ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 26/11/2024 n. 154

Resoconto n. 154 - 11^ legislatura
Resoconto 154 a Seduta pubblica
Martedì, 26 novembre 2024
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 10.30, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 10.45.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.47

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 154a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16022 del 20 novembre 2024.
PUNTO
1


APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 153a Seduta pubblica di martedì 19 novembre 2024
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
PUNTO
3


INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTI
4 e 5


RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

e

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Siccome delle tre previste all'ordine del giorno non c'è nessun proponente, passo ad alcune interrogazioni a risposta scritta che sono arrivate nella giornata di ieri.
Stiamo chiedendo ai proponenti se sono d'accordo a procedere con le risposte.
Partiamo con l'IRS n. 532.

Interrogazione a risposta scritta n. 532 del 31 maggio 2024 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "LISTE DI ATTESA: I CITTADINI SONO DEBITAMENTE INFORMATI SULLE TEMPISTICHE E COME VIENE GESTITO IL SISTEMA DI TRACCIAMENTO?"

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione l'ho presentata il 25.11.2024. La risposta, per fortuna, per una volta, è arrivata poco tempo dopo rispetto al deposito, ma è il minimo, perché stiamo parlando di una questione assolutamente importante, che abbiamo più volte descritto all'interno dell'approvazione del piano regionale per il contenimento dei tempi d'attesa per quanto riguarda le prestazioni sociosanitarie.
C'è una questione, assessore Lanzarin, che ho più volte posto all'interno della Commissione Sanità e su cui oggi spero di avere una risposta formale.
Nel nuovo piano abbiamo tolto i tempi massimi all'interno dei quali un cittadino poteva rimanere in galleggiamento, nonostante non gli venisse dato un appuntamento nel momento in cui faceva una telefonata. Abbiamo raccolto e più volte anche portato all'attenzione della Commissione Sanità che i cittadini chiamano il CUP e gli viene detto, nonostante non si possa fare, di richiamare perché in quel momento non ci sono spazi disponibili. Contrariamente a quanto dice il piano nazionale, le liste d'attesa vengono di fatto bloccate. Questa cosa non si può fare per legge.
Con questa interrogazione, chiediamo di capire formalmente come i cittadini vengono informati sulle tempistiche di attesa e come viene gestito il sistema di tracciamento in questa Regione.
C'è un'altra grande questione che poniamo all'attenzione con questa interrogazione. Nonostante i cittadini ci dicano continuamente, da almeno quattro anni, da quando sono stata eletta in questo Consiglio, che i tempi d'attesa sono lunghissimi per qualsiasi prestazione, in particolare per alcune, nonostante questo venga rilevato a tutti noi, risulta che i tempi d'attesa, verificati nei documenti del Ministero, li manteniamo in maniera positiva. La domanda è: ogni quanto e quanti sono i dati che noi inviamo al Ministero e, di conseguenza, come avviene il tracciamento dei tempi d'attesa? Su questa questione si deve fare chiarezza una volta per tutte.
In primo luogo, i cittadini che chiamano il CUP e che si sentono dire che non c'è posto devono sapere che questa cosa non si può fare per legge. I CUP, anche se li abbiamo voluti esternalizzare, sono ancora di competenza della Regione. In secondo luogo, vorrei sapere come comunichiamo i dati al Ministero attraverso i quali veniamo valutati positivamente per i tempi d'attesa, nonostante i nostri cittadini ci dicano che i tempi di attesa sono lunghi.
Spero di ottenere definitiva chiarezza su una questione importantissima per i cittadini del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Con delibera di Giunta regionale n. 626 del 4 giugno 2024 è stato aggiornato il Piano regionale di governo delle liste d'attesa vigente nella Regione del Veneto. Il PRGLA (Piano regionale di governo delle liste di attesa), recepito dalle aziende sanitarie con l'adozione dei piani attuativi aziendali, definisce, in linea con la normativa nazionale in materia, gli indirizzi da seguire e le indicazioni operative da applicare per la gestione delle liste d'attesa e per il rispetto dei relativi tempi di attesa dell'attività specialistica ambulatoriale.
In particolare, al fine di rispondere al fabbisogno di prestazione dei propri assistiti, le aziende sanitarie sono tenute a garantire l'accesso alla prenotazione per tutte le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale tramite agende informatizzate afferenti al Centro unico di prenotazione (CUP), sia per gli erogatori pubblici che per quelli privati accreditati, rispettando le tempistiche di attesa previste dalle classi di priorità riportate nelle prescrizioni.
In caso di momentanea impossibilità a garantire la prenotazione richiesta dal cittadino, le aziende sanitarie possono ricorrere alle liste di pre-appuntamento (ex galleggiamento), prendendo in carico l'utente e fornendo allo stesso tutte le informazioni utili, tra cui l'impegno a ricontattarlo nel più breve tempo possibile e, comunque, entro i termini massimi di attesa previsti dalla prescrizione, e registrando l'avvenuto contatto con il rilascio del relativo identificativo unico.
Già con il precedente Piano regionale di governo delle liste d'attesa era prevista l'obbligatorietà di registrare a sistema la data del primo contatto dell'utente con la struttura sanitaria e di comunicarla all'utente in forma scritta, facendo decorrere i termini per il rispetto dei tempi di attesa previsti da questo momento.
Pertanto, ai fini del calcolo del tempo d'attesa, si considera quale data iniziale quella del primo contatto dell'utente con il sistema di prenotazione e non la data in cui l'assistito viene ricontattato e gli viene offerta una disponibilità. Il tempo di attesa include, quindi, anche i giorni dell'eventuale inserimento nella lista di pre-appuntamento.
Analogamente, anche nei flussi regionali e nella trasmissione dei dati al Ministero la data di inizio per conteggiare il tempo di attesa dell'utente è la data contatto, definita come la data in cui l'utente attiva il sistema di prenotazione, richiedendo la fruizione di una prestazione.
Con riferimento alla fattispecie richiamata dall'interrogazione in oggetto, secondo la quale il CUP, a seguito della non disponibilità di date utili alla prenotazione della prestazione, invita l'utente a richiamare o a ripresentarsi al CUP in un altro momento, si evidenzia che tale comportamento risulta non essere corretto e assolutamente non in linea con le indicazioni regionali. Pertanto, nel caso si verificasse, l'utente può e deve segnalarlo all'Ufficio Relazioni con il Pubblico dell'azienda stessa oppure all'Amministrazione regionale attraverso gli appositi canali dedicati (numero verde e indirizzo mail).
In merito alla nota a firma del direttore generale dell'area sanità e sociale del 13 maggio 2024, si precisa che la stessa è stata indirizzata esclusivamente alle aziende sanitarie, in quanto rappresenta una nota puramente tecnica di chiarimenti sull'applicazione dell'articolo 3, comma 13, del decreto legislativo n. 124 del 29 aprile 1998.
Infine, non è previsto alcun finanziamento ad hoc per far fronte all'eventuale esborso economico dovuto all'applicazione del succitato decreto legislativo. Le aziende sanitarie utilizzano, infatti, le risorse già trasferite con la quota indistinta del Fondo sanitario regionale, garantendo la prestazione al cittadino prioritariamente in regime istituzionale, secondo le modalità organizzative individuate a livello locale, attraverso i percorsi di tutela della DGR n. 626/2024.

PRESIDENTE

La parola alla collega Ostanel per la replica. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Abbiamo nero su bianco ‒ l'aveva anche detto in Commissione Sanità ‒ che avere una lista di appuntamento bloccata non è possibile, non è legale. Però, Assessore, siccome sta continuando ad accadere, qui abbiamo un problema, che però o prendiamo in carico o vuol dire che non lo vogliamo prendere in carico. Sono quattro anni che le diciamo che chiamiamo i CUP – è capitato anche a me – e ci viene detto: "Non c'è posto, richiami più avanti". Si chiede un codice identificativo. Per contattare l'URP e avere una carta, che cosa devo fare? Devo registrare la telefonata? Devo fare uno screenshot della chat in cui ho interloquito? Devo arrivare a questo punto o esiste una circolare politica che viene inviata ai CUP, con cui si monitora il fatto che alcune cose vengono fatte non secondo la descrizione o la prescrizione che lei stessa fa? Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo chiamare uno a uno tutti i cittadini del Veneto e dire "se i tuoi diritti vengano lesi nel momento in cui cerchi di prenotare, come legittimamente dovrebbe essere con un'impegnativa, devi chiamare l'URP"? Dobbiamo farlo noi ogni volta che recepiamo una segnalazione? Guardi che sono costanti e quotidiane.
Il problema non è del singolo operatore del CUP, come spesso viene detto. Non posso pensare che la colpa sia dell'ultima persona, che questa persona abbia la responsabilità di tutto un sistema, che purtroppo compete a questa Giunta, in particolare a lei. Non è colpa della persona ultima in grado, che in qualche modo risponde al cittadino e dice una cosa non corretta.
Qui si deve prendere in carico una questione importantissima. Continuiamo a raccogliere queste segnalazioni. Qui c'è scritto nero su bianco che non si può fare. Qui c'è scritto nero su bianco che il cittadino deve segnalare all'Ufficio Relazioni con il Pubblico oppure al numero verde dell'azienda il fatto che questo diritto viene leso.
Diamone comunicazione. Cerchiamo di fare in modo che i CUP non possano continuare a pensare di chiudere e bloccare una lista d'attesa. Mi chiedo, allora, e me lo chiedo legittimamente, se il tempo di tracciamento conta esattamente in quel momento se non ho un numero di registrazione. Se non ce l'ho come faccio e come fa lei ‒ o la sua struttura ‒ ad inviare quel dato? Nonostante in questa risposta ci sia chiarezza, nella pratica, quando cerchiamo di prenotare, il problema rimane. Quindi, glielo ripropongo con forza.
Rispetto alla circolare che è stata inviata per quanto riguarda la possibilità, per chi non ottiene la visita nei tempi certi dell'impegnativa, di andare in intramoenia, se questa circolare è una nota puramente tecnica, di chiarimento e se mi viene anche risposto che non è previsto alcun finanziamento ad hoc per far fronte all'eventuale esborso economico, significa ‒ nero su bianco ‒ che se un cittadino non ha la possibilità di avere una visita nei tempi d'attesa si arrangia. Questo è quello che io leggo qui.
Ben vengano gli sportelli che stanno facendo i cittadini e i comitati, invece, per garantire che questo diritto non venga leso. O noi indichiamo anche una previsione di spesa e prendiamo atto che un diritto sancito non solo dalla Costituzione, ma dalla nostra impegnativa non viene garantito oppure investiamo dei fondi per permettere almeno l'intramoenia nel momento in cui questa visita non arriva in tempo oppure vuol dire che quella circolare è stata una pura nota tecnica, cioè non ha alcun effetto sulla vita dei cittadini.
Lei mi ha risposto in maniera precisa e puntuale, e io la ringrazio, però il problema permane. Queste sono risposte tecniche. Se andiamo a chiedere alle persone che sono in lista d'attesa o che chiamano il CUP, ci diranno che, purtroppo, la loro vita non è cambiata. Il CUP alle volte risponde ancora "non c'è posto, richiami più avanti" e, chiedendo un identificativo, l'identificativo non viene dato.

PRESIDENTE

La collega Ostanel ha parlato con un brusio ai limiti della decenza. Mi piacerebbe che ci fosse non dico silenzio assoluto, ma almeno un po' di silenzio in Aula. Se c'è qualcosa da discutere, magari anche di importante, lo si può fare nell'antiaula. Grazie.
Passiamo all'IRI n. 447.

Interrogazione a risposta immediata n. 447 del 17 novembre 2023 presentata dai consiglieri Montanariello, Camani, Bigon, Luisetto, Zanoni e Zottis relativa a: "RIPETUTE AGGRESSIONI E VIOLENZE AI DANNI DEL PERSONALE DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE: COSA INTENDE FARE LA GIUNTA PER GARANTIRE SICUREZZA AI LAVORATORI E AI CITTADINI?"

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La cronaca sempre più spesso riporta notizie di gravi episodi di violenza fisica e verbale ai danni del personale del trasporto pubblico locale. Tutti ricordiamo l'aggressione che c'è stata non tanto tempo fa, quando un agente accertatore dell'ACTV, nell'imbarcadero dell'Accademia, a pochi passi da noi, è stato letteralmente preso a morsi da un utente esagitato.
I sindacati segnalano ormai da anni almeno un episodio a settimana e chiedono interventi mirati per affrontare quella che è diventata una vera e propria emergenza e assicurare al personale in servizio di svolgere il proprio lavoro in sicurezza.
Ritenuto che ogni episodio di violenza sia da condannare fermamente e che in nessun modo si debbano trovare formule per giustificarlo, è plausibile pensare che questo clima di intolleranza nei confronti di chi è a contatto con gli utenti sia dovuto in parte anche ai continui disservizi che chi utilizza i mezzi pubblici è quotidianamente costretto a subire. Ritardi, soppressioni di corse, sovraffollamento dei mezzi sono ormai all'ordine del giorno. Lo stesso scrivente ha più volte denunciato la situazione con atti ispettivi e comunicati stampa, arrivando persino a chiedere l'intervento del Prefetto di Venezia.
Considerato che, dato il rischio che si corre, la professione di autista ha perso di attrattività, di conseguenza la carenza di personale va ad aggravare la situazione già difficile in cui si è costretti a operare (una sorta di circolo vizioso, non virtuoso).
Tenuto conto che, senza i necessari investimenti nel settore, senza mezzi moderni ed efficienti e con sempre meno autisti a disposizione, non è possibile garantire un trasporto pubblico locale dignitoso, interroghiamo l'Assessore su quali iniziative si intendano intraprendere per contrastare ogni forma di violenza nei confronti degli operatori del trasporto pubblico locale e per garantire a tutti i cittadini il diritto di utilizzare in sicurezza i mezzi pubblici.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde la Vicepresidente Elisa De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Il tema della sicurezza a bordo dei mezzi pubblici è da sempre oggetto di attenzione da parte della Giunta, in particolare visti i fenomeni delle aggressioni ai danni del personale di servizio che si stanno intensificando.
A tale proposito, al fine di porre in atto un maggior contrasto al fenomeno dell'evasione tariffaria e ai comportamenti scorretti a bordo dei mezzi di trasporto pubblico locale, si ricorda che la Regione, con la legge regionale 30 ottobre 1998, n. 25 (Disciplina e organizzazione del trasporto pubblico locale), ha disposto la gratuità del servizio per le Forze dell'ordine che viaggiano a bordo dei mezzi circolanti all'interno dei propri confini amministrativi, al fine di avere un valido supporto per tali finalità.
Recentemente, con la legge regionale n. 1 del 30 gennaio 2024, è stata, altresì, approvata una modifica alla stessa legge regionale n. 25/1998 in materia di agenti accertatori, grazie alla quale è stata allargata la platea dei soggetti autorizzabili a svolgere le attività di accertamento e contestazione della violazione a carico degli utenti dei servizi di trasporto pubblico locale.
Si rappresenta, inoltre, che la Giunta regionale, con propria delibera n. 840 dell'11 luglio 2023, ha approvato le linee guida che definiscono gli indicatori e i criteri per il monitoraggio della qualità degli affidamenti dei servizi di trasporto pubblico locale effettuati in ambito locale, urbano, suburbano ed extraurbano. Tra i fattori di qualità sottoposti a monitoraggio vi è la condizione minima di sicurezza a bordo dei mezzi, che è garantita prevedendo l'adozione da parte dell'azienda affidataria di un Piano operativo di sicurezza e controlleria, di concerto con l'ente affidante, il cui contenuto minimo prevede la predisposizione di campagne di sensibilizzazione dell'utenza a comportamenti corretti, l'incremento della formazione specifica del personale dedicato all'assistenza dei passeggeri, nonché un progressivo aumento della dotazione di tecnologie del parco mezzi funzionali all'incremento del livello di sicurezza.
Inoltre, è da evidenziare che il 6 novembre 2023, anche a seguito di un coordinamento curato dagli uffici regionali, è stato sottoscritto un accordo tra Prefettura di Venezia, Forze dell'ordine, Polizia penitenziaria e Trenitalia finalizzato all'incremento del fattore sicurezza a bordo dei treni regionali, tramite l'utilizzo di una specifica App che, in caso di necessità, potrà facilitare il rapido intervento delle Forze dell'ordine, a garanzia della sicurezza dei clienti e dei lavoratori a bordo dei treni regionali.
Infine, con lo scopo di incentivare ulteriori azioni che possano essere di supporto per il contrasto delle situazioni di criticità evidenziate, con deliberazione di Giunta regionale n. 1223 del 22 ottobre scorso, è stato approvato un accordo con il Ministero della difesa, Comando Militare Esercito, società Trenitalia e Infrastrutture Venete per avviare una sperimentazione che permetterà la libera circolazione al personale delle Forze armate in divisa a bordo dei treni, per rendere ancora più efficace l'azione di deterrenza rispetto ad episodi di microcriminalità o comportamenti scorretti da parte degli utenti.
La Giunta regionale, attraverso i propri uffici, monitora costantemente gli effetti dell'applicazione da parte delle aziende di trasporto delle recenti disposizioni normative introdotte per garantire migliori condizioni di sicurezza per lavoratori e cittadini.
Ovviamente, non basta mai e si deve continuare a cercare forme di deterrenza ulteriori.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola al collega Montanariello per la replica. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Assessore, credo che parlando di evasione tariffaria si voglia deviare un po' il discorso. Ci dite che avete creato l'App per i treni. Non vorrei che questo fosse sintomatico della scarsa conoscenza in materia di trasporto pubblico locale. Fare un'App sui treni è un conto, perché tu sei sul binario, non ti puoi buttare dal finestrino e puoi chiedere l'intervento dei Carabinieri alla prima fermata utile. Affrontare il tema dove hai una fermata di autobus o di vaporetto ogni due minuti è evidentemente più complesso. È troppo facile fare l'App dove tu hai ‒ per quanto sia uno strumento valido ‒ la costrizione della persona a rimanere a bordo finché non arrivano le Forze dell'ordine, sapendo già dove scenderà, perché magari è la prima fermata utile.
Assessore, per quanto riguarda il monitoraggio della qualità, mi permetta un consiglio: risparmiamoli quei soldi. Basta andare sulle pagine Facebook, sui blog di mezzi cittadini del Veneto: lì mettono loro le foto dei mezzi sovraffollati, mettono loro le foto e le dichiarazioni, con tanto di nome e cognome dei loro figli che restano a piedi quando vanno a scuola o dei lavoratori che si devono fare un'ora e mezza di viaggio in piedi, dopo una giornata di lavoro, per tornare a casa. Magari risparmiamo i soldi del monitoraggio, mettiamo qualcuno che segua il web, così quei soldi li investiamo sul trasporto pubblico locale.
Assessore, mi permetta, io ho il massimo rispetto per le Forze dell'ordine, ma credo che ciò che è stato annunciato, anche in pompa magna, non tanto tempo fa dal Presidente Zaia (aumenteremo le Forze dell'ordine che viaggiano gratis), sia come dare un'aspirina a una persona che sta davvero male. Le Forze dell'ordine, Assessore, glielo dico io che ho trascorso quindici anni a bordo dei mezzi, hanno sempre viaggiato sui mezzi. Quello non è un deterrente. Noi del Partito Democratico, con tutto il Gruppo che ha sottoscritto questo atto, siamo convinti che ci vogliano azioni più forti.
Voi avete bocciato la nostra proposta, in base alla quale, a seguito di un'aggressione nei confronti di un lavoratore di un'azienda che fa trasporto pubblico, l'azienda in questione dovrebbe essere costretta a costituirsi parte civile. Quello sarebbe un vero deterrente per portare l'aggressore nell'ambito penale, il quale poi se la dovrebbe vedere con un'azienda rappresentata da un avvocato e non con il singolo lavoratore.
Quindi, mi ritengo molto insoddisfatto.

PRESIDENTE

Passiamo alla IRI n. 498.

Interrogazione a risposta immediata n. 498 del 6 settembre 2024 presentata dai consiglieri Montanariello, Zottis, Camani e Luisetto relativa a: "AUMENTANO I CASI DI ARBOVIROSI IN VENETO: QUALI INIZIATIVE INTENDE INTRAPRENDERE LA REGIONE VENETO PER TUTELARE LA SALUTE DEI SUOI CITTADINI E L'IGIENE PUBBLICA?"

Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Premesso che le arbovirosi sono malattie infettive causate da virus trasmessi tramite morso o puntura da vettori artropodi (ad esempio zanzare, zecche e flebotomi) e che sia importate che autoctone possono essere le cause di infezione, cefalea, dolori muscolari...
Presidente, posso?

PRESIDENTE

Le assicuro che prima la collega Ostanel, con lei che parlava sotto, è intervenuta in condizioni molto più sgradevoli. Quindi, vada pure avanti, perché non c'è alcun problema.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sto utilizzando anche termini scientifici, quindi ho bisogno di concentrazione.
Considerato che, secondo i dati dell'Istituto superiore della sanità, il Veneto risulta essere ai primi posti tra le regioni italiane per casi di West Nile e TBE.
Rilevato che recentemente la stampa ha riportato gli appelli di cittadini, in particolare della Riviera del Brenta, che, fortemente preoccupati per l'aumento dei casi di queste malattie, denunciano la mancanza di manutenzione e cura delle aree verdi, luoghi dove notoriamente proliferano zanzare e altri insetti che possono essere potenziali vettori.
A seguito della nota n. 11040 del 05.09.2024, il SISP dell'azienda ULSS 3 ha segnalato il manifestarsi di un cluster di casi di West Nile trasmessa dalla zanzara comune in uno o più residenti del Comune di Campolongo Maggiore. Il Sindaco ha emesso il giorno stesso l'ordinanza n. 13, che prevede la disinfestazione urgente, con trattamenti di emergenza sanitaria propedeutici a tentare di debellare questo fenomeno. Sono state date indicazioni che i cittadini devono seguire al fine di evitare il proliferare dell'insetto.
Tenuto conto che con DGR n. 346/2024 sono state approvate le linee operative per l'anno 2024 per la sorveglianza e il controllo dei casi di arbovirosi nella regione Veneto e per il controllo delle zanzare nelle aree urbane.
Tutto ciò premesso, si chiede all'Assessore quali iniziative si intendano prendere sul territorio per evitare il proliferare di malattie infettive potenzialmente letali, trasmissibili all'uomo attraverso la puntura di insetti vettori (quelli che elencavamo prima).

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Manuela Lanzarin. Prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

I dati dell'Istituto superiore della sanità, che indicano nella nostra regione un numero superiore di casi di arbovirosi rispetto alle altre regioni, evidenziano la qualità dei percorsi clinico-diagnostici presenti a livello regionale. Va precisato che i dati di dengue identificati nella regione Veneto sono per la quasi totalità di importazione, ovvero di soggetti che si sono infettati in un viaggio all'estero e che sono stati diagnosticati tempestivamente al rientro dal viaggio.
L'unico caso autoctono, successivo alle notifiche in altre regioni italiane, è stato diagnosticato il 19 settembre 2024 nel vicentino e gestito secondo le disposizioni previste dal protocollo regionale. Non sono stati segnalati ulteriori casi autoctoni. Inoltre, al momento non si sono verificati casi autoctoni di Zika e Chikungunya.
Si sottolinea che l'elevata capacità regionale di identificazione tempestiva dei casi di importazione e la tempestività nell'eseguire gli interventi mirati di controllo del vettore consentono di evitare che l'infezione si propaghi al vettore locale. L'elevato valore tecnico della diagnostica dell'arbovirosi a livello regionale è attestato anche dal riconoscimento del laboratorio di microbiologia dell'Azienda ospedaliera di Padova nel 2024 come centro di riferimento europeo.
La Regione del Veneto, sia con DGR n. 389/2023 che con la più recente n. 346/2024, ha rafforzato le azioni specifiche per la prevenzione delle infezioni da vettori, zecche incluse, con il coinvolgimento multidisciplinare in un'ottica one health e con la collaborazione attiva da parte dei Comuni. I nuovi protocolli hanno migliorato la sensibilità regionale nell'identificare tutti i casi sospetti, con un aumento delle segnalazioni, da un lato, ma, dall'altro, con un miglioramento delle attività di controllo sulla proliferazione del vettore.
Il rafforzamento delle verifiche di efficacia di infestazione a livello comunale da parte delle aziende sanitarie ha, inoltre, consentito di migliorare gli interventi correttivi. Ad ogni Comune viene richiesta una programmazione degli interventi di disinfestazione prima dell'avvio della stagione di attività dei vettori e la programmazione viene verificata dalle aziende ULSS. La Direzione prevenzione e sicurezza alimentare provvede, infine, ogni anno a segnalare ai Prefetti la presenza di Comuni che risultano inadempienti, al fine di promuovere il corretto avvio dell'attività di disinfestazione ordinaria prevista.
Il numero di casi di arbovirosi autoctona rilevati nella nostra regione, West Nile, TBE e Toscana Virus, non si discosta in modo significativo dal trend stagionale degli ultimi dieci anni, legato anche ai processi di cambiamento climatico, con l'aumento delle temperature medie stagionali, l'anticipazione della stagionalità dei vettori e un ciclo di replicazione del vettore accelerato. Tale fenomeno viene monitorato con attenzione e le informazioni possono essere recepite sulla pagina dedicata del sito regionale. L'Istituto zooprofilattico provvede a un monitoraggio georeferenziato della positività dei vettori sull'avifauna, ospite di amplificazione, per quanto riguarda la West Nile. Il report dell'Istituto superiore di sanità si può trovare al link indicato.
L'attività di sorveglianza specifica è, inoltre, estesa a porti e aeroporti della regione, con finanziamento dedicato.

PRESIDENTE

Assessore, la risposta è troppo lunga. Il resto verrà comunicato.
Un altro minuto.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Leggo la parte finale.
Parliamo dei dati di monitoraggio. Poi è scritto per chi viene previsto, in regime di esenzione, il vaccino per quanto riguarda le zecche.
La Regione Veneto, infine, con l'obiettivo di aumentare la consapevolezza sui rischi legati all'arbovirosi, è promotrice di una campagna comunicativa che ha l'obiettivo prioritario di sensibilizzare la popolazione nei confronti della problematica, promuovendo strategie di prevenzione condivise ed efficaci, nel rispetto dell'ambiente. La campagna si inserisce all'interno della strategia "Vivo bene", che traduce e promuove le linee guida del Piano regionale di prevenzione del Veneto quale strumento di comunicazione in grado di raggiungere gli addetti ai lavori e tutta la popolazione.

PRESIDENTE

La parola al collega Montanariello per la replica. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore.
Ogni volta che facciamo un'interrogazione mi sento inadeguato. Noi poniamo dei temi, ci arrivano tante pagine di risposte, tante parole (tipo quella di prima, partendo da Zaia, le Forze dell'ordine, i monitoraggi, eccetera), ma non si arriva mai al tema vero.
Al netto dei nomi scientifici, rispetto ai quali facevo fatica anch'io nella velocità, e non avendo nessuno dei due quotidianamente a che fare con quel tipo di dialettica, alla fine, ogni volta che presentiamo un'interrogazione, ci viene detto che è stato fatto tutto, che l'interrogazione è quasi inutile perché è tutto a posto.
In questo caso, Assessore, se non ci fosse stato il consigliere di Campolongo, Stefano Molena, a sollevare il caso e a creare problemi, non sarebbe arrivata l'ordinanza del Sindaco, non sarebbero andati a sistemare l'erba, non avrebbero proceduto alla disinfestazione e non avrebbero applicato l'ordinanza che l'ASL aveva già fatto, e di questo le do atto.
Forse sarebbe meglio, a volte, dire agli amministratori locali ‒ visto che voi ne avete più di noi ‒ che applicare a monte quei modelli di prevenzione che la Regione mette in campo aiuta ad evitare di correre quando è già nata la polemica e dopo che, Assessore, si voglia o no, i cittadini in quelle zone ‒ che si tratti di West Nile o di altro ‒ hanno manifestato una preoccupazione. Di fronte a quello che si legge sui bollettini e sui vari siti dell'ASL, i cittadini si preoccupano. Non sono mica tutti scienziati.
I modelli che noi mettiamo in campo, di prevenzione, e chiudo, sono importanti, ma sono ancora più importanti se vengono applicati dagli amministratori. Lo sforzo che dovrebbe fare la Regione è assicurarsi che, quando dice qualcosa, gli amministratori locali la recepiscano. Altrimenti possiamo dire tutto quello che vogliamo, ma se non c'è il consigliere di minoranza di turno ad aprire il caso rimane lettera morta anche la linea guida che avete dato.

PRESIDENTE

Passiamo alla IRS n. 444.

Interrogazione a risposta scritta n. 444 dell'8 novembre 2023 presentata dai consiglieri Zanoni e Zottis relativa a "ENNESIMA CHIUSURA DELLA STATALE DI ALEMAGNA DOVUTA AL MALTEMPO! LA GIUNTA REGIONALE INTENDE ATTIVARSI PRESSO ANAS AUTOSTRADE PER L'ITALIA E PRESSO TUTTE LE ISTITUZIONI COMPETENTI PER UNA MESSA IN SICUREZZA DEFINITIVA DELLA STATALE?"

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Questa interrogazione l'ho depositata l'8 novembre 2023 ed è stata sottoscritta anche dalla collega Zottis.
Premesso che il 30 ottobre 2023 ANAS ha emanato un comunicato per informare che "a causa delle intense precipitazioni che stanno interessando il territorio regionale, la Statale 51 di Alemagna è provvisoriamente chiusa a Fadalto, nel Comune di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso" e che "la chiusura resterà in vigore fino a cessata esigenza".
La chiusura di questa statale, colleghi, non è un evento isolato né raro e avviene puntualmente in occasione di avverse condizioni meteo, che rischiano di dare luogo a colate detritiche o frane, le quali potrebbero sfondare le opere di contenimento realizzate a protezione dell'arteria viaria stessa. Dette chiusure emergenziali, che non hanno mai durata breve, si aggiungono a quelle parziali, che vengono disposte per realizzare opere di manutenzione e di riqualificazione.
Tutti coloro che devono percorrere la suddetta direttrice per raggiungere il proprio luogo di lavoro, le scuole, le stazioni, gli ospedali e così via subiscono ripetuti disagi, trovando spesso all'improvviso la strada sbarrata. Ciò è avvenuto, ad esempio, il 30 ottobre precedente, quando chi stava rientrando dal lavoro ha trovato un semaforo rosso a Nove, a sud, e a Fadalto Basso, a nord. Non erano, infatti, stati posti cartelli nei pressi del casello A27 di Vittorio Veneto Nord, così da far imboccare direttamente l'autostrada.
Mettetevi un attimo nei panni di questi utenti, di questi nostri cittadini.
Le ripetute chiusure, che negli ultimi anni si sono protratte per molti mesi, hanno causato pesanti danni alle attività economiche e locali. Quando l'Alemagna viene interdetta, le ambulanze che da Belluno devono condurre i pazienti a Treviso sono costrette a percorrere la strada Feltrina, rischiando di compromettere le condizioni di salute di chi viene trasportato.
I lavoratori pendolari sono costretti ad utilizzare l'autostrada senza ricevere alcun rimborso per il pagamento del pedaggio. I viaggi possono diventare molto costosi o interminabili se si è costretti a seguire arterie secondarie. Da tempo si parla di un progetto per realizzare delle gallerie paramassi, ma nulla si è ancora concretizzato. I cittadini sono esasperati da questa situazione e si sentono abbandonati dalle Istituzioni, che non intervengono con soluzioni definitive e con gli investimenti necessari, continuando a porre in atto soluzioni tampone ed emergenziali.
In seguito a questa premessa, abbiamo chiesto, come Consiglieri, all'Assessore regionale alle infrastrutture se, a tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini bellunesi e trevigiani interessati, intenda intervenire presso ANAS, Autostrade per l'Italia, il Governo, il Ministero per le infrastrutture e le altre Istituzioni competenti per ottenere con urgenza gli interventi definitivi di messa in sicurezza della Strada Statale 51 di Alemagna; se con urgenza intenda attivarsi affinché i cittadini delle zone interessate dalla chiusura della Statale di Alemagna, che in alternativa devono utilizzare l'autostrada, vengano quantomeno rimborsati dei pedaggi che, loro malgrado, sono costretti a pagare.

PRESIDENTE

Risponde la Vicepresidente De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Il tratto della Statale 51 Alemagna, compreso tra le progressive chilometriche da chilometro 20+090 a chilometro 21+750, che si sviluppa lungo Val Lapisina, percorrendo la sponda orientale del Lago Morto, è storicamente soggetto, in occasione di intensi fenomeni meteorologici, a colate detritiche che trovano origine nella presenza di elevati spessori di depositi accumulatisi nel versante ai piedi della cresta montuosa orientale.
Tali eventi comportano la chiusura della statale al traffico per periodi di tempo più o meno lunghi, in quanto le opere a protezione delle infrastrutture esistenti e presenti lungo il percorso della strada si rilevano talvolta inadeguate, costringendo ANAS ad avviare i lavori in condizioni di urgenza per rimuovere i detriti accumulatisi.
I tecnici del compartimento per la viabilità del Veneto di ANAS hanno, quindi, avviato la progettazione di nuovi interventi per mettere in sicurezza la strada ed evitare le chiusure con interruzioni di traffico, che si sono ripetute più volte nel corso degli ultimi anni.
Nei primi mesi del 2024 è stata completata, da parte di ANAS, la redazione del progetto definitivo denominato "Lavori di ripristino danni e aumento resilienza per la messa in sicurezza della SS51 di Alemagna dalle colate detritiche in località Fadalto di Vittorio Veneto. Realizzazione di gallerie artificiali". Sono state eseguite approfondite indagini geologiche, ambientali, prove di laboratorio per determinare le caratteristiche di resistenza dei detriti di versante e individuare le soluzioni più adatte alla messa in sicurezza della strada.
Dalle risultanze delle analisi e degli studi preliminari i progettisti hanno previsto la costruzione di gallerie artificiali in calcestruzzo armato, paratie in micropali, muri in terra rinforzata, barriere paradetriti e barriere paramassi, per impedire che le colate possano raggiungere il piano stradale. Il progetto è stato sottoposto al parere del Comitato regionale VIA, che, nel mese di luglio 2024, lo ha escluso dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale e potrà, pertanto, a breve termine, proseguire l'iter per la sua approvazione e l'attivazione delle procedure per addivenire all'affidamento dei lavori.
Per quanto attiene all'utilizzo alternativo dell'autostrada, per ovviare ai disagi dei cittadini delle zone interessate dalla chiusura della Statale Alemagna, in occasione dell'ultima chiusura della strada in località Fadalto, avvenuta nel periodo compreso tra il 12 luglio e il 2 settembre, l'Amministrazione regionale, a seguito di confronti con enti locali ed ANAS, ha avviato un dialogo con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e i vertici della società Autostrade per l'Italia volto a garantire la gratuità dei pedaggi autostradali per gli utenti della A27 in ingresso dalla stazione Vittorio Veneto Nord e in uscita nella stazione di Fadalto, e viceversa.
L'esenzione sopra descritta è stata attivata dalla società Autostrade per l'Italia a decorrere dal 23 luglio sino alla riapertura della Statale 51, avvenuta il 2 settembre.

PRESIDENTE

La parola al collega Zanoni per la replica. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La notizia dell'esistenza di questo progetto definitivo è sicuramente positiva. Adesso bisogna capire i tempi di realizzazione di queste opere che sono state descritte anche nella risposta che mi ha appena dato, che saranno sicuramente molto lunghi. È, comunque, una cosa positiva che si inizi. Mi informerò per quanto riguarda l'apertura dei cantieri. Dal progetto definitivo approvato, dall'apertura dei cantieri alla fine dei lavori sappiamo che i tempi saranno sicuramente molto lunghi.
Volevo ricordare che, dopo la segnalazione relativa all'ottobre 2023, c'era stata un'altra chiusura, citata anche nella risposta. È positivo anche quel dialogo con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti volto a garantire la gratuità dei pedaggi autostradali. Pedaggi che, da come mi è stato risposto, sono stati attivati dal 23 luglio 2024 fino al 2 settembre scorso.
Quindi, sono abbastanza soddisfatto della risposta, perché vediamo questa luce accendersi all'orizzonte, ovvero la realizzazione di queste opere, che da tanto tempo i cittadini aspettavano, per evitare questi disservizi veramente molto importanti e pesanti.
L'augurio è anche quello che, nelle more della realizzazione di questo progetto, nel caso in cui dovesse essere, per ulteriori frane, richiusa la strada, sia data pronta comunicazione agli utenti di quel tratto dell'esenzione prevista con ingresso alla stazione Vittorio Veneto Nord e uscita a Fadalto, e viceversa.

PRESIDENTE

Passiamo alla IRI n. 489.

Interrogazione a risposta immediata n. 489 del 19 giugno 2024 presentata dai consiglieri Ostanel, Lorenzoni, Baldin, Camani, Luisetto, Zottis, Bigon, Zanoni e Guarda relativa a "QUALI AZIONI INTENDE METTERE IN CAMPO LA GIUNTA PER POTENZIARE I SERVIZI SANITARI E DI EMERGENZA NELLE ISOLE VENEZIANE?"

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Anche questa è un'interrogazione molto importante sul tema della sanità. È stata sottoscritta da tutti i colleghi Consiglieri di minoranza, perché riguarda uno dei temi fondamentali non solo per questa Regione, ma per il territorio in cui ci troviamo.
Ricordiamo che abbiamo ricevuto con il Presidente del Consiglio e tutti i Capigruppo quel Comitato di cittadini veneziani del Lido, subito dopo la morte tragica di Elettra, che a un anno è rimasta soffocata in un punto di primo soccorso a Lido perché non si è riusciti, in quel contesto, a fare la manovra che sarebbe servita per poterla salvare. Questo è quello che è accaduto qui, a pochi passi da noi. Abbiamo ricevuto il Comitato. Abbiamo avuto modo, in questi mesi, di interloquire anche con alcuni dei familiari e con alcune delle persone che sono state più vicine a lei, ma non solo a lei. Ricordiamo anche Mattia, morto a otto anni nel 2023.
C'è una questione fondamentale che questa interrogazione pone alla politica, pone a noi, pone in particolare alla Giunta, rispetto a un territorio, quello veneziano, dove le isole hanno una fattispecie particolare territoriale: si fa fatica ad arrivarci, sono remote, sono lontane. Spesso non ci accorgiamo che sono così lontane. Non se ne accorge nemmeno tutto l'apparato normativo nazionale ed europeo che, ad esempio, dichiara le isole aree che potrebbero essere disagiate o disagiatissime. Grazie a questo non solo ci sono, ovviamente, degli incentivi ai medici, al personale sanitario, come lei, Assessore ben sa, e forse non è nemmeno risolutivo in questo contesto, perché abbiamo capito che, purtroppo, c'è anche il tema della casa, quindi possiamo anche dare un incentivo in più ai medici, ma se poi non hanno la possibilità di trovare alloggio facciamo fatica, ma abbiamo anche la questione che questi territori sono molto remoti e noi dobbiamo garantire al loro interno presìdi che siano raggiungibili e che abbiano all'interno il personale sanitario necessario per salvare le vite.
La questione è semplicissima, talmente tragica quanto semplice. Le chiedo se stiamo intervenendo e come stiamo intervenendo per migliorare i servizi sanitari e di emergenza (perché stiamo parlando di emergenza-urgenza) all'interno delle isole veneziane.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

I servizi sanitari di emergenza nelle isole veneziane sono garantiti grazie all'organizzazione di seguito descritta. Il Lido di Venezia e l'adiacente Isola di Pellestrina sono serviti da un Punto di primo intervento che effettua circa 4.000 accessi l'anno, la metà dei quali nel periodo estivo. Presso il PPI, nelle ore diurne, è presente in aggiunta un secondo medico, titolare di un incarico di emergenza sanitaria territoriale, in base all'accordo collettivo nazionale per la medicina generale del 23.03.2025, ULSS Serenissima. Il PPI è dotato di un posto letto attrezzato per la terapia intensiva. Per quanto riguarda i mezzi di soccorso, è presente un mezzo medicalizzato che, per un bacino di 20.000 abitanti, è superiore agli standard previsti. Le ambulanze sono dotate di un infermiere ed erogano prestazioni di soccorso avanzato.
Giova segnalare che, in caso di condizioni meteomarine avverse, ovvero in condizioni di vento superiore a 30 nodi, il SUEM effettua trasferimenti con imbarcazioni della Guardia costiera o dei Vigili del fuoco. Il tempo di volo dall'eliporto di Treviso al Lido è inferiore a 10 minuti. Per i trasferimenti presso l'ospedale di Venezia, raggiungibile in 10 minuti di navigazione, o di Mestre è sempre disponibile un'idroambulanza che staziona presso il Lido.
In particolare, nei casi di infarto, ictus, emorragia cerebrale e traumi i pazienti vengono direttamente trasferiti dal SUEM agli ospedali di Venezia Stroke Unit di II livello, emodinamica H12 o Mestre. I tempi di intervento per le patologie sono in linea con gli standard di riferimento.
A livello organizzativo funzionale tale PPI è inserito nel Dipartimento di direzione medica, afferisce all'UOC centrale operativa SUEM di Venezia-Mestre ed è gestito dall'UOS SUEM Venezia lagunare, quindi rientra nella rete SUEM.
Alla luce della programmazione nazionale e regionale, non è attivabile un pronto soccorso, che necessita della presenza di un presidio ospedaliero, con le discipline espressamente richieste dalla normativa vigente dedicate al Lido di Venezia.
Si rileva, infatti, che il sistema dei trasporti, così come sopra rappresentato, è adeguato alla popolazione residente e alla specificità del territorio. In ogni caso, al fine di individuare misure ancora più efficaci per evitare tragici eventi e migliorare l'assistenza sanitaria nelle isole, l'ULSS ha ipotizzato numerose iniziative, tra cui l'attivazione di un sistema di teleconsulto tra il PPI e l'ospedale di Venezia, eventi formativi sugli argomenti di interesse rivolti ai sanitari che operano sulle isole e alla popolazione, un percorso dedicato per l'esecuzione di esami prioritari prescritti dal PPI nella giornata successiva all'accesso presso la struttura ospedaliera riabilitativa San Camillo, sita a Lido.
Infine, l'azienda ULSS 3 Serenissima riferisce che per i territori insulari è già stata riconosciuta "zona disagiata" l'Isola di Sant'Erasmo, mentre per le altre isole del Distretto 1 il riconoscimento di "zona disagiata" sarà oggetto di discussione in seno al prossimo Comitato aziendale dei medici di medicina generale.
L'azienda ha precisato che per ambito territoriale insulare risultano coperti tutti i posti per pediatri di libera scelta. L'Isola di Murano fa parte dell'ambito di scelta di Venezia centro storico e isole e in questo ambito territoriale risultano coperti tutti i posti per pediatra di libera scelta. Infatti, tutti gli assistiti dell'Isola di Murano hanno il loro pediatra di riferimento e al 01.01.2024 risultano disponibili ancora 824 posti.

PRESIDENTE

La invito a chiudere, Assessore.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Ho finito.
Tuttavia, data la carenza dei medici riscontrabile su tutto il territorio nazionale, con la deliberazione della Giunta regionale del 29.12.2023, in linea di continuità con le precedenti deliberazioni della Giunta regionale, sono state previste misure temporanee, anche a valere per l'anno 2024, quali la possibilità per le aziende ULSS di dichiarare per un anno "zona disagiata" sedi con complessa orografia o con assoluta criticità di copertura del servizio, riconoscendo un compenso aggiuntivo per l'attività svolta, a fronte di specifiche progettualità o attività aggiuntive rispetto a quanto stabilito dall'ACN nazionale.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola alla collega Ostanel per la replica. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
In questa risposta c'è una questione molto importante. Io le chiedo, Assessore, al di là di dire che le ULSS hanno la possibilità, anche per il 2024, di dichiarare le loro aree "zone disagiate", dicendo anche che l'isola di Sant'Erasmo è stata riconosciuta, davvero chiedo ‒ lo abbiamo chiesto anche con una mozione, lo chiedono i cittadini, lo chiedono le persone che si stanno mobilitando dopo queste tragedie, ma in realtà anche prima ‒ di spingere e di fare in modo che le isole vengano dichiarate "aree disagiate" o "disagiatissime". Alcune di queste dovrebbero per forza essere dichiarate "disagiatissime", perché sappiamo che, oltre al compenso aggiuntivo per alcuni medici, abbiamo anche un compenso in più per quanto riguarda le aree disagiatissime. Quindi, c'è una differenza tra le due.
Visto che lei ha la possibilità di farlo, le chiedo di portare a conoscenza di tutte le persone la normativa nazionale, che permetterebbe, in virtù di questo fatto, di compiere sicuramente un passo in più per dei territori che non hanno accesso, come altri, al servizio sociosanitario.
Poi leggerò meglio la risposta, perché all'interno c'è molto materiale che non sono riuscita a valutare in così poco tempo. Quello che lei ha scritto in questa risposta è che la continuità di avere mezzi che permettano a un paziente di arrivare da un punto all'altro non sarebbe garantita durante la notte. La domanda che le farei in una nuova interrogazione, ma che le pongo adesso, magari ne possiamo discutere in un altro momento, è questa: se quello che è accaduto ad Elettra oggi, dopo i provvedimenti che sono stati presi, dovesse accadere di notte, avremmo la stessa possibilità di salvare quella vita? Oppure, come viene raccontato, i mezzi garantiti, anche da una nuova convenzione, la notte non verrebbero garantiti?
Il fatto che non sia obbligatorio l'infermiere in idroambulanza, questione che viene rilevata e che in questa risposta viene ricordata, lo possiamo modificare? Le questioni oro-geografiche di questi territori impattano fortemente sulla possibilità di arrivare in tempo e trovare una figura medica in grado di salvare la vita.

PRESIDENTE

Passiamo alla IRI n. 508.

Interrogazione a risposta immediata n. 508 del 18 ottobre 2024 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "SOSPENSIONE DEL REGOLAMENTO ULSS 6 SUL RICONOSCIMENTO ECONOMICO AI TECNICI SPISAL: QUALI AZIONI INTENDE METTERE IN CAMPO LA GIUNTA PER POTENZIARE GLI SPISAL E MIGLIORARE LE CONDIZIONI LAVORATIVE ED ECONOMICHE DEI TECNICI CHE CI LAVORANO?"

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Anche questa è un'interrogazione importante. Come abbiamo appreso sulla stampa, ma ci era stato segnalato anche localmente, l'Amministrazione dell'ULSS 6 Euganea aveva comunicato alle organizzazioni sindacali l'intenzione di sospendere il regolamento aziendale per il riconoscimento economico mensile ai tecnici della prevenzione SPISAL, ente fondamentale per garantire la sicurezza dei lavoratori, che anticipava mensilmente le quote del Fondo regionale per le attività e progettualità di sostegno alla sicurezza del tessuto produttivo e territoriale.
Penso sia una questione incredibile. Com'è possibile tutto questo, nonostante il Veneto dall'inizio dell'anno abbia perso 53 vite nel mondo del lavoro? Ieri abbiamo celebrato la Giornata contro la violenza sulle donne. Sappiamo che dall'inizio dell'anno sono morte quasi 100 donne. Sappiamo anche che ‒ e oggi lo riportiamo come dato ‒ sono morti 53 lavoratori.
Abbiamo un'emergenza che rimane sempre sottotraccia, che alle volte esce fuori quando si verifica l'ennesima tragedia sul posto di lavoro. Dobbiamo riportare sempre l'attenzione su un tema fondamentale. Mi chiedo come sia possibile che l'ULSS 6 abbia segnalato questa questione.
La domanda che pongo alla Giunta è se intende e come intende intervenire per migliorare l'attrattività degli SPISAL, a partire dal garantire migliori condizioni lavorative, comprese quelle economiche, dei lavoratori.

PRESIDENTE

Risponde sempre l'assessore Lanzarin. Prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

La Giunta regionale ha approvato, in data 6 agosto 2024, la deliberazione n. 911, a cui si rinvia per ogni possibile approfondimento, avente ad oggetto "Revisione dei criteri di riparto dei fondi derivanti dalla riscossione delle sanzioni pecuniarie amministrative in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" legge regionale n. 23/2007 , modificata con legge regionale n. 1/2020 .
Tale DGR ha previsto nuovi criteri di riparto delle sanzioni alle aziende ULSS del Veneto, introducendo un importante elemento di novità. È stato, infatti, riconosciuto, anche a livello economico, il ruolo degli operatori SPISAL, stante la complessità delle funzioni attribuite e le responsabilità connesse all'assunzione di decisioni complesse nel campo della salute, della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
In ottemperanza a quanto stabilito dall'articolo 8 della legge 6 agosto 2007 n. 23, i nuovi criteri sono stati condivisi in sede di Comitato regionale di coordinamento, che annovera tra i componenti effettivi anche i rappresentanti delle parti sociali. Tale riconoscimento si è reso utile in un contesto di progressiva perdita delle risorse professionali e di depauperamento della dotazione organica, al fine di aumentare l'attrattività dei servizi in questione, con particolare riferimento ai tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, nonché alle altre professionalità coinvolte dalle molteplici attività previste dal mandato istituzionale.
Nella fattispecie, è stata individuata la quota del 26% del totale annuo introitato dalle sanzioni quale importo destinato al sostegno del personale dell'unità organizzativa complessa SPISAL.

PRESIDENTE

Per la replica, la parola alla collega Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Ero a conoscenza di quanto riportato nella risposta all'interrogazione. In qualche modo, quindi, non risponde alla mia domanda. Se abbiamo, come recita la delibera, riconosciuto anche a livello economico il ruolo degli operatori SPISAL, com'è possibile che l'ULSS 6 Euganea abbia comunicato, invece, alle organizzazioni sindacali che questa possibilità sarebbe stata sospesa? Da quello che abbiamo raccolto, è perché la stessa Regione del Veneto non ha anticipato quei fondi che permettono alle ULSS di garantire quello che esattamente viene scritto nella delibera che lei cita in questa risposta.
Assessore, non posso che ritenermi soddisfatta di una delibera che conoscevo già e che viene riportata all'interno di questo documento, ma la questione rimane vera: la Regione del Veneto ha intenzione di proteggere, dare seguito, dare gambe a quella delibera; quindi, pagare immediatamente le quote aziendali fino al 2020, per permettere alle ULSS di garantire che le persone che all'interno si occupano degli SPISAL riescano ad effettuare il loro lavoro?
Noi abbiamo, come ho detto prima e l'ho riportato dai dati, un'emergenza in questa regione e, in realtà, all'interno dello Stato italiano. Di sicurezza sul lavoro ce ne siamo occupati probabilmente male e troppo poco.
Siccome sappiamo che c'è una carenza di personale che si occupa di sicurezza sul lavoro, solo all'interno di Padova di 10 unità, come ci è stato detto dalle risposte formali ricevute all'interno di questo Consiglio, ma, allo stesso tempo, il 7 febbraio 2023, su mia proposta, questo Consiglio ha deliberato che si accrescesse l'organico SPISAL all'interno della Regione per permettere una tutela vera della sicurezza sul lavoro, a che punto siamo? Un impegno che avevamo votato all'unanimità – anche questa risposta lo testimonia – non lo abbiamo portato a casa, non lo abbiamo raggiunto. Siamo sottorganico e, in più, non hanno i fondi, anche quando vorrebbero, le ULSS, per poter permettere un diritto ai lavoratori che fanno attività di monitoraggio sulla sicurezza del lavoro.

PRESIDENTE

Passiamo alla IRS n. 561.

Interrogazione a risposta scritta n. 561 del 31 luglio 2024 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "LA GIUNTA SI È ACCORTA DELLA FUGA DALLA PROFESSIONE DI COMANDANTE DI IMBARCAZIONE PER IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE LAGUNARE? COSA INTENDE FARE PER NON LIMITARE IL DIRITTO ALLA MOBILITÀ IN PARTICOLARE NELL'AREA INSULARE?"

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Questa è una questione nota ormai da tempo: il personale per il trasporto pubblico locale in laguna di Venezia, ma non soltanto, ormai, in laguna di Venezia, non si trova più. In particolare, questa interrogazione si concentra sulla figura dei preposti al comando in navigazione. Dalle notizie che ci arrivano dalla stampa locale, c'è una crisi del comparto dei comandanti, che mancano dal 5% al 10% per cento in questo settore.
La questione è nota ed è oggetto anche di trattative. Si sta cercando, da parte di una società privata del trasporto in Laguna, addirittura personale in Argentina con questa qualificazione.
Quello che preoccupa di più è il fatto che c'è una fuga, ormai, dal settore pubblico, perché si preferisce il privato a vantaggio della questione salariale, più cospicua, addirittura con motoscafi con NCC.
Dobbiamo assolutamente contemperare le esigenze della popolazione, dei lavoratori e dei residenti, ormai schiacciati da un turismo sempre più massivo. Sappiamo che la Regione del Veneto ha competenze specifiche nel settore della formazione in questo campo.
Quindi, la domanda che si fa alla Giunta regionale è capire quali sono i percorsi che ha attivato la Giunta regionale per la professione di comandante di imbarcazioni del TPL, quali incentivi intende proporre e se ci sia la possibilità di intervenire e di incentivare, anche economicamente, con risorse del Fondo del trasporto pubblico locale, il lavoro stesso.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Valeria Mantovan.

Ass.ra Valeria MANTOVAN

Grazie, Presidente.
La Giunta regionale, nell'ambito delle sue attività di programmazione e costruzione dell'offerta formativa in risposta alle esigenze del mercato del lavoro, ha dato un supporto fondamentale alla nascita della prima Accademia del mare e della logistica, con sede a Venezia.
Nel giugno del 2023 la Fondazione ITS Academy Marco Polo, acquisendo lo storico Consorzio di formazione del personale marittimo VeMarS, ha integrato in sé la formazione qualificata per il mondo mare, terra e logistica.
La collaborazione tra l'Amministrazione comunale di Venezia e l'Autorità portuale di Mare Adriatico Settentrionale e il ruolo fondamentale dell'Amministrazione regionale hanno permesso alla Fondazione ITS Academy Marco Polo, dopo aver sviluppato un'offerta formativa continuativa dedicata alla logistica portuale ed intermodale, con un placement del 95%, di evolversi, diventando Accademia riconosciuta dal Comando generale delle Capitanerie di porto e dell'Alta dirigenza del Ministero dei trasporti, visti i risultati ottenuti dai corsi di alta formazione specialistica e di addestramento tecnico, come richiesto dagli standard internazionali dell'Organizzazione marittima internazionale e dalle convenzioni internazionali di settore, come la STCW (Standards of training, certification and watchkeeping for seafarers). L'attuazione di tale strategia ha permesso di approvare, con decreto del direttore della Direzione formazione e istruzione n. 1211 del 18.09.2024, il primo percorso formativo ITS per ufficiale di coperta e di macchina, area tecnologica mobilità, percorso che permette di conseguire il certificato di competenza di ufficiale di navigazione. Al percorso unico, di durata triennale, nell'ambito dell'offerta formativa ITS del Veneto, si accede direttamente se in possesso del diploma di Stato a indirizzo nautico-navigazione.
Al fine di favorire il più ampio accesso alla figura professionale di ufficiale di navigazione, alimentando l'offerta di lavoro in tal senso e così rispondendo alle necessità del mercato del lavoro stesso, con DGR n. 561 del 20 maggio 2024, la Regione del Veneto ha aperto i termini per la presentazione di progetti formativi IFTS, nell'ambito della quale è stato approvato, con decreto del direttore della Direzione formazione e istruzione n. 1114 del 26.08.2024, un progetto per l'avvio di un percorso formativo di specializzazione tecnica superiore, che consentirà anche ai non diplomati all'Istituto nautico di accedere al percorso ITS per ufficiale di coperta e di macchina e conseguire il certificato di competenza di ufficiale di navigazione.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, la parola alla collega Baldin. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Ringrazio l'Assessore per la risposta. La prima osservazione che mi viene da fare è perché non si pensa anche a creare delle sedi decentrate rispetto a Venezia, magari pensando a Chioggia, visto che da lì derivano tante persone che si occupano del settore della navigazione, del trasporto pubblico locale in laguna di Venezia e ci sono già delle scuole che potrebbero essere interessate e adatte a questo tipo di percorso.
Bene che finalmente si sia preso atto di questa carenza preoccupante. Ritengo anche doveroso, se posso dare un consiglio, fare più pubblicità di questi corsi, in modo tale che il cittadino, il giovane sia in grado di sapere dove poterli frequentare, creando anche, come dicevo, sedi decentrate, in modo da facilitare, favorire l'accesso a questi percorsi da parte di chi ormai sembra preferire altro nella vita.
È un tema che ci costringe a tenere sotto stretta osservazione la questione stessa, perché stiamo continuando a perdere personale del trasporto pubblico locale e quello che c'è, purtroppo, è anche soggetto a continue minacce o lavora in una condizione non ottimale, nemmeno dal punto di vista economico.
Su questo mi sento di dire che l'attenzione deve essere massima e che va dato risalto a queste opportunità di lavoro, di corsi di formazione, da parte della Giunta regionale.

PRESIDENTE

Grazie, collega Baldin.
Abbiamo terminato il tempo, da regolamento, a disposizione per le interrogazioni.
Rimangono due IRS, la n. 390 e la n. 493, della collega Bigon, che vedranno risposta nella prossima seduta.
Ieri, 25 novembre, si è celebrata la Giornata contro la violenza sulle donne, che penso sia stata adeguatamente onorata da questo Consiglio già la scorsa settimana con l'approvazione dell'Osservatorio. Ieri abbiamo fatto una conferenza stampa con le comunità iraniane in esilio, in particolare per quanto è avvenuto nelle scorse settimane a Ahoo Daryaei, che penso abbiate visto tutti, la studentessa iraniana che, per contrastare la polizia morale, ha fatto un gesto eclatante, che non era sicuramente contro le donne che portano il velo, ma per manifestare il proprio dissenso rispetto a come viene usata la polizia morale in Iran.
Nei prossimi giorni, sempre questo Consiglio dedicherà passaggi e momenti di iniziativa pubblica per far sì che il 25 novembre non sia un'unica giornata, ma sia un'attività che questo Consiglio dimostra con fatti, atti legislativi o eventi pubblici, affinché i momenti di riflessione, ma soprattutto di cultura contro la violenza sulle donne non avvengano ‒ ripeto ‒ in una giornata sterile, ma siano qualcosa di effettivo e di utile, per far sì che ci sia un cambio culturale ed evitare il più possibile in futuro cose di cui, purtroppo, anche il Veneto è stato teatro nell'ultimo periodo in maniera importante.
Quindi, più che una giornata, facciamo in modo che sia un'attività continua e normale pensare che c'è un modo diverso di trattare, di ragionare, di vivere con tutti, come dovrebbe essere normale.
PUNTO
6


DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "VARIAZIONE AL BILANCIO DI PREVISIONE 2024-2026 DELLA REGIONE DEL VENETO". (PROGETTO DI LEGGE N. 305) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 31/2024)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cestaro
Correlatrice: Consigliera Camani

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6 all'ordine del giorno.
La relatrice è la collega Silvia Cestaro. Prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente, anche per le sue parole.
Presidente e colleghi Consiglieri, il progetto all'attenzione dell'Assemblea intende apportare al bilancio di previsione 2024-2026, come già approvato il 22 dicembre 2023, una variazione degli stanziamenti in entrata e di spesa sulla base delle indicazioni pervenute dalle strutture regionali e dell'andamento della gestione.
In particolare, sul fronte dell'entrata sono state registrate le seguenti variazioni: trasferimento di riserve utili da parte di CAV (Concessioni Autostradali Venete Spa) per circa 34,9 milioni di euro presso la Regione Veneto, in esecuzione della delibera CIPE n. 3/2007 e dei successivi protocolli d'intesa sottoscritti in data 2019 tra ANAS, Regione Veneto e Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti; maggiori accertamenti su operazioni di valorizzazione e alienazione di terreni, per circa 224 milioni; ristoro delle spese di personale anticipate dall'Amministrazione regionale, per 1,120 milioni di euro; maggiori accertamenti su introiti provenienti dalla gestione del demanio idrico, all'incirca 600.000 euro; restituzione da parte del Consiglio regionale di somme riscosse a titolo diverso, 1.489.009; maggiore assegnazione statale per la realizzazione degli interventi finanziati per la premialità dell'articolo 6, comma 20, della legge del 2010, per 3,2 milioni; in ultima, la restituzione da parte dell'organismo culturale ricreativo aziendale della Regione Veneto di somme per attività a favore dei dipendenti, per 60.000 euro.
Sul fronte della spesa, invece, la proposta legislativa prevede, in estrema sintesi, di implementare la disponibilità di alcune linee di spesa in ambito sanitario, sociale, culturale, di promozione e valorizzazione del turismo veneto, di pronto intervento per calamità naturali, interventi di piste ciclabili e di messa in sicurezza e adeguamento della rete viaria regionale, nonché, in ambito di supporto alle sezioni regionali di ANCI e UPI, iniziative a favore delle fusioni tra i Comuni.
La nota integrativa nell'Allegato 3 elenca in un'apposita tabella le leggi regionali di spesa che vengono incrementate. Inoltre, questa variazione di bilancio prevede, come spese, il ripristino delle risorse relative all'accantonamento per il concorso della Regione alla copertura dell'eventuale deficit del Comitato organizzatore dei Giochi olimpici e paraolimpici invernali Milano-Cortina 2026, pari a 7,15 milioni di euro, temporaneamente stornate in sede di prima variazione generale di bilancio di previsione 2024-2026, in seguito all'adozione della delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e sviluppo sostenibile, arrivato ad aprile 2024 e inerente all'utilizzo dei Fondi per lo sviluppo e la coesione, che ha consentito il relativo sblocco dei fondi; inoltre, a spostare le originarie risorse collocate alla Missione 1 (Servizi istituzionali, generali e di gestione), Programma 11 (altri servizi generali) nella Missione 20 (Fondi e accantonamenti), Programma 3 (altri fondi), a seguito del decreto del 9 agosto 2024, n. 113, che ha modificato la normativa in materia di contributo alla finanza pubblica da parte delle Regioni, prevedendo che per il solo 2024 tale contributo, pari a 24,2 milioni di euro, non debba essere versato interamente allo Stato, bensì accantonato, iscrivendolo in un fondo a parte del corrente primo esercizio di bilancio di previsione (2024-2026); a dare corso a richieste compensative di alcune strutture che avevano la necessità di spostare tra loro Missioni e Titoli, come avviene sovente, per un uso più efficiente delle risorse stesse.
Con la richiamata nota integrativa vengono, poi, illustrate nello specifico, tramite le tabelle, le varie modifiche.
Per quanto riguarda un argomento sempre di grande dibattito in questo Consiglio, quello della Superstrada Pedemontana Veneta, a seguito dell'avvenuta apertura nel 2024, a maggio, del tratto tra il casello di Montecchio Maggiore Sud e l'interconnessione con la A4, che ha determinato finalmente la completa messa in esercizio dell'infrastruttura, si è provveduto, inoltre, ad aggiornare le previsioni di entrata da pedaggi e le relative spese per il canone da corrispondere al concessionario, il cui saldo, in milioni di euro, è pari per il 2024 a 24,6 milioni, a cui vanno aggiunti 1,5 milioni per la costituzione e il funzionamento del Collegio consultivo tecnico, richiesto per norma.
Anche in questo caso, la nota integrativa fornisce le dovute precisazioni.
Le variazioni al bilancio 2024-2026 apportate dalla proposta legislativa, composta da tre articoli, e relative alle modifiche e alle variazioni da introdurre agli stati di previsione delle entrate e delle spese del bilancio 2024-2026, si trovano in tutte le allegate tabelle. Faccio riferimento all'Allegato 8 e, in seguito, all'Allegato 7, che aggiornano i vari elementi e gli elenchi alle note integrative e al bilancio di previsione 2024-2026.
Infine, tramite l'Allegato 4 si possono ritrovare tutti i valori cambiati e modificati al quadro generale riassuntivo dell'Allegato 7.
L'elenco delle spese non obbligatorie, a carattere continuativo, autorizzate dagli esercizi finanziari 2024, 2025, 2026, si ritrovano all'Allegato 6, mentre nell'Allegato 8 tutte le leggi rifinanziate, che sappiamo che di anno in anno vanno a incidere in maniera importante. Gli Allegati 9 e 10 vanno a specificare tutte le variazioni, come riportate dal tesoriere, in entrata e in spesa.
Il testo oggi all'esame vedrà in Aula la discussione di alcuni emendamenti, in base ai quali sarà anche interessante capire il prosieguo di questa attività.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La correlatrice è la collega Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio la relatrice. Colleghe e colleghi, come sapete, la variazione di bilancio di fine anno è un appuntamento tradizionale di questo Consiglio regionale, che anticipa la sessione di bilancio che apriremo tra pochi giorni. Solo che la variazione di quest'anno ha motivazioni molto diverse rispetto a quelle che abbiamo ogni fine anno adottato.
Quelle erano adottate per due ragioni, principalmente. La prima è che avevamo necessità di evitare di fare avanzo. Come sapete, la Regione del Veneto da diversi anni è impegnata in una operazione di rientro da debito delle gestioni precedenti e tutto quello che noi avanziamo nella gestione di esercizio siamo obbligati a riversarlo per ripagare i debiti fatti dalle Amministrazioni regionali dal 2012 in poi.
Inoltre, facevamo le manovre di bilancio per poter provare, anche negli ultimi mesi dell'anno, ad avere disponibilità di risorse da spendere subito e da mettere ‒ come si dice in questi casi, ormai ‒ immediatamente a terra, come ad esempio il ricorso alle graduatorie in scorrimento.
Per la verità, utilizzavamo la variazione finale di bilancio anche per sistemare alcune partite che erano rimaste aperte e che non eravamo riusciti a risolvere con il bilancio di previsione e con gli altri interventi che mettevamo in campo.
Colleghe e colleghi, non so se ve ne siete accorti, perché dalla relazione della collega non si è proprio colta la particolarità di questa variazione, ma con questa variazione noi non evitiamo di fare avanzo (perché non ce n'è), non sistemiamo nessuna partita rimasta ancora aperta, malgrado gli ordini del giorno approvati all'unanimità in questo Consiglio, e su questo tornerò. Con questa manovra, quindi, stravolgiamo l'impianto tradizionale che ci siamo dati, perché non abbiamo un avanzo da sistemare. Abbiamo già raschiato il fondo del barile, prima con la variazione di maggio e poi con la manovra di assestamento di luglio. Anche la quotidiana azione di recupero settimanale, mi pare dicano gli Uffici, in realtà l'abbiamo già esaurita nella manovra precedente.
Pertanto, chiederei alla relatrice di dire qualche parola di verità dentro questo Consiglio regionale rispetto alla manovra che stiamo andando ad approvare.
Discuteremo, infatti, nelle prossime settimane, quando saremo chiamati ad affrontare il bilancio di previsione, la legge di stabilità e il collegato, di cosa si potrebbe fare o, meglio, di cosa si sarebbe potuto fare e se la politica di bilancio che questa Amministrazione ha adottato in questi quindici anni sia stata una politica di bilancio utile o dannosa per il Veneto.
Di sicuro, però, e questo lo possiamo dire già oggi (a proposito di operazione verità), è che in quindici anni della vostra Amministrazione voi avete lasciato le casse della Regione del Veneto completamente vuote. Io non lo so, come dice sempre Calzavara, cosa farà chi verrà dopo di voi. So che si troverà un bilancio assolutamente alla canna del gas, e ne discuteremo oggi parlando di questa variazione e, a maggior ragione, nelle prossime settimane, quando chiamerete il Consiglio regionale ad esprimersi, per la prima volta dopo quindici anni, su un aumento dell'imposizione fiscale in Regione Veneto.
Questo avviene in una fase storica complicata, in una congiuntura economica molto difficile, in cui questa Regione non è più in grado di rispondere ad alcun bisogno sociale. Farò alcuni esempi, tanto per tenere il filo delle cose che ci siamo detti in questi quattro anni, rispetto alle quali abbiamo chiamato Giunta e Consiglio ad atti di responsabilità.
Il primo tema riguarda le borse di studio, assessore Calzavara. Mi dispiace che l'assessore Mantovan non sia in aula in questo momento. Da quando siamo arrivati in questo Consiglio regionale abbiamo chiesto che le borse di studio; quindi, l'erogazione del sussidio agli studenti risultati idonei fosse un diritto garantito dalla Regione del Veneto. Sapete meglio di me che ogni anno ci siamo arrivati in maniera rocambolesca, utilizzando spesso proprio questa variazione di bilancio.
Non ci sfugge che per un idoneo non beneficiario non è la stessa cosa avere l'erogazione del sussidio a inizio dell'anno scolastico o ad anno scolastico terminato, però abbiamo sempre vissuto come un traguardo raggiunto essere riusciti a soddisfare questo diritto costituzionalmente garantito. Quest'anno, per la prima volta, dopo tanti anni e malgrado gli sforzi enormi che abbiamo messo in campo, per quanto riguarda l'anno accademico 2023-2024, non siamo in grado di soddisfare le graduatorie degli idonei beneficiari di borse di studio. Assessora Mantovan, mi dispiace che debba inaugurare la sua esperienza in Giunta con questo tristissimo primato. Ad oggi, infatti, sono 3.285 gli studenti che frequentano le università del Veneto, che le hanno frequentate nell'anno scolastico appena terminato e che non sono stati in grado di ottenere un sussidio a cui avevano diritto, a cui la Regione del Veneto ha detto che avevano diritto, a cui abbiamo raccontato bugie quando, nella manovra di maggio, abbiamo approvato all'unanimità un ordine del giorno in cui abbiamo chiesto un impegno alla Giunta per pagare quelle borse di studio. Vi dicevamo: la distanza tra quello che stanziate e quello che serve è talmente enorme che non ce la farete. Ci avete garantito che ce l'avreste fatta.
Dai numeri dell'ultima rilevazione, numeri che riusciamo a recuperare anche se l'Assessora non è mai venuta in Commissione a ufficializzarli, si sono persi mille studenti. Quanti di questi mille che risultavano idonei sei mesi fa e che oggi non sono più in graduatoria sono stati costretti a rinunciare agli studi? Questo è un dato che lei conosce, Assessora? Ogni volta che noi, per scelte di bilancio assurde, costringiamo un ragazzo o una ragazza veneta a rinunciare agli studi universitari perché non siamo stati capaci di garantire la borsa di studio, dal mio punto di vista...
Può parlare quando vuole, Assessora. Dopo l'ascolto con interesse. L'abbiamo aspettata, consigliera Ostanel, per tre settimane, in Commissione. Si figuri. Non vediamo l'ora di sentire cosa ha da dirci.
Pensiamo ad altre necessità, che non siamo più in grado di soddisfare. Questo era l'anno in cui gli ATS dovevano cominciare a muovere i primi passi. Abbiamo detto che ci sono troppe poche risorse, un problema che ritroveremo negli anni a venire, e che la quantità di risorse si dimostrerà insufficiente e noi non saremo in grado di aggiungerne altre.
Pensiamo a tutte le questioni che abbiamo aperte, ai dossier che sono sulla sua scrivania, assessore Lanzarin, sul tema della disabilità, sul tema della non autosufficienza, a proposito di riforme che arrivano in ritardo. Tutti bisogni sociali a cui, con queste politiche di bilancio, con tutta la buona volontà che vuole, non sarete in grado di rispondere, non siete già in grado di rispondere. Questo avviene in una fase in cui si estende progressivamente il perimetro della vulnerabilità. Famiglie, persone che fino a ieri erano tranquille e vivevano una vita serena, oggi sono esposte al rischio vulnerabilità. Ti basta che l'anziano si aggravi, e devi trovare un posto in casa di riposo che non c'è, con le ricette che abbiamo a disposizione. Quante sono le famiglie che possono permettersi di spendere 1.500-2.000 euro al mese? Ti basta perdere il lavoro. Quanti sono i tavoli di crisi aziendali aperti oggi in questa Regione? Basta un qualsiasi incidente di percorso e anche una famiglia benestante diventa una famiglia che ha bisogno di un supporto.
Proprio in questa fase sociale, in cui le persone sono più esposte alla vulnerabilità, noi, che dovremmo essere la Regione dell'eccellenza, che dovremmo essere i migliori con gli altri, non perché performiamo bene, ma perché garantiamo servizi di maggiore qualità, siamo con un bilancio da toppe, da canna del gas.
Pensiamo al tema del dissesto idrogeologico. Avete speso tantissimi dei soldi che il Governo vi ha dato, perché di risorse regionali non se ne sono viste tante, per iniziare un percorso di messa in sicurezza contro il dissesto idrogeologico. Bene. Lo vedete anche voi che, malgrado l'enorme mole di risorse e la grande quantità di interventi, non sembra mai che si raggiunga un livello di sicurezza accettabile. Capita anche in una fase storica in cui gli eventi atmosferici sono straordinari. Il tema non è soltanto fare i bacini di laminazione, ma avere due soldi in bilancio per poter anticipare i ristori, cosa che in questa Regione non siamo in grado di fare con questo bilancio.
Ho citato le questioni più evidenti e più macroscopiche di come con questo bilancio non siamo in grado di rispondere ai bisogni delle cittadine e dei cittadini del Veneto sotto il profilo sociale, sotto il profilo dei diritti e sotto il profilo della sicurezza della vita. Per carità, si può dire che "succede", si può parlare di "congiunture economiche". In realtà non è così, perché questa situazione non capita all'improvviso e non capita neppure accidentalmente.
È capitata ‒ e sapevamo che sarebbe capitata ‒ perché non avete ascoltato i suggerimenti, i consigli, le considerazioni che abbiamo potuto fare rispetto a una politica di bilancio restrittiva, che in tutti questi anni non ha avuto la capacità di mettere in campo politiche espansive per questa regione. Quindi, non è una casualità. A questa situazione di bilancio, dal mio punto di vista, è correlata una grave, gravissima responsabilità.
Le ragioni per cui arriviamo qui sono molteplici, e le ripercorreremo anche nella sessione di bilancio. Eccesso di debito negli anni precedenti, dal 2010 al 2016, nel primo mandato del Presidente Zaia: sono più le cose che abbiamo speso che le cose che abbiamo incassato. Avete voluto proseguire testardamente in una serie di sprechi, che abbiamo più volte segnalato e che anche quest'anno, malgrado le ristrettezze, continuano. Infine, avete adottato politiche di bilancio restrittive, da austerity, si sarebbe detto in un'altra epoca storica.
Inoltre, e lo dico perché è stato citato (anche in questo caso, collega relatrice, un po' di verità non sarebbe sbagliato metterla, anche se ci si siede dalla parte della maggioranza), come ampiamente previsto, nel 2024 dobbiamo iniziare a fare i conti con la Strada Pedemontana Veneta. Lo dico ai colleghi e alle colleghe, affinché si facciano portatori rispetto alle cose che dice il Presidente Zaia: non è vero che ve la siete trovata lì, a un certo punto, la Strada Pedemontana e avete dovuto farla così, come ci vuole far credere il Presidente Zaia. Avete scelto voi di farla e avete scelto voi di farla così, dal 2006, quando il concessionario SIS vince il bando di gara. Mi pare che Zaia fosse il Vicepresidente della Regione del Veneto. Nel 2013, quando si firma l'atto, Zaia è già Presidente del Veneto. Nel 2017 è lo stesso Presidente Zaia che viene in quest'Aula con il nuovo contratto, con il terzo atto convenzionale.
Sono andata a rileggere le parole del Presidente. Per spiegare al Consiglio regionale che quel terzo atto convenzionale sarebbe stato un affarone, il Presidente Zaia in quest'Aula ha dichiarato: "È un atto rivoluzionario. La Regione diventa il concessionario. Saremo un esempio che tutta Italia seguirà per virtuosità". Grazie a Dio non è stato così. "Grazie a questo terzo atto convenzionale, stabilità e certezza dei valori da iscrivere a bilancio". Sul concetto di stabilità e certezza poi dirò alcune cose.
In realtà con quel terzo atto convenzionale, con una proposta che il Presidente Zaia ha definito "rivoluzionaria", avete accettato il contrappasso peggiore per le operazioni di project financing, avete posto in capo all'ente pubblico, alla Regione, il rischio connesso ai pedaggi e avete garantito al concessionario l'entrata certa del canone di disponibilità. Tant'è che qualsiasi cosa succeda, SIS sa quanti soldi le arrivano in cassa ogni anno. Noi, invece, non lo sappiamo.
Io non voglio parlare dell'utilità dell'opera, ne discuteremo semmai ci sarà l'occasione, anche se ormai l'opera c'è; quindi, mi sembra una discussione poco utile. Non parlerò neanche di cosa è successo in questi otto anni che ha modificato le previsioni. Tendenzialmente, mi piace parlare di numeri e del perché il terzo atto convenzionale non è affatto rivoluzionario. Anzi, è l'atto che ha rappresentato un vero e proprio nodo scorsoio per questa Regione e per i bilanci di questa Regione. È incredibile che la responsabilità di questo cappio non sia chiara, almeno dentro quest'Aula.
Certo, rimane il rammarico di dire queste cose inascoltati da anni. Quando diverso tempo fa lanciavamo l'allarme sui conti della Pedemontana ci avete liquidato con un "siete pessimisti". L'assessore Calzavara, ogni volta che lo interrogavamo in Commissione, diceva "vedremo", ma guardate che non è con i "vedremo" che si fa un bilancio di un ente importante come una Regione.
Oggi i dati sono certificati, non sono en passant, consigliera Cestaro, perché per la prima volta, con questa variazione di bilancio noi iniziamo ad avere la misura della dimensione della voragine che i conti della Superstrada Pedemontana Veneta avranno sul bilancio della Regione. Lascio stare il ritardo di quattro anni nella messa in opera, ci mancherebbe. Parliamo solo del 2024, cioè dell'anno in corso, e solo per dieci mesi di esecuzione del contratto. Ci avevate detto che nel 2024 avremmo pagato 3,3 milioni. Avete messo nel bilancio di previsione che ne avremmo pagati 19,3. Oggi andiamo a fare una variazione di bilancio con la quale certifichiamo che di milioni ce ne costa 44. Ma io mi chiedo stabilità e certezza: come si fa a dire 3 e poi doverne pagare 44? Ma ci sarà uno di quelli che sta nella Giunta che alza la mano e dice "scusate, forse ho sbagliato qualcosa", forse, forse. C'è una distanza tra le stime messe a bilancio e quello che sarà che è una voragine, rispetto alla quale non ce la possiamo cavare con tre parole in relazione e quattro righe in nota integrativa. Se fossimo in una Regione normale, dovremmo chiedere l'istituzione di una Commissione per capire dov'è che il sistema non ha funzionato tra le cose che avete detto e scritto e le cose che stanno accadendo. E non escludiamo di farlo, certo. Se mi baso esclusivamente sui numeri che voi avete scritto sul bilancio 2024 e sul bilancio previsionale del prossimo triennio, un'opera che doveva costare 45 milioni ce ne costerà 157 in tre anni. Mentre ci avevate detto 40 milioni. Ma a voi sembra normale? Nessuno dei Consiglieri di maggioranza ritiene opportuno avere una spiegazione di come sia potuto accadere?
Io penso che, rispetto a questa questione, ci siano almeno cinque problemi significativi.
Primo problema. Lo dico col pensiero al Presidente Zaia, all'Assessore al bilancio, Francesco Calzavara, alla Vicepresidente con delega alle infrastrutture, Elisa De Berti. Guardate, c'è un livello di omertà inaccettabile rispetto ai veri numeri della Superstrada Pedemontana. Quante volte in Commissione, in Prima Commissione, in Seconda Commissione (Trasporti), abbiamo chiesto, prima di arrivare qui: dateci dei numeri, dateci delle previsioni, costruiamo insieme le condizioni per capire come venirne fuori. Io non penso esista un'altra Regione al mondo in cui sia ammesso dal Consiglio regionale di essere presi in giro in questi modi.
Secondo problema. C'è un'assenza di assunzione di responsabilità. In politica può capitare di sbagliare. Chi è chiamato a decisioni importanti può prendere la decisione sbagliata. Può essere che nel 2017 non ci fossero altre strade. Ma, allora, uno viene in quest'Aula, spiega dov'è stato commesso l'errore e si assume la responsabilità di quell'errore, si assume la responsabilità di aver detto, sette anni fa, che quell'opera era un'opera rivoluzionaria e, invece, oggi è un fallimento totale. Allora, solo di fronte ad un'assunzione di responsabilità evidente e chiara troverà sempre una porta aperta per costruire insieme le vie di uscita. Ma non possiamo accettare che ci chiediate oggi di prendere gli utili di CAV per pagare i debiti della Pedemontana, che ci chiediate domani di aumentare le tasse sulle imprese per pagare i debiti della Pedemontana senza che ci sia almeno un'assunzione di responsabilità, nel dire "abbiamo sbagliato tutto su questi conti".
Terzo problema, che per chi si occupa di bilancio e di gestione della Cosa pubblica non è banale. C'è un problema che riguarda l'attendibilità delle previsioni che fate. Se fino a tre mesi fa, quando in Commissione chiedevamo quanto ci costa la Pedemontana, ci dicevate "state tranquilli, vedrete i nuovi flussi di traffico" e oggi ci troviamo che mancano 44 milioni, io non mi fido delle vostre previsioni, perché avete fatto di tutto per tenere nascosti i conti. Mi avete detto, quattro mesi fa, l'ultima volta che ho chiesto se ritenevate opportuno rivedere le previsioni del terzo atto convenzionale, in Commissione: abbiamo commissionato – immagino pagato sempre con i soldi pubblici – un nuovo studio per valutare il nuovo piano economico-finanziario della Pedemontana. Io l'ho visto quel fantomatico studio: sono tre paginette, dove non c'è un dato, non c'è un elemento di riflessione, non c'è niente, e vengono previsti i flussi di traffico solo per i prossimi tre anni. Ma non può essere questa la modalità con cui noi esponiamo a un rischio tale il bilancio della Regione del Veneto.
Quarto problema. E poi, poi che cosa succede? Nel momento in cui dovessero anche essere vere le previsioni che voi avete messo a bilancio, cioè che per i primi tre anni e mezzo ci costa 157 milioni, dopo? Gli altri trentasei anni come funziona? Peraltro, ci avevate detto che dopo nove anni si sarebbe raggiunto il pareggio. Tutto questo mentre abbiamo già contratto un mutuo di 300 milioni come Regione e già lo Stato ci ha messo altri 600 milioni. Nei prossimi trentaquattro anni la Superstrada Pedemontana Veneta quanto costerà davvero alla Regione? Guardate, o non lo sappiamo, o non abbiamo proprio idea di come andrà la vicenda, e io credo sia una grave irresponsabilità, oppure lo sapete e non lo volete dire. Allora, in questo caso, oltre alla responsabilità, c'è anche una grave malafede.
Infine, quinto problema. Come lo paghiamo il debito per la Pedemontana? Punto n. 1: per il 2024 lo paghiamo in fretta e furia chiedendo a CAV di darci un po' gli utili, e lo facciamo per la prima volta il 13 settembre. Quando ci siamo resi conto che i conti non erano quelli che ci avevate raccontato fino adesso e che ci mancavano diverse decine di milioni, il 13 settembre la Regione scrive a CAV: scusa, CAV, non è che per sbaglio ti avanza un po' di soldi? E inizia tutto l'iter, che dura un mesetto, non tantissimo, in cui la Regione si adopera e scrive a CAV, e scrive al Ministero, e insiste. Perché sapete benissimo che senza quella delibera di CAV il debito non sapete come ripagarlo.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Enoch SORANZO

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Qua succedono alcuni fatti interessanti, rispetto ai quali poniamo un problema oggi in Aula e ci riserviamo anche di verificare se torna tutto. Mettete in variazione di bilancio un'entrata certa, l'arrivo delle risorse da CAV, senza che sia ancora stato approvato e terminato l'iter perché questo avvenga. Ma la certezza del bilancio dove sta? Ci sono tanti Sindaci ed ex Sindaci in quest'Aula: ma in quale bilancio di quale Comune mettete un'entrata senza avere un documento ufficiale che certifica che quell'entrata avverrà? E cos'è che manca ancora? Banalmente l'approvazione del CIPESS, la pubblicazione del decreto ministeriale, la verifica della Corte dei conti. Queste robe ancora non ci sono. Noi abbiamo solo una lettera di CAV che dice: va bene, dai, abbiamo fatto dei riscontri e sul piano formale potrebbero arrivare questi soldi. Lo dico perché questo è un bilancio, quello della Regione del Veneto, che non mette in entrata neanche le risorse nazionali, neanche in presenza di decreto di riparto, fino a che non sono bonificate nel conto corrente della Regione. E invece, ti fidi di CAV? Va bene. Il punto è che le regole di bilancio non le fa lei, signor Bet, in base a chi dà fiducia o meno, sono regole che bisognerebbe applicare erga omnes. Addirittura, lo mettiamo a bilancio ancora prima che il Consiglio di Amministrazione e l'Assemblea dei soci di CAV abbiano approvato la distribuzione degli utili. Io sono abbastanza sconcertata da questa scelta, da questa politica di bilancio.
Secondo dubbio. Voi siete proprio sicuri che la finalità con cui dite di voler utilizzare gli utili di CAV – io attendo, ovviamente, il pronunciamento della Corte dei conti – sia coerente con il protocollo? Perché voi dite di sì, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, guidato dall'amico vostro, dice di sì, ma nel protocollo Regione Veneto-CAV, rispetto alla destinazione degli utili, si dice esplicitamente che può essere, sì, destinata una parte di utile ad autostrade a pagamento ma solo per opere in fase di costruzione e non di esercizio. A me non sembra che sia proprio così evidente e chiaro – ma, ripeto, attendiamo il pronunciamento della Corte dei Conti – che gli utili di CAV possano essere destinati a pagare il canone di concessione di un'autostrada a pagamento.
Terzo dubbio. Per convincere CAV e il Ministero a destinare le risorse alla Pedemontana non dite "abbiamo sbagliato i conti", non dite "siamo in ritardo con i lavori", non dite "è successo qualcosa di clamoroso inerente a CAV", voi raccontate ai soci di CAV e al Ministero delle infrastrutture che il buco che abbiamo sulla Pedemontana dipende dal Covid e dalle guerre. Dal Covid e dalle guerre? Cioè, per colpa del Covid e delle guerre voi non vi siete accorti che vi sarebbe costata 157 milioni in più, quell'opera? A me sembra davvero quasi al limite della parodia.
Aggiungo un elemento più politico, assessore De Berti. Ipotizzando anche che tutte le cose che ho detto finora siano mie cattiverie, ma esattamente sotto il profilo dei processi democratici e della capacità che volete mettere in campo di assumere decisioni condivise il fatto di destinare gli utili di CAV, cioè di una infrastruttura che ha segnato in maniera pesante il territorio della nostra Regione, per la Pedemontana attraverso quale percorso democratico lo avete verificato? Vi risulta che la Giunta sia mai venuta in Commissione a dire: "Cosa ne pensate se gli utili di CAV li utilizziamo per queste opere? Cosa ne pensa il Consiglio regionale del fatto che la Giunta destini cifre così rilevanti, che dovrebbero essere finalizzate alla realizzazione di infrastrutture venete per pagare la Pedemontana?". Lo dico anche al collega Centenaro. Io ci vengo volentieri in bicicletta sulla Ostiglia. Ma perché lei non dice che magari i 25 milioni, anziché per la Pedemontana, potevano essere spesi per la strada statale 308? Questa strada non avrà il finanziamento perché, anziché mettere lì i soldi che servono, in quella infrastruttura fondamentale, lei decide di metterli in Pedemontana. Allora, lo vada a dire al tavolo dei Sindaci che dice di voler riunire, gli dica: scusate, io ci terrei tanto a fare la vostra strada regionale 308, ma preferisco mettere i soldi sulla Pedemontana. Glielo vada a dire. Vengo io a dirglielo, non si preoccupi.
Questo è il contesto. Ci sono molte altre questioni che riguardano questa variazione di bilancio, su cui dirò dopo. Ma o noi facciamo un'operazione verità rispetto alla Superstrada Pedemontana Veneta, a quanto costa e a quanto impatta sui bilanci della Regione, oppure finisce male. Anche perché, già che c'è, vada a dire anche questo, che oltre i 25 milioni del 2024 la Giunta ha già detto che vorrà utilizzare per la Pedemontana anche 16 milioni nel 2025, sempre da CAV, e 19 milioni per il 2026. Io credo che o noi ci mettiamo davvero seriamente nella comune volontà di capire come fare affinché la Regione del Veneto e il bilancio della nostra Regione superi questa voragine rappresentata dalla Superstrada Pedemontana Veneta, oppure siamo fortemente in difficoltà. E lo dico già: non ho intenzione, non abbiamo intenzione di accettare spiegazione del tipo "vedremo" o "vedrete che i flussi aumenteranno, abbiate fiducia", perché la fiducia è finita, ed è finita esattamente nel momento in cui questa Regione ha iniziato a dover tirare fuori i soldi. Siccome li deve tirare fuori in modi discutibili, togliendoli da necessità che a nostro giudizio, invece, sarebbero prioritarie, noi chiediamo ovviamente un immediato confronto sul tema della Pedemontana e, più in generale, una capacità di capire in che modo pensate di condurre in porto il bilancio di questa Regione.
Noi chiuderemo il 2024, questa è l'ultima manovra che faremo, nella sostanza lasciando sul tavolo tantissimi dossier ancora aperti. Io ho citato quelli più importanti, ma penso che i colleghi possano citarne di altrettanti.
Qui non è una discussione che finisce col dire se la variazione di bilancio va bene o non va bene. Ci deve essere una comune assunzione di responsabilità rispetto al fatto che abbiamo un bilancio alla canna del gas. Io credo che neppure Regioni messe molto peggio della nostra abbiano un bilancio in queste condizioni. Ci apprestiamo ad aprire una sessione di bilancio che si annuncia ancora più lacrime e sangue e in quest'Aula temo che non ci sia nessuna voce in grado di rassicurarci rispetto alle nostre preoccupazioni.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Ha chiesto di intervenire la collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Tante delle cose sono state già dette dalla correlatrice Camani e mi dispiace molto non avere qui l'assessore Calzavara, che ascolta questo intervento. Mi focalizzerò... Sì, era per le borse di studio, assessore De Berti, perché credo che sia abbastanza chiaro che oggi qui di fronte a noi abbiamo una variazione di bilancio che è di una gravità inaudita, su cui io credo anche il silenzio di quest'Aula faccia capire che la gravità inaudita mette in difficoltà anche chi di fronte a me e anche chi nella Giunta sta cercando di capire, io credo, come rispondere.
Vado subito sul tema caldo di oggi: la relazione tra Pedemontana e borse di studio. Forse, questo non l'ha detto la correlatrice Camani, mi piacerebbe riportarlo all'Aula e riportarlo all'Assessore, l'anno scorso nella variazione di bilancio andavamo a votare il fatto che prendevamo proprio da Pedemontana e dai risparmi che generava la sua non apertura 24 milioni di euro. Mettevamo, infatti, sulle borse di studio e sul diritto allo studio 2,5 milioni di euro proprio per garantire quelle borse di studio che oggi non riusciamo a garantire perché, invece, i risparmi CAV li mettiamo sulla Pedemontana aperta.
Assessore, non so se riesco a spiegare con chiarezza la contraddizione che avete portato in questa Regione. Un'opera che non era aperta l'anno scorso generava quel risparmio che ci permetteva di garantire il diritto allo studio in questa Regione, quest'anno che abbiamo l'opera formalmente avviata dal 1° marzo 2024 siamo talmente in debito – abbiamo parlato e abbiamo dato il dato, 44 milioni di euro è il costo solo per l'anno che verrà – che non ci permette di pagare le borse di studio e, quindi, garantire il diritto allo studio.
Io penso che solo raccontare alle persone, alle famiglie che stanno aspettando la borsa a cui avrebbero diritto il fatto che quell'opera l'anno scorso, che non c'era, non era ancora formalmente avviata, permetteva di pagargliele e quest'anno che, invece, è avviata le borse di studio non ci sono faccia capire la contraddizione in termini, faccia capire l'errore madornale che avete fatto voi. Voglio davvero sentire quali saranno le vostre tesi a sostegno di un buco certificato. Difatti, oggi la variazione di bilancio certifica con certezza i dati che chiedevamo da tempo e certifica anche il fatto che, quando quell'opera non era in attività piena, garantiva, invece, esattamente quel risparmio, che voi per anni eventualmente, evidentemente, su qualcos'altro avete messo, come l'anno scorso 2,5 milioni di euro sulle borse di studio.
A partire da qua vado dentro il tema del diritto allo studio. Guardo l'Assessore, ma guardo in particolare l'assessora Mantovan, che ha la responsabilità diretta. È la sua competenza diretta. Questo è il primo anno da quando siamo qui dentro che non riusciamo a pagare le borse di studio, dopo le battaglie portate in particolare da noi ogni anno. Ogni anno è successo. Ricordatevelo. Andate a vedere gli ordini del giorno, gli emendamenti, gli interventi in Aula. Tanto che il collega Pan diceva: basta, Ostanel, con queste borse di studio. Ecco, la Ostanel di nuovo quest'anno arriva a portare il tema delle borse di studio e conclude dicendo: lo sa che è il primo anno che, nonostante la battaglia che facciamo, voi, la Giunta regionale non garantisce il diritto allo studio in questa Regione? E sapete che siamo l'unica Regione in Italia? La Regione che cresce, la Regione che funziona, la Regione che eccelle non garantisce il diritto allo studio dei propri studenti. I dati li abbiamo riportati. Sono ormai noti e chiari.
Ma vorrei anche riferire il fatto che qui dentro, solo a maggio, avevamo avuto la rassicurazione da parte dell'Assessore al bilancio che ci sarebbero arrivati i soldi necessari dal ministro Bernini. Ci ha assicurato, infatti, dicendo che ci sono molti più soldi rispetto all'anno scorso e che, quindi, dai 17 che serviranno arriveremo a 34 milioni di euro. Cito quasi testualmente: noi confidiamo che, come l'anno scorso, il Ministero copra la differenza e si possa arrivare a zero, come siamo già arrivati al 2023.
Allora, delle due l'una. O voi avete il coraggio oggi, in particolare lei, assessore Calzavara, che fa parte della maggioranza ma non è dello stesso partito di chi, invece, decide di non mettere, cioè il Governo Meloni, visto che state facendo, credo, anche una battaglia identitaria... L'ha chiamata così il Presidente Zaia da Fazio, una battaglia identitaria. Ebbene, spero che oggi questa battaglia identitaria venga fuori e che finalmente si riesca a dire nero su bianco che, se oggi noi non mettiamo questi fondi, è, sì, per colpa ovviamente della Regione del Veneto, che ha la prima competenza, ma anche del Governo Meloni, perché, nonostante le proposte e le rassicurazioni che vi avevano dato l'anno scorso, i soldi non ci sono. E voi vi siete fidati. Noi no. Voi vi siete fidati e oggi ci troviamo qui.
Chiedo anche all'assessora Mantovan, che è stata a Roma varie volte, per cui in Commissione non abbiamo potuto avere con lei un confronto sui dati; quindi, le chiedo formalmente oggi in Aula, per favore, di poter esprimere con chiarezza perché alla mia richiesta all'ufficio di avere i dati formali rispetto a quanti idonei non beneficiari ancora abbiamo ad oggi io non ho ricevuto risposta. Se un Consigliere regionale deve fare accesso agli atti per avere dei dati sul numero degli idonei non beneficiari, ecco, qui abbiamo, allora sì, un problema di democrazia e di funzionamento delle Istituzioni. Quindi, le chiedo formalmente oggi di poter prendere il microfono e dirci quanti idonei non beneficiari abbiamo in questa Regione, oggi, quante persone si sono ritirate dagli studi a causa del fatto che non paghiamo le borse di studio, nelle sue interlocuzioni con Roma, visto che è stata giustificata in Commissione perché era lì, cosa il Governo le ha detto e cosa lei ha risposto al Governo, che è dello stesso suo colore politico, quando il Governo le ha detto "picche" rispetto alla rassicurazione che l'assessore Calzavara aveva portato qui l'anno scorso durante l'assestamento di bilancio.
Guardate, la situazione è di una gravità inaudita. Io non so come far arrivare... Io spero che qui dentro, anche se i Consiglieri di maggioranza rimangono in silenzio, davvero qualcuno di voi stia ragionando nella sua mente, in maniera anche segreta, perché forse non può intervenire, io spero davvero che vi rendiate conto che dobbiamo raccontare a quelle famiglie che non stiamo riuscendo a pagare una cosa che sarebbe un loro diritto sacrosanto ricevere. Io spero che riuscirete a dire loro che le rassicurazioni del Governo, di cui voi siete alleati, non hanno garantito quello che voi, invece, immaginavate. E avrei voluto dirlo anche al Presidente Zaia, che speravo fosse qui oggi. Sapete perché? Perché questa variazione di bilancio è talmente grave che, al di là del bilancio che andremo a votare la settimana prossima, dove lui forse farà la consueta apparizione in quest'Aula, è di una gravità talmente potente, rispetto anche a delle decisioni che lui stesso ha dichiarato, come la collega Camani ha ben sottolineato, quando in quest'Aula parlava di un'opera rivoluzionaria, che sarebbe bello che fosse qui a prendersi le responsabilità, perché eventualmente alcuni di voi all'epoca in Giunta non c'erano. Allora, sarebbe stato bello vederlo qui, perché finalmente avrebbe potuto dire, non nelle conferenze stampa del martedì, non come aveva fatto nella famosa conferenza stampa d'estate, che ha provato per tantissime volte a esercitare quella famosa autonomia dando la competenza della Superstrada Pedemontana, quindi cercando di vendere l'insuccesso, il buco creato, a Salvini. Non ci è riuscito. Oggi, lui che parla della necessità di avere una svolta identitaria, qual è la svolta identitaria che fa non essendo qui? Non dicendo formalmente e ufficialmente al Governo che a causa sua non si pagano le borse in Veneto? E non dicendo al Governo che non si è voluto prendere la patata bollente di un'opera rivoluzionaria su cui ha fallito?
Guardate che prima o poi i nodi arrivano al pettine. Si può fingere per sempre, si può avere toni trionfalistici sui giornali, si può avere le conferenze stampa ogni martedì, che tutti seguono, si può avere le tivù locali dove si fa fatica ad intervenire, va tutto bene, ma prima o poi i nodi vengono al pettine e le carte vengono fuori. È per questo che, sì, sarebbe utile una Commissione d'inchiesta. Sapete, le parole "danno erariale", che tante volte tiriamo fuori un po' a caso, che cosa sono? Andatevelo a vedere.
Le borse di studio, quindi, non le paghiamo. Io voglio, allora, davvero capire quale sarà il comunicato stampa che oggi uscirà dalla Giunta, dall'assessore Mantovan, per spiegare cosa devono fare le persone che si sono legittimamente iscritte all'università, che hanno richiesto legittimamente e ottenuto il diritto alla borsa di studio, che per ottenere la borsa di studio hanno sottoscritto un contratto d'affitto, le cui famiglie si sono eventualmente esposte economicamente in anticipo per pagare la tassa scolastica, per pagare eventualmente la mensa, se non era coperta, per pagare l'affitto dei fuori sede. Che cosa gli risponderete? Che cosa gli direte? Chi paga i soldi che le famiglie venete, che sapevano di avere la borsa, hanno anticipato e a cui oggi non verrà data quella minima cifra – parliamo veramente di una minima cifra – per garantire il fatto che, invece, il diritto allo studio gli fosse garantito? Che cosa direte a quei mille studenti – penso sia questo il numero, magari ce lo confermerà, spero, l'assessore Mantovan con i dati della Giunta – che hanno lasciato l'università? Che cosa dite loro nel Veneto che corre? Corre, però, a talmente diverse velocità che a qualcuno che arriva da famiglie più povere, nei Comuni tendenzialmente più piccoli e non Capoluogo, che si indebitano per mandare i propri figli all'università a Padova, a Verona, a Venezia, che cosa gli dite? Mi piacerebbe sapere davvero qual è la giustificazione. D'altronde, o avete il coraggio di esercitare non solo quella autonomia ma anche quell'autonomia di pensiero che il Presidente Zaia sbandiera nelle tivù, oppure zitti, muti, taci e vai avanti. Si invoca il Governo e la loro promessa di arrivare a portare dei fondi, non accade e si sta in silenzio.
Allora davvero voglio capire: attaccate il Governo Meloni o dite che è colpa vostra? Perché delle due l'una. Delle due l'una. E io non ho intenzione, come la collega Camani, sul diritto allo studio di sentirmi dire nuovamente: stiamo interloquendo con il Governo; sono andata a Roma due o tre volte – assessore Mantovan – e stiamo interloquendo. Perché sa che cosa succede? Che le borse non le possiamo più pagare. Oggi è l'ultima possibilità. Non funziona. Non ci sono promesse che possono rimanere in piedi. Quindi, mi piacerebbe che si potesse titolare un giornale domani con le parole: per la prima volta nella storia del Veneto non si garantiscono le borse, neanche un anno dopo. Questo è quello che sta accadendo oggi, per la prima volta. Lo dico a chi magari fatica a seguire tutti i nostri interventi lunghissimi e anche appassionati: sono quattro anni che siamo qui dentro, è la prima volta che capita ed è l'ultimo dei nostri bilanci. O forse no, perché decideremo quando andare a votare in base a chi inaugura le Olimpiadi. Sì, questa è un'altra grande notizia: sarà l'ultimo o non sarà l'ultimo? Anche questo è un grande tema, che identifica il fatto di come funziona questa Regione, come fosse "de un paròn". Ma non è così. Dovrebbe essere dei cittadini del Veneto.
Andiamo su un altro grande tema, perché credo che sulle borse di studio abbiamo detto già la verità, abbiamo spiegato bene com'è. Quindi, voglio davvero sentire la replica della Giunta perché, ripeto, delle due l'una.
Entriamo nel mondo della cultura, assessore Corazzari, così anche lei può sorridere un po'. Però, non c'è niente da ridere, anche qui. Sa che cosa abbiamo fatto in questi anni? Lo so, Assessore, immagino. La consigliera Ostanel ha le sue due fissazioni. Ma sa, è Vicepresidente esattamente della Commissione che si occupa di questi temi. Non capisco chi non dovrebbe avere le fissazioni se non la Vicepresidente della Commissione Cultura, quando vede che i temi principe della sua Commissione non solo non vengono presi in carico, ma su cui tendenzialmente ci si arrampica sugli specchi per trovare delle giustificazioni. Allora, chiedo davvero anche a lei di farci sapere qual è la motivazione per cui lei ha gettato la spugna sulla legge cultura.
Basta, anche qui, guardare i dati. Nel 2022 avevamo fatto un buon lavoro: avevamo stanziato 520.000 euro sulla legge dello spettacolo dal vivo. Nel 2023 avevamo fatto un ottimo lavoro, in crescita rispetto al 2022: avevamo stanziato, tra bilancio e assestamenti vari, 800.000 euro sulla legge n. 17. Invece oggi, nel 2024, torniamo indietro. Difatti, non è vero, come ci è stato detto più volte, che stiamo aumentando i fondi sulla cultura, sia sulla famosa legge n. 49, su cui poi torno, sia sulla legge n. 17. Li stiamo aumentando solo sulla legge n. 49. Sulla legge n. 17 noi non garantiamo gli stessi fondi in crescita rispetto agli anni precedenti, anzi togliamo, e togliamo esattamente la cifra che ho chiesto di mettere, invece, in chiaro e all'interno di questa variazione, che è veramente uno sputo rispetto ai fondi che stiamo decidendo di prendere da CAV per mettere su Pedemontana. Sto parlando di 180.000 euro. Sia chiaro, lo dico anche rispetto a chi ci ascolta, che io capisco bene che uno potrebbe dire: Ostanel, ti stai occupando veramente di una cosa minuta, 180.000 euro. Ma sapete cosa sono questi 180.000 euro? Sono esattamente i fondi che mancano per fare lo stesso ragionamento degli idonei non beneficiari delle borse di studio. Noi abbiamo una legge, la legge n. 17, su cui tutti voi avete lavorato, abbiamo una norma per lo spettacolo dal vivo con un bando, abbiamo un bando che ogni anno si ripete, abbiamo un bando dove ci sono delle persone che sono valutate positivamente e che poi rimangono sempre fuori. E anche qui non ci sono giustificazioni che tengano, perché oggi è l'ultimo giorno in cui si può fare un passo avanti, perché poi questa graduatoria scade e le persone rimangono fuori. Tanto che vari dei soggetti che l'anno scorso sono rimasti fuori chiedono: ma, allora, continuiamo a fare domanda sulla legge cultura o andiamo sulla legge n. 49, che basta che eventualmente mi muova un po' e lì allora qualche fondo arriva? Dalla legge n. 17 rimane fuori, ad esempio, il Comune di Padova, come primo degli esclusi, aggiungendo quei pochi fondi che oggi voi mettete in questa variazione. E ne abbiamo un'altra decina che rimangono fuori e sono valutati positivamente: hanno una graduatoria, hanno un punteggio
Con soli 180.000 euro – non voglio sembrare un venditore della Folletto, dicendo così – noi facciamo un'opera di chiarezza, di pulizia, di risposta rispetto a un legittimo bisogno e a una legittima valutazione che è stata fatta di un bando. Riusciamo, almeno, se non riusciamo a chiudere la graduatoria degli idonei non beneficiari per il diritto allo studio, a chiudere la graduatoria della legge sullo spettacolo dal vivo? Sennò, a che cosa serve? Abbiamo finanziato undici realtà in tutto il Veneto. Ma vi rendete conto che il Comune di Padova fa molto di più da solo? E che la Regione del Veneto ha una legge che è talmente leggina che mi sto chiedendo davvero se un operatore culturale veda questa Regione come un Ente a suo supporto? Basta parlare con gli operatori. Loro dicono: va beh, alla Regione Veneto non chiedo mai niente, perché mette talmente meno che faccio prima ad andare al mio Comune. Ma davvero? Davvero pensate che, rispetto alle altre Regioni che finanziano tre o quattro volte quello che mettiamo, noi oggi non abbiamo la possibilità, mentre prendiamo milioni di euro da CAV – poi ci entro e concludo su questo – per coprire un buco fatto da voi, di stanziare 180.000 euro per dare legittima dignità a quei soggetti che hanno fatto domanda e che rimangono esclusi, tra cui il Comune di Padova? Peraltro, non è un'associazione rispetto a cui si può dire: va beh, sono quelli piccoli. Alcuni li chiamano anche in altra maniera, ma non lo dirò in quest'Aula.
Sulla legge n. 49, invece, oggi mettiamo una bella dotazione. Assessore Calzavara, ho letto i verbali della Commissione Prima, a cui non ho partecipato, e le dico che sono d'accordo con lei sul fatto che finalmente abbiamo fatto un passo avanti garantendo a quella legge dei punteggi e una graduatoria. Sì, perché l'ho proposto, l'abbiamo votato. Si ricorda i primi anni di battaglie qui dentro dove chiedevo, anche con il collega Favero, di fare ordine su una legge che ordine non aveva? Abbiamo almeno identificato dei criteri, c'è una graduatoria, le persone oggi sanno a che punto sono di quella graduatoria, così almeno quella legge è meno aleatoria rispetto a quando sono entrata qui dentro. Sinceramente, lo reputo un risultato. Quindi, nessuno vuole cancellare la legge n. 49, figuriamoci. La volevo mettere a posto. Un passo è stato fatto. Ancora non del tutto, ma un passo è stato fatto. Sa cosa manca? Semplicemente chiarire che cosa finanzia quella legge, perché altrimenti succede esattamente quello che dicevo prima, vale a dire un operatore della cultura che non trova spazio nella legittima legge n. 17 deve venire di qua? Guardi che questa risposta ancora non ce l'ha chiara, proprio perché non è ordinata dal punto di vista di cosa quella legge dovrebbe finanziare.
I fondi dedicati a questa legge, invece, sono aumentati nel corso degli anni e oggi andiamo ad aumentarli ancora. Siamo in crescita. Non ho portato i grafici. Dovrei farlo la prossima volta, così magari qualcuno fa più attenzione, perché non sono smentibili. Abbiamo una legge che abbiamo ordinato e che cresce, abbiamo una legge su cui tutti noi ci siamo battuti e che va giù. Anche qui, ditemi, diteci qual è la volontà politica sui temi legati alla cultura di questa Regione, perché le battaglie noi le abbiamo fatte, alcuni risultati li abbiamo portati avanti, la Commissione Cultura, spesso, negli anni precedenti, ha votato all'unanimità degli indirizzi su questo tema, ma se poi dobbiamo sempre arrivare con ostinazione noi a fare gli emendamenti, noi a vedere che mancano 180.000 euro, noi a capire che ci sono degli esclusi che, se non saniamo oggi, vanno fuori e devono fare domanda l'anno prossimo, di nuovo. Non la faranno più. Non la faranno più. Ma non la farei neanche io. Quindi, così la legge si svuota e non ha avuto senso. Lo dobbiamo dire noi?
In definitiva vi chiedo questo. Uno, che sulle borse di studio si faccia un'operazione verità. C'è un mio emendamento, firmato da tutti, ovviamente, sia l'uno sia l'altro, perché l'abbiamo condiviso insieme. Quella è una goccia nel mare. So bene che quell'emendamento non raggiunge il risultato di pagare tutte le borse degli idonei non beneficiari, ma almeno dateci una spiegazione. Ma non datela a me, datela alle famiglie. Due, che almeno sulla cultura si faccia quel passo che permetta di dire oggi che abbiamo liste di idonei non beneficiari ovunque, studenti, operatori della cultura, che riusciamo a chiuderne almeno una. Riusciamo a dire alle persone che stanno qui fuori che un passettino – sto parlando di 180.000 euro – è stato fatto, sì o no?
Torniamo, allora, sull'ultimo punto: CAV. Anche qui io ho – l'ha già detto benissimo la collega Camani – delle questioni che sono di una gravità assoluta. L'ha già detto bene la collega: io non ho visto delle carte, dei documenti che mi dicano oggi che questa operazione è possibile, è chiusa, è pulita in qualche modo e può essere iscritta a bilancio. Già qui potrei chiudere e andare via, perché davvero mi chiedo cosa stiamo facendo qui dentro, se non ho una risposta.
Seconda questione. In Commissione ho chiesto formalmente di avere le carte che mi facciano capire che questa operazione è sostenuta, cioè che lo statuto di CAV permetta di fare questa operazione e la permetta di fare così: manutenzione, opera già fatta. L'ha detto bene prima la collega, ma io aggiungo una dotazione economica che viene spostata da un territorio e portata ad un altro, per fare un'opera non di manutenzione ma di copertura di costi. Mi piacerebbe chiedere, ad esempio, a quelle persone che ogni giorno percorrono quelle strade, tra l'altro costose, che le portano al lavoro tra Padova e Venezia: lo sai che tu, andando e venendo tutti i giorni da lì, stai contribuendo a pagare quello che accade nella Pedemontana? Su questa cosa ci avete fatto accedere a tutte le carte che ci fanno capire che è un'operazione normale, pulita? Dobbiamo aspettare la Corte dei conti? Io l'ho chiesto in Commissione, non mi è stata data nessuna risposta. E non mi basta, Assessore, avere la certezza che quello che entra da CAV è vincolato alle opere di manutenzione. Questo lo so leggere anch'io. Ma quali opere di manutenzione? Quali sono le opere di manutenzione che oggi stiamo andando a fare prendendo questi milioni di euro e mettendoli su Pedemontana?
Anche qui vedo una questione non solo di merito ma anche di metodo. Noi oggi siamo qui –Assessore, poi mi dirà se l'emendamento è approvato, non giochi con il mio microfono – abbiamo, in Commissione, cercato di fare le domande, cercato di avere le risposte ad alcune questioni veramente di metodo e di pulizia istituzionale rispetto ad alcune partite che stiamo oggi votando e devo aspettare oggi di avere le risposte dalla Giunta. Devo avere le risposte rispetto al perché non abbiamo i fondi dal Governo, devo avere le risposte rispetto a cosa succede nel momento in cui non garantiamo il diritto allo studio, a cosa diciamo alle famiglie, devo avere le risposte rispetto ai dati che non mi vengono forniti, devo avere le risposte rispetto al fatto che l'operazione CAV stia in piedi, devo avere le risposte rispetto al fatto che lo statuto di CAV mi permetta di fare questa operazione di spostamento senza far del male a CAV. Penso che non sia un caso che non abbiamo ancora tutte le carte in mano. Basterebbe andare a vedere che cosa accade dentro una società come CAV quando prendiamo quel risparmio e lo portiamo da un'altra parte, proprio dal punto di vista della stabilità di quell'ente, perché forse quei soldi in futuro potrebbero servire a fare altro.
Io oggi, mentre sto per votare, devo avere le rassicurazioni su una serie di cose a cui in Commissione non è stata data una risposta. Gli Assessori non erano presenti. L'Assessore Corazzari era in Brasile, non è mai stato presente alle Commissioni dove noi abbiamo istruito questa variazione e non ha potuto rispondere ad alcuna delle domande. Tanto che ho dovuto interloquire con l'assessore Calzavara per quanto riguarda la cultura e chiederglielo qui, nei corridoi: facciamo qualcosa? Perché l'Assessore non era presente, era in Brasile.
Non c'è solo una questione di contenuto, c'è anche una questione di metodo e rispetto del lavoro delle Istituzioni, che credo davvero rappresentino quello che dicevo prima, che provavo a dire prima. Il Presidente non c'è, si vota una cosa importante, si vota un travaso di fondi su un vostro errore, su un suo errore. Non so di chi lo riteniate. È vostro, è un po' di tutti, l'errore Pedemontana.
Poi avrà modo di spiegare perché spendiamo quei 44 milioni di euro, Assessore, per il prossimo anno, dopo che l'anno scorso ne abbiamo messi molti di più e ne abbiamo messi ancora prima, in virtù del fatto che non abbiamo di fronte delle carte che ci facciano capire per trentanove anni quanto costerà. Lo sa che, se lei stesse dirigendo un'azienda, in questo momento nel CdA le chiederebbero conto molto più di quanto sto chiedendo io? Lei pensa davvero che non avere le carte di quanto spenderemo per la Pedemontana da qui a trentanove anni sia un bene? Dopo spero davvero di avere da lei delle rassicurazioni, perché guardi che in qualsiasi CdA sarebbe molto, molto più pesante di così. Attendo con forza le sue spiegazioni. Le avrebbe forse dovute dare il Presidente Zaia. Mi spiace che le debba dare lei. Mi spiace perché io penso che, invece, ci sia una questione che arriva da talmente lontano che dovrebbe esserci qualcun altro qui a prendersi anche le responsabilità politiche. È troppo facile non essere mai presente – la ringrazio se lei mi risponderà – e passare la palla a chi ha la delega. Questa non è una questione solo politica di competenza sua, questa è una questione che riguarda il futuro di trentanove anni di questa Regione; quindi, qui dentro ci dovrebbe essere il Presidente a prendersi le sue responsabilità. Ma è troppo occupato, come dicevo prima, a dichiarare una certa autonomia rispetto a degli alleati di Governo o a delle persone che dirigono il suo partito, quella stessa autonomia di cui qui non vediamo mai, mai traccia.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci fermiamo qua.
Gentili colleghi, la Prima Commissione si terrà in Sala Legni.
I lavori dell'Aula sono sospesi e riprenderanno alle ore 14.30. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 13.06
La Seduta riprende alle ore 14.39
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

I lavori della Prima Commissione, con le Commissioni congiunte, per il bilancio di previsione sono appena terminati; quindi, i colleghi mi chiedono un attimo di tranquillità, per poter poi riprendere i lavori d'Aula in maniera più puntuale e precisa.
Riprendiamo i lavori alle ore 14.55.
La Seduta è sospesa alle ore 14.39
La Seduta riprende alle ore 15.06

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo i lavori.
Abbiamo relatrice e Assessore presenti in Aula, più buona parte della Giunta.
Siamo ancora in discussione generale sulla variazione di bilancio.
Ha chiesto di intervenire la collega Luisetto. Prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io a seguito di quanto sottolineato dalla correlatrice per affrontare i due temi chiave, a mio avviso, di questa variazione di bilancio. Il primo è legato certamente al fatto che siamo di fronte a una variazione in cui non si mette ordine o, meglio, non si aggiungono risorse laddove servirebbero. Penso al tema della sanità, dove è evidente quanto la coperta sia corta e ci limitiamo a spostare da un titolo all'altro di spesa senza aggiungere un euro in più al comparto sanitario. Ma la parte centrale di questa variazione, che prima è stata ben illustrata, riguarda la situazione della Superstrada Pedemontana Veneta. Mi dispiace, Assessore, doverlo ribadire anch'io, però è inevitabile. È inevitabile perché qui c'è stato un concatenarsi di errori e di problemi che oggi non soltanto pesano sul presente di questo bilancio, ma mettono una importante ipoteca sul futuro. Affermo questo perché? Perché rappresenta certamente un nodo cruciale, su cui abbiamo numerosi dubbi, dubbi che, però, rischiano di diventare certezze sulla sostenibilità finanziaria dell'opera e su questo tipo di modello di partenariato pubblico-privato, che di sicuro, quando è fatto in questo modo, in maniera molto favorevole al concessionario, non può che mettere in difficoltà il sistema pubblico.
La variazione evidenzia come ci sia un significativo deficit tra le entrate derivanti dai pedaggi e i costi da corrispondere al concessionario. Da quando la strada è stata conclusa ci siamo trovati davanti al pensiero di avere una discrepanza tra ticket incamerati e canone da dare, quando invece la discrepanza è stata tutt'altra. E qui c'è il primo problema: la sovrastima dei flussi di traffico. Il secondo problema è sicuramente il fatto che questi 112 milioni in più in tre anni, che si desumono dai documenti e che non ci siamo inventati noi, sono risorse che condizioneranno non poco il bilancio del futuro e che purtroppo sono frutto di una errata programmazione. Inoltre, dentro questa errata programmazione c'è anche come sta il territorio, perché noi ai territori che cosa abbiamo detto? Me lo ricordo bene quando all'epoca la Corte dei Conti ci ha chiamati, tutti i Sindaci della tratta, tre volte ad ascoltarli. Quando a noi è stata presentata quest'opera ci è stato ribadito come avrebbe tolto il traffico pesante dalle strade locali, dalle strade minori, un traffico pesante che, però, oggi vediamo che continua ad andare per le strade normali, per il fatto che è talmente costosa l'infrastruttura, è talmente costoso il pedaggio che non si riesce assolutamente a percorrerla, se non con costi, anche per le aziende, elevati.

PRESIDENTE

Colleghi, sospendiamo la seduta.
Chiudete la porta, così non sentiamo l'assessore Caner che telefona.
La Seduta è sospesa alle ore 15.09
La Seduta riprende alle ore 15.10

PRESIDENTE

Prego, collega Luisetto.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Stava diventando un po' difficile seguire il filo logico del proprio pensiero con quella confusione.
Dicevo, è un'infrastruttura che nasce da un'errata programmazione e che porta con sé una pesante ipoteca. Lo fa perché con i costi dei ticket che abbiamo oggi, con i pedaggi che ci sono non soltanto non copriamo il buco, che la Regione dovrà affrontare e che deve già affrontare da quest'anno, ma non stiamo neanche aiutando imprese e aziende ad utilizzarla, non la stiamo incentivando, non stiamo rendendo attrattiva questa strada e non stiamo riversando il traffico pesante, che ancora pesa sulle strade locali, in una infrastruttura che dovrebbe essere nata per questo motivo.
Sottolineo poi ‒ mi corre l'obbligo di farlo ‒ quello che sta succedendo in un tratto di questa Superstrada, la galleria di Malo, dove sono tante le rassicurazioni arrivate dalla SIS, ma poche quelle che ci hanno convinto. Si continua a parlare di microfessurazioni. Uno pensa: abbiamo speso soldi, siamo incatenati ad un'opera che non si sa quanto e per quanto tempo – anzi, si sa, trentanove anni – peserà sulle casse di questa Regione, almeno che sia fatta a regola d'arte. Questa galleria ci preoccupa nell'immediato, ma soprattutto ci preoccupa per quanto riguarda la durata, in prospettiva, visto che queste, che sono considerate una questione estetica dal concessionario, non ci sembrano per nulla estetiche, visto che non è stata una pioggerellina, ma ogni volta che piove c'è il diluvio all'interno di questo tratto autostradale. Senza contare il rischio per la sicurezza di chi lo attraversa in quel momento, oltre al fatto che c'è un rischio e un limite per la durata di questa infrastruttura.
Accenno anche al fatto che, quando nasce questa Superstrada, nei primi atti convenzionali si era prevista una gratuità per i residenti, poi è diventata una gratuità per alcuni residenti, alla fine è diventata un pagamento salatissimo per tutti e per tutte. Quindi forse, quando parliamo di una programmazione che ha il fiato corto, di un'assenza di visione, di una pianificazione iniziale carente, di un modello economico che scarica i rischi sul pubblico, dovremmo ricordarci anche un po' di storia di quella che è stata questa Superstrada, storia che ci ricorda anche come il Ministero, a suo tempo, avesse chiaramente detto che non sarebbe stata sostenibile.
Questo per quanto riguarda uno degli elementi principali di questa variazione con il quale iniziamo a fare i conti adesso, ma credo dovremo fare i conti, come prima diceva bene la Capogruppo, per molti anni a venire.
Se dobbiamo ragionare di sostenibilità del territorio e dobbiamo diventare una Regione in cui si parla di programmazione vera, forse in questa variazione di bilancio c'è un altro grande assente, il dissesto idrogeologico e le opere ad esso collegate. Ci spiace che di fronte a tutte le situazioni critiche che abbiamo vissuto in questo biennio – lo ribadirò poi nella correlazione ai documenti di economia e finanza – non ci sia stato un impegno strategico della Regione nel capire che dobbiamo andare oltre la semplice emergenza, il rattoppare situazioni in chiave di urgenza, ma dobbiamo sostenere gli Enti locali in una fase davvero molto difficile. Alcuni di essi ‒ lo sottolineerò dopo ‒ hanno dovuto fare debiti fuori bilancio per centinaia di migliaia di euro per esercitare il proprio potere e realizzare interventi in somma urgenza, che altrimenti non avrebbero potuto fare.
Altro grande tema è quello sociale. È un'altra grande difficoltà che si vive e che questa variazione di bilancio di sicuro non va ad aiutare. Non riusciamo a capire, per esempio, perché dei già scarsissimi fondi previsti per gli Ambiti territoriali sociali, nel 2024 dovevano essere 1,5 milioni di euro, adesso sono diventati 1,3 milioni. Spariscono ulteriori 200.000 euro. Lo sottolineo perché siamo in una fase di partenza nella quale, se lasciamo sguarniti i Comuni delle necessarie risorse per far partire la macchina amministrativa e organizzativa, questi ambiti non solo partono senza benzina, ma rischiamo che quella che potrebbe essere un'opportunità diventi un peso tale da far sì che venga totalmente delegato alle ULSS, ancora una volta, visto che uno degli ultimi provvedimenti attuativi prevede che ci sia la possibilità di delegare in via transitoria e sociale alle ULSS. Cosa estremamente rischiosa perché, con i Comuni in totale confusione, senza un adeguato accompagnamento, senza risorse che, come abbiamo ripetuto per tutta la discussione della legge, sono totalmente insufficienti, questi Ambiti faranno veramente molta fatica a partire. E quando parliamo di Ambiti non parliamo soltanto dell'infrastruttura, parliamo dei servizi che questi Ambiti dovranno gestire. Parliamo dell'assistenza domiciliare e delle dimissioni protette. Parliamo dei progetti individualizzati per la disabilità e del "dopo di noi". Parliamo della ricerca della casa e dell'Housing First. Parliamo di programmi che devono essere sostenuti da necessarie risorse, che non possono essere soltanto le risorse dei progetti; quindi, quelle che arrivano da fondi nazionali ed europei, ma devono essere risorse che questa Regione investe per la struttura amministrativa e organizzativa. Se non c'è questo, non andremo lontano.
Sottolineo il tema della struttura amministrativa e organizzativa perché da un po' di mesi ci dicevamo: se c'è la necessità per gli Ambiti di avere un direttore, che è previsto per legge che ci sia, e questo direttore meno di 80.000 euro facciamo fatica a pagarlo, facendo 2 milioni di euro, pensando alle cifre del prossimo anno, diviso ventiquattro, che è il numero degli Ambiti, non paghiamo neanche tutto il direttore, ne paghiamo un pezzo. Il problema è che non paghiamo neanche quel pezzo, perché dall'ultimo provvedimento, la delibera di Giunta dello scorso 8 novembre, viene fuori che non si può pagare il personale con le risorse che la Regione mette. Quindi, ancora una volta avremo una struttura amministrativa e organizzativa tutta scaricata sui Comuni. Scaricare sui Comuni in questo momento il sociale e il peso che ne deriva è, a mio avviso, estremamente grave, perché già non ce la fanno con gli impegni che hanno oggi; quindi, non riusciranno sicuramente a far partire, se non aumentando la quota pro capite dei cittadini già stanziata per le deleghe sociosanitarie, anche queste nuove funzioni sociali, queste funzioni sociali da riorganizzare totalmente.
Faccio un altro esempio, di cui sicuramente parleremo in bilancio: le rette relative ai servizi di salute mentale, per la disabilità, per i minori, per le dipendenze, date al terzo settore per gestire questi servizi. Abbiamo visto che, dopo mesi di tavolo serrato, si è arrivati a un sostegno un po' maggiore per due di queste realtà, soprattutto a due settori, i minori e le dipendenze, mentre per quanto riguarda disabilità e salute mentale siamo lontanissimi dagli obiettivi, come siamo lontanissimi dalla sostenibilità di un terzo settore, che rischia di chiudere servizi che sono essenziali.
Questo è uno degli esempi soltanto che può e deve essere ripreso in considerazione, perché in questa variazione manca e non è sufficientemente considerato. Quando parliamo di bisogni del Veneto che corrono molto più veloci dei tentativi di risposta parziali e totalmente insufficienti che state mettendo in campo, a mio avviso dovremmo tenere almeno presente questi due aspetti.
In conclusione, se questa è la strategia, se questa è la programmazione che pensiamo di costruire quando variamo il bilancio, spostare somme da una parte all'altra, se abbiamo numeri chiari, 3.285 ragazzi idonei che in questo anno scolastico non potranno usufruire di una borsa di studio, che è nel loro diritto, se abbiamo 112 milioni di euro nei prossimi tre anni, che capiremo come verranno coperti, di deficit e di buco rispetto a quanto previsto per la Superstrada Pedemontana Veneta, se abbiamo cifre come queste che ingabbiano e ingessano il bilancio regionale, credo che faremo fatica, veramente una grande fatica a dare le risposte che i veneti e le venete si aspettano.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa variazione di bilancio la potremo dedicare ai nodi che vengono al pettine, perché la Pedemontana è stata conclusa; pertanto, non capita più quello che è capitato l'anno scorso, ovvero quei soldi accantonati per il buco creato da questa infrastruttura, siccome non è partita, mi restano in cassa; quindi, nella variazione di bilancio li destino, come è stato ricordato dai colleghi precedentemente, a diverse altre voci, per contribuire ai servizi e al benessere dei cittadini veneti.
I nodi arrivano al pettine adesso, perché si è arrivati al "vedo", a quello che nel tempo noi avevamo sempre sostenuto e sempre detto, naturalmente sulla base di fonti certe e autorevoli.
Era un assestamento di bilancio, quindi, che poteva essere sicuramente ben diverso. Ci sono dei fondi che, grazie alla non partenza della Superstrada Pedemontana Veneta, sono accantonati e che riesco a ridistribuire e magari a metterli per alcune emergenze, emergenze delle quali ci rendiamo conto solo per casi di cronaca terribili. Ci siamo già dimenticati di quello che è successo a Valencia. A Valencia ci sono stati centinaia di morti, abbiamo visto crollare una città sotto ondate di fango a causa di bombe d'acqua. Già ci siamo dimenticati di tutto. Una Valencia potrebbe capitare in Veneto in qualsiasi momento: ce lo dicono tutti i dati. Invece di fare economia e puntare a investire fondi per prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici, ma in questo caso per andare a mettere mano e prevenire quello che è il dissesto idrogeologico in una Regione molto soggetta come la nostra, in una Regione che ha molte città costruite attorno ai fiumi, che ha molti paesi collinari e che ha avuto grossi problemi di smottamenti, frane, allagamenti, non si fa niente di tutto questo. Niente di tutto questo. Come non ci sarà praticamente niente di sostanzioso, perché siamo in un periodo di vacche magre, perché avete voluto fare gli splendidi con la Superstrada Pedemontana Veneta, ma non ci sarà. Non ci sarà. Non ci sarà niente. Quindi, abbiamo segnali di grandissima preoccupazione, campanelli di allarme mai visti prima, ma non cambia niente a livello di pianificazione. Qualche titolo sì, giusto per dire che c'è qualche titolo sul dissesto idrogeologico eccetera, però poi la sostanza non c'è, e la sostanza sono i fondi.
Ho letto con grande interesse un comunicato stampa di ieri dell'assessore Marcato, che sostiene che metterà dei soldi per la transizione digitale sostenibile per far crescere soprattutto le micro e piccole imprese. L'Assessore – io concordo con quello che dice – afferma: "Questa iniziativa è frutto della grande e proficua collaborazione tra la Regione, Unioncamere e le Camere di Commercio del Veneto. In particolare, con il Presidente, soprattutto dal Covid in avanti, questo rapporto sta producendo ottimi risultati, a vantaggio delle nostre imprese. Vogliamo aiutare le aziende venete nel percorso di transizione digitale, tutti sappiamo quanto importante sia questa transizione, offrendo loro tutti gli strumenti necessari per innovarsi. La transizione digitale e green è ancora più importante nel delicato momento che stiamo vivendo a livello economico, caratterizzato dalla crisi della Germania, dai problemi energetici e dalle difficoltà di accesso al credito. La Regione, anche in questo caso, vuole sostenere le imprese, soprattutto quelle più piccole, per far sì che abbiamo gli strumenti adatti per crescere e affrontare qualsiasi situazione". Poi, aggiunge anche i contenuti, dove si parla delle varie azioni, dunque programmi formativi-informativi in favore delle piccole e medie imprese, attuazione, tramite il Dipartimento Politiche comunitarie e l'UCV, di queste politiche, trasformazione digitale delle piccole e medie imprese nello scenario della doppia transizione, supporto a favore delle piccole e medie imprese nelle principali filiere e nei processi di trasformazione digitale e sostenibile, creazione di cultura diffusa sul digitale al servizio della transizione gemella, mappatura del livello di maturità delle imprese del territorio. È sicuramente un obiettivo utile, importante, al passo con i tempi e ambizioso. Però, colleghi, quando alla fine di questo comunicato uno va a vedere quanto viene messo in fondi, scopre che vengono stanziati 200.000 euro. Non 20 milioni di euro, non 2 milioni di euro, 200.000 euro. Quindi, è il "vorrei, ma non posso" causato da questa situazione che è piovuta addosso, non tutto d'un tratto ma lentamente, della Superstrada Pedemontana Veneta.
Guardate, in Veneto su 487.000 imprese 122.000 sono piccole imprese. Che cosa facciamo con 200.000 euro, quando le piccole e medie imprese sono 122.000? Questo grazie a scelte, che criticammo in maniera scientifica e tecnica, fatte sulla Pedemontana Veneta. Nel 2017 si decide di fare una terza convenzione. Dopo la prima del 2009 e la seconda del 2013, se ne fa una terza, dove, come è stato ricordato dai colleghi, il rischio di impresa viene portato in casa della Regione, nel senso che abbiamo il privato che ha un'entrata certa per trentanove anni, sa esattamente quanto gli entrerà in portafoglio per trentanove anni, noi invece non sappiamo quanto entrerà. Ma lo possiamo, purtroppo, immaginare, visti i primi dati che abbiamo del flusso di traffico.
Era tutto previsto. In quest'Aula sono stato molto criticato, soprattutto dai banchi della maggioranza. Lo stesso Presidente Zaia ci definì delle Cassandre. In realtà, ci basavamo sulle stime che aveva fatto la Banca Europea degli Investimenti sui flussi di traffico, ci basavamo su quanto aveva previsto la Cassa Depositi e Prestiti, perché entrambe queste Istituzioni avevano fatto uno studio sui flussi di traffico della Pedemontana che dicevano chiaramente che le auto che sarebbero passate in questa strada sarebbero state esattamente la metà di quelle calcolate dalla Regione per far stare in piedi il terzo atto convenzionale.
Nel 2017 non eravamo mica obbligati a mettere quel cappio al collo dei cittadini veneti, che ogni anno che passa si stringe ancora di più a causa di questo debito. Non eravamo obbligati a fare questa cosa. Ricordo ‒ è bene ricordare le cose, perché tante vanno nel dimenticatoio ‒ che la SIS, ovvero la società che gestisce la Superstrada Pedemontana Veneta, era inadempiente relativamente al closing finanziario. In ogni project financing il privato deve mettere i soldi. È quella la parte che deve fare: mettere i soldi. Non aveva i soldi. Quindi, in base alla seconda convenzione si poteva benissimo recedere dal contratto: se non hai i fondi, c'è la recessione del contratto. Si poteva decidere, per non mettere quel cappio al collo dei cittadini veneti, ad esempio, di recedere dal contratto e di dare l'opera in mano ad ANAS. Almeno ANAS, pur avendo tempi lunghi, ma abbiamo visto che anche la SIS ci ha messo un ritardo di quattro anni, avrebbe dato sicuramente garanzie e non ci avrebbe messi in questa situazione.
Adesso addirittura ci troviamo che per coprire quel buco andiamo a prelevare quelle somme, quelle cifre utili che ci danno società come Concessioni Autostradali Venete. Quindi, invece di investire per la sicurezza stradale, per il miglioramento del traffico, magari per rendere il nostro traffico meno problematico, per spostarlo da gomma su rotaia, facendo un favore non solo alle tasche dei contribuenti ma anche ai polmoni dei contribuenti, visti i problemi che abbiamo di inquinamento dell'aria, siamo costretti a metterle nel buco creato dalla Superstrada Pedemontana Veneta, e non sono neanche sufficienti. Quindi, tutto questo è una delle conseguenze di scelte precise, di responsabilità precise che sono state adottate da questa Giunta, naturalmente con l'avallo della maggioranza, che il 7 marzo 2017 votò a favore di quella proposta.
Non basta. Non solo andiamo a usare le entrate che società sane portano nelle casse della Regione, ma andiamo anche a tassare le imprese con nuove tasse, il tutto in maniera abbastanza ridotta rispetto a quello che ci aspetta. È questo il problema, colleghi. Non so se siete mai andati a vedere la tabella relativa ai canoni della Superstrada Pedemontana Veneta. Quella tabella vi mostra che il canone che la Regione Veneto deve dare al privato aumenta costantemente nel tempo. Dovete sapere che al trentottesimo anno il canone, che adesso è di 150-180 milioni di euro, o di 120 milioni, a seconda della rata, arriverà a 450 milioni di euro. Non so se vi rendete conto: è il triplo di quello che dobbiamo dare adesso. Quindi, o immaginiamo un mondo dove i cittadini veneti triplicheranno i loro spostamenti in termini di auto, di mezzi pesanti eccetera, il che, come sappiamo, è impossibile, anche perché, demograficamente parlando, i veneti stanno diminuendo, oppure si salvi chi può. Povere nuove generazioni. Che bel lascito che diamo alle future generazioni.
Giusto per fare i conti della serva, è bene ricordare anche questo: la media annua di quei 12 miliardi e rotti in canone che dovranno essere versati nei trentanove anni è di 300 milioni di euro. Spero che tutti abbiate visto le entrate da pedaggio. Purtroppo – lo sottolineo, purtroppo – sono molto basse: siamo sui 120-130 milioni di euro l'anno. Questo dato lo si ottiene facendo un po' di calcoli, guardando quelle che sono le entrate nei mesi dal momento dell'apertura totale, da maggio 2024. Quindi, avremo un buco potenziale – lo dico veramente con il mal di stomaco, perché sto pensando al futuro dei veneti – di 150 milioni e più l'anno, che dovranno essere messi attingendoli da altro, ovvero che impediranno di fare tutte quelle cose che sono state ricordate dalle colleghe che mi hanno preceduto per i cittadini in termini di servizi, servizi alla sanità, servizi all'assistenza, servizi in termini di istruzione, servizi ai meno abbienti, servizi ai disabili, servizi ai non autosufficienti.
Ci sono delle responsabilità e, come dicevo inizialmente, questo è un assestamento di bilancio che inizialmente definivo il provvedimento dei nodi al pettine. State andando a certificare il fallimento delle scelte fatte nel 2017. Però, come ricordava prima la capogruppo Camani, effettivamente non c'è mai stata una presa di responsabilità di quello che è avvenuto. Ancora sento dire in giro che queste perdite erano previste per i primi anni e quant'altro. In realtà, in qualche tabella ci sono delle perdite previste, ma erano niente rispetto a quello che si sta verificando adesso. Questo modello di Veneto vuole un'opera stratosferica, dove si è concesso di tutto e di più, sottopassi, trincee, addirittura un tratto che va dalla Valdastico Nord alla autostrada A4, che poteva essere sicuramente evitato. Insomma, se intercetti la Valdastico, che cosa serve andare a forare montagne, fare dei tunnel e magari trovarti con delle gallerie appena fatte ancora da consegnare alla Regione, ma utilizzate dai cittadini veneti, che fanno acqua da tutte le parti. D'altronde, l'altro problema, che prima ha ricordato la collega Luisetto, è proprio questo: abbiamo delle gallerie nuove di zecca di un'opera che è costata moltissimo che fanno acqua. Ma non con delle micro-perdite, non con dei gocciolamenti, come si possono manifestare, vista la vetustà dei materiali, dopo magari 40-50 anni in qualche galleria. Questa è una galleria nuova di zecca. Lì si tratta di un problema molto serio, colleghi. Non so se voi l'avete approfondito, io me lo sono chiesto molte volte, anche confrontandomi con dei tecnici, come verrà risolto. Si è verificato sotto uno spessore di 200 metri dal piano campagna e si è verificato sopra la volta della galleria in cemento armato. Per andare a mettere mano e riparare la coibentazione della volta di quella galleria come si fa? Adesso hanno risolto con una tecnica anche corretta, per quanto riguarda la messa in sicurezza, però, e cioè mettendo una grondaia. Siamo fortunati perché la rottura è proprio trasversale alla direzione della galleria e convogliamo il tutto nel primo chiusino di drenaggio delle acque della galleria. Ma è possibile che per un'opera che ci costa un occhio della testa, che ci mette il cappio al collo per trentanove anni, che condanna le future generazioni a fare dei risparmi e a tirare la cinghia, perché purtroppo i conti sono stati fatti male, addirittura dobbiamo trovarci in questa situazione? Io non so lì cosa si potrà fare per riparare il danno, perché il danno naturalmente è superiore alla volta in cemento armato, ma sopra la volta in cemento armato abbiamo 200 metri di terreno. Quindi, è veramente da mettersi le mani nei capelli. Abbiamo chiesto in Commissione di sentire l'Assessore, di sentire l'Assessore su questo in Commissione Quarta, di sentire l'Assessore in Commissione per capire effettivamente qual è il programma di intervento per la riparazione, visto che è una rottura ormai certificata da tutti, di un'opera nuova. Qual è il cronoprogramma? Qual è il progetto di questa azienda per ripristinare questa rottura?
Ma poi abbiamo chiesto anche altre cose. Guardate, non c'è nessuna sorpresa in questa situazione di questo buco. Non c'è nessuna sorpresa. Bastava, infatti, leggersi le carte, non quelle recenti, di maggio 2023, della Corte dei Conti, che lo dice chiaro e tondo, ma quelle di 7-8 anni fa del Procuratore Capo Mezzera della Corte dei Conti di Roma. Lo aveva detto chiaramente. Avevano tutti i dati in mano. C'erano le valutazioni dei flussi del traffico fatte dalla Regione, fatte dai proponenti, fatte dalla Cassa Depositi e Prestiti e fatte dalla Banca Europea degli Investimenti. Era tutto già scritto. Non c'è nessuna sorpresa. Ecco perché mi meraviglio del fatto che nel 2017 si sia deciso di continuare con quest'opera e con questa azienda che non aveva dato nessuna garanzia. Non le aveva date sotto un profilo economico all'epoca, perché la Regione è dovuta andare in soccorso aprendo un mutuo e dando 300 milioni di euro, poi lo Stato ne ha dati altri 614, altrimenti i soldi non li aveva. Un'azienda inaffidabile, quindi, sotto un punto di vista economico, perché se non fossero arrivati i 300 milioni non avrebbe ottenuto la fiducia dei mercati per raccogliere altri fondi. Ma inaffidabile, a mio avviso, per quello che vediamo nella Galleria di Malo, anche sotto un punto di vista tecnico. Per curiosità, sono andato in cerca, su internet e non solo, di episodi simili di gallerie di nuova costruzione che hanno i problemi che ha questa galleria: non ce ne sono.
Mi chiedo: non sarà stata forse la fretta con cui sono state fatte certe opere, nonostante il ritardo di quattro anni, alla fine a portare a fare lavori che hanno comportato fenomeni del genere, mai visti prima in una nuova opera? Io ho sentito in più di qualche taglio del nastro – più che sentito, ho letto, perché non ho partecipato ai tagli del nastro che ci sono stati a raffica per quanto riguarda la Superstrada Pedemontana Veneta – l'attuale Ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, dire che la Superstrada Pedemontana Veneta era un modello da esportare in tutte le parti. Fategli sapere che cosa stiamo approvando in Aula oggi e nei prossimi giorni. Fateglielo sapere, dimodoché non vada ancora a dire queste cose in giro.
È una situazione nella quale vi siete messi dentro consapevolmente. Non ci sono scusanti. È un errore imperdonabile. Non so se i veneti continueranno a non vedere questo errore. Dico soltanto che è sufficiente che mettano le cose in fila e facciano un semplice conto. Del resto, uno più uno fa due. Se ne renderanno senz'altro conto nel momento in cui si troveranno le piccole e medie imprese che hanno bisogno della digitalizzazione e che magari vogliono partecipare al bando, 122.000 imprese, ma ci saranno i soldi soltanto per 200, oppure in sanità quando troveranno che le impegnative non ci sono più.
Vengo agli interventi per la messa in sicurezza. Colleghi, il 77% di quei 308 progetti presentati dai Sindaci per mettere in sicurezza le proprie strade, per fare piste ciclabili, per fare le rotonde e i marciapiedi, non ha trovato risposte. Sono entrati in graduatoria, è stato detto loro "hai i requisiti per essere finanziato", però i fondi che la Regione ha messo per la sicurezza stradale sono stati tali per cui solo una settantina, se non ricordo male, o giù di lì, uno più, uno meno, di Sindaci hanno avuto l'okay, mentre gli altri 230 circa non hanno avuto una lira.
Sono ripercussioni che, prima o poi, qualcuno dovrà portare alla luce, una serie di ripercussioni su tutte le materie, su tutti i settori, che stanno impoverendo la nostra Regione, stanno impoverendo i nostri cittadini. Ma quello che più grida vendetta sapete cos'è, colleghi? Che qui stiamo togliendo ai poveri per dare ai ricchi. Questa è una società che ha introiti molto importanti. Siete stati capaci di far valere i diritti dei cittadini veneti nei confronti dei loro? Infatti, l'altra cosa che abbiamo chiesto all'Assessore di riferirci in Commissione Quarta è perché la Regione ancora non riesce a farsi dare i 20 milioni di euro di IVA indebitamente versati alla SIS, perché la Regione Veneto non emette quelle sanzioni che sono previste dalla convenzione per i ritardi. Ci sono quattro anni di ritardi, ci sono 15.000 euro al mese ‒ se non ricordo male ‒ di sanzione. Perché non è mai stata fatta una sanzione? Sapete cosa mi hanno detto? Qualcuno lo dice perché legge le carte. Dovete pensare, colleghi, che ci sono norme del Codice degli appalti e direttive dell'Autorità nazionale anticorruzione che dicono che un ente pubblico non può affidare un lavoro a un'azienda che è stata sanzionata. Sapete che cosa è successo? È successo che quelle sanzioni non fatte alla SIS hanno consentito a questa Regione di fare un altro enorme errore – io lo considero imperdonabile, perché capisco sbagliare una volta, ma non perseverare ‒ ossia quello di affidare sempre a questa azienda l'esecuzione di una nuova strada: la Treviso-Mare. Che cosa sarebbe successo se fossero state fatte le sanzioni alla SIS? Che non sarebbe stato possibile affidare la strada Treviso-Mare a quella azienda. Anche qui c'è da rifletterci sopra.
Sicuramente questa è una brutta pagina, perché i nodi sono venuti al pettine, ma non si dice come faremo per dare i fondi ai servizi importanti e fondamentali per i cittadini, perché la Pedemontana Veneta è un vortice che assorbe fondi, ma non migliaia di euro, milioni e milioni di euro, lasciando all'asciutto importanti settori, importanti voci del bilancio utilissime ai cittadini del Veneto.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Hanno ragione i colleghi, tuttavia più che i nodi vengono al pettine titolerei questa variazione "la sostenibilità mancata", sostenibilità che dovrebbe essere il presupposto per qualsiasi buona gestione che sia politica, aziendale, organizzativa, una gestione che già all'epoca si poteva titolare "canone certo e incassi incerti", perché la stessa Banca Europea degli Investimenti aveva dato i numeri, ai quali probabilmente arriveremo, relativamente alla Pedemontana. Era stato detto più volte: attenzione che il pedaggio influenzerà in modo molto più sensibile di quello che è stato previsto l'uso dell'infrastruttura stessa. Quindi, non era la critica sull'infrastruttura, ma sulle modalità con cui si andava a gestire l'infrastruttura, che andrà a pesare molto di più di quello che era stato definito sulla variabile tempo, quindi il vantaggio dettato dal tempo che si risparmiava nell'uso dell'infrastruttura stessa.
Il problema è duplice. Uno, non abbiamo considerato questi aspetti all'epoca e ora ci troviamo qui con un macigno. Due, la leva fiscale, che più di qualche volta abbiamo sollevato in questi anni all'interno di quest'Aula come uso positivo, non è negativa di per sé se produce investimenti, la andiamo a utilizzare solo ora e in questo modo a fronte di una criticità enorme. Invece, non lo abbiamo fatto prima, magari per valorizzare quelle che erano le attività che investivano sulla sostenibilità, che investivano sulla cultura, che investivano sul sociale. Tuttora questo ragionamento è per buona parte mancante anche nei prossimi atti.
Il problema è che questo tipo di scelta, quindi anche le risorse, che sono sempre limitate, quindi non sono illimitate, fa sì che evidentemente, nel momento in cui mi tocca investirle in un determinato canale, non posso più investirle in altro, e chi è sacrificato più di tutti è sostanzialmente il cittadino semplice, la famiglia, esattamente il tessuto a cui noi dovremmo dare un'energia maggiore in un momento di crisi, in un momento in cui la povertà incalza da tutti i punti di vista, non solo da un punto di vista sociale, ma anche da un punto di vista scolastico, da un punto di vista economico, da un punto di vista sanitario. È per questo – ce lo siamo detti più volte – che quel nucleo familiare, la persona singola ha bisogno di maggiori sostegni per la vita quotidiana. Per quello prima anche la collega Luisetto ricordava l'importanza degli ATS e dei progetti che, quindi, dovrebbero partire da là e come non bastino i cofinanziamenti ai finanziamenti europei o la partecipazione, pur stringata, a investimenti e finanziamenti diretti della Comunità Europea, perché serve a prescindere dire che questa è la nostra priorità. Ad oggi, a causa di una mancata pianificazione fatta in modo puntuale noi non possiamo ancora dire con coraggio che questa è la nostra priorità.
Senza voler ripetere tutto quello che hanno già detto i colleghi, un altro aspetto che reputiamo centrale, su cui torneremo, e che vediamo mancante non è tanto non investire solo sulla questione del rischio idraulico e idrogeologico, ci hanno spiegato come alcune risorse verranno messe con il maxiemendamento, non è tanto non investire sull'impresa o sulla digitalizzazione, rispetto a cui ci hanno spiegato che verranno aumentate le risorse, è quanto, invece, investire probabilmente troppo poco per riuscire a unire quello che dovrebbe essere l'energia verso le persone, verso le famiglie con maggiori finanziamenti a quelli che sono progetti di ricerca, che devono affrontare, quindi, a monte tutti i temi della crisi climatica.
È inutile che ci nascondiamo dietro un dito: il cambiamento climatico ha portato uno scombussolamento, un terremoto nell'equilibrio della flora e della fauna, e non lo risolviamo solo con misure securitarie, che ad oggi ci servono, sono indispensabili, perché ci troviamo purtroppo ad affondare nel mare, però non sono sufficienti, perché fra dieci anni ci ritroveremo, se non investiamo in modo sufficiente nella ricerca, allo stesso punto. Quindi, noi non neghiamo che ci sia bisogno di fare anche quell'investimento, ma solleviamo che troppo poco viene fatto in questo campo. Lo diciamo perché investire proprio nel cittadino e, quindi, nei servizi prioritari e investire nella ricerca potevano essere due asset per ridare quella vitalità che il tessuto veneto, comunque, ha sempre avuto nel proprio DNA. È inutile che continuiamo a dire che siamo solidali. È vero che ci sono dei fattori esogeni che pesano sulle crisi delle nostre aziende, è vero che quello che sta succedendo in Germania sta pesando anche in Italia e chiaramente molto più in Veneto che in altre Regioni, però è altrettanto vero che, se noi avessimo, per tempo, fatto investimenti puntuali, probabilmente alcune toppe le avremmo messe prima e, oltre ad alcune toppe, alcune strade le avremmo anche definite prima insieme agli attori e ai portatori di interesse della nostra Regione, portatori di interesse che, in qualche modo, ci hanno visto dentro, perché le piccole aziende, con i loro sacrifici, le piccole associazioni e il terzo settore in alcune direzioni prima di noi ci sono arrivati.
La nostra richiesta, dando un giudizio negativo, quindi sottolineando che questa variazione è un fallimento annunciato, è quella di rivedere non solo quello che abbiamo ascoltato in Prima Commissione con il maxiemendamento, ma anche di rivedere nella sostanza l'impianto di visione di questa manovra di bilancio.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con quest'ultima variazione di bilancio 2024-2026 si conferma una tendenza preoccupante: sottovalutiamo sempre il servizio sociosanitario. Al netto delle valutazioni che possiamo fare oggi, la realtà è che gli ATS non vedono un aumento sostanziale di quelle che sono le loro esigenze e soprattutto gli investimenti che dovremmo fare su di essi, perché dovrebbero rispondere a un'organizzazione sociale del territorio e rimangono in una posizione di immobilismo. Mentre i bisogni dei cittadini aumentano, i fondi destinati a potenziare i servizi territoriali e la medicina di prossimità ma tanti altri servizi rimangono stagnanti.
Non possiamo più limitarci a parlare, dobbiamo veramente fare i fatti, questa maggioranza deve fare i fatti, e lo fa quando crede che la sanità pubblica e i servizi sociosanitari siano fondamentali per il cittadino, ma occorre investirci. Questo è il problema di questa Regione. Noi abbiamo una carenza di medici territoriali, abbiamo una carenza di infermieri, abbiamo i servizi sulla salute mentale che non vengono erogati nei tempi richiesti, abbiamo una carenza di servizi territoriali di prossimità, mettendo in difficoltà non solo gli anziani ma anche tutti i loro familiari. Poi facciamo i bandi e vanno gratuiti oppure tante volte rimangono deserti.
Voi sapete quanto prende uno psicoterapeuta assunto come psicologo da una cooperativa che lavora per le ULSS? 14 euro l'ora. 14 euro l'ora. Ma non netti, lordi. Questo è il pagamento che viene fatto a dei professionisti, fondamentali e importanti, che danno servizi ai nostri cittadini che hanno dei problemi. Poi ci chiediamo come mai i bandi vanno deserti.
Ci sono settori, invece, che ricevono stanziamenti cospicui e continui, come il turismo o le grandi opere infrastrutturali. Pensiamo, appunto, alla Pedemontana, di cui stiamo parlando tanto in questi giorni e in questi mesi. Vengono stanziati ulteriori 26 milioni di euro per questa opera. Certamente il Veneto ha bisogno anche di opere, ma si ha l'impressione che questa Amministrazione preferisca tagliare nastri su strutture che non su servizi. È questo lo sbaglio che state facendo. Non fate lo stesso errore che avete fatto con la Pedemontana. Non fatelo. Noi dobbiamo cercare di risparmiare per il futuro e lo facciamo se investiamo adesso sulla sanità e sui servizi sociali, altrimenti farete un altro sbaglio.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Dico "farete" perché non siamo partecipi di questo, perché da tanto tempo diamo le soluzioni, da tanto tempo diciamo cosa potremmo e potreste fare per risolvere questi problemi, quindi potenziare i servizi territoriali e ridurre le disuguaglianze, che altrimenti aumenteranno, rafforzare gli ATS, affrontare con urgenza la carenza di personale, pagandolo adeguatamente, nei limiti in cui è possibile all'interno della Regione, ci mancherebbe altro, oppure facendo forza all'interno della Conferenza Stato-Regioni, ridurre i tempi d'attesa, che sono veramente l'eccellenza quando questi rimangono all'interno dei tempi previsti dai medici per la propria cura.
Dobbiamo essere ambiziosi, perché i cittadini veneti meritano che questa Regione sia all'altezza delle loro aspettative. Se non agiamo ora, le conseguenze saranno veramente gravi, dove aumenteranno le diseguaglianze, si aggraverà la fuga verso il privato da parte dei medici pubblici e soprattutto la sfiducia nelle Istituzioni pubbliche.
Questa variazione di bilancio è un'occasione persa, l'abbiamo detto tutti, ma c'è ancora del tempo e vedremo se con il bilancio si potrà investire qualcosa in più. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il capogruppo Masolo.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Saluto i colleghi e le colleghe.
Sono qua a discutere la prima variazione di bilancio della mia esperienza amministrativa in Consiglio regionale e l'inizio di questa fase delicata e importante della manovra di bilancio che ci vedrà impegnati nelle prossime settimane. Però, oggi in questa variazione vedo già due punti che mi deludono molto. È logico che in questa fase deve essere sistemato il bilancio per poter procedere poi, con la vera e propria manovra, ma quando io vedo 7 milioni e passa di euro, prima tolti e poi rimessi a bilancio, per far fronte a un possibile flop delle Olimpiadi invernali, già questo mi fa pensare a come sono state organizzate. Tra l'altro, quando parleremo di bilancio di previsione, sarà interessante anche capire bene quant'è la somma totale di accantonamento per un possibile flop dei Giochi olimpici. Già qua cominciamo ad avere la percezione che anche le Olimpiadi sono state programmate e progettate in assenza di partecipazione, senza coinvolgere la base. Infatti, le associazioni se ne sono accorte quasi subito che non erano le ventilate Olimpiadi sostenibili, come era stato promesso all'inizio, perché la maggiore attenzione è stata messa per infrastrutture e grandi opere, interventi che sicuramente non erano compatibili con l'equilibrio del nostro arco alpino, non erano compatibili con un criterio di sostenibilità e, non dico peggio ma quasi, non erano compatibili anche da un punto di vista economico.
Il segnale che nemmeno gli sponsor fanno a gara per sostenere queste Olimpiadi è un segnale molto significativo. Se gli sponsor non si fanno vedere, le possibilità sono due: o che le Olimpiadi non sono appetibili, non hanno quell'attrattività, quella possibilità di investimento che può dare un ritorno economico, o che gli organizzatori non hanno fatto un'analisi sufficiente per dimostrare che queste Olimpiadi saranno economicamente sostenibili.
Molte opere, peraltro, non saranno finite entro i termini e molte opere sono state fatte anche se la base, anche se i residenti, anche se le associazioni hanno detto chiaramente: non dovete farle. Faccio l'esempio della pista da bob. Non dovete farle, ci sono alternative. Sfruttate le alternative. E invece avanti, 130 milioni di euro, tagliare gli alberi, e avanti. Poi, anche in questo caso, sarebbe stato opportuno garantire ulteriori investimenti in bilancio per dare almeno un minimo di continuità a queste opere, una continuità che, invece, è un po' farlocca, quando le evidenze, quando le prove che queste opere non hanno vita sono già state dimostrate dalle Olimpiadi precedenti. Eppure, avanti.
Poi, qualcuno dice: andate sempre lì a parare, parlate sempre della Superstrada Pedemontana Veneta. Ma non si può non parlare di questa Pedemontana. Mi stupisco che nessun componente della maggioranza si sia iscritto a parlare per rispondere e dimostrare il contrario. Mi preoccupa molto vedere i colleghi con gli sguardi abbassati, che fanno altro, ma soprattutto che non rispondono. Sono curioso di sentire la replica dei membri della Giunta.
Non voglio ripetere tutto quello che hanno detto i colleghi anche da un punto di vista tecnico e rispetto ai costi, perché queste cose sono evidenze tali da non avere neanche possibilità di replica. È questo che mi preoccupa. Il mio intervento è incentrato soprattutto su un contenuto di tipo politico. La Pedemontana Veneta non è solo un'autostrada che è stata completamente sbagliata, come è già stato detto, sbagliata fin dall'inizio, perché poteva essere come volevano e come dimostravano le associazioni, anche il mio Gruppo politico, che da sempre l'ha contrastata e ha sempre sostenuto alternative progettuali molto più sostenibili da un punto di vista ambientale, economico e sociale. Poteva benissimo essere una superstrada che collegava la fascia Pedemontana a costi irrisori rispetto ai costi attuali, che sono lievitati. Ma anche là non è stata fatta partecipazione, non si è voluto ascoltare chi già allora aveva le prove, vent'anni fa, di questo certo fallimento, di questo certo e assoluto fallimento di tipo politico. Questo è un fallimento non solo di tipo economico, come abbiamo già detto, ma è un fallimento globale, è un fallimento totale, è un fallimento politico, è un fallimento di una fase politica e di una corrente politica, legata a una persona che da quindici anni governa la nostra Regione, Luca Zaia, e di tutti quelli che l'hanno sostenuto. Questa è la realtà. Dopo vent'anni si comincia a tramutare in realtà quello che era stato detto vent'anni fa. Questa fascia temporale lunghissima, perché è una fascia politica che può essere limitata rispetto a dei macro-ragionamenti di tipo globale, ma è lunghissima dal punto di vista della vita di una Regione, segnerà questa Regione per decine e decine di anni da un punto di vista sociale, da un punto di vista economico, da un punto di vista ambientale, da un punto di vista politico.
La storia di questa superstrada vorrei paragonarla alla storia – detto in soldoni, detto da uno che non ha una macchina di sua proprietà – di una persona che si trova nella condizione di dover comprare un'auto. Viene consigliata da amici e da conoscenti: compra un'utilitaria, perché non ti serve tanto; ti serve un'utilitaria per spostarti, per creare dei collegamenti, ma nello stesso tempo tieni conto che la congiuntura economica, sociale, energetica e ambientale non è delle migliori. Siamo nei primi anni 2000. Attento, perché il mondo sta cambiando. Abbiamo i dati scientifici che ce lo dimostrano. No, questa persona vuole comprarsi o una Ferrari o una Maserati. Va bene. A un certo punto decide di comprare la Ferrari. Ma quando poi vede che perde il lavoro, che le cose vanno male, che la benzina aumenta, non riesce più a gestire quella macchina e dice: le spese le dividiamo tra tutti. E no, l'hai comprata tu, adesso la guidi tu e la mantieni tu. No, non è così.
La gente che ci segue deve capire questo concetto, e lo sta capendo, lo sta capendo un po' alla volta. Dovrà capire fra poco che quella macchina adesso la mantiene anche lei, non solo chi l'ha voluta acquistare e portare a casa. La mantiene anche lei. Quindi, comincia a capire che la Superstrada Pedemontana Veneta, idealmente e simbolicamente, sta cominciando, con il suo vuoto, perché abbiamo visto i numeri, sono necessari 44 milioni di euro per tenerla su, per tappare questo buco, e la maggior parte di questi soldi verranno dai 34 milioni di CAV, risorse che CAV potrebbe utilizzare sempre per una mobilità, ma per altre cose, per infrastrutture legate alla mobilità, che possono essere legate anche a una mobilità sostenibile, legate alle infrastrutture di CAV, o possono essere legate anche all'energia, alle fonti rinnovabili, che possono sostentare le attività di CAV. No, invece vanno per la Superstrada Pedemontana, quella Superstrada Pedemontana che doveva creare comunicazioni, stando a quanto detto da chi l'ha richiesta. Anche questa immagine è bella. L'ultima volta che il Presidente Zaia è venuto in Aula a parlarci di autonomia differenziata mi ha stupito, perché ha detto in maniera non dico superficiale ma veloce, forse perché il tempo era poco: ce l'hanno chiesta. Ogni volta che si parla di Pedemontana si dice: ce l'hanno chiesta. Ma chi ve l'ha chiesta? E chi ve l'ha chiesta adesso la sta utilizzando? No. Perché? Perché i camion stanno fuori, stanno nelle complanari, perché costa troppo. I mezzi stanno fuori e aumentano il traffico, che doveva, invece, essere prosciugato, tra l'altro offrendo pedaggi gratuiti ai residenti. A questo punto la Pedemontana, vuota, sta prosciugando idealmente tutte le altre risorse, le risorse che potrebbero andare alle famiglie fragili, che potrebbero andare alla scuola e all'università, che potrebbero andare alla sanità, che potrebbero andare per evitare lo spopolamento delle zone marginali, delle Terre Alte, che potrebbero andare per il dissesto idrogeologico e per le emergenze che arriveranno, perché la situazione è drammatica, per la Protezione civile, per le energie rinnovabili, per un'agricoltura più sostenibile, per una gestione migliore dell'acqua, e invece, anche qua, pensiamo di costruire dighe ulteriori.
Concludo dicendo che tutti questi ragionamenti comprovano il fallimento progettuale e di investimenti su una superstrada, su un'autostrada, che è parallelo a un fallimento politico, a un fallimento di modello politico, che è legato a un errato sviluppo economico, a un modello sociale sbagliato, perché un modello sociale che deve lavorare sulle comunità attraverso una superstrada decentra, per cui toglie, invece, a queste comunità. E cosa fa? Dà la possibilità di un ulteriore consumo di suolo, non solo il consumo di suolo della Superstrada Pedemontana, e già lì sono ettari ed ettari di suolo consumato, ghiaia, per cui risorse sottratte, e falde acquifere interrotte, al di là di questo, ma anche il consumo di suolo collaterale, legato a tutte le infrastrutture che stanno intorno. Non ci bastano 11.000 capannoni vuoti, cerchiamo di crearne altri. Ma a questo si va a sommare il fatto – è la cosa che mi angoscia di più – che in questi giorni in cui il fallimento è palesato cominciamo a ragionare già su ulteriori progettazioni, penso alla progettazione della Via del Mare, con ulteriori risorse, asfalto e consumo di suolo, o addirittura asfalto... Stiamo parlando di asfalto. Se si parla di asfalto, automaticamente si esclude la ferrovia, si esclude una mobilità più sostenibile, si esclude un trasporto pubblico diffuso e condiviso. Le due cose non possono andare insieme. Noi abbiamo scelto vent'anni fa e ci siamo preclusi altri modelli di mobilità, tipici del nord Europea.
Dopo sentiamo la sua versione. Mi interesserebbe molto saperla.
In più, parliamo anche di Valdastico Nord. Di fronte a questo bagno di sangue, a questo fallimento, che pagheremo sempre e pagheranno anche le future generazioni, non abbiamo l'umiltà di ammettere il fallimento e di dire che abbiamo sbagliato, avevate ragione. No. Rilanciamo e pensiamo a ulteriori progettazioni di asfalto, nuove strade, nuove bretelle sulle quattro ruote.
Concludo con una battuta. Speravo stasera di vedere anche il Presidente. Per argomenti di questo tipo, secondo me, è fondamentale avere almeno un periodo dell'anno in cui si parla di programmazione, si parla di soldi. Stiamo parlando di tanti soldi. Forse i cittadini non se ne rendono conto. Tante volte, di fronte ai 19 miliardi del bilancio, uno dice: "Cosa vuoi che sia qualche milione di euro". Questi milioni di euro possono fare la differenza per tantissime persone. L'ultima volta il Presidente della Regione, quando ho fatto un'osservazione e ho detto "lei non c'è, come mai?" lui mi ha risposto "Consigliere Masolo, dove sono io lei non c'è e dove c'è lei io non ci sono". Infatti, martedì scorso, che c'era il Consiglio, il Presidente della Regione era all'ospedale di Bassano a fare l'inaugurazione dei mezzi diagnostici e anche di una struttura a Marostica per l'Alzheimer.
Presidente, vorrei venire volentieri dove c'è lei, ma se fate un'inaugurazione sul mio ospedale, l'ospedale vicino a dove abito, il mio ospedale di riferimento, il martedì per men è difficile. Se lo fate un altro giorno, io vengo dove è lei, molto volentieri. Se lo fate un altro giorno, lei può venire dove sono io. Giusto, Assessore? Forse anche l'Assessora era all'inaugurazione. L'assessora Lanzarin la apprezzo perché è una presenzialista, come dovrebbero esserlo tutti, secondo me.
Apprezzo che il Presidente della Regione scriva i libri e li vada a presentare, ci mancherebbe, prima o poi avrò anche il tempo di leggerne qualcuno, sicuramente ho tante robe da imparare. È anche vero, però, che se sui libri scrive quello che si traduce nella realtà, cioè fare delle opere completamente fallimentari da tutti i punti di vista e tra l'altro narrarle come successi incredibili, sicuramente ho da imparare, ma come non devo fare.
Ricambio un po' la battuta, ma spero di fargliela anche personalmente quando ci sarà l'occasione.
Concludo anch'io portando la massima attenzione su questa variazione, sperando che vengano accolti gli emendamenti, soprattutto quelli legati al diritto allo studio, all'università e anche alla legge sulla cultura. Anche in questo caso, il mio emendamento legato sempre alla legge sulla cultura, porta l'attenzione alle librerie indipendenti, cioè al tema di una cultura che poi è fortemente radicata nel territorio e che può creare aggregazione, cultura, socialità e anche radicamento e affezione per il nostro territorio veneto, come per la nostra Regione, che io amo fortemente.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Non voglio ripetere le critiche che sono state sollevate dai colleghi della opposizione, che condivido, sostanzialmente. Mi auguro che ci sia materiale per un ragionamento.
Questa variazione di bilancio è tutta in difesa. Guardo l'assessore Calzavara perché è lui che la porta sulle spalle. Qui giochiamo veramente in difesa e a me dispiace che una Regione come il Veneto, che si candida ad essere protagonista in Europa tra le Regioni più intraprendenti, debba giocare in difesa. Capisco il vostro fastidio nel sentire che si parla tanto di Olimpiadi e di Strada Pedemontana, ma andiamo a vedere le cifre. Le cifre grosse, nella variazione che stiamo discutendo, sono lì e sono dovute, ci piaccia o non ci piaccia, al fatto che bisogna far fronte a delle necessità non preventivate.
Parto dalle Olimpiadi. Ce le avevano presentate come la più grande straordinaria occasione di sviluppo per il nostro territorio. Assessore Calzavara, faccia fare un'analisi costi e benefici. C'è della gente fortissima in Regione che fa questo tipo di studi.
Ad oggi, con quello che ha messo già la Regione, con quello che ha messo il Governo, con quello che hanno messo le Amministrazioni per cercare di dare delle risposte rapide, efficaci, io ho dei dubbi. Abbiamo messo addirittura, e questo è paradossale, colleghi, 1 milione l'anno nei prossimi anni per l'heritage olimpica, ma l'heritage olimpica non doveva essere il nostro jolly vincente? Dobbiamo mettere noi i soldi per l'heritage? Spiegatemi dove sta la ratio, perché non l'ho capita. Mi mancano gli elementi di base per capire dove sta la strategia dietro la gestione dei fondi dei nostri cittadini, perché non la vedo, non la vedo con tutta la buona volontà. Ci aiuterebbe. Veramente vi sollecito a da fare delle analisi costi e benefici, anche in altre situazioni, perché sono senz'altro utili.
Sulla Pedemontana Veneta facciamola un'analisi. Adesso abbiamo tutti i dati, sappiamo quanto ci è costata, sappiamo quante macchine la percorrono, sappiamo quanti benefici sono saltati fuori, facciamola fare un'analisi fatta bene. Abbiamo il coraggio di metterci a capire? Posso darvi dei nomi per i consulenti, collega, perché se lo facessi io pensereste che lo faccio ideologicamente guidato, ma ci sono persone che non hanno assolutamente nessuna appartenenza politica e sono in grado di farlo. Sarebbe interessante vedere i risultati.
Mi dispiace che la nostra Regione, per delle scelte sbagliate nel passato, debba giocare in difesa. Lo abbiamo visto, ma lo vedremo domani nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Veramente siamo a parare i colpi. Questo mi lascia veramente molto perplesso.
Mi piacerebbe che riuscissimo a fare un ragionamento sulle prospettive per dare un indirizzo. Guardo l'assessore Marcato, che è presente, e lo ringrazio. Stiamo vivendo una delle più profonde trasformazioni del sistema industriale dal dopoguerra, probabilmente la più profonda. Come la stiamo interpretando? Qual è la strategia? Abbiamo alcuni elementi che sono dettati, di fatto, dalla disponibilità dei fondi europei, per cui, ci piaccia o non ci piaccia, su alcune cose i soldi li dobbiamo mettere perché sono vincolati a quello, ma qual è il tessuto industriale su cui vogliamo veramente spingere? Io faccio fatica a capirlo. Io vedo degli elementi, ma non vedo quale sia la strategia di governance di queste dinamiche e di accompagnamento, perché la dobbiamo avere.
Faccio un esempio e vengo al "musso" di cui parlava il collega Formaggio. Non dobbiamo ragionare sulle strategie di trasporto del secolo scorso, che non è il "musso", che è l'automobile alimentata con motore a combustione interna. Dobbiamo guardare a quello che sta succedendo nel mondo.
Porto un'esperienza: nel 2018 ero nella città di Guangzhou con il Sindaco. Avevo comprato i primi quattro autobus elettrici, ero contento. Gli dissi: "Ne abbiamo comprato quattro". Lui mi rispose: "Io l'anno scorso li ho fatti tutti elettrici: 1.700 e li ho fatti fare dall'azienda del nostro territorio, perché così ha acquisito le conoscenze". Oggi l'azienda di Guangzhou vende autobus elettrici in tutto il mondo: 1.700 in un anno, questa è la differenza. Noi abbiamo degli elementi di vantaggio competitivo incredibile. A Guangzhou (Canton). È inutile dire che i cinesi sono cattivi. I cinesi hanno una strategia, che è quella che manca a noi e continuiamo a rimanere fermi.

PRESIDENTE

Continui l'intervento senza interloquire, per favore. Le interlocuzioni possiamo farle fuori dall'Aula.
Grazie.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Se il nostro orizzonte rimane quello del nostro Comune o anche della nostra Provincia, perché mi pare che ai colleghi interessi la Provincia, visto che i collegi regionali sono provinciali, non andiamo da nessuna parte. Guardiamo quello che sta succedendo nel mondo. Ragionare di mobilità vuol dire ragionare di una logistica intelligente, vuol dire guidare, non subire gli investimenti delle grandi catene logistiche internazionali, perché li stiamo subendo e li lasciamo ai Sindaci poi, perché il Sindaco di Padova con alcune realizzazioni, il Sindaco di Roncade per altre e altri che adesso sarebbe lungo elencare, si trovano a gestire delle situazioni difficilissime, perché manca la strategia.
Non è questo il momento di parlare dei singoli episodi, è il momento però di dire che siamo costretti a giocare in difesa. Io sono sbigottito di fronte all'insieme dei documenti di bilancio che ci sono stati presentati nelle settimane scorse, perché nel loro insieme mostrano veramente che il re è nudo. Io spero che i cittadini se ne accorgano. Qual è la direzione in cui stiamo andando? Non lo so. È solo parare, parare e parare.
Non ripeto le critiche che sono già state fatte. Mi auguro che in chiusura di legislatura, visto che comunque poi sarà qualcun altro, in un caso o nell'altro, che dovrà portarle avanti, ci sia l'ambizione di lasciare qualcosa di costruttivo, di serio, perché veramente i dati che vediamo dei ragazzi che vanno via, delle economie che corrono su velocità diverse, non sono casualità, sono frutto di scelte ben precise o di non scelte ben precise. Le non scelte le rimarco e chiedo che ci sia una capacità di ragionamento, una capacità di costruzione, una capacità di visione che davvero, nei documenti che ci avete presentato, non ci sono. La fortuna di questo Consiglio e di questa Regione è che abbiamo una struttura tecnica che è straordinaria, perché il documento tecnicamente sta in piedi, perché abbiamo nella stanza a fianco, che è chiamata la stanza della NASA perché sono tutti là con il computer che stanno cercando di ragionare, una struttura amministrativa di tecnici che credo sia invidiabile da parte di qualsiasi Amministrazione al mondo. Tuttavia, è il timone che bisogna tenere e io non vedo chi al timone stia dando la direzione.

PRESIDENTE

Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anch'io, sulla base di questa variazione presentata, sollevo delle perplessità che sono state ben elencate dai colleghi. Prima di tutto, come diceva giustamente il consigliere Lorenzoni, sono sorpresa di vedere che c'è un accantonamento per un eventuale deficit legato alla questione Olimpiadi.
Giustamente, come è stato detto dal collega, c'era stata presentata come un'opportunità per tutto il territorio, un'occasione più unica che rara, addirittura l'occasione per considerare l'ipotesi di portare le elezioni della Regione Veneto al 2026 per aprire questo evento così importante per tutti noi, per il territorio, per tutti i cittadini e le cittadine del Veneto. Qui abbiamo una prima sorpresa, una prima novità inaspettata.
L'altra novità, ma non è per nulla una novità, Assessore, è la questione Pedemontana che ormai tutti i colleghi che mi hanno preceduto hanno citato.
Mi astengo da commenti sul merito della strada, così come di altre strade come può essere la prossima autostrada Via del Mare, che collega Treviso a Jesolo e tutto il territorio interessato. Parlando da semplice cittadina non addetta ai lavori e non avendo competenze tecniche in merito, non posso non sottolineare come la Strada Pedemontana, seppure si inserisca in un territorio che potrebbe avere dei benefici da questa, è percorsa da pochissime persone, perché quelle poche volte in cui mi trovo a percorrerla sono l'unica a volte, o tra le pochissime che la percorrono, con un pedaggio veramente spropositato, con dei costi impressionanti.
Questo ci costringe a fare dei tagli, delle riflessioni sul nostro bilancio ormai da anni. Tagli e aumenti di tasse, chiaramente, che comportano il fatto di evitare stanziamenti su qualcosa che potrebbe essere a vantaggio del futuro del nostro territorio, della nostra regione. Ad esempio, perché non si parla di un trasporto pubblico locale efficiente davvero e capillare su tutto il territorio? Si continuano a costruire infrastrutture stradali che servono a pochi, come quello che si diceva della Pedemontana, e non si investe su opere veramente utili a tutta la comunità del Veneto. Perché non si vanno a incrementare le risorse per le famiglie, che sono falcidiate da ormai diversi anni da tagli e da incrementi di tutti i generi?
Tra l'altro, questo è un momento molto delicato per l'economia della Regione, perché è il terzo trimestre di contrazione economica. Quindi, anche per noi la situazione non è idilliaca, come qualcuno ci fa credere. Perché non portiamo avanti, ad esempio, l'emendamento che era stato votato l'anno scorso, che era stato presentato dal collega Nicola Finco sulla disponibilità di asili gratis per tutti? È una misura che creerebbe chiaramente un incentivo alla natalità e un benessere per tante famiglie che oggi sono in difficoltà.
Trasporto pubblico locale per i giovani. Anche questo è un tema che permetterebbe di ridurre i tassi di inquinamento che sono altissimi e darebbe uno strumento concreto in mano ai giovani, giovani che scappano letteralmente dal nostro territorio. In un anno sono più di 3.000 i giovani che vanno all'estero, in particolar modo all'interno di altri Paesi dell'Unione europea. Negli ultimi dieci anni sono più di 34.000 i giovani che hanno lasciato la nostra Regione. Per non parlare poi delle borse di studio. Anche qui il tema degli idonei non beneficiari è una contraddizione in termini che noi dobbiamo assolutamente superare.
Lo studio deve essere un diritto, una questione legata anche alla crescita della nostra Regione, non solo alla crescita individuale dell'individuo. Avendo ragazzi preparati, che studiano, possiamo incrementare le nostre possibilità, di un intero territorio. Non ci possiamo permettere, Assessore, di avere questa criticità in una Regione che vogliamo sia efficiente e che garantisca eguali diritti e tutele per tutti e per tutte.
Investimenti sull'ambiente non se ne vedono. Viviamo in un territorio falcidiato da un inquinamento ambientale enorme sotto tutti gli aspetti, a partire dall'aria, con sforamenti continui dei limiti di particelle sottili.
Siamo nella top ten delle città italiane con livelli di inquinamento oramai inaccettabili, che mettono a serio rischio la nostra salute. Inquinamento dell'acqua, non ne parliamo, con la laguna di Venezia che ormai presenta dei livelli allarmanti di questo tipo di inquinamento.
È una situazione veramente drammatica dal punto di vista ambientale, che va sicuramente a scapito anche della questione legata ai cambiamenti climatici. Non che non ne abbiamo avuti negli ultimi anni di sconvolgimenti climatici che hanno messo in difficoltà il nostro territorio. Io ho iniziato nel 2015 in questo Consiglio regionale, quando è avvenuto il famoso, ve lo ricorderete, tornado in Riviera del Brenta. Poi ci sono state alluvioni, c'è stata la tempesta Vaia, tutti fenomeni atmosferici estremi che non sono nati a caso, sono legati a quei cambiamenti climatici che qualcuno vorrebbe ancora oggi negare di fronte alla realtà dei fatti, di fronte a un dato scientifico che non possiamo contrastare, che ci dice chiaramente che il cambiamento climatico genera eventi catastrofici di sempre maggior portata e di maggiore intensità. Quindi, è una emergenza a cui dobbiamo rispondere.
Non possiamo permetterci di evitare di guardare in faccia la realtà e di mettere mano al portafoglio per gestire al meglio il nostro territorio e una situazione di inquinamento che perdura da anni ed è diffusa su tutto il territorio regionale.
Finiamo con la questione dei Comuni, degli enti locali, che da questo Governo si vedono offrire in cambio un taglio di 80 milioni all'anno. Alla faccia dell'autonomia! Alcuni magari parlano anche di indipendenza, a volte. È proprio uno schiaffo in faccia a quei tanti Sindaci, non solo di sinistra, ma anche della Lega, alcuni Sindaci hanno protestato vivamente davanti ai tagli offerti dal Governo Meloni. Quello che però non ha fatto il nostro Presidente Zaia, bisogna ammetterlo, non una parola, un silenzio assordante. Hanno avuto più coraggio alcuni Sindaci, questo bisogna riconoscerlo e bisogna gridarlo, perché non è pensabile che una Regione che da decenni si vanta di un concetto di autonomia, che a parole porta avanti la questione dell'autonomia poi nei fatti arretra di fronte al potere centrale, di fronte a quello che essa stessa per anni ha enunciato. Ha fatto la voce grossa contro i tagli del Governo centrale.
Oggi questa Regione siede con la propria maggioranza politica nei banchi del Governo. C'è lo stesso partito che siede qui in quest'Aula e, quindi, la parola viene meno. Credo che così non si facciano gli interessi dei nostri cittadini e del nostro territorio. Bisogna essere coerenti e coraggiosi fino in fondo. Mi aspetto che da quest'Aula vi sia un coro unanime di protesta verso un Governo che taglia gli enti più prossimi ai cittadini e le Regioni. Ci sono delle eccezioni, e vedo l'assessore Marcato che annuisce.
Questo è quello che mi aspetto da tutta la maggioranza in quest'Aula.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montanariello.
Vi prego di fare silenzio. Consigliere, vada pure.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Per la prima volta, dopo quattro anni che affrontiamo questo documento, non ho preparato una bozza di intervento, e non perché sono diventato più bravo degli altri anni, perché, probabilmente, forse sono diventato anche meno bravo degli altri anni, ma perché, alla fine, le stesse cose che noi diciamo ogni anno non è che l'anno dopo si risolvono, o si realizzano, quando voi dite che non è vero, o, nel peggiore dei casi, diventano peggiori. Ricordo ancora i primi bilanci con l'autorevolissimo assessore Calzavara. Le prima volte, Assessore, restavo anche male, perché diceva che c'è una narrazione che non corrisponde alla verità.
Ci ricordava che c'è una narrazione da questa parte quasi disfattista, una narrazione che non tiene conto del Veneto eccellente, del Veneto virtuoso, del Veneto che ha voglia di fare; una narrazione che legittimamente poteva esistere, ma che si dissociava dalla vostra visione che eravate gli uomini del fare, gli uomini concreti, gli uomini che davate risposte, gli uomini che avevano il coraggio di dire che questa è una Regione tax free, dove non si tassa, gli uomini che dicevano che c'è il coraggio di fare le infrastrutture perché servono e il tempo ci avrebbe dimostrato che quelle infrastrutture non solo sarebbero state ripagate, ma servivano e sarebbero state utili.
Però, Assessore, con il calcolo delle probabilità, siccome siamo al quinto anno, quasi, su cinque, evidentemente, se andiamo a fare uno studio statistico su chi aveva ragione e chi aveva torto, al netto che possiamo avere una narrazione che poco comoda sicuramente vi può essere, analiticamente, dati alla mano, avevamo ragione noi.
Avevamo ragione noi quando vi abbiamo spiegato, Assessore, che forse non bisognava aspettare di essere presi per il collo o essere indebitati per aumentare le tasse ai cittadini veneti ed eliminare la narrazione di una Regione che non tassa, perché fa rimanere la ricchezza nelle casse dei cittadini, ma forse, quando c'è una classe dirigente politica che entra a pieno nel ruolo di amministratore, è consentito anche quel segmento di ragionamento un po' più scomodo, che è quello di dire che su una pianificazione che una Regione di 5.000.000 di abitanti, quasi, come la nostra, deve avere, ci può essere anche il momento in cui la fiscalità generale subisce una variazione per tentare di pianificare una narrazione diversa per le generazioni future.
Ricordo il collega Finco quando diceva che non c'è nessun problema se in un patto generazionale si tenta di dire che forse si subisce una variazione alla fiscalità generale, non per pagare gli stipendi ai politici, non per aumentare gli stipendi ai dirigenti, magari per fare un po' di scuole, un po' di asili che ci mancano, dare qualche borsa di studio in più, qualche investimento nella sanità territoriale; una visione di chi, in qualche modo, riesce a concepire o contemplare che esiste anche un momento diverso dalla conferenza stampa o dallo spot elettorale dove devi dare un messaggio giorno dopo giorno per tentare di rimanere sempre sul livello medio alto dell'asticella.
Colleghi, quando tutti i giorni si tenta di avere una comunicazione amministrativa o politica in grado di dire che non c'è mai nulla di meglio, siamo sempre noi quelli eccellenti, quelli che non hanno bisogno di programmare, quelli che tanto ci rincorrono gli altri, quelli che prendono esempio gli altri da noi, arriva il momento che tira su l'asticella, a un certo punto non si sa più cosa dire. Assessore, a furia di tirar su – guardo lei perché lo ripeto ogni anno e lei è l'Assessore di riferimento, oneri e onori – arriva il momento dove devi tirare talmente in alto l'asticella che devi avere politicamente qualcosa da dire. Dopo ci troviamo magari a rispondere alle aggressioni sul trasporto pubblico locale con una conferenza stampa in pompa magna, dove pare che abbiamo agguantato tutti i farabutti che in maniera organizzata vanno a fare aggressioni al TPL e, invece, magari abbiamo detto che i militari non pagano, sono a bordo, magari in divisa o senza divisa. Dobbiamo avere sempre questo modello di comunicazione che tenta di dare una spiegazione.
Assessore, alla fine le strade sono due: o arriva un colpo di fortuna e arrivano tanti di quei soldi che alla fine uno si può permettere di tirare l'asticella ancora più su perché tanto i fatti li fa, oppure, a un certo punto, non si sa più cosa dire e si incomincia a dire che forse qualcosa di quello che è stato detto non è attuabile.
Assessore, credo che il colpo di fortuna che arrivino tanti soldi con questo Governo non ci sarà, perché abbiamo visto che forse ce li stanno togliendo, e non solo quest'anno. Ricordiamoci che è la seconda manovra che facciamo perché ci tolgono delle risorse. L'anno scorso, non vorrei errare, erano 24 o 29 milioni. Abbiamo fatto quella manovra. Quindi, Assessore converrà con me che avere un colpo di fortuna è difficile. Magari abbiamo il colpo di fortuna che non ce ne tolgono altre.
Siamo in un momento, Assessore, in cui nutro – lo dico fuori da ogni battuta o polemica – un sentimento di affetto nei confronti del vostro operato, perché vi trovate traditi in casa. Avete aspettato che andasse il Segretario della Lega a fare il Ministro per bocciare la governance delle infrastrutture. Avete aspettato che andasse Salvini a fare il Ministro per dirvi che cambia la ripartizione dei fondi del TPL e ci portano via, in un circolo vizioso, ogni anno, 10, 15, 20, 7, e vedremo come andrà.
Capisce che se probabilmente fossimo stati noi al Governo avremmo già avuto in piazza gli esponenti, legittimamente, e guai se qualcuno non lo avesse fatto, magari con la felpa, non avendo Paesi da mettere, con la scritta "no tagli al TPL".
Assessore, è brutto quello che vi sta succedendo politicamente, perché avete aspettato che il Segretario del vostro partito occupasse il ruolo da Ministro per fare delle scelte. Assessore, se non fossimo in Consiglio regionale, mi permetterei di fare una battuta. Non la posso fare perché siamo in Consiglio regionale. Dove trova il tempo per fare il Ministro visto che parla di tutto (sbarchi, immigrati)? Mi pongo questo tema, ma dopo vedo i risultati e vedo che prediligiamo il Ponte sullo Stretto, anziché un'idea, che ci trovava anche d'accordo con l'assessore De Berti, ovvero quella di mettere in linea, in rete, il modello infrastrutturale veneto.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Enoch SORANZO

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

L'ho già detta questa cosa, assessore De Berti, in Commissione, se si ricorda. Su questa cosa, assessore De Berti, eravamo tutti d'accordo. Sa perché eravamo tutti d'accordo? Perché, probabilmente, anche la variazione di bilancio di oggi avrebbe avuto un altro senso. E dopo provo a dare la visione di un senso diverso.
Io non voglio neanche essere pesante in questo dibattito. So che voi avete più difficoltà di noi su questo, perché siete traditi politicamente in casa. Ho visto un post in cui un militante leghista diceva: "Noi in Veneto". Credo sia stato addirittura il Ministro a rispondere: "Vi ricordiamo che siamo un partito nazionale". Se non fai il post durante la discussione dell'autonomia diventa più credibile anche l'autonomia. Però, sa, è la nostra visione. Non dobbiamo pensarla tutti uguale.
Detto ciò, noi ci saremmo aspettati una variazione di bilancio, come ne abbiamo fatte altre, dove magari c'era il coraggio di mettere mano alla fiscalità generale per dare dei soldi ai cittadini, ad esempio, della Riviera del Brenta, che su una stima fatta dal Presidente solo in Veneto di 1 miliardo di danni per gli agenti atmosferici dell'anno scorso, sono arrivati per tutto il nord 238 milioni, solo per il Veneto 57, tra gestione pubblica e privata, però ai privati non possono andare più di 5.000 euro e 20.000 alle imprese. Non sarebbe stato bello dire che mettiamo mano alla fiscalità, però magari era un circuito chiuso dove si davano risposte.
Nel Municipio di Dolo c'erano rappresentanti europei, nazionali e regionali che si sono impegnati davanti a dieci Sindaci, di cui sei del vostro colore politico, a dire che quei soldi arrivavano. È vero, ma manca il decreto per poterli dare. Siccome a Roma ci andiamo più di qualche volta, se il decreto si voleva chiedere, lo si chiedeva. Non è che a Roma si va per altri motivi e non si va per chiedere il decreto di qualche centinaio di migliaio di cittadini che stanno aspettando una risposta. In quel caso avrei detto: Assessore, è una variazione di bilancio coraggiosa, però si deve fare, perché se a un cittadino che ha quattro coppi rotti, anziché dare 50.000 euro se ne danno 5.000 euro è fortunato. Mica tutti hanno quattro soldini da parte per sistemare le cose rotte. Chi ha quattro soldini da parte li ha sistemati, magari, due anni prima dopo il tornado e quindi non ha più neanche quei due soldini del TFR. La vita del cittadino veneto è questa: metto il TFR da parte, ho un imprevisto, lo aggiusto, però i soldi poi finiscono. Avremmo fatto una manovra per rendere le nostre imprese più competitive, visto che non è che ci sono solo le imprese eccellenti in Veneto. Per fortuna ne abbiamo tante eccellenti, ma ricordiamoci che ce ne sono tante in sofferenza e che chiudono, non è che dalle altre parti chiudono e in Veneto no. È segmento importante, noi abbiamo una cultura storicamente vocata alla piccola e media impresa. Perché no? È una scelta. Non puoi accontentare tutti, ma fai una scelta.
Magari avremmo potuto dire all'assessore De Berti, come abbiamo fatto l'anno scorso con il disavanzo di Pedemontana: diamo 15 milioni per il TPL per metterli sulle spese ordinarie dei contratti su gomma. Assessore, se si ricorda l'anno scorso vi ho detto bravi per questa cosa. Continuiamo a dare una mano al TPL, visto che non esistono solo le zone turistiche, ma esistono anche le aree interne, i territori periferici, la gente che deve andare a scuola o a lavorare e non prende i mezzi. Se non hai una cadenza, una efficacia e una efficienza il mezzo non è attrattivo.
Avremmo potuto dare un'idea di sostegno alla pesca. Su questo credo che l'assessore Corazzari ci stia lavorando e lo ringrazio anche perché ci sono stati dei momenti molto forti, serrati, di tensione e tanto l'assessore Corazzari, quanto l'assessore Mantovan sono stati disponibili a incontrare le delegazioni.
Assessore, ci siamo presi l'impegno di tentare di dare un segnale: tanti o pochi, prima di Natale deve arrivare qualcosa, perché a queste persone tagliano la luce. A queste persone tecnicamente tagliano la luce. Hanno già i solleciti di pagamento delle bollette. Non ho l'ambizione che vadano a fare il veglione di Natale, ma perlomeno che abbiano la spesa nel frigo per Natale.
Ci sarebbero potuti essere questi impegni. Invece, noi ci troviamo a fare la variazione di bilancio oggi perché prendiamo atto che una cosa che noi vi abbiamo sempre detto che era un fallimento dal punto di vista economico, si dimostra un fallimento, ovvero arriviamo a Pedemontana.
La narrazione che quando si fa una strada qualcuno la percorre non regge, perché anche nel deserto, se facciamo una strada, qualcuno la percorre. La narrazione di dire che della gente ci passa non regge. Anche se asfaltiamo il Canal Grande vuole che qualcuno non passi con la macchina una volta che l'abbiamo asfaltato? Però, è diverso quando si ha la responsabilità di amministrare una Regione importante e complessa come questa, che ha un PIL importante, che ha un mondo produttivo, che ha una serie di elementi qualificanti, anche in quelle che sono le piccole e medie imprese che devono trasportare in giro le merci.
Ad esempio, ho letto un passaggio del PRT, che è molto interessante. Dice che nonostante la competitività delle nostre imprese venete, molto spesso, lo dice il PRT, sono penalizzate perché mancano alcuni collegamenti est-ovest. È un passaggio, secondo me, molto interessante del PRT, Assessore, perché è uno spaccato in qualche modo anche apprezzato, perché fa una fotografia di quello che succede in Veneto.
Se partiamo dal PRT e dobbiamo fare una nuova opera e rinforzare i nostri punti di debolezza, magari ci sta anche un intervento a gamba tesa, ma noi, Assessore, in una Regione come questa, non abbiamo nessuna idea di come mettere in rete il modello infrastrutturale e facciamo una variazione di bilancio per un'infrastruttura che, a oggi, chiamandola per nome, sta generando debito nelle tasche dei cittadini veneti, tant'è che con la fiscalità generale e con i risparmi di altre cose andate bene andiamo a pagare questi disavanzi. Magari domani cambierà, ma oggi è così. Non siamo noi pessimisti, ma oggi è così. Perché io ero d'accordo con l'assessore De Berti su quell'idea, condivisa anche dal Presidente Zaia?
Ricordiamoci che il primo giorno di Consiglio regionale, quando generalmente si prevede che vengano date le linee guida, il Presidente Luca Zaia anche lì ci ha voluto stupire. Quali sono queste linee guida? Siamo in Veneto, portiamo subito nove progetti di legge. Il PDL n. 9 era proprio quello della riorganizzazione delle governance, delle infrastrutture e dei trasporti, proposto dal Presidente Zaia. Ragazzi, se con il 76% all'ultimo giorno del Consiglio regionale non riuscite a fare un progetto di legge presentato dal Presidente della Giunta regionale, nonché consigliere Luca Zaia, forse dobbiamo prendere atto che le infrastrutture incominciano a diventare il tallone d'Achille del Presidente Luca Zaia.
Se ci fosse stata una visione generale, sa, Assessore, forse avrebbe tutto un altro senso, perché si crea una governance unica, incominci a dire che probabilmente quelle risorse che oggi prendi da una parte le metti sull'altra perché rafforzi quel segmento economico di viabilità che oggi è in crisi. Domani, magari, quando quello si riprende, tu le usi per affidare la sfida della Padova-Brescia oppure le usi per la terza corsia. C'è un insieme di mutualità tra i territori che ha un senso. A quel punto, diventa giusto togliere i soldi da un'azienda che ha un'infrastruttura per rinforzare un'altra, che è sempre nostra, in un'ottica generale, dove domani, insieme, quando non ci saranno più problemi, si affiderà una sfida, crei un'idea di infrastrutture nel Veneto che ti dà un senso di quello che stai facendo. Magari domani uno dice che non c'è più il problema delle Pedemontana, abbiamo una governance unica: perché non pensare di rafforzare la Pedemontana facendo il famoso collegamento da Castelfranco all'Autostrada del Santo, la famosa 308, così arrivano più passaggi anche sulla Pedemontana?
Creiamo un sistema infrastrutturale di rete che si mette tra loro. Pensiamo, magari, a finire l'Arzaron, così, quando la Romea è occupata, abbiamo per tre province una vera alternativa per chi viene dall'alto polesine, dal veneziano, dal basso padovano.
Tutto diventa diverso. Devo prendere i soldi da CAV per la Pedemontana. Va bene. Domani li prenderò dalla Pedemontana per l'Arzaron, dopodomani li prenderò dall'Arzaron per la 308. Crei una sinergia che ha un disegno, che una Regione come la nostra è obbligata ad avere. Non possiamo andare avanti, come si dice, una scarpa e uno zoccolo. La Pedemontana non si collega a Padova perché quando arrivi all'altezza di Castelfranco devi andare nei paesini per prenderla, per l'Arzaron ci sono due dei tre stralci. Il passante, prendiamo i soldi da CAV, ma non finiamo le opere che erano previste.
Ricordiamoci, e dopo ci arriveremo, che non è che i soldi di CAV sono liberi. Ci sono delle opere che sono previste che non sono state fatte. Anche questo va detto. Quella volta avete detto che sono nel progetto, ma non erano nel piano economico-finanziario perché non si potevano pagare. Andatelo a dire voi ai Sindaci, che ogni tanto ci ricordano l'arretramento della barriera di Roncoduro, qualcuno che credeva ancora alle due tangenziali per portar fuori il traffico dalla Padana Superiore, dalla SR11, con tutto quel sistema infrastrutturale che aveva un senso.
Ecco perché, Assessore, io dico che se il ministro Salvini non ci avesse bocciato l'idea di una governance unica all'interno della nostra Regione, anche questa variazione di bilancio avrebbe avuto un senso diverso, perché avrebbe avuto un senso di vaso comunicante, di visione di rete, di messa insieme tanto di collegamenti quanto, ripeto, un aspetto anche mutualistico tra i territori, dove chi in quel momento economicamente riesce a essere più forte dà un aiuto a quel segmento di viabilità che è più debole. Questo è un elemento.
Torno al fatto che noi andiamo a prendere i soldi da CAV. Ci avete raccontato delle realtà che, alla fine, non stanno più in piedi. Prima i soldi di CAV, se non ricordo male, erano un tesoretto intoccabile. Guai a chi tocca i soldi di CAV, devono stare lì. Bene. Non si poteva toccarli, però vorrei ricordare che qualche anno fa lo abbiamo chiuso il bond. Quindi, quelle risorse non erano più a garanzia di niente, potevano cominciare a essere usate, tant'è che oggi le prendiamo, Assessore. Le prendiamo come? Qualcuno dice che possono essere utilizzate, qualcuno no. Intanto, teoricamente, dovrebbero servire a rafforzare il sistema infrastrutturale veneto. Io credo che la Pedemontana non sia un rafforzo del sistema infrastrutturale veneto, è un'opera che c'è già ed è un'opera di un privato. È un'opera dove abbiamo sbagliato i conti noi, perché se la previsione di quest'anno era meno 3 milioni e invece è dieci volte in più, evidentemente qualche conto, Assessore, lo abbiamo sbagliato. C'è poi un elemento che io, Assessore, non ho ancora capito.
Con questo indebitamento per i prossimi anni, con quest'opera, i cittadini del Veneto tutto a quante opere infrastrutturali – se fossero solo quelli infrastrutturali, perché abbiamo visto che una parte sono anche risorse a libera destinazione, che potevano andare da un'altra parte – devono rinunciare per i prossimi trent'anni? A quante rotatorie dobbiamo rinunciare? Se quest'anno metto 40 milioni là, 35, 20, 15, 1 vuol dire che non sistemerò un altro viadotto, vuol dire che non darò un contributo per la messa in sicurezza di un'altra strada, vuol dire che non prevederemo un'altra rotatoria. Siccome i soldi, come mi insegnate voi, non si stampano, vuol dire che se li metti da una parte, pur restando nel range di ragionamento infrastrutturale, se li metti su Pedemontana non li puoi mettere da un'altra parte. La vera domanda è: nei prossimi trenta anni a quante opere infrastrutturali che potevano migliorare o mettere in sicurezza la vita dei veneti dobbiamo rinunciare? È una domanda. Facciamo la somma di tutti i soldi che stiamo dando a Pedemontana. Farò campanilismo, ma l'Arzaron la finivamo. Non ci sono 20 milioni per l'Arzaron, mi pare che 20 milioni siano meno di quello che diamo in un anno a Pedemontana.
A quante strade nostre, come la regionale 11, potevamo rispondere circa l'appello dei Sindaci sugli attraversamenti pedonali che mancano? Lo dicono i Sindaci anche del vostro colore politico, pezzi di ciclabile per far passare le biciclette, visto che è una strada che attraversa i Navigli e la Riviera del Brenta. Potevamo pensare a dei punti con le pensiline per le corriere più sicuri, interventi di messa in sicurezza. Tant'è che quando è stata proposta la legge sul turismo, la prima cosa che hanno detto i Sindaci è stata: "Occhio, che tutto il tema dei ponti che si aprono e si chiudono non può andare in carico ai Comuni, perché non ce la facciamo a reggere". Mira, ad esempio, ha più di una di queste realtà.
A quante opere noi, solo rimanendo nel perimetro infrastrutturale, dovremo rinunciare da qua finché la vicenda Pedemontana non troverà un segno "più" davanti ai conti? Primo elemento.
Secondo elemento. Che capacità di pianificazione abbiamo? Dica, Presidente Soranzo.
A differenza sua, Presidente Soranzo, io sono molto preoccupato per le opere a cui il mio territorio dovrà rinunciare. Se questo è un elemento che la fa sorridere sono contento.

PRESIDENTE

Le sembra che stia sorridendo?

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Dopo una giornata in Aula, un elemento positivo, che porta un sorriso, ci vuole, però magari aspetti che arriva qualche battuta, non dove mancano le infrastrutture, perché sa, andare a dire a quei territori dove mancano le infrastrutture che mandano i figli a scuola con il pensiero che magari non succede niente quando tornano indietro, non è che sia proprio una cosa che ai cittadini la spieghi come io contro te, destra contro sinistra. Non è che sulla Romea la gente, quando ha i figli e i mariti che vanno a lavorare, sta proprio serena, così sulla regionale 11, così sull'Arzaron.
Arzaron è una provinciale? Sì, due dei tre stralci li abbiamo pagati noi. È un'incompiuta della eccellente Regione del Veneto, perché due dei tre stralci della SP09 li abbiamo pagati noi. Non vorrei essere disfattista, ma prima di fare due dei tre stralci ci siamo messi d'accordo con qualcuno che voleva fare il terzo, se abbiamo deciso di non finanziarlo? Ci siamo messi d'accordo? Perché si può anche dire, consigliere Pan: io finanzio due dei tre stralci, cara Provincia, tu finanzi il terzo. Ma lo dovevamo fare prima. Non è che tu fai due dei tre stralci e dopo vai in cerca, come la trasmissione dei pacchi, di chi ha il pacco che deve fare il terzo stralcio.
Una persona che spende bene i soldi dei cittadini veneti dice: è una provinciale; io faccio due dei tre stralci; tu, provincia, fai il terzo? Io faccio due dei tre. Sennò non creo un'opera che alla fine diventa un imbuto, perché tanto non viene percorsa, perché tanto, se qualcuno la percorre, si crea lo stesso un imbuto e si crea lo stesso il traffico.
Non è che c'eravamo noi al Governo quando è successa questa cosa qui. C'eravate sempre voi. Quindi, permetteteci almeno di dire che quella volta forse si poteva pensare a spendere meglio i soldi dei cittadini veneti, in modo più completo, perlomeno, mettiamola così.
Tornando al tema infrastrutturale, il primo dilemma l'ho detto prima: a quanto dovremo rinunciare finché la Pedemontana non avrà un segno "più" davanti ai suoi conti? Abbiamo un'idea di infrastrutture in Veneto? Abbiamo un'idea? Non è mica obbligatorio doverla avere o, se ce l'abbiamo, averla condivisa, ma abbiamo un'idea di infrastrutture in Veneto? Se io penso alle ultime strade che abbiamo realizzato, che non sono in collegamento tra loro, che non abbiamo avuto il peso politico di metterle in rete con le strade nazionali e non abbiamo avuto il peso politico neanche con chi sta sotto di noi di metterle in rete con le strade provinciali, penso che oggi questa variazione di bilancio sia l'ennesima toppa che noi mettiamo a una situazione che ormai è in caduta libera, una situazione ormai che non si sa dove andrà a finire.
Se noi oggi diamo questi 25 milioni, si dice, è per tre anni, dopo finirà. Non c'è prospettiva. Abbiamo visto i conti, sono venuti fuori dagli accessi agli atti. Gli atti ce li avete dati voi. Non siamo catastrofisti se diciamo che è un debito. È un debito. Punto. È un debito, una valutazione oggettiva, trasparente e realistica di quello che stiamo trattando.
Noi non possiamo permetterci di fare anche un ragionamento di questo tipo. Forse tra trenta anni non ci sarò, sicuramente non sarò in Consiglio. Assessore Lanzarin, se il Presidente Zaia punta al quarto mandato, a me il terzo potete darlo! A voi dice che più di dieci non potete farne e lui ne vuole fare venti, ma sono fatti di casa vostra. Arrangiatevi tra voi, che avete fatto la legge. Io non metto bocca.
Se io vedo i soldi che ha dato lo Stato, quindi tasse, soldi dei cittadini che pagano le tasse, quel famoso gettito fiscale che va a Roma, mettiamo quelli che abbiamo dato finora e mettiamo quelli che daremo, Assessore, credo che tra trenta anni qualcuno ci dirà che quella strada ce la potevamo fare noi, visti i soldi che dobbiamo dare.
Se prendiamo la proiezione e mettiamo i 600 e rotti dello Stato, quelli che abbiamo dato noi finora e quelli che daremo, io penso che su un'opera che cuba più di 2 miliardi, per 100 milioni forse non ce la pagavamo da soli. Magari avremmo potuto dire che quella strada era nostra, avremmo potuto dire ai cittadini veneti: caro cittadino veneto, sto facendo una strada che è tua e finiti i trenta anni sarà come il Passante, avremo degli introiti. Magari fra trenta anni Pedemontana avrebbe salvato la messa in sicurezza del Passante. Magari avremmo potuto pensare che la percorreva qualcuno di più, avendo uno dei pedaggi più alti d'Italia.
Possamai una volta fece uno studio. Solo la Brescia-Milano credo sia peggio, per quanto riguarda il passaggio tariffario, di Pedemontana. Magari avremmo potuto dire: mettiamo le stesse tariffe del Passante, magari qualcuno in più la percorre. Avremmo potuto dire, Assessore, che l'avremmo collegata a un modello infrastrutturale diverso, perché era nostro. Magari avremmo potuto fare le esenzioni ai cittadini del territorio, senza dover andare con SIS a trattare contratti e contrattini.
Assessore, una cosa è certa: l'esperienza Pedemontana ci insegna che quando andiamo a fare un contratto con qualcuno per fare una strada, veniamo fregati. Questo è un dato. Se noi abbiamo fatto il Passante, eravamo con ANAS, visto che siamo tanto contro lo Stato centrale, dove ANAS ci ha controllato, dove ANAS ci è stata a fianco, dove ANAS ci ha dato una mano, facciamo 34 milioni quest'anno di utile e 28 milioni l'anno scorso e abbiamo 200.000.000 da parte. Dove facciamo da soli, gliene diamo 44 indietro. C'è qualcosa che non va. Dove ci lasciano pianificare, programmare e fare le convenzioni e i contratti da soli vuol dire che non riusciremo. Giuseppe, è una roba brutta, sono fastidioso, ma è un dato di fatto. Dove non siamo da soli, come CAV, e qualcuno ci controlla, vediamo che il bilancio splende. Dove ci mettiamo a pensare da soli e sull'intuizione del Presidente Zaia andiamo a fare qualche accordo di quelli che devono salvare l'opera, sbagliamo. Qualcuno all'interno di questa maggioranza l'ha definita un'opera rivoluzionaria a livello europeo. Era il Presidente Zaia? Mi fa piacere.
Se è un'opera rivoluzionaria a livello europeo, perché non la percorrere nessuno? Anche l'Autostrada del Sole era un'opera rivoluzionaria, ma ha messo in rete l'Italia e ha fatto sviluppare una serie di territori. Dopo, va bene, qualche curva Fanfani, qualche territorio più di altri, però ha fatto sviluppare una serie di territori. Anche la curva Fanfani ha fatto sviluppare una serie di territori. Quella è un'opera rivoluzionaria a livello europeo, perché nel dopoguerra ha messo in rete tutto.
Il Ponte sullo Stretto sarà un'opera rivoluzionaria a livello europeo. Secondo me, ora che lo finiremo, se l'aeroporto lo abbiamo dedicato a Berlusconi, quel ponte lo possiamo dedicare a Salvini. Sarebbe l'apoteosi dell'assurdo. Al Segretario del partito che vuole l'autonomia magari proporremo di dedicare il Ponte sullo Stretto. A quel punto è lui che lo vuole e gli va dato atto. Puoi non essere d'accordo, ma è questo Ministro che lo vuole e sta spingendo per farlo. È un dato oggettivo, per carità.
Non sono un tecnico che sono in grado di dire se serve o non serve, però, visto che ci spiegate che i nove decimi del gettito fiscale vanno via dal Veneto, se torna qualcosa indietro di soldi e finivamo la Romea forse era meglio del Ponte sullo Stretto.
Collega, sa com'è, con tutti quei soldi da una parte dire che a noi non tocca...

PRESIDENTE

Continui.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Devo chiudere? Sto parlando da troppo? Ho ancora un'ora e mezza. Non ci sono emendamenti.

PRESIDENTE

Collega, non si distragga. Continui il suo ragionamento.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Dicono in Veneto "É peccato buttarla via. Perché lasciarla là?". Quando capita più di parlare un'ora e ventiquattro con gli altri che sono costretti ad ascoltarti? In genere, non mi ascolta nessuno. Quando mi capita più una platea del genere? Pensate che uomo fortunato sono a fare il Consigliere regionale in Veneto. Mi fanno parlare un'ora e ventiquattro minuti al microfono. Quando mi capita più?

PRESIDENTE

Collega, continui, per piacere. Rimanga sul tema, per favore. Grazie.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Io sono un uomo di mediazione. Se volete due minuti per bere il caffè, il Presidente sospende. Se non l'avete capito, posso ricominciare da capo. Non c'è problema.

PRESIDENTE

Continui, per piacere. Rimanga sul punto all'ordine del giorno.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Dopo, collega Pan. Grazie di avermelo segnalato.
Capite come c'è una visione distorta di quello che accade in Veneto. Alla fine, vogliamo l'autonomia. Dove non ci lasciano da soli le opere funzionano, dove ci lasciano da soli non funzionano.
Dicevo prima un dato oggettivo: quando andiamo da soli a fare i contratti ci va male. Ci va male, perché vuol dire che o qualcuno ne sa più di noi o, peggio ancora, noi credevamo di saperne di più di loro, ma non abbiamo fatto i conti, collega, con chi avevamo di fronte. Secondo me, è anche emblematico il fatto che siamo uno dei pochi casi in Italia che, come ente pubblico, ci assumiamo il rischio d'impresa. Siamo riusciti a superare anche quella barriera che c'era tra pubblico e privato. Una volta si diceva che l'imprenditore ha il rischio di impresa, ha dei rischi, non è come il pubblico, che è sempre garantito, ci sono delle cose che vanno messe in conto. Assessore, siamo riusciti a superarlo.
Quando si dice che il Veneto è eccellente, avete ragione. Siamo riusciti a buttare giù anche la barriera del rischio di impresa per i privati. Peccato non fare gli imprenditori in Veneto con un accordo con la Regione che si assume i rischi di impresa. È un peccato. Sapendo quello che so oggi, avrei progettato io la Pedemontana. Magari non avrei avuto problemi a svegliarmi la mattina e andare a guidare il vaporetto alle 2 di notte, se non vengo rieletto in Consiglio regionale. Avrei proposto a Villanova una società, avremmo progettato la Pedemontana. Andavamo in banca con un contratto in cui dicevamo che il canone fisso ci arriva. Villanova, dimmi se non facevamo soldi. Magari, anziché Pedemontana, l'avremmo chiamata "VM" (Villanova-Montanariello). Avrebbe avuto anche un cenno di venetismo nel cognome Montanariello.
Detto ciò, torno alle risorse che stiamo prendendo da CAV, e torno in maniera molto preoccupata su questo ragionamento. Noi siamo andati a raccontare, o meglio chi c'era prima di voi. "Noi" non è offensivo. Mi riferisco a chi c'era in Consiglio regionale prima. Qualcuno è cambiato, qualcuno no. La politica regionale è andata a raccontare il progetto. Sono stati bravissimi a mettere d'accordo tutti i territori, perché è stata un'opera di mediazione eccezionale. Credo che questa sia una cosa straordinaria, che va riconosciuta, che forse oggi non sarebbe più possibile fare con le leve che ci sono dal punto di vista amministrativo. Però, quando è arrivato il momento di farla, abbiamo detto: è vero che abbiamo promesso tutte queste cose, sono nel progetto, però il Piano economico-finanziario lo dobbiamo fare diverso. Siete stati onesti, Assessore. È giusto. Non puoi fare tutto ciò che è nel progetto. Intanto, facciamo quello che serve per far partire l'opera.
Infatti, il Piano economico-finanziario è diverso dal progetto iniziale, che è giustissimo. Faccio la strada, la faccio partire, man mano che funziona si fa il resto. Ripeto, non sono desiderata della politica. Per questo io me la prendo a cuore quando parliamo di quelle opere non fatte. Erano opere frutto di mediazione con i territori della Riviera del Miranese, un pezzo anche arrivando a Venezia, dove tutte le singole Amministrazioni avevano palesato le loro idee.
C'era chi diceva che è l'occasione per aggiustare quello che non funziona. C'era chi diceva che è l'occasione per avere un'opportunità, avere uno svincolo, non avere più il traffico. C'era chi diceva che è l'occasione per mettere tutto in rete. Ci hanno creduto.
Lo dico senza polemica, perché siete d'accordo anche voi, non potete non essere d'accordo, siete persone troppo intelligenti per non essere d'accordo con me. Adesso che abbiamo finito di pagare il Passante e c'è un tesoretto, cominciamo da quelle opere del progetto che non erano finite o ci avventuriamo in nuovi solchi e nuove avventure di nuove infrastrutture? Chiunque di noi, se abitasse lì, direbbe: finiamo la roba che non abbiamo fatto prima, dopo ne faremo altre.
Quei territori al 70% li amministrate voi, quindi non è neanche una battaglia di identità politica. Quei Sindaci che vanno sui giornali a chiedere quelle opere che mancano sono Sindaci, in molti casi, addirittura, della Lega. Capite che non è una battaglia politica, è una battaglia di necessità territoriale. È una battaglia di gente che vuole qualcosa che è stato promesso.
Ecco perché questa manovra di bilancio, secondo me, Assessore, non trova delle radici profonde su una logica di visione infrastrutturale o territoriale, perché se noi avessimo finito di fare tutte quelle opere che sono previste e dopo, una volta che sono avanzati dei soldi, li dedichiamo a fare altro, d'accordo, chapeau. Chi non può essere d'accordo? Sono soldi nostri. Li usi dove ritieni più opportuno.
Collega, se hai un'azienda che frutta come fai a dire che tu quei soldi non te li prendi per fare il bene dei cittadini veneti? Siccome non è così, Presidente Soranzo, e la vedo attento e vuol dire che sono riuscito a toccare le sue sensibilità su questo...
Le consiglio di chiudere la finestra perché vedo un po' di vento. Non vorrei non finire il bilancio perché c'è qualcuno che inizia a starnutire.
Assessore, capisce che questa manovra non trova nessuna forma di radice dal punto di vista amministrativo, dal punto di vista di visione infrastrutturale?
Presidente, può chiudere le finestre? L'assessore Lanzarin ha freddo.

PRESIDENTE

Collega, lei continui.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

No, io non posso continuare con l'Assessore che ha freddo.

PRESIDENTE

Continui tranquillamente. Stiamo facendo circolare l'aria.
Continui, per piacere. Non si distragga.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ho freddo anche io.

PRESIDENTE

Ho capito che fa fatica a tenere l'attenzione dell'Aula, perché adesso gli argomenti cominciano a scarseggiare.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Finché non manca il numero legale...

PRESIDENTE

La mia sensibilità sa che è molto elevata nei suoi confronti. Lei continui.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Siccome sono una persona altruista, vedo che lei sta come un eschimese con il coppino della giacca dietro le orecchie, l'Assessore chiede lo scialle in prestito, al dottor Valente si stanno appannando gli occhiali perché ha l'aria calda davanti e l'aria fredda da dietro.
Se ci fosse stato il vicepresidente Finco non lo avrebbe mai permesso.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, continui, sennò le devo togliere la parola perché non ha più argomenti.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Si figuri, Presidente.
Sto solo dicendo che avete aperto le finestre ed è freddo in Aula. Non si può dire? Diamo i soldi alla Pedemontana e non possiamo dire che fa freddo in Aula? Non ho capito.
Ha ragione. I soldi del riscaldamento li metteremo sulla Pedemontana, tanto risorse a libera destinazione le stiamo mettendo sulla Pedemontana, mettiamo due soldini anche per questo. Ha ragione. Ho sempre detto che il collega Pan è avanti. Si vedeva da quando eri giovane con le tue ideologie politiche che eri avanti. Anche io, Assessore. La ringrazio.
Riprendo, perché la mia collega non c'era prima. Adesso torniamo sul pezzo, perché è bello sdrammatizzare, è una giornata pesante dal punto di vista del clima, però, stiamo parlando di cose serie, stiamo parlando dei soldi dei nostri cittadini e di strade della nostra Regione.
Capisce, assessore Calzavara, che non ha una radice, come dicevo prima? Penso di averlo ripetuto, ma non per essere ripetitivo, per dare un rafforzativo al concetto che sto tentando di dare. Non ha un nesso logico. Non diamo risposte ai nostri territori, non finiamo le opere di nostra proprietà, non finiamo le strade di nostra proprietà, assessore De Berti, stiamo rincorrendo ANAS per darle indietro i 700 chilometri che ci avevano dato da gestire in Veneto Strade e ci mettiamo a pagare con i soldi nostri un'opera che dobbiamo pagare e voi siete costretti a pagarla? L'unico problema è che qualcuno ha fatto male i conti, e si trova sempre nei vostri paraggi e nel vostro perimetro politico.
Capisce che questa manovra di bilancio è uno schiaffo ai territori della Riviera? Questa manovra di bilancio è uno schiaffo ai territori del miranese. Questa manovra di bilancio certifica e conferma che non avete mantenuto le promesse con i territori della Riviera e del miranese. Questa manovra di bilancio certifica che la Provincia di Venezia, nella pianificazione di questa Regione, dal punto di vista politico, non conta nulla, perché si prendono le risorse che i cittadini della Provincia di Venezia hanno contribuito a generare, mettendoci di mezzo la qualità della loro vita e il loro territorio attraversato da una infrastruttura, per andare a dirottarli su un'opera che c'è su un'altra Provincia. Neanche nella Provincia stessa. La Romea, l'Arzaron. È la certificazione politica che Venezia, nella pianificazione politica di questa Giunta, se si può usare una battuta, è un limone da spremere. Venezia ha il disagio del Passante, con i territori dove non ci sono le opere correlate che entrano dal Passante ed entrano nei territori interni e con quei soldi, anziché dare una risposta ai territori veneziani, paghiamo un'opera che è da tutt'altra parte.
Prima o poi i cittadini di Venezia metteranno in conto che non sono secondi a nessuno? Non vogliono essere primi, ma neanche secondi a nessuno. Prima o poi qualcuno metterà in conto che abbiamo promesso per anni delle opere. Basta vedere le rassegne stampa, il virgolettato delle dichiarazioni che facevate. Se andate sulla rassegna stampa è pieno di virgolettati. Prima non si possono usare gli schei, dopo dobbiamo finire, dopo è presto. Quando si possono usare, li mettiamo da un'altra parte.
Mi avvio a chiudere. Per questo l'analisi che hanno fatto i miei colleghi prima di me, pur toccando altri tasti, sempre legati all'argomento in discussione, è un'analisi reale, che ci dice che oggi c'è una parte di Veneto che urla vendetta, politicamente parlando.
Cade il mito della Regione che non tassa nessuno. Cade il mito degli impegni che ci siamo presi, di alcune opere che dovevamo realizzare. Cade il mito che non abbiamo soldi per fare delle strade, anche se, per farne altre, dove abbiamo sbagliato i conti, invece, i soldi ci sono. Cade il mito della governance unica delle infrastrutture, voluta in persona dal Presidente Zaia. Cade il mito di una pianificazione della Regione che mette in rete, assessore Lanzarin, tutti i territori tra loro, anche quelli più nell'entroterra. Non esistono mica solo i territori principali, esistono anche i territori nell'entroterra. Esistono in un territorio come il nostro, territori che sono completamente isolati. Esistono territori, quando cominciammo ad arrivare nelle zone montane, che se c'è la neve le strade sono talmente strette che non si va neanche dal dottore. Una piccola risposta lì non si poteva dare? Stiamo cannibalizzando tutto con quest'opera? Abbiamo deciso che quest'opera è l'asso pigliatutto di tutti. Abbiamo deciso che quest'opera deve ipotecare il futuro dei cittadini veneti per trent'anni?
Cosa diremo ai nostri figli, che ci metteranno due ore in più per andare a lavorare? Non possiamo fare quella strada perché per trent'anni abbiamo i soldi impegnati da un'altra parte. E dopo ci lamentiamo che la gente va via dal Veneto.
Ragazzi, tutti quelli che ci mettono due ore per andare a lavorare vanno a vivere, una volta finito di studiare, in una città dove in un quarto d'ora, con le strade o con la metropolitana, si arriva dove si deve arrivare. Se non ve ne siete accorti, i giovani di oggi hanno una cosa che noi non avevamo: sentono molto di più la qualità della loro vita, apprezzano molto di più l'idea di tempo libero, apprezzano molto di più l'idea che si lavora per vivere e non si vive per lavorare.
Mi spiegate come facciamo a dire a questi giovani che devono rimanere in una Regione dove per andare a lavorare ci vogliono due ore e per trent'anni abbiamo un bilancio ipotecato e non potremo dare una risposta infrastrutturale, viaria, TPL di linea, TPL non di linea, ferro, acqua, gomma?
Chiudo davvero e spero, Presidente, che pur avendo avuto, a volte, dei toni simpatici, perché, Assessore, è giusto anche essere un po' leggeri, stiamo lavorando, ma non è che se le cose le fai con il musone lungo vuol dire che le fai meglio...
Assessore, una considerazione è certa, è plastica, è oggettiva. Oggi legittimiamo un fallimento. La cosa che vi lascia poco margine di spazio di fuga politica è che si tratta di un fallimento che avete progettato, programmato, certificato, sottoscritto e contrattualizzato voi. Oggi non c'è la visione dei disfattisti del PD o la visione di chi ha una narrazione diversa di questa Regione.
Oggi c'è solo una visione: non avete aumentato le tasse per la sanità, non avete aumentato le tasse per aiutare la piccola e media impresa, non avete aumentato le tasse per la scuola, non avete aumentato le tasse per la borsa di studio, non avete aumentato le tasse per quelle leve di ammortizzatore sociale e rinforzare l'edilizia popolare pubblica e aumentate le tasse per una strada sulla quale vi siete sbagliati a fare i conti. Questa è la verità, non ce ne sono altre.
Su questo, credetemi, prima o poi, forse non l'elettorato, che a volte è troppo distratto, ma la storia chiederà conto a chi ha fatto queste scelte sbagliate negandone l'evidenza.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Si è prenotato l'assessore Calzavara. Ne ha facoltà.
Prego, Assessore.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti.
Sarò leggermente più breve dell'ultimo intervento, anche perché approfitto della presenza dei colleghi di Giunta oggi; quindi, il mio sarà più che altro un inquadramento per dare la giusta dimensione di quello che è il provvedimento che stiamo affrontando, che non è il tracciare il futuro del Veneto per i prossimi dieci anni, è una variazione di bilancio.
Tolto il tema della Pedemontana, è una variazione di bilancio di 3,5 milioni di euro. È una variazione che fa un piccolo Comune a fine anno. Stiamo cercando, come sempre abbiamo fatto, di trovare tutte le risorse disponibili prima della chiusura del bilancio.
Lo facciamo nell'ultima settimana disponibile per cercare di mantenere quelle promesse che nel corso dell'approvazione del bilancio e dell'assestamento abbiamo cercato di dire, di promettere e di mantenere. In primis, i soldi che avevamo finanziato per il settore sociale dell'assessore Lanzarin, 700.000 euro per i minori e 200.000 euro per l'invecchiamento attivo, trovare ulteriori risorse per la cultura. Dopo ognuno ha le proprie sensibilità: se è solo cultura quella della 17 o se un evento finanziato all'interno della 49 deve essere soltanto considerato la sagra della bistecca. Lì dentro credo ci siano anche molti eventi o comunque situazioni organizzate sul locale, che fanno parte, anche queste, di una cultura della nostra identità, che vanno coltivate e vanno finanziate.
La crescita esponenziale, da questo punto di vista, delle domande ci impone una riflessione sulla qualità, visto che oggi la premialità di questi contributi viene generata da un'analisi puntuale dei bisogni, delle progettualità, dei rendiconti.
Mettere 1,7 milioni su quel tipo di intervento dà risposte a 310 iniziative su 460 presentate, in una dimensione che è molto più alta rispetto ai 10 che mancano nella legge a cui faceva riferimento la collega Ostanel. Le ho anticipato che stiamo cercando di trovare qualche risorsa in più su quel capitolo. Non possiamo accettare l'emendamento, ma un po' di risorse tra oggi e domani riusciremo a trovarle.
Questa è una variazione da 3,5 milioni, che l'anno scorso aveva una dimensione superiore essenzialmente perché, non avendo utilizzato i soldi che avevamo messo a disposizione della Pedemontana, abbiamo avuto quella disponibilità. Normalmente una variazione, che tra l'altro abbiamo introdotto negli ultimi anni, ha queste dimensioni.
Poi, c'è tutto il tema della Pedemontana. Credo che la vicepresidente De Berti sulla Pedemontana avrà qualcosa da dirvi, però parto proprio dall'ultima considerazione che faceva in chiusura il collega Montanariello. Diceva che tra qualche anno qualcuno ci giudicherà. Sarebbe interessante che quel tempo venisse oggi utilizzato per giudicare quelli che erano contrari al Passante di Mestre, e ce n'erano. Ce n'erano di contrari al Passante di Mestre! Ci sono quelli contrari a qualsiasi opera che viene fatta sul territorio.
Credo che oggi ci sia un po' di fastidio perché, invece di aumentare le tasse, utilizziamo i soldi del Passante, a cui molti di voi erano contrari, per riuscire a risolvere un problema, un problema su cui stavamo lavorando da tempo. Non è una soluzione dell'ultimo minuto. Sono due anni che lavoriamo attorno alla possibilità prima di convincere i bondisti e poi di convincere il Ministero. È una cosa estremamente complicata. Quando fai una cosa per la prima volta tutti hanno delle perplessità.
Essere riusciti, e per questo devo ringraziare il Consiglio di amministrazione di CAV e tutta la struttura, a portare, con molta pazienza, ma con coerenza, con tenacia, avanti questo progetto vi assicuro che non è stato semplice. Il configurarsi dei criteri per il rilascio da parte delle riserve, ma anche l'accettazione da parte del Ministero che queste risorse vengano utilizzate per delle opere che devono essere condivise dal Ministero stesso, che non possono essere utilizzate per altre iniziative, non è facile. Non possiamo dire che questi 34 milioni li potevamo utilizzare per le borse di studio. Credo sia chiaro a tutti. Ho sentito varie cose negli interventi, e mi scuso se stamattina ne ho perso qualcuno, ma è stata una mattinata un po' complicata.
Sono delle risorse vincolate. Solo lì le possiamo utilizzare, e le possiamo utilizzare per ulteriori opere. Credo che oggi la priorità sia quella di mettere in sicurezza un bene collettivo come la Pedemontana. Voi la ritenete il male collettivo o quello che ci porterà al disastro della Regione del Veneto, come se la Regione del Veneto abbia realmente il problema per 42 milioni di euro all'anno. Ma secondo voi una Regione come il Veneto ha problemi per 42 milioni di euro? Ma di cosa stiamo parlando? Una Regione come la nostra, con le dimensioni che ha sia di carattere privato, che pubblico, deve preoccuparsi per 42 milioni di euro?
Fino ad oggi è stata fatta un'operazione di contenimento della fiscalità. Il consigliere Montanariello, tra le tante cose che ha detto, ha sottolineato che non è possibile inserire le tasse durante. Le tasse si inseriscono soltanto nella fase di bilancio, quando approviamo la legge di stabilità. Quindi, solo quello è il momento in cui si possono introdurre nuove tasse, e lo vedremo nella prossima analisi dei tre disegni di legge del bilancio.
Da questo punto di vista, io credo che essere riusciti in maniera molto intelligente e con caparbietà a portare a casa queste risorse, essere riusciti, per la prima volta, ad avere...
Se mi parlate sopra è difficile. Faccio fatica. Stavate discutendo, però se uno sta parlando, è fastidioso. Quasi mai, perché lei si ferma e fa notare che stanno parlando gli altri. Quindi, è quello che sto facendo io in questo momento.
Cerco di concludere per lasciare spazio ai colleghi. L'impegno è di chiudere questa variazione, che ci permette di dare molte risposte al territorio veneto, in alcuni settori. Anche sul settore della cultura ci sono ulteriori risorse sulla legge n. 17, sul finanziamento dell'Orchestra di Padova e del Veneto. Diamo delle risposte per quei 3,5 milioni.
Essere anticipatori di quello che per tutti noi potrebbe essere un obiettivo, adesso poi si vedrà cosa succederà, è la dimostrazione di come quell'idea di holding veneta delle infrastrutture ha già al proprio interno i numeri per essere assolutamente sostenibile e per riuscire poi a fare anche delle operazioni di carattere tariffario, che ci permetteranno di essere ancora più competitivi sulla Pedemontana.
Mi fermo, ma volevo soltanto lasciavi una riflessione. In un contratto di trentanove anni riuscire a dire, dopo dieci dodicesimi che si sta gestendo questa attività, cosa succederà, non è facile. Vi invidio questa capacità di visione del futuro, perché credo sia qualcosa che io non ho. Credo che ci siano talmente tante variabili all'interno di quello che può succedere in trentanove anni, che dire – a fine anno gestiremo i primi dieci dodicesimi, dove abbiamo visto una crescita costante del traffico che chiaramente poi vedremo nel corso dei prossimi mesi sicuramente stabilizzarsi – che questa è la certificazione del fallimento credo sia una visione pessimistica. Fa parte del vostro modo di approcciarsi, almeno sul tema della Pedemontana. Io credo, invece, che sia un'opera che viene costantemente utilizzata. I numeri delle persone che la stanno utilizzando sono la testimonianza di un'infrastruttura che serviva al Veneto, che serviva al Nord Italia, che in futuro probabilmente sarà un elemento che ci permetterà di non consumare ulteriore suolo.
Io non ci sarò, ma magari lei sì. Verrà qua a dire che forse la Pedemontana, invece di fare la quarta e quinta corsia sulla A4, è meglio utilizzarla. Queste sono visioni, sono cose che soltanto il futuro potrà in qualche modo confermarci o meno.
Il primo anno di vera gestione della Pedemontana sarà il 2025. Il prossimo anno, in questa stagione, avremo dei dati attendibili sui quali si potranno fare previsioni future.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire l'assessore De Berti. Prego, Assessore.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Mi scuseranno i colleghi se non risponderò puntualmente a tutte le osservazioni che ci sono state fatte, ma alcune sono puramente strumentali. Non sento neanche la necessità di rispondere al consigliere Zanoni, il che vuol dire tanto, perché persino lui, gliel'ho detto prima, è diventato buono sulla Pedemontana. Ricordo interventi molto più cattivi. Molto probabilmente si starà rendendo conto di qualcosa.
Quando la collega Camani ha aperto l'intervento, questa mattina, durante l'intervento ha detto che lei sostanzialmente si occupa di numeri, studia i numeri e quindi avrebbe fatto una disquisizione su questi numeri.
Siccome considero la collega Camani una persona estremamente intelligente e sicuramente anche una persona che studia e legge le carte, proprio per la confidenza che la collega Camani ha con i numeri, l'ho ascoltata attentamente. Non è che si può sempre essere in disaccordo. A volte Montanariello è d'accordo con la De Berti, magari a volte la De Berti è d'accordo con qualcosa che dite voi. È una cosa reciproca.
Però, di tutto l'intervento che ha fatto la consigliera Camani, quando ha finito, mi è rimasta in mente una sola parola: omertà. Considerando che "delinquente" io non me lo faccio dire da nessuno, volevo leggere cosa vuol dire "omertà".
Se qualcuno ha qualche dubbio, è meglio chiarirlo: "Nome con cui fu anche indicata la camorra per il fatto che i suoi affiliati dovevano sottostare a un capo e a determinate leggi. In origine, la consuetudine vigente nella malavita meridionale, mafia e camorra, detta anche 'legge del silenzio', per cui si doveva mantenere il silenzio sul nome dell'autore di un delitto affinché questi non fosse colpito dalle leggi dello Stato, ma soltanto dalla vendetta dell'offeso. Più genericamente, nell'uso odierno, la solidarietà diretta a celare l'identità dell'autore di un reato o, con senso ancora più estensivo, quella solidarietà che, dettata da interessi pratici o di consorteria oppure imposta da timore di rappresaglie, consiste nell'astenersi volutamente da accuse, denunce, testimonianze o anche da qualsiasi giudizio nei confronti di una determinata persona o situazione. Tutti sapevano, ma nessuno osò infrangere il muro dell'omertà".
Posto che io non mi sono mai permessa in vita mia di dare del "delinquente" a nessuno, da destra a sinistra, da sinistra a destra, perché molto probabilmente vivrò in un mondo in cui, prima di dare del "delinquente" a qualcuno, ci penso bene e magari ho delle prove concrete, e magari non lo dico in un'Aula, ma vado da qualche altra parte (è una cosa che non sopporto, mettere in dubbio l'onestà delle persone), non so a parti inverse come questa minoranza si sarebbe comportata al nostro posto. Però, con l'approccio che avete sempre avuto e con i discorsi che ho sentito oggi, qualche dubbio mi viene.
Per una questione di comodità, uso l'intervento della collega Camani per avere una traccia di quello che è stato detto. Poi mi stamperò tutti i vostri interventi, perché ci sono delle affermazioni veramente che sono bizzarre, tutto e il contrario di tutto, e sono veramente da rileggere.
Per Pedemontana valgono dei principi che non valgono in altre medesime situazioni, e viceversa. La Pedemontana, giusto perché lo ricordiamo – non l'ho mai detto in Aula, non sono mai intervenuta più di tanto sulla Pedemontana, quindi è bene che in chiusura di questa giornata rimangano agli atti anche altre dichiarazioni – è un progetto che entra nel Piano regionale dei trasporti negli anni Novanta.
Quando un progetto entra nel Piano regionale dei trasporti, molto probabilmente, è un progetto richiesto dal territorio, territorio inteso come Comuni, associazioni di categoria e quant'altro.
Nel 2001 la Pedemontana viene individuata come intervento strategico di preminente interesse nazionale. Nel 2006 il CIPE approva il progetto preliminare. Tenete presente che dal 2001 al 2017 si sono alternati un sacco di Governi, da destra a sinistra, da sinistra a destra. Nessuno ha mai messo in discussione la Pedemontana.
Nel 2009 c'è l'aggiudicazione della concessione. E spiego come avviene l'aggiudicazione della concessione, prima che qualcuno di voi faccia altre dichiarazioni del tipo che ho sentito in questi anni. Apro una piccola parentesi. Ovviamente, c'è uno spaccato, che è il 2020. Qualcuno di voi dice "dateci le carte che non ci date". Tutte le richieste, consigliere Ostanel, che fate agli atti, tutte le carte vi sono sempre state date, son state date ai colleghi Zanoni, Ostanel, Camani e a tutti quelli che ne hanno fatto richiesta. Quando nel 2017 abbiamo discusso il TAC tutta la documentazione è stata trasmessa al Consiglio regionale, compresa la minoranza.
L'aggiudicazione della concessione non avviene con un atto politico deciso dalla Giunta, ma avviene a seguito di una sentenza che ha stabilito a chi andava aggiudicata la costruzione e gestione della Pedemontana.
Nel 2009, considerando che era un'opera importante, è stato nominato il commissario. È un'opera commissariale al pari del Passante di Mestre. Non aggiungo quanto ha già detto il collega Calzavara sul Passante di Mestre.
Nel 2010 viene approvato il progetto definitivo, nel 2012 iniziano i lavori e poi arriva il 31 dicembre 2016. Vi risparmio l'incidenza sul PIL, l'occupazione, l'incidenza sul PIL nazionale, tutte cose già dette e che potete tranquillamente andare a rivedere. Arriva il 2017. Secondo la consigliera Camani ‒ leggo quello che ha detto lei ‒ il Presidente Zaia ha detto che l'atto convenzionale sarebbe stato un affarone.
Nel momento in cui la consigliera Camani legge i numeri della Pedemontana li dovrebbe leggere con un approccio intellettualmente onesto; quindi, guardare tutti i numeri per potersi fare un'idea equilibrata di quello che è successo in questi anni, anche se lei non ne vuole parlare. La convenzione viene firmata nel 2009, il primo atto, e Zaia, se non sbaglio, era Ministro. Nel 2013 c'è un atto aggiuntivo. Sostanzialmente, i ricavi che in quegli atti erano previsti come ricavi complessivi che il concessionario avrebbe dovuto avere nei 39 anni erano pari a 21 miliardi e rotti. Questo dato non le sarà sfuggito, immagino. Soprattutto non le sarà sfuggito che alla base di quegli atti c'erano dei flussi di traffico ‒ per carità, altri tempi, tutto quello che volete, parliamo di 25 anni fa ‒ che parlavano di 33.000 TGM.
Nell'atto del 2017, definito "TAC", che oggi voi tutti avete demonizzato, quei ricavi complessivi da 21 miliardi sono stati portati a 12 miliardi; sono stati tolti al concessionario 9 miliardi di ricavi, cosa che non viene mai detta. Partiamo dal presupposto che quando si dice che la Pedemontana costa 12 miliardi si fa volontariamente confusione, perché 12 miliardi non riguardano la costruzione. 12 miliardi riguardano costruzione, gestione e manutenzione per 39 anni. Il costo di costruzione della Pedemontana è pari a 2,258 miliardi. Ormai viene fuori dalle orecchie anche ai bambini.
La consigliera Camani, ma non solo, l'hanno detto anche i consiglieri Montanariello, Zanoni e forse anche qualcun altro, dice: "Con il terzo atto convenzionale avete accettato il contrappasso peggiore per le operazioni di project financing". Sto leggendo il suo commento: "Avete posto in capo all'ente pubblico, alla Regione, il rischio connesso ai pedaggi e avete garantito al concessionario l'entrata certa del canone di disponibilità". Concedetemelo.
Tenete presente che il TAC non viene fatto in "due e due, quattro" nell'ufficio dell'assessore De Berti o del Presidente Zaia in maniera superficiale. Al consigliere Lorenzoni dico: anche con dei consulenti capaci. Non è che perché i consulenti li nominiamo noi sono politicamente dalla nostra parte, invece quelli che nominate voi sono persone capaci. È un po' offensivo quello che lei ha detto. La sua collega Zottis può confermare che io non faccio distinzioni politiche. A me interessano consulenti capaci.
Abbiamo approvato il TAC. Impregilo Salini, che sostanzialmente era un altro che aveva fatto offerte sulla Pedemontana, dopo SIS, ha fatto ricorso dicendo quello che dite voi, ossia che il terzo atto convenzionale aveva spostato il rischio di domanda dal concessionario alla Regione. Sapete che secondo la direttiva Eurostat i rischi sono tre: domanda, costruzione e offerta (o disponibilità). Rischio costruzione, in capo al concessionario; rischio disponibilità, in capo al concessionario; rischio domanda, noi dicevamo una cosa e in questo caso Salini ne diceva un'altra.
Tenete presente che la Corte dei conti prima del 2017 aveva anch'essa detto qualcosa che era in linea con quanto diceva la Regione Veneto. Con una sentenza del tribunale amministrativo regionale del Veneto (vedo che la consigliera Camani prende appunti, quindi le dico il numero), la sentenza n. 299/2019, pubblicata il 7 marzo del 2019, proposta da Salini Impregilo contro la Regione per l'annullamento della delibera del TAC... Lo leggo, perché vale la pena che tutti sappiate, se non vi è mai capitato di leggerlo. Il giudice amministrativo entra nel merito delle scelte della Regione Veneto e, proprio nella parte conclusiva della predetta sentenza, rileva che: "La Regione si è trovata a dover scegliere quale fosse la strada migliore per il perseguimento degli innumerevoli interessi pubblici coinvolti". Interessi pubblici. Non so voi quando amministrate o quando avete amministrato nei vostri territori che interessi abbiate tutelato. Qui si tutelano gli interessi pubblici. "Da un lato, l'interesse al completamento di un'opera ritenuta strategica e già in fase di esecuzione; dall'altro lato, l'interesse a una corretta ed efficiente utilizzazione dei fondi pubblici già impiegati e ancora da impiegare, per portare a compimento l'intervento programmato e consentire l'attivazione del servizio; dall'altro lato ancora, l'interesse della collettività a una razionale utilizzazione del territorio, già inciso dall'avvio delle opere, e alla sollecita realizzazione di un'infrastruttura di notevole rilievo. Dunque, alla luce di tali circostanze, la scelta dell'Amministrazione di conservare la concessione in essere, seppure apportandovi le modifiche necessarie al complessivo riequilibrio economico e finanziario dell'intervento", perché sappiamo tutti che l'opera non era bancabile per "n" motivi, perché c'erano 75 Comuni esentati. Qualcuno potrebbe dire che sono 36 i Comuni. No. Sono 75 comuni esentati, con tariffe più alte delle attuali del 30% e con esenzioni temporanee e anche di difficile applicazione.
Andiamo avanti: "Al reperimento dei finanziamenti necessari al completamento dell'opera. Appare ragionevole e, in quanto tale, non può essere sindacato in questa sede". Non solo. Prosegue: "Le modifiche apportate alla convenzione del 2009, come modificata nel 2013, risultano legittime, dal momento che non hanno comportato" leggo piano così prendete appunti "un mutamento sostanziale della concessione e non era, quindi, necessario l'espletamento di una nuova procedura concorrenziale".
Motiva, pertanto, il dispositivo, osservando che: "Il terzo atto convenzionale non ha affatto previsto una traslazione dal concessionario al concedente del rischio della domanda coincidente con il cosiddetto 'rischio traffico', che può essere definito come rischio che i volumi di traffico effettivi siano minori di quelli assunti" o stimati, aggiungo io "a base del Piano economico-finanziario".
Oggi ho avuto ‒ apro e chiudo una parentesi ‒ da voi la percezione che siate degli intenditori di flussi di traffico e di quello che può essere il TGM. Quindi, una valutazione se assumervi tutti come consulenti potremmo anche farla. Chiudo la parentesi.
"Difatti, tale rischio è stato sin dall'inizio posto a carico del concedente pubblico". Lo rileggo, perché il consigliere Pan era distratto: "Difatti, tale rischio è stato sin dall'inizio posto a carico del concedente pubblico, come si può agevolmente ricavare dalla lettura dello schema di convenzione posto a base di gara e degli articoli 8 e 15 dell'originaria convenzione stipulata tra le parti nel 2009". 2009. Quante volte ve lo devo ripetere? Non 2017. 2009.
Collega, lei ci ha dato dei "delinquenti". Lasci perdere. Le ricordo che cosa ha detto la collega Scatto, consigliera Camani. Non faccia la santa.
Anche l'atto aggiuntivo del 2013 ha confermato tale previsione. Peraltro, questo fatto è stato espressamente riconosciuto anche dall'ANAC. Quindi, non solo Corte dei conti, non solo TAR, ma anche ANAC, che, con delibera n. 1202 del 22 novembre 2017, afferma: "Il rischio traffico è sempre gravato sull'Amministrazione e il terzo atto convenzionale ha avuto come effetto soltanto quello di contribuire a un chiaro equilibrio dell'allocazione dei rischi nell'ambito del rapporto concessorio esistente".
Vi leggo anche quello che dice la Corte dei conti, così ripassiamo anche la Corte dei conti: "I vantaggi conseguiti con il TAC e il quadro delle criticità attuali o permanenti". Per buona pace di tutti, in questa relazione la Corte dei conti fa osservazioni sui ritardi dell'opera. È la delibera n. 182/2020. Si legge: "Pertanto, con la stipulazione nel 2017 del TAC (terzo atto convenzionale), la Regione ha rideterminato l'assetto negoziale ricorrendo all'aumento del contributo pubblico, il quale ha consentito di conseguire effetti di rilevanza positiva" ecco perché il Presidente parla di affari e del TAC come di un obiettivo raggiunto "consistenti in primo luogo nell'accelerazione dei tempi di esecuzione dei lavori, i quali sono progrediti in percentuali significative rispetto all'anteriore situazione di stallo. Inoltre, allo stato delle acquisizioni istruttorie, il TAC ha realizzato diversi effetti economico-finanziari di reciproco vantaggio sul pregresso assetto negoziale, tra i quali lo sblocco del closing finanziario per il concessionario, con la connessa già evidenziata accelerazione dei tempi di esecuzione dei lavori, il miglioramento dei saldi programmati nel sinallagma contrattuale e nel complessivo equilibrio economico-finanziario del partenariato pubblico-privato, la definizione dell'attività espropriativa anche nei diffusi e complessi profili contenziosi".
Sarò ancora lunga, collega Caner. Sono dieci anni che sto zitta. Lasciatemi parlare almeno oggi.
Nel 2016, quando abbiamo fatto gli studi di traffico, siccome gli studi di traffico ‒ concordo con voi ‒ sono importanti, ma sono pur sempre delle stime, il Presidente Zaia ha cercato di segnalare al Governo che vi era la necessità di creare un ente, cioè qualcuno che certificasse i flussi di traffico. Il Governo di allora ci disse che non era possibile. A quel punto, che cosa abbiamo fatto? L'Università di Padova ‒ non so se per lei siano consulenti seri, consigliere Lorenzoni ‒ ha validato il metodo di calcolo che è stato utilizzato per l'analisi dei flussi di traffico. Non è che il TAC, ribadisco, non è stato fatto secondo molti approfondimenti.
Arriviamo al 2017. Ne ho sentite tante, anche dall'ex ministro Delrio, che ha avuto un bel coraggio. Con un intervento che ha fatto un paio di mesi fa, il ministro Delrio mi ha fatto capire che nel 2016-2017, quando interloquivamo con loro, sostanzialmente, nemmeno si erano letti le carte, e lo ha dimostrato in una sua intervista.
Cosa succede? L'opera si pianta. In Italia, di solito, quando le opere sono in gestione ordinaria e si piantano viene nominato un commissario per sbloccarle. È sempre successo così, da nord a sud e da sud a nord. Il Governo di sinistra (Delrio), Governo che fino a quel momento non aveva mai contestato la Pedemontana (nessuno l'aveva mai contestata, Governi di sinistra e di destra), sostanzialmente ci fa il regalo, il 31.12.2016, di togliere il commissario. Quindi, un'opera è bloccata, tolgono il commissario e ci dicono: "Sapete cosa vi diciamo? Arrangiatevi". Carta canta e villan dorme. Uno potrebbe dire "arrangiatevi" nel momento in cui un'opera è a zero, deve ancora partire. Tenete presente che la Pedemontana non la chiede la Regione: la chiedono i territori, la chiedono i Comuni, la chiedono le associazioni di categoria, la chiede la zona più industrializzata del Veneto. Giusto per chiarirci su questa cosa.
Quale era la situazione al 31 dicembre 2016? Il ministro Delrio dice: "Avevo detto a Zaia di fermarsi e di non farla". Anch'io potrei dire che Marcato deve andare sulla luna. Dopo bisogna dargli le ali e anche qualcos'altro. Nel momento in cui il commissario viene tolto, siamo a un livello in cui il 27% delle opere è già realizzato, l'occupazione delle aree è già praticamente fatta per buona parte e il 70% degli scavi e degli sbancamenti è già fatto.
Voi direte: perché hanno iniziato l'opera se non avevano i soldi? Perché il Codice degli appalti allora vigente lo permetteva. Loro hanno fatto queste opere con il contributo pubblico che allora era già stato erogato. Contributo pubblico dello Stato, stanziato anche dai Governi di sinistra. 614,910 milioni. Erano già stati erogati, in quel momento, 548,128 milioni. Praticamente quasi tutto il contributo pubblico. Di fatto, quindi, ci trovavamo in una condizione in cui non era possibile tornare indietro.
Io non so se Delrio abbia mai amministrato un Comune. Non lo so. In Emilia-Romagna vediamo le conseguenze della gestione di sinistra. Sicuramente Delrio, dichiarando che potevamo fermarci, mi ha fatto capire che nel 2016 era tutto tempo perso, perché tutte le carte che abbiamo mandato non si sono neanche degnati di leggerle e di capirle. Se ne sono totalmente fregati del territorio veneto. Hanno, di fatto, lasciato i veneti con una ferita sul territorio.
Io accetto tutto, però che mi dicano che noi non abbiamo fatto un'assunzione di responsabilità anche no. Forse l'assunzione di responsabilità non l'ha fatta il Governo di sinistra, perché nel passaggio dalla gestione commissariale alla gestione ordinaria voi non avete idea di quali siano state le difficoltà. A livello di struttura e di personale noi non eravamo pronti a gestire un'opera di questo tipo e abbiamo dovuto organizzarci. Ringrazio tutti i tecnici della Regione Veneto che in questi anni si sono prodigati per far diventare la Pedemontana Veneta oggi una realtà.
Nel 2017 ci siamo trovati davanti tre opzioni. La prima era quella di non realizzare l'opera, con la revoca del contratto di concessione, per motivi di pubblico interesse. Si poteva fare. Cosa dovevi fare? Tutti gli espropri da pagare, il ripristino dello stato dei luoghi e contenzioso, ovviamente, con il concessionario, che avrebbe esposto la Regione chissà a quali somme, cari miei 40 milioni, per qualche anno, oltre al danno ambientale ad abbandonare lì un cantiere aperto, con un contenzioso anche sul contributo erogato al concessionario. Oppure si poteva realizzare l'opera, risolvevamo il contratto con il concessionario, riprogettazione e nuovo appalto. Cosa voleva dire? Lo stato di consistenza, sicuramente, e lo stato delle opere non sarebbe stata una cosa amichevole da definire. Se avessi dovuto, nel 2017, riprogettare l'opera avrei dovuto applicare il prezzario allora in vigore, cari miei 2,258 miliardi, solo per la costruzione e poi avrei dovuto fare un nuovo appalto e andare, sostanzialmente, alle calende greche. Oppure c'era una terza ipotesi: quella di realizzare l'opera rimodulando il contratto di concessione a condizioni migliorative per la Regione Veneto che, però, permettessero di rendere bancabile l'opera.
Questo noi lo abbiamo fatto. È l'opzione che, con tanto di consulenti incapaci, come dice Lorenzoni, abbiamo scelto. Siamo arrivati alla determinazione del TAC. È stata la scelta giusta aver optato per l'opzione C? Corte dei conti, ANAC e TAR hanno detto di sì, che noi ci siamo preoccupati dell'interesse pubblico e dell'interesse dei veneti.
Di valutazioni su che cos'altro si poteva fare, nel 2017, in quest'Aula ne abbiamo discusso tanto per trovare soluzioni che fossero sostenibili, che fossero accettabili, che fossero legittime. Il consigliere Zanoni ha detto che bastava chiudere con la SIS e darlo ad ANAS. Ce lo poteva dire prima. Se ce lo diceva prima lo facevamo. Non l'avevamo valutato. Era così semplice.
Passando a quanto ha detto il consigliere Zanoni, solo una cosa. Mi lega una simpatia al consigliere Zanoni, perché la Pedemontana ci lega da tanti anni. Ha detto di essere andato a vedere quello che è successo alla Galleria Malo. Per inciso, lo dico ai consiglieri Zanoni e Luisetto: la crepa non è nella galleria Malo. Attenzione. È la perdita d'acqua nella galleria Malo. C'è un'altra galleria e la crepa era stata fatta lì dal concessionario per fare le verifiche. Però, se voi fate i video e date informazioni non corrette, poi il cittadino ha informazioni non corrette.
Il consigliere Zanoni ha detto che ha fatto una ricerca per capire se altre gallerie avevano avuto lo stesso problema. A me non interessa. Anche se ci fossero state altre gallerie con lo stesso problema, non sarebbe una giustificazione, per me, per quello che è successo. Che ce ne siano state cento, che ce ne sia stata una o che non ce ne siano state per niente, il problema deve essere risolto all'origine.
La consigliera Luisetto prima ha detto "noi desumiamo", quasi con un po' di incertezza in quello che diciamo. Desumendo, però, pensate di avere la verità in bocca, ma non è così. L'operazione verità richiamata dalla consigliera Camani è l'operazione verità strumentale alle finalità politiche del PD e consorti. I suoi colleghi, Consigliera.
Consigliera Ostanel, lei ha detto ‒ sinceramente non so se l'ha detto lei o qualcun altro, perché mi sono persa nei vari interventi ‒ che la Pedemontana va manutenuta. Quale strada non è soggetta a manutenzioni? Se voi, che siete detentori della verità, conoscete un modo per fare una infrastruttura che, una volta realizzata, si autogestisce e per la quale si fanno automaticamente le manutenzioni, me lo spiegate. Dopo, magari, spieghiamo anche ai Sindaci come si fa a mantenere le piste ciclabili.
Per quanto riguarda la questione dell'utilità della Pedemontana, la consigliera Camani prima ha detto: "Non ne voglio parlare, ne parleremo più avanti, molto probabilmente ne parleremo la settimana prossima". Io dico alla consigliera Camani che sull'utilità della Pedemontana, se non vuole chiedere ai sottoscritti, non vuole chiedere ai cittadini, ai Sindaci, alle associazioni di categoria, alle molte imprese alle quali il collegamento della Pedemontana ha, di fatto, cambiato la vita, lo può chiedere al collega Zanoni, che quando ne ha la possibilità la usa. Un'opera inutile non dovrebbe essere utilizzata.
La consigliera Camani mi dovrebbe spiegare perché la Pedemontana è uno spreco, non è utile. Ripeto: chiesta dal territorio. I 44 milioni che vado a pagare per la Pedemontana, per la costruzione e la gestione, non sono per 39 anni. Per quanto riguarda il Piano economico-finanziario depositato nel 2017, quando allegato al TAC, che è venuto anche qui in Consiglio regionale, che molto probabilmente qualcuno distrattamente ha guardato, il deficit o, comunque, il fatto che non ci fosse l'equilibrio per i primi nove anni era già dichiarato. Poi ci troviamo nelle condizioni che quel flusso di traffico fatto nel 2017, su un modello certificato dall'Università di Padova, aveva dato come risultato 27 TGM, sul quale si basa il Piano economico-finanziario.
Noi diciamo che ci sono state le guerre e c'è stata la pandemia. La pandemia ha rivoluzionato tutte le politiche di mobilità. Nessuno mi venga a dire che nel post pandemia non ci sono contraccolpi di quello che abbiamo subìto negli anni del Covid. Le guerre, attualmente ancora in corso, ahimè, hanno provocato un aumento del costo della vita, un caro materiali notevole (non so se ve ne siete accorti, ma negli ultimi anni le opere sono decisamente aumentate), che sicuramente ha avuto un impatto anche sulla capacità del singolo, delle famiglie e delle imprese di poter affrontare la Pedemontana.
Spesso e volentieri si fanno confronti tra il pedaggio della Pedemontana e il pedaggio della A4, ma la Brescia-Padova è stata costruita nel 1952. Sicuramente i pedaggi nel 1952 non erano quelli odierni. Oggi abbiamo pedaggi molto bassi perché, di fatto, si è ammortizzata tutta l'opera e l'opera ha fatto il suo corso. L'opera ‒ lo sapete benissimo ‒ ha bisogno di essere potenziata. Si parla spesso di quarta corsia, ma la quarta corsia fisica della Brescia-Padova, da Verona in poi (non dico da Verona verso Milano, ma da Verona verso Venezia), non è possibile realizzarla semplicemente perché a Verona si dovrebbe spostare la tangenziale. Piccolo particolare. Non è, però, l'unico motivo. Anche a Vicenza non ho più spazi per allargare la Brescia-Padova.
Il corridoio va potenziato, sicuramente. Abbiamo l'alta velocità, i cui cantieri stanno andando avanti. Quando si sente dire che non si vedono investimenti ferroviari è dura da digerire, perché in Veneto non ci sono altro che cantieri dell'alta velocità. Partiamo dal presupposto che l'alta velocità serve per liberare la linea storica e potenziare il trasporto regionale. La Brescia-Padova, di fatto, in base ai flussi di traffico che ci sono stati forniti da quelli della Brescia-Padova, ha problemi di intasamento, soprattutto da Montecchio a Padova.
Dobbiamo ragionare in una visione di insieme, quella visione d'insieme che mi sembra di condividere ultimamente con il consigliere Montanariello. Quando è stato approvato il PDL del Presidente Zaia tanta condivisione non c'era, però si matura. Bisogna avere una visione. Se uno non capisce, deve riuscire a guardare oltre. La Pedemontana oggi c'è ed è funzionante, i flussi di traffico sono in costante aumento, coloro che la utilizzano, ripeto, ne traggono un beneficio e potrebbe tranquillamente diventare, in una visione complessiva, senza bisogno di fare la quarta corsia, quindi occupare altro suolo, la quarta e la quinta corsia della Brescia-Padova.
Tenete presente che la Pedemontana è composta da 94,5 chilometri di infrastruttura, con 68 chilometri e 300 metri di opere complementari, parzialmente nuove e parzialmente riqualificate, e il 70% dell'opera è, di fatto, in trincea. Comprendete bene che un'opera per il 70% in trincea costa molto di più nella costruzione, nella gestione e nella manutenzione. Chi ha spinto i Sindaci a scegliere di azzerare l'impatto ambientale ‒ che, per carità, ci sta ‒ sono stati i Sindaci del territorio che, a quel tempo, hanno chiesto di trasformare la Pedemontana da autostrada a superstrada, spinti dai comitati ambientalisti, perché stavano subendo una pressione. Sicuramente la collega Rizzotto se lo ricorda bene, perché ne parliamo spesso e volentieri, ma anche la collega Lanzarin. Loro hanno vissuto in prima persona la problematica. Si è scelto di fare la trincea per il 70%.
È ovvio che se io avessi fatto la Pedemontana a piano campagna sarebbe costata la metà. Mi costerebbe meno di gestione, mi costerebbe meno di manutenzione e sicuramente i pedaggi sarebbero molto, molto, molto più bassi. Però è stata fatta una scelta. Per questo all'inizio, 15-20 anni fa, si parlava solo ed esclusivamente di sostenibilità ambientale. Poi è stato detto che la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con la sostenibilità economica e sociale. Quello che, però, mi fa ridere e mi fa un po' sorridere è che coloro che allora hanno preteso che ci fosse una sostenibilità ambientale, spinta ad ogni costo, oggi sono gli stessi ‒ perché sono sempre loro ‒ che ne contestano la sostenibilità economica. Partiamo dal presupposto che la Pedemontana, a livello di sostenibilità, è un'opera assolutamente sostenibile.
Mi rifaccio a un'interrogazione a cui ho risposto la settimana scorsa, sempre alla consigliera Camani, sulla 308. Se realizzo, di fatto, la 308 direttamente io, come Regione, facendo un mutuo, con buona pace dell'assessore Calzavara, che sta già sudando, e se tenete presente che le stime (che sono stime, quindi non hanno quella certezza invocata stamattina dalla consigliera Camani) parlavano, prima del caro materiali, di 1,1-1,2 miliardi per il raddoppio e il collegamento alla Pedemontana (con il caro materiali che c'è stato andiamo oltre, spesso e volentieri, il 50%), ho calcolato 1,5 miliardi per 40 chilometri, raddoppio più collegamento, diviso 39 anni, solo la costruzione (queste sono materie dell'assessore Calzavara, interessi e quant'altro): solo per il mutuo mi servirebbero 38 milioni all'anno, senza considerare la gestione e senza considerare la manutenzione.
È ovvio che i project arrivano da un periodo in cui non sono mai stati ben visti, perché forse in alcuni casi ne è stato fatto un uso, in tutta Europa, non consono, partendo dal presupposto che non esistono strade che all'inizio si autofinanziano e stanno in piedi da sole, senza bisogno di intervenire. Sulla Pedemontana, se io tenessi in considerazione solo i 2,258 miliardi per la costruzione (risultato di progetto fatto allora) e li dividessi per 39 anni, il risultato sarebbe 57 milioni all'anno. Non 57 milioni per nove anni o dieci o quindici. 57 milioni per 39 anni. La 308 viene tanto invocata dalla consigliera Camani, ma molto probabilmente invochiamo le opere quando ci interessano. Poi, quando ci sono opere in altri territori dove il consenso è di altri, allora lì vengono contestate. Sono, di fatto, 38 milioni, senza gestione e senza manutenzione.
Sul canone di disponibilità la chiosa finale la faccio dopo.
C'è un'altra cosa che non accetto. So che lei i numeri li sa leggere, quindi la deviazione che fa e le interpretazioni che fa non mi piacciono. Lei dice: "Ci avevano detto che nel 2024 avremmo pagato 3,3 milioni. Avete messo nel bilancio di previsione che ne avremmo pagati 19,3 e oggi andiamo a fare una variazione di bilancio con la quale certifichiamo che di milioni ce ne costa 44". Consigliera Camani, lei parla di 3,3 milioni del Piano economico-finanziario. So che ha letto le carte, però il Piano economico-finanziario va letto con il contratto che c'era, il quale prevedeva che l'opera sarebbe entrata in servizio a settembre 2020. Quindi, quel canone è per tre mesi.
Nel 2024 andiamo a pagare un canone superiore perché c'è una differenza tra i 27.000 TGM, che sono meno, perché appena aperta sono 21, alla luce di tutto quello che ho detto prima, ma ci sono dieci mesi, non tre. Sono dieci mesi, non tre. La Pedemontana viene aperta e l'interconnessione entra in funzione a maggio 2024. Con l'interconnessione la differenza nei flussi di traffico si è vista tutta. Tenete presente che l'interconnessione arriva dopo perché il casello di Montecchio e l'interconnessione erano, di fatto, nel Piano economico-finanziario della Brescia-Padova, non erano nel Piano economico-finanziario della Pedemontana. Nelle interlocuzioni con il Ministero avevamo chiesto di poter trasferire la realizzazione del casello e dell'interconnessione nell'ambito di Pedemontana, in modo da poter aprire prima anche l'interconnessione. Dalle stime di traffico, la mancanza dell'interconnessione ci comportava un difetto nei flussi di traffico di un 13%. Valeva tanto solo l'interconnessione. Dall'interconnessione, invece, poi c'è stato un balzo enorme nei flussi di traffico. L'ANAC, però, ci ha detto di no, non ha voluto; quindi, siamo dovuti andare avanti così come era stata predisposta.
Sento parlare di un buco di Pedemontana di 40 milioni o di 157 milioni nei tre anni. Per carità, giochiamo: tre anni, un anno, eccetera. Io dico, ma perché quello che paghiamo per la Pedemontana, come canone di disponibilità... Ed è tutto ciò che paghiamo per avere ‒ scusate se mi ripeto, ma ci tengo che sia chiaro ‒ 94,5 chilometri di infrastruttura a due corsie per senso di marcia, più 68 chilometri e 300 metri di opere compensative, più il 70% di opera in trincea, quindi con un impatto ambientale minimo. Io mi trovo a pagare 40-30 molto probabilmente per nove anni (anche fossero dodici anni, sarebbe lo stesso). Anche se io arrivassi a pagare 500 milioni, 600 milioni, non sarebbero nulla per poter godere di un'infrastruttura di tale importanza, a dispetto di quello che mi sarebbe costata costruendo la Pedemontana direttamente o, facendo l'esempio, andando direttamente a costruire una qualsiasi altra infrastruttura.
Al chilometro, e io l'ho visto sulla SR10 (poi, dipende, trincea, cavalcaferrovia, sottovia, scavalco, tutto quello che volete), stiamo viaggiando, come opere, intorno ai 20-25 milioni di euro. Questi sono i costi delle infrastrutture ad oggi. Se non è uno spreco pagare 57 milioni, qualcuno direbbe (espressione dialettale), senza gestione e manutenzione nel realizzarla direttamente, qualcuno mi deve spiegare perché quello che andremo a pagare di Pedemontana può essere considerato un buco di bilancio piuttosto che un debito, piuttosto che una cosa che lascerà indebitato tutto il Veneto per i prossimi anni.
L'ha detto prima il collega Calzavara. Di fatto, ci troviamo nelle condizioni di andare in pari sulla Pedemontana.
Sul discorso della visione complessiva delle opere (mi dispiace che non ci sia il consigliere Montanariello; capisco di aver colto nel segno, perché vedo un po' di agitazione), la Brescia-Padova è costituita dall'asse Brescia-Padova, ma non solo, anche dalla Valdastico. Quando è stata costruita la Valdastico non ero in Regione, quindi non posso parlare in merito. La Valdastico, presa da sola, cuba 18.000 TGM. Ad oggi la Pedemontana ne cuba 21.000. La Valdastico ne fa 18.000 ed è aperta da qualche anno e ha meno traffico della Pedemontana.
Una nota di colore. Coloro che per la Cassa depositi e prestiti avevano fatto lo studio di traffico della Pedemontana e avevano detto che il TGM di Pedemontana non sarebbe andato oltre i 15.000 TGM ‒ non dico il consulente; mi ricordavo 15.000, ma prendo per buono quanto mi dice il consigliere Zanoni ‒ sono anche coloro che hanno fatto gli studi di traffico sulla Valdastico per dire che la Valdastico è sostenibile e l'infrastruttura è assolutamente necessaria. Quindi, a parità di stesso consulente, da una parte preso da Cassa depositi e prestiti e dall'altra parte sinceramente non mi ricordo se fosse stato il Ministero che aveva dato l'incarico, nello stesso territorio, due infrastrutture che si alimentano a vicenda, una è inutile e l'altra, invece, strettamente necessaria.
Nell'ambito della visione comune, se io vado a prendere la Valdastico da sola è un'opera decisamente in perdita, ma la Valdastico non viene considerata un'opera in perdita ‒ al di là del fatto che viene gestita e mantenuta esclusivamente dai privati ‒ perché i due segmenti dell'infrastruttura, insieme alla Brescia-Padova... Gli utili che produce la Brescia-Padova vengono utilizzati per coprire e garantire la disponibilità della Valdastico. Questa è, di fatto, una cosa che normalmente succede in maniera molto serena. Noi, con il PDL che ha presentato il Presidente Zaia, abbiamo ragionato nell'ottica di dire che abbiamo bisogno di un quadro infrastrutturale complessivo, ragionando sia di infrastrutture, ma anche di ferrovia e di trasporto pubblico locale. Se io prendo la Pedemontana da sola è ovvio che da sola non si paga, ma nel momento in cui la inserisco in un sistema infrastrutturale più ampio, io ho tutte infrastrutture assolutamente necessarie al territorio. Il Veneto non ha bisogno di tantissime altre infrastrutture, di questo sono fermamente convinta. Non abbiamo bisogno di fare tantissimo altro. Abbiamo qualche criticità, ma poi, mettendo a sistema tutte le infrastrutture esistenti, possiamo tranquillamente dare risposte sostenibili a tutti coloro che ne fanno domanda. Ecco perché abbiamo chiesto al Ministero di poter avere la concessione della Brescia-Padova, cosa ancora assolutamente possibile, con CAV. Proprio per il discorso dell'impossibilità di potenziare il corridoio della Brescia-Padova, il Ministero ha ritenuto necessario prendere in considerazione la Pedemontana, in modo da essere il concedente e poter fare politiche di distribuzione dei flussi di traffico senza dover rincorrere, dover fare ulteriori investimenti che prevedono ulteriore consumo di suolo.
Le valutazioni che potremmo fare sono tantissime. Avremo modo di riparlarne. Immagino che di Pedemontana se ne parlerà ancora per un bel po'.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

Ass.ra Elisa DE BERTI

Collega, non ne sono tanto convinta, ma lo ribadisco: se volete fare i consulenti della Giunta, ben venga, visto che detenete la verità delle previsioni del futuro e anche di quelli che sono i TGM.
Abbiamo fatto una valutazione sul costo chilometrico della Pedemontana rispetto a BreBeMi e rispetto alla Tangenziale Est di Milano, che sono le due infrastrutture più attuali rispetto a molte altre: il costo chilometrico di costruzione di Pedemontana è molto, molto più basso.
Quindi, tutto questo demonizzare un'opera che le associazioni di categoria hanno invocato da 30 anni, che i Comuni invocano da altrettanti anni, che abbiamo portato a casa con una assunzione di responsabilità, cosa che non ha avuto il Governo di sinistra, notevole, perché potevamo girarci dall'altra parte, ma non lo abbiamo fatto, tutto questo ci costerà sicuramente molti miliardi in meno rispetto ad averla fatta noi. Se vogliamo fare due conti non solo sulla costruzione, ma anche sulla gestione e sulla manutenzione, prendete 12 miliardi, divideteli per 39 anni e capirete quanto ci sarebbe costata la Pedemontana.
Qualcuno potrebbe dire: la Pedemontana la fate pagare ai cittadini. La paga chi la usa. È in parte con i soldi pubblici, ma se l'avessi fatta io, come Regione, avrei dovuto alzare le tasse, e credo che non ci sia neanche un tetto arrivabile per permettere alla Regione Veneto di sostenere la costruzione, la gestione e la manutenzione di un'infrastruttura utile come questa. 80.000 veicoli all'anno, 21.000 TGM. Le associazioni di categoria, i Comuni, i cittadini e tutti coloro che ci scrivono quotidianamente ci ringraziano. Ovviamente, i cittadini fanno una postilla e dicono: "Se riuscite a fare qualcosa sui pedaggi, fatelo". Ovviamente siamo qui. Che cosa fare sul pedaggio oggi ho capito a chi chiederlo. Ho capito che di gente sul pezzo, che ha la verità in bocca, a questo mondo ce n'è tanta. Molto probabilmente noi siamo distratti.
Considero la Pedemontana un'opera assolutamente utile. Questa mattina, per andare a Treviso (tutta la parte del veronese e del vicentino possono godere dell'utilità dell'infrastruttura), rispettando i limiti, nella corsia di sorpasso non si può andare oltre 110... Io non violo i limiti, ma anche se avessi voluto non avrei potuto farlo perché era occupata tanto la corsia di destra quanto la corsia di sorpasso.
Non si può dire che è un'infrastruttura inutile nel momento in cui viene utilizzata. Non si può dire che è un'infrastruttura inutile nel momento in cui a giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre si parla di oltre 80.000 veicoli al giorno che ne fanno uso. Per chi viene da Verona e chi viene da Vicenza andare nel bassanese, nella zona di Montebelluna, a Belluno e nel trevigiano vuol dire dare respiro, inquinare meno e velocizzare i viaggi e il raggiungimento della destinazione.
Tenete presente che Pedemontana sta anche diventando un corridoio alto. Chi la scopre ne apprezza l'utilità. È un corridoio alto per i trasferimenti da est a ovest, perché chi viene da Trieste prende la A28, che è gratuita (ma qualcuno paga le manutenzioni e la gestione, perché di gratis ho capito che al mondo non c'è niente), arrivano sulla A27, entrano in Pedemontana e in questo frangente, in assenza della terza corsia da San Donà a Portogruaro, è una infrastruttura utile per creare un corridoio alternativo, visti i grossi problemi di sicurezza che abbiamo sulla A4 da Venezia a Portogruaro. Sulla A4, la Brescia-Padova, abbiamo quotidianamente incidenti. Può darsi che ci sia qualcuno che preferisce fare strade comunali, regionali, statali, ma non utilizzare le autostrade, però la saturazione dell'infrastruttura è evidente e chiara a chiunque la percorra. Il pericolo che c'è è altrettanto. Non ho bisogno di ricordare gli incidenti. Abbiamo visto delle immagini tragiche, anche ultimamente.
Per evitare ulteriore consumo di suolo e disagi inenarrabili ai territori, senza portare alcun beneficio concreto, è bene cominciare a ragionare su alcune politiche ‒ essendo concedente il Ministero di tutte le autostrade ed essendo noi concessionari in CAV e concedenti in Pedemontana c'è un po' di frammentazione ‒ e su una visione complessiva per far sì che tutte le infrastrutture vengano utilizzate al meglio e il più possibile, senza bisogno di fare altre infrastrutture.
Ultimo dato: il TGM sulla Brescia-Padova è di 90.000 veicoli giorno. È attiva dal 1952. La quarta corsia porterebbe il TGM al massimo. Le stime di aumento di flussi di traffico arrivano al massimo di 95 TGM. Quindi, di fatto, se vado a fare la quarta corsia fisica, vado a potenziare una infrastruttura che non ha margini di aumento dei flussi, perché è già arrivata alla sua saturazione. L'unica cosa che posso fare per rendere più vivibile, più sicura e più certa la percorrenza della Brescia-Padova è fare delle politiche che mi permettano di portare il traffico dalla Brescia-Padova alla Pedemontana, e viceversa, nel momento in cui si riesce a creare un equilibrio.
Questo buco, questo spreco, questo danno inenarrabile ai bilanci della Regione Veneto... Oggi ho capito che tante altre infrastrutture, anche invocate dalla minoranza, molto probabilmente ho sbagliato a farle, perché non ho fatto un'analisi costi-benefici prima. Ricordate l'analisi costi-benefici del mio amico Toninelli? Poi va a inaugurare la pista ciclabile a Limone. La pista ciclabile a Limone, quella a sbalzo. Ve la ricordate? Quella che ha deturpato il lago di Garda e che, adesso, sempre gli amici di Toninelli stanno contestando nel resto del lago. Io non c'ero, ma Toninelli ‒ le immagini me le ricordo ‒ con il suo faccione, gli occhialoni e i riccioloni ha fatto l'inaugurazione. È stata anche simpatica da vedere la situazione.
Le analisi costi-benefici di Toninelli nel 2018 ci hanno messo nelle condizioni di tener ferma la realizzazione dell'alta velocità per due anni. A me non frega niente che era al Governo con me, perché se io devo fare le battaglie, faccio le battaglie da destra a sinistra e da sinistra a destra. Se il mio Governo sbaglia, io non faccio come voi, che difendete l'indifendibile. Toninelli non era della Lega e ha tenuto bloccata l'alta velocità per due anni, un'opera di cui il Veneto ha bisogno come l'ossigeno.
Se io mi metto a fare le analisi costi-benefici, le faccio in un sistema infrastrutturale, non in un piccolo segmento. Se parlo di mobilità devo fare un confronto. Ecco il motivo per cui io e il consigliere Montanariello ci troviamo d'accordo. Anche il consigliere Montanariello è arrivato a condividere il PDL del Presidente Zaia. Si deve fare un confronto e ragionare sia sul piano delle infrastrutture viarie statali, regionali, provinciali, autostradali, ferroviarie, sia sull'alta velocità, la superstrada, il trasporto pubblico locale, e fare un'analisi oggettiva partendo dal presupposto che i consulenti ai quali ci affidiamo sono sempre stati consulenti seri, consulenti che hanno una loro reputazione, che è plastica. Sinceramente a me che questi votino destra o sinistra non può fregare di meno. A me interessa avere consulenti bravi. Poi, in separata sede, darò dimostrazione nei fatti al consigliere Lorenzoni che io non guardo all'appartenenza politica.

PRESIDENTE

Assessore Mantovan, prego.

Ass.ra Valeria MANTOVAN

Grazie, Presidente. Buonasera, colleghi.
Vorrei fare un po' di chiarezza sul tema legato alle borse di studio, relativamente a quest'anno, quindi 2024-2025, e al 2023-2024, perché è stato richiesto da più parti, è stato richiesto da più colleghi Consiglieri di minoranza. Credo sia giusto e sia anche la sede opportuna per fornire dei dati. Nessuno si è mai sottratto nel volerli dare, tantomeno gli uffici, che, anzi, mi risulta abbiano sempre dato risposte, qualora interpellati, entro i termini di legge. Quindi, nessuna ritrosia in questo senso.
Per l'anno in corso, 2024-2025, noi abbiamo un investimento di 93 milioni di euro sulle borse di studio, che dovrebbero raggiungere un totale di 19.375 studenti. Ad oggi, le risorse certe sono 84,6 milioni. Significa che stiamo lavorando, e questo è quello che ho fatto dal giorno dopo la mia nomina, per recuperare circa 8,5 milioni per riuscire a coprire tutto il 2024 e il 2025. Posso dire che sono ‒ lo dico sempre con cautela ‒ ottimista, perché questo obiettivo verrà raggiunto. Ringrazio anche il collega assessore Calzavara e tutta la struttura che mi sta supportando in questo.
La criticità maggiore ce l'abbiamo per l'anno precedente. Non è una novità, lo sapete tutti. Abbiamo ancora studenti aventi diritto che stanno aspettando la borsa di studio. Il monte totale di investimento per tutti coloro che l'hanno richiesta è di 87,7 milioni, che dovrebbe coprire circa 19.000 studenti. Di questi 19.000 studenti aventi diritto, siamo riusciti a pagarne 15.802. Significa che, ad oggi, mancano ancora 3.285 aventi diritto.
Perdonatemi, vorrei fare una precisazione. Prima ho sentito dire ‒ lo dico in maniera molto serena ‒ che più di 1.000 studenti avrebbero abbandonato gli studi. L'ho sentito in più interventi, sia da parte della collega Ostanel che da parte della collega Camani. Mi permetto di dire che questo non è corretto. La diminuzione che abbiamo avuto delle richieste di borse di studio, quindi non di persone che hanno abbandonato gli studi, ma che hanno rinunciato alle borse di studio... Non è corretto nemmeno quello che ho appena detto, nel senso che noi abbiamo avuto 4.663 richieste al 25 giugno. Il 29 ottobre queste richieste sono diminuite, scendendo a 3.285, non perché hanno abbandonato gli studi, ma semplicemente perché 1.086 di questi hanno ottenuto la borsa e 292 si sono visti revocare la borsa per mancanza dei requisiti da parte degli Atenei, anche di meritocrazia, che sono previsti. Voglio sottolineare, quindi, che non sono ragazzi che hanno abbandonato gli studi, ma persone che non hanno più il diritto di avere la borsa di studio o l'hanno ricevuta.
Non voglio polemizzare, però ci tengo a sottolineare anche che nella Sesta Commissione forse di un paio di settimane fa, quando mi è stato richiesto di fornire i dati sulle borse di studio, io ho semplicemente detto, in tutta onestà, che avrei voluto avere un attimo di tempo per fornirvi dati più precisi, perché dovevo confrontarmi con l'assessore Calzavara, cosa che è avvenuta e che mi permette oggi di darvi un quadro più dettagliato e più preciso.
Ho considerato una caduta di stile da parte vostra il fatto di vedere ripresa una mia foto, del mio profilo Facebook, una foto che è stata manipolata, in cui mi si rappresenta mentre scrivo alla lavagna "non lo so", quando in realtà ho risposto che avrei avuto semplicemente bisogno di più tempo per fornirvi dati più precisi.
In un momento, anche in questa giornata, dove ci si presenta con il fiocchetto rosso per dire "no" a tutte le forme di violenza e per vederci uniti contro ogni forma di pregiudizio, perdonatemi, ho trovato di cattivo gusto, se non atti quasi di bullismo, questo voler ridicolizzare una collega che si è insediata due mesi e nove giorni fa. Non sto dicendo che dovete essere benevoli nei miei confronti, ma intellettualmente onesti. Siccome la questione riguarda me, parlo a titolo personale. Io non lo avrei fatto. La trovo una caduta di stile. Anche lei, consigliere Montanariello, però, ha condiviso questa cosa. Adesso si dissocia, ma l'ha condivisa anche lei sul suo profilo.
Non voglio fare polemica. Volevo solo precisare questa cosa. Non mi sorprende perché è tipico dell'ipocrisia di quelli di sinistra, che ti chiamano "Consigliera" anche quando sanno che non ti fa piacere, mancando di rispetto alla persona che riceve questo tipo di appellativo. Se vuole io la chiamo "Consigliera", se lei preferisce, non ho problemi, ma se io le chiedo di essere chiamata "Consigliere" lei deve rispettarmi.
Detto questo, avete dimostrato ipocrisia. Anche se l'avete fatto con l'intento, per carità, leggero di voler ridicolizzare una collega, vi invito a stare attenti ai messaggi che mandiamo. Quella è la classica rappresentazione di uno stereotipo che, purtroppo, in qualche modo, è sempre presente nella società e che dobbiamo combattere: una persona fisicamente minimamente decente bisogna dire che è per forza stupida. Scusatemi, ma mi troverete sempre dall'altra parte e sempre convinta a combattere contro ogni forma di pregiudizio, stereotipo, atti di bullismo e di ridicolizzazione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Adesso la correlatrice svolge l'intervento di chiusura, ma ricordo che la discussione generale è chiusa.
Collega Camani prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Molte cose sono state dette dagli Assessori, quindi su molte puntualizzerò, inclusa l'ultima considerazione dell'assessore Mantovan.
Prima, però, mi consenta di fare una specifica. Non c'è la Vicepresidente De Berti. Spero torni, perché mi rivolgerò a lei per una parte significativa del mio intervento. Ci tengo a precisare che la lingua italiana è una lingua meravigliosa e che, a differenza, in effetti, di altri idiomi, ha la caratteristica di prevedere interpretazioni estensive ai termini che si utilizzano. Se io dico che l'assessore Mantovan ha un atteggiamento monacale non sto dicendo che è una monaca, che ha preso i voti ed è andata in convento; sto dicendo ‒ significato estensivo ‒ che ha un atteggiamento particolarmente pudìco e particolarmente riservato. Se io dico all'assessore Caner che ha una modalità di comportamento militare non sto dicendo che ha fatto la firma dopo la leva (probabilmente sarà stato riformato, peraltro); sto dicendo che è una persona particolarmente disciplinata. Se dico che c'è un atteggiamento omertoso non sto dando dei "mafiosi" ai componenti della Giunta; sto dicendo, sulla base del significato estensivo, che, in riferimento alla Pedemontana, c'è un riserbo assoluto determinato dalla complicità e, insieme, dal timore di vendetta. Lo dico per evitare di essere fraintesa.
Giusto per essere precisi: ho parlato di omertà inaccettabile e dopo l'intervento della vicepresidente De Berti aggiungo anche "aggressivo". Giusto per stare in tema di interpretazioni estensive, confermo che non ci faremo intimidire e continueremo a tenere il punto sulle cose che abbiamo detto.
A me fa piacere che la Vicepresidente De Berti abbia ricostruito tutta la vicenda storica che dal 2001 al 2017, fino ad oggi, vede la Regione del Veneto impegnata sul fronte della Pedemontana. Mi risulta, come ho detto nel mio intervento, che nel 2006, quando ci fu la decisione del CIPE, al Governo della Regione del Veneto non c'eravamo noi. Anzi, forse il Presidente era già Luca Zaia. Mi risulta che nel 2009, quando c'è stata la firma della concessione, al Governo della Regione non c'eravamo noi, c'era il Vicepresidente Zaia. Nel 2010, quando è stato realizzato il progetto definitivo, in Regione c'era sempre il Presidente Zaia. Anche nel 2012, quando ci fu l'inizio dei lavori, il Presidente era sempre Luca Zaia, o il Vicepresidente.
Mi può fare tutto il resoconto storico, che già conoscevamo, ma è sempre utile un ripasso in questi casi, però bisogna dire che al Governo della Regione c'eravate voi. Quindi, se lo fa per assumersi la responsabilità di un percorso ne prendo atto.
Così come al Governo della Regione del Veneto non c'eravamo noi nel 2017, quando il ministro Delrio ha deciso di togliere la responsabilità del commissario straordinario, e ha spiegato perché, lo ha dichiarato ai giornali. Il ministro Delrio dice: "Perché togliete il commissario straordinario all'opera della Pedemontana veneta, quando fino a quel momento il Governo, cioè lo Stato, ci ha messo i soldi?". Perché abbiamo rivisto in quegli anni gli anni dell'austerity, della crisi, gli anni in cui era finito, anni che la Regione del Veneto ha vissuto da grande protagonista con il Presidente Galan e con il Vicepresidente Zaia, gli anni dello "io spendo anche più di quello che ho, tanto paga Pantalone", perché così anche la Regione del Veneto è stata governata per tanti anni.
A un certo punto, i soldi sono finiti. Allora Delrio dice: "Abbiamo rivisto tutti i progetti che erano stati autorizzati dal CIPE e tutti quelli che non si reggevano sotto il profilo economico-finanziario li abbiamo tagliati". E non lo dice Delrio. Lo dice Cassa depositi e prestiti, che giudicò la proposta di finanziamento della Strada Pedemontana come insostenibile. La Banca dello Stato, di fronte al Piano economico-finanziario previsto nel 2010, dice: "Non è finanziabile quest'opera". Quindi, Delrio Ministro dice a Zaia Presidente: "Presidente Zaia, avete due strade: o si revisiona il progetto ridimensionandolo e rendendolo economicamente sostenibile oppure lo Stato non spreca più i suoi soldi in un'operazione di project financing che non regge". Questo succede nel 2017. È lì, è in quell'esatto momento che il Presidente Zaia, di fronte alle due strade che aveva (ne aveva due, o revisionava il progetto e rendeva il piano economico-finanziario sostenibile oppure andava avanti da solo), ha detto: "Vado avanti da solo" con il terzo atto convenzionale, su cui stiamo discutendo oggi. Questa è la storia.
Ha ragione la Vicepresidente De Berti quando dice che con il senno di poi si può dire tutto. Infatti, noi stiamo parlando con il senno di poi, anche se qualcuno, come il consigliere Zanoni, che allora era in quest'Aula, alcune perplessità le aveva sollevate. Questo lo dico perché fa ridere oggi quando il Presidente Zaia o la Vicepresidente De Berti dicono che se la sono ritrovata e che non potevano fare altro che questa roba. Prima verità: è stata una scelta, che ha rivendicato il Presidente Zaia, e vi ho citato testualmente quello che ha detto in quest'Aula allora, e ci ha confermato la Vicepresidente De Berti oggi.
Seconda verità: potete citarmi tutte le sentenze del TAR e tutte le disposizioni della Corte dei conti che volete, il rischio d'impresa, dal lato della domanda, è in capo alla Regione del Veneto. Anche questo possiamo dire se è fatto bene o fatto male, ma è un dato di fatto. L'onestà intellettuale sarebbe oggi ammettere che almeno quell'operazione non è stata un'operazione rivoluzionaria, come è stata definita dal Presidente Zaia, ma semplicemente un'ultima possibilità di un'opera che era bloccata perché non era bancabile, cioè insostenibile. Un'operazione da canna del gas. Una soluzione disperata di fronte ad un'opera piantata, di fronte alla quale – per usare le battute con cui ha infarcito il suo intervento la Vicepresidente De Berti ‒ non avendo le ali si doveva scegliere o una soluzione che consentisse, se le cose andavano bene, e poi vedremo che non sono andate bene, di salvare la faccia oppure fermarsi. Siccome sappiamo che da quindici anni questa Regione è governata da un Presidente che mette al primo posto sempre la sua faccia prima del buonsenso e prima dei conti del bilancio di questa Regione, anche in quell'occasione, tra perdere la faccia e dover dire "non riusciamo ad andare avanti" o mettere a rischio la tenuta dei conti della Regione, il Presidente Zaia ha scelto la seconda strada. Scelta legittima. Può essere anche stata confermata, sul piano della correttezza, dalla Corte dei conti e dal TAR, ma potrà essere oggi politicamente discutibile? O in quest'Aula non si può neanche più discutere se una scelta è stata giusta o sbagliata?
Stiamo facendo politica, qui. Non siamo in un'Aula di tribunale, non emettiamo sentenze. Quella è stata una scelta sbagliata (e il Partito Democratico lo dice) sotto tanti punti di vista, sotto il profilo politico. Purtroppo ‒ aggiungo "purtroppo" ‒ ora questo giudizio è anche confermato dai conti del bilancio della Regione del Veneto.
Non so se i conti dei flussi di traffico del 2017 fossero corretti. Ha fatto anche su questo delle battute la Vicepresidente De Berti. Io penso ci sia poco da ridere. Ho detto che sono un'esperta di bilanci, non sono un'esperta di flussi di traffico, e non credo sia una colpa. Ognuno ha le proprie competenze. Il problema è quando a non essere esperta di flussi di traffico è la Vicepresidente della Giunta della Regione del Veneto con delega alle infrastrutture. Io non li so i flussi di traffico, ma vi siete accorti che non li sa la Vicepresidente della Giunta?
Io non lo so se allora potessero essere percorse strade diverse. La domanda che io vorrei rivolgere alla Vicepresidente De Berti, che non è in Aula, perché evidentemente era interessata a parlare e non ad ascoltare, è questa: alla luce di tutto quello che è accaduto, quel terzo atto convenzionale, che io oggi giudico sbagliato, è un contratto che rifirmereste? Questa è la domanda che faccio alla Giunta, all'assessore Calzavara, all'assessora Lanzarin, all'assessore Corazzari e alla Vicepresidenti De Berti, se si degna di rientrare. Oggi, nel 2024, con questo bilancio, con il Covid e con le guerre, come dite voi, è un contratto che rifirmereste a quelle condizioni? Questo è il punto politico. Se voi, come dite la De Berti, rivendicate la paternità di quella scelta, la buona volontà di quella scelta, l'intelligenza politica di quella scelta, io mi preoccupo. Posso darvi il beneficio di inventario che nel 2017 speravate che andasse a finire bene, ma oggi, vedendo com'è andata a finire, se mi dite e volete dire che avete ancora ragione voi (qua è l'onestà intellettuale che manca), io mi preoccupo, all'idea, a proposito di Treviso-Mare, che certi esperimenti di finanza creativa vengano replicati in questa Regione.
Questo è il punto politico. Ha poco da arrabbiarsi la Vicepresidente. La politica si fa così, assumendosi la responsabilità.
Delle due l'una, e questa è una domanda a cui non ha risposto la Vicepresidente: o quella del 2017 è stata davvero una scelta rivoluzionaria, che si potrebbe anche replicare, oppure è stata un'operazione per salvare il salvabile. Se avete l'onestà di dire che è stata questa seconda, discutiamone. Se, invece, siete convinti che quel tipo di operazioni economico-finanziarie possano reggere con la finanza pubblica in queste condizioni, con le sfide che abbiamo davanti e con le difficoltà di bilancio da affrontare, secondo me siete fortemente fuori strada.
Ovviamente, in tutti i conti che abbiamo fatto ‒ e dopo ci ritornerò ‒ si omette sempre un piccolo dettaglio. Quando io dico 44 milioni nel 2024, ometto sempre, assessore Calzavara, che abbiamo anche 16 milioni che ogni anno noi paghiamo di rata di mutuo. Non sono 44 nel 2024: sono 44 più 16. Non sono 55 nel 2025: sono 55 più 16. Perché noi 300 milioni di mutuo li abbiamo già contratti dal 2018 e dal 2017, ancora prima che entrasse in funzione. Quindi, il costo del 2024 non è quello di cui stiamo discutendo. È ancora più alto.
Sarebbero moltissime le considerazioni rispetto all'intervento della Vicepresidente. Dov'è l'atteggiamento omertoso e dov'è l'atteggiamento irresponsabile che la Vicepresidente in un'ora e passa di intervento ha confermato? Può essere che noi ci troviamo a una variazione ‒ così arrivo anche a replicare all'assessore Calzavara ‒ di bilancio di chiusura del 2024 con un buco da 44 milioni? E la risposta che mi viene data dall'Assessore di riferimento è che è colpa di chi ha deciso di approvare l'opera nel 2001, che è colpa di Delrio e dei Governi di sinistra (ha detto che non guarda il colore politico, solo quando hanno la tessera della Lega), che è colpa della difficoltà di stimare i flussi, che è colpa del Covid e della guerra. Seriamente. Che è colpa persino dei Sindaci che hanno preteso che l'opera fosse messa in trincea. Ma di cosa stiamo parlando, colleghe e colleghi?
In un'ora e un quarto di intervento la Vicepresidente De Berti non ha risposto all'unica domanda semplice a cui chiedevamo che fosse data una risposta. Al netto di chi è la responsabilità, al netto del perché nel 2017 avete adottato il terzo atto convenzionale, al netto di tutto, assessore Calzavara e Vicepresidente De Berti, alla fine, quanto ci costa la Superstrada Pedemontana Veneta? A questa domanda non c'è risposta. Abbiamo a bilancio di previsione soltanto una stima, fatta non si sa sulla base di cosa, dell'impatto che i costi avranno sul 2025, 2026 e 2027, di fronte a una concessione di 39 anni che, se va bene, andremo in pareggio; se va benissimo, guadagniamo; ma se va male, come sta andando male, rischia di costare 1-1,5 miliardi in 39 anni.
A voi sembra un atteggiamento responsabile? Siamo la Regione più importante d'Italia, con il sistema produttivo più importante d'Italia, siamo la terza Regione del Paese per PIL, e non sappiamo se sopravviveremo ai 39 anni del contratto della Pedemontana? Non è normale.
Ripeto: quanto ci costerà la Pedemontana? Abbiamo un'opera finita. Io non ho mai parlato di utilità dell'opera, visto che una parte del suo intervento l'ha dedicata a questo, non perché non abbia un'opinione sul punto, ma perché, se l'opera c'è, è inutile oggi dire che non dovevamo farla, che dovevamo farla diversamente. Allo stato dell'arte l'opera c'è, con qualche problemino nella galleria... Quale, Consigliere? Non vorrei sbagliare. Con crepe e cascate in più di una galleria. Va bene così? Perché poi ci attacchiamo a queste sciocchezze e non andiamo al cuore del problema. Come va a finire questa storia della Pedemontana? Anche oggi, venire a discutere e dire "non è vero, ho fatto i conti e, se ce la facevamo da soli, ci costava di più". Ma di più rispetto a cosa, se non sappiamo quanto ci costa questa? Ma che conto è? Perché faceva ridere l'analisi costi-benefici di Toninelli quando era al Governo con la Lega. Ma fa anche ridere un Vicepresidente di Regione che sarebbe costata di più una roba, senza dirmi quanto costa questa. Toninelli è un Premio Nobel in confronto, scusate. Mi costa di più di una roba che non so, però, quanto mi costa. Un po' di verità. Un po' di parole di verità secondo me non sarebbe male dirle.
Il dato di fatto, su cui possiamo discutere, assessore Calzavara, è che sul piano politico questa, come ha detto lei, non è solo una variazione di bilancio, che chiude uno dei tanti bilanci che abbiamo chiuso in questi anni. Questa è verosimilmente il bilancio che chiudiamo di un anno complicato, dell'anno in cui siamo stati travolti dalla crisi economica e da una congiuntura drammatica. Lo ricordava la collega Baldin: terzo trimestre consecutivo con il segno meno del prodotto interno lordo, produzione industriale meno 3% in Veneto, percentuale di utilizzo degli impianti inferiore al 70%, a settembre 2024 – era dal 2014 che non si registrava questo dato – otto milioni di ore di cassa integrazione autorizzate in Regione Veneto. In questa fase storica noi non stiamo semplicemente facendo l'ultima variazione di bilancio, noi stiamo chiudendo un bilancio che, sì, assessore Calzavara, non ha 20 milioni. Non è da scherzare. Figuriamoci se il bilancio del Veneto non è in grado di avere 20 milioni. No, non li ha. Tant'è che per trovarli questa mattina ci ha presentato un emendamento al bilancio dove aumenta l'aliquota IRAP, perché non aveva i 22 milioni che deve dare al Governo sul 2025. Quindi no, il suo bilancio, quello che lei sta chiedendo di chiudere praticamente oggi, è un bilancio che non ha i 20 milioni in più. Tant'è che i 25 milioni in più del buco della Pedemontana non li ha trovati nel bilancio, perché non li ha. È dovuto andare a prenderli recuperando risorse da CAV e l'ha fatto con una lettera di metà settembre. Io mi sono fatta dare tutti gli atti, a proposito di omertà. E da lì partono. Se ce ne sono altri, me li dia. Il 13 settembre il Responsabile della Direzione Infrastrutture scrive a CAV: buongiorno, secondo me, se riuscite a darci un po' di soldi ci fate un favore. Avete messo a bilancio la distribuzione delle riserve di CAV ancora prima che fosse deliberata dal Governo, dal CIPESS, dalla Corte dei Conti, dal Consiglio di Amministrazione di CAV e dall'Assemblea dei soci. Vedremo cosa dirà la Corte dei Conti su questa operazione. Disperazione per chiudere questo bilancio.
Badate, quando noi diciamo che abbiamo delle perplessità sull'utilizzo delle risorse e delle riserve di CAV per pagare la Pedemontana, non lo facciamo per fare le anime vergini – anche questo in senso estensivo del termine, non vorrei mai che la De Berti mal interpreti – lo facciamo perché sul piano politico è una scelta che non è neutra, ha un senso molto profondo. Si prendono i soldi che avevamo in cassaforte, quegli stessi che sarebbero dovuti servire per rilanciare il piano infrastrutturale della Regione del Veneto, perché credo sia chiaro a tutti che non possiamo pensare di competere in un mercato globale che sta travolgendo le nostre imprese con una superstrada che collega Treviso e Vicenza, la casa della De Berti con la casa di Luca Zaia, servirebbe qualcosina di un po' più ambizioso, l'alta velocità.
Se voi pensate che il sacrificio che la Regione del Veneto ha fatto per fare il Passante sia sul piano ambientale che sul piano dei costi possa essere... Quella sì che è stata una grande opera, che ha impattato sul nodo centrale dei trasferimenti e dei trasporti di questa Regione. C'è il Porto di Venezia, c'è il collegamento con l'Europa. Dal Passante passano tutti. A proposito di costi-benefici. Se voi pensate di poter utilizzare le poche risorse che avevamo in cassaforte per pagare i debiti della Pedemontana è un problema sul piano politico e sul piano della prospettiva che vogliamo dare a questa Regione.
Sta qui l'assunzione di responsabilità che noi vi chiediamo. È per questo, a mio giudizio, che non è soltanto una semplice variazione di bilancio, ma è un punto di svolta nelle politiche di bilancio e nelle politiche di sviluppo di questa Regione, che secondo me rischia di portarci in un vicolo cieco, che chiude le prospettive di sviluppo, che ingessa il bilancio della nostra Regione e che lo espone ad una volatilità, cosa che i veneti non si meritavano dopo tutti questi anni di sacrifici. È una faccenda seria quella di cui stiamo discutendo oggi, è una faccenda molto seria. Mi dispiace che non si colga la delicatezza del passaggio che stiamo affrontando.
Chiudo con questa riflessione finale. Il passaggio è serio. Non avere risposte su questioni così cruciali è omertoso. Quando un Assessore viene in Commissione – mi dispiace che sia uscita l'assessore Mantovan – dopo essere mancata altre volte e certamente mancherà altre volte ancora, chiediamo tre cose e la risposta è "non lo so, devo parlare con Calzavara, non ho questi dati, non saprei cosa dire", e non è il primo che passa per strada, è l'Assessore della Regione del Veneto, ciò che è ridicolo non è un post su Facebook, ciò che è ridicolo è pensare che sia accettabile un tale livello di arroganza. Collega Ostanel, confermi, se vuole. L'assessore Mantovan non ha detto "scusate, portate pazienza, devo ancora prendere in mano i dossier". Con arroganza ci ha detto che quelli non erano argomenti posti all'ordine del giorno e che ci avrebbe dato i dati quando voleva, la volta successiva, che non si è presentata. Prima di lamentare raccontando solo una storia, si inizi, ciascuno di noi, a portare rispetto per l'Istituzione che si rappresenta, anche quando si viene a rispondere alle domande dei Consiglieri in Commissione.
Un'ultima precisazione giusto per evitare fraintendimenti. Il problema che l'assessore Mantovan sia uomo o donna, giovane o vecchia, bella o brutta, non c'entra niente. Forse è abituata a essere trattata in un determinato modo. Per quanto ci riguarda, lo scherzo era indipendente dal genere e dalla discutibile o meno presenza estetica della collega.

PRESIDENTE

Mi permetto di dire che gli scherzi, specialmente su figure istituzionali, ogni tanto debordano; quindi, vi pregherei di fare attenzione quando si parla di "scherzi".
Io ho tre richieste di intervento ma, come ho detto prima, la discussione generale è chiusa.
Adesso dobbiamo dare il parere sugli emendamenti. Io darei dieci minuti alla Prima Commissione. Quindi, riprendiamo alle ore 19.25. Poi programmiamo una pausa per noi e per i dipendenti dalle ore 20 alle 21.
Le citazioni fatte – non solo a mio giudizio, ho chiesto anche ai tecnici – sono state risposte date a quesiti posti. Non c'è stato alcun tipo di offesa o di denigrazione della figura, sono state risposte a quesiti fatti, ripeto, risposte a quesiti fatti.
Sospendo la seduta per la Prima Commissione. Riprendiamo alle ore 19.25.
La Seduta è sospesa alle ore 19.16
La Seduta riprende alle ore 19.40

PRESIDENTE

Colleghi, accomodiamoci.
Vi spiego. Come capita in altre situazioni che riguardano il bilancio, l'articolo 1 lo voteremo alla fine. Si parte, quindi, con l'articolo 2, dove insistono i tre emendamenti presentati.
Emendamento n. E0001, pagina 1, presentato dai consiglieri Ostanel, Camani, Baldin, Lorenzoni, Masolo, Bigon, Luisetto, Montanariello, Zanoni e Zottis, articolo 2, comma 1, allegato 6, /modificativo, che prevede:
All'Allegato 6 è apportata la seguente variazione
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2024 Variazione proposta
2025 Variazione proposta
2026 Variazione proposta
M 04 "Istruzione e diritto allo studio"
P 0404 "Istruzione Universitaria"
L.R. 8/1998 - Norme per l'attuazione del diritto allo studio universitario
+ 3.800.000,00
-------
-------
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P 2001 "Fondo di riserva"
ART. 18, L.R. 39/2001 - Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
- 2.000.000,00
-------
-------
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P 2003 "Altri fondi"
Titolo 1 "Spese correnti"
ART. 20, L.R. 39/2001 - Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
- 1.800.000
-------
-------
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Illustrerò questo emendamento leggendo quanto trovo nel sito della Regione Emilia-Romagna, dove probabilmente dovremmo dire agli studenti di andare, Assessore. Avrei voluto rivolgermi anche all'assessore Mantovan, ma non c'è più. È andata via esattamente quando dobbiamo chiudere una discussione importante. Il sito dice: "Nell'anno accademico 2023-2024 in Emilia-Romagna gli studenti idonei sono risultati 27.876 – più di quelli della Regione del Veneto – quasi il 3% in più rispetto all'anno precedente. È stata garantita ancora una volta la concessione al 100% degli studenti idonei, con un incremento di spesa pari a 14,7 milioni di euro, dovuto principalmente all'aumento degli importi di borsa di studio effettuati di conseguenza al DM di aggiornamento al tasso di inflazione +8". Io potrei chiudere qui.
Questo vuol dire che qui c'è qualcosa che non va, che qui c'è qualcosa che non va di grave. Visto che qui si dice sempre che la collega Camani parla sopra, fa la seconda voce, cara collega Rizzotto, qui non è vero che non abbiamo le tasse, perché avete appena approvato una manovra che, contrariamente a quanto avevamo proposto e suggerito alla Giunta, IRAP, cambia questa narrazione tax free. Visto che non si parla sopra le persone che intervengono, tendenzialmente io non lo faccio, le chiedo di ascoltare quello che ho da dire.
Questa citazione, semplice, che trovo in un sito, non ho dovuto fare un accesso agli atti, non ho dovuto aspettare che l'assessore Mantovan ci desse dei dati, ho solo digitato, mentre l'Assessore parlava, per capire cosa accade nelle altre Regioni, mi dà il metro per dire che non solo qui c'è qualcosa che non va, ma che solo qui c'è qualcosa che non va, perché anche rispetto alle altre Regioni quando avevamo fatto l'analisi l'anno precedente ci faceva dimostrare che siamo la peggiore Regione per quanto riguarda la copertura del diritto allo studio.
Non c'è tanto da aggiungere. Basterebbe che riuscissimo a far sapere ai veneti, forse non ce la facciamo anche per altre ragioni, non solo per il fatto che siamo pochi, ma anche perché evidentemente qui la narrazione che passa probabilmente è solo una, che non solo qui c'è qualcosa che non va, ma che non garantire il diritto allo studio universitario in una Regione come il Veneto è gravissimo.
Mi sarei almeno aspettata che qualcuno di voi prendesse la parola e parlasse contro il Governo nazionale. Era quello che vi chiedevo. Delle due l'una: o mi dite che trovate questi soldi in qualche modo, come fanno le altre Regioni, o mi dite che è colpa del Governo a cui siete alleati, il Governo Meloni, che, nonostante avesse promesso all'assessore Calzavara e anche, credo, all'assessore Mantovan, o precedentemente all'assessore Donazzan, attraverso la ministra Bernini ci dice "metterò i soldi che servono", quindi ci avevate garantito che arrivavamo qui oggi senza dover fare questa battaglia.
Dovete assolutamente prendervi la responsabilità – si parlava prima di assunzione di responsabilità – e dire: non è colpa della ministra Bernini, non è colpa di questo Governo, è colpa nostra, perché noi non abbiamo un bilancio tale, perché abbiamo una responsabilità, negli anni non siamo riusciti a fare il lavoro che dovevamo; oggi quel poco che abbiamo trovato lo stiamo mettendo sul coprire un costo, non chiamiamolo buco, sennò l'assessore De Berti si inalbera, che avevamo preventivato – ma io direi che non l'avevate neanche preventivato – che è più alto rispetto a quanto doveva essere, ci scusiamo per il disagio, chiameremo, faremo un comunicato, diremo alle famiglie qualcosa e faremo capire loro che siamo dalla loro parte. Ripeto, o l'uno o l'altro.
Usciamo da qui, per la prima volta dopo quattro anni, dicendo che le borse non le paghiamo. Ma vi sembra normale che qualcuno abbia fatto richiesta per reddito di una borsa di studio universitaria e non gli venga data perché noi i soldi non li abbiamo e le altre Regioni sì? Ma vi siete chiesti se fare una scelta politica diversa fosse possibile? Sì, ma non l'avete voluta fare. Non l'ha voluta fare il Presidente Zaia, che ha paura di perdere un voto, la Giunta, nonostante sappiamo vari di voi si fossero espressi a favore di un'addizionale IRPEF progressiva. Non vi è stato permesso, evidentemente, di andare fino in fondo. Probabilmente oggi noi non saremmo qui.
Sapete qual è la differenza? Che se facciamo un'addizionale IRPEF progressiva a queste famiglie che hanno il bisogno della borsa viene pagata e la progressività dell'addizionale IRPEF non fa pagare loro l'addizionale. Quindi, che non mi si venga a dire che è uguale se chiedo l'addizionale o meno, perché la progressività fiscale è quella che ci permette di prendere da chi può e dare a chi, invece, chiede una borsa di studio. Non la chiede perché ha voglia di chiederla, perché sennò non va all'università. Credo, ma forse no a questo punto, io sì, anche solo pensando a delle storie familiari, che ci siano persone – io ne ho ben in mente diverse – che non sono andate a studiare perché quella borsa non l'hanno ottenuta. Forse nelle vostre famiglie, relazioni o persone non conoscete nessuno che vi ha detto: sai che c'è, io non posso andare a studiare perché non riesco a mantenermi con i costi della casa che ci sono a Padova e Verona, anche se faccio un lavoretto, anche se sono uno studente lavoratore. Credetemi, ne abbiamo all'università, visto che anch'io sono professore, come il professor Lorenzoni. Ne abbiamo, lavorano. Ma alcuni di loro non ce la possono fare a mantenersi fuori sede. E non tutti possono fare i pendolari, magari dalle aree più remote, perché i corsi iniziano alle 8.30 e finiscono alle 19. Allora, questa borsa di studio riusciamo o no a pagarla? La risposta è "no". Le altre Regioni riescono a pagarla? La risposta è "si". Quindi, abbiamo un problema di scarsa gestione e di non riuscire a portare a casa il risultato del diritto allo studio? Sì. Di chi è la colpa? Della Giunta, perché non sto governando io. E ci si deve assumere le proprie responsabilità.
Leggere il sito che racconta in maniera chiara che la Regione Emilia-Romagna non solo è riuscita a rispondere al 100% ma ha avuto anche un incremento ci fa capire che la situazione non è grave, è gravissima.
Mi spiace ancora che l'assessore Mantovan non sia qui, perché ho ripreso anche il testo specifico che ha riportato oggi in Aula. Per ritornare sulla questione della Commissione, noi abbiamo chiesto i dati in una Commissione dove lei era presente, non ci sono stati dati. Ci ha chiesto di attendere una settimana – me lo ricordo molto bene, me l'ero appuntato in agenda – sono andata la settimana dopo in Commissione, l'assessore Mantovan non c'era. Quindi, ho chiesto di sapere com'era possibile avere i dati per arrivare a fare una manovra emendativa, dove poi ho deciso di mettere tutto il possibile e immaginabile nel Fondo di riserva, ma perlomeno per arrivare qui con un dato da poter utilizzare. Ho fatto richiesta alla struttura tecnica: alla mail non ho ricevuto risposta. Se devo fare un accesso agli atti, sono stata eletta, credo, con un po' di preferenze per essere qui, per non doverlo fare.
Oggi mi vengono forniti i dati. Mi viene detto che 1.000 studenti che noi ritenevamo essere quelli... Perché provavamo a fare i calcoli, ma ovviamente li possiamo fare con i dati che ci vengono consegnati. Se mancano all'appello, noi immaginiamo che si siano ritirati dagli studi. L'assessore Mantovan dice: no, non hanno abbandonato gli studi, semplicemente 1.086 sono borse pagate e 292 decaduti per merito. Allora, io deduco, ma avrei voluto che fosse qui per poter controreplicare, che 1.086 borse sono state pagate da chi? Dalla consigliera Ostanel, che ha dato gli schei alle famiglie, o dalle università? Dalle università, giusto? Qualcuno mi può rispondere? Di nuovo, sono le università che fanno il lavoro che dovrebbe fare la Regione. Altrimenti, questi 1.086 vi garantisco io che si sarebbero ritirati dagli studi. Chi ci ha messo la pezza? Le università del Veneto. Chi investe per formare quelle persone? Le università del Veneto. Chi paga per avere i veneti che emigrano verso l'Emilia-Romagna, perché sono i più formati e i più formati bene, perché abbiamo università eccellenti? Pagano proprio le università. E sapete cosa succede alle università? Perché io vedo anche il bilancio delle università, partecipo anche ai consigli di dipartimento. Cosa accade? Accade che le università anticipano dei soldi, che noi non mettiamo, e quei soldi li tolgono da altro; quindi, significa che il Ministero dà loro meno soldi. Questa è la catena.
Per ora questi 1.086 studenti non li abbiamo persi, stanno ancora studiando. Per merito di chi? Non vostro. Delle università del Veneto. Questo lo deduco io. Avrei voluto avere la conferma dell'assessore Mantovan, che dà dei dati e poi va via, e non li può confermare. Almeno, li avrebbe dovuti dare più precisamente di così. In due mesi credo che questo lavoro si possa fare.
Oggi siamo a chiusura e io spero davvero che domani in ogni modo questa notizia, perché qui, sì, si parla di una notizia, arrivi a tutte le persone a cui deve arrivare. Sapete perché? Non per dire che noi siamo bravi e voi non siete bravi. Lo dico qui dentro, poi fuori valuteranno le persone che andranno a votare l'anno prossimo, o quando sarà. Lo voglio dire a quelle famiglie che si sono fatte dei conti in tasca esattamente – spero meglio – come li fa una Giunta. Un anno fa dicono: investiamo su di te, anche se abbiamo pochi soldi. A me, quindi, viene detto che mio figlio è idoneo, so che tra un anno, conoscendo come funziona la Regione del Veneto, mi arriveranno tra i 5.000 e i 7.000 euro a casa, per cui intanto apro un mutuo in banca, o chiedo un prestito – alle famiglie che non hanno il nostro reddito questo succede – oppure chiedo un prestito a un familiare, tanto poi li restituisco. Ebbene, oggi dobbiamo dire a quelle persone che questa cosa qui non torna. Lo fate voi? Non credo.
Spero davvero che domani qualcuno si prenda la responsabilità di dire a queste famiglie che hanno anticipato dei costi, che hanno mandato i loro figli a studiare, oppure a quegli studenti che stanno lavorando per riuscire a mantenersi agli studi che la Regione del Veneto, diversamente dalle altre Regioni, non paga il diritto allo studio, promette di pagarlo, continua a promettere di pagarlo invocando la ministra Bernini. Il Ministero, però, non apre bocca. Poi è facile andare a "Che tempo che fa" e dire: dobbiamo essere una Lega territoriale. Però, poi, quando il Ministro dice no all'assessore Mantovan o all'assessore Calzavara, tutti zitti. A proposito dell'assessore De Berti che dice: no, io parlo. Bene, avrei voluto sentirle dire non solo la parola "Toninelli ma anche la parola "Bernini". Qualcuno ha il coraggio di dire che la ministra Bernini non ha fatto quello che vi aveva promesso, che questo Governo non fa quello che vi ha promesso e che, quindi, è questo il motivo per cui non garantiamo il diritto allo studio? Poi, anche se lo diceste, sappiamo bene che non è solo così, perché l'Emilia-Romagna, nonostante tutto, il 100% lo garantisce. Quindi, come chiudiamo questa faccenda? È ovvio che siete alleati, quindi la colpa è a metà. Abbiamo un Ministro che promette delle cose e non le mantiene, abbiamo un bilancio regionale che fa acqua da tutte le parti. La conseguenza qual è? Che le borse di studio non si pagano e il diritto allo studio non è garantito.
Io so che l'emendamento ha parere negativo, comunque questo era un emendamento che andava illustrato bene. Che rimanga agli atti. Non ci sarà forse – vedremo – l'opportunità di riportare questa battaglia in Consiglio, per cui chiudiamo qui, e chiudiamo qui sapendo e sancendo una volta per tutte che questa Giunta non solo non garantisce il diritto allo studio, ma non ha neanche il coraggio di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Vedo molte facce annoiate e molti sbadigli. Forse in questi anni, collega Ostanel, abbiamo parlato troppo di borse di studio e non è un argomento rispetto al quale nessuno della maggioranza in quest'Aula sente un briciolo di responsabilità. Ma lo dico all'assessore Calzavara, che prima, scherzando, ha detto: non sarà mica un problema per la Regione del Veneto trovare 20 milioni, 40 milioni. Ne mancano 13,8 di milioni per pagare le borse di studio. Se non è un problema trovarli, perché non li troviamo?
Guardate, ci sono tante cose su cui avremmo potuto annoiare l'Aula, perché abbiamo scelto di farlo, in questi anni, sulle borse di studio, tra le altre cose? Per due ragioni sostanziali. Innanzitutto, dal nostro punto di vista è un elemento principale, cruciale, fondamentale che misura il livello di benessere di una Regione. Non possiamo andare sui giornali a dire quanto sono brave le università venete quando si classificano ai primi posti delle graduatorie sugli atenei e poi non fare nulla per adempiere non solo a un diritto costituzionale, quello che riconosce il diritto allo studio universitario, e cioè banalmente il diritto di ogni studentessa e di ogni studente, a prescindere dal censo, di arrivare ai più alti gradi di formazione, perché pensiamo che la scuola e l'università siano un grande ascensore sociale. Quanti di noi – il collega Pan ce lo ha ricordato diverse volte – oggi possiamo definire "sono diventate persone realizzate" grazie al fatto che hanno vissuto in una condizione per cui lo Stato, le Istituzioni hanno consentito loro, a prescindere dal censo, di poter studiare, di meritarsi un sostegno e di realizzarsi nella vita. È una roba – lo dico a chi ha la mia età o qualche anno in più – che le generazioni prima non hanno potuto utilizzare, perché i nostri genitori non sono potuti andare a scuola oltre un certo grado appunto perché non c'erano i soldi o perché dovevano andare a lavorare. Molti di noi si sono realizzati grazie al diritto allo studio e al fatto che l'Istituzione pubblica ci ha garantito di poterlo fare a prescindere dal reddito.
Adesso, onestamente, vi sembra normale che la Regione del Veneto sia l'unica Regione in Italia che non è in grado di garantire questo diritto riconosciuto sotto il profilo costituzionale, in riferimento a una competenza regionale? Lo Stato la sua parte la fa, le università la loro parte la fanno, e in Veneto anche di più di quello che sarebbe necessario – lo dico perché mi spiegate che volete l'autonomia perché siete più bravi a fare le cose da soli – e la Regione del Veneto non fa la sua parte? A me sembra una roba, dal punto di vista generale, davvero sbagliata.
È per questo che abbiamo insistito sulle borse di studio, sebbene ci siano moltissimi altri ambiti nei quali non riusciamo a soddisfare le necessità o i diritti.
Oggi, di fronte a un emendamento che ha presentato la collega Ostanel e che abbiamo sottoscritto come Gruppo del Partito Democratico, che è più che altro un tentativo estremo di salvare il salvabile, ci poniamo anche un altro elemento sotto il profilo generale. Assessore Calzavara, qualche mese fa in quest'Aula abbiamo votato all'unanimità un ordine del giorno in cui si impegnava la Giunta a recuperare risorse ulteriori per soddisfare tutte o il maggior numero possibile di borse di studio ancora non soddisfatte. Se oggi in questa manovra non ci mettete niente, vuol dire che approvare gli ordini del giorno all'unanimità dentro questo Consiglio regionale non serve a niente. Così come sembra non servire a niente presentare gli emendamenti alla variazione di bilancio, visto che ci avete detto dieci minuti fa nell'Ufficio di Presidenza...
Presidente Ciambetti, le chiedo un attimo di attenzione su questo. So che lei è sempre attento.
Dieci minuti fa in Ufficio di Presidenza ci è stato spiegato che non è possibile tecnicamente approvare alcun emendamento alla manovra di variazione, altrimenti sembrerebbe impossibile avere la pubblicazione sul BUR della delibera entro il 30 novembre, quindi il Governo ci impugna la legge. Lo dico perché rimanga agli atti quello che a me sembra incredibile sotto il profilo tecnico. Mi riservo di verificare la veridicità della informazione che ci è stata rivolta. In secondo luogo, se fosse vero, cosa che non credo sia vera sotto il profilo tecnico, ma se anche fosse vero, cos'altro non è se una sostanziale impossibilità, inibizione della seppur teorica possibilità di emendare il provvedimento da parte del Consiglio regionale, dunque una riduzione e una compressione delle nostre prerogative, perché la politica mi può dire che non accetta i miei emendamenti, ma non il formalismo dei meccanismi di tecnici che ci stanno dietro. Quindi, o non ci avete detto la verità, oppure siamo di fronte ad una compressione reale dei diritti dei Consiglieri. Del resto, non ve l'ho ordinato io di presentare la delibera di variazione di bilancio in questi tempi. Semmai, ve l'ha ordinato CAV, che ci ha messo un po' troppo rispetto alla vostra richiesta di accogliere la proposta di redistribuzione degli utili. Non si può imputare alle opposizioni di aver ritardato il percorso di valutazione della manovra in Commissione, perché mai come quest'anno abbiamo assecondato le richieste dell'Amministrazione regionale.
Spiegateci cos'è che non funziona, perché noi non abbiamo problemi a stare qua fino a tardi e a esercitare il nostro diritto fino all'ultimo secondo di tempo che abbiamo, ma non raccontateci storie.
Chiudo. Se davvero non abbiamo problemi a trovare 20, 30 o 40 milioni, io credo che un segnale importante sarebbe trovare i 13,8 milioni che servono per non far sentire le studentesse e gli studenti del Veneto di serie B rispetto a quelli di altre Regioni.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ho sentito anch'io questa motivazione data in Commissione e anch'io sono abbastanza sorpreso.
Sospendiamo qui la seduta. Riprendiamo alle ore 21.
La Seduta è sospesa alle ore 20.03
La Seduta riprende alle ore 21.17

PRESIDENTE

Colleghi, se ci accomodiamo, riprendiamo i lavori.
Siamo sull'emendamento 1, che la collega Ostanel ha precedentemente illustrato.
Ha chiesto la parola la collega Baldin. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Stiamo sull'emendamento in cui si parla di diritto allo studio, emendamento presentato dalla consigliera Ostanel, che abbiamo voluto sottoscrivere tutti proprio per significare l'importanza di questo argomento, argomento che riproponiamo, come hanno detto le colleghe Consigliere, da anni in quest'Aula, in ogni occasione in cui abbiamo modo di affrontare i temi economici.
Bisognerebbe in questi casi ricordare anche la nostra Costituzione, che ci illumina in quanto a diritti dei cittadini. Ebbene, l'articolo 34 della Costituzione recita: "La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso". Quindi, abbiamo questo articolo della Costituzione che parla di un diritto e dice che la Repubblica deve rendere effettivo questo diritto dei cittadini meritevoli, anche se privi di mezzi. Quindi noi, quando non garantiamo questo, stiamo andando contro un diritto di qualsiasi giovane che rimane fuori.
Non sono tanto importanti i numeri, se sono 1.000 o se sono 3.000, qui ci sono ragazzi e ragazze che rimangono fuori dalla concessione di un diritto, per cui credo sia nostro assoluto dovere intervenire in questo senso. Visto che oggi è stato detto chiaramente dall'Assessore che non si tratta di soldi, che non ci sono questi problemi in una Regione come il Veneto, e lo vediamo anche in occasione di ogni variazione di bilancio che quando si vogliono trovare i soldi per qualcosa questi vengono discussi e vengono stanziati, non capiamo perché sulle borse di studio, invece, questo non avviene, e non avviene da anni. Non si è mai capito il motivo per cui non lo si voglia fare. Non oso pensare a un pensiero ideologico contro qualcuno, perché sarebbe veramente ingiusto, ma effettivamente c'è un problema, che è solo nostro, della Regione del Veneto, e credo che sia nostro dovere affrontarlo in quest'Aula e sperare di risolverlo per la fine della legislatura, visto che in teoria questo dovrebbe essere il nostro ultimo bilancio.
Io spero che ci sia una presa di posizione da parte non solo delle opposizioni ma anche della maggioranza, perché gli studenti non rispondono a un partito politico, né alla sinistra né alla destra. Credo non dovremmo fare differenze quando si parla di studenti, di diritto allo studio, di giovani, di ragazzi e ragazze che hanno il futuro davanti, ed è nostro compito garantire una loro crescita culturale e intellettuale, assicurando i mezzi che la Repubblica ci chiede di garantire loro.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Questo è un argomento che spesso e volentieri ci ha visto discutere in quest'Aula, perché non è che gli studenti, come ha ricordato adesso la collega, siano di destra o di sinistra. Anche loro sono di destra e di sinistra, ma sono affari loro le loro idee. Noi dobbiamo garantire il più possibile il diritto allo studio. Io penso che, comunque, in qualche maniera in questa Regione venga fatto. Mi sono andato a informare di questa cosa perché, sollecitato dai professori universitari che sono qui dentro, io che sono un contadino ho voluto andare a vedere cosa succede in questa cosa.
Mi sono chiesto: cosa è successo, come mai negli anni scorsi non c'era questo problema e da tre anni a questa parte abbiamo tutta questa confusione, tutta questa gente che ha diritto e a cui non riusciamo a pagare queste borse di studio? È successo, cari colleghi, che, durante il Governo Draghi, l'allora ministro Messa Maria Cristina ha fatto questo decreto – mi sono andato a informare – n. 1320 del 2001. Che cosa ha fatto? Siccome c'era il PNRR dopo il Covid, e siamo ancora nel Covid, ma siccome gli studenti erano tutti a casa e via dicendo, sono stati stanziati all'epoca 500 milioni del PNRR per questo tipo di attività, divisi per tutte le Regioni eccetera, eccetera, eccetera. Alla nostra Regione sono spettati 13,5 milioni. Finché c'è il PNRR tutto va bene. Questo, occhio, è il primo dei problemi.
Inoltre, il Ministro dell'epoca ha alzato anche l'ISEE per entrare nelle graduatorie. Quindi, l'aumento dell'ISEE e l'aumento dei fondi del PNRR, sommati a quello che mette l'università, ad esempio Padova mette 7 milioni, e a quello che mette la Regione, che mette il resto, fino al 40%, hanno fatto sì che gli aventi diritto – io ho i dati dell'Università di Padova, non chiedetemi come li ho avuti, comunque sono lì vicino – sono passati da 9.500 a 11.500. Cioè, abbiamo avuto 2.000 borsisti in più negli anni successivi, che non sono pochi. Adesso non so quanti sono gli iscritti all'Università di Padova, sono 70.000? Quindi, 11.500 è una cifra intorno al 15%, che non è poco.
Questo aumento degli aventi diritto ha buttato fuori i conti anche della nostra Regione, che era sempre intervenuta in maniera cosciente perché gli studenti avessero diritto alle borse di studio.
Mi chiedo: quanti studenti a Padova hanno avuto questa borsa di studio? I borsisti, che sono quella cifra che vi ho detto, del primo anno sono quelli più esclusi, perché adesso sono esattamente 1.700 gli esclusi. Dunque, gli idonei non assegnatari sono 1.700. Questi sono cittadini dell'Unione europea. Non ho avuto il dato dei veneti. Non me lo danno. Poi, abbiamo il 5% degli studenti aventi diritto che sono cittadini extra Unione europea, che sono le iraniane di turno, a cui vogliamo tanto bene qui dentro, e tutto il resto della compagnia. Fino all'anno scorso tutti gli aventi diritto, i 5.700 e rotti, hanno avuto la loro borsa di studio. Restano fuori questi qui, che è un dispiacere. Siamo tutti molto dispiaciuti di questo.
Quindi, che cosa possiamo fare? Possiamo solo mettere dei soldi nostri. Ma purtroppo l'emendamento della collega prevede che tutta la variazione di bilancio entri in questa cosa, cosa che è impossibile. Tra l'altro, non bastano. Quindi, la soluzione, che è una soluzione di resistenza di quest'anno, forse è anche il riparto delle altre Regioni. Una delle cose che potrebbe essere fatta è quella che l'Assessore l'ha detto prima, cosa emersa nei suoi incontri a Roma. Anche perché altre Regioni hanno lo stesso problema della Regione Veneto. Non tutte hanno la capacità di coprire questo aumento dei borsisti. Probabilmente ci sono anche Regioni che non li spendono tutti. Quindi, si potrà, nella contrattazione che avviene normalmente nelle stanze del Ministero, avere anche un supporto di questo genere. È chiaro che una cosa che auspico, che penso anche l'assessore Calzavara abbia ben in mente, è che anche i fondi dell'FSE, che probabilmente cominceremo a spendere su questo tema nel prossimo anno, nel prossimo bilancio, diano soddisfazione a questi cari studenti.
Volevo solo darvi un dato del sistema, auspicando che si trovi una soluzione in questo senso, però anche dicendo una cosa ai cari amici studenti, considerato che anche noi, come qualcuno ricordava, siamo arrivati da famiglie operaie, povere, e abbiamo avuto tutto da combattere nella nostra vita: combattete anche voi, trovate anche voi un sistema per aiutarvi e datevi da fare, perché l'università non è solo studio, ma anche trovando un buon lavoro a volte si finisce l'università con la stessa dignità con cui si è iniziata.

PRESIDENTE

Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Ho ben poco da aggiungere a quanto detto dal capogruppo Pan, che ha ricostruito bene tutta l'evoluzione dei bisogni che si sono, nel corso di questa legislatura, evidenziati.
Chiaramente c'è un parere negativo su questo emendamento, perché non possiamo utilizzare tutto il Fondo di riserva. Il Fondo di riserva deve avere una sua stabilità proprio perché deve essere a disposizione della Regione in casi emergenziali. Inoltre, poiché l'ho sentito dire in un paio di interventi, ci tengo a precisare che qui stiamo parlando del 2024 e nel 2024 non c'è un aumento delle tasse. Questo bilancio vive con le risorse pre-manovra, se ci sarà una manovra 2025, 2026 e 2027. Quindi, questo vive con le risorse che abbiamo, che purtroppo quest'anno vede queste risorse almeno nella gran parte della necessità non coperte dal Ministero.
Ci tengo a ribadire, ma poi avremo modo nel corso della presentazione del bilancio e della discussione, che c'è complessivamente una nuova volontà da parte dell'Assessorato all'istruzione e all'università di rivedere, per quanto possibile, non nella sua interezza, ma almeno in una parte, l'utilizzo dei fondi FSE. La risposta è semplice. L'Emilia-Romagna paga tutto perché paga con i fondi FSE. Non è che siano dei fenomeni. Nella loro programmazione hanno fatto questa scelta e pagano tutte le borse di studio con i fondi FSE. In questi anni non è mai stato fatto. Sembra che ci sia una maturazione diversa per il 2025, nel bilancio 2025, che ci permetterà il riutilizzo di una parte di queste risorse, con nuove risorse che, queste sì, arrivano dall'aumento dell'IRAP. Non è corretto dire che aumentiamo l'IRAP per pagare la Pedemontana. Aumentiamo l'IRAP per fare molte altre cose, i bisogni che sono emersi, la finanza pubblica, qualche soldo in più per le borse di studio, che abbiamo già finanziato per 12.540.000 euro nel bilancio attuale. Inoltre, nell'emendamento che abbiamo presentato oggi mettiamo un altro milione. Dalle proiezioni che abbiamo mancano 1,5 milioni di euro per chiudere. Sarebbe la prima volta che in fase di bilancio diamo la completa copertura delle possibili borse di studio per l'anno 2025-2026. Alla fine, se riuscissimo ad arrivare a questo risultato, sarebbe un lavoro anche di maturazione che il Consiglio ha fatto nel corso di questi anni e lasceremmo una stabilità dal punto di vista della copertura finanziaria alle borse di studio, per cui chi ci sarà in futuro dovrà partire da questa cifra e capire l'evolversi del PNRR, se il Governo sarà ancora in grado di mantenere quella quota parte che ritiene di finanziare.
Ad ogni modo, la Regione ha fatto uno sforzo, avendo anche nuove risorse, dimostrando la propria sensibilità verso questo tema, che mi pare ormai sia condivisa da tutto l'emiciclo.

PRESIDENTE

Prego, collega Camani, per dichiarazione di voto sull'emendamento.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ovviamente voteremo a favore dell'emendamento che con caparbietà – ha fatto bene, collega Ostanel – ha presentato la consigliera Ostanel. Ringrazio anche l'assessore Calzavara per aver tentato di salvare il salvabile. Però, vorrei fare alcune brevissime considerazioni.
Il fatto che in sede di bilancio di previsione noi stanziamo delle risorse che, in linea teorica, sono sufficienti a coprire le borse di studio per gli idonei non è un lusso, non è un privilegio, non è un obiettivo fondamentale che raggiungiamo sul bilancio del 2025, è il minimo indispensabile, è quello che fanno tutte le altre Regioni. Non è che stiamo ottenendo un risultato stratosferico, al quale, peraltro, arriviamo perché incrementa in maniera significativa il trasferimento dello Stato. D'altronde, le risorse che la Regione mette sulle borse di studio sono esattamente i soliti 8 milioni, prima perlomeno dell'aumento del numero degli iscritti, dell'allargamento della platea, a cui si aggiungono 3 milioni – parlo del bilancio 2025 – che andiamo a recuperare utilizzando risorse del Fondo FSE Plus, quindi non risorse regionali. Pertanto, stiamo facendo il minimo indispensabile che dobbiamo fare. Tant'è che, da quando noi siamo in questo Consiglio regionale, la Regione del Veneto contribuisce al pagamento delle borse di studio con il minimo indispensabile, che è quel famoso 40% del Fondo nazionale. Il Governo, infatti, da un po' di anni ti dice: ti do il cofinanziamento se tu metti almeno il 40%, minimo, sennò non ti do il Fondo nazionale. Quanto mette la Regione del Veneto dal 2020 ad oggi? Il minimo. Voi fate i conti: quanti sono i soldi che devo mettere per poter avere il trasferimento nazionale? "X", quello, non un euro in più. Tutto quello che siamo riusciti ad ottenere oltre al minimo è grazie a ordini del giorno, emendamenti, fastidi in discussione generale, battaglie di diverso titolo e di diversa forma per ottenere qualcosa in più.
A me fa veramente piacere apprendere che per l'anno accademico 2024-2025 al momento non ci sono idonei non beneficiari. Ma non è un obiettivo stratosferico, è il minimo indispensabile, cioè quello che tutte le altre Regioni fanno normalmente, che per noi, la Regione dell'eccellenza, diventa un traguardo pure da rivendicare. E a me va benissimo. Le assicuro che farò l'intervento in discussione generale sul bilancio tra qualche settimana, esordendo così: grazie all'assessore Calzavara, che finalmente, all'ultimo anno... Ma perché è giusto. Perché so che è stato un percorso complicato e anche un'elaborazione collettiva che ci ha portato lì.
Questo non cambia il fatto che 3.000 e passa studenti del Veneto, non nell'anno in corso, nell'anno già concluso... L'avevamo detto. Non so voi, ma sicuramente la vicepresidente Ostanel. Riceviamo quotidianamente mail di studenti e studentesse e genitori che ci dicono: ci avevate promesso che ci sarebbe arrivata la borsa di studio. Guardate che l'ammontare annuo, più o meno, a spanne... A me sì, scrivono, a lei, collega Centenaro, no, perché è impegnato in altre cose. A me scrivono. Mi rendo conto che lei è impegnato in altre cose. A me scrivono e mi dicono: ci avevate promesso che ci sarebbe arrivata la borsa di studio .
Il complesso di un anno di borsa di studio si attesta tra i 7.000 e i 10.000 euro. Una famiglia media che ha un figlio che va all'università solo di borsa di studio mette in conto di risparmiare o dover spendere 7.000, 8.000, 9.000 o 10.000 euro l'anno. Io non so voi, ma la mia famiglia 7.000, 8.000, 9.000 o 10.000 euro per pagarmi l'università senza borsa di studio non li aveva. Neanche quella della consigliera Luisetto e secondo me neanche quella del consigliere Pan.
Spiegatemi, poi, quale lavoro, con gli impegni universitari, vi consente di portare a casa 10.000 euro all'anno. Ai miei tempi ne conoscevo pochi. E parla una che tutti i fine settimana andava a fare la barista nei centri culturali e ricreativi. Non so voi.

PRESIDENTE

Lasciate parlare la collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

No, centri sociali no. Anche perché non ti pagava il centro sociale.

PRESIDENTE

Lasciate parlare la collega Camani. Grazie.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

A parte le battute, 10.000 euro nel bilancio di una famiglia contano, ma conterrebbero anche nelle nostre oggi, colleghe e colleghi.
Mi spiace, peraltro, che l'assessore Mantovan abbia fatto la comparsata, la scena, e poi sia sparita. Devo dire che l'assessore Donazzan discuteva con noi fino a tarda notte su questo argomento. Però, i tempi cambiano. Ho nostalgia.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

La Camani che rimpiange la Donazzan però...

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

La Camani che rimpiange la Donazzan dà la misura delle garanzie che mi sento arrivare dalla nuova Assessora.
A parte le battute, qua abbiamo un problema serio che riguarda 3.800 studenti della Regione del Veneto. Possiamo sorridere fino a domani mattina. Vi consiglio di andare con i sorrisi che avete questa sera a casa di quelle 3.800 famiglie.
Io ho capito che non ci sono margini. Abbiamo presentato questo emendamento, consigliera Ostanel, più mosse dalla forza della disperazione che dalla convinzione di ottenere qualcosa. Però, davvero, non capitava da anni. Siamo l'unica Regione. Visto che stiamo solo approvando una variazione di bilancio che nulla conta, a sentire dalle parole, in realtà è la variazione di bilancio che certifica, che cristallizza, che rende dato inconfutabile che per l'anno accademico 2023-2024 3.800 ragazze e ragazzi della nostra Regione non avranno la possibilità di ottenere un sussidio a cui voi, Regione del Veneto, avevate detto che avevano diritto.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Metto in votazione l'emendamento n. E0001, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. E0003, pagina 3, presentato dal consigliere Masolo, modificativo, che prevede:
All'Allegato 6 "Variazione all'allegato 16 "Elenco delle spese non obbligatorie a carattere continuativo autorizzate per gli esercizi finanziari 2024, 2025 e 2026 e quantificate annualmente con legge di approvazione di bilancio ai sensi del comma 2 bis dell'articolo 4 della legge regionale 29 novembre 2011, n. 39 "Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione", della legge regionale 22 dicembre 2023, n. 32 " sono apportate le seguenti modifiche
MISSIONE PROGRAMMA Legge Regionale di spesa
2024 Variazione proposta
2025 Variazione proposta
2026 Variazione proposta
Missione 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
Programma 02 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
Art. 32 bis "Interventi regionali di promozione del ruolo delle librerie indipendenti" nella legge regionale 16 maggio 2019, n. 17 "Legge per la cultura".
+ 150.000,00
0,00
0,00
Missione 20 "Fondi e accantonamenti"
Programma 2001 "Fondo di riserva"
L.R. 39/2001, art. 18
- 150.000,00
0,00
0,00

0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Prego, collega Masolo.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento chiede di sostenere il Piano annuale degli interventi per la cultura 2024. Si parla di cifre veramente esigue rispetto a 44 milioni, che sono pochi per la Regione, ovvero di 150.000 euro. Sono veramente cifre molto piccole, che possono, comunque, modificare e variare le attività tra le azioni contemplate e pianificate per l'anno di riferimento afferenti all'Ambito 2 "Azioni in materia di beni e servizi, arte, attività culturali" di cui al vigente Programma triennale 2022-2024, Azione B11 "Promozione delle librerie indipendenti".
In questo caso si parla della legge regionale 16 maggio 2019, n. 17 , che, tra l'altro, è stata approvata all'unanimità da questo Consiglio regionale, legge che, però, nell'anno in corso non ha ricevuto un sostegno. Pertanto, la richiesta parte dalla necessità di sostenere questa legge nell'anno in corso.
Vorrei, comunque, cercare di approfondire un tema che è stato lanciato dalla collega capogruppo Camani, rispetto a cui alcune perplessità sono emerse anche da parte del Presidente del Consiglio, ex Assessore al bilancio, se non sbaglio. Su questa cosa vorrei vederci chiaro, cioè vorrei capire le ragioni per cui noi siamo qua a fare questi emendamenti e sembra che non sia possibile, da un punto di vista tecnico, soddisfarli. Ad ogni modo, nel caso in cui non sia possibile almeno prendere in considerazione la possibilità di accogliere gli emendamenti, preannuncio che rilancerò questa iniziativa in sede di bilancio di previsione. Per cui, questa iniziativa la richiederò nuovamente per il 2025.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Penso che la collega Ostanel parli al prossimo.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. E0003, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. E0002, pagina 5, presentato dai consiglieri Ostanel, Camani, Baldin, Lorenzoni, Masolo, Bigon, Luisetto, Montanariello, Zanoni e Zottis, articolo 2, comma 1, allegato 6, modificativo, che prevede:
All'Allegato 6 è apportata la seguente variazione
MISSIONE PROGRAMMA Legge regionale di spesa
2024 Variazione proposta
2025 Variazione proposta
2026 Variazione proposta
M 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali"
P 0502 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
L.R. 16/05/2019, n. 17 - Legge per la cultura
+ 180.000,00
-------
-------
M 20 "Fondi e accantonamenti"
P 2001 "Fondo di riserva"
ART. 18, L.R. 39/2001 - Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
- 180.000,00
-------
-------
Saldo
0,00
0,00
0,00
Per l'anno 2024 le variazioni di cassa sono pari alle variazioni di competenza.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Stavo dicendo alla collega Camani che la consigliera Ostanel faceva la cameriera nella balera in stagione.
Questo emendamento parla di un'altra lista di idonei non beneficiari. Assessore, è ormai diventato il nostro dialogo. Gli idonei non beneficiari, in questo caso, della lista del bando relativo allo spettacolo dal vivo.
Noi sappiamo che abbiamo un bando a cui le realtà partecipano, siamo arrivati a finanziare cinque progettualità con quei famosi 50.000 euro che abbiamo messo in assestamento, oggi con la dotazione che la Giunta inseriva finanziavamo ancora la graduatoria – questa è pubblica – fino all'undicesimo posto, ma poi rimane fuori tutta una serie di soggetti, tra cui citavo il primo, lo citavo perché mi sembrava utile citarlo, il Comune di Padova, perché non mettiamo 180.000 euro. Questo a proposito di un bilancio che anche un Comune riuscirebbe a fare. Effettivamente, se la Regione del Veneto non riesce a mettere 180.000 euro, anche qui "Houston, abbiamo un problema".
In Ufficio di Presidenza mi è stato detto che l'emendamento non viene accolto così e neanche diminuito a 100.000 euro; quindi, io ho bisogno di comprendere da chi vorrà intervenire successivamente se ci sono delle rassicurazioni, come ho capito anche dal suo intervento rispetto anche all'Ufficio di Presidenza, circa il fatto che, invece, questa richiesta, al di là della votazione di questo emendamento, sarà realmente presa in carico.
Trovo strano, lo ha già detto il collega Masolo, che ci fosse un emendamento a cui bastava, come sempre facciamo, diminuire la quota da 180.000 a 100.000 e approvare l'emendamento Ostanel. Se, evidentemente, non vogliamo dare riconoscimento alla minoranza che con ostinazione continua a chiedere di inserire questa dotazione, oppure ci sono altre motivazioni, se è vero, come ho capito, che ci sarà una delibera di Giunta, chiedo formalmente di potervi partecipare, assieme all'Assessore, così magari, Assessore, visto che l'emendamento per portare i soldi lo porto io, magari possiamo condividere anche questo onere e onore di fare gli Assessori alla cultura.

PRESIDENTE

La vedo impegnativa la sua presenza in Giunta, collega.
Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Brevemente, per spiegare i due "no" all'emendamento di prima e a quello di adesso. Nascono essenzialmente dalla non volontà di andare a toccare il Fondo di riserva. In questa fase dell'anno è meglio che rimaniamo con le risorse che abbiamo a disposizione. In entrambi i casi, venivano attinti soldi dal Fondo di riserva.
Per quanto riguarda l'emendamento precedente, credo che potremo trovare un accordo nella fase emendativa conclusiva di bilancio. Dobbiamo vedere, però, con che risorse rimaniamo. Lì sarà il momento di fare delle scelte. Non credo che siano i 100.000 in più o i 100.000 in meno, però se decidiamo di spenderli sulle borse di studio, poi mancano da qualche altra parte. Non si può avere tutto. Vedremo nella fase conclusiva del bilancio.
Per quanto riguarda l'emendamento in oggetto, in questo caso, come dicevo, c'è un "no", sempre per le stesse motivazioni, proprio per una questione di equità. Se è vero che ne abbiamo finanziati 310 su 405 nella legge n. 49, cercando di scorrere questa produzione di cultura, cultura popolare, che è quella tipica della legge n. 49, lo abbiamo fatto per trovare un equilibrio anche in questo caso. Quindi, non siamo riusciti a farli scorrere tutti quanti. Se troviamo 100.000 euro, in una delibera di Giunta, credo di giovedì, o quanto prima, potremo andare a finanziare questo capitolo e potranno scorrere fino a 100.000 euro gli ulteriori aventi diritto, che al momento non sono coperti da uno stanziamento adeguato.

PRESIDENTE

L'emendamento n. E0002 viene ritirato dopo l'impegno dell'Assessore, anzi degli Assessori per la prossima Giunta.
Ho terminato gli emendamenti sull'articolo 2.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Riprendiamo l'articolo 1, che avevamo prima superato. Ripeto, è tecnica legislativa e di bilancio pubblico.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'Odg n. E0004.
Prego, collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Lo ritiro, Presidente.

PRESIDENTE

Viene ritirato l'ordine del giorno.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sul PDL n. 305.
Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Mi dispiace annoiare i colleghi, ma siccome tanto qualcuno deve parlare e bisogna tirare fino a mezzanotte, e immagino non sia un problema che riguarda i colleghi di maggioranza, visto che non avete avuto niente da dire, lasciateci almeno, come diceva il collega Montanariello, il gusto di parlare e obbligarvi ad ascoltare. Questo ci è rimasto.
Lo farò per 58 minuti e 50 secondi. Scherzo, ma c'è veramente poco da scherzare. A parte il fastidio che provoca, probabilmente anche legittimo, nel senso di sentir ripetere da quattro anni a questa parte le stesse cose, capisco che alla lunga sia un po' pesante. Sa qual è il problema, però, assessore Calzavara? Che è ancora peggiore il fastidio per noi di ripetere le stesse cose quattro anni senza poter essere ascoltati. Però, siccome proviamo a fare il nostro mestiere lasciando, almeno agli atti, una testimonianza del nostro pensiero, penso sia necessario farla. E mi serve approfittare dei prossimi 58 minuti per spiegare le ragioni per cui il gruppo del Partito Democratico voterà convintamente contro questa manovra di variazione di bilancio.
Giudichiamo questa manovra un intervento senza respiro. Già nelle manovre degli anni precedenti, in questa famosa variazione, che dovrebbe mettere a posto i conti di fine anno, prima dell'apertura del bilancio di previsione, avevamo fatto registrare un atteggiamento non di prospettiva, legato molto alle necessità contingenti di non realizzare avanzo e di andare a tamponare in corso d'opera – essendo novembre, direi a fine opera – emergenze che venivano tralasciate dalla programmazione regionale, ma questa volta, questo anno, questa manovra è particolarmente senza respiro, almeno per alcune considerazioni, alcune valutazioni specifiche.
La prima: questa è la manovra che certifica che abbiamo finito di raschiare il fondo del barile. Quel po' di disponibilità che riuscivamo a ottenere negli anni precedenti con la manovra di variazione di fine anno, come abbiamo imparato a conoscerla, derivava dal fatto che mettevamo a bilancio delle ipotesi di spesa per la Pedemontana, a fine anno, quasi tirando un sospiro di sollievo, dicevamo "vai che neanche quest'anno è entrata in funzione", e avevamo 10, 20, anche 30 milioni come tesoretto di fine anno, ed erano le risorse che ci consentivano non soltanto di pagare le borse di studio, ma in generale di fare tutti quegli interventi su cui ci eravamo impegnati nel corso dell'anno e che non eravamo riusciti a finanziare attraverso la gestione ordinaria.
Quest'anno il combinato disposto (come va di moda dire) di una serie di fattori non ci mette più nelle condizioni di fare questo tipo di intervento: certamente l'ingresso in funzione a pieno regime – su questo tornerò, ovviamente – della Strada Pedemontana Veneta, ma anche, contestualmente, l'aggravarsi di alcune situazioni di contesto che oggettivamente gravano sul bilancio della Regione del Veneto e, al contempo, esprimono la necessità di soddisfacimento di alcuni bisogni che noi non siamo in grado di soddisfare.
D'altronde, quando oggi noi presentiamo degli emendamenti sulle borse di studio e sul settore cultura, in realtà rappresentiamo degli esempi di una serie di necessità che non siamo più in grado di soddisfare non soltanto nel bilancio di previsione, come ci dicevate un tempo "non ti preoccupare, non ce la facciamo in sede di previsionale, ma vedrai che nel corso dell'anno arriveranno delle risorse". Ormai non siamo più in grado di farlo neanche nel corso dell'anno. Siccome io credo che non ci siano solo i Consiglieri di opposizione che lavorano sul territorio, siccome credo capiti costantemente anche ai Consiglieri di maggioranza, capiterà anche a voi che vi chiedano risposta, riscontro rispetto a un impegno che vi siete presi e a cui non siete in grado di dare una risposta, perché non ci sono le risorse.
Questa è la manovra di bilancio, assessore Calzavara, che certifica che il fondo del barile è scavato e che il bilancio della Regione del Veneto da oggi entra formalmente in uno stato emergenziale, che soltanto tra poche settimane verrà certificato dal fatto che tra due settimane ci rivedremo qua e voi dovrete spiegarmi, e dovrete spiegare ai veneti, perché aumentate le tasse. Per cinque anni rispetto alle nostre richieste, le borse di studio, la salute mentale, il dissesto idrogeologico, le infrastrutture strategiche, l'inquinamento, ci avete detto "non ci sono i soldi e non ci sono perché lasciamo nelle tasche dei cittadini veneti i soldi delle tasse".
Tra due settimane mi dovrete spiegare perché continueranno a non esserci i soldi per le borse di studio, per la salute mentale, per il dissesto idrogeologico, per le infrastrutture, e metterete le mani nelle tasche dei veneti, peraltro, colleghi di Forza Italia, con la tassa sulle imprese. Lo farete utilizzando quella leva fiscale che non è caratterizzata dalla progressività delle imposte sul reddito, ma quella tassa che va a colpire come base imponibile una quantità di ricchezza che è già colpita da altre tasse. Lo farete nel cuore produttivo del nostro Paese, lo farete nella Regione che è terza in Italia per prodotto interno lordo. Lo farete nella Regione che un tempo, prima che arrivaste voi al Governo, era la locomotiva d'Italia. Lo farete nelle imprese dell'80% di partite IVA e piccole e medie imprese.
Qui, tra qualche settimana, tra due settimane, andrà in scena, se ancora serve che accada, il disvelamento del palcoscenico che vi siete creati in questi cinque anni, cercando di nascondere le inefficienze e le incapacità di dare risposte ai veneti attraverso lo slogan del Veneto tax free.
Voi ci chiedete di votare a favore, e voi voterete a favore, di una manovra di bilancio che è propedeutica all'ultimo passaggio che vi manca, che è, appunto, mettere le mani nelle tasche dei cittadini del Veneto.
Assessore Calzavara, quantomeno per coerenza e onestà intellettuale, sono l'ultima a poterle fare la morale sul punto, perché ho passato un po' di anni a dirle che per me, siccome l'imposizione fiscale è una modalità di redistribuzione del reddito, era un'opzione, le ho chiesto in questi anni, che avrebbe dovuto valutare. Di fronte a una società e a un sistema capitalistico che tende ad amplificare le differenze e le diseguaglianze tra chi ha di più e chi ha di meno, per l'istituzione pubblica l'imposizione fiscale poteva essere uno degli strumenti per redistribuire il reddito tra chi ha di più e chi ha di meno. Quindi, figuriamoci, se mi metto a fare la morale.
Ho sempre contestato la narrazione del reddito tax free. Il problema è che voi, dopo anni che noi stimoliamo un confronto sul punto, lo andrete a fare in due contesti che rendono questa manovra particolarmente discutibile.
La prima riguarda il contesto e la congiuntura economica e sociale. Voi andate ad aumentare le tasse esattamente nell'anno e nel periodo in cui le imprese, in generale, e dunque anche le imprese del Veneto, sono sottoposte a maggiore stress, perché le performance economiche vanno male, perché il contesto internazionale colpisce principalmente le nostre imprese che vivono di export, in particolare di quei Paesi che oggi sono particolarmente sotto attacco (Germania e Cina), dunque andate a colpire un contenitore, quello del mondo produttivo veneto, che è già in difficoltà.
Seconda ragione, ma ne parleremo tra due settimane, e oggettivamente non vedo l'ora, la condizione per cui l'aumento dell'IRAP è particolarmente fastidioso in questa Regione in quest'anno e che ci renderà quella manovra davvero indigeribile ‒ giusto, collega Bozza? ‒ è che voi andate ad aumentare le tasse sulle imprese, vicepresidente De Berti, per pagare la sua Pedemontana, quella che lei oggi ha rivendicato. Scusate, la Pedemontana della Vicepresidente De Berti e i tagli agli enti locali del Governo Meloni. Mi dispiace che non ci sia il collega Soranzo, che non ha ringraziato ancora Giorgia oggi. Sono un po' preoccupata. Effettivamente, grazie, Giorgia, che ci hai tagliato, per il 2025, altri 22 milioni di euro.
In questo contesto si muove questa piccola manovra di bilancio, che, a suo giudizio, assessore Calzavara, non ha alcun tipo di riflesso. In realtà ‒ e ci torno, ma ci metterò meno ‒ non è una semplice manovra che chiude il bilancio del 2024. È un passaggio cruciale, in cui cambia totalmente il colore, la connotazione, la qualità non solo di questa Amministrazione regionale, ma di questi quindici anni di era Zaia.
È la manovra che chiude la narrazione del Veneto tax free. È la manovra che certifica il fallimento dell'operazione Pedemontana, perlomeno sul piano economico-finanziario e perlomeno fino a quando la vicepresidente De Berti si degnerà di darci qualche dato in più sui flussi di traffico, che neanche oggi abbiamo avuto. È la manovra che certifica che è finito un ciclo, care colleghe e cari colleghi, il ciclo che ha raccontato di un Veneto in espansione, di un Veneto performante, di un Veneto dell'eccellenza. È la manovra che, invece, ci vede costretti, per la prima volta dopo quindici anni, a non pagare le borse di studio, a non avere risorse per far partire davvero gli ATS, a lasciare le ragazze e i ragazzi privi dei sostegni psicologici che servono, ad abbandonare le questioni ambientali e di tutela che solleva spesso il collega Zanoni. È la manovra del fallimento di quindici anni, di tre lustri in cui avete raccontato ai veneti una realtà diversa da quella che i veneti hanno sperimentato quotidianamente, che è fatta di case di riposo che non bastano, di rette troppo alte, di risposte che mancano alla disabilità, che è fatta di enti locali allo sbando. Quanti ex amministratori in quest'Aula tutti i giorni hanno le telefonate di Sindaci che hanno necessità, a cui non riusciamo a rispondere? Che è fatta di un mondo della cultura abbandonato, e lo vedremo tra poche settimane. Che è fatta di un comparto allo sviluppo economico che prevede dei tagli lineari che, al netto delle risorse comunitarie, quest'anno, nel 2025, ha zero euro per lo sviluppo economico della Regione del Veneto.
È l'anno in cui apriamo la cassaforte della CAV, togliamo 34 milioni e li utilizziamo ancora una volta per il debito indefinito, perché anche la seduta di oggi ha trasformato in un grande punto di domanda l'impatto che la Pedemontana Veneta avrà sui conti di questo bilancio.
Per tutte queste ragioni, e non soltanto per quei quattro numeri che stanno dentro questa manovra di bilancio, l'ultima variazione in teoria della legislatura XI, a meno che non vogliamo tutti prenderci la grande soddisfazione di vedere il Presidente Zaia che inaugura le Olimpiadi invernali, un obiettivo politico fondamentale per la nostra Regione, e siamo tutti molto preoccupati del futuro del Presidente Zaia, se questa davvero è l'ultima manovra di questa legislatura, l'ultima manovra dell'era Zaia, non possiamo che dare un giudizio negativo.
Per tutte queste ragioni, annuncio ovviamente il voto contrario del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste in dichiarazione di voto.
Metto in votazione il PDL n. 305 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE (DEFR) 2025-2027. ARTICOLO 36 E PARAGRAFI 4.1 E 6 DELL'ALLEGATO 4/1 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 118/2011; ARTICOLO 7 E SEZIONE III DELLA LEGGE REGIONALE n. 35/2001 . (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 78) INIZIO

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Sandonà
Correlatrice: Consigliera Luisetto

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7.
Relatore è il collega Sandonà. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Ci troviamo oggi ad approvare il Documento di economia e finanza regionale (DEFR) che, come ormai è noto, rappresenta il principale strumento della programmazione regionale, previsto dal decreto legislativo n. 118 in materia di armonizzazione contabile.
In ordine ai tempi di adozione, l'Allegato 4/1 del provvedimento prevede che il DEFR debba essere adottato dalla Giunta regionale e trasmesso al Consiglio entro il 30 giugno dell'anno antecedente a quello in cui il documento si riferisce.
Oltre a ciò, il punto 6 del medesimo Allegato prevede che la Nota di aggiornamento del DEFR vada adottata e proposta al Consiglio entro trenta giorni dalla presentazione della Nota di aggiornamento del DEF nazionale, per le conseguenti deliberazioni, e comunque non oltre la data di presentazione del disegno di legge di bilancio.
Ciò premesso, i passaggi susseguitisi in questo 2024, con riferimento al Documento di economia e finanza regionale, sono riassunti come segue. Con deliberazione n. 64/CR del 26 giugno 2024, la Giunta ha adottato il DEFR per il triennio 2025-2027. Il 1° luglio la PDA n. 78 è stata assegnata alla Prima Commissione e alle altre Commissioni consiliari. A seguito dell'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del Piano strutturale di bilancio 2025-2029, avvenuta il 27 settembre, la Giunta regionale ha provveduto ad adempiere ai termini di legge coordinando il DEFR con gli aggiornamenti della finanza pubblica nazionale, adottando la NADEFR con deliberazione n. 121 del 15 ottobre 2024. Il 18 ottobre la PDA n. 87 è stata assegnata alla Prima Commissione. Nella seduta n. 143 del 10 luglio ha avuto luogo in Prima Commissione l'illustrazione della PDA n. 78 e, successivamente, nella seduta n. 155, della PDA n. 87, da cui ha preso avvio il successivo iter di esame delle Commissioni.
Il testo del DEFR 2025-2027 che andremo a discutere, comprensivo della NADEFR si struttura in vari Capitoli, con contenuto in parte tipico e in parte appositamente arricchito. Il provvedimento inizia con il Capitolo relativo al quadro macroeconomico, che offre una disamina ad ampio raggio, che spazia dallo scenario internazionale per calarsi poi in quello italiano e veneto, relativamente agli aspetti più rilevanti per l'economia.
Nello stesso Capitolo vengono riservati appositi paragrafi relativi alle imprese, all'export, al turismo, al mercato del lavoro e all'andamento degli indicatori di benessere equo e sostenibile.
Segue il Capitolo III, relativo al quadro di riferimento di finanza pubblica, che riporta le previsioni su prodotto interno lordo, inflazione, assunti per la redazione degli scenari di finanza pubblica regionali, le relazioni finanziarie Stato-Regioni, ponendo una particolare attenzione ai temi della sanità e del trasporto pubblico locale, lo stato di attuazione del federalismo fiscale e dell'autonomia differenziata, nonché alcune considerazioni sulla riforma fiscale e salvaguardia dell'autonomia finanziaria regionale.
In particolare quest'anno le novità principali che hanno caratterizzato il quadro di riferimento della finanza pubblica hanno riguardato: 1) la definizione da parte di ogni Stato del richiamato PSB di medio termine, di durata pari a quattro o cinque anni, a seconda della durata della legislatura nazionale, che riporterà in maniera integrata la programmazione di bilancio, le riforme strutturali e gli investimenti; 2) la variazione annua di spesa primaria netta inserita nel PSB e co-definita con la Commissione UE, come unico vincolo quantitativo, coerente con la traiettoria di aggiustamento e conservazione dei conti pubblici attraverso gli obiettivi di debito PIL (60%) e di saldo di bilancio strutturale (3%).
Il periodo di aggiustamento, però, può essere esteso a sette anni se lo Stato membro inserisce riforme ambiziose che sostengano la crescita potenziale e la resilienza, migliorino la sostenibilità del debito e rispondano alle priorità strategiche europee.
Nel Capitolo IV il DEFR 2025-2027, con la relativa Nota di aggiornamento, si rapporta con il bilancio. Dalla lettura abbinata di questi documenti si ricava cosa si farà e quanto sarà messo a disposizione, in termini di risorse finanziarie, a livello di missione e programma per il perseguimento degli obiettivi.
In questa edizione, data l'importanza del tema, è rappresentata anche la previsione di spesa relativa alle risorse del PNRR e del Piano nazionale degli investimenti complementari (PNC). Tale lettura combinata parte in riferimento alla cornice di spesa definita allo stato attuale, vale a dire il disegno di legge n. 21 del 13 agosto 2024 relativo al bilancio di previsione, che ha assunto il n. 302 fra i PDL dell'attuale legislatura e fornisce il riepilogo generale delle spese per missioni relativo al suddetto bilancio.
Nel Capitolo V viene esposto un quadro sintetico della programmazione europea con riferimento ai fondi europei, sia per il settennio in fase di chiusura 2014-2020 che per quello avviatosi 2021-2027, nonché in quella nazionale, anche aggiornando lo stato di programmazione e attuazione della politica di coesione, dello sviluppo rurale, delle politiche marittime, della pesca e dell'acquacoltura.
Il Capitolo VI rappresenta i collegamenti tra il DEFR e i principali strumenti di programmazione regionali, quali il programma di Governo 2020-2025 e la Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, che delinea le traiettorie future per uno sviluppo sostenibile nel Veneto al 2030 in chiave sociale, economica ed ambientale. Per quest'ultima, nella nota di aggiornamento al DEFR viene presentato un monitoraggio sintetico a livello di macroarea che propone due possibili letture. La prima sintetizza la situazione della Regione rispetto agli obiettivi quantitativi prioritari, con riguardo ai documenti programmatici europei e nazionali. La seconda sintetizza la situazione della Regione rispetto agli indicatori competitivi elaborati da Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile.
Nel medesimo Capitolo sono riportati degli utili schemi di raccordo tra gli obiettivi strategici e le amministrazioni, in raccordo con quanto previsto nel programma di governo, derivati principalmente dalle linee strategiche e dagli obiettivi prioritari presenti nella stessa nota di aggiornamento.
A ciò si aggiungeranno gli obiettivi operativi complementari e le relative schede-obiettivo che verranno adottati, come di consueto, con decreto del Segretario generale della programmazione, a seguito dell'approvazione della manovra di bilancio e della conseguente assegnazione delle risorse tramite il bilancio finanziario gestionale alle strutture amministrative della Giunta regionale.
Inoltre, viene rappresentato un breve quadro sul PNRR, strumento con cui l'Italia, all'interno del quadro europeo di riferimento, dispositivo di ripresa e resilienza, ha voluto rispondere alla crisi pandemica legata al Covid-19 ed espone alcuni contenuti relativamente all'azione regionale volta a monitorare complessivamente le risorse regionali che interessano gli interventi sul territorio veneto attuati sia dalla Regione Veneto che dagli altri enti soggetti attuatori, sia pubblici (comuni, province e città metropolitane) che privati (RFI, Invitalia, GSE eccetera).
Al termine di questi Capitoli di inquadramento e coordinamento generali sono presenti, a seguire, rispetto alla prescrizione dei contenuti in missioni e programmi, al Capitolo VIII, gli obiettivi operativi prioritari attuativi degli obiettivi strategici 2025-2027, le schede-obiettivo attuative delle linee strategiche individuate nel DEFR.
Si tratta di schede organizzate per missione in analogia alla strutturazione del bilancio, così da permettere una più agevole lettura in parallelo. Ognuna di queste schede contiene, oltre alla descrizione e ai soggetti concorrenti, destinatari, gli strumenti di attuazione, quelli di concertazione, gli obiettivi, gli indicatori e i target, le strutture responsabili e le caratterizzazioni nell'ambito del programma di Governo e nell'ambito del PNRR e del PNC.
Vale la pena rammentare che, nell'ambito di un sempre maggior coordinamento tra gli strumenti regionali di programmazione e controllo, il DEFR e la Nota di aggiornamento del DEFR costituiscono un punto di riferimento per il Piano integrato di attività e organizzazione di cui all'articolo 6, comma 6, del decreto-legge n. 80 del 9 giugno 2021, il quale assorbe una serie di piani programmatori già previsti da precedenti disposizioni, fra i quali il Piano della performance, il Piano della prevenzione e della corruzione, e costituiscono, inoltre, presupposto della manovra di bilancio, per il triennio 2025-2027 costituita dai progetti legge nn. 300, 301, 302 che questa Assemblea esaminerà nelle prossime sedute.
Al fine di verificare che la gestione si svolga in condizioni di efficienza e di efficacia tali da permettere il raggiungimento delle finalità istituzionali, l'Amministrazione regionale continuerà a monitorare e controllare, attraverso l'applicativo informatico di project management, sistema finanziario, economico regionale, l'andamento delle attività programmate al fine di poter eventualmente procedere con gli opportuni interventi correttivi in caso di scostamento rispetto alle previsioni.
A chiusura del documento, in attuazione del principio contabile applicato concernente la programmazione di bilancio, il DEFR contiene, al Capitolo IX, gli indirizzi alle società controllate e partecipate della Regione Veneto, nonché agli enti ad essa strumentali.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

A conclusione di questa relazione si osserva che la Prima Commissione ha approvato, in data 30 ottobre, le PDA n. 78 e n. 87, che precedentemente erano state approvate nelle Commissioni Seconda, Terza, Quarta, Quinta e Sesta.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Prego, correlatrice Luisetto.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Discutiamo, anche se a questa tarda ora, ma con il convincimento di affrontare un tema importantissimo, il principale strumento di programmazione regionale, il DEFR. Questa è anche l'occasione di fare una riflessione sulla Nota di aggiornamento, la mappa su cui orientiamo le scelte che la Giunta ci presenterà nel bilancio di previsione. Qui, dunque, troviamo le basi delle politiche per il Veneto dei prossimi anni, e se è l'ultima, dovrà proprio essere lo slancio verso i prossimi anni.
Prima ancora vi troviamo una lettura della nostra situazione economica in relazione a quella nazionale e internazionale, come ha spiegato il relatore, come stanno, cioè, imprese e famiglie e quali sono le prospettive per i settori trainanti dello sviluppo regionale.
Il clima di preoccupazione che ha portato la Banca mondiale a rivedere al ribasso le previsioni di crescita del PIL e della produttività delle imprese è un dato che non accenna purtroppo a migliorare in questa fase. Dallo 0,8 di crescita prevista per l'Eurozona nel 2024, come è scritto anche nella Nota di aggiornamento, ora rischia di attestarsi attorno allo 0,6, in una situazione di incertezza nella quale cala in Veneto la produzione industriale – lo abbiamo sentito anche prima – dell'1,9 nel terzo trimestre 2024 e gli ordini dall'estero del 3,45. È un dato di Banca d'Italia.
È un quadro abbastanza aggravato dalle tensioni geopolitiche, che porta con sé costi energetici crescenti – lo abbiamo sentito nelle audizioni dalle parti datoriali –, difficoltà ad accedere al credito, scarsa propensione agli investimenti. In una parola, siamo entrati in una fase difficile, in particolare per quei settori chiave dell'industria che rappresentano il centro nevralgico dello sviluppo del nostro territorio, dall'automotive alla moda, alla metalmeccanica, dove rallentano le assunzioni e crescono purtroppo le crisi aziendali.
Sono state richieste in Veneto 49 milioni di ore di cassa integrazione in nove mesi, più di tutto il 2023, mentre quelle autorizzate – lo abbiamo ascoltato – segnano il dato peggiore dal 2014, ovviamente escluso il periodo Covid. C'è una parte di grandi industrie che tiene o addirittura cresce. Vive una fase di crisi, invece, che si sta allargando, un'ampia fetta soprattutto tra le piccole e medie realtà, che sono il cuore del nostro sistema.
Citiamo alcune delle crisi aziendali che stanno piagando il nostro territorio. Parliamo di diciannove aziende, 1.300 lavoratori, dalla Sunlight di Colognola ai Colli, con a rischio 78 lavoratori, ad AGCO di Breganze, dove si parla di 26 esuberi su 100 addetti, oltre alla mancata riconferma di 19 somministrati, Italgelato, Polidoro, Gam Tech, Verter, Ceramica Dolomite, Meneghetti di Rosà: 40 posti di lavoro, 40 famiglie.
Se ciascuno di noi pensa al proprio territorio, può stilare un elenco più o meno lungo, ma mai vuoto delle situazioni di crisi aperte o di difficoltà emergenti. Dunque, che cosa dovremmo trovare davanti a questo scenario nel Documento di economia e finanza e nella Nota, a fronte di questa situazione? Credo che dovremmo trovare, o almeno l'aspettativa è di trovare alcune risposte.
Ci aspetteremmo di trovare nella missione relativa alle politiche sul lavoro, in quella relativa alla formazione, allo sviluppo digitale, alle politiche energetiche, quello che, come PD in queste settimane, abbiamo provato a tratteggiare come un nuovo patto per la crescita, che sappia rilanciare l'economia regionale.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

La manifattura si sta contraendo ed è in atto un cambiamento strutturale. Chi lo deve intercettare, se non le politiche industriali? Un export nei servizi che cresce il doppio di quello manifatturiero ci racconta di quanto sia importante, in questa fase, investire soprattutto in infrastrutture educative, per poter mantenere l'occupazione.
Coltivare l'immagine del grande territorio manifatturiero, senza però credere, e puntare sulla formazione in grado di attirare, interessare e ingaggiare i giovani in questo settore porta al rischio di non presidiare le aree più qualificate di questo tipo di impresa, conducendoci dritti in bocca alla cosiddetta trappola dello sviluppo.
È un esempio di risposta che manca, come manca la ricerca di risorse per recuperare i miliardi tagliati dal Governo per tutelare imprese e lavoratori dell'automotive. Non troviamo nella Nota spazio per una strategia che riduca il costo dell'energia, ad esempio, con contributi a fondo perduto per impianti di autoproduzione e comunità energetiche. Manca una vera alleanza tra Istituzioni e parti sociali per sostenere l'artigianato, e lo abbiamo ascoltato davvero molto approfonditamente nelle audizioni.
Sono solo esempi di che cosa la Regione può incominciare a mettere nero su bianco per risalire la china pericolosa che abbiamo imboccato. Per farlo è necessario, a mio avviso, dare centralità alla programmazione, e dunque ad una visione – prima l'assessore De Berti lo ha ribadito più volte – lungimirante su cui fare scelte. Crediamo che l'approccio dietro questo documento, però, non sia questo, spesso schiacciato sulla gestione delle emergenze che ci piovono addosso – e forse in questo 2024 il termine è usato a proposito – senza capacità di previsione. Questo perché questa programmazione risulta tecnicamente impeccabile, ma fragile. Ci racconta dell'oggi, analizza il qui e ora, ma non si spinge oltre.
Avremo modo di approfondire poi nella manovra emendativa, ma risulta subito chiaro dalla lettura di questo corposo documento ciò che le categorie economiche ci hanno evidenziato in audizione, che è uno strumento ordinario, insufficiente ad affrontare un momento straordinario che, anche solo per la prospettiva economica che ho raccontato prima e che conosciamo tutti molto bene, sta vivendo il nostro Veneto.
È lo specchio di un bilancio che avrà pure i conti in ordine, ma difficilmente può mettere a terra una reale politica di sviluppo con poche risorse libere, sulla quale si innesta un aumento IRAP che vedremo nelle prossime settimane in che modo toccherà anche quei settori produttivi maggiormente in difficoltà.
Sembra ‒ oggi ci ha raccontato l'Assessore ‒ ci siano state alcune correzioni, ma parliamo di pochi codici Ateco e vedremo comunque come ingerirà e interverrà questo aumento. Ma almeno si potrebbe pensare a un aumento che sia indirizzato a generare sviluppo. Invece, la rottura del dogma della Regione tax free serve solo o rischia di servire solo a tappare buchi e si accompagna ai pesanti tagli che il Governo cala su Regione ed enti locali.
Fino ad oggi, quante volte ‒ non potete lamentarvi se lo ribadiamo ‒ abbiamo sentito il Presidente Zaia raccontare questa Regione come la sola dove non si mettono le mani in tasca ai veneti. Ciò di cui dovremmo pretendere il racconto, invece, è come questo slogan in questi anni ha inciso sulla programmazione di oggi, che arriva sfibrata a questo appuntamento di bilancio del mandato, quello in cui si possono trarre le somme di una gestione lunga quindici lunghi anni. Qual è stata la strategia di crescita messa in campo, coltivata in questi lunghi anni di governo del Veneto?
Lo abbiamo visto, e qua mi sento di fare una piccola digressione, anche su come è stata programmata la Pedemontana Veneta. Io prima ho usato, Assessore, il termine "desumiamo" non per l'incertezza, ma perché "desumere" significa, visto che ci ha citato il vocabolario sull'omertà, trarre, ricavare, arguire. Ho desunto i 112 milioni di euro in una prospettiva ottimistica, perché queste sono le previsioni di traffico, sperando che siano queste, e sono previsioni ottimistiche. Quindi, il desumere era a favore e non contro. È ancora troppo, forse, ottimistico.
D'altra parte, se diciamo "termini saldi e fissi" sembra che abbiamo la verità in tasca. Quindi, si cerca sempre una mezza via, dando un beneficio del dubbio, che evidentemente non è più opportuno dare.
Come è migliorata la qualità della vita di fronte agli slogan del "non mettere le mani in tasca", la possibilità di curarsi, di vivere in un ambiente sano? Potete ribattere, come abbiamo spesso sentito, che siamo minoranza e, dunque, avendo vinto voi con largo consenso avete fatto quanto i veneti vi hanno chiesto. La domanda è se, dopo cinque anni o forse dopo quindici, siete così certi che questo Documento di programmazione di bilancio e il bilancio che ne conseguirà siano quanto ci si aspettava da voi. Lo chiedo ora che possiamo misurare con mano i risultati delle promesse di cinque anni fa; promesse infrante sui debiti della Pedemontana, su una sanità che non dà la possibilità a tutti i veneti, indipendentemente dalla situazione economica di ciascuno, di potersi curare in un sistema pubblico davvero equo e universalistico.
A questa ultima programmazione della legislatura vi hanno condotto scelte ben precise, che ingessano il presente e lo abbiamo ben sentito nella discussione sulla variazione di bilancio. Mettono una pesante ipoteca sul futuro.
In un momento nel quale aumenta e si diversifica la richiesta di servizi essenziali da cittadini e imprese questo documento non è, a nostro avviso, in grado nemmeno di ricomprendere tutti i bisogni principali. Non ha la lucidità, la capacità di leggere la realtà necessaria a riconoscerli, a descriverli, ad indicare le strade percorribili per dar loro soddisfazione.
Faccio un esempio e poi domani magari ne ragioniamo di più nella parte emendativa. In ambito sociale, quando dico che non riusciamo a leggere tutti i bisogni, nella parte delle politiche sociali non c'è neanche, nella parte per le famiglie, un riferimento alla legge n. 20 del 2020, alla necessità di prevedere nidi gratuiti, a quell'emendamento che l'anno scorso abbiamo approvato all'unanimità, ed era un emendamento della maggioranza, proposto dall'allora vicepresidente Finco, che prevedeva proprio di utilizzare i fondi FSE per la gratuità dei nidi. L'obiettivo 120501 non c'è neanche in questa programmazione nuova. L'anno scorso c'era e quest'anno lo abbiamo tolto, come se alle famiglie non avessimo più bisogno di dare risposte in questo senso.
Questo capita perché quando ci si racconta, per anni e anni che va tutto benissimo e il carisma di uno si illude di risolvere il problema di molti, si finisce con non vederli più i problemi, con il pensare che basta rispondere direttamente alle singole criticità, modello posta del cuore del Presidente che quando gli arriva una mail risponde direttamente, perché il sistema ricominci a girare.
Ci si convince che le minoranze sono cassandre, che i problemi sono di pochi e che c'è ancora un buon margine per andare avanti come si è sempre fatto finora. Poiché, però, le fragilità aumentano e così le voci preoccupate perché, ad esempio, non si trova posto in una casa di riposo o non ce la si può permettere, non si sa come affrontare la malattia mentale di un figlio, non c'è posto in un ospedale di comunità e a casa nessuno può occuparsi di quell'anziano, allora bisogna trovare un modo per dire che qualche problema c'è, però non è colpa nostra.
Benvenuta autonomia, che in questi anni è stata la parola magica per declinare il "Paroni a casa nostra" in avvincenti slogan: teniamoci i soldi qui, chiediamo ventitré materie, diventiamo Regione a Statuto speciale. Tutte le abbiamo sentite. Invece, è finita con la possibilità di gestire i Vigili del fuoco e il commercio estero. Ma non dovrebbe essere questa la risposta a tutti i problemi che ci affliggono. C'è da chiedersi, come si spiega ai veneti, che un'autonomia, di cui questo Documento è pregno, senza soldi e senza LEP, che non può parlare di materie, ma solo di limitate funzioni e che la Consulta eccepisce nei suoi punti chiave, non sia la terra promessa.
Tutta la parte iniziale del documento è imbevuta di autonomia. Ci spiega come il concorso agli obiettivi di finanza pubblica dello Stato sottragga risorse alle politiche territoriali e ci dice fin dall'introduzione del Presidente Zaia che questa "migliorerà – testuali parole – i servizi per i cittadini". Non è dato sapere come, dati i limiti della legge Calderoli, ma continua a risultare uno stratagemma molto utile, perché fornisce una comoda spiegazione del perché, in decenni di governo del Veneto, non si siano costruite le risposte ai bisogni di cui parlerò tra poco.
Il problema è che la realtà spesso non è comoda per nulla e sta presentando un conto salato, frutto di scelte ben precise. Il primo conto è quello che ci presenta la natura. Le alluvioni, le frane e gli allagamenti che si sono susseguiti in quest'ultimo biennio hanno ferito moltissimi comuni del Veneto. I cambiamenti climatici a cui assistiamo ci ricordano che non è più una questione di "se", ma una questione di "quando" i territori vengono interessati da fenomeni di intensità tali da lasciarli disarmati, da lasciare disarmati i Sindaci e costringere i cittadini a chiedere rimborsi, in un susseguirsi di stati di calamità.
Certo, i bacini, quelli realizzati ovviamente, hanno fatto la differenza, ma lo abbiamo sentito in audizione dall'ANBI: dei 350 milioni necessari a completare le opere di laminazione ne arriveranno 40 dal Governo, mentre la Regione mette solo 800.000 euro a sostegno dei costi energetici dei Consorzi.
Serve una programmazione sostenuta da risorse di tenore ben diverso davanti a cittadini che in queste emergenze perdono tutto. La risposta deve essere di sistema. Lo vediamo nel DEFR e nella Nota di aggiornamento quanto siamo lontani da alcuni degli obiettivi della Strategia di sviluppo sostenibile. Non si vede all'orizzonte l'azzeramento del consumo di suolo entro il 2050, a testimonianza che i princìpi della legge n. 14 sono ottimi, ma le deroghe a cui dà spazio sono così ampie da rendere irraggiungibile questo obiettivo.
Consumo di suolo significa anche erodere terreno e rendere più fragile l'ambiente in cui viviamo, chiudere canali, tombinare, senza mai ricordarsi che l'acqua ha memoria e lo spazio se lo riprende, a volte con violenza. Abbiamo un problema anche con le reti. Quella secondaria è in molti luoghi datata, con diametri delle tubazioni insufficienti alle portate attuali.
Serve anche qui scegliere, investire in sicurezza idrologica, idrogeologica. I bacini sono certamente importanti, ma – lo abbiamo ascoltato nelle audizioni – vanno ripristinati gli argini dopo le frane, occorre investire in impianti idrovori, che spesso i Comuni non si possono permettere. Serve gestire un sistema integrato di invasi e di ricarica della falda, che permetta di avere acqua quando la siccità torna a mettere in crisi l'agricoltura.
La ricerca di un equilibrio costante tra siccità e alluvioni richiede lungimiranza, e inevitabilmente risorse che non possiamo più permetterci di non investire. Sempre sul fronte ambientale, non raggiungeremo gli obiettivi dell'efficienza delle reti idriche – è scritto nella Strategia di sviluppo sostenibile – relativamente alle fonti energetiche rinnovabili e nemmeno per la produzione pro capite di rifiuti. Idem per le emissioni di gas climalteranti e le riduzioni dei superamenti di PM 10 al di sotto dei 35 giorni l'anno.
È un quadro che dovrebbe indicare una chiara priorità: a latere, accanto a ciò che la Regione dovrebbe fare, poiché ci ribadite spesso quanto siate in filiera con il Governo nazionale, andrebbe spiegato a Roma, e spero che vi incaricherete di farlo, che la legge n. 160 del 2019 sulle cosiddette "piccole opere", che è stata completamente azzerata, è vitale per i Comuni. Azzerare il fondo di 400 milioni significa dare un'ulteriore mazzata alla capacità di mettere in cantiere i lavori per la messa in sicurezza idrogeologica dei nostri territori.
La settimana scorsa i Comuni della cintura di Vicenza, come immagino sia successo nelle altre province, si sono riuniti in Provincia (eravamo con i consiglieri Zecchinato e Cecchetto e c'erano i parlamentari) e ci hanno raccontato puntualmente quale sia la condizione in cui si trovano dopo gli eventi del febbraio scorso e del settembre scorso. C'è chi ha dovuto fare debiti fuori bilancio per centinaia di migliaia di euro per intervenire in somma urgenza a tutela dei propri cittadini. Penso a Longare, Nanto, Arcugnano, Torri e molti altri Comuni in forte difficoltà. Una parola ai Ministri in filiera forse andrebbe spesa in questa situazione, soprattutto sull'azzeramento di questo fondo.
Un secondo conto che la realtà scomoda ci presenta è quello delle diseguaglianze. Non riusciremo a raggiungere né l'obiettivo di dimezzare il gap occupazionale di genere rispetto al 2020 entro il 2030, né azzerare il sovraffollamento degli istituti di pena che nel 2022 era al 127,5%). Soprattutto, dovremo fare i conti con una percentuale di popolazione a rischio povertà che sfiora il 15% e che non riusciremo a ridurre significativamente da qui al 2030. Numeri spia, potremmo definirli, che ci parlano di lavoro, di sicurezza e di povertà.
Pensiamo che un'alta occupazione ci racconti che sulle politiche per il lavoro siamo a posto. La notizia è che la metà della platea dei lavoratori in Veneto ha un salario basso, che rende difficile sostenere la quotidianità. È possibile essere poveri in Veneto pur lavorando? Sì. In questa programmazione dovremmo trovare risposte per persone e famiglie che vivono una condizione di fragilità di fronte alla quale ad azioni mirate si dovrebbe accompagnare una rete di servizi per prevenire la povertà, per garantire benessere e combattere esclusione sociale e marginalità.
Che ne è dei nidi gratuiti previsti ‒ lo dicevo prima ‒ dalla legge n. 20/2020? Quali sono le politiche per le famiglie, con un 24% di minori a rischio povertà e un 18% di famiglie con tre figli già in tale condizione? Non ci dobbiamo occupare di chi ha meno ed è più fragile in una logica assistenzialistica e caritatevole. Ce ne dobbiamo fare carico perché è precisa responsabilità istituzionale costruire le condizioni per un'esistenza dignitosa di chi vive in questa regione. Ed è esattamente da tale responsabilità che abbiamo l'opportunità di costruire una coesione sociale essenziale a un Veneto più forte e competitivo.
Mettere assieme tenuta sociale, costruzione di reti solidali e competitività è centrale. Forse è inedito, ma centrale. L'esempio è la donna che rinuncia alla professione per essere caregiver di un genitore anziano o di un figlio con disabilità, perché non c'è posto in struttura o perché la struttura per un ragazzo con una sindrome dello spettro autistico grave magari nemmeno c'è, se non nelle scelte del prossimo bilancio e in queste fondamenta programmatiche, dove dovremmo trovare un pensiero di riorganizzazione del sistema socio-sanitario e sociale che sappia vedere quanto velocemente stanno cambiando i bisogni e quanto la demografia impatta e impatterà su di essi.
All'assottigliarsi delle reti familiari dovrebbe fare da contraltare il rafforzarsi di quelle istituzionali e comunitarie. Qualche settimana fa un importante bioeticista mi ha proposto questa immagine, ragionando sulle diverse dimensioni del prendersi cura. Ricordate Enea che fugge con il padre Anchise sulle spalle e il figlio Ascanio per mano? Oggi Enea sarebbe una donna, con un lavoro part-time, e avrebbe più di 60 anni, Anchise potrebbe essere non autosufficiente e Ascanio vivere una disabilità o un bisogno speciale. Queste sono le famiglie che ci circondano e questo è il tessuto a cui non stiamo dando sufficienti e necessarie risposte.
Costruiamo edifici grazie al PNRR in cui realizzare case di comunità, ma che servizi riusciremo a far vivere lì dentro con un modello veneto di tenuta sociale, con il modello che stiamo costruendo?
Spero l'esempio non siano le risorse destinate al terzo settore che, dopo mesi di tavoli di lavoro, oggi regge le strutture socio-sanitarie e per la disabilità fisiche, psichiche, che rischia di saltare perché non si trovano a bilancio – a proposito del fatto che figurarsi se abbiamo un problema per trovare 40 milioni di euro – 30 milioni necessari per far fronte all'inflazione, a quel vitale aumento di stipendio per gli OSS che si attendeva da anni e che rischia di far saltare un settore che ha sul groppone strutture socio-sanitarie fondamentali, servizi essenziali. Ripeto, rischia di saltare. Come siamo arrivati a non averle? Perché, messa così, pare un destino ineluttabile. Magari non sono 30 milioni, ne bastano 20: 8, 16, 24. Se si riuscissero a trovare, credo farebbero la differenza. Siamo intervenuti sulla parte minori, sulle dipendenze, ma sul socio-sanitario nella parte salute mentale e nella parte disabilità ancora no.
La politica è fatta di scelte e di priorità. È lecito chiedersi se si sia data in questi anni priorità alla sostanza o alla forma. La spesa per la Superstrada Pedemontana mi risponderete che è sostanza, perché si risparmia tempo. Il Veneto veloce la usa per produrre e crescere. Parallelamente, le Olimpiadi saranno un'occasione di visibilità innegabile, ma abbiamo una contropartita di centinaia di milioni di euro fermi e non utilizzabili perché necessari a ripianare perdite e buchi, e non credo ce lo possiamo permettere nei termini che ho cercato di evidenziare. In più, la retorica che ho raccontato all'inizio di questo mio intervento, il non mettere le mani in tasca ai veneti, ha assottigliato progressivamente le possibilità date ai veneti, con il risultato che le mani in tasca se le mettono da soli e tutti, invece di chiedere uno sforzo a chi se lo poteva permettere.
Portate pazienza per la semplicità con la quale pongo la questione. A volte bisogna tornare alla sostanza per farsi capire. Se ho uno stipendio solo in casa e devo dare da mangiare a tutti, comprare i libri per la scuola, garantire che la nonna abbia le cure necessarie e garantire una vecchiaia dignitosa, mi occupo del pane, dei libri e delle medicine o dico ai ragazzi e alla nonna di arrangiarsi, come peraltro oggi ho anche sentito?
Siamo arrivati al punto in cui serve comprare il pane, i libri e le medicine a questo Veneto, e per farlo bisogna decidere. Investire su ciò che si ritiene debba avere la precedenza e soprattutto accettare di scontentare qualcuno e perdere magari qualche punto nelle classifiche di popolarità, ma dare servizi necessari a chi ne ha bisogno.
È una manovra, a nostro avviso, senza respiro, con il fiato corto, in cui la vera assente è la politica. C'è troppa distanza tra la lettura del Veneto e dei suoi bisogni e la scelta di politiche coerenti tra loro orientate a migliorare le condizioni di vita dei veneti. Ci si accontenta di un'autoconservazione di quanto nel tempo costruito, che viene eroso anno dopo anno senza una visione. L'ordinarietà dei compiti per casa fatti non basta più di fronte al cambiamento inedito, alle sfide inedite, come quelle che attraversano la fase in cui siamo chiamati a servire. Mi sembra che si possa e si debba scegliere di fare di più.

PRESIDENTE

Direi che, dopo le relazioni, possiamo chiudere qui la seduta.
Chiedo ai Capigruppo di fermarsi un attimo in Sala del Leone per la cosa che vi ho accennato prima.
La Seduta termina alle ore 22.42
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 154 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 154
MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE ENOCH SORANZO
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UNITà ASSEMBLEA

INDICE

Processo verbale della 154ª seduta pubblica – martedì 26 novembre 2024
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie ed in conformità alla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 31 del 30 maggio 2024.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16022 del 20 novembre 2024.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 10.30, rinvia la seduta alle 10.45.

Il PRESIDENTE dichiara aperta la seduta alle ore 10.47.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 153a seduta pubblica di martedì 19 novembre 2024.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che il Presidente della Giunta regionale Luca Zaia è in congedo; inoltre, la partecipazione da remoto è autorizzata ai sensi della deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 31 del 30 maggio 2024.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla convocazione, è dato per letto.

Il PRESIDENTE, con il consenso dei proponenti, acconsente alla trattazione delle interrogazioni non iscritte all'ordine del giorno, alle quali la Giunta regionale ha provveduto a dare risposta con trasmissione successiva all'invio della convocazione.

Punti nn. 4 e 5) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


e

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

n. 532 del 31.05.2024
presentata dalla consigliera Ostanel
"Liste di attesa: i cittadini sono debitamente informati sulle tempistiche e come viene gestito il sistema di tracciamento?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 447 del 17.11.2023
presentata dai consiglieri Montanariello, Camani, Bigon, Luisetto, Zanoni e Zottis
"Ripetute aggressioni e violenze ai danni del personale del trasporto pubblico locale: cosa intende fare la Giunta per garantire sicurezza ai lavoratori e ai cittadini?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 498 del 06.09.2024
presentata dai consiglieri Montanariello, Zottis, Camani e Luisetto
"Aumentano i casi di arbovirosi in Veneto: quali iniziative intende intraprendere la Regione veneto per tutelare la salute dei suoi cittadini e l'igiene pubblica?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

n. 444 del 08.11.2023
presentata dai consiglieri Zanoni e Zottis
"Ennesima chiusura della statale di Alemagna dovuta al maltempo! La Giunta regionale intende attivarsi presso ANAS, Autostrade per l'Italia e presso tutte le istituzioni competenti per una messa in sicurezza definitiva della statale?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 489 del 19.06.2024
presentata dai consiglieri Ostanel, Lorenzoni, Baldin, Camani, Luisetto, Zottis, Bigon, Zanoni e Guarda
"Quali azioni intende mettere in campo la Giunta per potenziare i servizi sanitari e di emergenza nelle isole veneziane?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 508 del 18.10.2024
presentata dalla consigliera Ostanel
"Sospensione del Regolamento Ulss 6 sul riconoscimento economico ai tecnici SPISAL: Quali azioni intende mettere in campo la Giunta per potenziare gli SPISAL e migliorare le condizioni lavorative ed economiche dei tecnici che ci lavorano?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

n. 561 del 31.07.2024
presentata dalla consigliera Baldin
"La Giunta regionale si è accorta della fuga dalla professione di comandante di imbarcazione per il trasporto pubblico locale lagunare? Cosa intende fare per non limitare il diritto alla mobilità in particolare nell'area insulare?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora Mantovan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

Le IRS nn. 390 e 493 sono rinviate.

Il PRESIDENTE ricorda la ricorrenza del 25 novembre, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, l'incontro e la conferenza stampa con le comunità iraniane in esilio, anche con riferimento all'episodio legato ad Ahou Daryaei, e le iniziative del Consiglio regionale legate al tema della violenza sulle donne, incluso il convegno in programma per il giorno 28 novembre 2024 intitolato "Il silenzio delle innocenti - racconti, iniziative e progetti contro la violenza sulle donne".

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Variazione al bilancio di previsione 2024-2026 della Regione del Veneto". (Progetto di legge n. 305) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 31/2024)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere Cestaro (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento della consigliera Camani assume la presidenza il Vicepresidente Enoch Soranzo.

In discussione generale interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

La seduta è sospesa alle ore 13.06.

La seduta, dopo un rinvio, riprende alle ore 15.06.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale interviene la consigliera Luisetto (Partito Democratico Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 15.09.

La seduta riprende alle ore 15.10.

In discussione generale intervengono i consiglieri Luisetto (Partito Democratico Veneto) che prosegue il suo intervento, Zanoni (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Bigon (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Bigon assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono i consiglieri Masolo (Europa Verde), Lorenzoni (Gruppo Misto), Baldin (Movimento 5 Stelle) e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento del consigliere Montanariello assume la presidenza il Vicepresidente Enoch Soranzo.

In replica intervengono gli assessori Calzavara, De Berti, Mantovan e la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento dell'assessore De Berti assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin e successivamente assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire all'Ufficio di Presidenza della Prima Commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 19.16.

La seduta riprende alle ore 19.40.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Il PRESIDENTE ricorda la modalità di votazione, indicando che per tecnica valutativa si inizia dalla trattazione dell'art. 2.

Sull'emendamento n. E1 intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra, e Camani (Partito Democratico Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 20.03.

La seduta riprende alle ore 21.17.

Sull'emendamento n. E1 intervengono i consiglieri Baldin (Movimento 5 Stelle), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), l'assessore Calzavara e la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in dichiarazione di voto sull'emendamento.

L'emendamento n. E1 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. E3 , illustrato dal consigliere Masolo (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. E2 intervengono la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra, l'assessore Calzavara e la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo ritira.

Gli articoli 2, 1 e 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che ritira l'ODG n. E4.

In dichiarazione di voto finale interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Punto 7) all'ordine del giorno

Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2025-2027. Articolo 36 e paragrafi 4.1 e 6 dell'Allegato 4/1 del decreto legislativo n. 118/2011; articolo 7 e sezione III della legge regionale n. 35/2001 . (Proposta di deliberazione amministrativa n. 78) INIZIO  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Sandonà assume la presidenza la Vicepresidente francesca Zottis.

Interviene la consigliera Luisetto (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento della consigliera Luisetto assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Il PRESIDENTE, finita la presentazione delle relazioni, dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato il giorno seguente, 27 novembre 2024, alle ore 10.30.

La seduta termina alle ore 22.42.

Votazioni ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto.


Votazione aperta per il punto:
PDL n. 305 - EME01
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 45
Votanti: 45
Favorevoli: 10
Contrari: 35
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: RESPINTA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Boron Fabrizio, Formaggio Joe, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Contrari:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
PDL n. 305 - EME03
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 45
Votanti: 45
Favorevoli: 10
Contrari: 35
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: RESPINTA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Boron Fabrizio, Formaggio Joe, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Contrari:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
PDL n. 305 - ART. 2
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 45
Votanti: 45
Favorevoli: 35
Contrari: 10
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Boron Fabrizio, Formaggio Joe, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Contrari:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
PDL n. 305 - ART. 1
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 45
Votanti: 45
Favorevoli: 35
Contrari: 10
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Boron Fabrizio, Formaggio Joe, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Contrari:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
PDL n. 305 - ART. 3
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 45
Votanti: 45
Favorevoli: 35
Contrari: 10
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Boron Fabrizio, Formaggio Joe, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Contrari:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
PDL n. 305 - VOTAZIONE FINALE
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 45
Votanti: 45
Favorevoli: 35
Contrari: 10
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Boron Fabrizio, Formaggio Joe, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Contrari:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
LUISETTO Chiara
BALDIN Erika
MAINO Silvia
BARBISAN Fabiano
MASOLO Renzo
BET Roberto
MICHIELETTO Gabriele
BIGON Anna Maria
MONTANARIELLO Jonatan
BISAGLIA Simona
OSTANEL Elena
BORON Fabrizio
PAN Giuseppe
BOZZA Alberto
PAVANETTO Lucas
BRESCACIN Sonia
PICCININI Tomas
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CASALI Stefano
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHELLERO Andrea
RIGO Filippo
CECCHETTO Milena
RIZZOTTO Silvia
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPONDA Alessandra
CORSI Enrico
VALDEGAMBERI Stefano
DOLFIN Marco
VENTURINI Elisa
FAVERO Marzio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca





IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Erika BALDIN

IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI
N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Paola Lombardo
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian