ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 01/08/2023 n. 106

Resoconto n. 106 - 11^ legislatura
Resoconto 106 a Seduta pubblica
Martedì, 1° agosto 2023
SOMMARIO
La Vicepresidente Zottis, alle ore 10.33, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.45.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS
La Seduta inizia alle ore 10.51

PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
Diamo inizio alla 106a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 10931 del 27 luglio 2023.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
La consigliera Laura Cestari, come previsto dal Regolamento, parteciperà alla seduta da remoto.
PUNTO
1



APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 104a Seduta pubblica di martedì 18 luglio 2023 e della 105a Seduta pubblica di martedì 25 luglio 2023.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTI
4 e 5



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

e

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Iniziamo con l'interrogazione a risposta scritta n. 207 della consigliera Ostanel: "Si intende aprire una discussione ampia su quali siano i servizi di psichiatria e salute mentale più idonei per il futuro?", alla quale verrà data una risposta congiunta con l'interrogazione a risposta scritta n. 213, sempre della collega Ostanel. No, è sbagliato, con la n. 361.
Dunque, abbiamo le IRI n. 343 e n. 361. Tuttavia, poiché manca la collega Bigon, diamo risposta all'interrogazione successiva della collega Ostanel e aspettiamo la collega Bigon.
Risposta all'interrogazione n. 213 "Accreditamento delle scuole di medicine non convenzionali: a quando il recepimento da parte della Regione dell'Accordo Stato-Regioni n. 53/2013".
Scusate, potete darmi, cortesemente, l'ordine corretto? Ho un ordine che non è quello corretto.
L'ho recuperato, mi scuso con i colleghi.
Passiamo alla IRS n. 322 della collega Ostanel.

Interrogazione a risposta scritta n. 322 del 23 marzo 2023 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "QUALI AZIONI CONCRETE STA METTENDO IN CAMPO LA REGIONE VENETO PER EVITARE LA CHIUSURA DI UNO DEI REPARTI DI NEUROLOGIA PRESENTI IN PROVINCIA DI BELLUNO?"

Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Non ho ancora messo la presenza, non so se è un problema, ma intanto la illustro.
Questa è un'interrogazione molto importante, quindi chiedo un po' di attenzione all'Aula, perché, se ricordate, anche sui giornali alcuni mesi fa si era raccontato che c'era il rischio di chiusura del reparto di Neurologia per quanto riguarda la provincia di Belluno. Da una delle pazienti, in particolare, che si era resa attiva sul territorio per raccogliere le firme, ne erano state raccolte 44.000, contro la chiusura presunta del reparto di Neurologia di Belluno e Feltre.
Con questa interrogazione, avendo appena saputo di questo rischio, avevamo chiesto all'assessore Lanzarin di capire come si sarebbe deciso di andare avanti per sventare la chiusura di un reparto così importante. Sappiamo infatti che per certi pazienti è impossibile, a causa di patologie invalidanti, permettersi di andare in un altro ospedale, in un ospedale lontano o addirittura di cambiare provincia, e di conseguenza la chiusura del reparto di Neurologia di Belluno o di Feltre non solo sarebbe una grave perdita per il territorio, ma renderebbe impossibile a tantissimi pazienti di poter accedere alle cure che invece devono essere loro garantite.
Dagli articoli di stampa che si sono susseguiti a questa interrogazione, che è stata presentata a marzo del 2023, abbiamo rilevato il fatto che c'erano stati dei concorsi pubblici per poter prendere nuovo personale e andare quindi all'interno di queste strutture ospedaliere, ma, a quanto è dato sapere fino ad oggi, la cosa non è stata risolta e quindi il reparto è ancora a rischio di chiusura.
Con questa interrogazione vorrei che oggi mettessimo un punto, cioè, spero di sentire dalla risposta dell'Assessore che la chiusura non ci sarà, perché credo che i pazienti sul territorio di Belluno abbiano bisogno di sapere davvero cosa accadrà ad un reparto che è assolutamente importante, anzi vitale per una certa tipologia di pazienti.
Grazie.

PRESIDENTE

Per la risposta, l'assessore De Berti.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Con deliberazione regionale n. 614/2019 sono state approvate le schede di dotazione ospedaliera dell'azienda ULSS n. 1 Dolomiti, prevedendo 18 posti letto di Neurologia con unità di ictus di secondo livello fino a quattro posti presso il presidio ospedaliero di Belluno e 14 posti letto di Neurologia con unità di ictus di primo livello presso il presidio ospedaliero di Feltre.
Attualmente risultano operativi 7 neurologi, compresi i due Direttori di UOC. Vista l'evidente carenza di personale, sono state avviate da tempo le attività di reclutamento tramite Azienda Zero, ma nonostante i numerosi concorsi a tempo indeterminato e gli avvisi a tempo determinato non si è riusciti a reclutare personale medico.
Per sopperire a tale criticità, l'Azienda ha chiesto l'attivazione di alcune convenzioni con altre aziende ULSS ospedaliere e sanitarie del Veneto. In particolare, sono state stipulate due convenzioni, una con l'azienda ULSS 2 Marca Trevigiana, con cui è da sempre condiviso il percorso ictus, e una con l'Azienda Ospedaliera Università di Padova, con cui si stanno condividendo i percorsi assistenziali e di cura, oltre all'attività ambulatoriale in fase di implementazione. Entrambe le convenzioni prevedono la copertura di turni diurni e notturni e l'erogazione di attività ambulatoriale da parte di medici specialisti provenienti dalle due Aziende sanitarie, grazie alla possibilità di assunzione extra-turnover da parte delle succitate Aziende autorizzate dalla Regione Veneto.
Attraverso la riorganizzazione operata e il supporto dell'azienda ULSS 2 Marca Trevigiana e dell'Azienda Ospedaliera Università di Padova è stato possibile garantire le attività di ricovero, le attività di trombolisi, la presa in carico dei numerosi pazienti con sclerosi multipla e le attività ambulatoriali, almeno per i percorsi brevi.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Consigliera, per la replica, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Non mi trovo soddisfatta di questa risposta. Sostanzialmente, si dice, abbiamo fatto delle convenzioni con l'Azienda Ospedaliera di Padova per permettere di coprire dei turni all'interno dei reparti di Neurologia di Belluno e di Feltre. Questa soluzione probabilmente a voi sembrerà addirittura più facile, adesso che avete splittato un dirigente unico all'interno delle due ULSS, cosa su cui non sono assolutamente d'accordo. Forse, anzi sicuramente l'idea di prendere del personale e portarlo in convenzionamento per coprire le necessità di alcuni pazienti che in territori particolari, come quelli della provincia di Belluno, hanno bisogno, invece, di personale stabile e presente sempre, credo sia una risposta che non può essere accettabile. Non può essere accettabile per me all'interno di questo Consiglio, non lo sarà nemmeno per i pazienti che in questa interrogazione si dice finora sono stati presi in carico, ma la domanda, e farò una nuova interrogazione quando ci sarà un caso in cui... Succederà, Assessore – e mi spiace dirlo a lei, visto che non c'è l'assessore Lanzarin, competente per questa materia – che ci saranno dei pazienti in quel territorio che avranno bisogno, in quel momento, in quel momento di notte, di andare presso la struttura ospedaliera e in quel momento il convenzionamento, che invece in questa risposta dite che finora ha funzionato, non funzionerà, perché lì non ci sarà il personale che invece doveva esserci se le procedure di reclutamento fossero state fatte nella maniera corretta.
Ad oggi, quindi, la risposta che io ottengo da questa interrogazione è che state spostando del personale da un'azienda sanitaria all'altra, perché non si è riusciti a trovare il personale necessario per coprire l'apertura di un polo ospedaliero, di un reparto critico come quello di Neurologia all'interno delle province di Belluno e Feltre.
Credo che questa sia la risposta che non avremmo voluto sentire in questo Consiglio, ma sicuramente non la vorranno sentire i pazienti affetti da queste patologie in quel territorio.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Ha chiesto di intervenire il collega Zanoni. Collega, per cosa? Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Buongiorno a tutti. Grazie, Presidente.
Anche oggi abbiamo solo poche risposte alle interrogazioni e continuano a essere inevase decine di interrogazioni che noi Consiglieri depositiamo a norma di Regolamento e che a norma di Regolamento dovrebbero trovare risposta in quest'Aula.
Per l'ennesima volta vediamo che le risposte non arrivano. Adesso avremo una pausa lavori di un mese. Io chiedo dove siano le risposte alle nostre interrogazioni. C'è un Regolamento che da inizio legislatura continua a essere sistematicamente violato per quanto riguarda le tempistiche previste.
Allora o il Regolamento è fatto perché venga attuato, e quando si tratta di prerogative delle minoranze il Regolamento viene applicato in maniera scientifica. Ma quando si tratta, invece, di riconoscere i nostri diritti ad avere le risposte a queste interrogazioni che riguardano temi di estrema attualità, sui quali molti cittadini ci chiedono risposte, ci chiedono di intervenire, per i quali lavoriamo con le Strutture, con il Legislativo, per fare cose chiare e precise, in modo che non ci siano equivoci, perché non ci vengono date queste risposte?
Quando si tratta di chiedere l'audizione di qualche Assessore in Commissione su determinati temi ci viene risposto che non abbiamo i numeri perché il Regolamento non lo prevede. Va bene, allora applichiamo il Regolamento, ma applichiamolo sempre.
Chiedo, Presidente, che venga rispettato questo Regolamento, perché ormai la misura è colma. La pazienza di noi componenti delle opposizioni è al limite, perché le norme vanno rispettate. Che esempio diamo ai cittadini se i primi a non rispettare il Regolamento siamo noi che facciamo le regole? Come possiamo pretendere che i cittadini rispettino le norme, le leggi e tutte le disposizioni quando qui la Giunta ci sta dimostrando per l'ennesima volta che questo Regolamento è carta straccia? È questo il problema: un Regolamento che è carta straccia, perché si agisce sistematicamente in violazione delle tempistiche previste dal Regolamento, sia per le interrogazioni a risposta immediata, sia per le interrogazioni a risposta scritta.
È inammissibile che ci siano interrogazioni ancora oggi che aspettano da mesi, anche da anni. Presidente, per cortesia, si faccia portavoce, ma che sia la volta buona, perché queste richieste, che abbiamo fatto anche nell'ultimo Consiglio, continueremo a farle fino a quando non vedremo rispettate le regole che questo stesso Consiglio si è dato.

PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere.
È chiaro che, come Ufficio di Presidenza, siamo d'accordo. È stata inviata dal presidente Ciambetti la scorsa settimana la lettera di sollecito rispetto a quanto rilevato già martedì scorso in Consiglio regionale e solleciterò ulteriormente.
Grazie.
Passiamo all'interrogazione n. 343 della collega Ostanel, a cui viene data risposta insieme con la n. 361 della consigliera Bigon.

Interrogazione a risposta immediata n. 343 del 1° febbraio 2023 presentata dai consiglieri Ostanel, Baldin, Bigon, Camani, Montanariello, Giacomo Possamai, Zanoni, Zottis, Lorenzoni e Guarda relativa a "LA REGIONE VENETO INTENDE ANDARE INCONTRO ALLE RICHIESTE SINDACALI SUL PREMIO DI RISULTATO ALLA DIRIGENZA MEDICA?"

e

Interrogazione a risposta immediata n. 361 del 15 febbraio 2023 presentata dai consiglieri Bigon e Zanoni relativa a "LA REGIONE VENETO È A CONOSCENZA SE L'ULSS 9 SCALIGERA ABBIA DISDETTATO UNILATERALMENTE L'ACCORDO DECENTRATO PER L'ATTRIBUZIONE DI RISULTATO ALLA DIRIGENZA SANITARIA, PROFESSIONALE, TECNICA E AMMINISTRATIVA?"

Prima la consigliera Ostanel e dopo la consigliera Bigon. Se potete prenotarvi, vi ringrazio.
Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione presentata il 1° febbraio 2023 perché, come recita il titolo dell'interrogazione, in data 18 luglio 2018 nella ULSS 9, ma in realtà è qualcosa che interessa anche le altre ULSS del Veneto, era stato fatto un accordo relativo all'attribuzione del premio di risultato della dirigenza SPTA dove erano stati individuati i criteri di liquidazione di quello che è un premio, quindi una quota di retribuzione di risultato che è corrisposta con anticipi a cadenza mensile nella misura del 50%.
Tuttavia, quello che stava accadendo in questa Regione, che vedevamo negli articoli di stampa, è che le aziende sanitarie del Veneto avevano convocato le dirigenze sanitarie per informarle di un parere ARAN sull'erogazione del premio di risultato, che faceva sì che non avessero queste cadenze mensili e questi anticipi.
Quello che si chiedeva all'Assessore alla sanità era di sapere se si intendesse intervenire. Era il 1° febbraio e siamo – non ripeto quello che ha detto il collega Zanoni – assolutamente in ritardo nel dare una risposta, ma comunque ascolteremo quello che l'Assessore ci vuole dire. Chiedevamo, dunque, il 1° febbraio 2023 se si intendesse intervenire per evitare l'applicazione unilaterale da parte della ULSS 9 di un parere non vincolante, quello che ho citato prima dell'ARAN, e quindi trovare delle soluzioni adeguate in tutte le aziende sanitarie del Veneto.
Infatti, sappiamo, perché poi abbiamo letto gli articoli di stampa successivi, dal 1° febbraio ad oggi, che la questione che è accaduta nell'ULSS 9 accadeva anche nelle altre ULSS del Veneto, ma, appunto, siccome siamo a un po' di mesi di ritardo di questa risposta a questa interrogazione, noi non avevamo modo di sapere come, invece, la Giunta e l'Assessore alla sanità intendevano intervenire o stavano intervenendo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Consigliera Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La do per letta.

PRESIDENTE

Grazie.
Al posto dell'assessore Lanzarin, risponde l'assessore De Berti.
Prego, Assessore.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
L'articolo 18, comma 2, del decreto legislativo n. 150/2009 stabilisce il divieto di distribuzione in maniera indifferenziata o sulla base di automatismi di incentivi e premi collegati alle performance in assenza delle verifiche e delle attestazioni sui sistemi di misurazione e valutazione adottati ai sensi dello stesso decreto legislativo.
L'articolo 93, comma 1, del contratto nazionale del 19 dicembre 2019 della dirigenza dell'Area Sanità, stabilisce che la retribuzione di risultato è attribuita in modo differenziato sulla base del livello di raggiungimento dei risultati prestazionali e di gestione conseguiti in coerenza degli obiettivi assegnati ai singoli dirigenti, nell'ambito del ciclo delle performance di cui all'articolo 4 e all'articolo 15 e seguenti del decreto legislativo n. 15/2009 secondo le risultanze positive dei sistemi di valutazione adottati in conformità a quanto previsto nel Capo 8 di cui al Titolo 3, intitolato "Verifica e valutazione dei dirigenti".
L'articolo 58, comma 2, nello stesso contratto collettivo stabilisce altresì che l'esito positivo della valutazione annuale da parte dell'organismo indipendente di valutazione comporta l'attribuzione della retribuzione dei risultati ai dirigenti.
Disposizioni analoghe a quelle sopra riportate sono contenute nell'articolo 30, comma 1, e nell'articolo 77, comma 2, del contratto collettivo della dirigenza delle funzioni locali del 17 dicembre 2020, che comprende, nel suo ambito di applicazione, anche la dirigenza amministrativa professionale e tecnica.
Dal combinato disposto delle predette disposizioni legislative e contrattuali emerge con chiarezza che nessun emolumento a titolo di retribuzione di risultato può essere attribuito ai dirigenti sanitari e amministrativi, professionali e tecnici, se non a fronte del raggiungimento dei risultati correlati agli obiettivi ad essi assegnati dalle aziende e dal successivo accertamento di tale raggiungimento da parte dell'organismo indipendente di valutazione.
Sulla questione si è espressa l'ARAN con due pareri del 21 luglio e del 22 dicembre 2022, con i quali, oltre a confermare il principio sopra enunciato, si è precisato che la cadenza con la quale erogare in forma di saldo la retribuzione di risultato è quella delineata dai contratti collettivi nazionali sopra richiamati (ovvero, annuale) e che è venuta meno la possibilità di erogazione di qualsiasi forma di acconto, anche per stati di avanzamento.
Sulla base di tali pareri, l'ULSS n. 9 Scaligera ha deciso di sospendere gli acconti sulla retribuzione del risultato alla dirigenza sanitaria professionale tecnica e amministrativa.
L'Area Sanità e Sociale, peraltro, con nota del 1° giugno 2023, ha richiesto all'ARAN di precisare il predetto orientamento ed eventualmente di riconsiderarlo, poiché sembrava consentire la possibilità di corresponsione di emolumenti a titolo di retribuzione del risultato solo con cadenza annuale.
L'ARAN ha risposto con nota del 4 luglio 2023, con la quale si sono ribaditi i contenuti dei precedenti pareri, e pertanto, l'impossibilità dell'attribuzione di acconti sulla retribuzione del risultato al personale e la necessità della valutazione complessiva annuale delle performance, individuale e organizzativa, da parte dell'Organismo indipendente di valutazione.
Ma nel contempo, non si è esclusa la possibilità, da parte degli enti del Servizio sanitario nazionale di attribuire un eventuale erogazione infrannuale di parte della retribuzione del risultato, pur precisando che tale erogazione richiede sempre obiettivi con la medesima scadenza infrannuale, nonché una previa puntuale verifica dell'avvenuto raggiungimento del risultato obiettivo da parte degli organismi valutativi, escludendo qualsiasi erogazione in assenza di tale preventiva valutazione.
La predetta nota dell'ARAN è stata trasmessa a tutte le aziende ed enti del Servizio sanitario regionale con nota della Direzione Risorse Umane del 6 luglio 2023.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Le Consigliere vogliono intervenire? Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Semplicemente, quello che è scritto in questa interrogazione, quindi la risposta dell'ARAN data al 4 luglio, dice una cosa che altre Regioni come l'Emilia-Romagna avevano iniziato a fare tantissimi mesi prima.
La risposta a questa interrogazione è: se una Regione come l'Emilia-Romagna aveva già capito che il parere dell'ARAN poteva essere interpretato dicendo che non stiamo dando acconti mensili, ma che semplicemente mettiamo dei piani di performance a metà anno per fare in modo che così il personale sanitario prenda un premio per tempo, e non invece com'è stato fatto nella ULSS 9, ma in generale nelle altre ULSS, dire "procrastiniamo, aspettiamo e non diamo i premi ai nostri dirigenti medici", vuol dire che o non funzionano i direttori delle ULSS, o non funziona l'operazione di controllo che una Giunta deve fare sulle ULSS singole per dire che stanno sbagliando a interpretare un parere dell'ARAN.
Sa perché, Assessore, lo dico a lei anche se dovrei dirlo all'assessore Lanzarin, questa risposta è collegata a quella precedente? Perché, se noi non trattiamo almeno quel poco personale che abbiamo disponibile sanitario nella modalità con cui deve essere fatto, quindi con degli stipendi adeguati e, in questo caso, anche dei premi, le persone prendono e vanno a lavorare da un'altra parte, vanno a lavorare all'estero, vanno a lavorare in altre Regioni. Se una Regione vicina a noi, che è l'Emilia-Romagna, dapprima ha fatto esattamente quello che il parere che voi avete inviato il 6 luglio... Dal 1° febbraio al 6 luglio. Avete fatto una cosa in ritardo, quando altre Regioni, invece, la stavano già facendo. Vuol dire che in questa Giunta e nella gestione della sanità c'è qualcosa ‒ e non solo qualcosa ‒ che non funziona.

PRESIDENTE

Consigliera, grazie.
Adesso passiamo all'interrogazione n. 365, che verrà presentata dal consigliere Montanariello.

Interrogazione a risposta immediata n. 365 del 23 febbraio 2023 presentata dai consiglieri Zottis e Montanariello relativa a "L'AMBULATORIO DI MEDICINA SPORTIVA DI SAN DONÀ DI PIAVE HA ANNULLATO TUTTI GLI APPUNTAMENTI E SOSPESO L'ATTIVITÀ, CREANDO GRANDI DISAGI AI MOLTISSIMI ATLETI E ALLE SOCIETÀ SPORTIVE DELLA ZONA. LA GIUNTA REGIONALE INTENDE INTERVENIRE PER RIPRISTINARE QUESTO IMPORTANTE SERVIZIO?"

Consigliere Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Premesso che sono giunte agli scriventi ‒ i colleghi Montanariello e, prima firmataria, vicepresidente Zottis ‒ diverse segnalazioni in merito all'interruzione del servizio e all'annullamento del calendario di appuntamenti già fissati da parte dell'ambulatorio di medicina sportiva di San Donà di Piave, ULSS 4; nonostante il considerevole bacino di utenza, già dal mese di settembre il suddetto ambulatorio poteva contare sulla professionalità di un solo medico, il quale, dal mese di febbraio, è stato posto in quiescenza.
Allo stato ‒ colleghi, ci riferiamo al 23 febbraio quando diciamo "allo stato" ‒ il servizio risulta, dunque, sospeso, causando gravi disagi alle molte società sportive e ai numerosi atleti che esercitano la propria disciplina a San Donà e nei paesi limitrofi. Ogni atleta, infatti, per poter praticare deve sottoporsi a controlli medici a cadenza almeno annuale e deve ottenere una certificazione di idoneità alla pratica sportiva, sia dilettantistica che agonistica.
La sospensione del servizio del suddetto ambulatorio sta determinando l'inibizione di molti atleti alla pratica sportiva e sta anche impedendo loro di mantenere il tesseramento con le proprie federazioni. Sono molti, infatti, i soggetti ‒ dai bambini agli adulti ‒ che non possono permettersi di rivolgersi ai centri privati per l'ottenimento delle certificazioni necessarie. Tutto ciò è discriminante, anche perché determina l'esclusione di molte persone dalla pratica sportiva.
Considerato che lo sport, oltre ad essere fondamentale per la salute fisica e psichica delle persone, dai giovani agli anziani, è anche un importante mezzo di socializzazione, permette ai bambini e ai ragazzi di frequentare ambienti sani, togliendoli spesso da una situazione di disagio sociale, la pratica sportiva rappresenta un'importante autostima che permette a ognuno di mettersi alla prova.
Si chiede perciò all'Assessore alla sanità se intende intervenire con urgenza al fine di ripristinare il servizio di ambulatorio di medicina sportiva a San Donà per dare nuovamente a molti atleti di San Donà di Piave e delle cittadine limitrofe la possibilità di praticare la propria disciplina.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Assessore De Berti, prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
La pratica sportiva è riconosciuta quale fattore fondamentale per la tutela e promozione della salute pubblica, non solo attraverso l'attività di tutela sanitaria dell'attività sportiva agonistica e non agonistica, ma anche attraverso l'assunzione di un preciso e importante ruolo nella promozione di specifiche attività motorie in tutta la popolazione, sia come prevenzione di patologia, sia come strumento terapeutico di eventuali patologie in atto, nonché come momento di socializzazione.
In quest'ottica, nel periodo di emergenza legato alla pandemia, per assicurare lo svolgimento dell'attività sportiva agonistica in piena sicurezza, sono state previste e adottate misure specifiche relative ai controlli sanitari propedeutici alla ripresa dell'attività sportiva agonistica da parte degli atleti guariti dal Covid-19. Ciò ha comportato un notevole incremento del volume di attività della medicina dello sport, come rappresentato anche dall'azienda ULSS 4 Veneto Orientale, già in difficoltà per la carenza di personale.
Ciò premesso, l'azienda ULSS 4 Veneto Orientale ha provveduto ad attivarsi prontamente per acquisire le risorse umane necessarie per garantire il servizio della medicina dello sport per il territorio. Il servizio è stato in ogni caso garantito senza soluzione di continuità a livello aziendale presso l'ambulatorio di Portogruaro. Con specifico riferimento al servizio di ambulatorio di medicina sportiva di San Donà e di Jesolo, grazie al conferimento di quattro nuovi incarichi, l'attività è tempestivamente ripresa a pieno regime e il servizio è disponibile in entrambe le sedi, come comunicato tra l'altro dall'azienda con protocollo 190203 del 6 aprile 2023.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Consigliere Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, io credo che ci sia una doppia insoddisfazione in questo caso, perché una è poca. La prima è dovuto al fatto che a un problema contingente, importante, vero e reale, si dà una risposta dal 23 febbraio a oggi. Io capisco che qui in Veneto siamo abituati a fare le cose con calma, però mi sembra che le stiamo facendo, Presidente, un po' troppo con calma se su un problema così importante, dove c'è la necessità di una risposta contingente, vera e reale, rispondiamo a luglio. Io capisco che gli atleti hanno la pausa estiva, ma l'interrogazione l'abbiamo fatta d'inverno.
Dopo c'è un altro dato che mi sfugge dalla risposta, Assessore. Non è che il servizio è continuato, sono andati dai privati. Io capisco, questa Giunta questa governance regionale avere un particolare feeling con la sanità privata, dove spesso se non lo fa il pubblico, lo può fare anche il privato, però, che in un momento dove i genitori sono a casa per la pandemia, noi mandiamo i nostri ragazzini a fare il certificato medico in strutture private dove costa, credo voglia dire proprio non avere neanche la minima contezza di quello che accade nella nostra regione.
Bene che la vicepresidente Zottis abbia incalzato sulla vicenda.
Terzo, mi permetto di dire che questa situazione ha fortemente pesato in termini economici per chi ha dovuto pagare qualcosa che si poteva non pagare. Ha pesato in termini territoriali perché c'è dalla mancanza di una struttura e la consigliera Zottis più volte su questo ha ricevuto segnalazioni puntuali. In più chiudo, Presidente, permettendomi di dire che è evidente che c'è la totale assenza di una programmazione sanitaria in questa Regione, che non si evince solo dalle grandi discussioni. Si evince anche dal fatto che con le parole siamo bravi tutti e dopo togliamo anche la possibilità di avere un certificato medico per i nostri bambini, che devono esercitare la più naturale delle cose, ovvero l'attività sportiva.
Mi permetta quindi di dire: insoddisfatti nel metodo, insoddisfatti nel contenuto e insoddisfatti nel modo con cui è stato affrontato il problema.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Adesso passiamo all'interrogazione a risposta scritta n. 354 della collega Baldin.

Interrogazione a risposta scritta n. 354 del 10 maggio 2023 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "NUOVO CANALE MORANZANI, QUALI MISURE PER TUTELARE SALUTE E AMBIENTE?"

Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione a risposta scritta è datata 10 maggio 2023. Si apprende da alcuni comitati locali, tra cui Opzione Zero, Assemblea permanente contro il rischio chimico di Marghera, il Comitato tutela, salute e ambiente di Malcontenta, che i lavori di scavo di un canale parallelo al lato nord di via Moranzani, tra Malcontenta e Punta Fusina, sarebbero stati bloccati in seguito all'affioramento di possibili rifiuti provenienti dalla vicina discarica. Il timore è quello del grave rischio inquinamento ambientale, tanto che questi comitati hanno riferito di avere depositato un esposto urgente ai Carabinieri del NOE e della Forestale, spiegando in un comunicato stampa che le discariche devono essere isolate in tutti i modi possibili. Ma in questo caso, con i lavori di scavo del nuovo canale Moranzani, si sta facendo il contrario, scoprendo strati della vecchia discarica abusiva, mettendo a nudo i rifiuti speciali in essa contenuti, che poi, per effetto delle precipitazioni, franano e dilavano nel nuovo corso d'acqua e nel terreno circostante.
Per lunghi tratti sono visibili strati di materiale nero e grigio che potrebbe essere costituito da ceneri industriali, mentre nella zona più a est il terreno scavato è di colore rossastro, simile a quello delle ceneri di pirite. E ancora, le operazioni di scavo avrebbero danneggiato il diaframma che isolava almeno in parte la discarica. Inoltre, è molto grave il fatto che il terreno potenzialmente contaminato sia stato usato per coprire il vecchio fosso Moranzani, andando così a spargere inquinanti anche dove non erano presenti. Vado avanti altrimenti sforo nei tempi.
Slow Press ha pubblicato sul proprio canale YouTube il video di un sopralluogo effettuato a fine aprile 2023, contenente l'intervista di un tecnico della ditta esecutrice e un tecnico ARPAV, dal quale emerge che la gravità della situazione è incontestata, tanto che si prevede l'esecuzione di lavori di copertura dell'area.
Considerato che la situazione insiste in uno scenario già gravemente minacciato sul piano della tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente, sia con riferimento ai livelli fuori norma di benzene rilevati tra dicembre 2022 e gennaio 2023, sia con riferimento alla volontà di ENI di realizzare un nuovo inceneritore, l'esposizione dei materiali inquinanti può rappresentare un pericolo di per sé e comunque sussiste il rischio di dilavamento delle sostanze in conseguenza delle abbondanti piogge, per non dire del rischio di percolazione nell'ipotesi in cui, come paventato nell'esposto citato, il diaframma di isolamento della discarica sia stato effettivamente compromesso.
Si interroga, quindi, la Giunta regionale per sapere quali analisi sono state effettuate nei luoghi di cui sopra; quali azioni per la messa in sicurezza dell'area intenda porre in essere o siano già state poste in essere; e quali saranno le misure per la tutela della salute e dell'ambiente in tempi brevi, in tempi rapidi.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Risponde l'assessore Calzavara. Prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Il progetto esecutivo relativo al completamento e ricalibratura dei corsi d'acqua del bacino di Malcontenta, fosso di via Moranzani, rientra fra le opere idrauliche individuate dall'articolo 8 "Interventi rete idraulica Bacino Lusore" dell'accordo di programma Moranzani del 31 marzo 2008 ed è stato approvato dal soggetto attuatore e dal Commissario straordinario delegato per il rischio idrogeologico nel Veneto, con decreto n. 55 del 21 dicembre 2020, in qualità di soggetto competente alla realizzazione degli interventi dell'idraulica del Lusore.
Il soggetto esecutore di tale intervento, individuato dal sopracitato soggetto attuatore con decreto n. 7 dell'8 maggio 2017, è il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive.
Si sottolinea che l'intervento di ricalibratura del fosso di via Moranzani, oltre ad essere necessario ai fini di contribuire ad attenuare le problematiche idrauliche nell'area corrispondente al bacino Malcontenta, riveste carattere di particolare urgenza in quanto la sua realizzazione è propedeutica alla messa in sicurezza permanente dell'area Moranzani B, che, assieme ad altri siti di discarica, è stata oggetto della sentenza di condanna del 2 dicembre 2014 nella causa C196/13.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con delibera del 24 marzo 2017, ha nominato il generale Giuseppe Vadalà Commissario unico col compito di realizzare tutti gli interventi necessari all'adeguamento alla vigente normativa delle discariche abusive, per la cui mancata messa a norma, lo Stato italiano è stato condannato con la sentenza sopracitata.
Il progetto di ricalibratura del fosso di via Moranzani è stato anticipato da una campagna di analisi dei terreni oggetto di scavo, eseguiti in coordinamento con ARPAV per individuare le più corrette modalità di gestione degli stessi nel rispetto delle prescrizioni del parere della Commissione Tecnica Regionale VIA del 23 novembre 2011.
Gli esiti analitici hanno evidenziato la conformità dei campioni ai limiti normativi di Tabella 1, colonna B, allegato 5, parte IV, Titolo V del decreto legislativo n. 152/2006, tranne che per un modesto quantitativo, che è stato classificato come rifiuto, e che quindi verrà gestito come tale secondo la normativa vigente.
Tali materiali di scavo sono movimentati all'interno del cantiere e funzionali al completamento dell'intervento di messa in sicurezza dell'area Moranzani B, con la garanzia di gestione nell'ambito di un soggetto di bonifica ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo n. 152/2006 e diaframmato dal 2016.
A far data dalla nota del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive (protocollo 5322 del 4 aprile 2023) di richiesta di un incontro congiunto, l'Area Tutela e Sicurezza del territorio, svolgendo un ruolo di coordinamento nell'ambito degli interventi previsti dall'accordo di programma Moranzani, si è attivata coinvolgendo le Strutture regionali interessate, Città Metropolitana di Venezia e ARPAV, al fine di individuare le possibili soluzioni alle problematiche emerse nel corso dell'esecuzione dello scavo del fosso di via Moranzani.
Nel corso di tali incontri è stata individuata la soluzione di realizzare un intervento di impermeabilizzazione del fosso medesimo, con l'obiettivo di eseguire un primo presidio ambientale di immediata realizzazione per la messa in sicurezza idraulica del fosso.
I tempi di realizzazione di tale intervento sono estremamente ristretti, data la necessità di coordinamento con il cronoprogramma delle attività del Commissario unico per le discariche abusive, per portare in espunzione dalla procedura di infrazione comunitaria la discarica Moranzani B.
Si precisa che il fosso attualmente è un invaso nel quale le acque presenti risultano segregate grazie alla predisposizione di appositi presìdi idraulici che impediscono la connessione idraulica del fosso con la restante rete consortile.
Le acque presenti nella nuova sezione del fosso, accumulatesi anche a seguito dei recenti eventi meteorologici, sono inviate a trattamento presso uno specifico impianto di depurazione. È opportuno sottolineare che all'intervento di messa in sicurezza idraulica di prima fase seguirà un intervento di seconda fase attraverso il completamento del pacchetto di impermeabilizzazione del fosso, con capping permanente, che dovrà rispettare i requisiti minimi previsti dal decreto legislativo n. 121 del 3 settembre 2020, da realizzarsi nell'ambito delle opere di ricomposizione ambientale del fosso, in continuità con il futuro capping della discarica Vallone Moranzani.

PRESIDENTE

Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Assessore.
Mi dichiaro parzialmente soddisfatta perché, da una parte, si apprende quali saranno gli interventi di pronta realizzazione, ma non si danno delle tempistiche e, dall'altra, con interventi di più lungo termine, anche qui, non si sa con quali garanzie sulla realizzazione, in tempi brevi, si spera. Effettivamente, si tratta di un problema noto alla popolazione e che desta tanta preoccupazione e timori nei cittadini di quell'area, che ‒ ricordiamolo ‒ è oggetto di sanzioni anche dall'Europa, proprio per l'incapacità dello Stato italiano di far fronte alla gestione delle discariche abusive.
In quest'area del nostro Veneto, purtroppo, c'è una situazione pesante di inquinamento che va affrontata e che non è stata affrontata fino ad oggi, in tempi rapidi e con modalità efficaci.
Se da un lato ci sono questi interventi in programma, non è dato sapere con quali tempistiche. Questo credo sia un problema. La situazione continua ad essere preoccupante. Anche rispetto agli articoli di stampa che abbiamo letto venerdì scorso, c'è una situazione, anche in una proprietà privata, di acque in un fossato che non sono di certo del colore naturale, come dovrebbero essere, ma sono di colore rosso, in un fosso, in una proprietà privata vicino a via Moranzani o sul limitare di via Moranzani.
Questa situazione è una costante fonte di timori da parte dei cittadini. Continueremo, quindi, a chiedere, a controllare che vi sia l'attenzione che merita quest'area, proprio per tutelare tutti i cittadini. Il nostro compito di Consiglieri regionali è anche quello di fare da sentinelle del territorio e far emergere quello che manca o che viene sottovalutato da parte delle Istituzioni, cercando di fare il possibile per migliorare la situazione esistente.
Speriamo sia sempre più oggetto di attenzione da parte di questa Giunta regionale l'area tra Marghera e Malcontenta, perché merita un'attenzione particolare, data la fragilità dell'area e la presenza di inquinamento ad altissimi livelli.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Adesso possiamo passare... Vuole chiedere la parola? Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Intervengo di nuovo sull'ordine dei lavori per sollecitare da parte della Presidenza la calendarizzazione il prima possibile nella Quinta Commissione, come è stata assegnata dai nostri uffici, della proposta di legge popolare n. 217...

PRESIDENTE

Mi scuso, Consigliera, però questo non riguarda il Consiglio. Deve fare la richiesta in Conferenza dei Capigruppo e protocollarla alla Presidenza della Quinta. Grazie.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "ASSESTAMENTO DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2023-2025". (PROGETTO DI LEGGE N. 214) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 21/2023)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cestaro
Correlatrice: Consigliera Camani

PRESIDENTE

Passiamo al successivo punto all'ordine del giorno.
Relatrice la consigliera Cestaro.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Signor Consiglieri, ai sensi dell'articolo 21 della legge regionale 29 novembre 2001, n. 39 e dell'articolo 50 del decreto legislativo n. 118/2011 ogni anno con legge viene approvato l'assestamento del bilancio di previsione, sulla base delle definitive risultanze contabili relative all'esercizio precedente.
Esso si sostanzia in una variazione al bilancio sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi, del fondo pluriennale vincolato (FPV) e del fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE), accertati in sede di rendiconto dall'esercizio scaduto il 31 dicembre precedente, fermi restando i vincoli di cui all'art. 40 del citato d.lgs. 118/2011.
Come previsto dal d.lgs. n. 118/2011, la Giunta regionale ha fatto precedere l'adozione del disegno di legge di assestamento del bilancio di previsione 2023-2025 dall'assunzione dei seguenti provvedimenti:
- Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2022;
- Variazione del bilancio 2023-2025 conseguenti al Riaccertamento Ordinario dei residui 2022 e relativi adempimenti; con tale atto sono state apportate le variazioni di bilancio conseguenti al suddetto riaccertamento, mediante adeguamento del FPV e degli stanziamenti del bilancio 2023-2025;
- il disegno di legge "Rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2022", presentato al Consiglio regionale il 2/5/2023, in merito al quale il Collegio dei Revisori dei conti, con parere del 16/5/2023, si è espresso favorevolmente circa la sua approvazione, attestandone la corrispondenza alle risultanze della gestione finanziaria; la Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti lo ha parificato il 4/7/2023; il provvedimento è stato approvato da quest'Assemblea nella seduta del 18/7/2023.
Alla luce delle chiusure contabili dell'esercizio finanziario 2022, si evidenziano i seguenti risultati: i residui attivi ammontano a 5.224,1 milioni di euro, quelli passivi a 4.296,1 milioni ed il fondo cassa a 1.288,7 milioni.
Il disavanzo finanziario alla stessa data, considerando le quote accantonate e quelle vincolate, è accertato nella somma di euro 1.379,1 milioni di cui:
- 1.284 milioni rappresenta l'ammontare residuo da rimborsare al Fondo anticipazioni di liquidità di cui all'art. 1, commi 692-700, della legge 28/12/2015, n. 208 "Disposizioni per la formazione del Bilancio annuale e pluriennale dello Stato";
- 95,1 milioni rappresenta l'ammontare del debito autorizzato e non contratto (DANC).
Il rinnovo dell'autorizzazione a contrarre debito nella forma di mutui, prestiti obbligazionari o altre forme di indebitamento consentite dalla legislazione vigente, di cui all'articolo 3, comma 1, della legge regionale n. 32/2022 "Bilancio di previsione 2023-2025" - a copertura del DANC - è dunque ridotto di 90,1 milioni rispetto a quanto inizialmente previsto (185,2 milioni).
La Nota integrativa evidenzia la costante riduzione del DANC che dal 2014 quando ammontava a 2.039,3 milioni è passato al 31/12/2022 a 95,1 milioni, a rimarcare l'impegno dell'Amministrazione regionale per ridurre sensibilmente tale disavanzo che corrisponde ad investimenti effettuati negli esercizi precedenti al 2015, la cui copertura era garantita con ricorso al debito, mai effettivamente contratto in quanto la liquidità regionale e le norme allora vigenti permettevano comunque di sostenerli.
Per quanto concerne il Fondo crediti di dubbia esigibilità, la sua consistenza subisce, con riferimento all'esercizio 2023, un lieve aumento, passando da un valore stimato in sede di bilancio di previsione di complessivi 274,1 milioni a 274,58 milioni in sede di assestamento; con riferimento ai due esercizi successivi si registrano lievissime riduzioni rispetto alle previsioni fissate inizialmente dalla legge di bilancio: 238,93 milioni nel 2024 e 221,39 milioni nel 2025.
Sul fronte delle entrate, le previsioni sono state aggiornate in relazione all'andamento degli accertamenti e delle riscossioni rilevanti ai fini della quantificazione delle entrate regionali; l'aggiornamento, in particolare, riguarda la "Restituzione dell'avanzo di amministrazione della gestione autonoma del Consiglio regionale il cui importo è pari a 11,18 milioni.
Pertanto, al fine di adeguare la competenza agli importi che si prevede di accertare nell'esercizio 2023, il pdl di assestamento 2023-25 apporta una variazione in aumento dell'entrata di pari importo; la "Restituzione alla Giunta regionale di quote di risorse erogate ai Gruppi Consiliari a titolo di contributi", per un importo di euro 0,63 milioni; il "Gettito netto derivante dalla manovra fiscale sull'IRAP" per l'importo di 17,22 milioni, alla luce delle maggiori entrate erogate dallo Stato, a seguito della revisione da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze delle stime di gettito; il "Rimborso da RFI S.p.A. del contributo per la realizzazione del sottopasso ferroviario di Montebelluna (Convenzione con Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. 20/12/2016)" per l'importo di 0,65 milioni, a titolo di concorso da parte di RFI alle spese per la realizzazione delle opere previste dall'art. 8 della Convenzione; l'"Assegnazione statale per azioni finalizzate al miglioramento dell'attrattività turistica del territorio nazionale (Fondo Unico Nazionale per il Turismo, parte corrente)" per l'importo di 0,7 milioni, a titolo di trasferimento di risorse da parte del Ministero del Turismo per iniziative già concluse nell'esercizio precedente; alcuni capitoli di entrata, che hanno subito un adeguamento dello stanziamento poiché assoggettati al FCDE (0,72 milioni).
La somma delle voci di cui sopra ammonta a 31,12 milioni, e rappresenta il margine di manovra da destinare alle politiche di spesa regionali.
Quanto alle previsioni delle spese, la proposta di assestamento rimodula – come di consueto, ricorrendone le condizioni – alcune autorizzazioni legislative, recependo in tal modo alcune esigenze emerse nel primo semestre di gestione del bilancio, finalizzando le risorse a linee di spesa attuative delle scelte fondamentali del programma di mandato dell'undicesima legislatura. Tali rimodulazioni si traducono esclusivamente in operazioni compensative tra stanziamenti già allocati a bilancio, senza dar vita a nuove linee di spesa, in quanto – come noto – la legge di assestamento non deve connotarsi come una "ulteriore manovra" di bilancio di metà anno.
Inoltre, la succitata riduzione complessiva dell'autorizzazione a contrarre debito, per l'importo di euro 90,1 milioni, ha comportato un adeguamento degli oneri dell'indebitamento per gli anni 2024 e 2025 del bilancio di previsione. Un ulteriore minor onere viene rilevato dalla previsione di non utilizzo degli stanziamenti del bilancio di previsione per gli anni 2024 e 2025, relativi alle penali connesse alla ricontrattazione dei mutui con oneri a carico della Regione.
La somma dei minori oneri di cui sopra, comporta un risparmio complessivo di euro 22,3 milioni nel 2024 e di euro 11,1 milioni nel 2025, che permette, in quota parte, di contribuire al finanziamento delle linee di spesa meglio illustrate oltre.
Relativamente alle variazioni incrementative delle autorizzazioni di spesa, di seguito si riportano i movimenti apportati all'interno di ogni Missione per le rispettive leggi di spesa:
- nell'ambito della Missione 1 "Servizi istituzionali, generali e di gestione" sono stati destinati complessivi 4,64 milioni aggiuntivi; tra questi si assegnano 3,65 milioni per il sistema informativo regionale (oltre a 2,35 milioni per il 2024 e 2 milioni per il 2025) e 0,9 milioni per i beni del patrimonio regionale;
- nell'ambito della Missione 2 "Ordine pubblico e sicurezza" sono stati rifinanziati interventi regionali per la promozione della legalità e della sicurezza per 0,2 milioni;
- nell'ambito della Missione 4 "Istruzione e diritto allo studio" 3 milioni sono destinati a favore della legge regionale n. 1/2001 (cd. buono scuola);
- per quanto concerne la Missione 5 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali" è stata rifinanziata la legge regionale n. 70/1975 ("Contributi e spese per l'organizzazione di mostre, manifestazioni e convegni di interesse regionale") per 0,5 milioni, nonché la legge regionale n. 17/2019 ("Legge per la cultura") per 400.000 euro; è stato inoltre rifinanziato il contributo a favore dell'Associazione regionale per la promozione e la diffusione del teatro e della cultura nelle comunità venete (ARTEVEN) per 200.000 euro; ulteriori 200.000 euro sono destinati al programma regionale per la promozione dei grandi eventi; considerando altri rifinanziamenti di minor importo si arriva a complessivi 1,43 milioni aggiuntivi nel 2023;
- nell'ambito della Missione 6 "Politiche giovanili sport e tempo libero" è stata rifinanziata l'impiantistica sportiva per 0,5 milioni; 100.000 euro sono finalizzati alla promozione dello sport;
- nell'ambito della Missione 7 "Turismo" 1,05 milioni sono destinati al rifinanziamento della legge regionale n. 11/2013 "Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto", in aggiunta ai 3,47 milioni stanziati ad inizio anno;
- nell'ambito della Missione 9 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente" vengono destinati complessivi 5,03 milioni, di cui: 1 milione per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico; 0,9 milioni come contributo ad ARPAV per oneri contrattuali per ciascun anno nel triennio 2023-2025; 0,9 milioni per interventi di tutela e difesa delle coste venete; altri 0,9 milioni in materia di gestione dei rifiuti di cui alla legge regionale n. 3/2000 ; 400.000 euro per interventi di sistemazione idraulico-forestale; 350.000 euro a favore dei parchi; 200.000 euro per le unioni montane; 300.000 euro per interventi di prevenzione e soccorso per calamità naturali; 80.000 euro per attività di cava;
- quanto alla Missione 10 "Trasporti e diritto alla Mobilità" vengono destinati complessivi 4,68 milioni, tra cui: - 2,5 milioni per gli interventi sulla rete viaria affidata a Veneto Strade Spa; - 1,62 milioni (oltre a 1,61 milioni per il 2024 e 1,13 milioni per il 2025) per il canone leasing relativo all'acquisto di treni; - euro 150.000 per ciascuno degli anni 2023-2024-2025, per il servizio di escavazione porti; - altri 300.000 euro per il marketing territoriale; - 100.000 euro per le spese di funzionamento di Infrastrutture Venete;
- quanto alla Missione 11 "Soccorso civile", vengono destinati 325.000 euro a favore della legge regionale n. 13/2022 "Disciplina delle attività di protezione civile";
- nell'ambito della Missione 12 "Diritti sociali e politiche per la famiglia", è stato rifinanziato con 4 milioni il sostegno di iniziative a tutela dei minori (2,5 milioni finanziati da maggiori entrate e altri 1,5 milioni da risorse di competenza dell'assessorato);
- la Missione 14 "Sviluppo economico e competitività" beneficia di ulteriori 260.000 euro, di cui 100.000 destinati a manifestazioni fieristiche ed iniziative di promozioni regionali, 80.000 per la promozione del gelato tradizionale, oltre 50.000 alla promozione economica e internazionalizzazione delle imprese venete e 30.000 per la raccolta e commercializzazione dei funghi;
- alla Missione 16 "Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca" vengono destinati 18,7 milioni nel triennio, di cui: - 12,4 milioni euro nel 2024 e 2,25 nel 2025 a titolo di cofinanziamento regionale per lo sviluppo rurale del PSN PCA 2023-2027; - 3 milioni a titolo di cofinanziamento FEAMP 2014-2020 nel 2023; - 0,59 milioni complessivi nel triennio come contributo di funzionamento ad AVEPA; - 250.000 euro per il 2023 a favore della L.R. 50/93 relativa alla protezione della fauna selvatica e dell'attività venatoria; - 200.000 euro per il 2023 a favore della legge regionale n. 19/1998 relativa alla tutela delle risorse idrobiologiche e della fauna ittica;
- nell'ambito della Missione 20 "Fondi e accantonamenti", Programma 03 "Altri fondi":- il fondo speciale per le spese correnti di cui all'articolo 7 della legge regionale n. 32/2022 "Bilancio di previsione 2023-2025", è incrementato di 1,8 milioni per l'esercizio 2023, e di euro 400.000 per ciascun esercizio 2024 e 2025; - il fondo speciale per le spese in conto capitale di cui all'articolo 7 della legge regionale n. 32/2022 "Bilancio di previsione 2023-2025", è incrementato di 1,2 milioni per l'esercizio 2023, e di 2,6 milioni per ciascun esercizio 2024 e 2025.
Tali incrementi risultano importanti, in quanto i fondi in questione rappresentano la primaria fonte di provvista per la copertura finanziaria dei progetti di legge d'iniziativa consiliare, e la loro dotazione è andata riducendosi all'indomani dell'approvazione di otto leggi regionali di spesa nel corso del primo semestre del 2023.
Alle misure implementative appena descritte si aggiunge una manovra compensativa tra allocazioni già previste a bilancio, che si sostanzia in modifiche alle dotazioni di alcune leggi di spesa, principalmente concernenti l'esercizio 2023; il dettaglio è rintracciabile nella richiamata Nota integrativa.
A conclusione, il percorso istruttorio ha avuto il parere favorevole di tutte le Commissioni consiliari e del Consiglio delle autonomie locali.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Correlatrice Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, presidente Zottis.
L'approvazione della manovra di assestamento di bilancio è un passaggio che annualmente si compie dopo l'approvazione del rendiconto dell'esercizio precedente, avvenuta infatti un paio di settimane fa, e anche sulla base delle risultanze contabili dell'anno precedente. In sede di rendiconto, infatti, si certificano una serie di poste di bilancio, quali la consistenza dei residui attivi e passivi, il Fondo pluriennale vincolato, il Fondo crediti dubbia esigibilità, il risultato di amministrazione, che hanno degli effetti, pur essendo riferiti al 2022, anche nel bilancio corrente.
E poi ci sono altre partite, principalmente di entrate correnti, che nel frattempo sono andate a maturazione.
Sulla base di queste correzioni di metà esercizio e tenendo ovviamente saldi e fermi gli equilibri di bilancio e di finanza pubblica, si procede alla prima manovra di assestamento del bilancio regionale. Si tratta di un intervento, di un provvedimento previsto dalle norme e dagli atti ordinari della gestione, la cui funzione principale è sostanzialmente quella di recepire i risultati della chiusura contabile dell'esercizio precedente e di trasferirli ovviamente sul bilancio di previsione dell'esercizio in corso.
A parte, però, questi aspetti di natura tecnica, il primo bilancio di assestamento dovrebbe essere anche l'occasione di una prima valutazione rispetto alle previsioni iniziali dell'anno, rappresentando l'opportunità di verificare l'adeguatezza delle consistenze di alcune poste di bilancio, di affrontare, se serve, le emergenze emerse nel corso dei primi sei mesi dell'anno, di ricalibrare, se ritenuto necessario, l'ordine delle priorità degli interventi regionali.
Io credo che questo dovrebbe essere il nodo politico più importante e più rilevante della discussione di oggi ed è ciò che qualifica una manovra di assestamento rispetto a un'altra.
Ora, per carità, darò alcuni numeri che ci consentano semplicemente di comprendere le dimensioni dell'intervento di cui stiamo parlando.
Abbiamo un disavanzo finanziario che ci riportiamo dal 2022 di quasi 1,4 miliardi tra il Fondo di anticipazione liquidità e il DANC. Un importo, è vero, in progressiva riduzione, ma un importo ancora consistente, che inciderà inevitabilmente sulle politiche del bilancio regionale dell'anno in corso e degli anni futuri.
Su questo non ritorno perché abbiamo già avuto modo di discuterne ampiamente in fase di redazione di rendiconto, ma noi sappiamo già che la nostra discussione attorno al bilancio dell'anno corrente sarà anche per il 2023 viziata da questo debito pregresso rilevante.
Sempre dal 2022 ci riportiamo rilevanti risorse, quasi 12 milioni, che nella gestione autonoma del Consiglio regionale vengono restituite alla Regione. Anche su questo sarebbe il caso, poi, quando sarà il tempo di fare alcuni approfondimenti, perché non è fisiologico e forse neppure sano che ogni anno la gestione del Consiglio regionale restituisca, perché non spesa, una cifra così importante di risorse. Quindi, anche su questo c'è da fare qualche valutazione.
Sempre sul fronte delle entrate, e dunque di nuove disponibilità, l'altra grande partita riguarda l'aumento, per oltre 17 milioni di euro, di un trasferimento statale di gettito IRAP. In linea di massima, sono queste le poste più rilevanti che aumentano le risorse disponibili e che oggi ci consentono di affrontare una manovra di assestamento di circa 31 milioni di euro.
Dopo i primi sei mesi dell'anno, noi registriamo maggiori entrate, che sono appunto i soldi che il Consiglio regionale restituisce alla Regione e che sono maggiori trasferimenti che lo Stato ci fa in virtù delle compensazioni del gettito IRAP.
Una prima riflessione vorrei farla sul punto. La manovra di assestamento avviene a metà anno, quindi a un tempo sufficientemente congruo per aver maturato alcune valutazioni. Le risorse recuperate, di cui noi andiamo a discutere oggi la destinazione, non arrivano da risparmi di spesa, o da valutazioni puntuali nel merito di allocazione delle risorse, ma semplicemente dalla registrazione di rettifiche su entrate che dipendono da altri enti.
Lo preciso perché semmai il passaggio formale dell'assestamento avesse potuto essere l'occasione per riaggiustare o implementare alcune politiche pubbliche, possiamo dire che questa è un'occasione oggettivamente mancata. Non c'è una valutazione nel merito rispetto alle poste di previsione iniziale fatte a dicembre dell'anno scorso. C'è una piccola manovra compensativa, però sono tutti spostamenti di capitoli per una migliore definizione della spesa, ma non c'è alcuna valutazione rispetto alla domanda.
Ma quando abbiamo fatto il bilancio di previsione 2023 a dicembre 2022, cioè sette, otto mesi fa, e abbiamo immaginato alcune allocazioni di risorse in alcuni capitoli, non ce n'è uno che abbiamo sbagliato? Esattamente, andava tutto bene? Non è un caso, se ci pensate, che molti enti da altre Regioni, ma anche piccoli Comuni, colgono l'occasione obbligatoria del passaggio contabile del bilancio di assestamento per fare una piccola revisione delle previsioni iniziali. Molto spesso alla manovra di assestamento è accompagnata una variazione di bilancio; quindi, non solo registro le partite contabili, ma ne approfitto per fare il punto rispetto a nuove priorità, a ricalibrare alcuni assestamenti in entrata, a valutare la mia capacità di impegnare le risorse.
Questo ovviamente non c'è. Dunque, abbiamo i 31 milioni. La relatrice ha fatto l'elenco puntuale e preciso delle tantissime leggi che andiamo a finanziare con questi 31 milioni, che molto spesso sono integrazioni di spesa che non dipendono dalle necessità rappresentate in quel capitolo, missione e programma.
Faccio alcuni esempi. Ci sono una serie di contributi a pioggia spalmati tra i vari Assessorati. Si tratta di poste spesso non particolarmente rilevanti nell'entità, che non corrispondono a una specifica necessità, a uno specifico impegno, ma che rimpinguano capitoli di spesa che devono essere progressivamente innalzati. Tant'è che molto spesso in questi aumenti di spesa non è indicata un'azione precisa per cui abbiamo ritenuto necessario aumentare quel capitolo di spesa. Non si tratta di nuovi bisogni da affrontare. Si tratta che, se ho 1 milione da spendere so già che 100.000 vanno alla Protezione civile, 100.000 vanno al turismo, 100.000 all'agricoltura, come fosse una distribuzione cencelliana delle risorse, rispetto alla quale non abbiamo notizia di un bisogno oggettivo.
Per esempio, sarebbe interessante vedere ‒ in questo caso non c'è stato tempo, ma assicuriamo che lo faremo alla prossima manovra di assestamento ‒ quante delle risorse nei capitoli che andiamo a rimpinguare siano state, nei primi sette mesi dell'anno, realmente impegnate. Se io ho uno stanziamento iniziale di 5 milioni di euro e dall'assestamento vedo che al 30 giugno ho impegnato 1,5 milioni, quindi ho ancora 3,5 milioni di disponibilità in quel capitolo che non sono stati impegnati, che senso ha aggiungerci 2-300.000 euro, senza che ci sia un obiettivo preciso da perseguire? Se non quello di dare, appunto, la quota parte al singolo Assessorato, alla singola Direzione. Ripeto, in molti casi, anche con questa manovra, andiamo ad ingrossare capitoli che in larga parte presentano una bassa percentuale di spesa impegnata.
Una seconda modalità di intervento con cui affrontiamo sempre le manovre di assestamento è quella di andare a rimpinguare capitoli che, per abitudine, sono sottodimensionati in fase previsionale. Con questo metodo si affronta, sostanzialmente da tempo, tutto il finanziamento del comparto cultura. La collega Ostanel ne ha fatto una battaglia, devo dire, insieme ai colleghi della Sesta Commissione, per provare a limitare l'impatto di questa modalità. Ogni manovra di bilancio, puntualmente, andiamo a intervenire, seppure in ritardo, sui finanziamenti nel comparto cultura. E lo facciamo anche in questo caso. La legge n. 49, scorriamo un po' di graduatoria, la nuova legge n. 17, scorriamo un po' di graduatoria, Arteven (diamo un contributo), i grandi eventi (200.000 euro), un po' di sport (100.000 di qua, 150.000 di là). Anche il settore turismo ormai da anni funziona così: è sempre sottodimensionato in fase di previsione, con la promessa che, alla prima manovra, il milione fisso tradizionale l'Assessorato... non si arrabbia neanche più Caner quando, in fase di bilancio di previsione non ha le risorse sufficienti, tanto sa che poi, appena troviamo quelle che mancano, gliele diamo.
Ora, è chiaro, credo, quanto questa scelta impatti sulla capacità di programmare dell'Ente regionale, ma anche e soprattutto sulla possibilità che i soggetti beneficiari di questi contributi hanno di pianificare la propria attività.
Ma davvero voi pensate che i soggetti del comparto cultura che partecipano ai bandi che voi fate sulle leggi che noi abbiamo approvato, possono aspettare di vedere se alla manovra di bilancio successiva ci mettete qualche soldo per scorrere la graduatoria e non si sa fino a che punto la scorrete? Perché di sicuro non riusciremo a soddisfarla tutta, ma il soggetto operatore della cultura con che capacità di programmazione può lavorare in questa maniera? Se sa o non sa, se vede soddisfatta la sua richiesta di contributo, quando lo decidete voi nel corso dell'anno, molto spesso alla fine dell'anno addirittura. Io vi assicuro che non trovo una spiegazione credibile a questa modalità di procedere sapendo peraltro che le risorse possono essere impegnate formalmente dal punto di vista contabile, quando sono formalmente accertate e riscosse. Questa modalità per cui partiamo sempre con un bilancio di previsione sottodimensionato, in modo da lasciare tutti con un pezzetto che gli manca e poi, nel corso dell'anno, progressivamente aggiungiamo delle entrate da distribuire a pioggia, in parte agli Assessorati, in parte a chi non era stato soddisfatto in sede di previsione, è, dal mio punto di vista, un non senso dal punto di vista contabile, un danno vero dal punto di vista politico, che ha un unico obiettivo, guardate: quello di far aumentare il potere contrattuale di chi i cordoni di quella borsa li apre più volte nel corso dell'anno quando vuole lui, come vuole lui e a chi vuole lui. Non c'è altra spiegazione. Almeno io non me la riesco a dare, eventualmente me la spiegherete voi.
Io credo che, se questa è la modalità di organizzare e pianificare l'attività di bilancio dell'Ente regionale... lo dico perché so che ogni volta, mi dispiace per l'assessore Calzavara, che affrontiamo argomenti all'ordine del giorno che riguardano il bilancio, ci sono tutti i colleghi un po' annoiati perché, effettivamente, è un argomento tecnico, si parla di numeri.
In realtà, il momento in cui si fanno i bilanci, gli assestamenti, le variazioni di bilanci, i rendiconti, i bilanci consolidati è il momento più importante dove si fa la programmazione politica, perché, al netto dei tanti bei discorsi e delle tante belle leggi che approviamo, quei discorsi e quelle leggi, senza questi numeri, non vogliono dire niente.
Forse sarebbe utile prestare un po' di attenzione a dove sono stati messi questi soldi, i 31 milioni – la correlatrice ha passato un quarto d'ora a fare l'elenco di tutte le leggi finanziate – e a chiederci se oggettivamente, nel contesto che stiamo vivendo quella è l'allocazione migliore, se davvero possiamo accontentarci anche questa volta di una distribuzione ordinaria – non entro neanche nel merito della qualità – senza una valutazione accurata su ciò che c'è già, su ciò che serve e, peggio ancora, su ciò che non c'è.
Partiamo da ciò che c'è. Ci sono alcune cose che io, per esempio, ho apprezzato. Siccome dico sempre cose negative, cito qualche elemento interessante: l'adeguamento al contributo di ARPAV per il rinnovo di contratti, stipendi dei lavoratori, l'aumento dello stanziamento per gli interventi sul dissesto idrogeologico per far fronte all'incremento dei costi, problema oggettivo a cui si fa riferimento. Meno bene, per esempio, assessore Calzavara, che sempre con quel meccanismo di cui sopra, andiamo ancora una volta ad aumentare il finanziamento della cosiddetta "legge del Presidente".
Si tratta dell'articolo 25 della legge regionale n. 2/2006 . È una linea di finanziamento definita con la legge finanziaria del 2006 che, quando è stata costruita, aveva un'ambizione ben precisa, cioè quella di finanziare infrastrutture strategiche per sponsorizzare il marketing territoriale della nostra Regione.
Nel 2006 il legislatore regionale ha detto: siccome crediamo nell'immagine turistica della nostra Regione, siccome pensiamo di dovere attivare politiche innovative di marketing territoriale che necessitano di infrastrutture, ci inventiamo e costruiamo questa nuova linea di spesa.
Peccato che da allora quella linea di spesa non sia utilizzata in maniera organica dentro la programmazione dell'Assessorato al turismo e dell'Assessorato alle infrastrutture. È una linea di spesa che, per ragioni a me ignote, qualcuno me lo spiegherà, è stata assunta direttamente dal Presidente della Regione, che dice: i soldi dentro quella linea di spesa sono miei e me li spendo come voglio io. La missione, il programma e il capitolo che erano stati indicati dal legislatore regionale nel 2006 per quella linea di spesa sono relativi, e non devo rendere conto a nessuno, tantomeno alla Giunta, di come spendo quelle risorse. A me va benissimo, è fisiologico, e anche forse giusto che un Presidente di Regione, come un Sindaco, abbia delle risorse, che decide lui come spendere sulle operazioni che ritiene strategiche. Ma allora ce la dovete raccontare così, non spiegarci che è una legge che noi finanziamo per i grandi eventi e per il marketing territoriale, quando invece è una legge con cui il presidente Zaia finanzia le cose che interessano a lui.
Di cosa si tratta? Io sono andata a vedere negli ultimi anni: per carità, il Presidente nel 2021, per esempio, per 260.000 euro – senza che questo Consiglio dicesse niente sul punto, senza che la Giunta dicesse niente sul punto – ha deciso che gli interessava finanziare i siti UNESCO. Ha detto: sai che c'è? Ho 260.000 euro, li spendo per i siti UNESCO, li spendo per finanziare iniziative editoriali che promuovano le Olimpiadi. Va benissimo, ma sta dentro quale lettura? Quale missione di promozione territoriale? Quale cornice generale?
Sai che c'è? Do un incarico a Veneto Innovazione per promuovere i grandi eventi che piacciono al Presidente: le Olimpiadi, le Colline del Prosecco. Do un sacco di soldi a Veneto Innovazione, che fa una bella campagna pubblicitaria sulle belle idee che ha avuto il Presidente. Faccio una ricerca e qui non ho capito cosa c'entra con la promozione territoriale e le infrastrutture, do decine di migliaia di euro alla Fondazione Nord Est perché mi faccia una ricerca per capire le ragioni per cui i giovani veneti emigrano. Va benissimo, ma cosa c'entra con quella linea di finanziamento? Niente, ma è un'idea che ha avuto il Presidente.
Faccio il concorso perché gli youtuber come Canal... Gli ambasciatori del Veneto. È bella, carina, la finanzio così, e non devo mica rendere conto al Consiglio regionale. Ho la mia borsetta personale, mi sveglio una mattina e mi invento che Canal deve fare la promozione del Veneto, e non è che chiedo all'Assessore al turismo se quello che dice Canal è coerente con l'immagine turistica del Veneto, perché "se schei mi, fasso quello che vuio. So' il Presidente" (espressione dialettale).
Le iniziative editoriali sulle Olimpiadi, pregevolissime, stanno dentro la rendicontazione delle spese per le Olimpiadi o, come sempre, sono spese extra di centinaia di migliaia di euro, che non contano nella contabilità delle Olimpiadi?
Siccome il Presidente è un fan delle Olimpiadi, usiamo queste risorse per le Olimpiadi. Siccome il Fondo era di 260.000 euro nel 2021, 800.000 nel 2022, per arrivare a oltre 1 milione di euro quest'anno, con i 300.000 euro che ci mettete con questa nuova manovra di assestamento, siccome, Assessore, giustamente lei, ogni volta che noi avanziamo pretese, ci dice che non ci sono soldi, che la Regione del Veneto, il Consiglio regionale, se è tanto, per un anno intero ha 60 milioni da spendere liberi, noi abbiamo 60 milioni e litighiamo su ogni legge regionale, il Presidente ha 1 milione per fare il marketing territoriale e le infrastrutture, cioè gli youtuber che spiegano "quanto s'è beo il Veneto" (espressione dialettale). Ovviamente, tutto in rigorosa lingua veneta.
A me non sembra proporzionato: 60 milioni per tutti noi e 1 milione per il Presidente. Mi andrebbe pure bene se fosse raccontata per quella che è, cioè una legge del Presidente. Il Consiglio regionale dice che un sessantesimo di tutto quello che abbiamo a disposizione, siccome ci fidiamo, lo diamo al Presidente, che si diverte, che è convinto delle Olimpiadi, del Prosecco, degli youtuber.
Nel frattempo, noi ci barcameniamo con i soldi che non ci sono mai per la pesca (vado in ordine), per la cultura, per le infrastrutture, per la Protezione civile. Quelli non ci sono mai, però il milione di euro in un anno per il Presidente c'è. Bene.
Ora io vi chiedo: ma è davvero così che si fa? Non dico nulla neanche sul modo di programmare le iniziative di marketing territoriale, ma davvero vi sembra serio che possiamo delegare tutto al Presidente della Giunta? Peraltro, venisse qualche volta in questo Consiglio regionale a spiegarmi come lo usa quel milione di euro. Non c'è nessun altro Presidente d'Italia che ha una percentuale di assenze dal Consiglio regionale, di cui è Presidente, come il nostro. Io sono in questo Consiglio regionale dal 2020. 2020, 2021, 2022, 2023: in quattro anni l'ho visto quattro volte, però ha 1 milione di euro di soldi nostri da spendere. A me non sembra proprio serissimo e non ci viene detto niente su come li spende.
Questo è quello che c'è dentro questa manovra che a me non convince, ma ciò che davvero lascia interdetti dentro questa manovra è quello che non c'è in questa manovra di assestamento. Mentre gli youtuber promuovono la Regione del Veneto, noi non diciamo niente, noi non facciamo niente.
Approfitterei di questo assestamento per provare a portare dentro a questo Consiglio regionale un tema di cui si parla, secondo me, molto poco, ma rispetto al quale forse un po' di valutazioni andrebbero fatte. Ed è il tema della scuola pubblica. Ripeto, scuola pubblica. Siccome abbiamo parlato per mesi, se non per anni, dell'importanza della sanità pubblica, con qualche momento zoppicante dentro questa Regione sulla sanità pubblica, ora vediamo come, in questa manovra di assestamento, voi trattate la scuola pubblica.
Partiamo dalla scuola dell'infanzia 0-6, bambini, asili nido e scuole materne. Sul fronte delle scuole materne paritarie si conferma essenzialmente il livello ordinario di finanziamento degli anni precedenti, sempre con il solito meccanismo, peraltro: te ne do un po' all'inizio e ti aggiungo quello che manca a metà anno, 34 milioni di euro. Peccato che nel frattempo ci sono state un po' di cose che hanno impattato fortemente sull'attività delle scuole dell'infanzia.
La prima cosa si chiama "costi energetici", cioè l'innalzamento pesante delle necessità per far fronte ai costi energetici delle scuole, di tutte le strutture pubbliche e private, in particolar modo delle scuole paritarie. E poi c'è l'altra enorme questione che si chiama "denatalità", che tra i vari effetti diretti che ha, ha anche la caduta libera del numero dei bambini, un numero inferiore di bambini che quindi hanno bisogno del servizio e le scuole paritarie private, che, a differenza di quelle pubbliche, stanno aperte a prescindere, se non hanno un numero di bambini sufficiente per rendere economica la gestione, chiudono.
È un fenomeno che sta avvenendo da diversi anni nei nostri territori. Non so se ve ne siete accorti. Nella Provincia di Padova solo quest'anno, guardo il capogruppo Soranzo, sono cinque le scuole paritarie che hanno chiuso, asili e scuole materne, nei quartieri della città di Padova, non di Vo'. Immaginate l'impatto di una scuola materna paritaria che chiude non in centro a Padova, ma in provincia di Belluno, in provincia di Rovigo, in bassa Padovana, nell'altopiano di Asiago.
Vi chiedo, siccome mi avete spiegato che il Veneto è virtuoso perché in tutti questi anni abbiamo delegato al privato sociale la funzione fondamentale di garanzia dei servizi all'infanzia e che siamo virtuosi perché questo meccanismo è costato meno, verissimo, vi informo, vi do questa notizia, che non basta delegare ad altri una funzione che dovremmo garantire noi come Stato.
Bisognerebbe, una volta che quella funzione si è delegata, essere capaci di sostenere quel tipo di iniziativa, se davvero la si ritiene strategica. Se si fa la scelta di delegare, bisognerebbe anche capire di cosa ha bisogno quel comparto per affrontare alcune delle sfide – ho parlato dei costi energetici, della denatalità – che stanno dentro lo sviluppo della società. Penso che, se noi andiamo a fare questo tipo di analisi ci accorgeremo che i 34 milioni che da "n" anni dedichiamo a questo comparto non sono più sufficienti e che forse servono risorse in più destinate in maniera diversa.
Fare un copia e incolla da un anno all'altro, senza un'analisi dei bisogni, una valutazione delle necessità, una distinzione, per esempio, territoriale degli impatti delle cose di cui abbiamo parlato, rende sostanzialmente la delega che abbiamo fatto per esempio sulle scuole dell'infanzia priva di quella struttura che servirebbe per renderla efficace. Invece, niente, anche quest'anno il medesimo stanziamento.
Pensate, addirittura, forse è ancora più grave, all'atteggiamento che questa Regione ha rispetto agli asili nido 0-3, pubblici, scuola pubblica, servizi all'infanzia pubblici. Non esiste. Rispetto alle scuole materne, effettivamente, può esserci in alcuni territori un problema legato al presidio territoriale dell'offerta pubblica, certo non c'è per gli asili nido, perché non c'è Comune dove non ci sia l'asilo nido pubblico 0-3.
Il problema degli asili nido pubblici è il costo, assessore Calzavara, anche se sono pubblici. Quanto incide il costo dell'asilo nido nelle famiglie del Veneto? Quanto mette la Regione per aiutare le famiglie più fragili e in difficoltà con un livello di reddito medio-basso per affrontare la spesa della retta dell'asilo nido? Se non ce li mette lei i soldi, ce li devono mettere i Comuni. I Comuni grossi hanno la possibilità, il Comune piccolo meno. Questa è una delle classiche politiche la cui assenza aggrava le diseguaglianze tra le persone e tra i territori.
Vi sembra davvero normale che la Regione del Veneto non metta un euro per abbassare le rette per gli asili nido pubblici? L'assessore Lanzarin in Commissione mi ha spiegato che in Veneto versano 5 milioni di euro. Come al solito, l'assessore Lanzarin si è dimenticata di dirci che sono 5 milioni che ci dà lo Stato. Ce li dà lo Stato, che aiuta le famiglie meno abbienti a ridurre l'impatto della retta degli asili nido. La Regione del Veneto mette zero. Poi venitemi a spiegare che avete intenzione di intervenire contro la denatalità, contro il calo demografico, per sostenere la famiglia. Se mettete zero euro per aiutare le famiglie ad affrontare i 400-500 euro al mese che costa la retta mensile di un asilo nido pubblico in questa regione, non siete credibili. Mi dispiace.
La cosa ancora peggiore è se uno non solo guarda dove non li mettete, ma guarda dove li mettete. Sapete dove li mettete tanti soldi? Sulle scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado paritarie private, come si diceva ai miei tempi (adesso sono anziana), medie e superiori private, a cui date 7 milioni all'anno e zero alla scuola pubblica. Non solo zero ai nidi, ma zero alla scuola pubblica dell'infanzia, ma anche alla primaria e secondaria.
Le uniche risorse che ci sono in questa Regione per le famiglie in difficoltà che mandano i figli alle elementari, alle medie e alle superiori pubbliche sono i 2,2 milioni che mette lo Stato per trasporti, borse di studio, libri di testo, attività integrative. Io, che ho un figlio che deve andare alla scuola pubblica, solo se ho un ISEE inferiore ai 15.000 euro e se sto dentro le risorse che stanzia solo lo Stato, ho un contributo. Se, invece, mando mio figlio alla scuola privata, alle superiori, alle medie, non alla materna, ho un sacco di soldi.
Intanto, ho contributi anche se il mio ISEE arriva a 40.000 euro. Mi pagate la retta, mi rimborsate la retta. Se lo manda alla scuola pubblica non ho nulla. Se lo mando alla privata, la retta me la pagate voi: 7 milioni per le private secondarie in questa Regione e zero per la scuola pubblica.
Questa non è una valutazione del tipo "li metto di qua piuttosto che di là", questa è una scelta politica che ci porta ad essere una Regione in cui la scuola pubblica cade a pezzi, altro che autonomia e vogliamo la delega della scuola! Se fate così...
La scuola privata è iper-finanziata. Tra l'altro, e mi riservo di chiedere opinione alla Corte dei conti sul punto, voi finanziate con 6 milioni di euro il buono scuola, cioè il buono che le famiglie che hanno dei figli che vogliono andare alla scuola paritaria possono chiedere alla Regione del Veneto. Poi però, per quella stessa linea di spesa, ci aggiungete 1 milione, che non risulta nel bilancio di previsione o nel rendiconto, dove risultano i 6 milioni che voi ci dite perché prendete 1 milione di euro che l'assessore Donazzan avrebbe in disponibilità per l'inserimento lavorativo dei disabili, tra l'altro, risorse nazionali che finanzia in una legge regionale per l'inserimento lavorativo dei disabili, 900.000 euro e rotti, e li usate e li girate, in maniera molto discutibile, per finanziare ancora di più il bonus scuola. Perché 6 milioni non vi bastano. Li andate a togliere da risorse che servivano per l'inserimento lavorativo dei disabili perché bisogna finanziare le scuole medie e superiori private, mentre la scuola pubblica muore in questa regione.
Ma voi li avete mandati alla scuola privata o pubblica i vostri figli? Ecco, bravo. Peccato che se vai alla scuola pubblica in questa regione non hai risorse. Dov'è che arriva, a proposito di competenza esclusiva dello Stato, il disinteresse per la scuola pubblica? In quella che, invece, è una competenza esclusiva della Regione, non esclusiva, ma concorrente, dove vi comportate esattamente nella stessa maniera. Sa dove, consigliere Favero? Le borse di studio universitarie. Anche lì: sugli ITS, sulle scuole di formazione, sulle vicende regionali, centinaia, milioni di euro; sull'università pubblica le briciole, tant'è che il Veneto è una delle poche Regioni in Italia che continua ad avere idonei non beneficiari delle borse di studio.
Non mancano 1 milione o 2 milioni. Con la collega Ostanel abbiamo detto: in questo assestamento di bilancio facciamo un po' di emendamenti per aumentare gli stanziamenti per le borse di studio. Ma ne mancano talmente tanti, di soldi, perché è talmente tanto sottofinanziato questo comparto, che è davvero complicato trovarli. Mancano 13 milioni di euro. Ne avete stanziati 8. Ne mancano altri 13. Non siamo vicini all'obiettivo.
Poi, anche qua: lo Stato ci aiuterà, arriveranno i soldi da Roma, quella roba là che ci fa schifo, ma ci servono. Siamo troppo distanti. Siamo troppo lontani. Anche qua, consentitemi: a me va benissimo dare 68.000 euro alla Fondazione Nord-Est perché il Presidente vuole sapere come mai i giovani veneti emigrano. È fondamentale. Spero che con quei 68.000 euro la Fondazione Nord-Est abbia spiegato al Presidente che i giovani se ne vanno anche perché qua le borse di studio non le trovano e nelle altre Regioni sì. Lo dicevo io al Presidente, senza aver bisogno di 68.000 euro, che questo è uno dei problemi. Glielo dicevo gratis. Anzi, basterebbe che il Presidente venisse in Aula ogni tanto e gratis qualche idea magari gli può anche venire.
Chiudo con l'ultima questione, sebbene ce ne sarebbero moltissime. È molto di attualità. Infatti, è assente dalla manovra di assestamento. Abbiamo saputo da tempo e visto in questi giorni che finalmente si è chiusa la vicenda del Reddito di cittadinanza. Siccome l'ha votato la Lega il Reddito di cittadinanza, dico che, finalmente, quella roba che voi avevate votato si è conclusa.
Leggo sul giornale stamattina che l'Assessore di riferimento ci informa che ci sono 3.000 persone in questa regione che prendevano il Reddito di cittadinanza e che da domani non lo prenderanno più. Si aprirà un percorso di inserimento lavorativo. Mi chiedo come mai finora quelle 3.000 persone non abbiano iniziato quel percorso di inserimento lavorativo. Mi chiedo se davvero ‒ come, a livello di battuta, ha appena detto il consigliere Pan ‒ erano tutti fannulloni che stavano sul divano e che adesso finalmente andranno a lavorare. Può essere. Chiederemo un report all'Assessore. Mi chiedo, però: qualora quelle 3.000 persone venete, che fino a ieri avevano un discutibile supporto al reddito... Peraltro, nella stragrande maggioranza dei casi, ho visto le relazioni, erano integrazioni al reddito. Non era gente che non lavorava. Era gente che lavorava, ma non guadagnava abbastanza per arrivare a fine mese. Con uno strumento discutibile, fino a ieri queste persone riuscivano ad arrivare a fine mese. Da domani queste persone come arrivano a fine mese? Fanno il percorso di inserimento lavorativo. Me li vedo già, domani mattina, prendere e fare questa cosa. Ma da qua a fine anno, quelle 3.000 persone ‒ non 3 milioni, ma 3.000 ‒ cosa fanno?
Faccio questo esempio per dire: se io devo fare una manovra di assestamento me lo pongo questo problema? Lo Stato, il Governo abbiamo capito cosa ha detto: si arrangiano. Ma quelle 3.000 persone, da quando non prendono più il Reddito di cittadinanza a quando troveranno un lavoro, forse, andranno dai Comuni a chiedere una mano, andranno dai servizi sociali a dire "guardate che io l'affitto non lo posso pagare" oppure non pagheranno l'affitto, visto che questa è una Regione che non integra neppure le risorse nazionali per le locazioni e le morosità incolpevoli. Ma ne parleremo alla prossima manovra di bilancio. Va dai Comuni. Va dal Comune, dal Sindaco e dice: "Sa che c'è, signor Sindaco? Io fino al mese scorso prendevo 542 euro di integrazione al reddito. Non lavoro. Ho un figlio da mantenere, ho un anziano non autosufficiente. Cosa faccio?".
Senza avere questi numeri, senza conoscere queste persone, non so se erano dei fannulloni oppure no, penso che noi oggi dovremmo dire: Assessore, sa che c'è? 2 milioni di euro li accantoniamo nelle disponibilità degli assessori Donazzan e Lanzarin perché, se c'è bisogno, abbiano uno strumento per rispondere a una necessità e a un bisogno emergente, in coordinamento con i Comuni. È un esempio, è una proposta, è un'idea.
Mi chiedo: c'è un monitoraggio di ciò che sta accadendo nel nostro territorio? Questa manovra di assestamento è o non è l'occasione per capire se davvero ci sono delle necessità? Anche solo per non muoversi sempre in un regime di emergenza-urgenza. Anche qua, faccio un esempio. Abbiamo capito che il nostro è un territorio fragile. Questa non è colpa di Zaia, per carità. L'unica roba. Però il nostro è un territorio fragile, dovuto a decenni di un certo tipo di sviluppo, e ha un tessuto morfologico particolare. È oggettivo il fatto che in questa regione, negli ultimi anni, si sono particolarmente intensificati fenomeni naturali, calamità naturali rilevanti. Quando accade, e lo dico perché veniamo fuori da un periodo davvero drammatico per tantissimi cittadini della nostra regione, al netto di chiedere lo stato d'emergenza al Governo, che è la prima cosa da fare (non ho ancora visto l'atto formale e sono sicura che esiste; non l'ho visto, ma sono sicura che esiste), noi cosa facciamo? Se aspettiamo che il Governo ci dia le risorse, che sia quello della Meloni, di Renzi, di Draghi non cambia niente, se aspettiamo che il Governo stanzi le risorse per i rimborsi ai cittadini... Mi risulta che per l'alluvione in Emilia-Romagna non sia ancora arrivata una lira. A me non interessa se è colpa della Meloni o di altri. Mi interessa capire se i cittadini del Veneto, della Riviera del Brenta, di Belluno, di Vicenza, che sono stati flagellati dal maltempo, dovranno aspettare ‒ come sempre accade in questo Paese ‒ un anno per vedere rimborsate delle cose. Se è così, ci poniamo un problema? Ci chiediamo cosa possiamo fare noi per loro?
Credo, ad esempio, che, se noi chiediamo ai Comuni una mano su questo, che raccolgano le richieste di danni da subito, che le valutino in base al reddito delle persone, e sulla base delle disponibilità familiari stiliamo una classifica di priorità... Perché non è la stessa cosa se io ho quattro macchine in casa e ne devo buttare via una o se ne avevo una sola con la quale andavo a lavorare e a lavorare non ci vado più. Non è la stessa cosa.
Volete che noi non siamo in grado, in collaborazione con i Comuni, di individuare le persone, i nuclei familiari, le aziende che hanno diritto ad avere una priorità, che hanno una necessità di liquidità, che non si possono permettere di aspettare i tempi del Governo? Ne abbiamo di risorse ferme a garanzia di questa roba qua.
Noi siamo disponibili, assessore Calzavara e assessore Bottacin, a sforzarci insieme a voi per trovare una modalità di intervento, però non si può non dire niente. Credo non si possa più andare in Riviera del Brenta a spiegare che i soldi arriveranno tra otto mesi, nove mesi. Un conto sono gli interventi di ripristino immediato della strada, della via, della vallata. Un altro conto sono le risorse economiche che le persone non hanno per affrontare i danni materiali che hanno subìto.
Magari sono io che vivo nelle favole, ma mi sembra davvero impressionante ascoltare la relatrice che per dieci minuti ci fa l'elenco di tutte le leggi che finanziamo con questo assestamento di bilancio e non sentire una parola su queste questioni, su come dilaga la povertà in questa regione, su quali sono i bisogni sociali che stanno emergendo, nuovi, su come affrontiamo le situazioni drammatiche delle famiglie che sono in ginocchio dopo il maltempo, che ‒ anche questo nessuno lo dice ‒ ha già degli impatti pazzeschi sulla stagione turistica. C'è l'assessore Caner. Non so se ve ne siete accorti. Immagino che qualche interlocuzione con qualche operatore turistico delle nostre spiagge l'abbiate anche voi. Siamo ad agosto. Non c'era da anni una stagione per le spiagge meteorologicamente così negativa. Ne pagheremo il conto, perché queste imprese, a un certo punto, avranno bisogno di capire come arrivano a fine anno. Faremo una valutazione. Io ho altri riscontri.
Se queste sono le questioni, che in parte dipendono, a mio giudizio, dall'Amministrazione regionale e, in parte, stanno nelle cose e sono capitate, noi avremmo avuto l'occasione, con l'assestamento di bilancio, di dire qualcosa, di fare qualcosa. Invece abbiamo scelto di non fare niente, di fare il solito assestamento ordinario, di distribuire cencellianamente le risorse, un po' di qua e un po' di là. Ancora una volta perdiamo, a mio giudizio, l'occasione di poter incidere significativamente non dico sulle prospettive di lungo periodo di questa Regione, non ho questa ambizione, ma, banalmente, di dare risposte oggi per oggi ai cittadini del Veneto.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Sono stati depositati due emendamenti, uno della Giunta e uno della correlatrice. Do 20 minuti per eventuali subemendamenti. Gli emendamenti sono il n. A0030 e il n. A0031, già disponibili su Concilium.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo assestamento di bilancio mi sembra, di nuovo, come è accaduto durante la discussione del bilancio di previsione, un film horror. Un film horror per le persone che io vorrei tanto guardassero questo Consiglio regionale e si rendessero conto che, nel momento in cui noi abbiamo l'opportunità di spostare delle poste di bilancio su cose più urgenti, decidiamo di mettere quelle poste di bilancio su cose che urgenti non sono.
Per quanto io ne possa sapere di gestione di bilancio, quando si fa una correzione la si fa ‒ credo ‒ perché durante l'anno ci sono questioni importanti a cui questa Giunta ritiene di dover rispondere. Quindi, si prende una posta e la si mette dove serve.
Ho guardato anche gli emendamenti della Giunta. Speravo oggi di arrivare in Aula con la volontà e anche la felicità di vedere un emendamento che, ad esempio, rispondesse all'annosa questione ‒ e dico "annosa" non a caso ‒ delle borse di studio per gli idonei non beneficiari. Lo riporto qui. L'avrete sentito mille volte. Adesso vi annoierete, inizierete ad aprire i telefoni, farete altro. Chi mi ascolterà, mi ascolterà di nuovo, per l'ennesima volta. È un anno che in quest'Aula stiamo provando a portare un tema che non è urgente: di più. È una questione vitale per le famiglie che stanno portando i loro figli a decidere di non studiare più.
Ci sono dei dati che voglio citarvi, perché con i dati si capisce l'entità di questa cosa. Noi abbiamo, in questa regione, 17.000 studenti che hanno chiesto la borsa di studio l'anno scorso per l'anno accademico che sta finendo. Il 20% di questi 17.000 non ha ottenuto una borsa. Lo abbiamo detto nello scorso bilancio di previsione, ma lo ripeto, perché è importante essere chiari e dire le cose come stanno. Siccome la nostra Regione non mette abbastanza fondi sul tema delle borse di studio rispetto al diritto allo studio, anche il Governo non mette più fondi. Non arrivano più fondi dal Governo, quindi ci troviamo in una situazione di mancanza di fondi per pagare le borse di studio. Voi mi risponderete che il Governo ha cambiato le regole; quindi, le borse di studio costano di più. Nonostante questo, noi non abbiamo fatto mai, in tutti questi anni di governo leghista e con l'assessore Donazzan... Che, tra l'altro, oggi non è in Aula, quando stiamo parlando di un tema importantissimo che la riguarda, come il tema del diritto allo studio, che è al centro di due scelte gravi di questo assestamento di bilancio. Stiamo parlando di questo. L'Assessore non c'è. Abbiamo ancora oggi il 20% degli studenti che non ha una borsa di studio. Il 13,8% di questi non beneficiari stanno solo all'interno, per fare un esempio, di una Università, quella di Padova.
Ha detto bene prima la collega Camani. Abbiamo un Presidente che continua sui giornali... Tra l'altro, qua non lo si vede mai. Quel giorno che abbiamo discusso il bilancio di previsione ricordo benissimo che era seduto lì al centro, sulla sedia più alta. Quando abbiamo parlato di borse di studio, si è girato e ha detto: "Fate qualcosa su questo tema". Infatti, se vi ricordate, abbiamo approvato un ordine del giorno, a mia prima firma, che diceva di trovare le risorse sul tema delle borse di studio. Siamo arrivati al 1° agosto 2023 e quell'ordine del giorno non solo non è stato preso in carico, ma non è stato preso in carico nemmeno oggi che potevamo spostare delle risorse di bilancio per rispondere a quell'ordine del giorno. Quindi, una Consigliera di minoranza si chiede anche: perché devo continuare a fare degli ordini del giorno se poi non vengono realizzati quando effettivamente si possono realizzare? Il giorno è oggi, non è domani.
Il presidente Zaia diceva: "Fate qualcosa". Qua non si è fatto niente e sui giornali continua a scrivere ‒ leggiamo tutti la rassegna stampa ‒ ogni giorno. Sono stati dati dei fondi per fare uno studio sugli espatri dei nostri giovani. I dati ci sono. Ci sono università in questa regione che fanno ricerche sul mondo giovanile, perché espatriano da anni. Basterebbe, quindi, prendere il bagaglio di conoscenze esistenti, senza spendere soldi e darli alla Fondazione Nord-Est, per fare uno studio su dati di cui abbiamo già le evidenze. Ve ne cito solo due. Siamo tra le prime Regioni per espatri verso l'estero, il Veneto eccellente che cresce, che ha le aziende piccole, che a me piacciono, non mi piacciono solo quelle grandi, che non riescono a trattenere qui le persone, e siamo al dodicesimo posto tra le Regioni italiane per l'attrattività dei nostri Atenei. Non perché gli Atenei non sono buoni. Abbiamo delle università buonissime. Abbiamo Padova, abbiamo Venezia, abbiamo Verona. Figuriamoci. Voglio sentire qualcuno di voi dire che la nostra regione non è attrattiva perché le nostre università non funzionano. Sapete perché non siamo attrattivi? Perché gli studenti vengono a studiare in Veneto e poi non viene pagata loro la borsa di studio. Questa cosa nelle altre Regioni non accade così, non accade con questa entità. Stiamo parlando ‒ ve lo ripeto ‒ di 17.000 domande, di cui noi abbiamo non pagato la borsa al 20% dei ragazzi. Il 20% di 17.000. Questa è una questione di vita o di morte. Significa che uno studente o una famiglia che non se lo può permettere ritira dagli studi suo figlio, nato e cresciuto in Veneto, come piace a voi, che non riesce a studiare perché non ha i soldi per fare l'università.
Io non sono sicura che questa sia la Lega a cui vari di voi si sono iscritti un po' di anni fa, quando, forse, e guardo anche il collega Favero, visto che in Commissione ne abbiamo parlato, l'opportunità di andare a studiare era una delle questioni che ritenevate importanti, perché dicevate ‒ nei vostri manifesti, che ho letto ‒ che nessuno doveva avere un diritto diverso perché viveva in un piccolo Comune o era figlio di contadini. Oggi non state facendo questa cosa.
I soldi ci sono? Sì. Questo è il tema. Oggi mi potevate rispondere che i soldi in questo assestamento di bilancio non ci sono. Invece ci sono. Ho fatto un emendamento. Lo potevate fare voi. L'ho fatto io, quindi vuol dire che si poteva fare. Basta prendere i soldi dalle poste non urgenti su cui, invece, voi decidete di metterli. Faccio l'esempio delle scuole paritarie. La collega Camani l'ha già detto. Non stiamo parlando degli asili che reggono... Avremmo dovuto farne più pubblici, ma in questa Regione non è così. È invertito. 70-30% sono gli asili paritari. La situazione è questa. Lì le risorse devono andare, sennò i nostri figli piccoli non vanno agli asili nido.
Mi spiegate, e guardo di nuovo il collega Favero perché ne abbiamo parlato in Commissione, cosa significa mettere i fondi sulle scuole medie e superiori?
Vi racconto una storia. Qualche giorno fa esce il bando del "Buono scuola". Una mia collega mi scrive: "Elena, la Regione credo si sia sbagliata, perché nel bando i fondi sono per pagare la retta". Alla scuola pubblica non c'è la retta. La mia collega manda suo figlio di 9 anni alla scuola pubblica. Le dico: "No, non è un errore. È una scelta, perché il 'Buono scuola' qui viene dato alle scuole paritarie". Cioè, ti paghiamo se mandi tuo figlio o tua figlia alla scuola privata. Questo è il tema che ci stiamo trovando di fronte. Sapete quanti soldi mettete? Qui c'è lo schema, che mi sono fatta dare in Commissione Cultura, di cui sono Vicepresidente; quindi, sento l'obbligo di dover raccogliere dati e spiegare alle persone che sono fuori di qua le scelte scellerate che state facendo. Sono 6 milioni di euro, dati dell'anno scorso, anno 2021-2022. Di 6 milioni di euro, mettete 3 milioni di euro sui normodotati e 3 milioni di euro sui disabili.
Il punto vero è che voi mettete in totale 400.000 euro sulle scuole pubbliche e 6 milioni e rotti sulle scuole paritarie. Sostanzialmente, voi non state finanziando le persone con disabilità che, magari, hanno bisogno ‒ o pensano le loro famiglie di avere bisogno ‒ di una scuola diversa. Ripeto: credo che voi avreste, invece, il compito, come Giunta, di spiegare che a un figlio con disabilità nella scuola pubblica è garantito, di fatto, ed è dovere dello Stato, un insegnante di sostegno capace e preparato, perché viene formato per fare quel lavoro. Invece voi incentivate i figli dei più ricchi a pagarsi con il "Buono scuola", quindi con fondi pubblici, la retta nella scuola privata. In più, fate in modo, dite, spiegate alle persone, alle famiglie che hanno figli con disabilità che è giusto scegliersi il proprio insegnante di sostegno e pagarlo con i fondi del "Buono scuola", invece di dire: guardate che nella scuola pubblica ‒ perché siamo in uno Stato che ha investito, e speriamo continui a farlo, nella scuola pubblica ‒ c'è comunque un buon insegnante di sostegno. No. Voi usate 6 milioni di euro per pagare la retta alle famiglie che possono permettersi, potrebbero permettersi, evidentemente, di pagarla, perché scelgono di andare alla scuola privata. Voi le incentivate con soldi pubblici.
Noi oggi avremmo potuto avere ‒ si poteva fare così ‒ una Giunta diversa. Veramente ogni tanto vorrei essere dentro la Giunta e sentire cosa vi dite, sentire che discussione c'è, qual è il livello di discussione quando un Assessore porta un argomento piuttosto che un altro. Avrei proprio voluto capire se l'assessore Donazzan ‒ gliel'avrei chiesto se fosse stata qui ‒ li ha chiesti, ha chiesto dei fondi per le borse di studio dicendo: "Anche se io sono a favore delle scuole paritarie e voglio finanziare le famiglie che se lo possono permettere dando loro il 'Buono scuola' dentro le scuole private...". Perché questo è quello che sta facendo. Anche in questo caso, oggi, dopo un anno, è più urgente, invece di metterli qui, darli per garantire il diritto allo studio agli studenti che in Veneto stanno, invece, decidendo di disiscriversi dalle università. Quindi, saranno proprio quei giovani che vanno via. Il presidente Zaia è un anno che sta chiedendo e sta cercando di farsi dare dei dati per capire chissà perché vanno via. Ma che domanda è? Ma un Presidente che governa questa Regione da vent'anni deve farsi ancora questa domanda? Non l'ha ancora capito che è colpa sua, anche colpa sua, anche colpa di queste scelte se gli studenti vanno via dalle nostre università?
Se oggi noi avessimo scelto di prendere anche solo 2 milioni di euro... Non tutti. Non dico di togliere tutti i soldi alle paritarie. Teniamo quelli per finanziare le persone almeno con disabilità. Facciamo una scelta di senso. Togliamo 2 milioni di euro dai 6 che mettete e mettiamoli nelle borse di studio per gli studenti non beneficiari che hanno urgenza ora, altrimenti perdono l'anno e si disiscrivono. Stiamo arrivando già troppo tardi. Avremmo dovuto farlo a gennaio. Prendiamo 1,8 milioni dal Fondo di riserva e almeno garantiamo 4,5 milioni, che garantirebbero non tutte le borse degli idonei non beneficiari, perché servono 13,8 milioni. Siccome servono 13,8 milioni, mettiamo almeno 4,5 milioni sugli studenti che, invece, aspettano la borsa di studio. No. Lo schema è qui davanti, è chiarissimo. L'anno scorso 6.925.000 euro li abbiamo messi sulle scuole paritarie, di cui solo 415.000 euro sulle scuole pubbliche.
Tra l'altro, scusatemi, c'è un altro dato che arriva chiaro da questo schema. In Commissione ne abbiamo discusso parecchio. Speravo fossero tutti almeno per persone con disabilità, invece vediamo che, in realtà, tantissimi di questi fondi vanno alle persone normodotate.
Secondo tema. Ne cito solo due. Potrei fare la lista della spesa, ma l'ha già fatta la consigliera Camani. Non la farò. Soprattutto perché sono questi i due temi ‒ credo ‒ su cui oggi avremmo dovuto fare delle scelte diverse. La cito perché è una battaglia che qui dentro sto conducendo non da sola, da due anni e mezzo. Invece, ogni volta che andiamo avanti, mese per mese, assestamento per assestamento, bilancio per bilancio, le cose non cambiano. È per quello che parlo di film dell'orrore. Mi sembra di essere dentro una scena già vista. Il tema della cultura. Abbiamo detto, dopo grandi discussioni... L'assessore Calzavara non ce la fa più a sentirle. Io lo capisco. Ha la responsabilità di tenere insieme. Immagino la difficoltà. Adesso dovrei rivolgermi all'assessore Corazzari, che immagino abbia fatto scelte diverse rispetto alla dotazione del Fondo di riserva. Ci sono altre emergenze nel suo territorio, forse, quindi sceglie di fare altro. Cosa succede oggi, a tre anni dall'approvazione della famosa legge cultura, che abbiamo sempre citato qui dentro e che tutti abbiamo spinto all'approvazione? Succede che c'è una graduatoria ‒ che ho stampato, che è questa ‒ dove noi abbiamo delle domande di qualità. Sono tutti punteggi di progetti ammessi, quindi non sono progetti che non hanno qualità. Faccio degli esempi: il Comune di Treviso chiede per una rassegna concertistica annuale 20.000 euro e non viene finanziato perché noi abbiamo deciso di mettere solo 500.000 euro nel bilancio di previsione dell'anno scorso per la legge n. 17. Ma ce ne sono altri ‒ ho citato un Comune così almeno non cito dei privati cittadini ‒ che hanno delle realtà, che fanno delle rassegne culturali importanti, che pagano dei lavoratori per fare questo tipo di lavoro e non vengono sostenuti e finanziati.
Abbiamo messo 500.000 euro l'anno scorso. Quest'anno, nella legge n. 17, e in Commissione Cultura abbiamo fatto apposta la domanda, avevamo visto altri 400.000 euro. Cosa accade? Veniamo a sapere che su questa legge, per scorrere la graduatoria, noi abbiamo messo solo 150.000 euro. Servirebbero 600.000 e rotti euro per riuscire a finanziare almeno tutti quelli che hanno fatto domanda. Potremmo anche decidere di mettere 300.000 euro per finanziarne la metà e arrivare, magari, a un punteggio, che non è quello massimo, ma è un punteggio buono per dire: okay, questo è un buon progetto, li mettiamo lì e facciamo scorrere la graduatoria.
Scegliamo, invece, di mettere 500.000 euro, quella che esattamente potrebbe essere una buona dotazione per dare dignità a una legge su cui tutti voi ‒ perché io non c'ero ‒ avete lavorato. Decidiamo di metterla sulla legge del Presidente, che, con tutto il rispetto... Anche qui ho la graduatoria. In termini non di importanza dell'evento, ma di urgenza – stiamo parlando di un assestamento – voi pensate che i 5.000-6.000 euro per fare, ad esempio, gli asini in Fiera nel Comune di Godega di Sant'Urbano non avrebbero potuto trovarli in un'altra maniera?
Il Comune di Treviso fa una rassegna e ha bisogno di 20.000 euro, perché una rassegna è una rassegna. Un Comune più piccolo fa una Fiera degli asini. E ce ne sono tante. Non è il Comune di San Vendemiano. Ci sono tantissimi importi di questa cifra. Noi scegliamo di dare 500.000 euro, 5.000-6.000-7.000 euro a Comune, in giro di qua, in giro di là, la rassegna, l'altra rassegna. Finanziamo, aggiungiamo 500.000 euro a una graduatoria che è uscita due giorni fa, dove noi mettiamo 995.000 euro per finanziare la legge del Presidente. Questa è la graduatoria. L'ha fatta la Giunta l'altro giorno: 995.000 euro.
Se noi pensiamo, immaginiamo di avere una dotazione così importante sulla legge del Presidente, 900.000 euro, oggi ne aggiungiamo altri 500, e nella legge n. 17, che è quella che questa Giunta, invece, ha voluto e questo Consiglio ha approvato, noi mettiamo 150.000 euro. Perché stiamo decidendo di fare l'inverso di quello che in questo Consiglio abbiamo votato? Cioè, dire: facciamo in modo che la legge n. 49 prenda la dignità che ha, cioè quella di scelta di progetti strategici regionali, scelti anche dal Presidente, togliamo quello che è la cultura e la mettiamo nella legge n. 17. Sapete, infatti, cos'è accaduto? È accaduto che tantissimi operatori seri in questa Regione hanno iniziato a fare domanda sulla legge n. 17 e non più sulla legge n. 49, perché gliel'abbiamo detto noi, gliel'ha detto questo Consiglio. Avete una legge? Fate domanda lì, non fatela più nella legge n. 49, perché la vostra è un'attività culturale. Quante volte l'abbiamo ripetuto. Allora, che cosa accade? Accede che ci sono tanti operatori che hanno fatto domanda sulla legge n. 17, sono meritevoli di finanziamento, perché hanno raggiunto il punteggio – è proprio scritto così –, ma non vengono finanziati per mancanza di fondi. E noi che cosa facciamo? Mettiamo 500.000 euro sulla legge n. 49, dopo aver detto agli operatori di non fare più domanda lì, ma di farla su quella giusta per loro. Come si dice, cornuti e mazziati? Toglietevi di qua, mettetevi di là e non siete finanziati? E continuiamo a finanziare cose che non sono urgenti.
Cosa cambia davvero alla rassegna piccolina del Comunello se non gli diamo adesso i 5.000 euro, ma li diamo a ottobre, al prossimo assestamento, e oggi, invece, finanziamo delle rassegne che devono essere programmate più di una fiera piccola in un Comune? Con tutto il rispetto per quel Comune. L'assestamento è fatto per questo. L'assestamento è fatto per decidere quali sono le urgenze e gli errori di programmazione che sono stati fatti e provare a pensare, appunto, di assestarli, di dire: okay, oggi i fondi li mettiamo qui. Invece, noi stiamo facendo il contrario. Stiamo decidendo di finanziare in un assestamento cose ordinarie, senza un ragionamento sulla loro reale strategicità.
Ripeto, trovo assolutamente scandaloso che in questa Regione abbiamo ancora gli idonei non beneficiari delle università, che ‒ sappiamo e vediamo gli impatti ‒ vanno via, e decidiamo, invece, con il "Buono scuola" di finanziare le famiglie che potrebbero già mandare alle scuole private, perché lo scelgono di fare, i loro figli, e invece noi diamo loro i fondi. Ripeto, avremmo potuto scegliere di mettere, invece che 6 milioni, un po' meno. Poi, decidiamo sulla legge n. 49 di mettere tantissimi fondi, e non li mettiamo, invece, sulla legge giusta, che è la legge n. 17, e comunichiamo agli operatori della cultura di fare domanda di là.
Queste cose sono gravi, Assessore, sono gravi, perché in una Regione che vuole dirsi continuamente eccellente, che produce, che fa, noi stiamo, invece, mettendo i bastoni tra le ruote a chi fa e produce nel campo della cultura, sia degli operatori, sia delle famiglie che decidono di fare una scelta, cioè quella di dire: mando mio figlio alle università del Veneto, o come università del Veneto attraggo persone che magari da fuori poi decideranno di stare in questa Regione. E i conti sui saldi migratori li vediamo, li vediamo, e non servono studi. Quindi, interverrò dopo puntualmente sugli emendamenti.
Faccio un appello, in chiusura, a quest'Aula. So già che i margini sono pochi, ma vi invito davvero ad iniziare a pensare a quello che con un assestamento stiamo facendo, perché un assestamento non è una questione tecnica. Per quanto mi riguarda, è quasi più importante di un bilancio di previsione, se ci rendiamo conto che 31 milioni di euro oggi li stiamo riallocando. L'ho detto anche in Commissione all'assessore Calzavara: se siamo davanti alla scelta di dire che abbiamo un fondo di riserva e abbiamo la possibilità di riallocare dei fondi, possiamo scegliere di allocarli dove oggi è urgente.
Ho provato a spiegare due delle battaglie, per cui uscire dall'Aula oggi e non vedere nulla di queste due questioni importantissime per chi è fuori di qui e sta guardando questo bilancio io credo sia un grave errore, un grave errore nei confronti di tutti quegli studenti e quelle famiglie che attendono di sapere se è vero l'impegno che abbiamo preso in quest'Aula all'unanimità a dicembre dell'anno scorso, nei confronti degli operatori della cultura che attendono di sapere se è vero che questa Regione, questa Giunta crede in una legge cultura, perché i dati fanno vedere che ad oggi non è così. Infatti, se non ci mettiamo i fondi, quella legge non va, non funziona. I Comuni, prima ho citato Treviso, ma c'è anche il Comune di Padova, fanno domanda su una legge, ma poi si vedono non finanziati per ammanco di fondi. Parliamo di 500.000 euro. Il bilancio del Comune di Padova mette molto di più per la cultura. 500.000 euro vi rendete conto anche voi di quanti sono! Sono pochissimi. E noi oggi decidiamo di metterne altri 500.000, ma sulla legge sbagliata, che abbiamo appena finanziato, con un ammontare molto buono, molto importante.
Colleghi, qui c'è una questione di scelte da fare. Abbiamo delle priorità, sono diverse, evidentemente le carte lo dimostrano, mi chiedo se c'è margine di vedere un film con un esito e un finale diverso da quello di un film horror.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Credo che questo momento che noi viviamo oggi sia un momento sotto alcuni aspetti anche positivo, aspetto positivo che non possiamo non considerare. Oggi ci troviamo a discutere di una manovra di 31 milioni, di cui quasi 12 erano fondi che avremmo potuto anche pensare che non sarebbero arrivati all'oggetto di questa discussione. È vero che storicamente una parte dei soldi che devono essere utilizzati per il funzionamento del Consiglio rientra, però è anche vero che, qualora fossero stati utilizzati, la manovra di bilancio, la manovra economica del Veneto, già approvata e tenuta a terra finora, non aveva considerato quelle risorse. È vero che quelle risorse rientrano e sono sempre rientrate, ma è altrettanto vero che potevano essere spese, utilizzate, e oggi non le avremmo avute. Questo perché l'impianto ragionieristico del Veneto, Assessore, aveva già previsto che quei soldi dovessero essere destinati altrove, sapendo che in qualche modo ritornano. Però, non era scritto da nessuna parte che tornavano.
Questo è il primo elemento, secondo me, che ci deve portare a una riflessione leggera, a una riflessione aperta, a una riflessione che ci deve trasmettere quella contezza che, seppur c'è una situazione di difficoltà, è anche vero che oggi stiamo ragionando su risorse che potevano non arrivare, a differenza magari di un importante debito fuori bilancio che ci poteva portare a discutere di 12 milioni che, per ovvi motivi, Assessore, ci saremmo trovati a dover pagare e far uscire.
Questo, però, avviene in un momento storico che non è ordinario. È evidente, colleghi, che questo momento storico che tutti noi conosciamo, ma che è anche giusto descrivere e inquadrare all'interno di una cornice politica, sociale e amministrativa, non può essere prettamente e direttamente imputato o messo a carico di quella che è la gestione politica della nostra Regione. Però, con altrettanta franchezza, Assessore, va riconosciuto che, come questo momento storico di difficoltà, in salita non può essere messo nelle responsabilità del paniere della gestione della Giunta regionale veneta, perché sono spesso situazioni avulse anche alla stessa gestione nazionale, è altrettanto vero che noi dobbiamo fare i conti con questo particolare momento storico. Non possiamo far finta che queste difficoltà non esistono e non possiamo far finta che queste difficoltà, nella stessa maniera che impattano nella vita quotidiana di milioni e milioni di italiani, non impattano nella vita quotidiana dei nostri quasi cinque milioni di cittadini veneti.
Siamo in un momento dove le cronache di tutti i media ci dicono che c'è una speculazione sulla benzina che va contro ogni logica, una speculazione non controllata dal Governo, con la stessa Premier che si faceva i video dicendo che lo Stato era un socio, e oggi non mettendo un tetto, come fece il Governo precedente – questa è politica, non è storia, è politica –, porta la benzina a costare di più oggi quando il petrolio costa 80 dollari a barile rispetto a quando ne costava 120 dollari a barile. Quindi, la nostra cara Premier, finito di farsi i video dicendo "abbiamo un socio che è lo Stato", oggi evidentemente è andata a governare ed è diventata, in questo CdA societario, il primo lobbista nei confronti dello Stato, visto che, anziché fare quelle manovre propedeutiche nei confronti dei cittadini per far sì che, in un momento come questo, dove gran parte della qualità della vita e dei prodotti passa attraverso l'uso della benzina e del petrolio, Assessore, anche con chi diceva, con tanto di video e selfie, "Madama la Marchesa, il socio è uno Stato da eliminare", oggi, ahimè, e i numeri non sono molto declinabili in politica se li lasciamo sulla carta e ci limitiamo a leggerli, senza interventi del Governo, a pari situazione del Governo precedente, che sul caro-benzina fece interventi precisi e puntuali, oggi, nel periodo più delicato, dove le famiglie devono andare a prendersi magari anche una boccata d'ossigeno dopo un anno difficile, la benzina non vede interventi da parte del Governo e costa di più di quando costava 120 dollari al barile oggi che il barile costa 80 dollari.
È colpa della Regione Veneto? No, è evidente. è una situazione che nella nostra Regione dobbiamo subire? Sì, perché facciamo benzina anche noi. Magari un giorno ringrazieremo la Premier, se ci sarà la possibilità. Le chiederemo qualche video di meno e qualche azione concreta di governo in più, perché forse aiuta di più i cittadini che l'hanno votata e non. Ma è altra materia, Assessore.
C'è anche tutto il tema del reddito di cittadinanza che in questi giorni viene a mancare. Guardate, io non ho mai difeso il reddito di cittadinanza. Sono sempre stato uno che ha sostenuto che chi può andare a lavorare deve andare a lavorare. Io non ho mai fatto un giorno di disoccupazione in vita mia, quindi posso dirvi che, se uno può andare a lavorare, deve andare a lavorare. Ma c'è un problema che noi non possiamo inquadrare all'interno di questo ragionamento semplicistico e fatto con l'accetta: se gran parte dei soldi utilizzati per il reddito di cittadinanza viene data per l'integrazione alle pensioni, per l'integrazione a chi ha pensioni minime di 280 euro di disabilità, viene data all'interno di quei contesti dove c'è un padre di famiglia che, con tre figli e in affitto, guadagna 800 euro, allora ben venga. Vogliamo dire che il reddito di cittadinanza non è lo strumento giusto? Bene. Non farò le barricate per dirvi che vi sbagliate. Però, permettetemi di dire che, se tanto chi è abile e arruolato, come si diceva una volta quando andavi a fare la visita militare, può andare a lavorare, è altrettanto vero che non è fotografia di un Paese civile dare a qualcuno che non può andare a lavorare per questioni fisiche, per questioni di limitazioni non dovute a una sua scelta, 300 euro di pensione. Allora là è il problema: quello strumento, magari non gradito a noi, andava a colmare un vuoto sociale.
Lo stesso dicasi per un'altra importante questione. Guardate, non giriamoci tanto intorno, salario minimo, salario massimo, contratto nazionale, il problema è a monte: non ci può essere chi lavora per 7 euro l'ora. Purtroppo, in Italia ci sono contratti nazionali che prevedono quella cifra. Vogliamo dire che la soluzione non è il salario minimo? Bene. Ma con altrettanta franchezza dobbiamo dire che non ci può essere un contratto nazionale che preveda meno di 10 euro l'ora per un qualsiasi lavoratore. Chiamiamolo in modi diversi. Ma riconosciamo che c'è una fragilità nel nostro territorio che non può essere riconosciuta e catalogata all'interno di schemi e schieramenti e fare, come la ghigliottina, qualcuno è di qua e qualcuno è di là? Oggi, invece, assistiamo al taglio dello strumento del reddito di cittadinanza. Lo ribadisco, io non sono mai stato un grande sostenitore di questo strumento. Tuttavia, ho riconosciuto, Assessore, che tante persone che non avevano un ausilio sociale per superare quello scalino del minimo vitale avevano trovato in codesta riforma un porto sicuro, dove, seppur temporaneamente, riuscire a sbarcare il famoso lunario e, come a noi veneti piace dire, mettere insieme il pranzo con la cena.
Oggi, Assessore, insieme a quello che dicevamo prima sulla benzina, viene a mancare anche questo strumento. è evidente che non è prettamente imputabile al Veneto. Ma adesso arrivo al Veneto. È propedeutico il fatto che anche noi facciamo la nostra fotografia dello stato di salute, magari di quel pezzo di cittadini veneti che parlano meno con voi e più con noi, come ci saranno quelli che parlano meno con noi e più con voi. D'altronde, non esiste una linea retta che dice all'interno della nostra popolazione dove collocarsi.
C'è tutto un tema legato alle borse di studio. C'è una parte di borse di studio rispetto alle quali, pur essendo soldi che arrivavano dallo Stato, una volta veniva fatto il bando a giugno o a luglio. Questo voleva dire che tu avevi i soldi a ottobre, scusate ad agosto, bene o male, i primi di settembre. Adesso viene fatto il bando con scadenza a settembre. Vuol dire che arriveranno i soldi ad ottobre e la famiglia dovrà accingersi ad affrontare le nuove spese scolastiche e quindi essere fuori di due anni prima di poter avere quelle di un anno.
Abbiamo un altro tema, sul quale abbiamo presentato un ordine del giorno con la collega Zottis, che riguarda le catastrofi che ci sono state il 19 luglio. Guardate, che il Veneto non sia in grado da solo di fronteggiare i danni che abbiamo subìto il 19 luglio lo diciamo noi, non abbiamo bisogno che ce lo venga a dire la maggioranza. Ma che il Veneto si limiti a dire "io faccio l'atto dove chiedo la calamità, il 56 per il Comelico e il successivo atto 58 che estende il 56 del 27 luglio, il Governo mette i soldi, il Commissario li gestisce, ma io ho fatto la richiesta" non è il modo migliore per dire che noi stiamo affrontando il tema. Esiste un fondo all'interno della Regione nel cui utilizzo sono previste anche calamità atmosferiche non prevedibili al momento del bilancio che ha una giacenza di 1,8 milioni. Oggi, Assessore, ci tornano quasi 12 milioni di una politica virtuosa, e possiamo dire che finalmente c'è una politica che risparmia e ridiamo 12 milioni ai cittadini. Si può pensare, Assessore, che in questa manovra di bilancio quelle situazioni che sappiamo già che a gestione commissariale non saranno coperte perché sono le stesse di ogni gestione commissariale che non vengono coperte, così come quelle che rimangono fuori dalle coperture assicurative possano trovare nel nostro fondo un minimo di risposta? Saranno pochi, forse, 5, 6, 7, 8 o 10 milioni, ma saranno un meglio piuttosto, piuttosto che niente.
Assessore, le ditte artigiane hanno l'obbligo di fare l'assicurazione per avviare un cantiere, però, finché il cantiere non è chiuso, l'assicurazione non copre, quindi, i danneggiamenti che ci sono stati sono in capo all'azienda. Vogliamo noi dire che forse quelle aziende che, pur essendo talmente virtuose che avevano una polizza prima di iniziare un cantiere, non hanno il cantiere concluso e rimangono fuori – perché avviene questo – dalla copertura assicurativa e dalla gestione commissariale? Perché è sistematico, avviene ogni volta, è sempre quello il tema. Si può pensare, Assessore, con un po' di "nicchetti" (espressione dialettale) che abbiamo, grazie al risparmio che, anche noi Consiglieri, con grande orgoglio abbiamo contribuito a fare, di intervenire per questi nostri audaci imprenditori, piccole imprese venete, artigiani, l'eccellenza, la filiera del nostro territorio, quella linea trasversale che attraversa tutto il Veneto, che regge alle crisi e che da secoli, tramandando l'azienda artigiana da padre in figlio, riesce a reggere qualsiasi urto economico e sociale, anche la pandemia? Sono stati i primi ad essere colpiti e i primi a riprendersi. Viva gli artigiani del Veneto!
Possiamo dire che oggi, dopo un tornado per quelli che sono in riviera, dopo una pandemia, dopo un'altra botta che neanche le assicurazioni coprono, forse con quel fondo che abbiamo, dove ci sono 1,8 milioni di giacenza (che non basterà, è evidente), possiamo trovare uno strumento, Assessore, per rimpinguare quel capitolo e la Giunta, attraverso un bando, può riuscire a finanziare quei danni che ci sono stati e le assicurazioni e lo stato di calamità nazionale non copriranno?
è uno sforzo che noi chiediamo di fare, ma è uno sforzo che chiediamo di fare che non va nell'indicazione di un colore politico, ma nell'indicazione di dare una risposta reale al territorio. L'altro giorno abbiamo fatto una riunione tra parlamentari, europarlamentari, consiglieri regionali, sindaci della riviera. C'erano tutti i colori, un momento bellissimo di unità, perché eravamo davvero tutti col cuore a dire che bisogna trovare una soluzione. Ma non è che possiamo sempre chiedere agli altri le soluzioni. Se abbiamo una minima possibilità, non sarà un'evoluzione a 90 gradi, a 180, come fai in barca, faremo un 30 gradi mezzo storto, ma almeno ci proveremo, Assessore, a dare una risposta a queste realtà.
C'è tutto il tema degli ATER. A me va bene che Salvini venga a dire che sistemerà le politiche della casa. Glielo auguro, saremo dalla parte sua se lo fa, noi non facciamo contrapposizioni ideologiche. Però, che negli ATER del Veneto, oltre a non mettere un penny, un euro, uno "scheo", chiamiamolo come vogliamo, in virtù della legge che prevede che con il 4 per mille devono dare alla Regione un contributo, e quel contributo che arriva alla Regione va nella libera destinazione del bilancio, quindi noi, oltre a non mettere niente, ci teniamo 6 milioni... In un momento come questo di emergenza abitativa, non dico che dovremmo metterci qualcosa in più, ma magari a rotazione, una volta per Provincia, lasciamo quei 6 milioni, che sono sempre soldi loro.
Assessore, se c'è stato un momento storico in cui le case dell'ATER restavano lì, perché c'era un benessere, c'era una crescita e nessuno le voleva, oggi – Assessore, lei lo sa meglio di me, ma a chi non lo sa dobbiamo dare una brutta notizia – con i farinacei nel carrello della spesa che crescono del 42%, se tu guadagni 2.000 euro al mese, hai un mutuo e un figlio, a metà mese ti impicchi. I ceti medi di una volta, che si permettevano due vacanze all'anno, oggi, con la benzina a più di 2 euro e i farinacei che superano il 42%, al netto che la pizza non si mangia più già da qualche mese, questi si ammazzano, perché abbiamo un contesto socioeconomico, colleghi, che non è direttamente imputabile alle azioni dirette di questa Amministrazione regionale, ma che crea un malessere nella nostra popolazione. Guardate, tutta quella gente, per chi è amministratore locale, che si reca al sociale a chiedere come deve fare, non sono mica persone, come quelle che siamo abituate a vedere che prendono il sussidio e vanno al Bingo. C'è tanta gente che con dignità va a chiedere come deve fare perché non riesce più a pagare la retta dell'università del figlio.
Allora, Assessore, noi dobbiamo provare a dare una risposta. L'ATER, lei dice, cosa c'entra? C'entra, perché oggi anche quello che ieri si collocava in uno status economico e sociale tale da dire "non vado lì perché non ho bisogno", oggi questa gente ha bisogno e noi, anziché fare una politica, nel Veneto, per rimpinguare anche con queste manovre i fondi da dare alle nostre ATER, non solo non mettiamo risorse, ma ce le prendiamo. Ripeto, io credo che siano 6 milioni che, a rotazione, ogni anno a una Provincia potremmo lasciarglieli.
Non entro neanche nei temi del trasporto, perché credo che ci saranno altri momenti per affrontarli. Però ricordo – amo, Assessore, sempre ricordarlo – che c'è un tema che io rubrico nel trasporto, ma forse sbaglio perché andrebbe innestato più in un contesto sociale, che porta a dire: vivaddio, se decidiamo di spostare i servizi sanitari e localizzarli nei famosi ospedali hub, dobbiamo anche trovare un modo affinché la gente arrivi agli ospedali hub.
Guardate, va bene dire che non si può fare tutto dappertutto. Sotto alcuni aspetti, non su tutto, ma sull'alta specializzazione potrei anche essere d'accordo. Però dovete dirmi se uno deve cambiare quattro mezzi perché viene dall'ASST della Romea, ora che arriva all'Angelo... Insomma, se è una persona con alcune fragilità, forse non arriva neanche all'Angelo, si ferma a metà strada e torna indietro.
Io credo che qua occorrano una visione e un accordo più largo, che non riguardano tutti i territori, perché c'è chi ha la ferrovia, ma c'è chi non ha niente. Quindi, con un'attenta visione minuziosa e parcellizzata dei territori, che l'assessore De Berti sa ben inquadrare, credo che un giorno arriveremo alla soluzione. L'Assessore conosce bene le realtà e, quando vorrà intervenire, saprà anche dove e come intervenire. Ecco, Assessore, non ha bisogno di noi che glielo diciamo, però ha bisogno di noi che glielo ricordiamo.
Assessore, noi dobbiamo anche portare un po' di risultati al nostro territorio. Se portiamo un po' di risposte ai nostri cittadini, lei fa bella figura, poiché è un Assessore attento, come sempre, e noi possiamo dire che non abbiamo dormito. Anche questo ci teniamo a ricordarlo oggi.
C'è ancora, Assessore, e mi avvio a chiudere, una situazione difficile. Abbiamo citato alcuni punti, che potevamo anche evitare di citare. Ma perché abbiamo fatto questa panoramica? Non perché lei ha bisogno di noi che gliela facciamo, ma perché noi oggi, alla fine, stiamo affrontando una manovra di bilancio come se tutto fosse normale, come se fosse un déjà-vu degli altri anni, dove ci accingiamo ad agire in base a dei legittimi equilibri politici. Oggi non è così, Assessore. Oggi c'è una situazione del tutto straordinaria: vuoi la guerra, vuoi il caro carrello della spesa, vuoi il caro benzina, c'è una situazione, Assessore, che mi permetta di dire – usando un termine sicuramente inappropriato, ma forte – che noi non siamo in guerra, ma i nostri conti nelle classi medie incominciano a diventare i conti di un bilancio di guerra.
Guardate che cominciano a esserci i primi cittadini che non si curano. Anche noi che siamo fortunati, anche noi, di fronte a certe situazioni che impongono di curarsi, prendiamo una batosta, quindi pensate a chi addirittura non se lo può permettere. Se già noi sbuffiamo, pensate a chi non se lo può proprio permettere.
In una situazione del genere, servirebbe un po' di attenzione ad alcuni temi, che non significa avere la bacchetta magica. Non ce l'ha nessuno, non possiamo essere strumentali. È inutile dire "fai tutto te, Calzavara", come Grande Puffo, però non possiamo neanche far finta che certe problematiche non esistano.
Stiamo affrontando un bilancio, in questo momento, una manovra di 31 milioni dove, ripeto, con grande orgoglio rivendichiamo che 12 tornano dal risparmio che la politica ha fatto; quindi, noi possiamo dire che siamo più virtuosi di quelli che, per definirsi virtuosi, tagliavano. Gli altri, infatti, per dire di essere virtuosi tagliavano, e glieli dovevi togliere. Noi, anche se ce li danno, li ridiamo indietro; quindi, siamo più virtuosi di quelli che volevano fare i vergini, i casti, i puri e i virtuosi. Però, Assessore, dovremmo mettere questi risparmi un po' a disposizione di una situazione non ordinaria.
Ripeto, e chiudo, non è una questione di farla lunga, di andare avanti, non è questione di fare ostruzionismo, di parlare le 2 ore e 18 minuti che restano. Potrei farlo, ma so che non cambierebbe nulla. Ci tengo però a dire che, in un momento come questo, noi dovremmo fare lo sforzo di considerare che questa manovra non avviene in una situazione ordinaria, avviene in una situazione straordinaria, e lo sappiamo tutti. Quindi, Assessore, secondo me, c'è margine, c'è una manovra emendativa in corso, possiamo tentare di mettere a posto alcune partite che non cambieranno l'impronta che avete dato, però ci permetteranno di dire che non c'è stato uno strabismo totale, ma in qualche parte siamo riusciti a voler dare un minimo di direzione anche simbolica. Guardi, a volte, anche nei bilanci, riconoscere che c'è un problema, pur non essendo un'azione definitiva nella sistemazione, è un segnale. è la famosa pacca sulla spalla, che non deve essere presa come un contentino, ma come un riconoscimento e una presa d'atto che ci sono dei problemi e se facessimo finta che questi problemi non li conosciamo nemmeno appariremmo strabici.
Siccome noi non siamo strabici e i problemi li sappiamo, facciamo uno sforzo comune prima che si chiuda il punto per tentare di mettere in fila una serie di sensibilità e dire che fuori da quest'Aula siamo riusciti a dare una visione più ampia possibile. Oggi, Assessore, non abbiamo una situazione di bilancio ordinario, oggi abbiamo un bilancio di guerra, e non solo per la benzina, ma anche per il carrello della spesa. Oggi comprare le brioche ai propri figli è diventato un lusso, tanto per capirci, e noi non possiamo far finta che tutto sia come prima.

PRESIDENTE

Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Vi rassicuro subito, neanche io utilizzerò le 2 ore e 16 minuti che mi sono dati. Mi bastano pochi minuti, però vorrei richiamare alcune cose e raccomandare all'assessore Calzavara, che analizzerà gli emendamenti, alcuni aspetti. Siamo consapevoli che la coperta è corta, nessun dubbio, però se la tiriamo da tutte le parti tutti restiamo scoperti.
Quello che dispiace, che ha già evidenziato la collega correlatrice, è che non vengono fatte delle scelte in questa allocazione a pioggia dei fondi, e questo è un peccato, perché non si dà risposta a nessuno dei bisogni che ci sono, che sono reali, che sono già stati ben illustrati dai colleghi prima di me. Questo, secondo me, è il limite grande di questo assestamento, ma è una critica che abbiamo fatto più volte alla politica regionale, che non sceglie; ma non scegliere oggi è un costo, è un costo per il cittadino, perché vengono precluse delle possibilità.
Se guardo cosa è dato alla competitività delle imprese, vedo qualche migliaio di euro. Questo, in un momento in cui l'economia si sta trasformando, secondo me è un limite grandissimo.
Però l'oggetto della mia osservazione, al di là che sottoscrivo quello che è già stato detto, è il fatto che, come ha già evidenziato il collega Montanariello, dei 31,12 milioni di euro di questo assestamento, 11,8 vengono dalla restituzione del Consiglio. In qualche modo, diciamo così, è il Consiglio che contribuisce e che aiuta la Giunta. Quello che a me ha sorpreso veramente è che i fondi speciali per le leggi del Consiglio, cioè quello che è dato a questo Consiglio per riuscire a realizzare l'attività legislativa, nel triennio 2023, 2024 e 2025 sono 9 milioni previsti, cioè noi diamo 11 milioni quest'anno e ne riceviamo a disposizione per le leggi del Consiglio 9 per un anno. Se fosse pari, io mi aspetterei che tornassero – 11,8 per 3 – 35 milioni di euro a disposizione delle leggi del Consiglio. Questo invece non avviene. Qui mi appello ai colleghi di maggioranza, perché qui non è solo la minoranza, è anche la maggioranza che si trova spuntata. L'attività legislativa di questo Consiglio, se il criterio è "noi ti diamo 11 e tu ci ridai 3", lasciatemelo dire, è umiliante.
È chiaro che non è che diamo 11 e dobbiamo avere 11 indietro, questo sarebbe forse troppo, nel senso che l'Esecutivo ha una sua autonomia. Ma dare 11,8 e ricevere grosso modo 3 credo non sia rispettoso della funzione di questo Consiglio. Allora, io sollecito l'assessore Calzavara a dire: abbiamo dato 11,8, riceviamo 3, sostanzialmente qualcosa deve essere messo a disposizione. Di questi 11,8, vuoto per pieno, se un quinto sono i Consiglieri di minoranza, vuol dire che 2,35 milioni in qualche maniera dovrebbero essere messi a disposizione delle iniziative dei Consiglieri di opposizione.
Allora, la mia raccomandazione è questa: accetti almeno emendamenti per 2,35 milioni, altrimenti noi ci sentiamo veramente esclusi dall'attività di questo Consiglio, e non credo che questo sarebbe giusto, perché in qualche maniera rappresentano esigenze del territorio che sono chiare.
La mia raccomandazione – la faccio non solo a nome dell'opposizione, ma a nome di tutti – è di dare una maggiore attenzione a questo Consiglio. Siamo stati virtuosi, abbiamo restituito 11,8, bravi, ma con questi 11,8 dateci la possibilità di finanziare delle leggi regionali proposte da questo Consiglio non dico per lo stesso importo, ma per un importo che in qualche maniera sia confrontabile, altrimenti ci riduciamo a un'attività legislativa che è veramente di poco conto. Allora, è già stato detto, il Presidente ha un fondo da 1 milione, il Consiglio ha un fondo che è un terzo di quello che ha risparmiato. Questo credo non sia corretto e vada stigmatizzato.
Poi ci sono degli aspetti puntuali che a me veramente hanno ferito. Quando ho visto, nella presentazione in Commissione, che 2,5 milioni erano dati per l'asfaltatura delle strade, io ho guardato questa cosa con soddisfazione, perché c'è un'urgenza di sicurezza stradale che è rilevante. Il fatto che dei 4 milioni che sono dati ai trasporti 2,5 andassero alle asfaltature era una cosa positiva. Però, quando ho scoperto che di quei 2,5 milioni, 2 milioni in realtà sono per le asfaltature già fatte per il Giro d'Italia, mi sono sentito di nuovo preso in giro.
Dobbiamo ratificare una spesa già fatta per asfaltare le strade del Giro d'Italia. Manifestazione degnissima, ma perché dobbiamo farcene carico noi come cittadini del Veneto? È una manifestazione che ha un suo budget e noi abbiamo messo il 75% dei fondi dati alle asfaltature per asfaltare per il Giro. Valgono più i ciclisti del Giro dei cittadini italiani, dei cittadini del Veneto? Io ricordo un ragazzo, un medico padovano, che qualche mese fa, purtroppo, ha perso la vita in una buca della 308, una strada indecorosa, impercorribile.
Il richiamo è veramente a guardare quelli che sono i bisogni, a fare attenzione a non disaccoppiare quelli che sono i bisogni dall'utilizzo delle risorse, altrimenti veramente diamo ai cittadini un'indicazione di disinteresse totale verso le loro iniziative, fatta eccezione per la sagra degli asini e le altre varie sagre, che ricevono regolarmente... La Giornata dei Colli del Veneto mi pare abbia avuto un rifinanziamento. È chiaro che lì la finalità non è aiutare le persone, ma è un'altra.
Spero che l'attenzione verso questo Consiglio da parte della Giunta ci sia, che si tenga conto di questi elementi e che parte delle richieste che vengono da questo Consiglio siano accolte nella discussione degli emendamenti.

PRESIDENTE

È stato depositato l'emendamento n. A0033 dei colleghi Camani e Montanariello.
Do cinque minuti per eventuali subemendamenti.
Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Volevo intervenire sull'emendamento con il quale giustamente l'Assessore al bilancio ha posto le risorse per finanziare le scuole paritarie.
Ho sentito interventi che mi hanno fatto rabbrividire. A casa mia, la mia famiglia, i miei figli, abbiamo frequentato per scelta le scuole paritarie, essendo in Italia prevista questa libera scelta di formazione. Questa scelta a noi è costata cara, è costata sacrificio ai miei genitori, è costata sacrificio a me, alla nostra famiglia, a tutti. Un giorno mi sono messo a fare i conti e ho verificato che abbiamo lasciato allo Stato italiano, grazie a questa scelta, più di 100.000 euro di rette pagate per i figli e i vari componenti della famiglia. Quindi, noi non siamo costati allo Stato italiano quei 100.000 euro che lo Stato italiano ha usato a beneficio degli altri.
Quindi, venire a dire che queste risorse, che tra l'altro vengono date per dare la possibilità di accedere a tali scuole anche a coloro che hanno redditi più bassi... Io, avendo un reddito per fortuna superiore, ho sempre pagato alla scuola le rette piene e ho sgravato lo Stato italiano dell'obbligo di formazione nei confronti dei miei figli. Quindi, io ho sollevato il bilancio dello Stato, pagando di tasca mia, ho fatto una donazione allo Stato italiano di 100-150.000 euro. E noi stanziamo poche migliaia di euro per sostenere il diritto – che io ho avuto – di frequentare una scuola paritaria anche di coloro che non hanno le possibilità (che ho avuto io) di pagare le rette piene e per dare loro un piccolo aiuto, che comunque è di gran lunga inferiore a ciò che quegli studenti sarebbero costati allo Stato italiano se avessero frequentato una scuola pubblica. È ora dunque di finirla con queste disquisizioni ideologiche che vanno contro l'interesse dello Stato.
Io sarei contento se tutti potessero avere l'opportunità di scegliere se frequentare la scuola pubblica o la scuola paritaria, sarebbe un diritto universale. Purtroppo, oggi questa diventa una scuola di élite perché non tutti hanno la possibilità di pagare le rette, e le scuole sono costrette a farle pagare perché gli insegnanti vengono pagati dalle famiglie, dai genitori. Lo Stato contribuisce in forma del tutto residuale, se non è quasi assente, a partire dalle scuole d'infanzia – che nel Veneto sono in buona parte scuole paritarie, a carico cioè delle famiglie – e quindi paghiamo le tasse due volte.
Ecco, nel sentir dire che abbiamo messo qualche risorsa lì per favorire i ricchi rispondo che non è vero, perché tutti coloro che frequentano queste scuole ogni volta, lasciando soldi allo Stato, facendo risparmiare soldi allo Stato, danno la possibilità di investire sulla scuola pubblica. Quindi, si dice una grande bugia e andrebbe invece incentivata la scuola paritaria, che potrebbe permettere un maggiore risparmio di spesa.
La scelta fatta dalla Giunta, dunque, direi che va nella giusta direzione, quella del risparmio dello Stato, dell'interesse complessivo dello Stato. È una scelta che evita la discriminazione nei confronti dei giovani, delle famiglie, rispetto alla possibilità di accedere alle scuole paritarie, alle scuole gestite dal privato ma che hanno comunque un piano formativo riconosciuto dallo Stato. Quindi, credo che sia una scelta di civiltà e anche, ripeto, una scelta nell'interesse pubblico e non contro l'interesse pubblico. Finiamola di dire che diamo i soldi ai ricchi, perché io le scuole le ho sempre pagate e ho fatto risparmiare una marea di soldi, come vorrei avessero fatto tutti gli altri. è stata una scelta mia, nessuno mi ha obbligato. Avrei potuto mandare i figli alla scuola pubblica e risparmiare 100-150.000 euro. Li ho lasciati allo Stato, ma non voglio sentirmi dire che noi siamo quelli che approfittano dello Stato. Io non ho mai preso un centesimo di contributo, mentre è giusto che chi ha meno possibilità del sottoscritto o di tante altre famiglie sia anche lui un po' aiutato per avere la possibilità di accedere a queste scuole e comunque anche in questo caso è un risparmio per lo Stato. Finiamola di offendere queste persone.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Con il suo intervento, visto che non ci sono altre richieste di parola, chiudiamo la discussione generale.
Sospendiamo il Consiglio. La ripresa sarà alle ore 14.30.
Vi informo che l'Ufficio di Presidenza si terrà subito, in Sala del Leone.
La Seduta è sospesa alle ore 13.30
La Seduta riprende alle ore 14.51

PRESIDENTE

Colleghi, iniziamo la seduta.
Siamo sull'articolo 1.
Ci sono interventi?
Se non ci sono interventi, metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 2.
Ci sono interventi?
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Ci sono interventi?
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
Ci sono interventi?
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 5. C'è l'emendamento n. A0028 (siamo a pagina 2 del fascicolo degli emendamenti) presentato dalla collega Zottis.
Collega, vuole illustrarlo?

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Lo ritiro, Presidente. Grazie.

PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0009 presentato dalla collega Ostanel, articolo 5, allegato 3, modificativo, che prevede:
All'Allegato 3 è apportata la seguente variazione
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2023
Variazione proposta
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
M04 "Istruzione e diritto allo studio"
P0404 "Istruzione Universitaria"
L.r. 8/1998 – Norme per l'attuazione del diritto allo studio universitario
+ 4.500.000,00


M04 "Istruzione e diritto allo studio"
P0402 "Altri ordini di istruzione non universitaria"
L.r. 1/2001 – Interventi a favore delle famiglie degli alunni delle scuole statali e paritarie
- 2.100.000,00


M20 "Fondi e accantonamenti"
P 2001 "Fondo di riserva"
Art. 18, L.r. 39/2001 – Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
- 1.800.000,00


M20 "Fondi e accantonamenti"
P 2003 "Altri fondi"
Art. 20, L.r. 39/2001 – Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
- 600.000,00


Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
La collega Ostanel non è presente in Aula, quindi apriamo la votazione sull'emendamento.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, scusi.

PRESIDENTE

Vuole intervenire? Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Intervengo su...

PRESIDENTE

Aveva chiesto di intervenire la collega, ma è partita la votazione.
Se vuole intervenire, bene. Allora andiamo avanti con la votazione, con il parere contrario del relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. A0009.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0022 presentato dalla collega Camani, articolo 6, comma 1, lettera i), allegato 12, modificativo, che prevede:
All'Allegato 12 sono apportate le seguenti variazioni
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2023
Variazione proposta
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
M04 Istruzione e diritto allo studio
P0404 Istruzione Universitaria
Titolo I Spese correnti
Art. 3 c.1 lett. c) L.r. 8/1998 "Norme per l'attuazione del diritto allo studio universitario"
+ 4.000.000,00
+ 4.000.000,00


M04 "Istruzione e diritto allo studio"
P0402 "Altri ordini di istruzione non universitaria"
Titolo I Spese correnti
L.r. 01/2001 "Interventi a favore delle famiglie degli alunni delle scuole statali e paritarie"
- 3.000.000,00
- 3.000.000,00


M20 "Fondi e accantonamenti"
P 2003 "Altri fondi"
Titolo I Spese correnti
L.r. 39/2001 Art. 20 "Fondi speciali" così come modificato dalla lettera c) del comma 1 dell'articolo 7
- 1.000.000,00
- 1.000.000,00


Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Lo vuole illustrare? Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Avevo chiesto di intervenire anche su quello precedente, ma in realtà il punto è politico, non ovviamente collegato al singolo emendamento. È un tema che l'assessore Calzavara conosce molto bene, rispetto al quale abbiamo discusso più volte con lui: è il tema delle borse di studio. Noi riteniamo che questo sia un nodo molto serio, rispetto al quale le risposte che abbiamo ottenuto finora non ci hanno pienamente soddisfatto.
Noi pensiamo che sia necessario che questa Regione, in riferimento al dovere di corrispondere le borse di studio agli studenti risultati idonei dal bando che hanno fatto le università e che ancora non hanno potuto beneficiare del relativo contributo... È un fatto molto grave che pone la nostra Regione, anche in termini competitivi rispetto alle altre realtà accademiche, in una posizione molto di difensiva.
Ovviamente noi sappiamo che in questa manovra di assestamento non ci sono le risorse necessarie o non si è voluto trovare le risorse necessarie per integrare il capitolo di spesa che riguarda le borse di studio.
Quello che ci preoccupa di più non è soltanto il fatto che non ci siano abbastanza risorse, ma il fatto che, rispetto alla quantità di soldi che servirebbero per riuscire a coprire tutti gli idonei non beneficiari, siamo davvero molto distanti dall'obiettivo. Siamo ovviamente in attesa di capire se il Governo, con un intervento straordinario, tenterà o proverà a dare una mano alle tante Regioni che sono in una situazione simile alla nostra. Ci sembra, però, altrettanto evidente che su questa questione la Regione del Veneto deve fare un po' di più di quello che ha fatto finora, e cioè mettere solo il minimo indispensabile per poter accedere al Fondo integrativo statale: 8 milioni di fronte ai 25 che servono, che servirebbero, vi rendete conto che è una cifra fin troppo esigua.
Avremmo voluto vedere fin da questo assestamento, da questa manovra, un segnale di inversione di tendenza e di rotta rispetto a questo tema, però speriamo che l'impegno che l'assessore Calzavara si è preso oggi e si è preso durante la discussione in Commissione di questo provvedimento, e cioè che alla ripresa dei lavori a settembre-ottobre, in occasione del prossimo assestamento, rispetto a questo tema registri dei passi in avanti.
È chiaro che stiamo discutendo di una questione rispetto alla quale anche le tempistiche non sono indifferenti. Un conto è poter avere delle risposte da dare agli idonei non beneficiari a marzo, a giugno, altro conto è darle a settembre o a ottobre, nel senso che noi stiamo parlando di borse di studio dell'anno in corso non erogate e sapete benissimo come il diritto allo studio, cioè la possibilità che noi diamo alle ragazze e ai ragazzi di andare all'università a prescindere dal loro livello di reddito, non è indifferente.
Crediamo che questo debba essere un elemento attorno al quale la Regione del Veneto possa e debba fare di più.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Come anticipato in Ufficio di Presidenza, intervengo ora perché sto depositando un ordine del giorno, che firmerà anche la collega Camani, sul tema delle borse di studio. Abbiamo sentito in Commissione prima, quando abbiamo discusso di questo tema, dell'impegno a prevedere, durante il prossimo assestamento, un impegno vero rispetto alla copertura degli idonei non beneficiari. Penso che sia utile e necessario che noi ribadiamo e votiamo un impegno rispetto al prossimo ottobre, perché questo è un tema – lo dicevo nell'intervento precedente – di dignità di un'Aula di fronte agli studenti. Ripeto, servirebbero 13,5 milioni per coprire tutti gli idonei non beneficiari.
Quello che proponevamo era di trovare comunque una parte di queste risorse, ed era possibile, come proponevo nell'emendamento precedente, con 4,5 milioni. Non lo si è voluto fare oggi, sbagliando, io credo, perché ci sono delle tempistiche che sono quelle odierne per pagare le borse di studio, mentre altre cose avrebbero potuto attendere di più, quindi ottobre. Si è scelto di fare diversamente.
Ecco, l'impegno in un ordine del giorno è quello di dire che ad ottobre, come è stato detto in Prima Commissione, sarà l'ultimo momento possibile per intervenire sull'annualità. Quindi, è un ordine del giorno che andrà in questo senso e io davvero chiedo all'Aula di votarlo, lo ripeto, non tanto perché si fanno gli ordini del giorno per avere qualcosa di cui discutere, ma perché è un impegno vero per dire che la data ultima entro cui intervenire è quella di ottobre: o lo facciamo adesso oppure sostanzialmente non avremo, come Regione del Veneto, garantito il diritto allo studio che, lo ripeto, è una delle cose che noi dovremmo fare per legge.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0022, col parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo al successivo...

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi scusi, penso che non abbia preso la votazione. Il voto è favorevole.

PRESIDENTE

Segniamo a verbale il voto favorevole della collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo all'emendamento n. A0015 presentato dalla collega Baldin, allegato 12, modificativo, che prevede:
All'Allegato 12 sono apportate le seguenti variazioni
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2022
Variazione proposta
2023
Variazione proposta
2024
Variazione proposta
M04 Istruzione e diritto allo studio
P0404 Istruzione Universitaria
L.r. 8/1998 "Norme per l'attuazione del diritto allo studio universitario"
+ 1.800.000,00
+ ......,00
+ ......,00
M20 Fondi e accantonamenti
P 01 Fondo di riserva
L.r. 39/2001 Art. 18
- 1.800.000,00
- ......,00
- ......,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
La collega lo dà per letto.
Apriamo la votazione con il parere contrario del relatore. Scusi, collega Camani. C'è una sua richiesta di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0015.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0014 presentato dalla collega Baldin, allegato 12, modificativo, che prevede:
All'Allegato 12 sono apportate le seguenti variazioni
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2023
Variazione proposta
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
M04 Istruzione e diritto allo studio
Programma 07 Diritto allo studio
L.r. 2/2006, art. 12 – L.R. n. 1/2008 , art. 8
Azioni regionali per favorire la fornitura di libri di testo in comodato gratuito
+ 150.000,00
+ ......,00
+ ......,00
M20 Fondi e accantonamenti
P 01 Fondo di riserva
L.r. 39/2001 Art. 18
- 150.000,00
- ......,00
- ......,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
La collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0014, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla Missione 5 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali".
L'emendamento n. A0021 della collega Camani è ritirato.
Emendamento n. A0007 presentato dalla collega Ostanel, articolo 5, allegato 3, modificativo, che prevede:
All'Allegato 3 è apportata la seguente variazione
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2023
Variazione proposta
2024
Variazione proposta
2025
Variazione proposta
M05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
L.r. 16/05/2019, n. 17 – Legge per la cultura - art. 24
+ 494.000,00
......
......
M20 Fondi e accantonamenti
P 2001 Fondo di riserva
Art. 18, L.r. 39/2001 – ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
- 494.000,00
......
......
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Lo vuole illustrare? Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io illustro con un unico intervento una serie di emendamenti, i prossimi, perché – l'ho già detto durante l'intervento iniziale, ma lo ripeto – in questi emendamenti trovate la possibilità di finanziare diversi punteggi di una graduatoria che è stata pubblicata, quella della legge cultura n. 17, che prevede, ad oggi, una mancanza di fondi di circa 710.000 euro per finanziare tutti i progetti meritevoli di finanziamento. Ad oggi, se dovessimo fare quello che abbiamo detto, dovremmo mettere almeno 710.000 euro per finanziare tutti quelli che hanno preso il punteggio meritevole di finanziamento. Tuttavia, siccome sapevo che questo sarebbe stato difficile, ho provato a fare una serie di emendamenti per il finanziamento dei diversi punteggi: chi ne ha presi 50, chi ne ha presi 60, quindi finanziare, non so, fino al Comune di Treviso, fino al Comune di Rovigo, finanziare fino a, non tanto perché noi vediamo chi finanziamo, ma perché finanziamo un certo punteggio meritevole di graduatoria. Ad esempio, il primo emendamento prevede più 494.000 euro per arrivare a finanziare una parte dei soggetti fino a 60 punti, oppure, più avanti, anche 500.000 euro per finanziare fino a 50 punti.
La scelta che è stata fatta – e del resto ho il parere negativo su tutti questi emendamenti che illustro in un unico intervento – è invece un'altra, cioè di mettere 500.000 euro in più oggi nella legge n. 49, sapendo che la Giunta pochi giorni fa ha messo quasi 1 milione di euro, quindi il massimo possibile, su una serie di progettualità la cui urgenza, rispetto invece a queste progettualità, credo sia diversa. Quindi, chi si occupa di cultura, chi dovrebbe in qualche modo dirigere questo ambito all'interno della Regione del Veneto penso che in cuor sappia che è diverso finanziare degli operatori culturali o dei Comuni che fanno delle rassegne, che hanno bisogno di programmazione per tempo, oppure finanziare il piccolo evento che magari ha bisogno dei mille euro, ma potrebbe comunque trovarlo con un fondo comunale, in un altro modo, e soprattutto non ha l'urgenza che sia fatto oggi.
Credo che questa sia una scelta profondamente sbagliata in termini di programmazione culturale. Abbiamo una legge sullo spettacolo dal vivo, su cui fanno domanda gli operatori culturali, le associazioni, le imprese culturali, i Comuni. I Comuni del Veneto – andate davvero a vedere la graduatoria – che non vengono finanziati sono tantissimi, perché noi non mettiamo i fondi necessari.
Credo, invece, che quello che avremmo dovuto fare oggi sia non mettere altri 500.000 euro sulla legge n. 49, che pochi giorni fa ha preso già quasi 1 milione di euro del nostro bilancio, aspettare un po' di tempo in più (tanto nell'assestamento prossimo qualcosa sarebbe uscito) e oggi saremmo usciti con 500.000 euro sulla legge n. 17, arrivando a scorrere fino a chi ha preso un punteggio di circa 60 punti, quindi a molto oltre la metà della graduatoria.
Questa, io credo, sarebbe stata la scelta corretta per dire agli operatori culturali e ai Comuni che promuovono la cultura che c'è una legge, la n. 17, che abbiamo approvato e che abbiamo finanziato con 500.000 euro in più rispetto ai 500.000 che avevamo già messo in previsione l'anno scorso. Questa scelta, invece, non è stata fatta.
Al di là degli emendamenti della consigliera Ostanel, che adesso voteremo con parere contrario, chiedo di fare un ragionamento per il prossimo assestamento. O noi finanziamo la legge cultura, la n. 17, oppure non possiamo continuare a limitarci alle parole. Credetemi, in quella lista ci sono tantissimi soggetti che prima facevano la domanda nella 49 e che hanno finalmente deciso, perché è quello che abbiamo sempre detto loro, di farla nella legge giusta, quella sulla cultura.
Cosa stiamo facendo, quindi, in realtà? Stiamo depotenziando la legge cultura, stiamo togliendo soggetti dalla 49, facendogli fare la domanda in una legge che non finanziamo, e così mettiamo fine al tentativo, invece, di dare gambe a un comparto culturale in questa Regione. Credo davvero che stiate sbagliando.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0007, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0001 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 5, allegato 3, modificativo, che prevede:
All'Allegato 3 è apportata la seguente variazione

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

M 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P 0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
L.R. 16/05/2019, n. 17 – Legge per la cultura
+710.000,00
.........
.........
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P 2001 "Fondo di riserva"
ART. 18, L.R. 39/2001 ‒ Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
-710.000,00
.........
.........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza
La collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0006 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 5, allegato 3, modificativo, che prevede:
All'Allegato 3 è apportata la seguente variazione

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

M 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P 0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
L.R. 16/05/2019, n. 17 – Legge per la cultura
+660.000,00
.........
.........
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P 2001 "Fondo di riserva"
ART. 18, L.R. 39/2001 ‒ Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
-660.000,00
.........
.........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza
La collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0006, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0005 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 5, allegato 3, modificativo, che prevede:
All'Allegato 3 è apportata la seguente variazione

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

M 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P 0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
L.R. 16/05/2019, n. 17 – Legge per la cultura
+500.000,00
.........
.........
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P 2001 "Fondo di riserva"
ART. 18, L.R. 39/2001 ‒ Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
-500.000,00
.........
.........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
La collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0005, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Solo perché resti a verbale. Non per questo emendamento, ma per quello precedente avevo votato a favore.

PRESIDENTE

Perfetto. Lo mettiamo a verbale.
L'emendamento n. A0019 presentato dalla consigliera Camani è ritirato.
Emendamento n. A0002 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 5, allegato 3, modificativo, che prevede:
All'Allegato 3 è apportata la seguente variazione

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

M 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P 0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
L.R. 16/05/2019, n. 17 – Legge per la cultura
+310.000,00
.........
.........
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P 2001 "Fondo di riserva"
ART. 18, L.R. 39/2001 ‒ Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
-310.000,00
.........
.........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Siamo a pagina 16.
La collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0003 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 5, allegato 3, modificativo, che prevede:
All'Allegato 3 è apportata la seguente variazione

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

M 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P 0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
L.R. 16/05/2019, n. 17 – Legge per la cultura
+310.000,00
.........
.........

M 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P 0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
L.R. 70/1975 "Contributi e spese per l'organizzazione di mostre, manifestazioni e convegni di interesse regionale."
-310.000,00
.........
.........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza
La collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0003, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0008 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 5, allegato 3, modificativo, che prevede:
All'Allegato 3 è apportata la seguente variazione

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

M 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P 0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
L.R. 16/05/2019, n. 17 – Legge per la cultura
+220.000,00
.........
.........
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P 2001 "Fondo di riserva"
ART. 18, L.R. 39/2001 ‒ Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
-220.000,00
.........
.........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
La collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0008, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0004 presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 5, allegato 3, modificativo, che prevede:
All'Allegato 3 è apportata la seguente variazione

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

M 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P 0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
ART. 36, L.R. 16/05/2019, n. 17 – Legge per la cultura
+120.000,00
.........
.........
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P 2001 "Fondo di riserva"
ART. 18, L.R. 39/2001 ‒ Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
-120.000,00
.........
.........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Lo vuole illustrare? Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento lo illustro. Il tema è quello di finanziare sempre la legge cultura, ma, all'interno di questa, l'articolo 36, relativo alle sale cinematografiche. Su questo tema poco tempo fa abbiamo anche presentato un ordine del giorno, perché stanno chiudendo tantissimi cinema in tutto il Veneto.
La Regione sta facendo già da tempo un lavoro su questo tema, ma servono fondi in più per permettere a delle fasce particolari, in particolare i giovani, ma non solo, di accedere di più alle sale cinematografiche. Parliamo, quindi, della possibilità di incentivare le persone ad andare al cinema. Questo è un pezzo. Non basterà. In ogni caso, sappiamo ‒ spero arrivi presto questo ordine del giorno in Aula ‒ che tantissimi cinema potranno essere finanziati solo se li aiutiamo a riconvertirsi a fare altro e a non fare solo sala cinematografica. Su questo bisogna fare un lavoro importante, che sicuramente non si esaurisce in questa discussione dell'assestamento.
Ci tenevo, però, a illustrare questo emendamento. So che c'è la possibilità di vedere, invece, un parere positivo rispetto al lavoro sulla "legge cinema". Quindi, ritiro questo emendamento in attesa di capire se è vero che l'Assessore apre uno spiraglio rispetto alle sale cinematografiche.

PRESIDENTE

L'emendamento n. A0004, pertanto, è ritirato.
L'emendamento n. A0020 presentato dalla consigliera Camani è ritirato.
L'emendamento n. A0010, pagina 21, presentato dalla consigliera Guarda, è ritirato.
Siamo arrivati alla Missione 6 "Politiche giovanili, sport e tempo libero".
L'emendamento n. A0011 presentato dalla consigliera Guarda è ritirato.
Missione 9 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente".
Subemendamento n. A0034, pagina sub 1, presentato dalla consigliera Guarda, modificativo, che prevede:

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge Regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

Missione 9 SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE
Programma 05 ‒ AREE PROTETTE, PARCHI NATURALI, PROTEZIONE NATURALISTICA E FORESTAZIONE

L.R. 2018, N. 43, ART. 11 Interventi necessari alla vivificazione delle lagune e dell'area deltizia del delta del Po
+150.000,00
0,00
0,00

Missione 20 Fondi e accantonamenti

Programma 2001 Fondo di riserva

L.R. 39/2001, art. 18
-150.000,00
0,00
0,00

0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
La collega lo dà per letto.
Metto in votazione il subemendamento n. A0034, con il parere contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0030, pagina 23 (ter e quater), presentato dalla Giunta, modificativo, che prevede:
L'allegato 3 dell'articolo 5 è così modificato:
SPESA

Missione Variazione proposta
Programma
Titolo
Competenza 2023
Competenza 2024
Competenza 2025




MISSIONE 09 – SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE
+50.000,00
0,00
0,00




PROGRAMMA 05 – AREE PROTETTE, PARCHI NATURALI, PROTEZIONE NATURALISTICA E FORESTAZIONE
+50.000,00
0,00
0,00




SPESE CORRENTI
(-100.000,00)
(0,00)
(0,00)




L.R. 1984, N. 40 – NUOVE NORME PER LA ISTITUZIONE DI PARCHI E RISERVE NATURALI REGINALI
(-100.000,00)
(0,00)
(0,00)




SPESE IN CONTO CAPITALE
(+150.000,00)
(0,00)
(0,00)




L.R. 2018, n. 43 – Art. 11 – INTERVENTI NECESSARI ALLA VIVIFICAZIONE DELLE LAGUNE E DELL'AREA DELTIZIA DEL DELTA DEL PO
(+150.000,00)
(0,00)
(0,00)




MISSIONE 20 – FONDI E ACCANTONAMENTI
-50.000,00
0,00
0,00




PROGRAMMA 01 – FONDI DI RISERVA
-50.000,00
0,00
0,00




SPESE CORRENTI
(-50.000,00)
(0,00)
(0,00)




L.R. 2001, N. 39 - Art. 18 – ORDINAMENTO DEL BILANCIO E DELLA CONTABILITÀ DELLA REGIONE
(-50.000,00)
(0,00)
(0,00)








Tot. spesa
0.00
0.00
0.00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Metto in votazione l'emendamento n. A0030, presentato dall'assessore Calzavara, con il parere favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Missione 10 "Trasporti e diritto alla mobilità".
Emendamento n. A0024 presentato dal consigliere Montanariello, articolo 6, comma 1, lettera i), allegato 12, modificativo, che prevede:
All'Allegato 12 sono apportate le seguenti variazioni:

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge Regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

M10 TRASPORTI E DIRITTO ALLA MOBILITÀ
P1002 TRASPORTO PUBBLICO LOCALE

Titolo I Spese correnti

L.R. 25/1998 "Disciplina ed organizzazione del trasporto pubblico locale" Art. 20 e 32
+500.000,00
+500.000,00

M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P2003 ALTRI FONDI
Titolo 1 Spese correnti

L.R. n. 39/2001 Art. 20 "Fondi speciali" così come modificato dalla lettera c) del comma 1 dell'articolo 7
-500.000,00
-500.000,00
.........
.........
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Lo vuole illustrare? Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, si tratta di un emendamento importante, che nasce soprattutto da una trasversalità dei territori del bellunese, dove addirittura mi dicono che gli ordini del giorno propedeutici ad andare nell'indicazione di quello che noi oggi chiediamo con questi interventi sono stati votati non solo all'unanimità in decine di Consigli comunali, in realtà anche governate dal centrodestra, ma l'odg è stato votato ‒ se non erro, Presidente ‒ ieri anche nella Provincia di Belluno all'unanimità.
È un emendamento, quindi, che interpreta un'esigenza, una necessità del territorio, dove devo dire che molte Amministrazioni, accantonando anche, Assessore, il colore politico, hanno fatto sana lobby territoriale. Ripeto: ieri in Provincia e poi in tanti Comuni governati dal centrodestra hanno votato l'ordine del giorno che chiede quello che noi oggi concretizziamo con questo emendamento.
Ci sarebbe piaciuto essere in un altro momento storico, dove poter creare un filone di spesa diretto su questo, dove poter avere uno strumento per poter finanziare e dire che quei soldi vanno direttamente sul trasporto pubblico a Belluno. Ciò non toglie che il fatto di chiedere che vengano messi 500.000 euro nel capitolo del trasporto pubblico con la finalità "Pper l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza. L'incremento è finalizzato a sostenere i maggiori costi per gli abbonamenti del trasporto pubblico degli studenti della Provincia di Belluno" ... Nel bellunese, come sapete, il tema è stato oggetto di cronaca sulla stampa in questi giorni. C'è stato un momento in cui si riusciva a far fronte con altri filoni di finanziamento, provenienti da altri fondi attraverso la Provincia di Belluno e attraverso altre realtà, che permettevano, colleghi, nella realtà del bellunese, dove ‒ i colleghi lo sanno molto bene ‒ c'è una situazione estremamente difficile... Quando noi parliamo di 10, 20, 30, 40 chilometri e parliamo di una realtà ordinaria sotto l'aspetto infrastrutturale come la nostra, 20 chilometri hanno un tempo di percorrenza e delle condizioni anche stradali di un certo tipo. Parlare nel bellunese di 20 chilometri di percorrenza con determinate condizioni, anche nel periodo in cui la scuola è aperta, vuol dire che ci sono studenti che si devono alzare e prendere il mezzo alle 6 della mattina per poter arrivare in un orario consono che permetta loro di entrare nelle proprie scuole in orario per le lezioni.
Abbiamo fatto delle riunioni con diversi pezzi di società civile, anche del bellunese, in questi giorni. È evidente che quello strumento, che c'era, che permetteva all'Investi Scuola di avere un costo calmierato per gli abbonamenti, dove in qualche modo c'era una tariffa unica diffusa per tutta la Provincia, permetteva alle realtà più periferiche ‒ dove devi confrontarti, come dicevamo prima, con il disagio infrastrutturale e con la lunghezza del tempo che impieghi ‒ di avere un costo abbastanza calmierato, in modo tale che questo disagio che oggi si verifica per chi vive nelle zone montane vedesse come alleato il soggetto pubblico, che interveniva a sostegno.
Oggi questo strumento, colleghi, è venuto a mancare. Non si riesce più a intervenire sullo strumento dell'Investi Scuola. Colleghi, lo ripeto: sia i Comuni di destra che la Provincia di Belluno ieri hanno votato all'unanimità questo ordine del giorno. È una cosa che proviene prettamente dai territori, dove forse sono più a trazione destra e centrodestra che sinistra. Quindi, è del tutto laica la nostra presa di posizione.
Tentiamo di interpretare ‒ lo ribadisco come rafforzativo e non come ripetizione ‒ un'esigenza che viene dal territorio. Non avere più lo strumento dell'Investi Scuola nel bellunese crea un triplice problema. Primo: non essere vicini alle famiglie in un momento come questo in cui le tariffe stanno aumentando nel contesto socioeconomico di cui parlavamo prima (che vede un aumento di tutto, dalla benzina al carrello della spesa). Secondo: dare un segno di poca attenzione alla montagna. Guardate che la montagna non si tutela solamente facendo le leggi per la montagna, dicendo che vogliamo bene alla montagna e che la montagna è un patrimonio importante, che la governance di questa Regione, la Lega, la destra, Fratelli d'Italia e tutto l'arco istituzionale che governa questa Regione vuole tanto bene alla montagna, e dopo per 500.000 euro su una manovra di 31 milioni lasciamo i nostri studenti del bellunese a piedi.
Votare contro questo emendamento vuol dire votare contro la presa di posizione della Provincia all'unanimità e di tanti Comuni che lo hanno votato in questi giorni all'unanimità.
Il terzo problema che crea è che o si decide che in alcuni territori si investe seriamente o, se diciamo che su alcuni territori bisogna investire per avere un ritorno politico e alla prova dei fatti, dopo, ci sottraiamo dal mettere quattro bruscolini... Su una manovra di 31 milioni, 12 sono tornati dal risparmio che il Consiglio regionale ha fatto sui costi della politica, colleghi. 12 milioni che, se fossimo stati spendaccioni, non sarebbero ritornati nelle casse dei veneti. Con la stessa onorabilità ci vantiamo e ci premiamo dicendo che 12 milioni li abbiamo riportati da un risparmio politico che abbiamo fatto tutti nelle casse dei cittadini. Non possiamo dire, però, colleghi, che ci sono vicissitudini diverse.
Io faccio spesso emendamenti e discuto di trasporto pubblico. Ci sono dei contesti ‒ è qui presente l'Assessore, che conosce bene la realtà – dove tu puoi chiedere di darli a Venezia, alla realtà insulare. Sono partite territoriali, legittime, che ognuno di noi interpreta. Ma questa non è una partita territoriale. Questa è una partita di civiltà. Non finanziare per 500.000 euro, su una manovra di 31 milioni, l'Investi Scuola a Belluno, dove i nostri studenti si troveranno a fare i conti con una situazione territoriale difficile, chilometri che si percorrono nel quadruplo del tempo rispetto agli altri territori, con una situazione che rende difficoltoso raggiungere i plessi... Cari colleghi, vivere in montagna necessita di uno sforzo anche nel vivere l'infrastrutturalità che li circonda. Quanti studenti, in questa regione, delle scuole medie e superiori si devono alzare la mattina alle 6 per essere in classe alle 8? Quanti studenti, in questa regione, devono essere in un bus alle 6 per essere a scuola alle 8? E non meritano un segno di attenzione da parte nostra? Non meritano, colleghi, che facciamo finta, Presidente, di aver risparmiato, anziché 12 milioni, 11,5 milioni? Ascoltiamo quello che ci dice il territorio di Belluno, la Provincia di Belluno, che è di destra, i Comuni di Belluno, che sono di destra, e i cittadini di Belluno, che alle urne spesso premiano più voi che noi.
Urlo perché vedo dei comizi in corso durante l'Aula. Credo sia un "Montanariello urla di più per farti sentire". Urlo anche per rispetto di quelle Amministrazioni di Belluno che hanno condiviso in maniera trasversale politicamente questa finalità.
Colleghi, bocciare questo emendamento vuol dire andare contro la Provincia di Belluno, i Comuni di Belluno di destra, contro i cittadini della montagna di Belluno. Ragazzi, noi abbiamo scritto nell'emendamento che è vero che vanno sul trasporto, ma che si devono investire maggiori costi per gli abbonamenti del TPL degli studenti della Provincia di Belluno, l'Investi Scuola che non si riesce più a finanziare con altri filoni. Vi è andata bene finora che non avete avuto bisogno di darli voi, perché ci sono stati altri filoni di finanziamento. Quest'anno cercate di darli voi.
Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0024, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Presidente, vorrei lasciare a verbale che sull'emendamento precedente, il n. A0030, il mio voto era favorevole, non "astenuto".

PRESIDENTE

Perfetto. Lasciamo a verbale la dichiarazione della collega Brescacin.
Vi informo che è stato depositato l'emendamento n. A0037 da parte dell'assessore Calzavara. Diamo un quarto d'ora per eventuali subemendamenti.
Collega, prego.

Elisa CAVINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Vorrei che rimanesse anche per mio conto agli atti il mio voto favorevole all'emendamento n. A0030 perché, se non sbaglio, è stato fatto un errore.

PRESIDENTE

Va bene. Lasciamo a verbale.
L'emendamento n. A0033 presentato dai consiglieri Camani e Montanariello è ritirato.
L'emendamento n. A0025 presentato dalla consigliera Zottis è ritirato.
Missione 11 "Soccorso civile".
Emendamento n. A0012, pagina 28, presentato dalla consigliera Guarda, che prevede:
All'art. 6, comma 1, lett. i (Allegato 12) sono apportate le seguenti variazioni

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge Regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

Missione 11 "Soccorso civile"

Programma 1102 "Interventi a seguito di calamità naturali"

L.R. 01/06/2022, n. 13 "Disciplina dell'attività di protezione civile", articolo 25, comma 3.
+1.000.000,00
0,00
0,00

Missione 20 Fondi e accantonamenti

Programma 2001 Fondo di riserva

L.R. 39/2001, art. 18
-1.000.000,00
0,00
0,00

0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Avendo condiviso il percorso verso l'approvazione di un emendamento precedente in relazione al sostegno della candidatura della Val d'Alpone a patrimonio UNESCO, l'obiettivo adesso era quello sicuramente di ridurre il tempo di discussione, come da accordi in Ufficio di Presidenza.
Tuttavia, questo emendamento per me è particolarmente sostanziale perché prevede il sostegno alla Protezione civile, quindi un finanziamento ulteriore alla Protezione civile per la gestione degli interventi a seguito di calamità naturali. Stiamo vivendo in un'epoca ‒ e non è soltanto questa ‒ che ci mette di fronte a dei rischi ambientali e meteorologici evidenti, con una polarizzazione di periodi di siccità e periodi di grandi piogge che possono causare eventi avversi in relazione alla crisi climatica. Siccome dobbiamo aiutare la cittadinanza a stare al passo con il cambiamento in corso, definito dalla crisi climatica, di cui noi esseri umani siamo principali responsabili, è importantissimo riuscire a stanziare adeguate risorse per aiutare i cittadini a essere pronti ad affrontare questi momenti e pronti a rialzarsi dopo.
In questo si incardina la proposta di un aumento di risorse di 1 milione di euro per la Protezione civile, per gli interventi a seguito di calamità naturali. In questo periodo, in particolar modo, il tema è centrale. So che c'è un parere negativo, motivo per il quale ritiro questo emendamento. Lo dico, però, in preparazione del prossimo bilancio, in modo tale da essere consapevoli del fatto che questi eventi non devono essere dimenticati semplicemente perché non si palesano in ogni periodo dell'anno.
La preparazione dei cittadini è essenziale. Se da una parte c'è un'attività di prevenzione, l'attività di messa in sicurezza, l'attività di divulgazione sulle operazioni per mettersi in sicurezza e l'attività di sostegno a tutti coloro che si adoperano per agire prima, durante e dopo il fenomeno meteorologico avverso legato alla crisi climatica sono importantissime.
Ringrazio dell'attenzione. Spero che questo tema possa essere ripreso durante l'epoca del bilancio.

PRESIDENTE

L'emendamento n. A0012, pertanto, è ritirato.
Invito i colleghi ad indossare la giacca. Come ben sapete, è un obbligo per entrare in Aula.
Missione 12 "Diritti sociali, politiche sociali e famiglia".
L'emendamento n. A0018 presentato dalla consigliera Bigon è ritirato.
L'emendamento n. A0026 presentato dalla consigliera Zottis è ritirato.
L'emendamento n. A0031 presentato dalla consigliera Camani è ritirato.
Emendamento n. A0023 presentato dalla consigliera Luisetto, articolo 6, comma 1, lettera i), allegato 12, modificativo, che prevede:
All'Allegato 12 sono apportate le seguenti variazioni:

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge Regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

M12 DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA
P1204 INTERVENTI PER SOGGETTI A RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE

Titolo I Spese correnti

L.r. 5/2013 "Interventi regionali per prevenire e contrastare la violenza contro le donne"
+100.000,00
+100.000,00

M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P2003 ALTRI FONDI
Titolo 1 Spese correnti

L.R. n. 39/2001 Art. 20 "Fondi speciali" così come modificato dalla lettera c) del comma 1 dell'articolo 7
-100.000,00
-100.000,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Prego, collega.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

L'emendamento si inserisce nella legge regionale n. 5/2013 . In particolar modo, l'obiettivo era quello di finanziare e andare a rimpinguare e sostenere l'articolo 2, lettera e-bis), quindi la realizzazione di attività di carattere culturale e soprattutto educativo-formativo di sensibilizzazione in materia di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne.
Rientrerà, poi, questo, nel subemendamento previsto dalla Giunta, quindi siamo contenti. Tutto il Gruppo del Partito Democratico ha lavorato e sta lavorando moltissimo sul tema. È un tema centrale per i numeri che ci sono stati presentati nella relazione pochi giorni fa in Commissione: 3.450 donne accolte (dati 2021), 187 nelle case rifugio, con 185 figli. Si tratta di numeri in aumento, sempre più critici, che ci mostrano quanto sia fondamentale e prezioso il lavoro dei centri antiviolenza e delle case rifugio.
Con quali soldi svolgono questo lavoro, però? Con i 2,3 milioni che lo Stato dà e il costante milione di euro finanziato dalla Regione, che rimane una risorsa ferma. Non si è investito di più, nonostante i numeri crescenti.
L'obiettivo di questo emendamento, l'obiettivo del lavoro di queste settimane, ma di questi anni del Partito Democratico è proprio quello di ribadire quanto sia essenziale investire. Lo facciamo in un momento nel quale rimane sospesa una questione molto delicata, quella dell'intesa Stato-Regioni, che vede a rischio moltissime realtà dei centri antiviolenza e delle case rifugio nel nostro territorio. Siamo contenti che anche la presidente Brescacin abbia sollecitato la questione, dopo che lo avevamo fatto come Consigliere e come Gruppo intero del Partito Democratico, perché è una questione che ha bisogno di risposte. Al momento non ce ne sono. Sono sicuramente tardive. Si parla di un'intesa di settembre dello scorso anno, pubblicata in Gazzetta Ufficiale a novembre. Faccio riferimento a un solo criterio: se dovesse essere confermata così, per stessa ammissione dell'Assessore, andrebbe a colpire la metà, il 50% delle realtà del nostro territorio. Uno dei criteri è quello dell'obbligo di un call center attivo h24, che sta mettendo in grossa difficoltà i centri e le case rifugio. Perché? Perché ci vogliono risorse.
Tanto più in questo periodo, in questo quadro, che non può permanere, di incertezza, crediamo sia necessario dare un segnale, un contributo serio al lavoro che viene fatto sui territori. In particolar modo, nel quadro di questo contributo, sull'educazione, l'educazione all'affettività, l'educazione allo sviluppo dell'intelligenza emotiva e alla consapevolezza di sé e dell'altro, che nella scuola trova un interlocutore privilegiato. Un aumento delle abilità affettive e un lavoro rispetto alla relazione sana sono gli agenti che prevengono e aiutano a prevenire relazioni malate, che possono sfociare in violenza.
Siamo contenti che questo emendamento venga considerato nel subemendamento del relatore. Sottolineiamo l'importanza che questa prevenzione, che la formazione, che il lavoro che i centri e le case rifugio fanno nelle scuole stanno avendo. È anche l'occasione per ringraziarli e per sottolineare che 1 milione di euro ogni anno è troppo poco per il lavoro che fanno, sperando che questo segnale importante di aumento possa dare ancora più forza e ancora più coraggio a questa rete fondamentale.
L'emendamento è ritirato. Grazie.

PRESIDENTE

L'emendamento n. A0023, pertanto, è ritirato.
L'emendamento n. A0027 presentato dalla consigliera Zottis è ritirato.
Missione 13 "Tutela della salute".
Emendamento n. A0017 presentato dalla consigliera Baldin, allegato 12, modificativo, che prevede:
All'Allegato 12 sono apportate le seguenti variazioni:

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge Regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

MISSIONE 13 tutela della salute
PROGR. 1307

L.r. 23/2007 art. 8 co. 1 sviluppo e miglioramento dell'attività degli Spisal
+1.500.000,00
+............,00
+............,00

M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P01 FONDO DI RISERVA
L.R. n. 39/2001 , art. 18
-1.500.000,00
-............,00
-............,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
La collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0017, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Missione 15 "Politiche per il lavoro e la formazione professionale".
Emendamento n. A0016 presentato dalla consigliera Baldin, allegato 12, modificativo, che prevede:
All'Allegato 12 sono apportate le seguenti variazioni:

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge Regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

MISSIONE 15 politiche per il lavoro e la formazione professionale
PROGR. 1501 sostegno all'occupazione
L.R. 3/2009 disposizioni in materia di occupazione e mercato del lavoro
+1.250.000,00
+............,00
+............,00

M20 FONDI E ACCANTONAMENTI
P01 FONDO DI RISERVA
L.R. n. 39/2001 , art. 18
-1.250.000,00
-............,00
-............,00
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
La collega lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. A0016, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Missione 16 "Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca".
Emendamento n. A0013 presentato dalla consigliera Guarda, che prevede:
All'art. 6, comma 1, lett. i (Allegato 12) sono apportate le seguenti variazioni

MISSIONE
PROGRAMMA
Legge Regionale di spesa

2023
Variazione proposta

2024
Variazione proposta

2025
Variazione proposta

Missione 16 AGRICOLTURA, POLITICHE AGROALIMENTARI E PESCA

Programma 01 SVILUPPO DEL SETTORE AGRICOLO E DEL SISTEMA AGROALIMENTARE

L.R. 36 08/08/2019 Sostegno e promozione della coltivazione della filiera agroindustriale della canapa (CANAPA SATIVA L.)
+100.000,00
0,00
0,00

Missione 20
Fondi e accantonamenti

Programma 2001 Fondo di riserva

L.R. n. 39/2001 , art. 18
-100.000,00
0,00
0,00

0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Lo ritiro, ma serve per darci un remainder, che è il seguente: non si approvano leggi se poi non si è in grado di definire una strategia per fare in modo che queste leggi possano avere un effetto sul territorio.
In questo caso si parla della legge sulla promozione della filiera della canapa, un prodotto essenziale, che è stato parte della nostra storia ed è parte della storia di molte aziende, specialmente in Veneto, oggi. Una produzione in evoluzione in alcuni settori strategici, anche per la cura della persona, e non soltanto. Anche in ambito di sostenibilità. Naturalmente, è anche utile per il contrasto alle nostre emissioni e ai nostri danni ambientali, in particolar modo rispetto all'aria e al suolo.
Per questo motivo ritengo che porre l'attenzione su questa legge, che è stata approvata all'unanimità, sia essenziale. Questo lo dico in preparazione sempre del bilancio. Se oggi non c'è la possibilità di dare questo finanziamento, ma nel contempo ci sono aziende che cercano aiuto per riuscire a fare rete, ad acquistare le attrezzature necessarie per lo sfalcio della canapa, che sono diverse rispetto ad altre attrezzature, per ricercare anche ulteriori fondi e finanziamenti per la trasformazione di questo prodotto, queste aziende devono essere sicuramente supportate. Anche perché non possono accedere ai contributi del PSR a causa di una sottovalutazione del valore della canapa prodotta per ettaro.
PRESIDENTE
L'emendamento n. A0013, pertanto, è ritirato.
Emendamento n. A0029 presentato dall'assessore Calzavara, modificativo, che prevede:
L'allegato 3 dell'articolo 5 è così modificato:
SPESA

Missione Variazione proposta
Programma
Titolo
Competenza 2023
Competenza 2024
Competenza 2025




MISSIONE 01 – SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE
+300.000,00
0,00
0,00




PROGRAMMA 06 – UFFICIO TECNICO
+300.000,00
0,00
0,00




SPESE CORRENTI
(+300.000,00)
(0,00)
(0,00)




L.R. 1980, N. 6 – DISCIPLINA DEI SERVIZI DI APPROVVIGIONAMENTO, MANUTENZIONE E CONSERVAZIONE DEI BENI REGIONALI
(+300.000,00)
(0,00)
(0,00)




MISSIONE 05 – TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI
+50.000,00
0,00
0,00




PROGRAMMA 01 – VALORIZZAZIONE DEI BENI DI INTERESSE STORICO
+50.000,00
0,00
0,00




SPESE IN CONTO CAPITALE
(+50.000,00)
(0,00)
(0,00)




L.R. 1987, N. 44 – Art. 3 – DISCIPLINA DEL FONDO PER LE OPERE DI URBANIZZAZIONE
(+50.000,00)
(0,00)
(0,00)




MISSIONE 07 – TURISMO
+250.000,00
0,00
0,00




PROGRAMMA 01 – SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DEL TURISMO
+250.000,00
0,00
0,00




SPESE CORRENTI
(+250.000,00)
(0,00)
(0,00)




L.R. 2003, N. 11 - Art. 19 – SVILUPPO E SOSTENIBILITÀ DEL TURISMO VENETO
(+250.000,00)
(0,00)
(0,00)




MISSIONE 16 – AGRICOLTURA, POLITICHE AGROALIMENTARI E PESCA
+280.000,00
+200.000,00
0,00




PROGRAMMA 01 – SVILUPPO DEL SETTORE AGRICOLO E DEL SISTEMA AGROALIMENTARE
+100.000,00
+200.000,00
0,00




SPESE CORRENTI
(+100.000,00)
(+200.000,00)
(0,00)




L.R. 2013, N. 3 – Art. 28 – PROGRAMMA REGIONALE DI TUTELA DELLE DOMINAZIONI DI ORIGINE E DELLE INDICAZIONI GEOGRAFICHE PROTETTE VENETE
(+100.000,00)
(+200.000,00)
(0,00)




PROGRAMMA 02 – CACCIA E PESCA
+180.000,00
0,00
0,00




SPESE CORRENTI
(+180.000,00)
(0,00)
(0,00)




L.R. 1998, N. 19 – NORME PER LA TUTELA DELLE RISORSE IDROBIOLOGICHE E DELLA FAUNA ITTICA E PER LA DISCIPLINA DELL'ESERCIZIO DELLA PESCA NELLE ACQUE INTERNE E MARITTIME INTERNE DELLA REGIONE VENETO
(+180.000,00)
(0,00)
(0,00)




MISSIONE 20 – FONDI E ACCANTONAMENTI
-880.000,00
-200.000,00
0,00




PROGRAMMA 01 – FONDO DI RISERVA
-880.000,00
-200.000,00
0,00




SPESE CORRENTI
(-880.000,00)
(-200.000,00)
(0,00)




L.R. 2001, N. 39 – Art. 18 – ORDINAMENTO DEL BILANCIO E DELLA CONTABILITÀ DELLA REGIONE
(-880.000,00)
(-200.000,00)
(0,00)




Tot. spesa
0.00
0.00
0.00
Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
L'Assessore lo dà per letto.
Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0029, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0037, pagina 42 bis, presentato dalla Giunta, dall'assessore Calzavara, modificativo, che prevede:
L'allegato 3 dell'articolo 5 è così modificato:
SPESA

MISSIONE
Variazione proposta
PROGRAMMA
Competenza 2023
Competenza 2024
Competenza 2025
TITOLO




MISSIONE 05 – TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI
+178.000,00
0,00
0,00




PROGRAMMA 02 – ATTIVITÀ CULTURALI E INTERVENTI DIVERSI NEL SETTORE CULTURALE
+178.000,00
0,00
0,00




SPESE CORRENTI
(+178.000,00)
(0,00)
(0,00)




L.R. 2010, N. 11 - Art. 42 - PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE ALLA COSTITUENDA FONDAZIONE "ORCHESTRA Dl PADOVA E DEL VENETO"
(+28.000,00)
(0,00)
(0,00)
L.R. 2019, N. 17 - Art. 8 e Art. 36 - LEGGE PER LA CULTURA
(+100.000,00)
(0,00)
(0,00)
L.R. 2019, N. 44 – Art. 24 – INIZIATIVE VOLTE ALLA CANDIDATURA DELLA VALLE D'ALPONE ALLA LISTA DEL PATRIMONIO MONDIALE UNESCO
(+50.000,00)
(0,00)
(0,00)
MISSIONE 12 – DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA
+120.000,00
0,00
0,00




PROGRAMMA 04 – INTERVENTI PER SOGGETTI A RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE
+120.000,00
0,00
0,00




SPESE CORRENTI
(+120.000,00)
(0,00)
(0,00)




L.R. 2013, N. 5 – Art. 2 – INTERVENTI REGIONALE PER PREVENIRE E CONTRASTARE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
(+120.000,00)
(0,00)
(0,00)




MISSIONE 20 – FONDI E ACCANTONAMENTI
-298.000,00
0,00
0,00




PROGRAMMA 01 – FONDI DI RISERVA
-298.000,00
0,00
0,00




SPESE CORRENTI
(-298.000,00)
(0,00)
(0,00)




L.R. 2001, N. 39 - Art. 18 – ORDINAMENTO DEL BILANCIO E DELLA CONTABILITÀ DELLA REGIONE
(-298.000,00)
(0,00)
(0,00)




Tot. spesa
0,00
0,00
0,00




Per l'anno 2023 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza



Lo dà per letto.
Metto in votazione l'emendamento n. n. A0037. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 5.
Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 6.
Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 7.
Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 8.
Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo ultimo articolo perché poi nelle dichiarazioni di voto saranno i Capigruppo ad esprimere la loro opinione rispetto a questa manovra di assestamento.
È l'occasione, naturalmente, per ringraziare tutte le persone che hanno lavorato nel corso di questi mesi per arrivare all'approvazione oggi, tutti i Presidenti di Commissione che hanno corso per far sì che si arrivasse, prima della pausa estiva, all'approvazione di un provvedimento importante come questo, che mette a disposizione della struttura regionale 31 milioni di euro.
Ho ascoltato le relazioni, quella puntuale ed esaustiva da parte della collega Cestaro, e ringrazio gli interventi dell'opposizione, che comunque, come sempre, deve fare le pulci anche ai provvedimenti che la Giunta porta all'attenzione di questo Consiglio, cercando di mettere in evidenza delle sensibilità anche diverse. Credo che discussioni come quella fatta oggi permettano anche alla Giunta stessa di riuscire a comprendere i prossimi passi che si andranno a fare.
Quello che abbiamo fatto oggi è, di fatto, un modello ormai consolidato nel metodo che la Giunta, e poi il Consiglio, ha nel mettere a disposizione delle risorse che la Regione del Veneto ha. Quello che approviamo a dicembre normalmente è un bilancio che inevitabilmente ha alcune mancanze, che poi sappiamo nel corso dell'anno riusciamo, attraverso politiche come queste di assestamento, a rimpinguare, cercando di metterlo nelle condizioni che si continuino a garantire quelle risorse che fino ad oggi hanno permesso ai tanti attori che collaborano con la Regione e alle tante iniziative e alle missioni che gli Assessori portano avanti di vedere nel corso dell'anno realizzarsi il programma del presidente Zaia.
Un paio di cose. Non credo che ci sia in maniera semplicistica un metodo Cencelli per distribuire queste risorse. Sono analisi che si cercano di fare, comprendendo quelle che saranno le dinamiche anche successive del bilancio. Non è un caso che né l'assessore Marcato, che oggi è qui, né l'assessore Donazzan, che è stata oggetto di molte discussioni, non abbiano un euro all'interno di questo assestamento, perché abbiamo ritenuto, da questo punto di vista, in questa fase, di fare delle scelte pensando a delle urgenze o, comunque, a delle necessità e di puntare su alcuni settori che riteniamo in questo momento abbiano la necessità di avere risorse per andare a programmare la parte conclusiva dell'anno. Penso in particolar modo al turismo, penso in particolar modo al dissesto idrogeologico, penso in particolar modo ai lavori pubblici sugli interventi di Veneto Strade, piuttosto che nella garanzia di continuare a pagare il leasing dei treni che abbiamo comperato.
Quindi, alcune scelte si fanno andando, come ormai è tradizione, a rimpinguare i capitoli della cultura. Nella cultura, da questo punto di vista, dobbiamo cercare anche di comprendere come il percorso di transizione dalle leggi che avevamo, la legge n. 49 e la legge sull'identità veneta, verso la legge n. 17 deve avere anche un periodo di assestamento.
Collega Ostanel, stiamo cercando di comprendere qual è il fabbisogno, perché credo che sia importante, da questo punto di vista, comprendere che la legge n. 49 comunque ha bisogno delle risorse che oggi mettiamo a disposizione e che non bastano ancora rispetto alle richieste, e la legge n. 17 sta iniziando a farci comprendere quante ulteriori risorse dovremo ammettere all'interno di questa legge per dare quella capacità di risposta rispetto alla tanta creatività e alla tanta domanda di sostegno che c'è nella nostra Regione.
Un paio di passaggi su Fondazione Nord-Est. Credo che sarà un passaggio importante, quello che emergerà da questa indicazione, che molto probabilmente dirà alcune cose che forse sapete già o sappiamo già rispetto alla capacità di mantenere questi ragazzi all'interno del Veneto.
Da questo punto di vista ci riflettevo prima: se risolvessimo il problema di mantenere tutti nel Veneto con 13 milioni, risolviamo il problema? Secondo voi, se mettiamo 13 milioni, risolviamo il problema? Credo che il problema sia più complesso. È fatto di molte cose, sicuramente anche della capacità di dare garanzie di quelle che sono le borse di studio che da questo punto di vista potrebbero avere anche una capacità attrattiva nei confronti della nostra regione e degli atenei che abbiamo, ma non è l'unica soluzione.
Credo che quello che emergerà da questa ricerca sarà soprattutto, e credo che sia questo, poi, che interessi al Presidente, se ha dato questo incarico, non tanto quanti ragazzi gireranno il mondo dal Veneto nel corso dei prossimi anni, ma come garantire a loro il ritorno all'interno della nostra regione. Dopo un'esperienza fatta in giro per il mondo, che sicuramente li arricchirà in termini relazionali e di professionalità, la vera sfida è che il Veneto abbia, a distanza di anni, la capacità di riassorbirli, di dar loro quella qualità e quelle retribuzioni che si meritano e che trovano in giro per il mondo.
Sulle scuole secondarie, condivido il pensiero del collega Valdegamberi. Credo che ci sia, da questo punto di vista, un buon rapporto tra quello che investiamo e quello che risparmiamo. Poi, le risorse che andremo a trovare saranno sicuramente ulteriormente impegnate. Le richieste sono costanti. Questi 7 milioni non soddisfano le paritarie, ne vorrebbero altri come altri soldi sarebbero necessari sui buoni scuola.
Quello che sentivo un po' oggi da parte di tutti è cercare di capire quali sono le urgenze. All'interno di questo assestamento le urgenze sono quelle che vi ho detto prima. Sappiamo bene che nel corso dei prossimi mesi avremo altre sfide da affrontare e in particolar modo il tema dell'università, il tema degli eventi calamitosi e il tema che è stato trattato poco, se non nell'ultimo intervento del collega Montanariello, del trasporto pubblico locale, che è un altro settore sul quale dovremmo cercare di avere adeguate attenzioni, cercando di trovare delle risorse.
Credo che oggi con soddisfazione approviamo questo assestamento, che mette a disposizione delle risorse importanti del Consiglio regionale, e ringrazio per la disponibilità. Delle risorse vi sono anche ritornate e speriamo che siate in grado, nel corso dei prossimi mesi, di impegnarle. Quello che va compreso, da parte di chi farà le leggi in futuro, è che i soldi che abbiamo messo non è che vengono messi per un anno, vengono messi stabilmente. Sono soldi che inevitabilmente vengono tolti dalla disponibilità della Giunta nella sua discrezionalità. Crediamo che ci sia la possibilità anche per voi di dare sfogo alla creatività, alle urgenze e alle sensibilità che questo Consiglio regionale ha sempre dimostrato di avere.
Veramente grazie a tutti. Speriamo di rivederci tra qualche mese con delle novità importanti per quei settori che in questa fase non abbiamo sostenuto, ma abbiamo sicuramente attenzionato e a cui cercheremo di dare soddisfazione nei mesi a venire.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Apriamo la votazione sull'articolo 8. Non siamo in dichiarazione di voto. Siamo sull'articolo 8. Non lo abbiamo votato.
Metto in votazione l'articolo 8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sugli ordini del giorno.
ODG n. A0032

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello e Zottis relativo a "LA GIUNTA REGIONALE SOSTENGA LE POPOLAZIONI COLPITE DAGLI STRAORDINARI EVENTI METEREOLOGICI DELLA NOTTE TRA IL 19 E IL 20 LUGLIO 2023" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2023-2025". (Progetto di legge n. 214) APPROVATO (Deliberazione n. 80/2023)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
-nella notte tra il 19 e il 20 luglio 2023 buona parte del territorio veneto è stato interessato da straordinari eventi metereologici che hanno provocato numerosi danni a cose e persone;
-i danni maggiori, si sono registrati fra le provincie di Padova, Treviso, Vicenza e Venezia. Duramente colpita tutta la Riviera del Brenta.
-con proprio decreto n. 58 del 20 luglio 2023 il Presidente della Giunta ha dichiarato lo stato di emergenza regionale, estendendo quanto fatto il giorno prima per la Provincia di Belluno, anche per i territori della Città metropolitana di Venezia e delle Province di Padova, Treviso e Vicenza;
-con nota prot. n. 396305 del 24/07/2023, indirizzate ai Comuni ed agli Enti interessati dagli eventi calamitosi eccezionali, la Giunta regionale, per tramite della Direzione Protezione Civile, Sicurezza e Polizia Locale, ha avviato la procedura "di censimento quale prima quantificazione dei danni al patrimonio pubblico, e rilevazione indicativa dei danni afferenti al patrimonio privato ed alle attività economiche e produttive.".
Tenuto conto che:
- da una prima stima i danni ammontano a oltre 100 milioni;
- il Presidente della Regione ha dichiarato di aver inviato al Governo nazionale la richiesta dell'attivazione dello stato di emergenza nazionale.
Tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
a fare quanto possibile, ad integrazione di quanto verrà stanziato a livello nazionale, per reperire nel bilancio regionale le risorse necessarie a provvedere al totale ristorno dei danni subiti dal patrimonio pubblico e privato delle realtà interessate dagli straordinari eventi metereologici della notte tra il 19 ed il 20 luglio 2023.
Lo dà per letto.
Metto in votazione l' ODG n. A0032.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0035

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "LA GIUNTA È RESPONSABILE DEL TERRITORIO E DELLA SICUREZZA DEI VENETI, SCONGIURI UNA NUOVA CATASTROFE DOVUTA ALLA SUBSIDENZA E FERMI LE ESTRAZIONI DI GAS IN ADRIATICO". RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- in data 07.11.2022 la sottoscritta in qualità di prima firmataria, insieme ai colleghi Consiglieri Guarda, Ostanel, Lorenzoni e Zanoni, ha depositato la mozione intitolata "Il Governo vuole aumentare le trivellazioni in Adriatico, la Giunta tuteli il Veneto e dica "no"" sulla scorta della preoccupazione dovuta dalla possibilità, paventata dalla stampa, dell'emanazione di un Decreto-legge in deroga al blocco delle Trivellazioni in Alto Adriatico;
- Tali trivellazioni sono state bloccate perché causano il fenomeno della subsidenza e del conseguente cuneo salino (che nell'estate del 2022 ha risalito il Po per circa quaranta chilometri), senza contare i rischi per l'integrità degli ecosistemi marini;
- La mozione, premessa la necessità di risolvere la crisi energetica attraverso azioni volte allo sfruttamento di fonti di energia rinnovabile, chiedeva una presa di posizione forte da parte della Regione Veneto anche alla luce delle dichiarazioni del Presidente della Giunta Regionale "Trivelle nell'alto Adriatico, Zaia dice ancora no. Ma ci sarà un tavolo tecnico" (1);
- in data 18.04.2023 tale mozione è stata respinta con il voto contrario di tutti i componenti della maggioranza presenti;
- in data 25.07.2023 il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, durante il primo Forum delle energie rinnovabili Renewable Thinking a Saint-Vincent ha dichiarato "I primi giorni di settembre presento un decreto energia, all'interno ci metterò tutta una serie di interventi che dobbiamo assolutamente fare per riordinare un po' il quadro. Significa correggere una serie di cose, comunque adeguarle ai tempi. Compresa l'opportunità di utilizzare anche i giacimenti di gas dei nostri territori. Perché altrimenti corriamo il rischio, in alcune realtà in Adriatico, che peschino solo altri Paesi" (2);
- ne emerge un quadro preoccupante soprattutto per il territorio veneto che non può essere sottovalutato dalla Giunta e sul quale la stessa deve prendere una posizione netta individuando, già da ora, gli strumenti finanziari necessari a contrastare i fenomeni della subsidenza e del cuneo salino.
CONSIDERATO CHE
- l'allegato n. 11 del PDLR N. 214 "Assestamento al Bilancio di Previsione 2023-2025" prevede: i) il finanziamento per euro 300.000,00 alla L.R. n. 1/1975 "Interventi regionali di prevenzione e di soccorso per calamità naturali" al cui art. 4 co. 2 lett. b) si prevede la concessione di contributi per la riparazione o ricostruzione di opere idrauliche; ii) il finanziamento per euro 1.000.000,00 alla L.R. n. 7/2016 "Legge di stabilità Regionale 2016" art. 29 "misure per la prevenzione e la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico" la Giunta è autorizzata a realizzare interventi per far fronte ad eventi calamitosi;
- negli scenari previsti dal punto precedente rientrano senz'altro il fenomeno della subsidenza e la risalita del cuneo salino che distruggono tanto il patrimonio ambientale quanto il tessuto economico costituito dalle importanti realtà agricole presenti nei territori interessati da tale fenomeno.
Tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
anche in relazione ai prossimi cicli di bilancio, a continuare ad individuare le misure finanziarie idonee - aumentandole quando necessario - a contrastare, anche in riferimento ai possibili rischi di nuove trivellazioni nell'alto Adriatico, i fenomeni della subsidenza e del cuneo salino.
(1) https://www.ilgazzettino.it/nordest/rovigo/trivelle_adriatico_zaia_cosa_ha_detto_contrario_perfor azioni_subsidenza_terreno_polesine- 7048833.html
(2) https://nuovavenezia.gelocal.it/regione/2023/07/25/news/trivelle_alto_adriatico_veneto_contro_go verno-12963904/
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questo è un tema di stretta attualità, molto importante. Come sapete, si è deciso, o quantomeno si tratta di un pericolo molto vicino a quello relativamente alle trivellazioni nel nostro mare, quindi la richiesta che si fa con questo ordine del giorno è quella, visto che le trivellazioni, come sappiamo, comportano grossi problemi al territorio, quindi anche un problema di fondo che preoccupa i cittadini, di prevedere nei prossimi cicli di bilancio delle risorse, e se necessario aumentare quelle previste, per contrastare i fenomeni della subsidenza e del cuneo salino, che sono le peggiori conseguenze relative alle trivellazioni in mare.
Questo, anche rispetto a quanto diceva l'assessore Calzavara prima, parlando di dissesto idrogeologico e tutela del territorio, credo sia un intervento che i cittadini del Veneto si aspettano, quantomeno, se non riuscissimo a contrastare definitivamente il pericolo trivelle nel nostro mare, nel nostro territorio, che siano previsti degli indennizzi, delle misure, degli interventi, proprio per ridurre al minimo le conseguenze nefaste legate al tema delle trivellazioni.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Metto in votazione l' ODG n. A0035.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
è chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A0036

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Guarda relativo a "PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA E TUTELA DELL'ECOSISTEMA IRRIGUO: TUTELA E VALORIZZZAIONE DELLE RISPORGIVE E DELLE AREEE FORESTALI DI INFILTRAZIONE" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2023-2025". (Progetto di legge n. 214) APPROVATO (Deliberazione n. 81/2023)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
VISTO:
- l'art. 34 bis (Studi e ricerche in materia di bonifica e di irrigazione della legge regionale) della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 (Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio);
VISTE:
- la deliberazione di giunta regionale n. 1004 del 09 agosto 2022 "Predisposizione del progetto "Quadro conoscitivo sui bacini in cui invasare la risorsa idrica, ad uso irriguo ed ecosistemico". Collaborazione con ANBI Veneto."
- la deliberazione di Giunta regionale n. 178 del 24 febbraio 2023 "Approvazione del documento finale "Quadro conoscitivo sui bacini in cui invasare la risorsa idrica, ad uso irriguo ed ecosistemico. DGR n. 1004 del 9 agosto 2022";
OSSERVATO CHE:
- il documento "Quadro conoscitivo sui bacini in cui invasare la risorsa idrica, ad uso irriguo ed ecosistemico" illustra l'attività di raccolta e bacinizzazione delle acque quale fattore determinante e strategico per attenuare gli effetti del cambiamento climatico, articolandola nelle soluzioni progettuali analizzate ricondotte alle tipologie:
- cave dismesse dell'alta pianura non in falda, da destinare all'accumulo della risorsa idrica al fine di soddisfare esigenze di carattere irriguo consortile;
- cave dismesse della media pianura in falda, da destinare all' accumulo della risorsa idrica al fine di soddisfare esigenze di carattere irriguo consortile;
- nuovi bacini di accumulo da realizzare, da destinare all'accumulo della risorsa idrica al fine di soddisfare esigenze di carattere irriguo consortile;
- bacini di invaso a duplice funzione (laminazione/accumulo) da realizzare nella bassa pianura al fine di soddisfare esigenze di carattere irriguo consortile e di sicurezza idraulica;
- bacini comiziali di impianti irrigui a espansione accoppiati a parziale riconversione irrigua;
- bacini irrigui interaziendali e aziendali dell'alta, media e bassa pianura;
RILEVATO CHE:
- ANBI Veneto ha elaborato il documento "Le risorgive del Veneto. Strategia per la tutela e la valorizzazione di un patrimonio storico, culturale e ambientale." Nelle premesse di tale documento si legge che "La tutela dell'ecosistema irriguo, di cui nel Veneto gli ambienti di risorgiva costituiscono un esempio mirabile, diviene quindi di fondamentale importanza per tracciare un percorso di sostenibilità che consegni alle future generazioni un ambiente adattato alle esigenze climatiche che si vanno sempre più manifestando", cui conseguono le seguenti conclusioni: "La salvaguardia e il miglioramento della biodiversità sono sfide sempre più attuali e possono essere garantite solo dall'integrazione di diverse modalità di conservazione e di numerose azioni: in tal senso, è auspicabile l'attivazione di una serie di azioni di tutela e valorizzazione dell'intero sistema delle risorgive e dei corsi d'acqua da esse alimentati, che abbia lo scopo non solo di mantenere e salvaguardare una risorsa economica di primaria importanza, ma vada a esaltare una fruizione di carattere culturale e ricreativo a beneficio dell'intera collettività.
Accanto al ripristino funzionale delle risorgive, già avviato in alcune occasioni dai Consorzi di Bonifica, possono essere avviate campagne di sensibilizzazione sul valore e l'importanza di questi ambienti e iniziative per migliorarne la governance.
Tali azioni possono essere sostenute da finanziamenti più classici (come fondi europei, nazionali, regionali o locali) o sfruttare meccanismi di finanziamento innovativi, che prendono le mosse da nuove tendenze di policy e di mercato. Nello studio presente è stata quindi avanzata una proposta di governance e finanziamento innovativo per supportare la gestione, la manutenzione e il ripristino di questi habitat umidi, identificando, fra l'altro, il ruolo dei Consorzi di Bonifica in quanto enti interessati al loro mantenimento. I contenuti di questo report sono pertanto funzionali alla definizione di strategie e azioni a favore della gestione e della tutela dei sistemi di risorgiva, fornendo una base conoscitiva e metodo logica per favorirne un processo di valorizzazione a largo spettro."
RICHIAMATO, INOLTRE:
- il dossier "Le aree forestali d'infiltrazione (AFI)" (1) realizzato da Veneto Agricoltura e finanziata nell'ambito del Progetto "Riduzione del carico inquinante generato dai reflui zootecnici nell'area del bacino scolante della laguna veneta – RiduCaReflui" (Finanziamento Regione del Veneto, DGR n. 4031 del 30/12/2008).
RILEVATO CHE:
- nelle conclusioni del capitolo del dossier dedicato alla capacità di infiltrazione delle AFI si legge che "Ipotizzando un funzionamento dell'impianto per circa 200 giorni/anno e un andamento delle portate in ingresso e dell'infiltrazione simile a quello rilevato durante la fase di monitoraggio, si avrebbe una capacità di infiltrazione di circa 1.090.000 m3/ha/anno."
impegna la Giunta regionale
a valutare, nel prossimo ciclo di programmazione economico-finanziaria per il triennio 2024-2026, lo stanziamento sia di risorse dedicate alla implementazione delle aree forestali d'infiltrazione sia di fondi dedicati alla tutela e valorizzazione dell'intero sistema delle risorgive e dei corsi d'acqua da esse alimentati, al fine di mantenere e salvaguardare la ricarica delle falde, la conservazione delle acque piovane per garantire risorse idriche per il sostegno dei servizi idrico potabile, irriguo e produttivo, la prevenzione dei rischi idrogeologici e la tutela di habitat che si sono dimostrati risorsa economica di primaria importanza.
(1)https://www.venetoagricoltura.org/2012/03/editoria/le-aree-forestali-di-infiltrazione-afi-aa-vv-2021librocod-e470/
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Lascio la lettura del testo ai Consiglieri.
è, in realtà, una proposta di ordine del giorno che nasce dall'incontro avuto in Commissione Terza con la Fondazione Festari IPA Alto Vicentino in condivisione del progetto delle aree forestali di infiltrazione, progetto che è stato ribadito, studiato e pubblicato dalla stessa Veneto Agricoltura. Quindi, è un progetto della Regione del Veneto che ci aiuta con un solo ettaro di terreno a ricaricare la falda fino a 1 milione di metri cubi di acqua.
ANBI ha proposto alla Regione del Veneto una serie di attività e di iniziative da fare per il contrasto alla siccità e la garanzia della raccolta delle acque che, come sappiamo, anche grazie alla presentazione del progetto di legge del collega Andreoli, in Veneto l'acqua piovana non viene trattenuta per più del 4%. è importantissimo andare a creare e a curare le aree di infiltrazione e le aree di risorgiva, che insieme ci consentono di avere a valle, sia per la distribuzione acquedottistica, che per l'agricoltura, che per le attività produttive, acqua a sufficienza per gestire tutte le derivazioni e gestire tutte le concessioni di estrazione.
Per questo motivo, con questo ordine del giorno chiedo alla Giunta – e so di avere parere favorevole – di valutare nel prossimo ciclo di programmazione economico-finanziaria lo stanziamento sia di risorse dedicate all'implementazione delle aree forestali di infiltrazione, sia fondi dedicati alla tutela e valorizzazione dell'intero sistema delle risorgive e dei corsi d'acqua da essi alimentati, al fine di mantenere e salvaguardare la ricarica di falda, la conservazione delle acque piovane per garantire le risorse idriche per il sostegno del servizio idrico-potabile irriguo e produttivo, la prevenzione dei rischi idrogeologici e la tutela di habitat che si sono dimostrati essere risorsa economica di primaria importanza, come spiegatoci della stessa ANBI nella pubblicazione relativa alla valorizzazione delle risorgive.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per sostenere questo ordine del giorno della collega Guarda, perché effettivamente è una tecnica estremamente vantaggiosa, con delle potenzialità enormi per il territorio della Pedemontana veneta.
Credo, quindi, sia importantissimo che la Regione acceleri la sperimentazione e la diffusione di questo tipo di tecnica per l'infiltrazione e la ricarica delle falde. Diceva bene: si è arrivati ad avere 1 milione di metri cubi per ettaro. La stima che ci hanno fatto nell'audizione parlava di 30-40 milioni di metri cubi stoccabili in quel grande bacino che abbiamo sotto i piedi, con costi veramente molto, molto contenuti, e con la possibilità di dare reddito ai proprietari dei terreni per un periodo sufficientemente lungo. Credo quindi che abbia solo aspetti positivi e sia decisamente una tecnica superiore rispetto a qualsiasi altra alternativa di stoccaggio dell'acqua.

PRESIDENTE

Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È un ordine del giorno che condividiamo, perché questa è una tecnica che deve essere implementata anche nella nostra Regione, perché, di fronte all'emergenza idrica, bisogna utilizzare tutte le nuove tecnologie e quella proposta da questo istituto è utile e deve essere assolutamente implementata. Ecco perché questo ordine del giorno, a mio avviso, dovrebbe trovare l'approvazione del Consiglio regionale.
Tra l'altro, in sede di partito, abbiamo inserito, tra le varie proposte per combattere la siccità, proprio questo punto, perché dobbiamo fare tutto il possibile per essere pronti a quei periodi di siccità che mettono e hanno messo in crisi non solo l'attività agricola, ma una serie di attività che sono fondamentali per la vita di tutti i giorni.

PRESIDENTE

Metto in votazione l' ordine del giorno n. A0036.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. A0038

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Ostanel e Camani relativo a "LA REGIONE INTERVENGA PER GARANTIRE LE BORSE DI STUDIO A TUTTI GLI STUDENTI IDONEI MA ANCORA NON BENEFICIARI" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2023-2025". (Progetto di legge n. 214) APPROVATO (Deliberazione n. 82/2023)

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- Per l'anno accademico 2022-2023 gli studenti universitari che hanno richiesto la Borsa di Studio e sono risultati idonei sono 17.606, di questi il 20,71%, 3.646 ragazzi, risulta NON beneficiario a causa dell'esaurimento delle risorse economiche.
- Per l'anno accademico 2022-2023 risultano mancanti risorse pari a circa 13,8 milioni di euro per finanziare le borse di studio universitarie di coloro che sono risultati idonei.
- Nel solo Ateneo di Padova ad oggi gli studenti idonei non beneficiari sono 1.946, pari circa al 17,39% degli idonei.
CONSIDERATO CHE
- Secondo il "Rapporto Statistico 2023" in dieci anni i ragazzi emigrati all'estero dal Veneto sono raddoppiati, arrivando a 4.500 nel solo 2021, di cui la metà laureati. Il Veneto è tra le prime regioni in Italia per numero di espatri.
- Secondo l'Istat i dati relativi all'attrattività delle università del Veneto, calcolato con il rapporto tra saldo migratorio degli studenti e totale immatricolati (%), per l'anno 2020 presentano un saldo negativo con -15,27%, collocandosi al 12° posto tra le Regioni d'Italia, conseguenza anche della mancanza di investimenti della Regione su borse di studio e servizi agli studenti quali gli alloggi.
- L'articolo 1 della Legge Regionale 8 del 1998 riporta che "In attuazione degli articoli 3 e 34 della Costituzione ed in conformità ai principi dettati dalla legge 2 dicembre 1991, n. 390, la Regione del Veneto disciplina l'attuazione del diritto allo studio al fine di garantire, nell'ambito delle proprie competenze, l'accesso e la frequenza ai corsi universitari e post-universitari a studenti capaci e meritevoli anche se privi di mezzi."
impegna la Giunta regionale
ad individuare, come espresso nella discussione nelle commissioni consiliari in vista dell'approvazione del provvedimento in oggetto, le risorse necessarie a coprire tutti gli idonei non beneficiari al prossimo assestamento di bilancio.
Non è ammessa discussione perché è stato depositato dopo la chiusura della discussione generale.
Apriamo la votazione.

Ass.re Francesco CALZAVARA

No, scusa, abbiamo bisogno...

PRESIDENTE

Se nessuno me lo dice.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Posso?

PRESIDENTE

Prego, Assessore.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Trovo, però, essenzialmente da sostituire dove è scritto "tutti" con "il più alto numero possibile di idonei beneficiari" e poi "nel prossimo bilancio di assestamento".

PRESIDENTE

Assessore, può spiegare meglio?

Ass.re Francesco CALZAVARA

Al posto di "tutti" mettere "il più alto numero possibile di idonei beneficiari". Credo che sia così. Adesso non lo trovo. Ecco, è così: "Le risorse necessarie a coprire il più alto numero possibile di idonei non beneficiari nel prossimo assestamento di bilancio".

PRESIDENTE

Metto in votazione l' ordine del giorno n. A0038, così come modificato dall'assessore Calzavara.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sul provvedimento.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Grazie della discussione che c'è stata, che credo sia stata utile. Grazie anche per la presenza dei rappresentanti della Giunta. Credo che, però, il risultato a cui arriviamo sia un po' esiguo: esiguo nella misura in cui io sono grato all'assessore Calzavara che si è speso per cercare di dare delle risposte. Ci sono 300.000 euro complessivi che vengono messi a disposizione delle richieste che erano state fatte. è una cifra di cui siamo sempre grati, ma è una cifra molto piccola rispetto ai, se vogliamo, senza usare il Cencelli, ma andando a vedere, 12 milioni restituiti alla Giunta. Se pensiamo a un quinto di quelli, un quinto di quelli erano 2,5 milioni e c'è un 10% messo a disposizione delle forze di opposizione. Quindi è poco.
È chiaro che poco è meglio di niente, però io credo che l'attenzione verso le questioni che sono state poste dai colleghi di opposizione debba essere tenuta in grande considerazione se non ora, nel prossimo assestamento, nel prossimo bilancio. Questo lo chiedo.
Per quanto riguarda le borse di studio, che è uno dei temi forti e come universitario sento quest'urgenza, è vero che non è una condizione sufficiente per trattenere gli studenti, però sicuramente è una condizione necessaria.
Se non siamo in grado di dare le borse e altre Università sono in grado di dare le borse, con certezza non avremo questi studenti a studiare nella nostra Regione. Per cui, veramente invito a prendere un'azione perché questa condizione necessaria sia attuata. Poi, tutte le altre condizioni che sono sufficienti perché i ragazzi stiano qua verranno trovate.
Il rammarico ancora una volta c'è. Siamo consapevoli che la coperta è corta, ma ancora una volta questa coperta corta non è stata portata in nessuna direzione. Per cui, non si danno delle risposte efficaci a nessuno dei temi elencati bene dall'assessore Calzavara, dai trasporti, alla sanità, al sociale, alla scuola e così via. A nessuno di questi si riesce a dare una risposta esaustiva.
La mia sollecitazione è che si inizi a fare delle scelte. Una volta sarà un settore, una volta sarà un altro; ma se non iniziamo a fare delle scelte, a sistemare alcuni dei settori che oggi soffrono, questa Regione continuerà a vedere ingigantire alcuni temi su cui è fragile.
Per cui la sollecitazione che faccio è proprio quella: individuate dei temi su cui dare delle risposte efficaci e iniziamo a prendere in mano le urgenze che stanno crescendo di fronte ai bisogni dei nostri cittadini.
Il voto non può essere favorevole, ovviamente, perché insoddisfacenti le risposte date, ma comunque resta la gratitudine per la discussione.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la capogruppo Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Il mio voto sarà contrario, in maniera convinta, perché il finale di questo film dell'horror in realtà non lo abbiamo visto oggi, viene posticipato a ottobre, con il prossimo assestamento.
Oggi abbiamo votato l'ennesimo impegno rispetto alle borse di studio; vedremo davvero quel giorno, a ottobre, o quando sarà, quale sarà questo range di idonei non beneficiari che riusciremo a finanziare, perché tutto sta lì.
Oggi parliamo di 3.646 ragazzi in Veneto che non hanno la borsa di studio. Vedremo a che numero riusciremo ad arrivare in base alla proposta votata oggi di questo ordine del giorno. Il tema però rimane. Rimane che oggi abbiamo fatto una scelta, avete fatto una scelta: quella di dire che con una coperta corta, nella scelta delle priorità erano più importanti gli studenti di famiglie... Poi farò un appunto sul tema del risparmio dello Stato, perché io ho una visione molto diversa.
Oggi abbiamo deciso di dare priorità al sostegno del buono scuola a delle famiglie che potevano scegliere e possono scegliere, magari, di mandare il figlio alla scuola pubblica, che per fortuna in Italia è una scuola che funziona e che, anzi, forma benissimo le persone che ci vanno. Figuriamoci se fossimo in un Paese dove invece la privatizzazione della scuola pubblica avrebbe portato noi tutti a dover scegliere di andare nella privata. La questione non è di dire che chi manda i figli nella scuola privata sbaglia e chi li manda nella pubblica invece fa bene. Il punto è che, come legislatori, fare un ragionamento per cui facciamo risparmiare lo Stato perché mandiamo i figli alla scuola privata, io credo che sia un ragionamento molto, molto pericoloso. Sa perché, Assessore? Perché se lo spostiamo sulla sanità... Facciamo l'esempio sulla sanità. Tantissimi dicono: "Ma io vado a curarmi nel privato e faccio risparmiare lo Stato". Ma pensa che un sistema sanitario pubblico, e la scuola è simile, venga potenziato o depotenziato se facciamo questo ragionamento? Viene depotenziato, io credo, e non lo dice la consigliera Ostanel, lo dicono per fortuna i legislatori che in questo Paese negli anni hanno sostenuto il fatto che dovesse esserci un sistema pubblico dell'istruzione e un sistema pubblico della sanità. Davvero spero che il pensiero non sia quello che mandando i figli alla scuola privata o curandosi nel privato noi facciamo risparmiare lo Stato, perché è un pensiero pericoloso, che fa di questa Regione, se la si pensa così, l'avamposto per andare verso la privatizzazione, in questo caso anche del sistema dell'istruzione.
Davvero vi chiedo un ragionamento fino su questo punto, perché io credo sia invece un ragionamento molto, molto pericoloso.
Noi oggi abbiamo scelto questo. Abbiamo scelto di prendere 3 milioni di euro e di finanziare la possibilità, almeno in parte, del buono scuola per mandare i figli alle scuole paritarie del sistema secondario e dell'istruzione superiore. Non abbiamo scelto invece il fatto che sapevamo già di avere 3.646 ragazzi che avevano bisogno di una borsa di studio perché meritevoli per studiare all'università – e quindi collegandosi anche al tema dell'esodo, che poi riprenderò – e non lo abbiamo fatto.
Il voto, quindi, non può essere favorevole ad una manovra che sceglie questa priorità, perché è una priorità, io credo, sbagliata e miope, perché oggi l'urgenza è un'altra. La domanda vera è: quella famiglia avrebbe potuto mandare lo stesso a scuola il proprio figlio? Sì, nel pubblico perché, se va a chiedere un beneficio nel privato è per pagare una retta che in realtà nel pubblico non esiste. Invece per l'Università è diverso e ci sono persone, come gli studenti fuori sede, che hanno bisogno di avere un finanziamento invece per sostenere le spese e le tasse universitarie che esistono anche nel sistema pubblico. Fossimo in un mondo in cui le tasse universitarie fossero gratuite forse faremmo un ragionamento diverso.
La priorità quindi è sbagliata. Due, il voto contrario è di nuovo, e lo ripeto, per il fatto, ne parlavamo anche adesso qui con l'assessore Corazzari, che si sono fatte delle scelte sbagliate – lo volevo dire, con la sua presenza qui – sul comparto della cultura, nuovamente. Lo ripeto, l'ho detto tre volte, ma immagino e spero che a forza di parlare in un'Aula le cose cambino. Se noi decidiamo di mettere 1 milione di euro su una legge, la n. 49, e oggi non decidiamo di mettere almeno 500.000 euro, che era il minimo sindacale per arrivare a scorrere una graduatoria che esiste ed esiste perché abbiamo approvato una legge cultura, ecco, questa è un'altra scelta assolutamente sbagliata, che dà un messaggio sbagliato fuori di qua. Ma non lo dà fuori di qua perché l'ha detto la consigliera Ostanel, lo dà fuori di qua perché la Commissione Cultura ha votato all'unanimità, ancora un anno e mezzo fa, un ordine del giorno che diceva che non solo dovevamo attuare la legge cultura, ma dovevamo darle la possibilità di avere i fondi necessari.
Oggi confermiamo il fatto che i fondi necessari non ci sono. E non accetto e non posso accettare la risposta, Assessore: stiamo valutando. Sa perché? Lo so perché lo dice, ma sono due anni che abbiamo i dati e i dati fanno vedere fabbisogni chiari. Quest'anno 701.000 euro, quindi il fabbisogno è già chiaro, ma vengono fatte domande per 700.000 euro in più. Se vogliamo proprio pensare che gli ultimi tre che hanno preso venti punti sono progetti magari non forti, potremmo dire che 600.000 euro sono quello che manca quest'anno. L'anno scorso mancavano 500.000 euro all'appello. Facendo un rapido calcolo, 1 milione di euro in più minimo deve andare nella legge cultura ogni anno, che sono esattamente i soldi che, invece, decidete di mettere sulla legge n. 49.
I temi sono due: o li spostate da una parte e li mettete dall'altra, oppure trovate fondi aggiuntivi per dare dignità alla legge cultura. Non ci sono altre vie d'uscita. Altrimenti, usciamo da qui e decidiamo che la legge cultura, che è stata approvata e che avete voluto, va cancellata. Io preferisco sinceramente che qui fuori gli operatori della cultura dicano: "Va beh, non c'è margine, sappiamo di non poter lavorare in questa Regione", e metteranno, come tanti hanno già fatto, la loro sede legale in altre Regioni, come la Regione Friuli-Venezia Giulia, che, ripeto, ha un bilancio sulla cultura che è praticamente il quadruplo del nostro. Ma almeno gli diciamo la verità, ovverosia: questa non è una Regione che vuole promuovere e sostenere gli operatori culturali e i Comuni che promuovono la cultura, perché della cultura non si mangia e non ce ne frega nulla. Io preferisco questo, piuttosto che aver approvato una legge cultura, continuare ogni volta in questo film, e ripeto questa metafora perché poi chiudo con la parte magari positiva di questa discussione, che non arriva mai a una fine. È come quando abbiamo un film di fronte e cerchiamo di capire se andrà bene o andrà male. Ecco, io finora non ho ancora capito sul tema degli idonei non beneficiari e sul tema della cultura quale sarà l'esito, perché è due anni che posticipiamo.
La parte positiva? La metafora del film. Siamo riusciti a pensare e a far capire che il tema dell'emergenza cinema esiste, abbiamo inserito nel maxiemendamento 100.000 euro dentro la legge cultura per l'articolo che è dedicato alle sale cinema, però anche qui andrà fatto un ragionamento sul fatto che probabilmente questa manovra, che esiste e che oggi abbiamo potenziato, non basta, perché stiamo vedendo i cinema chiudere, non soltanto perché le persone semplicemente non vanno più al cinema, ma anche perché forse quello che sta accadendo a livello distributivo fa sì che le persone abbiano cambiato il loro stile nell'approcciarsi ai film, ragion per cu quei luoghi devono essere ripensati e fare cose diverse.
Altre Regioni si sono già mosse in questa direzione, penso alla Regione Lombardia, che è uscita con una bella delibera di Giunta a sostegno di quelle sale cinema che vogliono fare un mix di attività, prevedendo, sì, la sala cinematografica, ma anche una sala concerti, una sala dibattiti, una biblioteca. Ecco, usiamo quei luoghi per fare anche altro, per permettere agli operatori di tenere aperte le sale e di non dedicarsi solo alla cinematografia. Quindi, se la Regione Lombardia ha messo una dotazione economica finanziaria a sostegno di queste progettualità, non vedo perché non lo possa fare anche la Regione del Veneto.
Bene, quindi, i 100.000 euro per i biglietti e per le iniziative di promozione per invogliare le persone a continuare ad andare al cinema, ma penso che, per il prossimo bilancio, dovremo fare un ragionamento su progettualità assolutamente innovative, per permettere alle sale cinema, come è accaduto alla Multisala MPX di Padova, ma anche ad altre, di non rimanere chiuse, ma di riuscire a portare avanti, invece, attività assolutamente diverse.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Assessore, in ogni occasione della sessione di bilancio di previsione ci spiega che il nostro problema è che abbiamo poche risorse disponibili, ci parla di un conto spannometrico di 60 milioni, e noi su quei 60 milioni proviamo ad avanzare alcune proposte, proviamo a costruire politiche pubbliche. Adesso, però, stiamo discutendo una manovra di 31 milioni. Dunque, se facciamo la proporzione, non è proprio poco. Peraltro, è la prima manovra di assestamento, perché sa meglio di me che tra due o tre mesi arriverà la seconda manovra di assestamento, che ottimisticamente potrebbe avere le stesse quantità. Quindi, intanto iniziamo a sgombrare il campo da un equivoco: noi procediamo a step, a tranche, perché voi decidete che sia così, perché voi ritenete che i bilanci delle Istituzioni, degli Enti locali, in questo caso della Regione, debbano essere gestiti per step. Questo è il primo limite che noi vediamo. Lo abbiamo detto in fase di rendiconto, lo ribadiamo anche oggi.
L'idea di dover sempre costruire e immaginare le politiche pubbliche contando pezzetti di risorse volta per volta è un limite, prima di tutto per voi, nella capacità che abbiamo di costruire politiche di medio e lungo periodo e nella capacità che abbiamo di incrociare le necessità e di intervenire in maniera efficace sui problemi.
Lei ha detto, Assessore, che le vostre priorità noi le abbiamo capite. Del resto, sono scritte e lei le ha anche citate. Prima di tutto il turismo. Però, assessore Caner, non è che l'hanno fatta ricca, le hanno confermato le solite risorse degli altri tempi. Allora, ho cercato di farvi notare che rispetto al comparto turistico quest'anno qualche difficoltà in più, dovuta alle necessità collegate al meteo, potremmo averla. Invece, sul turismo confermate esattamente tutto quello che avveniva in passato, come sempre non affrontando le grandi questioni che, invece, lo sviluppo turistico sostenibile ci imporrebbe di sostenere.
Lei ha indicato come seconda priorità il dissesto idrogeologico. Anche qua, condividiamo. Tuttavia, mi consenta di dirle, Assessore, che è un po' tardiva come preoccupazione. Infatti, mentre decidiamo di investire risorse sul dissesto idrogeologico, la nostra Regione cola a picco di fronte agli eventi calamitosi naturali. Peraltro, è un intervento che dovrà scontare, da qua ai prossimi mesi e ai prossimi anni, il cambiamento della programmazione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che il Governo sta discutendo in queste ore in Aula, confermando tutta l'incertezza e l'inadeguatezza della nuova programmazione del PNRR di questo Governo. Faccio semplicemente notare i drammi che dovremo affrontare da qua ai prossimi mesi come Regione e come supporto agli Enti locali per i tagli assolutamente non calcolati, non previsti e non compensati nel cambio di programmazione del PNRR.
Lei ha anche parlato degli interventi di Veneto Strade. Diciamocelo chiaramente, Assessore: i milioni che mettete in Veneto Strade, come abbiamo già avuto modo di dire in Commissione, servono per rifare le asfaltature per il Giro d'Italia, nel 99% dei casi. L'ha detto l'assessore De Berti in Commissione. Va benissimo, sappiamo che, se c'è il Giro d'Italia, si rifanno le strade. Ma non può essere questo l'orizzonte di priorità che ci diamo, disponendo di risorse economico-finanziarie che sono, nei fatti, la metà di quelle che abbiamo durante il bilancio di previsione.
Queste sono le ragioni per cui noi abbiamo sostenuto, durante questa discussione, che a nostro giudizio in questa manovra di assestamento, come peraltro nella manovra previsionale, ci sia una sostanziale sottovalutazione da parte di questa Giunta delle grandi questioni e delle grandi criticità che ci troviamo ad affrontare. Le cito per titoli. La prima è la grande questione sociale. Abbiamo parlato mille volte in quest'Aula dei problemi legati alla sanità e di come anche la sanità veneta sia ormai costretta a fare i conti con dei nodi e delle criticità rispetto ai quali non si può rincorrere sempre l'emergenza. Abbiamo oggi parlato della grande questione della scuola pubblica e di come in questa Regione servirebbero risorse e investimenti di tutt'altro tenore in questo fondamentale comparto. Abbiamo parlato del tema dell'università e di come noi dobbiamo essere più pronti a offrire risposte concrete agli studenti universitari. Io non so cosa ci dirà la Fondazione Nord Est rispetto ai giovani che emigrano. Diciamo che la delibera è di dicembre 2022, spero che la relazione nelle mani del Presidente sia già arrivata. Aspetteremo. Abbiamo parlato del grande tema della casa, questione oggi affrontata dal vicepresidente Montanariello, tema con cui dovremo fare i conti nei prossimi mesi. Glielo anticipo. Abbiamo parlato di tutte le azioni per il contrasto della povertà, che sono totalmente assenti da questa programmazione. C'è il grande tema che riguarda lo sviluppo e la sostenibilità che vogliamo dare a questa Regione. A me che l'assessore Marcato non abbia fondi in questa manovra di bilancio non mi lascia serena. Avrei, anzi, voluto vedere un'indicazione più precisa e più chiara di quali sono le politiche industriali che questa Regione intende mettere in campo, con le risorse proprie e con le risorse che avrebbero potuto arrivare dall'Europa e dallo Stato.
A me non sfugge il fatto che, di fronte a risorse scarse, la politica deve assumersi la responsabilità di fare delle scelte. Dunque, annunciamo il voto contrario a questo provvedimento perché, assumendo quello che ci dite, cioè che le risorse sono scarse, a nostro giudizio le scelte che ci proponete non sono adeguate alle necessità che stiamo affrontando.
Anche nel nostro caso, a proposito di manovre emendative alla manovra di assestamento, avevamo risorse scarse, molto scarse. Tuttavia, noi abbiamo fatto una scelta diversa, non semplice, non facile: anziché distribuire tanti piccoli interventi a pioggia, che magari avrebbero accontentato più soggetti, abbiamo pensato di concentrare le poche risorse di cui ci avete offerto la disponibilità su due linee di intervento. Voglio sottolinearlo perché, ovviamente, sono cento le priorità che indichiamo e che vi indichiamo ogni volta. Noi ne abbiamo scelte due, che vi vorrei, davvero molto brevemente, illustrare.
La prima linea di intervento riguarda le politiche contro la violenza sulle donne. Lo abbiamo fatto perché siamo convinti che questa sia una criticità vera, un'emergenza democratica vera, che coinvolge il nostro Paese, ma in generale le società occidentali e le società moderne. Pensiamo che se ne parli sempre troppo poco, pensiamo che sia diventato un argomento attorno a cui a parole tutti si dichiarano interessati, ma poi nei fatti concreti troppo spesso l'agenda politica è distante anni luce da questo fenomeno. Abbiamo sollevato questo tema poche settimane fa, quando abbiamo fatto presente alla Giunta che c'è quella piccola questione che si chiama "intesa Stato-Regioni", che ha modificato a livello nazionale e con l'accordo di tutte le Regioni, all'unanimità, quindi inclusa la nostra, i criteri che i centri antiviolenza e le case rifugio dovranno rispettare per poter accedere ai contributi statali e regionali. Vi abbiamo invitato a prestare attenzione, perché con quei nuovi criteri, che anche voi Regione del Veneto avete accettato, più della metà delle strutture della nostra Regione che contrastano la violenza sulle donne non potranno più accedere ai contributi.
È un modo, quindi, per accendere un faro vero su una questione che non può essere soltanto uno slogan che pronunciamo all'unanimità il 25 novembre. Siccome sappiamo che la violenza sulle donne è prima di tutto una questione culturale, abbiamo chiesto e ottenuto dalla Giunta un maggior impegno attorno alle attività di educazione, di formazione e di sensibilizzazione riguardo alle iniziative di contrasto alla violenza sulle donne. Abbiamo ottenuto uno stanziamento di 120.000 euro per finanziare i progetti che le operatrici e gli operatori che si occupano di contrasto del fenomeno della violenza sulle donne potranno mettere in campo, in particolar modo in collaborazione con le scuole e gli istituti scolastici. E qui torna il tema di come la scuola possa essere vettore non soltanto di integrazione sociale, ma anche di diffusione di una cultura di giustizia e di equità.
La seconda linea di intervento su cui abbiamo scelto di investire le scarsissime risorse di cui ci avete offerto la disponibilità riguarda il settore della cultura, proprio per dare un contributo, un segnale, anche in questo caso un'indicazione di rotta, e lo abbiamo fatto non disperdendo le risorse in tanti piccoli interventi, un po' la legge n. 17, un po' la legge n. 49, un po' la legge n. 40, un po' i grandi eventi, ma concentrandole e scegliendo di investire in un unico filone, che è quello della cultura audiovisiva e dell'attività cinematografica, una delle tante emergenze, mi rendo conto, del comparto cultura, ma che forse oggi ci può consentire di incrociare un'emergenza, quella della crisi del comparto cinematografico, che però non finisce qua. Sappiamo perfettamente, infatti, che la crisi del comparto cinematografico è solo in minima parte affrontabile attraverso l'erogazione di contributi straordinari, ma richiede, invece, una valutazione più complessiva di tutto il settore.
Noi, quindi, abbiamo fatto così: abbiamo cercato di corrispondere alle cose che vi diciamo sempre che, secondo noi, voi non fate bene provando, con le nostre difficoltà, i nostri limiti e le nostre risorse limitate, a farvi vedere come faremmo noi le cose se fossimo al posto vostro, facendo la fatica di scegliere tra tante priorità e cercando quelle che tra tutte oggi meriterebbero, a nostro giudizio, una risposta più efficace.
Sulla base di tutte queste valutazioni, non possiamo ovviamente che dichiarare il voto contrario alla proposta nel suo complesso.

PRESIDENTE

Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente e gentili colleghi.
Il Gruppo di Fratelli d'Italia, invece, voterà a favore e lo farà convintamente, dichiarandosi soddisfatto della manovra. Lo fa perché sostanzialmente quest'Aula ormai conosce da due anni questo modo di approcciarsi a tutte le manovre di bilancio, dal bilancio di previsione all'assestamento, all'approvazione del rendiconto, dove di fatto l'esercizio dell'opposizione è quello di guardare a ciò che manca, cercando in qualche modo di oscurare ciò che è stato fatto e potenziato.
Vi è, però, un punto che va, secondo noi, evidenziato in maniera chiara, che ha dato fastidio in Commissione, ha dato fastidio negli allegati del rendiconto, ha dato fastidio a tanti, ma non ha dato fastidio ai veneti. Parto da alcune considerazioni sulle scelte di gestione del bilancio, Assessore, che questa opposizione ha poc'anzi definito come la volontà di agire di un bilancio a step, quasi a voler denunciare una mancanza di visione, di programmazione, quando invece è tutt'altro, facendo finta di non ricordare le dichiarazioni fatte in Commissione dall'Assessore al bilancio su tanti temi, borse di studio, trasporto pubblico locale. Non a caso, alla fine di ogni rendiconto, nell'ultimo ancora in maniera molto più evidente e palese, si scopre puntualmente che il giudizio degli organi di controllo e di chi oggi ha il compito di valutare è sempre positivo.
I giudizi sono due, Assessore. Il primo è il parere tecnico-contabile del Collegio dei Revisori dei conti e il parere della Corte dei conti, che hanno visto plaudire questo modo di gestire il bilancio. L'hanno fatto nella relazione, l'ha fatto il Revisore dei conti in Commissione, e l'ha fatto dicendo che questo bilancio è da anni gestito in maniera efficace e puntuale ma soprattutto con una programmazione attenta, che vede nei risultati realizzarsi quanto contabilmente previsto.
Il secondo è il giudizio politico. Signori dell'opposizione, vi do una notizia, forse non lo ricordate più: conosciamo la vostra linea politica, guardo la collega Ostanel, sulla cultura o, guardo la collega Camani, su altri temi, ma guardo anche altri colleghi dell'opposizione, che ogni volta ci ricordano che forse si dovrebbero fare scelte diverse, perché il Veneto non fa ciò che deve fare, si dimentica dei veneti, dimentica alcuni servizi, dimentica alcune priorità, ma credo di poter dire che questo forse non trova nel giudizio politico il reale giudizio dei veneti. Infatti, il presidente Zaia, con la coalizione di centrodestra, non più tardi di due anni fa ha vinto con il 77% dei voti dei veneti, che promuovono la gestione di questa Regione, promuovono le azioni di Governo del centrodestra.
Il "Buono scuola" non nasce quest'anno, cara collega Camani, è una scelta politica, certo di tanti anni fa, rispetto alla quale più di un giudizio i veneti hanno potuto esprimere, l'hanno fatto diverse volte e hanno promosso la scelta, come diceva il collega Valdegamberi, come dicevano altri miei colleghi di maggioranza, di vedere nelle scuole paritarie un arricchimento dell'offerta scolastica. Questa è una scelta politica? Sì, è una scelta politica. Aggiungo che scegliendo il "Buono scuola" di fatto si interviene per portare tutti i veneti allo stesso livello. Non esistono veneti di serie A e veneti di serie B tra quelli che vanno nella scuola pubblica e quelli che vanno nella scuola privata, perché si tratta sempre di offerta scolastica. I fragili sono dentro la scuola pubblica e sono dentro la scuola privata. Questo è un arricchimento. Il Veneto fa questa scelta da anni e da anni i veneti continuano a promuovere, quando ne hanno la possibilità, questa scelta politica, come tante altre, in maniera clamorosamente forte. Dovete arrendervi a questo giudizio.
L'altra questione è che si vuole far passare in Aula e a chi ci ascolta un messaggio diverso, come se foste stati totalmente assenti nelle Commissioni, dove l'Assessore al bilancio ha più volte ribadito che nell'assestamento di novembre alle borse di studio e al trasporto pubblico locale verrà data l'attenzione necessaria. Certo, non sarà per tutti coloro che ne faranno richiesta. Ma, attenzione: stiamo parlando del fatto che le risorse il Veneto le deve recuperare per ciò che oggi necessita, o stiamo parlando del fatto che, se tutta l'Italia viene nelle università venete, noi dovremmo trovare le risorse per tutti i richiedenti? Un conto è quanto possiamo fare, un conto è quello che è giusto, un conto sono le domande.
Collega Camani, ritorniamo alla realtà. Lei poc'anzi ha sdoganato un concetto – forse non se n'è accorta l'Aula – secondo cui di risorse ce ne sono a sufficienza. Nel suo intervento di poc'anzi ha detto che ce ne sono a sufficienza. Perciò, non serve più neanche l'addizionale IRPEF. Lei ha appena detto che, diversamente dal passato, le risorse sono assolutamente sufficienti. Si riascolti il suo intervento, collega.

PRESIDENTE

Collega Camani, lei pretende il silenzio quando parla, quindi lasciamo che anche il collega Soranzo possa parlare. Prego, collega Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Lei ha affermato che le risorse sono assolutamente sufficienti e che noi abbiamo cambiato l'ordine di valutazione, non è più una questione di risorse, ma di step con cui viene programmata la spesa delle risorse. Ebbene, gli step vengono programmati così perché c'è attenzione alla spesa, perché c'è senso di responsabilità, perché si agisce come agirebbe un buon padre di famiglia veneto, che spende ciò che pensa di poter incassare o avere in tasca, e lo fa quando ha i soldi a disposizione. Questo è un buon operare da buon padre di famiglia, da veneto responsabile, peculiarità che tanti ci invidiano, per come siamo nati e per come continuiamo a crescere.
Vorrei fare, adesso, alcune considerazioni di carattere politico. Come è buona abitudine di quest'Aula, è cambiato solo il soggetto da individuare. Abbiamo iniziato con un Governo che era di più colori e siamo passati al Governo con Presidenza e maggioranza a guida Fratelli d'Italia. Quindi, chiaramente l'attenzione e le considerazioni vertono su Fratelli d'Italia. Bene, noi non ci tiriamo indietro. è vero, non è facile. È vero che c'è un'interlocuzione sulle borse di studio? Certo. Stiamo facendo pressione? Certo. Ma è anche vero che la Regione del Veneto è pronta, come dichiarato poc'anzi dall'Assessore e anche in Commissione qualche settimana fa, ed ha già in mente le risorse per arrivare, nei limiti del possibile, dove si potrà, sicuramente coprendo gli aventi diritto, come è avvenuto per legge – poi possono essere ritenute non sufficienti – fino agli anni scorsi.
Altra cosa, però, sono i temi di carattere politico a livello nazionale. Non è giusto parlare soltanto delle politiche regionali, è giusto anche spostare il tema sulle politiche nazionali. Allora abbiamo sentito il collega Montanariello parlare delle accise, perché chiaramente si deve trovare un difetto, dimenticandosi, però, di dire che c'è un problema, dimenticandosi, però, di dire che alcune misure sono partite proprio ventiquattr'ore fa, misure che non sono mai state attivate precedentemente, per contrastare i fenomeni speculativi. Ma quello che dimentica o che non vuole raccontare è che è vero che non è stato praticato l'abbattimento delle accise, ma le risorse derivanti da quelle accise sono state, per la prima volta, indirizzate a chi veramente ne ha bisogno. Si è intervenuti abbattendo il cuneo fiscale e contributivo nelle buste paga. Quindi, il netto in busta paga comincia a crescere per i lavoratori. Comincia a crescere! I soldi in tasca ai cittadini cominciano a crescere! Questo è stato possibile perché il peso dello Stato, aumentato negli ultimi dieci anni in maniera silenziosa, che le imprese hanno pagato e che i cittadini non hanno neanche visto, di cui non erano neanche a conoscenza, ma gli imprenditori sì, l'INPS sì, l'INAIL sì, è diminuito, facendo così aumentare i soldi nelle tasche dei cittadini e, conseguentemente, la loro capacità di spesa.
Ma non è solo questa la misura, collega Camani. L'altra misura è quella di dare aiuti al paniere dei beni essenziali, più importanti, con aiuti diretti a chi ne ha realmente bisogno, con un'attenzione, quindi, e cioè che chi presenta domanda deve provare che veramente ne ha bisogno. Non può e non deve più accadere quello che abbiamo visto durante il Covid e il post Covid, quando sono stati adottati provvedimenti con tanti buchi e con tante problematiche di gestione e applicazione, che hanno creato una distrazione di risorse pubbliche.
Andiamo nello specifico, e arrivo al cavallo di battaglia di oggi: il reddito di cittadinanza. L'assessore Donazzan non è solo responsabile di non aver finanziato tutte le borse di studio, tutte, perché ne finanzia solo alcune. Quelle che troveranno riscontro nell'assestamento di novembre, come già anticipato dall'Assessore, non bastano. Certo, aspettiamo di vedere il dato di novembre. Ci si dimentica che finisce il reddito di cittadinanza. E cosa faranno quelle 3.000 persone che da oggi, come dichiarato dall'assessore Donazzan, non hanno più il reddito di cittadinanza? Allora, rimettiamo ordine. Il reddito di cittadinanza nasce per aiutare il reinserimento lavorativo. Poi, di punto in bianco diventa uno strumento per combattere la povertà. Una cosa diversa. Addirittura, il reddito di cittadinanza abbatte un favoloso strumento dell'allora ministro Poletti, esponente del Partito Democratico, approvato, applicato e promosso da tutti i Sindaci, credo, d'Italia, perché portava esattamente gli strumenti per dare risorse a chi ne aveva bisogno, perché i Sindaci conoscevano le situazioni, i servizi sociali erano già molto più che omologati e nell'applicazione rodati rispetto a questa pratica. Si distrugge quello strumento, voluto dal Partito Democratico, e si mette in campo il reddito di cittadinanza.
La verità è che da oggi cambia la musica, perché il Governo Meloni rimette ordine a un errore clamoroso. Come ha detto il collega Montanariello, chi può lavorare deve lavorare. Benissimo, siamo tutti d'accordo. Però, qualcuno si dimentica che dal 1° settembre verrà attivato l'assegno di inclusione. Peraltro, secondo voi da domani mattina – se ricordo bene l'espressione di oggi – quelle 3.000 persone che non hanno trovato un percorso lavorativo lo troveranno? O di fatto andranno in una situazione di povertà? Ma noi abbiamo deciso una cosa diversa. Abbiamo detto che chi di fatto può lavorare deve andare a lavorare. Abbiamo detto una cosa diversa: chi ha bisogno di assistenza e di sostegno, perché non può lavorare, deve avere maggiori strumenti e risorse finanziarie. Quindi, abbiamo messo in campo le misure. Abbiamo fatto di più: l'assegno di inclusione. Quindi, tutto il reddito di cittadinanza del mese di agosto, avendo questa misura un effetto retroattivo, è al sicuro, come, peraltro, dichiarato alla stampa dall'assessore Donazzan. Dal 1° settembre ci sarà l'assegno di inclusione. E che cosa cambia con l'assegno di inclusione? Cambia moltissimo. Prima con il reddito di cittadinanza si davano 750 euro a nucleo familiare, adesso si danno 350 euro a persona, ma soltanto a coloro che saranno in grado di provare che stanno ricercando realmente e veramente un lavoro. Pertanto, chi sarà in grado di provare di aver attivato un percorso di accessibilità al lavoro percepirà 350 euro, badate, a persona, non a nucleo familiare.
Tutto questo semplicemente per dire che chi si può approcciare a un percorso di formazione e di inserimento lavorativo lo può fare, può anche essere, se ci sono più persone in un nucleo familiare, con moltiplicatori di 350 euro, e potrà farlo perché, di fatto, lo dovrà provare con il suo comportamento. Rifiuta un'offerta di lavoro? Mi dispiace, siamo in un Paese fondato sul lavoro e tutti devono darsi da fare e contribuire, se hanno le capacità di farlo. Questa è la differenza tra noi e voi.
Ultima considerazione: gli impegni. La sfida, Assessore, non è semplice. Queste opposizioni, con queste forze politiche, sappiamo bene che a novembre ci aspettano, come qualcuno ha detto, al varco o alla verifica. Però, è bene dirlo subito: nessuno ha la bacchetta magica. Comunque, mi pare che siamo impegnati tutti a trovare risorse che possano dare la maggiore risposta a tutti i settori. Voglio ricordare che nel bilancio di previsione molte erano le critiche perché non c'erano interventi per combattere la siccità. Ebbene, in pochi mesi abbiamo scoperto che la siccità non la dobbiamo temere e torniamo agli interventi di difesa idraulica. Come a dire che tutto ciò... Io guardo ai fatti, collega Zanoni. Se lei va a prendersi i verbali della seduta in cui abbiamo discusso del bilancio di previsione, vedrà che noi parlavamo di siccità. Oggi stiamo ritornando...

PRESIDENTE

Lasciamo parlare il collega Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Quello che voglio significare, colleghi, che può dar fastidio, è che misurarsi per step, fare una programmazione per step significa essere responsabili e, allo stesso tempo, realisti. Quindi, esprimo un plauso all'Assessore al bilancio. Nello stesso tempo, però, esprimo un plauso anche alla minoranza, che ha voluto e contribuito con questo assestamento a stimolare un percorso di confronto, per poi arrivare a un maxiemendamento della Giunta, che porta in sé anche istanze proprie delle minoranze. Diciamolo ai cittadini che ci ascoltano che dentro questo maxiemendamento portato dalla Giunta sono state raccolte molte delle vostre richieste, perché questa è una maggioranza che sa ascoltare e sa anche confrontarsi, ma soprattutto sa mettersi in discussione, accettando i contributi utili per i veneti, che non è un valore di poco conto.
Volevo sottolineare questo aspetto, perché gran parte del merito va all'Assessore al bilancio e alla Giunta, che evidentemente continua a produrre risorse, continua ad avere un bilancio che libera energie e risorse per i veneti, e lo fa in maniera concreta, ma soprattutto utile alle richieste di settori o realtà che si rivolgono magari all'opposizione, non alla maggioranza o alla Giunta, ma che sono sempre veneti; quindi, proprio perché veneti meritano una risposta.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Assessore Calzavara, ritorno alla manovra di assestamento di bilancio, una manovra che non va ad attivare nuove linee di spesa ma, come è la natura di una manovra di assestamento, va semplicemente e principalmente a rivisitare le previsioni finanziarie con manovre compensative rispetto agli stanziamenti già allocati. E questo lo sappiamo. C'è una disponibilità finanziaria interessante di 31 milioni di euro, che abbiamo appreso derivano principalmente da due fonti, una è il gettito fiscale della manovra IRAP, l'altra è la restituzione delle risorse dell'avanzo di amministrazione del Consiglio e anche dei Gruppi consiliari, che non hanno utilizzato delle risorse destinate che quindi vengono restituite.
Diversamente da quanto la correlatrice Camani ha dichiarato, cioè che, usando anche le sue parole, queste variazioni non corrispondono a precise necessità, noi riteniamo che l'assestamento, proprio per la sua natura – e chi ha amministrato e amministra lo sa – risponda a precise necessità, perché nasce come manovra, nel corso dell'esercizio finanziario, per dare una risposta a quelle che sono le istanze, cercare di correggere il tiro e riuscire a dare un riscontro alle istanze che vengono avanzate.
Gli stessi emendamenti che vengono presentati dalla minoranza sono delle risposte puntuali a richieste. Io non ci vedo nulla di strategico neanche in quello che viene proposto negli emendamenti. Semplicemente si danno delle risposte a quanto viene richiesto. Le grandi questioni, come è stato proposto dall'opposizione, non possono essere affrontate da un assestamento. Le grandi questioni vengono affrontate nel momento stesso in cui si imposta un bilancio di previsione.
Allora, di questi 31 milioni che noi abbiamo visto vengono distribuiti in dieci ambiti, in dieci comparti, nel tentativo di dare una risposta, io vorrei mettere in evidenza soprattutto la parte destinata alla Protezione civile e alla difesa del suolo, in risposta a quanto sta accadendo, e lo vediamo, per la violenza degli eventi meteorologici che imperversa sul nostro territorio. Quindi, diventano fondamentali 300.000 euro che vengono assegnati ai Geni civili, ad esempio, per i lavori di somma urgenza, come il milione che viene destinato per gli adeguamenti contrattuali dei lavori di prevenzione e riduzione del rischio idraulico e idrogeologico, e i 325.000 euro che vengono dati alla Protezione civile, una parte di questi anche per i fondi di ristoro danni soprattutto per il patrimonio pubblico, con riferimento al 2022.
Sono risposte che vengono date in base alle disponibilità di cui si ha la possibilità di disporre in questo momento. Noi crediamo che si cerchi di fare il possibile, con le disponibilità che si hanno, per tentare di dare ai veneti, nel corso dell'anno, delle possibilità di risposta a tutto quello che viene avanzato e richiesto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Non voglio ripetere, Presidente e colleghi, tutto quello che è stato detto soprattutto dai colleghi di maggioranza e dai Capigruppo, ma penso che sia importante che sottolineiamo alcune questioni che sono emerse oggi nel dibattito, soprattutto all'inizio della discussione dell'assestamento.
Intanto, come Gruppo Lega ringrazio per il lavoro svolto l'assessore Calzavara, il Presidente della Prima Commissione e tutti i colleghi e i tecnici che si sono avvicendati nella definizione di questo importante provvedimento, che, come dice lo stesso nome, va ad assestare le spese. Come ricordava prima il collega Soranzo, noi che siamo abituati ad amministrare e arriviamo dall'amministrazione dei nostri Comuni e dei nostri territori amministriamo con il senso del buon padre di famiglia, per cui prima di aumentare le tasse e le spese penso che sia fondamentale tagliare il superfluo, soprattutto in questi momenti difficili per le nostre famiglie, oberate da tanti aumenti di spesa, con l'inflazione che ormai viaggia al 10-12%, i mutui con i i tassi rincarati del 5%, laddove tante famiglie non ce la fanno a pagare il mutuo della prima casa. Quindi, dobbiamo stare molto attenti anche noi, che siamo i rappresentanti del popolo veneto, a quelle che sono le nostre propensioni alla spesa.
Di questi 31 milioni c'è chi dice che sono tanti, chi dice che sono pochi, chi dice che sono niente, chi dice che potrebbero essere di più, ma questi sono. Io penso che, come ricordava la collega Venturini, sia importante sottolineare che abbiamo vissuto anni in cui la politica era additata come centro di spesa, in cui ci sono state anche inchieste sulle spese dei Gruppi, e qualcuno è andato anche davanti ai tribunali. Noi pensiamo che restituire ai veneti i soldi non spesi dai Gruppi, in questo caso i nostri, sia fondamentale per risolvere le esigenze anche particolari di alcune categorie.
Si è parlato del reddito di cittadinanza. Non voglio ripetermi con il collega Soranzo, ma anch'io volevo sottolineare una cosa. Dello scellerato reddito di cittadinanza magari qualcuno dice che anche noi della Lega l'abbiamo votato, sì, ma erano altri momenti politici, e soprattutto il reddito di cittadinanza doveva aiutare quelle famiglie che veramente avevano bisogno. Questo era lo scopo di allora, scopo che poi è naufragato nei numeri. Come al solito, siamo un Paese di furbacchioni. Se in Veneto, come veniva ricordato, abbiamo 3.000 famiglie che percepivano o percepiscono il reddito di cittadinanza – vi do solo qualche dato – a Palermo sono 11.500, in Campania 37.000. Se andiamo avanti, a livello nazionale, tra reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza sono 2,2 milioni.
Mi chiedo come mai noi che siamo solo in 3.000, giusto per dare un altro dato, scaliamo la percentuale di tutti questi poveri, di questa gente che non va a lavorare, di quello che abbiamo creato con il reddito di cittadinanza: 201.000 sono extracomunitari che percepiscono il reddito di cittadinanza. Ripeto, 201.000 e 84.000 in più sono gli europei. Oltre agli extracomunitari, lo abbiamo dato anche agli europei. Probabilmente anche in giro per l'Europa ci sono dei poveri che sono venuti qui a prendere il reddito di cittadinanza, quindi siamo quasi a 300.000. Di questi, altri 3.600 sono i parenti e i congiunti che sono arrivati qui per prendere anche il resto. Attenzione a cosa è stato creato, noi siamo contro a questo.
Se noi andiamo a scalare la percentuale dei nostri 3.000, probabilmente avremo, penso, non più di 1.000 famiglie venete "tradizionali", chiamiamole così, che percepiscono il reddito di cittadinanza. Di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di 1.000 famiglie che hanno difficoltà, se le dividiamo per 500 Comuni parliamo di due famiglie a testa.
Detto questo, poiché noi che siamo un popolo abituato al lavoro, a trovarci il lavoro, a rimboccarci le maniche, molti dei nostri non vanno a chiedere il reddito di cittadinanza perché è una vergogna sociale chiederlo. È come andare in Comune, e tanti che hanno fatto i Sindaci lo sanno, dove tanti, soprattutto i pensionati, coloro che hanno difficoltà, per vergogna non vengono, pensano di risolvere il tema in altra maniera.
In altri territori si combatte e stanno raccogliendo firme e fanno convegni contro l'autonomia: se questa è l'autonomia, dico al caro De Luca, dico al caro Emiliano e a tutti quelli che vanno dietro, che pensino a risolvere i problemi delle loro famiglie prima che a combattere l'autonomia, perché questa è la vera autonomia. Ci credo che vanno a dire che l'autonomia divide eccetera, perché poi non prendono più questi sussidi. Non parliamo poi del resto, della Cassa del Mezzogiorno e di tutto quello che è arrivato da quelle parti.
Secondo argomento, gli ATER. Se andiamo a vedere le esigenze delle case popolari, penso che anche su questo tema ci sarebbe molto da discutere, su quali effettivamente siano le famiglie che hanno bisogno assolutamente di case ATER in questo momento. Ce ne sono, ne abbiamo nel nostro Comune, ma andiamo a vedere nelle graduatorie dei nostri Comuni chi sono effettivamente coloro che arrivano a far la richiesta: sono famiglie numerose, spesso anche qui extracomunitarie, famiglie che spesso nelle nostre città e nei nostri quartieri hanno creato anche problemi di convivenza all'interno di condomini eccetera. Lo sappiamo benissimo, quindi facciamo attenzione.
Noi pensiamo che le case popolari, che dovevano essere fatte assolutamente per coloro che vengono qui per lavorare, per le nostre famiglie, debbano cambiare, come assegnazione, passando da affitto (uno che è in affitto in una casa popolare, non ne ha cura) a un riscatto a lungo termine, dove pagando l'affitto si diventa proprietari.
In quella maniera, chi entra ha rispetto dell'immobile, lo cura, lo sistema, perché sa che domani ne diventerà proprietario. Parla uno che ha avuto esperienze, in questo caso, anche a livello familiare. Attenzione a questo tipo di assegnazioni, che sono veramente pericolose.
Terzo tema, sul quale anche vorrei dare qualche dato, è quello della violenza contro le donne. Io penso che sulla violenza contro le donne ci sia molto da lavorare. Ha fatto bene, e mi congratulo, la collega Luisetto a presentare questo emendamento, su cui abbiamo avuto una lunga discussione in Quinta Commissione, settimane fa. Sulla violenza contro le donne, penso che quei soldi che sono stati messi grazie all'intervento dell'assessore Calzavara debbano essere usati per accrescere la cultura contro il femminicidio.
Se andiamo a vedere alcuni dati, che sto tirando fuori dal sito del Viminale da un po' di giorni, questi dimostrano che spesso e volentieri i femminicidi avvenuti dal 2018 fino a oggi – è il Dipartimento della pubblica sicurezza del Viminale che lo dice – in realtà, per troppo tempo censurata, gli stranieri hanno una propensione al femminicidio tre volte superiore a quella degli italiani.
Dei 25 femminicidi – leggo i dati – di quest'anno, dall'inizio di gennaio, il 23% è commesso da stranieri. Gli stranieri che hanno più propensione all'omicidio sono i marocchini, tre volte di più rispetto agli albanesi e ai romeni. Su questo bisogna che noi facciamo un'azione culturale, perché chi viene qui ad abitare e lavorare deve pensare che le loro donne o le nostre donne devono essere rispettate, perché noi rispettiamo la legge in questo senso. E quindi dovremmo aumentare, grazie anche a questi fondi, una cultura migliore rispetto a un'accoglienza che purtroppo è stata un po' confusionaria anche su questo tema. Attenzione, non sono dati che mi invento io, ve li posso fornire, sono dati del Viminale. Non per niente, anche l'ultimo omicidio che avete visto a Milano l'altro giorno, andate a vedere come è stato fatto e chi l'ha fatto.
Anche su questo tema, io penso che i fondi che debbono essere spesi nella nostra Regione debbano andare anche in questo senso, oltre al resto, naturalmente, da cui non ci esentiamo.
Chiudo sul discorso, che interessa soprattutto il collega assessore Bottacin, del dissesto idrogeologico. Io penso che questa Regione, Assessore, dove dal 2010 in poi abbiamo visto le alluvioni, abbiamo visto Vaia, abbiamo visto il Piave a 11 centimetri sotto il ponte di San Polo di Piave, l'Alpone che passava anche sopra l'autostrada, abbia fatto tanti interventi, miliardi di interventi: casse d'espansione, sistemazione di argini, interventi sui fiumi, frane. Quindi, non è che con l'assestamento andiamo a combattere i cambiamenti climatici, colleghi, ma soprattutto andiamo a sistemare quelle cose successe in questi giorni. Dalle grandinate, dalle tempeste che colpiscono l'agricoltura ci sono gli strumenti per difendersi, ci sono le reti antigrandine, ci sono le assicurazioni, ci sono da accelerare, assessore Caner, le pratiche per i rimborsi a livello ministeriale. Sappiamo che ci vuole tempo, però prima o poi arrivano. Purtroppo per i tetti, per le auto e per il resto ci sono solo le assicurazioni e sarà un po' difficile che ci siano dei rimborsi in questo senso.
Sulle borse di studio, collega Ostanel, visto che lei ha sempre in mente questo, per carità, ci sono gli studenti meritevoli, c'è anche da vedere le graduatorie, ci sono da mettere soldi in questo senso. Non penso che i nostri ragazzi vadano via perché non hanno le borse di studio; vanno via anche a fare altre esperienze, come è stato ricordato, vanno all'estero a imparare le lingue e un mestiere, poi tornano, si sposano. Il mondo ormai è così, non si ferma questo fenomeno con le borse di studio.
La stessa cosa vale per il cinema. Con l'avvento delle nuove tecnologie non si mandano più i telegrammi in America. Si inviano le e-mail. Lo facciamo tutti. Tutta una serie di cose ormai vengono fatte via internet, ad esempio gli stessi giornali che leggiamo al mattino. Penso che i cinema sarà un po' difficile salvarli con l'assestamento di bilancio di questa Regione. Per carità, possiamo anche provarci, ma non vedo un grande futuro davanti.
Sul "PNRR scuola" ricordo, cari colleghi, che tanti soldi sono arrivati anche in questa Regione. Sono in mano soprattutto alle Province e ai Comuni. Questa Regione ha poco sulle scuole, perché non ha competenza. La competenza è a carico dello Stato.
Per concludere, sennò porto via molto tempo al voto, vorrei ricordare che stiamo facendo un'ottima scelta con questo assestamento di bilancio, che va nella linea di spesa che abbiamo previsto nel nostro programma elettorale. Avanti così, assessore Calzavara.
Grazie.

PRESIDENTE

Prego, collega Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Nel confermare quello che, ovviamente, è un voto favorevole a questa manovra di assestamento, non voglio tornare sui temi che hanno toccato i colleghi Capigruppo di maggioranza, lasciatemi ringraziare, come al solito, i colleghi di tutti i Gruppi di maggioranza e i Presidenti di Commissione per l'efficienza con cui hanno portato avanti anche questa manovra.
Ringrazio anche la minoranza, che ha lavorato, come sempre, con attenzione rispetto ai temi, sia con la manovra emendativa sia con gli interventi in Aula. Anche se non vi nascondo che ogni volta che entriamo in una manovra di bilancio o, comunque, parliamo di bilancio io vengo attanagliato da un grande senso di colpa, perché ogni volta sembra che tutte le disgrazie del nostro Veneto, quelle che ci sono, dipendano da questa maggioranza, da questa Amministrazione. Oggi abbiamo sentito addirittura dire che, se piove sulle spiagge è colpa della maggioranza. È colpa di questa Amministrazione se piove sulle spiagge, quindi se il turismo va in crisi. Sono cose che ascoltiamo volentieri. Sicuramente prenderemo anche nota per migliorare, per evitare che piova sulle spiagge, che si possa puntare a un turismo con il sole splendente tutto l'anno. Ci stiamo lavorando.
C'è un tema, però, che a me sta molto a cuore. Rispetto all'accusa che ci avete rivolto, ossia di sostenere le scuole paritarie come a dire "voi sostenete le scuole private, le scuole dei ricchi, sostenete coloro che se le possono permettere, mentre lasciate andare in rovina la scuola pubblica", voglio ricordarvi ‒ cosa che sicuramente sapete già, ma che forse avete fatto finta di non sapere ‒ un tema che trovate anche sul sito del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca: "Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico e sono inserite nel sistema nazionale di istruzione. La parità garantisce equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti. L'istruzione obbligatoria è gratuita e l'obbligo di istruzione può essere assolto nelle scuole statali e nelle scuole paritarie". Non tenere conto di questo e fare grande confusione sul fatto che noi staremmo sostenendo le scuole private... Peraltro, voglio ricordarvi che a seguito di una legge del 2000, quindi di ventitré anni fa, non esistono più scuole private. Esistono scuole paritarie e scuole non paritarie. Dire che noi stiamo sostenendo le scuole dei ricchi contro la scuola pubblica penso sia un messaggio ‒ tra i tanti che potevate mandare ‒ molto, molto sbagliato.
Nel nostro Veneto c'è una tradizione legata alle scuole paritarie. Prima sentivo citare dalla collega Ostanel il 70-30, che riguarda, ad esempio, gli asili. Se non ci fosse questo 70% di scuole paritarie, di asili di vocazione cattolica ‒ diciamolo chiaramente ‒ i nostri bambini non saprebbero dove andare all'asilo. Noi genitori (mi metto dentro anch'io) non sapremmo dove portarli. Perché? Perché lo Stato non ha mai investito nel nostro territorio sugli asili.
Nel bilancio noi troviamo i famosi 34 milioni che vanno a finanziare le scuole paritarie, le scuole materne paritarie. Ci dimentichiamo sempre di dire che lo Stato risparmia 200 milioni, perché non ha gli asili pubblici nel nostro territorio. A proposito di quei 200 milioni, io sono molto, molto curioso di vedere, quando finalmente arriveranno i LEP, che il sud chiede a gran voce, quando verranno redatti questi LEP, come ci verranno dati questi 200 milioni che lo Stato risparmia in Veneto per quanto riguarda gli asili. Se esiste un Livello essenziale di prestazione su tutto il territorio, il Veneto avrà il diritto di avere questi 200 milioni, come tutte le altre Regioni.
Prima ho rivolto dei ringraziamenti. Voglio rivolgere il ringraziamento più grande alla correlatrice e al PD. Oggi penso sia stato fatto il più grande spot per l'autonomia da quando siamo in Consiglio regionale. Ho sentito dire che la scuola pubblica va a pezzi, cade a pezzi. Ci è stato detto che la nostra idea è quella di chiedere anche l'autonomia. Scusate un secondo: la scuola pubblica è competenza di chi? È competenza della Regione o è competenza dello Stato? È competenza di vari Ministeri dello Stato, che non hanno investito nella scuola pubblica qui in Veneto, o è competenza della Regione? Alla luce di questo, certo che vogliamo chiedere ancora più autonomia e vogliamo chiedere l'autonomia sull'istruzione, perché siamo sicuri che, grazie a quei soldi che dovrebbero essere spesi nel nostro Veneto, se venissero affidati alla nostra Regione, le scuole sarebbero a posto e avremmo i professori al loro posto ogni anno. Non come è successo con la "buona scuola" di un segretario del PD, che si chiamava Renzi, qualche anno fa.
Chiudo con un altro discorso. Ho sentito parlare di tagli del PNRR. Tutti noi siamo molto preoccupati, perché sappiamo quanto i nostri Comuni stiano programmando, stiano portando avanti i bandi, quanto impegno ci sia da parte dei Comuni per portare avanti al meglio le risorse che vengono date. Siamo sicuri che il ministro Fitto, con la sua grande esperienza, sarà attentissimo affinché questi tagli ‒ se ci saranno ‒ vengano fatti in maniera oculata, per togliere a chi non sa spendere e ridistribuire dove servirà.
Tuttavia, voglio che venga messa a verbale una cosa. Siccome il PNRR è stato distribuito su base territoriale e il 40% del PNRR era vincolato per il sud, a cui è stato destinato un ulteriore 20%, voglio sperare che, se ci saranno dei tagli, questi tagli saranno proporzionali alle quote territoriali che sono state date e non tagli orizzontali che andranno a penalizzare i Comuni del Veneto. Questa è l'unica grande paura che abbiamo. Speriamo che questa paura svanisca di fronte a quelle che saranno le rassicurazioni che sicuramente ci verranno date dal Ministro e dal Governo.
In conclusione, confermo il voto positivo e ringrazio l'assessore Calzavara.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione il PDL n. 214 nel suo complesso, come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



PIANO FAUNISTICO-VENATORIO REGIONALE 2022-2027. ESECUZIONE DELLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE N. 148 DEL 18.07.2023. ART. 8, COMMA 2, L.R. n. 50/1993 (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 66) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 85/2023)

Relazione della TERZA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Andreoli
Correlatore: Consigliere Montanariello

PRESIDENTE

Passiamo alla PDA n. 66.
La parola al relatore, collega Andreoli. Prego.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Cerco di riassumere il più possibile i passaggi della vicenda e del relativo provvedimento all'esame del Consiglio quest'oggi.
La legge regionale 28 gennaio 2022, n. 2 , con la quale è stato approvato il Piano faunistico-venatorio regionale 2022-2027, ai sensi della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 "Norme per la protezione della fauna selvatica e prelievo venatorio", in esito a un ricorso al TAR del Veneto proposto dai Comuni di Rivoli Veronese e Caprino Veronese, è stata sottoposta all'esame della Corte costituzionale.
La pronuncia della Corte ha riguardato due diversi profili: a) la scelta della Regione del Veneto di approvare il Piano faunistico-venatorio con legge anziché con un atto amministrativo; b) l'applicazione di un criterio di natura altimetrica per l'individuazione della Zona faunistica delle alpi, con conseguente esclusione del territorio di Rivoli Veronese dalla Zona faunistica delle alpi (detta ZFA).
Con sentenza n. 148/2023 la Corte costituzionale ha ritenuto entrambe le questioni fondate, pronunciandosi nel senso che: 1) l'approvazione del Piano con atto amministrativo anziché con legge consente una tutela più efficace e adeguata alle peculiari esigenze dell'ambiente e della fauna dal punto di vista sia della completezza dell'istruttoria sia dell'effettività della tutela giurisdizionale sia della maggiore flessibilità nell'adeguamento a eventuali mutamenti della situazione di fatto; 2) la ZFA è individuabile nella consistente presenza della tipica flora e fauna alpina.
Il legislatore statale non ha, quindi, fatto riferimento ad atti puramente morfologici né ha ritenuto il fattore altimetrico un criterio prioritario per individuare la ZFA.
Dunque, la decisione della Regione Veneto di affidarsi unicamente al dato altimetrico per escludere il territorio di alcuni Comuni dalla ZFA, senza valutare l'effettiva presenza di flora e fauna alpina, comporta un abbassamento degli standard minimi di protezione dell'ambiente e dell'ecosistema.
Sotto un profilo di diritto, l'Amministrazione regionale ha l'obbligo giuridico, che discende dall'articolo 30 della legge 11 marzo 1953, n. 87, di adeguarsi alla decisione di accoglimento della Corte costituzionale, atteso che non possono trovare applicazione norme dichiarate incostituzionali.
Ne consegue che: 1) il Piano faunistico-venatorio regionale deve essere approvato con una deliberazione amministrativa anziché legislativa (in altri termini, deve essere riapprovato con la forma giuridica corretta); 2) deve essere adeguata la conterminazione della Zona faunistica delle alpi, atteso che il territorio delle alpi deve essere individuabile nella consistente presenza della tipica flora e fauna alpina, ciò non solo con riferimento alla posizione del Comune di Rivoli, che ha dato avvio al ricorso, ma anche con riferimento ad altri territori che versano in analoga situazione.
Ne consegue, altresì, come il provvedimento in questione si configuri in termini di esecuzione di un giudicato della Corte costituzionale.
Spiegato, dunque, il perché del provvedere oggi con urgenza, rispetto alla data in cui è stata emessa la sentenza, aggiungo che il sistema della pianificazione faunistico-venatoria deve rimanere vigente, senza soluzione di continuità, per assicurare la conservazione della fauna selvatica in chiave di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema e di tutela della produzione agricola, nel contesto delle quali si innesta la disciplina dell'esercizio dell'attività venatoria. A queste diverse, ma correlate tra loro esigenze presiede la pianificazione faunistico-venatoria, che, quindi, è lo strumento definito dal legislatore statale e regionale per garantire armonicamente il rispetto dei diversi interessi coinvolti (naturalistico-ambientali, agricoli e venatori).
In particolare, ricordiamo che la fauna selvatica costituisce patrimonio indisponibile dello Stato e che solo lo strumento di Piano e la sua perdurante vigenza senza soluzione di continuità costituisce titolo che rende tale patrimonio disponibile, nelle forme previste dalla legislazione di settore, dal Piano medesimo e dai relativi atti attuativi.
Una volta riapprovato il Piano, tutti gli atti assunti in attuazione del Piano faunistico-venatorio dovranno essere o rimossi o riassunti, provvedendo alla loro conferma con l'approvazione di un atto riassuntivo: delibera di Giunta per gli atti di competenza della Giunta e decreto del dirigente per gli atti di competenza del dirigente.
Qualche breve cenno, ora, su come nasce il Piano faunistico-venatorio regionale approvato con legge regionale n. 2/2022 e oggi sottoposto alla riapprovazione del Consiglio regionale con la presente proposta di deliberazione amministrativa.
Il percorso di definizione del PFVR muove già dalla deliberazione di Giunta regionale n. 46 del 19 gennaio 2018 e si articola sotto due profili fondamentali. Il primo è il PFVR come somma dei Piani faunistico-venatori provinciali. Il procedimento di elaborazione del PFVR ha assunto quale suo riferimento il disposto dell'articolo 11 della legge regionale 8 agosto 2017, n. 27 , che ha previsto che, in sede di prima applicazione della presente legge, la Giunta regionale, nella predisposizione del Piano faunistico-venatorio, di cui all'articolo 8 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 "Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio", può far propri, anche attraverso il coordinamento e il loro adeguamento complessivo, o anche solo parziale, i Piani faunistico-venatori approvati dalla Città Metropolitana di Venezia e dalle Province alla data di entrata in vigore della presente legge, sottoposti con esito positivo a procedura di Valutazione ambientale strategica (VAS).
In altri termini, il PFVR costituisce il coordinamento, nonché, ove necessario, l'adeguamento ai fini della tutela degli interessi ambientali e di ogni altro interesse regionale dei Piani faunistico-venatori provinciali, Piani già sottoposti, con esiti positivi, alla procedura di Valutazione ambientale strategica e che nel loro insieme hanno dato un quadro conoscitivo di determinazioni pianificatorie che sono state, salvo coordinamenti e adeguamenti tecnici, recepite nel documento PFVR così come definito dalla Giunta regionale e poi sottoposto all'approvazione del Consiglio regionale con legge regionale ed oggi riproposto all'approvazione del Consiglio regionale come deliberazione amministrativa.
Punto due, la conformità alla procedura di VAS per i Piani e i programmi di competenza regionale come prevista e definita dalla relativa deliberazione di Giunta regionale n. 791 del 31 marzo 2009.
Si intende evidenziare che, come ogni strumento di programmazione, anche il Piano faunistico-venatorio regionale è stato sottoposto a procedura di valutazione ambientale strategica, VAS, che per i Piani e i programmi di competenza regionale prevede lo svolgimento di una pluralità di fasi nell'ambito delle quali è previsto: a) il coinvolgimento di stakeholder pubblici e privati nelle fasi di consultazione; b) la definizione dei termini per la proposta di osservazioni; c) le attività anche di carattere informativo connesse a favorire e promuovere la consultazione pubblica; d) l'esame delle osservazioni pervenute; e) il puntuale riscontro a quanto richiesto e presentato in sede di Commissione VAS; f) fino all'acquisizione del parere motivato n. 152 del 1° luglio 2021 da parte della Commissione VAS, corredato dalla relazione istruttoria n. 155 del 2021 per la valutazione di incidenza e che si risolve nell'espressione di un parere positivo corredato da prescrizioni da ottemperare sia prima della votazione del Piano sia in sede di attuazione del Piano.
Si osserva, infine, come, in coerenza con la natura a loro propria, le valutazioni ambientali afferenti il percorso di definizione della pianificazione faunistico-venatoria, quali processi di accompagnamento e orientamento e laddove ne ricorrano le condizioni di riorientamento delle strategie pianificatorie, integrando le dimensioni ambientali nell'ambito del processo decisionale per renderlo conforme a criteri di sostenibilità ambientale e le relative valutazioni e prescrizioni dettate, conservano la loro attualità, attesa l'invarianza sia delle scelte di pianificazione, se non nella misura conseguente alla esecuzione del giudicato costituzionale, sia nella durata di validità dello strumento del Piano.
Concludo con alcuni punti che possono essere considerati caratterizzanti e specifici del Piano faunistico-venatorio regionale, in particolare l'Allegato C, che è la relazione al Piano faunistico-venatorio e poi l'iter procedimentale, la relativa disciplina e tutti i contenuti del Piano.
In via conclusiva deve osservarsi come l'approvazione del provvedimento in esame consentirà di operare la riassunzione del Piano venatorio e assicurare la perdurante vigenza, come detto, senza soluzione di continuità dello strumento e consentirà di disporre, come detto, il regime di continuità di uno strumento in grado di garantire armonicamente il rispetto di diversi interessi coinvolti naturalistico-ambientali e agricolo-venatori e quindi assicurare una gestione complessiva del territorio.
Mi fermerei qui. Sostanzialmente penso di aver detto tutto.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

La parola al correlatore, Jonatan Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Annuncio già che, visto il travaglio che ha riguardato il provvedimento per arrivare in Aula, eviterò interventi durante il dibattito. Mi prenderò qualche minuto in più durante la relazione perché credo che, arrivati al punto in cui siamo oggi, anche per chi ci ascolta da casa, ci voglia un minimo di cronistoria, perché, Presidente, se ci siamo persi noi, pensi chi ci segue.
A distanza di diciotto mesi dalla precedente approvazione, questo Consiglio regionale – e prima di esso la Commissione consiliare Terza – è richiamato ad approvare il Piano faunistico-venatorio regionale 2022-2027, o meglio, come recita la proposta di provvedimento "di riassumere conseguentemente, con la presente deliberazione amministrativa ed al fine di assicurare la perdurante vigenza senza soluzione di continuità dello strumento di pianificazione faunistico- venatoria, il Piano faunistico venatorio regionale 2022-2027, già oggetto di approvazione ai sensi dell'articolo 1 della legge regionale 28 gennaio 2002, n. 2 , e ridefinendo la conterminazione della zona faunistico-venatoria delle Alpi, in conformità ai criteri posti dall'articolo 11 della legge 11 febbraio 92, la n. 157, così come costituito dai relativi documenti che sono parte integrante del presente provvedimento"; poi segue l'elenco degli allegati.
All'epoca, cari colleghi, avevamo detto che era un Piano che nasceva male, ma mai avremmo pensato che fosse un Piano che cresceva peggio e che nel peggiore dei modi, anzi, ci lasciava anzitempo.
Alle nostre obiezioni o, meglio, alle nostre considerazioni che erano, e ancora oggi sono, la conferma di un approccio laico ad una materia che spesso, non nascondiamoci, vive approcci divisivi e settari, ci fu risposto (ricordo bene le parole del capogruppo Pan in Commissione): "Se vi va bene, oppure lo approviamo nonostante voi". A fronte di cotanta risoluta sicurezza del capogruppo Pan, a nome di tutta la maggioranza ci venne il dubbio che fosse effettivamente così e che fosse un Piano serio, efficace e legittimo.
Il tempo, Pan, ha smentito quello che era stato detto. Succede. Succede anche ai migliori, pensi agli altri. Qualche crepa è arrivata già nella stessa Commissione, colleghi, quando il presidente Andreoli propose una pausa di analisi e riflessione a valle di un'attività di consultazione dei vari portatori di interesse. Abbiamo sentito le Province, le Polizie provinciali, le associazioni tutte, agricole, ambientaliste, venatorie, insomma, tutti i portatori di interesse.
Abbiamo avuto conferma che con una parte del percorso la consultazione era del tutto mancata. Grazie al presidente Andreoli, va riconosciuto, colleghi, questa parte di consultazione c'è stata.
Era del tutto mancata l'unica fase consultiva, in quanto obbligata da legge, quella prevista dalla normativa VAS regionale, tra l'altro. La VAS sia nazionale o regionale non esclude però di approfondire e ampliare la fase consultiva. Ma per l'Assessorato, per la Giunta, per la maggioranza e per gli uffici della Giunta – e ci tengo a specificare per gli uffici della Giunta regionale – andava bene così, non serviva altra consultazione e quindi i Consiglieri in Commissione potevano, come già enunciato dal Capogruppo, mettere in atto la prova muscolare tipo: se ti va bene è così, se non ti va bene fa lo stesso.
Chiediamo scusa, colleghi, ma ci permettiamo di ricordarlo, visto che, a nostro avviso, è un approccio sbagliato. Programmazione e pianificazione prevedono confronto e condivisione prima sul territorio poi in Commissione e poi in Aula, a prescindere da quale sia la materia. Se poi la materia è la protezione e la tutela della fauna, la gestione della fauna, l'attività di caccia e dei rapporti tra fauna e attività agricola, credo non serva aggiungere altro su quanto sia importante una discussione tra noi chiara, seria e legittima, senza approcci settari.
Sulla base della promessa della legittimità del Piano e della consapevolezza di averlo integrato e migliorato con una manovra emendativa che rivendichiamo, nata e fondata sull'ascolto degli stakeholder in Commissione e fuori dal palazzo, come piace fare molto spesso a noi, abbiamo voluto rimarcare la nostra posizione, ripeto, laica rispetto al Piano e poi dopo, in altre occasioni, come ad esempio nei bandi per le attività formative in favore delle associazioni venatorie, che hanno sempre visto in Terza Commissione il Partito Democratico votare favorevolmente.
Ma questa cosa della prova muscolare evidente è nel DNA di qualcuno. Alla prima bocciatura del Piano del TAR del Veneto, invece di riflettere, collega, sui motivi della sentenza, la Regione ha presentato appello al Consiglio di Stato, che ha dato ragione al TAR e poi ha sollevato il conflitto di attribuzione presso la Corte costituzionale rispetto all'attività del TAR sul Piano. Ho sempre detto io, assessore Corazzari, che il braccio di ferro con la giustizia per ora ci dice che vincono sempre loro. Risultato: come il Consiglio di Stato, anche la Corte costituzionale ha riconosciuto la legittimità dell'operato del TAR; quindi, non esiste alcun conflitto di attribuzione. La sentenza è stata pubblicata ai primi di luglio, ma anche in questa occasione la Regione l'ha persa e non ha pensato di fare tesoro della decisione, ossia di preparare un eventuale piano B in vista della sentenza della sua legittimità costituzionale sulla modalità di approvazione del Piano e sulle modalità di individuazione della zona faunistica delle Alpi. Ma d'altronde, come direbbe la mia collega, non hanno il piano A, figuriamoci se hanno un piano B. Ha ragione, collega.
Così il 18 luglio scorso la nuova e, per il momento, ultima mazzata ci è arrivata dalla Corte costituzionale, che ha deciso che il Piano è illegittimo per due motivi: perché è stato approvato con legge e non con provvedimento amministrativo, e perché la Regione ha dimostrato di non aver correttamente individuato la zona faunistica delle Alpi.
La mancanza di un piano B – io direi anche di un piano A – diventa dunque molto grave, perché improvvisamente, nel cuore dell'estate, a poche settimane dall'inizio della stagione venatoria, la Regione si trova senza Piano. Le lacune sono talmente gravi che durante l'udienza – verbali e video sono on-line, colleghi, se volete andare a vedere – si è arrivati a dire che la Regione Veneto, quando pianifica la Zona Alpi, non riesce a distinguere l'altimetria dalla latitudine. Io credo che non sia un complimento per chi è Ente pianificatore. C'è il video.
Ecco a cosa ha portato questo mix tra approccio di sala pesi in palestra e l'evidenza di maneggiare temi importanti con troppa leggerezza.
Chiediamo conto all'Assessorato di chi ha sottoscritto il visto di legittimità del provvedimento legislativo diciotto mesi fa. Perché? Non perché noi vogliamo fare un'attività barricadiera, ma perché diventa fondamentale chiederci quanto ci è costata finora e quanto è costata ai cittadini veneti questa prova muscolare in termini di spese legali. Ci risulta, tra l'altro, che sia stato consultato qualche legale esperto in materia - così ci dicono, dopo, comunque, cercheremo conferma, ma è emerso nei dibattiti in Commissione - per definire quella che è stata la nostra attività sul controllo nelle attività di qualifica. Anche questo credo che sia, per le casse dei veneti, un costo che non siamo orgogliosi di aver sostenuto.
La sentenza che c'è stata, la n. 148, ci insegna anche un'altra cosa particolarmente importante per una Regione fortemente incamminata verso l'autonomia: ovvero, Assessore, l'importanza di ascoltare il territorio su temi e materie che con il territorio interagiscono e impattano. Vanno bene tutti i discorsi sull'autonomia, ma se dove abbiamo l'autonomia non ascoltiamo neanche il territorio, forse qualcuno si chiederà se ha senso avere questa autonomia. Il ricorso al TAR che ha portato poi la Regione davanti alla Corte costituzionale, che è stato promosso da Lipu, WWF, LAC o altro ancora, ci dà insomma un senso...
Scusate, il ricorso non è stato promosso da WWF, LAC, Lipu o altro, che poteva dare un senso di normalità: le associazioni a tutela animali fanno la loro azione, si oppongono, ci sta. Non c'è niente di strano, Assessore, è sempre successo.
Ma la cosa che stride è che questo ricorso è stato fatto da due Comuni, neanche molto grandi, peraltro, quindi, non in grado di sostenere indolori le spese di questa attività di ricorso. Hanno capito e fatto capire che un'efficace gestione della fauna passa per un'efficace gestione di programmazione del prelievo venatorio ed è un elemento di interesse generale e come tale può, nelle competenze di un Comune, portare a fare un ricorso ben motivato, e alla fine hanno dato loro anche ragione.
Se volete, il Golia Regione è stato sconfitto da due Davide: i Comuni di Rivoli e Caprino Veronese, che, prima ancora, inascoltati, avevano chiesto ascolto alla Provincia di Verona in sede di approvazione del Piano provinciale.
Sempre in riferimento alla strategia difensiva della Regione, stupisce, a conferma, che mancava del tutto, Assessore, un piano B, che nessuno abbia mai ritenuto di invocare una norma di salvaguardia temporanea in caso di annullamento della nostra legge veneta, perché era una legge e non un atto amministrativo.
Non è teoria. La Regione Puglia, che nel 2011 si è vista annullare il Piano faunistico dal Consiglio di Stato, cari colleghi, aveva prudenzialmente inserito nelle proprie memorie la richiesta di una norma di salvaguardia che teneva in vigore il Piano nelle parti non illegittime per 10 mesi, entro i quali la Regione Puglia poteva sistemare ad approvare il nuovo Piano faunistico-venatorio regionale.
A differenza della Puglia, il Veneto, che come sempre deve primeggiare in tutto, ha pensato che fosse stato meglio trovarsi nel cuore dell'estate, a pochi giorni dall'inizio della stagione venatoria, senza un Piano.
D'altronde, Assessore, se bisogna primeggiare, bisogna farlo bene. Noi non partecipiamo per vincere, partecipiamo per perdere su queste cose. La storia è coerente, ce lo dice e ce lo ricorda ogni giorno. Lo ricordiamo anche noi qui oggi, con molta umiltà e molto senso di devozione al nostro Ente.
Nella proposta di provvedimento, Assessore, si legge anche che "questa adozione o conferma è rispettosa della norma di valutazione ambientale". Visto il precedente, chiediamo una rassicurazione sul punto e con l'occasione vi segnaliamo che si fa riferimento ad una delibera di Giunta in materia di VAS nel 2009, che da tempo è stata abrogata e sostituita da un altro provvedimento. Magari se ci può dire se quella delibera di VAS citata del 2009 è giusto tenerla in questo provvedimento o magari qualcuno ce lo impugna perché è stata sostituita da un altro atto successivamente.
Si dice anche di un'attività di conferma o riconferma dei provvedimenti attuativi del Piano che sono stati approvati in questi diciotto mesi. Lo abbiamo già imparato a nostre spese con numerose interrogazioni, il presidente Andreoli conosce fin troppo bene questo tema. Questo Piano, o meglio, il precedente – o il "fu Piano" della Regione Veneto – approvato con legge, aveva trovato attuazione per meno del 50%. Ci avete messo quindici anni a farlo e ancora non riuscite ad approvarlo. Aveva meno del 50% dei provvedimenti necessari.
L'elenco delle mancanze, Assessore, è ben noto sia a lei che alla parte tecnica, e comprende, guarda caso, il regolamento per la caccia in Zona Alpi, come dire "se non sai pianificare e sei imbarazzato per quello che devi fare, lascia perdere": la caccia di selezione, ma nel frattempo sfioriamo delibere di Giunta e circolari sulla formazione in materia di un obiettivo di panificio industriale; la gestione privata della caccia, l'addestramento dei cani, la gestione delle oasi di ripopolamento e tanta altra roba.
L'attività di conferma, quindi, non dovrebbe portare via tanto tempo agli uffici della Giunta, assessore Corazzari, visto che non riconfermiamo quasi nulla di quello che era partito. Sono contento, Assessore, perché non vorrei mai che i nostri uffici sulla caccia fossero appesantiti dalla già importante mole di lavoro che devono fare. Per fortuna, andiamo a confermare quel poco o quasi nulla che abbiamo fatto.
Concludo. Anche in questo il proporsi con metodo muscolare non costituisce un buon presupposto. Se una Regione o, meglio, la Struttura di una Regione che coadiuva l'attività della Giunta si propone come unico ufficio depositario della conoscenza in materia, con l'Assessore che continua a delegare obiettivi alleggerendo il suo lavoro di Giunta, non è poi tanto strano che commissariamo un ATC, nominato dalla stessa Struttura, che si prende l'arbitrio di non convocare il Comitato direttivo per consentire un efficace esercizio della gestione democratica della caccia a livello territoriale.
Non è anche questo modello di democrazia e di partecipazione a livello territoriale, Assessore e colleghi, che sempre la stessa Regione promuove in vista delle Autonomie, dopo che lei e gli uffici che hanno mandato, non si capisce da chi, non esercitano?
Chiediamo alla Giunta, all'Assessorato e ai suoi uffici di darci garanzie su questo Piano, sulla sua correttezza e sulla sua legittimità. Non vorremmo trovarci a ribadire qui ancora oggi che stiamo approvando qualcosa che ci dicono che è tutto a posto, e dopo, madama la marchesa... Insomma, credo che questo sia il provvedimento più discusso e più venuto in Aula da quando è iniziata questa legislatura. Colleghi, abbiamo parlato più di Piano faunistico da quando è iniziata questa legislatura che di quelli che sono i problemi dei veneti ad arrivare a fine mese. Assessore, se voleva guadagnarsi un ruolo da protagonista ce l'ha fatta nel modo più sbagliato ed equivoco, però ce l'ha fatta a spese dei cacciatori, delle associazioni venatorie, delle associazioni ambientaliste e di quello che deve essere un provvedimento chiaro. Assessore, ce l'ha fatta.
È bene che lo sappiamo tutti, perché con l'approvazione di questo strumento amministrativo oggi, di questo Piano, come di tutto ciò che viene impugnato come strumento amministrativo - anche un permesso di costruire può essere impugnato davanti al TAR, insomma - come qualsiasi DGR, può essere impugnato e può subire in qualche modo, Assessore, dei cambi di rotta che non potrebbero giovare al calendario venatorio. Su questo e sulla pericolosità di questo basta ricordare le ultime tre stagioni di caccia, perché in genere, Assessore, una non si capisce, due si tenta di capire e tre si capisce. Noi neanche alla terza abbiamo capito.
Purtroppo, però, siamo ancora dubbiosi sul fatto che la lezione da parte del TAR, del Consiglio di Stato e della Corte costituzionale abbia avuto un effetto positivo rispetto ad una piena ed efficace consapevolezza sul ruolo e l'importanza della consultazione e del confronto. D'altronde, Assessore, voi non ci ascoltate e non ascoltate i territori, però, mi dispiace dirglielo, TAR, Consiglio di Stato e Corte costituzionale si fanno ascoltare da soli. Fortunatamente per loro, li invidiamo un po'.
Un esempio è la recente approvazione, proprio in coincidenza con le due tegole arrivate da Roma, del PDL n. 188, meglio conosciuto come l'ordinamentale della Terza, che di ordinamentale aveva solo in nome. In realtà era un "liberi tutti" nello sparare in laguna, decidete il calibro, meno l'Assessore decide in Giunta più fanno gli uffici e meglio è. Un PDL che ha messo mano in maniera radicale alla legge regionale n. 50 di cui le associazioni venatorie, a differenza sua, Assessore, e dei suoi uffici, non sapevano e non sanno nulla. Noi siamo andati a toccare questa legge senza nemmeno sentire le associazioni venatorie.
Chiudo dicendole una cosa personalmente: io ho incontrato tutte e nove le associazioni venatorie e mi hanno detto, Assessore, che l'hanno vista solo in quell'incontro che avete fatto dove le hanno chiesto di cambiare rotta perché erano disperate, quindi sono indecisi se andare a "Chi l'ha visto", perché, insomma, è abbastanza latitante in materia, o chiedersi se il suo è una sorta di sgambetto premeditato o ci sia, assessore Corazzari, una sua svolta ambientalista, animalista, anticaccia, al punto che lei oggi è considerato il più grande alleato delle associazioni anticaccia, visto che lei ha fatto promuovere tutti quegli atti che dopo sono talmente impugnabili che la caccia viene sempre messa in difficoltà.
Diciamo la verità: oggi il più grande alleato di chi non vuole la caccia è l'assessore Corazzari con una parte della sua Struttura. Lo dico con la massima serenità. Non approvando il Piano, non mettendo a terra i provvedimenti, facendo cose che vengono impugnate, Assessore, lei oggi è considerato l'icona ambientalista e animalista di questa Regione perché senza di lei non saprebbero cosa fare.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io la penso in maniera diversa. L'assessore Corazzari forse è un po' troppo vicino al mondo venatorio, ma va bene.
Dico che oggi siamo qua perché qualcuno, a inizio anno, ha voluto fare di testa propria, non seguendo le norme, non seguendo le procedure e non approvando questo Piano con un atto amministrativo come il Piano dell'aria, il Piano cave, il Piano territoriale di coordinamento, il Piano casa. Erano tutti atti – se vi ricordate – amministrativi. Questa prepotenza, questo voler blindare un Piano alla fine vi ha portato a scivolare su una buccia di banana. E qual è stata la buccia di banana? Il Comune di Rivoli Veronese che si è visto costretto a fare un ricorso al TAR, il quale ha sollevato la questione di conflitto di attribuzione di poteri. Tant'è vero che, con senso di onnipotenza, questo Consiglio ha voluto deliberare, dopo quel Piano, sul conflitto di attribuzione dei poteri, perdendo clamorosamente con due sentenze, una di un mese fa e una dell'altra settimana.
Colleghi, Assessore e Giunta, se voi a febbraio aveste semplicemente approvato un emendamento a firma Zanoni e Bigon non saremmo qui adesso. Noi, infatti, con senso di responsabilità avevamo riportato i confini della Zona Alpi nella precedente situazione, ma questo è stato bocciato. Forse è anche grazie alla vostra ottusità nel non voler mai ascoltare il parere di chi sta dall'altra parte che non vi è riuscita questa operazione di blindare il Piano. In realtà, infatti, voi pensavate che facendolo per legge non ci sarebbero stati ricorsi al TAR.
Invece, c'è stata questa procedura molto interessante, difficile da percorrere, ma alla fine siamo qui con questa sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato incostituzionale la legge del Piano. Perché? Cosa hanno fatto i giudici della Corte, ma anche i bravi avvocati del Comune di Rivoli Veronese? Non si sono limitati a puntare il dito contro quella norma che penalizzava il Comune di Rivoli Veronese – tra l'altro, c'è anche un'associazione venatoria che è ad adiuvandum ha partecipato al ricorso al TAR del Comune di Rivoli Veronese – ma hanno voluto vederci chiaro sulle modalità di approvazione del Piano e hanno riscontrato un'anomalia, sollevando la questione al TAR, che l'ha sollevata alla Corte costituzionale, relativa alla tipologia di atto tramite il quale un Piano faunistico-venatorio può essere approvato. Non andava approvato per legge, ma andava approvato con un atto amministrativo.
Ecco che la Corte costituzionale ci ha portato a questo punto.
È giusto ricordare i contenuti del Piano, perché io ho sentito parlare, negli interventi precedenti, molto di associazioni e di procedure, ma volevo ricordare che stiamo parlando anche di un bene che la nostra legge dello Stato dal 1992, che recepisce la Direttiva Habitat e la Direttiva Uccelli, che è la legge sulla tutela della fauna selvatica e prelievo venatorio, tutela la biodiversità e tutela la fauna selvatica.
Dovete sapere che la principale direttiva contenuta in queste norme, oggi approfondite dalla Corte costituzionale, che ci portano ad approvare questo Piano, è la Direttiva Uccelli. È la prima direttiva dell'Unione europea di carattere ambientale approvata in Europa.
Se vuole interrompo, così facciamo parlare il funzionario con l'Assessore. Presidente, mi dica. Grazie, Assessore.
Stiamo vivendo, colleghi, un momento molto critico per l'ambiente e in particolare per la fauna selvatica. Dovete pensare che con i cambiamenti climatici in atto - lo abbiamo visto in questi giorni cosa sta accadendo, ne abbiamo parlato anche oggi – si va dalla siccità, alle bombe d'acqua, agli uragani, alla grandine con chicchi grandi come una pesca.
Sta subendo delle ripercussioni importantissime soprattutto l'avifauna. Gli uccelli migratori sono calati di percentuali veramente incredibili, e sono quel patrimonio che noi, assieme ai mammiferi, andiamo a proteggere con questo Piano, che non è il Piano della caccia, è il Piano della fauna e delle attività di caccia. È una norma molto importante per la tutela di questo patrimonio, che è un patrimonio di tutti i cittadini.
Qui, in questo Piano faunistico-venatorio vengono previste anche le aree protette. Per raggiungere quel minimo di area protetta sono state inserite delle aree, come l'aeroporto militare di Strana o l'aeroporto di Venezia, che nulla hanno a che fare con le aree utili alla riproduzione della fauna selvatica, come 11.000 ettari di laguna viva tutelati ad oasi, solo per poter raggiungere quel minimo del 20% di superficie utile per tutelare la fauna selvatica.
Questa è una cosa che non va. Abbiamo appena il 20% a disposizione per tutelare la fauna selvatica, patrimonio di tutti i cittadini: facciamolo in aree adeguate.
Anche parti del Lago di Garda sono state inserite come oasi. Nella Provincia di Vicenza, poi, lo abbiamo detto anche nella discussione di febbraio, al posto di proteggere quel 20% di area di pianura, come accade in tutte le altre Province, siamo appena al di sopra del 5%. Se uno va a vedere le cartine del Piano faunistico-venatorio, dove sono dipinte di verde le aree protette, nella Provincia di Vicenza, nella parte di pianura vediamo una cartina quasi bianca: una cosa incomprensibile, perché ci sono degli standard previsti anche dall'ISPRA ben chiari per quanto riguarda la distribuzione di queste aree protette che dovrebbero corrispondere alle rotte di migrazione previste dalla Direttiva Uccelli, che è la madre delle leggi di cui stiamo parlando.
Poi c'è anche la questione dei valichi montani. C'è su questo una recente sentenza della Corte costituzionale che ha costretto il Consiglio regionale della Lombardia a rivotare una legge sui valichi perché non li avevano protetti.
Quello che hanno fatto è stato un pasticcio, perché ne proteggono quattro, ma noi in Veneto, con questo Piano, quanti ne proteggiamo? Abbiamo un solo valico montano su una quarantina in totale. Cosa sono i valichi montani? Sono quelle depressioni geografiche attraverso le quali gli uccelli migratori, quando arrivano a svernare nel nostro Paese, transitano perché naturalmente seguono le parti più basse, e si concentrano in questi imbuti tra le colline, tra le montagne.
Ecco perché la norma dice che i valichi montani vanno protetti. Parliamo di animali colpiti dai cambiamenti climatici, dall'agricoltura intensiva, dal consumo del suolo; parliamo di specie in continuo declino, meritevoli di protezione. Io la penso in un determinato modo sulla questione della caccia, ma qui vi sto parlando delle norme dell'Unione europea, vi sto parlando delle norme nazionali e di quello che dice l'Agenzia governativa, che si chiama ISPRA, che ha indicato quali sono i criteri per tutelare questi valichi montani. Ce n'è uno in tutta la regione classificato come valico montano. Non ci siamo, colleghi.
Poi, c'è la norma che consente, con questo Piano, ai cittadini possessori di un terreno agricolo di chiedere di vietarvi la caccia con una procedura particolare, ma con questo Piano, viene messo il limite dell'1%. La legge nazionale non prevede limiti. Questo è un limite che non è un limite costituzionale e dopo vi dirò anche perché e chi ce lo dice che non è costituzionale mettere questo limite.
Poi c'è anche la questione delle opere, delle grandi opere che sono state realizzate e sono state realizzate con delle valutazioni d'incidenza ambientale per le quali veniva richiesto che ci fossero delle opere di compensazione. L'ufficio VIA, VAS, VINCA in queste valutazioni aveva previsto che ci fosse il divieto di caccia di 4 chilometri dal sito di queste opere. Ce ne sono 14. Bene, queste aree di tutela non sono state previste, lo prevede la legge, lo prevedono le stesse procedure della Regione Veneto.
Il fatto che sia un documento importante e che si concentra sulla tutela della fauna selvatica ce lo dice anche Veneto Sostenibile, un importante documento redatto dagli uffici tecnici della Giunta regionale del Veneto, che mette assieme tutti gli obiettivi dell'Agenda 2030 per la sostenibilità, dove, per quanto riguarda l'obiettivo "Vita sulla Terra", ovvero la tutela della biodiversità, abbiamo una casella rossa. Siamo l'unica Regione in Italia, assieme alla Lombardia, dove sulla biodiversità siamo lontanissimi dall'obiettivo che ci raccomanda l'ONU. Nonostante ciò, continuiamo a fare un Piano illegittimo, che non tutela la fauna selvatica.
Non è stato trovato, quindi, colleghi, il giusto equilibrio tra le varie esigenze.
Chi, sotto un punto di vista prettamente giuridico, ci dice che questo Piano, anche se con questa modifica, è sbagliato, è un parere espresso dal Ministero della transizione ecologica e dal Ministero dell'ambiente del 1° marzo 2022 indirizzato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la quale viene chiesto che la legge del Piano venisse impugnata. Dopo non lo è stato. Quindi, è un parere tecnico importantissimo, dalla valenza giuridica, a mio avviso, molto pesante, che fa questo elenco di punti incostituzionali. Tra l'altro, vengono citate altre sentenze della Corte costituzionale. La Corte su questo non si è espressa perché non è stata interessata su questi punti.
Innanzitutto, è mancata l'interlocuzione tecnica con l'ISPRA. Abbiamo questa Agenzia governativa che dà dei pareri su questa materia. È un'Agenzia che li dà alle Regioni, è previsto per legge ed è previsto in maniera specifica sulla pianificazione faunistico-venatoria. Ebbene, la Regione del Veneto non ha chiesto il parere all'ISPRA, né nel Piano di febbraio né, naturalmente, in questo.
Sappiamo tutti perché non vengono chiesti questi pareri, perché l'ISPRA, da organismo tecnico-scientifico, direbbe quello che hanno detto i Ministeri e quello che vi sto elencando io oggi in questo mio breve intervento.
Questo Ministero dice anche che la modalità tecnica del provvedere imposta dal legislatore nazionale include, quale momento ineliminabile, la pianificazione faunistica e assicura garanzie procedimentali funzionali all'equilibrio degli interessi in gioco, esprimendo una regola di tutela inderogabile per le Regioni tramite, appunto, la richiesta del parere ISPRA. Poi, avevano segnalato la questione del ricorso alla legge, anziché all'atto amministrativo.
Dopodiché, il Ministero, rivolgendosi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e chiedendo l'impugnativa di fronte alla Corte costituzionale, aveva elencato questi altri punti.
Fondi sottratti: il limite dell'1% del territorio agrosilvopastorale provinciale oggetto di divieto di caccia da parte di fondi di privati crea delle discriminazioni tra i cittadini che vogliono avvalersi di tale diritto. I cittadini hanno il diritto di chiedere il divieto di caccia, la Regione non ha il potere di mettere il limite massimo dell'1% della superficie totale di questi fondi nei quali i cittadini vogliono vietare la caccia. Esercizio venatorio di appostamento: anche qui viene sollevato il fatto di incostituzionalità laddove la legge nazionale prevede il divieto di cacciare, sparando da veicoli a motore o da natanti o da aeromobili. Viene omessa la limitazione dell'attività di allenamento e addestramento cani e non viene individuato dove questi devono essere istituiti. Poi, omessa identificazione delle zone in cui sono collocabili gli appostamenti fissi.
Vi sto leggendo sempre quello che dice il Ministero come punto utile per sollevare il giudizio di incostituzionalità presso la Corte costituzionale.
Ancora, omettere di proteggere le rotte migratorie attraverso il divieto di caccia nel raggio di 1.000 metri dei valichi montani. Non attua le prescrizioni di cui alla valutazione di incidenza ambientale circa la necessità di precludere il prelievo venatorio nelle aree in cui sono previsti questi interventi di mitigazione e nell'intorno di 4 chilometri da queste. Io ho anche un elenco che fa parte di un emendamento. Questo per quanto riguarda il Ministero.
Poi, c'è anche il parere del Ministero della cultura, che si occupa sempre di appostamenti, di caccia. Abbiamo presentato una decina di emendamenti. Sono emendamenti utili a recepire le indicazioni per evitare il caos, perché, come ricordava prima il collega, approvando questo Piano con un atto amministrativo, questo può essere impugnato presso i giudici amministrativi, ovvero il TAR; quindi, potremmo ritrovarci nella situazione in cui il TAR, interessato magari dalle associazioni di tutela ambientale, con una ordinanza, con una sentenza, annulli o sospenda alcune parti del Piano, magari a caccia aperta.
Oggi si parla, io credo, di un patrimonio di tutti i cittadini delle future generazioni. Credo, su temi come questo, che dovrebbe esserci, anche da parte della maggioranza, la libertà di voto, perché credo sia un voto di coscienza.
Vorrei che ognuno di noi, che ognuno di voi, colleghi, che ha dei figli, chiedesse a loro, o nipoti, cosa fare di fronte all'applicazione o non applicazione di norme previste dallo Stato e dall'Unione europea di tutela della fauna selvatica. Cosa fare, approvarle o non approvarle?
Se venissero approvati i dieci emendamenti proposti, e anche quelli di alcuni colleghi, la caccia verrebbe svolta, ma verrebbe svolta a norma di legge e addirittura si eviterebbe il caos che potrebbe verificarsi. Quindi, questa, a mio avviso, è un'occasione per non continuare a considerare la fauna selvatica come un bancomat per fare consenso. La fauna selvatica è patrimonio di tutti i cittadini.
Credo che sia un momento importante, questo, per questa scelta, perché l'Unione europea si sta dotando di norme importanti, perché si è resa conto, e noi facciamo parte dell'Unione europea – quando diciamo "Unione europea", diciamo anche "Italia", diciamo "Veneto", diciamo "Regioni d'Italia" – che ci sono grossi problemi anche sulla tutela della natura.
Abbiamo appena approvato la Nature Restoration Law, perché ci siamo resi conto, in Unione europea, che la natura, la biodiversità, dopo anni di sfruttamento è ai minimi termini, e siamo a punti di non ritorno. È un po' come i ghiacciai sottoposti agli effetti dei cambiamenti climatici. Credo che il giusto equilibrio sia tra gli interessi e le norme che prevedono queste tutele; gli interessi di una minoranza, che è anche quella dei cacciatori, minoranza che rappresenta percentuali di popolazione da prefisso telefonico, comunque, quindi una minoranza "minoranza"; poi abbiamo chi ama la natura, ama gli animali, ama l'ambiente; ci sono i proprietari, magari indifferenti, ma che non vogliono persone che girano armate nei propri terreni, quindi hanno il diritto, previsto per legge, di vietare la caccia nei propri terreni.
Poi ci sono le sentenze della Corte costituzionale, c'è la norma regionale, ci sono le norme statali e ci sono la Direttiva Habitat e la Direttiva Uccelli. Credo che con questo Piano non si sia stati capaci di trovare il giusto equilibrio per attuare una norma che consenta l'attività venatoria nel rispetto delle norme di tutela della fauna selvatica e dei diritti che spettano ai cittadini proprietari di quei terreni dove si esercita l'attività venatoria.
Volevo ricordare, infatti, cari colleghi, che l'attività venatoria oggi si svolge grazie ai privati cittadini veneti che non vanno a caccia, ma che, grazie a una norma del ventennio fascista, l'articolo 842 del Codice civile, sono obbligati a far entrare nei propri terreni, senza potervisi opporre, chi ha una regolare licenza di caccia. È una eccezione, l'unica, prevista alla proprietà privata. Voi potete impedire nel vostro terreno a tutti di entrare, ma non potete impedirlo a uno che arriva armato e che ha la licenza di caccia.
Mi affido alla coscienza di ognuno di voi per esprimere questo voto.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.
La parola alla collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Riprendo un tema della scorsa settimana: un ordine del giorno, su cui all'inizio era stato dato parere positivo dall'Assessore, e poi invece il Consiglio ha deciso di bocciarlo.
Io oggi non entrerò su tante delle questioni che i colleghi hanno già esposto, però, visto che farò un unico intervento, veloce, di contenuto che spero in questo caso venga preso in considerazione, volevo soffermarmi su due delle questioni che, tra l'altro, il collega Zanoni ha appena citato per dimostrare i contenuti del tema dell'incostituzionalità che è stato sollevato, e io infatti volevo concentrarmi su due di questi ambiti.
Il primo. Io mi chiedo come sia possibile che in una regione come la nostra, e i dati lo fanno vedere, quest'anno, su 611 richiedenti, abbiamo ammesso solo 127 domande delle persone che hanno voluto togliere il proprio terreno dalla possibilità dell'attività venatoria, quindi più o meno il 20% totale delle richieste. Quaranta, più o meno, se non erro, cittadini si sono visti negare, in realtà, la possibilità di avere metà del terreno in divieto di caccia.
Sostanzialmente noi abbiamo 500 cittadini circa, un po' meno, che hanno fatto richiesta legittima di dire "io ho un terreno, voglio fare in modo che lì non ci sia attività venatoria", che mi sembra il minimo sindacale che un cittadino possa decidere che in un terreno di propria proprietà, ovviamente facendo una domanda alla Regione del Veneto, gli possa essere dato il diritto di dire che all'interno lui non vuole attività venatoria.
Sapete, l'ho detto più volte, che tante volte questo tipo di attività avviene troppo vicino alle case, troppo vicino a luoghi, tra l'altro, dove ci sono anche attività agricole di pregio. Abbiamo parlato più volte degli impianti di irrigazione a goccia, che vengono distrutti tante volte da cacciatori che non seguono le regole, come dovrebbero, e ce ne sono.
Mi chiedo perché questa Regione – tra l'altro, è uno dei temi che comunque i documenti appena citati dal collega Zanoni riprendono – non garantisce, al pari di altre Regioni, il diritto di escludibilità dei propri terreni dal diritto dell'attività venatoria.
I dati lo dimostrano: abbiamo solo il 20% delle domande accolte. La procedura per chiedere questo tipo di esenzione è lunga e burocratizzata. Lo si fa apposta per fare in modo che ci sia più difficoltà, per qualsiasi cittadino comune, di fare questa domanda e soprattutto poche domande, solo il 20%, vengono prese in considerazione. Secondo me, questo è un tema di diritto basilare all'autodeterminazione di quello che qualcuno vuole fare nella propria proprietà privata.
Lo ridico. Oggi non c'è il collega Formaggio. Siamo fan del diritto all'autodifesa, però quando ci poniamo dal punto di vista di un cittadino che vuole escludere il proprio terreno dalla possibilità di fare attività di caccia questa Regione mette i bastoni tra le ruote. Secondo me, questa è una delle questioni che in questo momento dovremmo prendere in considerazione.
La motivazione. Ci sono due emendamenti che ho depositato in questo senso, che tra l'altro sono simili ad alcuni presentati dai colleghi su questo tema, che avevamo già depositato quando abbiamo approvato questo Piano faunistico. Una domanda viene rifiutata perché noi permettiamo di togliere una percentuale di terreni pari solo all'1% del territorio possibile. Con l'altro emendamento si vuole portare questa percentuale al 5%, il che permetterebbe a chi vuole togliere il proprio terreno dal diritto allo svolgimento dell'attività faunistico-venatoria di farlo più facilmente, proprio grazie alla percentuale più alta.
Soprattutto, con l'altro emendamento si prevede di poter riaprire i termini ogni volta che un cittadino vuole affrontare la procedura di esenzione del proprio terreno. Ad oggi è poca la percentuale, c'è solo una finestra di candidatura, è molto burocratizzata, è difficile permettere il diritto di togliere il proprio terreno.
Ricordo che, quando abbiamo approvato il Piano faunistico-venatorio, un po' di tempo fa, in quest'Aula, era stato approvato un mio emendamento che permetteva, ad esempio, alle attività agrituristiche, alle fattorie didattiche e alle fattorie sociali di poter sempre togliere il proprio terreno dall'attività faunistico-venatoria, al di là dei termini e dei limiti che venivano garantiti dal Piano. Ricordo che era stato un emendamento importante e che era stato approvato. Le tante fattorie didattiche che avevo avuto modo di incontrare e sentire erano felici di questo. Come sapete, una fattoria didattica ha al proprio interno bambini e bambine che si fermano lì a lavorare, a giocare, a passare il tempo. Capita, però, che spesso queste fattorie didattiche sono troppo vicine alle attività di caccia. Quindi, permettere di togliere il terreno è il minimo sindacale per le persone che vogliono farlo.
Permettere anche a cittadini singoli o a chi ha un'attività agricola questo tipo di possibilità; quindi, di riaprire un termine per poter togliere i terreni, credo sia una scelta di buonsenso.
Ripeto: l'intervento che sto facendo non riguarda il contenuto del Piano, l'incostituzionalità. Lo hanno già fatto i colleghi, che credo abbiano anche le competenze per farlo molto più di me. Il tema che io ho sempre portato in quest'Aula, anche per la storia della mia famiglia, è ritenere che non sia possibile che una Regione come questa metta il bastone tra le ruote a chi ha la possibilità di dire "no" alla caccia nel proprio terreno.
Mi sembra veramente una cosa di puro buonsenso permettere una procedura facile, soprattutto per chi vive in un Comune circondato da campi e dalla possibilità di vedere svolgere attività di caccia. Non credo sia possibile dire "no", se lo può fare e se lo vuole fare, o rendere difficile farlo chiedendo di produrre una serie di documenti che ‒ a proposito di snellimento della burocrazia italiana ‒ diventa difficilissimo mettere insieme.
Vi chiedo davvero di cogliere questo momento di revisione e di possibilità di emendare una proposta di legge con queste due questioni: riapertura dei termini e possibilità di aumentare la percentuale dei terreni da togliere dall'attività faunistico-venatoria al 5%, al posto dell'1%. Sarebbe un passo avanti rispetto, tra l'altro, a dei contenuti che questo giudizio di incostituzionalità ha. Il diritto dei cittadini di togliere il proprio terreno deve essere sancito da questa Regione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Speravo di sentire qualche altro collega di maggioranza, motivo per cui ero rimasta piacevolmente in attesa dell'intervento del consigliere Rigo. A questo punto, credo sia stato un errore.
Oggi arriviamo a questa riapprovazione del Piano faunistico-venatorio, all'approvazione di un nuovo atto, sostitutivo a seguito della sentenza della Corte costituzionale, per un errore di valutazione che, in realtà, credo derivi da un atteggiamento di questa maggioranza prono alle pretese dei cacciatori, incurante dell'obiettivo di tutela della fauna e dell'ambiente, quindi dei diritti di tutti, fino a farsi beffa delle norme.
Lo scorso anno ero stata correlatrice del progetto di legge sul Piano faunistico e ne avevo contestato diversi passaggi, a nostro parere non corretti, perlomeno della parte più attenta alla funzione faunistica di questo Piano, non soltanto di quella venatoria: aree di ripopolamento e cattura e oasi di protezione insufficienti e totale inadeguatezza di azioni per la tutela della fauna e delle persone dall'arroganza venatoria, che si è anche manifestata con abbastanza evidenza in questo ultimo anno, con interventi fatti ad immagine e somiglianza del cacciatore.
E non ditemi che lo fate perché la caccia serve per contenere i danni, per esempio agli agricoltori. Se ci teneste davvero al settore agricolo, al pari di quanto tenete politicamente al settore venatorio, all'attività ludico-ricreativa-venatoria, rifondereste i danni della fauna alle aziende agricole in tempi da cristiani. Le difficoltà burocratiche e i tempi dilatati non fanno altro che confermare un'attenzione spropositata di questa maggioranza e della Giunta a non dare sollievo nei tempi e creare disagio in relazione alla fauna per giustificare l'azione di sostegno venatorio.
Oggi il Piano è tornato con le modifiche conseguenti alla sentenza della Corte costituzionale, che ha bocciato il Piano nella forma e in un suo punto sostanziale. Con il Piano la maggioranza ha votato la modifica della Zona faunistica delle alpi, escludendo un Comune, Rivoli Veronese, che ha fatto ricorso e ha vinto. La Giunta, infatti, ha modificato illegittimamente i confini su basi esclusivamente altimetriche e non relative alla consistenza di specie animali o di habitat ad esse collegate.
Insomma, come spesso accade, le valutazioni vengono fatte sulla carta e – fatalità – favorevoli al mondo venatorio.
L'approvazione del Piano faunistico-venatorio con legge è stata, poi, considerata un rischio di modificazione peggiorativo degli standard minimi e uniformi di protezione della fauna. Questo motivo è stata la causa di incostituzionalità n. 2 definita dalla Corte. Quindi, non semplicemente un errore di forma, ma un errore di forma che si traduce in un'azione sostanziale, in un'azione politica.
La legge è statica. L'atto amministrativo, invece, è flessibile, quindi idoneo a prevenire i danni che potrebbero conseguire a un veloce e imprevedibile mutamento delle circostanze. Per questo motivo oggi non posso che essere dura nel contestare la certificata abdicazione della Regione alla propria funzione di garante dell'equilibrio delle opposte esigenze, sempre sbilanciata, invece, a favore dei pretesi diritti dei cacciatori.
Questo, quindi, non può essere un passaggio in un Consiglio regionale che semplicemente approva un atto in ottemperanza a quanto definito dalla Corte costituzionale, ma deve ancora correggere dei passaggi sostanziali: sostanziali in difesa dei cittadini, che si ritrovano oppressi dall'arroganza venatoria, e sostanziali per la tutela degli habitat e del poco che rimane di territorio a disposizione della fauna selvatica, già lungamente e continuamente provata dalle pressioni antropiche. Pressioni antropiche che prevedevano, attraverso un nostro emendamento approvato... La Giunta, dopo, nei territori si è fatta pure bella nel presentarlo. La pressione antropica è stata trattata all'interno di un articolo approvato in questo Consiglio, su suggerimento di Europa Verde, su indicazione e proposta di Europa Verde, che prevedeva delle azioni di mitigazione e un'azione informativa per ridurre la pressione antropica, non soltanto, quindi, causata dall'attività venatoria, ma anche e soprattutto da tutte le altre attività che vanno a modificare, a interagire, a creare danno alla continuità di vita della fauna, senza la quale ‒ ribadisco ‒ gli habitat non sono nulla.
Questo articolo, purtroppo, è rimasto ancora in sospeso, non è ancora stato applicato, non è ancora stato messo in pratica con gli indirizzi che la Giunta regionale doveva scrivere e doveva dare come indicazioni al mondo sportivo, al mondo turistico, al mondo della gestione del territorio, al mondo edilizio, eccetera.
Così come non è stato dato seguito a quanto previsto all'interno di questo Piano faunistico-venatorio, che era il codice etico dei cacciatori, per riuscire a limitare la pressione negativa sulla vita dei cittadini, non soltanto sulla fauna e sulla flora.
Un Piano faunistico, quindi, che ha ceduto la propria componente faunistica in ragione delle esigenze venatorie. Motivo per cui, anche questa volta, continuiamo a ribadire alcuni obiettivi minimi per riuscire a rendere un po' più equilibrato questo Piano faunistico-venatorio. Anzitutto, consiste nel facilitare i controlli nelle aziende venatorie private. Questa attività di controllo oggi è spesso impedita alle guardie zoofile. Motivo per cui è un passaggio necessario che questo Consiglio ristabilisca un equilibrio, specie perché questi controlli dovrebbero avvenire in luoghi dove la percentuale di attività di bracconaggio è superiore alla media degli altri territori.
Viene richiesto, con un emendamento sempre di Europa Verde, l'aumento delle superfici delle aree di rispetto, aree in cui l'esercizio venatorio può essere vietato a una o a più specie o essere autorizzato secondo regole più restrittive. Questo proprio per venire incontro alle esigenze espresse dal mondo della ricerca e dal mondo che si occupa della gestione degli ambienti naturali e degli habitat nel difendere la fauna che è sottoposta alle pressioni negative della crisi climatica e alle pressioni negative antropiche, compresa l'attività agricola, che, come abbiamo visto dai report pubblicati in Unione europea, influisce negativamente nella protezione di avifauna di estrema importanza, che hanno determinato anche la vitalità degli habitat, che hanno consentito, poi, anche l'attività agronomica.
Aumentare al 30% le risorse dei fondi degli ATC a interventi di conservazione di habitat. Non è possibile che si stanzino delle risorse o che vengano sostenuti degli Ambiti territoriali di caccia senza che essi non investano un quantitativo minimo tollerabile per ricostituire gli habitat, che poi vengono utilizzati dagli stessi cacciatori.
Infine, il riconoscimento di nuove aree ad oasi, per consentire alla fauna di avere habitat protetti sufficienti per la loro sopravvivenza. Sono insufficienti in Veneto, specie nella provincia di Vicenza. Motivo per cui riproponiamo il riconoscimento delle Vegre di Caldogno come area naturale ad oasi o Zona di ripopolamento e cattura. Chiediamo addirittura di poter fare l'upgrade di un'area ZRC, approvata nello scorso Piano faunistico-venatorio, ad area ad oasi. Per un semplice motivo, Assessore: se riusciamo a tutelare quell'area anche da attività di speculazione che possono, invece, modificare l'assetto dell'habitat, che è stato riconosciuto nello scorso anno degno di essere area di ripopolamento e cattura, allora riusciamo a fare un buon lavoro non soltanto per la fauna, che sta a cuore a noi naturalisti e ambientalisti, ma anche per l'attività venatoria.
Infine, un accenno rispetto a Rovigo: quella lingua di terra che sta nella zona della laguna, quella lingua di terra che sta tra due aree ad oasi, due aree protette, perché sono all'interno del Parco. Una lingua di terra che viene utilizzata in maniera speculativa dal mondo della caccia: spaventando la fauna che stanzia nelle aree protette del Parco, riescono a farla passare in questa lingua di terra presente tra le due aree protette e la abbattono. Questo non è il comportamento di un cacciatore responsabile e in grado di riconoscere il benessere animale, anche quello della fauna selvatica, che volete raccontarci voi. Questo è uno strumento che viene dato ai cacciatori, i quali, non essendo riconosciuta quella lingua di terra come area ad oasi o a zona di ripopolamento e cattura, approfittano di questi anfratti di aree consentite all'attività venatoria a discapito, invece, di una fauna che lì pensa di poter trovare ristoro.
La pressione antropica è altissima, altissima nei confronti di una fauna che è sempre più in difficoltà, non soltanto a causa nostra, ma indirettamente a causa nostra attraverso la crisi climatica, per cui ritengo che un'operazione di riconoscimento di aree dedicate alla tutela e a una vita possibile e serena per la fauna selvatica sia una base per riuscire a garantire anche la continuità dell'attività venatoria, quell'attività venatoria esercitata dallo 0,87% della popolazione veneta, che quindi non deve e non può essere prioritaria rispetto alle esigenze espresse dai cittadini, cittadini che dopo dodici anni hanno potuto richiedere l'esclusione, per esempio, nei propri terreni dell'attività venatoria e si sono visti in estrema difficoltà a causa delle attività burocratica, a causa del costo altissimo – 200 euro – per fare una domanda di questo tipo, a causa di un'applicazione restrittiva, che non ci rappresenta e non rappresenta quello che avevamo richiesto approvando l'emendamento che chiedeva una semplificazione dell'operazione per la richiesta di esclusione dell'attività venatoria nei propri terreni.
Alla luce di queste considerazioni, chiediamo che venga rivista, se non nella parte cartografica, almeno nella parte di azione per la tutela del cittadino che non fa attività venatoria e che paga le conseguenze di tale attività, almeno chiediamo che venga data attenzione a questo passaggio fondamentale perché, oggettivamente parlando, non possiamo più accettare che vi siano ulteriori rilievi di un Piano faunistico-venatorio ancora troppo sbilanciato verso l'attività venatoria, che non riconosce, invece, la funzione ambientale innanzitutto, ma anche economica e di mantenimento del patrimonio della biodiversità veneta, di cui ci si fa grandi nell'attività di promozione, ma che, invece, richiede un'azione di controllo, di tutela e di prevenzione per riuscire a garantirne e a mantenerne le caratteristiche in futuro.
Non è speculazione. Sulla fauna, sulla flora e sugli habitat non ci deve essere speculazione da un punto di vista promozionale, ma solo attività di conservazione e di promozione intesa come valorizzazione ambientale. Da qui in poi parte l'attività di tutela e le opportunità di far rientrare iniziative turistiche, di promozione sociale e anche di promozione economica, ma solo quando ci sarà una vera e prioritaria attenzione alla conservazione di questi habitat, che passa anche attraverso il Piano faunistico-venatorio anzitutto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io e il collega Zanoni, in vista proprio del Piano faunistico-venatorio, presentammo un'interrogazione esattamente il 7 settembre 2021, dove si parlava delle osservazioni che il Comune di Rivoli Veronese faceva in continuazione alla Regione chiedendo la motivazione per la quale era stato escluso da questa zona faunistica da parte proprio della Provincia e cercando di discostarsi da questa decisione. Tra l'altro, nelle osservazioni il Comune parlava di una consistente e non occasionale presenza di tipica flora e fauna alpina, richiesta proprio dall'articolo 11 della legge n. 157/1992 "Norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio". La Regione Veneto rispondeva esattamente così: "L'esclusione del Comune di Rivoli Veronese, corrispondente al territorio dell'omonimo comprensorio alpino di caccia, prevista nella proposta PFV provinciale e successivamente confermata nella proposta PFVR 2021-2026, è stata tuttavia accompagnata dall'individuazione di una specifica oasi di protezione – cosa che non c'entra assolutamente niente – sviluppata per 192 metri, lungo il versante della destra orografica della Vallagarina, nel suo tratto terminale, prima che il fiume Adige entri nella pianura veronese". Non c'entra assolutamente nulla. La Regione continuava dicendo: "A quanto sopraesposto, oltretutto, si ritiene opportuno, da ultimo, evidenziare che l'inclusione del Comune di Rivoli Veronese nell'Ambito territoriale di caccia n. 1 del Garda, previsto dalla proposta PFVR 2021-2026, se da una parte potrà portare a un ipotetico incremento della pressione venatoria sul suo territorio, dovuta all'utilizzo dello stesso anche da parte dei soci dell'ATC, dall'altra parte è anche vero il fatto che, comunque, ad essere interessate saranno solo le zone di fondovalle, di minore interesse ambientale e faunistico, in quanto maggiormente antropizzate e interessate da colture intensive". Pertanto, dava una risposta completamente negativa. Il Comune di Rivoli impugnava, si andava innanzi al TAR e, a seguito di pronunciamento da parte del TAR, la Corte costituzionale, con sentenza n. 148, individuava due forme di violazione: da una parte, l'illegittimità della legge, bensì la trasformazione di questa che oggi approviamo in un piano amministrativo; dall'altra, l'errore dell'esclusione del territorio del Comune di Rivoli dalla zona faunistica. Quindi, in questa parte entrava anche nel merito.
Abbiamo assistito in questi periodi a numerose cause intercorse, sostenendo anche dei costi, pagati con soldi pubblici, e poi parliamo di assestamento, parliamo di forme di bilancio, vediamo che mancano le disponibilità economiche, ma per questo ci sono. Questa insistenza contro un territorio veronese, veneto, per fortuna, ha portato non solo a un dispendio economico notevole, ma anche a una perdita ulteriore di tempo, nonostante avessimo ripetuto più volte che sarebbe stato illegittimo e impugnato il Piano. Per questi motivi l'insistenza è stata doppiamente negativa.
Oggi andiamo, anziché ad approvare un Piano quantomeno modificato anche nel merito, visto che ritorniamo in Aula, a riapprovare lo stesso Piano negativo, a danno proprio dell'ambiente, tanto che non solo manca la tutela degli animali selvatici, come da Direttiva Habitat e da Direttiva Uccelli, ma viene tutelato, ad esempio, solo un valico montano rispetto ai quaranta previsti, dove manca la protezione del territorio lungo le rotte della migrazione e si impedisce ai cittadini di vietare la caccia nei propri terreni se questi superano l'1% dei territori regionali. Quindi, ci ritroviamo oggi, dopo parecchio tempo e dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale, del TAR e di ogni organo di Stato, a cercare di riapprovare un Piano che verrà, comunque, impugnato nuovamente, ancora illegittimo, perché non tutela l'ambiente, non tutela la fauna selvatica, e ci ritroveremo qua fra qualche mese ancora a parlare della stessa cosa, con ulteriori soldi spesi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno delle osservazioni precedentemente formulate dal collega Zanoni, a cui credo valga la pena di prestare attenzione, dal momento che siamo qua per una delle ragioni che aveva messo in luce nella discussione precedente, quando abbiamo esaminato la legge. Quindi, vorrei richiamare l'attenzione dell'Assessore per chiedergli se non ritenga opportuno tenere in considerazione almeno alcune di quelle osservazioni per evitare, domani, di far lavorare ulteriormente il TAR e la Corte costituzionale, organi che ritengo abbiano già molto da fare e non debbano occuparsi della superficie venatoria della nostra Regione.
Allora, siccome il collega Zanoni ha fatto domande molto puntuali, io mi chiedo se non sia il caso di prendere in considerazione seriamente queste osservazioni, che richiamo brevemente. Se il limite dell'1% non è previsto dalla normativa nazionale e noi lo andiamo a mettere in legge, restringendo i diritti dei cittadini, non è che forse la impugneranno, siamo certi che la impugneranno, ma mi pare di capire – non sono un tecnico della materia – che la impugneranno con una buona probabilità di successo. Ma, allora, mi chiedo: perché lo dobbiamo tenere?
Seconda osservazione. Il 20% di superficie mi pare che sia raggiunto includendo la Laguna, per esempio, piuttosto che parte del Lago di Garda e altre aree, come gli aeroporti, che peraltro sono aree un po' particolari. Ebbene, perché non prendere in considerazione seriamente questa osservazione e apportare quelle piccole correzioni che ci eviterebbero di doverci difendere, se non addirittura di dover ritornare a discutere il Piano?
Terza osservazione. Sono rimasto veramente sorpreso dall'apprendere dall'intervento del collega Zanoni che manca il parere di ISPRA. Come pensiamo di portare un provvedimento senza il parere di ISPRA, che è previsto dalla normativa? Ma perché agiamo così?
Personalmente credo che questo Piano sia nato male, nato male perché tutti i parti lunghi sono difficoltosi, e questo parto è stato lungo dodici anni – questi sono gli anni di ritardo che abbiamo accumulato – quindi forse qualche difficoltà in fase gestatoria c'è stata. Pertanto, la mia esortazione, per evitare di trovarci qui tra qualche mese a discutere ancora di queste cose, che sono interessanti, ma forse non sono le uniche di cui la nostra Regione si deve occupare, è quella di provare a dare attenzione a questi aspetti puntuali e cercare di ridurre la probabilità, se non la certezza, di contenzioso, perché mi sembra sciocco e non rispettoso nei confronti dei nostri cittadini ostinarci in posizioni che abbiamo capito essere difficilmente difendibili.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Concediamo venti minuti di pausa per gli emendamenti, che sono ventidue.
L'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione si riunisce in Sala del Leone.
La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari si riunisce in Sala Giunta per programmare i lavori di fine mese.
Ripresa lavori alle ore 18.45.
La Seduta è sospesa alle ore 18.19
La Seduta riprende alle ore 18.32

PRESIDENTE

Vista la celerità dei lavori della Terza Commissione, riprendiamo subito con i lavori d'Aula. I Capigruppo contattino i propri Consiglieri per farli arrivare in Aula. Grazie.
Colleghi, attenzione. Come concordato in Conferenza Capigruppo, vista la celerità dei lavori dell'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione, riprendiamo i lavori subito. Tutti i Capigruppo erano d'accordo, quindi procediamo con i lavori.
Siamo agli emendamenti. Ricordo che per la PDA il voto è unico.
Siamo adesso sugli emendamenti presentati dai colleghi.
Emendamento n. B0001 presentato dalla consigliera Guarda, Allegato A) Regolamento di attuazione, articolo 3, Rubrica Prima costituzione degli organi statutari degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'articolo 3 dell'Allegato A, le parole "Commissione faunistico-venatoria regionale," sono sostituite con le seguenti: "Commissione regionale faunistico-venatoria."
Collega Andreoli, prego.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

La collega Guarda non è presente. Comunque, questo è l'unico inammissibile di tutti gli emendamenti, perché privo di contenuto dispositivo. Semplicemente, diamo mandato di coordinamento formale agli uffici. Di fatto, cambia il nome della Commissione, ma nella forma non cambia niente.

PRESIDENTE

L'emendamento n. B0001 è dichiarato inammissibile.
Emendamento n. B0021, pagina 4, presentato dal consigliere Zanoni, Allegato A, articolo 6, modificativo, che prevede:
All'articolo 6 dell'Allegato A Regolamento di attuazione viene soppresso il comma 5.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Come anticipato, sarò molto telegrafico. Giusto per sapere che cosa votiamo.
Ricordo che sono ventidue emendamenti, quindi pochissimi, colleghi. Sono stati molto veloci anche in Ufficio di Presidenza della Terza.
Questo emendamento serve a eliminare il limite che vi dicevo prima dell'1% della superficie totale di quei terreni sui quali i privati potrebbero chiedere il divieto di caccia. È un limite che non è previsto dalla norma statale e che, comunque, nelle procedure che si sono svolte dopo l'approvazione del primo Piano, ha portato anche alla luce l'estrema difficoltà, come diceva prima la collega Ostanel, dei cittadini nell'attuare delle procedure così complicate e anche costose, mai viste prima in tutta Italia.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zanoni, non è una critica, è un consiglio. Ho visto scartabellare il faldone. Su Concilium ha tutti gli emendamenti immediatamente disponibili. È più pratico. Comunque lei faccia come crede, è solo per consigliarle dove trovarli immediatamente.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, cercavo il testo madre dove mi ero segnato i punti degli emendamenti.

PRESIDENTE

Bene.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0021. Relatore contrario.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0007, pagina 5, presentato dalla consigliera Guarda, Allegato A) Regolamento di attuazione, articolo 6, Rubrica Art. 6 - Fondi sottratti, comma 5, sostitutivo, che prevede:
Il comma 5 dell'articolo 6 dell'Allegato A è così sostituito:
"II territorio agro-silvo-pastorale provinciale oggetto di sottrazione agli effetti del presente articolo non può essere inferiore alla percentuale minima del tre per cento. Qualora alla data di pubblicazione della deliberazione amministrativa di riadozione del Piano faunistico-venatorio regionale 2022-2027 in esecuzione della Sentenza della Corte Costituzionale n. 148 del 18.07.2023 la percentuale di territorio agro-silvo-pastorale provinciale sia inferiore a tale percentuale minima la Struttura regionale competente in materia faunistico-venatoria provvede allo scorrimento delle graduatorie di cui al comma 4, anche se definitive, al riesame delle domande non ammesse, alla riapertura dei termini per la presentazione delle domande di sottrazione del fondo".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0007. Relatore contrario.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0006, pagina 6, presentato dalla consigliera Guarda, Allegato A) Regolamento di attuazione, articolo 6, Rubrica Art. 6 - Fondi sottratti, comma 5, modificativo, che prevede:
Al comma 5 dell'articolo 6 dell'Allegato A, le parole "dell'uno per cento" sono sostituite con le seguenti: "del cinque per cento. La Struttura regionale competente in materia faunistico-venatoria, ove tale percentuale non sia stata raggiunta alla data di pubblicazione della deliberazione amministrativa di riadozione del Piano faunistico-venatorio regionale 2022-2027 in esecuzione della sentenza della Corte Costituzionale n. 148 del 18.07.2023, provvede allo scorrimento delle graduatorie di cui al comma 4, al riesame delle domande non ammesse, alla riapertura dei termini per la presentazione delle domande di sottrazione del fondo."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0006. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0011, presentato dalla consigliera Ostanel, Allegato A, articolo 6, comma 5, modificativo, che prevede:
Al comma 5 dell'art. 6 dell'Allegalo A "Regolamento di attuazione", le parole "dell'uno" sono sostituite con "del cinque".
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0011. Relatore contrario.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0005, pagina 8, presentato dalla consigliera Guarda, Allegato A) Regolamento di attuazione, articolo 6, Rubrica Art. 6 - Fondi sottratti, comma 6, modificativo, che prevede:
Alla fine del comma 6 dell'art. 6 del Regolamento di Attuazione è aggiunto il seguente periodo: "Con finalità conoscitiva, l'elenco dei provvedimenti adottati a seguito degli accertamenti annuali è comunicato alla competente commissione consiliare entro il semestre successivo."
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0005. Relatore contrario.
è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0012, pagina 9, presentato dalla consigliera Ostanel, Allegato A, articolo 6, comma 8, modificativo, che prevede:
Il comma 8 dell'art. 6 dell'Allegato A "Regolamento di attuazione" è così sostituito:
"8. I soggetti di cui al comma 1 possono presentare, ogni anno la richiesta di sottrazione del fondo all'esercizio dell'attività venatoria, secondo le modalità definite dalla giunta regionale".
Metto in votazione l'emendamento n. B0012. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0022, presentato dal consigliere Zanoni, Allegato A, articolo 6, comma 8, modificativo, che prevede:
All'articolo 6 dell'Allegato A Regolamento di attuazione sono apportate le seguenti modifiche:
Al comma 8 le parole "Alla scadenza del termine di validità del presente Piano" sono sostituite con le parole: "Annualmente".
Metto in votazione l'emendamento n. B0022. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0004, pagina 11, presentato dalla consigliera Guarda, Allegato A) Regolamento di attuazione del Piano faunistico-venatorio regionale (di seguito PFVR) 2022-2027, articolo 7, Rubrica Aree di rispetto, comma 4bis, aggiuntivo, che prevede:
All'articolo 7 è aggiunto il seguente comma:
"4 bis La percentuale di cui al comma 2 è elevata fino al cinque per cento se nell'anno di riferimento ai sensi comma 3 è intervenuto Decreto del Presidente della Giunta di dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'art.15 della legge regionale l giugno 2022, n. 13. La delibera istitutiva dell'area di rispetto può essere adottata, in deroga a quanto previsto al comma 3, oltre il termine del 30 giugno e comunque entro l'anno".
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0004. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0020, pagina 12, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 1, comma 1, lettera A, soppressivo, che prevede:
Al Regolamento di Attuazione di cui all'articolo 1 comma 1 lett. a) sono apportate le seguenti modifiche:
Al comma 2 dell'articolo 8, sono soppresse le seguenti parole: "il recupero della fauna abbattuta potrà essere effettuato utilizzando il medesimo natante, con arma scarica e riposta nel fodero mentre l'eventuale recupero di capi feriti (c.d "ribattuta") potrà avvenire osservando le stesse disposizioni previste per l'esercizio venatorio al precedente capoverso ossia con natante saldamente ancorato a palo o altro elemento fisso e stabile per tutta la durata dell'attività di recupero del singolo capo ferito;"
Metto in votazione l'emendamento n. B0020. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0003, pagina 13, presentato dalla consigliera Guarda, Allegato A) Regolamento di attuazione del Piano faunistico-venatorio regionale (di seguito PFVR) 2022-2027, articolo 17, Rubrica Connotazioni faunistico-ambientali, comma 1bis, aggiuntivo, che prevede:
All'articolo 17 è aggiunto il seguente comma:
"1 bis. Ai fini di cui al comma 1 è altresì oggetto di verifica la presenza delle condizioni idonee a garantire l'accessibilità ai soggetti funzionalmente preposti all'esercizio della vigilanza venatoria di cui all'articolo 27, comma 1, legge n. 157 del 1992."
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0003. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0002, pagina 15, presentato dalla consigliera Guarda, Allegato "A" all'articolo 1 del Regolamento di attuazione del PFVR 2022-2027. Schema di Statuto per gli ambiti territoriali di caccia, articolo 5, comma 8, aggiuntivo, che prevede:
Al comma 8 dell'articolo 5 dello Schema di statuto per gli Abiti Territoriali di Caccia è aggiunto il seguente alinea:
"Una percentuale non inferiore al trenta cento delle risorse finanziarie disponibili è in ogni caso utilizzata a sostegno degli investimenti di cui alle lettere a), c) ed f)".
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0002. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0019, pagina 17, presentato dal consigliere Zanoni, Allegato B, modificativo, che prevede:
Il territorio della Provincia di Vicenza viene suddiviso in n. 6 Ambiti territoriali di Caccia come indicati nella planimetria allegata e descritti di seguito:
ATC1 - Perimetro dell'area: è delimitato a NORD dal confine con la ZFA, a SUD dal confine tra i due ATC attualmente presenti, ad EST dal confine con la provincia di Verona, ad OVEST dalla Strada Provinciale SP246
ATC2 - Perimetro dell'area: è delimitato a NORD dal confine con la ZFA, a SUD dal confine tra i due ATC attualmente presenti, ad EST dalla Strada Provinciale SP246, ad OVEST dall'autostrada A31 Valdastico Nord: dall'uscita autostradale del casello di Piovene Rocchette, il confine prosegue delimitato da via Ponte dei Granatieri nel comune di Chiuppano e via Sette Comuni nel comune di Caltrano fino all'intersezione, verso Nord, con il confine della ZFA (vedi dettaglio 1)
ATC3 - Perimetro dell'area: è delimitato a NORD dal confine con la ZFA, a SUD dalla SPV Superstrada Pedemontana Veneta, ad OVEST dal confine con la provincia di Treviso, ad EST dall'autostrada A31 Valdastico Nord: dall'uscita autostradale del casello di Piovene Rocchette, il confine prosegue delimitato da via Ponte dei Granatieri nel comune di Chiuppano e via Sette Comuni nel comune di Caltrano fino all'intersezione, verso Nord, con il confine della ZFA (vedi dettaglio 1)
ATC4 - Perimetro dell'area: è delimitato a NORD dal tracciato della SPV Superstrada Pedemontana Veneta, ad EST con i confini delle provincie di Treviso e Padova, a SUD dal confine tra i due ATC attualmente presenti, ad OVEST dall'autostrada A31 Valdastico Nord.
ATC5 - Perimetro dell'area: è delimitato a NORD dal confine tra i due ATC attualmente presenti, a SUD e ad OVEST dal confine con le provincie di Verona e Padova, ad EST dalla Strada Provinciale 247 Riviera Berica, il cui tracciato, da via Maddalena nel comune di Noventa Vicentina, si conclude a Vicenza nell'intersezione di Borgo Berga in corrispondenza con l'attuale linea di confine tra i due ATC (vedi dettaglio 2)
ATC6 - Perimetro dell'area: è delimitato a NORD dal confine tra i due ATC attualmente presenti, ad EST dal confine con la provincia di Padova, a SUD e ad OVEST dalla Strada Provinciale 247 Riviera Berica, il cui tracciato, da via Maddalena nel comune di Noventa Vicentina, si conclude a Vicenza nell'intersezione di Borgo Berga in corrispondenza con l'attuale linea di confine tra i due ATC (vedi dettaglio 2)
Metto in votazione l'emendamento n. B0019. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0018, pagina 21, presentato dal consigliere Zanoni, Allegato B, modificativo, che prevede:
Il territorio della Provincia di Vicenza viene suddiviso in n. 4 Ambiti territoriali di Caccia come indicati nella planimetria allegata e descritti di seguito:
ATC1 - Perimetro dell'area è delimitato a NORD dal confine con la ZFA, a SUD dal confine tra i due ATC attualmente presenti, ad EST dal confine provinciale con la provincia di Verona, ad OVEST dall'autostrada A31 Valdastico Nord: dall'uscita autostradale del casello di Piovene Rocchette, il confine prosegue delimitato da via Ponte dei Granatieri nel comune di Chiuppano e via Sette Comuni nel comune di Caltrano fino all'intersezione, verso Nord, con il confine della ZFA (vedi dettaglio 1)
ATC2 - Perimetro dell'area: è delimitato a NORD dal confine con la ZFA, a SUD dal confine tra i due ATC attualmente presenti, ad OVEST dal confine con le provincie di Treviso e Padova, ad EST dall'autostrada A31 Valdastico Nord: dall'uscita autostradale del casello di Piovene Rocchette, il confine prosegue delimitato da via Ponte dei Granatieri nel comune di Chiuppano e via Sette Comuni nel comune di Caltrano fino all'intersezione, verso Nord, con il confine della ZFA (vedi dettaglio 1)
ATC3 - Perimetro dell'area: è delimitato a NORD dal confine tra i due ATC attualmente presenti, a SUD e ad OVEST dal confine con le provincie di Verona e Padova, ad EST dalla Strada Provinciale 247 Riviera Serica, il cui tracciato, da via Maddalena nel comune di Noventa Vicentina, si conclude a Vicenza nell'intersezione di Borgo Berga in corrispondenza con l'attuale linea di confine tra i due ATC (vedi dettaglio 2)
ATC4 - Perimetro dell'area: è delimitato a NORD dal confine tra i due ATC attualmente presenti, ad EST dal confine con la provincia di Padova, a SUD e ad OVEST dalla Strada Provinciale 247 Riviera Serica, il cui tracciato, da via Maddalena nel comune di Noventa Vicentina, si conclude a Vicenza nell'intersezione di Borgo Berga in corrispondenza con l'attuale linea di confine tra i due ATC (vedi dettaglio 2)
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0018. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0016, pagina 26, presentato dal consigliere Zanoni, Allegato C, paragrafo 5, modificativo, che prevede:
All'Allegato C Relazione al Piano faunistico venatorio 2022-2027 è apportata la seguente modifica:
Al Paragrafo 5 "Appostamenti fissi" dopo l'ultimo capoverso è inserito il seguente
"La Giunta regionale entro 30 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione del presente Piano, definisce i criteri per la identificazione delle zone in cui sono collocabili gli appostamenti fissi di caccia".
Metto in votazione l'emendamento n. B0016. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0017, pagina 28, presentato dal consigliere Zanoni, Allegato C Appendici 2A VOL 1- 2B VOL 1, modificativo, che prevede:
A) ZRC PROVINCIA DI VICENZA
All'allegato C, appendice 2A Zone di ripopolamento e cattura (ZRC), di cui all'articolo 11 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , Volume 1, vengono apportate le seguenti modifiche, con riferimento alla Provincia di Vicenza.
- Viene istituita una nuova ZRC, denominata Cornedo-Valdagno, avente l'estensione identificata in colore blu nella cartografia allegata (Figure 1A e 1B);
- Viene istituita una nuova ZRC, denominata Quinto Vicentino, avente l'estensione identificata in colore blu nella cartografia allegata (Figure 2A e 2B);
- Alla ZRC denominata "Brenta" (Codice VI2 - pagina 147) viene aggiunta la porzione di territorio identificata in colore blu nella cartografia allegata (Figure 3A e 3B).
B) OASI PROVINCIA DI VICENZA
All'allegato C, appendice 2B Oasi di protezione, di cui all'articolo 10 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , Volume 1, viene istituita una nuova OASI, in Comune di Dueville, denominata Bosco di Dueville, avente i confini del Bosco di Dueville meglio identificati nella cartografia allegata e coincidente con la superficie dell'omonima ZPS censita con il codice IT3220013 (Figura 4A).
Metto in votazione l'emendamento n. B0017. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0010, pagina 37, presentato dalla consigliera Guarda, Dispositivo 3, lettera C, Allegato C Relazione al Piano faunistico-venatorio regionale, modificativo, che prevede:
All'allegato C di cui alla lettera c) del terzo punto del dispositivo è apportata la seguente modifica, di trasformazione in OASI della zona di ripopolamento e cattura Rotta del Guà (VI) (ZRC_ VI34, pag. 157 dell'appendice 2A - VOL. 1), situata nel territorio dell'ATC VI01. L'area, che occupa le sponde del torrente Agno-Guà dal ponte di via Manni (Trissino) al ponte di via Vignaga (Arzignano) ed è delimitata a est dal percorso della pista ciclo-pedonale e a ovest dal limite occidentale del bacino di monte, è da tutelare maggiormente non solo in quanto luogo di passaggio migratorio e di svernamento per numerosissime specie di uccelli, ma anche dalla nidificazione delle stesse, molte delle quali rigorosamente protette, in declino o in grave minaccia, come l'ormai localmente estinta Bigia padovana (Sylvia nisoria), il Topino (Riparia riparia), lo Strillozzo (Emberiza calandra), l'Assiolo (Otus scops), il Gruccione (Merops apiaster), il Lodolaio (Falco subbuteo), il Beccamoschino (Cisticola juncidis), la Ghiandaia marina (Coracias garrulus). AI 2021 sono state segnalate 145 specie di uccelli, di cui 71 probabilmente, possibilmente o sicuramente nidificanti. L'acquitrino all'interno dell'area è altresì importante in quanto attira numerosi uccelli limicoli e trampolieri, come il Beccaccino (Gallinago gallinago), il Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus), il Corriere piccolo (Charadrius dubius), il Frullino (Lymnocryptes minimus), il Piovanello pancianera (Calidris alpina) e il Piro pira boschereccio (Tringa glareola). Uguale importanza ha il terreno incolto, per uccelli come lo Strillozzo (Emberiza calandra), il Saltimpalo (Saxicola torquatus) e il raro Calandro (Anthus campestris), il Cardellino (Carduelis carduelis) e il Fanello (Linaria cannabina).
Da non tralasciare ai fini della biodiversità locale l'importante presenza della fauna "minore", rappresentata da piccoli mammiferi come il Tasso (Meles meles), il Riccio (Erinaceus europaeus) e la Donnola (Mustela nivalis) e da anfibi tra cui le Raganelle (Hyla intermedia) e i Rospi smeraldini (Bufotes viridis).
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0010. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0009, pagina 39, presentato dalla consigliera Guarda, Dispositivo 3, lettera C, Allegato C Relazione al Piano faunistico-venatorio regionale, aggiuntivo, che prevede:
All'allegato C di cui alla lettera c) del terzo punto del dispositivo è apportata la seguente modifica, di inserimento dell'oasi di protezione dell'area Vegre di Caldogno (VI), come cartograficamente riportata al presente emendamento e qui di seguito descritta:
"L'area oggetto di questa relazione si trova nella pianura situata a nord di Vicenza (45.634917, 11.502493), nel territorio comunale di Caldogno, al confine con quello di Novoledo, ed è delimitata a ovest dal corso del torrente Timonchio, a nord dalla SP50var, a est dal termine dei campi nei pressi di via Boschi e a sud da via Vegre.
Si tratta di un'area che ha recentemente subito un forte cambiamento in quanto è stata oggetto di lavori per la costruzione di un grande bacino di laminazione. Tale bacino è delimitato da quattro argini di contenimento e un diaframma centrale, che lo divide longitudinalmente a metà.
L'importanza dell'area è dimostrata dalla presenza di uccelli nidificanti come la Calandrella (Calandrella brachydactyla), calandro (Anthus campestris), Allodola (Alauda arvensis), Pavoncella (Vanellus vanellus), Cutrettola (Motacilla cinerea), Corriere piccolo (Charadrius dubius), Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus), Strillozzo (Emberiza calandra). Tali uccelli risultano impossibilitati a portare a termine le nidificazioni (zero nidificazioni riscontrate nel 2021), poiché i nidi vengono sistematicamente distrutti dalle operazioni agricole, nonostante la Legge 11 febbraio 1992, n. 157 preveda il divieto di "distruggere o danneggiare deliberatamente nidi e uova, nonché disturbare deliberatamente le specie protette di uccelli", fatto aggravato ulteriormente dalla loro figurazione in Allegato I della Direttiva Habitat. Altri uccelli risultano classificati dall'IUCN come "in pericolo" o "vulnerabile" o "prossimo alla minaccia", come l'Allodola, la Cutrettola, il Corriere piccolo, il Saltimpalo e il Torcicollo.
Il sito, essendo una zona umida, assume ancor maggiore importanza attraendo numerose specie in sosta migratoria, come il Pettazzurro (Luscinia svecica), il Chiurlo piccolo (Numenius phaeopus), il Chiurlo maggiore (Numenius arquata), il Piviere dorato (Pluvialis apricaria), l'Occhione (Burhinus oedicnemus), varie specie di Piro piro (Tringa e Actitis sp.), il Croccolone (Gallinago media), il Combattente (Philomachus pugnax), la Pispola golarossa (Anthus cervinus). Inoltre, svernano diverse specie di rapaci, come l'Albanella reale (Circus cyaneus), l'Albanella pallida (Circus macrourus), il Gufo di palude (Asio flammeus), il Gufo comune (Asio otus). È presente e riproduttivo anche il rospo smeraldino (Bufotes viridis)."
Metto in votazione l'emendamento n. B0009. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0014, pagina 42, presentato dal consigliere Zanoni, Allegato C Appendice 2B volume 2, modificativo, che prevede:
OASI PROVINCIA DI VENEZIA
- L'oasi di Proiezione "LAGUNA SUD" (OP _VE29) collocata nell'ATC VE05 (p.225 del VOLUME 2 dell'APPENDICE 2B) è soppressa;
- Viene istituita una nuova Oasi di Protezione, dì cui all'articolo 10 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , avente i seguenti confini (vedi anche cartografia allegata): a nord il corso del Naviglio Brenta dallo sbocco in laguna sino all'intersezione con la SS 309 "Romea"; a ovest e sud la SS 309 "Romea" sino all'inizio del ponte di collegamento con Chioggia; ad est la linea riportata nella planimetria.
Metto in votazione l'emendamento n. B0014. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0008, pagina 44, presentato dalla consigliera Guarda, Dispositivo terzo punto, lettera C, Allegato C Relazione al Piano faunistico-venatorio regionale, modificativo, che prevede:
All'allegato C di cui alla lettera c) del terzo punto del dispositivo è apportata la seguente modifica, di inserimento dell'oasi di protezione dell'area Paltanara (RO), come cartograficamente riportata al presente emendamento e qui di seguito descritta:
"L'area Paltanara è sita tra l'argine sinistro del Po di Maistra e l'argine destro in corrispondenza dell'abitato di Boccassette, la Valle di Scanarello e l'argine della foce del Po di Maistra.
Tale area costituirebbe un importante corridoio protetto di collegamento fra l'oasi della Valle Scaranello e quello della Valle Ripiego, aree incluse nel perimetro del Parco regionale del Delta"
Metto in votazione l'emendamento n. B0008. Relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0015, pagina 47, presentato dal consigliere Zanoni, Allegato C Appendice 2C, modificativo, che prevede:
RELAZIONE AL PIANO FAUNISTICO VENATORIO ALLEGATO C). CARTOGRAFIE IDENTIFICATIVE DEGLI ISTITUTI DI PROTEZIONE VALICHI
Ai sensi dell'art. 8 comma 4 ter lettera f) della L.R.50/93 e dell'art. 21 comma 3 della L.157/1992 sono istituiti i seguenti valichi montani dove è vietata ogni forma di caccia:
PROVINCIA DI BELLUNO
"Sella Ciampigotto" posto a 1790 m s.l.m. in comune di Viga di Cadore (BL);
"Passo Valles" situato a quota 2.032 m s.l.m., al confine fra Veneto e Trentino. Collega le valli del Biois e del Travignolo, facendo così da punto di confine tra i comuni di Falcade nel versante est e Primiero San Martino di Castrozza nel versante ovest, quindi tra le province di Belluno e Trento ed è percorso dalla strada provinciale 25, che va da Paneveggio a Falcade;
"Passo di Monte Croce" situato a 1.636 m s.l.m. posto al confine tra la regione Veneto e Trentino-Alto Adige tra i comuni di Sesto (BZ) a ovest e Comelico Superiore (BL) ad est;
"Passo Croce d'Aune" posto a 1.011 m in provincia di Belluno mette in comunicazione la conca feltrina, e in particolare Pedavena, con l'altopiano di Sovramonte:
"Passo della Mauria" situato a 1298 m s.l.m. mette in comunicazione il Veneto a ovest (Lorenzago in Cadore) con il Friuli-Venezia Giulia (Forni di Sopra in Carnia. Alta Val Tagliamento) ad est attraverso la Strada Statale 52 Carnica:
"Forcella Zervoi" posta a 1.500 m s.l.m. nel territorio della frazione di Polpet in comune di Ponte nelle Alpi (BL);
"Forcella Lavardet" posto a 1.542 m s.l.m. in comune di Viga di Cadore, che mette in comunicazione l'Oltrepiave con la Val Pesarina.
PROVINCIA DI TREVISO
"Forcella Mostaccin" in provincia di Treviso tra il Collalto (496 m) e il Calmoreggio (486 m), vi transita la SP 1 "Mostaccin" la quale inizia dal centro di Maser per poi ridiscendere verso Monfumo.
PROVINCIA DI VICENZA
"Sette Roccoli" area situata a 750 m. s.l.m. in comune di Valdagno (VI);
"Sella dello Sbàrbatal" situato a 1601 m s.l.m., 500 metri a nord dell'omonima cima e 200 a sud dell'omonimo ex-roccolo; comuni interessati: Gallio ed Enego in provincia di Vicenza;
"Passo Xomo" situato a 1.058 m. s.l.m. tra il massiccio del Pasubio e il monte Novegno. Mette in comunicazione la Val Leogra, con l'abitato di Valli del Pasubio, e la valle di Posina;
"Passo della Vena di Sopra" posto a 1534 m. s.l.m. interessa i Comuni di Tonezza del Cimane, Lastebasse, Valdastico in provincia di Vicenza;
"Passo del Rìstele", a 1641 m s.l.m.; comuni interessati: Recoaro Terme (VI), Crespadoro (VI) e Selva di Progno (VR);
"Passo di Colombo-Civillina" situato a 760 m. s.l.m. in comune di Recoaro Terme (VI);
"Passo del Mesole" situato a 1.600 m. s.l.m. in comune di Crespadoro (VI);
"Colle del Basto" posto a 1340 m. s.l.m.; comuni interessati: Valdagno, Recoaro Terme, Crespadoro, Altissimo in provincia di Vicenza;
"Colletto di Posina" situato a 1057 m. s.l.m.; comuni interessati: Posina, Valli del Pasubio in provincia di Vicenza;
"Colletto Grande di Velo" posto a 885 m. s.l.m.; comuni interessati: Schio, Velo d'Astico in provincia di Vicenza;
"Croce di Campo" posto a 1446 m s.l.m. al confine tra il comune di Enego (VI) e Grigno (TN);
"Finestròn" ubicato a 1253 metri di altitudine nel comune di Valbrenta (al confine tra gli ex comuni di Cismon del Grappa e San Nazario);
"Bocca del Xètele" a 1179 m s.l.m. interessa i comuni di Posina e Valli del Pasubio in provincia di Vicenza;
"Bocchetta Pòrtule" a 1937 m. s.l.m.: comuni interessati: Asiago e Roana in provincia di Vicenza;
"Bocchetta Paù" posta a 1286 m. s.l.m.; comuni interessati: Caltrano e Cogollo del Cengia in provincia di Vicenza;
"Bocchetta Lora" posta a 1604 m. s.l.m. e situata tra Monte Castelgomberto e Monte Tondarècar in comune di Foza (VI);
"Bocchetta Gabèllele" a 1552 m. s.l.m.; comuni interessati: Recoaro Terme e Crespadoro in provincia di Vicenza.
PROVINCIA DI VERONA
"Rancani" situato a quota 663 m s.l.m., in comune di Tregnano in provincia di Verona;
"Monte Castello" situato a quota 660. m s.l.m., in comune di Grezzana (VR);
"Lumini" posto a quota 695 m s.l.m. in comune di San Zeno di Montagna (VR);
"La Collina" situato a quota 734 m s.l.m., tra i comuni di Tregnano e di Badia Calavena in provincia di Verona;
"Bocca di Navene" posto a quota 1.420 m s.l.m. nel gruppo del Monte Baldo in comune di Marcesine (VR), separa il sottogruppo del monte Altissimo di Nago (2.078 m) dalla cresta principale del monte Baldo (2.292 m).
La Giunta regionale entro il primo settembre 2023 definisce l'esatta ubicazione dei VALICHI provvedendo, tramite le amministrazioni provinciali territorialmente interessate, alla individuazione sul posto tramite tabellazione ai sensi dell'articolo 33 della L.R.50/93.
Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Da tutti i libri di testo, dai documenti anche di Piano, dalla letteratura relativa ai valichi montani in Veneto, risultano essercene almeno una quarantina. Qui ce ne sono meno e sono quelli che più si presterebbero a tutelare gli uccelli migratori nei valichi, così come previsto dalla Direttiva Uccelli, dalla legge statale e dall'ISPRA.
Questo è un provvedimento che consentirebbe anche di blindare da ricorsi amministrativi questo Piano.
Si tratta di piccole aree, dal raggio di un chilometro, che influirebbero in maniera minima sull'attività venatoria. Quindi, sinceramente non capisco perché ci sia questa volontà di non approvare, così come prevedono le norme europee, un provvedimento del genere.
Colleghi, giusto venerdì la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione (EU Pilot) che mette sotto il banco degli imputati una decina di Regioni, tra le quali il Veneto, per la mancata applicazione della Direttiva Uccelli, la mancata tutela della fauna selvatica, l'utilizzo delle munizioni in piombo in zone umide e la mancata protezione di quelle aree utili alla tutela della fauna selvatica. Quindi, questa dovreste averla vista più come un'opportunità che come una limitazione all'esercizio venatorio, perché questa è un'opportunità per rispettare le norme e per tutelare quelle aree dove si concentrano questi uccelli migratori in fase di emigrazione, quando arrivano da tutto il Nord Europa nella nostra Penisola e sono costretti ad attraversare Alpi e Prealpi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Metto in votazione l'emendamento n. B0015, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0013, presentato dal consigliere Zanoni, dispositivo 3 bis, allegato C, modificativo, che prevede:
Alla proposta di deliberazione dopo il punto 3 del dispositivo è inserito il seguente:
"3 bis) di dare atto che la Giunta regionale al fine di garantire la corretta esecuzione delle procedure di VAS e di VINCA relative alle opere approvate di rilevante interesse pubblico regionale e statale e individuate in:
- "Progetto L3N1 - Nuova Cabinovia Son dei Prade - Bai de Dones" comune di localizzazione Cortina d'Ampezzo;
- "Pista da sci di interesse agonistico "Lino Lacedelli" in località Cinque Torri. Piano degli interventi per la realizzazione del progetto sportivo delle finali di coppa del mondo e dei campionati mondiali di sci alpino (art. 61 D.L. n. 50/2017)" – "Progetto di fattibilità tecnica ed economica intervento E1 – Pista Lino Lacedelli", comune di localizzazione Cortina d'Ampezzo;
- "Bacino idrico "Potor" per l'innevamento artificiale in località Cinque Torri. Piano degli interventi per la realizzazione del progetto sportivo delle finali di coppa del mondo e dei campionati mondiali di sci alpino (art. 61 D.L. n. 50/2017)", comune di localizzazione Cortina d'Ampezzo;
- "Variante n. 2/2014 al P.R.G. di adeguamento alle varianti 2 e 3 al P.A.T.C.O.T." – "Variante 1/2019 al PI (già var. 2/2017 al P.R.G.) di adeguamento alle Varianti 2 e 3 del P.A.T.C.O.T.", comune di localizzazione Comelico Superiore;
- "Misure di compensazione individuate nella Valutazione di Incidenza del Parco Urbano dell'Isola della Certosa. Piano di Monitoraggio delle misure preventive, mitigative e di compensazione", comune di localizzazione Venezia;
- 'Progetto MoSE – Piano delle misure di compensazione, conservazione e riqualificazione ambientale dei SIC-ZPS IT32S0003 e IT32S0023; dei SIC IT3250030 e IT3250031 e della ZPS IT3250046 - Quadro aggiornato", comuni di localizzazione Campagna Lupia, Cavallino-Treporti, Chioggia, Codevigo, Jesolo, Mira, Musile di Piave, Quarto d'Altino, San Donà di Piave, Venezia;
- "Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta – progetti esecutivi lotti 1C, 2B, 2C, 3B" – "Superstrada Pedemontana Veneta - Lotto 2 tratta B dal km 29+300 al km 38+700" e "Superstrada Pedemontana Veneta - Lotto 3 tratta F dal km 54+755 al km 55+494" – "Superstrada Pedemontana Veneta - Lotto 2 tratta C - Costruzione del Viadotto Brenta", comuni di localizzazione Bassano del Grappa, Breganze, Brendola, Brogliano, Cassola, Castelgomberto, Cornedo Vicentino, Isola Vicentina, Malo, Marostica, Mason Vicentino, Montecchio Maggiore, Montecchio Precalcino, Mussolente, Nove, Pianezze, Romano d'Ezzelino, Rosà, Sarcedo, Thiene, Trissino, Villaverla, Altivole, Castelfranco Veneto, Castello di Godego, Giavera del Montello, Loria, Montebelluna, Povegliano, Riese Pio X, San Zenone degli Ezzelini, Spresiano, Trevignano, Vedelago, Villorba, Volpago del Montello;
- "Variante alla S.P. 1 agli abitati di Bardies e Lentiai tra km 25+700 e 28+400", comune di localizzazione Borgo Valbelluna;
- "Lavori di pronto intervento atto a ripristinare l'efficienza idraulica di un tratto del fiume Piave in località Busche del Comune di Cesiomaggiore e Lentai, mediante asporto di materiale inerte e ricalibratura dell'alveo, comune di localizzazione Borgo Valbelluna, Cesiomaggiore;
- Ampliamento e regimazione cassa di espansione Prà dei Gai per la laminazione delle piene del Livenza alla confluenza col Meduna. Codice progetto 61/2011 (questo progetto include solo mitigazioni), comuni di localizzazione Fontanelle, Mansuè, Portobuffole";
- "Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto. Schema del Veneto Centrale. Regione Veneto. Condotta di adduzione primaria DN 1200 Campo Pozzi Camazzole" – "Rampe S1-S2 prima fase intervento sperimentale finalizzato alla laminazione delle piene e alla ricarica della falda del Brenta in territorio comunale di Cartigliano e Nove. Realizzazione di 2 rampe stabilizzatrici del fondo, in mantellate di sassi sciolti tra il ponte della SP e la località Crosara" – "Riqualificazione morfologica, laminazione delle piene e tutela quantitativa della falda sotterranea del corso medio del fiume Brenta. Interventi di 1^ fase. Rampe S3-S5-S6-S7-S9", Cartigliano, Nove, Piazzola sul Brenta;
- "Impianto eolico sul Monte Mesa", comune di localizzazione Rivoli Veronese;
- "Ridelimitazione della concessione mineraria di sali magnesiaci, denominata "Costa Alta" e progetto definitivo nuovo cantiere - Valstagna-San Nazario. Codice progetto 61/13" – "Determine provinciali n. 1098/2019 e n. 1156/2019 per la messa in sicurezza del "Pilastro Faloppa" ex art. 674 D.P.R. 09 aprile 1959, n. 128 – Concessione mineraria "Costa Alta", comune di localizzazione Valbrenta;
- "Realizzazione strada silvopastorale in località Lama del Porzel", comune di localizzazione Alpago;
ai sensi dell'articolo 6 comma 4 della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e dell'articolo 5 commi 9 e 10 del DPR 357 del 1997 nei siti relativi alle suddette opere, attua la prescrizione di cui alla lettera e) della relazione istruttoria tecnica per la valutazione di incidenza di cui all'allegato G) al presente provvedimento, istituendo entro 90 giorni dalla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto, aree sottratte all'esercizio venatorio, preferibilmente quali Oasi di protezione di cui all'articolo 10 della legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 , ricadenti nei suddetti siti e nell'intorno di 4 chilometri dagli stessi e che, nelle more della loro istituzione, la caccia è vietata in tutti i siti della rete Natura 2000 interessati alle suddette opere".
Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Questo è un altro emendamento piuttosto tecnico, che deriva dall'applicazione della Direttiva Habitat per quanto riguarda in particolare l'articolo 6, ovvero le misure di mitigazione in caso di realizzazione di grandi opere.
La Regione, nella procedura di valutazione ambientale strategica e valutazione di incidenza ambientale, si era impegnata per queste opere ad attuare opere di compensazione. In questo caso era stato indicato il divieto di caccia in un raggio di quattro chilometri da queste opere puntuali. Sono quattordici le opere che sono state effettuate nella nostra Regione. Anche queste, come vi ricordavo prima, sono state sollevate come motivo di incostituzionalità da parte del Ministero dell'ambiente, per cui l'approvazione di questo emendamento andrebbe a mettere al riparo questo Piano faunistico-venatorio da eventuali ricorsi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. B0013, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0023, presentato dal consigliere Zanoni, dispositivo 3 bis, modificativo, che prevede:
Aggiungere al dispositivo il seguente punto 3 bis:
"3 bis) di dare atto che la Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 10, comma 8, lettera e) della legge n. 157/1992, definisce entro 30 giorni dalla pubblicazione del presente provvedimento sul Bollettino ufficiale della Regione, le zone e i periodi per l'addestramento, l'allenamento e le gare di cani da caccia".
Metto in votazione l'emendamento n. B0023, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo agli ordini del giorno.
ODG n. B0024

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello, Zanoni, Luisetto, Camani, Guarda, Lorenzoni, Ostanel e Bigon relativo a "LA GIUNTA SOLLECITI I COMMISSARI DEGLI ATC E DEI CA AFFINCHÉ PROCEDANO CON LA CONVOCAZIONE DEI COMITATI DIRETTIVI PER LA NOMINA DEI NUOVI ORGANISMI DI RAPPRESENTANZA ISTITUZIONALE" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Piano faunistico­venatorio regionale 2022-2027. Esecuzione della sentenza della Corte costituzionale n. 148 del 18/07/2023". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 66) APPROVATO (Deliberazione n. 83/2023)

(N.d.R. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- l'apertura della stagione venatoria è ormai alle porte e ancora oggi diversi Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) e Comprensori Alpini (CA) restano sottoposti ad una gestione commissariale.
Considerato che:
- risulta opportuno e necessario procedere con immediatezza alla convocazione dei nuovi comitati direttivi nominati con Delibera della Giunta regionale n. 746 del 22.06.2023 al fine di consentire la nomina dei nuovi organismi di rappresentanza;
- tutto questo anche al fine di poter adempiere collegialmente, in un rinnovato spirito democratico, ad ogni istanza/necessità propedeutica all'inizio della stagione venatoria.
Tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
a sollecitare i Commissari degli ATC e dei CA affinché convochino urgentemente i rispettivi comitati direttivi per procedere con sollecitudine a quanto di competenza.
ODG n. B0025

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello e Zottis relativo a "LA GIUNTA APPROVI, CON IL PIENO COINVOLGIMENTO DELLE ASSOCIAZIONI VENATORIE, I REGOLAMENTI ATTUATIVI AL P.F.V.R. 2022-2027 ANCORA MANCANTI" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Piano faunistico-venatorio regionale 2022-2027. Esecuzione della sentenza della Corte costituzionale n. 148 del 18/07/2023". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 66) APPROVATO (Deliberazione n. 84/2023)

(N.d.R. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- la sentenza della Corte costituzionale n. 148 del 25 maggio 2023 ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l'art. 1 della L.R. n. 2 del 28 gennaio 2022 recante "Piano faunistico-venatorio regionale (2022-2027)";
- la sopracitata sentenza ha ritenuto illegittima l'adozione del Piano faunistico-venatorio regionale mediante legge nonché la non corretta determinazione dei criteri atti all'individuazione della Zona faunistica alpina.
Evidenziato che:
- con la proposta di deliberazione amministrativa n. 66 recante "Piano faunistico-venatorio regionale (2022-2027)", il legislatore intende dare risposta ai rilievi della Corte costituzionale;
- al netto della regolarizzazione imposta dalla stessa Corte costituzionale, una volta approvata la PDA n. 66 rimangono significative carenze dal punto di vista degli atti conseguenti quali l'emanazione dei regolamenti applicativi della caccia in zona alpi, della caccia di selezione, dell'albo dei cani da traccia, delle zone di addestramento cani e delle gare cinofile;
- risulta inoltre essere ancora assente un aggiornamento della regolamentazione degli istituti privati, la cui definizione risale al 2007;
Considerato che:
- si ritiene necessario, anche in costanza del provvedimento presentato nella seduta odierna, dare adeguato seguito alle carenze regolamentative di cui sopra;
- da più parti viene segnalata l'urgenza di avviare un iter di confronto con le Associazioni venatorie nonché con le polizie provinciali e le guardie volontarie nel percorso di approvazione di tutti gli istituti mancanti.
Tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
con il pieno coinvolgimento delle Associazioni venatorie nonché delle polizie provinciali e delle guardie volontarie a:
- procedere all'emanazione dei regolamenti applicativi della caccia in zona alpi, della caccia di selezione, dell'albo dei cani da traccia, delle zone di addestramento cani e delle gare cinofile;
- aggiornare la regolamentazione degli istituti privati.
Prego, assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda gli ordini del giorno, chiedo ai proponenti di sostituire la dicitura "impegna la Giunta regionale" con la seguente: "invita la Giunta regionale". Qualora i proponenti fossero concordi con questa mia proposta, il parere su questi ordini del giorno sarebbe favorevole.
Grazie.

PRESIDENTE

Chiedo, dunque, ai proponenti, i consiglieri Montanariello, Zottis ed altri, se sono d'accordo. Bene, la modifica formulata verbalmente dall'Assessore viene accolta dai proponenti.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, accettiamo la modifica.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Scusi, Presidente, vorrei fare una precisazione in riferimento alla richiesta avanzata dall'assessore Corazzari.

PRESIDENTE

Un attimo di calma, uno, per capire cosa andiamo a votare, due, per consentire agli uffici di registrare, tre, per chiudere bene la giornata.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Vorrei soltanto precisare che i due ordini del giorno hanno due richieste diverse. L'ordine del giorno n. 24, trattandosi di una richiesta alla Giunta di sollecitare un soggetto terzo, ci sta che sia un invito, perché ovviamente non è una diretta responsabilità della Giunta. Quindi, va benissimo.
L'ordine del giorno n. 25, invece, riguarda la necessità di approvare dei regolamenti attuativi, quindi è chiaro che l'invitare è, a mio giudizio, un'espressione un po' troppo generica. Piuttosto, mettiamo una formulazione che sia meno cogente nell'impegno, però deve restare un impegno. D'altronde, se devo approvare un ordine del giorno in cui invito la Giunta a fare una roba che deve fare, faccio prima a offrire il Prosecco all'assessore Corazzari e a chiedergli di farlo. Sennò, ritiriamo l'ordine del giorno.
Capisco che non è una cosa così facile, ma perlomeno potremmo scrivere che si impegna la Giunta a procedere quanto prima o a valutare la necessità di procedere. Invitare la Giunta a fare una roba che deve fare mi sembra un po' troppo generico.
Quindi, Assessore, accogliamo la sua proposta di scrivere "invita la Giunta" sull'ordine del giorno n. 24, mentre sull'ordine del giorno n. 25 manterrei la dicitura "impegna la Giunta", magari sostituendo le parole "procedere all'emanazione" con le parole "a valutare la necessità di procedere rapidamente all'emanazione". Giusto per dare un senso. Del resto, è un anno che aspettiamo questi decreti, quindi "invita la Giunta" a fare un decreto mi sembra un'espressione un po' troppo generica. Chiedo all'Assessore di trovare questa mediazione. Mi sembra più serio.

PRESIDENTE

Chiedo alla Giunta se è d'accordo con questa formulazione.
Assessore Corazzari, prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Non c'è contrarietà. Stiamo parlando della stessa cosa, solo che dobbiamo metterla nella formulazione più opportuna. Se per voi va bene, possiamo scrivere: "impegna la Giunta regionale a valutare la necessità di procedere all'emanazione dei regolamenti".

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Esatto: "impegna la Giunta regionale a valutare la necessità di procedere rapidamente a".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Scriverei così: "impegna la Giunta a valutare la necessità di procedere all'emanazione dei regolamenti".

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Metterei "di procedere rapidamente all'emanazione".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

L'avverbio "rapidamente" lo lascerei stare.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

È eccessivo.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Va bene così? Quindi: "impegna la Giunta a valutare di procedere all'emanazione dei regolamenti applicativi". E poi: "a valutare di procedere all'aggiornamento della regolamentazione degli istituti privati".

PRESIDENTE

Correlatore Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Volevo intervenire prima, ma ormai la cosa mi sembra chiusa, per cui non dico altro per non generare altro caos.

PRESIDENTE

Mi sembra un'ottima decisione.
Metto in votazione l' ordine del giorno n. B0024, come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l' ordine del giorno n. B0025, come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo al voto finale della PDA n. 66.
Ci sono dichiarazioni di voto? Prego, collega Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Sapete che io sono sintetica. Grazie, Presidente.
Noi esprimiamo voto favorevole e auspichiamo che quanto prima si proceda con le varianti, che stiamo aspettando da tempo.

PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, il collega Andreoli. Prego.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Brevissimamente. Voglio ringraziare l'assessore Corazzari, la struttura della Giunta e il nostro Ufficio Legislativo, perché in pochissimi giorni ci ha permesso di eseguire la sentenza, il che ci ha assicurato notevole velocità al fine di garantire continuità normativa al Piano, nell'interesse di tutti, non soltanto dei cacciatori.
Sicuramente, allacciandomi all'intervento della collega Venturini, nei prossimi mesi avremo una variante a questo Piano, perché sono diverse le cose da sistemare, anche qui nell'interesse di tutti.
Annuncio, ovviamente, il voto favorevole da parte dell'Intergruppo Lega-Liga Veneta.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la PDA n. 66.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Interrompiamo qui la seduta. Abbiamo finito con i provvedimenti di carattere legislativo e amministrativo.
Riprenderemo i lavori martedì 29 agosto, come concordato in Capigruppo.
La seduta è chiusa. Grazie.
La Seduta termina alle ore 18.56
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 106 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 106
MARTEDì 1° AGOSTO 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 106a seduta pubblica – martedì 1° agosto 2023
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 64 del 25 ottobre 2022 e dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 16 del 28 marzo 2023.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 10931 del 27 luglio 2023.

Il Presidente ZOTTIS, alle ore 10.33, comunica il rinvio dell'inizio dei lavori alle ore 10.45.

La seduta inizia alle ore 10.51.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati il processo verbale della 104a seduta pubblica di martedì 18 luglio 2023 e il processo verbale della 105a seduta pubblica di martedì 25 luglio 2023.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia; inoltre, una consigliera segue la seduta da remoto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punti nn.4 e 5) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


e

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

n. 322 del 23.03.2023
presentata dalla consigliera Ostanel
"Quali azioni concrete sta mettendo in campo la Regione Veneto per evitare la chiusura di uno dei reparti di neurologia presenti in Provincia di Belluno?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto).

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 343 del 01.02.2023
presentata dai consiglieri Ostanel, Baldin, Bigon, Camani, Montanariello, Giacomo Possamai, Zanoni, Zottis, Lorenzoni e Guarda
"La Regione Veneto intende andare incontro alle richieste sindacali sul premio di risultato alla dirigenza medica?"

e

n. 361 del 15.02.2023
presentata dai consiglieri Bigon e Zanoni
"La Regione Veneto è a conoscenza se l'ULSS 9 Scaligera abbia disdettato unilateralmente l'accordo decentrato per l'attribuzione di risultato alla dirigenza sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa?"

Intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI n. 343, e Bigon (Partito Democratico Veneto) che dà per letta l'IRI n. 361.

Interviene l'assessora De Berti che risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 365 del 23.02.2023
presentata dai consiglieri Zottis e Montanariello
"L'ambulatorio di medicina sportiva di San Donà di Piave ha annullato tutti gli appuntamenti e sospeso l'attività, creando grandi disagi ai moltissimi atleti e alle società sportive della zona. La Giunta regionale intende intervenire per ripristinare questo importante servizio?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

n. 354 del 10.05.2023
presentata dalla consigliera Baldin
"Nuovo Canale Moranzani, quali le misure per tutelare salute e ambiente?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

Sull'ordine dei lavori interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle).

Punto 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2023-2025". (Progetto di legge n. 214) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 21/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere Cestaro (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto) che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento della consigliera Camani assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Il PRESIDENTE comunica la presentazione degli emendamenti nn. A30 e A31 da parte della Giunta regionale ed assegna 20 minuti di tempo per la presentazione di eventuali subemendamenti.

In discussione generale interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Durante l'intervento della consigliera Ostanel assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Lorenzoni (Gruppo Misto).

Il PRESIDENTE comunica la presentazione dell'emendamento n. A33 ed assegna 3 minuti di tempo per la presentazione di eventuali subemendamenti.

In discussione generale interviene il consigliere Valdegamberi (Gruppo Misto).

La seduta è sospesa alle ore 13.30.

La seduta riprende alle ore 14.51.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti all'Allegato 3 dell'articolo 5 e all'allegato 12 dell'articolo 6.

Gli articoli 1, 2, 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. A28 all'articolo 6, Allegato 12.

L'emendamento n. A9 all'articolo 5, Allegato 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A22 all'articolo 6, Allegato 12, intervengono le consigliere Camani (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Gli emendamenti nn. A22, A15 e A14 all'articolo 6, Allegato 12, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. A21 all'articolo 6, Allegato 12.

La consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) illustra l'emendamento n. A7 e i successivi emendamenti nn. A1, A6 e A5 all'articolo 5, Allegato 3.

Gli emendamenti nn. A7, A1, A6 e A5 all'articolo 5, Allegato 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. A19 all'articolo 6, Allegato 12.

Gli emendamenti nn. A2, A3 e A8 all'articolo 5, Allegato 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

La consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) illustra e ritira l'emendamento n. A4 all'articolo 5, Allegato 3.

Il PRESIDENTE dichiara ritirati gli emendamenti nn. A20, A10 e A11 all'articolo 6, Allegato 12.

Il subemendamento n. A34, all'emendamento n. A30 all'articolo 5, Allegato 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A30 all'articolo 5, Allegato 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A24 all'articolo 6, Allegato 12, illustrato dal consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE comunica la presentazione dell'emendamento n. A37 ed assegna 15 minuti di tempo per la presentazione di eventuali subemendamenti.

Il PRESIDENTE dichiara ritirati gli emendamenti nn. A33 e A25 all'articolo 6, Allegato 12.

La consigliera Guarda (Europa Verde) illustra e ritira l'emendamento n. A12 all'articolo 6, Allegato 12.

Il PRESIDENTE dichiara ritirati gli emendamenti nn. A18, A26 e A31 all'articolo 6, Allegato 12.

La consigliera Luisetto (Partito Democratico Veneto) illustra e ritira l'emendamento n. A23 all'articolo 6, Allegato 12.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. A27 all'articolo 6, Allegato 12.

Gli emendamenti nn. A17 e A16 all'articolo 6, Allegato 12, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

La consigliera Guarda (Europa Verde) illustra e ritira l'emendamento n. A13 all'articolo 6, Allegato 12.

Gli emendamenti nn. A29 e A37 all'articolo 5, Allegato 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

L'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 6 e 7, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'articolo 8 interviene l'assessore Calzavara.

L'articolo 8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A32

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello e Zottis relativo a "La Giunta regionale sostenga le popolazioni colpite dagli straordinari eventi metereologici della notte tra il 19 e il 20 luglio 2023" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2023-2025". (Progetto di legge n. 214) APPROVATO (Deliberazione n. 80/2023)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A35

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Baldin relativo a "La Giunta è responsabile del territorio e della sicurezza dei veneti, scongiuri una nuova catastrofe dovuta alla subsidenza e fermi le estrazioni di gas in Adriatico". RESPINTO  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che lo illustra.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A36

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Guarda relativo a "Programmazione finanziaria e tutela dell'ecosistema irriguo: tutela e valorizzzaione delle risporgive e delle areee forestali di infiltrazione" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2023-2025". (Progetto di legge n. 214) APPROVATO (Deliberazione n. 81/2023)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde) che lo illustra, Lorenzoni (Gruppo Misto) e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A38

Ordine del giorno presentato dalle consigliere Ostanel e Camani relativo a "La regione intervenga per garantire le borse di studio a tutti gli studenti idonei ma ancora non beneficiari" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione 2023-2025". (Progetto di legge n. 214) APPROVATO (Deliberazione n. 82/2023)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto interviene l'assessore Calzavara che propone una modifica.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto come modificato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto).

Durante l'intervento del consigliere Lorenzoni assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In dichiarazione di voto finale interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Durante l'intervento della consigliera Ostanel assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Villanova (Zaia Presidente)

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto 7) all'ordine del giorno

Piano faunistico-venatorio regionale 2022-2027. Esecuzione della sentenza della Corte costituzionale n. 148 del 18.07.2023. Art. 8, comma 2, l.r. n. 50/1993 (Proposta di deliberazione amministrativa n. 66) APPROVATO (Deliberazione n. 85/2023)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare, e Montanariello (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Guarda (Europa Verde), Bigon (Partito Democratico Veneto) e Lorenzoni (Gruppo Misto).

Il PRESIDENTE sospende la seduta per permettere all'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 18.19.

La seduta riprende alle ore 18.32.

Si passa all'esame degli emendamenti.

Interviene il consigliere Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier) che dichiara inammissibile l'emendamento n. B1.

L'emendamento n. B21, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli emendamenti nn. B7, B6, B11, B5, B12, B22, B4, B20, B3, B2, B19, B18, B16, B17, B10, B9, B14 e B8, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Gli emendamenti nn. B15 e B13, illustrati dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. B23, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati alla proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

ODG n. B24

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello, Zanoni, Luisetto, Camani, Guarda, Lorenzoni, Ostanel e Bigon relativo a "La Giunta solleciti i commissari degli ATC e dei CA affinché procedano con la convocazione dei comitati direttivi per la nomina dei nuovi organismi di rappresentanza istituzionale" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Piano faunistico-venatorio regionale 2022-2027. Esecuzione della sentenza della Corte costituzionale n. 148 del 18/07/2023". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 66) APPROVATO (Deliberazione n. 83/2023)  [RESOCONTO]



ODG n. B25

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Montanariello e Zottis relativo a "La Giunta approvi, con il pieno coinvolgimento delle associazioni venatorie, i regolamenti attuativi al P.F.V.R. 2022-2027 ancora mancanti" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Piano faunistico-venatorio regionale 2022-2027. Esecuzione della sentenza della Corte costituzionale n. 148 del 18/07/2023". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 66) APPROVATO (Deliberazione n. 84/2023)  [RESOCONTO]


Interviene l'assessore Corazzari che propone delle modifiche agli ordini del giorno nn. B24 e B25.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) relativamente alle modifiche proposte ai due ordini del giorno e chiede una riformulazione per l'ODG n. B25.

Interviene l'assessore Corazzari che accoglie la riformulazione.

Le modifiche sono accolte dal proponente.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. B24, come modificato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. B25, come modificato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) e Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Pavanetto, Piccinini, Polato, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Zanoni

Astenuti:

Luisetto, Montanariello, Zottis

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato martedì 29 agosto.

La seduta termina alle ore 18.56.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PAVANETTO Lucas
BORON Fabrizio
PICCININI Tomas
BOZZA Alberto
POLATO Daniele
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPONDA Alessandra
CORSI Enrico
VALDEGAMBERI Stefano
DOLFIN Marco
VENTURINI Elisa
FAVERO Marzio
VIANELLO Roberta
FINCO Nicola Ignazio
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca
LORENZONI Arturo

LUISETTO Chiara





LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Erika BALDIN




IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI







N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Paola Lombardo
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian