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Seduta del consiglio regionale del 24/01/2023 n. 87
Martedì, 24 gennaio 2023
SOMMARIO
- APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
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- COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
- INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
- RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
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- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 288 del 25 agosto 2022 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "MEDICI DI FAMIGLIA A VENEZIA CENTRO STORICO, SESTIERE DI CASTELLO, QUALI AZIONI CONCRETE PER RISOLVERE LA CARENZA IN VIA DEFINITIVA?"
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Ass.re Cristiano CORAZZARI
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 306 del 19 ottobre 2022 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "19 OTTOBRE 2022, CORRIERE DI VERONA: "'NDRANGHETA E FATTURE FALSE NELL'INCHIESTA LE OMBRE SUI LAVORI DELLA FONDAZIONE ARENA". LA REGIONE, ENTE SOCIO DELLA FONDAZIONE, COME INTENDE INTERVENIRE?
- Ass.re Cristiano CORAZZARI
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO
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- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta scritta n. 202 del 19 maggio 2022 presentata dai consiglieri Zottis, Possamai Giacomo, Bigon, Camani e Zanoni relativa a "LA GIUNTA REGIONALE HA DELIBERATO LE PROCEDURE PER L'ESENZIONE DEL PAGAMENTO DEL BOLLO AUTO DEGLI AUTOVEICOLI ADIBITI AL TRASPORTO DI MINORI TRAPIANTATI?"
- Interrogazione a risposta scritta n. 253 del 20 ottobre 2022 presentata dalle consigliere Zottis e Bigon relativa a "ESENZIONE DAL PAGAMENTO DEL BOLLO AUTO DEGLI AUTOVEICOLI ADIBITI AL TRASPORTO DI MINORI TRAPIANTATI. DOPO QUASI UN ANNO DI ATTESA LE PROCEDURE NON SONO STATE ANCORA DEFINITE. LA GIUNTA REGIONALE INTENDE FINALMENTE PROVVEDERE?"
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.re Cristiano CORAZZARI
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI FINCO BARBISAN, BET, CESTARO, FAVERO, MAINO, SANDONÀ, BORON, DOLFIN, GEROLIMETTO, PAN, VIANELLO, CENTENARO E CECCHETTO RELATIVA A "AUTONOMIA: IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA SI IMPEGNI AD APPROVARE IL DISEGNO DI LEGGE SULL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA". (RISOLUZIONE N. 73) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 11/2023)
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- PRESIDENTE
- Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
- Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI RIGO, CECCHETTO, DOLFIN E FINCO RELATIVA A "MODIFICA DELLA LEGGE REGIONALE 7 FEBBRAIO 2014, n. 6 "DISPOSIZIONI PER LA QUALIFICAZIONE DELLE IMPRESE CHE SVOLGONO ATTIVITÀ AGROMECCANICA"". (PROGETTO DI LEGGE N. 146) APPROVATA (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 2/2023)
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- PRESIDENTE
- Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)
- PRESIDENTE
- Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "AGROMECCANICA VUOL DIRE ANCHE TRASPORTO, LA FINE DELLO SCONTO SULLE ACCISE SI RIPERCUOTE ANCHE SUI CONSUMATORI VENETI, LA REGIONE INTERVENGA". RESPINTO
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- PROPOSTA DI LEGGE STATALE DA TRASMETTERE AL PARLAMENTO NAZIONALE, AI SENSI DELL'ARTICOLO 121 DELLA COSTITUZIONE DAL TITOLO: "MODIFICHE AL DECRETO LEGISLATIVO 30 APRILE 1992, N. 285 "NUOVO CODICE DELLA STRADA"" D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO. (PROGETTO DI LEGGE STATALE N. 20) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 12/2023)
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- PRESIDENTE
- Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
- PRESIDENTE
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.30, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.50.
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.58
PRESIDENTE
Colleghi, buongiorno.
Diamo inizio alla 87a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 823 del 19 gennaio 2023.
Colleghi, accedete a Concilium e confermate la vostra presenza.
PUNTO
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APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 81a Seduta pubblica del 7 dicembre 2022, della 82a Seduta pubblica del 13 dicembre 2022, della 83a Seduta pubblica del 14 dicembre 2022, della 84a Seduta pubblica del 15 dicembre 2022 e della 85a Seduta pubblica del 10 gennaio 2023.
COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Luca ZAIA
Marzio FAVERO
Daniele POLATO
I congedi sono concessi.
Una Consigliera partecipa alla seduta da remoto perché sottoposta a misure di quarantena.
PUNTO
3 |
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INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4 |
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RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
PRESIDENTE
Passiamo alle interrogazioni a risposta immediata.
Cominciamo con la IRI n. 288 della collega Baldin.
Interrogazione a risposta immediata n. 288 del 25 agosto 2022 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "MEDICI DI FAMIGLIA A VENEZIA CENTRO STORICO, SESTIERE DI CASTELLO, QUALI AZIONI CONCRETE PER RISOLVERE LA CARENZA IN VIA DEFINITIVA?"
Prego, consigliera Baldin.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Colgo l'occasione per fare il quadro della situazione del medico di base a Venezia. Nel Sestiere più importante e più popoloso, e anche popolato da tanti anziani, anche con difficoltà motorie, era venuto meno il medico di famiglia, che era andato in pensione, ed era stato sostituito da un altro medico di Cannaregio, ma soltanto per due volte a settimana. Parliamo di qualche tempo fa. Era una soluzione temporanea.
Questo, appunto, pone il problema dell'avvicendamento, che è largamente prevedibile quando un medico è in dirittura d'arrivo per quanto riguarda il pensionamento. Quindi, la domanda che volevo porre alla Giunta, all'assessore Lanzarin, chiedeva quali iniziative intendesse prendere relativamente all'avvicendamento dei medici di base in zone come quelle di Venezia e isole che sono più in difficoltà rispetto ad altre, tenendo presente che, proprio a fronte di queste condizioni di difficoltà, di scarsa comodità, diciamo così, anche relativamente ai servizi, la città di Venezia centro storico ha continuato a perdere abitanti negli ultimi anni, arrivando alla soglia di 50.000 unità. Questa era la domanda.
Spero non succedano più casi come questo di Castello, che ha comportato anche una manifestazione molto partecipata da parte di comitati, associazioni e tanti cittadini.
PRESIDENTE
Grazie.
Per l'assessore Lanzarin risponde l'assessore Corazzari.
Prego, Assessore.
Ass.re Cristiano CORAZZARI
Grazie, Presidente.
L'Azienda ULSS 3 Serenissima, contattata per le verifiche del caso, ha rappresentato che in data 26.06.2022 il medico attivo nel Sestiere Castello a Venezia ha comunicato nei termini previsti le proprie dimissioni volontarie a far data dal primo settembre 2022, non dovute a pensionamento. A partire dal primo settembre 2022 l'Azienda ha conferito incarico provvisorio a dato professionista attivo in ambulatorio in Sestiere Castello e, a partire dal 14.11.2022, nel Sestiere Castello si è insediato un nuovo medico con l'incarico provvisorio e con un massimale di 1.500 assistiti, cosicché la criticità è stata risolta.
La Regione del Veneto, in attesa di un auspicato intervento risolutore a livello statale del problema delle carenze dei medici di assistenza primaria, considerati i vincoli normativi esistenti e che detta problematica riguarda l'intero territorio nazionale, ha approntato nel frattempo alcune misure contingenti per assicurare la copertura assistenziale primaria territoriale, ovvero la previsione sino al 31.12.2022 della possibilità per i medici di assistenza primaria di poter innalzare su base volontaria il massimale di assistiti a 1.800; scelte negli ambiti territoriali ove persistano zone carenti e sino all'individuazione dell'avente diritto alla copertura nell'ambito assistenziale stesso, con riconoscimento di un contributo economico ai medici resisi disponibili ulteriore rispetto a quanto previsto dalla medicina generale... Ci sono una serie di sigle che io non conosco, francamente, Presidente; non vorrei cadere in equivoci e quindi rimando alla lettura.
Inoltre, l'incremento del massimale di scelte degli incarichi temporanei degli assegnati ai medici in formazione specifica in azienda socio-sanitaria fino ad un massimo di 1.000 assistiti per un primo anno e 1.200 assistiti per gli anni successivi e il riconoscimento della possibilità di computare quali attività pratiche nel corso dell'incarico di assistenza primaria svolte dai citati medici; l'ampliamento progressivo degli ultimi anni del numero degli studenti ammessi al corso di formazione specifica di medicina generale, con relativo sforzo organizzativo ed economico, al fine di incrementare al massimo il numero di professionisti cui poter assegnare le carenze in essere.
Infine, si è recentemente conclusa la procedura annuale, per la medicina generale, per l'attribuzione degli incarichi vacanti di assistenza primaria individuati dalle aziende ULSS, gestita tramite Azienda Zero, con l'assegnazione del 46% degli ambiti territoriali carenti.
Per parte regionale, pertanto, sono state messe in atto tutte le azioni di competenza volte a garantire in maniera tempestiva l'assistenza primaria territoriale ai cittadini, compresi quelli residenti a Venezia centro storico, compatibilmente con i vincoli imposti dalla normativa nazionale e in attesa del recepimento, a livello centrale, delle numerose proposte di tipo operativo avanzate da tempo dalle Regioni.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Baldin, per la replica.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Assessore.
Non metto in dubbio che siano state poste in essere tutte le azioni che competono a questa Regione, però è anche vero che, prima di arrivare a una carenza oggettiva e quindi a mettere in difficoltà delle persone, dei pazienti, dei residenti in una città difficile, complicata e che, dal punto di vista logistico, richiederebbe una maggiore comodità rispetto a chi risiede in zone distanti e non collegate con i centri, chiedo che venga data un'attenzione maggiore e che non si arrivi alla carenza di un medico, sostituito per sole due volte a settimana, quando era prevedibile il suo pensionamento e quindi c'era anche il tempo per evitare questo fastidio legato all'assenza del medico tutte le giornate, cosa che poi si è risolta, però, ripeto, con un ritardo che ha sicuramente comportato delle problematiche per i cittadini residenti a Venezia.
PRESIDENTE
Grazie.
Passiamo alla IRI n. 306, ancora della collega Baldin, del 19 ottobre 2022.
Interrogazione a risposta immediata n. 306 del 19 ottobre 2022 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "19 OTTOBRE 2022, CORRIERE DI VERONA: "'NDRANGHETA E FATTURE FALSE NELL'INCHIESTA LE OMBRE SUI LAVORI DELLA FONDAZIONE ARENA". LA REGIONE, ENTE SOCIO DELLA FONDAZIONE, COME INTENDE INTERVENIRE?
Prego, collega Baldin.
Bene. Assessore Corazzari, per la risposta alla IRI n. 306.
Ass.re Cristiano CORAZZARI
Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione in oggetto si precisa quanto segue.
Con nota del 7 novembre 2022, seguita da un sollecito, la competente Direzione Beni, attività culturali e sport ha formalmente richiesto alla sovrintendente della Fondazione Arena di Verona nonché al rappresentante regionale in seno al Consiglio di indirizzo della medesima, una relazione in merito a quanto riferito dall'articolo del "Corriere di Verona" del 19 ottobre 2022.
La sovrintendente, con nota del 28 dicembre 2022, ha formalmente rappresentato che, ad oggi, la sola informazione pervenuta alla Fondazione circa fatturazioni è la stessa riferita dalla consigliera Baldin nella sua interrogazione, vale a dire plurimi articoli di stampa nei quali è stata fatta menzione di un'indagine della DIA avente ad oggetto la possibilità che la Fondazione fosse stata vittima di false fatturazioni ad opera di un soggetto ipoteticamente legato ad organizzazioni criminali.
Ribadisce la sovrintendente che, fino a questo momento, la Fondazione non è stata notiziata del procedimento di cui alle cronache, che la vedrebbe eventualmente in ogni caso come parte offesa.
È stato altresì riferito alla Sovrintendenza che gli organi di controllo della Fondazione hanno comunque già richiesto ai funzionari della medesima ogni necessaria delucidazione e che la sovrintendente stessa si riserva di incaricare una primaria società di revisione per un completo esame della questione, dei cui risultati sarà data contezza alla Regione, la quale intende proseguire con la Fondazione l'interlocuzione nel merito per eventuali e ulteriori approfondimenti o chiarimenti.
PRESIDENTE
Collega Baldin, prego.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Assessore.
Chiaramente è un caso che desta preoccupazione e stupore anche per la tipologia di reati che vengono citati dalla stampa.
È strano che la sovrintendente dica che non ne sanno nulla, che non è stato notificato nulla. Quindi, è necessario approfondire maggiormente e chiedere tutte le delucidazioni del caso. Credo che anche in questo caso il nostro lavoro da Consiglieri di opposizione sia servito anche per accelerare questo processo, questa relazione che magari è stata chiesta in seguito dalla competente Direzione regionale alla Fondazione. Speriamo che ci siano tutti gli opportuni approfondimenti e che si arrivi a una soluzione. Noi rimaniamo chiaramente fiduciosi nel lavoro della magistratura e attendiamo l'esito delle indagini, che magari porteranno anche da parte della Fondazione e della Regione stessa alla costituzione di parte civile come persona offesa.
PRESIDENTE
Grazie.
PUNTO
5 |
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO
PRESIDENTE
Passiamo alle interrogazioni a risposta scritta.
Cominciamo in particolare con la IRS n. 202, per la quale la risposta è fornita unitamente alla IRS n. 253.
Interrogazione a risposta scritta n. 202 del 19 maggio 2022 presentata dai consiglieri Zottis, Possamai Giacomo, Bigon, Camani e Zanoni relativa a "LA GIUNTA REGIONALE HA DELIBERATO LE PROCEDURE PER L'ESENZIONE DEL PAGAMENTO DEL BOLLO AUTO DEGLI AUTOVEICOLI ADIBITI AL TRASPORTO DI MINORI TRAPIANTATI?"
E
Interrogazione a risposta scritta n. 253 del 20 ottobre 2022 presentata dalle consigliere Zottis e Bigon relativa a "ESENZIONE DAL PAGAMENTO DEL BOLLO AUTO DEGLI AUTOVEICOLI ADIBITI AL TRASPORTO DI MINORI TRAPIANTATI. DOPO QUASI UN ANNO DI ATTESA LE PROCEDURE NON SONO STATE ANCORA DEFINITE. LA GIUNTA REGIONALE INTENDE FINALMENTE PROVVEDERE?"
Collega Zottis, se intende presentarle. Sono entrambe a sua prima firma. Prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Le interrogazioni erano state presentate qualche mese fa in merito a una situazione che faceva riferimento alla finanziaria dell'anno precedente, in cui si era già definita una legge in qualche modo di esonero dal bollo auto per i genitori di minori trapiantati. Questa legge poi non aveva visto alcuna messa in atto da parte della Giunta, cosa che invece è successa con la finanziaria di quest'anno, in cui abbiamo avuto la messa in atto della legge precedente.
Prima le chiedevo quale delle due interrogazioni perché l'altra interrogazione (non questa, ma le discutiamo insieme) non faceva riferimento alla risposta che io vedo scritta, in cui giustamente si dice – e c'era anche una comunicazione ufficiale del presidente Zaia – che abbiamo avviato l'esenzione dai pagamenti del bollo auto degli autoveicoli adibiti al trasporto di minori trapiantati. Però l'interrogazione chiedeva, ad ottobre 2022, "entro quali tempi saranno definite le modalità", perché al comma 6 dell'articolo 2 della legge 35/2021 si diceva che la Giunta avrebbe dovuto definire delle modalità. In caso di rinvio della definizione di suddette modalità, cosa che poi nei fatti c'è stata perché siamo andati ad approvare la finanziaria successiva, si prevedeva di restituire la tassa automobilistica versata nel 2022 alle famiglie di minori trapiantati, che avrebbero potuto avere accesso all'esenzione già da quest'anno.
Ciò che a me quindi interesserebbe conoscere oggi rispetto anche ai quesiti depositati non è tanto quello che poi è stato fatto a fine anno, che lo conosciamo tutti, quanto quello che si poteva fare e non è stato fatto nell'anno precedente. Grazie.
PRESIDENTE
Per la risposta, in sostituzione dell'assessore Lanzarin, risponde l'assessore Corazzari. Prego.
Ass.re Cristiano CORAZZARI
Grazie, Presidente.
La legge regionale n. 35 del 17 dicembre 2021, che dispone l'esenzione dal pagamento della tassa automobilistica regionale per gli autoveicoli di proprietà dei genitori esercenti la responsabilità genitoriale o tutori del minore trapiantato che abbiano la residenza anagrafica in Regione, è stata recentemente novellata con l'articolo 2 della
legge regionale 23 dicembre 2022, n. 30 . In sintesi, la citata legge regionale prevede che siano esentati gli autoveicoli di proprietà dei genitori o di chi esercita la responsabilità genitoriale o del tutore che abbiano la residenza anagrafica in Veneto adibiti al trasporto di dei minori trapiantati, anch'essi residenti in Veneto. L'esenzione è limitata ad un unico autoveicolo per ogni minore.
Per i trapianti di cui si intendono quelli eseguiti a scopo terapeutico, esclusivamente del cuore, del polmone (singolo, parziale o doppio), del fegato (intero o parziale), del rene (singolo o doppio), del pancreas, delle insule pancreatiche, dell'intestino, delle cellule staminali emopoietiche, sia in tipologia autologa che allogenica, i trapianti si intendono sia in tipologia singola che combinata ed eseguiti anche al di fuori del Veneto, siano inclusi nell'esenzione anche gli autoveicoli acquisiti da soggetti di cui al comma 1, a titolo di usufrutto di patto di riservato dominio di locazione finanziaria e di locazione a lungo termine senza conducente. Vengono disposti al comma 3 i termini per la decorrenza dell'esenzione dal 1° gennaio dell'anno successivo alla data di comunicazione e la stessa permane per gli anni successivi sino al compimento del diciottesimo anno di età del minore trapiantato e per la sua cessazione.
Come previsto dalla
legge regionale n. 35/2021 , con deliberazione approvata nella seduta del 18 gennaio 2023, la Giunta regionale ha provveduto ad impartire le disposizioni per l'esenzione del pagamento della tassa automobilistica regionale per gli autoveicoli adibiti al trasporto dei minori trapiantati, incaricando Azienda Zero, quale ente afferente all'ambito sanitario, di procedere all'attuazione delle disposizioni medesime.
PRESIDENTE
Grazie.
Per la replica, collega Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
L'avevo anticipata, perché avevo letto la risposta, già nella fase di spiegazione dell'interrogazione. Posso ritenermi del tutto insoddisfatta in quanto ai miei quesiti non è stata data risposta.
La legge in qualche modo l'ho portata avanti anch'io, perché è da un anno che ci lavoriamo e quindi ne conosco i dettagli, ma credo che li conosca chiunque poi voti qui dentro in Aula e vada a leggersi i testi di legge approvati.
A me interessava capire (e non l'ho capito) cosa si farà, invece, di quello che noi avevamo deliberato dentro quest'Aula, quindi votato dentro quest'Aula in modo trasversale e che in qualche modo non si è riusciti a mettere in atto.
Bene per l'anno venturo, benissimo. Credo ci sia enorme soddisfazione di chi stava aspettando giustamente con ansia questo tipo di esenzione. Male per l'anno 2022. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Abbiamo terminato con le risposte alle interrogazioni che sono pervenute.
RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI FINCO BARBISAN, BET, CESTARO, FAVERO, MAINO, SANDONÀ, BORON, DOLFIN, GEROLIMETTO, PAN, VIANELLO, CENTENARO E CECCHETTO RELATIVA A "AUTONOMIA: IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA SI IMPEGNI AD APPROVARE IL DISEGNO DI LEGGE SULL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA". (RISOLUZIONE N. 73) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 11/2023)
(Prosecuzione della discussione generale della risoluzione in oggetto iniziata nella 86a seduta consiliare di martedì 17 gennaio 2023)
PRESIDENTE
Riprendiamo la seduta da dove ci eravamo lasciati martedì scorso. In particolare siamo sulla risoluzione n. 73 del collega Finco ed altri.
Collega Finco, prego.
Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Aggiungo ben poco rispetto a quello che ho detto già la settimana scorsa, anche perché non vorrei ripetermi. Questa è una risoluzione che ho voluto presentare appena dopo la caduta del Governo Draghi e prima dell'insediamento anche del nuovo Governo attraverso nuove elezioni. Visto che il nostro territorio, la Regione del Veneto soprattutto, da quando abbiamo deciso di intraprendere il percorso dell'autonomia è diventato un terreno dove tutti i partiti, tutti i leader di partito vengono in Veneto a parlare di autonomia, ma poi, quando escono dal Veneto, spesso si dimenticano di questa questione che per noi è una questione ormai, possiamo dire, anche vitale, questo era un documento che serviva proprio per stimolare il nuovo Governo a procedere nel dare risposte a questa terra, visto che c'è una Costituzione che consente di chiedere maggiori competenze in materia. Se la Costituzione quindi ha ancora un valore, forse, chi ci rappresenta oggi a Roma, al di là del colore politico, dovrebbe anche dare delle risposte chiare.
I colleghi dell'opposizione hanno sollevato alcune perplessità perché ho modificato il testo. Ovviamente il testo l'ho modificato perché il testo di settembre non era più presentabile, in quanto si chiedeva al primo Consiglio dei Ministri e a oggi, insomma, di Consigli dei Ministri ne hanno fatti diversi. Oltretutto c'è un disegno di legge che è stato depositato dal ministro Calderoli. Ho quindi ritenuto opportuno inserire quello che è successo negli ultimi mesi all'interno della risoluzione. Mi è stato contestato che la risoluzione è stata modificata nel cuore e invece non è cambiata nel cuore, ho cambiato solamente i "considerato che", ma l'impegno nei confronti della Giunta di far da stimolo al Governo non è assolutamente cambiato.
Chiedo quindi solamente che si possa procedere con la votazione. Ricordo anche ai colleghi dell'opposizione che nel corso di questi anni spesso e volentieri abbiamo modificato parti delle mozioni anche dell'opposizione. Forse questo è un tema spinoso che magari qualcuno vuole utilizzare anche per fare caciara in Aula. Il Presidente del Consiglio ha deciso di lasciare una settimana di tempo ai colleghi dell'opposizione proprio per guardarsi il testo. Penso che abbiano avuto tutto il tempo e quindi chiedo di poter procedere con la votazione.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Possamai, prego.
Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)
Presidente, grazie.
Parto da quello che ha detto il vicepresidente Finco. La settimana scorsa la questione è stata la seguente. Noi abbiamo chiesto che ci sia un'interpretazione omogenea su quello che si può fare e non si può fare su risoluzioni, mozioni, cioè sulle modifiche che si possono fare su risoluzioni e mozioni. Di fronte alle rassicurazioni da parte della maggioranza che è un caso particolare e quindi dando in questo caso una settimana di tempo in più per poter guardare ed esaminare il testo abbiamo detto: "Va bene, fra una settimana ne discutiamo". Resta saldo per noi il principio che risoluzioni e mozioni devono mantenere lo spirito di quando sono state depositate. Ci è stato detto che è un'eccezione. Se è un'eccezione va bene, ma non può essere la prassi.
Perché lo dico? Perché in realtà, alla luce di quello che ci ha detto la settimana scorsa il consigliere Finco, lui ha fatto una cosa pienamente legittima depositando un testo modificato qualche giorno prima. A nostro avviso però è un testo che cambia in maniera radicale il contenuto, perché questa risoluzione faceva un'operazione politica pienamente legittima in campagna elettorale e cioè, fuor di metafora, il Segretario della Lega Salvini stava dicendo alla candidata presidente Giorgia Meloni – in quel momento erano tutti candidati Presidenti – ma comunque alla leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: "Carissima, noi chiediamo garanzie vere sul tema dell'autonomia e quindi chiediamo che sia il primo punto all'ordine del giorno del primo Consiglio dei Ministri del nuovo Governo", nel caso in cui il centrodestra avesse vinto. Il centrodestra ha poi vinto: come tutti sappiamo, non è stato punto né nel primo ordine del giorno la discussione sull'autonomia. C'è un percorso di cui ha parlato il vicepresidente Finco che è in itinere e su cui si sta discutendo. Al momento il ministro Calderoli ha inviato, come ha reso noto alla Presidente del Consiglio, questa bozza su cui si sta discutendo, ma non è assolutamente accaduto quanto era stato detto in campagna elettorale.
Ripeto, l'operazione era all'epoca pienamente legittima. Oggi la mozione diventa una cosa diversa, cioè diventa da un lato il riconoscimento del percorso in atto sulla bozza di Calderoli e, dall'altro, un'esortazione al Governo ad approvare la riforma sull'autonomia. Questo è il punto per quanto ci riguarda.
Detto questo, e quindi registrato il fatto che si è stati evidentemente costretti a modificare la risoluzione in maniera radicale perché nel frattempo non sono intervenute le cose che si erano dette in campagna elettorale, ma l'iter è avviato e vediamo se in tempi più lunghi la stessa cosa accade, il punto cruciale per noi, come sapete, è sull'approccio su questa vicenda. Posto che tutti noi, l'abbiamo detto in quest'Aula, lo diciamo in tutti i contesti, pensiamo che sia necessario il percorso costituzionale di cui parlava il presentatore della risoluzione e quindi la devoluzione di materie alle Regioni, in questo caso alla Regione Veneto, dal nostro punto di vista la questione centrale è l'approccio sul tema. Noi restiamo convinti che la chiave per portare a casa l'autonomia, in tempi non eterni, non biblici, sia quella di avere ben chiare quali sono le materie sulle quali vogliamo concentrarci.
Noi abbiamo detto – lo sapete perché ne abbiamo discusso già in quest'Aula più volte – sette materie a partire dai temi legati al lavoro, all'impresa, alla formazione, perché siamo convinti che, concentrandoci su quelli, si possa fare un grande servizio e avere grandi miglioramenti per i cittadini della nostra Regione. Invece riteniamo che l'approccio delle 23 materie, che è stato portato avanti in questi anni, sia all'origine in larga parte dello stallo che si è verificato.
Aggiungiamo un punto, e cioè che è una delle cose che ha sottolineato lo stesso ministro Calderoli dicendo: "Guardate che se non c'è un approccio graduale, il rischio è che non si arrivi in fondo", nella sua prima intervista, perlomeno sui giornali veneti, da Ministro.
L'altra cosa che segnalo è che sempre il ministro Calderoli, in questo caso non in un'intervista ai giornali veneti ma in un'intervista a un giornale nazionale, ha segnalato, da un lato sul fronte dei LEP e dall'altro sul fronte del residuo fiscale che, se vogliamo, purtroppo dal punto di vista del residuo fiscale, che sicuramente quello che è stato raccontato in questi anni, cioè trattenere le risorse sul territorio diciamo nella modalità trentina e altoatesina, semplicemente non sta in campo come possibilità e quindi si andrà semplicemente a verificare se le Regioni, e io spero e credo che il Veneto sia capace di farlo, sono in grado di gestire meglio le risorse rispetto allo Stato e quindi generare risparmi e, con quei risparmi, gestire meglio in questo caso le competenze che vengono affidate. Chiudo.
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
In merito a questa richiesta, questa proposta – ho ascoltato l'intervento del collega Finco, del proponente – la questione, a mio avviso, è l'approccio con il quale chiediamo l'autonomia e cosa vogliamo chiedere. È evidente che, a differenza di quanto anche poc'anzi detto, non c'è un approccio di richiesta graduale di competenze, ma si chiede subito un numero di materie molto importante. Sicuramente avere maggiori forme di autonomia è importante per la nostra Regione. Ci sono battaglie che durano da moltissimo tempo in questo senso, lecite, che arrivano dalla riforma delle Regioni, dall'istituzione delle Regioni. è un tema quindi verso il quale moltissimi cittadini hanno delle aspettative. Lo si è visto anche con il referendum propositivo. Però, i fatti cosa ci dicono? Ci dicono che in questi anni ci sono stati molti tentativi fatti all'interno di maggioranze diverse, maggioranze ibride, maggioranze di centrosinistra, maggioranze di centrodestra, ma i risultati, dopo quasi duemila giorni da quel voto, sono piuttosto scarsi e insoddisfacenti.
Credo che una valutazione su quello che vogliamo chiedere e sulla quantità di materia vada fatta. Lo sappiamo che per far funzionare un apparato che riesca ad essere efficiente ed efficace in tutte queste materie servono risorse, servono uomini, servono esperienze, servono competenze. Noi non abbiamo, per quanto riguarda l'esperienza, grandi esperienze in merito, ovvero in alcuni settori esiste già in qualche modo un'autonomia di gestione delle risorse finanziarie dedicate, e mi riferisco alla sanità. Nella sanità abbiamo visto che le difficoltà non sono mancate, non sono mancate durante la pandemia, abbiamo dovuto istituire una Commissione d'inchiesta sulla questione Covid, sulla gestione del Covid. Sappiamo che ci sono problemi ormai cronici per quanto riguarda le liste di attesa per le visite specialistiche. Adesso stiamo registrando problemi per quanto riguarda anche le zone carenti dei medici di Medicina generale. Sappiamo che la nostra Regione per quanto riguarda gli indici di borse di studio necessarie alle specializzazioni, e quindi utili a portare nuovi medici di Medicina generale, è ultima in classifica. Non brilliamo quindi sempre di efficacia e di efficienza ancorché le materie siano in qualche misura già di competenza quasi piena da parte della Regione.
Pertanto la preoccupazione è: riusciamo a ingoiare in un sol boccone una serie di competenze come queste? Non è che l'approccio sia un approccio sbagliato e che poi anche sul tavolo delle trattative – che sappiamo passa attraverso Roma, lo sappiamo tutti che passa attraverso il Parlamento – la possibilità di successo più si alza il tiro più diminuisce? Cioè sono, io credo, quesiti, dubbi e domande che ci dobbiamo fare più che ragionevoli perché quello che dico è che se vediamo che una strada percorsa non porta all'obiettivo vuol dire che stiamo sbagliando strada, c'è qualcosa che non va e queste sono considerazioni importanti, a mio avviso.
Non vorrei che insistere verso una strada che non ha portato frutti finora continuerà a far sì che magari anche prossimamente, nella prossima legislatura, in questo Consiglio regionale, vedremo un altro collega – non so se ci sarà ancora Finco – ripresentare un'altra mozione e parlare ancora una volta... Guardate, io sono uno che era qui anche nella scorsa legislatura. Mi viene in mente la canzone "Fiumi di parole"...
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Collega Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Molto brevemente perché sono un po' sorpreso da questa risoluzione, nel senso che nelle scorse settimane in questo Consiglio ci sono state votate contro diverse mozioni e risoluzioni su tematiche ritenute scontate: sul tema dei diritti delle persone, sul tema delle radici antifasciste della nostra Costituzione e così via.
Penso che tema più scontato di questo dell'autonomia non lo so se ci sia, visto che abbiamo fatto un referendum che è stato votato da 2.000.000 di persone nel Veneto e visto che la posizione della Amministrazione di questa Regione mi sembra chiara a livello politico.
Capisco, collega Finco, la richiesta di mettere all'ordine del giorno della prima riunione del Consiglio dei Ministri, che poteva avere un senso per dare un impeto al processo autonomista, ma visto che quell'aspetto è passato e che poi dalla prima riunione il Consiglio dei Ministri si è andati alla fine del 2022 e poi alla fine del 2023, adesso a marzo del 2024, mi chiedo quale sia il senso di ribadire una cosa che appunto più scontata di questa non c'è.
Per cui vi chiedo coerenza. Se non è inutile ribadire tematiche che sono già state affermate, come abbiamo fatto noi, su tematiche che sono importanti dal punto di vista della vita democratica della nostra Regione, assecondate le nostre richieste. Se non è importante, lasciate cadere questa.
PRESIDENTE
Collega Soranzo, prego.
Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti, ai colleghi in Aula.
Desidero iniziare questo intervento che spero possa essere anche una risposta al collega Lorenzoni, che tanto attendeva questo intervento la scorsa settimana. In verità, poi questo intervento oggi in Aula diventa una ripetizione di quello che abbiamo affermato di fronte a tutta la cittadinanza nel vertice regionale tenuto a Padova venerdì scorso con la presenza non solo del Gruppo regionale e anche dell'Assessore regionale veneto di Fratelli d'Italia, ma con la presenza del Ministro e di tutti quelli che sono ed erano i parlamentari in carica.
Oggi però istituzionalmente vogliamo lasciare agli atti, al verbale di questo Consiglio regionale, la posizione di Fratelli d'Italia, sperando che sia anche l'ultima volta che ci sia un qualsiasi dubbio.
Parto da questo. La posizione di Fratelli d'Italia non è una novità: non lo era nel 2020 quando abbiamo sottoscritto questo programma regionale con cui ci siamo presentati in questa coalizione di Governo, anzi, era una condizione fondamentale per la compagine di Governo che si presentava di fronte ai veneti. Non lo è stata e non lo è, perché è presente nel programma che è stato presentato alle ultime elezioni politiche dello scorso anno. Non lo è mai stata neanche di fronte ai cittadini quando Giorgia Meloni è arrivata nuovamente a Mestre, di fronte a una platea, una piazza ricca di migliaia di persone, dove, di fatto, è stato riconfermato l'impegno politico, e non era ancora Presidente del Consiglio. Non è ‒ e non lo è tuttora ‒ in discussione, perché è chiarissima, la posizione di Fratelli d'Italia, anche nei fatti.
Dal programma politico, dalle convinzioni di programma e obiettivi che si vogliono raggiungere, importanti, del Governo Meloni e di Fratelli d'Italia, se dal punto di vista programmatico e politico era chiaro, lo è anche nei fatti. Nei fatti abbiamo trovato una scelta, credo, assolutamente alla prova di qualsiasi ragionamento o dubbio nell'individuazione del ministro Calderoli come il Ministro agli affari regionali che doveva occuparsi dell'autonomia. Una figura più garante del ministro Calderoli non crediamo ci sia. Non avremmo certamente individuato una figura di questo tipo se ci fosse un retropensiero nel desiderio di non raggiungere questo obiettivo. Invece, lo si vuole raggiungere. Anzi, come abbiamo affermato venerdì scorso, ci auguriamo che possa portare anche la firma della presidente Meloni.
Nei fatti lo è anche nella legge finanziaria, con l'articolo 143, che è stata inserita, votata ed è efficace. Il ministro Calderoli, anche qui in Veneto, a Palazzo Balbi, qualche tempo fa, qualche settimana fa, credo prima di Natale, se ricordo bene, ha illustrato l'inserimento di questo articolo, che istituisce la cabina di regia, quindi a livello anche legislativo, una cabina di regia che individua i LEP entro il 31/12/2023. A seguire quella dei LEP, ci sarà l'individuazione del fabbisogno finanziario. La stessa cabina di regia porta dentro di sé la partecipazione del ministro Fitto per l'istituzione di un fondo compensativo che possa andare nella direzione di dare una unità e l'attuazione di una autonomia differenziata che sia un'autonomia che possa valorizzare i punti di forza di tutte le Regioni e non lasciare indietro nessuno. Questo è come noi la pensiamo.
Voglio anche fare un passaggio sul fatto che l'autonomia da sola non è il modello, se è un modello che noi pensiamo assolutamente efficace, avanzato per una riforma dello Stato. Insieme al presidenzialismo, è uno dei due pilastri per una riforma completa di uno Stato, come noi lo pensiamo, capace di essere al passo con i tempi.
Voglio anche dire che il fatto che ci siano, come rimarcato anche dal ministro Urso venerdì, due tempistiche diverse per gli strumenti e per i percorsi legislativi che devono affrontare queste due riforme non significa che, se dovessero essere paragonati a due vagoni su due binari l'autonomia e il presidenzialismo, sarà il vagone più lento a dettare i tempi di quello più veloce e su questo non c'è assolutamente dubbio. L'importante è che a tutti e due i vagoni sia garantito l'arrivo in stazione. Questo è quello che noi pensiamo. Penso di essere stato anche chiaro nella definizione di questo principio e, se l'autonomia è il vagone più veloce e il presidenzialismo dovesse essere quello più lento, non sarà certamente quello più lento a determinare la velocità di quello dell'autonomia.
Concludo nel dire che spero che ci sia un grande lavoro perché le preoccupazioni di qualcuno sostanzialmente – e concludo, mi pare che sono anche fuori tempo – su questo tema siano finalmente chiarite. Siamo al lavoro per raggiungere questo obiettivo. Siamo al lavoro per raggiungere un obiettivo che noi crediamo sia utile a tutta l'Italia, non solo al Veneto, anche se dal Veneto assolutamente è stata proposta e anche sostenuta fin da subito. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Pan, prego.
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Anch'io ho voluto intervenire su questo tema e ringrazio per la risoluzione il vicepresidente Finco. Penso di portare la parola di tutti i colleghi della Liga Veneta, ma non solo, perché il referendum che è stato sancito il 22 ottobre del 2017 è stato molto chiaro. Diciamo che oltre alla Liga Veneta hanno votato comunque i veneti, hanno votato tutti i nostri cittadini dando comunque un chiaro segnale, sia alla Giunta, al presidente Zaia, ma anche e soprattutto a Roma, che l'autonomia è naturalmente uno dei temi, se non il tema principale del nostro popolo.
Cosa dire? Già i Padri Costituenti, nel 1948, se andate a leggere cosa dicevano, avevano già posto nella Costituzione il tema del federalismo, dell'autonomia. Io ho un libretto a casa, che trovate. Comunque, il programma della Democrazia Cristiana quando si presentò alle elezioni del 1948 aveva chiaro questo tema del federalismo e dell'autonomia per la nostra Regione. Purtroppo all'epoca l'autonomia andò a Trento, a Bolzano, al Friuli e ad altre Regioni per vari motivi. Noi non avevamo forse capito o i nostri rappresentanti dell'epoca non avevano capito il tema che profondità aveva. Alcide De Gasperi, che ricordo era Presidente del Consiglio, probabilmente memore di essere stato deputato a Vienna anche, allora per Francesco Giuseppe, impose l'autonomia per i suoi territori in maniera forte.
L'autonomia quindi cosa è? È una maggiore responsabilità degli amministratori, che, naturalmente, governano del proprio territorio dimostrando di esserne capaci e chi non è capace di governare il proprio territorio è giusto che i propri cittadini lo mandino a casa e facciano le loro considerazioni.
È chiaro che noi abbiamo chiesto le 23 materie perché il Veneto, con la propria Giunta, col proprio Presidente è in grado di governare le 23 materie perché non ci sono solo i grandi temi della sanità, i grandi temi dell'ambiente, comunque i grandi temi in queste 23, ma c'è anche la caccia, la scuola. Io faccio sempre l'esempio della scuola perché – e vedo il professor Lorenzoni, ma anch'io ho insegnato a scuola tanti anni – avere qui gli insegnanti stabili nelle scuole, soprattutto elementari, medie e superiori, significa essere autonomi nel fare delle graduatorie in cui chi viene anche da altre Regioni (lo sappiamo che la gran parte delle insegnanti vengono da altre Regioni, soprattutto dal Meridione) debba stare qui stabile 5-10 anni, come fanno i Carabinieri quando prendono servizio nelle nostre Regioni. Questa è una responsabilità che dobbiamo prenderci.
Dico alle Regioni del Sud che stanno raccogliendo adesso firme contro l'autonomia perché "l'autonomia è dei ricchi", perché gli portiamo via i soldi, gli portiamo via le risorse, gli portiamo via chissà che: ma quante risorse sono andate nel Meridione dalla Cassa del Mezzogiorno fino ad arrivare ai tempi nostri, al reddito di cittadinanza? Vogliamo ancora alimentare per anni, decenni, l'assistenzialismo del Meridione o vogliamo liberare il Meridione non solo da Messina Denaro, ma anche da questo assistenzialismo che ha creato classi politiche corrotte, che ha creato immobilismo, che ha creato una società che non sa correre?
Se le locomotive economiche sono al Nord, queste locomotive, come dice il collega Soranzo, devono correre e ci portiamo dietro anche i vagoni vuoti o pieni di tante cose. Però, se questi vagoni non riescono ad agganciarsi e non riescono a cambiare – perché è una questione di mentalità e di cultura – è chiaro che ci sarà questo gap. Quante storture abbiamo avuto, quanti investimenti sbagliati nel Meridione? Come si fa a fare un'acciaieria come l'ILVA a Taranto visto che le grandi industrie metalmeccaniche sono tutte al Nord? Queste sono state scelte purtroppo sbagliate. Il Meridione, se lo visitiamo, comprende regioni ricche di storia e cultura, che dovrebbero puntare sul turismo, sulla sostenibilità ambientale, su tante cose. È chiaro che, a volte, queste scelte hanno comportato, invece, delle catastrofi, anche ambientali.
Autonomia significa responsabilità di tutti. Soprattutto, riformiamo questo Paese, che ha bisogno di essere riformato da decenni. Solo con il federalismo riusciamo a creare uno Stato democratico e moderno. Basta guardare gli esempi in giro per il mondo e anche vicino a noi (Svizzera, Germania, Stati Uniti).
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Venturini, prego.
Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)
Grazie, Presidente.
Nella seduta di approvazione del bilancio avevo sottolineato il fatto che qualche volta mi si manifesta un po' di sfiducia nel fatto di portare avanti l'istanza autonomistica perché non si vedono particolari risposte. Già in occasione di quella seduta ‒ cosa che ripeto anche oggi ‒ dissi che non bisogna demordere. Quando si crede in qualcosa, in valori e in ideali, o si crede o non si crede. Bisogna essere coerenti e andare avanti, se veramente crediamo nell'autonomia. E Forza Italia su questo crede. Rientra nello stesso simbolo regionale, nella dicitura "Forza Italia per l'autonomia". Forza Italia ha presentato il progetto di legge che, poi, ha portato al referendum sull'autonomia. Per un fatto di coerenza, noi chiediamo ai nostri interlocutori, a livello nazionale, che si vada avanti con questa richiesta che proviene dal territorio veneto.
Come ho ribadito in altre circostanze, non è questione di un partito. È questione del sentire di persone che vivono in un territorio, che hanno una storia, che hanno delle tradizioni e che hanno voglia di darsi un'organizzazione, come la Costituzione prevede. Viene data l'opportunità, attraverso delle organizzazioni differenziate, di darsi forme diverse di autonomia.
Noi avanziamo la richiesta veneta. Altre parti d'Italia rappresenteranno il loro modo di concepire l'Amministrazione pubblica. Su questo noi chiediamo ai nostri rappresentanti, anche a livello nazionale, di fare sintesi, sapendo che esistiamo anche noi e che non vogliamo che vengano riconosciuti trattamenti diversi discriminatori. Semplicemente noi vogliamo che venga data l'opportunità di organizzarsi in base al sentire di un territorio. Noi crediamo di poterci dare un'organizzazione più efficiente, partendo dalla valutazione delle 23 materie, analizzandole una ad una, vedendo la materia, la competenza, le risorse che possono essere assegnate, facendo, quindi, un'analisi approfondita, ma partendo da là, con coerenza.
Noi ci saremo in questo percorso. Diamo il nostro supporto. Si tratta, per noi, di un elemento identitario, come abbiamo più volte ribadito all'interno di quest'Aula.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Per quanto mi riguarda, e ci riguarda, essendo stata consegnata, come si legge anche dalla rassegna stampa di oggi, una nuova bozza di legge al riguardo, questa risoluzione mi sembra che sia superata dai fatti. È il motivo per cui la discussione mi sembra l'ennesima occasione per cercare di affrontare il tema andando a sollevare la questione da un punto di vista mediatico, di priorità, andando a rassicurare anche i propri elettori rispetto all'impegno preso. Oggettivamente, non mi sembra che dia vantaggi particolari, visto il processo che mi sembra che a livello nazionale sia in corso.
Nel frattempo, è evidente che con i continui annunci dell'autonomia che doveva arrivare ad ogni Natale, ad ogni Pasqua o annunciata ad ogni 1° aprile, la sensazione è che ci sia un rimando continuo e che non ci sia, invece, un impegno, viste alcune difficoltà anche di interazione con i vostri rappresentanti politici non veneti e non delle Regioni coinvolte nella richiesta di autonomia.
Infine, suggerirei anche di porre particolare attenzione non soltanto alle materie che vorremmo fare, magari anche pensando a quali progetti politici possono stare dietro a queste materie. In questi cinque anni ‒ ormai quasi sei ‒ di discussione sulla materia dell'autonomia, sul referendum all'epoca, ho chiesto di affrontare (ma non fu mai affrontata), argomento per argomento, materia per materia, quella che poteva essere la definizione di una strategia politica sia da un punto di vista di competenze consiliari che di Giunta, per accordarci anche su quella che sarebbe stata la riorganizzazione di una Regione, che da sola non è in grado, con questi numeri, di affrontare tutto questo carico di materie e di pianificazione. Anche sul tema della pianificazione, sugli argomenti che sono già di completa autonomia della Regione del Veneto qualcosa manca. Prima il Capogruppo della Lega parlava dell'esempio dell'ILVA di Taranto. Mi domando, allora, che cosa facciamo in autonomia per gestire, per esempio, contaminazioni ambientali in agricoltura, dato che è uno dei suoi temi, dei suoi argomenti, che coinvolge ben quattro Province su sette, come la contaminazione da PFAS degli alimenti, che ormai da cinque anni sappiamo che sono a rischio e causano danni da un punto di vista agronomico.
Ancora oggi vediamo il rimpallo di responsabilità tra l'Assessorato alla prevenzione sanitaria, quindi sanità e sociale, e l'Assessorato all'agricoltura, che dice: "Non è compito mio definire le tecniche agricole più opportune per prevenire il danno da un punto di vista economico alle imprese e i limiti da un punto di vista economico alle imprese", non soltanto sanitario.
Ci sono situazioni di autonomia della Regione del Veneto dove, per esempio, viene autorizzato un impianto a biogas a meno di 300 metri di distanza dai centri abitati, nonostante la legge. Per cui, dove abbiamo autonomia e norme che tutelano i cittadini le vogliamo applicare? Dove abbiamo piani che ci dicono che abbiamo un sistema acquifero, per esempio, del basso veronese di estrema qualità nella zona di Sorgà, perché continuiamo a non praticare la nostra autonomia per rivendicare la difesa di quei territori da quelli che sono, invece, progetti che possono danneggiare coltivazioni agricole, come, per esempio, la presenza di una discarica di rifiuti speciali? Cominciamo a pensare che abbiamo delle materie in completa autonomia, tecnica oppure politica, che dobbiamo pianificare adeguatamente senza demandare agli uni e agli altri e senza creare delle situazioni di confusione?
La proposta è definire le nostre strategie, non soltanto fare annunci su nuove possibilità e nuove sollecitazioni. Definire una strategia per gestirle e cominciare a pensare dove, su quelle che abbiamo già in autonomia, intesa come materia della Regione del Veneto, abbiamo delle difficoltà applicative e, invece, dovremmo dedicarci per andare a risolvere problemi, che dopo si trasmettono da un punto di vista economico, sanitario e anche di abbandono o di difficoltà di vita quotidiana, specie nelle zone rurali, specie nelle zone di confine, specie nelle zone dove probabilmente si pensa di aver già fatto a sufficienza approvando progetti di legge che, dopo qualche anno, vengono dimenticati, senza intervenire nell'attività di prevenzione e di garanzia della sicurezza delle nostre produzioni e della nostra vita quotidiana.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Bigon, prego.
Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Negli ultimi anni sentiamo molto spesso la parola "autonomia" o la richiesta di autonomia, soprattutto da parte di questa maggioranza, che chiede sempre risoluzioni, chiede discussioni per quanto riguarda depositi di mozioni oppure altro.
Io vorrei ricordare che da una parte c'è, ovviamente, come è a conoscenza di tutti, un Governo completamente vostro in questo momento e in parte vostro in precedenza. C'è una promessa non mantenuta, di portare al primo Consiglio dei Ministri una proposta sull'autonomia, che non è stata assolutamente rispettata da parte della Lega, e c'è una proposta che supera quello che oggi voi portate, depositata proprio in questi giorni, che dovrebbe essere a vostra conoscenza, di cui, ovviamente, noi dobbiamo guardare il contenuto.
Guardate, io sono convinta che l'autonomia differenziata sia assolutamente da perseguire. È come l'Europa a due velocità: la parte che va più lenta e quella più veloce, dove dobbiamo assolutamente fare in modo che ognuno si integri e che, a seguito delle riforme, che magari in questo momento mancano, si possa attuare l'integrazione richiesta e dovuta.
Nello stesso tempo, da quel referendum che voi ogni volta nelle vostre risoluzioni, nelle vostre mozioni portate avanti sono passati cinque-sei anni. Guardate, è passata un'epoca da allora. Soprattutto per le materie di cui già godete a seguito della costituzione dell'autonomia e della cui gestione già vi occupate. Parliamo della sanità: tutti sappiamo che negli ultimi anni non siamo più considerati l'eccellenza.
Il problema non è non avere soldi o averne. Il problema è spenderli, e spenderli bene. Questa è la differenza tra capacità e incapacità. Questa è la differenza che vedrà una Regione mantenersi. Il Veneto ‒ tutti lo possiamo dire ‒ è ricco. È una Regione tra le più ricche, se non la più ricca, in Italia e in Europa. Per cui, credo che non abbiamo assolutamente una preoccupazione per quanto riguarda l'aspetto economico da amministrare. Certo, poi vediamo, invece, la debolezza di alcune fasce. La vediamo. Negli ultimi anni uno su dieci non si paga più le cure, una famiglia su quattro non riesce a pagare una piccola spesa straordinaria. Abbiamo una grave crisi di denatalità, perché abbiamo gli asili nido più cari rispetto a tutto il resto d'Italia. Abbiamo una grave situazione dovuta all'inquinamento, perché comunque non siamo stati in grado di mantenere un ambiente sano e pulito. Guardate la pianura padana, guardiamo gli investimenti che sono stati fatti, l'occupazione del suolo, che è tra le peggiori ‒ o migliori, dipende dal punto di vista; per me è tra le peggiori; probabilmente per voi è tra le migliori ‒ per quanto riguarda le infrastrutture, l'occupazione, la cementificazione. Guardiamo quanti capannoni vuoti, mi pare 11.000, non riutilizzati; zone industriali completamente abbandonate; 500.000 appartamenti sfitti. Questi sono i numeri.
Da quando è stato fatto quel referendum è passato un mondo. Dobbiamo veramente, con serietà e serenità, individuare la soluzione migliore per il Veneto, in questa fase, e per l'Italia. Altrimenti non credo che saremo in grado di portare avanti le ricchezze non solo nostre, ma che dovrebbero essere le ricchezze di chi in questo momento si trova nella fragilità che qualche anno fa il Veneto non aveva e nelle problematiche che qualche anno fa il Veneto non aveva.
Dopodiché, vi auguro di mettervi d'accordo con il vostro Governo, perché credo che non mantenga quello che ha promesso in campagna elettorale. Grazie.
PRESIDENTE
Collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Ripeto quello che ho detto l'altra volta. Ero già intervenuta su questa mozione, poi avevamo sospeso, con un po' di tensione, il Consiglio dell'altra volta. Lo ridico. In questa mozione non c'è nessun contenuto che mi permetta di dire ‒ uno ‒ per chi vogliamo fare questa riforma sull'autonomia e ‒ due ‒ perché la stiamo facendo. Voi mi direte: no, non è vero, ne discutiamo da tanto tempo, l'abbiamo già fatto, c'è stato un referendum. Vero. A me sembra, però, l'ha detto prima la collega Guarda, che questa risoluzione entri in un dibattito tutto politico. L'intervento del collega Soranzo era abbastanza chiaro in merito: al Governo nazionale non avete la stessa idea su come volete arrivare a questa autonomia differenziata, quindi qui dentro, in Aula, si discute di un qualcosa che state discutendo a livello nazionale. Tra l'altro, ieri ‒ lo si diceva prima ‒ è stata depositata una nuova bozza, quindi in qualche modo i lavori stanno andando avanti.
Mi pongo una domanda, perché in qualche modo penso ‒ l'ho detto l'altra volta ‒ che lavorare nel solco della Costituzione, permettere che ci sia un'autonomia differenziata e garantire la devoluzione, come prevede la nostra Costituzione, a favore dei Comuni, che sono quelle realtà che non solo gestiscono il lavoro vicino al cittadino, ma che dovrebbero essere messi più nelle condizioni di garantire risorse e di garantire servizi... Facciamo l'esempio dei medici di base, una questione tipica, per cui c'è sempre stato un dibattito se la colpa di non avere medici di base in questa Regione sia dello Stato o sia della Regione, quindi materia dove noi abbiamo una concorrenza di colpe. Allora, la domanda è: questa riforma sull'autonomia chiarirà fino alla fine che se un cittadino non ha un medico di base capisce a chi deve andare a chiedere o a chi deve andare a dire che non ha fatto il suo lavoro? Sì o no? Io mi aspetto che qui dentro discutiamo di una riforma che i veneti hanno deciso essere necessaria rispetto al voto che hanno espresso, e io lo rispetto, ma io vorrei che ci fosse una discussione sui contenuti anche in quest'Aula, motivo per cui la mozione del collega Possamai l'ho votata a favore. Su questa mi asterrò perché dice semplicemente: andate avanti con il lavoro. È una mozione tutta politica. Vedetevela tra di voi, io non partecipo.
Quella che diceva Possamai, invece, era una cosa secondo me giusta: qui dentro riusciamo a fare un lavoro? Collega Finco, è vero, le Commissioni speciali alle volte si bloccano, fermano, non si lavora bene. Sono d'accordo con lei che non sempre lavoriamo bene, ma chi è fuori da qua ha il diritto di sapere? Le persone che ho incontrato ieri sera in un incontro a San Giorgio delle Pertiche hanno il diritto di sapere fino in fondo come cambierà la loro vita se il loro Comune riuscirà finalmente ad avere più asili pubblici, rette più basse per gli asili? Questo è quello che le persone vogliono sapere, non tanto se il dibattito politico tra Lega e Fratelli d'Italia sta facendo bene nella loro mediazione e quindi questa è una riforma che esce da una mediazione tutta politica. Le persone sono stanche di mediazioni tutte politiche.
Io vorrei capire i contenuti di questa riforma perché, anche leggendo il dibattito puramente giornalistico, si fa fatica a comprendere. Avete fatto il portale della trasparenza? Beh, i dati non tornano. I dati si possono usare, lo sappiamo, lo si è visto nel bilancio, un po' come si vuole.
Far vedere che il Veneto, rispetto ad altre Regioni, ha preso molti meno soldi dallo Stato, ma poi non tener conto di calcoli, ad esempio, sul trasferimento sulle partecipate e su altre forme è un tema che in qualche modo va approfondito. Andrebbe messo un minimo di asterisco dicendo: questo è un dato vero, ma parziale. Perché, allora, se facciamo l'operazione trasparenza, la facciamo su tutto. Sinceramente io penso che i cittadini veneti abbiano più voglia di sapere piuttosto che dire chi prende di più, chi prende di meno. "Roma ladrona" io penso sia uno slogan che magari era molto famoso tempo fa, ma forse oggi ha perso un po' di appeal. Forse, non lo so. Il collega Pan me lo dirà.
La questione che oggi un cittadino vuole sapere è: avrò o non avrò il medico di base grazie a questa riforma sull'autonomia? Avrò o non avrò una retta più bassa, perché nella compartecipazione delle spese tra Stato e Regione sarà più facile lavorare, quindi dare più servizi?
Questi sono i temi. Davvero, chiedo a questo Consiglio di iniziare a discutere di temi e non di politichese.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Collega Montanariello, prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Dico con molta serenità, senza assolutamente offendere nessuno, per quanto io consideri sacro che in quest'Aula si discuta di tutto, perché è giusto discutere in quest'Aula di tutto, che, però, cari colleghi, queste discussioni incomincio a pensare, Presidente, che forse non abbiano più senso di essere fatte all'interno di questo Consiglio regionale.
Credo che oggi le condizioni istituzionali, le condizioni politiche, ci dicano che non serve più il pulpito del Consiglio regionale Veneto per lanciare messaggi trasversali o voler testimoniare quanto a cuore può stare il tema dell'autonomia.
Oggi, Presidente, senza polemica alcuna, c'è una situazione politica che ci permettere tranquillamente di dire che governate e, forse, anziché fare queste riunioni all'interno dei Consigli regionali, dove l'unico scopo che si ha è lanciare messaggi trasversali ai propri alleati più o meno regionali o nazionali, si potrebbe fare, colleghi, una bella riunione, dove chiamate la Meloni, chiamate Calderoli e dite loro, usando le parole del presidente Zaia, che sull'autonomia differenziata afferma: "Il centrodestra non ha più alibi su questa storia. Voglio ricordare che Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno sostenuto quel quesito, il referendum celebrato cinque anni fa in Veneto e il progetto presentato contestualmente. Lo dico a scanso di equivoci". Ha ragione il presidente Zaia, non ci sono più alibi. Il presidente Zaia ha ragione: non avete più alibi per non farla. Però, concedeteci la critica politica di dire che, forse, anziché discuterne in quest'Aula oggi, dovevamo farlo ieri. Lo abbiamo fatto, certo, ma oggi non ha più senso. La discussione di quest'Aula di oggi qual è? Che i partiti che decideranno che voto dare a questa mozione perché hanno la maggioranza dovranno a loro volta decidere a Roma se concedere l'autonomia o no? Non ha senso. Ha più senso che ognuno chiami i suoi parlamentari a livello centrale e dica: "Senza che perdiamo giornata a discutere dell'autonomia, la vogliamo o no? Perché noi siamo ancora convinti che la vogliamo e decidiamo di farla". Punto.
Il pulpito di questo Consiglio diventa a un certo punto anche obsoleto, ma non perché, colleghi, vogliamo dire che si vuol fare polemica, l'autonomia non interessa. Con sfaccettature diverse la vogliamo anche noi. Non saremo d'accordo su tutti i quesiti, ma anche noi la vogliamo. Oggi, però, le condizioni politiche sono ottimali, come ricorda il Presidente, per far sì che anziché discutere si incominci a mettere in campo, una volta per tutte, la volontà di capire se questa autonomia la si vuole o no.
Io dico però, colleghi, che l'autonomia bisogna anche volerla davvero. L'autonomia non bisogna usarla per metterla sui titoli di giornale o usarla nelle campagne elettorali o negli spot, o per andare nelle TV dicendo che la vogliamo. Dopo bisogna farla, però. Da una parte il Governo centrale non ha più alibi, ma non lo dico io, lo ha detto il Presidente. Pensate, sono d'accordo con il Presidente quando dice che non ha più alibi perché Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia hanno sostenuto quel referendum, ma, dall'altra, credo che se le discussioni che continuiamo a fare sono queste forse siamo noi i primi in Consiglio regionale che non la vogliamo, perché, se discutiamo di autonomia e Pan ci parla dell'ILVA, forse vale il ragionamento di buttare il pallone in tribuna pur di non discutere dei temi seri.
Chiudo dicendo, Presidente, che dovremmo anche fare un esame di coscienza vero se l'autonomia a questa Regione, governata da questo centrodestra, può portare dei benefici, perché ci sono dei temi dove noi abbiamo già l'autonomia e siamo ultimi in Italia. Se voi pensate che sul servizio ferroviario abbiamo tre linee e le abbiamo cedute e chiuso l'azienda perché erano le uniche tre linee di tutta la Regione Veneto che non funzionavano, è un tema. Se noi pensiamo che abbiamo duemila chilometri gestiti da Veneto Strade e i 700 che abbiamo chiesto ad ANAS glieli stiamo restituendo e li rincorriamo anche per restituirli, forse è un tema, che abbiamo chiesto qualcosa che facevano a livello centrale e dopo quando ci hanno detto di farlo non siamo capaci e glielo restituiamo.
Chiudo, Presidente, dicendo che anche sul TPL abbiamo l'autonomia e siamo la penultima Regione in Italia. Anche noi vogliamo l'autonomia, ma l'autonomia vuol dire far funzionare meglio le cose, non governarle per farle funzionare peggio.
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Collega Camani, prego.
Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Mi fa piacere che in quest'Aula si torni a parlare di autonomia. Proverò a farlo nei cinque minuti cercando di dare un contributo di chiarezza, di volontà di confronto vero. Sono convinta che l'ambizione, l'aspirazione all'autonomia in questa Regione, abbia fondamento in una tradizione, in una radice storica profondamente popolare e credo che sia un elemento di cui la politica debba tenere conto. Parlare di autonomia in Veneto è diverso dal farlo in Emilia-Romagna, è diverso dal farlo in qualsiasi altra Regione d'Italia ed è un concetto quasi prepolitico, è una questione di cultura, di tradizione, che appartiene alla nostra gente e al nostro territorio.
Sulla base di questa tradizione è innegabile che la Lega Nord, quella che era la Liga Veneta, su questa intuizione si è costruita un partito, cioè si è tradotta quell'intuizione, quell'aspirazione, quel sentimento popolare in una proposta politica che ha consentito a quel partito di definire la propria identità sostanzialmente attorno alla richiesta di maggiore autonomia e ha consentito a quel partito, leggendo questo tipo di ispirazione popolare, di arrivare al Governo nazionale.
Credo che già questo debba essere un elemento sufficiente per obbligarci a trattare l'autonomia, le richieste di autonomia, l'inclinazione popolare del Veneto all'autonomia con rispetto ed è quello che io intendo fare.
Dentro questa tradizione e anche, io penso, in virtù del percorso di legittimazione politica di questa aspirazione che la Liga Veneta ha prodotto nel tempo, credo sia anche maturata la riforma costituzionale del 2001, che nei fatti ha scritto in Costituzione, ha legittimato quella che in questi territori fino ad allora era solo restata un'aspirazione. Partiamo da questo che è un quadro, spero e penso, condiviso e che quindi nessuno in quest'Aula sottovaluta o disprezza ciò che è il Veneto e come il Veneto si immagina nel futuro.
Da qui in poi iniziano le differenze. Ecco perché io ritenevo e ritengo che siano stati pericolosi i referendum sull'autonomia, in particolar modo nei quesiti poi infatti cassati dalla Corte Costituzionale, uno, perché non c'era bisogno di chiedere ai veneti proprio da parte di chi, Luca Zaia, sulla base di quella proposta politica, vinceva ininterrottamente da diverso tempo, con consensi amplissimi e poi perché con quei referendum abbiamo, anzi avete, compiuto, secondo me, una forzatura istituzionale, solleticando la pancia di quella contraddizione che esiste tra la legittima ambizione all'autonomia e le pericolose spinte indipendentiste e secessioniste, che portano le persone armate sul campanile di San Marco.
Credo che noi oggi abbiamo la responsabilità di incanalare quella matrice culturale legittima verso l'autonomia dentro un percorso istituzionale e di trasformare l'ambizione in realtà. Su questo piano noi ci siamo. Ci siamo, pur avendo letture diverse rispetto a metodi, strumenti e tempi.
La dico facile. La proposta di legge di Calderoli non va bene. Oggi apprendiamo dalla stampa che c'è una nuova versione. Attendiamo di vederla. Non va bene perché non è capace, a nostro giudizio, di trasformare quell'ambizione in una proposta che sia realmente percepita come utile all'unità nazionale, proprio leggendo la richiesta di autonomia non come il Veneto contro qualcuno, ma come il Veneto che vuole essere libero di organizzare i propri servizi per i propri cittadini con maggiore autonomia, perché pensiamo di poterlo fare meglio. Per fare questo, però, dobbiamo tenere il quadro nazionale. E la proposta Calderoli questo non lo fa.
Così come pensiamo che sia sbagliato incaponirsi sulla proposta delle ventitré materie. Anche quello è più il tentativo di dimostrare plasticamente che siamo più bravi di tutti, invece che andare realmente nel merito e dimostrare, materia per materia, competenza per competenza, dove possiamo essere più bravi.
Quindi, e vado a chiudere, Presidente, credo che noi, da questo Consiglio regionale, dovremmo aiutare, supportare la Regione del Veneto a rafforzare questo percorso, a condizione che siamo in grado di farlo in maniera seria e con l'obiettivo di voler fare davvero l'autonomia e non solo di volerla sventolare come una bandierina.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Villanova, prego.
Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
Innanzitutto credo sia giusto il tono che viene usato oggi per discutere dell'autonomia, un tema così delicato. Parto da quella che è stata un po' la descrizione che ha fatto la consigliera Bigon del nostro Veneto, una descrizione che durante il bilancio abbiamo sentito tante volte e che, purtroppo, anzi per fortuna, io rigetto, perché non si capisce una Regione così disastrata, come la si descriveva prima, come possa fare un più 4,2% di PIL nel 2022 in mezzo a una crisi energetica, in mezzo a una crisi internazionale, o un più 14% di assunzioni. Però, lasciamo perdere.
Devo dire che per una volta sono assolutamente d'accordo con quello che diceva Montanariello: non ci sono più alibi sull'autonomia. Verissimo, non ci sono più alibi. Adesso è il momento di vedere chi la vuole sul serio e chi non la vuole. Devo dire che, però, rigetto con forza quello che è stato appena detto dalla consigliera Camani. Ha fatto una interpretazione legittima, però secondo me è sbagliata. Non è il referendum che solletica la pancia, le spinte secessioniste, è la mancanza di rispetto della volontà dei veneti espressa tramite quel referendum che può spingere, che può solleticare quelle che sono le spinte secessioniste. È il messaggio pericolosissimo che quello che c'è scritto in Costituzione non vale per il Veneto che spinge le frange secessioniste. Prima lo diceva bene il capogruppo Soranzo, la premier Meloni, quando è venuta qui in Veneto era candidata Presidente, ma adesso è Presidente, è garante, è responsabile per un accordo che è stato fatto non con un partito, non con la Lega, è stato fatto un accordo e un impegno è stato preso con il popolo veneto. La presidente Meloni è garante di questo accordo.
Noi saremo qui a portare avanti quelle che sono le istanze del popolo veneto rimarcando, quando ci saranno delle stonature, come ci sono state nelle settimane scorse con delle uscite di alcuni Ministri, che non sono accettabili. Quando si dice che l'autonomia, la richiesta di autonomia è la secessione dei ricchi o va a dividere il Paese è qualcosa che non possiamo sentire, non possiamo accettare. Voglio sperare che da adesso in poi, in questo anno, ci siano quei passi avanti che tutti noi veneti ci aspettiamo, a prescindere dalle differenze di partito.
Sono convinto che quando avremo la definizione, semmai ci sarà la definizione dei LEP, avremo anche tante sorprese, perché prima sentivo parlare degli asili che mancano in Veneto. Quando dai LEP si evincerà una volta per tutte che mancano quei 200 milioni di euro che il Ministero non investe sugli asili in Veneto e che costringono la Regione a mettere 36 milioni all'anno per sostenere le paritarie e il Ministero verrà a rimborsare quei soldi a noi in Veneto oppure quando verrà fuori che la famosa siringa, che qui viene pagata 6 centesimi, in altre Regioni viene pagata 30 o 50 centesimi, qualcuno darà più soldi al Veneto? Perché questo vuol dire LEP.
Prima la consigliera Venturini diceva che ci sono trattamenti diversi e discriminatori. Cosa c'è di più discriminatorio di una distribuzione parziale del PNRR? Perdonatemi. I fondi che vengono destinati in maniera esclusiva al sud, il 40% in maniera diretta e quelli indiretti, grazie ad alcuni vincoli all'interno dei bandi, come l'indice di vulnerabilità, che danno dei fondi riservati al sud dove i nostri Comuni non possono entrare e vengono esclusi a priori, quello non è un trattamento discriminatorio nei confronti dei veneti? No? Visto che siamo qui per fare gli interessi dei veneti, possiamo iniziare a dire anche noi le cose che non vanno oppure dobbiamo continuare a tenere la testa bassa e accettare delle cose che sono palesemente inique nei confronti della nostra Regione e del nostro popolo?
Visto che l'autonomia, come diceva bene la consigliera Camani, è la ragione sociale della Liga Veneta di cui noi facciamo, penso, fieramente parte, io posso dire che, per quello che ci riguarda, non faremo un passo indietro rispetto alla richiesta di un popolo. Questo voglio scriverlo e sottolinearlo finché ne avrò la forza: non faremo un passo indietro sulla richiesta di autonomia del Veneto.
PRESIDENTE
Grazie.
Il collega Finco, come promotore della risoluzione, interviene alla fine della discussione generale. Prego, collega Finco.
Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Al di là del pensiero di qualche collega che magari nel suo intervento ha detto che è un tema ormai trito e ritrito e stiamo qui a perder tempo e fiumi di parole su un tema, insomma, che tutti noi già conosciamo, penso che la discussione che oggi stiamo facendo, magari sarà l'ennesima discussione sul tema dell'autonomia, ma sia comunque una discussione utile. Prima di tutto perché io ho quasi la sensazione che forse qualcuno, a livello romano, ci vuole portare allo sfinimento su questo tema, però è anche vero che forse il tema dell'autonomia in questa terra, come diceva prima anche la collega Camani, fa parte del DNA della popolazione veneta. Soprattutto penso che il mio partito abbia un merito, ovvero quello, da quarant'anni, di portare avanti questa battaglia con mille difficoltà. Quarant'anni fa erano considerati dei pazzi coloro che sono partiti con questa battaglia. Oggi il tema dell'autonomia, piaccia o no, è un tema nazionale, perché ne parlano tutti.
Prima ho sentito la collega Ostanel che diceva che è tutta una battaglia interna alla maggioranza di questo Governo, ma anche di questa maggioranza regionale. Non è una questione interna ad una maggioranza, perché le dichiarazioni pro autonomia in campagna elettorale le hanno fatte tutti. Le hanno fatte gli esponenti di centrodestra come gli esponenti di centrosinistra, magari con visioni diverse, con sfaccettature diverse, con obiettivi diversi. Però, quando vengono in questa terra tutti parlano di autonomia.
Quello che a noi interessa prima di tutto è mantenere viva la fiamma dell'autonomia, perché, ovviamente, si porti a casa il risultato, ma soprattutto perché questa terra non molli questa battaglia, al di là che dal referendum siano passati più di cinque anni e oltre duemila giorni.
L'appello che faccio all'Aula è di non dividersi su questo tema, ma, casomai, di mantenere un atteggiamento di unità, ovviamente ognuno con le proprie sfaccettature. Quello che non tollero è che qualche collega, con il sorrisino, magari durante il suo intervento, abbia parlato di un Veneto che, sì, va bene, chiede maggiori competenze, maggiore autonomia, ma è il Veneto del consumo di suolo, dei capannoni abbandonati, dell'inquinamento, della sanità che non funziona. Sembra che questo sia un Veneto – come ci siamo detti più volte – dove non funzioni assolutamente nulla.
Per carità, i problemi ci sono in Veneto, come ci sono un po' dappertutto, però io, sinceramente, non andrei mai a curarmi in un'altra parte d'Italia, pur con tutti i problemi che può avere oggi la sanità a livello locale, problemi che noi conosciamo.
Non voglio utilizzare termini difficili o offensivi, però ritengo veramente assurdo che qualcuno vada a paragonare l'inquinamento da PFAS alla questione dell'autonomia. Questo non c'entra assolutamente nulla. Se vuole, collega, andiamo vedere in qualche altra parte d'Italia che inquinamenti ci sono, magari in tante realtà che hanno anche delle autonomie spinte.
Penso che noi oggi abbiamo la possibilità di avere qualche competenza in più. Come già dimostrano i nostri Comuni, le nostre Province, la nostra Regione, sappiamo ben amministrare la Cosa pubblica. Trovo veramente assurdo quando qualcuno goda nel vedere qualcosa che non funziona bene e utilizzi quell'elemento che, magari, all'interno della Regione non funziona bene per fare, poi, speculazione politica, per venire qua e dire: "Guardate, ragazzi, che l'autonomia, se anche la portiamo a casa, non siamo capaci di gestirla".
Ultima cosa. Il riferimento che ha fatto la collega Ostanel sull'articolo che è uscito domenica scorsa sul "Corriere del Veneto", dove il professor Bianchi, della Fondazione SVIMEZ, mi pare, ha fatto alcuni riferimenti al portale della Regione del Veneto, dicendo che i dati che abbiamo pubblicato sono dati falsi, perché parlano solamente del 40% della spesa e non di tutti i trasferimenti che riceve la Regione del Veneto sulla base delle prestazioni. È ovvio, perché la Regione Veneto, ovviamente, dà più prestazioni rispetto ad altre Regioni d'Italia. Se noi forniamo più prestazioni ai nostri cittadini, è ovvio che otteniamo di più rispetto a qualche altra Regione del Mezzogiorno, che di prestazioni ai propri cittadini non ne dà, soprattutto perché vediamo le migrazioni di cittadini dal Mezzogiorno che vengono a curarsi nella nostra regione. Basta un attimo indagare per capire chi è SVIMEZ, quindi una società che studia i fenomeni del Mezzogiorno, ha come responsabile il professor Bianchi che faceva parte della Giunta del governatore Crocetta in Sicilia, ha fatto parte del Ministero con il ministro Martina, quindi è una persona pro sud, schierata profondamente a sinistra, che vuole venire in Veneto a spiegare ai veneti come funziona l'autonomia e il federalismo. Questo mi dispiace, ma assolutamente noi non lo accettiamo.
PRESIDENTE
Grazie.
Per dichiarazione di voto, collega Possamai, prego.
Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Mi sia permessa una battuta su quest'ultimo intervento del consigliere Finco, nel senso che è evidente che va riconosciuto alla Lega un tempo Lega Nord, oggi Lega Salvini Premier, di aver portato avanti per tanti anni il tema dell'autonomia e di averlo fatto, insomma, per lungo tempo.
Il problema, però, in questi trent'anni, ormai, è quali sono i risultati reali portati a casa sul fronte dell'autonomia, nel senso che l'unica riforma federalista, bella o brutta che fosse, di questo Paese, è quella del 2001 dell'articolo quinto, che conosciamo tutti, molto discussa se volete, ma con un Governo del centrosinistra. La riforma federalista del centrodestra fu quella della devolution, che poi arrivò a un referendum e il referendum ce lo ricordiamo tutti come andò. Per cui, poi, nei fatti, non è che questa battaglia ad oggi abbia portato a risultati.
L'auspicio che esprimiamo tutti, l'abbiamo fatto in tutti gli interventi, è che la discussione innestata oggi sulle ventitré materie – noi abbiamo detto come vorremmo che fosse fatta, capendo quali sono le materie prioritarie – porti finalmente a un'autonomia che sia equilibrata, che ci porti alla possibilità di gestire io credo e spero meglio di quanto non faccia lo Stato nazionale tematiche importantissime. Prima parlavo di formazione, lavoro, impresa. Spero, quindi, che questa sia la chiave di volta.
È chiaro che per noi questa risoluzione non risponde a quei criteri, il primo luogo per il tema di metodo, ma l'ho detto già all'inizio, perché altrimenti rischiamo che passi un principio che non può funzionare, ma il secondo aspetto è che da questo punto di vista – adesso ne è arrivata un'altra – la bozza di Calderoli a cui faceva riferimento il testo sicuramente non teneva, non reggeva.
Dico al capogruppo Soranzo che, per carità, è coerente rispetto alle posizioni che lui ha sempre espresso, ma da Musumeci a diversi presidenti di Regione del sud del suo partito e non soltanto del suo partito di centrodestra, dati per acquisiti quelli di centrosinistra, che ci citate sempre, la posizione sulla bozza di Calderoli e in generale sull'approccio di autonomia, o meglio sulla tipologia di autonomia che, invece, viene enunciata dal presidente Zaia costantemente, mi sembra che non ci sia nessun tipo di sostegno, tanto che la bozza Calderoli a un certo punto è stata ritirata nell'ultima, anzi, non nell'ultima, ormai nessun passate un po', Conferenza Stato-Regioni.
Quindi, da questo punto di vista a me pare che su tanti fronti – chiudo, Presidente – più che una battaglia politica come quella che possiamo fare noi, forse farete prima voi a mandare un fax, come dice il Presidente del Senato, ai vostri parlamentari e a spiegargli (anche alla Camera) come preferireste che facessero, e noi la stessa cosa con i nostri, evitando di star qui a discutere. Chiudo veramente. Mi pare che la vera distinzione sia tra nord e sud in questa situazione.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Confermo il voto di astensione proprio perché si ritiene che, a questo punto, essendoci una discussione in corso a livello nazionale su una nuova bozza, sia inopportuno andare a votare ora questo tipo di mozione. Ciò che mi fa felice non è dover ricordare le problematiche irrisolte e alle volte nascoste del Veneto, tra i tanti punti positivi che spingono anche me a continuare a vivere in questo territorio. Ciò che mi fa felice, vicepresidente Finco, è finalmente sentire un componente del Consiglio regionale di maggioranza citare un problema, che è quello dei PFAS.
Adesso il mio obiettivo è quello di fare in modo che lei lo potrà citare in futuro, definendo questa come una sua priorità politica e una priorità di questa maggioranza in questo Consiglio, senza pensare che ci si possa fermare ad analisi e screening campioni nuova acqua potabile quando abbiamo dei problemi che da cinque anni, per esempio, non vengono affrontati e sono riguardanti, per esempio, le nuove tecniche colturali e le spiegazioni ai cittadini che producono prodotti agricoli e che stanno in questo momento continuando a produrre, creando un rischio sanitario.
Questo è quello che l'Ente europeo per la sicurezza alimentare ci ha detto fin dal 2018. Questo Consiglio, così come la Giunta, non lo prende in carico. Non basta, Assessore, fare nuovi piani di monitoraggio quando già i dati del 2017 ci dicono che c'è un problema. Il piano di monitoraggio mi va benissimo. Accanto, però, a me servono immediate soluzioni per il settore dell'agricoltura e assistenza alle aziende, come succede in altre Regioni, come dicevo all'Assessore all'agricoltura. In questo caso, devo essere sincera, Assessore, la responsabilità non è sua. La imputo all'Assessore all'agricoltura che deve guidare anche il settore dell'agricoltura ad evolversi rispetto ai dati che il suo Assessorato ha raccolto.
Siccome in altre Regioni questo tema in autonomia viene gestito, oggi noi, che abbiamo il più grande fenomeno di contaminazione ambientale, dobbiamo prendercene carico senza declinare questi temi come se fossero temi di secondo livello rispetto al tema dell'autonomia, perché la serietà con cui si affrontano temi che già sono in mano a delle competenze, a delle possibilità della Regione del Veneto determineranno la serietà con cui saranno affrontati i futuri piani delle nuove materie.
Nessuna gioia, quindi, nel vedere difficoltà nell'obiettivo autonomia. La gioia ci sarà quando potremo discutere insieme su come andare a discernerla e applicarla nel territorio.
PRESIDENTE
Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la
risoluzione n. 73.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7 |
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PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI RIGO, CECCHETTO, DOLFIN E FINCO RELATIVA A "MODIFICA DELLA LEGGE REGIONALE 7 FEBBRAIO 2014, n. 6 "DISPOSIZIONI PER LA QUALIFICAZIONE DELLE IMPRESE CHE SVOLGONO ATTIVITÀ AGROMECCANICA"". (PROGETTO DI LEGGE N. 146) APPROVATA (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 2/2023)
Relazione della TERZA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Rigo
Correlatrice: Consigliera Zottis
PRESIDENTE
Passiamo al punto n. 7, PDL n. 146.
Relatore il collega Rigo. Prego.
Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Buongiorno, Presidente. Buongiorno, colleghi.
Le imprese agromeccaniche, fornendo prestazioni con mezzi meccanici a terzi, svolgono un ruolo di rilevante importanza poiché esercitano azioni finalizzate a: cura e sviluppo di un ciclo biologico, ponendosi in relazione con le capacità produttive più propriamente agricole; sistemazione o manutenzione dei fondi agricoli o silvicoli e del verde; messa in sicurezza dei prodotti raccolti, qualificandosi in tal modo come soggetti attivi partecipi del sistema che deve assicurare il rispetto delle norme igienico-sanitarie e di tutela dei consumatori anche in merito alla provenienza dei prodotti. Ciò che contraddistingue l'impresa agromeccanica è l'utilizzo di macchinari ad alta innovazione tecnologica e specializzazione produttiva. Essi si pongono in un rapporto di intensa collaborazione con le aziende agricole e in particolare con quelle che richiedono tipologie di lavorazioni ad alta specificità per le quali appunto esse risultano meglio attrezzate. Le imprese agromeccaniche svolgono quindi una funzione di rilievo in agricoltura perché alleviano le aziende agricole dagli onerosi investimenti fissi in macchinari il cui utilizzo sarebbe circoscritto solo ad alcune lavorazioni agricole che si concentrano talvolta in periodi ristretti dell'anno e quindi con uso temporalmente limitato.
Le imprese contoterziste possono, al contrario, ottimizzare lo sfruttamento delle macchine attraverso il loro utilizzo intensivo. Parallelamente all'evoluzione e alla maturazione del settore primario la fornitura di servizi da parte dei contoterzisti è in espansione ed è passata dalle originarie operazioni di aratura e raccolta, circoscritte ad alcuni prodotti specifici, alla realizzazione di quasi tutte le operazioni colturali fino all'assunzione della gestione della terra nel suo complesso. Riguardo a quest'ultimo aspetto ad oggi vi sono imprese agromeccaniche che gestiscono le aziende al 100% della raccolta, trebbiatura e trinciatura, e al 60, 70% delle lavorazioni del terreno e nella semina occupando spazi anche nelle zone, nelle colture specializzate, frutticolo, orticolo e viticolo, garantendo professionalità, sicurezza ed uso intelligente delle macchine.
In particolare sulla sicurezza, Presidente, credo che vada riconosciuto il ruolo importante che hanno le imprese agromeccaniche perché purtroppo sappiamo tutti quanti sono gli incidenti sul lavoro, spesso mortali, che accadono nelle nostre aziende agricole. Negli ultimi 10 anni si sono verificati 1.500 casi di morti su mezzi agricoli. Non ci risulta sia mai successo che aziende agromeccaniche abbiano avuto casi di morti. Questo perché macchinari altamente tecnologici e altamente specializzati garantiscono anche una sicurezza degli operatori che è indispensabile per far fronte a questi numerosi infortuni e a casi di morti.
In Veneto vi sono 1.500 imprese agromeccaniche con più di 10.000 trattori ad alta potenza immatricolati, oltre 1.000 grosse macchine (tra quelle per la raccolta, le trince e le mietitrebbie), e più di 5.000 occupati nel settore.
Considerato il settore ad alta tecnologia come uno dei driver principali della competitività e della crescita economica, con la presente proposta di legge si intende modificare la legge regionale del n. 6 del febbraio 2014 "Disposizioni per la qualifica delle imprese che svolgono attività agromeccanica" al fine di sostenere l'innovazione tecnologica propria delle imprese agromeccaniche.
L'articolo 1 specifica l'ambito in cui operano le aziende agromeccaniche, che è quello agricolo.
L'articolo 2 prevede l'istituzione dell'albo delle imprese agromeccaniche e modifiche ai requisiti che esse devono possedere per poter essere iscritte all'albo.
L'articolo 3 introduce un sostegno alle imprese agromeccaniche prevedendo che la Regione, al fine di sostenere l'ammodernamento delle imprese agromeccaniche iscritte all'albo, possa concedere contributi per l'acquisto di macchinari e attrezzature. La Regione può altresì concedere contributi alle imprese agromeccaniche per interventi di formazione del personale.
L'articolo 4 inserisce la norma finanziaria.
Quello delle imprese agromeccaniche, ripeto, è un settore sempre più strategico per l'Italia e per il Veneto. In particolare, è un settore di cui necessita il nostro comparto agricolo, che, a differenza di altre regioni in Europa... questo è un dato importante, il confronto con gli altri Stati europei, perché se prendiamo ad esempio la Germania e il Regno Unito, dove ci sono 16 milioni di ettari di territorio agricolo, in Italia ce ne sono 12 milioni, in Germania e nel Regno Unito le aziende agricole sono all'incirca 300.000, mentre in Italia sono 1.000.000.
Ne consegue che le aziende agricole in Italia hanno un territorio e hanno delle proprietà di molto inferiori. Infatti la media di superficie delle aziende agricole in Germania e nel Regno Unito è di 70 ettari, mentre in Italia la media è di 11 ettari. Ne consegue che tante aziende sono aziende medio-piccole e sono aziende che non si possono permettere investimenti importantissimi per acquistare macchine agricole che sappiamo essere molto, molto costose. Di conseguenza, il ruolo dell'agromeccanico è sempre più importante ed è sempre più strategico.
Questa proposta di legge altro non è che una modifica per cercare di dare semplificazione ad una legge che è stata istituita nel 2014 e che istituiva il registro delle imprese agromeccaniche: si vuole appunto dare semplificazione ai criteri di accesso all'albo.
Ho concluso, Presidente. Ho presentato due emendamenti. Uno è un emendamento tecnico e riguarda la norma finanziaria. L'altro è un emendamento che va a togliere il requisito per accedere all'albo delle imprese agromeccaniche. Mentre sulla legge il requisito è "essere iscritti all'anagrafe del settore primario, ai sensi della normativa dell'Unione europea, statale e regionale, in materia di politiche agricole", con questo emendamento si va a sostituire "essere iscritti all'anagrafe del settore primario, ai sensi della normativa europea, statale e regionale, in materia di politiche agricole per le sole imprese che esercitano l'attività agricola, agroalimentare e forestale, ai sensi del DPR n. 1 del dicembre 2019".
Questo è un emendamento che va incontro a dei dubbi che erano sorti riguardo a questo requisito, che poteva risultare discriminatorio.
Grazie, Presidente.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Do la parola alla correlatrice, la consigliera Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Ringrazio il relatore Rigo per la proposta di legge. Chiaramente condividiamo l'emendamento per quanto riguarda l'avere incluso tutte quelle che possono essere le aziende di natura agromeccanica, quindi non solo quelle che erano iscritte al registro, come in precedenza previsto all'interno della legge, quindi solo le imprese del settore primario, perché questo permette, come ci era stato sollecitato anche da alcune note di Coldiretti, per esempio, di capire che per legge la gamma di imprese di natura agromeccanica è più ampia rispetto a quelle che erano previste. C'era anche un emendamento semplificativo rispetto a questo, ma questo, magari, è più preciso da un punto di vista tecnico, della consigliera Guarda, che avevamo sottoscritto come Consiglieri della Terza Commissione.
Oltre a questo elemento, che era probabilmente anche quello più importante da un punto di vista di semplificazione e di poter dare anche a coloro che non hanno in questo momento realmente contributi per l'attività che fanno nella parte agricola, quindi non solo per quelle per cui sono caratterizzate... Parlo dei fondi del PSR, dell'FSE. In questo modo, si apre anche a sostenere questo tipo di attività.
Ci sono, però, degli elementi, che avevamo sollecitato già in fase di dibattito, che continuano per noi ad essere importanti perché condividiamo che siano aziende, e sarebbe bello anche farle conoscere maggiormente, che hanno una natura di innovazione e hanno unito a questo la ricerca e il rispetto ambientale assolutamente di eccellenza. Nello stesso tempo, proprio per questo, quando andiamo a vedere quello che è l'articolo 3, negli ultimi commi, i criteri inseriti nella legge, vediamo che è vero che si potrebbe dire che in questo modo è più semplice e quindi non si appesantisce la legge, ma comunque, per quanto ci riguarda, il poter mettere all'interno della legge non come premialità, ma che ci sia comunque una certificazione perlomeno di prodotto, quella anche più semplice, se vogliamo, per l'approccio anche alle aziende di qualità all'interno della legge stessa, per noi sarebbe stato assolutamente importante anche per dare proprio lustro e piena capacità finanziaria a coloro che su queste cose stanno realmente investendo. Sappiamo che su 100, 90 sono eccellenze, magari 10 lo sono un po' meno. Questo non è un voler venir meno al riconoscimento delle aziende stesse. Questa è una questione statistica, quindi non c'è nessun giudizio di merito.
L'altro aspetto, che fa sempre riferimento però all'aspetto qualitativo che lei giustamente mette in evidenza, sia nella legge sia nella relazione, ha insistito molto anche nella relazione qui in Aula, è l'aspetto dell'innovazione, della ricerca, della qualità. C'è un elemento che emerge e che è il motivo per cui ci sono degli emendamenti che riguardano questo aspetto anche in rete con quelle che sono le associazioni agricole che si stanno impegnando, che è quello del caporalato e dello sfruttamento del personale. Cosa che purtroppo sta emergendo ovunque, non qui in Veneto e basta. Abbiamo avuto anche un incontro con l'Osservatorio: c'è il bisogno di tenere sotto osservazione e di sostenere le aziende su questo, ma non con una natura severa o comunque di andare a giudicare, anzi con una natura di far conoscere quelle che sono le norme nazionali, quelle che sono anche le facilitazioni che a livello nazionale e regionale ci sono e di andare a promuovere quella che è una cultura che può creare anche maggiori introiti rispetto purtroppo alle volte a cadere in mano a coloro che vogliono rendere illegali determinati processi. Rendendoli illegali li rendono anche meno produttivi e meno accessibili per un sistema economico sano.
In sintesi la legge, per quanto ci riguarda, è sicuramente una legge propositiva. È una legge che va incontro a quello che è il sistema dell'agromeccanica, che finalmente apre a tutte le aziende che hanno questo tipo di attività come natura, non tanto natura giuridica ma come natura di attività stessa e anche natura giuridica per quello che poi era emerso anche in audizione. Ma ci sono degli elementi che secondo noi non riempiono quelle che, invece, sono le finalità della legge stessa, che sono finalità di qualità. Quindi, poter introdurre alcuni elementi di qualità, in termini di qualità di prodotto, di processo e in termini di osservazione fatta insieme al territorio e alle associazioni dedicate, per quanto riguarda l'aspetto del personale, dal nostro punto di vista, avendo partecipato anche all'interno della Commissione Terza, giustamente, a quella che è stata la sua illustrazione, anche puntuale, potrebbero essere elementi in più che non appesantiscono da un punto di vista burocratico, che non appesantiscono la legge, ma che danno indicazioni più precise alla Giunta rispetto a quelle che sono inserite qui, visto che l'organo del Consiglio dovrebbe essere l'organo di indirizzo rispetto alla Giunta. Grazie.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Abbiamo due emendamenti, il n. A0011 e il n. A0012. Do dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Ha chiesto la parola in discussione generale la collega Guarda. Prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Partiamo da un concetto. È verissimo, quello agromeccanico è un settore necessario, vista l'intensificazione della necessità di attività meccaniche all'interno delle aziende agricole e visto il costo che sta dietro alla gestione non soltanto di questi macchinari, ma anche di tutte le pratiche, da un punto di vista normativo, necessarie, l'utilizzo stagionale di questi macchinari, la necessità di ammortizzare il costo, eccetera.
Attenzione, però. Partiamo dal senso della legge che andiamo a modificare, una legge che nel 2014 è stata creata per dare la possibilità di un contributo a una categoria agromeccanica fatta sia da imprese agricole che da imprese artigiane. Per curiosità sono andata anche a rileggermi le discussioni di quel Consiglio regionale e anche delle Commissioni. In quell'occasione, l'obiettivo su cui si andava a concentrare maggiormente l'attenzione di maggioranza e opposizione era come definire la qualificazione, la qualità del servizio offerto da queste aziende. Le domande che si ponevano i suoi colleghi, consigliere Possamai, nel 2014, erano proprio riferite alla questione della qualità del servizio offerto e di come andare a definirlo, come andare a valorizzarlo. Quella legge aveva un obiettivo. Non creare un albo. La legge originaria non prevede la creazione di un albo, ma prevede di costituire una sorta di conto da cui prendere delle risorse per darle a un settore che è promiscuo, come vi dicevo prima: un po' aziende agricole, quindi alcune possono avere risorse dal PSR, un po' aziende artigiane, che invece sono escluse da aiuti, per esempio, del PSR, eccetera.
Cosa significa questo? Nell'elenco dei requisiti per accedere a questi fondi la Regione del Veneto, il Consiglio regionale di allora identifica dei parametri che possono definire la differenza tra un'azienda che si comporta secondo la legge e rispetta le norme da un'azienda che fornisce un servizio qualitativamente più alto e mira all'implementazione di questo obiettivo, cioè aumentare la qualità dell'organizzazione, del servizio offerto, della possibilità delle imprese. Questo è quello che nel 2014 è stato discusso.
All'interno della legge non si diceva soltanto: guardate che dovete rispettare le norme in termini di gestione dei macchinari, guardate che dovete avere assunzioni in regola, eccetera. Si dice anche: guardate che verrete valutati ed è qualificante il fatto che voi abbiate degli aiuti in termini di assicurazione integrativa per i lavoratori; oppure, guardate che noi vi riteniamo qualificanti professionalmente se avete delle certificazioni. Che non sono autocertificazioni. Sono certificazioni formali, come quelle ISO, come quelle che fa la Regione del Veneto o il Consiglio regionale, che, se non sbaglio, ha anche aderito alla certificazione ISO e ha fatto il lavoro per la certificazione ISO anticorruzione. Non una cosa da poco.
Queste qualifiche dicono: io Regione non do i fondi a chiunque, ma do i fondi a chi mi fa delle pratiche di certificazione sul prodotto, sul processo, sulla gestione dell'organizzazione aziendale, sull'anticorruzione, che mi dicono che quell'azienda merita di essere sostenuta e merita di poter crescere anche con il mio aiuto. Questo è l'obiettivo della legge.
Oggi la legge ci propone di creare un albo, che già crea una separazione tra le aziende che non possono accedere perché non hanno determinate caratteristiche e quelle che, invece, come viene detto dalla proposta del consigliere Rigo, si qualificano per professionalità avendo in sé determinati requisiti. Però, attenzione. In questo elenco di requisiti se ne tolgono alcuni che sono essenziali, da questo punto di vista, per dire che quell'azienda sta facendo un'attività professionalmente qualificata. Per esempio, il riferimento alle certificazioni, di cui vi dicevo prima.
La proposta che vi faccio io è quella di dire: non creiamo una burocratizzazione creando un albo di aziende che rispettano esclusivamente la legge. Quella è già la base. Se, invece, creiamo un albo per dire "queste aziende meritano di poter accedere ai miei contributi" cominciamo a mettere degli aspetti, dei requisiti che siano qualificanti. Sennò l'albo diventa un'operazione burocratica in più per aziende che potrebbero tranquillamente accedere comunque al bando di assegnazione di finanziamenti perché rispettano semplicemente la legge. Non è giusto, quindi, togliere qualcosa che qualifichi la qualità di un servizio, di un'organizzazione aziendale, di un processo e tenere esclusivamente i riferimenti all'utilizzo di macchinari in base alle norme nazionali, applicare il vigente Contratto collettivo nazionale di lavoro e avere una posizione previdenziale regolare. Questi tre aspetti sono basici.
L'aspetto che qualifica e che qualificherebbe l'iscrizione all'albo di un'impresa, che fa pensare all'impresa "sì, vale la pena iscrivermi a quell'albo", è la presenza in quell'albo di aziende che hanno delle qualifiche in più e che scelgono di valorizzare il proprio percorso produttivo, il proprio percorso di servizio, il proprio percorso da un punto di vista di gestione, di formazione del personale o di anticorruzione.
Dentro i requisiti c'è, ovviamente, l'appartenenza all'ambito regionale. Questo è l'unico aspetto che differenzierebbe un'azienda che vive nel territorio veneto rispettando la legge da un'azienda che vive fuori dal territorio veneto e rispetta la legge. Entrambe potrebbero entrare. Questo è un limite giusto, visto che stiamo discutendo di fondi regionali. Noi proponiamo che ci sia sede legale e sede operativa nel territorio regionale, proprio per garantire che i fondi arrivino realmente a imprese venete e che operano in Veneto.
Così come abbiamo proposto di non fare riferimento all'iscrizione all'anagrafe del settore primario, perché a quell'anagrafe possono partecipare esclusivamente aziende che hanno un fascicolo aziendale, aziende che partecipano alla distribuzione di fondi per l'agricoltura. Ma qui stiamo parlando di aziende che sono anche artigiane. Per questo apprezzo l'emendamento integrativo che è stato proposto oggi e che risolve la situazione iniziale, su cui avevo chiesto chiarimenti in Commissione all'epoca, senza ricevere risposte. Contenta, quindi, che ci sia questo adeguamento. Consigliere Rigo, su questo avrà assolutamente il mio voto favorevole.
Il principio è: facciamo in modo che l'albo non sia soltanto un passaggio burocratico. Facciamo in modo che l'albo dia una qualifica professionale reale. Facciamo in modo che, quindi, accedano imprese che non soltanto rispettano la legge, ma fanno qualcosa in più. Facciamo in modo che i fondi siano destinati a imprese che fin dal principio si meritano questo tipo di aiuto, proprio in relazione all'obiettivo della qualificazione dell'attività, della professionalità dell'impresa.
In ultimo, un aspetto che ho affrontato in un emendamento, non indifferente. Come la correlatrice diceva bene prima, il settore dell'agricoltura in Veneto ha un disastroso fenomeno di caporalato. è disastroso. Lo dico sentendomi per prima chiamata in causa, visto che è un settore che, purtroppo, sta normalizzando il tema del caporalato e lo giustifica, più o meno direttamente, facendone più o meno utilizzo. Ecco perché noi dobbiamo lavorare per fare in modo che vengano valorizzate le imprese che tutelano realmente il lavoratore e lo fanno applicando contratti con garanzie adeguate.
Il settore dell'agromeccanico è preziosissimo, ma è un settore al cui interno, purtroppo, c'è molto spesso l'adesione a contratti di natura pirata, contratti che non sono stati sottoscritti dalle maggiori categorie sindacali, ma da sindacati minori, che molto spesso, in questo caso, hanno condizioni di svantaggio per il lavoratore. Tanto più in un settore che richiede un altissimo livello di precisione, perché si fa riferimento a operazioni meccaniche anche delicate, c'è bisogno che noi ispiriamo le imprese a sostenere chi aderisce a contratti di lavoro realmente equi, da una parte e dall'altra.
Alla luce del fatto che questi temi sono centrali, che il tema della protezione del lavoratore è centrale, che vi è il tema della protezione e della difesa delle aziende che non si accontentano della base, ma che mirano ad avere certificazioni capaci di garantire di essere qualitativamente professionali e rivolte verso una implementazione della qualità del proprio servizio, facciamo in modo che l'albo non sia un'operazione burocratica in più per aziende che già si meritano di poter accedere al bando, perché il bando avrà un sistema di punteggi per definire la valorizzazione di alcune certificazioni. Facciamo in modo che l'albo già dia un obiettivo. Sennò è inutile introdurre l'albo all'interno di questo progetto di legge. Se l'albo non contiene un criterio caratterizzante per definire una certificazione, un processo qualitativo superiore, allora diventa un'operazione burocratica che si aggiunge alla richiesta, poi, del contributo, che verrà definita successivamente con un'ulteriore delibera, un ulteriore bando.
Il mio obiettivo è quello di dirvi: o scegliamo di fare un albo che definisca requisiti chiari oppure definiamo un bando che definisca requisiti chiari, ma senza creare un gradino precedente burocratico. O la burocrazia serve per distinguere le imprese dalle altre che rispettano la legge o quella burocrazia è inutile. Questo è il messaggio che stavo cercando di far arrivare già nelle scorse sedute della Commissione che si è occupata del tema, sollecitando anche lo spirito di condivisione, visto che su questo argomento, questo PDL, nessuna categoria che si occupa del settore delle agromeccaniche in ambito di agricoltura era consapevole. Nessuna delle categorie maggiormente rappresentative del settore agromeccaniche sapeva di questo progetto di legge. L'unica che è intervenuta con una richiesta di informazioni, non richiesta dalla Commissione, è stata Coldiretti. Le altre, fino a qualche settimana fa, non ne erano consapevoli.
È importante, quindi, che l'esempio di questa legge ci aiuti a migliorare il processo anche di condivisione tra Commissioni, Consiglio e parti sociali che rappresentano il territorio, perché ‒ ribadisco ‒ qui si parla di fondi, si parla di creare sovrastrutture, si parla di creare operazioni che dovrebbero garantire requisiti di qualità e che devono essere concertate con loro.
Vi ringrazio, intanto, dell'attenzione. Spero che l'apporto propositivo per fare in modo che questo albo funzioni e qualifichi professionalmente, così come prevede il comma 1 dell'articolo 3 di questo progetto di legge, possano essere d'aiuto per fare in modo che il settore crei un vero sviluppo verso questa strategia di professionalizzazione che avete e abbiamo a cuore.
PRESIDENTE
Grazie.
Sospendiamo la seduta. Riprendiamo alle ore 14.30.
Ricordo, per chi è interessato, che adesso c'è la presentazione del libro "Caregiver familiari - L'esercito silenzioso".
La Seduta è sospesa alle ore 12.58
La Seduta riprende alle ore 14.54
PRESIDENTE
Colleghi, se riprendiamo posto continuiamo i lavori.
Collega Baldin, prego.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Il mio sarà un piccolo discorso, un discorso breve. Concordo, sostanzialmente, con i contenuti del progetto di legge e anche con le parole del collega relatore Rigo, soprattutto per quanto concerne un accento che ha fatto sui corsi di formazione relativamente anche alla sicurezza sul lavoro. Credo sia un tema necessario, di cui si deve parlare di più.
Senza elencare il numero di morti e di incidenti sul lavoro, vorrei ricordare semplicemente che la Regione Veneto è maglia nera per quanto riguarda le morti sul lavoro in Italia, solo dopo la Lombardia. Questo implica un atteggiamento votato a più attenzione da parte nostra per fare il massimo possibile in questo settore, in questo campo, proprio per limitare la piaga degli infortuni sul lavoro e delle morti sul lavoro.
Tornando più in generale al progetto di legge, c'è da rilevare, naturalmente, la funzione importantissima che hanno in agricoltura le imprese agromeccaniche. I numeri li ha già citati il collega. Sono 1.500 imprese, in costante aumento, con attività sempre più all'avanguardia, che coinvolgono sempre più persone e più imprese.
Mi sono permessa di dare dei piccoli suggerimenti, con un paio di emendamenti, in sostanza, e alla fine anche con un ordine del giorno. Vado ad elencarli in maniera veloce.
Uno riguarda l'articolo 2, in cui si prevede l'istituzione dell'albo delle imprese agromeccaniche. Tra i requisiti per far parte di questo albo vi è una indicazione che, a mio modo di vedere, dovrebbe essere cambiata, semplicemente modificando "o" con "e". Quindi, la sede di queste imprese, che sia operativa o che sia legale, deve trovare posto in regione Veneto. Questo anche per evitare un fenomeno, diffuso ormai negli ultimi anni, che riguarda, ad esempio, la possibilità per realtà fuori regione di strumentalmente aprire una sede operativa in Veneto o, per altro verso, anche la questione di premiare le aziende che mantengano almeno la sede operativa in regione evitando di delocalizzare tutta l'attività. Questo, a mio modo di vedere, potrebbe contribuire in maniera migliorativa a prevedere un'opzione diversa per questo progetto di legge, più favorevole alle imprese venete operanti su suolo veneto e che abbiano anche la sede legale in Veneto.
L'articolo 3 introduce anche un sostegno, quindi parliamo di un sostegno alle imprese agromeccaniche. Ho fatto ‒ come vi dicevo ‒ un accenno particolare agli interventi di formazione del personale, con particolare riferimento a quelli sulla sicurezza sul lavoro.
L'ultima questione di cui vi volevo parlare è relativa all'ordine del giorno che ho presentato e che spero trovi una sorta di accoglimento da tutte le parti, visto che si parla non solo di attività agricola in senso stretto, ma anche di operazioni relative al conferimento dei prodotti agricoli, ai centri di stoccaggio e all'industria di trasformazione. Capite bene che tutti gli aumenti che ci sono stati, purtroppo, negli ultimi mesi hanno comportato una difficoltà enorme per le imprese. La stessa CNA del Veneto il 19 gennaio 2023 ha evidenziato che la fine degli sconti sulle accise, con il conseguente rialzo dei prezzi dei carburanti e l'incremento dei pedaggi autostradali, sta impattando gravemente sul comparto del trasporto merci Veneto. Questo, naturalmente, si ripercuote, a caduta, sul consumatore finale. Tutti abbiamo bisogno di comprare per mangiare. Di conseguenza, se andrà avanti così la questione, la filiera non riuscirà più a reggere e a contenere gli incrementi dei costi di produzione, i quali, affinché le imprese rimangano aperte, si ripercuoteranno a cascata sui consumatori finali.
Si conclude dicendo, nel punto 15 del programma politico dell'attuale partito di Governo, al punto 17, intitolato "Energia pulita e sicurezza a costi sostenibili", che si prevede la sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e l'automatica riduzione di IVA e accise. Per questo motivo chiedo alla Regione del Veneto di farsi portavoce con il Governo, proprio per chiedere misure efficaci e concrete per salvaguardare il settore dell'agromeccanica non soltanto a parole, con programmi politici, che sono belli, ma poi bisogna che si traducano in realtà con fatti, quindi arrivare a un dialogo con il Governo per l'automatica riduzione di IVA e accise, che ‒ come dicevo prima ‒ porterebbe comunque dei vantaggi all'intero settore dell'agromeccanica, e non solo. Questo settore, come altri, ha un problema grosso: quello di pagare per i carburanti cifre notevoli. Con le ultime manovre del Governo Meloni questa cosa è diventata più difficoltosa.
Chiedo alla Giunta regionale di fare il possibile e di farsi portavoce presso il Governo di questa enorme difficoltà che stanno vivendo le nostre imprese.
PRESIDENTE
Grazie.
Ha chiesto la parola il collega Tommaso Razzolini. Prego.
Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Solo per dare un sostegno, da parte mia e del Gruppo di Fratelli d'Italia, come già fatto anche in Terza Commissione, a questa modifica di legge proposta dal consigliere Rigo.
Noi in Veneto abbiamo più di 83.000 aziende agricole, che all'incirca rappresentano il 7% abbondante delle aziende agricole del nostro tessuto produttivo italiano. La media, come si diceva prima, è di 11 ettari ad azienda, con una produzione lorda di 6,6 miliardi. Questo vuol dire che è un settore della nostra regione importante, che va sostenuto.
I terzisti su questo fanno anche un'attività molto importante. Per alcune aziende, magari quelle medio-piccole, che non hanno una capacità economica per spendere nei macchinari, avere l'aiuto di queste aziende, di queste persone che entrano e danno una mano per lavorare i fondi, e non solo, è sicuramente importante per il sostegno di tutta l'attività agricola.
Per quanto riguarda il caporalato, di cui si parlava prima, credo che con i costi che hanno le attrezzature per queste aziende sia difficile avere una quantità eccessiva di lavoratori impiegati in queste aziende. Semmai il caporalato lo possiamo associare quando si trova su delle cooperative che, magari, lavorano il terreno più che avere in gestione dei mezzi ad alto costo e ad alta tecnologia.
Per confermare, quindi, ancora una volta il nostro parere favorevole e il sostegno a questa proposta del consigliere Rigo. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Pan, prego.
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Io ho ascoltato con molto interesse alcuni interventi. Effettivamente, il settore dei contoterzisti ‒ come si chiamava una volta, degli agromeccanici adesso ‒ è molto importante nel nostro Paese, ma anche a livello internazionale.
Sono stati citati tanti dati. Nel nostro Paese insistono, in questo momento, circa 18.000 aziende agromeccaniche, di cui 10.000 sono quelle più specializzate nel settore. Le aziende agromeccaniche fanno anche altri interventi, essendo, giustamente, i macchinari adoperati in tante occasioni, anche del movimento terra e altre lavorazioni di questo genere. Soprattutto per quanto riguarda l'agricoltura, queste 10.000 aziende sono altamente specializzate, come è stato ricordato, e hanno una tecnologia legata agli investimenti sui macchinari molto moderna.
La prima cosa che è stata sollevata oggi è che, comunque, rispetto alle nazioni contermini, che hanno estensioni agricole molto più importanti rispetto alle nostre, è chiaro che il ruolo degli agromeccanici è sempre più importante.
Questo disegno di legge, quindi, va a porre ‒ tra virgolette ‒ anche una certa "giustizia" rispetto al lavoro che fanno questi contoterzisti, che spesso sono famiglie di agricoltori che si sono specializzate e hanno anche in affitto... Il secondo tema è l'affitto delle campagne. Con l'abbandono dell'agricoltura oppure con lo spezzettamento della proprietà, spesso e volentieri i proprietari, che fanno tutt'altri mestieri, affittano i campi a queste imprese. Generalmente sono imprese agricole che hanno proprietà agricole, quindi hanno una struttura di questo tipo da sempre. Imprese strutturate, quindi, imprese ad altissima tecnologia, un volume di affari ‒ come è stato appena ricordato ‒ di 3,6-3,7 miliardi annui, che lavorano nel nostro Paese circa 6,5 milioni di ettari, che non è poco rispetto agli 11 milioni generali. Soprattutto, lavorano le grandi commodities. Il 98% dei cereali, sia nell'aratura che nella raccolta, passa attraverso questo tipo di aziende. Il 70% della raccolta, il 70% anche dei fitofarmaci. Ricordo che, considerando che in Veneto abbiamo 1.700 imprese di questo tipo e che in Veneto la proprietà media è di 4,5 ettari (rispetto a quella nazionale, che è un po' più alta), vedo difficile che, ad esempio, molte imprese agricole familiari possano acquisire, anche attraverso fondi europei, tutti i macchinari di cui hanno bisogno. Non dobbiamo mai dimenticarci che, comunque, i fondi europei, anche quelli del Piano di sviluppo rurale, che era il nocciolo della discussione per quanto riguarda questo tipo di imprese, sono comunque fondi che finanziano il 50% dell'acquisto. Quindi, per l'altro 50% spesso e volentieri bisogna andare comunque nelle banche e mettere del proprio, e così aumentare anche l'indebitamento, a volte, delle imprese oppure dei giovani che si avvicinano all'agricoltura.
Bisogna fare dunque molta attenzione. Lo dico sempre agli agricoltori. Uno dei difetti che hanno gli agricoltori, da sempre, è che se hanno uno spendono sei. Vogliono avere tutte le macchine, anche avere il trattore più bello, ma comunque avere una serie di servizi ‒ chiamiamoli così ‒ subito.
Tanti Paesi, anche a livello mondiale... Poi farò l'esempio di chi all'estero sta facendo qualcos'altro su questi fondi. Quali sono i vantaggi per gli agricoltori? L'acquisizione di macchinari, laddove è impossibile averli tutti. Purtroppo, stiamo vendendo che tanti incidenti, anche mortali, sono dovuti a trattori vecchi o poco sicuri. Abbiamo un parco di trattori in Veneto – mi sembra, secondo l'ultimo dato, che fossero circa 70.000, tra una cosa e l'altra – la cui metà forse ha superato i venti o trent'anni, addirittura. Quindi, vi è l'impossibilità, a volte, dell'acquisizione di un macchinario anche per i prezzi. Un trattore medio generalmente costa 1.000-1.200 euro a cavallo. Fate conto che un trattore da aratura va da 300 cavalli in su, e capite il valore che può avere l'acquisizione di questo tipo di mezzo.
Poi anche la possibilità di cambiare colture più velocemente e l'attrezzatura per una coltura non è mai l'attrezzatura per un'altra. Quindi, se si decide di cambiare una coltura perché economicamente più valida, da un anno all'altro, avere l'apporto di un'azienda agromeccanica è importantissimo per non dover acquisire completamente nuovi macchinari. Ci sono i costi fissi, quindi, delle macchine. Nel bilancio di un'azienda, come sapete, gli ammortamenti e i costi fissi sono una voce molto importante. Anche questo, naturalmente, viene meno.
Ho incontrato spesso, da Assessore, le tre sigle sindacali. Generalmente la più importante è la CAI, anche nel Veneto, e Agromec. Una delle cose che ci hanno sempre chiesto è comunque di avere un riconoscimento, una dignità di riconoscimento, perché essere inquadrati spesso con codice ATECO negli artigiani non dava giustizia a questa categoria che è strettamente legata al mondo agricolo.
Poi la possibilità di accedere ai contributi del Piano di sviluppo rurale sulla misura degli investimenti è comunque anche per loro importante, perché immaginate solo il dato di quanti mezzi e macchinari vengono acquistati e provati nel Veneto continuamente dagli agromeccanici. Vi ricordo che l'80% circa dei macchinari prodotti dall'industria meccanica del Veneto sono agricoli e vanno all'estero. Quindi la possibilità che siano testati dagli agromeccanici per capire i difetti, e spesso gli agromeccanici danno anche delle dritte a chi costruisce le macchine, diventa in questo senso veramente importante.
Quando si discute di PAC, anche a livello europeo, e si dice che si va verso la sostenibilità, si va verso la cura delle foreste, del verde, della manutenzione pubblica, sono tutte cose che questi signori fanno già e che comunque, avendo la possibilità anche di accedere ai contributi del Piano di sviluppo rurale, non è che porti via soldi europei agli agricoltori a titolo principale, ma diventa un'integrazione degli investimenti che giustamente vengono investiti di nuovo nello stesso settore, che è quello dell'agricoltura.
Quindi, questa guerra "io sono vero agricoltore e tu sei agromeccanico, sei contoterzista" è assolutamente una guerra che a volte è alimentata da qualcuno, magari anche del mondo sindacale agricolo, che vorrebbe in qualche maniera avere sempre il controllo di tutto.
Questa, invece, è una strada giusta, una strada che tanti Paesi al mondo stanno percorrendo. Faccio l'esempio dell'India. L'India non dà finanziamenti per l'acquisto di macchine agli agricoltori; dà finanziamenti solo ai contoterzisti. Perché? Perché appunto è conscia di tutto quello che vi ho appena detto, cioè che solo i contoterzisti riescono a investire in macchine sempre più moderne e sicure, solo i contoterzisti possono avere una visione globale del sistema e possono chiaramente dare un servizio importante al piccolo agricoltore, che altrimenti andrebbe solo a indebitarsi tutta la vita per l'acquisizione di una o due macchine. Questo è il tema che anche in Europa bisognerebbe porre per far capire che il sistema sta andando verso questo indirizzo, altrimenti creiamo un grandissimo parco macchine che dopo due, tre, quattro anni, diventa obsoleto. Quindi, non riusciamo anche a innovare con le nuove tecnologie, ad esempio quelle del risparmio idrico; adesso si parla di droni, si parla di tante cose che effettivamente, se pensate a un piccolo agricoltore veneto, difficilmente potrebbe accedervi.
Quindi, è un grande servizio e ringrazio anche il collega Rigo per aver posto questo tema sia in Terza Commissione sia qui in Aula, perché io penso che con questa legge riusciamo a dare veramente grande soddisfazione a tutti.
Parlando di caporalato, ho avuto un'intervista a "Report" qualche anno fa su questo tema, perché avevano pescato un'azienda, non ricordo, forse nel basso veronese o padovano, che aveva qualche lavoratore in nero. Il caporalato in Veneto, soprattutto in agricoltura, è un fenomeno che esiste veramente poco, collega Guarda.
Se andiamo a vedere dove esiste, andiamo a vedere magari anche i casi di Soumahoro, delle cooperative e tutto quello che ci va dietro... Dobbiamo guardare da altre parti, non certo agli imprenditori veneti, quelli seri, non certo ai contoterzisti che non mettono in mano a un immigrato che sbarca domani mattina una trebbia che costa mezzo milione di euro. Attenzione a quello che si dice, prima di incriminare un'intera categoria su questo. Andiamo a vedere in parti che non sono queste, ma sono le parti di altre sponde politiche.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non vedo altre richieste d'intervento.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
C'è bisogno di dare il parere sugli emendamenti. Venti minuti, con ripresa dei lavori alle ore 15.40. Vi trovate in Sala del Leone. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 15.18
La Seduta riprende alle ore 15.41
PRESIDENTE
Colleghi, iniziamo con l'articolato.
L'articolo 1 non ha emendamenti.
Metto in votazione l'articolo
1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 2.
Emendamento
n. A0001 presentato dalle consigliere Guarda, Baldin e Zottis, articolo 2, aggiuntivo, che prevede:
Dopo la lettera a) del comma 2 dell'articolo 3, come sostituito dall'articolo 2, è inserita la seguente lettera:
"a) bis: dotarsi di sistemi di certificazione volontaria di prodotto, di processo o di sistema di gestione, secondo le norme internazionali e nazionali vigenti al fine di controllare e documentare le seguenti situazioni, eventi e operazioni:
1) mansioni e profili operativi del personale addetto;
2) interventi di informazione e formazione del personale;
3) quantità e qualità delle lavorazioni eseguite;
4) identificazione dei macchinari impiegati."
Prego, collega Guarda.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Questo emendamento fa quello che vi dicevo prima. Per creare un albo che raccoglie imprese che semplicemente rispettano la legge e hanno la sede in Veneto, riterrei che in realtà questo albo, per avere senso, onde evitare che si ripetano le stesse caratteristiche dopo in un bando per l'accesso ai finanziamenti, debba avere una sorta di indicazione per una qualificazione di tipo professionale. La qualificazione non è il rispetto delle norme sulla sicurezza dei macchinari. La qualificazione non è il rispetto delle norme dei contratti nazionali per quanto riguarda le assunzioni. La qualificazione professionale viene da certificazioni che garantiscono un percorso di crescita nella qualità del servizio offerto. Questo è dato da certificazioni a cui qualsiasi ente può aderire. Come per esempio vi dicevo prima, il Consiglio regionale del Veneto ha fatto la certificazione ISO anticorruzione.
Proprio per questo propongo che, all'interno dei criteri per l'albo, ci sia un criterio caratterizzante di qualificazione, cioè la presenza di almeno una certificazione di processo, di organizzazione gestionale, anticorruzione o altro. Non dico quali, dico solo che ci deve essere una certificazione, altrimenti l'albo diventa in realtà un contenitore inutile. Basterebbe un bando per dire "c'è bisogno che voi seguiate le norme per quanto riguarda i macchinari, per quanto riguarda le assunzioni, i contratti nazionali, eccetera, eccetera, e vi diamo dei punteggi per quanto riguarda certificazioni e altro". Se non c'è una qualifica l'albo diventa un contenitore sterile, ed è il motivo che, per me, è determinante per dire se questa è una modifica efficace o no della norma.
Colgo l'occasione, in questi tre minuti che mi rimangono, perché prima è stata detta una cosa senza probabilmente essere sufficientemente informati di quella che è la realtà dei fatti in Veneto, alla luce di studi che non sono fatti da Consiglieri di opposizione ma addirittura dalle nostre università, quelle che siete contenti di poter sostenere e valorizzare.
Il consigliere Pan prima diceva che non c'è un problema di caporalato in Veneto e che esso riguarda eventualmente soltanto alcune aziende. Ebbene, su 71.000 persone impegnate in agricoltura, di cui 41.000 italiani, secondo l'Istat sono 20.000 le persone che sono in sofferenza occupazionale nel settore dell'agricoltura. Quindi, ecco la mia domanda: siccome sono 20.000 le persone che sono interessate da fenomeni di caporalato o dal rischio di abusi a causa di contratti pirata, perché vogliamo far passare l'idea che in Veneto non ci sia un problema da affrontare? Perché andare a giustificare, nascondendola sotto il tappeto, una realtà che è certificata dagli stessi progetti finanziati anche dalla Regione del Veneto, come il progetto "NA.VI.GA.Re.", che attenzione, però, sottopaga (perché paga 6 euro all'ora) le persone che lavorano per aiutare nell'integrazione e nella prevenzione di questi fenomeni di abuso di tipo occupazionale.
Assessore Pan, sono 20.000 i dipendenti, le persone in sofferenza che lavorano nel settore dell'agricoltura in Veneto, ed è per questo che ritengo che non sia possibile dire che non esiste un problema di caporalato o di rischio di abusi, attraverso contratti pirata, da parte del settore dell'agricoltura. Preferisco dire che siamo fieri di poter investire e sostenere le imprese agricole, grandi o piccole, che non si affidano a caporali o a cooperative grigie, ma si affidano a realtà cooperative e a sistemi di assunzione legali che noi dovremmo finanziare e sostenere.
Questo non soltanto perché abbiamo la rete "NA.VI.GA.Re.", non soltanto perché abbiamo l'Università di Padova che sta facendo progetti straordinari di accompagnamento alle imprese e dovremmo finanziarli e sostenerli sempre di più, ma specialmente perché abbiamo la possibilità di dare un'alternativa. Capogruppo Pan (lo so che lei è molto desiderato dagli altri Consiglieri), il problema che abbiamo noi è che molto spesso, siccome abbiamo bisogno di operai, di braccianti stagionali, laddove anche la crisi ambientale, la crisi climatica ci sta mettendo nelle difficoltà della gestione dei nostri raccolti, eccetera, è molto difficile trovare persone immediatamente nel momento del bisogno. Bisogna creare una rete sicura, istituzionale, che dia questa alternativa semplice agli agricoltori in modo che non si affidino ad altri. Per questo, ce li abbiamo già, ci sono i Centri per l'impiego della Regione del Veneto con le liste per l'agricoltura che non sono più utilizzate, e infatti bisogna riattivarle attraverso questi sistemi.
È una proposta che magari potremmo fare insieme.
PRESIDENTE
Grazie. Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento
n. A0001. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento
n. A0002 presentato dalle consigliere Guarda, Baldin e Zottis, articolo 2, comma 1, modificativo, che prevede:
La lettera b) del comma 2 dell'articolo 3, come sostituito dall'articolo 2, è così modificata:
"b) applicare il vigente contratto collettivo nazionale di lavoro sottoscritto dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative per i dipendenti delle imprese che esercitano attività agromeccaniche".
Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)
Presidente, posso?
PRESIDENTE
Prego, collega Brescacin.
Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)
Penso di aver votato per errore favorevole, ma il mio voto – lo vorrei lasciare a microfono – era contrario.
PRESIDENTE
Mi sembravano dieci voti favorevoli, quindi mi sembrava che... Favorevoli all'emendamento, e sono quelli di minoranza. Mancava Possamai, quindi forse sì, ce n'è uno in più.
Comunque, rimane a verbale che la collega Brescacin ha votato contro.
Collega Soranzo, prego.
Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Presidente, per informare e per mettere a verbale che sia Razzolini che il sottoscritto non siamo riusciti a votare, perché non è uscita la schermata, e il voto è contrario. Grazie.
PRESIDENTE
Va bene. A verbale.
Collega, il voto va espresso in Aula. Non capisco chi difenda lei, collega Camani. Mi sembra strana questa difesa. O state acquistando un Consigliere... Faccia quello che vuole.
È stato depositato l'emendamento 14 sull'articolo 3, da parte della correlatrice. Cinque minuti per eventuali sub.
Riprendiamo l'emendamento n. A0002.
La parola alla collega Guarda.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Questo emendamento intende chiarire un passaggio. Esistono contratti collettivi nazionali di lavoro, che sono quelli sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, e contratti che invece sono sottoscritti da sindacati minori, che però in questo caso presentano delle garanzie inferiori per il lavoratore. Questi contratti sono i cosiddetti "contratti pirata", quelli contro i quali dovremmo tutti fare una grande battaglia per il rispetto dei diritti del lavoratore, oltre che dei suoi doveri.
Proprio per questo ho scelto di consigliare al presentatore di aggiungere la specifica che i contratti collettivi nazionali di lavoro, che sono quelli a cui devono aderire le aziende che possono iscriversi a questo albo, siano quelli sottoscritti dalle maggiori organizzazioni sindacali.
Attenzione, siccome nel settore agromeccanico, in particolar modo, l'incidenza dell'utilizzo di contratti pirata è piuttosto elevata, sarebbe importante dare questo tipo di messaggio da parte della Regione del Veneto.
Mi dispiace, so che c'è un parere negativo, ma ci saranno occasioni in cui affrontare questo tema, visto che questi contratti molto spesso si affiancano anche a pratiche che mortificano il lavoratore, la dignità del lavoratore, e non soltanto quello straniero, ma anche quello italiano.
PRESIDENTE
Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento
n. A0002. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
La collega Sponda è senza dispositivo elettronico e quindi dichiara il suo voto contrario.
Emendamento
n. A0003, presentato dalle consigliere Guarda, Baldin e Zottis, articolo 2, comma 1, aggiuntivo, che prevede:
Dopo, la lettera b) del comma 2 dell'articolo 3, come sostituito dall'articolo 2, è aggiunta la seguente lettera:
"b) bis attivare percorsi di valorizzazione delle professionalità attraverso la contrattazione integrativa regionale".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento
n. A0003. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Anche in questo caso la collega Sponda è senza dispositivo elettronico.
Ma non avevamo un qualcosa di utilizzabile nel caso ci fosse un problema di questo tipo?
Perché non c'è nessuno esperto di informatica in Aula?
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. A0008 delle colleghe Baldin e Guarda – vedo una "R" sottolineata – è ritirato.
Emendamento
n. A0004, presentato dalle consigliere Guarda, Baldin e Zottis, articolo 2, modificativo, che prevede:
La lettera d) del comma 2 dell'articolo 3, come sostituito dall'articolo 2, è soppressa.
Prego, collega Guarda.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento
n.
A0004. Parere del relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Anche in questo caso resti a verbale che la collega Sponda vota contrario.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento
n.
A0011 presentato dal consigliere Rigo, articolo 2, comma 1, modificativo, che prevede:
Alla lettera d) del comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale 7 febbraio 2014, n. 6 , così come sostituito dall'articolo 2 del PDL, prima delle parole: "essere iscritte all'anagrafe del Settore Primario ai sensi della normativa dell'Unione europea, statale e regionale in materia di politiche agricole;" sono inserite le seguenti: "per le sole imprese che esercitano l'attività agricola, agroalimentare, forestale ai sensi del DPR 1 dicembre 1999, n. 503 "Regolamento recante norme per l'istituzione della Carta dell'agricoltore e del pescatore e dell'anagrafe delle aziende agricole, in attuazione dell'articolo 14, comma 3, del D.Lgs. 30 aprile 1998, n. 173."
Non vedo richieste di intervento.
Collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
è un emendamento che sosterremo proprio perché è nella direzione di risolvere quelle che sono state le osservazioni portate anche in Commissione in relazione al fatto che diversamente questo tipo di scrittura avrebbe escluso dalla possibilità di fornire sostegno alle aziende che non sono agricole, non hanno fascicolo aziendale, non sono iscritte al registro delle imprese del primario, ma sono comunque aziende agromeccaniche inquadrate come artigiane.
PRESIDENTE
Grazie.
Metto in votazione l'emendamento
n.
A0011. Parere favorevole del relatore.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
La consigliera Sponda vota favorevole.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. A0005 di pagina 6, presentato dalle consigliere Guarda, Baldin e Zottis, viene ritirato.
Metto in votazione l'articolo
2, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 3.
Emendamento n.
A0009 presentato dalla consigliera Baldin, articolo 3, modificativo, che prevede:
Al co. 2 dell'art 4 della LR 6/2014 così come sostituito dall'art. 3 co. 1 del PDLR 146, dopo le parole "di cui all'articolo 3" sono aggiunte le parole:
"con particolare riferimento per quelli riguardanti: a) sistemi di certificazione volontaria di prodotto, di processo o di sistema di gestione, secondo le norme internazionali e nazionali vigenti; b) tutela del territorio e sicurezza sul lavoro."
Prego, Baldin.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
C'è una riformulazione per cui la frase che risulta è: "con particolare riferimento per quelli riguardanti la sicurezza sul lavoro".
PRESIDENTE
Bene.
Metto in votazione l'emendamento
n.
A0009 con la riformulazione ai sensi dell'articolo 102 fatta dalla presentatrice e accolta dal relatore. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento
n.
A0006 presentato dalle consigliere Guarda, Baldin e Zottis, articolo 3, modificativo, che prevede:
Il comma 3 dell'articolo 3 è così modificato:
"3. La Giunta regionale definisce, sentita la competente commissione consiliare che si avvale del parere obbligatorio dell'Osservatorio di cui all'articolo 15 della legge regionale 28 dicembre 2012, n. 48 , i criteri e le modalità di concessione dei contributi di cui ai commi 1 e 2 ed il relativo ammontare, nel rispetto della normativa dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato."
Collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Si tratta della richiesta del passaggio dei criteri all'interno della Commissione. So che il parere era favorevole con modifica. Essenzialmente sarebbe con lo stralcio delle parole "che si avvale del parere obbligatorio dell'Osservatorio di cui all'articolo 15 della legge regionale numero 48".
In questa maniera si lascia soltanto il passaggio in Commissione dei criteri.
Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Favorevole con la modifica.
PRESIDENTE
L'emendamento viene quindi modificato come verbalmente proposto dalla presentatrice ed è accolto dal relatore.
Metto in votazione l'emendamento
n.
A0006, come modificato. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento
n.
A0007 presentato dalle consigliere Guarda, Baldin e Zottis, articolo 3, comma 4, modificativo, che prevede:
Il comma 4 dell'articolo 3 è soppresso.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento
n.
A0007. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n.
A0010, presentato dalla consigliera Baldin, articolo 3, modificativo, che prevede:
Al co. 4 dell'art. 4 della LR 6/2014 così come sostituito dall'art. 3 co. 1 del PDLR 146, dopo le parole "agromeccaniche che", sono aggiunte le parole "garantiscano funzioni di valorizzazione del territorio rurale, anche al fine di una conservazione o ripristino del patrimonio paesaggistico; e che".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento
n.
A0010. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Vi è un emendamento depositato appena adesso. Serve un parere da parte dell'Ufficio di Presidenza sull'emendamento n. A0014.
Come concordato in Commissione, poiché era già stato valutato nella riunione dell'Ufficio di Presidenza precedente, lo mettiamo in votazione.
Emendamento
n.
A0014 presentato dalla consigliera Zottis, articolo 3, che prevede:
Dopo le parole "nazionali vigenti" del comma 4 dell'art. 4 della LR 7 febbraio 2014, n. 6 , così come inserito dall'art. 3 del PDL, sono aggiunte le seguenti parole:
"e di salvaguardia dei prestatori d'opera con forme di tutela, anche di tipo assicurativo, in aggiunta a quelle obbligatorie previste dalla legge".
Metto in votazione l'emendamento
n. A0014. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo
3, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 4.
Emendamento
n.
A0012 presentato dal consigliere Rigo, articolo 4, modificativo, che prevede:
Nell'articolo 4 bis - Norma finanziaria, inserito dall'articolo 4 nella legge regionale 7 febbraio 2014, n. 6 "Disposizioni per la qualificazione delle imprese che svolgono attività agromeccanica", il comma 1 è così sostituito:
1. Agli oneri derivanti dall'applicazione dell'articolo 4, comma 1, quantificati in euro 200.000,00 per l'esercizio 2023, in euro 250.000,00 per l'esercizio 2024 ed in euro 300.000,00 per l'esercizio 2025, si fa fronte con le risorse allocate nella Missione 14 "Sviluppo economico e competitività", Programma 01 "Industria, PMI e artigianato", Titolo 2 "Spese in conto capitale", la cui dotazione viene aumentata riducendo contestualmente di pari importo il fondo di cui all'artico/o 7, comma 2, della legge regionale 23 dicembre 2022, n. 32 allocato nella Missione 20 "Fondi e accantonamenti", Programma 03 "Altri fondi", Titolo 2 "Spese in conto capitale" del bilancio di previsione 2023-2025.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento
n.
A0012. Relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo
4, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0013
Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "AGROMECCANICA VUOL DIRE ANCHE TRASPORTO, LA FINE DELLO SCONTO SULLE ACCISE SI RIPERCUOTE ANCHE SUI CONSUMATORI VENETI, LA REGIONE INTERVENGA". RESPINTO
(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- l'articolo 2 della Legge Regionale 7 febbraio 2014, n. 6 "Disposizioni per la qualificazione delle imprese che svolgono attività agromeccanica" stabilisce che "ai fini della presente legge si intende per: a) attività agromeccaniche: una o più delle attività definite dall'art. 5 del decreto legislativo 29 marzo 2004 n. 99 ";
- il decreto legislativo 29 marzo 2004 n. 99 "Disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura, a norma dell'articolo 1, comma 2, lettere d), f), g), I), ee), della legge 7 marzo 2003, n. 38.", all'articolo 5 rubricato "Attività agromeccanica", stabilisce che "sono altresì ricomprese nell'attività agromeccanica le operazioni relative al conferimento dei prodotti agricoli ai centri di stoccaggio e all'industria di trasformazione quando eseguite dallo stesso soggetto che ne ha effettuato la raccolta" ;
- il settore agromeccanico è un comparto importantissimo del più vasto settore agroalimentare;
- CNA Veneto, con un comunicato stampa diffuso il 19 gennaio 2023, ha evidenziato come "la fine degli sconti sulle accise con il conseguente rialzo dei prezzi dei carburanti e l'incremento dei pedaggi autostradali stanno impattando gravemente sul comparto del trasporto merci veneto, con pesantissime conseguenze anche per le imprese dell'intera filiera agroalimentare" aggiungendo che "per tutti i prodotti ortofrutticoli si rileva un incremento dei prezzi al consumo con una conseguente contrazione dei volumi acquistati. Per esempio i pomodori segnano un aumento del 19,4% del prezzo e una conseguente diminuzione dei volumi del - 6,1%; l'insalata IV gamma segna un aumento del 14,6% del prezzo e una conseguente diminuzione dei volumi del -14,1% (dati lsmea)"
- la conseguenza di quanto sopra è purtroppo chiara: "da un lato le imprese della filiera agroalimentare stanno facendo fronte al caro-bolletta e agli aumenti dei costi delle materie prime cercando di limitare gli aumenti per i clienti e piuttosto riducendo le marginalità; dall'altro gli autotrasportatori si trovano stretti tra l'incudine e il martello. Se si continuerà così, la filiera non riuscirà più a reggere e a contenere gli incrementi dei costi di produzione i quali, affinché le imprese rimangano aperte, si ripercuoteranno a cascata sui consumatori finali.";
considerato che:
- il punto n. 15 del programma politico dell'attuale partito al governo è intitolato "agroalimentare pilastro del sistema Italia" mentre il punto n. 17, intitolato "Energia pulita, sicura e a costi sostenibili" prevede, tra l'altro, la "Sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise"
impegna la Giunta regionale
a farsi portavoce nei confronti del Governo affinché siano poste in essere politiche urgenti, concrete ed efficaci – anche attraverso la "sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise" e la tutela del settore agroalimentare in quanto "pilastro del sistema Italia" – volte a salvaguardare il settore agromeccanico.
Prego, collega Baldin.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Quello dell'aumento di tutti i generi, dagli alimentari fino anche alla benzina e ai carburanti, è una realtà che purtroppo tutti conosciamo e che si ripercuote su larghissima parte dei settori della nostra economia e anche l'agromeccanica non è esclusa da questo.
Sulla base del fatto che il programma nazionale dell'attuale Governo cita proprio la sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e l'automatica riduzione di IVA e accise, chiedo alla Giunta regionale di farsi portavoce con il Governo affinché si trovino delle soluzioni concrete ed efficaci per tutelare il settore dell'agromeccanica e quindi fare in modo che questo programma politico si traduca in realtà concreta con azioni vere ed efficaci, non soltanto con belle parole che però rimangono sulla carta dei programmi elettorali.
PRESIDENTE
Grazie.
Metto in votazione l'
ODG n.
A0013.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo al voto finale sul PDL n. 146.
Collega Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Solo per annunciare il voto. Intanto per ringraziare il relatore per gli emendamenti che comunque sono stati approvati, in relazione, in parte, anche sulla questione mondo del lavoro, in parte per le aziende che andranno a beneficiare della legge stessa. È evidente che, per quanto ci riguarda, sarà un voto di astensione più che altro perché ci sarebbe piaciuto che l'albo avesse avuto una caratterizzazione maggiore per tutti quelli che sono i processi di qualità.
I numeri li ha già citati la consigliera Guarda per quanto riguarda anche quello che è emerso nell'audizione fatta qualche settimana fa con l'Osservatorio della Coldiretti, ma credo che sia contro l'intelligenza reciproca continuare a dividere il mondo della cooperazione (soprattutto di questa Regione, che ha dato molto) che è estremamente complesso, in buoni e cattivi, da una parte e dall'altra, perché purtroppo le mele marce ci sono da una parte e ci sono dall'altra. L'invito è quello di continuare a discutere sul merito delle questioni, perché, se cominciamo invece a discutere su dove sono le mele marce, credo che noi qui finiamo molto tardi nella serata. Ripeto, nel mondo della cooperazione credo che in Veneto, come in altre Regioni, ci sono stati esempi sicuramente negativi anche a livello nazionale e non solo a livello nazionale, però c'è anche una parte del mondo della cooperazione che ha saputo dare tanto alla nostra economia e lo sta dando ancora. Prova ne sono anche gli atti della Giunta regionale stessa.
PRESIDENTE
Grazie.
Collega Soranzo, prego.
Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)
Grazie, Presidente.
Molto velocemente per confermare il voto favorevole del Gruppo di Fratelli d'Italia a questa proposta di legge. Anch'io, insieme ai colleghi, ci uniamo nel ringraziare il collega Rigo, il relatore proponente, il Presidente e tutta la Commissione che hanno lavorato a questa proposta di legge che va nella direzione in cui noi assolutamente non solo condividiamo, ma sosteniamo un provvedimento che dà una risposta concreta a una manifestazione di sostegno a un settore e in particolare alle 1.500 imprese agromeccaniche che garantiscono a circa 5.000 persone l'occupazione. Un provvedimento che va nella direzione di sostenere un settore strategico per il Veneto. Non c'è un'amministrazione più forte di quella di provvedere dal punto di vista legislativo a dare una risposta anche alla richiesta diretta delle associazioni di categoria, come ha evidenziato bene il collega Rigo fin dall'inizio.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei. Collega Baldin, prego.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Siamo consapevoli che con questo progetto di legge si vanno a dare dei contributi anche a chi magari ha una sede legale in Veneto e una sede operativa in Sicilia? Questo è il punto. Dall'altro lato, invece, quello che potevamo fare come Governo, cercando di alleggerire il peso dei carburanti proprio per le attività di agromeccanica non lo si vuole fare e questo credo sia un grande vulnus rispetto a questo progetto di legge, con una necessità che era correlata, appunto aiutare le imprese anche del Veneto per l'alimentazione dei mezzi.
Non si è voluto fare, quindi il mio voto sarà di astensione.
PRESIDENTE
Collega Rigo, prego.
Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Ci tenevo innanzitutto [...], l'ufficio del nostro Gruppo, che ha collaborato alla stesura del testo. Non si sente? Adesso si sente? Bene.
Volevo ringraziare l'Ufficio Legislativo, la Commissione, il presidente Andreoli. Volevo ringraziare tutti i colleghi che hanno contribuito, perché anche nella manovra emendativa sono state apportate delle migliorie alla legge. È una legge importante per un settore importante e strategico come quello degli agromeccanici, in un Veneto in cui l'agricoltura ha una valenza importantissima, come ha ricordato qualche collega.
In Veneto l'agricoltura vale 6,5 miliardi di euro. In Veneto ci sono oltre cento denominazioni ed è la prima Regione in Italia. In Veneto ci sono delle eccellenze assolute, come quella del vino e anche gli agromeccanici in questo stanno contribuendo al supporto. Basti pensare che le esportazioni di vino in Veneto valgono 2,5 miliardi. In una ipotetica classifica mondiale il Veneto sarebbe il quarto Stato al mondo per valore delle esportazioni, in tutti questi settori, grazie soprattutto all'impegno dei nostri agricoltori, grazie anche all'impegno, alla professionalità, alle straordinarie capacità degli agromeccanici che finalmente trovano una legge che dà risposta alle loro istanze e che istituisce un albo per qualificare la loro professionalità. Gli agromeccanici diventano sempre più strategici nell'agricoltura del futuro e, ripeto, grazie a loro anche il lavoro agricolo diventa più sicuro perché una delle maggiori difficoltà è che aziende con un parco mezzi obsoleti o vecchi ovviamente rischiano molto di più rispetto a quello che è il lavoro quotidiano.
Ringrazio quindi tutta l'Aula, tutti gli uffici e auguro buon lavoro.
PRESIDENTE
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione il
PDL n. 146 nel suo complesso, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
8 |
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PROPOSTA DI LEGGE STATALE DA TRASMETTERE AL PARLAMENTO NAZIONALE, AI SENSI DELL'ARTICOLO 121 DELLA COSTITUZIONE DAL TITOLO: "MODIFICHE AL DECRETO LEGISLATIVO 30 APRILE 1992, N. 285 "NUOVO CODICE DELLA STRADA"" D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO. (PROGETTO DI LEGGE STATALE N. 20) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 12/2023)
Relatore: Consigliere Dolfin
Correlatore: Consigliere Montanariello
PRESIDENTE
Passiamo al punto n. 8, PDLS n. 20.
Relatore il collega Dolfin. Prego.
Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Colleghi, l'interesse di voler presentare questo progetto PDLS, progetto di legge statale, va nella direzione di voler aumentare la sicurezza stradale in generale andando ad attenzionare il Ministero e gli uffici competenti per tener conto di queste nostre proposte, queste nostre osservazioni che poniamo alla loro attenzione.
Tutti noi, chi più chi meno, ogni giorno ci ritroviamo ad affrontare la mobilità quotidiana, chi per professione, chi per gli spostamenti continui e siamo ovviamente non dico costretti, ma dobbiamo osservare le norme che vengono imposte appunto dal Codice della strada, le varie norme, i divieti, i limiti, le modalità, come affrontare, nel comportamento quotidiano, le varie condizioni, esse siano strade urbane, extraurbane, statali o autostrade.
Questo è lo spirito grosso modo con cui si vuole affrontare, si vuole proporre all'Aula questo provvedimento che va, come dicevo prima, a cercare di portare delle modifiche al Codice della strada senza, per carità, porre delle presunzioni, ci mancherebbe altro. Di sicurezza sentiamo sempre parlare, poi negli atti vediamo che ci sono sempre delle mancanze. Per esperienza, le vediamo proprio quotidianamente. Guarda caso, chi è l'utenza più debole, ciclisti e pedoni, sono i primi a doverne fare le spese.
Aumentare la sicurezza vuol dire aumentare soprattutto le norme del buon senso, la prevenzione, l'educazione, le regole del comportamento e del vivere proprio all'interno della mobilità quotidiana.
Il progetto di legge, come dicevo, va nella direzione di portare queste attenzioni verso il mondo dei pedoni, dei ciclisti, ma non solo, perché poi c'è tutta una strumentazione elettronica che spesso e volentieri mette in grossa difficoltà l'utente della strada, a cui crea dei timori e non pochi, facendo passare che gli strumenti elettronici sono vessatori e non certamente invece utili ad attenzionare l'automobilista o comunque coloro che affrontano le varie realtà della mobilità quotidiana.
Sull'articolato poi troveremo anche altri aspetti legati al mondo della strumentazione elettronica, ma anche riguardanti alcuni aspetti legati alla possibilità che... Attenzione, come ho detto più volte, non ci si vuole certamente sostituire a dottori piuttosto che a commissioni mediche, ma si vuole cercare di far sì che, quando, a una certa età, si affronta la Commissione tecnica per essere ancora abilitati a guidare un mezzo, magari non si incorra in difficoltà di handicap che non permettono di poterlo più utilizzare. Con questa proposta si va invece a limitare, ripeto, senza voler togliere niente a nessuno, la possibilità di utilizzare questi mezzi, questa mobilità personale, in modo tale che anche la persona anziana, che ha delle difficoltà, possa comunque in area circoscritta ancora utilizzare questi mezzi personali a disposizione.
Dopodiché un altro articolo che fa parte di questi sei presentati oggi riguarda il discorso legato alla presentazione del documento nel momento in cui si viene fermati, prevedendo la possibilità di poterlo presentare nell'arco di 72 ore. Può succedere a tutti magari di dimenticarsi i documenti a casa per distrazione o per altre motivazioni. C'è la possibilità di non incorrere in sanzioni, ma, nell'arco di tot ore, riuscire a presentare la documentazione e dunque essere esentati dal dover pagare altre sanzioni.
Dopo c'è la norma finanziaria, che un po' è stata rivista, perché come annualità erano previste 2022-2024 e dunque si va a rivedere un attimo. Su questo – lo faccio presente – presenterò un emendamento in seduta stante proprio per rivedere questa norma.
Questa è un po' l'intenzione di questo PDLS, tra l'altro presentato a marzo del 2022. Vedo con piacere che il Ministero in queste settimane, a fronte anche di tutte queste situazioni negative che purtroppo quotidianamente leggiamo e vediamo, in cui giovani vite, ma non solo... C'è quasi un bollettino di guerra sulle nostre strade: non passa giorno, non passa settimana che non troviamo delle vittime. Dunque, è giusto e doveroso aggiornare sempre più il Codice della strada e attenzionarlo, a maggior ragione se può partire a livello regionale, dove le competenze sono limitate o del tutto non funzionali. Sta di fatto che comunque l'attenzione da parte di questo Consiglio deve essere alta per far sì che arrivino nel ragionamento della Conferenza Stato-Regioni e sia attenzionato appunto il Ministero competente, il Governo su queste norme da poter rivedere in qualche maniera.
Ritengo opportuno che un codice sia funzionale nel momento in cui sia aggiornato via via che le norme poi dopo devono essere applicate. Questa è un po' la forma.
Ho visto anche un emendamento che ha presentato la collega Baldin. Ne discuteremo, pur facendole presente che l'articolo 40 del Codice della strada già considera i pedoni e i ciclisti utenza debole e dunque rientra un po' nella fattispecie. Lo accolgo, e lo faccio già presente, perché è un rafforzativo posto all'attenzione, però faccio presente che l'articolo 40 del Codice della strada mette già sullo stesso piano i pedoni con i ciclisti. Dunque, a maggior ragione, è una meta a cui dare attenzione. Questo è un po' l'impianto di questo PDLS.
Ringrazio anche il lavoro della Commissione, della presidente Silvia Rizzotto. Durante l'esposizione tutti i colleghi hanno contribuito nell'esporre e attenzionare le loro proposte e i loro suggerimenti: dunque credo che ci sia l'intenzione da parte di questo Consiglio di prestare attenzione alla mobilità in generale per apportare delle modifiche a queste norme che fanno parte del Codice della strada.
Premetto anche, anzi preannuncio che sarà mia intenzione attenzionare l'Aula anche sul mondo dei ciclisti visto e considerato che abbiamo visto in queste ultime settimane, in questi ultimi mesi altre vittime, purtroppo anche "eccellenti" – se vogliamo dire così, tra virgolette, me lo faccia passare – addirittura vittime di incidenti stradali. Dopo si entra nella norma giuridica, la giustizia e quant'altro (per carità, non ci inoltriamo in quegli aspetti), però sta di fatto che comunque i ciclisti, ripeto, ancora una volta fanno parte di quell'utenza debole che vive e convive in mezzo alla strada. Dunque è doveroso cercare di trovare tutte quelle attenzioni necessarie affinché anche in fase promiscua della strada, dove sono dirimpetto con le automobili, i camion e quant'altro, siano maggiormente supportati, attenzionati perché credo che sia inutile pensare di fare i grandi ragionamenti con le ciclabili e quant'altro se dopo non siamo attenzionati anche nel rispetto nei loro confronti e nell'andare a portare delle migliorie che vadano a tutelarli sempre più.
Questa sarà anche la mia intenzione. Dopo lo proporremo all'Aula, ci mancherebbe altro, nei lavori delle Commissioni. Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
PRESIDENTE
Grazie, collega Dolfin.
Ci sono altri che vogliono intervenire sul progetto di legge in oggetto?
Correlatore Montanariello, prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, grazie.
Parto da alcune considerazioni. Sicuramente gli intenti che portano oggi qui il collega a presentare questo progetto di legge statale sono intenti che potremmo anche dire nobili: tentare di mettere maggiormente in sicurezza quelli che sono pezzi delle nostre strade, correggere abitudini sbagliate e quotidiane della viabilità, tentare di mettere un po' in ordine...
No, Presidente. Siccome per Regolamento devo parlare a lei, se lei e il mio Capogruppo parlate, non...
PRESIDENTE
È per il suo bene, collega.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Guardi, Presidente, se non ha rispetto lei del PDL del suo collega di Gruppo, penso che potrei averne meno anch'io. L'enclave vicentina vuole distrarre... Collega, come sempre Vicenza si vuole contrapporre alla parte sud della provincia, ma anche questa volta...
Scherzi a parte, credo non ci sia tanto da dire su questo PDLS se non fare delle considerazioni più o meno importanti e più o meno condivisibili. Sicuramente, ripeto, va apprezzato il fatto che il collega abbia messo in luce e abbia messo in fila alcune criticità, Presidente, che più o meno derivano da sbagliate abitudini che ormai fanno parte della nostra quotidianità, come mettere in fila una serie di cose che forse una volta potevano avere un senso ma diventano, con il passare del tempo, anelli deboli di una catena che merita una correzione.
Io credo, collega, che il Codice della strada vada sotto alcuni aspetti profondamente rivisto, profondamente trasformato. Basta pensare a tutto il tema, al dramma, alla tragedia, mi permetto di dire, delle biciclette elettriche e dei monopattini: noi abbiamo un Codice della strada che non tiene conto che una bicicletta elettrica possa fare più di quanto facevamo noi una volta, quando eravamo giovani e avevamo il "Sì", il "Ciao", il "Grillo", il "Bravo", per i quali era scritto sul libretto che non potevano superare i 40 chilometri orari. Adesso, se tu vai a 40 chilometri orari con una macchina, la bicicletta elettrica ti supera. Io e il collega viviamo in una realtà dove qualche articolo di stampa ci ha definiti anche capitale delle due ruote elettriche.
Però cosa succede? Che questi maleducati detentori di questi mezzi possono lasciarli sul marciapiede e rimanere impuniti, perché tanto il Codice della strada non prevede che ci sia una punzonatura, una targa, quindi tu, se sei una persona con difficoltà motorie o sei col passeggino o sei con tuo figlio, non puoi neanche andare sul marciapiede perché questa banda di maleducati incivili riempie le nostre città con monopattini e biciclette sui marciapiedi e il Codice della strada non prevede che ci possa essere una sanzione perché non si sa di chi è la bicicletta.
Faccio questo esempio per dire cosa? Non per deviare il discorso, ma per dire quanto vecchio e arretrato è il Codice della strada. Ricordo che più di qualche Amministrazione comunale, attanagliata da questo cancro, ha tentato di fare proposte di buonsenso, come ‒ non dico la targa ‒ la punzonatura di questi mezzi, proprio per dire "vediamo di chi è". È vietato. Il Codice della strada non lo prevede.
Credo, collega, che il Codice della strada sia profondamente da rivedere. Perché dopo cosa succede? Anche le cose positive che possono aiutare nella viabilità ‒ ad esempio l'utilizzo di mezzi tipo biciclette elettriche, monopattini o altro, che possono avere anche un fine sano ‒ vengono inquinate da questa maleducazione. La colpa, quindi, diventa del mezzo a due ruote e non del conducente.
Ho detto questo per dire che cosa, collega? Per dire che, in qualche modo, effettivamente, in Italia il Codice della strada andrebbe profondamente rivisto. Andrebbero superate certe contraddizioni che noi abbiamo oggi. Ne dico una stupida, da bar: vendiamo le macchine che fanno 250 chilometri all'ora e non si può andare oltre i 130 se si è in autostrada. C'è una contraddizione comoda a tutti e che, come sempre, spesso si fa finta di non vedere perché va bene così. Se tu normi dai fastidio a quello che produce la bici elettrica; se tu normi dai fastidio a quello che deve comprare il monopattino.
Entrando nel merito, colleghi, faccio alcune considerazioni. Ad esempio, nell'articolo 1 di questo progetto di legge si dice che le fermate degli autobus devono essere ubicate almeno a cinque metri dall'attraversamento pedonale. Dopo si dice "chiunque vìoli le disposizioni ha una sanzione da 87 a 344 euro". La mia domanda è: chi sanziona dopo? L'avevo detto anche in Commissione. Chi è titolato dopo? Tanto per capire a cosa andiamo incontro. Se io sono un agente di Polizia locale e vedo che l'Amministrazione e i lavori pubblici non hanno rispettato questa normativa, cosa faccio? Il soggetto di Polizia locale eleva la contestazione al Comune? Vorrei capire qualcosa di più su questo, perché credo possa diventare poco chiaro il termine di chi dopo va a sanzionare chi.
Siccome alla fine tutto ciò che viene fatto all'interno della segnaletica di un Comune sta in capo alle ordinanze che fa dopo la viabilità o la Polizia locale, vorremmo capire. Se un Comune non si adegua e le strisce pedonali non sono a cinque metri dalla fermata del tram, scatta una sanzione d'ufficio? Ci sono i Carabinieri che vanno a controllare, o i Vigili? Questo è un tema. Leggendo così, collega, siamo d'accordo, io sarei anche per aumentare la sanzione. Credo che un Ente pubblico si debba adeguare a questo, però non è molto chiaro.
Un'altra perplessità credo vada evidenziata, ed è questa: gli impianti semaforici per i pedoni, i ciclisti, il tema del conto alla rovescia, indubbiamente hanno un costo per i Comuni. Passo alla mia domanda. Al netto che progetti di legge statale, purtroppo per noi, e lo dico, colleghi, con amarezza, hanno sempre avuto poco successo a Roma, mi pare di aver capito che negli ultimi vent'anni forse solo un paio siano andati in porto. Lo dico con rammarico. A volte chi vive il territorio può dare un contributo a chi, magari, è lontano da alcune specificità, che dovrebbe essere colto, non visto come un reato di lesa maestà. Sembra quasi offensivo che un Consiglio regionale si inventi di scrivere un progetto. Ci può essere qualcuno fuori dal Parlamento che ha una buona idea. I geni non sono solo in Parlamento. Forse qualcuno lo troviamo anche in qualche Consiglio regionale. Dico con rammarico, quindi, che negli ultimi anni credo, dai numeri che ricordo, solo un paio di progetti di legge statale siano andati in porto, fatti dalla Regione. Non è una critica, ma è giusto fare una riflessione anche su questo.
C'è un tema, però. Non entro nei singoli articoli, che sono sicuramente articoli di buonsenso, condivisibili. Come dire che non è utile, propedeutico alla sicurezza il fatto che ci sia un conto alla rovescia che ti permette di capire, quando stai arrivando, se rallentare o accelerare? Così come il discorso della striscia, non chiarire in caso di mancanza di striscia o di presenza, sono cose utili. L'unica cosa che, però, mi sento di condividere con voi, cari colleghi, è una preoccupazione più che una critica. Ammettendo che di fronte alla sicurezza dei cittadini non c'è colore politico e quando le strade sono più sicure va meglio per tutti, credo sia un po' tirata la cosa che noi in qualche modo possiamo obbligare i Comuni a fare questa cosa qui se non stanziamo delle risorse. Vedo nell'ultimo punto dell'articolato che c'è una previsione, se non ricordo male, che va dai 2 ai 4 milioni. Io mi attengo al testo, collega. Leggo dai 2 ai 4 milioni. Dico solamente tre cose, prima di partire con un'eventuale critica. Deduco che siano soldi dello Stato, se è un PDLS. Domanda: noi siamo in grado, con un PDLS, di poter incidere e andare a chiedere al Governo di quanto deve essere lo stanziamento? Primo punto.
Secondo punto. Il tema è: c'è una stima per dire se questi 2 o 4 milioni bastano? Se vogliamo mettere a norma, come è scritto all'interno di questo progetto di legge statale, tutta l'Italia, credo che serva una decina di miliardi di euro, non di milioni. Pensiamo a quanto è grande l'Italia, a quanti semafori ci sono, a quanti attraversamenti pedonali ci sono, a quante apparecchiature da montare ci sono, a quanti cablaggi vanno fatti. Io vengo da un Comune abbastanza grande, il sesto Comune del Veneto, e vedo che negli ultimi quindici anni che in Amministrazione comunale, siamo riusciti a farne due o tre di questi semafori. Segno e termometro che non è facile economicamente intervenire. Mettere in ordine tutti i semafori che ci sono nelle strade comunali e provinciali è un dispendio di energie importante.
Ma non è una critica. Io mi augurerei che tutti i soldi spesi per cose meno importanti si spendessero su temi in grado di aumentare la sicurezza stradale e aiutare a superare le cattive abitudini. Perché parlo di cattive abitudini? Vedo il collega Soranzo. A volte parliamo insieme di queste cattive abitudini. Quando una persona vede l'arancione non capisce che, magari, vuol dire "rallenta, sei in pericolo", ma quasi quasi lo interpreta in un "dai, muoviti, altrimenti tra un po' ti tocca aspettare". Quindi, fa parte anche di una cattiva abitudine quello che accade. Però, ovviamente, noi oggi non stiamo parlando delle abitudini, ma stiamo parlando di un progetto di legge.
Riepilogando, credo che il collega abbia dimostrato una grandissima sensibilità nell'andare a recepire questi vulnus della nostra vita quotidiana e cercare anche di interpretare come poter intervenire, cercare di facilitare la vita ai nostri cittadini. Ad esempio, prevedere che, se uno lascia la patente a casa, gli si diano due giorni di tempo per portare i documenti. Ci sta. Credo, però, e lo dico con grande rammarico e dispiacere, che noi, purtroppo, ahimè, abbiamo poco fiato per poter affrontare questa gara. Purtroppo. A meno che ‒ faccio una battuta ‒ nell'autonomia, anziché 23 materie ne chiediamo 24 e mettiamo all'interno anche il Codice della strada. Ovviamente non si può. È una battuta.
Quello che mi lascia preoccupato e perplesso, ripeto, è in primis che... Presidente, è meglio se parlano, così ripeto per riascoltarmi. Loro non vedono che sto ripetendo e posso far scadere il tempo. L'obiettivo – "countdown zero" – presidente Finco, è dimostrare che il countdown serve.
PRESIDENTE
So che lei ha queste capacità.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Non per essere ripetitivo, ma per essere rafforzativo nel concetto dico che, sinceramente, un po' di perplessità c'è. Intanto, le nostre competenze ci portano a dire che su questo tema abbiamo il fiato corto, ed è un dato oggettivo, ripeto, purtroppo. Dall'altra parte, credo che il tema economico impatti abbastanza. Sicuramente c'è la buona volontà di intervenire su cose serie. Non si sta facendo demagogia, però ‒ scusatemi, non sono un tecnico ‒ non vedo, insieme al progetto di legge, delle stime in grado di dirci quanto potrebbe costare questa operazione.
Ripeto, credo che 2-4 milioni siano pochi, anche semplicemente per ridipingere le strisce pedonali di una regione intera. Figuriamoci per mettere in ordine tutti gli impianti semaforici. Su questo, però, il collega dice che c'è un emendamento, quindi sicuramente si troverà il modo di intervenire.
L'altro dubbio è come facciamo noi a obbligare i Comuni. Qui leggo che entro sei mesi ‒ se dovesse passare la legge ‒ i Comuni si devono adeguare. Collega, sono d'accordo, però è chiaro che solo se diamo i soldi possiamo obbligare i Comuni a farlo. Quindi, è un progetto di legge con la copertura come "conditio sine qua non": se non diamo la copertura, purtroppo, se il Comune è ben fornito economicamente può farlo, ma se non è ben fornito economicamente non può farlo.
Credo che questo progetto di legge sia l'occasione per tornare a dire, pur rimanendo noi inascoltati come Consiglio regionale di fronte alle dinamiche nazionali, presidente Finco, che forse il Codice della strada andrebbe tutto ripreso in mano e andrebbe, forse, fatto un restyling vero e importante. Insieme a questi temi ci sono anche i problemi relativi ai mezzi a due ruote, di cui parlavamo prima.
Tra l'altro, colgo l'occasione per dire, collega, che è importante quello che lei dice, che bisogna tenere le fermate degli autobus a cinque metri dalle strisce pedonali. Purtroppo, ci tocca ricordare che anche in alcune zone non lontane da dove stiamo discutendo oggi a volte ci sono stati anche dei morti per questo motivo. Un'isola qui di Venezia sta piangendo una delle ultime vittime, una giovanissima vita, perché purtroppo è abitudine che, quando l'autobus si ferma, il furbo lo deve superare, la persona che è già scesa va avanti per attraversare, non ha visibilità perché alla sua sinistra o destra ha l'autobus e dopo succede il fattaccio.
Sarebbe anche interessante trovare il modo per far sì, magari con dei cordoli o con delle interdizioni, che le macchine si mettessero (inc.) delle fermate. Molto spesso cosa succede? Ci sono auto che si parcheggiano (inc.) delle fermate; ahimè, il bus non può entrare all'interno della piazzola di scarico e si deve fermare al centro della strada, creando traffico e pericolo. Quindi, sarebbe interessante su questo, collega, ovviamente non è oggi all'oggetto di studio, che si pensasse una volta per tutte a studiare fermate di autobus dove si possa mettere solo l'autobus. Lo vediamo molto spesso anche nei nostri territori: in carenza di parcheggi, gli spazi dove l'autobus deve caricare e scaricare diventano parcheggi abusivi. Anche questo è un grande tema, Assessore: riuscire a trovare il modo per avere una sicurezza totale di quella che diventa la "comfort zone" di chi deve imbarcare o sbarcare dagli autobus.
Quello che mi lascia davvero perplesso è non che noi siamo qui oggi attenti al territorio, con un orecchio costante alle esigenze dei cittadini, per cercare di costruire qualcosa di più o meno utile a vantaggio della collettività, ma che negli ultimi anni solo due progetti di legge statale siano andati in porto. Perché dico questo? Noi stiamo discutendo di questa cosa qui con tutti i buoni propositi del mondo. Magari tra un po' ci saranno anche delle legittime schermaglie dovute a punti di vista diversi, e magari tutto questo lavoro, caro collega, arriva a Roma e lo cestinano.
Ogni volta che si fa un progetto di legge statale noi dobbiamo prendere la buona abitudine di ammonire chi non dà attenzione alle Regioni, perché molto spesso, che siano di destra o di sinistra, si dice che bisogna avere maggiore capillarità con l territori e quando i territori fanno le proposte a volte sembra quasi che andiamo a disturbare chi è a Roma e ne sa una più di Bertoldo, quindi è autonomo e capace di fare anche senza il nostro contributo.
Io, Presidente, mi avvio alla conclusione perché purtroppo il tempo è scaduto. Mi sarebbe piaciuto dire tante altre cose, ma vedo che anche qui il countdown produce i suoi effetti anche sul dibattito. Ci sarà modo durante l'articolato di poter intervenire su questo tema. Sono ancora le 16.41, il tema credo meriti approfondita discussione. Secondo me, collega Dolfin, lei ha evidenziato una serie di perplessità importanti che ci sono, legate a norme da aggiornare e più o meno cattive abitudini. Presidente Finco, chiudo. Non mi tranci a ghigliottina perché è poco nobile per concludere questo ragionamento articolato, ma completo che ho voluto condividere con i colleghi.
Il tema delle coperture economiche ci preoccupa molto, perché io credo che noi non possiamo obbligare i Comuni, senza dare le coperture.
Chiudo...
PRESIDENTE
Sì, ma lo faccia. Sono passati trenta secondi, chiuda.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, ha ragione, ma sa com'è? Lei è una persona...
PRESIDENTE
Io sono tollerante, ma fino a un certo punto.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Lei è una persona intelligente. A volte tendo ad approfittare della sua intelligenza politica.
PRESIDENTE
Bene, collega. Grazie.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Chiudo con una domanda. Vedo qui l'assessore De Berti. Chiedo magari, Assessore, se lei, conscia di questi temi, ha una stima di quello che può costare.
PRESIDENTE
Bene.
È stato presentato l'emendamento n. B0002 da parte del collega Dolfin. Do tre minuti per eventuali subemendamenti.
Collega Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Spero che non tolga la parola anche a me, Presidente, e mi faccia finire l'intervento.
È un progetto di legge statale che pone sicuramente all'attenzione del legislatore statale dei temi molto importanti, quelli sulla sicurezza stradale riferita in particolare a pedoni, ciclisti, ma anche a conducenti dei mezzi di trasporto.
Ci sono degli interventi di modifica al Codice della strada puntuali che riguardano, ne cito uno, distanze di sicurezza dagli attraversamenti pedonali, in particolare il fatto che i parcheggi, gli stalli di sosta dei veicoli e le fermate degli autobus sono ubicate a distanza di almeno 5 metri dall'attraversamento pedonale. Poi, abbiamo anche la questione dei semafori a tempo. Gli impianti dei semafori per pedoni e ciclisti sono dotati di contatore numerico della durata in secondi finalizzato a visualizzare il tempo residuo di accensione delle luci di ciascun colore della lanterna semaforica, prevedendo che la durata del colore giallo non sia inferiore ai dieci secondi. Sono norme sicuramente puntuali, anche norme tecniche, che possono contribuire al miglioramento della sicurezza dei nostri pedoni. Ne ho citate due, ce ne sono anche altre.
C'è, poi, lo stanziamento dei fondi necessari, stimato evidentemente. Sono norme sicuramente importanti. Il collega Dolfin ha voluto porle all'attenzione dell'Aula, altri, tra l'altro citati proprio dallo stesso Dolfin, sono temi che andrebbero affrontati in questo contesto, come la questione della guida in stato di ebbrezza. Citava dei casi eclatanti che sono accaduti, anche mortali, dove ci sono stati degli incidenti e si è visto, da indagini effettuate dagli inquirenti, che si trattava anche di conducenti che avevano precedenti per guida in stato di ebbrezza, molto presumibilmente dovuti, anche in quel frangente, a questi abusi.
È un tema che abbiamo affrontato anche durante il bilancio, quello delle dipendenze. Abbiamo approvato anche all'unanimità una mia proposta che andrebbe considerata, perché se andiamo a vedere il numero di incidenti, soprattutto notturni e nei weekend, anche mortali, spesso mortali, che coinvolgono soprattutto giovani, e andiamo a capire quali sono le cause vediamo che spesso è perché ci sono abusi di alcol, droghe, ma in particolare alcol. Purtroppo, oggigiorno molti giovani considerano gli alcolici come la normalità. Spesso non sono così attenti nel far sì che chi deve guidare non deve assolutamente toccare queste sostanze.
Per quanto riguarda la questione dei fondi, noi abbiamo in Italia 7.901 Comuni. Erano 8.000, ci sono state molte unificazioni. Se la cifra è quella dei 4 milioni, siamo a 500 euro di media a Comune. Se la cifra dovesse essere di 10 milioni, siamo a 1.250 euro.
Capite che effettivamente sono cifre insufficienti, l'impegno è sicuramente maggiore. Ad esempio, per quanto riguarda la questione dei 5 metri dalle strisce pedonali alle fermate degli autobus, in certi contesti moltissimi paesi, grandi, grosse città, ma anche piccoli paesi, piccoli borghi, spesso questa operazione per essere effettuata comporta veramente quantità di denaro che queste diventano solo frazioni.
Quindi, è sicuramente da considerare positivo lo stimolo che andiamo a fare al Parlamento in merito a questa tematica, però la portata di una norma del genere è sicuramente di un'importanza tale che, a mio avviso, dovrebbe coinvolgere, come prevedono le prassi, una serie di attori veramente molto importanti.
Noi, proprio avendo fatto in questo caso come Seconda Commissione un PDLS, non abbiamo sentito il CAL, non abbiamo sentito l'organizzazione dei Comuni, non l'abbiamo fatto audizioni. Questo è un tema che assolutamente va posto, ma deve nascere nel Parlamento, deve nascere presso le strutture legislative nazionali. Dopodiché, bisogna farsi anche gli auguri qui, che tutto questo vada a buon fine, perché è un dato di fatto, colleghi. Sono qui al mio secondo mandato e purtroppo devo dire che, ahimè, statisticamente parlando, i nostri progetti di legge statali non hanno mai fatto una bella fine. Dobbiamo riconoscerlo questo. Due anni fa avevo chiesto anche gli atti e spesso restano lettera morta.
Pertanto, affinché non restino lettera morta, oltre alle normali prassi di trasmissioni burocratiche dalla nostra Regione allo Stato, questi atti vanno accompagnati anche con un'azione politica e di relazione con i referenti romani importanti. Questo lo dico perché se non ci sarà questo passaggio purtroppo avremo impiegato non tanto bene il nostro tempo dedicato a questo progetto di legge.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Se non ci sono altri Consiglieri che vogliono intervenire, chiudo la discussione generale.
Prego, collega. No, lei è già intervenuto. Va bene, in replica al collega Zanoni.
C'è qualche problema a livello informatico.
Prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente, l'intervento del collega Zanoni credo sia stato non solo di stimolo, ma ha anche detto delle cose importanti. Al netto che capiti con questo dibattito o con un altro, secondo me, deve servirci anche per adottare un metodo come Consiglio regionale quando ci troviamo di fronte a queste proposte che noi facciamo alle nostre massime Istituzioni centrali.
Il collega diceva che anche lui "ahimè, purtroppo". Aveva chiesto i dati. Ahimè, spesso questi progetti di legge non vengono accolti a Roma. Però, ci sono progetti di legge statale di un certo tipo, ma progetti di legge statali che godono di un certo interesse come può essere questo o come può essere quella volta, mi viene in mente, che abbiamo parlato con la collega Cestari dei monopattini. Io credo che abbiamo discusso più in quest'Aula di monopattini di quanto se ne sia discusso in altre sedi quando hanno fatto delle leggi.
Sicuramente può venir fuori qualcosa di positivo, pur nella diversità di idee. Il dibattito stimola, aiuta, serve. D'altronde ci sono anche delle specificità territoriali che spesso possono aiutare. Mi viene in mente che anche sui Codici della navigazione esistono dei pezzi che sono al fianco di quello ordinario proprio per la Laguna, perché, a suo tempo, chi rappresentava Venezia, è andato a spiegare che la Laguna non può avere delle regole come ci sono fuori, in mare.
L'Italia è il luogo delle specificità del territorio e questo comporta anche una formazione culturale. Vedo il collega Soranzo, che so essere molto attento su questo tema, anche per la sua importante esperienza in Provincia. Sono temi che lui ha dovuto seguire.
Faccio una proposta: perché ogni volta, anziché scrivere questi progetti di legge e far sì che rimangano carta straccia... Che li scriva l'uno o l'altro non cambia niente. C'entra poco chi governa. O abbiamo la fortuna, come adesso, grazie a Fratelli d'Italia, di avere un contatto diretto con Roma perché c'è il senatore Speranzon, che fino a poco fa sedeva tra questi banchi e oggi ha un ruolo anche importante... Lo dico per valorizzare l'importanza che il nostro Consiglio deve avere. Io, indipendentemente dai colori politici, sono molto serio: più gente di questo Consiglio regionale, conoscendo i problemi, sale in alto, all'apice delle Istituzioni, più il Veneto credo possa essere rappresentato, che sia bianco, rosso o verde. La rappresentanza ha un colore, ma è sempre territorio.
Abbiamo qui anche una persona che ci può fare da tramite, che conosce i nostri problemi. Lo vediamo sempre in televisione. Deduco che si sia fatto spazio. Se accendi Rai 1 c'è, La7 c'è, Canale 5 c'è. Su YouTube non l'ho ancora visto, però in giro lo vedo. Perché non prendiamo la buona abitudine, quando ci sono questi progetti di legge, di chiamare ognuno i nostri rappresentanti? Mi rivolgo ai miei colleghi dell'Ufficio di Presidenza, alla presidente Rizzotto. Potremmo anche fare una missione a Roma come Commissione, dove una piccola delegazione va a incontrare i nostri rappresentanti e porta gli atti. Voi ridete, ma secondo me è un tema molto importante.
Se noi stiamo discutendo da due ore di questo progetto di legge, abbiamo passato due Commissioni, perché in una devi fare l'illustrazione, in una devi fare la discussione... Siccome credo che il nostro lavoro non debba essere buttato via, al netto che può far sorridere, o si decide che non lo facciamo, perché tanto se lo facciamo, indipendentemente da chi di noi lo fa, è tempo perso, che sia destra o sinistra, o si decide, come diceva il collega Zanoni, di accompagnarlo fino in fondo.
Crediamo sia un progetto di legge dove il Veneto può andare a Roma a dire che noi vogliamo che questa nostra idea trovi terreno fertile? Facciamolo. Qual è il problema? Io non mi vergogno mica a chiamare i miei rappresentanti, Presidente, e a dire che abbiamo un progetto di legge che vogliamo trovi spazio nelle Istituzioni centrali. Lo abbiamo presentato, glielo abbiamo inviato. Seguiamolo. Come fanno, Presidente, gli attenti stakeholder? Si mettono la cartellina sotto il braccio e lo seguono passo passo.
Faccio una proposta. Ogni volta che ci sarà un progetto di legge statale, io chiederò a tutti di fare una piccola delegazione, anche a spese nostre, così nessuno può dire che lo facciamo perché vogliamo andare a fare un giretto a Roma, chiamare i nostri rappresentanti e chiedere che abbia seguito. Io la reputo una proposta, secondo me, di buonsenso. Se ci dicono "non venire perché è una fesseria", evitiamo anche di discuterlo qui, evitiamo anche di avere le giornate impegnate, assessore De Berti, discutendo di queste cose.
La proposta è, a mio avviso, seria, perché evidenzia delle criticità. È seria, non è strumentale. Ci sono delle cose che si possono fare anche gratis, volendo. Ad esempio, collega, le strisce: man a mano che si fa la nuova segnaletica, quelle nuove le fai bene. Può essere una mediazione a costo zero.
Presidente, faccio una proposta: visto che il trend ci dice che i nostri progetti di legge statale vanno nel cestino e visto che abbiamo tutti, fortunatamente, rapporti a Roma, decidiamo di andare e portarli. Una delegazione, uno per ogni Gruppo, e chi lo presenta e chi è della Commissione lo porta.
Forse avrò abusato del tempo e della pazienza, perché il dibattito comunque era stimolante, ma quest'ultima cosa l'ho detta con estrema serietà. Visto che noi lavoriamo per portare i progetti di legge statale alla pari dei progetti di legge regionale che diventano legge, decidiamo di seguirli fino in fondo. Facciamoci dire di no, così diremo a questi signori, quando vengono sui territori, se meritano o no di rappresentarci.
Ripeto, anche a spese nostre, per evitare le strumentalizzazioni di questa proposta.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Chiudiamo la discussione generale.
Presidente Rizzotto, di quanto tempo ha bisogno? Cinque minuti, quindi sospendiamo la seduta per cinque minuti.
La ripresa è fissata alle ore 17.05. Diamo tempo alla Commissione di esaminare gli emendamenti.
La Seduta è sospesa alle ore 16.57
La Seduta riprende alle ore 17.05
PRESIDENTE
Colleghi, possiamo riprendere i lavori del Consiglio.
Siamo sull'articolato.
Siamo sull'emendamento
n. B0001 presentato dalla consigliera Baldin, articolo 1, sostitutivo, che prevede:
L'articolo 1 del pdls 20 rubricato "Inserimento dell'articolo 19-bis al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo codice della strada" è così sostituito:
Art. 1- Inserimento dell'articolo 19-bis al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo codice della strada".
1. Dopo l'articolo 19 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, è inserito il seguente:
"Art. 19-bis - Distanze di sicurezza dagli attraversamenti pedonali, ciclopedonali e ciclabili
1. Ai fini della sicurezza dell'utenza debole della strada e dei conducenti dei mezzi di trasporto, i parcheggi e gli stalli di sosta dei veicoli, nonché le fermate degli autobus, sono ubicati alla distanza di almeno cinque metri dall'attraversamento pedonale, ciclopedonale o ciclabile.
2. Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 87 ad euro 344 e, ove necessario, alla sanzione amministrativa accessoria dell'obbligo per l'autore della violazione stessa del ripristino dei luoghi a proprie spese, secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI." .
2. Gli enti proprietari, concessionari o gestori delle strade nelle quali sono previsti i parcheggi e gli stalli di sosta dei veicoli nonché le fermate degli autobus di cui al comma 1 del presente articolo, adeguano gli stessi a quanto ivi previsto entro 1 anno dalla data di entrata in vigore della presente legge. Ove non sia possibile l'adeguamento di tali parcheggi, stalli di sosta dei veicoli nonché fermate degli autobus, gli stessi devono essere spostati o eliminati ovvero devono essere spostati o eliminati gli attraversamenti pedonali, ciclopedonali o ciclabili.
Lo vuole illustrare? Lo dà per letto.
Se non ci sono richieste di intervento, metto in votazione l'emendamento
n. B0001.
Parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2.
Ci sono interventi? Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo
2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 3.
Ci sono interventi? Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo
3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo adesso sull'articolo 4.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo
4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 5.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo
5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento
n. B0002 presentato dal relatore, collega Dolfin, articolo 6, sostitutivo, che prevede:
Art. 6 – Norma finanziaria
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 2, comma 2, quantificati in euro 5.000.000,00 per ciascuno degli esercizi 2023 e 2024, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, nell'ambito del Programma "Fondi di riserva e speciali" della Missione "Fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per il triennio 2023-2025, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
2. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 4, comma 2, quantificati in euro 1.250.000,00 per ciascuno degli esercizi 2023 e 2024, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, nell'ambito del Programma "Fondi di riserva e speciali" della Missione "Fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per il triennio 2023-2025, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Lo vuole illustrare? Lo dà per letto.
è un emendamento sostitutivo.
Metto in votazione l'emendamento
n. B0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento è approvato, di conseguenza anche l'articolo.
Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Montanariello, prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Presidente., noi voteremo con un'astensione fiduciaria questo progetto di legge, ma non perché negli intenti del collega ci sia qualcosa che noi non consideriamo utile o propedeutico per poter affrontare dei temi davvero annosi. Finora, chi in un modo, chi nell'altro, tutti abbiamo declinato che questo progetto di legge evidenzia – lo dicevamo prima – delle discrepanze che ci sono tra quello che è e quello che dovrebbe essere.
La nostra è un'astensione non perché non consideriamo questi temi importanti, anzi. Anche il nostro atteggiamento, si è visto, non è stato un atteggiamento di disturbo, ma semplicemente crediamo che, da una parte, questo strumento – non per colpa nostra – sia stato svilito. Ripeto, non per colpa nostra. Io sono tra quelli che dicono che dobbiamo riprendercelo, come strumento, non lasciare che chi ha svilito il ruolo dei Consigli regionali con questo strumento continui a farlo. Dall'altra, c'è una forte perplessità su quelle che sono le coperture che si devono trovare con una manovra del genere, che sicuramente sono tante. Il conto lo faceva prima il collega. Non c'è a monte uno studio concreto che ci dica quanti soldi bisogna trovare.
Siccome consideriamo sempre importante l'impegno di chi sa avere un orecchio sul proprio territorio e sa declinare anche con proposte oggettive quelli che sono i problemi della vita quotidiana – guardate, troppo spesso la politica si perde in dibattiti dei grandi statisti, ma dimentica di avere l'orecchio sul territorio e di affrontare i temi importanti anche della vita quotidiana – noi crediamo che in mezzo a tutti questi buoni propositi ci siano delle discrepanze che non ci convincono. Questo non vuol dire assolutamente andare contro a questi temi o a chi ha lavorato per questi temi, ma vuol dire metterci nelle condizioni di fare un passo e dire che ci auguriamo che il giorno dopo aver pubblicato questo progetto di legge statale ci sia, anche con il nostro aiuto, se lo vorrete, la volontà di andare a pungolare chi di dovere affinché questa discussione non resti sterile, ma provi a dare dei frutti, anche condivisi. La buona politica, del resto, è quella che si fa insieme e non con barriere ideologiche l'uno contro l'altro, quando si parla dei problemi reali del territorio.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Consigliere Dolfin, prego.
Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Non si tratta di svilire nessuno, né tantomeno di presentare documentazioni per perdere tempo, ci mancherebbe altro. Si presentano i temi proprio per far sì che chi di dovere sia attenzionato. Dopodiché, sarà preso in carica o non ci sarà la giusta attenzione, ci mancherebbe altro, noi comunque abbiamo fatto il nostro. Io mi auguro che anche con l'avvento ‒ e sono sicuro che verrà ‒ dell'autonomia possano entrare anche nel merito, in minima parte o in gran parte, anche le attenzioni che, per certi versi, come lei ha detto prima... Ci sono specificità del territorio dove il Codice della strada o il Codice della navigazione viene visto in una certa maniera o, comunque, posto all'attenzione in un'altra. Faccio un riferimento. Troviamo della segnaletica, quando si va in montagna, ben diversa rispetto a quella della laguna. Quando mai troviamo le curve di tornanti o la trombetta o la presenza di certi animali sui segnali di pericolo rispetto alla laguna? Non li vedremo mai. Anche queste sono forme di... Fa un po' ridere, però è un dato di fatto, è così. A dimostrazione che la specificità dei territori c'è, ma soprattutto che anche nel Codice della strada viene specificata.
A maggior ragione, quando avremo questi strumenti di autonomia, non dico che ci sarà una nuova materia, ma ci sarà comunque un'attenzione da parte della Regione, magari in termini più restrittivi. Faccio l'esempio soltanto dei limiti di velocità nei centri urbani. Guardate che non è mica lo Stato che ce li impone, non è il Codice della strada che ci impone di determinare se nel centro urbano possiamo fare 50 o 30 all'ora. È l'Amministrazione comunale che decide all'interno del circuito urbano la possibilità di introdurre un limite di velocità inferiore rispetto a quello consentito. Nulla quaestio. Lo dico per far capire le forme di autonomia che possono esistere anche all'interno del Codice della strada, che possiamo anche proporre in avanti quando avremo anche questi strumenti.
Lo ripeto, l'attenzione sul tema della sicurezza attraverso la possibilità di rivedere il Codice della strada, dunque attenzionare i Ministeri competenti, credo sia anche un nostro dovere, da amministratori, da amministratori regionali, provinciali, comunali e quant'altro, ma anche da semplici cittadini. Faccio riferimento anche... Da questi banchi, qualche collega, la collega Cestari aveva presentato una proposta per quanto riguarda i monopattini. Guarda caso, a Roma, comunque, a prescindere se ne sta discutendo, si sta mettendo mano, a dimostrazione che comunque il tema viene affrontato, c'è cassa di risonanza. Solo questo, ponendo all'attenzione le proposte che possono venire da questa Regione, che magari non saranno prese tutte nel merito, ma che comunque possa esserci un inizio di attenzione, credo che abbiamo già raggiunto un obiettivo.
Sono dell'idea anch'io che bisognerebbe lavorare molto di più e attenzionare molto di più anche i nostri rappresentanti a Roma. Però, ripeto, se già riusciamo a portare avanti questi provvedimenti che sono pane quotidiano se vogliamo la sicurezza stradale, ripeto, è un modo di vivere la mobilità e dunque va nell'interesse di salvaguardare l'utenza debole, ma soprattutto il vivere quotidiano nell'ambito della mobilità cittadina, e non solo.
Dunque, a maggior ragione, è inutile che dopo piangiamo sul latte versato o, il giorno dopo, sulle stragi, se non attenzioniamo o non modifichiamo alcuni aspetti del Codice della strada. Rivedere le distanze dai passaggi pedonali quando non si ha visibilità della macchina che sta per raggiungere il pedone, quando il pedone attraversa la strada ma è oscurato dalla macchina parcheggiata o è a ridosso delle strisce pedonali, questo dimostra ancora una volta la poca attenzione del legislatore su questo. È la dimostrazione che c'è una giungla nel Codice della strada, che va rivisto. Il fatto stesso che ci siano la bellezza di quindici patenti... Oggi esistono quindici patenti, più CQC, più altri patentini che vanno ad aggiungersi alle patenti stesse. Come? Le abilitazioni e quant'altro. Questo la dice lunga. Abbiamo creato un vespaio nell'ambito delle patenti. Prima esistevano cinque patenti: la A, la B, la C, la D e l'estensione della D per il camion a rimorchio o autosnodati. Erano cinque. Oggi abbiamo A, A1, A2, A3; abbiamo la C, C1, C2, C3; la B, B1... È veramente una giungla.
A cosa serve tutto questo? Poi troviamo delle persone... Il sottoscritto, io stesso posso portare 32 metri, sono abilitato a portare il tram, tanto per dirla tutta. Non posso guidare, cari colleghi, una Vespa 150. Non sono abilitato a guidare una Vespa 150. Questa è una vergogna. È una vergogna sacrosanta, la dimostrazione lampante di come siamo messi oggi con l'osservanza del Codice della strada. È per questo che tutte queste norme vanno riviste. Ovviamente non abbiamo la presunzione, ripeto, con questo PDL di rivedere il tutto, però è ora e tempo che anche da questi banchi parta l'attenzione nei confronti di questa materia, che io credo vada nella direzione di salvaguardare le vite umane che operano all'interno del mondo della mobilità quotidiana.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei, collega.
Consigliere Lorenzoni, prego.
Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)
Grazie, Presidente.
Rapidissimamente per annunciare l'astensione, ma anche per sollecitare il collega ad approfittare di questo momento favorevolissimo: il Ministro dei trasporti è vostro e credo che momento migliore non ci sia.
Sottoscrivo quanto lei ha detto e la invito veramente a creare questo legame diretto con Roma per cercare di snellire, perché – sono d'accordo – questo ginepraio di regole, questa complicazione rende veramente difficile, diciamo così, gestire in modo efficace i trasporti. Ecco, la sollecitazione che io do è questa: approfittate del momento favorevole perché penso che momento migliore non ci sia nei prossimi anni.
PRESIDENTE
Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento per le dichiarazioni di voto.
Metto in votazione il
PDLS n. 20, così come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Il progetto di legge è approvato.
Chiudiamo la sessione odierna del Consiglio. Per il prossimo sarete convocati a domicilio.
Buona serata.
La Seduta termina alle ore 17.18
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA
|
|
Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO
|
Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85
Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta MIccoli
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 87
SEDUTA PUBBLICA N. 87
MARTEDì 24 GENNAIO 2023
PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO
PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
INDICE
Processo verbale della 87a seduta pubblica – martedì 24 gennaio 2023
Processo verbale della 87a seduta pubblica – martedì 24 gennaio 2023
- Approvazione verbali delle sedute precedenti
- Comunicazioni della Presidenza del Consiglio
- Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze
- Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento
- Risoluzione presentata dai consiglieri Finco Barbisan, Bet, Cestaro, Favero, Maino, Sandonà, Boron, Dolfin, Gerolimetto, Pan, Vianello, Centenaro e Cecchetto relativa a "Autonomia: il Governo della Repubblica Italiana si impegni ad approvare il disegno di legge sull'autonomia differenziata". (Risoluzione n. 73) APPROVATA (Deliberazione n. 11/2023)
- Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Rigo, Cecchetto, Dolfin e Finco relativa a "Modifica della legge regionale 7 febbraio 2014, n. 6 "Disposizioni per la qualificazione delle imprese che svolgono attività agromeccanica"". (Progetto di legge n. 146) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 2/2023)
- Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "Agromeccanica vuol dire anche trasporto, la fine dello sconto sulle accise si ripercuote anche sui consumatori veneti, la Regione intervenga" RESPINTO
- Progetto di legge statale da trasmettere al Parlamento Nazionale, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione dal titolo: "Modifiche al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo Codice della Strada"" d'iniziativa del consiglio regionale del veneto. (Progetto di legge statale n. 20) APPROVATO (Deliberazione n. 12/2023)
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 64 del 25 ottobre 2022.
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 823 del 19 gennaio 2023.
Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.30, comunica il rinvio dell'inizio dei lavori alle ore 10.50.
La seduta inizia alle ore 10.58.
Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 823 del 19 gennaio 2023.
Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.30, comunica il rinvio dell'inizio dei lavori alle ore 10.50.
La seduta inizia alle ore 10.58.
Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
Approvazione verbali delle sedute precedenti
Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali delle sedute pubbliche n. 81 di mercoledì 7 dicembre 2022, n. 82 di martedì 13 dicembre 2022, n. 83 di mercoledì 14 dicembre, n. 84 di giovedì 15 dicembre e n. 85 di martedì 10 gennaio 2023.
Punto n. 2) all'ordine del giorno
Comunicazioni della Presidenza del Consiglio [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e i consiglieri Favero e Polato. Inoltre, un consigliere partecipa alla seduta da remoto.
Punto n. 3) all'ordine del giorno
Interrogazioni e interpellanze
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
Punto n. 4) all'ordine del giorno
Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze [RESOCONTO]
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
n. 288 del 25.08.2022
presentata dalla consigliera Baldin
"Medici di famiglia a Venezia centro storico, sestiere di Castello, quali azioni concrete per risolvere la carenza in via definitiva?"
Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.
n. 306 del 19.10.2022
presentata dalla consigliera Baldin
"19 ottobre 2022, Corriere di Verona: "Ndrangheta e fatture false nell'inchiesta le ombre sui lavori della Fondazione Arena". La Regione, ente socio della fondazione, come intende intervenire?"
La consigliera Baldin dà per letta l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.
Punto n. 5) all'ordine del giorno
Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento [RESOCONTO]
n. 202 dell'19.05.2022
presentata dai consiglieri Zottis, Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello e Zanoni
"La Giunta regionale ha deliberato le procedure per l'esenzione dal pagamento del bollo auto degli autoveicoli adibiti al trasporto di minori trapiantati?
e
n. 253 dell'20.10.2022
presentata dalle consigliere Zottis e Bigon
"Esenzione dal pagamento del bollo auto degli autoveicoli adibiti al trasporto di minori trapiantati. dopo quasi un anno di attesa le procedure non sono state ancora definite. la giunta regionale intende finalmente provvedere?"
Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che illustra le IRS in oggetto.
Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale congiuntamente.
Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
Punto 6) all'ordine del giorno
Risoluzione presentata dai consiglieri Finco Barbisan, Bet, Cestaro, Favero, Maino, Sandonà, Boron, Dolfin, Gerolimetto, Pan, Vianello, Centenaro e Cecchetto relativa a "Autonomia: il Governo della Repubblica Italiana si impegni ad approvare il disegno di legge sull'autonomia differenziata". (Risoluzione n. 73) APPROVATA (Deliberazione n. 11/2023) [RESOCONTO]
Prosecuzione della discussione generale della risoluzione in oggetto iniziata nella 86a seduta consiliare di martedì 17 gennaio 2023.
In discussione generale intervengono i consiglieri Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra il testo modificato secondo l'emendamento n. B1, distribuito nel corso della precedente seduta consiliare, Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Guarda (Europa Verde), Bigon (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Villanova (Zaia Presidente) e Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica.
In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) e Guarda (Europa Verde).
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione in oggetto come modificata dall'emendamento n. B1, che propone nuovo testo integralmente sostitutivo.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato
Hanno votato no:
nessuno
Astenuti:
Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis
Non votanti:
nessuno
Punto 7) all'ordine del giorno
Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Rigo, Cecchetto, Dolfin e Finco relativa a "Modifica della legge regionale 7 febbraio 2014, n. 6 "Disposizioni per la qualificazione delle imprese che svolgono attività agromeccanica"". (Progetto di legge n. 146) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 2/2023) [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare.
Durante l'intervento del consigliere Rigo assume la presidenza la Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.
Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.
Durante l'intervento della consigliera Zottis assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.
Il PRESIDENTE assegna 10 minuti di tempo per eventuali subemendamenti agli emendamenti n. A11 e A12 appena presentati.
In discussione generale interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).
La seduta è sospesa alle ore 12.58.
La seduta riprende alle ore 14.54.
In discussione generale intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), Razzolini (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier),
Il PRESIDENTE sospende la seduta per permettere all'Ufficio di Presidenza della Terza commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.
La seduta è sospesa alle ore 15.18.
La seduta riprende alle ore 15.41.
Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.
L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
L'emendamento n. A1 all'articolo 2, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
Il PRESIDENTE assegna 5 minuti di tempo per eventuali subemendamenti all'emendamento n. A14 appena presentato.
L'emendamento n. A2 all'articolo 2, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
L'emendamento n. A3 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. A8 all'articolo 2.
L'emendamento n. A4 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
L'emendamento n. A11 all'articolo 2, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. A5 all'articolo 2.
L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.
Sull'emendamento n. A9 all'articolo 3, interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che propone una riformulazione.
L'emendamento n. A9 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato .
Sull'emendamento n. A6 all'articolo 3, intervengono la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra e propone una modifica accolta dal relatore consigliere Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier).
L'emendamento n. A6 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.
Gli emendamenti nn. A7 e A10 all'articolo 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.
L'emendamento n. A14 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.
L'emendamento n. A12 all'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
L'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.
Si passa all'esame dell' ordine del giorno collegato alla proposta di legge in oggetto.
ODG n. A13
Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "Agromeccanica vuol dire anche trasporto, la fine dello sconto sulle accise si ripercuote anche sui consumatori veneti, la Regione intervenga" RESPINTO [RESOCONTO]
Sull'ordine del giorno in oggetto interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che lo illustra.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.
Il Consiglio non approva
Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Baldin, Bigon, Camani, Formaggio, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis
Hanno votato no:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato
Astenuti:
nessuno
Non votanti:
nessuno
In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge intervengono i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Baldin (Movimento 5 Stelle) e Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier).
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato
Hanno votato no:
nessuno
Astenuti:
Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis
Non votanti:
nessuno
Punto 8) all'ordine del giorno
Progetto di legge statale da trasmettere al Parlamento Nazionale, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione dal titolo: "Modifiche al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo Codice della Strada"" d'iniziativa del consiglio regionale del veneto. (Progetto di legge statale n. 20) APPROVATO (Deliberazione n. 12/2023) [RESOCONTO]
Intervengono i consiglieri Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda Commissione consiliare, e Montanariello (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda Commissione consiliare.
Durante l'intervento del consigliere Dolfin assume la presidenza la Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.
Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. B2 scade in 3 minuti.
Intervengono i consiglieri Zanoni in discussione generale (Partito Democratico Veneto) e Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
Il PRESIDENTE sospende la seduta per l'esame degli emendamenti presentati da parte della Commissione consiliare competente.
La seduta è sospesa alle ore 16.57.
La seduta riprende alle ore 17.05.
Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.
L'emendamento n. B1 sostitutivo dell'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
Gli articoli 2, 3, 4 e 5, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
L'emendamento n. B2 sostitutivo dell'articolo 6, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier) e Lorenzoni (Gruppo Misto).
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge statale in oggetto nel suo complesso come emendato.
Il Consiglio approva
Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Finco, Gerolimetto, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Scatto, Soranzo, Sponda, Vianello, Villanova, Zecchinato
Hanno votato no:
nessuno
Astenuti:
Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni
Non votanti:
nessuno
Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.
Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.
La seduta termina alle ore 17.18.
Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
MAINO Silvia
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BALDIN Erika
|
MICHIELETTO Gabriele
|
BARBISAN Fabiano
|
MONTANARIELLO Jonatan
|
BET Roberto
|
OSTANEL Elena
|
BIGON Anna Maria
|
PAN Giuseppe
|
BISAGLIA Simona
|
PAVANETTO Lucas
|
BORON Fabrizio
|
PICCININI Tomas
|
BOZZA Alberto
|
POSSAMAI Giacomo
|
BRESCACIN Sonia
|
POSSAMAI Gianpiero
|
CAMANI Vanessa
|
PUPPATO Giovanni
|
CAVINATO Elisa
|
RAZZOLINI Tommaso
|
CECCHETTO Milena
|
RIGO Filippo
|
CENTENARO Giulio
|
RIZZOTTO Silvia
|
CESTARI Laura
|
SANDONA' Luciano
|
CESTARO Silvia
|
SCATTO Francesca
|
CIAMBETTI Roberto
|
SORANZO Enoch
|
CORSI Enrico
|
SPONDA Alessandra
|
DOLFIN Marco
|
VALDEGAMBERI Stefano
|
FINCO Nicola Ignazio
|
VENTURINI Elisa
|
FORMAGGIO Joe
|
VIANELLO Roberta
|
GEROLIMETTO Nazzareno
|
VILLANOVA Alberto
|
GIACOMIN Stefano
|
ZANONI Andrea
|
GUARDA Cristina
|
ZECCHINATO Marco
|
LORENZONI Arturo
|
ZOTTIS Francesca
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LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Alessandra SPONDA |
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IL PRESIDENTE
f.to Nicola Ignazio FINCO |
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N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.
PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Alessandro Vian e Paola Lombardo