ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 20/10/2006 n. 49

Resoconto n. 49 - 8^ legislatura
Resoconto 49a Seduta pubblica
Venerdì, 20 ottobre 2006
SOMMARIO
PUNTO
1



La Seduta inizia alle ore 10.45
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Achille VARIATI

PRESIDENTE

Cominciamo i nostri lavori.
Diamo inizio alla 49a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'o.d.g. prot. n. 12300 del 13 ottobre 2006.

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO



Richieste di congedo e comunicazioni assenze

Hanno comunicato congedo i Consiglieri:

FINOZZI Marino
MARANGON Renzo
TESSERIN Carlo Alberto
TOSI Flavio
VALDEGAMBERI Stefano

I congedi sono concessi.

Progetti di legge regionale

Sono stati presentati alla Presidenza del Consiglio i seguenti progetti di legge:

n. 193 del 18 ottobre 2006
Presentato Dai Consiglieri Degani, Zanon, Conte, Cortelazzo, Ruffato, Padrin, Bertipaglia, De Boni e Covi
MODIFICHE ALL'ALLEGATO A) DI CUI ALL'ARTICOLO 9, COMMA 1, DELLA LEGGE REGIONALE 14 SETTEMBRE 1994, n. 56 : "NORME E PRINCIPI PER IL RIORDINO DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE IN ATTUAZIONE DEL DECRETO LEGISLATIVO 30 DICEMBRE 1992, N. 502 "RIORDINO DELLA DISCIPLINA IN MATERIA SANITARIA", COSÌ COME MODIFICATO DAL DECRETO LEGISLATIVO 7 DICEMBRE 1993, N. 517" E CONSEGUENTE INSERIMENTO DEL COMUNE DI LEGNARO ALL'INTERNO DELL'ULSS N. 16.

n. 194 del 18 ottobre 2006
Presentato dai consiglieri Stival, Manzato, Frigo e altri
INTERVENTI A FAVORE DELLE PERSONE DONATRICI DI SANGUE

Interpellanze

E' stata presentata alla Presidenza del Consiglio la seguente interpellanza:

n. 35 del 18 ottobre 2006
Presentato dai consiglieri Ciambetti, Bizzotto, Bottacin G., Caner, Conte, Da Re, Finozzi, Manzato, Stival, Tosi e Zamboni
21-22 OTTOBRE 1866, ANNESSIONE DEL VENETO ALL'ITALIA, FU VERA FESTA?

Mozioni

E' stata presentata alla Presidenza del Consiglio la seguente mozione:

n. 35 del 18 ottobre 2006
Presentato dai consiglieri Manzato, Sernagiotto, De Boni, Bottacin G., Bizzotto, Zamboni, Stival, Conte, Da Re, Ciambetti, Cortelazzo, Finozzi
UN NUOVO STATUTO SPECIALE PER IL VENETO
Non vi sono presenze significative, rinvio la Seduta alle ore 11.00.
La Seduta viene sospesa alle ore 10.46
La Seduta riprende alle ore 11.04
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Achille VARIATI
PUNTO
5



RINVIO ALLE COMMISSIONI CONSILIARI DEI PROGETTI DI LEGGE ISCRITTI ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 41 DELLO STATUTO. FISSAZIONE DI UN ULTERIORE TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLA RELAZIONE AL CONSIGLIO REGIONALE (deliberazione n. 121/2006)

Egregi Colleghi, dobbiamo riprendere i lavori, sono le 11.04.
Eravamo fermi alla richiesta da parte del consigliere Pettenò di poter discutere subito, a norma dell'articolo 41, il progetto di legge n. 108, cioè norme concernenti le modalità di accesso alla previdenza integrativa.

PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA DEL CONSIGLIERE PETTENò RELATIVA A "NORME CONCERNENTI LE MODALITà DI ACCESSO ALLA PREVIDENZA INTEGRATIVA". RINVIO IN COMMISSIONE (PROGETTO DI LEGGE N. 108/2005) (deliberazione n. 120/2006)

La parola al consigliere Pettenò per l'illustrazione.

Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)

Presidente, non mi pare che siamo in molti, siamo di più dei due, tre delle 10.30, chiederei di aspettare che ci sia almeno la regolarità dei lavori in Aula.
Chiedo la sospensione di mezz'ora.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Pettenò.
Il consigliere Pettenò è intervenuto sull'ordine dei lavori e ha chiesto che si sospendano i lavori del Consiglio per 30 minuti, diciamo fino alle 11.30.
A questo punto può parlare un Consigliere a favore e un Consigliere contro, a norma di Regolamento.
Se non ci sono interventi passiamo alla votazione.
Pongo in votazione la richiesta di sospensione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Manca il numero legale, il suo voto è stato registrato ed anche il Consigliere è stato registrato.
Riprendiamo i lavori alle 11.30
La Seduta viene sospesa alle ore 11.08
La Seduta riprende alle ore 11.30
Assume la Presidenza
Il VicePresidente Achille VARIATI

PRESIDENTE

Riprendiamo i nostri lavori.
La parola al consigliere Foggiato sull'ordine dei lavori.

Mariangelo FOGGIATO (P.N.E.)

Chiedo scusa, ma forse mi sono perso qualche passaggio. Noi siamo sul progetto di legge n. 108 ma ricordo che i progetti di legge iscritti all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 41 erano una decina, fra i quali il progetto di legge statale n. 9 di cui abbiamo discusso era l'ultimo, e il progetto di legge 108, se non ricordo male, era già stato rinviato alle Commissioni e aveva ottenuto già un rinvio temporale. Per cui mi chiedo di cosa stiamo discutendo.
Io li ho qui e ricordo bene che il nostro, essendo proprio l'ultimo in ordine temporale, aveva già visto gli altri rinviati alle Commissioni. Ho la convocazione..
(Interruzione dall'Aula)
Anche per il PDL n. 108 era già stato votato dall'Aula il rinvio in Commissione concedendo termine alla Commissione, per cui mi chiedo di cosa stiamo discutendo in questo momento.
(Interruzione dall'Aula)
Il nostro era l'ultimo in ordine temporale, per cui tutti gli altri erano già stati rinviati all'esame delle Commissioni, per cui adesso non possiamo discutere di un progetto che è già stato rinviato in Commissione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Foggiato.
Le rispondo dovendo chiedere qualche minuto di sospensione, per questo fatto: io ho ereditato questa Presidenza al punto in cui eravamo arrivati e cioè che il consigliere Pettenò aveva chiesto di trattare il PDL n. 108 a norma dell'articolo 41 immediatamente, e quindi eravamo fermi a questo punto. Lei adesso dice: ma come, nella convocazione del 3 ottobre il mio argomento, quello che ci ha tenuto in discussione per varie sedute è il progetto di legge n. 9..
Mi pare, consigliere Foggiato, che le cose le abbiamo chiarite: il progetto di legge che adesso è diventata legge, il suo, è il progetto di legge statale n. 9, ma era il n. 6, il n. 9 è quello della Giunta. Quindi, in realtà, il suo non c'é già più nella convocazione del 3 ottobre, perché era già oggetto della trattazione, quindi noi siamo partiti con i progetti di legge nn. 70, 71, 77 e siamo al 108.
La parola al consigliere Pettenò per l'illustrazione.

Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)

In premessa devo dire, Presidente e Colleghi, che questa questione dell'articolo 41 a cui il collega Foggiato ci ha introdotto e ci ha consentito dopo 6 sedute di esaminare il suo progetto di legge, ha posto all'attenzione di quest'Aula e quindi a noi tutti una procedura e una prassi che evidentemente da un po' di tempo era consueta e che faceva sì, tra l'altro in difformità da quanto stabilisce il Regolamento, con una prassi politica che era instaurata da anni in questo Consiglio, di andare avanti con una certa procedura. Non so se altri Colleghi su questo interverranno, ma volevo porre soprattutto l'attenzione sul fatto che la ratio che fa sì, come ha fatto il collega Foggiato, che anch'io ho chiesto la discussione immediata di questo progetto di legge, la ratio del nostro Statuto, Regolamento e quant'altro vuole evidenziare non tanto una perdita di tempo per noi tutti in Aula, ma il fatto che le Commissioni, quindi la fase istruttoria che ci siamo dati, quindi gli strumenti istruttori che noi ci siamo dati, evidentemente non sono adeguati per x motivi a trattare una proposta di un Consigliere che è la vera, appunto, questione che viene tutelata dal nostro Statuto e Regolamento, non è stata esaurita e portata in Aula nei tempi previsti, cioè i 6 mesi.
C'è anche di più, perché molto spesso - ed è il caso anche di questo progetto di legge - non è nemmeno stata avviata l'istruttoria; dopo un anno circa nelle Commissioni assistiamo ad una situazione per cui alcuni progetti di legge nemmeno vedono l'avvio dell'istruttoria, che è la semplice presentazione del proponente delle finalità del disegno di legge.
Questa è una riflessione che dovremo fare tutti, evidentemente c'è una non adeguatezza dei nostri strumenti istruttori, dall'altra c'è, ovviamente, siccome non siamo nati ieri e abbiamo visto questo Consiglio come opera, anche una scelta ancora più grave, politica nel voler affrontare alcuni progetti di legge ed altri invece rimangono nel cassetto. Questo non sempre è dovuto alle priorità che chiaramente è giusto che si scelgano nelle Commissioni ed anche politicamente, ma il fatto che molto spesso le priorità sono sempre quelle che decide la maggioranza. Quindi, è un invito che faccio all'Ufficio di Presidenza da un lato, ma soprattutto lo faccio a tutti noi e in primo luogo ai Presidenti delle Commissioni per vedere e valutare se alcuni progetti di legge abbiano.. intanto tutti hanno il dovere, i Presidenti, e il diritto di istruirli nei tempi utili e di non lasciarli lì un anno senza avere la discussione e l'illustrazione; poi se alcuni hanno delle facilità perché magari trattano di argomenti semplici su cui siamo tutti d'accordo si potrebbero anche inviare in Aula, anche se sono proposti da Colleghi dell'opposizione, che non sempre fanno delle cose malvagie o non utili.
Questa è una cosa che credo dovrebbe, con il casus bellis sollevato dal consigliere Foggiato, con questa seconda questione che ho sollevato io, farci riflettere sulla necessità che abbiamo di cambiare modalità di lavoro, perché altrimenti siamo qui veramente a scaldare le sedie. Noi che presentiamo dei progetti di legge e siamo contenti solo perché facciamo un titolino sull'agenzia stampa che abbiamo presentato un progetto di legge, vorremmo che fosse discusso, questo è un nostro diritto. Discusso vuol dire anche bocciato, ma discusso perché altrimenti questa cosa non è più tollerabile. Quindi, per quanto mi riguarda sull'articolo 41, Colleghi e Ufficio di Presidenza, io mi avvarrò se non cambiano le modalità in breve tempo, quindi ci sarà forse la necessità di una riunione della Conferenza per l'organizzazione dei lavori consiliari, dei Capigruppo, mi avvarrò ogni volta ci sarà un mio progetto di legge della facoltà di poter valutare io se discuterlo in Aula o meno. Perché se andiamo a vedere questo progetto di legge, il 108, presentato nel dicembre del 2005, discende dal cosiddetto decreto Maroni del precedente Governo che dava la possibilità ai dipendenti che avevano maturato un trattamento di fine rapporto di scegliere entro un certo tempo, e mi pare di ricordare fosse il primo gennaio 2008, se avvalersi della possibilità di usare quel trattamento di fine rapporto maturato per impiegarlo per pensioni integrative o spostarlo su altri fondi oppure rimanere nel fondo originario in cui era.
Ovviamente questa facoltà era determinata, secondo il decreto legislativo, dal cosiddetto silenzio assenso, cioè un lavoratore che voleva spostare il trattamento di fine rapporto su un altro fondo doveva dire "lo voglio fare"; chi non esprimeva nessuna possibilità automaticamente veniva lasciato in quel fondo. Allora, questa del silenzio assenso è una prassi molto usata nel nostro paese e però ne va un po' a detrimento dell'informazione, la capacità di tutti i lavoratori, di tutti i soggetti interessati alla questione di poter fare una scelta convinta e maturata dall'informazione che gli viene data. In questo caso trattandosi di una questione importante, in alcune Regioni d'Italia vi informo che questo progetto di legge è già stato approvato in questa forma così come è presentato in altre Regioni non ricordo più..

PRESIDENTE

Scusi, consigliere Pettenò.
Abbiate pazienza, per esperienza una Seduta che parte rumorosa poi finisce malamente, cerchiamo di farla iniziare in modo.., chi non è interessato esce, so che ci sono Presidenti di Commissione che devono organizzare i lavori, capisco, però lo facciano fuori dall'Aula. Mi scuso Consigliere se l'ho interrotta.
Prego, consigliere Pettenò.

Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)

Questa legge così come formulata, la vedete in questo testo originale, è stata votata in altre Regioni, mi ricordo la Liguria, il Lazio, non mi ricordo quante altre perché non ho più seguito l'evolversi della situazione, è una norma molto banale se volete, e fra l'altro abbiamo la competenza di intervento come Regione su questa materia, di far sì che attraverso una azione della Regione le aziende che hanno sede nel Veneto informino attraverso uno scritto, si scelga la forma, ma attraverso una informativa da dare ai lavoratori di avere la possibilità di avvalersi o meno di questa possibilità.
E' semplicemente questo, quindi una norma che va a favore di tutti quelli che potranno usufruire o meno di questa possibilità di avvalersi dello spostamento del TFR in un fondo o in un altro, o di mantenimento dove era. Siccome su questo c'è una proposta di legge della Giunta regionale che è stata presentata anche questa nel novembre 2005 e nemmeno questa.., ed era anche dell'altra Legislatura.
(Interruzione dall'Aula)
Può darsi che sia colpa della maggioranza anche nei confronti della Giunta, sicuramente, penso anch'io sia così.
Il progetto di legge della Giunta è chiaramente molto complesso, ci sono varie variazioni non è una cosa molto banale come è la mia proposta, c'è un articolo di intervento proprio sulla stessa materia cioè sulla previdenza complementare per i dipendenti regionali ove ne ha competenza la Regione. E' molto più complesso quindi non è che può essere una materia.., la materia é la stessa, ma mi pare che stiamo parlando di cose ben diverse dal punto di vista della sostanza. Comunque sia vista la non abitudine ad affrontare in Aula gli articoli 41, mi rendo conto che star qui a discutere tutto il giorno carichiamo di altri ragionamenti, di altre considerazioni la sostanza e quindi ci indispettiamo e non giudichiamo nel merito il provvedimento. Come presentatore sono assolutamente disponibile soprattutto se dai banchi della maggioranza viene una disponibilità, una comprensione al fatto che questa è una materia che fra l'altro dovremmo poter disciplinare in tempi brevi, nel senso che è in discussione in Finanziaria quindi forse ci converrebbe da questo punto di vista un momento di pausa sulla decisione su questo provvedimento, in quanto sembra vi sia una modifica al decreto Maroni, almeno dagli emendamenti che leggiamo in questi giorni, dal primo gennaio 2008 viene anticipato a giugno 2007 per i dipendenti delle aziende al di sotto dei 50 dipendenti.
Allora, faccio un invito palese, manifesto alla maggioranza se c'è una volontà di affrontare questa materia e questo progetto di legge nei tempi dovuti, nei tempi utili più che dovuti, perché se a Finanziaria approvata, quindi fra non molto tempo sappiamo che c'è da intervenire entro giugno è chiaro che per mettere in moto tutto il meccanismo bisognerebbe che un po' di mesi prima questo progetto di legge avesse la possibilità di essere discusso in Aula e quindi messo in moto tutto il meccanismo, se fosse affermativa la votazione dell'Aula. Se arrivano segnali di questa natura, sono disponibile a sospendere la discussione e a non avvalermi della possibilità di continuare la discussione del progetto di legge, ma eventualmente di mandarlo in Commissione e lì nei tempi adeguati discuterlo.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Pettenò.
Siamo in discussione generale.
La parola al consigliere Sernagiotto.

Remo SERNAGIOTTO (F.I.)

Grazie, Presidente.
Vorrei far notare al collega Pettenò, e devo dire che con piacere ho ascoltato il suo intervento, che non c'è una pregiudiziale contro qualcuno, la stessa legge presentata dalla Giunta nella passata Legislatura ripresentata e non discussa, però è chiaro che anticipando al giugno del 2007 c'è l'impegno da parte della maggioranza di discutere a gennaio tutte e due le proposte in Prima Commissione per poi mandarle in Aula ed avere per giugno già approvato queste norme, che si trasformerà in una e pensiamo utile questo lavoro.
Perciò ringrazio il collega Pettenò per la disponibilità, ma anche da parte nostra c'è la disponibilità di discuterle tutte e due entro gennaio 2007.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Sernagiotto.
La parola al consigliere Covi.

Carlo COVI (Misto)

Ho visto che abbiamo sospeso per la questione del Papa l'altro giorno, visto che si parla di funzionalità del Consiglio, e che c'è stato uno scambio fra il consigliere collega Franchetto e Padrin. Oggi vorrei sapere quanti Consiglieri sono andati dal Papa, se la Presidenza ci può dare un ragguaglio nei limiti della privacy; se invece non ritiene che fare i test sulla droga facciamo la macchina della verità, perché credo non siano andati moltissimi, Presidente.

PRESIDENTE

Consigliere Covi, non sono in grado di risponderle.
Stiamo arrivando alla conclusione della discussione generale.
La parola al consigliere Pettenò

Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)

Perché avendo fatto questa richiesta in sede di discussione generale ed avendo ricevuto una risposta di fatto di condivisione della mia proposta dal collega Sernagiotto ed avendo anche visto molti assensi, almeno mimici da parte di molti Consiglieri della maggioranza, ritiro questo provvedimento e chiedo il rinvio in Commissione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Pettenò.
Il rinvio in Commissione chiesto dal consigliere Pettenò va posto in votazione.
Pongo in votazione la richiesta di rinvio in Commissione del PDL n. 108.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI PIERGIORGIO CORTELAZZO, MORENO TESO E RAFFAELE ZANON RELATIVA A CONTRIBUTI AI COMUNI MONTANI PER IL SERVIZIO DI SGOMBERO NEVE". (Progetto di legge n. 138)

La parola al consigliere Raffaele Grazia, Presidente del Prima Commissione consiliare.

Raffaele GRAZIA (F.I.)

Chiedo 60 giorni di rinvio.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Grazia.
La parola al consigliere Cortelazzo.

Piergiorgio CORTELAZZO (A.N.)

So che è inusuale, ho sentito 60 giorni da parte del Presidente della Prima Commissione è sta bene, ci sono due progetti di legge simili uno anche a firma del collega Bond, mi auguro..

PRESIDENTE

E' un tempo massimo, evidentemente.
Grazie, consigliere Cortelazzo.
La parola al consigliere Michieletto sull'ordine dei lavori.

Igino MICHIELETTO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)

Non vorrei tediare l'Assemblea, ma vorrei fare una affermazione molto precisa.
L'articolo 41 prevede che le proposte che non siano state discusse in Commissione, e sostanzialmente l'articolo 41 mette in mora il Presidente della Commissione che non fa il suo lavoro, siano iscritte all'ordine del giorno con priorità assoluta, per cui innanzitutto è necessario che ci sia la documentazione. Non capisco come una proposta che per Statuto deve essere iscritta all'ordine del giorno e deve essere discussa manchi la documentazione; come faccio io a essere contrario, favorevole se manca la documentazione? Non c'è la documentazione di proposte all'ordine del giorno all'interno di questo Consiglio regionale. Per cui chiedo che prima di procedere mi sia data la possibilità di avere le proposte, perché sono iscritte all'ordine del giorno.
Vorrei poi chiarire un'altra questione, per quanto riguarda l'articolo 41 lo Statuto dice che la legge va discussa perché parte dal presupposto dell'articolo 38 dello Statuto che l'iniziativa di presentare le leggi è anche del singolo Consigliere e poi lo Statuto e il Regolamento proteggono nelle fasi legislative e nelle fasi di lavoro d'Aula questo suo diritto che lo Statuto sancisce. Perché l'articolo 24 del Regolamento, comma 4, ripete in maniera precisa l'articolo 41 dello Statuto e poi aggiunge solo due righe, anche nel Regolamento si dice che si discute la legge. L'articolo 24, comma 4, dice che la legge va discussa e dice anche: "Il Consiglio con il consenso del primo firmatario può deliberare il rinvio in Commissione assegnando un ulteriore termine. Per cui l'articolo 41 prevede che la legge vada posta in Commissione, eventualmente il primo firmatario può chiedere questo. Se non c'è il primo firmatario resta iscritta all'ordine del giorno finché il primo firmatario. Non è che il Consiglio sia sovrano in questo, è sovrano in quanto il primo firmatario acconsente, perché è il Consigliere singolo che ha il diritto e il dovere a che la sua legge sia discussa.
Per cui, Presidente, due questioni fondamentali: la prima, manca la documentazione per poter procedere alla votazione dell'articolo 41; la seconda è che è il primo firmatario non il Presidente della Commissione che non ha titolo, anzi è in mora in questo Consiglio sostanzialmente questi articoli dicono che la Commissione non ha svolto il suo lavoro. Per cui è il primo firmatario che chiede quanti giorni, chiede il tempo necessario, chiede il rinvio, etc., non il Presidente o altre persone componenti di questo Consesso.
Queste due questioni precise: la prima la documentazione, la seconda in questo momento non c'entra il Presidente della Commissione che dà i giorni, lui non dà i giorni, ma è il primo firmatario che chiede il rinvio in Commissione chiedendo anche il tempo perché sia discussa in Aula la sua legge. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Michieletto.
Consigliere, lei ha già posto questi problemi alla Presidenza anche precedentemente, tento di riassumerli perché è giusto, non stiamo perdendo perché tutto ciò che concerne i diritti del Consiglio è un qualcosa che concerne la democrazia, quindi tanto vale essere chiari.
Come ci si è comportati in tutti questi anni in Consiglio regionale? Primo, il rispetto dell'articolo 41 e cioè quando decorrono i 6 mesi l'oggetto, la proposta di legge viene iscritta all'ordine del giorno. Il fatto che l'elenco sia a parte non vuol dire niente, è iscritta all'ordine del giorno tanto quanto gli altri oggetti, anzi, l'articolo 41 precede gli altri oggetti. Allora, il consigliere Michieletto dice: siccome è un oggetto iscritto vorrei poter avere, come per tutti gli altri oggetti, la documentazione a casa, perché teoricamente e anzi regolarmente io Consigliere potrei essere portato a dover discutere nella prossima Seduta l'oggetto. Cosa che non è stata fatta.
La Presidenza non ha nessun problema ad attivare questo meccanismo, c'è solo da riflettere un attimo se vale la pena di inondare di carte, però lo verifichiamo magari nella prossima Conferenza di organizzazione dei lavori; però le preannuncio, consigliere Michieletto, che in linea di principio la sua osservazione è corretta.
Seconda questione, il rinvio della trattazione. Allora, è vero che l'articolo 24 dice che viene trattato, a meno che il Consiglio non intenda rinviarne la trattazione, quindi il rinvio in Commissione per un tempo determinato con il consenso del primo firmatario. Questo è sempre stato garantito, nel senso che il primo firmatario, presente in Aula se tace evidentemente è un silenzio assenso, perché altrimenti ha la possibilità di intervenire come ha fatto il consigliere Pettenò, il consigliere Foggiato e altri che chiedono la trattazione. Il fatto che qui si sia instaurata una prassi che non è scritta a regolamento, che il Presidente si rivolge al Presidente della Commissione di merito perché dice: siccome lei l'aveva in carico, lei come Commissione, ha qualcosa da dire, ha una proposta da fare? Evidentemente, però, non è che sia d'obbligo che ad esprimersi sia il Presidente della Commissione, è una proposta a norma dell'articolo 24 che può fare un qualsiasi Consigliere e questa proposta va messa in votazione dell'Assemblea che ovviamente è sovrana.
Lei dice, se non ho capito male: se il primo firmatario non è presente, allora l'oggetto dovrebbe restare all'articolo 41. Però, Consigliere, in tutti gli atti legislativi siccome il primo firmatario come gli altri Colleghi è convocato e sa che c'è la riunione, se non vi partecipa francamente non è che uno possa mantenere la priorità a tempo indeterminato perché non intende essere presente all'articolo 41. C'è una prassi consolidata negli atti legislativi della Camera, del Senato e di questo Consiglio che la non presenza del Consigliere significa che in sostanza l'Aula è libera di decidere la discussione o il rinvio.
Questo è quello che si è fatto. Però, su queste questioni c'è anche una Conferenza per l'organizzazione dei lavori e un Ufficio di Presidenza, oggi non sarà presente il Presidente del Consiglio e non sarà presente per tutta la Seduta, li rivediamo, le garantisco che su queste osservazioni ci sarà una riflessione che verrà poi resa nota.
A questo punto pongo in votazione la proposta di rinvio di 60 giorni della Prima Commissione consiliare.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA DEI CONSIGLIEREI TIOZZO, AZZI, GALLO E MARCHESE RELATIVA A "PROTEZIONE DELLA FAUNA SELVATICA ED ESERCIZIO DELL'ATTIVITA' VENATORIA". (Progetto di legge n. 139)

Pongo in votazione la proposta di rinvio di 120 giorni della Quarta Commissione consiliare.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA DEL CONSIGLIERE BETTIN RELATIVA A "NORME PER LA PROTEZIONE DELLA SALUTE DEI CITTADINI E DELLA TUTELA DELL'AMBIENTE DALLE ESPOSIZIONI A CAMPI ELETTRICI, MAGNETICI ED ELETTROMAGNETICI". (Progetto di legge n. 140)

Pongo in votazione la proposta di rinvio di 120 giorni del consigliere Maurizio Conte, Presidente della Settima Commissione consiliare.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

PROPOSTA DI LEGGE STATALE DI INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI VARIATI, ATALMI, AZZI, BERLATO SELLA, BETTIN, BONFANTE, BOTTACIN D., CARRARO, CAUSIN, COVI, FRANCHETTO, FRIGO, GALLO, MARCHESE, MICHIELETTO, TIOZZO, TRENTO E ZABOTTI RELATIVA A "PROPOSTA DI LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE D'INIZIATIVA REGIONALE AI SENSI DELL'ARTICOLO 121, SECONDO COMMA, DELLA COSTITUZIONE". (Progetto di legge statale n. 7)

Pongo in votazione la proposta di rinvio di 90 giorni della Prima Commissione consiliare.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

PROPOSTA DI LEGGE STATALE DI INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI VARIATI, ATALMI,, AZZI, BERLATO SELLA, BETTIN, BONFANTE, BOTTACIN D., CARRARO, CAUSIN, COVI, FRANCHETTO, FRIGO, GALLO, MARCHESE, MICHIELETTO, TIOZZO, TRENTO E ZABOTTI RELATIVA A "PROPOSTA DI LEGGE STATALE AI SENSI DELL'ARTICOLO 116, TERZO COMMA, DELLA COSTITUZIONE". (Progetto di legge statale n. 8)

Pongo in votazione la proposta di rinvio di 90 giorni del consigliere Raffaele Grazia, Presidente della Prima Commissione consiliare.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

DISEGNO DI LEGGE STATALE DI INIZIATIVA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVO A "PROPOSTA DI LEGGE STATALE DI DELEGA FORMULATA DALLA REGIONE DEL VENETO, AI SENSI DELL'ARTICOLO 121, COMMA 2, DELLA COSTITUZIONE RECANTE "ATTUAZIONE DELL'ARTICOLO 119 DELLA COSTITUZIONE". (Progetto di legge statale n. 9)

Pongo in votazione la proposta di rinvio di 90 giorni del consigliere Raffaele Grazia, Presidente della Prima Commissione consiliare.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Dopo 25 giorni di Consiglio, abbiamo concluso l'articolo 41; ricordo che il punto concernente le interrogazioni e interpellanze vi è l'accordo di affrontarlo all'inizio della Seduta di martedì. Con l'occasione comunico al Consiglio che è già stata firmata la convocazione del Consiglio per la settimana prossima per i giorni di martedì, mercoledì e giovedì alle ore 14.00, martedì si inizia con le interrogazioni e interpellanze.

INVERSIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO

La parola al consigliere Sernagiotto.

Remo SERNAGIOTTO (F.I.)

Come diceva lei, dopo 29 giorni di lavoro sull'articolo 41 possiamo cominciare a fare qualcosa. Vorrei fare una proposta, Presidente, di quattro punti all'ordine del giorno. Abbiamo i due punti 15 e 16 che sono condivisi più o meno da tutti che potremmo votare senza discussione per mettere nelle condizioni l'Ufficio di Presidenza di dedicare una sala di questo palazzo a Matteo Vanzan; il punto 16 è il Conto consuntivo esercizio finanziario 2004 del Consiglio regionale. Poi, i punti 43, che riguarda l'assestamento di bilancio, e 42 che riguarda il rendiconto. Direi di lavorare su questi quattro punti, prima però facciamo le convalide dei Consiglieri che sono ai punti 39, 40 e 41.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Sernagiotto.
Riassumo la proposta: punti 39, 40 e 41, che sono le convalide dei Consiglieri; il punto 15 all'ordine del giorno, ovvero la Mozione presentata dal consigliere Zanon ed altri; il punto 16, il conto consultivo del Consiglio; infine i punti 42 e 43. Su questa proposta può parlare un Consigliere a favore ed uno contro.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione la richiesta di inversione all'ordine del giorno presentata dal consigliere Sernagiotto.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
39



CONVALIDA DELL'ELEZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE MARA BIZZOTTO (deliberazione n. 122/2006)

Relazione della giunta delle elezioni.

La Giunta delle elezioni nella seduta del 3 ottobre 2006 ha esaminato, ai sensi degli artt. 12 e 13 del Regolamento del Consiglio regionale, la posizione del Consigliere regionale Mara Bizzotto, a seguito della deliberazione del Consiglio regionale n. 109 del 27 luglio 2006, con la quale il Consiglio regionale ha deliberato la sostituzione del Consigliere Elisabetta Gardini, dimissionaria, con la stessa Mara BIZZOTTO.

Non sussistendo nei confronti del Consigliere Mara BIZZOTTO alcuna delle cause di ineleggibilità e incompatibilità previste dalle leggi 23 aprile 1981, n. 154 e 19 marzo 1990, n. 55 e successive modificazioni, tenuto anche conto delle attestazioni dallo stesso rilasciate, la Giunta delle elezioni con voto unanime e palese dei presenti propone al Consiglio regionale la convalida dell'elezione del Consigliere regionale Mara BIZZOTTO.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione la convalida del consigliere Mara Bizzotto.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la Votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
40



CONVALIDA DELL'ELEZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE EMILIO ZAMBONI (deliberazione n. 123/2006)

Relazione della giunta delle elezioni.

La Giunta delle elezioni nella seduta del 3 ottobre 2006 ha esaminato, ai sensi degli artt. 12 e 13 del Regolamento del Consiglio regionale, la posizione del Consigliere regionale Emilio Zamboni, a seguito della deliberazione del Consiglio regionale n. 113 del 14 settembre 2006, con la quale il Consiglio regionale ha deliberato la sostituzione del Consigliere Sandro Sandri, dichiarato decaduto, con lo stesso Emilio ZAMBONI.

Non sussistendo nei confronti del Consigliere Emilio ZAMBONI alcuna delle cause di ineleggibilità e incompatibilità previste dalle leggi 23 aprile 1981, n. 154 e 19 marzo 1990, n. 55 e successive modificazioni, tenuto anche conto delle attestazioni dallo stesso rilasciate, la Giunta delle elezioni con voto unanime e palese dei presenti propone al Consiglio regionale la convalida dell'elezione del Consigliere regionale Emilio ZAMBONI.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione la convalida del consigliere Emilio Zamboni.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
41



CONVALIDA DELL'ELEZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE DAMIANO ROSSATO (deliberazione n. 124/2006)

Relazione della giunta delle elezioni.

La Giunta delle elezioni nella seduta del 3 ottobre 2006 ha esaminato, ai sensi degli artt. 12 e 13 del Regolamento del Consiglio regionale, la posizione del Consigliere regionale Damiano Rossato, a seguito della deliberazione del Consiglio regionale n. 114 del 14 settembre 2006, con la quale il Consiglio regionale ha deliberato la sostituzione del Consigliere Massimo Carraro, dimissionario, con lo stesso Damiano ROSSATO.

Non sussistendo nei confronti del Consigliere Damiano ROSSATO alcuna delle cause di ineleggibilità e incompatibilità previste dalle leggi 23 aprile 1981, n. 154 e 19 marzo 1990, n. 55 e successive modificazioni, tenuto anche conto delle attestazioni dallo stesso rilasciate, la Giunta delle elezioni con voto unanime e palese dei presenti propone al Consiglio regionale la convalida dell'elezione del Consigliere regionale Damiano ROSSATO.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione la convalida del consigliere Damiano Rossato.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
15



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI ZANON, CORTELAZZO, SERNAGIOTTO, BOND, DONAZZAN, ZIGIOTTO, BONFANTE, COPPOLA, MICHIELETTO, CIAMBETTI, TESSERIN, DEGANI, COVI, CAUSIN, AZZI, LARONI, FOGGIATO, ZABOTTI, CONTE, BERTIPAGLIA, FONTANELLA, TESO, VARIATI, GALLO, ATALMI, PETTENÒ, FRANCHETTO, SILVESTRIN, STIVAL, FRIGO, CANER E GIANPAOLO BOTTACIN RELATIVA A "UNA SALA DEL CONSIGLIO REGIONALE IN MEMORIA DI MATTEO VANZAN E DEI MARTIRI DI NASSYRIA" (MOZIONE N. 45) (deliberazione n. 125/2006)

"Il Consiglio regionale del Veneto
considerato che:
- il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano consegnerà nei prossimi giorni la croce d'onore alla famiglia del caporalmaggiore dei lagunari di Mestre Matteo Vanzan caduto in Iraq due anni fa durante gli attacchi al nostro contingente in missione di pace da parte dei miliziani integralisti;
- il caporalmaggiore dei Lagunari morto due anni fa è il primo militare italiano a ricevere l'alto riconoscimento deciso dal Presidente della Repubblica. La medaglia è alla memoria delle vittime di atti ostili e di atti di terrorismo contro le truppe italiane impegnate in missioni internazionali all'estero;
- inoltre verrà consegnata alla caserma dei Lagunari Matter di Mestre una medaglia d'argento alla bandiera del reggimento da sempre impegnato nelle missioni umanitarie tra Iraq, Afghanistan e i Balcani;
rilevato che:
- Matteo Vanzan e gli altri militari caduti a Nassyria rappresentano il sacrificio di giovani che hanno dato la propria vita per la pace. Sono partiti per portare la pace e la giustizia in terre martoriate dalle guerre e dalle dittature. Questi ragazzi sono diventati il simbolo dei profondi valori etici con i quali hanno affrontato l'impegno in Iraq, e cioè l'altruismo, la generosità, il sacrificio della propria vita per gli altri;
- a loro va e deve andare tutta la nostra stima e la nostra gratitudine per aver sacrificato la propria vita nell'assolvimento del loro compito ricordandoci inoltre di tutti i nostri militari che da anni si impegnano in terre lontane e lontani dai loro affetti;
si impegna, ed impegna il Presidente della Giunta e la Presidenza del Consiglio regionale a dedicare una sala del Consiglio Regionale in ricordo del Caporalmaggiore dei Lagunari Matteo Vanzan e di tutti i nostri martiri caduti a Nassyria".
E' aperta la discussione generale.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione la Mozione n. 45.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
16



CONTO CONSUNTIVO DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL'ESERCIZIO FINANZIARIO 2004 (deliberazione n. 126/2006)

Relazione dell'Ufficio di Presidenza.

"l'Ufficio di Presidenza sottopone all'approvazione dell'Assemblea il progetto del conto consuntivo del Consiglio regionale dell'esercizio 2004 approvato con propria deliberazione n. 162 del 13 settembre 2005.
Il progetto di deliberazione sopra richiamata, è stato sottoposto all'esame del Collegio dei revisori dei conti che, nella riunione conclusiva del 16 maggio 2006, ha espresso parere favorevole come risulta dal relativo verbale, allegato al consuntivo di cui si tratta.
Si sottopone, altresì, a norma dell'articolo 6 della legge regionale 27 novembre 1984, n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni, l'approvazione dei rendiconti presentati dai Gruppi consiliari, sull'impiego dei contributi versati dal Consiglio durante l'anno 2004 e verificati dal Collegio dei revisori dei conti.
La gestione finanziaria complessiva dell'esercizio, si chiude con un saldo attivo al 31 dicembre 2004 di euro 3.242.218,11 così determinato:

Fondo cassa al 1° gennaio 2004 euro 19.712.191,23
Riscossioni euro 58.237.382,98
Pagamenti euro 59.177.912,90
Residui attivi euro 3.161.754,12
Residui passivi euro 18.691.197,32

Il fondo di cassa alla chiusura dell'esercizio 2003 ammonta ad euro 18.771.661,31.
Tale saldo di cassa concorda con la situazione rilasciata dall'Istituto Tesoriere Cassa di Risparmio di Venezia.
Per quanto riguarda la gestione di competenza, le previsioni iniziali del bilancio di previsione, approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 82 del 18 dicembre 2003 pareggiavano nell'importo di euro 61.270.782,00 di cui 11.657.000,00 per partite di giro e contabilità speciali.
Le variazioni, quantificate in euro 3.683.824,79, apportate nel corso dell'esercizio hanno fatto salire le previsioni di entrata e quelle della spesa ad euro 64.954.606,79.
Per quanto riguarda la gestione dei residui il quadro di riferimento è il seguente:
a) Residui attivi:
Esistenza al 31 dicembre 2003 euro 3.720.690,23
Riscossioni nell'esercizio euro - 2.950.699,07
Variazioni nell'esercizio euro - 309.401,93
Residui attivi di nuova formazione euro 2.701.164,89
Totale residui attivi al 31 dicembre 2004 euro 3.161.754,12
b) Residui passivi:
Esistenza al 31 dicembre 2003 euro 20.614.056,67
Pagamenti nell'esercizio euro - 14.780.226,71
Variazione nell'esercizio euro - 766.232,20
Residui passivi di nuova formazione euro 13.623.599,56
Totale residui passivi al 31 dicembre 2004 euro 18.691.197,32

Da ultimo, occorre provvedere al rimborso alla Giunta regionale dei fondi risultati in eccedenza alla chiusura dell'esercizio 2004, ammontanti a complessivi euro 3.242.218,11.";

PRESIDENTE

Egregi Colleghi, nell'anno 2004 il Consiglio regionale, compreso il Difensore civico, ha speso complessivamente 44.628.394,16 a fronte di uno stanziamento di 47.413.782 al netto del Difensore civico la spesa del Consiglio è stata di 44 milioni 200 mila circa a fronte di uno stanziamento di 46 milioni. Quindi abbiamo il consuntivo 2004, che fa parte della precedente Legislatura, che chiude con un avanzo di amministrazione pari a 3.242.218,11 euro, di cui una parte alla gestione di competenza e per 456.830,27 al miglioramento della gestione residui. Nell'anno 2004 i Gruppi consiliari hanno ricevuto contributi per 2 milioni e mezzo circa, di cui 1.053.000 per contributo finanziario e 123.880 per contributo alle spese di funzionamento. Avete visto anche una relazione che svolge l'attività del Consiglio di quell'anno. Il 19 marzo 2004 il Consiglio ha conseguito la certificazione ISO 9001 2000 del proprio sistema di gestione per la qualità.
Sono stati anche organizzati diversi eventi indicati dall'allora Ufficio di Presidenza, tra cui "Il Palazzo aperto" che ha avuto vari successi, i laboratori didattici, il progetto scuola, il concorso "Partecipare giocando" per avvicinare la nostra attività alla vita del Veneto.
E' aperta la discussione generale.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione il punto 16 all'ordine del giorno.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTI
42 E 43



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "RENDICONTO GENERALE DELLA REGIONE PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 2005" (PROGETTO DI LEGGE N. 170/2006) (discussione, esame ed approvazione)

DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "ASSESTAMENTO DEL BILANCIO DI PREVISIONE PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 2006" (PROGETTO DI LEGGE N. 181/2006) (discussione, esame ed approvazione)

Relazione della Prima Commissione consiliare.
Ricordo che il conto consuntivo e l'assestamento sono presentati insieme per quanto poi li voteremo separatamente e la relazione del relatore, consigliere Grazia, è unica.
La parola al consigliere Grazia.

Raffaele GRAZIA (F.I.)

In effetti avrei chiesto, ma l'ha già fatto lei, la relazione congiunta del PDL 170 e del PDL 181, quindi sia il rendiconto che l'assestamento di bilancio. Tra l'altro, credo che anche la discussione nel merito possa essere fatta in maniera congiunta al di là dei legittimi tempi che spettano ad ogni Consigliere per i due provvedimenti che potranno credo in qualche maniera accorparsi.
"La relazione che sto per esporre, così come avviene già da qualche anno, riguarderà abbinatamente i due progetti di legge, alla luce degli stretti legami che tra essi intercorrono.
Presumibilmente anche la discussione in merito verrà unificata.
Ovviamente ognuno potrà regolarsi come meglio crede per quanto concerne gli interventi e le votazioni finali relative ai PDL andranno tenute distinte.
Sappiamo ormai che l'ordinamento contabile regionale (LR n° 39/2001) impernia le politiche di spesa sul bilancio di previsione, statuendo che l'unica legge finanziaria sia quella adottata in concomitanza del suddetto bilancio.
L'assenza forzata di una legge finanziaria abbinata alla manovra di assestamento, oltrechè la nota scarsità di risorse degli ultimi esercizi, dovrebbero quindi stimolarci a leggere con maggior attenzione i risultati di chiusura del 2005, per valutare se le politiche inizialmente decise sono state attuate, apportando i benefici attesi alla società e ai cittadini governati.
Il mantenimento di un equilibrio economico di bilancio stabile e duraturo - che qualsiasi amministrazione deve perseguire quale fondamentale obiettivo di politica finanziaria – richiede un notevole impegno perché molte sono le criticità che caratterizzano l'attuale stagione di relazioni finanziarie tra Stato e Regioni; e ciò, inevitabilmente, influenza la situazione economico-finanziaria regionale.
Innanzitutto, il quadro di riferimento della finanza regionale sconta il silenzio normativo sull'attuazione del federalismo fiscale. A cinque anni di distanza dalle modifiche apportate al Titolo V della Costituzione, mancano indirizzi e strumenti per un'attuazione coerente dell'articolo 119.
Ritengo sia comune a tutti l'auspicio che l'attuazione del federalismo fiscale possa occupare una posizione strategica nell'agenda del Governo – come peraltro indicato nel DPEF 2007-2011 – quale unica strada per garantire alle Regioni un quadro di risorse stabile e certo, suscettibile nel tempo di una dinamica di crescita tale da uguagliare quella della spesa, in particolare quella socio-sanitaria.
Nella definizione del nuovo modello di federalismo fiscale, e al fine di mantenere una stabilità economico-finanziaria prospetticamente duratura per la nostra e le altre regioni, un ruolo decisivo sarà svolto dagli indirizzi assunti a livello centrale sullo schema perequativo.
Questo, infatti, da una parte dovrebbe prevedere regole e indirizzi chiari e non negoziabili a posteriori; dall'altra dovrebbe comportare una maggior responsabilizzazione degli Enti decentrati e una minore penalizzazione per le Regioni (come il Veneto) che alimentano con proprie risorse il fondo di solidarietà interregionale.
Inoltre, laddove la realizzazione degli obiettivi stabiliti nel DPEF 2007-2011 (sviluppo economico, riduzione della fiscalità d'impresa, competitività) implicasse delle modifiche nella configurazione di alcuni tributi regionali, si ritiene che le misure adottate andrebbero realizzate senza penalizzare in alcun modo le Regioni, nonché assicurando un livello di risorse più congruo e margini di autonomia tributaria più ampi.
Nel Documento in questione sono tracciati, inoltre, gli indirizzi per il nuovo Patto di Stabilità Interno. Per poter dispiegare reali benefici per le Regioni in termini di efficacia ed efficienza, esso dovrebbe basarsi su regole chiare, condivise e stabili nel tempo; presupposti, questi, che consentirebbero altresì un forte coinvolgimento delle Regioni negli obiettivi di finanza pubblica, senza particolari limitazioni nella loro autonomia finanziaria.
In tale contesto siamo chiamati a lavorare per rendere il Rendiconto un "veicolo" di analisi e valutazioni finalizzate a migliorare la qualità delle iniziative legislative votate nella nostra Assemblea, nonché uno strumento di conoscenza e di giudizio sull'attività svolta dalla Giunta nell'arco dei dodici mesi trascorsi.
A questo fine risulta, come sempre, utilissima la "Relazione di analisi della gestione 2005", che accompagna il Rendiconto così come prevede l'articolo 58 della citata L.R. 39/2001: i suoi contenuti, affinati di anno in anno tenendo conto delle esigenze informative esposte dalla parte politica alle strutture operative, possono aiutarci a controllare e indirizzare l'attività dell'esecutivo.
Il documento in questione viene arricchito dalla trattazione di argomenti importanti oltre che attuali, tra cui cito in particolare quelli riguardanti il patto di stabilità, l'indebitamento, le manovre tributarie regionali nonchè i costi di funzionamento della "macchina" regionale.
Segnalo inoltre che il Rendiconto 2005 è articolato, conformemente a quanto previsto dalla normativa contabile, in due distinti documenti:
un Conto Finanziario "politico", che quest'aula è chiamata a votare, articolato per unità previsionali di base e finalizzato a rappresentare la materia di bilancio in chiave di scelte e contenuti politici;
un corposo Conto Finanziario "tecnico/amministrativo", allegato al precedente documento e articolato in capitoli di entrata e spesa per consentire una più dettagliata visione della gestione attuata dall'esecutivo sul piano amministrativo-contabile.
Detto ciò, rilevo che la chiusura contabile della gestione 2005 trasferisce all'esercizio finanziario corrente il peso rappresentato da un disavanzo di amministrazione pari a 540,1 milioni di euro, per il quale sussiste l'obbligo di copertura; l'articolo 21 della legge di contabilità prevede infatti che l'assestamento di bilancio – oltre a determinare con esattezza l'ammontare dei dati presunti di bilancio (residui attivi e passivi, giacenza di cassa, saldo finanziario positivo o negativo) – debba autorizzare una manovra di indebitamento, laddove la chiusura dell'esercizio precedente evidenzi la presenza di un saldo negativo.
L'argomento va ovviamente approfondito, anche per evitarne un uso strumentale.
La gestione dell'esercizio finanziario 2005 si è chiusa con un saldo finanziario positivo di 638,1 milioni di euro, che per maggior comodità sintetizziamo con il termine avanzo di amministrazione.
Tale avanzo è determinato dalla sommatoria algebrica di tre voci: il fondo finale di cassa (pari a 696 mln), i residui attivi (12.190,2 mln) e i residui passivi (12.248 mln).
La prima, in particolare, registra un decremento pari a 218 mln rispetto a un anno fa, quando ammontava a circa 914 mln.; riduzione che si spiega soprattutto nella ridotta capacità di realizzo dei crediti che, partendo dal 66% del 2003, è passata al 44% del 2004 e al 32% del 2005, a fronte di una capacità di pagamento della spesa rimasta sugli stessi livelli del 2004.
Il rallentamento delle riscossioni, a cui corrisponde un incremento nell'accumulo dei residui attivi, rappresenta un fenomeno poco governabile dalla Regione; a ciò va aggiunto che la maggior parte delle entrate regionali è rappresentata da risorse trasferite dallo Stato, molto sensibili, quindi, alle decisioni politiche e all'attività amministrativa del governo centrale (mi riferisco in particolare alla compartecipazione all'IVA, all'IRAP, all'addizionale regionale all'Irpef e ad altri trasferimenti statali).
Relativamente alle altre due voci, segnalo che l'indice di accumulo dei residui attivi passa dal 38% del 2004 al 46% del 2005 registrando, quindi, un rallentamento nella realizzazione dei crediti; l'indice di accumulo dei residui passivi è invece migliorato, passando dal 36% del 2004 al 12% circa del 2005: il che lascia intravedere un'azione amministrativa regionale più efficiente.
L'avanzo di amministrazione, tuttavia, è l'espressione tipicamente contabile del risultato della gestione finanziaria e non tiene conto né delle somme da riproporre in bilancio al fine di mantenere il loro vincolo di destinazione (trattasi quasi esclusivamente di spese non ancora o parzialmente utilizzate, la cui copertura è stata assicurata da assegnazioni statali e comunitarie già accertate), né di situazioni di debito ancora pendenti (vale a dire i residui passivi perenti che, essendo fuoriusciti in passato dalla gestione finanziaria, sono rilevati solo sotto l'aspetto "patrimoniale").
Si tratta perciò di un risultato "virtuale", non rappresentando l'effettiva situazione amministrativa della Regione.
Va, peraltro, sottolineato che il Rendiconto 2005 evidenzia un'inversione di tendenza, rispetto al fenomeno che ha caratterizzato gli ultimi anni, cioè una formazione di consistenti formali "avanzi di amministrazione", cui corrispondeva in realtà un "disavanzo" sostanziale.
Il consistente ridimensionamento dell'avanzo rispetto agli esercizi precedenti (dai circa 2.324 mln del 2003, ai 949,3 mln del 2004, fino ai 638,1 mln del 2005) è principalmente dovuto:
- al mantenimento di un alto livello della capacità di impegno, che rappresenta comunque un indicatore di efficienza dell'attività regionale e che è aumentato, dal 2003 al 2005, di circa 6 punti percentuali, passando da circa il 74% all'80%;
- al ridotto ricorso all'indebitamento per il finanziamento di spese d'investimento, non avendo la Regione, fino ad oggi, incontrato particolari problemi di liquidità.
Riassumendo, a fronte di un avanzo 2005 ammontante a 638,1 mln €, il provvedimento di assestamento del bilancio 2006 deve assicurare adeguata copertura alle effettive spese di natura vincolata, evidenziate dalle strutture regionali, da riproporre necessariamente nel corrente esercizio finanziario, pari a circa 1.178 mln €; la manovra di assestamento autorizza, quindi, il ricorso all'indebitamento per l'importo differenziale di 540,1 mln, destinato alla copertura del disavanzo determinatosi, al fine di consentire il pareggio contabile del bilancio 2006.
Nell'ambito della manovra complessiva, con il presente assestamento vengono recepiti i contenuti del Decreto del Presidente della Giunta 30/05/06, n. 115, con il quale sono state individuate - ai sensi art. 1 comma 174 della legge n. 311/2004 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato" - le fonti di ripianamento del disavanzo del sistema socio-sanitario regionale per il 2005.
La manovra connessa al recupero di risorse autonome della Regione ha riguardato un movimento finanziario totale di 56,6 mln, dei quali 49,5 mln resisi disponibili attraverso un'operazione di ristrutturazione del debito regionale, autorizzata con DGR n° 1117 del 18/4/2006 e circa 7,1 mln attraverso l'operazione di rimodulazione di spesa prevista dalla DGR n° 928 del 28/3/2006.
Sono inoltre previsti movimenti compensativi per 7,55 mln (possibili anch'essi grazie al recupero di risorse a seguito dell'operazione di ristrutturazione del debito e dell'operazione di rimodulazione di spesa di cui sopra) necessari a coprire esigenze maturate nel corso del primo semestre:
- 1,2 mln sono destinati alle province quale saldo delle annualità 2001-2005 dei canoni del demanio idrico;
- 0,5 mln sono destinati ai comuni rivieraschi del lago di Garda quale saldo delle annualità pregresse sino al 2005 dei canoni del demanio idrico;
- 1 mln è destinato alla provincia di Belluno quale acconto in attuazione dell'art. 3 della legge finanziaria regionale 2006;
- 2,5 mln sono destinati ad interventi urgenti nel settore della difesa idrogeologica;
- 1 mln è destinato all'espletamento del servizio idrografico e mareografico;
- 1 mln è destinato alla copertura di oneri per il personale;
- 0,35 mln sono destinati ad azioni nell'ambito della cultura.
La Prima Commissione consiliare nella seduta del 5 ottobre 2006, acquisiti i pareri delle altre Commissioni consiliari, ha approvato i testi oggi al vostro esame a maggioranza.
Sul PDL 170 hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari FI, UDC, LV-LN-P, AN, Nuovo Psi; hanno espresso voto contrario i rappresentanti dei gruppi consiliari Uniti nell'Ulivo-DS, Per il Veneto con Carraro, Uniti nell'Ulivo-La Margherita; si è astenuto il rappresentante del gruppo consiliare IDV.
Sul PDL 181 hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari FI, UDC, AN, Nuovo PSI, LV-LN-P, mentre hanno espresso voto contrario i rappresentanti dei gruppi consiliari Uniti nell'Ulivo-DS, Per il Veneto con Carraro, Uniti nell'Ulivo-La Margherita, Comunisti Italiani, IDV".

Raffaele GRAZIA (F.I.)

Concludendo questa relazione, mi corre l'obbligo come Presidente della Commissione, l'abbiamo già fatto in Commissione ma credo che l'occasione della discussione in Aula sia propizia, di segnalare alla Giunta un unico aspetto secondo la Commissione piuttosto rilevante fatto emergere nella discussione sull'assestamento di bilancio, che ovviamente trova con fatica la possibilità di recuperare risorse con questo strumento, ma è un monito alla Giunta che dovrà predisporre il Bilancio di previsione per il 2007 di porre particolare attenzione da questo elemento, che è legato alla richiesta molto forte espressa dalle aziende di trasporto pubblico locale sulla mancanza di risorse per garantire un servizio che possa essere efficiente. Siccome questa Regione ormai da dieci anni non va a modificare la quota parte di contributo regionale e le richieste che ci giungono da queste aziende sono richieste di circa 30 milioni di euro per poter mantenere i servizi che già si fanno e si realizzano, credo che la Giunta abbia una responsabilità importante su questo tema perché se da un lato ci lamentiamo perché in qualche maniera abbiamo difficoltà di mobilità in questo contesto regionale e quindi auspichiamo un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici, dall'altra non favoriamo la possibilità che le aziende che svolgono questo servizio abbiano la possibilità di realizzarlo nel concreto; allora mi chiedo che tipo di politica facciamo? E' una raccomandazione che faccio per la predisposizione del Bilancio del 2007. Ritengo che su questo punto chi debba essere una visione di insieme importante, così come anche devo comunicare che nelle audizioni che si sono svolte, al di là di questa nota di richiesta di risorse finanziarie, mi pare sia arrivato da parte di un po' tutte le componenti sociali, in maniera particolare da parte delle associazioni rappresentative delle associazioni di categoria, del mondo economico e così via, un apprezzamento per come si sono presentati questi documenti in particolare il Rendiconto che è uno strumento oggettivamente fatto molto bene quindi un apprezzamento anche alla struttura regionale per il lavoro che ha fatto, è uno strumento chiaro che ci dà modo di capire fino in fondo, questo lo dicevo anche nella relazione, esattamente se questa Regione ha bene investito le sue risorse, se ha avuto una capacità di impegno delle risorse. Mi pare che da questo punto di vista indubbiamente ci è arrivato dalle audizioni un rapporto piuttosto positivo. Sarebbe stato bello poter discutere anche del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, nel senso che comunque lo vediamo come un collegato a questi strumenti finanziari di Bilancio. Fortunatamente l'abbiamo approvato nella Commissione della settimana scorsa, per cui sarà prossimamente in Aula. Vi ringrazio.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Grazia.
E' aperta la discussione generale su entrambi gli oggetti, ossia i punti 42 e 43.
La parola al consigliere Trento.

Guido TRENTO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)

Faccio alcune riflessioni in merito all'Assestamento di Bilancio. Penso che le riflessioni più utili che dobbiamo fare in quest'Aula riguardino soprattutto la gestione delle leggi di spesa e notiamo in questo senso, anche se la situazione è lievemente migliorata rispetto agli anni scorsi, che c'è ancora una difficoltà. Riteniamo che questa debba essere superata e debba portare la macchina regionale ad essere più efficiente e la Giunta ad essere più lecita nell'attivare le norme di spesa, per consentire quindi entro la metà dell'anno di avere un quadro generale della spesa abbastanza avanti per consentire alla fine dell'anno di avere un bilancio a posto. L'esempio più eclatante che abbiamo nel Veneto in merito a questa vicenda è rappresentato dalla ripartizione del fondo sanitario. Ormai da due anni arriviamo a gestire il Bilancio della sanità assegnando i dodicesimi fino a quasi la fine dell'anno, tant'è che il riparto l'abbiamo fatto una settimana fa e questo evidentemente non è un segnale di buona amministrazione perché dà modo alle U.L.S.S. di navigare a vista con difficoltà e grandi incertezze su tutta la vicenda e poi si arriva magari alla fine dell'anno, siccome l'assegnazione è per dodicesimi, a fare la corsa per fare degli investimenti o per fare delle spese che sono spesso anche non ragionate, pur di chiudere un bilancio. Credo che questo problema debba essere risolto molto rapidamente, diciamo che entro febbraio l'assegnazione sia fatta e ci sia la possibilità di operare in maniera puntuale.
La seconda osservazione che volevo fare era quella relativa alla costruzione delle poste di bilancio perché tenendo conto del patto di stabilità ci troviamo comunque anche quest'anno, dopo avere fatto tanti ragionamenti nella costituzione del Bilancio dell'anno scorso, a dovere sistemare il capitolo per questa ragione e una osservazione che abbiamo fatto anche in Commissione è che comunque questo ragionamento relativo alla ristrutturazione del Bilancio per ricavare in questo caso quei 6, 7 milioni circa di euro non può essere fatta assolutamente dai funzionari, ma deve essere fatta dalle Commissioni che spostano eventualmente cifre da una parte e dall'altra. Questa è un'altra cosa che vi chiedo di fare prima nella costituzione del Bilancio in maniera più puntuale e poi evitare che succedano queste cose, cioè che in Commissione ci troviamo a dover ratificare delle richieste fatte, gli spostamenti fatti dai funzionari non si sa bene su che base. Credo che questo sia indice di serietà, queste sono le osservazioni che ci portano anche a dare un voto negativo a questi due provvedimenti.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Trento.
La parola al consigliere Bonfante.

Franco BONFANTE (Uniti nell'Ulivo-D.S.)

Abbiamo votato contro in Commissione e preannunciamo il voto contrario anche in questa Seduta. Colgo con interesse tuttavia alcune delle argomentazioni poste dal consigliere Grazia che ha cercato di dare respiro all'intervento toccando alcuni punti che mi paiono interessanti, sia parlando di Rendiconto e di Assestamento, ma sia anche per i futuri Bilanci.
Ha toccato due temi che secondo me andrebbero approfonditi, pur nella ristrettezza dei tempi che abbiamo: uno è quello del federalismo fiscale, l'altro è quello del patto di stabilità interno perché sono collegati al concetto di Bilancio, non ci possiamo soffermare solamente nelle partite in entrata e in uscita, sull'avanzo e sul disavanzo. Per inciso mi pare che si tiri la coperta e quando c'è il disavanzo si dice che anche questo è virtuoso, quando c'era l'avanzo si diceva che era un fatto positivo. Chiederei all'Assessore di metterci d'accordo, è vero che c'è il disavanzo, vuol dire che si è speso molto e mi auguro che qualche volta si spenda anche bene, ma allora significa che quando c'era l'avanzo si spendeva poco e male, ma non è così, diciamo che la bottiglia a volte è mezza piena e mezza vuota e la si considera a secondo di quello che fa più comodo in quel momento. Credo che quando c'è un disavanzo e quando c'è la necessità di coprirlo con un mutuo, comunque è un campanello d'allarme, e questo va riconosciuto, dopodiché in una Regione forte anche economicamente come il Veneto certo non è questo che ci può spaventare; non è disavanzo momentaneo che può essere ricoperto, però almeno riconoscerlo questo sì.
Sul federalismo fiscale, che è un tema importantissimo che tocca direttamente il bilancio non in termini tecnici, ma in termini politici di prospettiva, colgo l'occasione per dire come noi abbiamo perso, tutto sommato, e nonostante la buona volontà dei colleghi del P.N.E., giorni e settimane per parlare di cose irraggiungibili. Siamo andati sui giornali tutti più o meno con entusiasmo e con riluttanza e abbiamo perso una grande occasione di parlare del tema del federalismo fiscale che ci avrebbe potuto portare a fare un passo avanti in una proposta concreta al Governo per l'applicazione dell'articolo 119 della Costituzione. Al di là delle valutazioni che ognuno di noi può fare di Destra e di Sinistra e dei giudizi che possiamo dare, però l'articolo 119 così com'è è stato inserito dal Governo di Centro–Sinistra nel 2001, oggi quel Governo di Centro–Sinistra non avrebbe alibi, a meno che non glieli concediamo parlando di tutt'altre cose e sproposito, non avrebbe alibi per portarlo avanti ed attuarlo in maniera concreta. Stiamo continuando parlando di queste occasioni per fare un po' di demagogia e per cercare di lanciare la palla ancora più avanti. Ma perché, Colleghi della Lega Nord, che avete la Presidenza della Commissione Devolution, non cominciamo a preparare una proposta concreta e fattibile di federalismo fiscale? Facciamola tutti insieme, noi, certo, con il Presidente della Regione in primo piano e noi Consiglieri, perché il Consiglio regionale - parlo a tutti i Consiglieri - non ritiene di avere un potere autonomo anche diverso da quello del Presidente, non in conflitto, ma autonomo e diverso rispetto a quello del Presidente della Regione nel formulare proposte in questo senso? Ci sono già delle proposte presentate dal Presidente Galan da una parte e dal Centro–Sinistra dall'altra, perché non andiamo a verificarle nel concreto, cosa ci manca su questo? Ci manca la volontà, ci mancano le capacità tecniche, ci manca la scelta politica, questo è quello che noi riteniamo. Se il Presidente della Prima Commissione, che è un esponente autorevole della maggioranza, lancia il messaggio che è arrivato il momento di fare il federalismo fiscale, mi aspetto, Presidente della Prima Commissione, che andiamo a discuterne velocemente nei dettagli e nei termini e nelle possibilità già nelle prossime settimane in maniera da presentare noi come Consiglieri regionali al Consiglio regionale una proposta che tenga conto delle varie proposte presentate dai Gruppi e dalle persone diverse e che vada in questa direzione e che vada a creare un tavolo autorevole con il Governo e con il Ministro delle Riforme Vannino Chitti che su questo hanno dichiarato a più riprese di essere disponibili. Ci sono articoli di giornale pubblicati nella nostra rassegna stampa di mesi fa per il quale il Ministro delle riforme dice che è arrivato il momento di fare il federalismo fiscale. Allora noi che siamo tra le Regioni su questo più interessate e che sicuramente nulla abbiamo da rimetterci, non solo in termini economici, ma anche in termini di autonomia e di scelta politica, approfittiamo di questa occasione e proponiamo che il Veneto abbia una sua proposta e si sieda al tavolo con una sua propria proposta. Se non lo facciamo vuol dire che volutamente rinunciamo ad una occasione che non è una occasione di tipo politico e partitico, ma è una occasione per i veneti.
Sul patto di stabilità interno, è vero quello che ha detto il Presidente della Prima Commissione, è anche vero che nella proposta di Finanziaria dello Stato del 2007 viene radicalmente cambiata la formula del patto di stabilità interno e, a mio avviso, qui sono dei valenti tecnici che probabilmente potranno meglio di me entrare nei dettagli, ma da una prima lettura se non verrà modificata con gli emendamenti o in Aula, mi pare che su questo la nostra Regione, ma in genere tutto il complesso delle autonomie locali e delle Regioni italiane abbia molto da guadagnarci perché si passa da un patto di stabilità concentrato soprattutto sulla spesa sull'uscita, ad un patto di stabilità interno che si baserà speriamo, a partire dal 2007, sul concetto di saldo e quindi le Regioni come la nostra che hanno maggiori potenzialità di entrata dovute ad una maggiore ricchezza avranno la possibilità di raggiungere gli equilibri dettati dal patto di stabilità anche spendendo di più ed anche questa, colleghi Consiglieri, è una forma per aumentare l'autonomia delle Regioni ed anche questa pur se non proclamato e dichiarato con enfasi è una forma graduale, se volete, per arrivare al federalismo fiscale, quello di lasciare alle Regioni la possibilità di ragionare per saldi e non per uscita o per entrata e basta come era stato fatto prima perché il Ministro Tremonti. Questo aveva fatto, aveva riformato il patto di stabilità interno impedendo agli enti virtuosi, che hanno maggiori entrate, che sono più forti di poter spendere e favorendo invece chi aveva la spesa storica forte. Su questo, per esempio, non ho mai sentito la Lega Nord a livello nazionale reclamare, mentre è uno dei temi fondamentali perché non è irrilevante questa concezione. Colgo la palla lanciata non so se volontariamente dal Presidente per dire: forse dal 2007 le cose sul concetto di patto di stabilità miglioreranno certo mantenendo un rigore finanziario al quale siamo tenuti per il patto di Maastrich.
Per quanto riguarda l'Assestamento di Bilancio ed ancora di più il Rendiconto del 2005, non abbiamo visto tutte quelle realizzazioni che la dichiarazione sul disavanzo e sull'aumento degli impegni dal 74 all'84% ambirebbero a dimostrare. Ci sono troppe cose che non sono state realizzate in questi due anni e che meritavano di essere portate avanti con determinazione. Ma ne dotate alcune, le cito casualmente ed ognuna di queste ha comunque direttamente o anche indirettamente un rapporto con il Consuntivo 2005 e l'Assestamento che andiamo a discutere. Per esempio il Programma Regionale di Sviluppo, ne discuteremo probabilmente tra qualche giorno se ci arriveremo, ma non è ammissibile che un Programma Regionale di Sviluppo pensato e realizzato tra il 2002 e il 2003 e siamo a fine 2006 non sia ancora entrato nel dibattito e non mi pare che ci sia su questo responsabilità dell'opposizione né di tipo politico, né di tipo ostruzionistico, semmai i problemi sono altri ed anche sul Piano socio–sanitario che attendiamo con ansia da anni, nulla è stato presentato e nulla è stato relazionato al riguardo, mentre sappiamo quanto la sanità incida anche in termini di bilancio e non solo ovviamente, ma anche in termini di servizi. Leggiamo sui giornali di tagli, di riduzioni, leggiamo delibere di Giunta tanto più importanti e tanto proporzionalmente fumose nel momento in cui si parla di riduzione delle U.L.S.S. si tocca un tema fondamentale per tutti i cittadini e nessuno sa ancora quale siano le U.L.S.S. che potrebbero essere tagliate e ridotte. Nel momento in cui si parla di area vasta, ci si aspettava che venisse dimostrato quali erano le economie e i risparmi perché si sa che il concetto di area vasta nasce sostanzialmente da una tensione verso l'economia. Siamo anche d'accordo se questo serve a risparmiare mantenendo inalterata l'efficienza. Dai primi dati che ho mi si dice da esperti sanitari che in qualche caso addirittura sono più i soldi che si spendono che non quelli che si risparmiano. Vi potrei portare qualche piccolo esempio, ma non è qui oggi importante. E così pure siamo in attesa di un Piano che riguardi l'energia e che insieme all'energia ci dimostri lo sforzo che fa il Veneto nella riduzione dell'inquinamento sia quello atmosferico, che quello idrico, sforzi che fanno molte altre Regioni in termini anche economici molto più intensi dei nostri e che invece non vediamo nel conto consuntivo in termini economici, non vediamo questo sforzo neanche nell'Assestamento del 2006, non vediamo somme se non per emergenze, che secondo noi un Veneto, il cui assetto idrogeologico anche per conformazione morfologica è fragile, aspetterebbe. Abbiamo avuto con l'assessore Conta in occasione del Bilancio di previsione 2006 un breve scambio di battute e l'Assessore riconosceva che troppi fondi erano stati tagliati sui suoi capitoli, sui capitoli che riguardano la tutela ambientale ed altro e non mi pare che nell'Assestamento di Bilancio quei tagli siano stati in qualche modo ripristinati; questo è un fatto che va indicato, un fatto grave. Assessore, mi auguro che con maggiore determinazione lei possa essere aiutato con quel poco che possiamo fare con le nostre proteste in Giunta ed ottenga di più perché i danni alluvionali, i danni dalle grandini, i danni anche dai terremoti che riguardano la nostra Regione nascono da lontano, nascono da una fragilità del territorio, nascono anche da mancanza di prevenzione e non possiamo continuamente investire dopo con l'emergenza, dobbiamo pensarci prima. Abbiamo fiumi importanti, abbiamo il Po, abbiamo l'Adige, abbiamo problemi di secche e di inondazioni. Se non interveniamo prima con dei piani seri e soprattutto con dei finanziamenti seri, so bene qual è il problema. Il problema é che sono spese che non si vedono, che non rendono immediatamente, perché se non si interviene nella prevenzione politicamente non rendono. Era un po' come i Sindaci di dieci, vent'anni fa che parlavano di fognature: le cose sottoterra non rendono politicamente, però oggi la nostra società non accetterebbe più che ci fossero Comuni privi di questi servizi considerati essenziali. Dobbiamo tornare a considerare l'assetto idrogeologico del nostro territorio così importante e così ricco anche dal punto di vista turistico, che merita maggiore attenzione. Attenzione che non abbiamo visto nel Bilancio di previsione 2006 e che pensavamo sarebbe stato in qualche modo in sede di Assestamento.
L'altro argomento toccato - e vado a concludere visto che ho ancora quattro minuti anche se forse sarebbero quaranta i minuti ma concedo, Assessore, i venti minuti a chi parlerà, se vorrà, dopo di me - anche dal Presidente della Prima Commissione che su questo mi ha anticipato, ma lo accetto volentieri, è il tema grave del trasporto pubblico locale. Anche su questo è da anni, io da un anno solo, ma i miei Colleghi so da tempo ancora precedente che riteniamo che siamo arrivati ormai al limite minimo. Anche su questo riteniamo che debbano essere fatti maggiori investimenti, le aziende pubbliche e quelle miste non ce la fanno più ad andare avanti. Mi pare, dalle letture della norma finanziaria dello Stato proposta per il 2007, ma anche da alcuni articoli di giornale che leggo in questi giorni relativamente ad alcune modifiche alla Finanziaria 2007 mi pare che uno sforzo, pur nei limiti delle ristrettezze economiche, da parte del Governo su questo tema ci sia, magari anche sollecitato dai disastri ferroviari o dalle metropolitane di questi giorni, ma mi pare che una sensibilità su questo sia dimostrata. Vorrei che anche il Veneto su questo intervenisse come priorità perché è vero che abbiamo dei doveri in materia infrastrutturale che ci accomunano tutti e quindi dobbiamo fare più reti stradali e autostrade per il Veneto, dobbiamo fare più ferrovie, dobbiamo accelerare sulla TAV, dobbiamo fare qualcosa sulla metropolitana di superficie, più di quello che facciamo, ma complessivamente mi pare che nonostante gli sforzi, nonostante che ci sia su questo una condivisione quasi unanime, il Veneto su questo è in ritardo, potrebbe fare di più e di meglio ed anche su questo mi aspettavo in sede di assestamento uno sforzo maggiore.
Su questi e per altri motivi che non ho il tempo di elencare il nostro voto sarà contrario.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Bonfante.
La parola al consigliere Zanon.

Raffaele ZANON (A.N.)

Il mio intervento sarà breve per motivare il voto favorevole al documento che la Giunta ci ha proposto per quanto riguarda il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2006. Credo sia importante soffermarsi su alcune affermazioni che ha fatto il collega Bonfante che credo meritino l'attenzione anche da parte dell'Assessore soprattutto per quanto riguarda il precedente dibattito, quello che ha tenuto l'Aula impegnata nei giorni precedenti per quanto riguarda l'attuazione del federalismo e della sussidiarietà a livello territoriale. Credo che raccogliendo anche alcuni spunti che sono pervenuti dall'intervento del collega Bonfante sia importante che la Giunta faccia una valutazione oggettiva sulla possibilità di aprire dei tavoli tecnici con il Governo per approfondire le tematiche che riguardano alcuni campi in particolare quei campi in cui lo Stato sta sconfinando andando ad invadere le competenze regionali. Ovviamente mi riferisco a quelle materie che riguardano le entrate, i tributi, la fiscalità locale che in questo momento metteranno in seria discussione il sistema intero delle autonomie. Come è stato fatto, Assessore, in Regione Lombardia, sono convinto che la Regione Veneto possa sugli spunti che sono derivati dall'intervento del consigliere Bonfante cominciare a fare questo lavoro sussidiario che ci può consentire anche di alimentare e supportare quel confronto più ampio che vogliamo realizzare nell'attuazione del federalismo fiscale. E' una proposta che rilancio al Presidente della Prima Commissione perché questo tema è un'ulteriore sfida che non abbiamo messo all'ordine del giorno finale del dibattito in Aula sul federalismo, ma credo sia un appuntamento che non possiamo rimandare proprio vista la scure che incombe sulla finanza pubblica riguardante la Finanziaria che si sta abbattendo in particolare nel Nord e nel Veneto.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Zanon.
Non ho altri Consiglieri iscritti a parlare.
E' chiusa la discussione generale.
Ci sono dichiarazione di voto?
La parola al consigliere Zabotti.

Marco ZABOTTI (Per il Veneto con Carraro)

Grazie, Presidente. Già nell'intervento del consigliere Grazia, ma anche del collega Bonfante è stato messo in luce un aspetto, vorrei sottolineare questo, sottolinearne uno soltanto, ma che mi pare degno di una qualche considerazione che in qualche modo insieme ad altri che citerò, ma diventa la cartina di tornasole, il motivo per cui in particolare...

PRESIDENTE

Consigliere Zabotti, mi scusi, ho fatto un piccolo errore di cui chiedo venia all'Aula e mi scuso con lei. C'è un articolato, quindi non siamo in una fase di dichiarazione di voto finale, che forse lei in questo momento stava facendo, forse sarebbe opportuno che votassimo prima i vari articoli, poi arriviamo alle dichiarazioni di voto, la ringrazio molto.
Siamo al PDL n. 170, il Rendiconto.
Vi sono interventi sull'articolo 1?
Se non vi sono interventi, pongo in votazione l'articolo 1.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 2.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 3.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 4.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 5.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 6.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 7.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 8.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 9.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 10.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 11.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
A questo punto ci sarebbero le dichiarazioni di voto finale su questo PDL e poi il voto finale.
Ci sono interventi in dichiarazione di voto?.. Nessuno.
Pongo in votazione il PDL n.170.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'assestamento di bilancio e alla votazione degli articoli.
Pongo in votazione l'articolo 1.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 2.
E' aperta la votazione
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 3.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 4.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 5.
E' aperta la votazione
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 6.
E' aperta la votazione
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Registro il voto favorevole del consigliere Laroni.
Ci sono dichiarazioni di voto?
La parola al consigliere Zabotti.

Marco ZABOTTI (Per il Veneto con Carraro)

In maniera telegrafica, però ci terrei a sottolineare un aspetto che insieme ad altri concorre a dare il voto negativo ai due provvedimenti, in particolare sui temi dell'assestamento di bilancio da parte del Gruppo per il Veneto con Carraro. In particolare sulla mancanza chiara, netta ed evidente di un qualsiasi tipo di provvedimento finanziario che vada nella direzione di soccorrere una situazione assolutamente negativa per quanto riguarda il trasporto pubblico locale.
L'assessore Marialuisa Coppola lo sa, in sede di audizioni della Prima Commissione, e so che sono state reiterate le prese di posizione in quell'occasione da parte del Presidente Toscani, ma anche in quest'Aula, anche pochi minuti fa da parte del consigliere Grazia, da parte del collega Bonfante e da tanti altri, perché credo che non venire incontro in qualsiasi forma alla richiesta, al grido forte, disperato che spesso viene da tante realtà del trasporto pubblico locale, mi pare sia un segnale ulteriore di un qualcosa che evidentemente non va in questo bilancio. La Regione non può continuare a lesinare sui contributi alle aziende di trasporto pubblico locale. Questo contributo è fermo al '96, in barba alle disposizioni di legge che rende obbligatorio l'adeguamento ISTAT sui corrispettivi periodici degli Enti pubblici. L'indice ISTAT dal '96 ad oggi è aumentato del 20% circa, ma l'indice di inflazione specifico delle aziende di trasporto pubblico locale è ben più alto, basta pensare al costo del carburante che è aumentato di oltre il 20% nel solo ultimo anno. Il costo del personale e il costo dei servizi sono anch'essi aumentati più del tasso ISTAT ufficiale, la velocità commerciale è in costante allarmante discesa a causa del traffico sempre più caotico e ciò significa maggiori costi.
Le aziende di trasporto pubblico locale sono ormai in sofferenza in tutta la Regione, i bilanci sono nella generalità in rosso, contemporaneamente si chiede loro di dare più servizi, di fare investimenti tecnologici, per esempio il biglietto unico informatico per tutta la rete più ferro, più gomma e più acqua e di svecchiare il parco mezzi. Forse si vuole strozzare le aziende pubbliche per darle in mano ai privati? Ci sono già privati con grandissime aziende estere che guardano con grande interesse reiteratamente il mercato italiano. Il mercato italiano essendo ancora poco servito costituisce un'area di possibile sviluppo futuro, è chiaro che in questo contesto invece noi ci troviamo con una situazione che vede grandi progettualità, grandi promesse sui temi di uno sviluppo diverso, migliore e adeguato del trasporto pubblico locale, un'ottica di sviluppo sostenibile, di qualità della vita, di attenzione a tutta la rete di adduzione rispetto al trasporto ferroviario locale e ci troviamo invece con un bilancio di previsione della Regione, un rendiconto '95, un bilancio di assestamento 2006 che sono gravemente carenti su questo punto.
Credo che questo sia un dato che non soltanto finanziariamente rispetto all'ottica economica, ma anche in una prospettiva più squisitamente culturale laddove si dice che c'è bisogno di incentivare invece un sistema che vada nella direzione contraria all'utilizzo spasmodico del trasporto privato. E invece in questa direzione non abbiamo segnali, lo confermano anche molte indagini che vengono fatte tra gli utenti che ben volentieri sarebbero disponibili a disincentivare questo trasporto privato in presenza di un trasporto pubblico locale che facesse davvero un servizio adeguato, puntuale ed ovviamente con assetti gestionali migliori.
In questo senso con vivo rammarico sottolineo, nonostante anche i pressanti appelli che sono giunti in quest'Aula, ma anche e soprattutto dal mondo delle realtà delle aziende del trasporto pubblico locale del Veneto, questa situazione non è mutata ed anche per questo, ripeto, insieme a tanti altri aspetti che qui non tocco ma che mi sembrano particolarmente significativi dico che il nostro voto sarà contrario. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Zabotti.
Non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto, passiamo alla votazione finale del provvedimento.
Noi abbiamo un tabellone e rispetto al passato il tabellone rende noto la quantità degli interventi, per cui i Consiglieri si devono rendere conto della situazione.
Non ci sono altre dichiarazioni perché siamo in fase di votazione.
Pongo in votazione il PDL 181
E' aperta la votazione
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

ISCRIZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO

La parola al consigliere Manzato.

Franco MANZATO (L.V.L.N.P.)

Grazie, Presidente.
Chiedevo ai Consiglieri e all'Aula se era possibile l'inserimento della mozione n. 57 da me depositata, l'inserimento non la votazione. Era la mozione che chiede alla Giunta regionale di predisporre un progetto di legge statutario sulla Regione a Statuto speciale.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Manzato.
Il consigliere Manzato ha chiesto di iscrivere la mozione dal titolo "Un nuovo Statuto speciale per il Veneto", che dà mandato alla Giunta regionale.
Può intervenire un Consigliere a favore e un Consigliere contro. Se non ci sono interventi passiamo alla votazione.
La mozione è stata presentata il giorno 17, ergo automaticamente si iscrive a partire dal 27, ricordo che per l'iscrizione servono i due terzi dei presenti.
Pongo in votazione la richiesta di iscrizione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
La mozione è iscritta.

ORDINE DEI LAVORI

La parola al consigliere Sernagiotto.

Remo SERNAGIOTTO (F.I.)

Grazie, Presidente.
Vorrei modificare l'ordine dell'ordine del giorno successivo rispetto alle approvazioni che abbiamo fatto: il punto n. 9, il punto n. 6, il punto n. 8 e il punto n. 20. Non è che questi quattro punti riusciamo a chiuderli nel pomeriggio, ma abbiamo già fissato il Consiglio per i giorni di martedì, mercoledì e giovedì della prossima settimana, e vista l'ora direi di sospendere per andare a pranzo per poi riprendere.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Sernagiotto.
Possiamo riprendere alle 14.30.
È possibile un intervento a favore ed uno contro, se ci sono.
La parola al consigliere Frigo.

Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)

A favore, a condizione che si termini alle 18.00; non è che quando rientriamo se manca sempre il numero legale stiamo qui fino alle 20.00. A favore, a condizione che si termini alle 18.00, se non c'è il numero legale ce ne andiamo.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Frigo.
Il consigliere Frigo ha espresso una indicazione positiva e ha dato anche una indicazione di massima per chiudere il Consiglio alle ore 18.00.
Contrari non ce ne sono.
Pongo in votazione la richiesta di inversione all'ordine del giorno.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
La Seduta è sospesa e riprende alle ore 14.30
La Seduta viene sospesa alle ore 13.18
La Seduta riprende alle ore 14.39
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Achille VARIATI

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori pomeridiani.
Come da accordo iniziamo con il punto n. 9
PUNTO
9



RINVIO ALLA SETTIMA COMMISSIONE CONSILIARE DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA RELATIVA A "LEGGE N. 183/1989; LEGGE N. 267/1998; LEGGE N. 365/2000. AUTORITà DI BACINO NAZIONALE DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, LIVENZA, PIAVE E BRENTA BACCHIGLIONE. PARERE REGIONALE AI SENSI DELLA LEGGE 18 MAGGIO 1989, N. 183 SUL PROGETTO DI PIANO STRALCIO PER LA TUTELA DAL RISCHIO IDROGEOLOGICO DEL BACINO DEL FIUME LIVENZA" (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 36) (deliberazione n. 127/2006) TITOLO COME MODIFICATO

Relazione della Settima Commissione consiliare.
Il consigliere Berlato Sella relatore della proposta è in congedo, quindi la relazione la fa il consigliere Giuliana Fontanella.
La parola al consigliere Giuliana Fontanella.

Giuliana FONTANELLA (F.I.)

Volevo porre all'attenzione dell'Assemblea questa proposta amministrativa che tiene conto del parere ai sensi del piano di stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico.
Do per letta la relazione, in quanto c'è stato il parere favorevole di tutti, per cui io passerei alla trattazione diretta.
"Il Progetto di Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del Bacino Idrografico del fiume Livenza, redatto secondo le leggi 183/89, 267/98 e 365/00, è stato adottato dal Comitato dell'Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione (Alto Adriatico) con delibera n. 2 nella seduta del 25 febbraio 2003.
Il bacino del Livenza ha una superficie di circa 2500 kmq e si estende a cavallo tra le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto.
Il regime idrologico dell'asta principale, il Livenza, è costituito dalla composizione di quello di risorgiva del tratto superiore pianeggiante e di quello torrentizio dei principali affluenti, Cellina e Meduna, che, con un'estensione di circa 700 kmq, in pratica rappresentano il bacino montano.
Il fiume Livenza nasce presso Polcenigo e con andamento caratterizzato dalla presenza di numerosi meandri sfocia nell'Adriatico.
L'affluente principale del Livenza è il Meduna che con il suo affluente Colvera ha un bacino complessivo di circa 315 kmq.
Il progetto di Piano rimarca come il sistema Cellina Meduna sia caratterizzato da un disordine idrogeologico consistente e come in questa parte del bacino si generino le portate che risultano essere critiche per il corso vallivo.
Principali affluenti in destra del Livenza sono il Meschio e il Monticano. Il primo oltre le acque del suo piccolo bacino scarica nel Livenza, circa 2 km a valle di Sacile, anche quelle derivate dal Piave attraverso gli impianti idroelettrici di S. Croce.
Il Monticano nasce in località Formeniga, attraversa Conegliano ed Oderzo per confluire nel Livenza subito a valle dell'abitato di Motta. Ha un carattere torrentizio con un regime di piena impetuoso con piene ricorrenti e repentine. La sua lunghezza complessiva è di oltre 65 km e a partire da Conegliano ha argini ampi anche 60 m e la cui quota sommitale raggiunge i 5 metri sopra il piano campagna.
Come detto il Livenza è caratterizzato da un tranquillo regime di risorgiva che risulta essere fortemente influenzato dagli afflussi del torrente Meduna, a sua volta rafforzato dal Cellina, che sovrappone il proprio regime idrologico.
A questa causa sono da ascriversi le piene del Livenza che determinano situazioni di pericolo nei territori vicini alla confluenza del Meduna, in particolar modo a Pordenone, ove notevoli sono gli insediamenti urbani e rurali.
Nei citati conoidi alluvionali si ha una consistente infiltrazione che modera l'intensità della piena e si attiva una circolazione sotterranea che alimenta, con sfasamento nel tempo, lo stesso corso vallivo del Meduna e del Livenza.
Questo temporaneo assorbimento e successiva restituzione incidono sulla forma dell'idrogramma di piena, moderandone l'intensità ed allungandolo nel tempo, ma aumentando la possibilità di interferenza tra due eventi successivi.
Nel tratto vallivo la capacità di portata degli alvei (stimabile intorno ai 1100 mc/s) è sicuramente inferiore ai valori massimi delle portate all'uscita dei bacini montani (stimabili in due o tre volte tale valore). Per i maggiori eventi di piena la naturale riduzione delle portate operata dai conoidi, pur non essendo tale da affrancare la pianura dalle alluvioni, è sicuramente di rilevante importanza, ma ancora di incerta determinazione.
Conseguentemente a partire dalla confluenza del Meduna col Cellina si ha una zona di criticità per la possibile, generale e generica, insufficienza arginale, che sostanzialmente prosegue sino alla confluenza dell'ultimo affluente di rilievo, il Monticano.
Gli affluenti, poi, sono interessati oltre che dalle onde di piena che si vengono a creare nel proprio bacino, anche dalle portate di rigurgito provenienti dal Livenza. La concomitanza di questi due fenomeni può avere effetti disastrosi.
A questa criticità si deve aggiungere quella derivante da una non sempre perfetta condizione delle strutture arginali che, per di più, sono sollecitate da piene che si protraggono particolarmente nel tempo.
Il Progetto di Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del Bacino Idrografico del fiume Livenza, è sostanzialmente strutturato in 3 fasi:
La fase CONOSCITIVA, nella quale viene fornito il quadro conoscitivo del sistema fisico del bacino, il profilo storico degli eventi di piena nonché descritte le criticità che individuano e classificano, per le varie aste:
- la limitazione alla capacità di deflusso;
- l'eventuale insufficienza della quota delle sommità arginali;
- lo stato degli argini;
- le possibilità di esondazione correlate a diversi tempi di ritorno;
- le aree soggette ad allagamenti durante le maggiori piene.
Una fase PROPOSITIVA, nella quale vengono determinati i criteri di conterminazione e classificazione delle aree di pericolosità tanto idraulica quanto geologica, effettuata, nella cartografia allegata, tale operazione di con terminazione e classificazione, nonché individuati gli interventi strutturali e non, suddivisi per sottobacini, necessari per la mitigazione del rischio.
Una fase PROGRAMMATICA, contenente il riepilogo delle azioni da intraprendere per porre in sicurezza il bacino.
Il Piano contiene infine anche le Norme di Attuazione che disciplinano l'uso del territorio al fine di impedire l'aumento dell'esposizione al rischio, in termini sia quantitativi che qualitativi, delle persone, delle cose e del patrimonio ambientale.
La fase di individuazione delle aree pericolose e la successiva classificazione secondo le previste categorie effettuata con il Progetto di Piano per l'Assetto Idrogeologico del bacino del Fiume Livenza è il risultato di una articolata analisi strutturata in più fasi condotta impiegando varie metodologie. Infatti accanto all'uso della modellazione matematica dell'onda di piena si è tenuto conto delle possibili risposte del sistema idrografico del Livenza derivante dell'esperienza e dalla conoscenza delle passate situazioni di crisi.
L'Autorità di Bacino ha previsto di individuare 4 classi di pericolosità (crescenti, per intensità, da P1 a P4) definendo altresì i criteri per la loro permetrazione.
Per quanto riguarda le condizioni di pericolosità connesse con i fenomeni idraulici l'Autorità di Bacino di assumere quale piena di riferimento quella caratterizzata da un tempo di ritorno di 100 anni e graduando, all'interno dei prevedibili effetti di questa, la classe di pericolosità.
In particolare ha ritenuto che i fenomeni di piena che si sviluppano nei territori di pianura siano generalmente lenti e tali da consentire di prevedere con sufficiente anticipo l'arrivo dell'onda di piena. Pertanto, ritenendo che non vi fossero condizioni di reale pericolo per l'incolumità delle persone, che possono essere allertate e messe in sicurezza in tempi relativamente brevi, l'Autorità di Bacino non ha previsto l'uso della classificazione di maggiore pericolosità, P4.
La procedura adottata per la definizione della pericolosità geologica (graduata su tutte le 4 classi di pericolosità definite) fa riferimento alla metodologia predisposta dall'ufficio Bundesamt f ϋr Umwelt, Wald und Landschaft (BUWAL) della Confederazi one Elvetica conosciuto anche come "metodo svizzero".
Rispetto alla metodologia originale, in quella adottata sono state introdotte alcune modifiche al fine di tarare l'analisi al territorio in esame e semplificarne l'applicazione in riferimento ai dati disponibili.
Il Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico individua come necessari per la mitigazione del rischio una articolata serie di interventi aventi un importo complessivo di oltre 431 milioni di Euro. Relativamente al territorio Veneto i principali interventi previsti sono la Regolarizzazione delle aree di espansione naturale di Prà dei Gai e di Prà dei Bassi oltre che del Saccon di Meduna e di Motta di Livenza.
Le Norme di attuazione regolamentano gli usi del suolo nelle aree potenzialmente interessate da fenomeni di dissesto geologico o idraulico, oggetto di delimitazione del Piano al fine di impedire l'aumento dell'esposizione al rischio, in termini quantitativi e qualitativi, delle persone, delle cose e del patrimonio ambientale.
Inoltre definiscono indirizzi per la programmazione degli interventi con finalità di difesa idraulica e geologica e di mitigazione del rischio.
A seguito della pubblicazione del Progetto di Piano in argomento, avvenuta sulla Gazzetta Ufficiale n. 203 del 6 maggio 2003, sono pervenute 25 osservazioni da parte sia di Enti pubblici che di soggetti privati.
Le osservazioni presentate dai Comuni hanno una prima parte, comune a tutte, che si può definire di carattere generale e che pone l'attenzione sui fondamenti del progetto di Piano e che evidenziano alcuni aspetti e scelte ritenuti incongruenti.
A questa prima parte se ne aggiunge una seconda relativa ad aspetti di dettaglio specifici del territorio comunale, con principale riferimento al grado di pericolosità, P3, assegnato alle aree contigue agli argini fluviali tanto del Livenza quanto del Monticano.
Nessun soggetto solleva rilievi per quanto riguarda le perimetrazioni della pericolosità connesse a dissesti e fenomeni di tipo geologico.
Ad ognuna delle osservazioni presentate è stata data risposta nel documento costituente il parere regionale, cercando di approfondire le problematiche sollevate e, ove possibile in termini di coerenza con il quadro normativo e fisico, dare soluzione alle stesse. Le analisi così condotte hanno portato a proporre alcune modifiche alle perimetrazioni della pericolosità individuate nel Progetto di Piano predisposto dall'Autorità di Bacino.
Nel corso della fase istruttoria è emerso che alcune delle situazioni segnalate dalle osservazioni potevano essere ricondotte alle fattispecie di cui ai commi 4 e 2 dell'articolo 6 della Normativa di Attuazione, conseguentemente per queste si è pervenuti ad una modifica e aggiornamento del piano stesso con le procedure accelerate ivi indicate.
Anche per quanto riguarda le Norme di Attuazione sono state proposte alcune modifiche. Queste norme costituiscono infatti una parte fondamentale del Piano, quella che ha maggiore e più immediata rilevanza sulla vita quotidiana delle popolazioni che abitano in questo ambito territoriale. Per il comune cittadino sono principalmente norme "urbanistiche" che cioè dettano disposizioni per l'uso del territorio, e quindi vanno a definire cosa si può o non si può fare.
Dal punto di vista procedura il Progetto di Piano si trova ora nella seguente situazione:
- adottato dall'Autorità di Bacino Nazionale dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta Bacchiglione, con delibere n. 2 e 3 datate 25 febbraio 2003 del Comitato Istituzionale;
- pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 203 del 6 maggio 2003;
- pubblicato sul B.U.R. Veneto n. 50 del 23 maggio 2003.
Con deliberazione n. 44/CR del 6 aprile 2004 la Giunta Regionale ha approvato la proposta di Parere Regionale contenente le controdeduzioni alle osservazioni pervenute alla Regione Veneto da parte di soggetti pubblici e privati. Con la medesima deliberazione la Giunta Regionale ha altresì disposto di indire la Conferenze Programmatiche nelle Province interessate.
In attuazione di quanto disposto con la sopra citata deliberazione n. 44/CR e ai sensi dell'art. 1 della L. 365 del 2000, in data 28 settembre 2004 si è svolta la Conferenza Programmatica presso la sede del Consorzio di Bonifica Sinistra Piave, a cui hanno partecipato i Comuni e le province territorialmente interessate dal progetto di Piano.
Successivamente in data 29 ottobre 2004 nella seduta n. 155 la Settima Commissione Consiliare ha espresso parere favorevole all'unanimità, con alcune modifiche, al parere regionale sul Progetto di Piano stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico del bacino del fiume Livenza. Tuttavia, non è stato possibile ottenere l'espressione del Consiglio Regionale a seguito dell'avvenuto passaggio dalla 7^ alla 8^ legislatura.
Quindi con deliberazione n. 6/CR del 31 gennaio 2006 la Giunta Regionale ha nuovamente approvato la proposta di Parere Regionale, contenente le controdeduzioni alle osservazioni pervenute alla Regione Veneto da parte di soggetti pubblici e privati, aggiornato secondo le indicazione già formulate dalla Settima Commissione Consiliare.
La Settima Commissione Consiliare il giorno 27 aprile 2006 ha nuovamente condotto le audizioni degli Enti Locali (Comuni e Province) territorialmente interessati e, a seguito del recepimento delle osservazioni ritenute accoglibili, ha espresso all'unanimità (presenti e rappresentati i gruppi Forza Italia, Liga Veneta - Lega Nord - Padania, Uniti nell'Ulivo - La Margherita e Uniti nell'Ulivo – Democratici di Sinistra) parere favorevole al testo che si allega".

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Giuliana Fontanella.
E' aperta la discussione generale. Pregherei di fare la prenotazione per tempo, perché la prossima volta che ho già detto chiuso e ho detto che si vota, si vota. Abbiate pazienza, ma questa è la regola.
La parola al consigliere Bond.

Dario BOND (F.I.)

Non l'ho seguita in maniera dettagliata questa questione, l'ho solo letta nelle premesse iniziali e nella presentazione del deliberato amministrativo. Questo punto riguarda in parte anche una serie di azioni di tutela ambientale e di dissesto idrogeologico, in quanto sul fiume Livenza è stato realizzato un grosso intervento e volevo chiedere all'Assessore competente che per fortuna è qui, che è l'assessore Conta che in maniera attenta si sta occupando di queste problematiche, ricordo non solo del Livenza ma del fiume Piave ed anche del Brenta e del Bacchiglione, quali sono le prospettive che la Giunta regionale in materia di difesa idrogeologica, dissesto e tutela ambientale delle sponde, dei collegati alle sponde e dei tratti di fiumi intende adottare per i prossimi due o tre anni. Perché questo è un piccolo stralcio e non è neanche granchè significativo, però già qui si intende e si vede una certa prospettiva di conservazione ambientale e di difesa idrogeologica.
Siccome l'argomento è importante perchè riguarda soprattutto un fiume a noi noto, caro e importante qual è il Piave..
(Interruzione dall'Aula)
Sto facendo una domanda in senso generale, partendo dal presupposto del Livenza in cui è stato fatto un intervento che a mio avviso è significativo e importante. Ripeto, su un fiume a noi caro che è il Piave, volevo capire dall'Assessore, approfittando della sua presenza e della sua buona e ottima preparazione, quali sono gli intendimenti dell'amministrazione regionale, della Giunta sugli altri corsi e sull'altro tipo di intervento.
Grazie, poi posso intervenire a seguito dell'intervento della Giunta.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Bond.
La parola al consigliere Manzato.

Franco MANZATO (L.V.L.N.P.)

Per chiederle se possiamo un attimo non dico temporeggiare, perché il consigliere Conte che voleva essere presente su questo provvedimento aveva, sempre nella sua discrezione, intenzione di presentare un emendamento che in questo momento dovrebbe arrivare, non è un emendamento stravolgente assolutamente, ma è predisposto..

PRESIDENTE

Scusi se interloquisco con lei, questo non fa parte della mia discrezionalità, se lei chiede una sospensione e l'Aula lo consente sospendiamo per il tempo che, anche se dovrebbero essere cose da farsi raramente queste.

Franco MANZATO (L.V.L.N.P.)

Per questo ho fatto la prima premessa.
Se possibile, vorrei chiederle 10-15 minuti di sospensione, il tempo necessario per fare l'emendamento.

PRESIDENTE

Diciamo che si riprenderebbe alle ore 15.00?

Franco MANZATO (L.V.L.N.P.)

Sì, mi farebbe una cortesia.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Manzato.
Il consigliere Manzato ha chiesto una sospensione di 15 minuti per permettere al consigliere Conte di poter intervenire ai lavori, però come sempre si può esprimere un Consigliere a favore ed uno contro.
La parola al consigliere Michieletto, contro questa proposta.

Igino MICHIELETTO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)

Chiedere la sospensione di 15 minuti in un provvedimento nel quale è aperta la discussione generale, insomma, i Consiglieri della Lega che chiedono una interruzione si diano da fare un attimo, partecipino a questo tipo di discussione e possono passare tranquillamente anche 40 minuti.
(Interruzione dall'Aula)
Sto parlando con il Presidente. Ritengo che si possa continuare con la discussione generale e poi eventualmente se il consigliere Conte arriva si farà la cosa che deve fare. Io sono contrario comunque alla sospensione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Michieletto.
Ci sono altri interventi?.. No. Passiamo alla votazione.
Pongo in votazione la richiesta di sospensione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
La Seduta è sospesa, riprendiamo alle ore 15.00.
La Seduta viene sospesa alle ore 14.47
La Seduta riprende alle ore 15.13
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Achille VARIATI

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
La parola al consigliere Manzato.

Franco MANZATO (L.V.L.N.P.)

Presidente, questo provvedimento, che ha sicuramente un'importanza fondamentale non solo per l'assetto della Regione per quanto riguarda il tema idrogeologico, ma anche per l'attività amministrativa dei Comuni, e in virtù di quelli che ci si è detti e gli approfondimenti che devono essere continuati per non affrettarsi a fare un provvedimento che poi magari deve essere ritoccato, chiedo se è possibile il ritorno in Commissione per un approfondimento, per poi riportarlo in Aula con il consenso di tutta l'Assemblea.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Manzato.
Su questa proposta può intervenire un Consigliere a favore e uno contro.
Se non ci sono interventi, pongo in votazione il rinvio in Commissione del provvedimento.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Non vi è il numero legale; ricordo che il numero legale oggi è di 29.
Sospendo la Seduta per dieci minuti. Sono le ore 15.15, riprendiamo alle ore 15.25.
La Seduta viene sospesa alle ore 15.15
La Seduta riprende alle ore 15.24
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Achille VARIATI

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Preciso che il voto di rinvio in Commissione del provvedimento è stato regolarmente approvato dal Consiglio in quanto il numero legale oggi è di 28. Siccome abbiamo un sistema un po' complesso, è successo che la tessera del Presidente Finozzi, oggi non presente in Aula, tolta dalla propria postazione, aveva determinato nel sistema informativo l'annullamento del congedo del Presidente. Ergo il numero legale della Seduta di oggi è 28.
Proseguiamo seguendo l'ordine che ci siamo dati.
PUNTO
6



PROGETTO DI LEGGE RELATIVO A "NORME PER LA PROMOZIONE E LO SVILUPPO DELLA COOPERAZIONE SOCIALE" (PROGETTI DI LEGGE NN. 133 E 135/2006) (discussione, esame ed approvazione)

Relazione della Quinta Commissione consiliare.
"Dal varo della legge regionale n. 24/1994 , attuativa della legge n. 381/1991, il mondo della cooperazione sociale si è distinto come soggetto qualificato per la crescita economica generale e per lo sviluppo delle politiche di welfare in particolare.
La cooperazione sociale - in grado di coniugare efficacia, efficienza e solidarietà - si sta dimostrando capace di delineare nuove forme di sviluppo in un vero mercato sociale, nel quale si possono riscontrare chiari elementi di welfare society, ossia di stato sociale plurale e partecipato.
Forte delle caratteristiche che la contraddistinguono (gestione democratica e partecipata; piccola dimensione; radicamento nel territorio di appartenenza; specializzazione per ambito di intervento; valorizzazione delle risorse umane; porta aperta e integrazione societaria tra stakeholders; collaborazione e integrazione tra cooperative), la cooperazione sociale fornisce oggi un modello efficace nella produzione di servizi alla persona.
Un modello che sa coniugare l'aspetto economico-finanziario con la domanda di coinvolgimento dei cittadini nella definizione dei propri bisogni e nella produzione dei servizi atti a soddisfare tali bisogni.
La cooperazione sociale si è dimostrata un efficace strumento di crescita economica e sociale della comunità anche laddove il quadro di riferimento si è presentato complesso e complicato da taluni mutamenti della realtà sociale quali le complessità crescenti nei modelli di welfare, la diffusione di sentimenti di preoccupazione e insicurezza, la difficoltà degli Enti pubblici a far fronte con proprie risorse alle richieste emergenti dalla società civile, l'individualizzazione e la frammentazione dei sistemi sociali, la necessità di ridefinire il patto sociale tra cittadini e istituzione.
Mediante la realizzazione di una reale sussidiarietà orizzontale e con la partecipazione attiva e responsabile dei cittadini alla definizione dei propri bisogni e alla produzione dei servizi sociali, le cooperative sociali, quali importanti realtà imprenditoriali multistakeholders, si mettono a disposizione della società veneta, come modello sperimentato per valorizzare i fattori di sviluppo nei servizi alla persona e nelle politiche di valorizzazione delle risorse umane.
Oggi, in Veneto, le cooperative iscritte all'Albo regionale previsto dall'articolo 5 della legge n. 381/1991 sfiorano le 600 unità, con un dato che è tuttavia in costante crescita. In Veneto oggi esiste all'incirca una cooperativa sociale ogni 7.500 abitanti, mentre gli occupati presso tali organismi sfiorano complessivamente le 35.000 unità. Sono relazioni numeriche di tutto rispetto.
Tuttavia, a più di dieci anni di distanza quella legge regionale n. 24/1994 , che così tanto ha contributo allo sviluppo della cooperazione sociale nella nostra Regione, necessita di una radicale riforma.
La legge n. 328/2000 che ha introdotto il concetto di welfare integrato, la riforma del titolo V della Costituzione con la previsione del nuovo articolo 118 del principio di sussidiarietà, le previsioni di cui alla legge n. 142/2001 con riferimento alla posizione del socio lavoratore, la riforma del diritto societario attuato con D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 6 e, conseguentemente, la previsione in materia di società a mutualità prevalente e di iscrizione all'Albo delle Società Cooperative, le disposizioni regionali in materia di autorizzazione al funzionamento e di accreditamento di cui alla legge regionale n. 22/2002 hanno inciso profondamente sulla composizione, sulla gestione e sull'attività delle cooperative sociali.
La legge n. 381/1991, che ha riconosciuto e disciplinato le cooperative sociali, ha bisogno di una nuova legge regionale che sappia da una parte recepire con uno spirito più maturo il rinvii della legge nazionale rispettando l'identità di un movimento che ha ben precise e consolidate radici, dall'altra parte prevedere nuovi ed efficaci strumenti di promozione e sviluppo della cooperazione sociale in grado di accompagnare e incentivare il percorso di crescita di questa realtà all'interno del più generale quadro del welfare regionale che si va a delineare.
Le innovazioni più importanti di questo progetto legislativo sono:
- la forte volontà di riconfermare il "rilevante valore e la finalità pubblica della cooperazione sociale";
- l'allargamento delle categorie svantaggiate anche alle nuove povertà e ad altri soggetti deboli non previsti dalla legge n. 381/1991;
- il riconoscimento della territorialità, della base sociale multicomponente e dell'imprenditorialità solidale come elementi che contraddistinguono il modello cooperativa sociale;
- la declinazione della legge n. 328/2000 e soprattutto del principio costituzionale di sussidiarietà per coinvolgere la cooperazione come attore protagonista nel sistema integrato dei servizi alla persona;
- una nuova architettura di contributi che consenta di promuovere la cooperazione sociale premiando l'innovazione e i percorsi virtuosi;
- un sistema di affidamento diretto dei servizi che intende partire dal concetto di partecipare alla funzione pubblica per la cooperazione sociale.
In relazione all'articolato, il testo legislativo è composto da 5 capi e 26 articoli:
Articolo 1: identifica i principi e le finalità della legge, grazie alla quale la Regione del Veneto riconosce il valore e la rilevanza pubblica della cooperazione sociale nel perseguimento della promozione umana e dell'integrazione sociale dei cittadini nell'interesse della comunità.
Articolo 2: la definizione di cooperazione sociale e consorzi. Vengono individuate le diverse tipologie di cooperative sociali e di consorzi, in quanto imprese sociali senza scopo di lucro che perseguono la finalità dell'interesse generale della comunità, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 381/1991.
Articolo 3: specifica il concetto di persona svantaggiata e introduce la nuova categoria di soggetti deboli, così come definita dall'articolo 2, comma 1, lettera f) del regolamento CE n. 2204/2002.
Articolo 4: descrive la base sociale multicomponente delle cooperative sociali, riservando particolare evidenza ai soci utenti e ai soci volontari.
Articolo 5: conferma l'istituzione dell'Albo regionale delle cooperative sociali di cui all'articolo 9 della legge n. 381/1991.
Articolo 6: contempla i casi di cancellazione dall'albo regionale.
Articolo 7: prevede il ricorso in opposizione.
Articolo 8: delinea le linee di indirizzo per la partecipazione della cooperazione sociale nel sistema integrato di servizi alla persona.
Articolo 9: dispone il raccordo tra cooperazione sociale e programmazione regionale delle attività sociali, assistenziali, sanitarie, educative, attinenti alla formazione e alle politiche attive del lavoro.
Articolo 10: prevede la possibilità, per gli Enti pubblici e le società a partecipazione regionale, nei loro rapporti con le cooperative sociali, di ricorrere allo strumento degli affidamenti diretti di servizi, rinviando ad apposito regolamento la disciplina delle modalità di affidamento.
Articolo 11: introduce la previsione di concessione della titolarità del servizio.
Articolo 12: individua i criteri di valutazione per la scelta del contraente.
Articolo 13: definisce la riserva di partecipazione alle procedure di aggiudicazione.
Articolo 14: individua durata e corrispettivi.
Articolo 15: individua forme di valutazione e di verifica.
Articolo 16: individua contributi e favore delle cooperative sociali..
Articolo 17: prevede interventi a favore delle cooperative sociali di inserimento lavorativo.
Articolo 18: prevede interventi a favore delle organizzazioni di rappresentanza.
Articolo 19: prevede gli interventi finanziari.
Articolo 20: prevede le disposizioni attuative degli interventi..
Articolo 21: prevede la Commissione regionale della cooperazione sociale.
Articolo 22: disciplina il funzionamento della Commissione regionale della cooperazione sociale.
Articolo 23: individua i compiti della Commissione regionale della cooperazione sociale.
Articolo 24: contiene la norma finanziaria.
Articolo 25: prevede le abrogazioni e le norme transitorie.
Articolo 26: contiene la dichiarazione d'urgenza.
La Commissione ha ultimato l'esame del progetto di legge nella seduta del 31 maggio 2006 approvandolo, a maggioranza, nel testo che segue".
La parola al consigliere Bazzoni.

Raffaele BAZZONI (F.I.)

Vorrei riepilogare velocissimamente quelle che sono le innovazioni più importanti di questo PDL. Primo, la forte volontà di riconfermare il rilevante valore e la finalità pubblica della cooperazione sociale. Secondo, l'allargamento delle categorie svantaggiate anche alle nuove povertà e ad altri soggetti deboli non previsti dalla vecchia legge 381; il riconoscimento della territorialità, della base sociale multicomponente, dell'imprenditorialità solidale come elementi che contraddistinguono il modello cooperativo sociale; la declinazione della legge 328/2000 e soprattutto del principio costituzionale di sussidiarietà per coinvolgere la cooperazione come attore e protagonista del sistema integrato dei servizi alla persona. Una nuova architettura di contributi che consenta di promuovere la cooperazione sociale premiando l'innovazione e i percorsi virtuosi, un sistema di affidamento diretto dei servizi che intende partire dal concetto di partecipare alla funzione pubblica per la cooperazione sociale.
Queste direi molto sinteticamente le innovazioni più importanti di questo progetto di legge per il quale nel passaggio agli articoli eventualmente proporremo anche qualche modesto adeguamento che definirei tecnico più che sostanziale.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Bazzoni.
E' aperta la discussione generale.
La parola al consigliere Tiozzo.

Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)

Credo che il consigliere Bazzoni nella sua relazione abbia in qualche misura delineato i tratti significativi e il ruolo che la cooperazione sociale svolge nella nostra Regione, ma soprattutto anche gli elementi di novità che si vogliono introdurre in questa normativa. Va detto che c'era bisogno di cambiare, di dare una nuova legge alla cooperazione sociale perché è proprio in questi ultimi anni che questo importante fenomeno della cooperazione ha avuto soprattutto nel Veneto una capacita di crescita, di risposta importante da una parte ai bisogni di nuova occupazione prodotta in questo settore, e dall'altra anche un nuovo welfare, un rapporto più diretto anche con le realtà locali tali da richiedere sicuramente un ruolo sempre più importante e significativo della cooperazione sociale.
Correggo anche un po' la relazione, la parte introduttiva del consigliere Bazzoni quando dice che questo è un PDL che è congiunto. Questo è un PDL frutto di due proposte che si sono integrate all'interno della attività e credo che la Commissione sia stata capace e autorevole nel mettere insieme due proposte di legge, una promossa dal consigliere De Poli ed altri Colleghi Consiglieri e una proposta fatta dai D.S.. Il fatto che si sia riusciti con una certa qualità a far sintesi di queste due proposte di legge, dà il segno di come ci fosse la voglia e fosse anche maturo il tempo per arrivare a una normativa moderna, molto più snella, capace anche di interpretare le modificazioni che sono avvenute sulla qualità sociale anche che la cooperazione di questo tipo svolge nella nostra realtà.
Colgo questa occasione per segnalare, Colleghi, un punto importante: da una parte facciamo una nuova legge sulla cooperazione del sociale, ma dall'altra sappiamo che questo è un sistema di impresa che ha bisogno di trovare delle risposte, non solo nel quadro di insieme. Uno dei punti che mi permetto di sottolineare già da adesso e lo troveremo anche nel dibattito e nelle proposte quando discuteremo di tributaria, sapete che la cooperazione sociale occupa esclusivamente manodopera e voi sapete quanto la manodopera incida il personale, l'uso dei soci, incide in maniera così pesante per quanto riguarda l'IRAP. Allora credo che accanto alla definizione di un nuovo assetto organizzativo, un nuovo rapporto anche tra cooperazione sociale e sistema pubblico, sia importante anche permettere ai cooperatori di questo importante settore di essere aiutati su quella che è una delle situazioni più complicate e difficili per quanto riguarda la loro gestione.
A supporto anche della relazione fatta dal consigliere Bazzoni voglio dire che la cooperazione sociale oltre ad intervenire per dare risposta a quelle fasce di società, sto pensando agli anziani, alle persone che si trovano in una situazione di svantaggio, al mondo dell'infanzia, credo sia importante anche riconoscere che c'è questo lavoro fondamentale teso ad inserire soprattutto quella che noi definiamo le fasce deboli del mondo del lavoro, in particolare il lavoro femminile. La cooperazione sociale occupa nei dati nel monte indicato dal consigliere Bazzoni il 70% dei lavoratori sono donne, è rappresentanza femminile e quindi credo che questo sia uno degli elementi di particolare rilevanza e particolare importanza che va data al ruolo che viene svolto da questo tipo di impresa. Altro elemento importante è l'inserimento delle persone..
(Interruzione dall'Aula)
Vado alla chiusura del mio intervento per dire che fasce deboli del mondo del lavoro, si parlava prima dell'importanza dell'inserimento nel mondo del lavoro delle donne, l'altra fascia ancora più debole e delicata, quella legata alle persone svantaggiate. Molto probabilmente la cooperazione forse è l'unico pezzo di sistema di impresa in grado di creare delle opportunità a persone che difficilmente potrebbero trovare un impiego, la possibilità di avere un reddito, un inserimento non solo di tipo occupazionale ma anche di tipo sociale. Per questo do molta importanza al lavoro che è stato fatto in Commissione, un lavoro che è stato fatto in maniera molto impegnata da tutti, sia dalla maggioranza che dall'opposizione. Mi resta solamente in chiusura la necessità di segnalare che molto probabilmente questa legge per quanto riguarda la parte riferita agli appalti non ha ancora recepito fino in fondo le direttive europee in materia di appalti pubblici legati a questo sistema di impresa.
Credo sia già da adesso il nostro impegno magari in sede di collegato alla finanziaria 2006 eventualmente, siccome c'è tutto il problema del recepimento comunitario da parte dello Stato e quindi poi anche da parte della nostra Regione, sarà trovare le forme per aggiustare ed adeguare questa normativa che reputo comunque moderna e all'altezza della situazione che si sta vivendo, comunque di adeguarla a queste nuove normative.
Infine, l'altro elemento che magari penso l'Aula possa aggiustare, c'è bisogno che anche la cooperazione sociale rientri in quel circuito virtuoso di sostegno dal punto di vista finanziario, visto che questa è cooperazione povera dal punto di vista delle risorse interne, trovare meccanismi utilizzando la nostra finanziaria regionale, Veneto Sviluppo, per garantire forme di sostegno, flussi finanziari tali da garantire che anche la cooperazione sociale si giochi un ruolo di "impresa" anche se particolare, anche se segnata da questa missione così importante anche attraverso risorse che l'Amministrazione pubblica e la Regione può mettere a disposizione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Tiozzo.
La parola al consigliere Trento.

Guido TRENTO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)

Credo che questa legge meriti alcune riflessioni perché se confrontiamo questa legge con le politiche socio-sanitarie che la Regione sta portando avanti capiamo che qui c'è un salto in evoluzione molto positivo rispetto a quello che invece dice il provvedimento approvato dalla Giunta il 3/10 che tutto sommato va nella direzione diametralmente opposta al concetto di sussidiarietà orizzontale. Pregherei tutti i Consiglieri di studiarsi quel provvedimento perché se andassimo nella direzione indicata da quella delibera ci troveremo con una sanità che tutto sommato è a regia e a governo totalmente regionale. Anzi possiamo proporre, se questa è la tesi, che i direttori generali vengano immediatamente annullati perché tanto non servirebbero assolutamente più.
Dico questo perché con quell'idea che è antiveneta, quella di concentrare cioè a livello centrale il governo completo della sanità e dei servizi sociali, si va esattamente contro il modello Veneto che tutto sommato ha determinato nel tempo una crescita in positivo, soprattutto nei livelli assistenziali ma anche nella organizzazione dell'intervento che oggi è considerata una delle questioni più innovative che il sistema stesso ha messo in evidenza.
Questa tutto sommato è una legge che applica per prima la legge 329, che è una legge moderna a livello nazionale, è una legge che certamente segna un passaggio epocale rispetto all'evoluzione che il welfare ha subito a livello nazionale ed anche Veneto. Questa legge va a recepirla, applica la legge 11, nel senso che determina una fase orizzontale del sistema, della governance, pensate all'articolo 4 di questa legge che va a definire i soci che fanno parte delle cooperative e distingue i due soci: sono soci i fruitori o gli utenti, sono soci i volontari che gratuitamente lavorano all'interno di queste cooperative.
Questo significa che si dà un ruolo a questi soggetti, un ruolo molto importante che fino adesso non è stato fatto. A me viene in mente per esempio quando abbiamo modificato l'articolo della finanziaria nel 2002-2003, dando la possibilità alla Regione di intervenire nelle strutture, nelle cooperative private per investimenti. Ricordo la grande discussione che c'è stata allora perché erano molti i contrari e alla fine venne approvato ricordo anche con l'apporto del consigliere De Poli che disse che la direzione era giusta. Pensate che quella legge oggi ha prodotto sul territorio degli interventi: pensiamo alle case "Dopo di noi" che sono nate, del Sorriso, etc., degli interventi che sono fondamentali e sono stati gestiti da questi soggetti privati.
Questi soggetti privati che si dedicano con questo spirito producono un plusvalore interno che è enorme perché non c'è solamente la cultura del fare tanto per lavoro, ma c'è la cultura e la passione di chi partecipa a queste iniziative perché ci crede, cioè crede a questa cultura di un volontariato attivo verso questa gente. Cioè non si lavora per il 27 ma si lavora per qualcosa che è molto più grande e la resa è certamente molto superiore in questo senso.
Se in Veneto oggi non ci fosse questo tipo di cooperative, questa partecipazione, saremmo molto indietro. Lo stesso handicap per la non autosufficienza come è stato portato fuori prima a livello familiare, nel senso che la famiglia ha preso coscienza che avendo una persona che ha dei problemi può tranquillamente vivere la situazione con dignità, ma adesso siamo al secondo passaggio che la comunità si fa carico della famiglia con questo problema, e la comunità partecipa attraverso queste cooperative agli interventi che ci sono da fare e quindi c'è una socializzazione del problema che dà grande dignità a tutto l'impianto.
Le cose sono state spiegate bene dal Presidente della Commissione e anche dal consigliere Tiozzo, credo che questa legge oltre a promuovere l'integrazione forte di servizi socio-sanitari e della questione evolutiva, affronti anche un tema strategico: l'occupazione delle persone che hanno questi problemi. Perché secondo me uno può dare dignità perché assiste, può dare dignità perché fa la riabilitazione, fa l'educazione, ma l'anello finale di una persona è quello di sentirsi realizzato anche all'interno del mondo del lavoro.
Questa legge meriterebbe anche un capitolo, è stato presentato un emendamento apposito di sostegno economico non solamente degli investimenti, ma proprio nell'attività ed è quello che speriamo venga fatto nella Regione.
E' una legge che segna secondo me un passo avanti enorme nel sistema sociale ed anche socio-sanitario.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Trento.
La parola al consigliere Zanon.

Raffaele ZANON (A.N.)

Credo sia importante portare all'approvazione questo provvedimento che è stato licenziato dalla Quinta Commissione, un provvedimento che consente di attivare nuove politiche per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale. Sappiamo che la cooperazione sociale ha un ruolo non secondario nell'attivazione dei servizi nel nostro territorio. Credo sia importante adeguare non solo le normative e credo sia anche opportuno fare un rilievo rispetto anche alle normative europee. Alcuni parametri forse richiederanno nel prossimo futuro alcuni assestamenti, alcuni assetti nuovi proprio per quanto riguarda l'intero terzo settore. Sono convinto che anche in Commissione affronteremo più compiutamente le questioni che afferiscono alla cooperazione sociale, alle imprese sociali.
Credo sia importante dare un segnale a soggetti che di fatto sono diventati attori di un nuovo percorso anche occupazionale nei servizi che riguardano le fasce deboli legate alla inclusione nel mercato del lavoro. Credo sia un provvedimento che può trovare un vasto consenso, ma su questo dobbiamo anche rifuggire da alcune logiche assistenzialiste che comunque, anche a nome del Gruppo di Alleanza Nazionale, intravediamo. Avrei preferito, per quanto riguarda la norma finanziaria, soprattutto per quanto riguarda gli interventi che riguardano l'utilizzo dei fondi, fare attenzione soprattutto a quelle cooperative piccole, non mi riferisco alle grandi centrali, che hanno oggettivamente problemi di bilancio relativi soprattutto all'adeguamento delle strutture per il funzionamento di alcuni servizi. Su questo credo ci debba essere una attenzione particolare, mi auguro che ci sia da parte del nuovo Assessore. Siamo in attesa che la Giunta trovi completezza anche nella designazione delle deleghe che riguardano le politiche sociali perché su questo fronte ci sarà necessità di fare quella attenzione dovuta soprattutto quei piccoli soggetti che in alcuni Comuni svolgono una azione indispensabile nei confronti soprattutto delle fasce svantaggiate. Su questo fronte credo ci possa essere una attivazione anche dalla Giunta in questo senso ed annuncio che abbiamo presentato un emendamento all'articolo 21, quello che riguarda la costituzione della Commissione regionale della cooperazione sociale perché vorremmo che questo Consiglio fosse più protagonista delle scelte che riguardano questo vasto mondo della cooperazione introducendo al capitolo 1 un punto f) che riguarda la presenza anche di due rappresentanti del Consiglio regionale, quindi due di noi, della maggioranza e della minoranza, che possano essere parte attiva e collegamento con un mondo che credo deve rapportarsi anche con il mondo delle istituzioni e della politica in maniera più fattiva ed attiva soprattutto per dare spazio a quelle nuove forme di cooperazione che stanno maturando nel territorio, che hanno bisogno di spunti, che hanno bisogno di sostegno. L'importante è che questo avvenga ovviamente anche con il supporto e anche la vigilanza che la politica può produrre anche in sede di Commissione secondo quanto disposto dall'articolato che stiamo per votare.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Zanon.
La parola al consigliere De Boni.

Onorio DE BONI (U.D.C.)

Grazie, Presidente.
Devo dire che questo è un provvedimento che oggi avrebbe fatto la gioia del mio collega assessore Antonio De Poli che molto ci teneva a questo provvedimento che è stato anche, come annunciato dall'illustrazione del consigliere Bazzoni, documento che ha trovato grande condivisione. Ciò non vuol dire che sia un documento che accontenta tutti, è un documento che tutti hanno preso in seria considerazione, perché forse la materia che si va a trattare con questa legge è una materia molto delicata e non solo il materiale, scusate questo termine che uso, che viene legiferato o organizzato con questa legge trova grande importanza, ma anche perché siamo di fronte ad una situazione di vera emergenza perché chi ha avuto modo di contattare amministrazioni locali, i servizi sociali di tanti Comuni sa cosa rappresentano le cooperative in molti casi. Conosco realtà di Sindaci che si affidano sempre più alle cooperative per poter risolvere casi umani di persone che sono in grande fragilità sociale che ha prodotto questa nostra economia globale. Avere introdotto una legge, una norma che prevede che almeno il 30% dei lavoratori di questa fragilità sociale..., credo sia una grande conquista perché sono soggetti che non trovano albergo nella realtà della produzione normale, che però sono soggetti che se integrati in forme come quelle della cooperazione sociale riacquistano la loro dignità, la loro gioia di vivere ed è veramente questo un momento di grande soddisfazione per chi si dedica a questo mondo.
Credo che con questa normativa, di cui si aveva bisogno, perché è datata la legge dello Stato e le nostre leggi sono abbastanza datate, l'organizzazione non sarà perfetta, ma certamente facciamo un grosso passo avanti anche nel costituire questa Commissione regionale che magari qualcuno può criticare perché dice che è un'altra cosa che viene aggiunta, un altro organismo. Credo sarà un organismo che poi alla fine costerà poco alla società quasi niente, ma presumo farà un lavoro molto particolare, delicato e coscienzioso.
Al di là degli altri punti fondanti di questa legge che viene presentata, facciamo un passo avanti con questa normativa come è tradizione di questa realtà del popolo veneto che ha dimostrato sempre grande sensibilità e grande attenzione anche per chi ha meno. L'articolato vero ci dà la misura di dove andiamo ad incidere e spero che trovi senz'altro il consenso dell'Aula magari anche con qualche aggiustamento in corso d'opera, ma non ne vedo dagli emendamenti presentati, per cui dico veramente un passo avanti in questo campo che poi ovviamente troverà applicazione anche con quelli che sono i provvedimenti, i contenuti nei vari articoli. Questo mi sentivo di dire e credo che faremo veramente un ulteriore passo in avanti per dimostrare ancora una volta che i veneti in questo campo sono ancora i primi in ambito nazionale.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere De Boni.
La parola al consigliere Giuliana Fontanella.

Giuliana FONTANELLA (F.I.)

Esprimo fondamentalmente la mia gratitudine e devo ringraziare questo Consiglio regionale perché in effetti oggi licenzia una legge che è molto attesa a livello territoriale. Licenzia una legge che comunque, come e già stato detto, tenta di colmare alcune lacune che ormai sono diventate forti e soprattutto credo improcrastinabili. La realtà del disagio all'interno della nostra società abbraccia dei rami che spesso e volentieri non permettono alle amministrazioni, alle istituzioni di poter soddisfare, come è stato detto, determinate esigenze. In effetti se non ci fosse questa anima di volontariato, questa anima di persone che hanno la necessità e che capiscono il problema, forse la nostra società non sarebbe una società tranquilla, serena, sarebbe una società carica di disagi che dovrebbe esaminare ed affrontare. Ebbene, sono contenta che questa legge tenga in considerazione queste nuove situazioni territoriali, soprattutto tenga conto che le persone disabili sono delle persone a tutti gli effetti e che hanno una grande sfera affettiva e che hanno un grande senso d'amore che forse noi uomini normali abbiamo dimenticato. Sono delle persone che sono un valore aggiunto della nostra società, sono persone che riescono a produrre delle cose che sono incalcolabili come quella di non tradire e soprattutto di essere convinti che quando partecipano ad una determinata situazione hanno la volontà di portarla in fondo. Ecco che allora questa legge secondo me diventa ancora più forte e forse più rasserenante per chi vive la quotidianità di questo problema. Chi lo vive ha forse la garanzia di non vedere che magari in un prossimo futuro, quando qualcuno non ci sarà più, questi figli non vengano abbandonati, ma di vedere che diventano un valore aggiunto di questa società. Mi piacerebbe che questo Consiglio regionale cominciasse ad analizzare se effettivamente stiamo dando a questa società, che non è solo l'handicap, ma sono tante altre forme di disagio..., guardo le forme di disagio della montagna abbandonata, ma possono essere anche tante altre situazioni di disagio dei figli che stanno diventando sempre più unici, per cui la malinconia che sta diventando una forma di depressione, è una malattia, la solitudine, che forse poi ci troveremo a pagare dal punto di vista sanitario.
Ecco perché credo sia stato doveroso che la Regione Veneto abbia istituito questo che è un primo passo, mi auguro, ma vorrei proprio lanciare a tutti voi una seria riflessione su questo mondo, una riflessione in cui dovremo analizzare a 360 gradi se non ci sono delle altre esigenze che questo mondo spesso chiama e che forse noi non riusciamo a cogliere.
Vi dico solo una cosa, pensate ad un figlio che termina alle 15.30 da una cooperativa, cosa succede all'interno di quella famiglia se non ha nessuno che l'accoglie? Oppure pensate a quando in una famiglia succede una situazione di malattia molto forte, se non ci sono queste strutture che con il volontariato lo possono aiutare, quella famiglia viene distrutta. Questi credo siano i temi di un Veneto che produce tanto reddito e che deve iniziare effettivamente ad interrogarsi grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Giuliana Fontanella.
La parola al consigliere Zabotti.

Marco ZABOTTI (Per il Veneto con Carraro)

Grazie, Presidente.
Farò un breve intervento anche come dichiarazione di voto per confermare il voto positivo e favorevole già espresso dal Gruppo in sede di Commissione Quinta, sanità e sociale. Ci sono tre aspetti però da sottolineare che mi paiono importanti. Il primo, il segnale che viene da questa collaborazione dal punto di vista istituzionale, cioè questa capacità di porre insieme e di vedere insieme due PDL che erano in una prima fase distinti e quindi ha segnato e segna questo progetto poi unitario anche una attenzione nel senso del metodo, una capacità di dialogo, una volontà di superare a volte posizioni distinte, distanti nel segno e nell'ottica di un provvedimento che effettivamente ha una valenza tutta speciale come a dire un segnale innanzitutto di disponibilità reciproca all'ascolto e al dialogo dentro un tema importante e vorrei dire anche una capacità di normare rispetto ad un quadro legislativo in particolare nazionale che via via si è evoluto su una materia così importante e significativa. Anche qui una volta tanto segnaliamo la capacità della politica di una buona politica di stare al passo con i tempi e di segnare poi un provvedimento unificante, un dato di attenzione rispetto ad un quadro che é cambiato e si è evoluto, questo per dire che su questo fronte forse bisogna proseguire anche su altri versanti ed anche con altri provvedimenti.
Secondo aspetto, lo citava la collega Giuliana Fontanella prima, credo che occorra spendere nemmeno una parola per ricordare che cosa le cooperative sociali segnino oggi nel panorama degli interventi, delle presenze anche di una certa imprenditorialità diffusa da questo punto di vista sul territorio veneto. In particolare ci sono numeri e ci sono soprattutto risultati veri, effettivi realizzati che danno un segnale di come questo quadro si sia evoluto, sia cambiato, sia aggiornato e soprattutto abbia trovato una sensibilità molto ampia e molto diffusa, soprattutto e qui è il dato, in riferimento alle persone con disagio chiamiamole noi, vorrei chiamarle le persone diversamente abili, su questo c'è un imbarazzo di fondo anche nella definizione e nelle parole, di persone che ci ricordano che c'è una vita che si spende comunque in altro modo con sensibilità, caratteristiche, attitudini che proprio in questo tipo di cooperazione, di impresa, di attitudine al lavoro si sviluppano, danno un segnale di essere comunque dentro la vicenda della società. Su questo credo ci sia anche con questo nuovo provvedimento di legge una capacità di stare al passo con i tempi, ma di rimettere a tema quello che spesso è ai margini ma in questo caso diventa al centro. In questo senso credo che l'istituzione abbia il dovere in questo caso, ma anche in generale, di dare segnali di una costante attenzione, di un costante privilegiare chi tendenzialmente è ai margini e invece proprio attraverso questo tipo di sperimentazione, di imprese e di iniziative trova vie concrete, quotidiane, vere, realizzabili, verificabili in un'ottica di integrazione con i servizi come è previsto da questa legge per essere protagonista di uno sviluppo e di un percorso di vita che sia pienamente valorizzato, pienamente potenziato dentro un quadro di società. Queste imprese hanno un significato in particolare perché danno una possibilità vera di amicizia, di condivisione, di verifica dei risultati, di attitudine a, di verifica di futuro rispetto a situazioni e persone che evidentemente non troverebbero in altri casi invece una attenzione vera, una capacità di risposta. In questo senso credo che anche questa legge segni un dato di buona politica che non è assistenziale, ma che ha la volontà e la capacità di dare risposte, di offrire strumenti, di dare delle indicazioni di fondo.
Credo che qui ci sia - ed è già il terzo punto - al di là delle perfezioni che potremo dare con emendamenti, un ritorno a quel dato di positivo che come veneti spesso non siamo capaci quanto meno di rappresentare nella versione migliore, cioè sono tanto più in questo contesto le legislazioni avanzate dal punto di vista sociale che premiano un tessuto culturale, sociale di una comunità come quella veneta. Dentro a questa vicenda anche di questa nuova legge c'è un percorso di storia, di esperienze, un volontariato straordinario, una capacità di fare rete sul territorio tra i servizi che ci dice giustamente ed ogni giorno ci conferma che c'è un'altra storia che vive spesso purtroppo lontana, ai margini rispetto ai percorsi anche istituzionali che però è storia piena, è storia vera che in qualche modo dobbiamo segnalare per dire a noi stessi che ci devono essere più attenzione, più capacità di dialogo, più capacità di valorizzare. Noi da legislatori di questo Veneto con questa esperienza, con questa iniziativa, ma in generale per tutti gli altri ambiti che vedono oggi l'integrazione socio–sanitaria dovremo essere capaci di dare risposte alte ed adeguate, per noi veneti in particolare questo dato e questa nuova legge possa segnare un percorso in progress, un dato positivo, un segnale, un punto di riferimento. E' un piccolo traguardo, ma spero soltanto che sia un punto di partenza per percorsi ed iniziative ancora più alte.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Zabotti.
Non essendoci altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Vorrei pregare i Consiglieri che sono fuori di rientrare perché abbiamo molte votazioni da fare e vorrei cercare di farle con una certa celerità, se ci riusciamo.
Iniziamo il voto dell'articolato.
All'articolo 1 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 2 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 3 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione
Il Consiglio approva.
All'articolo 4 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione
Il Consiglio approva.
All'articolo 5 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione
Il Consiglio approva.
All'articolo 6 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione
Il Consiglio approva.
All'articolo 7 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 8 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 9 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 10 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 11 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 12 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 13 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 14 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 15 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 16.
La parola al consigliere Bazzoni.

Raffaele BAZZONI (F.I.)

Non faccio un emendamento, ma volevo puntualizzare una piccola questione che si ripete per altri due articoli, per un mero errore materiale nel testo sono state parzialmente omesse le suddivisioni in capi, in particolare quindi in questo caso prima dell'articolo 16, se volete che diamo il coordinamento tecnico potrebbe essere sufficiente, diversamente andrebbe inserito il Capo V che come oggetto avrebbe "Interventi a sostegno della cooperazione sociale".

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Bazzoni.
L'assumiamo come un coordinamento tecnico.
Pongo in votazione l'articolo 16.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 17 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione
Il Consiglio approva.
All'articolo 18 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. 2509, presentato dal consigliere Frigo, è ritirato.
Pongo in votazione l'articolo 19.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione
Il Consiglio approva.
All'articolo 20 non vi sono emendamenti, lo pongo in votazione.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. 2510, presentato dai consigliere Zanon e Cortelazzo che prevede:
All'articolo 21 aggiungere:
f) due rappresentanti del Consiglio regionale
La parola al consigliere Zanon.

Raffaele ZANON (A.N.)

Quando chiedo l'aggiunta di una modifica, una aggiunta di due rappresentanti del Consiglio regionale, ovviamente intendo due Consiglieri facenti parte di questa Assemblea, volevo fare una specifica per gli uffici.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Zanon.
Il parere del relatore?
La parola al consigliere Bazzoni.

Raffaele BAZZONI (F.I.)

L'emendamento presentato, ad onor di chiarezza, non parla di due componenti del Consiglio regionale, ma indica due rappresentanti del Consiglio.

PRESIDENTE

Consigliere Bazzoni, con questa precisazione lo mettiamo, se lei è d'accordo come relatore, nella dicitura: "due componenti il Consiglio regionale", cioè due Consiglieri regionali.

Raffaele BAZZONI (F.I.)

Molto francamente preferirei la stesura iniziale e cioè che fossero due rappresentanti nominati dal Consiglio regionale, che siano due Consiglieri francamente.. se esperti ancora meglio.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Bazzoni.
Consigliere Zanon, lei accetta questa..
(Interruzione dall'Aula)
La Presidenza ha questo testo, mi pare di capire che vengono chiesti tre..
(Interruzione dall'Aula)
Gradirei un subemendamento francamente.
Allora, o il relatore fa una sua proposta o si fa un subemendamento perché altrimenti non possiamo procedere.
La parola al consigliere Bazzoni.

Raffaele BAZZONI (F.I.)

Potremmo tentare di fare la sintesi in questo modo, con un subemendamento e cioè potrebbero essere tre esperti nominati dal Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Aggiungiamo con voto limitato ad uno?

Raffaele BAZZONI (F.I.)

Va bene.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Bazzoni.
Lei lo presenta, è un subemendamento sostitutivo dell'emendamento del relatore, che dice: "tre esperti nominati dal Consiglio regionale con voto limitato ad uno".
La parola al consigliere Zanon.

Raffaele ZANON (A.N.)

Sono convinto che l'emendamento che ho posto all'attenzione del Consiglio tentasse di eliminare una logica di lottizzazione che non mi appartiene, nel senso che se due autorevoli rappresentanti o tre autorevoli rappresentanti di questo Consiglio regionale sono presenti in questa Commissione dimostrano quel collegamento che credo sia necessario nei confronti della politica istituzionale nei confronti del mondo della cooperazione. Deciderà il Consiglio, credo ci siano tutte le..
(Interruzione dall'Aula)
I nomi ancora non..
Tra l'altro questi nomi non devono assolutamente pesare, noi sappiamo che la Commissione costituita non avrà nessun emolumento almeno da quanto esposto dall'articolo 22, ma questi tre rappresentanti non peseranno sulla Commissione stessa, ma daranno il loro apporto proprio per quelle eventuali modifiche che dovranno essere poste, soprattutto per quanto riguarda la gestione degli interventi finanziari che secondo me è forse il lato più debole della legge.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Zanon.
La parola al consigliere Trento.

Guido TRENTO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)

Ho esordito nell'intervento dicendo che questa è una legge che segnava un periodo positivo, in quanto trattava la sussidiarietà orizzontale come elemento principe della vicenda. Ma cosa volete che adesso andiamo a mettere dentro anche il Consiglio regionale? A me sembra che tutte le volte che si tenta di fare un passo avanti nella direzione della sussidiarietà orizzontale tenta di portare dentro di sé. Io voto contro.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Trento.
La parola al consigliere Cortelazzo.

Piergiorgio CORTELAZZO (A.N.)

Per capire cosa votiamo, perché l'emendamento Zanon non specifica che devono essere Consiglieri, il subemendamento presentato dal consigliere Bazzoni che dice tre esperti eletti dal Consiglio con voto limitato ad uno, io gradirei cosa andiamo a votare e soprattutto di tenere fede all'iniziativa dell'emendamento Zanon.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Cortelazzo.
Le rispondo subito, lei sa che il relatore può presentare emendamenti in qualsiasi momento, il relatore ha presentato un subemendamento sostitutivo dell'emendamento Zanon, ergo se passa il subemendamento del consigliere Bazzoni la partita è chiusa su questo argomento.
La parola al consigliere Tiozzo.

Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)

Chiederei ai Colleghi di Alleanza nazionale di ritirare questo emendamento. Inizialmente, quando avevo letto la proposta mi sembrava anche una proposta che si poteva accogliere, però se riflettiamo attentamente questo è un organo tecnico, credo che noi dobbiamo trovare altre forme di controllo sulla qualità del lavoro che viene proposto. Allora, piuttosto penserei che annualmente la Commissione possa preparare, predisporre una relazione al Consiglio, per fissare le modalità e la qualità del lavoro prodotto. Il pericolo che vedo in questa proposta è che ancora una volta all'interno di una Commissione tecnica, che ha il compito di essere snella anche nella sua operatività, di immettere degli elementi di contrapposizione, di bilancino politico quando invece in questo caso dobbiamo far prevalere la qualità operativa. E proprio perché parliamo di qualità operativa chiederei eventualmente se fosse possibile in questo articolo di dire che annualmente la Commissione relaziona il Consiglio sullo stato dei lavori, adesso aggiustiamo nel migliore modo la dicitura. Però questo sarebbe il miglior modo per dare un contributo in termini di azioni e di proposte.
Tenete presente che anche su altre leggi c'è la possibilità di relazionare in sede di Terza Commissione, anzi potrebbe essere che si relazioni in Quinta, così come avviene per alcune leggi che si relaziona in Terza commissione, sto pensando all'imprenditoria giovanile e femminile, altrettanto si può fare in questo caso. Chiedo di operare con questo tipo di indirizzo.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Tiozzo.
Il consigliere Tiozzo ha chiesto al consigliere Zanon una eventuale opportunità di ritiro dell'emendamento, ovviamente ritirando l'emendamento viene meno anche il sub.
Ha chiesto la parola il consigliere Zanon.

Raffaele ZANON (A.N.)

Ho ascoltato quanto ha espresso il consigliere Tiozzo, annuncio il ritiro dell'emendamento, ponendo però all'articolo 21 la obbligatorietà da parte della Commissione di relazionare annualmente in Commissione non solo per le funzioni che la Commissione stessa è in grado di svolgere secondo quanto previsto dagli articoli, ma anche per quanto riguarda l'applicazione stessa della legge. Credo sia più importante per la Commissione rendersi conto dello stato di avanzamento. Quindi, consigliere Trento, non c'era nessuna volontà di tornare indietro rispetto alla sussidiarietà, solo avere una presenza del Consiglio che consenta di fare valutazioni attente, soprattutto in Quinta Commissione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Zanon.
Se il relatore concordasse, questa richiesta del consigliere Zanon più che sull'articolo 21 la si potrebbe fare sull'articolo 23 sui compiti della Commissione regionale della cooperazione sociale e lì potrebbe essere aggiunto un comma, che nel frattempo potremmo preparare. Per cui siccome c'è questo accordo, noi siamo all'articolo 21 dove non ci sono più emendamenti.
Ci sono altri interventi?.. No.
Pongo in votazione l'articolo 21.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 22.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 23 vi è l'emendamento n. 2516, presentato dal relatore, che prevede:
"3. La Commissione regionale annualmente presenta una relazione sull'attività svolta alla Giunta regionale che trasmette al Consiglio regionale".
Pongo in votazione l'emendamento n. 2516.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 23 come emendato.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'articolo 24 ci sono interventi?.. No.
Pongo in votazione l'articolo 24.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 25.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo 26.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto finali?..
La parola al consigliere Causin.

Andrea CAUSIN (Per il Veneto con Carraro)

Grazie, Presidente.
Saluto con soddisfazione il fatto che il Consiglio approvi questa norma anche perché ho avuto delle esperienze professionali all'interno della cooperazione sociale e quindi mi pare che l'atto che noi andiamo ad approvare oggi avviene in un quadro complessivo molto particolare. E' un quadro dove ci sono dei soggetti privati che storicamente, e soprattutto in questa Regione e nella Regione Lombardia, hanno avuto una capacità di mettere in campo un patrimonio culturale e progettuale per andare a costruire una vera sussidiarietà. Cosa sono le cooperative sociali? Sono dei soggetti privati, delle persone che si mettono insieme per rispondere ad una rinnovata esigenza di dare delle risposte nell'ambito in particolare dei servizi socio-sanitari assistenziali.
Una risposta non scontata, una risposta che non è automatico che il privato sappia organizzare e una risposta che negli ultimi anni accade in un quadro di tipo normativo e soprattutto finanziario in cui vede questi soggetti in grossa difficoltà.
Qui non stiamo parlando di cemento, non stiamo parlando di questioni che sono seppure importanti comunque che potrebbero venire in secondo piano, qui stiamo parlando di servizi alle persone, stiamo parlando della cura dei nostri familiari quando sono anziani, quando sono disabili, stiamo parlando della capacità di dare delle risposte alle persone. E stiamo parlando di risposte che avvengono in un quadro di finanza, la finanza pubblica, che è la finanza che permette di erogare questi tipi di servizi che è sempre più limitato. Quindi avere la possibilità da parte di questi soggetti di usufruire di un quadro normativo di riferimento che non soltanto li considera come fornitori di forza lavoro, ma che li considera come soggetti attivi, soggetti privati che svolgono una funzione di valore pubblico, dal mio punto di vista è un atto estremamente positivo che qualifica questo organo che approva questo provvedimento di legge.
Ed è appunto il valore pubblico dell'iniziativa privata che viene riconosciuto con degli strumenti concreti, perché a volte noi ci riempiamo la bocca della parola sussidiarietà, ma poi la sussidiarietà si tratta di riconoscerla, si tratta di sostenerla e di valorizzarla, perché con dei piccoli accorgimenti noi possiamo fare in modo che la qualità dei servizi locali migliori.
E' chiaro che non possiamo pensare che il tema dei servizi alle persone nell'ambito socio-assistenziale sia un tema da lasciare completamente al mercato, per una ragione molto semplice: se tutta la sanità o tutta l'assistenza lasciata al mercato non fosse più al centro la persona, ma fosse al centro il profitto, cioè il vantaggio che i soggetti privati avrebbero di erogare i servizi. Su questi servizi, per chi avesse qualche dubbio, non c'è da guadagnare, in questi anni molte delle cooperative sociali che lavorano nei servizi socio-assistenziali stanno erodendo il patrimonio accumulato o i patrimoni che sono lasciti o eredità di altre attività perché molte cooperative si sono trasformate in questi ambiti. Ci sono tanti appalti nell'assistenza domiciliare, nei laboratori occupazionali, potrei citare degli esempi concreti che conosco dove le cooperative hanno accettato di lavorare sottocosto pur di non mettere in difficoltà l'erogazione e la qualità dei servizi. Perché quando parliamo di servizi alle persone parliamo di uno dei due diritti sanciti dalla Costituzione: il diritto all'istruzione e il diritto alla sanità, qui ci sono dei livelli essenziali sui quali ci sono dei privati che si spendono.
Ci sono degli elementi che sono molto interessanti e che sono da sviluppare, anche il quadro normativo nazionale ha fatto dei passi interessanti gli anni scorsi nelle Legislature precedenti, per esempio la 328, che purtroppo il Governo precedente non ha proseguito nel campo di applicazione, ma che prevede tutto il tema dal mio punto di vista interessantissimo della coprogettazione, proprio per superare questo dualismo ente pubblico che eroga i soldi e soggetto privato che fornisce i servizi. Il tema della coprogettazione, del progettare insieme, di mettere insieme un capitale culturale e un capitale educativo che oggi detengono servizi privati e degli obiettivi politici che sono gli obiettivi che giustamente si pongono gli enti pubblici, dal mio punto di vista è la strada su cui dobbiamo spingere fortemente lo sviluppo del servizi pubblici locali, di assistenza che vengono svolti attraverso le cooperative sociali. Ecco perché sui criteri di valutazione per la scelta del contraente il tema del radicamento costante del territorio, il legame organico con la comunità di origine, la partecipazione degli "stay colder", la previsione nello Statuto del servizio oggetto dell'affidamento del conferimento, la solidità del bilancio di impresa, il rispetto delle norme contrattuali di settore, il rispetto delle normative nazionali diventano punti qualificanti perché l'Amministrazione ha il diritto, ha il dovere di scegliere dei soggetti che fanno la migliore qualità quando si parla di servizi di assistenza alle persone.
Vi faccio un esempio concreto. Credete che il fatto di utilizzare sottocosto per esempio una cooperativa sia un vantaggio per l'Amministrazione pubblica quando fa il servizio di assistenza domiciliare? Assolutamente no, perché l'effetto di sotto pagare o fare una gara a ribasso sull'assistenza domiciliare è che si genera il turnover nella cooperative e noi abbiamo persone che sono disabili, a volte che sono non autosufficienti che sono seguite da un operatore che cambia ogni 20 giorni. Non si possono affrontare questi temi senza la continuità di relazione, perché di questo stiamo parlando, la continuità di relazione, la possibilità di dare sviluppo ad un capitale che è educativo, di un capitale che è radicamento territoriale, di un capitale che è progettuale e soprattutto un capitale sociale relazionale. E' per questo che annuncio il voto favorevole del Gruppo della Margherita, su questo tema e su questi ambiti credo che la sfida anche in futuro sarà quella di batterci per il tema dell'assistenza e della sanità che non ceda ad una visione puramente economicistica.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Causin.
La parola al consigliere Tiozzo.

Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)

Molto brevemente, perché credo che il consigliere Causin con il suo intervento abbia ulteriormente rafforzato le ragioni di questo dibattito e le ragioni che ci hanno portato a decidere insieme di dare una nuova strumentazione legislativa al governo della cooperazione nella nostra Regione. Però accanto a questa soddisfazione, a questo lavoro che credo positivo, inviterei i Colleghi ad una riflessione che reputo importante.
Non vorrei che quando discutiamo di cooperazione sociale lo facciamo solamente nei momenti in cui c'è l'evento, in cui c'è da discutere di una legge o quando siamo toccati anche da eventi, da fatti che possono coinvolgere o il privato o anche diciamo la gestione sociale di alcuni eventi. Allora, sono convinto che spesso noi affrontiamo il tema della cooperazione sociale Solamente quando esistono queste emergenze, quando esistono queste sensibilità di tipo individuale; noi dobbiamo rendere collettivo invece la scelta, ma anche la condivisione attorno ai progetti che ci vogliamo dare con questa legge. Nei prossimi mesi, spero, e comunque in questa legislatura dovremo affrontare dei momenti di programmazione sicuramente molto importanti: lo Statuto, il Piano regionale di sviluppo, il Piano socio-sanitario, la Finanziaria e la manovra tributaria che faremo nei prossimi giorni, allora sarebbe importante, Colleghi, che dessimo maggiore contenuto e soprattutto continuità all'azione che vogliamo mettere in campo per evitare che queste discussioni siano discussioni portanti, molto puntuali nell'analisi del ruolo che la cooperazione deve svolgere, il riconoscimento come è avvenuto oggi in cui si dice che la cooperazione è un soggetto fondamentale del nuovo welfare da mettere in campo sia su scala regionale che su scala nazionale. Voi sapete che queste iniziative se non trovano una condivisione, una disponibilità costante ad essere sostenute alla fine si indeboliscono, il pericolo è che alla fine siano sempre - come diceva prima il consigliere Causin, gli operatori e gli utenti, in Italia vi sono 2 milioni e mezzo di cittadini che utilizzano come unica risposta ai loro bisogni di assistenza il sistema della cooperazione e del volontariato sociale, questo è il quadro di riferimento che abbiamo su scala nazionale e su questo dobbiamo misurare la nostra capacità non solo di essere, diciamo, attrezzati, pronti con una legge così importante, ma anche con una serie di fattori, di elementi, di azioni che devono stare dentro le nostre scelte culturali, organizzative, programmatorie su scala regionale.
Quindi, colgo in termini sicuramente positivi il dibattito come si è sviluppato oggi, voteremo come DS, come coproponenti di questa proposta quindi voteremo a favore, però con un richiamo che faccio all'Aula e soprattutto alla Giunta di avere sempre quell'attenzione costante attorno ai temi del sociale, ai temi della cooperazione perché le sfide che abbiamo di fronte se vogliamo rispondere ai bisogni sempre più impellenti legati alla non autosufficienza, al problema dell'inserimento delle persone svantaggiate a quelle fasce di marginalità che stanno purtroppo crescendo nel nostro paese, questa è una delle risposte che possiamo mettere in campo qualificate e all'altezza della situazione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Tiozzo.
La parola al consigliere Laroni.

Nereo LARONI (Nuovo P.S.I.)

Pochi secondi solo per annunciare il voto favorevole mio a questo provvedimento. Non sono intervenuto prima sul dibattito e quindi mi limito a questa dichiarazione, senza aggiungere argomentazioni che potrebbero sembrare in qualche modo esibizione oratoria rispetto ad una materia in cui è inopportuno avere questo tipo di attitudine, ma seguendo l'esempio della sobrietà della collega Giuliana Fontanella e ringraziando i Colleghi perché con il loro apporto e quindi con le argomentazioni che condivido hanno arricchito questo dibattito, hanno consentito ad uno non specialista della materia come me di comprendere meglio il problema, quindi hanno assolto a una funzione culturale e sociale ancorché non aggregata in cooperativa. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Laroni.
La parola al consigliere De Boni.

Onorio DE BONI (U.D.C.)

Molto rapidamente, anch'io semplicemente per votare favorevolmente questa legge, ma per dire che è una legge che va nel solco che il Veneto ha tracciato già da tempo nel mondo del welfare e della cooperazione, quindi credo che questo sia un ulteriore passo avanti su quello e su quanto di buono abbiamo fatto, ma è quello che ha contraddistinto anche questi anni di governo di questa Regione, che ha fatto della cooperazione del Veneto una cooperazione di levatura nazionale e quindi questa normativa nuova che si aggiunge e che va a rimettere ordine in un settore così delicato fa certamente onore a questo Consiglio e un servizio anche alle persone più svantaggiate di questa nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere De Boni.
La parola al consigliere Cancian.

Diego CANCIAN (P.N.E.)

Per ribadire il voto favorevole di Progetto Nordest a questo progetto, perché penso che il lavoro della Commissione sia stato l'esempio di quello che dovrebbe essere su tutti i progetti di legge e cioè riuscire a trovare una mediazione sana ed utile ai veneti perché il Consiglio poi si raffronti e si confronti solo su delle piccole sfumature, ma non su questioni consistenti, perché gia in Commissione si è lavorato in modo tale da poter fare le cose finalmente come si deve.
Per cui faccio i complimenti a tutte i Colleghi della Commissione che hanno elaborato questo testo e chiaramente voteremo favorevoli.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Cancian.
La parola al consigliere Giuliana Fontanella.

Giuliana FONTANELLA (F.I.)

Per ribadire il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia e ancora personalmente ringraziare per questo inizio di un percorso che mi auguro, come è stato detto, non si fermi qui ma che ci spinga ad effettuare un grande dibattito su quelle che sono le nuove esigenze, le nuove emergenze a livello della nostra società. Ricordo a tal proposito che non solo le persone che hanno avuto un handicap codificabile si trovano in situazioni di svantaggio oggi, ma abbiamo tantissime situazione che magari sono occulte, ma sono a conoscenza di personale e come Consiglieri e come appartenenti di questo Veneto noi abbiamo l'obbligo e il dovere di farli emergere e farli vivere una vita degna. Grazie.

Marco ZABOTTI (Per il Veneto con Carraro)

Grazie, Presidente.
Solo per confermare il voto favorevole della lista civica Per il Veneto con un Carraro nel segno di un provvedimento che va nel segno dell'innovazione legislativa dentro un progetto e una visione di welfare community, di una visione nuova ed aggiornata di un sistema integrato sociale ed economico. E terzo l'aspetto che mi pare importante dal punto di vista culturale, è una risposta aggiornata, dicevo prima, declinata al futuro di un percorso culturale e sociale che vede e che ha visto questa Regione Veneto tra i battistrada sia sul piano delle realizzazioni concrete, ma anche della legislazione di una attenzione privilegiata al mondo della solidarietà, al mondo della cooperazione, una attenzione particolare sui temi della disabilità. Credo che su questo ci sia un punto di arrivo che vuole segnare soprattutto un punto di partenza. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Zabotti.
Non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto, passiamo alla votazione del progetto di legge.
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Seguendo la scaletta che ci eravamo dati, avremmo un ultimo progetto di legge per la seduta di oggi ed è il punto 8 all'ordine del giorno.
PUNTO
8



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIERE GIORGETTI RELATIVA A "ISTITUZIONE DELLA SCUOLA REGIONALE VENETA PER LA SICUREZZA E LA POLIZIA LOCALE" (PROGETTO DI LEGGE N. 141/2006) INIZIO

Relazione della Prima Commissione consiliare
La parola al consigliere Cortelazzo.

Piergiorgio CORTELAZZO (A.N.)

"L'aspetto della formazione della Polizia Locale e più in generale le attività formative nel campo della sicurezza in ambito regionale ha una valenza strategica nel quadro fortemente evolutivo che riguarda il settore.
Proprio per questo, appare prioritario procedere alla definizione degli strumenti normativi che consentano di dotare il Veneto di una Scuola Regionale per la Sicurezza e la Polizia Locale.
La necessità di tale strumento deriva dalla non rinviabile esigenza di poter dotare i corpi e servizi di Polizia Locale di personale tecnicamente e culturalmente preparato ai molteplici e complessi compiti cui viene chiamato. In questo modo, si anticipano gli sviluppi successivi della riforma in chiave regionale dell'ordinamento delle attività di Polizia Locale la cui definizione manca ancora di un quadro di riferimento certo sul piano nazionale.
La Scuola, per poter dispiegare i propri effetti, necessita di tempi attuativi e, pertanto, la proposta della presente norma vuole consentire di giungere ai risultati nel più breve tempo possibile data l'esigenza di rispondere alle pressanti richieste in tal senso della categoria e delle autonomie locali.
La proposta formulata prende avvio dalla elaborazione progettuale predisposta da un apposito gruppo di lavoro congiunto Regione- Anciveneto, che ha verificato le esperienze esistenti in ambito nazionale ed europeo, valutato il quadro regionale e posto in evidenza una serie di nodi problematici cui la presente proposta tende a dare soluzione.
Si tratta, anzitutto, di disporre di uno strumento agile che interpreti le istanze regionali e degli Enti Locali quali destinatari ultimi del servizio, uno strumento che eviti l'eccessiva burocratizzazione e, nello stesso tempo, possa fornire un prodotto di qualità agendo sul piano dell'offerta e avvalendosi dei più recenti sviluppi in materia di formazione del personale.
Si tratta anche di dar vita ad una agenzia che ricomprenda molteplici azioni comprese quelle di studio e ricerca sulle tematiche della sicurezza e polizia locale e attività di tipo operativo e di supporto connesse.
Vengono anche assegnate alla scuola i compiti di formazione e studio in materia di protezione civile quali quelle svolte dal centro regionale di studio e formazione per la previsione e prevenzione in materia di protezione civile con sede in Longarone.
La necessità di razionalizzare e strettamente coordinare gli interventi formativi di studio- ricerca e intervento nei settori che presentano evidenti intersezioni e che chiedono un'azione congiunta porta alla proposta di una agenzia unica che in raccordo con gli Enti Locali possa fornire quegli indirizzi unitari che rappresentano un fondamentale valore per il dispiegarsi di politiche coordinate sul territorio regionale e in una materia tanto complessa e delicata.
In particolare, esaminando l'articolato:
l'articolo 1 definisce l'istituzione della Scuola come agenzia strumentale espressione della cooperazione tra Regione ed Autonomie Locali per la formazione di base degli aspiranti operatori di Polizia Locale, per la formazione, riqualificazione ed aggiornamento degli operatori in servizio, e quale promotore di iniziative in tale settore, comprese le attività di documentazione ricerca studio e divulgazione in materia di sicurezza e polizia locale. oltre ad attività operative e di supporto in materia di Sicurezza e Polizia Locale che la Regione o gli Enti Locali, d'intesa con la Regione, intendano affidare alla Scuola.
Può inoltre essere affidato alla scuola il compito di provvedere alla organizzazione di corsi di formazione, qualificazione, riqualificazione, aggiornamento del personale in qualsiasi modo impiegato nella protezione civile nel territorio della Regione, secondo le direttive ed i ruoli fissati dalle leggi statali e regionali oltre alla promozione di studi, ricerche e iniziative sul tema della previsione e della prevenzione in materia di protezione civile e sui connessi problemi urbanistici ed architettonici e del recupero e ricostruzione dei centri colpiti da calamità, eventualmente svolgendo quindi i compiti affidati al centro regionale di studio e formazione per la previsione e prevenzione in materia di protezione civile con sede in Longarone.
Negli articoli dal 2 all' 8 viene definita la struttura organizzativa della Scuola, che prevede un Consiglio di programmazione e indirizzo, di otto membri di cui uno designato dalla Giunta regionale tre dal Consiglio regionale, di cui almeno uno in rappresentanza della minoranza, due designati dall'ANCIVENETO, uno dall'URPV ed uno dall'UNCEM, un Presidente, eletto dal Consiglio al suo interno tra i componenti di designazione regionale, un Direttore, designato dalla Giunta regionale, un Comitato tecnico consultivo, composto da cinque componenti esperti designati dalle organizzazioni di categoria più rappresentative della Polizia locale del Veneto, viene prevista anche la partecipazione di tecnici ed esperti; un Collegio dei revisori dei conti, composto da tre membri effettivi e due supplenti di cui la Giunta regionale designa un membro effettivo e uno supplente, l'ANCIVENETO designa un membro effettivo e uno supplente, l'ordine dei commercialisti designa un membro effettivo.
Per quanto riguarda le dotazioni e risorse della Scuola (artt.9 e 10) si sottolinea il concorso degli enti locali, oltre al finanziamento regionale e si prevedono anche entrate dall'attività della scuola stessa.
L'articolo 11 prevede che la Scuola organizzi corsi base di attività teorico- pratica, con esame finale, per il conseguimento della qualifica professionale alle funzioni di comando, di ufficiale intermedio e di agente di polizia locale. La qualifica conseguita a seguito della valutazione finale positiva costituisce titolo da valutarsi nei concorsi e nelle selezioni pubbliche per l'accesso presso gli enti locali alle funzioni di polizia locale.
Dopo l'assunzione è prevista un'ulteriore fase formativa teorico- pratica prima della definitiva immissione in ruolo.
L'articolo 12 prevede che la Regione, al fine di assicurare un adeguato livello di professionalità del personale in servizio di Polizia Locale, attraverso la Scuola, organizza, promuove e collabora a corsi di aggiornamento, riqualificazione e specializzazione.
Viene abrogato dal 1 gennaio 2009 col dispiegarsi degli effetti della presente legge (articolo 13) il Titolo III della legge regionale n. 40/1988 che si riferisce alla precedente impostazione dell'attività formativa per la Polizia locale. E viene anche abrogata la legge regionale 26 gennaio 1994, n. 5 "Adesione alla costituzione del Centro regionale di studio e formazione per la previsione e la prevenzione in materia di protezione civile in Longarone".
Viene infine definita la dotazione finanziaria per il primo biennio di attività della Scuola.
La Scuola, dunque, nello spirito della legge regionale proposta, dovrà rappresentare una struttura flessibile e garantire la presenza di attività formative articolate sul territorio regionale ed altre attività di studio ricerca e supporto.
Si individua la volontà forte di cooperazione in un'ottica di sistema tra i diversi livelli delle autonomie locali, fornendo il presupposto normativo indispensabile per l'ancoraggio delle fasi organizzative e operative della Scuola, per cui si rinvia a provvedimenti di Giunta regionale, che potrà operare con ampia autonomia e flessibilità nel quadro degli obiettivi ed indirizzi fissati dalla legge.
La Prima Commissione consiliare, nella seduta del 25 luglio 2006, ha approvato la presente proposta di legge a maggioranza, con i voti favorevoli dei colleghi dei gruppi consiliari FI, AN (con delega LV-LN-P), Nuovo PSI, UDC, mentre si sono astenuti i colleghi dei gruppi consiliari Rifondazione Comunista, Per il Veneto con Carraro, Uniti nell'Ulivo-La Margherita".

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Cortelazzo.
E' aperta la discussione generale.

ORDINE DEI LAVORI

La parola al consigliere Sernagiotto.

Remo SERNAGIOTTO (F.I.)

Oggi ci eravamo presi l'impegno di finire per le ore 17.30-18.00, è un po' prima, però il punto 6, la legge sulla cooperazione sociale, ha avuto un transito molto veloce. La legge sulla Polizia locale è importante per la Regione Veneto ed aprire la discussione questa sera penso sia sbagliato; abbiamo già fatto la relazione, martedì ritorniamo e se tutti siamo d'accordo cominceremo da questa legge.

PRESIDENTE

Consigliere Sernagiotto, è sicuramente condivisibile la sua proposta, anche perché sono stati presentati alcuni emendamenti.
Consiglieri, abbiamo fatto un buon lavoro, la Seduta è chiusa e ci ritroviamo martedì alle ore 14.00.
La Seduta termina alle ore 16.57
Il Consigliere segretario
f.to Giampietro Marchese

Il Presidente
f.to Achille Variati


Resoconto stenotipico a cura di:
C.S.T. (Consorzio Stenotipisti Triveneto)

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Giuseppe Migotto

Elaborazione testo a cura di:
Rita Pasqualetto
Verbale n. 49 - 8^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 49
PROT. GEN. N. 12633
VENERDì 20 OTTOBRE 2006


PRESIDENZA
VICEPRESIDENTE ACHILLE VARIATI

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ASSEMBLEA

INDICE

Processo verbale della 49a Seduta pubblica – venerdì 20 ottobre 2006
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale.

Il Vicepresidente Achille VARIATI dichiara aperta la seduta alle ore 10.45.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 12300 del 13 ottobre 2006.

Punto n. 1) all'ordine del giorno


Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE effettua le comunicazioni di rito e comunica che sono in congedo i consiglieri Finozzi e Tesserin e gli assessori Marangon, Tosi e Valdegamberi.

Il PRESIDENTE, constatato l'esiguo numero di Consiglieri presenti in aula, aggiorna la seduta alle ore 11.00.

La seduta è sospesa alle ore 10.46.

La seduta riprende alle ore 11.04.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Rinvio alle Commissioni consiliari dei progetti di legge iscritti all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 41 dello Statuto. Fissazione di un ulteriore termine per la presentazione della relazione al Consiglio regionale (Deliberazione n. 121/2006)  [RESOCONTO]

Proposta di legge di iniziativa del consigliere Pettenò relativa a "Norme concernenti le modalità di accesso alla previdenza integrativa". RINVIO IN COMMISSIONE (Progetto di legge n. 108/2005) (Deliberazione n. 120/2006)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE ricorda che nella seduta consiliare n. 48 del 18 ottobre 2006 il consigliere Pettenò, ai sensi dell'articolo 41, aveva chiesto di procedere alla discussione generale del progetto di legge in oggetto.

Interviene il consigliere Pettenò (RC-SE) il quale, constatato che in aula ci sono pochi Consiglieri, chiede di sospendere brevemente i lavori consiliari.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la richiesta di sospensione e, accertata la mancanza del numero legale, aggiorna la seduta alle ore 11.30.

La seduta è sospesa alle ore 11.08.

La seduta riprende alle ore 11.30.

Interviene il consigliere Foggiato (PNE) sull'ordine dei lavori.

Il PRESIDENTE risponde al consigliere Foggiato.

Interviene il consigliere Pettenò (RC-SE) il quale svolge la relazione illustrativa del progetto di legge n. 108.

In discussione generale interviene il consigliere Sernagiotto (FI).

Interviene il consigliere Covi (Misto) sull'ordine dei lavori.

Il PRESIDENTE risponde al consigliere Covi.

Interviene il consigliere Pettenò (RC-SE) il quale, preso atto delle dichiarazioni del consigliere Sernagiotto, chiede il rinvio alla Commissione consiliare competente del progetto di legge in esame.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la richiesta di rinvio in Commissione avanzata dal consigliere Pettenò.

Il Consiglio approva

Sul progetto di legge n. 138 interviene il consigliere Grazia (FI) il quale propone un rinvio di 60 giorni.

Interviene il consigliere Cortelazzo (AN) sulla proposta di rinvio di 60 giorni del progetto di legge n. 138 avanzata dal consigliere Grazia.

Interviene il consigliere Michieletto (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) sull'interpretazione e applicazione dell'articolo 41 dello Statuto e chiede che venga fornita la documentazione cartacea relativa ad ogni progetto di legge iscritto ai sensi dell'articolo 41.

Il PRESIDENTE risponde alle questioni poste dal consigliere Michieletto.

Viene approvata a maggioranza, col sistema elettronico, la proposta di rinvio di 60 giorni del progetto di legge n. 138.

Viene approvata a maggioranza, col sistema elettronico, la proposta di rinvio di 120 giorni dei progetti di legge nn. 139 e 140.

Viene approvata a maggioranza, col sistema elettronico, la proposta di rinvio di 90 giorni dei progetti di legge statali nn. 7 e 9.

Viene approvata all'unanimità, col sistema elettronico, la proposta di rinvio di 90 giorni del progetto di legge statale n. 8.

Il PRESIDENTE informa che il punto n. 3) all'ordine del giorno "Interrogazioni e interpellanze" verrà trattato nella prossima seduta consiliare e comunica che il Consiglio regionale è convocato martedì 24, mercoledì 25 e giovedì 26 ottobre alle ore 14.00.

Interviene il consigliere Sernagiotto (FI) il quale propone l'inversione, nell'ordine, dei punti nn. 39, 40, 41, 15, 16, 42 e 43 iscritti all'ordine del giorno.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la richiesta di inversione avanzata dal consigliere Sernagiotto.

Il Consiglio approva

Punto n. 39) all'ordine del giorno

Convalida dell'elezione del consigliere regionale Mara Bizzotto (Deliberazione n. 122/2006)  [RESOCONTO]


La relazione della Giunta delle elezioni è data per letta dal Presidente.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, il provvedimento in oggetto.

Il Consiglio approva

Punto n. 40) all'ordine del giorno

Convalida dell'elezione del consigliere regionale Emilio Zamboni (Deliberazione n. 123/2006)  [RESOCONTO]


La relazione della Giunta delle elezioni è data per letta dal Presidente.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, il provvedimento in oggetto.

Il Consiglio approva

Punto n. 41) all'ordine del giorno

Convalida dell'elezione del consigliere regionale Damiano Rossato (Deliberazione n. 124/2006)  [RESOCONTO]


La relazione della Giunta delle elezioni è data per letta dal Presidente.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, il provvedimento in oggetto.

Il Consiglio approva

Punto n. 15) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Zanon, Cortelazzo, Sernagiotto, Bond, Donazzan, Zigiotto, Bonfante, Coppola, Michieletto, Ciambetti, Tesserin, Degani, Covi, Causin, Azzi, Laroni, Foggiato, Zabotti, Conte, Bertipaglia, Fontanella, Teso, Variati, Gallo, Atalmi, Pettenò, Franchetto, Silvestrin, Stival, Frigo, Caner e Gianpaolo Bottacin relativa a "Una sala del Consiglio regionale in memoria di Matteo Vanzan e dei martiri di Nassyria" (Mozione n. 45) (Deliberazione n. 125/2006)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Punto n. 16) all'ordine del giorno

Conto consuntivo del Consiglio regionale dell'esercizio finanziario 2004 (Deliberazione n. 126/2006)  [RESOCONTO]


Interviene il Presidente Variati (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) il quale svolge la relazione illustrativa per conto dell'Ufficio di Presidenza.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, il provvedimento in oggetto.

Il Consiglio approva

Punti nn. 42) e 43) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2005" (Progetto di legge n. 170/2006) APPROVATO  [RESOCONTO]

Disegno di legge relativo a "Assestamento del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2006" (Progetto di legge n. 181/2006) APPROVATO  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Grazia (FI) il quale svolge la relazione illustrativa abbinata dei due progetti di legge in oggetto per conto della Prima Commissione consiliare.

Si procede alla discussione generale abbinata.

In discussione generale intervengono i consiglieri Trento (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) e Bonfante (Uniti nell'Ulivo-DS) che preannunciano voto contrario ad entrambi i progetti di legge e Zanon (AN) che preannuncia voto favorevole ad entrambi i progetti di legge.

Si passa all'esame dell'articolato del progetto di legge n. 170.

Gli undici articoli, che compongono il progetto di legge in oggetto, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico, vengono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Si passa all'esame dell'articolato del progetto di legge n. 181.

I sei articoli, che compongono il progetto di legge in oggetto, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico, vengono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto sul progetto di legge n. 181 interviene il consigliere Zabotti (Per il Veneto con Carraro) che esprime voto contrario.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Interviene il consigliere Manzato (LVLNP) il quale chiede l'iscrizione all'ordine del giorno della mozione n. 57 relativa a "Un nuovo statuto speciale per il Veneto".

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, l'iscrizione all'ordine del giorno della mozione n. 57.

Il Consiglio approva

Interviene il consigliere Sernagiotto (FI) il quale propone l'inversione, nell'ordine, dei punti nn. 9), 6), 8) e 20) iscritti all'ordine del giorno.

Interviene il consigliere Frigo (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) il quale si dichiara a favore dell'inversione proposta a condizione che la seduta termini alle ore 18.00.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la proposta di inversione avanzata dal consigliere Sernagiotto.

Il Consiglio approva

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 13.18.

La seduta riprende alle ore 14.39.

Punto n. 9) all'ordine del giorno

Rinvio alla Settima Commissione consiliare della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Legge n. 183/1989; legge n. 267/1998; legge n. 365/2000. Autorità di bacino nazionale dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta Bacchiglione. Parere regionale ai sensi della legge 18 maggio 1989, n. 183 sul progetto di piano stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico del bacino del fiume Livenza" (Proposta di deliberazione amministrativa n. 36) (Deliberazione n. 127/2006) TITOLO COME MODIFICATO  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Fontanella Giuliana (FI) che dà per letta la relazione illustrativa.

In discussione generale interviene il consigliere Bond (FI).

Interviene il consigliere Manzato (LVLNP) il quale motiva la richiesta di una sospensione della seduta.

Interviene il consigliere Michieletto (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) che si dichiara contrario alla richiesta di sospensione della seduta.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la richiesta di sospensione della seduta.

Il Consiglio approva

La seduta è sospesa alle ore 14.47.

La seduta riprende alle ore 15.13.

Interviene il consigliere Manzato (LVLNP) il quale chiede che la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto venga rinviata alla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la proposta di rinvio in Commissione dell'argomento in oggetto.

Il PRESIDENTE, preso atto della mancanza del numero legale, sospende la seduta alle ore 15.15.

La seduta riprende alle ore 15.24.

Il PRESIDENTE precisa che il risultato della votazione precedente, la mancanza del numero legale, è stato viziato da un inconveniente di natura tecnica del sistema di votazione elettronica, pertanto dichiara che la proposta di rinvio alla Commissione consiliare competente dell'argomento in oggetto è stata regolarmente approvata dal Consiglio regionale.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Progetto di legge relativo a "Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale" (Progetti di legge nn. 133/2006 e 135/2006) APPROVATO


Interviene il consigliere Bazzoni (FI) il quale svolge la relazione illustrativa per conto della Quinta Commissione consiliare competente.

In discussione generale intervengono i consiglieri Tiozzo (Uniti nell'Ulivo-DS), Trento (Uniti nell'Ulivo-La Margherita), Zanon (AN), De Boni (UDC), Fontanella Giuliana (FI) e Zabotti (Per il Veneto con Carraro) che lo condividono.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Gli articoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14 e 15 posti in votazione separatamente, col sistema elettronico, vengono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Interviene il consigliere Bazzoni (FI) il quale propone di provvedere al coordinamento tecnico del testo del progetto di legge in oggetto.

Il PRESIDENTE accoglie la richiesta del consigliere Bazzoni.

Gli articoli 16, 17 e 18 posti in votazione separatamente, col sistema elettronico, vengono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. 2509 all'articolo 19 è dichiarato ritirato dal Presidente.

Gli articoli 19 e 20 posti in votazione separatamente, col sistema elettronico, vengono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Interviene il consigliere Zanon (AN) il quale illustra l'emendamento n. 2510 all'articolo 21.

Interviene il consigliere Bazzoni (FI) che propone un subemendamento sostitutivo all'emendamento n. 2510.

Sulla proposta emendativa del consigliere Bazzoni intervengono i consiglieri Zanon (AN), Trento (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) che si dichiara contrario, Cortelazzo (AN), Tiozzo (Uniti nell'Ulivo-DS) che invita a ritirare l'emendamento n. 2510 e Zanon (AN) che ritira l'emendamento n. 2510.

La proposta emendativa del consigliere Bazzoni s'intende decaduta.

Gli articoli 21 e 22 posti in votazione separatamente, col sistema elettronico, vengono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. 2516 all'articolo 23 posto in votazione, col sistema elettronico, viene approvato.

L'articolo 23 posto in votazione, col sistema elettronico, viene approvato come emendato.

Gli articoli 24, 25 e 26 posti in votazione separatamente, col sistema elettronico, vengono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto sul progetto di legge in esame intervengono i consiglieri Causin (Uniti nell'Ulivo-La Margherita), Tiozzo (Uniti nell'Ulivo-DS), Laroni (Nuovo PSI), De Boni (UDC), Cancian (PNE), Fontanella Giuliana (FI) e Zabotti (Per il Veneto con Carraro) i quali esprimono voto favorevole.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso, come emendato.

Il Consiglio approva

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa del consigliere Giorgetti relativa a "Istituzione della scuola regionale veneta per la sicurezza e la polizia locale" (Progetto di legge n. 141/2006) INIZIO  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Cortelazzo (AN) il quale svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare permanente.

Interviene il consigliere Sernagiotto (FI) il quale propone di chiudere ora la seduta consiliare.

Il PRESIDENTE accoglie la proposta e dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato martedì 24 ottobre alle ore 14.00.

La seduta termina alle ore 16.57.

Consiglieri presenti:
Nicola ATALMI
Gustavo FRANCHETTO
Carlo Alberto AZZI
Franco FRIGO
Raffaele BAZZONI
Giovanni GALLO
Regina BERTIPAGLIA
Fabio GAVA
Gianfranco BETTIN
Massimo GIORGETTI
Mara BIZZOTTO
Raffaele GRAZIA
Dario BOND
Nereo LARONI
Franco BONFANTE
Franco MANZATO
Gianpaolo Enrico BOTTACIN
Giampietro MARCHESE
Diego CANCIAN
Igino MICHIELETTO
Federico CANER
Leonardo PADRIN
Andrea CAUSIN
Pietrangelo PETTENO'
Renato CHISSO
Francesco PICCOLO
Roberto CIAMBETTI
Damiano ROSSATO
Giancarlo CONTA
Clodovaldo RUFFATO
Maurizio CONTE
Remo SERNAGIOTTO
Marialuisa COPPOLA
Flavio SILVESTRIN
Piergiorgio CORTELAZZO
Daniele STIVAL
Carlo COVI
Moreno TESO
Gianantonio DA RE
Lucio TIOZZO
Onorio DE BONI
Guido TRENTO
Barbara DEGANI
Achille VARIATI
Elena DONAZZAN
Marco ZABOTTI
Mariangelo FOGGIATO
Emilio ZAMBONI
Giuliana FONTANELLA
Raffaele ZANON

Tiziano Ferruccio ZIGIOTTO












IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Giampietro MARCHESE






IL PRESIDENTE
Achille VARIATI










N.B. Gli emendamenti indicati nel processo verbale sono consultabili presso l'Ufficio Assemblea

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Migotto Giuseppe
Elaborazione testo a cura di Azzolini Loredana