ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 16/10/2023 n. 112

Resoconto n. 112 - 11^ legislatura
Resoconto 112 a Seduta pubblica
Lunedì, 16 ottobre 2023
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 15.11

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 112a Seduta pubblica straordinaria del Consiglio regionale, come concordato con i colleghi Capigruppo. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 14030 dell'11 ottobre 2023.
PUNTO
1


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Marco ANDREOLI
Fabrizio BORON
Giulio CENTENARO
Laura CESTARI
Marzio FAVERO
I congedi sono concessi.
Il consigliere Polato ha comunicato l'assenza.
Le consigliere Elisa Cavinato e Alessandra Sponda seguono i lavori da remoto.
PUNTO
2



RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CIAMBETTI, FINCO, ZOTTIS, BALDIN, SPONDA, VILLANOVA, PAN, CAMANI, SORANZO, VENTURINI, GUARDA, OSTANEL, PICCININI, VALDEGAMBERI, BARBISAN E LORENZONI RELATIVA A "IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO RICORDA LA TRAGEDIA DEL VAJONT E PROMUOVE LA CONSERVAZIONE DELLA MEMORIA COLLETTIVA COME PRESIDIO CIVICO PERCHÉ NON SI RIPETANO MAI PIÙ SIMILI DISASTRI" (RISOLUZIONE N. 98) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 102/2023)

PRESIDENTE

In Capigruppo abbiamo concordato questo tipo di modalità per ricordare i sessant'anni dalla tragedia del Vajont.
Ricordo che, dopo le due grandi guerre mondiali, questa è la più importante – purtroppo – tragedia che ha colpito il nostro territorio.
"Senza memoria non c'è futuro": l'affermazione di Primo Levi sintetizza al meglio il motivo della nostra presenza oggi qui a Longarone e spiega la grande attenzione che una parte importante dell'opinione pubblica e della comunità scientifica non solo italiana riserva alla tragedia del Vajont, che tutti sappiamo essere una frattura violenta nel corso della storia. Un evento che segna il prima e il dopo, una tragedia che ha distrutto equilibri secolari e delicatissimi, ecosistemi che per millenni avevano legato la comunità al proprio territorio.
In questi giorni della memoria, quando commemoriamo i sessant'anni trascorsi dal 9 ottobre 1963, il Consiglio regionale del Veneto, in modo unanime e non senza autentica commozione, a nome dell'intera comunità veneta è qui per confermare alle genti di questa vallata e di tutto il bellunese la nostra vicinanza sincera, partecipazione convinta al loro dolore.
Secondo le Nazioni Unite la tragedia del Vajont è al primo posto al mondo tra i cinque peggiori esempi di gestione del territorio e dell'ambiente. Il Vajont è "un classico esempio del fallimento di ingegneri e geologi nel comprendere il problema che tentavano di risolvere" dice il documento dell'ONU del 2008, redatto nell'occasione dell'anno dedicato alla Terra, indirizzato ai Governi ed esperti con il monito a non ripetere gli stessi errori, spiegando che è il tempo di crescere una nuova generazione di geologi esperti, in grado di comprendere meglio i processi che hanno modellato l'ambiente terrestre e di preservarlo usando gli strumenti che ci permettono di monitorare il nostro pianeta al suolo, nell'aria e nello spazio soprastante.
La scienza dell'epoca e le normative vigenti non erano di certo adeguate alla sfida che la forra del Vajont poneva. Molti gli errori umani che portarono all'ecatombe del 9 ottobre del 1963 e gli studi, ad iniziare da quelli di Edoardo Semenza, hanno permesso di comprendere molte delle dinamiche che portarono a quel disastro annunciato.
La ricerca continua e non si ferma. C'è ancora molto da scoprire, come ha dimostrato da ultimo il collega Piero Ruzzante, già Consigliere regionale, autore del volume "L'acqua non ha memoria. Storia salvata del disastro del Vajont", edito da Utet nel settembre scorso, in cui l'autore presenta nuove prove e inquietanti testimonianze che lasciano allibiti, perché è verissimo che la cultura scientifica dell'epoca e la stessa Amministrazione statale italiana non erano all'altezza della sfida, ma è altrettanto vero che, davanti all'evidenza dei fatti, soprattutto nel 1963, furono prese scelte contrarie a quelle che non solo la prudenza, ma anche alcuni esperti avevano consigliato.
Le immagini di quella tragedia, le testimonianze di chi la visse in prima persona – e tra queste rammento "Stramalora" di Gian Antonio Cibotto – parlano di un deserto di detriti e fango, di salme e brandelli di corpi e quelle immagini rievocano nella mente un proverbio nordafricano che ci dice che la differenza tra il deserto e un giardino fiorito non è l'acqua, è l'essere umano. E anche qui non fu l'acqua del bacino, ma a far la differenza fu l'essere umano.
Mi domando se veramente abbiamo appreso quella lezione che il Vajont, questa vallata, le centinaia e centinaia di morti ogni giorno ci ripetono. Noi non siamo un altro da sé dalla natura, siamo parte di essa, mentre non possono esistere sviluppo, crescita e benessere se non nel pieno rispetto della responsabilità che ogni essere umano ha nei confronti dei suoi simili e dell'ambiente in cui vive.
Il Vajont colpisce ancora oggi, e non solo per la violenza incredibile che si sviluppò nel volgere di quattro minuti, per il numero di vittime e per la dinamica degli eventi, per la concomitanza incredibile di cause e le drammatiche negligenze, ma anche perché è la manifestazione visibile e concreta della distruzione di quei delicatissimi equilibri degli ecosistemi che erano andati formandosi nel corso di milioni di anni lungo la forra del Vajont ai piedi del Monte Toc.
Lo tsunami che colpì Longarone, Erto e Casso, fino a giungere a Ponte delle Alpi e Belluno, fu causato dall'uomo, non da un imprevedibile evento naturale.
La memoria di quanto accadde qui ci dice che le ragioni del profitto ad ogni costo, le ragioni di un'economia sregolata che non rispetta né gli esseri umani né l'ambiente non sono più ammissibili. Proprio per questo l'archivio processuale del disastro della diga del Vajont è stato inserito nel registro internazionale del programma UNESCO Memory of the world.
Un disastro di proporzioni spaventose che da un punto di vista processuale generò ben poca cosa. Gli atti di quel processo dimostrano l'incapacità che ebbe lo Stato italiano nell'affrontare la vicenda e nel ruolo che ebbero quanti vollero seppellire le responsabilità giuridiche penali, ma anche etiche e morali, grazie a una rete di complicità, connivenze e subordinazione di tanti attori economici, politici, nonché di interi apparati dello Stato.
Lo stesso Stato, del resto, avrebbe dovuto essere sul banco degli imputati. Quella ecatombe, un autentico sacrificio umano sull'altare dell'irresponsabilità, vide solo un paio di condanne reali e pene peraltro veramente contenute.
Ecco, allora, che nella memoria del mondo non vi è solo la tragedia del Vajont, ma anche una giustizia negata in uno Stato in cui, su troppe stragi accadute nel suo territorio, da Vergarolla in poi, è sceso un silenzio inaccettabile.
Una democrazia matura e forte può e deve affrontare le sfide più difficili e amare. Una democrazia forte e matura deve dare risposte all'intera comunità e alle vittime delle stragi, tutte le stragi.
Il Vajont continua a parlarci. Bisogna essere grati alla comunità locale che, difendendo la memoria di quanto accaduto, ha saputo difendere la propria identità e i propri valori e su questa memoria ha posto le solide fondamenta per la rinascita. Non posso poi dimenticare come nel dolore di quei giorni spicchi la solidarietà di quanti accorsero per portare il loro aiuto, ad iniziare dai cittadini di Castellavazzo che, pur feriti, corsero a portare i primissimi soccorsi, e poi le Forze dell'ordine, gli Alpini, i soldati statunitensi della SETAF di Vicenza, gli scout, che dettero testimonianza di virtù civiche e di solidarietà ammirevoli.
Prima di dare lettura della risoluzione unitaria elaborata dal Consiglio regionale del Veneto, che proporremo in votazione, non senza aver ringraziato il sindaco Padrin e l'Amministrazione comunale che oggi ci ha accolto, ma soprattutto quanti corsero qui a portare il loro aiuto nel 1963 e quanti si impegnarono nella ricostruzione, concludo ben conscio di quanto noi tutti si sia debitori nei confronti della comunità di Longarone e delle sue frazioni di Castellavazzo, Codissago, Fortogna, Dogna, Provagna, oltreché Erto e Casso in Friuli.
La loro memoria non ci parla del loro passato, ma spiega il presente e ci interroga sul nostro futuro.
Grazie ancora, colleghi, per la vostra presenza massiccia.
Do lettura della risoluzione. Andrei alle parti sostanziali, quelle conclusive, partendo dal "tenuto conto", senza le premesse iniziali, e andando sulle parti più importanti:
"Quest'anno, in occasione del sessantesimo anniversario del Vajont, il presidente Sergio Mattarella è stato presente alla cerimonia di commemorazione e sui luoghi della tragedia, a testimoniare l'importanza per l'intera nazione della ricorrenza.
Rinnova (il Consiglio regionale del Veneto) il proprio impegno per mantenere viva la memoria del Vajont, in particolare tra le giovani generazioni, promuovendo iniziative, approfondimenti, pubblicazioni e ricerche che contribuiscano a rafforzare la conoscenza e la consapevolezza di quanto avvenuto.
Manifestiamo la volontà di promuovere, anche attraverso la collaborazione con istituzioni accademiche e centri di ricerca, azioni concrete volte a scongiurare un uso del territorio e delle risorse naturali che subordini agli interessi economici la sicurezza delle comunità e la conservazione dell'ambiente.
Manifestiamo, inoltre, la volontà di chiedere al Governo e al Parlamento che il Fondo dell'archivio processuale del Vajont, recentemente inserito nel Registro internazionale del programma UNESCO Memory of the world, sia mantenuto presso l'Archivio di Stato di Belluno, come segno tangibile di un risarcimento al territorio, reiterando quanto espresso all'unanimità da questo Consiglio regionale con deliberazione n. 99 del 25 settembre 2019.
Dispone la trasmissione del presente atto al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, nonché ai componenti del Parlamento eletti in Veneto, affinché promuovano analoghe iniziative a livello nazionale".
Questo è il testo del dispositivo che abbiamo condiviso praticamente tutti.
Metto in votazione la risoluzione n. 98.
La votazione avviene per appello nominale.
La collega segretaria Erika Baldin adesso chiederà l'approvazione da parte vostra.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

BARBISAN Fabiano Favorevole
BET Roberto Favorevole
BIGON Anna Maria
BISAGLIA Simona Favorevole
BORON Fabrizio
BOZZA Alberto Favorevole
BRESCACIN Sonia Favorevole
CAMANI Vanessa Favorevole
CAVINATO Elisa
CECCHETTO Milena Favorevole
CENTENARO Giulio
CESTARI Laura
CESTARO Silvia Favorevole
CIAMBETTI Roberto Favorevole
CORSI Enrico Favorevole
DOLFIN Marco Favorevole
FAVERO Marzio
FINCO Nicola Ignazio Favorevole
FORMAGGIO Joe Favorevole
GEROLIMETTO Nazzareno Favorevole
GIACOMIN Stefano Favorevole
GUARDA Cristina Favorevole
LORENZONI Arturo Favorevole
LUISETTO Chiara Favorevole
MAINO Silvia Favorevole
MICHIELETTO Gabriele Favorevole
MONTANARIELLO Jonatan Favorevole
OSTANEL Elena Favorevole
PAN Giuseppe Favorevole
PAVANETTO Lucas Favorevole
PICCININI Tomas Favorevole
POLATO Daniele
POSSAMAI Gianpiero Favorevole
PUPPATO Giovanni Favorevole
RAZZOLINI Tommaso Favorevole
RIGO Filippo Favorevole
RIZZOTTO Silvia Favorevole
SANDONÀ Luciano Favorevole
SCATTO Francesca Favorevole
SORANZO Enoch Favorevole
SPONDA Alessandra Favorevole
VALDEGAMBERI Stefano Favorevole
VENTURINI Elisa Favorevole
VIANELLO Roberta Favorevole
VILLANOVA Alberto Favorevole
ZAIA Luca Favorevole
ZANONI Andrea Favorevole
ZECCHINATO Marco Favorevole
ZOTTIS Francesca Favorevole
Seconda chiama.
CAVINATO Elisa

Elisa CAVINATO (Zaia Presidente)

Buongiorno. Favorevole.
Operazioni concluse.

PRESIDENTE

44 presenti, 44 voti favorevoli.
Il Consiglio approva all'unanimità.
Vi ringrazio, colleghi, per questo messaggio che diamo. Vi ringrazio ancora per la presenza massiccia qui oggi.
Chiudiamo qui la seduta di questo Consiglio.
Adesso consegniamo al sindaco Padrin una pergamena che ricorda la seduta odierna.
La Seduta termina alle ore 15.28

Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 112 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 112
LUNEDì 16 OTTOBRE 2023


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 112a seduta pubblica – lunedì 16 ottobre 2023
La seduta si svolge nella sala consiliare di Palazzo Mazzolà, sede del Comune di Longarone, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri che partecipano da remoto come dalle deliberazioni dell'Ufficio di presidenza n. 48 del 1° agosto 2023 e n. 49 del 29 agosto 2023.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 14030 dell'11 ottobre 2023.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 15.11.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo i consiglieri Boron, Centenaro, Cestari, Andreoli e Favero; inoltre, le consigliere Alessandra Sponda ed Elisa Cavinato seguono la seduta da remoto.

Punto 2) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dai consiglieri Ciambetti, Finco, Zottis, Baldin, Sponda, Villanova, Pan, Camani, Soranzo, Venturini, Guarda, Ostanel, Piccinini, Valdegamberi, Barbisan e Lorenzoni relativa a "Il Consiglio regionale del Veneto ricorda la tragedia del Vajont e promuove la conservazione della memoria collettiva come presidio civico perché non si ripetano mai più simili disastri". (Risoluzione n. 98) APPROVATA (Deliberazione n. 102/2023)  [RESOCONTO]


Interviene il Presidente Ciambetti (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la risoluzione in oggetto.

La consigliera segretaria Baldin (Movimento 5 Stelle), su invito del Presidente, procede all'appello nominale per la votazione, a scrutinio palese con risposta da parte dei singoli consiglieri, della Risoluzione in oggetto.

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione: presenti 44, favorevoli 44, risoluzione approvata all'unanimità.

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Luisetto, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Pavanetto, Piccinini, Possamai, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zaia, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 15.28.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
BALDIN Erika
MONTANARIELLO Jonatan
BARBISAN Fabiano
OSTANEL Elena
BET Roberto
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PAVANETTO Lucas
BOZZA Fabrizio
PICCININI Thomas
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CESTARO Silvia
RIZZOTTO Silvia
CIAMBETTI Roberto
SANDONA' Luciano
CORSI Enrico
SCATTO Francesca
DOLFIN Marco
SORANZO Enoch
FINCO Nicola Ignazio
SPONDA Alessandra
FORMAGGIO Joe
VALDEGAMBERI Stefano
GEROLIMETTO Nazzareno
VENTURINI Elisa
GIACOMIN Stefano
VIANELLO Roberta
GUARDA Cristina
VILLANOVA Alberto
LORENZONI Arturo
ZAIA Luca
LUISETTO Chiara
ZANONI Andrea
MAINO Silvia
ZECCHINATO Marco
MICHIELETTO Gabriele
ZOTTIS Francesca






IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Erika BALDIN




IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI







N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Paola Lombardo
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian