ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 21/01/2025 n. 162

Resoconto n. 162 - 11^ legislatura
Resoconto 162 a Seduta pubblica
Martedì, 21 gennaio 2025
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 14.15, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 14.20.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 14.28

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 162a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 686 del 16 gennaio 2025.
PUNTO
1


APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali delle sedute n.159 del 17 dicembre 2024, n. 160 del 18 dicembre 2024 e n. 161 del 14 gennaio 2025.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Enrico CORSI
Roberta VIANELLO
I congedi sono concessi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.

PRESIDENTE

Iniziamo con le interrogazioni.
Partiamo dalla IRS n. 556.

Interrogazione a risposta scritta n. 556 del 17 luglio 2024 presentata dal consigliere Masolo relativa a "SANITÀ REGIONALE E CRAC COMPAGNIE ASSICURATIVE: QUAL È LO STATO DI POTENZIALE DEFICIT DELLE AZIENDE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE?"

Oggi l'assessore Lanzarin non è presente in Aula. Ha la delega per rispondere l'assessore Corazzari.
Collega Masolo, prego.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Buongiorno, colleghe e colleghi.
Questa interrogazione risale ormai a tempi addietro. In realtà, è una interrogazione che ho ereditato dall'ex collega Cristina Guarda. Le vicende risalgono addirittura alla primavera del 2024. In ogni caso, l'interrogazione è molto interessante perché non si rifà solo a un evento, a una notizia di cronaca precisa, ma investe un problema molto più ampio, cioè la gestione dei fondi gestiti da una compagnia assicurativa, che possono creare un monte crediti per l'ULSS veramente importante. Per cui, vorremmo avere delucidazioni in merito.
Faccio una sintesi degli eventi.
A seguito della sentenza n. 83/2024 della Corte dei conti, un medico dell'Azienda ULSS n. 8 Berica viene condannato a risarcire 156.000 euro. In realtà, l'importo era ben più alto. La Corte dei conti ha ridotto l'importo del danno rispetto alla somma iniziale, che era di 400.000 euro, citando fattori di disorganizzazione amministrativa.
Il problema qual è? Il problema è quello delle coperture assicurative inutili, sottoscritte con una compagnia di assicurazione rumena di dubbia affidabilità (così la Corte l'ha definita). Cosa succede? L'esposizione economica complessiva, il totale dei crediti vantati dalle aziende del sistema sanitario regionale nei confronti della compagnia assicurativa rumena è pari a 21.867.000 euro. Il recupero di questi crediti è ritenuto difficoltoso, con rischi per i bilanci delle aziende sanitarie.
Le richieste che facciamo come Gruppo Europa Verde all'Assessora di riferimento sono le seguenti. La prima, se ci può dare un quadro dei procedimenti pendenti, cioè quanti sono i procedimenti attualmente in corso per responsabilità, ai sensi della legge n. 20/1994, che coinvolgono dipendenti del sistema sanitario regionale legati a polizze sottoscritte con la compagnia assicurativa in questione. Questa è la prima domanda. La seconda domanda, invece, riguarda l'esposizione economica: chiediamo a quanto ammonta in dettaglio, per ciascuna azienda del sistema sanitario regionale, l'esposizione economica attuale e potenziale derivante dai crediti difficilmente esigibili per i contratti con la compagnia assicurativa rumena. Sappiamo che crediti assicurativi difficilmente esigibili sicuramente richiederanno molti soldi, anche per tutte le procedure legali, amministrative o altro, per recuperare questi crediti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Come ho detto, risponde l'assessore Corazzari. Prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente. Rispondo in vece della collega alla Sanità, Lanzarin, che è ammalata, alla quale facciamo gli auguri di pronta guarigione.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si rappresenta che la struttura competente, con propria nota, ha celermente inviato richiesta di relazione in merito ad Azienda Zero, ente di governance, al quale sono state demandate anche le competenze in materia di monitoraggio dell'ambito di attuazione del modello assicurativo del servizio sanitario regionale.
Azienda Zero, con propria nota, ha illustrato lo stato dell'arte e rappresentato quanto segue. In primo luogo, Azienda Zero ha premesso che il quesito posto dall'interrogante fa riferimento a un sinistro aperto presso l'azienda ULSS 8 Berica, assicurata in quel momento con la compagnia rumena LIG INSURANCE SA, la quale ha fornito garanzia assicurativa anche alla struttura dell'attuale Azienda 7 Pedemontana, solo per tali enti, nel periodo dal 2012 al 2016, cessando, tuttavia, nel mese di dicembre 2016 di gestire i sinistri allora pendenti, senza liquidare le somme dovute a titolo di risarcimento.
Successivamente, la compagnia assicurativa rumena è stata oggetto di revoca dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività assicurativa da parte dell'Istituto di autorità di vigilanza rumena. A seguito della procedura di liquidazione dinanzi al tribunale rumeno, infine, ha dichiarato il fallimento.
Ciò premesso, nella medesima nota di Azienda Zero si precisa che, in relazione al primo quesito formulato, sull'eventuale sussistenza di procedimenti per azioni di responsabilità amministrativa nell'ambito dei sinistri ricadenti nelle polizze sottoscritte con la compagnia assicurativa LIG, rispetto ad azioni di responsabilità assicurativa presso l'Azienda ULSS 7 Pedemontana nel periodo 2012-2016, non risultano procedimenti pendenti con dipendenti convenuti. Nello stesso periodo presso l'Azienda ULSS 8 Berica non risultano procedimenti pendenti con dipendenti convenuti, mentre risulta un procedimento concluso con una sentenza di condanna.
Rispetto al secondo quesito, in merito all'ammontare delle esposizioni di tutte le aziende del servizio sociosanitario interessate nell'ambito dei contratti assicurativi in parola, viene precisato che, dalla ricognizione al mese di luglio 2024, l'esposizione attuale complessiva verso LIG INSURANCE risulta essere per l'Azienda 7 di 6.626.621 euro e per l'Azienda 8 di 19.252.397. Quindi l'importo complessivo, tra liquidato e riservato, risulta pari a 25.879.019 euro, secondo quanto relazionato.
Sempre secondo quanto riportato da Azienda Zero, il predetto importo, che le aziende sono impegnate a recuperare presso l'autorità e i tribunali rumeni, ha trovato copertura finanziaria in parte presso gli accantonamenti previsti dai bilanci aziendali e in parte con il fondo costituito presso Azienda Zero e secondo le modalità di cui al decreto n. 54/2023 del direttore di programmazione del controllo del servizio sanitario regionale, relativo alle procedure di accesso al fondo regionale costituito nel bilancio dell'Azienda Zero per la copertura delle posizioni assicurative pendenti antecedenti al 2016 e relativi sinistri sanitari.
Si precisa, infine, che è stata recentemente adottata la delibera della Giunta regionale n. 1471 del 12 dicembre 2024, con la quale è stato approvato il nuovo modello organizzativo di gestione diretta di sinistri e responsabilità civile verso terzi da parte delle aziende ULSS, delle aziende ospedaliere e dello IOV. Quindi, si arrangiano loro.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Masolo, per la replica.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Grazie per la risposta, che mi soddisfa perché dettagliata. Una cosa non ho capito, e mi scuso. Ascoltando al volo, mi pare rimangano 25 milioni da recuperare ancora, inerenti al periodo 2015-2016. Su questi cercheremo di vigilare, perché sono tanti soldi. Se dipendono anche da una scelta di compagnia assicurativa sbagliata o comunque di dubbia sicurezza, la cosa ci preoccupa.
Siamo soddisfatti perché, da quello che abbiamo capito, dal 2024 è stato istituito un nuovo metodo di controllo e di gestione, e questo è sicuramente significativo. Probabilmente dagli errori del passato si può tarare il sistema ed essere più accorti e più sicuri di non andare incontro a problemi. Rimangono, però, questi milioni di euro da recuperare, che speriamo possano essere recuperati il prima possibile, tra l'altro con minori spese legali possibili, che ‒ come sappiamo ‒ influiscono molto, a livello percentuale, su questo importo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo alla IRS n. 577.

Interrogazione a risposta scritta n. 577 del 13 settembre 2024 presentata dai consiglieri Venturini, Boron e Bozza relativa a "LA REGIONE VENETO INTENDE AVVIARE INIZIATIVE AFFINCHÉ VENGA CHIARAMENTE DEFINITA LA PRESA IN CARICO DELLA RETTA ALBERGHIERA DEGLI OSPITI AFFETTI DA DEMENZA ACCOLTI PRESSO I CENTRI DI SERVIZIO?"

Prego, collega Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione vorremmo sottoporre all'attenzione della Giunta una questione che sta interessando e preoccupando i centri di servizi accreditati, le RSA, le case di riposo, in merito alla corresponsione della quota alberghiera che deve essere garantita dagli ospiti inseriti nelle strutture oppure dalla loro rete familiare.
Mi spiego meglio. Si sta sempre più stabilendo un orientamento, da parte della magistratura amministrativa, che equipara l'inserimento presso i centri di servizio accreditati di persone con decadimento cognitivo al ricovero presso le strutture sanitarie. Questo cosa comporta? Comporta che le prestazioni socioassistenziali che vengono erogate a favore di tali soggetti assumono un rilievo sanitario.
Si pone, quindi, un problema in merito alla corresponsione della quota alberghiera, perché viene ritenuto da parte di alcuni ospiti o, comunque, dei loro parenti di non doverla corrispondere, proprio per il carattere dell'inserimento in tali strutture, che acquista valore sanitario. In questo modo, però, le RSA, le case di riposo, i centri di servizio si trovano in difficoltà perché vedono la mancanza di un'entrata, rappresentata dalla quota alberghiera.
Di fronte a questo, si chiede se la Regione intende intervenire e, in primis, fare chiarezza su quelli che sono gli obblighi da parte del Servizio sanitario nazionale e regionale al riguardo, in modo particolare per gli ospiti affetti da decadimento cognitivo, che sono coloro che hanno anche la precedenza per entrare in tali strutture, e se la Regione Veneto intende intervenire stanziando delle risorse, che poi vengono indirizzate verso le Aziende ULSS e, a loro volta, orientate verso i centri di servizio.

PRESIDENTE

Grazie.
Anche in questo caso risponde, al posto dell'assessore Lanzarin, l'assessore Corazzari. Prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
I recenti orientamenti giurisprudenziali hanno caratterizzato un'interpretazione non in linea con la normativa statale e regionale in vigore – guarda caso – riferibile alle questioni legate all'esonero dei costi assistenziali di natura sociale e al pagamento da parte dei pazienti con demenza di tali costi per l'accoglienza presso i centri di servizi residenziali per persone non autosufficienti.
Tale interpretazione giurisprudenziale non risulta aderente a quanto previsto dall'articolo 30 del DPCM 12 gennaio 2017, che prevede per le prestazioni erogate nella fase di lungo-assistenza l'attribuzione degli oneri per il 50% alla retta giornaliera a carico del privato o, in alternativa, del Comune competente in base ai criteri definiti presso il DPCM n. 159/2013 in materia di ISEE.
Una differente interpretazione dell'articolo 30, comma 1, lettera b), non può essere percorsa senza previo intervento da parte del Ministero volto a chiarire l'ambito di applicazione della norma. A supporto di questa necessità, si osserva che la giurisprudenza non sempre tiene conto che la lungo-assistenza, accanto all'erogazione di prestazioni sanitarie correlate prevalentemente all'attività dell'operatore sociosanitario e dell'infermiere, con cui viene fatto fronte ai bisogni dell'assistito, erogata sulla base di standard funzionali in vigore, è caratterizzata anche da un elevato impegno assistenziale e tutelare fornito dalla struttura, la quale sostiene costi di natura alberghiera che non possono essere finanziati con risorse del servizio sociosanitario nazionale.
Questo aspetto, risolto invocando il principio dell'inscindibilità, meriterebbe, visto l'orientamento giurisprudenziale, una ulteriore declinazione da parte del legislatore nazionale, anche attraverso una interpretazione autentica.
In merito, la Regione del Veneto ha riportato tali riflessioni, oltre che l'opportunità di richiedere tale interpretazione autentica da parte del legislatore nazionale, in occasione della predisposizione di due risposte a delle interrogazioni parlamentari al Ministero della salute, inviate tra luglio e agosto 2024. Con DGR n. 996/2022 e successiva DGR n. 465/2024 la Regione del Veneto ha avviato un percorso di revisione del sistema regionale della non autosufficienza, che ha previsto, tra l'altro, un processo di riorganizzazione e riqualificazione, sia organizzativa che funzionale, della residenzialità a favore degli anziani non autosufficienti, in particolare per le persone con declino neuro-cognitivo, associato a disturbi comportamentali, coerente alla disciplina prevista dall'articolo 30 del DPCM 12 gennaio 2017, che salvaguarda l'attribuzione al sociale delle prestazioni di assistenza tutelare ed alberghiera.
In relazione alla richiesta di cui al punto n. 3, per quanto esposto, non si ritiene di modificare l'attuale accordo contrattuale approvato con DGR n. 1231/2018, recentemente aggiornato con DGR n. 465/2024. In merito, si richiama nuovamente quanto sostenuto dall'articolo 30 del DPCM 12 gennaio 2017, con riferimento alle prestazioni di lungo-assistenza.

PRESIDENTE

Collega Venturini, per la replica.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie per la risposta. Auspichiamo un intervento della Regione presso il Ministero perché si faccia chiarezza. La situazione continua a essere difficile da sostenere da parte dei centri di servizi. Dal punto di vista economico, il pagamento di queste rette, per quanto riguarda la quota alberghiera, deve essere garantito.

PRESIDENTE

Grazie.
Abbiamo finito con le interrogazioni.
C'è qualche intervento? Prego, collega Lorenzoni, sull'ordine dei lavori.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Da parte della minoranza c'era l'interesse a coinvolgerla in un'iniziativa relativa a questo Consiglio. I fatti degli ultimi giorni in relazione al tema dell'autonomia e del possibile percorso normativo che va a disciplinare questo importante tema, dal nostro punto di vista, forse richiedono una discussione nell'ambito di questo Consiglio.
La richiesta, quindi, è quella di poter avere il Presidente della Giunta presente in Consiglio per poter avviare una discussione su questo tema. Sono latore di questa richiesta, perché si possa valutare l'invito pressante ad essere presente e a discutere questo tema.

PRESIDENTE

Registro questa richiesta.
C'è qualche altro intervento sull'ordine dei lavori? Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, a me sembra stucchevole che le minoranze, dopo la batosta che hanno preso ieri, chiedano la presenza del Presidente...

PRESIDENTE

No, collega Pan. Sull'ordine lavori, non su altro.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

...che ha di meglio da fare che rispondere alle minoranze.

PRESIDENTE

Non è sull'ordine dei lavori, quindi le tolgo la parola.
Registro questa richiesta, che trasmetterò al Presidente Luca Zaia. Nelle prossime settimane vedremo la possibilità di questo approfondimento.
PUNTO
6



PROGRAMMA DI ATTIVITÀ DEL COMITATO REGIONALE PER LE COMUNICAZIONI DEL VENETO (CORECOM) PER L'ANNO 2025 E PREVISIONE FINANZIARIA. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 82) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 4/2025)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatrice: Consigliera Cavinato

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6 dell'ordine del giorno.
Relatrice la collega Cavinato. Prego.

Elisa CAVINATO (Zaia Presidente)

Buongiorno, Presidente. Buongiorno, colleghi Consiglieri.
Come indicato nella legge regionale 10 agosto 2001, n. 18 , il Comitato regionale per le Comunicazioni del Veneto, entro il 15 settembre di ogni anno, presenta all'approvazione del Consiglio regionale il programma di attività per l'anno successivo, con l'indicazione del relativo fabbisogno finanziario.
Il Comitato regionale per le comunicazioni del Veneto (CORECOM), nell'attuale composizione, si è insediato il 7 luglio 2021 e dura in carica per tutta la legislatura regionale.
Il Comitato ha un'autonomia gestionale e operativa in conformità con le disposizioni in materia di amministrazione e contabilità, nell'ambito delle previsioni contenute nel programma annuale di attività e della corrispondente dotazione finanziaria iscritta in bilancio, alla quale concorrono sia risorse del bilancio regionale sia trasferimenti di AGCOM e del Ministero delle imprese e del made in Italy.
Il CORECOM è assistito da un'apposita struttura del Consiglio regionale, preposta al suo funzionamento e dotata di indipendenza funzionale, denominata "Ufficio Supporto CORECOM" e organizzativamente collocata nell'ambito del Servizio Diritti della persona.
Il CORECOM è organo di consulenza e di gestione della Regione e di controllo in materia di comunicazioni; in questa veste svolge molteplici funzioni proprie, individuate dall'articolo 11 e indicate in dettaglio nel Programma di attività che, con riferimento all'anno 2025, è oggi all'esame di quest'Aula.
Tra tali funzioni spiccano quelle di consulenza alle strutture amministrative del Consiglio e della Giunta regionale che chiedano di essere affiancate nella predisposizione di atti in tema di comunicazione, nonché anche nel rilascio dei pareri preventivi sui disegni di legge o provvedimenti concernenti la materia della comunicazione. Inoltre, è organo funzionale dell'AGCOM ed in tale veste svolge molteplici e rilevanti funzioni di governo, di garanzia e di controllo – in ambito locale – del sistema delle comunicazioni.
Tali funzioni – anch'esse indicate in dettaglio nel Programma di attività 2025 – sono esercitate su delega della stessa Autorità sulla base di una specifica convenzione bilaterale.
Con deliberazione n. 427/22, l'AGCOM ha approvato il testo del nuovo accordo quadro, concernente l'esercizio delle funzioni delegate ai Comitati regionali e le risorse finanziarie assegnate annualmente a ciascuno di essi, inclusa la quota subordinata al raggiungimento di specifici obiettivi di efficienza delle attività. Sulla base di tale accordo, previa approvazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, il Presidente dell'AGCOM e il Presidente del CORECOM Veneto hanno sottoscritto la convenzione per il conferimento della delega delle funzioni da esercitare nel quinquennio 2023-2027.
Con questa delega AGCOM ha attribuito al CORECOM una ulteriore funzione delegata di tutela e garanzia dell'utenza, con particolare riferimento ai minori, attraverso iniziative di educazione all'utilizzo dei media decentrate sul territorio nazionale da svolgersi nell'ambito delle attività di alfabetizzazione mediatica e digitale promosse dall'autorità, anche in raccordo con altre istituzioni nazionali, tenendo conto delle attività di Media Education promosse dagli stessi CORECOM nell'ambito delle funzioni proprie previste dalle rispettive leggi regionali.
Le altre funzioni delegate includono ‒ in continuità con il pregresso ‒ attività già consolidate, tra le quali, in particolare, quelle relative alla conciliazione e alla definizione delle controversie tra enti gestori del servizio di comunicazioni elettroniche e utenti e quella di vigilanza sul rispetto delle norme in materia di esercizio dell'attività radiotelevisiva locale.
Con il provvedimento oggi sottoposto all'approvazione di quest'Aula viene, dunque, illustrato il programma di attività che il Comitato intende realizzare nel corso dell'anno 2025. L'attività del Comitato si concentrerà prevalentemente su due obiettivi: da un lato, adempiere alle importanti funzioni delegate da AGCOM, garantendo un livello di servizio in linea con quello fornito nei precedenti esercizi; dall'altro, portare a compimento importanti progetti che il Comitato ha avviato nel corso dell'attuale mandato.
Nel primo ambito di attività rilevano in particolare ‒ tra le altre ‒ le funzioni di conciliazione e definizione delle controversie tra enti gestori del servizio di comunicazioni elettroniche e utenti e quella di vigilanza sul rispetto delle norme in materia di esercizio dell'attività radiotelevisiva locale, mediante il monitoraggio delle trasmissioni dell'emittenza locale privata, e della concessionaria pubblica.
Un'altra funzione continuativa rilevante, nella quale il Comitato e la struttura di supporto saranno impegnati in maniera rilevante nel prossimo esercizio, è quella relativa alla vigilanza del rispetto delle regole della cosiddetta "par condicio" durante le consultazioni elettorali e referendarie. Nel 2025 i cittadini veneti saranno chiamati al voto in due importanti consultazioni elettorali: quella per il rinnovo dei Sindaci e dei Consigli comunali in diversi Comuni del Veneto, nonché per il rinnovo del Presidente della Giunta e del Consiglio regionale del Veneto.
Per quanto concerne i progetti in corso di realizzazione, nel 2025 il Comitato intende completare e consolidare le iniziative di alfabetizzazione digitale e mediatica, in particolare quelle funzionali alla prevenzione di fenomeni patologici in rete e contrasto al cyberbullismo, sia attraverso l'innovativa piattaforma Media Education realizzata nell'ambito del sito web istituzionale sia attraverso la realizzazione di iniziative formative rivolte in particolare a studenti e docenti.
Analogo proposito anche per quanto riguarda la comunicazione e l'informazione sulle attività e le iniziative del CORECOM, sia attraverso il sito web istituzionale sia attraverso campagne di comunicazione su mezzi tradizionali e social media, oltre che seminari e convegni tematici nell'ambito delle specifiche funzioni/attività.
Per la disamina completa e dettagliata delle attività e delle iniziative programmate dal CORECOM per l'anno 2025 e al relativo fabbisogno finanziario, riferito sia alle funzioni proprie che a quelle delegate, si rinvia al documento oggi in esame.
In conclusione, si segnala che nel corso della seduta del 4 dicembre 2024 la Prima Commissione consiliare ha proceduto all'audizione del CORECOM ed ha approvato all'unanimità la proposta di deliberazione amministrativa n. 82 "Programma di attività del CORECOM per l'anno 2025 e previsione finanziaria".
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Nello scusarmi per la voce, provo a fare un breve intervento.
Credo che l'attenzione che il CORECOM in quest'anno ha in particolar modo rivolto alla Media Education e a tutto il tema dei social, dell'alfabetizzazione e dell'educazione digitale e della sicurezza in rete sia un passo avanti importante nell'avvicinare i cittadini, in particolar modo i cittadini più giovani e più esposti a determinati rischi di alcuni mezzi di comunicazione, a un approccio alla comunicazione digitale più sano e più adeguato.
Le collaborazioni che ci sono state illustrate in Prima Commissione con l'Ufficio scolastico regionale, la Polizia postale e delle comunicazioni, il Consiglio e il Garante regionale sono elementi che arricchiscono un lavoro, a nostro avviso, davvero di qualità.
Uno degli elementi che ritengo importante sottolineare è il lavoro fatto sul portale, fatto peraltro in casa da funzionari e da alcune competenze specifiche interne al CORECOM, che ha agganciato, attraverso campagne mediaticamente attrattive, tutta la presenza in ambito social, da Instagram a Facebook, ai diversi social. Credo che agire, e lo abbiamo visto con l'approvazione della proposta di legge della Presidente Scatto, sempre di più accanto alle nuove generazioni, nel momento in cui dobbiamo dare messaggi evidentemente diversi da quelli che si insinuano in moltissime realtà, gruppi, mezzi di intervento interni ai social, sia un compito che il CORECOM svolge e sta svolgendo con grande determinazione, ma accanto al quale anche questa Istituzione si deve porre con determinazione.
I rischi sono molti, soprattutto su giovani che nel post-pandemia hanno visto ridursi molto spesso le reti di relazioni e hanno trovato in rete un conforto, un dialogo, quasi una relazione virtuale.
Quindi, la necessità di presidiare questo territorio e di farlo anche attraverso un organismo, uno strumento, che si sta occupando non soltanto di elezioni, di equità su questo fronte, ma di una comunicazione sana e adeguata alle giovani generazioni, credo possa essere uno spunto per sentirci tutti coinvolti in una responsabilità condivisa.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Ci sono altri interventi in discussione generale? Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Credo che questo sia un momento importante. Questa relazione su questa tipologia di attività del CORECOM è un momento anche per riflettere e fare il punto della situazione su quelle che sono le comunicazioni oggi e sulla necessità dei controlli e del monitoraggio di queste comunicazioni. È molto importante monitorare soprattutto determinati fenomeni, come quello del cyberbullismo, e questi messaggi che passano ogni giorno sui social, che possono avere ripercussioni molto importanti sulla vita sociale e sul vivere quotidiano delle nuove generazioni, dei giovani.
In questa epoca dove, purtroppo, poco viene monitorato e troppo spesso troppi fenomeni si ripercuotono nella nostra società, grazie a determinate tipologie di comunicazioni, il ruolo di CORECOM diventa ulteriormente importante.
Non sono solo questi fenomeni a doverci far preoccupare, ma anche queste nuove forme di potere della comunicazione. Mi riferisco alla plutocrazia, che vediamo manifestarsi sempre più pesantemente e gravemente, dove i social sono sempre più concentrati nelle mani di pochi. Abbiamo visto che possono avere anche influenze sugli esiti di importanti competizioni elettorali. Ci sono dei precedenti che veramente fanno preoccupare. Crediamo, quindi, che il ruolo di CORECOM sia molto importante, da salvaguardare e, naturalmente, anche da sostenere.
Abbiamo visto, da questa relazione, come il CORECOM sia costituito da uno staff di esperti qualificati, che svolgono questo lavoro con la massima attenzione, che hanno un carico di lavoro maggiore, naturalmente, durante le competizioni elettorali. È proprio per questo che questa attività, a nostro avviso, dovrebbe essere anche rafforzata.
Con il capogruppo Masolo presentiamo un ordine del giorno che tocca anche questi aspetti. Pertanto, chiediamo l'attenzione di quest'Aula anche sui contenuti di questo ordine del giorno che andremo a illustrare.
Spesso sentiamo parlare di CORECOM nel periodo delle competizioni elettorali, soprattutto nel periodo nel quale il CORECOM ha il doveroso compito di monitorare le tempistiche che vengono dedicate nelle varie reti locali che ospitano i vari Gruppi politici. Proprio a questo tema rivolgiamo un'attenzione particolare, in modo che questo tipo di monitoraggio venga svolto con la massima trasparenza, chiarezza e, soprattutto, con regole certe, per evitare che ci siano interpretazioni che penalizzino o premino gli uni o gli altri.
Dopo il collega illustrerà questo ordine del giorno. Sicuramente quello di cui stiamo parlando oggi in Aula è un tema di estrema attualità per questa serie di motivi che vi ho illustrato.

PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altri interventi? Se non ci sono altri interventi, passiamo alle dichiarazioni di voto sulla PDA n. 82. Non vedo richieste di intervento in dichiarazione di voto.
Sospendiamo la seduta per due minuti.
La Seduta è sospesa alle ore 15.03
La Seduta riprende alle ore 15.05

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Colleghi, se aggiornate Concilium, troverete caricato l'ODG n. A0001. Vi invito a leggerlo, perché dovrò metterlo in votazione senza discussione.
ODG n. A0001

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Masolo e Zanoni relativo a "PER LA REALIZZAZIONE DI UN VADEMECUM SULL'APPLICAZIONE DA PARTE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI DEL DIVIETO DI COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE DURANTE IL PERIODO DI PAR CONDICIO". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 82) RESPINTO

(N.d.r. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio regionale del Veneto
Visto:
- l'articolo 9 (Disciplina della comunicazione istituzionale e obblighi di informazione), comma 1, della legge 22/02/2000, n. 28 "Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica", che così dispone: "Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate informa impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni";
Considerato che:
- l'impropria interpretazione ed errata applicazione del richiamato precetto, oltre a dar luogo all'attivazione dei procedimenti sanzionatori di specie, può altresì determinare una responsabilità erariale (cfr Corte dei Conti, Sez. I App., 02/07/2020, n. 145: "La stampa e la distribuzione di un opuscolo contenente il bilancio sociale di fine mandato, in periodo di campagna elettorale, costituisce danno erariale."; Corte dei Conti Sardegna, Sez. giurisdiz. Delibera, 19/09/2019, n. 255: "Sussiste danno erariale in capo al Sindaco per la pubblicità svolta, prima delle elezioni comunali, contenuta in un opuscolo informativo sulle attività dell'ente: sussiste, infatti, la responsabilità amministrativa del Sindaco uscente per violazione dei divieti di cui agli artt. 9, comma 1, L. n. 28/2000 e 29, comma 6, L. n. 81/1993, qualora l'attività di comunicazione/propaganda non sia stata realizzata in qualità di privato cittadino partecipante a una competizione elettorale, ma in qualità di Sindaco ponendo i relativi costi di pubblicità e stampa a carico delle casse comunali."
Rilevato che:
- al capitolo l del Programma di attività del Comitato regionale per le Comunicazioni del Veneto (CORECOM) per l'anno 2025, in merito alla garanzia di presidio sul divieto di cui all'articolo 9, comma 1, della legge n. 28 del 2000, sono previste sia l'attività di vigilanza a fronte di segnalazioni di presunte violazioni sia l'attività di "prevenzione" ("Potranno inoltre essere realizzate azioni di comunicazione e/o eventi informativi/formativi, eventualmente anche con acquisizione di servizi esterni, con impiego sia di risorse proprie sia di risorse trasferite"). In tal senso, tra le azioni di comunicazione che possono essere introdotte può essere utilmente valutata la redazione di un vademecum in formato elettronico da mettere a disposizione sul sito del Corecom;
Considerato che:
- sul tema di specie esiste una nutrita casistica sia di procedimenti istruiti dal CORECOM sia di pronunce dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ai quali attingere al fine di garantire che, in un'ottica di prevenzione, l'esigenza cui è preposta la disciplina legislativa di specie ("evitare il rischio che le stesse possano fornire [...] una rappresentazione suggestiva, a fini elettorali, dell'amministrazione e dei suoi organi titolari" cfr Corte Costituzionale, sentenza n. 502 del 2000) venga correttamente interpretata e applicata;
Tutto quanto sopra premesso
impegna l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale
a relazionarsi con il CORECOM per valutare la fattibilità, nell'ambito delle azioni di comunicazione e delle attività informative connesse alle consultazioni elettorali del 2025, di un vademecum in formato elettronico sull'applicazione del divieto di cui all'articolo 9, comma 1, della legge 22/02/2000, n. 28 "Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica".
Avete letto tutti quanti l'ordine del giorno.
Siamo alle dichiarazioni di voto sulla PDA n. 82.
Collega Chiara Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Solo, Presidente, per confermare il sostegno da parte del Gruppo del Partito Democratico a questa relazione e al lavoro del CORECOM, soprattutto nella sottolineatura che quest'anno è un po' il centro dell'attività di questo organismo, quella, cioè, della media education e della sicurezza digitale. Stiamo apprezzando molto lo sforzo in ambito social e nel rapporto con le scuole, con i docenti e con i formatori per avviare e dare gli strumenti necessari a fuggire dalle fake news, a evitare i rischi che la comunicazione social porta con sé e a costruire una comunicazione che sia la più sana e plurale possibile.
Crediamo che questo approccio sia altrettanto necessario applicarlo in quello che è il controllo e il monitoraggio delle fasi preelettorali ed elettorali, in un quadro generale di garanzie e sicurezze che certamente aiuta la democrazia, ma aiuta anche l'accesso ai cittadini a informazioni quanto mai importanti per potersi orientare nelle scelte elettorali ma anche di vita quotidiana.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Siamo in dichiarazione di voto in questo momento. Prima votiamo l'ODG n. A0001.
È aperta la votazione.
È arrivato quando avevamo già terminato.
Interrompiamo la votazione. Lasciatemi fare una verifica con gli uffici.
Per la presentazione dell'ODG n. A0001, la parola al collega Masolo.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Illustriamo questo ODG proprio in seguito a quanto detto anche dalla relatrice, che ricordava all'Assemblea che quest'anno ci saranno diversi appuntamenti di tipo elettorale. Purtroppo, non ci sarà l'appuntamento referendario, ma sicuramente ci saranno appuntamenti di tipo locale e regionale.
Come Gruppo Europa Verde abbiamo pensato di presentare questo ordine del giorno. Mi scuso perché è scritto "presentato il 14 gennaio", ma il testo l'avevamo già preparato nella scorsa Assemblea consiliare e poi è stato rimandato ad oggi. Si tratta della realizzazione di un vademecum sull'applicazione da parte delle pubbliche amministrazioni del divieto di comunicazione istituzionale durante il periodo di par condicio.
Visto che l'articolo 9 (Disciplina della comunicazione istituzionale e obblighi di informazione), comma 1, della legge 22/02/2000, n. 28 "Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica", che così dispone: "Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni".
Considerato che l'impropria interpretazione ed errata applicazione del richiamato precetto, oltre a dar luogo all'attivazione dei procedimenti sanzionatori di specie, può altresì determinare una responsabilità erariale. "La stampa e la distribuzione di un opuscolo contenente il bilancio sociale di fine mandato, in periodo di campagna elettorale, costituisce danno erariale". È un'espressione della Corte dei Conti del 02/07/2020. C'è anche una della Corte dei conti Sardegna del 19/09/2019: "Sussiste danno erariale in capo al Sindaco per la pubblicità svolta, prima delle elezioni comunali, contenuta in un opuscolo informativo sulle attività dell'ente: sussiste, infatti, la responsabilità amministrativa del Sindaco uscente per violazione dei divieti di cui agli articoli 9 della legge n. 28/2000 e 29 della legge n. 81/1993, qualora l'attività di comunicazione/propaganda non sia stata realizzata in qualità di privato cittadino partecipante a una competizione elettorale, ma in qualità di Sindaco ponendo i relativi costi di pubblicità e stampa a carico delle casse comunali".
Rilevato che al capitolo 1 del Programma di attività del Comitato regionale per le Comunicazioni del Veneto (CORECOM) per l'anno 2025 – adesso veniamo proprio al programma in discussione oggi – in merito alla garanzia di presidio sul divieto di cui all'articolo 9 della legge n. 28 del 2000, sono previste sia l'attività di vigilanza a fronte di segnalazioni di presunte violazioni sia l'attività di "prevenzione" ("Potranno inoltre essere realizzate azioni di comunicazione e/o eventi informativi/formativi, eventualmente anche con acquisizione di servizi esterni, con impiego sia di risorse proprie sia di risorse trasferite"). In tal senso, tra le azioni di comunicazione che possono essere introdotte può essere utilmente valutata la redazione di un vademecum in formato elettronico da mettere a disposizione sul sito del CORECOM. Per cui, non chiediamo nulla di strano, ma quello che è previsto in questa legge.
Considerato che sul tema di specie esiste una nutrita casistica sia di procedimenti istruiti dal CORECOM sia di pronunce dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ai quali attingere al fine di garantire che, in un'ottica di prevenzione, l'esigenza cui è preposta la disciplina legislativa di specie ("evitare il rischio che le stesse possano fornire [...] una rappresentazione suggestiva, a fini elettorali, dell'amministrazione e dei suoi organi titolari", fonte Corte costituzionale, sentenza n. 502 del 2000) venga correttamente interpretata e applicata.
Tutto quanto sopra premesso, si impegna l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale a relazionarsi con il CORECOM per valutare la fattibilità, nell'ambito delle azioni di comunicazione e delle attività informative connesse alle consultazioni elettorali del 2025, di un vademecum in formato elettronico sull'applicazione del divieto di cui all'articolo 9, comma 1, della legge 22/02/2000, n. 28 "Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica".
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Io credo che questa sia un'opportunità anche per noi Consiglieri di fare chiarezza su un tema con il quale ci scontriamo ogni volta che c'è un appuntamento elettorale. Come ricordato, tra poco avremo le elezioni regionali, a breve avremo quattro referendum su lavoro e diritti civili, quindi ci saranno degli appuntamenti che ci coinvolgeranno per quanto riguarda l'applicazione di queste norme che prevedono che dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le Amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale e indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni.
Siccome spesso abbiamo problemi di interpretazione di questa norma e poiché, colleghi, noi non possiamo girare in quel periodo con la cartellina di tutte le sentenze della Corte dei conti e della Corte costituzionale e dei pareri di AGCOM, visto che abbiamo il CORECOM che potrebbe veramente fare chiarezza e dare delle regole certe, io credo che questa sia un'opportunità. Tra l'altro, il dispositivo di questo ordine del giorno è un impegno a verificare la cosa, quindi non si dovrebbe mai negare una verifica della possibilità di fare qualcosa di utile per tutti noi.
Ricordo, colleghi, che questi non sono problemi degli altri, sono problemi che riguardano in particolare chi affronterà le prossime campagne elettorali, perché poi accadono anche cose che ci colpiscono direttamente. Sappiamo che c'è quel mese di campagna elettorale, il CORECOM vigila anche sulle tempistiche degli interventi dei vari Gruppi politici ad esempio nei talkshow e nelle televisioni, ma l'arco temporale è di trenta giorni, e capita magari che invitino alcuni Gruppi, in particolare in un determinato periodo, magari all'inizio della campagna elettorale, e poi capita che il CORECOM scriva a determinate testate, come è successo: guardate che avete esaurito i tempi di intervento per quel determinato partito. Quindi, accade che negli ultimi giorni, che sono quelli più importanti per la campagna elettorale, magari un Gruppo politico non possa intervenire perché è già intervenuto a sufficienza e, quindi, ha esaurito il suo plafond di intervento.
Sarebbe veramente importante che il CORECOM, anche su questo, si esprimesse, in modo che, cronologicamente parlando, consenta a tutti di intervenire e di monitorare per evitare che succedano fatti già accaduti, a maggior ragione con un prontuario che rende edotti su come vanno interpretate queste norme di legge. Io credo che sarebbe utile per fare chiarezza un po' per tutti, per gli amministratori, per i Sindaci, per i Consiglieri regionali, per tutti i soggetti coinvolti.

PRESIDENTE

Grazie, collega, ha terminato il tempo a sua disposizione.
Metto in votazione l' ordine del giorno n. A0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione la PDA n. 82, nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso, colleghi, iniziamo una serie di risoluzioni e mozioni che aspettano da tempo. Io mi auguro che la discussione e gli atteggiamenti in Aula siano corretti. Ognuno ha diritto di parlare, non deve essere disturbato, poi ognuno si esprimerà votando i provvedimenti. Quindi, vi prego di mantenere in Aula un atteggiamento consono al Consiglio regionale del Veneto.
PUNTI
7-8-9



RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI OSTANEL, BALDIN, LORENZONI E MASOLO RELATIVA A "IL PARLAMENTO APPROVI UNA RIFORMA EQUA, INCLUSIVA, CON TEMPI CERTI E RAPIDI DELLA LEGGE SULLA CITTADINANZA". (RISOLUZIONE N. 142) RESPINTA

e

RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CAMANI, BIGON, LUISETTO, MONTANARIELLO, ZANONI E ZOTTIS RELATIVA A "RIFORMA DELLA CITTADINANZA PER MINORI. LA REGIONE FACCIA LA SUA PARTE PER IL RICONOSCIMENTO DI QUESTO DIRITTO". (RISOLUZIONE N. 141) RESPINTA

e

RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BORON, BOZZA E VENTURINI RELATIVA A "SI SOSTENGA IL DIRITTO ALLA CITTADINANZA AL COMPLETAMENTO DEL PERCORSO SCOLASTICO DI 10 ANNI". (RISOLUZIONE N. 145) RESPINTA

PRESIDENTE

Partiamo con i primi tre punti, il punto n. 7, il punto n. 8 e il punto n. 9, che trattano lo stesso argomento. Sono tre temi distinti, che verranno presentati singolarmente, che però avranno un'unica discussione generale, perché sono temi che, ripeto, trattano lo stesso argomento.
Colleghi, se volete, riprendiamo fra una mezz'oretta, magari siamo più tranquilli.
Il Consiglio è sospeso.
La Seduta è sospesa alle ore 15.28
La Seduta riprende alle ore 15.28

PRESIDENTE

Vi prego, lasciamo che i colleghi possano parlare in maniera adeguata.
Risoluzione n. 142 presentata dalla consigliera Ostanel ed altri: "Il Parlamento approvi una riforma equa, inclusiva, con tempi certi e rapidi della legge sulla cittadinanza".
Risoluzione n. 141 presentata dalla consigliera Camani ed altri: "Riforma della cittadinanza per minori. La Regione faccia la sua parte per il riconoscimento di questo diritto".
Risoluzione n. 145 presentata dal consigliere Boron ed altri: "Si sostenga il diritto alla cittadinanza al completamento del percorso scolastico di 10 anni".
Partiamo con la risoluzione n. 142, a firma della collega Ostanel ed altri. Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Come ha detto lei, queste sono mozioni che attendono da tempo, attendono dal dibattito estivo che avevamo avuto in particolare a livello nazionale, dove sembrava che fossimo arrivati finalmente a decidere, in particolare all'interno del Governo nazionale, che fosse necessaria una riforma della legge sulla cittadinanza. Lo dico perché purtroppo è rimasto solo un dibattito estivo, ed è rimasto un dibattito estivo perché non si è andati, io credo, a verificare. E su questo dirò subito come la penso: io penso che serva una riforma seria della legge sulla cittadinanza e che non basti dire le parole "ius scholae" per poter sostenere di aver risolto la questione delle persone che stanno all'interno di questo Paese. Bisogna, invece, effettivamente capire quale sia la riforma più corretta di cui ha bisogno il nostro Paese.
La mia risoluzione non dice che tipo di riforma si dovrà fare, la mia risoluzione si limita a esortare il Parlamento ad andare fino in fondo a fare una riforma. È ovvio che, se io fossi seduta, probabilmente con la lista civica, in quel Parlamento, avrei un mio posizionamento, ma oggi in questo Consiglio regionale noi dobbiamo approvare una risoluzione che chieda al Parlamento di fare una riforma. E dico anche quali princìpi dovrebbe avere questa riforma. Penso, ad esempio, che tante volte il dibattito sullo ius scholae abbia diviso questo Paese su un tema: tanti dicono che non è la scuola che porta una persona ad avere la cittadinanza, tanti dicono che non è il luogo dove nasci quello che ti dà la cittadinanza, alcuni dicono che si dovrebbe avere dopo cinque anni, altri dopo dieci, tema attualissimo, perché tra i quesiti referendari, come ben sapete, uno – e non solo uno, perché ce n'è un altro molto importante – che attiene al tema di cui stiamo discutendo ci permetterà, finalmente, con un referendum, di dire, ad esempio, se dobbiamo aspettare meno di dieci anni per avere la cittadinanza in questo Paese.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Vorrei entrare nel tema, perché sono questioni rilevanti. Vi dico prima di tutto una cosa, visto che magari non tutti hanno letto fino in fondo le risoluzioni. Questa risoluzione l'ho presentata apposta senza mettere che tipo di riforma, se ius scholae, se ius sanguinis, se cinque, se dieci o se dodici anni, perché sta al Parlamento fare una riforma sensata pensando a quale sia effettivamente la necessità per le persone che stanno in questo Paese, che giungono in questo Paese per rimanervi e che oggi diventano parte integrante della nostra società. Lo dico anche perché i dati in Veneto raccontano una storia chiara. Dentro le scuole – qui, sì, parlo di scuola, non tanto per dire che è il luogo che deve decidere che tipo di riforma avere, quanto perché è importante parlarne vedendo il futuro della nostra Regione – il 71% dei bambini che stanno nella scuola dell'infanzia è costituito da bambini nati in Italia, ma che hanno genitori che non hanno cittadinanza italiana.
Noi, quindi, dobbiamo metterci nei panni di una società e dire con grande determinazione che è una società che di fronte ai nostri occhi sta cambiando e che rispetto a questa società solo se riusciremo a prendere in carico questa questione in maniera corretta potremo garantire alle nostre città, ai nostri paesi, ai nostri Comuni quella coesione che serve per andare avanti. Ve lo dico anche perché ho vissuto in un Paese che da questo punto di vista è molto interessante, che è il Canada, che la cittadinanza a me, come a tanti altri, l'avrebbe data subito, perché attraeva cervelli che potessero stare a lavorare in quel Paese. Magari non è il modello migliore, ma è da tempo che hanno fatto un ragionamento, e infatti la loro è una delle società più multiculturali e che riescono a vivere in pace.
Allora, nel momento in cui facciamo questo ragionamento, vi dico anche le due cose che qui non funzionano, e non funzionano a partire dal dato che ci raccontano le persone che provano a prendere la cittadinanza, cioè quelle persone che vogliono stare in questo Paese. Le persone che nascono in Italia, i ragazzi, che per me sono italiani, raggiunti i diciotto anni possono chiedere al Comune la cittadinanza, a patto che abbiano risieduto ininterrottamente dalla nascita in Italia. Capite bene che, se anche solo un anno la famiglia si sposta per il lavoro dei genitori, per cui la residenza qui non è continuativa, non riescono ad avere la cittadinanza, anche se sono nati qui. È una banale questione per dire che va preso in carico questo tema e che la norma non funziona.
Chi è nato all'estero, dunque non è nato in Italia, ci mette talmente tanto a prendere la cittadinanza, dieci anni dice la legge, ma poi deve avere la residenza ininterrotta da almeno dieci anni, deve avere una residenza in Italia interrotta da almeno quattro anni se è un cittadino europeo, deve avere un minimo di reddito annuale. Peraltro, dopo aver presentato la richiesta, possono passare ulteriormente tre anni. Solitamente, la media dice che per avere la cittadinanza in Italia, con grandi difficoltà, ci si mettono tredici anni.
Allora, a partire da questi piccoli esempi, vi chiedo di leggere con attenzione una risoluzione che dice al Parlamento: vi prego, fate una riforma, perché è già tardi.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla presentazione della risoluzione n. 141. Capogruppo Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Cercherò di raccogliere l'appello del presidente Ciambetti a provare a portare la discussione e il confronto tra noi in un alveo di civiltà.
Partiamo dai dati di fatto, quelli con i quali ci dobbiamo confrontare. Oggi in Italia la cittadinanza può essere concessa e viene concessa per il diritto di sangue. Cioè, non importa dove sei nato, non importa che lingua parli, non importa che cultura hai e che tradizioni segui, basta che nelle tue vene scorra sangue italiano. Questo è l'argomento e l'oggetto della nostra discussione. Chi, invece, non può essere cittadino italiano? Non possono essere cittadini italiani i bambini che sono nati in Italia da genitori stranieri, che in Italia sono cresciuti, che hanno frequentato le scuole italiane, se non al compimento del diciottesimo anno e dopo un iter burocratico significativo, ancora più complicato per i bambini che, pur essendo nati in un Paese diverso dall'Italia, arrivano già nati, e anche per loro si apre un cammino che, se tutto va bene, li condurrà a diventare cittadini italiani soltanto dopo aver raggiunto la maggiore età.
Come Partito Democratico a livello nazionale abbiamo avanzato una proposta molto significativa sul diritto di cittadinanza, che si fonda su una presa d'atto della realtà, che non può essere negata per legge. Il fatto che nelle nostre scuole ci siano migliaia di bambine e bambini, di ragazze e ragazzi che in questo Paese sono nati, che in questo Paese frequentano le scuole e che sono oggetto di discriminazioni pesanti e di differenze rispetto ai loro compagni di banco soltanto perché sono nati in Italia da genitori stranieri o sono arrivati in Italia essendo nati in un Paese estero per noi è una grave forma di diseguaglianza, che potrebbe essere superata con una norma di civiltà.
Quali sono le differenze tra un bambino con la cittadinanza italiana e un bambino senza la cittadinanza italiana? Non può andare in gita scolastica all'estero, non può accedere a determinate prestazioni sportive, non può richiedere la borsa di studio nelle medesime modalità di un cittadino italiano. Sono impedimenti costanti nella vita di bambine e bambini, che almeno su quei banchi di scuola dovrebbero essere considerati per ciò che sono, e cioè non italiani o non italiani, ma semplicemente bambini, che, anzi, frequentando il sistema educativo e di istruzione italiano, possono diventare cittadini italiani nel senso pieno della parola.
Io credo, quindi, che noi dovremmo uscire da questa tendenza che spesso la politica ha di voler trasformare la realtà in base alle proprie aspirazioni, e cioè ad alcuni piacerebbe avere una comunità monoculturale, monorazziale, tutti con lo stesso colore della pelle, purtroppo non è così. Le nostre scuole sono frequentate per il 20% da bambini che, pur essendo nati in Italia, non hanno la cittadinanza italiana. Io credo che per fare questo passo avanti culturale fondamentale – ha ragione la capogruppo Ostanel – necessario dobbiamo provare a fare un passaggio valoriale e significativo.
La cittadinanza non è un privilegio che viene concesso a chi si comporta bene. La cittadinanza non è neppure una concessione che facciamo a qualcuno perché lo riteniamo meritevole. La cittadinanza è un diritto e come tutti i diritti civili può essere utile sia per valorizzare l'emancipazione individuale della persona, sia sicuramente per accrescere la coesione sociale.
Noi riteniamo che riconoscere alle persone che sono nate in Italia e che in Italia hanno frequentato almeno cinque anni di scuola, e cioè si sono avviate in quella che è la più importante riforma di cittadinanza che l'istruzione pubblica può mettere in campo, noi riteniamo necessario che queste persone, queste bambine e questi bambini abbiano gli stessi diritti dei loro compagni di banco. Del resto, perpetrare le diseguaglianze fin dai banchi di scuola non è solo sbagliato sotto il profilo politico ma è anche ingiusto sotto il profilo morale.
Noi pensiamo che allargare i diritti civili sia un modo fenomenale per costruire identità nazionale, per includere cittadine e cittadini che qui non sono nati ma che italiani non solo vogliono diventare, ma già lo sono, perché qui sono cresciuti e qui vanno a scuola.
All'inizio dell'anno scolastico, e chiudo, Presidente, il Presidente Zaia aveva invitato i compagni di classe ad aiutare i cittadini stranieri, i bambini stranieri ad integrarsi. Guardate che l'integrazione è un percorso che si costruisce concedendo e riconoscendo diritti, non facendo carità cristiana.
Per tutte queste ragioni, chiediamo di votare a favore di questa nostra proposta.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo adesso alla presentazione della risoluzione n. 145, a firma dei consiglieri Boron, Bozza e Venturini. Chiedo al consigliere Boron, se intende illustrarla, di prenotarsi, perché non risulta tra coloro che hanno richiesto l'intervento. Perfetto. Consigliere Boron, prego.

Fabrizio BORON (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Mi scusi, ma è la vecchia abitudine di pensare sempre la prenotazione su tastiera, invece avviene su monitor.
Ringrazio della discussione che riusciamo a fare oggi, partendo dalle parole introduttive del Presidente Ciambetti, il quale ha invitato a fare una discussione pacata, senza contrasti che possano non far capire il tema o prese di posizione ideologiche. Io cerco in qualche modo di ragionare sul contesto guardando al 2025, non guardando ovviamente a venti, trenta o quaranta anni fa, ma guardando a quella che oggi è la società e a quello che ovviamente diverrà nel corso del tempo.
Penso a mia figlia, che ha frequentato le elementari e frequenta le medie e che si trova in una classe di una scuola pubblica dove più della metà non sono cittadini di provenienza italiana, hanno diverse provenienze, sia europee che extra europee. La cosa bella, ma che magari per noi che abbiamo una certa età può essere strana, è che quando parla con me dei suoi compagni e delle sue esperienze in classe si riferisce ai suoi compagni dicendo, magari, "quel ragazzo alto", mai una volta istintivamente è portata a distinguere i suoi compagni per il colore della pelle.
Credo che sia una questione solo culturale e di adattamento culturale a quella che è la vita umana, non distinguere le persone per la propria razza, per il proprio colore e soprattutto non distinguere, in questo contesto o fare tutta una confusione quando si parla di questo contesto, tirando in ballo l'immigrazione clandestina, la delinquenza che serpeggia per le strade e magari temi molto più scottanti, che non hanno nulla a che vedere con i bambini, che sono nell'innocenza più totale e non hanno sicuramente le colpe e le responsabilità degli adulti, che in qualche modo cercano di distinguere le cose molto spesso per convenienza.
Su questo contesto ho presentato questa risoluzione, cercando di parlare di un tema che diventerà sempre più stringente, che è quello di bambini che qui nascono o qui vengono fin da piccoli, che provengono da altri Paesi, ma vengono qui fin da piccoli e che, nel corso della loro vita, studiano con i nostri figli, giocano con i nostri figli, frequentano la vita sociale con i nostri figli, arrivano a scherzare fra loro in lingua veneta e si capiscono molto più velocemente, creando anche i presupposti di quella che noi diciamo "convivenza", che per loro è automatica, non è imposta, è naturale, perché le persone fin da piccoli imparano e, poi, deteriorano nell'età adulta, ma imparano a distinguere con chi stai bene, per persone corrette e scorrette, per chi ovviamente si comporta bene e per chi non si comporta bene, ma non sicuramente vengono distinte per la loro provenienza, per il loro colore della pelle.
È in questo contesto che la cittadinanza parte su quello che noi, su quello che io e gli altri colleghi che hanno firmato la risoluzione, parte da questo concetto: parlare di bambini che entro l'età di cinque anni accedono all'istruzione dell'obbligo e dopo dieci anni di istruzione, che non conoscono neanche più la loro lingua o la lingua dei propri genitori, che non sanno nemmeno cosa sia il Paese da dove provengono i loro genitori, perché conoscono solo in questo caso Padova, Vicenza, Verona, Treviso, Rovigo, Belluno, Venezia, conoscono le nostre città, le loro città, i loro quartieri. Credo che in questo contesto la discussione debba essere molto semplice, rilassata, perché questi bambini possono, in un momento della loro vita, se lo vogliono, perché sapete che la cittadinanza è un diritto attivo e non passivo, cioè la richiedi e non te la impone nessuno, possono chiedere di essere a tutti gli effetti...

PRESIDENTE

Se può chiudere, la ringrazio.

Fabrizio BORON (Gruppo Misto)

Scusi, non mi ero accorto del tempo. Chiedo scusa.
Possono a tutti gli effetti chiedere di essere cittadini.
Concludo velocemente con queste parole: "Siate aperti al dialogo. In un mondo sempre più globale la nostra scuola deve aprirsi agli orizzonti internazionali, favorire l'integrazione dei bambini e dei ragazzi stranieri e al contempo valorizzare l'identità culturale e storica della nostra terra. Come seppe fare in passato Venezia, ancora oggi simbolo di accoglienza e produzione culturale, che ha tratto il meglio da ogni rapporto, anche da culture lontane, così anche voi dovrete imparare a crescere in un'ottica di apertura e dialogo con il mondo, senza dimenticare mai le vostre radici". È la lettera di Luca Zaia all'inizio dell'anno scolastico 2024-2025.
Grazie a tutti.

PRESIDENTE

Grazie.
Apriamo il dibattito sulle risoluzioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Valdegamberi.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Solo alcune considerazioni in merito alle richieste.
Io credo che le normative attuali nel nostro Paese sulla cittadinanza siano corrette e vadano bene. Anzi, credo che dieci anni, che passano in fretta, di permanenza in Italia sia il tempo minimo necessario per entrare nel contesto italiano, assimilare anche i valori, la storia, la cultura, per poter poi avere un riconoscimento formale dell'italianità, perché attraverso questa cittadinanza tu vieni riconosciuto come cittadino italiano, quindi facente parte di una comunità, di una storia, di valori, di una cultura; quindi, devi avere un tempo necessario per assimilare tutte queste cose. Non è che uno arriva lì automaticamente. La cittadinanza è il riconoscimento formale di un'appartenenza sostanziale, di uno spirito di appartenenza sostanziale che deve esserci nella persona. Non è un atto che si compie per avere un pezzo di carta, deve significare dei valori e uno spirito di appartenenza che sottostà alla formalità della cittadinanza in sé.
Ritengo, quindi, che dieci anni possano essere un termine più che sufficiente. È chiaro che questo processo di integrazione la scuola lo accelera. È vero, i ragazzi non fanno differenze, però credo che se i genitori, che sono lì magari da più di dieci anni, fossero già diventati, nel frattempo, cittadini italiani, automaticamente lo diventerebbero anche i figli, senza attendere il diciottesimo anno di età. Comunque, non ci sono discriminazioni.
Se andiamo a vedere il nostro ordinamento giuridico, non riesco a trovare discriminazioni, semmai, trovo discriminazioni in senso opposto. Se vado a guardare nella graduatoria delle case popolari e guardiamo ai primi posti chi c'è, non sono certo cittadini italiani, quindi non vedo dove ci siano le discriminazioni. Se c'è una graduatoria di qualunque contributo e beneficenza pubblica, anche della Regione, vediamo che ai primi posti non ci sono cittadini italiani, quindi sono cittadini che non hanno cittadinanza italiana, ma sono comunque ben accetti, accolti nel nostro Paese, magari integrati con il lavoro, magari in attesa della cittadinanza. Non è che vengano discriminati per il fatto che magari sono qui senza cittadinanza. Se guardiamo tutte le graduatorie pubbliche, possiamo rilevare il contrario, quindi non vedo dove sia il problema.
Vedo semmai il tema che si pone anche in questi giorni. Abbiamo visto figli anche di seconda generazione che in piazza gridano contro i valori occidentali e il rispetto propri della nostra storia, della nostra Costituzione, che invocano magari ideologie legate a estremismi islamici o ad altre cose. Questo mi preoccupa. Come posso dire che questi sono integrati? Magari sono lì da diversi anni, ma già i loro genitori sono lì.
Guardiamo il problema delle baby gang a chi è ascritto. La maggior parte di loro chi sono? Qual è l'identità di queste persone? Sono persone che girano per le strade, spesso minorenni, per la maggior parte minorenni, che si sentono impuniti, senza un'adeguata vigilanza da parte dei loro genitori, che vivono in case popolari. Questo crea una miscela esplosiva e sono molte volte anche cittadini italiani, perché sono già da più di una generazione qui in Italia e magari i loro genitori sono arrivati qui da anni.
Credo che la cittadinanza non sia tanto un'etichetta, una firma, un documento formale, ma è una cosa sostanziale. Anzi, quando sento uno che parla veneto, mi dà una certa sensazione di sicurezza. Apprendere la cultura e anche la lingua locale è di per sé un elemento di assimilazione anche di valori del territorio. La lingua è il primo veicolo dei valori di un determinato territorio. Quando vedo dei certificati di cittadinanza che vengono dati dai Comuni – ho fatto il Sindaco anch'io – a persone che vengono balbettando e non sanno una parola di italiano, francamente mi vengono grandi dubbi, anche se sono da diverso tempo qua in Italia. Mi viene qualche dubbio sull'italianità di queste persone ed è un dubbio più che giustificato.
Sollevo un altro tema che sta creando non pochi problemi. Quando vedo che stiamo dando certificati di cittadinanza italiana a persone solo perché due secoli fa un antenato era partito dal Veneto, magari ha sposato persone da mille altri Paesi in Brasile o in altre parti e non viene nemmeno qui in Italia, non si fa neanche vedere, ma vuole la cittadinanza, magari pagandola, perché c'è un giro – anche lì sarebbe da indagare – di persone che lucrano, studi particolari che rilasciano certificati. Abbiamo scoperto anche falsi rilasciati in giro, ci sono state delle indagini, delle inchieste dove vengono documentati falsi certificati pur di avere la cittadinanza italiana.

PRESIDENTE

Se può chiudere, Consigliere, grazie.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Sì, chiudo.
Poi queste persone non sanno una parola di italiano, magari se vengono qui lo fanno per andare in un altro Paese. Abbiamo dato certificati – e chiudo – di cittadinanza italiana (io ne ho parlato con persone, ovviamente, delle forze dell'ordine) nel mondo a persone che erano potenziali terroristi, perché erano associate a delle associazioni criminali.
Bisogna fare molta attenzione. La cittadinanza è un fatto sostanziale. Prima di tutto io farei un esame, perché uno deve riconoscere lo spirito: non puoi sentirti italiano, andare in piazza e sparare a zero contro i valori della società occidentale.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Favero.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Mi permetto di intervenire solo per richiamare il fatto che su nessun tema come questo si sono fatte tante polemiche inutili negli ultimi anni per nascondere la povertà di idee dei nostri partiti, tutti, compreso il mio, perché è un problema di dimensioni talmente ridotte che guardato dal punto di vista tecnico, cioè dall'ufficiale dell'anagrafe, è quasi imbarazzante. Ma tutti i partiti ne hanno fatto una questione di principi fittizi, in assenza di principi veri sui quali combattere.
Chiariamo bene: con la normativa attuale, quando un genitore acquisisce la cittadinanza, non importa se il maschio o la femmina, per il momento ci limitiamo a questi due generi, automaticamente acquistano la cittadinanza anche il consorte e i figli. Tant'è che qualsiasi Sindaco, di qualunque colore politico, nel suo percorso firma decine, se non centinaia, di passaggi di cittadinanza. Io ho firmato l'acquisizione della cittadinanza di un sacco di bambini.
I dieci anni partono dalla presenza del genitore e quindi ci saranno bambini che acquisiscono la cittadinanza a due anni, altri a cinque, altri a dieci. C'è il problema, è vero, che è stato sollevato, che dovrebbe essere affrontato, quello della interruzione del periodo. È un problema tecnico.
Ci sono però anche dei ragazzi che devono aspettare i 18 anni. Quanti sono? Un numero ridottissimo. Perché devono aspettare? Perché sono sottoposti alla patria potestà dei genitori. In altre parole, non possono decidere da soli perché la nostra norma vieta anche ai ragazzini italiani la piena indipendenza finché non hanno raggiunto la maggiore età. Vi sono dei cittadini stranieri che non desiderano acquisire la cittadinanza italiana per il semplice fatto che, altrimenti, potrebbero perdere la loro. Non tutti i Paesi, come l'Italia, mettono la doppia cittadinanza. Vi presento un caso particolare, quello dei cinesi: o sei cinese o sei italiano.
Molti lavoratori cinesi, che sono legati alla loro terra di origine, preferiscono conservare la cittadinanza d'origine, ponendo i loro figli nella condizione di dover aspettare fino ai 18 anni di età. È un peccato, senz'altro, soprattutto per alcune dimensioni ed attività, non quelle fondamentali. I diritti allo studio vengono garantiti, i diritti sanitari vengono garantiti, non siamo un Paese ammirato come gli Stati Uniti dai democratici o dai conservatori europei che, secondo me, è una democrazia oligarchica, dove la sanità non è un diritto uguale per tutti.
Da noi, per fortuna, abbiamo un sistema sanitario che risponde alle esigenze di qualunque persona. Il limite è semmai, per esempio, nell'iscrizione ad alcuni tornei sportivi o nelle attività didattiche all'estero. Sono problemi concreti che dovrebbero essere affrontati in chiave non ideologica.
Nessuno di noi, credo, desideri un'omogeneità etnica all'interno di uno stesso Stato univoco. Pensate quanto lo possiamo desiderare noi della Lega, che siamo federalisti, che abbiamo difficoltà persino a concepire un'identità nazionale univoca. La riteniamo plurivoca, cioè fatta di tante unità nazionali che costituiscono il bello della tradizione del nostro Paese.
Come tutti i federalisti, non identifichiamo la nazione con lo Stato. Non lo dico io, lo diceva Silvio Trentin, che era uomo di sinistra. Credo, allora, che per affrontare correttamente questo tema, che involge i soggetti più deboli, perché hanno meno di 18 anni, forse dovremmo prescindere da impostazioni ideologiche.
Mi piacerebbe – qui chiudo, non vi rubo altro tempo – che sulla questione magari i Capigruppo si ritrovassero con un time-out per vedere se possiamo trovare una formulazione comune per dare una risposta alle esigenze dei più giovani, dei soggetti che sono più fragili, non perché lo siano intellettualmente o moralmente, perché spesso sono molto migliori di noi, ma dal punto di vista del diritto e della copertura che il diritto può dare. Questo prescindendo da schematismi ideologici che noi citiamo ormai come i pugili suonati: quando suona la campanella, scatta il riflesso condizionato.
Qui non c'è da usare nessuna chiave interpretativa-ideologica. C'è solo da capire come venire incontro a quei soggetti giovani che sono qui e hanno il dovere di crescere assieme, anche per evitare che si ripeta da noi quel fenomeno che abbiamo visto in una nazione che si considerava civilissima, la Francia, che è quella delle banlieue e delle minoranze etniche.
Domandiamoci perché ci sono. Forse, come diceva il sociologo Bauman, il multiculturalismo non è il punto d'arrivo, ma è il difficile punto di partenza che richiede poi un dialogo difficile per costruire dei capisaldi comuni per lo stare assieme. Questo è il dialogo vero. Il resto sono proclami che lasciano il tempo che trovano.
Chiudo rinnovando l'invito a fare nostre le parole del Presidente Zaia, che mi pare abbia tracciato una direzione ben chiara.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Zanoni.

Andrea ZANONI (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Sono rimasto abbastanza allibito dalle parole del collega Valdegamberi quando dice che non ci sono discriminazioni. In realtà, oggi, ci sono delle chiarissime discriminazioni, e questi tre ordini del giorno sono stati presentati proprio per superare questo tipo di discriminazioni. Poi, parlare di terroristi, di criminali, quando l'oggetto di questi ordini del giorno sono persone che hanno un'età inferiore ai 18 anni mi sembra veramente troppo azzardato.
Per quanto riguarda l'intervento del collega Favero, che ha detto che i partiti hanno sempre avuto poche idee su questo, in realtà, quello che abbiamo visto alla Camera e in Senato, cioè più di venticinque proposte di legge, ci dice il contrario: idee per risolvere questa questione ce ne sono e ce ne sono state tante. Il fatto è che non c'è mai stata la quadra in Parlamento per fare questo tipo di riforma.
Sono discriminazioni forti, pesanti. Se tu hai 18 anni, hai il diritto, perché comunque a 18 anni il diritto ce l'hanno della cittadinanza, ma se hai 17 anni e 364 giorni non hai questi diritti. Dov'è la ratio di questo?
Le discriminazioni sono molte. Ho voluto scrivere un elenco. Abbiamo oggi, per chi non ha la cittadinanza, magari un ragazzo che nasce in Italia e addirittura ha l'accento veneto, visto che prima Valdegamberi diceva che lui si sente tranquillo quando sente parlare in veneto, ragazzi che hanno anche l'accento veneto, perché parlano con i loro compagni di scuola, dalle elementari, alle medie e alle superiori, una serie di limiti: accesso limitato alle borse di studio (e questo è uno dei problemi); accesso limitato ai concorsi pubblici oppure difficoltà e ostacoli a praticare sport a livello agonistico. Magari abbiamo degli astri nascenti, che vengono praticamente tenuti ai margini, quando potremmo avere, nei vari tipi di sport, che tanti magari seguono, qualche astro in più. Poi, ci sono limitazioni nei viaggi e nei soggiorni all'estero, magari viaggi per motivi di studio; accesso limitato a servizi e benefici come sussidi economici e agevolazioni fiscali.
Vi pare giusto che in un contesto come quello italiano, dove abbiamo 967.000 e più alunni che non hanno la cittadinanza italiana e 96.105 alunni in Veneto che non hanno questa cittadinanza, si ritrovino magari seduti, perché questo accade, colleghi, con i nostri figli, con i nostri nipoti? Magari questi bambini, che sono nati in Italia, si ritrovano seduti al fianco di altri bambini che hanno determinati diritti e loro non li hanno.
Il collega Favero citava i fenomeni francesi, ma certi fenomeni nascono proprio quando si nasce in un contesto dove chi ti sta seduto a fianco ha una serie di diritti giusti, sanciti dalla Costituzione, e tu non li hai. Poi, questi bambini, questi ragazzi si fanno queste domande. Perché queste differenze quando, in realtà, io sono nato in Italia e frequento la stessa scuola, frequento la stessa squadretta di calcio, frequento gli stessi gruppi che ci sono, ma chi mi sta seduto di fianco ha questi diritti e io non li ho? Questa riforma potrebbe essere vista anche sotto un profilo di prevenzione nei fatti come quelli che lei prima ha citato.
Credo che molto serenamente, al di là delle visioni ideologiche, questo sia veramente un tema pratico, concreto. A mio avviso, è un'ingiustizia che tutti quelli che sono seduti in Aule legislative, come la nostra, dovrebbero prendersi a cuore per risolverla una volta per tutte, proprio per un senso di giustizia, soprattutto nei confronti dei minorenni, che di norma sono bambini che frequentano le elementari, le medie, le superiori e che hanno, a mio avviso, tutto il diritto di avere gli stessi diritti di chi è seduto loro a fianco.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire il capogruppo Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Che bella l'America, che bello quello che è successo nella più grande democrazia di questo pianeta, dove è arrivato un Presidente e con i primi cento emendamenti che ha firmato ha eliminato lo ius soli immediatamente, ha detto che magari migliaia di immigrati se ne ritornino al di là della barriera dal Messico e che comunque non c'è più la teoria gender e tante altre cose che a noi, naturalmente, come Lega, fanno solo che un gran bene.
Questo è quello che succede nella più grande democrazia. Qui, invece, il dibattito che viene portato avanti è quello di dare la cittadinanza a tutte queste migliaia di stranieri che arrivano nel nostro suolo.
Quindi, prima di parlare, secondo me, di ius scholae, ius soli, bambini, eccetera, forse bisogna mettere un po' di ordine nel sistema e l'ordine che deve essere messo in questo sistema è che tutti quei migliaia di sbarcati o che passano al confine a est, che vengono qui per fare altre cose e, quindi delinquere, magari, come i nuovi pirati saraceni, entrare nelle nostre case, rubare, violentare le nostre donne o a palpeggiare le nostre ragazze durante le feste, perché chiaramente diventano bande di predoni, che naturalmente portano avanti come teoria anche religiosa tutto questo, bisogna che sia messo un po' di ordine in tutto questo sistema.
Mi dispiace un po' fare questa introduzione, ma penso che sia venuto il momento, anche in questo Paese, di mettere alcuni paletti, che non sono i veri islamici che vengono ammessi, e le donne islamiche, che non sono gli usi dei nostri servizi sociali, dei nostri ospedali, come fossero supermarket da parte magari di questi stranieri, dei loro parenti eccetera. Abbiamo visto anche dal reddito di cittadinanza quante truffe siano state perpetrate in questo senso.
Quindi, non ha nulla a che vedere con le richieste delle minoranze per quanto riguarda questo tema. Io penso che, invece, a questi bambini, a coloro che sono nelle scuole, debba essere insegnato cos'è la cittadinanza. La cittadinanza, come in tanti altri Stati di questo pianeta, deve essere meritata e deve essere meditata con l'esempio, con il lavoro, con l'integrazione, con il rispetto di chi ti ospita, perché tu sei un ospite in terra straniera. Chi ha fatto l'immigrato sa benissimo che bisogna rispettare le leggi, altrimenti si viene espulsi, che bisogna rispettare chi magari ti dà la pagnotta, il lavoro, che bisogna rispettare coloro che ti hanno accolto.
Proprio in questi giorni, la settimana scorsa, ho anche depositato un disegno di legge su quello che ho definito lo "ius veneti", non perché si dia la cittadinanza veneta, ma è un modo, in questi giorni in cui si discute di bambini bengalesi ai quali qui a Mestre, su intervento della loro ambasciata, viene insegnata la loro lingua, i loro costumi, il bengalese (ma anche l'ambasciata romena mi dicono faccia la stessa cosa), che questi bambini, che naturalmente, secondo me giustamente, rispettano la loro cultura, la loro lingua, si ricordino da dove sono arrivati, vengano anche insegnate nelle nostre scuole e vengano finanziati dei corsi anche per insegnare la nostra cultura veneta, la nostra lingua veneta, i nostri usi e i nostri costumi, perché questa è la vera integrazione prima di dare la cittadinanza.
Quando tu conosci a livello territoriale, ma anche a livello nazionale, gli usi, i costumi, i linguaggi, la storia, eccetera, rispetti chi ti ospita, rispetti chi ti viene incontro, rispetti chi ti dà una casa e un lavoro, quindi ti puoi inserire e diventare cittadino veneto, cittadino italiano e quindi essere una brava persona che si inserisce all'interno del nostro contesto.
Mandiamo a casi i lazzaroni, mandiamo a casa quelli che delinquono e teniamo qui chi, invece, vuole stare con noi, si inserisce, dà lavoro alle nostre aziende e conduce una vita sana, una vita lontana dalla delinquenza, magari dallo spaccio e da tutto quello che succede nelle nostre città di notte. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la consigliera Luisetto.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Mi stavo chiedendo se tutti i cittadini italiani si meritano, visto che si è parlato di merito, del meritarselo, la cittadinanza, anche perché, visto che si è parlato di violenza e di violentare le donne di questo Paese, dovremmo forse sempre di più guardare dentro le nostre case, dentro le nostre famiglie, dove risiedono tanti cittadini modello.
Detto questo, credo che forse la capacità di adattare lo stato di diritto alla vocazione democratica, debba collegarsi al corso dei tempi. Noi abbiamo una legge della cittadinanza ferma a trent'anni fa, del 1992, una legge vetusta, da riformare, che non siamo chiamati noi ovviamente a riformare, ma con queste mozioni, con richieste, a mio avviso legittime e anzi di buonsenso, si può magari spingere a riprenderle in mano, in modo che non resti un dibattito estivo e sospeso poi nel limbo di dichiarazioni giornalistiche.
In estate le abbiamo ascoltate, si sono moltiplicati gli interventi e anche altrettante chiusure e credo che l'impegno collettivo sia quello di provare a togliere una maschera di mistificazioni e di paure, che non fanno che accompagnare un dibattito, spesso falsandone i termini.
Forse dovremmo chiedere ai ragazzi di cui stiamo parlando di insegnarci a vivere l'integrazione, visto che loro la sperimentano quotidianamente nelle aule scolastiche, nello sport e negli ambienti di socializzazione, la parità e quel rispetto di cui forse anche noi, a volte, difettiamo un pochino e metterli nelle condizioni di uscire da una precarietà e da un'incertezza, a cui l'impossibilità di avere gli stessi diritti spesso conduce.
Soprattutto l'idea di sentirsi davvero cittadini, dopo essere nati e cresciuti ed essere andati a scuola in questo Paese, aiuterebbe a voler bene al proprio Paese, imparare a diventare cittadini sempre più consapevoli, a costruirsi e ad avere istituzioni che ti aiutano a costituirti come cittadino, visto che nei quartieri, nei paesi, nelle parrocchie ci vai, ci vivi e condividi.
Quindi, chiudere gli occhi pensando che tutto questo passi o non saper stare dentro le grandi trasformazioni che ci circondano credo ci indebolisca come Istituzioni, invece di rafforzarci, e, come sempre, il Paese rischia di essere molto più avanti di quello che le Istituzioni che lo rappresentano pretendono di essere.
Io credo, dunque, che sia arrivato il momento di affrontare questi temi, a cui bisogna necessariamente dare gambe, proprio per provare a costruire una convivenza più giusta, più pacifica e veramente più sicura.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Rigo.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Buongiorno.
Oggi parliamo di un argomento che tocca profondamente la nostra identità, la nostra storia e l'idea che abbiamo noi di società futura. Dalla sinistra vengono queste proposte, ma io vorrei ricordare alla sinistra che, se le ritenevano così prioritarie, visto che la sinistra ha governato negli ultimi dieci anni per la maggior parte del tempo, forse avrebbe dovuto farlo quando era al Governo e magari quando aveva il consenso. Anzi, magari è stata al Governo non sempre con il consenso popolare, però è stata al Governo.
In secondo luogo, vorrei ricordare che l'Italia è il Paese in Europa che concede più cittadinanze. Questo dimostra che non siamo chiusi, che non siamo intolleranti. Anzi, in Veneto – credo ne abbiamo dimostrazione – siamo sempre stati molto accoglienti per chi viene nella nostra Regione a costruire un futuro e ad integrarsi con la nostra società.
Per carità, il principio dello ius sanguinis non è perfetto. Sappiamo che ci sono delle difficoltà create anche ai Comuni. Comunque, il Governo ha già dichiarato che lavorerà per porre un limite a questo principio. Però, io vi porto un esempio concreto. A fianco a casa mia abitano tre brasiliani, anzi italiani, abitano qui da quattro anni, lavorano, sono assolutamente integrati, parlano perfettamente il dialetto, perché vengono da Rio Grande do Sul, quindi sarebbero a prova di "ius veneti", e partecipano alla vita sociale. Io credo che siano più italiani questi che sono qui da quattro anni che magari chi è qui da dieci anni e costringe moglie e figlie a non uscire di casa per non integrarsi con la società italiana.
La cittadinanza non è un diritto automatico. Io ho sentito parlare tanto di diritti, ma credo che occorra parlare anche di doveri, il dovere di integrarsi, il dovere di conoscere la nostra lingua, le nostre leggi e le nostre tradizioni. Possiamo anche osservare quello che è successo e sta tuttora succedendo in Europa, dove tanti Paesi stanno facendo marcia indietro su politiche buoniste, ho sentito citare prima le banlieue, e purtroppo questi casi stanno cominciando ad accadere in maniera importante negli ultimi anni anche in Italia. Vediamo scorrazzare baby-gang fatte di stranieri che mettono a ferro e fuoco le nostre città.
Gli stranieri che risiedono nel nostro Paese e che non hanno la cittadinanza hanno tutti i diritti: hanno il diritto al lavoro, hanno il diritto allo studio, hanno il diritto alla casa, hanno il diritto all'assistenza sociale. Non hanno un solo diritto: il diritto al voto. Allora sorge il dubbio che questa proposta, mettendo davanti gli interessi dei bambini, vada, invece, in un'altra direzione: concedere da parte della sinistra la cittadinanza facile agli stranieri per costruire una nuova classe elettorale. A questo noi diciamo "no" e diremo sempre "no", perché riteniamo che una cittadinanza facile non sia nell'interesse della nostra società, ma serva probabilmente solo a chi è in cerca di nuovi voti.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Enoch SORANZO

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Ciò che sta succedendo a livello mondiale mi sembra chiaro. Ieri si è insediato il Presidente Trump, che ha dichiarato che porrà fine allo ius soli. In Svezia il Governo sta lavorando ad un provvedimento per concedere contributi importanti agli stranieri che decidono di tornare nei propri Paesi di origine. In Europa i Governi stanno cadendo come birilli, e tra i motivi principali ci sono le politiche immigratorie incontrollate. Quindi, io credo che con queste proposte la sinistra sia assolutamente fuori dalla storia. La storia va in un'altra direzione.
Io credo che le priorità per i cittadini veneti siano altre; quindi, diciamo fortemente "no" a questa proposta. Ho sentito dire che è stato un dibattito che è partito questa estate. Magari d'estate ci sono colpi di sole, insolazioni eccetera. Adesso che è arrivato l'inverno, magari con il freddo ragioniamo meglio, per cui rispettiamo convintamente al mittente queste proposte.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Venturini. Prego, collega, ne ha facoltà.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo a corredo, a completamento dell'intervento fatto dal collega Boron nel presentare la risoluzione del nostro Gruppo
Condivido quanto affermato dal collega Pan: noi sicuramente riconosciamo come opportuno il fatto che venga riconosciuta la cittadinanza a persone che sappiano bene la lingua del Paese dove vanno ad abitare, che conoscano la cultura, che condividano i princìpi e i valori, che magari sappiano anche il dialetto di quel territorio, perché vorrebbe dire che sono entrati appieno in quel contesto sociale. Lo condividiamo. Dopodiché, noi vediamo la nostra legge e vediamo che la cittadinanza, comunque, viene riconosciuta anche a persone che vivono da dieci anni in Italia senza sapere una parola di italiano, senza condividere magari usi e costumi, senza essere integrati nell'ambito della società, perché questa è la legge. Dunque, nell'ambito di questa legge noi non chiediamo una riforma del diritto di cittadinanza, ma diciamo semplicemente, con la proposta che è stata avanzata a livello nazionale dal nostro partito nell'ambito del centrodestra, come motivo di discussione nell'ambito del centrodestra, che poi ha coinvolto anche i territori, che vogliamo intervenire in un segmento limitato della popolazione straniera presente in Italia, e precisamente parliamo dei bambini e dei ragazzi che frequentano le scuole, perché paradossalmente è attraverso la scuola e, quindi, attraverso l'insegnamento della lingua italiana e della nostra cultura che viene riconosciuta la cittadinanza con maggior fondamento. Questo è proprio legato a quello che si diceva prima, e cioè uno che è cittadino in uno Stato deve conoscerne la lingua, gli usi, i costumi e la cultura. E qual è il modo migliore, qual è il contenitore migliore per poter fare tutto questo? La scuola.
Allora dopo dieci anni un bambino – parliamo di ragazzi in realtà, perché noi abbiamo proposto due cicli scolastici, per un totale di dieci anni – conosce la lingua, ha appreso una cultura, ha sostenuto degli esami che lo dimostrano; quindi, ci possono essere dei presupposti che garantiscano una consapevolezza in termini di cittadinanza. È proprio nei banchi scolastici, quando si vive quotidianamente l'esperienza, che le persone possono sentirsi anche parte di una comunità. È questo il principio che noi vorremmo in qualche modo condividere con voi nel ragionamento: è attraverso il vissuto quotidiano, l'essere vicini nei banchi di scuola, gomito a gomito, imparando insieme, che in qualche maniera ci si sente parte di una comunità.
È proprio, quindi, per scongiurare quel pericolo delle seconde generazioni che si sentono rifiutate che si vorrebbe far intraprendere un percorso che parta dai bambini e arrivi ai ragazzi per permettere loro, attraverso la cultura, attraverso la lingua, attraverso un percorso condiviso, di arrivare a sentirsi cittadini italiani. Questo è quello che si vuole proporre.
Non parliamo, quindi, di immigrazione clandestina, non parliamo di regali che si vogliono fare in termini di cittadinanza, parliamo di bambini e di ragazzi che hanno genitori che sono presenti nel nostro Paese, che lavorano, perché per mantenere i figli bisogna anche lavorare, che sono inseriti in una comunità, e pensiamo proprio a questi bambini e a questi ragazzi che crescono e crescono all'interno di un contesto e di una comunità.
Con questo spirito, quello di infondere un sentimento di condivisione e di appartenenza, facciamo questa proposta, perché possa essere presa in esame e perché possa essere valutata per considerare, nell'ambito del centrodestra, anche un'altra prospettiva per quanto riguarda il diritto di cittadinanza.

PRESIDENTE

Grazie, collega Venturini.
Ha chiesto di intervenire il collega Gerolimetto. Prego, collega.

Nazzareno GEROLIMETTO (Zaia Presidente)

Grazie.
Credo, colleghi, che questo dibattito sia più congeniale a questo tipo di Aule. Io vorrei parlare della vita reale quotidiana, per esperienza diretta, perché non mi piace fare voli pindarici e andare a seguire quello che hanno scritto altri. Assieme a mio figlio c'erano, nella scuola, dei marocchini e una volta uno di loro venne a casa nostra, a mangiare assieme a noi, assieme ai ragazzi, dopo aver fatto sport, e io gli dissi: tu non sei italiano, perché non hai la cittadinanza italiana? Ebbene, lui mi rispose: perché mio papà non vuole, poi io non solo italiano – parlava italiano, parlava veneto – io sono marocchino e voglio mantenere la mia origine, poi qua vivo come gli altri, dove sono i problemi.
Ho due collaboratori che lavorano con me da oltre vent'anni, uno dal 2003, l'altro dal 2004. Una quindicina di giorni fa gli chiedo: "Luciano, lo sai che puoi chiedere la cittadinanza?". Lui mi dice: "Lo so, dopo dieci anni posso chiedere la cittadinanza". Allora gli dico: "E perché non la chiedi?". Mi guarda e dice: "Se io divento cittadino italiano, mi paghi di più?". Gli dico: "No". E lui: "Mi fai lavorare di meno?". Gli dico: "No". Mi dice: "Allora, a che mi serve? C'è stata la cassa integrazione e me l'hanno pagata. Quando vado a comprare il pane non mi chiedono di che nazionalità sono. Sono andato al pronto soccorso e non mi hanno chiesto se ero italiano. Sono andato tre mesi in ospedale per fare un intervento molto difficile, che al mio Paese non mi avrebbero mai fatto, e me l'hanno fatto gratis, senza domandarmi niente. A che mi serve essere cittadino? Io sono orgoglioso delle mie origini. Vivo qua, lavoro qua, molto probabilmente non tornerò mai più nel mio Paese, però io sto bene così, non mi manca niente".
La comunità islamica, che ho conosciuto molto bene, un paio di brasiliani, che ho conosciuto molto bene, una famiglia che vive vicino, o quasi, a me da oltre vent'anni non hanno mai sentito il bisogno di chiedere la cittadinanza. Allora, di che cosa stiamo discutendo? Un cittadino, anche se non è italiano, grazie a Dio, grazie alle leggi del nostro Paese, che sono davvero molto civili, non ha bisogno di nient'altro. Credo che discutiamo più noi di questa cosa, che loro nelle loro riunioni familiari o di gruppo, perché giustamente, come gli italiani all'estero fanno i club degli italiani, loro fanno le loro riunioni. Ma non ho mai sentito che venisse fuori il tema della cittadinanza o che gli mancasse qualcosa. Quindi, io credo che stiamo discutendo, come ha detto il collega Marzio Favero, delle ideologie contrapposte e vogliamo mantenere le ideologie contrapposte, ma nella realtà non stiamo discutendo di nulla.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire la collega Bigon. Prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Collega Gerolimetto, mi scusi, ma di che cosa sta parlando? Probabilmente degli unici due casi che lei ha sentito. Vorrei capire da queste due persone che lei ha portato come esempio se effettivamente esistono... Adesso parliamo, perché abbiamo sentito il collega Favero dire: la cittadinanza non è automatica, i genitori potrebbero chiederla, hanno potestà, qual è il problema? E allora ci si rifà. Insomma, non siamo mica nati ieri, nessuno. Poi, abbiamo sentito anche il collega Rigo dire che lo facciamo per i voti. Io credo che siamo entrati veramente in campagna elettorale, però facciamola con dignità, facciamola bene. Se avete riportato dei casi, io credo anche che dovreste conoscere quanto ci si mette a ottenere una cittadinanza qua in Italia, soprattutto dopo l'intervento della Lega, che ha spostato e prorogato i termini, grazie al Ministro Salvini. Perché questo ha fatto il Ministro Salvini: ha prorogato i termini. Persone che lavorano qua, che ne hanno diritto e che sono maggiorenni non riescono ad ottenerla, nonostante il reddito che portano in Italia. Abbiamo dovuto fare anche dei ricorsi per ottenerla, grazie alla legge Salvini. Questo succede. E quello che dovrebbe essere ottenuto in poco tempo, noi in Italia lo otteniamo dopo anni. Ma di cosa stiamo parlando? Quale campagna elettorale volete fare come Lega? È questo? È questa la promessa?
A vostro dire, i bambini non vogliono la cittadinanza italiana. Certo, non hanno bisogno di favoritismi, non hanno bisogno delle borse di studio. Tanto voi non le date nemmeno agli italiani, perché anche gli italiani sono in attesa, in buona parte, delle borse di studio che dovreste erogare, di cui hanno diritto, ma non la ottengono. Figuriamoci se ne ha bisogno uno straniero venuto in Italia, che nemmeno volete. Ci mancherebbe altro.
Sempre a vostro dire, non hanno bisogno neanche di poter fare dei viaggi. Sapete perfettamente che, se non si ha la cittadinanza italiana, anche qua è limitato. Magari viaggi di studio. Certo, non ne hanno diritto, già conoscono la lingua del loro Paese, figuriamoci se investiamo, o spendiamo qualcosa per loro, o diamo un'opportunità. Ci mancherebbe, siamo in campagna elettorale.
Di quei due casi che lei ha riferito mi dia nome e cognome, perché non ci crede nessuno che sia così. La cittadinanza non è un favore che facciamo a nessuno, è un atto di civiltà, un atto di civiltà che è ora che l'Italia riconosca. È ora che l'Italia riconosca questo diritto. È ora che lo riconosciamo. Invece no, l'intervento della Lega ne aumenta i termini. Allora ci mettiamo dieci anni per ottenere la cittadinanza, e non per un minore, ma per un adulto che lavora qua da una vita. Dopo le persone, quelle che ovviamente la pensano come voi, dicono: "Io non affitterò mai, non darò mai in locazione un mio appartamento – e le dico nome e cognome, se vuole – a un extracomunitario". A un marocchino magari, perché usiamo quei termini. Certo. Peccato che questa signora che me l'ha detto abbia 70-75 anni; quindi, forse fra qualche anno avrà bisogno di darlo, e magari non solo non lo affitterà, lo darà gratuitamente, perché avrà bisogno di assistenza, perché in Italia non avremo nemmeno questo fra poco. Già non ne abbiamo, ovviamente. E voi, a cui interessa tanto l'attività produttiva, che cosa dite? Non serve dare la cittadinanza, ci mancherebbe altro, qual è il problema, possono lavorare, possono avere tutti i diritti ugualmente.
Io voglio che adesso mi citiate quali diritti hanno, visto che sapete anche questo, e quali, invece, non hanno in mancanza della cittadinanza. È un atto di civiltà, che va oltre tutto il resto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Camani, prego, ne ha facoltà.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Illuminanti gli interventi di oggi. Io, sì, penso che l'idea che la coesione sociale si estenda allargando i diritti delle persone sia un punto di vista molto ideale, molto ideologico, fortemente valoriale e, dunque, fortemente divisivo. Non mi sfugge che ci sono punti di vista radicalmente diversi in quest'Aula sull'idea dell'estensione o meno dei diritti alle persone. Dobbiamo dirlo per quello che è.
La crucialità e l'importanza di un diritto non si misurano sulla quantità delle persone che ne sono coinvolte, come ha detto il consigliere Favero. Semmai, richiamare il principio che non ci sono tante persone che sono interessate ad avere questo diritto è una scusa che utilizzate per non fare i conti con la vostra coscienza, nel momento in cui negate un diritto sacrosanto.
L'idea, che abbiamo risentito nelle parole di molti in quest'Aula oggi, che la cittadinanza vada meritata e, dunque, concessa è un'idea profondamente sbagliata, che non sta neanche scritta nella nostra Carta costituzionale. Io penso che sia anche un'idea colpevolmente mendace, bugiarda, perché la cittadinanza, il suo riconoscimento si fonda esattamente sulla volontà di una persona di appartenere ad una comunità politica, riconoscendone i diritti e gli obblighi. Noi non stiamo regalando diritti a qualcuno, stiamo offrendo la possibilità, per chi lo vuole, di riconoscersi pienamente nella nostra comunità, di assumerne, dunque, diritti e doveri.
La lettura della cittadinanza come un privilegio da concedere è una lettura bugiarda. Sarebbe interessante capire se coloro che ritengono che la cittadinanza sia un privilegio da concedere utilizzino gli stessi stringenti criteri per quelli italiani di quinta generazione che non sanno parlare la nostra lingua e neanche il nostro dialetto, che non hanno mai messo piede nel nostro Paese, che non conoscono nulla delle nostre tradizioni e che non appartengono alla nostra comunità sociale e istituzionale. A quelli non andate a chiedere quanti sono e se gli interessa avere la cittadinanza italiana. Per quelli va bene così. I ragionamenti che fate mi starebbero in tasca se usaste lo stesso metro anche per chi la cittadinanza ce l'ha per diritto di sangue. Invece, per quelli vi va bene. A proposito di diritti a targhe alterne. Ecco perché apprezzerei di più se con sincerità si prendesse onestamente posizione su questo, senza imbarazzanti nascondimenti.
È necessario riconoscere alla scuola la funzione fondamentale nella costruzione e nell'educazione alla cittadinanza, al rispetto delle regole, all'inclusione. Con lo ius scholae noi non chiediamo di regalare la cittadinanza. Noi vi stiamo chiedendo di ragionare sul fatto che le bambine e i bambini che vengono in Italia e frequentano le nostre scuole per tanti anni possano avere l'opportunità di essere uguali ai nostri figli, e cioè cittadini italiani. Cosa vi toglie? Cosa vi spaventa nel fatto di concedere a dei bambini un diritto a sentirsi italiano? Perché non c'è inclusione sociale se chi la deve realizzare si sente espulso da questa comunità. E cosa rompe le barriere etniche, culturali e religiose di quelle comunità che esistono nelle nostre città se non andare a scuola, frequentare bambini italiani e sentirsi italiani. Cosa c'è di ingiusto in questo? Dove, se non nelle aule delle scuole, i bambini imparano ad essere italiani. Leggendo la Costituzione? Andando a lavorare? No. I bambini imparano ad essere italiani stando seduti di fianco a bambini che hanno la fortuna di essere nati in Italia da genitori italiani e di essere italiani. I nostri figli imparano ad essere quello che sono non solo sulla base – vado a chiudere, Presidente – di quello che gli spieghiamo a casa, ma di come stanno nella loro comunità. E se gli adulti, collega Gerolimetto, possono non percepire queste differenze e scegliere di non chiedere la cittadinanza, non riconoscendo lo ius scholae, voi state impedendo a dei bambini di poter accedere a questo diritto.
Io li vedo i bambini che si sentono diversi. Finisco, Presidente. Affermare "credo sia giusto non intervenire" o "non la concedo perché tanto non la chiedono" credo sia anche vigliacco per non volersene riconoscere la responsabilità.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Ha chiesto di intervenire il collega Masolo, prego.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Eravamo partiti bene: si era chiesto, all'inizio, di non mettere l'ideologia in questa discussione. Di fatto, accoglievo anche con favore l'appello del collega Favero a fare un incontro tra Capigruppo per approfondire questi temi. È fondamentale. È una bellissima richiesta, che noi accogliamo. Poi, però, abbiamo sconfinato nell'ideologia e siamo usciti dal tema, perché ho sentito colleghi parlare intanto di casistiche minoritarie, che non dicono nulla sul tema, o soprattutto parlare di argomenti del tipo "vengono per portare violenza, per fare furti", cioè tutti quei luoghi comuni che, di fatto, sono assimilabili alla situazione che abbiamo nel nostro Paese.
Vorrei ricordare che l'ideologia sta nel tenere fuori da un porto una nave con 147 persone profughe, per più di venti giorni. Questa è ideologia. Ma è un'ideologia violenta, è un'ideologia tossica per la crescita culturale del nostro Paese. Per contro, vi ricordo che, invece, quando è iniziata la guerra in Ucraina, abbiamo accolto in Italia migliaia e migliaia di profughi di guerra, dando il senso di comunità del nostro Paese, che potremmo fare sempre, con tutti i profughi, tra l'altro accogliendo e risolvendo anche il problema della clandestinità. Infatti, se cambiassimo anche le regole in questo senso, ci renderemmo conto che i numeri non sono quelli sui quali ci basiamo quando siamo ideologici.
Sono stato qualche giorno fa alla presentazione di un libro molto interessante, intitolato "Il secolo mobile", scritto da Gabriele Del Grande, che consiglio a tutti i colleghi, soprattutto a quelli della Lega, di leggere con grande attenzione, perché lì ci sono numeri e dati molto, molto interessanti. Stiamo parlando – nella risoluzione sono elencati in maniera chiara – di 96.000 alunne e alunni con cittadinanza non italiana, pari al 14% della popolazione scolastica regionale. Ma di cosa stiamo parlando quando diciamo che sono numeri ininfluenti? 96.000 alunne e alunni vengono segnati dalla discriminazione che stiamo facendo nel nostro Paese, facendoli sentire altro dal nostro Paese, facendoli sentire stranieri. Su questo dobbiamo accelerare i tempi per risolvere questi problemi, perché poi nelle nostre classi vediamo le difficoltà che ci sono.
Dobbiamo intervenire attraverso lo ius scholae. Tra l'altro, a nostro modo di vedere dieci anni sono veramente eccessivi, perché già cinque anni sono sufficienti per integrare. Nel nostro sistema scolastico ci sono insegnanti che stanno facendo meravigliosi lavori sperimentali di accoglienza, con classi multiculturali, che sono una cosa meravigliosa da vedere, come buone pratiche, come spunti di esempi che potrebbero essere diffusi in tutto il sistema scolastico nazionale. Per cui, su questo io faccio un appello a sostenere queste risoluzioni.
La risoluzione n. 142, che tra l'altro ho firmato, chiede al Parlamento di portare avanti una riforma della legge sulla cittadinanza che garantisca il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone straniere regolarmente residenti in Italia tramite procedure più eque, inclusive, certe e rapide. Questo appello da fare al Governo è più che accettabile. Dobbiamo prepararci alle emergenze future. Abbiamo avuto l'esempio dell'accoglienza dei profughi di guerra dall'Ucraina, ma tenete conto che è già in corso una migrazione climatica e che nell'immediato futuro ci saranno sempre più persone che non saranno più in grado o non avranno più la possibilità di vivere nel loro Paese, per causa nostra, Paesi poveri che soffrono le conseguenze di un nostro modello di sviluppo, che peserà su di loro. Per cui, a maggior ragione abbiamo bisogno di accelerare i tempi e far sentire a queste persone, soprattutto bambine e bambini, ragazze e ragazzi, di essere cittadini italiani, di essere accolti, di potersi inserire nel migliore dei modi, anche per evitare quei disagi sociali che voi stessi avete detto, baby-gang o altre cose, che sono facilmente risolvibili attraverso un'accoglienza più efficace, facendoli sentire cittadini italiani, appartenenti alla nostra comunità.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montanariello. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Parto da un dato per tentare di togliere su un argomento così importante come quello in discussione la faziosità politica. Votano voi, votano noi, noi diciamo "no, c'è chi è razzista", voi dite "no, voi lo fate – come diceva il collega prima – perché culturalmente magari pensate...". Provo a stare sul pezzo, Presidente, e porto io un esempio su questo tema, come ha fatto prima il collega Gerolimetto. Due studenti su tre con cittadinanza non italiana sono nati in Italia, sono più del 10% dell'intera popolazione scolastica, il 65% di loro si trova nelle scuole del nord Italia. Vuol dire, Presidente, che stiamo parlando di un tema che può riguardare da 600.000 a 1 milione di ragazze e ragazzi. È evidente che questa questione va oltre le dinamiche che interessano le visioni politiche tradizionali e guarda, secondo me, alla capacità di un Paese di adottare nel proprio Stato dei diritti a vocazione democratica che, nel corso dei tempi, nel corso della storia, hanno creato il Paese Italia come lo conosciamo oggi. Ma oggi l'Italia è un Paese che su questo tema è ancora fermo, purtroppo, a trent'anni fa.
Colleghi, l'attuale legge – non è questione di visioni politiche – è vecchia, antistorica e assolutamente da riformare. Basti pensare che esclude per diversi anni dalla cittadinanza italiana e dai suoi benefìci decine di migliaia di bambini nati e cresciuti in Italia, legando un diritto al fondamento dell'età.
Presidente, vi faccio un esempio. Il collega Gerolimetto ci raccontava le sue esperienze con i suoi collaboratori, di quello che dicono su come immaginano l'idea di cittadinanza. Io sono di origini meridionali e arrivo in Veneto nel 2000. Da me a dove ci sono molto spesso i flussi migratori, in quei territori, ci saranno un centinaio di chilometri in linea d'aria. Io vivo in Veneto dal 2000, ho un bambino di otto anni, italiano, veneto, nato a Chioggia, che frequenta le scuole, che è un veneto a tutti gli effetti. È 100% veneto, nato a Chioggia. Si potrà anche candidare a diciotto anni, quando ci saranno le elezioni amministrative, ad esempio. Ebbene, immaginate cosa sarebbe accaduto se io fossi nato cento chilometri più in là e avessi fatto la stessa cosa che ho fatto nel 2000, ovvero venire in Veneto, comprarmi una casa, lavorare in regola, occuparmi della vita democratica della mia comunità, fare politica, fare associazionismo. Mio figlio, solamente perché io sono nato cento chilometri più in là, non avrebbe gli stessi diritti che ha oggi. Secondo voi questa è una cosa normale? Cioè, io arrivo in Veneto, mi costruisco una vita, ho un figlio, ma se fossi nato cento chilometri più in là, quindi non in Italia, lo stesso bambino, nato a Chioggia, che frequenta le nostre scuole, che conosce solo l'italiano, che va al catechismo con i suoi amici, che va a calcio con i suoi amici, che fa tutte le cose che fanno i bambini, a diciotto anni si sarebbe trovato... Anzi, magari in terza superiore facevano la gita a Parigi e quel bambino non ci sarebbe potuto andare. Perché? Perché il suo papà è nato in un posto diverso da dove sono nato io. Però, lui è nato nello stesso posto dove è nato mio figlio. Però, lui va alla stessa scuola dove va mio figlio. Però, lui magari è anche della stessa religione di mio figlio. Però, lui gioca a calcio nella stessa squadra di mio figlio, con i colori della città. Perà, lui magari lavora d'estate e fa la stagione come mio figlio. Solo che uno va a Parigi in gita e l'altro no. Perché questo, se siamo uguali e abbiamo fatto tutto insieme? Perché noi siamo nati tutti e due in Italia, il suo papà, invece, è nato 100, 200, 300 o 400 chilometri più in là, e il fatto che il suo papà sia nato più in là lo rende diverso da me che sono nato qui.
Presidente, non è che ci voglia un genio per dire che...

PRESIDENTE

Collega, la invito a chiudere.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Chiudo, Presidente, ha ragione.
Non è che ci voglia un genio per dire che noi non possiamo pensare che i diritti di un bambino italiano, nato qui, debbano essere collegati alla storia di suo padre e non sua, che è nato qui.
Presidente, io credo che questa legge sia non solo antistorica, ma sia ormai superata dal cuore di tanti italiani che, se ci fosse un referendum – e sono convinto che, dopo tanti anni, torneremmo ad avere il quorum al voto –, andrebbe a votare per la civiltà e indipendentemente dalle idee politiche.
Chiudo davvero.

PRESIDENTE

Mi costringe a toglierle la parola.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Guardate, quando il collega Rigo dice che votano noi, vorrei ricordarvi che in tante votazioni amministrative chi ha potuto votare e appartiene a quella idea di cultura ha votato voi, perché su molti temi la pensa più come voi che come noi.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Zottis. Ne ha facoltà.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io credo che avesse perfettamente ragione la collega Bigon quando indicava questo dibattito come una conquista di civiltà, cosa che è stata ripetuta più volte, anche in modo trasversale, anche da una parte del centrodestra, quindi per fortuna dalla sinistra e da una parte del centrodestra. Lo dico perché ormai penso sia palese a tutti come per i nostri bambini sia scontato. Non è un problema se chi è al loro fianco è di tradizione marocchina o di tradizione bengalese. Il problema è se hanno un rapporto civile o incivile, come se fosse un bambino italiano, se vengono rispettati o non vengono rispettati, come se fosse un bambino italiano.
Questo dibattito, che, tra l'altro, sviliamo nel momento in cui lo poniamo da un punto di vista elettorale, andando a tradire la profonda serietà con cui dovremmo affrontare il dibattito sui diritti, è un dibattito comunque antistorico, perché dovrebbe essere già così oggi. Tu non crei un bravo cittadino negandogli la cittadinanza nel momento in cui questo nasce qua, tu crei un cattivo cittadino, tu gli instilli il dubbio di non essere riconosciuto, tu aumenti le diffidenze che magari in certi Paesi o in certi momenti ci sono anche nei nostri confronti. È inutile negare o non dire queste cose. In questo modo vengono alimentate. Tu crei un bravo cittadino nel momento in cui lui si sente nel pieno di tutti i suoi diritti nel Paese in cui è nato. Così crei un bravo cittadino, e non pensando che questo non riconosca più le tradizioni della sua famiglia di origine, perché le tradizioni della famiglia di origine sono sacrosante, che queste siano tedesche, che siano statunitensi, che siano argentine, che siano marocchine, che siano bengalesi, che siano iraniane. Sono sacrosante. E ben venga la contaminazione nel momento in cui c'è il rispetto e il confronto, ma mal venga nel momento in cui continuiamo a dibattere di questo come se chi è straniero sia un delinquente. Non è certificato da nessuna statistica, né sul reddito di cittadinanza, né sulla violenza alle donne. È certificato che, nel momento in cui creiamo un contesto di diffidenza o in cui facciamo operazioni urbanistiche che ghettizzano persone che provengono da un altro Stato, alziamo il livello di insicurezza. Questo sì che è certificato. Aumentiamo le probabilità che chi è diverso possa inserirsi in meccanismi di delinquenza. Questo è certificato.
La domanda vera è se noi continuiamo a non voler avviare un percorso di riconoscimento della cittadinanza di queste bambine e di questi bambini. Allora stiamo certificando non solo che non vogliamo essere un Paese civile, ma che non vogliamo affrontare questi temi nella loro profondità e che continuiamo a farne solo uno spettro elettorale per riuscire ad arraffare voti di qua e di là. Non affrontiamo il problema vero. Comunque, con queste persone noi lavoriamo e le cerchiamo nel mondo del lavoro, perché comunque di queste persone abbiamo bisogno. Però, quando c'è il problema di contaminarci, chiedendo il rispetto delle nostre regole e delle nostre tradizioni sempre e comunque, allora lì cominciamo ad alzare i muri. Credo che questo non sia solo incivile, credo che questo non sia solo antistorico, credo che in uno Stato con le tradizioni come quelle italiane di immigrazione ed emigrazione non sia accettabile.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire, sempre in discussione generale, il consigliere Boron. Prego, Consigliere.

Fabrizio BORON (Gruppo Misto)

Grazie.
Prendo spunto dal dibattito che si è susseguito per precisare due cose, perché prima non c'è stato il tempo. Nella risoluzione che abbiamo presentato rilevavo come la scuola sia stata fonte di integrazione direttamente in questo Paese. Chi si ricorda cos'era l'Italia soprattutto nel dopoguerra, sa che non ci si capiva neanche da Provincia a Provincia, non ci si capiva da Regione a Regione, e la scuola è stato quel meccanismo che ha portato ad avere una lingua unica, un sentimento unico, e ha portato questo Paese a quello che è oggi, ovvero un Paese che si sente tale, altrimenti non staremmo discutendo di Italia e di diritti italiani. Per questo motivo, quando si entra nella discussione – sono d'accordissimo con l'intervento dei consiglieri Pan, Rigo e Valdegamberi – quando si dice che ci deve essere una stessa lingua, ci devono essere costumi e tradizioni, ci deve essere comunanza anche di intenti, mi chiedo: cosa di più della scuola porta a quell'obiettivo? Noi parliamo di bambini che frequentano la scuola per dieci anni e, pertanto, di bambini che arrivano a parlare la stessa lingua, ad avere le stesse tradizioni, ad avere lo stesso modo di pensare, a imparare la stessa educazione civica, che è quella che dà le basi istitutive della cittadinanza. Questo è il percorso naturale verso gli obiettivi che avete anche voi segnato.
Poi, non mi risulta, proprio perché mi sembra difficile buttarla sulla discussione di un possibile legame tra delinquenza e immigrazione clandestina, o comunque mi sembra difficile – almeno io non ricordo, magari qualche collega se lo ricorda – aver letto sulla stampa di bambini di due, tre, quattro o cinque anni che hanno assaltato ville, che hanno fatto violenze o che hanno fatto cose contro la legge. Scusate, potrà essere, l'avrò dimenticato, ma non ho visto notizie giornalistiche di assalti in villa di bambini di due o tre anni.
Preciso anche una cosa per quanto riguarda gli acclamati Stati Uniti d'America e quello che è stato l'intervento del Presidente Trump, perché quell'intervento bisognava ascoltarlo integralmente. Il Presidente Trump ha detto due cose semplicissime, che magari, se fossero recepite in quest'Aula, la risoluzione che abbiamo proposto sul diritto di cittadinanza sarebbe già cosa fatta. Ha detto che l'America è cieca ai colori della pelle e che in America esistono solo due razze: quella della meritocrazia e quella del demerito. Questo ha detto. Quando ha parlato di cancellazione del diritto dello ius sanguinis, ha parlato del diritto dello ius sanguinis di figli nati da immigrati illegali. Comunque, bisogna tener presente che il percorso è sempre un percorso di legge costituzionale anche negli Stati Uniti d'America, quindi bisognerà vedere se alla fine avrà l'esito voluto. Ma ascoltare quanto dicono al di là dell'oceano, in una terra dove è difficile dire chi è vero americano, se non i pellerossa, ascoltare un intervento per intero e non utilizzare parti per avallare la propria posizione è onestà intellettuale. Quando si parla di due razze "merito e demerito" e di "essere ciechi al colore della pelle", io credo che tutti noi qui dentro, che siamo trumpiani o non trumpiani, dovremmo sposare quel concetto domani mattina.
Mi piace pensare che il dibattito che si è sviluppato fino adesso possa ripetersi anche nei prossimi giorni e nelle prossime settimane e mi piace pensare che le parole del consigliere Favero siano parole condivise anche da altri, ovvero che, quando si parla nell'ambito dei bambini e della scuola che dà il diritto di cittadinanza ai bambini, tale questione non debba essere messa nella stessa discussione, come in qualche circostanza ho sentito, ovvero della clandestinità, dell'assalto alle ville, delle violenze sulle donne e quant'altro, che non ha nessun motivo oggi di essere portato in quest'Aula su questo dibattito. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Anch'io vorrei, brevemente, fare un'osservazione sul tema di queste mozioni e risoluzioni, mossa anche dall'esperienza personale, come tanti di voi hanno detto fino a poco fa. Poche settimane fa passavo davanti, per caso, ad una scuola primaria di Padova e non so quanto sia il vostro tasso di frequentazione di scuole, asili, premetto, bassissimo il mio, però mi sono fermata a guardare durante la ricreazione bambini e bambine che giocavano nel cortile di questa scuola. Parlavano tutti italiano, benissimo, giocavano come tutti i bambini giocano, ma la cosa più particolare che mi ha colpito era la presenza di tutti i tratti somatici diversi tra di loro. Come direbbe qualcuno di voi, non ce n'era uno che fosse italiano vero, figlio di italiani bianchi, con il DNA italiano, eccetera. Erano tutti, chiaramente, bambini con genitori di provenienza diversa dalla nostra. Questo mi ha fatto riflettere molto su quello che sarà il nostro futuro, il futuro del Veneto e il futuro dell'Italia, perché dobbiamo capire che il futuro che avevamo in mente quando noi eravamo più giovani, bambini alle elementari, alle medie o all'asilo addirittura, è molto diverso.
Io che arrivo da una periferia ho fatto scuola in cui i miei compagni erano tutti, come piacerebbe a qualcuno di voi dire, bianchi, con le stesse tradizioni, la stessa cultura, la stessa religione o non religione, ma ad oggi la situazione è completamente diversa. Non possiamo pensare che la storia si ripeta all'infinito, perché ad oggi la realtà è molto diversa rispetto a quella a cui eravamo abituati. Solo forse chi è genitore con bambini piccoli oggi sa vedere e riconosce questa differenza.
Il futuro non sarà di certo quello che immaginavamo noi, sarà diverso. Tra questi bambini che ho visto in questa scuola ci saranno i medici del futuro, gli infermieri del futuro, ci saranno gli esperti in sostenibilità ambientale, gli astronauti, gli ingegneri e chi più ne ha più ne metta, ma anche banalmente idraulici, elettricisti, muratori, persone di cui oggi abbiamo estremamente bisogno. Anche se non hanno i tratti somatici pari a quelli degli italiani, sono cittadini a tutti gli effetti e sono la stragrande maggioranza, se non la quasi totalità dei nostri bambini all'asilo, alle scuole primarie e secondarie.
Questo è il dato di realtà. Non penso che dando incentivi alle famiglie cosiddette italiane si possa invertire un trend, che ormai è inarrestabile e ci mette davanti al fatto che tutta la discussione che ho sentito poc'anzi fare da qualche collega è totalmente anacronistica. Guardiamo in faccia la realtà. Non abbiamo i paraocchi, perché ormai credo che sia arrivato il momento di capire che il mondo sarà molto diverso da come ce lo eravamo immaginato e anche molto più ricco culturalmente.
Le ideologie e i paraocchi sono una cosa di cui dobbiamo assolutamente fare a meno, perché il futuro è qui ora e non possiamo permetterci di discriminare qualcuno in base alla provenienza, addirittura in base alla provenienza dei genitori. Non lo ritengo giusto e soprattutto va anche a detrimento della nostra professionalità, delle figure professionali che possiamo avere un domani tra di noi.
Fatevi un giro in più magari in qualche asilo, in qualche scuola, anche al di fuori del vostro paese, se siete provenienti da un paese, come lo sono io, perché ancora nel mio paese funziona che la stragrande maggioranza sono i cosiddetti italiani, ma fuori dai nostri piccoli confini comunali non è assolutamente così.
È il momento di aprire gli occhi e guardare in faccia la realtà.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la collega Scatto Francesca. Prego.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Ho sentito tante definizioni di cittadinanza, tanti numeri, tante recriminazioni. Io credo che parlare di cittadinanza implichi il mettere in rilievo l'appartenere alla collettività di un Paese. Bisogna capire che significato diamo a questa appartenenza, perché appartenere a un Paese non vuol dire risultare iscritti all'anagrafe, piuttosto che possedere un'abitazione, piuttosto che frequentare una scuola. Appartenere a un Paese significa anche condividere quell'idem sentire, condividere un modo di vivere. Non possiamo, secondo me, esimerci dal considerare questo. Avete parlato di bambini, perché parliamo dello ius scholae, ma il bambino non è un essere a sé stante, il bambino vive all'interno di una famiglia. Penso che su questo siamo tutti d'accordo. Vivere all'interno di una famiglia, visto che i genitori sono, o almeno dovrebbero essere, i primi educatori, significa che la scuola può poco, laddove, una volta a casa, il bambino riceve un'educazione in senso contrario a quella ricevuta sui banchi di scuola.
Come possiamo accettare il rischio di avere un cittadino che un domani condividerà, ad esempio, la pratica dell'infibulazione? Come possiamo condividere il nostro concetto di diritti civili? Parliamo di diritti civili e non parliamo delle donne infibulate, non parliamo delle donne che devono uscire di casa solo se accompagnate da un uomo, non parliamo di quando all'interno di queste famiglie, di cui dovremmo riconoscere poi la cittadinanza ai figli per il solo fatto di aver frequentato le nostre scuole, gettano via i valori fondamentali su cui si fonda la nostra civiltà.
Come possiamo parlare di educazione che viene data nelle scuole quando in molti istituti scolastici non è stato fatto il presepe o sono saltate le recite di Natale per non offendere chi si ritiene diverso? Come possiamo sostenere queste cose? Io sono stato anche Assessore all'istruzione del mio paese e ho colloquiato con colleghi di tanti paesi. Io non ho visto, perché non fa parte della nostra cultura, bambini discriminati. Ho visto genitori, ho visto bambini con la cittadinanza italiana aiutare altri bambini e famiglie in difficoltà. Non facciamo che valga il binomio cittadinanza uguale diritti. Cittadinanza vuol dire integrazione vera, ma dobbiamo fidarci delle famiglie con cui vivono questi bambini.
Io posso essere anche d'accordo su tutto il resto, perché nessuno deve essere discriminato, però noi abbiamo il dovere non di regredire, ma di continuare a portare avanti e di essere sicuri e certi che chi vive in Italia condivide gli ideali delle nostre comunità, della nostra Costituzione, soprattutto del nostro vivere civile, che si basa sul rispetto degli altri e sulla reciprocità.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bozza. Prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Io interverrò in maniera molto specifica sulla risoluzione presentata dal collega Fabrizio Boron, che ringrazio, e sottoscritta, ovviamente, da me e anche dalla collega Venturini.
Ho ascoltato tutti, e raccolgo subito l'invito del collega Marzio Favero, che ha lanciato un appello di consapevolezza e di responsabilità nell'affrontare con maturità un tema che sicuramente è delicato e difficile, e che probabilmente non può essere liquidato, come qualcuno ha tentato di fare in quest'Aula, con le solite guerre di concezioni ideologiche da una parte, o addirittura, banalizzando con qualche riferimento al periodo estivo.
Io credo che sia un argomento sul quale noi dobbiamo ragionare per una ragione molto semplice: perché la società è cambiata. Le nostre leggi che regolano oggi la cittadinanza italiana forse non sono neanche più adeguate rispetto all'esigenza contingente di oggi e anche alla storia del nostro Paese.
È addirittura una provocazione, quella che io lancio: siamo sicuri che sia esattamente garantista, come qualcuno oggi sta chiedendo, la legge italiana sui riconoscimenti della cittadinanza? Questo è il vero tema sul quale probabilmente una discussione va fatta, perché, ripeto, sono cambiati i tempi, sono cambiate le epoche.
Parto da alcune dichiarazioni, e poi vi riporto di chi sono: "Sono figli di chi lavora nelle nostre fabbriche, nei nostri negozi, nelle nostre campagne, frequentano le scuole con i nostri figli. Se i loro genitori lavorano e pagano le tasse qui, possiamo anche dare dei diritti ai loro ragazzi".
Ancora, proseguendo: "La salvaguardia dei diritti di tutti sia un'opportunità. È il caso di aprire una riflessione ragionandoci sopra, evidenziandone gli aspetti positivi. La nostra società è cambiata. Molti dei nostri lavoratori parlano la nostra lingua, studiano nelle nostre scuole, pagano l'affitto, pagano le tasse, rispettano le leggi e gli obblighi degli italiani".
Ancora, andando su quella che è una riflessione del calo demografico, ma anche della difficoltà di reperire risorse umane in ambito lavorativo, si parla di persone che lavorano e contribuiscono alla ricchezza del nostro Paese, si parla di percorsi di integrazione fondamentali con senso di responsabilità e anche maggiori tutele e si parla di imprese che non possono sostituirsi allo Stato che, invece, ha il compito di sostenere i costi di questi progetti e addivenire a un'integrazione a tutela.
Quindi, si parla di spazio a chi vive qui, di dignità per chi si è integrato, per chi ha rispettato le nostre regole, per chi dimostra di percorrere un percorso formativo maturo e per evitare problemi esattamente come quelli che oggi stanno avvenendo in Francia. Non possiamo non vedere chi è già qui accanto a noi, lavora, produce e rispetta le nostre regole.
Queste sono tutte dichiarazioni che ho raccolto in questi mesi e sono le dichiarazioni di tutti gli esponenti delle associazioni di categoria che rappresentano le nostre attività produttive e attività economiche. In particolare, molti di questi sono esponenti proprio della nostra Regione.
Questo per dire che, evidentemente, c'è la presa di consapevolezza e di coscienza che la società è cambiata e c'è bisogno di un cambio. Noi dobbiamo riportare il tema sul fatto che stiamo parlando dei nostri bambini, delle nostre bambine, dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, che sono gli amici dei nostri figli, che frequentano le nostre scuole. Mi domando se un percorso decennale di formazione di quando uno inizia il percorso elementare e prosegue poi fino agli studi della scuola media e anche l'ulteriore grado scolastico per altri due anni, avendo per dieci anni una formazione all'interno della scuola, dove devono imparare l'italiano, la storia, la nostra Costituzione, i nostri usi, le nostre consuetudini, saper vivere e parlare con i nostri figli che sono italiani.
Questa è una forma dove non c'entra niente lo ius soli, non c'entra niente la delinquenza, non c'entra niente l'immigrazione clandestina, ma è una forma di cittadinanza, a nostro modo di vedere, più garantista, che non è automatica a prescindere dal raggiungimento dei 18 anni di età – finisco, Presidente – ma è per meriti scolastici acquisiti.
Non è data dopo dieci anni di permanenza in Italia, senza sapere come questi dieci anni li hanno vissuti. Non è perché richiesto dal signor Alvaro Sanchez, che arriva in Italia e sposa la signora Maria Rossi di 75 anni. Non è questo il percorso che ci garantisce sicuramente una cittadinanza, un'integrazione, come diceva la collega Scatto, di senso di appartenenza alla nostra collettività.
Chiudo, Presidente. Il mio appello è a pensare in questi termini, in questo percorso di confronto, dove si parla di un riconoscimento sul campo per meriti scolastici dopo dieci anni di formazione che i nostri insegnanti, quelli italiani, ci devono garantire.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Lorenzoni. Prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Solo per ringraziare del dibattito che c'è stato, perché credo che sia un dibattito importante e per portare anch'io la mia piccola esperienza.
La mia piccola esperienza è questa. Sessione di laurea, c'è un ragazzo che discute una tesi eccezionale, straordinaria, in ingegneria. Veramente sembrava di essere a un convegno scientifico, invece era uno studente. Alla fine, sono andato da lui e gli ho detto: "Mi scusi, ma lei è interessato a fare il dottorato?". Il ragazzo era scuro di pelle, però parlava un italiano perfetto. Mi dice: "No, assolutamente. Io non sono italiano, mia madre è venuta per fare le pulizie. Sono cingalese, ma nulla mi trattiene qui, per cui io andrò in Inghilterra. Ho già preso contatto con l'Università di Manchester e farò il dottorato lì". Gli ho detto "Guardi che però in Italia si sta bene". "Sì, ma nulla mi trattiene qui".
Questa cosa mi ha fatto profondamente pensare, perché nulla teneva quel ragazzo qui, pur avendo fatto le scuole qui, pur avendo vissuto ed essendo cresciuto qui. Io studenti come lui ne ho visti veramente pochi. Nulla lo teneva qua.
Io voglio portare un ulteriore elemento di valutazione. Il nostro sistema educativo ha un costo importante per la nostra società. Io sono rimasto impressionato da un dato: un quinto degli studenti della scuola primaria sono stranieri, nati in Italia il 70%, ma da famiglie non di origine italiana e, quindi, non di cittadinanza italiana. Un quinto del costo del nostro sistema educativo lo mettiamo per formare delle persone che non facciamo sentire italiani. Ma ha senso? Ha senso investire? Me lo chiedo sia per la scuola primaria che per l'università. Noi stiamo investendo su ragazzi nati in Italia, figli di italiani, nipoti di italiani, con bisnonni italiani, con trisnonni italiani, per mandarli all'estero. Noi dobbiamo fare anche una valutazione di interesse nostro e l'interesse nostro è farli sentire italiani.
Consigliera Scatto, io sono d'accordo che l'infibulazione sia una cosa drammatica e tremenda, ma se vogliamo che si allontanino da quelle culture tribali dobbiamo farli sentire italiani. È proprio cercando di far capire che sono membri della nostra comunità che possono superare quella sudditanza verso delle tradizioni che sono oggettivamente brutali, non sottolineando la loro diversità rispetto a quella degli altri ragazzi presenti nella nostra scuola.
Se io fossi nella loro situazione vorrei avere il diritto di decidere oppure no? Io penso di sì. Io penso che sarebbe una cosa importante. Quindi, la reciprocità, il dare loro questa possibilità di avere dei diritti e dei doveri, perché non è solo dare dei diritti, vuol dire anche dare dei doveri, essere cittadini italiani, questo è importante, lo richiamiamo, è veramente una priorità.
Richiamo un altro elemento, che è quello del mondo dello sport. Quanti ragazzi che fanno sport sono in difficoltà perché non hanno la cittadinanza italiana? Chiedete alle federazioni di tutti gli sport quanti dei ragazzi sono fortissimi, ma sono esclusi dalle selezioni nazionali perché non hanno la cittadinanza, nell'atletica, nel calcio, nel rugby, in tutti gli sport.
Facciamo un pensiero su questo. Cerchiamo di capire quale sia la politica che più ci consente di valorizzare le risorse che abbiamo, di ragionare in prospettiva e di far sentire questi ragazzi, che in tutto e per tutto sono integrati, perché le testimonianze che avete dato della scuola sono tutte assolutamente vere e vicine alla nostra quotidianità, ma quali delle scelte che possiamo fare possono far sì che queste persone rappresentino un elemento integrato, un elemento realmente parte della nostra società oggi, ma soprattutto in prospettiva futura, perché io credo che dobbiamo lavorare per costruire qualcosa che rimanga.
Questi ragazzi sono una risorsa importantissima. Tanto più si sentiranno parte della nostra comunità, tanto meno potranno cercare appartenenza in quelle frange che, ha detto bene il consigliere Boron, non c'entrano nulla con la discussione di oggi, ma che possono diventare attrattive per coloro che si sentono esclusi da una comunità.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la collega Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Immaginavo che la discussione fosse così, ed è il motivo per cui questo Paese non ha il coraggio di fare quello che dovrebbe fare, cioè fare una cosa semplice, forse l'ha detta in qualche modo il collega Favero, ovvero sedersi, analizzare, capire a cosa serve e soprattutto capire cosa serve non a chi la cittadinanza ce l'ha, ma a chi la cittadinanza la vorrebbe avere per fare una cosa che la collega Scatto ha detto, per me, in maniera molto preoccupante, da Presidente della Commissione Cultura.
Sa, Presidente, cosa dicono tutti i dati, non solo in Italia, ma dei Paesi con un sistema di cittadinanza più facile della nostra? Io non so se cinque vanno bene, o se sei, ne discuterà il Parlamento ed è esattamente quello che chiedevo con questa risoluzione. Sa cosa dicono ormai i dati? Che proprio perché non accada quello che dice lei, di comunità che si chiudono, di comunità che non lasciano decidere le loro figlie, serve un'inclusione reale e l'inclusione reale si dà dando fiducia, non dicendo che si devono mettere delle barriere, non dicendo che si è italiani solo se lo si merita, perché la mia cittadinanza vale come la sua e non ci ha chiesto nessuno di fare un esame.
Non mi permetterò mai di dire che la sua cittadinanza vale diversamente dalla mia. Non faremo un test. Magari lei è più brava di me sulla Costituzione italiana, ma non faremo un test, perché io e lei valiamo uguale, e io penso che dovrebbe valere uguale anche una persona che anche se è venuta da fuori, sta cercando di entrare in questo Paese con dignità.
Le discussioni e i termini che avete usato a me fanno paura. Mi fanno paura perché fanno vedere che questo Paese semplicemente non è pronto e faranno vedere esattamente quello che è accaduto in altri Paesi, cioè il fatto che le comunità si chiudono quando non si decide di dare loro dignità. Questo è quello che accade, perché semplicemente dover aspettare non dieci anni, capita che se ne aspettino quindici, capita che se ne aspettino venti, perché la residenza continuativa è un modo subdolo per fare in modo che la cittadinanza arrivi tardi.
I bambini che sono nati qui e che stanno in classe con nostro figlio hanno delle disparità, anche solo perché non si sentono italiani, non vengono chiamati così. Questa è una disparità che alla lunga fa male. Quando parliamo di baby gang, quando parliamo di criminalità, dobbiamo capire che dipende anche dal fatto che non li lasciamo esattamente stare qui come gli altri. Non è troppo comodo, Presidente, è esattamente questo che fa sì che quelle comunità si possano chiudere.
Il ragionamento che qui stavamo provando a fare, e torno sul merito della mozione, è un ragionamento che si chiedeva di dire: indipendentemente da come la pensa la consigliera Ostanel o come la pensa la consigliera Scatto, visto che non siamo in Parlamento e qui non possiamo decidere, riusciamo – mi ricorda il fine vita questo tema – a portare una risoluzione che semplicemente dica al Parlamento, in base alla maggioranza oggi presente, quindi magari non uscirà una riforma come io la vorrei, di prendere in carico questo tema? Avete il coraggio, per una volta, di uscire dagli ideologismi e di andarvi a sedere, a fare una cosa che serve ai cittadini che magari votano più voi che noi? Avete il coraggio di farlo? No, probabilmente, perché basta a sentire quello che viene detto dall'altra parte per dire che non solo abbiamo posizioni diverse, e questo lo sapevamo, ma semplicemente non sappiamo uscire dalla nostra zona di comfort e dire solo alla risoluzione, ad esempio, mia, non perché le altre non vadano bene, che non ha nemmeno scritto ius scholae o cittadinanza a cinque anni o cittadinanza a quindici, semplicemente dice: avete voglia di fare un percorso affinché il Parlamento prenda una decisione con una riforma seria? Se dite di no a questa risoluzione, semplicemente dite che così va bene, e non è così, perché le persone – non so con chi avete parlato voi – che esattamente lavorano in quelle imprese che citava il collega Bozza fanno più fatica, con una cittadinanza dimezzata, ad avere le stesse opportunità, anche lavorative. Effettivamente, quello che veniva citato prima sono le richieste di tantissime delle persone che hanno delle imprese qui e che stanno chiedendo non solo di riformare la cittadinanza, ma anche la famosissima legge Bossi-Fini, che è sempre stata fatta da voi.
Dovete fare un ragionamento serio. Io penso che ancora, evidentemente, non lo volete fare, che è quello di pensare se volete rispondere a un pugno di voti in più o se volete rispondere al fatto che le riforme di questo Paese si devono fare per rendere questo Paese migliore, indipendentemente da come la si pensi anche sul tema dell'immigrazione.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Dolfin, prego.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Colleghi, volevo anche io portare un piccolo contributo alla discussione, che sicuramente è una discussione importante ed è giusto affrontarla. Forse sarebbe meglio affrontarla magari anche in altre sedi, magari più approfondite, magari avendo anche più tempo a disposizione, perché sicuramente è un tema importante a livello generale di Paese.
Credo, però, che non sia attraverso un ordine del giorno o una mozione che si possa pensare di portare una cittadinanza e considerarla tale attraverso lo ius soli, pensando che chi nasce in Italia possa, in poche parole, essere un cittadino italiano.
Lo abbiamo sempre detto, come la legge oggi prevede, siamo di fronte allo ius sanguinis e, pertanto, credo che di fronte a questo dovremmo prenderne atto, perché altrimenti si rischia veramente, anche attraverso questi fenomeni, si parla di ius scholae, ma ovviamente si parla per arrivare a quello che voi da sempre portate avanti, quello della cittadinanza. Ed è un filo sottile. Io mi soffermo proprio su questo aspetto. Perché questo? Per un motivo semplice: la cittadinanza va meritata. La cittadinanza è una condivisione di un progetto di vita, la conoscenza della lingua italiana, l'essere all'interno di un territorio, conoscere le nostre tradizioni, la nostra storia, la nostra cultura, che fa parte poi dell'aspetto scolastico e quant'altro.
Io non l'ho interrotta, mi lasci finire il mio discorso.
Dare la cittadinanza, riconoscere tutte le forme che voi ormai pensate di voler introdurre in questo Paese da una parte significherebbe continuare a pensare a qualcuno che magari possa avere un progetto di vita, dunque poter avere quei valori italiani, dall'altro, però, ovviamente, si rischia di creare dei cittadini che, una volta che hanno il loro passaporto, vanno fuori dalla porta, entrano dalla finestra, con tutti i benefici del caso. Questo è il dato di fatto.
Se noi vogliamo creare delle condizioni di questo genere, credo che siamo sulla strada sbagliata. Ripeto, sicuramente vanno fatte delle riforme in questo Paese, ci mancherebbe altro, ma non credo che si possa regalare una cittadinanza o tutte le forme che voi mettete in campo soltanto perché magari qualcuno frequenta una scuola o perché è considerato. Bisogna meritare la cittadinanza, se uno partecipa alla vita quotidiana di un Paese, piaccia o non piaccia. Mi fermo qua, ma potrei portare tanti altri esempi. Io non accetto che nelle scuole, nelle classi il mio crocifisso, la mia religione venga messa da parte perché qualcuno entra con la propria storia e la propria cultura... C'è poco da ridere. È un dato di fatto. Mi sorprende che in Italia ci sia chi permette questo. Io non devo togliere le mie storie, le mie tradizioni, la mia cultura perché qualcuno è arrivato ieri. Mi dispiace, si deve adeguare alla mia storia, alla mia cultura, alla mia legge. Quando vado negli altri Paesi lo devo fare, altrimenti non entro. Questo è un dato di fatto. Mi sorprende che qualcuno non solo rida, ma ancora non abbia capito questi concetti.
Ripeto: sono io il primo a dire che vanno fatte riforme profonde in questo Paese. Non esiste – e lo dimostriamo tutt'oggi – che per avere il rinnovo di un passaporto ci vogliano settimane, se non mesi. Figuriamoci. È giusto, quando una persona compie diciotto anni, che la pratica per il riconoscimento possa essere migliore, possa essere più agevolata, possa essere più snella, però regalare cittadinanze e tutti i benefìci del caso anche no.

PRESIDENTE

Abbiamo chiuso la discussione generale sui tre provvedimenti.
Ci sono le repliche dei proponenti?
Non mi pare sia stata codificata. Io non c'ero. È stata proposta nel dibattito, ma non è stato chiesto di metterla in votazione. Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori. Il collega Favero aveva rivolto al microfono una richiesta al Capogruppo e, immagino, anche ai proponenti, quella di capire se c'erano i margini per rinviare i testi in una sede competente (immagino in una Commissione), provare a vedere se si riesce a fare una discussione un po' più approfondita e magari arrivare a un testo diverso.
Vorrei mettere ai voti questa proposta.

PRESIDENTE

Mi pare che la proposta aleggiata fosse una pausa per i Capigruppo, non un rinvio in Commissione. Mi sembra che alcuni Capigruppo non siano di questa idea.
In questo momento c'è spazio per le repliche dei proponenti, se ce ne sono. Non vedo richieste di replica.
Passiamo alle dichiarazioni di voto. Su ogni provvedimento c'è la possibilità di fare dichiarazioni di voto.
Siamo sulla risoluzione n. 142, a firma della collega Ostanel. Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Nella risoluzione sottoscritta, presentata dal Gruppo di Forza Italia viene posta una condizione per la concessione del diritto di cittadinanza, qualora venga richiesta, ossia i 10 anni di percorso scolastico, perché questo viene ritenuto il percorso più idoneo, di garanzia per l'acquisizione di cultura e di lingua italiana, che poi sono i presupposti che permettono a un soggetto di sentirsi parte della comunità. Questi sono i princìpi che noi ritroviamo nella proposta presentata a livello nazionale nel dibattito del centrodestra.
Pertanto, noi siamo a favore, naturalmente, della risoluzione che abbiamo presentato e riteniamo, invece, troppo generica la risoluzione a firma della collega Ostanel.

PRESIDENTE

Ci sono altre dichiarazioni di voto? Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io ovviamente voto a favore della mia mozione. Semplicemente per condividere con la collega Venturini che non solo la risoluzione è vaga per il fatto che, come ho spiegato più volte, il tentativo era quello di dire che non esiste una riforma che da quest'Aula io mi arrogo il diritto di dire sia quella giusta, perché in quell'Aula non siedo. Quindi, evidentemente, nel momento in cui è più vaga, dà la possibilità anche a chi ha dubbi sul mio posizionamento... Infatti, avevo chiesto a tutti i Capigruppo la sottoscrizione di questa risoluzione perché la ritenevo capace di poter dire semplicemente al Parlamento: "Prendetevi il compito di fare una riforma necessaria", che credo alcuni di voi abbiano pure condiviso come obiettivo.
È vaga, quindi, non perché la consigliera Ostanel immagina di dover inserire cose che non sono magari quelle che lei pensa. Semplicemente si dice: abbiamo il compito o, almeno, abbiamo la possibilità, come Consiglio regionale, in una risoluzione di dire "Parlamento, hai non solo il compito, ma dovresti avere il dovere di legiferare su un tema" come diceva tra l'altro Tajani, se non sbaglio, quest'estate "dove siete assolutamente in ritardo". La vaghezza era dedicata al fatto che speravo si potesse trovare almeno una quadra su questo. Evidentemente, ancora una volta il posizionamento personale politico viene davanti rispetto alle necessità di una riforma di cui questo Paese ha bisogno.

PRESIDENTE

Metto in votazione la risoluzione n. 142.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla risoluzione n. 141.
Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Facendo riferimento anche a quanto enunciato con la risoluzione precedente, non possiamo condividere il contenuto di questa risoluzione perché il periodo del percorso scolastico per noi è ridotto (si parla di cinque anni, troppo poco) e questa non rappresenta una garanzia per l'acquisizione di lingua e cultura italiana, fondamento per acquisire un senso di appartenenza a una comunità.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Ovviamente annuncio il voto favorevole del Partito Democratico alla nostra mozione. Non sono stupita, perché il passaggio tra il dire e il fare implica coraggio e disponibilità a metterci la faccia. Essere dello stesso partito del Presidente Tajani, ma interpretare in maniera curiosa... Esatto, è Forza Nord. È una Forza Italia, però mediata con la necessità di giustificare il perché si sta dentro questa maggioranza, che vi snobba anche sul bilancio. Figuratevi che problema può esserci se votate a favore delle nostre risoluzioni. Almeno avreste dato un segnale di coerenza politica tra quello che dite e quello che fate. Ogni volta ci si rincorre per fare una dichiarazione e avere due righe sul giornale, ma poi, quando ci si deve mettere la faccia, ci si spaventa. Non avete votato la mozione della collega Ostanel perché era troppo vaga. Non intendete votare questa perché è troppo precisa. Guardate che è davvero difficile comprendere.
Io, ovviamente, invece, annuncio che, malgrado la proposta che voi avete fatto nel vostro testo, cioè di dieci anni, per me sia troppo lunga come tempistica prevista, voterò lo stesso a favore della vostra proposta, perché quello che si fa qui dentro non è scrivere una legge sulla cittadinanza, ma tentare di ribadire un principio, al quale o si crede o non si crede.
Siccome noi siamo convinti che i bambini e le bambine che nascono in Italia da genitori stranieri o che arrivano da piccoli in Italia, che nelle scuole imparano a essere cittadini italiani, perché imparano a conoscere i diritti e i doveri che stanno dentro la cittadinanza del nostro Paese, siccome pensiamo che da troppo tempo in questa bellissima nazione si perda tempo a parlare di princìpi, ma poi la politica non abbia mai il coraggio di realizzare un avanzamento significativo che conduca verso un'integrazione vera, un'inclusione reale che passa attraverso la vita di tutti i giorni (e dove se non nella scuola), noi voteremo a favore ‒ come abbiamo già votato a favore della proposta della collega Ostanel ‒ di questa risoluzione e di quella successiva.
Poi non lamentiamoci se in questo Paese non si cambia mai niente. Da quanti anni aspettiamo una riforma della cittadinanza? Oggi ci misureremo, anzi tra pochi mesi, anche con l'appuntamento referendario, che sarà difficilissimo da vincere per il raggiungimento del quorum, ma io sono sicura sarà, invece, molto semplice da vincere nel risultato delle urne, perché sul tema della cittadinanza, come su tanti altri temi, sui diritti in particolare, la politica è sempre in ritardo rispetto a dove si trova la società.
Ancora una volta, anche da quest'Aula, dimostriamo di non essere all'altezza.

PRESIDENTE

Ci sono altre dichiarazioni di voto? Capogruppo Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Dichiaro, naturalmente, il voto contrario del Gruppo Lega. Su questi temi molti colleghi del mio movimento sono intervenuti e hanno già detto come la pensano.
Noi pensiamo che la cittadinanza debba essere meritata, non solo perché si va a scuola in questo Paese, ma debba passare attraverso tutta una serie di princìpi e di dimostrazioni di rispetto da parte della famiglia e di questi piccoli (non abbiamo nulla in contrario che stiano nelle nostre scuole, insieme ai nostri figli, che queste famiglie si integrino con il nostro tessuto sociale) nei confronti delle nostre tradizioni, delle nostre identità e delle nostre leggi, come più di qualcuno ha detto in quest'Aula.
Insisto nel richiamare lo "ius veneti", che ho presentato in Commissione e che arriverà presto. Avremo modo di discuterne se la Presidente Scatto mi darà l'opportunità di affrontare questi temi. Le nostre tradizioni, quindi, la nostra bandiera, la nostra storia millenaria anche di accoglienza. Ricordo che la Repubblica Veneta aveva, proprio in questa città, i quartieri islamico, turco, tedesco, ebreo, quello che volete metterci. In tutte queste situazioni le popolazioni che venivano qui rispettavano assolutamente i diritti e i doveri e gli oneri di questa città, di questa Repubblica.
Con questo spirito, auspico che nelle scuole della nostra regione, insieme al bengalese, ripeto, e a tante altre opportunità che vengono date a questi ragazzi, si studi e si impari la nostra lingua veneta, si imparino le nostre tradizioni, anche le nostre ricette, tutto quello che il Veneto sa esprimere, per una vera integrazione. Mi auguro che succeda anche nelle altre regioni, che si studi il campano, si studi il romano, si studino tutte quelle opportunità in grado di favorire un'integrazione vera e di non far isolare in ghetti questi ragazzi, che poi magari ritroviamo nelle seconde e terze generazioni che ci accoltellano per strada o ci vogliono imporre le tradizioni e le religioni dei loro Stati di provenienza.

PRESIDENTE

Collega Villanova, prego, per dichiarazione di voto.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intervengo innanzitutto per rigettare la narrazione che ho sentito anche nell'ultimo intervento della collega Camani, dove sembra che chi non è d'accordo con queste proposte sia un retrogrado che non vuole vedere com'è la società, che si arrocca. Quando si dice che la politica è in ritardo, la politica viene interpretata come noi che siamo da questo lato. Non mi sembra che la sinistra e il PD negli anni di Governo abbiano fatto molto per la cittadinanza o siano intervenuti su questa richiesta che fanno oggi, ma che quando erano al Governo, in realtà, non hanno mai portato avanti.
Rigetto il fatto che avere la cittadinanza italiana a sedici anni – di questo stiamo parlando, anticipare di un paio d'anni – possa fare in modo che non ci siano le baby-gang. Prima ho sentito dire che il fatto di non avere la cittadinanza sarebbe un qualcosa che spinge le baby-gang. Vorrei ricordare che nei fatti di cronaca che abbiamo letto purtroppo in questi giorni, che riguardano anche città venete, alcuni di questi criminali – chiamiamoli con il loro nome – minorenni erano cittadini italiani di seconda generazione, avevano la cittadinanza italiana. Questo non vuol dire che con la cittadinanza italiana le persone diventano automaticamente buone. Ricordiamoci una cosa: anche con i metodi di concessione della cittadinanza che abbiamo oggi, se una persona vuole si comporta bene, punto e basta, e ottiene la cittadinanza quando è previsto dalla legge di questo Paese. Non cerchiamo scorciatoie.
Come sapete, sui diritti civili ho molto spesso una visione anche abbastanza ampia, però su questo sono assolutamente contrario. Vogliamo parlare di abbassare l'età per ottenere la cittadinanza? Bene, allora pensiamo anche a un modo per togliere la cittadinanza a chi non se la merita, a chi delinque, andiamo a bilanciare le due cose e cerchiamo di andare incontro ai problemi che ha la nostra società, che anche noi vediamo. Anche noi frequentiamo la nostra società. Per questo dico che non si risolvono i problemi con questo tipo di interventi.
Proprio per questo motivo, il nostro punto di vista è contrario su tutte e tre le mozioni, anche perché credo che, in questo periodo storico, i problemi siano ben altri. Prima di dare nuovi diritti, come questi, vanno fatti rispettare i doveri già previsti dalla nostra legislazione, che purtroppo troppo spesso vengono ignorati.
Ribadisco il parere contrario a tutti e tre i provvedimenti che stiamo votando adesso.

PRESIDENTE

Collega Pavanetto, per dichiarazione di voto, prego.

Lucas PAVANETTO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Come si acquisisce la cittadinanza italiana? Il termine "cittadinanza" indica il rapporto tra un individuo e lo Stato ed è in particolare uno status al quale l'ordinamento giuridico ricollega la pienezza dei diritti civili e politici.
La disciplina in materia di cittadinanza in Italia fa capo principalmente alla legge n. 91/1992. La cittadinanza italiana si acquisisce per ius sanguinis, cioè se si nasce o si è adottati da cittadini italiani. Esiste una possibilità residuale di acquisto della cittadinanza secondo lo ius soli, ma quelli sono casi molto, molto rari.
Qui c'è una narrazione in base alla quale esistono i buoni e i cattivi, su questo tema. Giusto per fare alcuni passaggi, in Francia un bambino nato da genitori stranieri può acquisire automaticamente la cittadinanza francese all'età di 18 anni, se ha vissuto in Francia per almeno 5 anni dall'età di 11; può anche richiedere la cittadinanza prima a 16 o 13 anni, con condizioni aggiuntive. In Germania i bambini nati da genitori stranieri acquisiscono automaticamente la cittadinanza tedesca se almeno uno dei due genitori è stato residente legale per 8 anni e possiede un permesso di soggiorno permanente. Il bambino può avere la doppia cittadinanza fino all'età di 23 anni, dopodiché può scegliere una nazionalità. In Belgio, stessa cosa. L'Irlanda aveva un sistema completo di ius soli, ma lo ha modificato nel 2005. Ora un bambino nato in Irlanda da genitori stranieri può acquisire la cittadinanza irlandese solo se almeno uno dei due genitori ha vissuto legalmente in Irlanda per 3 dei 4 anni precedenti alla nascita.
Questi sono casi che non mostrano una differenza così sostanziale rispetto al sistema italiano. La maggior parte di noi ha ricoperto il ruolo di amministratore di un Comune; quindi, ha avuto contatti diretti con chi ha avuto problemi con la cittadinanza piuttosto che con documentazione e quant'altro.
Per chiudere, dichiaro la posizione di Fratelli d'Italia su questo tema. Voglio ricordare, ma penso sia stato già fatto anche in altre occasioni, che a livello nazionale nel 2022 c'è stata un'elezione che ha voluto un Governo di centrodestra ed è stato votato un Governo di coalizione, quindi composto da vari partiti, anche qui rappresentati. In quel programma elettorale che affiancava quella coalizione non c'era questo tema. Quindi, è anche una questione di priorità rispetto a quelle che possono essere le necessità politiche del momento. Certo, come diceva il collega Bozza, i tempi cambiano, sono cambiati, però non credo siano cambiati negli ultimi due anni. È una questione che sicuramente andrà affrontata, ma in Parlamento ci sarà chi meglio di noi potrà farlo.
Un'ultima cosa, e concludo, Presidente. Per noi la cittadinanza italiana deve essere la condivisione di valori, tradizioni, identità, di un sistema sociale di leggi condiviso. La cittadinanza, quindi, deve essere sempre e comunque richiesta, meritata e soprattutto celebrata.
Anche per noi, naturalmente, il voto sarà contrario alle tre risoluzioni. Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste.
Metto in votazione la risoluzione n. 141.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla risoluzione n. 145, a firma dei consiglieri Boron, Bozza, Venturini.
Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Europa Verde)

Abbiamo specificato in discussione generale come sia opportuno modificare la limitazione della cittadinanza ai 18 anni, facendo anche un lungo elenco di quelli che sono i diritti civili e sociali che non vengono riconosciuti a questo quasi milione di ragazzi nati in Italia, ma senza cittadinanza italiana, proponendo che questa venga riconosciuta in termini temporali ben diversi.
Questa risoluzione dei colleghi Boron, Bozza e Venturini, invece, parla di questo riconoscimento al raggiungimento di almeno 10 anni di percorso scolastico. Non è l'ideale, ma sicuramente si avvicina di più, è un passo in avanti rispetto a una situazione attuale, come abbiamo potuto esporre, per noi insostenibile.
Annunciamo il voto favorevole di Europa Verde.

PRESIDENTE

Non vedo altre richieste.
Metto in votazione la risoluzione n. 145.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
PUNTO
10



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI MAINO, CECCHETTO FAVERO, FINCO, GIACOMIN, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "INPS VICENZA: CI SI ATTIVI PER SOPPERIRE ALLA CARENZA DI PERSONALE CON UN CONCORSO SU BASE REGIONALE CON PROCEDURA DI URGENZA". (MOZIONE N. 440) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 5/2025)

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione n. 440.
Collega Maino, prego.

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Grazie.
Stiamo parlando di una mozione un po' datata, che risale a maggio 2023, ma la sostanza non cambia molto, è cambiato poco nel frattempo. Parliamo di una situazione verificatasi presso l'INPS di Vicenza, l'Istituto nazionale della previdenza sociale, a cui fanno capo anche le sedi di Schio, Bassano del Grappa e Lonigo, con sportelli vari. Come sapete, l'INPS eroga una serie di servizi molto importanti: liquidazione delle pensioni, NASpI, disoccupazione, cassa integrazione, maternità, pensionamenti, legge 104, tutto il mondo della fragilità e quant'altro.
Il problema dell'INPS di Vicenza è quello di una carenza di personale pressoché cronica. È la sede che versa nelle condizioni più drammatiche, da quello che mi è stato riferito, addirittura dell'intero nord Italia. Ha una copertura, in termini di competenze, di circa 110.000 (111.000 ormai) abitanti, che sono quelli della città di Vicenza, ma estende la territorialità anche sulla provincia di Vicenza, arrivando a servire e occupare i servizi di circa 800.000 persone.
L'organico del personale INPS nel 2019 era di 248 persone. Dal 2019 ad oggi (dove "oggi" corrisponde alla primavera del 2023) si è registrata una diminuzione di circa 100 unità, calando al 1° gennaio 2023 a 149 persone. Questo ha comportato anche l'attivazione di un tentativo di conciliazione tra le parti, effettuato nella primavera del 2023, con la dirigenza INPS e le parti sindacali. In Prefettura si è tentato di trovare ‒ ripeto ‒ una conciliazione per lo stato di agitazione proclamato, giustamente, per le carenze di organico, dai dipendenti, ma risulta che questo vertice sia stato, alla fine, infruttuoso.
Il problema è che se mancano le persone i servizi non possono essere erogati. Come sapete, sono servizi fondamentali. Perché mancano le persone? Perché a volte per l'erogazione di un singolo servizio c'è un solo addetto. L'addetto si ammala oppure necessariamente deve andare in ferie o usufruire dei diritti che i lavoratori hanno, quindi si blocca sostanzialmente il meccanismo.
Io ho avuto occasione di parlare con i direttori, sia regionale che della città di Vicenza, i quali mi hanno detto che gli stessi sportelli di Thiene e di Arzignano stanno andando verso una dismissione. Non solo. Nell'arco temporale tra quando è stata depositata questa mozione e oggi ci sono state effettivamente delle assunzioni, ma queste assunzioni, in seguito alla loro formazione, sono già andate via. Il problema ‒ che rimane ancora oggi ‒ è la distanza, soprattutto di personale assunto che proviene dal sud, che non riesce e non vuole vivere qui per l'alto costo della vita.
Questo è un problema trasversale, non riguarda solo l'INPS. Recentemente abbiamo visto, soprattutto l'anno scorso, che molti concorsi, molte assunzioni nell'ambito pubblico hanno questo problema. L'INPS ha provato a risolverlo con un alto numero di lavoro svolto online (praticamente lo smart working) e con mini-trasferte (così le chiamavano) sul territorio vicentino, ma non ha portato a grandi risultati. Il problema è stato attenzionato anche a Roma. Sappiamo che sia il senatore Zanettin che la senatrice Sbrollini hanno presentato delle interrogazioni, e oggettivamente alcuni concorsi si sono aperti nell'arco del 2024 per professionisti legali, infermieri e anche laureati nell'area psicologica o sociale.
Il tema, comunque, che merita di rimanere attivo è quello di potenziare la sede di Vicenza. Se i concorsi si fanno, ma Vicenza non viene potenziata il problema oggettivamente rimane. La richiesta è che in futuro si riesca a effettuare un concorso, che risolverebbe il problema se effettuato su base regionale.
Ringrazio anche gli altri colleghi del territorio, come la collega Luisetto, che si sono attivati in forma analoga, il che dimostra ed è l'evidenza che il tema è oggettivamente trasversale. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Luisetto, prego.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno di questa mozione. Ne avevo presentata una di pari oggetto lo scorso luglio, che non è, purtroppo, ancora arrivata in discussione. Colgo l'occasione per sottolineare che gli avvicendamenti, i pensionamenti e le mobilità di questi anni, seppur in qualche modo rimpinguate dagli ultimi arrivi e dai concorsi che ci sono stati di recente, non rendono la bilancia positiva per quanto riguarda il personale e l'adeguata presenza di funzionari dell'INPS sul territorio.
Avere un INPS sguarnito a Vicenza – peraltro fa eco a quello che sta succedendo in altre province, dove la situazione non è molto rosea – ha delle ripercussioni sul resto del territorio della provincia: il thienese, il bassanese, lo scledense, l'ovest e anche l'area berica. Questo centro debole crea difficoltà per le aziende, per il tessuto imprenditoriale e sociale del vicentino, che sappiamo quanto importante sia nella bilancia regionale e poi nazionale.
Ricollegandomi alle evidenze che riportava la collega Maino sulle mobilità, sull'accettazione del posto per poi successivamente andarsene, sui pensionamenti, perché dal 2020 al 2023 abbiamo avuto 59 nuovi dipendenti e 92 che hanno lasciato per pensionamenti o mobilità, capiamo che quella bilancia, seppur rinforzata, oggi, non riesce a gestire le tante incombenze, le tante necessità sociali ed economiche del territorio.
L'auspicio di nuovi concorsi, di una nuova dotazione, che ci si ponga il tema della permanenza qui sul territorio di chi vince il concorso e della stabilità dei neoassunti sono tutte questioni che io stessa, assieme ai colleghi, avevo sollevato e che trovano la necessaria unità nel proseguire e chiedere risposte concrete su questo fronte.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 440.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
11



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI DOLFIN, RIGO, SANDONÀ E SPONDA RELATIVA A "PIANO DI GESTIONE DEI LUPI: LA GIUNTA INTRAPRENDA NUOVE INIZIATIVE DI CONTENIMENTO DI QUESTI GRANDI CARNIVORI, TRA CUI L'ADOZIONE ED IL FINANZIAMENTO DEL PROGETTO MELKEN". INVIO IN COMMISSIONE. (MOZIONE N. 209) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 6/2025)

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione n. 209, punto n. 11.
Non essendoci più il collega Finco, il primo firmatario è il collega Dolfin, che mi sembra chieda il rinvio in Commissione. Deve dirlo al microfono, collega. Prego, collega Dolfin.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, dal momento che non c'è più il titolare della mozione, che peraltro va anche un po' rivista, chiedo la possibilità di poterla rinviare in Commissione e, dunque, rivederla in quella occasione. Grazie.

PRESIDENTE

Va bene.
Metto in votazione la richiesta di rinvio in Commissione della mozione n. 209.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
La mozione n. 209, quindi, viene rinviata in Commissione.
PUNTO
12



RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI GUARDA, BALDIN, BIGON, CAMANI, LORENZONI, LUISETTO, MONTANARIELLO, OSTANEL, ZANONI E ZOTTIS RELATIVA A "ESPOSIZIONE DEI VIGILI DEL FUOCO A SOSTANZE PERFLUOROALCHILICHE E CONSEGUENZE A CARICO DELLA SALUTE: ATTIVARE UN BIOMONITORAGGIO PARTENDO DAI VIGILI DEL FUOCO OPERATIVI IN VENETO". (RISOLUZIONE N. 116) RESPINTA

PRESIDENTE

Siamo alla risoluzione n. 116.
La prima firmataria è l'ex collega Guarda, la seconda firmataria la collega Baldin. Non so se intende illustrarla. Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Chiaramente la terrei e la proporrei alla votazione dell'Aula.
Mi limito alla lettura dell'ultima parte della mozione: "Esprime la necessità che il Ministero dell'Interno, per il tramite del Dipartimento dei Vigili, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, incarichi la Direzione Centrale per la Salute e il Benessere del personale per l'effettuazione di uno studio finalizzato alla comprensione della problematiche connesse ai dispositivi di protezione individuale (antifiamma) in dotazione ai Vigili del Fuoco, alla presenza o meno di concentrazioni di PFOA nelle schiume antincendio in dotazione e un monitoraggio di un campione di Vigili del Fuoco, anche volontari, operativi in Veneto, zona altamente contaminata, attraverso un dosaggio ematico PFAS per poi estenderlo a tutti i lavoratori del C.N.VV.F.; dispone la trasmissione della presente risoluzione al Ministero dell'Interno e al Dipartimento dei Vigili del Fuoco".
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione la risoluzione n. 116.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
PUNTO
13



RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CESTARI, BET, CECCHETTO, DOLFIN, FAVERO, MAINO, PAN, RIGO, SANDONÀ, SPONDA E VIANELLO RELATIVA A "ZONA LOGISTICA SEMPLIFICATA (ZLS) PORTO DI VENEZIA-RODIGINO, RISORSE ADEGUATE PER SOSTENERE GLI INVESTIMENTI". (RISOLUZIONE N. 126) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 6/2025)

PRESIDENTE

Risoluzione n. 126 presentata dalla collega Cestari. Penso che il titolo andrà comunque modificato.
Prego, collega Cestari.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Infatti, ho già presentato e depositato un emendamento, perché questa è una risoluzione di marzo 2024, ma nel frattempo le cose sono cambiate, per cui ho dovuto chiedere una modifica della risoluzione stessa.
La Zona logistica semplificata – ormai lo sappiamo tutti, perché è da anni che ne parliamo – è la trasposizione nelle Regioni a maggior tasso di sviluppo delle Zone economiche speciali, che sono previste per il Mezzogiorno. Al nord parliamo di Zona logistica semplificata.
Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 ottobre 2022 è stata istituita in Veneto la Zona logistica semplificata, che ha come fulcro il Porto di Venezia, perché rientra tra i porti marittimi prioritari della Rete transeuropea di trasporto; quindi, possiede i requisiti per dare vita a questo tipo di progetto.
La ZLS Porto di Venezia-Rovigo è un progetto che interessa il Comune di Venezia, il Comune di Chioggia e l'area del Polesine e che potenzialmente è in grado di determinare, nell'arco dei prossimi 10-15 anni, un'occupazione addizionale, si pensa si possa arrivare addirittura a quasi 200.000 unità, con un contestuale aumento dell'export, fino al 40% in più rispetto a quello generato attualmente sul territorio, un aumento degli investimenti di 2,4 miliardi di euro, un aumento del traffico container dell'8,4% su una media annuale.
Gli attori di questo progetto sono già molto attivi, hanno già presentato diversi piani, sui quali c'è una totale condivisione anche da parte della Regione, che già ha stanziato i finanziamenti opportuni; quindi, la Regione – lo voglio dire, e ringraziamo l'assessore Marcato per questo – ha fatto i compiti per casa mettendo le risorse a disposizione, ma non è sufficiente. Perché non è sufficiente? Perché, ahimè, non è stato messo a finanziaria, con il decreto Milleproroghe, quello che serve, dunque le risorse sufficienti, per dare effettivamente vita sul nostro territorio alla Zona logistica semplificata.
Io non ho dubbi che ci saranno dei provvedimenti in merito e che ci sarà la possibilità di stanziare le risorse opportune per non lasciare questa scatola vuota, al momento, però, non ci sono, e soprattutto noi del Polesine ci chiediamo il perché. Ce lo chiediamo perché per noi Zona logistica semplificata significa investire in un'area che, per motivi storici, non ha mai potuto incassare, negli anni del grande sviluppo, una industrializzazione pari a quella di altre aree. Per cui, con questa risoluzione si chiede al Governo di stanziare, ovviamente compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, adeguate risorse su più annualità, quindi un progetto a lungo termine, a favore di una operatività della ZLS veneta, quindi Polesine ma anche Venezia.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Intanto grazie, Presidente.
C'è un tema: anche per i veneziani c'è un punto di domanda. Il progetto l'abbiamo sposato tutti fin dall'inizio, mettendo alcuni paletti, di cui parlerò dopo, però in questi anni ha ballato continuamente il progetto ZLS, ha ballato continuamente nei finanziamenti. È vero, gli operatori privati hanno fatto molto, perché da subito si sono attivati, ancora qualche anno fa, tavoli in cui gli operatori privati avevano cercato di contribuire a dare delle idee, ma non tutti gli operatori pubblici hanno contribuito nello stesso modo. Quindi, ad oggi, non vedendo un adeguato finanziamento, che dovrebbe anche accelerare i tavoli di condivisione, anche produrne di maggiori, con tutti gli attori, dalla parte datoriale alla parte sindacale, perché si arrivi a quei risultati sull'aspetto lavorativo, sull'aumento della produttività, sul valore che questi territori possono dare, sul valore di Marghera, di cui da troppi anni continuiamo a parlare, ma non vediamo alla fine le azioni neanche per quanto riguarda il completamento di alcune bonifiche, rimaniamo sempre con un grandissimo punto di domanda.
È evidente che sposiamo l'idea "andiamo avanti con la ZLS e cerchiamo di produrre quello che dovrebbe produrre", però è altrettanto evidente che per quanto ci riguarda siamo estremamente critici su questa modalità di operare, che il punto di domanda non lo lascia solo al rodigino, lo lascia al rodigino e lo lascia al veneziano, ma credo, proprio per quel concetto che ha appena detto lei, collega, che lo lasci al Veneto tutto. Anche se quest'area può dare un impulso anche rispetto alla crisi generale che stiamo vivendo, tra l'altro si tratta di settori diversi che potrebbero contribuire in termini di lavoro e di produttività, anzi inserirsi proprio su quei settori in crisi, ad oggi non vediamo gli sforzi. Quindi, di per sé il testo per noi è positivo, però l'azione dovrebbe essere conseguente, e rispetto a questa azione, che noi stiamo spingendo anche a livello nazionale come opposizioni, non vediamo la stessa coerenza e la stessa compattezza nei tavoli della maggioranza.

PRESIDENTE

Collega Baldin, certo. Mi scusi, ma probabilmente i collegamenti sono più lenti di lei, collega.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Ringrazio la collega Cestari per la sensibilità e per aver portato all'attenzione dell'Aula il tema della ZLS. Credo sia fondamentale investire in questo strumento e dotarlo di risorse proprio per farlo viaggiare, per cercare di alleggerire e semplificare la burocrazia in alcune aree del Paese un po' più indietro, un po' più in difficoltà rispetto ad altre, ma per farlo, per dargli gambe servono risorse. È evidente che questo Governo non crede a questo strumento. Prova pratica ne è l'esclusione di alcune zone. Lei prima ha citato il Comune di Chioggia, ma da quello che mi risulta vi rientra soltanto una piccola parte, ovvero la parte del Porto di Chioggia, mentre è escluso il resto della città. Quindi, è una ZLS che parte zoppa, Venezia-Rovigo, senza alcune parti fondamentali di territorio e soprattutto senza le risorse necessarie per farla partire, non solo per farla conoscere ma soprattutto per farla operare.
A questo punto, riprendo le sue parole e confermo che è una scatola del tutto vuota.

PRESIDENTE

Abbiamo concluso la discussione sulla mozione n. 126.
Emendamento n. B0001, presentato dalla consigliera Cestari, modificativo, che prevede:
Il titolo è così sostituito: "ZONA LOGISTICA SEMPLIFICATA (ZLS) PORTO DI VENEZIA-RODIGINO, RISORSE ADEGUATE PER SOSTENERE GLI INVESTIMENTI"
Nelle premesse sono apportate le seguenti modifiche:
le parole "CONSIDERATO CHE" sono sostituite dalle parole "PREMESSO ALTRESÌ CHE";
il paragrafo "- l'avvio dell'operatività della ZLS Porto di Venezia-Rodigino è subordinato non solo all'adozione, ai sensi del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, di un ulteriore D.P.C.M., firmato in data 13 marzo 2024 e volto a disciplinare le modalità organizzative di funzionamento della ZLS medesima, ma anche ad un significativo investimento economico iniziale ad opera del Governo;" è sostituito dal seguente testo:
"- con D.P.C.M. del 04 marzo 2024 è stato adottato il Regolamento di istituzione di Zone logistiche semplificate (ZLS) ai sensi dell'articolo 1, comma 65, della legge 27 dicembre 2017, n. 205;
- con D.P.C.M. del 22 maggio 2024 è stato istituito il Comitato di indirizzo della Zona Logistica Semplificata della Regione Veneto "Porto di Venezia-Rodigino", quale organo di governo della ZLS congiuntamente alla cabina di regia;
- in data 24 ottobre 2024 si è svolta, presso Palazzo Balbi a Venezia, la prima riunione del Comitato di indirizzo della ZLS "Porto di Venezia-Rodigino", dove sono state affrontate numerose tematiche, tra cui aspetti di natura procedimentale e normativa riguardanti la governance della ZLS, nonché lo stato attuale di avanzamento delle azioni volte a garantire l'operatività della ZLS, con particolare riferimento alle attività relative alla semplificazione amministrativa e alle agevolazioni economiche e, infine, si è proceduto all'approvazione del Regolamento interno del Comitato d'indirizzo;
CONSIDERATO CHE, come emerso dalla prima riunione del Comitato di indirizzo, saranno necessari investimenti economici in più anni per garantire la migliore operatività della ZLS Porto di Venezia-Rodigino;".
Il dispositivo è così sostituito:
"invita
il Governo a stanziare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, adeguate risorse su più annualità a favore di una migliore operatività della ZLS veneta.".
L'emendamento è già caricato su Concilium.
Metto in votazione l'emendamento n. B0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione la risoluzione n. 126, così come modificata.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Grazie.
Adesso saremmo al punto n. 14, ma ho avuto una richiesta da parte della collega Ostanel di spostarlo alla prossima seduta.
Se non c'è nulla in contrario, aderirei alla proposta di spostare il punto n. 14 alla prossima seduta.
PUNTO
15



MOZIONE PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA BALDIN RELATIVA A "TAGLIO DEFINITIVO DEI FONDI PER LA SICUREZZA SISMICA OSPEDALIERA DECISO DAL GOVERNO MELONI, LA REGIONE CHIEDA UN INTERVENTO URGENTE PER RIPRISTINARE LA COPERTURA DEI FONDI E PREVENIRE DANNI INGENTI CON CHIUSURA DI REPARTI". (MOZIONE N. 547) RESPINTA

PRESIDENTE

Andiamo alla mozione n. 547 presentata dalla collega Baldin.
Prego, collega Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Procedo con la lettura, dato che la mozione è un po' tecnica.
Premesso che il 21 luglio 2020, in risposta alla crisi pandemica, il Consiglio europeo deliberava l'istituzione del NextGenerationEU (NGEU), stanziando circa 806 miliardi per i Piani nazionali di ripresa e resilienza; il Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, approvato con il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, ha finanziato, all'articolo 1, il programma "Verso un ospedale sicuro e sostenibile", appostando centinaia di milioni di euro fino all'esercizio 2026; la Giunta regionale veneta con proprio provvedimento – la delibera n. 1559/2022 – rivedeva il piano di finanziamento della edilizia sanitaria utilizzando pro quota questi finanziamenti anche per la sanità in zone di montagna e pedemontane con maggior rischio sismico; il Governo Meloni, con il decreto-legge 2 marzo 2024 n. 19 "Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)" ha tagliato, con l'articolo 1 comma 13, oltre 1,2 miliardi di euro per l'ammodernamento degli ospedali riferibili al programma "Verso un ospedale sicuro e sostenibile", ponendo le Regioni che hanno già programmato le risorse per l'edilizia ospedaliera in una situazione di oggettiva difficoltà.
Considerato che il taglio ha determinato la convocazione urgente della Conferenza delle Regioni, che ha prodotto un documento unanime di protesta degli Assessori alla sanità; la Commissione Bilancio della Camera dei deputati ha sentito la delegazione ufficiale della Conferenza delle Regioni ed essa si è detta allarmata per il taglio di fondi del PNRR relativi a opere per la sicurezza sismica e, quindi, per la sicurezza delle strutture ospedaliere; le Sezioni riunite, in sede di controllo della Corte dei conti, nella memoria al decreto-legge inviata alla Commissione Bilancio non condividevano lo spostamento della copertura a fondi nazionali, non comprendevano la scelta di esentare dallo spostamento le due Regioni succitate e, ancor più radicalmente, criticavano il rinvio della realizzazione del programma che incideva su programmi regionali già avviati.
Ritenuto che la legge 29 aprile 2024 n. 56, che ha convertito il decreto-legge n. 19/2024, ha svuotato un obbiettivo strategico per il PNRR, quale quello di modernizzare le strutture ospedaliere più fatiscenti anche in Veneto; alcuni interventi finanziati possono essere già cantieri in corso o avere già gare assegnate, quindi l'articolo 1, comma 13, può aver prodotto obbligazioni giuridicamente vincolanti; la rimodulazione del finanziamento già accordato, in cantieri di strutture ospedaliere per l'antisismica già avviati, può provocarne il fermo, con rilevanti ricadute tecnico-giuridiche ed economiche a carico della Regione; viene leso in questo modo il diritto alla salute dei cittadini.
Impegna la Giunta regionale a proporre un incontro urgente, attraverso la Conferenza delle Regioni, tra tutti gli organi di governance del PNRR per ripristinare la copertura con fondi europei del programma "Verso un ospedale sicuro e sostenibile" reintroducendo la disciplina anteriore all'entrate in vigore della stessa legge n. 56/2024.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo richieste di intervento.
Metto in votazione la mozione n. 547.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, direi di chiudere qui, perché la mozione n. 555 penso ci impegnerà un po' nel dibattito.
Chiudiamo qui la seduta. Chiedo ai Capigruppo di fermarsi in Sala del Leone.
Grazie.
La Seduta termina alle ore 18.17
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI




Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 162 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 162
MARTEDì 21 GENNAIO 2025


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE ENOCH SORANZO
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UNITà ASSEMBLEA

INDICE
Processo verbale della 162ª seduta pubblica – martedì 21 gennaio 2025
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie ed in conformità alla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 31 del 30 maggio 2024.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 686 del 16 gennaio 2025.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 14.15, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 14.20.

Il PRESIDENTE dichiara aperta la seduta alle ore 14.28.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali delle sedute n.159 del 17 dicembre 2024, n. 160 del 18 dicembre 2024 e n. 161 del 14 gennaio 2025.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia, i consiglieri Corsi e Vianello; inoltre, la partecipazione da remoto è autorizzata ai sensi della deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 31 del 30 maggio 2024.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n.5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA

n. 556 del 17.07.2024
presentata dal consigliere Masolo
"Sanità regionale e crac compagnie assicurative: qual è lo stato di potenziale deficit delle aziende del servizio sanitario regionale?"

Interviene il consigliere Masolo (Europa Verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che, in supplenza all'assessore Lanzarin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Masolo (Europa Verde) in sede di replica.

n. 577 del 13.09.2024
presentata dai consiglieri Venturini, Bozza e Boron
"La Regione Veneto intende avviare iniziative affinché venga chiaramente definita la presa in carico della retta alberghiera degli ospiti affetti da demenza accolti presso i centri di servizio?"

Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che, in supplenza all'assessore Lanzarin, risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Venturini (Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto) in sede di replica.

Sull'ordine dei lavori intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto) e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Programma di attività del Comitato regionale per le comunicazioni del Veneto (CORECOM) per l'anno 2025 e previsione finanziaria. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 82) APPROVATO (Deliberazione n. 4/2025)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Cavinato (Zaia Presidente) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Luisetto (Partito Democratico Veneto) e Zanoni (Europa Verde).

La seduta è sospesa alle ore 15.03.
La seduta riprende alle ore 15.05.

Si passa all'esame dell'ordine del giorno collegato alla proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

ODG n. A1

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Masolo e Zanoni relativo a "Per la realizzazione di un vademecum sull'applicazione da parte delle pubbliche amministrazioni del divieto di comunicazione istituzionale durante il periodo di par condicio". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 82) RESPINTO  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Luisetto (Partito Democratico Veneto) e Masolo (Europa Verde), che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

In dichiarazione di voto interviene il consigliere Zanoni (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, la PDA n. 82.

Il Consiglio approva

Punti nn. 7) 8) 9) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dai consiglieri Ostanel, Baldin, Lorenzoni e Masolo relativa a "Il Parlamento approvi una riforma equa, inclusiva, con tempi certi e rapidi della legge sulla cittadinanza". (Risoluzione n. 142) RESPINTA  [RESOCONTO]

Risoluzione presentata dai consiglieri Camani, Bigon, Luisetto, Montanariello, Zanoni e Zottis relativa a "Riforma della cittadinanza per minori. La Regione faccia la sua parte per il riconoscimento di questo diritto". (Risoluzione n. 141) RESPINTA  [RESOCONTO]

Risoluzione presentata dai consiglieri Boron, Bozza e Venturini relativa a "Si sostenga il diritto alla cittadinanza al completamento del percorso scolastico di 10 anni". (Risoluzione n. 145) RESPINTA  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, considerata l'analogia dell'argomento, con il consenso unanime dell'Aula, passa alla trattazione congiunta dei tre punti in oggetto con un'unica discussione generale e votazioni separate.

La seduta è sospesa alle ore 15.28.

La seduta riprende alle ore 15.28.

Intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che illustra la risoluzione n. 142, Camani (Partito Democratico Veneto), che illustra la risoluzione n. 141, e Boron (Gruppo Misto), che illustra la risoluzione n. 145.

Durante l'intervento della consigliera Ostanel assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.


In discussione generale intervengono i consiglieri Valdegamberi (Gruppo Misto), Favero (Liga Veneta per Salvini Premier), Zanoni (Europa Verde), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Luisetto (Partito Democratico Veneto), Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier), Venturini (Forza Italia-Berlusconi- Autonomia per il Veneto), Gerolimetto (Zaia Presidente), Bigon (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Masolo (Europa Verde), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Boron (Gruppo Misto), Baldin (Movimento 5 stelle), Scatto (Zaia Presidente), Bozza (Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier).

Durante l'intervento del consigliere Rigo assume la presidenza il Vicepresidente Enoch Soranzo e successivamente, dopo l'intervento della consigliera Ostanel, assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Dichiarata conclusa la discussione generale, intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), sull'ordine dei lavori, Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), in dichiarazione di voto sulla risoluzione n. 142.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, la risoluzione n. 142.

Il Consiglio non approva

In dichiarazione di voto sulla risoluzione n. 141 intervengono i consiglieri Venturini (Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Villanova (Zaia Presidente) e Pavanetto (Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, la risoluzione n. 141.

Il Consiglio non approva

In dichiarazione di voto sulla risoluzione n. 145 interviene il consigliere Zanoni (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione n. 145.

Il Consiglio non approva

Punto n. 10) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Maino, Cecchetto Favero, Finco, Giacomin, Vianello e Zecchinato relativa a "INPS Vicenza: ci si attivi per sopperire alla carenza di personale con un concorso su base regionale con procedura di urgenza". (Mozione n. 440) APPROVATO (Deliberazione n. 5/2025)


Intervengono le consigliere Maino (Zaia Presidente), che illustra la mozione in oggetto, e Luisetto (Partito Democratico Veneto), in discussione generale.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Punto n. 11) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Dolfin, Rigo, Sandonà e Sponda relativa a "Piano di gestione dei lupi: la Giunta intraprenda nuove iniziative di contenimento di questi grandi carnivori, tra cui l'adozione ed il finanziamento del progetto Melken". INVIO IN COMMISSIONE. (Mozione n. 209) APPROVATO (Deliberazione n. 6/2025)  [RESOCONTO]


Considerata l'avvenuta surroga del consigliere Finco, interviene il consigliere Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), che chiede il rinvio in commissione.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il rinvio in commissione della mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Punto n. 12) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dai consiglieri Guarda, Baldin, Ostanel, Camani, Bigon, Luisetto, Montanariello, Zanoni, Zottis e Lorenzoni relativa a "Esposizione dei Vigili del Fuoco a sostanze perfluoroalcoliche e conseguenze a carico della salute: attivare un biomonitoraggio partendo dai Vigili del Fuoco operativi in Veneto". (Risoluzione n. 116) RESPINTA  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra la risoluzione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, la risoluzione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Punto n. 13) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dai consiglieri Cestari, Bet, Cecchetto, Dolfin, Favero, Maino, Pan, Rigo, Sandonà, Sponda e Vianello relativa a "Zona Logistica Semplificata (ZLS) Porto di Venezia-Rodigino, risorse adeguate per sostenere gli investimenti". (Risoluzione n. 126) APPROVATO (Deliberazione n. 6/2025)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Cestari (Liga veneta per Salvini premier) che illustra la risoluzione in oggetto.

In discussione generale intervengono le consigliere Zottis (Partito Democratico Veneto) e Baldin (Movimento 5 Stelle).

L'emendamento n. B1, presentato dalla consigliera Cestari, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione in oggetto, come emendata.

Il Consiglio approva

Il PRESIDENTE, su richiesta della consigliera Ostanel, rinvia la trattazione del punto n. 14) e, con il consenso unanime dei Presidenti dei Gruppi Consiliari, passa al punto n. 15) all'ordine del giorno.

Punto n. 15) all'ordine del giorno.

Mozione presentata dalla consigliera Baldin relativa a "Taglio definitivo dei fondi per la sicurezza sismica ospedaliera deciso dal Governo Meloni, la Regione chieda un intervento urgente per ripristinare la copertura dei fondi e prevenire danni ingenti con chiusura di reparti". (Mozione n. 547) RESPINTA  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra la mozione in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, la mozione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 18.16.

Votazioni ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto.


Votazione aperta per il punto:
PDA 82 ODGA01
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 46
Votanti: 46
Favorevoli: 10
Contrari: 36
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: RESPINTA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Brescacin Sonia, Casali Stefano, Corsi Enrico, Vianello Roberta, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Contrari:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
PDA 82 VOTAZIONE FINALE
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 46
Votanti: 46
Favorevoli: 44
Contrari: 0
Astenuti: 2
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Brescacin Sonia, Casali Stefano, Corsi Enrico, Vianello Roberta, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
Masolo Renzo, Zanoni Andrea
Votazione aperta per il punto:
RISOLUZIONE n. 142
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 43
Votanti: 43
Favorevoli: 9
Contrari: 34
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: RESPINTA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Boron Fabrizio, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Corsi Enrico, Masolo Renzo, Sponda Alessandra, Vianello Roberta, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Contrari:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
RISOLUZIONE n. 141
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 42
Votanti: 42
Favorevoli: 7
Contrari: 35
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: RESPINTA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Brescacin Sonia, Camani Vanessa, Casali Stefano, Corsi Enrico, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Sponda Alessandra, Vianello Roberta, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Contrari:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
RISOLIUZIONE n. 145
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 43
Votanti: 43
Favorevoli: 9
Contrari: 32
Astenuti: 2
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: RESPINTA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Brescacin Sonia, Casali Stefano, Corsi Enrico, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Sponda Alessandra, Vianello Roberta, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Bigon Annamaria, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Venturini Elisa, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Contrari:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Rizzotto Silvia, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Astenuti:
Baldin Erika, Ostanel Elena
Votazione aperta per il punto:
MOZIONE n. 440
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 39
Votanti: 39
Favorevoli: 39
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Brescacin Sonia, Casali Stefano, Corsi Enrico, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Rizzotto Silvia, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
MOZIONE n. 209
RINVIO IN COMMISSIONE.
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 36
Votanti: 36
Favorevoli: 36
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Bigon Annamaria, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Formaggio Joe, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Vianello Roberta, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
RISOLUZIONE n. 116
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 35
Votanti: 35
Favorevoli: 6
Contrari: 29
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: RESPINTA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zottis Francesca

Assenti:
Bigon Annamaria, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Formaggio Joe, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Piccinini Tomas, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Vianello Roberta, Zaia Luca, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Baldin Erika, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Ostanel Elena, Zottis Francesca

Contrari:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
RISOLUZIONE n. 126
EMB01
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 38
Votanti: 38
Favorevoli: 38
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Bigon Annamaria, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Corsi Enrico, Formaggio Joe, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Piccinini Tomas, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Vianello Roberta, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO
Votazione aperta per il punto:
RISOLUZIONE n. 126
VOTAZIONE FINALE
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 38
Votanti: 38
Favorevoli: 38
Contrari: 0
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Bigon Annamaria, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Corsi Enrico, Formaggio Joe, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Piccinini Tomas, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Vianello Roberta, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Bisaglia Simona, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Contrari:
NESSUN CONTRARIO

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Votazione aperta per il punto:
MOZIONE n. 547
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 35
Votanti: 35
Favorevoli: 7
Contrari: 28
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: RESPINTA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Ostanel Elena, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zanoni Andrea, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Brescacin Sonia, Casali Stefano, Ciambetti Roberto, Corsi Enrico, Formaggio Joe, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Pan Giuseppe, Piccinini Tomas, Razzolini Tommaso, Rizzotto Silvia, Sponda Alessandra, Vianello Roberta, Zaia Luca

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Baldin Erika, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Ostanel Elena, Zanoni Andrea, Zottis Francesca

Contrari:
Andreoli Marco, Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Bozza Alberto, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Dolfin Marco, Favero Marzio, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pavanetto Lucas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Valdegamberi Stefano, Venturini Elisa, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MASOLO Renzo
BARBISAN Fabiano
MICHIELETTO Gabriele
BET Roberto
MONTANARIELLO Jonatan
BIGON Anna Maria
OSTANEL Elena
BISAGLIA Simona
PAN Giuseppe
BORON Fabrizio
PAVANETTO Lucas
BOZZA Alberto
PICCININI Tomas
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHELLERO Andrea
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FORMAGGIO Joe
VENTURINI Elisa
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
LORENZONI Arturo
ZECCHINATO Marco
LUISETTO Chiara
ZOTTIS Francesca

IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Erika BALDIN

IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI
N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura dell'Unità Assemblea
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian