mica che sia colpa vostra, ma l'idea, il modello del Veneto della piccola, piccolissima impresa che non cresce mai, perché appunto piccolo è bello, dell'artigiano, del falegname e del contadino è un mondo che non è più quello che vediamo fuori dalla finestra. Se cambia anche il sistema produttivo, ci sarà una roba che cambia anche nelle politiche regionali.
Infine, giusto per arrivare alla quarta questione, che poi è l'emblema del fatto che non volete decidere, che non sapete decidere e che di questa vostra mancanza pagano e pagheranno il conto i veneti, voi non fate le riforme. Può essere che il Veneto, che voi governate da trent'anni, sia l'unica Regione in Italia che non ha ancora fatto la riforma delle IPAB? Al punto che il Governo fa la manovra per dare due soldi per il contenimento, il Governo della Lega fa la manovra...
Ho tutto il tempo che voglio, perché siamo in pochi e abbiamo il tempo che abbiamo. Se non ha voglia di ascoltarmi, c'è un'ottima buvette qua fuori e sono sicura che può andare.

PRESIDENTE

Colleghi, per favore. Lasciate parlare la collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Dicevo, il Governo della Lega fa la manovra di bilancio per coprire una parte dei costi energetici delle case di riposo per anziani e disabili e valgono per tutti tranne che per il Veneto, perché non avete fatto la riforma, tant'è che i deputati della Lega presentano, oltre a quelli del PD, l'emendamento del Veneto per dire "Tra le venti Regioni ci siamo anche noi che quella riforma da vent'anni non l'abbiamo fatta", perché non la sapete fare, non avete idea di come farla.
Visto che ha il coraggio di scuotere la testa l'assessore Lanzarin, le ATS? È un'altra riforma che attende da decenni, che hanno fatto tutte le altre Regioni e l'eccellente Veneto non ha fatto. Così come il sistema dei trasporti, ce lo ricorda ogni volta il consigliere Montanariello. Ci diceva l'altro giorno che il primo giorno di legislatura ‒ che deve essere stata la seconda o la terza volta che mi è accaduto, dopo due anni e mezzo, di vedere Zaia in quest'Aula ‒ Zaia è arrivato e ha detto: "Le mie proposte di legge. Inizio la legislatura con queste nove proposte e nei miei primi cento giorni queste nove proposte saranno legge". Una era la riforma delle IPAB, e non ci credeva nessuno, e poi una riforma che organizzi e riordini il sistema trasportistico della nostra regione. Dov'è?
Ho citato quattro esempi. Anzi, ne faccio un altro, che mi è venuto in mente guardando Marcato, che è sempre fonte di grande ispirazione. Quando uno ha fascino, del resto, lo capisco.
Il tema del supporto finanziario alle piccole e medie imprese. Sono due anni che ci fate la storia: Veneto Sviluppo si, Veneto Sviluppo no, AVEPA, sposto i soldi, metto i soldi, cambio le regole, fa il bando lui, ma decidete. Mi va bene tutto, se è coerente con le norme nazionali ed europee, ma fate una scelta, siate coerenti, perché le imprese, oltre ai soldi, hanno bisogno di certezze e io non posso pensare che ogni volta, ogni anno dico: "Quest'anno i bandi chi li butterà fuori? Veneto Sviluppo, AVEPA?".
È un esempio semplice, a proposito delle partecipate e delle finalità regionali, dove avete dimostrato di non essere in grado di assumere delle decisioni definitive, perché si sta meglio, è più facile galleggiare, non dire no a nessuno.
Ho come l'impressione – lo dico all'assessore Calzavara – che siamo arrivati al punto in cui la logica del "non decido, così non devo dire dei no", sia una logica andata esaurendosi e oggi bisogna cominciare a dire qualche sì.
Quindi questo DEFR, questo Documento di economia e finanza regionale, cos'è? È un libro dei sogni, come è stato definito oggi, un Documento in cui c'è tutto, che è uguale a sé stesso ogni anno. È stato definito in diversi modi dai miei colleghi e me li sono segnati. Io penso che sia semplicemente un testo, un Documento dove manca la politica, un Documento tecnico, ma non c'è la politica, non c'è la forza di esprimere una scelta, un'idea che tenga insieme, che sia in grado di garantire la coesione di questo territorio, possibilmente in connessione con le necessità che questi anni ci pongono davanti.
Lo dico perché ogni anno, lo confesso ai colleghi di maggioranza, che tanto non hanno necessità di intervenire, quando arriva la discussione del bilancio, ne parlavamo con qualche collega prima, non sappiamo cosa dire di nuovo, perché è una proposta che si replica uguale a sé stessa ogni anno. Il mondo intorno cambia, ci sta travolgendo con i suoi cambiamenti e noi rimaniamo sempre uguali a noi stessi, sempre quelli dell'autonomia.
Ecco, ad esempio, l'autonomia, poi vado a chiudere. Ogni anno il DEFR si apre con l'apoteosi dell'autonomia. Il primo impegno della Regione del Veneto è realizzare l'autonomia. Legittimo. Ma è cambiato un Governo, è cambiata la strada che questo Governo ha annunciato di voler percorrere per realizzare l'autonomia: non più la legge quadro, ma l'intesa tra Stato e Regioni. È possibile che l'impegno dell'autonomia non cambi a prescindere?
Dicevo prima che è cambiato il mondo fuori di noi. È possibile che le esigenze per esercitare le ulteriori forme di autonomia non si siano modificate? È tutto uguale a dieci anni fa? Voi chiedete – questa è carina – di avere autonomia regionale, tra le ventitré materie, nella gestione della rete stradale e autostradale nazionale. Voi volete decidere, finanziare, organizzare, governare, con un'idea, la rete infrastrutturale, stradale e autostradale, e contemporaneamente da mesi supplicate ANAS, cioè lo Stato, perché si faccia carico di un pezzo delle strade regionali. Ci sarà una logica in quello che facciamo?
In piena crisi energetica, quando abbiamo capito quanto le politiche di approvvigionamento di autonomia energetica nazionali siano fondamentali, guardo Soranzo, se non è il Governo che decide di fare il rigassificatore a Piombino, a Piombino il rigassificatore non si fa, voi chiedete di avere, dallo Stato, l'autonomia per la gestione delle reti strategiche nazionali energetiche. Può essere che questa fosse un'idea giusta nel 2005, quando avete cominciato a ragionare di autonomia? Sì. Può essere che nel 2023, dopo tutto quello che è successo, quella roba lì, vi rendiate conto che non ha senso che sia gestita a livello regionale, ma che serve una lettura nazionale per l'infrastruttura viaria, per gli impianti energetici?
Rimanere uguale a sé stessi, perché l'obiettivo non è realizzare le cose, è avere la bandierina che il leader di voti, ma non di politica, possa sbandierare. Arriva un punto in cui le risposte le dovete pur dare.
Sicurezza. E guardo il presidente Ciambetti, che so interessato e impegnato su questo tema. Ogni anno, Presidente, il DEFR ci spiega che il Veneto è impegnato sul tema della sicurezza e nella lotta alla criminalità organizzata. Giusto, legittimo. Il fatto che abbiamo capito che la criminalità organizzata in Veneto non è soltanto una presenza estemporanea, ma è radicata sul territorio, che agisce in questo contesto attraverso in particolar modo manovre economiche, ci farà dire qualcosina in più, che la lotta contro la criminalità organizzata non si fa nella stessa maniera in Veneto o in Sicilia? Qui, invece, vuol dire presidio delle transizioni economiche, valutazione delle operazioni sospette dal punto di vista degli scambi interbancari. Vogliamo dire qualcosa? Ho fatto due esempi per fermarmi ai primi due capitoli del DEFR per dire come vendiamolo a qualche altra Regione questo DEFR, perché va bene per tutti: l'Emilia, il Piemonte, la Lombardia. è talmente generico, parla talmente poco di Veneto, che possiamo darlo a qualsiasi altra Regione.
Penso che ogni volta che arriviamo a questa discussione siamo sempre vittime di questa delusione e di questa preoccupazione per una Regione che oggi non può più permettersi questa assenza di politica.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Abbiamo detto tanto finora e probabilmente rischieremo anche di essere ripetitivi. Credo che il momento sia importante Credo, forse, sia il più alto e importante momento dell'anno amministrativo legislativo, dove in qualche modo, Presidente, cari colleghi, andiamo a iniziare un percorso su atti che diventano gli atti principi dell'intero anno che abbiamo davanti, gli atti propedeutici alla costruzione delle scelte che dopo ci porteranno a dire, attraverso questi documenti di bilancio, quello che, alla fine, sarà realizzato e quello che non sarà realizzato.
Presidente, se c'è una cosa che mi hanno insegnato è che il bilancio è un po' il momento della verità, perché alla fine nel bilancio tu metti nero su bianco le cose che tu vuoi fare di tutte quelle che hai promesso e che hai detto, per un discorso molto pragmatico: senza risorse non si fa nulla.
Vorrei partire da alcuni dati che mi hanno particolarmente colpito durante i lavori delle Commissioni e sono emersi dagli indicatori di benessere equo e sostenibile nel Veneto. Di fronte a una disuguaglianza del reddito netto, che in qualche modo continua a essere dello stesso trend, anzi, anche in qualche modo migliore in confronto agli altri anni, diminuisce la disuguaglianza di reddito, seppur di pochi punti, ma è un dato importante, non peggiora, mettiamola così, in una Regione, Assessore, che spesso, lo ripetiamo, a volte ha l'orgoglio di crescere più degli altri, di avere dei numeri migliori, più positivi degli altri.
Non so fin quando e in quali settori, forse solo in quelli che vediamo noi... Dopo magari proveremo a vedere quelli che a noi non piace elencare e ricordare cosa dicono. Però, di fronte a un reddito che in qualche modo nella sua disuguaglianza diminuisce e viene distribuito sostanzialmente meglio, seppur di qualche piccolo punto percentuale, l'indice successivo, che è quello della povertà assoluta, ci dice che negli ultimi dieci anni passiamo dal 3,5 all'8,2. Sostanzialmente, 3,5 nel 2010, 6,7 nel 2015, 8,2 nel 2021. Sono dati del nord, ma come ci hanno spiegato in Commissione comprendono anche il Veneto, che si trova a nord.
Emerge che nonostante noi siamo una Regione che può avere un manto di crescita, che può avere un manto di distribuzione del reddito più equa anche di altri che nel tempo vedono una forbice che si allarga, un dumping sociale che aumenta, vediamo che nella nostra Regione negli ultimi undici anni diventa due volte e mezzo il tasso di povertà assoluta secondo quegli indici Istat che ci dicono che ci sono quelle famiglie che non arrivano neanche a fare la spesa a metà del mese.
Cito questo dato per dire cosa? Che probabilmente le manovre che mettiamo in campo ci consegnano una fotografia in cui c'è una fascia in difficoltà, che è talmente in difficoltà che non riusciamo più nemmeno ad intercettarla con le manovre che mettiamo in campo. Questa fotografia ci mostra che c'è un pezzo di Veneto, lo stesso Veneto che noi decliniamo negli obiettivi strategici eccellente, fantastico, stupendo, veloce, ma c'è un tasso che è raddoppiato negli ultimi dieci anni in un momento quindi anche politicamente non avverso ed estraneo a questo Consesso consiliare oggi, in cui il tasso di povertà continua inesorabilmente ad aumentare.
In qualche modo questi numeri, Assessore, che sono numeri, non considerazioni politiche, numeri che ci avete dato voi in Commissione, quindi sicuramente non è stato il Partito Democratico a produrli, ci dicono che le manovre che mettiamo in campo, sotto tanti aspetti, vedono che c'è un pezzo di Veneto che è in caduta libera e non riusciamo più ad intercettarlo.
Dopo, se mettiamo insieme anche i dati delle natalità, che ricordava durante la conferenza stampa l'altro giorno la collega Bigon, e passiamo da 79.000 nascite di trent'anni fa a 32.700 attuali, probabilmente dovremmo porci anche qualche domanda sul perché cala la natalità. Perché, guardate, non è che ci sono solamente quegli strumenti mirati per combattere la denatalità, ma a volte ci sono degli strumenti, delle condizioni che si creano nelle comunità; non è sempre così perché uno potrebbe dire che allora nei Paesi sottosviluppati, dove ne nascono tanti, ci sono quelle condizioni: no. Però è anche vero che ci sono a volte quelle condizioni che si vengono a creare, creano una situazione di tranquillità, una situazione di vivibilità nelle nostre società e forse c'è anche qualche pensiero di meno.
Questo magari – diciamoci le cose come stanno – succede attualizzando anche quelli che sono gli standard di vita delle coppie e delle famiglie attuali, tant'è, Assessore, che noi, ancora una volta, andiamo a presentare un Documento di economia e finanza che pare un po' la casa di cristallo dei film fatati che fanno nel periodo natalizio, dove tutto è fermo, nulla si muove, è tutto pre-pandemia, c'è ancora la pittoresca polvere sopra il caminetto. Peccato per le osservazioni che sono arrivate, perché, se lo ricordasse Montanariello, sarebbe quel rompiscatole di Montanariello che parla tanto e, per carità, sappiamo di avere anche queste prerogative, però, qui è Confindustria che ci dice che la situazione in cui ci troviamo richiede una strategia straordinaria e coraggiosa, soprattutto in una prospettiva a lungo termine.
Non siamo noi del PD. Qualcuno, quando vuole uscire dalle secche, dalle paludi dei dati che lo mettono all'angolo di qualche dibattito, dice: perché voi del PD... Ma in questo caso è Confindustria. A meno che non abbiate il coraggio di dire che anche quelli di Confindustria la pensano come quelli del PD... a noi non dispiacerebbe condividere questo percorso, questo pensiero con loro. Però, oggettivamente, sappiamo che c'è qualche sfaccettatura di diversità di idee. Però anche loro ve lo dicono nelle osservazioni che vi hanno mandato allegate al bilancio.
Assessore, dice anche una cosa molto interessante, sempre l'associazione regionale, Confindustria, per quanto riguarda l'Albo dei Cavatori del Veneto: "Per quanto riguarda l'occupazione prendiamo atto che, secondo gli ultimi studi della Fondazione Nord Est, il Veneto sta perdendo attrattività rispetto alle Regioni vicine". Si è visto che l'Emilia-Romagna, e la cita Confindustria, non la citiamo noi, sennò, magari succede che dite che la citiamo sempre e la citiamo perché è confinante, ha gli stessi abitanti che abbiamo noi... però la Fondazione Nord Est dice che il Veneto perde attrattività rispetto alle Regioni vicine e si è visto che l'Emilia-Romagna attrae più giovani talenti rispetto al Veneto in un rapporto di quattro a due. Anche la Lombardia risulta maggiormente attrattiva rispetto al Veneto.
Assessore, Presidente, qui non è che noi siamo quelli che quando dicono qualcosa che non va, si fa il gioco di dire: il primo che dice che l'amico è caduto è quello che l'ha fatto cadere. Sarebbe improponibile anche da vendere all'esterno questa declinazione, questa visione, visto che è trent'anni che governate noi. Più che aver fatto una cattiva opposizione, quindi un cattivo pungolo, non possiamo avere tra le nostre responsabilità.
Però, Presidente, mi rivolgo a lei in nome dell'Aula tutta. Di fronte alle Regioni a noi vicine e che, quindi, hanno lo stesso contesto di popolazione una, gli stessi contesti economici, più o meno all'avanguardia, si trovano tutte quante nel Nord, si trovano tutte quante nelle direttrici di alcuni mercati, noi diventiamo meno attrattivi rispetto a loro. Abbiamo citato anche la Lombardia, che è una Regione storicamente di destra, di centrodestra. Quindi è un paragone tecnico, non politico.
C'è qualcosa che non va? Possiamo continuare a portare avanti la narrazione che va tutto bene e che non ci sia nulla da cambiare? È chiaro che se uno vuol fare il catastrofista viene subito derubricato perché, fortunatamente, non sta cascando il soffitto con tutti i suoi pilastri. E quindi non è che dopo uno dice: sì, quelli son catastrofisti, dicono che va tutto male, derubrichiamo il ragionamento, sono i litigiosi, sono i fastidiosi, sono quelli progressisti, quei riformisti che vogliono cambiare... No, noi diciamo che se Confindustria vi dice che qualcosa non va perlomeno una riflessione tutti insieme dovremmo farla.
Per carità, Assessore, non è che se non la facciamo il problema è mio. Il problema è mio in quanto esponente di minoranza e lo condivido per un cinquantesimo con voi, però credo che sia di più di chi divide 41 cinquantesimi con voi e non con me. Su questo, Assessore, non si vedono miglioramenti, perché sbirciando un po' il bilancio di previsione 2023-2025, su 17 miliardi, 10 sono relativi alla missione di salute, se non ho visto male, e uno alla missione dei trasporti, che sono sostanzialmente quelli che arrivano dal Fondo sanitario nazionale e quelli che arrivano dal Fondo nazionale per il trasporto. Sono una elegante e dovuta partita di giro e quindi utilizzi di risorse non modificabili.
Però riteniamo ancora più necessario, Assessore, individuare e ridefinire delle priorità nella destinazione delle risorse regionali non vincolate, le famose risorse a libera destinazione, per dare risposte tempestive e adeguate al crescente disagio sociale (facevamo degli esempi prima), alle fasce di popolazione più deboli (lo dicevamo prima che, dati della Regione Veneto, raddoppiano), ai nuclei familiari e alle persone con maggiori difficoltà e fragilità in coerenza con le criticità più preoccupanti del nostro contesto economico e sociale.
Rispetto alla situazione emergenziale che caratterizza le case di riposo, diceva prima la mia collega qualcosa, io provo a dire qualcos'altro: è palese che l'aumento dei costi che ora stanno arrivando su quelle strutture, Assessore, lo sa anche lei, si sta fondamentalmente scaricando sull'utente finale. Tant'è che più di qualche ha famiglia ha ricevuto il famoso aumento di 200 euro. Noi abbiamo scritto anche al Prefetto per questo perché crediamo, anche sentendo degli addetti ai lavori, che andremo incontro a una problematica di ordine pubblico, perché se c'è una casa di riposo che non aumenta e un'altra che aumenta, è chiaro che rischieremmo di avere anche noi il pendolarismo dei ricoveri piuttosto che, Assessore, come più di qualcuno ha detto, io il primo, il secondo e il terzo mese posso far fronte a chi non mi paga l'aumento. Il terzo anche io devo far quadrare i bilanci e quindi, siccome oltre a essere Direttore o Presidente sono responsabile di un'azienda, anche io devo prendere le opportune scelte.
Intervenire per quanto riguarda il sostegno agli affitti con il Fondo regionale, sostenere i costi dei Comuni nel gestire l'emergenza degli sfratti cercando di garantire anche quando c'è da sfratto a sfratto, questo ce lo chiedono anche le parti sociali, una sorta di piattaforma che preveda degli alloggi provvisori dove all'interno queste famiglie si possono collocare. Ma tra l'altro quest'anno, Assessore, oltre a non andare avanti con la programmazione di sostegno, quindi anche nella partita degli affitti, sostegno agli affitti, sostegno al reddito, sostegno ai più fragili, sono cominciate ad arrivare indietro da parte dei Comuni alcune domande che non si spiegavano il perché. Dicevano: ma perché tornano indietro queste domande? Allora giustamente qualcuno dice: "Sì, gliel'hanno rigettata, il portale dove il Comune la fa la manda in Regione, gliel'ha rigettata perché magari, collega, questa è una persona che ha l'ISEE alto e gliela rigettano". No, noi le rigettiamo anche se hanno l'ISEE troppo basso. Noi infatti abbiamo provato a fare una ricerca: chiama i dirigenti, chiama gli uffici, scrivi. Ci dicono che non solo se uno ha l'ISEE alto non rientra all'interno delle domande che i Comuni e gli Enti locali girano in sostegno agli affitti, ma anche se uno ha l'ISEE troppo basso perché teoricamente il ragionamento che viene fatto qual è? Se tu hai un ISEE di meno di 3.500 euro all'anno sostanzialmente non puoi essere titolare di una casa in affitto, quindi c'è qualcosa sotto che non va. Essendoci qualcosa sotto che non va probabilmente, Presidente, c'è qualcosa nella domanda che non risulta.
Io non so che ragionamento, collega, abbiano fatto, sarà quello di dire che lavori in nero, vivi con qualcun altro ... voglio informarvi che a volte ci sono dei ragionamenti molto più semplici alla base di questo e che non sono sempre visti all'interno del complottismo assoluto. È semplicemente qualcuno che si trova in difficoltà e magari ha il genitore piuttosto che il parente, piuttosto che il proprietario dell'alloggio dove risiede che, avendolo per una vita avuto inquilino, non lo sfratta e continua a dargli fiducia in attesa che la condizione migliori.
Noi non solo limitiamo, mentre le parti sociali ci chiedono sostegno per il problema degli sfratti e delle morosità, problemi per tutto quanto concerne il contributo agli affitti, a chi guadagna troppo, che è giusto, ma non li diamo anche a chi guadagna troppo poco. Ci rendiamo conto che questo tipo di ragionamento mette all'angolo i più fragili? Che questo tipo di ragionamento mette all'angolo i più deboli? Che questo tipo di ragionamento va anche contro il fatto di incentivare il senso di comunità e solidarietà che ci deve essere in una comunità, scusate il gioco di parole? Perché se io sono in una casa, perdo tutto, sono lì residente da vent'anni e questo non mi manda via, io non ho niente e faccio domanda del contributo, ci deve essere per forza qualcosa sotto perché io con il reddito troppo basso faccio questa domanda.
Assessore, io capisco che abbiamo visioni diverse, ci mancherebbe anche altro, ma forse qualcosa che non va in questo tipo di politica c'è, ma non per noi, forse per qualcuno che è un po' più sfortunato di noi. Così come nel Documento di economia e finanza regionale non si vede nulla sul tema della residenzialità e non c'è una parola che parli di Venezia. Abbiamo i dati di Venezia, di come si sia spopolata negli ultimi anni, siamo sotto i 50.000 abitanti, hanno simbolicamente messo in scena un funerale i residenti, un'associazione dicendo che Venezia è sotto i 50.000 abitanti, perde (i dati durante gli emendamenti li vedremo meglio) decine di migliaia di abitanti negli ultimi anni.
Noi siamo, Assessore, se magari a qualcuno può interessare, proprietari di 2.560 alloggi solo nella parte storico-insulare e, nonostante dovremmo per norma, perché lo prevedono i nostri regolamenti e Statuti, come Giunta fare ogni anno una delibera dove diamo delle indicazioni all'ATER, non lo facciamo. Chi c'è, Corazzari? Dov'è Corazzari? Eccolo là, si è imboscato. Assessore Corazzari, nonostante dovremmo farla, non la facciamo perché anche quest'anno non avete fatto la delibera dove date indicazione agli ATER, ma è prevista e gli ATER la stanno aspettando.
Noi a Venezia abbiamo 2.600 alloggi di proprietà dell'ATER nella parte storico-insulare e in virtù dell'articolo 37, lo 0,4% di quello che è ricavato dall'affitto va alle Regioni, incassiamo 6 milioni di euro dagli ATER in generale, non mettiamo in vendita – e questo lo condivido – la parte patrimoniale storico-insulare per ovvi motivi, che non elenco qui e condivido; ma il problema, Assessore, è il passo successivo, cioè che, se noi non la mettiamo in vendita e non decidiamo cosa fare e decidiamo nella città più straordinaria e delicata della nostra Regione, che è una straordinarietà che riconoscete anche voi, perché vorrei ricordare a tutti che il brand con cui vendiamo la nostra Regione, dalle Dolomiti al Parco del Delta del Po, è "The Land of Venice", cioè le terre di Venezia, è una città talmente straordinaria, che usiamo il suo nome per promuovere un pacchetto di località fantastiche, dalle Dolomiti al Delta del Po, e dopo abbiamo questa città di cui celebrano i cittadini il funerale simbolico, perché sta finendo... Guardate, i problemi di Venezia sono, Assessore, anche legati alla mancanza di residenzialità. Per forza, se in una città nata per avere anche la residenzialità ci sono solamente alberghi e musei, è chiaro che arriva il Sindaco di turno e dice "tanto ormai non è più una città, è un parco a cielo aperto, mettiamo i tornelli, mettiamo i biglietti". È chiaro che quelle sono scelte che io non condivido, come del resto tutte le scelte che fa il Sindaco di Venezia non le condivido, ed è giusto ribadire che le sue scelte non hanno un senso politico, tant'è che i cittadini glielo hanno anche riconosciuto all'interno dell'urna, ma questo è un altro capitolo che non sta a noi oggi analizzare.
Però, è chiaro che se dopo si arriva, Presidente, alla scelta di dire "facciamo il recinto e facciamo pagare il biglietto" è perché Venezia ha avuto uno sviluppo che è prettamente quello di una città legata a servizi turistici, alberghi o quant'altro. Ma noi, in una città come Venezia dove abbiamo 2600 alloggi come ATER, siamo in grado di dire, visto che il 23% di questi alloggi sono sfitti, cosa vogliamo farne, oltre a non venderli?
Guardate, Assessore, se dobbiamo tenerli lì, forse – faccio una provocazione – potremmo venderli. È chiaro che io sono contrario, però dobbiamo dire che fine fanno o, perlomeno, Assessore, ci basterebbe che lei facesse la sua delibera come previsto, per dire alle ATER cosa devono fare. Magari possiamo non condividere il "cosa", ma qualcosa bisogna fare.
Porto Marghera. Leggendo il DEFR, su Porto Marghera vediamo che c'è un deficit su questo, leggendo quello che hanno fatto le altre Regioni. Guardate, vi do un dato quando parlo di quello che hanno fatto le altre Regioni. L'altro giorno sono arrivati i finanziamenti per chi ha riqualificato nel PNRR quel tipo di aree come Porto Marghera, industriali, legate a siderurgic, energia eccetera. Sono arrivati a tutte le Regioni che hanno fatto domanda e a noi no, ma non perché qualcuno ce l'abbia con noi, bensì perché non abbiamo presentato progetti. Quando abbiamo opposto degli atti ispettivi, sui quali l'assessore Marcato ci ha risposto, nessun problema, abbiamo avuto rassicurazioni dalle aziende.
Adesso, non è che siccome ho un passato da sindacalista non mi debba fidare ciecamente di quello che ho dall'altra parte finché non firmo un accordo, però, siccome dall'altra parte hai lo Stato, hai il Governo, hai l'Eni, rispettabilissimi gentiluomini, che però, dopo che hanno parlato con noi, Presidente, il giorno dopo vanno a parlare con un altro... se tutto ci va bene si ricordano di essere stati qui missione, magari se hanno mangiato bene, facciamo lo sketch di Luca Zaia. Ecco, le altre Regioni hanno sottoscritto accordi dove, al netto che qualcuno abbia messo risorse proprie, ma non vogliamo tanta grazia, Assessore – non chiediamo risorse proprie, codesta grazia non la vogliamo – però hanno sottoscritto degli accordi insieme al Governo, insieme alle organizzazioni sindacali, per riqualificare nel rispetto dell'occupazione quei siti, hanno sottoscritto degli accordi con queste aziende.
Vi do una brutta notizia: le aziende non solo con i sindacati, ma anche con gli Enti locali possono sottoscrivere degli accordi, soprattutto quel tipo di aziende che sono... Tant'è che noi nel DEFR cosa scriviamo? Ho provato a leggerlo più volte, sopra, sotto, ma Assessore cosa scriviamo noi nel DEFR? Facciamo una filippica dove alla fine diremo che metteremo, come piace a qualcuno, anche il crocifisso negli spogliatoi, albero di Natale e luminarie, però alla fine c'è scritto "con quelle che sono le nostre competenze". Adesso, o chi ha scritto quel Documento era talmente sicuro che nessuno avesse letto quel passaggio e ha pensato di prenderci in giro (chi è che va a leggere Porto Marghera, le finalità con quali risorse le raggiungiamo?) o è qualcuno che quando dice "le nostre competenze" forse non ha capito che noi non abbiamo competenze in quel caso, se non far valere il fatto che siamo all'interno di una Regione autorevole che dovrebbe sottoscrivere degli accordi, come hanno fatto altre Regioni. Tant'è che l'altro giorno mi chiama da Roma un amico sindacalista del settore chimico e mi dice "c'è qui la lista dei Piani che sono stati appena approvati e finanziati del modello di Porto Marghera, ma il Veneto non c'è". Vai a capire perché non c'è e abbiamo capito che questa volta non ce l'aveva nessuno con noi, ma siamo noi stessi che abbiamo deciso di non presentare progetti, perché era giusto dire che "per le nostre competenze".
Tra l'altro, in un momento storico in cui parliamo tanto di idrogeno, di idrogeno green.
Tema della difesa dei litorali. Nel DEFR non ci sono grandi elementi, però devo dire che in quest'ultimo periodo maggiore attenzione c'è stata. Quindi, assessore Bottacin, noi continueremo a pungolare su questo, però bisogna dire che un miglioramento su questo c'è stato e una serie di opere che forse si pensava non arrivassero mai, nonostante le difficoltà economiche incominciano ad avere una speranza, e quindi su questo restiamo fiduciosi. Dimostrazione, Presidente, che la nostra non è un'opposizione a priori, ma è un'opposizione che vuole entrare nel merito. Assessore Bottacin, qualche emendamento lo abbiamo fatto anche lì, però per senso di fiducia nei confronti del suo operato e per voler affiancare il nostro lavoro al suo e affrontare insieme questi problemi.
Il tema delle infrastrutture. Sul tema delle infrastrutture credo non serva aggiungere tanto. Io partirei da un'opera a me tanto cara come la ferrovia Chioggia-Rovigo. Tanto per la cronaca, Assessore (credo che avrà letto, era sulla prima pagina del "Gazzettino" di Rovigo ieri), un treno – vedo i colleghi di Rovigo – arrivato con oltre un'ora di ritardo carica le persone e nel tornare indietro si ferma a Loreo, anche se doveva arrivare a Chioggia. Allora i passeggeri fanno notare che non devono scendere a Loreo e la risposta è che devono scendere a Loreo perché la corsa è finita e loro sono talmente in ritardo che devono andare a riprendersi la corsa da capolinea in orario. Un ragazzo che fa il Conservatorio e trasporta un tale strumento, dice: "Ma io dove vado? Sono minorenne, ho 14 anni, ho uno strumento musicale in spalla, e mi lasciate a metà strada con il treno". I genitori, il papà o la mamma, genitore 1 o genitore 2, come volete chiamarli, si attrezzano con la macchina e vanno a prendere il figlio minorenne, come denunciato dal sottoscritto sul "Gazzettino", con uno strumento musicale più grande di lui, che ha preso un servizio pubblico regionale, su un'azienda regionale, con una società regionale, con un CdA nominato dal Consiglio e con un biglietto venduto da una società regionale che ha lasciato un minorenne – lo sottolineo – di sera a metà strada. Meno male che aveva la ricarica sul telefonino, perché, Assessore, se succedeva a me che per scrivere ai miei amici di classe ero sempre senza soldi per gli sms, mi toccava chiedere a un passante se mi faceva mandare un messaggio al genitore 1, al genitore 2, che venisse a recuperarmi.
Questo è il cappello infrastrutturale veneto. Poi potremmo proseguire con l'Arzaron, la Romea. Abbiamo capito tutti che la Romea non è di competenza regionale. Ci arriviamo, SS sta per strada statale. Guardo gli amici di Fratelli d'Italia: non emozionatevi, parlavamo di strada statale. Ho capito che è competenza dello Stato, però è possibile che in un'opera così strategica, che riguarda a pieno titolo quella che è la funzionalità della nostra Regione, noi non mettiamo bocca e, invece, se leggiamo il DEFR, parliamo di tante opere che non sono nostre e diciamo che interverremo presso il Governo, interverremo presso il Ministero? Chiedo: si può intervenire anche presso qualche ente per dire che la buona funzionalità di una Regione, il buon scorrimento infrastrutturale e la sicurezza della vita dei cittadini veneti passano anche attraverso le competenze del Presidente della Regione Veneto? Non è che quando una cosa non riguarda il Veneto, però possiamo metterci il cappello, andiamo a parlare con tutto il mondo e quando una cosa, invece, Assessore, non riguarda il Veneto ma forse ... Tra l'altro, guardi, io non voglio fare un cattivo pensiero, per carità, lungi da me, ma, fatalità, vedo che le ferrovie che non funzionano sono in quella parte della Regione, la strada per cui non facciamo nessuna battaglia è in quella parte della Regione. L'Arzaron non è competenza nostra, però – ricordiamo a chi ascolta – non è competenza nostra ma i primi due stralci li abbiamo pagati noi. Non è competenza nostra, però di tre stralci i primi due li abbiamo pagati noi. Non ho notizie che chi c'era quella volta sia stato arrestato per danno erariale, forse qualcun altro per altri motivi, ma non per il danno erariale dell'Arzaron. Non è competenza nostra, però due dei tre stralci li ha fatti – e ringraziamo per questo – la Regione Veneto e il terzo stralcio non è competenza nostra.
Veneto Strade, chilometri restituiti... Insomma, se questa è l'autonomia che vogliamo... Abbiamo competenza su quattro tratte ferroviarie e chiudiamo la società perché non funziona o abbiamo altri grandi progetti per un ente così virtuoso, non so. Abbiamo 700 chilometri su 10.000 della rete regionale e li restituiamo. Se questo è il modello di seguire l'autonomia, io sono convinto autonomista però parliamone, se dove abbiamo capacità di decidere noi siamo sempre non tra i primi.
Se parliamo del turismo, leggo un passaggio di alcune osservazioni che sono arrivate: "Le risorse destinate al turismo sono poco meno dell'8%. Assistiamo in questi anni a una levigatura ogni anno delle risorse per un settore che dovrebbe essere strategico. Come sapete, la Regione Veneto è la prima d'Italia, la quinta in Europa, ma soprattutto c'è un piano strategico da muovere e da attuare anno per anno, che pare che con queste risorse faccia un po' fatica. Valorizzazione dell'immenso patrimonio architettonico, storico e naturalistico, le potenzialità di questo settore... le risorse messe a bilancio che sempre di più rimpiccioliscono anche questo tipo di promozione". Ripeto, anche qui lo dicono le associazioni di categoria. Ho strappato la pagina dei verbali per leggerla meglio.
Per quanto riguarda il trasporto, lo dicevamo prima, serve una riorganizzazione. È stato presentato il progetto di legge n. 9 tra i nove assi strategici del Presidente. Non so se ricordate, ma quella volta era nato anche un mezzo scontro politico, perché si diceva: non è prevista nel nostro ordinamento la legge delega, come possiamo noi fare una legge con la quale diciamo al Presidente della Giunta che in qualità di Consigliere propone di fare una legge ... Abbiamo capito che il Presidente ha fortemente voluto... Quindi, il consigliere Luca Zaia, in qualità di Consigliere, propone un progetto di legge dove vuole fortemente che la Giunta... Assessore, ricordo benissimo, c'era scritto entro 12 mesi, dopo non so se era il calendario veneto, il calendario Maya o il calendario italiano, però ricordo che c'era scritto "entro 12 mesi", tant'è che ho guardato la qui vicina collega Vanessa Camani e le ho detto "Vanessa, se il consigliere Zaia vuole fare una legge con la quale demanda al capo della Giunta, ovvero il presidente Zaia, di fare una legge pur non avendola in ordinamento, facciamogliela fare, magari produrrà qualcosa di interessante per il Veneto".
Siamo al secondo anno, il 6 ottobre sono stati due anni, e noi la stiamo ancora aspettando. Dopo, Presidente, magari ci dica se dobbiamo chiedere per questo al consigliere Zaia o al Presidente Zaia. Magari chiediamo a tutti e due, uno dei due ci risponderà.
Sul tema del trasporto, io riprendo alcune parti del DEFR, che è pieno di buoni propositi, però i fatti dicono il contrario. In alcuni passaggi del DEFR si parla di migliorare l'efficienza in rapporto ai ricavi-costi. Domanda: abbiamo intenzione di cambiare la legge regionale n. 25? Perché per migliorare il rapporto ricavi-costi o dobbiamo mettere più servizio – e se vediamo anche qui le associazioni di categoria cosa hanno scritto capiamo che ci ammoniscono, assessore De Berti, non è che si lamentano, ci ammoniscono – oppure migliorare il rapporto ricavi-costi vorrebbe dire che se mettiamo più soldi non dobbiamo più dare il 65% previsto. Siccome non abbiamo notizie che questa legge cambi, abbiamo scritto del miglioramento dell'efficienza del rapporto ricavi-costi perché è bello da vedere o lo abbiamo scritto perché lo vogliamo fare?
Così come abbiamo scritto la qualità, l'aumento dei servizi, la diminuzione delle code e del comfort sui mezzi. Domanda: come è possibile raggiungere certi risultati nei servizi automobilistici e in quelli lagunari senza fondi che aggiungeremo? Perché se aspettiamo quelli nazionali, che pare che vogliono aumentare, credo che al Veneto più di 3 o 4 milioni non tocchino. Perché ci diranno che hanno aumentato i soldi e hanno messo 14 e rotti milioni sul ferro. Domanda chiara in Commissione, sulla gomma non c'è nulla.
Leggo, e mi avvio alla conclusione, degli stralci della relazione che ci ha mandato Confservizi insieme a delle aziende di trasporto. Qui dice che il ritorno dei passeggeri a bordo del trasporto pubblico locale soffre ancora di un calo strutturale della domanda. ASSTRA stima a livello nazionale un persistente calo: il 2022 - 21%, il 2023 - 12, in paragone alle quantità che erano arrivate nel 2019. E dimostra come degli effetti della pandemia per i rincari di traffico si facciano sentire anche per il prossimo biennio con la previsione di una più completa ripresa, con dati migliorativi solamente verso il secondo semestre del 2025. Questa è sempre fonte ASSTRA.
Nei dati del MIMS, il sistema di monitoraggio messo a punto dal Ministero, aggiornati al 30 giugno 2022, quindi recenti, si evidenzia anche la distribuzione territoriale del parco autobus in base alle diverse tipologie di motorizzazioni dimostra – questo è un dato molto interessante – come la quota di bus inquinanti (motorizzazioni Euro 2 e Euro 3) sia più elevata in Molise e Basilicata, sopra il 50%. In Veneto sono in circolazione 300 bus Euro 2 e 900 bus Euro 3. Il dato non tiene conto degli ordinativi in corso, però, pur calcolando gli ordinativi in corso, raffigura una situazione che tra le Regione del Nord Italia non ci mette in buona luce sugli aspetti della qualità del servizio erogato al cliente oltre che sul piano ambientale e della sostenibilità. Quindi in pratica qui ci paragonano a Molise e Basilicata. Per carità, per chi dice che vuole l'autonomia, paragonarci a Molise e Basilicata può essere un risultato. Se leggi la classifica da sotto ha un valore. Io avevo un amico che era sempre l'ultimo a scuola e mi diceva: "Gira la graduatoria". Ha un senso anche quello.
Il rapporto sulle politiche del trasporto pubblico locale, realizzato dall'Osservatorio sul trasporto pubblico locale nell'ultima versione completa e disponibile con i dati del quadriennio 2016-2019, esprime con chiarezza come, a livello nazionale, gli Enti locali, comprese le Regioni, contribuiscono a finanziare il settore con una quota aggiuntiva del 27,3, 1,829 miliardi nel 2019 rispetto al fondo nazionale che è 4,873 miliardi. Quindi no, Fondo nazionale 4,873 miliardi, Enti locali e Regioni 1,829 miliardi.
Poi ci dicono, Assessore, in queste audizioni, non in quelle vecchie: "Spiace constatare che la Regione Veneto abbia contribuito solo per pochi milioni di euro a favore dei contratti ferroviari (quindi quello che dicevamo prima). Emerge che a fronte di questo rapporto euro/chilometro, che ci vede lontani da quanto espresso nelle Regioni contermini – quindi anche qui con le Regioni vicine siamo indietro, lo dicono loro – si registra un rapporto costi/pubblico ricavi da traffico ...". Dice che nonostante in Veneto abbiamo uno dei rapporti costi/ricavi più eccellenti degli altri, noi siamo indietro perché la Regione non mette soldi. "L'incremento dei costi di produzione del servizio registrati in questi mesi è l'aspetto che più preoccupa la tenuta economico-finanziaria. I dati diffusi da ASSTRA nel mese di ottobre registrano un aumento del gasolio del 27, 5 e del 35 nel primo e secondo quadrimestre 2022. Il gas + 107%.... I provvedimenti del Governo con il credito d'imposta e le creazioni del fondo da 140 milioni con il "Decreto Aiuti" possono solo coprire una parte della sofferenza determinata dai costi di produzione che hanno registrato questi effetti. Preoccupati sulla liquidità e la tenuta dei bilanci, la Regione Veneto, con delibera 1012 del 16 agosto 2022, ha contribuito con 6,5 milioni di euro, il 2,56% sul fondo annuale". Abbiamo visto prima che la media degli altri è il 27,5, noi siamo al 2,56, dati ASSTRA. Leggete le osservazioni pervenute, sto leggendo l'osservazione pervenuta. "Cifra che ha solamente consentito un timido e di certo non soddisfacente aiuto alla situazione davvero difficile che le aziende venete stanno vivendo".
Anche qui, non è che gli altri hanno l'autonomia e mettono più soldi di noi, fanno una scelta, perché ogni volta che diciamo che mancano i soldi al trasporto qualcuno dice: "Dateci l'autonomia". Che io abbia notizia, l'autonomia le Regioni che mettono più soldi di noi non ce l'hanno. "A fronte di tali risorse nazionali uno sforzo regionale sarebbe il minimo", ci scrivono i datori delle aziende, Assessore. Credo che si rivolgano a lei, uno sforzo sarebbe il minimo. "Per quanto premesso, è evidente non più procrastinabile una necessaria presa di coscienza della difficoltà in cui versa il trasporto pubblico nella nostra Regione. Vi è l'urgenza di agire per un piano di finanziamenti che non può essere inferiore per il 2023 e il 2024 ai 25, 30 milioni di euro all'anno, finalizzato ad evitare e scongiurare l'aumento tariffario, che andrebbe a colpire soprattutto i pendolari e le famiglie in un momento così difficile". Tant'è che, se prendiamo gli ultimi dati Istat, Assessore, sa quante persone prendono il mezzo pubblico per andare a lavorare e per andare a scuola? Il 10,5%, mentre il 76,4% va con la propria auto, il 12% a piedi, il 3,13% in bici, 3,8% in scooter.
Capite che non sono dati da chi dice che il trasporto dovrebbe essere un vettore educativo per decongestionare le città, per dire che c'è meno inquinamento, una qualità della vita migliore? Questo anche perché – e concludo – diventa una partita inversa: cioè meno noi facciamo funzionare il servizio e meno la gente lo prende. è la famosa fiaba di mettere qualcuno che non funziona in un reparto ospedaliero, così nessuno va e poi dicono: "Tanto lo chiudiamo quel reparto, non va nessuno". Così succede nel trasporto, perché quando vi dicono che la Chioggia-Rovigo la prendono poche persone, al netto che io credo che la finalità della ferrovia di Chioggia dovrebbe essere verso Venezia e l'ho sempre sostenuto, però finché quella linea c'è, è chiaro che la gente dice che non lo prende più nessuno e ci mancherebbe altro: se uno ha un figlio minorenne e deve correre per andarselo a prendere a Rovigo alle 4 di pomeriggio con lo strumento... Mi stupisco che questi genitori non abbiano denunciato nessuno, visto che c'era un minorenne.
Io dico: è chiaro che dopo diciamo che quel servizio non lo prende più nessuno, ma il passaggio da chi lo prende a chi non lo prende quale è stato? Cosa è successo? Quando hai un'osteria e sei pieno di clienti e non viene più nessuno a bere il tuo vino, c'è un motivo oppure sei semplicemente antipatico alla gente? Nei temi dei servizi non funziona così, perché se quel servizio è propedeutico, io lo prendo.
Noi avevamo preparato una manovra emendativa che in qualche modo – dopo la illustreremo – tenta di correggere un po' questi vulnus, alcuni storici, alcuni meno storici, alcuni voluti, perché quando le risorse non ce le hai, non ce le hai, quando ce le hai e le metti da una parte e non dall'altra, è una scelta politica, legittima sì, legittimissima, ma è una scelta politica. Quindi si può dire che alcuni vulnus possono essere voluti, se tu decidi. Dopo ci sarà chi farà un plauso da una parte e chi farà un plauso di demerito dall'altra.
La situazione, Assessore, è che non è tutto oro quello che luccica e, come diceva ieri la mia collega in conferenza stampa, di fronte a una parte di popolo che dice che ha fame, bisogna dare il pane, non le brioches, perché altrimenti non andiamo da nessuna parte e tutti i dati che ci hanno dato oggi le associazioni datoriali, compresa Confindustria, è che noi, in confronto alle Regioni vicine, perdiamo attrattività. E quando una Regione incomincia a diventare meno attrattiva... siccome io voglio tanto bene alla mia Regione, al Veneto, dico che prima di infilarci in un confronto politico su chi ha più o meno ragione e portarla a perdere ancora di più di attrattività, dovremmo metterci a ragionare a bocce ferme e pensare come uscire da questa impasse, perché il risultato, se ciò che abbiamo fatto finora ci ha portato qui, vuol dire che la strada va cambiata, ma non è una considerazione politica, è un dato meramente scientifico.
Se quello fatto finora ci ha portato a meno in alcune produzioni, invece che di più, vuol dire che dove abbiamo funzionato dobbiamo essere più forti e più bravi, eccellenti; ma dove non abbiamo funzionato dobbiamo avere il coraggio di dire che qualcosa di diverso va fatto. E non si può continuare a mantenere un'economia ordinaria come dieci anni fa, quando c'erano soldi che avanzavano e negli emendamenti si dividevano a chi aveva l'idea più geniale.
Oggi dobbiamo pensare a gente che raddoppia negli ultimi dieci anni un tasso di povertà che neanche gli strumenti sociali riescono più ad intercettare.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il collega Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È un appuntamento molto importante questo del bilancio, del DEFR, perché è ciò che viene deciso e definito per il futuro, per quello che verrà, come spendere le risorse, su quali obiettivi puntare e, in realtà, poi su che Veneto vogliamo. Una Regione, la nostra, che ha grosse difficoltà. Ormai siamo stanchi anche di sentirle, perché è da stamattina che sentiamo quali sono le difficoltà della nostra Regione, ma soprattutto la cosa importante è che ci sono dei margini di miglioramento che potrebbero essere, appunto, varcati per dare delle risposte ai tanti problemi che abbiamo. Anche in questa manovra, come d'altronde nelle altre manovre, mancano le risposte a dei problemi che sono chiari, che sono sul tavolo, che sono evidenti a tutti.
Parlo delle esigenze dei nostri cittadini. Chi non ha mai avuto dei cittadini che ci vengono a dire: ho bisogno di una visita medica e mi ritrovo davanti a delle liste di attesa infinite e se voglio essere curato ho bisogno di rivolgermi al privato?
Quante volte avevamo sentito dire, i componenti della Giunta, il Presidente, che non ci saranno più liste di attesa, troveremo delle soluzioni? Col tempo ci siamo abituati e le liste d'attesa si sono allungate sempre di più. I cittadini che possono si rivolgono al privato, naturalmente quelli che se lo possono permettere, gli altri sarà quel che sarà e, nell'attesa magari qualcuno di questi pure rinuncerà per motivi che possiamo immaginare, considerata l'età che possono avere questi nostri cittadini che hanno bisogno di queste visite. Nel contempo la situazione è peggiorata anche per quanto riguarda i medici di famiglia: ci siamo accorti che ne mancano moltissimi. Facciamo fatica a sostituirli, loro sono sempre meno, vanno in pensione. In compenso arriverà un'ondata di cittadini sempre più bisognosi di questo tipo di cure a causa del boom demografico che c'è stato negli anni Sessanta. E ci accorgiamo che probabilmente non saremo pronti nemmeno a questa evenienza che è certa.
Poi per quanto riguarda la situazione attuale abbiamo dei grossi problemi a causa dei costi dell'energia. Abbiamo avuto queste incredibili situazioni dove sono aumentate le bollette dell'energia elettrica, quelle del metano, il pellet da riscaldamento è triplicato, quadruplicato, la legna è raddoppiata e ci troviamo con l'inverno e cittadini che probabilmente non sapranno come potersi riscaldare. Abbiamo avuto nel periodo considerato degli aumenti anche fino al 12, 13%. In sostanza i cittadini si sono trovati con una mensilità, ovvero con una pensione, nel caso degli anziani, in meno, se facciamo due conti. Qui non troviamo le risposte, ma non ci sono nemmeno le risposte a lungo termine perché, guardate, rispetto ad altre Regioni anche del Nord Europa, Centro Europa, abbiamo investito poco sull'energia.
È ufficiale questo sottofondo musicale o...?

PRESIDENTE

Usate un martello, se serve.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Non era l'inno nazionale del Camerun che deve giocare? No.

PRESIDENTE

I don't know. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Abbiamo in maniera lungimirante investito sulle fonti rinnovabili? Chi si è reso conto veramente dopo tanti anni dell'investimento di un impianto fotovoltaico, l'accumulo dell'energia elettrica con dei pacchi batteria, che era stato un investimento importante e azzeccato, e chi in questo periodo, a differenza di altri, si è ritrovato con delle bollette modeste proprio perché si è dotato di questi strumenti. Ma in una Regione vocata al fotovoltaico, ad esempio, come la nostra, perché non abbiamo in questi ultimi anni, quando era nell'aria il fatto che prima o dopo, vuoi per il Green New Deal, vuoi anche per l'instabilità internazionale che stiamo vivendo in questo periodo, sarebbe stato utile pensare a un Veneto autosufficiente o abbastanza autosufficiente.
Nella scorsa legislatura, come Gruppo consiliare, noi lo abbiamo detto, lo abbiamo anche provato, abbiamo fatto degli studi ed era tutto chiaro: se si investiva, avremmo avuto molti meno cittadini adesso con problemi energetici, molti meno che rischiano di entrare in quella fascia di veneti che hanno problemi proprio di povertà e molti meno che, invece, pur facendocela, avrebbero potuto pagare di meno l'energia, perché ce l'abbiamo, è sopra le nostre teste: è la luce del sole.
Manca questa lungimiranza, questo poter osare e pianificare a lungo termine, non a breve termine: e adesso naturalmente la ricetta che questa maggioranza, a livello nazionale, ma anche a livello locale, propone è quella delle trivelle oppure addirittura della centrale nucleare, quindi una non risposta.
Ci ritroviamo con un Veneto sempre meno attrattivo, come è stato ricordato, e pensate che i numeri parlano di 20.000 giovani che ogni anno vanno all'estero; uno può dire: "Bene, è importante che questi giovani vadano all'estero a trovare lavoro", sicuramente, culturalmente parlando e come esperienza di vita, è una cosa positiva. Ma il problema è che da noi non arrivano 20.000 giovani ogni anno e questo è un grosso problema, perché noi formiamo, investiamo sui giovani, come tutte le Regioni, però poi i giovani sono attratti da altri lidi e da noi non arriva chi li sostituisce.
È una Regione che – e qua mi riferisco alle tante norme sull'urbanistica e sull'edificazione che sono state fatte – ha 11.000 capannoni vuoti. Adesso questa cifra sta diventando di dominio pubblico anche a livello nazionale grazie a qualche giornalista d'inchiesta. Succede che, facendo due conti ci ritroviamo, considerati i 90.000 capannoni che abbiamo in Veneto, con un capannone ogni 50 abitanti. Quando abbiamo, invece, un medico ogni 1.500 abitanti circa, di media, un medico di base.
Sull'innovazione tecnologica potremmo fare molto di più. Il problema dell'inquinamento dell'aria ci dice che ci siamo barcamenati e questo problema ce lo ritroviamo costantemente, praticamente intatto. Se l'Unione Europea, poi, in qualche modo ci mette sotto procedura di infrazione o poi, magari, la Corte di Giustizia ci condanna, pazienza. Si mette in conto. Prima o dopo, però, rischiamo di ritrovarci con delle uscite importanti dovute alle sanzioni che potrebbero arrivare.
In tutto questo contesto dove l'economia va male, dove i nostri cittadini non se la passano bene, dove però stanno per arrivare degli importanti fondi del PNRR – vedremo che effetti avranno entro il 2026, dovranno essere spesi, quindi entro breve dovremo vedere anche gli effetti – c'è chi però alza le antenne su questi soldi e c'è chi vorrebbe, in maniera illegale, metterci anche mano e mi riferisco alla questione del contrasto della criminalità.
Ci sono delle parti interessanti sul DEFR. Però come vengono declinate poi sulla parte più importante, che è quella: quanti fondi mettiamo per questi obiettivi? In maniera sbagliata, perché in tutte le norme che riguardano la sicurezza, che riguardano il contrasto alla criminalità, il contrasto all'illegalità e il contrasto alla corruzione, noi mettiamo il 30, il 40, il 50% in meno di quello che avevamo messo qualche anno fa. Anche in questo settore quindi andiamo indietro.
Sulla questione dell'autonomia, al contrario, relativa alle strade che passeremo ad ANAS è già stato detto, ma anche questo è significativo. Perché facciamo questa operazione al contrario? Quali sono i motivi di questa operazione?
È un DEFR che a parole magari potrebbe risultare anche interessante, ma, come dicevo prima, se dopo nei fatti non si mettono risorse utili agli obiettivi che ci prefissiamo, e sono tanti questi obiettivi, poi non miglioriamo assolutamente. Ci ritroviamo in questo giro anche col problema del buco che creerà la Superstrada Pedemontana Veneta. Era stato detto che era stato detto che avremmo avuto il buco. Sinceramente questo non è poi così vero, insomma, perché quando c'è stata portata quella convenzione che ha portato il rischio di impresa in casa della Regione, garantendo invece al privato un'entrata sicura annuale, tramite il canone, era stato detto che sarebbe stato un affare, che avrebbe salvato la Pedemontana. Io penso che magari potremmo avere posizioni diverse, ma sui numeri penso ci sia poco da fare: quell'operazione ha garantito sicuramente un soggetto, il privato. Il privato con quell'operazione si è messo al sicuro: avrà una quota fissa per 39 anni mentre noi ci prenderemo gli incassi dei pedaggi. In questo bilancio purtroppo abbiamo scoperto le carte.
Volevo ricordare ai colleghi di nuova legislatura che adesso andrà così, abbiamo parlato di 55 milioni di euro di buco nei prossimi tre anni, ma a fronte del fatto che dobbiamo dare 150 milioni di euro l'anno al privato adesso, ma queste quote al privato negli anni aumentano. Arriveremo, colleghi, verso la fine dei 39 anni a dare quote anche di 350, 450 milioni l'anno al privato. Fatevi due conti su questo.
Come invece affrontare, tramite questo DEFR e il Bilancio, la drammatica situazione degli effetti dei cambiamenti climatici? Ci sono risposte meritevoli di attenzione e risolutive? Sicuramente non si può risolvere tutto, però anche in questo non c'è un cambio di rotta. Noi abbiamo avuto quest'estate una situazione drammatica che pochi si aspettavano perché sembra proprio che gli effetti dei cambiamenti climatici abbiano una velocità – questo ce lo stanno dicendo un po' tutti – molto superiore a quella prevista, cioè si stanno manifestando, oltre che con un'intensità e una gravità importante, anche con una velocità, rispetto a quanto preventivato, impensabile fino a qualche anno fa.
Lo abbiamo ricordato e ci viene spesso detto anche da molti esponenti della maggioranza quanto importante sia l'agricoltura nella nostra Regione. Ma siamo pronti? Stamattina, se vi ricordate, c'era quell'interrogazione sul fatto che sono nate delle lotte tra agricoltori della sinistra e destra del Soligo, che è un fiume che c'è nel nord della Provincia di Treviso, nella zona collinare, perché c'erano quelli che si portavano via l'acqua, mentre gli altri, che seguivano le norme, non potevano portarsela via. Ma i vigneti erano tra l'altro di nuovo impianto e, se non li irrighi, è logico che le piante, con lo stress del caldo e dell'acidità, possono anche morire.
Siamo pronti ad affrontare queste cose? Lo abbiamo messo nero su bianco? Ci sono questi provvedimenti? Tutte buone enunciazioni, ma tutte misure molto molto timide.
Noi siamo forti in altri settori e abbiamo deciso che le questioni importanti della nostra Regione sono le Olimpiadi di Cortina e avere l'UNESCO del Prosecco: queste sono le cose veramente importanti. Importante è trovare 85 milioni – e c'è nel bilancio – per la pista da bob di Cortina, mentre c'è il centro medico che ci invidiavano a livello internazionale, di Misurina, il "Pio XII", che sta chiudendo. Possibile che, al posto di dare 85 milioni di euro per la pista da bob non prendiamo questi soldi e li investiamo – ne servirebbero un quarto, forse anche metà – per trasformare questo centro in un centro prestigioso? Nessuno in Europa potrebbe averlo perché è a 1.700 metri d'altitudine, si trova in una situazione veramente incredibile per tutti gli aspetti favorevoli, per affrontare tutte quelle malattie dei cittadini che soffrono di patologie alle vie respiratorie.
Abbiamo una norma fatta nel 2013, giusto per accontentare chi ce la chiedeva, ma mai messa in opera, che è quella della sensibilità chimica multipla, che prevedeva un centro, che è stato definito a Padova, ma che non è mai partito. C'è un ordine del giorno che presenteremo su questo: perché non impegnarci, anche economicamente, per salvare quel centro per tutte le tipologie di malattie respiratorie? Potrebbe diventare veramente un centro di eccellenza, salvando una struttura importantissima che tutti ci invidiano. Basterebbe seguire quello che dice il Comitato Internazionale Olimpico. Cosa c'entra il Comitato Internazionale Olimpico col Centro di Misurina che cura le malattie respiratorie? Ha detto semplicemente: guardate, è inutile fare una pista da bob nuova a Cortina, usate quella di Innsbruck. Pensate, ascoltando gli esperti dello sport, potremmo puntare ad avere un centro di eccellenza per curare i cittadini veneti, italiani e anche europei, perché veramente potrebbe diventare un centro importantissimo per tutte queste questioni. Si è sempre detto – e ci è stato detto anche qui in Consiglio – che le fondamenta sulle quali si basa questo DEFR è Veneto Sostenibile, è l'Agenda 2030 dell'ONU. Io penso sia un lavoro veramente importantissimo che hanno fatto la Giunta regionale, i funzionari, la Regione, che fa una fotografia di qual è la situazione.
Io penso che noi abbiamo bene in mente la nostra situazione, ma non abbiamo il coraggio di fare le scelte giuste e cambiare per affrontare quei problemi, passando attraverso anche una modernizzazione di quello che è il tessuto imprenditoriale e produttivo della nostra Regione.
Il fatto è che ci vuole, sicuramente, coraggio. Ci vuole impegno. Ci vuole costanza e ci vuole sapere anche lavorare assiduamente e rischiare, naturalmente, anche perché quando si affrontano temi importanti e nuovi, insomma, si può sempre sbagliare.
Lo sapremo affrontare? Con questa manovra povera, a nostro avviso, non affronteremo questi problemi epocali. Anche la questione Veneto 2030 ci dice, tra l'altro, che la biodiversità in Veneto è a rischio, ci dice che abbiamo un'agricoltura che dovrebbe fare dei passi in avanti, perché è ancora basata su vecchi sistemi, molto incentrata sui pesticidi e sulla chimica. Quel rapporto, quel report, veramente, è molto importante, ma non vengono fatti i passi necessari per tutto ciò.
Io ho sentito l'altro giorno l'intervista al presidente Zaia che diceva, in occasione della presentazione del suo libro, che lui adesso ha un Veneto che è molto diverso da quando l'ha preso in mano, ma io su questo gli do ragione.
Per chi segue le tematiche che riguardano la salute e l'ambiente, effettivamente è un Veneto molto diverso, purtroppo. Abbiamo sicuramente una superficie coltivata a vino superiore, produciamo sicuramente molto più Prosecco, però abbiamo quegli effetti, di cui all'agricoltura, di cui alla monocultura, sulle nostre acque sotterranee e sui fiumi, evidenti, che ci vengono evidenziati sempre dalla Regione tramite l'ARPAV.
Abbiamo una Regione che in tema di biodiversità ha perso moltissimo, anche in termini di fauna selvatica. Abbiamo una Regione dove, lo ricordavo prima, le liste di attesa si sono aggravate, dove i medici di Medicina generale sono meno di un tempo, dove anche i pronto soccorso sono meno di un tempo, parlando di dati più attuali. È una Regione dove abbiamo tantissimi capannoni, molti anche vuoti. Qualcuno viene riempito magari dalle organizzazioni malavitose per nascondervi i rifiuti, come abbiamo visto, com'è accaduto purtroppo spesso, però anche la questione del consumo del suolo è una questione veramente molto importante. La questione dell'inquinamento dell'aria non è stata risolta, la questione dei giovani che se ne vanno all'estero rispetto a un tempo è certificata dai numeri, dalle statistiche. Sicuramente è un Veneto diverso, però, purtroppo, gli indici ci dicono che non ci sono stati miglioramenti, perché siamo andati peggiorando.
Come è stato ricordato anche da molti colleghi, questo è il libro dei desideri, questo DEFR, ma se non mettiamo le risorse dove servono e non spendiamo soldi – e l'ho detto, ho fatto diversi esempi – dove non serve, non si riesce a raggiungere questi obiettivi. Ecco perché il nostro giudizio su questo DEFR e su questo bilancio è molto, molto negativo, cari colleghi.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.
Non vedo altri interventi.
Dichiaro chiusa la discussione generale sulla PDA n. 45.
Replica della Giunta. Chi vuole parlare per la Giunta? Più Assessori possono parlare per la Giunta, ci mancherebbe.
Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti.
Ho il compito, in questa fase, di fare un po' la sintesi di questo Documento e della discussione che c'è stata fino ad oggi. Poi credo che nel corso delle prossime ore e di domani ci sarà modo, per ogni singolo Assessore, all'interno degli emendamenti che sono stati presentati, di dare delle risposte più puntuali rispetto ad alcune osservazioni che sono state evidenziate nel corso di queste cinque ore di intervento da parte dell'opposizione.
In questo momento la cosa che ritengo più importante da fare è rassicurare quei veneti che ci stanno ascoltando da casa, che sono in migliaia, che quello che hanno sentito nel corso di queste ultime cinque ore, quindi questa definizione di questo Veneto horribilis, non c'è. Guardino pure fuori dalla finestra, non è successa improvvisamente una crisi di un certo tipo o il Veneto non è più quello che era questa mattina, prima dell'intervento all'interno del DEFR, come l'ha definito l'opposizione. È il Veneto che è stato costruito nel corso degli ultimi cinquant'anni, attraverso tutta una serie di persone che lo hanno fatto crescere e che ha visto, nel corso degli ultimi vent'anni, un'Amministrazione di centrodestra che ha avuto modo di far continuare quella straordinaria crescita del nostro territorio, che oggi lo pone all'avanguardia a livello nazionale. State tranquilli, veneti. Non è quello che avete sentito nel corso di queste cinque ore.
Naturalmente il DEFR è lo strumento a disposizione dell'opposizione per dire quello che ritiene non vada all'interno di questo modo di governare il Veneto. È assolutamente legittimo e credo che sia doveroso, da parte nostra, essere qui, ascoltarvi, prendere nota, cercare di comprendere se all'interno dei 320 emendamenti ci sia qualcosa di costruttivo e non ostruzionistico o che comunque serva soltanto per andare sui giornali domani, ma ci sia modo di contribuire a costruire questo Documento che, nel corso degli anni, è un Documento che, come avete visto anche nelle fasi di analisi in Commissione, si arricchisce, anno dopo anno, di interventi e di aiuti.
Dei molti emendamenti approvati l'anno scorso, qualcuno credo sia sfuggito di mano a chi ha dovuto trascrivere. Mi ricordo, però, che l'anno scorso c'è stata una forte collaborazione da parte dell'opposizione e della maggioranza per far sì che alcuni emendamenti che avevano senso fossero recepiti all'interno del Documento. È un Documento che, anno dopo anno, continua ad arricchirsi e vi ricordo cos'è il Documento di economia e finanza, almeno nel Veneto, che non è uguale al resto delle Regioni. Probabilmente, lo ha detto bene qualcuno, è un Documento che potremmo mettere a disposizione nelle buone pratiche delle Regioni in Italia, perché è l'unico Documento che ha al proprio interno una strategia per lo sviluppo sostenibile, ha all'interno il programma di governo del presidente Zaia e naturalmente intreccia quello che è il bilancio di previsione 2023-2025 che andremo ad affrontare nel corso della prossima settimana.
È un Documento complesso che, inevitabilmente, ha degli aspetti che anno dopo anno devono essere arricchiti, anche rispetto a temi contingenti, ma che deve essere visto in un'ottica quinquennale qual è il programma di governo del Presidente Zaia.
Ecco che allora ci troviamo in un momento molto particolare. Credo che nessuno di noi qualche mese fa pensava che al termine o almeno quando abbiamo iniziato a intravedere un po' di luce dopo la pandemia, arrivasse un altro cigno nero, come l'invasione in Ucraina e questo, naturalmente, ci pone nelle condizioni di dover essere attenti a quello che succede nel nostro territorio, ma anche di essere consapevoli di quella che è la forza di un territorio come il nostro, il Veneto, che continua ad essere un territorio estremamente performante a livello nazionale.
I BES, quelli che abbiamo introdotto all'interno del Documento di economia e finanza, naturalmente, come i numeri, ognuno li legge a seconda del bisogno e di quello che gli fa piacere leggere. Al di là di quello principale, insomma, che credo testimoni il percorso che è stato fatto da questa Regione dal 2010 al 2021, che è il reddito disponibile lordo pro-capite, che dà l'idea di questo territorio quanto sia cresciuto in termini di capacità di creare valore per i propri cittadini e che, quindi, vede il Veneto crescere più del resto d'Italia, da 18.582 euro a 20.211 euro, mantenendo uguale la disuguaglianza del reddito, a differenza del resto d'Italia, dove è ampliata la disuguaglianza del reddito. Ad esempio, l'indice di povertà assoluta, a cui faceva riferimento il collega Montanariello, è quasi raddoppiato, ma è lo stesso che succede in Italia. Non è che viviamo in un Paese diverso, rispetto a quello che forse ci piacerebbe riuscire attraverso alcune buone pratiche del Veneto a dimostrare che è possibile fare.
Ci portiamo dietro un fardello... È scritto qui, basta leggere i numeri: 3,5, 8,2, 4,2, 9,4, indice di povertà assoluta. Il dato del Veneto è un dato in linea con il dato nazionale. Questo è il tipico...
 
Assume la Presidenza
il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia.

Ass.re Francesco CALZAVARA

... è il tipico modo di guardare i dati che fanno comodo.
Mi dispiace che, ad esempio, un collega attento come il collega Zanoni, che è sempre attento ai temi dell'aria, non abbia visto come dal 2010 al 2021 sia migliorata la qualità dell'aria e dei gas climalteranti. Questo, però, dà fastidio.
L'abusivismo edilizio nel Veneto è notevolmente diminuito, molto di più rispetto a quello che succede in Italia. Quei dodici BES, quei dodici indicatori di benessere equo e sostenibile, sono dei segnali che danno l'idea di un Veneto che ha capacità di continuare a migliorarsi, di cercare, compatibilmente con quello che è il proprio territorio, la complessità del proprio territorio con quello che è successo naturalmente a partire dagli anni Sessanta o Settanta, anni nei quali non possiamo dimenticarci che si partiva con le ruspe per abbattere quello che non ci piaceva. Continua ad essere un Veneto capace di essere attento ad alcuni indicatori e continuare a migliorarli nel corso degli anni. Questo per dare un primo quadro e rassicurare i veneti che fortunatamente credono a questa Amministrazione e credono a chi l'ha amministrata a partire dal 2010 e continuano a crederci.
Capisco che a voi possa sembrare incomprensibile, però i veneti qualche mese fa hanno fatto una scelta ben precisa. Hanno votato ancora questa squadra. So che per voi è incomprensibile. Io so che per voi è qualcosa che non riuscite a capacitarvi, perché per voi è impossibile, rispetto al film che vi siete fatti è impossibile che i veneti non si rendano conto di quanto male stanno, però è una cosa che vedete voi. La vedete voi e pochi altri.
C'è un Governo che finalmente, dopo undici anni, è finalmente chiaramente politico, perché l'ultimo Governo chiaramente politico è stato il Governo di Berlusconi. Poi, attraverso manovre, non si sa come... La storia ci dirà perché poi Berlusconi si è trovato con lo spread a 514, ma questa è un'altra storia, insomma.
Abbiamo un Governo nuovo, chiaramente di centrodestra così com'è chiaramente di centrodestra questa Amministrazione. Sono convinto che nel corso dei prossimi mesi questa capacità di far coincidere le politiche regionali con le politiche nazionali ci darà molte soddisfazioni. Dico questo perché non mi sottraggo al fatto che c'è stata una discussione importante attorno all'addizionale IRPEF che a un certo momento sembrava dovesse essere necessaria, ma il presidente Zaia, credo con responsabilità, prima di assumersi l'onere di mettere le mani nelle tasche dei veneti, così come non ha fatto negli ultimi dodici anni – e ha fatto bene, almeno sembra, al momento – abbia aspettato quelle che erano le scelte nella manovra finanziaria 2023, una manovra importante, che è approdata in Parlamento nel corso di questi giorni. Io sono convinto che, all'interno di quella manovra, ci saranno le risorse per riuscire a dare delle risposte importanti anche a situazioni emergenziali, come molto probabilmente vedremo nei primi mesi del 2023. Naturalmente questo attraverso un percorso di relazioni, un percorso di conoscenza, un percorso di filiera, come si dice tante volte quando magari capitano le elezioni comunali. Perché votare un Sindaco del centrodestra? Perché c'è una filiera che oggi sta funzionando. Io sono convinto che le risposte che avremo, anche dal punto di vista politico e amministrativo, nel corso dei prossimi cinque anni di governo del centrodestra, saranno ulteriormente capaci di continuare quel percorso di efficientamento dello Stato e di utilizzare al meglio le risorse; risorse che io speravo – ce lo siamo detti alla fine della discussione sul bilancio e sul DEFR dell'anno scorso – potessimo avere più chiare almeno per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Abbiamo fatto un emendamento giusto per essere nella massima trasparenza al Consiglio regionale, ma ad oggi sono arrivati 5 miliardi e qualcosa al Veneto, non alla Regione del Veneto. Parliamo di risorse che sono il 6,5% rispetto a quelle distribuite a livello nazionale, sono in linea con quelle che sono le altre Regioni che hanno avuto più o meno le nostre risorse, però noi continuiamo a fare benchmark su quelle che riteniamo siano quelle più vicine a noi, quindi Emilia-Romagna e Lombardia, e siamo assolutamente in linea con questa distribuzione.
Spero che questo nuovo Governo – per questo confido che ci sia un approccio diverso, sia per quanto riguarda l'utilizzo di queste risorse, ma proprio nel modo di rapportarsi con la Regione – possa essere più vicino a considerare la Regione il vero hub territoriale per avere questo tipo di risorse.
Vi faccio un brevissimo esempio, perché è quello più calzante: c'è stata una discussione sull'assegnazione dei 20 milioni di euro per quanto riguarda il bando per i borghi. La Giunta ha deciso di assegnarli a Recoaro. Abbiamo fatto, credo, in sessanta giorni questa cosa, dal momento in cui è stata assegnata la disponibilità alla chiusura del percorso per trovare il Comune che poteva avere le caratteristiche migliori per rispondere a questo tipo di esigenze. Le risorse sono state assegnate, c'è stata una convenzione con il Comune di Recoaro. Il Comune di Recoaro ha iniziato un percorso di evidenza pubblica per trovare un partner per fare delle opere all'interno della propria città. Ha chiuso l'evidenza per capire se ci sono aziende interessate a compartecipare per il rilancio della località. Due aziende primarie, quindi, con player a livello nazionale, sono interessate a Recoaro Terme.
Questo è il modo di poter utilizzare al meglio le risorse del PNRR. Non fare i voucher al Comune di Rocca Pietore. Mi dispiace, ma li prendo come esempio di un Comune piccolo a cui stanno arrivando più risorse di quelle di cui hanno bisogno, perché poi non hanno i tecnici per riuscire a spendere risorse attraverso i voucher. Questa è un'impostazione che il Governo Draghi, attraverso Colao, almeno per quanto riguarda il digitale – poi credo che ogni Assessore avrà modo di esprimersi su quello che è stato il percorso del PNRR – non andrà a soddisfare quelle che erano le aspettative dell'Europa. Io spero che un Governo che abbia più chiaro il rapporto tra Stato e Regioni possa far sì che il 2023 sarà l'anno fondamentale perché, secondo me, solo attraverso l'assegnazione entro il 2023 delle risorse ci sarà la possibilità di spenderle entro il 2025 e rendicontarle nel 2026.
Se ci fosse un ulteriore ritardo non saremmo più nelle condizioni di poter dare questo tipo di risposte. Io sono convinto che nel 2023 arriveremo finalmente ad avere un quadro chiaro di quelle che saranno le risorse importanti che arriveranno anche nel nostro territorio e che potranno, naturalmente da un punto di vista programmatorio, anche togliere le risorse che abbiamo all'interno del bilancio 2023-2025, per essere assorbite dal PNRR e liberate per ulteriori iniziative.
Accanto a questo c'è, naturalmente, la programmazione europea. È appena partita quella 2021-2027, quindi riteniamo – e lo vedremo poi nell'esame del bilancio 2023-2025 – di avere la possibilità di cofinanziare, così come abbiamo fatto nella precedente programmazione 2014-2020 e far sì che si utilizzino tutte le risorse a disposizione, cosa che non succede in tutte le altre Regioni d'Italia.
Il Veneto ha avuto, anche in questo caso, la capacità di andare quasi a overbooking rispetto a quella che era la disponibilità, proprio a fronte della struttura e della capacità manageriale di creare progetti e di portarli avanti, di rendicontarli e di far sì che le risorse che il Veneto si merita arrivino nel nostro territorio.
Si è cercato di definire un Veneto senza direzione, un Veneto senza prospettiva. Naturalmente, poi, per chi guarda il quotidiano, ognuno può farsi questo tipo di idea. È come se uno avesse guardato la puntata ieri sera di "Report" e poi dice: ma è questo il Nord Italia? È questa la sanità nel Nord Italia? Ognuno fa delle considerazioni proprio per il modo in cui viene costruito anche il percorso di narrazione, ma io credo che il Veneto che invece avremo al termine di questo mandato... perché poi al termine di questo mandato non è detto che non ci sia un quarto mandato. Mi pare di capire che c'è anche una bella discussione intorno. Quella leadership a cui faceva riferimento la collega Camani, che era preoccupata che fosse una leadership che finisse, non è detto che finisca nel 2026 o nel 2025. Può stare tranquilla che magari si ritrova qua il Presidente Zaia con ancora probabilmente più consenso di quello che ha avuto.
Io credo di sì, i numeri sono così. Visto come va il libro molto probabilmente andrà oltre il 76%, quindi ci sono tutti i presupposti per far sì che questa... No, credo che il consenso del Presidente sia nelle cose che fa quotidianamente, nella capacità di relazionarsi con le persone, al di là dell'aspetto, insomma, che poi vedete voi, che chiaramente siete alla ricerca del leader perduto e quindi vi troverete, come è successo negli ultimi 10 anni, tre mesi prima a cercare chi può essere il candidato. Proprio perché siete forti nella creazione delle leadership, vedo già tra voi il prossimo candidato e quindi auguri a Bonaccini e a chi verrà. Perché se si critica le leadership poi bisogna avere anche un po' di capacità di autoanalisi e non mi pare che dall'altra parte ci siano dei fenomeni in arrivo che arrivano a risolvere i problemi del Veneto. Quindi noi fortunatamente abbiamo un Presidente che ha un grossissimo consenso, che ha questa straordinaria capacità di relazionarsi a Roma e quando fa quel ragionamento sul Veneto che è cresciuto, è essenzialmente lo standing del Veneto a livello nazionale.
Oggi il Veneto è molto ascoltato a livello nazionale, all'interno delle Conferenze Stato-Regione, all'interno delle Istituzioni e dei Ministeri, proprio perché quello che ha creato il Presidente nel corso di questi anni è una credibilità personale nel portare avanti i propri progetti che ha generato quello che andremo a vedere nel 2026. So che a qualcuno di voi dispiacerà, ma quando partirà il primo bob nel 2026 sulla pista da bob, sarà un successo per il Veneto, sarà uno straordinario successo, perché avremo dimostrato di aver avuto la capacità di attrarre una straordinaria opportunità di visibilità per il nostro territorio, un'occasione unica di portare investimenti di più di un miliardo di euro, che mai avremmo visto in Veneto, e avremo la possibilità di dare una nuova visione della montagna e del Veneto, che starà a noi, poi, avere la capacità di veicolare al meglio.
Quel riferimento che c'è all'interno del DEFR dei giovani non è per sfruttare i giovani per andare a tirar su le bandierine sulle piste di sci durante i Mondiali, ma è per far sì che i giovani del Veneto si rendano orgogliosi di questa straordinaria opportunità che il Veneto ha: non capita a tutti di poter ospitare delle Olimpiadi. E io spero che i giovani del Veneto diano la propria disponibilità, proprio per essere parte di questo straordinario progetto.
Nel 2026 avremo le Olimpiadi, nel 2026 avremo una Pedemontana e anche in questo caso a me dispiacerà vedere che qualcuno non sarà contento, perché la Pedemontana, molto probabilmente anche attraverso una rimodulazione di quelle che potrebbero essere le tariffe, è qualcosa che è in animo della Giunta, perché non è che è inerme la Giunta rispetto a quello che sta succedendo. Cercheremo di capire, una volta aperta completamente la Pedemontana, quali saranno le iniziative migliori per renderla fruibile al massimo.
Io spero – lo ha annunciato, ma credo che poi sarà la vicepresidente De Berti a spiegarlo ancora meglio – che, attraverso una forte interrelazione con il ministro Salvini, si riesca a creare quella holding autostradale che potrebbe generare delle risorse incredibili nel nostro territorio, che è un corridoio dell'Europa che viene attraversato e che potrebbe veramente generare quelle risorse che in alcuni casi ci mancano per fare ulteriori opere pubbliche. Poi, naturalmente, bisogna essere d'accordo sulle opere pubbliche, perché non si possono avere risorse e contestare se fai una strada e quindi potremmo avere quelle infrastrutture che riteniamo che il Veneto debba ancora avere.
Poi nel 2026 avremo l'inizio di un'altra straordinaria opera, che sarà l'Ospedale di Padova: dal 2024 inizia il finanziamento di 300 milioni da parte della Regione e noi nel 2026, alla fine di questa legislatura, vedremo l'inizio, molto probabilmente, di un'opera di assoluta eccellenza a livello europeo.
Credo che, da questo punto di vista, sarà un Veneto sicuramente più attrattivo, sarà più glamour, perché sarà un Veneto che sicuramente avrà la capacità di dimostrare, di mantenere la propria capacità di attrazione per quanto riguarda tutto il tema turistico. Vi ricordo anche quest'anno record assoluto di presenze turistiche. Quindi capacità ancora, insieme con gli operatori, di creare un continuo rinnovamento dell'offerta turistica.
Ma poi, per ultimo, e naturalmente non lo si può dire se non incrociando le dita, l'arrivo di uno straordinario investimento a livello mondiale come l'intervento di Intel. Non c'è ancora l'ufficialità e, quindi, incrociamo le dita, ma anche in questo caso, quando si parla di Veneto attraente, il Veneto attraente non è soltanto il Veneto dove si viene a mangiare le moeche e dove si va in spiaggia a bere spritz, è il Veneto che, attraverso una credibilità di carattere amministrativo, riesce a dialogare con un'azienda a livello planetario e si rende credibile per iniziare un percorso amministrativo tale da garantire che quello che loro hanno bisogno si riesca a fare.
Questo lo si può fare solo se si trova un Presidente che mette la faccia su un'operazione come questa e che, speriamo, possa essere il biglietto da visita per dare quell'idea di un Veneto per i prossimi decenni, che inizia a creare le condizioni, affinché non si debba sempre rincorrere la Valley di turno emiliana, che, come sapete, basta che trovino tre persone che fanno una cosa assieme e fondano una Valley, perché questo è, dal materasso ai salotti, piuttosto che al biomedicale.
Ma io credo che attorno al progetto Intel ci sia una straordinaria possibilità di generare una capacità di mantenimento e di attrazione dei giovani nel nostro territorio, che dovranno trovare aziende come questa per riuscire a dare quella risposta alle loro aspettative rispetto agli studi che hanno fatto.
Questo è il Veneto che a noi piacerebbe accompagnare all'interno di questo Documento di economia e finanza, che ci vedrà fortemente convinti che questo è il percorso per arrivare a un'eccellenza assoluta nel 2026.
Grazie.
 
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Camani, per dichiarazione di voto. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Velocemente, sull'ordine dei lavori. Solo per dare dei dati corretti, rispetto a quelli che ho sentito in riferimento...

PRESIDENTE

Non è ordine dei lavori, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Non è sull'ordine dei lavori? Cioè l'Assessore può dare dei numeri...

PRESIDENTE

Non è ordine dei lavori.
In dichiarazione di voto può riportare la sua opinione. Non è ordine dei lavori.
Bene, siamo a votare la PDA n. 45.
Dichiarazioni di voto?
Guarda Cristina, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Solo per confermare il voto negativo rispetto a questa Nota di aggiornamento.
Ringrazio l'Assessore per aver condiviso una posizione che è assolutamente rispettabilissima perché si tratta comunque di una relazione fra parti, tra maggioranza e opposizione, tra visioni politiche che sono evidentemente molto diverse.
La domanda è soltanto una che continuo a riporre: quale sviluppo pensate realmente possa dare un'Olimpiade come quella che state sviluppando insieme con il Commissario e la Fondazione? Perché da un punto di vista pratico, tra l'altro, so che ci sono delle difficoltà di investimenti privati, delle difficoltà rispetto al raggiungimento del quantitativo di fondi esterni che si erano preposti non soltanto la Regione ma tutto il Comitato che si occupa dell'organizzazione delle Olimpiadi. Ma quali prospettive ci sono se si portano persone e gruppi dall'esterno ad investire, a sostituire l'imprenditoria locale? Perché è quello che in realtà con tutti i grandi eventi è successo e Cortina purtroppo, nel bene e nel male: ne è testimonianza perché la cittadinanza è diminuita, la proprietà di alberghi, anche familiari, è stata sostituita da realtà esterne e da realtà che hanno investito esternamente, riducendo anche la compartecipazione con il lavoro locale. E questo è un dato di fatto che ci è stato testimoniato direttamente dai cittadini della zona, direttamente dai cittadini di Cortina, con dati statistici che sono stati analizzati proprio per questo. E quale tipo di investimento si pensa possa ridare indietro una pista da bob che costerà tra i 700.000 e il milione di euro all'anno solo per la gestione ordinaria?
Questi sono quesiti e domande che io mi pongo, ma non tanto perché sia contro o pro un evento, perché io sono felicissima se davvero potessimo affrontare delle Olimpiadi fatte non per mettere degli stabili per poi ritirarli via oppure per fare nuovi stabili all'interno dei greti dei fiumi, per esempio come è stato proposto per il Villaggio olimpico, ma per esempio per rivitalizzare degli edifici già esistenti che possono quindi poi tornare utili alla comunità. Questo tipo di investimento ci piace, non quello di opere usa e getta. Qui mi preoccupa il fatto che si possa mettere davvero delle risorse pubbliche in un'epoca di emergenza così per un'opera che sarà costosissima. Ribadisco, 85 milioni, se non di più, sono tanti, magari pochi rispetto ai miliardi del bilancio regionale, ma tanti per quanto riguarda il contesto sociale ed economico che stiamo vivendo. E saranno tanti i fondi che saranno necessari per sopperire alle perdite di questa pista. Non esiste nessun calcolo economico ben definito ancora, ma quei pochi dati che avete ricavato dal progetto di fattibilità delle alternative ci dicono che i costi sono sottostimati, perché l'energia è calcolata a 0.26 kilowattora, che è una fantasia oggi pensarla nella direzione futura, ma stanti le previsioni che sono date dai centri di ricerca riguardo all'energia, non dalla Guarda.
Soprattutto le entrate sono assolutamente sottodimensionate. Come potete pensare di fare un investimento che prevede... Chiedo scusa, parlate sottovoce. Grazie.
Un'entrata sovrastimata, perché come pensate che sia possibile fare 6.000 discese all'anno, con gli stessi prezzi delle altre piste da bob d'Europa, quando le altre piste da bob hanno discese di 1.200-1.300 bob all'anno, con il taxi bob? A me preoccupa non tanto l'idea che sia fatta o non fatta... A parte che io, per esempio, sarei più per riutilizzare l'esistente e non andare a creare un investimento con una perdita futura, rifacendo la pista senza valorizzare in realtà Cortina per le tante altre doti che ha, non farei un'attività così di nicchia, con così tanti costi di tipo pubblico. Ma, al di là del fatto di farla o non farla, il principio è cosa siamo in grado noi di restituire a Cortina e ai Comuni di montagna, che dovranno pagare con i fondi dei Comuni confinanti e con i fondi del Comune di Cortina, che ha ben altro a cui pensare (in termini di servizi sociali, servizi sanitari, eccetera) rispetto a dover coprire delle spese per un investimento che è a perdere.
Avete già fatto degli investimenti a perdere in passato, in alleanze passate con il centrodestra e in alleanze presenti? Ritengo che non sia opportuno andare a direzionarsi verso questa strategia, perché l'idea di rilancio della montagna che avete con queste Olimpiadi, dai dati che ci testimoniano tutte le altre Olimpiadi del mondo sono purtroppo sovradimensionati. E io ritengo che qualsiasi operazione di buon governo e di spesa intelligente delle risorse per la montagna, e non per creare grandi piste da bob, sia oggi quanto più urgente possibile.
Per questo – ribadisco – fintanto che siamo in tempo e fintanto che c'è la possibilità ancora di dialogare con le forze nazionali e internazionali, facciamo in modo che questi soldi vengano spesi per altre innovazioni, da un punto di vista di servizi sociali e da un punto di vista di servizi e di opportunità per la montagna, e non, ripeto, per investimenti che rischiano di essere davvero un boomerang non tanto per la Regione del Veneto, ma per i Comuni che un giorno dovranno andare a gestire quest'opera.
La scelta deve essere fatta insieme con i territori e il territorio ha parlato, non tramite, purtroppo, i suoi amministratori.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Voterò anch'io, ovviamente, in maniera contraria a questo Documento, anche perché la risposta dell'assessore Calzavara – e mi dispiace per questo, di solito l'interlocuzione è anche più nei contenuti – non ha per nulla risposto a uno dei temi (di addizionale IRPEF ci occuperemo anche la settimana prossima) che è il grande assente da questa programmazione: il tema – lo riportavo in discussione generale – dei più giovani. Non li ho messi io i dati in questa tabella. Se noi andiamo a vedere, non solo scende di tanto la competenza alfabetica non adeguata e anche quella numerica dei nostri studenti delle scuole dell'obbligo, significa che la qualità del lavoro che facciamo dentro la scuola... Ma anche se guardiamo ai dati delle persone che abbandonano la scuola, abbiamo un dato che ci fa vedere che alcune famiglie, che sono quelle più povere all'interno del Veneto, qui dentro, nel Documento di Economia e Finanza, ci sono troppo poco.
Io capisco che bisogna guardare al Veneto che cresce, al Veneto che innova. Io tutto quello lo guardo, in qualche modo ci lavoro dentro, ma se devo mettermi qui, come Consigliere di opposizione, a dire cosa manca in un documento, è ovvio che mi concentro sulle cose che sono mancanti. Se vuole, mi prendo altri dieci minuti e faccio l'elogio di tutto quello che in Veneto funziona: l'ho detto anche l'anno scorso, ad esempio il fatto che le imprese del Veneto siano state abituate per tantissimo tempo a lavorare anche in assenza di uno Stato nazionale che supportava un certo tipo di lavoro, in particolare le imprese più piccole. Tutto questo l'ho raccontato anche l'anno scorso: il Veneto che innova, i giovani che innovano all'interno di questa Regione. Ma se dobbiamo occuparci di quello che non funziona, i grandi assenti da questo Documento di programmazione sono due. Innanzitutto le fasce più deboli, cioè guardare che il Veneto cresce, e cresce tanto come dinamica nazionale, in particolare per alcuni, ma se lei va a vedere le famiglie che vivono in condizioni di povertà, come da dato nazionale, e soprattutto che vivono in alcuni territori, le aree montane, le aree interne, in realtà anche alcuni piccoli Comuni del Veneto che sono più colpiti, lì la povertà batte di più e non è un caso, io credo, che anche il voto alle ultime nazionali abbia fatto vedere questo dato, abbia fatto vedere che, comunque, qualcuno che cerca – o ha detto, almeno, di provare a farlo, poi vedremo nella pratica – di occuparsi di quella che è la marginalità, in questo Paese sta avendo un consenso maggiore.
Secondo me converrebbe a tutti guardare che il Veneto cresce, sì, e ci sono dei dati che dimostrano una crescita, ma se noi andiamo a vedere i dati di alcune fette di popolazione lì la marginalità sta colpendo tantissimo, e ce lo dicono i dati sul sociale. Il dato del tasso di sovraccarico del costo della casa è abbastanza imbarazzante. Il tema è un tema nazionale, io sono sicura che non è la Regione del Veneto che può risolvere il problema abitativo, ma sono sicura che avere la quantità di case sfitte che sappiamo e – senza avere i dati di almeno tre Province – da dati ATER che ci sono stati riferiti avere 4.000 persone certificate in lista d'attesa... Tra l'altro, se noi pensiamo che Treviso, Padova e Venezia non ci hanno dato tutti i dati, siamo almeno al doppio, cioè 8.000 persone in lista d'attesa per una casa e abbiamo un patrimonio sfitto solo a Venezia del 25%. Io non posso allora non vedere in un Documento di Economia e Finanza il fatto che noi ci impegniamo a rigenerare il patrimonio pubblico sfitto, soprattutto se si viene a scoprire che sono le ATER a contribuire per 6 milioni di euro nel nostro bilancio generale, che poi andiamo a spendere su cose che non sono la casa. Vero, mi è stato risposto in Commissione, in virtù di una norma nazionale che non permette di vincolare quei 6 milioni ad altro, ma allora io propongo, e ci sarà un mio emendamento, di abrogare quella norma. Lasciamo i soldi direttamente nelle casse di ATER e facciamo a meno di avere questi 6 milioni di euro. Avete paura di avere 6 milioni di euro in meno nel bilancio dell'anno prossimo? Io non li prendo dal diritto alla casa, sono contraria. Questo è il tema politico.
Allora io voglio sentire una presa di posizione. Okay, non si fa l'addizionale IRPEF? Più o meno l'abbiamo capito, ma prendo 6 milioni di euro dai soldi delle ATER territoriali e non rispondo al diritto alla casa di tutte queste persone? Io sono contraria. E non sto raccontando a chi ci ascolta da casa un Veneto che non va bene, io sto parlando a chi ci ascolta da casa (e sono almeno 8.000 persone, magari non sono ovviamente lì) e voglio raccontare qui fuori che per quelle persone il Veneto non è così attraente, non cresce così tanto, non è così bello. Queste persone non vanno neanche a prendere un biglietto del treno o la macchina per andare alle Olimpiadi a divertirsi perché non ce la fanno. Questo è il tema vero, secondo me, che manca qui dentro.
Andiamo sui giovani. Credo che sia veramente imbarazzante – l'ho riguardata anche mentre lei parlava – questa tabella, con il capitolo "Politiche giovanili per lo sport", che riporta come obiettivo operativo prioritario quello di farli partecipare alle Olimpiadi di Cortina. Se vado a vedere nel Documento e faccio un cerca/trova con "giovani" e "politiche giovanili", l'approccio è sempre lo stesso, cioè fargli fare sport o includerli nella partecipazione e nella cittadinanza senza mettere un euro nelle leggi che competono. Se andiamo a vedere il bilancio della settimana prossima, non c'è nulla.
Allora, noi abbiamo una popolazione giovane che emigra e non accetto che mi venga detto che lo fa perché lo sceglie, altrimenti rientrerebbe, ma non rientra, e se rientra va in altre Regioni, e questi sono dati incontrovertibili. E lei risponde oggi... Non ha lei la responsabilità di tutto questo, anzi in Commissione non mi è stata detta una responsabilità chiara sulle politiche giovanili. Sa perché? Perché hanno bisogno di una politica intersettoriale, che ha a che fare con l'assessore Marcato, che deve rendere le imprese della Regione del Veneto più attrattive per riuscire a dare più salario ai giovani che lì vengono impiegati (dicevo prima della disparità salariale tra Regione del Veneto e altre Regioni), ha a che vedere con chi si occupa di sociale, perché effettivamente, se abbiamo dei giovani che stanno peggio, è ovvio che è anche questo il tema, e ha a che fare con chi si occupa di istruzione e sicuramente di lavoro.
Quindi, è vero, c'è una competenza di più persone che lavorano nella Giunta e abbiamo leggi vecchissime, come abbiamo visto in Commissione, ad esempio una legge che parla ancora dei veneti oriundi, e non abbiamo mai attualizzato quella legge rispetto al fenomeno migratorio giovanile oggi, che esiste e in Veneto il dato è più importante rispetto ad altre Regioni.
Questi sono dati, non è l'opposizione che vuole fare propaganda, almeno non io, non è il mio stile. Sono dati. La domanda è politica e la risposta, perché è contenuta nel Documento di economia e finanza e anche nel documento economico che andiamo a vedere la settimana prossima, è che non c'è nulla che dia ai giovani la possibilità di sperare che in questa Regione ci sia futuro, in particolare per quelli più formati. Il dato è questo.
Lei nel suo intervento su questo non ha speso delle parole che possano far comprendere che, invece, c'è una presa in carico. Io credo che questo sia un grande errore, perché se noi non ci occupiamo delle persone che in Veneto si stanno allontanando da quella Regione che fino a qualche anno fa cresceva diversamente e di più di altre Regioni... È una fetta di popolazione che si allontana anche spesso dalle Istituzioni, persone che non andranno più a votare e che non si fidano sicuramente di noi qui seduti, che siano del Veneto che Vogliamo o che siano della Lega, perché hanno talmente tante preoccupazioni che non hanno più voglia di credere a un politico e nemmeno nel loro futuro.
Questo è un tema nazionale. Io lo so bene che non è colpa del Veneto o delle persone che oggi lo governano, ma la responsabilità di chi oggi lo governa è vedere il dato e in un documento di programmazione dire che tra tutte le priorità questa è una priorità e non si risponde – perché è una presa in giro – dicendo di andare (lo ripeto e lo ricordo anche per l'assessore Donazzan) a fare dei tirocini gratuiti all'interno delle Olimpiadi, oppure l'alternanza scuola-lavoro all'interno delle Olimpiadi. È questa la visione che abbiamo dei giovani veneti, quando invece il presidente Zaia, presentando il suo libro, racconta dei giovani come davvero delle persone su cui bisogna investire?
Allora, qui dentro nulla c'è rispetto a tutta questa parte. Si dirà che la battaglia della Ostanel di quest'anno non è più sulla cultura ma sui giovani. No, la battaglia (e poi chiudo sull'IRPEF) è che non ho più voglia di sentirmi dire che non ci sono soldi per fare le cose, quindi scegliere delle priorità a partire da una coperta strettissima, perché immagino che lei, se dovesse rispondere o magari interverrà qualcun altro, dirà: tra tutte le priorità che abbiamo e la crisi, adesso dobbiamo occuparci pure dei giovani? Il tema vero è che sarebbe stato utile, e questo dietrofront sull'addizionale IRPEF non è stato fatto perché si è deciso di non mettere le mani in tasca ai veneti; questa retorica credo che sia importante toglierla. Come ho provato a spiegare prima, se un veneto paga di più per alcuni servizi, state già mettendo le mani in tasca ai veneti; se il figlio di una famiglia è costretto ad andare via e non ritorna, quella famiglia ha una persona che è all'estero e non è vicina, che magari non si prenderà cura di loro quando saranno più vecchi, visto che le rette delle RSA costano tantissimo.
Questo è il tema. Il tema è che la coperta corta non basta più. Ha detto che il dietrofront sull'addizionale IRPEF è stato fatto per le misure del Governo. Lo ha detto prima la consigliera Camani, ma basta ascoltare le news e seguire: tre mesi sul caro energia sono tre mesi. Allora, ritorneremo qui l'anno prossimo, io me lo segno perché ogni anno mi piace segnarmi le cose da ricordarmi e da fare l'anno dopo, e andremo a vedere (farò uno studio, spero di riuscire a farlo) come questi tre mesi avranno impattato o meno sulla crisi che stiamo vivendo e l'anno prossimo in Aula, come ho fatto con i penultimi quest'anno, le dirò: guardi, l'anno scorso ho portato i dati sui penultimi, siamo ancora penultimi perché non abbiamo investito. L'anno prossimo le dirò: tot imprese sono chiuse, la manovra Meloni non è bastata perché durava solo tre mesi. Le riproporrò l'addizionale IRPEF e andrò avanti così fino a che scadrà il mio mandato. Vedremo se, alla fine, l'idea di fare propaganda prevarrà ancora o prevarrà l'idea di dire "mettiamoci dalla parte dei veneti che stanno soffrendo di più". Questo è il messaggio che io credo debba essere chiaro e che una Consigliera di opposizione ha il compito di portare.

PRESIDENTE

Grazie.
Per dichiarazione di voto, Vanessa Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io non penso di poter negare un certo dispiacere per l'intervento e l'atteggiamento dell'assessore Calzavara, al quale invece solitamente riconosco una disponibilità al confronto e anche una capacità di lettura della realtà.
Questa narrazione per cui se si mettono in evidenza alcune criticità del sistema regionale non si vuole bene al Veneto l'abbiamo sentita il primo giorno di legislatura dal presidente Zaia, che ha cominciato così il suo racconto dell'eccellenza veneta. Basta una volta, detta dal leader, non serve che ogni anno, ogni volta che facciamo l'elenco delle questioni che non siete in grado di affrontare e di risolvere vi aizzate tutti e vi trasformate, vi travestite, minus, da Zaia e ripetete lo stesso mantra.
Lo dicevo anche un po' nell'intervento precedente, quella logica del leader di consenso ma non di politiche rende quasi macchiettistico lo scimmiottamento. Lo slogan funziona in bocca a lui, ma dopo diventa inutile, diventa fastidioso, diventa retorico. Non è più credibile.
Mi chiedevo, mentre parlava, assessore Calzavara, e si rivolgeva, come faceva giustamente notare il vicepresidente Finco, ai milioni di veneti che ci osservano da casa, mi chiedevo esattamente... Era una battuta, ma voi di Fratelli d'Italia il senso dell'ironia proprio...
È il nostro lavoro, Soranzo, non ci pagano male per stare qua sei ore, dài. Se non ti piace puoi tornare a fare qualche altro mestiere.

PRESIDENTE

Colleghi, per favore, lasciamo finire la collega. Silenzio in Aula.
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, offendono e insultano. "Maestrina" lo dici a tua sorella, non a me...

PRESIDENTE

Collega Polato!

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

... che sia chiaro, perché io sono un Consigliere regionale che sta facendo una dichiarazione di voto. Ascolti, sennò esci. Presidente...

PRESIDENTE

La seduta è sospesa.
 
La Seduta è sospesa alle ore 17.42
 
La Seduta riprende alle ore 17.43

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Consigliera Camani, per fatto personale.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Lo dico, Presidente, capendo la stanchezza di chi non è abituato a stare tante ore in Aula, ma quando un Consigliere regionale interviene, può piacere o non piacere, si può anche commentare, non mi sono mai tirata indietro, ma quello che non accetto sono le offese personali.
Siccome pretendo di avere il rispetto e l'ascolto quando intervengo, come io ascolto tutti, e mi sono alzata solo per pochi minuti durante queste cinque ore, purtroppo della maggioranza non è intervenuto nessuno, sennò l'avrei ascoltato, come sempre ho fatto.
Riprendo il filo dell'intervento, se posso. Posso riprendere la dichiarazione di voto? Grazie.
Dicevo che dispiace l'atteggiamento dell'assessore Calzavara, che si richiamava a cosa, secondo lui, potevano pensare i veneti che ascoltavano questa discussione. Su questa suggestione che, evidentemente, era teorica, mi chiedevo chi sono i veneti, effettivamente, a cui ci rivolgiamo, che ci stanno teoricamente ascoltando, rispetto ai quali dobbiamo e vorremmo dare delle risposte.
Assessore, secondo me, i veneti che ci stanno ascoltando sono quelli che nell'arco di qualche settimana, avendo un familiare ospite in una struttura di semi-residenza o residenza, per anziani non autosufficienti o disabili, si vedrà aumentare la retta mensile di 300-400 euro e dirà "va davvero tutto così bene in questa Regione?".
Secondo me, i veneti che ci stanno ascoltando, sono quei giovani che hanno appena finito o stanno finendo un percorso di formazione, cercano il loro primo impiego e gli viene proposto un contratto di tirocinio o stage extracurricolare a 460 euro al mese, senza ferie e malattie, perché in questa Regione, spesso, se sei giovane e vuoi entrare nel mondo del lavoro, devi accettare questo contratto.
Quelli che ci stanno ascoltando, i veneti che ci ascoltano sono le tante giovani coppie che vorrebbero andare a vivere insieme per farsi un progetto di vita e non trovano casa, perché non c'è un'offerta di edilizia popolare, perché non c'è una politica di calmieramento degli affitti e perché gli immobili costano troppo.
I veneti che ci stanno ascoltando, assessore Calzavara, sono le donne che devono scegliere se andare a lavorare o diventare madri, se devono scegliere se andare a lavorare o pagare la retta del nido dei propri figli, perché in questa Regione costa ancora troppo portare i propri figli all'asilo nido e andare al lavoro e, quindi rinunciano al lavoro per non pagare l'asilo nido.
I veneti che ci stanno ascoltando, assessore Calzavara, sono quei 2.400 studenti iscritti all'Università di Padova che nel mese di gennaio, pur essendo beneficiari per reddito e merito, non potranno ricevere la borsa di studio perché in questa Regione il diritto allo studio ad oggi è ancora ed esclusivamente basato sulle possibilità di censo.
I veneti che ci stanno ascoltando, assessore Calzavara, sono i veneti che hanno bisogno di una prestazione sanitaria e devono aspettare mesi e mesi per avere un appuntamento nel pubblico e vedono, invece, il proprio concittadino con qualche possibilità economica in più potersi curare meglio attraverso la sanità privata.
Lei mi può anche dire che io non voglio bene al Veneto quanto lei, io però vedo questi veneti e penso che sia nostro compito dare risposta anche a questi veneti. La fase in cui possiamo nascondere sotto il tappeto la povertà, vivendola come uno stigma che in questa Regione non esiste, è finita. Sono tempi finiti, perché i dati ce la sbattono in faccia la povertà assoluta e relativa in questa Regione.
Giusto per dare dei dati corretti, nel 2019, perché come è scritto in una noticina piccola piccola del grafico che lei ha citato, i numeri che sono riportati nel DEFR sono numeri che riguardano il centro nord, il nord e non il Veneto, nel 2019 il livello di povertà assoluta in Emilia-Romagna era il 4,2%, in Lombardia il 6, in Piemonte il 7,5. La media italiana è dell'11,4 e nel Veneto è del 10,3%. Significa che siamo diventati una Regione povera? No. Significa che in questa Regione forse negli ultimi anni abbiamo trascurato gli indicatori che ci segnalavano che una quota rilevante di cittadini veneti vulnerabili stava scivolando verso la povertà? Io penso di sì.
Se a questo 10,3% di veneti lei sta dicendo che non li vede, non li riconosce e non dà risposte, per carità, non saranno tanti voti. Io mi rendo conto che troppo spesso le scelte politiche sono fatte non in base all'efficacia che hanno, ma al rendimento elettorale, ma quel 10% di veneti lì ha lo stesso bisogno di avere risposte del 10% che compra il libro di Luca Zaia. Chi vuole bene ai veneti? Giusto per citare le prodezze editoriali.
Il punto non è essere pessimisti. Il punto è voler vedere la realtà e assumersi la responsabilità di governarla. Noi ci stiamo rivolgendo alla Giunta in questo senso. Vi chiediamo di non girarvi dall'altra parte, come avete fatto lo scorso anno, come avete fatto durante la pandemia, spiegando che era tutto a posto, che la sanità veneta ha funzionato benissimo e che non è successo niente.
Oggi, oltre alla sanità, siamo travolti sul piano economico e dunque sociale, e vi stiamo mettendo di fronte alla realtà. La volete raccogliere? Secondo me, fareste bene il vostro dovere. Non la volete raccogliere? Non dovete rispondere ai dieci Consiglieri di minoranza, dovete rispondere a quella parte di Veneto che sta facendo fatica e che si sta stancando della narrazione di una realtà luminosa, perché con la vostra politica avete fatto sì che quella realtà luminosa riguardi sempre e solo gli stessi, sempre e solo la medesima parte.
Vi chiediamo di volgere lo sguardo anche ad altri che oggi non ce la fanno. È una responsabilità che dovete decidere se assumervi o meno.
Per tutte queste ragioni, ovviamente, annuncio il voto contrario del Partito Democratico a questo Documento.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Montanariello, la dichiarazione di voto è unica, a meno che lei non parli in dissenso dal Gruppo.
Sull'ordine dei lavori sì, però valuto se è sull'ordine lavori.
Sull'ordine lavori in dichiarazione di voto è un po' strano, però provi a dire.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sull'ordine dei lavori in generale.

PRESIDENTE

No, siamo in dichiarazione di voto.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, lei dice di no, ho capito.

PRESIDENTE

Bene.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione la PDA n. 45.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Stiamo aspettando. È la prima votazione del giorno.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Non si apre. Come mai?

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, porti pazienza, non abbia ansia da prestazione.
Potete votare.
Non sta registrando i voti. A me dà favorevole, però non appare.
Qualcuno non vede il suo esito di votazione nel proprio iPad, nel proprio telefonino? I colleghi a casa hanno registrato il voto?
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Abbiamo 34 voti favorevoli e 10 contrari, anzi 38 voti favorevoli e 10 contrari.
Facciamo un'altra votazione di prova per vedere se tutto funziona?
Non era uno scherzo, assolutamente.
Fra un po' partiremo con la proposta n. 54. È un provvedimento nuovo.
Colleghi, per favore, votate. Votazione di prova.
Adesso funziona.
Questa votazione era di prova. Comunque, il sistema adesso funziona correttamente.
PUNTO
7
 
   

NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE (DEFR) 2023-2025. ARTICOLO 36 E PARAGRAFI 4.1 E 6 DELL'ALLEGATO 4/1 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 118/2011; ARTICOLO 7 E SEZIONE III DELLA LEGGE REGIONALE n. 35/2001 . (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 54) INIZIO

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Sandonà
Correlatore: Consigliere Giacomo Possamai

PRESIDENTE

Siamo sul punto n. 7, PDA n. 54.
Mi sembrava che i relatori prima avessero fatto una relazione complessiva, però ditemi voi se volete intervenire nuovamente.
Apro la discussione generale sull'adozione della Nota di aggiornamento al DEFR.
Discussione generale. Se non vedo interventi, la dichiaro chiusa.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, lo dico prima di intervenire. Capisco che la discussione può essere pesante, però per chi non interviene e non ha dovuto probabilmente neanche leggere le carte, perché tanto aveva l'ordine di non intervenire, è più facile disturbare chi ha dovuto leggersi le carte per intervenire e che, anche per dire qualcosa di diverso, stare qui oggi a discutere di bilancio.
Siccome il bilancio è lungo, se i temi sono quelli...

PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Montanariello. C'era una cosa che non mi tornava sul tempo. E in effetti...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, se lei è d'accordo, siccome si è messa in nota la collega che non è intervenuta, cedo la parola a lei e io riprendo dopo.

PRESIDENTE

A me sentire il suo intervento fa anche piacere, però se vuole cedere la parola...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Scherzi a parte, faccio una richiesta, e la faccio con molta serietà. Il non essere piacevole ascoltarsi a volte può essere anche reciproco, politicamente parlando, personalmente. Presidente, capisco che quello che diciamo non è condivisibile, però mi piacerebbe che qualcuno discutesse sui meriti della vicenda.
Siccome il bilancio è una sessione lunga, basta capire che regole vogliamo darci. Mi rivolgo a lei ‒ ma lo dico ai colleghi ‒ in quanto Presidente e figura autorevole. Se dobbiamo darci le regole della tifoseria ultrà, io sono uno di quelli che non ha problemi anche su dibattiti di quel tipo. Credo, però, che in un momento come questo ci voglia rispetto anche per gli interventi che possono essere di carattere diverso.
Mi collego, perché stimolato, a quello che diceva prima l'assessore Calzavara. Assessore, mi permetta: io ci credo che lei in queste ore sentiva qualcosa di diverso da quello che abbiamo detto noi. Mi riferisco a quando dice che il Veneto non è quello che abbiamo sentito in queste ore. Guardi, Assessore, che la narrazione che ogni volta qualcuno fa, dicendo che qualcosa non va, che va tutto male, squalifica il vostro operato politico. Una di quelle migliaia di veneti che seguiva da casa o di quelli che legge i giornali, probabilmente, se qualcuno di noi ha un atteggiamento catastrofistico, dirà: "Guardali là, i soliti pessimisti". Ma se qualcuno sente dire che va tutto bene, ed è uno di quelli che prendono quella formula, che a me non piace, che si chiama "Reddito di cittadinanza", perché anche nella nostra regione ci sono salari con contratti, regolarmente assunti, che prendono meno della soglia di povertà e integrano con il Reddito di cittadinanza, forse qualche domanda se la fa. Tanto per dire il Reddito di cittadinanza.
Se ne parlava anche in questi giorni. La mia posizione sul Reddito di cittadinanza. Calci nel sedere e passi ben distesi a chi non ha voglia di lavorare. Vai a lavorare. Il lavoro c'è se lo vuoi trovare. Però se io sono uno con una pensione di 280 euro perché ho un'invalidità che non mi permette di lavorare e di vivere e il Reddito di cittadinanza diventa lo strumento che mi permette di arrivare al minimo vitale, forse sono qualcosa di diverso da un lavativo.
Ieri un collega diceva: "In Veneto queste cose?". Guardate che la Fincantieri, dove ci sono stati i blitz della Finanza, dove c'è gente che guadagna meno della soglia vitale, era quella nostra, qui, non era quella di Augusta o di qualche altra parte del sud Italia. L'indagine della Finanza che ha preso lo sfruttamento del lavoro a 2 euro a ora non era mica dove stampano i libri della Mondadori, a Milano. Era qua nella nostra regione.
Non è che diciamo che va tutto male, ma se ogni tanto la Guardia di Finanza arresta qualcuno per sfruttamento possiamo dire che non siamo la capitale del caporalato, però qualcheduno forse ce l'abbiamo anche noi, Assessore. Ecco perché, Assessore, quando lei dice "dipingiamo un Veneto che non c'è", io mi sento, invece, di dire che dipingo un Veneto che c'è. Anche quando si parla di reddito, questa manfrina che ogni volta viene fuori, dei contratti nazionali, che la gente sta bene perché è dipendente... Fermate un agente delle forze dell'ordine per strada, fermate un dipendente autoferrotranviere per strada, fermate un infermiere per strada e chiedete. Quei famosi contratti nazionali, molto spesso, Presidente, sono contratti che restano per 10 anni fermi. Dopo 10 anni, in base al Governo di turno, destra o sinistra, non voglio assolvere nessuno, si rinnova. Se magari lo rinnova per 100 euro al mese e tu hai 10 anni di arretrati, non ti dà mica 12.000 euro. Ti dà 1.000 euro in due tranche a livello intermedio. E ha scippato ‒ per essere eleganti ‒ 10.000 euro a un padre di famiglia che fa l'operaio.
Quindi, noi non è che dipingiamo un Veneto che non c'è, Assessore. Dipingiamo un Veneto dove probabilmente ‒ è anche il nostro contesto sociale che ci porta a dirlo ‒ abbiamo delle relazioni diverse dalle sue, che ci permettono di dire che esiste anche qualcuno in difficoltà. Meno di altre Regioni, perché siamo il Veneto, però le abbiamo anche noi. Se siamo tra le soglie più alte di povertà nazionale, con i dati che dava la collega prima, in Veneto, e la fascia di povertà raddoppia, non abbiamo detto che sono tutti poveri. Però se lei si va a fare un giro negli Assessorati al sociale dei Comuni ‒ se vuole magari cominciamo da dove sono Consigliere comunale io ‒ può vedere che il sociale è preso sotto assedio. Prima non era così. Vuol dire che qualcosa di diverso, in confronto a prima, sta succedendo. Vuol dire essere catastrofistici? No. Vuol dire, Assessore, che ognuno frequenta la gente in base alle proprie relazioni. Noi ci permettiamo di portare esperienze di un Veneto che non è proprio quello che probabilmente dipingiamo, che non ha nessun problema. C'è un Veneto che viaggia bene, ma che ha anche dei suoi problemi.
Tra l'altro, Assessore, lei dice "qualcosa per andare sui giornali". Guardi, ci sono tanti modi per andare sul giornale. Noi, sinceramente, abbiamo un senso di responsabilità che ci vorrebbe far andare sul giornale perché proponiamo qualcosa, non perché diciamo che qualcosa non va. Almeno io, tolti i problemi della Chioggia-Rovigo, dove lasciamo i minorenni a terra, a Loreo, non sono mai andato sul giornale. Però c'è un dibattito, Assessore. Credo che fare questo dibattito in massima franchezza serva a tutti.
Assessore, mi permetta di dire che ci sono anche decenni di non credibilità politica su quello che dite voi. Sono parole che dico con ferma convinzione. Perché? Leggiamo le osservazioni e i verbali che vi hanno portato qui le associazioni datoriali. Guardi, Assessore. Lo sapevo, come ogni anno. Il primo anno me l'ha fatta, il secondo no. Caro presidente Ciambetti, quest'anno mi sono attrezzato di armi e bagagli e mi sono preso i verbali che sono stati fatti durante le audizioni, le Commissioni, dove autorevoli esponenti delle categorie hanno parlato. Li ho letti, sottolineati, ho strappato qualche pagina che mi è servita per l'intervento. Un piccolo lavoro lo abbiamo fatto. Abbiamo ripetuto tante cose che hanno detto le associazioni di categoria, con numeri e dati alla mano. Ma perché, se è come dite voi, non c'è traccia nei verbali che avete risposto? Perché rispondete a noi e, quando ve li hanno spiattellati...
Verbale Prima Commissione, seduta 2 novembre: nome e cognome di chi parla. Nel mio intervento c'è qualche pagina che ho strappato e ho ripreso da qua. Perché quando leggiamo noi queste cose siamo i catastrofisti che non vogliono bene a questa Regione e se ve le dice Confindustria state zitti? E se ve le dice Confservizi state zitti? E se ve le dicono quelli dei cavatori state zitti? Addirittura c'è anche qualcuno che vi fa osservazioni sulle Olimpiadi. Guardate cosa dicono. Non c'è traccia che voi li abbiate smentiti in Commissione.
ANEF Veneto (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari): "Si sottolinea che, proprio in vista delle Olimpiadi, tutto il territorio regionale deve essere adeguato, sia dal punto di vista impiantistico che delle piste. Non si deve pensare di lasciare indietro esclusivamente per favorire l'area di Cortina d'Ampezzo, che dispone già di congrui aiuti e fondi per le Olimpiadi e di un commissario attuatore molto valido. L'intero settore ha bisogno di investire cifre considerevoli per potenziare la sicurezza delle piste e degli impianti innevati". Però, Assessore, se io leggo questa cosa sono un catastrofista. Quando ve le hanno spiattellate in Commissione, siete stati tutti zitti.
Noi siamo quelli che hanno una visione del Veneto diversa dalla sua, ma non mi pare che in questi verbali qualcuno degli Assessori sia intervenuto quando ha letto questi dati. Pongo un tema. Il Consigliere è un catastrofista. Dopo, te lo dice Confindustria e stai zitto. Se siamo così convinti, perché non avete dato a loro le stesse risposte che avete dato a noi? Magari le avete date fuori microfono, ma, Assessore, non erano valide comunque. Al netto che non le abbiate date fuori microfono, non erano valide comunque.
Assessore, noi avremo anche una visione non bella e forse un po' più pessimista di voi del Veneto. Può starci. Ma voi avete una visione strabica della politica. A noi, che non abbiamo i dati, rispondete. Quando vengono nelle audizioni state tutti zitti, però.
Assessore, lezioni, dopo aver attentamente letto questi verbali, mi permetta, non mi sento di accettarle. Non perché lei non sia in grado di darci lezioni su questo tema. Capisce che lei politicamente non è credibile se smonta il nostro impianto e dopo, nei verbali delle Commissioni, siete stati zitti e a questi signori che si sono lamentati persino della Milano-Cortina, che catalizza tutte le attenzioni e gli altri territori restano indietro, non avete risposto. È un tema o no? Per me sì. Se queste frasi, Assessore, le avessimo dette noi... "Immagina Montanariello cosa capisce di montagna. Terùn. Vive sul mare. Cosa può capire di montagna e di funivie?". Invece le hanno dette loro e voi siete stati zitti. Non avete risposto. Però rispondete a noi.
Noi, forse, lo faremo per un titolo sul giornale, ma voi, forse, lo fate per difesa d'ufficio. Se fosse stata qualcosa di più di una difesa d'ufficio, forse, di fronte a chi è venuto con i dati, avreste dato una risposta, che ‒ ripeto ‒ è del tutto assente nei verbali delle audizioni della seduta del 26 ottobre 2022 e della seduta del 2 novembre 2022.
Assessore, tornando alla parte pessimista dell'Aula, che siamo noi, ci sono anche degli altri dati, che sempre voi ci consegnate negli indicatori di benessere equo-sostenibile del Veneto, paragrafo 2.6, che ci fanno un po' riflettere. Come, ad esempio, il rapporto tra i tassi di occupazione 25-49 anni delle donne con figli in età prescolare e delle donne senza figli. Ci dicono che anche qui stiamo peggiorando di qualche punto, ma cresce anche questo tipo di problematica. Assessore, io ho una visione meno ottimista di lei, sicuramente più limitata, però almeno su questo dato ‒ che ci fornite voi, come Regione Veneto ‒ credo che una riflessione vada fatta. Se dopo lo ricollego sempre al dato che piace tanto alla mia collega Anna Maria Bigon, di come in sessant'anni andiamo oltre la metà delle nascite, forse un ragionamento andrebbe fatto su come mai in una regione eccellente, bella e virtuosa, che tutti noi siamo orgogliosi di rappresentare, Assessore, ci troviamo nelle condizioni, anche noi, alla pari di chi vive nelle altre regioni d'Italia, a dover decidere se fare carriera o fare una famiglia. Oggi un tema che affronta gran parte delle donne, Assessore, è questo. È questione di avere una visione sessista della coppia? No. Credo sia un dato oggettivo: oggi gran parte dei nostri giovani devono decidere se mettere su famiglia o dedicarsi alla carriera.
Assessore, non mi sembra che questa cosa piombi sulle nostre teste come il frutto di un cattivo rapporto con la divina provvidenza, che allora ci vuole punire. È frutto di un'impostazione della nostra società dove tu ti devi trovare a scegliere se fare l'uno o l'altro. Ma è un'impostazione dove in qualche modo si può intervenire, se pensiamo che esistono degli strumenti, come possono essere incentivi per avere gli asili, incentivi per avere un accompagnamento. Guardi, gli strumenti dello Stato non bastano, sono carenti. D'altronde, una mamma che decide di fare la maternità e che ha lavorato fino all'ultimo giorno, per cui può farsi i quattro più tre, non è che un bambino di quattro mesi, siccome è stato in allattamento, dopo gli permette alla mamma di tornare a lavorare. Assessore, io credo che questi dati dovessero aprire su di noi un ragionamento vero e reale.
Assessore, anche su questo mi rivolgo a lei. Lo faccio perché è il più simpatico come Assessore. Come Consigliere il collega Ciambetti, lei come Assessore. L'assessore Marcato è il più bravo, lei è il più simpatico. Mi rivolgo a lei, Assessore, perché sempre in questa visione grigia che lei ha dipinto di noi poveri Consiglieri di minoranza, perché credo che non abbiamo neanche il peso dei numeri che ci permetta di dare fastidio alla vostra manovra di bilancio, quindi almeno l'onore di una sana discussione dovremmo averlo, quindi, Assessore, mi rivolgo sempre a lei per dirle che io sono una persona solare e lei ci ha apostrofato come delle persone grigie. Così mi ha scritto la mia compagna da casa: "Amore, ti sei un po' rattristato nella giornata di oggi, perché Calzavara ha detto che tu sei pessimista e sei triste". Quindi, Assessore, io voglio tornare a essere ottimista e voglio dirle, Assessore, che quando Confindustria e il ramo dell'Albo dei Cavatori ci dicono "per quanto riguarda l'occupazione prendiamo atto che, secondo gli ultimi studi della Fondazione Nord Est, il Veneto sta perdendo attrattività rispetto alle regioni vicine" non è che questi stanno dicendo che vanno a vivere nella regione vicina. Non è che siano pessimisti. Sarebbe una fondazione che si chiama Nord Est. Forse una connotazione culturale ce l'ha. Si è visto che l'Emilia-Romagna... La citano loro. Assessore, mi scusi, apro e chiudo parentesi. Qualche anno fa forse una lezione sulle nostre dinamiche interne potevate darcela. Ma oggi se noi siamo messi male gli ultimi in quest'Aula che ci possono dare una lezione siete voi, Assessore. Non basta trincerarvi dietro al fatto che il prosciugamento arriva in casa e vi prosciuga Fratelli d'Italia, per dire che siete ancora in buona salute. Siete ancora in buona salute, ma con venti chili di benessere in meno addosso. Mi permetta di dire che essere vivi e vegeti è un conto, sopravvivere è un altro. Quindi, non è che ci nascondiamo dietro il fatto che, siccome uno gioca sempre in panchina ed è in squadra con Ronaldo che fa goal, la sera va nel pub del paese e dice che è un goleador. A me pare più che sia uno da panchina.
Assessore, mi creda, noi non siamo messi bene nel PD, però ad oggi sicuramente siamo messi meglio di voi. E lo hanno detto i cittadini. Sa perché lo hanno detto i cittadini? Perché anche nel Veneto vi abbiamo superato. Assessore, a lei che piace ricordare i numeri e all'amico Pan che, quando non sa che dire, sa solo dire "casa tua" ricordiamo che a casa nostra, nel Veneto, dove siamo Consiglieri, alla pari del collega Pan, che considera il Veneto del nord e il Veneto del sud, il PD ha superato la Lega. Quindi, Assessore, noi non lo vogliamo dire perché siamo sul bilancio, però non vi spingete in esplorazioni solitarie dell'Amazzonia credendo che i cannibali non esistano, perché se il terreno del bilancio è questo... Assessore, per me problema non ce n'è. Per me possiamo andare al voto anche domani. Vi posso garantire che un dato è certo: qua ce n'è uno in più, da voi ce n'è uno in meno. È scientifico.
Quando ho detto "andiamo al voto", ho visto l'assessore Donazzan gioire per un attimo. Assessore, se vuole, facciamo una mozione bipartisan. Non ho nessuna paura io di tornare al voto.
Detto ciò, Assessore, torno di nuovo su quel pezzo di pessimismo che in me è innato. L'unico pezzo antimeridionale che ho è quello del pessimismo. Dopo dice: "Si è visto che l'Emilia-Romagna attrae più giovani talenti rispetto al Veneto in un rapporto di quattro a due. Anche la Lombardia risulta maggiormente attrattiva rispetto al Veneto". Allora, presidente Ciambetti – lo dico a lei, sennò domani mattina scriveranno "Montanariello dice sempre Calzavara" – io le dico: se quando hanno fornito questi dati, rivedendo tutti i verbali l'assessore Calzavara è stato zitto e tutti gli Assessori non hanno risposto, è il caso che oggi ci vengono a fare le filippiche che siamo pessimisti noi? O forse dovreste aver avuto più coraggio politico voi, che di fronte a un'associazione così importante che vi spiattella dei numeri di una ricerca non avete avuto il coraggio di rispondere? Non è politica, questa. Questa è una lettura dei fatti, dati depositati, detti e riportati a verbale, interventi che dicono che non è vero.
Assessore, ho capito che sono un po' grigio, però qualcuno dall'altra parte è un po' silente nei momenti in cui dovrebbe parlare. Non basta dire ai Consiglieri di minoranza che sono dei fanatici del pessimismo per migliorare le cose. Se le cose sono dati scientifici, anche se lei non è d'accordo, quei dati rimangono. E rimangono con l'aggravante che non è riuscito a controbattere, la Giunta della Regione Veneto, chi gliel'ha dati quei dati. Non ha controbattuto chi ha dato quei dati. Però, controbattono i Consiglieri che li leggono. Questa è un'anomalia della politica, quella di controbattere chi legge il dato e non chi fa la ricerca e ve lo dice. Pessimisti sì, ma con onestà intellettuale.
Assessore, quando ci dicono che nel bilancio di previsione su 17 miliardi 10 miliardi sono relativi alla missione della salute e 1 miliardo a quella dei trasporti, e ci dicono che quelli della salute vengono dal Fondo sanitario nazionale e quelli dei trasporti dal Fondo nazionale per il trasporto... Tra l'altro, il Fondo regionale per il trasporto è bellissimo, perché Il Fondo regionale per il trasporto dice che può essere finanziato solo dal Fondo nazionale del trasporto. Vi siete anche tolti il problema di pensare se volevate mettere dei soldi. Assessore, ve lo dico perché per costruire gli emendamenti con gli uffici abbiamo preso in mano quei documenti. Quello è stato davvero un gesto di solenne maestria: ci avete tolto anche la possibilità di dire... L'assessora Lanzarin è stata un po' più sfortunata, perché su questo a lei non hanno inserito il veto di mettere...
Anche la CGIL scrive. Potrà non piacervi, ma ha qualche studio di ricerca anche lei, e la ricerca ve la siete cuccata tutti perché anche alla CGIL nei verbali della Commissione non avete risposto. Poi, se ci sono Commissioni clandestine, avvisateci. Da quelle che vedo non avete risposto. Ebbene, la CGIL dice: "Riteniamo necessario individuare e ridefinire le priorità nella destinazione delle risorse". Guardando, Assessore, quelle. Questo è un termometro... Ho capito, ragazzi, ma vi hanno mandato anche le audizioni scritte. Dopo ci sono stati gli interventi dei Consiglieri. Se volete vi do i verbali. Ci sono politici che hanno parlato. Però, mi permetta: se uno mi viene a dire in audizione che Montanariello non ha la patente dell'auto, io gli dico che non ho quella del bus, ma ho certamente quella dell'auto, e lo invito a rettificare. Se dopo me lo scrive, magari se lo leggo gli rispondo anche e gli dico che si è sbagliato. Non è cattiveria, è fare chiarezza. Poi, se uno sta zitto, io la trovo un'anomalia. Cosa facciamo a fare le audizioni? Cos'è, uno sfogatoio per lasciarli parlare, e basta? È un momento di confronto politico. Ho capito che il confronto può dare fastidio a qualcuno. Però, abituatevi che fuori da quest'Aula ci sono degli imprenditori, dei sindacati, dei cittadini che si vogliono confrontare.
Cito l'amico Rigo: non è che gli esercenti servono solo quando dobbiamo andargli a dire che gli salviamo la vita con l'adesivo "Rigo" sulla porta e dopo quando ci dicono che hanno il problema del caro-bolletta noi l'esercente non lo ascoltiamo. Non è che l'esercente lo ascoltiamo quando nella relazione del decreto "Salva Ristorazione" del collega Rigo mettiamo che con l'adesivo uno si salva davanti alla porta come il catalizzatore di energia positiva, va bene all'esercente, e se dopo chi rappresenta l'esercente si lamenta vuol dire che quell'esercente non ci piace. Non è che, siccome c'è una parte sindacale dove dentro c'è una vicinanza e una connotazione più a voi che a noi, quelli dicono qualcosa di sensato e gli altri non dicono qualcosa di sensato. Esiste una parte di confronto, che tra l'altro vedo sempre più quotidianamente aumentare, di persone che si permettono di dire... Però, Assessore, lei mi ha dato un ottimo esempio. Domani, quando troveremo di nuovo Confindustria, piuttosto che Confesercenti o qualche associazione che si lamenterà, io direi di evitare i comunicati stampa per rispondergli. Diciamogli "sei un pessimista" e siamo a posto. A cosa serve rispondergli? Sei un pessimista.
Assessore, quando ci dicono che rispetto alla situazione emergenziale che abbiamo noi continuiamo a perseverare sulla strada di un bilancio ordinario, non è che ci stanno dicendo che non siamo bravi a fare i bilanci. Anzi, ci stanno dicendo che siamo bravi a fare i documenti di economia e finanza regionale, però si permettono di dirci: cara Regione Veneto, ci sono delle cose che abbiamo riscontrato che forse non sono proprio ottimali, forse bisognerebbe ragionare come ragionerebbe una Regione che vive in un contesto dove vi è stata appena una pandemia e c'è gente che ancora ne sta pagando il peso, dove c'è un caro-bollette importante che pressa sulle aziende, dove c'è una guerra che fa aumentare il caro-energia e il caro-gasolio. Lei dirà: ma cosa c'entriamo noi con il caro-energia? Ha ragione. Ma nessuno sta dicendo che lì dobbiamo mettere noi i soldi. Però, stiamo dicendo che forse il contesto sociale in cui oggi siamo collocati è diverso dal contesto sociale in cui eravamo collocati prima. Se io dovessi incontrare per strada un cittadino che la mattina si sveglia, va a lavorare in fabbrica e viene via dalla fabbrica, la prima cosa che mi direbbe, Presidente, è che sicuramente qualcosa è cambiato all'interno della sua vita semplicemente se ha la sfortuna, Assessore, di avere un mutuo a tasso variabile o semplicemente se ha una macchina con un certo tipo di alimentazione, come alcuni tipi di gas che sono aumentati del 103%.
Se all'interno del DEFR non scriviamo niente sulla residenzialità a Venezia e confermiamo nel bilancio che ci prendiamo quei 6 milioni di euro dovuti all'articolo 37 della legge sulla casa, che è lo 0,4 dei canoni d'affitto, forse è legittimo che all'interno di quest'Aula qualcuno chieda qual è la programmazione, Presidente, che ci deve essere su certi temi. Guardate, quando decidi di stare in una famiglia, tu all'interno della famiglia stai bene nonostante quelli che possono essere i difetti del tuo parente. Così, quando all'interno della nostra Regione si decide di stare in un contesto socioeconomico dove hai una città fragile come Venezia, che, come dicevamo prima, fa il suo simbolico funerale per essere scesa a 50.000 abitanti, e tu hai lì 2.500 case con un tasso del 23% di sfittanza, forse è dovere morale che tu dica qualcosa nel tuo documento di economia e finanza. Tra l'altro, io provo anche dispiacere nei confronti delle nostre ATER, perché a volte i cittadini se la prendono con le nostre ATER, ma non sanno che le nostre ATER, se non hanno un'indicazione politica chiara, non possono neanche prendere delle scelte di loro iniziativa. Io mi immagino che domani mattina il Presidente di ATER Venezia si svegli e dica: gli alloggi sfitti che ho li diamo a giovani coppie che vogliono tornare a vivere qui. Se quello non ha una copertura politica, il giorno dopo non è più Presidente di ATER, lo mandano a casa.
Assessore, forse i veneziani sono un po' più pessimisti di noi. Spero che l'assessore Corazzari mi abbia ascoltato tra un chiacchiericcio e l'altro, visto che ATER credo sia una cosa che lo riguarda, così come lo riguarda fare quella delibera, che dovrebbe fare ogni anno, per dare le indicazioni, che mi dicono, però, che anche quest'anno non è arrivata. Assessore, non le chiediamo programmazioni straordinarie. Se facesse il suo in maniera ordinaria, sarebbe già un importantissimo passo in avanti. Assessore, lei dice che siamo pessimisti, ma su temi così importanti non facciamo neanche l'ordinario, come Giunta regionale del Veneto, in alcuni casi, come quello dell'assessore Corazzari, che si è mimetizzato nella parte dei Consiglieri oggi.
Ho capito che magari si sta allenando, che se Zaia non ha il quarto mandato magari farà il Consigliere di minoranza, però magari si alleni dopo che abbiamo finito la sessione di bilancio e torni sui banchi della Giunta in questo momento.
Qui siamo di fronte alla mancanza dell'ordinario. Presidente Ciambetti, noi saremo anche pessimisti, ma qualcuno su quei banchi non fa neanche l'ordinario. Però, ci venite a dare lezioni politiche di programmazione eccellente e straordinaria.
Assessore, l'occupazione ha un valore o no? Credo che l'occupazione abbia un valore. Credo che due cose abbiano un valore: la buona impresa e i buoni imprenditori che generano lavoro e mantengono la macchina anche pubblica, con il gettito fiscale, con il lavoro che creano, e i lavoratori che lavorano.
Assessore, quando ero sindacalista stavo sempre dalla parte dei sani imprenditori, non dei banditi. Così come ci sono dipendenti banditi e dipendenti ligi, lo sa anche lei.
Credo, Assessore, che quando tu vai a firmare un contratto in un'azienda, se i conti dell'azienda sono in ordine, forse il premio te lo danno; se i conti dell'azienda non sono in ordine e tu vai a chiedere il premio, ti presentano il piano di cassa integrazione, di clausole sociali o quella cosa che si finiscono prima le ferie. Però, Assessore, se noi su Porto Marghera, che credo sia uno dei filoni più importanti che abbiamo all'interno della nostra Regione, dove abbiamo la fortuna di avere ancora un plesso dell'idrogeno con un'azienda di Stato, non andiamo a fare un accordo, c'è un problema che si riversa nei confronti degli imprenditori o no?
Assessore, quando chiude un'azienda come quelle che sono a Porto Marghera, il problema è di tutti. Adesso vi faccio un esempio. Noi abbiamo un'azienda centenaria che produce idrogeno, ossigeno: la Sapio. Faccio i nomi perché è un pregio, è un'eccellenza avere quell'azienda. Questa azienda, però, non riesce a produrre idrogeno green, perché produce idrogeno con altri derivati che non sono da energie sostenibili.
Se una società porta un progetto in Emilia-Romagna, e guardo l'assessore Marcato, e quando porta questo progetto in Emilia-Romagna il giorno dopo il Presidente della Regione fa una conferenza stampa dove fa suo quel progetto e si mette davanti come capofila e va a Roma e cerca di trovare finanziamenti pari a 70 milioni per la realizzazione di questi parchi fotovoltaici e lo stesso progetto lo presentano a noi, che mi pare essere in Commissione VIA in questo momento fermo, e noi come Regione non ci mettiamo capofila per dire che quello è il futuro, stiamo facendo il bene o il male della nostra impresa? Secondo me, il male. Se io ho una società così grande che viene, mi porta il progetto, mi porta tutto, è chiaro che ci vogliono le verifiche, però credo che se il Presidente dell'Emilia-Romagna e la stessa società vanno in televisione – basta andare su Google – e fanno decine di video dicendo "ci batteremo per quel progetto, perché c'è il futuro, è vero che mi faccio il rigassificatore, ma come contropartita a livello nazionale voglio che questi progetti green passino"...
Sono stato alla fiera Ecomondo. Bastava farsi un giro con gli operatori. Sono tutti catalizzati intorno a quel segmento di mercato. Da noi c'è qualche progetto, però non c'è quel calore politico. Non l'Assessore, il Presidente, con la fascia della Regione va a Roma e dice: "Questi progetti da noi devono andare avanti, vogliamo anche noi i soldi". La Sapio di turno, a questo punto, dice: "Mi conviene stare ancora qua se forse sono fuori mercato perché il mio idrogeno non è green?". È così, è tutto un ragionamento su Porto Marghera, dove noi all'interno del DEFR scriviamo che interverremo sulle nostre competenze.
Andatevi a prendere il DEFR delle altre Regioni di destra, cosa fanno quando si parla di chimica e di siderurgico e ditemi se è uguale a noi. Io l'ho letto, io l'ho visto con una visione leopardiana, pessimistica, quindi sicuramente ho colto solo quello che volevo cogliere io, però, magari, se lo leggete anche voi, ci dite: "Montanariello, sei un pessimista, te lo diamo come dato concreto perché abbiamo letto e non è come dici tu". A me, Assessore, piace essere smentito quando dico le cose. Se uno mi dice che sono pessimista, è una sua considerazione. Sa cosa me ne faccio io delle considerazioni di un altro? A me piace essere smentito con i fatti. Quando io do dei numeri che danno gli istituti di ricerca veneti, a me piace essere smentito. Adesso lei è seduto su quella sedia e ha una camicia bianca. Questo è un fatto. Ma se io dico che mi hanno detto per strada che lei voleva mettersi la camicia nera, cos'è? Una chiacchiera. A me piace parlare dei fatti, non delle chiacchiere. È inutile che uno parla due ore e voi dite "siete pessimisti", ma sbatteteci i vostri numeri in faccia, dateci i vostri numeri.
Assessore, abbiamo parlato due ore, abbiamo detto tanti numeri, ma un numero su cui dire: "Guarda, collega, quel numero è sbagliato" dov'è? Ha provato a dare una declinazione tutta sua sui dati di povertà e ha pestato una buccia di banana che conveniva che non li leggeva, perché sono peggio di quelli che voleva dire lei. Quant'è, collega, 10,2 su una media di 11 nazionale? Dopo, per carità, dobbiamo cambiare quelli dell'Istat perché sono tutti cupi e oscuri e quando vedono il Veneto fanno i dati negativi per il Veneto. Facciamo un progetto di legge.
Assessore, lei mi dice di ARPAV, ma io non credo che l'ARPAV sia stata nominata per quello che dicevo, però, Assessore, se lei legge il consolidato, ARPAV dice che mancano... Mi risulta che sia nostra ARPAV. Magari ho sbagliato, magari l'abbiamo venduta per fare la pista da bob. Non lo so. Ditecelo per tempo, prima che faccia una scivolata anch'io.
Se io leggo che ARPAV viene nel consolidato e mi dice: "Va bene un cavolo, ho dodici dirigenti, se non erro, più altre ottanta persone che vanno via" e le dice: "Bene, la qualità dell'aria...". Con il collega abbiamo fatto una Commissione dove, quando sono emersi i dati, non sto dicendo che moriamo tutti soffocati dall'aria cattiva, non è che qua o è bianco o è nero, nella vita, Assessore, ci sono anche le sfumature, bisogna essere anche un po' colorati ogni tanto. Ma se ci dicono che forse abbiamo qualche sanzione, colleghi, che ogni tanto quell'Europa matrigna ci viene a dare qualche sanzione sulla qualità dell'aria, che ci viene a dire che forse qualche macchiolina un po' più scura ce l'abbiamo sul Veneto e dobbiamo migliorare, Assessore, qualcosa forse lì la dovremmo dire. Non vuol dire che stiamo morendo tutti quanti soffocati, però non possiamo dire che va tutto bene anche là. Povero collega Zanoni. Zanoni, non dire più che c'è qualcosa che non va nell'aria, altrimenti ti diranno che domani hai preso il vizio di fumare e butti fumo negli ambienti per inquinare di più.
Sul tema della difesa dei litorali non entro, entrerò con gli emendamenti.
Tema delle infrastrutture. Ho detto prima una serie di cose che non vanno, però se abbiamo detto che eravamo quelli bravi e autonomi, in grado di gestire tutto e ci prendiamo 700 chilometri di strade e dopo li restituiamo, ma sa qual è la cosa bella, Assessore, quando abbiamo fatto le audizioni, che non siamo neanche in grado di restituirli. Non siamo neanche in grado di restituirli i chilometri. Ci inventiamo di dire, colleghi, che la rete viaria veneta – non voi, chi c'era prima di voi, ovviamente – dobbiamo gestirla noi. Facciamo una società, prendiamo 700 chilometri e adesso li dobbiamo restituire.
Assessore, io avrei voluto che lei... Mi riferisco a lei non perché ce l'ho con lei. Lei è l'Assessore al bilancio, quindi è il suo momento dell'anno questo. È un po' ‒ mi consenta la battuta ‒ come Babbo Natale, che tutti i bambini lo guardano. Quando arriva il bilancio, tutti i Consiglieri guardano lei! È un po' il Babbo Natale dei Consiglieri, che porta il carbone a tutti, alla fine.
Assessore, se anche su quello noi facciamo una manovra per prenderci chilometri e dopo questi chilometri decidiamo di ridarli indietro, e non siamo neanche capaci di darli indietro, due sono le cose: o non siamo stati bravi a fare gli autonomisti, perché ci siamo presi chilometri talmente pacco in zone difficili che il Ministero dice "teneteveli, vi continuo a dare qualche contributo, gestiteveli voi" oppure siamo talmente bravi che ci siamo presi quei chilometri e non abbiamo capito la bontà. Pessimisti anche lì. Ci sarà qualche pessimista in Veneto Strade, qualche amico del PD pessimista. E ora decidiamo di darli indietro.
Capisce che qua non si vuole fare polemica, ma non c'è un filo conduttore con quello che accade? Non c'è un filo conduttore. Come nelle Ferrovie. Ci prendiamo quattro linee e dopo le mettiamo in gara. Se noi ripercorriamo nelle infrastrutture gli ultimi venticinque anni di politica regionale, non c'è un filo conduttore. Un filo conduttore non c'è. Io mi fermo alle infrastrutture, magari intervengo dopo con l'altra parte, se avanza del tempo.
Assessore, il senso di questo mio intervento è che io posso essere anche pessimista, però se dico dei numeri che sono dei fatti oggettivi mi piacerebbe essere smentito con dei numeri, non con delle considerazioni personali sul mio carattere politico.
In più, Assessore, bisognerebbe difendere di più l'orgoglio della nostra Regione. Se quello che diciamo noi non è vero, però lo abbiamo letto dai verbali e nelle audizioni siamo stati zitti, mentre qualcuno ci ha detto cose che non erano così, forse noi siamo pessimisti, ma voi che non avete risposto, se fosse vero che avete ragione e non avete risposto, credo che non sappiate controbattere i dati perché sono veri. Sennò avreste risposto, altroché. Ma voi che non avete risposto siete peggio di noi pessimisti, perché avete accettato questa cosa qui e oggi la mettete in conto a noi. Non funziona mica così, Assessore?

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Non annoierò nessuno ripetendo un'altra volta tutti i temi che abbiamo sentito da questa mattina.
No, non parlo con te. Parlo con loro. Adesso mi lasci in pace.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, non disturbi la Zottis, che sicuramente non l'ha disturbata finché lei interveniva.
Prego, Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ci sono alcuni fatti che vanno comunque rivendicati anche rispetto a quello che abbiamo sentito all'interno dell'Aula, e non solo. Ha ragione la collega Ostanel, ormai è da anni, ma non solo in questo mandato, anche in quello prima, che continuiamo a ripetere che il tema è quello di allineare in qualche modo quelle che sono delle promesse e delle linee di indirizzo, magari senza visione, come diceva la vicecapogruppo Camani, ma che ci sono all'interno del DEFR con quelli che poi sono gli investimenti che prevediamo negli atti successivi.
Io non credo che siamo degli inguaribili pessimisti. Anzi, purtroppo, penso che siamo degli inguaribili ottimisti perché veniamo qua e continuiamo a ripetere che secondo noi c'è un problema di impostazione del bilancio. Lo diciamo prima del Covid, ma, ahimè, prima del Covid stavamo anche bene, e adesso che abbiamo qualche problemino in più, anche come Veneto, è logico che lo rivendichiamo con ancora più forza.
Non ci basta sentire che siccome adesso è arrivato il centrodestra al Governo, e vi hanno votato e quindi governerete voi, andrà tutto bene, uno perché ad oggi – poi, se sarà così, bene, faremo festa insieme – non vediamo tutto questo allineamento per alcuni aspetti che, per esempio, riguardano le politiche sanitarie, non vediamo tutto questo allineamento rispetto a un altro tema, meno importante di questo sicuramente, per quanto riguarda le politiche che riguardano le piste ciclabili per i Comuni. Non lo vediamo. Vediamo le denunce da parte comunque di chi sta leggendo i dati, leggiamo le manovre e non ritroviamo tutto questo entusiasmo. Se poi sarà così, ripeto, verremo qua a festeggiare tutti insieme.
Noi stiamo chiedendo in un momento in cui è palese l'inverno demografico, è palese la povertà assoluta, è palese la fuga dei giovani, soprattutto dei più istruiti che non tornano più all'interno della Regione, in cui questi dati ci sono, chiediamo perché la Regione...
So che sto dicendo di nuovo le cose di prima, assessore Marcato, ma purtroppo... Va bene, non è vero e voi poi ci smentirete. Poi ci smentirete. Non è un problema. Noi facciamo l'opposizione, voi fate la maggioranza, che avete molti più dati di noi e finalmente magari quei dati, di cui non siamo in possesso completo, perché i dati li hanno letti i miei colleghi e io non amo ripetere le cose centocinquanta volte e neanche sentirle centocinquanta volte, vorrei sentire quei dati che ci smentiscono. Se non abbiamo i dati che ci smentiscono, ma leggiamo gli indicatori letti dal collega Montanariello, rimaniamo della nostra idea. Di fronte alla nostra idea vi facciamo le proposte che avete sentito da questa mattina.
La maggioranza dell'addizionale non è un insulto ai veneti, ma è dire: di fronte a un aumento palese delle rette, che vanno dalle rette dei non autosufficienti alle rette per quanto riguarda, invece, i servizi per i bambini, basta quello che stiamo facendo oppure anche la Regione Veneto potrebbe fare di più? C'è una società veneta assolutamente attiva e vivace. Noi non abbiamo parlato male dei veneti. I veneti sono sicuramente quelli che si tirano su le maniche, quelli che stanno cercando di affrontare, giorno per giorno, questa situazione, anche in un contesto di difficoltà e di maggiore difficoltà. Quindi non parliamo male dei veneti. Vogliamo fare un patto di corresponsabilità per aumentare i fondi sulle alleanze per le famiglie, per aumentare quei fondi che ci permettono comunque di dare ai giovani quei servizi che magari rendono più attrattivi anche i nostri poli universitari e la nostra Regione o no?
Questo vi abbiamo chiesto e, di fronte a questo, che vedremo chiaramente poi anche negli emendamenti successivi, le risposte date all'interno di quest'Aula ci sembrano ancora timide e comunque sempre in una diatriba tra chi è pessimista, noi, brutti comunisti rossi, e gli ottimisti, perché si muore se non si è ottimisti. Lui è proprio rosso. Ha ragione, collega. Qualcun altro magari un po' meno.
Invece, non è così. All'assessore Marcato, che ringrazio per aver detto che stiamo dicendo delle cose non vere, chiedo solo che, al posto dei dati che noi abbiamo letto sulle slide, gli indicatori di benessere che abbiamo letto sulle slide, ci porti altri dati, così riusciremo anche noi a mettere quella cultura di ottimismo all'interno della Regione Veneto, che aiuterà ancora di più le famiglie che ad oggi dal ceto medio vanno nel ceto povero a ridiventare ricche.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Condivido quanto è stato detto dalla collega Zottis. In attesa di questi numeri, che ovviamente vorremmo ben conoscere, che smentiscono i nostri dati, io ve ne do altri, cercando di darli diversi in modo tale da non stufare nessuno, però sono dati che ritengo importanti, del Veneto.
Abbiamo 115.000 disoccupati, il 21,9% di disoccupazione giovanile; 1.400 euro è la retribuzione media per un lavoro a tempo pieno. Il 25,3% delle famiglie non riesce a far fronte ad una spesa straordinaria di 800 euro. Il 2,3% delle famiglie ha gravi difficoltà ad arrivare a fine mese. L'1,7% delle famiglie in Veneto si trova in condizione di grave deprivazione materiale. Il 4,3% delle persone, degli individui veneti, non riesce ad avere un pasto adeguato. L'8,9% delle persone in Veneto rinuncia alle cure perché se le deve pagare.
Nel 2018 in Veneto 139.000 minori erano a rischio povertà. Nel 2019, 540.000, il 10,6% delle famiglie. Nel 2020, il 30% in più delle famiglie del 2019.
La povertà materiale sappiamo anche che, purtroppo, si trasmette. E si trasmette soprattutto in povertà culturale e formativa dei propri figli. Il 34% dichiara di non leggere alcun libro, il 14% non pratica sport. Parlo dei giovani.
L'emergenza sanitaria, poi, ha accelerato le disuguaglianze. L'abbiamo visto, perché c'è stato un aumento di costi, un depotenziamento della sanità pubblica, un depotenziamento di quelli che sono i servizi.
Sappiamo ‒ sono dati della Regione ‒ che mancano 1.230 ospedalieri; 586, ad oggi sembra 701, medici di base. Circa 600 medici di continuità assistenziale mancano in Veneto, oltre a più di 4.000 infermieri in Veneto.
Sulla base di quello che ci è stato presentato e di quello che noi in questi giorni andremo a discutere, ci chiediamo cosa faremo e quante risorse investiremo per cercare di risolvere questa situazione. Se è vero ‒ dato oggettivo ‒ che l'8,9% delle persone rinuncia alle cure, se sappiamo perfettamente che la sanità, ad esempio, si sta depotenziando, come facciamo, se non investiamo dei soldi regionali, ad invertire questa rotta? Come possiamo pensare di aumentare i medici non mettendo risorse anche proprie della Regione? Come facciamo a recuperare quelli che negli anni – magari non c'era l'Assessore, ma parliamo sempre di questa maggioranza – sono stati gli sbagli della programmazione? Come facciamo a recuperare questi errori se non investiamo nella sanità, se investiamo 10,6 miliardi, di cui il 95% viene dal Fondo nazionale? Non so.
Mi chiedo anche un'altra cosa. Se è vero ‒ dato sempre altrettanto oggettivo ‒ che mancano circa 270 medici nei pronti soccorsi, per cui esternalizziamo negli ospedali pubblici circa il 70% dei reparti, dove li troviamo i soldi per pagare quei 100 euro orari per cui magari alcuni si prendono anche 1.000 euro per una notte? Dove li troviamo questi soldi? Perché non pensiamo di investirli in un altro modo e in un'altra forma? Certo che serviranno ovviamente degli anni per recuperare quelli che sono, ripeto e ribadisco, gli errori del passato, però da qualche parte bisogna pur iniziare.
È vero che noi siamo l'opposizione, è altrettanto vero che siamo in minoranza, però siamo quella minoranza che cerca, per ideologia politica e per nostri principi, di difendere le persone che non hanno tutele. È per questo che facciamo le battaglie. Io credo che abbiamo tutto il dovere di fare questa battaglia, ma abbiamo anche il diritto di farla, di poterla fare in serenità, perché se non alziamo noi il livello o quantomeno non cerchiamo di porre l'attenzione a quelli che sono i problemi dei più poveri o degli ultimi, chi lo fa?
Se per voi tutto va bene, ditemi chi difende queste persone. Nel momento in cui vengo chiamata da un ragazzino che è ricoverato in ospedale psichiatrico per adulti e mi dice che non riesce a respirare perché non aprono nemmeno le finestre e l'area è irrespirabile, chi difende questa persona se non lo facciamo noi nel momento in cui in Consiglio regionale poniamo l'attenzione alle questioni? Nel momento in cui, ad esempio, chiamano per dire che da gennaio nel veronese una struttura per anziani aumenterà di 6,50 euro il costo giornaliero, per cui ho fatto i conteggi, tanto per dirvelo, insomma sono circa 2.400 euro all'anno di somme maggiori che una famiglia deve spendere, se io ho un dato che una su quattro non riesce a pagare 800 euro di spesa straordinaria, che può essere magari per un incidente o per una macchina o per qualsiasi altra cosa, come fa a pagare una retta per il proprio familiare all'interno di una casa di riposo? Questo mi domando.
Abbiamo anche altre segnalazioni. Ho sentito la risposta a un'interrogazione qualche tempo fa dove si diceva che comunque la situazione è sotto controllo. Io sono convinta che si cerchi sempre di fare il meglio nell'ambito degli strumenti che si hanno, però è altrettanto vero che se dei signori chiamano e dicono che non riescono a fare un'operazione semplice di cataratta... È vero, questa persona che mi ha chiamato è anziana, ha 82 anni. È altrettanto vero che, però, la cataratta è anche qualità di vita. È un intervento magari semplice, può essere considerato anche non importantissimo, ma per la qualità di vita vederci o non vederci io credo che sia fondamentale. Mi riporta che ha l'appuntamento al 2024 e, quindi, se vuole farlo, deve pagare dai 3.000 ai 4.000 euro in una struttura privata.
Queste sono le cose che noi dobbiamo portare all'attenzione. Saremo pur minoranza, non avremo preso i vostri voti, ma abbiamo pure il diritto di dire queste cose e di capire cosa sta succedendo e cosa possiamo fare per risolvere queste situazioni. Se il Veneto va bene è perché il Veneto lavora, ma siamo i primi a dirlo. Quelli che non prendono 1.400 euro di media per otto ore in Veneto ci sono e riescono anche a pagarsi le cure. Una buona parte, ripeto, l'8,9% delle persone, rinuncia alle cure, perché prende meno di 1.400 euro o perché prende magari 800 euro come stagionale o magari è a termine o forse perché non riesce ad entrare nel circuito di una situazione dignitosa.
Se fa anche un figlio, questo signore, se vuole pagare l'Università, deve anche pagare l'alloggio perché non mettiamo a disposizione dei siti, dei luoghi sufficienti per accogliere quelli che sono in difficoltà. Non chiediamo per tutti, ma per quelli che non se lo possono permettere. Una buona parte dei ragazzi non riesce ad andare a scuola nel Veneto. Vi ridico i dati che ho detto prima. Nel 2018 139.000 minori in difficoltà, a rischio povertà. Nel 2019 540.000, nel 2020 30% in più di quel 10,9% di famiglie che era in povertà.
Questa è la situazione. Se noi non finanziamo le borse di studio, come possiamo pensare che, se una famiglia non riesce a pagare 800 euro di spesa straordinaria, possa permettere a un figlio di pagarsi la scuola, se non all'interno della propria città per non spendere e uscire e magari anche cercare di lavorare? Certo che forma il lavoro, e ci mancherebbe, siamo tutti buona parte genitori e sappiamo perfettamente che un figlio, se lavora, riesce anche a crescere meglio, ma non per tutti è così, non per tutti questo è possibile perché magari un'Università non ce l'abbiamo nella stessa città e ci si deve spostare. Perché dobbiamo impedire a un ragazzo veneto di studiare? Perché dobbiamo permettere ai nostri 15.000 ragazzi che se ne vanno ogni anno di non tornare? Non tornano.
Credo che il Veneto possa veramente fare tanto di più. Soprattutto questa Regione potrebbe fare molto di più. Nel momento in cui noi non capiamo come mai stiamo qua oggi a discutere un DEFR, un bilancio, degli emendamenti che noi cercheremo di migliorare, per carità, è ordinario, cambia poco rispetto all'anno scorso.
Io sono qua dal 2019, ma mi pare sempre lo stesso. Se non aumentiamo gli importi per queste situazioni, come pretendiamo di cambiare il Veneto? Vi voteranno, probabilmente, ancora. Io non lo so questo, ma il mio dovere lo voglio fare e lo voglio portare in discussione qui. Perché quel ragazzo che è stato ricoverato nel servizio psichiatrico per adulti non è giusto che ci ritorni. I 100.000 ragazzi con disagio giovanile ci sono ancora qui nel Veneto, magari hanno anche una famiglia povera, oltretutto. Sappiamo che il disagio spesso succede anche all'interno di queste famiglie, magari di più.
Voi, che siete maggioranza, prendete atto anche di queste situazioni su cui richiamiamo la vostra attenzione. Tutti noi abbiamo il dovere morale, giuridico, di un amministratore serio, di risolvere queste questioni.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Baldin, prego.
 
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Intervengo per ultima, prima del voto di questi quattro pacchi di emendamenti, per cui è opportuno anche analizzarli con attenzione. Molti di questi meritano una profonda riflessione da parte nostra. Non mi piace sentire ripetere le stesse cose, quindi mi concentrerò su altri punti della replica dell'assessore Calzavara che ho sentito e che mi hanno colpito.
Innanzitutto, devo dire che i dati che abbiamo e le discussioni che abbiamo fatto in merito a questo DEFR ci confortano sul fatto che almeno questi dati sono giusti. Altrimenti, se fossero dati farlocchi, non avremmo citato tutti ‒ parlo dei Consiglieri di opposizione ‒ le medesime questioni problematiche. Magari ne avremmo citate altre, ne avremmo dimenticate alcune.
In sostanza, abbiamo detto tutti quelli che sono i punti più critici nella nostra Regione. Quindi, sui dati non ci si può sbagliare. Sono oggettivi. Si deve fare una riflessione basata su questi dati, che non sono stati fatti da noi, chiaramente, ma provengono da enti terzi e quindi meritano attenzione.
L'assessore Calzavara prima diceva: "Io ringrazio il presidente Zaia che in questi anni ha preferito non mettere un'addizionale IRPEF e anche quest'anno non lo ha fatto aspettando di vedere quella che sarebbe stata la manovra del Governo". Ma quello che è successo, che succede a livello nazionale almeno nella manovra lo abbiamo notato credo tutti o forse a me è sfuggito qualcosa, ma non ho visto risorse a disposizione della Regione del Veneto. Io magari mi sono distratta, ma in questa manovra io non ho visto alcuna risorsa per il Veneto e, se vi fossero, chiederei: quali risorse intendeva dire, assessore Calzavara?
La manovra che abbiamo visto in realtà è un taglio trasversale a quelle che erano delle buone politiche che hanno funzionato: ad esempio il Superbonus, lo sappiamo, il Reddito di cittadinanza. Riporta Banca Italia che senza Reddito di cittadinanza avremmo avuto 1.000.000 di poveri in più in tutta Italia, dato da non trascurare. Abbiamo una specie di condono delle cartelle, un tetto al contante, che secondo me va in direzione opposta di quello che dovremmo fare noi oggi, ovvero una lotta serrata all'evasione fiscale, e un limite sotto ai 60 euro ai POS. Riforma delle pensioni, anche qui tagliando, ad esempio la quota relativa alle donne che vanno in pensione.
Dove sono i fondi che vanno al Veneto? L'unica cosa che invece ci sembra di capire è che aumenteranno le accise sui carburanti dal prossimo anno: queste sono le risorse in più che spetteranno al Veneto da questa manovra finanziaria approvata dal Governo targato Meloni. Sostanzialmente sono certificati i tagli: tagli su pensioni, tagli su investimenti, anzi, investimenti direi proprio zero. Solo una parola è stata detta da Giorgia Meloni che può essere in qualche modo ricollegata al Veneto. Citando il discorso sull'autonomia di alcune Regioni che hanno fatto richiesta dice espressamente: "Solo se nessuno resta indietro. Deve essere un'occasione per superare i divari". Capite bene che nell'agenda Meloni non c'è molto spazio per un'autonomia come la intendeva – e uso appunto un tempo passato – la Regione del Veneto, perché se deve avvenire a condizione che tutti siano sulla stessa linea, quindi che nessuno rimanga indietro, capite bene che va in direzione opposta a quella che era la visione del Veneto, ovvero ribadire un'occasione per far vedere che il Veneto, invece, è una Regione più efficiente delle altre, per dire che noi, con l'autonomia, ci teniamo le nostre tasse e che gli altri possono anche ammazzarsi.
Proprio su questo bisogna riflettere e anche sulla possibilità, Assessore, che avremmo dato a tantissimi cittadini. Non sto qui ad elencare tutte le categorie, ma parliamo non solo degli anziani e quindi degli aumenti delle rette nelle RSA, che strozzano le famiglie che non ce la fanno più, ma anche degli asili nido e delle bollette, quindi della difficoltà per tutte le famiglie nel momento in cui abbiamo un inverno che incombe e non possiamo evitare di scaldarci o di mangiare: sono condizioni che dobbiamo fare per vivere.
A questo punto, con stipendi bassissimi che non crescono da tanti anni, siamo un Paese fermo da questo punto di vista, e finché non vi sarà la tanto auspicata riforma sul salario orario minimo, che credo potrebbe ristabilire un po' di equità soprattutto nelle fasce più deboli, quelle dimenticate da molti, quelle che magari non possono avere i contratti collettivi nazionali o che non vi rientrano, credo che, tenuto conto di tutte le condizioni che abbiamo detto e sono tante, non si possa non tener conto di una probabile addizionale IRPEF. Chiaramente l'auspicio è di prevederla per redditi molto alti, chiaramente non mi riferisco a redditi sotto i 50.000 euro, poi sarà una decisione da prendere di comune accordo, ma da un certo tetto in su, ovvero per chi si può permettere magari di fare la spesa, cosa che una famiglia, ad oggi, ha difficoltà a fare, di pagare la retta nella RSA per tenere un proprio familiare accudito nel migliore dei modi da personale praticamente assente (sappiamo tutti che all'interno delle RSA il personale non c'è o cerca di fuggire). Insomma, una serie di problemi irrisolti che meritano risposte e attenzioni.
Il lavoro che abbiamo fatto oggi, come opposizioni, va in questo senso, ovvero di sottoporre all'attenzione vostra delle grida di aiuto, delle grida disperate che cercano delle risorse che ad oggi in questo bilancio regionale, come in quello nazionale, non trovano. Rimangono assolutamente inascoltate. La risposta che noi stiamo dando in questa manovra è zero. Alcuni non ce la faranno, né adesso né dopo. La situazione attuale, con la guerra in corso, non mi sembra addivenire ad una fase di miglioramento. Non voglio essere etichettata come "pessimista". Io parlerei di realismo. Bisogna guardare la realtà dei fatti, quindi approntare quello che ad oggi è possibile fare, anche prevedendo un piano straordinario di intervento proprio per finanziare beni prioritari, servizi prioritari per i cittadini del Veneto, che ‒ ripeto ‒ da questa manovra non hanno trovato risposte. E mi dispiace.
 
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Mi ricollego all'intervento fatto in precedenza riguardo al Documento di economia e finanza definendo una priorità, che è la seguente. Quando si parla di una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza la prima cosa da fare è aggiornarla. Mi rendo conto che siate arrivati con il fiato sul collo, anzi con l'acqua ben al di sopra della gola per l'organizzazione dei Mondiali di Sci, dimenticandovi, poi, per strada una notevole quantità di promesse di opere fatte alla comunità di Cortina, che li ospitava, quindi lasciandoli essenzialmente in braghe di tela, però almeno togliamo dalla Nota di aggiornamento e dal DEFR il riferimento ai Mondiali di Sci 2021.
Il secondo punto è che, per esempio, potreste cominciare anche a togliere il riferimento agli unici atti che, a tre anni di distanza, sono stati fatti per la pista da bob, con un notevole ritardo. Per esempio, lo studio di fattibilità tecnico-economica: mi risulta, dal dossier delle Olimpiadi, che doveva già essere in corso di realizzazione nel 2019, ma purtroppo è stato assegnato soltanto quest'anno. Mi rendo conto che, quindi, era giusto inserirlo all'interno del Documento di economia e finanza del 2022, perché con tre anni di ritardo non era ancora stato fatto, non è ancora stato previsto, però adesso forse è ora di toglierlo. Sì, dovete lasciare ovviamente la realizzazione delle Olimpiadi, eccetera, perché capiamo che l'idea del Veneto glamour e degli aeroporti privati sia assolutamente una priorità della maggioranza di questa Regione, anche a livello nazionale.
Tuttavia, esiste un messaggio che noi stiamo cercando di lanciare che non è quello della demolizione del Veneto, ma è quello del rilevare che c'è un'urgenza di natura sociale. L'idea del Veneto che avete è quella di puntare esclusivamente sul Veneto glamour lasciando indietro il Veneto sociale, che invece è quello che ci hanno chiesto in diversi: quelli che hanno manifestato anche la scorsa settimana, quelli che ci scrivono per esempio che devono farsi 70 chilometri andare e tornare per avere una risonanza magnetica, magari da Belluno andare fino a Cortina per farsela fare, oppure quelli che ci domandano, per esempio, di aumentare le rette, la quota sanitaria perché l'aumento avvenuto quest'anno sicuramente è un passo in avanti rispetto ai 12 anni di arretrati di mancato adeguamento della retta. Un aumento sarebbe necessario. Perché? Perché evidentemente se stanno male le RSA, se stanno male le RSD, se stanno a male i Centri diurni per l'aumento dell'energia stanno male anche le famiglie, perché esistono pure loro. E di conseguenza è importante intervenire magari investendo quei 16 milioni sicuri di risparmio per la realizzazione del maxi Villaggio Olimpico dovuto alla riduzione del numero di atleti da ospitare, perché, per esempio, si può utilizzare la pista da bob di Innsbruck ed evidentemente si può evitare di realizzarla in Veneto, facendo e creando un debito anche per il futuro. Quei 16 milioni risparmiati dalla Regione del Veneto potrebbero essere utilizzati per interventi di natura emergenziale, sociale e utili a dare un respiro perché abbiamo bisogno di respirare. Abbiamo bisogno di respirare, di respirare bene, di respirare aria pulita, di poter mangiare cibo sicuro, di poter bere acqua sicura.
E quindi ritorno ad un tema che vi avevo proposto anche prima perché in questa Nota di aggiornamento del DEFR, molto interessante, ci sono dei dati che prima vedevo che probabilmente qualche Consigliere di maggioranza non ha potuto leggere. Un dato fondamentale che esce fuori è che, rispetto agli scorsi anni, c'è stata in Veneto una riduzione dell'età di morte. Purtroppo io mi occupo anche di brutti temi, non soltanto di enogastronomia, birre artigianali e produzione di canapa in Veneto, ma mi tocca occuparmi anche di temi che non sono tanto carini.
In questo caso emerge, da questo Documento di economia e finanza e dalla Nota di aggiornamento, che la riduzione dell'età di morte è evidentemente un problema che c'è anche in Veneto e sappiamo, dai report europei sulla sanità e sulla salute, che la diminuzione dell'età di morte è più elevata nei luoghi dove ci sono fenomeni di inquinamento. Evidentemente quindi l'inquinamento dell'aria è un problema che ancora dobbiamo affrontare con grande energia e c'è bisogno di intervenire per quanto riguarda tutta quell'operazione di prevenzione, nella sicurezza anche delle altre risorse naturali, delle altre matrici naturali. Parlo del suolo, con una fertilità che deve essere tutelata fin dal principio anche dall'Istituzione regionale, non parificando il compost inorganico al compost organico e riducendo la sicurezza della fertilizzazione all'interno dei terreni utilizzati per la produzione di alimenti in Veneto, e questo, ricordo, è stato oggetto anche di discussione in Commissione Seconda durante l'approvazione della PAGR relativa ai rifiuti.
Ribadisco che, per diminuire il rischio di mortalità e la morte precoce, c'è bisogno di intervenire anzitutto sulla sicurezza delle nostre matrici naturali e quindi cominciamo dai suoli che vengono utilizzati in Veneto, cominciamo dalla tutela dell'acqua vera, senza accontentarci di avere acquiferi di qualità scarsa o bassa, senza accontentarci di utilizzare l'acqua per l'agricoltura per andare a vivificare – un termine elegante e legale per parlare comunque di diluizione – un fiume che viene utilizzato per diluire, invece, gli scarichi che provengono dai Consorzi di depurazione.
È importantissimo intervenire su queste matrici per andare a lavorare non soltanto sulla previsione di vita e sulle prospettive di vita dei nostri concittadini ed è importantissimo farlo perché comunque, al di là della data della morte, c'è un problema, che è quello della salute a prescindere e della possibilità di poter avere figli e noi, con la questione dell'inquinamento da PFAS, abbiamo capito che è difficile avere figli in Veneto e in generale in quest'epoca, perché l'inquinamento sta provocando danni assurdi agli apparati riproduttori di uomini e donne.
Facciamo in modo che questa Nota di aggiornamento e le previsioni politiche che stanno dietro a un Documento di economia e finanza siano rivolte a questa attività di prevenzione, senza per forza ogni volta dire di no, nel momento in cui si chiede qual è lo stato di salute attorno a quell'inceneritore, qual è lo stato di salute della popolazione attorno a quell'area, dove c'è un'emissione di odore tale e delle reazioni sulla salute della popolazione tali da preoccuparci.
Non continuate per forza a dire di no per paura. Dobbiamo conoscere, perché noi dobbiamo prenderci cura e prendere a cuore lo stato di salute di queste persone, perché potremmo essere noi. Magari anche noi abitiamo in quelle zone, magari non soltanto nell'est vicentino, non soltanto nella zona sud del Veneto contaminata dai PFAS, non soltanto nelle zone dove odori e inquinamento dell'acqua, dell'aria o del suolo stanno evidentemente emergendo. Tutti noi abbiamo necessità di politiche che si prendano realmente cura prima. Ma questo prendersi cura prima significa che stiamo cercando di fare il nostro dovere di prevenzione, che è il dovere di un politico, e significa, per esempio, andare a spingere non soltanto verso operazioni di marketing politico o verso operazioni di facciata sostenibili, ma verso operazioni che siano realmente la risposta al rilancio della sicurezza sanitaria in un territorio che è fortemente appesantito da contaminazioni diffuse, che sono dovute da diverse cause e necessitano non solo di regole superiori, ma semplicemente di controlli superiori, perché le regole magari già ci sono.
Arrivo a un punto, che sta di fianco alla salute e alle connessioni con l'ambiente, ed è quello del ben vivere all'interno del territorio veneto. All'interno del territorio veneto il buon vivere non lo si dà soltanto occupandosi della materia enogastronomica, anche se piacerebbe molto, ma lo si dà anche e in particolare rispondendo a bisogni essenziali. Per esempio, penso al bisogno di rendere più accessibili i servizi nelle zone rurali e nelle zone di montagna, al bisogno di creare e pubblicizzare le opportunità di impresa, per esempio cooperativa, per il rilancio di determinate aree. Per questo vi parlerò, per esempio, del progetto delle cooperative di comunità, che non sono una materia sociale, ma sono una materia di natura imprenditoriale, che possono permetterci di rilanciare territori che magari non hanno ancora avuto la possibilità di svilupparsi per opportunità turistiche, o per attività culturali, o per iniziative anche semplicemente di condivisione e di vendita del prodotto locale, di fare economia, farla all'interno delle zone rurali, farla all'interno delle zone montane e farla insieme alle persone del territorio, non per forza attraendo esclusivamente investimenti di altri nei nostri territori.
Abbiamo bisogno di mettere a frutto le capacità dei nostri territori, e non sono i grandi eventi quelli che rispondono a questa necessità, ma sono le iniziative che partono dal territorio grazie a queste tipologie di iniziative. Quindi, accanto alla cooperativa di comunità, accanto alla possibilità di lavoro e di creare risposta abitativa nelle zone rurali, incentivandola magari, visto che i nostri Comuni montani già lo scorso anno lo chiedevano e purtroppo, però, non c'è stata una conseguente azione neanche di sperimentazione a livello regionale in termini economici, accanto a queste necessità ci sono le necessità dei servizi. E qui – ne hanno parlato prima i miei colleghi di minoranza – si apre una voragine quando si parla di servizi, di servizi alla famiglia, di servizi rivolti in questo caso in particolar modo alle donne.
Io sono sempre molto felice di poter dire e sentire che ci sono iniziative legislative o leggi già approvate, come quella che abbiamo approvato alla fine della scorsa legislatura, riguardo alla promozione delle famiglie e alla promozione di interventi pro donne e uomini che decidono di costruire un proprio futuro insieme, creando anche nuova vita. Ed è una scelta meravigliosa, è una scelta bellissima, è una scelta, però, molto impegnativa, una scelta che già economicamente crea dei gap incredibili. Penso, per esempio, ai servizi delle analisi e delle visite che sono previste nel periodo della gravidanza. In Veneto una donna, se vuole avere un figlio, paga di più. Alle volte dal Rodigino, nel Polesine, vanno in Emilia-Romagna perché in quella Regione non si pagano determinati tipi di analisi. Allora, è molto importante e interessante promuovere iniziative come il bonus, magari portandolo avanti, il bonus per gli asili nidi, magari mettendoci qualcosa di più in termini economici, visto che evidentemente non si può arrivare dappertutto.
Sì, ha proprio ragione, consigliere Michieletto, è giusto dire che bisogna dare maggiori risorse per quanto riguarda questi servizi. Lo so che era disattento, ma io ci speravo. Il giorno in cui avrò la sua attenzione sarò sicuramente molto contenta.
Parlo di tale questione perché il maggiore carico da un punto di vista di costi sulla donna che desidera avere un figlio, sulla donna che deve controllare la propria salute e via elencando, è un problema reale ed è un problema che si affianca ad un problema generale, che non è della Regione del Veneto, ma è del mercato. Del resto, voi sapete che in realtà esiste una tassa nascosta per le donne? Lo sapete? I Consiglieri uomini vedo che chiacchierano, per cui sicuramente non lo possono sapere. Però, lo potranno sapere adesso: esiste una tassa nascosta, che non è soltanto l'inflazione di cui vi parlavo prima, che è una tassa nascosta per i più poveri e per le famiglie di ceto medio o a rischio povertà. Esiste una tassa nascosta per le donne. Voi sapete, per esempio, quanto paghiamo in più quando acquistiamo un giochino per una bambina? Ecco, i giochi delle bambine costano in media il 7% in più. Ancora, i vestiti baby. Se vogliamo prendere un vestitino per nostra figlia, paghiamo in media il 4% in più. Se vogliamo, noi donne, acquistare un vestito a un prezzo medio-alto, magari di qualità superiore, in termini di sostenibilità eccetera, in media un abito femminile costa il 13% in più degli abiti maschili. I prodotti per la cura personale costano il 13% in più. I prodotti per la salute e il benessere, anche farmaci o prodotti per la propria salute, in media costano l'8% in più per le donne.
Caspita, è un problema reale! È un problema del mercato, non è un problema della Regione del Veneto. Però, è molto interessante leggere questo dato, perché lancia un messaggio, e cioè il messaggio che il mondo femminile è già normalmente bistrattato, non soltanto perché magari veniamo pagate di meno in generale nel mondo del lavoro, non soltanto perché veniamo sovraccaricate del 75% del lavoro sociale, non soltanto perché i prodotti ci costano di più, ma anche perché nel momento in cui dobbiamo affrontare determinate partite della nostra vita abbiamo dei costi ulteriori. Ed è per questo che la Regione del Veneto dovrebbe fare in modo che non ci siano in questo caso per gravidanze ed esami e che la categoria femminile sia valutata nel suo complesso e in tutte le opportunità che possiamo avere per dare quei servizi e quelle analisi gratuite almeno per quanto riguarda il periodo della gravidanza e post gravidanza e gli aiuti che servono per raggiungere l'autonomia femminile, anche dopo aver avuto dei figli, con la libertà che si auspica possa avere una donna di decidere se tornare al lavoro oppure se rimanere a casa con i propri figli. Questo ovviamente a seconda delle condizioni economiche e sociali.
Queste tematiche ci inducono ad una riflessione, che nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza sono interessanti da portare, perché ci portano una visione di come applicare poi queste politiche all'interno del nostro bilancio e all'interno degli atti che poi la Giunta farà da un punto di vista amministrativo.
In ultimo, mi piacerebbe raccontarvi un progetto, precisamente il progetto di invertire la rotta rispetto alla diffusione della coltivazione biologica. Anche la scorsa settimana ne abbiamo parlato ed è stato molto interessante poter affrontare il discorso, per esempio, della rigenerazione in agricoltura, che ho capito che non tutti conoscono, ma in questo bilancio avremo modo di conoscerla, e anche della diffusione del biologico. Nella Nota di aggiornamento vediamo una freccia rossa: c'è una riduzione della superficie a biologico in Veneto. Attenzione, è vero, in Veneto non ci sono sempre condizioni climatiche adeguate o favorevoli al biologico. L'umidità non ci aiuta. L'umidità diffonde problemi per le nostre coltivazioni (funghi, fitopatie eccetera). Ma in tutto questo c'è una precisazione da fare: il biologico non può essere efficace ed efficiente con i semi che sono venduti nell'agricoltura convenzionale; il biologico non può avere successo nelle nostre aree se non facciamo selezione di semi che siano adeguati al nostro territorio. Questo ce lo dice la scienza. Ce lo dice la scienza agronomica. Ma ce lo dice di più l'esperienza diretta dei coltivatori e dei salvatori di semi, che in Veneto sono tantissimi. A Belluno sono i vostri rappresentanti politici che si presentano sostenendo questo tipo di iniziative e dicendo che questa è l'agricoltura del futuro. Allora, se i vostri rappresentanti politici si presentano, anche con me, in queste occasioni e ci credono, allora dobbiamo crederci anche noi qua nei fatti e dirci che ci dobbiamo impegnare.
Non c'è niente di cui preoccuparsi. È una bella iniziativa e sono felice di poter avere una grandissima condivisione di questo obiettivo. Io sono la prima sostenitrice dell'agricoltura rigenerativa e dei seed saver. Qual è il problema? È che bisogna dare spazio alla ricerca, ricerca che non possono fare i semplici agricoltori, ma deve essere fatta dalle Istituzioni, la ricerca di proprietà della genetica e della selezione genetica adeguata all'interno di quei territori, adeguata al clima di quei territori. Questo non lo si fa con le NBT (new breeding techniques) ma serve una ricerca fatta in condivisione con gli agricoltori, nei nostri territori, facendo una selezione precisa, naturale. Questo è l'obiettivo che ci dobbiamo porre da un punto di vista politico nel lungo termine per essere più autonomi nella produzione locale, per non diventare ancora di più dipendenti dalle grandi multinazionali e dalle altre nazioni che si sono specializzate in alcune produzioni, dai cereali al cereale da paglia, piuttosto che alcuni ambiti dell'ortofrutta eccetera, e per garantirci quella biodiversità che ci salverà dalla crisi climatica, ci salverà dagli effetti della crisi climatica sull'evoluzione dei microclimi presenti nei nostri territori. Dobbiamo avere una visione, e in questo caso la visione si può sperimentare e si può mettere in atto attraverso un'applicazione molto condivisa con i territori e attenta ai fenomeni sociali e alle evoluzioni economiche e sociali dei nostri territori.
È bellissimo sapere che abbiamo questa opportunità, che va oltre il Veneto glamour e si affida alla capacità sociale di un Veneto che deve far emergere il meglio delle proprie comunità, togliendo dalle spalle i pensieri che possono essere tolti e che le famiglie possono non portare su di loro. Questo è il compito della Regione del Veneto per dare spazio alla creatività dei veneti e non soltanto a fenomeni di immagine, magari un po' sbrilluccicosi, ma che non restituiscono ai territori la capacità di reagire alle sfide che abbiamo già oggi e che dovremo affrontare in futuro.

PRESIDENTE

Consigliere Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Intervengo in questa discussione con un po' di scoramento, perché più che una discussione questo è stato un monologo. Siamo qui ormai da otto ore e non c'è stato un intervento da parte della maggioranza, se non quello dell'assessore Calzavara. Sarebbe interessante capire cosa pensano i quaranta colleghi che stanno dall'altra parte dell'Aula. Del resto, banalizzare il dibattito, come è stato fatto in parte, cercando di screditare le tesi sostenute, dai colleghi di minoranza, senza entrare nel merito, non rende dignità a quest'Aula. Sono veramente deluso. Penso, per esempio, a questa cosa di darci dei pessimisti. C'è un detto, che non so bene a chi ricondurre, che dice che un pessimista non è altro che un ottimista ben informato. Se è così, cerchiamo di guardare con realismo i dati della nostra Regione e di capire che le critiche che sono mosse non sono critiche ai veneti, non sono critiche sterili verso un disfattismo, ma sono il tentativo di dare uno stimolo a cambiare la sostanza delle politiche di questa Regione, perché, come è già stato detto bene, non si può lasciar fare cercando di intervenire meno possibile, in questo momento di cambiamento profondo dell'organizzazione economica, dell'organizzazione sociale della nostra Regione e del nostro Paese. È necessario intervenire con forza. Se al timone non c'è una mano forte, la barca va alla deriva.
Assessore Calzavara, quando lei ci dice che le Olimpiadi creano valore e, come tale, dobbiamo accettare tutto, non è così. Mi sorprende che lei, che ha la responsabilità economica delle scelte di questa Regione, dica così, perché è vero che sono una bella opportunità per la nostra Regione, ma questo non significa accettare tutto. Ci sono investimenti – e si valuta sul marginale – che creano valore, quelli spingiamoli perché sono una bella opportunità, ma non è che dentro la pentola mettiamo tutto e mettiamo anche quello che non crea valore.
Qui stiamo cercando di mettere, nel calderone delle Olimpiadi, delle cose che creano solo un debito perenne alla nostra Regione. Ha detto bene la collega Guarda, se costa tra 700.000 e 1 milione di euro l'anno la gestione di una pista da bob, ma perché la mettiamo? Perché condanniamo il Comune di Cortina a trovare 1 milione di euro l'anno solo per quella cosa, con un piano finanziario? Ci mostri con i dati che questa è un'opportunità per quel territorio.
Credo che le Olimpiadi siano un'opportunità per il nostro territorio, ma non credo che quell'investimento aiuti ad avere un turismo di qualità, a portare delle persone che lasceranno sul territorio delle cifre importanti. Assolutamente no.
Non possiamo banalizzare. Non potete dire: "Siete dei pessimisti, perché non vedete l'opportunità della pista da bob". Mostrateci che la pista da bob è un'opportunità. Lo stesso possiamo dire su tanti dei temi che sono stati toccati oggi.
Esprimo questo malessere, al termine di questa giornata, per non avere avuto l'occasione di entrare nel merito. Abbiamo portato dei dati concreti, abbiamo chiesto di confrontarci su questi dati. Invece, così non è stato. Torno su uno dei temi che, secondo me, sono importanti.
Come dicevo, non si sta interpretando questo momento in una maniera capace di dare delle risposte. Fintanto che al Governo c'era qualcun altro, la colpa era di Roma, adesso sappiamo al Governo chi c'è. Sto sul tema dell'energia, che è un tema che conosco bene. Il primo provvedimento di questo Governo è stato reintrodurre le accise sulla benzina e avete visto che questa settimana il prezzo della benzina e del gasolio è risalito.
Il Governo Draghi, criticato e messo sulla griglia, aveva messo in nove mesi 55 miliardi di euro per ridurre l'onere energetico delle imprese, soprattutto, ma anche delle famiglie. Può essere che qualcuno qui non lo sappia, ma l'IVA è stata ridotta sul gas che abbiamo acquistato, gli oneri di sistema sono stati tolti dai chilowattora che abbiamo comprato. Insomma, anche noi, come privati cittadini, abbiamo beneficiato degli interventi del Governo Draghi. Va via il Governo Draghi, arrivano i salvatori del mondo con un Governo politico, con scelte politiche, e viene immediatamente reintrodotta l'accisa.
Se questo vuol dire dare delle risposte, se la linea che vogliamo tenere con quella continuità auspicata dall'assessore Calzavara, tra il livello nazionale, il livello regionale, il livello locale, è quella di andare in questa direzione, di non dare le risposte e di banalizzare un dibattito, come abbiamo fatto qui, auguri ai cittadini del Veneto, mi viene da dire.
Proviamo a confrontarci sul merito delle cose, cerchiamo di trovare delle soluzioni più alte di quelle che ci sono state in passato. Non bastano le risposte del passato di fronte alle sfide che stiamo vivendo nel 2022.
Mi auguro che dalla discussione degli emendamenti che sono qui, questo corposo malloppo che ciascuno di noi ha di fronte, possa nascere qualcosa di un po' più ambizioso, di un po' più capace di dare risposte. Assessore, vi auguro il successo elettorale, ma la gente non è stupida e si accorge che le risposte non vengono.
Per cui, come diceva qualcuno alle mie spalle, non ricordo chi, se torniamo a votare, la gente non è che dia fiducia ad oltranza. Penso che questo si abbia da fare il prima possibile.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Davvero veloce, in chiusura. Solo per dire due cose.
Siccome su alcune cose l'assessore Calzavara prima replicava credo anche a me, ci tenevo a fare due passaggi. Il primo. Le abbiamo, perlomeno io, sempre riconosciuto onestà intellettuale, Assessore. Il passaggio che ha fatto sull'addizionale non è da lei. Quando lei dice "è stato un trionfo, abbiamo dimostrato che andrà tutto benissimo lo stesso, evviva, evviva" dice una cosa che tutti noi in quest'Aula sappiamo che non è vera.
Non condivido, ma rispetto la scelta politica di dire che siamo l'unica Regione italiana che non applica l'addizionale IRPEF. Dopodiché, dire che è così perché qui tutto funziona, quindi in fondo abbiamo riscontrato che non ce n'era bisogno, è una cosa che non sta né in cielo né in terra.
Assessore, lei dice: l'abbiamo valutata, però, poi, abbiamo fatto i conti e tutto sommato ci stavamo dentro. Adesso la sto dicendo in maniera più brutale, però il concetto era questo qui. Non è vero.
Continuo il ragionamento. Non è vero perché in questa Regione, ed è oggettivo, ci sono capitoli sottofinanziati, ci sono tante condizioni. Ne cito una su tutte, è già stata detta prima. Ieri sera ero ad una serata a Schio di discussione sul tema dell'invecchiamento degli anziani. Ad un certo punto si alza uno dalla platea, nelle domande finali, uno che lavora in una casa di riposo e dice: "Un familiare di un ospite mi ha chiesto qual è la differenza fra addizionale IRPEF e il fatto che a gennaio mi viene alzata la retta o meglio viene alzata la retta al familiare che è ospite?". La risposta è che è peggio, perché alla fine mentre sull'addizionale IRPEF io posso sapere a chi chiedo un contributo e, se sono saggio e se rispetto la Costituzione, lo vado a chiedere a chi ha di più, la retta non funziona mica così, perché la retta, se questa famiglia si ritrova ad avere un anziano e questo anziano sta nella casa di riposo, non l'ha mica decisa lei tante volte, si è trovata costretta a pagarla.
L'effetto reale, per cui l'addizionale serve in questa Regione, e non è vero che va tutto bene e quindi possiamo permetterci, unici in Italia, il lusso di farlo, è che poi nei fatti ricade sui cittadini e spessissimo ricade sui più deboli. Lo vediamo ogni anno. Quando ho fatto riferimento al bilancio della marmotta, all'inizio della discussione, per cui è sempre uguale ogni anno, è questo, alla fine. Io non riesco mai a capire e, Assessore, neanche nelle sue parole di oggi si è capito, qual è il grande progetto, la grande tesi, l'idea di fondo per cui quest'anno la Regione Veneto decide che si investe lì, perché pensiamo che lì riusciamo a ottenere risultati straordinari. Qual è il progetto infrastrutturale – guardo la vicepresidente De Berti – per il quale facciamo una battaglia in bilancio e quindi siamo in grado di destinare risorse? Mai, mai, ma perché le risorse non ci sono, non è che siete cattivi. Non è che noi se fossimo al posto vostro con i soldi che avete voi riusciremmo a fare cose incredibilmente diverse. Magari allocheremmo le risorse in maniera diversa. Questo è il punto nodale: avete rinunciato a determinare il futuro di questa Regione.
Ci accontentiamo di governare l'esistente, vi accontentate di governare l'esistente. Assessore, lei prima ha fatto una cosa che, secondo me, è sbagliata. Ha confuso un giudizio politico con il tema del consenso. Voi magari la prossima volta fate il 97%. Spero di no, credo di no, ma magari succede. Potrete continuare a fare sciocchezze lo stesso. Lo fanno gli imperatori, probabilmente lo fa anche chi prende tanti voti. Può succedere. Quindi, chi sta in minoranza ha il compito di sorvegliare, dire cosa farebbe di diverso e francamente non è che lo fa perché il Veneto gli sta sulle scatole. A lei capita, credo, di fare non direttamente, ma minoranza nel suo Comune, ne abbiamo già parlato. Immagino che non faccia minoranza perché odia il suo paese, ma farà minoranza perché pensa che chi fa il Sindaco in questo momento non lo stia facendo al meglio. Lo continueremo a fare.
Tutto qui. Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Replica da parte della Giunta, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Una brevissima replica per un paio di passaggi.
Ho assoluto rispetto della minoranza e del ruolo che la minoranza deve fare all'interno di un Consiglio regionale, quindi mettere in evidenza le cose che ritiene che non vadano. Poi ci sarà modo di parlarne nel corso della discussione, in particolar modo sugli emendamenti, perché credo che la discussione non c'è stata in discussione generale, perché poi si entra nel merito delle cose che avete proposto, per capire se effettivamente quello che proponete è qualcosa che va nel segno di migliorare un documento nell'interesse comune dei veneti o è pura polemica.
Poi lo vedremo. Su 320 emendamenti credo che avremo modo di misurare anche la qualità della vostra proposta, ma credo che l'atteggiamento che abbiamo avuto l'anno scorso nello stesso documento sia stato quello di riconoscere che, quando c'è una proposta intelligente e al servizio della collettività, viene accolta.
C'è una cosa che, però, mi disturba un po', questa cosa che ha segnalato il collega Montanariello, quella di pensare che noi siamo sulle terrazze romane a non capire il malessere dei veneti. Credo che sia poco rispettoso degli altri 41 Consiglieri regionali che sono sul territorio, che conoscono bene la situazione del Veneto, che sono un sensore molto più ampio del vostro, se non altro per il numero di persone che rappresentano e per i colleghi Assessori, che quotidianamente si confrontano con cittadini e con associazioni di categoria, che mettono in evidenza anche delle situazioni di criticità.
Il bilancio che presenteremo la prossima settimana è un bilancio che, con le risorse che ha disposizione, fa alcune scelte. Ci sono 17 milioni di euro per gli extra LEA, che non erano nel bilancio ordinario e abbiamo dovuto trovarli. Ci sono 9 milioni di euro per le IPAB e siamo convinti che il 2023 sarà l'anno della riforma delle IPAB. Ci sono 24 milioni per garantire il primo anno di tenuta della Pedemontana. È un'operazione che, al di là di chi poi si è dimenticato il terzo atto di come è stato predisposto il Piano economico-finanziario, permetterà alla Regione di dare ai veneti, e a chi ha bisogno di utilizzare il nostro territorio per intraprendere, un'importantissima infrastruttura che nel corso del 2023, siamo convinti, inizierà a far comprendere la propria forza.
Un ultimo passaggio ancora, ma proprio perché si capisca la differenza dell'approccio. C'è un perché se uno va da una parte e uno dall'altra. Collega Guarda, se a lei avessero detto che per avere un miliardo per sistemare una infrastruttura vicina al suo Comune, deve fare un ippodromo, sapendo che l'ippodromo è ormai destinato a morire, perché nessuno va più negli ippodromi, lei non avrebbe forse fatto l'ippodromo e portato a casa anche il miliardo? Questa è l'analisi che, in maniera seria, bisogna fare.
Purtroppo non l'abbiamo oggi, perché quel miliardo arriverà, molto probabilmente, oltre le Olimpiadi, ma quello che è vero è che la pista del bob non costerà ai veneti, perché viene realizzata dal Comitato organizzatore, e che ci sarà più di un miliardo di opere pubbliche all'interno della nostra montagna, che saranno opere pubbliche, naturalmente, che dovranno passare attraverso il vaglio della sostenibilità ambientale ed economica. Non si fa più niente. Non è il tempo di opere che stravolgono l'ambiente. Quindi, dovranno essere compatibili. Il saldo sarà quello di più di un miliardo di opere fatte dallo Stato, fatte dal Comitato olimpico, dal Comitato organizzatore, da chi vogliamo, come vogliamo chiamarlo, che resteranno per sempre nel nostro territorio.
A partire dal 2026 dovremo preoccuparci di come sostenere il bob. Ci lavoreremo, come credo ha sempre fatto questa Regione, cercando di assumerci anche le responsabilità, ma comprendendo bene che questa operazione ha benefici e costi.

PRESIDENTE

Facciamo un po' di ordine.
La Giunta ha depositato sei emendamenti. Venti minuti per eventuali sub.
In questo momento, dobbiamo dare il parere sugli emendamenti, quindi sui fascicoloni che avete visto. Poi l'Ufficio di Presidenza della Prima Commissione guarderà anche quelli della Giunta.
Sospendiamo qui la seduta. L'Ufficio di Presidenza della Prima Commissione si riunisce in Sala Legni. Chi non è direttamente interessato agli emendamenti può andare a prendere aria, a mangiare o altro.
Fisso la ripresa dei lavori alle ore 21.00. Inizieremo con la votazione degli emendamenti, poi vediamo come vanno i lavori. Grazie.
La ripresa dei lavori è fissata alle ore 21.00.
La Seduta è sospesa alle ore 19.43
La Seduta riprende alle ore 21.17

PRESIDENTE

Signori, accomodiamoci.
Iniziamo con gli emendamenti.
Emendamento n. A0001 della collega Baldin, pagina 12, comma 4, riga 9, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'area euro' sono aggiunte le seguenti parole:
', la regione Veneto pertanto deve favorire un rapido processo di pace tra i popoli in conflitto nel rispetto delle finalità statutarie'.
Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Iniziamo con gli emendamenti.
Questo emendamento, all'interno della missione sul quadro macroeconomico, si propone di inserire le parole: "La Regione Veneto, pertanto, deve favorire un rapido processo di pace tra i popoli in conflitto, nel rispetto delle finalità statutarie". Credo che la pace sia un valore riconosciuto da tutti e anche il Veneto ha un impegno particolare, riconosciuto anche nello stesso Statuto, quindi è una condizione a cui non possiamo sottrarci quella di fare tutto il possibile per garantire la pace e promuovere la pace come un valore universale tra i popoli.
Questo emendamento chiede proprio questo, di inserire questa parola che è fondamentale in un panorama ormai in conflitto da tanto tempo, dal quale bisogna uscire soltanto attraverso la pace. Abbiamo visto che, continuando a portare armi non si risolve...

PRESIDENTE

Signori, grazie.
Prego, collega.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Abbiamo visto che, continuando ad alimentare queste guerre con le armi, non si risolve nulla, quindi la necessità è quella di riportare la discussione su un confronto, su un tavolo, e cercare con la via diplomatica di fare il possibile per arrivare a un cessate il fuoco, che è fondamentale per garantire la vita e la sopravvivenza dei popoli che sono in guerra, non per colpa loro, ma perché vi sono stati costretti da altri.
Pertanto, chiedo che questo emendamento venga considerato in maniera adeguata e che venga introdotta, all'interno di questa discussione, una parola fondamentale: "pace".

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001, con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0339, della Giunta, pagina 14, paragrafo 2.1 che prevede:
La Tabella 2.1.1 si sostituisce con la seguente:
 
2019
2020
2021
2022
2023
 
Italia
Veneto
Italia
Veneto
Italia
Veneto
Italia
Veneto
Italia
Veneto
Prodotto interno lordo
0,5
0,8
- 9,0
- 9,7
6,7
7,1
3,4
3,8
0,1
0,1
Spesa per consumi finali delle famiglie
0,3
0,6
- 11,3
- 12,7
5,3
4,6
5,4
6,0
0,3
0,5
Spese per consumi finali AA. PP. e Isp
- 0,6
0,5
- 0,5
- 0,5
1,6
1,8
0,2
0,7
0,3
0,7
Investimenti fissi lordi
1,2
1,0
- 8,0
- 9,4
16,5
16,7
9,3
9,5
- 0,3
0,1
Importazioni (a)
- 0,4
- 1,7
- 12,0
- 13,4
24,8
28,5
42,6
45,6
8,3
8,8
Esportazioni (a)
3,2
2,4
- 9,1
- 7,6
18,2
16,7
22,1
20,6
5,7
5,9
(A) Valori correnti
                   
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

No, intervengo sull'emendamento successivo.

PRESIDENTE

Okay. Siamo su quello della Giunta.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0339. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0285 della collega Ostanel, pagina 36, riga 23, aggiuntivo, che prevede:
A p. 36, Paragrafo "3.4. Linee di indirizzo della manovra di bilancio regionale", alla riga 23 della pagina dopo le parole "c) a misure fiscali volte", aggiungere le parole "ad una rimodulazione in senso progressivo dell'addizionale regionale IRPEF, chiedendo un contributo maggiore ai redditi più alti, e".
Prego, Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Illustro questo emendamento perché, come avevo fatto l'anno scorso e anche l'anno precedente, l'obiettivo era quello di inserire nel Documento di economia e finanza, quindi nell'orientare l'azione della Regione, e dove si parla di misure fiscali aggiungere le parole "che si provveda ad una rimodulazione in senso progressivo dell'addizionale regionale IRPEF chiedendo un contributo maggiore ai redditi più alti".
Come spiegavo nel mio intervento introduttivo, ma anche nella dichiarazione di voto sulla PDA precedente, visto che tra l'altro c'era stata un'apertura da parte del Presidente, l'idea di pensare che finalmente fosse arrivato il momento di indirizzare il lavoro, nei prossimi anni, nella rimodulazione di un'addizionale IRPEF è l'unico modo ‒ ed è stato spiegato anche bene prima dal capogruppo Possamai ‒ non tanto di mettere le mani in tasca ai veneti, ma quello di ridurre i costi per tutti i veneti, quindi soprattutto per chi, tra l'altro, ha bisogno, ad esempio, di avere un asilo pubblico, avere una RSA, poter pagare la retta per i propri familiari...

PRESIDENTE

Assessore Corazzari, può abbassare leggermente il volume? Grazie.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Quindi, introdurre un'addizionale che permetta non tanto di far pagare i più deboli, ma pensare che, invece, una rimodulazione possa, da un lato, introdurre una serie di risorse all'interno del bilancio della Regione e, dall'altro, andare effettivamente a decidere chi far pagare un po' di più per riuscire a fare una misura equa e finalmente a garantire a questa Regione di poter non più rispondere "non abbiamo i fondi per fare le cose che servono ai nostri concittadini".

PRESIDENTE

Grazie, collega Ostanel.
Sull'emendamento non ci sono altri interventi. Il relatore è contrario.
Metto in votazione l'emendamento n. A0285.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0083 della collega Guarda, Allegato A, paragrafo 6.3 Il monitoraggio della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, pagina 56, modificativo, che prevede:
A pagina 56, punto 5 delle "Linee di intervento e programmi, piani o azioni afferenti" dopo la parola "agroalimentari" è inserito il seguente inciso: "anche con riferimento al monitoraggio dell'inquinamento da PFAS".
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questa è una parte della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza che riguarda il sistema resiliente, rendere il sistema più forte e autosufficiente, in particolar modo per quanto riguarda la promozione di modelli di agricoltura più sostenibile e il consumo di prodotti di qualità e a chilometro zero.
Io inserisco all'interno di questo capitolo il riferimento al monitoraggio dell'inquinamento da PFAS, in particolar modo per quanto riguarda le produzioni agronomiche. Questo perché non è citato all'interno di questa parte e parlando direttamente del consumo di prodotti a chilometro zero e di qualità non posso pensare che non si citi né qui né all'interno della Nota di aggiornamento alcun obiettivo in riferimento alla sicurezza alimentare.
Io so che c'è un parere negativo a questo emendamento e capisco che ci sono già delle azioni che sono in fase di avvio, in particolar modo in relazione al rapporto con l'Istituto Superiore di Sanità, ed un piano della sicurezza alimentare, ma proprio per questo e proprio perché abbiamo votato una mozione già in questa legislatura, abbiamo in sospeso mozioni che sono state approvate nella scorsa legislatura di impegno per quanto riguarda la sicurezza alimentare e il consumo di qualità dei prodotti agroalimentari a chilometro zero e di qualità, citare il tema dei perfluoroalchilici è sostanzialmente necessario.
La zona contaminata dai PFAS, intesa come zona rossa e zona arancio, continua a prelevare acqua con un quantitativo di PFAS tale da creare dei problemi e questo in relazione ai 4,4 – attenzione, 4,4 – nanogrammi per chilo corporeo di peso a settimana, che è il massimo tollerabile che l'Ente europeo per la sicurezza alimentare ci dice essere limite strategico per evitare problemi alla salute eccessivi.
Alla luce di questo dato e alla luce del fatto che in quest'area in particolar modo la produzione a chilometro zero è esposta, dimenticarsi dell'aspetto relativo ai PFAS in un contesto del genere può essere controproducente. Questo perché abbiamo bisogno di una conferma politica rispetto a questo tema, ma abbiamo bisogno soprattutto di coerenza. Non basterà un piano alimentare, servirà un'azione preventiva per l'attività di coltivazione. Non basta quindi una delibera per andare ad analizzare la dieta di quella zona, l'impatto della dieta in quella zona, eccetera. Serve un'operazione strategica di sicurezza alimentare. Ecco perché lo propongo.
Mi dispiace che ci sia un parere negativo semplicemente perché "lo stiamo già facendo". In realtà è molto più grande questo sistema, è molto più complesso, gli interventi sono molto più complessi di quelli che riguardano esclusivamente il Piano di sicurezza alimentare. Non citarlo all'interno di un documento che definisce anche la strategia per quanto riguarda la sicurezza alimentare è un grande autogol, perché il danno non lo si fa ai cittadini che magari manifestano e chiedono che ci sia chiarezza rispetto al tema sicurezza alimentare e PFAS, ma lo si fa agli agricoltori che continueranno a non avere coscienza dei rischi delle proprie produzioni e sono i primi a pagarne le conseguenze da un punto di vista sanitario.
Dico i primi a pagarne le conseguenze da un punto di vista sanitario perché sono i più contaminati, appunto contaminazione nel sangue e nei propri organi, e quelli che più di tutti stanno manifestando patologie legate ai perfluoroalchilici. Quindi, se vogliamo proteggere la vita degli agricoltori, delle famiglie, la sicurezza del prodotto, dobbiamo lavorare, non basta semplicemente far finta che il problema non esista per non parlarne, non farne parlare, non mettere a rischio il mercato. Bisogna intervenire. Ecco perché io avevo cercato di inserire questo all'interno delle linee di intervento relative a un sistema resiliente e a un'agricoltura e a un consumo del prodotto a chilometro zero che sia sicuro.
La salute viene prima di tutto, non si producono giocattoli ma si produce cibo e da questo punto di vista non trattare all'interno di una Nota di aggiornamento un tema che è così cruciale per la Regione del Veneto è un gran peccato.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0083. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0084, presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, paragrafo 6.3 Il monitoraggio della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, pagina 66, modificativo, che prevede:
A pagina 66, punti 6 e 7 delle "Linee di intervento e programmi, piani o azioni afferenti" sono soppresse le seguenti parole: "Campionati mondiali sci alpino 2021".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0084, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0085, presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, paragrafo 6.3 Il monitoraggio della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, pagina 66, modificativo, che prevede:
A pagina 66, alla fine del punto 7 delle "Linee di intervento e programmi, piani o azioni afferenti" sono aggiunte le seguenti parole: "Favorire la residenzialità in montagna";
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Questo è un emendamento che intende inserire anche all'interno di queste azioni di natura programmatica per quanto riguarda un territorio attrattivo un intervento a favore della residenzialità in montagna e, quindi, un incentivo alla stessa. È un emendamento che nella scorsa legislatura è stato approvato come visione politica da condividere e per questo motivo l'ho ripresentato anche quest'anno.

PRESIDENTE

Grazie.
Non ci sono altri interventi.
Il parere del relatore è ancora contrario.
Metto in votazione l'emendamento n. A0085.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0086, presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, paragrafo 6.3 Il monitoraggio della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, pagina 69, modificativo, che prevede:
A pagina 69, punto 1 delle "Linee di intervento e programmi, piani o azioni afferenti" dopo la parola "edilizio" sono aggiunte le seguenti parole: "Misure di sostegno alle comunità energetiche rinnovabili e di autoconsumatori di energia rinnovabile".
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Qui devo guardare l'assessore Marcato. Assessore Marcato, come fa a negare l'approvazione di un emendamento che inserisce all'interno degli interventi riferiti all'incentivo dell'uso delle energie rinnovabili ed efficientamento energetico il riferimento al sostegno alle comunità energetiche rinnovabili e di autoconsumatori di energia rinnovabile? L'incentivo non viene dato esclusivamente per gli investimenti, come si fa riferimento all'interno dei programmi, per esempio, POR, però il principio è che accanto all'incentivo in investimento c'è la possibilità di un investimento, da parte della Regione, in altre attività, in altre spese, quelle, per esempio, legate agli interventi di spese di progettazione, spese che magari molto spesso sono a carico dei Comuni, non soltanto dei privati.
Intervenivo, quindi, all'interno di questa parte, in cui si parla di incentivare l'uso di energie rinnovabili e dell'efficientamento energetico con il Piano energetico regionale, dell'efficienza energetica, dei bandi regionali FESR, di misure per la sostenibilità energetica e ambientale nel patrimonio edilizio, aggiungendo il riferimento allo strumento che l'ha resa anche tanto orgoglioso nell'approvazione della legge. Per questo motivo avevo proposto questo.
So che il parere è negativo. Di certo è un peccato non precisarlo, visto che è una funzione strategica del percorso di autonomia energetica e di lotta alla dipendenza, in particolar modo dall'estero, dell'importazione di carboni fossili.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.
Relatore ancora contrario.
Metto in votazione l'emendamento n. A0086.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0087, presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, paragrafo 6.3 Il monitoraggio della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, pagina 69, modificativo, che prevede:
A pagina 69, punto 5 delle "Linee di intervento e programmi, piani o azioni afferenti" sono soppresse le seguenti parole: "Partecipazione all'organizzazione dei giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026".
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Questo, evidentemente, è un emendamento di provocazione politica, ma in realtà ha un suo senso. Gli studi internazionali che sono stati fatti sui grandi eventi olimpici hanno testimoniato come l'aumento dell'occupazione e gli investimenti si siano concentrati esclusivamente per quel periodo e poi abbiano lasciato grandi ferite, anche da un punto di vista economico, per i territori che sono interessati, senza garantire un rilancio di quell'area da un punto di vista turistico. C'è stato soltanto un caso, che è quello del Portogallo, in cui questo non è accaduto, ma era già affiancato a un intervento molto importante di promozione, finanziato direttamente dallo Stato. Per cui, è molto diversa la condizione in cui ci troviamo oggi anche in relazione alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, Olimpiadi che già hanno richiesto 5 miliardi di euro di stanziamenti da parte del Governo nazionale, con anche una manovra di quest'ultimo Governo molto complessa, in cui tolgono i fondi da una parte per spostarli dall'altra. Tutto questo per investimenti che hanno davvero la possibilità nel futuro di portare un ritorno da un punto di vista economico e di immagine per quei territori?
Per quanto riguarda il tema della pista da bob, l'abbiamo visto, purtroppo no, perché il tema è che il costo di realizzazione è comunque molto elevato, si parla di oltre 85 milioni, forse addirittura più di 100 dalle ultime notizie che arrivano dagli incontri con le Istituzioni regionali. Nel mentre, invece, abbiamo una prospettiva certa, che sono i costi di gestione futura, perché tutte le piste da bob realizzate in ambito olimpico costano in media all'anno 700.000 dollari in media, in un'epoca in cui non c'era un aumento del costo energetico. I costi attualmente calcolati dalla Regione del Veneto sono stati fatti, quelli perlomeno resi noti, con un costo a chilowattora di energia pari a 0,26 centesimi. Capite che è assolutamente fuori asset attuale e sicuramente entro il 2050 non ci saranno diminuzioni così consistenti da far rientrare i conti a seconda di quello che veniva previsto lo scorso anno.
Alla luce di questo, la mia è sicuramente una provocazione, ma è una provocazione fatta perché io so che nessuna persona che gestisce un Comune, come l'avete gestito anche voi, investirebbe dei fondi pubblici per un'opera che provoca questo livello e questo tipo di perdita, una perdita che al momento la Regione del Veneto non dice che coprirà lei. L'unico atto che c'è è quello che dice che se ne occuperà chi andrà a gestire l'opera, per cui il Comune di Cortina, e un accordo per utilizzare i fondi dei Comuni di confine. Chi viene dalla zona montana sa che quei fondi servono per ben altro e utilizzarli per coprire la perdita di un'opera che avrà delle perdite consistenti, che andranno sicuramente a superare i 700.000 euro visto l'andamento dell'energia e vista anche la sopravvalutazione delle entrate ad oggi calcolate, sicuramente dovrebbe alzare qualche segnale di allarme, qualche antenna, perché noi tutti vogliamo fare degli investimenti che possano portare bene e non essere sovradimensionati, oggi invece ci troviamo di fronte ad un'opera che potrebbe essere sospesa e utilizzata per altro, perché non c'è obbligo di demolizione. La struttura è al momento priva di ammoniaca e, quindi, è più sicura, non ci sono problemi di perdite in questo momento, non deve essere demolita, quella struttura, ma può essere, invece, riutilizzata per un rilancio di tipo turistico familiare, non costoso, che non costa 100 euro a discesa, anzi più di 100 euro a discesa, ma capace di attrarre tutti quanti in un'ottica differente, e non farlo con investimenti pubblici in questa epoca di emergenza in cui le persone richiedono fondi pubblici per far resistere le imprese all'aumento dell'energia e non di certo per investimenti capaci soltanto di creare perdite.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0087, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento 116 è accantonato.
Emendamento n. A0340, presentato dall'assessore Calzavara, paragrafo 6.5, pagina 92-93, ultima riga, sostitutivo, che prevede:
L'ultima riga di pagina 92 e la tabella immediatamente successiva vengono sostituite come di seguito indicato: "A seguire, si fornisce un quadro di sintesi delle risorse assegnate alla data del 01 dicembre 2022.
QUADRO DI SINTESI DELLE RISORSE ASSEGNATE PNRR, PNC E ALTRI FONDI ATTIVATI IN SINERGIA CON LE MISURE DEL PNRR AL 01/12/2022
Risorse nazionali
79.347,44
di cui assegnate al territorio veneto*
5.155,19
6,50%
DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE REGIONALI
Digitalizzazione
346.044.163,00
6,71%
Infrastrutture e trasporti
986.322.740,78
19,13%
Rigenerazione urbana
1.111.710.714,23
21,56%
Istruzione e ricerca
1.267.872.711,38
24,59%
Lavoro e politiche sociali
162.784.472,6
3,16%
Turismo e cultura
376.181.438,03
7,30%
Salute
641.431.841,61
12,44%
Tutela del territorio
239.798.005,4
4,65%
Modernizzazione PA
23.048.000,00
0,45%
TOTALE RISORSE
5.155.194.087,03
100%
*I valori sono espressi in milioni di euro".
   
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0340, con il parere contrario del relatore
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0137, presentato dalla consigliera Camani, Missione 01, pagina 96, riga 7, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e dì gestione" prima delle parole: "Appare essenziale infatti" aggiungere il seguente capoverso:
"Tenuto conto che l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, come previsto dall'articolo 116 della Costituzione, deve avvenire "con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali", e che tale legge deve "essere approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti" per procedere fattivamente nel percorso di autonomia regionale si ritiene indispensabile costruire attorno alla proposta regionale una ampia condivisione nel Paese, nelle istituzioni e nella società".
Non vedo interventi.
Vi spiego: c'è qualche emendamento caricato ed è più lento del solito.
L'emendamento n. 116 è stato accantonato su richiesta del vostro Capogruppo. A meno che non vogliate fare un ammutinamento.
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che ho presentato in riferimento alla Missione 1 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" che prova a declinare in maniera un po' più precisa non soltanto la questione collegata alla devoluzione di materie e competenze da parte dello Stato, ma in generale anche il percorso attraverso il quale come Regione intendiamo proseguire in questa richiesta. Del resto, una delle critiche od osservazioni che vi abbiamo spesso rivolto è che il tema dell'autonomia, e cioè della possibilità di aver delegato, da parte dello Stato, l'esercizio di alcune materie o di alcune competenze, in realtà non è un auspicio fine a se stesso, ma è un processo istituzionale che avviene sulla base di quanto previsto dalla Costituzione. Quindi, è il tema del fatto che, quando parliamo di richieste di autonomia regionale, stiamo esattamente dentro le previsioni costituzionali, in particolar modo quelle introdotte nel 2001 con la riforma della Costituzione, e che dobbiamo attenerci ad un percorso che è esplicitamente previsto proprio dall'articolo 116, che è quello che consente alle Regioni che ne facciano richiesta di ottenere queste forme di autonomia.
L'invito che vi esorto a cogliere con questo emendamento è quello di cominciare a parlare di percorso verso l'autonomia in maniera un po' più concreta di come l'abbiamo fatto oggi. Quindi, con l'emendamento mi limito semplicemente a constatare il fatto che, appunto, l'articolo 116 della Costituzione ci dice che per poter veramente ottenere l'autonomia, dunque non fare soltanto slogan, proclami e bandierine, per ottenere veramente la delega ad esercitare materie o competenze statali a livello regionale dobbiamo fare cosa? Dobbiamo far approvare una legge dello Stato, a maggioranza assoluta, dalla Camera e dal Senato. Quindi, tutte le volte che noi diciamo che vogliamo il Veneto autonomo, dobbiamo sapere che per ottenerlo dobbiamo – vedremo poi con quale meccanismo, perché mi pare di aver capito che il nuovo Ministro non vuole più seguire la strada della legge quadro generale – cambiare meccanismo, stipulando delle intese su richiesta delle Regioni con il Governo, intese che comunque saranno oggetto di voto parlamentare.
È ancora in discussione se sull'intesa ci potrà essere un'attività emendativa dei Parlamentari, ciò su cui non si può discutere è che l'intesa tra Regione e Stato dovrà essere votata a maggioranza assoluta dei Parlamentari alla Camera e al Senato. Quindi, dobbiamo aver presente che quando parliamo di autonomia dobbiamo avere la capacità di mettere in campo una proposta che persuada la maggioranza assoluta dei Parlamentari a dirci di sì. Siccome la maggioranza assoluta dei Parlamentari, purtroppo o per fortuna, non è veneta, con questo emendamento mi limito a dire che, poiché per ottenere l'autonomia, se la vogliamo ottenere veramente e non vogliamo, invece, solo scriverla sui programmi, dobbiamo convincere la maggioranza assoluta degli attuali Parlamentari, si ritiene indispensabile costruire attorno alla proposta regionale, nostra, tipica del Veneto, un'ampia condivisione nel Paese, nelle Istituzioni, quindi nel Parlamento, e nella società, per ribaltare il paradigma che l'autonomia del Veneto sia un'autonomia contro altre Regioni e che il principio autonomista e federalista, previsto dall'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, è un principio che vuole rafforzare le Istituzioni attraverso il meccanismo di delega e non mettere un'Istituzione contro l'altra, le Regioni del nord contro le Regioni del sud. È chiaro che, se noi vogliamo svolgere questa funzione di persuasione, dobbiamo mettere in campo una proposta che sia in grado di convincere anche i Parlamentari, non veneti, non del nord, che questo meccanismo non è contro alcuni territori, ma può mettere tutti i territori nella condizione di lavorare meglio.
È un emendamento, quindi, che prova a far uscire questo documento dalla teoria sulla volontà di un'autonomia e cerca di metterla in pratica. Del resto, abbiamo un Governo o, quantomeno, un pezzo di Governo che dichiara, almeno sulla carta, che quello è un obiettivo prioritario, abbiamo il Ministro con delega a seguire questo percorso che è già venuto in Veneto e ha già parlato con il Governatore e con la Giunta, dunque siamo nelle condizioni di portare avanti questo percorso. Non a caso, mi pare che il ministro Calderoli e il governatore Zaia abbiano dichiarato che a gennaio si firmeranno le intese. Il punto, adesso, è che noi non ci rendiamo conto che, una volta raggiunta le intese, dobbiamo convincere la maggior parte dei Parlamentari. Capite bene che questa è una questione di natura istituzionale, rispetto alla quale anche gli ordini di scuderia delle appartenenze partitiche valgono fino a un certo punto. Ciò che prevale in questi casi è, ovviamente, la territorialità degli eletti. Pertanto, se davvero pensiamo che con il nuovo Governo, con il nuovo Ministro, con il nuovo percorso che il ministro Calderoli ci ha illustrato possiamo finalmente ottenere l'autonomia, dobbiamo sapere che dobbiamo convincere la maggioranza assoluta dei Deputati e dei Senatori.
Con questa proposta di emendamento, dunque, chiedo di inserire nel documento di previsione politica anche le modalità, finalmente, con cui vogliamo ottenere questa autonomia, che non sono quelle che si inventa il governatore Zaia, ma sono quelle previste dalla Costituzione.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0137, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0138, presentato dalla consigliera Camani, Missione 01, pagina 96, riga 8, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" dopo le parole: "cambio di passo" aggiungere le seguenti parole:
"che permetta di erogare servizi migliori a cittadini ed imprese, in coerenza con le specificità del territorio veneto".
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anche questo è un emendamento... Posso, Assessore? So che lei è particolarmente sensibile al tema dell'autonomia, come il suo partito, quindi mi ascolti.

PRESIDENTE

Silenzio, per favore.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Dicevo, anche questo è un emendamento con il quale provo a riempire di contenuti, in linea con le questioni che abbiamo anche condiviso in alcune discussioni, su come e che cosa può essere la richiesta di maggiore autonomia per la nostra Regione. Il principio, che è anche l'idea che stava nella mente di chi ha riscritto l'articolo 116, per chi – immagino tutti voi – ha letto i verbali e i resoconti relativi alla modifica costituzionale del 2001 – è il seguente: perché ha senso concedere ulteriori forme di autonomia ad alcuni territori? Per un principio molto banale, vale a dire che l'Italia è un Paese diversificato e che ci sono delle diversità territoriali, anche profonde, tra un territorio e l'altro. Dunque, proprio perché le specificità di ciascun territorio possono essere realizzate in maniera migliore e più compiuta se avviciniamo il centro decisionale allo stesso territorio, si è pensato, appunto, alla possibilità che lo Stato deleghi alcune materie all'Istituzione regionale.
Quindi, quando noi andiamo a ragionare su quali possano essere le materie e le competenze rispetto alle quali chiedere nuove e ulteriori forme di autonomia, non lo dobbiamo fare soltanto sulla base di un principio assoluto e, dunque, anche indimostrabile che siamo più bravi a fare tutto quello che si può fare, perché non è detto che, per le tipicità e le caratteristiche di questo territorio, esattamente tutte le ventitré materie siano ciò che serve al Veneto. Invece, se noi andiamo ad individuare, proprio sulla base delle specificità di questo territorio, quali sono le materie su cui ci interessa, per caratteristiche e per tipicità, avere maggiore autonomia, credo che riusciamo non soltanto a intraprendere un percorso più agevole per raggiungere l'obiettivo, ma anche a svolgere esattamente, a interpretare correttamente la finalità che il legislatore si era posto quando ha inserito il terzo comma dell'articolo 116.
Ho fatto anche alcuni esempi durante la discussione generale. Se io devo chiedere la devoluzione degli impianti strategici energetici, ma perché lo chiedo per il Veneto? C'è una motivazione tipica di questo territorio? Discutibile. Invece, se chiedo una maggior autonomia sulle politiche del lavoro, può essere che in questo territorio, che vive di lavoro e che ha una sua struttura del mercato del lavoro diversa – malgrado l'Assessore, dico – da quella che c'è in Campania, nel Lazio o in Piemonte, allora sì che potrebbe aver senso chiedere la materia lavoro, aumentare le competenze regionali, perché qui ci sono risposte specifiche da dare.
Con questo emendamento, quindi, chiedo che il concetto di autonomia sia meglio finalizzato all'obiettivo di erogare servizi migliori a cittadini ed imprese. D'altronde, l'autonomia non è una bandierina – vero, colleghi? – che noi sventoliamo per ottenere qualche voto in più. L'autonomia è una richiesta che noi avanziamo perché pensiamo sia uno strumento attraverso cui erogare migliori servizi ai cittadini e alle imprese. Quindi, chiedo che l'autonomia sia utilizzata per questa, in coerenza non con la richiesta di tutto quello che si può chiedere, cioè tutte le ventitré materie, ma in coerenza con le specificità del nostro territorio.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0138, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. A0117, di pagina 16, viene accantonato.
Emendamento n. A0139, presentato dalla consigliera Camani, Missione 01, pagina 96, riga 18, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" dopo la parola: "merito" aggiungere le seguenti parole:
"alle specifiche materie e le precise competenze rispetto alle quali la Regione del Veneto può credibilmente attivare in tempi rapidi il processo di devoluzione,".
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Molto rapidamente, perché è sempre nello stesso filone, specificando che è una sollecitazione che faccio al Consiglio raccogliendo quello che banalmente hanno detto alcuni esponenti autorevoli e Parlamentari della Lega per Salvini Premier e che ha detto anche l'attuale ministro Calderoli. In altre parole, il presidente Zaia ha invitato a ragionare, in riferimento alle richieste di autonomia, non nella logica di "le voglio tutte perché sono il migliore", ma secondo il principio di avviare almeno il percorso selezionando le materie rispetto alle quali è più facile e più veloce ottenere il processo di devoluzione.
Faccio notare che tutti i processi di autonomia, anche quelli delle Regioni a Statuto speciale, sono percorsi che si costruiscono nel tempo, che partono con quello su cui si è pronti e che con il tempo si accrescono anche in base alle competenze e alle esperienze che si fanno. Quindi, con questo emendamento chiedo che il Veneto cominci il percorso di devoluzione partendo dalle materie e dalle competenze rispetto alle quali si può più velocemente e più credibilmente attivare questo percorso.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Bozza, prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo per una specificazione prima della votazione. Nella precedente votazione non so se il sistema lo abbia registrato, per cui chiedo che venga messo a verbale, nel caso, il mio voto favorevole.

PRESIDENTE

Benissimo. Poi controlliamo. Comunque, rimane a verbale il suo voto favorevole.
Metto in votazione l'emendamento n. A0139, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0140, presentato dalla consigliera Camani, Missione 01, pagina 96, riga 21, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" dopo le parole: "banca dati fiscale." aggiungere il seguente capoverso:
"Tenuto conto dell'impossibilità di trattenere direttamente il gettito fiscale sul territorio, impianto in aperta contraddizione con l'esclusiva competenza statale rispetto alla tassazione e con il principio della soggettività fiscale delle persone che prescinde dal territorio in cui si collocano, sarà indispensabile monitorare le modalità di trasferimento delle risorse, umane strumentali e finanziarie assicurando che siano funzionali e commisurate allo svolgimento delle funzioni per le quali si richiede la devoluzione.".
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Anche qua, molto velocemente.
Questo è forse l'emendamento più importante perché, oltre ai contenuti, prova a puntualizzare su cosa significa autonomia, che non vuol dire gli schei dei veneti in tasca ai veneti. Il concetto di autonomia, invece, così come previsto dalla Costituzione, dice che io devolvo le funzioni alla Regione e riconosco alla Regione le risorse economiche, finanziarie e umane per svolgere quella funzione. Dunque, il principio di trattenere direttamente il gettito fiscale prodotto nel territorio sul territorio è un principio contrario alla Costituzione, che affida allo Stato l'esclusiva competenza rispetto alla tassazione ed è contraria al principio che collega l'imposizione fiscale, la soggettività fiscale non al territorio in cui abita, si trova o vive quella persona, ma appunto alla persona stessa.
Il punto è che per la Costituzione non esistono le tasse del Veneto, esistono le tasse che i cittadini residenti in Veneto pagano allo Stato per l'erogazione dei servizi. Quindi, tenuto conto dell'impossibilità di trattenere direttamente il gettito sul territorio, perché è contrario ai princìpi poc'anzi esposti, sarà indispensabile – qua c'era un parere favorevole, capogruppo Villanova – motivare le modalità di trasferimento delle risorse e, quindi, calcolare in maniera corretta i trasferimenti perché...
Infatti, secondo me, non avevate letto bene questo emendamento. C'è poco da ridere. Le dico che aveva un parere favorevole. Tu l'hai capito? Vuoi che te lo rispieghi? Vuoi un disegno?

PRESIDENTE

Collega Camani, penso che i suoi colleghi...

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Ma mi fanno i versi in faccia.

PRESIDENTE

...meritino il rispetto che lei dovrebbe...

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Siccome mi fanno i versi...

PRESIDENTE

È stata sgradevole, mi pare, in questa occasione, mi scusi.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

E fanno i versi.
Chiedo, quindi, che ci sia la possibilità di misurare le risorse che serviranno esclusivamente all'esercizio delle funzioni qualora ci vengano derogate.

PRESIDENTE

Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
So che il nostro Presidente in Commissione aveva dato parere favorevole, però, siccome noi leghisti abbiamo difficoltà a comprendere quello che c'è scritto negli emendamenti, nel dubbio io chiedo al mio Gruppo di votare in modo contrario.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0140, con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0286, di pagina 19, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 96, riga 23, aggiuntivo, che prevede:
A p. 96, Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione", alla riga 23 della pagina, dopo le parole "le funzionalità della banca dati di finanza pubblica e della banca dati fiscale.", aggiungere le parole "In coerenza con l'obiettivo di massimo decentramento verso gli Enti più prossimi alle esigenze delle persone, le funzioni amministrative che saranno attribuite alla Regione in base all'intesa finale saranno quanto più possibile attribuite ai Comuni e, in seconda battuta, alle Province e Città metropolitane della Regione, in conformità all'articolo 118 della Costituzione, contestualmente alle relative risorse".
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Illustro questo emendamento, che parla anch'esso di autonomia, perché anche qui, se vogliamo pensare a che tipo di autonomia vogliamo per questa Regione, non credo che nessuno voglia un'autonomia che porta la Regione del Veneto ad avere tutti i poteri, ma che sia la Regione che, in collaborazione e in compartecipazione in particolare con i Comuni del Veneto, ma anche con le Province e le Città metropolitane, in base all'articolo 118 della Costituzione, definisca quali siano le modalità per essere più vicini ai cittadini.
Questo è un principio che c'è all'interno della Costituzione. È un principio che, tra l'altro, porta i nostri Comuni – è stato richiesto anche da ANCI all'interno delle audizioni che abbiamo fatto – all'idea che, anche se noi abbiamo l'autonomia, questa autonomia non sia accentrare il potere...

PRESIDENTE

Signori, è possibile far silenzio?

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
...non sia accentrare il potere all'interno di un unico ente, ma, in base al principio della Costituzione, capire qual è il modo migliore per essere più prossimi ai cittadini. Nell'idea, appunto, che l'autonomia sia anche autonomia per i Comuni, anzi dare più potere ai Comuni, dove la Regione svolge il suo ruolo di devoluzione, questo emendamento porta a mettere al centro quelle Istituzioni, oltre alla Regione, che sono più prossime ai cittadini.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0286, con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0141, presentato dalla consigliera Camani, Missione 01, pagina 97, riga 9, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" dopo le parole: "nell'ambito del PNRR." aggiungere il seguente capoverso:
"Per queste ragioni è essenziale un confronto costante e continuo che coinvolga il Consiglio regionale e le commissioni consiliari competenti finalizzato al monitoraggio e alla rendicontazione del Piano su scala regionale."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0141. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0142, presentato dalla consigliera Camani, Missione 01, pagina 98, riga 42, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" sostituire le parole: "in un'ottica di condivisione ed attuazione delle politiche regionali e di una maggiore integrazione dei flussi informativi" con le seguenti:
"elaborando linee di indirizzo chiare e strategiche per la riorganizzazione di enti e società, con particolare riguardo ai settori delle infrastrutture viarie e ferroviarie e delle società che erogano servizi alle imprese"
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0142. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0118. Accantoniamo anche questo.
Emendamento n. A0088, presentato dalla consigliera Guarda, Allegato A, rubrica Missione 01 Servizi istituzionali, generali e di gestione, pagina 99, riga diciassettesima, modificativo, che prevede:
A pagina 99, dopo la parola "informatico" sono aggiunte le seguenti parole: "Nondimeno, per garantire avanzata prevenzione contro il sempre più alto rischio di eventuali data breach derivanti da attacchi informatici, è altresì necessario incrementare i sistemi regionali di sicurezza informatica, eventualmente anche attraverso forme di collaborazione con l'Autorità nazionale per la cybersicurezza (ACN) istituita con il D.L. 14 giugno 2021, n. 82".
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Semplicemente per presentare, molto brevemente, l'emendamento, che intende suggerire l'incremento di sistemi di sicurezza informatica, anche eventualmente attraverso forme di collaborazione con l'autorità nazionale per la cybersicurezza.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0088. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0089, presentato dalla consigliera Guarda, Allegato A, rubrica Missione 01 Servizi istituzionali, generali e di gestione, pagina 99, riga ventesima, modificativo, che prevede:
A pagina 99, dopo le parole "Pubbliche Amministrazioni", è inserito in seguente e ulteriore periodo: "E' senz'altro utile, in tal senso, attivare, preliminarmente in via sperimentale, specifici progetti pilota per promuovere interventi di sostegno, partendo dagli istituti scolastici del Veneto, per accompagnare le Pubbliche amministrazioni nella transizione verso l'informatica verde (c.d. green computing), intesa come modello che punta all'utilizzo di strumenti tecnologici più ecologici o con un impatto tecnologico molto basso."
Non vedo richieste di intervento.
Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Semplicemente parla del green computing e della digitalizzazione sostenibile all'interno delle scuole. È una cosa molto interessante per abituare i ragazzi, i giovani a imparare finalmente anche questa nuova tipologia di gestione digitale, che è l'open source, quindi più sostenibile e anche più libera nell'utilizzo.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0089. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0287, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 99, riga 24, aggiuntivo, che prevede:
A p. 99, Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione", alla riga 24 della pagina, dopo le parole "Fondo per il Pluralismo e l'innovazione dell'informazione.", aggiungere le parole "Nel caso il CORECOM dovesse ravvisare il mancato rispetto dell'effettivo pluralismo sociale e politico dell'informazione o la mancata tutela degli utenti e dei minori da parte di qualcuna delle emittenti radiotelevisive o delle testate giornalistiche on line destinatarie di finanziamenti tramite il Fondo, si dovrà individuare un meccanismo sanzionatorio. Inoltre, al fine di garantire un effettivo pluralismo, dovranno essere rimossi i possibili conflitti di interesse, come per esempio la nomina "politica" in organi di Enti partecipati dalla Regione Veneto di figure apicali delle emittenti radiotelevisive e delle testate giornalistiche on line con sede operativa in Veneto destinatarie di finanziamenti tramite il suddetto Fondo."
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento importante. Parla di pluralismo all'interno dei servizi dell'informazione. È composto da due parti. So che in una c'è un parere tendenzialmente favorevole e in una no, ma credo che quello dove non c'è il parere favorevole sia il punto effettivamente più importante e più valido.
Vi faccio una domanda. È giusto, secondo voi, che ci siano nomine politiche all'interno delle emittenti televisive o all'interno dei giornali on line, delle testate, dove, in qualche modo, l'attività politica di informazione viene fatta? Se io, e non ho il potere, potessi nominare chi dirige un ente di informazione, pensate che sarebbe corretto, nel senso che magari lui mi darebbe più opportunità di parlare rispetto a voi perché io l'ho nominato?
Esiste una questione, in questa Regione in particolare, che porta il pluralismo dell'informazione a poter non essere corretto. Io non dico che tutti userebbero questo potere in maniera sbagliata, ma potrebbe succedere. Credo che negli organismi di informazione, nelle tv locali, nei giornali locali, non dovrebbe essere corretto che ci sia una nomina politica che possa poi avere degli effetti negativi.
Su questo, mi viene detto, giudica il Corecom. Nella parte introduttiva di questo emendamento cercavo di dire, appunto, che nel momento in cui il Corecom ravvisasse delle difformità e non garantisse la pluralità dell'informazione, la Regione potrebbe prevedere dei meccanismi sanzionatori. Penso che questa sarebbe una modalità di garanzia e trasparenza per rendere, per tutti e tutte, la possibilità di avere lo stesso trattamento all'interno di quegli organi di informazione che, come sapete bene, promuovono poi il consenso.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0287. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0288, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 100, riga 3, aggiuntivo, che prevede:
A p. 100, Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione", alla riga 3 della pagina, dopo le parole "una ottimizzazione della gestione del contenzioso e una riduzione dei relativi costi.", aggiungere le parole "In particolare, non dovranno essere intentate "querele temerarie" con risorse pubbliche."
Prego, Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento a cui tengo particolarmente. Posso oggi, tra l'altro, portare in Aula, perché non l'avevo mai fatto e non mi è stato in qualche modo permesso perché rispetto il lavoro del Tribunale, il fatto che in questa Regione abbiamo sottoposto come minoranza più volte delle interrogazioni per chiedere dei chiarimenti rispetto alle spese di quelle che vengono chiamate "querele temerarie". Credo che sappiate che i portavoce della lista civica, per cui io sono stata eletta all'interno di questo Consiglio, sono stati denunciati per diffamazione dal presidente Luca Zaia.
Hanno fatto un grado di approfondimento. Il giudice ha detto che non c'era motivo di procedere. È stata fatta opposizione dal Presidente, si è andati in Tribunale e il giudice ha deciso che non vi era alcuna diffamazione in un comunicato stampa e che i portavoce della lista civica, due persone non elette oggi in questo Consiglio regionale, non avevano fatto null'altro che quello che gli è garantito dal fatto di essere portavoce, cioè critica politica.
Partendo da questo caso, e non solo da questo caso, perché sapete che ce ne sono molti, abbiamo più e più interrogazioni che chiedono di chiarire, ad esempio, se siano stati spesi e quanti soldi pubblici siano stati spesi per difendere chi, all'interno di questa vicenda, ha un posizionamento diverso. È ovvio che un Presidente di una Regione e due portavoce di una lista civica abbiano un posizionamento diverso. Se la Regione del Veneto o suoi enti strumentali, come Azienda Zero, avessero speso dei fondi pubblici e quanti, sono, ad esempio, le richieste che sono state fatte in più interrogazioni, a cui ancora non abbiamo avuto risposta.
Questo emendamento, a partire da questi casi, senza andare nel particolare, provava a dire che non dovranno essere intentate querele temerarie, come quelle che ho descritto, con risorse pubbliche. Credo che questa sia una modalità per garantire a tutti il fatto che sia ovvio e giusto rispettare l'esito di un giudizio e quindi io non ho mai parlato prima di avere l'esito di tutto questo percorso, ma trovo assolutamente improprio che si spendano risorse pubbliche per delle querele che vengono definite in gergo "temerarie".

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0288. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0289, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 101, riga 11, aggiuntivo, che prevede:
A p. 101, Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione", alla riga 11 della pagina, dopo le parole "di garantire la "qualità" del processo di normazione", aggiungere le parole "anche nell'ottica del trasferimento di funzioni amministrative dalla Regione verso i Comuni e, in seconda battuta, alle Province e Città metropolitane della Regione, contestualmente alle relative risorse".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0289. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0290, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 101, riga ultima, aggiuntivo, che prevede:
A p. 101, Missione 01, Programma 01.01 "Organi Istituzionali", all'ultima riga della pagina, dopo le parole "5 – Razionalizzare ed efficientare i flussi informativi tramite la digitalizzazione delle procedure", aggiungere le parole ", da completarsi sostanzialmente entro il 31 dicembre 2023."
Prego, Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Questo è un emendamento importante. Più volte se ne è parlato e, tra l'altro, c'è un obiettivo a pagina 101 di questo documento, che al punto 5 dice: "razionalizzare ed efficientare i flussi informativi tramite la digitalizzazione delle procedure". Stiamo parlando di organi istituzionali e del processo di digitalizzazione.
Siccome è una richiesta che viene fatta da tantissimo tempo, il mio emendamento semplicemente diceva "completare questo processo di digitalizzazione", dando almeno una scadenza plausibile per fare in modo che i cittadini possano davvero fruire di trasparenza e organizzazione dei dati degli organi istituzionali, mettendo "entro il 31 dicembre 2023".

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0290. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0172, presentato dalla consigliera Camani, Missione 01, programma 01, obiettivo 01, pagina 209, riga 17, modificativo, che prevede:
Nella Missione 01 "Servizi istituzionali, generali e di gestione", all'obiettivo operativo prioritario 01.01.01. "Procedere nel percorso di attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione", dopo le parole: "l'Università Ca' Foscari di Venezia." aggiungere il seguente capoverso:
"In particolare, tenuto conto della dimensione collaborativa dell'autonomia e della necessità di determinare soluzioni che siano concretamente utili ai cittadini, appare prioritario individuare le materie per le quali chiedere ulteriori forme di autonomia all'interno degli ambiti tipici del nostro territorio e finalizzati a rafforzare il tessuto economico regionale e la coesione sociale della comunità veneta."
Non vedo richieste di intervento.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, possiamo accantonarlo?

PRESIDENTE

Solo se me lo richiede il proponente. Prima me l'ha chiesto Possamai direttamente.
Non riduca così il suo ruolo, perché non ci credo.
Metto in votazione l'emendamento n. A0172. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0002 presentato dalla consigliera Baldin, progr 01.02, rubrica segr. gen., comma 1, pagina 102, riga 6, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'di copie in modalità da remoto.' sono aggiunte le parole 'Sarà inoltre migliorata la fruibilità dell'accesso alla banca dati per i cittadini'
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Solo per ribadire la necessità di migliorare la fruibilità dell'accesso alla banca dati per i cittadini. Questo in un'ottica di trasparenza, come vogliono anche leggi nazionali molto importanti sul procedimento amministrativo. Credo sia un'aggiunta doverosa per quanto riguarda l'accesso alle banche dati.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0291 presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 103, riga 7, aggiuntivo, che prevede:
A p. 103, Missione 01, Programma 01.03 "Gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato", alla riga 7 della pagina dopo le parole "intende perseguire gli equilibri di bilancio previsti dal D.Lgs. n. 118/2011 quale obiettivo operativo prioritario.", aggiungere le parole "In questo senso, anche alla luce delle difficoltà economiche che si sono determinate per molti nostri concittadini in seguito anche alla pandemia Còvid-19, si ritiene necessario perseguire politiche di rimodulazione dell'addizionale regionale IRPEF, chiedendo un contributo maggiore ai redditi più alti, al fine di incamerare risorse che permettano di mettere in atto politiche regionali di sostegno concreto, in termini di nuovi e migliori servizi, ai nostri concittadini, investendo al contempo per un rilancio di diversi settori della nostra economia".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0291. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0003 presentato dalla consigliera Baldin, progr. 01.03, rubrica gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato, comma 1, pagina 103, riga 13, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'federalismo fiscale previsto dalla L. 42/2009 e D.Lgs. 68/2011', le parole 'con i correlati' sono sostituite dalle parole 'garantendo prioritariamente'.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Questo è un emendamento su cui c'è un parere negativo ed è un parere negativo, a mio modo di vedere, insensato, perché cerca di darvi una mano. È un emendamento fatto per voi leghisti, e vi spiego il motivo.

PRESIDENTE

Per favore, lasciate parlare la collega. Grazie.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Partendo dal presupposto che si fa tanto parlare, si dice tanto che il Veneto vuole la secessione, ma questa forma di autonomia voluta da Zaia non può essere quella che va bene a livello nazionale perché non si prevedono prioritariamente i LEP, ovvero i livelli essenziali delle prestazioni, prima di tutto il resto, con questo emendamento inserito al DEFR, si vanno a garantire prioritariamente i LEP, proprio al fine di arrivare a quella tanto auspicata autonomia in senso differenziato, come previsto dalla Costituzione. Un po' è quello il senso, anche di quelli della collega Camani che ha elencato prima.
So che c'è questo parere negativo e mi dispiace perché era effettivamente una mano data alla nostra Regione, nel senso di fare bella figura di fronte agli altri, di fronte ad un Governo che in questo modo non potrebbe mai darci la colpa di non essere a favore di un'autonomia differenziata in senso costituzionale, che favorisca la collaborazione, la sussidiarietà e la solidarietà tra i popoli italiani.
Respingere questo emendamento quindi sarebbe veramente un grande peccato.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0003. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0004 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto progr. 01.03, rubrica gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato, comma 1, pagina 103, riga 15, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'superamento dell'impasse attuale neocentralista' sono aggiunte 'favorendo un processo che preveda anche l'autonomia dei Comuni e non solo della Regione'.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Poi non dite che non ve la siete chiamata perché, se non arriveremo all'autonomia differenziata, sappiamo di chi è la colpa.
Con quest'altro emendamento, invece, si va a favorire un processo che prevede anche l'autonomia dei Comuni e non solo della Regione; ne ho parlato in discussione generale e si può facilmente trasformare quello che sarà, se verrà mai la riforma sull'autonomia, in un neocentralismo regionale.

PRESIDENTE

Per favore, se volete, sospendiamo un'oretta per poi riprendere.
Prego, Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

L'idea è quella di favorire un processo di federalismo anche municipale, ai sensi anche del nostro Statuto regionale, proprio per non trasformare quella futura idea, se mai verrà fatta, di autonomia differenziata come neocentralismo regionale, quindi cercare di fare il possibile affinché anche i Comuni abbiano una propria autonomia.
L'idea che avevo lanciato era quella della possibilità di trattenere da parte dei Comuni una quota del bollo auto dei residenti, ad esempio. Questa potrebbe essere una delle soluzioni affinché le decisioni vengano prese a un livello più vicino ai cittadini. In questo caso quindi, nel nostro sistema sono proprio i Comuni e i Sindaci dei Comuni.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0004. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0005 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto progr. 01.03, rubrica gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato, comma 1, pagina 103, riga 16, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'finanziamenti destinati agli investimenti regionali' sono aggiunte le parole 'abbandonando definitivamente l'idea di ottenere l'attribuzione del 90% del gettito fiscale, come previsto dall'articolo 2 comma 1 della Deliberazione del Consiglio Regionale del Veneto 15.11.2017 n. 155'.
Prego, Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Questo è un emendamento che chiede...

PRESIDENTE

Colleghi, per favore.
Prego, Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che chiede coerenza, ovvero di abbandonare definitivamente l'idea di ottenere l'attribuzione del 90% del gettito fiscale, come previsto dall'articolo 2, comma 1, della deliberazione del Consiglio regionale del Veneto 15 novembre 2017, n. 155.
Abbiamo visto che ormai la discussione sui nove decimi di trattenimento delle tasse è sfumata come neve al sole, proprio disciolta, non se ne parla più, e non sarà mai realizzabile. Se si continua a chiedere questo 90% di tasse che rimangono al Veneto, credo che all'autonomia differenziata non ci arriveremo mai.
Magari facendo leva anche su un cambio di Governo, a traino Meloni, Salvini, eccetera, forse è più opportuno creare una sorta di coerenza tra quello che si decide a Roma e quello che si continua a sostenere in Veneto, quindi fare chiarezza anche ai fini di ottenere in maniera più veloce l'autonomia differenziata del Veneto.

PRESIDENTE

Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0005. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. A006, di pagina 35, ancora della collega Baldin, viene ritirato.
L'attenzione della Giunta comunque c'è su quell'argomento.
Emendamento n. A0007 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto progr. 01.11, rubrica altri servizi generali, comma 3, pagina 109, riga 7, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'ad incentivare e sostenere il pluralismo' sono aggiunte le parole '(anche politico)'.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Con questo emendamento si vuole sostenere che il pluralismo non è solo garantito dalla presenza di più soggetti che operano nel campo della comunicazione, ma anche dalla possibilità che più soggetti politici abbiano parità di accesso al sistema dei media regionali. È il tema della democrazia di accesso alla comunicazione. Non possono essere le risorse, peggio ancora se si tratta di risorse pubbliche, a fare la differenza.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0007. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0090 presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, rubrica missione 01 servizi istituzionali, generali e di gestione, paragrafo programma 01.11 altri servizi generali, pagina 109, riga ventiduesima, modificativo, che prevede:
A pagina 109, dopo la parola "documentazione" sono inserite le seguenti parole:
"Le procedure finalizzate a/l'attribuzione delle risorse di cui al detto fondo saranno oggetto di specifico approfondimento funzionale all'estensione applicativa della disciplina in materia di controlli antimafia."
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Parla della questione del contrasto alle infiltrazioni mafiose. In questo caso le procedure finalizzate all'attribuzione delle risorse di cui al detto fondo, quelle appunto citate a pagina 109, saranno oggetto di specifico approfondimento funzionale all'estensione applicativa della disciplina in materia di controlli antimafia.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0090. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0008 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto progr. 01.11, rubrica altri servizi generali, numero 1, pagina 110, modificativo, che prevede:
Al punto n. 1 dei risultati attesi, dopo le parole 'e gli altri strumenti di pianificazione' sono aggiunte le parole 'anche attraverso il contrasto - come indicato da DIA e Osservatorio contro la corruzione - alla circolazione del denaro contante che favorisce principalmente corrotti, corruttori, spacciatori, mafia e tutte le organizzazioni criminali".
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Lo illustro brevemente, perché si chiede di mettere un argine alla circolazione del denaro contante, che favorisce principalmente corrotti, corruttori, spacciatori, mafia e tutte le organizzazioni criminali, come sostenuto, tra gli altri, anche da DIA, Magistratura e Osservatorio contro la corruzione. Anche le tutte le manovre che stanno andando in senso contrario, come l'innalzamento fino a 5.000 euro dell'uso del denaro contante, credo siano un'aberrazione che andrebbe corretta. Da parte del nostro Consiglio regionale, chiedo che si faccia anche qui un'opera saggia e quindi un contrasto al denaro contante, che è un grande male e soprattutto è un grande aiutante della evasione fiscale.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0008. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0009 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto progr. 01.11, rubrica altri servizi generali, numero 1, pagina 110, modificativo, che prevede:
Dopo il punto n. 1 dei risultati attesi è aggiunto il seguente punto:
'1bis – Promuovere e favorire l'utilizzo di pagamenti elettronici'.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0009. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0010 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto progr. 01.11, rubrica altri servizi generali, numero 8, modificativo, pagina 110, modificativo, che prevede:
Al punto n. 8 dei risultati attesi, dopo le parole 'Garantire il pluralismo' sono aggiunte le parole ', anche politico,'.
Metto in votazione l'emendamento n. A0010. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Missione 3 "Ordine pubblico e sicurezza".
Emendamento n. A0143 presentato dalla consigliera Camani, missione 3, pagina 115, riga 6, modificativo, che prevede:

Nella Missione 3 "Ordine pubblico e sicurezza", al primo capoverso, dopo le parole "e la L.R.
n. 24/2020).", aggiungere il seguente capoverso:
"In particolare, in considerazione della sentenza della Corte costituzionale che è intervenuta sulla L.R.24/2020 abrogandone di fatto alcune parti, e tenuto conto che allo stato attuale il crimine organizzato può e deve essere combattuto soprattutto in ambito economico, si ritiene necessario intervenire affinché sia possibile garantire il contributo fondamentale della polizia locale anche alle attività di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata, senza interferire con i compiti istituzionali attribuiti alle autorità statali."
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Molto rapidamente. Se il relatore conferma il parere contrario, procedo con il ritiro, altrimenti lo pongo in votazione.

PRESIDENTE

Il relatore conferma la sua contrarietà, quindi lei lo ritira. Grazie.
Emendamento n. A0091 presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, rubrica missione 3 ordine pubblico e sicurezza, pagina 115, riga decima, modificativo, che prevede:
A pagina 115, secondo capoverso, dopo le parole 'giovani generazioni' sono aggiunte le seguenti parole: 'del mondo dell'impresa, della cooperazione, del lavoro e delle professioni'.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Io ho davvero molto apprezzato l'attenzione in questo capitolo rispetto alla responsabilizzazione alla cittadinanza responsabile – scusate il gioco di parole – e alla legalità per i giovani. Certo che non sono gli unici che potrebbero essere destinatari di queste iniziative e, visto che già la Regione del Veneto applica queste iniziative per impresa, mondo della cooperazione, del lavoro e delle professioni, ho scelto di proporre un'aggiunta accanto ai giovani come destinatari di questi progetti.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0091. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0292 presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 115, riga 15, aggiuntivo, che prevede:
A p. 115, Missione 03 "Ordine Pubblico e Sicurezza", alla riga 15 della pagina, dopo le parole "prevenzione e contrasto all'infiltrazione del crimine organizzato e di stampo mafioso nel tessuto economico e sociale della nostra regione.", aggiungere le parole "Per il perseguimento degli intendimenti sopra enunciati sarà inoltre fondamentale rafforzare gli organici, anche dirigenziali, preposti all'applicazione del Piano Triennale della Prevenzione della corruzione e della trasparenza (PTPCT). Inoltre, sarà necessario verificare costantemente e puntualmente il pieno rispetto e attuazione del Protocollo regionale d'intesa in materia di appalti, anche come strumento che prevede meccanismi trasparenti e certi di prevenzione dei fenomeni di corruzione e illegalità.".
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
è sempre sul tema contrasto all'infiltrazione del crimine organizzato di stampo mafioso. Questo emendamento so che ha un parere negativo, ma chiedo all'Assessore di verificare se non sia possibile, invece, cambiare parere, anche modificando leggermente l'emendamento. Il Piano triennale della prevenzione della corruzione e della trasparenza ha bisogno, per essere realizzato, di avere degli organici che abbiano l'opportunità di fare bene il loro lavoro.
In più, nella seconda parte dell'emendamento, si dice che sarà necessario verificare costantemente e puntualmente il pieno rispetto e attuazione del Protocollo regionale d'intesa in materia di appalti, anche come strumento che prevede meccanismi trasparenti e certi di prevenzione dei fenomeni di corruzione e illegalità.
Mi è stato detto in Ufficio di Presidenza che la competenza non è regionale: io non riesco a capire come sia possibile che su un Protocollo regionale d'intesa in materia di appalti la competenza non sia della Regione. Chiedo all'assessore Corazzari quindi, che so che non sta ascoltando, di motivare perché in un Protocollo regionale d'intesa in materia di appalti, dove la Regione ‒ lo dice la parola stessa ‒ ha il compito di verificare che quando noi diamo un appalto ci sia un controllo per quanto riguarda il tema dell'infiltrazione mafiosa... Questa è sicuramente competenza regionale. Se poi, invece, mi vuole dire che il Piano è nazionale, potremmo stralciare le prime righe, ma almeno dire che politicamente la Regione sul tema degli appalti un controllo lo fa.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0292.
Collega Ostanel, non ha sortito effetti il suo intervento. Il relatore, guardando l'Assessore, rimane contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0144 presentato dalla consigliera Camani, missione 3, pagina 115, riga 17, modificativo, che prevede:
Nella Missione 3 "Ordine pubblico e sicurezza", dopo le parole "forme di crimine organizzato.", aggiungere il seguente capoverso:
"Alla luce dei dati recenti che vedono la Regione del Veneto ai primi posti per numero di segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio, che sono indice della possibile infiltrazione di organizzazioni criminali nel nostro territorio, si ritiene necessario dedicare particolare attenzione a queste dinamiche."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0144. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0092 presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, rubrica missione 3, paragrafo programma 03.02 sistema integrato di sicurezza urbana, pagina 116, modificativo, che prevede:
A pagina 116, dopo il terzo punto del primo capoverso è aggiunto il seguente e ulteriore punto:
"-aggiornando e ridefinendo i piani di zonizzazione per la gestione associata delle funzioni di polizia locale in coordinamento con lo stato di avanzamento della ridefinizione del piano di riordino territoriale di cui all'art. 8 della l.r. 18/2012".
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento molto curioso, devo essere sincera, perché a domanda: "Siete d'accordo nell'importanza di aggiornare e di definire i piani di zonizzazione per la gestione associata della funzione delle Polizie locali, in coordinamento con lo stato di avanzamento della ridefinizione del Piano di riordino territoriale di cui alla legge 2012, n.18?", la risposta è: "Sì, perché è in corso di realizzazione", però l'emendamento non viene approvato. Assessore, io mi fido assolutamente della sua parola, non le costa niente un voto favorevole per inserirlo all'interno della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0092. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0011, presentato dalla consigliera Baldin, oggetto progr. 03.02, rubrica sistema integrato di sicurezza urbana, comma 3, pagina 116, riga 24, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'crimine organizzato e mafioso e della corruzione' sono aggiunte le parole "anche attraverso il contrasto - come indicato da DIA e Osservatorio contro la corruzione - alla circolazione del denaro contante che favorisce principalmente corrotti, corruttori, spacciatori, mafia e tutte le organizzazioni criminali".
Metto in votazione l'emendamento n. A0011. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0012 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto progr. 03.02, rubrica sistema integrato di sicurezza urbana, paragrafo risultati attesi, pagina 116, modificativo, che prevede:
Al punto contraddistinto dal segno grafico '1-', dopo le parole 'polizia locale' sono inserite le seguenti parole 'finanziando la riapertura e il regolare funzionamento di una scuola regionale per la polizia locale'.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Questo emendamento si propone di finanziare la riapertura e il regolare funzionamento di una scuola regionale per la Polizia locale. In una chiave innovativa rispetto alla passata gestione, vogliamo raccogliere le richieste di diverse sigle sindacali della Polizia locale per rilanciare una scuola regionale per la Polizia locale, un luogo di formazione comune e continua per qualificare il ruolo della Polizia locale del Veneto; mettere a frutto e in rete le competenze già esistenti senza inutili ed eccessive sovrastrutture come nel passato e senza inutili sprechi di risorse pubbliche.
Credo sia del tutto trasversale e condivisibile, Presidente.

PRESIDENTE

Una volta c'era la Scuola regionale e fu chiusa.
Metto in votazione l'emendamento n. A0012. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0093 presentato dai consiglieri Guarda, Zanoni e Zottis, allegato A, rubrica missione 3, paragrafo programma 03.02 sistema integrato di sicurezza, pagina 116, riga 34, modificativo, che prevede:
A pagina 116, primo periodo del penultimo capoverso del paragrafo, dopo la parola responsabile, sono inserite le seguenti parole: ", anche attraverso il rafforzamento del meccanismo di coordinamento e programmazione di cui alla legge regionale 28 dicembre 2012, n. 48 ."
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0093. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Missione 4 "Istruzione e diritto allo studio".
Emendamento n. A0013 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto missione 04, rubrica istruzione e diritto studio, comma 2, pagina 117, riga 12, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'modelli di apprendimento.' è aggiunto il seguente comma:
'A tal fine, appare di fondamentale importanza un percorso fondato sulla piena partecipazione e il costante dialogo con i soggetti interessati, ivi compresi gli organismi preposti alla rappresentanza giovanile quali, in particolare, il Coordinamento Regionale delle Consulte Provinciali degli Studenti del Veneto e il Comitato Regionale di Coordinamento delle Università del Veneto'.
Metto in votazione l'emendamento n. A0013. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0014 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto missione 04, rubrica istruzione e diritto studio, comma 3, pagina 117, riga 15, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'ordine sociale e materiale' sono aggiunte le parole ', in particolare incrementando la qualità del servizio abitativo, l'offerta di strutture abitative e le ulteriori forme di facilitazione della residenzialità degli studenti'.
Prego, Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Questo è per lei, assessore Donazzan, in quanto credo che sia importante scrivere nero su bianco che serve incrementare la qualità del servizio abitativo, l'offerta di strutture abitative e le ulteriori forme di facilitazione della residenzialità degli studenti.
Sappiamo tutti che stanno portando avanti grandi battaglie in tutto il Veneto e l'hanno anche incontrata svariate volte; ha dimostrato anche sensibilità e disponibilità verso le loro esigenze e, quindi, con questo emendamento si cerca proprio di venire incontro a queste esigenze e di scriverlo nero su bianco all'interno del DEFR.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0014. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0015 oggetto missione 04, rubrica istruzione e diritto studio, comma 3, pagina 117, riga 15, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'materiale' sono aggiunte le parole "'ad esempio garantendo abbonamenti a prezzi fortemente calmierati su tutti i mezzi di trasporto su gomma, su rotaia, e acquatici, agli studenti di ogni ordine e grado'.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Anche questo emendamento si propone di garantire delle facilitazioni e delle incentivazioni per gli studenti, garantendo, ad esempio, abbonamenti a prezzi fortemente calmierati su tutti i mezzi di trasporto (su gomma, a rotaie e acquatici) agli studenti di ogni ordine e grado.
Sappiamo che, ad esempio, in Campania e in Emilia-Romagna c'è già una forma di gratuità in questo senso. Sarebbe interessante quindi che anche la Regione del Veneto facesse la propria parte, proprio per garantire il diritto allo studio vero e proprio.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0015. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0293 presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 117, riga 15, aggiuntivo, che prevede:
A p. 117, Missione 04 "Istruzione e diritto allo studio", alla riga 15 della pagina, dopo le parole "Regione si impegna a rimuovere gli ostacoli di ordine sociale e materiale", aggiungere le parole ", anche prevedendo che una parte dei contributi dedicati a garanzia del diritto allo studio siano rivolti anche per permettere, a chi ne ha più bisogno, l'accesso ad una buona connessione internet, a dispositivi digitali utili, a trasporti pubblici capillari, efficienti ed accessibili."
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
So che ho parere negativo per questo emendamento, però il tema è sempre lo stesso. Immagino che il motivo per cui mi sia stato detto di no è che non ci sarebbero i soldi per fare un'iniziativa di questo tipo, cioè cercare di fare in modo che nel diritto allo studio, un po' come si diceva anche nell'intervento precedente, ci sia anche quello che ha a che fare con l'accesso ad una connessione internet che funzioni, dispositivi digitali, ma soprattutto a trasporti pubblici capillari, efficienti ed accessibili.
Il tema è sicuramente di competenza del diritto allo studio, ma entra anche sul tema del trasporto pubblico. Altre Regioni hanno fatto una scelta di equità, garantendo agli studenti sotto una certa età il fatto che, ad esempio, il trasporto pubblico sia gratuito. Fino a quando noi non faremo una scelta politica di avere più risorse nel nostro bilancio per riuscire a dare un futuro ai giovani, è ovvio che agli emendamenti di questo tipo noi avremo parere sempre negativo. Non me la prendo sicuramente con gli Assessori competenti, ma me la prendo con il fatto che ancora una volta non si sia voluto andare avanti su una scelta che permetterebbe questa sera di dire: finalmente usciamo da qui e abbiamo l'abbonamento gratuito per gli studenti sotto i 25 anni che hanno un certo reddito.
A me piacerebbe poterlo dire e poter dire che abbiamo finalmente portato a casa un grande risultato per i nostri giovani. Non è così, e lo avete scelto voi.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0293. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0016 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto missione 04, rubrica istruzione e diritto studio, comma 3, pagina 117, riga 19, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'ruolo principale.' sono aggiunte le parole 'Al fine di prevenire e recuperare i fenomeni di vulnerabilità e marginalità sociale, di abbandono e dispersione scolastica, prevenire e contrastare le diverse fragilità educative e criticità relazionali, culturali e sociali a ogni livello di istruzione si intendono promuovere progetti di supporto e consulenza pedagogica nelle istituzioni scolastiche del Veneto, rivolti agli studenti e alle loro famiglie, al personale docente e non docente'.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Qui credo vi sia un parere favorevole da parte dell'Assessore.
L'emendamento si propone di promuovere progetti di supporto e consulenza pedagogica nelle istituzioni scolastiche del Veneto, rivolti agli studenti e alle loro famiglie, al personale docente e non docente. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A00016. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0017 presentato dalla consigliera Baldin, oggetto missione 04, rubrica istruzione e diritto studio, comma 6, pagina 117, riga 28, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'in ogni ordine e grado' sono aggiunte le parole ', in particolare per quanto attiene alle forme di facilitazione della residenzialità degli studenti'.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0017. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0145 presentato dalla consigliera Camani, missione 04, pagina 117, riga 26, modificativo, che prevede:
Nella Missione 04 "Istruzione e diritto allo studio" sostituire le parole: "anche attraverso la destinazione di risorse agli Atenei per l'erogazione alle studentesse e agli studenti delle borse di studio e alle famiglie" con le seguenti:
"garantendo agli Atenei, in una logica di leale collaborazione e sostegno, le risorse necessarie per erogare a tutte le studentesse e a tutti gli studenti le borse di studio a cui hanno diritto e alle famiglie quelle".
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo e altri emendamenti che abbiamo presentato sono finalizzati a garantire l'impegno da parte della Regione nell'erogazione delle borse di studio a tutte le studentesse e a tutti gli studenti che risultano dalle graduatorie idonei all'ottenimento della borsa per motivi di merito e di censo. Tant'è che nell'emendamento si impegna la Regione a garantire agli Atenei, in una logica di leale collaborazione e sostegno, quindi senza limitare o negare l'intervento che gli Atenei e le Università possono fare e gli ESU in questo senso, le risorse necessarie per pagare le borse di studio agli idonei beneficiari. Così come sarebbe opportuno che la Regione si impegnasse anche ad erogare con tempestività questi contributi.
Credo sia molto grave che la Regione non si renda disponibile a raccogliere questo impegno, perché è una questione politica molto seria. Questo DEFR è pieno di impegni rispetto ai quali non avremmo mai le risorse per realizzarli. Basta leggere le linee di intervento e gli obiettivi. Non è vero che tutto quello che è scritto qua dentro verrà realizzato o che ci saranno le risorse per realizzarlo. Quello che si scrive qua dentro è un impegno politico. Poi, se non ci sono le risorse o si decide un'allocazione diversa delle risorse è un altro conto.
Ritengo molto grave – lo dico perché so di avere un parere contrario del relatore su suggerimento dell'Assessore, che prima, appunto, sottolineava come sia l'Assessore che dà l'indicazione della scelta politica – che l'Assessore abbia dato come indicazione una contrarietà a un impegno politico della Regione del Veneto in questo senso, perché poi mi si potrà dire che non ci sono le risorse e allora discuteremo del dove trovarle e se trovarle. È grave il fatto che la Regione, già in premessa, si dichiari contraria a questo impegno.
Peraltro, dico all'assessore Donazzan, per il tramite della Presidenza, che non è un impegno a cui la richiama la consigliera Camani, è un impegno a cui la richiama la Costituzione, dove è ben specificato che il diritto allo studio, e dunque la necessità di garantire agli studenti che non hanno possibilità economiche di accedere ai corsi di istruzione universitaria, la Costituzione dice che le Regioni, a proposito di autonomia, hanno la necessità e l'obbligo di garantire il diritto allo studio, nei limiti delle possibilità e delle risorse disponibili.
Quindi è davvero curioso che l'Assessore all'istruzione neghi o dia parere contrario a un emendamento che non fa altro che mettere dentro il DEFR ciò che è scritto in Costituzione, cioè che è compito delle Regioni la garanzia del diritto allo studio e dunque il finanziamento delle borse di studio. Lo dico perché è un tema su cui ovviamente annunciamo anche già una manovra emendativa in sede di bilancio. Siccome i pareri dell'Assessore sono contrari a tutti gli emendamenti che indicano una scelta politica di garanzia del pagamento delle borse di studio, ma in generale di allargamento del diritto alle borse di studio (la residenzialità, il supporto tecnologico, i servizi di ristorazione e alloggio), c'è la scelta politica, messa in campo attraverso i pareri contrari agli emendamenti a questa Missione e a questo Programma, in riferimento alla volontà dell'assessore Donazzan di non investire, dal punto di vista politico, sul diritto allo studio delle studentesse e degli studenti del Veneto.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo ora perché dopo c'è un emendamento sostanzialmente simile, anche se prova a sostituire quello che oggi è scritto nel DEFR. C'è una differenza sostanziale tra quello che è scritto oggi e quello che proponiamo di inserire noi, la parola "tutti" gli studenti idonei non beneficiari. Un conto è scrivere che in un documento politico si cerca di fare il massimo possibile, cerchiamo di pagare gli idonei non beneficiari, ma mettere "tutti" è l'impegno che oggi gli studenti e le studentesse del Veneto si aspettano, e non perché stiano chiedendo qualcosa che non è un diritto per loro. È appena stato detto: è un diritto sancito dalla Costituzione. Non è possibile delegare questo compito alle Università, che – come sappiamo bene – gli anni scorsi e quest'anno hanno già fatto quello che potevano. Il bilancio delle Università verrà approvato nelle prossime settimane. Non credo sia serio aspettare di capire, come ci è stato detto più volte in Commissione, quanto le Università possono mettere, per capire se possiamo tirare indietro rispetto al bilancio della Regione, perché magari risparmiamo un pochino e lo mettiamo su qualcos'altro.
Questo atteggiamento non è solamente sbagliato da un punto di vista politico, ma è sbagliato anche da un punto di vista del ragionamento. Chi ha la responsabilità di garantire il diritto allo studio è la Regione del Veneto.
Facevo un esempio nell'intervento introduttivo. Mi chiedo se a voi sembra normale – e lo vedremo la settimana prossima con l'aggiornamento di quel milione in più che abbiamo messo – che adesso arrivi un sostegno per pagare degli idonei non beneficiari dell'anno accademico 2021-2022.
Per capire effettivamente cosa accade alle vite di quelle famiglie, sono famiglie che hanno iscritto il figlio all'Università, che non potevano permetterselo, che hanno fatto un contratto d'affitto per riuscire ad avere la borsa di studio, hanno iniziato a pagare un affitto tirando la cinghia. Alcuni di questi che non la tirano fino alla fine e cosa fanno? Disiscrivono il loro ragazzo o la ragazza all'Università, che torna a casa. Altri reggono, rinunciando a qualcos'altro. Vi sembra normale che in una Regione che cresce, come il Veneto, e che è attraente, efficiente, corre, noi abbiamo delle persone che hanno la necessità di scegliere se studiare o meno per ragioni economiche all'Università? Abbiamo idonei non beneficiari solo su Padova, ad oggi, per l'anno successivo, di 2.400 e rotte unità, 2.400 persone, ragazzi che non potranno studiare.
Mi si risponderà, perché l'ho letto sui giornali, che è colpa del Governo, che ha cambiato con il PNRR la quantità di denaro per mese che viene dato alle borse, al Governo chi c'è oggi, chi c'era prima con Draghi. Se bisogna fare un ragionamento fatto bene, avevamo tutto il tempo di capire che la priorità quest'anno era riuscire a fare in modo che la Regione, nonostante quell'innalzamento, garantisse davvero il diritto allo studio.
Magari, invece di fare uno scostamento la settimana prossima di solo 1 milione, si faceva di tutti e due e si entrava in proposta di bilancio con maggiori fondi all'assessore Donazzan per permettere di garantire tutte le borse di studio, anche degli idonei non beneficiari. Lo sapevamo da quando il Governo, anche per il tema PNRR, ha fatto e ha reso attiva questa modifica.
Non è possibile che nello Stato italiano, e in una Regione in particolare, una volta che accade una modifica normativa nazionale, c'è poi il gioco di chi rimane con il cerino in mano. Deve mettere i soldi l'Università? Deve mettere i soldi la Regione? In questo balletto cosa accade? Disiscriviamo gli studenti dall'Università. Chi lo fa? Non quelli che se lo possono permettere, ma quelli che per iscrivere un figlio all'Università devono fare dei sacrifici.
Ecco, su questa cosa io credo che un Veneto come quello che voi descrivete, che corre, che è eccellente, che ce la fa, non è corretto che lasci indietro le persone, le famiglie che vorrebbero far studiare il proprio figlio, ma non se lo possono permettere. Ripeto, 2.400 e più idonei non beneficiari solo su Padova sono un'enormità. Non mi sembra che ci sia una rivolta in tutte le Regioni per cui in tutte le Regioni oggi abbiamo questo problema allo stesso modo. È una peculiarità di questa Regione, che storicamente ha messo solo il 40% obbligatorio sui fondi per il diritto allo studio. Non ha mai messo un euro in più e quest'anno che ci sarebbe bisogno di tanti euro in più per una modifica nazionale sta mettendo il 40% e non sta così raggiungendo l'obiettivo di garantire quello che dovrebbe fare per mandato e Costituzione: garantire la borsa di studio a tutti e non ad alcuni idonei per la borsa di studio.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0145. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0294, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 117, riga 28, modificativo, che prevede:
A p. 117, Missione 04 "Istruzione e diritto allo studio", alla riga 28 della pagina, le parole "La Regione rende effettivo il diritto allo studio in ogni ordine e grado, anche attraverso la destinazione di risorse agli Atenei per l'erogazione alle studentesse e agli studenti delle borse di studio e alle famiglie per favorire la libera scelta di istruzione e il superamento delle barriere economiche" sono sostituite con le parole "La Regione rende effettivo il diritto allo studio in ogni ordine e grado, anche attraverso la destinazione di adeguate risorse agli Atenei per l'erogazione a tutte le studentesse e a tutti gli studenti idonei delle borse di studio e alle famiglie per favorire il superamento delle barriere economiche."
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0294. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0018, presentato dalla consigliera Baldin, Missione 4, rubrica Istruzione e diritto allo studio, comma 5, pagina 117, riga 30, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'barriere economiche' sono aggiunte le parole 'garantendo a tutti gli idonei di beneficiare per intero delle borse di studio alle quali hanno diritto'.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anche questo emendamento si inserisce nel solco degli interventi che lo hanno preceduto.
Vorrei sapere, assessore Donazzan, chi è che le impedisce di agire all'interno della Giunta? È l'assessore Calzavara o il presidente Zaia che non le danno le risorse di cui ha bisogno e che merita per garantire a tutti gli studenti le borse di studio e quindi eliminare la categoria degli studenti idonei non beneficiari?
Sarebbe interessante saperlo. So che lei ha tantissima sensibilità su questo tema e quindi capire chi sta frenando questa sua sensibilità sarebbe importante. Non so, ditemelo voi o dobbiamo chiamare Zaia e fargli un colpo di telefono?

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0018. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0019, presentato dalla consigliera Baldin, Missione 04, rubrica Istruzione e diritto allo studio, comma 6, pagina 117, riga 30, modificativo, che prevede:
dopo le parole 'barriere economiche' sono aggiunte le parole ', anche erogando contributi mirati in particolare alla connessione internet, all'accesso a dispositivi digitali, alla mobilità studentesca, alla riduzione del caro libri, a favore delle fasce più fragili e a rischio di abbandono scolastico. La Regione interviene, per quanto di propria competenza, al fine di rimuovere tutti gli ostacoli di ordine sociale, materiale ed economico, per permettere a tutti gli studenti di formarsi in modo più compiuto'.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Solo per dire che c'è un parere negativo, ma è strano, perché ci sono contributi che già sono previsti, ad esempio la riduzione del caro libri, e quindi anche l'erogazione di contributi in particolare alla connessione internet, all'accesso ai dispositivi digitali, alla mobilità studentesca a favore delle fasce più fragili e a rischio di abbandono scolastico credo sia una misura assolutamente condivisibile proprio per il fatto che, come vi dicevo, in parte lo state già facendo. Quindi, non capisco il senso di questo parere negativo.
Qualcosa state facendo, non tutto.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0019. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0020, presentato dalla consigliera Baldin, Missione 04, rubrica Istruzione e diritto allo studio, comma 6, pagina 117, riga 30, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'barriere economiche.' sono aggiunte le seguenti parole: 'S'intende sostenere gli studenti universitari capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, anche attraverso l'innalzamento della soglia ISPE al limite massimo previsto dalla normativa nazionale'.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0020. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0021, presentato dalla consigliera Baldin, Missione 04, rubrica Istruzione e diritto allo studio, comma 6, pagina 117, riga 30, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'barriere economiche.' è aggiunto il seguente comma:
'In particolare si ritiene prioritario intervenire sulle modalità di finanziamento delle borse di studio universitaria con l'obbiettivo di garantirne l'erogazione integrale e in tempi congrui a tutti gli studenti risultati idonei'.
Metto in votazione l'emendamento n. A0021. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0094, presentato dalla consigliera Guarda, Allegato A, rubrica Missione 4, pagina 117, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 117, sesto capoverso, dopo le parole "barriere economiche" sono aggiunte le seguenti parole: "In questo contesto sarà oggetto di valutazione la fattibilità giuridico-economica di Accordi di mediazioni e garanzia da concludere tra Regione, ESU, Atenei, associazioni proprietarie e degli inquilini, per pervenire all'istituzione di un meccanismo di mediazione e garanzia per i casi di contestazione sorti nella conduzione degli immobili locati a studenti fuori sede regolarmente iscritti."
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Devo essere sincera, questo emendamento, che intende mettere a valutazione la fattibilità giuridico-economica di accordi di mediazione e garanzia da concludere tra Regione, ESU, Atenei, associazioni proprietari e inquilini per pervenire all'istituzione di un meccanismo di mediazione e garanzia per i casi di contestazione sorti nella conduzione degli immobili locati a studenti fuori sede regolarmente iscritti, è un emendamento che mi risulta essere bocciato perché – viene detto – esula dalle competenze regionali del diritto allo studio.
Il mio ragionamento partiva da una sollecitazione avvenuta proprio in quest'Aula da parte di un direttore dell'ESU, quindi dalla richiesta fatta da chi si occupa di questi aspetti. E poi si tratta, ovviamente, di accordi amministrativi, non in questo caso aspetti legati a protocolli d'intesa piuttosto che a qualcosa di strutturalmente molto più complesso. Non si tratta, quindi, di polizze fideiussorie o contratti autonomi di garanzia, eccetera, ma si tratta semplicemente di una rete di protezione che penso possa essere una strategia utile a fare in modo che un domani non ci siano studenti senza la possibilità di trovare un alloggio e che i proprietari siano messi in ulteriore sicurezza.
Non essendo un'operazione che va al di là di un accordo amministrativo, non mi sembrava che fosse fuori dalla logica di competenza. Però, detto questo, lascio ovviamente la decisione alla Giunta.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0094. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0175, presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, missione 04, pagina 117, riga 28, modificativo, che prevede:
Alla riga 28 della pagina 117 dopo le parole: "barriere economiche" sono aggiunte le seguenti parole:
"La Regione si impegna ad attivarsi nelle sedi competenti per l'ampliamento degli accessi alle facoltà universitarie, con particolare riguardo alla facoltà di medicina. Tenuto conto della carenza di personale sanitario ritiene altresì necessario attivarsi, in coordinamento con il Ministero della Salute, affinché siano incrementati i finanziamenti per le borse di studio delle scuole di specializzazione medica.".
Metto in votazione l'emendamento n. A0175. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0295, presentato dalla collega Ostanel, pagina 117, riga 30, aggiuntivo, che prevede:
A p. 117, Missione 04 "Istruzione e diritto allo studio", alla riga 30 della pagina, dopo le parole "per l'erogazione alle studentesse e agli studenti delle borse di studio e alle famiglie per favorire la libera scelta di istruzione e il superamento delle barriere economiche.", aggiungere le parole "Inoltre, la Regione si impegna a rifinanziare adeguatamente il fondo per gli investimenti delle Aziende Regionali per il Diritto allo Studio Universitario per permettere interventi volti a rinnovare ed aumentare la disponibilità di alloggi e di servizi ristoro per gli studenti, non solo nelle sedi principali delle Università del Veneto ma anche nelle varie sedi distaccate."
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché è il filo rosso dei miei interventi di oggi. Oltre al tema delle borse di studio, abbiamo anche il tema dell'alloggio per gli studenti. Tra l'altro, dimostrano i dati che voi riportate nel documento il fatto che sia più impattante per le giovani generazioni.
Basta guardare, non so se avete seguito il dibattito, quanta fatica si faccia oggi a trovare una casa a Venezia, in generale. Pensate agli studenti che oggi vanno a dormire a Favaro Veneto, perché non riescono a trovare una casa più vicina che permetta loro di essere studenti fuori sede.
Gli ESU, se finanziati adeguatamente, potrebbero invece garantire dei servizi residenziali in più rispetto a quelli che stanno garantendo oggi. Come abbiamo provato già gli anni precedenti, questo è un emendamento che prova a inserire l'impegno politico di finanziare di più gli Enti regionali per il diritto allo studio universitario, rispetto alla materia della casa per gli studenti.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0295. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Presidente, vorrei lasciare a verbale se possibile...

PRESIDENTE

Siamo in votazione, un attimo.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Collega Brescacin, sull'ordine dei lavori.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Nella votazione precedente sull'emendamento 175, ho votato contrario, ma il voto era favorevole. Volevo lasciarlo agli atti.

PRESIDENTE

Bene, è a verbale.
Emendamento n. A0146, presentato dalla collega Camani, missione 04, pagina 117, riga 36, modificativo, che prevede:
Nella Missione 04 "Istruzione e diritto allo studio" dopo le parole: "ha l'obiettivo di" aggiungere le seguenti:
"realizzare condizioni favorevoli per il proseguimento degli studi da parte di studenti meritevoli e capaci, in particolare se privi di mezzi, sostenere la scuola come luogo di formazione di cittadine e cittadini attivi, partecipi, consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri, per diffondere i valori della Costituzione e quelli dell'integrazione europea. Inoltre, ha la finalità di".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0146. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0022, presentato dalla consigliera Baldin, oggetto progr 04.02, rubrica altri ordini, pagina 118, riga 9, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'accesso all'istruzione' sono aggiunte le parole 'a prescindere dalla condizione economica e sociale'.
Metto in votazione l'emendamento n. A0022. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0296, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 118, riga 12, aggiuntivo, che prevede:
A p. 118, Missione 04, Programma 04.02 "Altri ordini di istruzione non universitaria"
"___", alla riga 12 del Programma, dopo le parole "anche tramite il Tavolo regionale sui Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento (già Alternanza Scuola-Lavoro) cui partecipano tutte le parti sociali" aggiungere le parole ", che dovrà anche operare per garantire che la cosiddetta Alternanza Scuola-Lavoro avvenga nel pieno rispetto di tutte le regole previste dalle norme, a partire da quelle sulla sicurezza sul lavoro".
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Assessore Donazzan, questo emendamento è per lei, ma lo illustro perché so che ha un parere negativo, però, visto che lei è una persona precisa, le chiedo di verificare. Stiamo parlando di alternanza scuola-lavoro e semplicemente io proponevo di aggiungere che "il tavolo regionale sui percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (alternanza scuola-lavoro), cui partecipano tutte le parti sociali, dovrà anche operare per garantire che la cosiddetta alternanza scuola-lavoro avvenga nel pieno rispetto delle regole previste dalle norme, a partire da quelle sulla sicurezza sul lavoro".
Quindi, essendo una competenza amministrativa, mi sembra normale ed evidente che ci sia la possibilità che lo faccia.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0296. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0023, presentato dalla collega Baldin, oggetto progr 04.02, rubrica edilizia scolastica, pagina 119, riga 9, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'Componente 1.' sono aggiunte le seguenti parole: 'Verranno promossi interventi nelle strutture scolastiche e universitarie per l'eliminazione delle barriere architettoniche, percettive e sensoriali'.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Spero di avere anch'io la stessa fortuna, per cui chiedo all'assessore Donazzan se magari intende rivalutare il parere negativo del relatore, perché garantire interventi...
Anche in questo caso il parere del relatore era negativo, quindi ritratto tutto.

PRESIDENTE

Il relatore è persona dinamica e pronta a recepire le istanze, però non prendetelo in giro, per favore.
Metto in votazione l'emendamento n. A0023. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0024, presentato dalla collega Baldin, oggetto progr 04.04, rubrica istruzione universitaria, pagina 119, riga 1, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'ricerca universitaria' sono aggiunte le parole ',superando i ritardi e aumentando gli investimenti nel campo della ricerca oggi sotto la media nazionale,'.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0024. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0147, presentato dalla consigliera Camani, missione 04, programma 04, pagina 119, riga 8, modificativo, che prevede:
Nella Missione 04 "Istruzione e diritto allo studio", al Programma 04.04, dopo le parole: "anche se privi di mezzi" le seguenti:
"al fine di eliminare le diseguaglianze economiche che possono ostacolare il compimento degli studi universitari".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0147. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0025, presentato dalla collega Baldin, oggetto programma 04.04, rubrica istruzione universitaria, comma 2, pagina 119, riga 13, modificativo, che prevede:
Le parole 'al fine di garantirne l'erogazione in tempi congrui a favore degli studenti aventi diritto'' sono così sostituite 'al fine di garantirne l'erogazione per intero e in tempi congrui a favore di tutti gli studenti aventi diritto'.
Metto in votazione l'emendamento n. A0025. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0026, presentato dalla collega Baldin, oggetto progr 04.04, rubrica istruzione universitaria, comma 3, pagina 119, riga 15, modificativo, che prevede:
Dopo le parole 'Atenei del Veneto.' è aggiunto il seguente comma:
'Si intende inoltre sostenere e incrementare - qualitativamente e quantitativamente - gli interventi per l'edilizia residenziale universitaria, per il servizio abitativo e per il servizio di ristorazione, nelle sedi centrali e periferiche delle Università del Veneto, previsti dalla legge regionale 7 aprile 1998, n. 8 , attraverso il finanziamento delle Aziende Regionali per il Diritto allo Studio Universitario, anche al fine di sostenere, per quanto di propria competenza, le scelte di programmazione degli Atenei della Regione, in un'ottica di rilancio della competitività regionale dopo l'emergenza epidemiologica da Covid-19'.
Metto in votazione l'emendamento n. A0026. Parere favorevole del relatore.
Avevo una nota scritta in tal senso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0176, presentato dai consiglieri Bigon, Zottis, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello, Zanoni, missione 04, programma 04, pagina 119, riga 33, modificativo, che prevede:
Dopo il punto 2 - dei Risultati attesi del programma 04.04 aggiungere il seguente punto.
"2bis - Garantire l'assegnazione delle borse di studio a tutti gli studenti universitari idonei, superando la categoria dello "studente idoneo non beneficiario" che pur avendo titolo non diviene assegnatario di una borsa di studio per mancanza di fondi,".
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi vogliamo ribadire il concetto dell'importanza dell'assegnazione delle borse di studio a tutti gli studenti universitari idonei, superando la categoria cosiddetta "dello studente idoneo non beneficiario" che, pur avendo titolo, non diventa assegnatario di una borsa di studio per mancanza di fondi.
L'abbiamo detto tante volte questa sera e anche oggi nel Consiglio. Ci sono tante famiglie, una su quattro non riesce a pagare gli studi o a sostenere spese straordinarie, per cui dobbiamo assolutamente intervenire. Se noi vogliamo un Veneto che cambia, partiamo dallo studio, partiamo dalla cultura. Sapete perfettamente, perché è un dato di fatto, e credo che non occorrano ulteriori dati a supporto di quello che sto dicendo, che la povertà viene trasmessa alla formazione e all'educazione dei propri figli.
Noi dobbiamo intervenire qui e lo dobbiamo fare soprattutto nell'assegnazione delle borse di studio, soprattutto se a meritevoli assegnatari.
Grazie.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0176. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0148, presentato dalla consigliera Camani, missione 04, programma 04, pagina 119, riga ___, modificativo, che prevede:
Nella Missione 04 "Istruzione e diritto allo studio", al Programma 04.04, tra i Risultati attesi aggiungere il seguente:
"2bis- Garantire il finanziamento delle borse di studio per gli studenti universitari risultati idonei."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0148. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0173, presentato dalla consigliera Camani, missione 04, programma 04, obiettivo 01, pagina 228, riga 5, modificativo, che prevede:
Nella Missione 04 "Istruzione e diritto allo studio", all'Obiettivo operativo prioritario 04.04.01 "Sostenere il diritto allo studio universitario", alla fine del capoverso, aggiungere il seguente:
"Il diritto allo studio universitario rappresenta una leva fondamentale per contrastare le disparità socio-economiche e per sostenere i giovani nella costruzione del proprio percorso formativo e professionale. Il PNRR a livello nazionale ha finanziato con mezzo miliardo di euro il suo potenziamento, prevedendo l'aumento dell'importo delle borse di studio e l'estensione della platea dei potenziali beneficiari. La Regione intende seguire la rotta indicata dal PNRR e garantire l'erogazione delle risorse necessarie alla piena attuazione di questo diritto fondamentale.".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0173. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0121, presentato dai consiglieri Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Zottis, missione 04, programma 07, pagina 120, riga 13, modificativo, che prevede:
Nel programma 04.07 di pagina 120 prima delle parole: "Il Programma intende offrire" sono inserite le seguenti parole: "La Regione intende garantire a tutti gli studenti, indipendentemente dalle personali condizioni economiche e sociali, un uguale accesso all'istruzione. Saranno ampliati gli interventi di aiuto e sostegno alle famiglie in difficoltà, eliminando gli ostacoli di natura economica e sociale che cristallizzano le disparità tra studenti. Inoltre si impegna a rafforzare i centri di informazione e consulenza all'interno delle scuole, per assicurare una costante attenzione ai temi del diritto alla salute, in particolare quella psicologica, degli studenti."
Metto in votazione l'emendamento n. A0121. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0095, presentato dalla consigliera Guarda, allegato A, rubrica missione 4, paragrafo programma 04.07 diritto allo studio, pagina 120, modificativo, che prevede:
A pagina 120, dopo il primo capoverso, è aggiunto il seguente capoverso:
"L'attività formativa contemplerà anche gli interventi per lo sviluppo dell'informatica verde nelle scuole con specifico riferimento ai progetti formativi per l'utilizzo dei software op en source."
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

In realtà io mi rendo conto che si è entrato troppo nel dettaglio in quella parte e, a seguito della spiegazione, eccetera, alla luce di questo, andrei direttamente al voto.
L'idea era quella di incentivare e inserire, all'interno di questa, la discussione rispetto all'open source e un utilizzo di un sistema digitale che sia sostenibile, più sicuro e anche più creativo per gli studenti, visto che le nuove generazioni avranno a che fare, spero vivamente, sempre di più con i sistemi non proprietari di gestione informatica digitale.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0095. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0119, presentato dai consiglieri Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Zottis, missione 04, programma 07, pagina 120, riga 5, modificativo, che prevede:
Alla riga 5 del programma 04.07 di pagina 120 le parole: "Saranno inoltre valorizzate la diffusione delle discipline sportive tra gli studenti del Veneto con interventi ad hoc, nonché l'approfondimento di tematiche relative all'educazione alla cittadinanza e alla legalità" sono sostituite dalle seguenti parole:
"In modo particolare sarà valorizzata, tra gli studenti del Veneto, la diffusione delle discipline sportive e delle attività relative all'educazione alla cittadinanza, alla legalità e alla parità di genere parallelamente ai necessari percorsi per la salute psicologica e fisica, come approfondimenti di educazione ambientale, alimentare, sessuale e all'affettività.".
Metto in votazione l'emendamento n. A0119. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0297, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 120, riga 19, aggiuntivo, che prevede:
A pag. 120, Missione 04, Programma 04.07 "Diritto allo studio", alla riga 19 della pagina, dopo le parole "nonché l'approfondimento di tematiche relative all'educazione alla cittadinanza e alla legalità", aggiungere le parole ", oltre che alla parità di genere, alla corretta alimentazione, alla sessualità e all'affettività. Inoltre, sarà dato supporto alle scuole che intendono attivarsi per applicare la cosiddetta "carriera alias" e saranno rafforzati i centri di informazione e consulenza all'interno delle scuole, per assicurare una costante attenzione ai temi del diritto alla salute, in particolare psicologica, tra gli studenti e le studentesse.".
Prego, Assessore.

Ass.ra Elena DONAZZAN

C'è un parere contrario, a meno che non si accolga la seguente modifica. Sarebbe accoglibile fino alle parole: "all'affettività.". Nessun passaggio sulla carriera alias, per essere chiari.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, accetta la proposta della Giunta? Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Io ho bisogno di capire le ragioni per cui c'è una contrarietà alla carriera alias, considerato che ci sono scuole che l'hanno già approvata e che è una pratica già in uso in diversi licei e scuole venete.
Potrei riassumere che le scuole sono più avanti del parere negativo rispetto a questo emendamento.

PRESIDENTE

La collega Ostanel, quindi, non accetta la modifica?
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Io non volevo intervenire sull'emendamento della collega, ma qua abbiamo...

PRESIDENTE

Signori, per favore!
Collega Valdegamberi, se spegne il video tranquillizza l'Aula.
Signori, ho capito che volete proprio arrivare a mezzanotte, però se facciamo silenzio possiamo proseguire con i lavori.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Dicevo, io non volevo intervenire sull'emendamento, però in merito all'atteggiamento che ho rilevato nell'Assessore rispetto all'intervento della consigliera Ostanel vorrei precisare una cosa. Chi svolge una funzione così importante, come quella dell'Istituzione regionale, di avere la delega addirittura all'istruzione e, dunque, dovrebbe costruire con responsabilità una società più giusta, più inclusiva, dovrebbe anche farsi carico, nel momento in cui si svolge una funzione così importante, di privarsi delle convinzioni personali rispetto agli orientamenti sessuali o di genere e occuparsi del dovere, che lei ha, assessore Donazzan, di tener conto che il mondo non è esattamente come lei vorrebbe che fosse e che ci sono persone che, nel corso della carriera scolastica, decidono o possono decidere di cambiare sesso e di intraprendere un percorso di transizione di genere. Allora, io mi chiedo sulla base di quale arroganza, solo perché le è stato assegnato un incarico istituzionale, lei può decidere della realizzazione e del riconoscimento di una persona piuttosto che di un'altra.
Del resto, lo diceva la consigliera Ostanel: le scuole, che, a differenza di lei, non vivono sui libri della razza, ma vivono nella realtà e vedono la vita delle ragazze e dei ragazzi, riscontrano che queste cose, che a lei probabilmente fanno schifo, accadono. E se accadono, la sua funzione deve essere quella di mettere quelle persone nella condizione di vivere con serenità la loro condizione di genere, di orientamento sessuale e di definizione di sé.
A me dispiace che a lei questo tema faccia sorridere... Guardi, questo non lo so. Quello che so è che lei sta dando uno schiaffo a tutte le persone che decidono di intraprendere un percorso di cambiamento di genere e che non trovano dentro l'istituzione scolastica risposta a questa loro condizione.
Io non le chiedo di approvare dal punto di vista etico ciò che quelle persone decidono di fare. È libera di non farlo. Ma lei non può abusare della sua funzione per utilizzare violenza contro queste persone.

PRESIDENTE

Grazie.
Vedo un'ulteriore richiesta della collega Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Prima ho posto una domanda per avere una spiegazione, adesso vorrei entrare nel merito dell'emendamento, che è molto semplice. Riconosciamo che ci sono alcune scuole che legittimamente – ancora non è illegale in questo Paese – si sono attivate per applicare la cosiddetta "carriera alias", quindi semplicemente si dice che la Regione sarà a supporto di quelle scuole, non che impone la carriera alias alle scuole che non decidono di farlo. Sapete perché l'ho scritto così? Perché so bene che questi tipi di percorsi hanno bisogno di un supporto da parte degli insegnanti, dei genitori, dell'istituto scolastico, esattamente quello che lei, Assessore, io credo, umilmente dovrebbe fare, e cioè quello di mettersi a servizio di quelle scuole che hanno voglia di fare questo percorso, che lo hanno attivato in compartecipazione con studenti e famiglie, su richiesta degli studenti. Lei semplicemente, indipendentemente da come la pensa, perché è Assessore di tutti, si mette a disposizione – io credo si faccia così – e supporta chi decide di intraprendere quel percorso.
L'emendamento non è scritto in maniera ideologica, ma è scritto, secondo me, in maniera anche abbastanza tecnica, per permettere di riconoscere che c'è qualcosa in corso in questa Regione e, quindi, di mettersi a supporto di chi cerca di farlo. Ci sono tante scuole che l'hanno già fatto. Nel territorio padovano ne conosco varie che hanno fatto questo percorso. Quindi, si chiede semplicemente in ordine al tema dell'affettività, rispetto al quale lei si è espressa favorevolmente, almeno fino a quel punto, di fare un passo in più e dire: se dentro il tema dell'affettività, nella discussione nel collegio scolastico, si è deciso di andare avanti dando mandato a quella scuola di approvare una carriera alias, allora io li sostengo. Del resto, quando parliamo di affettività – è per questo che non mi faccio approvare un emendamento tagliato a metà – parliamo anche del riconoscimento di chi vuole essere riconosciuto secondo una carriera alias. Lì dentro sta la parola "affettività". Io le voglio dare un senso per tutti e non, come fa lei, giusto per dare un contentino a me o a qualcuno nell'approvare un emendamento, ma per andare a vedere effettivamente che cos'è quell'affettività di cui parliamo.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Vorrei dare un contributo in riferimento allo Statuto della Regione del Veneto, semplicemente perché capisco che si possano avere opinioni differenti rispetto ai percorsi di vita, certo è che queste situazioni esistono, queste vite esistono e i percorsi di persone che si trovano ad affrontare questo processo di transizione e di consapevolezza di sé non è assolutamente un percorso semplice ma, anzi, è un percorso psicologicamente molto pesante e fisicamente molto complesso, ragion per cui il rischio di esclusione sociale e anche dal proprio contesto familiare è davvero dietro l'angolo.
Le esperienze sono drammatiche e il rischio di abbandono, di solitudine e di negatività nella creazione del proprio percorso di vita è evidente. Per queste ragioni ritengo che, nonostante ci possano essere differenze di pensiero, ci si possa ispirare allo Statuto della Regione del Veneto, che a tal riguardo dice: "Ispirandosi ai princìpi di civiltà cristiana e alle tradizioni di laicità e di libertà di scienza e di pensiero, informa la propria azione ai princìpi di eguaglianza e di solidarietà nei confronti di ogni persona, di qualunque provenienza, cultura e religione, promuove la partecipazione e l'integrazione di ogni persona nei diritti e nei doveri, contrastando pregiudizi e discriminazioni, opera la realizzazione di una comunità accogliente e solidale".
Io credo che questo pezzo dello Statuto della Regione del Veneto possa essere assolutamente esplicativo per tante situazioni diverse, ma anche per questa, perché non è detto che una scelta che è lontana dal pensiero di alcuni non debba e non possa essere affrontata con un'onesta operazione di umanità, anche per non lasciare da soli e non far sentire da soli gli altri.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
In aggiunta a quanto affermato dai miei colleghi, che condivido, vorrei dire che questo irrigidimento mi sorprende. Del resto, le parole del Presidente della Regione, che abbiamo sentito dai media perché qui non l'abbiamo visto, in questi giorni sono andate proprio nella direzione di ribadire che non dobbiamo lasciare alla sinistra le tematiche legate ai diritti, alla sessualità, alle scelte delle persone. Quindi, faccio leva sulla libertà di scelta dei Consiglieri di maggioranza, perché se quelle parole del Presidente hanno un peso il momento di dimostrarlo è questo.
Ritengo sbagliato andare a irrigidire la posizione su questo punto. Lo dico per esperienza personale: nella scuola dei miei figli è capitata l'occasione di vivere situazioni di questo tipo e i miei figli le hanno vissute con perfetta normalità. Vi confesso che mi ha anche sorpreso. Ma questo forse dipende dal fatto che io appartengo a un'altra generazione. Comunque, vedendo l'atteggiamento dei miei figli ho compreso molte più cose. Pertanto, veramente vi invito a cercare di mettervi in una logica di ascolto e di rispetto verso ciascuna persona. Non possiamo, noi, dare giudizi quando abbiamo delle categorie che magari non sono adeguate a interpretare i sentimenti e il modo di pensare se stessi e di tutte le persone.

PRESIDENTE

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Intervengo per sostenere questo emendamento idealmente. Credo che sul tema dei diritti civili e dei diritti umani bisognerebbe avere un approccio quanto più laico possibile. Capisco che le nostre idee, le nostre interpretazioni e anche la nostra educazione a volte ci possano portare a vedere il mondo distinto tra bianco e nero, ma bisogna considerare anche le sfumature e soprattutto la libertà individuale di autodeterminarsi, di fare della propria vita ciò che si vuole, senza chiaramente andare a incidere sui diritti degli altri. Credo che, quando qualcuno fa qualcosa in casa propria e non va a ledere il diritto degli altri, sia nella completa disponibilità e libertà di farlo. Nessuno gli può impedire di essere se stesso, appunto senza arrecare danno ad altri.
Vi chiedo, quindi, di sostenere questo emendamento e di non avere approcci ideologici, perché magari un domani potrebbe essere ritenuto non lecito o non adeguato un comportamento che, ad oggi, da parte nostra può essere certamente accettato. I tempi stanno cambiando e credo siano maturi anche per far propri i princìpi ideali, che magari oggi qualcuno non è ancora pronto ad affrontare, a rispettare, ma che le nuove generazioni, invece, sono pronte a fare, e hanno il diritto di farlo.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0297, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Prego, collega Soranzo, sull'ordine dei lavori.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Chiedo scusa, Presidente, ma è arrivata soltanto adesso la schermata per votare, per cui vorrei lasciare a verbale il mio voto contrario.

PRESIDENTE

Bene, grazie.
Emendamento n. A0027, presentato dalla consigliera Baldin, Programma 04.07, Diritto allo studio, comma 2, pagina 120, riga 7, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "all'educazione alla cittadinanza e alla legalità." sono aggiunte le parole "Saranno altresì previsti e garantiti percorsi formativi a favore della disabilità (ad esempio sostenendo lo Sportello Autismo)".
Metto in votazione l'emendamento n. A0027, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0120, presentato dai consiglieri Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni e Zottis, Missione 04, Programma 07, pagina 120, riga 7, modificativo, che prevede:
Nel programma 04.07 alla riga 7 di pagina 120 dopo le parole: "alla legalità" sono aggiunte le seguenti parole: "Per quanto concerne il Diritto allo Studio Universitario, la Regione si impegna a rifinanziare le Aziende Regionali per il Diritto allo Studio Universitario per investimenti e adeguamenti del proprio patrimonio immobiliare, volti a rinnovare e aumentare le strutture e i punti di ristoro per gli studenti, non solo nelle sedi principali delle Università del Veneto, ma anche nelle varie sedi distaccate.".
Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Sarò veloce, perché in realtà è una discussione che affronteremo la settimana prossima.
Questo emendamento ha un sottotitolo, che si chiama "Studentato di San Silvestro". Abbiamo fatto la stessa discussione l'anno scorso in bilancio e l'Assessore ci rispose che le risorse c'erano e che, quindi, non c'era da preoccuparsi, qualche mese dopo abbiamo approvato all'unanimità una mozione in questo Consiglio che prevedeva che i lavori sarebbero partiti nell'arco di quest'anno, segnalo purtroppo che al momento mi pare che i soldi non ci siano e che i lavori non siano partiti. Per cui, questo emendamento vuole semplicemente dare una spinta nella direzione giusta.
Avremo, comunque, la possibilità la settimana prossima di parlarne più diffusamente. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0120, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Missione 5 "Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali".
Emendamento n. A0028, presentato dalla consigliera Baldin, Missione 05, Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali, comma 3, pagina 121, riga 14, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "sviluppo economico del territorio" sono aggiunte le parole "prevedendo stanziamenti straordinari per far fronte agli aumenti di spesa relativi al costo dell'energia, con particolare riferimento alle sale cinematografiche".
Metto in votazione l'emendamento n. A0028, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0122, presentato dai consiglieri Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni e Zottis, Missione 05, pagina 121, riga 19, modificativo, che prevede:
Alla riga 19 di pagina 121 dopo le parole "dall'Agenda 2030" sono aggiunte le seguenti parole: "Si ritiene inoltre fondamentale che il patrimonio culturale e artistico della nostra regione diventi patrimonio comune delle giovani generazioni. A tal fine si continuerà a sostenere o, laddove non siano presenti, a istituire abbonamenti integrati e ridotti per la fruizione di musei e spettacoli dal vivo per i giovani che si trovano a risiedere, anche per brevi periodi di tempo, nel nostro territorio.".
Metto in votazione l'emendamento n. A0122, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0029, presentato dalla consigliera Baldin, Missione 05, Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali, comma 5, pagina 121, riga 37, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "con Veneto Film Commission" sono aggiunte le parole "rispetto alla quale si valuterà la realizzazione di una sede distaccata nella Città Chioggia".
Metto in votazione l'emendamento n. A0029, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0030, presentato dalla consigliera Baldin, Programma 05.01, Valorizzazione dei beni di interesse storico, comma 1, pagina 122, riga 7, modificativo, che prevede:
Al termine del primo comma sono aggiunte le parole "In questo senso si intende promuovere la realizzazione di un museo etnografico, e più in generale dei beni immateriali, su base regionale".
Metto in votazione l'emendamento n. A0030, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0298, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 122, riga 13, aggiuntivo, che prevede:
A pag. 122, Missione 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali", alla riga 13 della pagina, dopo le parole "e le diffuse istituzioni culturali (Musei, Archivi, Biblioteche) che ogni giorno alimentano i flussi culturali del nostro territorio.", aggiungere le parole "Anche per garantire che queste eccellenze rimangano tali, per individuare i gestori di tali spazi di competenza della Regione, andrà evitato il ricorso al criterio del massimo ribasso, cercando al contempo di "internalizzarne" quanto più possibile la gestione.".
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Sarò veloce, perché ho capito adesso la motivazione del parere contrario dell'Assessore, che mi diceva che gli spazi sono a gestione diretta della Regione. Dunque, ho sbagliato a scrivere l'emendamento. Qualora ci fosse l'opportunità di rivederlo, lo accoglierei con favore, perché il tema è quello dei servizi museali. Quando un tipo di servizio, come un museo, viene dato in appalto, il tema è quello di non farlo attraverso l'utilizzo di gare al massimo ribasso, che sappiamo cosa determinano come conseguenze sulla fruizione del servizio, ma anche sul tema dei contratti dei lavoratori.
È vero che io qui ho citato la parola "spazi", ma l'ho scritto in maniera errata, per cui se potessimo cambiare in qualche modo sul tema dei servizi e ci fosse il parere favorevole dell'Assessore ‒ sul tema delle gare al massimo ribasso ci eravamo già espressi in altri ambiti, non quello culturale ‒ potrebbe essere un'occasione per ribadire il messaggio.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0298, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0299, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 123, riga 15, modificativo, che prevede:
A pag. 123, Missione 05. Programma 05.02 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale", alla riga 15 della pagina le parole "L'azione regionale promuoverà e sosterrà le attività di spettacolo, favorendo la programmazione partecipata, attraverso le reti esistenti, coordinando gli interventi, ottimizzando le risorse disponibili e garantendo un'offerta di qualità inclusiva e capillarmente diffusa sul territorio." sono sostituite dalle parole: "L'azione regionale promuoverà e sosterrà le attività di spettacolo, costituendo il sistema dello spettacolo dal vivo e prevedendo per il finanziamento regionale l'istituzione del F.U.R.S. (Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo) favorendo la programmazione triennale partecipata, attraverso l'individuazione dei soggetti professionali e la loro programmazione, coordinando gli interventi, ottimizzando le risorse disponibili e garantendo un'offerta di qualità
inclusiva e capillarmente diffusa sul territorio.".
Metto in votazione l'emendamento n. A0299, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0031, presentato dalla consigliera Baldin, Programma 05.02, Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale, comma 1, pagina 123, riga 5, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "identità veneta" sono aggiunte le parole: "intesa non come ideologia politica ma come processo storico che ha fatto grande la Repubblica Serenissima nonché l'identità culturale di tante realtà comunali sviluppatesi nei periodi medievale e rinascimentale".
Metto in votazione l'emendamento n. A0031, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0300, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 123, riga 23, aggiuntivo, che prevede:
A pag. 123, Missione 05, Programma 05.02 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale", alla riga 23 della pagina, dopo le parole "avranno una particolare attenzione alla ricaduta sul territorio delle iniziative", aggiungere le parole: ", anche favorendo i soggetti che garantiscono contratti di lavoro dignitosi e rispettosi di tutte le norme di tutela del lavoro.".
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che illustro per il consigliere Formaggio, il quale, quando ne discutevamo in Commissione, chiedeva cos'erano le maschere dentro i teatri. Oggi le maschere dentro i teatri hanno un problema: tante volte vengono inquadrate con un contratto di servizi di pulizia. In altre parole, all'interno di questa Regione abbiamo un comparto di lavoratori nel mondo culturale, anche negli enti che noi controlliamo, che hanno contratti di lavoro che non sono quelli corretti per il lavoro che svolgono.
Vi è sicuramente un tema nazionale di contrattazione collettiva per alcune tipologie di lavori, ma mi pongo un quesito: perché noi non possiamo dire che, quando decideremo se dare dei fondi ad un ente piuttosto che a un altro, ci sarà modo, come abbiamo fatto in un bando Extra FUS che abbiamo promosso su un mio emendamento del primo anno, che si debbano almeno caricare i documenti che fanno vedere che ci sono dei contratti di lavoro dignitosi, cioè che si rispetti il mercato del lavoro? Questo in tutto il comparto culturale veneto. Credo, infatti, che la Regione abbia il compito di dire ai soggetti che promuovono cultura che la cultura è un lavoro e che come tale va pagato, retribuito e contrattato nella maniera corretta.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0300, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0032, presentato dalla consigliera Baldin, Programma 05.02, Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale, comma 1, pagina 123, riga 12, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "filiera culturale veneta sono aggiunte le parole: "decentrata, in particolare nell'area lagunare veneta che ha dimostrato anche recentemente tutte le sue potenzialità cinematografiche, culturali e turistiche".
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Lo illustro brevemente perché è simile a un emendamento bocciato prima, ma forse l'Assessore non ha avuto modo di leggerlo attentamente.
Si chiede di promuovere una filiera culturale veneta e di aggiungere le parole "decentrata, in particolare nell'area lagunare veneta che ha dimostrato anche recentemente tutte le sue potenzialità cinematografiche, culturali e turistiche".
Volevo solo ricordarvi che, da qui ai prossimi giorni, vi sarà su Netflix una serie, ambientata nella mia città, Chioggia, che vi consiglio di guardare, e come questa altre serie sono state girate negli ultimi anni, come anche film e pubblicità, in particolare quella di un'auto di marca italiana. Questo per dire che anche le potenzialità di luoghi meno conosciuti andrebbero valorizzate, per cui si chiede alla Giunta regionale di promuovere la costituzione di una "Chioggia Film Commission", che deve essere autorizzata ovviamente dalla Film Commission Regionale, come avviene in altre Regioni italiane, che sappia intercettare nuove opportunità per il territorio. Inoltre, in omaggio all'assessore Corazzari, ho chiesto anche di inserire: "facendo interagire queste nuove produzioni in un contesto aperto all'interazione con le isole veneziane della Laguna Sud e con il limitrofo Delta del Po". Quindi, a questo punto l'Assessore non può assolutamente dirmi di no.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Oltre a sostenere la collega, chiedo la sottoscrizione dell'emendamento.

PRESIDENTE

Non si può.
Metto in votazione l'emendamento n. A0032, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0301, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 123, riga 26, aggiuntivo, che prevede:
A pag. 123, Missione 05, Programma 05.02 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale", alla riga 26 della pagina, dopo le parole "Inoltre, si favoriranno meccanismi di dialogo e confronto tra il sistema degli Enti partecipati dalla Regione e le realtà FUS ed Extra-FUS, allo scopo di creare una filiera culturale veneta.", aggiungere le parole: "La programmazione culturale degli enti partecipati dalla Regione sarà inserita all'interno del Piano triennale della cultura".
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Sarò veloce, ma lo devo mettere nero su bianco a verbale.
Io mi chiedo: perché nel Piano triennale della cultura non abbiamo inserito la programmazione dei nostri enti partecipati? Perché non l'abbiamo fatto? E perché non prevediamo di farlo?
Qual è la mia proposta? È quella di dire che, se noi abbiamo un Piano triennale della cultura, non è possibile che lì dentro non figurino tutte quelle realtà partecipate, come lo Stabile del Veneto, ad esempio, che fanno programmazione culturale, perché in qualche modo lì dentro potremmo valorizzare anche le loro attività.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0301, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0033, presentato dalla consigliera Baldin, Programma 05.02, Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale, comma 3, pagina 123, riga ultima, modificativo, che prevede:
Dopo le parole "desiderano rientrare nella terra di origine" sono aggiunte le parole: "ma anche di coloro, e sono tantissimi, cha hanno lasciato il Veneto di recente".
Metto in votazione l'emendamento n. A0033, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0096, presentato dalla consigliera Guarda, Allegato A, Missione 5, Programma 05.02, pagina 124, riga quarta, aggiuntivo, che prevede:
A pagina 124, quarta riga, dopo la parola "interbibliotecario" è inserito il seguente periodo: "Inoltre, in funzione dello sviluppo del territorio, analogamente a quanto previsto per la produzione cinematografica e audiovisiva, saranno altresì valutate forme di incentivo e sostegno della piccola imprenditoria editoriale indipendente e delle librerie indipendenti del Veneto.".
Conseguentemente: il punto 3 dei Risultati Attesi è così sostituito:
"3 - Sostenere la produzione cinematografica, audiovisiva e libraria in funzione dello sviluppo del territorio".
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Per accelerare i lavori, dico semplicemente che questo emendamento, che intende sviluppare un progetto per incentivare il sostegno alla piccola imprenditoria editoriale indipendente e alle librerie indipendenti del Veneto, prevede una modifica da parte dell'Assessore, e cioè dopo la parola "audiovisiva," propone di inserire: "nell'ambito del PR 2021-2027".
Questa è la proposta, che, se non ricordo male, era quanto era stato suggerito dall'Assessore.

PRESIDENTE

Proponente, ascolti bene l'Assessore. Prego, assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Buonasera. Ormai la cataratta fa brutti scherzi.
L'articolo va ridefinito come segue: a pagina 124, quarta riga, dopo la parola "interbibliotecario" è inserito il seguente periodo: "Inoltre, in funzione dello sviluppo del territorio, analogamente a quanto previsto per la produzione cinematografica e audiovisiva, nell'ambito del PR 2021-2027, saranno altresì valutate forme di incentivo e sostegno della piccola imprenditoria editoriale indipendente e delle librerie indipendenti del Veneto".
Va ridefinito, altresì, il punto 3 dei Risultati Attesi come segue: "Sostenere la produzione cinematografica, audiovisiva e libraria in funzione dello sviluppo del territorio".

PRESIDENTE

La proponente accetta la riformulazione.
Metto in votazione l'emendamento n. A0096 come riformulato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0302, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 124, riga 4, aggiuntivo, che prevede:
A pag. 124, Missione 05, Programma 05.02 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale", alla riga 4 della pagina, dopo le parole "sostenendone lo sviluppo per quanto riguarda l'erogazione dei servizi, in primis quello di prestito interbibliotecario." aggiungere le parole: "Si procederà inoltre all'individuazione degli ambiti ottimali dei sistemi bibliotecari, a partire da una base almeno provinciale e favorendo aggregazioni interprovinciali. Si ricercheranno sinergie con altri settori regionali per assicurare l'aggiornamento del personale bibliotecario, soprattutto in campo digitale, al fine di promuovere le biblioteche anche come palestre informatiche.".
Metto in votazione l'emendamento n. A0302, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0303, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 124, riga 8, aggiuntivo, che prevede:
A pag. 124, Missione 05, Programma 05.02 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale", alla riga 8 della pagina, dopo le parole "3 - Sostenere la produzione" aggiungere le parole: "dello spettacolo dal vivo,".
Metto in votazione l'emendamento n. A0303, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0304, presentato dalla consigliera Ostanel, pagina 124, riga 9, aggiuntivo, che prevede:
A pag. 124, Missione 05, Programma 05.02 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale", alla riga 9 della pagina, dopo le parole "3 - Sostenere la produzione cinematografica e audiovisiva in funzione dello sviluppo del territorio." aggiungere un ulteriore risultato atteso con le parole "3bis - Sostenere le sale cinematografiche favorendo l'incremento della domanda.".
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Questo è l'ultimo emendamento della serata...

PRESIDENTE

Non è l'ultimo.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

L'ultimo emendamento del fascicolo.

PRESIDENTE

Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

So che su questo emendamento è stato espresso un parere negativo, tuttavia ci tengo a lasciare a verbale che è stato dato un parere negativo su una delle emergenze culturali di questo momento storico: il tema delle sale cinematografiche. Semplicemente chiedevo di inserire l'impegno politico di favorire l'incremento della domanda, quindi nemmeno di finanziare le sale, ma di lavorare sull'incremento della domanda, cosa che in qualche modo su alcuni progetti specifici la Regione fa. Mi chiedo, pertanto, la ragione di un parere negativo su un tema che ormai impatta tanto sulla cultura in questa regione.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Vorrei semplicemente aggiungere, in sostegno a questo emendamento, che purtroppo c'è stato un grave errore durante quest'anno nelle misure per cercare di incentivare il ritorno nelle sale cinematografiche. Infatti, purtroppo molte sale cinematografiche sono rimaste escluse.
È stata incentivata la possibilità di entrare gratuitamente all'interno delle sale cinematografiche dei territori, però soltanto alcune sale che aderiscono a determinati circuiti. Molte aree rurali, dunque, sono rimaste escluse. Ad esempio la mia, Lonigo, non è stata inclusa all'interno della misura e l'incentivo sicuramente ha creato una sorta di trattamento di cittadini o di sale di serie A e cittadini o sale di serie B, che non sono stati aiutati, invece, in questa operazione di ritorno all'interno delle sale. Quindi, sia i giovani di quei territori, sia gli imprenditori sono rimasti purtroppo esclusi.
Eppure sono zone rurali che dovrebbero essere assolutamente valorizzate e per nulla dimenticate.

PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento n. A0304. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Abbiamo tre emendamenti accantonati.
Emendamento n. A0116, pagina 12, presentato dai consiglieri Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Zottis, pagina 89, modificativo, che prevede:
A pagina 89 prima del punto "Il quadro delle risorse" aggiungere il seguente punto:
"PATTO PER IL VENETO DEL 2030
L'idea di un "Patto per i/ Veneto del 2030" nasce in linea con l'orizzonte e gli obiettivi fissati dall'Agenda delle Nazioni unite e dell'Unione europea: le risorse straordinarie generate dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, in termini di investimenti pubblici e privati, sono un'occasione unica di rilancio e di sviluppo della nostra Regione, sulla base di una progettazione condivisa con le istituzioni e le rappresentanze economiche e sociali.
Il cuore di questo Patto dovrà essere costituito dagli assi portanti di Next Generation EU con obiettivi tangibili e misurabili, a partire dal raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050 e dall'impiego al 100% di energie rinnovabili entro il 2035.
Il "Patto per il Veneto del 2030" dovrà coinvolgere gli enti locali, i sindacati, le associazioni di categoria delle imprese e delle professioni, i quattro atenei regionali, l'Ufficio scolastico regionale, le associazioni ambientaliste, le realtà del Terzo settore e del volontariato, le Camere di commercio e le banche."
Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Velocemente, Presidente.
Questo è un emendamento che abbiamo proposto anche l'anno scorso. Lo presento perché è un po' il ragionamento che avevo provato a portare avanti in correlazione. Si poteva chiamare in tanti modi, noi l'avevamo chiamato "Patto per il Veneto del 2030". Si tratta del fatto che nel bilancio, nel DEFR sarebbe necessario intravedere quella prospettiva di sviluppo. Qual è l'idea della Regione e come la Giunta la vuole portare avanti. Qui, in particolare, noi pensavamo a un modello che prevedesse il coinvolgimento delle categorie economiche, delle università, del sindacato, di tutto il mondo della rappresentanza e che questo Patto, con dei punti molto chiari dove la Regione Veneto vuole arrivare, vuole andare, potesse essere inserito nel DEFR.
Ripeto, il tema non è come lo chiamiamo, ma l'idea che ci sia un tavolo, un luogo dove la Regione discute con tutti, e l'Assessore altre volte ha risposto che c'è il tavolo di partenariato, ma non era questo il senso. Il senso è che da questo tavolo, da questa discussione ci sia anche un impegno preciso, un'idea precisa di quale sia la direzione che la Regione vuole prendere. Già l'anno scorso è stato bocciato, immagino che quest'anno non avrà sorte migliore. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0116. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Chiudiamo qui la seduta.
Domani alle ore 10.00 la Prima Commissione si ritrova in Sala del Leone per l'esame degli altri emendamenti.
Buonanotte.
La Seduta termina alle ore 23.48
 
 
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN
 
 
Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 80
MARTEDì 6 DICEMBRE 2022


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
 
INDICE

Processo verbale della 80a seduta pubblica – martedì 6 dicembre 2022
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 64 del 25 ottobre 2022.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 17985 del 1° dicembre 2022.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.30, comunica il rinvio dell'inizio dei lavori alle ore 10.45.

La seduta inizia alle ore 10.51.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della seduta pubblica n. 77 di martedì 15 novembre 2022 e della seduta pubblica n. 78 di martedì 22 novembre 2022.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e la consigliera Vianello; inoltre, due consiglieri partecipano alla seduta da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 283 del 29.07.2022
presentata dalla consigliera Baldin
"Inceneritore di Fusina, consumo idrico e siccità, la Regione intende intervenire?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

n. 158 del 23.06.2021
presentata dai consiglieri Venturini e Bozza
"La Regione intende definire un urgente cronoprogramma per l'attivazione dei percorsi di riabilitazione dei pazienti long covid in strutture termali idonee?"

Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


n. 215 del 09.06.2022
presentata dai consiglieri Zottis, Bigon, Possamai Giacomo, Camani, Montanariello e Zanoni
"Quali sono i dati reali delle liste d'attesa della Regione Veneto?"

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 232 dell'11.07.2022
presentata dalla consigliera Guarda
"Bollicine e conclamato stato di crisi idrica: sono previsti interventi di regolazione?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 234 del 14.07.2022
presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon
"Perché l'anagrafe canina continua a non essere accessibile alle Guardie zoofile delle associazioni protezionistiche del Veneto?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 239 del 08.08.2022
presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon
"Autobotti prelevano acqua dal fiume Soligo per irrigare i vigneti: la Giunta regionale ne è a conoscenza?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punti 6) all'ordine del giorno

Adozione del documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2023-2025. Articolo 36 e paragrafi 4.1 e 6 dell'allegato 4/1 del decreto legislativo n. 118/2011; articolo 7 e sezione III della legge regionale n. 35/2001 . (Proposta di deliberazione amministrativa n. 45) APPROVATA (Deliberazione n. 163/2022)


Intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente), che per conto della Prima commissione consiliare svolge la relazione di maggioranza unificata per le proposte di deliberazione amministrativa nn. 45 e 54, e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che per conto della Prima commissione consiliare svolge la relazione di minoranza unificata per le proposte di deliberazione amministrativa nn. 45 e 54.

In discussione generale intervengono le consigliere Guarda (Europa Verde), Baldin (Movimento 5 Stelle), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Durante l'intervento della consigliera Baldin assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

La seduta è sospesa alle ore 13.10.

La seduta riprende alle ore 14.54.

Assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Camani (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

In sede replica interviene l'assessore Calzavara per conto della Giunta regionale.

Durante l'intervento dell'assessore Calzavara assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco e successivamente assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In dichiarazione di voto finale intervengono le consigliere Guarda (Europa Verde), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Camani (Partito Democratico Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 17.42.

La seduta riprende alle ore 17.43.

La consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) interviene per fatto personale.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa n. 45.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 7) all'ordine del giorno

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2023-2025. Articolo 36 e paragrafi 4.1 e 6 dell'Allegato 4/1 del decreto legislativo n. 118/2011; articolo 7 e sezione III della legge regionale n. 35/2001 . (Proposta di deliberazione amministrativa n. 54) INIZIO  [RESOCONTO]


Le relazioni di maggioranza e di minoranza sono state svolte al precedente punto 6) all'ordine del giorno.

In discussione generale intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Guarda (Europa Verde), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Baldin assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis e successivamente assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

In sede replica interviene l'assessore Calzavara per conto della Giunta regionale.

Il PRESIDENTE assegna venti minuti di tempo per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti presentati dalla Giunta regionale e sospende la seduta per permettere all'Ufficio di Presidenza della Prima Commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 19.43.

La seduta riprende alle ore 21.17.

Si passa all'esame degli emendamenti.

L'emendamento n. A1, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A339 , della Giunta regionale, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A285 , illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A83, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A84 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A85, A86 e A87 , illustrati dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Il PRESIDENTE dichiara accantonato l'emendamento n. A116.

L'emendamento n. A340 , della Giunta regionale, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A137 ,illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A138 ,illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara accantonato l'emendamento n. A117.

L'emendamento n. A139 , illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A140 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e Villanova (Zaia Presidente).

L'emendamento n. A140, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A286, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Gli emendamenti nn. A141 e A142 , posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Il PRESIDENTE dichiara accantonato l'emendamento n. A118.

Gli emendamenti nn. A88 e A89 ,illustrati dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

Gli emendamenti nn. A287 e A288 ,illustrati dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. A289, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A290 , illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A172, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A2, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A291, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A3, A4 e A5 ,illustrati dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. A6.

L'emendamento n. A7, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A90, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A8, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A9 e A10 ,posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

La consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) ritira l'emendamento n. A143.

L'emendamento n. A91 , illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A292, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A144, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A92, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A12, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A93, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A13, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A14 e A15 ,illustrati dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. A293, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A16, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A17, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A145 intervengono le consigliere Camani (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra anche il successivo emendamento n. A294.

Gli emendamenti nn. A145 e A294 ,posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. A18, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A19, A20 e A21 ,posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. A94, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A175, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A295, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A146 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A22, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A296, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A23, illustrato dalla consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A24, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A147, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A25, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A26, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A176, illustrato dalla consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A148, A173 e A121 ,posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. A95, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A119, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. A297 intervengono l'assessora Donazzan, che propone una modifica, i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che non accoglie la proposta di modifica, Camani (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Guarda (Europa Verde), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Baldin (Movimento 5 Stelle).

L'emendamento n. A297, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A27, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A120, illustrato dal consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A28, A122, A29 e A30 ,posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. A298, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. A299 e A31 ,posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. A300, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A32 intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), che lo illustra, e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A32, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A301, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A33, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A96 intervengono la consigliera Guarda (Europa Verde) che lo illustra, l'assessore Corazzari che propone una riformulazione dell'emendamento e la consigliera Guarda (Europa Verde) che accoglie la modifica.

L'emendamento n. A96, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.

L'emendamento n. A302, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A303, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. A304 intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra e Guarda (Europa Verde).

L'emendamento n. A304, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A116, precedentemente accantonato, illustrato dal consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato domani mercoledì 7 dicembre 2022 alle ore 10.30.

La seduta termina alle ore 23.48.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PAVANETTO Lucas
BORON Fabrizio
PICCININI Tomas
BOZZA Alberto
POLATO Daniele
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Giacomo
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHETTO Milena
RAZZOLINI Tommaso
CENTENARO Giulio
RIGO Filippo
CESTARI Laura
RIZZOTTO Silvia
CESTARO Silvia
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca
LORENZONI Arturo
 
   
   
   
LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Erika BALDIN
 
   
   
 
IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI
   
   
   

N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Alessandro Vian e Paola Lombardo